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DIREZIONE REGIONALE AGRICOLTURA AREA PROGRAMMAZIONE E SVILUPPO RURALE Aprile 2012 SERVIZIO DI VALUTAZIONE IN ITINERE, COMPRENSIVO DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA ED EX POST DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 DELLA REGIONE LAZIO RAPPORTO DI VALUTAZIONE ANNUALE AL 2011

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DIREZIONE REGIONALE AGRICOLTURA

AREA PROGRAMMAZIONE E SVILUPPO RURALE

Aprile 2012

SERVIZIO DI VALUTAZIONE IN ITINERE, COMPRENSIVO

DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA ED EX POST DEL

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 DELLA

REGIONE LAZIO

RAPPORTO DI VALUTAZIONE ANNUALE AL 2011

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

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INDICE

1. INTRODUZIONE ....................................................................................................................... 1

1.1 Finalità e oggetto della relazione ................................................................................................. 1

2. IL SISTEMA POSTO IN ESSERE PER LA VALUTAZIONE IN ITINERE ........................................ 4

2.1 Il mandato valutativo: i prodotti previsti e l‟evoluzione della domanda di valutazione ..................... 4 2.1.1 Risposta alle osservazioni della Commissione Europea al Rapporto di valutazione intermedia ... 6

2.2 Aggiornamento del disegno di valutazione ................................................................................... 8 2.2.1 Valutazione del valore aggiunto del Leader ........................................................................... 8

2.3 La tempistica prevista per rispondere al mandato valutativo ......................................................... 9

3. ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE INTRAPRESE ............................................................................ 13

3.1 Relazione sulle attività di valutazione in corso ............................................................................ 13 3.1.1 Asse 1 –Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale .................................. 13

3.1.1.1 Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e forestale

e sostegno del ricambio generazionale..................................................................................................... 13 3.1.1.2 Sostenere i processi di ammodernamento e adeguamento tecnico organizzativo nelle aziende agricole,

forestali e nelle imprese alimentari e promuovere strategie di filiera ........................................................... 17 3.1.1.3 Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche per lo sviluppo dei servizi alla

logistica e delle attività forestali .............................................................................................................. 23 3.1.2 Asse 2 – Miglioramento dell‟ambiente e dello spazio naturale ................................................... 24

3.1.2.1 La valutazione dei risultati a livello di Asse .................................................................................... 24 3.1.2.2 L‟ impatto sul miglioramento della qualità delle acque .................................................................... 33 3.1.2.3 L‟impatto sul “miglioramento della qualità del suolo attraverso l‟incremento della sostanza organica”

e conseguente “carbon sink” .................................................................................................................. 38 3.1.2.4 L‟impatto sul “miglioramento della qualità del suolo attraverso la riduzione dell‟erosione idrica

accelerata” ............................................................................................................................................ 43 3.1.2.5 – Considerazioni conclusive e suggerimenti per l‟incremento di efficacia del Programma sui temi

ambientali ............................................................................................................................................. 51 3.1.3 Asse 3 - – Qualità della vita e diversificazione dell‟economia ................................................ 52

3.1.3.1 Il contributo alla diversificazione dell‟economia rurale ................................................................. 52 3.1.3.2 L‟impatto sul miglioramento qualità della vita ................................................................................ 54

3.1.4 Asse 4 – Approccio Leader ................................................................................................. 64 3.1.5 Approfondimenti tematici ....................................................................................................... 71

3.1.5.1 Agroalimentare ....................................................................................................................... 71 3.1.5.2 Progettazione Integrata .............................................................................................................. 75

3.2 Attività di valutazione a supporto delle rimodulazioni/riprogrammazioni intervenute ..................... 88 3.2.1 Descrizione e motivazioni della proposta di rimodulazione finanziaria .................................... 88 3.2.2 Valutazione degli effetti della proposta sulla efficacia del Programma ....................................... 94

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4. RACCOLTA ED ELABORAZIONE DEI DATI .............................................................................. 97

4.1 Acquisizione dei dati secondari ................................................................................................. 97 4.2 Acquisizione di dati primari ..................................................................................................... 100

5. ATTIVITÀ DI MESSA IN RETE DELLE PERSONE COINVOLTE NELLE ATTIVITÀ DI

VALUTAZIONE ...................................................................................................................... 102

6. DIFFICOLTÀ INCONTRATE E NECESSITÀ DI LAVORI SUPPLEMENTARI ............................. 103

ALLEGATO I. QUANTIFICAZIONE INDICATORI DI RISULTATO ............................................ 106

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1. INTRODUZIONE

1.1 Finalità e oggetto della relazione

La presente Relazione annuale illustra i principali risultati delle attività svolte dal Valutatore indipendente

(Agriconsulting spa) del PSR 2007-2013 nel corso dell‟annualità 2011. La struttura della Relazione prende a

riferimento il modello indicativo proposto nel Manuale del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione

(Nota di orientamento B -Allegato 6).

Nel seguente quadro sono riportati nella colonna di sinistra il modello indicativo di Relazione di Valutazione

proposto dal Manuale del QCMV (Nota di orientamento B – Allegato 6) e in quella di destra la struttura e i

principali contenuti del presente Rapporto di Valutazione annuale in itinere.

Modello indicativo di Relazione di Valutazione proposto dal Manuale del QCMV (Nota di orientamento B – Allegato 6)

Struttura del Rapporto di Valutazione Annuale 2011

1. Introduzione

1. Introduzione

- Finalità ed oggetto della relazione

2. Il sistema posto in essere per la valutazione in itinere 2. Il sistema posto in essere per la valutazione in itinere

- Il mandato valutativo: i prodotti previsti e l‟evoluzione della domanda di valutazione

- Risposta alle osservazioni della Commissione Europea al Rapporto di valutazione intermedia

- L‟Aggiornamento del disegno di valutazione - La tempistica prevista per rispondere al mandato

valutativo

3. Le attività di valutazione intraprese (in corso e completate)

3. Le attività di valutazione intraprese (in corso e completate)

- - Relazione sulle attività di valutazione in corso e completate

- L‟attività a supporto delle rimodulazione effettuate

4. Raccolta ed elaborazione dati 4. Raccolta ed elaborazione dati

- - Relazione sullo stato di avanzamento nell‟acquisizione ed elaborazione dei dati primari

- - Relazione sullo stato di avanzamento nell‟acquisizione ed elaborazione dei dati secondari

5. Attività di messa in rete delle persone coinvolte nella valutazione

5. Attività di messa in rete delle persone coinvolte nella valutazione

- - Relazione sulle attività svolte dal Valutatore indipendente al fine di: a. diffondere i risultati della valutazione; b. coinvolgere i differenti attori a vario titolo

interessati dal sistema di valutazione in itinere del PSR;

c. trasferire buone prassi valutative (Rete Europea di Valutazione – Rete Rurale Nazionale)

6. Difficoltà incontrate e necessità di lavori supplementari 5. Difficoltà incontrate e necessità di lavori supplementari

- Relazione sulle criticità che possono ostacolare la delivery dei prodotti valutativi

- Relazione sulle azione correttive intraprese

Nel capitolo 2 viene descritto come il sistema di valutazione si sia adeguato alla naturale evoluzione o

affinamento della domanda di valutazione dovuta sia all‟insorgere di nuovi fabbisogni informativi provenienti

da più livelli (locale, regionale, nazionale e comunitario) o come conseguenza di modifiche introdotte nel

PSR, quali: l‟introduzione di nuove Misure come effetto di cambiamenti esogeni, le rimodulazioni effettuate

dall‟A.d.G per garantire un pieno utilizzo delle risorse, l‟adeguamento dei dispositivi di attuazione a nuove

normative nazionali/regionali ecc. In particolare, vengono presentate le soluzioni metodologiche che il

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Valutatore ha inteso evidenziare per rispondere alle Osservazioni della Commissione al Rapporto di

Valutazione intermedia (§ 2.1.1). In secondo luogo, ci si sofferma sull‟aggiornamento del disegno di

valutazione illustrando l‟approccio metodologico che il Valutatore intende utilizzare per valutare il valore

aggiunto dell‟Asse Leader al PSR (§ 2.2.1).

Nel capitolo 3 vengono riassunte le attività di valutazione intraprese ed in corso rispetto a quanto previsto

dal mandato valutativo. E‟ una descrizione dell‟avanzamento delle attività di valutazione pianificate e dei

relativi risultati che via via emergono. Tale analisi è presentata per Asse e per tematica di approfondimento

(rapporti tematici). In particolare all‟interno di ogni Asse, le attività di valutazione in corso e i primi risultati

vengono restituiti in riferimento agli obiettivi dell‟Asse.

Per l‟Asse 1, vengono descritte le attività di indagine che sono in corso di realizzazione per obiettivo, e

tenendo conto che le Misure concorrono a più obiettivi, la loro trattazione viene inserita all‟interno di quegli

obiettivi che sono oggetto di maggior approfondimento in base ai dispositivi attuativi previsti: pacchetto

giovani e progettazione integrata di filiera. Quest‟ultima è oggetto di un trattazione specifica all‟interno del

paragrafo dedicato alla progettazione integrata (§ 3.1.5.2). Allo stesso modo, per quanto concerne gli

obiettivi legati allo sviluppo delle filiere regionali, l‟approccio valutativo utilizzato per verificarne il

conseguimento e lo stato dell‟arte delle attività di valutazione sono illustrati all‟interno del paragrafo

dedicato alle filiere agroalimentari (§ 3.1.5.1).

Per L‟Asse 2, sono state svolte alcune analisi finalizzate alla stima dei seguenti indicatori di impatto:

Qualità delle acque, Surplus di azoto;

Incremento negli apporti di Sostanza Organica nei suoli;

Riduzione del rischio di erosione.

La stima di tali degli indicatori è stata quantificata confrontando gli effetti sulle superfici oggetto di impegno

(fattuale) con le superfici convenzionali (controfattuale) attraverso indici numerici espressi in termini assoluti

e percentuali (impatto specifico), gli stessi indici sono stati quantificati anche considerando l‟intero territorio

regionale tenendo quindi in considerazione l‟estensione territoriale delle superfici coinvolte dalle diverse

misure/azioni (impatto complessivo). Sono state inoltre realizzate le analisi dei dati per l‟aggiornamento

dell‟indicatore R6.

Le analisi relative all‟Asse 3 risentono del ritardo nello stato di attuazione dell‟Asse. Laddove è possibile, in

particolare per la Misura 311, sono descritte le attività di indagine in corso su un campione di beneficiari. Per

quanto concerne il macro descrittore sula qualità della vita, che viene trattato nel disegno di valutazione,

vengono illustrate le attività fin qui realizzate, e presentati i primi risultati sul tavolo regionale realizzato per

individuare i pesi da assegnare ai 25 indicatori della qualità della vita. Per quanto riguarda la Progettazione

integrata di filiera, le attività che si porteranno avanti in vista dell‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione

intermedia non possono che fare riferimento al processo di attuazione, dal momento che le PIT sono in fase

di selezione. Le attività di valutazione pianificate e una prima analisi sulla selezione delle PIT viene

dettagliata nel paragrafo relativo agli approfondimenti tematici sulla progettazione integrata (§3.1.5.2).

Per quanto riguarda l‟Asse Leader, in stretta connessione con la valutazione del valore aggiunto, viene

presentata la strutturazione dei criteri di valutazione e dei relativi indicatori per quanto concerne la domanda

di valutazione sul “contributo dell‟Asse Leader alle priorità degli altri Assi”. La domanda di valutazione,

relativi alla Misura 41, non era stata trattata nei precedenti rapporti, in attesa dell‟approvazione definitiva dei

Piani di Sviluppo Locale.

Il capitolo 3 si conclude con una parte (§3.2) dedicata alle attività di valutazione svolte a supporto delle

rimodulazioni effettuate ed in corso. Un‟attività che entra nel merito delle modifiche che l‟A.d.G ha già

apportato o ha intenzione di apportare al Programma, fornendo un giudizio valutativo rispetto al

perseguimento degli obiettivi originari.

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Il capitolo 4 entra nel merito degli “input” informativi del processo di valutazione descrivendo da un lato lo

stato dell‟arte nell‟acquisizione di dati da fonti primarie (indagini dirette presso beneficiari del PSR, interviste

a testimoni privilegiati, focus group..) e dall‟altro l‟acquisizione di dati da fonti secondarie (il sistema di

gestione/monitoraggio del PSR, documentazione tecnica allegata alle domanda di aiuto e pagamento, fonti

statistiche ufficiali, studi e ricerche..).

Il capitolo 5, per ciò che è di pertinenza del Valutatore indipendente, descrive le attività condotte al fine di

condividere con gli attori coinvolti nella valutazione del programma (A.d.G, GAL, beneficiari..) le principali

risultanze del processo di valutazione in itinere.

Il capitolo 6, infine, riassume le principali criticità inerenti il sistema di valutazione posto in essere e gli

eventuali meccanismi correttivi adottati o in corso di definizione al fine di superare i possibili ostacoli.

Sono riportati in Allegato, come previsto dal contratto di affidamento del servizio di valutazione, la

quantificazione degli indicatori di risultato.

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2. IL SISTEMA POSTO IN ESSERE PER LA VALUTAZIONE IN ITINERE

2.1 Il mandato valutativo: i prodotti previsti e l’evoluzione della domanda di valutazione

Qui di seguito vengono riportati sinteticamente l‟oggetto, gli obiettivi e le funzioni, le attività richieste e i

vincoli derivanti dal Capitolato d‟Oneri (di seguito C.d.O) del servizio di valutazione in itinere del PSR della

Regione Lazio, in seguito formalizzati all‟interno del contratto di affidamento del servizio.

L‟oggetto del servizio (Art. 1) fa riferimento alle attività di valutazione del Programma di Sviluppo Rurale

della Regione Lazio 2007-2013 approvato dalla Commissione europea con Decisione C(2008) 708 del 15

febbraio 2008 e successivamente revisionato a seguito del Health Check con Decisione C(2009) 10345 del 17

dicembre 2009. I riferimenti metodologici del sistema di valutazione (Art. 2 C.d.O) sono strettamente legati

ai contenuti del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione (di seguito, QCMV).

A tal proposito possono essere messi in risalto due elementi:

oltre alle domande valutative comuni previste dal Manuale del QCMV la Regione Lazio ha previsto

delle domande di valutazione aggiuntive formulate in modo da cogliere gli aspetti distintivi del PSR

della Regione Lazio;

oltre agli indicatori comuni previsti dall‟Allegato VIII al Reg.CE 1974/2006 la Regione ha previsto

degli indicatori aggiuntivi che fanno riferimento alla Misura 121 (aziende che trasformano e

commercializzano i prodotti in azienda) e agli interventi previsti su più Misure (111-114-121)

finalizzati alla ristrutturazione e riconversione del settore tabacco.

Per quanto riguarda i contenuti del servizio (Articolo 3 C.d.O) la Regione, conformemente agli orientamenti

comunitari in materia di valutazione delle politiche di sviluppo rurale, fa riferimento alle seguenti fasi:

Strutturazione, Osservazione, Analisi, Giudizio.

Per quanto riguarda la prima fase La Regione ha richiesto al Valutatore la produzione del “Rapporto sulle

condizioni di valutabilità” nel quale viene illustrato l‟impianto metodologico preposto alla valutazione del PSR

2007-2013 (sintetizzato nel paragrafo successivo).

La fase di “Osservazione” che è volta ad individuare le informazioni disponibili e pertinenti e a specificare la

validità e l'uso dei dati quantitativi e qualitativi utilizzati. Tali elementi sono descritti dal punto di vista

metodologico nel paragrafo 3 del presente capitolo, mentre lo stato dell‟arte nell‟acquisizione degli input

informativi viene trattato nel capitolo 4.

La fase di “Analisi” dedicata all'analisi di tutte le informazioni disponibili per valutare gli effetti e gli impatti

delle misure del programma in relazione agli obiettivi e ai rispettivi livelli obiettivo fissati dal programma

stesso. Tale fase viene ripresa dal punto di vista metodologico nel capitolo 3 del presente capitolo.

Nella fase di “Giudizio” il valutatore deve rispondere a tutte le domande del questionario comune e trae le

conclusioni in base all'analisi, tenendo conto dei criteri di giudizio definiti nella fase di strutturazione. Le

conclusioni e le raccomandazioni si riferiscono agli effetti sia delle singole misure sia dell'intero programma.

I prodotti della valutazione (Art. 5) sono di seguito elencati sulla base della tempistica definita nel contratto

per l‟affidamento del servizio di valutazione in itinere del PSR 2007-2013 e da successivi accordi presi con la

Regione Lazio.

Rapporto sulle condizioni di valutabilità (consegnato il 20 settembre 2010)

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Rapporti annuali di valutazione in itinere e loro sintesi: per gli anni 2008, 2009, 20101 (consegnati il

15 Aprile del 2011)

Rapporto annuali di Valutazione 2011 (oggetto della presente consegna, in data 16 Aprile 2012)

I Rapporti annuali di Valutazione 2013 e 2014 entro il 15 Aprile dell‟anno seguente

Rapporto di valutazione intermedia (consegnato il 15 ottobre 2010 e in versione definitiva il 7

dicembre 2010)

Aggiornamento del Rapporto di valutazione intermedia entro il 15 ottobre 2012

Rapporto di valutazione ex post: entro il 15 ottobre 2015

6. Rapporti tematici; come indicato nel CdO la loro tempistica (Art. 10) sarà definita di concerto con

la Regione e comunque prevede due consegne: entro il 31.12.2012 e entro il 31.12.2015.

I sei rapporti tematici fanno riferimento ai seguenti aspetti:

a) giovani e politiche di genere;

b) ambiente;

c) agroalimentare (§ par 3.1.5.1);

d) strategie di sviluppo locale;

e) progettazione integrata (§ par.3.1.5.2);

f) comunicazione ed informazione (§ Cap. 6).

Per quanto riguarda i vincoli (l‟Art. 6 Obblighi per il Valutatore) prevede che per tutti gli aspetti

amministrativi e metodologici, il valutatore debba fare riferimento alle disposizioni impartite

dall‟Amministrazione committente (AdG). Il Valutatore dovrà garantire un adeguamento dell‟impianto

metodologico in base alle richieste formulate dall‟A.d.G, dal C.d.S e dalla Commissione. Il Valutatore dovrà

favorire lo scambio e la diffusione dei risultati della valutazione anche con altri soggetti coinvolti nella

programmazione regionale in materia di FESR e FSE nonché con la Rete Rurale.

Possono essere evidenziati due ulteriori elementi previsti dall‟Art. 6 e dal‟Art. 5 che vincolano il Valutatore

nella esecuzione di indagini per rilevare dati di natura primaria:

1. rispetto alle indagini che il Valutatore eseguirà, viene richiesto di prevedere una numerosità

campionaria tale da consentire un margine di errore non superiore al 10% sulle stime delle variabili

oggetto delle rilevazioni;

2. per quanto riguarda l‟esecuzione dei rapporti tematici viene richiesto di prevedere indagini dirette su

un campione di almeno 1.000 soggetti beneficiari del PSR, per le tematiche sopraelencate da a) fino

alla e), e di almeno 10.000 soggetti (attraverso indagine postale), beneficiari e non beneficiari, per

la comunicazione ed informazione (vedi Capitolo 6 difficoltà incontrate e necessità di lavori

supplementari).

Di seguito sono evidenziati gli elementi che hanno reso necessario un ulteriore approfondimento al fine di

garantire un pieno espletamento del mandato valutativo, si tratta di elementi emersi in corso d‟opera che

vengono analizzate nei paragrafi successivi della presente relazione, e nello specifico riguardano:

attività di valutazione a supporto delle rimodulazioni effettuate, che vengono descritte in maniera

approfondita nel par. 3.2;

necessità di adeguare il disegno di valutazione a specifiche richieste provenienti dai Servizi della

Commissione (§ 2.1.2 e. 2.2).

1 per i rapporti annuali 2008 e 2009, visto che il contratto di affidamento del servizio è stato firmato il 20 luglio 2010, ben oltre le scadenze previste dal C.d.O per le due annualità ed in prossimità della consegna della Valutazione intermedia, si è optato per la consegna dei due Rapporti contestualmente alla consegna del Rapporto Annuale di Valutazione del 2010.

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2.1.1 Risposta alle osservazioni della Commissione Europea al Rapporto di valutazione

intermedia

I servizi della Commissione Europea hanno esaminato la Relazione di Valutazione intermedia del Programma

di sviluppo rurale 2007-2013 del Lazio e al fine di migliorare la qualità delle osservazioni, hanno formulato le

osservazioni di seguito riportate.

Le osservazioni riguardano i punti di cui all‟articolo 86, paragrafo 6 del Regolamento (CE) 1698/2005:

La valutazione intermedia e la valutazione ex post analizzano il grado di utilizzazione delle risorse, l‟efficacia

e l‟efficienza della programmazione del FEASR, il suo impatto socioeconomico e l‟impatto sulle priorità

comunitarie. Esse esaminano se sono stati raggiunti gli obiettivi del programma e tentano di trarre

conclusioni utili per la politica di sviluppo rurale. Individuano i fattori che hanno contribuito al successo o

all‟insuccesso del programma, tra l‟altro sotto il profilo della sostenibilità, e rilevano le buone pratiche.

Nella colonna di destra dello schema sono riportate le considerazioni del Valutatore, comprese le soluzioni

adottate e in corso di realizzazione per migliorare la qualità della valutazione.

Osservazioni dei servizi della CE Considerazioni del Valutatore

1. Salvo alcune eccezioni, molti dei quesiti valutativi a carattere trasversale e a livello di programma non hanno ricevuto una risposta. Solo i quesiti specifici a livello di misura sono stati adeguatamente trattati, per le misure ad oggi attivate. Ciò anche a causa della mancanza di dati a disposizione del valutatore, in conseguenza dei ritardi maturati nell'implementazione del Programma. Si invita per le future attività di valutazione a prestare maggiore attenzione ai quesiti trasversali.

La mancata risposta ai quesiti valutativi trasversali è imputabile allo scarso tempo a disposizione per la raccolta e l‟elaborazione di dati di natura primaria. Come evidenziato nel Rapporto di Valutazione Intermedia, l‟affidamento del servizio di valutazione è avvenuto nel secondo semestre del 2010 a ridosso della consegna prevista del Rapporto di Valutazione Intermedia.

A seguito dell‟aggiudicazione della gara, il Valutatore ha potuto utilizzare nella maggior parte dei casi solo dati di natura secondaria, provenienti dai sistemi informativi regionali e dalle fonti statistiche ufficiali, non essendo stato possibile organizzare, dato il tempo a disposizione, la rilevazione di dati primari.

A tal proposito si sottolinea che la Regione ha scelto di includere all‟interno del Servizio di Valutazione in Itinere tutte le attività di rilevazione di dati primari sui beneficiari del PSR, delegando, in questo modo, al Valutatore tutte le attività di raccolta dei dati di natura quali quantitativa sulle operazioni finanziate dal FEASR, per misurarne gli effetti (in termini di risultati ed impatti).

Va inoltre rimarcato che lo stato di attuazione del PSR, soprattutto per le Misure ad investimento, inteso come conclusione degli interventi, non avrebbe comunque reso possibile una trattazione dei risultati e degli impatti a livello di Misura e di conseguenza a livello di Programma per il Rapporto di Valutazione Intermedia.

Il Valutatore ha previsto di rispondere a parte dei quesiti trasversali in occasione della consegna dell‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia al 2012. Si tratta di un prodotto non contemplato dal Regolamento, che la Regione Lazio ha incluso nel Capitolato di affidamento dei servizi di Valutazione in itinere, perché utile sia a fornire indicazioni a ridosso della nuova programmazione sia ad uno stato di attuazione del PSR più avanzato ma non troppo in là come la Valutazione ex post.

Il Valutatore ha scelto di valutare il in che misura il PSR migliora la qualità della vita nelle aree rurali come tematica trasversale, non limitandola pertanto, al solo contributo delle Misure dell‟Asse 3, ma estendo l‟analisi a tutte le Misure PSR che potenzialmente possono influire sulle dimensioni della qualità della vita. A tal proposito si rimanda al par.3.1.3.2 della presente relazione.

2. La valutazione degli impatti del PSR non è stata adeguatamente sviluppata o in alcuni casi trattata solo a livello di singola misura. Il QCMV richiede invece un esame anche a livello di programma. Si ritiene necessario completare, nelle successive attività di valutazione, l'analisi degli impatti.

Questa seconda osservazione è strettamente correlata alla precedente. Per arrivare a stimare gli impatti a livello di Programma è necessario partire dall‟analisi a livello di Misura e quindi dalla rilevazione delle informazioni previste dai dati primari. Tutto ciò è illustrato sinteticamente nel capitolo 4 del Rapporto di Valutazione intermedia e in maniera più dettagliata nell‟allegato I “Strutturazione del disegno di valutazione”,.

Per arrivare a stimare gli impatti è tuttavia necessario che il Programma abbia perlomeno uno stato di attuazione che consenta di misurare gli effetti su un buon numero di progetti conclusi (per le Misure ad investimento), o che vi sia un arco temporale sufficiente a rilevare variazioni significative sulle variabili ambientali influenzate (Misure Asse 2).

E‟ previsto per l‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia una valutazione a livello di risultati e dove possibile di impatti. Tuttavia, per quanto riguarda l‟Asse 2, già nel presente Rapporto Annuale di Valutazione sono illustrate le prime valutazioni sugli impatti delle Misure dell‟Asse 2 rispetto al miglioramento della qualità dell‟acqua e del suolo. Vedi Cap. 3.1.2

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Osservazioni dei servizi della CE Considerazioni del Valutatore

3. La valutazione è carente in termini di dati analitici relativi in particolare agli indicatori di risultato e di impatto. Le successive attività di valutazione dovrebbero integrare l'analisi con la raccolta e quantificazione dei dati mancanti

4. Il rapporto non offre raccomandazioni specifiche a livello di programma, o a livello di asse, a conferma dell'indicazione generale che l'analisi si sia principalmente concentrata sulle singole misure. Si invita pertanto ad integrare il rapporto, nel corso delle future attività di valutazione, con una più accurata analisi anche a livello di programma e di asse.

Queste due osservazioni sono una naturale conseguenza delle precedenti: per la stima degli indicatori di risultato e di impatto è necessario partire dalla rilevazione ed elaborazione dei dati primari sui beneficiari del PSR.

Le informazioni elaborate consentono di ottenere gli indicatori di risultato, che per essere riferiti a livello di programma, devono essere depurate del trend del contesto, degli effetti di spiazzamento, deadweight, etc. In molti casi è necessario utilizzare metodi contro fattuali per arrivare ad un effetto netto a livello di singola operazione.

Quest‟ultimo rilievo sui metodi contro fattuali verrà ripreso nella successiva osservazione.

Per offrire raccomandazioni a livello di Asse o Programma sarà dunque necessario valorizzare le informazioni che il Valutatore sta raccogliendo sui beneficiari del PSR, che saranno restituite all‟interno dell‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione Intermedia, e quindi all‟interno della RAE 2012. All‟interno del presente rapporto, Cap, 3, viene illustrato lo stato di avanzamento delle attività di indagine e laddove possibile vengono fornite le prime stime sugli indicatori di risultato e impatto (Asse 2).

Per quanto riguarda l‟Asse Leader si intende avviare un percorso di valutazione che miri a verificare se vi sia stato un effettivo valore aggiunto nell‟applicazione del Leader all‟interno del PSR della Regione Lazio.

Prime considerazioni a livello di Asse, per l‟Asse 2, in particolare, vengono fornite nel presente rapporto nel par. 3.1.2.4

5. Per quanto riguarda l'approccio metodologico impiegato, andrebbero fornite maggiori indicazioni in merito all'applicazione dei dati contro-fattuali per l'analisi delle informazioni socio-economiche e ambientali (é il metodo operativo o in fase di preparazione per essere utilizzato nella fase di valutazione ex-post?). L'impiego di dati contro fattuali è uno dei metodi di valutazione raccomandati dal QCMV, e come tale dovrebbe essere, ove opportuno, utilizzato nella valutazione ex-post.

6. I metodi individuati dal valutatore,

incluso l'utilizzo di dati contro-fattuali, non sono stati impiegati appieno. Le fonti dei dati individuate dal valutatore, andrebbero ulteriormente selezionate nel corso delle future attività di valutazione e i dati raccolti e organizzati in funzione dei metodi analitici individuati.

Il metodo del confronto fattuale – contro fattuale è finalizzato alla stima degli effetti netti degli interventi realizzati, cioè alla stima delle variazioni degli indicatori osservate nei territori e nei beneficiari degli interventi (situazione fattuale o “con intervento”) al netto delle variazioni degli stessi indicatori che comunque si sarebbero avute anche in assenza di intervento (situazione contro fattuale o “senza intervento”) derivanti quindi da fattori non controllati o influenzati dal programma.

Il metodo è indicato nella RVI (vedi allegato I) tra i principali strumenti utilizzati per l'elaborazione dei dati e che si prevede di incrementare ulteriormente nelle prossime fasi della valutazione in itinere. Ciò si applica sia alle analisi socio-economiche che alle ambientali.

Le fonti informative per la definizione della situazione contro fattuale sono rappresentate dalle rilevazioni aventi per oggetto territori, settori e soggetti non beneficiari del programma, le fonti sono generalmente di tipo secondario (es. statistiche regionali, informazioni delle CCIAA, rilevazioni RICA) o anche di tipo primario (indagini presso non beneficiari).

Tale metodo è già operativo e i risultati della sua applicazione saranno diffusi nelle prossime fasi della Valutazione in itinere e nella Valutazione ex-post.

Il metodo del confronto fattuale – contro fattuale trova larga applicazione nella valutazione degli impatti di tipo economico (1. Crescita economica, 2. Posti di lavoro creati, 3. Produttività del lavoro) come illustrato nel Capitolo 4 del documento di lavoro della Rete Europea sulla valutazione “Approaches for assessing the impacts of the Rural Development Programmes in the context of multiple intervening factors” (marzo 2010).

Attualmente, l‟applicazione operativa del metodo è prevista per le seguenti misure (tra parentesi sono riportate le fonti informative):

112: fattuale (indagini campionarie) contro fattuale (RICA) – in fase di preparazione

121: fattuale (indagini campionarie) contro fattuale (RICA) – in fase di preparazione

123: fattuale (indagini campionarie) contro fattuale (CCIAA) – in fase di preparazione

311: fattuale (indagini campionarie) contro fattuale (RICA) – in fase di preparazione

Le indagini continueranno nei prossimi anni: nel 2012 riguarderanno le aziende che hanno completato gli interventi nell‟anno 2010 (situazione iniziale nel 2009, completamento degli interventi nel 2010, finale nel 2011) e così fino al 2015.

La frequenza delle rilevazioni segue le indicazioni del documento di lavoro della Commissione europea “Monitoring-related questions re. result indicators” (marzo 2010). Tuttavia, per acquisire informazioni in tempo utile, le indagini presso i beneficiari sono state anticipate di un anno rispetto a quanto previsto dal documento.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

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2.2 Aggiornamento del disegno di valutazione

Di seguito sono illustrate le soluzioni metodologiche che il Valutatore intende adottare per migliorare il

disegno di valutazione. Nel paragrafo successivo viene illustrato l‟approccio metodologico per la valutazione

del cosiddetto valore aggiunto del Leader. In tal modo si intende dar seguito alle Osservazioni al Rapporto di

Valutazione Intermedia, ipotizzando un percorso che possa servire a restituire informazioni utili alla nuova

programmazione ragionando in termini più squisitamente qualitativi sui risultati e sugli impatti dell‟Asse

Leader.

2.2.1 Valutazione del valore aggiunto del Leader

Il percorso che il Valutatore intende portare avanti con i GAL e l‟A.d.G nella definizione della metodologia per la misurazione del cosiddetto valore aggiunto dell‟approccio Leader, presuppone una piena condivisione sul

cosa è questo valore aggiunto.

Si parte dal presupposto che lo stesso concetto di valore aggiunto Leader non è pienamente definito, ed è

per questo motivo che prevediamo di sviluppare un percorso partecipato che veda coinvolti GAL e A.d.G

nella individuazione dei fattori che compongono il valore aggiunto.

E‟ stato il rapporto della Corte dei Conti europea (2010), che ha avviato una riflessione sulle potenzialità del

metodo Leader e la capacità del mainstreaming di dispiegarle nell‟attuale programmazione. Queste potenzialità sono state ricondotte all‟applicazione di quelle sette “specificità” che hanno accompagnato la

programmazione Leader nelle passate edizioni. Tuttavia non è stata condotta una riflessione sul cosa

possono generare queste specificità, quale può essere il valore aggiunto all‟interno dell‟attuale programmazione, quasi lasciando intendere che è la mera applicazione di una delle seguenti specificità a

generare un valore aggiunto, senza indicare quale:

L’approccio territoriale: il fatto che il Leader si applica su una scala locale, che spesso non

coincide con quei livelli territoriali in cui vengono esercitate le funzioni di governo politico amministrativo (sono aree subregionali, sub o inter provinciali, sovracomunali). Le aree Leader si

formano sulla base di un preciso accordo tra i portatori di interesse di quei territori.

L’approccio dal basso: come conseguenza del primo punto, la capacità di ascoltare i portatori di

interesse, di definire fabbisogni puntuali per quelle realtà territoriali e quindi di costruire dei programmi che, a differenza del PSR, rispecchiano più fedelmente il modello di sviluppo “locale” (i

PSL) che i territori Leader vogliono adottare.

Il GAL: attore principale della programmazione/attuazione locale, è composto da una partnership pubblico/privata che fornisce un indirizzo strategico/politico di azione, e da una struttura tecnica che

traduce operativamente sul territorio gli obiettivi definiti dalla concertazione/negoziazione degli interessi pubblico privati.

L’approccio multisettoriale e integrato: si presume che attraverso una scala di programmazione

locale, sia più agevole favorire la nascita e il finanziamento di progetti che si integrano attorno ad un tema unificante (turismo rurale) o ad un intervento cardine su un territorio circoscritto (itinerari,

sistemi museali). Un approccio che superi una logica settoriale delle politiche cercando di far

crescere il territorio e quindi tutte le realtà economico/sociali collegate con il modello di sviluppo locale ipotizzato (PMI artigiane, terzo settore, aziende agricole, aziende turistiche, Comuni e

comunità montane).

La caratteristica pilota dell’azione locale: consiste nella capacità della programmazione Leader di sperimentare nuove pratiche e nuovi modelli altrimenti non realizzabili attraverso un approccio allo

sviluppo rurale tradizionalmente fondato sulla valorizzazione della componente agricola.

La cooperazione e la rete (il networking): tra i compiti previsti dai suoi ideatori il Leader doveva incidere, tra le altre cose, sull‟isolamento delle “aree rurali marginali” (il bacino territoriale

che storicamente è stato interessato dai Programmi Leader), isolamento inteso soprattutto nella sua

componente “culturale”: una comunità tende nel tempo a chiudersi e ad essere poco incline ad accogliere modelli dall‟esterno, e quindi il ruolo della cooperazione (soldi dedicati alla realizzazione di

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

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progetti con partner regionali, nazionali, esteri) e dell‟appartenenza a Reti (soldi e programmi

nazionali finalizzati alla partecipazione e creazione di reti) avrebbe dovuto far crescere la comunità locale attraverso il lavoro comune ed il dialogo con altre realtà territoriali che si trovano a dover

affrontare gli stessi problemi.

La gestione amministrativa dei fondi: nelle passate programmazioni, il GAL ha svolto anche la funzione di centro di spesa decentrato, a differenza di quanto previsto nei PSR e nei Programmi

Operativi (PO FESR, FSE), dove la Regione era il riferimento principale nell‟erogazione delle agevolazioni. Il GAL è stato dunque il referente più prossimo agli operatori locali coinvolti

nell‟implementazione di progetti finanziati con il Leader.

Il lavoro che intendiamo portare avanti può essere diviso in tre fasi:

a) individuazione del valore aggiunto e definizione della metodologia per procedere alla sua

misurazione;

b) misurazione del valore aggiunto;

c) discussione dei risultati.

Per quanto riguarda la prima fase (punto a) prevediamo di realizzare:

una riunione tecnica con GAL e AdG con lo scopo di far emergere, mettendo a sistema le diverse

nozioni di valore aggiunto, il valore aggiunto del Leader nel PSR della Regione Lazio. Per finalizzare

al meglio l‟attività del gruppo, chiederemo ai partecipanti di far ruotare le loro riflessioni intorno alle

sette specificità, il Valutatore svolgerà il ruolo di facilitatore;

un incontro in cui il Valutatore illustrerà i risultati della riunione tecnica, presenterà la metodologia e

gli strumenti per la rilevazione del Valore aggiunto (analisi dati, questionari…).

Nella seconda fase (punto b), il Valutatore procederà alla rilevazione e alla misurazione degli elementi

identificati come valore aggiunto dell‟approccio Leader. Elaborerà i dati raccolti (banche dati, questionari,

interviste..) e predisporrà un report.

Nella terza fase (punto c) è prevista la realizzazione di una riunione, in cui i risultati dell‟analisi svolta dal

valutatore saranno discussi con GAL e Regione. Questa è la fase più importante in un processo di valutazione che si ispira ad un approccio partecipato. Dopo aver condiviso la metodologia e quindi il cosa si

misura e il come lo si misura, questo spazio sarà dedicato alla riflessione sui perché: cosa ha favorito

l‟emersione del valore aggiunto? cosa lo ha ostacolato?, in quali Misure si può rinvenire in quali altre no?, quali riflessioni a livello locale?, regionale? e quali indicazioni per il livello europeo?. Si cercherà dunque di

dare una risposta a tutte queste domande ragionando sulle evidenze della valutazione condotta, con l‟intento di fornire raccomandazioni a GAL e AdG in vista della programmazione 2014-2020.

2.3 La tempistica prevista per rispondere al mandato valutativo

La tempistica per la restituzione dei risultati della valutazione è strettamente connessa con lo stato di

attuazione del PSR e delle singole Misure, possono essere infatti individuati in linea generale i seguenti casi:

1. sono stati predisposti i dispositivi attuativi (linee guida, bandi) e sono state avviate le procedure di

selezione per la raccolta delle domande di aiuto;

2. si sono concluse le procedure di selezione e le relative procedure istruttorie fino alla ammissibilità a

finanziamento delle domande di aiuto (per le misure a superficie l‟iter prevede per il primo anno la

domanda di aiuto);

3. sono state presentate le domande di pagamento a conclusione degli interventi previsti (omettendo le

richieste di anticipazione per gli investimenti materiali) per le Misure strutturali o le domande di

conferma per le Misure a superficie.

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Ad ognuno dei punti sopra elencati può essere associato un profilo di analisi con la relativa tempistica di

restituzione, come riportato nella tabella seguente.

Fase

attuativa Profili di analisi possibili Fonti informative richieste

Tempistica per la restituzione dei primi risultati

1. Bandi – raccolta domande

Analisi di coerenza tra i dispositivi attuativi adottati (ammissibilità, criteri di priorità) – fabbisogni – obiettivi

PSR, linea guida, dispositivi attuativi Annuale

2. Selezione domande ammissibilità

a) Analisi sull‟applicazione dei criteri di selezione (presentate/ammesse) b) Analisi qualitative sulle domande ammesse a finanziamento

a) Dati di monitoraggio punteggi attribuiti in fase istruttoria, b1)Dati di monitoraggio (tipologie di spesa, età, sesso richiedente, dati previsionali da progetto) b2) Dati primari per lo più qualitativi da indagini dirette (su campione degli ammessi), casi studio, interviste a testimoni privilegiati (Responsabili di Misura/GAL) focus group, autovalutazione

Sulla base della disponibilità dei dati di monitoraggio e dei tempi necessari a condurre le indagini di campo i risultati possono essere restituiti annualmente o ogni due anni

3. Pagamento a conclusione intervento/conferma degli impegni

Analisi degli effetti sulla spesa erogata a seconda che si tratti: a) Misure a superficie

(GIS-modelli ambientali e domande valutative)

b) Misure strutturali (Calcolo indicatori QCMV e domande valutative)

a1) Dati di monitoraggio sulle superfici oggetto di impegno a2) Dati secondari di contesto relativi alla mappatura del territorio (carte tematiche uso suolo, ZVN, zone svantaggiate, rischio erosione, Natura 2000), Progetto MITO… b1) Dati primari quali quantitativi attraverso indagini campionarie sui beneficiari della Misura b2) Dati secondari per la costruzione della situazione controfattuale

a) Sulla base della disponibilità dei dati la restituzione delle elaborazione può essere annuale per le Misure a superficie (Indicatore R6), ogni due anni o ex post per cogliere effetti ambientali più complessi b) Per le Misure strutturali, a seconda dell‟indicatore di risultato previsto il dato può essere rilevato a due anni dalla fine dell‟intervento (regime); per gli impatti il riferimento è l‟ex post. Per i dati di contesto, possono essere costruiti ulteriori baseline (vedi Qualità della vita paragrafo precedente) ogni due anni.

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Tab. 1: Indicatori di risultato

Obiettivo Indicatore Misura Rilevazione

dati Restituzione

dato

Riferimento a Prodotti Valutativi

Asse I Miglioramento

della competitività del settore agricolo

e forestale (si terrà conto del

contributo delle Misure attuate

attraverso l’Asse IV Leader)

(1) Numero di partecipanti che hanno conseguito con successo i corsi di formazione

111

(2 )Accrescimento del valore aggiunto lordo nelle aziende finanziate

112

2012 2013 ARVI2 2012

113

114

115

121

123

124

125

(3) Numero di aziende che introducono nuovi prodotti o nuove tecniche

121

2012 2013 ARVI 2012

122

123

124

(4) Val. della prod. agric.secondo standard/etichette di qualità (…)

132 2011 2012 RAV3 2011

133 2010/2012 2010/2013 RVI4 2010 RAV 2012

Asse II Ambiente

(6) Zona caratterizzata da una gestione che favorisce (ha/anno):

a) Prevenz. marginaliz/abbandono terreni agr

Le Misure /azioni interessate

annuale Annuale

RAV 2011 e successivi

b) Biodiversità

annuale Annuale

annuale Annuale

annuale Annuale

c) Acqua annuale Annuale

d) Cambiamenti climatici annuale Annuale

e) Suolo annuale Annuale

Asse III Qualità della vita e

diversificazione

Asse IV Leader

(7) Aumento del valore aggiunto lordo non-agricolo (nelle aziende beneficiarie)

311 2012 2013 ARVI 2012

312 Ancora non

partita

313 Ancora non

partita5 RAV ex post

(8) Quantità totale di posti di lavoro creati

311 2012 2013 RAV 2012

312 Ancora non

partita RAV ex post

313 Ancora non

partita RAV ex post

2 ARVI: Aggiornamento Rapporto di Valutazione Intermedia (scadenza ottobre 2012) 3 RAV: Rapporto di valutazione annuale 4 RVI: Rapporto di valutazione intermedia, consegnato a dicembre 2010 5 Si riferisce al fatto che la Misura/Asse non sia stato ancora avviato

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Obiettivo Indicatore Misura Rilevazione

dati Restituzione

dato

Riferimento a Prodotti Valutativi

Asse IV Ancora non

partita

RAV ex post

(9) Numero maggiore di visite 313 Ancora non

partita

RAV ex post

(10) Popolazione delle zone rurali che beneficia (…)

321 Ancora non

partita

RAV ex post

322 Ancora non

partita

RAV ex post

323 Annuale RAV ex post

(11) Accrescimento nella penetrazione di Internet (…)

321 Ancora non

partita RAV ex post

(12) Numero Partecipanti (…)

331 Ancora non

partita

RAV ex post

341 Ancora non

partita

RAV ex post

Asse IV Ancora non

partita

RAV ex post

Indicatori supplementari

regionali per asse IV

Incremento delle presenze turistiche Asse IV Ancora non

partita

RAV ex post

Numero utenti formati Asse IV Ancora non

partita

RAV ex post

Numero utenti raggiunti da nuovi servizi

Asse IV Ancora non

partita

RAV ex post

Tab. 2: Indicatori di impatto

Indicatore Variabile Metodo

rilevazione Restituzione

dato Riferimento a

Prodotti Valutativi

Crescita economica Valore aggiunto netto espresso in standard di potere d‟acquisto (PPS)

2013/2014 2015 RAV ex post

Posti di lavoro creati Posti di lavoro netti creati espressi in equivalenti a tempo pieno (FTE)

2013/2014 2015 RAV ex post

Produttività del lavoro Variazione del valore aggiunto lordo a occupato FTE

2013/2014 2015 RAV ex post

Ripristino della biodiversità Cambiamenti nell‟andamento del farmland bird index (%)

2013/2014 2015 RAV ex post

Conservazione di habitat agricoli (5.1) e forestali (5.2) di alto pregio naturale

Cambiamenti nelle aree agricole e di forestali alto pregio naturale (%)

2013/2014 2015 RAV ex post

Miglioramento della qualità dell‟acqua

Variazione nel bilancio lordo dei nutrienti: (6.1): bilancio azotato lordo; (6.2): bilancio fosfatico lordo

2013/2014 2012

RAV 2011

ARVI 2012

Contributo all‟attenuazione dei cambiamenti climatici

Aumento della produzione di energia rinnovabile (ktoe)

2013/2014 2015 RV ex post

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3. ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE INTRAPRESE

3.1 Relazione sulle attività di valutazione in corso

3.1.1 Asse 1 –Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale

3.1.1.1 Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e

forestale e sostegno del ricambio generazionale

Misura 111 – Azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione

La Misura 111 contribuisce al raggiungimento dell‟obiettivo relativo al “Miglioramento della capacità

imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e forestale e sostegno del ricambio

generazionale” e viene attuata, nella Regione Lazio, in sinergia con la Misura 112 “Insediamento di giovani

agricoltori”.

La Misura è suddivisa in tre azioni:

Azione 1a – Formazione;

Azione 1b – Tutoraggio aziendale (Interventi di formazione individuale in azienda);

Azione 2 – Informazione e aggiornamento in campo agricolo, forestale ed agroalimentare.

La sua attivazione prevede tre strumenti procedurali, quindi viene attuata:

singolarmente

nell‟ambito della progettazione integrata aziendale (pacchetto giovani)

nell‟ambito della progettazione integrata di filiera (PIF)

Le informazioni che seguono derivano dalla elaborazione dei dati contenuti nel DHW di monitoraggio fornito

al Valutatore dall‟ ”Area Coordinamento e Programmazione Comunitaria” della Regione Lazio integrato con il

Data Base di monitoraggio fornito dal Responsabile della misura in oggetto.

Al 31.12.2011 risultano ammesse a finanziamento n. 144 domande di cui n. 46 relative all‟azione 1a

formazione e n. 98 relative all‟Azione 1b – Tutoraggio aziendale. Le domande ammesse a valere sull‟Azione

1b – Tutoraggio aziendale – sono tutte afferenti l‟attuazione della Misura 111 nell‟ambito della progettazione

integrata aziendale ossia nel Pacchetto Giovani; la loro entità pertanto è stata determinata facendo

riferimento alle informazioni contenute nella Banca Dati relativa alle domande ammesse afferenti la Misura

112 Pacchetto Giovani. Delle n. 46 domande ammesse a valere sull‟Azione 1a – Formazione, n. 20, ossia il

43%, sono attuate all‟interno dei PIF.

Alla stessa data non risulta attivata l‟azione 2 – Informazione e aggiornamento in campo agricolo, forestale

ed agroalimentare, a regia Regionale, inerente la promozione delle iniziative di informazione e di

aggiornamento nel settore agricolo, forestale ed agroalimentare.

Per quanto attiene le attività svolte dal Valutatore di raccolta dei dati primari, negli ultimi mesi dell‟anno

2011 è stata effettuata un‟indagine su un campione rappresentativo di beneficiari della Misura 112

“Insediamento di giovani agricoltori”; un‟apposita sezione del questionario utilizzato per l‟indagine è stata

dedicata alla rilevazione di informazioni per i beneficiari campionati che hanno partecipato anche alle attività

promosse nell‟ambito della Misura 111. I dati rilevati sono in corso di elaborazione e le specifiche analisi sono

previste in fase di aggiornamento della valutazione intermedia (ottobre 2012).

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pag. 14

Azione 1a – Formazione

In merito alle attività in atto, nella seconda metà di Marzo 2012, il Responsabile di Misura ha fornito al

Valutatore l‟elenco dei partecipanti che hanno frequentato le attività formative implementate nell‟ambito

dell‟Azione 1a – Formazione. Si è pertanto provveduto a riaggregare il materiale fornito costituendo una

Banca Dati contenente informazioni “per partecipante”.

Il Valutatore, in accordo con il Responsabile di Misura, che ha già provveduto ad inviare una comunicazione

agli Enti di Formazione interessati, ultimata la ricostruzione dell‟universo dei formati con successo al

31.12.2011, provvederà a contattare gli Enti al fine di reperire i recapiti telefonici dei partecipanti che hanno

superato con profitto l‟esame finale inerente il corso frequentato ed attuare quindi l‟indagine.

Pertanto le attività di valutazione proseguiranno nel corso dell‟anno 2012 con l‟acquisizione dei dati primari

relativi all‟Azione 1a – Formazione”; questi verranno acquisiti attraverso un‟indagine telefonica da realizzare

con metodologia CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing).

L‟indagine sarà rivolta ad un campione rappresentativo di partecipanti con successo ai corsi di formazione

che hanno avuto termine entro il 31.12.2011.

Per la rilevazione dei dati verrà utilizzato un apposito questionario, attualmente in corso di elaborazione,

composto da una serie di domande a risposta chiusa attraverso le quali si indagherà in merito:

agli argomenti affrontati dal corso, alle ulteriori esigenze formative e alle indicazioni su eventuali

strumenti in grado di migliorare il sistema regionale della conoscenza;

alla sinergia della misura con le altre misure del PSR attraverso la verifica della partecipazione del

formato ad altre misure e al ruolo della formazione rispetto alla facilitazione della suddetta

partecipazione;

alle ricadute delle capacità acquisite durante il corso sulle attività aziendali;

ai mezzi di comunicazione utilizzati dal formato per il reperimento delle informazioni necessarie per la

partecipazione alla misura e la loro efficacia;

alle motivazioni che hanno spinto il formato a partecipare al corso.

Per quanto attiene la metodologia di estrazione del campione, verrà utilizzato il campionamento casuale

proporzionale.

L‟universo dei beneficiari verrà stratificato per:

temi formativi (riaggregazione delle macrotematiche);

età del partecipante (giovane/no giovane);

partecipazione al PIF (Progetto di Filiera).

Come precedentemente accennato l‟indagine verrà condotta con metodo CATI. Al campione di formati con

successo che partecipa a Progetti Integrati di Filiera, verrà sottoposto un questionario con l‟introduzione di

specifiche domande volte a verificare le eventuali differenze tra i diversi approcci.

Al fine di garantire un‟elevata qualità delle interviste e di ridurre al minimo il tasso di caduta si procederà a:

organizzare turni di rilevazione in diversi orari della giornata;

utilizzare rilevatori con esperienza che consentano di ridurre al minimo i rifiuti dell‟intervista e le

interruzioni della stessa;

garantire la presenza, durante tutto il periodo di lavoro, di supervisori alla rilevazione con compiti di

controllo dell‟attività e, se necessario, di formazione continua degli intervistatori sugli aspetti ritenuti

più importanti o più ostici;

tentare il contatto di ciascun nominativo almeno 6 volte in 6 giorni diversi ed in fasce orarie diverse,

prima di considerarlo “non raggiungibile”.

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Azione 1b – Tutoraggio aziendale

L‟acquisizione dei dati primari dell‟Azione 1b – Tutoraggio aziendale (Interventi di formazione individuale in

azienda), proseguirà attraverso un‟apposita sezione del questionario somministrato al campione di beneficiari

della Misura 112.

Nella specifica sezione del questionario utilizzato nella passata indagine sono state rilevate, e lo saranno in

quella futura, attraverso indagini face to face, le informazioni inerenti la partecipazione alla formazione

individuale (e non) e la sua eventuale ricaduta sulle attività aziendali.

Per quanto attiene l‟universo, il campione e la tempistica delle indagini riguardanti l‟Azione 1b – Tutoraggio

aziendale – nell‟ambito del Pacchetto giovani, si rimanda alla successiva sezione dedicata alla Misura 112.

Misura 112 – Insediamento di giovani agricoltori – Pacchetto giovani

Per la rilevazione delle informazioni necessarie alla realizzazione delle analisi valutative e specificatamente

per l‟aggiornamento del rapporto di valutazione intermedia (2012) nell‟anno 2011 è stata realizzata

un‟indagine su un campione di beneficiari che si sono insediati in azienda attraverso il pacchetto giovani e

che hanno richiesto il saldo per la misura 112 e per la misura 121 entro il 31.12.2010.

La misura infatti è attuata attraverso due modalità: pacchetto giovani (che comprende le misure 112, 121 e

altre eventualmente previste nel piano di sviluppo aziendale) e domanda singola (che prevede solo l‟aiuto

per l‟insediamento sulla misura 112). Gli insediamenti finanziati attraverso le domande singole sono stati

soltanto otto, per cui non si è proceduto all‟indagine campionaria.

Le indagini sul pacchetto giovani sono state condotte con metodologia “face to face” attraverso la

somministrazione di un questionario. Le variabili scelte per la stratificazione dell‟universo hanno tenuto conto

del comparto produttivo prevalente e della localizzazione delle aziende. La scelta delle variabili deriva dalla

necessità di affrontare alcune tematiche caratterizzanti il PSR Lazio quali la zonizzazione e i settori produttivi

maggiormente qualificanti l‟agricoltura regionale.

L‟estrazione del campione è avvenuta utilizzando il campionamento casuale proporzionale assicurando un

errore campionario massimo del 10% stimato utilizzando come variabile proxy la dimensione finanziaria delle

misure ricomprese nel “pacchetto”.

Di seguito si riporta la composizione dell‟universo e del campione indagato nel 2011.

Universo Pacchetto giovani: domande con richiesta saldo 112+121 al 31.12.2010

Comparto Pacchetto Giovani

Totale A B C D

altro/nd

1 4 2 7

carne

10 6 16

cerealicolo 2

6

8

florovivaistico

3

3

lattiero-caseario 1 1 9

11

olivicolo

13 2 15

ortofrutticolo 1 7 19 1 28

ovicaprino 3 1 11 6 21

tabacco

4

4

vitivinicolo 1 1 1

3

Totale 8 11 80 17 116

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pag. 16

Campione Pacchetto giovani: domande con richiesta saldo 112+121 al 31.12.2010

Comparto Pacchetto Giovani

Totale A B C D

altro/nd

1 1 2

carne

3 2 5

cerealicolo 1

2

3

florovivaistico

1

1

lattiero-caseario

3

3

olivicolo

4 1 5

ortofrutticolo

2 6

8

ovicaprino 1

3 2 6

tabacco

1

1

vitivinicolo Totale 2 2 24 6 34

Per la realizzazione dell‟indagine si è proceduto a:

formare i rilevatori: sono stati realizzati incontri con i rilevatori al fine di illustrare il questionario e definire

la tecnica dell‟intervista e agli obiettivi dell‟indagine;

inviare lettera formale al beneficiario;

contattare telefonicamente il beneficiario per la definizione della data di intervista;

realizzare l‟intervista.

Per l‟archiviazione dei dati rilevati è stato realizzato un Data Base le cui maschere hanno una struttura simile

alle pagine del questionario al fine di facilitare e ridurre al minimo la possibilità di errore nell‟operazione di

data entry.

La realizzazione delle interviste ha consentito l‟acquisizione di informazioni legate alle caratteristiche del

giovane agricoltore, agli effetti della partecipazione alla misura 112, a quelli connessi con la partecipazione

alla misura 121 e ad altre misure eventualmente attuate dal giovane neoinsediato, alle modalità di

partecipazione e agli obiettivi e prospettive di sviluppo aziendale, nonché all‟acquisizione di dati primari

necessari alla quantificazione dell‟indicatore di risultato R2 “accrescimento del valore aggiunto lordo”.

Le informazioni e i dati rilevati sono in elaborazione e le analisi valutative sono previste in fase di

aggiornamento della valutazione intermedia (ottobre 2012).

Misura 113 – Prepensionamento degli imprenditori e dei lavoratori agricoli

La misura di prepensionamento è attuata in sinergia con l‟insediamento di giovani agricoltori, infatti, delle n.

144 domande ammesse a finanziamento, n. 124 usufruiscono della priorità assoluta collegata alla cessione

dell‟azienda ad un giovane beneficiario della misura 112.

In considerazione della stretta relazione tra la misura in questione e la misura di insediamento dei giovani

agricoltori, le informazioni necessarie alla risposta ai quesiti valutativi sono state reperite da una specifica

sezione inserita nel questionario somministrato al campione di beneficiari della misura 112. Le informazioni

sono in elaborazione e le specifiche analisi valutative sono previste in fase di aggiornamento della

valutazione intermedia (ottobre 2012).

Misura 114 – Utilizzo dei servizi di consulenza

I beneficiari della misura sono gli imprenditori agricoli e forestali singoli o associati. I criteri di selezione

prevedono condizioni di priorità assolute per i giovani agricoltori che hanno aderito al pacchetto giovani.

Al 31.12.2011 le aziende che hanno richiesto il saldo sono 395 e di queste 362, pari al 92%, sono domande

correlate alla misura 112 insediamento dei giovani agricoltori. Le attività di valutazione sono state quindi

realizzate nell‟ambito dell‟indagine svolta presso i beneficiari della misura 112 (Pacchetto giovani).

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Il campionamento è stato effettuato stratificando l‟universo dei saldati al 31.12.2010 per comparto e per

zona e considerando un errore campionario pari al 10% stimato utilizzando come proxy la SAU aziendale. Di

seguito si riporta la composizione dell‟universo e del campione indagato.

Comparto Universo Campione

A B C D Totale A B C D Totale

altro/nd

3 1 4

1

1

carne 1

6 8 15

1 2 3

cerealicolo 2

5

7

1

1

florovivaistico

3

3

1

1

lattiero-caseario 1

7 1 9

2

2

olivicolo

13 1 14

3

3

ortofrutticolo 1 3 9

13

1 2

3

ovicaprino 4 1 6 6 17 1

1 1 3

tabacco

4

4

1

1

vitivinicolo

1 2

3

Totale 9 5 58 17 89 1 1 13 3 18

Le rilevazioni sono state finalizzate all‟acquisizione di informazioni relative all‟oggetto della consulenza

erogata, ad ulteriori eventuali esigenze di consulenza espresse dalle aziende e alle ricadute della consulenza

sulle attività aziendali. Le informazioni rilevate sono in elaborazione e le analisi sono previste in fase di

aggiornamento della Valutazione Intermedia (ottobre 2012).

3.1.1.2 Sostenere i processi di ammodernamento e adeguamento tecnico organizzativo nelle aziende

agricole, forestali e nelle imprese alimentari e promuovere strategie di filiera

I due obiettivi (ammodernamento delle aziende e strategia di filiera) vengono trattati congiuntamente dal

momento che, dal punto di vista metodologico, si è scelto di indagare sugli effetti delle Misure ad

investimento suddividendo gli universi dei beneficiari tra domande singole e PIF. In tal modo si potranno

analizzare gli effetti sia rispetto alla singola strategia aziendale che rispetto ad una più ampia strategia di

filiera. Per altre Misure, come viene di seguito illustrato, l‟applicazione si ha nella maggior parte dei casi

all‟interno dei Pacchetti integrati di filiera.

Misura 121 – Ammodernamento delle aziende agricole

L‟acquisizione dei dati primari prevede la realizzazione di indagini con modalità face to face presso campioni

di beneficiari che hanno terminato gli interventi l‟anno precedente l‟anno di riferimento contabile,

consentendo quindi l‟acquisizione delle informazioni necessarie per la risposta ai quesiti valutativi e alla

quantificazione dell‟indicatore di risultato R2.

L‟individuazione delle variabili di stratificazione, inoltre, è strettamente collegata ai profili di analisi che

verranno sviluppati e tiene conto delle priorità programmatiche del PSR Lazio e gli specifici approfondimenti

tematici richiesti dall‟Autorità di gestione del programma (filiere agroalimentari e progettazione integrata di

filiera).

I profili di analisi riguarderanno quindi le diverse zone PSR, i comparti produttivi e la partecipazione ai

progetti integrati di filiera (PIF).

Nel secondo semestre dell‟anno 2012 verrà realizzata un‟indagine relativa ai beneficiari della misura 121 che

hanno fatto richiesta di saldo entro il 31.12.2010, ad esclusione degli interventi collegati al “pacchetto

giovani” rilevati nell‟indagine effettuata sui giovani beneficiari della misura 112.

Le rilevazioni necessarie all‟acquisizione dei dati contabili faranno riferimento: alla situazione pre

investimento: anno precedente la presentazione della domanda di aiuto (situazione precedente la

presentazione della domanda di aiuto) rilevata attraverso i dati riportati sul PSA e alla situazione post

investimento: anno successivo alla domanda di saldo.

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Per l‟estrazione del campione è stato utilizzato il metodo di campionamento casuale proporzionale. L‟universo

dei beneficiari, è stato stratificato per comparto produttivo, per zona PSR (A, B, C, D) e per partecipazione ai

Progetti Integrati di Filiera (PIF). I comparti produttivi previsti dal PSR sono stati riaggregati secondo lo

schema seguente(6).

Comparto PSR Comparto aggregato

Altri settori di nicchia Altro/Nd

Carne bovina Carne

Carne bovina (fase di ingrasso) Carne

Carne Bovina, suinicola, avicola e uova Carne

Cerealicolo Cerealicolo

Florovivaistico Florovivaistico

Latte fresco Lattiero-Caseario

Latte trasformato Lattiero-Caseario

lattiero casearia, ivi incluso latte bufalino Lattiero-Caseario

Olivicolo Olivicolo

Ortofrutticolo Ortofrutticolo

Ovicaprino Ovicaprino

Tabacco Tabacco

Vitivinicolo Vitivinicolo

Di seguito si riporta la composizione dell‟universo e del campione estratto.

La rilevazione dei dati contabili verrà effettuata sulla base dello schema di conto economico adottato dalla

regione per la redazione del PSA e di seguito riportato. Per la situazione ante investimento verranno utilizzati

i dati riportati nel PSA, mentre la situazione post investimento verrà rilevata in azienda verificando i valori

stimati dal produttore e riportati nel PSA.

Le risultanze dell‟indagine saranno riportate nell‟aggiornamento della Valutazione Intermedia (ottobre 2012).

Universo: domande con richiesta saldo al 31/12/2010

Comparto Domande singole Domande PIF

Totale A B C D B C D

altro/nd 1

2 1

4

carne 2

6 8 1 3 1 21

cerealicolo 7 3 20

13

43

florovivaistico 2 3 1

6

lattiero-caseario 3 1 12 6

2

24

olivicolo 1 1 9

3

14

ortofrutticolo 8 11 21

40

ovicaprino 4 2 7 3

16

tabacco

6

6

vitivinicolo

4 3

1

8

Totale 28 25 87 18 14 9 1 182

6 Nello strato PIF le aziende collegate vengono classificate in base al comparto del PIF ed alla sua localizzazione (desunta sulla base della localizzazione della maggior parte delle aziende collegate al PIF).

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Campione: domande con richiesta saldo al 31/12/2010

Comparto Bando Singolo PIF

Totale A B C D B C D

altro/nd 1 1

carne 1 2 2 1 6

cerealicolo 2 1 5 4 12

florovivaistico 1 1 2

lattiero-caseario 1 3 2 1 7

olivicolo 2 1 3

ortofrutticolo 2 3 6 11

ovicaprino 1 1 2 1 5

tabacco 2 2

vitivinicolo 1 1 2

Totale 8 7 24 5 4 3 0 51

Misura 122 – Accrescimento del valore economico delle foreste

La Misura è stata attivata con l‟obiettivo di incrementare il valore economico delle foreste attraverso la

diversificazione della produzione forestale e l‟ampliamento degli sbocchi di mercato del settore, tramite una

gestione sostenibile e multifunzionale delle utilizzazioni boschive.

Due le tipologie d‟investimento previste, materiali ed immateriali, volte al miglioramento della gestione

forestale e all‟aumento qualitativo e quantitativo della produzione legnosa. La misura si applica a tutte le

aree boscate regionali (superiori ai 3 ha) solo per quegli interventi già previsti dai Piani di Gestione ed

Assestamento Forestale o nei Piani Poliennali di Taglio Beneficiari della Misura sono i Comuni o loro

Associazioni ed i Privati o loro Associazioni.

E‟ stata attivata nel 2009 attraverso i due strumenti procedurali utilizzabili (domanda singola e Progettazione

Integrata di Filiera): alla data del 31.12.2010, delle sole 5 domande acquisite, ne risultavano ammesse a

finanziamento due. Al 31.12.2011 entrambe risultano revocate.

Per ciò che concerne le misura in questione, quindi, le attività di valutazione da intraprendersi nel prossimo

periodo riguarderanno l‟approfondimento delle motivazioni che in tale ambito hanno generato performance

così insoddisfacenti rispetto agli obiettivi definiti nel programma. L‟intento delle indagini che si andranno a

realizzare sarà, pertanto, quello di comprendere le cause che hanno indotto una così scarsa partecipazione

alla misura e la ricerca di soluzioni alternative, soprattutto in vista della programmazione degli interventi nel

settore forestale per il prossimo periodo 2014-2020.

Per tali attività ci si potrà avvalere di strumenti e tecniche valutative già consolidate realizzate con

l‟intervento e la partecipazione stakeholders e testimonial privilegiati (focus group, brain storming …).

Misura 123 - Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali

La misura è finalizzata all‟incremento del valore aggiunto dei prodotti del settore primario, agricolo e

forestale, attraverso investimenti materiali ed immateriali per l‟ammodernamento ed il miglioramento

dell‟efficienza delle imprese laziali operanti nella lavorazione, trasformazione e/o commercializzazione dei

prodotti favorendo, in particolare, lo sviluppo di nuovi prodotti e l‟introduzione di tecnologie innovative, in

una logica di riduzione degli impatti ambientali.

La Misura, attivata attraverso progetti individuali e nei progetti integrati di filiera, è articolata in due Azioni

L‟ Azione 2 si applica a tutto il territorio regionale ma vede ammessi a finanziamento esclusivamente

investimenti proposti da microimprese per la lavorazione del legno utilizzato come materia prima,

limitatamente alle operazioni precedenti la trasformazione industriale.

La valutazione dei risultati ottenuti a seguito degli interventi/investimenti strutturali nelle imprese

beneficiarie presuppone l‟acquisizione di informazioni quali-quantitative, non ricavabili da fonti secondarie,

relative ai risultati tecnico-economici di breve e medio-lungo periodo realizzati a seguito degli investimenti,

nonché agli aspetti tecnici, organizzativi e gestionali implicati nella realizzazione degli interventi.

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Le attività di indagine avranno ad oggetto le imprese nelle quali lo stato di avanzamento della realizzazione

degli investimenti sia tale da consentire la formulazione di un giudizio valutativo coerente. In virtù di ciò,

l‟universo di riferimento è costituito dall‟insieme dei beneficiari che hanno concluso gli investimenti, le

rilevazioni dei dati saranno effettuate con riferimento alla situazione pre-investimento (anno precedente la

presentazione della domanda di aiuto) e post-investimento (anno successivo alla domanda di richiesta del

saldo).

Azione 1 – Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli

L‟Azione 1 è stata attivata sia con domanda individuale, sia nell‟ambito di un progetto integrato di filiera

(PIF) con il bando pubblico DGR n. 412 del 30 maggio 2008 (modificata ed integrata dalla DGR 17 ottobre

2008 n. 723). La modalità di raccolta delle domande singole è avvenuta con la procedura a “bando aperto”,

applicando il meccanismo “stop&go”. La raccolta delle domande PIF, invece, è avvenuta in un‟unica

soluzione. Le imprese complessivamente ammesse a finanziamento al 31.12.2011 sono 127 (59% del valore

obiettivo), di cui 53 con progetti individuali e 74 nei PIF, per un volume totale degli investimenti (finanziabili)

di circa 118 milioni di Euro (89% del valore obiettivo).

Imprese ammesse a finanziamento al 31.12.2011

Settore Modalità di attuazione

Totale PIF Domanda singola

Carni e uova 12 0 12

Cerealicolo 3 7 10

Lattiero-caseario 3 6 9

Olivicolo 23 17 40

Ortofrutticolo 15 15 30

Ovicaprino 7 1 8

Vitivinicolo 9 6 15

Altri settori 9 2 11

Totale 74 53 127

Fonte: Elaborazioni Agriconsulting su dati del sistema di monitoraggio Regionale

La valutazione degli effetti della Misura verrà effettuata sui dati di natura primaria e secondaria. La raccolta

dei dati primari prevede una indagine che sarà condotta nel 2012 e avrà come riferimento l‟universo delle

imprese beneficiarie che hanno concluso gli investimenti e hanno richiesto il saldo entro il 31.12.2010.

L‟analisi dei dati consentirà di fornire una prima quantificazione del contributo della Misura agli indicatori R2

ed R3.

Nel 2012 l‟attività d‟indagine per l‟acquisizione dei dati primari verrà effettuata sulle 7 imprese

agroalimentari, a cui fa riferimento una spesa pari a 1,36 milioni di euro, tutte relative alla modalità di

attuazione della misura con “domanda singola”, che hanno fatto richiesta di saldo entro il 31 dicembre 2010.

La ridotta numerosità dell‟universo non richiede di procedere ad un campionamento. Le indagini, quindi,

saranno effettuate nel 2012 sull‟intera popolazione, che ha concluso gli investimenti nel 2010, la cui

articolazione è dettagliata nella tabella seguente.

Universo delle imprese che hanno richiesto il saldo entro il 31.12.2010

Comparti ZONA

A B C D Totale

Cerealicolo 1 1

Olivicolo 1 1

Ortofrutticolo 2 2 4

Vitivinicolo 1 1

Totale 1 3 2 1 7

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La rilevazione dei dati, ante e post intervento, sarà effettuata attraverso la somministrazione di un

questionario valutativo e la riclassificazione dei conti economici delle imprese a valore aggiunto

(caratteristico), evidenziando la differenza fra il valore della produzione e il costo dei beni e servizi acquistati

presso terzi e consumati nella produzione.

Mediante il questionario saranno rilevati i dati di natura quali-quantitativa in relazione agli obiettivi connessi

alla logica di intervento della Misura, alle domande valutative definite del QCMV per la Misura 123 e a quelle

aggiuntive indicate dalla Regione. Il questionario è suddiviso in 6 sezioni:

1) informazioni generali (fatturato, numero occupati, sistemi di certificazione, i consumi di acqua,

energia elettrica ed altri fonti energetiche, le finalità degli investimenti, ecc.) ed informazioni relative

alla progettazione integrata di filiera;

2) l‟innovazione di prodotto e di processo (tipologia, finalità, effetti, ecc.);

3) la materia prima ed i prodotti finiti (evoluzione dei volumi e del valore della materia prima e dei

prodotti finiti, analisi dei vincoli contrattuali e di altre modalità di fornitura, mercati di riferimento,

ecc.);

4) l‟efficienza e la competitività dell‟impresa (efficienza di costo, miglioramento della produttività, ecc.);

5) energia, ambiente e sicurezza sul lavoro;

6) informazioni generali inerenti l‟adesione al PSR (strumenti di comunicazione istituzionale e non,

reperimento delle risorse finanziarie non sovvenzionate, accesso alle agevolazioni al credito, ecc.).

Infine, per quanto riguarda gli aspetti contabili, la documentazione verrà reperita in sede di indagine oppure

presso le Camere di Commercio. Qualora l‟impresa faccia parte di un gruppo societario (con bilancio

consolidato), la rilevazione del valore aggiunto verrà effettuata riclassificando un Conto Economico

semplificato della impresa/società controllata/collegata beneficiaria, costruito sulla base dei dati relativi alla

contabilità interna.

Azione 2: Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti forestali

Alla data del 31.12.2011, le domande ammesse a finanziamento relative a questa azione risultano 31 a

favore di 30 soggetti beneficiari per un importo totale ammesso pari a 1.271.299 Euro. Inoltre, con Det. n.

A02589 del 2 aprile 2012 è stato approvato l‟elenco delle domande di aiuto relative alla Quarta Sottofase

Temporale del meccanismo procedurale c.d. “stop&go”, in cui risultano altre nove domande presentate, per

un totale complessivo del costo delle operazioni di Euro 1.485.657.

Le indagini da avviare presso un campione di imprese beneficiarie sono finalizzate al recupero di informazioni

utili per rispondere alle domande valutative e alla stima dell‟indicatore R2 relativo all‟accrescimento del

valore aggiunto lordo attraverso la rilevazione della situazione contabile pre e post intervento.

Le indagini si concentreranno sulle operazioni concluse nel 2010. In particolare, nel settore forestale, le

imprese che alla stessa data hanno fatto richiesta di saldo sono 18 (53% del totale) tutte relative a domande

singole. La stratificazione dell‟universo è stata effettuata sulla base delle aree PSR (A, B, C, D). La

numerosità campionaria, pari a 12 unità di rilevazione, è stata calcolata sulla base di un errore campionario

del 10% in riferimento alla variabile “importo dell‟investimento”.

Nella seguente tabella si riporta la composizione dell‟universo riguardante le domande singole che hanno

richiesto il pagamento del saldo, e che quindi hanno completato l‟investimento, entro il 2010 e il relativo

campione.

Misura 123 – Azione 2 – Domande singole con richiesta saldo al 31.12.2010 per zona PSR

Universo Campione

A B C D Totale A B C D Totale

3 1 6 8 18 2 1 4 5 12

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Misura 115 – Avviamento dei servizi di assistenza alla gestione, servizi di sostituzione e di

consulenza aziendale

La Misura 115 promuove una serie di iniziative in grado di supportare gli agricoltori nelle scelte relative il

futuro delle proprie aziende, perseguendo il miglioramento della gestione e del rendimento globale delle

imprese e cercando anche di garantire la continuità nel lavoro aziendale. La Misura 115 prevede l‟erogazione

di un sostegno per fronteggiare i costi relativi all‟avviamento di servizi di:

assistenza alla gestione contabile ed economica delle aziende agricole;

sostituzione nelle aziende agricole;

consulenza aziendali da erogare ai sensi della Misura 114 del PSR.

I destinatari finali degli interventi previsti nella Misura in oggetto, sono gli imprenditori agricoli e forestali;

beneficiari delle operazioni sono invece le associazioni, le società, le cooperative e i loro consorzi che

vengono istituite per l‟erogazione di servizi afferenti le tre tipologie di intervento precedentemente riportate.

Alla data del 31/12/2011 risultano ammesse a finanziamento 4 domande singole e una domanda nell‟ambito

di un Progetto Integrato di Filiera (PIF).

Delle 4 domande singole una riguarda la prima sottofase temporale del meccanismo procedurale “Stop and

Go” previsto per la Misura 115; l‟importo richiesto è pari ad ottantamila euro e il contributo finanziabile a

40.000 €. Le tre domande rimanenti sono attinenti alla seconda sottofase temporale del meccanismo

procedurale “Stop and Go”. L‟importo totale richiesto per le tre domande è pari a 168.000 € a cui

corrisponde un contributo finanziabile di quasi 83.000 €.

Domande singole N. domande Importo

richiesto (€) Importo

finanziabile (€) Contributo

ammissibile (€) Contributo

finanziabile (€)

I sotto fase “Stop and Go” 1 80.000 80.000 40.000 40.000

II sotto fase “Stop and Go” 3 168.000 143.210 82.823 82.823

Totale 4 248.000 223.210 122.823 122.823

Fonte: Regione Lazio DWH Monitoraggio

La domanda ammessa nell‟ambito della progettazione integrata di filiera è afferente alla “CLICK Società

Cooperativa”; il contributo richiesto è di 69.000 € mentre il contributo ammesso a finanziamento ammonta a

52.000 € di cui 26.000 di spesa pubblica.

PIF

N. domande Importo richiesto (€) Contributo ammesso (€)

1 Investimento previsto Spesa pubblica Investimento previsto Spesa pubblica

69.000 40.000 52.000 26.000

Fonte: Regione Lazio DWH Monitoraggio

Le future attività di valutazione indagheranno sugli esiti della misura nei confronti dei destinatari finali delle

operazioni finanziate (imprenditori agricoli e forestali) e i servizi erogati.

Misura 124 – Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore

agricolo, alimentare e forestale

La misura si applica sull‟intero territorio regionale ed è attuata esclusivamente all‟interno dei PIF: i beneficiari

sono, pertanto, i soggetti proponenti (nello specifico i soggetti capofila) dei progetti integrati di filiera. La

valutazione è demandata a considerazioni in seno ai fabbisogni d‟intervento, alle misure attivate e ai risultati

analizzati nello specifico approfondimento tematico sulla progettazione integrata di filiera (PIF).

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pag. 23

Misura 132 – Partecipazione a sistemi di qualità alimentare

I beneficiari della misura sono le imprese agricole singole o associate che partecipano ai sistemi di qualità

alimentare riconosciuti in ambito comunitario (DOP e IGP, DOC e DOCG, STG, biologico). La misura è attuata

prevalentemente nell‟ambito del Pacchetto giovani dei PIF, pertanto le informazioni necessarie alle analisi

valutative sono reperite attraverso le attività di indagine riguardanti il Pacchetto giovani e i PIF.

Misura 133 – Attività di informazione e promozione agroalimentare

La misura è attivata con la modalità singola e nell‟ambito dell‟approccio integrato di filiera. Le domande

ammesse a finanziamento nel 2010 sono tutte incluse nell‟ambito dei PIF, pertanto, i risultati saranno

analizzati nello specifico approfondimento tematico sulla progettazione integrata di filiera (PIF).

3.1.1.3 Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche per lo sviluppo dei servizi alla

logistica e delle attività forestali

Misura 125 - Infrastrutture connesse allo sviluppo e all’adeguamento della selvicoltura

La misura ha come obiettivo il miglioramento e il potenziamento delle infrastrutture a servizio delle unità

produttive agricole e forestali al fine di rendere competitivi i settori interessati. La Misura è articolata in tre

azioni che agiscono su tre aspetti del sistema delle aree rurali laziali.

L‟Azione1 “Miglioramento e ripristino della viabilità rurale” attraverso interventi riguardanti la sistemazione e

la ristrutturazione di strade rurali esistenti, con particolare attenzione alle opere di difesa del corpo stradale,

funzionali a più aziende agricole, anche per favorire un più agevole accesso ai fondi agricoli.

L‟Azione 2 “Miglioramento e ripristino delle infrastrutture forestali” prevede il miglioramento, il recupero, il

ripristino e l‟adeguamento di infrastrutture esistenti, al di fuori delle aziende, al servizio delle utilizzazioni

forestali: viabilità forestale permanente, imposti, siti di ubicazione di teleferiche e gru a cavo o altri impianti

utili alle operazioni di esbosco del legname.

L‟Azione 3 “Miglioramento delle dotazioni idriche rurali, delle opere idraulico-forestali e

dell‟approvvigionamento energetico” prevede più tipologie di sostegno per la ristrutturazione e

potenziamento della rete idrica rurale esistente, la costruzione di piccoli invasi ed interventi di elettrificazione

interaziendale.

La Misura è attuata sia attraverso domande singole che all‟interno di un PIF. Così come si evince dalla tabella

che segue, alla data del 31.12.2011 risultano ammesse a finanziamento n. 59 domande di aiuto, di cui 41

relative alle Azioni 1 e 3 e n. 18 all‟Azione 2, a favore di 55 beneficiari, di cui n. 8 attuate attraverso la

modalità della Progettazione Integrata, per un volume totale degli investimenti pari a 10.157.071 Euro.

Numero di domande ammesse a finanziamento distinte per modalità di attuazione e zona di riferimento

Modalità di attuazione

Zone

Totale B C D

Non specificato

Domande singole (Azioni 1, 3) 1 15 3 32 41

Domande singole (Azione 2) 8 2 10

Domande Progettazione Integrata (Azioni 1, 2, 3) 8 8

Totale 1 31 5 32 59

Alla stessa data le operazioni per cui è stata fatta richiesta di saldo sono 13, di cui una sola relativa al 2010.

Poiché non sono ancora trascorsi i tempi necessari per la manifestazione degli effetti dovuti agli investimenti,

nell‟immediato non sarà possibile effettuare le indagini dirette presso i beneficiari finalizzate alla

quantificazione degli indicatori previsti. Tuttavia, in vista dell‟aggiornamento della valutazione intermedia si

prevede di impostare il questionario da somministrare all‟unica impresa beneficiaria il cui investimento è

stato concluso nel 2010. Tale attività però non potrà comunque fornire alcun contributo alla quantificazione

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dell‟indicatore R2, data l‟irrisoria rappresentatività, ma potrà risultare utile nel fornire indicazioni per le

indagini future.

3.1.2 Asse 2 – Miglioramento dell’ambiente e dello spazio naturale

3.1.2.1 La valutazione dei risultati a livello di Asse

Con riferimento agli interventi programmati nell‟ambito dell‟Asse 2 il QCMV propone l‟indicatore di Risultato

comune n.6, così definito: “superficie soggetta a una gestione efficace del territorio che ha contribuito con

successo:

(6.a) alla biodiversità e salvaguardia di habitat agricoli e forestali di alto pregio naturale;

(6.b) a migliorare la qualità dell‟acqua;

(6.c) ad attenuare i cambiamenti climatici;

(6.d) a migliorare la qualità del suolo;

(6.e) a evitare la marginalizzazione e l‟abbandono delle terre”.

L‟indicatore comune esprime i risultati del Programma in termini di estensione della superficie agricola o

forestale sottoposta, a seguito degli impegni o interventi oggetto di sostegno nell'ambito delle misure dell'asse, ad una gestione ritenuta favorevole (efficace) rispetto alle finalità definite nell‟indicatore stesso.

Queste ultime in larga misura corrispondono agli obiettivi specifici/prioritari assegnati alle misure dell‟asse 2 nel PSR della Regione Lazio: la salvaguardia della biodiversità nei territori rurali (diversità genetica, delle

specie e degli ecosistemi) e in particolare la tutela e lo sviluppo di sistemi agricoli e forestali ad “elevata valenza naturale”, la conservazione della biodiversità e la tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto

valore naturale.

Si evidenziano alcuni aspetti caratterizzanti l‟indicatore, dei quali è necessario tener conto nella sua

quantificazione e nel suo uso a fini valutativi:

l‟unità di misura utilizzata (ettari di superficie) e il suo riferirsi al concetto di "gestione del territorio"

rendono l'indicatore particolarmente idoneo per la valutazione dei risultati delle Misure 211, 212, 214, le

quali prevedono, infatti, l‟assunzione di impegni di tipo tecnico-gestionale riferiti (così come i relativi

pagamenti) alla superficie agricola; in altri termini, per queste misure vi è una diretta corrispondenza tra

natura dell'intervento finanziato, la modalità di sua misurazione in termini realizzativi e la variabile usata

dall'indicatore per la stima dei risultati dell'intervento stesso ("superficie soggetta ad una gestione efficace

del territorio che ha contribuito con successo a…"). In questa stessa tipologia possono essere ricondotte

anche le misure di imboschimento (Misure 221, 223) le quali favoriscono cambiamenti nel tipo di uso del

suolo, potenzialmente favorevoli rispetto agli obiettivi ambientali e esprimibile anche in questo caso in

termini di superficie interessata. L‟indicatore è invece di più complessa utilizzazione nelle altre misure "ad

investimento" dell'Asse 2 (Misure 216, 226, 227) le quali pur determinando, ma a volte solo in forma

indiretta, miglioramenti nella gestione di aree forestali prevedono speso interventi puntuali non direttamente

quantificabili in termini di estensione di superfici forestali, come richiesto dall'indicatore comune;

come verrà in seguito illustrato, una singola misura può determinare pratiche o forme di gestione del

territorio che contribuiscono a più di un obiettivo definito dall‟indicatore; pertanto i cinque valori assoluti

totali espressi in ettari in cui esso si scompone si riferiscono a superfici fisiche almeno in parte coincidenti e

quindi non sommabili tra loro; ciascuno dei cinque valori totali dell'indicatore R6 rappresenta quindi un "sub-

indicatore" che esprime il contributo dell‟asse all‟obiettivo specifico rispetto al quale è stato calcolato.

Il Calcolo dell’indicatore R6

I cinque valori di superficie dell‟indicatore sono il “prodotto” di due più specifici elementi di analisi e giudizio:

il primo, di natura quantitativa è l‟estensione delle superfici agricole o forestali interessate dalle diverse

Misure/SottoMisure/Azioni dell‟asse; il secondo, derivante da una valutazione di tipo qualitativa, è la tipologia

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di effetti generati dalla attuazione delle diverse Misure/Azioni nell‟unità di superficie, giudicati coerenti (in

rapporto di causalità) con uno o più degli “obiettivi” definiti nell‟indicatore.

In termini operativi, la quantificazione dell‟indicatore R6 avviene pertanto attraverso lo sviluppo delle

seguenti fasi preliminari:

- determinazione della superficie agricola o forestale oggetto di impegni o interventi (SOI) nell‟ambito

delle singole Misure/SottoMisure/Azioni in cui si articola l‟asse;

- individuazione dei legami di causalità tra gli impegni o interventi oggetto di sostegno nell'ambito delle

Misure/SottoMisure/Azioni e i cinque obiettivi definiti nell‟indicatore R6.

Il processo si conclude con la quantificazione dei cinque valori totali dell‟indicatore (“sub-indicatori”)

attraverso la sommatoria delle SOI delle singole Misure/SottoMisure/Azioni (calcolate nel precedente punto

“I” attribuite ai singoli obiettivi (in base alla analisi di causalità cui al precedente punto “II”.

Di seguito è illustrato lo sviluppo delle due fasi preliminari, mentre si rimanda al seguente paragrafo per

l‟illustrazione e l‟analisi dei valori effettivi raggiunti dall‟indicatore entro il 2011.

I Determinazione della superficie agricola o forestale oggetto di impegno o intervento (SOI)

nell’ambito delle singole Misure/Azioni in cui si articola l’Asse

La principale fonte utilizzata per la stima della SOI è la banca dati fornita dalla A.d.G. derivata dal Sistema

Informativo Agricolo Nazionale (SIAN). La variabile considerata, per l‟insieme delle Misure “a superficie”

(211, 212 e 214) o miste (221, inclusi i cd. “trascinamenti”) è la superficie oggetto di impegno all‟anno 2011,

escludendo i possibili “doppi conteggi” tra i diversi anni e nell‟ambito della stessa Misura, come avviene per

le Misure 211 e 212.

Non sono considerate, ai fini del calcolo del presente indicatore le misure “a investimento” (216, 226, 227) a

causa della mancanza di informazioni utili alla definizione delle superfici di pertinenza, la Misura 215

(benessere animale) sia la SottoMisura 214-8 (tutela della biodiversità animale) nelle quali l‟impegno è

riferito (ed economicamente quantificato) non in base ad una superficie bensì al numero di UBA.

Tab.1: Superficie oggetto di impegno o intervento (SOI) per Misure/SottoMisura/Azione – situazione

dicembre 2011. Valori in ettari Misura SOI T (ha) Sottomisura/Azione SOI (ha)

211 - Indennità a favore degli agricoltori nelle zone montane

38.453 38.453

212 - Indennità a favore degli agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane

7.422 7.422

213 – Indennità Natura 2000 328 328

214 - Pagamenti agroambientali 84.575

1 - Produzione integrata 1.403

2 - Agricoltura biologica 69.826

3 - Gestione del suolo 7.182

4 - Conversione dei seminativi in prati, prati pascoli e pascoli

1.252

5 - Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale

224

6 - Coltivazione a perdere 53

9 - Tutela della biodiversità agraria vegetale 213

11 - Conservazione ed incremento della sostanza organica

4.422

221 - Primo imboschimento dei terreni agricoli 2.987

1. Imboschimenti protettivi e multifunzionali con vincolo permanente

6

2. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo medio-lungo

74

3. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo breve -

- Impegni assunti nelle precedenti programmazioni : 2.907

224 - Indennità Natura 2000 865 865

226- Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi

260

1 – Prevenzione e riduzione del rischio di incendio

260 2 – Ricostituzione dei boschi danneggiati dagli incendi

3 – Ricostituzione di boschi danneggiati da calamità naturali

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pag. 26

Misura SOI T (ha) Sottomisura/Azione SOI (ha)

227 – Investimenti non produttivi 687

A – Investimenti intesi a valorizzare la pubblica utilità delle foreste

n.d.

B – Investimenti intesi alla valorizzazione ambientale delle foreste

687

II. Individuazione dei legami di causalità tra le Misure/Azioni e gli obiettivi definiti

nell’Indicatore R6

E‟ questa la fase del processo di maggiore complessità e rilevanza valutativa, basata sulla analisi degli effetti

determinati dagli impegni gestionali assunti (pratiche e tecniche di conduzione dei terreni agricoli o forestali)

o dagli interventi realizzati dai beneficiari delle diverse Misure/SottoMisure/Azioni. Sono questi gli elementi

centrali del processo logico che ricostruisce i "legami (o catene) di causalità” tra le Misure/SottoMisure/Azioni

e gli obiettivi definiti nell'indicatore, come schematicamente di seguito illustrato:

L'adesione alla

Misura/SottoMisura comporta

l'attuazione da parte del

beneficiario di ......

Obiettivo

previsto dall'Indicatore R6

impegni/interventi

che potenzialmente determinano

.. .....

effetti specifici (risultati).

coerenti con il raggiungimento di

(almeno) un ....

Nel seguente Quadro sinottico sono in sintesi illustrati i risultati di tale processo: per ciascuna

Misura/Sottomisura dell‟Asse 2 sono enunciati gli effetti specifici (derivanti dagli impegni o interventi oggetto

di sostegno) in grado di contribuire al raggiungimento di uno o più obiettivi definiti nell‟Indicatore.

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pag. 27

Misure Azioni

Indicatore R6: Superficie soggetta a una gestione efficace del territorio, che ha contribuito con successo:

a) alla biodiversità e alla salvaguardia di habitat

agricoli e forestali di alto pregio naturale

b) a migliorare la qualità dell’acqua

c) ad attenuare i cambiamenti climatici

d) a migliorare la qualità del suolo

e) a evitare la marginalizzazione e

l’abbandono delle terre

211 Indennità per svantaggi naturali a favore di agricoltori delle zone montane

Salvaguardia di elementi naturali e seminaturali e modalità di utilizzazione di aree seminaturali e di habitat agricoli (prati e pascoli) favorevoli alla fauna selvatica e alla flora spontanea.

Mantenimento di attività agricole in aree montane, derivante dall‟impegno quinquennale.

212 Indennità a favore di agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane

Salvaguardia di elementi naturali e seminaturali e modalità di utilizzazione di aree seminaturali e di habitat agricoli (prati e pascoli) favorevoli alla fauna selvatica e alla flora spontanea.

Mantenimento di attività agricole in aree montane, derivante dall‟impegno quinquennale.

213 Indennità Natura 2000 Conservazione degli habitat naturali ricompresi all‟interno dei siti delle Rete Natura 2000, tutela della biodiversità vegetale ed animale ad essi collegata.

Presidio del territorio e utilizzo di terreni agricoli in aree dove esiste un evidente limitazione nell‟utilizzo degli stessi.

214

1. Produzione integrata Aumento della complessità ecosistemica (aumento del “mosaico colturale”) degli ambienti agricoli a seguito degli impegni sulle rotazioni colturali.

Riduzione dei livelli di impiego di macronutrienti (azoto e fosforo) e pesticidi e del loro dilavamento o percolazione nel suolo

Riduzione delle emissioni di GHG (protossido di azoto) da fertilizzanti di sintesi chimica

Riduzione dell‟erosione superficiale del suolo in attuazione delle norme di condizionalità.

2. Agricoltura biologica Aumento della complessità ecosistemica (aumento del “mosaico colturale”) degli ambienti agricoli. Non utilizzazione di fitofarmaci tossici a beneficio della fauna selvatica.

Riduzione dei livelli di impiego di macronutrienti (azoto e fosforo) e pesticidi e del loro dilavamento o percolazione nel suolo.

Conservazione/aumento dello stoccaggio di carbonio nel suolo. Riduzioni di emissioni di GHG (protossido di azoto) da fertilizzanti di sintesi chimica

Riduzione dell‟erosione superficiale a seguito di una maggior copertura del suolo e mantenimento/aumento del suo contenuto in sostanza organica.

3. Gestione del suolo Salvaguardia di specie selvatiche (avifauna in particolare) e della diversità degli ecosistemi agricoli.

Riduzione del dilavamento o percolazione dei macronutrienti nelle acque superficiali e profonde

Riduzione dell‟erosione superficiale del suolo dovuto ad una maggior copertura del suolo.

4. Conversione dei seminativi in prati, prati-pascoli e pascoli

Salvaguardia e modalità di utilizzazione di aree seminaturali e di habitat agricoli (prati e pascoli) favorevoli alla fauna selvatica e alla flora spontanea

Riduzione dei livelli di impiego di macronutrienti (azoto e fosforo) e pesticidi e del loro dilavamento o percolazione nel suolo

Riduzione delle emissioni di GHG (protossido di azoto) da fertilizzanti di sintesi chimica

Riduzione dell‟erosione superficiale del suolo e mantenimento del contenuto in sostanza organica.

Mantenimento di attività agricole (zootecnia estensiva) in aree montane.

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pag. 28

Misure Azioni

Indicatore R6: Superficie soggetta a una gestione efficace del territorio, che ha contribuito con successo:

a) alla biodiversità e alla salvaguardia di habitat

agricoli e forestali di alto pregio naturale

b) a migliorare la qualità dell’acqua

c) ad attenuare i cambiamenti climatici

d) a migliorare la qualità del suolo

e) a evitare la marginalizzazione e

l’abbandono delle terre

5. Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale

Salvaguardia/creazione di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli per la fauna selvatica. Potenziamento delle connessioni ecologiche.

Riduzione del dilavamento o percolazione nel suolo di macronutrienti (fasce tampone).

Riduzione dell‟erosione superficiale del suolo.

6. Coltivazioni a perdere Salvaguardia/creazione di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli per la fauna selvatica.

9. Tutela della biodiversità agraria vegetale

Incremento/mantenimento della consistenza regionale di varietà di specie vegetali locali in via d‟estinzione.

11. Conservazione ed incremento della sostanza organica

Riduzione del dilavamento o percolazione nel suolo di macronutrienti.

Conservazione/aumento dello stoccaggio di carbonio nel suolo. Riduzione delle emissioni di GHG (protossido di azoto) da fertilizzanti di sintesi chimica.

Riduzione dell‟ erosione superficiale del suolo e mantenimento del contenuto in sostanza organica.

F1. Ex Reg. 2078/92 set aside ventennale

Salvaguardi di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli alla fauna selvatica e alla flora spontanea.

Riduzione dei carichi e del dilavamento o percolazione nel suolo di macronutrienti.

216

1. Ripristino e miglioramento di elementi del paesaggio rurale

Salvaguardia/creazione di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli per la fauna selvatica. Potenziamento delle connessioni ecologiche.

2. Conservazione di ecosistemi di alta valenza naturale e paesaggistica

Salvaguardia/creazione di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli per la fauna selvatica.

Riduzione del dilavamento o percolazione nel suolo di macronutrienti (fasce tampone).

3. Creazione di strutture per la diffusione e l‟osservazione della fauna selvatica

Salvaguardia/creazione di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli per la fauna selvatica.

221

1. Imboschimenti protettivi e multifunzionali con vincolo forestale permanente

Ricostituzione di ambienti naturali. Ampliamento della Rete ecologica regionale.

Diminuzione degli apporti di fertilizzanti e fitofarmaci. Abbattimento dei nutrienti in eccesso.

Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa. Riduzione delle emissioni di GHG dovute alle attività agricole.

Contenimento dell‟erosione superficiale. Regimazione della acque superficiali e profonde.

2. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo medio-lungo

Ricostituzione di ambienti naturali. Ampliamento della Rete

Diminuzione degli apporti di fertilizzanti e fitofarmaci.

Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa.

Contenimento dell‟erosione superficiale. Regimazione della

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pag. 29

Misure Azioni

Indicatore R6: Superficie soggetta a una gestione efficace del territorio, che ha contribuito con successo:

a) alla biodiversità e alla salvaguardia di habitat

agricoli e forestali di alto pregio naturale

b) a migliorare la qualità dell’acqua

c) ad attenuare i cambiamenti climatici

d) a migliorare la qualità del suolo

e) a evitare la marginalizzazione e

l’abbandono delle terre

ecologica regionale. Abbattimento dei nutrienti in eccesso.

Riduzione delle emissioni di GHG dovute alle attività agricole.

acque superficiali e profonde.

3. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo breve

Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa.

Trascinamenti Reg. 1609/89, Reg. 2080/92, Reg. 1257/99

Ricostituzione di ambienti naturali. Ampliamento della Rete ecologica regionale.

Diminuzione degli apporti di fertilizzanti e fitofarmaci. Abbattimento dei nutrienti in eccesso.

Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa. Riduzione delle emissioni di GHG dovute alle attività agricole.

Contenimento dell‟erosione superficiale. Regimazione delle acque superficiali e profonde.

222 Primo impianto di sistemi agroforestali su terreni agricoli

Ricostituzione di ambienti naturali.

Abbattimento dei nutrienti in eccesso.

Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa.

223 1. Imboschimenti con finalità protettive a multifunzionali

Ricostituzione di ambienti naturali.

Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa.

Contenimento dell‟erosione superficiale. Regimazione delle acque superficiali e profonde.

2. Imboschimenti in pertinenze idraulico-forestali

Ricostituzione di ambienti naturali.

Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa.

Contenimento dell‟erosione superficiale. Regimazione delle acque superficiali e profonde.

224 Indennità Natura 2000 Conservazione degli habitat naturali ricompresi all‟interno dei siti delle Rete Natura 2000, tutela della biodiversità vegetale ed animale ad essi collegata.

Presidio del territorio e utilizzo di terreni agricoli in aree dove esiste un evidente limitazione nell‟utilizzo degli stessi.

226 Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi

Salvaguardia di habitat e della biodiversità ad essi collegata.

Prevenzione delle emissioni di GHG dovuti agli incendi.

Prevenzione di fenomeni di instabilità idrogeologica.

227

A. Investimenti intesi a valorizzare la pubblica utilità delle foreste

Migliorare la fruibilità e l‟uso multifunzionale delle risorse forestali

B. Investimenti intesi alla valorizzazione ambientale delle foreste

Salvaguardia di habitat e della biodiversità ad essi collegata.

Prevenzione di fenomeni di instabilità idrogeologica.

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pag. 30

I valori effettivi Indicatore di Risultato R6: comparazione rispetto al target e al contesto di

intervento.

La Tabella 2 riporta i cinque valori totali dell'Indicatore R6 (totali di colonna) ricavati dalla sommatoria delle

superfici agricole o forestali oggetto di intervento (SOI), nell'ambito delle diverse misure, sottomisure e

azioni, che si ritiene contribuiscano agli obiettivi ambientali definiti nello stesso indicatore (Tabella 3).

Si tenga conto che nella sommatoria per obiettivi sono esclusi i “doppi conteggi” derivanti dalla presenza,

sulla stessa superficie fisica, di impegni o interventi relativi a diverse misure, sottomisure o azioni. Ciò si

verifica in particolare nelle zone montane, tra la Misura 214 e la Misura 211. In questo caso si è scelto di

attribuire le superfici interessate contemporaneamente dalle due Misure (e individuate attraverso l‟incrocio

dei dati particellari ricavati dalle BD) esclusivamente alla Misura 214; pertanto la SOI della Misura 211

considerata ai fini del calcolo dell‟Indicatore R6 risulta inferiore (29.955 ettari) rispetto a quella oggetto di

sostegno attraverso l‟indennità (pari a 38.453 ettari, come indicato nella precedente Tabella 1).

I valori ottenuti sono confrontati, in primo luogo, con i rispettivi valori target definiti nella versione vigente

del PSR (Tabella 2) ricavandone indicazioni in merito alla efficacia degli interventi nel raggiungere gli obiettivi

programmatici.

Tab. 2: Indicatore comune di Risultato n. 6, indici di efficacia al dicembre 2011. Valori in ettari

La Tabella 2 mostra come tutti gli obiettivi specifici di asse, espressi in termini di superficie, siano stati

complessivamente raggiunti. L‟indicatore di risultato n. 6 evidenzia come alcune componenti ambientali

risultino interessate dal PSR in misura nettamente superiore alle aspettative. In particolare per gli obiettivi di

tutela della biodiversità (R6-a) e di evitare la marginalizzazione delle terre (R6-e) sono stati raggiunti indici di

efficacia pari a 132% e 195% rispettivamente.

I buoni risultati raggiunti a livello di asse nascondono i pesanti squilibri tra i risultati raggiunti a livello di

sotto-asse e ancor di più a livello di singole misure. Il marginale contributo delle misure di interesse forestale

all‟indicatore complessivo può essere in parte spiegato dall‟ammontare delle risorse finanziarie loro

assegnate, nettamente inferiori a quelle a disposizione per le misure agro-ambientali, nonché dalla

inadeguatezza dell‟indicatore a misurare gli effetti di talune misure, in particolare di quelle a investimento,

tuttavia, è doveroso chiarire come molte misure abbiano raggiunto, ad oggi, risultati decisamente inferiori

alle aspettative. Gli indici di efficacia ricalcolati per le sole misure forestali rispetto ai medesimi obiettivi di cui

sopra (R6-a; R6-e) sono pari a 27% e 12% rispettivamente.

Da queste considerazioni deriva la necessità di approfondire il livello di indagine al fine di interpretare con

maggior chiarezza come e quanto i due settori e le rispettive misure abbiano effettivamente contribuito al

raggiungimento degli obiettivi programmatici:

La scomposizione dell‟indicatore R6 in sotto-assi e misure (Tabella 3) permette di apprezzare come il

raggiungimento e talvolta il superamento degli obiettivi, sia di per se garantito dalle sole Misure 211

e 214;

Indicatore R6 al 2011

Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio che ha contribuito con successo a...

a) alla biodiversità e alla salvaguardia

di habitat

b) a migliorare la qualità

dell’acqua

c) ad attenuare i cambiamenti

climatici

d) a migliorare la qualità del

suolo

e) a evitare la marginalizzazione

delle terre

Valori effettivi, di cui: 121.163 89.442 80.150 88.243 47.992

- agricoltura 116.464 86.445 76.903 84.309 47.127

- forestazione 4.799 2.987 3.247 3.934 865

Valori obiettivo post HC 91.099 79.368 79.873 79.368 24.617

Indice di efficacia (valore effettivo/previsto)

132% 113% 100% 110% 195%

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pag. 31

L‟indennità compensativa in favore degli agricoltori delle zone svantaggiate, montane e non, per la

quale si è ipotizzato un effetto diretto sui sub-indicatori R6-a ed R6-e, ha coinvolto circa 42.000

ettari a fronte di un valore obiettivo fissato in ex ante inferiore a 14.000 ettari. Un valore effettivo

dunque tre volte superiore al valore obiettivo, risultato dovuto in parte alla sottostima del valore

obiettivo quanto piuttosto alla evoluzione nell‟applicazione della misura nel corso della

programmazione. Le risorse assegnate alla misura sono state di fatto impegnate completamente nel

corso del primo triennio al fine di finanziare, come previsto dal bando, il maggior numero possibile di

richiedenti incrementando la dotazione del singolo bando. Successivamente per mezzo della

rimodulazione finanziaria è stata incrementata la dotazione finanziaria della misura per far fronte alla

domanda fino a fine programmazione;

Il contributo della Misura 214 all‟indicatore di risultato risulta essere, oltre che il più significativo in

termini di superficie coinvolta, il più completo in quanto uniformemente ridistribuito sulle diverse

componenti ambientali. L‟Azione 2 (agricoltura biologica), interessa circa 70.000 ettari di superficie

agricola pari a circa il 10% della SAU regionale. La diffusione della produzione biologica rappresenta

uno dei principali obiettivi della politica agricola regionale in quanto induce processi di innovazione

favorendo al contempo un approccio globale e sistemico alla gestione sostenibile delle risorse

naturali;

Il contributo offerto dalle misure rivolte alla gestione del suolo e alla conservazione della sostanza

organica (214-3; 214-11) risulta essere particolarmente significativo sia in termini di superficie

coinvolta, circa 11.500 ettari, che di valore ambientale degli impegni assunti, in particolare nella

tutela della risorse suolo e acqua;

L‟Azione 214-4 sebbene abbia interessato solamente 1.252 ettari ha una funzione strategica nel

ripristino e la conservazione di ecosistemi agricoli di alto valore naturale vista la valenza ambientale

dei prati, dei prati-pascoli e dei pascoli frammisti alle superfici coltivate;

Le altre azioni previste dalla Misura 214, non hanno registrato ad oggi significativi livelli di adesione;

Le Misure di interesse forestale si caratterizzano per un sostanziale insuccesso dal quale si

distinguono le sole superfici imboschite durante i precedenti periodi di programmazione, oggi

mantenute grazie al sostegno dell‟attuale Misura 221 quantificabili in circa 2.900 ettari. Tali

formazioni in “trascinamento” sono caratterizzate inoltre da una elevata sostenibilità ambientale,

infatti influiscono favorevolmente e direttamente su tutte le componenti ambientali dell‟indicatore

R6.

Le indennità Natura 2000 in ambito forestale interessano 865 ettari e si caratterizzano

principalmente per il contributo alla salvaguardia di habitat forestali di alto valore naturale quali sono

per definizione quelli inclusi nella Direttiva 92/43/CEE e nella Direttiva 79/409/CEE. Tuttavia ad oggi

l‟avanzamento fisico si attesta sul 12%.

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pag. 32

Tab 3: Indicatore di Risultato n. 6, valori raggiunti al 2011, totali e per Misura/azione. Valori in ettari.

Misure/Azioni

Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio che ha contribuito con successo a…

a) alla biodiversità e

alla salvaguardia di habitat

b) a migliorare la

qualità dell’acqua

c) ad attenuare i

cambiamenti climatici

d) a migliorare la qualità del

suolo

e) a evitare la marginalizzazio

ne e l’abbandono delle terre

211 Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane

29.955 38.453

212

Indennità a favore degli agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane

3.882 7.422

213 Indennità natura 2000 328

214 Totale pagamenti agroambientali

80.153 84.309 76.903 84.309 1.252

214-1 Produzione integrata 1.403 1.403 1.403 1.403

214-2 Agricoltura biologica 69.826 69.826 69.826 69.826

214-3 Gestione del suolo 7.182 7.182 7.182

214-4 Conversione dei seminativi in prati, prati pascoli e pascoli

1.252 1.252 1.252 1.252 1.252

214-5 Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale

224 224 224

214-6 Coltivazione a perdere 53

214-9 Tutela della biodiversità agraria vegetale 213

214-11 Conservazione ed incremento della sostanza organica

4.422 4.422 4.422

214-F1 Ex Reg. 2078/92 set-aside 2.146 2.146

Totale agricoltura 116.464 86.455 76.903 84.309 47.127

221 Totale imboschimenti 2.987 2.987 2.987 2.987

221-1 Imboschimenti permanenti

6 6 6 6

221-2 Arboricoltura a ciclo medio-lungo

74 74 74 74

221-H Ex Reg. 1609/89, 2080/92, 1257/99

2.907 2.907 2.907 2.907

224 Indennità natura 2000 865 865

226 Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi

260 260 260

227 Investimenti non produttivi

687 687 n.d.

Totale forestazione 4.799 2.987 3.247 3.934 865

Totale indicatore R6 (2011) 121.163 89.442 80.150 88.243 47.992

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3.1.2.2 L‟ impatto sul miglioramento della qualità delle acque

Le attività di analisi sono indirizzate a fornire una risposta alla domanda: “In che misura le misure

agroambientali hanno contribuito al mantenimento o al miglioramento della qualità delle acque?”.

I principali impatti sull‟ambiente idrico delle attività agricole coinvolgono sostanzialmente il problema delle

fonti diffuse di inquinamento, generate dalla esportazione dal territorio coltivato di nutrienti e fitofarmaci

che, attraverso il deflusso superficiale, la percolazione delle acque di pioggia e l‟erosione del suolo,

raggiungono i corpi idrici, alterandone le caratteristiche chimico-fisiche. Fra i nutrienti, un ruolo prioritario è

da attribuire all‟azoto, che, sotto forma di nitrato, è molto solubile, quindi molto mobile nell‟ambiente e

raggiunge facilmente i corpi idrici, divenendo un problema soprattutto per le falde.

Di conseguenza, si è definito come indicatore di salvaguardia dei corpi idrici, la riduzione del rilascio di azoto

nell‟ambiente. Fatta questa scelta, si è disaggregata l‟analisi, distinguendo fra un indicatore di impatto

specifico (inteso come la riduzione dei carichi e del surplus di N sull‟ettaro medio, con e senza impegno agro-

ambientale) e indicatore di impatto complessivo, ovvero la riduzione dei carichi gravanti nella regione, grazie

alla misura. Con quest‟ultimo approccio si è potuto considerare la misura anche in termini di superficie

interessata.

Sinteticamente, il miglioramento della qualità delle acque si descrive attraverso i seguenti indici numerici, sia

riferiti all‟ettaro medio che al totale: riduzione dei carichi di azoto (kg/ha, Mg); Riduzione del surplus di azoto

(kg/ha, Mg). Le finalità essenziali del programma consistono quindi nel soddisfare questi obiettivi di

riduzione, soprattutto in funzione delle condizioni di partenza.

Condizioni di partenza

Le condizioni di partenza sono definite dall‟analisi di contesto e della storia recente dei fattori produttivi della

tab.3.1.2.1. Essa mostra i fattori, anche esterni alle misure, che determinano la variabilità degli input di

azoto nel sistema agroambientale.

TAB.3.1.2.1: Quantità di azoto minerale utilizzato tra il 2003 ed il 2009 con andamenti dei prezzi per i

prodotti agricoli acquistati (percentuali su base 2005, posto pari a 100).

Anno Concimi minerali azotati

venduti [Mg]

Indici dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori, base 2005 (= 100%)

Concimi (*) Energia e lubrificanti + combustibili

Manutenzione e riparazione macchine

2003 34353,9 - - -

2004 37021,6 - - -

2005 33169,2 100 100 100

2006 35922,8 103,67 110,3 103,6

2007 30411,0 117,18 113,2 107,7

2008 28049,5 193,68 128,5 113,1

2009 28094,3 173,5 115,9 117,9

(*) I dati riportati nella colonna concimi rappresentano la media degli indici di variazione dei prezzi di tutti i fertilizzanti utilizzati.

È evidente dalla tabella che, tra il 2006 ed il 2008, ci sono state importanti riduzioni nell‟acquisto di N

minerale per i concimi agricoli, dato poi stabilizzatosi nel 2009.

Per meglio spiegare questi trend, nella stessa tab.3.3.1 sono riportati gli indici dei prezzi dei prodotti

acquistati dalle aziende agricole, in percentuale rispetto al 2005. Si nota che il costo dei concimi è quasi

raddoppiato dal 2005 al 2008, aumentando molto più del costo di energia elettrica, lubrificanti, combustibili e

manutenzione delle macchine agricole. Oltre alle disposizioni delle misure agroambientali del PSR, questa è

probabilmente la principale ragione della diminuzione delle vendite di concimi minerali: quasi 6000 Mg in

meno, tra il 2003 ed il 2009.

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Da questa tabella si ricavano le vendite di azoto per anno che, insieme agli input zootecnici, forniscono la

sintesi degli apporti di azoto al sistema ambientale, riportata in tab.3.1.2.2. Le elaborazioni sono state

effettuate per l‟ultimo quadriennio, ritenuto sufficientemente lungo per coprire eventuali avvicendamenti

colturali. La stessa tab.3.1.2.2 mostra che anche l‟azoto di origine zootecnica ha variazioni sensibili di anno

in anno, con trend di crescita importanti.

TAB.3.1.2.2: Azoto di origine minerale e zootecnico per anno.

Anno N minerale [Mg] N zootecnico [Mg] N Totale [Mg]

2006 35922,8 22655,1 58577,9

2007 30411,0 24323,0 54734,0

2008 28049,5 24479,1 52528,6

2009 28094,3 25287,4 53381,7

Per determinare i surplus di N derivanti dalle concimazioni agricole, si sono determinate le asportazioni di

azoto da parte delle singole colture, stimate attraverso l‟integrazione di diverse fonti di letteratura. Tale

calcolo consente di determinare la quantità di azoto necessaria alle produzioni agricole riportate dalle

statistiche ISTAT. Questo dato è quindi il quantitativo teorico di azoto che dovrebbe essere apportato ai

campi con le fertilizzazioni, per soddisfare le necessità colturali, al netto degli apporti di azoto dalle

precipitazioni e delle quantità che vengono perse in atmosfera durante le fertilizzazioni. Le asportazioni

risultano pari al prodotto fra valori unitari e superfici coinvolte.

TAB.3.1.2.3: Sintesi del bilancio dell‟azoto.

Anno N minerale [Mg]

N zootecnico [Mg]

Assunzione N da parte delle colture

[Mg]

Surplus [Mg]

Variazione surplus (sul

2006)

2006 35922,8 22655,1 44744,8 13833,1 -

2007 30411,0 24323,1 46399,9 8334,1 – 40 %

2008 28049,5 24479,1 47570,3 4958,3 – 64 %

2009 28094,3 25287,4 45715,3 7666,3 – 45 %

Media 30619,4 24186,2 46107,6 8698,0 – 40 %

Se ne traggono le seguenti considerazioni:

La variabilità dei surplus di azoto negli anni, è molto legata al quantitativo di N di origine minerale, poiché

i carichi di origine zootecnica e le asportazioni colturali non hanno grande variabilità.

Fra il 2006 e 2007 è molto diminuito il quantitativo di N distribuito come minerale, in concomitanza con

l‟aumento delle foraggere (soprattutto foraggere temporanee) e delle coltivazioni erbacee.

Poiché nel 2006 la quantità di concime azotato acquistato è molto maggiore rispetto agli altri anni in

esame, il relativo surplus è molto maggiore della media. Questo dimostra un sicuro trend di

miglioramento ambientale, anche se non tutto attribuibile alle misure (vedi commento della tab.3.1.2.1).

Fonti e metodologia

Dati gli elementi di calcolo del paragrafo precedente, si è stilato il bilancio dell‟azoto (ingressi/uscite rispetto

al sistema suolo), sintetizzato nella tab.3.1.2.3. L‟indicatore di impatto è il surplus che deriva dall‟equazione

di bilancio di massa e le relative variazioni percentuali.

Questo può essere considerato un indicatore di pressione dei sistemi agrari sull‟ambiente, espressa in termini

di flussi di materia (nello specifico l‟azoto).

In particolare sono stati calcolati:

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gli Apporti Zootecnici (AZ) sulla base della consistenza zootecnica regionale (Fonte ISTAT);

gli apporti dalle Fertilizzazioni Minerali (FM), sulla base delle vendite dei fertilizzanti (Fonte ISTAT).

le asportazioni di azoto (AN) da parte delle colture, sulla base dei fabbisogni (Varie fonti) e delle rese

colturali medie (Fonte ISTAT).

Il surplus di azoto è considerato l‟indicatore della potenziale esportazione di nitrato ai corpi idrici.

Numericamente, il surplus deriva dal bilancio dell‟azoto nella Regione Lazio, pari alla differenza tra gli apporti

e le asportazioni delle colture, ovvero:

S = (AZ+FM) – AN [1]

Il valore di S così calcolato non spiega però gli apporti di azoto per singole colture, che è invece il dato

indispensabile per comprendere gli impatti delle Misure di PSR. Sulla base degli ordinamenti colturali

(ricostruiti attraverso i dati ISTAT del 2009) e dei valori di Concimazioni Azotate Massime per coltura

prescritte nel PSR per l‟agricoltura convenzionale, è stato calcolato l‟apporto di azoto “teorico” regionale,

ovvero la quantità massima di fertilizzante necessaria per le produzioni. Tale valore è stato confrontato con

quello effettivamente distribuito (AZ+FM) nella Regione nel 2009.

Il confronto tra le due stime porta ad una differenza di circa l‟8%.

Tale dato è importante per due ragioni:

consente una validazione del metodo di calcolo adottato.

Fornisce un‟indicazione oggettiva di quanto, almeno mediamente, è l‟effettiva quantità di fertilizzante

utilizzata per coltura.

Di conseguenza, si è stimato che l‟azoto effettivamente somministrato alle colture è pari a quello massimo

teorico ridotto dell‟8%. Si sono così ricavate le Concimazioni Azotate Effettive (CAE) per singola coltura,

utilizzate per determinare i carichi legati all‟agricoltura convenzionale ed a quella derivante dalla misura.

Tale assunzione si è basata sulle seguenti considerazioni:

1. L‟agricoltura biologica (l‟81% della superficie oggetto di impegno) ha un vincolo di 170 kg/ha di

apporto complessivo aziendale di azoto, valore alto rispetto alle concimazioni medie regionali che, se

applicato alle superfici dell‟azione 2, avrebbe determinato carichi del biologico maggiori di quelli del

convenzionale.

2. L‟agricoltura integrata nella regione ha riguardato circa 380 ha, ovvero lo 0,4% della SOI. Solo a

queste superfici sono stati applicati i valori di concimazioni prescritte dal disciplinare dell‟agricoltura

integrata.

Le altre azioni non hanno vincoli specifici sugli apporti di fertilizzanti e quindi non vanno considerate nel

bilancio. Infatti, esse generano un cambiamento nell‟uso del suolo (azione 4: “Conversione dei seminativi in

prati, prati-pascoli e pascoli” e azione F1 del precedente PSR “Ritiro dei seminativi dalla produzione”) oppure

prevedono dei vincoli sulle rotazioni ma non sulle concimazioni (azione 11: “Conservazione ed incremento

della sostanza organica)”.

Pertanto, sono stati utilizzati valori di CAE (espressi in kg/ha per singola coltura) sia per calcolare i carichi di

azoto dell‟agricoltura convenzionale, sia per calcolare i carichi generati dalla Misura, con l‟eccezione

dell‟agricoltura integrata.

I carichi di azoto sono quindi determinati come segue:

A. Per l‟agricoltura convenzionale il carico è pari al valore di CAE moltiplicato per le relative superfici, a

loro volta ottenute per differenza fra le superfici totali agricole fornite dall‟ISTAT e le SOI (azioni 1,

2, 4, 11 e F1).

B. Per quelli relativi alle misure, si sono moltiplicati gli stessi CAE per le superfici delle azioni che

intervengono sulle concimazioni (le 2, 4 e 11).

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C. Per l‟azione F1 e per la misure 221 “Imboschimenti dei terreni agricoli” (Trascinamenti delle

precedenti programmazioni) si sono considerate superfici non concimate.

D. Per l‟agricoltura integrata sono stati utilizzati i carichi del relativo disciplinare.

Il beneficio derivante dalla misura agro-ambientale è dovuto alla diversa composizione degli ordinamenti

colturali tra il convenzionale e le singole misure, con l‟esclusione dell‟agricoltura integrata, che prevede

carichi colturali inferiori a quelli del convenzionale.

L‟analisi va integrata disaggregando i carichi e surplus di azoto per azione e per superficie unitaria. È stato

pertanto effettuato il prodotto della superficie oggetto di impegno (SOI) relativa alle singole azioni per la

differenza tra le concimazioni per ettaro dell‟azione stessa e quelle previste in caso di pratiche agricole

convenzionali.

L‟anno di riferimento prescelto è il 2009, per il quale si sono stimate le reali asportazioni colturali, calcolate in

funzione delle produzioni (dati Agri-ISTAT). Si è poi calcolato il surplus di concimazioni delle singole azioni

per le specifiche SOI, utilizzando i carichi di concimazione per ettaro (carichi unitari) di seminativi, colture

arboree e foraggere permanenti.

Risultati: riduzione dei carichi di azoto ed efficacia del programma

Le elaborazioni svolte hanno consentono di stimare l‟efficacia del programma, intendendo, con questo

termine, la riduzione percentuale ed assolute (kg/ha) dei carichi di azoto, sia sulle superfici oggetto di

impegno rispetto alle superfici corrispondenti ad agricoltura convenzionale (senza PSR), sia in termini globali

della regione, come confronto dell‟agricoltura convenzionale con le quantità di N distribuite nell‟agricoltura

attuale della Regione Lazio7. La superficie dell‟agricoltura convenzionale è stata calcolata come differenza di

SAU tra i dati ISTAT e le SOI delle misure 214.1, 214.2, 214.11, 214.4, 221 ed F1

In tab.3.3.4 si ha una sintesi dei dati, confrontati con i valori obiettivo del PSR, che sono:

2 kg/ha sulla superficie agricola totale regionale (differenza di carico di azoto fra l‟agricoltura

convenzionale e l‟attuale);

25 kg/ha sulla SOI (differenza di carico di azoto fra l‟agricoltura convenzionale e quella oggetto di

impegno).

TAB.3.1.2.4: Valutazione sintetica dell‟efficacia del Programma

Agricoltura

convenzionale

Agricoltura attuale

Riduzione di N nella SOI

Riduzione di azoto su tutto il territorio

regionale

Obiettivi del PSR

Riduzione di azoto su tutto il territorio regionale

Riduzione di N nella SOI

Kg/ha % Kg/ha % [kg/ha] [kg/ha]

Carico di N

69,42 67,46 38,3 55,2 1,96 2,8 2,2 25

L‟esame di questa tabella mostra l‟elevata efficacia del programma nelle SOI dove si ha una riduzione di oltre

38 kg/ha di azoto pari ad un risparmio del 55%, superando l‟obiettivo del PSR che si attestava su una

riduzione di 25 kg/ha, mentre a livello dell‟intero territorio regionale le riduzioni risultano molto contenute e

pari al 2,8% quasi 2 kg/ha; quest‟ultimo inferiore, anche se di poco, con il valore obiettivo che era di 2,2

kg/ha. Ciò mostra che la misura determina dei benefici ambientali molto alti nelle superfici coinvolte ma

queste rappresentando una quota limitata rispetto alla SAU regionale determinano una riduzione

complessiva limitata. Ne consegue la buona performance ambientale delle azioni esaminate e la necessità

del loro ulteriore sostegno, affinché raggiungano incidenze più significative.

7 Il concetto di agricoltura “attuale” esprime una fotografia, per l‟anno di esame, della situazione nella regione, con le sue attività agricole, sia convenzionali, sia oggetto di impegno. L‟agricoltura “attuale” è quindi la combinazione tra gli itinerari tecnici dell'agricoltura convenzionale e quelli dell'agricoltura con le misure del PSR per il periodo di tempo di riferimento, in genere l‟anno.

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Nella successiva tab.3.1.2.5 è possibile confrontare i risparmi di N dovuti alle diverse misure/azioni, con le

quantità di N distribuite nell‟agricoltura convenzionale della Regione Lazio. Questi sono espressi anche come

carichi areali, dividendo le quantità di N risparmiato per le superfici coinvolte dalle azioni.

TAB.3.1.2.5: Risparmio di N, rispetto ad una agricoltura completamente convenzionale

Misure/azioni N risparmiato

N unitario risparmiato

[kg/ha]

Riduzione degli apporti rispetto

al convenzionale

[kg] % [%]

AGRICOLTURA INTEGRATA 214,1 17.687,30 0,56 45,53 65,58

AGRICOLTURA BIOLOGICA 214,2 2.282.815,13 71,74 31,76 45,74

CONVERSIONE DI SEMINATIVI IN PRATI E PASCOLI 214,4 84.686,00 2,66 64,98 93,6

CONSERVAZIONE ED INCREMENTO DELLA SOSTANZA ORGANICA 214,11 215.680,38 6,78 48,49 69,84

Set aside ventennale (Trascinamenti 2078) F1 246.797,36 7,76 114,98 100(*)

RIMBOSCHIMENTI 211 334.233,96 10,50 114,98 100(*)

RISPARMIO TOTALE DI AZOTO CON IL PSR 3.181.900,13 100,00 38,3 55,17 (*) Superfici precedentemente concimate, che passano a bosco.

La riduzione/risparmio specifica dei carichi di azoto cioè nelle superfici oggetto di impegno delle singole

azioni vede i valori più alti per le azioni F1 set aside ventennale (trascinamenti del 2078) e dei

rimboschimenti poiché si è ipotizzato un cambiamento di uso del suolo da seminativo a prato naturale o

imboschimento dove alla conversione consegue un apporto di azoto nullo, pertanto la riduzione è del 100%

e pari a 115 kg/ha; segue l‟azione 4 dove la riduzione è del 93,6% passando da seminativo a prato e/o

pascolo quasi 65 kg/ha di riduzione; quindi l‟azione 11 con una riduzione di quasi il 70%, l‟agricoltura

integrata con oltre il 65% ed infine l‟agricoltura biologica con 45,7% e circa 31 kg/ha di azoto in meno

distribuiti. Per quanto riguarda le riduzioni assolute e che quindi tengono conto anche delle superfici

coinvolte dalle singole azioni, l‟agricoltura biologica determina con oltre 2 milioni di kg di azoto in meno il

72% della riduzione totale, grazie, come già ricordato, alla elevata partecipazione, seguono il

rimboschimento con il 10%, il set aside 7,76%, per ultima l‟agricoltura integrata che partecipa alla riduzione

per una quota di soli 0,56% dovuta alla bassissima adesione.

Riduzione dei surplus di azoto

Le azioni per le quali è stato calcolato il surplus delle concimazioni, sono le seguenti:

214.1: agricoltura integrata.

214.2: agricoltura biologica.

214.11: conservazione ed incremento della sostanza organica.

Si è inoltre calcolato il surplus dell‟agricoltura convenzionale calcolata come differenza di SAU tra i dati ISTAT

e le SOI delle misure 214.1, 214.2, 214.11, 214.4 ed F1.

Nella tab.3.1.2.6 è riportata la sintesi delle stime effettuate.

TAB.3.1.2.6: Surplus di N delle azioni e dell‟agricoltura convenzionale.

Azioni SUPERFICI SURPLUS

Riduzione del surplus rispetto al convenzionale

[ha] kg kg/ha %

AZIONE 214.1

389

559 1,44 21,53 93,73

AZIONE 214.2 71.881 1.042.453 14,5 8,46 36,85

AZIONE 214.11

4.448

57.876 13,01 9,95 43,35

Totale Misura 76.718 1.100.888 14,35 8,62 37,53

Convenzionale 711.103 16.330.820 22,97

Agricoltura attuale 787.821 17.431.708 22,13 0,84 6,32

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Dalla tabella si ricava che complessivamente nella Regione Lazio nelle azioni considerate il surplus è pari a

circa 1.100 Mg di azoto liberato nell‟ambiente, il surplus per ettaro di superficie passa dal 22,97

dell‟agricoltura convenzionale a 14 kg/ha come media della Misura, determinando una riduzione di 8,62

kg/ha pari al 37,5%. Analogamente, con quanto fatto per i carichi la riduzione sull‟intero territorio regionale

tra l‟agricoltura convenzionale e l‟agricoltura attuale e considerando quindi anche le estensioni in ettari della

Misura, si determina una riduzione di soli 0,84 kg/ha pari al 6,32%. Mostrando anche per il surplus un

basso beneficio ambientale.

L‟azione che ottiene la riduzione unitaria di surplus (kg/ha) maggiore rispetto al convenzionale è l‟agricoltura

integrata (21,5 kg/ha in meno, pari al 93,7%) dove non solo si sono applicati carichi per coltura inferiore a

quelli del convenzionale (cfr. disciplinari di produzione) ma si è tenuto conto anche del differente

ordinamento colturale conseguente l‟obbligo delle rotazioni; in questa azione inoltre si registra un bilancio

vicino allo zero, ottenendo un carico residuo/surplus medio di 1,44 kg/ha. L‟agricoltura biologica, viceversa,

è quella che determina la minor riduzione nell‟ettaro medio e pari a 8,46 kg/ha il 36,8% rispetto al

convenzionale e lascia nei terreni un residuo di azoto potenzialmente inquinante per le acque di oltre

1.000.000 kg di azoto l‟anno. Infine l‟azione 11 conservazione ed incremento della sostanza organica nei

suoli determina riduzione nel surplus di azoto per il 43% (quasi 10 kg/ha in meno).

Dall‟analisi condotta risulta quindi che l‟azione che determina i maggiori benefici ambientali unitari (sull‟ettaro

di superficie impegnata) è l‟agricoltura integrata, tali benefici risultano però trascurabili considerando tutto il

territorio regionale essendo interessati solo 389 ettari. Per quanto riguarda l‟agricoltura biologica si sono

ottenuti dei buoni risultati sebbene, come già evidenziato, siano stati presi a riferimento carichi colturali

uguali a quelli del convenzionale, e l‟effetto, sulla riduzione dei carichi e del surplus, è frutto esclusivamente

dal differente ordinamento colturale tra l‟insieme delle aziende biologiche vs le aziende convenzionali. Tale

differente composizione degli ordinamenti colturali è dovuto anche alle rotazioni che le aziende biologiche

sono tenute a fare. In termini di carichi e di surplus nelle aziende biologiche andrebbe considerata anche la

“qualità” dei concimi utilizzati i quali, come è noto, sono esclusivamente organici e non di sintesi come

avviene nel convenzionale, ciò non emerge nella analisi per il calcolo del surplus di azoto ma se ne tiene

conto nell‟ambito della qualità dei suoli ed in particolar modo negli apporti di sostanza organica e

conseguentemente anche nel calcolo della riduzione del rischio di erosione (cfr. § 3.3.2 e 3.3.3).

3.1.2.3 L‟impatto sul “miglioramento della qualità del suolo attraverso l‟incremento della sostanza organica”

e conseguente “carbon sink”

Questo paragrafo è rivolto alla valutazione dell‟efficacia delle Misure Agroambientali rispetto all‟obiettivo della

tutela del suolo dai fenomeni di degradazione condotta attraverso l‟analisi della variazione nel contenuto di

Sostanza Organico (SOM) nel terreno.

La sostanza organica nel terreno è elemento fondamentale della sua fertilità chimica e fisica, il suo

incremento/mantenimento non solo ha una valenza nel contributo che essa fornisce al carbon sink, ma

anche perché persegue una serie di obiettivi agronomici ed ecologici, quali il miglioramento della fertilità del

suolo e della sua efficienza ecologica, della biodiversità, solo per citare i più evidenti, di grande importanza

per la sostenibilità ambientale dell‟agricoltura.

Questa valutazione viene svolta considerando le azioni 214.2–agricoltura biologica, 214.11–conservazione ed

incremento della sostanza organica e 214.4–conversione di seminativi in prati e prati pascolo e pascolo. Tra

gli impegni, esse presentano potenziali effetti positivi sull‟incremento della SOM. È stata inoltre considerata

l‟azione 214.1–agricoltura integrata, la quale non ha specifici impegni rivolti all‟incremento/mantenimento

della SOM, ma si è voluto comunque valutare l‟effetto indiretto delle rotazione colturali.

La metodologia proposta prevede per tutte le Azioni il calcolo del contenuto di carbonio organico “aggiunto”

al suolo (Azioni 11 e in parte 2) o di quello “non depauperato” (azioni 4 e in parte 2 ) grazie a quanto

previsto e prescritto dalle azioni.

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Per determinare i miglioramenti delle azioni, in termini di incremento di sostanza organica del suolo (in

seguito indicata anche con l‟acronimo SOM) si sono computati gli apporti di sostanza organica a seguito degli

impegni specifici di ogni singola azione.

La sostanza organica nel terreno (SOM) è elemento fondamentale della sua fertilità chimica e fisica. L‟azione

214.11 del PSR Lazio 2007-2013 (Conservazione ed incremento della sostanza organica), prevede

direttamente il suo incremento, attraverso tre tipi di impegno:

a) fertilizzazione organica (in base alle reali asportazioni colturali);

b) colture intercalari da sovescio;

c) rotazione colturale.

Nel caso a) sono previste fertilizzazioni organiche (ammendanti, letami) per almeno l‟80% del fabbisogno

colturale; nel caso b) le colture intercalari da sovescio devono essere coltivate almeno 2 volte in 5 anni, 3

volte se si estende l‟impegno; nel caso c) sono previste rotazioni colturali, con ritorno della stessa coltura

sull‟appezzamento dopo almeno due anni. Sono previste anche le coltivazioni di prati di leguminose biennali

o un avvicendamento almeno quinquennale con leguminose da granella (pisello, cece, fava, lenticchia, lupino

e cicerchia) per almeno due anni. Tali impegni possono essere assunti anche in modo combinato.

L‟azione 214.2 di Agricoltura Biologica determina migliorativi sul contenuto di SOM sia attraverso l‟obbligo di

effettuare la concimazione con concime naturale di origine animale o con materia organica, preferibilmente

compostati, sia attraverso l‟obbligo della rotazione che nell‟introdurre una leguminosa o una coltura da

sovescio.

L‟azione 214.4–conversione di seminativi in prati e prati pascolo e pascolo, attraverso le formazioni prative

permanenti, porta il suolo ad un contenuto stabile di SOM, funzione del clima e delle caratteristiche

pedologiche, che può essere considerato come una sorta di livello “climax”.

Analogamente, si sono calcolati gli apporti di sostanza organica dovuti ad una agricoltura convenzionale, in

modo da stimare l‟arricchimento di SOM dovuto alle azioni del PSR rispetto ad un controfattuale.

Condizioni di partenza

Le condizioni di partenza sono state definite attraverso la stima dell‟incremento di sostanza organica

attribuibile all‟agricoltura convenzionale. Si distinguono le seguenti fasi di calcolo:

1. Stima della quantità media per ettaro di azoto di origine zootecnica apportata della Regione Lazio.

2. Stima degli apporti di SOM per effetto dei residui colturali.

3. Stima degli apporti di SOM con la fertilizzazione organica.

In tab.3.1.2.7 si riporta la sintesi dei risultati.

TAB.3.1.2.7: Incremento di sostanza organica con l‟agricoltura convenzionale della Regione Lazio

Residui parte ipogea ed epigea 700,40 kg/ha/anno

Fertilizzazione Organica 406,18 kg/ha/anno

TOTALE SOM con l’agricoltura convenzionale 1.106,59 kg/ha/anno

Stima degli apporti di SOM con le misure

La tab.3.1.2.8 sintetizza gli apporti di SOM dovute alle azioni ed alle misure.

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TAB.3.1.2.8: SOM dovuta alle diverse azioni

AZIONE / MISURA

SOM totale [kg/anno] SOM specifica [kg/ha/anno]

214.11 / impegno a) 1.806.274,80 1.511,10

214.11 / impegni a) - b) 784.293,44 1.817,85

214.11 / impegni b) - c) 153.535,84 1.682,22

214.11, impegno c) 914.370,57 1.237,37

214.11, impegni a) - b) - c) – 1.968,33

214.2 / Agricoltura Biologica 104.018.177,49 1.447,09

214.4 / Conversione dei seminativi in prati, prati-pascoli e pascoli

1.832.509,08 1.406,18

214.1 / Agricoltura integrata 383.032,85 985,93

Risultati

Le condizioni di partenza sono quelle dell‟agricoltura convenzionale, che nella tab.3.1.2.9 è paragonata con

le azioni che intervengono sulla SOM.

TAB.3.1.2.9: SOM per azione e per agricoltura convenzionale

Superficie impegnat

a

SOM SOM Incremento/riduzione di SOM

[ha] [kg/anno] [kg/ha/anno] [kg/anno] [kg/ha/anno] (%)

Agricoltura convenzionale 713.249 (*)

782.135.771 1.107

214.1: Agricoltura integrata 389

383.033 936

- 66.340

- 171 -

15

214.11: Conservazione e incremento della SOM

4448

7.578.122 1.704

2.655.588

597

64

214.2: Agricoltura biologica 71881

104.018.177 1.447

24.475.419

341

20

214.4: Conversione dei seminativi in prati-pascoli

1303

1.832.509 1.406

390.420

300

21

Totale Misura 214 78.021 113.811.841 1.461

27.455.087 352

32

(*) Dato derivante da: Superficie impegnata secondo AGRI-ISTAT meno la somma delle superfici delle misure 214.1, 214.2, 214.4, 214.11

Questa tabella consente di stilare la relativa graduatoria di efficacia delle singole azioni rispetto al

convenzionale, in termini di capacità di apporto di SOM al terreno. L‟azione 214.11 determina un incremento

di SOM del 64% pari a quasi 600kg/ha di incremento, seguono l‟agricoltura biologica e la conversione dei

seminativi in prato-pascoli con un incremento del 20% circa 300 kg/ha, viceversa nell‟agricoltura integrata si

ottiene una riduzione, seppur modesta, nell‟apporto di sostanza organica nei suoli. Complessivamente la

Misura determina un incremento di SOM di oltre 27 milioni di kg, circa 350 kg/ha.

Dai dati si evidenzia il ruolo centrale dell‟agricoltura nell‟apportare sostanza organica al terreno, perché

anche quella convenzionale, grazie alla componente zootecnica, determina un contributo non trascurabile di

SOM al terreno. Ciononostante, la costante perdita di sostanza organica del suolo coltivato in modo

convenzionale è uno dei problemi di maggior rilevanza dell‟agricoltura, soprattutto perché l‟uso dei nutrienti

di sintesi favorisce lo sviluppo dei microorganismi sottrattori del carbonio del suolo, a scapito di quelli che lo

fissano.

È quindi confermata la necessità di una maggiore integrazione fra sistemi zootecnici e agricoli, a maggior

ragione se si aggiunge a queste problematiche il fatto che i reflui zootecnici, slegati dal territorio coltivato,

costituiscono un grande rischio anche per la qualità delle acque, con tutte le conseguenze economiche e

sanitarie del caso.

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L‟analisi generale effettuata dimostra quindi che non è proprio l‟agricoltura (anche quella praticata con

tecniche convenzionali) a generare impatti, ma come essa si coniuga nelle situazioni specifiche e il fattore

dirimente è l‟integrazione fra disponibilità di sostanza organica e fabbisogni colturali. È necessaria una

politica (non solo agricola, ma anche territoriale e ambientale) che sappia trovare il giusto incontro fra

“domanda” e “offerta”. Quest‟ultima, poi, non è solo quella del comparto zootecnico, ma deve considerare

tutti gli altri scarti di origine organica: quelli civili (reflui da impianti di depurazione) e quelli industriali (reflui

da industrie, digestato di biomasse ecc.).

Torna allora, anche in relazione a questo tema, la necessaria territorializzazione dei PSR.

Valutazione della efficacia del Programma

I dati riportati nella tab.3.1.2.10 consentono il confronto tra gli apporti di SOM dovuti alle azioni, con i

corrispondenti dell‟agricoltura attuale e convenzionale della Regione Lazio.

TAB.3.1.2.10: Apporti di SOM dovuti alle azioni, all‟agricoltura attuale e a quella convenzionale

AZIONI SUPERFICI

[Ha] SOM

[kg/anno] SOM

[kg/ha] Incremento SOM

rispetto al convenzionale [%]

214.1 – 214.2 – 214.4 – 214.11 78.020,87 113.811.841,04 1.461,10

(media ponderata) 32 %

AGRICOLTURA ATTUALE (*) 791.270,21 903.083.340,73 1.141,31 3 %

AGRICOLTURA CONVENZIONALE (**) 713.249,34 789.271.499,69 1.106,59 -

(*) Fonte AGRIISTAT (**) Fonte AGRIISTAT-AZIONI CONSIDERATE (***) Pari a SOM per il rapporto stechiometrico con la CO2 (44/12)

Questi risultati mostrano l‟importanza delle misure nell‟incremento della SOM che, sebbene non rilevante in

termini percentuali sull‟intero territorio regionale pari ad un incremento del 3% (agricoltura attuale vs

agricoltura convenzionale, tab. 3.3.10), mostra notevoli potenzialità (il 32% di incremento per le SOI, tab.

3.3.10). Questo è ancora più importante se si pensa soprattutto agli effetti indiretti dell‟incremento di SOM:

1. Migliora la disponibilità di nutrienti del suolo.

2. Immagazzina gli ioni della fertilità del suolo (calcio, magnesio e potassio).

3. Conseguentemente, incrementa la capacità di scambio cationico del suolo.

4. Trattiene i nutrienti e, quindi, previene la loro lisciviazione.

5. Favorisce l‟ingresso in soluzione di minerali segregati.

6. Favorisce il pH neutro e tampona le oscillazioni del pH del suolo.

7. Migliora la struttura del suolo e la circolazione di aria e acqua.

8. Favorisce i microrganismi che mantengono poroso il suolo.

9. Gli spazi che si creano con la porosità favoriscono l‟acquisizione di azoto dall‟aria, nella forma nitrica

e ammoniacale, immediatamente disponibile per le piante.

10. Stimola la crescita delle piante e lo sviluppo delle radici.

11. Incrementa l‟assorbimento delle acque di pioggia, riducendo il deflusso ed il rischio erosivo.

12. Le molecole umiche sono in grado di assorbire 20 volte il loro peso in acqua, incrementando quindi

la capacità di ritenzione idrica.

Per entrare più nello specifico dei dati contenuti nella tabella 3.3.9, si ricorda che l‟arricchimento di SOM al

terreno è dovuto a:

fertilizzazioni organiche;

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residui colturali;

sovesci.

Nell‟agricoltura convenzionale, i 1.106,59 kg/ha/anno di SOM derivano dalle fertilizzazioni organiche per circa

il 35% (406,18 kg/ha di SOM), mentre il resto della SOM deriva dai residui colturali, che, a loro volta,

derivano dai prati, grazie alle grandi quantità di residui ipogei, caratterizzati da un coefficiente isoumico.

Infatti, nell‟azione 214.4 (conversione dei seminativi in prati e prati-pascoli), l‟effetto dei residui ipogei dei

prati porta ad un arricchimento di SOM del 70% (circa 1000,00 kg/ha/anno sui 1406,18 kg/ha/anno totali).

Nel sistema biologico, i 1.447,09 kg/ha/anno di SOM, sono dovuti per circa il 50% alle concimazioni

organiche e per l‟altro 50% ai residui colturali. Di conseguenza, rispetto al convenzionale, le pratiche colturali

hanno un peso molto rilevante per l‟arricchimento di sostanza organica del suolo.

Per quanto riguarda l‟azione 214.11 (conservazione ed incremento della sostanza organica), i diversi impegni

(a,b,c) e le loro combinazioni, fanno si che circa il 50% dell‟arricchimento di SOM derivi dai residui colturali,

circa il 35% dalle concimazioni organiche, mentre il rimanente 15% dipende dai sovesci. Anche in questo

caso, le pratiche colturali hanno un peso maggiore rispetto alle concimazioni organiche.

L‟agricoltura integrata ha ridotti apporti di SOM a causa delle modeste superfici impegnate (circa 388 ha) e

quindi non presenta la diversificazione colturale tale da mutare sensibilmente i residui colturali che, quindi,

non influenzano fortemente la SOM globale, pur essendo sempre relativamente molto significativi. Infatti, dei

circa 985 kg/ha/anno di SOM dell‟agricoltura integrata, circa il 60% deriva dai residui colturali ed il 40% dalle

concimazioni organiche.

Se ne deduce che le concimazioni organiche hanno sempre un peso sull‟arricchimento di SOM al terreno, ma

la differenza importante fra azioni del PSR e sistemi agricoli convenzionali è incentrata soprattutto sulle

tipologie di colture, con i relativi residui e le tecniche colturali che li generano.

In sintesi, gli effetti positivi sul piano dell‟impatto ambientale delle azioni sono sostanzialmente:

a) Ottimizzazione del ciclo dei nutrienti, che risultano più disponibili per le piante e, quindi, hanno meno

probabilità di lisciviazione nei corpi idrici.

b) Minore propensione al deflusso superficiale delle acque di pioggia e, quindi, minore rischio erosivo

per il suolo.

c) Riduzione dei volumi di piena e dei tempi di corrivazione delle acque di ruscellamento, con ricadute

positive in termini di difesa dal dissesto idrogeologico e dalle inondazioni.

d) Maggiore fertilità del suolo, che quindi richiederà una minore quantità di fertilizzanti di sintesi, che,

favorendo lo sviluppo di microorganismi che sottraggono carbonio al suolo, riducono

progressivamente la fertilità e liberano carbonio in atmosfera.

e) Sequestro di notevoli quantità di CO2 nel sistema suolo.

Questi aspetti sono tutti fra loro integrati e tale interrelazione non solo è intraspecifica, ma, come si osserva

dall‟elenco degli impatti positivi, coinvolge anche le altre componenti ambientali: la qualità delle acque, la

difesa del suolo ed il sequestro di biossido di carbonio che altrimenti finirebbe in atmosfera.

L‟integrazione e le sinergie positive sono più importanti dei singoli risultati, perché, ad esempio, come si

vedrà al prossimo paragrafo, l‟incremento di SOM non ha un ruolo diretto elevato in termini quantitativi sulla

riduzione dell‟erosione del suolo (almeno rispetto al fattore di copertura), ma la sua importanza è comunque

rilevante grazie all‟attivazione dei numerosi meccanismi di feedback positivi.

Di conseguenza, occorre rafforzare le pratiche colturali ottimali finalizzate all‟incremento della SOM del suolo,

che, per le citate sinergie, comportano contemporanei vantaggi significativi per la qualità delle acque e la

difesa del suolo. Le strategie non devono quindi procedere a comparti stagni, ma essere fortemente

integrate. Tra queste, particolarmente importanti sono:

1. Incentivo della fertilizzazione organica, a scapito di quella chimica.

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2. Riduzione/azzeramento di tutti i biocidi.

3. Incentivo delle lavorazioni ottimali: evitare la distruzione della struttura del suolo; effettuare arature

in corrispondenza del giusto tasso di umidità del terreno, alla giusta velocità, con il minimo disturbo

superficiale e, contemporaneamente, aerando il terreno alla maggiore profondità possibile.

4. Controllo delle erbe infestanti senza danneggiare il suolo, considerando anche il fatto che la gestione

di queste piante può essere preferibile alla semplice distruzione, in termini di incremento della

fertilità e di carbon sink.

5. Sviluppo di colture di copertura, evitando il più possibile i suoli nudi.

3.1.2.4 L‟impatto sul “miglioramento della qualità del suolo attraverso la riduzione dell‟erosione idrica

accelerata”

Il concetto fondamentale alla base della gestione del problema difesa del suolo è che l‟erosione è un fattore

di genesi del paesaggio collinare e, come il deflusso superficiale da cui dipende, è fortemente influenzato

dalla copertura e dall‟uso del suolo.

Di conseguenza, i fabbisogni che derivano dalla Domanda 4: “In che misura le misure agroambientali

hanno contribuito al mantenimento o al miglioramento del terreno?” devono considerare le perdite

“tollerabili” di suolo, essendo l‟erosione anche un fenomeno naturale, da cui occorre discernere l‟aliquota di

impatto ambientale.

La valutazione della riduzione dell‟erosione sul territorio della Regione Lazio per effetto delle misure

agroambientali del PSR si è articolata nelle seguenti fasi di lavoro:

1. Quantificazione del valore dell‟indicatore, attraverso un modello matematico di stima dell‟erosione.

2. Valutazione dei risultati, che analizza i risultati esprimendo il giudizio comparativo sulla mitigazione

degli impatti, sia delle singole azioni, sia del loro effetto combinato.

3. Valutazione conseguente dell‟efficienza della Misura 214 e Misura 221.

Accanto all‟effetto delle Misure dell‟asse 2 è stata valutata anche la riduzione dell‟erosione determinata dalla

sconnessione del pendio per la realizzazione dei solchi acquai temporanei sui seminativi, in attuazione degli

impegni legati all‟applicazione delle norme di condizionalità, che l‟agricoltore è tenuto ad assolvere. Ne

consegue che, sui seminativi, la riduzione dell‟erosione generata da tale misura è aggiuntiva rispetto a quella

del terreno in condizioni di buona condizione agronomica (pratiche conservative del suolo).

Stima dell’erosione del suolo con e senza le misure

L‟erosione idrica è un fenomeno molto complesso, la cui analisi sperimentale richiede un notevole dispiego di

mezzi e lunghi tempi di sperimentazione. L‟approccio modellistico, quindi, assume un‟importanza

fondamentale ed il modello più diffuso si basa sull‟equazione USLE (Universal Soil Loss Equation) di

Wischmeier e Smith (1978, vedi Leone, 2011). Essa fornisce la quantità media annua, calcolata su un lungo

periodo, della perdita di suolo A su una superficie avente un determinato uso e tipo di copertura vegetale:

A = 2,242 R K L S C P [Mg/ha/anno]

Ove: R è il fattore climatico (erosività); K il fattore pedologico (erodibilità); L S il fattore morfologico; C il

fattore di copertura del suolo; P il fattore di sistemazione.

La USLE è stata largamente utilizzata in tutto il mondo e l‟esperienza che ne è seguita ha portato a

numerose revisioni e adattamenti alle più diverse realtà. Ne è scaturita la RUSLE (Revised Universal Soil Loss

Erosion), che, nella struttura fondamentale, ricalca la precedente, opportunamente arricchita nelle

metodologie di stima di alcuni fattori.

Le elaborazioni hanno quindi riguardato quest‟ultima versione del modello, sulla base del quale è stato

costruito un sistema informativo territoriale, basato sulle tecniche GIS. Sono stati calcolati, per l‟intera

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regione Lazio, i suddetti fattori, colmando le numerose lacune nelle conoscenze di base per l‟area in esame8,

attraverso le migliori tecnologie possibili e l‟ausilio dei numerosi dati ancillari disponibili. Le elaborazioni

hanno portato ai seguenti prodotti, realizzati ad hoc per il presente lavoro (il fattore P-RUSLE è sempre stato

considerato neutro):

Carta delle isoerodenti della regione Lazio.

Carta dell‟erodibilità e carte delle sue componenti, disaggregate secondo l‟algoritmo di Renard, che,

tra l‟altro, dà conto dell‟effetto della sostanza organica sull‟erodibilità, quindi consente di stimare

l‟effetto indiretto dell‟incremento di SOM in termini di riduzione del rischio erosivo.

Carta del fattore morfologico, sulla base di un modello digitale del terreno di raster riclassificato a 20

m e delle naturali soluzioni di continuità del pendio (presenza di boschi, corsi d‟acqua, siepi ecc.),

ricavate da foto interpretazione effettuata ad hoc.

Carta del fattore di copertura, ottenuta attribuendo i valori di C-RUSLE alla carta dell‟uso del suolo,

aggiornata e integrata tramite foto interpretazione ad hoc.

Costruito il sistema informativo territoriale, inserendo le modifiche ai parametri indotte dalle misure, è

possibile descrivere gli scenari di erosione del suolo “ante” e “post” impegni ed i relativi dati prestazionali.

Sintesi delle elaborazioni e risultati

Le azioni del PSR–Misura 214 da prendere in considerazione per il contenimento dell‟erosione sono:

Azione 1: Mantenimento–introduzione dell‟agricoltura integrata. L‟apporto di questa azione rispetto ad un

miglioramento del rischio erosivo si può valutare in relazione alla sconnessione del pendio per la

realizzazione dei solchi acquai temporanei sui seminativi, in attuazione degli impegni legati all‟applicazione

delle norme di condizionalità.

Azione 2: Mantenimento–introduzione dell‟agricoltura biologica. L‟apporto di questa azione rispetto ad un

miglioramento del rischio erosivo si può valutare sia attraverso l‟aumento della sostanza organica nel terreno

a seguito dell‟utilizzo di concimi organici e quindi la variazione del fattore K-RUSLE, sia attraverso la maggior

protezione del terreno dovuta alle rotazioni; alla policoltura (soprattutto con l‟inserimento del prato), con

semine a girapoggio, alternando specie differenti lungo il pendio e all‟inerbimento delle colture arboree

(variazione del fattore C).

Azione 3: Gestione del suolo attraverso l‟inerbimento degli impianti arborei e dei seminativi (cover crops).

L‟impegno dell‟azione può riguardare legnose agrarie, attraverso il mantenimento di un cotico erboso

permanente e seminativi, attraverso il mantenimento di una idonea copertura vegetale.

La riduzione dell‟erosione del suolo attraverso queste azioni deriva dalla riduzione del fattore C-RUSLE, per

effetto della maggiore copertura del terreno.

Azione 4: Conversione dei seminativi in prati, prati-pascoli e pascoli. Anch‟essa, modificando il fattore C-

RUSLE, incide direttamente sull‟erosione.

Azione 6: Coltivazioni a perdere. Essa è stata prevista principalmente per favorire l‟alimentazione della

fauna selvatica, ma, determinando un aumento del grado di copertura vegetale, ha un effetto antierosivo

che si esplica con la riduzione del fattore C-RUSLE.

Azione 11: Conservazione ed incremento della sostanza organica. Come per gli effetti dell‟azione 2, questa

incide sul contenimento dell‟erosione attraverso la riduzione dell‟erodibilità K-RUSLE.

Misura 221: Primo imboschimento di terreni agricoli (seminativi). Essa genera un graduale aumento della

copertura del suolo e quindi va ad incidere sul fattore C-RUSLE.

8 La regione Lazio non ha una mappa delle isoerodenti, né una vera e propria cartografia dei suoli. Per la stima del fattore C, inoltre, è

stata necessaria una forte integrazione della carta dell‟uso del suolo. I dettagli a riguardo sono illustrati nella relazione generale.

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Applicazione delle buone condizioni agronomiche ed ambientali (BCAA)9: La norma prevede la

realizzazione di solchi acquai temporanei che limitano i pendii ad una lunghezza massima di 80 metri per i

seminativi. In tal modo l‟acqua piovana raccolta a monte dell‟appezzamento è intercettata dal solco che,

perciò, sconnette il pendio, riducendo il fattore L-RUSLE.

A partire dallo strato dei fogli catastali del Lazio FDM _LAZIO3 (fonte Agriconsulting s.p.a.) si è proceduto

con la selezione di tutti i fogli oggetto di misura, dai quali si è enucleata ciascuna azione, quindi anche l‟uso

del suolo, che è stato necessario omogeneizzare per evitare le numerose discrepanze fra misure censite nei

fogli e carta dell‟uso del suolo regionale, che è stata conseguentemente corretta.

Valutazione della efficacia del Programma

Per quanto riguarda l‟efficacia delle misure, una prima stima immediata la si può ottenere dalle riduzioni

dirette del fattore di copertura C-RUSLE, come in tab.3.1.2.11.

TAB.3.1.2.11: Valori del fattore C÷RUSLE senza e con misura.

Azioni Tipologia Conduzione

convenzionale Prescrizioni azioni PSR

C-RUSLE Agricoltura

convenzionale

C-RUSLE azione

Impatto (minore

erosione, %)

2, 3 Vigneti due lavorazioni all'anno Con inerbimento interfilare

0,451 0,163 63,9

2, 3 Oliveti lavorati Inerbiti 0,3 0,12 60,0

3 Seminativi lavorati Con colture di copertura (cover crops)

0,4 0,003 99,3

2 Seminativi lavorati Non lavorati e cover crops

0,4 0,0265 93,4

2, 3 Castagneti da frutto

una o due lavorazioni all'anno, di cui almeno una prima della raccolta

Non lavorato o con lavorazione a 5 cm dal suolo

0,2 0,007 96,5

2, 3 Noccioleti e altri frutteti

lavorati Inerbiti 0,5 0,126 74,8

4 Seminativi lavorati Prati, Prati/pascoli, pascoli

0,4 0,04 90,0

6 Seminativi lavorati Graminacee non tagliate

0,4 0,03 92,5

misura 221

Seminativi lavorati Impianti arborei 0,4 0,05 87,5

Questa tabella mostra le notevoli potenzialità del fattore C-RUSLE per il contenimento della perdita di suolo.

Le elevate percentuali in gioco rendono superfluo ogni commento circa le strategie di gestione del territorio

che ne conseguono, si aggiunge solo l‟ulteriore sinergia che si persegue con l‟incremento della copertura del

territorio: la riduzione ed il rallentamento dei deflussi superficiali delle acque di pioggia. Sinergicamente, la

riduzione di erosione del suolo e scorrimento superficiale delle acque contribuiscono in maniera rilevante alla

prevenzione e/o soluzione dei problemi di dissesto idrogeologico, universalmente riconosciuto come uno dei

grandi valori aggiunti della buona agricoltura.

La tabella successiva (3.1.2.12) fornisce i dati complessivi e di dettaglio del quadro erosivo “ante” e “post”

misure. Essa è stata concepita in modo tale da poter dare una valutazione sull‟entità del contributo alla

riduzione dell‟erosione di ognuno dei tre impegni previsti e cioè creazione di solchi acquai (condizionalità

BCAA); aumento di SO (fattore K) e aumento di copertura del terreno (fattore C), rispetto ad una situazione

assenza impegni. Essendo la RUSLE un‟equazione di tipo moltiplicativo i fattori in gioco agiscono in maniera

sinergica e quindi non è possibile valutare le quote parti di riduzione dell‟erosione totale ma soltanto il loro

singolo apporto rispetto alla situazione di assenza di impegno. In altre parole l‟effetto di ogni singolo fattore

di riduzione cambia sia nel totale di quantità erosa sia nella percentuale a seconda se il terreno a cui si

applica è soggetto alla riduzione di erosione per gli altri fattori o meno.

9 Disciplina del regime del regime di condizionalità ai sensi del Regolamento CE n.73/2009 e delle riduzioni ed esclusioni per inadempienze dei beneficiari dei pagamenti diretti e dei programmi di sviluppo rurale. D.M. 30125/2009.

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TAB.3.1.2.12: Contributo dei singoli impegni che modificano i fattori che compongono l‟erosione. Erosione totale con e senza impegni per misura/azione e uso

del suolo.

Misura/ Azione

Uso suolo Area (ha)

Creazione di solchi acquai (condizionalità-BCAA)

Aumento di SO nel suolo (fattore K-RUSLE)

Aumento della copertura del terreno

(fattore C-RUSLE) Erosione totale

Erosione (Mg/anno)

Incidenza sul totale

(%)

Erosione (Mg/anno)

Incidenza sul totale

(%)

Erosione (Mg/anno)

Incidenza sul totale

(%)

Erosione globale con gli impegni (Mg/anno)

Riduzione dell’erosion

e (%)

Erosione totale in assenza di

impegni (Mg/anno)

221 imboschimenti 2868,06 - - - - 10147,83 87,50 10147,83 87,50 81182,63

214 / 1 seminativi 370,99 3080,60 61,40 - - - - 3080,60 61,40 7980,73

214 / 2 seminativi 43962,62 336385,52 56,38 733298,14 4,91 50814,82 93,41 21287,92 97,24 771142,11

vigneti 1028,40 - - - - 4342,97 63,97 4342,97 63,97 12053,10

altre legnose 1668,99 - - - - 7231,46 74,80 7231,46 74,80 28696,27

oliveti 2787,38 - - - - 36542,86 60,03 36542,86 60,03 91424,80

castagneti frutto 216,60 - - - - 35,11 96,54 35,11 96,54 1015,35

214 / 2 e 3 seminativi 418,84 3091,97 65,97 8680,50 4,45 68,14 99,25 22,13 99,76 9085,05

214 / 3 vigneti 340,80 - - - - 2159,76 63,86 2159,76 63,86 5975,78

altre legnose 3027,56 - - - - 14477,56 74,80 14477,56 74,80 57450,63

oliveti 2632,14 - - - - 43202,81 60,00 43202,81 60,00 108007,03

castagneti da frutto 990,34 - - - - 349,31 96,50 349,31 96,50 9980,40

214 / 4 seminativi 1170,72 8806,32 57,16 19723,61 4,05 2055,70 90,00 844,39 95,89 20556,98

214 / 6 seminativi 52,41 1401,96 39,77 - - 174,57 92,50 105,15 95,48 2327,54

214 / 11 seminativi 4439,89 35629,58 58,82 80783,41 6,63 - - 33234,53 61,59 86516,31

214 / F1 seminativi 2214,57 14287,32 58,14 - - - - 14287,32 58,14 34127,40

TOTALI 68190,31 402683,27 842485,66 171602,90 191351,73 1327522,11

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Nella tabella seguente (3.1.2.13) sono stati riportati: (i) le superfici coinvolte dalle misure/azioni; (ii) i valori

di perdita di suolo nelle suddette superfici espressi in Mg/anno e Mg/ha anno, nella situazione con e senza

gli impegni delle diverse misure/azioni; (iii) i valori di riduzione in termini assoluti e percentuali determinati

dai singoli impegni e dalla Norma 1.1 di condizionalità.

Per ciascun impegno è mostrato inoltre un indicatore di Efficacia sulla Soi di asse , calcolato nel seguente

modo:

L‟efficacia indica il contributo specifico di ciascun impegno alla riduzione dell‟erosione sul totale della

superficie agricola coinvolta dalle misure/azioni aventi effetto sul contenimento dell‟erosione; e tiene conto

dell‟effetto specifico del singolo impegno e della sua diffusione (SOI) sull‟intero territorio regionale agricolo.

Complessivamente l‟asse 2 riduce il rischio di erosione di oltre un milione di tonnellate annue l‟85,6%

dell‟erosione totale presente nei 68.000 ettari coinvolti. Interessante notare i valori di erosione specifici

(colonna d), i quali senza la misura risultano tutti superiori all‟erosione cosiddetta tollerabile (11,2 Mg/ha

anno, vedi § successivo) attraverso l‟attuazione delle singole misure gli stessi valori (colonna b) si riducono

tutti a valori considerati tollerabili, mostrando un effetto molto positivo.

Il confronto con e senza applicazione della misura evidenzia come la maggior riduzione percentuale di

erosione viene esplicata dalle azioni 4 e 6, le quali raggiungono valori superiori al 95% (colonna g), mentre

la loro efficacia sull‟intera Soi di asse risulta essere bassa 1,48 e 0,17 % rispettivamente (colonna h), a

causa della limitata estensione in termini di superficie coinvolta dalle due azioni, di contro l‟agricoltura

biologica associa ad un valore di riduzione percentuale del 92,4 mostra una efficacia molto alta (63%)

relazionata alla sua più ampia diffusione.

L‟azione 3 invece se pur attuata in funzione specificatamente antierosiva presenta valori di riduzione inferiori

compensati in parte dalla quantità di superfici coinvolte rispetto al totale di asse che ne determinano un

efficacia sulla SOI pari al 9,13%.

TAB.3.3.13: Quadro di sintesi dell‟erosione

Misura/ Azione

Area Erosione con la misura Erosione senza misura Riduzione erosione Efficacia sulla SOI di asse

(ha) (Mg/anno) Mg/ha anno

(Mg/anno) Mg/ha anno

(Mg/anno) (%) (%)

a b C=b/a d E=d/a f=d-b g=f/d*100 h

221 2.868 10.148 3,54 81.183 28,31 71.035 87,5 5,35

214 / 1 371 3.081 8,3 7.981 21,51 4.900 61,4 0,37

214 / 2 50.083 69.462 1,39 913.417 18,24 843.954 92,4 63,57

214 / 3 6.991 60.189 8,61 181.414 25,95 121.224 66,8 9,13

214 / 4 1.171 844 0,72 20.557 17,56 19.713 95,9 1,48

214 / 6 52 105 2,01 2.328 44,41 2.222 95,5 0,17

214 / 11 4.440 33.235 7,49 86.516 19,49 53.282 61,6 4,01

214 / F1 2.215 14.287 6,45 34.127 15,41 19.840 58,1 1,49

Totale 214 65.322 181.204 2,77 1.246.339 19,08 1.065.136 85,5 80,23

Totale Asse 2 68.190 191.352 2,81 1.327.522 19,47 1.136.170 85,6 85,59

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Considerazioni generali sull’efficacia delle azioni

Le elaborazioni effettuate portano alle seguenti considerazioni generali:

Per quanto riguarda l‟affidabilità della metodologia seguita, la validazione porta a considerare adeguati i

risultati, a maggior ragione se, come nel presente lavoro, ci si limita al solo confronto di scenari (con e senza

la misura). Questo anche perché è sempre da considerare che la complessità del fenomeno erosione del

suolo rende sostanzialmente impossibile (e tutto sommato inutile sul piano pratico) il calcolo assoluto, anche

ammesso che sia disponibile un chimerico “modello perfetto”. Quindi le limitazioni insite in qualunque

approccio modellistico, possono, ragionevolmente, essere considerate poco influenti sugli esiti generali delle

analisi effettuate. Ciò, ovviamente, non esime gli enti coinvolti dal colmare, man mano, le lacune conoscitive

sul proprio territorio (vedi relazione generale allegata).

Molto importante è poi il dato di georeferenziazione della misura, che appare fondamentale acquisire in

futuro.

I risultati sintetizzati nella tab.3.1.2.10 dimostrano il ruolo molto importante delle misure nella difesa del

suolo e, per quanto detto sopra, questo dato appare pienamente significativo, perché le percentuali di

riduzione in gioco sono talmente elevate (vedi tab.3.3.10), da togliere ogni incertezza interpretativa sull‟esito

degli impatti ambientali positivi delle misure.

I dati disaggregati illustrati nella tab.3.1.2.11 consentono di valutare sia l‟incidenza delle misure sulla

riduzione globale dell‟erosione (penultima colonna), sia quella per singola componente modificata dall‟azione

(BSAA, K-USLE e C-USLE). Questi dati mostrano chiaramente che l‟intervento più efficace è quello sulla

copertura del suolo (fattore C-USLE), seguito dalla condizionalità conseguente le Buone Condizioni

Agronomiche ed Ambientali. Miglioramenti modesti in termini di riduzione dell‟erosione sono da attribuirsi al

fattore pedologico K-USLE, risultato spiegabile con la minore variabilità intrinseca di tale dato (vedi la tabella

USDA o l‟abaco di Wishmeier-Smith in Leone, 2011). Quindi, il fattore pedologico offre pochi margini di

miglioramento, mentre il fattore di copertura, variando anche di alcuni ordini di grandezza, consente

possibilità ben maggiori. Se ne conclude che quest‟ultimo è nettamente il fattore più strategico, mentre

l‟incremento di sostanza organica per l‟erosione può essere considerato un “valore aggiunto”, giacché è ben

più importante sul piano della fertilità dei suoli e del loro effetto di carbon sink.

Un miglioramento notevole in termini di efficacia delle azioni antierosive può venire dall‟inserimento delle

misure nel contesto ambientale, attraverso quella che viene indicata come la territorializzazione del PSR. Ciò

significa analizzare la riduzione dell‟erosione non solo in termini assoluti, alla scala di campo oggetto di

azione, ma relativamente all‟ambiente in cui sono inserite ed alla sua vulnerabilità intrinseca (Leone, 2011).

Questo è evidente in termini generali, ma è importante anche in molte e significative situazioni specifiche. Ad

esempio, a parità di riduzione dell‟erosione, questo impatto ridotto ha un valore ambientale nettamente

maggiore se avviene in un bacino lacustre, sensibile all‟interrimento ed al rilascio di fosforo adsorbito10 o se

coinvolge suoli sottili e più esposti al fenomeno.

Considerazioni specifiche sull’efficacia delle azioni

Per poter dare una valutazione più specifica dell‟efficacia delle azioni, rispetto alla distribuzione spaziale dei

valori di erosione calcolati per tutto il Lazio, si è dovuto superare il problema della georeferenziazione delle

azioni, la cui ubicazione non va oltre il dettaglio del foglio catastale. Si è quindi ricavata la media del valore

di erosione per ciascun foglio, prendendo in considerazione esclusivamente le superfici della carta di uso del

suolo potenzialmente utilizzabili per usufruire delle azioni e cioè: seminativi, vigneti, oliveti, altre legnose

agrarie, imboschimenti e castagneti. Ne è scaturita una carta della potenzialità erosiva dei terreni agricoli a

livello dei singoli fogli, per l‟intero territorio regionale.

10 Da manuale, in tal senso, è il caso del lago di Vico (Viterbo), che soffre gravi problemi di eutrofizzazione a causa dell‟erosione del suolo dai noccioleti del suo bacino idrografico e il conseguente rilascio di fosforo adsorbito.

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La sovrapposizione di questa carta con quella dei fogli interessati dalle azioni consente di evidenziare la

distribuzione delle aree oggetto della misura rispetto a quelle maggiormente a rischio presenti sulla carta

dell‟erosione secondo il modello RUSLE.

Un ulteriore punto di riferimento è nel concetto di erosione tollerabile, come definita dal Soil Conservation

Service degli USA e dalla FAO (tab.3.3.13, fonte: Leone, 2011). Si è quindi classificato lo strato GIS

dell‟erosione media per foglio, secondo 5 classi definite dalle soglie di tollerabilità. Ne deriva una carta delle

classi di rischio erosivo dei terreni agricoli su base regionale (fig.1).

TABELLA 3.1.2.13: Classi erosione tollerabile secondo US-SCS e FAO.

Fig.1: Classi FAO di rischio di erosione del suolo nella Regione Lazio.

Profondità dell’orizzonte superficiale [cm]

Valori di tolleranza di perdita di suolo [Mg/ha/anno]

Suolo rinnovabile (a) Suolo non rinnovabile (b)

0 ÷ 25 2,2 2,2

26 ÷ 50 4,5 2,2

51 ÷ 100 6,7 4,5

101 ÷ 150 9,0 6,7

> 150 11,2 11,2

(a) = suoli rinnovabili anche per l‟effetto delle tecniche colturali (lavorazioni e concimazioni); (b) = suoli che rispondono scarsamente all‟intervento colturale (suoli sottili o su roccia madre poco alterabile).

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Per avere un‟indicazione sulla significatività di incidenza delle misure rispetto alle aree di maggior rischio, è stata effettuata la sovrapposizione tra questa mappa e lo strato dei fogli interessati dalla misura (grafico a

sinistra in fig. 2), il risultato è stato poi confrontato con la distribuzione totale di tutti i fogli catastali del Lazio

su cui insistono superfici agricole (grafico a destra in fig. 2). Sebbene le due distribuzioni siano sostanzialmente simili, il confronto tra questi diagrammi a torta mostra che la maggior parte dei fogli

interessati dalle azioni rientrano effettivamente nella classe di maggior rischio erosivo, cosa che, per ovvi motivi, autorizza a considerare buona l‟efficienza delle misure. Nel diagramma riferito alle misure (di

sinistra), infatti, i fogli sulla classe di erosione maggiore sono percentualmente di più (il 61% del totale, in rosso più scuro) e tale incremento è a scapito delle percentuali di fogli ricadenti nella classe di erosione

minore (in verde marcato).

Ragionando globalmente, si può aggiungere che, dato che i fogli interessati dalla misura sono un terzo circa

di quelli totali e, tra questi, i rientranti nella classe di maggior rischio sono il 36%, i due terzi del territorio

agricolo regionale in classe di rischio elevato non è stato interessato da misure che, si è visto, sono

potenzialmente molto efficaci.

Fig. 2: Diagramma di sinistra: percentuale di fogli e superficie con misura in rapporto alle diverse classi di rischio erosivo.

Diagramma di destra: percentuale e superficie di tutti i fogli in rapporto alle diverse classi di rischio erosivo.

Allo scopo di enucleare meglio il ruolo della specifica azione antierosiva (la 3) del PSR, quella più specificatamente studiata per contrastare l‟erosione dei suoli agricoli, in fig.3 si riporta il grafico con la

percentuale di fogli oggetto di misura 3 in rapporto alle diverse classi di rischio erosivo. In questo caso la

percentuale dei fogli rientranti nella classe di rischio più elevata aumenta rispetto al totale della misura (passa dal 61% al 67%), a indicare un migliore posizionamento degli interventi previsti da questa azione,

rispetto alle aree a maggior rischio. Rimane però una relativamente elevata percentuale di misure adottate nelle classi a rischio da nullo a moderato, in cui l‟efficienza dell‟azione 3 è ovviamente prossima allo zero.

Fig.3: Percentuale di fogli oggetto di misura 3 in rapporto alle

diverse classi di rischio erosivo.

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La distribuzione dei fogli per provincia mostra una situazione alquanto variabile. La provincia più

rappresentata è quella di Viterbo con il 43% dei fogli oggetto di misura. Questa percentuale sale alla metà

se si prendono in considerazione i fogli oggetto della sola azione 3 e sale al 74% se si considera la sola

classe di rischio più elevato, il che significa che tre quarti dei fogli a rischio elevato è interessato dall‟azione

3. Al contrario la provincia di Frosinone, pur avendo assieme a quella di Roma la maggior percentuale di fogli

a rischio elevato di erosione, ha soltanto il 15% dei fogli a misura rispetto ai fogli totali.

Queste considerazioni portano alla necessità della territorializzazione del PSR.

3.1.2.5 – Considerazioni conclusive e suggerimenti per l‟incremento di efficacia del Programma sui temi

ambientali

L‟incremento più significativo dell‟efficacia del Programma sta nell‟integrazione delle misure, infatti,

qualunque sia l‟indicatore, tutte le considerazioni sin qui maturate hanno in comune quella che,

necessariamente, è l‟esigenza principale: la territorializzazione del PSR. Essa consiste nel processo di

confronto con la realtà territoriale e ambientale che, attraverso un opportuno sistema informativo territoriale,

consente di avere un indirizzo più preciso nell‟individuazione delle aree oggetto di impegno e del rapporto fra

carichi reali e vulnerabilità intrinseca dell‟ambiente. Tale necessità è ormai matura nel dibattito scientifico nel

settore della pianificazione territoriale e fattibile nelle pratiche applicazioni, grazie agli strumenti GIS

interfacciati a modelli matematici manageriali. Questo non solo per l‟importanza ai fini dell‟efficacia del

Programma dal punto di vista di ogni singolo indicatore, ma anche per le notevoli sinergie positive sul tema

della mitigazione degli impatti ambientali.

Infatti, riferire al sistema ambientale e territoriale le misure del PSR comporta:

a) Confrontare le azioni con le reali vulnerabilità intrinseche del sistema dei corpi idrici e dei suoli.

b) L‟operazione di cui al punto precedente aumenterebbe enormemente l‟efficacia delle misure, perché i

fenomeni di erosione del suolo e di lisciviazione ed esportazione superficiale degli agro-chimici hanno

natura discontinua nel tempo e nello spazio, di cui è necessario tenere conto per incrementare il

rendimento delle azioni di mitigazione degli impatti. Infatti, è scientificamente incontrovertibile che i

fenomeni significativi di erosione ed esportazione ai corpi idrici sono conseguenza di pochi eventi

meteorici particolarmente intensi, in zone particolarmente vulnerabili.

c) Una tale procedura consentirebbe di pianificare in maniera integrata un‟intera filiera di azioni (Best

Management Practices, BMPs) calzanti le specificità, quindi in grado di concentrare le risorse

economiche là dove i rischi reali sono più elevati. Queste azioni troverebbero ulteriori sinergie in

altre sezioni del PSR, come, ad esempio, quelle a tutela del paesaggio rurale e della biodiversità.

Infatti, strutture di connettività ecologica quali siepi, boschetti ripariali, zone umide ecc. hanno un

ruolo fondamentale di filtro ed intercettazione degli inquinanti, all‟interfaccia fra il territorio ed i

sistemi idrici. Vedi l‟elenco esemplificativo di BMPs della tab.3.1.2.14.

d) Ulteriore sinergia e incremento di efficienza deriva dalla possibilità, con la territorializzazione, di

integrare il PSR alla vincolistica su ambiente e paesaggio ed ai piani territoriali e di settore. Esempi:

- Vincolo idrogeologico (ex R.D. 3267/1923), vincolo da piano di assetto idrogeologico (legge

183/1989), vincolo paesistico (legge 431/1985), zone di rispetto delle linee di costa e di ripa

(Testo Unico Ambiente).

- Piano di tutela delle acque; piano di bacino; piano paesaggistico; piani di gestione dei siti Natura

2000, al limite anche i piani urbanistici di ultima generazione.

Sul piano concettuale il lavoro necessario, benché impegnativo sul piano delle applicazioni, non ha alcuna

limitazione concettuale, potendo ormai contare su esperienze scientifiche ormai mature per la pratica e

sull‟adeguata evoluzione dei sistemi informativi territoriali e delle tecniche GIS.

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pag. 52

Tab. 3.1.2.14: Efficacia delle principali tipologie di BMPs (vedi Leone, 2011).

Pratiche Tipologia Efficacia potenziale

Erosione Nutrienti Pesticidi

Pratiche conservative del suolo Scala di campo Eccellente Variabile Variabile

Colture di copertura Scala di campo Buona Buona Debole

Copertura di aree critiche

(rinaturalizzazione)

Scala di paesaggio Eccellente Variabile Debole

Fasce filtro vegetate Scala di paesaggio Variabile Variabile Non nota

Arature a girapoggio in collina Mista Buona Buona Buona

Terrazzamenti Scala di paesaggio Eccellente Buona Buona

Stagni, zone umide riparie Scala di paesaggio Buona Variabile Variabile

Gestione del pascolo Scala di campo Buona Buona –

Piani di concimazione mirati Scala di campo Variabile Eccellente Variabile

Gestione integrata dei pesticidi Scala di campo – – Eccellente

3.1.3 Asse 3 - – Qualità della vita e diversificazione dell’economia

3.1.3.1 Il contributo alla diversificazione dell‟economia rurale

Fra le Misure correlate all‟obiettivo di diversificazione dell‟economia rurale, la Misura 311 è l‟unica a

presentare un avanzamento di spesa. Le altre due Misure, la 312 e 313, ancora non avviate, sono attuate

attraverso la progettazione integrata territoriale e l‟approccio Leader. La Misura 311 sostiene la

diversificazione delle attività delle imprese agricole, incentivandone il progressivo ampliamento delle funzioni

sociali, ambientali, didattico-formative, turistiche e ricreative svolte, al fine di estendere e consolidare la

gamma delle opportunità di lavoro e di reddito nelle aree rurali.

La crescita del valore aggiunto e dell‟occupazione determinata dal sostegno viene misurata attraverso gli

indicatori di risultato R7 ed R8, così come l‟incremento dei flussi turistici in azienda viene valutato attraverso

l‟indicatore di risultato aggiuntivo R9. La Misura si articola in quattro Azioni distinte che sostengono la

plurifunzionalità, le produzioni tipiche artigianali, l‟offerta agrituristica e la produzione di energia da FER.

Come già accennato nella RAV 2011, gli effetti prodotti dal sostegno offerto dalla Misura 311 vengono

valutati attraverso un‟indagine diretta su un campione di soggetti beneficiari, attività che era stata pianificata

secondo lo schema riportato qui di seguito. Si conferma, vedi colonna trattazione, che le attività di

propedeutiche alla realizzazione delle indagini sono state realizzate e che si prevede di dare i primi risultati

sulle indagini all‟interno dell‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia (ARVI 2012).

Attività Tempistica Trattazione

Estrazione campione Entro Settembre 2011 RAV Aprile 2012

Acquisizione allegati tecnici domande campionate Entro Dicembre 2011 RAV aprile 2012

Definizione questionario d‟indagine Entro Dicembre 2011 RAV aprile 2012

Somministrazione questionario Da Gennaio 2012 ARVI 2012

Acquisizione, informatizzazione ed elaborazione dati Da Gennaio 2012 ARVI 2012

Quantificazione degli effetti della Misura Ottobre 2012 ARVI 2012

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pag. 53

I ritardi strutturali che caratterizzano l‟attuazione della Misura (nessun progetto concluso al 2009; solo 7 al

2010) hanno indotto il valutatore ad introdurre alcune modifiche rispetto alla tempistica, più “larga”, fissata

dalla metodologia comunitaria. Per svolgere l‟indagine diretta già a partire dal 2012 e fornire il prima

possibile alla Regione alcuni elementi utili per la definizione e la stesura del nuovo PSR, si è preferito:

indagare l‟universo dei progetti finanziati, e non di quelli conclusi, al 2010;

derogare dal principio dei 2 anni per la “sedimentazione” degli effetti degli investimenti

sovvenzionati, riducendo tale intervallo ad un solo anno.

Se poi l‟azienda campionata, al momento dell‟intervista, avrà effettivamente concluso da almeno un anno

l‟investimento sovvenzionato sarà possibile rilevare sia le informazioni quantitative necessarie al calcolo degli

indicatori di risultato R7, R8 ed R9 (aggiuntivo), sia gli elementi qualitativi utili ad una visione d‟insieme della

situazione aziendale e ad una valutazione complessiva ed organica degli effetti del sostegno. In caso

contrario verranno indagati soprattutto gli aspetti qualitativi, mentre le variabili quantitative saranno rilevate

solo in termini previsionali, da confermare successivamente una volta sedimentatisi gli effetti

dell‟investimento sovvenzionato. Su tali basi alla fine del 2011 è stato estratto un campione rappresentativo

di aziende beneficiarie da sottoporre ad indagine a partire dall‟anno in corso; per la stratificazione

dell‟universo campionario sono state utilizzate:

A. la zona di ruralità PSR (aree B/ aree C/ aree D);

B. l‟Azione (1-Plurifunzionalità/ 2-Produzioni tipiche artigianali/ 3-Agriturismo/ 4-Produzione di energia

da FER);

C. il fatto che il progetto sovvenzionato sia realizzato attraverso un bando singolo o con approccio

integrato (pacchetto giovani).

D. Il campione di 22 unità (pari al 20% dell‟universo di riferimento) è stato ripartito sui 18 strati.

Universo (N.) Campione (N.)

Att. Zona Azione

Totale Att. Zona Azione

Totale A1-Plurif. A3-Agritur. A4-Energia A1-Plurif. A3-Agritur. A4-Energia

Bando

sin

golo

B 0 15 1 16

Bando

sin

golo

B 0 3 0 3

C 2 50 4 56 C 1 10 1 12

D 1 12 0 13 D 0 2 0 2

Pacch

Gio

va B 0 5 0 5

Pacch

gio

va B 0 1 0 1

C 1 17 2 20 C 0 3 1 4

D 1 1 0 2 D 0 0 0 0

Totale 5 100 7 112 Totale 1 18 2 22

Il questionario d‟indagine, messo a punto dal valutatore alla fine del 2011, è volto ad indagare, come

accennato sopra:

aspetti di tipo qualitativo come, ad esempio, le motivazioni alla base dell‟investimento, le fonti di

finanziamento utilizzate, i canali di commercializzazione utilizzati, i legami col territorio circostante

l‟azienda, le prospettive future di sviluppo e ristrutturazione aziendale, ecc.,

aspetti più direttamente quantitativi (essenzialmente: presenze turistiche, occupazione, valore

aggiunto da attività agricole e da diversificazione) legati a specifici indicatori del QCMV, che, a

differenza dei precedenti, hanno bisogno di più tempo perché siano evidenti e consolidati.

In particolare esso si compone di 5 parti:

1. L‟intervento sovvenzionato: contiene informazioni relative all‟investimento cofinanziato dalla Misura (descrizione, motivazioni, fonti di finanziamento, ecc.);

2. Le attività connesse all‟agricoltura svolte in azienda: riporta una breve descrizione e la

quantificazione della “capacità produttiva” dell‟azienda per quanto concerne l‟attività agrituristica e le

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

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altre attività di diversificazione, e la relativa “risposta” in termini di flussi turistici assorbiti, stagionalità degli stessi, ecc.; si tratta ovviamente della parte più corposa del questionario;

3. I redditi e l‟occupazione aziendale: riporta le informazioni di dettaglio necessarie al calcolo degli

indicatori comunitari di risultato R7 ed R8, comprese le specifiche suddivisioni (es. occupazione femminile e giovanile);

4. Informazioni sull‟azienda agricola: contiene alcune informazioni minime relative all‟attività agricola (colture, allevamenti, produzioni di qualità, canali di commercializzazione, ecc.), necessarie alla

valutazione dei legami che queste presentano con le attività di diversificazione, ed altri dati di natura qualitativa riferiti soprattutto alle modalità di gestione aziendale (canali di intermediazione e di

commercializzazione, ecc.), alle caratteristiche del titolare (formazione, lingue parlate, ecc.) ed alle

prospettive di sviluppo dell‟azienda nel medio-lungo periodo;

5. Informazioni generali sull‟adesione al PSR: raccoglie dati necessari alla valutazione complessiva del

piano di comunicazione messo in piedi dalla Regione per informare i potenziali beneficiari delle opportunità offerte dal PSR (canali informativi, grado di conoscenza del PSR, eventuali problemi

incorsi per l‟accesso al contributo).

Lo svolgimento delle indagini dirette in azienda è ad oggi in fase di avvio: alla formazione dei rilevatori ed

alla preparazione del data base per l‟archiviazione dei dati primari raccolti, faranno seguito (terzo trimestre

del 2012) le visite aziendali, supportate concretamente dalla documentazione tecnica allegata alle domande

d‟aiuto (business plan e altra documentazione specifica), in fase di acquisizione. I primi risultati delle indagini

svolte contribuiranno all‟aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia, da consegnare a Regione

alla fine del 2012.

Per quanto riguarda le altre Misure, la cui attuazione è strettamente legata con l‟esecuzione dei PIT e dei

PSL, si rimanda al paragrafo sull‟approfondimento tematico relativo alla progettazione integrata territoriale.

3.1.3.2 L‟impatto sul miglioramento qualità della vita

Come già fatto presente nel Rapporto di valutazione annuale 2010 (Cap. 2.3.2), il disegno di valutazione è

stato integrato di un profilo di analisi relativo alla valutazione dell‟impatto del PSR sulla qualità della vita delle

aree rurali.

Il miglioramento della qualità della vita (QdV) è un obiettivo del PSR (e più nello specifico dell‟Asse 3 che

interviene sostenendo interventi per la diversificazione delle attività e la crescita dell‟attrattività dei territori

verso la popolazione e le imprese) e la domanda “In che misura il programma ha migliorato la qualità della

vita?” è presente in tutte le misure dell‟Asse.

Gli indicatori di baseline del QCMV legati a tale obiettivo (economici, demografici) non consentono di

verificare però se ed in che misura si è osservata sui territori rurali una variazione sulla qualità della vita

della popolazione interessata dalle Misure del PSR.

La qualità della vita è infatti un concetto ampio, totalizzante che include molti temi ed è necessariamente

intriso di percezioni soggettive. Per tale motivo il valutatore per fornire risposta a questo quesito, partendo

dalle indicazioni di molti metodologi, compresa la rete Europea di valutazione11, ha introdotto un metodo

misto che fa ampio ricorso alle percezioni di testimoni privilegiati integrate da dati strutturali.

Obiettivo della indagine è costruire un indice di sintesi multidimensionale (di contesto), che rappresenta una

sorta di baseline della qualità della vita percepita in un determinato contesto rurale (area testimone

dell‟indagine).

La rilevazione della baseline avviene in due momenti successivi - “interni” al periodo di programmazione - in

territori testimone. La variazione della baseline (e delle sue diverse componenti) nel confronto di due periodi

11 Rete Rurale Europea nel Working Paper “Capturing impacts of Leader and of measures to improve quality of life in rural areas”

(EENRD)

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. 55

(T0 – Tn) dovrebbe consentire di delineare l‟evoluzione/variazione della qualità della vita percepita in una

area interessata dal sostegno del PSR relativamente alla quale verificare l‟azione del Programma.

Per poter effettuare l‟analisi, di un concetto complesso e omnicomprensivo come quello della QDV, come già

evidenziato nel Rapporto di valutazione intermedia, si è provveduto a scomporlo in dimensioni più semplici

(sei concetti-madre) e queste in 25 indicatori che - è facile osservare - hanno un‟estensione maggiore di

quanto oggetto di intervento del Programma di Sviluppo Rurale (PSR).

E‟ infatti evidente che se da un lato il PSR interviene su alcuni aspetti della vita socio-economica delle

popolazioni rurali, aspetti che concorrono a definire il concetto della qualità della vita, dall‟altro è chiaro che

la QdV include ogni aspetto del vivere umano, inclusi i temi socio-economici pertinenti al PSR. La scelta

operata dal Valutatore, e il conseguente oggetto di valutazione, è la generale QdV percepita nelle aree

testimone a prescindere dalla riconducibilità di ogni singolo indicatore al PSR. Le dimensioni che

costituiscono la mappa degli indicatori con cui misurare la QDV comprendono:

- dimensioni della QDV direttamente influenzate anche dal PSR (sulle quali il QCMV formula le proprie

domande, come lo sviluppo economico, l‟occupazione, ecc );

- dimensioni che non hanno a che fare con il Programma ma che possono influenzare in maniera

determinante la percezione della qualità della vita da parte della popolazione locale (esempio la

salubrità ambientale, la sicurezza).

La valutazione del legame fra QdV e PSR e l‟integrazione dei risultati del PSR sulla QdV è oggetto delle

analisi finali e tema fondamentale del lavoro, pur se è evidente che, salvo un ridotto numero, la maggior

parte degli indicatori QdV utilizzati non é influenzata dal PSR e, in diversi casi, neppure dalla generale

programmazione regionale.

Comunque qualunque sia il valore di QdV rilevato (alto o basso), e qualunque sia il trend nelle diverse

rilevazioni (in crescita, stabile o in diminuzione) la domanda valutativa principale sarà: la dinamica rilevata

dagli indicatori di QdV è stata influenzata (determinata, aiutata, …) dalla politica di sviluppo rurale?

Questa tappa finale del processo tiene conto dell‟effettiva attuazione del PSR e si basa su una molteplicità di

dati e analisi fra cui in primis i risultati generati dalle indagini valutative sugli interventi sovvenzionati, dati

strutturali, interviste e, specialmente, un‟analisi Delphi.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. 56

La Mappa degli indicatori QDV Dimensi

oni Sotto

dimensioni Indicatori Enunciato

Servizi

Istruzione 1.

Nidi, Materne, Obbligo

Esistono nel territorio e sono facilmente accessibili alla maggioranza dei cittadini i servizi di base per l‟infanzia e

le scuole dell‟obbligo; eventuali liste di attesa sono rapidamente smaltite; le fasce più deboli sono adeguatamente tutelate

Socio sanitari

2. Presidi sanitari

territoriali

Esistono nel territorio presidi sanitari pubblici: non necessariamente l‟Ospedale, ma Medici di base, Centri di salute distrettuali, guardia medica, assistenza domiciliare per anziani e disabili, etc. in grado di provvedere con

efficacia alle urgenze dei cittadini

3.

Assistenza fasce disagiate

Le fasce sociali maggiormente disagiate (poveri, anziani soli, immigrati, ...) possono adeguatamente rivolgersi a

sportelli informativi pubblici e a centri di assistenza sociale specializzati ricevendo adeguata risposta

Smaltimento rifiuti

4. Gestione

smaltimento rifiuti

La filiera dello smaltimento dei rifiuti nelle sue diverse articolazioni (raccolta, differenziazione, centri di raccolta...) é presente ed efficiente

Sicurezza 5.

Sicurezza locale Il contesto locale è sicuro sotto il profilo dell‟ordine pubblico (fatti salvi eventuali fatti recenti eccezionali); nessun particolare allarme sociale fra la popolazione; le forze dell'ordine sono presenti in forma adeguata

Servizi alla popolazione

esercizi commerciali

6.

Servizi ed esercizi commerciali

Esistono sul territorio con sufficiente diffusione servizi alla popolazione ed esercizi commerciali che rendono

confortevole la vita quotidiana anche nei piccoli centri o nelle aree più periferiche: dall‟ufficio postale alla farmacia; dallo sportello bancario al bar e all‟alimentari…

Economia

Imprese

7. Solidità e dinamismo

del sistema produttivo

Il sistema delle imprese riflette un dinamismo positivo (anche in termini di nati-mortalità), evolutivo,

strutturalmente solido, non monoculturale e con significative presenze di casi di innovazione

8. Sostenibilita'

agricoltura

L'attività agricola nel territorio é diversificata nelle sue forme e funzioni, tale da garantire attrattività e stabilità al lavoro della famiglia agricola

9. Infrastrutture

turistiche

Le infrastrutture turistiche (alberghi, ristoranti…) e i servizi collegati (sentieristica, centri informativi…) sono

adeguati per attrarre turisti nella zona e contribuire alla ricchezza locale

10.

Impegno amministrazioni per

facilitazioni all‟imprenditoria

Le varie Amministrazioni che incidono sul territorio (dalla Regione ai Comuni) garantiscono sostegno all‟imprenditoria attraverso sportelli unici, l‟erogazione di contributi con modalità e tempi efficienti e altro

11.

Occupazione e sua

stabilità

Le dinamiche occupazionali, anche considerando il recente periodo di crisi, lasciano pensare a una stabilità complessiva nella zona; il lavoro presente é "di qualità" e non segnato da eccessivo precariato e stagionalità

Lavoro locale 12.

Giovani, donne… Il lavoro femminile e il lavoro giovanile seguono il trend generale nazionale senza particolare penalizzazione; il sistema è in grado di assorbire anche occupazione femminile e giovanile

13.

Reddito e costo

della vita

Il reddito disponibile per chi vive e lavora nell‟area (prodotto o non prodotto localmente) é adeguato al costo locale della vita; non sono presenti fenomeni diffusi e crescenti di povertà, specie in relazione alle fasce di

popolazione più esposte (p.es. anziani soli)

Infrastrutture

14.

Reti collegamento verso principali

centri erogatori di servizi

Ci sono strade agevoli e scorrevoli e adeguati servizi bus, treno, etc., tali da rendere facili e veloci i collegamenti anche dei piccoli centri con le mete economiche e amministrative più prossime: città capoluogo, università,

aeroporti etc.

15. Qualità del sistema

insediativo

Le abitazioni del territorio sono confortevoli, non fatiscenti e dotate delle infrastrutture e comfort necessari fra i quali: corrente elettrica, acqua potabile, riscaldamento; facile e diffuso accesso ai principali sistemi di

comunicazione quali: segnale per telefono mobile, internet Adsl...

Ambiente

Aree verdi e ricreative

16. Aree verdi e

ricreative

Esistono con sufficiente abbondanza aree verdi (aree rurali, parchi, laghi etc.) e aree attrezzate ad uso dei

cittadini; tali aree sono note, accessibili e sufficientemente ben tenute per la fruizione della popolazione locale

Salubrità

17.

Salubrità del territorio

L‟ambiente è nel complesso salubre (aria, acqua, suolo)

18. Attenzione

istituzionale all'ambiente

C'é sensibilità istituzionale ai temi ambientali: le istituzioni che ai diversi livelli (da Regionale a Comunale)

incidono sul territorio provvedono al mantenimento della salubrità dell‟ambiente

Cultura

Patrimonio 19.

Patrimonio artistico

architettonico

Il patrimonio artistico e architettonico è di pregio e ben conservato

Produzione e consumo cultural

20. Eventi, festival

Nel territorio esistono molteplici manifestazioni culturali, eventi, festival di qualità culturale capaci di attrarre visitatori anche da zone limitrofe

21. Cinema, teatri,

musei, biblioteche

Esiste un sistema museale, sia pur piccolo, di valore almeno regionale; cinema, teatri, biblioteche sono in

numero sufficiente a soddisfare la domanda potenziale del territorio

22.

Produzione culturale

Esistono sul territorio luoghi di produzione culturale quali centri/scuole teatrali, di pittura, di ballo; oppure editori

locali, parchi tecnologici, etc.

Qualità

dei processi

sociali e istituzio

nali

Partecipazione

23. Associazionismo e

volontariato

Esistono sul territorio associazioni culturali, politiche, sportive e di volontariato capaci di coinvolgere e attrarre

cittadini, e in particolare giovani

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. 57

Il metodo adottato

Sulla base della letteratura internazionale e dell‟attenta analisi del PSR il valutatore ha definito un insieme di

venticinque indicatori a copertura delle principali dimensioni del problema (sei concetti-madre). I 25 indicatori (si è deliberatamente scelto di produrne un numero ristretto per non eccedere nel livello analitico)

hanno un‟estensione maggiore di quanto oggetto di intervento del Programma di Sviluppo Rurale e sono, per così dire, macro, rappresentando aree ampie e complesse nel loro insieme, come è evidente dalla definizione

degli stessi nella tabella precedente.

I 25 indicatori seguendo una modalità piuttosto usuale in valutazione, riferibile ad approcci detti

“multicriteri”, sono sottoposti a: 1. pesatura per esprimere l‟importanza relativa di ciascun indicatore rispetto all‟altro assumendo come

punto di vista quello del programmatore regionale. Il tavolo che attribuisce i pesi è pertanto (uno) regionale composto prevalentemente dalla dirigenza regionale coinvolta nel PSR. Il peso attribuito

all‟indicatore con un intervallo 1-3 è quindi il moltiplicatore (che ne riflette l‟importanza) per cui viene moltiplicato il valore valutativo (rilevato nei tavoli locali);

2. valorizzazione nelle aree testimone da parte dei testimoni locali che valutano le performance locali,

reali, delle dinamiche e problematiche descritte da ciascun indicatore. I testimoni chiave (scelti con criteri che spieghiamo più avanti) sono chiamati a discutere e argomentare la realtà della situazione

nella loro area geografica (e quindi anche economica e sociale) e ad attribuire un giudizio condiviso indicatore per indicatore, sintetizzato in un valore di scala 1-5 dove “1” significa situazione pessima e

“5” situazione ottima.

La convocazione dei tavoli presuppone la preliminare scelta delle aree testimone.

Dato che come detto i tavoli sono due, uno all‟inizio e uno alla fine della programmazione, il valutatore dovrà

realizzare prima possibile il primo tavolo locale

in ciascuna delle zone individuate per avere una fotografia della realtà al t0, ovvero all‟inizio del realizzarsi

delle azioni avviate col PSR; successivamente si realizzerà un tavolo verso la fine del ciclo progettuale, allo scopo di circoscrivere uno spazio temporale entro cui collocare eventuali cambiamenti e i risultati della

valutazione generale.

Tavolo regionale dei pesi in Lazio

Nel corso del 2011 si è proceduto alla realizzazione del Tavolo regionale dei pesi. La convocazione del Tavolo

ha presupposto un lavoro congiunto del Valutatore con la Regione per l‟individuazione di testimoni privilegiati

individuati tra (criterio di scelta) soggetti più competenti nella Regione in merito alle problematiche e alle

specificità delle aree rurali in relazione alle quali il PSR ha delineato le proprie priorità strategiche e linee di

intervento.

Il “tavolo regionale dei pesi” per la Regione Lazio si è svolto il giorno 8 Settembre 2011, alla presenza di

nove partecipanti fra dirigenti regionali di diverse direzioni regionali (Agricoltura, Pari Opportunità,

Programmazione, Ambiente) e all‟interno della Autorità di Gestione i Responsabili di Asse, della Progettazione

integrata e dell‟unità responsabile del monitoraggio e della valutazione del PSR.

La riunione è durata circa due ore e mezza fra introduzione generale (per allineare tutti i partecipanti agli

obiettivi della riunione e spiegare i meccanismi del tavolo), lavoro di gruppo e commiati. La riunione è stata

indubbiamente ispirata da spirito collaborativo, con discussioni interessanti e capacità del gruppo di cogliere

gli obiettivi operativi assegnati.

Le regole previste

Al fine di realizzare un‟operazione partecipata a carattere dialogico, le regole di attribuzione di pesi agli indicatori “imposte” ai partecipanti dal Valutatore sono state le seguenti:

assumere il punto di vista della programmazione regionale (questo punto è ovviamente fondamentale per

le ragioni viste);

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. 58

cercare di assumere la rilevanza di elementi non specificatamente rurali e di programmazione rurale; i

venticinque indicatori – costruiti sulla base di una consolidata letteratura europea – non riflettono solo

l‟idea delle politiche rurali ma coprono tutto lo spettro delle condizioni che consentono di giudicare una

“qualità della vita” (che sia essa in aree rurali o meno) e includono quindi molti aspetti distanti dalle

politiche rurali, dalla sanità alla sicurezza, dai beni culturali alla governance;

assegnare almeno cinque indicatori in ciascuno dei tre „pesi‟ disponibili (1, 2 e 3). Questa regola valeva

per il lavoro individuale della prima fase al fine di consentire una certa distribuzione dei valori; era poi

facoltà della discussione nella seconda fase ignorare tale vincolo.

La procedura applicata

In breve procedura è stata la seguente:

1. preliminare diffusione di un documento con gli indicatori, per consentire ai partecipanti un‟adeguata preparazione;

2. convocazione dei partecipanti e breve spiegazione degli scopi del tavolo;

3. presentazione delle “regole” comuni nell‟attribuzione dei pesi;

4. distribuzione ai partecipanti di gadget per l‟attribuzione dei pesi. I gadget consistono in tre vassoietti

per ciascuno numerati 1, 2 e 3 vale a dire con i tre diversi pesi possibili degli indicatori, dove “3” indica un peso alto, attribuibile a un indicatore considerato strategico, “1” un indicatore che – per quanto utile

e importante – non viene considerato strategico e ovviamente “2” è un valore intermedio di relativa importanza e una serie di venticinque cartoncini recanti il titolo e la descrizione di ciascun indicatore;

5. lo sviluppo di una (prima) fase del lavoro, individuale in cui ciascun partecipante colloca i 25 cartoncini/indicatori nei tre vassoi etti rispettando la regola di almeno 5 indicatori per vassoietto;

6. la registrazione dei valori in una matrice da parte dell‟équipe di valutazione e l‟osservazione di una

chiara presenza di un valore modale. Il valore modale dipende naturalmente dal numero di partecipanti al tavolo e si aggira attorno ai 3/5, con le cautele del caso dovute al fatto che un numero basso di

partecipanti (attorno alla decina) rende necessaria una certa flessibilità nella definizione del valore modale, che in pratica può andare da poco più della maggioranza fino a ¾. La presenza di un chiaro

valore modale fa considerare quello come valore condiviso, da non discutere ulteriormente;

7. seconda parte del lavoro: discussione dei risultati per arrivare, dopo scambi di pareri coi partecipanti al tavolo, ad un valore condiviso nei casi in cui non si è riscontrato un chiaro valore modale;

8. al termine del lavoro ciascuno dei venticinque indicatori avrà un peso (1, 2 o 3) consensuale, o perché tale si è manifestato durante la prima fase individuale di lavoro o perché si è giunti a tale consenso

dopo discussione.

I risultati per la Regione Lazio

In seguito al lavoro individuale il valutatore ha registrato i dati in matrice e verificato, colonna per colonna, la

presenza di un valore modale. Considerando che i presenti erano otto, si sono stabilite le seguenti regole:

presenza di valori modali pari a 5 o più; in alcuni casi si sono accettati valori modali più bassi (4) se

l‟indicazione del gruppo si presentava comunque abbastanza precisa (limitata dispersione dei valori,

nessun valore „distante‟ da quello modale); in ogni caso tutti i valori sono stati presentati al gruppo

lasciando ampia possibilità di discutere e rivedere il risultato finale (si veda punto seguente);

eventuale ridiscussione finale di quegli indicatori considerati consensuali nel lavoro individuale

malgrado una moda bassa;

ricerca di consenso nel gruppo; in alcuni casi il valore indicato è quello della maggioranza del gruppo

senza consenso collettivo (vale a dire che una minoranza non ha aderito alla proposta maggioritaria

mantenendo un diverso parere).

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. 59

Di seguito la matrice che registra le fasi del lavoro e il contributo dei presenti e la tabella che sintetizza le valutazioni finali.

Come già anticipato i pesi attribuiti dal tavolo sono definitivi e valgono per tutta la durata della valutazione.

Appare una maggior distribuzione verso pesi di valore intermedio e una scarsa propensione a dare valori

bassi; comunque possiamo ritenere sufficientemente equilibrata la distribuzione, anche dal punto qualitativo

(non solo indicatori tipicamente “rurali” hanno ottenuto il valore “3”).

Un semplice profilo descrittivo mostra come quasi tutti i principali indicatori di carattere socio-economico

(sistema produttivo, sostenibilità dell‟agricoltura, occupazione…) abbiano ricevuto un peso pari a 3,

indicando in ciò gli ambiti ritenuti più importanti dal tavolo regionale. Si ricorda però che tale peso non

esprime cosa sia più importante per la Regione in assoluto quanto il punto di vista contingente e contestuale

di esponenti della programmazione. Un peso „3‟ infatti può essere stato attribuito perché si riconosce

l‟importanza intrinseca del tema sotteso a quel indicatore, ma anche perché quel tema, ancorché

tradizionalmente secondario, è stato trascurato a lungo e la programmazione attuale vi ha destinato un certo

interesse, oppure perché, seppur mai trascurato negli anni precedenti, si è ritenuto di segnalare con un „2‟ o

un „3‟ la necessità della continuità di una certa attenzione, elementi questi che emergono dalla discussione

svolta.

Le argomentazioni dei programmatori (oggetto di registrazione) a sostegno dei pesi attribuiti hanno

confermato il massimo peso agli elementi strategici dello sviluppo rurale e la necessità di mantenere alto

l‟interesse della programmazione verso il sistema delle imprese per garantire stabilità occupazionale e

sostenibilità economica. Ciò vale per l‟agricoltura - settore da continuare a tenere in massima considerazione

(senza discussione peso 3) per il turismo (peso 3 con discussione).

All‟occupazione viene attribuito un ruolo strategico per la qualità della vita (3). La dimensione dei servizi

(sanitari, sociali) è “imprescindibile” (senza discussione peso 3) così come riconosciuta la necessità di

sostenere servizi alla popolazione e presidi commerciali (3 con discussione) la cui esistenza è condizione per

la permanenza delle (giovani) famiglie.

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I pesi attribuiti nell‟ambito del Tavolo regionale del Lazio

Dim

en

sio

ni

So

tto

dim

en

sio

ni

Indicatori

Pu

nte

gg

io

Se

rviz

i

Istruzione 1.

Nidi, Materne, Obbligo

Esistono nel territorio e sono facilmente accessibili alla maggioranza dei cittadini i servizi di base per l‟infanzia e le scuole dell‟obbligo; eventuali liste di attesa sono rapidamente smaltite; le fasce più deboli sono adeguatamente tutelate

3

Socio sanitari

2. Presidi sanitari

territoriali

Esistono nel territorio presidi sanitari pubblici: non necessariamente l‟Ospedale, ma Medici di base, Centri di salute distrettuali, guardia medica, assistenza domiciliare per anziani e disabili, etc. in grado di provvedere con efficacia alle urgenze dei cittadini

3

3. Assistenza fasce

disagiate

Le fasce sociali maggiormente disagiate (poveri, anziani soli, immigrati, ...) possono adeguatamente rivolgersi a sportelli informativi pubblici e a centri di assistenza sociale specializzati ricevendo adeguata risposta

2

Smaltimento rifiuti

4. Gestione e

smaltimento rifiuti

La filiera dello smaltimento dei rifiuti nelle sue diverse articolazioni (raccolta, differenziazione, centri di raccolta...) é presente ed efficiente

1

Sicurezza 5.

Sicurezza locale

Il contesto locale è sicuro sotto il profilo dell‟ordine pubblico (fatti salvi eventuali fatti recenti eccezionali); nessun particolare allarme sociale fra la popolazione; le forze dell'ordine sono presenti in forma adeguata

1

Servizi alla popolazione

esercizi commerciali

6. Servizi ed esercizi

commerciali

Esistono sul territorio con sufficiente diffusione servizi alla popolazione ed esercizi commerciali che rendono confortevole la vita quotidiana anche nei piccoli centri o nelle aree più periferiche: dall‟ufficio postale alla farmacia; dallo sportello bancario al bar e all‟alimentari…

3

Eco

no

mia

Imprese

7. Solidità e

dinamismo sist. produttivo

Il sistema delle imprese riflette un dinamismo positivo (anche in termini di nati-mortalità), evolutivo, strutturalmente solido, non monoculturale e con significative presenze di casi di innovazione

2

8. Sostenibilita'

dell‟agricoltura

L'attività agricola nel territorio é diversificata nelle sue forme e funzioni, tale da garantire attrattività e stabilità al lavoro della famiglia agricola

3

9. Infrastrutture turistiche

Le infrastrutture turistiche (alberghi, ristoranti…) e i servizi collegati (sentieristica, centri informativi…) sono adeguati per attrarre turisti nella zona e contribuire alla ricchezza locale

3

10. Impegno amministrazioni per facilitazioni all‟imprenditoria

Le varie Amministrazioni che incidono sul territorio (dalla Regione ai Comuni) garantiscono sostegno all‟imprenditoria attraverso sportelli unici, l‟erogazione di contributi con modalità e tempi efficienti e altro

2

11.

Occupazione e sua stabilità

Le dinamiche occupazionali, anche considerando il recente periodo di crisi, lasciano pensare a una stabilità complessiva nella zona; il lavoro presente é "di qualità" e non segnato da eccessivo precariato e stagionalità

3

Lavoro locale 12.

Giovani, donne…

Il lavoro femminile e il lavoro giovanile seguono il trend generale nazionale senza particolare penalizzazione; il sistema è in grado di assorbire anche occupazione femminile e giovanile

3

13.

Reddito e costo della vita

Il reddito disponibile per chi vive e lavora nell‟area (prodotto o non prodotto localmente) é adeguato al costo locale della vita; non sono presenti fenomeni diffusi e crescenti di povertà, specie in relazione alle fasce di popolazione più esposte (p.es. anziani soli)

2

Infr

astr

utt

ure

14.

Reti collegamento

verso principali centri erogatori

Ci sono strade agevoli e scorrevoli e adeguati servizi bus, treno, etc., tali da rendere facili e veloci i collegamenti anche dei piccoli centri con le mete economiche e amministrative più prossime: città capoluogo, università, aeroporti etc.

2

15.

Qualità del sistema

insediativo

Le abitazioni del territorio sono confortevoli, non fatiscenti e dotate delle infrastrutture e comfort necessari fra i quali: corrente elettrica, acqua potabile, riscaldamento; facile e diffuso accesso ai principali sistemi di comunicazione quali: segnale per telefono mobile, internet Adsl...

2

Am

bie

nte

Aree verdi e ricreative

16.

Aree verdi e ricreative

Esistono con sufficiente abbondanza aree verdi (aree rurali, parchi, laghi etc.) e aree attrezzate ad uso dei cittadini; tali aree sono note, accessibili e sufficientemente ben tenute per la fruizione della popolazione locale

2

Salubrità

17.

Salubrità del territorio

L‟ambiente è nel complesso salubre (aria, acqua, suolo) 2

18.

Attenzione istit. all'ambiente

C'é sensibilità istituzionale ai temi ambientali: le istituzioni che ai diversi livelli (da Regionale a Comunale) incidono sul territorio provvedono al mantenimento della salubrità dell‟ambiente

2

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. 61

Dim

en

sio

ni

So

tto

dim

en

sio

ni

Indicatori

Pu

nte

gg

io

Cu

ltu

ra

Patrimonio 19.

Patrim. artistico architettonico

Il patrimonio artistico e architettonico è di pregio e ben conservato 2

Produzione e consumo cultural

20.

Eventi, festival Nel territorio esistono molteplici manifestazioni culturali, eventi, festival di qualità culturale capaci di attrarre visitatori anche da zone limitrofe

2

21.

Cinema, teatri, musei, bibliot.

Esiste un sistema museale, sia pur piccolo, di valore almeno regionale; cinema, teatri, biblioteche sono in numero sufficiente a soddisfare la domanda potenziale del territorio

2

22.

Produzione culturale

Esistono sul territorio luoghi di produzione culturale quali centri/scuole teatrali, di pittura, di ballo; oppure editori locali, parchi tecnologici, etc.

2

Pro

ce

ssi

so

cia

li e

isti

tuzio

na

li

Partecipazione 23.

Associazionismo e volontariato

Esistono sul territorio associazioni culturali, politiche, sportive e di volontariato capaci di coinvolgere e attrarre cittadini, e in particolare giovani

2

Governance

24. Orizzontale Esiste consolidata pratica di ascolto e collaborazione interistituzionale (fra Comuni, fra Comuni e Provincia, fra questi e uffici periferici dello Stato…)

2

25. Verticale Esistono consolidate pratiche di ascolto e partecipazione popolare, anche tramite strumenti quali le circoscrizioni

3

Strategico per la dimensione economica che le Amministrazioni si impegnino a favore della imprenditorialità

(2) migliorando i servizi e garantendo maggiore efficienza e ascolto. All‟ambiente e al paesaggio viene

riconosciuto un ruolo importante sia per le popolazioni residenti sia verso il turismo: fondamentale fare

crescere la cultura della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale. Infine per quanto riguarda la

qualità dei processi e delle relazioni sociali, la Regione sottolinea il ruolo dato anche nel PSR a forme di

governance verticali per assicurare traiettorie di sviluppo.

A. Attribuzione del valore valutativo a livello locale

Come anticipato i “valori valutativi” sono discussi e stabiliti a livello “locale” in territori “testimone” mediante

tavoli di soggetti privilegiati, applicando tecniche attraverso cui la performance di ciascun indicatore viene valorizzata dal gruppo (da pessima a ottima) attraverso una scala cardinale.

I valori valutativi saranno attribuiti in distinti momenti: all‟inizio dell‟effettivo avvio della programmazione (quasi a ri-definire una situazione ex ante della qualità della vita) e in una fase avanzata del processo

attuativo del Programma di sviluppo rurale.

Visto che il processo attuativo è già avanzato, anche se non per l‟Asse 3, è necessario individuare in tempi brevi le aree testimone su cui rilevare un “potenziale” T0.

I criteri per la selezione delle aree testimone

Le aree testimone dovrebbero rappresentare territori con specifiche caratteristiche economiche,

demografiche, strutturali che possano rappresentare diverse realtà rurali regionali. E‟ evidente che l‟ottica

prescelta è quella dei casi esemplari, dei casi di studio specifici utili per evidenziare eccellenze o al contrario

aree deboli; ciò significa che i risultati nelle aree testimone non potranno essere generalizzati all‟intera area

regionale. Per l‟individuazione delle aree testimone il Valutatore ha individuato una serie di criteri, la cui

applicazione conduce alla proposta di alcuni territori, la cui validità è da verificare, mediante un confronto in

ambito regionale.

I criteri per la selezione sono stati:

aree eligibili alle misure Asse 3, ricadenti nelle aree della zonizzazione (D, C) - quindi “espressione” dei

diversi livelli di ruralità - ricadenti in Province diverse; aree possibilmente ricadenti in Aree Leader e/o in aree PIT in quanto territori in cui si applicano le

misure per la qualità della vita (misure Asse 3). Il coinvolgimento dei capofila inoltre assicura supporti

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logistici e garantisce la presenza di testimoni privilegiati locali con buona conoscenza sia delle dinamiche locali che delle tematiche del PSR;

presenza partenariati di soggetti in grado rappresentare le dinamiche locali: CCMM, Enti parco,

Associazioni di categoria, Consorzi di bonifica, Enti finalizzati a fornire a servizi alla popolazione;

presenza nelle aree di un quadro progettuale in attuazione significativo in termini di numerosità e qualità degli interventi finanziati con il PSR (per verificare l‟eventuale variazione T0-Tn e la possibile attribuzione

della variazione al PSR);

aree espressione di aggregazioni territoriali permanenti (amministrative, storiche..) riconoscibili dagli

stakeholder con caratteristiche relativamente omogenee. I territori dei Gal regionali sono infatti ampi e possono non essere pienamente riconoscibili da parte delle comunità locali e delle loro rappresentanze.

Inoltre i territori dei Gal hanno una conformazione variabile nel tempo (che deriva dall‟applicazione dei criteri di ammissibilità dei territori previsti dalle Regioni). In prima istanza le sub-aree con una propria

dimensione (amministrativa o storico culturale) cui gli stakeholder possano riferirsi con certezza sono

individuate nelle Comunità Montane, che tra l‟altro sono coinvolte sia nella fase di definizione delle linee strategiche che nella fase di predisposizione dei bandi e selezione delle domande; (i Progetti locali di

sviluppo rurale sono stati predisposti dalle Province con il coinvolgimento delle Comunità Montane). All‟interno di ogni Comunità Montana, inoltre, i Comuni presentano caratteristiche piuttosto omogenee e

problematiche simili. In assenza di Comunità montane possono essere considerate le Associazioni di

Comuni o le aree a Parco. aree coincidenti con sub aggregati statistici che consentano di reperire indicatori utilizzabili per il

bilanciamento degli indicatori QdV individuati dal valutatore in assenza di dati a livello comunale, come

ad esempio i Sistemi Locali del Lavoro per i quali l‟Istat fornisce aggiornamenti quinquennali su indicatori economici (occupazione e valore aggiunto per settore, unità locali ed addetti per settore di attività

economica (per quest‟ultimi è disponibile un aggiornamento all‟anno 2007). Particolarmente idonei sono i SLL il cui territorio si risolve interamente all‟interno della Comunità Montana;

presenza di sub zonazioni utilizzate nella programmazione regionale (itinerari enogastronomici, aree

bianche alla banda larga);

presenza di soggetti disponibili a collaborare operativamente con il Valutatore: si prevede infatti il

coinvolgimento dei GAL e dei rappresenti amministrativi delle aree testimone per la proposta /selezione degli stakeholder (individuazione dei nominativi, fornitura ad Agriconsulting degli indirizzi) e

organizzazione dei tavoli locali (inviti, sede..)

L‟individuazione dei partecipanti ai “tavoli valutativi locali”.

Secondo il metodo adottato e presentato nelle pagine precedenti i “tavoli” sono momenti dialogici di

discussione e condivisione, e sono pertanto soggetti ai vincoli che sempre hanno le tecniche e le procedure

basate su gruppi di discussione.

Innanzitutto un vincolo fondamentale è rappresentato dal numero dei partecipanti. E‟ noto, e ampiamente

documentato in letteratura, che per funzionare con efficacia un gruppo di lavoro dovrebbe essere formato da

circa otto componenti (diciamo da un minimo di sei a un massimo di dieci per rappresentare un ventaglio di

possibilità). Indubbiamente oltre la decina l‟approccio dialogico e argomentativo rischia di diventare una

faticosa maratona dove dopo alcune ore i partecipanti perdono interesse ed attenzione.

E‟ evidente che una conseguenza di tale ridotto numero è la cautela nella scelta degli specifici partecipanti. Il

criterio di scelta generale è il seguente: persone che rappresentino il più possibile punti di vista differenti in

relazione all‟obiettivo operativo. Poiché il nostro obiettivo operativo è valorizzare indicatori di qualità della

vita, occorre che i partecipanti includano – per quanto ciò sarà possibile – i seguenti punti di vista:

almeno uno per ciascuna delle dimensioni rappresentate nel set di indicatori:

Servizi: la dimensione include scuole, sanità e assistenza, smaltimento rifiuti, sicurezza e servizi alla

popolazione. Anche alla luce della valorizzazione regionale (guardando cioè a quegli indicatori ritenuti più

strategici) potrebbe quindi essere utile almeno un testimone dell‟area socio-sanitaria (p.es. un dirigente

ASL), possibilmente uno della scuola di base (p.es. dirigente scolastico) e un rappresentante dei

commercianti.

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Economia: la dimensione include il sistema produttivo in generale, l‟agricoltura nello specifico,

occupazione e reddito; indubbiamente qui sarebbe importante avere al tavolo almeno un rappresentante

degli industriali locali, uno o due rappresentanti delle associazioni degli agricoltori e un rappresentante

dei sindacati oppure di movimenti civici (consumatori).

Infrastrutture: la dimensione include le reti di collegamento e la qualità del sistema insediativo; ciò porta

ad auspicare la presenza di un dirigente di azienda di trasporti, oppure di un amministratore locale con

deleghe su tali problemi, nonché un dirigente comunale (sempre a titolo di esempio) esperto di problemi

dell‟edilizia e della residenzialità locale.

Ambiente: la dimensione include paesaggio e salubrità, viene facile immaginare amministratori locali e/o

tecnici specializzati in questi settori.

Cultura: la dimensione nel suo insieme fa auspicare la presenza nel tavolo di esponenti della cultura

locale, che possono essere intesi in maniera ampia e variegata.

Qualità dei processi sociali e istituzionali: la delicata dimensione della governance e della partecipazione

può essere variamente affrontata con la presenza di rilevanti promotori del volontariato o

dell‟associazionismo locale, nonché da figure politiche che si spendono per la promozione di efficaci azioni

di governante.

Di comuni diversi, possibilmente rappresentativi delle diverse sub-aree incluse nel tavolo; questo specifico

punto di vista non si aggiunge al precedente, ma semplicemente lo qualifica; vale a dire che gli esperti

sopra elencati dovranno provenire il più possibile da comuni differenti.

Di orientamento culturale e politico differente: anche se la questione è delicata si comprende bene che

per la credibilità stessa del risultato valutativo devono avere possibilità di espressione orientamenti

differenti (per quanto noti) anche se è da evitare assolutamente la rigorosa rappresentanza “per quota”

delle varie parti politiche.

Il funzionamento del tavolo locale

Al fine di valorizzare al massimo la libera espressione delle opinioni, e giungere a posizioni convintamente

condivise, si procederà operativamente nel seguente modo:

1. il valutatore esporrà inizialmente gli obiettivi del lavoro e illustrerà velocemente il metodo adottato;

2. il valutatore, dopo avere esposto brevemente i venticinque indicatori, presenterà nello specifico il

primo e si assicurerà che tutti l‟abbiamo compreso in maniera univoca. Inviterà quindi i partecipanti

a un breve giro di pareri. In questa fase si porrà attenzione a due soli elementi:

A. la discussione dovrà necessariamente essere contenuta in pochi minuti, e compito del

valutatore sarà quello di imporre forzatamente una certa sintesi;

B. la discussione sarà esclusivamente argomentativa e in questa fase non si attribuiscono

valori;

3 concluso il giro dei pareri il valutatore, se ritiene che ci sia un sostanziale accordo nel gruppo,

propone il valore 1-5 che più sembra rappresentare la discussione12; in caso di posizioni differenziate

il valutatore le riassume in maniera sintetica e propone un secondo breve giro di tavolo per

esprimersi su una delle posizioni, ovvero per precisarla.

12 Per esempio l‟indicatore n. 1 (si vedano tutti gli indicatori più avanti) relativo a “Nidi, materne e obbligo scolastico” verrà giudicato in questo modo: in questo territorio non ci sono nidi, materne e scuole dell‟obbligo in numero adeguato; le poche strutture hanno scarsa capienza con

lunghe liste d‟attesa non in grado di dare risposte efficaci alle fasce di popolazione più deboli: giudizio valutativo corrispondente al punteggio 1;

in questo territorio c‟è ampia e sufficiente distribuzione di nidi, materne e scuole dell‟obbligo; le liste d‟attesa sono corte e rapidamente smaltite e le fasce deboli adeguatamente tutelate; giudizio valutativo corrispondente al punteggio 5.

Naturalmente i punteggi intermedi (2, 3 e 4) rifletteranno giudizi più sfumati.

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4 Se dopo tale discussione il gruppo resta diviso, il valutatore procederà nel seguente modo: fa votare

il giudizio sull‟indicatore, gli attribuisce quindi il valore di maggioranza indicandolo nella relazione

come “non consensuale” e indicando le diverse ragioni addotte.

5 Conclusa la discussione sul primo indicatore si passa al secondo, poi ai successivi, sempre con la

stessa procedura.

Naturalmente il risultato finale sarà una relazione articolata, e non solo una tabella riepilogativa dei valori

degli indicatori. Naturalmente i punteggi intermedi (2, 3 e 4) rifletteranno giudizi più sfumati.

Tuttavia al momento è ipotizzabile un percorso in linea con l‟avanzamento dell‟Asse (in particolare PIT e PSL)

rispetto all‟impatto sulla qualità della vita. Le attività nel biennio 2012-2013 saranno finalizzate alla

rilevazione del dato baseline sulla qualità della vita. A tal proposito nella tabella seguente viene illustrato un

prospetto previsionale sulle attività che saranno realizzate nel corso del biennio.

Tempistica delle attività e ipotesi di restituzione dei prodotti

Attività Chi lo fa Tempistica Restituzione

Scelta partecipanti Tavolo pesi Regione e valutatore Giugno-luglio 2011

RAV Aprile 2012

Convocazione Tavolo Pesi Regione Settembre 2011

Realizzazione Tavolo Pesi Valutatore Ottobre 2011

Restituzione elaborazione pesi Valutatore Entro 30 giorni dal completamento

del tavolo

Scelta e validazione criteri selezione aree

testimone

Regione e Valutatore

Maggio Giugno 2012 (previa

disponibilità dei dati progettuali)

ARVI ottobre 2012

Individuazione aree testimone

Selezione tipologia testimoni privilegiati Valutatore, Regione Luglio 2012

Selezione partecipanti tavoli locali Regione, GAL, Luglio2012

Inviti e organizzazione GAL Settembre 2012

Esecuzione Tavoli locali Valutatore Ottobre 2012

Baseline T0 Entro almeno 60 giorni dal

completamento dei tavoli

RAV marzo 2013

3.1.4 Asse 4 – Approccio Leader

I GAL si trovano, alla fine del 2011, impegnati nella raccolta dei progetti esecutivi relativi ai beneficiari

pubblici già individuati nei PSL e nella chiusura dei primi bandi destinati ai beneficiari privati. Pertanto il

Valutatore non ritiene esistano ancora i presupposti per procedere ad un‟analisi sullo stato di attuazione

dell‟Asse, riservandosi, invece, in occasione del prossimo rapporto di aggiornamento della valutazione

intermedia, di entrare nei meccanismi di supervisione dell‟operato dei GAL messi a punto dalla Regione. Sarà

proprio la supervisione sull‟operato dei GAL oggetto di un‟approfondita valutazione, con l‟obiettivo di

restituire delle considerazioni che magari potranno essere messe in relazione e confrontate con quanto fatto

nella gestione di altri approcci di tipo bottom-up, quali le PIF e i PIT.

Nel corso del 2011 si è scelto di proseguire nella strutturazione delle domande valutative - già articolate nel

Rapporto sulle Condizioni di Valutabilità – e, nello specifico, provvedere alla definizione dei criteri e degli

indicatori legati alla quarta domanda del QCMV relativa alla Misura 41 “Attuazione delle strategie di sviluppo

locale”, la cui trattazione era stata posticipata per la necessità di attendere l‟approvazione definitiva dei PSL.

La quarta domanda chiede al Valutatore, infatti, di definire, attraverso l‟individuazione di criteri e relativi

indicatori, in che misura l‟approccio LEADER abbia contribuito alle priorità degli altri assi.

Per definire quale sia tale potenziale contributo dell‟Asse 4, il Valutatore muove da due considerazioni:

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1) il PSR non ha previsto l‟attivazione di misure specifiche Leader; pertanto il contributo fornito

dall‟attuazione del PSL da parte dei GAL può avvenire esclusivamente attraverso l‟attuazione delle

Misure PSR;

2) il contributo Leader non si manifesta solo in termini di performance rispetto agli indicatori di Misura

già previsti dal QCMV. Tale modalità di contributo è già oggetto di analisi all‟interno delle domande

valutative relative ai rispettivi Assi. Viceversa, come già rimarcato nell‟analisi della logica di

intervento delle Misure, il contributo del Leader in termini qualitativi dovrà essere rilevato e misurato

tenendo conto delle specificità del metodo Leader. In particolar modo è l‟approccio strategico

integrato e multisettoriale tradotto dal GAL nel proprio PSL ad imprimere alle Misure del PSR gli

elementi che costituiscono il “contributo” alle priorità degli altri Assi. Si può descrivere tutto ciò come

“valore aggiunto” del Leader, che il Valutatore ha introdotto nel disegno di valutazione individuando

il percorso metodologico per procedere alla sua misurazione (vedi par.2.2.1).

Ciò premesso, il Valutatore intende partire preliminarmente dalla ricostruzione della logica di intervento dei

vari PSL. Lo scopo è quello di evidenziare gli obiettivi prioritari di ogni strategia locale, le principali misure

attraverso le quali i GAL attuano le strategie di sviluppo e le modalità utilizzate dal GAL per adattare le

misure suddette ai fabbisogni rilevati del territorio. Attraverso tale analisi è possibile risalire a quali siano gli

obiettivi specifici associati agli Assi del PSR sui cui l‟approccio Leader è in grado di fornire il suddetto

contributo.

Per entrare nel merito della logica di intervento a livello di Misura è opportuno tenere conto della ripartizione

finanziaria delle risorse pubbliche previste dai GAL. L‟allocazione finanziaria, infatti, permette di individuare

quali sono le azioni che i GAL hanno selezionato per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Si tenga presente che i GAL, nella scelta delle Misure attivabili per l‟attuazione della propria strategia di

sviluppo, hanno dovuto tener conto di due limitazioni:

1) il PSR ha escluso dall‟attuabilità con approccio Leader alcune Misure (112, 113, 114, 115, 122, 126,

211, 212, 213, 214, 221, 224 e 341);

2) il PSR ha previsto la definizione di 4 temi prioritari costituenti il “riferimento” su cui il GAL avrebbe

dovuto proiettare la propria strategia di sviluppo. Ciascun tema prioritario è legato ad un “pacchetto”

definito di Misure all‟interno dei quali il GAL ha individuato quelle idonee al perseguimento dei propri

obiettivi strategici.

Rispetto ai quattro temi proposti dalla Regione (tutela dell‟ambiente e delle risorse naturali; qualità della vita

nelle aree rurali; qualità dell‟offerta alimentare e territoriale; turismo rurale) le scelte dei GAL hanno

permesso di rilevare quanto segue:

tre GAL (GAL ERNICI SIMBRUINI, GAL TUSCIA ROMANA e GAL VERSANTE LAZIALE DEL PARCO

NAZIONALE D‟ABRUZZO) hanno orientato la strategia di sviluppo locale sul tema prioritario del

“Turismo Rurale”: la matrice delle Misure attivabili prevede due Misure dell‟Asse 2 (226 e 227) e

tutte le Misure dell‟Asse 3;

cinque GAL (GAL CASTELLI ROMANI MONTI PRENESTINI, GAL ETRUSCO CIMINO, GAL IN

TEVERINA, GAL SABINO e GAL TERRE PONTINE) hanno orientato la strategia di sviluppo locale sul

tema prioritario della “Qualità dell’offerta alimentare e territoriale”: la matrice delle Misure

attivabili prevede le Misure attivabili con approccio Leader dell‟Asse 1, le Misure dell‟Asse 3 intese a

diversificare l„economia rurale e la Misura 331);

nessun GAL ha orientato la propria strategia sui restanti due temi prioritari definiti nella strategia del

PSR attraverso l‟approccio Leader: “Qualità della vita nelle aree rurali” e “Tutela dell‟ambiente e delle

risorse naturali”.

La tabella seguente mostra la ripartizione delle risorse previste per l‟Asse 4 così come risultante

dall‟aggregazione dei piani finanziari presentati da ciascun GAL:

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Misure Risorse

Misura 410 Attuazione di strategie di sviluppo locali € 38.105.796,15

Misura 421 Cooperazione interterritoriale e transnazionale € 1.049.676,84

Misura 431 Gestione GAL, acquisizione di competenze e animazione sul territorio € 7.614.105,81

L‟analisi della spesa pubblica riferita all‟Attuazione di strategie di sviluppo locali (Misura 410) evidenzia come

i GAL abbiano convogliato quasi il 66% delle risorse finanziarie sulle Misure dell‟Asse 3, mentre solo il

restante 34% si riferisce agli interventi collegati alle Misure dell‟Asse 1. La tabella seguente fornisce gli

importi risultanti dall‟aggregazione dei dati finanziari dei singoli GAL:

Ripartizione Leader sui tre Assi Risorse

ASSE 1 € 13.010.851,79

ASSE 3 € 25.094.944,36

Nel grafico seguente vengono illustrati i profili di spesa dei singoli GAL. Dalla lettura dei dati è possibile

evidenziare che, come già anticipato, i GAL che hanno selezionato come tema prioritario la qualità della vita

attivano soltanto Misure dell‟Asse 3, mentre i GAL che hanno selezionato come tema prioritario la qualità

dell‟offerta alimentare e territoriale, attivano sia Misure dell‟Asse 1 sia Misure dell‟Asse 3. In quest‟ultimo

caso tre GAL attribuiscono un maggior peso alle Misure del‟Asse 1 mentre in due GAL, il peso finanziario

dell‟Asse 3 è prevalente.

L‟analisi della ripartizione finanziaria a livello di singolo Asse permette di evidenziare come i GAL si siano

orientati nella definizione dei relativi impianti strategici. Partendo dall‟Asse con maggiori risorse finanziarie a

disposizione ed attivato da tutti i GAL, due misure, la 311 e la 313, previste da entrambi i temi prioritari

scelti dai GAL, come si evince dal grafico seguente, attraggono il 70% delle risorse dell‟Asse 3. Si tenga

presente che:

nelle Misure dell‟Asse 3 relative alla diversificazione dell„economia rurale, solo le Misure 311 e 313

sono attivate da tutti i GAL, mentre la Misura 312 è attivata da soli 5 GAL;

le Misure dell‟Asse 3 relative alla qualità della vita (attivabili solo dai 3 GAL che hanno optato per il

tema prioritario del turismo rurale) 321 e 322 sono attivate da tutti i tre GAL; mentre la Misura 323,

infatti, è attivata solo dal GAL Versante Laziale del Parco Nazionale d‟Abruzzo;

la Misura 331 relativa alla formazione e informazione per gli attori economici che operano nei settori

rientranti nell'Asse 3, attivabile da tutti i GAL selezionati, è prevista solo da 5 GAL.

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Per quanto concerne le Misure dell‟ASSE 1 l‟analisi dei piani finanziari evidenzia una ripartizione per misure

concentrata sulla misura 121 e 125 e sulla 123, che da sole attraggono il 86% delle risorse stanziate dai 5

GAL. Ogni Misura è attivata da ciascuno dei 5 GAL.

Partendo da questi dati, è possibile iniziare a definire principalmente quale sia l‟intensità finanziaria del

Leader rispetto agli obiettivi specifici previsti nel PSR. Analizziamo separatamente gli ambiti relativi ai due

Assi.

MISURA 411 - Competitività

La Misura 411 attrae il 28% delle risorse pubbliche stanziate sull‟Asse 4 e prevede l‟attivazione attraverso

l‟approccio Leader delle seguenti Azioni riconducibili alle Misure a valere sull‟Asse 1: Attivazione con approccio Leader della Misura 111 “Azioni nel campo della formazione professionale e

dell‟informazione” Attivazione con approccio Leader della Misura 121 “Ammodernamento aziende agricole";

Attivazione con approccio Leader della Misura 123 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”;

Attivazione con approccio Leader della Misura 124 “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie, nel settore agricolo, alimentare e forestale”;

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Attivazione con approccio Leader della Misura 125 “Miglioramento e creazione delle infrastrutture connesse allo sviluppo e all‟adeguamento dell‟agricoltura e della silvicoltura”;

Attivazione con approccio Leader della Misura 132 “Sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di

qualità alimentare”; Attivazione con approccio Leader della Misura 133 “Sostegno alle associazioni di produttori per le attività

di promozione e informazione riguardanti i prodotti che rientrano nei sistemi di qualità alimentare”.

Nella tabella seguente, sono messi in relazione gli obiettivi specifici dell‟Asse 1 con le rispettive Misure,

indicando il numero dei GAL che le attivano ed il peso finanziario delle Misure Leader rispetto alla dotazione

prevista dal PSR senza l‟apporto del Leader. Tale rapporto fa vedere come, nel caso dell‟Asse 1, il contributo

dell‟Asse Leader rispetto agli obiettivi individuati corra il rischio di non essere adeguatamente valorizzato se a

guidare la valutazione è il peso finanziario.

OBIETTIVI SPECIFICI ASSE MISURE

COLLEGATE

Numero GAL che orientano le strategie

sull’obiettivo

Peso finanziario delle Azioni

collegate*

Asse 1

1.1 - Favorire i processi di ricambio generazionale attraverso l'insediamento di giovani agricoltori qualificati, l'adeguamento e l'ammodernamento delle aziende agricole

111, 112, 113, 114, 121

5 su 8 3%

1.2 - Qualificazione professionale degli imprenditori e degli addetti del settore agricolo e forestale e utilizzo dei servizi di consulenza al fine di facilitare processi di adeguamento, modernizzazione e innovazione tecnica e organizzativa

111, 114, 115 5 su 8 6%

1.3 - Promuovere strategie di filiera orientate alla valorizzazione delle produzioni agricole e forestali di qualità ed alla ricerca di nuovi sbocchi di mercato

111, 114, 121, 122, 123, 124, 132, 133

5 su 8 4%

1.4 - Incentivare l'adesione a sistemi agroalimentari di qualità 132 5 su 8 17%

1.5 - Promozione delle produzioni sui mercati nazionali ed internazionali 133 5 su 8 7%

1.6 - Promuovere l'innovazione tecnologica e l'introduzione di innovazioni di processo e di prodotto lungo le filiere produttive

124 4 su 8 6%

1.7 - Sostenere i processi di ammodernamento e adeguamento tecnico organizzativo nelle aziende agricole, forestali e nelle imprese alimentari

121, 122, 123 5 su 8 4%

1.8 - Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche per lo sviluppo dei servizi alla logistica e delle attività forestali

125 5 su 8 15%

* ll peso finanziario è calcolato dal rapporto della dotazione finanziaria prevista dai PSL rapportata alla dotazione finanziaria prevista dal PSR su quelle misure (non comprensivi degli aiuti di stato integrativi che la Regione prevede di attivare sulle Misure 112, 121 e 123).

Dalla lettura delle tabelle si può evidenziare, infatti, come l‟apporto del Leader sia trascurabile in termini

finanziari. I valori più alti si riferiscono all‟obiettivo di incentivare l'adesione a sistemi agroalimentari di

qualità, pari al 17% dello stanziamento del PSR senza Leader e richiamata dalla Misura 132, e all‟obiettivo di

potenziare le dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche per lo sviluppo dei servizi alla logistica e delle

attività forestali, pari al 15% dello stanziamento del PSR senza Leader e richiamata dalla Misura 125. Tale

considerazione suggerisce, nella costruzione dell‟impianto valutativo, che il contributo dell‟Asse 4, per quanto

limitato, possa comunque emergere in virtù della puntuale contestualizzazione degli interventi nei territori

Leader.

MISURA 413 - Qualità della vita/diversificazione

La Misura 413 attrae il 54% delle risorse pubbliche stanziate sull‟Asse IV e prevede l‟attivazione attraverso

l‟approccio Leader di tutte le Misure a valere sull‟Asse 3:

Attivazione con approccio Leader della Misura 311 “Diversificazione verso attività non agricole”; Attivazione con approccio Leader della Misura 312 “Sostegno alla creazione e allo sviluppo di

microimprese”; Attivazione con approccio Leader della Misura 313 “Incentivazione di attività turistiche”;

Attivazione con approccio Leader della Misura 321 “Servizi essenziali per l‟economia e la popolazione

rurale”; Attivazione con approccio Leader della Misura 322 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi”;

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Attivazione con approccio Leader della Misura 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale”; Attivazione con approccio Leader della Misura 331 “Formazione e informazione, per gli attori economici

che operano nei settori rientranti nell'Asse 3”.

Anche in questo caso la tabella seguente descrive il legame tra obiettivi specifici dell‟Asse 3, le Misure

collegate, il numero di GAL che attivandone almeno una, orientano la propria strategia sull‟obiettivo, ed il

peso finanziario del Leader rispetto alla dotazione PSR extra Leader.

OBIETTIVI SPECIFICI ASSE MISURE

COLLEGATE

Numero GAL che orientano le strategie

sull’obiettivo

Peso finanziario delle Azioni

collegate (%)*

Asse3

3.1 - Migliorare la dotazione infrastrutturale ed i servizi per la popolazione

311, 312, 321, 322, 323

8 su 8 16%

3.2 - Incrementare la dotazione di servizi per le componenti produttive, in particolare agroalimentare e turistica

313, 321, 322, 323 8 su 8 41%

3.3 - Promuovere modelli di sviluppo capaci di generare un‟offerta competitiva di prodotti e servizi nelle aree a maggior rischio di marginalizzazione sostenendo l'iniziativa agricola ed extra agricola

311, 312, 313, 321, 322, 323, 331, 341

8 su 8 30%

3.4 - Sostenere il ruolo multifunzionale dell'azienda agricola e la produzione di beni e servizi extra-agricoli

311, 312, 313, 321, 323, 331, 341

8 su 8 31%

3.5 - Difendere e valorizzare la dimensione paesaggistica e ambientale delle aree rurali

323 1 su 8 5%

3.6 - Qualificare il capitale umano e sostenere l'approccio di sistema (approccio leader)

331, 341 5 su 8 12%

* ll peso finanziario è calcolato dal rapporto della dotazione finanziaria prevista dai PSL rapportata alla dotazione finanziaria prevista dal PSR su quelle misure (non comprensivi degli aiuti di stato integrativi che la Regione prevede di attivare sulla Misura 311).

La rilevanza finanziaria delle Misure attuate attraverso l‟approccio Leader appare evidente per quanto

concerne l‟Asse 3. Rispetto alla metà degli obiettivi di tale asse, l‟Asse 4 esprime un ruolo determinante in

termini di risorse finanziarie. In particolar modo l‟obiettivo specifico 3.2, relativo all‟incremento della

dotazione di servizi per le componenti produttive - e, segnatamente, per quelli legati al settore

agroalimentare e turistico - e, in subordine, l‟obiettivo 3.4 relativo al sostegno al ruolo multifunzionale

dell‟azienda agricola e alla produzione di beni e servizi extra-agricoli, si trovano ad essere perseguiti anche

mediante l‟attuazione dei PSL. Tale rilievo è riconducibile alla scelta di tutti i GAL di utilizzare le Misure 311 e

313, la cui dotazione finanziaria è pari al 46% dell‟intera Misura 41.

Anche la sovrapposizione dei PSL sull‟obiettivo specifico 3.3 relativo alla promozione di modelli di sviluppo

capaci di generare un‟offerta competitiva di prodotti e servizi sostenendo l'iniziativa agricola ed extra

agricola, presenta un peso finanziario rilevante che, tuttavia, se da una parte tende a presentare una

generalità comprensione di tutte le Misure dell‟Asse, dall‟altra esprime una sua declinazione verso le aree a

maggior rischio di marginalizzazione, sostanzialmente coincidenti con le aree con problemi complessivi di

sviluppo. Tuttavia - come già evidenziato nel Rapporto di Valutazione Intermedia - una particolarità

dell‟attuazione del Leader regionale nell‟attuale programmazione, è quella di operare su un area complessiva

ridotta rispetto alle precedenti programmazioni dell‟IC Leader II e Leader+. Ciò influisce anche sulla limitata

attrazione, nell‟ambito dell‟operatività dell‟Asse 4, dei Comuni classificati come area D, tanto che solo 20

Comuni su 109 (pari al 20% dell‟estensione complessiva dei Comuni laziali classificati come area D) sono

coinvolti dell‟attuazione dell‟Asse 4. Tale rilievo permette di prendere in considerazione l‟obiettivo specifico in

questione come un obiettivo su cui l‟approccio Leader non sia in grado di fornire un contributo che vada oltre

i territori coinvolti.

D‟altra parte, dalla analisi dei PSL si evince nettamente l‟importanza strategica affidata all‟attuazione, da

parte del GAL, delle Misure 311 e 313. Tuttavia se la Misura 311 attuata con approccio Leader ha un ruolo

limitato rispetto alla medesima Misura attuata a livello regionale (la spesa pubblica a valere sulla Misura 311

prevista dai piani finanziari dai GAL è pari al 18% dell‟analogo importo previsto dal piano finanziario della

Regione), nell‟altro caso, la Misura 313, il medesimo rapporto fa emergere un netto sbilanciamento a favore

della Misura attuata con approccio Leader, la cui spesa pubblica è pari al 489% di quella senza Leader. Ciò

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

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induce a ritenere che il contributo fornito dal Leader in ordine agli obiettivi specifici che il PSR lega alla

Misura, l‟obiettivo 3.2 e, meno direttamente, l‟obiettivo 3.4, può andare oltre il mero aspetto quantitativo –

che pure è oggetto di analisi in sede di performaces legate all‟attuazione dell‟Asse 3, e richieda, per la sua

rilevazione, di mettere a fuoco quel “di più“ che una strategia posta alla base di uno sviluppo integrato e

multisettoriale di un‟area circoscritta, è in grado di far emergere.

Strutturazione della domanda valutativa relativa al contributo del Leader alle priorità dell’Asse

1 e dell’Asse 3

La logica di intervento dei vari PSL è stata ricostruita individuando gli obiettivi prioritari di ogni strategia

locale fino a risalire ad uno o più obiettivi specifici associabili ai due assi del PSR. Tale individuazione ha

permesso di evidenziare che, in termini operativi, le Misure attivate nei PSL dotate di un peso finanziario

rilevante nel perseguimento degli obiettivi specifici dalle analoghe misure attuate a livello regionale, sono la

Misura 311 e 313 e, per i soli GAL le cui strategie di sviluppo aderiscono al tema della qualità dell‟offerta

alimentare e territoriale, le Misure 121, 125 e 123.

Dal momento che per queste Misure esistono già degli indicatori comuni (previsti dal QCMV), il Valutatore

non ha individuato degli indicatori aggiuntivi che possano essere utilizzati per misurare il contributo

aggiuntivo dell‟Asse 4 ma al contrario ha inteso introdurre il concetto del “valore aggiunto Leader” che sta ad

indicare che quegli obiettivi sono stati conseguiti ma con una qualche differenza rispetto ad un approccio di

tipo top-down.

In termini squisitamente qualitativi, gli obiettivi presenti nei PSL sono una declinazione più puntuale degli

obiettivi specifici previsti dal PSR, e come rappresentato nella tabella sono riconducibili alle filiere corte e ai

prodotti di qualità per l‟Asse 1 o all‟integrazione tra offerta e domanda turistica nell‟Asse 3. Ma non è detto

che laddove un GAL non intervenga direttamente sulla competitività del sistema agroalimentare del proprio

territorio (vedi GAL Ernici, Tuscia e Versante), un contributo non possa essere determinato anche dalla

creazione e sviluppo di sistemi turistici che partono proprio dalla valorizzazione del territorio stesso e quindi

anche dai suoi prodotti.

Contributo del Leader all’Asse 1 e all’Asse 3

Asse/GAL CASTELLI ROMANI

MONTI PRENESTINI

ERNICI

SIMBRUINI

ETRUSCO

CIMINO

IN

TEVERINA SABINO

TERRE

PONTINE

TUSCIA

ROMANA

VERSANTE LAZIALE

P.NAZ. ABRUZZO

ASSE 1

Fruizione integrata del territorio (circuiti,

itinerari…)

Filiere corte Produzioni di

qualità

Filiere corte Produzioni di

qualità

Filiere corte Produzioni di

qualità

Filiere corte Produzioni di

qualità

ASSE 3

Sviluppo della filiera breve (turismo

ambientale/naturalistico e turismo

enogastronomico) attraverso un sistema

di comunicazione integrato

Rete di infrastrutture turistiche che

utilizzano nuove

tecnologie

Integrazione tra

promozione turistica -

agroalimentare

Integrazione tra

promozione turistica -

agroalimentare

Offerta turistica di

qualità legata a sistemi di

certificazione ISO e EMAS

Rete di infrastrutture

turistiche che

utilizzano nuove

tecnologie

Offerta turistica orientata

a supporto delle aree protette

Offerta turistica di

qualità legata al

Marchio 4E del GAL

Tema catalizzatore

Qualità dell'offerta

alimentare e territoriale

Turismo Rurale

Qualità dell'offerta

alimentare e territoriale

Qualità dell'offerta

alimentare e territoriale

Qualità

dell'offerta alimentare

e territoriale

Qualità

dell'offerta alimentare

e territoriale

Turismo Rurale

Turismo Rurale

Tale chiave di lettura mette in evidenza che il contributo del Leader al raggiungimento delle priorità degli

altri Assi, non può essere letto in termini di performance rispetto agli indicatori di Misura previsti dal QCMV e

in base alla dotazione finanziaria a disposizione. Come già rimarcato, se il contributo del Leader fosse

commisurato al peso finanziario rispetto al PSR, sarebbe irrilevante se misurato attraverso gli indicatori del

QCMV. Al contrario laddove la Misura PSR fosse attuata quasi esclusivamente dal Leader, il contributo

sarebbe banalmente legato al fatto che l‟attuazione della Misura è stata demandata all‟approccio Leader.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

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Il contributo o valore aggiunto del Leader può emergere solo in relazione al contesto in cui il GAL opera e

sulla base della strategia che attraverso il PSL intende perseguire. Pertanto per la strutturazione della

domanda sul contributo, il Valutatore ha scelto di individuare due criteri, cioè gli ambiti nei quali è

presumibile che il valore aggiunto del Leader si dispieghi.

Domanda 4: In che misura l‟approccio LEADER ha contribuito alle priorità degli assi 1 e 3?

Criteri Indicatori Valore

obiettivo Il LEADER ha contribuito ad incentivare l'adesione a sistemi agroalimentari di qualità e a potenziare le dotazioni infrastrutturali dei servizi di logistica integrandoli con l‟offerta territoriale

Valore aggiunto del Leader PRESENZA

Il LEADER ha contribuito ad incrementare la dotazione di servizi per le componenti produttive, in particolare agroalimentare e turistica, legate a reti/circuiti locali.

Valore aggiunto del Leader PRESENZA

L‟individuazione e la definizione di cosa è considerato valore aggiunto sarà oggetto di specifiche attività di

valutazione che si intendono portare avanti coinvolgendo GAL e Regione. Per ogni approfondimento si

rimanda al par 2.2.1.

3.1.5 Approfondimenti tematici

3.1.5.1 Agroalimentare

L‟obiettivo dell‟approfondimento tematico è la verifica del contributo del PSR al superamento delle principali

criticità/esigenze emerse dall‟analisi SWOT per ogni settore/comparto produttivo prioritario interessato dal

programma. Come già anticipato nel precedente Rapporto annuale di valutazione (2010) questo

approfondimento tematico sarà sviluppato in tre Capitoli, di seguito riportati per completezza di

informazione, riguardanti l‟evoluzione dei principali comparti produttivi, la pertinenza e coerenza tra

fabbisogni prioritari e criteri di selezione degli interventi, il contributo del PSR alla soluzione delle criticità dei

comparti evidenziate dall‟analisi SWOT. La consegna dell‟approfondimento tematico è prevista nell‟ambito del

Rapporto di Aggiornamento della Valutazione Intermedia (ottobre 2012).

1. Analisi dell‟evoluzione dei principali comparti regionali

L‟analisi dell‟evoluzione del comparto agroalimentare regionale riguarderà i seguenti comparti produttivi:

lattiero-caseario, olivicolo, ortofrutticolo, florovivaistico, carne, cerealicolo, ovicaprino, vitivinicolo, biologico e

tabacco.

L‟analisi del contesto socio-economico, ambientale e territoriale costituisce il punto di partenza per la

conoscenza della varietà delle condizioni sociali, economiche e ambientali dell‟intero territorio regionale.

Nell‟ambito della valutazione del programma, il presente lavoro esaminerà l‟analisi della competitività del

sistema agricolo e agroalimentare regionale e delle principali filiere produttive e dove possibile tale analisi

sarà integrata mediante dati aggiornati.

Il lavoro, quantificato con dati rilevati da fonti ufficiali, consentirà di aggiornare i punti di forza e di

debolezza, le disparità, le carenze e le potenzialità di sviluppo rurale del territorio regionale al fine di

determinare l‟attualità o meno dei diversi fabbisogni indicati all‟interno del PSR 2007-2013 del Lazio.

L‟analisi sarà condotta considerando i recenti cambiamenti nelle misure di politica agricola delle

Organizzazioni Comuni di Mercato per le diverse filiere esaminate.

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Il lavoro verificherà, inoltre, se i fabbisogni individuati nell‟analisi di contesto rispondono a specifiche

emergenze quali i cambiamenti climatici, l‟efficienza energetica e la gestione delle risorse idriche. Sono

queste, infatti, le problematiche principali che, portate all‟attenzione anche nel dibattito sulla verifica dello

“stato di salute” (Health Check) della Politica Agricola Comunitaria (PAC), sono state individuate, alla

conclusione del negoziato a Bruxelles, come nuove sfide e quindi inserite come priorità comunitarie nei nuovi

orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale.

2. Analisi dei fabbisogni prioritari e dei criteri di selezione degli interventi

Il Capitolo svilupperà i seguenti profili di analisi.

2.1 Verifica dell‟attualità dei fabbisogni prioritari d‟intervento emersi dall‟analisi SWOT per i diversi

comparti produttivi

L‟aggiornamento della situazione del settore agricolo e alimentare consentirà di verificare se i fabbisogni

prioritari, definiti sulla base dell‟analisi SWOT condotta per il sistema agroindustriale regionale, siano ancora

attuali e in linea generale rispondenti alle tematiche emerse in fase di analisi. Il lavoro analizzerà

prevalentemente i seguenti aspetti: ricambio generazionale e formazione, ammodernamento e adeguamento

delle imprese, qualificazione delle produzioni e introduzione di innovazioni e coordinamento tra i diversi attori

all‟interno della filiere. L‟analisi si propone di porre particolare attenzione agli aspetti connessi

all‟ammodernamento aziendale in termini di adeguamento tecnologico e adeguamento agli standard

(ambientali, igiene e benessere degli animali, sicurezza alimentare, sicurezza sul lavoro).

2.2 Verifica di pertinenza (utilità) degli investimenti prioritari rispetto ai fabbisogni prioritari dei

suddetti comparti

La selezione delle operazioni comprese nell‟Asse 1 è contraddistinta dalle priorità settoriali e territoriali,

correlate ai fabbisogni prioritari d‟intervento emersi dall‟analisi della situazione dei settori agricolo e

agroindustriale e delle principali filiere produttive.

L‟analisi si propone di verificare la pertinenza (utilità) degli investimenti prioritari identificati per le principali

filiere produttive (in particolare per le misure 121 e 123) rispetto ai fabbisogni emersi dall‟analisi SWOT.

L‟esigenza di rispondere alle nuove sfide identificate dall‟Health Check potrebbe richiedere o comportare un

adeguamento della priorità, sia a livello di azienda agricola, sia a livello di imprese di trasformazione e

commercializzazione, per quanto riguarda i cambiamenti climatici, le energie rinnovabili e la gestione delle

risorse idriche. È importante considerare nelle giusta prospettiva gli investimenti finalizzati al risparmio idrico

per le filiere che richiedono maggiore disponibilità di acqua (ad esempio quella ortofrutticola) e gli

investimenti relativi al miglioramento dell‟efficienza energetica e alle energie rinnovabili.

2.3 Analisi della coerenza e dell‟efficacia dei criteri di selezione applicati alle singole operazioni

d‟investimento rispetto ai fabbisogni prioritari d‟intervento.

L‟analisi si propone di esaminare la coerenza tra i fabbisogni prioritari d‟intervento emersi dall‟analisi SWOT e

i criteri di selezione (fattori di valutazione) riportati nelle schede di autovalutazione allegate ai bandi.

L‟analisi della coerenza dei criteri di selezione sarà presentata facendo riferimento alle esigenze territoriali e

settoriali individuate a livello programmatico per le principali misure dell‟Asse 1 (121 e 123). Si esamineranno

le diverse sezioni che caratterizzano i criteri di selezione e i rispettivi valori di ponderazione assegnati per

valutare se vengano premiati gli investimenti identificati come prioritari per il settore nel complesso e per le

differenti filiere.

I criteri di selezione e i relativi valori di ponderazione saranno confrontati con i fabbisogni prioritari di

intervento identificati per ciascuna delle filiere esaminate.

3. La valutazione del contributo del PSR alla soluzione delle criticità dei comparti

Saranno svolte indagini campionarie per comparto produttivo, attraverso la somministrazione di questionari

alle aziende agricole e alle imprese di trasformazione beneficiarie, al fine d‟individuare i diversi aspetti che

caratterizzano gli interventi finanziati. Gli elementi raccolti attraverso l‟indagine permetteranno di analizzare

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gli interventi attivati dal PSR e in particolare di valutare caratteristiche, finalità e risultati degli interventi

attivati/realizzati per comparto produttivo.

A titolo esemplificativo di seguito si riporta una breve descrizione del contesto regionale prendendo in

considerazione, in particolare, una prima verifica della pertinenza degli investimenti prioritari identificati per

le principali filiere produttive nelle Misure 121 e 123 rispetto ai fabbisogni emersi dall‟analisi SWOT, nonché

della coerenza tra i fabbisogni prioritari di intervento e i criteri di selezione dei bandi. Nel documento finale le

analisi condotte per la determinazione della pertinenza e della coerenza degli interventi effettuata a livello di

singolo comparto verranno presentate anche sotto forma di tabella riassuntiva. Detta tabella prevederà, per

le diverse filiere agricole, l‟attribuzione di un punteggio (da 1 a 5) assegnato in funzione della pertinenza tra

fabbisogni emersi dall'analisi di contesto e interventi previsti dal PSR. Un punteggio superiore a “3 punti”

evidenzierà il riscontro di una buona pertinenza degli investimenti, mentre per i fabbisogni emersi per i quali

non siano previsti interventi sarà inserita la dicitura “intervento non previsto” come da esempio che segue:

Settore (nome) Misura (identificativo) priorità territoriali: (come da PSR)

Fabbisogni prioritari di intervento

Descrizione fabbisogno (1)

Descrizione fabbisogno (2)

Descrizione fabbisogno (m)

Descrizione fabbisogno( n)

Interventi Descrizione

intervento (1) Descrizione

intervento (2) Descrizione

intervento (m) Descrizione intervento (

n)

pertinenza Giudizio (1) oppure

“intervento non previsto”

Giudizio (2) oppure

“intervento non previsto”

Giudizio (m) oppure

“intervento non previsto”

Giudizio (n) oppure “intervento non

previsto”

Punti Da 1 a 5 Da 1 a 5 Da 1 a 5 Da 1 a 5

Le prime analisi condotte evidenziano in generale per la maggior parte dei settori produttivi (lattiero-

caseario, olivicolo, cerealicolo, vitivinicolo, florovivaistico e tabacchicolo) una buona corrispondenza tra i

fabbisogni prioritari individuati dall‟analisi di contesto all‟interno del PSR e gli investimenti realizzati. In

particolare per la Misura 121 gli interventi si rivolgono al miglioramento della qualità dei prodotti ed è

interessante notare come questa tipologia di investimenti sia spesso collegata da una parte all‟aumento della

sostenibilità ambientale delle produzioni agricole (con interventi rivolti principalmente al risparmio

energetico, al risparmio idrico e all‟utilizzo energetico degli effluenti zootecnici) e dall‟altra all‟introduzione di

innovazioni all‟interno del processo produttivo (come ad esempio l‟acquisto di macchine e impianti

specializzati). Per la Misura 123, invece, risultano coerenti gli interventi per l‟introduzione e

l‟implementazione dei sistemi di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti e per l‟ammodernamento degli

impianti e delle strutture di trasformazione, confezionamento e commercializzazione.

Nei settori della carne e ortofrutticolo gli interventi non risultano sempre pertinenti ai fabbisogni prioritari di

intervento evidenziati per gli stessi; in particolare nel settore ortofrutticolo non figurano interventi volti alla

valorizzazione e riqualificazione delle produzioni tipiche e tradizionali, tramite la realizzazione di partenariati

locali e la creazione di marchi collettivi; maggiore attenzione è posta invece alla sostenibilità ambientale e al

miglioramento qualitativo delle produzioni. Nel settore della carne è importante sottolineare la presenza di

interventi di valorizzazione delle peculiarità degli allevamenti con particolare riferimento alle razze autoctone,

nonché di ammodernamento e riconversione delle strutture aziendali finalizzate alla realizzazione della filiera

corta.

Nel settore ovicaprino gli interventi sembrano poco coerenti rispetto ai fabbisogni emersi dall‟analisi di

contesto. In particolare si rileva la necessità di interventi volti alla valorizzazione dei prodotti della pastorizia,

facendo leva sull‟ampia differenziazione dei prodotti tipici e tradizionali, nonché sulle certificazioni di prodotto

e di processo.

Analogamente per l‟analisi della coerenza e dell‟efficacia dei criteri di selezione applicati alle singole

operazioni d‟investimento rispetto ai fabbisogni prioritari d‟intervento i risultati saranno rappresentati anche

in una tabella riassuntiva. La tabella, per le diverse filiere agricole, riporterà un punteggio massimo di 5 punti

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assegnato in funzione della pertinenza tra fabbisogni emersi dall'analisi di contesto e criteri di selezione

adottati dal Comitato di sorveglianza per le Misure 121 e 123. Un punteggio superiore a “3 punti” evidenzierà

il riscontro di una buona coerenza dei criteri di selezione adottati, mentre per i fabbisogni emersi per i quali

non sono stati previsti criteri di selezione verrà inserita la dicitura “criterio di selezione non previsto”.

Settore (nome) Misura (identificativo)

Fabbisogni prioritari di intervento

Descrizione fabbisogno (1)

Descrizione fabbisogno (2)

Descrizione fabbisogno (m)

Descrizione fabbisogno( n)

Criteri di selezione e relativo punteggio da bando

Criterio di selezione (1)

Criterio di selezione (2)

Criterio di selezione (m)

Criterio di selezione ( n)

Punteggio (1) Punteggio (2) Punteggio (m) Punteggio ( n)

coerenza

Giudizio (1) oppure “criterio di selezione non

previsto”

Giudizio (2) oppure “criterio di selezione non

previsto”

Giudizio (m) oppure “criterio di selezione non

previsto”

Giudizio (n) oppure “criterio di selezione non

previsto”

punti Da 1 a 5 Da 1 a 5 Da 1 a 5 Da 1 a 5

Anche in termini di coerenza la selezione degli interventi previsti dal PSR è stata svolta sulla base di priorità

settoriali e territoriali correlate ai fabbisogni di intervento emersi dall‟analisi di contesto dei settori agricolo,

agroindustriale e delle principali filiere produttive. In generale, infatti, si riscontra una buona coerenza tra i

fabbisogni del sistema agricolo e agroindustriale e i criteri di selezione adottati per la Misura 121. In

particolare le priorità assolute riguardano il Pacchetto giovani e la qualifica di IAP (Imprenditore Agricolo

Professionale); mentre le priorità relative riguardano le priorità settoriali di comparto (in funzione del settore

produttivo e del territorio), le priorità di comparto (in funzione del settore produttivo) e altre priorità relative

(stabilite in funzione di requisiti soggettivi, della tipologia di intervento, ecc.). A livello territoriale inoltre sono

individuate come prioritarie le “aree con problemi complessivi di sviluppo” rispetto alle “aree rurali ad

agricoltura intensiva e specializzata”; vale infine sottolineare che risultano prioritari gli interventi nelle

aziende che, nell‟ultimo biennio, sono state oggetto di eventi calamitosi che hanno determinato danni alle

strutture e/o alle produzioni.

A livello settoriale si rileva che nel comparto latte alimentare fresco e florovivaistico i fattori di valutazione

sono complessivamente in linea con i fabbisogni prioritari premiando, in particolare, gli investimenti

finalizzati all‟ammodernamento, alla realizzazione e alla riconversione delle strutture aziendali per

l‟incentivazione della filiera corta (latte alimentare fresco) e per la riduzione dell‟impatto ambientale

(florovivaistico). Anche nel settore olivicolo si evidenzia una buona coerenza tra criteri e priorità grazie alla

promozione degli interventi di razionalizzazione dei costi di produzione e di miglioramento della qualità del

prodotto attraverso l‟introduzione di tecnologie innovative.

Nel comparto cerealicolo, del latte trasformato e della carne i criteri di selezione considerati premiano gli

investimenti finalizzati al miglioramento della qualità dei prodotti, anche nella fase di stoccaggio

(cerealicolo), puntando sulle produzioni biologiche (latte trasformato) e sul miglioramento dei sistemi di

tracciabilità dei prodotti (cerealicolo e carne).

Per il comparto ovi-caprino i criteri di selezione che premiano gli interventi di miglioramento fondiario, di

realizzazione di caseifici aziendali e di introduzione di macchinari ad alto contenuto tecnologico, in particolare

verso gli impianti di mungitura, non appaiono del tutto coerenti con i fabbisogni prioritari; quest‟ultimi sono

maggiormente rivolti alla concentrazione dell'offerta finalizzata ad arginare il fenomeno della polverizzazione

aziendale e alla riduzione dell‟impatto ambientale degli allevamenti oltre che al miglioramento del benessere

animale.

Nell‟ambito della Misura 123 Azione 1 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli” i criteri di

valutazione danno maggior rilievo alle micro, piccole e medie imprese che operano nel campo della

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

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trasformazione e commercializzazione dei prodotti agro-alimentari; il sostegno è concesso nell‟ambito dei

seguenti comparti produttivi: latte trasformato, ovi-caprino, cerealicolo, ortofrutticolo, olivicolo, vitivinicolo e

florovivaistico. Per gli altri comparti (carni bovine, avicole e suine escluse ovi-caprine, colture industriali, ivi

comprese le patate ed oleoproteaginose e latte alimentare fresco) gli interventi possono essere proposti

esclusivamente nell‟ambito della Progettazione Integrata di Filiera.

Alle diverse priorità relative, già specificate nell‟ambito della Misura 121, vanno aggiunte le seguenti: priorità

relative correlate al conferimento del prodotto (provenienza materia prima utilizzata, organizzazioni di

produttori, numero di fornitori); priorità relative e soggettive (giovani imprenditori e imprenditrici donna).

Risulta pertinente l‟individuazione delle priorità territoriali di comparto all‟interno delle aree omogenee A e B

(“aree rurali con problemi complessivi di sviluppo” e “aree rurali intermedie”) per i comparti vitivinicolo,

olivicolo, cerealicolo e ortofrutticolo. Per il comparto del latte trasformato i criteri di selezione premiano tre

aree su quattro, con l‟esclusione di tutte le produzioni collocate all‟interno delle “aree ad agricoltura intensiva

e specializzata”. Vale sottolineare che per ogni comparto, nel caso di interventi ricadenti in diverse aree,

l‟assegnazione dei punteggi avviene secondo il principio della prevalenza finanziaria e pertanto la priorità è

assegnata in funzione dell‟area ove ricade l‟intervento con la più alta spesa ammissibile.

Per i comparti del latte trasformato, cerealicolo, ortofrutticolo, vitivinicolo e florovivaistico i criteri di selezione

risultano allineati ai fabbisogni individuati per gli interventi di ammodernamento e adeguamento degli

impianti di trasformazione, condizionamento (florovivaistico), confezionamento (florovivaistico) e

commercializzazione. Nei settori ortofrutticolo e florovivaistico si valorizzano inoltre gli interventi che

prevedono l‟utilizzo di scarti e sottoprodotti per la produzione dell‟energia verde; diversamente nei settori

ovi-caprino e olivicolo è scarso il peso attribuito a tali interventi. Sia nel settore olivicolo che nel vitivinicolo,

infine, i fattori di valutazione della misura 123 risultano idonei al soddisfacimento dei fabbisogni specifici

rivolti all‟aumento della qualità e tracciabilità dei prodotti.

3.1.5.2 Progettazione Integrata

Progettazione Integrata di Filiera (PIF)

La Regione Lazio al fine di indirizzare i contenuti e i criteri di attuazione del PSR 2007-2013 verso un

approccio pianificatorio e progettuale di tipo integrato, ha stimolato e favorito i processi di aggregazione dei

soggetti economici e sociali che condividono criticità e problematiche sia territoriali che settoriali. In

particolare lo strumento della Progettazione Integrata di Filiera coinvolge una molteplicità di operatori

pubblici e privati del comparto agroalimentare che operano nei diversi segmenti di una filiera produttiva, i

quali definiscono una strategia di sviluppo comune da realizzare attraverso la pianificazione di una pluralità

di interventi coerenti con i fabbisogni e con le priorità delle principali filiere agroalimentari individuate

dall‟analisi SWOT del PSR 2007-2013.

Il Valutatore indipendente per studiare gli aspetti che sono alla base della progettazione integrata e che sono

in grado di valorizzarla (dinamiche aggregative e partenariali, nascita dell‟idea progettuale, modalità di

progettazione, adattamento dell‟idea progettuale al set di attori coinvolti, dinamiche di mercato) ha util izzato

il metodo dell‟intervista diretta, attraverso un questionario predisposto ad hoc, presso i soggetti capofila dei

PIF approvati.

In occasione dell‟incontro svoltosi in data 01.04.2011 presso la sede della Regione Lazio (Roma), il

Valutatore ha presentato ai funzionari regionali una prima bozza del questionario da sottoporre ai (n. 22)

soggetti capofila dei progetti di filiera finanziati al 31.12.2010; sono state condivise le modalità di

presentazione dell‟intervista (metodologia face to face) e stabiliti i successivi step di seguito sintetizzati:

- predisposizione da parte del valutatore della lettera di presentazione del questionario da inviare ai

soggetti capofila;

- predisposizione del questionario definitivo;

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- precompilazione dei questionari, in particolare della sezione relativa ai dati direttamente desumibili

dal modello unico di domanda (MUD) e dalla banca dati regionale;

- inizio della fase operativa con la realizzazione delle interviste presso i soggetti capofila dei PIF;

Facendo seguito al modus operandi condiviso con la Regione il Valutatore indipendente in data 15.06.2011

ha preso visione, presso gli uffici regionali e in presenza dei funzionari responsabili, della documentazione

relativa ai progetti integrati di filiera e contemporaneamente ha proceduto ad aggiornare i dati necessari per

la precompilazione dei questionari.

A luglio 2011 la Regione Lazio ha inviato per mezzo posta la lettera di avviso ai soggetti capofila,

anticipandola agli stessi anche per mezzo e-mail e consentendo così al valutatore indipendente di effettuare

le prime interviste già a partire dalla fine del mese di luglio 2011 e di concludere le stesse nel mese di

ottobre 2011.

Fanno parte del presente paragrafo un aggiornamento al 31.12.2011 dello stato di avanzamento dei Progetti

Integrati di Filiera e una prima elaborazione dei dati emersi durante le interviste in particolare per quanto

riguarda:

- gli obiettivi dei soggetti capofila al momento della presentazione della manifestazione di interesse;

- le azioni con le quali è stato definito il quadro di riferimento degli interventi da attivare;

- le principali difficoltà incontrate nell'elaborazione dell'idea progettuale esplicitata nella Manifestazione

di Interesse del PIF.

Prima della trattazione di questi argomenti, di seguito si riporta l‟indice aggiornato dei contenuti

dell‟approfondimento tematico sulla Progettazione integrata di filiera, la cui consegna è prevista nell‟ambito

del Rapporto di Aggiornamento della Valutazione Intermedia (ottobre 2012). L‟indice dell‟approfondimento

tematico è stato aggiornato sulla base dello schema proposto nel precedente Rapporto Annuale di

Valutazione (2010).

Indice dell’Approfondimento tematico: Progettazione Integrata di Filiera (ottobre 2012)

1. Introduzione

1.1 Le finalità della Progettazione Integrata di Filiera

1.2 Il contesto regionale

2. Metodologia e articolazione dell‟approfondimento valutativo

2.1 Metodologia di analisi

2.2 Fasi dell‟approfondimento valutativo

3. Procedure di attuazione

3.1 Analisi delle procedure e dell‟iter istruttorio

3.2 Modalità di accesso e meccanismi di partecipazione dei beneficiari

3.3 Governance delle procedure

3.3.1 Le iniziative di animazione, pubblicizzazione e sensibilizzazione adottate

3.3.2 Esigenze di riadattamento dei progetti nelle diverse fasi procedurali

3.3.3 La soddisfazione dei proponenti rispetto alle procedure di attuazione dei Progetti

4. La partecipazione alla progettazione integrata

4.1 I soggetti coinvolti

4.2 I comparti

4.3 I fabbisogni di intervento e le misure attivate

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5. Risultati e modelli di gestione dell‟approccio integrato

5.1 Le dinamiche partenariali e di aggregazione

5.2 La gestione e il coordinamento dei PIF

5.3 L‟innovazione nei PIF

5.3.1 Origine delle innovazioni

5.3.2 Finalità e risultati

5.4 La qualificazione delle risorse umane

5.5 Impatti sul mercato di riferimento e sulle dinamiche di competitività

5.6 Analisi degli interventi realizzati in aggregazione

5.6.1 Il confronto degli interventi in aggregazione con gli investimenti di natura singola

5.6.2 Le difficoltà incontrate dai singoli proponenti

6. Le risposte alle pertinenti domande valutative trasversali del QCMV

6.1 In che misura il programma ha contribuito all'approccio integrato allo sviluppo rurale?

6.2 In che misura il programma (attraverso la progettazione integrata di filiera) ha:

contribuito alla ristrutturazione e alla modernizzazione del settore agricolo?

contribuito a sviluppare ulteriormente i prodotti di alta qualità e ad elevato valore aggiunto?

contribuito a promuovere un settore agroalimentare europeo forte e dinamico?

contribuito a promuovere l'innovazione nel settore agroalimentare europeo?

rafforzato i legami di partenariato a livello regionale, nazionale ed europeo?

7. Criticità della progettazione integrata di filiera e raccomandazioni

Aggiornamento del contesto della Progettazione Integrata di Filiera e primi risultati delle

interviste presso i capofila

I risultati completi delle indagini condotte presso i soggetti capofila saranno esposti nell‟approfondimento

tematico sulla Progettazione Integrata di Filiera previsto dal Capitolato. Tale documento finale, che sarà

inserito all‟interno del Rapporto di Aggiornamento della Valutazione Intermedia (ottobre 2012), avrà la scopo

di valutare:

la qualità del “processo” attuativo predisposto dalla Regione e le principali problematiche attinenti la

progettazione integrata sia da parte dei soggetti richiedenti che della amministrazione pubblica;

gli effetti e il “valore aggiunto” apportato dall‟aggregazione di soggetti appartenenti a diverse fasi

della filiera e dalla realizzazione sinergica di una pluralità di interventi rispetto agli obiettivi comuni

del progetto.

Inoltre, al fine di rendere più immediata la lettura dello stato di avanzamento dei lavori e degli

aggiornamenti condotti, si rimanda per quanto concerne gli approfondimenti sulle procedure di attuazione

adottate dalla Regione Lazio e la descrizione dettagliata delle parti che compongono il questionario valutativo

a quanto già scritto nella Relazione annuale di valutazione 2010, consegnata a maggio 2011, e agli ulteriori

approfondimenti che verranno riportati nel documento finale.

Al 31.12.2011 risultano finanziabili 24 progetti, due PIF in più rispetto alla stessa data dell‟anno precedente;

vale comunque sottolineare che successivamente, in data 23.03.2012, con la determinazione n. A02329 il

progetto RL040 è stato dichiarato inammissibile e ne è quindi stato revocato il finanziamento.

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Pertanto, attualmente (aprile 2012), i PIF finanziabili sono complessivamente 23(13) per un investimento

complessivo di € 114.822.637,12 (rispetto a € 108.726.182,71 del 2010 con un incremento del 5,61%) ed

una spesa pubblica di € 50.996.844,71 (rispetto a € 48.077.960,06 del 2010 con un incremento del 6,07%);

l‟impegno pubblico è pertanto pari al 44,41% degli investimenti totali (44,22% nel 2010).

Il numero attuale di soggetti coinvolti nei PIF è di 1410 tra beneficiari ammissibili (538; +9,8% rispetto al

2010), destinatari di servizi (799; +0,76% rispetto al 2010) e non beneficiari (73; +4,29% rispetto al 2010).

Discreto il livello complessivo di ammissibilità (76,10%) delle domande di finanziamento pervenute

nell‟ambito della progettazione integrata di filiera.

Soggetti Anno di riferimento(14)

Variazione 2011-2010 Variazione % 2011 2010

Beneficiari di cui 707 639 68 10,6%

ammissibili 538 490 48 9,8%

inammissibili 169 149 20 13,4%

destinatari di servizi 799 793 6 0,8%

non beneficiari 73 70 3 4,3%

Totale soggetti coinvolti (escluso inammissibili)

1410 1353 57 4,2%

Come già riportato nel rapporto di valutazione annuale 2010 e così come emerso dall‟analisi della bibliografia

di riferimento, il sistema produttivo agricolo regionale è caratterizzato da una parte dalla presenza di aree ad

omogenea vocazione produttiva e dall‟altra da uno scarso sviluppo dell‟industria agro-alimentare locale15.

L‟intenzione di adottare una politica volta a favorire lo sviluppo rurale, a valorizzare le vocazioni naturali del

territorio e a consolidare l‟integrazione tra i diversi settori produttivi in ambito locale è stata sottolineata

anche nel 2006 con l‟approvazione della disciplina regionale dei distretti rurali.

In particolare, se si escludono settori quali ad esempio l‟ortofrutta, il sistema produttivo regionale appare

caratterizzato dalla scarsa presenza di forme associative/organizzative già collaudate e consolidate (es.

Organizzazioni di Produttori). In questo contesto la linea strategica della Regione Lazio si è quindi rivolta alla

creazione e sviluppo di nuovi accordi di filiera.

Dall‟elaborazione dei primi dati raccolti attraverso le interviste ai soggetti capofila sembra che linee politiche

regionali abbiano trovato riscontro negli obiettivi che gli stessi soggetti capofila si erano prefissati già al

momento della presentazione della manifestazione di interesse.

13 Rispetto ai 22 progetti oggetto di interviste (finanziabili 31.12.2010) è stato ammesso a finanziamento il PIF RL058 con una spesa complessiva pari a € 3.386.880,40 e un contributo pubblico di € 1.830.323,66. Il soggetto capofila del progetto intitolato “FILIERA DEL VINO DELLE TERRE DI SAN BENEDETTO E DEI MONTI ERNICI” è l‟ente della Strada del vino dell'olio e dei prodotti tipici terre di San Benedetto (comune di Atina in provincia di Frosinone). 14 I dati della colonna 2011 fanno riferimento tutti al 31.12.2011; i dati della colonna 2010 fanno riferimento per le domande ammissibili al 31.12.2010, mentre le altre informazioni (inammissibili, destinatari di servizi e non beneficiari) sono state ricavate dallo scarico dati regionale aggiornato al 24.06.2011 e considerando solo i dati riferibili ai progetti ammessi (n. 22) al 31.12.2010. 15 In proposito si vedano anche i “Quaderni di Informazione socio-economica n° 11 - Dinamiche territoriali e profili produttivi dell'agricoltura del Lazio” (A. Carbone, S. Franco, B. Pancino, S. Senni) pubblicato dalla Regione Lazio in collaborazione con l‟Università degli Studi della Tuscia di Viterbo e disponibile sul sito web http://www.regione.lazio.it/agriweb/dettaglio_quaderni_ise.php?id=242

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Obiettivi al momento della presentazione della manifestazione di interesse

Obiettivi Rilevanza

Totale %

Bassa % Media % Alta %

Possibilità di realizzare interventi coordinati fra i soggetti della filiera

1 6,3% 3 18,8% 12 75,0% 16 72,7%

Possibilità per le imprese e/o per gli altri soggetti della filiera di utilizzare più misure contemporaneamente

2 25,0% 1 12,5% 5 62,5% 8 36,4%

Avere la priorità di accesso ai finanziamenti del PSR 0 0,0% 2 15,4% 11 84,6% 13 59,1%

Fonte: indagine presso i soggetti capofila dei PIF

La possibilità di realizzare interventi coordinati fra i soggetti della filiera è stato, infatti, uno degli obiettivi

prevalenti dei soggetti capofila (72,7%) anche in termini di rilevanza (alta per il 75% e media per il 18,8%).

La scelta della Regione di destinare delle risorse finanziare aggiuntive per le misure attivate nell‟ambito dei

PIF (premio maggiorato del 5% rispetto all‟intervento singolo) unitamente alla priorità di accesso ai

finanziamenti del PSR hanno incentivato la partecipazione alla progettazione integrata: il 59,1% dei capofila

considera la priorità di accesso ai finanziamenti un obiettivo perseguibile attraverso i PIF.

Il lavoro di animazione svolto dalla Regione per la costituzione dei partenariati e per l‟indirizzo degli

interventi è stato intenso in tutte le province e gli accordi di filiera sono stati promossi anche in un‟ottica di

sviluppo territoriale. Ne è una dimostrazione la presenza di partenariati misti dove non solo soggetti

imprenditoriali, ma anche istituzionali (es. Comunità montane) assumono un ruolo chiave nella promozione

dei progetti integrati; inoltre il confronto con le istituzioni e con le università/centri di ricerca è servito ai

soggetti capofila (36,4%) per definire il quadro di riferimento degli interventi da attivare.

Un dato molto interessante che emerge dalle interviste condotte è legato alla capacità della Progettazione

Integrata di Filiera di stimolare lo scambio di opinioni/informazioni tra i partner: il 63,6% dei soggetti

capofila, infatti, ha dichiarato di aver definito il quadro degli interventi da attivare attraverso il confronto con

i partner consolidati della filiera e attribuisce a questo aspetto una rilevanza alta (85,7%) o media (14,3%).

Azioni con le quali è stato definito il quadro di riferimento degli interventi da attivare

Azioni Rilevanza

Totale %

Bassa % Media % Alta %

Confronto con partner consolidati della filiera - - 2 14,3% 12 85,7% 14 63,6%

Confronto con imprese di produzione - - - - 10 100% 10 45,5%

Confronto con imprese di trasformazione - - - - 7 100% 7 31,8%

Confronto con imprese di distribuzione - - 2 22,2% 7 77,8% 9 40,9%

Consulenti privati - - 3 50,0% 3 50,0% 6 27,3%

Confronto con le istituzioni (ad esempio: Assessorato, CCIAA, ecc.)

- - 4 50,0% 4 50,0% 8 36,4%

Confronto con le Organizzazioni di Categoria 1 11,1% 3 33,3% 5 55,6% 9 40,9%

Confronto con Università/Centri di ricerca 1 12,5% 1 12,5% 6 75,0% 8 36,4%

Fonte: indagine presso i soggetti capofila dei PIF

Spesso i rapporti tra i partner (54,5%), nonché l‟individuazione degli interventi coordinati da attuare in

ciascuna fase della filiera (54,5%) hanno rappresentato degli elementi di difficoltà iniziale nell‟elaborazione dell‟idea progettuale ma questo non toglie i vantaggi che possono derivare dal confronto continuo tra i

soggetti coinvolti.

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Principali difficoltà incontrate nell'elaborazione dell'idea progettuale esplicitata nella Manifestazione di

Interesse del PIF

Principali difficoltà Rilevanza

Totale %

Bassa % Media % Alta %

Difficoltà ad esplicitare e dettagliare i bisogni e le esigenze di intervento

3 37,5% 2 25,0% 3 37,5% 8 36,4%

Difficoltà nei rapporti con i partner per la definizione del progetto comune

4 33,3% 2 16,7% 6 50,0% 12 54,5%

Individuazione degli interventi coordinati da attuare in ciascuna fase della filiera

5 41,7% 5 41,7% 2 16,7% 12 54,5%

Fonte: indagine presso i soggetti capofila dei PIF

Infine, per comprendere le dinamiche, gli sviluppi e le possibilità di implementazione, nonché le ricadute

della progettazione integrata di filiera, i dati relativi alle interviste condotte saranno in parte analizzati per

singolo comparto e integrati direttamente con quanto emergerà dall‟approfondimento tematico relativo al

settore agroalimentare.

Progettazione integrata territoriale

Caratteristica saliente del PSR Lazio è il ruolo strategico assegnato alla progettazione integrata e

all‟approccio bottom up per qualificare l‟intervento dell‟Asse 3 nelle aree rurali. La progettazione integrata

poggia sulla volontà di aggregare più idee e più soggetti per il perseguimento di un obiettivo comune

attraverso la definizione di una strategia condivisa di sviluppo locale, capace di realizzare gli interventi con

efficacia ed efficienza ottimizzando il rendimento dell‟investimento pubblico.

La progettazione integrata territoriale prevede che partenariati locali, rappresentativi delle diverse

componenti economiche e sociali del territorio, pianifichino una pluralità di iniziative in linea con uno o più

temi prioritari individuati nel PSR e coerenti con i fabbisogni previsti dalla zonizzazione per l‟area omogenea

di riferimento

Il PSR dettaglia le procedure di attuazione che, per garantire la massima partecipazione al territorio e

affinare l‟integrazione tra i partenariati intorno a idee forza, prevedono diverse fasi durante le quali la

Regione ha assicurato un costante lavoro di animazione e di indirizzo per la costituzione dei partenariati. La

PIT dovrà prevedere una pluralità di soggetti aderenti, beneficiari o partecipanti, collegati tra loro da un

formale accordo, sottoscritto in ottemperanza all‟ Articolo 9 del Bando, in cui vengono evidenziati obblighi e

responsabilità reciproche nella realizzazione dell‟intero progetto e per il raggiungimento di specifici obiettivi.

I soggetti che intendono accedere alle risorse PSR attraverso l‟adesione ad una PIT, devono presentare una

domanda individuale che viene inserita in un progetto collettivo inoltrato da un soggetto proponente.

La PIT dovrà individuare un insieme organico di operazioni riferibile a più misure del PSR ed eventualmente

ad altri strumenti finanziari aggiuntivi che, combinati fra loro, avranno come obiettivo generale la “Creazione

di opportunità di lavoro e di condizioni per lo sviluppo”. Coerentemente con quanto individuato dal PSR in

merito alle priorità territoriali e tematiche di intervento, gli obiettivi della PIT devono corrispondere ad uno o

più degli Obiettivi strategici generali e specifici.

Campo di applicazione delle PIT sono le misure dell‟Asse 3 la cui efficacia nel raggiungere gli obiettivi dati

dalla strategia regionale, nazionale e comunitaria, sono verificati attraverso la stima degli indicatori (quando

pertinenti) del QCMV e la risposta fornita alle domande valutative. La fase di strutturazione (cfr. disegno di

valutazione e successivi Rapporti annuali di valutazione) ha declinato per ogni misura dell‟Asse la domanda

valutativa, introdotto criteri e indicatori attraverso cui verificarne la soddisfazione, precisato i metodi

(indagini campionarie, casi di studio) con i quali raccogliere ed elaborare le informazioni.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

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Nell‟ambito delle domande valutative del QCMV, il Capitolato regionale ha introdotto una aggiuntiva16 nella

misura 341 che sostiene la costituzione di partenariati pubblico privati e gli strumenti formativi ed informativi

che consentono a tali partenariati di attuare con successo la strategia di sviluppo locale sul territorio (PSL e

PIT).

Accanto al disegno di valutazione così impostato, si affianca l‟approfondimento sulla approccio integrato la

cui complessità e innovatività sostanziano la domanda valutativa tesa a verificare:

da un lato la qualità del “processo” attuativo, se e come i dispositivi di attuazione predisposti dalla

Regione, l‟organizzazione, la dotazione tecnica e la disponibilità di risorse umane, nelle strutture

coinvolte hanno consentito il superamento delle principali problematiche che attengono alla

progettazione integrata, sia da parte dei soggetti richiedenti che della amministrazione pubblica;

dall‟altro gli effetti e il “valore aggiunto” apportato dall‟aggregazione di soggetti e dalla realizzazione

di una pluralità di interventi convergenti in modo sinergico verso i medesimi obiettivi in

comparazione con gli investimenti di natura singola.

I contenuti dell‟approfondimento e le modalità di svolgimento dovranno essere discussi con i funzionari

regionali per verificarne l‟utilità e l‟applicabilità alla luce dell‟evoluzione del processo di definitiva selezione

delle progettualità ammesse a finanziamento. L‟iter procedurale previsto dal bando non è ancora pervenuto

alla selezione definitiva delle PIT e dei progetti che le compongono (aprile 2012), ma è in corso di

completamento.

Pertanto in preparazione dell‟aggiornamento della valutazione intermedia la valutazione si concentrerà

preferibilmente sulla analisi degli aspetti di processo e degli strumenti predisposti dalla Regione, con

particolare attenzione all‟efficacia della selezione e dei criteri assunti per indirizzare la scelta regionale verso

progetti pertinenti e di qualità.

Tali analisi si baserà essenzialmente su dati secondari, quali la documentazione tecnico amministrativa

(elaborati progettuali, risultati della selezione, punteggi attribuiti) che potranno essere messi a disposizione

dalla Direzione regionale.

Successivamente alla definitiva approvazione delle PIT si procederà alla raccolta delle relazioni progettuali

finalizzata ad acquisire e a mettere a sistema le informazioni necessarie per restituire un quadro complessivo

delle iniziative, degli obiettivi, delle scelte dei territori e dei partenariati per valutarne la maggiore minore

coerenza rispetto ai fabbisogni (es. soggetti coinvolti, iniziative attivate, distribuzione territoriale e settoriale,

dimensione finanziaria…).

L‟analisi potrà essere accompagnata da interviste ai soggetti responsabili del procedimento/capofila sui

principali nodi emersi che hanno determinato un allungamento dei tempi previsti dalle procedure, sulle

soluzioni introdotte che possono rappresentare una buona pratica da introdurre nel futuro.

Preliminare approfondimento sulle procedure e sulle modalità di accesso da parte dei beneficiari

Nelle seguenti pagine viene riassunto un preliminare approfondimento sulle procedure e sugli esiti del

processo istruttorio sulla base della documentazione amministrativa resa disponibile sul sito della Regione e

dai funzionari regionali.

Il bando per l‟attivazione della progettazione integrata è stato approvato con DGR 360 il 15 maggio 2009.

All‟art.12 il bando precisa le modalità per la presentazione ad opera di un “soggetto promotore” delle

manifestazioni interesse alla Direzione Regionale Agricoltura prima per via telematica e successivamente in

formato cartaceo, una “manifestazione d‟interesse” contenente i suoi dati anagrafici essenziali, il titolo del

16 In che misura le attività sostenute hanno aumentato le capacità degli attori delle zone rurali di preparare, sviluppare, e migliorare le strategie e le misure nel campo dello sviluppo rurale? In che misura le attività sostenute hanno aumentato le capacità degli attori delle zone rurali di valutare le strategie di sviluppo rurale? In che misura le attività sostenute hanno contribuito a rafforzare la coerenza territoriale e le sinergie tra le misure rivolte all'economia rurale in generale e la popolazione? In che misura le attività sostenute hanno contribuito a migliorare la qualità della vita nelle zone rurali?

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progetto, l‟area di intervento, gli obiettivi dell‟iniziativa, del progetto, le misure da attivare, una descrizione

sintetica degli interventi e delle modalità di informazione e pubblicazione dell‟iniziativa.

L‟azione di comunicazione effettuato dalla Regione sulle opportunità del PSR ha avuto quindi un esito

positivo: le manifestazioni di interesse pervenute (2009) sono state 88, per oltre la metà provenienti dalle

province di Roma e Viterbo, per un valore finanziario molto superiore alla disponibilità regionale (circa 41

milioni di euro). In conseguenza di questo “esubero” di proposte è stata avviata, a seguito della

pubblicazione delle manifestazioni di interesse, una intensa fase di animazione condotta dai soggetti

promotori e dalla Regione finalizzata ad aggregare la pluralità di progetti e soggetti intorno ad un numero

più ridotto di iniziative dal valore più contenuto.

L‟attività ha consentito di aggregare le 88 manifestazioni iniziali intorno a 30 progettualità preliminari: tali

PIT, redatte sulla base delle “Indicazioni di supporto per la redazione di un progetto integrato territoriale”

messe a punto dalla struttura regionale sono state presentate dal soggetto promotore e sottoposte a

valutazione, per verificarne la coerenza con le politiche di sviluppo rurale, da parte di una apposita

Commissione regionale.

Il documento fornisce dettagliate spiegazioni per la redazione di un progetto complesso. Gli elementi da fornire sono

descritti e spiegati nel loro significato e nella trattazione da farne anche con l‟uso di domande, esempi, riquadri. Allo

scopo di diminuire la complessità dell‟approccio, il documento accompagna il redattore fase per fase, passo per passo,

spiegando le relazioni logiche tra gli elementi, evidenziando i legami di causalità, proponendo delle chiavi di lettura,

richiamando l‟attenzione sugli elementi correlati su cui porre attenzione per la verifica di coerenza.

Dei 30 progetti preliminari presentati, 28 - la gran maggioranza quindi - è stata considerata idonea a

proseguire il processo istruttorio, seppur prevedendo per alcuni progetti prescrizioni e condizione. L‟elenco

delle PIT idonee a proseguire il processo di valutazione successiva è stato approvato nel gennaio 2010 con

Determinazione C0103 del 25/01/2010.

L‟esito della valutazione delle PIT “preliminari”

Provincia

Esito verifica

Totale complessivo Idonei Idonei con condizioni

Idonei con prescrizioni

Frosinone 1 1 2

latina 1 1 2 4

Latina 1 1

Rieti 1 2 1 4

Roma 3 7 2 12

Viterbo 1 1 3 5

Totale complessivo 7 11 10 28

Fonte: Determinazione C0103 del 25/01/2010

E‟ evidente da questo elenco che la maggior parte delle progettualità preliminari ha dovuto essere integrata,

migliorata, “ottimizzata” per arrivare alla completa idoneità, promuovere ulteriore accorpamento dei progetti

preliminari e l‟innesco di sinergie e ottimizzazioni rispetto alle politiche rurali in atto.

Durante tale fase prevista dall‟ art. 12 del Bando la Regione ha attivato una intensa fase di animazione,

condotta a livello locale mediante l‟attuazione di 6 tavoli territoriali aggregati secondo le PIT riferite a zone

omogenee. Il lavoro di animazione svolto dalla Regione per la costituzione dei partenariati e per l‟indirizzo

degli interventi è stato intenso in tutte le province.

La fase di animazione condotta a livello locale dalla Regione mediante ha sostanzialmente conseguito il

risultato di accorpare ulteriormente i progetti preliminari e definirne meglio i contenuti. Nell‟ambito delle 28

PIT idonee c‟è stato un accorpamento tra una decina di progetti che hanno dato luogo a 5 nuovi Progetti

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integrati. Pertanto le PIT definitive contenenti tutte le informazioni e i dati elaborati previsti dall‟Allegato 3

che sono state sottoposte a valutazione da parte della Commissione regionale istituita sono state 21.

L‟esame di tali PIT è avvenuto sulla base di un articolato sistema di criteri di priorità riportato nell‟Allegato 1

del Bando. Tali criteri analizzano le PIT in due direzioni: da un lato le caratteristiche oggettive dell‟area di

intervento e dall‟altro (e con un peso prioritario maggiore) le caratteristiche e la coerenza delle PIT, la

qualità della analisi del territorio locale, il grado di definizione e coerenza degli obiettivi e strategia proposti

con la diagnosi territoriale, la ripartizione delle risorse finanziarie tra le diverse azioni in coerenza con

obiettivi e strategia, il grado di definizione delle progettazioni, la composizione del partenariato e il

coinvolgimento dei privati.

Come ripetutamente detto, per guidare i partenariati sono stati messi a disposizione dei territori materiali

documentali specifici (ad esempio l‟Allegato 3 al bando un facsimile della proposta progettuale e il

documento “Indicazioni di supporto per la redazione di un progetto integrato territoriale”) sia il contributo in

termini di “animazione”.

Tutte le PIT, esaminate sulla serie di criteri contenuti nell‟Allegati 1 del Bando sono state dichiarate ricevibili

ed elencate nell‟Allegato A alla determinazione A1615 del 2 marzo 2011. Le 21 PIT si distribuiscono sul

territorio regionale così come evidenziato dalla cartina 1.

L‟elaborazione delle informazioni fornite dalla Regione Lazio consente di evidenziare che le 21 PIT attivano

un investimento complessivo di 118 milioni di euro cui corrisponde una spesa pubblica di 95 milioni di euro,

importo sempre molto superiore alle disponibilità regionali (alla progettazione integrata sono dedicate risorse

pari a 41 milioni di euro a valere su tutte le misure dell‟Asse 3) attivando 743 domande individuali.

Pertanto i progetti preliminari ricevibili sono stati sottoposti a pre valutazione di ammissibilità a seconda della

maggiore o minore adesione ai criteri di selezione e sono stati ripartiti in due gruppi. Il primo gruppo

comprende 10 PIT che delle quali è stata accertata l‟ammissibilità fino all‟assorbimento di tutte le risorse

finanziarie disponibili mentre nel secondo gruppo sono ricomprese le PIT le cui domande di aiuto individuali

non vengono ancora avviate alla fase di valutazione di ammissibilità e che potranno essere valutate

progressivamente qualora talune PIT del gruppo 1) non superino la valutazione finale di ammissibilità al

finanziamento.

Il primo gruppo comprende 10 PIT che interessano 86 Comuni (23% della regione) ricadenti in tutte le

province regionali coinvolgendo un bacino potenziale di utenti (abitanti nei Comuni interessati) pari a oltre

357mila abitanti, il 6% della regione. L‟elaborazione delle informazioni fornite dai funzionari regionali, Lazio

consente di evidenziare che le 10 PIT attivano un investimento complessivo di 69 milioni di euro cui

corrisponde una spesa pubblica di 51 milioni di euro attivando 452 domande individuali.

Le risorse sono destinate alle misure con una netta prevalenza di quelle destinate al turismo, ai servizi, ai

borghi rurali, in coerenza alla percentuali stabilite dal bando (art. 16) :

311 non superiore al 25% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT

312 e 313 singolarmente o congiuntamente, non inferiore al 10% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT

321 non inferiore al 15% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT

322 e 323 non superiore al 50% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT

331 non superiore al 8% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT

341 non superiore al 5% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT

La composizione del parco progetti vede una crescita notevole della misura 313 che da sola misura circa il

doppio della percentuale minima prevista a scapito della misura 322 e 323 che insieme raggiungono il 32%

mantenendosi molto al di sotto del limite massimo (entro il 50%) previsto dal bando. Ovviamente scarsa la

presenza di interventi 311 è dovuta alla preferibile adesione al bando singolo.

Nel passaggio tra progetti ricevibili e progetti gruppo 1 la composizione tra le misure cambia di poco; la

composizione della spesa pubblica per misura non si modifica sostanzialmente con quella prevista nei 21

PIT ricevibili se non in termini di lievi spostamenti a favore della misura 311.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. 84

Nel Gruppo 1 cresce seppur di poco la percentuale progettuale (territorializzabile) proveniente dalla aree D e

il conseguente contributo previsto per queste aree rispetto alla totalità dei progetti ricevibili.

Progetti ricevibili Progetti Gruppo 1

Aree A B C D A B C D

% Spesa pubblica 2% 62% 35% 2% 60% 38%

% Progetti 1% 2% 57% 40% 1% 2% 53% 44%

L‟analisi specifica sulla la composizione per misura/azione dell‟‟intervento delle PIT Gruppo 1 mostra chiare polarizzazioni su alcune misure/azioni e il sostanziale scostamento degli importi finanziari da quanto previsto

nel PSR, come mostra la tabella seguente che evidenzia l'incidenza di ciascuna misura rispetto al montante.

E‟ questo il caso della misura 313 cui il PSR attribuiva poco più che 2,4 milioni di euro e per la quale i PIT

richiedono 14,5 milioni di euro mentre al contrario la misura 323, cui il PSR attribuiva più di 15 milioni di

euro di cui 11,5 alle azione A che nei PIT assomma a poco più di 6,8 milioni di cui oltre 4,7 nell‟azione B.

E‟ evidente quindi che la previsione fatta dalla Programmazione nella fase ex ante non trova riscontro nella

richiesta del territorio che costruita dal basso, con un approccio bottom up, indica direttrici di sviluppo che

coinvolgono altri attori/azioni per fare fronte alle quali sarà opportuno ripensare alla distribuzione delle

risorse tra le misure per poter sostenere le necessità finanziarie per l‟attuazione delle misure all‟interno delle

PIT beneficiarie del sostegno.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. 85

Confronto tra dotazione finanziaria per misura del PSR e dei PIT Gruppo 1

Misure

PSR PIT GRUPPO 1

Spesa pubblica Spesa pubblica Azioni Spesa pubblica

311 31.44.1780 3.919.456 8%

Sostegno alla plurifunzionalità 547.386 1,1%

Sostegno alle produzioni tipiche artigianali 98.388 0,2%

Sostegno all‟offerta agrituristica 3.073.975 6,0%

Sostegno alla produzione di energia da FER 199.706 0,4%

312 2.464.371 1.794.193 4%

Sostegno allo sviluppo e creazione di microimprese

operanti nei settori dell‟artigianato e del commercio 1.118.489 2,2%

Sostegno allo sviluppo e creazione di microimprese

operanti nel settore delle energie da fonti rinnovabili 287.203 0,6%

Sostegno allo sviluppo e creazione di microimprese la

diffusione di servizi per le popolazioni 388.501 0,8%

313 2.464.371 14.584.027 29% Creazione di infrastrutture su piccola scala 865.851 1,7%

Infrastrutture ricreative per l‟accesso alle aree con

servizi di piccola ricettività 13.718.176 26,9%

321 15.241.218 10.189.645 20% Avviamento di servizi essenziali 3.512.822 6,9%

Realizzazione di infrastrutture su piccola scala 6.676.824 13,1%

322 10.473.583 9.839.014 19% Villaggi rurali 9.839.014 19,3%

Misure

PSR PIT GRUPPO 1

Spesa pubblica Spesa pubblica Azioni Spesa pubblica

323 (1) 15.402.328 6.854.543 13%

Tutela, uso e riqualificazione risorse naturali- Az A-

1/Piani di gestione 612.276 1,2%

Tutela, uso e riqualificazione risorse naturali-Az A –

2/investimenti nelle aree Natura 2000 1.460.656 2,9%

Tutela a riqualificazione del patrimonio culturale

rurale-Az B 4.781.611 9,4%

331 3.080.466 2.001.080 4% Formazione e informazione 2.001.080 3,9%

341 3.080.466 1.891.719 4% Acquisizione di competenze 1.891.719 3,7%

Totale 83.648.583 51.073.677

Fonte: PSR Lazio e MUD (1) di cui 11,5 milioni alla azione A e 3,8 alla azione B

La tabella seguente riassume le principali caratteristiche delle PIT del Gruppo 1 in fase di valutazione: il

contenuto progettuale delle iniziative definitivamente finanziate, gli obiettivi assunti, le priorità e gli elementi

di forza dei progetti dovranno essere analizzati sulla base della DTA nelle fasi successive del processo

valutativo.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. 86

Gruppo 1

Cod. Proponente Comu

ni Popola zione

Province interessa

te

Area rurale

Spesa Pub. Totale

311 312 313 321 322 323 331 341

RL158 Comune di Soriano Nel Cimino

3 14.240 Viterbo C 1.605.586 128.158 - 783.033 313.854 - 175.699 120.000 85.000

RL166 Comune di Nepi

7 37.676 Viterbo C 5.227.556 479.602 - 2.021.927 815.985 157.132 1.433.076 100.000 220.000

RL226 Comune di Saracinesco

8 6.622 Roma D 5.528.920 168.426 117.300 1.116.350 1.069.000 2.249.770 533.300 275.000

RL230 Comune di Canino

11 53.713 Viterbo C/B 5.104.682 989.161 - 1.312.695 1.708.406 291.432 279.778 283.440 240.000

RL232 Comune di Marta

11 39.496 Viterbo C 5.481.978 886.201 - 1.931.541 849.441 458.418 744.369 372.240 240.000

RL234 XIII Comunità Montana dei Lepini - Ausoni

7 59.293 Latina C/D 5.059.696 379.369 348.136 831.387 1.378.516 - 1.472.922 399.600 250.000

RL241

Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini

10 63.618 FrosinoneRoma

C/D 6.043.281 325.403 389.950 1.510.098 1.363.635 1.722.043 310.812 161.000 260.580

RL245

Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa

12 7.182 Rieti D 6.285.815 261.467 162.422 2.118.349 1.254.204 1.828.149 507.818 - 153.650

RL246

XVIII Comunità Montana dei Monti Lepini Area Romana

10 50.976 Roma Frosinone

C/B/D* 6.253.112 246 428.385 1.612.880 818.134 2.019.722 951.701 199.800 222.489

RL247 Campodimele 7 25.090 Latina Frosinone

C/B/D* 4.483.051 303.647 348.000 1.345.766 618.470 1.112.347 445.068 90.000 220.000

Totale 86 357.906 51.073.677

3.919.456 1.794.193

14.584.027 10.189.645 9.839.014 6.854.543 2.001.080 1.891.719

Il territorio interessato dalla progettazione integrata è rappresentato dalle zone omogenee D e C ma la PIT può comprendere anche interventi che ricadano in

zona B precisando alcuni vincoli di spesa (massimo 30%) o di numerosità progettuale (massimo 20%) e dimostrando la ricaduta a favore dell‟intero territorio.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. 87

Ai fini della definizione della metodologia per la valutazione degli effetti dell‟approccio integrato d‟area sono

stati individuati una serie di indicatori di efficacia riferiti agli obiettivi della Progettazione integrata,

rappresentati nella tabella seguente.

La possibilità di fornire le informazioni e dati quantificati all‟interno del rapporto di aggiornamento della

valutazione intermedia, come detto, dipenderà dall‟avanzamento del processo selettivo dei PIT e dalla

possibilità di avviare successivamente al suo completamento le indagini, prevalentemente di tipo qualitativo,

sui capofila (interviste o focus group).

Saranno comunque condotte sin dai prossimi mesi le attività di condivisione con i responsabili regionali per

precisare il percorso valutativo, organizzare più puntualmente il piano di valutazione, individuare e procedere

alla raccolta dei dati secondari, definire il questionario da somministrare ai capofila dei partenariati.

Indicatori Metodo Fonti informative Tempistica

Efficacia dei processi messi in atto dalla Regione per la predisposizione e attuazione dei PIT

Analisi dei dispositivi e processi attuativi Documentazione progettuale; Interviste testimoni

Aggiornamento Valutazione intermedia (2012)

Efficacia dei processi messi in atto dal partenariato per la corretta impostazione e attuazione del progetto integrato

Valutazione delle azioni di animazione e di coinvolgimento degli attori locali e verifica delle modalità e del livello della concertazione

Documentazione progettuale; Focus group con testimoni

Ampiezza e coerenza del partenariato in relazione al tema e agli obiettivi del PIT

Analisi della composizione del partenariato; analisi della strategia del PIT

Documentazione progettuale Aggiornamento Valutazione intermedia (2012)

Coerenza della strategia del PIT con le caratteristiche del contesto

Analisi dei documenti di programmazione e dei processi attuativi rilevanti (criteri selezione bandi; modalità per mantenere un coinvolgimento costante dei diversi soggetti in tutte le fasi dell‟attuazione, ecc.)

Documentazione progettuale; Focus group con testimoni

Aggiornamento Valutazione intermedia (2012)

Capacità del PIT di agire come strumento che favorisce concentrazione e integrazione fra interventi

Analisi del parco progetti; autovalutazione del soggetto capofila intervistato

Monitoraggio, Documentazione progettuale; Focus group con testimoni

Aggiornamento Valutazione intermedia (2012)

Intensità e qualità del coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati nell‟attuazione del PIT

Analisi delle tipologie di beneficiari e del parco progetti in relazione alla strategia

Monitoraggio, Documentazione progettuale, Questionario capofila

Aggiornamento Valutazione intermedia (2012)

Sviluppo dei collegamenti/ integrazione delle imprese con il territorio

Progetti/iniziative generate dal PIT che rafforzano e/o creano ambiti di attività imprenditoriale incentrati su prodotti identitari

Documentazione progettuale; Focus group con testimoni

Aggiornamento della valutazione intermedia (2012)

Innovazioni nei processi di governance istituzionale

Autovalutazione dei soggetti intervistati circa gli insegnamenti/buone pratiche tratte dall‟esperienza PIT

Focus group con testimoni Aggiornamento della valutazione intermedia (2012)

Gli indicatori complessivamente proposti rappresentano un mix di aspetti quali-quantitativi e i metodi di

misurazione fanno ampio ricorso all‟analisi puntuale della documentazione progettuale in accompagnamento

a strumenti di indagine diretta fondati su interviste e giudizi direttamente raccolti dai testimoni

rappresentativi.

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pag. 88

3.2 Attività di valutazione a supporto delle rimodulazioni/riprogrammazioni intervenute

In accordo con i compiti assegnati alla Valutazione in itinere del programma e su richiesta della AdG, di

seguito viene sviluppata una analisi della proposta di rimodulazione finanziaria del PSR, attualmente in fase

di presentazione da parte della stessa AdG ai servizi della Commissione e del Comitato di Sorveglianza del

PSR. Finalità dell‟analisi è di fornire elementi di conoscenza e di interpretazione della proposta, ma

soprattutto di valutare le “conseguenze” della stessa sulle potenziali capacità del Programma nel perseguire i

propri obiettivi.

3.2.1 Descrizione e motivazioni della proposta di rimodulazione finanziaria

La rimodulazione finanziaria del PSR proposta dalla AdG prevede variazioni, in aumento o in diminuzione,

nelle dotazioni finanziarie (spesa pubblica totale) di 14 Misure del PSR già definite dal piano finanziario

vigente nel 2011.

Come illustrato nella seguente Tabella 1 la rimodulazione non modifica sostanzialmente l‟equilibrio finanziario

tra i quattro Assi (ad esclusione di un lieve incremento dell‟Asse I a seguito della assegnazione di parte

delle risorse della Misura “Assistenza tecnica”) bensì tra le Misure in cui essi si articolano. In particolare:

a) Nell‟Asse I il rafforzamento finanziario della Misura 121 (che si incrementa del 4%) e la prima

attuazione della Misura 126 (alla quale è assegnata una dotazione di circa 5,5 MEuro) sono consentiti

dalla riduzione nelle risorse programmate nelle Misura 114 (-17%) e 115 (-82%) e dalla cancellazione

della Misura 122. A tali risorse, pari nel complesso a circa il 6,8 Meuro si aggiungono 4 Meuro

derivanti dalla Misura di Assistenza Tecnica.

b) Nell‟Asse II si ha una riduzione finanziaria delle Misure 213 e 224, entrambe specificatamente rivolte

alle aree Natura 2000 e delle Misure 222 e 223; le risorse rese disponibili sono assegnate alle Misure

211 e 212, che si incrementano rispettivamente del 36% e 23%, alle Misure 214 (+3%) e alla Misura

216 per la quale la nuova dotazione finanziaria è oltre il doppio di quella attuale.

c) Nell‟Asse III la rimodulazione determina un significativo rafforzamento finanziario della Misura 313

(Incentivazione di attività turistiche) la quale quadruplica la sua dotazione finanziaria e quindi la sua

incidenza sul totale delle risorse dell‟Asse (dal 3% al 15%). A ciò corrisponde un riduzione (- 67%)

nella dotazione della Misura 323 (Azione A) e delle Misure 331 (-42%) e 341 (-39%).

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Tab.1 – Dotazioni finanziarie (spesa pubblica totale) per Asse e Misura nel piano finanziario attuale e nella

proposta di rimodulazione

Assi/ Misure

Piano finanziario attuale (spesa pubblica programmata totale

Piano finanziario rimodulato (spesa pubblica totale

Variazione

Euro % PSR % Asse Euro % PSR % Asse Euro Var%

111. Formazione ed informazione 5.509.201 0,78% 1,67% 5.509.351 0,78% 1,65% 150 0%

112. Insediamento dei giovani agricoltori 57.431.175 8,16% 17,38% 57.432.741 8,16% 17,18% 1.566 0%

113.Prepensionamento 12.696.558 1,80% 3,84% 12.696.904 1,80% 3,80% 346 0% 114.Utilizzo di servizi di consulenza 4.482.795 0,64% 1,36% 3.732.917 0,53% 1,12% -749.878 -17% 115.Istituzione di servizi di gestione, aiuto e consulenza 732.185 0,10% 0,22% 132.205 0,02% 0,04% -599.980 -82% 121.Ammodernamento aziende agricole 131.001.112 18,61% 39,65% 136.109.398 19,34% 40,72% 5.108.286 4% 122. Accrescimento del valore economico delle foreste 5.544.837 0,79% 1,68% 151,2205164 0,00% 0,00% -5.544.686 -100% 123.Accrescimento del valore agg. dei prodotti agricoli e forest. 72.952.332 10,36% 22,08% 72.954.320 10,37% 21,82% 1.988 0% 124.Cooperazione allo sviluppo 8.009.211 1,14% 2,42% 8.009.429 1,14% 2,40% 218 0%

125/1-3.Miglioramento e creazione delle infrastrutture 17.104.941 2,43% 5,18% 17.116.297 2,43% 5,12% 11.356 0% 125/2. Miglioramento e ripristino delle infrastrutture forestali 6.912.564 0,98% 2,09% 6.901.863 0,98% 2,06% -10.701 0%

126.Rirpristino del potenziale produttivo 0,00% 0,00% 5.544.837 0,79% 1,66% 5.544.837 -

127. Sistemi di qualità alimentare 2.660.924 0,38% 0,81% 2.660.997 0,38% 0,80% 73 0%

128.Attività di informazione e promozione 4.821.854 0,68% 1,46% 4.821.986 0,69% 1,44% 132 0% 144.Aziende agricole in via di ristrutturazione 500.001 0,07% 0,15% 650.014 0,09% 0,19% 150.013 30%

Asse 1 330.359.690 47% 100,00% 334.273.410 47% 100,00% 3.913.720 1%

211.Indennità per svantaggi zone montane 11.241.395 1,60% 4,98% 15.241.395

2,17% 6,75%

4.000.000 36%

212.Indennità zone svantaggiate, diverse dalle zone montane 1.540.233 0,22% 0,68% 1.890.233

0,27% 0,84%

350.000 23%

213.Indennità Natura 2000 4.620.699 0,66% 2,04% 790.699

0,11% 0,35%

-3.830.000 -83%

214.Pagamenti agro-ambientali 158.650.116 22,54% 70,21% 163.546.208

23,24% 72,38%

4.896.092 3%

215.Pagamenti per il benessere degli animali 14.786.235 2,10% 6,54% 14.786.235

2,10% 6,54%

0 0%

216.Sostegno ad investimenti non produttivi 1.232.187 0,18% 0,55% 4.232.187

0,60% 1,87%

3.000.000 243%

221.Primo imboschimento di terreni agricoli 14.786.235 2,10% 6,54% 14.786.235

2,10% 6,54%

0 0% 222.Primo impianto di sistemi Agroforestali su terreni agricoli 616.092 0,09% 0,27% 0,277663182

0,00% 0,00%

-616.092 -100%

223.Primo imboschimento di terreni non agricoli 1.848.279 0,26% 0,82% 48.279

0,01% 0,02%

-1.800.000 -97% 224.Indennità Natura 2000 6.777.024 0,96% 3,00% 777.024 0,11% 0,34% -6.000.000 -89%

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

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Assi/ Misure

Piano finanziario attuale (spesa pubblica programmata totale

Piano finanziario rimodulato (spesa pubblica totale

Variazione

Euro % PSR % Asse Euro % PSR % Asse Euro Var%

226.Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi 6.468.978 0,92% 2,86% 6.468.978

0,92% 2,86%

0 0% 227.Investimenti non produttivi 3.388.512 0,48% 1,50% 3.388.512

0,48% 1,50% 0 0%

Asse 2 225.955.985 32,10% 100,00% 225.955.983 32,10% 100,00% -2 0% 311.Diversificazione verso attività non agricole 31.441.780 4,47% 37,59% 31.441.780

4,47% 37,59% 0 0%

312.Sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese 2.464.371 0,35% 2,95% 2.464.371

0,35% 2,95%

0 0%

313.Incentivazione di attività turistiche 2.464.371 0,35% 2,95% 12.364.371

1,76% 14,78%

9.900.000 402% 321.Servizi essenziali per l‟economia e la popolazione rurale 15.241.218 2,17% 18,22% 15.241.218

2,17% 18,22%

0 0%

322.Sviluppo e rinnovamento dei villaggi 10.473.583 1,49% 12,52% 10.473.583

1,49% 12,52%

0 0% 323/A.Tutela e riqualificazione delle risorse naturali 11.551.745 1,64% 13,81% 4.151.745

0,59% 4,96%

-7.400.000 -64% 323/B. Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale 3.850.583 0,55% 4,60% 3.850.583

0,55% 4,60%

0 0% 331.Formazione ed informazione 3.080.466 0,44% 3,68% 1.780.466

0,25% 2,13% -1.300.000 -42%

341. Acquisizione di competenze e animazione 3.080.466 0,44% 3,68% 1.880.466

0,27% 2,25%

-1.200.000 -39%

Asse 3 83.648.583 11,88% 100,00% 83.648.582 11,88% 100,00% -1 0%

411.Competitività 10.939.866 1,55% 27,82% 10.939.866 1,55% 27,82% 0 0% 412.Gestione dell'ambiente/del territorio 0 0,00% 0,00% 0 0,00% 0,00% 0 - 413.Qualità delle vita/diversificazione 21.100.489 3,00% 53,66% 21.100.489 3,00% 53,66% 0 0% 421.Cooperazione 882.595 0,13% 2,24% 882.595 0,13% 2,24% 0 0%

431.Gestione, acquisizione competenze ed animazione 6.402.141 0,91% 16,28% 6.402.141 0,91% 16,28% 0 0%

Asse 4 39.325.091 5,59% 100,00% 39.325.091 5,59% 100,00% 0 0%

511. Assistenza tecnica 24.643.725 3,50% 20.643.725 2,93% -4.000.000 -16%

TOTALE 703.933.074 100,00% 703.846.792 100,00% -86.282 0%

Le motivazioni che hanno indotto l‟AdG a proporre tale rimodulazione finanziaria, sono nel loro insieme

riconducibili alla comune finalità di assicurare la piena utilizzazione delle risorse finanziarie totali assegnate

del Programma, evitando quindi la loro perdita derivante dalla applicazione del meccanismo del “disimpegno

automatico” (cd. regola “N+2”) di cui all‟art.29 del Reg.(CE) 1290/2005.

Più specificatamente, le variazioni proposte nascono dalla esigenza di adeguare la pianificazione finanziaria

all‟effettivo avanzamento finanziario e procedurale delle diverse linee di sostegno, in definitiva alla entità e

alla qualità della “risposta” (progettuale ed operativa) espressa dai potenziali destinatari/beneficiari del

Programma. Come discusso nel successivo paragrafo, tale esigenza cerca di coniugarsi con quella di

assicurare, nel contempo, adeguati livelli di efficacia del Programma, valutabile non solo in termini di

capacità di spesa ma anche di capacità di raggiungere (o almeno perseguire) i suoi obiettivi economici,

sociali ed ambientali.

I principali fattori causali che sono all‟origine della rimodulazione proposta possono essere ricondotti alla

seguente tipologia generale.

A. incrementi nella dotazione finanziaria, allo scopo di soddisfare un fabbisogno finanziario (una

“domanda di sostegno”) che risulta già superiore o potenzialmente superiore alla dotazione finanziaria attuale.

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Ciò è verificabile, in primo luogo, nelle Misure 121, 144, 211, 212 e 214, rapportando alla loro dotazione

finanziaria gli impegni già assunti al dicembre 2011, come illustrato nella seguente Tabella 2.

Variazioni in aumento sono inoltre previste nelle Misure 215 (Benessere animale) 216 (Investimenti non

produttivi) e 313 (Incentivazioni di attività turistiche) nelle quali – pur non essendo stati ancora approvati

provvedimenti di concessione dei contributi - l‟attuale dotazione è ritenuta dalla AdG insufficiente a

soddisfare il fabbisogno finanziario potenzialmente derivante dalle domande presentate ma ancora in fase di

istruttoria. Ciò anche alla luce dei tempi necessari per la realizzazione dei relativi interventi.

Nel caso della Misura 215 l‟esistenza di tale potenzialità è individuata nella ampia partecipazione al primo

Bando “sotto condizione” emanato nel 2011 al quale e seguita la fase, ancora in corso, di accoglimento delle

domande definitive.

Tab.2 – Dotazione attuale e livelli di impegno finanziario (al dicembre 2011) nelle Misure per le quali si

propone un incremento delle risorse.

Misura Dotazione finanziaria

attuale (a) Impegni

(b) Indice (b)/(a)

121. Ammodernamento aziende agricole

131.001.112 130.847.223

99,9%

144.Aziende agricole in via di ristrutturazione in seguito alla riforma dell'OCM

500.001 491.569

98,3%

211.Indennità per svantaggi naturali a favore di agricoltori delle zone montane

11.241.395 12.438.000

110,6%

212. Indennità a favore di agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane

1.540.233 1.804.000

117,1%

214.Pagamenti agro-ambientali 173.436.350 141.811.697

81,8%

(*): per le misure “ad investimento” corrisponde agli impegni assunti attraverso atti di ammissibilità al finanziamento; per le misure “a superficie” si tratta di una stima dei pagamenti annuali e/o pluriennali riferita all‟insieme delle annualità di impegno.

Nella Misura 313, invece, il rilevante incremento finanziario è motivato dall‟elevato fabbisogno che per tale

linea di sostegno si ha nell‟ambito dei PIT presentati e in corso di approvazione. Più in generale, per le

Misure dell‟Asse III, si è quindi manifestata l‟esigenza di rendere coerente (adeguandola) la pianificazione

finanziaria del Programma ai risultati derivanti dai processi di progettazione integrata degli interventi

sviluppatisi a livello locale.

B. riduzioni della dotazione finanziaria, al fine di adeguarla ad un effettivo fabbisogno finanziario (una “domanda di sostegno”) inferiore alle previsioni o sostanzialmente nullo.

In questa tipologia rientrano numerose Misure del Programma e in particolare le Misure 114, 115, 122,

125(az.2) 213, 222, 223, 224, 323 (az.1) 331, 341, per le quali si sono manifestati, seppur con diversa

intensità ed origine, elementi di criticità nel processo di attuazione con conseguenti livelli di impegno ancora

molto al di sotto della attuale dotazione finanziaria (seguente Tabella 3) ritenuti dall‟AdG, non suscettibili di

sostanziali incrementi nel restante periodo di attuazione.

La distanza tra i suddetti livelli di impegno finanziario e gli obiettivi di spesa programmati è determinata,

principalmente, da una adesione alle Misure da parte dei potenziali beneficiari molto inferiore alle iniziali

previsioni; minore è invece l‟effetto di selezione determinato dagli esiti dei procedimenti istruttori sulla

ammissibilità delle domande presentate.

Tale discrasia deriva in alcuni casi – ad esempio nelle Misure 114 e 115 - da una probabile iniziale

“sovrastima” degli obiettivi di realizzazione e di spesa raggiungibili, rispetto agli effettivi fabbisogni espressi

o, più precisamente, alla capacità da parte degli operatori regionali, singoli o associati, di una loro traduzione

in specifiche istanze di finanziamento. Non appare casuale che la larga parte delle domande relative ai servizi

di consulenza (Misura 114) siano state presentate nell‟ambito del “pacchetto giovani” o anche dei PIF,

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strumenti che quindi hanno contribuito a valorizzare la funzione di tali servizi nei processi di sviluppo

aziendale.

Tuttavia, per altre Misure, fattori di freno alla partecipazione possono essere individuati anche nella assenza

o carenza di alcuni requisiti strumentali o in aspetti e vincoli di tipo normativo e procedurale.

Tab.3 – Dotazione attuale e livelli di impegno finanziario (al dicembre 2011) nelle Misure per le quali si

propone la riduzione o l‟azzeramento delle risorse.

Misure Dotazione finanziaria

attuale (a) Impegni

(b) (b)/(a)

114. Utilizzo di servizi di consulenza 4.482.795 1.984.365 44,3%

115. Istituzione di servizi di gestione, aiuto e consulenza

732.185 40.000 5,5%

122. Accrescimento del valore economico delle foreste 5.544.837 55.796 1,0%

213.Indennità Natura 2000 4.620.699 27.237 0,6%

222. Primo impianto di sistemi agroforestali su terreni agricoli

616.092 - 0,0%

223. Primo imboschimento di terreni non agricoli 1.848.279 26.210 1,4%

224. Indennità Natura 2000 6.777.024 3.120 0,05%

323/A .Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale 11.551.745 1.067.080 9,2%

321. Formazione ed informazione 3.080.466 - 0,0%

341. Acquisizione di competenze e animazione 3.080.466 - 0,0%

Nella Misura 122, per la quale si registra il rilevante insuccesso (due sole domande ammesse nel 2010) ai

fattori di debolezza strutturale del settore (es. frazionamento delle proprietà boschive, debolezza o scarsità

delle strutture associative) si sono aggiunte criticità legate all‟ottenimento delle autorizzazioni (es. nelle aree

Natura 2000) ai vincoli nelle utilizzazioni boschive, al non riconoscimento dell‟IVA ma soprattutto alla limitata

presenza di Piani di Gestione ed Assestamento Forestale o dei Piani Poliennali di Taglio, condizione

propedeutica per la presentazione delle domande.

Le Misure 213 e 224 - aventi l‟obiettivo operativo di indennizzare gli agricoltori e i proprietari/possessori di

foreste per i costi aggiuntivi e i mancati redditi derivanti dalle norme regionali attuative delle Direttive

92/43/CEE e 79/409/CEE – hanno avuto già nella fase iniziale una scarsissima adesione, tendenza che non

si è modificata anche a seguito di alcuni correttivi introdotti nel 201017. Sarà necessario sviluppare,

nell‟ambito del processo di Valutazione in itinere ulteriori approfondimenti sui fattori condizionanti

l‟attuazione delle due Misure. In questa fase possono tuttavia essere segnalati alcuni elementi che hanno

presumibilmente frenato la partecipazione dei potenziali beneficiari:

l‟esclusione dall‟indennità relativa alla Misura 224 dei soggetti pubblici quali gli Enti locali;

la non cumulabilità con l‟indennità prevista dalle Misure 211 e 212, alla luce della ampia diffusione

che le aree Natura 2000 hanno nelle zone montane e svantaggiate;

il modesto livello dell‟indennità erogabile (100 Euro/ha per i terreni agricoli; 50-200 Euro/han per i

terreni forestali), elemento questo correlato alla assenza o alla non adozione dei Piani di Gestione

per aree Natura 2000, a fronte di una base giuridica regionale di carattere generale (“Misure di conservazione“) con limitate norme di tipo obbligatorio, in progressiva evoluzione e attualmente in

fase di ulteriore adeguamento18.

17 Nella Misura 212 si è ridotto da 0,5 UBA/ha a 0,2 UBA/ha il carico minimo di bestiame sulle superfici eleggibili a sostegno, sono stati eliminati sia l‟incompatibilità con l‟Azione 2 “Agricoltura biologica” della misura 214, sia il limite massimo di 30 ettari precedentemente fissato per ciascun beneficiario. Nella Misura 224 è stato eliminato il vincolo in base al quale erano in precedenza ammissibili solamente le superfici boscate il cui utilizzo doveva esaurirsi nell‟ambito del periodo di programmazione, cioè entro il 2013. 18 La specifica norma applicativa regionale assunta a riferimento nel PSR per la programmazione delle Misure 213 e 224 e quindi la determinazione delle indennità è rappresentata dalla DGR 533 del 4 agosto 2006, successivamente modificata dalla DGR 719 del 21 settembre 2007. Tali norme, in scadenza entro il 2008 sono state successivamente integrate dalla DGR 383 del 16 maggio 2008,modificata dalla DGR 928 del 17 dicembre 2008, recependo altresì le indicazioni contenute del Decreto del Ministero dell‟Ambiente del 17 ottobre 2007. Più recentemente, la DGR 612 del 16 dicembre 2011, in sostituzione dei precedenti provvedimenti ha definito: - (allegato A): l‟assegnazione delle ZPS regionali alle tipologie di cui al Decreto Ministeriale del 2007; - (allegato B): le misure di conservazione generali ed attività da promuovere e incentivare per tutte le ZPS;

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Alla scarsa attuazione delle Misure di indennità per le aree di Natura 2000, corrisponde - rappresentandone

un possibile elemento di causalità - anche quello della specifica Azione A della Misura 323, che comprende,

la predisposizione dei piani di protezione e di gestione dei siti Natura 2000 e la realizzazione di investimenti

di ripristino, recupero e riqualificazione ambientale finalizzati allo sviluppo di siti Natura 2000. Rispetto agli

investimenti una possibile causa della mancata risposta può essere ricondotta all‟intensità di aiuto

riconosciuta ai soggetti privati, pari al 40% del costo ammissibile, applicata ad una tipologia di investimento

che non ha finalità produttive.

Per quanto riguarda la situazione dei Piani di Gestione delle Aree Natura 2000, 180 SIC e 41 ZPS (19

SIC/ZPS che si sovrappongono), rispetto al target previsto dall‟Amministrazione di 22 Piani al momento sono

in fase di elaborazione 6 piani di gestione. La gestione dei siti Natura 2000 è in capo alla stessa Regione che

provvede con risorse comunitarie, nazionali e regionali agli interventi necessari per il mantenimento di specie

ed habitat in uno stato di conservazione soddisfacente, come richiesto dalla Direttiva 92/43/CEE. Ad oggi,

sulla base delle informazioni fornire dalla Direzione Ambiente, l‟adozione dei piani di gestione per la quasi

totalità delle Aree SIC e ZPS è in dirittura d‟arrivo, al momento ne risultano adottati solo 7.

Il sostanziale insuccesso del “pacchetto” di Misure o azioni relative alle aree Natura 2000 appare quindi

l‟effetto (e in definitiva l‟”indicatore”) della complessità e delle difficoltà che caratterizzano il processo,

ancora in corso, di attuazione in ambito regionale delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE.

Al di là degli aspetti o problematiche di carattere tecnico e normativo la questione di fondo riguarda la

difficoltà di conciliare le esigenze di tutela ambientale con quelle complessive del mondo rurale, attraverso

un metodo partecipativo. Nella citata DGR 612 del 2011 si rileva infatti che “nel Lazio la nascita, la

realizzazione e l‟attuazione della Rete natura 2000 sono avvenute attraverso processi amministrativi e tecnici

che non hanno sempre visto il coinvolgimento diretto dei portatori di interesse‟ e delle popolazioni locali

interessate …. e che gli stessi, anche per tale motivo non hanno colto in maniera diffusa le opportunità di

conservazione della biodiversità attraverso l‟uso sostenibile delle risorse, derivanti dalla loro presenza”. Essi

quindi “hanno spesso vissuto con antagonismo la presenza della Rete Natura 2000, contrapponendosi alle

„misure di conservazione‟..”. D‟altra parte si prende atto che “diversi siti Natura 2000 del Lazio si sono

conservati proprio per le „buone pratiche‟ agricole e forestali di tipo tradizionale adottate d aparte di coloro

che hanno proprietà, vivono e lavorano nei territori..”. Alla luce di tale analisi si ritiene quindi che “il processo

di attuazione, in particolare attraverso i piani di gestione, delle misure specifiche per le singole ZPS e per le

ZSC in via di definizione dovrà…essere oggetto di ampie forme partecipative dei portatori s‟interesse locale

prima della relativa trasmissione al Ministero dell‟ambiente…”.

Tali indirizzi, ancorché coerenti rispetto alla finalità di assicurare una qualificata ed efficace attuazione delle

Direttive, prefigurano pertanto un processo i cui tempi di implementazione e conclusione non appaiono

compatibili con l‟obiettivo di assicurare la completa attuazione delle Misure 213 e 224 (e l‟utilizzazione delle

risorse finanziarie ad esse destinate) entro la conclusione del Programma. Tuttavia è necessario già in questi

ultimi anni di programmazione verificare gli effetti e l‟efficacia delle modifiche in atto al quadro normativo e

in particolare del nuovo processo avviatosi con la citata DGR 612/2011. Con essa infatti viene dato mandato

alla Direzione regionale Ambiente di “intraprendere e finalizzare, entro e non oltre il 30 luglio 2012 il

percorso amministrativo necessario a stabilire apposite misure contrattuali …per la gestione dei siti Natura

2000 che dovranno, tra l‟altro, indicare i soggetti gestori dei siti stessi nel rispetto del principio di gestione

partecipata …”. Pertanto anche se la riduzione finanziaria appare inevitabile per assicurare l‟efficienza della

spesa, appare nel contempo appropriata la scelta regionale di mantenere una dotazione finanziaria

sufficiente a sostenere il percorso tecnico amministrativo avviato con la DGR. Ciò sia attraverso le indennità

corrisposte alle aziende agricole e forestali (213,224) a sostegno dell‟approccio contrattuale che la Regione

- (allegato C): le misure di conservazioni specifiche e atività da favorire per le singole tipologie di habitat caratterizzanti le ZPS; - (allegato D): le misure di conservazione per le Zone Speciali di Conservazione. La DGR inoltre stabilisce che “le eventuali misure di conservazione incluse nei piani di gestione specifici delle singole ZPS e ZSC possono modificare o integrare le misure di conservazione di cui agli Allegati B,C e D…” ed inoltre da mandato alla Direzione regionale Ambiente di “intraprendere e finalizzare, entro e non oltre il 30 luglio 2012 il percorso amministrativo necessario a stabilire apposite misure contrattuali …per la gestione dei siti Natura 2000 che dovranno, tra l‟altro, indicare i soggetti gestori dei siti stessi nel rispetto del principio di gestione partecipata …”.

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ha intenzione di implementare, sia per il completamento degli strumenti di pianificazione (Redazione dei

Piani di gestione) con la 323A. Nella prospettiva di una nuova fase di acquisizione delle domande nel 2013

sarà ovviamente necessario, sulla base degli esiti del processo avviato con la DGR 612, rivedere e adeguare i

dispositivi attuativi, (ad esempio i requisiti di accesso/ importo dell‟indennità corrisposta). In tale ambito

rientra anche l‟ipotesi di innalzamento del livello di aiuto nella misura 323A per i soggetti privati (dal 40% al

90%) per investimenti Re di ripristino, recupero e riqualificazione ambientale finalizzati allo sviluppo di siti

Natura 2000.

Relativamente alla Misura 222 le cause della assenza di adesioni è presumibilmente da ricercare nella

novità dell‟intervento proposto, nella debole incentivazione degli aiuti (mancanza di premi legati alla

superficie per manutenzioni, perdite di reddito) nel rischio di possibile riduzione del premio unico aziendale

(primo pilastro PAC) conseguente all‟adesione alla misura, nel generale scarso interesse tecnico ed

economico degli interventi previsti.

Infine, per le Misure 321 e 341 valgono le stesse considerazioni già svolte per la Misura 313: la loro

riduzione finanziaria trae origine dalla condivisibile esigenza di proporzionare la rispettiva dotazione

finanziaria al (minore) fabbisogno che per tali linee di sostegno si ha nell‟ambito dei PIT presentati e in corso

di approvazione. Cioè, anche in questo caso, ai risultati derivanti dai processi di progettazione degli

interventi sviluppatisi a livello locale.

3.2.2 Valutazione degli effetti della proposta sulla efficacia del Programma

Come già segnalato, nell‟elaborare e proporre la rimodulazione finanziaria prima esposta, l‟AdG si è posta la

generale finalità di coniugare l‟obiettivo della completa utilizzazione delle risorse finanziarie disponibili e

programmate con la capacità del Programma di perseguire i suoi obiettivi economici, sociali ed ambientali. Di

assicurare cioè l‟efficacia all‟azione programmatica non solo in termini finanziari ma anche rispetto a

raggiungimento dei risultati ed impatti attesi.

Le valutazioni di seguito sviluppate – su invito della stessa AdG- cercano di verificare se tale finalità è stata

raggiunta, cioè se la rimodulazione finanziaria, ancorché scaturita dalla consapevolezza di una capacità

attuale e potenziale di spesa per le varie componenti del PSR diversa da quella inizialmente prevista (a sua

volta derivante da eterogenei livelli di partecipazione) non determini tuttavia una sostanziale alterazione

della strategia generale, consentendo invece di concorrere agli stessi obiettivi seppur con modalità e

strumenti diversificati.

Un primo requisito che chiaramente contribuisce a tale finalità è individuabile nella scelta di non

determinare, con la rimodulazione proposta, trasferimenti di risorse tra gli Assi, salvaguardando pertanto

l‟equilibrio complessivo tra i tre obiettivi specifici del Programma del miglioramento della competitività del

settore agricolo e forestale (Asse 1) del miglioramento dell‟ambiente e dello spazio rurale (Asse 2) della

qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell‟economia rurale (Asse 3). Ciò consente di mantenere

la coerenza con gli indirizzi programmatici generali adottati dalla Regione fin dalla fase di presentazione ed

approvazione del PSR, tra i cui elementi di specificità vi è anche un equilibrio finanziario spostato a favore

degli interventi di tipo strutturale dell‟Asse 1.

Alla non modificazione dell‟equilibrio finanziario complessivo tra gli Assi (e tra i loro obiettivi generali)

corrispondono, come si è avuto modo di illustrare nel precedente capitolo, variazioni (in aumento in

diminuzione) nella dotazione finanziaria di numerose Misure, in alcuni casi quantitativamente significative,

derivanti da valutazioni circa il loro avanzamento finanziario e procedurale raggiunto al dicembre 2011 e

potenzialmente conseguibile entro la conclusione del Programma. In tale ottica le variazioni finanziarie

proposte sono quindi l‟effetto, e non la causa, di una diverso livello di attuazione delle varie linee

intervento/sostegno (Misure, azioni) programmate, concorrenti al raggiungimento di obiettivi prioritari

comuni.

Un criterio in base al quale valutare se la rimodulazione tra Misure determina o meno una riduzione della

capacità del Programma nel perseguire alcuni degli obiettivi prioritari è quello di verificare gli effetti della

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stessa sulla entità delle risorse ad essi destinate. In altri termini, se il “trasferimento” di risorse proposto

dalla rimodulazione avviene tra Misure che concorrono agli stessi obiettivi prioritari dell‟Asse. Come di

seguito illustrato tale condizione appare nel complesso, seppur non completamente, rispettata:

a) Nell‟Asse I, la rimodulazione determina un rafforzamento finanziario della Misura 121 e l‟introduzione

della nuova Misura 126, entrambe correlate all‟obiettivo “promozione dell‟ammodernamento e

dell‟innovazione nelle imprese e dell‟integrazione delle filiere”; ciò a fronte della cancellazione dalla

Misura 122, concorrente al medesimo obiettivo e di una riduzione di risorse nella Misura di Assistenza

tecnica e nelle Misure 114 e 115. Il depotenziamento dell‟obiettivo prioritario al quale queste due

ultime Misure sono collegate (Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli

addetti al settore agricolo e forestale e sostegno del ricambio generazionale) è tuttavia, almeno in

parte, attenuato dall‟aumento della capacità di intervento con la Misura 121 nell‟ambito del “pacchetto

giovani” a sostegno degli investimenti dei giovani agricoltori.

b) Nell‟Asse II, le Misure 213 (Indennità Natura 2000), 223 (imboschimenti dei terreni non agricoli) e 224

(indennità Natura 2000 per le aree forestali) – oggetto di rilevante riduzione finanziaria - concorrono

all‟obiettivo prioritario della “Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-

forestali ad alto valore naturale”; nella proposta di rimodulazione le risorse finanziarie sono destinate

alla Misura 216 (investimenti non produttivi) e secondariamente alle Misure 211 e 214, entrambe

correlate ugualmente al suddetto obiettivo prioritario.

Il grado di compensazione tra i primo e il secondo gruppo di Misure si verifica anche con riferimento

all‟obiettivo specifico delle Misure 213 e 224 di favorire la tutela delle aree “Natura 2000”. Quest‟ultime

infatti corrispondono alla (esclusiva) area di intervento della Misura 216 e sono indicate come

prioritarie nelle Misure 211 e 214; la più elevata capacità di intervento di queste due Misure (in

termini di % di SAU totale coinvolta) nelle aree Natura 2000 ne conferma il ruolo svolto, in tali aree,

per lo sviluppo o la permanenza di forme di agricoltura favorevoli alla biodiversità.

A tal proposito richiamando quanto evidenziato nella valutazione intermedia, come illustrato nella seguente

Tabella, oltre il 40% della SAU sovvenzionata ricade nelle ZPS delle rete Natura 2000, mentre il 22% in aree

naturali protette ed il 12% in SIC 19. Tali risultati appaiono quantitativamente significativi considerando che

nella rete Natura 2000 ricade soltanto il 6% circa della SAU totale regionale: ciò porterebbe a concludere

che vi sia stato un positivo effetto di “concentrazione” della superficie sovvenzionata con le due Misure nelle

aree Natura 20000. Quindi nelle aree dove il mantenimento di una attività agricola conforme ai vincoli della

condizionalità e agli altri requisiti di ammissibilità previsti dalle due Misure (in particolare il mantenimento di

un carico minimo e massimo) appaiono costituire una modalità di uso del territorio più favorevole agli

obiettivi di tutela della biodiversità, rispetto alla alternativa dell‟abbandono.

Tab.1 - Superficie sovvenzionata nelle aree di interesse naturalistico (Natura 2000 e ANP)

Misure Aree SIC Aree ZPS Aree naturali protette

211 4.315 12.963 6.186

212 462 4.811 2.642

totale 4.777 17.774 8.828

% su totale SAU sovvenzion. 12% 44% 22% Fonte: Elaborazioni del Valutatore su dati ricavati dalla B.D”AGEA_SIN” anno” 2009 e dalla Carta dell‟uso agricolo del suolo CLC 2006 per la SA.

Inoltre, la proposta di attivazione di nuova azione agroambientale, Azione 214.12 “Agricoltura conservativa”,

prevede modalità di gestione del suolo favorevoli all‟incremento della sua microflora con effetti positivi sul

valore eco sistemico del terreno agricolo.

19

Si ricorda che tali localizzazioni non sono tra loro alternative in quanto i siti di Natura 2000 spesso di sovrappongono spazialmente tra

loro e con le aree naturali protette.

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Gli effetti in termini di miglioramento della biodiversità nel suolo si accompagnano agli impatti positivi che

tale azione ha dal punto di vista del mantenimento/incremento del contenuto di sostanza organica nel suolo

(carbon sink) e della riduzione dei consumi dei carburanti per le lavorazioni contribuendo in tal modo

all‟obiettivo della mitigazione dei cambiamenti climatici.

c) Nell‟Asse III, il potenziamento finanziario della Misura 313 (incentivazione delle attività turistiche) a

carico di una riduzione della Misura 323, non altera la potenziale capacità di spesa totale a favore

dell‟obiettivo prioritario del “Miglioramento dell'attrattività dei territori rurali per le imprese e la

popolazione” seppur determinando uno spostamento di risorse da interventi più specificatamente

rivolti al miglioramento della qualità della vita a interventi volti alla diversificazione dell‟economia

rurale. D‟altra parte, come già segnalato, la rimodulazione all‟interno dell‟Asse 3 è fortemente

motivata dall‟esigenza di rendere coerente il piano finanziario indicativo per Misura con i fabbisogni

finanziari (cioè la domanda di sostegno) derivanti dalla Progettazione integrata territoriale (PIT),

strumento attuativo in grado di migliorarne l’efficacia dei singoli interventi attraverso una loro

migliore integrazione di tipo funzionale;

In definitiva,, la rimodulazione finanziaria proposta, non provocando spostamenti finanziari tra gli Assi (cioè

tra gli obiettivi specifici del Programma) e tra i gruppi di Misure che, nell‟ambito degli Assi, concorrono agli

stessi obiettivi prioritari, non sembra determinare significative modifiche nella strategia complessiva del

Programma e nella sua efficacia potenziale.

A fronte di tale valutazione generale, non è possibile non osservare come la rimodulazione finanziaria

proposta, ancorché inevitabile nella attuale fase, sia la conseguenza di non pochi elementi di criticità emersi

nel processo di attuazione del PSR, due dei quali si ritiene debbano essere segnalati:

il sostanziale insuccesso dell‟insieme delle Misure “Natura 2000”, finalizzate ad una efficace

attuazione a livello regionale delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE, le cui cause, come già discusso sono principalmente da attribuire ai ritardi e ai continui cambiamenti nel processo di

definizione del quadro normativo e di pianificazione, o più in generale ad un insufficiente

coinvolgimento degli operatori agricoli locali nel processo stesso;

una generale modesta capacità di intervento, o addirittura la non attuazione, delle Misure in campo

forestale, effetto di una strutturale debolezza regionale del comparto ma soprattutto della mancanza

o insufficienza dei propedeutici strumenti di pianificazione forestale.

Una caratteristica comune di tali criticità è individuabile nella oggettiva impossibilità di un loro superamento

nel breve periodo, richiedendo lo sviluppo di procedure tecnico-amministrative complesse e la concertazione

tra numerosi soggetti istituzionali e non. Da tale consapevolezza, l‟opportunità di procedere alla

rimodulazione finanziaria proposta, al fine di assicurare la completa utilizzazione delle risorse finanziarie

disponibili, verso tipologie di intervento che come già discusso, appaiono assicurare adeguatamente

l‟equilibrio strategico dell‟azione programmatica. Come già evidenziato, la minore efficacia delle Misure

“Natura 2000” viene in parte compensata da una significativa capacità di intervento di altre Misure dell‟Asse

II in tali aree. Riguardo invece l‟obiettivo di attuazione delle Direttive, a fronte degli scarsi risultati fino ad

oggi raggiunti, il mantenimento di una dotazione finanziaria sulle Misure consente di accompagnare il

processo di adozione dei Piani e delle misure di conservazione avviatosi nel corso del 2012 con la DGR 612

del dicembre 2011.

Su tali elementi di criticità sarà tuttavia indispensabile sviluppare, di concerto con l‟AdG, ulteriori momenti di

approfondimento e riflessione, i cui esiti potranno essere utilizzati sia dal dal Valutatore nell‟aggiornamento

(al 2012) della Valutazione Intermedia sia dalla stessa AdG, nella fase di impostazione del prossimo periodo

di programmazione.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

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4. RACCOLTA ED ELABORAZIONE DEI DATI

Come previsto dalle linee guida del QCMV la fase di giudizio viene supportata dalla raccolta, dall‟elaborazione

e dall‟analisi dei dati inerenti l‟attuazione delle Misure del PSR. Tali dati si suddividono in dati secondari e dati

primari. I primi sono acquisiti attraverso l‟utilizzo di fonti informative esistenti (dati di monitoraggio,

documentazione tecnica amministrativa, fonti statistiche, studi..), mentre i secondi vengono raccolti,

attraverso indagini ad hoc, direttamente dal valutatore.

Di seguito si propone una descrizione a carattere generale di tali attività Asse in relazione alle principali

fonti/strumenti fino ad oggi utilizzate per l‟acquisizione o raccolta delle informazioni.

Per quanto concerne le fonti primarie vengono descritte le principali attività che il valutatore ha realizzato nel

corso del 2011 e nei primi tre mesi del 2012 in vista della aggiornamento della valutazione intermedia.

4.1 Acquisizione dei dati secondari

La principale fonte di dati fisici (indicatori di prodotto e caratteristiche dei beneficiari), procedurali e finanziari

inerenti agli interventi è rappresentata dal sistema di monitoraggio del PSR.

Nel proseguo delle attività di valutazione per la quantificazione di alcuni indicatori sono state utilizzate altre

informazioni di tipo secondario relative a fonti statistiche ufficiali (Eurostat, ISTAT, ecc.), dal quale l‟attività

di valutazione può trarre preziosi elementi di conoscenza e di confronto tra le caratteristiche dei beneficiari e

il settore agricolo regionale.

Per l’Asse 1 e per l’Asse 3 sono stati acquisiti i dati di monitoraggio (SIR-LAIT) relativi alle domande

presentate e ammesse al 31.12.2011, i database detenuti dai responsabili del procedimento per quanto

riguarda le PIF e PIT. Sono inoltre in corso di acquisizione i dati RICA relativi all‟annualità 2010.

Per l’Asse 2 è stata avviata un intensa attività di scambio di cartografie, dati e informazioni sul contesto

regionale e sulle Misure del PSR già consegnati o invia di acquisizione sono:

i database contenenti i dati dichiarativi per le misure 211, 212 214 per le annualità 2008-2009-2010-

2011;

i database contenenti i dati per le Misure forestali per l‟annualità 2008-2009-2010-2011;

cartografie sulle aree protette (Parchi, riserve Natura 2000);

la carta vulnerabile ai nitrati;

la carta della vulnerabilità intrinseca degli acquiferi (acquisita);

la carta delle aree svantaggiate (solo dati alfanumerici);

la carta dell‟Uso del suolo 1:25.000 realizzata dall‟Assessorato Urbanistica e Casa (acquisita);

rilevazioni territoriali AGRIT relative al triennio 2008-2010;

l'elenco dei dati alfanumerici riferiti a:

Banca dati del Fascicolo Aziendale (aggiornato al 2010) di tutte le aziende che hanno avuto rapporti

con la pubblica amministrazione che dovrebbe contenere le informazioni relative ai Tabella terreni o

appezzamento: costituita dall‟insieme delle particelle catastali relative alle aziende agricole della

Regione Lazio (acquisito).

I dati elementari (per singolo rilievo ed anno) del Progetto MITO dall‟anno 2000 al più recente

disponile. Dati relativi sia all‟avifauna di ambienti agricoli (numero di uccelli osservati per specie, dati

per la stima delle coppie nidificanti ecc.) sia alle caratteristiche generali ed ambientali delle stazioni di

rilievo (in acquisizione).

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Dati AGEA-SIN su l‟uso del suolo agricolo regionale come da progetto refresh ritagliato sulle particelle

catastali in formato shape. (in attesa), il quadro di unione dei fogli di mappa (bordi fogli) (in attesa),

la banca dati della Misura 221 (per la parte dei dati catastali fondamentali per localizzare gli interventi

soprattutto delle misure delle vecchie programmazioni-trascinamenti);

il catasto vettoriale per l‟analisi relativa alla biodiversità (in attesa);

la carta del rischio di erosione che al momento risulta mancante.

Per l’asse 4, l‟elenco dei comuni interessati dalle strategie di sviluppo locale sulla base delle proposte

selezionate.

Per quanto concerne l‟implementazione di analisi a carattere trasversale che è applicata a tutte le Misure del

PSR attivate sono state svolte inoltre le attività seguenti.

Studio ed analisi della valutazione ex-ante, del PSR delle Relazione Annuale di Esecuzione 2008,2009. La

disamina dei differenti documenti è stata funzionale sia alla ricostruzione della logica di intervento sia alla

individuazione delle specificità regionali necessarie alla definizione dei criteri e degli indicatori da utilizzare

per l‟articolazione delle risposte ai differenti quesiti valutativi.

Analisi dei bandi che disciplinano l‟attuazione del PSR. L‟analisi della documentazione è stata funzionale

alla definizione dei differenti passaggi procedurali necessari all‟implementazione delle misure nonché alla

verifica della traduzione attraverso l‟assegnazione di specifiche priorità e punteggi dei criteri di selezione

individuati all‟interno del PSR.

Analisi della normativa Regionale che in maniera diretta o indiretta interessa l‟attuazione delle diverse

Misure del PSR. Attraverso l‟analisi della suddetta documentazione è stato ricostruito il quadro normativo

in cui vengono applicate le misure del PSR che da detto quadro normativo sono influenzate (Legge

Regionale sull‟agriturismo, Stato di attuazione della Direttiva Nitrati, ecc.).

Analisi delle informazioni presenti nel data base fornito dalla Regione contenente i dati di monitoraggio.

Una prima ricognizione della struttura del sistema e delle informazioni contenute ha consentito una

preliminare verifica del supporto che il sistema potrà fornire nella quantificazione delle variabili necessarie

al calcolo dei diversi indicatori.

Analisi della documentazione tecnico amministrativa che accompagna le domande di adesione alle diverse

Misure (Business Plan). L‟analisi degli allegati che accompagnano le diverse domande di sostegno ha

permesso di individuare eventuali informazioni che accompagnano l‟iter procedurale ma che non vengono

archiviate nel sistema di monitoraggio ma che comunque possono rappresentare un‟utili fonte di

informazioni funzionali all‟analisi valutativa.

Di seguito viene illustrato uno schema di riepilogo sull‟acquisizione dei dati di natura secondaria.

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Tab. 2 Riepilogo utilizzo fonti informative secondarie

Tipo di attività Modalità operativa Campo di

applicazione nel RVI

Acquisizione di dati secondari dal sistema di monitoraggio per la sorveglianza del PSR

Raccolta di dati fisici (indicatori di prodotto e caratteristiche dei beneficiari), procedurali e finanziari inerenti gli interventi del PSR dal sistema di monitoraggio – PORTALE SIAN AGEA. I dati di monitoraggio elementari o loro diverse aggregazioni costituiscono la base informativa per analisi di avanzamento fisico-finanziario e procedurale del PSR, l‟efficacia ed efficienza dei sistemi di gestione e delle procedure utilizzate per la sua attuazione, per calcolare alcuni indicatori del QCMV; implementare strumenti di indagine (es. stratificazione dell‟universo per l‟estrazione dei campioni statistici da sottoporre a indagine diretta); ingrandire la scala dei risultati o impatti identificati attraverso le indagini dirette (es. coefficienti che mettono in relazione output ed effetti); valutare i livelli di efficienza (input/output) attraverso confronti interni od esterni al Programma.

Tutte le misure

Acquisizione di dati secondari dalla documentazione tecnico-amministrativa degli interventi

Informazioni ricavabili dalla documentazione prodotta dalle strutture regionali, dagli Enti territoriali o dal beneficiario nel corso delle fasi tecnico-amministrative che accompagnano il ciclo dei progetti: relazioni, moduli, piani aziendali, bilanci, elaborati che accompagnano le domande di contributo; documentazione derivante dalle attività di istruttoria, selezione e accertamenti svolti dalle strutture regionali e territoriali competenti; documentazione prodotta dai beneficiari a conclusione degli interventi. Tali fonti sono prioritariamente funzionali alla quantificazione e caratterizzazione del quadro tipologico degli interventi e dei beneficiari (in base alla quale verranno impostate le indagini dirette) ed alla valutazione della situazione “pre-intervento” nelle singole unità produttive e territoriali.

SI (PIF)

Acquisizione di dati secondari dalla documentazione contenuta nel “fascicolo aziendale”

Il fascicolo aziendale, “sottoinsieme” del SIAN/SIAR contiene l‟insieme dei dati anagrafici, fiscali e strutturali delle imprese operanti nel settore agricolo e agroalimentare. Tali dati sono parte integrante dell‟Anagrafe delle Aziende della Regione Lazio, che rappresenta uno degli elementi fondamentali del Sistema Informativo Agricolo Regionale. Le informazioni desumibili dal fascicolo aziendale potranno risultare utili per sottoporre a verifica le informazioni rilevate nell‟ambito di indagini dirette sui beneficiari e non beneficiari degli interventi o anche per una loro integrazione. Inoltre il SIAR contenendo le informazioni relative alle domande della PAC seminativi potrà essere utilizzato attraverso elaborazioni GIS per la realizzazione di un “uso del suolo agricolo” avente sia un dettaglio territoriale a livello di foglio di mappa catastale che una disaggregazione per tipologia colturale. Tale strumento servirà per confrontare il grado di partecipazione alle misure dell‟Asse II (in termini di superfici) rispetto all‟universo delle superfici regionali, sia per singola coltura che per particolari territori (Zone Vulnerabili ai Nitrati, Aree Natura 2000, Aree Sensibili ecc.).

SI

Acquisizione di dati secondari dalla Banca dati RICA-REA

Le informazioni derivanti dalla Banca dati RICA-REA sono utilizzate per l‟elaborazione di indicatori di contesto (cioè per l‟individuazione di fattori esogeni al Programma) relativi ai livelli di produttività e crescita economica, all‟utilizzazione dei fattori di produzione, all‟incidenza delle altre forme di sostegno della PAC e distinti per tipologie aziendali, localizzazione e forma di conduzione;per l‟individuazione e l‟analisi di gruppi di confronto (non beneficiari) da utilizzare nell‟ambito della stima dell‟effetto netto del PSR (analisi controfattuale); per la stima di parametri tecnico-economici medi ed unitari differenziati per tipologie e dimensioni aziendali e per ordinamenti colturali.

SI (2008-2009) (In corso 2010)

Acquisizione di dati secondari per elaborazioni GIS

i dati relativi alle superfici oggetto di intervento delle Misure dell‟Asse II, estratti dal Sistema di monitoraggio ed aggregati a livello di foglio catastale, potranno essere elaborati e confrontati, attraverso il GIS, con carte tematiche redatte dalla regione o da altri Enti pubblici. Tali stati denominati “Strati Vettoriali di Contesto” (SVC) possono contenere informazioni territoriali che devono essere successivamente elaborate (Carta dell‟uso del suolo, carte pedologiche, carte climatiche, D.E.M. ecc.) oppure rappresentano zone omogenee rispetto a determinate caratteristiche (aree protette, aree Natura 2000, fasce altimetriche, zone vulnerabili ai nitrati, aree soggette a diversi fenomeni come l‟erosione, il dissesto, ecc.)

SI

Acquisizione di dati secondari da altre fonti disponibili

fonti statistiche ufficiali (Eurostat, ISTAT,. i vari Sistemi Informativi operanti su scala regionale (es.Sistema infor PSR LAIT ,SIARL, archivi presso gli uffici dell‟assessorato all‟agricoltura ecc…) nonché i APT (es. movimento turistico), OECD (es. Economic Outlook), FAO (es. World wacth list for domestic diversity), dall‟Istituto G. Tagliacarne. Studi, ricerche, banche dati, a carattere tematico, settoriale e non ricorrente

SI

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4.2 Acquisizione di dati primari

La pianificazione e l‟esecuzione di indagine dirette rappresenta la fonte informativa principale per raccogliere

informazioni sugli effetti della programmazione a livello di singola operazione.

Come illustrato nel capitolo 3 le prime indagini sono state pianificate nel biennio 2011-2012 in modo da

restituire dei risultati preliminari solo sui progetti conclusi al 31.12.2010.

Tab.1: Riepilogo utilizzo fonti informative primarie Tipologia di

indagine Obiettivi e modalità applicative ESITO

Indagini dirette presso campioni rappresentativi di beneficiari del Programma

Indagini dirette presso campioni statisticamente rappresentativi per estrazione casuale da “gruppi d‟indagine” omogenei per tipologia di intervento. Il campionamento sarà di tipo stratificato proporzionale ottimale. Nelle misure a investimento le indagini saranno eseguite presso i beneficiari rilevando gli anni pre e post intervento. La situazione pre-intervento potrà essere ricostruita in alcuni casi (misure/azioni) attraverso l‟analisi di dati secondari.

Biennio 2011-2012

Rilevazioni presso aziende che hanno aderito alle misure agroambienta di dati ornitologici per valutazione degli effetti sulla biodiversità di specie target nella situazione “con” e “senza” intervento. Il metodo standardizzato prescelto per la raccolta dei dati sulle comunità ornitiche è quello delle stazioni d‟ascolto o IPA (Blondel et al. 1970) per elaborare l‟indicatore comune Farmland Bird Index (FBI)

Biennio 2011-2012

Indagini dirette su beneficiari indiretti del Programma

Indagini, non statisticamente rappresentative, presso beneficiari indiretti per tipologia di intervento. Prioritariamente per interventi Asse 3 o approccio Leader, su interventi che implicano la rilevazione di informazioni da chi, pur non essendo il beneficiario diretto del contributo, ottiene il beneficio “diretto” dal servizio attivato o dall‟investimento realizzato.

Dopo 2012

Rilevazione di dati primari presso campioni rappresentativi di non beneficiari del Piano

Acquisizione di informazioni sulle caratteristiche strutturali e i risultati economico-sociali e ambientali rilevabili presso le unità produttive o i territori regionali non interessati dal sostegno del PSR (gruppo di controllo o “controfattuale”); informazioni utili per la stima dell‟effetto “netto” del Programma. Per l‟individuazione dell‟universo statistico dal quale estrarre i campioni di “non beneficiari” si utilizzeranno le fonti già disponibili a livello regionale (es. RICA-REA, CCIAA) od anche gli elenchi dei beneficiari che hanno presentato domanda di contributo nell‟ambito del PSR ma che non hanno ricevuto il sostegno per inammissibilità o per carenza di fondi.

Dopo 2012

Informazioni rilevate tramite metodi e tecniche basate sul giudizio di testimoni/esperti

interviste strutturate a singoli testimoni/esperti (funzionari e tecnici delle strutture pubbliche coinvolte, operatori economici, beneficiari o meno del Piano, esperti e professionisti locali, rappresentanti delle associazioni di produttori, ecc.) o a gruppi di testimoni privilegiati (focus group, NGT, ecc ecc) con interazione fra i soggetti coinvolti

SI TAVOLO PESI REGIONALI SULLA QUALITA‟ della VITA

Nei primi mesi del 2011 il Valutatore ha pianificato le attività di rilevazione di dati primari per il biennio 2011-

2012 in modo da restituire le prime elaborazioni ed analisi per l‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione

intermedia.

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Nella tabella seguente sono aggiornate per Asse/Misura/tematica le attività che sono state eseguite nel

biennio 2011 e si stanno concludendo nel corso 2012, in vista dell‟Aggiornamento del Rapporto di

Valutazione intermedia.

Tab.2: Pianificazione delle attività per la rilevazione di dati di natura primaria

Asse/Misura/Tematica Strumenti Universo Numerosità

universo Numerosità campione

Anno di indagine

ASSE 1

Misura 111 Indagine diretta Partecipanti ai corsi Da ricostruire 2012

Misura 112 Indagine diretta (pre-post)

Beneficiari con progetti conclusi al 31.12.2010

116 34 2011-2012

Misura 114 Indagine diretta In sinergia con PGA 89 18 2012

Misura 121 Indagine diretta (pre-post)

Beneficiari con progetti conclusi al 31.12.2010

182 51 2011-2012

Misura 123 Indagine diretta (pre-post)

Beneficiari con progetti conclusi al 31.12.2010

Az. A- 15 Az. B- 18

Az. A 15 Az. B 12

2011-2012

Misura 125 Indagine diretta

Beneficiari ammessi a finanziamento

62 12 2012

Misura 132 Indagine diretta

Beneficiari Misure 112 e 121 Su campione 112 e 121

2012

Misura 133 Indagine diretta All‟interno dei PIF Da definire Da definire

Approfondimento tematico agroalimentare

Indagine diretta Misure 121 e 123 Da definire Da definire 2012

2012

Approfondimento tematico PIF

Indagine diretta Capofila PIF 22 22 2011-2012

ASSE 2

211-212 Casi studio 2012

214 Indagine diretta (fattaule-controfattuale)

Azioni finalizzate al miglioramento della biodiversità

Territori pilota sotto impegno Territori controfattuali

100 2012

213-224 Interviste e focus group con testimoni privilegiati 2012

221-223 Interviste a testimoni privilegiati 2012

226-227 Casi studio 2012

ASSE 3 e ASSE 4

Misura 311 Indagine diretta Progetti ammessi a finanziamento al 31.12.2010

112 22 2012

Qualità della vita Testimoni privilegiati 2012

Approfodnimento tematico Progettazione integrata territoriale

Testimoni privilegiati (responsabili regionali) e capofila dei PI

PIT selezionate Da Definire 2012

Asse Leader Caso Studio su Organizzazione A.dG per la supervisione dell‟attività dei GAL 2011-2012

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5. ATTIVITÀ DI MESSA IN RETE DELLE PERSONE COINVOLTE NELLE ATTIVITÀ DI

VALUTAZIONE

Come previsto dal documento tecnico redatto dalla RRN20 questa parte fornisce una descrizione delle azioni

di capacity building (formazioni, seminari,...) svolte dal valutatore indipendente con lo scopo di diffondere e

condividere la cultura della valutazione, nonché con altri soggetti coinvolti nella governance del processo

valutativo (steering group, nuclei di valutazione) al fine di rilevare fabbisogni di valutazione e armonizzare il

piano di valutazione al fine di soddisfare la domanda di valutazione emersa.

Rispetto a quest‟ultimo punto, cioè l‟armonizzazione e il miglioramento del piano di valutazione in base ai

fabbisogni dichiarati dagli stakeholders della valutazione, il Valutatore ha realizzato o preso parte a numerosi

incontri/tavoli tecnici di seguito riportati in ordine cronologico.

21 febbraio 2011 (presso la sede della Regione Lazio) partecipazione alla riunione tecnica sull‟Asse Leader

convocata dalla Regione alla quale hanno preso parte i GAL e rappresentanti dell‟OP nazionale AGEA.

22 e 24 febbraio 2011, (presso la sede della Regione Lazio) 3 tavoli tecnici: Asse 1 e Asse 2 e un unico

tavolo per l‟Asse 3 e l‟Asse 4. Nei tavoli tecnici si è discusso degli approfondimenti tematici, delle singole

misure del PSR Lazio in modo da poter pianificare le attività di valutazione.

28 febbraio 2011 (Viterbo – Palazzo Valentini) partecipazione ad un convegno sull'Asse IV Leader

2007/2013, dal titolo "Lo sviluppo locale attraverso i GAL", con i seguenti interventi tecnici:

- "Il ruolo e le attività della RRN - TF Leader", relatore RRN

- "L'approccio Leader nella Regione Lazio", relatore Direzione Regionale Agricoltura

- "Il ruolo dei GAL nella nuova programmazione", relatore Coordinamento dei GAL del Lazio

- "La programmazione dal basso nel viterbese", relatore partenariato locale.

2 marzo 2011 presso la sede della Regione Lazio) riunione di coordinamento AdG (Gruppo monitoraggio e

valutazione) Valutatore per presentare i risultati degli incontri e definire il Piano delle attività valutative in

vista dell'Aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia.

21 marzo 2011 (presso la sede della Regione Lazio) riunione tecnica AdG-LAIT-Valutatore per il

trasferimento dei dati secondari presenti nei sistemi informativi regionali (Anagrafe aziendale e Sistam

informativo PSR).

1 aprile 2011 (presso la sede della Regione Lazio) presentazione ai funzionari regionali una prima bozza

del questionario da sottoporre ai soggetti capofila dei progetti di filiera finanziati (22); sono state condivise le

modalità di presentazione dell‟intervista (metodologia face to face) e stabiliti i successivi step di lavoro.

il 18 ottobre 2011 presso la sede del Mipaaf riunione di coordinamento con AdG e Valutatori per analizzare

le osservazioni ai Rapporti di Valutazione intermedia.

3 novembre 2011 (presso la sede della Regione Lazio) una riunione di coordinamento AdG (Gruppo

monitoraggio e valutazione) Valutatore per confrontarsi sullo stato dell‟arte della Valutazione in vista

dell‟incontro bilaterale con la Commissione.

il 29 novembre 2011 (presso al sede della Regione Lazio) una riunione di coordinamento AdG (Gruppo

monitoraggio e valutazione) Valutatore per confrontarsi sullo stato dell‟arte del Rapporto di Valutazione

intermedia e sulla sua conformità alle richieste provenienti dalla DG Agri.

20 “Note sulla struttura e gli elementi delle relazioni annuali di esecuzioni” (Aprile 2010/Marzo 2011) Documenti realizzati nell'ambito

della Rete Rurale Nazionale - Task force Monitoraggio e Valutazione

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6. DIFFICOLTÀ INCONTRATE E NECESSITÀ DI LAVORI SUPPLEMENTARI

Di seguito sono evidenziati gli elementi che hanno necessitato o necessitano di un ulteriore approfondimento

al fine di garantire un pieno espletamento del mandato valutativo.

La criticità emersa in corso d‟opera riguarda l‟approfondimento tematico previsto sulla efficacia dell‟azione di

comunicazione e informazione posta in essere dall‟A.d.G, con l‟implementazione del Piano di Comunicazione.

L‟Autorità di Gestione ha previsto la predisposizione di uno specifico “Piano degli interventi” nel quale

individuare le attività da realizzare nell‟ambito dell‟assistenza tecnica per l‟intero periodo di programmazione

2007-2013. All‟interno del Piano degli interventi per l‟ambito “Informazione e Pubblicità” prevede

un‟articolazione in tre Azioni così definite:

- “Misure di informazione rivolte ai potenziali beneficiari”;

- “Misure di informazione rivolte ai beneficiari”;

- “Misure di informazione rivolte al pubblico”.

Su tale ambito è attribuita una dotazione finanziaria per l‟intero periodo di programmazione pari al a

3.696.559,00 euro (IVA esclusa).

Con la Determinazione n. C1864 del 08 agosto 2008, per l‟esercizio finanziario 2009, l‟A.d.G ha indetto una

gara per l‟affidamento dei servizi di assistenza tecnica inerenti il Piano di Comunicazione del Programma di

Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 della Regione Lazio per un importo di circa 900.00 euro. Oggetto del

servizio in affidamento era di realizzare attività di informazione e comunicazione aventi l‟obiettivo di

informare il pubblico, i potenziali beneficiari ed i beneficiari di contributo comunitario, dell‟adozione del

PSR, dei relativi aggiornamenti, dei principali esiti del programma in modo da assicurare la trasparenza e

l‟efficacia degli interventi.

Nello specifico le azioni di comunicazione dovevano essere rivolte a:

far conoscere a tutti i potenziali beneficiari le finalità e le opportunità offerte dal PSR e le modalità

per accedervi in modo da favorire la maggior partecipazione;

garantire la trasparenza nell‟utilizzo delle risorse pubbliche attraverso la diffusione chiara delle

informazioni;

comunicare efficacemente all‟opinione pubblica le finalità politiche e strategiche che si intendono

conseguire attraverso gli interventi previsti nel PSR.

Questo ultimo aspetto assumeva importanza alla luce di molti dei contenuti del PSR che hanno una ricaduta

di interesse generale. Con Determinazione N. C0791 del 02/04/2009 la gara veniva aggiudicata dalla Ditta

Pomilio Blumm S.r.l.

Con una successiva Determinazioni del 2009/2010/2011, l‟AdG ha approvato i successivi Piani di intervento,

in cui ARSIAL è stato la struttura responsabile dell‟attuazione delle Attività di informazione e pubblicità del

PSR.

Per quanto riguarda le attività di valutazione del PSR, nella definizioni dei vincoli contrattuali del servizio di

valutazione, La Regione ha previsto la realizzazione di indagini dirette su un campione composto da almeno

10.000 soggetti tra beneficiari e non beneficiari, ai quali somministrare un questionario attraverso indagine

postale.

La rilevazione delle grado di soddisfazione e del livello di conoscenza del PSR rappresenta uno degli elementi

indispensabili per verificare l‟efficacia delle azioni di informazione e comunicazione all‟interno del Rapporto

tematico sulla Comunicazione e Informazione.

Dal punto di vista metodologico tuttavia, il Valutatore ritiene che l‟indagine postale non sia lo strumento più

idoneo per valutare l‟efficacia della comunicazione per i seguenti motivi:

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pag. 104

A. Le indagini postali hanno un tasso di risposta molto basso, intorno al 5%, su 10.000 soggetti

individuati le risposte sarebbe limitate nella migliore delle ipotesi a 500 casi;

B. vi è una sorta di autoselezione nelle risposte, di solito chi decide di rispondere ad un questionario

postale ha qualche forte motivazione, vengono quindi spesso sovrastimate le posizioni estreme e

sottostimate quelle considerate nella norma;

C. le informazioni così raccolte non sarebbero dunque rappresentative dei tre universi indagati:

beneficiari, potenziali beneficiari, pubblico.

Il Valutatore pertanto ritiene più idoneo seguire un percorso alternativo che garantisce una più alta

rappresentatività dei dati raccolti rispetto all‟obiettivo dell‟indagine e propone il seguente approccio:

per i beneficiari del PSR in ogni questionario è prevista una sezione specifica sulla modalità

attraverso cui si è venuti a conoscenza del PSR e sugli obiettivi del FEASR. La proposta del

valutatore è pertanto di valorizzare l‟informazione che via via sta già raccogliendo su campioni

rappresentativi dei beneficiari, stimabili già da ora in più di 1.000 unità (ben oltre i 500 da indagine

postale che riguardano però anche i non beneficiari e il pubblico);

per i potenziali beneficiari e il pubblico realizzare interviste CATI (Computer assisted telephone

interviewing) su un campione di almeno 500 soggetti rappresentativi dei due universi.

A tale scopo, il Valutatore dovrà entrare in possesso di liste che consentano di estrarre casualmente i

campioni suddetti (per i potenziali beneficiari e per il pubblico).

L‟A.d.G al momento sta analizzando la proposta del Valutatore per verificare la sua congruità rispetto agli

obiettivi conoscitivi che l‟Amministrazione si è posta.

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pag. 105

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pag. 106

ALLEGATO I. QUANTIFICAZIONE INDICATORI DI RISULTATO

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pag. 107

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. i

La funzione degli Indicatori comuni di Risultato definiti nel QCMV (Allegato VIII Reg.CE 1974/2006) è di

“misurare gli effetti diretti e immediati dell‟intervento e fornendo informazioni sui cambiamenti riguardanti,

ad esempio, il comportamento, la capacità o il rendimento dei diretti beneficiari” (Manuale del QCMV).

Diversamente dagli Indicatori di Prodotto che “misurano le attività realizzate direttamente nell‟ambito dei

programmi…” l‟oggetto di “misurazione” sono pertanto gli effetti conseguenti/derivanti dalla realizzazione

degli interventi stessi.

Nell‟ambito di tale finalità generale, i n.12 Indicatori di Risultato comuni definiti nel QCMV presentano

eterogenee caratteristiche tecniche (es. variabile utilizzata) specifiche finalità conoscitive e pertanto

differenziate possibili/modalità di calcolo. Questo determina anche una certa complessità e vera e propria

incertezza nella individuazione dei dati da considerare ed elaborare e nella stessa definizione operativa

dell‟indicatore, rispetto alla quale le schede tecniche del Manuale del QCMV appaiono per alcuni aspetti

insufficienti.

In assenza di più precisi orientamenti comuni di fonte comunitaria e nazionale – essenziali per poter

assicurare i requisiti di comparabilità degli Indicatori tra i diversi PSR regionali - di seguito sono esplicitati gli

approcci metodologici seguiti dal Valutatore in condivisione con l‟AdG per la loro stima attuale.

Di seguito sono stati quantificati gli indicatori di risultato solo per le misure che hanno registrato la

manifestazione di effetti dalla conclusione di progetti. Rispetto all‟ anno precedente, il Valutatore di concerto

con l‟Autorità di Gestione ha scelto di non fornire stime indicative (per lo più attraverso approcci parametrici)

sull‟andamento dei risultati e degli impatti dal momento che sono in corso rilevazioni puntuali dei dati

attraverso indagini primarie (indagini campionarie) sui beneficiari del PSR. Pertanto, dal momento che le

indagini sono in corso, il Valutatore restituirà le informazioni sugli indicatori comuni di risultato nel corso dei

prossimi rapporti di valutazione.

Tale tipo di approccio viene applicato per gli indicatori R.2, R4, R.7 e R.8 la cui stima, in accordo con quanto

indicato nella scheda di Indicatore del QCMV e specificato nel WP “Monitoring-related questions result

indicators” (marzo 2010) dovrà essere realizzata circa due anni dopo la loro realizzazione (N+2) in base alla

elaborazione di dati primari raccolti attraverso le previste indagini campionarie. Considerando lo stato di

avanzamento delle Misure potenzialmente interessate, tale condizione (N+2) si è verificata solo per i nuovi

interventi conclusi nel 2010. Pertanto, in assenza di una rilevazione puntuale su quest‟ultimi, il valore

dell‟Indicatore inserito nella Tabella comune è “0”.

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pag. ii

R.1 Numero di partecipanti che hanno terminato con successo una formazione in materia

agricola e/o forestale

Attraverso l‟indicatore di risultato R.1 viene definito il numero di partecipanti che ha terminato con esito

positivo un percorso formativo nel settore agricolo, forestale e alimentare. Le disaggregazioni previste dal

Manuale del QCMV per l‟indicatore riguardano il genere (maschile/femminile), la classe di età, il risultato

conseguito e la tipologia (classificazione) dei partecipanti per settore di appartenenza (agricolo, forestale e

alimentare). I Data Base forniti dalla Regione al Valutatore non consentono tali disaggregazioni del dato.

Le attività di formazione in materia agricola e/o forestale sono state realizzate mediante le azioni 1a

“Formazione” e 1b “Tutoraggio aziendale (Interventi di formazione individuale in azienda)” della Misura 111

“Azioni nel campo della formazione professionale e dell‟informazione”. L‟azione 2 “Informazione e

aggiornamento in campo agricolo, forestale ed agroalimentare” non risulta attivata.

Azioni correlate Risultato 2007-

2011 (a) Target 2007-2013

(b) Tasso di esecuzione

(a)/(b)

Azione 1a - Formazione 287 2.641 10,9%

Azione 1b - Tutoraggio 22 341 6,5%

Azione 1a - Formazione e Azione 1b - Tutoraggio 309 2.982 10,4%

Totale (Indicatore di risultato R.1) 309 14.121 2,2%

Fonte: Regione Lazio DWH Monitoraggio integrato con Data Base di Misura

Il numero di partecipanti che hanno terminato con successo una formazione in materia agricola e/o forestale

nell‟ambito delle attività promosse dall‟azione 1a “Formazione”, sono stati determinati utilizzando le

informazioni relative alle persone fisiche che hanno partecipato ad un percorso di formazione promosso

nell‟ambito della stessa azione, archiviate nel Data Base di monitoraggio fornito dal Responsabile di Misura.

In questo sono infatti riportati i partecipanti che hanno superato con esito positivo l‟esame finale al quale

sono stati sottoposti al termine del corso frequentato.

Il numero di partecipanti con successo agli interventi di formazione individuale in azienda (azione 1b) sono

stati determinati utilizzando i dati contenuti nel DHW di monitoraggio fornito al Valutatore dall‟ ”Area

Coordinamento e Programmazione Comunitaria” della Regione Lazio, estrapolandoli dalle domande ammesse

a finanziamento afferenti la Misura 112 “Insediamento di giovani agricoltori” attivata nell‟ambito del

Pacchetto Giovani (PG); questo in quanto risulta che l‟attività di tutoraggio alla data attuale presenta

domande ammesse a finanziamento e finanziate al 31/12/2011 solo nell‟ambito della Misura 112 PG. Tra i

partecipanti alle attività di tutoraggio sono stati considerati “formati con successo” e quindi validi ai fini della

quantificazione dell‟R.1 quelli che risultano avere al 31/12/2011 un decreto di finanziamento (saldo) che

“certifica” il completamento dell‟attività di formazione individuale in azienda.

Per le due azioni considerate, la misurazione degli indicatori è stata effettuata al netto di doppi conteggi

dovuti alla partecipazione dello stesso allievo a più corsi di formazione.

I partecipanti che hanno terminato con successo una formazione (individuale e/o collettiva) in materia

agricola e/o forestale sono complessivamente 309 e rappresentano il 69% del totale dei partecipanti agli

interventi realizzati nell‟ambito delle azioni 1a (Formazione) e 1b (Tutoraggio). In particolare per quanto

riguarda l‟azione 1a l‟incidenza dei formati con successo rispetto ai partecipanti totali è pari al 78,8%(21). Per

ciò che attiene l‟azione 1b la stessa incidenza scende al 22,4%; nel caso specifico però bisogna tenere conto

del fatto che le 98 domande ammesse a finanziamento potranno concludere l‟intervento di tutoraggio in una

data successiva al 31/12/2011.

21

In questo caso non è stato possibile eliminare i doppi conteggi in quanto all‟attualità al valutatore è stato fornito un Data Base “per

formato” solo per i partecipanti con successo e non per i partecipanti totali per i quali si dispone del solo dato aggregato.

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pag. iii

Circa il 20% dei partecipanti con successo è stato formato attraverso l‟implementazione della Misura 111

nell‟ambito dei PIF; quasi il 73% nell‟ambito della singola attivazione della misura e quasi il 7% nell‟ambito

della formazione individuale in azienda (tutoraggio). Quindi possiamo concludere che il 93% dei formati con

successo ha partecipato ad iniziative di formazione collettiva realizzate nell‟ambito dell‟azione 1a

“formazione”.

Per quanto attiene il tasso di esecuzione, la Misura 111 ha raggiunto solamente il 2,2% rispetto a quanto

previsto in sede di programmazione(22); il dato viene ridimensionato se si considera esclusivamente il target

prefissato per le due azioni 1a e 1b raggiungendo in questo caso valori rispettivamente pari al 10,9% e al

6,5%. Considerando il risultato aggregato (n. 309 partecipanti che hanno terminato con successo una

formazione in materia agricola e/o forestale) viene raggiunto il 10,4% del valore obiettivo delle azioni 1a e

1b.

Ipotizzando infine che ciascun partecipante sia legato esclusivamente ad una sola azienda agricola, si può

affermare che il PSR attraverso gli interventi di formazione e di tutoraggio promossi dalle azioni 1a e 1b della

Misura 111 ha raggiunto lo 0,7 % delle imprese agricole attive nella Regione Lazio registrate alla CCIAA

nell‟anno 2011.

R2. Aumento del valore aggiunto lordo nelle aziende beneficiarie

Considerando lo stato di avanzamento delle Misure potenzialmente interessate, tale condizione (N+2) ancora

non si è ancora verificata per gli interventi conclusi nel 2010. Nella valutazione del risultato, infatti, si deve

considerare lo scarto temporale tra la spesa per la realizzazione dell‟investimento e la manifestazione degli

effetti degli interventi sul risultato economico del beneficiario. In altre parole, i risultati ottenuti nell‟anno di

riferimento possono non essere direttamente proporzionali ai pagamenti effettuati, per cui il rapporto di

proporzionalità tra pagamenti erogati e risultati ottenuti potrà essere valutato correttamente solo dopo la

fine del programma.

Tuttavia, al fine di fornire una stima delle performance economiche delle aziende beneficiarie, nell‟anno 2011

è stata realizzata un‟indagine presso un campione di n. 34 aziende beneficiarie del pacchetto giovani,

rappresentativo quindi dei beneficiari che hanno concluso gli investimenti (presentato domanda di saldo) nel

2010. Il risultato riportato nella tabella è relativo a n. 116 aziende agricole (6% del totale degli insediamenti

previsti) che hanno concluso gli investimenti e richiesto il saldo entro il 2010 per le misure 112, 114 e 121.

Complessivamente il pacchetto giovani ha generato un accrescimento totale di valore aggiunto pari a €

1.620.119 (1,3% del valore target dell‟indicatore R2).

Misure correlate

Valore aggiunto nelle aziende beneficiarie (‘000 euro)

Settore agricolo Industria dei

prodotti alimentari Silvicoltura TOTALE

Insediamento giovani agricoltori 423

423

Prepensionamento

Utilizzo servizi di consulenza 15

15

Introduzione di servizi di sostituzione, assistenza e consulenza nella gestione

delle aziende agricole

Ammodernamento nelle aziende agricole 1182

1182

Migliore valorizzazione economica delle foreste

Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali

Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e nuove tecnologie

nei settori agricolo, alimentare e forestale

22 Va comunque evidenziato che alla quantificazione del target contribuisce in modo predominante il valore attribuito all‟azione 2 la quale, come ricordato, non è stata attivata.

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pag. iv

Misure correlate

Valore aggiunto nelle aziende beneficiarie (‘000 euro)

Settore agricolo Industria dei

prodotti alimentari Silvicoltura TOTALE

Miglioramento e sviluppo dell‟infrastruttura in parallelo con lo sviluppo e

l‟adeguamento dell‟agricoltura e silvicoltura

Sostegno agli agricoltori per conformarsi ai rigorosi requisisti prescritti dalla

normativa comunitaria

TOTALE 1620

1620

Il QCMV richiede la misurazione dell‟indicatore di risultato a livello di singola misura. A riguardo, si precisa

che è stata considerata la quota parte dell‟incremento complessivo di valore aggiunto lordo rispettivamente

attribuibile alle tre misure, sulla base dell‟incidenza di ognuna sul volume totale d‟investimento del piano di

sviluppo aziendale. Nella tabella successiva si riporta il valore dell‟indicatore R2 quantificato a livello di

singola misura, il valore target totale dell‟indicatore R2 per il periodo 2007-2013 e il grado di conseguimento

dell‟obiettivo (efficacia).

Misure correlate che registrano effetti Indicatore R2 (‘000 €)

112 Insediamento giovani agricoltori 423

121 Ammodernamento delle aziende agricole 1182

114 Consulenza aziendale 15

Risultato al 31.12.2011 1620

Target 2007 – 2013 127646

Efficacia 1,3%

R3. Numero di aziende che hanno introdotto nuovi prodotti e/o nuove tecniche

L‟indicatore misura la diffusione delle innovazioni di processo e di prodotto nelle imprese agricole, agroindustriali e forestali beneficiarie del sostegno. A seconda della finalità gli investimenti innovativi delle

imprese sono distinti in “nuove tecniche” e “nuovi prodotti”.

Le misure del PSR correlate all‟indicatore sono: 121 – Ammodernamento delle aziende agricole, 122 –

Accrescimento del valore economico delle foreste, 123 – Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti

agricoli e forestali, 124 – Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore agricolo, alimentare e forestale.

Misure correlate

Numero di aziende che hanno introdotto nuovi prodotti e/o tecniche

Aziende agricole Imprese

agroalimentari Aziende forestali

TOTALE Nuova tecnica

Nuovo prodotto

Nuova tecnica

Nuovo prodotto

Nuova tecnica

Nuovo prodotto

Ammodernamento nelle aziende agricole

384

384

Migliore valorizzazione economica delle foreste

Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali

12 12 24

Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e nuove tecnologie

nei settori agricolo, alimentare e forestale

TOTALE 384 12 12 408

Il numero totale di aziende che hanno introdotto nuovi prodotti e/o tecniche (indicatore R3) è pari a 408 (22% del valore target). Per la quantificazione dell‟indicatore di risultato è stata utilizzata l‟informazione,

ricavata dal data base fornito dalla Regione, relativa all‟attribuzione di punteggi di priorità connessi con

l‟introduzione di innovazioni per i progetti che hanno richiesto il saldo entro il 31.12.2011.

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pag. v

Per la misura 121 sono state considerate tutte le aziende che hanno presentato richiesta di saldo a cui viene

assegnato il punteggio per i seguenti criteri di priorità, tutti relativi a nuove tecniche: introduzione di

macchine ed attrezzature innovative per le lavorazione minime del suolo agrario; specializzazione e innovazione dei mezzi e dell'impianto nel processo produttivo; specializzazione e innovazione dei mezzi e

interventi programmati; specializzazione e innovazione dei mezzi e interventi programmati nel processo produttivo; specializzazione e innovazione dei mezzi, stoccaggio del prodotto, gestione della qualità nel

processo produttivo.

La misura 122 è stata attivata nel 2009 e, delle 5 domande acquisite, ne risultavano ammesse a

finanziamento due. Al 31.12.2011 entrambe risultano revocate.

Per la misura 123 sono state considerate tutte le imprese agroalimentari e forestali che hanno presentato domanda di saldo e a cui è stato assegnato il punteggio relativo al criterio di priorità “introduzione di

innovazioni di prodotto e di processo”. Per queste imprese, quindi, non è stato possibile disaggregare l‟indicatore tra “nuova tecnica” e “nuovo prodotto” che, nella tabella, è stato assegnato, per analogia con la

misura 121, alla colonna “nuova tecnica”.

Per quanto concerne la misura 124, complessivamente, con il bando attivato nell‟ambito dei PIF, sono stati avviati 23 progetti integrati che includono altrettanti progetti di cooperazione per lo sviluppo di nuovi

prodotti, processi e nuove tecnologie nei settori agricolo, alimentare e forestale con il coinvolgimento di beneficiari che coinvolgono – a loro volta – ulteriori imprese (agricole, alimentari e forestali) interessate alla

sperimentazione pre-competitiva. Il risultato ovviamente si riferisce ad attività di sperimentazione già concluse, per cui essendo i progetti in corso di realizzazione non è ancora possibile documentare il numero di

imprese che hanno partecipato, in via definitiva, alle attività di introduzione di nuovi prodotti o processi

produttivi.

Il risultato, quindi, è riferito unicamente alle operazioni completate nell‟ambito delle misure 121 e 123,

mentre per le misure 122 e 124 non si registrano progetti conclusi.

Per quanto riguarda la misura 121 complessivamente, al 31.12.2011 risultano conclusi gli investimenti per

384 aziende che hanno ricevuto il punteggio sui suddetti criteri (52% delle aziende saldate) e che quindi

introducono innovazioni.

Il pacchetto giovani è uno strumento in grado di indirizzare gli interventi finanziati verso l‟introduzione di

innovazioni in azienda. Per la verifica dell‟introduzione delle innovazioni è stata utilizzata una specifica sezione del questionario sottoposto ad un campione di aziende beneficiarie del pacchetto giovani. Le

informazioni rilevate sono relative ad un campione di 34 beneficiari che ha concluso gli interventi nell‟anno 2010, e che rappresentano complessivamente 116 aziende agricole che nello stesso periodo hanno concluso

gli investimenti.

Dall‟indagine è risultato che le aziende agricole

beneficiarie del pacchetto giovani che a seguito degli

investimenti realizzati hanno

introdotto nuovi prodotti e/o nuove tecniche sono pari al

21% dell‟universo di riferimento. Tale incidenza

percentuale è superiore a

quella stimata in fase di definizione dei valori target

(21% vs 10%). L‟introduzione di nuove

tecniche ha interessato il 15% delle aziende campione

con effetti soprattutto sulla meccanizzazione delle operazioni colturali. La realizzazione di nuove produzioni

interessa il 6% dei beneficiari intervistati e riguarda prevalentemente la modifica della produzione aziendale.

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pag. vi

Infine una specifica domanda del questionario proposto ai beneficiari del pacchetto giovani ha riguardato gli

effetti delle innovazioni introdotte: ai beneficiari è stato chiesto di valutare, con un voto da 1 a 5, le

conseguenze dell‟innovazione introdotta su diversi aspetti dell‟attività aziendale. L‟analisi dei dati riportata nel grafico, rileva che, i vantaggi maggiori sono ottenuti rispetto alla riduzione dei costi e alla razionalizzazione

dell‟uso dei mezzi produttivi con votazioni mediamente superiori a 3.

Per la misura 123, le informazioni inerenti l‟innovazione di prodotto e di processo sono state reperite nel

sistema di monitoraggio sulla base delle risultanze dell‟applicazione dei criteri di selezione alle domande che hanno concluso gli interventi. Il punteggio relativo alla priorità “introduzione di innovazioni di prodotto e di

processo” è stato attribuito quando il progetto prevedeva la realizzazione di interventi destinati alla creazione

di nuovi prodotti o per interventi nel campo della ICT, nel caso in cui detti interventi fossero prevalenti, in termini economici, rispetto al costo totale dell'operazione.

Le imprese che hanno concluso i progetti con investimenti in innovazioni (di prodotto e di processo) sono 24, su un totale di 51 iniziative progettuali concluse (47% del totale). Il programma, quindi, è riuscito a

finanziarie imprese con una elevata propensione ad innovare le proprie strutture produttive.

I risultati dovranno essere approfonditi sulla base delle informazioni quali - quantitative reperite in sede di indagine campionaria che ci consentiranno di confermare o ridimensionare quanto emerso dall‟elaborazione

di fonti di natura secondaria.

Per quanto concerne la misura 124, gli specifici approfondimenti condotti sui progetti integrati di filiera

hanno rilevato il numero di imprese coinvolte nelle sperimentazioni direttamente (n. 38 beneficiari diretti) o

come destinatarie dei servizi promossi attraverso l‟innovazione (n. 346). Le informazioni di dettaglio e gli

approfondimenti in merito alle ricadute delle innovazioni sul sistema competitivo regionale dovranno essere

ponderate e verificate attraverso fonti aggiornate, rispetto all‟effettivo stato di attuazione dei progetti e

successivamente alla conclusione delle operazioni stesse. A questa stregua risultano necessarie sia una

verifica del dimensionamento dei dati quantitativi, sia una riflessione qualitativa in seno all‟approfondimento

tematico sulla progettazione integrata di filiera.

R4. Valore della produzione agricola soggetta a marchi/norme di qualità riconosciuti.

Contribuiscono all‟ottenimento dell‟indicatore di risultato le misure 132 – Sostegno agli agricoltori che

partecipano ai sistemi di qualità agroalimentare, e 133 – Attività di informazione e promozione

agroalimentare. Le misure contengono l‟elenco dettagliato dei prodotti regionali riconosciuti dai sistemi

qualità comunitari, nazionali che possono beneficiare degli aiuti.

Per la misura 132, risultano n. 38 aziende finanziate come domanda singola, n. 46 aziende nell‟ambito dei

progetti integrati di filiera e n. 73 aziende con il Pacchetto giovani. Il dato complessivo, pari a 157 iniziative

ammesse, è pari solamente al 3,9% rispetto al valore target di fine periodo (4000 adesioni), rimarcando

anche nel 2011 il ridottissimo interesse verso la misura da parte delle imprese. I progetti relativi alla Misura

133 sono stati approvati nell‟ambito della progettazione integrata di filiera sono n. 13, quelli relativi

all‟approccio singolo sono n. 5. I progetti sono in corso di esecuzione. Le stime effettuate lo scorso anno per

l‟indicatore di risultato sono confermate, non essendo stati registrati incrementi significativi nel numero di

adesioni alla misura 132, né la conclusione di progetti nell‟ambito della misura 133.

L‟indicatore di risultato è riferito al valore totale di vendita delle produzioni agricole relative ai

marchi/standard di qualità riconosciuti a livello europeo o nell‟ambito dei paesi membri. Sulla base di quanto

indicato nel manuale del QCMV, rientrano in questa categoria i sistemi di qualità riconosciuti dagli Stati e

nell‟ambito dei seguenti regolamenti comunitari:

Reg. CEE 2081/92 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine;

Reg. CEE 2082/92 relativo alle attestazioni di specificità dei prodotti agricoli ed alimentari;

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pag. vii

Reg. CEE 2092/91 relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli è alla indicazione di tale

metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari;

Titolo VI, sui vini di qualità prodotti in regioni determinate, del Reg. CE 1493/1999 relativo

all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo.

La normativa di riferimento è stata modificata sostanzialmente, nel corso degli ultimi anni, con l‟introduzione

del Reg. (CE) n. 834/2007 relativo alla produzione biologica e all‟etichettatura dei prodotti biologici, che

abroga il 2092/91, con il Reg. (CE) n. 510/2006, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche, nonché

delle denominazioni d‟origine dei prodotti agricoli alimentari, e con il Reg. (CE) n. 491/2009 che codifica il

sistema di classificazione dei prodotti vitivinicoli istituendo le DOP (denominazione di origine protetta), le IGP

(indicazione geografica protetta) e le menzioni tradizionali anche per i vini.

Le riflessioni maturate in ambito valutativo tengono in considerazione sia le esigenze descritte dal manuale

del QCMV, sia il quadro di evoluzione regolamentare. La tabella che segue illustra la ripartizione per tipologia

di sistema di qualità individuato dalle aziende che hanno aderito alla misura 132 all‟interno del pacchetto

giovani per cui è stato possibile rilevare il dettaglio relativo al sistema di qualità interessato.

Misura 132 – Operazioni relative al Pacchetto giovani ammesse per sistema di qualità alimentare

Sistema di qualità Numero operazioni

ammesse %

Biologico 59 80,8%

DOC 1 1,4%

DOP 6 8,2%

IGP 7 9,6%

Totale 73 100%

Fonte: Elaborazioni Agriconsulting su dati sistema di monitoraggio

Si tratta, prevalentemente, di iniziative relative all‟adesione al sistema di certificazione biologico, che

rappresenta oltre l‟80% delle adesioni complessive. I settori preponderanti sono l‟ortofrutta con circa il 39%

delle iniziative e il settore oleario con circa il 26% delle adesioni.

Per la Misura 133 sono state approvate n. 18 iniziative di promozione dei sistemi di qualità alimentare (n. 13

nell‟ambito PIF e n. 5 come domande singole). Nella tabella seguente è riportato il dettagli delle iniziative

ammesse per comparto produttivo interessato, il numero più alto di progetti ammessi si riferisce a sistemi di

qualità nel settore oleario.

Misura 133 - Progetti di promozione di sistemi di qualità ammessi per comparto produttivo

Settore/Comparto Numero domande

ammesse

Biologico 2

Vitivinicolo a marchio 5

Caseario a marchio DOP 2

Oleario a marchio 6

Ortofrutta a marchio 1

Carni a marchio 2

Fonte: Elaborazioni Agriconsulting su dati sistema di monitoraggio

Per la valorizzazione dell‟indicatore R4, è necessario fare riferimento ai dati di natura economica relativi ai

livelli di produzione dei prodotti oggetto degli interventi. Attualmente non si dispone dei dati specifici relativi

all‟incremento/decremento del valore delle produzioni interessate agli interventi sulle due misure.

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pag. viii

Occorrerà strutturare un‟analisi specifica da condurre, ad un livello più avanzato, con delle misurazioni e

stime su dati relativi alle produzioni, in seguito alla conclusione degli interventi (della misura 133 in

particolare) per valutare il raggiungimento dei target.

Per la valorizzazione dell‟indicatore, non disponendo attualmente dei dati di fatturato relativi ai soggetti

beneficiari, sono stati presi in considerazione, per una stima generale delle dinamiche economiche relative, i

dati del Rapporto sulle produzioni a denominazione d‟origine e ad indicazione geografica (DOP-IGP,

Regolamento CE n. 510/2006) dell‟ISMEA 2011.

Lazio – Fatturato alla produzione delle DOP e IGP nella regione nel triennio 2008-2010 (milioni di euro)

2008 2009 2010 Var. %

2010/2009 Peso % 2010 sul totale nazionale

40,9 46,1 46,8 1,6 0,8

Fonte: ISMEA 2011

Nel 2010, la regione Lazi (preceduta da Emilia Romagna, Lombardia, Trentino

Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Campania, Piemonte, Sardegna e Toscana) con un fatturato di 40,9

milioni di Euro riferibili a un totale di 21 prodotti, di cui 11 DOP e 10 IGP registrati. Il fatturato delle

produzioni DOP e IGP regionali ha fatto registrare nell‟ultimo anno un aumento inferiore a quello degli anni

passati, risentendo degli effetti negativi della crisi congiunturale in atto.

Per quanto attiene le produzioni vitivinicole, la regione Lazio, con 31 marchi registrati è la settima regione in

Italia per numero di produzioni DOC/DOCG/IGT. Complessivamente le produzioni vitivinicole regionali a

marchio fanno registrare dei trend negativi a causa di una riduzione sostanziale, dal 2009 al 2010, dei volumi

prodotti (-47,62% per le produzioni DOC/DOCG).

A fronte di tale riduzione nei quantitativi, si registra una lievissima crescita dei fatturati complessivi del

settore (0,2% in più dal 2009 al 2010). Ad un livello di maggiore dettaglio si riducono le produzioni DOC

Castelli Romani (passando da 202.000 hl prodotti nel 2007 a 167.000 nel 2009), Colli Albani (passando da

43.000 hl nel 2007 a 34.000 hl nel 2009) e Frascati (da 128.000 hl del 2007 a 114.000 hl del 2009).

Lazio – Produzioni vitivinicole regionali nel triennio 2008-2010 (milioni di euro)

Produzioni 2008 2009 2010 2010/2009

DOC/DOCG (migliaia di Hl) 889 903 473 - 47,62%

IGT (migliaia di Hl) 324 308 214 - 30,52%

Valore della produzione regionale di vino (milioni di EUR)

60,9 58,3 58,4 0,20%

Fonte: Istat 2011

Per la valorizzazione futura dell‟indicatore di risultato occorrerà tenere conto sia del trend in crescita

marginale del valore delle produzioni, sia degli effetti negativi della congiuntura che tendono ad abbattere gli

effetti incentivanti della misura 132 e gli impatti comunicativi/informativi sul target della misura 133.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. ix

R.6 – Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio, che ha contribuito con

successo: a) alla biodiversità ecc…..

Di seguito sono illustrati i risultati delle elaborazioni svolte dal Valutatore aventi per oggetto le superfici agricole e

forestali regionali interessate nel 2011 dagli interventi realizzati nell'ambito dell'Asse 2 del PSR e finalizzate alla

stima dell'Indicatore comune di Risultato n.6 previsto dal QCMV.

L‟indicatore comune esprime i risultati del Programma in termini di estensione della superficie agricola o

forestale sottoposta, a seguito degli impegni o interventi oggetto di sostegno nell'ambito delle misure dell'asse, ad una gestione ritenuta favorevole (efficace) rispetto alle finalità definite nell‟indicatore stesso.

Queste ultime in larga misura corrispondono agli obiettivi specifici/prioritari assegnati alle misure dell‟asse 2 nel PSR della Regione Lazio: la salvaguardia della biodiversità nei territori rurali (diversità genetica, delle

specie e degli ecosistemi) e in particolare la tutela e lo sviluppo di sistemi agricoli e forestali ad “elevata

valenza naturale”, la conservazione della biodiversità e la tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale.

Si evidenziano alcuni aspetti caratterizzanti l‟indicatore, dei quali è necessario tener conto nella sua

quantificazione e nel suo uso a fini valutativi:

L‟unità di misura utilizzata (ettari di superficie) e il suo riferirsi al concetto di "gestione del territorio" rendono

l'indicatore particolarmente idoneo per la valutazione dei risultati delle Misure 211, 212, 213, 214, le quali

prevedono, infatti, l‟assunzione di impegni di tipo tecnico-gestionale riferiti (così come i relativi pagamenti)

alla superficie agricola; in altri termini, per queste misure vi è una diretta corrispondenza tra natura

dell'intervento finanziato, la modalità di sua misurazione in termini realizzativi e la variabile usata

dall'indicatore per la stima dei risultati dell'intervento stesso ("superficie soggetta ad una gestione efficace

del territorio che ha contribuito con successo a…"). In questa stessa tipologia possono essere ricondotte

anche le misure di imboschimento (Misure 221, 223) le quali favoriscono cambiamenti nel tipo di uso del

suolo, potenzialmente favorevoli rispetto agli obiettivi ambientali e esprimibile anche in questo caso in

termini di superficie interessata. L‟indicatore è invece di più complessa utilizzazione nelle altre misure "ad

investimento" dell'Asse 2 (Misure 216, 226, 227) le quali pur determinando, ma a volte solo in forma

indiretta, miglioramenti nella gestione di aree forestali prevedono speso interventi puntuali non direttamente

quantificabili in termini di estensione di superfici forestali, come richiesto dall'indicatore comune.

Non sono considerate, ai fini del calcolo del presente indicatore la Misura 215 (benessere animale) e la

SottoMisura 214-8 (tutela della biodiversità animale) nelle quali l‟impegno è riferito (ed economicamente

quantificato) non in base ad una superficie bensì al numero di UBA.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. x

Tab.1: Superficie oggetto di impegno o intervento (SOI) per Misure/SottoMisura/Azione – situazione

dicembre 2011. Valori in ettari

Misura SOI tot

(ha) Sottomisura/Azione SOI (ha)

211 - Indennità a favore degli agricoltori nelle zone montane

38.453 38.453

212 - Indennità a favore degli agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane

7.422 7.422

213 – Indennità Natura 2000 328 328

214 - Pagamenti agroambientali 84.575

1 - Produzione integrata 1.403

2 - Agricoltura biologica 69.826

3 - Gestione del suolo 7.182

4 - Conversione dei seminativi in prati, prati pascoli e pascoli

1.252

5 - Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale

224

6 - Coltivazione a perdere 53

9 - Tutela della biodiversità agraria vegetale 213

11 - Conservazione ed incremento della sostanza organica

4.422

221 - Primo imboschimento dei terreni agricoli 2.987

1. Imboschimenti protettivi e multifunzionali con vincolo permanente

6

2. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo medio-lungo

74

3. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo breve

-

- Impegni assunti nelle precedenti programmazioni : 2080/92; H; 1609/89

2.907

224 - Indennità Natura 2000 865 865

226- Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi

260

1 – Prevenzione e riduzione del rischio di incendio

260 2 – Ricostituzione dei boschi danneggiati dagli incendi

3 – Ricostituzione di boschi danneggiati da calamità naturali

227 – Investimenti non produttivi 687

A – Investimenti intesi a valorizzare la pubblica utilità delle foreste

n.d.

B – Investimenti intesi alla valorizzazione ambientale delle foreste

687

La Tabella 2 riporta i cinque valori totali dell'Indicatore R6 (totali di colonna) ricavati dalla sommatoria delle

superfici agricole o forestali oggetto di intervento (SOI), nell'ambito delle diverse misure, sottomisure e

azioni, che si ritiene contribuiscano agli obiettivi ambientali definiti nello stesso indicatore (Tabella 3).

Si tenga conto che nella sommatoria per obiettivi sono esclusi i “doppi conteggi” derivanti dalla presenza,

sulla stessa superficie fisica, di impegni o interventi relativi a diverse misure, sottomisure o azioni. Ciò si

verifica in particolare nelle zone montane, tra la Misura 214 e la Misura 211. In questo caso si è scelto di

attribuire le superfici interessate contemporaneamente dalle due Misure (e individuate attraverso l‟incrocio

dei dati particellari ricavati dalle BD) esclusivamente alla Misura 214; pertanto la SOI della Misura 211

considerata ai fini del calcolo dell‟Indicatore R6 risulta inferiore (29.955 ettari) rispetto a quella oggetto di

sostegno attraverso l‟indennità (pari a 38.453 ettari, come indicato nella precedente Tabella 1).

I valori ottenuti sono confrontati, in primo luogo, con i rispettivi valori target definiti nella versione vigente

del PSR (Tabella 2) ricavandone indicazioni in merito alla efficacia degli interventi nel raggiungere gli obiettivi

programmatici.

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. xi

Tab. 2: Indicatore comune di Risultato n. 6, indici di efficacia al dicembre 2011. Valori in ettari

La Tabella 2 mostra come tutti gli obiettivi specifici di asse, espressi in termini di superficie, siano stati

complessivamente raggiunti. L‟indicatore di risultato n. 6 evidenzia come alcune componenti ambientali

risultino interessate dal PSR in misura nettamente superiore alle aspettative. In particolare per gli obiettivi di

tutela della biodiversità (R6-a) e di evitare la marginalizzazione delle terre (R6-e) sono stati raggiunti indici di

efficacia pari a 132% e 195% rispettivamente.

I buoni risultati raggiunti a livello di asse nascondono gli squilibri tra i risultati raggiunti a livello di sotto-asse

e ancor di più a livello di singole misure. Il marginale contributo delle misure di interesse forestale

all‟indicatore complessivo può essere in parte spiegato dall‟ammontare delle risorse finanziarie loro

assegnate, nettamente inferiori a quelle a disposizione per le misure agro-ambientali, nonché dalla

inadeguatezza dell‟indicatore a misurare gli effetti di talune misure, in particolare di quelle a investimento,

tuttavia, è doveroso chiarire come molte misure abbiano raggiunto, ad oggi, risultati decisamente inferiori

alle aspettative. Gli indici di efficacia ricalcolati per le sole misure forestali rispetto ai medesimi obiettivi di cui

sopra (R6-a; R6-e) sono pari a 27% e 12% rispettivamente.

Indicatore R6 al 2011

Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio che ha contribuito con successo a...

a) alla biodiversità e alla salvaguardia

di habitat

b) a migliorare la qualità

dell’acqua

c) ad attenuare i cambiamenti

climatici

d) a migliorare la qualità del

suolo

e) a evitare la marginalizzazione

delle terre

Valori effettivi, di cui: 121.163 89.442 80.150 88.243 47.992

- agricoltura 116.464 86.445 76.903 84.309 47.127

- forestazione 4.799 2.987 3.247 3.934 865

Valori obiettivo post HC 91.099 79.368 79.873 79.368 24.617

Indice di efficacia (valore effettivo/previsto)

132% 113% 100% 110% 195%

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pag. xii

Tab 3: Indicatore di Risultato n. 6, valori raggiunti al 2011, totali e per Misura/azione. Valori in ettari.

Misure/Azioni

Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio che ha contribuito con successo a…

a) alla biodiversità e

alla salvaguardia di habitat

b) a migliorare la

qualità dell’acqua

c) ad attenuare i

cambiamenti climatici

d) a migliorare la qualità del

suolo

e) a evitare la marginalizzazio

ne e l’abbandono delle terre

211 Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane

29.955 38.453

212

Indennità a favore degli agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane

3.882 7.422

213 Indennità natura 2000 328

214 Totale pagamenti agroambientali

80.153 84.309 76.903 84.309 1.252

214-1 Produzione integrata 1.403 1.403 1.403 1.403

214-2 Agricoltura biologica 69.826 69.826 69.826 69.826

214-3 Gestione del suolo 7.182 7.182 7.182

214-4 Conversione dei seminativi in prati, prati pascoli e pascoli

1.252 1.252 1.252 1.252 1.252

214-5 Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale

224 224 224

214-6 Coltivazione a perdere 53

214-9 Tutela della biodiversità agraria vegetale 213

214-11 Conservazione ed incremento della sostanza organica

4.422 4.422 4.422

214-F1 Ex Reg. 2078/92 set-aside 2.146 2.146

Totale agricoltura 116.464 86.455 76.903 84.309 47.127

221 Totale imboschimenti 2.987 2.987 2.987 2.987

221-1 Imboschimenti permanenti

6 6 6 6

221-2 Arboricoltura a ciclo medio-lungo

74 74 74 74

221-H Ex Reg. 1609/89, 2080/92, 1257/99

2.907 2.907 2.907 2.907

224 Indennità natura 2000 865 865

226 Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi

260 260 260

227 Investimenti non produttivi

687 687 n.d.

Totale forestazione 4.799 2.987 3.247 3.934 865

Totale indicatore R6 (2011) 121.163 89.442 80.150 88.243 47.992

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PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011

pag. xiii

R7. Aumento del valore aggiunto lordo di origine non agricola nelle aziende beneficiarie

R8. Numero lordo di posti di lavoro creati

R.9 Numero di turisti aggiuntivi

Richiamando quanto esplicitato nella premessa, il valore dell‟indicatore R7, R8 e R9 è pari a 0. I valori

saranno aggiornati alla luce delle risultanze delle indagini dirette in azienda, ad oggi in fase di avvio.

R10: Popolazione nelle aree rurali che beneficia dei servizi migliorati

L‟indicatore di risultato misura la popolazione residente nelle aree rurali che complessivamente si

avvantaggia dei servizi migliorati. Si tratta di un indicatore di sorveglianza per le misure 321 “Servizi

essenziali per la popolazione”, 322 “Rinnovamento villaggi rurali” e 323 “Tutela e riqualificazione del

patrimonio rurale”.

Il target 2007-2013 dell‟indicatore è pari a 546.541 utenti, 202.356 derivanti dalla applicazione della misura

321, 28.385 per la misura 322 e 315.799 dalla misura 323 (comprendendo anche le iniziative di

sensibilizzazione).

La sola misura 321 nell‟ambito della azione c) - “Reti tecnologiche di informazione e comunicazione (ICT)”

relativa agli interventi per la diffusione delle TIC, contribuisce all‟obiettivo di diffondere l‟utilizzo di internet

nelle zone rurali, il cui effetto è quantificato dall‟indicatore di risultato R.11 “Maggiore diffusione di Internet

nelle zone rurali” il cui valore obiettivo è pari a 131.333 abitanti.

Come prevede il QCMV l‟indicatore R10 misura, a progetto concluso, il numero di persone (senza doppi

conteggi) che si avvantaggiano di un servizio. La fonte dell‟indicatore dovrebbero essere essenzialmente la

documentazione progettuale, le fonti statistiche e il sistema di monitoraggio. Si prevede per altro di integrare

le informazioni quantitative fornite dall‟indicatore, in una fase più avanzata del processo attuativo, attraverso

approfondimenti in aree con una particolare concentrazione di interventi in avanzato stato di realizzazione.

Al 31 dicembre 2011 le misure mostrano un ritardo attuativo. La gran parte delle iniziative, sia per le misure

attivate con i PIT che dai Gal, è ancora in corso di selezione o realizzazione: pertanto la verifica degli effetti

e la quantificazione dell‟indicatore R10 è rimandata ad una fase più matura dell‟intervento.

Tuttavia la RAE 2010 evidenziava il risultato determinato da analoghi interventi transitati dal precedente PSR

attivati ai sensi delle misure „N‟ (ora 321) e „O‟ (ora 322). La RAE ha quantificato gli “utenti serviti” in 3.732

dei quali 1.402 grazie all‟unico intervento finanziato per la misura 321 e 2.330 a seguito degli aiuti di cui

hanno beneficiato i 24 progetti della misura 322. Tale risultato pertanto si conferma anche nella presente

annualità.

In conseguenza del ritardo attuativo, anche l‟indice di efficacia, calcolato sui trascinamenti, assume un valore

bassa: 0,7% sul totale della popolazione servita attesa nell‟Asse 3, con andamenti più favorevoli nella misura

322 (8,2%).