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DIREZIONE REGIONALE AGRICOLTURA
AREA PROGRAMMAZIONE E SVILUPPO RURALE
Aprile 2012
SERVIZIO DI VALUTAZIONE IN ITINERE, COMPRENSIVO
DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA ED EX POST DEL
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 DELLA
REGIONE LAZIO
RAPPORTO DI VALUTAZIONE ANNUALE AL 2011
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. i
INDICE
1. INTRODUZIONE ....................................................................................................................... 1
1.1 Finalità e oggetto della relazione ................................................................................................. 1
2. IL SISTEMA POSTO IN ESSERE PER LA VALUTAZIONE IN ITINERE ........................................ 4
2.1 Il mandato valutativo: i prodotti previsti e l‟evoluzione della domanda di valutazione ..................... 4 2.1.1 Risposta alle osservazioni della Commissione Europea al Rapporto di valutazione intermedia ... 6
2.2 Aggiornamento del disegno di valutazione ................................................................................... 8 2.2.1 Valutazione del valore aggiunto del Leader ........................................................................... 8
2.3 La tempistica prevista per rispondere al mandato valutativo ......................................................... 9
3. ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE INTRAPRESE ............................................................................ 13
3.1 Relazione sulle attività di valutazione in corso ............................................................................ 13 3.1.1 Asse 1 –Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale .................................. 13
3.1.1.1 Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e forestale
e sostegno del ricambio generazionale..................................................................................................... 13 3.1.1.2 Sostenere i processi di ammodernamento e adeguamento tecnico organizzativo nelle aziende agricole,
forestali e nelle imprese alimentari e promuovere strategie di filiera ........................................................... 17 3.1.1.3 Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche per lo sviluppo dei servizi alla
logistica e delle attività forestali .............................................................................................................. 23 3.1.2 Asse 2 – Miglioramento dell‟ambiente e dello spazio naturale ................................................... 24
3.1.2.1 La valutazione dei risultati a livello di Asse .................................................................................... 24 3.1.2.2 L‟ impatto sul miglioramento della qualità delle acque .................................................................... 33 3.1.2.3 L‟impatto sul “miglioramento della qualità del suolo attraverso l‟incremento della sostanza organica”
e conseguente “carbon sink” .................................................................................................................. 38 3.1.2.4 L‟impatto sul “miglioramento della qualità del suolo attraverso la riduzione dell‟erosione idrica
accelerata” ............................................................................................................................................ 43 3.1.2.5 – Considerazioni conclusive e suggerimenti per l‟incremento di efficacia del Programma sui temi
ambientali ............................................................................................................................................. 51 3.1.3 Asse 3 - – Qualità della vita e diversificazione dell‟economia ................................................ 52
3.1.3.1 Il contributo alla diversificazione dell‟economia rurale ................................................................. 52 3.1.3.2 L‟impatto sul miglioramento qualità della vita ................................................................................ 54
3.1.4 Asse 4 – Approccio Leader ................................................................................................. 64 3.1.5 Approfondimenti tematici ....................................................................................................... 71
3.1.5.1 Agroalimentare ....................................................................................................................... 71 3.1.5.2 Progettazione Integrata .............................................................................................................. 75
3.2 Attività di valutazione a supporto delle rimodulazioni/riprogrammazioni intervenute ..................... 88 3.2.1 Descrizione e motivazioni della proposta di rimodulazione finanziaria .................................... 88 3.2.2 Valutazione degli effetti della proposta sulla efficacia del Programma ....................................... 94
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4. RACCOLTA ED ELABORAZIONE DEI DATI .............................................................................. 97
4.1 Acquisizione dei dati secondari ................................................................................................. 97 4.2 Acquisizione di dati primari ..................................................................................................... 100
5. ATTIVITÀ DI MESSA IN RETE DELLE PERSONE COINVOLTE NELLE ATTIVITÀ DI
VALUTAZIONE ...................................................................................................................... 102
6. DIFFICOLTÀ INCONTRATE E NECESSITÀ DI LAVORI SUPPLEMENTARI ............................. 103
ALLEGATO I. QUANTIFICAZIONE INDICATORI DI RISULTATO ............................................ 106
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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1. INTRODUZIONE
1.1 Finalità e oggetto della relazione
La presente Relazione annuale illustra i principali risultati delle attività svolte dal Valutatore indipendente
(Agriconsulting spa) del PSR 2007-2013 nel corso dell‟annualità 2011. La struttura della Relazione prende a
riferimento il modello indicativo proposto nel Manuale del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione
(Nota di orientamento B -Allegato 6).
Nel seguente quadro sono riportati nella colonna di sinistra il modello indicativo di Relazione di Valutazione
proposto dal Manuale del QCMV (Nota di orientamento B – Allegato 6) e in quella di destra la struttura e i
principali contenuti del presente Rapporto di Valutazione annuale in itinere.
Modello indicativo di Relazione di Valutazione proposto dal Manuale del QCMV (Nota di orientamento B – Allegato 6)
Struttura del Rapporto di Valutazione Annuale 2011
1. Introduzione
1. Introduzione
- Finalità ed oggetto della relazione
2. Il sistema posto in essere per la valutazione in itinere 2. Il sistema posto in essere per la valutazione in itinere
- Il mandato valutativo: i prodotti previsti e l‟evoluzione della domanda di valutazione
- Risposta alle osservazioni della Commissione Europea al Rapporto di valutazione intermedia
- L‟Aggiornamento del disegno di valutazione - La tempistica prevista per rispondere al mandato
valutativo
3. Le attività di valutazione intraprese (in corso e completate)
3. Le attività di valutazione intraprese (in corso e completate)
- - Relazione sulle attività di valutazione in corso e completate
- L‟attività a supporto delle rimodulazione effettuate
4. Raccolta ed elaborazione dati 4. Raccolta ed elaborazione dati
- - Relazione sullo stato di avanzamento nell‟acquisizione ed elaborazione dei dati primari
- - Relazione sullo stato di avanzamento nell‟acquisizione ed elaborazione dei dati secondari
5. Attività di messa in rete delle persone coinvolte nella valutazione
5. Attività di messa in rete delle persone coinvolte nella valutazione
- - Relazione sulle attività svolte dal Valutatore indipendente al fine di: a. diffondere i risultati della valutazione; b. coinvolgere i differenti attori a vario titolo
interessati dal sistema di valutazione in itinere del PSR;
c. trasferire buone prassi valutative (Rete Europea di Valutazione – Rete Rurale Nazionale)
6. Difficoltà incontrate e necessità di lavori supplementari 5. Difficoltà incontrate e necessità di lavori supplementari
- Relazione sulle criticità che possono ostacolare la delivery dei prodotti valutativi
- Relazione sulle azione correttive intraprese
Nel capitolo 2 viene descritto come il sistema di valutazione si sia adeguato alla naturale evoluzione o
affinamento della domanda di valutazione dovuta sia all‟insorgere di nuovi fabbisogni informativi provenienti
da più livelli (locale, regionale, nazionale e comunitario) o come conseguenza di modifiche introdotte nel
PSR, quali: l‟introduzione di nuove Misure come effetto di cambiamenti esogeni, le rimodulazioni effettuate
dall‟A.d.G per garantire un pieno utilizzo delle risorse, l‟adeguamento dei dispositivi di attuazione a nuove
normative nazionali/regionali ecc. In particolare, vengono presentate le soluzioni metodologiche che il
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Valutatore ha inteso evidenziare per rispondere alle Osservazioni della Commissione al Rapporto di
Valutazione intermedia (§ 2.1.1). In secondo luogo, ci si sofferma sull‟aggiornamento del disegno di
valutazione illustrando l‟approccio metodologico che il Valutatore intende utilizzare per valutare il valore
aggiunto dell‟Asse Leader al PSR (§ 2.2.1).
Nel capitolo 3 vengono riassunte le attività di valutazione intraprese ed in corso rispetto a quanto previsto
dal mandato valutativo. E‟ una descrizione dell‟avanzamento delle attività di valutazione pianificate e dei
relativi risultati che via via emergono. Tale analisi è presentata per Asse e per tematica di approfondimento
(rapporti tematici). In particolare all‟interno di ogni Asse, le attività di valutazione in corso e i primi risultati
vengono restituiti in riferimento agli obiettivi dell‟Asse.
Per l‟Asse 1, vengono descritte le attività di indagine che sono in corso di realizzazione per obiettivo, e
tenendo conto che le Misure concorrono a più obiettivi, la loro trattazione viene inserita all‟interno di quegli
obiettivi che sono oggetto di maggior approfondimento in base ai dispositivi attuativi previsti: pacchetto
giovani e progettazione integrata di filiera. Quest‟ultima è oggetto di un trattazione specifica all‟interno del
paragrafo dedicato alla progettazione integrata (§ 3.1.5.2). Allo stesso modo, per quanto concerne gli
obiettivi legati allo sviluppo delle filiere regionali, l‟approccio valutativo utilizzato per verificarne il
conseguimento e lo stato dell‟arte delle attività di valutazione sono illustrati all‟interno del paragrafo
dedicato alle filiere agroalimentari (§ 3.1.5.1).
Per L‟Asse 2, sono state svolte alcune analisi finalizzate alla stima dei seguenti indicatori di impatto:
Qualità delle acque, Surplus di azoto;
Incremento negli apporti di Sostanza Organica nei suoli;
Riduzione del rischio di erosione.
La stima di tali degli indicatori è stata quantificata confrontando gli effetti sulle superfici oggetto di impegno
(fattuale) con le superfici convenzionali (controfattuale) attraverso indici numerici espressi in termini assoluti
e percentuali (impatto specifico), gli stessi indici sono stati quantificati anche considerando l‟intero territorio
regionale tenendo quindi in considerazione l‟estensione territoriale delle superfici coinvolte dalle diverse
misure/azioni (impatto complessivo). Sono state inoltre realizzate le analisi dei dati per l‟aggiornamento
dell‟indicatore R6.
Le analisi relative all‟Asse 3 risentono del ritardo nello stato di attuazione dell‟Asse. Laddove è possibile, in
particolare per la Misura 311, sono descritte le attività di indagine in corso su un campione di beneficiari. Per
quanto concerne il macro descrittore sula qualità della vita, che viene trattato nel disegno di valutazione,
vengono illustrate le attività fin qui realizzate, e presentati i primi risultati sul tavolo regionale realizzato per
individuare i pesi da assegnare ai 25 indicatori della qualità della vita. Per quanto riguarda la Progettazione
integrata di filiera, le attività che si porteranno avanti in vista dell‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione
intermedia non possono che fare riferimento al processo di attuazione, dal momento che le PIT sono in fase
di selezione. Le attività di valutazione pianificate e una prima analisi sulla selezione delle PIT viene
dettagliata nel paragrafo relativo agli approfondimenti tematici sulla progettazione integrata (§3.1.5.2).
Per quanto riguarda l‟Asse Leader, in stretta connessione con la valutazione del valore aggiunto, viene
presentata la strutturazione dei criteri di valutazione e dei relativi indicatori per quanto concerne la domanda
di valutazione sul “contributo dell‟Asse Leader alle priorità degli altri Assi”. La domanda di valutazione,
relativi alla Misura 41, non era stata trattata nei precedenti rapporti, in attesa dell‟approvazione definitiva dei
Piani di Sviluppo Locale.
Il capitolo 3 si conclude con una parte (§3.2) dedicata alle attività di valutazione svolte a supporto delle
rimodulazioni effettuate ed in corso. Un‟attività che entra nel merito delle modifiche che l‟A.d.G ha già
apportato o ha intenzione di apportare al Programma, fornendo un giudizio valutativo rispetto al
perseguimento degli obiettivi originari.
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Il capitolo 4 entra nel merito degli “input” informativi del processo di valutazione descrivendo da un lato lo
stato dell‟arte nell‟acquisizione di dati da fonti primarie (indagini dirette presso beneficiari del PSR, interviste
a testimoni privilegiati, focus group..) e dall‟altro l‟acquisizione di dati da fonti secondarie (il sistema di
gestione/monitoraggio del PSR, documentazione tecnica allegata alle domanda di aiuto e pagamento, fonti
statistiche ufficiali, studi e ricerche..).
Il capitolo 5, per ciò che è di pertinenza del Valutatore indipendente, descrive le attività condotte al fine di
condividere con gli attori coinvolti nella valutazione del programma (A.d.G, GAL, beneficiari..) le principali
risultanze del processo di valutazione in itinere.
Il capitolo 6, infine, riassume le principali criticità inerenti il sistema di valutazione posto in essere e gli
eventuali meccanismi correttivi adottati o in corso di definizione al fine di superare i possibili ostacoli.
Sono riportati in Allegato, come previsto dal contratto di affidamento del servizio di valutazione, la
quantificazione degli indicatori di risultato.
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2. IL SISTEMA POSTO IN ESSERE PER LA VALUTAZIONE IN ITINERE
2.1 Il mandato valutativo: i prodotti previsti e l’evoluzione della domanda di valutazione
Qui di seguito vengono riportati sinteticamente l‟oggetto, gli obiettivi e le funzioni, le attività richieste e i
vincoli derivanti dal Capitolato d‟Oneri (di seguito C.d.O) del servizio di valutazione in itinere del PSR della
Regione Lazio, in seguito formalizzati all‟interno del contratto di affidamento del servizio.
L‟oggetto del servizio (Art. 1) fa riferimento alle attività di valutazione del Programma di Sviluppo Rurale
della Regione Lazio 2007-2013 approvato dalla Commissione europea con Decisione C(2008) 708 del 15
febbraio 2008 e successivamente revisionato a seguito del Health Check con Decisione C(2009) 10345 del 17
dicembre 2009. I riferimenti metodologici del sistema di valutazione (Art. 2 C.d.O) sono strettamente legati
ai contenuti del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione (di seguito, QCMV).
A tal proposito possono essere messi in risalto due elementi:
oltre alle domande valutative comuni previste dal Manuale del QCMV la Regione Lazio ha previsto
delle domande di valutazione aggiuntive formulate in modo da cogliere gli aspetti distintivi del PSR
della Regione Lazio;
oltre agli indicatori comuni previsti dall‟Allegato VIII al Reg.CE 1974/2006 la Regione ha previsto
degli indicatori aggiuntivi che fanno riferimento alla Misura 121 (aziende che trasformano e
commercializzano i prodotti in azienda) e agli interventi previsti su più Misure (111-114-121)
finalizzati alla ristrutturazione e riconversione del settore tabacco.
Per quanto riguarda i contenuti del servizio (Articolo 3 C.d.O) la Regione, conformemente agli orientamenti
comunitari in materia di valutazione delle politiche di sviluppo rurale, fa riferimento alle seguenti fasi:
Strutturazione, Osservazione, Analisi, Giudizio.
Per quanto riguarda la prima fase La Regione ha richiesto al Valutatore la produzione del “Rapporto sulle
condizioni di valutabilità” nel quale viene illustrato l‟impianto metodologico preposto alla valutazione del PSR
2007-2013 (sintetizzato nel paragrafo successivo).
La fase di “Osservazione” che è volta ad individuare le informazioni disponibili e pertinenti e a specificare la
validità e l'uso dei dati quantitativi e qualitativi utilizzati. Tali elementi sono descritti dal punto di vista
metodologico nel paragrafo 3 del presente capitolo, mentre lo stato dell‟arte nell‟acquisizione degli input
informativi viene trattato nel capitolo 4.
La fase di “Analisi” dedicata all'analisi di tutte le informazioni disponibili per valutare gli effetti e gli impatti
delle misure del programma in relazione agli obiettivi e ai rispettivi livelli obiettivo fissati dal programma
stesso. Tale fase viene ripresa dal punto di vista metodologico nel capitolo 3 del presente capitolo.
Nella fase di “Giudizio” il valutatore deve rispondere a tutte le domande del questionario comune e trae le
conclusioni in base all'analisi, tenendo conto dei criteri di giudizio definiti nella fase di strutturazione. Le
conclusioni e le raccomandazioni si riferiscono agli effetti sia delle singole misure sia dell'intero programma.
I prodotti della valutazione (Art. 5) sono di seguito elencati sulla base della tempistica definita nel contratto
per l‟affidamento del servizio di valutazione in itinere del PSR 2007-2013 e da successivi accordi presi con la
Regione Lazio.
Rapporto sulle condizioni di valutabilità (consegnato il 20 settembre 2010)
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Rapporti annuali di valutazione in itinere e loro sintesi: per gli anni 2008, 2009, 20101 (consegnati il
15 Aprile del 2011)
Rapporto annuali di Valutazione 2011 (oggetto della presente consegna, in data 16 Aprile 2012)
I Rapporti annuali di Valutazione 2013 e 2014 entro il 15 Aprile dell‟anno seguente
Rapporto di valutazione intermedia (consegnato il 15 ottobre 2010 e in versione definitiva il 7
dicembre 2010)
Aggiornamento del Rapporto di valutazione intermedia entro il 15 ottobre 2012
Rapporto di valutazione ex post: entro il 15 ottobre 2015
6. Rapporti tematici; come indicato nel CdO la loro tempistica (Art. 10) sarà definita di concerto con
la Regione e comunque prevede due consegne: entro il 31.12.2012 e entro il 31.12.2015.
I sei rapporti tematici fanno riferimento ai seguenti aspetti:
a) giovani e politiche di genere;
b) ambiente;
c) agroalimentare (§ par 3.1.5.1);
d) strategie di sviluppo locale;
e) progettazione integrata (§ par.3.1.5.2);
f) comunicazione ed informazione (§ Cap. 6).
Per quanto riguarda i vincoli (l‟Art. 6 Obblighi per il Valutatore) prevede che per tutti gli aspetti
amministrativi e metodologici, il valutatore debba fare riferimento alle disposizioni impartite
dall‟Amministrazione committente (AdG). Il Valutatore dovrà garantire un adeguamento dell‟impianto
metodologico in base alle richieste formulate dall‟A.d.G, dal C.d.S e dalla Commissione. Il Valutatore dovrà
favorire lo scambio e la diffusione dei risultati della valutazione anche con altri soggetti coinvolti nella
programmazione regionale in materia di FESR e FSE nonché con la Rete Rurale.
Possono essere evidenziati due ulteriori elementi previsti dall‟Art. 6 e dal‟Art. 5 che vincolano il Valutatore
nella esecuzione di indagini per rilevare dati di natura primaria:
1. rispetto alle indagini che il Valutatore eseguirà, viene richiesto di prevedere una numerosità
campionaria tale da consentire un margine di errore non superiore al 10% sulle stime delle variabili
oggetto delle rilevazioni;
2. per quanto riguarda l‟esecuzione dei rapporti tematici viene richiesto di prevedere indagini dirette su
un campione di almeno 1.000 soggetti beneficiari del PSR, per le tematiche sopraelencate da a) fino
alla e), e di almeno 10.000 soggetti (attraverso indagine postale), beneficiari e non beneficiari, per
la comunicazione ed informazione (vedi Capitolo 6 difficoltà incontrate e necessità di lavori
supplementari).
Di seguito sono evidenziati gli elementi che hanno reso necessario un ulteriore approfondimento al fine di
garantire un pieno espletamento del mandato valutativo, si tratta di elementi emersi in corso d‟opera che
vengono analizzate nei paragrafi successivi della presente relazione, e nello specifico riguardano:
attività di valutazione a supporto delle rimodulazioni effettuate, che vengono descritte in maniera
approfondita nel par. 3.2;
necessità di adeguare il disegno di valutazione a specifiche richieste provenienti dai Servizi della
Commissione (§ 2.1.2 e. 2.2).
1 per i rapporti annuali 2008 e 2009, visto che il contratto di affidamento del servizio è stato firmato il 20 luglio 2010, ben oltre le scadenze previste dal C.d.O per le due annualità ed in prossimità della consegna della Valutazione intermedia, si è optato per la consegna dei due Rapporti contestualmente alla consegna del Rapporto Annuale di Valutazione del 2010.
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2.1.1 Risposta alle osservazioni della Commissione Europea al Rapporto di valutazione
intermedia
I servizi della Commissione Europea hanno esaminato la Relazione di Valutazione intermedia del Programma
di sviluppo rurale 2007-2013 del Lazio e al fine di migliorare la qualità delle osservazioni, hanno formulato le
osservazioni di seguito riportate.
Le osservazioni riguardano i punti di cui all‟articolo 86, paragrafo 6 del Regolamento (CE) 1698/2005:
La valutazione intermedia e la valutazione ex post analizzano il grado di utilizzazione delle risorse, l‟efficacia
e l‟efficienza della programmazione del FEASR, il suo impatto socioeconomico e l‟impatto sulle priorità
comunitarie. Esse esaminano se sono stati raggiunti gli obiettivi del programma e tentano di trarre
conclusioni utili per la politica di sviluppo rurale. Individuano i fattori che hanno contribuito al successo o
all‟insuccesso del programma, tra l‟altro sotto il profilo della sostenibilità, e rilevano le buone pratiche.
Nella colonna di destra dello schema sono riportate le considerazioni del Valutatore, comprese le soluzioni
adottate e in corso di realizzazione per migliorare la qualità della valutazione.
Osservazioni dei servizi della CE Considerazioni del Valutatore
1. Salvo alcune eccezioni, molti dei quesiti valutativi a carattere trasversale e a livello di programma non hanno ricevuto una risposta. Solo i quesiti specifici a livello di misura sono stati adeguatamente trattati, per le misure ad oggi attivate. Ciò anche a causa della mancanza di dati a disposizione del valutatore, in conseguenza dei ritardi maturati nell'implementazione del Programma. Si invita per le future attività di valutazione a prestare maggiore attenzione ai quesiti trasversali.
La mancata risposta ai quesiti valutativi trasversali è imputabile allo scarso tempo a disposizione per la raccolta e l‟elaborazione di dati di natura primaria. Come evidenziato nel Rapporto di Valutazione Intermedia, l‟affidamento del servizio di valutazione è avvenuto nel secondo semestre del 2010 a ridosso della consegna prevista del Rapporto di Valutazione Intermedia.
A seguito dell‟aggiudicazione della gara, il Valutatore ha potuto utilizzare nella maggior parte dei casi solo dati di natura secondaria, provenienti dai sistemi informativi regionali e dalle fonti statistiche ufficiali, non essendo stato possibile organizzare, dato il tempo a disposizione, la rilevazione di dati primari.
A tal proposito si sottolinea che la Regione ha scelto di includere all‟interno del Servizio di Valutazione in Itinere tutte le attività di rilevazione di dati primari sui beneficiari del PSR, delegando, in questo modo, al Valutatore tutte le attività di raccolta dei dati di natura quali quantitativa sulle operazioni finanziate dal FEASR, per misurarne gli effetti (in termini di risultati ed impatti).
Va inoltre rimarcato che lo stato di attuazione del PSR, soprattutto per le Misure ad investimento, inteso come conclusione degli interventi, non avrebbe comunque reso possibile una trattazione dei risultati e degli impatti a livello di Misura e di conseguenza a livello di Programma per il Rapporto di Valutazione Intermedia.
Il Valutatore ha previsto di rispondere a parte dei quesiti trasversali in occasione della consegna dell‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia al 2012. Si tratta di un prodotto non contemplato dal Regolamento, che la Regione Lazio ha incluso nel Capitolato di affidamento dei servizi di Valutazione in itinere, perché utile sia a fornire indicazioni a ridosso della nuova programmazione sia ad uno stato di attuazione del PSR più avanzato ma non troppo in là come la Valutazione ex post.
Il Valutatore ha scelto di valutare il in che misura il PSR migliora la qualità della vita nelle aree rurali come tematica trasversale, non limitandola pertanto, al solo contributo delle Misure dell‟Asse 3, ma estendo l‟analisi a tutte le Misure PSR che potenzialmente possono influire sulle dimensioni della qualità della vita. A tal proposito si rimanda al par.3.1.3.2 della presente relazione.
2. La valutazione degli impatti del PSR non è stata adeguatamente sviluppata o in alcuni casi trattata solo a livello di singola misura. Il QCMV richiede invece un esame anche a livello di programma. Si ritiene necessario completare, nelle successive attività di valutazione, l'analisi degli impatti.
Questa seconda osservazione è strettamente correlata alla precedente. Per arrivare a stimare gli impatti a livello di Programma è necessario partire dall‟analisi a livello di Misura e quindi dalla rilevazione delle informazioni previste dai dati primari. Tutto ciò è illustrato sinteticamente nel capitolo 4 del Rapporto di Valutazione intermedia e in maniera più dettagliata nell‟allegato I “Strutturazione del disegno di valutazione”,.
Per arrivare a stimare gli impatti è tuttavia necessario che il Programma abbia perlomeno uno stato di attuazione che consenta di misurare gli effetti su un buon numero di progetti conclusi (per le Misure ad investimento), o che vi sia un arco temporale sufficiente a rilevare variazioni significative sulle variabili ambientali influenzate (Misure Asse 2).
E‟ previsto per l‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia una valutazione a livello di risultati e dove possibile di impatti. Tuttavia, per quanto riguarda l‟Asse 2, già nel presente Rapporto Annuale di Valutazione sono illustrate le prime valutazioni sugli impatti delle Misure dell‟Asse 2 rispetto al miglioramento della qualità dell‟acqua e del suolo. Vedi Cap. 3.1.2
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Osservazioni dei servizi della CE Considerazioni del Valutatore
3. La valutazione è carente in termini di dati analitici relativi in particolare agli indicatori di risultato e di impatto. Le successive attività di valutazione dovrebbero integrare l'analisi con la raccolta e quantificazione dei dati mancanti
4. Il rapporto non offre raccomandazioni specifiche a livello di programma, o a livello di asse, a conferma dell'indicazione generale che l'analisi si sia principalmente concentrata sulle singole misure. Si invita pertanto ad integrare il rapporto, nel corso delle future attività di valutazione, con una più accurata analisi anche a livello di programma e di asse.
Queste due osservazioni sono una naturale conseguenza delle precedenti: per la stima degli indicatori di risultato e di impatto è necessario partire dalla rilevazione ed elaborazione dei dati primari sui beneficiari del PSR.
Le informazioni elaborate consentono di ottenere gli indicatori di risultato, che per essere riferiti a livello di programma, devono essere depurate del trend del contesto, degli effetti di spiazzamento, deadweight, etc. In molti casi è necessario utilizzare metodi contro fattuali per arrivare ad un effetto netto a livello di singola operazione.
Quest‟ultimo rilievo sui metodi contro fattuali verrà ripreso nella successiva osservazione.
Per offrire raccomandazioni a livello di Asse o Programma sarà dunque necessario valorizzare le informazioni che il Valutatore sta raccogliendo sui beneficiari del PSR, che saranno restituite all‟interno dell‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione Intermedia, e quindi all‟interno della RAE 2012. All‟interno del presente rapporto, Cap, 3, viene illustrato lo stato di avanzamento delle attività di indagine e laddove possibile vengono fornite le prime stime sugli indicatori di risultato e impatto (Asse 2).
Per quanto riguarda l‟Asse Leader si intende avviare un percorso di valutazione che miri a verificare se vi sia stato un effettivo valore aggiunto nell‟applicazione del Leader all‟interno del PSR della Regione Lazio.
Prime considerazioni a livello di Asse, per l‟Asse 2, in particolare, vengono fornite nel presente rapporto nel par. 3.1.2.4
5. Per quanto riguarda l'approccio metodologico impiegato, andrebbero fornite maggiori indicazioni in merito all'applicazione dei dati contro-fattuali per l'analisi delle informazioni socio-economiche e ambientali (é il metodo operativo o in fase di preparazione per essere utilizzato nella fase di valutazione ex-post?). L'impiego di dati contro fattuali è uno dei metodi di valutazione raccomandati dal QCMV, e come tale dovrebbe essere, ove opportuno, utilizzato nella valutazione ex-post.
6. I metodi individuati dal valutatore,
incluso l'utilizzo di dati contro-fattuali, non sono stati impiegati appieno. Le fonti dei dati individuate dal valutatore, andrebbero ulteriormente selezionate nel corso delle future attività di valutazione e i dati raccolti e organizzati in funzione dei metodi analitici individuati.
Il metodo del confronto fattuale – contro fattuale è finalizzato alla stima degli effetti netti degli interventi realizzati, cioè alla stima delle variazioni degli indicatori osservate nei territori e nei beneficiari degli interventi (situazione fattuale o “con intervento”) al netto delle variazioni degli stessi indicatori che comunque si sarebbero avute anche in assenza di intervento (situazione contro fattuale o “senza intervento”) derivanti quindi da fattori non controllati o influenzati dal programma.
Il metodo è indicato nella RVI (vedi allegato I) tra i principali strumenti utilizzati per l'elaborazione dei dati e che si prevede di incrementare ulteriormente nelle prossime fasi della valutazione in itinere. Ciò si applica sia alle analisi socio-economiche che alle ambientali.
Le fonti informative per la definizione della situazione contro fattuale sono rappresentate dalle rilevazioni aventi per oggetto territori, settori e soggetti non beneficiari del programma, le fonti sono generalmente di tipo secondario (es. statistiche regionali, informazioni delle CCIAA, rilevazioni RICA) o anche di tipo primario (indagini presso non beneficiari).
Tale metodo è già operativo e i risultati della sua applicazione saranno diffusi nelle prossime fasi della Valutazione in itinere e nella Valutazione ex-post.
Il metodo del confronto fattuale – contro fattuale trova larga applicazione nella valutazione degli impatti di tipo economico (1. Crescita economica, 2. Posti di lavoro creati, 3. Produttività del lavoro) come illustrato nel Capitolo 4 del documento di lavoro della Rete Europea sulla valutazione “Approaches for assessing the impacts of the Rural Development Programmes in the context of multiple intervening factors” (marzo 2010).
Attualmente, l‟applicazione operativa del metodo è prevista per le seguenti misure (tra parentesi sono riportate le fonti informative):
112: fattuale (indagini campionarie) contro fattuale (RICA) – in fase di preparazione
121: fattuale (indagini campionarie) contro fattuale (RICA) – in fase di preparazione
123: fattuale (indagini campionarie) contro fattuale (CCIAA) – in fase di preparazione
311: fattuale (indagini campionarie) contro fattuale (RICA) – in fase di preparazione
Le indagini continueranno nei prossimi anni: nel 2012 riguarderanno le aziende che hanno completato gli interventi nell‟anno 2010 (situazione iniziale nel 2009, completamento degli interventi nel 2010, finale nel 2011) e così fino al 2015.
La frequenza delle rilevazioni segue le indicazioni del documento di lavoro della Commissione europea “Monitoring-related questions re. result indicators” (marzo 2010). Tuttavia, per acquisire informazioni in tempo utile, le indagini presso i beneficiari sono state anticipate di un anno rispetto a quanto previsto dal documento.
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2.2 Aggiornamento del disegno di valutazione
Di seguito sono illustrate le soluzioni metodologiche che il Valutatore intende adottare per migliorare il
disegno di valutazione. Nel paragrafo successivo viene illustrato l‟approccio metodologico per la valutazione
del cosiddetto valore aggiunto del Leader. In tal modo si intende dar seguito alle Osservazioni al Rapporto di
Valutazione Intermedia, ipotizzando un percorso che possa servire a restituire informazioni utili alla nuova
programmazione ragionando in termini più squisitamente qualitativi sui risultati e sugli impatti dell‟Asse
Leader.
2.2.1 Valutazione del valore aggiunto del Leader
Il percorso che il Valutatore intende portare avanti con i GAL e l‟A.d.G nella definizione della metodologia per la misurazione del cosiddetto valore aggiunto dell‟approccio Leader, presuppone una piena condivisione sul
cosa è questo valore aggiunto.
Si parte dal presupposto che lo stesso concetto di valore aggiunto Leader non è pienamente definito, ed è
per questo motivo che prevediamo di sviluppare un percorso partecipato che veda coinvolti GAL e A.d.G
nella individuazione dei fattori che compongono il valore aggiunto.
E‟ stato il rapporto della Corte dei Conti europea (2010), che ha avviato una riflessione sulle potenzialità del
metodo Leader e la capacità del mainstreaming di dispiegarle nell‟attuale programmazione. Queste potenzialità sono state ricondotte all‟applicazione di quelle sette “specificità” che hanno accompagnato la
programmazione Leader nelle passate edizioni. Tuttavia non è stata condotta una riflessione sul cosa
possono generare queste specificità, quale può essere il valore aggiunto all‟interno dell‟attuale programmazione, quasi lasciando intendere che è la mera applicazione di una delle seguenti specificità a
generare un valore aggiunto, senza indicare quale:
L’approccio territoriale: il fatto che il Leader si applica su una scala locale, che spesso non
coincide con quei livelli territoriali in cui vengono esercitate le funzioni di governo politico amministrativo (sono aree subregionali, sub o inter provinciali, sovracomunali). Le aree Leader si
formano sulla base di un preciso accordo tra i portatori di interesse di quei territori.
L’approccio dal basso: come conseguenza del primo punto, la capacità di ascoltare i portatori di
interesse, di definire fabbisogni puntuali per quelle realtà territoriali e quindi di costruire dei programmi che, a differenza del PSR, rispecchiano più fedelmente il modello di sviluppo “locale” (i
PSL) che i territori Leader vogliono adottare.
Il GAL: attore principale della programmazione/attuazione locale, è composto da una partnership pubblico/privata che fornisce un indirizzo strategico/politico di azione, e da una struttura tecnica che
traduce operativamente sul territorio gli obiettivi definiti dalla concertazione/negoziazione degli interessi pubblico privati.
L’approccio multisettoriale e integrato: si presume che attraverso una scala di programmazione
locale, sia più agevole favorire la nascita e il finanziamento di progetti che si integrano attorno ad un tema unificante (turismo rurale) o ad un intervento cardine su un territorio circoscritto (itinerari,
sistemi museali). Un approccio che superi una logica settoriale delle politiche cercando di far
crescere il territorio e quindi tutte le realtà economico/sociali collegate con il modello di sviluppo locale ipotizzato (PMI artigiane, terzo settore, aziende agricole, aziende turistiche, Comuni e
comunità montane).
La caratteristica pilota dell’azione locale: consiste nella capacità della programmazione Leader di sperimentare nuove pratiche e nuovi modelli altrimenti non realizzabili attraverso un approccio allo
sviluppo rurale tradizionalmente fondato sulla valorizzazione della componente agricola.
La cooperazione e la rete (il networking): tra i compiti previsti dai suoi ideatori il Leader doveva incidere, tra le altre cose, sull‟isolamento delle “aree rurali marginali” (il bacino territoriale
che storicamente è stato interessato dai Programmi Leader), isolamento inteso soprattutto nella sua
componente “culturale”: una comunità tende nel tempo a chiudersi e ad essere poco incline ad accogliere modelli dall‟esterno, e quindi il ruolo della cooperazione (soldi dedicati alla realizzazione di
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progetti con partner regionali, nazionali, esteri) e dell‟appartenenza a Reti (soldi e programmi
nazionali finalizzati alla partecipazione e creazione di reti) avrebbe dovuto far crescere la comunità locale attraverso il lavoro comune ed il dialogo con altre realtà territoriali che si trovano a dover
affrontare gli stessi problemi.
La gestione amministrativa dei fondi: nelle passate programmazioni, il GAL ha svolto anche la funzione di centro di spesa decentrato, a differenza di quanto previsto nei PSR e nei Programmi
Operativi (PO FESR, FSE), dove la Regione era il riferimento principale nell‟erogazione delle agevolazioni. Il GAL è stato dunque il referente più prossimo agli operatori locali coinvolti
nell‟implementazione di progetti finanziati con il Leader.
Il lavoro che intendiamo portare avanti può essere diviso in tre fasi:
a) individuazione del valore aggiunto e definizione della metodologia per procedere alla sua
misurazione;
b) misurazione del valore aggiunto;
c) discussione dei risultati.
Per quanto riguarda la prima fase (punto a) prevediamo di realizzare:
una riunione tecnica con GAL e AdG con lo scopo di far emergere, mettendo a sistema le diverse
nozioni di valore aggiunto, il valore aggiunto del Leader nel PSR della Regione Lazio. Per finalizzare
al meglio l‟attività del gruppo, chiederemo ai partecipanti di far ruotare le loro riflessioni intorno alle
sette specificità, il Valutatore svolgerà il ruolo di facilitatore;
un incontro in cui il Valutatore illustrerà i risultati della riunione tecnica, presenterà la metodologia e
gli strumenti per la rilevazione del Valore aggiunto (analisi dati, questionari…).
Nella seconda fase (punto b), il Valutatore procederà alla rilevazione e alla misurazione degli elementi
identificati come valore aggiunto dell‟approccio Leader. Elaborerà i dati raccolti (banche dati, questionari,
interviste..) e predisporrà un report.
Nella terza fase (punto c) è prevista la realizzazione di una riunione, in cui i risultati dell‟analisi svolta dal
valutatore saranno discussi con GAL e Regione. Questa è la fase più importante in un processo di valutazione che si ispira ad un approccio partecipato. Dopo aver condiviso la metodologia e quindi il cosa si
misura e il come lo si misura, questo spazio sarà dedicato alla riflessione sui perché: cosa ha favorito
l‟emersione del valore aggiunto? cosa lo ha ostacolato?, in quali Misure si può rinvenire in quali altre no?, quali riflessioni a livello locale?, regionale? e quali indicazioni per il livello europeo?. Si cercherà dunque di
dare una risposta a tutte queste domande ragionando sulle evidenze della valutazione condotta, con l‟intento di fornire raccomandazioni a GAL e AdG in vista della programmazione 2014-2020.
2.3 La tempistica prevista per rispondere al mandato valutativo
La tempistica per la restituzione dei risultati della valutazione è strettamente connessa con lo stato di
attuazione del PSR e delle singole Misure, possono essere infatti individuati in linea generale i seguenti casi:
1. sono stati predisposti i dispositivi attuativi (linee guida, bandi) e sono state avviate le procedure di
selezione per la raccolta delle domande di aiuto;
2. si sono concluse le procedure di selezione e le relative procedure istruttorie fino alla ammissibilità a
finanziamento delle domande di aiuto (per le misure a superficie l‟iter prevede per il primo anno la
domanda di aiuto);
3. sono state presentate le domande di pagamento a conclusione degli interventi previsti (omettendo le
richieste di anticipazione per gli investimenti materiali) per le Misure strutturali o le domande di
conferma per le Misure a superficie.
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Ad ognuno dei punti sopra elencati può essere associato un profilo di analisi con la relativa tempistica di
restituzione, come riportato nella tabella seguente.
Fase
attuativa Profili di analisi possibili Fonti informative richieste
Tempistica per la restituzione dei primi risultati
1. Bandi – raccolta domande
Analisi di coerenza tra i dispositivi attuativi adottati (ammissibilità, criteri di priorità) – fabbisogni – obiettivi
PSR, linea guida, dispositivi attuativi Annuale
2. Selezione domande ammissibilità
a) Analisi sull‟applicazione dei criteri di selezione (presentate/ammesse) b) Analisi qualitative sulle domande ammesse a finanziamento
a) Dati di monitoraggio punteggi attribuiti in fase istruttoria, b1)Dati di monitoraggio (tipologie di spesa, età, sesso richiedente, dati previsionali da progetto) b2) Dati primari per lo più qualitativi da indagini dirette (su campione degli ammessi), casi studio, interviste a testimoni privilegiati (Responsabili di Misura/GAL) focus group, autovalutazione
Sulla base della disponibilità dei dati di monitoraggio e dei tempi necessari a condurre le indagini di campo i risultati possono essere restituiti annualmente o ogni due anni
3. Pagamento a conclusione intervento/conferma degli impegni
Analisi degli effetti sulla spesa erogata a seconda che si tratti: a) Misure a superficie
(GIS-modelli ambientali e domande valutative)
b) Misure strutturali (Calcolo indicatori QCMV e domande valutative)
a1) Dati di monitoraggio sulle superfici oggetto di impegno a2) Dati secondari di contesto relativi alla mappatura del territorio (carte tematiche uso suolo, ZVN, zone svantaggiate, rischio erosione, Natura 2000), Progetto MITO… b1) Dati primari quali quantitativi attraverso indagini campionarie sui beneficiari della Misura b2) Dati secondari per la costruzione della situazione controfattuale
a) Sulla base della disponibilità dei dati la restituzione delle elaborazione può essere annuale per le Misure a superficie (Indicatore R6), ogni due anni o ex post per cogliere effetti ambientali più complessi b) Per le Misure strutturali, a seconda dell‟indicatore di risultato previsto il dato può essere rilevato a due anni dalla fine dell‟intervento (regime); per gli impatti il riferimento è l‟ex post. Per i dati di contesto, possono essere costruiti ulteriori baseline (vedi Qualità della vita paragrafo precedente) ogni due anni.
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Tab. 1: Indicatori di risultato
Obiettivo Indicatore Misura Rilevazione
dati Restituzione
dato
Riferimento a Prodotti Valutativi
Asse I Miglioramento
della competitività del settore agricolo
e forestale (si terrà conto del
contributo delle Misure attuate
attraverso l’Asse IV Leader)
(1) Numero di partecipanti che hanno conseguito con successo i corsi di formazione
111
(2 )Accrescimento del valore aggiunto lordo nelle aziende finanziate
112
2012 2013 ARVI2 2012
113
114
115
121
123
124
125
(3) Numero di aziende che introducono nuovi prodotti o nuove tecniche
121
2012 2013 ARVI 2012
122
123
124
(4) Val. della prod. agric.secondo standard/etichette di qualità (…)
132 2011 2012 RAV3 2011
133 2010/2012 2010/2013 RVI4 2010 RAV 2012
Asse II Ambiente
(6) Zona caratterizzata da una gestione che favorisce (ha/anno):
a) Prevenz. marginaliz/abbandono terreni agr
Le Misure /azioni interessate
annuale Annuale
RAV 2011 e successivi
b) Biodiversità
annuale Annuale
annuale Annuale
annuale Annuale
c) Acqua annuale Annuale
d) Cambiamenti climatici annuale Annuale
e) Suolo annuale Annuale
Asse III Qualità della vita e
diversificazione
Asse IV Leader
(7) Aumento del valore aggiunto lordo non-agricolo (nelle aziende beneficiarie)
311 2012 2013 ARVI 2012
312 Ancora non
partita
313 Ancora non
partita5 RAV ex post
(8) Quantità totale di posti di lavoro creati
311 2012 2013 RAV 2012
312 Ancora non
partita RAV ex post
313 Ancora non
partita RAV ex post
2 ARVI: Aggiornamento Rapporto di Valutazione Intermedia (scadenza ottobre 2012) 3 RAV: Rapporto di valutazione annuale 4 RVI: Rapporto di valutazione intermedia, consegnato a dicembre 2010 5 Si riferisce al fatto che la Misura/Asse non sia stato ancora avviato
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Obiettivo Indicatore Misura Rilevazione
dati Restituzione
dato
Riferimento a Prodotti Valutativi
Asse IV Ancora non
partita
RAV ex post
(9) Numero maggiore di visite 313 Ancora non
partita
RAV ex post
(10) Popolazione delle zone rurali che beneficia (…)
321 Ancora non
partita
RAV ex post
322 Ancora non
partita
RAV ex post
323 Annuale RAV ex post
(11) Accrescimento nella penetrazione di Internet (…)
321 Ancora non
partita RAV ex post
(12) Numero Partecipanti (…)
331 Ancora non
partita
RAV ex post
341 Ancora non
partita
RAV ex post
Asse IV Ancora non
partita
RAV ex post
Indicatori supplementari
regionali per asse IV
Incremento delle presenze turistiche Asse IV Ancora non
partita
RAV ex post
Numero utenti formati Asse IV Ancora non
partita
RAV ex post
Numero utenti raggiunti da nuovi servizi
Asse IV Ancora non
partita
RAV ex post
Tab. 2: Indicatori di impatto
Indicatore Variabile Metodo
rilevazione Restituzione
dato Riferimento a
Prodotti Valutativi
Crescita economica Valore aggiunto netto espresso in standard di potere d‟acquisto (PPS)
2013/2014 2015 RAV ex post
Posti di lavoro creati Posti di lavoro netti creati espressi in equivalenti a tempo pieno (FTE)
2013/2014 2015 RAV ex post
Produttività del lavoro Variazione del valore aggiunto lordo a occupato FTE
2013/2014 2015 RAV ex post
Ripristino della biodiversità Cambiamenti nell‟andamento del farmland bird index (%)
2013/2014 2015 RAV ex post
Conservazione di habitat agricoli (5.1) e forestali (5.2) di alto pregio naturale
Cambiamenti nelle aree agricole e di forestali alto pregio naturale (%)
2013/2014 2015 RAV ex post
Miglioramento della qualità dell‟acqua
Variazione nel bilancio lordo dei nutrienti: (6.1): bilancio azotato lordo; (6.2): bilancio fosfatico lordo
2013/2014 2012
RAV 2011
ARVI 2012
Contributo all‟attenuazione dei cambiamenti climatici
Aumento della produzione di energia rinnovabile (ktoe)
2013/2014 2015 RV ex post
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3. ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE INTRAPRESE
3.1 Relazione sulle attività di valutazione in corso
3.1.1 Asse 1 –Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale
3.1.1.1 Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e
forestale e sostegno del ricambio generazionale
Misura 111 – Azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione
La Misura 111 contribuisce al raggiungimento dell‟obiettivo relativo al “Miglioramento della capacità
imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e forestale e sostegno del ricambio
generazionale” e viene attuata, nella Regione Lazio, in sinergia con la Misura 112 “Insediamento di giovani
agricoltori”.
La Misura è suddivisa in tre azioni:
Azione 1a – Formazione;
Azione 1b – Tutoraggio aziendale (Interventi di formazione individuale in azienda);
Azione 2 – Informazione e aggiornamento in campo agricolo, forestale ed agroalimentare.
La sua attivazione prevede tre strumenti procedurali, quindi viene attuata:
singolarmente
nell‟ambito della progettazione integrata aziendale (pacchetto giovani)
nell‟ambito della progettazione integrata di filiera (PIF)
Le informazioni che seguono derivano dalla elaborazione dei dati contenuti nel DHW di monitoraggio fornito
al Valutatore dall‟ ”Area Coordinamento e Programmazione Comunitaria” della Regione Lazio integrato con il
Data Base di monitoraggio fornito dal Responsabile della misura in oggetto.
Al 31.12.2011 risultano ammesse a finanziamento n. 144 domande di cui n. 46 relative all‟azione 1a
formazione e n. 98 relative all‟Azione 1b – Tutoraggio aziendale. Le domande ammesse a valere sull‟Azione
1b – Tutoraggio aziendale – sono tutte afferenti l‟attuazione della Misura 111 nell‟ambito della progettazione
integrata aziendale ossia nel Pacchetto Giovani; la loro entità pertanto è stata determinata facendo
riferimento alle informazioni contenute nella Banca Dati relativa alle domande ammesse afferenti la Misura
112 Pacchetto Giovani. Delle n. 46 domande ammesse a valere sull‟Azione 1a – Formazione, n. 20, ossia il
43%, sono attuate all‟interno dei PIF.
Alla stessa data non risulta attivata l‟azione 2 – Informazione e aggiornamento in campo agricolo, forestale
ed agroalimentare, a regia Regionale, inerente la promozione delle iniziative di informazione e di
aggiornamento nel settore agricolo, forestale ed agroalimentare.
Per quanto attiene le attività svolte dal Valutatore di raccolta dei dati primari, negli ultimi mesi dell‟anno
2011 è stata effettuata un‟indagine su un campione rappresentativo di beneficiari della Misura 112
“Insediamento di giovani agricoltori”; un‟apposita sezione del questionario utilizzato per l‟indagine è stata
dedicata alla rilevazione di informazioni per i beneficiari campionati che hanno partecipato anche alle attività
promosse nell‟ambito della Misura 111. I dati rilevati sono in corso di elaborazione e le specifiche analisi sono
previste in fase di aggiornamento della valutazione intermedia (ottobre 2012).
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Azione 1a – Formazione
In merito alle attività in atto, nella seconda metà di Marzo 2012, il Responsabile di Misura ha fornito al
Valutatore l‟elenco dei partecipanti che hanno frequentato le attività formative implementate nell‟ambito
dell‟Azione 1a – Formazione. Si è pertanto provveduto a riaggregare il materiale fornito costituendo una
Banca Dati contenente informazioni “per partecipante”.
Il Valutatore, in accordo con il Responsabile di Misura, che ha già provveduto ad inviare una comunicazione
agli Enti di Formazione interessati, ultimata la ricostruzione dell‟universo dei formati con successo al
31.12.2011, provvederà a contattare gli Enti al fine di reperire i recapiti telefonici dei partecipanti che hanno
superato con profitto l‟esame finale inerente il corso frequentato ed attuare quindi l‟indagine.
Pertanto le attività di valutazione proseguiranno nel corso dell‟anno 2012 con l‟acquisizione dei dati primari
relativi all‟Azione 1a – Formazione”; questi verranno acquisiti attraverso un‟indagine telefonica da realizzare
con metodologia CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing).
L‟indagine sarà rivolta ad un campione rappresentativo di partecipanti con successo ai corsi di formazione
che hanno avuto termine entro il 31.12.2011.
Per la rilevazione dei dati verrà utilizzato un apposito questionario, attualmente in corso di elaborazione,
composto da una serie di domande a risposta chiusa attraverso le quali si indagherà in merito:
agli argomenti affrontati dal corso, alle ulteriori esigenze formative e alle indicazioni su eventuali
strumenti in grado di migliorare il sistema regionale della conoscenza;
alla sinergia della misura con le altre misure del PSR attraverso la verifica della partecipazione del
formato ad altre misure e al ruolo della formazione rispetto alla facilitazione della suddetta
partecipazione;
alle ricadute delle capacità acquisite durante il corso sulle attività aziendali;
ai mezzi di comunicazione utilizzati dal formato per il reperimento delle informazioni necessarie per la
partecipazione alla misura e la loro efficacia;
alle motivazioni che hanno spinto il formato a partecipare al corso.
Per quanto attiene la metodologia di estrazione del campione, verrà utilizzato il campionamento casuale
proporzionale.
L‟universo dei beneficiari verrà stratificato per:
temi formativi (riaggregazione delle macrotematiche);
età del partecipante (giovane/no giovane);
partecipazione al PIF (Progetto di Filiera).
Come precedentemente accennato l‟indagine verrà condotta con metodo CATI. Al campione di formati con
successo che partecipa a Progetti Integrati di Filiera, verrà sottoposto un questionario con l‟introduzione di
specifiche domande volte a verificare le eventuali differenze tra i diversi approcci.
Al fine di garantire un‟elevata qualità delle interviste e di ridurre al minimo il tasso di caduta si procederà a:
organizzare turni di rilevazione in diversi orari della giornata;
utilizzare rilevatori con esperienza che consentano di ridurre al minimo i rifiuti dell‟intervista e le
interruzioni della stessa;
garantire la presenza, durante tutto il periodo di lavoro, di supervisori alla rilevazione con compiti di
controllo dell‟attività e, se necessario, di formazione continua degli intervistatori sugli aspetti ritenuti
più importanti o più ostici;
tentare il contatto di ciascun nominativo almeno 6 volte in 6 giorni diversi ed in fasce orarie diverse,
prima di considerarlo “non raggiungibile”.
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Azione 1b – Tutoraggio aziendale
L‟acquisizione dei dati primari dell‟Azione 1b – Tutoraggio aziendale (Interventi di formazione individuale in
azienda), proseguirà attraverso un‟apposita sezione del questionario somministrato al campione di beneficiari
della Misura 112.
Nella specifica sezione del questionario utilizzato nella passata indagine sono state rilevate, e lo saranno in
quella futura, attraverso indagini face to face, le informazioni inerenti la partecipazione alla formazione
individuale (e non) e la sua eventuale ricaduta sulle attività aziendali.
Per quanto attiene l‟universo, il campione e la tempistica delle indagini riguardanti l‟Azione 1b – Tutoraggio
aziendale – nell‟ambito del Pacchetto giovani, si rimanda alla successiva sezione dedicata alla Misura 112.
Misura 112 – Insediamento di giovani agricoltori – Pacchetto giovani
Per la rilevazione delle informazioni necessarie alla realizzazione delle analisi valutative e specificatamente
per l‟aggiornamento del rapporto di valutazione intermedia (2012) nell‟anno 2011 è stata realizzata
un‟indagine su un campione di beneficiari che si sono insediati in azienda attraverso il pacchetto giovani e
che hanno richiesto il saldo per la misura 112 e per la misura 121 entro il 31.12.2010.
La misura infatti è attuata attraverso due modalità: pacchetto giovani (che comprende le misure 112, 121 e
altre eventualmente previste nel piano di sviluppo aziendale) e domanda singola (che prevede solo l‟aiuto
per l‟insediamento sulla misura 112). Gli insediamenti finanziati attraverso le domande singole sono stati
soltanto otto, per cui non si è proceduto all‟indagine campionaria.
Le indagini sul pacchetto giovani sono state condotte con metodologia “face to face” attraverso la
somministrazione di un questionario. Le variabili scelte per la stratificazione dell‟universo hanno tenuto conto
del comparto produttivo prevalente e della localizzazione delle aziende. La scelta delle variabili deriva dalla
necessità di affrontare alcune tematiche caratterizzanti il PSR Lazio quali la zonizzazione e i settori produttivi
maggiormente qualificanti l‟agricoltura regionale.
L‟estrazione del campione è avvenuta utilizzando il campionamento casuale proporzionale assicurando un
errore campionario massimo del 10% stimato utilizzando come variabile proxy la dimensione finanziaria delle
misure ricomprese nel “pacchetto”.
Di seguito si riporta la composizione dell‟universo e del campione indagato nel 2011.
Universo Pacchetto giovani: domande con richiesta saldo 112+121 al 31.12.2010
Comparto Pacchetto Giovani
Totale A B C D
altro/nd
1 4 2 7
carne
10 6 16
cerealicolo 2
6
8
florovivaistico
3
3
lattiero-caseario 1 1 9
11
olivicolo
13 2 15
ortofrutticolo 1 7 19 1 28
ovicaprino 3 1 11 6 21
tabacco
4
4
vitivinicolo 1 1 1
3
Totale 8 11 80 17 116
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Campione Pacchetto giovani: domande con richiesta saldo 112+121 al 31.12.2010
Comparto Pacchetto Giovani
Totale A B C D
altro/nd
1 1 2
carne
3 2 5
cerealicolo 1
2
3
florovivaistico
1
1
lattiero-caseario
3
3
olivicolo
4 1 5
ortofrutticolo
2 6
8
ovicaprino 1
3 2 6
tabacco
1
1
vitivinicolo Totale 2 2 24 6 34
Per la realizzazione dell‟indagine si è proceduto a:
formare i rilevatori: sono stati realizzati incontri con i rilevatori al fine di illustrare il questionario e definire
la tecnica dell‟intervista e agli obiettivi dell‟indagine;
inviare lettera formale al beneficiario;
contattare telefonicamente il beneficiario per la definizione della data di intervista;
realizzare l‟intervista.
Per l‟archiviazione dei dati rilevati è stato realizzato un Data Base le cui maschere hanno una struttura simile
alle pagine del questionario al fine di facilitare e ridurre al minimo la possibilità di errore nell‟operazione di
data entry.
La realizzazione delle interviste ha consentito l‟acquisizione di informazioni legate alle caratteristiche del
giovane agricoltore, agli effetti della partecipazione alla misura 112, a quelli connessi con la partecipazione
alla misura 121 e ad altre misure eventualmente attuate dal giovane neoinsediato, alle modalità di
partecipazione e agli obiettivi e prospettive di sviluppo aziendale, nonché all‟acquisizione di dati primari
necessari alla quantificazione dell‟indicatore di risultato R2 “accrescimento del valore aggiunto lordo”.
Le informazioni e i dati rilevati sono in elaborazione e le analisi valutative sono previste in fase di
aggiornamento della valutazione intermedia (ottobre 2012).
Misura 113 – Prepensionamento degli imprenditori e dei lavoratori agricoli
La misura di prepensionamento è attuata in sinergia con l‟insediamento di giovani agricoltori, infatti, delle n.
144 domande ammesse a finanziamento, n. 124 usufruiscono della priorità assoluta collegata alla cessione
dell‟azienda ad un giovane beneficiario della misura 112.
In considerazione della stretta relazione tra la misura in questione e la misura di insediamento dei giovani
agricoltori, le informazioni necessarie alla risposta ai quesiti valutativi sono state reperite da una specifica
sezione inserita nel questionario somministrato al campione di beneficiari della misura 112. Le informazioni
sono in elaborazione e le specifiche analisi valutative sono previste in fase di aggiornamento della
valutazione intermedia (ottobre 2012).
Misura 114 – Utilizzo dei servizi di consulenza
I beneficiari della misura sono gli imprenditori agricoli e forestali singoli o associati. I criteri di selezione
prevedono condizioni di priorità assolute per i giovani agricoltori che hanno aderito al pacchetto giovani.
Al 31.12.2011 le aziende che hanno richiesto il saldo sono 395 e di queste 362, pari al 92%, sono domande
correlate alla misura 112 insediamento dei giovani agricoltori. Le attività di valutazione sono state quindi
realizzate nell‟ambito dell‟indagine svolta presso i beneficiari della misura 112 (Pacchetto giovani).
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Il campionamento è stato effettuato stratificando l‟universo dei saldati al 31.12.2010 per comparto e per
zona e considerando un errore campionario pari al 10% stimato utilizzando come proxy la SAU aziendale. Di
seguito si riporta la composizione dell‟universo e del campione indagato.
Comparto Universo Campione
A B C D Totale A B C D Totale
altro/nd
3 1 4
1
1
carne 1
6 8 15
1 2 3
cerealicolo 2
5
7
1
1
florovivaistico
3
3
1
1
lattiero-caseario 1
7 1 9
2
2
olivicolo
13 1 14
3
3
ortofrutticolo 1 3 9
13
1 2
3
ovicaprino 4 1 6 6 17 1
1 1 3
tabacco
4
4
1
1
vitivinicolo
1 2
3
Totale 9 5 58 17 89 1 1 13 3 18
Le rilevazioni sono state finalizzate all‟acquisizione di informazioni relative all‟oggetto della consulenza
erogata, ad ulteriori eventuali esigenze di consulenza espresse dalle aziende e alle ricadute della consulenza
sulle attività aziendali. Le informazioni rilevate sono in elaborazione e le analisi sono previste in fase di
aggiornamento della Valutazione Intermedia (ottobre 2012).
3.1.1.2 Sostenere i processi di ammodernamento e adeguamento tecnico organizzativo nelle aziende
agricole, forestali e nelle imprese alimentari e promuovere strategie di filiera
I due obiettivi (ammodernamento delle aziende e strategia di filiera) vengono trattati congiuntamente dal
momento che, dal punto di vista metodologico, si è scelto di indagare sugli effetti delle Misure ad
investimento suddividendo gli universi dei beneficiari tra domande singole e PIF. In tal modo si potranno
analizzare gli effetti sia rispetto alla singola strategia aziendale che rispetto ad una più ampia strategia di
filiera. Per altre Misure, come viene di seguito illustrato, l‟applicazione si ha nella maggior parte dei casi
all‟interno dei Pacchetti integrati di filiera.
Misura 121 – Ammodernamento delle aziende agricole
L‟acquisizione dei dati primari prevede la realizzazione di indagini con modalità face to face presso campioni
di beneficiari che hanno terminato gli interventi l‟anno precedente l‟anno di riferimento contabile,
consentendo quindi l‟acquisizione delle informazioni necessarie per la risposta ai quesiti valutativi e alla
quantificazione dell‟indicatore di risultato R2.
L‟individuazione delle variabili di stratificazione, inoltre, è strettamente collegata ai profili di analisi che
verranno sviluppati e tiene conto delle priorità programmatiche del PSR Lazio e gli specifici approfondimenti
tematici richiesti dall‟Autorità di gestione del programma (filiere agroalimentari e progettazione integrata di
filiera).
I profili di analisi riguarderanno quindi le diverse zone PSR, i comparti produttivi e la partecipazione ai
progetti integrati di filiera (PIF).
Nel secondo semestre dell‟anno 2012 verrà realizzata un‟indagine relativa ai beneficiari della misura 121 che
hanno fatto richiesta di saldo entro il 31.12.2010, ad esclusione degli interventi collegati al “pacchetto
giovani” rilevati nell‟indagine effettuata sui giovani beneficiari della misura 112.
Le rilevazioni necessarie all‟acquisizione dei dati contabili faranno riferimento: alla situazione pre
investimento: anno precedente la presentazione della domanda di aiuto (situazione precedente la
presentazione della domanda di aiuto) rilevata attraverso i dati riportati sul PSA e alla situazione post
investimento: anno successivo alla domanda di saldo.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 18
Per l‟estrazione del campione è stato utilizzato il metodo di campionamento casuale proporzionale. L‟universo
dei beneficiari, è stato stratificato per comparto produttivo, per zona PSR (A, B, C, D) e per partecipazione ai
Progetti Integrati di Filiera (PIF). I comparti produttivi previsti dal PSR sono stati riaggregati secondo lo
schema seguente(6).
Comparto PSR Comparto aggregato
Altri settori di nicchia Altro/Nd
Carne bovina Carne
Carne bovina (fase di ingrasso) Carne
Carne Bovina, suinicola, avicola e uova Carne
Cerealicolo Cerealicolo
Florovivaistico Florovivaistico
Latte fresco Lattiero-Caseario
Latte trasformato Lattiero-Caseario
lattiero casearia, ivi incluso latte bufalino Lattiero-Caseario
Olivicolo Olivicolo
Ortofrutticolo Ortofrutticolo
Ovicaprino Ovicaprino
Tabacco Tabacco
Vitivinicolo Vitivinicolo
Di seguito si riporta la composizione dell‟universo e del campione estratto.
La rilevazione dei dati contabili verrà effettuata sulla base dello schema di conto economico adottato dalla
regione per la redazione del PSA e di seguito riportato. Per la situazione ante investimento verranno utilizzati
i dati riportati nel PSA, mentre la situazione post investimento verrà rilevata in azienda verificando i valori
stimati dal produttore e riportati nel PSA.
Le risultanze dell‟indagine saranno riportate nell‟aggiornamento della Valutazione Intermedia (ottobre 2012).
Universo: domande con richiesta saldo al 31/12/2010
Comparto Domande singole Domande PIF
Totale A B C D B C D
altro/nd 1
2 1
4
carne 2
6 8 1 3 1 21
cerealicolo 7 3 20
13
43
florovivaistico 2 3 1
6
lattiero-caseario 3 1 12 6
2
24
olivicolo 1 1 9
3
14
ortofrutticolo 8 11 21
40
ovicaprino 4 2 7 3
16
tabacco
6
6
vitivinicolo
4 3
1
8
Totale 28 25 87 18 14 9 1 182
6 Nello strato PIF le aziende collegate vengono classificate in base al comparto del PIF ed alla sua localizzazione (desunta sulla base della localizzazione della maggior parte delle aziende collegate al PIF).
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 19
Campione: domande con richiesta saldo al 31/12/2010
Comparto Bando Singolo PIF
Totale A B C D B C D
altro/nd 1 1
carne 1 2 2 1 6
cerealicolo 2 1 5 4 12
florovivaistico 1 1 2
lattiero-caseario 1 3 2 1 7
olivicolo 2 1 3
ortofrutticolo 2 3 6 11
ovicaprino 1 1 2 1 5
tabacco 2 2
vitivinicolo 1 1 2
Totale 8 7 24 5 4 3 0 51
Misura 122 – Accrescimento del valore economico delle foreste
La Misura è stata attivata con l‟obiettivo di incrementare il valore economico delle foreste attraverso la
diversificazione della produzione forestale e l‟ampliamento degli sbocchi di mercato del settore, tramite una
gestione sostenibile e multifunzionale delle utilizzazioni boschive.
Due le tipologie d‟investimento previste, materiali ed immateriali, volte al miglioramento della gestione
forestale e all‟aumento qualitativo e quantitativo della produzione legnosa. La misura si applica a tutte le
aree boscate regionali (superiori ai 3 ha) solo per quegli interventi già previsti dai Piani di Gestione ed
Assestamento Forestale o nei Piani Poliennali di Taglio Beneficiari della Misura sono i Comuni o loro
Associazioni ed i Privati o loro Associazioni.
E‟ stata attivata nel 2009 attraverso i due strumenti procedurali utilizzabili (domanda singola e Progettazione
Integrata di Filiera): alla data del 31.12.2010, delle sole 5 domande acquisite, ne risultavano ammesse a
finanziamento due. Al 31.12.2011 entrambe risultano revocate.
Per ciò che concerne le misura in questione, quindi, le attività di valutazione da intraprendersi nel prossimo
periodo riguarderanno l‟approfondimento delle motivazioni che in tale ambito hanno generato performance
così insoddisfacenti rispetto agli obiettivi definiti nel programma. L‟intento delle indagini che si andranno a
realizzare sarà, pertanto, quello di comprendere le cause che hanno indotto una così scarsa partecipazione
alla misura e la ricerca di soluzioni alternative, soprattutto in vista della programmazione degli interventi nel
settore forestale per il prossimo periodo 2014-2020.
Per tali attività ci si potrà avvalere di strumenti e tecniche valutative già consolidate realizzate con
l‟intervento e la partecipazione stakeholders e testimonial privilegiati (focus group, brain storming …).
Misura 123 - Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali
La misura è finalizzata all‟incremento del valore aggiunto dei prodotti del settore primario, agricolo e
forestale, attraverso investimenti materiali ed immateriali per l‟ammodernamento ed il miglioramento
dell‟efficienza delle imprese laziali operanti nella lavorazione, trasformazione e/o commercializzazione dei
prodotti favorendo, in particolare, lo sviluppo di nuovi prodotti e l‟introduzione di tecnologie innovative, in
una logica di riduzione degli impatti ambientali.
La Misura, attivata attraverso progetti individuali e nei progetti integrati di filiera, è articolata in due Azioni
L‟ Azione 2 si applica a tutto il territorio regionale ma vede ammessi a finanziamento esclusivamente
investimenti proposti da microimprese per la lavorazione del legno utilizzato come materia prima,
limitatamente alle operazioni precedenti la trasformazione industriale.
La valutazione dei risultati ottenuti a seguito degli interventi/investimenti strutturali nelle imprese
beneficiarie presuppone l‟acquisizione di informazioni quali-quantitative, non ricavabili da fonti secondarie,
relative ai risultati tecnico-economici di breve e medio-lungo periodo realizzati a seguito degli investimenti,
nonché agli aspetti tecnici, organizzativi e gestionali implicati nella realizzazione degli interventi.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 20
Le attività di indagine avranno ad oggetto le imprese nelle quali lo stato di avanzamento della realizzazione
degli investimenti sia tale da consentire la formulazione di un giudizio valutativo coerente. In virtù di ciò,
l‟universo di riferimento è costituito dall‟insieme dei beneficiari che hanno concluso gli investimenti, le
rilevazioni dei dati saranno effettuate con riferimento alla situazione pre-investimento (anno precedente la
presentazione della domanda di aiuto) e post-investimento (anno successivo alla domanda di richiesta del
saldo).
Azione 1 – Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli
L‟Azione 1 è stata attivata sia con domanda individuale, sia nell‟ambito di un progetto integrato di filiera
(PIF) con il bando pubblico DGR n. 412 del 30 maggio 2008 (modificata ed integrata dalla DGR 17 ottobre
2008 n. 723). La modalità di raccolta delle domande singole è avvenuta con la procedura a “bando aperto”,
applicando il meccanismo “stop&go”. La raccolta delle domande PIF, invece, è avvenuta in un‟unica
soluzione. Le imprese complessivamente ammesse a finanziamento al 31.12.2011 sono 127 (59% del valore
obiettivo), di cui 53 con progetti individuali e 74 nei PIF, per un volume totale degli investimenti (finanziabili)
di circa 118 milioni di Euro (89% del valore obiettivo).
Imprese ammesse a finanziamento al 31.12.2011
Settore Modalità di attuazione
Totale PIF Domanda singola
Carni e uova 12 0 12
Cerealicolo 3 7 10
Lattiero-caseario 3 6 9
Olivicolo 23 17 40
Ortofrutticolo 15 15 30
Ovicaprino 7 1 8
Vitivinicolo 9 6 15
Altri settori 9 2 11
Totale 74 53 127
Fonte: Elaborazioni Agriconsulting su dati del sistema di monitoraggio Regionale
La valutazione degli effetti della Misura verrà effettuata sui dati di natura primaria e secondaria. La raccolta
dei dati primari prevede una indagine che sarà condotta nel 2012 e avrà come riferimento l‟universo delle
imprese beneficiarie che hanno concluso gli investimenti e hanno richiesto il saldo entro il 31.12.2010.
L‟analisi dei dati consentirà di fornire una prima quantificazione del contributo della Misura agli indicatori R2
ed R3.
Nel 2012 l‟attività d‟indagine per l‟acquisizione dei dati primari verrà effettuata sulle 7 imprese
agroalimentari, a cui fa riferimento una spesa pari a 1,36 milioni di euro, tutte relative alla modalità di
attuazione della misura con “domanda singola”, che hanno fatto richiesta di saldo entro il 31 dicembre 2010.
La ridotta numerosità dell‟universo non richiede di procedere ad un campionamento. Le indagini, quindi,
saranno effettuate nel 2012 sull‟intera popolazione, che ha concluso gli investimenti nel 2010, la cui
articolazione è dettagliata nella tabella seguente.
Universo delle imprese che hanno richiesto il saldo entro il 31.12.2010
Comparti ZONA
A B C D Totale
Cerealicolo 1 1
Olivicolo 1 1
Ortofrutticolo 2 2 4
Vitivinicolo 1 1
Totale 1 3 2 1 7
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 21
La rilevazione dei dati, ante e post intervento, sarà effettuata attraverso la somministrazione di un
questionario valutativo e la riclassificazione dei conti economici delle imprese a valore aggiunto
(caratteristico), evidenziando la differenza fra il valore della produzione e il costo dei beni e servizi acquistati
presso terzi e consumati nella produzione.
Mediante il questionario saranno rilevati i dati di natura quali-quantitativa in relazione agli obiettivi connessi
alla logica di intervento della Misura, alle domande valutative definite del QCMV per la Misura 123 e a quelle
aggiuntive indicate dalla Regione. Il questionario è suddiviso in 6 sezioni:
1) informazioni generali (fatturato, numero occupati, sistemi di certificazione, i consumi di acqua,
energia elettrica ed altri fonti energetiche, le finalità degli investimenti, ecc.) ed informazioni relative
alla progettazione integrata di filiera;
2) l‟innovazione di prodotto e di processo (tipologia, finalità, effetti, ecc.);
3) la materia prima ed i prodotti finiti (evoluzione dei volumi e del valore della materia prima e dei
prodotti finiti, analisi dei vincoli contrattuali e di altre modalità di fornitura, mercati di riferimento,
ecc.);
4) l‟efficienza e la competitività dell‟impresa (efficienza di costo, miglioramento della produttività, ecc.);
5) energia, ambiente e sicurezza sul lavoro;
6) informazioni generali inerenti l‟adesione al PSR (strumenti di comunicazione istituzionale e non,
reperimento delle risorse finanziarie non sovvenzionate, accesso alle agevolazioni al credito, ecc.).
Infine, per quanto riguarda gli aspetti contabili, la documentazione verrà reperita in sede di indagine oppure
presso le Camere di Commercio. Qualora l‟impresa faccia parte di un gruppo societario (con bilancio
consolidato), la rilevazione del valore aggiunto verrà effettuata riclassificando un Conto Economico
semplificato della impresa/società controllata/collegata beneficiaria, costruito sulla base dei dati relativi alla
contabilità interna.
Azione 2: Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti forestali
Alla data del 31.12.2011, le domande ammesse a finanziamento relative a questa azione risultano 31 a
favore di 30 soggetti beneficiari per un importo totale ammesso pari a 1.271.299 Euro. Inoltre, con Det. n.
A02589 del 2 aprile 2012 è stato approvato l‟elenco delle domande di aiuto relative alla Quarta Sottofase
Temporale del meccanismo procedurale c.d. “stop&go”, in cui risultano altre nove domande presentate, per
un totale complessivo del costo delle operazioni di Euro 1.485.657.
Le indagini da avviare presso un campione di imprese beneficiarie sono finalizzate al recupero di informazioni
utili per rispondere alle domande valutative e alla stima dell‟indicatore R2 relativo all‟accrescimento del
valore aggiunto lordo attraverso la rilevazione della situazione contabile pre e post intervento.
Le indagini si concentreranno sulle operazioni concluse nel 2010. In particolare, nel settore forestale, le
imprese che alla stessa data hanno fatto richiesta di saldo sono 18 (53% del totale) tutte relative a domande
singole. La stratificazione dell‟universo è stata effettuata sulla base delle aree PSR (A, B, C, D). La
numerosità campionaria, pari a 12 unità di rilevazione, è stata calcolata sulla base di un errore campionario
del 10% in riferimento alla variabile “importo dell‟investimento”.
Nella seguente tabella si riporta la composizione dell‟universo riguardante le domande singole che hanno
richiesto il pagamento del saldo, e che quindi hanno completato l‟investimento, entro il 2010 e il relativo
campione.
Misura 123 – Azione 2 – Domande singole con richiesta saldo al 31.12.2010 per zona PSR
Universo Campione
A B C D Totale A B C D Totale
3 1 6 8 18 2 1 4 5 12
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Misura 115 – Avviamento dei servizi di assistenza alla gestione, servizi di sostituzione e di
consulenza aziendale
La Misura 115 promuove una serie di iniziative in grado di supportare gli agricoltori nelle scelte relative il
futuro delle proprie aziende, perseguendo il miglioramento della gestione e del rendimento globale delle
imprese e cercando anche di garantire la continuità nel lavoro aziendale. La Misura 115 prevede l‟erogazione
di un sostegno per fronteggiare i costi relativi all‟avviamento di servizi di:
assistenza alla gestione contabile ed economica delle aziende agricole;
sostituzione nelle aziende agricole;
consulenza aziendali da erogare ai sensi della Misura 114 del PSR.
I destinatari finali degli interventi previsti nella Misura in oggetto, sono gli imprenditori agricoli e forestali;
beneficiari delle operazioni sono invece le associazioni, le società, le cooperative e i loro consorzi che
vengono istituite per l‟erogazione di servizi afferenti le tre tipologie di intervento precedentemente riportate.
Alla data del 31/12/2011 risultano ammesse a finanziamento 4 domande singole e una domanda nell‟ambito
di un Progetto Integrato di Filiera (PIF).
Delle 4 domande singole una riguarda la prima sottofase temporale del meccanismo procedurale “Stop and
Go” previsto per la Misura 115; l‟importo richiesto è pari ad ottantamila euro e il contributo finanziabile a
40.000 €. Le tre domande rimanenti sono attinenti alla seconda sottofase temporale del meccanismo
procedurale “Stop and Go”. L‟importo totale richiesto per le tre domande è pari a 168.000 € a cui
corrisponde un contributo finanziabile di quasi 83.000 €.
Domande singole N. domande Importo
richiesto (€) Importo
finanziabile (€) Contributo
ammissibile (€) Contributo
finanziabile (€)
I sotto fase “Stop and Go” 1 80.000 80.000 40.000 40.000
II sotto fase “Stop and Go” 3 168.000 143.210 82.823 82.823
Totale 4 248.000 223.210 122.823 122.823
Fonte: Regione Lazio DWH Monitoraggio
La domanda ammessa nell‟ambito della progettazione integrata di filiera è afferente alla “CLICK Società
Cooperativa”; il contributo richiesto è di 69.000 € mentre il contributo ammesso a finanziamento ammonta a
52.000 € di cui 26.000 di spesa pubblica.
PIF
N. domande Importo richiesto (€) Contributo ammesso (€)
1 Investimento previsto Spesa pubblica Investimento previsto Spesa pubblica
69.000 40.000 52.000 26.000
Fonte: Regione Lazio DWH Monitoraggio
Le future attività di valutazione indagheranno sugli esiti della misura nei confronti dei destinatari finali delle
operazioni finanziate (imprenditori agricoli e forestali) e i servizi erogati.
Misura 124 – Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore
agricolo, alimentare e forestale
La misura si applica sull‟intero territorio regionale ed è attuata esclusivamente all‟interno dei PIF: i beneficiari
sono, pertanto, i soggetti proponenti (nello specifico i soggetti capofila) dei progetti integrati di filiera. La
valutazione è demandata a considerazioni in seno ai fabbisogni d‟intervento, alle misure attivate e ai risultati
analizzati nello specifico approfondimento tematico sulla progettazione integrata di filiera (PIF).
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Misura 132 – Partecipazione a sistemi di qualità alimentare
I beneficiari della misura sono le imprese agricole singole o associate che partecipano ai sistemi di qualità
alimentare riconosciuti in ambito comunitario (DOP e IGP, DOC e DOCG, STG, biologico). La misura è attuata
prevalentemente nell‟ambito del Pacchetto giovani dei PIF, pertanto le informazioni necessarie alle analisi
valutative sono reperite attraverso le attività di indagine riguardanti il Pacchetto giovani e i PIF.
Misura 133 – Attività di informazione e promozione agroalimentare
La misura è attivata con la modalità singola e nell‟ambito dell‟approccio integrato di filiera. Le domande
ammesse a finanziamento nel 2010 sono tutte incluse nell‟ambito dei PIF, pertanto, i risultati saranno
analizzati nello specifico approfondimento tematico sulla progettazione integrata di filiera (PIF).
3.1.1.3 Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche per lo sviluppo dei servizi alla
logistica e delle attività forestali
Misura 125 - Infrastrutture connesse allo sviluppo e all’adeguamento della selvicoltura
La misura ha come obiettivo il miglioramento e il potenziamento delle infrastrutture a servizio delle unità
produttive agricole e forestali al fine di rendere competitivi i settori interessati. La Misura è articolata in tre
azioni che agiscono su tre aspetti del sistema delle aree rurali laziali.
L‟Azione1 “Miglioramento e ripristino della viabilità rurale” attraverso interventi riguardanti la sistemazione e
la ristrutturazione di strade rurali esistenti, con particolare attenzione alle opere di difesa del corpo stradale,
funzionali a più aziende agricole, anche per favorire un più agevole accesso ai fondi agricoli.
L‟Azione 2 “Miglioramento e ripristino delle infrastrutture forestali” prevede il miglioramento, il recupero, il
ripristino e l‟adeguamento di infrastrutture esistenti, al di fuori delle aziende, al servizio delle utilizzazioni
forestali: viabilità forestale permanente, imposti, siti di ubicazione di teleferiche e gru a cavo o altri impianti
utili alle operazioni di esbosco del legname.
L‟Azione 3 “Miglioramento delle dotazioni idriche rurali, delle opere idraulico-forestali e
dell‟approvvigionamento energetico” prevede più tipologie di sostegno per la ristrutturazione e
potenziamento della rete idrica rurale esistente, la costruzione di piccoli invasi ed interventi di elettrificazione
interaziendale.
La Misura è attuata sia attraverso domande singole che all‟interno di un PIF. Così come si evince dalla tabella
che segue, alla data del 31.12.2011 risultano ammesse a finanziamento n. 59 domande di aiuto, di cui 41
relative alle Azioni 1 e 3 e n. 18 all‟Azione 2, a favore di 55 beneficiari, di cui n. 8 attuate attraverso la
modalità della Progettazione Integrata, per un volume totale degli investimenti pari a 10.157.071 Euro.
Numero di domande ammesse a finanziamento distinte per modalità di attuazione e zona di riferimento
Modalità di attuazione
Zone
Totale B C D
Non specificato
Domande singole (Azioni 1, 3) 1 15 3 32 41
Domande singole (Azione 2) 8 2 10
Domande Progettazione Integrata (Azioni 1, 2, 3) 8 8
Totale 1 31 5 32 59
Alla stessa data le operazioni per cui è stata fatta richiesta di saldo sono 13, di cui una sola relativa al 2010.
Poiché non sono ancora trascorsi i tempi necessari per la manifestazione degli effetti dovuti agli investimenti,
nell‟immediato non sarà possibile effettuare le indagini dirette presso i beneficiari finalizzate alla
quantificazione degli indicatori previsti. Tuttavia, in vista dell‟aggiornamento della valutazione intermedia si
prevede di impostare il questionario da somministrare all‟unica impresa beneficiaria il cui investimento è
stato concluso nel 2010. Tale attività però non potrà comunque fornire alcun contributo alla quantificazione
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 24
dell‟indicatore R2, data l‟irrisoria rappresentatività, ma potrà risultare utile nel fornire indicazioni per le
indagini future.
3.1.2 Asse 2 – Miglioramento dell’ambiente e dello spazio naturale
3.1.2.1 La valutazione dei risultati a livello di Asse
Con riferimento agli interventi programmati nell‟ambito dell‟Asse 2 il QCMV propone l‟indicatore di Risultato
comune n.6, così definito: “superficie soggetta a una gestione efficace del territorio che ha contribuito con
successo:
(6.a) alla biodiversità e salvaguardia di habitat agricoli e forestali di alto pregio naturale;
(6.b) a migliorare la qualità dell‟acqua;
(6.c) ad attenuare i cambiamenti climatici;
(6.d) a migliorare la qualità del suolo;
(6.e) a evitare la marginalizzazione e l‟abbandono delle terre”.
L‟indicatore comune esprime i risultati del Programma in termini di estensione della superficie agricola o
forestale sottoposta, a seguito degli impegni o interventi oggetto di sostegno nell'ambito delle misure dell'asse, ad una gestione ritenuta favorevole (efficace) rispetto alle finalità definite nell‟indicatore stesso.
Queste ultime in larga misura corrispondono agli obiettivi specifici/prioritari assegnati alle misure dell‟asse 2 nel PSR della Regione Lazio: la salvaguardia della biodiversità nei territori rurali (diversità genetica, delle
specie e degli ecosistemi) e in particolare la tutela e lo sviluppo di sistemi agricoli e forestali ad “elevata valenza naturale”, la conservazione della biodiversità e la tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto
valore naturale.
Si evidenziano alcuni aspetti caratterizzanti l‟indicatore, dei quali è necessario tener conto nella sua
quantificazione e nel suo uso a fini valutativi:
l‟unità di misura utilizzata (ettari di superficie) e il suo riferirsi al concetto di "gestione del territorio"
rendono l'indicatore particolarmente idoneo per la valutazione dei risultati delle Misure 211, 212, 214, le
quali prevedono, infatti, l‟assunzione di impegni di tipo tecnico-gestionale riferiti (così come i relativi
pagamenti) alla superficie agricola; in altri termini, per queste misure vi è una diretta corrispondenza tra
natura dell'intervento finanziato, la modalità di sua misurazione in termini realizzativi e la variabile usata
dall'indicatore per la stima dei risultati dell'intervento stesso ("superficie soggetta ad una gestione efficace
del territorio che ha contribuito con successo a…"). In questa stessa tipologia possono essere ricondotte
anche le misure di imboschimento (Misure 221, 223) le quali favoriscono cambiamenti nel tipo di uso del
suolo, potenzialmente favorevoli rispetto agli obiettivi ambientali e esprimibile anche in questo caso in
termini di superficie interessata. L‟indicatore è invece di più complessa utilizzazione nelle altre misure "ad
investimento" dell'Asse 2 (Misure 216, 226, 227) le quali pur determinando, ma a volte solo in forma
indiretta, miglioramenti nella gestione di aree forestali prevedono speso interventi puntuali non direttamente
quantificabili in termini di estensione di superfici forestali, come richiesto dall'indicatore comune;
come verrà in seguito illustrato, una singola misura può determinare pratiche o forme di gestione del
territorio che contribuiscono a più di un obiettivo definito dall‟indicatore; pertanto i cinque valori assoluti
totali espressi in ettari in cui esso si scompone si riferiscono a superfici fisiche almeno in parte coincidenti e
quindi non sommabili tra loro; ciascuno dei cinque valori totali dell'indicatore R6 rappresenta quindi un "sub-
indicatore" che esprime il contributo dell‟asse all‟obiettivo specifico rispetto al quale è stato calcolato.
Il Calcolo dell’indicatore R6
I cinque valori di superficie dell‟indicatore sono il “prodotto” di due più specifici elementi di analisi e giudizio:
il primo, di natura quantitativa è l‟estensione delle superfici agricole o forestali interessate dalle diverse
Misure/SottoMisure/Azioni dell‟asse; il secondo, derivante da una valutazione di tipo qualitativa, è la tipologia
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 25
di effetti generati dalla attuazione delle diverse Misure/Azioni nell‟unità di superficie, giudicati coerenti (in
rapporto di causalità) con uno o più degli “obiettivi” definiti nell‟indicatore.
In termini operativi, la quantificazione dell‟indicatore R6 avviene pertanto attraverso lo sviluppo delle
seguenti fasi preliminari:
- determinazione della superficie agricola o forestale oggetto di impegni o interventi (SOI) nell‟ambito
delle singole Misure/SottoMisure/Azioni in cui si articola l‟asse;
- individuazione dei legami di causalità tra gli impegni o interventi oggetto di sostegno nell'ambito delle
Misure/SottoMisure/Azioni e i cinque obiettivi definiti nell‟indicatore R6.
Il processo si conclude con la quantificazione dei cinque valori totali dell‟indicatore (“sub-indicatori”)
attraverso la sommatoria delle SOI delle singole Misure/SottoMisure/Azioni (calcolate nel precedente punto
“I” attribuite ai singoli obiettivi (in base alla analisi di causalità cui al precedente punto “II”.
Di seguito è illustrato lo sviluppo delle due fasi preliminari, mentre si rimanda al seguente paragrafo per
l‟illustrazione e l‟analisi dei valori effettivi raggiunti dall‟indicatore entro il 2011.
I Determinazione della superficie agricola o forestale oggetto di impegno o intervento (SOI)
nell’ambito delle singole Misure/Azioni in cui si articola l’Asse
La principale fonte utilizzata per la stima della SOI è la banca dati fornita dalla A.d.G. derivata dal Sistema
Informativo Agricolo Nazionale (SIAN). La variabile considerata, per l‟insieme delle Misure “a superficie”
(211, 212 e 214) o miste (221, inclusi i cd. “trascinamenti”) è la superficie oggetto di impegno all‟anno 2011,
escludendo i possibili “doppi conteggi” tra i diversi anni e nell‟ambito della stessa Misura, come avviene per
le Misure 211 e 212.
Non sono considerate, ai fini del calcolo del presente indicatore le misure “a investimento” (216, 226, 227) a
causa della mancanza di informazioni utili alla definizione delle superfici di pertinenza, la Misura 215
(benessere animale) sia la SottoMisura 214-8 (tutela della biodiversità animale) nelle quali l‟impegno è
riferito (ed economicamente quantificato) non in base ad una superficie bensì al numero di UBA.
Tab.1: Superficie oggetto di impegno o intervento (SOI) per Misure/SottoMisura/Azione – situazione
dicembre 2011. Valori in ettari Misura SOI T (ha) Sottomisura/Azione SOI (ha)
211 - Indennità a favore degli agricoltori nelle zone montane
38.453 38.453
212 - Indennità a favore degli agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane
7.422 7.422
213 – Indennità Natura 2000 328 328
214 - Pagamenti agroambientali 84.575
1 - Produzione integrata 1.403
2 - Agricoltura biologica 69.826
3 - Gestione del suolo 7.182
4 - Conversione dei seminativi in prati, prati pascoli e pascoli
1.252
5 - Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale
224
6 - Coltivazione a perdere 53
9 - Tutela della biodiversità agraria vegetale 213
11 - Conservazione ed incremento della sostanza organica
4.422
221 - Primo imboschimento dei terreni agricoli 2.987
1. Imboschimenti protettivi e multifunzionali con vincolo permanente
6
2. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo medio-lungo
74
3. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo breve -
- Impegni assunti nelle precedenti programmazioni : 2.907
224 - Indennità Natura 2000 865 865
226- Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi
260
1 – Prevenzione e riduzione del rischio di incendio
260 2 – Ricostituzione dei boschi danneggiati dagli incendi
3 – Ricostituzione di boschi danneggiati da calamità naturali
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pag. 26
Misura SOI T (ha) Sottomisura/Azione SOI (ha)
227 – Investimenti non produttivi 687
A – Investimenti intesi a valorizzare la pubblica utilità delle foreste
n.d.
B – Investimenti intesi alla valorizzazione ambientale delle foreste
687
II. Individuazione dei legami di causalità tra le Misure/Azioni e gli obiettivi definiti
nell’Indicatore R6
E‟ questa la fase del processo di maggiore complessità e rilevanza valutativa, basata sulla analisi degli effetti
determinati dagli impegni gestionali assunti (pratiche e tecniche di conduzione dei terreni agricoli o forestali)
o dagli interventi realizzati dai beneficiari delle diverse Misure/SottoMisure/Azioni. Sono questi gli elementi
centrali del processo logico che ricostruisce i "legami (o catene) di causalità” tra le Misure/SottoMisure/Azioni
e gli obiettivi definiti nell'indicatore, come schematicamente di seguito illustrato:
L'adesione alla
Misura/SottoMisura comporta
l'attuazione da parte del
beneficiario di ......
Obiettivo
previsto dall'Indicatore R6
impegni/interventi
che potenzialmente determinano
.. .....
effetti specifici (risultati).
coerenti con il raggiungimento di
(almeno) un ....
Nel seguente Quadro sinottico sono in sintesi illustrati i risultati di tale processo: per ciascuna
Misura/Sottomisura dell‟Asse 2 sono enunciati gli effetti specifici (derivanti dagli impegni o interventi oggetto
di sostegno) in grado di contribuire al raggiungimento di uno o più obiettivi definiti nell‟Indicatore.
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pag. 27
Misure Azioni
Indicatore R6: Superficie soggetta a una gestione efficace del territorio, che ha contribuito con successo:
a) alla biodiversità e alla salvaguardia di habitat
agricoli e forestali di alto pregio naturale
b) a migliorare la qualità dell’acqua
c) ad attenuare i cambiamenti climatici
d) a migliorare la qualità del suolo
e) a evitare la marginalizzazione e
l’abbandono delle terre
211 Indennità per svantaggi naturali a favore di agricoltori delle zone montane
Salvaguardia di elementi naturali e seminaturali e modalità di utilizzazione di aree seminaturali e di habitat agricoli (prati e pascoli) favorevoli alla fauna selvatica e alla flora spontanea.
Mantenimento di attività agricole in aree montane, derivante dall‟impegno quinquennale.
212 Indennità a favore di agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane
Salvaguardia di elementi naturali e seminaturali e modalità di utilizzazione di aree seminaturali e di habitat agricoli (prati e pascoli) favorevoli alla fauna selvatica e alla flora spontanea.
Mantenimento di attività agricole in aree montane, derivante dall‟impegno quinquennale.
213 Indennità Natura 2000 Conservazione degli habitat naturali ricompresi all‟interno dei siti delle Rete Natura 2000, tutela della biodiversità vegetale ed animale ad essi collegata.
Presidio del territorio e utilizzo di terreni agricoli in aree dove esiste un evidente limitazione nell‟utilizzo degli stessi.
214
1. Produzione integrata Aumento della complessità ecosistemica (aumento del “mosaico colturale”) degli ambienti agricoli a seguito degli impegni sulle rotazioni colturali.
Riduzione dei livelli di impiego di macronutrienti (azoto e fosforo) e pesticidi e del loro dilavamento o percolazione nel suolo
Riduzione delle emissioni di GHG (protossido di azoto) da fertilizzanti di sintesi chimica
Riduzione dell‟erosione superficiale del suolo in attuazione delle norme di condizionalità.
2. Agricoltura biologica Aumento della complessità ecosistemica (aumento del “mosaico colturale”) degli ambienti agricoli. Non utilizzazione di fitofarmaci tossici a beneficio della fauna selvatica.
Riduzione dei livelli di impiego di macronutrienti (azoto e fosforo) e pesticidi e del loro dilavamento o percolazione nel suolo.
Conservazione/aumento dello stoccaggio di carbonio nel suolo. Riduzioni di emissioni di GHG (protossido di azoto) da fertilizzanti di sintesi chimica
Riduzione dell‟erosione superficiale a seguito di una maggior copertura del suolo e mantenimento/aumento del suo contenuto in sostanza organica.
3. Gestione del suolo Salvaguardia di specie selvatiche (avifauna in particolare) e della diversità degli ecosistemi agricoli.
Riduzione del dilavamento o percolazione dei macronutrienti nelle acque superficiali e profonde
Riduzione dell‟erosione superficiale del suolo dovuto ad una maggior copertura del suolo.
4. Conversione dei seminativi in prati, prati-pascoli e pascoli
Salvaguardia e modalità di utilizzazione di aree seminaturali e di habitat agricoli (prati e pascoli) favorevoli alla fauna selvatica e alla flora spontanea
Riduzione dei livelli di impiego di macronutrienti (azoto e fosforo) e pesticidi e del loro dilavamento o percolazione nel suolo
Riduzione delle emissioni di GHG (protossido di azoto) da fertilizzanti di sintesi chimica
Riduzione dell‟erosione superficiale del suolo e mantenimento del contenuto in sostanza organica.
Mantenimento di attività agricole (zootecnia estensiva) in aree montane.
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pag. 28
Misure Azioni
Indicatore R6: Superficie soggetta a una gestione efficace del territorio, che ha contribuito con successo:
a) alla biodiversità e alla salvaguardia di habitat
agricoli e forestali di alto pregio naturale
b) a migliorare la qualità dell’acqua
c) ad attenuare i cambiamenti climatici
d) a migliorare la qualità del suolo
e) a evitare la marginalizzazione e
l’abbandono delle terre
5. Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale
Salvaguardia/creazione di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli per la fauna selvatica. Potenziamento delle connessioni ecologiche.
Riduzione del dilavamento o percolazione nel suolo di macronutrienti (fasce tampone).
Riduzione dell‟erosione superficiale del suolo.
6. Coltivazioni a perdere Salvaguardia/creazione di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli per la fauna selvatica.
9. Tutela della biodiversità agraria vegetale
Incremento/mantenimento della consistenza regionale di varietà di specie vegetali locali in via d‟estinzione.
11. Conservazione ed incremento della sostanza organica
Riduzione del dilavamento o percolazione nel suolo di macronutrienti.
Conservazione/aumento dello stoccaggio di carbonio nel suolo. Riduzione delle emissioni di GHG (protossido di azoto) da fertilizzanti di sintesi chimica.
Riduzione dell‟ erosione superficiale del suolo e mantenimento del contenuto in sostanza organica.
F1. Ex Reg. 2078/92 set aside ventennale
Salvaguardi di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli alla fauna selvatica e alla flora spontanea.
Riduzione dei carichi e del dilavamento o percolazione nel suolo di macronutrienti.
216
1. Ripristino e miglioramento di elementi del paesaggio rurale
Salvaguardia/creazione di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli per la fauna selvatica. Potenziamento delle connessioni ecologiche.
2. Conservazione di ecosistemi di alta valenza naturale e paesaggistica
Salvaguardia/creazione di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli per la fauna selvatica.
Riduzione del dilavamento o percolazione nel suolo di macronutrienti (fasce tampone).
3. Creazione di strutture per la diffusione e l‟osservazione della fauna selvatica
Salvaguardia/creazione di aree seminaturali e di habitat agricoli favorevoli per la fauna selvatica.
221
1. Imboschimenti protettivi e multifunzionali con vincolo forestale permanente
Ricostituzione di ambienti naturali. Ampliamento della Rete ecologica regionale.
Diminuzione degli apporti di fertilizzanti e fitofarmaci. Abbattimento dei nutrienti in eccesso.
Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa. Riduzione delle emissioni di GHG dovute alle attività agricole.
Contenimento dell‟erosione superficiale. Regimazione della acque superficiali e profonde.
2. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo medio-lungo
Ricostituzione di ambienti naturali. Ampliamento della Rete
Diminuzione degli apporti di fertilizzanti e fitofarmaci.
Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa.
Contenimento dell‟erosione superficiale. Regimazione della
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pag. 29
Misure Azioni
Indicatore R6: Superficie soggetta a una gestione efficace del territorio, che ha contribuito con successo:
a) alla biodiversità e alla salvaguardia di habitat
agricoli e forestali di alto pregio naturale
b) a migliorare la qualità dell’acqua
c) ad attenuare i cambiamenti climatici
d) a migliorare la qualità del suolo
e) a evitare la marginalizzazione e
l’abbandono delle terre
ecologica regionale. Abbattimento dei nutrienti in eccesso.
Riduzione delle emissioni di GHG dovute alle attività agricole.
acque superficiali e profonde.
3. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo breve
Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa.
Trascinamenti Reg. 1609/89, Reg. 2080/92, Reg. 1257/99
Ricostituzione di ambienti naturali. Ampliamento della Rete ecologica regionale.
Diminuzione degli apporti di fertilizzanti e fitofarmaci. Abbattimento dei nutrienti in eccesso.
Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa. Riduzione delle emissioni di GHG dovute alle attività agricole.
Contenimento dell‟erosione superficiale. Regimazione delle acque superficiali e profonde.
222 Primo impianto di sistemi agroforestali su terreni agricoli
Ricostituzione di ambienti naturali.
Abbattimento dei nutrienti in eccesso.
Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa.
223 1. Imboschimenti con finalità protettive a multifunzionali
Ricostituzione di ambienti naturali.
Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa.
Contenimento dell‟erosione superficiale. Regimazione delle acque superficiali e profonde.
2. Imboschimenti in pertinenze idraulico-forestali
Ricostituzione di ambienti naturali.
Assorbimento e stoccaggio del C nella biomassa legnosa.
Contenimento dell‟erosione superficiale. Regimazione delle acque superficiali e profonde.
224 Indennità Natura 2000 Conservazione degli habitat naturali ricompresi all‟interno dei siti delle Rete Natura 2000, tutela della biodiversità vegetale ed animale ad essi collegata.
Presidio del territorio e utilizzo di terreni agricoli in aree dove esiste un evidente limitazione nell‟utilizzo degli stessi.
226 Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi
Salvaguardia di habitat e della biodiversità ad essi collegata.
Prevenzione delle emissioni di GHG dovuti agli incendi.
Prevenzione di fenomeni di instabilità idrogeologica.
227
A. Investimenti intesi a valorizzare la pubblica utilità delle foreste
Migliorare la fruibilità e l‟uso multifunzionale delle risorse forestali
B. Investimenti intesi alla valorizzazione ambientale delle foreste
Salvaguardia di habitat e della biodiversità ad essi collegata.
Prevenzione di fenomeni di instabilità idrogeologica.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 30
I valori effettivi Indicatore di Risultato R6: comparazione rispetto al target e al contesto di
intervento.
La Tabella 2 riporta i cinque valori totali dell'Indicatore R6 (totali di colonna) ricavati dalla sommatoria delle
superfici agricole o forestali oggetto di intervento (SOI), nell'ambito delle diverse misure, sottomisure e
azioni, che si ritiene contribuiscano agli obiettivi ambientali definiti nello stesso indicatore (Tabella 3).
Si tenga conto che nella sommatoria per obiettivi sono esclusi i “doppi conteggi” derivanti dalla presenza,
sulla stessa superficie fisica, di impegni o interventi relativi a diverse misure, sottomisure o azioni. Ciò si
verifica in particolare nelle zone montane, tra la Misura 214 e la Misura 211. In questo caso si è scelto di
attribuire le superfici interessate contemporaneamente dalle due Misure (e individuate attraverso l‟incrocio
dei dati particellari ricavati dalle BD) esclusivamente alla Misura 214; pertanto la SOI della Misura 211
considerata ai fini del calcolo dell‟Indicatore R6 risulta inferiore (29.955 ettari) rispetto a quella oggetto di
sostegno attraverso l‟indennità (pari a 38.453 ettari, come indicato nella precedente Tabella 1).
I valori ottenuti sono confrontati, in primo luogo, con i rispettivi valori target definiti nella versione vigente
del PSR (Tabella 2) ricavandone indicazioni in merito alla efficacia degli interventi nel raggiungere gli obiettivi
programmatici.
Tab. 2: Indicatore comune di Risultato n. 6, indici di efficacia al dicembre 2011. Valori in ettari
La Tabella 2 mostra come tutti gli obiettivi specifici di asse, espressi in termini di superficie, siano stati
complessivamente raggiunti. L‟indicatore di risultato n. 6 evidenzia come alcune componenti ambientali
risultino interessate dal PSR in misura nettamente superiore alle aspettative. In particolare per gli obiettivi di
tutela della biodiversità (R6-a) e di evitare la marginalizzazione delle terre (R6-e) sono stati raggiunti indici di
efficacia pari a 132% e 195% rispettivamente.
I buoni risultati raggiunti a livello di asse nascondono i pesanti squilibri tra i risultati raggiunti a livello di
sotto-asse e ancor di più a livello di singole misure. Il marginale contributo delle misure di interesse forestale
all‟indicatore complessivo può essere in parte spiegato dall‟ammontare delle risorse finanziarie loro
assegnate, nettamente inferiori a quelle a disposizione per le misure agro-ambientali, nonché dalla
inadeguatezza dell‟indicatore a misurare gli effetti di talune misure, in particolare di quelle a investimento,
tuttavia, è doveroso chiarire come molte misure abbiano raggiunto, ad oggi, risultati decisamente inferiori
alle aspettative. Gli indici di efficacia ricalcolati per le sole misure forestali rispetto ai medesimi obiettivi di cui
sopra (R6-a; R6-e) sono pari a 27% e 12% rispettivamente.
Da queste considerazioni deriva la necessità di approfondire il livello di indagine al fine di interpretare con
maggior chiarezza come e quanto i due settori e le rispettive misure abbiano effettivamente contribuito al
raggiungimento degli obiettivi programmatici:
La scomposizione dell‟indicatore R6 in sotto-assi e misure (Tabella 3) permette di apprezzare come il
raggiungimento e talvolta il superamento degli obiettivi, sia di per se garantito dalle sole Misure 211
e 214;
Indicatore R6 al 2011
Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio che ha contribuito con successo a...
a) alla biodiversità e alla salvaguardia
di habitat
b) a migliorare la qualità
dell’acqua
c) ad attenuare i cambiamenti
climatici
d) a migliorare la qualità del
suolo
e) a evitare la marginalizzazione
delle terre
Valori effettivi, di cui: 121.163 89.442 80.150 88.243 47.992
- agricoltura 116.464 86.445 76.903 84.309 47.127
- forestazione 4.799 2.987 3.247 3.934 865
Valori obiettivo post HC 91.099 79.368 79.873 79.368 24.617
Indice di efficacia (valore effettivo/previsto)
132% 113% 100% 110% 195%
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 31
L‟indennità compensativa in favore degli agricoltori delle zone svantaggiate, montane e non, per la
quale si è ipotizzato un effetto diretto sui sub-indicatori R6-a ed R6-e, ha coinvolto circa 42.000
ettari a fronte di un valore obiettivo fissato in ex ante inferiore a 14.000 ettari. Un valore effettivo
dunque tre volte superiore al valore obiettivo, risultato dovuto in parte alla sottostima del valore
obiettivo quanto piuttosto alla evoluzione nell‟applicazione della misura nel corso della
programmazione. Le risorse assegnate alla misura sono state di fatto impegnate completamente nel
corso del primo triennio al fine di finanziare, come previsto dal bando, il maggior numero possibile di
richiedenti incrementando la dotazione del singolo bando. Successivamente per mezzo della
rimodulazione finanziaria è stata incrementata la dotazione finanziaria della misura per far fronte alla
domanda fino a fine programmazione;
Il contributo della Misura 214 all‟indicatore di risultato risulta essere, oltre che il più significativo in
termini di superficie coinvolta, il più completo in quanto uniformemente ridistribuito sulle diverse
componenti ambientali. L‟Azione 2 (agricoltura biologica), interessa circa 70.000 ettari di superficie
agricola pari a circa il 10% della SAU regionale. La diffusione della produzione biologica rappresenta
uno dei principali obiettivi della politica agricola regionale in quanto induce processi di innovazione
favorendo al contempo un approccio globale e sistemico alla gestione sostenibile delle risorse
naturali;
Il contributo offerto dalle misure rivolte alla gestione del suolo e alla conservazione della sostanza
organica (214-3; 214-11) risulta essere particolarmente significativo sia in termini di superficie
coinvolta, circa 11.500 ettari, che di valore ambientale degli impegni assunti, in particolare nella
tutela della risorse suolo e acqua;
L‟Azione 214-4 sebbene abbia interessato solamente 1.252 ettari ha una funzione strategica nel
ripristino e la conservazione di ecosistemi agricoli di alto valore naturale vista la valenza ambientale
dei prati, dei prati-pascoli e dei pascoli frammisti alle superfici coltivate;
Le altre azioni previste dalla Misura 214, non hanno registrato ad oggi significativi livelli di adesione;
Le Misure di interesse forestale si caratterizzano per un sostanziale insuccesso dal quale si
distinguono le sole superfici imboschite durante i precedenti periodi di programmazione, oggi
mantenute grazie al sostegno dell‟attuale Misura 221 quantificabili in circa 2.900 ettari. Tali
formazioni in “trascinamento” sono caratterizzate inoltre da una elevata sostenibilità ambientale,
infatti influiscono favorevolmente e direttamente su tutte le componenti ambientali dell‟indicatore
R6.
Le indennità Natura 2000 in ambito forestale interessano 865 ettari e si caratterizzano
principalmente per il contributo alla salvaguardia di habitat forestali di alto valore naturale quali sono
per definizione quelli inclusi nella Direttiva 92/43/CEE e nella Direttiva 79/409/CEE. Tuttavia ad oggi
l‟avanzamento fisico si attesta sul 12%.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 32
Tab 3: Indicatore di Risultato n. 6, valori raggiunti al 2011, totali e per Misura/azione. Valori in ettari.
Misure/Azioni
Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio che ha contribuito con successo a…
a) alla biodiversità e
alla salvaguardia di habitat
b) a migliorare la
qualità dell’acqua
c) ad attenuare i
cambiamenti climatici
d) a migliorare la qualità del
suolo
e) a evitare la marginalizzazio
ne e l’abbandono delle terre
211 Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane
29.955 38.453
212
Indennità a favore degli agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane
3.882 7.422
213 Indennità natura 2000 328
214 Totale pagamenti agroambientali
80.153 84.309 76.903 84.309 1.252
214-1 Produzione integrata 1.403 1.403 1.403 1.403
214-2 Agricoltura biologica 69.826 69.826 69.826 69.826
214-3 Gestione del suolo 7.182 7.182 7.182
214-4 Conversione dei seminativi in prati, prati pascoli e pascoli
1.252 1.252 1.252 1.252 1.252
214-5 Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale
224 224 224
214-6 Coltivazione a perdere 53
214-9 Tutela della biodiversità agraria vegetale 213
214-11 Conservazione ed incremento della sostanza organica
4.422 4.422 4.422
214-F1 Ex Reg. 2078/92 set-aside 2.146 2.146
Totale agricoltura 116.464 86.455 76.903 84.309 47.127
221 Totale imboschimenti 2.987 2.987 2.987 2.987
221-1 Imboschimenti permanenti
6 6 6 6
221-2 Arboricoltura a ciclo medio-lungo
74 74 74 74
221-H Ex Reg. 1609/89, 2080/92, 1257/99
2.907 2.907 2.907 2.907
224 Indennità natura 2000 865 865
226 Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi
260 260 260
227 Investimenti non produttivi
687 687 n.d.
Totale forestazione 4.799 2.987 3.247 3.934 865
Totale indicatore R6 (2011) 121.163 89.442 80.150 88.243 47.992
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 33
3.1.2.2 L‟ impatto sul miglioramento della qualità delle acque
Le attività di analisi sono indirizzate a fornire una risposta alla domanda: “In che misura le misure
agroambientali hanno contribuito al mantenimento o al miglioramento della qualità delle acque?”.
I principali impatti sull‟ambiente idrico delle attività agricole coinvolgono sostanzialmente il problema delle
fonti diffuse di inquinamento, generate dalla esportazione dal territorio coltivato di nutrienti e fitofarmaci
che, attraverso il deflusso superficiale, la percolazione delle acque di pioggia e l‟erosione del suolo,
raggiungono i corpi idrici, alterandone le caratteristiche chimico-fisiche. Fra i nutrienti, un ruolo prioritario è
da attribuire all‟azoto, che, sotto forma di nitrato, è molto solubile, quindi molto mobile nell‟ambiente e
raggiunge facilmente i corpi idrici, divenendo un problema soprattutto per le falde.
Di conseguenza, si è definito come indicatore di salvaguardia dei corpi idrici, la riduzione del rilascio di azoto
nell‟ambiente. Fatta questa scelta, si è disaggregata l‟analisi, distinguendo fra un indicatore di impatto
specifico (inteso come la riduzione dei carichi e del surplus di N sull‟ettaro medio, con e senza impegno agro-
ambientale) e indicatore di impatto complessivo, ovvero la riduzione dei carichi gravanti nella regione, grazie
alla misura. Con quest‟ultimo approccio si è potuto considerare la misura anche in termini di superficie
interessata.
Sinteticamente, il miglioramento della qualità delle acque si descrive attraverso i seguenti indici numerici, sia
riferiti all‟ettaro medio che al totale: riduzione dei carichi di azoto (kg/ha, Mg); Riduzione del surplus di azoto
(kg/ha, Mg). Le finalità essenziali del programma consistono quindi nel soddisfare questi obiettivi di
riduzione, soprattutto in funzione delle condizioni di partenza.
Condizioni di partenza
Le condizioni di partenza sono definite dall‟analisi di contesto e della storia recente dei fattori produttivi della
tab.3.1.2.1. Essa mostra i fattori, anche esterni alle misure, che determinano la variabilità degli input di
azoto nel sistema agroambientale.
TAB.3.1.2.1: Quantità di azoto minerale utilizzato tra il 2003 ed il 2009 con andamenti dei prezzi per i
prodotti agricoli acquistati (percentuali su base 2005, posto pari a 100).
Anno Concimi minerali azotati
venduti [Mg]
Indici dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori, base 2005 (= 100%)
Concimi (*) Energia e lubrificanti + combustibili
Manutenzione e riparazione macchine
2003 34353,9 - - -
2004 37021,6 - - -
2005 33169,2 100 100 100
2006 35922,8 103,67 110,3 103,6
2007 30411,0 117,18 113,2 107,7
2008 28049,5 193,68 128,5 113,1
2009 28094,3 173,5 115,9 117,9
(*) I dati riportati nella colonna concimi rappresentano la media degli indici di variazione dei prezzi di tutti i fertilizzanti utilizzati.
È evidente dalla tabella che, tra il 2006 ed il 2008, ci sono state importanti riduzioni nell‟acquisto di N
minerale per i concimi agricoli, dato poi stabilizzatosi nel 2009.
Per meglio spiegare questi trend, nella stessa tab.3.3.1 sono riportati gli indici dei prezzi dei prodotti
acquistati dalle aziende agricole, in percentuale rispetto al 2005. Si nota che il costo dei concimi è quasi
raddoppiato dal 2005 al 2008, aumentando molto più del costo di energia elettrica, lubrificanti, combustibili e
manutenzione delle macchine agricole. Oltre alle disposizioni delle misure agroambientali del PSR, questa è
probabilmente la principale ragione della diminuzione delle vendite di concimi minerali: quasi 6000 Mg in
meno, tra il 2003 ed il 2009.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 34
Da questa tabella si ricavano le vendite di azoto per anno che, insieme agli input zootecnici, forniscono la
sintesi degli apporti di azoto al sistema ambientale, riportata in tab.3.1.2.2. Le elaborazioni sono state
effettuate per l‟ultimo quadriennio, ritenuto sufficientemente lungo per coprire eventuali avvicendamenti
colturali. La stessa tab.3.1.2.2 mostra che anche l‟azoto di origine zootecnica ha variazioni sensibili di anno
in anno, con trend di crescita importanti.
TAB.3.1.2.2: Azoto di origine minerale e zootecnico per anno.
Anno N minerale [Mg] N zootecnico [Mg] N Totale [Mg]
2006 35922,8 22655,1 58577,9
2007 30411,0 24323,0 54734,0
2008 28049,5 24479,1 52528,6
2009 28094,3 25287,4 53381,7
Per determinare i surplus di N derivanti dalle concimazioni agricole, si sono determinate le asportazioni di
azoto da parte delle singole colture, stimate attraverso l‟integrazione di diverse fonti di letteratura. Tale
calcolo consente di determinare la quantità di azoto necessaria alle produzioni agricole riportate dalle
statistiche ISTAT. Questo dato è quindi il quantitativo teorico di azoto che dovrebbe essere apportato ai
campi con le fertilizzazioni, per soddisfare le necessità colturali, al netto degli apporti di azoto dalle
precipitazioni e delle quantità che vengono perse in atmosfera durante le fertilizzazioni. Le asportazioni
risultano pari al prodotto fra valori unitari e superfici coinvolte.
TAB.3.1.2.3: Sintesi del bilancio dell‟azoto.
Anno N minerale [Mg]
N zootecnico [Mg]
Assunzione N da parte delle colture
[Mg]
Surplus [Mg]
Variazione surplus (sul
2006)
2006 35922,8 22655,1 44744,8 13833,1 -
2007 30411,0 24323,1 46399,9 8334,1 – 40 %
2008 28049,5 24479,1 47570,3 4958,3 – 64 %
2009 28094,3 25287,4 45715,3 7666,3 – 45 %
Media 30619,4 24186,2 46107,6 8698,0 – 40 %
Se ne traggono le seguenti considerazioni:
La variabilità dei surplus di azoto negli anni, è molto legata al quantitativo di N di origine minerale, poiché
i carichi di origine zootecnica e le asportazioni colturali non hanno grande variabilità.
Fra il 2006 e 2007 è molto diminuito il quantitativo di N distribuito come minerale, in concomitanza con
l‟aumento delle foraggere (soprattutto foraggere temporanee) e delle coltivazioni erbacee.
Poiché nel 2006 la quantità di concime azotato acquistato è molto maggiore rispetto agli altri anni in
esame, il relativo surplus è molto maggiore della media. Questo dimostra un sicuro trend di
miglioramento ambientale, anche se non tutto attribuibile alle misure (vedi commento della tab.3.1.2.1).
Fonti e metodologia
Dati gli elementi di calcolo del paragrafo precedente, si è stilato il bilancio dell‟azoto (ingressi/uscite rispetto
al sistema suolo), sintetizzato nella tab.3.1.2.3. L‟indicatore di impatto è il surplus che deriva dall‟equazione
di bilancio di massa e le relative variazioni percentuali.
Questo può essere considerato un indicatore di pressione dei sistemi agrari sull‟ambiente, espressa in termini
di flussi di materia (nello specifico l‟azoto).
In particolare sono stati calcolati:
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gli Apporti Zootecnici (AZ) sulla base della consistenza zootecnica regionale (Fonte ISTAT);
gli apporti dalle Fertilizzazioni Minerali (FM), sulla base delle vendite dei fertilizzanti (Fonte ISTAT).
le asportazioni di azoto (AN) da parte delle colture, sulla base dei fabbisogni (Varie fonti) e delle rese
colturali medie (Fonte ISTAT).
Il surplus di azoto è considerato l‟indicatore della potenziale esportazione di nitrato ai corpi idrici.
Numericamente, il surplus deriva dal bilancio dell‟azoto nella Regione Lazio, pari alla differenza tra gli apporti
e le asportazioni delle colture, ovvero:
S = (AZ+FM) – AN [1]
Il valore di S così calcolato non spiega però gli apporti di azoto per singole colture, che è invece il dato
indispensabile per comprendere gli impatti delle Misure di PSR. Sulla base degli ordinamenti colturali
(ricostruiti attraverso i dati ISTAT del 2009) e dei valori di Concimazioni Azotate Massime per coltura
prescritte nel PSR per l‟agricoltura convenzionale, è stato calcolato l‟apporto di azoto “teorico” regionale,
ovvero la quantità massima di fertilizzante necessaria per le produzioni. Tale valore è stato confrontato con
quello effettivamente distribuito (AZ+FM) nella Regione nel 2009.
Il confronto tra le due stime porta ad una differenza di circa l‟8%.
Tale dato è importante per due ragioni:
consente una validazione del metodo di calcolo adottato.
Fornisce un‟indicazione oggettiva di quanto, almeno mediamente, è l‟effettiva quantità di fertilizzante
utilizzata per coltura.
Di conseguenza, si è stimato che l‟azoto effettivamente somministrato alle colture è pari a quello massimo
teorico ridotto dell‟8%. Si sono così ricavate le Concimazioni Azotate Effettive (CAE) per singola coltura,
utilizzate per determinare i carichi legati all‟agricoltura convenzionale ed a quella derivante dalla misura.
Tale assunzione si è basata sulle seguenti considerazioni:
1. L‟agricoltura biologica (l‟81% della superficie oggetto di impegno) ha un vincolo di 170 kg/ha di
apporto complessivo aziendale di azoto, valore alto rispetto alle concimazioni medie regionali che, se
applicato alle superfici dell‟azione 2, avrebbe determinato carichi del biologico maggiori di quelli del
convenzionale.
2. L‟agricoltura integrata nella regione ha riguardato circa 380 ha, ovvero lo 0,4% della SOI. Solo a
queste superfici sono stati applicati i valori di concimazioni prescritte dal disciplinare dell‟agricoltura
integrata.
Le altre azioni non hanno vincoli specifici sugli apporti di fertilizzanti e quindi non vanno considerate nel
bilancio. Infatti, esse generano un cambiamento nell‟uso del suolo (azione 4: “Conversione dei seminativi in
prati, prati-pascoli e pascoli” e azione F1 del precedente PSR “Ritiro dei seminativi dalla produzione”) oppure
prevedono dei vincoli sulle rotazioni ma non sulle concimazioni (azione 11: “Conservazione ed incremento
della sostanza organica)”.
Pertanto, sono stati utilizzati valori di CAE (espressi in kg/ha per singola coltura) sia per calcolare i carichi di
azoto dell‟agricoltura convenzionale, sia per calcolare i carichi generati dalla Misura, con l‟eccezione
dell‟agricoltura integrata.
I carichi di azoto sono quindi determinati come segue:
A. Per l‟agricoltura convenzionale il carico è pari al valore di CAE moltiplicato per le relative superfici, a
loro volta ottenute per differenza fra le superfici totali agricole fornite dall‟ISTAT e le SOI (azioni 1,
2, 4, 11 e F1).
B. Per quelli relativi alle misure, si sono moltiplicati gli stessi CAE per le superfici delle azioni che
intervengono sulle concimazioni (le 2, 4 e 11).
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C. Per l‟azione F1 e per la misure 221 “Imboschimenti dei terreni agricoli” (Trascinamenti delle
precedenti programmazioni) si sono considerate superfici non concimate.
D. Per l‟agricoltura integrata sono stati utilizzati i carichi del relativo disciplinare.
Il beneficio derivante dalla misura agro-ambientale è dovuto alla diversa composizione degli ordinamenti
colturali tra il convenzionale e le singole misure, con l‟esclusione dell‟agricoltura integrata, che prevede
carichi colturali inferiori a quelli del convenzionale.
L‟analisi va integrata disaggregando i carichi e surplus di azoto per azione e per superficie unitaria. È stato
pertanto effettuato il prodotto della superficie oggetto di impegno (SOI) relativa alle singole azioni per la
differenza tra le concimazioni per ettaro dell‟azione stessa e quelle previste in caso di pratiche agricole
convenzionali.
L‟anno di riferimento prescelto è il 2009, per il quale si sono stimate le reali asportazioni colturali, calcolate in
funzione delle produzioni (dati Agri-ISTAT). Si è poi calcolato il surplus di concimazioni delle singole azioni
per le specifiche SOI, utilizzando i carichi di concimazione per ettaro (carichi unitari) di seminativi, colture
arboree e foraggere permanenti.
Risultati: riduzione dei carichi di azoto ed efficacia del programma
Le elaborazioni svolte hanno consentono di stimare l‟efficacia del programma, intendendo, con questo
termine, la riduzione percentuale ed assolute (kg/ha) dei carichi di azoto, sia sulle superfici oggetto di
impegno rispetto alle superfici corrispondenti ad agricoltura convenzionale (senza PSR), sia in termini globali
della regione, come confronto dell‟agricoltura convenzionale con le quantità di N distribuite nell‟agricoltura
attuale della Regione Lazio7. La superficie dell‟agricoltura convenzionale è stata calcolata come differenza di
SAU tra i dati ISTAT e le SOI delle misure 214.1, 214.2, 214.11, 214.4, 221 ed F1
In tab.3.3.4 si ha una sintesi dei dati, confrontati con i valori obiettivo del PSR, che sono:
2 kg/ha sulla superficie agricola totale regionale (differenza di carico di azoto fra l‟agricoltura
convenzionale e l‟attuale);
25 kg/ha sulla SOI (differenza di carico di azoto fra l‟agricoltura convenzionale e quella oggetto di
impegno).
TAB.3.1.2.4: Valutazione sintetica dell‟efficacia del Programma
Agricoltura
convenzionale
Agricoltura attuale
Riduzione di N nella SOI
Riduzione di azoto su tutto il territorio
regionale
Obiettivi del PSR
Riduzione di azoto su tutto il territorio regionale
Riduzione di N nella SOI
Kg/ha % Kg/ha % [kg/ha] [kg/ha]
Carico di N
69,42 67,46 38,3 55,2 1,96 2,8 2,2 25
L‟esame di questa tabella mostra l‟elevata efficacia del programma nelle SOI dove si ha una riduzione di oltre
38 kg/ha di azoto pari ad un risparmio del 55%, superando l‟obiettivo del PSR che si attestava su una
riduzione di 25 kg/ha, mentre a livello dell‟intero territorio regionale le riduzioni risultano molto contenute e
pari al 2,8% quasi 2 kg/ha; quest‟ultimo inferiore, anche se di poco, con il valore obiettivo che era di 2,2
kg/ha. Ciò mostra che la misura determina dei benefici ambientali molto alti nelle superfici coinvolte ma
queste rappresentando una quota limitata rispetto alla SAU regionale determinano una riduzione
complessiva limitata. Ne consegue la buona performance ambientale delle azioni esaminate e la necessità
del loro ulteriore sostegno, affinché raggiungano incidenze più significative.
7 Il concetto di agricoltura “attuale” esprime una fotografia, per l‟anno di esame, della situazione nella regione, con le sue attività agricole, sia convenzionali, sia oggetto di impegno. L‟agricoltura “attuale” è quindi la combinazione tra gli itinerari tecnici dell'agricoltura convenzionale e quelli dell'agricoltura con le misure del PSR per il periodo di tempo di riferimento, in genere l‟anno.
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Nella successiva tab.3.1.2.5 è possibile confrontare i risparmi di N dovuti alle diverse misure/azioni, con le
quantità di N distribuite nell‟agricoltura convenzionale della Regione Lazio. Questi sono espressi anche come
carichi areali, dividendo le quantità di N risparmiato per le superfici coinvolte dalle azioni.
TAB.3.1.2.5: Risparmio di N, rispetto ad una agricoltura completamente convenzionale
Misure/azioni N risparmiato
N unitario risparmiato
[kg/ha]
Riduzione degli apporti rispetto
al convenzionale
[kg] % [%]
AGRICOLTURA INTEGRATA 214,1 17.687,30 0,56 45,53 65,58
AGRICOLTURA BIOLOGICA 214,2 2.282.815,13 71,74 31,76 45,74
CONVERSIONE DI SEMINATIVI IN PRATI E PASCOLI 214,4 84.686,00 2,66 64,98 93,6
CONSERVAZIONE ED INCREMENTO DELLA SOSTANZA ORGANICA 214,11 215.680,38 6,78 48,49 69,84
Set aside ventennale (Trascinamenti 2078) F1 246.797,36 7,76 114,98 100(*)
RIMBOSCHIMENTI 211 334.233,96 10,50 114,98 100(*)
RISPARMIO TOTALE DI AZOTO CON IL PSR 3.181.900,13 100,00 38,3 55,17 (*) Superfici precedentemente concimate, che passano a bosco.
La riduzione/risparmio specifica dei carichi di azoto cioè nelle superfici oggetto di impegno delle singole
azioni vede i valori più alti per le azioni F1 set aside ventennale (trascinamenti del 2078) e dei
rimboschimenti poiché si è ipotizzato un cambiamento di uso del suolo da seminativo a prato naturale o
imboschimento dove alla conversione consegue un apporto di azoto nullo, pertanto la riduzione è del 100%
e pari a 115 kg/ha; segue l‟azione 4 dove la riduzione è del 93,6% passando da seminativo a prato e/o
pascolo quasi 65 kg/ha di riduzione; quindi l‟azione 11 con una riduzione di quasi il 70%, l‟agricoltura
integrata con oltre il 65% ed infine l‟agricoltura biologica con 45,7% e circa 31 kg/ha di azoto in meno
distribuiti. Per quanto riguarda le riduzioni assolute e che quindi tengono conto anche delle superfici
coinvolte dalle singole azioni, l‟agricoltura biologica determina con oltre 2 milioni di kg di azoto in meno il
72% della riduzione totale, grazie, come già ricordato, alla elevata partecipazione, seguono il
rimboschimento con il 10%, il set aside 7,76%, per ultima l‟agricoltura integrata che partecipa alla riduzione
per una quota di soli 0,56% dovuta alla bassissima adesione.
Riduzione dei surplus di azoto
Le azioni per le quali è stato calcolato il surplus delle concimazioni, sono le seguenti:
214.1: agricoltura integrata.
214.2: agricoltura biologica.
214.11: conservazione ed incremento della sostanza organica.
Si è inoltre calcolato il surplus dell‟agricoltura convenzionale calcolata come differenza di SAU tra i dati ISTAT
e le SOI delle misure 214.1, 214.2, 214.11, 214.4 ed F1.
Nella tab.3.1.2.6 è riportata la sintesi delle stime effettuate.
TAB.3.1.2.6: Surplus di N delle azioni e dell‟agricoltura convenzionale.
Azioni SUPERFICI SURPLUS
Riduzione del surplus rispetto al convenzionale
[ha] kg kg/ha %
AZIONE 214.1
389
559 1,44 21,53 93,73
AZIONE 214.2 71.881 1.042.453 14,5 8,46 36,85
AZIONE 214.11
4.448
57.876 13,01 9,95 43,35
Totale Misura 76.718 1.100.888 14,35 8,62 37,53
Convenzionale 711.103 16.330.820 22,97
Agricoltura attuale 787.821 17.431.708 22,13 0,84 6,32
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Dalla tabella si ricava che complessivamente nella Regione Lazio nelle azioni considerate il surplus è pari a
circa 1.100 Mg di azoto liberato nell‟ambiente, il surplus per ettaro di superficie passa dal 22,97
dell‟agricoltura convenzionale a 14 kg/ha come media della Misura, determinando una riduzione di 8,62
kg/ha pari al 37,5%. Analogamente, con quanto fatto per i carichi la riduzione sull‟intero territorio regionale
tra l‟agricoltura convenzionale e l‟agricoltura attuale e considerando quindi anche le estensioni in ettari della
Misura, si determina una riduzione di soli 0,84 kg/ha pari al 6,32%. Mostrando anche per il surplus un
basso beneficio ambientale.
L‟azione che ottiene la riduzione unitaria di surplus (kg/ha) maggiore rispetto al convenzionale è l‟agricoltura
integrata (21,5 kg/ha in meno, pari al 93,7%) dove non solo si sono applicati carichi per coltura inferiore a
quelli del convenzionale (cfr. disciplinari di produzione) ma si è tenuto conto anche del differente
ordinamento colturale conseguente l‟obbligo delle rotazioni; in questa azione inoltre si registra un bilancio
vicino allo zero, ottenendo un carico residuo/surplus medio di 1,44 kg/ha. L‟agricoltura biologica, viceversa,
è quella che determina la minor riduzione nell‟ettaro medio e pari a 8,46 kg/ha il 36,8% rispetto al
convenzionale e lascia nei terreni un residuo di azoto potenzialmente inquinante per le acque di oltre
1.000.000 kg di azoto l‟anno. Infine l‟azione 11 conservazione ed incremento della sostanza organica nei
suoli determina riduzione nel surplus di azoto per il 43% (quasi 10 kg/ha in meno).
Dall‟analisi condotta risulta quindi che l‟azione che determina i maggiori benefici ambientali unitari (sull‟ettaro
di superficie impegnata) è l‟agricoltura integrata, tali benefici risultano però trascurabili considerando tutto il
territorio regionale essendo interessati solo 389 ettari. Per quanto riguarda l‟agricoltura biologica si sono
ottenuti dei buoni risultati sebbene, come già evidenziato, siano stati presi a riferimento carichi colturali
uguali a quelli del convenzionale, e l‟effetto, sulla riduzione dei carichi e del surplus, è frutto esclusivamente
dal differente ordinamento colturale tra l‟insieme delle aziende biologiche vs le aziende convenzionali. Tale
differente composizione degli ordinamenti colturali è dovuto anche alle rotazioni che le aziende biologiche
sono tenute a fare. In termini di carichi e di surplus nelle aziende biologiche andrebbe considerata anche la
“qualità” dei concimi utilizzati i quali, come è noto, sono esclusivamente organici e non di sintesi come
avviene nel convenzionale, ciò non emerge nella analisi per il calcolo del surplus di azoto ma se ne tiene
conto nell‟ambito della qualità dei suoli ed in particolar modo negli apporti di sostanza organica e
conseguentemente anche nel calcolo della riduzione del rischio di erosione (cfr. § 3.3.2 e 3.3.3).
3.1.2.3 L‟impatto sul “miglioramento della qualità del suolo attraverso l‟incremento della sostanza organica”
e conseguente “carbon sink”
Questo paragrafo è rivolto alla valutazione dell‟efficacia delle Misure Agroambientali rispetto all‟obiettivo della
tutela del suolo dai fenomeni di degradazione condotta attraverso l‟analisi della variazione nel contenuto di
Sostanza Organico (SOM) nel terreno.
La sostanza organica nel terreno è elemento fondamentale della sua fertilità chimica e fisica, il suo
incremento/mantenimento non solo ha una valenza nel contributo che essa fornisce al carbon sink, ma
anche perché persegue una serie di obiettivi agronomici ed ecologici, quali il miglioramento della fertilità del
suolo e della sua efficienza ecologica, della biodiversità, solo per citare i più evidenti, di grande importanza
per la sostenibilità ambientale dell‟agricoltura.
Questa valutazione viene svolta considerando le azioni 214.2–agricoltura biologica, 214.11–conservazione ed
incremento della sostanza organica e 214.4–conversione di seminativi in prati e prati pascolo e pascolo. Tra
gli impegni, esse presentano potenziali effetti positivi sull‟incremento della SOM. È stata inoltre considerata
l‟azione 214.1–agricoltura integrata, la quale non ha specifici impegni rivolti all‟incremento/mantenimento
della SOM, ma si è voluto comunque valutare l‟effetto indiretto delle rotazione colturali.
La metodologia proposta prevede per tutte le Azioni il calcolo del contenuto di carbonio organico “aggiunto”
al suolo (Azioni 11 e in parte 2) o di quello “non depauperato” (azioni 4 e in parte 2 ) grazie a quanto
previsto e prescritto dalle azioni.
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Per determinare i miglioramenti delle azioni, in termini di incremento di sostanza organica del suolo (in
seguito indicata anche con l‟acronimo SOM) si sono computati gli apporti di sostanza organica a seguito degli
impegni specifici di ogni singola azione.
La sostanza organica nel terreno (SOM) è elemento fondamentale della sua fertilità chimica e fisica. L‟azione
214.11 del PSR Lazio 2007-2013 (Conservazione ed incremento della sostanza organica), prevede
direttamente il suo incremento, attraverso tre tipi di impegno:
a) fertilizzazione organica (in base alle reali asportazioni colturali);
b) colture intercalari da sovescio;
c) rotazione colturale.
Nel caso a) sono previste fertilizzazioni organiche (ammendanti, letami) per almeno l‟80% del fabbisogno
colturale; nel caso b) le colture intercalari da sovescio devono essere coltivate almeno 2 volte in 5 anni, 3
volte se si estende l‟impegno; nel caso c) sono previste rotazioni colturali, con ritorno della stessa coltura
sull‟appezzamento dopo almeno due anni. Sono previste anche le coltivazioni di prati di leguminose biennali
o un avvicendamento almeno quinquennale con leguminose da granella (pisello, cece, fava, lenticchia, lupino
e cicerchia) per almeno due anni. Tali impegni possono essere assunti anche in modo combinato.
L‟azione 214.2 di Agricoltura Biologica determina migliorativi sul contenuto di SOM sia attraverso l‟obbligo di
effettuare la concimazione con concime naturale di origine animale o con materia organica, preferibilmente
compostati, sia attraverso l‟obbligo della rotazione che nell‟introdurre una leguminosa o una coltura da
sovescio.
L‟azione 214.4–conversione di seminativi in prati e prati pascolo e pascolo, attraverso le formazioni prative
permanenti, porta il suolo ad un contenuto stabile di SOM, funzione del clima e delle caratteristiche
pedologiche, che può essere considerato come una sorta di livello “climax”.
Analogamente, si sono calcolati gli apporti di sostanza organica dovuti ad una agricoltura convenzionale, in
modo da stimare l‟arricchimento di SOM dovuto alle azioni del PSR rispetto ad un controfattuale.
Condizioni di partenza
Le condizioni di partenza sono state definite attraverso la stima dell‟incremento di sostanza organica
attribuibile all‟agricoltura convenzionale. Si distinguono le seguenti fasi di calcolo:
1. Stima della quantità media per ettaro di azoto di origine zootecnica apportata della Regione Lazio.
2. Stima degli apporti di SOM per effetto dei residui colturali.
3. Stima degli apporti di SOM con la fertilizzazione organica.
In tab.3.1.2.7 si riporta la sintesi dei risultati.
TAB.3.1.2.7: Incremento di sostanza organica con l‟agricoltura convenzionale della Regione Lazio
Residui parte ipogea ed epigea 700,40 kg/ha/anno
Fertilizzazione Organica 406,18 kg/ha/anno
TOTALE SOM con l’agricoltura convenzionale 1.106,59 kg/ha/anno
Stima degli apporti di SOM con le misure
La tab.3.1.2.8 sintetizza gli apporti di SOM dovute alle azioni ed alle misure.
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TAB.3.1.2.8: SOM dovuta alle diverse azioni
AZIONE / MISURA
SOM totale [kg/anno] SOM specifica [kg/ha/anno]
214.11 / impegno a) 1.806.274,80 1.511,10
214.11 / impegni a) - b) 784.293,44 1.817,85
214.11 / impegni b) - c) 153.535,84 1.682,22
214.11, impegno c) 914.370,57 1.237,37
214.11, impegni a) - b) - c) – 1.968,33
214.2 / Agricoltura Biologica 104.018.177,49 1.447,09
214.4 / Conversione dei seminativi in prati, prati-pascoli e pascoli
1.832.509,08 1.406,18
214.1 / Agricoltura integrata 383.032,85 985,93
Risultati
Le condizioni di partenza sono quelle dell‟agricoltura convenzionale, che nella tab.3.1.2.9 è paragonata con
le azioni che intervengono sulla SOM.
TAB.3.1.2.9: SOM per azione e per agricoltura convenzionale
Superficie impegnat
a
SOM SOM Incremento/riduzione di SOM
[ha] [kg/anno] [kg/ha/anno] [kg/anno] [kg/ha/anno] (%)
Agricoltura convenzionale 713.249 (*)
782.135.771 1.107
214.1: Agricoltura integrata 389
383.033 936
- 66.340
- 171 -
15
214.11: Conservazione e incremento della SOM
4448
7.578.122 1.704
2.655.588
597
64
214.2: Agricoltura biologica 71881
104.018.177 1.447
24.475.419
341
20
214.4: Conversione dei seminativi in prati-pascoli
1303
1.832.509 1.406
390.420
300
21
Totale Misura 214 78.021 113.811.841 1.461
27.455.087 352
32
(*) Dato derivante da: Superficie impegnata secondo AGRI-ISTAT meno la somma delle superfici delle misure 214.1, 214.2, 214.4, 214.11
Questa tabella consente di stilare la relativa graduatoria di efficacia delle singole azioni rispetto al
convenzionale, in termini di capacità di apporto di SOM al terreno. L‟azione 214.11 determina un incremento
di SOM del 64% pari a quasi 600kg/ha di incremento, seguono l‟agricoltura biologica e la conversione dei
seminativi in prato-pascoli con un incremento del 20% circa 300 kg/ha, viceversa nell‟agricoltura integrata si
ottiene una riduzione, seppur modesta, nell‟apporto di sostanza organica nei suoli. Complessivamente la
Misura determina un incremento di SOM di oltre 27 milioni di kg, circa 350 kg/ha.
Dai dati si evidenzia il ruolo centrale dell‟agricoltura nell‟apportare sostanza organica al terreno, perché
anche quella convenzionale, grazie alla componente zootecnica, determina un contributo non trascurabile di
SOM al terreno. Ciononostante, la costante perdita di sostanza organica del suolo coltivato in modo
convenzionale è uno dei problemi di maggior rilevanza dell‟agricoltura, soprattutto perché l‟uso dei nutrienti
di sintesi favorisce lo sviluppo dei microorganismi sottrattori del carbonio del suolo, a scapito di quelli che lo
fissano.
È quindi confermata la necessità di una maggiore integrazione fra sistemi zootecnici e agricoli, a maggior
ragione se si aggiunge a queste problematiche il fatto che i reflui zootecnici, slegati dal territorio coltivato,
costituiscono un grande rischio anche per la qualità delle acque, con tutte le conseguenze economiche e
sanitarie del caso.
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L‟analisi generale effettuata dimostra quindi che non è proprio l‟agricoltura (anche quella praticata con
tecniche convenzionali) a generare impatti, ma come essa si coniuga nelle situazioni specifiche e il fattore
dirimente è l‟integrazione fra disponibilità di sostanza organica e fabbisogni colturali. È necessaria una
politica (non solo agricola, ma anche territoriale e ambientale) che sappia trovare il giusto incontro fra
“domanda” e “offerta”. Quest‟ultima, poi, non è solo quella del comparto zootecnico, ma deve considerare
tutti gli altri scarti di origine organica: quelli civili (reflui da impianti di depurazione) e quelli industriali (reflui
da industrie, digestato di biomasse ecc.).
Torna allora, anche in relazione a questo tema, la necessaria territorializzazione dei PSR.
Valutazione della efficacia del Programma
I dati riportati nella tab.3.1.2.10 consentono il confronto tra gli apporti di SOM dovuti alle azioni, con i
corrispondenti dell‟agricoltura attuale e convenzionale della Regione Lazio.
TAB.3.1.2.10: Apporti di SOM dovuti alle azioni, all‟agricoltura attuale e a quella convenzionale
AZIONI SUPERFICI
[Ha] SOM
[kg/anno] SOM
[kg/ha] Incremento SOM
rispetto al convenzionale [%]
214.1 – 214.2 – 214.4 – 214.11 78.020,87 113.811.841,04 1.461,10
(media ponderata) 32 %
AGRICOLTURA ATTUALE (*) 791.270,21 903.083.340,73 1.141,31 3 %
AGRICOLTURA CONVENZIONALE (**) 713.249,34 789.271.499,69 1.106,59 -
(*) Fonte AGRIISTAT (**) Fonte AGRIISTAT-AZIONI CONSIDERATE (***) Pari a SOM per il rapporto stechiometrico con la CO2 (44/12)
Questi risultati mostrano l‟importanza delle misure nell‟incremento della SOM che, sebbene non rilevante in
termini percentuali sull‟intero territorio regionale pari ad un incremento del 3% (agricoltura attuale vs
agricoltura convenzionale, tab. 3.3.10), mostra notevoli potenzialità (il 32% di incremento per le SOI, tab.
3.3.10). Questo è ancora più importante se si pensa soprattutto agli effetti indiretti dell‟incremento di SOM:
1. Migliora la disponibilità di nutrienti del suolo.
2. Immagazzina gli ioni della fertilità del suolo (calcio, magnesio e potassio).
3. Conseguentemente, incrementa la capacità di scambio cationico del suolo.
4. Trattiene i nutrienti e, quindi, previene la loro lisciviazione.
5. Favorisce l‟ingresso in soluzione di minerali segregati.
6. Favorisce il pH neutro e tampona le oscillazioni del pH del suolo.
7. Migliora la struttura del suolo e la circolazione di aria e acqua.
8. Favorisce i microrganismi che mantengono poroso il suolo.
9. Gli spazi che si creano con la porosità favoriscono l‟acquisizione di azoto dall‟aria, nella forma nitrica
e ammoniacale, immediatamente disponibile per le piante.
10. Stimola la crescita delle piante e lo sviluppo delle radici.
11. Incrementa l‟assorbimento delle acque di pioggia, riducendo il deflusso ed il rischio erosivo.
12. Le molecole umiche sono in grado di assorbire 20 volte il loro peso in acqua, incrementando quindi
la capacità di ritenzione idrica.
Per entrare più nello specifico dei dati contenuti nella tabella 3.3.9, si ricorda che l‟arricchimento di SOM al
terreno è dovuto a:
fertilizzazioni organiche;
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residui colturali;
sovesci.
Nell‟agricoltura convenzionale, i 1.106,59 kg/ha/anno di SOM derivano dalle fertilizzazioni organiche per circa
il 35% (406,18 kg/ha di SOM), mentre il resto della SOM deriva dai residui colturali, che, a loro volta,
derivano dai prati, grazie alle grandi quantità di residui ipogei, caratterizzati da un coefficiente isoumico.
Infatti, nell‟azione 214.4 (conversione dei seminativi in prati e prati-pascoli), l‟effetto dei residui ipogei dei
prati porta ad un arricchimento di SOM del 70% (circa 1000,00 kg/ha/anno sui 1406,18 kg/ha/anno totali).
Nel sistema biologico, i 1.447,09 kg/ha/anno di SOM, sono dovuti per circa il 50% alle concimazioni
organiche e per l‟altro 50% ai residui colturali. Di conseguenza, rispetto al convenzionale, le pratiche colturali
hanno un peso molto rilevante per l‟arricchimento di sostanza organica del suolo.
Per quanto riguarda l‟azione 214.11 (conservazione ed incremento della sostanza organica), i diversi impegni
(a,b,c) e le loro combinazioni, fanno si che circa il 50% dell‟arricchimento di SOM derivi dai residui colturali,
circa il 35% dalle concimazioni organiche, mentre il rimanente 15% dipende dai sovesci. Anche in questo
caso, le pratiche colturali hanno un peso maggiore rispetto alle concimazioni organiche.
L‟agricoltura integrata ha ridotti apporti di SOM a causa delle modeste superfici impegnate (circa 388 ha) e
quindi non presenta la diversificazione colturale tale da mutare sensibilmente i residui colturali che, quindi,
non influenzano fortemente la SOM globale, pur essendo sempre relativamente molto significativi. Infatti, dei
circa 985 kg/ha/anno di SOM dell‟agricoltura integrata, circa il 60% deriva dai residui colturali ed il 40% dalle
concimazioni organiche.
Se ne deduce che le concimazioni organiche hanno sempre un peso sull‟arricchimento di SOM al terreno, ma
la differenza importante fra azioni del PSR e sistemi agricoli convenzionali è incentrata soprattutto sulle
tipologie di colture, con i relativi residui e le tecniche colturali che li generano.
In sintesi, gli effetti positivi sul piano dell‟impatto ambientale delle azioni sono sostanzialmente:
a) Ottimizzazione del ciclo dei nutrienti, che risultano più disponibili per le piante e, quindi, hanno meno
probabilità di lisciviazione nei corpi idrici.
b) Minore propensione al deflusso superficiale delle acque di pioggia e, quindi, minore rischio erosivo
per il suolo.
c) Riduzione dei volumi di piena e dei tempi di corrivazione delle acque di ruscellamento, con ricadute
positive in termini di difesa dal dissesto idrogeologico e dalle inondazioni.
d) Maggiore fertilità del suolo, che quindi richiederà una minore quantità di fertilizzanti di sintesi, che,
favorendo lo sviluppo di microorganismi che sottraggono carbonio al suolo, riducono
progressivamente la fertilità e liberano carbonio in atmosfera.
e) Sequestro di notevoli quantità di CO2 nel sistema suolo.
Questi aspetti sono tutti fra loro integrati e tale interrelazione non solo è intraspecifica, ma, come si osserva
dall‟elenco degli impatti positivi, coinvolge anche le altre componenti ambientali: la qualità delle acque, la
difesa del suolo ed il sequestro di biossido di carbonio che altrimenti finirebbe in atmosfera.
L‟integrazione e le sinergie positive sono più importanti dei singoli risultati, perché, ad esempio, come si
vedrà al prossimo paragrafo, l‟incremento di SOM non ha un ruolo diretto elevato in termini quantitativi sulla
riduzione dell‟erosione del suolo (almeno rispetto al fattore di copertura), ma la sua importanza è comunque
rilevante grazie all‟attivazione dei numerosi meccanismi di feedback positivi.
Di conseguenza, occorre rafforzare le pratiche colturali ottimali finalizzate all‟incremento della SOM del suolo,
che, per le citate sinergie, comportano contemporanei vantaggi significativi per la qualità delle acque e la
difesa del suolo. Le strategie non devono quindi procedere a comparti stagni, ma essere fortemente
integrate. Tra queste, particolarmente importanti sono:
1. Incentivo della fertilizzazione organica, a scapito di quella chimica.
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2. Riduzione/azzeramento di tutti i biocidi.
3. Incentivo delle lavorazioni ottimali: evitare la distruzione della struttura del suolo; effettuare arature
in corrispondenza del giusto tasso di umidità del terreno, alla giusta velocità, con il minimo disturbo
superficiale e, contemporaneamente, aerando il terreno alla maggiore profondità possibile.
4. Controllo delle erbe infestanti senza danneggiare il suolo, considerando anche il fatto che la gestione
di queste piante può essere preferibile alla semplice distruzione, in termini di incremento della
fertilità e di carbon sink.
5. Sviluppo di colture di copertura, evitando il più possibile i suoli nudi.
3.1.2.4 L‟impatto sul “miglioramento della qualità del suolo attraverso la riduzione dell‟erosione idrica
accelerata”
Il concetto fondamentale alla base della gestione del problema difesa del suolo è che l‟erosione è un fattore
di genesi del paesaggio collinare e, come il deflusso superficiale da cui dipende, è fortemente influenzato
dalla copertura e dall‟uso del suolo.
Di conseguenza, i fabbisogni che derivano dalla Domanda 4: “In che misura le misure agroambientali
hanno contribuito al mantenimento o al miglioramento del terreno?” devono considerare le perdite
“tollerabili” di suolo, essendo l‟erosione anche un fenomeno naturale, da cui occorre discernere l‟aliquota di
impatto ambientale.
La valutazione della riduzione dell‟erosione sul territorio della Regione Lazio per effetto delle misure
agroambientali del PSR si è articolata nelle seguenti fasi di lavoro:
1. Quantificazione del valore dell‟indicatore, attraverso un modello matematico di stima dell‟erosione.
2. Valutazione dei risultati, che analizza i risultati esprimendo il giudizio comparativo sulla mitigazione
degli impatti, sia delle singole azioni, sia del loro effetto combinato.
3. Valutazione conseguente dell‟efficienza della Misura 214 e Misura 221.
Accanto all‟effetto delle Misure dell‟asse 2 è stata valutata anche la riduzione dell‟erosione determinata dalla
sconnessione del pendio per la realizzazione dei solchi acquai temporanei sui seminativi, in attuazione degli
impegni legati all‟applicazione delle norme di condizionalità, che l‟agricoltore è tenuto ad assolvere. Ne
consegue che, sui seminativi, la riduzione dell‟erosione generata da tale misura è aggiuntiva rispetto a quella
del terreno in condizioni di buona condizione agronomica (pratiche conservative del suolo).
Stima dell’erosione del suolo con e senza le misure
L‟erosione idrica è un fenomeno molto complesso, la cui analisi sperimentale richiede un notevole dispiego di
mezzi e lunghi tempi di sperimentazione. L‟approccio modellistico, quindi, assume un‟importanza
fondamentale ed il modello più diffuso si basa sull‟equazione USLE (Universal Soil Loss Equation) di
Wischmeier e Smith (1978, vedi Leone, 2011). Essa fornisce la quantità media annua, calcolata su un lungo
periodo, della perdita di suolo A su una superficie avente un determinato uso e tipo di copertura vegetale:
A = 2,242 R K L S C P [Mg/ha/anno]
Ove: R è il fattore climatico (erosività); K il fattore pedologico (erodibilità); L S il fattore morfologico; C il
fattore di copertura del suolo; P il fattore di sistemazione.
La USLE è stata largamente utilizzata in tutto il mondo e l‟esperienza che ne è seguita ha portato a
numerose revisioni e adattamenti alle più diverse realtà. Ne è scaturita la RUSLE (Revised Universal Soil Loss
Erosion), che, nella struttura fondamentale, ricalca la precedente, opportunamente arricchita nelle
metodologie di stima di alcuni fattori.
Le elaborazioni hanno quindi riguardato quest‟ultima versione del modello, sulla base del quale è stato
costruito un sistema informativo territoriale, basato sulle tecniche GIS. Sono stati calcolati, per l‟intera
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regione Lazio, i suddetti fattori, colmando le numerose lacune nelle conoscenze di base per l‟area in esame8,
attraverso le migliori tecnologie possibili e l‟ausilio dei numerosi dati ancillari disponibili. Le elaborazioni
hanno portato ai seguenti prodotti, realizzati ad hoc per il presente lavoro (il fattore P-RUSLE è sempre stato
considerato neutro):
Carta delle isoerodenti della regione Lazio.
Carta dell‟erodibilità e carte delle sue componenti, disaggregate secondo l‟algoritmo di Renard, che,
tra l‟altro, dà conto dell‟effetto della sostanza organica sull‟erodibilità, quindi consente di stimare
l‟effetto indiretto dell‟incremento di SOM in termini di riduzione del rischio erosivo.
Carta del fattore morfologico, sulla base di un modello digitale del terreno di raster riclassificato a 20
m e delle naturali soluzioni di continuità del pendio (presenza di boschi, corsi d‟acqua, siepi ecc.),
ricavate da foto interpretazione effettuata ad hoc.
Carta del fattore di copertura, ottenuta attribuendo i valori di C-RUSLE alla carta dell‟uso del suolo,
aggiornata e integrata tramite foto interpretazione ad hoc.
Costruito il sistema informativo territoriale, inserendo le modifiche ai parametri indotte dalle misure, è
possibile descrivere gli scenari di erosione del suolo “ante” e “post” impegni ed i relativi dati prestazionali.
Sintesi delle elaborazioni e risultati
Le azioni del PSR–Misura 214 da prendere in considerazione per il contenimento dell‟erosione sono:
Azione 1: Mantenimento–introduzione dell‟agricoltura integrata. L‟apporto di questa azione rispetto ad un
miglioramento del rischio erosivo si può valutare in relazione alla sconnessione del pendio per la
realizzazione dei solchi acquai temporanei sui seminativi, in attuazione degli impegni legati all‟applicazione
delle norme di condizionalità.
Azione 2: Mantenimento–introduzione dell‟agricoltura biologica. L‟apporto di questa azione rispetto ad un
miglioramento del rischio erosivo si può valutare sia attraverso l‟aumento della sostanza organica nel terreno
a seguito dell‟utilizzo di concimi organici e quindi la variazione del fattore K-RUSLE, sia attraverso la maggior
protezione del terreno dovuta alle rotazioni; alla policoltura (soprattutto con l‟inserimento del prato), con
semine a girapoggio, alternando specie differenti lungo il pendio e all‟inerbimento delle colture arboree
(variazione del fattore C).
Azione 3: Gestione del suolo attraverso l‟inerbimento degli impianti arborei e dei seminativi (cover crops).
L‟impegno dell‟azione può riguardare legnose agrarie, attraverso il mantenimento di un cotico erboso
permanente e seminativi, attraverso il mantenimento di una idonea copertura vegetale.
La riduzione dell‟erosione del suolo attraverso queste azioni deriva dalla riduzione del fattore C-RUSLE, per
effetto della maggiore copertura del terreno.
Azione 4: Conversione dei seminativi in prati, prati-pascoli e pascoli. Anch‟essa, modificando il fattore C-
RUSLE, incide direttamente sull‟erosione.
Azione 6: Coltivazioni a perdere. Essa è stata prevista principalmente per favorire l‟alimentazione della
fauna selvatica, ma, determinando un aumento del grado di copertura vegetale, ha un effetto antierosivo
che si esplica con la riduzione del fattore C-RUSLE.
Azione 11: Conservazione ed incremento della sostanza organica. Come per gli effetti dell‟azione 2, questa
incide sul contenimento dell‟erosione attraverso la riduzione dell‟erodibilità K-RUSLE.
Misura 221: Primo imboschimento di terreni agricoli (seminativi). Essa genera un graduale aumento della
copertura del suolo e quindi va ad incidere sul fattore C-RUSLE.
8 La regione Lazio non ha una mappa delle isoerodenti, né una vera e propria cartografia dei suoli. Per la stima del fattore C, inoltre, è
stata necessaria una forte integrazione della carta dell‟uso del suolo. I dettagli a riguardo sono illustrati nella relazione generale.
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Applicazione delle buone condizioni agronomiche ed ambientali (BCAA)9: La norma prevede la
realizzazione di solchi acquai temporanei che limitano i pendii ad una lunghezza massima di 80 metri per i
seminativi. In tal modo l‟acqua piovana raccolta a monte dell‟appezzamento è intercettata dal solco che,
perciò, sconnette il pendio, riducendo il fattore L-RUSLE.
A partire dallo strato dei fogli catastali del Lazio FDM _LAZIO3 (fonte Agriconsulting s.p.a.) si è proceduto
con la selezione di tutti i fogli oggetto di misura, dai quali si è enucleata ciascuna azione, quindi anche l‟uso
del suolo, che è stato necessario omogeneizzare per evitare le numerose discrepanze fra misure censite nei
fogli e carta dell‟uso del suolo regionale, che è stata conseguentemente corretta.
Valutazione della efficacia del Programma
Per quanto riguarda l‟efficacia delle misure, una prima stima immediata la si può ottenere dalle riduzioni
dirette del fattore di copertura C-RUSLE, come in tab.3.1.2.11.
TAB.3.1.2.11: Valori del fattore C÷RUSLE senza e con misura.
Azioni Tipologia Conduzione
convenzionale Prescrizioni azioni PSR
C-RUSLE Agricoltura
convenzionale
C-RUSLE azione
Impatto (minore
erosione, %)
2, 3 Vigneti due lavorazioni all'anno Con inerbimento interfilare
0,451 0,163 63,9
2, 3 Oliveti lavorati Inerbiti 0,3 0,12 60,0
3 Seminativi lavorati Con colture di copertura (cover crops)
0,4 0,003 99,3
2 Seminativi lavorati Non lavorati e cover crops
0,4 0,0265 93,4
2, 3 Castagneti da frutto
una o due lavorazioni all'anno, di cui almeno una prima della raccolta
Non lavorato o con lavorazione a 5 cm dal suolo
0,2 0,007 96,5
2, 3 Noccioleti e altri frutteti
lavorati Inerbiti 0,5 0,126 74,8
4 Seminativi lavorati Prati, Prati/pascoli, pascoli
0,4 0,04 90,0
6 Seminativi lavorati Graminacee non tagliate
0,4 0,03 92,5
misura 221
Seminativi lavorati Impianti arborei 0,4 0,05 87,5
Questa tabella mostra le notevoli potenzialità del fattore C-RUSLE per il contenimento della perdita di suolo.
Le elevate percentuali in gioco rendono superfluo ogni commento circa le strategie di gestione del territorio
che ne conseguono, si aggiunge solo l‟ulteriore sinergia che si persegue con l‟incremento della copertura del
territorio: la riduzione ed il rallentamento dei deflussi superficiali delle acque di pioggia. Sinergicamente, la
riduzione di erosione del suolo e scorrimento superficiale delle acque contribuiscono in maniera rilevante alla
prevenzione e/o soluzione dei problemi di dissesto idrogeologico, universalmente riconosciuto come uno dei
grandi valori aggiunti della buona agricoltura.
La tabella successiva (3.1.2.12) fornisce i dati complessivi e di dettaglio del quadro erosivo “ante” e “post”
misure. Essa è stata concepita in modo tale da poter dare una valutazione sull‟entità del contributo alla
riduzione dell‟erosione di ognuno dei tre impegni previsti e cioè creazione di solchi acquai (condizionalità
BCAA); aumento di SO (fattore K) e aumento di copertura del terreno (fattore C), rispetto ad una situazione
assenza impegni. Essendo la RUSLE un‟equazione di tipo moltiplicativo i fattori in gioco agiscono in maniera
sinergica e quindi non è possibile valutare le quote parti di riduzione dell‟erosione totale ma soltanto il loro
singolo apporto rispetto alla situazione di assenza di impegno. In altre parole l‟effetto di ogni singolo fattore
di riduzione cambia sia nel totale di quantità erosa sia nella percentuale a seconda se il terreno a cui si
applica è soggetto alla riduzione di erosione per gli altri fattori o meno.
9 Disciplina del regime del regime di condizionalità ai sensi del Regolamento CE n.73/2009 e delle riduzioni ed esclusioni per inadempienze dei beneficiari dei pagamenti diretti e dei programmi di sviluppo rurale. D.M. 30125/2009.
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TAB.3.1.2.12: Contributo dei singoli impegni che modificano i fattori che compongono l‟erosione. Erosione totale con e senza impegni per misura/azione e uso
del suolo.
Misura/ Azione
Uso suolo Area (ha)
Creazione di solchi acquai (condizionalità-BCAA)
Aumento di SO nel suolo (fattore K-RUSLE)
Aumento della copertura del terreno
(fattore C-RUSLE) Erosione totale
Erosione (Mg/anno)
Incidenza sul totale
(%)
Erosione (Mg/anno)
Incidenza sul totale
(%)
Erosione (Mg/anno)
Incidenza sul totale
(%)
Erosione globale con gli impegni (Mg/anno)
Riduzione dell’erosion
e (%)
Erosione totale in assenza di
impegni (Mg/anno)
221 imboschimenti 2868,06 - - - - 10147,83 87,50 10147,83 87,50 81182,63
214 / 1 seminativi 370,99 3080,60 61,40 - - - - 3080,60 61,40 7980,73
214 / 2 seminativi 43962,62 336385,52 56,38 733298,14 4,91 50814,82 93,41 21287,92 97,24 771142,11
vigneti 1028,40 - - - - 4342,97 63,97 4342,97 63,97 12053,10
altre legnose 1668,99 - - - - 7231,46 74,80 7231,46 74,80 28696,27
oliveti 2787,38 - - - - 36542,86 60,03 36542,86 60,03 91424,80
castagneti frutto 216,60 - - - - 35,11 96,54 35,11 96,54 1015,35
214 / 2 e 3 seminativi 418,84 3091,97 65,97 8680,50 4,45 68,14 99,25 22,13 99,76 9085,05
214 / 3 vigneti 340,80 - - - - 2159,76 63,86 2159,76 63,86 5975,78
altre legnose 3027,56 - - - - 14477,56 74,80 14477,56 74,80 57450,63
oliveti 2632,14 - - - - 43202,81 60,00 43202,81 60,00 108007,03
castagneti da frutto 990,34 - - - - 349,31 96,50 349,31 96,50 9980,40
214 / 4 seminativi 1170,72 8806,32 57,16 19723,61 4,05 2055,70 90,00 844,39 95,89 20556,98
214 / 6 seminativi 52,41 1401,96 39,77 - - 174,57 92,50 105,15 95,48 2327,54
214 / 11 seminativi 4439,89 35629,58 58,82 80783,41 6,63 - - 33234,53 61,59 86516,31
214 / F1 seminativi 2214,57 14287,32 58,14 - - - - 14287,32 58,14 34127,40
TOTALI 68190,31 402683,27 842485,66 171602,90 191351,73 1327522,11
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Nella tabella seguente (3.1.2.13) sono stati riportati: (i) le superfici coinvolte dalle misure/azioni; (ii) i valori
di perdita di suolo nelle suddette superfici espressi in Mg/anno e Mg/ha anno, nella situazione con e senza
gli impegni delle diverse misure/azioni; (iii) i valori di riduzione in termini assoluti e percentuali determinati
dai singoli impegni e dalla Norma 1.1 di condizionalità.
Per ciascun impegno è mostrato inoltre un indicatore di Efficacia sulla Soi di asse , calcolato nel seguente
modo:
L‟efficacia indica il contributo specifico di ciascun impegno alla riduzione dell‟erosione sul totale della
superficie agricola coinvolta dalle misure/azioni aventi effetto sul contenimento dell‟erosione; e tiene conto
dell‟effetto specifico del singolo impegno e della sua diffusione (SOI) sull‟intero territorio regionale agricolo.
Complessivamente l‟asse 2 riduce il rischio di erosione di oltre un milione di tonnellate annue l‟85,6%
dell‟erosione totale presente nei 68.000 ettari coinvolti. Interessante notare i valori di erosione specifici
(colonna d), i quali senza la misura risultano tutti superiori all‟erosione cosiddetta tollerabile (11,2 Mg/ha
anno, vedi § successivo) attraverso l‟attuazione delle singole misure gli stessi valori (colonna b) si riducono
tutti a valori considerati tollerabili, mostrando un effetto molto positivo.
Il confronto con e senza applicazione della misura evidenzia come la maggior riduzione percentuale di
erosione viene esplicata dalle azioni 4 e 6, le quali raggiungono valori superiori al 95% (colonna g), mentre
la loro efficacia sull‟intera Soi di asse risulta essere bassa 1,48 e 0,17 % rispettivamente (colonna h), a
causa della limitata estensione in termini di superficie coinvolta dalle due azioni, di contro l‟agricoltura
biologica associa ad un valore di riduzione percentuale del 92,4 mostra una efficacia molto alta (63%)
relazionata alla sua più ampia diffusione.
L‟azione 3 invece se pur attuata in funzione specificatamente antierosiva presenta valori di riduzione inferiori
compensati in parte dalla quantità di superfici coinvolte rispetto al totale di asse che ne determinano un
efficacia sulla SOI pari al 9,13%.
TAB.3.3.13: Quadro di sintesi dell‟erosione
Misura/ Azione
Area Erosione con la misura Erosione senza misura Riduzione erosione Efficacia sulla SOI di asse
(ha) (Mg/anno) Mg/ha anno
(Mg/anno) Mg/ha anno
(Mg/anno) (%) (%)
a b C=b/a d E=d/a f=d-b g=f/d*100 h
221 2.868 10.148 3,54 81.183 28,31 71.035 87,5 5,35
214 / 1 371 3.081 8,3 7.981 21,51 4.900 61,4 0,37
214 / 2 50.083 69.462 1,39 913.417 18,24 843.954 92,4 63,57
214 / 3 6.991 60.189 8,61 181.414 25,95 121.224 66,8 9,13
214 / 4 1.171 844 0,72 20.557 17,56 19.713 95,9 1,48
214 / 6 52 105 2,01 2.328 44,41 2.222 95,5 0,17
214 / 11 4.440 33.235 7,49 86.516 19,49 53.282 61,6 4,01
214 / F1 2.215 14.287 6,45 34.127 15,41 19.840 58,1 1,49
Totale 214 65.322 181.204 2,77 1.246.339 19,08 1.065.136 85,5 80,23
Totale Asse 2 68.190 191.352 2,81 1.327.522 19,47 1.136.170 85,6 85,59
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Considerazioni generali sull’efficacia delle azioni
Le elaborazioni effettuate portano alle seguenti considerazioni generali:
Per quanto riguarda l‟affidabilità della metodologia seguita, la validazione porta a considerare adeguati i
risultati, a maggior ragione se, come nel presente lavoro, ci si limita al solo confronto di scenari (con e senza
la misura). Questo anche perché è sempre da considerare che la complessità del fenomeno erosione del
suolo rende sostanzialmente impossibile (e tutto sommato inutile sul piano pratico) il calcolo assoluto, anche
ammesso che sia disponibile un chimerico “modello perfetto”. Quindi le limitazioni insite in qualunque
approccio modellistico, possono, ragionevolmente, essere considerate poco influenti sugli esiti generali delle
analisi effettuate. Ciò, ovviamente, non esime gli enti coinvolti dal colmare, man mano, le lacune conoscitive
sul proprio territorio (vedi relazione generale allegata).
Molto importante è poi il dato di georeferenziazione della misura, che appare fondamentale acquisire in
futuro.
I risultati sintetizzati nella tab.3.1.2.10 dimostrano il ruolo molto importante delle misure nella difesa del
suolo e, per quanto detto sopra, questo dato appare pienamente significativo, perché le percentuali di
riduzione in gioco sono talmente elevate (vedi tab.3.3.10), da togliere ogni incertezza interpretativa sull‟esito
degli impatti ambientali positivi delle misure.
I dati disaggregati illustrati nella tab.3.1.2.11 consentono di valutare sia l‟incidenza delle misure sulla
riduzione globale dell‟erosione (penultima colonna), sia quella per singola componente modificata dall‟azione
(BSAA, K-USLE e C-USLE). Questi dati mostrano chiaramente che l‟intervento più efficace è quello sulla
copertura del suolo (fattore C-USLE), seguito dalla condizionalità conseguente le Buone Condizioni
Agronomiche ed Ambientali. Miglioramenti modesti in termini di riduzione dell‟erosione sono da attribuirsi al
fattore pedologico K-USLE, risultato spiegabile con la minore variabilità intrinseca di tale dato (vedi la tabella
USDA o l‟abaco di Wishmeier-Smith in Leone, 2011). Quindi, il fattore pedologico offre pochi margini di
miglioramento, mentre il fattore di copertura, variando anche di alcuni ordini di grandezza, consente
possibilità ben maggiori. Se ne conclude che quest‟ultimo è nettamente il fattore più strategico, mentre
l‟incremento di sostanza organica per l‟erosione può essere considerato un “valore aggiunto”, giacché è ben
più importante sul piano della fertilità dei suoli e del loro effetto di carbon sink.
Un miglioramento notevole in termini di efficacia delle azioni antierosive può venire dall‟inserimento delle
misure nel contesto ambientale, attraverso quella che viene indicata come la territorializzazione del PSR. Ciò
significa analizzare la riduzione dell‟erosione non solo in termini assoluti, alla scala di campo oggetto di
azione, ma relativamente all‟ambiente in cui sono inserite ed alla sua vulnerabilità intrinseca (Leone, 2011).
Questo è evidente in termini generali, ma è importante anche in molte e significative situazioni specifiche. Ad
esempio, a parità di riduzione dell‟erosione, questo impatto ridotto ha un valore ambientale nettamente
maggiore se avviene in un bacino lacustre, sensibile all‟interrimento ed al rilascio di fosforo adsorbito10 o se
coinvolge suoli sottili e più esposti al fenomeno.
Considerazioni specifiche sull’efficacia delle azioni
Per poter dare una valutazione più specifica dell‟efficacia delle azioni, rispetto alla distribuzione spaziale dei
valori di erosione calcolati per tutto il Lazio, si è dovuto superare il problema della georeferenziazione delle
azioni, la cui ubicazione non va oltre il dettaglio del foglio catastale. Si è quindi ricavata la media del valore
di erosione per ciascun foglio, prendendo in considerazione esclusivamente le superfici della carta di uso del
suolo potenzialmente utilizzabili per usufruire delle azioni e cioè: seminativi, vigneti, oliveti, altre legnose
agrarie, imboschimenti e castagneti. Ne è scaturita una carta della potenzialità erosiva dei terreni agricoli a
livello dei singoli fogli, per l‟intero territorio regionale.
10 Da manuale, in tal senso, è il caso del lago di Vico (Viterbo), che soffre gravi problemi di eutrofizzazione a causa dell‟erosione del suolo dai noccioleti del suo bacino idrografico e il conseguente rilascio di fosforo adsorbito.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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La sovrapposizione di questa carta con quella dei fogli interessati dalle azioni consente di evidenziare la
distribuzione delle aree oggetto della misura rispetto a quelle maggiormente a rischio presenti sulla carta
dell‟erosione secondo il modello RUSLE.
Un ulteriore punto di riferimento è nel concetto di erosione tollerabile, come definita dal Soil Conservation
Service degli USA e dalla FAO (tab.3.3.13, fonte: Leone, 2011). Si è quindi classificato lo strato GIS
dell‟erosione media per foglio, secondo 5 classi definite dalle soglie di tollerabilità. Ne deriva una carta delle
classi di rischio erosivo dei terreni agricoli su base regionale (fig.1).
TABELLA 3.1.2.13: Classi erosione tollerabile secondo US-SCS e FAO.
Fig.1: Classi FAO di rischio di erosione del suolo nella Regione Lazio.
Profondità dell’orizzonte superficiale [cm]
Valori di tolleranza di perdita di suolo [Mg/ha/anno]
Suolo rinnovabile (a) Suolo non rinnovabile (b)
0 ÷ 25 2,2 2,2
26 ÷ 50 4,5 2,2
51 ÷ 100 6,7 4,5
101 ÷ 150 9,0 6,7
> 150 11,2 11,2
(a) = suoli rinnovabili anche per l‟effetto delle tecniche colturali (lavorazioni e concimazioni); (b) = suoli che rispondono scarsamente all‟intervento colturale (suoli sottili o su roccia madre poco alterabile).
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Per avere un‟indicazione sulla significatività di incidenza delle misure rispetto alle aree di maggior rischio, è stata effettuata la sovrapposizione tra questa mappa e lo strato dei fogli interessati dalla misura (grafico a
sinistra in fig. 2), il risultato è stato poi confrontato con la distribuzione totale di tutti i fogli catastali del Lazio
su cui insistono superfici agricole (grafico a destra in fig. 2). Sebbene le due distribuzioni siano sostanzialmente simili, il confronto tra questi diagrammi a torta mostra che la maggior parte dei fogli
interessati dalle azioni rientrano effettivamente nella classe di maggior rischio erosivo, cosa che, per ovvi motivi, autorizza a considerare buona l‟efficienza delle misure. Nel diagramma riferito alle misure (di
sinistra), infatti, i fogli sulla classe di erosione maggiore sono percentualmente di più (il 61% del totale, in rosso più scuro) e tale incremento è a scapito delle percentuali di fogli ricadenti nella classe di erosione
minore (in verde marcato).
Ragionando globalmente, si può aggiungere che, dato che i fogli interessati dalla misura sono un terzo circa
di quelli totali e, tra questi, i rientranti nella classe di maggior rischio sono il 36%, i due terzi del territorio
agricolo regionale in classe di rischio elevato non è stato interessato da misure che, si è visto, sono
potenzialmente molto efficaci.
Fig. 2: Diagramma di sinistra: percentuale di fogli e superficie con misura in rapporto alle diverse classi di rischio erosivo.
Diagramma di destra: percentuale e superficie di tutti i fogli in rapporto alle diverse classi di rischio erosivo.
Allo scopo di enucleare meglio il ruolo della specifica azione antierosiva (la 3) del PSR, quella più specificatamente studiata per contrastare l‟erosione dei suoli agricoli, in fig.3 si riporta il grafico con la
percentuale di fogli oggetto di misura 3 in rapporto alle diverse classi di rischio erosivo. In questo caso la
percentuale dei fogli rientranti nella classe di rischio più elevata aumenta rispetto al totale della misura (passa dal 61% al 67%), a indicare un migliore posizionamento degli interventi previsti da questa azione,
rispetto alle aree a maggior rischio. Rimane però una relativamente elevata percentuale di misure adottate nelle classi a rischio da nullo a moderato, in cui l‟efficienza dell‟azione 3 è ovviamente prossima allo zero.
Fig.3: Percentuale di fogli oggetto di misura 3 in rapporto alle
diverse classi di rischio erosivo.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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La distribuzione dei fogli per provincia mostra una situazione alquanto variabile. La provincia più
rappresentata è quella di Viterbo con il 43% dei fogli oggetto di misura. Questa percentuale sale alla metà
se si prendono in considerazione i fogli oggetto della sola azione 3 e sale al 74% se si considera la sola
classe di rischio più elevato, il che significa che tre quarti dei fogli a rischio elevato è interessato dall‟azione
3. Al contrario la provincia di Frosinone, pur avendo assieme a quella di Roma la maggior percentuale di fogli
a rischio elevato di erosione, ha soltanto il 15% dei fogli a misura rispetto ai fogli totali.
Queste considerazioni portano alla necessità della territorializzazione del PSR.
3.1.2.5 – Considerazioni conclusive e suggerimenti per l‟incremento di efficacia del Programma sui temi
ambientali
L‟incremento più significativo dell‟efficacia del Programma sta nell‟integrazione delle misure, infatti,
qualunque sia l‟indicatore, tutte le considerazioni sin qui maturate hanno in comune quella che,
necessariamente, è l‟esigenza principale: la territorializzazione del PSR. Essa consiste nel processo di
confronto con la realtà territoriale e ambientale che, attraverso un opportuno sistema informativo territoriale,
consente di avere un indirizzo più preciso nell‟individuazione delle aree oggetto di impegno e del rapporto fra
carichi reali e vulnerabilità intrinseca dell‟ambiente. Tale necessità è ormai matura nel dibattito scientifico nel
settore della pianificazione territoriale e fattibile nelle pratiche applicazioni, grazie agli strumenti GIS
interfacciati a modelli matematici manageriali. Questo non solo per l‟importanza ai fini dell‟efficacia del
Programma dal punto di vista di ogni singolo indicatore, ma anche per le notevoli sinergie positive sul tema
della mitigazione degli impatti ambientali.
Infatti, riferire al sistema ambientale e territoriale le misure del PSR comporta:
a) Confrontare le azioni con le reali vulnerabilità intrinseche del sistema dei corpi idrici e dei suoli.
b) L‟operazione di cui al punto precedente aumenterebbe enormemente l‟efficacia delle misure, perché i
fenomeni di erosione del suolo e di lisciviazione ed esportazione superficiale degli agro-chimici hanno
natura discontinua nel tempo e nello spazio, di cui è necessario tenere conto per incrementare il
rendimento delle azioni di mitigazione degli impatti. Infatti, è scientificamente incontrovertibile che i
fenomeni significativi di erosione ed esportazione ai corpi idrici sono conseguenza di pochi eventi
meteorici particolarmente intensi, in zone particolarmente vulnerabili.
c) Una tale procedura consentirebbe di pianificare in maniera integrata un‟intera filiera di azioni (Best
Management Practices, BMPs) calzanti le specificità, quindi in grado di concentrare le risorse
economiche là dove i rischi reali sono più elevati. Queste azioni troverebbero ulteriori sinergie in
altre sezioni del PSR, come, ad esempio, quelle a tutela del paesaggio rurale e della biodiversità.
Infatti, strutture di connettività ecologica quali siepi, boschetti ripariali, zone umide ecc. hanno un
ruolo fondamentale di filtro ed intercettazione degli inquinanti, all‟interfaccia fra il territorio ed i
sistemi idrici. Vedi l‟elenco esemplificativo di BMPs della tab.3.1.2.14.
d) Ulteriore sinergia e incremento di efficienza deriva dalla possibilità, con la territorializzazione, di
integrare il PSR alla vincolistica su ambiente e paesaggio ed ai piani territoriali e di settore. Esempi:
- Vincolo idrogeologico (ex R.D. 3267/1923), vincolo da piano di assetto idrogeologico (legge
183/1989), vincolo paesistico (legge 431/1985), zone di rispetto delle linee di costa e di ripa
(Testo Unico Ambiente).
- Piano di tutela delle acque; piano di bacino; piano paesaggistico; piani di gestione dei siti Natura
2000, al limite anche i piani urbanistici di ultima generazione.
Sul piano concettuale il lavoro necessario, benché impegnativo sul piano delle applicazioni, non ha alcuna
limitazione concettuale, potendo ormai contare su esperienze scientifiche ormai mature per la pratica e
sull‟adeguata evoluzione dei sistemi informativi territoriali e delle tecniche GIS.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 52
Tab. 3.1.2.14: Efficacia delle principali tipologie di BMPs (vedi Leone, 2011).
Pratiche Tipologia Efficacia potenziale
Erosione Nutrienti Pesticidi
Pratiche conservative del suolo Scala di campo Eccellente Variabile Variabile
Colture di copertura Scala di campo Buona Buona Debole
Copertura di aree critiche
(rinaturalizzazione)
Scala di paesaggio Eccellente Variabile Debole
Fasce filtro vegetate Scala di paesaggio Variabile Variabile Non nota
Arature a girapoggio in collina Mista Buona Buona Buona
Terrazzamenti Scala di paesaggio Eccellente Buona Buona
Stagni, zone umide riparie Scala di paesaggio Buona Variabile Variabile
Gestione del pascolo Scala di campo Buona Buona –
Piani di concimazione mirati Scala di campo Variabile Eccellente Variabile
Gestione integrata dei pesticidi Scala di campo – – Eccellente
3.1.3 Asse 3 - – Qualità della vita e diversificazione dell’economia
3.1.3.1 Il contributo alla diversificazione dell‟economia rurale
Fra le Misure correlate all‟obiettivo di diversificazione dell‟economia rurale, la Misura 311 è l‟unica a
presentare un avanzamento di spesa. Le altre due Misure, la 312 e 313, ancora non avviate, sono attuate
attraverso la progettazione integrata territoriale e l‟approccio Leader. La Misura 311 sostiene la
diversificazione delle attività delle imprese agricole, incentivandone il progressivo ampliamento delle funzioni
sociali, ambientali, didattico-formative, turistiche e ricreative svolte, al fine di estendere e consolidare la
gamma delle opportunità di lavoro e di reddito nelle aree rurali.
La crescita del valore aggiunto e dell‟occupazione determinata dal sostegno viene misurata attraverso gli
indicatori di risultato R7 ed R8, così come l‟incremento dei flussi turistici in azienda viene valutato attraverso
l‟indicatore di risultato aggiuntivo R9. La Misura si articola in quattro Azioni distinte che sostengono la
plurifunzionalità, le produzioni tipiche artigianali, l‟offerta agrituristica e la produzione di energia da FER.
Come già accennato nella RAV 2011, gli effetti prodotti dal sostegno offerto dalla Misura 311 vengono
valutati attraverso un‟indagine diretta su un campione di soggetti beneficiari, attività che era stata pianificata
secondo lo schema riportato qui di seguito. Si conferma, vedi colonna trattazione, che le attività di
propedeutiche alla realizzazione delle indagini sono state realizzate e che si prevede di dare i primi risultati
sulle indagini all‟interno dell‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia (ARVI 2012).
Attività Tempistica Trattazione
Estrazione campione Entro Settembre 2011 RAV Aprile 2012
Acquisizione allegati tecnici domande campionate Entro Dicembre 2011 RAV aprile 2012
Definizione questionario d‟indagine Entro Dicembre 2011 RAV aprile 2012
Somministrazione questionario Da Gennaio 2012 ARVI 2012
Acquisizione, informatizzazione ed elaborazione dati Da Gennaio 2012 ARVI 2012
Quantificazione degli effetti della Misura Ottobre 2012 ARVI 2012
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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I ritardi strutturali che caratterizzano l‟attuazione della Misura (nessun progetto concluso al 2009; solo 7 al
2010) hanno indotto il valutatore ad introdurre alcune modifiche rispetto alla tempistica, più “larga”, fissata
dalla metodologia comunitaria. Per svolgere l‟indagine diretta già a partire dal 2012 e fornire il prima
possibile alla Regione alcuni elementi utili per la definizione e la stesura del nuovo PSR, si è preferito:
indagare l‟universo dei progetti finanziati, e non di quelli conclusi, al 2010;
derogare dal principio dei 2 anni per la “sedimentazione” degli effetti degli investimenti
sovvenzionati, riducendo tale intervallo ad un solo anno.
Se poi l‟azienda campionata, al momento dell‟intervista, avrà effettivamente concluso da almeno un anno
l‟investimento sovvenzionato sarà possibile rilevare sia le informazioni quantitative necessarie al calcolo degli
indicatori di risultato R7, R8 ed R9 (aggiuntivo), sia gli elementi qualitativi utili ad una visione d‟insieme della
situazione aziendale e ad una valutazione complessiva ed organica degli effetti del sostegno. In caso
contrario verranno indagati soprattutto gli aspetti qualitativi, mentre le variabili quantitative saranno rilevate
solo in termini previsionali, da confermare successivamente una volta sedimentatisi gli effetti
dell‟investimento sovvenzionato. Su tali basi alla fine del 2011 è stato estratto un campione rappresentativo
di aziende beneficiarie da sottoporre ad indagine a partire dall‟anno in corso; per la stratificazione
dell‟universo campionario sono state utilizzate:
A. la zona di ruralità PSR (aree B/ aree C/ aree D);
B. l‟Azione (1-Plurifunzionalità/ 2-Produzioni tipiche artigianali/ 3-Agriturismo/ 4-Produzione di energia
da FER);
C. il fatto che il progetto sovvenzionato sia realizzato attraverso un bando singolo o con approccio
integrato (pacchetto giovani).
D. Il campione di 22 unità (pari al 20% dell‟universo di riferimento) è stato ripartito sui 18 strati.
Universo (N.) Campione (N.)
Att. Zona Azione
Totale Att. Zona Azione
Totale A1-Plurif. A3-Agritur. A4-Energia A1-Plurif. A3-Agritur. A4-Energia
Bando
sin
golo
B 0 15 1 16
Bando
sin
golo
B 0 3 0 3
C 2 50 4 56 C 1 10 1 12
D 1 12 0 13 D 0 2 0 2
Pacch
Gio
va B 0 5 0 5
Pacch
gio
va B 0 1 0 1
C 1 17 2 20 C 0 3 1 4
D 1 1 0 2 D 0 0 0 0
Totale 5 100 7 112 Totale 1 18 2 22
Il questionario d‟indagine, messo a punto dal valutatore alla fine del 2011, è volto ad indagare, come
accennato sopra:
aspetti di tipo qualitativo come, ad esempio, le motivazioni alla base dell‟investimento, le fonti di
finanziamento utilizzate, i canali di commercializzazione utilizzati, i legami col territorio circostante
l‟azienda, le prospettive future di sviluppo e ristrutturazione aziendale, ecc.,
aspetti più direttamente quantitativi (essenzialmente: presenze turistiche, occupazione, valore
aggiunto da attività agricole e da diversificazione) legati a specifici indicatori del QCMV, che, a
differenza dei precedenti, hanno bisogno di più tempo perché siano evidenti e consolidati.
In particolare esso si compone di 5 parti:
1. L‟intervento sovvenzionato: contiene informazioni relative all‟investimento cofinanziato dalla Misura (descrizione, motivazioni, fonti di finanziamento, ecc.);
2. Le attività connesse all‟agricoltura svolte in azienda: riporta una breve descrizione e la
quantificazione della “capacità produttiva” dell‟azienda per quanto concerne l‟attività agrituristica e le
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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altre attività di diversificazione, e la relativa “risposta” in termini di flussi turistici assorbiti, stagionalità degli stessi, ecc.; si tratta ovviamente della parte più corposa del questionario;
3. I redditi e l‟occupazione aziendale: riporta le informazioni di dettaglio necessarie al calcolo degli
indicatori comunitari di risultato R7 ed R8, comprese le specifiche suddivisioni (es. occupazione femminile e giovanile);
4. Informazioni sull‟azienda agricola: contiene alcune informazioni minime relative all‟attività agricola (colture, allevamenti, produzioni di qualità, canali di commercializzazione, ecc.), necessarie alla
valutazione dei legami che queste presentano con le attività di diversificazione, ed altri dati di natura qualitativa riferiti soprattutto alle modalità di gestione aziendale (canali di intermediazione e di
commercializzazione, ecc.), alle caratteristiche del titolare (formazione, lingue parlate, ecc.) ed alle
prospettive di sviluppo dell‟azienda nel medio-lungo periodo;
5. Informazioni generali sull‟adesione al PSR: raccoglie dati necessari alla valutazione complessiva del
piano di comunicazione messo in piedi dalla Regione per informare i potenziali beneficiari delle opportunità offerte dal PSR (canali informativi, grado di conoscenza del PSR, eventuali problemi
incorsi per l‟accesso al contributo).
Lo svolgimento delle indagini dirette in azienda è ad oggi in fase di avvio: alla formazione dei rilevatori ed
alla preparazione del data base per l‟archiviazione dei dati primari raccolti, faranno seguito (terzo trimestre
del 2012) le visite aziendali, supportate concretamente dalla documentazione tecnica allegata alle domande
d‟aiuto (business plan e altra documentazione specifica), in fase di acquisizione. I primi risultati delle indagini
svolte contribuiranno all‟aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia, da consegnare a Regione
alla fine del 2012.
Per quanto riguarda le altre Misure, la cui attuazione è strettamente legata con l‟esecuzione dei PIT e dei
PSL, si rimanda al paragrafo sull‟approfondimento tematico relativo alla progettazione integrata territoriale.
3.1.3.2 L‟impatto sul miglioramento qualità della vita
Come già fatto presente nel Rapporto di valutazione annuale 2010 (Cap. 2.3.2), il disegno di valutazione è
stato integrato di un profilo di analisi relativo alla valutazione dell‟impatto del PSR sulla qualità della vita delle
aree rurali.
Il miglioramento della qualità della vita (QdV) è un obiettivo del PSR (e più nello specifico dell‟Asse 3 che
interviene sostenendo interventi per la diversificazione delle attività e la crescita dell‟attrattività dei territori
verso la popolazione e le imprese) e la domanda “In che misura il programma ha migliorato la qualità della
vita?” è presente in tutte le misure dell‟Asse.
Gli indicatori di baseline del QCMV legati a tale obiettivo (economici, demografici) non consentono di
verificare però se ed in che misura si è osservata sui territori rurali una variazione sulla qualità della vita
della popolazione interessata dalle Misure del PSR.
La qualità della vita è infatti un concetto ampio, totalizzante che include molti temi ed è necessariamente
intriso di percezioni soggettive. Per tale motivo il valutatore per fornire risposta a questo quesito, partendo
dalle indicazioni di molti metodologi, compresa la rete Europea di valutazione11, ha introdotto un metodo
misto che fa ampio ricorso alle percezioni di testimoni privilegiati integrate da dati strutturali.
Obiettivo della indagine è costruire un indice di sintesi multidimensionale (di contesto), che rappresenta una
sorta di baseline della qualità della vita percepita in un determinato contesto rurale (area testimone
dell‟indagine).
La rilevazione della baseline avviene in due momenti successivi - “interni” al periodo di programmazione - in
territori testimone. La variazione della baseline (e delle sue diverse componenti) nel confronto di due periodi
11 Rete Rurale Europea nel Working Paper “Capturing impacts of Leader and of measures to improve quality of life in rural areas”
(EENRD)
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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(T0 – Tn) dovrebbe consentire di delineare l‟evoluzione/variazione della qualità della vita percepita in una
area interessata dal sostegno del PSR relativamente alla quale verificare l‟azione del Programma.
Per poter effettuare l‟analisi, di un concetto complesso e omnicomprensivo come quello della QDV, come già
evidenziato nel Rapporto di valutazione intermedia, si è provveduto a scomporlo in dimensioni più semplici
(sei concetti-madre) e queste in 25 indicatori che - è facile osservare - hanno un‟estensione maggiore di
quanto oggetto di intervento del Programma di Sviluppo Rurale (PSR).
E‟ infatti evidente che se da un lato il PSR interviene su alcuni aspetti della vita socio-economica delle
popolazioni rurali, aspetti che concorrono a definire il concetto della qualità della vita, dall‟altro è chiaro che
la QdV include ogni aspetto del vivere umano, inclusi i temi socio-economici pertinenti al PSR. La scelta
operata dal Valutatore, e il conseguente oggetto di valutazione, è la generale QdV percepita nelle aree
testimone a prescindere dalla riconducibilità di ogni singolo indicatore al PSR. Le dimensioni che
costituiscono la mappa degli indicatori con cui misurare la QDV comprendono:
- dimensioni della QDV direttamente influenzate anche dal PSR (sulle quali il QCMV formula le proprie
domande, come lo sviluppo economico, l‟occupazione, ecc );
- dimensioni che non hanno a che fare con il Programma ma che possono influenzare in maniera
determinante la percezione della qualità della vita da parte della popolazione locale (esempio la
salubrità ambientale, la sicurezza).
La valutazione del legame fra QdV e PSR e l‟integrazione dei risultati del PSR sulla QdV è oggetto delle
analisi finali e tema fondamentale del lavoro, pur se è evidente che, salvo un ridotto numero, la maggior
parte degli indicatori QdV utilizzati non é influenzata dal PSR e, in diversi casi, neppure dalla generale
programmazione regionale.
Comunque qualunque sia il valore di QdV rilevato (alto o basso), e qualunque sia il trend nelle diverse
rilevazioni (in crescita, stabile o in diminuzione) la domanda valutativa principale sarà: la dinamica rilevata
dagli indicatori di QdV è stata influenzata (determinata, aiutata, …) dalla politica di sviluppo rurale?
Questa tappa finale del processo tiene conto dell‟effettiva attuazione del PSR e si basa su una molteplicità di
dati e analisi fra cui in primis i risultati generati dalle indagini valutative sugli interventi sovvenzionati, dati
strutturali, interviste e, specialmente, un‟analisi Delphi.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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La Mappa degli indicatori QDV Dimensi
oni Sotto
dimensioni Indicatori Enunciato
Servizi
Istruzione 1.
Nidi, Materne, Obbligo
Esistono nel territorio e sono facilmente accessibili alla maggioranza dei cittadini i servizi di base per l‟infanzia e
le scuole dell‟obbligo; eventuali liste di attesa sono rapidamente smaltite; le fasce più deboli sono adeguatamente tutelate
Socio sanitari
2. Presidi sanitari
territoriali
Esistono nel territorio presidi sanitari pubblici: non necessariamente l‟Ospedale, ma Medici di base, Centri di salute distrettuali, guardia medica, assistenza domiciliare per anziani e disabili, etc. in grado di provvedere con
efficacia alle urgenze dei cittadini
3.
Assistenza fasce disagiate
Le fasce sociali maggiormente disagiate (poveri, anziani soli, immigrati, ...) possono adeguatamente rivolgersi a
sportelli informativi pubblici e a centri di assistenza sociale specializzati ricevendo adeguata risposta
Smaltimento rifiuti
4. Gestione
smaltimento rifiuti
La filiera dello smaltimento dei rifiuti nelle sue diverse articolazioni (raccolta, differenziazione, centri di raccolta...) é presente ed efficiente
Sicurezza 5.
Sicurezza locale Il contesto locale è sicuro sotto il profilo dell‟ordine pubblico (fatti salvi eventuali fatti recenti eccezionali); nessun particolare allarme sociale fra la popolazione; le forze dell'ordine sono presenti in forma adeguata
Servizi alla popolazione
esercizi commerciali
6.
Servizi ed esercizi commerciali
Esistono sul territorio con sufficiente diffusione servizi alla popolazione ed esercizi commerciali che rendono
confortevole la vita quotidiana anche nei piccoli centri o nelle aree più periferiche: dall‟ufficio postale alla farmacia; dallo sportello bancario al bar e all‟alimentari…
Economia
Imprese
7. Solidità e dinamismo
del sistema produttivo
Il sistema delle imprese riflette un dinamismo positivo (anche in termini di nati-mortalità), evolutivo,
strutturalmente solido, non monoculturale e con significative presenze di casi di innovazione
8. Sostenibilita'
agricoltura
L'attività agricola nel territorio é diversificata nelle sue forme e funzioni, tale da garantire attrattività e stabilità al lavoro della famiglia agricola
9. Infrastrutture
turistiche
Le infrastrutture turistiche (alberghi, ristoranti…) e i servizi collegati (sentieristica, centri informativi…) sono
adeguati per attrarre turisti nella zona e contribuire alla ricchezza locale
10.
Impegno amministrazioni per
facilitazioni all‟imprenditoria
Le varie Amministrazioni che incidono sul territorio (dalla Regione ai Comuni) garantiscono sostegno all‟imprenditoria attraverso sportelli unici, l‟erogazione di contributi con modalità e tempi efficienti e altro
11.
Occupazione e sua
stabilità
Le dinamiche occupazionali, anche considerando il recente periodo di crisi, lasciano pensare a una stabilità complessiva nella zona; il lavoro presente é "di qualità" e non segnato da eccessivo precariato e stagionalità
Lavoro locale 12.
Giovani, donne… Il lavoro femminile e il lavoro giovanile seguono il trend generale nazionale senza particolare penalizzazione; il sistema è in grado di assorbire anche occupazione femminile e giovanile
13.
Reddito e costo
della vita
Il reddito disponibile per chi vive e lavora nell‟area (prodotto o non prodotto localmente) é adeguato al costo locale della vita; non sono presenti fenomeni diffusi e crescenti di povertà, specie in relazione alle fasce di
popolazione più esposte (p.es. anziani soli)
Infrastrutture
14.
Reti collegamento verso principali
centri erogatori di servizi
Ci sono strade agevoli e scorrevoli e adeguati servizi bus, treno, etc., tali da rendere facili e veloci i collegamenti anche dei piccoli centri con le mete economiche e amministrative più prossime: città capoluogo, università,
aeroporti etc.
15. Qualità del sistema
insediativo
Le abitazioni del territorio sono confortevoli, non fatiscenti e dotate delle infrastrutture e comfort necessari fra i quali: corrente elettrica, acqua potabile, riscaldamento; facile e diffuso accesso ai principali sistemi di
comunicazione quali: segnale per telefono mobile, internet Adsl...
Ambiente
Aree verdi e ricreative
16. Aree verdi e
ricreative
Esistono con sufficiente abbondanza aree verdi (aree rurali, parchi, laghi etc.) e aree attrezzate ad uso dei
cittadini; tali aree sono note, accessibili e sufficientemente ben tenute per la fruizione della popolazione locale
Salubrità
17.
Salubrità del territorio
L‟ambiente è nel complesso salubre (aria, acqua, suolo)
18. Attenzione
istituzionale all'ambiente
C'é sensibilità istituzionale ai temi ambientali: le istituzioni che ai diversi livelli (da Regionale a Comunale)
incidono sul territorio provvedono al mantenimento della salubrità dell‟ambiente
Cultura
Patrimonio 19.
Patrimonio artistico
architettonico
Il patrimonio artistico e architettonico è di pregio e ben conservato
Produzione e consumo cultural
20. Eventi, festival
Nel territorio esistono molteplici manifestazioni culturali, eventi, festival di qualità culturale capaci di attrarre visitatori anche da zone limitrofe
21. Cinema, teatri,
musei, biblioteche
Esiste un sistema museale, sia pur piccolo, di valore almeno regionale; cinema, teatri, biblioteche sono in
numero sufficiente a soddisfare la domanda potenziale del territorio
22.
Produzione culturale
Esistono sul territorio luoghi di produzione culturale quali centri/scuole teatrali, di pittura, di ballo; oppure editori
locali, parchi tecnologici, etc.
Qualità
dei processi
sociali e istituzio
nali
Partecipazione
23. Associazionismo e
volontariato
Esistono sul territorio associazioni culturali, politiche, sportive e di volontariato capaci di coinvolgere e attrarre
cittadini, e in particolare giovani
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Il metodo adottato
Sulla base della letteratura internazionale e dell‟attenta analisi del PSR il valutatore ha definito un insieme di
venticinque indicatori a copertura delle principali dimensioni del problema (sei concetti-madre). I 25 indicatori (si è deliberatamente scelto di produrne un numero ristretto per non eccedere nel livello analitico)
hanno un‟estensione maggiore di quanto oggetto di intervento del Programma di Sviluppo Rurale e sono, per così dire, macro, rappresentando aree ampie e complesse nel loro insieme, come è evidente dalla definizione
degli stessi nella tabella precedente.
I 25 indicatori seguendo una modalità piuttosto usuale in valutazione, riferibile ad approcci detti
“multicriteri”, sono sottoposti a: 1. pesatura per esprimere l‟importanza relativa di ciascun indicatore rispetto all‟altro assumendo come
punto di vista quello del programmatore regionale. Il tavolo che attribuisce i pesi è pertanto (uno) regionale composto prevalentemente dalla dirigenza regionale coinvolta nel PSR. Il peso attribuito
all‟indicatore con un intervallo 1-3 è quindi il moltiplicatore (che ne riflette l‟importanza) per cui viene moltiplicato il valore valutativo (rilevato nei tavoli locali);
2. valorizzazione nelle aree testimone da parte dei testimoni locali che valutano le performance locali,
reali, delle dinamiche e problematiche descritte da ciascun indicatore. I testimoni chiave (scelti con criteri che spieghiamo più avanti) sono chiamati a discutere e argomentare la realtà della situazione
nella loro area geografica (e quindi anche economica e sociale) e ad attribuire un giudizio condiviso indicatore per indicatore, sintetizzato in un valore di scala 1-5 dove “1” significa situazione pessima e
“5” situazione ottima.
La convocazione dei tavoli presuppone la preliminare scelta delle aree testimone.
Dato che come detto i tavoli sono due, uno all‟inizio e uno alla fine della programmazione, il valutatore dovrà
realizzare prima possibile il primo tavolo locale
in ciascuna delle zone individuate per avere una fotografia della realtà al t0, ovvero all‟inizio del realizzarsi
delle azioni avviate col PSR; successivamente si realizzerà un tavolo verso la fine del ciclo progettuale, allo scopo di circoscrivere uno spazio temporale entro cui collocare eventuali cambiamenti e i risultati della
valutazione generale.
Tavolo regionale dei pesi in Lazio
Nel corso del 2011 si è proceduto alla realizzazione del Tavolo regionale dei pesi. La convocazione del Tavolo
ha presupposto un lavoro congiunto del Valutatore con la Regione per l‟individuazione di testimoni privilegiati
individuati tra (criterio di scelta) soggetti più competenti nella Regione in merito alle problematiche e alle
specificità delle aree rurali in relazione alle quali il PSR ha delineato le proprie priorità strategiche e linee di
intervento.
Il “tavolo regionale dei pesi” per la Regione Lazio si è svolto il giorno 8 Settembre 2011, alla presenza di
nove partecipanti fra dirigenti regionali di diverse direzioni regionali (Agricoltura, Pari Opportunità,
Programmazione, Ambiente) e all‟interno della Autorità di Gestione i Responsabili di Asse, della Progettazione
integrata e dell‟unità responsabile del monitoraggio e della valutazione del PSR.
La riunione è durata circa due ore e mezza fra introduzione generale (per allineare tutti i partecipanti agli
obiettivi della riunione e spiegare i meccanismi del tavolo), lavoro di gruppo e commiati. La riunione è stata
indubbiamente ispirata da spirito collaborativo, con discussioni interessanti e capacità del gruppo di cogliere
gli obiettivi operativi assegnati.
Le regole previste
Al fine di realizzare un‟operazione partecipata a carattere dialogico, le regole di attribuzione di pesi agli indicatori “imposte” ai partecipanti dal Valutatore sono state le seguenti:
assumere il punto di vista della programmazione regionale (questo punto è ovviamente fondamentale per
le ragioni viste);
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 58
cercare di assumere la rilevanza di elementi non specificatamente rurali e di programmazione rurale; i
venticinque indicatori – costruiti sulla base di una consolidata letteratura europea – non riflettono solo
l‟idea delle politiche rurali ma coprono tutto lo spettro delle condizioni che consentono di giudicare una
“qualità della vita” (che sia essa in aree rurali o meno) e includono quindi molti aspetti distanti dalle
politiche rurali, dalla sanità alla sicurezza, dai beni culturali alla governance;
assegnare almeno cinque indicatori in ciascuno dei tre „pesi‟ disponibili (1, 2 e 3). Questa regola valeva
per il lavoro individuale della prima fase al fine di consentire una certa distribuzione dei valori; era poi
facoltà della discussione nella seconda fase ignorare tale vincolo.
La procedura applicata
In breve procedura è stata la seguente:
1. preliminare diffusione di un documento con gli indicatori, per consentire ai partecipanti un‟adeguata preparazione;
2. convocazione dei partecipanti e breve spiegazione degli scopi del tavolo;
3. presentazione delle “regole” comuni nell‟attribuzione dei pesi;
4. distribuzione ai partecipanti di gadget per l‟attribuzione dei pesi. I gadget consistono in tre vassoietti
per ciascuno numerati 1, 2 e 3 vale a dire con i tre diversi pesi possibili degli indicatori, dove “3” indica un peso alto, attribuibile a un indicatore considerato strategico, “1” un indicatore che – per quanto utile
e importante – non viene considerato strategico e ovviamente “2” è un valore intermedio di relativa importanza e una serie di venticinque cartoncini recanti il titolo e la descrizione di ciascun indicatore;
5. lo sviluppo di una (prima) fase del lavoro, individuale in cui ciascun partecipante colloca i 25 cartoncini/indicatori nei tre vassoi etti rispettando la regola di almeno 5 indicatori per vassoietto;
6. la registrazione dei valori in una matrice da parte dell‟équipe di valutazione e l‟osservazione di una
chiara presenza di un valore modale. Il valore modale dipende naturalmente dal numero di partecipanti al tavolo e si aggira attorno ai 3/5, con le cautele del caso dovute al fatto che un numero basso di
partecipanti (attorno alla decina) rende necessaria una certa flessibilità nella definizione del valore modale, che in pratica può andare da poco più della maggioranza fino a ¾. La presenza di un chiaro
valore modale fa considerare quello come valore condiviso, da non discutere ulteriormente;
7. seconda parte del lavoro: discussione dei risultati per arrivare, dopo scambi di pareri coi partecipanti al tavolo, ad un valore condiviso nei casi in cui non si è riscontrato un chiaro valore modale;
8. al termine del lavoro ciascuno dei venticinque indicatori avrà un peso (1, 2 o 3) consensuale, o perché tale si è manifestato durante la prima fase individuale di lavoro o perché si è giunti a tale consenso
dopo discussione.
I risultati per la Regione Lazio
In seguito al lavoro individuale il valutatore ha registrato i dati in matrice e verificato, colonna per colonna, la
presenza di un valore modale. Considerando che i presenti erano otto, si sono stabilite le seguenti regole:
presenza di valori modali pari a 5 o più; in alcuni casi si sono accettati valori modali più bassi (4) se
l‟indicazione del gruppo si presentava comunque abbastanza precisa (limitata dispersione dei valori,
nessun valore „distante‟ da quello modale); in ogni caso tutti i valori sono stati presentati al gruppo
lasciando ampia possibilità di discutere e rivedere il risultato finale (si veda punto seguente);
eventuale ridiscussione finale di quegli indicatori considerati consensuali nel lavoro individuale
malgrado una moda bassa;
ricerca di consenso nel gruppo; in alcuni casi il valore indicato è quello della maggioranza del gruppo
senza consenso collettivo (vale a dire che una minoranza non ha aderito alla proposta maggioritaria
mantenendo un diverso parere).
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 59
Di seguito la matrice che registra le fasi del lavoro e il contributo dei presenti e la tabella che sintetizza le valutazioni finali.
Come già anticipato i pesi attribuiti dal tavolo sono definitivi e valgono per tutta la durata della valutazione.
Appare una maggior distribuzione verso pesi di valore intermedio e una scarsa propensione a dare valori
bassi; comunque possiamo ritenere sufficientemente equilibrata la distribuzione, anche dal punto qualitativo
(non solo indicatori tipicamente “rurali” hanno ottenuto il valore “3”).
Un semplice profilo descrittivo mostra come quasi tutti i principali indicatori di carattere socio-economico
(sistema produttivo, sostenibilità dell‟agricoltura, occupazione…) abbiano ricevuto un peso pari a 3,
indicando in ciò gli ambiti ritenuti più importanti dal tavolo regionale. Si ricorda però che tale peso non
esprime cosa sia più importante per la Regione in assoluto quanto il punto di vista contingente e contestuale
di esponenti della programmazione. Un peso „3‟ infatti può essere stato attribuito perché si riconosce
l‟importanza intrinseca del tema sotteso a quel indicatore, ma anche perché quel tema, ancorché
tradizionalmente secondario, è stato trascurato a lungo e la programmazione attuale vi ha destinato un certo
interesse, oppure perché, seppur mai trascurato negli anni precedenti, si è ritenuto di segnalare con un „2‟ o
un „3‟ la necessità della continuità di una certa attenzione, elementi questi che emergono dalla discussione
svolta.
Le argomentazioni dei programmatori (oggetto di registrazione) a sostegno dei pesi attribuiti hanno
confermato il massimo peso agli elementi strategici dello sviluppo rurale e la necessità di mantenere alto
l‟interesse della programmazione verso il sistema delle imprese per garantire stabilità occupazionale e
sostenibilità economica. Ciò vale per l‟agricoltura - settore da continuare a tenere in massima considerazione
(senza discussione peso 3) per il turismo (peso 3 con discussione).
All‟occupazione viene attribuito un ruolo strategico per la qualità della vita (3). La dimensione dei servizi
(sanitari, sociali) è “imprescindibile” (senza discussione peso 3) così come riconosciuta la necessità di
sostenere servizi alla popolazione e presidi commerciali (3 con discussione) la cui esistenza è condizione per
la permanenza delle (giovani) famiglie.
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I pesi attribuiti nell‟ambito del Tavolo regionale del Lazio
Dim
en
sio
ni
So
tto
dim
en
sio
ni
Indicatori
Pu
nte
gg
io
Se
rviz
i
Istruzione 1.
Nidi, Materne, Obbligo
Esistono nel territorio e sono facilmente accessibili alla maggioranza dei cittadini i servizi di base per l‟infanzia e le scuole dell‟obbligo; eventuali liste di attesa sono rapidamente smaltite; le fasce più deboli sono adeguatamente tutelate
3
Socio sanitari
2. Presidi sanitari
territoriali
Esistono nel territorio presidi sanitari pubblici: non necessariamente l‟Ospedale, ma Medici di base, Centri di salute distrettuali, guardia medica, assistenza domiciliare per anziani e disabili, etc. in grado di provvedere con efficacia alle urgenze dei cittadini
3
3. Assistenza fasce
disagiate
Le fasce sociali maggiormente disagiate (poveri, anziani soli, immigrati, ...) possono adeguatamente rivolgersi a sportelli informativi pubblici e a centri di assistenza sociale specializzati ricevendo adeguata risposta
2
Smaltimento rifiuti
4. Gestione e
smaltimento rifiuti
La filiera dello smaltimento dei rifiuti nelle sue diverse articolazioni (raccolta, differenziazione, centri di raccolta...) é presente ed efficiente
1
Sicurezza 5.
Sicurezza locale
Il contesto locale è sicuro sotto il profilo dell‟ordine pubblico (fatti salvi eventuali fatti recenti eccezionali); nessun particolare allarme sociale fra la popolazione; le forze dell'ordine sono presenti in forma adeguata
1
Servizi alla popolazione
esercizi commerciali
6. Servizi ed esercizi
commerciali
Esistono sul territorio con sufficiente diffusione servizi alla popolazione ed esercizi commerciali che rendono confortevole la vita quotidiana anche nei piccoli centri o nelle aree più periferiche: dall‟ufficio postale alla farmacia; dallo sportello bancario al bar e all‟alimentari…
3
Eco
no
mia
Imprese
7. Solidità e
dinamismo sist. produttivo
Il sistema delle imprese riflette un dinamismo positivo (anche in termini di nati-mortalità), evolutivo, strutturalmente solido, non monoculturale e con significative presenze di casi di innovazione
2
8. Sostenibilita'
dell‟agricoltura
L'attività agricola nel territorio é diversificata nelle sue forme e funzioni, tale da garantire attrattività e stabilità al lavoro della famiglia agricola
3
9. Infrastrutture turistiche
Le infrastrutture turistiche (alberghi, ristoranti…) e i servizi collegati (sentieristica, centri informativi…) sono adeguati per attrarre turisti nella zona e contribuire alla ricchezza locale
3
10. Impegno amministrazioni per facilitazioni all‟imprenditoria
Le varie Amministrazioni che incidono sul territorio (dalla Regione ai Comuni) garantiscono sostegno all‟imprenditoria attraverso sportelli unici, l‟erogazione di contributi con modalità e tempi efficienti e altro
2
11.
Occupazione e sua stabilità
Le dinamiche occupazionali, anche considerando il recente periodo di crisi, lasciano pensare a una stabilità complessiva nella zona; il lavoro presente é "di qualità" e non segnato da eccessivo precariato e stagionalità
3
Lavoro locale 12.
Giovani, donne…
Il lavoro femminile e il lavoro giovanile seguono il trend generale nazionale senza particolare penalizzazione; il sistema è in grado di assorbire anche occupazione femminile e giovanile
3
13.
Reddito e costo della vita
Il reddito disponibile per chi vive e lavora nell‟area (prodotto o non prodotto localmente) é adeguato al costo locale della vita; non sono presenti fenomeni diffusi e crescenti di povertà, specie in relazione alle fasce di popolazione più esposte (p.es. anziani soli)
2
Infr
astr
utt
ure
14.
Reti collegamento
verso principali centri erogatori
Ci sono strade agevoli e scorrevoli e adeguati servizi bus, treno, etc., tali da rendere facili e veloci i collegamenti anche dei piccoli centri con le mete economiche e amministrative più prossime: città capoluogo, università, aeroporti etc.
2
15.
Qualità del sistema
insediativo
Le abitazioni del territorio sono confortevoli, non fatiscenti e dotate delle infrastrutture e comfort necessari fra i quali: corrente elettrica, acqua potabile, riscaldamento; facile e diffuso accesso ai principali sistemi di comunicazione quali: segnale per telefono mobile, internet Adsl...
2
Am
bie
nte
Aree verdi e ricreative
16.
Aree verdi e ricreative
Esistono con sufficiente abbondanza aree verdi (aree rurali, parchi, laghi etc.) e aree attrezzate ad uso dei cittadini; tali aree sono note, accessibili e sufficientemente ben tenute per la fruizione della popolazione locale
2
Salubrità
17.
Salubrità del territorio
L‟ambiente è nel complesso salubre (aria, acqua, suolo) 2
18.
Attenzione istit. all'ambiente
C'é sensibilità istituzionale ai temi ambientali: le istituzioni che ai diversi livelli (da Regionale a Comunale) incidono sul territorio provvedono al mantenimento della salubrità dell‟ambiente
2
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Dim
en
sio
ni
So
tto
dim
en
sio
ni
Indicatori
Pu
nte
gg
io
Cu
ltu
ra
Patrimonio 19.
Patrim. artistico architettonico
Il patrimonio artistico e architettonico è di pregio e ben conservato 2
Produzione e consumo cultural
20.
Eventi, festival Nel territorio esistono molteplici manifestazioni culturali, eventi, festival di qualità culturale capaci di attrarre visitatori anche da zone limitrofe
2
21.
Cinema, teatri, musei, bibliot.
Esiste un sistema museale, sia pur piccolo, di valore almeno regionale; cinema, teatri, biblioteche sono in numero sufficiente a soddisfare la domanda potenziale del territorio
2
22.
Produzione culturale
Esistono sul territorio luoghi di produzione culturale quali centri/scuole teatrali, di pittura, di ballo; oppure editori locali, parchi tecnologici, etc.
2
Pro
ce
ssi
so
cia
li e
isti
tuzio
na
li
Partecipazione 23.
Associazionismo e volontariato
Esistono sul territorio associazioni culturali, politiche, sportive e di volontariato capaci di coinvolgere e attrarre cittadini, e in particolare giovani
2
Governance
24. Orizzontale Esiste consolidata pratica di ascolto e collaborazione interistituzionale (fra Comuni, fra Comuni e Provincia, fra questi e uffici periferici dello Stato…)
2
25. Verticale Esistono consolidate pratiche di ascolto e partecipazione popolare, anche tramite strumenti quali le circoscrizioni
3
Strategico per la dimensione economica che le Amministrazioni si impegnino a favore della imprenditorialità
(2) migliorando i servizi e garantendo maggiore efficienza e ascolto. All‟ambiente e al paesaggio viene
riconosciuto un ruolo importante sia per le popolazioni residenti sia verso il turismo: fondamentale fare
crescere la cultura della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale. Infine per quanto riguarda la
qualità dei processi e delle relazioni sociali, la Regione sottolinea il ruolo dato anche nel PSR a forme di
governance verticali per assicurare traiettorie di sviluppo.
A. Attribuzione del valore valutativo a livello locale
Come anticipato i “valori valutativi” sono discussi e stabiliti a livello “locale” in territori “testimone” mediante
tavoli di soggetti privilegiati, applicando tecniche attraverso cui la performance di ciascun indicatore viene valorizzata dal gruppo (da pessima a ottima) attraverso una scala cardinale.
I valori valutativi saranno attribuiti in distinti momenti: all‟inizio dell‟effettivo avvio della programmazione (quasi a ri-definire una situazione ex ante della qualità della vita) e in una fase avanzata del processo
attuativo del Programma di sviluppo rurale.
Visto che il processo attuativo è già avanzato, anche se non per l‟Asse 3, è necessario individuare in tempi brevi le aree testimone su cui rilevare un “potenziale” T0.
I criteri per la selezione delle aree testimone
Le aree testimone dovrebbero rappresentare territori con specifiche caratteristiche economiche,
demografiche, strutturali che possano rappresentare diverse realtà rurali regionali. E‟ evidente che l‟ottica
prescelta è quella dei casi esemplari, dei casi di studio specifici utili per evidenziare eccellenze o al contrario
aree deboli; ciò significa che i risultati nelle aree testimone non potranno essere generalizzati all‟intera area
regionale. Per l‟individuazione delle aree testimone il Valutatore ha individuato una serie di criteri, la cui
applicazione conduce alla proposta di alcuni territori, la cui validità è da verificare, mediante un confronto in
ambito regionale.
I criteri per la selezione sono stati:
aree eligibili alle misure Asse 3, ricadenti nelle aree della zonizzazione (D, C) - quindi “espressione” dei
diversi livelli di ruralità - ricadenti in Province diverse; aree possibilmente ricadenti in Aree Leader e/o in aree PIT in quanto territori in cui si applicano le
misure per la qualità della vita (misure Asse 3). Il coinvolgimento dei capofila inoltre assicura supporti
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 62
logistici e garantisce la presenza di testimoni privilegiati locali con buona conoscenza sia delle dinamiche locali che delle tematiche del PSR;
presenza partenariati di soggetti in grado rappresentare le dinamiche locali: CCMM, Enti parco,
Associazioni di categoria, Consorzi di bonifica, Enti finalizzati a fornire a servizi alla popolazione;
presenza nelle aree di un quadro progettuale in attuazione significativo in termini di numerosità e qualità degli interventi finanziati con il PSR (per verificare l‟eventuale variazione T0-Tn e la possibile attribuzione
della variazione al PSR);
aree espressione di aggregazioni territoriali permanenti (amministrative, storiche..) riconoscibili dagli
stakeholder con caratteristiche relativamente omogenee. I territori dei Gal regionali sono infatti ampi e possono non essere pienamente riconoscibili da parte delle comunità locali e delle loro rappresentanze.
Inoltre i territori dei Gal hanno una conformazione variabile nel tempo (che deriva dall‟applicazione dei criteri di ammissibilità dei territori previsti dalle Regioni). In prima istanza le sub-aree con una propria
dimensione (amministrativa o storico culturale) cui gli stakeholder possano riferirsi con certezza sono
individuate nelle Comunità Montane, che tra l‟altro sono coinvolte sia nella fase di definizione delle linee strategiche che nella fase di predisposizione dei bandi e selezione delle domande; (i Progetti locali di
sviluppo rurale sono stati predisposti dalle Province con il coinvolgimento delle Comunità Montane). All‟interno di ogni Comunità Montana, inoltre, i Comuni presentano caratteristiche piuttosto omogenee e
problematiche simili. In assenza di Comunità montane possono essere considerate le Associazioni di
Comuni o le aree a Parco. aree coincidenti con sub aggregati statistici che consentano di reperire indicatori utilizzabili per il
bilanciamento degli indicatori QdV individuati dal valutatore in assenza di dati a livello comunale, come
ad esempio i Sistemi Locali del Lavoro per i quali l‟Istat fornisce aggiornamenti quinquennali su indicatori economici (occupazione e valore aggiunto per settore, unità locali ed addetti per settore di attività
economica (per quest‟ultimi è disponibile un aggiornamento all‟anno 2007). Particolarmente idonei sono i SLL il cui territorio si risolve interamente all‟interno della Comunità Montana;
presenza di sub zonazioni utilizzate nella programmazione regionale (itinerari enogastronomici, aree
bianche alla banda larga);
presenza di soggetti disponibili a collaborare operativamente con il Valutatore: si prevede infatti il
coinvolgimento dei GAL e dei rappresenti amministrativi delle aree testimone per la proposta /selezione degli stakeholder (individuazione dei nominativi, fornitura ad Agriconsulting degli indirizzi) e
organizzazione dei tavoli locali (inviti, sede..)
L‟individuazione dei partecipanti ai “tavoli valutativi locali”.
Secondo il metodo adottato e presentato nelle pagine precedenti i “tavoli” sono momenti dialogici di
discussione e condivisione, e sono pertanto soggetti ai vincoli che sempre hanno le tecniche e le procedure
basate su gruppi di discussione.
Innanzitutto un vincolo fondamentale è rappresentato dal numero dei partecipanti. E‟ noto, e ampiamente
documentato in letteratura, che per funzionare con efficacia un gruppo di lavoro dovrebbe essere formato da
circa otto componenti (diciamo da un minimo di sei a un massimo di dieci per rappresentare un ventaglio di
possibilità). Indubbiamente oltre la decina l‟approccio dialogico e argomentativo rischia di diventare una
faticosa maratona dove dopo alcune ore i partecipanti perdono interesse ed attenzione.
E‟ evidente che una conseguenza di tale ridotto numero è la cautela nella scelta degli specifici partecipanti. Il
criterio di scelta generale è il seguente: persone che rappresentino il più possibile punti di vista differenti in
relazione all‟obiettivo operativo. Poiché il nostro obiettivo operativo è valorizzare indicatori di qualità della
vita, occorre che i partecipanti includano – per quanto ciò sarà possibile – i seguenti punti di vista:
almeno uno per ciascuna delle dimensioni rappresentate nel set di indicatori:
Servizi: la dimensione include scuole, sanità e assistenza, smaltimento rifiuti, sicurezza e servizi alla
popolazione. Anche alla luce della valorizzazione regionale (guardando cioè a quegli indicatori ritenuti più
strategici) potrebbe quindi essere utile almeno un testimone dell‟area socio-sanitaria (p.es. un dirigente
ASL), possibilmente uno della scuola di base (p.es. dirigente scolastico) e un rappresentante dei
commercianti.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Economia: la dimensione include il sistema produttivo in generale, l‟agricoltura nello specifico,
occupazione e reddito; indubbiamente qui sarebbe importante avere al tavolo almeno un rappresentante
degli industriali locali, uno o due rappresentanti delle associazioni degli agricoltori e un rappresentante
dei sindacati oppure di movimenti civici (consumatori).
Infrastrutture: la dimensione include le reti di collegamento e la qualità del sistema insediativo; ciò porta
ad auspicare la presenza di un dirigente di azienda di trasporti, oppure di un amministratore locale con
deleghe su tali problemi, nonché un dirigente comunale (sempre a titolo di esempio) esperto di problemi
dell‟edilizia e della residenzialità locale.
Ambiente: la dimensione include paesaggio e salubrità, viene facile immaginare amministratori locali e/o
tecnici specializzati in questi settori.
Cultura: la dimensione nel suo insieme fa auspicare la presenza nel tavolo di esponenti della cultura
locale, che possono essere intesi in maniera ampia e variegata.
Qualità dei processi sociali e istituzionali: la delicata dimensione della governance e della partecipazione
può essere variamente affrontata con la presenza di rilevanti promotori del volontariato o
dell‟associazionismo locale, nonché da figure politiche che si spendono per la promozione di efficaci azioni
di governante.
Di comuni diversi, possibilmente rappresentativi delle diverse sub-aree incluse nel tavolo; questo specifico
punto di vista non si aggiunge al precedente, ma semplicemente lo qualifica; vale a dire che gli esperti
sopra elencati dovranno provenire il più possibile da comuni differenti.
Di orientamento culturale e politico differente: anche se la questione è delicata si comprende bene che
per la credibilità stessa del risultato valutativo devono avere possibilità di espressione orientamenti
differenti (per quanto noti) anche se è da evitare assolutamente la rigorosa rappresentanza “per quota”
delle varie parti politiche.
Il funzionamento del tavolo locale
Al fine di valorizzare al massimo la libera espressione delle opinioni, e giungere a posizioni convintamente
condivise, si procederà operativamente nel seguente modo:
1. il valutatore esporrà inizialmente gli obiettivi del lavoro e illustrerà velocemente il metodo adottato;
2. il valutatore, dopo avere esposto brevemente i venticinque indicatori, presenterà nello specifico il
primo e si assicurerà che tutti l‟abbiamo compreso in maniera univoca. Inviterà quindi i partecipanti
a un breve giro di pareri. In questa fase si porrà attenzione a due soli elementi:
A. la discussione dovrà necessariamente essere contenuta in pochi minuti, e compito del
valutatore sarà quello di imporre forzatamente una certa sintesi;
B. la discussione sarà esclusivamente argomentativa e in questa fase non si attribuiscono
valori;
3 concluso il giro dei pareri il valutatore, se ritiene che ci sia un sostanziale accordo nel gruppo,
propone il valore 1-5 che più sembra rappresentare la discussione12; in caso di posizioni differenziate
il valutatore le riassume in maniera sintetica e propone un secondo breve giro di tavolo per
esprimersi su una delle posizioni, ovvero per precisarla.
12 Per esempio l‟indicatore n. 1 (si vedano tutti gli indicatori più avanti) relativo a “Nidi, materne e obbligo scolastico” verrà giudicato in questo modo: in questo territorio non ci sono nidi, materne e scuole dell‟obbligo in numero adeguato; le poche strutture hanno scarsa capienza con
lunghe liste d‟attesa non in grado di dare risposte efficaci alle fasce di popolazione più deboli: giudizio valutativo corrispondente al punteggio 1;
in questo territorio c‟è ampia e sufficiente distribuzione di nidi, materne e scuole dell‟obbligo; le liste d‟attesa sono corte e rapidamente smaltite e le fasce deboli adeguatamente tutelate; giudizio valutativo corrispondente al punteggio 5.
Naturalmente i punteggi intermedi (2, 3 e 4) rifletteranno giudizi più sfumati.
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4 Se dopo tale discussione il gruppo resta diviso, il valutatore procederà nel seguente modo: fa votare
il giudizio sull‟indicatore, gli attribuisce quindi il valore di maggioranza indicandolo nella relazione
come “non consensuale” e indicando le diverse ragioni addotte.
5 Conclusa la discussione sul primo indicatore si passa al secondo, poi ai successivi, sempre con la
stessa procedura.
Naturalmente il risultato finale sarà una relazione articolata, e non solo una tabella riepilogativa dei valori
degli indicatori. Naturalmente i punteggi intermedi (2, 3 e 4) rifletteranno giudizi più sfumati.
Tuttavia al momento è ipotizzabile un percorso in linea con l‟avanzamento dell‟Asse (in particolare PIT e PSL)
rispetto all‟impatto sulla qualità della vita. Le attività nel biennio 2012-2013 saranno finalizzate alla
rilevazione del dato baseline sulla qualità della vita. A tal proposito nella tabella seguente viene illustrato un
prospetto previsionale sulle attività che saranno realizzate nel corso del biennio.
Tempistica delle attività e ipotesi di restituzione dei prodotti
Attività Chi lo fa Tempistica Restituzione
Scelta partecipanti Tavolo pesi Regione e valutatore Giugno-luglio 2011
RAV Aprile 2012
Convocazione Tavolo Pesi Regione Settembre 2011
Realizzazione Tavolo Pesi Valutatore Ottobre 2011
Restituzione elaborazione pesi Valutatore Entro 30 giorni dal completamento
del tavolo
Scelta e validazione criteri selezione aree
testimone
Regione e Valutatore
Maggio Giugno 2012 (previa
disponibilità dei dati progettuali)
ARVI ottobre 2012
Individuazione aree testimone
Selezione tipologia testimoni privilegiati Valutatore, Regione Luglio 2012
Selezione partecipanti tavoli locali Regione, GAL, Luglio2012
Inviti e organizzazione GAL Settembre 2012
Esecuzione Tavoli locali Valutatore Ottobre 2012
Baseline T0 Entro almeno 60 giorni dal
completamento dei tavoli
RAV marzo 2013
3.1.4 Asse 4 – Approccio Leader
I GAL si trovano, alla fine del 2011, impegnati nella raccolta dei progetti esecutivi relativi ai beneficiari
pubblici già individuati nei PSL e nella chiusura dei primi bandi destinati ai beneficiari privati. Pertanto il
Valutatore non ritiene esistano ancora i presupposti per procedere ad un‟analisi sullo stato di attuazione
dell‟Asse, riservandosi, invece, in occasione del prossimo rapporto di aggiornamento della valutazione
intermedia, di entrare nei meccanismi di supervisione dell‟operato dei GAL messi a punto dalla Regione. Sarà
proprio la supervisione sull‟operato dei GAL oggetto di un‟approfondita valutazione, con l‟obiettivo di
restituire delle considerazioni che magari potranno essere messe in relazione e confrontate con quanto fatto
nella gestione di altri approcci di tipo bottom-up, quali le PIF e i PIT.
Nel corso del 2011 si è scelto di proseguire nella strutturazione delle domande valutative - già articolate nel
Rapporto sulle Condizioni di Valutabilità – e, nello specifico, provvedere alla definizione dei criteri e degli
indicatori legati alla quarta domanda del QCMV relativa alla Misura 41 “Attuazione delle strategie di sviluppo
locale”, la cui trattazione era stata posticipata per la necessità di attendere l‟approvazione definitiva dei PSL.
La quarta domanda chiede al Valutatore, infatti, di definire, attraverso l‟individuazione di criteri e relativi
indicatori, in che misura l‟approccio LEADER abbia contribuito alle priorità degli altri assi.
Per definire quale sia tale potenziale contributo dell‟Asse 4, il Valutatore muove da due considerazioni:
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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1) il PSR non ha previsto l‟attivazione di misure specifiche Leader; pertanto il contributo fornito
dall‟attuazione del PSL da parte dei GAL può avvenire esclusivamente attraverso l‟attuazione delle
Misure PSR;
2) il contributo Leader non si manifesta solo in termini di performance rispetto agli indicatori di Misura
già previsti dal QCMV. Tale modalità di contributo è già oggetto di analisi all‟interno delle domande
valutative relative ai rispettivi Assi. Viceversa, come già rimarcato nell‟analisi della logica di
intervento delle Misure, il contributo del Leader in termini qualitativi dovrà essere rilevato e misurato
tenendo conto delle specificità del metodo Leader. In particolar modo è l‟approccio strategico
integrato e multisettoriale tradotto dal GAL nel proprio PSL ad imprimere alle Misure del PSR gli
elementi che costituiscono il “contributo” alle priorità degli altri Assi. Si può descrivere tutto ciò come
“valore aggiunto” del Leader, che il Valutatore ha introdotto nel disegno di valutazione individuando
il percorso metodologico per procedere alla sua misurazione (vedi par.2.2.1).
Ciò premesso, il Valutatore intende partire preliminarmente dalla ricostruzione della logica di intervento dei
vari PSL. Lo scopo è quello di evidenziare gli obiettivi prioritari di ogni strategia locale, le principali misure
attraverso le quali i GAL attuano le strategie di sviluppo e le modalità utilizzate dal GAL per adattare le
misure suddette ai fabbisogni rilevati del territorio. Attraverso tale analisi è possibile risalire a quali siano gli
obiettivi specifici associati agli Assi del PSR sui cui l‟approccio Leader è in grado di fornire il suddetto
contributo.
Per entrare nel merito della logica di intervento a livello di Misura è opportuno tenere conto della ripartizione
finanziaria delle risorse pubbliche previste dai GAL. L‟allocazione finanziaria, infatti, permette di individuare
quali sono le azioni che i GAL hanno selezionato per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Si tenga presente che i GAL, nella scelta delle Misure attivabili per l‟attuazione della propria strategia di
sviluppo, hanno dovuto tener conto di due limitazioni:
1) il PSR ha escluso dall‟attuabilità con approccio Leader alcune Misure (112, 113, 114, 115, 122, 126,
211, 212, 213, 214, 221, 224 e 341);
2) il PSR ha previsto la definizione di 4 temi prioritari costituenti il “riferimento” su cui il GAL avrebbe
dovuto proiettare la propria strategia di sviluppo. Ciascun tema prioritario è legato ad un “pacchetto”
definito di Misure all‟interno dei quali il GAL ha individuato quelle idonee al perseguimento dei propri
obiettivi strategici.
Rispetto ai quattro temi proposti dalla Regione (tutela dell‟ambiente e delle risorse naturali; qualità della vita
nelle aree rurali; qualità dell‟offerta alimentare e territoriale; turismo rurale) le scelte dei GAL hanno
permesso di rilevare quanto segue:
tre GAL (GAL ERNICI SIMBRUINI, GAL TUSCIA ROMANA e GAL VERSANTE LAZIALE DEL PARCO
NAZIONALE D‟ABRUZZO) hanno orientato la strategia di sviluppo locale sul tema prioritario del
“Turismo Rurale”: la matrice delle Misure attivabili prevede due Misure dell‟Asse 2 (226 e 227) e
tutte le Misure dell‟Asse 3;
cinque GAL (GAL CASTELLI ROMANI MONTI PRENESTINI, GAL ETRUSCO CIMINO, GAL IN
TEVERINA, GAL SABINO e GAL TERRE PONTINE) hanno orientato la strategia di sviluppo locale sul
tema prioritario della “Qualità dell’offerta alimentare e territoriale”: la matrice delle Misure
attivabili prevede le Misure attivabili con approccio Leader dell‟Asse 1, le Misure dell‟Asse 3 intese a
diversificare l„economia rurale e la Misura 331);
nessun GAL ha orientato la propria strategia sui restanti due temi prioritari definiti nella strategia del
PSR attraverso l‟approccio Leader: “Qualità della vita nelle aree rurali” e “Tutela dell‟ambiente e delle
risorse naturali”.
La tabella seguente mostra la ripartizione delle risorse previste per l‟Asse 4 così come risultante
dall‟aggregazione dei piani finanziari presentati da ciascun GAL:
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 66
Misure Risorse
Misura 410 Attuazione di strategie di sviluppo locali € 38.105.796,15
Misura 421 Cooperazione interterritoriale e transnazionale € 1.049.676,84
Misura 431 Gestione GAL, acquisizione di competenze e animazione sul territorio € 7.614.105,81
L‟analisi della spesa pubblica riferita all‟Attuazione di strategie di sviluppo locali (Misura 410) evidenzia come
i GAL abbiano convogliato quasi il 66% delle risorse finanziarie sulle Misure dell‟Asse 3, mentre solo il
restante 34% si riferisce agli interventi collegati alle Misure dell‟Asse 1. La tabella seguente fornisce gli
importi risultanti dall‟aggregazione dei dati finanziari dei singoli GAL:
Ripartizione Leader sui tre Assi Risorse
ASSE 1 € 13.010.851,79
ASSE 3 € 25.094.944,36
Nel grafico seguente vengono illustrati i profili di spesa dei singoli GAL. Dalla lettura dei dati è possibile
evidenziare che, come già anticipato, i GAL che hanno selezionato come tema prioritario la qualità della vita
attivano soltanto Misure dell‟Asse 3, mentre i GAL che hanno selezionato come tema prioritario la qualità
dell‟offerta alimentare e territoriale, attivano sia Misure dell‟Asse 1 sia Misure dell‟Asse 3. In quest‟ultimo
caso tre GAL attribuiscono un maggior peso alle Misure del‟Asse 1 mentre in due GAL, il peso finanziario
dell‟Asse 3 è prevalente.
L‟analisi della ripartizione finanziaria a livello di singolo Asse permette di evidenziare come i GAL si siano
orientati nella definizione dei relativi impianti strategici. Partendo dall‟Asse con maggiori risorse finanziarie a
disposizione ed attivato da tutti i GAL, due misure, la 311 e la 313, previste da entrambi i temi prioritari
scelti dai GAL, come si evince dal grafico seguente, attraggono il 70% delle risorse dell‟Asse 3. Si tenga
presente che:
nelle Misure dell‟Asse 3 relative alla diversificazione dell„economia rurale, solo le Misure 311 e 313
sono attivate da tutti i GAL, mentre la Misura 312 è attivata da soli 5 GAL;
le Misure dell‟Asse 3 relative alla qualità della vita (attivabili solo dai 3 GAL che hanno optato per il
tema prioritario del turismo rurale) 321 e 322 sono attivate da tutti i tre GAL; mentre la Misura 323,
infatti, è attivata solo dal GAL Versante Laziale del Parco Nazionale d‟Abruzzo;
la Misura 331 relativa alla formazione e informazione per gli attori economici che operano nei settori
rientranti nell'Asse 3, attivabile da tutti i GAL selezionati, è prevista solo da 5 GAL.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Per quanto concerne le Misure dell‟ASSE 1 l‟analisi dei piani finanziari evidenzia una ripartizione per misure
concentrata sulla misura 121 e 125 e sulla 123, che da sole attraggono il 86% delle risorse stanziate dai 5
GAL. Ogni Misura è attivata da ciascuno dei 5 GAL.
Partendo da questi dati, è possibile iniziare a definire principalmente quale sia l‟intensità finanziaria del
Leader rispetto agli obiettivi specifici previsti nel PSR. Analizziamo separatamente gli ambiti relativi ai due
Assi.
MISURA 411 - Competitività
La Misura 411 attrae il 28% delle risorse pubbliche stanziate sull‟Asse 4 e prevede l‟attivazione attraverso
l‟approccio Leader delle seguenti Azioni riconducibili alle Misure a valere sull‟Asse 1: Attivazione con approccio Leader della Misura 111 “Azioni nel campo della formazione professionale e
dell‟informazione” Attivazione con approccio Leader della Misura 121 “Ammodernamento aziende agricole";
Attivazione con approccio Leader della Misura 123 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”;
Attivazione con approccio Leader della Misura 124 “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie, nel settore agricolo, alimentare e forestale”;
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Attivazione con approccio Leader della Misura 125 “Miglioramento e creazione delle infrastrutture connesse allo sviluppo e all‟adeguamento dell‟agricoltura e della silvicoltura”;
Attivazione con approccio Leader della Misura 132 “Sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di
qualità alimentare”; Attivazione con approccio Leader della Misura 133 “Sostegno alle associazioni di produttori per le attività
di promozione e informazione riguardanti i prodotti che rientrano nei sistemi di qualità alimentare”.
Nella tabella seguente, sono messi in relazione gli obiettivi specifici dell‟Asse 1 con le rispettive Misure,
indicando il numero dei GAL che le attivano ed il peso finanziario delle Misure Leader rispetto alla dotazione
prevista dal PSR senza l‟apporto del Leader. Tale rapporto fa vedere come, nel caso dell‟Asse 1, il contributo
dell‟Asse Leader rispetto agli obiettivi individuati corra il rischio di non essere adeguatamente valorizzato se a
guidare la valutazione è il peso finanziario.
OBIETTIVI SPECIFICI ASSE MISURE
COLLEGATE
Numero GAL che orientano le strategie
sull’obiettivo
Peso finanziario delle Azioni
collegate*
Asse 1
1.1 - Favorire i processi di ricambio generazionale attraverso l'insediamento di giovani agricoltori qualificati, l'adeguamento e l'ammodernamento delle aziende agricole
111, 112, 113, 114, 121
5 su 8 3%
1.2 - Qualificazione professionale degli imprenditori e degli addetti del settore agricolo e forestale e utilizzo dei servizi di consulenza al fine di facilitare processi di adeguamento, modernizzazione e innovazione tecnica e organizzativa
111, 114, 115 5 su 8 6%
1.3 - Promuovere strategie di filiera orientate alla valorizzazione delle produzioni agricole e forestali di qualità ed alla ricerca di nuovi sbocchi di mercato
111, 114, 121, 122, 123, 124, 132, 133
5 su 8 4%
1.4 - Incentivare l'adesione a sistemi agroalimentari di qualità 132 5 su 8 17%
1.5 - Promozione delle produzioni sui mercati nazionali ed internazionali 133 5 su 8 7%
1.6 - Promuovere l'innovazione tecnologica e l'introduzione di innovazioni di processo e di prodotto lungo le filiere produttive
124 4 su 8 6%
1.7 - Sostenere i processi di ammodernamento e adeguamento tecnico organizzativo nelle aziende agricole, forestali e nelle imprese alimentari
121, 122, 123 5 su 8 4%
1.8 - Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche per lo sviluppo dei servizi alla logistica e delle attività forestali
125 5 su 8 15%
* ll peso finanziario è calcolato dal rapporto della dotazione finanziaria prevista dai PSL rapportata alla dotazione finanziaria prevista dal PSR su quelle misure (non comprensivi degli aiuti di stato integrativi che la Regione prevede di attivare sulle Misure 112, 121 e 123).
Dalla lettura delle tabelle si può evidenziare, infatti, come l‟apporto del Leader sia trascurabile in termini
finanziari. I valori più alti si riferiscono all‟obiettivo di incentivare l'adesione a sistemi agroalimentari di
qualità, pari al 17% dello stanziamento del PSR senza Leader e richiamata dalla Misura 132, e all‟obiettivo di
potenziare le dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche per lo sviluppo dei servizi alla logistica e delle
attività forestali, pari al 15% dello stanziamento del PSR senza Leader e richiamata dalla Misura 125. Tale
considerazione suggerisce, nella costruzione dell‟impianto valutativo, che il contributo dell‟Asse 4, per quanto
limitato, possa comunque emergere in virtù della puntuale contestualizzazione degli interventi nei territori
Leader.
MISURA 413 - Qualità della vita/diversificazione
La Misura 413 attrae il 54% delle risorse pubbliche stanziate sull‟Asse IV e prevede l‟attivazione attraverso
l‟approccio Leader di tutte le Misure a valere sull‟Asse 3:
Attivazione con approccio Leader della Misura 311 “Diversificazione verso attività non agricole”; Attivazione con approccio Leader della Misura 312 “Sostegno alla creazione e allo sviluppo di
microimprese”; Attivazione con approccio Leader della Misura 313 “Incentivazione di attività turistiche”;
Attivazione con approccio Leader della Misura 321 “Servizi essenziali per l‟economia e la popolazione
rurale”; Attivazione con approccio Leader della Misura 322 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi”;
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Attivazione con approccio Leader della Misura 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale”; Attivazione con approccio Leader della Misura 331 “Formazione e informazione, per gli attori economici
che operano nei settori rientranti nell'Asse 3”.
Anche in questo caso la tabella seguente descrive il legame tra obiettivi specifici dell‟Asse 3, le Misure
collegate, il numero di GAL che attivandone almeno una, orientano la propria strategia sull‟obiettivo, ed il
peso finanziario del Leader rispetto alla dotazione PSR extra Leader.
OBIETTIVI SPECIFICI ASSE MISURE
COLLEGATE
Numero GAL che orientano le strategie
sull’obiettivo
Peso finanziario delle Azioni
collegate (%)*
Asse3
3.1 - Migliorare la dotazione infrastrutturale ed i servizi per la popolazione
311, 312, 321, 322, 323
8 su 8 16%
3.2 - Incrementare la dotazione di servizi per le componenti produttive, in particolare agroalimentare e turistica
313, 321, 322, 323 8 su 8 41%
3.3 - Promuovere modelli di sviluppo capaci di generare un‟offerta competitiva di prodotti e servizi nelle aree a maggior rischio di marginalizzazione sostenendo l'iniziativa agricola ed extra agricola
311, 312, 313, 321, 322, 323, 331, 341
8 su 8 30%
3.4 - Sostenere il ruolo multifunzionale dell'azienda agricola e la produzione di beni e servizi extra-agricoli
311, 312, 313, 321, 323, 331, 341
8 su 8 31%
3.5 - Difendere e valorizzare la dimensione paesaggistica e ambientale delle aree rurali
323 1 su 8 5%
3.6 - Qualificare il capitale umano e sostenere l'approccio di sistema (approccio leader)
331, 341 5 su 8 12%
* ll peso finanziario è calcolato dal rapporto della dotazione finanziaria prevista dai PSL rapportata alla dotazione finanziaria prevista dal PSR su quelle misure (non comprensivi degli aiuti di stato integrativi che la Regione prevede di attivare sulla Misura 311).
La rilevanza finanziaria delle Misure attuate attraverso l‟approccio Leader appare evidente per quanto
concerne l‟Asse 3. Rispetto alla metà degli obiettivi di tale asse, l‟Asse 4 esprime un ruolo determinante in
termini di risorse finanziarie. In particolar modo l‟obiettivo specifico 3.2, relativo all‟incremento della
dotazione di servizi per le componenti produttive - e, segnatamente, per quelli legati al settore
agroalimentare e turistico - e, in subordine, l‟obiettivo 3.4 relativo al sostegno al ruolo multifunzionale
dell‟azienda agricola e alla produzione di beni e servizi extra-agricoli, si trovano ad essere perseguiti anche
mediante l‟attuazione dei PSL. Tale rilievo è riconducibile alla scelta di tutti i GAL di utilizzare le Misure 311 e
313, la cui dotazione finanziaria è pari al 46% dell‟intera Misura 41.
Anche la sovrapposizione dei PSL sull‟obiettivo specifico 3.3 relativo alla promozione di modelli di sviluppo
capaci di generare un‟offerta competitiva di prodotti e servizi sostenendo l'iniziativa agricola ed extra
agricola, presenta un peso finanziario rilevante che, tuttavia, se da una parte tende a presentare una
generalità comprensione di tutte le Misure dell‟Asse, dall‟altra esprime una sua declinazione verso le aree a
maggior rischio di marginalizzazione, sostanzialmente coincidenti con le aree con problemi complessivi di
sviluppo. Tuttavia - come già evidenziato nel Rapporto di Valutazione Intermedia - una particolarità
dell‟attuazione del Leader regionale nell‟attuale programmazione, è quella di operare su un area complessiva
ridotta rispetto alle precedenti programmazioni dell‟IC Leader II e Leader+. Ciò influisce anche sulla limitata
attrazione, nell‟ambito dell‟operatività dell‟Asse 4, dei Comuni classificati come area D, tanto che solo 20
Comuni su 109 (pari al 20% dell‟estensione complessiva dei Comuni laziali classificati come area D) sono
coinvolti dell‟attuazione dell‟Asse 4. Tale rilievo permette di prendere in considerazione l‟obiettivo specifico in
questione come un obiettivo su cui l‟approccio Leader non sia in grado di fornire un contributo che vada oltre
i territori coinvolti.
D‟altra parte, dalla analisi dei PSL si evince nettamente l‟importanza strategica affidata all‟attuazione, da
parte del GAL, delle Misure 311 e 313. Tuttavia se la Misura 311 attuata con approccio Leader ha un ruolo
limitato rispetto alla medesima Misura attuata a livello regionale (la spesa pubblica a valere sulla Misura 311
prevista dai piani finanziari dai GAL è pari al 18% dell‟analogo importo previsto dal piano finanziario della
Regione), nell‟altro caso, la Misura 313, il medesimo rapporto fa emergere un netto sbilanciamento a favore
della Misura attuata con approccio Leader, la cui spesa pubblica è pari al 489% di quella senza Leader. Ciò
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 70
induce a ritenere che il contributo fornito dal Leader in ordine agli obiettivi specifici che il PSR lega alla
Misura, l‟obiettivo 3.2 e, meno direttamente, l‟obiettivo 3.4, può andare oltre il mero aspetto quantitativo –
che pure è oggetto di analisi in sede di performaces legate all‟attuazione dell‟Asse 3, e richieda, per la sua
rilevazione, di mettere a fuoco quel “di più“ che una strategia posta alla base di uno sviluppo integrato e
multisettoriale di un‟area circoscritta, è in grado di far emergere.
Strutturazione della domanda valutativa relativa al contributo del Leader alle priorità dell’Asse
1 e dell’Asse 3
La logica di intervento dei vari PSL è stata ricostruita individuando gli obiettivi prioritari di ogni strategia
locale fino a risalire ad uno o più obiettivi specifici associabili ai due assi del PSR. Tale individuazione ha
permesso di evidenziare che, in termini operativi, le Misure attivate nei PSL dotate di un peso finanziario
rilevante nel perseguimento degli obiettivi specifici dalle analoghe misure attuate a livello regionale, sono la
Misura 311 e 313 e, per i soli GAL le cui strategie di sviluppo aderiscono al tema della qualità dell‟offerta
alimentare e territoriale, le Misure 121, 125 e 123.
Dal momento che per queste Misure esistono già degli indicatori comuni (previsti dal QCMV), il Valutatore
non ha individuato degli indicatori aggiuntivi che possano essere utilizzati per misurare il contributo
aggiuntivo dell‟Asse 4 ma al contrario ha inteso introdurre il concetto del “valore aggiunto Leader” che sta ad
indicare che quegli obiettivi sono stati conseguiti ma con una qualche differenza rispetto ad un approccio di
tipo top-down.
In termini squisitamente qualitativi, gli obiettivi presenti nei PSL sono una declinazione più puntuale degli
obiettivi specifici previsti dal PSR, e come rappresentato nella tabella sono riconducibili alle filiere corte e ai
prodotti di qualità per l‟Asse 1 o all‟integrazione tra offerta e domanda turistica nell‟Asse 3. Ma non è detto
che laddove un GAL non intervenga direttamente sulla competitività del sistema agroalimentare del proprio
territorio (vedi GAL Ernici, Tuscia e Versante), un contributo non possa essere determinato anche dalla
creazione e sviluppo di sistemi turistici che partono proprio dalla valorizzazione del territorio stesso e quindi
anche dai suoi prodotti.
Contributo del Leader all’Asse 1 e all’Asse 3
Asse/GAL CASTELLI ROMANI
MONTI PRENESTINI
ERNICI
SIMBRUINI
ETRUSCO
CIMINO
IN
TEVERINA SABINO
TERRE
PONTINE
TUSCIA
ROMANA
VERSANTE LAZIALE
P.NAZ. ABRUZZO
ASSE 1
Fruizione integrata del territorio (circuiti,
itinerari…)
Filiere corte Produzioni di
qualità
Filiere corte Produzioni di
qualità
Filiere corte Produzioni di
qualità
Filiere corte Produzioni di
qualità
ASSE 3
Sviluppo della filiera breve (turismo
ambientale/naturalistico e turismo
enogastronomico) attraverso un sistema
di comunicazione integrato
Rete di infrastrutture turistiche che
utilizzano nuove
tecnologie
Integrazione tra
promozione turistica -
agroalimentare
Integrazione tra
promozione turistica -
agroalimentare
Offerta turistica di
qualità legata a sistemi di
certificazione ISO e EMAS
Rete di infrastrutture
turistiche che
utilizzano nuove
tecnologie
Offerta turistica orientata
a supporto delle aree protette
Offerta turistica di
qualità legata al
Marchio 4E del GAL
Tema catalizzatore
Qualità dell'offerta
alimentare e territoriale
Turismo Rurale
Qualità dell'offerta
alimentare e territoriale
Qualità dell'offerta
alimentare e territoriale
Qualità
dell'offerta alimentare
e territoriale
Qualità
dell'offerta alimentare
e territoriale
Turismo Rurale
Turismo Rurale
Tale chiave di lettura mette in evidenza che il contributo del Leader al raggiungimento delle priorità degli
altri Assi, non può essere letto in termini di performance rispetto agli indicatori di Misura previsti dal QCMV e
in base alla dotazione finanziaria a disposizione. Come già rimarcato, se il contributo del Leader fosse
commisurato al peso finanziario rispetto al PSR, sarebbe irrilevante se misurato attraverso gli indicatori del
QCMV. Al contrario laddove la Misura PSR fosse attuata quasi esclusivamente dal Leader, il contributo
sarebbe banalmente legato al fatto che l‟attuazione della Misura è stata demandata all‟approccio Leader.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 71
Il contributo o valore aggiunto del Leader può emergere solo in relazione al contesto in cui il GAL opera e
sulla base della strategia che attraverso il PSL intende perseguire. Pertanto per la strutturazione della
domanda sul contributo, il Valutatore ha scelto di individuare due criteri, cioè gli ambiti nei quali è
presumibile che il valore aggiunto del Leader si dispieghi.
Domanda 4: In che misura l‟approccio LEADER ha contribuito alle priorità degli assi 1 e 3?
Criteri Indicatori Valore
obiettivo Il LEADER ha contribuito ad incentivare l'adesione a sistemi agroalimentari di qualità e a potenziare le dotazioni infrastrutturali dei servizi di logistica integrandoli con l‟offerta territoriale
Valore aggiunto del Leader PRESENZA
Il LEADER ha contribuito ad incrementare la dotazione di servizi per le componenti produttive, in particolare agroalimentare e turistica, legate a reti/circuiti locali.
Valore aggiunto del Leader PRESENZA
L‟individuazione e la definizione di cosa è considerato valore aggiunto sarà oggetto di specifiche attività di
valutazione che si intendono portare avanti coinvolgendo GAL e Regione. Per ogni approfondimento si
rimanda al par 2.2.1.
3.1.5 Approfondimenti tematici
3.1.5.1 Agroalimentare
L‟obiettivo dell‟approfondimento tematico è la verifica del contributo del PSR al superamento delle principali
criticità/esigenze emerse dall‟analisi SWOT per ogni settore/comparto produttivo prioritario interessato dal
programma. Come già anticipato nel precedente Rapporto annuale di valutazione (2010) questo
approfondimento tematico sarà sviluppato in tre Capitoli, di seguito riportati per completezza di
informazione, riguardanti l‟evoluzione dei principali comparti produttivi, la pertinenza e coerenza tra
fabbisogni prioritari e criteri di selezione degli interventi, il contributo del PSR alla soluzione delle criticità dei
comparti evidenziate dall‟analisi SWOT. La consegna dell‟approfondimento tematico è prevista nell‟ambito del
Rapporto di Aggiornamento della Valutazione Intermedia (ottobre 2012).
1. Analisi dell‟evoluzione dei principali comparti regionali
L‟analisi dell‟evoluzione del comparto agroalimentare regionale riguarderà i seguenti comparti produttivi:
lattiero-caseario, olivicolo, ortofrutticolo, florovivaistico, carne, cerealicolo, ovicaprino, vitivinicolo, biologico e
tabacco.
L‟analisi del contesto socio-economico, ambientale e territoriale costituisce il punto di partenza per la
conoscenza della varietà delle condizioni sociali, economiche e ambientali dell‟intero territorio regionale.
Nell‟ambito della valutazione del programma, il presente lavoro esaminerà l‟analisi della competitività del
sistema agricolo e agroalimentare regionale e delle principali filiere produttive e dove possibile tale analisi
sarà integrata mediante dati aggiornati.
Il lavoro, quantificato con dati rilevati da fonti ufficiali, consentirà di aggiornare i punti di forza e di
debolezza, le disparità, le carenze e le potenzialità di sviluppo rurale del territorio regionale al fine di
determinare l‟attualità o meno dei diversi fabbisogni indicati all‟interno del PSR 2007-2013 del Lazio.
L‟analisi sarà condotta considerando i recenti cambiamenti nelle misure di politica agricola delle
Organizzazioni Comuni di Mercato per le diverse filiere esaminate.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 72
Il lavoro verificherà, inoltre, se i fabbisogni individuati nell‟analisi di contesto rispondono a specifiche
emergenze quali i cambiamenti climatici, l‟efficienza energetica e la gestione delle risorse idriche. Sono
queste, infatti, le problematiche principali che, portate all‟attenzione anche nel dibattito sulla verifica dello
“stato di salute” (Health Check) della Politica Agricola Comunitaria (PAC), sono state individuate, alla
conclusione del negoziato a Bruxelles, come nuove sfide e quindi inserite come priorità comunitarie nei nuovi
orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale.
2. Analisi dei fabbisogni prioritari e dei criteri di selezione degli interventi
Il Capitolo svilupperà i seguenti profili di analisi.
2.1 Verifica dell‟attualità dei fabbisogni prioritari d‟intervento emersi dall‟analisi SWOT per i diversi
comparti produttivi
L‟aggiornamento della situazione del settore agricolo e alimentare consentirà di verificare se i fabbisogni
prioritari, definiti sulla base dell‟analisi SWOT condotta per il sistema agroindustriale regionale, siano ancora
attuali e in linea generale rispondenti alle tematiche emerse in fase di analisi. Il lavoro analizzerà
prevalentemente i seguenti aspetti: ricambio generazionale e formazione, ammodernamento e adeguamento
delle imprese, qualificazione delle produzioni e introduzione di innovazioni e coordinamento tra i diversi attori
all‟interno della filiere. L‟analisi si propone di porre particolare attenzione agli aspetti connessi
all‟ammodernamento aziendale in termini di adeguamento tecnologico e adeguamento agli standard
(ambientali, igiene e benessere degli animali, sicurezza alimentare, sicurezza sul lavoro).
2.2 Verifica di pertinenza (utilità) degli investimenti prioritari rispetto ai fabbisogni prioritari dei
suddetti comparti
La selezione delle operazioni comprese nell‟Asse 1 è contraddistinta dalle priorità settoriali e territoriali,
correlate ai fabbisogni prioritari d‟intervento emersi dall‟analisi della situazione dei settori agricolo e
agroindustriale e delle principali filiere produttive.
L‟analisi si propone di verificare la pertinenza (utilità) degli investimenti prioritari identificati per le principali
filiere produttive (in particolare per le misure 121 e 123) rispetto ai fabbisogni emersi dall‟analisi SWOT.
L‟esigenza di rispondere alle nuove sfide identificate dall‟Health Check potrebbe richiedere o comportare un
adeguamento della priorità, sia a livello di azienda agricola, sia a livello di imprese di trasformazione e
commercializzazione, per quanto riguarda i cambiamenti climatici, le energie rinnovabili e la gestione delle
risorse idriche. È importante considerare nelle giusta prospettiva gli investimenti finalizzati al risparmio idrico
per le filiere che richiedono maggiore disponibilità di acqua (ad esempio quella ortofrutticola) e gli
investimenti relativi al miglioramento dell‟efficienza energetica e alle energie rinnovabili.
2.3 Analisi della coerenza e dell‟efficacia dei criteri di selezione applicati alle singole operazioni
d‟investimento rispetto ai fabbisogni prioritari d‟intervento.
L‟analisi si propone di esaminare la coerenza tra i fabbisogni prioritari d‟intervento emersi dall‟analisi SWOT e
i criteri di selezione (fattori di valutazione) riportati nelle schede di autovalutazione allegate ai bandi.
L‟analisi della coerenza dei criteri di selezione sarà presentata facendo riferimento alle esigenze territoriali e
settoriali individuate a livello programmatico per le principali misure dell‟Asse 1 (121 e 123). Si esamineranno
le diverse sezioni che caratterizzano i criteri di selezione e i rispettivi valori di ponderazione assegnati per
valutare se vengano premiati gli investimenti identificati come prioritari per il settore nel complesso e per le
differenti filiere.
I criteri di selezione e i relativi valori di ponderazione saranno confrontati con i fabbisogni prioritari di
intervento identificati per ciascuna delle filiere esaminate.
3. La valutazione del contributo del PSR alla soluzione delle criticità dei comparti
Saranno svolte indagini campionarie per comparto produttivo, attraverso la somministrazione di questionari
alle aziende agricole e alle imprese di trasformazione beneficiarie, al fine d‟individuare i diversi aspetti che
caratterizzano gli interventi finanziati. Gli elementi raccolti attraverso l‟indagine permetteranno di analizzare
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 73
gli interventi attivati dal PSR e in particolare di valutare caratteristiche, finalità e risultati degli interventi
attivati/realizzati per comparto produttivo.
A titolo esemplificativo di seguito si riporta una breve descrizione del contesto regionale prendendo in
considerazione, in particolare, una prima verifica della pertinenza degli investimenti prioritari identificati per
le principali filiere produttive nelle Misure 121 e 123 rispetto ai fabbisogni emersi dall‟analisi SWOT, nonché
della coerenza tra i fabbisogni prioritari di intervento e i criteri di selezione dei bandi. Nel documento finale le
analisi condotte per la determinazione della pertinenza e della coerenza degli interventi effettuata a livello di
singolo comparto verranno presentate anche sotto forma di tabella riassuntiva. Detta tabella prevederà, per
le diverse filiere agricole, l‟attribuzione di un punteggio (da 1 a 5) assegnato in funzione della pertinenza tra
fabbisogni emersi dall'analisi di contesto e interventi previsti dal PSR. Un punteggio superiore a “3 punti”
evidenzierà il riscontro di una buona pertinenza degli investimenti, mentre per i fabbisogni emersi per i quali
non siano previsti interventi sarà inserita la dicitura “intervento non previsto” come da esempio che segue:
Settore (nome) Misura (identificativo) priorità territoriali: (come da PSR)
Fabbisogni prioritari di intervento
Descrizione fabbisogno (1)
Descrizione fabbisogno (2)
Descrizione fabbisogno (m)
Descrizione fabbisogno( n)
Interventi Descrizione
intervento (1) Descrizione
intervento (2) Descrizione
intervento (m) Descrizione intervento (
n)
pertinenza Giudizio (1) oppure
“intervento non previsto”
Giudizio (2) oppure
“intervento non previsto”
Giudizio (m) oppure
“intervento non previsto”
Giudizio (n) oppure “intervento non
previsto”
Punti Da 1 a 5 Da 1 a 5 Da 1 a 5 Da 1 a 5
Le prime analisi condotte evidenziano in generale per la maggior parte dei settori produttivi (lattiero-
caseario, olivicolo, cerealicolo, vitivinicolo, florovivaistico e tabacchicolo) una buona corrispondenza tra i
fabbisogni prioritari individuati dall‟analisi di contesto all‟interno del PSR e gli investimenti realizzati. In
particolare per la Misura 121 gli interventi si rivolgono al miglioramento della qualità dei prodotti ed è
interessante notare come questa tipologia di investimenti sia spesso collegata da una parte all‟aumento della
sostenibilità ambientale delle produzioni agricole (con interventi rivolti principalmente al risparmio
energetico, al risparmio idrico e all‟utilizzo energetico degli effluenti zootecnici) e dall‟altra all‟introduzione di
innovazioni all‟interno del processo produttivo (come ad esempio l‟acquisto di macchine e impianti
specializzati). Per la Misura 123, invece, risultano coerenti gli interventi per l‟introduzione e
l‟implementazione dei sistemi di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti e per l‟ammodernamento degli
impianti e delle strutture di trasformazione, confezionamento e commercializzazione.
Nei settori della carne e ortofrutticolo gli interventi non risultano sempre pertinenti ai fabbisogni prioritari di
intervento evidenziati per gli stessi; in particolare nel settore ortofrutticolo non figurano interventi volti alla
valorizzazione e riqualificazione delle produzioni tipiche e tradizionali, tramite la realizzazione di partenariati
locali e la creazione di marchi collettivi; maggiore attenzione è posta invece alla sostenibilità ambientale e al
miglioramento qualitativo delle produzioni. Nel settore della carne è importante sottolineare la presenza di
interventi di valorizzazione delle peculiarità degli allevamenti con particolare riferimento alle razze autoctone,
nonché di ammodernamento e riconversione delle strutture aziendali finalizzate alla realizzazione della filiera
corta.
Nel settore ovicaprino gli interventi sembrano poco coerenti rispetto ai fabbisogni emersi dall‟analisi di
contesto. In particolare si rileva la necessità di interventi volti alla valorizzazione dei prodotti della pastorizia,
facendo leva sull‟ampia differenziazione dei prodotti tipici e tradizionali, nonché sulle certificazioni di prodotto
e di processo.
Analogamente per l‟analisi della coerenza e dell‟efficacia dei criteri di selezione applicati alle singole
operazioni d‟investimento rispetto ai fabbisogni prioritari d‟intervento i risultati saranno rappresentati anche
in una tabella riassuntiva. La tabella, per le diverse filiere agricole, riporterà un punteggio massimo di 5 punti
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 74
assegnato in funzione della pertinenza tra fabbisogni emersi dall'analisi di contesto e criteri di selezione
adottati dal Comitato di sorveglianza per le Misure 121 e 123. Un punteggio superiore a “3 punti” evidenzierà
il riscontro di una buona coerenza dei criteri di selezione adottati, mentre per i fabbisogni emersi per i quali
non sono stati previsti criteri di selezione verrà inserita la dicitura “criterio di selezione non previsto”.
Settore (nome) Misura (identificativo)
Fabbisogni prioritari di intervento
Descrizione fabbisogno (1)
Descrizione fabbisogno (2)
Descrizione fabbisogno (m)
Descrizione fabbisogno( n)
Criteri di selezione e relativo punteggio da bando
Criterio di selezione (1)
Criterio di selezione (2)
Criterio di selezione (m)
Criterio di selezione ( n)
Punteggio (1) Punteggio (2) Punteggio (m) Punteggio ( n)
coerenza
Giudizio (1) oppure “criterio di selezione non
previsto”
Giudizio (2) oppure “criterio di selezione non
previsto”
Giudizio (m) oppure “criterio di selezione non
previsto”
Giudizio (n) oppure “criterio di selezione non
previsto”
punti Da 1 a 5 Da 1 a 5 Da 1 a 5 Da 1 a 5
Anche in termini di coerenza la selezione degli interventi previsti dal PSR è stata svolta sulla base di priorità
settoriali e territoriali correlate ai fabbisogni di intervento emersi dall‟analisi di contesto dei settori agricolo,
agroindustriale e delle principali filiere produttive. In generale, infatti, si riscontra una buona coerenza tra i
fabbisogni del sistema agricolo e agroindustriale e i criteri di selezione adottati per la Misura 121. In
particolare le priorità assolute riguardano il Pacchetto giovani e la qualifica di IAP (Imprenditore Agricolo
Professionale); mentre le priorità relative riguardano le priorità settoriali di comparto (in funzione del settore
produttivo e del territorio), le priorità di comparto (in funzione del settore produttivo) e altre priorità relative
(stabilite in funzione di requisiti soggettivi, della tipologia di intervento, ecc.). A livello territoriale inoltre sono
individuate come prioritarie le “aree con problemi complessivi di sviluppo” rispetto alle “aree rurali ad
agricoltura intensiva e specializzata”; vale infine sottolineare che risultano prioritari gli interventi nelle
aziende che, nell‟ultimo biennio, sono state oggetto di eventi calamitosi che hanno determinato danni alle
strutture e/o alle produzioni.
A livello settoriale si rileva che nel comparto latte alimentare fresco e florovivaistico i fattori di valutazione
sono complessivamente in linea con i fabbisogni prioritari premiando, in particolare, gli investimenti
finalizzati all‟ammodernamento, alla realizzazione e alla riconversione delle strutture aziendali per
l‟incentivazione della filiera corta (latte alimentare fresco) e per la riduzione dell‟impatto ambientale
(florovivaistico). Anche nel settore olivicolo si evidenzia una buona coerenza tra criteri e priorità grazie alla
promozione degli interventi di razionalizzazione dei costi di produzione e di miglioramento della qualità del
prodotto attraverso l‟introduzione di tecnologie innovative.
Nel comparto cerealicolo, del latte trasformato e della carne i criteri di selezione considerati premiano gli
investimenti finalizzati al miglioramento della qualità dei prodotti, anche nella fase di stoccaggio
(cerealicolo), puntando sulle produzioni biologiche (latte trasformato) e sul miglioramento dei sistemi di
tracciabilità dei prodotti (cerealicolo e carne).
Per il comparto ovi-caprino i criteri di selezione che premiano gli interventi di miglioramento fondiario, di
realizzazione di caseifici aziendali e di introduzione di macchinari ad alto contenuto tecnologico, in particolare
verso gli impianti di mungitura, non appaiono del tutto coerenti con i fabbisogni prioritari; quest‟ultimi sono
maggiormente rivolti alla concentrazione dell'offerta finalizzata ad arginare il fenomeno della polverizzazione
aziendale e alla riduzione dell‟impatto ambientale degli allevamenti oltre che al miglioramento del benessere
animale.
Nell‟ambito della Misura 123 Azione 1 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli” i criteri di
valutazione danno maggior rilievo alle micro, piccole e medie imprese che operano nel campo della
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 75
trasformazione e commercializzazione dei prodotti agro-alimentari; il sostegno è concesso nell‟ambito dei
seguenti comparti produttivi: latte trasformato, ovi-caprino, cerealicolo, ortofrutticolo, olivicolo, vitivinicolo e
florovivaistico. Per gli altri comparti (carni bovine, avicole e suine escluse ovi-caprine, colture industriali, ivi
comprese le patate ed oleoproteaginose e latte alimentare fresco) gli interventi possono essere proposti
esclusivamente nell‟ambito della Progettazione Integrata di Filiera.
Alle diverse priorità relative, già specificate nell‟ambito della Misura 121, vanno aggiunte le seguenti: priorità
relative correlate al conferimento del prodotto (provenienza materia prima utilizzata, organizzazioni di
produttori, numero di fornitori); priorità relative e soggettive (giovani imprenditori e imprenditrici donna).
Risulta pertinente l‟individuazione delle priorità territoriali di comparto all‟interno delle aree omogenee A e B
(“aree rurali con problemi complessivi di sviluppo” e “aree rurali intermedie”) per i comparti vitivinicolo,
olivicolo, cerealicolo e ortofrutticolo. Per il comparto del latte trasformato i criteri di selezione premiano tre
aree su quattro, con l‟esclusione di tutte le produzioni collocate all‟interno delle “aree ad agricoltura intensiva
e specializzata”. Vale sottolineare che per ogni comparto, nel caso di interventi ricadenti in diverse aree,
l‟assegnazione dei punteggi avviene secondo il principio della prevalenza finanziaria e pertanto la priorità è
assegnata in funzione dell‟area ove ricade l‟intervento con la più alta spesa ammissibile.
Per i comparti del latte trasformato, cerealicolo, ortofrutticolo, vitivinicolo e florovivaistico i criteri di selezione
risultano allineati ai fabbisogni individuati per gli interventi di ammodernamento e adeguamento degli
impianti di trasformazione, condizionamento (florovivaistico), confezionamento (florovivaistico) e
commercializzazione. Nei settori ortofrutticolo e florovivaistico si valorizzano inoltre gli interventi che
prevedono l‟utilizzo di scarti e sottoprodotti per la produzione dell‟energia verde; diversamente nei settori
ovi-caprino e olivicolo è scarso il peso attribuito a tali interventi. Sia nel settore olivicolo che nel vitivinicolo,
infine, i fattori di valutazione della misura 123 risultano idonei al soddisfacimento dei fabbisogni specifici
rivolti all‟aumento della qualità e tracciabilità dei prodotti.
3.1.5.2 Progettazione Integrata
Progettazione Integrata di Filiera (PIF)
La Regione Lazio al fine di indirizzare i contenuti e i criteri di attuazione del PSR 2007-2013 verso un
approccio pianificatorio e progettuale di tipo integrato, ha stimolato e favorito i processi di aggregazione dei
soggetti economici e sociali che condividono criticità e problematiche sia territoriali che settoriali. In
particolare lo strumento della Progettazione Integrata di Filiera coinvolge una molteplicità di operatori
pubblici e privati del comparto agroalimentare che operano nei diversi segmenti di una filiera produttiva, i
quali definiscono una strategia di sviluppo comune da realizzare attraverso la pianificazione di una pluralità
di interventi coerenti con i fabbisogni e con le priorità delle principali filiere agroalimentari individuate
dall‟analisi SWOT del PSR 2007-2013.
Il Valutatore indipendente per studiare gli aspetti che sono alla base della progettazione integrata e che sono
in grado di valorizzarla (dinamiche aggregative e partenariali, nascita dell‟idea progettuale, modalità di
progettazione, adattamento dell‟idea progettuale al set di attori coinvolti, dinamiche di mercato) ha util izzato
il metodo dell‟intervista diretta, attraverso un questionario predisposto ad hoc, presso i soggetti capofila dei
PIF approvati.
In occasione dell‟incontro svoltosi in data 01.04.2011 presso la sede della Regione Lazio (Roma), il
Valutatore ha presentato ai funzionari regionali una prima bozza del questionario da sottoporre ai (n. 22)
soggetti capofila dei progetti di filiera finanziati al 31.12.2010; sono state condivise le modalità di
presentazione dell‟intervista (metodologia face to face) e stabiliti i successivi step di seguito sintetizzati:
- predisposizione da parte del valutatore della lettera di presentazione del questionario da inviare ai
soggetti capofila;
- predisposizione del questionario definitivo;
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 76
- precompilazione dei questionari, in particolare della sezione relativa ai dati direttamente desumibili
dal modello unico di domanda (MUD) e dalla banca dati regionale;
- inizio della fase operativa con la realizzazione delle interviste presso i soggetti capofila dei PIF;
Facendo seguito al modus operandi condiviso con la Regione il Valutatore indipendente in data 15.06.2011
ha preso visione, presso gli uffici regionali e in presenza dei funzionari responsabili, della documentazione
relativa ai progetti integrati di filiera e contemporaneamente ha proceduto ad aggiornare i dati necessari per
la precompilazione dei questionari.
A luglio 2011 la Regione Lazio ha inviato per mezzo posta la lettera di avviso ai soggetti capofila,
anticipandola agli stessi anche per mezzo e-mail e consentendo così al valutatore indipendente di effettuare
le prime interviste già a partire dalla fine del mese di luglio 2011 e di concludere le stesse nel mese di
ottobre 2011.
Fanno parte del presente paragrafo un aggiornamento al 31.12.2011 dello stato di avanzamento dei Progetti
Integrati di Filiera e una prima elaborazione dei dati emersi durante le interviste in particolare per quanto
riguarda:
- gli obiettivi dei soggetti capofila al momento della presentazione della manifestazione di interesse;
- le azioni con le quali è stato definito il quadro di riferimento degli interventi da attivare;
- le principali difficoltà incontrate nell'elaborazione dell'idea progettuale esplicitata nella Manifestazione
di Interesse del PIF.
Prima della trattazione di questi argomenti, di seguito si riporta l‟indice aggiornato dei contenuti
dell‟approfondimento tematico sulla Progettazione integrata di filiera, la cui consegna è prevista nell‟ambito
del Rapporto di Aggiornamento della Valutazione Intermedia (ottobre 2012). L‟indice dell‟approfondimento
tematico è stato aggiornato sulla base dello schema proposto nel precedente Rapporto Annuale di
Valutazione (2010).
Indice dell’Approfondimento tematico: Progettazione Integrata di Filiera (ottobre 2012)
1. Introduzione
1.1 Le finalità della Progettazione Integrata di Filiera
1.2 Il contesto regionale
2. Metodologia e articolazione dell‟approfondimento valutativo
2.1 Metodologia di analisi
2.2 Fasi dell‟approfondimento valutativo
3. Procedure di attuazione
3.1 Analisi delle procedure e dell‟iter istruttorio
3.2 Modalità di accesso e meccanismi di partecipazione dei beneficiari
3.3 Governance delle procedure
3.3.1 Le iniziative di animazione, pubblicizzazione e sensibilizzazione adottate
3.3.2 Esigenze di riadattamento dei progetti nelle diverse fasi procedurali
3.3.3 La soddisfazione dei proponenti rispetto alle procedure di attuazione dei Progetti
4. La partecipazione alla progettazione integrata
4.1 I soggetti coinvolti
4.2 I comparti
4.3 I fabbisogni di intervento e le misure attivate
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 77
5. Risultati e modelli di gestione dell‟approccio integrato
5.1 Le dinamiche partenariali e di aggregazione
5.2 La gestione e il coordinamento dei PIF
5.3 L‟innovazione nei PIF
5.3.1 Origine delle innovazioni
5.3.2 Finalità e risultati
5.4 La qualificazione delle risorse umane
5.5 Impatti sul mercato di riferimento e sulle dinamiche di competitività
5.6 Analisi degli interventi realizzati in aggregazione
5.6.1 Il confronto degli interventi in aggregazione con gli investimenti di natura singola
5.6.2 Le difficoltà incontrate dai singoli proponenti
6. Le risposte alle pertinenti domande valutative trasversali del QCMV
6.1 In che misura il programma ha contribuito all'approccio integrato allo sviluppo rurale?
6.2 In che misura il programma (attraverso la progettazione integrata di filiera) ha:
contribuito alla ristrutturazione e alla modernizzazione del settore agricolo?
contribuito a sviluppare ulteriormente i prodotti di alta qualità e ad elevato valore aggiunto?
contribuito a promuovere un settore agroalimentare europeo forte e dinamico?
contribuito a promuovere l'innovazione nel settore agroalimentare europeo?
rafforzato i legami di partenariato a livello regionale, nazionale ed europeo?
7. Criticità della progettazione integrata di filiera e raccomandazioni
Aggiornamento del contesto della Progettazione Integrata di Filiera e primi risultati delle
interviste presso i capofila
I risultati completi delle indagini condotte presso i soggetti capofila saranno esposti nell‟approfondimento
tematico sulla Progettazione Integrata di Filiera previsto dal Capitolato. Tale documento finale, che sarà
inserito all‟interno del Rapporto di Aggiornamento della Valutazione Intermedia (ottobre 2012), avrà la scopo
di valutare:
la qualità del “processo” attuativo predisposto dalla Regione e le principali problematiche attinenti la
progettazione integrata sia da parte dei soggetti richiedenti che della amministrazione pubblica;
gli effetti e il “valore aggiunto” apportato dall‟aggregazione di soggetti appartenenti a diverse fasi
della filiera e dalla realizzazione sinergica di una pluralità di interventi rispetto agli obiettivi comuni
del progetto.
Inoltre, al fine di rendere più immediata la lettura dello stato di avanzamento dei lavori e degli
aggiornamenti condotti, si rimanda per quanto concerne gli approfondimenti sulle procedure di attuazione
adottate dalla Regione Lazio e la descrizione dettagliata delle parti che compongono il questionario valutativo
a quanto già scritto nella Relazione annuale di valutazione 2010, consegnata a maggio 2011, e agli ulteriori
approfondimenti che verranno riportati nel documento finale.
Al 31.12.2011 risultano finanziabili 24 progetti, due PIF in più rispetto alla stessa data dell‟anno precedente;
vale comunque sottolineare che successivamente, in data 23.03.2012, con la determinazione n. A02329 il
progetto RL040 è stato dichiarato inammissibile e ne è quindi stato revocato il finanziamento.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 78
Pertanto, attualmente (aprile 2012), i PIF finanziabili sono complessivamente 23(13) per un investimento
complessivo di € 114.822.637,12 (rispetto a € 108.726.182,71 del 2010 con un incremento del 5,61%) ed
una spesa pubblica di € 50.996.844,71 (rispetto a € 48.077.960,06 del 2010 con un incremento del 6,07%);
l‟impegno pubblico è pertanto pari al 44,41% degli investimenti totali (44,22% nel 2010).
Il numero attuale di soggetti coinvolti nei PIF è di 1410 tra beneficiari ammissibili (538; +9,8% rispetto al
2010), destinatari di servizi (799; +0,76% rispetto al 2010) e non beneficiari (73; +4,29% rispetto al 2010).
Discreto il livello complessivo di ammissibilità (76,10%) delle domande di finanziamento pervenute
nell‟ambito della progettazione integrata di filiera.
Soggetti Anno di riferimento(14)
Variazione 2011-2010 Variazione % 2011 2010
Beneficiari di cui 707 639 68 10,6%
ammissibili 538 490 48 9,8%
inammissibili 169 149 20 13,4%
destinatari di servizi 799 793 6 0,8%
non beneficiari 73 70 3 4,3%
Totale soggetti coinvolti (escluso inammissibili)
1410 1353 57 4,2%
Come già riportato nel rapporto di valutazione annuale 2010 e così come emerso dall‟analisi della bibliografia
di riferimento, il sistema produttivo agricolo regionale è caratterizzato da una parte dalla presenza di aree ad
omogenea vocazione produttiva e dall‟altra da uno scarso sviluppo dell‟industria agro-alimentare locale15.
L‟intenzione di adottare una politica volta a favorire lo sviluppo rurale, a valorizzare le vocazioni naturali del
territorio e a consolidare l‟integrazione tra i diversi settori produttivi in ambito locale è stata sottolineata
anche nel 2006 con l‟approvazione della disciplina regionale dei distretti rurali.
In particolare, se si escludono settori quali ad esempio l‟ortofrutta, il sistema produttivo regionale appare
caratterizzato dalla scarsa presenza di forme associative/organizzative già collaudate e consolidate (es.
Organizzazioni di Produttori). In questo contesto la linea strategica della Regione Lazio si è quindi rivolta alla
creazione e sviluppo di nuovi accordi di filiera.
Dall‟elaborazione dei primi dati raccolti attraverso le interviste ai soggetti capofila sembra che linee politiche
regionali abbiano trovato riscontro negli obiettivi che gli stessi soggetti capofila si erano prefissati già al
momento della presentazione della manifestazione di interesse.
13 Rispetto ai 22 progetti oggetto di interviste (finanziabili 31.12.2010) è stato ammesso a finanziamento il PIF RL058 con una spesa complessiva pari a € 3.386.880,40 e un contributo pubblico di € 1.830.323,66. Il soggetto capofila del progetto intitolato “FILIERA DEL VINO DELLE TERRE DI SAN BENEDETTO E DEI MONTI ERNICI” è l‟ente della Strada del vino dell'olio e dei prodotti tipici terre di San Benedetto (comune di Atina in provincia di Frosinone). 14 I dati della colonna 2011 fanno riferimento tutti al 31.12.2011; i dati della colonna 2010 fanno riferimento per le domande ammissibili al 31.12.2010, mentre le altre informazioni (inammissibili, destinatari di servizi e non beneficiari) sono state ricavate dallo scarico dati regionale aggiornato al 24.06.2011 e considerando solo i dati riferibili ai progetti ammessi (n. 22) al 31.12.2010. 15 In proposito si vedano anche i “Quaderni di Informazione socio-economica n° 11 - Dinamiche territoriali e profili produttivi dell'agricoltura del Lazio” (A. Carbone, S. Franco, B. Pancino, S. Senni) pubblicato dalla Regione Lazio in collaborazione con l‟Università degli Studi della Tuscia di Viterbo e disponibile sul sito web http://www.regione.lazio.it/agriweb/dettaglio_quaderni_ise.php?id=242
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Obiettivi al momento della presentazione della manifestazione di interesse
Obiettivi Rilevanza
Totale %
Bassa % Media % Alta %
Possibilità di realizzare interventi coordinati fra i soggetti della filiera
1 6,3% 3 18,8% 12 75,0% 16 72,7%
Possibilità per le imprese e/o per gli altri soggetti della filiera di utilizzare più misure contemporaneamente
2 25,0% 1 12,5% 5 62,5% 8 36,4%
Avere la priorità di accesso ai finanziamenti del PSR 0 0,0% 2 15,4% 11 84,6% 13 59,1%
Fonte: indagine presso i soggetti capofila dei PIF
La possibilità di realizzare interventi coordinati fra i soggetti della filiera è stato, infatti, uno degli obiettivi
prevalenti dei soggetti capofila (72,7%) anche in termini di rilevanza (alta per il 75% e media per il 18,8%).
La scelta della Regione di destinare delle risorse finanziare aggiuntive per le misure attivate nell‟ambito dei
PIF (premio maggiorato del 5% rispetto all‟intervento singolo) unitamente alla priorità di accesso ai
finanziamenti del PSR hanno incentivato la partecipazione alla progettazione integrata: il 59,1% dei capofila
considera la priorità di accesso ai finanziamenti un obiettivo perseguibile attraverso i PIF.
Il lavoro di animazione svolto dalla Regione per la costituzione dei partenariati e per l‟indirizzo degli
interventi è stato intenso in tutte le province e gli accordi di filiera sono stati promossi anche in un‟ottica di
sviluppo territoriale. Ne è una dimostrazione la presenza di partenariati misti dove non solo soggetti
imprenditoriali, ma anche istituzionali (es. Comunità montane) assumono un ruolo chiave nella promozione
dei progetti integrati; inoltre il confronto con le istituzioni e con le università/centri di ricerca è servito ai
soggetti capofila (36,4%) per definire il quadro di riferimento degli interventi da attivare.
Un dato molto interessante che emerge dalle interviste condotte è legato alla capacità della Progettazione
Integrata di Filiera di stimolare lo scambio di opinioni/informazioni tra i partner: il 63,6% dei soggetti
capofila, infatti, ha dichiarato di aver definito il quadro degli interventi da attivare attraverso il confronto con
i partner consolidati della filiera e attribuisce a questo aspetto una rilevanza alta (85,7%) o media (14,3%).
Azioni con le quali è stato definito il quadro di riferimento degli interventi da attivare
Azioni Rilevanza
Totale %
Bassa % Media % Alta %
Confronto con partner consolidati della filiera - - 2 14,3% 12 85,7% 14 63,6%
Confronto con imprese di produzione - - - - 10 100% 10 45,5%
Confronto con imprese di trasformazione - - - - 7 100% 7 31,8%
Confronto con imprese di distribuzione - - 2 22,2% 7 77,8% 9 40,9%
Consulenti privati - - 3 50,0% 3 50,0% 6 27,3%
Confronto con le istituzioni (ad esempio: Assessorato, CCIAA, ecc.)
- - 4 50,0% 4 50,0% 8 36,4%
Confronto con le Organizzazioni di Categoria 1 11,1% 3 33,3% 5 55,6% 9 40,9%
Confronto con Università/Centri di ricerca 1 12,5% 1 12,5% 6 75,0% 8 36,4%
Fonte: indagine presso i soggetti capofila dei PIF
Spesso i rapporti tra i partner (54,5%), nonché l‟individuazione degli interventi coordinati da attuare in
ciascuna fase della filiera (54,5%) hanno rappresentato degli elementi di difficoltà iniziale nell‟elaborazione dell‟idea progettuale ma questo non toglie i vantaggi che possono derivare dal confronto continuo tra i
soggetti coinvolti.
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Principali difficoltà incontrate nell'elaborazione dell'idea progettuale esplicitata nella Manifestazione di
Interesse del PIF
Principali difficoltà Rilevanza
Totale %
Bassa % Media % Alta %
Difficoltà ad esplicitare e dettagliare i bisogni e le esigenze di intervento
3 37,5% 2 25,0% 3 37,5% 8 36,4%
Difficoltà nei rapporti con i partner per la definizione del progetto comune
4 33,3% 2 16,7% 6 50,0% 12 54,5%
Individuazione degli interventi coordinati da attuare in ciascuna fase della filiera
5 41,7% 5 41,7% 2 16,7% 12 54,5%
Fonte: indagine presso i soggetti capofila dei PIF
Infine, per comprendere le dinamiche, gli sviluppi e le possibilità di implementazione, nonché le ricadute
della progettazione integrata di filiera, i dati relativi alle interviste condotte saranno in parte analizzati per
singolo comparto e integrati direttamente con quanto emergerà dall‟approfondimento tematico relativo al
settore agroalimentare.
Progettazione integrata territoriale
Caratteristica saliente del PSR Lazio è il ruolo strategico assegnato alla progettazione integrata e
all‟approccio bottom up per qualificare l‟intervento dell‟Asse 3 nelle aree rurali. La progettazione integrata
poggia sulla volontà di aggregare più idee e più soggetti per il perseguimento di un obiettivo comune
attraverso la definizione di una strategia condivisa di sviluppo locale, capace di realizzare gli interventi con
efficacia ed efficienza ottimizzando il rendimento dell‟investimento pubblico.
La progettazione integrata territoriale prevede che partenariati locali, rappresentativi delle diverse
componenti economiche e sociali del territorio, pianifichino una pluralità di iniziative in linea con uno o più
temi prioritari individuati nel PSR e coerenti con i fabbisogni previsti dalla zonizzazione per l‟area omogenea
di riferimento
Il PSR dettaglia le procedure di attuazione che, per garantire la massima partecipazione al territorio e
affinare l‟integrazione tra i partenariati intorno a idee forza, prevedono diverse fasi durante le quali la
Regione ha assicurato un costante lavoro di animazione e di indirizzo per la costituzione dei partenariati. La
PIT dovrà prevedere una pluralità di soggetti aderenti, beneficiari o partecipanti, collegati tra loro da un
formale accordo, sottoscritto in ottemperanza all‟ Articolo 9 del Bando, in cui vengono evidenziati obblighi e
responsabilità reciproche nella realizzazione dell‟intero progetto e per il raggiungimento di specifici obiettivi.
I soggetti che intendono accedere alle risorse PSR attraverso l‟adesione ad una PIT, devono presentare una
domanda individuale che viene inserita in un progetto collettivo inoltrato da un soggetto proponente.
La PIT dovrà individuare un insieme organico di operazioni riferibile a più misure del PSR ed eventualmente
ad altri strumenti finanziari aggiuntivi che, combinati fra loro, avranno come obiettivo generale la “Creazione
di opportunità di lavoro e di condizioni per lo sviluppo”. Coerentemente con quanto individuato dal PSR in
merito alle priorità territoriali e tematiche di intervento, gli obiettivi della PIT devono corrispondere ad uno o
più degli Obiettivi strategici generali e specifici.
Campo di applicazione delle PIT sono le misure dell‟Asse 3 la cui efficacia nel raggiungere gli obiettivi dati
dalla strategia regionale, nazionale e comunitaria, sono verificati attraverso la stima degli indicatori (quando
pertinenti) del QCMV e la risposta fornita alle domande valutative. La fase di strutturazione (cfr. disegno di
valutazione e successivi Rapporti annuali di valutazione) ha declinato per ogni misura dell‟Asse la domanda
valutativa, introdotto criteri e indicatori attraverso cui verificarne la soddisfazione, precisato i metodi
(indagini campionarie, casi di studio) con i quali raccogliere ed elaborare le informazioni.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Nell‟ambito delle domande valutative del QCMV, il Capitolato regionale ha introdotto una aggiuntiva16 nella
misura 341 che sostiene la costituzione di partenariati pubblico privati e gli strumenti formativi ed informativi
che consentono a tali partenariati di attuare con successo la strategia di sviluppo locale sul territorio (PSL e
PIT).
Accanto al disegno di valutazione così impostato, si affianca l‟approfondimento sulla approccio integrato la
cui complessità e innovatività sostanziano la domanda valutativa tesa a verificare:
da un lato la qualità del “processo” attuativo, se e come i dispositivi di attuazione predisposti dalla
Regione, l‟organizzazione, la dotazione tecnica e la disponibilità di risorse umane, nelle strutture
coinvolte hanno consentito il superamento delle principali problematiche che attengono alla
progettazione integrata, sia da parte dei soggetti richiedenti che della amministrazione pubblica;
dall‟altro gli effetti e il “valore aggiunto” apportato dall‟aggregazione di soggetti e dalla realizzazione
di una pluralità di interventi convergenti in modo sinergico verso i medesimi obiettivi in
comparazione con gli investimenti di natura singola.
I contenuti dell‟approfondimento e le modalità di svolgimento dovranno essere discussi con i funzionari
regionali per verificarne l‟utilità e l‟applicabilità alla luce dell‟evoluzione del processo di definitiva selezione
delle progettualità ammesse a finanziamento. L‟iter procedurale previsto dal bando non è ancora pervenuto
alla selezione definitiva delle PIT e dei progetti che le compongono (aprile 2012), ma è in corso di
completamento.
Pertanto in preparazione dell‟aggiornamento della valutazione intermedia la valutazione si concentrerà
preferibilmente sulla analisi degli aspetti di processo e degli strumenti predisposti dalla Regione, con
particolare attenzione all‟efficacia della selezione e dei criteri assunti per indirizzare la scelta regionale verso
progetti pertinenti e di qualità.
Tali analisi si baserà essenzialmente su dati secondari, quali la documentazione tecnico amministrativa
(elaborati progettuali, risultati della selezione, punteggi attribuiti) che potranno essere messi a disposizione
dalla Direzione regionale.
Successivamente alla definitiva approvazione delle PIT si procederà alla raccolta delle relazioni progettuali
finalizzata ad acquisire e a mettere a sistema le informazioni necessarie per restituire un quadro complessivo
delle iniziative, degli obiettivi, delle scelte dei territori e dei partenariati per valutarne la maggiore minore
coerenza rispetto ai fabbisogni (es. soggetti coinvolti, iniziative attivate, distribuzione territoriale e settoriale,
dimensione finanziaria…).
L‟analisi potrà essere accompagnata da interviste ai soggetti responsabili del procedimento/capofila sui
principali nodi emersi che hanno determinato un allungamento dei tempi previsti dalle procedure, sulle
soluzioni introdotte che possono rappresentare una buona pratica da introdurre nel futuro.
Preliminare approfondimento sulle procedure e sulle modalità di accesso da parte dei beneficiari
Nelle seguenti pagine viene riassunto un preliminare approfondimento sulle procedure e sugli esiti del
processo istruttorio sulla base della documentazione amministrativa resa disponibile sul sito della Regione e
dai funzionari regionali.
Il bando per l‟attivazione della progettazione integrata è stato approvato con DGR 360 il 15 maggio 2009.
All‟art.12 il bando precisa le modalità per la presentazione ad opera di un “soggetto promotore” delle
manifestazioni interesse alla Direzione Regionale Agricoltura prima per via telematica e successivamente in
formato cartaceo, una “manifestazione d‟interesse” contenente i suoi dati anagrafici essenziali, il titolo del
16 In che misura le attività sostenute hanno aumentato le capacità degli attori delle zone rurali di preparare, sviluppare, e migliorare le strategie e le misure nel campo dello sviluppo rurale? In che misura le attività sostenute hanno aumentato le capacità degli attori delle zone rurali di valutare le strategie di sviluppo rurale? In che misura le attività sostenute hanno contribuito a rafforzare la coerenza territoriale e le sinergie tra le misure rivolte all'economia rurale in generale e la popolazione? In che misura le attività sostenute hanno contribuito a migliorare la qualità della vita nelle zone rurali?
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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progetto, l‟area di intervento, gli obiettivi dell‟iniziativa, del progetto, le misure da attivare, una descrizione
sintetica degli interventi e delle modalità di informazione e pubblicazione dell‟iniziativa.
L‟azione di comunicazione effettuato dalla Regione sulle opportunità del PSR ha avuto quindi un esito
positivo: le manifestazioni di interesse pervenute (2009) sono state 88, per oltre la metà provenienti dalle
province di Roma e Viterbo, per un valore finanziario molto superiore alla disponibilità regionale (circa 41
milioni di euro). In conseguenza di questo “esubero” di proposte è stata avviata, a seguito della
pubblicazione delle manifestazioni di interesse, una intensa fase di animazione condotta dai soggetti
promotori e dalla Regione finalizzata ad aggregare la pluralità di progetti e soggetti intorno ad un numero
più ridotto di iniziative dal valore più contenuto.
L‟attività ha consentito di aggregare le 88 manifestazioni iniziali intorno a 30 progettualità preliminari: tali
PIT, redatte sulla base delle “Indicazioni di supporto per la redazione di un progetto integrato territoriale”
messe a punto dalla struttura regionale sono state presentate dal soggetto promotore e sottoposte a
valutazione, per verificarne la coerenza con le politiche di sviluppo rurale, da parte di una apposita
Commissione regionale.
Il documento fornisce dettagliate spiegazioni per la redazione di un progetto complesso. Gli elementi da fornire sono
descritti e spiegati nel loro significato e nella trattazione da farne anche con l‟uso di domande, esempi, riquadri. Allo
scopo di diminuire la complessità dell‟approccio, il documento accompagna il redattore fase per fase, passo per passo,
spiegando le relazioni logiche tra gli elementi, evidenziando i legami di causalità, proponendo delle chiavi di lettura,
richiamando l‟attenzione sugli elementi correlati su cui porre attenzione per la verifica di coerenza.
Dei 30 progetti preliminari presentati, 28 - la gran maggioranza quindi - è stata considerata idonea a
proseguire il processo istruttorio, seppur prevedendo per alcuni progetti prescrizioni e condizione. L‟elenco
delle PIT idonee a proseguire il processo di valutazione successiva è stato approvato nel gennaio 2010 con
Determinazione C0103 del 25/01/2010.
L‟esito della valutazione delle PIT “preliminari”
Provincia
Esito verifica
Totale complessivo Idonei Idonei con condizioni
Idonei con prescrizioni
Frosinone 1 1 2
latina 1 1 2 4
Latina 1 1
Rieti 1 2 1 4
Roma 3 7 2 12
Viterbo 1 1 3 5
Totale complessivo 7 11 10 28
Fonte: Determinazione C0103 del 25/01/2010
E‟ evidente da questo elenco che la maggior parte delle progettualità preliminari ha dovuto essere integrata,
migliorata, “ottimizzata” per arrivare alla completa idoneità, promuovere ulteriore accorpamento dei progetti
preliminari e l‟innesco di sinergie e ottimizzazioni rispetto alle politiche rurali in atto.
Durante tale fase prevista dall‟ art. 12 del Bando la Regione ha attivato una intensa fase di animazione,
condotta a livello locale mediante l‟attuazione di 6 tavoli territoriali aggregati secondo le PIT riferite a zone
omogenee. Il lavoro di animazione svolto dalla Regione per la costituzione dei partenariati e per l‟indirizzo
degli interventi è stato intenso in tutte le province.
La fase di animazione condotta a livello locale dalla Regione mediante ha sostanzialmente conseguito il
risultato di accorpare ulteriormente i progetti preliminari e definirne meglio i contenuti. Nell‟ambito delle 28
PIT idonee c‟è stato un accorpamento tra una decina di progetti che hanno dato luogo a 5 nuovi Progetti
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integrati. Pertanto le PIT definitive contenenti tutte le informazioni e i dati elaborati previsti dall‟Allegato 3
che sono state sottoposte a valutazione da parte della Commissione regionale istituita sono state 21.
L‟esame di tali PIT è avvenuto sulla base di un articolato sistema di criteri di priorità riportato nell‟Allegato 1
del Bando. Tali criteri analizzano le PIT in due direzioni: da un lato le caratteristiche oggettive dell‟area di
intervento e dall‟altro (e con un peso prioritario maggiore) le caratteristiche e la coerenza delle PIT, la
qualità della analisi del territorio locale, il grado di definizione e coerenza degli obiettivi e strategia proposti
con la diagnosi territoriale, la ripartizione delle risorse finanziarie tra le diverse azioni in coerenza con
obiettivi e strategia, il grado di definizione delle progettazioni, la composizione del partenariato e il
coinvolgimento dei privati.
Come ripetutamente detto, per guidare i partenariati sono stati messi a disposizione dei territori materiali
documentali specifici (ad esempio l‟Allegato 3 al bando un facsimile della proposta progettuale e il
documento “Indicazioni di supporto per la redazione di un progetto integrato territoriale”) sia il contributo in
termini di “animazione”.
Tutte le PIT, esaminate sulla serie di criteri contenuti nell‟Allegati 1 del Bando sono state dichiarate ricevibili
ed elencate nell‟Allegato A alla determinazione A1615 del 2 marzo 2011. Le 21 PIT si distribuiscono sul
territorio regionale così come evidenziato dalla cartina 1.
L‟elaborazione delle informazioni fornite dalla Regione Lazio consente di evidenziare che le 21 PIT attivano
un investimento complessivo di 118 milioni di euro cui corrisponde una spesa pubblica di 95 milioni di euro,
importo sempre molto superiore alle disponibilità regionali (alla progettazione integrata sono dedicate risorse
pari a 41 milioni di euro a valere su tutte le misure dell‟Asse 3) attivando 743 domande individuali.
Pertanto i progetti preliminari ricevibili sono stati sottoposti a pre valutazione di ammissibilità a seconda della
maggiore o minore adesione ai criteri di selezione e sono stati ripartiti in due gruppi. Il primo gruppo
comprende 10 PIT che delle quali è stata accertata l‟ammissibilità fino all‟assorbimento di tutte le risorse
finanziarie disponibili mentre nel secondo gruppo sono ricomprese le PIT le cui domande di aiuto individuali
non vengono ancora avviate alla fase di valutazione di ammissibilità e che potranno essere valutate
progressivamente qualora talune PIT del gruppo 1) non superino la valutazione finale di ammissibilità al
finanziamento.
Il primo gruppo comprende 10 PIT che interessano 86 Comuni (23% della regione) ricadenti in tutte le
province regionali coinvolgendo un bacino potenziale di utenti (abitanti nei Comuni interessati) pari a oltre
357mila abitanti, il 6% della regione. L‟elaborazione delle informazioni fornite dai funzionari regionali, Lazio
consente di evidenziare che le 10 PIT attivano un investimento complessivo di 69 milioni di euro cui
corrisponde una spesa pubblica di 51 milioni di euro attivando 452 domande individuali.
Le risorse sono destinate alle misure con una netta prevalenza di quelle destinate al turismo, ai servizi, ai
borghi rurali, in coerenza alla percentuali stabilite dal bando (art. 16) :
311 non superiore al 25% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT
312 e 313 singolarmente o congiuntamente, non inferiore al 10% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT
321 non inferiore al 15% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT
322 e 323 non superiore al 50% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT
331 non superiore al 8% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT
341 non superiore al 5% dell‟importo complessivo della spesa pubblica della PIT
La composizione del parco progetti vede una crescita notevole della misura 313 che da sola misura circa il
doppio della percentuale minima prevista a scapito della misura 322 e 323 che insieme raggiungono il 32%
mantenendosi molto al di sotto del limite massimo (entro il 50%) previsto dal bando. Ovviamente scarsa la
presenza di interventi 311 è dovuta alla preferibile adesione al bando singolo.
Nel passaggio tra progetti ricevibili e progetti gruppo 1 la composizione tra le misure cambia di poco; la
composizione della spesa pubblica per misura non si modifica sostanzialmente con quella prevista nei 21
PIT ricevibili se non in termini di lievi spostamenti a favore della misura 311.
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Nel Gruppo 1 cresce seppur di poco la percentuale progettuale (territorializzabile) proveniente dalla aree D e
il conseguente contributo previsto per queste aree rispetto alla totalità dei progetti ricevibili.
Progetti ricevibili Progetti Gruppo 1
Aree A B C D A B C D
% Spesa pubblica 2% 62% 35% 2% 60% 38%
% Progetti 1% 2% 57% 40% 1% 2% 53% 44%
L‟analisi specifica sulla la composizione per misura/azione dell‟‟intervento delle PIT Gruppo 1 mostra chiare polarizzazioni su alcune misure/azioni e il sostanziale scostamento degli importi finanziari da quanto previsto
nel PSR, come mostra la tabella seguente che evidenzia l'incidenza di ciascuna misura rispetto al montante.
E‟ questo il caso della misura 313 cui il PSR attribuiva poco più che 2,4 milioni di euro e per la quale i PIT
richiedono 14,5 milioni di euro mentre al contrario la misura 323, cui il PSR attribuiva più di 15 milioni di
euro di cui 11,5 alle azione A che nei PIT assomma a poco più di 6,8 milioni di cui oltre 4,7 nell‟azione B.
E‟ evidente quindi che la previsione fatta dalla Programmazione nella fase ex ante non trova riscontro nella
richiesta del territorio che costruita dal basso, con un approccio bottom up, indica direttrici di sviluppo che
coinvolgono altri attori/azioni per fare fronte alle quali sarà opportuno ripensare alla distribuzione delle
risorse tra le misure per poter sostenere le necessità finanziarie per l‟attuazione delle misure all‟interno delle
PIT beneficiarie del sostegno.
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Confronto tra dotazione finanziaria per misura del PSR e dei PIT Gruppo 1
Misure
PSR PIT GRUPPO 1
Spesa pubblica Spesa pubblica Azioni Spesa pubblica
311 31.44.1780 3.919.456 8%
Sostegno alla plurifunzionalità 547.386 1,1%
Sostegno alle produzioni tipiche artigianali 98.388 0,2%
Sostegno all‟offerta agrituristica 3.073.975 6,0%
Sostegno alla produzione di energia da FER 199.706 0,4%
312 2.464.371 1.794.193 4%
Sostegno allo sviluppo e creazione di microimprese
operanti nei settori dell‟artigianato e del commercio 1.118.489 2,2%
Sostegno allo sviluppo e creazione di microimprese
operanti nel settore delle energie da fonti rinnovabili 287.203 0,6%
Sostegno allo sviluppo e creazione di microimprese la
diffusione di servizi per le popolazioni 388.501 0,8%
313 2.464.371 14.584.027 29% Creazione di infrastrutture su piccola scala 865.851 1,7%
Infrastrutture ricreative per l‟accesso alle aree con
servizi di piccola ricettività 13.718.176 26,9%
321 15.241.218 10.189.645 20% Avviamento di servizi essenziali 3.512.822 6,9%
Realizzazione di infrastrutture su piccola scala 6.676.824 13,1%
322 10.473.583 9.839.014 19% Villaggi rurali 9.839.014 19,3%
Misure
PSR PIT GRUPPO 1
Spesa pubblica Spesa pubblica Azioni Spesa pubblica
323 (1) 15.402.328 6.854.543 13%
Tutela, uso e riqualificazione risorse naturali- Az A-
1/Piani di gestione 612.276 1,2%
Tutela, uso e riqualificazione risorse naturali-Az A –
2/investimenti nelle aree Natura 2000 1.460.656 2,9%
Tutela a riqualificazione del patrimonio culturale
rurale-Az B 4.781.611 9,4%
331 3.080.466 2.001.080 4% Formazione e informazione 2.001.080 3,9%
341 3.080.466 1.891.719 4% Acquisizione di competenze 1.891.719 3,7%
Totale 83.648.583 51.073.677
Fonte: PSR Lazio e MUD (1) di cui 11,5 milioni alla azione A e 3,8 alla azione B
La tabella seguente riassume le principali caratteristiche delle PIT del Gruppo 1 in fase di valutazione: il
contenuto progettuale delle iniziative definitivamente finanziate, gli obiettivi assunti, le priorità e gli elementi
di forza dei progetti dovranno essere analizzati sulla base della DTA nelle fasi successive del processo
valutativo.
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Gruppo 1
Cod. Proponente Comu
ni Popola zione
Province interessa
te
Area rurale
Spesa Pub. Totale
311 312 313 321 322 323 331 341
RL158 Comune di Soriano Nel Cimino
3 14.240 Viterbo C 1.605.586 128.158 - 783.033 313.854 - 175.699 120.000 85.000
RL166 Comune di Nepi
7 37.676 Viterbo C 5.227.556 479.602 - 2.021.927 815.985 157.132 1.433.076 100.000 220.000
RL226 Comune di Saracinesco
8 6.622 Roma D 5.528.920 168.426 117.300 1.116.350 1.069.000 2.249.770 533.300 275.000
RL230 Comune di Canino
11 53.713 Viterbo C/B 5.104.682 989.161 - 1.312.695 1.708.406 291.432 279.778 283.440 240.000
RL232 Comune di Marta
11 39.496 Viterbo C 5.481.978 886.201 - 1.931.541 849.441 458.418 744.369 372.240 240.000
RL234 XIII Comunità Montana dei Lepini - Ausoni
7 59.293 Latina C/D 5.059.696 379.369 348.136 831.387 1.378.516 - 1.472.922 399.600 250.000
RL241
Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini
10 63.618 FrosinoneRoma
C/D 6.043.281 325.403 389.950 1.510.098 1.363.635 1.722.043 310.812 161.000 260.580
RL245
Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa
12 7.182 Rieti D 6.285.815 261.467 162.422 2.118.349 1.254.204 1.828.149 507.818 - 153.650
RL246
XVIII Comunità Montana dei Monti Lepini Area Romana
10 50.976 Roma Frosinone
C/B/D* 6.253.112 246 428.385 1.612.880 818.134 2.019.722 951.701 199.800 222.489
RL247 Campodimele 7 25.090 Latina Frosinone
C/B/D* 4.483.051 303.647 348.000 1.345.766 618.470 1.112.347 445.068 90.000 220.000
Totale 86 357.906 51.073.677
3.919.456 1.794.193
14.584.027 10.189.645 9.839.014 6.854.543 2.001.080 1.891.719
Il territorio interessato dalla progettazione integrata è rappresentato dalle zone omogenee D e C ma la PIT può comprendere anche interventi che ricadano in
zona B precisando alcuni vincoli di spesa (massimo 30%) o di numerosità progettuale (massimo 20%) e dimostrando la ricaduta a favore dell‟intero territorio.
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Ai fini della definizione della metodologia per la valutazione degli effetti dell‟approccio integrato d‟area sono
stati individuati una serie di indicatori di efficacia riferiti agli obiettivi della Progettazione integrata,
rappresentati nella tabella seguente.
La possibilità di fornire le informazioni e dati quantificati all‟interno del rapporto di aggiornamento della
valutazione intermedia, come detto, dipenderà dall‟avanzamento del processo selettivo dei PIT e dalla
possibilità di avviare successivamente al suo completamento le indagini, prevalentemente di tipo qualitativo,
sui capofila (interviste o focus group).
Saranno comunque condotte sin dai prossimi mesi le attività di condivisione con i responsabili regionali per
precisare il percorso valutativo, organizzare più puntualmente il piano di valutazione, individuare e procedere
alla raccolta dei dati secondari, definire il questionario da somministrare ai capofila dei partenariati.
Indicatori Metodo Fonti informative Tempistica
Efficacia dei processi messi in atto dalla Regione per la predisposizione e attuazione dei PIT
Analisi dei dispositivi e processi attuativi Documentazione progettuale; Interviste testimoni
Aggiornamento Valutazione intermedia (2012)
Efficacia dei processi messi in atto dal partenariato per la corretta impostazione e attuazione del progetto integrato
Valutazione delle azioni di animazione e di coinvolgimento degli attori locali e verifica delle modalità e del livello della concertazione
Documentazione progettuale; Focus group con testimoni
Ampiezza e coerenza del partenariato in relazione al tema e agli obiettivi del PIT
Analisi della composizione del partenariato; analisi della strategia del PIT
Documentazione progettuale Aggiornamento Valutazione intermedia (2012)
Coerenza della strategia del PIT con le caratteristiche del contesto
Analisi dei documenti di programmazione e dei processi attuativi rilevanti (criteri selezione bandi; modalità per mantenere un coinvolgimento costante dei diversi soggetti in tutte le fasi dell‟attuazione, ecc.)
Documentazione progettuale; Focus group con testimoni
Aggiornamento Valutazione intermedia (2012)
Capacità del PIT di agire come strumento che favorisce concentrazione e integrazione fra interventi
Analisi del parco progetti; autovalutazione del soggetto capofila intervistato
Monitoraggio, Documentazione progettuale; Focus group con testimoni
Aggiornamento Valutazione intermedia (2012)
Intensità e qualità del coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati nell‟attuazione del PIT
Analisi delle tipologie di beneficiari e del parco progetti in relazione alla strategia
Monitoraggio, Documentazione progettuale, Questionario capofila
Aggiornamento Valutazione intermedia (2012)
Sviluppo dei collegamenti/ integrazione delle imprese con il territorio
Progetti/iniziative generate dal PIT che rafforzano e/o creano ambiti di attività imprenditoriale incentrati su prodotti identitari
Documentazione progettuale; Focus group con testimoni
Aggiornamento della valutazione intermedia (2012)
Innovazioni nei processi di governance istituzionale
Autovalutazione dei soggetti intervistati circa gli insegnamenti/buone pratiche tratte dall‟esperienza PIT
Focus group con testimoni Aggiornamento della valutazione intermedia (2012)
Gli indicatori complessivamente proposti rappresentano un mix di aspetti quali-quantitativi e i metodi di
misurazione fanno ampio ricorso all‟analisi puntuale della documentazione progettuale in accompagnamento
a strumenti di indagine diretta fondati su interviste e giudizi direttamente raccolti dai testimoni
rappresentativi.
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3.2 Attività di valutazione a supporto delle rimodulazioni/riprogrammazioni intervenute
In accordo con i compiti assegnati alla Valutazione in itinere del programma e su richiesta della AdG, di
seguito viene sviluppata una analisi della proposta di rimodulazione finanziaria del PSR, attualmente in fase
di presentazione da parte della stessa AdG ai servizi della Commissione e del Comitato di Sorveglianza del
PSR. Finalità dell‟analisi è di fornire elementi di conoscenza e di interpretazione della proposta, ma
soprattutto di valutare le “conseguenze” della stessa sulle potenziali capacità del Programma nel perseguire i
propri obiettivi.
3.2.1 Descrizione e motivazioni della proposta di rimodulazione finanziaria
La rimodulazione finanziaria del PSR proposta dalla AdG prevede variazioni, in aumento o in diminuzione,
nelle dotazioni finanziarie (spesa pubblica totale) di 14 Misure del PSR già definite dal piano finanziario
vigente nel 2011.
Come illustrato nella seguente Tabella 1 la rimodulazione non modifica sostanzialmente l‟equilibrio finanziario
tra i quattro Assi (ad esclusione di un lieve incremento dell‟Asse I a seguito della assegnazione di parte
delle risorse della Misura “Assistenza tecnica”) bensì tra le Misure in cui essi si articolano. In particolare:
a) Nell‟Asse I il rafforzamento finanziario della Misura 121 (che si incrementa del 4%) e la prima
attuazione della Misura 126 (alla quale è assegnata una dotazione di circa 5,5 MEuro) sono consentiti
dalla riduzione nelle risorse programmate nelle Misura 114 (-17%) e 115 (-82%) e dalla cancellazione
della Misura 122. A tali risorse, pari nel complesso a circa il 6,8 Meuro si aggiungono 4 Meuro
derivanti dalla Misura di Assistenza Tecnica.
b) Nell‟Asse II si ha una riduzione finanziaria delle Misure 213 e 224, entrambe specificatamente rivolte
alle aree Natura 2000 e delle Misure 222 e 223; le risorse rese disponibili sono assegnate alle Misure
211 e 212, che si incrementano rispettivamente del 36% e 23%, alle Misure 214 (+3%) e alla Misura
216 per la quale la nuova dotazione finanziaria è oltre il doppio di quella attuale.
c) Nell‟Asse III la rimodulazione determina un significativo rafforzamento finanziario della Misura 313
(Incentivazione di attività turistiche) la quale quadruplica la sua dotazione finanziaria e quindi la sua
incidenza sul totale delle risorse dell‟Asse (dal 3% al 15%). A ciò corrisponde un riduzione (- 67%)
nella dotazione della Misura 323 (Azione A) e delle Misure 331 (-42%) e 341 (-39%).
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Tab.1 – Dotazioni finanziarie (spesa pubblica totale) per Asse e Misura nel piano finanziario attuale e nella
proposta di rimodulazione
Assi/ Misure
Piano finanziario attuale (spesa pubblica programmata totale
Piano finanziario rimodulato (spesa pubblica totale
Variazione
Euro % PSR % Asse Euro % PSR % Asse Euro Var%
111. Formazione ed informazione 5.509.201 0,78% 1,67% 5.509.351 0,78% 1,65% 150 0%
112. Insediamento dei giovani agricoltori 57.431.175 8,16% 17,38% 57.432.741 8,16% 17,18% 1.566 0%
113.Prepensionamento 12.696.558 1,80% 3,84% 12.696.904 1,80% 3,80% 346 0% 114.Utilizzo di servizi di consulenza 4.482.795 0,64% 1,36% 3.732.917 0,53% 1,12% -749.878 -17% 115.Istituzione di servizi di gestione, aiuto e consulenza 732.185 0,10% 0,22% 132.205 0,02% 0,04% -599.980 -82% 121.Ammodernamento aziende agricole 131.001.112 18,61% 39,65% 136.109.398 19,34% 40,72% 5.108.286 4% 122. Accrescimento del valore economico delle foreste 5.544.837 0,79% 1,68% 151,2205164 0,00% 0,00% -5.544.686 -100% 123.Accrescimento del valore agg. dei prodotti agricoli e forest. 72.952.332 10,36% 22,08% 72.954.320 10,37% 21,82% 1.988 0% 124.Cooperazione allo sviluppo 8.009.211 1,14% 2,42% 8.009.429 1,14% 2,40% 218 0%
125/1-3.Miglioramento e creazione delle infrastrutture 17.104.941 2,43% 5,18% 17.116.297 2,43% 5,12% 11.356 0% 125/2. Miglioramento e ripristino delle infrastrutture forestali 6.912.564 0,98% 2,09% 6.901.863 0,98% 2,06% -10.701 0%
126.Rirpristino del potenziale produttivo 0,00% 0,00% 5.544.837 0,79% 1,66% 5.544.837 -
127. Sistemi di qualità alimentare 2.660.924 0,38% 0,81% 2.660.997 0,38% 0,80% 73 0%
128.Attività di informazione e promozione 4.821.854 0,68% 1,46% 4.821.986 0,69% 1,44% 132 0% 144.Aziende agricole in via di ristrutturazione 500.001 0,07% 0,15% 650.014 0,09% 0,19% 150.013 30%
Asse 1 330.359.690 47% 100,00% 334.273.410 47% 100,00% 3.913.720 1%
211.Indennità per svantaggi zone montane 11.241.395 1,60% 4,98% 15.241.395
2,17% 6,75%
4.000.000 36%
212.Indennità zone svantaggiate, diverse dalle zone montane 1.540.233 0,22% 0,68% 1.890.233
0,27% 0,84%
350.000 23%
213.Indennità Natura 2000 4.620.699 0,66% 2,04% 790.699
0,11% 0,35%
-3.830.000 -83%
214.Pagamenti agro-ambientali 158.650.116 22,54% 70,21% 163.546.208
23,24% 72,38%
4.896.092 3%
215.Pagamenti per il benessere degli animali 14.786.235 2,10% 6,54% 14.786.235
2,10% 6,54%
0 0%
216.Sostegno ad investimenti non produttivi 1.232.187 0,18% 0,55% 4.232.187
0,60% 1,87%
3.000.000 243%
221.Primo imboschimento di terreni agricoli 14.786.235 2,10% 6,54% 14.786.235
2,10% 6,54%
0 0% 222.Primo impianto di sistemi Agroforestali su terreni agricoli 616.092 0,09% 0,27% 0,277663182
0,00% 0,00%
-616.092 -100%
223.Primo imboschimento di terreni non agricoli 1.848.279 0,26% 0,82% 48.279
0,01% 0,02%
-1.800.000 -97% 224.Indennità Natura 2000 6.777.024 0,96% 3,00% 777.024 0,11% 0,34% -6.000.000 -89%
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Assi/ Misure
Piano finanziario attuale (spesa pubblica programmata totale
Piano finanziario rimodulato (spesa pubblica totale
Variazione
Euro % PSR % Asse Euro % PSR % Asse Euro Var%
226.Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi 6.468.978 0,92% 2,86% 6.468.978
0,92% 2,86%
0 0% 227.Investimenti non produttivi 3.388.512 0,48% 1,50% 3.388.512
0,48% 1,50% 0 0%
Asse 2 225.955.985 32,10% 100,00% 225.955.983 32,10% 100,00% -2 0% 311.Diversificazione verso attività non agricole 31.441.780 4,47% 37,59% 31.441.780
4,47% 37,59% 0 0%
312.Sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese 2.464.371 0,35% 2,95% 2.464.371
0,35% 2,95%
0 0%
313.Incentivazione di attività turistiche 2.464.371 0,35% 2,95% 12.364.371
1,76% 14,78%
9.900.000 402% 321.Servizi essenziali per l‟economia e la popolazione rurale 15.241.218 2,17% 18,22% 15.241.218
2,17% 18,22%
0 0%
322.Sviluppo e rinnovamento dei villaggi 10.473.583 1,49% 12,52% 10.473.583
1,49% 12,52%
0 0% 323/A.Tutela e riqualificazione delle risorse naturali 11.551.745 1,64% 13,81% 4.151.745
0,59% 4,96%
-7.400.000 -64% 323/B. Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale 3.850.583 0,55% 4,60% 3.850.583
0,55% 4,60%
0 0% 331.Formazione ed informazione 3.080.466 0,44% 3,68% 1.780.466
0,25% 2,13% -1.300.000 -42%
341. Acquisizione di competenze e animazione 3.080.466 0,44% 3,68% 1.880.466
0,27% 2,25%
-1.200.000 -39%
Asse 3 83.648.583 11,88% 100,00% 83.648.582 11,88% 100,00% -1 0%
411.Competitività 10.939.866 1,55% 27,82% 10.939.866 1,55% 27,82% 0 0% 412.Gestione dell'ambiente/del territorio 0 0,00% 0,00% 0 0,00% 0,00% 0 - 413.Qualità delle vita/diversificazione 21.100.489 3,00% 53,66% 21.100.489 3,00% 53,66% 0 0% 421.Cooperazione 882.595 0,13% 2,24% 882.595 0,13% 2,24% 0 0%
431.Gestione, acquisizione competenze ed animazione 6.402.141 0,91% 16,28% 6.402.141 0,91% 16,28% 0 0%
Asse 4 39.325.091 5,59% 100,00% 39.325.091 5,59% 100,00% 0 0%
511. Assistenza tecnica 24.643.725 3,50% 20.643.725 2,93% -4.000.000 -16%
TOTALE 703.933.074 100,00% 703.846.792 100,00% -86.282 0%
Le motivazioni che hanno indotto l‟AdG a proporre tale rimodulazione finanziaria, sono nel loro insieme
riconducibili alla comune finalità di assicurare la piena utilizzazione delle risorse finanziarie totali assegnate
del Programma, evitando quindi la loro perdita derivante dalla applicazione del meccanismo del “disimpegno
automatico” (cd. regola “N+2”) di cui all‟art.29 del Reg.(CE) 1290/2005.
Più specificatamente, le variazioni proposte nascono dalla esigenza di adeguare la pianificazione finanziaria
all‟effettivo avanzamento finanziario e procedurale delle diverse linee di sostegno, in definitiva alla entità e
alla qualità della “risposta” (progettuale ed operativa) espressa dai potenziali destinatari/beneficiari del
Programma. Come discusso nel successivo paragrafo, tale esigenza cerca di coniugarsi con quella di
assicurare, nel contempo, adeguati livelli di efficacia del Programma, valutabile non solo in termini di
capacità di spesa ma anche di capacità di raggiungere (o almeno perseguire) i suoi obiettivi economici,
sociali ed ambientali.
I principali fattori causali che sono all‟origine della rimodulazione proposta possono essere ricondotti alla
seguente tipologia generale.
A. incrementi nella dotazione finanziaria, allo scopo di soddisfare un fabbisogno finanziario (una
“domanda di sostegno”) che risulta già superiore o potenzialmente superiore alla dotazione finanziaria attuale.
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Ciò è verificabile, in primo luogo, nelle Misure 121, 144, 211, 212 e 214, rapportando alla loro dotazione
finanziaria gli impegni già assunti al dicembre 2011, come illustrato nella seguente Tabella 2.
Variazioni in aumento sono inoltre previste nelle Misure 215 (Benessere animale) 216 (Investimenti non
produttivi) e 313 (Incentivazioni di attività turistiche) nelle quali – pur non essendo stati ancora approvati
provvedimenti di concessione dei contributi - l‟attuale dotazione è ritenuta dalla AdG insufficiente a
soddisfare il fabbisogno finanziario potenzialmente derivante dalle domande presentate ma ancora in fase di
istruttoria. Ciò anche alla luce dei tempi necessari per la realizzazione dei relativi interventi.
Nel caso della Misura 215 l‟esistenza di tale potenzialità è individuata nella ampia partecipazione al primo
Bando “sotto condizione” emanato nel 2011 al quale e seguita la fase, ancora in corso, di accoglimento delle
domande definitive.
Tab.2 – Dotazione attuale e livelli di impegno finanziario (al dicembre 2011) nelle Misure per le quali si
propone un incremento delle risorse.
Misura Dotazione finanziaria
attuale (a) Impegni
(b) Indice (b)/(a)
121. Ammodernamento aziende agricole
131.001.112 130.847.223
99,9%
144.Aziende agricole in via di ristrutturazione in seguito alla riforma dell'OCM
500.001 491.569
98,3%
211.Indennità per svantaggi naturali a favore di agricoltori delle zone montane
11.241.395 12.438.000
110,6%
212. Indennità a favore di agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane
1.540.233 1.804.000
117,1%
214.Pagamenti agro-ambientali 173.436.350 141.811.697
81,8%
(*): per le misure “ad investimento” corrisponde agli impegni assunti attraverso atti di ammissibilità al finanziamento; per le misure “a superficie” si tratta di una stima dei pagamenti annuali e/o pluriennali riferita all‟insieme delle annualità di impegno.
Nella Misura 313, invece, il rilevante incremento finanziario è motivato dall‟elevato fabbisogno che per tale
linea di sostegno si ha nell‟ambito dei PIT presentati e in corso di approvazione. Più in generale, per le
Misure dell‟Asse III, si è quindi manifestata l‟esigenza di rendere coerente (adeguandola) la pianificazione
finanziaria del Programma ai risultati derivanti dai processi di progettazione integrata degli interventi
sviluppatisi a livello locale.
B. riduzioni della dotazione finanziaria, al fine di adeguarla ad un effettivo fabbisogno finanziario (una “domanda di sostegno”) inferiore alle previsioni o sostanzialmente nullo.
In questa tipologia rientrano numerose Misure del Programma e in particolare le Misure 114, 115, 122,
125(az.2) 213, 222, 223, 224, 323 (az.1) 331, 341, per le quali si sono manifestati, seppur con diversa
intensità ed origine, elementi di criticità nel processo di attuazione con conseguenti livelli di impegno ancora
molto al di sotto della attuale dotazione finanziaria (seguente Tabella 3) ritenuti dall‟AdG, non suscettibili di
sostanziali incrementi nel restante periodo di attuazione.
La distanza tra i suddetti livelli di impegno finanziario e gli obiettivi di spesa programmati è determinata,
principalmente, da una adesione alle Misure da parte dei potenziali beneficiari molto inferiore alle iniziali
previsioni; minore è invece l‟effetto di selezione determinato dagli esiti dei procedimenti istruttori sulla
ammissibilità delle domande presentate.
Tale discrasia deriva in alcuni casi – ad esempio nelle Misure 114 e 115 - da una probabile iniziale
“sovrastima” degli obiettivi di realizzazione e di spesa raggiungibili, rispetto agli effettivi fabbisogni espressi
o, più precisamente, alla capacità da parte degli operatori regionali, singoli o associati, di una loro traduzione
in specifiche istanze di finanziamento. Non appare casuale che la larga parte delle domande relative ai servizi
di consulenza (Misura 114) siano state presentate nell‟ambito del “pacchetto giovani” o anche dei PIF,
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pag. 92
strumenti che quindi hanno contribuito a valorizzare la funzione di tali servizi nei processi di sviluppo
aziendale.
Tuttavia, per altre Misure, fattori di freno alla partecipazione possono essere individuati anche nella assenza
o carenza di alcuni requisiti strumentali o in aspetti e vincoli di tipo normativo e procedurale.
Tab.3 – Dotazione attuale e livelli di impegno finanziario (al dicembre 2011) nelle Misure per le quali si
propone la riduzione o l‟azzeramento delle risorse.
Misure Dotazione finanziaria
attuale (a) Impegni
(b) (b)/(a)
114. Utilizzo di servizi di consulenza 4.482.795 1.984.365 44,3%
115. Istituzione di servizi di gestione, aiuto e consulenza
732.185 40.000 5,5%
122. Accrescimento del valore economico delle foreste 5.544.837 55.796 1,0%
213.Indennità Natura 2000 4.620.699 27.237 0,6%
222. Primo impianto di sistemi agroforestali su terreni agricoli
616.092 - 0,0%
223. Primo imboschimento di terreni non agricoli 1.848.279 26.210 1,4%
224. Indennità Natura 2000 6.777.024 3.120 0,05%
323/A .Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale 11.551.745 1.067.080 9,2%
321. Formazione ed informazione 3.080.466 - 0,0%
341. Acquisizione di competenze e animazione 3.080.466 - 0,0%
Nella Misura 122, per la quale si registra il rilevante insuccesso (due sole domande ammesse nel 2010) ai
fattori di debolezza strutturale del settore (es. frazionamento delle proprietà boschive, debolezza o scarsità
delle strutture associative) si sono aggiunte criticità legate all‟ottenimento delle autorizzazioni (es. nelle aree
Natura 2000) ai vincoli nelle utilizzazioni boschive, al non riconoscimento dell‟IVA ma soprattutto alla limitata
presenza di Piani di Gestione ed Assestamento Forestale o dei Piani Poliennali di Taglio, condizione
propedeutica per la presentazione delle domande.
Le Misure 213 e 224 - aventi l‟obiettivo operativo di indennizzare gli agricoltori e i proprietari/possessori di
foreste per i costi aggiuntivi e i mancati redditi derivanti dalle norme regionali attuative delle Direttive
92/43/CEE e 79/409/CEE – hanno avuto già nella fase iniziale una scarsissima adesione, tendenza che non
si è modificata anche a seguito di alcuni correttivi introdotti nel 201017. Sarà necessario sviluppare,
nell‟ambito del processo di Valutazione in itinere ulteriori approfondimenti sui fattori condizionanti
l‟attuazione delle due Misure. In questa fase possono tuttavia essere segnalati alcuni elementi che hanno
presumibilmente frenato la partecipazione dei potenziali beneficiari:
l‟esclusione dall‟indennità relativa alla Misura 224 dei soggetti pubblici quali gli Enti locali;
la non cumulabilità con l‟indennità prevista dalle Misure 211 e 212, alla luce della ampia diffusione
che le aree Natura 2000 hanno nelle zone montane e svantaggiate;
il modesto livello dell‟indennità erogabile (100 Euro/ha per i terreni agricoli; 50-200 Euro/han per i
terreni forestali), elemento questo correlato alla assenza o alla non adozione dei Piani di Gestione
per aree Natura 2000, a fronte di una base giuridica regionale di carattere generale (“Misure di conservazione“) con limitate norme di tipo obbligatorio, in progressiva evoluzione e attualmente in
fase di ulteriore adeguamento18.
17 Nella Misura 212 si è ridotto da 0,5 UBA/ha a 0,2 UBA/ha il carico minimo di bestiame sulle superfici eleggibili a sostegno, sono stati eliminati sia l‟incompatibilità con l‟Azione 2 “Agricoltura biologica” della misura 214, sia il limite massimo di 30 ettari precedentemente fissato per ciascun beneficiario. Nella Misura 224 è stato eliminato il vincolo in base al quale erano in precedenza ammissibili solamente le superfici boscate il cui utilizzo doveva esaurirsi nell‟ambito del periodo di programmazione, cioè entro il 2013. 18 La specifica norma applicativa regionale assunta a riferimento nel PSR per la programmazione delle Misure 213 e 224 e quindi la determinazione delle indennità è rappresentata dalla DGR 533 del 4 agosto 2006, successivamente modificata dalla DGR 719 del 21 settembre 2007. Tali norme, in scadenza entro il 2008 sono state successivamente integrate dalla DGR 383 del 16 maggio 2008,modificata dalla DGR 928 del 17 dicembre 2008, recependo altresì le indicazioni contenute del Decreto del Ministero dell‟Ambiente del 17 ottobre 2007. Più recentemente, la DGR 612 del 16 dicembre 2011, in sostituzione dei precedenti provvedimenti ha definito: - (allegato A): l‟assegnazione delle ZPS regionali alle tipologie di cui al Decreto Ministeriale del 2007; - (allegato B): le misure di conservazione generali ed attività da promuovere e incentivare per tutte le ZPS;
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Alla scarsa attuazione delle Misure di indennità per le aree di Natura 2000, corrisponde - rappresentandone
un possibile elemento di causalità - anche quello della specifica Azione A della Misura 323, che comprende,
la predisposizione dei piani di protezione e di gestione dei siti Natura 2000 e la realizzazione di investimenti
di ripristino, recupero e riqualificazione ambientale finalizzati allo sviluppo di siti Natura 2000. Rispetto agli
investimenti una possibile causa della mancata risposta può essere ricondotta all‟intensità di aiuto
riconosciuta ai soggetti privati, pari al 40% del costo ammissibile, applicata ad una tipologia di investimento
che non ha finalità produttive.
Per quanto riguarda la situazione dei Piani di Gestione delle Aree Natura 2000, 180 SIC e 41 ZPS (19
SIC/ZPS che si sovrappongono), rispetto al target previsto dall‟Amministrazione di 22 Piani al momento sono
in fase di elaborazione 6 piani di gestione. La gestione dei siti Natura 2000 è in capo alla stessa Regione che
provvede con risorse comunitarie, nazionali e regionali agli interventi necessari per il mantenimento di specie
ed habitat in uno stato di conservazione soddisfacente, come richiesto dalla Direttiva 92/43/CEE. Ad oggi,
sulla base delle informazioni fornire dalla Direzione Ambiente, l‟adozione dei piani di gestione per la quasi
totalità delle Aree SIC e ZPS è in dirittura d‟arrivo, al momento ne risultano adottati solo 7.
Il sostanziale insuccesso del “pacchetto” di Misure o azioni relative alle aree Natura 2000 appare quindi
l‟effetto (e in definitiva l‟”indicatore”) della complessità e delle difficoltà che caratterizzano il processo,
ancora in corso, di attuazione in ambito regionale delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE.
Al di là degli aspetti o problematiche di carattere tecnico e normativo la questione di fondo riguarda la
difficoltà di conciliare le esigenze di tutela ambientale con quelle complessive del mondo rurale, attraverso
un metodo partecipativo. Nella citata DGR 612 del 2011 si rileva infatti che “nel Lazio la nascita, la
realizzazione e l‟attuazione della Rete natura 2000 sono avvenute attraverso processi amministrativi e tecnici
che non hanno sempre visto il coinvolgimento diretto dei portatori di interesse‟ e delle popolazioni locali
interessate …. e che gli stessi, anche per tale motivo non hanno colto in maniera diffusa le opportunità di
conservazione della biodiversità attraverso l‟uso sostenibile delle risorse, derivanti dalla loro presenza”. Essi
quindi “hanno spesso vissuto con antagonismo la presenza della Rete Natura 2000, contrapponendosi alle
„misure di conservazione‟..”. D‟altra parte si prende atto che “diversi siti Natura 2000 del Lazio si sono
conservati proprio per le „buone pratiche‟ agricole e forestali di tipo tradizionale adottate d aparte di coloro
che hanno proprietà, vivono e lavorano nei territori..”. Alla luce di tale analisi si ritiene quindi che “il processo
di attuazione, in particolare attraverso i piani di gestione, delle misure specifiche per le singole ZPS e per le
ZSC in via di definizione dovrà…essere oggetto di ampie forme partecipative dei portatori s‟interesse locale
prima della relativa trasmissione al Ministero dell‟ambiente…”.
Tali indirizzi, ancorché coerenti rispetto alla finalità di assicurare una qualificata ed efficace attuazione delle
Direttive, prefigurano pertanto un processo i cui tempi di implementazione e conclusione non appaiono
compatibili con l‟obiettivo di assicurare la completa attuazione delle Misure 213 e 224 (e l‟utilizzazione delle
risorse finanziarie ad esse destinate) entro la conclusione del Programma. Tuttavia è necessario già in questi
ultimi anni di programmazione verificare gli effetti e l‟efficacia delle modifiche in atto al quadro normativo e
in particolare del nuovo processo avviatosi con la citata DGR 612/2011. Con essa infatti viene dato mandato
alla Direzione regionale Ambiente di “intraprendere e finalizzare, entro e non oltre il 30 luglio 2012 il
percorso amministrativo necessario a stabilire apposite misure contrattuali …per la gestione dei siti Natura
2000 che dovranno, tra l‟altro, indicare i soggetti gestori dei siti stessi nel rispetto del principio di gestione
partecipata …”. Pertanto anche se la riduzione finanziaria appare inevitabile per assicurare l‟efficienza della
spesa, appare nel contempo appropriata la scelta regionale di mantenere una dotazione finanziaria
sufficiente a sostenere il percorso tecnico amministrativo avviato con la DGR. Ciò sia attraverso le indennità
corrisposte alle aziende agricole e forestali (213,224) a sostegno dell‟approccio contrattuale che la Regione
- (allegato C): le misure di conservazioni specifiche e atività da favorire per le singole tipologie di habitat caratterizzanti le ZPS; - (allegato D): le misure di conservazione per le Zone Speciali di Conservazione. La DGR inoltre stabilisce che “le eventuali misure di conservazione incluse nei piani di gestione specifici delle singole ZPS e ZSC possono modificare o integrare le misure di conservazione di cui agli Allegati B,C e D…” ed inoltre da mandato alla Direzione regionale Ambiente di “intraprendere e finalizzare, entro e non oltre il 30 luglio 2012 il percorso amministrativo necessario a stabilire apposite misure contrattuali …per la gestione dei siti Natura 2000 che dovranno, tra l‟altro, indicare i soggetti gestori dei siti stessi nel rispetto del principio di gestione partecipata …”.
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ha intenzione di implementare, sia per il completamento degli strumenti di pianificazione (Redazione dei
Piani di gestione) con la 323A. Nella prospettiva di una nuova fase di acquisizione delle domande nel 2013
sarà ovviamente necessario, sulla base degli esiti del processo avviato con la DGR 612, rivedere e adeguare i
dispositivi attuativi, (ad esempio i requisiti di accesso/ importo dell‟indennità corrisposta). In tale ambito
rientra anche l‟ipotesi di innalzamento del livello di aiuto nella misura 323A per i soggetti privati (dal 40% al
90%) per investimenti Re di ripristino, recupero e riqualificazione ambientale finalizzati allo sviluppo di siti
Natura 2000.
Relativamente alla Misura 222 le cause della assenza di adesioni è presumibilmente da ricercare nella
novità dell‟intervento proposto, nella debole incentivazione degli aiuti (mancanza di premi legati alla
superficie per manutenzioni, perdite di reddito) nel rischio di possibile riduzione del premio unico aziendale
(primo pilastro PAC) conseguente all‟adesione alla misura, nel generale scarso interesse tecnico ed
economico degli interventi previsti.
Infine, per le Misure 321 e 341 valgono le stesse considerazioni già svolte per la Misura 313: la loro
riduzione finanziaria trae origine dalla condivisibile esigenza di proporzionare la rispettiva dotazione
finanziaria al (minore) fabbisogno che per tali linee di sostegno si ha nell‟ambito dei PIT presentati e in corso
di approvazione. Cioè, anche in questo caso, ai risultati derivanti dai processi di progettazione degli
interventi sviluppatisi a livello locale.
3.2.2 Valutazione degli effetti della proposta sulla efficacia del Programma
Come già segnalato, nell‟elaborare e proporre la rimodulazione finanziaria prima esposta, l‟AdG si è posta la
generale finalità di coniugare l‟obiettivo della completa utilizzazione delle risorse finanziarie disponibili e
programmate con la capacità del Programma di perseguire i suoi obiettivi economici, sociali ed ambientali. Di
assicurare cioè l‟efficacia all‟azione programmatica non solo in termini finanziari ma anche rispetto a
raggiungimento dei risultati ed impatti attesi.
Le valutazioni di seguito sviluppate – su invito della stessa AdG- cercano di verificare se tale finalità è stata
raggiunta, cioè se la rimodulazione finanziaria, ancorché scaturita dalla consapevolezza di una capacità
attuale e potenziale di spesa per le varie componenti del PSR diversa da quella inizialmente prevista (a sua
volta derivante da eterogenei livelli di partecipazione) non determini tuttavia una sostanziale alterazione
della strategia generale, consentendo invece di concorrere agli stessi obiettivi seppur con modalità e
strumenti diversificati.
Un primo requisito che chiaramente contribuisce a tale finalità è individuabile nella scelta di non
determinare, con la rimodulazione proposta, trasferimenti di risorse tra gli Assi, salvaguardando pertanto
l‟equilibrio complessivo tra i tre obiettivi specifici del Programma del miglioramento della competitività del
settore agricolo e forestale (Asse 1) del miglioramento dell‟ambiente e dello spazio rurale (Asse 2) della
qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell‟economia rurale (Asse 3). Ciò consente di mantenere
la coerenza con gli indirizzi programmatici generali adottati dalla Regione fin dalla fase di presentazione ed
approvazione del PSR, tra i cui elementi di specificità vi è anche un equilibrio finanziario spostato a favore
degli interventi di tipo strutturale dell‟Asse 1.
Alla non modificazione dell‟equilibrio finanziario complessivo tra gli Assi (e tra i loro obiettivi generali)
corrispondono, come si è avuto modo di illustrare nel precedente capitolo, variazioni (in aumento in
diminuzione) nella dotazione finanziaria di numerose Misure, in alcuni casi quantitativamente significative,
derivanti da valutazioni circa il loro avanzamento finanziario e procedurale raggiunto al dicembre 2011 e
potenzialmente conseguibile entro la conclusione del Programma. In tale ottica le variazioni finanziarie
proposte sono quindi l‟effetto, e non la causa, di una diverso livello di attuazione delle varie linee
intervento/sostegno (Misure, azioni) programmate, concorrenti al raggiungimento di obiettivi prioritari
comuni.
Un criterio in base al quale valutare se la rimodulazione tra Misure determina o meno una riduzione della
capacità del Programma nel perseguire alcuni degli obiettivi prioritari è quello di verificare gli effetti della
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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stessa sulla entità delle risorse ad essi destinate. In altri termini, se il “trasferimento” di risorse proposto
dalla rimodulazione avviene tra Misure che concorrono agli stessi obiettivi prioritari dell‟Asse. Come di
seguito illustrato tale condizione appare nel complesso, seppur non completamente, rispettata:
a) Nell‟Asse I, la rimodulazione determina un rafforzamento finanziario della Misura 121 e l‟introduzione
della nuova Misura 126, entrambe correlate all‟obiettivo “promozione dell‟ammodernamento e
dell‟innovazione nelle imprese e dell‟integrazione delle filiere”; ciò a fronte della cancellazione dalla
Misura 122, concorrente al medesimo obiettivo e di una riduzione di risorse nella Misura di Assistenza
tecnica e nelle Misure 114 e 115. Il depotenziamento dell‟obiettivo prioritario al quale queste due
ultime Misure sono collegate (Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli
addetti al settore agricolo e forestale e sostegno del ricambio generazionale) è tuttavia, almeno in
parte, attenuato dall‟aumento della capacità di intervento con la Misura 121 nell‟ambito del “pacchetto
giovani” a sostegno degli investimenti dei giovani agricoltori.
b) Nell‟Asse II, le Misure 213 (Indennità Natura 2000), 223 (imboschimenti dei terreni non agricoli) e 224
(indennità Natura 2000 per le aree forestali) – oggetto di rilevante riduzione finanziaria - concorrono
all‟obiettivo prioritario della “Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-
forestali ad alto valore naturale”; nella proposta di rimodulazione le risorse finanziarie sono destinate
alla Misura 216 (investimenti non produttivi) e secondariamente alle Misure 211 e 214, entrambe
correlate ugualmente al suddetto obiettivo prioritario.
Il grado di compensazione tra i primo e il secondo gruppo di Misure si verifica anche con riferimento
all‟obiettivo specifico delle Misure 213 e 224 di favorire la tutela delle aree “Natura 2000”. Quest‟ultime
infatti corrispondono alla (esclusiva) area di intervento della Misura 216 e sono indicate come
prioritarie nelle Misure 211 e 214; la più elevata capacità di intervento di queste due Misure (in
termini di % di SAU totale coinvolta) nelle aree Natura 2000 ne conferma il ruolo svolto, in tali aree,
per lo sviluppo o la permanenza di forme di agricoltura favorevoli alla biodiversità.
A tal proposito richiamando quanto evidenziato nella valutazione intermedia, come illustrato nella seguente
Tabella, oltre il 40% della SAU sovvenzionata ricade nelle ZPS delle rete Natura 2000, mentre il 22% in aree
naturali protette ed il 12% in SIC 19. Tali risultati appaiono quantitativamente significativi considerando che
nella rete Natura 2000 ricade soltanto il 6% circa della SAU totale regionale: ciò porterebbe a concludere
che vi sia stato un positivo effetto di “concentrazione” della superficie sovvenzionata con le due Misure nelle
aree Natura 20000. Quindi nelle aree dove il mantenimento di una attività agricola conforme ai vincoli della
condizionalità e agli altri requisiti di ammissibilità previsti dalle due Misure (in particolare il mantenimento di
un carico minimo e massimo) appaiono costituire una modalità di uso del territorio più favorevole agli
obiettivi di tutela della biodiversità, rispetto alla alternativa dell‟abbandono.
Tab.1 - Superficie sovvenzionata nelle aree di interesse naturalistico (Natura 2000 e ANP)
Misure Aree SIC Aree ZPS Aree naturali protette
211 4.315 12.963 6.186
212 462 4.811 2.642
totale 4.777 17.774 8.828
% su totale SAU sovvenzion. 12% 44% 22% Fonte: Elaborazioni del Valutatore su dati ricavati dalla B.D”AGEA_SIN” anno” 2009 e dalla Carta dell‟uso agricolo del suolo CLC 2006 per la SA.
Inoltre, la proposta di attivazione di nuova azione agroambientale, Azione 214.12 “Agricoltura conservativa”,
prevede modalità di gestione del suolo favorevoli all‟incremento della sua microflora con effetti positivi sul
valore eco sistemico del terreno agricolo.
19
Si ricorda che tali localizzazioni non sono tra loro alternative in quanto i siti di Natura 2000 spesso di sovrappongono spazialmente tra
loro e con le aree naturali protette.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Gli effetti in termini di miglioramento della biodiversità nel suolo si accompagnano agli impatti positivi che
tale azione ha dal punto di vista del mantenimento/incremento del contenuto di sostanza organica nel suolo
(carbon sink) e della riduzione dei consumi dei carburanti per le lavorazioni contribuendo in tal modo
all‟obiettivo della mitigazione dei cambiamenti climatici.
c) Nell‟Asse III, il potenziamento finanziario della Misura 313 (incentivazione delle attività turistiche) a
carico di una riduzione della Misura 323, non altera la potenziale capacità di spesa totale a favore
dell‟obiettivo prioritario del “Miglioramento dell'attrattività dei territori rurali per le imprese e la
popolazione” seppur determinando uno spostamento di risorse da interventi più specificatamente
rivolti al miglioramento della qualità della vita a interventi volti alla diversificazione dell‟economia
rurale. D‟altra parte, come già segnalato, la rimodulazione all‟interno dell‟Asse 3 è fortemente
motivata dall‟esigenza di rendere coerente il piano finanziario indicativo per Misura con i fabbisogni
finanziari (cioè la domanda di sostegno) derivanti dalla Progettazione integrata territoriale (PIT),
strumento attuativo in grado di migliorarne l’efficacia dei singoli interventi attraverso una loro
migliore integrazione di tipo funzionale;
In definitiva,, la rimodulazione finanziaria proposta, non provocando spostamenti finanziari tra gli Assi (cioè
tra gli obiettivi specifici del Programma) e tra i gruppi di Misure che, nell‟ambito degli Assi, concorrono agli
stessi obiettivi prioritari, non sembra determinare significative modifiche nella strategia complessiva del
Programma e nella sua efficacia potenziale.
A fronte di tale valutazione generale, non è possibile non osservare come la rimodulazione finanziaria
proposta, ancorché inevitabile nella attuale fase, sia la conseguenza di non pochi elementi di criticità emersi
nel processo di attuazione del PSR, due dei quali si ritiene debbano essere segnalati:
il sostanziale insuccesso dell‟insieme delle Misure “Natura 2000”, finalizzate ad una efficace
attuazione a livello regionale delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE, le cui cause, come già discusso sono principalmente da attribuire ai ritardi e ai continui cambiamenti nel processo di
definizione del quadro normativo e di pianificazione, o più in generale ad un insufficiente
coinvolgimento degli operatori agricoli locali nel processo stesso;
una generale modesta capacità di intervento, o addirittura la non attuazione, delle Misure in campo
forestale, effetto di una strutturale debolezza regionale del comparto ma soprattutto della mancanza
o insufficienza dei propedeutici strumenti di pianificazione forestale.
Una caratteristica comune di tali criticità è individuabile nella oggettiva impossibilità di un loro superamento
nel breve periodo, richiedendo lo sviluppo di procedure tecnico-amministrative complesse e la concertazione
tra numerosi soggetti istituzionali e non. Da tale consapevolezza, l‟opportunità di procedere alla
rimodulazione finanziaria proposta, al fine di assicurare la completa utilizzazione delle risorse finanziarie
disponibili, verso tipologie di intervento che come già discusso, appaiono assicurare adeguatamente
l‟equilibrio strategico dell‟azione programmatica. Come già evidenziato, la minore efficacia delle Misure
“Natura 2000” viene in parte compensata da una significativa capacità di intervento di altre Misure dell‟Asse
II in tali aree. Riguardo invece l‟obiettivo di attuazione delle Direttive, a fronte degli scarsi risultati fino ad
oggi raggiunti, il mantenimento di una dotazione finanziaria sulle Misure consente di accompagnare il
processo di adozione dei Piani e delle misure di conservazione avviatosi nel corso del 2012 con la DGR 612
del dicembre 2011.
Su tali elementi di criticità sarà tuttavia indispensabile sviluppare, di concerto con l‟AdG, ulteriori momenti di
approfondimento e riflessione, i cui esiti potranno essere utilizzati sia dal dal Valutatore nell‟aggiornamento
(al 2012) della Valutazione Intermedia sia dalla stessa AdG, nella fase di impostazione del prossimo periodo
di programmazione.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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4. RACCOLTA ED ELABORAZIONE DEI DATI
Come previsto dalle linee guida del QCMV la fase di giudizio viene supportata dalla raccolta, dall‟elaborazione
e dall‟analisi dei dati inerenti l‟attuazione delle Misure del PSR. Tali dati si suddividono in dati secondari e dati
primari. I primi sono acquisiti attraverso l‟utilizzo di fonti informative esistenti (dati di monitoraggio,
documentazione tecnica amministrativa, fonti statistiche, studi..), mentre i secondi vengono raccolti,
attraverso indagini ad hoc, direttamente dal valutatore.
Di seguito si propone una descrizione a carattere generale di tali attività Asse in relazione alle principali
fonti/strumenti fino ad oggi utilizzate per l‟acquisizione o raccolta delle informazioni.
Per quanto concerne le fonti primarie vengono descritte le principali attività che il valutatore ha realizzato nel
corso del 2011 e nei primi tre mesi del 2012 in vista della aggiornamento della valutazione intermedia.
4.1 Acquisizione dei dati secondari
La principale fonte di dati fisici (indicatori di prodotto e caratteristiche dei beneficiari), procedurali e finanziari
inerenti agli interventi è rappresentata dal sistema di monitoraggio del PSR.
Nel proseguo delle attività di valutazione per la quantificazione di alcuni indicatori sono state utilizzate altre
informazioni di tipo secondario relative a fonti statistiche ufficiali (Eurostat, ISTAT, ecc.), dal quale l‟attività
di valutazione può trarre preziosi elementi di conoscenza e di confronto tra le caratteristiche dei beneficiari e
il settore agricolo regionale.
Per l’Asse 1 e per l’Asse 3 sono stati acquisiti i dati di monitoraggio (SIR-LAIT) relativi alle domande
presentate e ammesse al 31.12.2011, i database detenuti dai responsabili del procedimento per quanto
riguarda le PIF e PIT. Sono inoltre in corso di acquisizione i dati RICA relativi all‟annualità 2010.
Per l’Asse 2 è stata avviata un intensa attività di scambio di cartografie, dati e informazioni sul contesto
regionale e sulle Misure del PSR già consegnati o invia di acquisizione sono:
i database contenenti i dati dichiarativi per le misure 211, 212 214 per le annualità 2008-2009-2010-
2011;
i database contenenti i dati per le Misure forestali per l‟annualità 2008-2009-2010-2011;
cartografie sulle aree protette (Parchi, riserve Natura 2000);
la carta vulnerabile ai nitrati;
la carta della vulnerabilità intrinseca degli acquiferi (acquisita);
la carta delle aree svantaggiate (solo dati alfanumerici);
la carta dell‟Uso del suolo 1:25.000 realizzata dall‟Assessorato Urbanistica e Casa (acquisita);
rilevazioni territoriali AGRIT relative al triennio 2008-2010;
l'elenco dei dati alfanumerici riferiti a:
Banca dati del Fascicolo Aziendale (aggiornato al 2010) di tutte le aziende che hanno avuto rapporti
con la pubblica amministrazione che dovrebbe contenere le informazioni relative ai Tabella terreni o
appezzamento: costituita dall‟insieme delle particelle catastali relative alle aziende agricole della
Regione Lazio (acquisito).
I dati elementari (per singolo rilievo ed anno) del Progetto MITO dall‟anno 2000 al più recente
disponile. Dati relativi sia all‟avifauna di ambienti agricoli (numero di uccelli osservati per specie, dati
per la stima delle coppie nidificanti ecc.) sia alle caratteristiche generali ed ambientali delle stazioni di
rilievo (in acquisizione).
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Dati AGEA-SIN su l‟uso del suolo agricolo regionale come da progetto refresh ritagliato sulle particelle
catastali in formato shape. (in attesa), il quadro di unione dei fogli di mappa (bordi fogli) (in attesa),
la banca dati della Misura 221 (per la parte dei dati catastali fondamentali per localizzare gli interventi
soprattutto delle misure delle vecchie programmazioni-trascinamenti);
il catasto vettoriale per l‟analisi relativa alla biodiversità (in attesa);
la carta del rischio di erosione che al momento risulta mancante.
Per l’asse 4, l‟elenco dei comuni interessati dalle strategie di sviluppo locale sulla base delle proposte
selezionate.
Per quanto concerne l‟implementazione di analisi a carattere trasversale che è applicata a tutte le Misure del
PSR attivate sono state svolte inoltre le attività seguenti.
Studio ed analisi della valutazione ex-ante, del PSR delle Relazione Annuale di Esecuzione 2008,2009. La
disamina dei differenti documenti è stata funzionale sia alla ricostruzione della logica di intervento sia alla
individuazione delle specificità regionali necessarie alla definizione dei criteri e degli indicatori da utilizzare
per l‟articolazione delle risposte ai differenti quesiti valutativi.
Analisi dei bandi che disciplinano l‟attuazione del PSR. L‟analisi della documentazione è stata funzionale
alla definizione dei differenti passaggi procedurali necessari all‟implementazione delle misure nonché alla
verifica della traduzione attraverso l‟assegnazione di specifiche priorità e punteggi dei criteri di selezione
individuati all‟interno del PSR.
Analisi della normativa Regionale che in maniera diretta o indiretta interessa l‟attuazione delle diverse
Misure del PSR. Attraverso l‟analisi della suddetta documentazione è stato ricostruito il quadro normativo
in cui vengono applicate le misure del PSR che da detto quadro normativo sono influenzate (Legge
Regionale sull‟agriturismo, Stato di attuazione della Direttiva Nitrati, ecc.).
Analisi delle informazioni presenti nel data base fornito dalla Regione contenente i dati di monitoraggio.
Una prima ricognizione della struttura del sistema e delle informazioni contenute ha consentito una
preliminare verifica del supporto che il sistema potrà fornire nella quantificazione delle variabili necessarie
al calcolo dei diversi indicatori.
Analisi della documentazione tecnico amministrativa che accompagna le domande di adesione alle diverse
Misure (Business Plan). L‟analisi degli allegati che accompagnano le diverse domande di sostegno ha
permesso di individuare eventuali informazioni che accompagnano l‟iter procedurale ma che non vengono
archiviate nel sistema di monitoraggio ma che comunque possono rappresentare un‟utili fonte di
informazioni funzionali all‟analisi valutativa.
Di seguito viene illustrato uno schema di riepilogo sull‟acquisizione dei dati di natura secondaria.
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Tab. 2 Riepilogo utilizzo fonti informative secondarie
Tipo di attività Modalità operativa Campo di
applicazione nel RVI
Acquisizione di dati secondari dal sistema di monitoraggio per la sorveglianza del PSR
Raccolta di dati fisici (indicatori di prodotto e caratteristiche dei beneficiari), procedurali e finanziari inerenti gli interventi del PSR dal sistema di monitoraggio – PORTALE SIAN AGEA. I dati di monitoraggio elementari o loro diverse aggregazioni costituiscono la base informativa per analisi di avanzamento fisico-finanziario e procedurale del PSR, l‟efficacia ed efficienza dei sistemi di gestione e delle procedure utilizzate per la sua attuazione, per calcolare alcuni indicatori del QCMV; implementare strumenti di indagine (es. stratificazione dell‟universo per l‟estrazione dei campioni statistici da sottoporre a indagine diretta); ingrandire la scala dei risultati o impatti identificati attraverso le indagini dirette (es. coefficienti che mettono in relazione output ed effetti); valutare i livelli di efficienza (input/output) attraverso confronti interni od esterni al Programma.
Tutte le misure
Acquisizione di dati secondari dalla documentazione tecnico-amministrativa degli interventi
Informazioni ricavabili dalla documentazione prodotta dalle strutture regionali, dagli Enti territoriali o dal beneficiario nel corso delle fasi tecnico-amministrative che accompagnano il ciclo dei progetti: relazioni, moduli, piani aziendali, bilanci, elaborati che accompagnano le domande di contributo; documentazione derivante dalle attività di istruttoria, selezione e accertamenti svolti dalle strutture regionali e territoriali competenti; documentazione prodotta dai beneficiari a conclusione degli interventi. Tali fonti sono prioritariamente funzionali alla quantificazione e caratterizzazione del quadro tipologico degli interventi e dei beneficiari (in base alla quale verranno impostate le indagini dirette) ed alla valutazione della situazione “pre-intervento” nelle singole unità produttive e territoriali.
SI (PIF)
Acquisizione di dati secondari dalla documentazione contenuta nel “fascicolo aziendale”
Il fascicolo aziendale, “sottoinsieme” del SIAN/SIAR contiene l‟insieme dei dati anagrafici, fiscali e strutturali delle imprese operanti nel settore agricolo e agroalimentare. Tali dati sono parte integrante dell‟Anagrafe delle Aziende della Regione Lazio, che rappresenta uno degli elementi fondamentali del Sistema Informativo Agricolo Regionale. Le informazioni desumibili dal fascicolo aziendale potranno risultare utili per sottoporre a verifica le informazioni rilevate nell‟ambito di indagini dirette sui beneficiari e non beneficiari degli interventi o anche per una loro integrazione. Inoltre il SIAR contenendo le informazioni relative alle domande della PAC seminativi potrà essere utilizzato attraverso elaborazioni GIS per la realizzazione di un “uso del suolo agricolo” avente sia un dettaglio territoriale a livello di foglio di mappa catastale che una disaggregazione per tipologia colturale. Tale strumento servirà per confrontare il grado di partecipazione alle misure dell‟Asse II (in termini di superfici) rispetto all‟universo delle superfici regionali, sia per singola coltura che per particolari territori (Zone Vulnerabili ai Nitrati, Aree Natura 2000, Aree Sensibili ecc.).
SI
Acquisizione di dati secondari dalla Banca dati RICA-REA
Le informazioni derivanti dalla Banca dati RICA-REA sono utilizzate per l‟elaborazione di indicatori di contesto (cioè per l‟individuazione di fattori esogeni al Programma) relativi ai livelli di produttività e crescita economica, all‟utilizzazione dei fattori di produzione, all‟incidenza delle altre forme di sostegno della PAC e distinti per tipologie aziendali, localizzazione e forma di conduzione;per l‟individuazione e l‟analisi di gruppi di confronto (non beneficiari) da utilizzare nell‟ambito della stima dell‟effetto netto del PSR (analisi controfattuale); per la stima di parametri tecnico-economici medi ed unitari differenziati per tipologie e dimensioni aziendali e per ordinamenti colturali.
SI (2008-2009) (In corso 2010)
Acquisizione di dati secondari per elaborazioni GIS
i dati relativi alle superfici oggetto di intervento delle Misure dell‟Asse II, estratti dal Sistema di monitoraggio ed aggregati a livello di foglio catastale, potranno essere elaborati e confrontati, attraverso il GIS, con carte tematiche redatte dalla regione o da altri Enti pubblici. Tali stati denominati “Strati Vettoriali di Contesto” (SVC) possono contenere informazioni territoriali che devono essere successivamente elaborate (Carta dell‟uso del suolo, carte pedologiche, carte climatiche, D.E.M. ecc.) oppure rappresentano zone omogenee rispetto a determinate caratteristiche (aree protette, aree Natura 2000, fasce altimetriche, zone vulnerabili ai nitrati, aree soggette a diversi fenomeni come l‟erosione, il dissesto, ecc.)
SI
Acquisizione di dati secondari da altre fonti disponibili
fonti statistiche ufficiali (Eurostat, ISTAT,. i vari Sistemi Informativi operanti su scala regionale (es.Sistema infor PSR LAIT ,SIARL, archivi presso gli uffici dell‟assessorato all‟agricoltura ecc…) nonché i APT (es. movimento turistico), OECD (es. Economic Outlook), FAO (es. World wacth list for domestic diversity), dall‟Istituto G. Tagliacarne. Studi, ricerche, banche dati, a carattere tematico, settoriale e non ricorrente
SI
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4.2 Acquisizione di dati primari
La pianificazione e l‟esecuzione di indagine dirette rappresenta la fonte informativa principale per raccogliere
informazioni sugli effetti della programmazione a livello di singola operazione.
Come illustrato nel capitolo 3 le prime indagini sono state pianificate nel biennio 2011-2012 in modo da
restituire dei risultati preliminari solo sui progetti conclusi al 31.12.2010.
Tab.1: Riepilogo utilizzo fonti informative primarie Tipologia di
indagine Obiettivi e modalità applicative ESITO
Indagini dirette presso campioni rappresentativi di beneficiari del Programma
Indagini dirette presso campioni statisticamente rappresentativi per estrazione casuale da “gruppi d‟indagine” omogenei per tipologia di intervento. Il campionamento sarà di tipo stratificato proporzionale ottimale. Nelle misure a investimento le indagini saranno eseguite presso i beneficiari rilevando gli anni pre e post intervento. La situazione pre-intervento potrà essere ricostruita in alcuni casi (misure/azioni) attraverso l‟analisi di dati secondari.
Biennio 2011-2012
Rilevazioni presso aziende che hanno aderito alle misure agroambienta di dati ornitologici per valutazione degli effetti sulla biodiversità di specie target nella situazione “con” e “senza” intervento. Il metodo standardizzato prescelto per la raccolta dei dati sulle comunità ornitiche è quello delle stazioni d‟ascolto o IPA (Blondel et al. 1970) per elaborare l‟indicatore comune Farmland Bird Index (FBI)
Biennio 2011-2012
Indagini dirette su beneficiari indiretti del Programma
Indagini, non statisticamente rappresentative, presso beneficiari indiretti per tipologia di intervento. Prioritariamente per interventi Asse 3 o approccio Leader, su interventi che implicano la rilevazione di informazioni da chi, pur non essendo il beneficiario diretto del contributo, ottiene il beneficio “diretto” dal servizio attivato o dall‟investimento realizzato.
Dopo 2012
Rilevazione di dati primari presso campioni rappresentativi di non beneficiari del Piano
Acquisizione di informazioni sulle caratteristiche strutturali e i risultati economico-sociali e ambientali rilevabili presso le unità produttive o i territori regionali non interessati dal sostegno del PSR (gruppo di controllo o “controfattuale”); informazioni utili per la stima dell‟effetto “netto” del Programma. Per l‟individuazione dell‟universo statistico dal quale estrarre i campioni di “non beneficiari” si utilizzeranno le fonti già disponibili a livello regionale (es. RICA-REA, CCIAA) od anche gli elenchi dei beneficiari che hanno presentato domanda di contributo nell‟ambito del PSR ma che non hanno ricevuto il sostegno per inammissibilità o per carenza di fondi.
Dopo 2012
Informazioni rilevate tramite metodi e tecniche basate sul giudizio di testimoni/esperti
interviste strutturate a singoli testimoni/esperti (funzionari e tecnici delle strutture pubbliche coinvolte, operatori economici, beneficiari o meno del Piano, esperti e professionisti locali, rappresentanti delle associazioni di produttori, ecc.) o a gruppi di testimoni privilegiati (focus group, NGT, ecc ecc) con interazione fra i soggetti coinvolti
SI TAVOLO PESI REGIONALI SULLA QUALITA‟ della VITA
Nei primi mesi del 2011 il Valutatore ha pianificato le attività di rilevazione di dati primari per il biennio 2011-
2012 in modo da restituire le prime elaborazioni ed analisi per l‟Aggiornamento del Rapporto di Valutazione
intermedia.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
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Nella tabella seguente sono aggiornate per Asse/Misura/tematica le attività che sono state eseguite nel
biennio 2011 e si stanno concludendo nel corso 2012, in vista dell‟Aggiornamento del Rapporto di
Valutazione intermedia.
Tab.2: Pianificazione delle attività per la rilevazione di dati di natura primaria
Asse/Misura/Tematica Strumenti Universo Numerosità
universo Numerosità campione
Anno di indagine
ASSE 1
Misura 111 Indagine diretta Partecipanti ai corsi Da ricostruire 2012
Misura 112 Indagine diretta (pre-post)
Beneficiari con progetti conclusi al 31.12.2010
116 34 2011-2012
Misura 114 Indagine diretta In sinergia con PGA 89 18 2012
Misura 121 Indagine diretta (pre-post)
Beneficiari con progetti conclusi al 31.12.2010
182 51 2011-2012
Misura 123 Indagine diretta (pre-post)
Beneficiari con progetti conclusi al 31.12.2010
Az. A- 15 Az. B- 18
Az. A 15 Az. B 12
2011-2012
Misura 125 Indagine diretta
Beneficiari ammessi a finanziamento
62 12 2012
Misura 132 Indagine diretta
Beneficiari Misure 112 e 121 Su campione 112 e 121
2012
Misura 133 Indagine diretta All‟interno dei PIF Da definire Da definire
Approfondimento tematico agroalimentare
Indagine diretta Misure 121 e 123 Da definire Da definire 2012
2012
Approfondimento tematico PIF
Indagine diretta Capofila PIF 22 22 2011-2012
ASSE 2
211-212 Casi studio 2012
214 Indagine diretta (fattaule-controfattuale)
Azioni finalizzate al miglioramento della biodiversità
Territori pilota sotto impegno Territori controfattuali
100 2012
213-224 Interviste e focus group con testimoni privilegiati 2012
221-223 Interviste a testimoni privilegiati 2012
226-227 Casi studio 2012
ASSE 3 e ASSE 4
Misura 311 Indagine diretta Progetti ammessi a finanziamento al 31.12.2010
112 22 2012
Qualità della vita Testimoni privilegiati 2012
Approfodnimento tematico Progettazione integrata territoriale
Testimoni privilegiati (responsabili regionali) e capofila dei PI
PIT selezionate Da Definire 2012
Asse Leader Caso Studio su Organizzazione A.dG per la supervisione dell‟attività dei GAL 2011-2012
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5. ATTIVITÀ DI MESSA IN RETE DELLE PERSONE COINVOLTE NELLE ATTIVITÀ DI
VALUTAZIONE
Come previsto dal documento tecnico redatto dalla RRN20 questa parte fornisce una descrizione delle azioni
di capacity building (formazioni, seminari,...) svolte dal valutatore indipendente con lo scopo di diffondere e
condividere la cultura della valutazione, nonché con altri soggetti coinvolti nella governance del processo
valutativo (steering group, nuclei di valutazione) al fine di rilevare fabbisogni di valutazione e armonizzare il
piano di valutazione al fine di soddisfare la domanda di valutazione emersa.
Rispetto a quest‟ultimo punto, cioè l‟armonizzazione e il miglioramento del piano di valutazione in base ai
fabbisogni dichiarati dagli stakeholders della valutazione, il Valutatore ha realizzato o preso parte a numerosi
incontri/tavoli tecnici di seguito riportati in ordine cronologico.
21 febbraio 2011 (presso la sede della Regione Lazio) partecipazione alla riunione tecnica sull‟Asse Leader
convocata dalla Regione alla quale hanno preso parte i GAL e rappresentanti dell‟OP nazionale AGEA.
22 e 24 febbraio 2011, (presso la sede della Regione Lazio) 3 tavoli tecnici: Asse 1 e Asse 2 e un unico
tavolo per l‟Asse 3 e l‟Asse 4. Nei tavoli tecnici si è discusso degli approfondimenti tematici, delle singole
misure del PSR Lazio in modo da poter pianificare le attività di valutazione.
28 febbraio 2011 (Viterbo – Palazzo Valentini) partecipazione ad un convegno sull'Asse IV Leader
2007/2013, dal titolo "Lo sviluppo locale attraverso i GAL", con i seguenti interventi tecnici:
- "Il ruolo e le attività della RRN - TF Leader", relatore RRN
- "L'approccio Leader nella Regione Lazio", relatore Direzione Regionale Agricoltura
- "Il ruolo dei GAL nella nuova programmazione", relatore Coordinamento dei GAL del Lazio
- "La programmazione dal basso nel viterbese", relatore partenariato locale.
2 marzo 2011 presso la sede della Regione Lazio) riunione di coordinamento AdG (Gruppo monitoraggio e
valutazione) Valutatore per presentare i risultati degli incontri e definire il Piano delle attività valutative in
vista dell'Aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia.
21 marzo 2011 (presso la sede della Regione Lazio) riunione tecnica AdG-LAIT-Valutatore per il
trasferimento dei dati secondari presenti nei sistemi informativi regionali (Anagrafe aziendale e Sistam
informativo PSR).
1 aprile 2011 (presso la sede della Regione Lazio) presentazione ai funzionari regionali una prima bozza
del questionario da sottoporre ai soggetti capofila dei progetti di filiera finanziati (22); sono state condivise le
modalità di presentazione dell‟intervista (metodologia face to face) e stabiliti i successivi step di lavoro.
il 18 ottobre 2011 presso la sede del Mipaaf riunione di coordinamento con AdG e Valutatori per analizzare
le osservazioni ai Rapporti di Valutazione intermedia.
3 novembre 2011 (presso la sede della Regione Lazio) una riunione di coordinamento AdG (Gruppo
monitoraggio e valutazione) Valutatore per confrontarsi sullo stato dell‟arte della Valutazione in vista
dell‟incontro bilaterale con la Commissione.
il 29 novembre 2011 (presso al sede della Regione Lazio) una riunione di coordinamento AdG (Gruppo
monitoraggio e valutazione) Valutatore per confrontarsi sullo stato dell‟arte del Rapporto di Valutazione
intermedia e sulla sua conformità alle richieste provenienti dalla DG Agri.
20 “Note sulla struttura e gli elementi delle relazioni annuali di esecuzioni” (Aprile 2010/Marzo 2011) Documenti realizzati nell'ambito
della Rete Rurale Nazionale - Task force Monitoraggio e Valutazione
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 103
6. DIFFICOLTÀ INCONTRATE E NECESSITÀ DI LAVORI SUPPLEMENTARI
Di seguito sono evidenziati gli elementi che hanno necessitato o necessitano di un ulteriore approfondimento
al fine di garantire un pieno espletamento del mandato valutativo.
La criticità emersa in corso d‟opera riguarda l‟approfondimento tematico previsto sulla efficacia dell‟azione di
comunicazione e informazione posta in essere dall‟A.d.G, con l‟implementazione del Piano di Comunicazione.
L‟Autorità di Gestione ha previsto la predisposizione di uno specifico “Piano degli interventi” nel quale
individuare le attività da realizzare nell‟ambito dell‟assistenza tecnica per l‟intero periodo di programmazione
2007-2013. All‟interno del Piano degli interventi per l‟ambito “Informazione e Pubblicità” prevede
un‟articolazione in tre Azioni così definite:
- “Misure di informazione rivolte ai potenziali beneficiari”;
- “Misure di informazione rivolte ai beneficiari”;
- “Misure di informazione rivolte al pubblico”.
Su tale ambito è attribuita una dotazione finanziaria per l‟intero periodo di programmazione pari al a
3.696.559,00 euro (IVA esclusa).
Con la Determinazione n. C1864 del 08 agosto 2008, per l‟esercizio finanziario 2009, l‟A.d.G ha indetto una
gara per l‟affidamento dei servizi di assistenza tecnica inerenti il Piano di Comunicazione del Programma di
Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 della Regione Lazio per un importo di circa 900.00 euro. Oggetto del
servizio in affidamento era di realizzare attività di informazione e comunicazione aventi l‟obiettivo di
informare il pubblico, i potenziali beneficiari ed i beneficiari di contributo comunitario, dell‟adozione del
PSR, dei relativi aggiornamenti, dei principali esiti del programma in modo da assicurare la trasparenza e
l‟efficacia degli interventi.
Nello specifico le azioni di comunicazione dovevano essere rivolte a:
far conoscere a tutti i potenziali beneficiari le finalità e le opportunità offerte dal PSR e le modalità
per accedervi in modo da favorire la maggior partecipazione;
garantire la trasparenza nell‟utilizzo delle risorse pubbliche attraverso la diffusione chiara delle
informazioni;
comunicare efficacemente all‟opinione pubblica le finalità politiche e strategiche che si intendono
conseguire attraverso gli interventi previsti nel PSR.
Questo ultimo aspetto assumeva importanza alla luce di molti dei contenuti del PSR che hanno una ricaduta
di interesse generale. Con Determinazione N. C0791 del 02/04/2009 la gara veniva aggiudicata dalla Ditta
Pomilio Blumm S.r.l.
Con una successiva Determinazioni del 2009/2010/2011, l‟AdG ha approvato i successivi Piani di intervento,
in cui ARSIAL è stato la struttura responsabile dell‟attuazione delle Attività di informazione e pubblicità del
PSR.
Per quanto riguarda le attività di valutazione del PSR, nella definizioni dei vincoli contrattuali del servizio di
valutazione, La Regione ha previsto la realizzazione di indagini dirette su un campione composto da almeno
10.000 soggetti tra beneficiari e non beneficiari, ai quali somministrare un questionario attraverso indagine
postale.
La rilevazione delle grado di soddisfazione e del livello di conoscenza del PSR rappresenta uno degli elementi
indispensabili per verificare l‟efficacia delle azioni di informazione e comunicazione all‟interno del Rapporto
tematico sulla Comunicazione e Informazione.
Dal punto di vista metodologico tuttavia, il Valutatore ritiene che l‟indagine postale non sia lo strumento più
idoneo per valutare l‟efficacia della comunicazione per i seguenti motivi:
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. 104
A. Le indagini postali hanno un tasso di risposta molto basso, intorno al 5%, su 10.000 soggetti
individuati le risposte sarebbe limitate nella migliore delle ipotesi a 500 casi;
B. vi è una sorta di autoselezione nelle risposte, di solito chi decide di rispondere ad un questionario
postale ha qualche forte motivazione, vengono quindi spesso sovrastimate le posizioni estreme e
sottostimate quelle considerate nella norma;
C. le informazioni così raccolte non sarebbero dunque rappresentative dei tre universi indagati:
beneficiari, potenziali beneficiari, pubblico.
Il Valutatore pertanto ritiene più idoneo seguire un percorso alternativo che garantisce una più alta
rappresentatività dei dati raccolti rispetto all‟obiettivo dell‟indagine e propone il seguente approccio:
per i beneficiari del PSR in ogni questionario è prevista una sezione specifica sulla modalità
attraverso cui si è venuti a conoscenza del PSR e sugli obiettivi del FEASR. La proposta del
valutatore è pertanto di valorizzare l‟informazione che via via sta già raccogliendo su campioni
rappresentativi dei beneficiari, stimabili già da ora in più di 1.000 unità (ben oltre i 500 da indagine
postale che riguardano però anche i non beneficiari e il pubblico);
per i potenziali beneficiari e il pubblico realizzare interviste CATI (Computer assisted telephone
interviewing) su un campione di almeno 500 soggetti rappresentativi dei due universi.
A tale scopo, il Valutatore dovrà entrare in possesso di liste che consentano di estrarre casualmente i
campioni suddetti (per i potenziali beneficiari e per il pubblico).
L‟A.d.G al momento sta analizzando la proposta del Valutatore per verificare la sua congruità rispetto agli
obiettivi conoscitivi che l‟Amministrazione si è posta.
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ALLEGATO I. QUANTIFICAZIONE INDICATORI DI RISULTATO
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pag. i
La funzione degli Indicatori comuni di Risultato definiti nel QCMV (Allegato VIII Reg.CE 1974/2006) è di
“misurare gli effetti diretti e immediati dell‟intervento e fornendo informazioni sui cambiamenti riguardanti,
ad esempio, il comportamento, la capacità o il rendimento dei diretti beneficiari” (Manuale del QCMV).
Diversamente dagli Indicatori di Prodotto che “misurano le attività realizzate direttamente nell‟ambito dei
programmi…” l‟oggetto di “misurazione” sono pertanto gli effetti conseguenti/derivanti dalla realizzazione
degli interventi stessi.
Nell‟ambito di tale finalità generale, i n.12 Indicatori di Risultato comuni definiti nel QCMV presentano
eterogenee caratteristiche tecniche (es. variabile utilizzata) specifiche finalità conoscitive e pertanto
differenziate possibili/modalità di calcolo. Questo determina anche una certa complessità e vera e propria
incertezza nella individuazione dei dati da considerare ed elaborare e nella stessa definizione operativa
dell‟indicatore, rispetto alla quale le schede tecniche del Manuale del QCMV appaiono per alcuni aspetti
insufficienti.
In assenza di più precisi orientamenti comuni di fonte comunitaria e nazionale – essenziali per poter
assicurare i requisiti di comparabilità degli Indicatori tra i diversi PSR regionali - di seguito sono esplicitati gli
approcci metodologici seguiti dal Valutatore in condivisione con l‟AdG per la loro stima attuale.
Di seguito sono stati quantificati gli indicatori di risultato solo per le misure che hanno registrato la
manifestazione di effetti dalla conclusione di progetti. Rispetto all‟ anno precedente, il Valutatore di concerto
con l‟Autorità di Gestione ha scelto di non fornire stime indicative (per lo più attraverso approcci parametrici)
sull‟andamento dei risultati e degli impatti dal momento che sono in corso rilevazioni puntuali dei dati
attraverso indagini primarie (indagini campionarie) sui beneficiari del PSR. Pertanto, dal momento che le
indagini sono in corso, il Valutatore restituirà le informazioni sugli indicatori comuni di risultato nel corso dei
prossimi rapporti di valutazione.
Tale tipo di approccio viene applicato per gli indicatori R.2, R4, R.7 e R.8 la cui stima, in accordo con quanto
indicato nella scheda di Indicatore del QCMV e specificato nel WP “Monitoring-related questions result
indicators” (marzo 2010) dovrà essere realizzata circa due anni dopo la loro realizzazione (N+2) in base alla
elaborazione di dati primari raccolti attraverso le previste indagini campionarie. Considerando lo stato di
avanzamento delle Misure potenzialmente interessate, tale condizione (N+2) si è verificata solo per i nuovi
interventi conclusi nel 2010. Pertanto, in assenza di una rilevazione puntuale su quest‟ultimi, il valore
dell‟Indicatore inserito nella Tabella comune è “0”.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. ii
R.1 Numero di partecipanti che hanno terminato con successo una formazione in materia
agricola e/o forestale
Attraverso l‟indicatore di risultato R.1 viene definito il numero di partecipanti che ha terminato con esito
positivo un percorso formativo nel settore agricolo, forestale e alimentare. Le disaggregazioni previste dal
Manuale del QCMV per l‟indicatore riguardano il genere (maschile/femminile), la classe di età, il risultato
conseguito e la tipologia (classificazione) dei partecipanti per settore di appartenenza (agricolo, forestale e
alimentare). I Data Base forniti dalla Regione al Valutatore non consentono tali disaggregazioni del dato.
Le attività di formazione in materia agricola e/o forestale sono state realizzate mediante le azioni 1a
“Formazione” e 1b “Tutoraggio aziendale (Interventi di formazione individuale in azienda)” della Misura 111
“Azioni nel campo della formazione professionale e dell‟informazione”. L‟azione 2 “Informazione e
aggiornamento in campo agricolo, forestale ed agroalimentare” non risulta attivata.
Azioni correlate Risultato 2007-
2011 (a) Target 2007-2013
(b) Tasso di esecuzione
(a)/(b)
Azione 1a - Formazione 287 2.641 10,9%
Azione 1b - Tutoraggio 22 341 6,5%
Azione 1a - Formazione e Azione 1b - Tutoraggio 309 2.982 10,4%
Totale (Indicatore di risultato R.1) 309 14.121 2,2%
Fonte: Regione Lazio DWH Monitoraggio integrato con Data Base di Misura
Il numero di partecipanti che hanno terminato con successo una formazione in materia agricola e/o forestale
nell‟ambito delle attività promosse dall‟azione 1a “Formazione”, sono stati determinati utilizzando le
informazioni relative alle persone fisiche che hanno partecipato ad un percorso di formazione promosso
nell‟ambito della stessa azione, archiviate nel Data Base di monitoraggio fornito dal Responsabile di Misura.
In questo sono infatti riportati i partecipanti che hanno superato con esito positivo l‟esame finale al quale
sono stati sottoposti al termine del corso frequentato.
Il numero di partecipanti con successo agli interventi di formazione individuale in azienda (azione 1b) sono
stati determinati utilizzando i dati contenuti nel DHW di monitoraggio fornito al Valutatore dall‟ ”Area
Coordinamento e Programmazione Comunitaria” della Regione Lazio, estrapolandoli dalle domande ammesse
a finanziamento afferenti la Misura 112 “Insediamento di giovani agricoltori” attivata nell‟ambito del
Pacchetto Giovani (PG); questo in quanto risulta che l‟attività di tutoraggio alla data attuale presenta
domande ammesse a finanziamento e finanziate al 31/12/2011 solo nell‟ambito della Misura 112 PG. Tra i
partecipanti alle attività di tutoraggio sono stati considerati “formati con successo” e quindi validi ai fini della
quantificazione dell‟R.1 quelli che risultano avere al 31/12/2011 un decreto di finanziamento (saldo) che
“certifica” il completamento dell‟attività di formazione individuale in azienda.
Per le due azioni considerate, la misurazione degli indicatori è stata effettuata al netto di doppi conteggi
dovuti alla partecipazione dello stesso allievo a più corsi di formazione.
I partecipanti che hanno terminato con successo una formazione (individuale e/o collettiva) in materia
agricola e/o forestale sono complessivamente 309 e rappresentano il 69% del totale dei partecipanti agli
interventi realizzati nell‟ambito delle azioni 1a (Formazione) e 1b (Tutoraggio). In particolare per quanto
riguarda l‟azione 1a l‟incidenza dei formati con successo rispetto ai partecipanti totali è pari al 78,8%(21). Per
ciò che attiene l‟azione 1b la stessa incidenza scende al 22,4%; nel caso specifico però bisogna tenere conto
del fatto che le 98 domande ammesse a finanziamento potranno concludere l‟intervento di tutoraggio in una
data successiva al 31/12/2011.
21
In questo caso non è stato possibile eliminare i doppi conteggi in quanto all‟attualità al valutatore è stato fornito un Data Base “per
formato” solo per i partecipanti con successo e non per i partecipanti totali per i quali si dispone del solo dato aggregato.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. iii
Circa il 20% dei partecipanti con successo è stato formato attraverso l‟implementazione della Misura 111
nell‟ambito dei PIF; quasi il 73% nell‟ambito della singola attivazione della misura e quasi il 7% nell‟ambito
della formazione individuale in azienda (tutoraggio). Quindi possiamo concludere che il 93% dei formati con
successo ha partecipato ad iniziative di formazione collettiva realizzate nell‟ambito dell‟azione 1a
“formazione”.
Per quanto attiene il tasso di esecuzione, la Misura 111 ha raggiunto solamente il 2,2% rispetto a quanto
previsto in sede di programmazione(22); il dato viene ridimensionato se si considera esclusivamente il target
prefissato per le due azioni 1a e 1b raggiungendo in questo caso valori rispettivamente pari al 10,9% e al
6,5%. Considerando il risultato aggregato (n. 309 partecipanti che hanno terminato con successo una
formazione in materia agricola e/o forestale) viene raggiunto il 10,4% del valore obiettivo delle azioni 1a e
1b.
Ipotizzando infine che ciascun partecipante sia legato esclusivamente ad una sola azienda agricola, si può
affermare che il PSR attraverso gli interventi di formazione e di tutoraggio promossi dalle azioni 1a e 1b della
Misura 111 ha raggiunto lo 0,7 % delle imprese agricole attive nella Regione Lazio registrate alla CCIAA
nell‟anno 2011.
R2. Aumento del valore aggiunto lordo nelle aziende beneficiarie
Considerando lo stato di avanzamento delle Misure potenzialmente interessate, tale condizione (N+2) ancora
non si è ancora verificata per gli interventi conclusi nel 2010. Nella valutazione del risultato, infatti, si deve
considerare lo scarto temporale tra la spesa per la realizzazione dell‟investimento e la manifestazione degli
effetti degli interventi sul risultato economico del beneficiario. In altre parole, i risultati ottenuti nell‟anno di
riferimento possono non essere direttamente proporzionali ai pagamenti effettuati, per cui il rapporto di
proporzionalità tra pagamenti erogati e risultati ottenuti potrà essere valutato correttamente solo dopo la
fine del programma.
Tuttavia, al fine di fornire una stima delle performance economiche delle aziende beneficiarie, nell‟anno 2011
è stata realizzata un‟indagine presso un campione di n. 34 aziende beneficiarie del pacchetto giovani,
rappresentativo quindi dei beneficiari che hanno concluso gli investimenti (presentato domanda di saldo) nel
2010. Il risultato riportato nella tabella è relativo a n. 116 aziende agricole (6% del totale degli insediamenti
previsti) che hanno concluso gli investimenti e richiesto il saldo entro il 2010 per le misure 112, 114 e 121.
Complessivamente il pacchetto giovani ha generato un accrescimento totale di valore aggiunto pari a €
1.620.119 (1,3% del valore target dell‟indicatore R2).
Misure correlate
Valore aggiunto nelle aziende beneficiarie (‘000 euro)
Settore agricolo Industria dei
prodotti alimentari Silvicoltura TOTALE
Insediamento giovani agricoltori 423
423
Prepensionamento
Utilizzo servizi di consulenza 15
15
Introduzione di servizi di sostituzione, assistenza e consulenza nella gestione
delle aziende agricole
Ammodernamento nelle aziende agricole 1182
1182
Migliore valorizzazione economica delle foreste
Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali
Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e nuove tecnologie
nei settori agricolo, alimentare e forestale
22 Va comunque evidenziato che alla quantificazione del target contribuisce in modo predominante il valore attribuito all‟azione 2 la quale, come ricordato, non è stata attivata.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. iv
Misure correlate
Valore aggiunto nelle aziende beneficiarie (‘000 euro)
Settore agricolo Industria dei
prodotti alimentari Silvicoltura TOTALE
Miglioramento e sviluppo dell‟infrastruttura in parallelo con lo sviluppo e
l‟adeguamento dell‟agricoltura e silvicoltura
Sostegno agli agricoltori per conformarsi ai rigorosi requisisti prescritti dalla
normativa comunitaria
TOTALE 1620
1620
Il QCMV richiede la misurazione dell‟indicatore di risultato a livello di singola misura. A riguardo, si precisa
che è stata considerata la quota parte dell‟incremento complessivo di valore aggiunto lordo rispettivamente
attribuibile alle tre misure, sulla base dell‟incidenza di ognuna sul volume totale d‟investimento del piano di
sviluppo aziendale. Nella tabella successiva si riporta il valore dell‟indicatore R2 quantificato a livello di
singola misura, il valore target totale dell‟indicatore R2 per il periodo 2007-2013 e il grado di conseguimento
dell‟obiettivo (efficacia).
Misure correlate che registrano effetti Indicatore R2 (‘000 €)
112 Insediamento giovani agricoltori 423
121 Ammodernamento delle aziende agricole 1182
114 Consulenza aziendale 15
Risultato al 31.12.2011 1620
Target 2007 – 2013 127646
Efficacia 1,3%
R3. Numero di aziende che hanno introdotto nuovi prodotti e/o nuove tecniche
L‟indicatore misura la diffusione delle innovazioni di processo e di prodotto nelle imprese agricole, agroindustriali e forestali beneficiarie del sostegno. A seconda della finalità gli investimenti innovativi delle
imprese sono distinti in “nuove tecniche” e “nuovi prodotti”.
Le misure del PSR correlate all‟indicatore sono: 121 – Ammodernamento delle aziende agricole, 122 –
Accrescimento del valore economico delle foreste, 123 – Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti
agricoli e forestali, 124 – Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore agricolo, alimentare e forestale.
Misure correlate
Numero di aziende che hanno introdotto nuovi prodotti e/o tecniche
Aziende agricole Imprese
agroalimentari Aziende forestali
TOTALE Nuova tecnica
Nuovo prodotto
Nuova tecnica
Nuovo prodotto
Nuova tecnica
Nuovo prodotto
Ammodernamento nelle aziende agricole
384
384
Migliore valorizzazione economica delle foreste
Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali
12 12 24
Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e nuove tecnologie
nei settori agricolo, alimentare e forestale
TOTALE 384 12 12 408
Il numero totale di aziende che hanno introdotto nuovi prodotti e/o tecniche (indicatore R3) è pari a 408 (22% del valore target). Per la quantificazione dell‟indicatore di risultato è stata utilizzata l‟informazione,
ricavata dal data base fornito dalla Regione, relativa all‟attribuzione di punteggi di priorità connessi con
l‟introduzione di innovazioni per i progetti che hanno richiesto il saldo entro il 31.12.2011.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. v
Per la misura 121 sono state considerate tutte le aziende che hanno presentato richiesta di saldo a cui viene
assegnato il punteggio per i seguenti criteri di priorità, tutti relativi a nuove tecniche: introduzione di
macchine ed attrezzature innovative per le lavorazione minime del suolo agrario; specializzazione e innovazione dei mezzi e dell'impianto nel processo produttivo; specializzazione e innovazione dei mezzi e
interventi programmati; specializzazione e innovazione dei mezzi e interventi programmati nel processo produttivo; specializzazione e innovazione dei mezzi, stoccaggio del prodotto, gestione della qualità nel
processo produttivo.
La misura 122 è stata attivata nel 2009 e, delle 5 domande acquisite, ne risultavano ammesse a
finanziamento due. Al 31.12.2011 entrambe risultano revocate.
Per la misura 123 sono state considerate tutte le imprese agroalimentari e forestali che hanno presentato domanda di saldo e a cui è stato assegnato il punteggio relativo al criterio di priorità “introduzione di
innovazioni di prodotto e di processo”. Per queste imprese, quindi, non è stato possibile disaggregare l‟indicatore tra “nuova tecnica” e “nuovo prodotto” che, nella tabella, è stato assegnato, per analogia con la
misura 121, alla colonna “nuova tecnica”.
Per quanto concerne la misura 124, complessivamente, con il bando attivato nell‟ambito dei PIF, sono stati avviati 23 progetti integrati che includono altrettanti progetti di cooperazione per lo sviluppo di nuovi
prodotti, processi e nuove tecnologie nei settori agricolo, alimentare e forestale con il coinvolgimento di beneficiari che coinvolgono – a loro volta – ulteriori imprese (agricole, alimentari e forestali) interessate alla
sperimentazione pre-competitiva. Il risultato ovviamente si riferisce ad attività di sperimentazione già concluse, per cui essendo i progetti in corso di realizzazione non è ancora possibile documentare il numero di
imprese che hanno partecipato, in via definitiva, alle attività di introduzione di nuovi prodotti o processi
produttivi.
Il risultato, quindi, è riferito unicamente alle operazioni completate nell‟ambito delle misure 121 e 123,
mentre per le misure 122 e 124 non si registrano progetti conclusi.
Per quanto riguarda la misura 121 complessivamente, al 31.12.2011 risultano conclusi gli investimenti per
384 aziende che hanno ricevuto il punteggio sui suddetti criteri (52% delle aziende saldate) e che quindi
introducono innovazioni.
Il pacchetto giovani è uno strumento in grado di indirizzare gli interventi finanziati verso l‟introduzione di
innovazioni in azienda. Per la verifica dell‟introduzione delle innovazioni è stata utilizzata una specifica sezione del questionario sottoposto ad un campione di aziende beneficiarie del pacchetto giovani. Le
informazioni rilevate sono relative ad un campione di 34 beneficiari che ha concluso gli interventi nell‟anno 2010, e che rappresentano complessivamente 116 aziende agricole che nello stesso periodo hanno concluso
gli investimenti.
Dall‟indagine è risultato che le aziende agricole
beneficiarie del pacchetto giovani che a seguito degli
investimenti realizzati hanno
introdotto nuovi prodotti e/o nuove tecniche sono pari al
21% dell‟universo di riferimento. Tale incidenza
percentuale è superiore a
quella stimata in fase di definizione dei valori target
(21% vs 10%). L‟introduzione di nuove
tecniche ha interessato il 15% delle aziende campione
con effetti soprattutto sulla meccanizzazione delle operazioni colturali. La realizzazione di nuove produzioni
interessa il 6% dei beneficiari intervistati e riguarda prevalentemente la modifica della produzione aziendale.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. vi
Infine una specifica domanda del questionario proposto ai beneficiari del pacchetto giovani ha riguardato gli
effetti delle innovazioni introdotte: ai beneficiari è stato chiesto di valutare, con un voto da 1 a 5, le
conseguenze dell‟innovazione introdotta su diversi aspetti dell‟attività aziendale. L‟analisi dei dati riportata nel grafico, rileva che, i vantaggi maggiori sono ottenuti rispetto alla riduzione dei costi e alla razionalizzazione
dell‟uso dei mezzi produttivi con votazioni mediamente superiori a 3.
Per la misura 123, le informazioni inerenti l‟innovazione di prodotto e di processo sono state reperite nel
sistema di monitoraggio sulla base delle risultanze dell‟applicazione dei criteri di selezione alle domande che hanno concluso gli interventi. Il punteggio relativo alla priorità “introduzione di innovazioni di prodotto e di
processo” è stato attribuito quando il progetto prevedeva la realizzazione di interventi destinati alla creazione
di nuovi prodotti o per interventi nel campo della ICT, nel caso in cui detti interventi fossero prevalenti, in termini economici, rispetto al costo totale dell'operazione.
Le imprese che hanno concluso i progetti con investimenti in innovazioni (di prodotto e di processo) sono 24, su un totale di 51 iniziative progettuali concluse (47% del totale). Il programma, quindi, è riuscito a
finanziarie imprese con una elevata propensione ad innovare le proprie strutture produttive.
I risultati dovranno essere approfonditi sulla base delle informazioni quali - quantitative reperite in sede di indagine campionaria che ci consentiranno di confermare o ridimensionare quanto emerso dall‟elaborazione
di fonti di natura secondaria.
Per quanto concerne la misura 124, gli specifici approfondimenti condotti sui progetti integrati di filiera
hanno rilevato il numero di imprese coinvolte nelle sperimentazioni direttamente (n. 38 beneficiari diretti) o
come destinatarie dei servizi promossi attraverso l‟innovazione (n. 346). Le informazioni di dettaglio e gli
approfondimenti in merito alle ricadute delle innovazioni sul sistema competitivo regionale dovranno essere
ponderate e verificate attraverso fonti aggiornate, rispetto all‟effettivo stato di attuazione dei progetti e
successivamente alla conclusione delle operazioni stesse. A questa stregua risultano necessarie sia una
verifica del dimensionamento dei dati quantitativi, sia una riflessione qualitativa in seno all‟approfondimento
tematico sulla progettazione integrata di filiera.
R4. Valore della produzione agricola soggetta a marchi/norme di qualità riconosciuti.
Contribuiscono all‟ottenimento dell‟indicatore di risultato le misure 132 – Sostegno agli agricoltori che
partecipano ai sistemi di qualità agroalimentare, e 133 – Attività di informazione e promozione
agroalimentare. Le misure contengono l‟elenco dettagliato dei prodotti regionali riconosciuti dai sistemi
qualità comunitari, nazionali che possono beneficiare degli aiuti.
Per la misura 132, risultano n. 38 aziende finanziate come domanda singola, n. 46 aziende nell‟ambito dei
progetti integrati di filiera e n. 73 aziende con il Pacchetto giovani. Il dato complessivo, pari a 157 iniziative
ammesse, è pari solamente al 3,9% rispetto al valore target di fine periodo (4000 adesioni), rimarcando
anche nel 2011 il ridottissimo interesse verso la misura da parte delle imprese. I progetti relativi alla Misura
133 sono stati approvati nell‟ambito della progettazione integrata di filiera sono n. 13, quelli relativi
all‟approccio singolo sono n. 5. I progetti sono in corso di esecuzione. Le stime effettuate lo scorso anno per
l‟indicatore di risultato sono confermate, non essendo stati registrati incrementi significativi nel numero di
adesioni alla misura 132, né la conclusione di progetti nell‟ambito della misura 133.
L‟indicatore di risultato è riferito al valore totale di vendita delle produzioni agricole relative ai
marchi/standard di qualità riconosciuti a livello europeo o nell‟ambito dei paesi membri. Sulla base di quanto
indicato nel manuale del QCMV, rientrano in questa categoria i sistemi di qualità riconosciuti dagli Stati e
nell‟ambito dei seguenti regolamenti comunitari:
Reg. CEE 2081/92 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine;
Reg. CEE 2082/92 relativo alle attestazioni di specificità dei prodotti agricoli ed alimentari;
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2011
pag. vii
Reg. CEE 2092/91 relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli è alla indicazione di tale
metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari;
Titolo VI, sui vini di qualità prodotti in regioni determinate, del Reg. CE 1493/1999 relativo
all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo.
La normativa di riferimento è stata modificata sostanzialmente, nel corso degli ultimi anni, con l‟introduzione
del Reg. (CE) n. 834/2007 relativo alla produzione biologica e all‟etichettatura dei prodotti biologici, che
abroga il 2092/91, con il Reg. (CE) n. 510/2006, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche, nonché
delle denominazioni d‟origine dei prodotti agricoli alimentari, e con il Reg. (CE) n. 491/2009 che codifica il
sistema di classificazione dei prodotti vitivinicoli istituendo le DOP (denominazione di origine protetta), le IGP
(indicazione geografica protetta) e le menzioni tradizionali anche per i vini.
Le riflessioni maturate in ambito valutativo tengono in considerazione sia le esigenze descritte dal manuale
del QCMV, sia il quadro di evoluzione regolamentare. La tabella che segue illustra la ripartizione per tipologia
di sistema di qualità individuato dalle aziende che hanno aderito alla misura 132 all‟interno del pacchetto
giovani per cui è stato possibile rilevare il dettaglio relativo al sistema di qualità interessato.
Misura 132 – Operazioni relative al Pacchetto giovani ammesse per sistema di qualità alimentare
Sistema di qualità Numero operazioni
ammesse %
Biologico 59 80,8%
DOC 1 1,4%
DOP 6 8,2%
IGP 7 9,6%
Totale 73 100%
Fonte: Elaborazioni Agriconsulting su dati sistema di monitoraggio
Si tratta, prevalentemente, di iniziative relative all‟adesione al sistema di certificazione biologico, che
rappresenta oltre l‟80% delle adesioni complessive. I settori preponderanti sono l‟ortofrutta con circa il 39%
delle iniziative e il settore oleario con circa il 26% delle adesioni.
Per la Misura 133 sono state approvate n. 18 iniziative di promozione dei sistemi di qualità alimentare (n. 13
nell‟ambito PIF e n. 5 come domande singole). Nella tabella seguente è riportato il dettagli delle iniziative
ammesse per comparto produttivo interessato, il numero più alto di progetti ammessi si riferisce a sistemi di
qualità nel settore oleario.
Misura 133 - Progetti di promozione di sistemi di qualità ammessi per comparto produttivo
Settore/Comparto Numero domande
ammesse
Biologico 2
Vitivinicolo a marchio 5
Caseario a marchio DOP 2
Oleario a marchio 6
Ortofrutta a marchio 1
Carni a marchio 2
Fonte: Elaborazioni Agriconsulting su dati sistema di monitoraggio
Per la valorizzazione dell‟indicatore R4, è necessario fare riferimento ai dati di natura economica relativi ai
livelli di produzione dei prodotti oggetto degli interventi. Attualmente non si dispone dei dati specifici relativi
all‟incremento/decremento del valore delle produzioni interessate agli interventi sulle due misure.
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pag. viii
Occorrerà strutturare un‟analisi specifica da condurre, ad un livello più avanzato, con delle misurazioni e
stime su dati relativi alle produzioni, in seguito alla conclusione degli interventi (della misura 133 in
particolare) per valutare il raggiungimento dei target.
Per la valorizzazione dell‟indicatore, non disponendo attualmente dei dati di fatturato relativi ai soggetti
beneficiari, sono stati presi in considerazione, per una stima generale delle dinamiche economiche relative, i
dati del Rapporto sulle produzioni a denominazione d‟origine e ad indicazione geografica (DOP-IGP,
Regolamento CE n. 510/2006) dell‟ISMEA 2011.
Lazio – Fatturato alla produzione delle DOP e IGP nella regione nel triennio 2008-2010 (milioni di euro)
2008 2009 2010 Var. %
2010/2009 Peso % 2010 sul totale nazionale
40,9 46,1 46,8 1,6 0,8
Fonte: ISMEA 2011
Nel 2010, la regione Lazi (preceduta da Emilia Romagna, Lombardia, Trentino
Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Campania, Piemonte, Sardegna e Toscana) con un fatturato di 40,9
milioni di Euro riferibili a un totale di 21 prodotti, di cui 11 DOP e 10 IGP registrati. Il fatturato delle
produzioni DOP e IGP regionali ha fatto registrare nell‟ultimo anno un aumento inferiore a quello degli anni
passati, risentendo degli effetti negativi della crisi congiunturale in atto.
Per quanto attiene le produzioni vitivinicole, la regione Lazio, con 31 marchi registrati è la settima regione in
Italia per numero di produzioni DOC/DOCG/IGT. Complessivamente le produzioni vitivinicole regionali a
marchio fanno registrare dei trend negativi a causa di una riduzione sostanziale, dal 2009 al 2010, dei volumi
prodotti (-47,62% per le produzioni DOC/DOCG).
A fronte di tale riduzione nei quantitativi, si registra una lievissima crescita dei fatturati complessivi del
settore (0,2% in più dal 2009 al 2010). Ad un livello di maggiore dettaglio si riducono le produzioni DOC
Castelli Romani (passando da 202.000 hl prodotti nel 2007 a 167.000 nel 2009), Colli Albani (passando da
43.000 hl nel 2007 a 34.000 hl nel 2009) e Frascati (da 128.000 hl del 2007 a 114.000 hl del 2009).
Lazio – Produzioni vitivinicole regionali nel triennio 2008-2010 (milioni di euro)
Produzioni 2008 2009 2010 2010/2009
DOC/DOCG (migliaia di Hl) 889 903 473 - 47,62%
IGT (migliaia di Hl) 324 308 214 - 30,52%
Valore della produzione regionale di vino (milioni di EUR)
60,9 58,3 58,4 0,20%
Fonte: Istat 2011
Per la valorizzazione futura dell‟indicatore di risultato occorrerà tenere conto sia del trend in crescita
marginale del valore delle produzioni, sia degli effetti negativi della congiuntura che tendono ad abbattere gli
effetti incentivanti della misura 132 e gli impatti comunicativi/informativi sul target della misura 133.
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R.6 – Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio, che ha contribuito con
successo: a) alla biodiversità ecc…..
Di seguito sono illustrati i risultati delle elaborazioni svolte dal Valutatore aventi per oggetto le superfici agricole e
forestali regionali interessate nel 2011 dagli interventi realizzati nell'ambito dell'Asse 2 del PSR e finalizzate alla
stima dell'Indicatore comune di Risultato n.6 previsto dal QCMV.
L‟indicatore comune esprime i risultati del Programma in termini di estensione della superficie agricola o
forestale sottoposta, a seguito degli impegni o interventi oggetto di sostegno nell'ambito delle misure dell'asse, ad una gestione ritenuta favorevole (efficace) rispetto alle finalità definite nell‟indicatore stesso.
Queste ultime in larga misura corrispondono agli obiettivi specifici/prioritari assegnati alle misure dell‟asse 2 nel PSR della Regione Lazio: la salvaguardia della biodiversità nei territori rurali (diversità genetica, delle
specie e degli ecosistemi) e in particolare la tutela e lo sviluppo di sistemi agricoli e forestali ad “elevata
valenza naturale”, la conservazione della biodiversità e la tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale.
Si evidenziano alcuni aspetti caratterizzanti l‟indicatore, dei quali è necessario tener conto nella sua
quantificazione e nel suo uso a fini valutativi:
L‟unità di misura utilizzata (ettari di superficie) e il suo riferirsi al concetto di "gestione del territorio" rendono
l'indicatore particolarmente idoneo per la valutazione dei risultati delle Misure 211, 212, 213, 214, le quali
prevedono, infatti, l‟assunzione di impegni di tipo tecnico-gestionale riferiti (così come i relativi pagamenti)
alla superficie agricola; in altri termini, per queste misure vi è una diretta corrispondenza tra natura
dell'intervento finanziato, la modalità di sua misurazione in termini realizzativi e la variabile usata
dall'indicatore per la stima dei risultati dell'intervento stesso ("superficie soggetta ad una gestione efficace
del territorio che ha contribuito con successo a…"). In questa stessa tipologia possono essere ricondotte
anche le misure di imboschimento (Misure 221, 223) le quali favoriscono cambiamenti nel tipo di uso del
suolo, potenzialmente favorevoli rispetto agli obiettivi ambientali e esprimibile anche in questo caso in
termini di superficie interessata. L‟indicatore è invece di più complessa utilizzazione nelle altre misure "ad
investimento" dell'Asse 2 (Misure 216, 226, 227) le quali pur determinando, ma a volte solo in forma
indiretta, miglioramenti nella gestione di aree forestali prevedono speso interventi puntuali non direttamente
quantificabili in termini di estensione di superfici forestali, come richiesto dall'indicatore comune.
Non sono considerate, ai fini del calcolo del presente indicatore la Misura 215 (benessere animale) e la
SottoMisura 214-8 (tutela della biodiversità animale) nelle quali l‟impegno è riferito (ed economicamente
quantificato) non in base ad una superficie bensì al numero di UBA.
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Tab.1: Superficie oggetto di impegno o intervento (SOI) per Misure/SottoMisura/Azione – situazione
dicembre 2011. Valori in ettari
Misura SOI tot
(ha) Sottomisura/Azione SOI (ha)
211 - Indennità a favore degli agricoltori nelle zone montane
38.453 38.453
212 - Indennità a favore degli agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane
7.422 7.422
213 – Indennità Natura 2000 328 328
214 - Pagamenti agroambientali 84.575
1 - Produzione integrata 1.403
2 - Agricoltura biologica 69.826
3 - Gestione del suolo 7.182
4 - Conversione dei seminativi in prati, prati pascoli e pascoli
1.252
5 - Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale
224
6 - Coltivazione a perdere 53
9 - Tutela della biodiversità agraria vegetale 213
11 - Conservazione ed incremento della sostanza organica
4.422
221 - Primo imboschimento dei terreni agricoli 2.987
1. Imboschimenti protettivi e multifunzionali con vincolo permanente
6
2. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo medio-lungo
74
3. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo breve
-
- Impegni assunti nelle precedenti programmazioni : 2080/92; H; 1609/89
2.907
224 - Indennità Natura 2000 865 865
226- Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi
260
1 – Prevenzione e riduzione del rischio di incendio
260 2 – Ricostituzione dei boschi danneggiati dagli incendi
3 – Ricostituzione di boschi danneggiati da calamità naturali
227 – Investimenti non produttivi 687
A – Investimenti intesi a valorizzare la pubblica utilità delle foreste
n.d.
B – Investimenti intesi alla valorizzazione ambientale delle foreste
687
La Tabella 2 riporta i cinque valori totali dell'Indicatore R6 (totali di colonna) ricavati dalla sommatoria delle
superfici agricole o forestali oggetto di intervento (SOI), nell'ambito delle diverse misure, sottomisure e
azioni, che si ritiene contribuiscano agli obiettivi ambientali definiti nello stesso indicatore (Tabella 3).
Si tenga conto che nella sommatoria per obiettivi sono esclusi i “doppi conteggi” derivanti dalla presenza,
sulla stessa superficie fisica, di impegni o interventi relativi a diverse misure, sottomisure o azioni. Ciò si
verifica in particolare nelle zone montane, tra la Misura 214 e la Misura 211. In questo caso si è scelto di
attribuire le superfici interessate contemporaneamente dalle due Misure (e individuate attraverso l‟incrocio
dei dati particellari ricavati dalle BD) esclusivamente alla Misura 214; pertanto la SOI della Misura 211
considerata ai fini del calcolo dell‟Indicatore R6 risulta inferiore (29.955 ettari) rispetto a quella oggetto di
sostegno attraverso l‟indennità (pari a 38.453 ettari, come indicato nella precedente Tabella 1).
I valori ottenuti sono confrontati, in primo luogo, con i rispettivi valori target definiti nella versione vigente
del PSR (Tabella 2) ricavandone indicazioni in merito alla efficacia degli interventi nel raggiungere gli obiettivi
programmatici.
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Tab. 2: Indicatore comune di Risultato n. 6, indici di efficacia al dicembre 2011. Valori in ettari
La Tabella 2 mostra come tutti gli obiettivi specifici di asse, espressi in termini di superficie, siano stati
complessivamente raggiunti. L‟indicatore di risultato n. 6 evidenzia come alcune componenti ambientali
risultino interessate dal PSR in misura nettamente superiore alle aspettative. In particolare per gli obiettivi di
tutela della biodiversità (R6-a) e di evitare la marginalizzazione delle terre (R6-e) sono stati raggiunti indici di
efficacia pari a 132% e 195% rispettivamente.
I buoni risultati raggiunti a livello di asse nascondono gli squilibri tra i risultati raggiunti a livello di sotto-asse
e ancor di più a livello di singole misure. Il marginale contributo delle misure di interesse forestale
all‟indicatore complessivo può essere in parte spiegato dall‟ammontare delle risorse finanziarie loro
assegnate, nettamente inferiori a quelle a disposizione per le misure agro-ambientali, nonché dalla
inadeguatezza dell‟indicatore a misurare gli effetti di talune misure, in particolare di quelle a investimento,
tuttavia, è doveroso chiarire come molte misure abbiano raggiunto, ad oggi, risultati decisamente inferiori
alle aspettative. Gli indici di efficacia ricalcolati per le sole misure forestali rispetto ai medesimi obiettivi di cui
sopra (R6-a; R6-e) sono pari a 27% e 12% rispettivamente.
Indicatore R6 al 2011
Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio che ha contribuito con successo a...
a) alla biodiversità e alla salvaguardia
di habitat
b) a migliorare la qualità
dell’acqua
c) ad attenuare i cambiamenti
climatici
d) a migliorare la qualità del
suolo
e) a evitare la marginalizzazione
delle terre
Valori effettivi, di cui: 121.163 89.442 80.150 88.243 47.992
- agricoltura 116.464 86.445 76.903 84.309 47.127
- forestazione 4.799 2.987 3.247 3.934 865
Valori obiettivo post HC 91.099 79.368 79.873 79.368 24.617
Indice di efficacia (valore effettivo/previsto)
132% 113% 100% 110% 195%
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Tab 3: Indicatore di Risultato n. 6, valori raggiunti al 2011, totali e per Misura/azione. Valori in ettari.
Misure/Azioni
Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio che ha contribuito con successo a…
a) alla biodiversità e
alla salvaguardia di habitat
b) a migliorare la
qualità dell’acqua
c) ad attenuare i
cambiamenti climatici
d) a migliorare la qualità del
suolo
e) a evitare la marginalizzazio
ne e l’abbandono delle terre
211 Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane
29.955 38.453
212
Indennità a favore degli agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane
3.882 7.422
213 Indennità natura 2000 328
214 Totale pagamenti agroambientali
80.153 84.309 76.903 84.309 1.252
214-1 Produzione integrata 1.403 1.403 1.403 1.403
214-2 Agricoltura biologica 69.826 69.826 69.826 69.826
214-3 Gestione del suolo 7.182 7.182 7.182
214-4 Conversione dei seminativi in prati, prati pascoli e pascoli
1.252 1.252 1.252 1.252 1.252
214-5 Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale
224 224 224
214-6 Coltivazione a perdere 53
214-9 Tutela della biodiversità agraria vegetale 213
214-11 Conservazione ed incremento della sostanza organica
4.422 4.422 4.422
214-F1 Ex Reg. 2078/92 set-aside 2.146 2.146
Totale agricoltura 116.464 86.455 76.903 84.309 47.127
221 Totale imboschimenti 2.987 2.987 2.987 2.987
221-1 Imboschimenti permanenti
6 6 6 6
221-2 Arboricoltura a ciclo medio-lungo
74 74 74 74
221-H Ex Reg. 1609/89, 2080/92, 1257/99
2.907 2.907 2.907 2.907
224 Indennità natura 2000 865 865
226 Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi
260 260 260
227 Investimenti non produttivi
687 687 n.d.
Totale forestazione 4.799 2.987 3.247 3.934 865
Totale indicatore R6 (2011) 121.163 89.442 80.150 88.243 47.992
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R7. Aumento del valore aggiunto lordo di origine non agricola nelle aziende beneficiarie
R8. Numero lordo di posti di lavoro creati
R.9 Numero di turisti aggiuntivi
Richiamando quanto esplicitato nella premessa, il valore dell‟indicatore R7, R8 e R9 è pari a 0. I valori
saranno aggiornati alla luce delle risultanze delle indagini dirette in azienda, ad oggi in fase di avvio.
R10: Popolazione nelle aree rurali che beneficia dei servizi migliorati
L‟indicatore di risultato misura la popolazione residente nelle aree rurali che complessivamente si
avvantaggia dei servizi migliorati. Si tratta di un indicatore di sorveglianza per le misure 321 “Servizi
essenziali per la popolazione”, 322 “Rinnovamento villaggi rurali” e 323 “Tutela e riqualificazione del
patrimonio rurale”.
Il target 2007-2013 dell‟indicatore è pari a 546.541 utenti, 202.356 derivanti dalla applicazione della misura
321, 28.385 per la misura 322 e 315.799 dalla misura 323 (comprendendo anche le iniziative di
sensibilizzazione).
La sola misura 321 nell‟ambito della azione c) - “Reti tecnologiche di informazione e comunicazione (ICT)”
relativa agli interventi per la diffusione delle TIC, contribuisce all‟obiettivo di diffondere l‟utilizzo di internet
nelle zone rurali, il cui effetto è quantificato dall‟indicatore di risultato R.11 “Maggiore diffusione di Internet
nelle zone rurali” il cui valore obiettivo è pari a 131.333 abitanti.
Come prevede il QCMV l‟indicatore R10 misura, a progetto concluso, il numero di persone (senza doppi
conteggi) che si avvantaggiano di un servizio. La fonte dell‟indicatore dovrebbero essere essenzialmente la
documentazione progettuale, le fonti statistiche e il sistema di monitoraggio. Si prevede per altro di integrare
le informazioni quantitative fornite dall‟indicatore, in una fase più avanzata del processo attuativo, attraverso
approfondimenti in aree con una particolare concentrazione di interventi in avanzato stato di realizzazione.
Al 31 dicembre 2011 le misure mostrano un ritardo attuativo. La gran parte delle iniziative, sia per le misure
attivate con i PIT che dai Gal, è ancora in corso di selezione o realizzazione: pertanto la verifica degli effetti
e la quantificazione dell‟indicatore R10 è rimandata ad una fase più matura dell‟intervento.
Tuttavia la RAE 2010 evidenziava il risultato determinato da analoghi interventi transitati dal precedente PSR
attivati ai sensi delle misure „N‟ (ora 321) e „O‟ (ora 322). La RAE ha quantificato gli “utenti serviti” in 3.732
dei quali 1.402 grazie all‟unico intervento finanziato per la misura 321 e 2.330 a seguito degli aiuti di cui
hanno beneficiato i 24 progetti della misura 322. Tale risultato pertanto si conferma anche nella presente
annualità.
In conseguenza del ritardo attuativo, anche l‟indice di efficacia, calcolato sui trascinamenti, assume un valore
bassa: 0,7% sul totale della popolazione servita attesa nell‟Asse 3, con andamenti più favorevoli nella misura
322 (8,2%).