Sala Verdi del ConSerVatorio Andrea Lucchesini

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SALA VERDI DEL CONSERVATORIO Andrea Lucchesini pianoforte Sandro Cappelletto voce narrante Focus Schubert - IV - Sonata n. 21 in do minore D 958 - Sonata n. 22 in la maggiore D 959 - Sonata n. 23 in si bemolle maggiore D 960 16 Martedì 14 marzo 2017, ore 20.30

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Sala Verdi del ConSerVatorio

Andrea Lucchesinipianoforte

Sandro Cappellettovoce narrante

Focus Schubert - IV- Sonata n. 21 in do minore D 958- Sonata n. 22 in la maggiore D 959

- Sonata n. 23 in si bemolle maggiore D 960

16Martedì 14 marzo 2017, ore 20.30

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Di turnoFranca Cella lodovico Barassi

Direttore artisticoPaolo arcà

Con il contributo e il patrocinio di

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Franz Schubert(Vienna 1797 - 1828)

Sonata n. 21 in do minore d 958 (ca. 32’)I. Allegro II. Adagio III. Menuetto. Allegro - Trio IV. Allegro

Sonata n. 22 in la maggiore d 959 (ca. 41’)I. Allegro II. Andantino III. Scherzo. Allegro vivace - Trio. Un poco più lento IV. Rondò. Allegretto

Sonata n. 23 in si bemolle maggiore d 960 (ca. 45’)I. Molto moderato II. Andante sostenuto III. Scherzo. Allegro vivace con delicatezza - Trio IV. Allegro ma non troppo

l anno di composizione: settembre 1828l anno di pubblicazione: Vienna, 1838

Nel 1828, l’ultimo anno di Schubert, nasce nel giro di poche settimane la sterminata trilogia delle ultime Sonate. Prima di addentrarsi nell’analisi dei lavori, forse è opportuno soffermarsi brevemente sulle ragioni che hanno spinto Schubert a scrivere negli ultimi mesi di vita grandi opere strumentali, come la trilogia delle Sonate per pianoforte e il Quintetto con due violoncelli. Negli anni Venti, la musica strumentale a Vienna versava in condizioni miserevoli. Dopo la bancarotta finanziaria dell’Austria, nel 1811, il patrimonio delle grandi famiglie viennesi si riduce in maniera drastica. La crisi economica ha drammatiche ripercussioni sulla vita musicale. Le orchestre private vengono dismesse, la musica da camera non ha più sovvenzioni, le commissioni di nuovi lavori sono pressoché azzerate. La nobiltà viennese, che aveva alimentato e sostenuto l’eccezionale fioritura della musica strumentale degli ultimi decenni, non è più in grado di mantenere quella capillare rete di rapporti e di produzione artistica. La musica strumentale, in altre parole, era diventata un’attività marginale, riservata a un ristretto gruppo di intenditori. L’attenzione del pubblico è rivolta quasi esclusivamente al teatro, dove fiammeggia l’astro di Rossini. Per un aspirante compositore l’alternativa secca era tra il successo popolare di Rossini e il prestigio musicale di Beethoven. Dopo il 1824 Schubert comincia ad affrontare in maniera seria i generi con i quali entra in competizione con Beethoven, la sinfonia, il quartetto d’archi e la sonata per pianoforte. Il più problematico è senza dubbio quest’ultimo, a giudicare dai numerosi tentativi incompiuti di scrivere una sonata per pianoforte tra il 1818 e il 1822. Schubert sente di nuovo il desiderio di cimentarsi con questa forma nel 1825, ma afferra il toro per le corna solo nel 1828, quando Beethoven è scomparso ormai da un

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anno. Da ragazzo, fervente ammiratore del maestro, diceva agli amici, “che cosa si può ancora scrivere dopo Beethoven?”. Da artista maturo, consapevole della propria forza creativa, risponde alla domanda con la trilogia di Sonate della sua ultima estate.

Citare il nome di Beethoven a proposito della Sonata in do minore D 958 è quasi un luogo comune. L’ombra di Beethoven del resto si staglia in maniera palese sullo sfondo del lavoro, a cominciare dal taglio robusto del tema principale, che ricalca il tema delle 32 Variazioni in do minore WoO 80. Inoltre la tinta stessa della tonalità di do minore, legata in maniera così caratteristica alla figura di Beethoven, rappresenta una sorta di stendardo issato sulla Sonata, come per dichiarare apertamente la volontà di raccogliere l’eredità del maestro. La sonorità stessa dell’inizio, con il motivo ribattuto con accordi tarchiati e l’ostinato pedale sulla nota fondamentale, sembra quasi una caricatura dello stile beethoveniano, come se Schubert in questo attacco si sforzasse di apparire più realista del re. In realtà la voce di Schubert è perfettamente chiara. La sua personalità infatti affiora in molteplici modi, in alcuni casi evidenti, in altri più nascosti. Uno di questi, per esempio, consiste nel mettere in rilievo in forma strutturale la nota apicale del tema. La frase iniziale infatti culmina sulla nota di la bemolle, sottolineata con enfasi sia la prima volta che nell’immediata ripetizione del tema all’ottava superiore. Nel corso del movimento diventa sempre più evidente come la tonalità di la bemolle maggiore rappresenti l’autentico antagonista del do minore, malgrado il secondo tema sia rivestito della “corretta” tonalità di mi bemolle maggiore. L’accordo in sforzando di la bemolle maggiore, per esempio, segna in maniera drastica l’inizio dello sviluppo, che è marcato da un’estrema instabilità armonica. La carenza di un solido centro emotivo si riflette soprattutto nella spregiudicata scrittura cromatica, che nel momento di maggior tensione emotiva si spinge fino ai confini del sistema tonale, per attraccare infine con una vertiginosa scala discendente di do minore nel sicuro porto del tema iniziale. La bemolle maggiore è anche la tonalità dell’“Adagio”, che si apre con una frase di squisita cantabilità beethoveniana. Non a caso la voce superiore reca l’indicazione “sempre ligato”. La scrittura a quattro voci conferisce al pianoforte una sonorità pastosa e corale, che si fa improvvisamente scabra e spoglia nel passaggio alla violacea tonalità di re bemolle minore della frase successiva. La temperatura espressiva dell’“Adagio” oscilla di nuovo in maniera febbrile, la seconda volta varcando la soglia della tonalità di re minore. Il tema principale dell’“Adagio” non passa indenne attraverso queste peripezie. Il ritorno definitivo della tonalità di la bemolle maggiore infatti è offuscato da qualche nuvola del passato e il canto resta velato da pensieri più cupi. Il “Menuetto” invece dice due cose, sul progetto di Schubert. La prima è che Schubert ha un atteggiamento sostanzialmente conservatore dal punto di vista formale. La Sonata in do minore non solo è molto meno innovativa rispetto alla trilogia di Beethoven, ma

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recupera addirittura una forma come il minuetto, che sembrava ormai in soffitta a favore dello scherzo. La seconda è che Schubert pensa la sonata di tipo moderno come una forma in quattro movimenti, alla stregua di un quartetto o di una sinfonia. Il peso espressivo della Sonata tuttavia viene spostato dal primo all’ultimo movimento, una sorta di danse macabre scandita dal ritmo di un’indiavolata tarantella in do minore. Nel finale confluiscono i molteplici elementi melodici, ritmici e armonici che s’intrecciano nella trama della Sonata, che viene globalmente racchiusa all’interno di una visione unitaria.

Gli abbozzi della Sonata in la maggiore D 959 rivelano come i tre lavori, sebbene distinti da una marcata connotazione individuale, siano concepiti in un unico blocco. Una delle caratteristiche delle tre Sonate infatti consiste nella fitta rete di relazioni implicite, e a volte esplicite, con la propria musica. Schubert usa spesso citazioni di lavori precedenti e la Sonata in la maggiore contiene esempi significativi di questo processo di ricerca della propria identità. Il tema del “Rondò” finale proviene da una precedente Sonata in la minore D 537, così come nel mezzo dell’“Andantino” compare un frammento dell’Impromptu in sol bemolle maggiore D 899. L’“Andantino” stesso, in fa diesis minore, reca i segni di un’affinità con l’“Andante” della lontana prima Sonata per pianoforte D 157. Il fil rouge del lavoro di Schubert sembra l’incessante definizione di un autoritratto musicale. La Sonata inoltre, come la precedente, insegue l’ideale dell’unità della forma. Le ultime battute infatti rappresentano il rovescio del disegno ritmico e del profilo melodico dell’inizio. Nei quattro movimenti si snoda il percorso del viaggio introspettivo del Wanderer, che avanza con la sconvolgente sensazione di vagare in un mondo estraneo, circondato da una natura indifferente. Schubert sembra conferire un significato religioso alla marcia energica dell’“Allegro” iniziale, simile allo stile della musica sacra. Il mondo, sembra dirci la musica, è un ammasso di materia informe, in cui non si riesce più a riconoscere i segni del divino. Il viaggio del Wanderer acquista una sfumatura diversa in ciascun movimento. L’“Andantino” è immerso in una cupa meditazione, interrotta al centro da un istintivo moto di ribellione a stento represso. Lo “Scherzo” invece mostra il carattere illusorio del mondo. In apparenza la vita offre momenti spensierati e leggeri, ma un urlo improvviso, sotto forma di una scala discendente di do diesis maggiore, squarcia la tela delle apparenze rivelando la cruda realtà del nulla.

La figura del Wanderer attraversa l’intera produzione di Schubert, con l’implacabile ansia di un’idea fissa. L’immagine del Wanderer compare molto presto nei Lieder e riaffiora poi in diverse forme nella musica strumentale. La prima formulazione si trova in un Lied del 1816, intitolato Der Wanderer. Qualche anno dopo, nel 1822, Schubert prese un tema del Lied per comporre il secondo movimento di un lavoro definito Fantasie. Nell’ultima Sonata per pianoforte si avverte un eco della Wanderer Fantasie D 760. La figura del Wanderer lascia un’impronta marcata sul tessuto armonico della Sonata. Il

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Lied infatti è scritto in do diesis minore e Schubert torna sull’idea fissa del viandante, passando in maniera brusca dall’accordo di si bemolle maggiore che chiude il primo movimento della Sonata alla tonalità “Wanderer” di do diesis minore dell’“Andante sostenuto”. I rapporti che collegano la figura del Wanderer alla Sonata in si bemolle maggiore non spiegano ovviamente ogni dettaglio compositivo, ma mettono in luce lo stile complessivo dell’ultimo Schubert, che s’immedesima sempre più nella metafora dello straniero.La Sonata si apre con un tema sviluppato in forma di corale dalla mano destra, mentre la sinistra ribatte le note fondamentali dell’armonia con moto uniforme. La frase si arresta sull’accordo di dominante, mentre nell’ottava grave un fosco trillo sulla nota di sol bemolle tinge di nero l’aura serena del tema, destando inquietudine e apprensione. La frase riprende il suo cammino, ma questa volta il trillo devia il suo percorso armonico verso la tonalità di sol bemolle maggiore, mettendo in luce un rapporto strutturale con il misterioso sol bemolle del trillo. L’intervallo si bemolle - sol bemolle rappresenta dunque l’asse principale della Sonata, che si regge su un arco armonico estremamente teso. In maniera analoga, il fraseggio diventa nervoso, spezzato da pause e fermate. I conflitti sono implacabili, estremi, inconciliabili. Il “Molto moderato” iniziale infatti non solo non risolve nessuno dei contrasti messi in evidenza dal fosco trillo sul sol bemolle, ma si chiude anzi tornando su quell’oscuro presentimento, che getta un’ombra anche sulla risoluzione finale. Lo stesso si potrebbe dire per l’ultimo movimento, “Allegro, ma non troppo”, marchiato da un’ottava in controtempo della mano sinistra, che rode come un tarlo il carattere intimo del tema. Tutta la forma sonata del finale rimane in preda al sospetto destato da questo corpo estraneo, che impedisce al movimento di trovare la serenità. Al contrario, prima della coda, l’ottava ritorna tre volte scendendo in maniera cromatica da sol a fa, fino a ridurre al silenzio il tema, ormai succube del suo potere occulto. Il “Presto” conclusivo, che dovrebbe affermare la corretta forma armonica del tema, rinnova invece l’acerbo dolore espresso in mille forme nel corso della Sonata, fino a raggiungere il parossismo in un estremo urlo di dolore.

Oreste Bossini

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Andrea Lucchesini

Nato nel 1965, Andrea Lucchesini ha studiato pianoforte con Maria Tipo. Nel 1983 si è aggiudicato al Teatro alla Scala il primo premio al concorso internazionale “Dino Ciani”. Nel 1994 ha ricevuto il premio “Accademia Chigiana” e nel 1995 il premio della critica “Franco Abbiati”. Dal 2008 è Accademico di Santa Cecilia.Con programmi che spaziano al periodo classico a quello contemporaneo, è ospite regolare delle più importanti istituzioni musicali e delle maggiori orchestre. Si dedica con passione anche al repertorio cameristico ospite di festival internazionali. Dal 1990 collabora stabilmente con Mario Brunello.Nel 2001 ha eseguito la nuova Sonata per pianoforte di Luciano Berio in prima mondiale a Zurigo, proseguendo così una felice collaborazione che aveva preso l’avvio con il Concerto II “Echoing curves” dello stesso autore, eseguito in tutto il mondo e registrato con la London Symphony. La Sonata è stata poi eseguita in Francia, Portogallo, Belgio, Olanda e Inghilterra e a Milano per la nostra Società nel 2002.L’interesse per il repertorio novecentesco, oltre che nella scelta dei programmi, è testimoniato da alcune incisioni discografiche – Pierrot Lunaire di Schönberg e Kammerkonzert di Berg – con la Dresdner Staatskapelle e Giuseppe Sinopoli, e dalla stretta collaborazione con compositori quali Ivan Fedele, Fabio Vacchi e Jörg Widmann. In campo discografico ricordiamo inoltre l’integrale live delle Sonate per pianoforte di Beethoven (Disco del mese di Fonoforum) e l’integrale delle opere per pianoforte solo di Berio che ha meritato numerosi riconoscimenti internazionali. L’incisione degli Improvvisi di Schubert è stata nominata Disco del mese da Musicweb International. Tra gli impegni più recenti ricordiamo i recital a New York e Madrid, il ritorno alla Scala sotto la direzione di Franz Welser-Möst e con orchestra a Roma, Colonia, Düsseldorf, Monaco e La Coruña.Convinto che la trasmissione del sapere musicale alle giovani generazioni sia un dovere morale, Lucchesini si dedica con passione all’insegnamento e tiene master class per importanti istituzioni musicali europee quali Musikhochschule di Hannover, Sommer Wasserbuger Festspiele, Musikhochschule di Salisburgo e a New York.È stato ospite della nostra Società nel 1984, 1991, 1997, 1999, 2002, 2005, 2008, 2009, 2010, 2012, 2014, il 29 giugno 2014 per i 150 anni della nostra Società e nel 2015 con Mario Brunello (esecuzione integrale delle Sonate e Variazioni di Beethoven).

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Sandro Cappelletto

Scrittore e storico della musica, Sandro Cappelletto è nato a Venezia nella seconda metà del Novecento. Laureato in Filosofia, ha studiato armonia e composizione con Robert Mann. Tra le sue principali pubblicazioni, la prima biografia critica di Carlo Broschi Farinelli (La voce perduta, EDT, 1995), un’analisi della Turandot di Puccini (Gremese Editore, 1988), una biografia di Beethoven (Newton Compton, 1986), un saggio su Gaetano Guadagni (Nuova Rivista Musicale Italiana, 1993), un’inchiesta politica sugli enti lirici italiani (Farò grande questo teatro!, EDT 1996).Esce nel 2006 Mozart - La notte delle Dissonanze (EDT), libro dedicato al misterioso “Adagio” introduttivo del Quartetto per archi K 465. E dal libro nasce, assieme al Quartetto Savinio, un fortunato concerto-racconto. Analoga convivenza di parola e musica per le Variazioni Goldberg, nate per e con Ramin Bahrami.Per la Storia del teatro moderno e contemporaneo (Einaudi, 2001) ha scritto il saggio Inventare la scena: regia e teatro d’opera. Nel 2002, con Pietro Bria, dà alle stampe Wagner o la musica degli affetti (Franco Angeli), raccolta di riflessioni e interviste di Giuseppe Sinopoli, di cui nel 2006 cura Il mio Wagner – il racconto della Tetralogia (Marsilio). Nel 2008 l’Accademia Perosi di Biella pubblica L’angelo del Tempo, volume dedicato al Quartetto per la fine del Tempo di Olivier Messiaen.È autore di programmi radiofonici e televisivi (crea la trasmissione di Rai-Radio3 Momus, realizza per Rai3 un film televisivo su Maurizio Pollini, scrive e conduce per Rai5 il programma Inventare il tempo). Nel 2010, nata per Daniela Mazzucato e Marco Scolastra, va in scena La Padrona di casa, pièce dedicata alla relazione tra George Sand e Fryderyk Chopin.I suoi libretti per il teatro musicale sono nati dalla collaborazione con significativi compositori italiani, tra i quali Claudio Ambrosini, Luca Lombardi, Azio Corghi. Intensa la collaborazione con Matteo D’Amico. Nel 2013 scrive, per i Cameristi della Scala e Gabriele Lavia, Che Verdi viva!.Esce nel 2014 Da straniero inizio il cammino – Schubert, l’ultimo anno (Accademia Perosi), volume dedicato all’estremo periodo creativo di Schubert. Nel 2016 il Saggiatore pubblica, da un’idea e una proposta della Società del Quartetto, I quartetti per archi di Mozart, Su invito di Giuseppe Sinopoli ha diretto il settore drammaturgia e didattica del Teatro dell’Opera di Roma. Accademico dell’Accademia Filarmonica Romana, ne è stato direttore artistico dal 2009 al 2013. Giornalista professionista, scrive per il quotidiano La Stampa. Dirige Studi verdiani.

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ROMANTICISMO!

Informazioni e prenotazioniSocietà del Quartetto di Milanovia Durini 24 - 20122 MilanoTel. [email protected]

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al progetto “Società del Quartetto:dalle nostre radici, inventiamo il futuro”

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Musica nel tennisVilla Necchi Campigliovia Mozart, 14 - Milano

Quartetto NoûsTiziano Baviera violinoAlberto Franchin violinoSara Dambruoso violaTommaso Tesini violoncello

Dvor�ák - Quartetto n. 10 in mi bemolle maggiore op. 51Mendelssohn - Quartetto n. 6 in fa minore op. 80

Leonardo Colafelice pianoforte

Beethoven - Sonata n. 5 in do minore op. 10 n. 1Schubert - Moments musicaux in do diesis minore op. 94 n. 4 D 780Beethoven - Sonata n. 26 in mi bemollemaggiore op. 81a “Les Adieux”Mendelssohn - Variations sérieuses in re minore op. 54Cajkovskij-Pletnev - Lo Schiaccianoci, Suite

Marco Gialluca violino

Annalisa Orlando pianoforte

Brahms - Scherzo in do minore dalla Sonata F.A.E.Schubert - Sonatina in re maggiore op. 137 n. 1 D 384Schubert - Rondò brillante in si minore op. 70 D 895Brahms - Sonata n. 3 in re minore op. 108

Trio MetamorphosiMauro Loguercio violinoFrancesco Pepicelli violoncelloAngelo Pepicelli pianoforte

Martucci - Trio n. 1 in do maggiore op. 59Schumann - Trio n. 1 in re minore op. 63

Sabato 18 febbraio 2017 ore 17.30

Alessandro Taverna pianoforte

Chopin - Scherzo n. 1 in si minore op. 20- Scherzo n. 2 in si bemolle minore op. 31- Scherzo n. 3 in do diesis minore op. 39- Scherzo n. 4 in mi maggiore op. 54- Sonata n. 3 in si minore op. 58

Quartetto GuadagniniFabrizio Zoffoli violinoGiacomo Coletti violinoMatteo Rocchi violaAlessandra Cefaliello violoncello

Carpi - Due movimenti per quartetto d’archiDvorák - Quartetto n. 12 in fa maggioreop. 96 “Americano”Brahms - Quartetto n. 1 in do minore op. 51 n. 1

Sabato 25 marzo 2017 ore 17.30

Sabato 28 gennaio 2017 ore 17.30 Sabato 11 febbraio 2017 ore 17.30

Sabato 11 marzo 2017 ore 17.30

Sabato 4 febbraio 2017 ore 17.30

Biglietti

Interi: € 10Ridotti: € 5, riservati a chi è Socio o della Società del Quartetto o dei FAI, su prenotazione, sino a esaurimento dei posti.Gratuiti: riservati a chi è Socio sia della Società del Quartetto,sia del FAI, su prenotazione, sino a esaurimento dei posti.

Il biglietto dà diritto di visitare la Villa il giorno del concerto o in altra data entro il 31 marzo 2017 con prenotazioneobbligatoria al n. 02 76340121 (da m ercoledì a venerdì).

2017

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In collaborazione con

Premio Sergio Dragoni a Casa VerdiQuasi un talent show musicaleI giovani vincitori del Premio del Conservatorio di Milano 2016 in competizioneLa giuria del concorso è formata dai musicisti Ospiti di Casa Verdi

9 febbraio 2017

Francesco Granatapianoforte

Mozart - Sonata in si bemollemaggiore K 333Beethoven - Sonata n. 31 inla bemolle maggiore op. 110Schubert - WandererFantasie in do maggioreop. 15 D 760

16 febbraio 2017

Valentina Vaninimezzosoprano

Giuseppina Conipianoforte

Arie di Quilter, Castelnuovo-Tedesco, Tosti, de Falla, Berio

2 marzo 2017

Chiara Borgheseviolino

Yoko Kimurapianoforte

Elgar - Sonata in mi minoreper violino e pianoforte op. 82Wieniawski - Capricci op. 18n. 3 e 4 per violino soloPaganini - Capriccioin si bemolle maggiore op. 1n. 13 per violino soloSarasate - Zigeunerweisenper violino e pianoforte op. 20

9 marzo 2017

Danilo Mascettipianoforte

Beethoven - Sonatain la maggiore op. 2 n. 2Schubert/Liszt - Gretchenam Spinnrade, Barcarolle,ErlkönigRavel - Miroirs

16 marzo 2017

Ilaria Ronchiflauto

Damiano Afrifapianoforte

Schubert - Introduzionee Variazioni sul Lied “TrockneBlumen” D 802Reinecke - Sonata per flautoe pianoforte “Undine”op. 167Casella - Sicilienneet Burlesque per flautoe pianoforteMartin - Ballade

23 marzo 2017

Francesca Mariniarpa

Tournier - Sonatinepour Harpe op. 30de Falla - Danza spagnolan. 1 dall’opera La Vida brevePatterson - The Red-backedSpider- The Black WidowChertok - Around the Clock

30 marzo 2017

Diego Petrellapianoforte

Brahms - Sonata n. 3in fa minore op. 5Rachmaninov - Selezionedi Preludi e Studi

6 aprile 2017

Elisa Balbosoprano

Davide Cavallipianoforte

Arie di Bellini, Tosti, Liszt,Verdi e Puccini

20 aprile 2017

Giuseppe Grossofisarmonica

Pachelbel - Ciacconain fa minoreAngelis - Impasse(I e II movimento)Voitenko - RevelationSemionov - DivertimentoPozzoli - danza fantastica

27 aprile 2017

Isa Trottapianoforte

Mozart - Sonatain re maggiore K 576Beethoven - Sonata n.15in re maggiore op. 28Schumann - Papillons op. 2Chopin - Notturno n. 2in sol minore op. 37Mendelssohn - Variationssérieuses op. 54

4 maggio 2017

Salvatore Castellanosaxofono

Luigi Palombipianoforte

Desenclos - Prelude,Cadence et FinaleVilla-Lobos - FantasiaSchulhoff - Hot-SonateFrançaix - Cinq DansesExotiquesJolivet - Fantaisie ImpromptuWoods - Sonata (I mov.)

11 maggio 2017

Davide Ranaldipianoforte

Haydn - Sonata n. 62 in mibemolle maggiore Hob.XVI.52Brahms - Variazioni sul temadi Paganini op. 35, vol. ILiszt - Rapsodia spagnolaS. 254Prokof’ev - Sonata n. 7 op. 83

18 maggio 2017

Oliviya Antoshkinasoprano

Michele Varrialepianoforte

Arie di Händel, Purcell,Bellini, Donizetti, Massnet,Saint-Saëns, Mahler, Hahn,Rachmaninov, Williams

25 maggio 2017

Luigi Denaropianoforte

Schubert - Sonatain la minore op. 42 D 845Chopin - Berceuse op. 57in fa bemolle maggiore- Barcarola op. 60in fa diesis maggiore

2 novembre 2017

Caterina Pivamezzosoprano

Yuka Godhapianoforte

Arie di Bellini, Bizet,Saint-Saëns, Verdi, Barber,Mozart, Tosti, Massenet,Fauré

giovedì 9 novembre 2017

Guido Orso Coppinpianoforte

Prokof’ev - Sonata n. 2 op. 14Beethoven - Sonata n. 8 indo minore op. 13 “Patetica”Schubert - WandererFantasie in do maggioreop. 15 D 760Liszt - Studio in sol diesisminore S. 141 n. 3“La campanella”

16 novembre 2017

Francesco Ronziosaxofono

Daniele Boninipianoforte

Ravel - Sonatina in fa diesisminore M. 40 arr. per saxsoprano e pianofortePoulenc - Sonata per oboee pianoforte FP 185 arr. saxsoprano e pianoforteAlbright - Sonata per sax altoe pianoforteDecruck - Sonata in do diesisper sax alto e pianoforte

23 novembre 2017

Riccardo Zangirolamipianoforte

Rachmaninov - Preludi op. 23n. 2, 4 e 5Liszt - Ballata n. 2 in si minoreBrahms - Variazioni su untema di Paganini op. 35, vol. IIGershwin - Three PreludesSkrjabin - Sonata n. 2 op. 19Kapustin - Toccatina op. 40

Bigliettiin vendita pressoSocietà del Quartettoin orari di ufficio e, nei giornidi concerto a partiredalle 16.30, a Casa Verdi.

InformazioniSocietà del QuartettoVia Durini 24 - 20122 Milanotel. 02 [email protected]

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Il Premio Sergio Dragoni fa parte del progetto“Società del Quartetto: dalle nostre radici, inventiamo il futuro”sostenuto da

I concerti si terranno a Casa Verdi, piazza Buonarroti 29, il giovedì dalle 17 alle 18Biglietti € 2

Dopo i concerti si puòpartecipare alla visitaguidata della cripta e dellesale museali di Casa Verdi

Tavola dal Progetto di Camillo Boitoper la Casa di Riposo per musicisti“G. Verdi”

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Prossimo concerto:Martedì 21 marzo 2017, ore 20.30Sala Verdi del ConservatorioCoro della Radio SvedesePeter Dijkstra direttore

Johannes Brahms, sulla scia di Mendelssohn e di Schumann, è stato uno dei più fini autori di musica corale dell’ottocento. la sua produzione è molto vasta e copre l’intero arco della sua attività, ma purtroppo rimane poco conosciuta dal pubblico italiano. il concerto del formidabile Coro della radio Svedese è un’eccellente occasione per colmare la lacuna e anche per ascoltare qualcosa di insolito, grazie al sapiente programma che intreccia un dialogo tra la musica di Brahms (e di Mendelssohn) e autori svedesi del novecento come lidholm e Sandström, eredi di una grande tradizione di musica corale.

Società del Quartetto di Milano - via Durini 2420122 Milano - tel. 02.795.393www.quartettomilano.it - [email protected]

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