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RAVENNA MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 4 - APRILE 2018 Salute Dieci Piu’ I 105 ANNI DI MARIA BOTTANI PAG.24 LA ZEOLITE IL LAGOTTO ROMAGNOLO LE MALATTIE DEL SANGUE L’INFERTILITÀ MASCHILE IL NISTAGMO LA DIETA PALEOLITICA www.adiura.com [email protected] RAVENNA Via Ravegnana, 61 Tel. 327.5308774 Tel. 327.5308775 FISIOTERAPIA E VISITE SPECIALISTICHE A DOMICILIO - CENTRO ASSISTENZA FISCALE BADANTI AD ORE E 24H SALUTE_10piu_cover_n.4.2018_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 30/03/18 09:41 Pagina 1

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RAVENNA

MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 4 - APRILE 2018

Salute Dieci Piu’

I 105 ANNI DIMARIA BOTTANI

PAG.24

LA ZEOLITE

IL LAGOTTO ROMAGNOLO

LE MALATTIE DEL SANGUE

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Sanitaria Romagnola rivolge molta attenzione alle esigen-ze di chi pratica sport, sia a livello amatoriale che agonisti-co: le soluzioni che proponiamo allo sportivo sono molte-plici, incontrando nel dettaglio ogni necessità.

La prevenzione è fondamentale! E’ importante tenere in con-siderazione il giusto atteggiamento da tenere per tutelare ilnostro corpo evitando di sviluppare patologie acute (infiamma-zioni, gonfiori, stress articolari…) che, se non curate, possonocronicizzare creando deficit non solo nella pratica sportiva masoprattutto nella vita di tutti i giorni.

E’ proprio in questa ottica che, presso le nostre sedi, èpossibile trovare prodotti di alta qualità, appositamentestudiati, quali ad esempio supporti articolari, tutori elasti-ci, indumenti elastocompressivi e molto altro. Questi pro-dotti sono importanti non solo per chi pratica sport ad altolivello, ma anche per “l’amatore della domenica” che lamaggior parte delle volte non ha la giusta preparazione erischia di incorrere in spiacevoli traumi ed infortuni.

Ad esempio: gli indumenti compressivi di cui tanto si sente par-lare ultimamente possono portare grandi benefici sia durante lafase di attività che in quella di recupero. Vi è mai capitato di fer-marvi durante una corsa perché i muscoli induriti non vi per-mettono di continuare? Oppure sono l’indolenzimento e i cram-pi post-gara che non vi danno pace? Tutto dipende dall’ossige-no! Gli indumenti compressivi hanno la funzione di agevo-lare il reflusso sanguigno così da allontanare l’acido latti-co e portare nuovo ossigeno e nuova vitalità ai muscoli!Ecco perché consigliamo di usarli sia durante l’attività, per unamiglior performance, che durante il recupero.Un altro aspetto fondamentale è l’interazione del piede con lo“strumento” del proprio sport: il suolo, il pedale, ecc…Proprio in questa ottica abbiamo studiato un esame ad hoc checi permette di valutare questa interazione esattamente durantel’atto sportivo !! Ad esempio, se sei un ciclista ti faremo portare

la tua bici e, dopo aver inseritonelle tue scarpe delle solettesensorizzate, ti faremo pedalaresui rulli. Durante la valutazione,le solette invieranno le pressionirilevate al computer che le ela-borerà restituendoci dati impor-tanti per capire se esistonoatteggiamenti sbagliati, sovrac-carichi ecc …

Conoscere sé stessi è il primogrande passo per prendercicura di noi! Ma non dimenti-cate che aggiornarsi e prende-re coscienza delle nuove tec-nologie e delle nuove propo-ste del mercato è fondamenta-le per migliorare le proprieprestazioni e per mantenersial meglio della forma!

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ALIMENTAZIONE

2 Le LENTICCHIEDott.ssa Daniela Verduci

OCULISTICA

8 Il NISTAGMODott. Ugo Cimberle

SALUTE

11 I GIOVANI e le loro DIPENDENZEProf. Alberto G. Ugazio

ALIMENTAZIONE

14 La DIETA PALEOLITICAdi Fabio Lironzi

SANITÀ

16 Le NUOVE CURE per le MALATTIE del SANGUEDott. Alfonso Zaccaria

PSICOLOGIA

21 L’AUTONOMIADott. Josè Aguayo Ph.D.

LONGEVITÀ

24 I 105 ANNI di MARIA BOTTANIdi Tiziano Zaccaria

MEDICINA INTERNA

26 COME si RIGENERA il FEGATODott. Roberto Ceriani

NATURA

28 La ZEOLITEDott.ssa Maria Nives Visani

I NOSTRI AMICI ANIMALI

30 Il LAGOTTO ROMAGNOLOdi Nando Tessitore

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SALUTE 10+ - Anno 8 - N. 4.2018 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.itProprietà, redazione e realizzazione - Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48124 Ravenna

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Salute Dieci Più

MEDICINA

5 L’INFERTILITÀ MASCHILEDott. Roberto Nonni

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ALIMENTAZIONE

Dott.ssa Daniela VerduciFarmacista, consulente alimentare e ricercatriceindipendente di sani percorsi alimentari.E-Mail: [email protected]: OfficinaAlimentare

una buona dose di tiamina, che fa sìche le lenticchie siano ottime per favo-rire concentrazione e memoria.

LENTICCHIESono considerate “la carne dei poveri”. E’ un legume ricco di proprietà.

OrigineLe lenticchie sono conosciute sin daitempi più antichi come legumi estre-mamente nutrienti, tanto da essereconsiderate la carne dei poveri, pro-prio per l’apporto proteico molto ele-vato, il ferro e i sali minerali.Appartenenti alla famiglia delleLeguminose o Papilionate, il loro usoemerge già in cronache risalenti al 7000a.C. e in alcuni passi della Bibbia si cita illoro utilizzo in ambito alimentare. Le ricordiamo solo una volta all’anno,durante il cenone di Capodanno, per viadell’usanza che attribuisce alle lenticchieil merito di essere portatrici di prospe-rità, fortuna e ricchezza per l’annoventuro. Questo deriva dalla loro carat-teristica forma rotonda o a lente appun-to, che ricorda quello di una moneta.

Le proprietàMa sicuramente la ricchezza di questoantico legume deriva dalla enorme ver-

satilità della sua pianta e del suo utiliz-zo nelle ricette di cucina. La diffusionedi questo legume, infatti, tocca tutto ilbacino del Mediterraneo sino ad arriva-re alle zone più lontane dell’Asia cen-trale. Essendo una pianta annualenon necessita di particolari cure,maalteresì migliora la fertilità del terre-no grazie alle proprietà azoto-fissa-trici delle sue radici. Ne esistono in natura diverse varietàtutte caratteristiche per il loro contenu-to di proteine, sali minerali, tra cuiferro,magnesio e potassio, ma anchefosforo, flavonoidi e niacina, nonché

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Inoltre sono composte da carboidraticomplessi di buona qualità che le ren-dono particolarmente nutrienti e fibreche aiutano a favorire le funzioni inte-stinali.

Varietà e dimensioniLe varietà più pregiate di lenticchiesono coltivate proprio in Italia, lalenticchia di Castelluccio di Norcia haricevuto la certificazione diIndicazione Geografica Protetta (IGP)e la Denominazione di OrigineProtetta (DOP).Anche se, in molte zone di Italia si produ-cono lenticchie di ottima varietà, sapore ecolore. Infatti le lenticchie si differenzianonelle loro proprietà soprattutto per quelloche riguarda il volume e l’aspetto. Il diametro va da quelle più piccole (2millimetri) sino a quelle più grandi (9millimetri) che proprio per la lorodimensione richiedono l’ammollo primadella cottura. Generalmente le lenticchie sono facil-mente cucinabili e non richiedono lun-ghi tempi di preparazione, l’ideale è

crema ottima per accompagnare tante pie-tanze o del semplice riso basmati, comeprevisto dalla tradizione indiana. Si possono preparare gustose vellutate ecrocchette molto gradite sia da grandi chepiccini. Ultimo aspetto, ma non menoimportante, le lenticchie sono poveredi grassi e prive di colesterolo e pos-sono essere utilizzate per una dieta bilan-ciata dove si voglia evitare il sovrappeso.Il costo contenuto e la loro ampia diffu-sione fanno si che questo legume sia allaportata di tutti con tante ricette variabilie fantasiose. Tanti vantaggi e molti bene-fici per questo alimento che merita distare sulle nostre tavole molto di più cheuna sola volta all’anno.

sempre comunquesciacquarle prima dicucinarle per eliminareimpurità che potrebbe-ro essere presenti dalprocesso di lavorazione.

Consigli sulla preparazionePer renderle ancora piùgustose ed ovviareall’inconveniente delgonfiore causato dallabuccia del legume, èconsigliabile cuocere lelenticchie con qualchefoglia di alloro o per chivuole, con un pezzettodi alga kombu, che sitrova facilmente nei negozi di alimentinaturali. L’aggiunta del sale va consi-derata sempre a fine preparazione,perché altrimenti potrebbe prolungare itempi di cottura della buccia del legume.Comunque sia, diverse varietà di lentic-chie sono ottime senza l’aggiunta di sale.Le lenticchie rosse decorticate sonoideali nell’alimentazione del bambinoin quanto prive della cuticola esternache le fa risultare più digeribili e menoresponsabili di fermentazioni intestinali,tanto da valutarne l’utilizzo nello svez-zamento. Un piatto particolarmentebuono ed anche economico vede l’im-piego delle lenticchie rosse con le caro-te e un po’ di curry a costituire una

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I consigli di Stomatologica

“I miei denti non mi piacciono,per cambiarne il colore e l’estetica cosa posso fare?”

“I miei denti non mi piacciono,per cambiarne il colore e l’estetica cosa posso fare?”

“Oggi è possibile fare miracoli senza rimpicciolire i denti,ma incollandovi sopra delle faccette di ceramica”.

Direttore SanitarioDott. Sergio Kraigher

FINE

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sto senso stabilire con lui un ALLEAN-ZA TERAPEUTICA che lo faccia sentireal centro di un percorso comune. Il primo step sarà ridurre il suo pesocorporeo e arrivare ad un eventualeintervento di chirurgia bariatrica incondizioni ottimali, attraverso percorsimultidisciplinari personalizzati per ilrecupero alimentare, comportamenta-le, motorio e psicologico, con un pro-gramma di attività svolte a tutti i livel-li. Per ridurre al minimo le complican-ze di questo itinerario di cura vengonoseguite tutte le LINEE GUIDA ricono-sciute in materia.

Alimentazione controllata con unindirizzo VLCKD: utilizzo della "tera-pia chetogenica metabolica" per otte-nere in breve tempo un calo pondera-le significativo della massa grassarisparmiando il muscolo. Questo calo incoraggia il paziente aseguire un metodo che dia risultatibrillanti in breve tempo.

Programma di esercizi motori eda corpo libero personalizzati: lapratica regolare di attività fisica è unfattore che protegge da un incre-mento ponderale e dall’obesità. Viene privilegiata l’attività in piscinapoichè la mancanza di gravità per-mette al paziente movimenti cheprima non faceva, migliorando lasua gratificazione e autostima.

Inquadramento DiagnosticoAmbulatoriale: valutare il quadroclinico del paziente per strutturareun programma di riabilitazione per-sonale, partendo dalle caratteristichebiologiche, psicologiche e sociali chepossono aver innescato lo sviluppodella malattia. La finalità è anche quella di curaredefinitivamente le malattie associateche costantemente gravano sulpaziente obeso.

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di prendere in carico il paziente obeso e/o in sovrappeso in tutti i molteplici aspetti.

Buon Management del pazientesovrappeso-obeso: ha la finalità diristabilire un rapporto di fiducia medi-co-paziente:- Utilizza modalità di relazioni adatta-bili ad ogni singolo paziente, consen-tendo di accompagnarlo durante iltrattamento medico-dietetico;- Interagisce con l'ambiente che cir-conda il paziente in modo da non iso-larlo nel momento in cui intraprendeun percorso che richiede una sostan-ziale modifica dello stile di vita;- Interviene nei momenti depressivi,quando il calo ponderale non corri-sponde alle aspettative del paziente einfonde fiducia nel successo. Sprona ilpaziente ad uscire dal guscio in cui siè nascosto attivando la vita di relazio-ne e riacquistare l'autostima.

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L'obesità va considerata come unamalattia invalidante ed il modo piùcorretto per trattarla consiste nel condi-videre col soggetto interessato un per-corso individuale, coinvolgendolo intoto anche e soprattutto dal punto divista psicologico; fondamentale in que-

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Un esempio? Le bottiglie di plasticadell’acqua minerale, se lasciate alsole, rilasciano sostanze a base diestrogeni sintetici, che minacciano lafertilità maschile.

MEDICINA

MASCHILELA PRIMA CAUSA È L’INQUINAMENTO

Dott. Roberto NonniDirettore SanitarioSan Pier Damiano Hospital FaenzaE-mail: [email protected]

INFERTILITA’

Spermatozoi in picchiataSecondo una ricerca recentedell’Università di Hong Kong, l’inquina-mento è la prima causa di infertilità negliuomini. Negli ultimi trent'anni ilnumero degli spermatozoi presenti

nel liquido seminale si è pressochédimezzato. Questo pericoloso trend, destinato apeggiorare ulteriormente, nel 60% deicasi sarebbe causato dall’esposizione adagenti inquinanti, soprattutto alle polve-ri sottili, le cosiddette PM10. Le donneinvece sono maggiormente soggette adun abuso o ad un uso poco attento dialcuni farmaci, come l’ibuprofene, unnoto antinfiammatorio.Ma ci sono anche elementi di tossicità,che interessano entrambi i sessi: adesempio negli alimenti o nelle bevandepossono essere presenti sostanze altret-tanto dannose, a partire dalla stessa pla-stica che quotidianamente viene usatanel confezionamento.

Vari studi lo proverebbero chiaramente...

»SEGUE

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In calo anche la qualitàGià diversi anni fa l’Università diCopenaghen, mettendo insieme le anali-si pubblicate tra il 1938 e il 1991, eraarrivata a concludere che in 50 anni c’erastato un progressivo calo della qualitàdegli spermatozoi in concomitanza di unaumento di anomalie genito-urinarie. A influire pericolosamente sulla ferti-lità dell’essere umano ci sono i fatto-ri ambientali. L’università Federico II di Napoli con ilteam del professor Michele De Rosa, tra il2000 e il 2002 ha tenuto sotto osserva-

UNO STUDIO DALLA CINAQuando respiriamo in una zona con alti livellidi inquinamento atmosferico, particelle finicontenenti sostanze chimiche tossiche come imetalli pesanti passano nei nostri polmoni,consentendo loro di entrare nel flusso san-guigno. Da lì, possono causare danni allosperma. Per indagare su questa possibilità, LaoXiang Qian (ricercatore all’Università cinese diHong Kong) e il suo team hanno preso i datisulla qualità dello sperma di 6.500 uomini tra i 15 e i 49 anni a Taiwan, e li hanno con-frontati con i livelli di particolato fine ai loro indirizzi di casa. Quella che hanno trovato è statauna forte associazione tra alti livelli di inquinamento dell’aria e una forma spermatica anor-male: gli uomini maggiormente esposti alle polveri sottili, avevano spermatozoi con dimen-sioni e forme alterate. Gli effetti erano relativamente piccoli, ma data la prevalenza dell'in-quinamento atmosferico, i ricercatori possono ben pensare che anche i piccoli cambiamentiche ne derivano potrebbero presentare un’importante sfida per la salute pubblica. Gli autori ritengono probabile che il responsabile dell'alterazione degli sper-matozoi sia il cadmio, un metallo particolarmente tossico, presente nell'ariacontaminata da gas di scarico, fumo di sigaretta e incendi.

zione 85 uomini giovani e di mezza etàche lavorano ai caselli autostradali, e chesono dunque esposti quotidianamente adalti livello di inquinamento da traffico.Contemporaneamente lo studio ha raccol-to i dati di riscontro su un altro gruppoaltrettanto numeroso di maschi residentinella stessa area geografica. Alla fine iricercatori sono riusciti a dimostrare che lamotilità degli spermatozoi era significati-vamente inferiore tra i casellanti.

Attenzione allo smartphone in tascaPer gli uomini è comodo tenere il cellu-lare nelle tasche anteriori dei pantaloni,ma è utile sapere che la vicinanza dellosmartphone alloscroto può inqualche modoinfluire sullostato di salutedei gameti.Sebbene adoggi non ci siauna letteraturaabbastanza ampia da poterlo dimostrarein maniera univoca, grazie all’analisi«The influence of direct mobile phoneradiation on sperm quality», pubblicatodal Giornale Europeo di Urologia, sap-piamo che l’esposizione alle radiazionidei telefoni cellulari, influisce sullivello di frammentazione del Dna eprovoca una diminuzione della moti-lità degli spermatozoi.

STUDIO SUGLI SPERMATOZOI Secondo uno studio scientifico, il numero tota-le di spermatozoi nei continenti con un'econo-mia principalmente industriale quali l'Europa,il Nord America e l'Oceania, negli ultimi qua-rant'anni è sceso del 59%. La stessa tendenza,invece, non è stata osservata in altre parti delmondo come il Sud America, l’Africa e l’Asia.Quindi, il numero di spermatozoi può riflette-re sensibilmente gli impatti dell’ambientemoderno sulla salute maschile. Insomma, lesostanze inquinanti dissolte nell'aria, cosìcome quelle presenti negli alimenti, nei deter-genti e nei cosmetici, interferiscono quotidia-namente anche sulla capacità riproduttiva.

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INQUINAMENTO E TEMPERATURE

La relazione tra alimentazione e fertilitàOccorre prestare attenzione all’alimen-tazione: una dieta sana può com-portare un miglioramento in terminidi fertilità, soprattutto nell’uomo.Anche nella donna la dieta ha un ruoloimportante, ma non così rilevanterispetto all’età e ad alcune malattie. Occorre sottolineare che, nonostantequello che si legge spesso sul web, nonci sono alimenti “miracolosi” che sti-molano la fertilità. Tuttavia, un’attenzione nei confronti delmangiar bene può comunque influen-zarla positivamente.“La famosa dieta mediterranea è sempre ilregime alimentare migliore, se seguito inmaniera equilibrata e bilanciata - spiegaLuca Gianaroli - Secondo un recente stu-dio le donne sottoposte a tecniche di con-cepimento assistito che seguono questadieta, hanno maggiori possibilità di avereuna gravidanza..

Ci sono alimenti che, in via indiretta, pos-sono migliorare le performance della fertil-ità: dalle verdure ai broccoli, tutto ciò cheè antiossidante permette migliori risultatiin questo senso”.

L’ESPOSIZIONE CONTINUAA FONTI DI CALOREMINACCIA LA FERTILITÀMASCHILE

Una minaccia alla fertilità maschilearriva anche dall’esposizione a fontidi calore o radiazioni: a tal riguardo,le professioni più a rischio sareb-bero l’operaio e il cuoco. Esistonopoi altri fattori già noti, come il fumoe l’alcol. “Alcuni ambienti particolar-mente sottoposti a inquinanti, comel’area di Pescia, dove sono presenti strut-ture che fanno uso di concimi e fertiliz-zanti, possono mettere a rischio la fertil-ità maschile – spiega il Prof. LucaMencaglia, Medico Specialista inGinecologia e Ostetricia e DirettoreUnità Operativa Complessa delCentro PMA USL sud-est Toscana -Qui è stato riscontrato che gli uominihanno seri problemi legati alla fertilità”.“Anche la geografia può condizionare lafertilità – aggiunge il Dr. LucaGianaroli, Direttore Scientifico di

S.I.S.Me.R. - Società ItalianaStudi di Medicina dellaRiproduzione, con sede principalea Bologna - e non solo da un punto divista di inquinamento. Per quantoriguarda l’Italia, invece, non ci sono areegeografiche più a rischio, ma emergonoattività, stili di vita e professioni mag-giormente interessati da queste prob-lematiche. Tra i lavoratori più esposti cisono per esempio i cuochi, spesso a con-tatto con fonti di calore, ma anche tuttiquegli operai che lavorano presso lefonderie o quelli esposti a radiazioni”.

FINE

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IL NISTAGMOOCULISTICA

La forma più classica è il nistagmoinfantile, la cui causa non è stata anco-ra del tutto chiarita ma sicuramenteattribuibile ad un deficit dei neuroniresponsabili dei movimenti oculari.Spesso è associato all’albinismo.

Una patologia infantileEsiste una patologia infantile con carat-teristiche molto particolari. Il piccolopaziente presenta oscillazioni incontrol-late degli occhi che sembrano incapaci

Dott. Ugo CimberleStudio OculisticoDal Fiume-Cimberle - RavennaE-mail: [email protected]

di fissare lo sguardo su un oggetto, anzile oscillazioni aumentano tanto più sicerca di guardare.Willbrand, un padre dell’oculistica, nel1921 ammoniva: “mai scrivere sul nistag-mo, non ti porterà da nessuna parte”.Questo a dimostrazione di come talepatologia sia per l’oculista una sfida diffi-cile ed affascinante allo stesso tempo.Questo segno clinico ha cause numerosee molto diverse da loro: ci possono esse-re disordini dell’apparato vestibolare,quello che nell’orecchio governa l’equili-brio; deficit centrali a carico del sistemadeputato al mantenimento della posizio-ne di sguardo; patologie della mielinacome la sclerosi multipla; intossicazionida toluene, un solvente chimico.

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permettere la migliore visione possibile.Spesso un discreto miglioramento visivosi ha con le lenti a contatto o con la chi-rurgia refrattiva in età adulta, con risulta-ti molto migliori rispetto agli occhiali. La chirurgia ci può aiutare, ma nonesistono ad oggi trattamenti risolutivio con un potenziale di miglioramentoimportante. In alcuni casi si può valutareun intervento chirurgico sui muscoli ocu-lari in modo da spostare gli occhi perfavorire l’utilizzo della posizione di bloc-co. Anche altri interventi che “depoten-ziano” i muscoli interessati hanno mostra-to un certo miglioramento soggettivo,spesso non obiettivo, della visione.

Le oscillazioniSi calcola una prevalenza sulla popolazio-ne di un malato ogni duemila persone, ilnistagmo è già presente alla nascita ocompare nei primi sei mesi di vita. Il più delle volte le oscillazioni sonoorizzontali, involontarie e aumentanodi intensità con il tentativo di fissazio-ne o con l’aumentare dello statoemotivo; al contrario si riducono conla disattenzione o ad occhi chiusi. La capacità visiva è per forza di coseridotta: non arriva mai una immagineferma e nitida al cervello che non rie-sce ad elaborare negli anni della cresci-ta una corretta rappresentazione dellospazio. Ci sono comunque spesso delle direzio-ni di sguardo in cui il nistagmo si riduceo si blocca, permettendo una visionemigliore. In pochi casi fortunati questamiglioria si ha in posizione primaria, cioècon sguardo in avanti; più spesso invecequesta miglioria si ha in direzioni disguardo scomode costringendoci ad unaposizione forzata del capo.

Una caratteristica che dobbiamo tenerepresente nei pazienti affetti da nistag-mo è che per valutare l’acuità visivadobbiamo sempre lasciare liberi i dueocchi, penalizzandone uno con unalente positiva, perché il nistagmotende ad aumentare quando copria-mo l’altro occhio.

Questa caratteri-stica è ancora piùevidente in unasindrome partico-lare, la sindromedel nistagmo damalformazionedella fusione, checompare nellaprima infanzia esi manifesta sol-tanto coprendoun occhio denun-ciando un deficitdella visionebinoculare. Inquesti pazientiesiste un certo grado di strabismo e lacapacità visiva non è molto compromes-sa; inoltre il fenomeno tende a ridursicon l’età. Una terza sindrome, lo spasmusnutans, comporta anche oscillazionidel capo che cercano di compensarel’oscillazione degli occhi. La comparsadi questa sindrome dopo il terzo annod’età deve mettere in allerta per una pos-sibile neoplasia cerebrale.

Il trattamento del nistagmoIl trattamento del nistagmo comportainnanzitutto la completa e precisa corre-zione del difetto refrattivo in modo da

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»SEGUE

SALUTE

GIOVANIEDIPENDENZE

In Italia il 20% dei giovani tra i 15 e i 34anni consuma frequentemente alcolici,il 16% fuma fino ai 24 anni e il 19% haconsumato cannabis nell’arco di unanno. Inoltre, è del 49% la percentualedei giovani tra i 14 e i 19 anni chehanno giocato d’azzardo almeno unavolta all’anno. Ecco una serie di infor-mazioni sui danni dalle dipendenze ealcuni consigli degli esperti su comefronteggiare i rischi a cui si può andareincontro.

Prof. Alberto G. UgazioDirettore Istituto Bambino Gesù di Romaper la Salute del Bambino e dell’Adolescente

AlcolL’alcol assume il ruolo di facilitatorepoiché i suoi effetti, in apparenza,possono aiutare il ragazzo a superareansie e paure. Allo stesso tempo, però,un’assunzione reiterata nel tempo puòoriginare segni evidenti di malesserepsico-fisico e comportamenti pericolosi.Negli ultimi tempi si è diffuso il “bingedrinking”, il consumo di 6 o più bevandealcoliche in un’unica occasione.

Indagini recenti hanno mostrato che l’usodi alcol è frequente già tra gli 11 e i15 anni di età, nonostante in ambitomedico se ne raccomandi il divieto alme-no fino ai 16 anni. Solo a partire da que-sta età, infatti, l’organismo sarà in gradodi metabolizzarlo in modo corretto.Genitori e insegnanti dovranno mettere alcorrente i ragazzi sui rischi legati all’usodell’alcol. Nei casi più gravi ci si dovràrivolgere a uno specialista.

Il FumoSi tratta di un passaggio critico nella vitadei ragazzi. Viene abbandonato il ruolo di

bambino in famiglia e si costruisce unanuova identità, come adulto, nellasocietà.All’interno di questi cambiamenti il fumopotrebbe assumere un ruolo di facilitato-re nell’inserimento del gruppo dei pari,una specie di rito di iniziazione...

Come far fronte ai rischi legati all’alcol, al fumo, allacannabis ed alla ludopatia.

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E’ opportuno distinguere tra uso sal-tuario e dipendenza, caratterizzata daun forte desiderio di fumare e che distraeil ragazzo dai propri impegni quotidiani.Le sigarette confezionate, a mano o elet-troniche, sono comunque tutte nocive. E’ importante non giudicare o rimpro-verare il ragazzo, ma ascoltare e capi-re se si tratta di un gesto per emularei compagni oppure una richiesta diaiuto o di automedicamento per alleviareun disagio. In seguito sarà opportuno cer-care insieme strategie alternative che per-mettano di sperimentare una sensazione

di benessere, avvalendo-si di specialisti. Infineper essere ascoltati ènecessario dare il buonesempio.

La cannabisSecondo i dati del 2017dell’Osservatorio euro-peo delle Droghe edelle Tossicodipendenze,la cannabis è la sostanzastupefacente più consu-

mata al mondo. In Europa ne fanno usoquasi 90 milioni di persone: di queste,17 milioni di età compresa tra i 15 e i 34anni dichiarano di averla consumataalmeno una volta nell’ultimo anno.Secondo una ricerca del 2014, pubblicatasulla rivista scientifica The LancetPsychyatry, il 17% dei consumatori adole-scenti in seguito diventa dipendente. Siarriva al 50% quando viene consumataogni giorno.In genere la sostanza viene assunta attra-verso il fumo con il coinvolgimentoimmediato del sistema cardio-respiratorio.

Il più importante principio attivo dellacannabis, il Delta 9 Tetraidrocannabinolo(THC), agisce su diverse zone del cervelloe causa, tra gli altri, effetti negativi sumemoria e apprendimento, nonché suisistemi di regolazione dei movimenti.Genitori e insegnanti debbono essere con-sapevoli che l’abuso di cannabis è tra iprincipali fattori di rischio di malattia psi-chiatrica e devono sapere riconoscerealcuni segnali indicatori. Tra questi trovia-mo modificazioni del comportamento eiperemia congiuntivale (il classico arrossa-mento oculare). Sono inoltre chiamati amettersi al fianco degli adolescenti e amettere da parte toni giudicanti e atteg-giamenti repressivi. E’ bene suggerireloro modalità più sane per rilassarsi efar passare il messaggio che per esse-re accettati dagli altri non semprebisogna essere euforici o disinibiti.

Giochi onlineSi tratta di dipendenze senza sostanze erientrano in quella più ampia da internet.In generale sono tre i sintomi fondamen-tali su cui si basa ogni forma di dipen-

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osservare troviamo l’interesse continuoper il gioco d’azzardo, disinteresse versoattività scolastiche e ricreative, frequentiassenze ingiustificate, disturbi del sonno e

furti in casa. Anche in questo caso l’atten-zione da parte della famiglia è fonda-mentale.

Giochi d’azzardoI dati su questa dipendenza sono allar-manti. Secondo l’Osservatorio Nazionalesulla Salute dell’Infanzia edell’Adolescenza, in Italiail 20% dei ragazzi tra i10 e i 17 anni frequen-ta agenzie di scommes-se e il 25% dei più pic-coli (di età compresatra i 7 e i 9 anni) usa lapropria “paghetta” perlotterie e “gratta evinci”. Il gioco diventapericolo quando si perdela capacità di stabilire e rispettare undeterminato limite di tempo e denaro daimpiegare. Tra i segnali indicatori da

denza, compresa anche quella da gioco: ilcraving, il desiderio improvviso di assu-mere una sostanza, l’astinenza (irrequie-tezza con sintomi fisici e psicologici se nonsi riesce a giocare) e la tolleranza, intesacome un aumento progressivo del tempodi gioco con disinteresse verso gli hobbyprecedenti. La perdita del senso direaltà, lo sviluppo di sintomi dissocia-tivi e il ritiro sociale sono le prime con-seguenze pericolose causate dall’assorbi-mento nei mondi virtuali, ma spesso èanche associata l’obesità. Per fronteggiarela dipendenza è fondamentale non sotto-valutarne l’entità e avviare interventi tera-peutici specifici in strutture che forniscanoservizi psicologici a sostegno del giocato-re e del suo nucleo familiare. FINE

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ALIMENTAZIONE

di Fabio Lironzi

DIETAE' un regime alimentare di moda, ma piuttosto discusso. Scopriamocosa consiglia di mangiare e le possibili controindicazioni.

Ultimamente si sente spesso parlare diDieta Paleolitica. Si riferisce al tipo di ali-mentazione degli uomini dell’età dellapietra, che non praticavano ancora l'agri-coltura e l'allevamento, per cui si nutri-vano solo di carne, bacche, frutta e ver-dura, ovvero di quanto riuscivano a pro-curarsi cacciando e raccogliendo.

PALEOLITICA

proteine animali, in particolare l'acidourico. E’ una dieta da evitare se già si sof-fre di disturbi ai reni o al fegato.

Cosa prevedeLa Dieta Paleolitica, quindi, segue un'ali-mentazione ricca in proteine animali edesclude invece i carboidrati, ad eccezio-ne di quelli contenuti naturalmente nellafrutta e nella verdura. Al regime alimentare paleolitico va asso-ciata anche una regolare attività fisica: inostri antenati, infatti, ogni giorno dove-vano procurarsi con fatica il cibo occor-rente, oltre a scappare dai possibili pre-datori di quei tempi, come l'orso o lefiere feroci.

Ricapitolando, la Paleodietaconsente di mangiare solocarne, pesce, crostacei, mollu-schi, verdura, semi, radici, bac-che, frutta e miele. Non consen-te invece di mangiare tutti i tipidi cereali, i legumi, latte e latti-cini, sale, zuccheri, olio, burro etutti i cibi lavorati.

Attenzione alle controindicazioniMolti nutrizionisti, però, vedono in que-sto tipo di dieta iperproteica un poten-ziale rischio per la salute, soprattutto seviene seguita per lunghi periodi. Le con-troindicazioni sono in sostanza quelledelle altre diete iperproteiche, che elimi-nano quasi del tutto nutrienti importanticome i carboidrati, quindi non sonoequilibrate. Effetti dannosi a lungo andare siriscontrano soprattutto su reni efegato, costretti a smaltire troppesostanze derivanti dal metabolismo delle

Come ogni dieta che si rispetti anchenella paleo dieta ci sono le dovuteeccezioni, quindi in alcuni casi l'ali-mento consentito che soddisfa la nos-tra solitudine da mancanza di car-boidrato è il riso. Sebbene il riso sia uncereale, nella dieta paleo viene consid-erato come un alimento al limite chepuò essere consumato.

UN’ECCEZIONE: IL RISO

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FINE

IL PARERE DELL’ESPERTAENRICA BOVIO - Biologa Nutrizionista

La dieta Paleolitica è equilibrata?No, perché toglie la metà dei gruppi di ali-menti a nostra disposizione. E poi è iper-proteica.E’ quantomeno valida dal punto di vista scientifico?Non si può dire con esattezza quale siastata la dieta dei nostri antenati. Vista lavastità del nostro pianeta e dei climi nellevarie aree geografiche, ci saranno state diverse tipologie di piante e di animali a seconda deiluoghi e delle stagioni. Un altro punto da considerare è che la frutta e la verdura non sonopiù quelle di allora. Ciò che oggi compriamo al supermercato è il risultato di una selezionedi specie attuata dall’uomo nel corso dei tempi, ha un contenuto di fibre, vitamine, mine-rali e zuccheri non paragonabile a quello di un milione di anni fa. Anche la carne è diver-sa. Inoltre, gli antenati si nutrivano di selvaggina, non di animali da allevamento, la cui carneè totalmente diversa in termini di macronutrienti e micronutrienti.Lei la consiglierebbe?Non mi sentirei di consigliarla, perché non è equilibrata e offre poca varietà. Perciò, nono-stante la perdita di peso iniziale dovuta all’estrema riduzione dei carboidrati e al poteresaziante della carne, si tende ad abbandonarla e quindi a riprendere il peso perso. Questadieta è oltretutto costosa e, se si desidera iniziarla, sono necessarie ottime condizioni di salu-te e deve essere evitato il fai da te. Potrebbero poi esserci degli effetti collaterali: per esem-pio, la mancata assunzione di latte e derivati potrebbe portare a una carenza di calcio.

Possono comparire inoltre mal di testa,disturbi dell’umore, oltre che un aumen-to del colesterolo e trigliceridi. Spessopoi diete come questa hanno lo svantag-gio che, appena si torna alle precedentiabitudini alimentari, si recupera in pocotempo il peso perso.E’ una dieta sconsigliata anche ingravidanza e allattamento.

Cosa è il paleoliticoIl Paleolitico è l’era storica iniziata circadue milioni di anni fa, con lo sviluppodei primi strumenti in pietra ed il suc-cessivo utilizzo del fuoco per la cotturadegli alimenti. A sostenere la dieta paleolitica sarebbeil fatto, che a livello genetico e fisio-logico l'uomo non ha subito grossimutamenti dal paleolitico ad ora,sebbene si sia assai evoluto dal puntodi vista culturale, tecnologico e scien-tifico. In realtà, i cambiamenti genetici sonostati significativi, tanto da produrre unadiversificata progenie di specie umane.

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DEL SANGUE

SANITA’

Quando si parla ditumori in genera-le, e di tumori delsangue in partico-lare, la prudenza è d’obbligo: in questicasi le informazioni devono essere precisee non devono mai cedere a facili trionfali-smi. Tuttavia, l’impressionante progressoche si è registrato negli ultimi 10-15 anninella conoscenza e nel trattamento dimolti tumori, in particolare in quelli delsangue, fa sì che oggi si possa guardare aqueste malattie con un atteggiamentoassai diverso rispetto al passato. Per que-sto è d’obbligo il punto interrogativo altitolo iniziale, con la speranza che quellafrase possa presto diventare una afferma-zione e non più una domanda.

Una terapia innovativaE’ di questi giorni la notizia di un bam-bino di Roma affetto da leucemia acutalinfoblastica resistente alle cure, che èstato trattato con una terapia innovativaper l’Italia ma già in uso negli USA da

LE NUOVE CUREPER LEMALATTIE

Dott. Alfonso ZaccariaEx direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia - Azienda USL di RavennaPresidente Ravenna Ail

nostrocaso, dellalotta delmalato, edel medi-co, contro la Malattia. Ma questa lottanon avviene in campo aperto, bensì inun Labirinto e cos’è il Labirinto se non

qualche tempo, con ottenimento di unaremissione completa, cioè scomparsa,almeno apparente, della malattia.

Cosa sta alla base di questo, speriamo, definitivo successo?Per illustrare questo argomento mi rifaròad un notissimo mito greco: quello diTeseo, del Minotauro e del Labirinto. IGreci riponevano nei miti i loro senti-menti, le loro angosce, le loro passionied è quindi facile vedere nella lotta traun eroe e un mostro la personificazionedella lotta del Bene contro il Male o, nel

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»SEGUE

l’impostazione di un trattamento più omeno aggressivo.Allo stesso modo, molte malattie delsangue hanno caratteristiche biologiche(evidenziabili alla diagnosi con sofistica-te tecniche di biologia molecolare), checonsentono di collocare il paziente inuna categoria a rischio alto, intermedioo basso e di conseguenza consentono dimodulare il trattamento.Infine, abbiamo oggi a disposizione far-maci che in molti casi consentono ottimirisultati e spesso una vera e propria gua-rigione, quando per guarigione si inten-de l’assenza di segni clinici e biologici dimalattia per 5 anni dopo l’ultimo tratta-mento, con tasso di mortalità simile aquello della popolazione normale.

quel complesso di paure, di angosce chesi impossessa di quanti lottano contro ilMale e si vedono in difficoltà o addirit-tura soccombere di fronte ad esso?Quindi, è necessario, sì, lottare per ucci-dere il Minotauro, ma è anche necessa-rio uscire dal Labirinto.

La valutazione del pazienteper una terapia correttaQuando siamo di fronte ad una malattiatumorale del sangue, ad es. una leuce-mia acuta, un linfoma o un mielomamultiplo, una volta completata la proce-dura per una diagnosi precisa, occorreimpostare una terapia con precisefinalità. Per questo occorre fare riferi-mento ai soggetti in causa:

1) Abbiamo a che fare con un pazientegiovane sano, il Teseo della situazione, ocon un paziente anziano che già soffre peraltre malattie?

2) La malattia è di quelle aggressive, ilMinotauro della situazione, o è discreta-mente gestibile?

3) Che armi abbiamo in mano: un sasso,arco e frecce o una bomba atomica?

La valutazione del paziente (età, altremalattie concomitanti, grado di istruzio-ne, grado di autonomia, grado di colla-borazione, ecc.) è fondamentale per

MALATTIE DEI GLOBULI ROSSIAnemia, TalassemiaSferocitosi ereditariaFavismo, Policitemia, Malaria

Mieloma - LeucemiaLinfoma, Aids, Agranulocitosi

Porporatrombocitopenica,

Trombocitemia,Tromboastenia

di Glazmann

MALATTIE DEL PLASMAEmofilia - Malattia di V. WillebrandLupus eritematosoArtrite reumatoideSetticimia

MALATTIE DEI GLOBULI BIANCHI

MALATTIE DELLE

PIASTRINE

LE MALATTIE DEL SANGUE PIÙ DIFFUSE

Fino a poco tempo fa, per un pazientegiovane e in buona salute si proponeva-no trattamenti aggressivi finalizzati allaguarigione, per un paziente anzianotrattamenti conservativi e per un pazien-te anziano e fragile trattamenti di solosupporto. Oggi l’approccio è cambia-to e, grazie a farmaci attivi e pocotossici, si è ampliata la popolazionein grado di affrontare terapie confinalità di non solo contenimentocome in passato.

Fin dagli anni ’80 sapevamo moltissimodel profilo biologico di molte malattie,conoscevamo i geni coinvolti e le loroanomalie, ma non avevamo le armi perporre rimedio a quelle anomalie.

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La LeucemiamieloideLa leucemia mieloidecronica era una gravemalattia che media-mente nell’arco dipoco più di 4 anni sitrasformava in unaleucemia acuta inva-riabilmente resistentee destinata al peggio.La conoscenza dellastruttura molecolaredella proteina ano-mala che si formanella cellula tumoralea seguito di una tra-

slocazione cromosomica ha fatto sì chesi è costruito un farmaco in grado diinserirsi nella tasca dell’enzima patologi-co e di inattivarlo. Ciò porta ad un esau-rimento del clone tumorale e alla rico-stituzione di una popolazione midollarenormale. A circa 13 anni dall’immissio-ne in campo terapeutico dell’Imatinib,un farmaco usato per il trattamento dicerti tipi di cancro, oltre il 90% deipazienti è in vita e la maggior parte nonha segni di malattia. All’Imatinib si sonoaggiunti altri prodotti, da lui derivatiche intervengono in caso di perdita dirisposta.

Il Melanoma multiploIl Mieloma multiplo era una malattiamolto grave, caratterizzata dalla produ-

Nel corso degli anni’90 e successivi,quelle conoscenze biologiche hannofornito la base per la costruzione di far-maci in grado di aggredire le cellulemalate nel loro punto mutato in modospecifico quindi con maggiore effetto eminore tossicità rispetto alla chemiotera-pia tradizionale.

La Leucemia acutaLa leucemia acuta a promielociti, che inpassato era conosciuta come la leuce-mia “fulminante” perché portava amorte il 50% dei malati nelle prime48 ore per una gravissima sindromeemorragica, oggi, grazie all’associazio-ne dell’acido retinoico alla chemiotera-pia porta a guarigione oltre l’80% deipazienti.

zione di una proteina anomala(Componente Monoclonale) e da possi-bili complicanze: anemia, insufficienzarenale, lesioni ossee con possibilità difratture patologiche invalidanti e dolo-rose. Da oltre 10 anni, al vecchio arma-mentario terapeutico si sono aggiuntinuovi farmaci, in particolare la lenalido-mide e i suoi derivati. La lenalidomideè, a sua volta,un derivatodella talido-mide di tristememoria peravere causa-to, negli anni’60, gravissimi effetti sul feto quandoveniva assunto come tranquillante dadonne in gravidanza. Questo farmacoè oggi un pilastro della terapia delmieloma in quanto, tra l’altro, ha laproprietà di ridurre la produzione di vasicapillari che il tumore stesso crea perprocurarsi nutrimento, così che il tumo-re stesso viene a “soffrire la fame” e nonsi riproduce. Il Bortezomib, con i suoi derivati, è l’al-tro pilastro della terapia: agisce iniben-do la funzione di un elemento citopla-smatico che distrugge le proteine vec-chie, degradandole a elementi semplici,disponibili per la sintesi di nuove protei-ne. Questi sono farmaci biologici,non sono chemioterapici. Oggi la tera-pia del mieloma è quasi completamentegestita con farmaci non chemioterapici.

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Linfomi e Leucemia Linfatica CronicaLinfomi e Leucemia Linfatica Cronicahanno visto grandi progressi dall’impie-go di Anticorpi monoclonali, anticorpicostruiti per aggredire in modo specificomolecole di superficie particolarmente,o selettivamente, rappresentate sulle cel-lule tumorali. Il Rituximab è stato ilprimo ed è oggi seguito da diversi altripiù potenti e meno tossici. Ibrutinib eIdelalisib sono altri due esempi di far-maci selettivi per una azione inibente sumolecole di superficie importanti per latrasmissione del segnale dalla superficiedella cellula al nucleo. Queste molecolepermettono oggi di cancellare apparen-temente la malattia per anni con ritornodel sangue a valori normali e del pazien-te ad una vita normale.

Le leucemie acute sono quelle che finoad oggi hanno risentito meno dei pro-gressi della terapia. A parte alcuni sotto-tipi, la maggior parte costituisce ancoraun grosso problema terapeutico. In que-sti casi, il trapianto di cellule stami-nali da donatore diventa l’unicavia di in grado di prospettare unaguarigione. Nonostante grandi e conti-nui miglioramenti, tuttavia, il trapianto èancora gravato da diversi problemi: nonè applicabile a tutti i pazienti ed ha anco-ra una notevole tossicità.

Il sistema immunitarioIl nostro sistema immunitario è costan-temente impegnato a identificare celluleanomale e a distruggerle. Talvolta que-sta sorveglianza fallisce, ma il sistema èsempre importante. Oggi gran partedella ricerca è finalizzata a potenzia-re il sistema immunitario stesso con-tro le cellule tumorali: nuove tecnolo-gie consentono oggi di costruire anticor-pi contro strutture della cellula tumoralein grado di mascherare la cellula stessae renderla invisibile alle cellule del siste-ma immunitario. In altri casi, è possibi-le montare anticorpi contro antigenitumorali sulla superficie delle cellule delsistema immunitario che in questomodo possono sfruttare la loro attività“killer” per distruggere selettivamente le

CONCLUSIONIOggi possiamo affermare che ci sonoampie premesse perché molte malattietumorali possano non essere più vistecome “malattie inguaribili”. I farmaci adisposizione e quelli che verranno prestoconsentiranno una sopravvivenza sem-pre più lunga. Oggi l’obiettivo non èancora quello di distruggere l’ultima cel-lula neoplastica. Questo può avvenirecerto in un buon numero di casi, mapossiamo accontentarci di tenere con-trollata la malattia a livelli minimi, nonfarla progredire, con una normale qual-ità di vita del paziente. Ovviamente, seuccidiamo il Minotauro è meglio, mapossiamo anche incatenarlo e renderloinoffensivo, l’importante è uscire dalLabirinto.

cellule malate (Chimeric AntigenicReceptor - CAR-T Cells) alle quali questarivista ha dedicato un articolo nel preceden-te numero 3 di marzo (www.salute10piu.it).Questa è la terapia che è stata utilizzatanel piccolo paziente di Roma.

Le case farmaceuticheQuelle citate qui sono solo alcune dellediverse linee di sviluppo di farmaci nuovi.Le Case Farmaceutiche mettono a disposi-zione degli studi clinici numerosi nuovipotenziali farmaci ogni anno. La loroimmissione in commercio è decisa dopoattentissime verifiche originate da studiclinici controllati. Purtroppo, il rovesciodella medaglia è dato dall’alto costo diqueste terapie. Ma siamo di fronte a pro-dotti di altissima tecnologia che in molticasi hanno letteralmente modificato, inmeglio, la storia clinica di molte malattie.Stiamo passando da una terapia basatasulla somministrazione di farmaci chemio-terapici, erogati a dosi calcolate sullasuperficie corporea del paziente a terapiemirate su bersagli specifici della cellulatumorale con grandi progressi. E’, facen-do riferimento all’esempio iniziale, comeuccidere il mostro con un colpo soloanche di una piccola arma ma mirata eprecisa. Il prossimo passo sarà la per-sonalizzazione della terapia. Ogni indi-viduo reagisce a suo modo alla cura.

Presto sarà possibile ottenere per ciascunpaziente un profilo genetico tale da cono-scere in anticipo se sarà sensibile o resi-stente a certe terapie. Ma le cure antitu-morali non bastano. Occorre anche unsupporto medico e psicologico soprat-tutto per quei pazienti che non hannoavuto la ventura di conseguire un esitofavorevole. In questi casi le Associazionidi Volontariato sono in prima linea, peroffrire al malato e alla sua famiglia unaiuto concreto finalizzato alla gestionedelle ultime fasi della malattia. FINE

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Stefania Scarabelliè professionista disciplinata ai sensi della legge n.4/2013,laureata in Scienze Naturali,Naturopata Heilpraktiker,Operatore Olistico Trainer,Counselor Olistico.

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“Il counseling relazionale tra l’animale e l’uomoaiuta a conoscere meglio se stessi attraverso il disagio dell’animale: la presa di coscienza e la risoluzione a livello personale porterà di riflesso un cambiamento anche sull’animale a livello fisico o di comportamento”.

“Il counseling è anchedi sostegno alla persona nell’accompagnamento dell’animalealla sua dipartita.”

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Elena, ma perché è così importante la microcircolazione?

“La microcircolazione è uno dei pilastri del funzionamentodel corpo umano, insieme all’ossigeno, l’acqua ed il cibo.

Senza ossigeno moriamo in pochi minuti. Senza bere acqua, dopo qualche giorno. Senza mangiare, dopo qualche settimana.E se il sangue, all’interno del nostro organismo, non arrivain tutti i capillari, attraverso la microcircolazione, le nostrecellule e quindi i nostri organi non possono funzionare,per mancanza dei nutrienti e dell’ossigeno, che assimilia-mo bevendo, mangiando, ed inspirando.

Tolto il cuore, le vene e le arterie, il 74% del nostro siste-ma circolatorio è costituito da microvasi, capillari,venule ed arteriole, cioè dalla microcircolazione.

Tenete conto che in un millimetro cubo, cioè la grandez-za di una punta di una penna a biro, ci sono circa dai3.000 ai 5.000 microvasi.

Il nostro organismo perciò, deve irrorare miliardi di micro-vasi continuamente.

Sapete quanto tempo c’impiega?

Dagli studi fatti, a livello scientifico, è scaturito che finoai 25 anni, il sangue riesce a raggiungere tutti i nostricapillari, 3 volte ogni minuto. Successivamente, con ilpassare delle stagioni, questa frequenza cala, fino adarrivare al caso estremo, di una persona molto malataed anziana, a una volta ogni 10 minuti.

Questa frequenza può calare sia con l’età sia con stili divita squilibrati o poco sani.Nel nostro negozio-centro specializzato, abbiamo duedispositivi, entrambi con brevetti internazionali ed unici almondo, che sono in grado di migliorare la microcircola-zione su tutto il corpo:La Tecnologia Bemer o Terapia Fisica Vascolare e laSauna Infrarossi Physiotherm.

Entrambi sono facili da utilizzare nella propria casa.Entrambi non hanno effetti collaterali.

Per la TecnologiaBemer, prodotto sviz-zero – tedesco,bastano 16 minuti algiorno e se utilizzataquotidianamente,può migliorare l’irro-razione sanguigna, il ritorno venoso el’ossigenazione all’in-terno del proprio corpo di un 30%. È un dispositivo medi-co di Classe IIA ed è una sorta di magnetoterapia di ulti-ma generazione. Non la può utilizzare chi ha subito untrapianto d’organo e chi porta un pacemaker.

La Sauna Infrarossi Physiotherm, prodottoaustriaco, è in grado di migliorare lamicrocircolazione, grazie al suo particola-re sistema, con cui viene riscaldato ilcorpo in profondità, cioè portandolo tuttoa 37 gradi, anche le mani e i piedi, chesolitamente sono a 20 gradi, e le bracciae le gambe, che solitamente sono a 28gradi, senza affaticare il cuore.

Avere una microcircolazione efficace significavivere con meno dolori, avere i tessuti più elasticie più ossigenati, un sistema immunitario più forte,prevenire o contrastare l’artrosi, avere maggioreconcentrazione, avere più energia, rafforzare isistemi di autoguarigione del nostro corpo, esse-re più efficaci nell’eliminare le tossine.

Microcircolazione

Di Elena Bagnoli

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A Ravenna, da un paio di anni, ha aperto un negozio,

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Trattasi di una spiegazione dormitiva:vale a dire, un’affermazione che preten-de di spiegare un problema non solosenza aggiungere elementi informativi,ma senza neanche aiutare a comprende-re la complessità e la reale natura delproblema: l’individuazione di quelle chepossono essere le condizioni socio cultu-rali in grado di promuovere comporta-menti autonomi.

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Dott. José Aguayo Ph.D.Psicologo - PsicoterapeutaCell. 340.8385059 Email: [email protected]

LAUTONOMIACome si manifestano i comportamenti autonomi nei rapportiquotidiani? Vediamo di capirlo.

Sono i versi con cui, a ritmo di rap, vienedescritto il comportamento di quelragazzo che confuso e solitario preferiscenon impegnarsi né con la vita né con gliaffetti, per poi finire a cercare nel vinorosso le risposte che non riesce a darsi dasobrio.

AI TEMPI DELL’INCERTEZZA

Che figata andare al mare quando gli altri lavoranoChe figata fumare in spiaggia con i draghi che volanoChe figata non avere orari, né doveri o pensieri, Che figata tornare tardi con nessuno che chiede: "Dov'eri?"Che figata quando a casa scrivo, quando poi svuoto il frigoChe fastidio sentirti dire: "Sei pigro""Sei infantile, sei piccolo"...

FABRI FIBRA

In tutto un altro ambito, quello della vitareale, parlando sui giovani non in gradodi essere economicamente autonomi,indipendenti, diverse cariche dello Statoin questi ultimi anni hanno preteso dispiegare tale loro “impasse” facendo rife-rimento ad un ipotetico “essere bam-boccioni, mammoni, sfigati o choosy(schizzinosi)”. Il riferimento era aduna generazione di giovani non ingrado di essere individui autonomi.Ma con queste affermazioni, non hannofatto altro che confondere cioè che è l’effet-to (vivere in famiglia) con ciò che è la causa(scarse possibilità di inserimento lavorativo).

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Data l’ampia gamma di ambiti (personalie interpersonali), in cui i comportamentiautonomi intervengono, viene da séaffermare che il raggiungimento dell’au-tonomia avviene attraverso la costruzionedi un processo che fin dalla nascita si pro-trae lungo tutto l’arco della vita delle per-sone. E’ un processo che si sviluppa evol-vendo attraverso la sintesi e l’integrazionedi quattro pilastri fondamentali.

Cura di sé - Presuppone il prendersicarico di sé stessi, basarsi sul proprio cri-terio senza dipendere da quello altrui.

Autostima - Vuol dire riconoscere sestesso con una propria identità, il checomporta l’accettazione dell’altro comealtrettanto differenziato ed è da qui chescaturisce il rispetto delle differenze inter-personali.

Autodeterminazione - Ognuno dinoi è capace di prendere una decisioneautonoma se riesce ad entrare in contat-to con il suo stato motivazionale, con “ciòche desidero profondamente”.

Autoregolazione - Vuol dire autogo-verno, è un equilibrio che si apprendedalle proprie esperienze, affrontando leavversità e fa riferimento ad una coscienzaautonoma consapevole dei propri limiti.

COME SI RAGGIUNGE L’AUTONOMIA?

In ambedue le narra-zioni, ovvero, quelladel cantante rap equelle degli uomini diStato, vi è il denomina-tore comune del giova-ne in balia di qualcosache non riesce a gesti-re, per cui divienerinunciatario di frontealle sfide e alle criticitàche la vita gli ponedavanti.In tempi di grossa incertezza e pre-carietà generalizzate, risulta fonda-mentale la messa in atto di risorse epotenzialità personali, funzionali alribaltamento di un senso di smarrimento esconfitta costantemente presenti, sia comerischio ipotetico in agguato che come vis-suto emotivo presente.

Cosa vuol dire essere autonomi?L’idea è quella di una modalità cognitiva erelazionale evoluta in grado di affermarsiconsapevolmente, tanto a scuola, quantoin famiglia oppure in ambito lavorativo.Anche perché l’autonomia non è ilrisultato di un processo spontaneo,occorre stimolarla, lavorarci per rag-giungerla. Grazie ad essa siamo in gradodi fare fronte alle frustrazioni, rinunciamoalle gratificazioni del passato, impariamodagli sbagli, coltiviamo l’autodisciplina,elaboriamo e accettiamo le perdite, prati-chiamo l’empatia, siamo coerenti con le

nostre decisioni, rispettiamo gli altri, con-teniamo la distruttività, siamo in grado diliberarci dal giudizio degli altri, assumia-mo i rischi associati alla libertà, ci pren-diamo carico delle nostre responsabilità,educhiamo gli impulsi, ammettiamo conumiltà i fallimenti, smettiamo di inganna-re e di auto-ingannarci, cerchiamo alter-native ai comportamenti abituali.

Stiamo parlando della possibilità diautoregolare il nostro comportamen-to ogni volta che affrontiamo leesperienze proprie della condizioneumana, i conflitti, le vicissitudini con cui

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laureata in Chimica eTecnologie Farmaceutiche(Università degli Studi diFerrara) ed iscritta all’Ordine

dei Farmacisti dal ‘97. Dopo una ventennaleesperienza nel settore farmaceutico, dal giu-gno del 2015, è titolare e dirige laParafarmacia Elisir di Ravenna ove, con pro-fessionalità e dedizione, mette a disposizio-ne utili consigli per la tutela della salute el’ottimizzazione del benessere corporeo.

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L’AUTONOMIA VA STIMOLATA DURANTE LA CRESCITA

- AVERE OBIETTIVI REALISTI: perchéad ogni età corrisponde una serie di attivitàin cui si può richiedere autonomia.

- PERSEVERARE: è necessario esserecostanti quando si decide di prendere unastrada o di realizzare un obiettivo.

- I COMPITI IMPOSTATI COME UNGIOCO: soprattutto quando sono picco-li, è necessario incoraggiare i bambini(piuttosto che imporre) e il gioco può essere una delle nostre migliori armi.

- CREARE DELLE ROUTINE: nell’ambito dei pasti, il sonno e l’igiene, è necessarioche ci sia una routine, per dare al bambino un senso di sicurezza in ciò che deve fare.

- PARLARE COL BAMBINO DI PROGRESSI ED ERRORI: man mano che il bam-bino cresce, maggiore è l’importanza della comunicazione.

- SUPPORTO EMOTIVO: aiutateli a vincere le loro paure, a riprendersi se si sen-tono frustrati perché qualcosa non è andato bene ed elogiateli quando lo fanno, èfondamentale.

ognuno di noi si trova a vivere; grazie adall’autonomia siamo in grado di gestirli.

L’autonomia è la sintesi di un “work in progress” continuoSarebbe fuorviante pensare che l’auto-nomia, intesa come l’abbiamo definitaprima, è un traguardo che coincide conil processo di maturazione complessiva:il fatto che una persona sia adultanon significa necessariamente che siaautonoma, quindi non esiste unafase di autonomia basata sull’etàdella persona.Sappiamo che nel processo evolutivoattraverso il quale l’autonomia si forgia econsolida, può succedere la non integra-zione dei quattro elementi costitutivielencati in precedenza, il ché può esserefonte di conflitti che procurano disagionella persona. E' possibile che emerganodei deficit evolutivi, che diano adito adiverse possibili alterazioni di indole psi-cologica: disturbi ansiosi, depressivi o dipersonalità. Da questo punto di vista, sipuò dire che essendo le carenze e i con-flitti elementi costitutivi dell’esistenzaumana, essi ne divengono cause didisgregazione e sofferenza frequenti.Ma, essi sono anche la materia prima apartire dai quali proviamo, lungo lanostra esistenza, a costruire livelli ognivolta più complessi di autoregolazione,che ci permettono di muoverci meglionei più variegati ambiti possibili del vive-re quotidiano superando le difficoltàincontrate inizialmente. A questoriguardo, la psicoterapia può essereuna risorsa preziosa.

Provocatoriamente, Allen Frances, unnoto psichiatra americano disse: “Lagente dovrebbe avere più fiducia neglistraordinari effetti curativi del tempo,nella capacità naturale di guarigione, nel-l’esercizio, nel sostegno sociale e familia-re e nella psicoterapia, e molto menonello squilibrio chimico e nei farmaci”.

La riflessione al quanto contro corrente,“politically incorrect”, prova a richiamarel’attenzione sulla differenza tra i disturbipsicologici e quelli neurologici o neuro-psichiatrici, con i quali spesso vengonoconfusi i primi. Ecco perché i disturbipsicologici necessitano di un approc-cio ad hoc, congruo con la loro natu-ra psicoaffettiva e relazionale.Fortunatamente, sono lontani i tempi incui la psichiatria definiva i disturbi men-tali a prescindere dalle norme sociali,morali e culturali del contesto di riferi-mento. Ecco perché ormai è una pre-messa condivisa tra la comunità di stu-diosi del comportamento umano il fattoche, sono le circostanze della vita in cuila persona si trova, le opportunità nuovea cui ne fa fronte, ciò che possono sti-molare nuove esigenze di integrazione edi autodeterminazione che favoriscanol’autonomia dell’individuo.

L’autonomia va stimolataIl comportamento autonomo racchiu-de in sé la potenzialità e il potenzia-le dell'individuo. Sarebbe come lo scar-to fra ciò che la persona fa e ciò chepotrebbe riuscire a fare, fra quello che gliè consentito fare e quello a cui potrebbeambire. Ecco perché la si considera unprocesso costruito a partire dalle abilità edalle competenze raggiunte.

In definitiva, l’autonomia dell’adulto èun aspetto della personalità che biso-gna stimolare sin dalla tenera infanzia.La famiglia e la scuola, sono sicura-mente gli ambiti per eccellenza in cuivanno promosse ed esercitate quellecapacità e competenze (sia affettiveche relazionali) di cui il giovane adultonon potrà farne a meno per essere ingrado di costruirsi il proprio futuromalgrado le incertezze di un mondo incontinua trasformazione.

Di conseguenza, il superamento di sfideogni volta più complesse dipenderà dalcome evolvono queste risorse (cognitivee relazionali) che permetteranno all'indi-viduo risultati adattivi ogni volta piùcomplessi nella sfera del concreto, delpratico e del quotidiano, quindi delsociale.Stiamo parlando di un processo cheinizia sin da subito, come un compi-to genitoriale che dovrà aver inizioda quando il bambino inizia a cam-minare. Ecco perché da un punto divista educativo, del processo di crescitadel bambino vale la pena avere alcuniparametri di riferimento, a condizioneche rispettino le differenze inter-indivi-duali.

CONCLUSIONI

FINE

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FINE

La famigliaIl 18 gennaio scorso, a MassaLombarda, Maria Bottani ha festeggiatoi 105 anni in ottime condizioni di salu-te, ricevendo la visita del sindacoDaniele Bassi, che le ha donato una per-gamena ricordo e un omaggio floreale.Vedova da anni, “nonna Maria” ha trefiglie e sette nipoti. «Sono nata il 18 gennaio 1913 aTerranova dei Passerini, in provincia diLodi, vicino a Milano - racconta la signo-ra Bottani, che è ancora del tutto auto-noma e ha un ricordo molto vivo di alcu-ni episodi della sua lunga esistenza -Avevo otto fratelli e due sorelle: tuttimandati a lavorare la terra ancora bam-bini. Purtroppo, fra loro, io sono l'unicaancora in vita. La mia adolescenza è stata segnatadal lavoro nelle risaie. Avrei volutostudiare, ma mio papà Angelo mispiegò che la famiglia non potevapermetterselo».

Il matrimonioMaria si sposò nel 1937 con PieroSangermani, dal quale ha avuto trefiglie: Ester (1938), Giancarla (1941) eFranca (1948). «A Terranova dei Passeriniio e mio marito eravamo vicini di casa.Lui lavorava all'Agip e viaggiava parec-

di Tiziano ZaccariaE-Mail: [email protected]

LONGEVITA’

I ANNIDINONNA MARIA105

La persona più longeva di Massa Lombarda è Maria Bottani.Originaria del milanese, da giovane ha lavorato nelle risaie.

chio per l’Italia. Dapprima ci siamo tra-sferiti a Chieti, poi negli anni Cinquantasiamo venuti in Romagna a PuntaMarina. Per lavoro mio marito è stato perqualche tempo anche in Africa e nellaPatagonia, in Argentina. E' morto prematuramente nel 1964, a56 anni. Dopo essere rimasta vedova, hotirato avanti svolgendo vari lavori».

La guerraAnche durante la Seconda guerra mon-diale, Maria aveva vissuto di stenti: «Miomarito fu chia-mato al Frontequando la nostrafiglia avevaappena quarantagiorni. Andaiavanti per quat-tro anni con unsussidio di diecilire al mese. Condue bambinepiccole, nonavevo i soldi percomprare lostretto necessa-rio. Mi arrangiavo come meglio potevo.Ricordo che andavo in un bosco a fare lalegna e tornavo a casa con pesanti fasci-ne sulle spalle.Raccoglievo le pannocchie di grano-turco, poi le sgranavo, le facevo essi-care e le portavo ad un mulino perfare la farina».

OggiOggi la signora Bottani conduce una vitaserena. Fino a 100 anni ha vissuto dasola, poi le figlie hanno deciso di ospi-tarla precauzionalmente a casa loro.Dopo aver vissuto per qualche tempocon una figlia che abita a Lido Adriano,da poco più di un anno risiede conun'altra figlia a Massa Lombarda. Manonna Maria continua ad essere autono-ma e non vuole essere un peso: tutte lemattine si rifà il letto e aiuta nellefaccende domestiche.

La sua alimentazione? «E' molto control-lata - dicono le figlie - Mangia poco madi tutto. E beve un goccio di vinobianco annaffiato con l'acqua». Lasalute non le manca. E’ solo un po’ sordae la vista le si è abbassata, problemi delresto quasi inevitabili alla sua età. Maalla sua età, è più che normale.

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tutto il processo attivano edisattivano meccanismi disegnalazione. In particolare, un tipo dicellule chiamate “quie-scenti”, cioè non ancoradifferenziate e quindi nonancora con funzioni speci-fiche, hanno un’elevatacapacità di rigenerazione etrasformazione.Per attivare il processo dirigenerazione, le cellulequiescenti hanno bisogno di segnaliprovenienti da vari tipi di cellule intrae-

MEDICINA INTERNA

Dott. Roberto CerianiResponsabile della Sezione Day Hospital Epatologico ed EpatologiaInterventistica in Humanitas

IL FEGATODOPO UN INTERVENTO O UN’INFEZIONE

COME SI RIGENERA

Come avviene la rigenerazioneLa rimozione chirurgica di grandi quan-tità di fegato (epatectomia), anche finoai due terzi, provoca alterazioni nell’e-quilibrio delle funzioni, che vengonopercepite dall’organo e guidano il pro-cesso di restauro.La rigenerazione delle cellule epatichesi deve a diversi fattori che, durante

Come fa il fegato arigenerarsi dopoun’infezione comel’epatite, o dopo unintervento chirurgi-co? Sebbene non se ne conoscano deltutto i meccanismi, la rigenerazione restauna delle caratteristiche più curiose di que-sto organo. Il fegato, infatti, ricresce senzaperdere le sue funzioni di sintesi, disintossi-cazione e metabolismo di sostanze. Il fattoche riceva continuamente sangue ricco dinutrienti ma anche di tossine dall’intestino,potrebbe essere il motivo per cui è dotatodi questa unica capacità rigenerativa.

patiche o extraepatiche, introdotte nel-l’organo dal circolo della vena porta.

La rigenerazionedel fegato,

dopo interventichirurgici o malattie

virali, inizia molto presto.Già dopo 36 ore le nuove cel-

lule cominciano a sostituire quelle morte.Ovviamente questa attività col tempo rallenta e unacompleta rigenerazione del fegato con sostituzionedelle parti mancanti, soprattutto se estese, puòrichiedere anche sei mesi. Tuttavia il fegato provve-de ad una ciclica e completa sostituzione delle pro-prie cellule che, per un uomo giovane e sano, siverifica ogni 30 giorni.

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metabolismo di lipidi e glucosio, comeper esempio la steatosi epatica transito-ria che si instaura nella prima fase dirigenerazione e serve alla cellula per laproduzione di energia, ma anche nellapressione della vena porta che porta alfegato rimanente la stessa quantità disangue determinando ipertensione por-tale, un meccanismo che sembra indur-re anch’esso rigenerazione. Infine, come avviene dopo un interven-to di esportazione di parte dell’organo,la perdita di tessuto epatico stimola ilflusso biliare che attiva la regolazionedegli acidi biliari i quali, in modelli spe-

IL MITO DI PROMETEOIl Titano Prometeo, figuramitologica greca, dona all'u-manità il fuoco, strumento fon-damentale per il progressodella civiltà, fino ad allora dete-nuto dal grande Zeus. Il dio,geloso e restio a mettere incomune con gli uomini unasimile risorsa, si adira per l'in-ganno di Prometeo (che avevaastutamente sottratto il fuocoagli dei e lo aveva portato sullaterra nascosto in una canna), elo condanna a essere legatogiorno e notte ad una rupe dove un'aquila gli rode il fegato che perennemente gli ricresce.Ecco la scena descritta dalle parole stesse di Esiodo: “Legò Prometeo dai vari pensiericon inestricabili lacci, / con legami dolorosi, che a mezzo di una colonna poiavvolse, / e sopra gli avventò un'aquila, ampia d'ali che il fegato / gli man-giasse immortale, che ricresceva altrettanto / la notte quanto nel giorno gliaveva mangiato l'uccello dalle grandi ali”.

Tra queste cellule si trovano:

Mitogeni, primari o ausiliari ovverofattori di crescita in grado di indurre proli-ferazione e duplicazione cellulare (il fattoredi crescita degli epatociti, le cellule delfegato, il fattore di crescita epidermico equello trasformante, l’interleuchina 6, unaproteina che si attiva in risposta a danni cel-lulari, e il fattore di crescita tumorale).

MicroRNA che giocano un ruolo nellaregolazione del ciclo cellulare.

Leucociti necessari per la rigenerazioneepatica, macrofagi, linfociti, eosinofili.

Piastrine che hanno un ruolo critico nellaproliferazione cellulare, la loro azione èmediata dalla serotonina che induce mitosiepatica, cioè riproduzione di cellule identi-che al nucleo originario.

Cellule endoteliali sinusoidali chesono una fonte di fattori di crescita e sonoresponsabili della nuova vascolarizzazione.

Cellule stellate epatiche che si trovanovicino ai sinusoidi epatici che costituisconola rete capillare del fegato, e sono fonda-mentali nel terminare la rigenerazione epa-tica.

Cellule epiteliali biliari che sono la prin-cipale fonte di sostanze che attivano imacrofagi.

Nel processo di rigenerazione epaticaavvengono anche cambiamenti nel

rimentali, hanno dimostrato di aumen-tare la rigenerazione epatica.

In quanto tempo avviene il processoSe nel mito di Prometeo, il fegato divo-rato ogni giorno da un’aquila ricrescevala notte seguente, in realtà il processo dirigenerazione del fegato non è così rapi-do come nel mito. Infatti, la maggior attività di rigene-razione epatica si ha al terzo giornodalla lesione, mentre il recupero com-pleto avviene dopo 5-7 giorni.

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LAZEOLITENATURA

La Zeolite, dal greco “La Pietra bollente”,è un minerale poroso di origine vulcani-ca che viene generata dal rapido raffred-damento della lava incandescente a con-tatto con l’acqua salata marina.La sua struttura molecolare ad ottaedrotronco è molto particolare, ha al suointerno dei canali che formano un retico-lo simmetrico cristallino dove sono allog-giati cationi (ione con carica positiva)come Calcio, Magnesio, Sodio e Potassioin combinazione con l’acqua, si trattainfatti dal punto di vista chimico di unalluminio silicato idratato dei metalli alca-lini. I cationi della Zeolite vengono scam-biati con metalli pesanti, ioni ammonio ealtri cationi dannosi per l’organismo chelegandosi ad essa vengono così eliminatiattraverso le feci in quanto la Zeolite nonviene assorbita dall’intestino.

Zelanda, Islanda, NuovaScozia in Canada ecc, in Italia zone ricchedi tale minerali si trovano in Toscanatra Sorano e Pitigliano, nell’Isolad’Elba, Val di Fassa e Val di Siusi.

Quali tipi di Zeolite?Esistono oltre cento tipi di Zeolite, maquella che viene utilizzata per la maggio-re attività depurativa è la ZeoliteClinoptilotite o Zeolite Attivata, essa è

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - NaturopataE-mail: [email protected]

Scopriamo questo minerale che assorbe i metalli e contrasta i radicali liberi. Proprietà, benefici e controindicazioni.

ottenuta sottoponendo il materiale dibase ad un trattamento fisico che nemigliora la porosità.Si possono ottenere Zeolitianche attraverso processi dilaboratorio miscelando quarzo,caolino e soda da cui si ottiene unprodotto utilizzato come assorbente diodori per cosmetici e detergenti, nell’in-dustria petrolchimica, come depuratoreper le acque, ma quelle a cui si fa riferi-mento per uso umano sono quelle origi-nate naturalmente in regioni soggette adantiche attività vulcaniche presenti in varieparti del mondo quali: Colorado, Nuova

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Per uso internoSvolgendo una profonda azione depura-tiva, disintossicante, antiossidante e alcali-nizzante può essere impiegata per usointerno in diversi casi:

Per chi svolge attività intensa dal punto divista fisico ed intellettuale, manager, studen-ti, donne in carriera.

Per sportivi ed agonisti in quanto diminui-sce il senso di stanchezza ed aumenta la resi-stenza fisica.

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Come immunostimolante.

Come attivatore delle funzioni digestive.

Per chi deve sottoporsi a terapie radianti ochemioterapiche (in questi casi l’utilizzo dellaZeolite deve essere sospeso 2-3 giorni primae ripreso due giorni dopo).

In commercio si trova sotto forma dipolvere, compresse o capsule,ma è molto importante chevenga riportato sulla confezioneil marchio CE con relativo n. diregistrazione, a garanzia dellapurezza ed assenza di metalli pesan-ti, cosa che spesso incide sul prezzo.Se ne assumerà la dose lontano daipasti o a digiuno per almeno 1 meseper 2 volte all’anno o comunquesecondo quanto consigliato dal medicoo naturopata.

Per uso esterno Inoltre la Zeolite puòessere usata anche peruso esterno sotto formadi prodotti topici pereczemi, acne, pruriti,psoriasi, dermatiti, essa fa parte di pre-parazioni cosmetiche deodoranti perchéassorbe gli odori e regola la traspirazio-ne eccessiva nella iperidrosi di piedi,mani ed ascelle. Spesso la Zeolite sitrova associata ad oli essenziali che nepotenziano l’azione.

Effetti collateraliLa Zeolite è priva di tossicità e nonviene assorbita dal tratto gastrointestina-le ma nei primi giorni, mettendo in cir-colo tossine potrebbe provocare nauseae mal di testa. E’ bene assumerla conabbondanti quantità di acqua perevitare un’eventuale stipsi.

Nel caso si assumano farmaci è impor-tante aspettare almeno un’ora a sommi-nistrare la Zeolite per evitare interazionitra essi.

Come è stata scoperta?La Zeolite è stata studiata oltre 25 annifa dai professori Kresimir Pavelic e KarlHecht che ne hanno messo in luce l’im-portante meccanismo d’azione secondocui la Zeolite Attivata è in grado di che-lare (in chimica: attrarre, legare con)ioni positivi quali metalli pesanti comepiombo e mercurio (presenti in alimen-ti, acqua, materiale di uso professionalein ceramica, amalgame dentarie, ecc), oioni radioattivi presenti nell’organismo aseguito di terapie radianti, radicali liberidovuti a processi di ossidazione, sostan-ze residue da chemioterapie, radicaliacidi derivanti da cattiva alimentazioneo eccesso di attività sportiva.

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I NOSTRI AMICI ANIMALI

Nando TessitoreEducatore cinofilo comportamentalistaAllevamento “Delle Code Allegre”Fossalto - Campobasso

LAGOTTOROMAGNOLODa cane d’acqua a cercatore di tartufi. Ma oggi va inteso soprattuttocome un intelligente e valido compagno di vita.

costruito e ben proporzionato, con pelofitto e ricciuto a tessitura lanosa.Sopporta bene i rigori invernali, mamale il caldo estivo. Il suo aspetto accattivante e simpatico, laforte personalità, il carattere equilibratoe la sobrietà di abitudini ne fanno uncompagno gradevole e spesso insostitui-bile non solo per chi desidera il caneausiliario nel lavoro, ma anche per chivede nel cane un amico, un compagnodi vita. Dall’aspetto simpatico, è intelli-gente e, di conseguenza, la sua educa-zione è relativamente semplice. E' molto ricettivo ai comandi e desidero-so di fare contento il padrone, con cuiinstaura un forte legame.

Il Lagotto RomagnoloIl Lagotto Romagnolo è un’antica razzadi cane da riporto in acqua: veniva uti-lizzato per il recupero degli uccelli acqua-tici abbattuti dai cacciatori, nelle paludidi Comacchio e Ravenna. La sua spiccata attitudine alla ricerca,la grande addestrabilità e l’ottimoolfatto ne hanno fatto un’efficientecani da tartufi.Così il Lagotto perse progressivamente lasua funzione di cane acquatico, rivelan-dosi invece adattissimo alla ricerca deitartufi nei boschi e nelle spinaie collinarinel periodo autunno-inverno, dimo-strandosi praticamente insensibile all’u-midità. La sua versatilità, unita a vivaintelligenza e sobrietà di abitudini, neavevano fatto un cane robusto e pronto aqualsiasi evenienza, inclusa la guardiadei casolari, anche se con il solo ruolo di“avvisatore”, e la lotta contro gli animaliselvatici nemici dei pollai.Il Lagotto è un cane di mole medio pic-cola, dall’aspetto rustico, fortemente

Il caratterePer il carattere dolce, affettuoso e moltoequilibrato, il Lagotto è un ottimo caneda compagnia, anzi all’estero, cosa parti-colare visto che si tratta di una razza ita-liana “verace”, è stato scoperto in questoruolo prima che nella sua patria. Ama il divano e le comodità di casa,ma non disdegna le corse in campa-gna, rivelando un ottimo spirito diadattamento. Proprio per questo, puressendo un cane rustico, può vivere sia incasa, purché gli si assicurino uscite rego-lari di cui due di almeno mezz’ora, siaall’esterno, a condizione che possadisporre di una cuccia che lo proteggadal caldo e dal freddo.

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zolature bianche; particolarità di questomanto è che la colorazione definitiva la sivede solo intorno ai 6/8 mesi visto che allanascita si parte da un mantello bianco amacchiette marroni che ingrandisconosempre più. Il pelo è a crescita continuae va periodicamente tagliato altrimentiforma dei “dreadlocks”. Il lagotto è pratica-

mente esente da muta, per questoè perfetto anche per chi soffre d’al-lergia al pelo del cane, per cui èsufficiente una regolare toelettatu-ra tre/quattro volte l'anno.L'aspetto del pelo ricorda il bar-boncino, anche se è rustico e non"salottiero", e la coda non è maiarrotolata. I maschi sono alti43–49 cm e pesano 13–16 kg;le femmine sono alte 41–46 ehanno un peso di 11–14 kg.Il lagotto va facilmente d'accordocon altri animali, se socializzati findalla giovane età. Ha un istintonaturale per il recupero ed è uneccellente nuotatore in qualunqueambiente acquatico. Ha un man-tello impermeabile che lo rendecapace di nuotare a lungo, anchein acque gelide.Ha una scarsa propensioneall'abbaio e non è aggressivoverso i consimili. Ama scavare,

tanto che molti proprietari gli creano unangolo apposito in giardino per consentir-gli di soddisfare questa sua passione, macomunque non più di altre razze se nonsono addestrati alla ricerca del tartufo.Inizialmente era presente solo inRomagna; ora ci sono allevamenti in tuttaItalia e all'estero.

Anche per chi non ha mai avutocani, iniziare con un Lagotto èuna strada in discesa: è facilmen-te addestrabile e a passeggio nonvi porterà in giro come una ban-diera. In casa ha il pregio che ilsuo pelo riccio non fa muta,quindi non troverete le sue traccepelose sparse per le stanze. E’ un perfetto compagno digiochi e d’avventure per ivostri bambini che se avranno lafortuna di crescere insieme conun cucciolo arricchiranno la loroesistenza di una delle più belleesperienze possibili: scoprire ilmondo e la vita con un impaga-bile compagno di viaggio!

Caratteristiche fisicheIl Lagotto ha grandi occhi roton-di, in ogni sfumatura di coloreche va dal giallo scuro al marro-ne scuro, anche se i più diffusisono il verde ed il marrone. Il suo pelolanoso riccio, uniformemente distribuitosu tutto il corpo, può essere bianco spor-co, marrone o arancio (rari) monocolore,bianco a macchie marroni o, più raramen-te arancio. La nuance più diffusa e più get-tonata è il roano marrone, un mantello stu-pendo fatto di una base marrone con briz-

Nando Tessitore, educatore cinofilo comportamentalista,da oltre trent’anni si occupa professionalmente di cani.”Il nostro scopo è dare ai nostri cani una vita serena, felice, alle-gra! Per quanto mi riguarda, vivere con una ventina di cani, in unposto meraviglioso come il Molise dal punto di vista naturalistico,lontano dallo stress e dalla presenza troppe persone, è già aver rag-giunto tale scopo! Questa premessa è per noi fondamentale, perfar capire che chi compra un cane da noi, deve farlo solo se è sicu-ro che per i prossimi anni (un Lagotto vive in media 13/15 anni)vorrà e potrà prendersene cura come un essere meraviglioso e sen-ziente merita. Ci tengo molto a specificare ai tartufai che quandoacquistano un cane, non pensino di acquistare una macchina dascavo e sappiano che devono rivolgersi altrove! Prima di essere unallevatore sono un animalista convinto, penso che i cani vadanotrattati nel pieno rispetto della loro natura. Naturalmente questo non significa che io pensi che i cani che lavo-rano siano maltrattati, anzi, mediamente quelli che hanno unimpiego lavorativo sono meno soggetti a problemi comportamen-tali perché più realizzati. Ma questo deve avvenire nel massimorispetto dei propri partners a quattro zampe, cosa che il 95% deitartufai professionisti non fa. Lo scopo del mio allevamento è diprodurre Lagotti Romagnoli perfettamente sani fisicamente edequilibrati psicologicamente, tanto da poter fare la felicità del pro-prio compagno umano. Non facciamo esposizioni perché riteniamo, senza voler demoniz-zare chi vi partecipa, che questa è un'attività nella quale si diver-tono tanto gli umani, ma i cani decisamente no».

IL CANE NON È UNO STRUMENTO

FINE

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Salute Dieci PiuHANNO COLLABORATO al numero 4_APRILE_2018 di SALUTE 10+

I COLLABORATORI DI SALUTE 10+Dott. José Aguayo Ph.D. - Psicologo - Psicoterapeuta

Email: [email protected]

Dott. Antonio Ascari RaccagniResponsabile U.O. - Dermatologia AUSL di Forlì

Dott.ssa Marta Avanzi - Veterinaria - www.avanzimorivet.it

Prof. Gherardo Buccianti - Presidente Aspremare Fondazione BucciantiOspedale Niguarda Cà Grandi - Milano

Prof. Giorgio Walter CanonicaResponsabile Centro Medicina Personalizzata:

Asma e Allergologia in Humanitas - Presidente SIAAC

Dott. Andrea Costa - Laurea in tecniche audioprotesiche

Dott. Ugo Cimberle - Studio Oculistico Dal Fiume-CimberleRavenna - E-mail: [email protected]

Prof. Giorgio Walter CanonicaResponsabile Centro Medicina Personalizzata:

Asma e Allergologia in Humanitas - Presidente SIAAC

Dott.ssa Ludovica De Fazio - Psicologa PsicoterapeutaSudio in via Bozzi, 83 - Ravenna - Cell. 329.5886662

E-mail: [email protected]

Stefania De Fazio - Consigliere nazionale della Società Italiana diChirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE

Dott. Andrea Drei - Pronto Soccorso Medicina d’UrgenzaOspedale di Faenza - E-mail: [email protected]

Nicoletta Fabbri - Laureata in Scienze Motorie e SportiveTitolare di Spazio Pilates - Faenza - E-Mail: [email protected]

Paola Ferrari - Medico Veterinario della Società ScientificaItaliana di Medicina Veterinaria PreventivaEmail: [email protected]

Dott.ssa Alice Finazzer - www.ambulatoriozama.it

Dott. Maurizio FontanaDirettore U.O.C. Ortopedia Traumatologia - Presidio Ospedaliero di Faenza

Prof. Giancarlo Ferraccioli - Ordinario di Reumatologia alla Cattolica eDirettore del Polo di Scienze Reumatologiche, Dermaotlogiche, Immuno-

Allergologiche, Urologiche e Nefrologiche del Policlinico A. Gemelli - Roma

Dott. Alessandro Fiocchi - Responsabile AllergologiaDipartimento Pediatrico Universitario-Ospedaliero

Bambin Gesù di Roma

Dott. Andrea Flamigni - Specialista Idrologia MedicaDirezione Sanitaria Terme di CerviaEmail: [email protected]

Dott. Francesco Giuseppe FoschiAmbulatorio Interdipartimentale Malattie Epatiche Complesse

Presidio Ospedaliero di Faenza - Azienda USL di Ravenna

Dott.ssa Alessia FronteMedico Veterinario - E-mail: [email protected]

Dott. Battista Galli - Medico Veterinariowww.clinicaveterinariacmv.it

E-mail: [email protected]

Dott. Raffaello FurlanResponsabile di Unità Operativa Clinica Medica c/o Humanitas - Milano -

www.humanitas.it

Dott. Emanuele GiordanoDirettore Sanitario Centro Veterinario Riminese

Valentina Giorgi - D.O.D.O.P. - Specialista in riabilitazioneneurologica infantile c/o Madicina Ravenna, via Porto Coriandro, 7

Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia HospitalCotignola - E-mail: [email protected]

Dott. Marco Ioni - Dirigente Medico 1° Livello Medicina d’Urgenza ePronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza

AUSL di Ravenna

Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN,Società Italiana di Neonatologia

Prof. Paolo Emanuele Levi SettiResponsabile Fertility Center Humanitas - Milano - www.humanitas.it

Prof. Massimo Massetti - Ordinario di cardiochirurgiaall’Università Cattolica del Sacro Cuore

Dott. Fabio Meneghini - Medico Chirurgo Specialista in ChirurgiaMaxillo-Facciale - Maria Cecilia Hospital

Dott.ssa Tiziana Mundula - Farmacista - E-Mail: [email protected]

Dott. Valerio NobiliResponsabile di Malattie Epato-MetabolicheOspedale Pediatrico Bambino Gesù - Roma

Dott. Roberto Nonni - Direttore SanitarioSan Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: [email protected]

Dott. Gianfranco Niedda - OtorinolaringoiatraE-mail: [email protected]

Dott. Marco Quarantini - Medico Chirurgo spec. OdontostomatologiaCentro Odontoiatrico Bononia - Bologna

E-mail: [email protected]

Dott. Stefano Palo - Medico Chirurgo Specialistain Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica

Cell: 393.4825681 - E-mail: [email protected]

Dott. Massimiliano Perrone - Medico Chirurgo Oculista DirettoreSanitario Poliambulatorio Privato DSC - Bologna - Tel. 051.242588

E-mail: [email protected]

Prof.ssa Annalisa PantostiDipartimento Malattie Infettive Parassitarie ed Immunomediate

Istituto Superiore di Sanità - Roma

Dott.ssa Anna Pasi - Medico Specialista in ginecologiae ostetricia c/o Studio Medico DonnaSiCura

Ravenna - Tel. 0544.1825803 - [email protected]

Dott. Andrea Sagona - Senologo - Itituto Clinico Humanitas

Dott.ssa Simonetta SantisiFisioterapista c/o Studio Medico DonnaSiCura

Ravenna - Tel. 0544.1825803 - [email protected]

Dott. Ernesto SarracinoCoordinatore pedagogico Comune di Russi e FaenzaPedagogista al centro per le famiglie del Comune

di Forlì Consulente per i genitori - Tel. 335.5238668

Dott. Stefano Stea - Responsabile U.O di ChirurgiaMaxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola

www.stefanostea.it E-mail: [email protected]

Dott.ssa Paola Stefanelli - Dipartimento Malattie Infettive,Parassitarie ed Immuno-mediateIstituto Superiore di Sanità - Roma

Prof. Piero Stettini - Professore di Psicologia Generalee Psicologia Clinica c/o Università di Genova.

Membro dei Consiglio direttivo della FISS

Dott. Mauro StronatiPresidente S.I.N. - Società Italiana Neonatologia

Dott. Gregorio TugnoliResponsabile U.O.S.D. Chirurgia del TraumaOspedale Maggiore, Azienda USL di Bologna

E-mail: [email protected]

Dott.ssa Sara Vignoli - Fisioterapista - Studio MedicoVia Anastagi, 2 - Ravenna - Cell. 333.3537612 - [email protected]

Dott. Nicola Vanuzzo Odontoiatra - Centro Dentale Vanuzzo - Padova - Tel. 049.8790496 - [email protected]

www.centrodentalevanuzzo.it

Dott.ssa Daniela Verduci - Farmacista, consulente alimentare e ricercatrice indipendente di sani

percorsi alimentari. E-Mail: [email protected]

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - Naturopata - E-mail: [email protected]

Dott. Massimo Vincenzi - Dietologo e gastroenterologo - Faenza

Dott. Giuseppe Vieni - Responsabile servizio di Allergologiae Pneumologia pediatrica Unità Operativa di Pediatria e

Neonatologia Ospedale S. M. delle Croci di Ravennae Presidi Ospedalieri di Faenza e Lugo - AUSL Romagna

Dott. Massimo Vincenzi - Dietologo e gastroenterologo - Faenza

Dott. Alfonso Zaccaria - Ex Direttore Dipartimento Oncologiaed Ematologia Azienda USL di Ravenna

Maria Antonietta Ciardiello - Responsabile del team di esperti dell’Istituto di bioscienze e biorisorse del Consiglio Nazionaledelle

ricerche di Napoli (Ibbr-Cnr) che ha messo a punto Faber.

Prof. Silvio Danese - Responsabile Centro Malattie InfiammatorieCroniche Intestinali di Humanitas - Milano

Dott. Nicola GaffuriResponsabile dell’Unità operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia

digestiva all’Ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo

Dott. Emanuele Micheli Responsabile Unità Operativa di Urologia c/o Humanitas Gavazzeni - Bergamo

Prof. Franco LocatelliDirettore del Dipartimento di Onco-Ematologia,

Terapia Cellulare e GenicaOspedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma

Prof. Carlo SelmiResponsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica in Humanitas

Viola TofaniAssociazione Luca Coscioni - www.associazionelucacoscioni.it

Prof. Antonio CostanzoResponsabile di Dermatologia di Humanitas

Dott.ssa Giselle Cavallari - Psicologa e psicoterapeuta RogersianaPsicoterapia del benessere Emozionale

Dott.ssa Patrizia BenvenutiMedico di Base - Ravenna - Via Berlinguer, 36

Dott. Roberto CerianiResponsabile della Sezione Day Hospital Epatologico ed Epatologia

Interventistica in Humanitas

Nando TessitoreEducatore cinofilo comportamentalista

Allevamento “Delle Code Allegre” Fossalto - Campobasso

Dott. José Aguayo Ph.D.Psicologo - Psicoterapeuta

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Ti piacerebbe vedere pubblicato un articolo firmato con il tuonome? Stiamo ricercando collaboratori motivatied interessati a scrivere per SALUTE 10+.Contattaci allo 0544.501950 oppure scrivi a [email protected]

Dott.ssa Maria Nives VisaniFarmacista - Naturopata

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Dott. Ugo CimberleStudio OculisticoDal Fiume-Cimberle - RavennaE-mail: [email protected]

Dott.ssa Daniela VerduciFarmacista, consulente alimentare e ricercatriceindipendente di sani percorsi alimentari.E-Mail: [email protected]

Dott. Alfonso ZaccariaEx direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia - Azienda USL di RavennaPresidente Ravenna Ail

Dott. Roberto CerianiResponsabile della Sezione Day Hospital Epatologico ed EpatologiaInterventistica in Humanitas

Nando TessitoreEducatore cinofilo comportamentalistaAllevamento “Delle Code Allegre”Fossalto - Campobasso

Dott. Roberto Nonni Direttore SanitarioSan Pier Damiano Hospital - FaenzaE-mail: [email protected]

Prof. Alberto G. UgazioDirettore Istituto Bambino Gesùper la Salute del Bambino e dell’Adolescente

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L’obiettivo è quello di integrare il Servizio SanitarioNazionale rispondendo tempestivamente alle richie-ste dei cittadini interessati.

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CHIAMA0544.505050 H24

Accoglienza informazione, formazione per le

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SALUTE_10piu_cover_n.4.2018_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 30/03/18 09:42 Pagina 4