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Adriano Mazzarella

Meteo… maniail meteo e il clima nel quotidiano

e nella storia

Prefazione Andrea Giuliacci

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Copyright © MMXIARACNE editrice S.r.l.

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via Raffaele Garofalo, 133/A–B00173 Roma

(06) 93781065

isbn 978–88–548–3820–8

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: febbraio 2011

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ai miei critici più severi: Anna e Raffaella

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Indice

9 Prefazione Andrea Giuliacci

13 Introduzione Adriano Mazzarella

15 Climatologia Tra canicola, solleone, santi e …tanto caldo, 17 – Buco dell’ozono? Tutta

colpa dei raggi cosmici, 18 – Cambia il clima: diventeremo più intelligen-ti?, 19 – Le stagioni e il colore autunnale delle foglie, 20 – Frankeinstein e il 1816, l’anno senza estate, 21 – Gli antichi diari di bordo in aiuto ai cli-matologi, 22 – Il segreto di Stradivari? Il legno “freddo”, 23 – È ritornato il famoso “freddo delle pecore”, 24 – Sole senza macchie: torna l’età del ghiaccio?, 25 – Ecco la differenza fra global e local warming, 26 – Il destino dei Faraoni e El Niño, 27 – E se dai vulcani arrivasse un po’ di “fresco”?, 28 – Che clima c’era? Ce lo dicono gli scarafaggi, 29 – Clima e processio-ni, 30 – Settembre andiamo. È tempo di migrare…, 31 – L’influenza del clima nel canto degli uccellini, 32 – L’estate, il caldo e il refrigerio delle brezze, 33 – Nulla di nuovo sul fronte clima, 34 – Clima, la storia a volte si ripete, 34 – L’uomo, il cibo e il clima, 37 – La peste nera e la piccola era glaciale, 38– La festa di Halloween e la fine dell’estate, 39

41 Meteorologia Che tempo fa? Dimmelo che vado a dormire, 43 – Che tempo farà? Chie-

detelo al contadino, 44 – Guarda le rondini e vedrai che tempo farà, 45 – Fu il fango il vero nemico di Napoleone a Waterloo, 46 – Quella fitta nebbia che aiutò gli americani, 47 – Gli antichi Romani sconfitti da un temporale, 48 – Consigli meteo per chi suona la chitarra, 49 – Buone nuove se l’arco-baleno appare ad Est, 50 – Caporetto, ma fu tutta colpa del maltempo?, 51 – Ricostruito il “miracolo”: fu il vento ad aprire il Mar Rosso, 52 – La classificazione delle nubi: un rompicapo per gli studiosi, 53

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55 Salute e ambiente Global warming? Occhio ai calcoli renali, 57 – El Niño e le epidemie: at-

tenzione al 2013!, 58 – Arriva l’afa, grande nemica del sonno, 59 – La caduta dei capelli, le stagioni e il caffè, 60 – Lo sapevate che il caldo favorisce l’obesità?, 61 – Arriva la “controra”, ovvero il pisolino estivo, 62 – Tumori, stop alle lampade abbronzanti, 63 – Come difendersi dalle odiatissime zanzare, 64 – Musica passionale per dimenticare il freddo, 65 – Temporale? Niente stress, lo dice il cardiologo, 66 – È assodato, il virus dell’influenza ama il freddo, 67 – Impara dalle foglie e otterrai energia pulita, 68 – Il sole catturato dall’asfalto, 69 – Così il grano veniva conser-vato nell’antichità, 70

71 Curiosità Chissà perché si dice “piove, governo ladro”, 73 – Guai in vista? Molto

meglio “girare al largo”, 74 – È vera l’eclisse solare descritta da Ome-ro?, 75 – Se un semplice olio può placare le tempeste, 76 – Malinconico autunno? È l’ora delle scelte, 77 – Popolo che incontri, Capodanno che trovi!, 78 – La carbonella, una speranza per l’atmosfera, 79 – Oggi c’è scirocco? Meglio guardare la tv, 80 – Epifania: tutte le feste porta via, 81 – Ferragosto ovverossia le “feriae Augusti”, 82 – Otto minuti per man-giare e mettersi in salvo, 83 – Viaggio tra merluzzi, baccalà e stoccafissi, 84 – Piogge di ricordi e concentrazione londinese, 85 – Vuoi l’oro? Basta abbattere la montagna, 86 – Tra streghe, sortilegi, maghi e “tempestari”, 87 – Il Sahara, un serbatoio di acqua dolce, 88 – L’ape–termosifone, che grande scoperta!, 89 – Tra Re Magi, vecchie Befane ed Epifania, 90 – Il “caccologo” ora è un star, 91 – Tra nuvole, cannoni, laser e acquazzoni, 92 – Il Polo Sud e quei grossi merluzzi ibernati, 93 – Quando la musica si “preoccupa del tempo, 94 – Tutto quello che non sapete sull’ombrello, 95 – L’orientamento con il Sole, 96 – Aria pesante…, 97 – I pozzi di rugia-da (dall’aria venne l’acqua), 98 – L’uso di regalare uova è antichissimo..., 99 – Ecco perché la pizza a Napoli è più buona, 100

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Prefazione

Conosco il Professor Mazzarella da qualche anno e ho avuto la fortuna di studiare con lui durante il dottorato di ricerca. Parlo di fortuna perché raramente mi è capi-tato di incontrare persone tanto appassionate, oltre che competenti, di meteorologia e climatologia. I periodici viaggi a Napoli per la ricerca di dottorato sono così di-ventati imperdibili appuntamenti di approfondimento di questa affascinante materia, alla scoperta non solo delle complicate e severe leggi che regolano l’evoluzione dell’atmosfera ma anche, e soprattutto, di un approccio più “olistico” (come ama ripetere lo stesso Professore) di quei fenomeni che portano sopra le nostre teste nuvoloni carichi di pioggia piuttosto che la rovente cappa dell’alta pressione africana.

Non poteva perciò essere altri che il Professor Mazzarella a portarci un pizzico di meteorologia dentro le mura di casa, nelle piccole abitudini quotidiane e persino in tavola e nella tazzina del caffè: ricorderò sempre l’ammirato stupore che provai quando, al bancone di uno dei più rinomati bar del centro storico di Napoli, mi spiegò (ma renderei meglio l’idea se scrivessi “mi raccontò”) il motivo per cui, com-plice la sapienza “meteorologica” dei baristi di questa città, solo a Napoli si poteva bere, tutti i giorni, un caffè tanto squisito! Ed era solo l’inizio! Perché seduto al tavolo di una pizzeria nei vicoli attorno all’Ateneo Federiciano, mentre assaporavo fetta dopo fetta la più classica pizza napoletana, ho scoperto attraverso i sapienti racconti del Professore

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10 Meteo… mania

quanto, del cielo sopra le nostre teste, ci fosse in quel deli-zioso pasto. Ma questi sono solo piccoli esempi delle tante chicche che mostrano il legame tra clima, tempo e piccoli e grandi eventi della vita quotidiana, scovati dal Professor Mazzarella grazie alla sua inesauribile voglia di sapere e ineguagliabile passione per la Scienza. E a impreziosire il tutto c’è l’indubbia capacità di un capace ed esperto “istrut-tore” di giovani menti di descrivere ogni aspetto con sem-plicità, facendo digerire e appassionare anche coloro che, con la Scienza, hanno un rapporto a dir poco conflittuale.

Ecco perché ho atteso con voglia e curiosità questo libro di “pillole meteorologiche” che, in qualità di redat-tore della prefazione, ho avuto il privilegio di ricevere in anteprima e le cui pagine ho letteralmente divorato nel breve scorrere di una singola serata: ho potuto gustare, per l’ennesima volta, l’atmosfera cordiale ma al tempo stesso elettrizzante dello studio della Federico II in cui il Professor Mazzarella mi ha condotto, con esplosivo entusiasmo, a scoprire quanto le vicende del clima e del tempo mettano lo zampino nelle più disparate attività quotidiane e quanto sia illusoria la sensazione che ab-biamo di poter influenzare, nel bene e nel male, l’avvi-cendarsi del bello e cattivo tempo. Insomma, in questo libro ce ne è davvero per tutti i gusti, e le sue pagine fa-ranno felici tanto i cultori della scienza meteorologica più rigorosa quanto i curiosi che vogliono semplicemente ritrovare nel mondo che li circonda la presenza di questa scienza affascinante.

Quindi non dubitate se vi dico tra le altre cose che questo libro può far felici gli amanti della buona musica che capiranno finalmente perché uno stradivari è capace di regalare alle orecchie una gioia che altri violini non son capaci di donare e, forse, ringrazieranno per questo uno delle più aspre fasi climatiche degli ultimi secoli. Ma anche coloro che, alle prime armi, si avvicinano solo

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Prefazione 11

adesso a uno strumento musicale, troveranno preziosi consigli in queste pagine, e probabilmente in futuro al-zeranno il naso al cielo prima di strimpellare una bella serenata sotto il balcone della propria innamorata.

Ma questo libro, ne son convinto, si rivelerà una gu-stosa lettura anche per tanti appassionati di Storia che nelle sue righe vedranno svelato il mistero sull’esito im-prevedibile di alcune battaglie decisive del lontano pas-sato e sull’improvviso dissolversi di civiltà millenarie, facendo loro comprendere che un singolo temporale può essere più decisivo di uno sterminato esercito e che bastano i capricci di qualche umido vento per gettare nel caos anche le società più evolute.

E come se non bastasse questo libro alza pure il velo sui tanti legami fra tempo meteorologico e “dolorini” del corpo e della mente, e forse servirà a tranquillizzare i tanti che non sanno spiegarsi il perché di quella improvvisa malinconia che ci coglie ai primi grigiori dell’autunno, perché la risposta il più delle volte sta proprio in quelle nuvole dense e scure che poco sole ci fanno vedere. E se siete un po’ ipocondriaci probabilmente dopo aver letto questo libro guarderete con occhi diversi al cielo, consa-pevoli che alcune delle più grandi pandemie della Storia sono nate proprio dalle bizze del clima.

Non vi sentite ancora soddisfatti? Ebbene sappiate che questo libro potrebbe spingervi anche a guardare sotto una luce diversa anche alcuni dei più comuni insetti e animali, dallo scarafaggio al merluzzo, che grazie al Pro-fessore ora sappiamo essere capaci di svolgere anche la funzione di “misuratori” del clima e del tempo, quasi fos-sero veri e propri strumenti meteorologi (anche se, certo, sul muro di casa un barometro è meno maleodorante di un merluzzo mentre un termometro è sicuramente meno sofisticato del ronzio di un’ape).

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12 Meteo… mania

E chissà lo stupore nello scoprire, proprio grazie alle pillole di questo libro, che molte delle nostre tradizioni e dei nostri proverbi trovano la loro spiegazione proprio nel clima e che l’ombrello che talvolta ci salva dall’inzup-parci d’acqua è nato proprio in una delle regioni oggi più asciutte del Pianeta!

Insomma, in questo libro è possibile scovare una gran quantità di curiosità e di semplici spiegazioni che avvici-nano il cielo, o meglio la scienza che ne studia i fenomeni e i capricci, alla nostra vita quotidiana, e per qualche mi-steriosa alchimia (che son sicuro nasce tutta dall’esplosivo entusiasmo del Professor Mazzarella) rende la meteorolo-gia, al pari di un romanzo, una lettura imprevedibilmente appassionante e avvincente. Ecco perché son sicuro che, come una bevanda fresca e frizzante in un assolato po-meriggio estivo, sia quasi impossibile non leggere questo libro tutto d’un fiato, scoprendo un tassello dopo l’altro gli innumerevoli aspetti del clima e della meteorologia che influenzano, a tutti i livelli, la vita umana: almeno a me è capitato così, e a voi?

Andrea Giuliacci Meteorologo Climatologo

Centro Epson Meteo

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Introduzione

Nel mese di settembre 2008 ho pubblicato un libricino dal titolo: “Siamo sotto il cielo. Tutto quello che non si sa su meteo e clima”, una raccolta di piccoli argomenti di meteorologia e climatologia con risvolti applicativi sor-prendenti (e spesso completamenti sconosciuti) nella vita di tutti i giorni. I numerosi apprezzamenti pervenutemi da persone appartenenti a ceti culturali molto diversi fra loro mi hanno spinto a scrivere questo libricino di 75 nuovi argomenti dal titolo: “Meteo.. mania. Il meteo e il clima nel quotidiano e nella storia“ con lo scopo di divul-gare “in pillole” argomenti di meteorologia e di clima-tologia con rigorosità scientifica ma con “il linguaggio della gente comune”. I titoli sono stati scelti in modo da stimolare nel lettore la voglia e la curiosità di appro-fondire il seguito. Attualmente, complice anche i mass–media, la meteorologia e la climatologia sono utilizzate soltanto per decidere dove trascorrere un week–end e per scegliere il mese giusto per le vacanze, con ovvie ri-mostranze quando le previsioni si rivelano fallaci. È ben noto la contestazione di alcuni albergatori nei confronti di quei meteorologi che avevano previsto erroneamente il mal tempo in Versilia lasciando perciò vuoti gli alber-ghi. Il meteo e il clima sono diventati una presenza fa-miliare nella nostra esperienza e i media continuamente ci bombardano di informazioni più o meno urlate, più o meno esatte sulle loro regolarità e capricci. L’unico modo di orientarsi in questa confusione è quello di cer-

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14 Meteo… mania

care di comprendere i termini scientifici del problema in maniera da potersi orientare autonomamente. I processi fisico–chimici alla base delle variazioni meteo–climatiche sono ovviamente tanti e complicati, ma i principi di base che ne regolano l’evoluzione potrebbero essere ben com-prensibili se spiegati in maniera semplice e con esempi di applicazione nel quotidiano e nella storia. Questo libro nasce dalla volontà di mostrare la meteorologia e la cli-matologia sotto una luce diversa e più al passo dei tempi. Molte attività dell’uomo, non solo nel tempo libero ma anche nel lavoro, nella vita di tutti i giorni come negli eventi straordinari, hanno bisogno di informazioni sulle condizioni e previsioni del tempo, nonché sui compor-tamenti regolari e anomali del clima. L’industria, il com-mercio, l’agricoltura, la produzione di energia, i trasporti, la tutela della salute e dell’ambiente, la protezione civile, lo sport e perfino la moda sono tutti settori che possono trarre benefici dalla meteorologia e climatologia. Al pari del primo libro, la nuova raccolta evita volutamente le carte del geopotenziale, le leggi dei gas, le trasformazioni adiabatiche… che avrebbero stancato il lettore ma cerca di interpretare i fenomeni in chiave di curiosità per per-mettergli di fissare bene alcuni concetti di fisica dell’at-mosfera normalmente comprensibili solo agli esperti del settore. Questo libro ha l’ambizione di poter spiegare in modo comprensibile le leggi che regolano l’evoluzione del tempo e del clima e di indicare la strada ai lettori che vogliano avventurarsi nella comprensione dei meccani-smi più sottili. Rappresentare tutto questo in poche pa-gine è stato un lavoro avvincente e divertente; spero che si divertano anche i lettori.

Adriano Mazzarella

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Climatologia

(il Sole)

lo Ministro maggiore de la naturache del valor del ciel lo mondo imprentae col suo lume il tempo ne misura

Dante Alighieri (1265-1321), Paradiso, X, 28

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Tra canicola, solleone, santi e …tanto caldo

Il periodo di massimo caldo esti-vo nell’emisfero Nord è denomi-nato “canicola”; tale periodo, no-to anche come “solleone”, è com-preso tra la fine di luglio e la fine di agosto, quando l’alta pressione è in grado di determinare, specie

nelle ore centrali della giornata, assenza di vento e valori elevati di temperatura, umidità e afa. Il nome deriva dal latino Canicula, piccolo cane, antico nome di Sirio, la stel-la più luminosa della costellazione del Cane Maggiore, che sorge e tramonta con il Sole dal 25 luglio al 24 agosto. Il nome della costellazione deriva dagli antichi Egizi che affidavano alla costellazione il compito di vigilare, come un cane, sull’arrivo delle piene annuali del Nilo dalle qua-li dipendeva la produzione agricola di tutto l’anno. La simultanea presenza di Sirio e del Sole era considerata la causa della calura e dei risvolti malefici per il surriscalda-mento del sangue che determinava febbre negli uomini e aggressività nei cani, in realtà connesso all’aumento delle zanzare malariche e della rabbia. Ad Atene e a Roma, in tale periodo, si tenevano manifestazioni che coinvolgeva-no i cani che spesso venivano sacrificati e la religione cri-stiana associò tali usi a figure cristiane da celebrare: non a caso la chiesa celebra, il 25 luglio, San Cristoforo, un santo raffigurato nel medioevo con la testa di cane, l’8 agosto, San Domenico, fondatore dei Domenicani (Domi-ni canes, i cani del Signore) e San Rocco, che la leggenda vuole salvato da un cane, il 16 agosto.

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18 Meteo… mania

Buco dell’ozono? Tutta colpa dei raggi cosmici

L’ozono è un gas costituito da tre ato-mi di ossigeno che si trova a circa 30 km di altezza ed è in grado di assorbi-re i raggi ultravioletti più dannosi per l’uomo. Gli ambientalisti degli anni ‘90 parlarono con grande preoccupa-zione del buco dell’ozono dal mo-

mento che i loro modelli mostravano con certezza asso-luta che alcuni gas (CFC) presenti nei frigoriferi e negli spray erano capaci di distruggere l’ozono. Nel 1987, i CFC furono messi al bando ed a nulla valsero le consi-derazioni di tanti ricercatori, tra cui il sottoscritto, che su riviste internazionali identificavano nell’attività del Sole la causa del buco dell’ozono. Recentemente, sulla prestigiosa rivista «Physical Review Letters», il dottor Lu, dell’Università canadese di Waterloo, ha dimostrato che i modelli utilizzati negli anni ’90 erano errati e che invece esiste una forte correlazione tra il buco dell’ozo-no e i raggi cosmici che impattano sull’atmosfera. È no-to che un Sole molto attivo, e quindi con un elevato numero di macchie solari, è in grado di bloccare il flus-so di raggi cosmici; da circa tre anni le macchie solari sono scomparse ed è facile prevedere un graduale ritor-no del buco di ozono. Anche negli anni Novanta c’era una larga schiera di ricercatori catastrofisti che addebi-tavano ai CFC prodotti dall’uomo la scomparsa della vita sul Pianeta. Ma adesso come si spiegano le costose operazioni di messa al bando dei CFC e di critica violen-ta nei confronti dei ricercatori che la pensavano in mo-do diverso?

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Climatologia 19

Cambia il clima: diventeremo più intelligenti?

L’uomo domina ormai il mondo. Ha raggiunto la Luna, riesce a passeggiare nello spazio e con la sua tecnologia è diventato l’esse-re più potente del creato. Ma co-me è arrivato fino a questo punto e da dove è partito? Sono stati rin-venuti in Africa e in Eurasia fossili di denti e frammenti di mascelle

appartenenti ai primi ominidi e risalenti a circa 16 milioni di anni fa quando il clima era molto freddo e secco. Per procurarsi il cibo e per difendersi dai predatori, gli ominidi furono costretti ad assumere la posizione eretta che, se-condo alcune teorie, dette inizio all’ingrandimento del cervello e allo sviluppo dell’intelligenza. Anche se non esi-stono cervelli fossilizzati, i paleontologi sono capaci di ri-cavarne notizie dall’impronta lasciata sulla superficie in-terna della cavità cranica che lo conteneva. Il massimo sviluppo del cervello si ebbe durante il Pleistocene (da 1,7 milioni a 10 mila anni fa) quando l’alternanza di fasi molto fredde e molto calde influenzarono pesantemente l’evolu-zione biologica dell’uomo e lo sviluppo della sua intelli-genza: l’uso del fuoco, la confezione di indumenti per pro-teggere il corpo dal freddo, le strategie elaborate per la caccia e per costruire strumenti sempre più perfetti rap-presentano chiari esempi di evoluzione comportamentale risultante dallo sviluppo dell’intelligenza. La domanda è d’obbligo: un futuro periodo di forti cambiamenti climati-ci potrebbe ulteriormente sviluppare il cervello e le capaci-tà intellettive nell’uomo?

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20 Meteo… mania

Le stagioni e il colore autunnale delle foglie

Con l’arrivo dell’autunno, il verde delle foglie degli alberi si trasforma in giallo o aran-cione o rosso. Questo perché le foglie sono colorate da so-stanze naturali prodotte dalle loro cellule, dette pigmenti. Quelli verdi sono dati dalla

clorofilla, quelli gialli, arancione o marrone dai carote-noidi, quelli rossi dalle antocianine. La clorofilla è il pig-mento più importante per produrre gli zuccheri che ali-mentano le piante. La clorofilla, i carotenoidi e le antocia-nine sono sempre presenti nelle cellule delle foglie ma, durante la primavera e l’estate, quando le piante sono attive e si accrescono, la clorofilla maschera il giallo dei carotenoidi e il rosso delle antocianine ed è per questo che le foglie sono verdi e non di altri colori. Con l’autun-no e l’inverno, la temperatura dell’aria e la quantità di luce solare diminuiscono gradualmente, gli alberi si ade-guano e producono sempre meno clorofilla che alla fine cesserà del tutto. Quando ciò avviene, i carotenoidi e le antocianine riescono finalmente a manifestarsi e le foglie stesse mostrano vivaci colorazioni gialle, arancione, mar-rone bruciato e rosso come forma di protezione per far recuperare agli alberi i nutrienti prima che esse cadano e costruire una riserva di energia per la nuova stagione di accrescimento. E le piante sempreverdi? Pini e abeti han-no le foglie protette da uno strato di cera e contengono anche olio, che resiste al gelo; l’albero manterrà le sue foglie verdi anche per diverse stagioni.