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e patologia GIOVANNI STURNIOLO, LORETTA BONANNO, ETTORE GAGLIANO, AGATA TONANTE, FILIPPO TARANTO, MARCELLO MAMO, GIOVANNI D E SALVO, GIACOMO STURNIOLO21
Cattedra di Chirurgia Generale - UOC di Chirurgia Generale a Indirizzo Endocrino " Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia - Sezione di Endocrinologia Dipartimento di Discipline Chirurgiche Generali e Speciali Università degli Studi di Messina - Messina
Corrispondenza a: Dot t . Ettore Gagliano - Via A. Siligato, 8/C - 98124 Messina
Riassunto Con il presente lavoro, gli Autori, riesaminando la documentazione clinica relativa a 1405 tireopatie chirurgiche operate, si sono proposti di studiare la frequenza e le caratteristiche del lobo piramidale. I dati raccolti si riferiscono al periodo compreso tra gennaio 1992 e gennaio 2006. I risultati ottenuti riguardano i dati morfologici del lobo e le patologie su di esso rilevate. Gli Autori concludono sostenendo che almeno per la loro casistica il lobo piramidale è presente nel 25.5% dei casi con una prevalenza per il sesso femminile. Di norma, esso viene coinvolto dalla malattia che interessa la ghiandola principale e non sono note patologie che lo interessano isolatamente. Contrariamente a quanto affermato da alcuni Autori, concludono affermando che il lobo piramidale rappresenta, quando presente, un residuo embrionario di tessuto tiroideo più o meno rappresentato che viene coinvolto dalle stesse patologie della ghiandola madre, le quali ne determinano semmai l'aumento di dimensioni e lunghezza, ma non l'insorgenza.
Parole chiave: lobo piramidale tiroideo, dotto tireoglosso
Summary The thyroid pyramidal lobe: frequency, morphological features and related diseases. G. Sturniolo, L. Bonanno, E. Gagliano, A. Tonante, F. Taranto, M. Mamo, G. De Salvo, G. Sturniolo The Authors examine the features of thyroid pyramidal lobe in 1405 operated pa-tients over the period from January 1992 to January 2006. Pyramidal lobe morphology and diseases are reported. The pyramidal lobe was detectable in 25.5% of cases, mostly in women, the primary disease invariably arising from the
Introduzione Il lobo piramidale della tiroide,come è noto, è un prolungamento parenchimale che si porta, con una frequenza di tre volte su quattro circa, dal margine superiore dell'istmo tiroideo alla laringe1. Esso si svi luppa, così come la ghiandola tiroidea, a partire dal 24° giorno di vita embrionale da due differenti abbozzi embrionari: l'abbozzo mediale, di origine ento-dermica, da cui si sviluppano le porzioni mediali e la maggior parte della ghiandola, e il cosiddetto "rudimento laterale", da cui originano le porzioni laterali dei due l o b i 2 3 . Nel corso dei primi 2 mesi di vita fetale, a iniziare dalla 3 a settimana, l'abbozzo mediano della tiroide in corrispondenza dell'unione del tubercolo impari (I arco) con i tubercoli pari (II arco) inizia la sua
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migrazione caudale fino a posizionarsi anteriormente nel collo, al davanti della trachea e forma verso i l basso un'estroflessione nota come " d i v e r t i c o l o t i r o i d e o " . Questo cordone si trasforma per escavazione in un canale chiamato "dotto tireoglosso",che connette la base della lingua alla tiroide e la cui estremità inferiore raggiunge la sua sede definitiva verso la 7 a settimana di vita intrauterina. Mentre il dotto tireoglosso si atrofizza e scompare durante l'8a-9a settimana di vita, in circa il 50% dei casi all'estremità inferiore residua il "lobo piramidale" della tiroide, lasciando all'estremità superiore il forame cieco. Un legamento, o tramite di tessuto muscolare, abitualmente situato a sinistra della linea mediana, può congiungere il lobo piramidale sia con la cartilagine tiroidea sia con l'osso joide. Il lobo piramidale andrà successivamente incontro a una graduale atrofia; per questo esso si riscontra più spesso nei bambini che negli adulti 4 .
Pazienti e metodi Nel presente lavoro è stata rivista la descrizione macroscopica degli strumi asportati in 1405 pazienti operati di tiroidectomia totale per varie patologie tiroidee (Tab. I) presso la UOC di Chirurgia Gene
rale a Prevalente Indirizzo Endocr ino del l 'Azienda Policl inico Universitario di Messina, nel periodo compreso tra gennaio 1992 e gennaio 2006. La descrizione macroscopica del lobo piramidale costituisce solo una parte dei dati che vengono sistematicamente annotati dopo ogni intervento chirurgico di t i roidectomia totale su un'apposita scheda. In particolare, del lobo piramidale vengono descritti l'origine, i l decorso, la lunghezza, i caratteri morfologici e l'esistenza di eventuali patologie. Viene infine eseguito un accurato studio istologico della struttura. Dei 1405 pazienti operati di tiroidectomia totale e inseriti nel presente studio, 1189 (82%) erano donne,216 (18%) uomini.
Risultati Su 1405 tiroidi operateci lobo piramidale era presente in 358 casi (25.5%). In 33 casi (9.2%), la sua presenza si associava alla persistenza del dotto tireoglosso (Tab.I). In rapporto al sesso, il lobo piramidale era presente in 325 donne (90.8%) e in 33 uomini (9.2%) con età media di 51 anni ( range: 36-64 anni). Riguardo alla sede, in 335 casi (93.6%) il lobo prendeva origine dall'istmojn 12 casi (3.5%) dal lobo destro e in 11 casi (2.9%) dal
lobo sinistro della tiroide (Figg. 1 e 2). In particolare, in 86 casi, pari a un quarto dei casi osservati (24%), i l lobo si sviluppava dall'istmo tiroideo fino a raggiungere la base della lingua; in 226 casi (63.1%) si estendeva dalla ghiandola fino alla cartilagine cricoidea; nei rimanenti 46 casi (13%) raggiungeva la cartilagine tiroidea. In tutti i casi di nostra osservazione, il lobo si presentava di lunghezza variabile tra 2.5 e 7 cm, con una lunghezza media pari a 4.5 cm. Le tireopatie associate alla presenza del lobo piramidale erano rappresentate da 159 gozzi multino-d u l a r i ( 4 4 . 4 % ) , da 48 t i r o i d i t i (13.4%), 69 adenomi fol l icolari (19.3%), 28 adenomi iperfunzio-nanti di Plummer (7.82%), 10 gozzi tossici diffusi (morbo di Basedow-Graves; 2.8%), 44 c a r c i n o m i (12,3%) (Tab. II). Dei 42 carcinomi associati alla presenza del lobo piramidale 25 erano papillari (58.8%), 12 follicolari (29.4%) e 5 o n c o c i t a r i (11.8%). In un solo caso il carcinoma, di tipo papillare e delle dimensioni di un "grano di pepe", insorgeva sul lobo piramidale e si presentava di consistenza dura e di colorito grigio-roseo (Tab. III). Nei casi di gozzo multinodulare, prevalentemente di natura colloi-docistica, invece, il lobo era sede di noduli di consistenza aumentata e aspetto gelatinoso alternati ad aree di fibrosi cicatriziale e a microcisti (Fig.3). Nelle tiroiditi, il lobo si presentava di aspetto grigiastro e consistenza fibrosa. Nei gozzi tossici diffusi (morbo di Basedow-Graves) il lobo assumeva un aspetto parenchimatoso carnoso e ipervascolarizzato.
main gland. The Authors conclude that the pyramidal lobe is an embryological remnant which may be involved in diseases arising from the main gland.
Key words: thyroid pyramidal lobe, thyroglossal duct
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Il lobo piramidale della tiroide: frequenza, caratteri morfologici e patologia
Tab. I. Presenza di lobo piramidale su un totale di 1405 tiroidi operate e sua associazione con il dotto tireoglosso.
N. %
Presenze del lobo piramidale 358 25.6
Associazione tra lobo piramidale e dotto tireoglosso 33 9.2
Fig. 1. Assenza di istmo tiroideo. Lobo piramidale a destra.
Fig. 2. Origine del lobo piramidale a sinistra.
Nessun caso di adenoma si sviluppava in seno al lobo piramidale. In alcuni casi di nostra osservazione, il lobo piramidale si associava alla contemporanea presenza del dotto tireoglosso (Fig.4).Si trattava di 7 gozzi multinodulari (50%), 1 ti-roidite (7.2%),3 adenomi (21.4%), 3 carcinomi diffrenziati (21.4%) (Tab. III). Infine, in 4 pazienti rioperati per gozzo recidivo, il lobo piramidale (residuo!) rappresentava l'unica se de della recidiva (Fig.5).In 2 casi si presentava in degenerazione nodu-lare colloido-cistica, mentre negli altri 2 era sede di due formazioni nodulari adenomatose, rispettivamente un adenoma di Plummer e un adenoma follicolare.
Discussione La rarità delle patologie insorte sul lobo piramidale non permette di effettuare studi prospettici rando-mizzati, per cui i dati risultano finora ottenuti da singole casistiche5-6. Spencer3 nel suo studio condotto su 100 pazienti, 26 uomini e 74 donne affetti da ipertiroidismo, evidenziò la presenza di 36 lobi piramidali (36%). Di questi casi, 12 (33.3%) erano u o m i n i e 24 (66.7%) donne; 17 (47.2%) avevano origine dal lobo di sinistra; 16 (44.4%) dal l o b o di destra; 3 (8.4%) dal l ' i s tmo. La lunghezza massima raggiunta era di circa 5 cm. Wahl5 ha condotto uno studio scin-tigrafico con 1-123 in 349 pazienti affetti da ipertiroidismo. In base ai risultati ottenuti ha correlato la presenza del lobo piramidale al riscontro di ipertiroidismo autoimmune, in cui è stata osservata la presenza del lobo piramidale e del dotto ti-
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Tab. II. Tireopatie associate al lobo piramidale.
Patologie N. %
GMN 159 44.4
Tiroiditi 48 13.4
Adenomi follicolari 69 19.3
Adenomi iperfunzionanti 28 7.8
GTD 10 2.8
Carcinomi 44 12.3
Totale 141 100
GMN = gozzo multinodulare; GTD = gozzo tossico diffuso (morbo di Basedow-Graves).
Tab. III. Patologie associate a presenza del lobo piramidale e contemporanea presenza del dotto tireoglosso.
Patologie N. %
GMN 17 51.5
Tiroiditi 2 5.7
Adenomi 7 21.4
Carcinomi 7 21.4
Totale 33 100
GMN = gozzo multinodulare.
reoglosso. Il riscontro di tali vestigie in pazienti ipertiroidei per l'Autore sarebbe indicativo di un ipertiroidismo autoimmune. Infatti,la frequenza del lobo piramidale in pazienti con morbo di Basedow-Graves sembra significativamente aumentata rispetto alla frequenza del lobo piramidale in pazienti con gozzo multinodulare o noduli autonomamente iperfunzionanti. Al contrario, tiroidi con noduli autonomamente iperfunzionanti sembrano raramente associati alla presenza del lobo piramidale. Nel morbo di Basedow-Graves, la stimolazione anticorpale dei re
cettori per il TSH (Thyroid Stimu-lating Hormone) determinerebbe, infatti, un aumento della frequenza del lobo (10% dei casi nella nostra casistica). Nei pazienti eutiroidei, invece, il riscontro di tale struttura potrebbe essere indicativo di un deficit di iodio con o senza un ipotiroidi-smo primario latente. Levy6 ancora ha osservato una correlazione, pari al 43% dei casi di sua osservazione, tra ipertiroidismo e presenza del lobo piramidale. Siraj7 ha invece effettuato uno studio scintigrafico su 207 pazienti, con lo scopo di trovare la frequenza del lo
bo piramidale in corso di esame scintigrafico.il lobo piramidale è stato visualizzato nel 41% dei casi studiati con una maggiore incidenza tra le donne rispetto agli uomini. In tutti i casi osservati, il lobo prendeva origine dall'istmo e aveva le stesse dimensioni (circa5 cm).Èstata,inol-tre, evidenziata la difficoltà di scoprire la presenza del lobo piramidale in gozzi voluminosi, in quanto la presenza di tessuto tiroideo sovrapposto crea una discrepanza fra l'apparente e la reale sede del lobo. Stenrberg8 ha evidenziato come la presenza di un largo lobo piramidale possa essere causa di complicanza in corso di tiroidectomia subtotale, in particolare disfonia e nausea nel postoperatorio. Per evitare questa complicanza è stato raccomandato che il lobo piramidale venga sempre rimosso durante questo tipo di tiroidectomia. Se, quindi, in letteratura è stata riscontrata una correlazione fra gozzi iperfunzionanti e lobo piramidale, lo stesso non si può dire per le patologie neoplastiche. Infatti, la loro insorgenza sul lobo piramidale è di riscontro raro e occasionale. Infine, a differenza del carcinoma del dotto tireoglosso che costituisce un'entità nosologica specifica, indipendente da quella della tiroide e che può essere messa in relazione a una disontogenesi del dotto stesso, il carcinoma insorto primitivamente sul lobo piramidale deve essere ritenuta un'evenienza eccezionale. Ciò è confermato dal l ' istotipo delle forme neoplastiche del lobo che è del tutto sovrapponibile, sia per le forme papillari sia per quelle follicolari, a quello r i scontrato a livello della ghiandola tiroidea 8" 1 0 . Nelle localizzazioni da carcinoma multifocale.esse ri -
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Il l o b o p i r a m i d a l e della t i r o i d e : frequenza, c a r a t t e r i m o r f o l o g i c i e patologia
Fig. 3. Lobo piramidale in degenerazione colloido-cistica (sezione) così come il resto della tiroide.
Fig. 4. Associazione del lobo piramidale con il dotto tireoglosso.
Fig. 5. Gozzo recidivo su lobo piramidale residuo.
calcano infatti le stesse caratteristiche istologiche di quelle tiroidee, rappresentandone una delle localizzazioni possibili.
Conclusioni Il lobo piramidale si osserva con una frequenza variabile a seconda delle casistiche tra i l 25 e il 35% dei casi, con una prevalenza per il sesso femminile. Di norma esso viene coinvolto dalla malattia che interessa la ghiandola principale e non sono note patologie che lo interessano isolatamente. La localizzazione sul lobo piramidale di un focolaio di carcinoma papillare da noi osservato in realtà non era esclusiva, ma rappresentava solo una delle localizzazioni di un carcinoma multifocale della tiroide. Fanno eccezione i 2 casi di adenoma follicolare e di Plummer da noi osservati su due lobi piramidali residui (post-tiroidectomia totale), visto che la malattia tiroidea primitiva era rappresentata in entrambi i casi da un gozzo multinodulare colloido-cistico. Non risulta dall'analisi della nostra casistica quanto sostenuto da alcuni Autori che la presenza del lobo piramidale della tiroide sia più frequente in concomitanza di particolari tireopatie (come l'ipertiroidismo e le tiroiditi autoimmuni). È invece certo che i l lobo piramidale rappresenta, quando presente, un residuo embrionario di tessuto tiroideo più o meno rappresentato che viene coinvolto dalle stesse patologie della ghiandola madre, le qual i ne determinano semmai l'aumento di dimensioni e lunghezza, ma non l'insorgenza.
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