Salute del mare: bilancio di fine stagione - ARPA Campania · Verde 2015, l’indagine di...

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Come souvenir d'estate, in Italia mante- niamo la tradizione delle conserve fatte in casa, soprattutto quando la stagione delle verdure fresche volge ormai al termine. Tuttavia, queste produzioni all' apparenza genuine, rappresen- tano un possibile rischio per la salute del consumatore M Mandato a pag.13 Conserve fatte in casa e rischio botulino Le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità per i consumatori Il libro che si pianta e diventa un albero Buonfanti a pag.5 Ospitiamo in questo numero del nostro magazine un ap- pello firmato da Hanne Inger Bjurström, pubblicato di recente dal sito del- l’UNEP, il programma delle Nazioni Unite per l’am- biente. Mosca a pag.7 Nasa: allarme riscaldamento oceani Che i cambiamenti climatici abbiano ripercussioni gravi su tutto il globo, umani com- presi, era cosa ormai risa- puta. Ma per la Nasa è allarme rosso... Paparo a pag.9 Palumbo a pag.11 La mappa delle opere incompiute in Italia Legambiente, rilevazioni sulle coste italiane da Nord a Sud Durante le vacanze avete goduto di mare az- zurro e pulito? Potrebbe essere sempre più una rarità. È il dato che emerge da Goletta Verde 2015, l’indagine di Legambiente che – come ogni anno – stila un bilancio sulla salute del mare che lambisce le coste del Belpaese. “Il lavoro di Goletta Verde – sottolineano dall’associazione ambientalista – non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né assegnare patenti di balneabilità, ma restituire un'istan- tanea utile per individuare i problemi della depurazione e ragionare sulle soluzioni”. I tec- nici di Legambiente si soffermano sui piccoli corsi d’acqua, quei ruscelletti che si immet- tono in mare sotto gli occhi di tutti e che, per quanto possano sembrare innocui, sono spesso ricettacoli di inquinamento. Esposito a pag.2 Sarà capitato a tutti i passanti di Via Dei Tri- bunali, diretti verso Port’Alba, di ascoltare note meravigliose provenire dal Conservato- rio di San Pietro a Majella. Un contrasto pia- cevolissimo, fatto di rumori urbani e armonie soavi o assoli di qualche talentuoso allievo. De Crescenzo-Lanza a pag.10 Niente termovalorizzatore a Napoli est Dopo gare andate a vuoto, richieste di pro- roga e scontri con la popolazione dell’ex area industriale di Napoli, sembrerebbe scongiu- rata anche l’ultima incombente “minaccia”: la costruzione di un inceneritore proprio in quella zona già fortemente degradata... Martelli a pag.12 Abbrunzo a pag.14 Hai voluto la bicicletta? E allora pedalameglio! Coalizione per il clima: protagoniste le città A poche centinaia di metri dalla foce del fiume Sarno, in questi giorni, sono stati avvistati tre numerosi branchi di delfini. Una piacevolissima sorpresa per i tecnici dell'Unità Operativa Mare dell’ Arpac. De Maio-Celentano a pag.7 Spettacolo di delfini alla foce del Fiume Sarno Il luogo della memoria della musica universale GLOBAL WARMING BIO-ARCHITETTURA SICUREZZA ALIMENTARE Spesso lo dimentichiamo (o non ci facciamo più caso) ma il nostro Paese detiene il re- cord europeo per le opere edilizie incompiute ed ab- bandonate. AMBIENTE & TENDENZE Salute del mare: bilancio di fine stagione ARPAC A Londra nasce il negozio dell’empatia NATUR@MENTE Sulle rive del Tamigi ha aperto i battenti, il 4 settembre, l’Em- pathy Museum, l’originale espo- sizione permanente accom- pagna i visitatori lungo un per- corso teso a sviluppare una più spiccata sensibilità per gli altri esseri umani, chiamandoli let- teralmente, a mettersi nei panni del prossimo diverso dall’Io, almeno per un giorno. Il Museo dell’Empatia è stato inaugurato in occasione del To- tally Thames Festival, rassegna sulle sponde del Tamigi dedi- cata al mondo dell’arte, della cultura e del sociale, all’interno della quale è stata inaugurata l’installazione A Mile in My Shoes (Un miglio nelle mie scarpe), realizzata in collabora- zione con gli abitanti del quar- tiere londinese di Wandsworth. Il titolo di questa istallazione racchiude in sé la filosofia del museo, che prende ispirazione dal detto anglosassone: “prima di giudicare una persona, prova a camminare un miglio con le sue scarpe”. Un concetto che ri- manda, tra l’altro, alla campa- gna di Medici Senza Frontiere: #Milionidipassi, nata dal lavoro della reporter americana Shan- non Jensen che ha fotografato le calzature con cui i profughi sudanesi si sono messi in cam- mino per scappare dal terrore, immagini diventate emblema delle battaglie di chi racconta l’'emergenza planetaria che coinvolge cinquantuno milioni di persone. Empatia, che paro- lona! Letteralmente, essa non significa affatto semlicistica- mente approvazione o sostegno. Tafuro (continua a pag.15) DAL MONDO ARPAC

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Come souvenir d'estate, in Italia mante-niamo la tradizione delle conserve fatte incasa, soprattutto quando la stagione delleverdure fresche volge ormai al termine.Tuttavia, queste produzioni all' apparenza genuine, rappresen-tano un possibile rischio per la salute del consumatore

MMandato a pag.13

Conserve fatte in casa e rischio botulinoLe linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità per i consumatori

Il libro che si pianta e diventa un albero

Buonfanti a pag.5

Ospitiamo in questo numerodel nostro magazine un ap-pello firmato da HanneInger Bjurström, pubblicatodi recente dal sito del-l’UNEP, il programma delleNazioni Unite per l’am-biente.

Mosca a pag.7

Nasa: allarmeriscaldamento oceani

Che i cambiamenti climaticiabbiano ripercussioni gravisu tutto il globo, umani com-presi, era cosa ormai risa-puta. Ma per la Nasa èallarme rosso...

Paparo a pag.9

Palumbo a pag.11

La mappa delle opereincompiute in Italia

Legambiente, rilevazioni sulle coste italiane da Nord a Sud

Durante le vacanze avete goduto di mare az-zurro e pulito? Potrebbe essere sempre piùuna rarità. È il dato che emerge da GolettaVerde 2015, l’indagine di Legambiente che –come ogni anno – stila un bilancio sulla salutedel mare che lambisce le coste del Belpaese.“Il lavoro di Goletta Verde – sottolineanodall’associazione ambientalista – non vuolesostituirsi ai controlli ufficiali, né assegnarepatenti di balneabilità, ma restituire un'istan-tanea utile per individuare i problemi delladepurazione e ragionare sulle soluzioni”. I tec-nici di Legambiente si soffermano sui piccolicorsi d’acqua, quei ruscelletti che si immet-tono in mare sotto gli occhi di tutti e che, perquanto possano sembrare innocui, sonospesso ricettacoli di inquinamento.

Esposito a pag.2

Sarà capitato a tutti i passanti di Via Dei Tri-bunali, diretti verso Port’Alba, di ascoltarenote meravigliose provenire dal Conservato-rio di San Pietro a Majella. Un contrasto pia-cevolissimo, fatto di rumori urbani e armoniesoavi o assoli di qualche talentuoso allievo.

De Crescenzo-Lanza a pag.10

Niente termovalorizzatore a Napoli est

Dopo gare andate a vuoto, richieste di pro-roga e scontri con la popolazione dell’ex areaindustriale di Napoli, sembrerebbe scongiu-rata anche l’ultima incombente “minaccia”: lacostruzione di un inceneritore proprio inquella zona già fortemente degradata...

Martelli a pag.12

Abbrunzo a pag.14

Hai voluto la bicicletta? E allora pedala…meglio!

Coalizione per il clima:protagoniste le città

A poche centinaia di metri dalla foce del fiume Sarno, in questigiorni, sono stati avvistati tre numerosi branchi di delfini. Unapiacevolissima sorpresa per i tecnici dell'Unità OperativaMare dell’ Arpac.

De Maio-Celentano a pag.7

Spettacolo di delfini alla foce del Fiume Sarno

Il luogo della memoria della musica universale

GLOBAL WARMING

BIO-ARCHITETTURA

SICUREZZA ALIMENTARE

Spesso lo dimentichiamo (onon ci facciamo più caso) mail nostro Paese detiene il re-cord europeo per le opereedilizie incompiute ed ab-bandonate.

AMBIENTE & TENDENZE

Salute del mare: bilancio di fine stagione

ARPAC

A Londra nasce il negozio dell’empatia

NATUR@MENTE

Sulle rive del Tamigi ha apertoi battenti, il 4 settembre, l’Em-pathy Museum, l’originale espo-sizione permanente accom-pagna i visitatori lungo un per-corso teso a sviluppare una piùspiccata sensibilità per gli altriesseri umani, chiamandoli let-teralmente, a mettersi neipanni del prossimo diversodall’Io, almeno per un giorno. IlMuseo dell’Empatia è statoinaugurato in occasione del To-tally Thames Festival, rassegnasulle sponde del Tamigi dedi-cata al mondo dell’arte, dellacultura e del sociale, all’internodella quale è stata inauguratal’installazione A Mile in MyShoes (Un miglio nelle miescarpe), realizzata in collabora-zione con gli abitanti del quar-tiere londinese di Wandsworth.Il titolo di questa istallazioneracchiude in sé la filosofia delmuseo, che prende ispirazionedal detto anglosassone: “primadi giudicare una persona, provaa camminare un miglio con lesue scarpe”. Un concetto che ri-manda, tra l’altro, alla campa-gna di Medici Senza Frontiere:#Milionidipassi, nata dal lavorodella reporter americana Shan-non Jensen che ha fotografatole calzature con cui i profughisudanesi si sono messi in cam-mino per scappare dal terrore,immagini diventate emblemadelle battaglie di chi raccontal’'emergenza planetaria checoinvolge cinquantuno milionidi persone. Empatia, che paro-lona! Letteralmente, essa nonsignifica affatto semlicistica-mente approvazione o sostegno.

Tafuro (continua a pag.15)

DAL MONDO

ARPAC

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Alessia Esposito

Durante le vacanze avete go-duto di mare azzurro e pulito?Potrebbe essere sempre più unararità. È il dato che emerge da GolettaVerde 2015, l’indagine di Le-gambiente che – come ogni anno– stila un bilancio sulla salutedel mare che lambisce le costedel Belpaese.“Il lavoro di Goletta Verde – sot-tolineano dall’associazione am-bientalista – non vuolesostituirsi ai controlli ufficiali,né assegnare patenti di balnea-bilità, ma restituire un'istanta-nea utile per individuare iproblemi della depurazione e ra-gionare sulle soluzioni”. I tecnici di Legambiente si sof-fermano sui piccoli corsi d’ac-qua, quei ruscelletti che siimmettono in mare sotto gliocchi di tutti e che, per quantopossano sembrare innocui, sonospesso ricettacoli di inquina-mento. Si privilegia dunque lostudio dei punti di “maggior ri-schio” rispetto a quelli di “mag-gior affluenza”.I risultati delle rilevazioni mo-strano che un allarmante 45%delle acque (sui 266 campionianalizzati) contiene cariche bat-teriche superiori ai limiti dilegge. C’è una zona inquinataogni 62 chilometri, la metà dellequali molto frequentate dai ba-gnanti. Inoltre, l’associazioneambientalista denuncia unamedia di due infrazioni per ognichilometro di costa. Si tratta diillegalità nel ciclo del cementosul demanio marittimo, maladepurazione, scarichi fognari,inquinamento da idrocarburi,sversamento di rifiuti, pesca difrodo. Dopo aver precisato che“le differenti condizioni meteo-rologiche durante i campiona-menti, i periodi in cui sono statieffettuati i prelievi e le caratte-ristiche morfologiche che va-riano di regione in regione, nonconsentono la realizzazione diuna classifica nazionale”, Le-gambiente conferma risultatipositivi della Sardegna, del Ve-neto e del Friuli Venezia Giulia(il periodo di campionamento èperò per queste regioni relativoal mese di giugno, appena al-l’inizio della stagione balneare).Fanalini di coda Marche eAbruzzo; a non passarsela bene

anche la Sicilia, che vede alter-narsi a gioiellini del Mediterra-neo punti molto inquinati, ben14 su 26.“Una conseguenza diretta dellamancanza di un trattamento didepurazione adeguato, che an-cora riguarda il 42% degli scari-chi fognari del nostro Paese” hadichiarato il ResponsabileScientifico Zampetti. Sono statiattivati, del resto, procedimentieuropei che sanzionano l’Italiain merito, con danno economicooltre che ambientale.Le regioni più coinvolte nei pro-cedimenti europei sono la Cam-pania, la Sicilia e la Calabria; gliagglomerati meno interessati

quelli del Veneto, della Toscanae del Friuli Venezia Giulia.Altro problema quello della car-tellonistica contenente l’infor-mativa per i bagnanti. A 5 annidalla Direttiva in tema, su 112zone interdette o non campio-nate, Goletta Verde ha rilevatosolo 21 cartelli di divieto di bal-neazione. E per quanto riguarda le indica-zioni sulla qualità delle spiaggela situazione è ancora più grave,nonostante da quest’anno fossescattato l’obbligo, per i Comuni,di esporre un pannello dal for-mat europeo con informazionisulla qualità delle acque, i datidegli ultimi prelievi e le criticità.

Salute del mare:bilancio di fine stagione

Fabiana Liguori

Nelle giornate del 25, 26 e 27settembre i volontari di Legam-biente saranno impegnati in unsostanzioso tour de force per li-berare i centri storici e le perife-rie delle città italianedall’immondizia, dalla noncu-ranza e dalle tristi accumuli dirifiuti che “decorano” viali epiazze. Si tratta della XXIII edi-zione di “Puliamo il Mondo”,l’appuntamento dedicato all’am-biente, tutelato e curato da brac-cia e teste di semplici cittadini.Solo in Campania, saranno10mila i volontari in azione in150 aree destinate alla pulizia. L’intervento si irradierà su gran

parte del territorio campano: daSalerno a Napoli, dal Parco Na-zionale del Vesuvio a quello delCilento e Valle di Diano e Al-burni, dall’Agro Aversano al-l’Agro Nocerino Sarnese. Tanti uomini, donne e bambini,scenderanno in strada muniti di

guanti, rastrelli e sacchetti perrecuperare le zone più degra-date e restituirle alla pubblicafruizione. La provincia di Sa-lerno è leader regionale per nu-mero di adesioni: oltre il 40%dell’intera regione, riguardano icomuni del salernitano. Prota-gonisti anche quest’anno ilParco Nazionale del Cilento eVallo di Diano, degli Alburni edel Vesuvio che distribuirannoagli studenti ed ai gruppi di vo-lontari oltre 5000 kit di Legam-biente con interventi cheriguarderanno la pulitura disentieri ed aree ricreative, fon-dali marini, spiagge e corsi d’ac-qua, boschi.Legambiente nell’edizione di

quest’anno punta alla valorizza-zione e promozione dell’agricol-tura come un prezioso alleatoper affrontare le grave crisi am-bientale e creare un’economiasostenibile. Coltivare il cambia-mento attraverso l’agricolturabiologica, l’agricoltura sociale, ein genere le mille forme di agri-coltura legate alle vocazioni deiterritori è un obiettivo comune.Per tale motivo, in collabora-zione con le associazioni di cate-goria, si svolgeranno ancheattività per ridisegnare l’imma-gine delle città attraverso gliorti urbani, non solo per resti-tuire il verde ai centri urbani,ma anche per produrre cibi sanie di qualità.

Puliamo il mondo 2015, un appuntamento da non perdere!

Rosa Funaro

“Oscar Green” è il premio promosso da Coldiretti Giovani Im-presa e patrocinato dal Presidente della Repubblica, teso a va-lorizzare e dare spazio all'innovazione in agricoltura. Pochigiorni fa, si è conclusa l’edizione 2015 della manifestazione conla premiazione dei vincitori delle cinque categorie in gara:Per “WE GREEN”, la categoria dedicata alle aziende che pon-gono particolare attenzione alla tutela dell’ambiente e all’agri-coltura sociale ponendosi come interpreti di un modello disviluppo attento alla sostenibilità e a servizio dell’intera società,è stata premiata l'azienda agricola Letizia di Pietramelara (Ca-serta), rappresentata da Davide Letizia, che ha realizzato unimpianto a biogas in grado di produrre energia dai reflui zoo-tecnici. Per “PAESE AMICO”, rivolta a riconoscere tutte quelleistituzioni pubbliche (comuni, province, asl e scuole), che hannodato il loro contributo per l’attuazione dei progetti promossi daColdiretti, è stato premiato il Comune di Salerno, che ha rea-lizzato un progetto di educazione alimentare nelle scuole dellacittà per la prevenzione dell'obesità infantile e per la valorizza-zione dei prodotti a km zero, in collaborazione con Coldiretti,Università di Salerno e l'OP Terra e Orti. Per “IMPRESA2.TERRA”, destinata alle giovani aziende agroalimentari chehanno creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a in-canalare tutti questi elementi per lo sviluppo e la crescita del-l’agricoltura italiana, coniugando tradizione e innovazione, ilpremio è stato consegnato all'azienda agricola Masseria Piconedi Castel Campagnano (Caserta), rappresentata da GiovanniMarra, che ha riconvertito la produzione tradizionale cerealicolain un allevamento di lumache, realizzando sughi pronti e uninedito liquore a base di farina di lumaca. Per “FARE RETE”che prende in considerazione i modelli di imprese, cooperative,consorzi agrari, società agricole e non, capaci di creare reti si-nergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziendeagroalimentari e del consumatore finale, è stata premiatal'azienda agricola Ciabrelli di Castelvenere (Benevento), da cuiè nata per iniziativa di Jenny Ciabrelli l'idea di Agriblogger, unportale online di promozione e informazione. Infine, per la categoria “CAMPAGNA AMICA”, il cui fulcro è lavalorizzazione dei prodotti Made in Italy e premia le impreseche raggiungono direttamente il consumatore finale in modogenuino ma anche innovativo ha trionfato l'azienda agricolaD'Apolito di Rocca San Felice (Avellino), rappresentata da Giu-seppe Moscillo, che nel suo punto vendita, oltre a valorizzare iltipico pecorino carmasciano, sperimenta nuovi prodotti come lamozzarella di pecora.

Oscar green Campania,premiati i vincitori 2015

La cosa più pericolosa è rimanere immobili. Facciamo insieme la strada verso il futuro

Legambiente, rilevazioni sulle coste italiane da Nord a Sud

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Il patrimonio minerario ita-liano è bene culturale di inte-resse storico ed etno-antropologico, ai sensi del Co-dice dei beni culturali e delpaesaggio e come tale va tute-lato e valorizzato. Il workshopvuole pertanto offrire un'occa-sione di confronto sulla valo-rizzazione e sul recupero a finiculturali dei siti minerari di-smessi, riconvertiti comemusei e parchi in seguito allacessazione dell'attività pro-duttiva.Il Servizio Attività Musealidell'ISPRA ha recepito un'esi-genza molto forte da parte deisoggetti che, a vario titolo,operano sui giacimenti mine-rario-culturali, che è quella diuniformare il quadro norma-tivo di riferimento, al mo-mento molto frammentario.L'incontro sarà quindi dedi-

cato anche ad analizzare lostato di fatto in Italia sullamusealizzazione, i punti dicriticità e di forza, ed a facili-tare lo scambio di informa-zioni tra le realtà musealiminerarie già presenti sul ter-ritorio, per favorire la crea-zione di una rete musealeattiva. Per partecipare a que-sto evento è necessario regi-strarsi.Info: [email protected]

Prodotti fitosanitari e aree protetteAngelo Morlando

Aree Natura 2000, una grandesperanza soprattutto per laCampania, ma che ha datopochi risultati concreti proprioin questa regione. Abbiamo ri-spettato le direttive europeema, al momento, le aree pro-tette (circa il 21% del territorionazionale) restano ancora solodei perimetri disegnati su car-tografie in scala troppo piccola.A questa problematica si ag-giunge il fatto che le direttiveeuropee, molto spesso, conti-nuano ad aggiornarsi ma sus-sistono ancora enormi ritardinelle applicazioni, sia nellenorme nazionali che in quelleregionali. La Direttiva 2009/128/CEE haistituito un’azione comunitariaper l'utilizzo sostenibile dei pe-sticidi, che è stata recepita a li-vello nazionale dal D.Lgs.150/2012 e nel gennaio 2014l'Italia ha adottato il Pianod'Azione Nazionale per l'usosostenibile dei prodotti fitosa-nitari. Grazie all'impegno della

Direzione per la Protezionedella Natura e del Mare, dellaDirezione per le ValutazioniAmbientali dello stesso Mini-stero e dell'ISPRA, sono stateelaborate le linee guida gene-rali, che costituiscono un validoindirizzo anche per le Regioni,che poi hanno generato que-st'ultima pubblicazione, allabase della quale ci sono impor-tanti attività di ricerca.L'unica nota negativa è che lapubblicazione, al momento,non è stata approfondita per learee protette campane, ma è incorso una fase di sperimenta-zione in campo e di monitorag-gio che speriamo coinvolgaanche i nostri territori.Il manuale è ricco di tabelle eallegati che semplificano moltola lettura delle circa 400 pa-gine. L'importanza dell'utilizzocontrollato dei prodotti fitosa-nitari risiede nel fatto che learee protette sono costituiteanche da terreni utilizzati aifini agricoli ovvero tali terrenisono strettamente confinanticon tali aree; quindi, ad esem-

pio, l'uso di pesticidi per irrora-zione può sicuramente influirenegativamente sulle aree limi-trofe impattando negativa-mente sulle specie protette, siache si tratti di flora, che difauna. Uno degli eventi più

drammatici è la riduzione dra-stica delle popolazioni di preda-tori naturali a seguito delladiffusione incontrollata di so-stanze chimiche di sintesi chealterano sostanzialmente tuttigli ecosistemi. In conclusione,

la pubblicazione è molto utileper la valutazione dei rischi eper l'adozione delle misure digestione più idonee per ridurreil danno potenziale.Per saperne di più:- www.isprambiente.gov.it/it

WorkshopRIFIUTI 1La Corte di giustizia concludenel senso che “dall’esame delledisposizioni del regolamento n.1013/2006 applicabili alle spe-dizioni tra Stati membri di ri-fiuti destinati al recuperodiversi dai rifiuti urbani nondifferenziati risulta, quindi,che tale regolamento non pre-vede la facoltà, per un'autoritànazionale, di adottare una mi-sura di portata generale cheabbia l'effetto di vietare intutto o in parte la spedizione dirifiuti verso altri Stati membriai fini del trattamento”.Per-tanto, “le disposizioni del rego-lamento n. 1013/2006, incombinato disposto con l'arti-colo 16 della direttiva 2008/98,devono essere interpretate nelsenso che” non consentono aun ente locale di imporre al-l'impresa incaricata della rac-colta dei rifiuti sul suoterritorio l'obbligo di traspor-tare i rifiuti diversi da quelliurbani non differenziati “pro-dotti sul suo territorio all'im-pianto di trattamentoappropriato più vicino, stabi-lito nello stesso Stato membrodi tale ente, se tali rifiuti sono

destinati al recupero, qualorai produttori di detti rifiutisiano obbligati a consegnare irifiuti a detta impresa o a con-segnarli direttamente a dettoimpianto”. Consiglio di Stato,Sez. VI, 4 giugno 2015, n. 2748RIFIUTI 2La qualificazione come sotto-prodotto esclude che l’idrobiospossa essere assimilato ai ri-fiuti. I ricorrenti pongono peròuna questione ulteriore, ossiase il carniccio vada qualificatocome rifiuto quando la materiaanimale sia inquinata dai pro-dotti utilizzati nelle operazionidi concia (ad esempio il solfatobasico di cromo). In propositosi osserva quanto segue: (a) lanatura di sottoprodotto deriva,oltre che dalla diretta qualifi-cazione comunitaria, anche

dal fatto che l’idrobios è com-mercializzato come fertiliz-zante e dunque non è unasostanza di cui il produttorevoglia sbarazzarsi (v. art. 184-bis e 184-ter comma 1-b delDlgs. 152/2006); (b) nella pre-parazione dell’idrobios comefertilizzante devono essere ri-spettate precise norme tecni-che (v. allegato 6 punto 4 delDlgs. 29 aprile 2010 n. 75“Ammendante animale idro-lizzato”); (c) la possibilità chevenga commercializzato idro-bios contenente inquinantinon può essere esclusa, ma ilprincipio di precauzione deveessere temperato dal principiodi proporzionalità: di conse-guenza, non si può estenderedirettamente la disciplina deltrattamento dei rifiuti, ma leprescrizioni allegate all’auto-rizzazione dell’impianto (e icontrolli nel corso dell’eserci-zio) devono applicare i mede-simi limiti di emissioneprevisti per i rifiuti (in rela-zione agli inquinanti che sipresume possano essere pre-senti nell’idrobios). TAR Pie-monte (BS), Sez. I, 4 giugno2015 , n. 795. A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

Il manuale Ispra per valutare i rischi e ridurre il danno potenziale

IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DEI SITI

DI MINIERA DISMESSI IN ITALIA, UN’OCCASIONE

DI SVILUPPO PER UN TURISMO GEOLOGICO E CULTURALE:LA NECESSITÀ DI UNA REGOLAMENTAZIONE NORMATIVA

QUANDO: 02 ottobre 2015 dalle 14:30 alle 19:30DOVE: Padiglione Expo partner 2, Sala conferenze Samsung-Tim, Milano

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Domenico Matania

“Salviamo la Reggia di Ca-serta”: è questo il nome delgruppo su Facebook che de-nuncia le problematiche più omeno gravi che riguardano lastorica Reggia, ma anche l’in-vito di chi non ci sta a vederdeturpare un simile Patrimo-nio Culturale. In molti casi,più che il bene culturale in sé,è l’immagine a venirne mi-nata da gesti, vandalismi e in-curanza di chi visita e di chidovrebbe vigilare sul Parco.L’ultima “bella figura” è unafoto che ritrae quattro ragaz-zini in costume che si tuffanoamabilmente nella Fontana diDiana e Atteone. Insomma un“bagno di cultura”, che do-vrebbe fare bene ai quattrobagnanti. Le fotografie, chehanno fatto il giro della retesono diventate ovviamente vi-rali e sono scattate da ungruppo di turisti toscani in vi-sita alla Reggia. In seguito lasegnalazione è giunta sullapagina Facebook Salviamo laReggia di Caserta. Negli scattisi vedono alcuni ragazzi in co-stume che si tuffano e fanno il

bagno nella parte alta dellastorica Fontana. In seguitoalle denunce e alle segnala-zioni l’episodio si è financhereplicato: nei giorni seguentialla foto infatti altri due ra-

gazzi sono saliti sul Torrionedella Reggia. Questa volta,prima dell’ennesimo scoop fo-tografico, sono stati bloccatidai volontari dell'Associazionenazionale carabinieri, in ser-

vizio di sorveglianza, chehanno avvistato uno dei dueragazzi in cima alla cascata.Se la sono cavata con una ra-manzina. Si sono giustificatidicendo che volevano fare

delle foto e non sapevano deidivieti: a questi ragazziavranno insegnato che è lecitoarrampicarsi in un PalazzoStorico, fare foto o sguazzarenelle Fontane di una Reggiadel ‘700. Gli episodi mettono in luce ilfatto che la Soprintendenzatalvolta non riesce ad interve-nire di fronte a simili atti divandalismo. “Alcuni ragazzi -spiega Enzo Zuccaro, funzio-nario della Sovrintendenza –arrivano anche dall’esternodel Parco della Reggia, nelquale entrano attraversandoil bosco di San Silvestro". "NelParco, che si estende per oltre120 ettari - dice Angelo Donia,coordinatore della Uil-Pa non-chè dipendente addetto allavigilanza - sono in servizio almassimo sette custodi perturno. Un numero così esiguo che èquasi impossibile svolgereuna vigilanza davvero effi-cace". Insomma, l’inciviltà el’ignoranza regnano sovrane, icustodi e la vigilanza, a dettadei funzionari, non sono suffi-cienti; fatto sta che una bellafiguraccia è stata fatta.

Tuffi alla Reggia di Caserta tra noncuranza e atti vandalici

Pompei: nuovi itinerari e nuove aperture

Ilaria Buonfanti

È un momento particolar-mente importante per Pompeiche sta vivendo un grande fer-mento per le numerose atti-vità di restauro, ma anche perle scoperte che stanno emer-gendo dalle numerose campa-gne di scavo. Le indagini incorso a Porta Nola dimostranoche a Pompei non si promuovesolo la conservazione dell’areaarcheologica ma anche lo stu-dio e la ricerca attraverso col-laborazioni interdisciplinari einternazionali che coinvol-gono Università e Istituzionidi più paesi e che continua adare risultati straordinariper l’indagine e l’approfondi-mento scientifico.Il nuovo progetto prevede diaprire entro un anno ai visita-tori l’area di porta Nola, checonsente l’accesso alla città

antica attraverso uno degliassi viari principali, con lapossibilità di creare nuovi iti-nerari legati alla sfera funera-ria. Dopo la presentazione deirisultati della campagna discavo e restauro nella necro-

poli di Porta Nola, è questo lostep successivo fissato dallaSoprintendenza speciale diPompei. Un traguardo checoinciderà con la fine di un in-tervento specifico del Grandeprogetto, grazie al quale si

stanno già mettendo in sicu-rezza le Regioni IV, V e IX,sottraendole ai rischi connessiai fenomeni idrogeologici. Lariapertura di quest’area offriràspunti importanti, anche perla vicinanza della domus diMarco Lucrezio Frontone, re-staurata da poco, che potrà es-sere inserita in percorsialternativi, decongestionandole zone attualmente più fre-quentate, come via dell’Abbon-danza. La campagna di scavosulla necropoli, ha portato alrestauro della tomba di Obel-lio Firmo, all'interno dellaquale sono state rinvenuteuna seconda urna cineraria diun uomo di età avanzata, cor-redata da una moneta di Ne-rone, e oltre 200 frammentiossei. Sono stati riportati allaluce un altro monumento fu-nerario all’esterno di PortaNola e urne custodite nella fa-

scia a ridosso delle mura dicinta. La presenza di monete,unguenti e di una dama conpedine in pasta vitrea, dimo-strano l’elevato livello socialedei defunti. E’ stato ritrovatoun raro scheletro di un infantedi 3-6 mesi, età per la qualenon era prevista la crema-zione, e lo studio dei calchi di15 persone che tentavano discappare dall’eruzione del 79d.C. ha poi portato all’indivi-duazione di alcune patologie,come nel caso della fusione ditre vertebre, segno di obesità edi una dieta ricca.Due mostre, la prima a Valen-cia nel 2016 e la seconda moltoprobabilmente in Inghilterranel 2018, porteranno per ilmondo i risultati del progettoche sono stati presentati dallaSoprintendenza di Pompei incollaborazione con gli archeo-logi inglesi e spagnoli.

Prevista nel 2016 l’apertura della necropoli Porta Nola e di nuovi percorsi legati alla “sfera funeraria”

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Nel Mediterraneo un giacimento di gas per Eni

Rosario Maisto

La più grande scoperta di gas nel Me-diterraneo e una delle maggiori a li-vello mondiale: così è stato definito ilrinvenimento da parte di Eni di ungrande giacimento in Egitto, in unazona che si trova attorno al delta delNilo sotto la giurisdizione del governodel Cairo. Il potenziale di produzione del nuovosito esplorativo, che si chiama Zohr edè situato a 1.450 m sotto il livello delmare, risulta enorme: circa 850 mi-liardi di metri cubi di gas, capaci didare l'autosufficienza energetica all'in-tero Egitto. La scoperta del maxi giacimento puòavere due diversi tipi di implicazioni,le prime sono quelle di ordine finan-ziario, di fatto, il titolo Eni ha allespalle un anno burrascoso e le azionihanno perso il 23% negli ultimi 12mesi, la seconda invece riguarda im-plicazioni geopolitiche, anche per l'Ita-lia. Gran parte delle risorse estratteserviranno al Cairo e ci vorranno al-meno due anni per vedere la produ-zione di gas a regime, giacché occorrecostruire i pozzi e le condotte di tra-sporto, ma dopo aver soddisfatto la do-manda egiziana, il nuovo giacimentoha buone probabilità di rifornire anchel'impianto di rigassificazione che Enidispone nel porto di Damietta, suldelta del Nilo, da cui la materia primapuò partire in abbondanza alla volta

dell'Italia. Ma quanto è veramente importantequesta scoperta in scala mondiale? Mettendola in prospettiva globale, lenuove riserve potenzialmente indivi-duate, se sfruttate a pieno, accresce-rebbero la disponibilità mondiale solodel 0,48% e si esaurirebbero in pochimesi di consumi mondiali. In realtà,bisogna notare che non c'è nessun ga-sdotto che possa mettere in connes-sione l'Egitto con l'Italia, se lovolessimo costruire, dovrebbe passareattraverso una delle regioni più insta-bili del mondo, la Libia. Per quanto ri-guarda il cambiamento climatico, èsempre più essenziale lasciare unaparte degli idrocarburi fossili sotto-terra, infatti, una maggiore disponibi-lità di gas è una notizia positiva perl'ambiente, perché questo permette diridurre le emissioni in confronto adaltre fossili come carbone e petrolio,ma anziché sveltire la transizioneenergetica verso le nuove fonti pulite,si continua a pressare altra energia dafossili, investendo in infrastruttureche richiederanno anni per essere rea-lizzate e che hanno rischi ambientalie geopolitici elevati. Certo, sia per la sicurezza energeticache per la stabilità politica e la lotta alglobal warming, le rinnovabili potreb-bero fare molto di più di qualsiasinuovo giacimento di gas, questa è unapiccola goccia nel mare del sistemaenergetico mondiale.

Il potenziale di produzione del nuovo sito è di circa 850 miliardi di metri cubi di gas

Un libro che può essere piantatoe diventare un albero. È l’origi-nale iniziativa promossa da unacasa editrice argentina specializ-zata in libri destinati ai bambini.I volumi vengono realizzati arti-gianalmente utilizzando carteche sono ecologiche perché deri-vanti da materiali di recupero,esenti da acidi e stampate con in-chiostri biodegradabili, e in cui ri-sultano inseriti semi di Jaca-randa, un albero dalla suggestivafioritura blu-viola originario delleregioni tropicali e sub-tropicalidell’America centrale e meridio-nale apprezzato come elementodecorativo in tutto il mondo.Illibro può essere interrato, la cartasi degrada completamente attra-verso un processo di compostag-gio, e dalla germinazione dei semicresce una jacaranda, in un inces-sante processo di rinascita e tra-

sformazione aderente a uno deimotti dell’iniziativa secondo cui“per fare un libro ci vuole un al-bero ma, da oggi, anche per fareun albero può bastare un libro”.Nelle librerie in cui l’eco-libro èdistribuito è possibile compren-dere direttamente l’iter che lo fatrasformare in albero grazie a unespositore in vetro contenenteterra, sassi e il libro da cui germo-glia una piantina. Il testo per l’in-fanzia, scritto da Anne Decis eintitolato “Mi papá estuvo en laselva” (“Mio papà è stato nellagiungla”), non poteva che trattaretemi legati a biodiversità, ecoso-stenibilità ed equilibrio naturale,raccontando un viaggio realenella foresta equatoriale attra-verso la voce narrante di un bam-bino.La valenza educativa assunta dallibro di sensibilizzazione verso ar-

gomenti ambientalisti della gene-razione che ci succederà e cheavrà il compito di gestire le ri-sorse è così duplicemente legatasia alla lettura del testo che alriutilizzo dell’oggetto cartaceostesso.L’attività sequenziale leggere-piantare-innaffiare è svolgibilecon estrema facilità da un bam-bino, non occorrendo particolariattenzioni durante la coltivazionedella pianta, che si adatta a di-versi climi, cresce rapidamentesia nel terreno che in vaso e resi-ste bene all’inquinamento.Il testo è simbolo del passaggio daun’editoria classica ad una consa-pevole e rispettosa dell’ambiente.“Quando usiamo gli alberi con ri-spetto e parsimonia, abbiamouna delle più grandi risorse sullaterra”. (Frank Lloyd Wright).

I.B.

IL LIBRO CHE SI PIANTA E DIVENTA UN ALBERO

Nasce in Argentina un’iniziativa eco-sostenibile per avvicinare i bimbi alla lettura ed all’ambiente

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Anna Gaudioso

Settembre, come tutti i mesidi transizione, fugge inavanti, lascia dietro l’estate,la leggerezza dei pensieri, ilvivere vacanziero, l’aria caldacon il sole a mille, andando in-contro all’aria autunnale, adun clima fresco e dolce. Passati i primi giorni di siste-mazione dal rientro delle va-canze, un po’tutti ci sentiamocoinvolti dall’inizio del nuovoanno scolastico, direttamenteo indirettamente. Forse è pro-prio vero: per molti il nuovoanno lavorativo inizia a set-tembre. Allora tutti a rimboc-carsi le maniche per dar voceai propri progetti: probabil-mente il riposo delle vacanzeci carica di energie per affron-tare una nuova partenza.Anche noi come ogni anno ri-prendiamo il nostro percorsoeducativo nelle scuole dellaCampania, pronti a dare il no-stro contributo informativoper quanto riguarda la mate-ria ambientale. Saranno coin-volte molte scuole doveverranno realizzati momentidivulgativi e di confronto persensibilizzare gli allievi ai

temi ambientali, dall’inquina-mento alla raccolta differen-ziata.Lanciamo il nostro invito atutte le scuole e scolarescheche lo desiderino, mentre aquelli con cui abbiamo già ini-ziato nell’anno precedente uncammino educativo, ricor-diamo che siamo pronti a ri-prendere il percorso per ilnuovo anno scolastico.

Mossi da motivazioni di sti-molo per orientare il cittadinodi oggi verso un sentimentoche lo avvicini all’ambiente,che gli faccia prendere co-scienza che la vita della na-tura che lo circonda è la suastessa vita, e che quella deisui figli, dei sui nipoti e proni-poti dipende dalle sue scelteambientali. Lo sviluppo soste-nibile presuppone la conserva-

zione dell'equilibrio generale edel valore del patrimonio na-turale. Parlare di sostenibilitàambientale significa parlaredi capacità di mantenere neltempo qualità e riproducibi-lità delle risorse naturali; ilmantenimento dell’integritàdell'ecosistema è indispensa-bile per evitare che l'insiemedegli elementi da cui dipendela vita sia modificato oltre le

capacità rigenerative. Il no-stro compito istituzionale è diassicurare l’informazione, laformazione e l’educazione am-bientale. Informare su quantosia importante l’intreccio traqualità ambientale e deglispazi costruiti, e quindi le con-dizioni economiche e di benes-sere e coesione sociale.Parliamo dunque dell’integra-zione della dimensione so-ciale, economica e ambientale.È per questi motivi che biso-gna sensibilizzare le nuove ge-nerazioni affinché diventinoconsapevoli della situazionegenerale ed orientino le loroscelte verso decisioni respon-sabili e sostenibili. La riaper-tura delle scuole segna anchel’inizio dei nostri contatti contutte le istituzioni scolastichedel territorio campano perprogetti di informazione ededucazione ambientale che sa-ranno concordati con le scuoleinteressate.Per informazioni:Ufficio comunicazione ed informazione ambientale Responsabile dott.ssa Filomena Anna GaudiosoUff.081 2326297081 2326 401/448

I percorsi rivolti agli alunni ripartiranno nel nuovo anno scolastico. Parteciperanno esperti dell’Arpac

Riprendono le attività di educazione ambientale

“Bombe” di grandine a Napoli: come si spiega il fenomeno Gennaro Loffredo

Un’eccezionale grandinata conchicchi grossi come uova è ca-duta sul golfo di Napoli nellatarda mattinata del 5 settem-bre 2015. Il violento temporaleha colpito soprattutto la zonanord del capoluogo partenopeoprovocando pioggia torrenzialee grandine dalle dimensioni re-cord, tipica degli stati del nordAmerica. Tale insolito feno-meno atmosferico ha causatodanni ingenti soprattutto alle

automobili, ammaccate daichicchi molto pesanti e ha re-cato persino qualche ferito. Im-pressionanti sono state leimmagini e i video pubblicativia web durante la mega gran-dinata, tra tutti spicca un fil-mato girato in barca da ignotipescatori che vedevano tra lapioggia vere e proprie sfere dighiaccio cadere in mare comefosse un bombardamento. Ilmare intorno sembrava ribol-lire con spruzzi così alti chedanno conto del peso degli og-

getti che precipitavano velocis-simi dal cielo. Immagini rarequanto spettacolari. Ma a cosasono dovuti questi fenomenicosì straordinari? Come pos-sono piovere sfere dal diametrocosì cospicuo? La spiegazione ènella eccezionalità di condi-zioni che, quando si verificanoinsieme, possono produrre unfenomeno che talvolta diventauna vera e propria calamitànaturale, con danni alle cose epiù raramente alle persone. Ilperiodo estremamente caldo,le temperature superficiali su-periori alla norma delle acquedel mare e l’ingresso di cor-renti molto instabili e freschein quota dall’Oceano Atlanticohanno favorito l’innesco digrosse formazioni nuvolose dicirca 9-10km di altezza. Talinubi hanno generato chicchi digrandine dalla struttura a ci-polla sempre più grossi manmano che risalivano verso lezone più fredde dell’atmosfera,trasportati poi verso il bassodal loro peso eccessivo. Talicondizioni si verificano soprat-

tutto durante la fine della sta-gione calda, quando l’energiain gioco diventa eccessiva. Si ètrattato sicuramente di un

evento di portata eccezionale,più unico che raro ma allostesso tempo affascinante espettacolare.

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Ospitiamo in questo numero del nostromagazine un appello firmato da HanneInger Bjurström, pubblicato di recentedal sito dell’UNEP, il programma delleNazioni Unite per l’ambiente . Bjur-ström è stata ministro per le questioniclimatiche, in Norvegia, dal 2009 al2010 ed è attualmente inviata specialedel ministro norvegese dell’ambiente edel clima e co-direttrice della Coalizioneglobale per il clima e l’aria pulita(CCAC, Climate and Clean Air Coali-tion). Questo appello si rivolge alle am-ministrazioni delle città, affinché siuniscano alla CCAC e ne sposino le pro-poste, in particolare per ridurre gli in-quinanti climatici di breve durata(SLCPs, Short-Lived Climate Pollu-tants).

Hanne Inger Bjurström*[email protected]

Più della metà della popolazione mon-diale oggi vive in aree urbane. (…). E’essenziale coinvolgere le città nellaCoalizione globale per il clima e l’ariapulita (CCAC), con l’obiettivo di ridurregli inquinanti climatici di breve durata(SLCPs), che causano sia inquinamento

atmosferico che cambiamenti climaticia breve termine. Ridurre questi inqui-nanti comporta effetti positivi per lecittà – in termini di qualità dell’aria, sa-lute pubblica, sicurezza alimentare edefficienza energetica – e perciò questoobiettivo dovrebbe essere una compo-nente centrale di qualsiasi visione disviluppo sostenibile a livello urbano. Ad esempio, la riduzione dell’inquina-mento atmosferico potrebbe miglioraresignificativamente la salute e la qualitàdella vita in molte città. Al momento,l’inquinamento dell’aria negli ambientichiusi e all’aperto è a livello mondiale ilpiù rilevante rischio sanitario di origineambientale. Si stima che questo rischiosia responsabile, ogni anno, di sette mi-lioni di decessi prematuri ed evitabili.Solo il 12 percento delle città rispetta lelinee guida dell’Organizzazione Mon-diale per la Salute (OMS) per la qualitàdell’aria, e molte città subiscono livellidi inquinamento dell’aria che sono due,tre o anche più volte più alti dei limitiindicati dall’OMS. Non è difficile apprezzare il ruolo im-portante che le città assumono nel mi-tigare gli effetti degli inquinanticlimatici di breve durata, dalla sensibi-lizzazione dei cittadini alla riduzionedelle emissioni di inquinanti da partedei soggetti locali, alla promozione diuna più vasta politica nazionale. (…)Lo scorso settembre, al Summit suicambiamenti climatici ospitato dal Se-gretario generale dell’Onu, la CCAC haproposto cinque impegni che le città, glienti territoriali e le imprese possonoprendere con l’obiettivo di mitigare iquattro SLCPs più rilevanti: il partico-lato carbonioso (black carbon), il me-tano, l’ozono troposferico e gliidrofluorocarburi (HFC). (…)In generale, c’è un ventaglio di azioniche le città possono intraprendere peraffrontare il problema degli inquinanticlimatici di breve durata. Tra queste, losviluppo di inventari delle sorgenti diemissione, l’identificazione delle misuredi mitigazione, l’identificazione deimeccanismi finanziari per sostenere lemisure di mitigazione, l’adozione di or-dinanze o regolamenti, la sensibilizza-zione dell’opinione pubblica e lapromozione di iniziative civiche o im-prenditoriali su base volontaria, lamessa a punto di politiche locali sulleforniture (procurement), la promozionedi una più vasta politica nazionale. Più specificamente, le città possonoidentificare i singoli inquinanti alla sor-gente. Questo è il focus primario delle

varie iniziative della CCAC, che si con-centrano inter alia sui rifiuti solidi ur-bani, sui veicoli diesel destinati aiveicoli pesanti, sulla salute pubblica cit-tadina e sugli HFC. In corso c’è ancheun’iniziativa trasversale dedicata adargomenti più ampi, ad esempio solle-citare finanziamenti più cospicui per leazioni di mitigazione dei SLCPs. Lavorando con le città e con altri sog-getti pubblici di livello territoriale, conl’obiettivo di consolidare la consapevo-lezza dei cittadini rispetto a queste mi-sure efficienti dal punto di vistaeconomico, e rispetto ai loro numerosibenefici di breve termine, e inoltre con-

tinuando a dimostrare i vantaggi che sipossono ottenere attraverso azioni sulcampo, e continuando a ricevere sup-porto e contributi dagli amministratoripubblici, dai gruppi di interesse a daleader industriali, la CCAC ritiene chesi possa tagliare il riscaldamento clima-tico nel breve periodo e migliorare laqualità della vita e in definitiva le esi-stenze di milioni di persone.

(traduzione a cura di Luigi Mosca)

* Co-direttrice della Coalizione globale pe il clima e l’aria pulita(CCAC)

Coalizione per il clima: protagoniste le cittàAppello ai Comuni per ridurre gli inquinanti climatici di breve durata

Una lega di amministrazioni cittadine si batte per un’azione comune. L’obiettivo: salvare milioni di vite

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 settembre 2015 - Anno X, N.17Edizione chiusa dalla redazione il 15 settembre 2015

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, A. Celentano, F. Clemente, F.Cuoco, G. De Crescenzo, L. De Maio, A.Esposito, R. Funaro, G. Loffredo, R. Maisto, D.Mandato, D. Matania, B. Mercadante, A.Morlando, A. Palumbo, A. PaparoSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Spettacolo di delfini allafoce del Fiume Sarno

Lucio De MaioAndrea Celentano

A poche centinaia di metri dalla focedel fiume Sarno, in questi giorni, sonostati avvistati tre numerosi branchi didelfini. Una piacevolissima sorpresaper i tecnici dell'Unità Operativa Maredell’ Arpac, che, impegnati nelle atti-vità di campionamento legate alla di-rettiva europea per la strategiamarina, hanno assistito ad un incon-sueto ed inatteso spettacolo. I branchidi delfini, infatti, si sono esibiti in saltiacrobatici e giochi nelle vicinanze delbattello oceanografico "Helios" ammi-raglio della flotta dell’Agenzia. Rara-mente, durante le numerose attività dimonitoraggio dell'ambiente marino da

parte di Arpa Campania, si sono regi-strati avvistamenti così numerosi didelfini all'interno del Golfo di Napolima la cosa sorprendente è stata ritro-varli in prossimità della costa e allafoce di un fiume considerato tra i piùinquinati d'Europa. I delfini, general-mente, popolano le acque del bassoTirreno, in particolare sono stati avvi-stati più volte lungo il canyon diCuma, la profonda Valle sottomarinache attraversa un'area che dai CampiFlegrei raggiungere le isole di Ischia eVentotene. La loro presenza in prossi-mità della costa è stata riscontrata piùraramente ma, quella odierna, può es-sere sicuramente attribuita alla ri-cerca di cibo e al positivo habitatambientale trovato.

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Superluna ed eclissi, occhio al cielo il 28 settembre

Brunella Mercadante

Il 28 settembre prossimoavremo una grande eclissi totaledi Luna. L'evento sarà visibileda molte parti del mondo, inparticolare stavolta saranno fa-vorite l'Italia e parte dell'Eu-ropa. Si conclude con questospettacolare evento il ciclo delleTreades- le tre eclissi- iniziatocon la prima eclissi dell' 8 otto-bre 2014 seguita da quella del 4aprile 2015, fenomeni lunariche, sfortunatamente per noi,sono stati visibili solo nel NordAmerica. L'eclissi del 28 settembre, alcontrario, sarà splendidamentevisibile, grazie all'orario emeteo permettendo, anche dall'Italia oltre che dalle coste delNord Africa, su gran parte delSahara, in Asia Minore, in Rus-sia, in Nord America e in buonaparte dell'Europa. Alle 3 circadel mattino l'ombra della terrasi proietterà sulla Luna fino adoscurarla completamente. Nellefasi culminanti inoltre la Lunasi tingerà di un rosso acceso, ilfenomeno sarà oltremodo spet-tacolare dato che si verificheràin piena notte e durerà moltis-simo, solo la copertura totaleavrà una durata di un'ora e 15minuti, dalle 4,10 alle 5,25.L'evento è particolarmente im-portante dal punto di vistaastronomico e particolarmentebello da vedere perché si verifi-cheranno insieme due fenomeni,quello della Superluna e quello

dell'Eclissi: la notte tra il 27 e il28 settembre la Luna si troveràinfatti nel punto più vicino allaTerra e sarà quindi più grande -super appunto-, contempora-neamente ci sarà l'eclissi, inoltrela Luna apparirà colorata dirosso, poiché i raggi del sole su-perando la terra si rifletterannosulla Luna e la tingeranno di uncolore ambrato. L'eclissi, in ef-fetti, altro non è che il momentoin cui la terra si interpone tra ilSole e la Luna oscurando que-st'ultima. Si potrebbe obiettarequindi che se ne sono viste tante, ma quella in arrivo sarà vera-mente una delle più spettaco-lari, luminose, rosse e duraturemai avvenute. D'altronde il cielodel 2015 ci ha regalato astrono-micamente tanto: dal passaggiodella cometa Lovejoy a gennaioall'eclissi di Sole in primavera,alla congiunzione tra Venere eGiove, per non parlare di Plu-tone, di Rosetta e delle avven-ture di Astro- Samantha.C'è da dire che la Luna, nellecredenze popolari, con i suoi ciclie le sue eclissi, ha sempre ali-mentato meraviglia e sgomentoper l'influenza su tanti aspetti,apparentemente inspiegabili,sui cicli riproduttivi degli esseriviventi, sull'agricoltura, sui mo-vimenti del mare e anche se leculture contadine hanno sempreutilizzato la Luna come riferi-mento, hanno anche ritenuto leeclissi foriere di disgrazie asso-ciandole al verificarsi di feno-meni catastrofici.

Ad ottobre la XII Giornata del Trekking Urbano Torna il 31 ottobre la GiornataNazionale dedicata al TrekkingUrbano, giunta alla XII edi-zione e promossa dal Comunedi Siena. Da Nord a Sud sonocinquanta le località coinvolteche offrono percorsi di arte, ar-cheologia, cultura ed enogastro-nomia. Per riscoprire la propriacittà o come occasione di unagita fuori porta, l'iniziativa èpresente in 19 regioni ed offrel'opportunità di visitare luoghisuggestivi, con apposite guide,anche ai meno sportivi. I per-corsi sono infatti suddivisi inbase alla difficoltà e al tempo dipercorrenza. Il ricco calendario,che si presenta agli avventoricon lo slogan "Cibo per l'anima,cibo per il corpo", propone itine-

rari che promettono di coinvol-gere tutti i cinque sensi. Sul sito http://www.trekkingur-bano.info/ si possono consultaretutti i percorsi disponibili, soli-tamente trascurati dai tradizio-nali tour turistici, come imonasteri di Cividale del Friuli,

i castelli normanni di Favi-gnana, il Palazzo delle TermeBerzieri a Salsomaggiore, l’an-tica Via per Genova di La Spe-zia, la Fonte Maggiore aMacerata, il ponte delle Torri diSpoleto e così via tra Siena,Arezzo, Grosseto, Bologna, Cor-

reggio, Trento, Terracina, Pa-lermo, Catania e tanti altri.Le rotte del trekking si intrec-ciano ai mercati, incontrandoprodotti tipici come i fichi farcitidi Amelia, il dolce San Siro diPavia, il tiramisù di Treviso, imostaccioli di Cosenza.In Campania si segnalano inte-ressanti percorsi. Nel capoluogopartenopeo si potrà sceglieretra due itinerari. Il primo è ilMoiariello, con partenza da viaForia, che porterà cittadini e tu-risti tra le scalinate di Napoli,percorrendo luoghi dal carat-tere agreste e dallo splendidopanorama. Il secondo tour gui-dato è quello della Pedamen-tina, il percorso pedonale piúlungo d'Italia che da San Mar-

tino scende fino al cuore dellacittà, Spaccanapoli. Ad Avellinoil tour ha inizio invece dal Sa-grato della Chiesa del SS Rosa-rio e si dipana in siti diinteresse storico e paesaggisticoper arrivare alla valle dei Mu-lini e poi risalire verso i vignetidella Scuola di Agraria e dellaFacoltà di Enologia, con degu-stazione dei vini DOCG Greco,Fiano Avellino e Aglianico.Partenza dal Comune per l’iti-nerario salernitano che vedeprotagonista la tradizione culi-naria consigliata dall’anticaScuola Medica Salernitana, laprima scuola di medicina, pas-seggiando tra vecchie e nuoveosterie e cantine.

A.E.

Naso all’insù dalle tre del mattino in Italia e parte dell’Europa

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Anna Paparo

Che i cambiamenti climaticiabbiano ripercussioni gravi sututto il globo, umani compresi,era cosa ormai risaputa. Maper la Nasa è allarme rosso: ilriscaldamento degli oceani e ilprogressivo scioglimento deighiacciai insieme all’innalza-mento del livello del mare,dovuti ai forti mutamenti chesta subendo il clima, rappre-sentano sempre di più unavera e propria minaccia per lecittà costiere e non solo. Bastipensare che dal 1992 ad oggi

il mare è salito in media di 8centimetri e si prevede cheentro la fine del secolo la cre-scita potrebbe sfiorare ilmetro, sommergendo le casedi ben centocinquanta milionidi persone. Per questo la Nasa non haperso tempo e ha puntato l’at-tenzione di tutti su questoproblema. Infatti, è stato evi-denziato che la velocità concui le acque salgono è aumen-tata rispetto ad appena cin-quant’anni fa e in futuromolto probabilmente andràsempre peggio. Vediamo cosadicono gli esperti più da vi-cino. In pratica, studiando i dati sa-tellitari degli ultimi ventitreanni, gli esperti hanno regi-

strato una crescita del marenon uniforme, notando che inalcune aree della Terra l'au-mento è stato di venticinquecentimetri, mentre in altre,tra cui la costa ovest degliUsa, si è verificato un abbas-samento dovuto alle correntioceaniche e a cicli naturalicome l'Oscillazione pacificadecadale, che per ora riesconoancora a nascondere l'impattodel riscaldamento globale.Ma quest’ultimo resterà occul-tato ancora per poco. Nel2013 l'Ipcc delle NazioniUnite ha stimato fra i trenta e

i novanta centimetri l'innalza-mento del livello del mareentro il 2100. Ed ha ben sotto-lineato Steve Nerem, capo delSea Level Change Team dellaNasa, che è abbastanza certoche il livello del mare si alzeràdi novanta centimetri, ma nonsi sa se avverrà entro questosecolo o un po' più in là. E an-cora, il direttore della divi-sione di Scienze naturali dellaNasa, Michael Freilich ha ri-cordato che a rischio ci sonoben centocinquanta milioni dipersone che nel mondo vivononelle cosiddette aree costiere“basse”, ossia a non più di unmetro sopra il livello del mare.Per la maggior parte si trattadi paesi asiatici, paesi povericome il Bangladesh, ma anche

città, per così dire, “moderne”come Tokyo e Singapore, chepotrebbero essere intera-mente sommerse. Ma il pericolo interessa anchel'Occidente, ad esempio la Flo-rida, con le strade di Miamigià periodicamente allagateper le alte maree.Secondo gli esperti, all'innal-zamento hanno contribuito inegual misura l'espansionedegli oceani sempre più caldi,lo scioglimento delle calottedella Groenlandia e dell'An-tartide e la fusione dei ghiac-ciai montani. Insomma un bel

mix altamente dannoso e pe-ricoloso. Ed è proprio il futurodelle calotte polari che appareil più incerto, e proprio questorappresenta la causa princi-pale dell’accelerazione dell'au-mento del livello del mare.Negli ultimi dieci anni, standoai satelliti, l'Antartide haperso in media centodiciottomiliardi di tonnellate di ghiac-cio all'anno; la calotta dellaGroenlandia addirittura tre-cento tre miliardi. Bisogna ri-correre ai ripari prima che siatroppo tardi, cercando diporre rimedio e trovare la“cura” giusta per la nostramadre terra che, malata acausa dell’agire sconsideratodell’uomo, ha bisogno di tuttinoi.

Riscaldamento degli oceani:per la Nasa è allarme rosso

Un rimedio all’afa in città? Bisogna ricorrere allavegetazione urbana. A dirlo è la Nasa, secondo cuicon asfalto e cemento il termometro sale da 1a3gradi. In pratica, le città sarebbero delle isole dicalore in cui si registrano temperature che sonopiù alte di 1 o 3gradi rispetto alle aree circostanti,a causa della presenza di asfalto, cemento, edifici ealtre superfici impermeabilizzanti che frenano ilraffreddamento naturale fornito dalla vegetazione.Questo studio della Nasa per la prima volta hapreso in esame gli impatti dell'urbanizzazione sututto il territorio Usa, studiandone una possibile so-luzione. Secondo gli esperti, un fattore essenzialee possibile antidoto per limitare il surriscaldamentocittadino sarebbe la presenza di vegetazione.

Analizzando datisatellitari, i ricer-catori hanno sco-perto che le areecoperte da super-fici impermeabiliz-zanti, quindi centricittadini, periferieo strade intersta-tali, hanno unatemperatura estivache è in media di1,9 gradi centi-gradi più alta ri-spetto alle areerurali circostanti;

d’altro canto d'inverno il termometro segna 1,5gradi in più. Come ha ben spiegato Lahouari Bou-noua del Goddard Space Flight Center della Nasa,tutto questo non ha alcun collegamento con le emis-sioni di gas a effetto serra, ma va aggiunto alleemissioni e dipende esclusivamente dall’uso delsuolo. In particolare, lo studio, pubblicato sulla ri-vista Environmental Research Letters, esamina ilmodo in cui le piante presenti nelle aree urbane,lungo le strade e nei parchi regolano il riscalda-mento, rivestendo un ruolo importante visto chel’urbanizzazione porta ad un cambiamento delletemperature. Attraverso simulazioni al computer,gli scienziati hanno scoperto che l'incremento dellatemperatura resta costante a 1,3 gradi con una su-perficie impermeabilizzata che va dall'1 al 35%della città. Oltre questa percentuale il termometroprende a salire fino a 1,6 gradi, raggiunti al 65% dicopertura. L'impatto, sottolineano gli studiosi, èanche nel consumo energetico: un grado in più du-rante l'estate fa salire dal 5 al 20% i consumi dielettricità per i condizionatori. Dunque, anche unincremento di 0,3gradi ha conseguenze energetiche.

A.P.

Caldo in città? ci pensala vegetazione urbana

Dal 1992 ad oggi il mare è salito in media di 8 centimetri

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Sarà capitato a tutti i passantidi Via Dei Tribunali, direttiverso Port’Alba, di ascoltarenote meravigliose proveniredal Conservatorio di San Pie-tro a Majella. Un contrastopiacevolissimo, fatto di rumoriurbani e armonie soavi o assolidi qualche talentuoso allievo.Il “sacro” e il “profano”, sonodue contrasti che a Napoli so-litamente convivono in modocomplementare. Credo che siadoveroso per uno “storico”, ri-cordare alla comunità, l’impor-tanza di uno dei luoghi dellanostra memoria, nonché glorianapoletana conosciuta in tuttoil mondo per prestigio e gran-dezza culturale.I quattro Orfanotrofi sorti aNapoli nel XVI secolo: ilSant’Onofrio a Porta Capuana,il Santa Maria di Loreto, i Po-veri di Gesù Cristo e la Pietàde’Turchini, diedero origine algrande Conservatorio di SanPietro a Majella. Nati comeistituti filantropici per aiutarei bambini orfani e abbandonatisi trasformano in vere e pro-prie scuole musicali per can-tanti virtuosi, strumentisti ecompositori. In poco tempo nelSettecento, gli orfanotrofi di-venteranno dei luoghi in cui si“conserva” la musica, veri epropri Conservatori. Dopo un secolo di notevolesplendore e varie vicissitudini,come le invasioni francesi del1799, e del 1806-1815, per or-

dine di Francesco I Delle DueSicilie nel 1826 il Conservato-rio è definitivamente trasferitonell’antico Convento dei PadriCelestini, l’ordine fondato daCelestino V eremita sulla Ma-jella. Nasce così il Conservato-rio di San Pietro a Majellasede, fra l’altro, di un’impor-tantissima Biblioteca dove siconservano autografi, mano-scritti e stampe rare relative,in particolare, alla musica delSettecento napoletano.L'antico convento dei Padri Ce-lestini fu destinato nel 1826 adaccogliere il Real Collegio di

Musica Napoletana, situato inun primo momento nella casamadre delle monache di SanSebastiano. Uno degli aspettiarchitettonici dell’ex conventolo ritroviamo nella presenzadel magnifico doppio chiostro,il primo dei quali, riccamenteornato nelle sue volte da fio-roni seicenteschi e delimitatoin alto da un doppio ordine difinestre, reca sul lato sud gliingressi alla Sala Scarlatti e alcentro il celebre monumentomarmoreo dedicato a Beetho-ven dello scultore FrancescoJerace (1927).

Il luogo della memoria della musica universaleIl Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella, famoso in tutto il mondo per aver ospitato celebri musicisti

La Biblioteca del Conservatorio fu voluta da Saverio Mattei,Regio Delegato dell’Orfanotrofio della Pietà dei Turchini; con-serva un patrimonio inestimabile di manoscritti, librettid’opera, stampe musicali, documenti, tra cui i registri deiquattro antichi Conservatori napoletani, che è assolutamenteunico al mondo. Il suo nucleo fondamentale era costituito dalle donazioni dilibri e manoscritti, infatti nel gennaio 1795 il re FerdinandoIV di Borbone, accogliendo un’istanza del regio delegato,emise un decreto in cui si ordinava “agli impresari di teatriin questa capitale… che diano alla medesima Biblioteca unacopia di ogni spartito di opera o commedia che daranno sullescene del rispettivo teatro” ed inoltre esaudì la richiesta didonare alla costituenda Biblioteca gli spartiti delle opere rap-presentate in passato al Teatro di S. Carlo, solitamente do-nate alla regina Maria Carolina. La disposizione diFerdinando venne in seguito confermata dai decreti di Fran-cesco I di Borbone (29 agosto 1829) e di Ferdinando II di Bor-bone (11 luglio 1851).Agli inizi dell’Ottocento fu pubblicato il primo catalogo: l’In-dice di tutti i libri e spartiti di musica che conservati nell’Ar-chivio del Real Conservatorio della Pietà dei Turchini, checonsentì di rilevare all’epoca: 410 volumi di opere e 205 pezzisciolti. Nel 1805 la Pietà dei Turchini si fuse con il Loreto a Capuana(nato nel 1797 dal trasferimento degli ultimi alunni del Con-servatorio S. Maria di Loreto in quello di S. Onofrio a Ca-puana) trasferendosi poi, nel 1808, nei localidell’ex-monastero delle Dame di San Sebastiano, dove rimasefino al 1826. Il trasferimento del Real Collegio di Musica, alcomplesso di S. Pietro a Majella avvenne nella primavera del1826 .Nel 1827, il direttore Francesco Florimo iniziò a far acqui-stare al Conservatorio preziose collezioni private, comequella del Sigismondo, nel 1852 gli spartiti autografi di Do-menico Cimarosa; numerosi autografi di autori contempora-nei, quali Bellini e Mercadante, arricchirono il sempre piùvasto patrimonio librario della Biblioteca. Con l’unità d’Italianon fu riconfermato l’antico diritto: venne disposto che gli edi-tori di opere musicali dovessero depositarne copia presso laPrefettura anziché all’Archivio del Conservatorio. Tale prov-vedimento amareggiò profondamente il Florimo che però con-tinuò instancabile a chiedere donazioni agli artisti cheoperavano a Napoli. S.L.

Storia della Biblioteca

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Antonio Palumbo

Spesso lo dimentichiamo (onon ci facciamo più caso) mail nostro Paese detiene il re-cord europeo per le opere edi-lizie incompiute ed abban-donate a se stesse, soprat-tutto grandi interventi archi-tettonici ed infrastrutturali:molte di esse, oggi, sonogiunte ad uno stato di totaledismissione e degrado, tali dadequalificare anche i territoried i contesti in cui sono ubi-cate. È di fondamentale im-portanza, quindi, definire unquadro chiaro della situa-zione, per valutare le possibi-lità di portarle a termine (o,eventualmente, di dismet-terle), adottando opportunestrategie progettuali ecososte-nibili. L’elenco (ancora allostato parziale) è stato recen-temente stilato dal Ministerodelle Infrastrutture e dei Tra-sporti, sulla scorta della docu-mentazione presentata dalleRegioni italiane, in virtù diuna norma voluta dal Go-verno Monti, finalizzata acreare, per la prima volta,una grande anagrafe delleopere incompiute in Italia.È una lunga rassegna, che in-clude quasi tutti i territori delBelpaese, dall’estremo Nordalla Sicilia: quasi 600 opererimaste a metà o appena ab-bozzate. Si va dal nuovo ter-minal dell’aeroporto diSaint-Christophe ad Aostaallo svincolo di una strada inprovincia di Enna. Progettiche pesano sulle casse pubbli-che per 4,1 miliardi di euro,tra spese già affrontate efondi impegnati nel tentativodi portarli a termine.L’aeroporto di Saint-Christo-phe è, allo stato attuale, uncantiere a cielo aperto costatogià 8,8 milioni di euro. Per ul-timare la struttura occorronoaltri 3,3 milioni, ma, nel frat-tempo, l’opera è stata anchevandalizzata, mediante ilfurto dei sanitari nuovi dizecca.Poco più giù, nelle Langhe, viè lo scheletro composto dacentinaia di travi e pilastridel nuovo ospedale di Alba eBra, sulla collina di Verduno:una struttura costata, adoggi, 159 milioni di euro,sorta tra le continue protestedi ambientalisti e geologi chedenunciano la “franosità” delterreno.

La Lombardia, nel suo elencoperaltro incompleto (bastipensare che manca, ad esem-pio, l’ormai tristemente fa-moso svincolo di Desio chetermina in aperta campagna),include una miriade di piccoleopere: dal nuovo laboratoriodell’ASL di Milano, in Via Ju-vara (14,3 milioni di eurospesi ed altri 10 previsti percompletarlo), ai lavori chevanno avanti ormai da quasidieci anni per il nuovo Ostellodella Gioventù di Lecco (2,6milioni di euro per un can-tiere che doveva essere conse-gnato nel 2008). Tra le operelombarde rimaste a metà vi èanche la bretella sull’A22 traMantova e l’area industrialedi Valdaro.Scendendo ancora, possiamoandare in Emilia Romagna,per segnalare l’intervento da50 milioni di euro per la rea-lizzazione del nuovo assettoferroviario di Ferrara.Nell’elenco fornito dalla To-scana spicca lo svincolo sullaCassia di Monteroni d’Arbia:iniziato quattro anni fa e co-stato 30 milioni, è ancora uncantiere aperto e l’infrastrut-tura rimane incompiuta, cosìcome la scuola di Lari, il cen-tro didattico di Carmignano o

l’asilo di Scandicci.Il Lazio ha consegnato unalunga lista, che include opereincompiute per un totale di261milioni: dalla palestra diVico al museo naturalistico diPalombara Sabina. Nonun’opera compare per la Capi-tale, che, al contrario, neconta a bizzeffe: una su tutte,la Città dello Sport di TorVergata (oltre 400 milioni dieuro spesi per lavori che sonoandati avanti sette anni e sisono poi bloccati).Per quanto riguarda la Cam-pania, basterà menzionareuna delle incompiute più an-tiche d’Italia: l’ospedale diSan Bartolomeo in Galdo, inprovincia di Benevento.Calabria Puglia e Siciliahanno segnalato numerosicasi di progetti iniziati e maiportati a termine, per i qualisono già stati spesi centinaiadi milioni di euro.In Puglia, tra le principaliopere incompiute, ricordiamola diga del Pappadai di Ta-ranto (70 milioni di euro spesiin trent’anni), mentre in Sici-lia, oltre allo svincolo provin-ciale di Enna, possiamo citareil teatro di Sciacca (iniziatonegli anni Settanta e costato,ad oggi, 25 milioni di euro).

LA MAPPA DELLE OPERE INCOMPIUTE IN ITALIAL’elenco è stato recentemente stilato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

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Giulia Martelli

Dopo gare andate a vuoto, ri-chieste di proroga e scontri conla popolazione dell’ex area in-dustriale di Napoli, sembre-rebbe scongiurata anche l’ul-tima incombente “minaccia”: lacostruzione di un inceneritoreproprio in quella zona già forte-mente degradata e che solo daqualche anno sta beneficiando,seppur a rilento, di una serie diinterventi di riqualificazioneurbana. È stata infatti accoltacon soddisfazione a Palazzo SanGiacomo una comunicazionedella Regione che viene inter-pretata come pietra tombale sulcontesissimo termovalorizza-tore: la Regione ha infatti resti-tuito al Comune l’area diNapoli est in cui si doveva rea-lizzare l’impianto. Lo ha comu-nicato in una lettera,indirizzata al sindaco Luigi deMagistris, il vice presidenteFulvio Bonavitacola. Il defini-tivo accantonamento è conte-nuto nella delibera, approvatalo scorso 7 agosto, che aggiornail Piano regionale per i rifiuti. Esulta De Magistris: "Trovo chequesta notizia rappresenti unevidente successo per l'Ammi-nistrazione comunale che peranni ha chiesto invano al presi-dente Caldoro la restituzionedell'area che Bassolino e Cal-doro avevano individuato nellazona di San Giovanni a Teduc-cio per la costruzione dell'ince-neritore. È importante chequell'area venga così restituita

alla città con l'eliminazione diquell'assurdo ed inutile vin-colo". Inoltre De Magistristende la mano alla giunta DeLuca in tema di rifiuti, regi-strando "con soddisfazione ladisponibilità della Regione adattivare e concretizzare neitempi più rapidi il tavolo di la-voro in materia ambientale cheera stato già concordato con ilpresidente De Luca e che vedràBonavitacola e Del Giudice la-vorare assieme soprattutto peril consolidamento e il rafforza-mento dell'impiantistica alter-nativa all'incenerimento. In

particolare si punterà al migliorfunzionamento degli Stir maanche e soprattutto alla proget-tazione e realizzazione di im-pianti di compostaggio, nonchéal rafforzamento della raccoltadifferenziata". Resta comunque alta l’allertaper la scelta dei luoghi in cui co-struire questi impianti che, senon realizzati e gestiti in ma-niera adeguata, presentano nonpochi “contro”, non ultimol’odore altamente impattanteche li rende inadatti a coesi-stere in zone densamente popo-late.

Niente termovalorizzatore a Napoli est

Fabio Cuoco

L’infarto è una delle principalicause di decesso nel mondo oc-cidentale, la quale non è maistato realmente imputato acause genetiche. Questo vi-sione, però, è stata rivista negliultimi decenni, quando si è co-minciato ad osservare come gliinfarti colpissero anche per-sone apparentemente in salute,come, ad esempio, gli atleti. Per questo motivo, i ricercatoridel dipartimento di Cardiologiadel St. Marien Hospital di Mul-heim an derRhur, guidati dalprofessor HeinerWieneke,hanno portato avanti una ri-cerca mirata all’individuazione

di una causa genetica all’arit-mia cardiaca. Il lavoro, presen-tato a Londra, in occasionedell’ultimo Congresso Annualedella Società Europea di Car-diologia, evidenzia come lamorte per arresto cardiaco im-provviso sia dovuto essenzial-mente ad un gene, chiamato

“Gnas”, che è collegato alla “G-proteina”, che ha a che fare conle attività del cuore. Il feno-meno dell’infarto improvviso,dunque, si verifica in questomodo: una variante difettosadel gene Gnas, determina lafabbricazione di una G-pro-teina anomala, la quale mandasegnali alterati alle cellule car-diache, che contribuiscono,dunque, al decesso per arrestocardiaco improvviso. La predi-sposizione alla morte per in-farto, dunque, è scritta nelnostro DNA, ma, di certo, nonè possibile scoprirla da un sem-plice elettrocardiogramma o daaltre misurazione delle attivitàdel cuore. Il gruppo di ricerca

tedesco, infatti, sta sperimen-tando la possibilità di identifi-care la predisposizionegenetica attraverso vari esamidel DNA. Sebbene gli esami giàesistenti possano individuarealcuni casi di aritmia genetica,gli studiosi di Mulheim hannoportato avanti un altro tipo ditest, monitorando i defibrilla-tori, che aiutano a ristabilire ilbattito cardiaco in presenza diaritmie. In definitiva, quindi,in futuro si prospetta la possi-bilità di prevenire l’infarto ge-netico, chissà se, col tempo,sarà possibile anche indivi-duare i geni che causano altrepatologie improvvise, comeictus ed aneurismi.

Fabiana Clemente

La sua facilità ad infiltrarsi nelle arterie e depositarsi al lorointerno, lo rende la causa principale delle malattie cardiova-scolari: stiamo parlando del colesterolo Ldl – quello cattivo perintenderci. Pertanto, osservare una sana alimentazione, èl’unica medicina naturale a nostra disposizione. E la sceltadell’olio giusto predominante. Quali parametri valutare perconsumare l’olio migliore? A determinarne la salubrità è lacomposizione degli acidi grassi – saturi, monoinsaturi e polin-saturi. Da bandire dalla nostra tavola è l’olio con un’elevatapercentuale di acidi grassi. In questa categoria rientrano l’oliodi cocco e l’olio di palma. Prediligere, invece, la categoria riccadi grassi insaturi. Tuttavia, anche questi ultimi nascondonodelle insidie. In effetti, l’assunzione di eccessive quantità digrassi polinsaturi riduce non solo il tasso di colesterolo Ldl, maanche la quota di Hdl – prezioso grazie alla sua funzione di li-berare le arterie dai depositi di colesterolo cattivo. Per contro,i monoinsaturi hanno il merito di contrastare solo il colesterolocattivo. Chiarita tale distinzione, è il momento di capire qualè l’olio che sposa la nostra causa. Dal punto di vista nutrizio-nale, regna indiscusso l’olio di oliva extravergine con un’equi-librata composizione di grassi – 74,5% monoinsaturi, 16,2%saturi e 8,8% polinsaturi. Inoltre, la presenza di vitamina E epolifenoli contrasta i processi di invecchiamento cellulare. Alsecondo posto si classifica l’olio di semi di colza. Meno cono-sciuto ma con un’elevata percentuale di grassi monoinsaturi(circa il 62%), si aggiudica pareri positivi grazie all’apporto diomega 3 e omega 6. Segue l’olio di arachidi con il 47% di grassimonoinsaturi, il 32% di polinsaturi e il 21% di acidi grassi sa-turi. Quest’ultimo è preferibile utilizzarlo occasionalmente –adatto per la frittura, il cui consumo andrebbe limitato. Ovvia-mente l’olio da solo non basta. È necessario inserire alimenti,nel nostro regime alimentare, osservando i medesimi criteri.

Come scegliere l’olio più salutare

Scoperto il gene dell’arresto cardiaco

Addio definitivo al progetto: intesa Comune e Regione

I ricercatori di Mulheim hanno imputato la causa dell’infarto alla genetica

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Diletta Mandato

Come souvenir d'estate, in Ita-lia manteniamo la tradizionedelle conserve fatte in casa, so-prattutto quando la stagionedelle verdure fresche volgeormai al termine. Tuttavia,queste produzioni all' appa-renza genuine, rappresentanoun possibile rischio per la sa-lute del consumatore, che nonsempre conosce e applica la giu-sta modalità di preparazioneper rendere un prodotto dav-vero sicuro. Ci riferiamo soprattutto alleconserve casalinghe, che spessonon vengono pastorizzate altermine della preparazione, co-stituendo un possibile rischio diintossicazione alimentare perla salute dei consumatori. L'in-tossicazione da botulino ha inItalia ancora una prevalenza si-gnificativa rispetto agli altripaesi, ma non è tanto la fre-quenza che spaventa, quanto ilpotere letale della tossina inquestione. Ecco perchè di seguito propo-niamo in breve gli accorgimentiper la produzione di conservesicure come promemoria e, peresteso, riportiamo le LineeGuida dell' ISS sul botulino.(http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2176_alle-gato.pdf ). Le conserve sonopreparazioni alimentari confe-zionate in contenitori a chiu-sura ermetica sottoposte atrattamenti termici tali da per-mettere la stabilizzazione e laconservazione per lunghi pe-riodi a temperatura ambiente.Tra le conserve più diffuse incommercio, nei banchi dei su-permercati, troviamo il tonno,la giardiniera, i pelati, le acciu-ghe sott’olio, il pesto, i sughipronti, la passata di pomodoro,i sottaceti e le marmellate. Alcune di queste, ad esempio ilpesto, il tonno e la carne in sca-tola, necessitano di un tratta-mento termico per la steriliz-zazione, praticabile solo a li-vello industriale. Altre invece,le cosiddette conserve casalin-ghe, come le marmellate, i sot-taceti, cibi in salamoia e i sottolisono trattate termicamente, maa temperature differenti. Perquanto riguarda i contenitorida usare il vetro è il materialemigliore perché consenteun’immediata ispezione e veri-fica di eventuali anomaliesenza aprire, inoltre, è necessa-rio scegliere vasetti con capsula

di metallo a vite che devono es-sere perfettamente puliti easciutti mentre le pentole per lacottura degli alimenti devonoessere in acciaio inox. Le fasi successive alla prepara-zione degli ingredienti preve-dono che le materie prime sianoprima lavate con acqua cor-rente e poi immerse in acqua ebicarbonato di sodio per ri-durre le tracce di pesticidi dallasuperficie esterna. Segue poi lascottatura dei vegetali in acquabollente o vapore per un brevetempo. L’operazione consente aivegetali destinati al congela-mento di bloccare l’azione deglienzimi che possono causare laperdita di sapore, colore e con-sistenza, oltre a ritardare laperdita delle vitamine. La du-rata del processo, calcolata dalmomento in cui l’acqua bolle,varia con il tipo di vegetale e infunzione della pezzatura.Quando la scottatura è comple-tata, i vegetali si raffreddanorapidamente immergendoli inacqua fredda, oppure in acquae subito scolati per evitare laperdita di sali minerali. Succes-siva operazione è il riempi-mento; i contenitori non devonoessere mai riempiti fino all’orlo,ma è necessario lasciare unospazio vuoto. Per quanto ri-

guarda la pastorizzazione, iltrattamento deve essere effet-tuato immergendo completa-mente i vasi nelle pentoleriempite d’acqua e alte almeno10 cm più dei contenitori. Lapentola va chiusa con il coper-chio per garantire un bollorecontinuo, uniforme, vigoroso esenza interruzioni. Il tempo ne-cessario alla corretta pastoriz-zazione dipende dal tipo diconserva, dal tipo di contenitoree dalla sua grandezza e si mi-sura partendo dal momento incui l’acqua raggiunge una vigo-rosa ebollizione. Dopo 5-10 mi-nuti dal completamento dellapastorizzazione, è necessarioraffreddare i contenitori avvoltiin una coperta di lana, in alter-nativa possono essere lasciatiin acqua. Trascorse 12-24 ore bisogna va-lutare l’ermeticità della chiu-sura e il raggiungimento delvuoto. I tappi di metallo devonoapparire leggermente incurvativerso l’interno e premendo conil dito non si deve sentire il ti-pico “click clack”. Seguendoscrupolosamente queste regolesi scongiura il rischio della con-taminazione da botulino, che,per scorrette pratiche conven-zionali, continua a colpire lapopolazione dei consumatori.

Conserve fatte in casa e rischio botulinoLe linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità per i consumatori

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Cristina Abbrunzo

Nel mondo occidentale si pe-dala sempre di più, e si speradi farlo sempre meglio. Lagrande massa che negli ultimianni ha (ri)scoperto l'amoreper la bicicletta è tuttora inespansione, anche in paesi chein passato non erano così ciclo-fili; ma l'accresciuta sensibi-lità per le tematiche cheriguardano salute e ambientefa sì che un numero sempremaggiore di persone diventipiù responsabile nei confrontidi una mobilità che abbia unminore impatto energetico einquinante. D'altro canto, èproprio l'aver sperimentatocome l'uso della bicicletta per-metta di abbattere i tempidegli spostamenti in città par-ticolarmente congestionate daltraffico, ad aver dato un ulte-riore incentivo a tale uso.Oltre all'idea di pedalare per-ché fa bene e non crea inqui-namento, e di farlo perché èutile e veloce, c'è anche in que-sti tempi una componente"modaiola" della tendenza, esenza ombra di dubbio in al-cune delle città più importantidel pianeta usare le due ruotea pedali è diventato molto cool.Che ciò spinga da un lato l'ul-teriore aumento dell'uso della

bici è comunque un bene; chedall'altro si chiedano alle am-ministrazioni spazi semprepiù congrui e soprattutto si-curi per pedalare, è addirit-tura ovvio. Sono numerosi idesigner e i progettisti che nelmondo cercano di dare forma

a percorsi dedicati esclusiva-mente ai ciclisti, che possanoporli completamente al riparodal traffico e permettere lorodi attraversare le città conmaggiore rapidità. Osser-vando i progetti di coloro chevorrebbero dare vita a una so-

praelevata per ciclisti a Lon-dra o a New York si ha l'im-pressione che essi non possanoche rivelarsi utopici e quasi ir-realizzabili. È sufficiente ap-profondire l'argomento, però,per rendersi conto di comel'umanità avesse dato loro vita

più di 100 anni fa, con il boomdell'utilizzo delle biciclette,purtroppo sostituite nel giro dipochi decenni dal rombo delleautomobili. Viaggiare all'in-dietro nel tempo è impossibile,ma non lo è provare a pensarea percorsi più sicuri per i cicli-sti. Proprio due delle città piùinvestite dal fenomeno dellamobilità ciclistica, Londra eNew York, si pongono comecapofila della ciclabilità. Nellacapitale inglese c'è gran fer-mento intorno a un progettoche definire avveniristico èpoco: SkyCycle, una pista ci-clabile sopraelevata, costruitain vetro e acciaio e destinata asovrastare parte delle arterieferroviarie urbane. Progettatadagli studi Exterior Architec-ture e Space Syntax nel 2012,ha riscosso l'interesse del cele-bre architetto Norman Foster,il quale sta ora collaborandoalla sua realizzazione: è statogià dato il via alla realizza-zione della prima tratta di 6.5km da Stratford a LiverpoolStreet, ma nelle ambizioni dichi l'ha ideata si dovrà arri-vare a una rete di 220 km checollegheranno varie periferieal centro. Questi panoramicitubolari elicoidali destinati afare la loro comparsa nellaskyline cittadina ospiteranno,una volta che il progetto saràcompletato, 12mila ciclisti al-l'ora, facilitando gli sposta-menti a non meno di 6 milionidi londinesi Andando oltreo-ceano, New York, condividecon Londra lo status di città incui al momento è più cool an-dare in bici. L'amministra-zione della Grande Meladimostra di riuscire a inter-pretare in maniera ottimale lospirito del tempo, e come, negliultimi anni, la città più impor-tante d'America si stia met-tendo al passo con le richiestedi maggiore vivibilità - con-cetto che va perfettamente inaccordo con "maggiore ciclabi-lità". A differenza di Londra,NY dimostra come anchesenza progetti futuristici (equindi mettendo in previsionecosti contenuti) si possano ot-timizzare gli spazi già disponi-bili, anche se pure la vocazionelondinese ad osare, urbanisti-camente parlando, va ricono-sciuta e apprezzata, permetropoli che giustamenteambiscono a fungere da esem-pio per il mondo intero.

I semafori “intelligenti” contro lo smog

Il traffico automobilistico èuna delle principali fonti diemissioni di gas serra in città.Gli ingorghi e le code nellestrade più trafficate dei centricittadini rendono l’aria sem-pre più irrespirabile per gliabitanti delle metropoli, cau-sando e aggravando le malat-tie respiratorie. A complicareil quadro intervengono lesoste ai semafori che causanoun notevole spreco di carbu-rante e aumentano le emis-sioni di gas serra rilasciate inatmosfera, esponendo gli au-tomobilisti a rischi per la sa-lute. Per risolvere il problemadell’inquinamento causato daltraffico automobilistico nellegrandi città i ricercatori delMassachusetts Institute ofTechnology di Boston hanno

messo a punto un nuovo algo-ritmo capace di rendere i se-mafori “intelligenti”, ridu-cendo le emissioni inquinantidelle automobili.Grazie all’algoritmo del MIT èpossibile conseguire un du-plice risultato: decongestio-nare il traffico, scongiurandoil rischio di code e ingorghi, eridurre lo smog.

I semafori intelligenti control’inquinamento sviluppati dalMassachusetts Institute ofTechnology sfruttano un algo-ritmo che incrocia i dati sultraffico in città ai dati sulleemissioni dei veicoli in circo-lazione. Un sistema preciso eaffidabile che nelle prime si-mulazioni ha già permesso diottenere risultati incorag-

gianti. Gli esperti del MIT diBoston, ricreando la situa-zione del traffico della città diLosanna in Svizzera, hannoregistrato risultati soddisfa-centi. Hanno infatti notatoche i semafori smart possonorappresentare una concretasoluzione ideale per ridurregli ingorghi stradali e per con-tenere i livelli di smog. Laprima metropoli in cui gliSmart traffic lights sarannoufficialmente installati è NewYork. Gli Smart traffic lightssono stati messi a punto nellasperanza di rendere l'ariadelle città in cui viviamo piùpulita e al contempo di favo-rire lo sviluppo di una mobi-lità sostenibile che implichi lariduzione del numero deimezzi di trasporto. C.A.

Hai voluto la bicicletta? E allora pedala…meglio!Nuove soluzioni per la mobilità a due ruote

Riducono traffico ed effetto serra

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A LONDRA NASCE IL NEGOZIO DELL’EMPATIAAndrea Tafuro

Sulle rive del Tamigi ha aperto i bat-tenti, il 4 settembre, l’Empathy Mu-seum, l’originale esposizione perma-nente accompagna i visitatori lungo unpercorso teso a sviluppare una più spic-cata sensibilità per gli altri esseriumani, chiamandoli letteralmente, amettersi nei panni del prossimo diversodall’Io, almeno per un giorno. Il Museodell’Empatia è stato inaugurato in occa-sione del Totally Thames Festival, ras-segna sulle sponde del Tamigi dedicataal mondo dell’arte, della cultura e del so-ciale, all’interno della quale è stata inau-gurata l’installazione A Mile in MyShoes (Un miglio nelle mie scarpe), rea-lizzata in collaborazione con gli abitantidel quartiere londinese di Wandsworth.Il titolo di questa istallazione racchiudein sé la filosofia del museo, che prendeispirazione dal detto anglosassone:“prima di giudicare una persona, provaa camminare un miglio con le suescarpe”. Un concetto che rimanda, tral’altro, alla campagna di Medici SenzaFrontiere: #Milionidipassi, nata dal la-voro della reporter americana ShannonJensen che ha fotografato le calzaturecon cui i profughi sudanesi si sono messiin cammino per scappare dal terrore,immagini diventate emblema delle bat-taglie di chi racconta l’'emergenza pla-netaria che coinvolge cinquantunomilioni di persone. Empatia, che paro-lona! Letteralmente, essa non significaaffatto semlicisticamente approvazioneo sostegno. Significa: “capacità di porsi

nella situazione di un’altra persona o,più esattamente, di comprendere imme-diatamente i processi psichici dell’altro”.Dunque, empatia è il risultato di unacomplessa convergenza sino ad una pre-sunta identificazione, sia pure con lin-guaggi anche molto diversi, di duepsicologie ed anche di due culture. E’una cosa bellissima! l’Empathy Museumoffre ai visitatori la possibilità di indos-sare, letteralmente, le scarpe di qualcunaltro, ascoltandone la storia, c’è un veroe proprio negozio dell’empatia, uno spa-zio in cui si prendono in prestito lescarpe di un’altra persona (un ban-chiere, un rifugiato, una prostituta, un

tifoso del Napoli…). Con ai piedi lescarpe di questo sconosciuto, i visitatorivengono invitati a passeggiare lungo lerive del Tamigi, mentre in cuffia passala storia di quell’individuo. Chissà, forsel’empatia non basterà a salvare ilmondo, ma di certo è la qualità del-l’animo, è la propensione a cui tenderedi cui c’è più necessità in questo deter-minato momento storico. Negli annidella mia adolescenza tutti si sforzavanodi come cambiare il mondo, oggi tuttiprogettate di come cambiare voi stessiper adattarvi al mondo, tutti venite co-stantemente stimolati dal paradigma fa-cebookiano del “mi piace”. Altro che il sol

dell’avvenire! La vostra bella società èimpregnata di narcisi ed egoisti, gestitidai santoni del pensiero corto, figli natu-rali del tweet, incapaci di realizzaresogni e ambizioni. Allora ben venga lanotizia dell’inaugurazione del primoMuseo dell’Empatia al mondo, che donauna boccata d’ossigeno in mezzo al cor-tocircuito che va in scena ogni giorno,perché se solo ci sintonizzassimo sulleonde dell’empatia, riusciremmo aduscire dai nostri monolocali esistenzialie ad avere coscienza di quanto è giusto esacrosanto tentare ogni strada pur di de-bellare le miserie e le distruzioni causatedalle guerre.

GRAND TOUR 2015: È SEMPRE ROBA DA RICCHIL’estate turistica italiana 2015è stata strepitosa, con un balzoin avanti consistente per nu-mero di presenze, il nostroPaese si conferma, anche graziead Expo, una meta desiderata.Questo trend positivo è confer-mato dai dati provvisori. Gliamericani sono tornati in Eu-ropa, i tedeschi hanno riscopertole bellezze delle nostre terre,ma… e qui viene il bello, quasitutti hanno privilegiato l’op-zione culturale… pensa te! I sommi esperti ci dicono chel’estate 2015, ha segnato la riva-lutazione del patrimonio dellaconoscenza italico. Spesso a Na-poli li ho contemplati durantetutta questa torrida estate, di-scendere esultanti dalle navi at-traccate nel porto e così liimmagino approdare sugli altriporti della penisola. Agghindatidi tutto punto, da perfetti crocie-risti, hanno raggiunto le straor-dinarie bellezze di questo stancoe decadente Vecchio continente

in autobus e dopo aver godutodella Grande Bellezza Italianala sera sono tornati in cabina, iltutto gli è costato poche migliaiadi dollari. Non mi stupisco più ditanto, questa è la versione pau-peristica e di massa del GrandTour, la visita alle meraviglieitaliane dell’arte che in tempiaddietro solo i ricchi e blasonatipatrizi europei potevano per-mettersi di effettuare. Le statistiche, sfornate a ritmocontinuo, ci consegnano uno sce-nario dove viene descritta l’im-pennata della vendita dibiglietti nei musei, ma... c’è sem-pre un ma, ovviamente godersiappieno le stupefacenti operedell’ingegno e della fantasiadegli artisti italiani circondatida orde di turisti massificatiche, ad ogni piè sospinto, scat-tano compulsivamente foto conl’ultimo modello di smartphone,può non essere certo una bellaesperienza…ma (eccolo di nuovoil ma) per lo straordinario na-

babbo capital/trash c'è l'alterna-tiva della visita privata. Conduemila dollari a cranio si puòfar visita alla Cappella Sistinanell'orario di chiusura serale,per la misera sommetta di quin-dicimila euro puoi aprire leporte degli Uffizi a 100 personee… pensa te, nel prezzo è conte-nuto un rinfresco sulla terrazza. E’ la modernizzazione della ge-stione del nostro patrimonio sto-rico-artistico bellezza! Per ipuristi del pensiero debole, per ifigli rachitici del tutoring emo-zionale siamo arrivati a grattareil fondo del barile. Non ci pen-siamo ragazzi! Sfoghiamo la no-stra rabbia con una sbronza: inun Caravaggio Cocktail almuseo di Capodimonte.Insomma nella nostra liquida einfetta società capitalisticanulla è cambiato dai tempi delGrand Tour, l'accesso all'arte ealla cultura è roba da super fa-coltosi…costa davvero caro.

A.T.

Page 16: Salute del mare: bilancio di fine stagione - ARPA Campania · Verde 2015, l’indagine di Legambiente che ... rio di San Pietro a Majella. Un contrasto pia-cevolissimo, fatto di rumori

11 settembre 2015 – Napoli, la “Marcia delle donne e degli uomini scalzi” in solidarietà dei rifugiati e in ricordo

di tutti gli uomini e i bambini che in questi anni sono morti nel tentativo di fuggire da guerre, fame e discriminazioni

Foto di Fabiana Liguori