Sacro e Macabro
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Francesca Vigan IIIG
Liceo Classico A. Manzonia.s 2013/2014
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Introduzione:
"Tutte le religioni sono crudeli, tutte so-
no fondate nel sangue; perch tutte
poggiano principalmente sull'idea del
sacrificio, e cio sull'immolazione perpe-
tua dell'umanit all'insaziabile vendetta
delle divinit".
Michail Bakunin, Dio e lo Stato, pp. 25-
26
Da questa affermazione si pu dedurre il
profondo legame che intercorre tra sacri
ficio e sacro, tra macabro e rito.
Di macabri riti ci parlano diversi autori
nella storia della letteratura, in particola
re Lucano con la sinistra figura della maga Erichto. Il macabro viene inoltre con
siderato come elemento catartico da Ari
stotele nella tragedia (quest ultima , se
condo molti antropologi, una particolare
declinazione del rito). Herman Nitsch ri
prende le teorie aristoteliche nelle sue
Premessa
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FRANCESCA VIGAN III G
La scelta di un argomento come quello del macabro potrebbe sembralquanto bizzarra ed inconsueta. In realt questo tema mi ha affascinata da piccola per via della scoperta dei film di Tim Burton caratterizzati da ugeniale ironia macabra.
Inoltre anche la rilettura delle favole dei fratelli Grimm, che mi inquietano
ora rispetto all'infanzia, hanno ispirato questa mia ricerca.In particolare, mi ha sempre interessata comprendere le radici del macabril suo rapporto con un ambito che potrebbe sembrare lontano da esso coquello del sacro. Mi sono cos ritrovata a compiere un complesso percorso riti aborigeni, macabre rappresentazioni teatrali e credenze popolaritrovando in esse la medesima matrice antropologica.
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sanguinarie performance, mentre sia la
prima sia la Seconda Guerra Mondiale
sono state rilette come veri e propri riti
di sangue da vari poeti ( come Siegfried
Sassoon ) e antropologi.
Filosofia:
che cos' il macabro?
"Il perturbante quella sorta di spaven-
toso che risale a quanto ci noto da lun-
go tempo, a ci che ci famigliare"
Sigmund Freud,Il perturbante, 1919
I due termini Heimlche (familiare) e
Unheimlche (spaventoso, estraneo) po-
trebbero sembrare ossimorici, ma nell'
articolo pubblicato dal filosofo sul pertur-
bante nel 1919, vengono utilizzati comesinonimi. InfattiHeimlchesignifica:
1. Domestico, familiare, fidato
2. Nascosto, occulto ( il significato si avvi-
cina al mondo della magia e dei morti, ri-
corda infatti il termine greco !"#$%&')
Il perturbante dunque qualcosa che ri-
corda il nostro ambiente famigliare, ma
che presenta anche delle differenze che
ce lo rendono estraneo, misterioso e spa-
ventoso.
Possiamo dunque considerare il maca
bro un particolare tipo di perturbante.
Esso non fa altro che rappresentare, in
maniera estremamente realistica, il no
stro quotidiano timore della morte e del
dolore. Mentre la paura per il sovranna
turale pu essere scacciata attraverso la
ragione, il timore della morte molto
pi grande.
Greco:
La tragedia antica e il rito
"Or dunque la tragedia fu da principio
improvvisazione. E, come la tragedia,
cos anche la commedia, se non che la
tragedia ripete la sua origine dai canto
ri del ditirambo, la commedia da coloro
che guidavano i cortei fallici, i quali sono in uso ancor oggi in parecchie citt
ma poi lentamente si accrebbe, perch i
poeti sviluppavano quanto in essa si ve
nivano man mano rivelando; e dopo che
fu passata attraverso molti mutamenti
ed ebbe raggiunta la sua propria forma
naturale, allora si arrest".
Aristotele, Poetica, 1449a 9-28, trad. ita
G. Paduano, Bari, 1998.
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Da questo passo della Poetica aristoteli-
ca si pu evincere come sia la tragedia
sia la commedia ritrovino la loro origine
nel processo rituale antico, la tragedia in
particolare ha origine dai cantori del diti-
rambo nelle feste dionisiache.
Antropologi come Victor Turner hanno
ritrovato nel rito e nella tragedia le mede-
sime dinamiche e finalit. Entrambi so-
no momenti di ribaltamento della realt,
dove la morte e lo spargimento di sangue
assumono un valore positivo: il manteni-
mento della pace interna.
Secondo Turner:
1. Ogni societ composta da diverse ca-
tegorie sociali, status e ruoli, in naturale
conflitto tra loro a causa della presenza
di differenze e privilegi.
2. Tali conflitti rimangono latenti fino a
che i rapporti sociali non arrivano ad un
punto di rottura causato da un
evento violento (una lite oppu-
re un torto subito).
3. I membri dei diversi gruppi
prendono dunque posizione e la
rottura sfocia nella crisi.
4. In seguito i critici della crisi ten-
tano di riportare la pace. Queste per-
sone sono di solito interessate a mantene-
re lo status quo ante: anziani, legislatori,
personalit religiose; i quali tentano di
applicare un meccanismo di compensa
zione per appianare i dissidi. Nel caso
del processo rituale uno dei tanti mecca
nismi di compensazione il sacrificio
profilattico, dove la visione del sangue e
la violenza compiuta su un capro espiato
rio servono per "purificare" la societ dai
conflitti.
5. Il dramma sociale si conclude con la
riconciliazione delle parti in conflitto o
con il riconoscimento da parte di entram
be le fazioni dell' insopprimibilit delle
differenze e il conseguente Esodo.
La tragedia dunque non nient'altro che
uno dei tanti meccanismi di compensa
zione che si sono trasferiti dalla legge e
dalla religione alle arti. Aristotele infatti
affermava:
"Alcuni di quelli che sono domina
ti dalla piet, dal timore o dallen
tusiasmo, quando odono canti or
giastici come quelli religiosi, si cal
mano come per effetto di una medici
na e di una catarsi. necessario per
ci che siano sottoposti a tale azione co
loro che vanno soggetti alla piet, al ti
more e in generale alle passioni, in
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modo conveniente a ciascuno, sicch in
tutti si generi una catarsi e un alleggeri-
mento piacevole."
Aristotele, Poetica, VIII, 7, 1342,
trad.it. di R. Laurenti, cit., p. 279
Mettendo in scena azioni violente e maca-
bre, la tragedia assume come il rituale
una funzione catartica che appaga il desi-
derio di prevaricazione insito in tutti gli
uomini.
La catarsi tragica permette, attraverso
l'identificazione con i personaggi in sce-
na, simboli di un sentire universale, di li-
berarsi delle passioni negative che condu-
cono ai conflitti sociali. Anche il teatro
come il rito ha dunque l importante valo-
re di mantenere l'armonia all'interno del-la societ.
Latino:
Lucano : Macabro rito di ne-
cromanzia
Protinus astrictus calvit cruor atraque
fovit
vulnera et in venas extremaque mem-
bra cucurrit.
Percussae gelido trepidant sub pectore
fibrae,
et nova desuetis subrepens vita medullis
miscetur morti. Tunc omnis palpitat ar
tus,
tenduntur nervi; nec se tellure cadaver
paulatim per membra levat terraque re
pulsumst
erectumque semel. Distento lumina ric
tu
nudantur. Nondum facies viventis in il
lo,
iam morientis erat; remanet pallorque
rigorque,
et stupet illatus mundo.
[Lucano,Pharsalia, VI, 750-760]
In questi versi viene descritto il macabro
rito attuato dalla maga Erichto finalizza
to a prevedere, per conto di Sesto Pom
peo (figlio degenere di Pompeo), il desti
no della battaglia di Farsalo.
La maga viene rappresentata come una
sorta di Furia: abita tra sepolcri vuoti, si
muove liberamente tra mondo dei vivi e
dei morti, magra e pallida, con la chio
ma scompigliata, alle sue pratiche magi
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che gli dei non osano opporsi, anche loro
spaventati dai suoi malefici.
Gli elementi essenziali del rito sono resti
umani che ella ruba dai roghi e membra
di morti che raccoglie direttamente dalletombe.
Entrando nell' antro della strega (il topos
del luogo macabro) Sesto Pompeo giun-
ge in una
realt rove-
sciata dove
gli dei te-mono un
essere uma-
no, dove i
morti ritor-
n a n o i m -
p r o v v i s a -
mente invita, e la
previsione di morti future diviene fonte
di piacere.
Come abbiamo gi detto il rito si innesta
proprio in una situazione di rovesciamen-
to, muovendosi sempre da un conflitto e
dal rifiuto di regole imposte.
Nel caso deiPharsaliai conflitti che cau-
sano o permettono il rito sono due:
1. La Guerra tra Cesare e Pompeo
2. Lo "scontro" tra Erichto e gli dei
Tali conflitti sono fortemente sentiti da
Lucano, un giovane educato agli ideali di
libertase di saggezza stoica propri della
Roma senatoria.
La guerra civile tra Cesare e Pompeo ha
devastato non solo la repubblica roma
na, ma anche tutti i valori di cui essa era
promotrice. Proprio da qui deriva una vi
sione degli dei completamente sfiducia
ta: quest'ultimi si adoperano assieme al
fato per distruggere Roma, servendosidella figura di Cesare. La sfiducia nei con
fronti degli dei in questo passo si manife
sta invece nella loro incapacit di oppor
si al volere di una semplice maga.
Il macabro lucaneo dunque l'estrinseca
zione delle incertezze e delle paure dei
suoi tempi, che deriva da una visione
stravolta della realt.
La descrizione di riti macabri una delle
cifre distintive di un gran numero di ope
re di autori contemporanei a Lucano ( ad
esempio Seneca), la maggior parte dei
quali, Lucano compreso, morir nellacongiura Pisoniana.
ARTE:
La Body Art e lAzionismo Vien
nese
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La Body Art, ovvero "arte del corpo" , si
svilupp nel corso degli anni settanta a
partire dalla performance e dall'happe-
ning, spostando l'azione artistica verso
un territorio ancora inesplorato nel
900: il corpo.
Anticipata dalle sperimentazioni su mo-
delle da parte di Klein e di Manzoni, la
Body art vede la presenza fisica dell'arti-
sta sostituirsi ai supporti tradizionali del-
l'opera, diventando luogo stesso della
creazione artistica.
Con un chiaro rifermento ai temi di attua-
lit di quegli anni (come la liberazione
del corpo dalle inibizioni sociali e la sco-
perta della sfera sessuale); l'artista face-
va di se stesso il mezzo per sperimentare
sensazioni e rappresentare sentimenti co-
me dolore, paura, vergogna e fatica.
Il pubblico era parte attiva dell'azione e
non di rado chiamato a relazionarsi con
il corpo dell'artista.
Rientra nella forma espressiva della
Body Art la corrente artistica dell'Azioni-
smo Viennese.
Gli esponenti dell'Azionismo iniziarono
ad esibirsi in performance che violavano
regole o costumi sociali.
Queste rappresentazioni erano esperi-
menti di trasformazione personale in cui
veniva coinvolto il pubblico nel tentativo
di suscitare un senso di liberazione collet
tivo. Tutti i limiti di decenza e buon gu
sto stabiliti dalla societ (in termini di
sesso, cibo e intimit) vennero violati
con performance rituali che avevano lo
scopo di portare sia gli artisti sia il pub
blico all'espiazione e alla catarsi, l'arte
funge dunque da rituale terapeutico per
guarire e purificarsi. Questi riti ricalcano
quelli delle religioni e dei culti tradiziona
li e a volte presentano una visione decisa
mente teatrale dell'artista "sciamano".
Hermann Nitsch
Hermann Nitsch (Vienna 1938) uno
dei maggiori protagonisti dellarte inter
nazionale dalla seconda met del Novecento ed esponente massimo dell Azioni
smo Viennese. Nel 1961 nascono i
primiSchttbilder : opere create gettan
do colore e sangue sulla tela (una tecnica
molto amata dagli azionisti viennesi),
ma gi dal 1957-60 Nitsch elabora la sua
idea di Orgien Mysterien Theater (Teatro delleOrge e dei Misteri): serie di vi
deo e fotografie di performance rituali ed
efferate, divise in Azioni, che sono espe
rienza di arte totale legata al concetto psi
canalitico di Abreaktion, ovvero la scari
ca emozionale che consente ad un sogget
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to di rimuovere gli effetti di accadimenti
drammatici.
Teatro delle Orge e dei Misteri:
Azione 1, 1962, Vienna
Nitsch inscen la sua prima azione in un
appartamento adibito a studio di Otto
Mhl (cofondatore assieme a Nitsch del-
l'Azionismo Viennese); indoss un abito
bianco simile ad una tunica sacerdotale,
e rimase legato con alcuni anelli al muro
come se fosse stato crocifisso. Mhl gli
vers del sangue sulla testa lasciandolo
scorrere sulla tunica bianca. L'intera azio-
ne venne documentata con un servizio fo
tografico.
Nitsch voleva raggiungere una dimensio
ne estatica, attraverso la potente espe
rienza emotiva del contatto fisico con il
sangue, assumendo il ruolo di Cristo. Il
corpo aveva sostituito la tela e mostrato
l'artista al centro dell'opera; dipinto con
"colori" di sangue il corpo poteva guarirelo spirito per mezzo di un rituale paga
no-cristiano.
In altre performance successive (come
nell' Azione 80 ) l'artista coinvolger,
spruzzandolo con del sangue, anche il
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pubblico per suscitare emozioni sponta-
nee e viscerali.
Storia:
Nazionalismo religioso
Se il macabro si manifesta in concomitan-
za con il rito per andare a risolvere, attra-
verso il valore catartico del sangue, i con-
flitti all'interno di una comunit, a volte
(come nel caso dei nazionalismi del
'900) la ritualit e il gusto macabro pos-
sono, al contrario, fomentare i conflitti.
Lo straniero assume il ruolo dell'infede-
le, colui che professa una religione nazio-
nalista diversa dalla nostra e che per que-
sto minaccia la comunit e deve essere
eliminato.
Anche il concetto di nazione
in s ha un valore sacrale:
l'uomo decide di morire per
questultima, esortato da
passioni che non in grado
di indicare o spiegare razio-
nalmente. L'antecedente di-
retto del Nazionalismo si ri-
trova nell'esperienza di co-
munit indotta negli eserciti
di massa dell' Europa preri-
voluzionaria.
Nell esercito il soldato sa di
essere sotto la minaccia di forze lontane,
di estranei e sa anche di essere inerme co
me individuo di fronte a quella massa. Il
martellante addestramento gli ha inse
gnato che non un semplice individuo ,
ma un' unit di un tutto pi vasto e pi
potente. Il sentimento che ne deriva non
dunque quello di essere "uno fra mol
ti", perch " i molti" formano un'entit
che assai pi grande della somma delle
parti.
Lo stesso concetto vale per i sentimenti
nazionalisti che scaturiscono da un rico
noscimento in un'identit comune.
Nell' et del nazionalismo, le cerimonie
patriottiche incominciarono ad essere
strutturate in modo da dare ai civili una
sensazione di costituire una sorta di eser
cito, unito nel pericolocomune e legato da atti
vit ritmiche equivalenti
a quelle svolte nei campi
di addestramento. L'in
troduzione del ritmo in
tutte le cerimonie-mar
ce, parate, celebrazioniagisce in modo da tra
sformare la massa indi
sciplinata in folla ordina
ta. Partecipando alla li
turgia nazionale e can
tando l'inno, un gran nu
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Ebrei si trasformano in vittime sacrifica-
li, in capri espiatori.
Inglese:
Poetry of World War I
Several soldiers who directly participa-
ted in World War I and who saw its hor-
rors, decided to describe them with cru-
de and realistic details in order to con-
demn the generals and the politicians
who started the war and send their fel-low men to their death.
For example, Siegfried Sassoon , who al-
so fought in World War I, in his poem
They reports two different points of
view. The first is the point of view of the
Bishop, who stands for the establish-
ment in general, that have an attitude to
hypocrisy. The Bishop as an idealized vi-
sion of the war, that is presented as a
source of moral change and honor for
the soldiers. But this is an unrealistic vi-
sion of war, because in fact the Bishop
has never taken part in it. The second
stanza represents the realistic point of
view of the soldiers, who fight the war.
Through the realistic and macabre de-
scription of the conditions of the soldiers
who return, Sassoon directly attacks tho-
se who justify war on religious and moral
grounds.
The Bishop tells us: 'When the boys co
m e b a c k
'They will not be the same; for they'll ha
v e f o u g h t
'In a just cause: they lead the last attack
'On Anti-Christ; their comrades' blood
h a s b o u g h t
'New right to breed an honourable race,
'They have challenged Death and daredh i m f a c e t o f a c e . '
We're none of us the same!' the boys re
p l y .
'For George lost both his legs; and Bill's
s t o n e b l i n d ;
'Poor Jim's shot through the lungs and
l i k e t o d i e ;
'And Bert's gone syphilitic: you'll not
f i n d
'A chap who's served that hasn't
f o u n d s o m e c h a n g e . '
And the Bishop said: 'The ways of God
are strange!'
The main theme of this poem is nationa
list sentiment that turns a war into so
mething sacred, in a Crusade against An
ti-Christ, who is simply someone of anot
her "religious nationalism"
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BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA:
Filosofia: Sigmund Freud, Il perturbante, pubblicato la prima volta nella rivista Imago,
1919
Greco: Aristotele, Poetica, traduzione di Guido Paduano, Laterza, Bari, 1998, Victor Turner, Dal rito al teatro, traduzione di Paola Capriolo, il Mulino, Bologna,
1982 Gianfranco Nuzzo, Mario Casertano, Storia e testi della letteratura greca, Palumbo
Editore, Firenze, 2009
Latino:
Giacinto Agnello, Arnlodo Orlando, Le paure dell inconscio, G.B Palumbo Editore,Firenze, 2003
Arte:
Elena Demartini, Chiara Gatti, Lavinia Tonetti, Elisabetta P. Villa, Vivere l artevol. 3, Edizioni scolastiche Bruno Mondadori, Verona, 2008
Storia:
Barbara Ehrenreich, Riti di sangue, traduzione di Adriana Bottini, Feltrinelli Edito-re, Milano, 1997
Inglese:
http://www.oucs.ox.ac.uk
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