Sacro e Macabro

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  • 7/25/2019 Sacro e Macabro

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    Francesca Vigan IIIG

    Liceo Classico A. Manzonia.s 2013/2014

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    Introduzione:

    "Tutte le religioni sono crudeli, tutte so-

    no fondate nel sangue; perch tutte

    poggiano principalmente sull'idea del

    sacrificio, e cio sull'immolazione perpe-

    tua dell'umanit all'insaziabile vendetta

    delle divinit".

    Michail Bakunin, Dio e lo Stato, pp. 25-

    26

    Da questa affermazione si pu dedurre il

    profondo legame che intercorre tra sacri

    ficio e sacro, tra macabro e rito.

    Di macabri riti ci parlano diversi autori

    nella storia della letteratura, in particola

    re Lucano con la sinistra figura della maga Erichto. Il macabro viene inoltre con

    siderato come elemento catartico da Ari

    stotele nella tragedia (quest ultima , se

    condo molti antropologi, una particolare

    declinazione del rito). Herman Nitsch ri

    prende le teorie aristoteliche nelle sue

    Premessa

    1

    FRANCESCA VIGAN III G

    La scelta di un argomento come quello del macabro potrebbe sembralquanto bizzarra ed inconsueta. In realt questo tema mi ha affascinata da piccola per via della scoperta dei film di Tim Burton caratterizzati da ugeniale ironia macabra.

    Inoltre anche la rilettura delle favole dei fratelli Grimm, che mi inquietano

    ora rispetto all'infanzia, hanno ispirato questa mia ricerca.In particolare, mi ha sempre interessata comprendere le radici del macabril suo rapporto con un ambito che potrebbe sembrare lontano da esso coquello del sacro. Mi sono cos ritrovata a compiere un complesso percorso riti aborigeni, macabre rappresentazioni teatrali e credenze popolaritrovando in esse la medesima matrice antropologica.

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    sanguinarie performance, mentre sia la

    prima sia la Seconda Guerra Mondiale

    sono state rilette come veri e propri riti

    di sangue da vari poeti ( come Siegfried

    Sassoon ) e antropologi.

    Filosofia:

    che cos' il macabro?

    "Il perturbante quella sorta di spaven-

    toso che risale a quanto ci noto da lun-

    go tempo, a ci che ci famigliare"

    Sigmund Freud,Il perturbante, 1919

    I due termini Heimlche (familiare) e

    Unheimlche (spaventoso, estraneo) po-

    trebbero sembrare ossimorici, ma nell'

    articolo pubblicato dal filosofo sul pertur-

    bante nel 1919, vengono utilizzati comesinonimi. InfattiHeimlchesignifica:

    1. Domestico, familiare, fidato

    2. Nascosto, occulto ( il significato si avvi-

    cina al mondo della magia e dei morti, ri-

    corda infatti il termine greco !"#$%&')

    Il perturbante dunque qualcosa che ri-

    corda il nostro ambiente famigliare, ma

    che presenta anche delle differenze che

    ce lo rendono estraneo, misterioso e spa-

    ventoso.

    Possiamo dunque considerare il maca

    bro un particolare tipo di perturbante.

    Esso non fa altro che rappresentare, in

    maniera estremamente realistica, il no

    stro quotidiano timore della morte e del

    dolore. Mentre la paura per il sovranna

    turale pu essere scacciata attraverso la

    ragione, il timore della morte molto

    pi grande.

    Greco:

    La tragedia antica e il rito

    "Or dunque la tragedia fu da principio

    improvvisazione. E, come la tragedia,

    cos anche la commedia, se non che la

    tragedia ripete la sua origine dai canto

    ri del ditirambo, la commedia da coloro

    che guidavano i cortei fallici, i quali sono in uso ancor oggi in parecchie citt

    ma poi lentamente si accrebbe, perch i

    poeti sviluppavano quanto in essa si ve

    nivano man mano rivelando; e dopo che

    fu passata attraverso molti mutamenti

    ed ebbe raggiunta la sua propria forma

    naturale, allora si arrest".

    Aristotele, Poetica, 1449a 9-28, trad. ita

    G. Paduano, Bari, 1998.

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    Da questo passo della Poetica aristoteli-

    ca si pu evincere come sia la tragedia

    sia la commedia ritrovino la loro origine

    nel processo rituale antico, la tragedia in

    particolare ha origine dai cantori del diti-

    rambo nelle feste dionisiache.

    Antropologi come Victor Turner hanno

    ritrovato nel rito e nella tragedia le mede-

    sime dinamiche e finalit. Entrambi so-

    no momenti di ribaltamento della realt,

    dove la morte e lo spargimento di sangue

    assumono un valore positivo: il manteni-

    mento della pace interna.

    Secondo Turner:

    1. Ogni societ composta da diverse ca-

    tegorie sociali, status e ruoli, in naturale

    conflitto tra loro a causa della presenza

    di differenze e privilegi.

    2. Tali conflitti rimangono latenti fino a

    che i rapporti sociali non arrivano ad un

    punto di rottura causato da un

    evento violento (una lite oppu-

    re un torto subito).

    3. I membri dei diversi gruppi

    prendono dunque posizione e la

    rottura sfocia nella crisi.

    4. In seguito i critici della crisi ten-

    tano di riportare la pace. Queste per-

    sone sono di solito interessate a mantene-

    re lo status quo ante: anziani, legislatori,

    personalit religiose; i quali tentano di

    applicare un meccanismo di compensa

    zione per appianare i dissidi. Nel caso

    del processo rituale uno dei tanti mecca

    nismi di compensazione il sacrificio

    profilattico, dove la visione del sangue e

    la violenza compiuta su un capro espiato

    rio servono per "purificare" la societ dai

    conflitti.

    5. Il dramma sociale si conclude con la

    riconciliazione delle parti in conflitto o

    con il riconoscimento da parte di entram

    be le fazioni dell' insopprimibilit delle

    differenze e il conseguente Esodo.

    La tragedia dunque non nient'altro che

    uno dei tanti meccanismi di compensa

    zione che si sono trasferiti dalla legge e

    dalla religione alle arti. Aristotele infatti

    affermava:

    "Alcuni di quelli che sono domina

    ti dalla piet, dal timore o dallen

    tusiasmo, quando odono canti or

    giastici come quelli religiosi, si cal

    mano come per effetto di una medici

    na e di una catarsi. necessario per

    ci che siano sottoposti a tale azione co

    loro che vanno soggetti alla piet, al ti

    more e in generale alle passioni, in

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    modo conveniente a ciascuno, sicch in

    tutti si generi una catarsi e un alleggeri-

    mento piacevole."

    Aristotele, Poetica, VIII, 7, 1342,

    trad.it. di R. Laurenti, cit., p. 279

    Mettendo in scena azioni violente e maca-

    bre, la tragedia assume come il rituale

    una funzione catartica che appaga il desi-

    derio di prevaricazione insito in tutti gli

    uomini.

    La catarsi tragica permette, attraverso

    l'identificazione con i personaggi in sce-

    na, simboli di un sentire universale, di li-

    berarsi delle passioni negative che condu-

    cono ai conflitti sociali. Anche il teatro

    come il rito ha dunque l importante valo-

    re di mantenere l'armonia all'interno del-la societ.

    Latino:

    Lucano : Macabro rito di ne-

    cromanzia

    Protinus astrictus calvit cruor atraque

    fovit

    vulnera et in venas extremaque mem-

    bra cucurrit.

    Percussae gelido trepidant sub pectore

    fibrae,

    et nova desuetis subrepens vita medullis

    miscetur morti. Tunc omnis palpitat ar

    tus,

    tenduntur nervi; nec se tellure cadaver

    paulatim per membra levat terraque re

    pulsumst

    erectumque semel. Distento lumina ric

    tu

    nudantur. Nondum facies viventis in il

    lo,

    iam morientis erat; remanet pallorque

    rigorque,

    et stupet illatus mundo.

    [Lucano,Pharsalia, VI, 750-760]

    In questi versi viene descritto il macabro

    rito attuato dalla maga Erichto finalizza

    to a prevedere, per conto di Sesto Pom

    peo (figlio degenere di Pompeo), il desti

    no della battaglia di Farsalo.

    La maga viene rappresentata come una

    sorta di Furia: abita tra sepolcri vuoti, si

    muove liberamente tra mondo dei vivi e

    dei morti, magra e pallida, con la chio

    ma scompigliata, alle sue pratiche magi

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    che gli dei non osano opporsi, anche loro

    spaventati dai suoi malefici.

    Gli elementi essenziali del rito sono resti

    umani che ella ruba dai roghi e membra

    di morti che raccoglie direttamente dalletombe.

    Entrando nell' antro della strega (il topos

    del luogo macabro) Sesto Pompeo giun-

    ge in una

    realt rove-

    sciata dove

    gli dei te-mono un

    essere uma-

    no, dove i

    morti ritor-

    n a n o i m -

    p r o v v i s a -

    mente invita, e la

    previsione di morti future diviene fonte

    di piacere.

    Come abbiamo gi detto il rito si innesta

    proprio in una situazione di rovesciamen-

    to, muovendosi sempre da un conflitto e

    dal rifiuto di regole imposte.

    Nel caso deiPharsaliai conflitti che cau-

    sano o permettono il rito sono due:

    1. La Guerra tra Cesare e Pompeo

    2. Lo "scontro" tra Erichto e gli dei

    Tali conflitti sono fortemente sentiti da

    Lucano, un giovane educato agli ideali di

    libertase di saggezza stoica propri della

    Roma senatoria.

    La guerra civile tra Cesare e Pompeo ha

    devastato non solo la repubblica roma

    na, ma anche tutti i valori di cui essa era

    promotrice. Proprio da qui deriva una vi

    sione degli dei completamente sfiducia

    ta: quest'ultimi si adoperano assieme al

    fato per distruggere Roma, servendosidella figura di Cesare. La sfiducia nei con

    fronti degli dei in questo passo si manife

    sta invece nella loro incapacit di oppor

    si al volere di una semplice maga.

    Il macabro lucaneo dunque l'estrinseca

    zione delle incertezze e delle paure dei

    suoi tempi, che deriva da una visione

    stravolta della realt.

    La descrizione di riti macabri una delle

    cifre distintive di un gran numero di ope

    re di autori contemporanei a Lucano ( ad

    esempio Seneca), la maggior parte dei

    quali, Lucano compreso, morir nellacongiura Pisoniana.

    ARTE:

    La Body Art e lAzionismo Vien

    nese

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    La Body Art, ovvero "arte del corpo" , si

    svilupp nel corso degli anni settanta a

    partire dalla performance e dall'happe-

    ning, spostando l'azione artistica verso

    un territorio ancora inesplorato nel

    900: il corpo.

    Anticipata dalle sperimentazioni su mo-

    delle da parte di Klein e di Manzoni, la

    Body art vede la presenza fisica dell'arti-

    sta sostituirsi ai supporti tradizionali del-

    l'opera, diventando luogo stesso della

    creazione artistica.

    Con un chiaro rifermento ai temi di attua-

    lit di quegli anni (come la liberazione

    del corpo dalle inibizioni sociali e la sco-

    perta della sfera sessuale); l'artista face-

    va di se stesso il mezzo per sperimentare

    sensazioni e rappresentare sentimenti co-

    me dolore, paura, vergogna e fatica.

    Il pubblico era parte attiva dell'azione e

    non di rado chiamato a relazionarsi con

    il corpo dell'artista.

    Rientra nella forma espressiva della

    Body Art la corrente artistica dell'Azioni-

    smo Viennese.

    Gli esponenti dell'Azionismo iniziarono

    ad esibirsi in performance che violavano

    regole o costumi sociali.

    Queste rappresentazioni erano esperi-

    menti di trasformazione personale in cui

    veniva coinvolto il pubblico nel tentativo

    di suscitare un senso di liberazione collet

    tivo. Tutti i limiti di decenza e buon gu

    sto stabiliti dalla societ (in termini di

    sesso, cibo e intimit) vennero violati

    con performance rituali che avevano lo

    scopo di portare sia gli artisti sia il pub

    blico all'espiazione e alla catarsi, l'arte

    funge dunque da rituale terapeutico per

    guarire e purificarsi. Questi riti ricalcano

    quelli delle religioni e dei culti tradiziona

    li e a volte presentano una visione decisa

    mente teatrale dell'artista "sciamano".

    Hermann Nitsch

    Hermann Nitsch (Vienna 1938) uno

    dei maggiori protagonisti dellarte inter

    nazionale dalla seconda met del Novecento ed esponente massimo dell Azioni

    smo Viennese. Nel 1961 nascono i

    primiSchttbilder : opere create gettan

    do colore e sangue sulla tela (una tecnica

    molto amata dagli azionisti viennesi),

    ma gi dal 1957-60 Nitsch elabora la sua

    idea di Orgien Mysterien Theater (Teatro delleOrge e dei Misteri): serie di vi

    deo e fotografie di performance rituali ed

    efferate, divise in Azioni, che sono espe

    rienza di arte totale legata al concetto psi

    canalitico di Abreaktion, ovvero la scari

    ca emozionale che consente ad un sogget

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    to di rimuovere gli effetti di accadimenti

    drammatici.

    Teatro delle Orge e dei Misteri:

    Azione 1, 1962, Vienna

    Nitsch inscen la sua prima azione in un

    appartamento adibito a studio di Otto

    Mhl (cofondatore assieme a Nitsch del-

    l'Azionismo Viennese); indoss un abito

    bianco simile ad una tunica sacerdotale,

    e rimase legato con alcuni anelli al muro

    come se fosse stato crocifisso. Mhl gli

    vers del sangue sulla testa lasciandolo

    scorrere sulla tunica bianca. L'intera azio-

    ne venne documentata con un servizio fo

    tografico.

    Nitsch voleva raggiungere una dimensio

    ne estatica, attraverso la potente espe

    rienza emotiva del contatto fisico con il

    sangue, assumendo il ruolo di Cristo. Il

    corpo aveva sostituito la tela e mostrato

    l'artista al centro dell'opera; dipinto con

    "colori" di sangue il corpo poteva guarirelo spirito per mezzo di un rituale paga

    no-cristiano.

    In altre performance successive (come

    nell' Azione 80 ) l'artista coinvolger,

    spruzzandolo con del sangue, anche il

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    pubblico per suscitare emozioni sponta-

    nee e viscerali.

    Storia:

    Nazionalismo religioso

    Se il macabro si manifesta in concomitan-

    za con il rito per andare a risolvere, attra-

    verso il valore catartico del sangue, i con-

    flitti all'interno di una comunit, a volte

    (come nel caso dei nazionalismi del

    '900) la ritualit e il gusto macabro pos-

    sono, al contrario, fomentare i conflitti.

    Lo straniero assume il ruolo dell'infede-

    le, colui che professa una religione nazio-

    nalista diversa dalla nostra e che per que-

    sto minaccia la comunit e deve essere

    eliminato.

    Anche il concetto di nazione

    in s ha un valore sacrale:

    l'uomo decide di morire per

    questultima, esortato da

    passioni che non in grado

    di indicare o spiegare razio-

    nalmente. L'antecedente di-

    retto del Nazionalismo si ri-

    trova nell'esperienza di co-

    munit indotta negli eserciti

    di massa dell' Europa preri-

    voluzionaria.

    Nell esercito il soldato sa di

    essere sotto la minaccia di forze lontane,

    di estranei e sa anche di essere inerme co

    me individuo di fronte a quella massa. Il

    martellante addestramento gli ha inse

    gnato che non un semplice individuo ,

    ma un' unit di un tutto pi vasto e pi

    potente. Il sentimento che ne deriva non

    dunque quello di essere "uno fra mol

    ti", perch " i molti" formano un'entit

    che assai pi grande della somma delle

    parti.

    Lo stesso concetto vale per i sentimenti

    nazionalisti che scaturiscono da un rico

    noscimento in un'identit comune.

    Nell' et del nazionalismo, le cerimonie

    patriottiche incominciarono ad essere

    strutturate in modo da dare ai civili una

    sensazione di costituire una sorta di eser

    cito, unito nel pericolocomune e legato da atti

    vit ritmiche equivalenti

    a quelle svolte nei campi

    di addestramento. L'in

    troduzione del ritmo in

    tutte le cerimonie-mar

    ce, parate, celebrazioniagisce in modo da tra

    sformare la massa indi

    sciplinata in folla ordina

    ta. Partecipando alla li

    turgia nazionale e can

    tando l'inno, un gran nu

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    Ebrei si trasformano in vittime sacrifica-

    li, in capri espiatori.

    Inglese:

    Poetry of World War I

    Several soldiers who directly participa-

    ted in World War I and who saw its hor-

    rors, decided to describe them with cru-

    de and realistic details in order to con-

    demn the generals and the politicians

    who started the war and send their fel-low men to their death.

    For example, Siegfried Sassoon , who al-

    so fought in World War I, in his poem

    They reports two different points of

    view. The first is the point of view of the

    Bishop, who stands for the establish-

    ment in general, that have an attitude to

    hypocrisy. The Bishop as an idealized vi-

    sion of the war, that is presented as a

    source of moral change and honor for

    the soldiers. But this is an unrealistic vi-

    sion of war, because in fact the Bishop

    has never taken part in it. The second

    stanza represents the realistic point of

    view of the soldiers, who fight the war.

    Through the realistic and macabre de-

    scription of the conditions of the soldiers

    who return, Sassoon directly attacks tho-

    se who justify war on religious and moral

    grounds.

    The Bishop tells us: 'When the boys co

    m e b a c k

    'They will not be the same; for they'll ha

    v e f o u g h t

    'In a just cause: they lead the last attack

    'On Anti-Christ; their comrades' blood

    h a s b o u g h t

    'New right to breed an honourable race,

    'They have challenged Death and daredh i m f a c e t o f a c e . '

    We're none of us the same!' the boys re

    p l y .

    'For George lost both his legs; and Bill's

    s t o n e b l i n d ;

    'Poor Jim's shot through the lungs and

    l i k e t o d i e ;

    'And Bert's gone syphilitic: you'll not

    f i n d

    'A chap who's served that hasn't

    f o u n d s o m e c h a n g e . '

    And the Bishop said: 'The ways of God

    are strange!'

    The main theme of this poem is nationa

    list sentiment that turns a war into so

    mething sacred, in a Crusade against An

    ti-Christ, who is simply someone of anot

    her "religious nationalism"

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    BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA:

    Filosofia: Sigmund Freud, Il perturbante, pubblicato la prima volta nella rivista Imago,

    1919

    Greco: Aristotele, Poetica, traduzione di Guido Paduano, Laterza, Bari, 1998, Victor Turner, Dal rito al teatro, traduzione di Paola Capriolo, il Mulino, Bologna,

    1982 Gianfranco Nuzzo, Mario Casertano, Storia e testi della letteratura greca, Palumbo

    Editore, Firenze, 2009

    Latino:

    Giacinto Agnello, Arnlodo Orlando, Le paure dell inconscio, G.B Palumbo Editore,Firenze, 2003

    Arte:

    Elena Demartini, Chiara Gatti, Lavinia Tonetti, Elisabetta P. Villa, Vivere l artevol. 3, Edizioni scolastiche Bruno Mondadori, Verona, 2008

    Storia:

    Barbara Ehrenreich, Riti di sangue, traduzione di Adriana Bottini, Feltrinelli Edito-re, Milano, 1997

    Inglese:

    http://www.oucs.ox.ac.uk

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