SABATO 14 GENNAIO - Piccolo Apollo · DIARO DI UN MAESTRO Italia, 1973, 16 mm colori, 135’...

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SABATO 14 GENNAIO ORE 16.00 CASA DEL CINEMA Largo Marcello Mastroianni 1 Roma - 06 42360 LU TEMPU DI LI PISCI SPATA Italia, 1955, 35 mm, colore, 11’ Regia e fotografia: Vittorio De Seta - Aiuto regista: Vera Gherarducci Montaggio: Vittorio De Seta e Luciana Rota - Produzione: Vittorio De Seta La pesca del pesce spada nello stretto di Messina. Riprese a Scilla Bagnara (Reggio Calabria), Ganzirri e Faro (Messina) “Il tempo del pesce spada, bene dirlo subito, costituisce un esempio singolare di antiretorica e di scrupolosa indagine umana. Due dati che non è agevole ritrovare nella nostra produzione documentaristica, ancor più quando il tema affrontato è quello della fatica umana (...). De Seta ha raccontato quello che ha visto, che ha vissuto nel periodo di vicinanza con questi uomini semplici ed ha lasciato che le immagini lo documentassero. Vi e una forma scabra, pudica, nel suo modo di dire. E questo costituisce il maggior pregio dell’opera. Tutto ciò che rappresenta il solito e consunto bagaglio folcloristico e turistico del documentario stile “propaganda” è stato messo alla porta (...) Ciò che per altri registi diviene, opportunatamente manipolato, motivo di superficiale cornice, De Seta lo ritrae invece con assoluta aderenza alla realtà. E naturale quindi che il racconto – suddivisibile grosso modo in tre brani principali: l’attesa prima della pesca, la pesca, il ritorno – si avvantaggi in misura notevole di una siffatta autenticità (...) Si riguardi, per esempio, l’uso del sonoro che nel dialetto non ha cercato un motivo intellettualistico o peggio ancora un modo snobistico. Cosi l’uso dei canti popolari che accompagnano l’azione. Elementi entrambi che intervengono al momento giusto e che danno evidenza all’indagine giornalistica condotta con somma serietà. Concludendo, una prova molto interessante che ci da motivo di sperare e puntare con buone probabilità sul giovane De Seta” (Claudio Bertieri, in Cinema, n.156, 10 dicembre 1955).

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SABATO 14 GENNAIO

ORE 16.00 CASA DEL CINEMA Largo Marcello Mastroianni 1 Roma - 06 42360

LU TEMPU DI LI PISCI SPATA Italia, 1955, 35 mm, colore, 11’

Regia e fotografia: Vittorio De Seta - Aiuto regista: Vera Gherarducci Montaggio: Vittorio De Seta e Luciana Rota - Produzione: Vittorio De Seta

La pesca del pesce spada nello stretto di Messina. Riprese a Scilla Bagnara (Reggio Calabria), Ganzirri e Faro (Messina) “Il tempo del pesce spada, bene dirlo subito, costituisce un esempio singolare di antiretorica e di scrupolosa indagine umana. Due dati che non è agevole ritrovare nella nostra produzione documentaristica, ancor più quando il tema affrontato è quello della fatica umana (...). De Seta ha raccontato quello che ha visto, che ha vissuto nel periodo di vicinanza con questi uomini semplici ed ha lasciato che le immagini lo documentassero. Vi e una forma scabra, pudica, nel suo modo di dire. E questo costituisce il maggior pregio dell’opera. Tutto ciò che rappresenta il solito e consunto bagaglio folcloristico e turistico del documentario stile “propaganda” è stato messo alla porta (...) Ciò che per altri registi diviene, opportunatamente manipolato, motivo di superficiale cornice, De Seta lo ritrae invece con assoluta aderenza alla realtà. E naturale quindi che il racconto – suddivisibile grosso modo in tre brani principali: l’attesa prima della pesca, la pesca, il ritorno – si avvantaggi in misura notevole di una siffatta autenticità (...) Si riguardi, per esempio, l’uso del sonoro che nel dialetto non ha cercato un motivo intellettualistico o peggio ancora un modo snobistico. Cosi l’uso dei canti popolari che accompagnano l’azione. Elementi entrambi che intervengono al momento giusto e che danno evidenza all’indagine giornalistica condotta con somma serietà. Concludendo, una prova molto interessante che ci da motivo di sperare e puntare con buone probabilità sul giovane De Seta” (Claudio Bertieri, in Cinema, n.156, 10 dicembre 1955).

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ISOLE DI FUOCO Italia, 1955, colore, 35mm cinepanoramico, 11’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta Aiuto registi: Vera Gherarducci, Fabio Ridolfi Produzione: Reportfilm s.r.l. e Vittorio De Seta

Primo premio per il documentario al festival di Cannes, 1955 Girato nel 1954 alle isole Eolie, durante una delle più violente eruzioni dello Stromboli. In Isole di fuoco “i tuoni, il mare in tempesta, quelli che sono fuori con la barca, i bimbi e i vecchi nelle case, il sole al tramonto, il canto religioso di una donna, i panni stesi e il contrappunto violento e le colate di lava finiscono nello scampanio dell’alba e nel canto popolare che accompagna il ritorno sereno, del mare tranquillo, della partenza dei pescatori, dei vecchi e dei bimbi che ritornano ai vecchi lavori” (Giampaolo Bernagozzi, Il cinema corto, Florence, La casa Usher, 1979)

CONTADINI DEL MARE Italia, 1955, 35 mm, colore, Ferraniacolor, Cinemascope, 10’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta

Produzione e distribuzione: Astra Cinematografica

Primo premio per il documentario al Festival di Mannheim, 1956 La pesca del tonno. “Vittorio De Seta ha realizzato in Sicilia un gruppo di documentari in cinemascope, la cui principale caratteristica é l’assenza di ogni commento sia parlato che musicale. Ne deriva il vantaggio che lo spettatore non e costretto ad ascoltare le piatte esposizioni dello speaker, e a sentire la consueta musica composta in quattro e quattr’otto da musicisti mestieranti. Ma accanto a questi vantaggi, nell’accorgimento di De Seta e insito un pericolo, quello di cadere nella retorica dell’antiretorica(...) Contadini del mare descrive un’ennesima volta la pesca del tonno mediante il caratteristico sistema usato in Sicilia. Le

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esclamazioni e i canti dei pescatori e il rumore dell’acqua sostituiscono ogni altra forma di commento sonoro. Il cortometraggio e nel complesso convenzionale: tuttavia le immagini finali (la sera, a pesca terminata, le barche si avviano verso casa trainata da un motoscafo che riempie l’aria con il rumore sordo del suo motore) evocano un senso di pace e di bellezza. (Tom Granich in Cinema nuovo n.74, 10 gennaio 1956)

PASTORI DI ORGOSOLO

Italia, 1958, 35mm, colore, Ferraniacolor, panoramico., 11’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta

Produzione: Le pleiadi Produzioni Cinematografiche s.r.l.

Genziana d’argento al Festival internazionale della montagna e dell’esplorazione “Citta di Trento”, 1958 La vita quotidiana dei pastori del Supramonte a Orgosolo, in Sardegna, in provincia di Nuoro.

ORE 17.00 CASA DEL CINEMA Largo Marcello Mastroianni 1 Roma - 06 42360

DIARO DI UN MAESTRO Italia, 1973, 16 mm colori, 135’

(versione cinematografica)

Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: dal libro “Un anno a Pietralata” di Albino Bernardini - Collaboratore alla sceneggiatura per gli aspetti pedagogici: Francesco Tonucci

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Fotografia: Luciano Tovoli - Musiche: Fiorenzo Carpi - Montaggio: Cleofe Conversi - Suono in presa diretta: Antonio Girgioni - Segretario di edizione: Jobst Grapow - Interpreti: Bruno Cirino (il maestro d’Angelo), Marisa Fabbri, Mico Cundari, - Tullio Altamura e i ragazzi Massimo Bonini,

Luciano Del Croce, Romano di Mascio - Giorgio Mennuni, Franco Munzi, Sergio Remo Tamasco, Franco Tomasso - Amadeo Traversetti, Giancarlo Valente, Sergio Valente, Marco Veneto Produzione: Rai Radiotelevisione Italiana, Bavaria Film, Miro Film

Bruno D’Angelo, un giovane maestro d’origine napoletana, fresco di nomina, assume l’incarico in una scuola del Tiburtino, un quartiere periferico di Roma. Gli viene affidata la classe più scomoda e difficile, una quinta formata da ragazzi svogliati e tutt’altro che docili, molti di quali repetenti. Il maestro non si lascia scoraggiare dalle apparenze e inizia un dialogo con i ragazzi. S’informa delle loro abitudini, delle loro case, delle loro famiglie. Scopre cosi che molti ragazzi non frequentano la scuola in quanto preferiscono dedicarsi ad un’altra attività, alcune delle quali pericolose. Il maestro intende recuperare alla scuola tutti gli assenti: va in ogni casa a parlare con i genitori e alla fine riesce nell’intento. Naturalmente, un comportamento del genere urta la suscettibilità degli altri insegnanti e soprattutto quella del direttore. Le iniziative del maestro d’Angelo vengono definite troppo personali e in disaccordo con i metodi tradizionali. Tutto ciò contribuisce pero a rendere sempre più saldo il legame fra d’Angelo e i ragazzi. Anche i più turbolenti hanno capito che il maestro difende gli scolari e che il suo insegnamento e valido a tutti gli effetti. Secondo il direttore, pero, la classe in quelle condizioni non potrà superare gli esami. Il maestro allora se ne va, annunciando che non si sente di restare un solo momento di più in quella scuola. D’Angelo passa qualche giorno in famiglia, in un ambiente sereno che li consente di riflettere con calma su quanto e accaduto. Finché si rende conto delle responsabilità che si è assunto e comprende quanto sia importante l’opera iniziata e quanto affetto egli nutra per i suoi ragazzi. Non può, in effetti, abbandonare l’una ne rinunciare agli altri e decide perciò di riprendere il suo posto a scuola

ORE 19.15 CASA DEL CINEMA Largo Marcello Mastroianni 1 Roma - 06 42360

INTERVENTI E TESTIMONIANZE CON GIANNI AMELIO, LUCIANO TOVOLI, AMICI E COLLABORATORI DI VITTORIO DE SETA

ORE 21.00 CASA DEL CINEMA Largo Marcello Mastroianni 1 Roma - 06 42360

UN UOMO A METÀ Italia, 1966, 35mm b/n, 93’

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Regia: Vittorio De Seta - Cast: Jacques Perrin (Michele), Lea Padovani (Madre di Michele), Ilaria Occhini (Elena) Gianni Garko (Fratello di Michele), Rosemarie Dexter (Marina), Pier Paolo Capponi

(Ugo), Francesca De Seta (Simonetta), Kitty Swan (Ragazza del parco), Anny Degli Uberti - Ivan Rassimov, Renato Montalbano - Soggetto: Vittorio De Seta - Sceneggiatura: Fabio Carpi, Vera Gherarducci, Vittorio De Seta - Montaggio: Fernanda Papa - Scenografia: Vera Gherarducci Fotografia: Dario Di Palma - Musiche: Ennio Morricone - Produzione: Vittorio De Seta

Distribuzione: Dear De Laurentiis - Ricordi Video, B.M.G Video.

Coppa Volpi per l’interpretazione maschile a Jacques Perrin alla XXVII Mostra del cinema di Venezia (1966). Michele, un uomo ancora giovane, vaga per i boschi, incontra la gente felice, uomini e donne che si capiscono, si desiderano e si amano: questo a lui non accade più. Il suo vagabondare ambiguo gli attira i sospetti e le persecuzioni; poi lo sterile interessamento dell'amico Ugo, che lo porta in clinica, dove viene sottoposto a cure energiche, ma senza alcun risultato. Michele, chiuso nei ricordi, tradito da Elena suo ultimo amore, ritorna con la mente al passato nel quale forse sta il segreto del suo vuoto attuale. Rivede così nella fantasia, la fanciullezza infelice e soffre nuovamente dell'incomprensione della madre, austera ed egoista, della prepotenza giovanile del fratello. Rammenta la propria inettitudine verso Marina, che sotto i suoi occhi si concede a suo fratello. Ricorda il corpo inanimato dello stesso dopo l'incidente motociclistico che gli è costato la vita. L'ultima immagine che vive nella sua fantasia sembra finalmente dargli un po' di luce e un motivo di speranza.

LUNEDI 16 GENNAIO

ORE11.00 UNIVERSITÀ ROMA TRE Polo Aule Dams B1, Via Ostiense 133, Roma www.discope.uniroma3.it - 06 57334327

INTERVENTI DI GIORGIO DE VINCENTI, GIANFRANCO PANNONE,

DJIBRIL KEBE E MARZIA METE

PENTEDATTILO - ARTICOLO 23 Episodio di Sguardi del cinema italiano suo diritti umani – All Human Right for All (2008, 5’) Un film collettivo no profit “All Human Rights for All”, promosso dalle Nazioni Unite, per il sessantenario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Il film ha visto una delle sue tappe a Pentedattilo, con l’episodio art.23 girato dal maestro Vittorio De Seta. Fra i registi inoltre Carlo Lizzani, Giovanni Veronesi, Roberta Torre, Pasquale Scimeca, Citto Maselli, Giuseppe Ferrara, Luciano Emmer.

LETTERE DAL SAHARA Italia, 2006, colore, 100

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Regia, soggetto e sceneggiatura: Vittorio de Seta Fotografia: Antonio Grambone -Montagio:

Marzia Mete - Suono: Gianluca Costamagna - Scenografia: Fiorella Cicolina - Musiche: Mario Tronco / L’orchestra di Piazza Vittorio - Prodotto da: Metafilm ASP -Distubuzione: Istituto Luce Interpreti: Djibril Kebe, Paola Ajmone Rondo, Madawass Kebe - Fifi Cisse, Tihierno Ndiaye, Luca

barbeni, Claudia Muzzi, Marco Baliani

Assan e un senegalese naufrago sull’isola di Lampedusa. In meno di sei mesi risale l’Italia passando per Napoli, Prato e Torino, cambiando di volta in volta lavoro. Quando finalmente riesce ad ottenere il permesso di soggiorno, viene quasi linciato in una rissa fuori da una discoteca ed entra in crisi. Decide allora di tornare a Cap Skiring, in Senegal, e una volta tornato al suo villaggio, di fronte alle insistenze del suo vecchio maestro, racconta la sua esperienza. ORE17.00 CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA Via San Francesco di Sales 5, Roma 06 45460501/504 [email protected]

INTERVENTI DI GOFFREDO FOFI, STEFANO GAMBARI E CECILIA MANGINI

LU TEMPU DI LI PISCI SPATA Italia, 1955, colore, 11’

Regia e fotografia: Vittorio De Seta - Aiuto regista: Vera Gherarducci Montaggio: Vittorio De Seta e Luciana Rota - Produzione: Vittorio De Seta

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La pesca del pesce spada nello stretto di Messina. Riprese a Scilla Bagnara (Reggio Calabria), Ganzirri e Faro (Messina) “Il tempo del pesce spada, bene dirlo subito, costituisce un esempio singolare di antiretorica e di scrupolosa indagine umana. Due dati che non è agevole ritrovare nella nostra produzione documentaristica, ancor più quando il tema affrontato è quello della fatica umana (...). De Seta ha raccontato quello che ha visto, che ha vissuto nel periodo di vicinanza con questi uomini semplici ed ha lasciato che le immagini lo documentassero. Vi e una forma scabra, pudica, nel suo modo di dire. E questo costituisce il maggior pregio dell’opera. Tutto ciò che rappresenta il solito e consunto bagaglio folcloristico e turistico del documentario stile “propaganda” è stato messo alla porta (...) Ciò che per altri registi diviene, opportunatamente manipolato, motivo di superficiale cornice, De Seta lo ritrae invece con assoluta aderenza alla realtà. E naturale quindi che il racconto – suddivisibile grosso modo in tre brani principali: l’attesa prima della pesca, la pesca, il ritorno – si avvantaggi in misura notevole di una siffatta autenticità (...) Si riguardi, per esempio, l’uso del sonoro che nel dialetto non ha cercato un motivo intellettualistico o peggio ancora un modo snobistico. Cosi l’uso dei canti popolari che accompagnano l’azione. Elementi entrambi che intervengono al momento giusto e che danno evidenza all’indagine giornalistica condotta con somma serietà. Concludendo, una prova molto interessante che ci da motivo di sperare e puntare con buone probabilità sul giovane De Seta” (Claudio Bertieri, in Cinema, n.156, 10 dicembre 1955)

ISOLE DI FUOCO Italia, 1955, colore, 11’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta Aiuto registi: Vera Gherarducci, Fabio Ridolfi

Produzione: Reportfilm s.r.l. e Vittorio De Seta

Primo premio per il documentario al festival di Cannes, 1955 Girato nel 1954 alle isole Eolie, durante una delle più violente eruzioni dello Stromboli. In Isole di fuoco “i tuoni, il mare in tempesta, quelli che sono fuori con la barca, i bimbi e i vecchi nelle case, il sole al tramonto, il canto religioso di una donna, i panni stesi e il contrappunto violento e le colate di lava finiscono nello scampanio dell’alba e nel canto popolare che accompagna il ritorno sereno, del mare tranquillo, della partenza dei pescatori, dei vecchi e dei bimbi che ritornano ai vecchi lavori” (Giampaolo Bernagozzi, Il cinema corto, Florence, La casa Usher, 1979).

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SURFARARA Italia, 1955, colore, 10’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta Aiuto regista: Luigia Samona’ - Produzione: Vittorio De Seta

Targa d’Argento al Premio David di Donatello 1956-57 Il lavoro spossante e pericoloso dei minatori delle zolfatare siciliane. Riprese a Trabia, Tallarita, Riesi, Sommatino (Caltanissetta). “Surfarara é l’epopea dei lavoratori delle miniere di zolfo. Lavoro ingrato e difficilissimo: De Seta é riuscito a cogliere nelle immagini del suo film, l’ingratitudine e la pesantezza del lavoro di questi uomini: lavoro arido, effettuato in disastrose condizioni igieniche e materiali, senza uno spiraglio di luce e di aria, laggiù, a decine e decine di metri nel sottosuolo” (Tom Granich, in Cinema Nuovo, n.108, 1 giugno 1957) “Le riprese dal vero a 500 metri di profondità, il canto che si arricchisce di annotazioni didascaliche, i primi piani delle ruote dentate del carello che discende, le voci di chi entra in miniera, il rumore assordante nei cunicoli sotterranei trovano slarghi di scanzioni cinematografica nella contrapposizione degli esterni immersi nel sole. Le strade ritmate dagli zoccoli dei muli, le donne che lavano, le vecchie che stendono, le giovani in nero, le bimbe che ricamano e il canto preparano la dissolvenza che ci porta in miniera, nel caos del martello pneumatico, nel pallido chiarore dei torsi nudi e nell’improvviso silenzio della paura in cui giostrano i primi piani dei volti tesi nell’angoscia dell’attesa e del pericolo, per poi uscire ancora in esterno, col sole infuocato del tramonto, con la gente, e con gli animali in controluce accompagnati dalla lontananza di un canto. (Giampaolo Bernagozzi, in Cinema Corto, cit.)

PASQUA IN SICILIA Italia, 1955, colore 11’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta - Aiuto regista: Luigi Samonā

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Noce d’oro: Premio Duno (Giorgio Borgato, 1957) Processioni e festeggiamenti religiosi pasquali nelle zone di San Fratello (Messina), Delia (Caltanissetta) e Aidone (Enna). “In Pasqua in Sicilia (...) le processioni da Messina a Caltanissetta sono sottolineate da brani cinematografici in cui il narrativo predomina sull’intuitivo anche se si vorrebbe sottolineare un sentimento di immediata e commossa partecipazione (...) Le sacre rappresentazioni riconducono a certe ancestrali paure cui danno spazio e corpo gli incappucciati, i soldati romani, gli armigeri attorno alla crocifissione di Cristo che si aprirà ancora sulla festa di una miseria fatta di maschere e palloni colorati. Quasi a cancellare il solito rituale delle donne in nero nell’altrettanto solito controluce” (Giampaolo Bernagozzi, in Il Cinema Corto, cit.)

PARABOLA D’ORO Italia 1955, colore, 10’

Regia, fotografia, montaggio: Vittorio De Seta

Produzione e Distribuzione: Astra Cinematografica

La raccolta del grano nell’interno della Sicilia. Come recitano i titoli di testa, e “la parabola del raccolto, dove si mieta e si trebbia col mulo, col vento e col sudore” “A Scilla, nelle miniere di Trebbia, nelle tonnare, a Stromboli, e soprattutto nell’entroterra, realizzando Parabola d’Oro, avevo trascorso lunghe ore con i contadini, i pescatori, gli zolfatari, i lavoratori siciliani. Ravvedevo in loro una condizione umana sofferente ed essenzialmente drammatica, ma purtroppo il ritmo del lavoro imposto dalle circostanze m’impediva di soffermarmi, di approfondire quella situazione. (...) Nella realizzazione dei miei cortometraggi ho cercato sempre di condizionare le esigenze della ripresa tecnica all’esigenza della genuinità e della spontaneità. Man mano che perfezionavo la mia tecnica, tendevo a influire sempre meno sulla realtà da riprendere ad approfittare sempre più dello svolgimento naturale dell’azione, cercando di fare passare inosservata la presenza della macchina da presa. Se dovevo riprendere dei pescatori che dormivano aspettavo che dormissero sul serio. Se mi occorrevano scene di mietitura, invitavo i mietitori a continuare il loro lavoro come se nulla fosse. Non pretendevo che si disponessero in un certo modo per usufruire di una luce favorevole o per comporre un’inquadratura migliore. Se l’avessi fatto, avrei sacrificato la naturalezza e la verosomiglianza all’esigenza formale. Quest’ultima del resto, non doveva necessariamente essere sacrificata. (Vittorio De Seta, “La mafia e i contadini”, in Cinema nuovo n.95, 1 dicembre 1956)

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PESCHERECCI Italia, 1958, colore 10’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta - Produzione : Vittorio De Seta

Premio per il Documentario Artistico al III Festival Internazionale di Montevideo, 1958 Con i pescatori siciliani di Lampedusa nel canale di Sicilia. “Come documentarista, ma soprattutto come uomo innamorato del mio mestiere, non mi ero mai molto curato dei disagi. E cosi avevo passato lunghe notti invernali vicino al cratere dello Stromboli in eruzione e , sempre d’inverno, avevo passato dodici giorni in un peschereccio sballottato dalla tempesta a sud di Lampedusa. (...) Per me, nei documentari l’ispirazione nasceva da una continua presenza e vigilanza, da una mimetizzazione completa con l’ambiente.” (Vittorio De Seta, in La Fiera del Cinema n.12, 1960)

UN GIORNO IN BARBAGIA Italia, 1958, colore, 10’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta - Aiuto regista: Vera Gherarducci Produzione: Le pleiadi Produzioni Cinematografiche s.r.l.

Premio per il film artistico al Gran Premio Bergamo, 1958

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La vita quotidiana degli uomini e delle donne nella zona di Nuoro in Sardegna. Riprese effettuate a Orgosolo, Oliena, Ollolai. Le tre opere presentate a “Il Gran Premio Bergamo” (Pescherecci, Pastori di Orgosolo, Un giorno in Barbagia) confermano che Vittorio De Seta occupa oggi una posizione di punta nella folta schiera dei documentaristi italiani, e che la fiducia riposta nel regista é pienamente giustificata, perché egli ha ormai raggiunto una tale maturità artistica da poter essere collocato, senza timori, nel ristretto numero dei veri autori di cinema. Nell’attuale panorama del documentario italiano, sempre più dominato da fattori commerciali che annullano o avviliscono ogni sincero sforzo di nuove ricerche, i risultati cui e giunto De Seta costituiscono perciò un’eccezione che considerata e apprezzata in tutto il suo valore di rottura (...) Pastori di Orgosolo e, a nostro avviso, un’opera pienamente riuscita. L’asprezza del paesaggio isolano entro cui si svolge, come fuori da un tempo umano in una cadenza mitica, la vita nomade dei pastori, e di una bellezza indimenticabile. L’autore ha saputo esprimere tutti i rapporti umani che legano il pastore alla terra senza concessioni al facile folklore, e con una sobrietà e purezza di toni che danno la misura e il senso di una calda e sofferta partecipazione emotiva (...) Una umanità che acquista più valore nelle piccole cose piuttosto che nelle grandi annotazioni, come dimostra Un giorno in Barbagia, un’opera tenue, dal ritmo quasi spezzato, tutta giocata sulla semplicità di una ripresa che vuole cogliere il tipico ed evitare l’eccezionale. Non ci si può infine dimenticare di osservare come De Seta dimostri di possedere un rigoroso gusto figurativo, nel taglio stesso delle inquadrature e nella composizione interna del quadro. Un gusto nel quale l’autore per fortuna non indugia, che non diventa perciò calligrafismo, e che testimonia di una valida preparazione culturale la quale potrà essere alla base di opere impegnative se il regista vorrà un giorno tentare il lungometraggio” (Giovanni Leto, “Vittorio De Seta”, 1958 circa, fonte e data precisa non reperite).

I DIMENTICATI Italia, 1959, colore,17’

Regia: Vittorio De Seta - Fotografia:Vittorio De Seta

Montaggio: Fernanda Papa - Produzione: Vittorio De Seta

Il paese di Alessandria del Carretto, in Calabria, è destinato ad essere dimenticato e a scomparire. La costruzione della strada che seguendo il profilo della montagna avrebbe dovuto portare dalle sue pendici, lungo i vari paesi, fino al paese in cima, appunto Alessandria, è stata interrotta anni prima. Adesso ad un certo punto il camion che trasporta le merci è costretto a fermarsi e il carico deve essere trasferito a dorso di mulo. Gli animali devono attraversare boschi, guadare fiumi e arrampicarsi lungo pareti di roccia prima di giungere al paese. Isolato da tutto e senza comunicazioni durante tutto l'inverno, i suoi 1600

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abitanti all'arrivo della primavera fanno una grande festa per salutare la bella stagione. Come vuole una tradizione millenaria, all'alba i taglialegna "maestri d'ascia" salgono sul monte ed abbattono un grosso abete, poi tutti gli uomini, insieme, lo trascinano con grande sforzo fino nel paese. Le donne e i più giovani vanno incontro alla carovana preparandosi al divertimento.. Ci sarà l'albero della cuccagna e una sagra in cui le donne venderanno oggetti e cibo e tutto il paese scongiurerà così la durezza dell'inverno appena trascorso.

MARTEDI 17 GENNAIO

ORE15.00 SCUOLA PROVINCIALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA G.M. VOLONTE Via Greve 61, Roma - [email protected]

INTERVENTI DI LUCIANO TOVOLI E COSTANZA QUATRIGLIO

DIARO DI UN MAESTRO

versione televisiva - puntate 1 e 2 - Italia, colore, 1973

Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: dal libro “Un anno a Pietralata” di Albino Bernardini - Collaboratore alla sceneggiatura per gli aspetti pedagogici: Francesco Tonucci

Fotografia: Luciano Tovoli - Musiche: Fiorenzo Carpi - Montaggio: Cleofe Conversi - Suono in presa diretta: Antonio Girgioni - Segretario di edizione: Jobst Grapow - Interpreti: Bruno Cirino (il maestro d’Angelo), Marisa Fabbri, Mico Cundari, Tullio Altamura e i ragazzi Massimo Bonini,

Luciano Del Croce, Romano di Mascio, Giorgio Mennuni Franco Munzi, Sergio Remo Tamasco, Franco Tomasso, Amadeo Traversetti, Giancarlo Valente, Sergio Valente, Marco Veneto - Produzione: Rai Radiotelevisione Italiana, Bavaria Film, Miro Film

Bruno D’Angelo, un giovane maestro d’origine napoletana, fresco di nomina, assume l’incarico in una scuola del Tiburtino, un quartiere periferico di Roma. Gli viene affidata la classe più scomoda e difficile, una quinta formata da ragazzi svogliati e tutt’altro che docili, molti di quali repetenti. Il maestro non si lascia scoraggiare dalle apparenze e inizia un dialogo con i ragazzi. S’informa delle loro abitudini, delle loro case, delle loro famiglie. Scopre cosi che molti ragazzi non frequentano la scuola in quanto preferiscono dedicarsi ad un’altra attività, alcune delle quali pericolose. Il maestro intende recuperare alla scuola tutti gli assenti: va in ogni casa a parlare con i genitori e alla fine riesce nell’intento. Naturalmente, un comportamento del genere urta la suscettibilità degli altri insegnanti e soprattutto quella del direttore. Le iniziative del maestro d’Angelo vengono definite troppo

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personali e in disaccordo con i metodi tradizionali. Tutto ciò contribuisce pero a rendere sempre più saldo il legame fra d’Angelo e i ragazzi. Anche i più turbolenti hanno capito che il maestro difende gli scolari e che il suo insegnamento e valido a tutti gli effetti. Secondo il direttore, pero, la classe in quelle condizioni non potrà superare gli esami. Il maestro allora se ne va, annunciando che non si sente di restare un solo momento di più in quella scuola. D’Angelo passa qualche giorno in famiglia, in un ambiente sereno che li consente di riflettere con calma su quanto e accaduto. Finché si rende conto delle responsabilità che si è assunto e comprende quanto sia importante l’opera iniziata e quanto affetto egli nutra per i suoi ragazzi. Non può, in effetti, abbandonare l’una ne rinunciare agli altri e decide perciò di riprendere il suo posto a scuola.

ORE19.00 BIBLIOTECA ENNIO FLAIANO via Monte Ruggero 30, Roma - 06 45460431 [email protected]

INTERVENTI DI MARIO SESTI E RAFFAELE LACAPRIA

INTERVISTA A VITTORIO DE SETA di Lorenzo Buccello (17’)

BANDITI A ORGOSOLO Italia, 1960, b/n. 98’

Regia: Vittorio De Seta - Con: Michele Cossu, Giuseppe 'Peppeddu' Cuccu, Peppeddu Cossu, Vittorina Pisano - Soggetto e sceneggiatura: Vera Gherarducci, Vittorio De Seta - Fotografia: Vittorio De Seta - Luciano Tovoli - Musiche Valentino Bucchi dirette da Franco Ferrara Montaggio: Jolanda Benvenuti - Costumi: Marilù Carteny - Aiuto Regia: Vera Gherarducci

Michele Cossu e il fratello Giuseppe sono intenti al pascolo di un gregge. Tre banditi che hanno rubato alcuni maiali si fermano nella capanna del pastore. Michele vorrebbe che i tre si allontanassero al più presto, quando sopraggiunge una pattuglia di Carabinieri che ha uno scontro a fuoco con i briganti. Un milite viene colpito e perde la vita. Michele fugge per non esser incolpato come complice dei tre. Essendo stato spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti, egli cerca di raggiungere con il gregge una zona dove spera che la legge non riesca a raggiungerlo, ma durante il percorso le pecore muoiono. Oramai ha perduto ogni cosa, deve far fronte a numerosi debiti, non sa come risolvere la difficile situazione nella quale si trova. Allora aggredisce un altro pastore, lo tramortisce e gli porta via le bestie. Egli si è comportato alla stessa maniera di chi gli ha fatto del male. Il pastore derubato, urla all'indirizzo di Michele che si vendicherà, ovunque egli possa andare a nascondersi.

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ORE 21.00 KINO via Perugia 34, Roma www.ilkino.it - [email protected] 06 96525810 - 366 4571726

LU TEMPU DI LI PISCI SPATA Italia, 1955, colore, 11’

Regia e fotografia: Vittorio De Seta - Aiuto regista: Vera Gherarducci Montaggio: Vittorio De Seta e Luciana Rota - Produzione: Vittorio De Seta

La pesca del pesce spada nello stretto di Messina. Riprese a Scilla Bagnara (Reggio Calabria), Ganzirri e Faro (Messina) “Il tempo del pesce spada, bene dirlo subito, costituisce un esempio singolare di antiretorica e di scrupolosa indagine umana. Due dati che non è agevole ritrovare nella nostra produzione documentaristica, ancor più quando il tema affrontato è quello della fatica umana (...). De Seta ha raccontato quello che ha visto, che ha vissuto nel periodo di vicinanza con questi uomini semplici ed ha lasciato che le immagini lo documentassero. Vi e una forma scabra, pudica, nel suo modo di dire. E questo costituisce il maggior pregio dell’opera. Tutto ciò che rappresenta il solito e consunto bagaglio folcloristico e turistico del documentario stile “propaganda” è stato messo alla porta (...) Ciò che per altri registi diviene, opportunatamente manipolato, motivo di superficiale cornice, De Seta lo ritrae invece con assoluta aderenza alla realtà. E naturale quindi che il racconto - suddivisibile grosso modo in tre brani principali: l’attesa prima della pesca, la pesca, il ritorno - si avvantaggi in misura notevole di una siffatta autenticità (...) Si riguardi, per esempio, l’uso del sonoro che nel dialetto non ha cercato un motivo intellettualistico o peggio ancora un modo snobistico. Cosi l’uso dei canti popolari che accompagnano l’azione. Elementi entrambi che intervengono al momento giusto e che danno evidenza all’indagine giornalistica condotta con somma serietà. Concludendo, una prova molto interessante che ci da motivo di sperare e puntare con buone probabilità sul giovane De Seta” (Claudio Bertieri, in Cinema, n.156, 10 dicembre 1955)

ORE 21.00 KINO via Perugia 34, Roma www.ilkino.it - [email protected] 06 96525810 - 366 4571726

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ISOLE DI FUOCO Italia, 1955, colore, 11’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta - Aiuto registi: Vera Gherarducci, Fabio Ridolfi Produzione: Reportfilm s.r.l. e Vittorio De Seta

Primo premio per il documentario al festival di Cannes, 1955 Girato nel 1954 alle isole Eolie, durante una delle più violente eruzioni dello Stromboli. In Isole di fuoco “i tuoni, il mare in tempesta, quelli che sono fuori con la barca, i bimbi e i vecchi nelle case, il sole al tramonto, il canto religioso di una donna, i panni stesi e il contrappunto violento e le colate di lava finiscono nello scampanio dell’alba e nel canto popolare che accompagna il ritorno sereno, del mare tranquillo, della partenza dei pescatori, dei vecchi e dei bimbi che ritornano ai vecchi lavori” (Giampaolo Bernagozzi, Il cinema corto, Florence, La casa Usher, 1979).

MERCOLEDI 18 GENNAIO ORE15.00 SCUOLA PROVINCIALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA G.M. VOLONTE Via Greve 61, Roma - [email protected]

DIARO DI UN MAESTRO versione televisiva - puntate 3 e 4

Italia, 1973

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Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: dal libro “Un anno a Pietralata” di Albino Bernardini - Collaboratore alla sceneggiatura per gli aspetti pedagogici: Francesco Tonucci Fotografia: Luciano Tovoli - Musiche: Fiorenzo Carpi - Montaggio: Cleofe Conversi - Suono in presa diretta: Antonio Girgioni - Segretario di edizione: Jobst Grapow - Interpreti: Bruno Cirino (il maestro d’Angelo), Marisa Fabbri, Mico Cundari, Tullio Altamura e i ragazzi Massimo Bonini, Luciano Del Croce, Romano di Mascio, Giorgio Mennuni Franco Munzi, Sergio Remo Tamasco,

Franco Tomasso, Amadeo Traversetti Giancarlo Valente, Sergio Valente, Marco Veneto Produzione: Rai Radiotelevisione Italiana, Bavaria Film, Miro Film

Bruno D’Angelo, un giovane maestro d’origine napoletana, fresco di nomina, assume l’incarico in una scuola del Tiburtino, un quartiere periferico di Roma. Gli viene affidata la classe più scomoda e difficile, una quinta formata da ragazzi svogliati e tutt’altro che docili, molti di quali repetenti. Il maestro non si lascia scoraggiare dalle apparenze e inizia un dialogo con i ragazzi. S’informa delle loro abitudini, delle loro case, delle loro famiglie. Scopre cosi che molti ragazzi non frequentano la scuola in quanto preferiscono dedicarsi ad un’altra attività, alcune delle quali pericolose. Il maestro intende recuperare alla scuola tutti gli assenti: va in ogni casa a parlare con i genitori e alla fine riesce nell’intento. Naturalmente, un comportamento del genere urta la suscettibilità degli altri insegnanti e soprattutto quella del direttore. Le iniziative del maestro d’Angelo vengono definite troppo personali e in disaccordo con i metodi tradizionali. Tutto ciò contribuisce pero a rendere sempre più saldo il legame fra d’Angelo e i ragazzi. Anche i più turbolenti hanno capito che il maestro difende gli scolari e che il suo insegnamento e valido a tutti gli effetti. Secondo il direttore, pero, la classe in quelle condizioni non potrà superare gli esami. Il maestro allora se ne va, annunciando che non si sente di restare un solo momento di più in quella scuola. D’Angelo passa qualche giorno in famiglia, in un ambiente sereno che li consente di riflettere con calma su quanto e accaduto. Finché si rende conto delle responsabilità che si è assunto e comprende quanto sia importante l’opera iniziata e quanto affetto egli nutra per i suoi ragazzi. Non può, in effetti, abbandonare l’una ne rinunciare agli altri e decide perciò di riprendere il suo posto a scuola

ORE 21.00 KINO via Perugia 34, Roma www.ilkino.it - [email protected] 06 96525810 - 366 4571726

SURFARARA Italia, 1955, colore, 10’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta Aiuto regista: Luigia Samona’ - Produzione: Vittorio De Seta

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Targa d’Argento al Premio David di Donatello 1956-57 Il lavoro spossante e pericoloso dei minatori delle zolfatare siciliane. Riprese a Trabia, Tallarita, Riesi, Sommatino (Caltanissetta). “Surfarara é l’epopea dei lavoratori delle miniere di zolfo. Lavoro ingrato e difficilissimo: De Seta é riuscito a cogliere nelle immagini del suo film, l’ingratitudine e la pesantezza del lavoro di questi uomini: lavoro arido, effettuato in disastrose condizioni igieniche e materiali, senza uno spiraglio di luce e di aria, laggiù, a decine e decine di metri nel sottosuolo” (Tom Granich, in Cinema Nuovo, n.108, 1 giugno 1957) “Le riprese dal vero a 500 metri di profondità, il canto che si arricchisce di annotazioni didascaliche, i primi piani delle ruote dentate del carello che discende, le voci di chi entra in miniera, il rumore assordante nei cunicoli sotterranei trovano slarghi di scanzioni cinematografica nella contrapposizione degli esterni immersi nel sole. Le strade ritmate dagli zoccoli dei muli, le donne che lavano, le vecchie che stendono, le giovani in nero, le bimbe che ricamano e il canto preparano la dissolvenza che ci porta in miniera, nel caos del martello pneumatico, nel pallido chiarore dei torsi nudi e nell’improvviso silenzio della paura in cui giostrano i primi piani dei volti tesi nell’angoscia dell’attesa e del pericolo, per poi uscire ancora in esterno, col sole infuocato del tramonto, con la gente, e con gli animali in controluce accompagnati dalla lontananza di un canto. (Giampaolo Bernagozzi, in Cinema Corto, cit.).

L’INVITEE/L’INVITATA Italia/Francia 1969, colori, 90’

Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta -Soggetto: Tonino Guerra Lucile Lacks - Fotografia: Luciano Tovoli - Interpreti: Joanna Shimkus (Anna), Michel Piccoli (Francois) Jacques Perrin

(Marito di Anna), Paul Barge, Lorna Heilbron, Jacques Rispal Clotilde Joano. - Produzione: Cormons Film, Opera Film (Paris)

Gran Premio Ocic 1970 Una giovane donna, Anna, riceve la visita inaspettata di una ragazza straniera che accompagna suo marito al ritorno da un viaggio in Inghilterra. Anna si accorge che fra i due esiste una relazione sentimentale e fugge via, rifugiandosi nello studio di François, l’architetto con cui lavora. L’uomo sta partendo da Parigi per raggiungere la moglie al mare,

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nel sud della Francia: dopo un momento di confusa indecisione, Anna accetta di accompagnarlo nel viaggio. Nasce cosi l’occasione per una nuova inaspettata intimità, che non viene spinta da François oltre certi limiti. Ma infine il sentimento d’intesa che si stabilisce tra i due porta a uno scambio di tenerezza e di amore. L’arrivo alla casa sul mare ripropone la medesima situazione di partenza, solo che questa volta e Anna ad avere il ruolo di ospite inattesa.

ORE 23.00 KINO via Perugia 34, Roma www.ilkino.it - [email protected] 06 96525810 - 366 4571726

PASQUA IN SICILIA Italia, 1955, colore, 11’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta - Aiuto regista: Luigi Samonā

Noce d’oro: Premio Duno (Giorgio Borgato, 1957) Processioni e festeggiamenti religiosi pasquali nelle zone di San Fratello (Messina), Delia (Caltanissetta) e Aidone (Enna). “In Pasqua in Sicilia (...) le processioni da Messina a Caltanissetta sono sottolineate da brani cinematografici in cui il narrativo predomina sull’intuitivo anche se si vorrebbe sottolineare un sentimento di immediata e commossa partecipazione (...) Le sacre rappresentazioni riconducono a certe ancestrali paure cui danno spazio e corpo gli incappucciati, i soldati romani, gli armigeri attorno alla crocifissione di Cristo che si aprirà ancora sulla festa di una miseria fatta di maschere e palloni colorati. Quasi a cancellare il solito rituale delle donne in nero nell’altrettanto solito controluce” (Giampaolo Bernagozzi, in Il Cinema Corto, cit.).

L’INVITEE/L’INVITATA Italia/Francia 1969, colori, 90’

Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: Tonino Guerra Lucile Lacks - Fotografia: Luciano Tovoli - Interpreti: Joanna Shimkus (Anna), Michel Piccoli (Francois) -Jacques Perrin (Marito di Anna), Paul Barge, Lorna Heilbron, Jacques Rispal -Clotilde Joano. - Produzione:

Cormons Film, Opera Film (Paris)

Gran Premio Ocic 1970 Una giovane donna, Anna, riceve la visita inaspettata di una ragazza straniera che accompagna suo marito al ritorno da un viaggio in Inghilterra. Anna si accorge che fra i due esiste una relazione sentimentale e fugge via, rifugiandosi nello studio di François, l’architetto

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con cui lavora. L’uomo sta partendo da Parigi per raggiungere la moglie al mare, nel sud della Francia: dopo un momento di confusa indecisione, Anna accetta di accompagnarlo nel viaggio. Nasce cosi l’occasione per una nuova inaspettata intimità, che non viene spinta da François oltre certi limiti. Ma infine il sentimento d’intesa che si stabilisce tra i due porta a uno scambio di tenerezza e di amore. L’arrivo alla casa sul mare ripropone la medesima situazione di partenza, solo che questa volta e Anna ad avere il ruolo di ospite inattesa.

GIOVEDI 19 GENNAIO

ORE 08.30 - 11.00 UNIVERSITÀ ROMA TRE Polo Aule Dams B1, Via Ostiense 133, Roma www.discope.uniroma3.it - 06 57334327

DOCUMENTARI DI IL MONDO PERDUTO

INTERVENTI DI IVELISE PERNIOLA E MARCO GAZZANO

LU TEMPU DI LI PISCI SPATA Italia, 1955, colore, 11’

Regia e fotografia: Vittorio De Seta - Aiuto regista: Vera Gherarducci Montaggio: Vittorio De Seta e Luciana Rota - Produzione: Vittorio De Seta

La pesca del pesce spada nello stretto di Messina. Riprese a Scilla Bagnara (Reggio Calabria), Ganzirri e Faro (Messina) “Il tempo del pesce spada, bene dirlo subito, costituisce un esempio singolare di antiretorica e di scrupolosa indagine umana. Due dati che non è agevole ritrovare nella nostra produzione documentaristica, ancor più quando il tema affrontato è quello della fatica umana (...). De Seta ha raccontato quello che ha visto, che ha vissuto nel periodo di vicinanza con questi uomini semplici ed ha lasciato che le immagini lo documentassero. Vi e una forma scabra, pudica, nel suo modo di dire. E questo costituisce il maggior pregio dell’opera. Tutto ciò che rappresenta il solito e consunto bagaglio folcloristico e turistico del documentario stile “propaganda” è stato messo alla porta (...) Ciò che per altri registi diviene, opportunatamente manipolato, motivo di superficiale cornice, De Seta lo ritrae invece con assoluta aderenza alla realtà. E naturale quindi che il racconto -

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suddivisibile grosso modo in tre brani principali: l’attesa prima della pesca, la pesca, il ritorno – si avvantaggi in misura notevole di una siffatta autenticità (...) Si riguardi, per esempio, l’uso del sonoro che nel dialetto non ha cercato un motivo intellettualistico o peggio ancora un modo snobistico. Cosi l’uso dei canti popolari che accompagnano l’azione. Elementi entrambi che intervengono al momento giusto e che danno evidenza all’indagine giornalistica condotta con somma serietà. Concludendo, una prova molto interessante che ci da motivo di sperare e puntare con buone probabilità sul giovane De Seta” (Claudio Bertieri, in Cinema, n.156, 10 dicembre 1955).

ISOLE DI FUOCO Italia, 1955, colore,, 11’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta

Aiuto registi: Vera Gherarducci, Fabio Ridolfi - Produzione: Reportfilm s.r.l. e Vittorio De Seta

Primo premio per il documentario al festival di Cannes, 1955 Girato nel 1954 alle isole Eolie, durante una delle più violente eruzioni dello Stromboli. In Isole di fuoco “i tuoni, il mare in tempesta, quelli che sono fuori con la barca, i bimbi e i vecchi nelle case, il sole al tramonto, il canto religioso di una donna, i panni stesi e il contrappunto violento e le colate di lava finiscono nello scampanio dell’alba e nel canto popolare che accompagna il ritorno sereno, del mare tranquillo, della partenza dei pescatori, dei vecchi e dei bimbi che ritornano ai vecchi lavori” (Giampaolo Bernagozzi, Il cinema corto, Florence, La casa Usher, 1979).

SURFARARA Italia, 1955,colore, 10’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta

Aiuto regista: Luigia Samona’ - Produzione: Vittorio De Seta

Page 21: SABATO 14 GENNAIO - Piccolo Apollo · DIARO DI UN MAESTRO Italia, 1973, 16 mm colori, 135’ (versione cinematografica) Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: dal libro

Targa d’Argento al Premio David di Donatello 1956-57 Il lavoro spossante e pericoloso dei minatori delle zolfatare siciliane. Riprese a Trabia, Tallarita, Riesi, Sommatino (Caltanissetta). “Surfarara é l’epopea dei lavoratori delle miniere di zolfo. Lavoro ingrato e difficilissimo: De Seta é riuscito a cogliere nelle immagini del suo film, l’ingratitudine e la pesantezza del lavoro di questi uomini: lavoro arido, effettuato in disastrose condizioni igieniche e materiali, senza uno spiraglio di luce e di aria, laggiù, a decine e decine di metri nel sottosuolo” (Tom Granich, in Cinema Nuovo, n.108, 1 giugno 1957) “Le riprese dal vero a 500 metri di profondità, il canto che si arricchisce di annotazioni didascaliche, i primi piani delle ruote dentate del carello che discende, le voci di chi entra in miniera, il rumore assordante nei cunicoli sotterranei trovano slarghi di scanzioni cinematografica nella contrapposizione degli esterni immersi nel sole. Le strade ritmate dagli zoccoli dei muli, le donne che lavano, le vecchie che stendono, le giovani in nero, le bimbe che ricamano e il canto preparano la dissolvenza che ci porta in miniera, nel caos del martello pneumatico, nel pallido chiarore dei torsi nudi e nell’improvviso silenzio della paura in cui giostrano i primi piani dei volti tesi nell’angoscia dell’attesa e del pericolo, per poi uscire ancora in esterno, col sole infuocato del tramonto, con la gente, e con gli animali in controluce accompagnati dalla lontananza di un canto. (Giampaolo Bernagozzi, in Cinema Corto, cit.).

PASQUA IN SICILIA Italia, 1955, colore 11’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta -Aiuto regista: Luigi Samonā

Noce d’oro: Premio Duno (Giorgio Borgato, 1957) Processioni e festeggiamenti religiosi pasquali nelle zone di San Fratello (Messina), Delia (Caltanissetta) e Aidone (Enna). “In Pasqua in Sicilia (...) le processioni da Messina a Caltanissetta sono sottolineate da brani cinematografici in cui il narrativo predomina sull’intuitivo anche se si vorrebbe sottolineare un sentimento di immediata e commossa partecipazione (...) Le sacre rappresentazioni riconducono a certe ancestrali paure cui danno spazio e corpo gli incappucciati, i soldati romani, gli armigeri attorno alla crocifissione di Cristo che si aprirà ancora sulla festa di una miseria fatta di maschere e palloni colorati. Quasi a cancellare il solito rituale delle donne in nero nell’altrettanto solito controluce” (Giampaolo Bernagozzi, in Il Cinema Corto, cit.).

Page 22: SABATO 14 GENNAIO - Piccolo Apollo · DIARO DI UN MAESTRO Italia, 1973, 16 mm colori, 135’ (versione cinematografica) Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: dal libro

PARABOLA D’ORO Italia 1955, colore, 10’

Regia, fotografia, montaggio: Vittorio De Seta Produzione e Distribuzione: Astra Cinematografica

La raccolta del grano nell’interno della Sicilia. Come recitano i titoli di testa, e “la parabola del raccolto, dove si mieta e si trebbia col mulo, col vento e col sudore” A Scilla, nelle miniere di Trebbia, nelle tonnare, a Stromboli, e soprattutto nell’entroterra, realizzando Parabola d’Oro, avevo trascorso lunghe ore con i contadini, i pescatori, gli zolfatari, i lavoratori siciliani. Ravvedevo in loro una condizione umana sofferente ed essenzialmente drammatica, ma purtroppo il ritmo del lavoro imposto dalle circostanze m’impediva di soffermarmi, di approfondire quella situazione (...) Nella realizzazione dei miei cortometraggi ho cercato sempre di condizionare le esigenze della ripresa tecnica all’esigenza della genuinità e della spontaneità. Man mano che perfezionavo la mia tecnica, tendevo a influire sempre meno sulla realtà da riprendere ad approfittare sempre più dello svolgimento naturale dell’azione, cercando di fare passare inosservata la presenza della macchina da presa. Se dovevo riprendere dei pescatori che dormivano aspettavo che dormissero sul serio. Se mi occorrevano scene di mietitura, invitavo i mietitori a continuare il loro lavoro come se nulla fosse. Non pretendevo che si disponessero in un certo modo per usufruire di una luce favorevole o per comporre un’inquadratura migliore. Se l’avessi fatto, avrei sacrificato la naturalezza e la verosomiglianza all’esigenza formale. Quest’ultima del resto, non doveva necessariamente essere sacrificata. (Vittorio De Seta, “La mafia e i contadini”, in Cinema nuovo n.95, 1 dicembre 1956).

PESCHERECCI Italia, 1958, colore, 10’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta - Produzione : Vittorio De Seta

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Premio per il Documentario Artistico al III Festival Internazionale di Montevideo, 1958. Con i pescatori siciliani di Lampedusa nel canale di Sicilia. “Come documentarista, ma soprattutto come uomo innamorato del mio mestiere, non mi ero mai molto curato dei disagi. E cosi avevo passato lunghe notti invernali vicino al cratere dello Stromboli in eruzione e , sempre d’inverno, avevo passato dodici giorni in un peschereccio sballottato dalla tempesta a sud di Lampedusa. (...) Per me, nei documentari l’ispirazione nasceva da una continua presenza e vigilanza, da una mimetizzazione completa con l’ambiente.” (Vittorio De Seta, in La Fiera del Cinema n.12, 1960).

UN GIORNO IN BARBAGIA Italia, 1958, colore 10’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta - Aiuto regista: Vera Gherarducci Produzione: Le pleiadi Produzioni Cinematografiche s.r.l.

Premio per il film artistico al Gran Premio Bergamo, 1958 La vita quotidiana degli uomini e delle donne nella zona di Nuoro in Sardegna. Riprese effettuate a Orgosolo, Oliena, Ollolai. Le tre opere presentate a “Il Gran Premio Bergamo” (Pescherecci, Pastori di Orgosolo, Un giorno in Barbagia) confermano che Vittorio De Seta occupa oggi una posizione di punta nella folta schiera dei documentaristi italiani, e che la fiducia riposta nel regista é pienamente giustificata, perché egli ha ormai raggiunto una tale maturità artistica da poter essere collocato, senza timori, nel ristretto numero dei veri autori di cinema. Nell’attuale panorama del documentario italiano, sempre più dominato da fattori commerciali che annullano o avviliscono ogni sincero sforzo di nuove ricerche, i risultati cui e giunto De Seta costituiscono perciò un’eccezione che considerata e apprezzata in tutto il suo valore di rottura (...) Pastori di Orgosolo è, a nostro avviso, un’opera pienamente riuscita. L’asprezza del paesaggio isolano entro cui si svolge, come fuori da un tempo umano in una cadenza mitica, la vita nomade dei pastori, e di una bellezza indimenticabile. L’autore ha saputo esprimere tutti i rapporti umani che legano il pastore alla terra senza concessioni al facile folklore, e con una sobrietà e purezza di toni che danno la misura e il senso di una calda e sofferta partecipazione emotiva (...) Una umanità che acquista più valore nelle piccole cose piuttosto che nelle grandi annotazioni, come dimostra Un giorno in Barbagia, un’opera tenue, dal ritmo quasi spezzato, tutta giocata sulla semplicità di una ripresa che vuole cogliere il tipico ed evitare l’eccezionale. Non ci si può infine dimenticare di osservare come De Seta dimostri di possedere un rigoroso gusto figurativo, nel taglio stesso delle inquadrature e nella composizione interna del quadro. Un gusto nel quale l’autore per fortuna non indugia, che non diventa perciò

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calligrafismo, e che testimonia di una valida preparazione culturale la quale potrà essere alla base di opere impegnative se il regista vorrà un giorno tentare il lungometraggio” (Giovanni Leto, “Vittorio De Seta”, 1958 circa, fonte e data precisa non reperite).

I DIMENTICATI Italia, 1959, colore, 17’

Regia: Vittorio De Seta - Fotografia:Vittorio De Seta Montaggio: Fernanda Papa - Produzione: Vittorio De Seta

Il paese di Alessandria del Carretto, in Calabria, è destinato ad essere dimenticato e a scomparire. La costruzione della strada che seguendo il profilo della montagna avrebbe dovuto portare dalle sue pendici, lungo i vari paesi, fino al paese in cima, appunto Alessandria, è stata interrotta anni prima. Adesso ad un certo punto il camion che trasporta le merci è costretto a fermarsi e il carico deve essere trasferito a dorso di mulo. Gli animali devono attraversare boschi, guadare fiumi e arrampicarsi lungo pareti di roccia prima di giungere al paese. Isolato da tutto e senza comunicazioni durante tutto l'inverno, i suoi 1600 abitanti all'arrivo della primavera fanno una grande festa per salutare la bella stagione. Come vuole una tradizione millenaria, all'alba i taglialegna "maestri d'ascia" salgono sul monte ed abbattono un grosso abete, poi tutti gli uomini, insieme, lo trascinano con grande sforzo fino nel paese. Le donne e i più giovani vanno incontro alla carovana preparandosi al divertimento.. Ci sarà l'albero della cuccagna e una sagra in cui le donne venderanno oggetti e cibo e tutto il paese scongiurerà così la durezza dell'inverno appena trascorso.

ORE18.00 ARCHIVIO AUDIVISIVO del Movimento Operaio e Democratico Aamod: Via Ostiense 106, Roma - 06 57289551 - www.aamod.it - [email protected]

BANDITI A ORGOSOLO Italia, 1960, b/n. 98’

Page 25: SABATO 14 GENNAIO - Piccolo Apollo · DIARO DI UN MAESTRO Italia, 1973, 16 mm colori, 135’ (versione cinematografica) Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: dal libro

Regia: Vittorio De Seta Con: Michele Cossu, Giuseppe 'Peppeddu' Cuccu, Peppeddu Cossu, Vittorina Pisano - Soggetto e sceneggiatura: Vera Gherarducci, Vittorio De Seta - Fotografia: Vittorio De Seta - Luciano Tovoli - Musiche Valentino Bucchi dirette da Franco Ferrara Montaggio:

Jolanda Benvenuti - Costumi: Marilù Carteny - Aiuto Regia: Vera Gherarducci Michele Cossu e il fratello Giuseppe sono intenti al pascolo di un gregge. Tre banditi che hanno rubato alcuni maiali si fermano nella capanna del pastore. Michele vorrebbe che i tre si allontanassero al più presto, quando sopraggiunge una pattuglia di Carabinieri che ha uno scontro a fuoco con i briganti. Un milite viene colpito e perde la vita. Michele fugge per non esser incolpato come complice dei tre. Essendo stato spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti, egli cerca di raggiungere con il gregge una zona dove spera che la legge non riesca a raggiungerlo, ma durante il percorso le pecore muoiono. Oramai ha perduto ogni cosa, deve far fronte a numerosi debiti, non sa come risolvere la difficile situazione nella quale si trova. Allora aggredisce un altro pastore, lo tramortisce e gli porta via le bestie. Egli si è comportato alla stessa maniera di chi gli ha fatto del male. Il pastore derubato, urla all'indirizzo di Michele che si vendicherà, ovunque egli possa andare a nascondersi.

INTERVENTI DI PAOLO ISAJA, MARIA PIA MELANDRI E CECILIA MANGINI

TORNARE A ORGOSOLO Italia, 1997, colore, 33’

un filmstudio di: Paolo Isaja, Maria Pia Melandri - testimonianza: Vittorio De Seta

partecipazione in campo: Gente di Orgosolo - assistenza: Mauro Pepe - produzione e realizzazione: Paolo Isaja, Maria Pia Melandri (Cinema Ricerca) - riprese: Orgosolo (Sardegna) 1996 - edizione: Cinema Ricerca, Roma 1997

L'occasione del ritorno a Orgosolo di Vittorio De Seta - per una manifestazione organizzata in suo onore per festeggiare il 35° anniversario del film Banditi a Orgosolo - è stata colta al volo per un nuovo filmstudio del programma MemoriaCinema di Paolo Isaja e Maria Pia Melandri. La piccola telecamera che pedina costantemente De Seta nel suo ritorno in Sardegna ci permette di partecipare ai suoi incontri con la gente, anche quelli a carattere privato in cui le grosse telecamere delle tv non sono ammesse. Ci fa salire con lui al Supramonte per ritrovare i luoghi delle estenuanti riprese dei documentari e del film (d'inverno con la neve abbondante, d'estate a temperature infernali...). Da qui la possibilità di conoscere in dettaglio quella particolare esperienza che vide un autore di cinema coprodurre con la gente del luogo un film che, in definitiva, è stato la proiezione diretta della vita e della cultura di questi ultimi. Dall'attenta ricostruzione delle dinamiche instauratesi a suo tempo fra De Seta e la gente di Orgosolo, il filmstudio diviene progressivamente anche analisi antropologica della diacronia storica orgolese, nel raccogliere le testimonianze di coloro che, protagonisti del film, furono tali anche nelle difficili condizioni di vita di allora e si offrono oggi quali osservatori disincantati della realtà orgolese contemporanea. ORE 21.00 KINO via Perugia 34, Roma www.ilkino.it - [email protected] 06 96525810 - 366 4571726

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CONTADINI DEL MARE Italia, 1955, colore, 10’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta

Produzione e distribuzione: Astra Cinematografica

Primo premio per il documentario al Festival di Mannheim, 1956.

La pesca del tonno. “Vittorio De Seta ha realizzato in Sicilia un gruppo di documentari in cinemascope, la cui principale caratteristica é l’assenza di ogni commento sia parlato che musicale. Ne deriva il vantaggio che lo spettatore non e costretto ad ascoltare le piatte esposizioni dello speaker, e a sentire la consueta musica composta in quattro e quattr’otto da musicisti mestieranti. Ma accanto a questi vantaggi, nell’accorgimento di De Seta e insito un pericolo, quello di cadere nella retorica dell’antiretorica(...) Contadini del mare descrive un’ennesima volta la pesca del tonno mediante il caratteristico sistema usato in Sicilia. Le esclamazioni e i canti dei pescatori e il rumore dell’acqua sostituiscono ogni altra forma di commento sonoro. Il cortometraggio e nel complesso convenzionale: tuttavia le immagini finali (la sera, a pesca terminata, le barche si avviano verso casa trainata da un motoscafo che riempie l’aria con il rumore sordo del suo motore) evocano un senso di pace e di bellezza. (Tom Granich in Cinema nuovo n.74, 10 gennaio 1956) ORE 23.00 KINO via Perugia 34, Roma www.ilkino.it - [email protected] 06 96525810 - 366 4571726

PARABOLA D’ORO Italia 1955, colore, 10’

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Regia, fotografia, montaggio: Vittorio De Seta Produzione e Distribuzione: Astra Cinematografica

La raccolta del grano nell’interno della Sicilia. Come recitano i titoli di testa, e “la parabola del raccolto, dove si mieta e si trebbia col mulo, col vento e col sudore” “A Scilla, nelle miniere di Trebbia, nelle tonnare, a Stromboli, e soprattutto nell’entroterra, realizzando Parabola d’Oro, avevo trascorso lunghe ore con i contadini, i pescatori, gli zolfatari, i lavoratori siciliani. Ravvedevo in loro una condizione umana sofferente ed essenzialmente drammatica, ma purtroppo il ritmo del lavoro imposto dalle circostanze m’impediva di soffermarmi, di approfondire quella situazione. (...) Nella realizzazione dei miei cortometraggi ho cercato sempre di condizionare le esigenze della ripresa tecnica all’esigenza della genuinità e della spontaneità. Man mano che perfezionavo la mia tecnica, tendevo a influire sempre meno sulla realtà da riprendere ad approfittare sempre più dello svolgimento naturale dell’azione, cercando di fare passare inosservata la presenza della macchina da presa. Se dovevo riprendere dei pescatori che dormivano aspettavo che dormissero sul serio. Se mi occorrevano scene di mietitura, invitavo i mietitori a continuare il loro lavoro come se nulla fosse. Non pretendevo che si disponessero in un certo modo per usufruire di una luce favorevole o per comporre un’inquadratura migliore. Se l’avessi fatto, avrei sacrificato la naturalezza e la verosomiglianza all’esigenza formale. Quest’ultima del resto, non doveva necessariamente essere sacrificata. (Vittorio De Seta, “La mafia e i contadini”, in Cinema nuovo n.95, 1 dicembre 1956).

ORE 21.00 DETOUR Via Urbana 107, Roma - 06 474 7874 www.cinedetour.it - [email protected]

INTERVENTI DI EDOARDO ZACCAGNINI E NICOLA CORDONO

UN UOMO A METÀ Italia, 1966, b/n, 93’

Regia: Vittorio De Seta - Cast: Jacques Perrin (Michele), Lea Padovani (Madre di Michele), Ilaria Occhini (Elena) Gianni Garko (Fratello di Michele), Rosemarie Dexter (Marina), Pier Paolo Capponi (Ugo), Francesca De Seta (Simonetta), Kitty Swan (Ragazza del parco), Anny Degli Uberti Ivan

Rassimov, Renato Montalbano - Soggetto: Vittorio De Seta - Sceneggiatura: Fabio Carpi, Vera Gherarducci, Vittorio De Seta - Montaggio: Fernanda Papa - Scenografia: Vera Gherarducci Fotografia: Dario Di Palma - Musiche: Ennio Morricone - Produzione: Vittorio De Seta

Distribuzione: Dear De Laurentiis - Ricordi Video, B.M.G Video.

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Coppa Volpi per l’interpretazione maschile a Jacques Perrin alla XXVII Mostra del cinema di Venezia (1966). Michele, un uomo ancora giovane, vaga per i boschi, incontra la gente felice, uomini e donne che si capiscono, si desiderano e si amano: questo a lui non accade più. Il suo vagabondare ambiguo gli attira i sospetti e le persecuzioni; poi lo sterile interessamento dell'amico Ugo, che lo porta in clinica, dove viene sottoposto a cure energiche, ma senza alcun risultato. Michele, chiuso nei ricordi, tradito da Elena suo ultimo amore, ritorna con la mente al passato nel quale forse sta il segreto del suo vuoto attuale. Rivede così nella fantasia, la fanciullezza infelice e soffre nuovamente dell'incomprensione della madre, austera ed egoista, della prepotenza giovanile del fratello. Rammenta la propria inettitudine verso Marina, che sotto i suoi occhi si concede a suo fratello. Ricorda il corpo inanimato dello stesso dopo l'incidente motociclistico che gli è costato la vita. L'ultima immagine che vive nella sua fantasia sembra finalmente dargli un po' di luce e un motivo di speranza. ORE19.00 CASA DELLE TRADUZIONI via degli Avignonesi 32, Roma 06 45430235 /45460720

INTERVISTA A VITTORIO DE SETA di Lorenzo Bucello (17’)

QUANDO LA SCUOLA CAMBIA puntata 2: Tutti i cittadini sono uguali senza distinzioni di lingua, 56’

Italia, 1978,

Regia, sceneggiatura e montaggio: Vittorio De Seta - Fotografia: Luciano Tovoli - Collaboratrice al montaggio: Elisabetta Innocenzi - Suono: Mario Dallimonti - Aiuto regista: Francesca De Seta Consulente: Francesco Tonucci - Segreteria di edizione: Donata Gallo - Missaggio: Fausto

Ancillai, Adriano Taloni - Inserti Fotografici: Luisa Di Gaetano - Produzione: Lori Film s.r.l. per Rai Radiotelevisione Italiana

Tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di lingua è dedicato alla figura del maestro Carmine De Padova che a San Marzano di san Giuseppe (vicino a Taranto) riesce a mantenere in vita le tradizioni albanesi (il paese e una delle isole linguistiche esistenti in Italia) e conduce a casa un doposcuola a cui partecipano vecchi e giovanissimi.

VENERDI 20 GENNAIO

ORE17.00 BIBLIOTECA GUGLIELMO MARCONI via Gerolamo Cardano 135, Roma - 06 45460301 [email protected]

INTERVENTI DI ADRIANO APRA, LUCIANA MARINANGELI E ILARIA OCCHINI

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INTERVISTA A VITTORIO DE SETA di Lorenzo Bucello (17’)

UN UOMO A METÀ Italia, 1966, b/n, 93’

Regia: Vittorio De Seta - Cast: Jacques Perrin (Michele), Lea Padovani (Madre di Michele), Ilaria Occhini (Elena) Gianni Garko (Fratello di Michele), Rosemarie Dexter (Marina), Pier Paolo Capponi (Ugo), Francesca De Seta (Simonetta), Kitty Swan (Ragazza del parco), Anny Degli Uberti Ivan

Rassimov, Renato Montalbano - Soggetto: Vittorio De Seta - Sceneggiatura: Fabio Carpi, Vera Gherarducci, Vittorio De Seta - Montaggio: Fernanda Papa - Scenografia: Vera Gherarducci Fotografia: Dario Di Palma - Musiche: Ennio Morricone - Produzione: Vittorio De Seta

Distribuzione: Dear De Laurentiis – Ricordi Video, B.M.G Video.

Coppa Volpi per l’interpretazione maschile a Jacques Perrin alla XXVII Mostra del cinema di Venezia (1966). Michele, un uomo ancora giovane, vaga per i boschi, incontra la gente felice, uomini e donne che si capiscono, si desiderano e si amano: questo a lui non accade più. Il suo vagabondare ambiguo gli attira i sospetti e le persecuzioni; poi lo sterile interessamento dell'amico Ugo, che lo porta in clinica, dove viene sottoposto a cure energiche, ma senza alcun risultato. Michele, chiuso nei ricordi, tradito da Elena suo ultimo amore, ritorna con la mente al passato nel quale forse sta il segreto del suo vuoto attuale. Rivede così nella fantasia, la fanciullezza infelice e soffre nuovamente dell'incomprensione della madre, austera ed egoista, della prepotenza giovanile del fratello. Rammenta la propria inettitudine verso Marina, che sotto i suoi occhi si concede a suo fratello. Ricorda il corpo inanimato dello stesso dopo l'incidente motociclistico che gli è costato la vita. L'ultima immagine che vive nella sua fantasia sembra finalmente dargli un po' di luce e un motivo di speranza. ORE 19.00 BIBLIOTECA VACCHERIA NARDI via della Grotta di Gregna 27, Roma - 06 45460301 [email protected]

INTERVENTI DI MARCO LODOLI E GIOVANNI D’ALFONSO

DIARO DI UN MAESTRO versione cinematografica Italia, 1973, colori, 135’

Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: dal libro “Un anno a Pietralata” di Albino Bernardini - Collaboratore alla sceneggiatura per gli aspetti pedagogici: Francesco Tonucci

Fotografia: Luciano Tovoli - Musiche: Fiorenzo Carpi - Montaggio: Cleofe Conversi - Suono in presa diretta: Antonio Girgioni - Segretario di edizione: Jobst Grapow - Interpreti: Bruno Cirino (il

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maestro d’Angelo), Marisa Fabbri, Mico Cundari, Tullio Altamura e i ragazzi Massimo Bonini, Luciano Del Croce, Romano di Mascio, Giorgio Mennuni, Franco Munzi, Sergio Remo Tamasco, Franco Tomasso Amadeo Traversetti, Giancarlo Valente, Sergio Valente, Marco Veneto

Produzione: Rai Radiotelevisione Italiana, Bavaria Film, Miro Film

Bruno D’Angelo, un giovane maestro d’origine napoletana, fresco di nomina, assume l’incarico in una scuola del Tiburtino, un quartiere periferico di Roma. Gli viene affidata la classe più scomoda e difficile, una quinta formata da ragazzi svogliati e tutt’altro che docili, molti di quali repetenti. Il maestro non si lascia scoraggiare dalle apparenze e inizia un dialogo con i ragazzi. S’informa delle loro abitudini, delle loro case, delle loro famiglie. Scopre cosi che molti ragazzi non frequentano la scuola in quanto preferiscono dedicarsi ad un’altra attività, alcune delle quali pericolose. Il maestro intende recuperare alla scuola tutti gli assenti: va in ogni casa a parlare con i genitori e alla fine riesce nell’intento. Naturalmente, un comportamento del genere urta la suscettibilità degli altri insegnanti e soprattutto quella del direttore. Le iniziative del maestro d’Angelo vengono definite troppo personali e in disaccordo con i metodi tradizionali. Tutto ciò contribuisce pero a rendere sempre più saldo il legame fra d’Angelo e i ragazzi. Anche i più turbolenti hanno capito che il maestro difende gli scolari e che il suo insegnamento e valido a tutti gli effetti. Secondo il direttore, pero, la classe in quelle condizioni non potrà superare gli esami. Il maestro allora se ne va, annunciando che non si sente di restare un solo momento di più in quella scuola. D’Angelo passa qualche giorno in famiglia, in un ambiente sereno che li consente di riflettere con calma su quanto e accaduto. Finché si rende conto delle responsabilità che si è assunto e comprende quanto sia importante l’opera iniziata e quanto affetto egli nutra per i suoi ragazzi. Non può, in effetti, abbandonare l’una ne rinunciare agli altri e decide perciò di riprendere il suo posto a scuola. ORE 21.00 DETOUR Via Urbana 107, Roma - 06 474 7874 www.cinedetour.it - [email protected]

INTERVENTI DI MARZIA METE E DJIBRIL KEBE,

ROBERTO TORELLI, N. CORDONE

LETTERE DAL SAHARA Italia,2006, colore, 100’

Regia, soggetto e sceneggiatura: Vittorio de Seta Fotografia: Antonio Grambone - Montagio:

Marzia Mete - Suono: Gianluca Costamagna - Scenografia: Fiorella Cicolina - Musiche: Mario

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Tronco/ L’orchestra di Piazza Vittorio - Prodotto da: Metafilm ASP - Distubuzione: Istituto Luce Interpreti: Djibril Kebe - Paola Ajmone Rondo - Madawass Kebe Fifi Cisse - Tihierno Ndiaye - Luca barbeni - Claudia Muzzi, Marco Baliani

Assan e un senegalese naufrago sull’isola di Lampedusa. In meno di sei mesi risale l’Italia passando per Napoli, Prato e Torino, cambiando di volta in volta lavoro. Quando finalmente riesce ad ottenere il permesso di soggiorno, viene quasi linciato in una rissa fuori da una discoteca ed entra in crisi. Decide allora di tornare a Cap Skiring, in Senegal, e una volta tornato al suo villaggio, di fronte alle insistenze del suo vecchio maestro, racconta la sua esperienza.

PENTEDATTILO - ARTICOLO 23 Episodio da Sguardi del cinema italiano sui diritti umani

All Human Rights For All 2008 (5’) Un film collettivo no profit “All Human Rights for All”, promosso dalle Nazioni Unite, per il sessantenario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Il film ha visto una delle sue tappe a Pentedattilo, con l’episodio art.23 girato dal maestro Vittorio De Seta. Fra i registi inoltre Carlo Lizzani, Giovanni Veronesi, Roberta Torre, Pasquale Scimeca, Citto Maselli, Giuseppe Ferrara, Luciano Emmer. ORE 21.00 KINO via Perugia 34, Roma www.ilkino.it - [email protected] 06 96525810 - 366 4571726

PESCHERECCI Italia, 1958, colore, 10’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta

Produzione: Vittorio De Seta

Premio per il Documentario Artistico al III Festival Internazionale di Montevideo, 1958 Con i pescatori siciliani di Lampedusa nel canale di Sicilia. “Come documentarista, ma soprattutto come uomo innamorato del mio mestiere, non mi ero mai molto curato dei disagi. E cosi avevo passato lunghe notti invernali vicino al cratere dello Stromboli in eruzione e , sempre d’inverno, avevo passato dodici giorni in un peschereccio sballottato dalla tempesta a sud di Lampedusa. (...) Per me, nei documentari

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l’ispirazione nasceva da una continua presenza e vigilanza, da una mimetizzazione completa con l’ambiente.” (Vittorio De Seta, in La Fiera del Cinema n.12, 1960). ORE 23.00 KINO via Perugia 34, Roma www.ilkino.it - [email protected] 06 96525810 - 366 4571726

PASTORI DI ORGOSOLO

Italia, 1958, colore, 11

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta Produzione: Le pleiadi Produzioni Cinematografiche s.r.l.

Genziana d’argento al Festival internazionale della montagna e dell’esplorazione “Citta di Trento”, 1958. La vita quotidiana dei pastori del Supramonte a Orgosolo, in Sardegna, in provincia di Nuoro.

SABATO 21 GENNAIO ORE 16.00 MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE Piazza S.Egidio 1b, Roma - tel: 06 5813717 [email protected]

FUORI ORARIO

PRESENTA

NOTTE DE SETA CON INTERVENTI DI

ENRICO GHEZZI E CIRO GIORGINI

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ORE 16.30 BIBLIOTECA BORGHESIANA Largo Monreale snc, Roma 06 45460361- 45460360 [email protected]

DIARO DI UN MAESTRO versione cinematografica Italia, 1973, colori, 135’

Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: dal libro “Un anno a Pietralata” di Albino Bernardini - Collaboratore alla sceneggiatura per gli aspetti pedagogici: Francesco Tonucci

Fotografia: Luciano Tovoli - Musiche: Fiorenzo Carpi - Montaggio: Cleofe Conversi - Suono in presa diretta: Antonio Girgioni - Segretario di edizione: Jobst Grapow - Interpreti: Bruno Cirino (il maestro d’Angelo), Marisa Fabbri, Mico Cundari, Tullio Altamura e i ragazzi Massimo Bonini,

Luciano Del Croce, Romano di Mascio, Giorgio Mennuni, Franco Munzi, Sergio Remo Tamasco, Franco Tomasso Amadeo Traversetti, Giancarlo Valente, Sergio Valente, Marco Veneto Produzione: Rai Radiotelevisione Italiana, Bavaria Film, Miro Film

Bruno D’Angelo, un giovane maestro d’origine napoletana, fresco di nomina, assume l’incarico in una scuola del Tiburtino, un quartiere periferico di Roma. Gli viene affidata la classe più scomoda e difficile, una quinta formata da ragazzi svogliati e tutt’altro che docili, molti di quali repetenti. Il maestro non si lascia scoraggiare dalle apparenze e inizia un dialogo con i ragazzi. S’informa delle loro abitudini, delle loro case, delle loro famiglie. Scopre cosi che molti ragazzi non frequentano la scuola in quanto preferiscono dedicarsi ad un’altra attività, alcune delle quali pericolose. Il maestro intende recuperare alla scuola tutti gli assenti: va in ogni casa a parlare con i genitori e alla fine riesce nell’intento. Naturalmente, un comportamento del genere urta la suscettibilità degli altri insegnanti e soprattutto quella del direttore. Le iniziative del maestro d’Angelo vengono definite troppo personali e in disaccordo con i metodi tradizionali. Tutto ciò contribuisce pero a rendere sempre più saldo il legame fra d’Angelo e i ragazzi. Anche i più turbolenti hanno capito che il maestro difende gli scolari e che il suo insegnamento e valido a tutti gli effetti. Secondo il direttore, pero, la classe in quelle condizioni non potrà superare gli esami. Il maestro allora se ne va, annunciando che non si sente di restare un solo momento di più in quella scuola. D’Angelo passa qualche giorno in famiglia, in un ambiente sereno che li consente di riflettere con calma su quanto e accaduto. Finché si rende conto delle responsabilità che si è assunto e comprende quanto sia importante l’opera iniziata e quanto affetto egli nutra per i suoi ragazzi. Non può, in effetti, abbandonare l’una ne rinunciare agli altri e decide perciò di riprendere il suo posto a scuola.

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ORE 21.00 DETOUR via Urbana 107, Roma - 06 474 7874 www.cinedetour.it - [email protected]

LA CALABRIA DI VITTORIO DE SETA INTERVENTI DI

EUGENIO ATTANASIO, GIANLUCA CURTI, NICOLA CORDONE

LU TEMPU DI LI PISCI SPATA Italia, 1955, colore, 11’

Regia e fotografia: Vittorio De Seta - Aiuto regista: Vera Gherarducci Montaggio: Vittorio De Seta e Luciana Rota - Produzione: Vittorio De Seta

La pesca del pesce spada nello stretto di Messina. Riprese a Scilla Bagnara (Reggio Calabria), Ganzirri e Faro (Messina) “Il tempo del pesce spada, bene dirlo subito, costituisce un esempio singolare di antiretorica e di scrupolosa indagine umana. Due dati che non è agevole ritrovare nella nostra produzione documentaristica, ancor più quando il tema affrontato è quello della fatica umana (...). De Seta ha raccontato quello che ha visto, che ha vissuto nel periodo di vicinanza con questi uomini semplici ed ha lasciato che le immagini lo documentassero. Vi e una forma scabra, pudica, nel suo modo di dire. E questo costituisce il maggior pregio dell’opera. Tutto ciò che rappresenta il solito e consunto bagaglio folcloristico e turistico del documentario stile “propaganda” è stato messo alla porta (...) Ciò che per altri registi diviene, opportunatamente manipolato, motivo di superficiale cornice, De Seta lo ritrae invece con assoluta aderenza alla realtà. E naturale quindi che il racconto – suddivisibile grosso modo in tre brani principali: l’attesa prima della pesca, la pesca, il ritorno – si avvantaggi in misura notevole di una siffatta autenticità (...) Si riguardi, per esempio, l’uso del sonoro che nel dialetto non ha cercato un motivo intellettualistico o peggio ancora un modo snobistico. Cosi l’uso dei canti popolari che accompagnano l’azione. Elementi entrambi che intervengono al momento giusto e che danno evidenza all’indagine giornalistica condotta con somma serietà. Concludendo, una prova molto interessante che ci da motivo di sperare e puntare con buone probabilità sul giovane De Seta” (Claudio Bertieri, in Cinema, n.156, 10 dicembre 1955).

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I DIMENTICATI Italia, 1959, colore, 17’

Regia: Vittorio De Seta - Fotografia:Vittorio De Seta Montaggio: Fernanda Papa – Produzione: Vittorio De Seta

Il paese di Alessandria del Carretto, in Calabria, è destinato ad essere dimenticato e a scomparire. La costruzione della strada che seguendo il profilo della montagna avrebbe dovuto portare dalle sue pendici, lungo i vari paesi, fino al paese in cima, appunto Alessandria, è stata interrotta anni prima. Adesso ad un certo punto il camion che trasporta le merci è costretto a fermarsi e il carico deve essere trasferito a dorso di mulo. Gli animali devono attraversare boschi, guadare fiumi e arrampicarsi lungo pareti di roccia prima di giungere al paese. Isolato da tutto e senza comunicazioni durante tutto l'inverno, i suoi 1600 abitanti all'arrivo della primavera fanno una grande festa per salutare la bella stagione. Come vuole una tradizione millenaria, all'alba i taglialegna "maestri d'ascia" salgono sul monte ed abbattono un grosso abete, poi tutti gli uomini, insieme, lo trascinano con grande sforzo fino nel paese. Le donne e i più giovani vanno incontro alla carovana preparandosi al divertimento.. Ci sarà l'albero della cuccagna e una sagra in cui le donne venderanno oggetti e cibo e tutto il paese scongiurerà così la durezza dell'inverno appena trascorso.

IN CALABRIA Italia, 1993,coorel, 83’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta - Assistente alla fotografia: Giovanni Secchi Assistente al montaggio: Elisabetta Innocenzi - Produzione: Rai Uno, Circuito Cinquestelle, LoriFilm

“In Calabria segna l’atteso ritorno di Vittorio De Seta. Ritiratosi nella sua tenuta di Sillia Marina sulle rive dello Ionio calabrese da circa dieci anni, De Seta per nascita siciliana, dedica alla sua terra d’adozione un film completo, terminato dopo diciotto mesi di duro lavoro. Perfezionista dell’immagine, attentissimo al valore di ogni singola inquadratura, ha setacciato tutti i luoghi più rappresentativi della regione calabrese. Lo spunto viene da una ricerca sulla musica e le tradizioni popolare, ma il campo dell’inchiesta si amplia fino a ricercare le sacche di resistenza di una cultura contadina, ancora fortemente radicata a dei valori umani. Storia dell’uomo prima e dopo l’industrializzazione, In Calabria guarda alla civiltà industriale dal punto di vista di un paese del mondo “secondo” o “terzo”. Smentendo e capovolgendo i luoghi comuni della montante campagna denigratoria sul Sud e la sua gente. E mentre la piccola troupe del film viaggia per i sentieri di una terra dove la “modernizzazione e stata la grande speranza delusa”, davanti all’obiettivo della macchina da presa scorrono i “volti di persone che vivono ancora all’origine dei tempi”.

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(Dal catalogo del XXXXIV Festival dei Popoli, Firenze, novembre 1993).

MELISSA 48/99 di E.Attanasio e G.Scarfo

Italia 1999, b/n, 46’ (estratto 8‘)

Regia: Eugenio Attanasio, Giovanni Scarfò - Soggetto e sceneggiatura: Eugenio Attanasio, Giovanni Scarfò - Direttore della fotografia: Riccardo Grassetti a.i.c. -Fonico: Adriano Grassetti - Montaggio:Vittore Ferrara - Con: Maurizio Comito, Andrea Borrelli, Paolo Turrà e l'amichevole

partecipazione di Vittorio De Seta e la popolazione di Melissa - Produzione: Cineteca della Calabria, Kutronifilmproductions

Durante le lotte per l'occupazione delle terre, il 30 0ttobre 1949, la polizia spara sui braccianti a Fragalà, nel comune di Melissa, in Calabria. Muoiono Angelina Mauro, Raffaele Nigro e Giovanni Zito. La drammatica conclusione di questi eventi spinse il Parlamento ad approvare la riforma fondiaria pochi mesi dopo e ispirò artisti , scrittori e uomini di cinema. Questo film, girato sulla base di interviste e testimonianze raccolte a Melissa, è stato liberamente ispirato alla sceneggiatura di Corrado Alvaro, Basilio Franchina, Fortunato Seminara e Giuseppe De Santis. Pertanto le storie dei personaggi immaginari qui raccontati si intersecano con la ricostruzione dei fatti per come avvennero. Come risulta dalla didascalia iniziale, il film, girato in bianco e nero, sulle lotte contadine del '49 in Calabria, è liberamente ispirato alla sceneggiatura del film che De Santis avrebbe voluto girare. In effetti il film è ricco di citazioni: dal Pirandello dei Sei Personaggi in cerca d'autore (i personaggi creati da de Santis che da cinquant'anni aspettano di essere ripresi dalla m.d.p. del Maestro), al Pasolini di Accattone e Mamma Roma, a Vittorio De Seta che interpretando se stesso dà alcuni consigli ai due autori, nonché registi, Attanasio e Scarfò. Dopo una prima parte spiccatamente autoriflessiva, in cui vediamo i registi scegliere le locations e gli attori, e giocata sull'ironia, la seconda parte, in cui vengono narrati "i fatti di Melissa", è caratterizzata da un'aria più drammatica che viene sottolineata dalla scelta della musica, Vivaldi e Bach, apparentemente in contrasto con il documentario nel quale ci si sarebbe aspettata una musica più legata al territorio. In realtà la parte della fiction risulta essere altamente emotiva grazie anche alle scelte musicali operate dagli autori. K.C. ORE 21.00 KINO via Perugia 34, Roma www.ilkino.it - [email protected] 06 96525810 - 366 4571726

UN GIORNO IN BARBAGIA Italia, 1958, colore, 10’

Regia, fotografia e montaggio: Vittorio De Seta - Aiuto regista: Vera Gherarducci Produzione: Le pleiadi Produzioni Cinematografiche s.r.l.

Premio per il film artistico al Gran Premio Bergamo, 1958 La vita quotidiana degli uomini e delle donne nella zona di Nuoro in Sardegna. Riprese effettuate a Orgosolo, Oliena, Ollolai. Le tre opere presentate a “Il Gran Premio Bergamo” (Pescherecci, Pastori di Orgosolo, Un giorno in Barbagia) confermano che Vittorio De Seta occupa oggi una posizione di punta nella folta schiera dei documentaristi italiani, e che la fiducia riposta nel regista é pienamente giustificata, perché egli ha ormai raggiunto una tale maturità artistica da poter

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essere collocato, senza timori, nel ristretto numero dei veri autori di cinema. Nell’attuale panorama del documentario italiano, sempre più dominato da fattori commerciali che annullano o avviliscono ogni sincero sforzo di nuove ricerche, i risultati cui e giunto De Seta costituiscono perciò un’eccezione che considerata e apprezzata in tutto il suo valore di rottura (...) Pastori di Orgosolo e, a nostro avviso, un’opera pienamente riuscita. L’asprezza del paesaggio isolano entro cui si svolge, come fuori da un tempo umano in una cadenza mitica, la vita nomade dei pastori, e di una bellezza indimenticabile. L’autore ha saputo esprimere tutti i rapporti umani che legano il pastore alla terra senza concessioni al facile folklore, e con una sobrietà e purezza di toni che danno la misura e il senso di una calda e sofferta partecipazione emotiva (...) Una umanità che acquista più valore nelle piccole cose piuttosto che nelle grandi annotazioni, come dimostra Un giorno in Barbagia, un’opera tenue, dal ritmo quasi spezzato, tutta giocata sulla semplicità di una ripresa che vuole cogliere il tipico ed evitare l’eccezionale. Non ci si può infine dimenticare di osservare come De Seta dimostri di possedere un rigoroso gusto figurativo, nel taglio stesso delle inquadrature e nella composizione interna del quadro. Un gusto nel quale l’autore per fortuna non indugia, che non diventa perciò calligrafismo, e che testimonia di una valida preparazione culturale la quale potrà essere alla base di opere impegnative se il regista vorrà un giorno tentare il lungometraggio” (Giovanni Leto, “Vittorio De Seta”, 1958 circa, fonte e data precisa non reperite). ORE 21.00 KINO via Perugia 34, Roma www.ilkino.it - [email protected] 06 96525810 - 366 4571726

I DIMENTICATI Italia, 1959, colore, 17’

Regia: Vittorio De Seta - Fotografia:Vittorio De Seta Montaggio: Fernanda Papa - Produzione: Vittorio De Seta

Il paese di Alessandria del Carretto, in Calabria, è destinato ad essere dimenticato e a scomparire. La costruzione della strada che seguendo il profilo della montagna avrebbe dovuto portare dalle sue pendici, lungo i vari paesi, fino al paese in cima, appunto Alessandria, è stata interrotta anni prima. Adesso ad un certo punto il camion che trasporta le merci è costretto a fermarsi e il carico deve essere trasferito a dorso di mulo. Gli animali devono attraversare boschi, guadare fiumi e arrampicarsi lungo pareti di roccia prima di giungere al paese. Isolato da tutto e senza comunicazioni durante tutto l'inverno, i suoi 1600 abitanti all'arrivo della primavera fanno una grande festa per salutare la bella stagione.

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Come vuole una tradizione millenaria, all'alba i taglialegna "maestri d'ascia" salgono sul monte ed abbattono un grosso abete, poi tutti gli uomini, insieme, lo trascinano con grande sforzo fino nel paese. Le donne e i più giovani vanno incontro alla carovana preparandosi al divertimento.. Ci sarà l'albero della cuccagna e una sagra in cui le donne venderanno oggetti e cibo e tutto il paese scongiurerà così la durezza dell'inverno appena trascorso.

DOMENICA 22 GENNAIO

ORE 21.00 DETOUR via Urbana 107, Roma - 06 474 7874 www.cinedetour.it - [email protected]

INCONTRO CON GLI AUTORI PAOLO ISAJA, MARIA PIA MELANDRI, LUCA MANDRILE,

CLAUDIO DI MAMBRO E MARCO VENDITTI

PAESAGGI DELLA MEMORIA Italia, 2002, colore, 81’

un filmstudio di Paolo Isaja, Maria Pia Melandri - con: Vittorio De Seta - produzione e realizzazione: Paolo Isaja, Maria Pia Melandri (Cinema Ricerca) - riprese: Roma, Sellia Marina, Orgosolo, 1995 -1999 - montaggio: Roma, 1999-2002 - edizione: Cinema Ricerca, Roma 2002

Due documentaristi ritrovano casualmente alcune pizze di pellicola contenenti vecchi film di Vittorio De Seta, l’autore di capolavori indimenticati, quali Banditi a Orgosolo e Diario di un maestro. De Seta, che dal 1981 ha lasciato Roma e il cinema, per trasferirsi in Calabria dove coltiva la sua terra, viene raggiunto dai due ricercatori nel 1995. Nel consegnargli le scatole ritrovate di suoi film degli anni ‘50, i documentaristi decidono con De Seta di ripercorrere la sua esperienza di autore, rivedendo insieme a lui tutti i suoi lavori, analizzando, commentando, ricordando… Il soggiorno di Isaja e Melandri nella “Contrada De Seta” di Sellia Marina dove Vittorio coltiva il suo “giardino di olive” – come ama definirlo, piuttosto che un uliveto – consente ciò che difficilmente può normalmente avvenire fra autori di cinema: ritagliarsi il giusto tempo, senza fretta, scadenze o altre pressioni, per riflettere insieme sui modi di intendere e di produrre cinema nella società contemporanea. Per evitare qualsiasi intromissione esterna, i due documentaristi hanno evitato di servirsi di una troupe di ripresa, assumendosi così la completa realizzazione tecnica del film. Dopo sette anni di incontri, visioni, riflessioni, diversi montaggi dei materiali girati, viene composto questo filmstudio che attraversa l’esperienza desetiana nei suoi aspetti essenziali: la cultura popolare e il mondo tradizionale nel loro contrasto con la modernizzazione incalzante; la metodologia utilizzata dal regista nel realizzare le sue opere nei loro vari aspetti; gli espedienti tecnologici inventati per risolvere i problemi pratici di un cinema-specchio della realtà rappresentata; i temi culturali, morali, etici che sono alla base dei suoi interessi di autore indipendente, lontano dalle mode e dai processi produttivi tradizionali.

I MALESTANTI Italia 2003, colore, 50’

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Regia: Claudio Di Mambro, Luca Mandrile e Marco Venditti - prodotto da: Todomodo e Farfilms Distribuzione: Distribuito dal circuito Documè di Torino

Premio Cineforum al Premio Libero Bizzarri, 2004 - Primo Premio al festival CortoVisioni di Lecce, 2005 - TorinoFilmFestival, sez. documentari fuori concorso, 2003

A trent’anni dall’uscita del film Diario di un maestro di Vittorio De Seta, gli autori tornano sui luoghi delle riprese per scoprire le storie dei protagonisti di allora. Attraverso le loro testimonianze si ricostruisce l’esperienza di Diario di un maestro, sia in termini personali che storico-sociali. Infatti, le storie dei “malestanti” (così si definirono all’epoca i ragazzi del film) raccontano anche i fenomeni e i mutamenti sociali che hanno contraddistinto i quartieri popolari romani negli ultimi trent’anni.

ORE 21.30 ZALAB c/o Forte Fanfulla, via Fanfulla da Lodi 5, Roma 333 6127483 - [email protected]

INTERVENTI DI ANDREA SEGRE, CON LE MAESTRE DELLA SCUOLA PISACANE

DIARO DI UN MAESTRO versione cinematografica Italia, 1973, colori, 135’

Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: dal libro “Un anno a Pietralata” di Albino Bernardini - Collaboratore alla sceneggiatura per gli aspetti pedagogici: Francesco Tonucci Fotografia: Luciano Tovoli - Musiche: Fiorenzo Carpi - Montaggio: Cleofe Conversi - Suono in presa diretta: Antonio Girgioni - Segretario di edizione: Jobst Grapow - Interpreti: Bruno Cirino (il maestro d’Angelo), Marisa Fabbri, Mico Cundari, Tullio Altamura e i ragazzi Massimo Bonini, Luciano Del Croce, Romano di Mascio, Giorgio Mennuni, Franco Munzi, Sergio Remo Tamasco, Franco Tomasso Amadeo Traversetti, Giancarlo Valente, Sergio Valente, Marco Veneto

Produzione: Rai Radiotelevisione Italiana, Bavaria Film, Miro Film

Bruno D’Angelo, un giovane maestro d’origine napoletana, fresco di nomina, assume l’incarico in una scuola del Tiburtino, un quartiere periferico di Roma. Gli viene affidata la classe più scomoda e difficile, una quinta formata da ragazzi svogliati e tutt’altro che docili, molti di quali repetenti. Il maestro non si lascia scoraggiare dalle apparenze e inizia un dialogo con i ragazzi. S’informa delle loro abitudini, delle loro case, delle loro famiglie. Scopre cosi che molti ragazzi non frequentano la scuola in quanto preferiscono dedicarsi ad un’altra attività, alcune delle quali pericolose. Il maestro intende recuperare alla scuola tutti gli assenti: va in ogni casa a parlare con i genitori e alla fine riesce nell’intento. Naturalmente, un comportamento del genere urta la suscettibilità degli altri insegnanti e soprattutto quella del direttore. Le iniziative del maestro d’Angelo vengono definite troppo personali e in disaccordo con i metodi tradizionali. Tutto ciò contribuisce pero a rendere sempre più saldo il legame fra d’Angelo e i ragazzi. Anche i più turbolenti hanno capito che il maestro difende gli scolari e che il suo insegnamento e valido a tutti gli effetti. Secondo il direttore, pero, la classe in quelle condizioni non potrà superare gli esami. Il maestro allora se ne va, annunciando che non si sente di restare un solo momento di più in quella scuola.

LUNEDI 23 GENNAIO

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D’Angelo passa qualche giorno in famiglia, in un ambiente sereno che li consente di riflettere con calma su quanto e accaduto. Finché si rende conto delle responsabilità che si è assunto e comprende quanto sia importante l’opera iniziata e quanto affetto egli nutra per i suoi ragazzi. Non può, in effetti, abbandonare l’una ne rinunciare agli altri e decide perciò di riprendere il suo posto a scuola

MARTEDI 24 GENNAIO

c/o Itis G.Galilei, Via Conte Verde 51, Roma tel: 06 7003901 - 345 7330465 www.apolloundici.it - [email protected]

UNA LEZIONE DI CINEMA CON VITTORIO DE SETA INTERVENTI DI MARCO BERTOZZI E CRISTINA PICCINO

Proiezione di una raccolta di interviste, backstage, documentari, materiali inediti con Vittorio De Seta.

LE CINEASTE EST UN ATHLETE - IL CINEASTA E’ UN ATLETA Francia, dvc pro, colore, 2010, 80’, lingua: Italiano

Regia: Vincent Sorrel e Barbara Vey - Montaggio: Agnès Bruckert - Fotografia: Vincent Sorel Suono: François Waledisch - Prodotto da: Jean-Marie Barbe. Produzione: Ardèche Images Production - Co-produzione: Ina, Cinécinéma. Con questo ritratto di un autore singolare, si cerca di cogliere l’essenza del rapporto di Vittorio De Seta con quelli che ha filmato, i più umili, che ha portato, con eleganza e colori, dagli anni ’50, su grande schermo Cinemascope. A casa sua, in Calabria, il regista ricorda la sua epopea cinematografica. A partire dei suoi primi film, dei documentari corti, questo artigiano del cinema e pioniere del suono, ci racconta come è andato a filmare e registrare sulle barche dei pescatori di pesce spada, nel cuore delle mine di zolfo e in cima allo Stromboli. Poi, evocando i suoi lunghi, “Diario di un maestro, Un uomo a metà e “Banditi a Orgosolo”, Vittorio De Seta ci spiega perché filmare gli altri è come guardarsi dentro.

ORE 19.00 APOLLO 11

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GIOVEDI 26 GENNAIO

Via degli Scipioni 82, Roma - 06 39737161

DIARO DI UN MAESTRO versione televisiva

Italia, 1973, colore, 270’

Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: dal libro “Un anno a Pietralata” di Albino Bernardini - Collaboratore alla sceneggiatura per gli aspetti pedagogici: Francesco Tonucci Fotografia: Luciano Tovoli - Musiche: Fiorenzo Carpi - Montaggio: Cleofe Conversi - Suono in presa diretta: Antonio Girgioni - Segretario di edizione: Jobst Grapow - Interpreti: Bruno Cirino (il maestro d’Angelo), Marisa Fabbri, Mico Cundari, Tullio Altamura - e i ragazzi Massimo Bonini, Luciano Del Croce, Romano di Mascio, Giorgio Mennuni, Franco Munzi, Sergio Remo Tamasco,

Franco Tomasso Amadeo Traversetti, Giancarlo Valente, Sergio Valente, Marco Veneto Produzione: Rai Radiotelevisione Italiana, Bavaria Film, Miro Film

Bruno D’Angelo, un giovane maestro d’origine napoletana, fresco di nomina, assume l’incarico in una scuola del Tiburtino, un quartiere periferico di Roma. Gli viene affidata la classe più scomoda e difficile, una quinta formata da ragazzi svogliati e tutt’altro che docili, molti di quali repetenti. Il maestro non si lascia scoraggiare dalle apparenze e inizia un dialogo con i ragazzi. S’informa delle loro abitudini, delle loro case, delle loro famiglie. Scopre cosi che molti ragazzi non frequentano la scuola in quanto preferiscono dedicarsi ad un’altra attività, alcune delle quali pericolose. Il maestro intende recuperare alla scuola tutti gli assenti: va in ogni casa a parlare con i genitori e alla fine riesce nell’intento. Naturalmente, un comportamento del genere urta la suscettibilità degli altri insegnanti e soprattutto quella del direttore. Le iniziative del maestro d’Angelo vengono definite troppo personali e in disaccordo con i metodi tradizionali. Tutto ciò contribuisce pero a rendere sempre più saldo il legame fra d’Angelo e i ragazzi. Anche i più turbolenti hanno capito che il maestro difende gli scolari e che il suo insegnamento e valido a tutti gli effetti. Secondo il direttore, pero, la classe in quelle condizioni non potrà superare gli esami. Il maestro allora se ne va, annunciando che non si sente di restare un solo momento di più in quella scuola. D’Angelo passa qualche giorno in famiglia, in un ambiente sereno che li consente di riflettere con calma su quanto e accaduto. Finché si rende conto delle responsabilità che si è assunto e comprende quanto sia importante l’opera iniziata e quanto affetto egli nutra per i suoi ragazzi. Non può, in effetti, abbandonare l’una ne rinunciare agli altri e decide perciò di riprendere il suo posto a scuola.

ORE18.00 CINEMA AZZURRO SCIPIONI (sala Lumiere)

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Via degli Scipioni 82, Roma - 06 39737161

BANDITI A ORGOSOLO Italia, 1960, b/n. 98’

Regia: Vittorio De Seta - Con: Michele Cossu, Giuseppe 'Peppeddu' Cuccu, Peppeddu Cossu, Vittorina Pisano - Soggetto e sceneggiatura: Vera Gherarducci, Vittorio De Seta - Fotografia: Vittorio De Seta - Luciano Tovoli - Musiche Valentino Bucchi dirette da Franco Ferrara Montaggio:

Jolanda Benvenuti - Costumi: Marilù Carteny - Aiuto Regia: Vera Gherarducci Michele Cossu e il fratello Giuseppe sono intenti al pascolo di un gregge. Tre banditi che hanno rubato alcuni maiali si fermano nella capanna del pastore. Michele vorrebbe che i tre si allontanassero al più presto, quando sopraggiunge una pattuglia di Carabinieri che ha uno scontro a fuoco con i briganti. Un milite viene colpito e perde la vita. Michele fugge per non esser incolpato come complice dei tre. Essendo stato spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti, egli cerca di raggiungere con il gregge una zona dove spera che la legge non riesca a raggiungerlo, ma durante il percorso le pecore muoiono. Oramai ha perduto ogni cosa, deve far fronte a numerosi debiti, non sa come risolvere la difficile situazione nella quale si trova. Allora aggredisce un altro pastore, lo tramortisce e gli porta via le bestie. Egli si è comportato alla stessa maniera di chi gli ha fatto del male. Il pastore derubato, urla all'indirizzo di Michele che si vendicherà, ovunque egli possa andare a nascondersi.

ORE18.00 e 20.30 CINEMA AZZURRO SCIPIONI (sala Chaplin )

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ORE 19.00 CINEMA TREVI Vicolo del Puttarello 25, Roma tel: 06 72294301 www.fondazionecsc.it

LETTERE DAL SAHARA Italia, 2006, colore, 100’

Regia, soggetto e sceneggiatura: Vittorio de Seta Fotografia: Antonio Grambone - Montagio: Marzia Mete - Suono: Gianluca Costamagna - Scenografia: Fiorella Cicolina -Musiche: Mario Tronco/ L’orchestra di Piazza Vittorio - Prodotto da: Metafilm ASP - Distubuzione: Istituto Luce Interpreti: Djibril Kebe - Paola Ajmone Rondo - Madawass Kebe Fifi Cisse - Tihierno Ndiaye - Luca

barbeni - Claudia Muzzi, Marco Baliani

Assan e un senegalese naufrago sull’isola di Lampedusa. In meno di sei mesi risale l’Italia passando per Napoli, Prato e Torino, cambiando di volta in volta lavoro. Quando finalmente riesce ad ottenere il permesso di soggiorno, viene quasi linciato in una rissa fuori da una discoteca ed entra in crisi. Decide allora di tornare a Cap Skiring, in Senegal, e una volta tornato al suo villaggio, di fronte alle insistenze del suo vecchio maestro, racconta la sua esperienza.

LUNEDI 30 GENNAIO

ORE 20.30 NUOVO CINEMA AQUILA (Sala 1) Via l’Aquila 68, Roma - tel: 06 70399408 www.cinemaaquila.com

READING DIARIO DI LAVORAZIONE DI UN UOMO A METÀ

DÉTOUR DE SETA Italia, 2004, beta sp, 57’

Regia: Salvo Cuccia - Scritto da: Benni Atria, Salvo Cuccia - Fotografia: Vincenzo Marinese Montaggio: Benni Atria - Musiche: Domenico Sciajno - Suono: Pierre-Yves Lavoué - Produzione:

C.R.I.C.D. Regione Siciliana – Unione Europea - Produzione esecutiva: Palomar Endemol Distribuzione: Filmoteca Regionale Siciliana

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Attraverso un viaggio nel cinema di Vittorio De Seta, il lavoro di Cuccia racconta anche la grande trasformazione avvenuta in Italia nell’arco degli ultimi 50 anni, dalla società arcaica a quella industriale e mediatica. Il viaggio è anche una “deviazione” (détour) in luoghi remoti del Sud, in cui si mettono in relazione le storie dei vecchi e dei nuovi dimenticati, con nuove interviste ai protagonisti di quel mondo perduto: dai minatori, pescatori e pastori che De Seta ritrasse nei suoi documentari degli anni Cinquanta in Sicilia, Calabria e Sardegna, ai clandestini che oggi approdano sulle nostre coste (“Lettere dal Sahara”, l’ultimo recente lungometraggio a soggetto di De Seta, narra le vicende di un giovane senegalese che attraversa l’Italia e decide infine di tornare nel suo Paese). Il film contiene una intervista a De Seta e accoglie le riflessioni di Vincenzo Consolo, Goffredo Fofi, Michele Mancini e Marco Maria Gazzano, del direttore della fotografia Luciano Tovoli, di registi come Franco Maresco e Gianfranco Pannone, del geografo Eugenio Turri.

INCONTRO CON L’AUTORE

SALVO CUCCIA

MERCOLEDI 1 FEBBRAIO ORE 17.30 CINEMA TREVI Vicolo del Puttarello 25, Roma - tel: 06 72294301 www.fondazionecsc.it

UN UOMO A METÀ Italia, 1966, 35mm b/n, 93’

Regia: Vittorio De Seta - Cast: Jacques Perrin (Michele), Lea Padovani (Madre di Michele), Ilaria Occhini (Elena) Gianni Garko (Fratello di Michele), Rosemarie Dexter (Marina), Pier Paolo Capponi (Ugo), Francesca De Seta (Simonetta), Kitty Swan (Ragazza del parco), Anny Degli Uberti Ivan

Rassimov, Renato Montalbano - Soggetto: Vittorio De Seta - Sceneggiatura: Fabio Carpi, Vera Gherarducci, Vittorio De Seta - Montaggio: Fernanda Papa - Scenografia: Vera Gherarducci Fotografia: Dario Di Palma - Musiche: Ennio Morricone - Produzione: Vittorio De Seta

Distribuzione: Dear De Laurentiis – Ricordi Video, B.M.G Video.

Coppa Volpi per l’interpretazione maschile a Jacques Perrin alla XXVII Mostra del cinema di Venezia (1966). Michele, un uomo ancora giovane, vaga per i boschi, incontra la gente felice, uomini e donne che si capiscono, si desiderano e si amano: questo a lui non accade più. Il suo

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vagabondare ambiguo gli attira i sospetti e le persecuzioni; poi lo sterile interessamento dell'amico Ugo, che lo porta in clinica, dove viene sottoposto a cure energiche, ma senza alcun risultato. Michele, chiuso nei ricordi, tradito da Elena suo ultimo amore, ritorna con la mente al passato nel quale forse sta il segreto del suo vuoto attuale. Rivede così nella fantasia, la fanciullezza infelice e soffre nuovamente dell'incomprensione della madre, austera ed egoista, della prepotenza giovanile del fratello. Rammenta la propria inettitudine verso Marina, che sotto i suoi occhi si concede a suo fratello. Ricorda il corpo inanimato dello stesso dopo l'incidente motociclistico che gli è costato la vita. L'ultima immagine che vive nella sua fantasia sembra finalmente dargli un po' di luce e un motivo di speranza.

ORE 19.00 CINEMA TREVI Vicolo del Puttarello 25, Roma - tel: 06 72294301 www.fondazionecsc.it

BANDITI A ORGOSOLO

Italia, 1960, b/n. 98’

Regia: Vittorio De Seta - Con: Michele Cossu, Giuseppe 'Peppeddu' Cuccu, Peppeddu Cossu, Vittorina Pisano - Soggetto e sceneggiatura: Vera Gherarducci, Vittorio De Seta - Fotografia: Vittorio De Seta - Luciano Tovoli - Musiche Valentino Bucchi dirette da Franco Ferrara Montaggio: Jolanda Benvenuti - Costumi: Marilù Carteny - Aiuto Regia: Vera Gherarducci Michele Cossu e il fratello Giuseppe sono intenti al pascolo di un gregge. Tre banditi che hanno rubato alcuni maiali si fermano nella capanna del pastore. Michele vorrebbe che i tre si allontanassero al più presto, quando sopraggiunge una pattuglia di Carabinieri che ha uno scontro a fuoco con i briganti. Un milite viene colpito e perde la vita. Michele fugge per non esser incolpato come complice dei tre. Essendo stato spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti, egli cerca di raggiungere con il gregge una zona dove spera che la legge non riesca a raggiungerlo, ma durante il percorso le pecore muoiono. Oramai ha perduto

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ogni cosa, deve far fronte a numerosi debiti, non sa come risolvere la difficile situazione nella quale si trova. Allora aggredisce un altro pastore, lo tramortisce e gli porta via le bestie. Egli si è comportato alla stessa maniera di chi gli ha fatto del male. Il pastore derubato, urla all'indirizzo di Michele che si vendicherà, ovunque egli possa andare a nascondersi. ORE 20.45 CINEMA TREVI Vicolo del Puttarello 25, Roma - tel: 06 72294301 www.fondazionecsc.it

LO SGUARDO IN ASCOLTO di Daniele Cipri e Franco Maresco (doc)

ORE 21.45 CINEMA TREVI Vicolo del Puttarello 25, Roma - tel: 06 72294301 www.fondazionecsc.it

L’INVITEE/L’INVITATA Italia/Francia 1969, colori, 90’

Regia e sceneggiatura: Vittorio De Seta - Soggetto: Tonino Guerra Lucile Lacks - Fotografia: Luciano Tovoli - Interpreti: Joanna Shimkus (Anna), Michel Piccoli (Francois) , Jacques Perrin (Marito di Anna), Paul Barge, Lorna Heilbron, Jacques Rispal, Clotilde Joano. - Produzione: Cormons Film, Opera Film (Paris)

Gran Premio Ocic 1970 Una giovane donna, Anna, riceve la visita inaspettata di una ragazza straniera che accompagna suo marito al ritorno da un viaggio in Inghilterra. Anna si accorge che fra i due esiste una relazione sentimentale e fugge via, rifugiandosi nello studio di François, l’architetto con cui lavora. L’uomo sta partendo da Parigi per raggiungere la moglie al mare, nel sud della Francia: dopo un momento di confusa indecisione, Anna accetta di accompagnarlo nel viaggio. Nasce cosi l’occasione per una nuova inaspettata intimità, che non viene spinta da François oltre certi limiti. Ma infine il sentimento d’intesa che si

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stabilisce tra i due porta a uno scambio di tenerezza e di amore. L’arrivo alla casa sul mare ripropone la medesima situazione di partenza, solo che questa volta e Anna ad avere il ruolo di ospite inattesa.