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n. 5 - MAGGIO 2014 POSTE ITALIANE SPA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/AN Indulgenza per Loreto e luoghi loretani San Giovanni Paolo II 5 0 0 ° a n n i v e r s ar i o d i D o n a t o B r a m a n t e I N S E R T O S P E C I A L E

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n. 5 - MAGGIO 2014POSTE ITALIANE spa

Spedizione in abbonamento postaleD.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, CN/AN

Indulgenza per Loreto e luoghi loretani

San Giovanni Paolo II

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SERTO SPECIALE

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ORARI

Basilica della Santa Casaore 6.15-20 (aprile-settembre)ore 6.45-19 (ottobre-marzo)La Santa Casa rimane chiusa tutti i giorni dalle 12.30 alle 14.30.

Sante MesseSabato e giorni ferialiore 7, 8, 9, 10 ,11 (7.30 in S. Casa)ore 17 e 18.30 (aprile-settembre)ore 16.30 e 18 (ottobre-marzo)Rosario: ore 18 (17.30 ottobre-marzo)Domenica e giorni festiviore 7, 8, 9, 10, 11, 12ore 17, 18, 19 (aprile-settembre)ore 16, 17, 18 (ottobre-marzo)

ConfessioniGiorni ferialiore 7-12.10ore 16.00-19 (aprile-settembre)ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)Giorni festiviore 7-12.30ore 16-19.30 (aprile-settembre)ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)

Adorazione eucaristica quotidianaLunedì - Venerdì: 9.30-18; Sabato: 9.30-12

Sagrestia BasilicaDalle ore 7 alle 12; dalle ore 16 alle 19.Prenotazioni Sante Messe, stesso orario.

Celebrazione BattesimoPrima domenica di ogni mese:ore 17 (Basilica Santa Casa).

Celebrazione CresimaPrimo sabato di ogni mese:ore 18 (ore 18.30 aprile-settembre)Presentarsi un’ora prima per la regi-strazione dei documenti.

Celebrazione MatrimonioInformazioni presso il Parroco della Santa Casa: ore 10-12.

Congregazione Santa Casa-Negozio(a sinistra della facciata della basilica).Ufficio accoglienza pellegrini e informa-zioni, prenotazione guide turistiche, con negozio ricordi e stampe del santuario, abbonamento alla rivista e iscrizioni alle Messe Perpetue. Ore 8.30-12.30; 14.30-18.30 (15-19 giu gno-settembre).

Ufficio Postale LoretoOrario: 8-13.30; sabato 8-12.30.

INDIC A ZIONI UTILI

[email protected]@delegazioneloreto.it

TELEFONI

Sagrestia Basilicatel. e fax 071.9747.155

Parroco della Santa Casatel. 071.977130

Congregazione Santa Casatel. 071.970104 - fax 071.9747.176

Segreteria arcivescoviletel. 071.9747.173 - fax 071.9747.174

Curia Prelatura Santa Casatel. 071.9747.242

Rettore Basilicatel. e fax 071.9747.154

Archivio-BibliotecaSanta Casatel. 071.9747.160

Libreria Santa Casatel. 071.9747.178

Casa accoglienzamalati e pellegrinitel. 071.9747.213

Albergo Madonna di Loretotel. 071.970298 - fax 071.9747.218

Museo-Antico Tesorotel. 071.9747.198.Lunedì chiuso.Da martedì a venerdì: ore 10-13; 15-18.Sabato e domenica: ore 10-13; 15-19.

Guide turistichetel. 071.970104

QUOTA ASSOCIATIVA A“IL MESSAGGIO della SANTA CASA”

Ordinario …………………… Euro 20,00 Sostenitore ……………… Euro 35,00 Benemerito ……………… Euro 40,00 Estero ………………………… Euro 25,00

SITO INTERNET

www.santuarioloreto.it

* Servizio Autobus ANCONA PER LORETOFeriale: 5.45 - 6.45 - 7.45 - 8.45 - 9.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10 13.15 - 14.15 - 15.30 - 16.45 - 17.30 - 18.30 - 19.30 - 22.15Festivo: 8.00 - 10.20 - 12.40 - 15.00 - 17.45 - 20.15

Servizio Autobus LORETO PER ANCONAFeriale: 5.40 - 6.35 - 7.05 - 7.45 - 8.30 - 9.30 - 10.45 - 12.00 13.00 - 13.45 - 15.00 - 16.00 - 17.05 - 18.15 - 20.25Festivo: 6.55 - 9.20 - 11.40 - 14.00 - 16.40 - 19.15

Servizio Autobus Loreto stazione per LoretoFeriale: 6.45 - 7.00 - 7.55 - 8.25 - 8.55 - 11.00 - 11.55 - 14.15 15.15 - 16.10 - 17.20 - 18.15Festivo: 7.55 - 10.55 - 11.45 - 14.15 - 16.20 - 17.05 - 18.15

Servizio Autobus Loreto per Loreto stazioneFeriale: 6.30 - 6.50 - 7.15 - 8.10 - 8.30 - 10.30 - 11.10 - 13.50 14.30 - 15.35 - 16.28 - 17.55Festivo: 7.35 - 10.35 - 11.10 - 13.50 - 15.35 - 16.30 - 17.55

COME RAGGIUNGERCI…

Mensile del santuario di Lo reto

Delegazione Ponti fi ciaCongregazione Uni ver sa le del la Santa CasaP.zza della Madonna, 1 - 60025 Loreto (AN)

Registrazione Tribunale di Anconan. 7 del 12/08/1948

Iscritto nel ROC con il numero 2120

Diret tore responsabile ed editorialePadre Giu seppe San ta relli

RedattorePadre Marcello Montanari

Consiglio di redazioneDon Andrea Principini

Don Francesco PierpaoliSuor Barbara Anselmi

Dott. Vito PunziRevisione dei testi: Roberto Stefanelli

Imprimi potest+ Mons. Giovanni Tonucci,

Delegato PontificioLoreto, 20 aprile 2014

Questo periodico è associato all’USPI(Unione Stampa Periodica Italiana)

La collaborazione alla rivista è gratuita

StampaIndustria Grafica Bieffe S.p.A., Recanati (MC)

Tel. 071.7578017 - Fax [email protected] - www.graficabieffe.it

“Il Messaggio” esce anche in inglese:

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA

THE SHRINE OF THE HOLY HOUSE

LoretoLoreto

AutostradeBologna-Ancona-Bari e Ro ma-Pescara-An co na: uscita Loreto.

Linee ferroviarieMilano-Bologna-An-cona-Lec ce con disce sa

alle stazioni di Lo re to e Ancona, e Roma-Fal co-nara-Anco na, con ser-vizio di au tocorriere da

Anco na *.Aeroporto “R. San-

zio” di Ancona-Fal co-na ra, 30 km da Lo re to.

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In copertina:Mauro Gandolfi (1764-1834), La Vergine porge il Bambino Gesù a San Gaetano Thiene. Loreto, Museo - Antico Tesoro.

SOMMARIO

Anno 134°n. 5 - MAGGIO 2014

“Loreto, dopo Nazaret, è il luogo ideale per pregare meditando il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio.”

Benedetto XVI

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IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Maggio 2014

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164EDITORIALEIndulgenza per il Santuario di Loreto e i luoghi loretani.p. Giuseppe Santarelli

165LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVOEzechiele e la bambina abbandonatamons. Giovanni Tonucci

166 LETTERE AL “MESSAGGIO”

167SPIRITUALITÀSupplemento di bellezza contro il maleDon Valentino SalVolDi

169 La preghiera per il mondoSr. FranceSca entiSciò

170 La regalità di MariaSr. Maria eliSabetta Patrizi

172 Loreto e la creatività Père Marc Flichy

173La preghiera nella sofferenza: far battere il cuore al ritmo del Suo (15)Paolo GioVanni MonForMoSo

174 Quel passaggio inedito che segna l’umanitàMonS. Decio ciPolloni

176GUARIGIONI A LORETOLa guarigione di Rina BuzziniDott. Fiorenzo MiGnini

177OGNI SANTITÀ PASSA A LORETOSan Giovanni Paolo II (Karol Wojtyła) (1920-2005)P. Marcello Montanari

179Inserto specialeNel 500° anniversario della morte (11 aprile 1514): Donato Bramante a Loreto

183IL “MESSAGGIO” INTERVISTAIntervista a P. Alberto ValentiniVito Punzi

184STORIA ARTE E CULTURA LAURETANASculture in bronzoP. GiuSePPe Santarelli

186LORETO NEL MONDOLa Madonna di Loreto nella nunziatura di StoccolmaDaniela roSati

187 Una statua della Vergine Lauretana a Segni

190 Protetto dalla Vergine Lauretana durante un aneurisma cerebrale

191 Consegnati all’arcivescovo Capovilla la berretta e l’anello cardinalizi

192 La Giornata della donna celebrata a Loreto

193 Incontro del Clero marchigiano

196 NOTIZIE FLASH

500° ann. di Donato Bram

ante

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p. Giuseppe santarelli - Direttore

EDITORIALE

Indulgenza plenaria a chi visita il Santuario di Loreto e i

luoghi loretani nel mondo.

In occasione del Sinodo Straordinario dei Vescovi sulla Famiglia e sul Sacramento del Matrimonio, che

si terrà nel prossimo ottobre, l’Arcivescovo Giovanni Tonucci, il 24 gennaio scorso, ha richiesto alla Penitenzieria Apostolica la concessione straordinaria dell’Indulgenza Plenaria per chi visita la Santa Casa, Santuario della Santa Famiglia per eccellenza, e i luoghi di culto mariano-lauretano sparsi nel modo cattolico.

In data 25 marzo, il cardinale Mauro Piacenza, Pe-nitenziere Maggiore, e mons. Cristoforo Nykiel, Reg-gente, hanno firmato un Decreto, nel quale si legge che Papa Francesco concede per la circostanza l’In-dulgenza Plenaria alle solite condizioni (confessione e comunione eucaristica, preghiera secondo le inten-zioni del Santo Padre) a chi, in spirito di penitenza e con sincera contrizione dei peccati, visita in forma di pellegrinaggio il Santuario di Loreto e i luoghi di cul-to lauretano, esistenti nel mondo cattolico, e recita la Preghiera alla Santa Famiglia, composta per il Sino-

do dallo stesso Papa Francesco. L’indulgenza Plenaria può essere lucrata anche in suffragio delle anime dei defunti.

I vecchi, gli infermi e tutti coloro che, per grave motivo, non possono uscire di casa e spiritualmente si uniscono a coloro che visitano tali luoghi di culto, possono acquistare l’Indulgenza Plenaria, alle stesse condizioni, con animo contrito, nelle solennità e nelle feste della Beata Vergine, recitando la suddetta Pre-ghiera davanti a un’immagine - anche piccola - del-la Madonna di Loreto e offrendo a Dio, per mezzo di Maria, le proprie sofferenze e i propri disagi.

Il Decreto raccomanda ai parroci e ai rettori delle chiese lauretane di essere solleciti nella celebrazione del sacramento della Penitenza e nell’amministrazio-ne della Comunione eucaristica agli infermi.

Qui si riporta la Preghiera alla Santa Famiglia, com-posta da Papa Francesco in preparazione del Sinodo dei Vescovi.

Gesù, Maria e Giuseppe,in voi contempliamolo splendore dell’amore vero,a voi con fiducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth,rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,autentiche scuole del Vangeloe piccole chiese domestiche. Mai più nelle famiglie si faccia esperienzadi violenza, chiusura e divisione:chiunque è stato ferito o scandalizzatoconosca presto consolazione e guarigione. Santa Famiglia di Nazareth,il prossimo Sinodo dei Vescovipossa ridestare in tutti la consapevolezzadel carattere sacro e inviolabile della famiglia,la sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra preghiera.

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mons. Giovanni tonucci - Arcivescovo Di Loreto

LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO

Ezechiele e la bambina abbandonata

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Ezechiele scrive il suo libro di profezie in circostan-ze drammatiche per il popolo di Israele: il re di Ba-

bilonia, Nabucodonosor, conquista Gerusalemme, che aveva cercato di ribellarsi al suo dominio, la sottopone al saccheggio e deporta a Babilonia tutti i cittadini più qualificati. Anche Ezechiele, che appartiene alla classe sacerdotale, è deportato. Più tardi, il re di Giuda, Sede-cia, tenta ancora una rivolta e, questa volta, il re Nabuco-donosor assedia Gerusalemme e la distrugge.

Il compito di Ezechiele è quello di dare speranza al popolo sconfitto, che a suo tempo tornerà nella sua terra, mentre le nazioni che lo hanno umiliato saranno casti-gate dal Signore. Ma intanto Israele deve capire che tutte queste disgrazie sono la punizione per le sue infedeltà all’alleanza con Dio. La prima cosa da fare, quindi, è che ciascuno sia cosciente del proprio peccato e pronto a ri-conoscere la propria responsabilità personale.

Il profeta, nel suo libro, adopera immagini molto bel-le, che colpiscono la fantasia. Basti pensare alla visione delle ossa aride, che si ricompongono in persone vive, con una descrizione che ci fa sentire come di fronte a una rappresentazione cinematografica (37,1-14).

Il capitolo 16 è tutto dedicato alla narrazione della vita di una donna, descritta fin dalla sua prima infanzia fino a giungere alla maturità. Ezechiele ci fa capire che si tratta solo di un’immagine, perché la donna è posta come simbolo della città di Gerusalemme, che Dio ha scelto come luogo privilegiato della sua presenza e che, invece di essere devota al Signore, ha accolto altri dèi e li ha adorati. In verità, quindi, non si parla qui di una persona reale, ma se ne adopera l’immagine per creare un’allegoria, che faccia capire quanto fosse grande l’a-more di Dio per il suo popolo e, in conseguenza, quanto lo abbiano amareggiato i suoi continui tradimenti.

Il profeta parla del momento della nascita di questa bambina, della quale nessuno si era preso cura. Era stata rifiutata e abbandonata, e nessuno l’aveva accolta. Il Si-gnore ha però voluto che ella vivesse, crescesse rigoglio-sa come una pianta campestre, e, quando era già donna, nel pieno della sua bellezza femminile, l’ha scelta come sposa. Con le sue attenzioni e i suoi doni, Dio l’ha fat-ta diventare bellissima, elegante e l’ha fatta sua regina: “Eri famosa in tutto il mondo, la tua bellezza era per-

fetta, ti avevo reso splendida”.Ma l’ammirazione di cui la giovane donna è ogget-

to, per la sua straordinaria bellezza, la fa cadere vittima dell’orgoglio: dimentica chi l’aveva salvata e le aveva permesso di ascendere a un ruolo regale, perde l’inte-resse per lui e disprezza l’impegno di fedeltà che la le-gava. L’attenzione di tanti uomini verso di lei la trovano

G. Darboy, Donna adultera, da «Le Donne della Bibbia», Firenze, 1855. L’immagine fa pensare alla donna di Ezechiele, la quale, da

rango di regina, si trova ridotta a prostituta.

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LETTERE AL MESSAGGIO

Missione lauretana con una grazia sorprendente

pronta a offrirsi a chiunque, così che dal rango di regina, a cui era stata innalzata, la poveretta si trova ridotta al livello triste e umiliante di prostituta.

Le perversioni della donna sono descritte con estrema chia-rezza, e l’allusione al popolo d’Israele si confonde continua-mente con il ritratto della spo-sa infedele. Le diverse nazioni con cui Israele si era alleato, in cerca di una sicurezza illusoria, sono ricordate uno dopo l’altro, e sono rappresentate come gli amanti che, in un vortice fre-netico, si alternano a riceverne i favori. Dietro questa immagine vediamo il tradimento dell’Alle-anza, che Dio aveva stabilito con il suo popolo: allontanandosi da lui, Israele precipita nella rovi-na nazionale. Abbandonando il suo sposo, la sposa cade nello stile di vita più vergognoso.

La pagina del profeta non si chiude però in un tono di con-danna senza speranza. Dio, lo sposo tradito tante volte, ha fat-to sentire alla sposa infedele il peso del suo rammarico. Ma ora egli guarda avanti, ed è sicuro che prima o poi lei tornerà a lui. Per questo le dice: “Io mi ricor-derò dell’alleanza conclusa con te al tempo della tua giovinez-za e stabilirò con te un’alleanza eterna”.

L’immagine del popolo infe-dele e la promessa del perdono di Dio, con lo stabilimento di un’alleanza nuova, ci fa pensare al nuovo popolo, la Chiesa, fon-data con il nuovo patto, sigilla-to con il sangue di Cristo. Ci fa anche pensare alle parole di San Paolo, che paragona il matrimo-nio tra uomo e donna all’amore che unisce Dio al suo popolo. Ancora una volta, l’antica pro-fezia ci parla dei tempi nuovi, quelli che noi viviamo e nei quali sperimentiamo continua-mente l’amore e la misericordia infinita di Dio Padre.

Siamo una famiglia cattolica che vive a Crispiano (TA) e dal 2 al 9 febbraio la Madonna di Loreto è stata portata a Taranto dove è stata accolta calorosamente dalla popolazione e dal Vescovo della città.

Mia madre è stata ricoverata nell’ospedale di Martina Franca l’11.02.14 poichè il giorno dopo avrebbe subito un intervento molto importante e inaspettato e in particolare sarebbe entrata in sala operatoria alle ore 8.30. Ma la mattina seguente, quindi del 12.02, a causa di un’emergenza già in corso in sala operatoria l’intervento viene rimandato di circa un’ora. I valori di mia madre nel frattempo erano troppo alti per subire l’operazione e i medici erano propensi a sospendere e rimandare il tutto.

Nel frattempo io, mia sorella e mio padre ci troviamo in sala in attesa di notizie riguardo il da farsi e mentre l’ansia di mia madre cresce in modo esponenziale, la nostra diventa un misto di paura e preoccupazione. A un certo punto dal corridoio intravediamo l’arrivo della Madonna di Loreto che in processione con il parroco e alcuni fedeli raggiunge il reparto di chirurgia, e senza potervi spiegare il perché entra nella stanza di mia madre, che alla vista della Madonna si alza dal letto e in lacrime chiede il suo aiuto.

Mia madre abbraccia la Madonna, sfoga tutta la sua paura in un pianto ininterroto, le si affida completamente chiedendole aiuto in primo luogo per la speranza che l’intervento si eseguisse e in secondo luogo nella buona riuscita dello stesso. Le sue parole e il suo pianto commuovono tutti, da noi familiari al personale medico, nonché al parroco che si avvicina abbracciandola. Dopo 10 minuti gli infermieri portano il camice verde e mamma entra in sala operatoria alle 10.30. La Madonna prosegue il suo cammino per altri reparti dell’ospedale.

Mia madre finisce l’intervento dopo circa due ore e il chirurgo ci comunica che non ci sono state complicazioni nell’esecuzione e che la massa tumorale era stata asportata come previsto. Mia madre è ovviamente in convalescenza e piano piano affronterà tutto ciò che comporta il post-operazione.

Francamente per come si stavano evolvendo gli eventi quella mattina non conosco una parola che racchiuda la paura, il dolore, la preoccupazione, ed è per questo che crediamo che l’intercessione della Madonna si sia manifestata proprio sulla nostra famiglia.

Famiglia Galiano LuigiCrispiano, Taranto

Statua della Madonna di Loreto destinata alle missioni mariane.

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Don valentino salvolDi

SPIRITUALITÀ

La bellezza salverà il mondo

Supplemento di bellezza contro il male

Il rapporto tra la fede e l’impegno nel campo sociale

E’ uno dei temi sul quale sono spesso invitato a tenere conferenze in Calabria, nel Molise, in Sicilia e nel Sud in genere. Colloco l’argomento nel contesto della fragilità, conflittualità, marginalità e crisi a tutti i livelli, con l’intento di mostrare che queste situazioni non turbano la speranza del credente e non dissipano il sogno grandioso presentato nella lettera ai Romani: secondo Paolo è possibile rinascere da ogni evento negativo, recuperando lo stupore per le tracce di Dio nella nostra vita. E per dimostrare che ciò è possibile, l’Apostolo presenta come modello da imitare Abramo e il suo cammino nel deserto, sorretto per decenni e decenni dalla promessa del Signore: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». «Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare».

Il cristiano è l’uomo della speranza Non può tacere di fronte a tante ingiustizie della

società. Ci sono dei silenzi criminali. Chi non ricorda le parole forti di Martin Luther King: «Io non ho paura delle urla dei violenti, ma del silenzio degli onesti»? Ma, mentre non rischia molto chi denuncia le ingiustizie là dove non imperversa la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta, è in pericolo chi parla di giustizia in alcune zone “calde” del Meridione. Ne va della vita, come è capitato a Borsellino, a Falcone, al beato Puglisi e a tanti altri.

Dopo una conferenza, una donna mi chiese di confessarla: mi domandò che cosa dovesse fare di fronte alla minaccia di essere ammazzata, nel caso si rifiutasse di continuare a riscuotere il “pizzo”…

Altrettanto delicata è la situazione in cui mi trovo allorché sono chiamato a parlare nelle scuole, nel Meridione. Per non esporre giovani a rischi prevedibili, affronto il tema della giustizia alla luce di questa

intuizione: «Contro i mali del mondo, Dio si aspetta che tu manifesti la tua bellezza, celebri te stesso, scopra le tue potenzialità… La tua bellezza, automaticamente, salverà te e il mondo».

Invito tutti a fare leva su quella speranza che aiuta a realizzare quanto – umanamente parlando – sembra irrealizzabile: trasformare in opportunità la crisi e in forza la fragilità. Questa non è eliminata dalla società tecnologica, anzi da essa è messa ancor di più alla prova, come denuncia papa Francesco nell’esortazione apostolica “Evangelii gaudium”: l’attuale sistema socio economico è «ingiusto alla radice». «Questa economia uccide», perché prevale la «legge del più forte». L’attuale cultura dello «scarto» ha creato «qualcosa di nuovo», «gli esclusi non sono ”sfruttati” ma rifiuti, avanzi».

«Papa Francesco, con i suoi gesti e le sue parole, sa attirare a sé...»

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SPIRITUALITÀ

La ventata di una nuova primavera nella Chiesa è percepita da molte persone, che guardano con

fiducia a papa Francesco. Egli, con i suoi gesti e le sue parole, sa attrarre a sé quanti vedono in lui la possibilità di un profondo rinnovamento della Chiesa e della società. Lo si è capito fin dal primo momento in cui si è affacciato alla loggia vaticana, subito dopo l’elezione a vescovo di Roma. Quel suo silenzioso inchinarsi davanti ai fedeli, per avere la loro benedizione, è stato letto come un esplicito desiderio di mettersi dalla parte degli ultimi, servo dei servi di Dio, disposto a lavare i piedi a tutti… come poi concretamente farà il Giovedì Santo, lasciando la basilica di San Pietro per recarsi in carcere a lavare i piedi ai detenuti, compresa una donna musulmana.

«E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza!», ha gridato ai giovani durante l’omelia della Santa Messa della Domenica delle Palme, supplicandoli di evitare il rischio che si corre a cedere allo scoraggiamento: «Dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre: un cuore giovane, anche a settanta, ottant’anni. Cuore giovane! Con Cristo il cuore non invecchia mai!». «Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo». La gioia non nasce dal possesso delle cose, ma dall’aver incontrato Gesù, dal «sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili». «Non dobbiamo credere al Maligno che ci dice: non puoi fare nulla contro la violenza, la corruzione, l’ingiustizia, contro il peccato. Non dobbiamo mai abituarci al male!».

Icona di speranza di vincere il male con il bene, il brutto con il bello e di disarmare la violenza con

il perdono non è solo papa Francesco: c’è tutta una Chiesa che con Lui soffre, gioisce e spera. C’è la schiera dei nuovi martiri, disposti a sacrificare la loro vita per testimoniare la bellezza e la forza rigeneratrice del Vangelo. Ci sono tanti cristiani, nei più remoti angoli della terra, che fanno sfociare la loro fede e speranza in stupende opere di carità e di giustizia, trasformando la miseria in quella povertà che Cristo chiamò beata. Ci

sono tanti preti, religiosi e vescovi che, in situazioni difficilissime, sanno portare avanti dignitosamente il loro ministero, paghi solo di seguire le orme del “Buono e Bel” Pastore e di ubbidire alla perentoria supplica di San Paolo di sconfiggere il male con il bene.

Sconfiggere ogni forma di mafia, non attaccandola direttamente (così facendo, forse, la si rende più forte) ma iniettando in essa il bene, il buono e il bello. Perché la bellezza è quel dono immeritato che ci è concesso quale trampolino di lancio verso la Bellezza increata, che disarma il male e ci rende simili a Dio. Disarma il male non solo opponendo ad esso il bene, ma mostrando concretamente come sia liberatoria e salvifica l’arte di far convivere bontà, verità e unità, correggendo l’odio con il perdono, la disgregazione con la ricerca dell’unità, la menzogna con lo sforzo costante di leggere la storia con occhi di verità.

Nel recente libro “La bellezza salverà il mondo”, il cardinale Ravasi parla dell’estetica simbolica, della Parola e della carne.

Estetica simbolica: il fascino del mistero dà un gusto e una direzione alla vita.

Estetica della Parola: la Bibbia nutre l’uomo di Dio e l’aiuta a scoprire semi di verità e di bontà, anche là dove sembrano prevalere la menzogna e la cattiveria.

Estetica della carne: il credente, sulle orme di Cristo, prende sul serio il mistero dell’Incarnazione, s’immerge nella realtà, “scende agli inferi”, cosciente che la nostra gioia è proporzionale all’impegno di lottare per un mondo in cui regni la giustizia e la pace.

Il credente, sulle orme di San Francesco, non perde tempo a combattere le tenebre altrui, ma accende la propria luce. Non presta orecchio alle false sirene di questo mondo, ma propone qualche cosa di più nobile, piacevole e bello. Non insegue bellezze astratte ed effimere, ma a tutti comunica la gioia che promana dalla bellezza della verità, della solidarietà e della fraternità.

In altre parole: chi ha la fede in Cristo si sforza di salvare se stesso e, diventando sempre più buono e bello, mostra – con la totalità della sua vita – la gioia di sconfiggere il male con il bene, il brutto con un supplemento di bellezza.

«La Bibbia nutre l’uomo di Dio e l’aiuta a scoprire semi di verità e di bontà...»

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sor. Francesca entisciò

SPIRITUALITÀ

“Il beato Staretz scrisse: «Il monaco è un uomo che prega per il mondo intero… Il Signore Gesù Cristo, Figlio di

Dio, dà al monaco l’amore dello Spirito Santo, e questo amore riempie il cuore del monaco di dolore per gli uomini, poiché non tutti seguono la via che conduce alla salvezza. Il Signore fu talmente afflitto che si consegnò alla morte in Croce. La Madre di Dio portò nel cuore la stessa compassione per gli uomini… In questo consiste il nostro servizio al mondo e per questo motivo né i pastori della Chiesa né i monaci devono occuparsi delle cose di questo mondo, ma devono seguire l’esempio della Madre di Dio, che, al Tempio, nel Santo dei Santi, meditava giorno e notte la legge del Signore e rimaneva in preghiera per il popolo” (Archimandrita Sofronio, Silvano del Monte Athos).

La chiamata alla preghiera per il mondo non è un privilegio dei monaci, è un dovere di ogni cristiano. L’incontro vero col Cristo salvatore mette nel cuore dell’uomo il desiderio ardente di condividere questo amore con tutta l’umanità, perché tutti siano salvati dall’Amore di Dio. Il sentimento della compassione è quello che più ci avvicina al cuore di Gesù, nessuno al mondo ci può capire così in profondità come Lui, che ha condiviso con tutti e con ciascuno questo cammino verso la casa del Padre. Come si fa ad essere perseveranti nella preghiera, giorno e notte senza stancarci? Come portare nel cuore tutto il mondo?

DesiderareIl primo passaggio su cui vogliamo fermarci è:

“quando preghi entra nella tua camera” (Mt 6,6b). Per la preghiera è necessario un luogo non solo spirituale, ma anche materiale. Dio non è un’idea, ma una persona e pregare è vivere in pienezza l’incontro con Lui. La camera, la cella, è la nostra personale finestra sul cielo, il luogo dove Dio incontra il cuore dell’uomo, il punto di incontro tra il peccato e la misericordia.

L’esperienza della preghiera alimenta nella nostra vita il desiderio delle cose del cielo, in essa si trovano inspiegabilmente racchiusi tutti i volti e gli sguardi di coloro che non hanno ancora incontrato il calore della presenza di Dio, tra di essi magari ci sono anche persone che amiamo con cui condividiamo la vita, ma non la fede. Eppure pregare incessantemente conserva un fascino particolare, è come avere la possibilità di entrare nel cuore del mondo, guardare le persone e le cose da un’altra angolatura, in una parola portare Dio in ogni cosa.

Ascoltare Il secondo passaggio è: “chiudi la porta” (Mt 6,6a), cioè

separa te e il mondo affinché nulla contamini l’incontro vero col Signore della storia, attraverso la meditazione della sua parola di vita. Chiudere la porta non è facile, non solo perché siamo soggetti all’assalto dei pensieri e delle tentazioni, ma anche perché vorremmo essere noi a condurre la preghiera e far dire a Dio ciò che più ci piace e non ascoltiamo ciò che invece ci dice.

La separazione dal mondo non è poi solo una questione fisica tipica dei monaci, ma è soprattutto un esercizio del cuore e della mente di tutti coloro che,

La preghiera per il mondo

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IL VANGELO NEI MISTERI DEL ROSARIOIl 5° Mistero glorioso

La regalità di Maria

«Per la preghiera è necessario un luogo non solo spirituale, ma anche materiale»

SPIRITUALITÀsr. maria elisabetta patrizi

sfm

una volta raccolti in Dio, non ricercano altro che la sua legge e i suoi voleri. La parola di Dio, risuonando efficacemente nella mente, nel cuore dell’uomo, suscita il desiderio di restare permanenti in preghiera, permanenti per il mondo intero.

PerseverareIl terzo passaggio è infine lo stare “nel

segreto” (Mt 6,6c). La nostra perseveranza si costruisce attraverso l’offerta a imitazione di Maria, donna orante, presente al mistero giorno e notte, tutta protesa ad intercedere per l’umanità presso il Figlio suo. Sapere di avere una Madre che incessantemente ci ricorda alla misericordia di Dio ci consola profondamente. Solo Lei, immagine purissima del Verbo Incarnato, condivide la stessa compassione per l’uomo peccatore, per la sua sete di infinito, una Madre che conosce fino in fondo la fatica e il dolore della vita, ma anche il desiderio di bene iscritto dentro ciascuno di noi.

La chiamata alla preghiera possa riempire il nostro cuore di passione per l’uomo, soprattutto il più lontano, colui che non trova più la strada per il ritorno alla casa del Padre.

Anche per questo mistero del rosario, come per il prece-dente (l’Assunzione), non si trova un racconto diretto

nel santo Vangelo. Tuttavia – come vedremo – già le parole dell’angelo a Maria (cfr. Lc 1,32-33) e il saluto di Elisabetta (Lc 1,41-43) ci parlano della regalità di colui che nascerà per cui la Vergine è Madre del Signore-Re. Ma l’affermazione esplicita della regalità di Maria, Madre, verrà affermandosi pian piano.

Nella “cappella greca” (II sec.), delle catacombe di Priscil-la, sulla via Salaria, ritenuto il più antico cimitero cristiano di Roma, è raffigurata la vergine Maria, di mezzo profilo, che regge con le due mani Gesù Bambino, rivolto verso tre uomini che avanzano a passo slanciato, portando doni nelle braccia protese: sono i Magi. La scena vuole indicare «in Gesù Cristo, Figlio di Dio nato dalla Vergine Maria, un valo-re universale e definitivo: è lui l’Epifania, la teofania storica del Dio che salva». E Maria è la Madre del Re, la Madre dei redenti... la Vergine-Chiesa a cui sono chiamate tutte le genti e l’orante, come nel cimitero detto Maggiore, sulla via Nomentana, a Roma, vicino alla Basilica di S. Agnese, o l’af-fresco nella “cripta della Madonna”, ancora nelle catacombe di Priscilla, in cui la Vergine, seduta col bambino in braccio, ha alla sua destra un profeta che indica una stella sopra il capo di Maria: quella che spunterà da Giacobbe (Num 24,17) ma con allusione anche al germoglio dalla radice di Iesse (di Is 7,14), cioè a Cristo. Così «non si può escludere a priori che, insieme con l’atto di fede nel Cristo che salva, la scena sug-gerisce anche la fiducia nell’intercessione della madre del Redentore per impetrare la salvezza eterna.

Maria è strumento di salvezza e le sue varie immagi-ni, già dal II-III sec., esprimono efficacemente la consape-volezza che i cristiani avevano del ruolo di Maria: madre verginale del Salvatore, novella Eva «causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano» (Sant’Ireneo). E, a partire del V sec., anche del suo ruolo di “regina”. Così nel mosaico dell’arco trionfale (V sec.) di Santa Maria Maggiore, a Roma, accanto a Cristo Re c’è Maria già glorificata che accompagna i credenti (= le pecorelle) nel cammino verso Cristo.

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SPIRITUALITÀ

Ludovico Seitz, Incoronazione di Maria Regina, Loreto, Cappella Tedesca (1892-1902).

Ma già nel II-III sec., e proprio nei luoghi dove si svolse la vita storica di Maria, inizia un culto di venerazione nel-la consapevolezza della grande dignità della Madre del Signore... come cantato nel Magnificat. Ma è Elisabetta, per prima, a chiamarla «la madre del mio Signore» (Lc 1,41-43) ove è usato il termine Κυρίος che nel linguaggio del Nuovo Testamento manifesta la divinità di Cristo ma anche la sua sovranità! Maria, dunque, è Madre di questo Re, successore di Davide, come annunziatale dall’angelo (cfr. Lc 1,32-33). È la Regina Madre.

Giustamente, Origene pone sulle labbra di Elisabetta queste parole: «voi, Madre del mio Signore, voi mia Re-gina». E san Girolamo, proponendo diverse interpreta-zioni del nome Maria, dice che, in siro, significa Domina, cioè: “Signora”. San Pier Crisologo, poi, all’inizio del V sec., dice: «lei chiamata dall’angelo Signora si conosce e dichiara ancella» ma, in realtà, Maria è la Madre del Signore, del Κυρίος, Dominus! Il Cristo è il Re dei Re, il Signore dei Signori e Maria è sua Madre... quindi è Re-gina. E Crisippo di Gerusalemme († 479), commentando il salmo 44 lo dirà esplicitamente: «Dimentica il tuo po-polo... non prestar più attenzione a questa parentela in-feriore, perché tu sarai trasformata in una celeste regina (είς βασιλίδα)». Signora (κυρία) e Regina (βασίλις) ormai si congiungono e diventano equivalenti nella convinzione intima e profonda dei fedeli.

Non poco influsso ebbero i Transitus che celebravano la “dormitio” e l’assunzione di Maria, di cui quello latino più antico è del V sec. o anche prima. Ivi Maria è invo-cata come «la Regina Madre di Dio»; «nostra Signora e Regina».

Pertanto, giacché la tradizione non si consolida in un giorno, possiamo affermare che è verso il Concilio di Efeso (325) quando si incomincia ad attribuire a Maria il titolo di “Regina”. Esso, però, non sarà esplicitamente professato prima del V secolo e sempre in stretta corre-lazione con la regalità di Cristo. Ella ne partecipa: nell’o-nore e nel ruolo. Le si chiede di guidarci o reggerci. Ella è la santa Madre di Dio ma anche « nostra sovrana » come la celebrerà il Concilio di Tyr nel 518. E san Massi-mo il Confessore prenderà l’abitudine di terminare ogni lettera affidandosi alle preghiere e all’intercessione del-la gloriosa e tutta santa Madre di Dio «nostra Regina immacolata e sempre Vergine Maria». Anzi, un giorno egli dovrà affermare pubblicamente, piangendo, la sua ortodossia dicendo: «Sia anatema e ancora anatema, chi non afferma che la nostra Regina (...) è veramente la Ma-dre di Dio».

Ma, come s’è già accennato, la ormai diffusa festa del-la Dormizione di Maria pose in evidenza la regalità uni-versale della Madre di Dio, tanto che Giovanni di Tes-salonica († 630 c.a) la chiamava: «Regina dell’universo intero» e «benefattrice e sovrana del mondo» o «regina

dell’universo» e «nostra illustre sovrana». E sant’Andrea di Creta († 740) descriverà, passo pas-

so, le tappe regali della vita di Maria, di cui l’ingresso in cielo sarà il culmine del trionfo a cui partecipa tut-ta la corte celeste e Maria Regina appare, ormai, nello splendore glorioso della sua maestà. Alla sua interces-sione, sempre efficace, presso il Figlio, nostro Signore e Re, dobbiamo, dunque, ricorrere con sicura fiducia. Ella è colma di misericordia e consolatrice degli afflitti.

Sarà Giovanni Damasceno a riassumere il perché di tanto onore nel suo essere la Madre del Creatore e perciò è giusto che possegga ciò che appartiene a suo Figlio: egli le ha sottomesso tutte le creature. Tra Gesù e Maria c’è reciprocità perfetta di offici, di lode, di mutua rega-lità, per cui Egli le dice: «Tu mi hai donato ciò che tu avevi, ora partecipa ai miei beni. Su, Madre, vieni da tuo Figlio, vieni a regnare con colui che, nato da te, visse con te nella povertà».

E, infatti, la Vergine fu elevata, in anima e corpo, fino al trono del Figlio suo, da dove rivolge sempre a noi – creature redente da suo Figlio – lo sguardo clemente e pio di una tenera Madre.

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père marc Flichy

L’ANGOLO DI PÈRE MARC FLICHY

Stendardo della Congregazione Universale della Santa Casa, particolare

Loreto e la creativita’Loreto e la creativita’Chi legge attentamente i più importanti documen-

ti di Papa Francesco o gli studi concernenti la sua persona è colpito dalla sua critica verso le forme d’im-mobilismo e di lenta ibernazione tuttora presenti nella Chiesa. Il Santo Padre ama la creatività.

Anche nella storia di Loreto si riscontrano pesantezze e ristagnanti forze d’inerzia. In questo luogo l’attenzione è spontaneamente volta alla storia del santuario e alle gloriose tradizioni del passato.

Siamo in presenza di una storia lunga, prodigiosa, richissima di grazia e di spiritualità. È possibile passa-re la vita intera in ricerche affascinanti nell’Archivio di Loreto. Ciò è necessario per alcune persone che hanno ricevuto questa missione. Il loro lavoro sugli inizi del santuario e sulla storia dei pellegrinaggi aiuta a riflette-re anche sul futuro di Loreto! Ma è importante riservare l’attenzione verso il futuro e preparare l’avvento della Nuova Loreto. La storia biblica ci dimostra che Dio si serve di tutto e di tutti per la promozione misteriosa del suo Regno.

Sarebbe interessante riscrivere in chiave attuale e in prospettiva futura la storia della creatività che si è vis-suta a Loreto nel passato, specialmente nel secolo XVI.

Poco tempo fa ho letto gli Atti del Convegno di studi svoltosi a Loreto nel settembre 1983. Ho notato che un momento decisivo per la rinascita dell’attuale Loreto è stata la fondazione della Congregazione Universale della Santa Casa (1883).

I protagonisti della fondazione furono tre : una «tri-nità» molto caotica ma finalmente efficace.

Il Fondatore fu il vescovo Tommaso Gallucci (1813-1897) che nel discorso d’apertura del Sinodo lauretano del 1874 si definì un uomo «che ha sempre odiato le novità». Il Gallucci era infatti un uomo tranquillo e di scarsa iniziativa, però il buon Dio si è servito di questo buon pastore di Loreto, che aveva il senso del governo ed era «buon conoscitore di uomini di cui sapeva saggiare le capacità».

Un secondo personaggio importante nella promozio-ne della Congregazione Universale (C.U.) fu un gesuita. Possiamo chiamarlo il «Persuasore occulto», «Iniziato-re», «Ideatore», «Inventore» della C.U. Si tratta di Luigi Nannerini, nato a Fermo nel 1822 e, come tutti i marchi-giani, assai devoto della Santa Casa. Il cappuccino Luca Gianfrancesco ne fa un ritratto poco esaltante: «Uomo dalla fantasia assai fertile, ottimista inguaribile fino all’inge-nuità, si abbandonava facilmente all’entusiasmo che spesso gli giocava brutti scherzi, impedendogli di fare le scelte più indo-vinate di uomini e di mezzi. Più volte si imbarcò in imprese fallimentari in cui coinvolse Gallucci».

Il terzo protagonista della C.U. è il padre cappuccino Pietro da Malaga, spagnolo (1841-1905), vero creatore e realizzatore, della C.U. e delle grandi opere del VI Cen-tenario della Traslazione nel 1894. Possiamo ammirare il valore di questo religioso irreprensibile. Il padre Gian-franceschi lo descrive «uomo di temperamento forte, irasci-bile, autoritario e indipendente… Aveva la personalità tipica dell’uomo intraprendente e coraggioso, ma insofferente di li-miti che ne ostacolino l’attività e ne mortifichino le iniziative».

Mons. Tommaso Gallucci nel 1881 fu colpito da una terribile emiplegia e rimase pastore della sua diocesi in queste condizioni. Il Nannerini ha sofferto di alcuni smacchi causati dalla sua fantasia incontrollata. Il padre Pietro da Malaga fu perseguitato diverse volte ma riuscì con la sua tenacia a portare avanti il suo progetto di ri-nascita del santuario di Loreto.

Una vicenda del passato che ha segnato una tappa positiva nella storia di Loreto… Mi sembra che la Santa Italia abbia bisogno anche oggi dell’impulso che scatu-risce da una fontana sempre fresca per un’evangelizza-zione aggiornata e permanente.

Dove? - A Loreto. Loreto può e deve presentare la propria candidatura

per il bene del Popolo di Dio.Le condizioni per la riuscita sono quelle del passato,

ritrovando la collaborazione del trinomio: Autorità – In-venzione – Realizazzione.

Ma occorre aprirsi all’intervento soprannaturale della grazia e all’azione dello Spirito Santo, sollecitati da una schiera di anime contemplative pronte a pagare il prez-zo dell’impresa per la costruzione del regno di Dio.

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paolo Giovanni monFormoso

Il dolore, lo squarcio dove entra Dio

La preghiera nella sofferenza: far battere il cuore al ritmo del Suo (15)

Marco Carnà, I due discepoli. « [Gesù] non li mandò solo due a due (Mt, 18,20), ma a due a due davanti a sé stesso (Lc 10,1).

SPIRITUALITÀ

»

A due a due è bello mettersi a pregare: per pregare, per confortare, per confortarsi a vicenda.

Non li mandò “solamente a due a due” (Mt 18,20), ma “a due a due avanti a Lui stesso” (Lc 10,1).

Il comando era chiaro: amatevi gli uni e gli altri (Gv 15,2)... guarite i malati (Mt 10,8)... Ma forse i Dodici non bastavano più, e dunque “Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi” (Lc 10,1). Gesù li manda a due a due perché si possano confortare vicendevolmente nella testimonianza del Vangelo, nella preghiera per gli altri e per i sofferenti e per loro stessi, ed anche perché si attuino quelle parole: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18, 20). Però «Diceva loro: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe”» (Lc 10, 2).

Questa frase si trova anche nel Vangelo di Matteo (cfr. 9, 37) e ci presenta la preoccupazione di Gesù: vede la messe abbondante, vede tante anime pronte, lui è pronto, ma mancano gli intermediari. Dio ha bisogno della preghiera di intercessione, degli oranti: Egli suscita la guarigione e la serenità d’animo e lega la salute e la salvezza degli altri anche alla nostra intercessione, alla nostra preghiera... Dio ha bisogno di noi, ha bisogno di una piena collaborazione con Lui; si tratta di favorire con la nostra preghiera, e con la nostra presenza, l’incontro tra Dio e i sofferenti. Non che Dio non possa fare da solo, ma per la Sua immensa Carità chiede a noi, sue creature, di collaborare con Lui stesso, Creatore del cielo e della terra.

Chi pratica la preghiera di intercessione si comporta in qualche modo come Anania: “Ora c’era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista (…) Va’, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele” (At 9, 10-15): la preghiera di

intercessione è un potente strumento per chiedere a Dio di realizzare il giusto progetto per la vita della persona per la quale preghiamo, e Lui chiede a noi di essere suoi buonissimi complici. Stupendo a questo punto il sollecito di Giacomo: “Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi. Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati.” ( Gc 5,13-18)

Allora la preghiera di chi va davanti a Lui per pregare per qualcun altro, potrebbe avere l’effetto simile a quello favorito da coloro che Gli portarono un cieco pregando di toccarlo (Mt 8,22-26): dopo l’incontro tra Gesù ed il cieco, la separazione non è più possibile, il cammino sarà infinito perché in compagnia di Lui; ora il cieco non ha più bisogno di usare la mente, userà gli occhi! I suoi occhi saranno il riflesso della luce dell’anima che ha incontrato Dio, e ora gli occhi e gli occhi dell’anima lo guideranno senza inganni alla scoperta del mondo.

In qualche modo è come se il Signore ci chiamasse

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Quel passaggio inedito

che segna l’umanità

SPIRITUALITÀmons. Decio cipolloni

come Anania per affidarci altri sofferenti e nella preghiera di intercessione, nella sofferenza, affida a noi la nostra personale missione di essere e stare tra i sofferenti e Lui. Per presentare come uomini a Dio la fragilità dei nostri fratelli, e dar voce come figli di Dio davanti ai nostri fratelli alle esigenze di Dio: ecco l’intercessore a fianco a Cristo, Lui che sta da entrambe le parti essendo uomo-Dio. È la bellezza straordinaria della preghiera di intercessione per i sofferenti: la misura della nostra Fede in Dio e dell’amore per il prossimo, ripagati col divenire parte, nel rito della preghiera, della Sua incessante liturgia della vita.

“Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo”. (Gal 6,2)

Quel Cristo che “è risuscitato, sta alla destra di Dio ed intercede per noi!” ( Rm 8,34), lo stesso Cristo che ancora prima di giungere alla pienezza nel mistero di Morte e Risurrezione, dice a Pietro: “Simone, Simone, ecco, Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano, ma io ho pregato per te...” (Lc 22,31-32). Ho pregato per te...: con queste premesse non dobbiamo fare altro che metterci all’opera! Maria, con il suo magnifico e pieno “Eccomi” (Lc 1, 38), è già in cammino con noi.

(continua-)

Quando vi giungerà il Messaggio saremo nel pieno del tempo pasquale, che vuole aiutarci a cogliere nella preghiera e nella

riflessione il senso più profondo del mistero che l’avvolge. Per questo desidero attardarmi con voi per rivelare la grazia che da esso scaturisce.

E’ stata Pasqua. Di chi? Di Dio, che salvò le case degli ebrei, segnate dal sangue dell’agnello. Di Cristo, che crocifisso per amore vince la morte.

Pasqua dunque è il passaggio di Dio sulla tomba sigillata dall’odio di chi volle allora, e di chi continua oggi, a chiudere nel silenzio la Parola eterna fatta salvezza; sul corpo avvolto da quel lenzuolo, che ha fissato per sempre, nella misteriosa sindone, l’uomo dei dolori.

E’ ancora il passaggio di Dio nella storia, segnata dal delitto di Caino e dall’innocenza di Abele, dal vitello d’oro costruito dalle passioni umane, dal cuore assetato di effimero e dal senso dell’onnipotenza, inconsistente e velleitaria.

E’ il passaggio di Dio tra le macerie di città distrutte, tra i corpi senza vita di quella sequela di morti, ignominia e vergogna di una civiltà senza amore e senza giustizia. E’ il passaggio di Dio tra le case degli uomini, laddove la violenza soffoca il vagito di un bambino o lo uccide con le stesse mani che lo hanno generato e abbracciato.

“Volgeranno lo sguardo verso colui che hanno trafitto”. Non possiamo però non pensare prima allo sguardo di Cristo, che aveva tante volte rivolto alle folle, ai malati, ai piccoli; sguardo di amore e di compassione come ci ha detto nei quaresimali l’Arcivescovo Tonucci, per non farlo perdere nel vuoto, ma lo accogliamo come luce sul nostro cammino, bisognosi ancor di più di tenerezza e di compassione, perché i nostri sguardi siano come i suoi.

Allora lo sguardo era quello della turba dei Giudei, che lo schernivano, quello del centurione che lo riconosceva come figlio di Dio, quello delle pie donne che lo piangevano con un cuore materno trafitto dal dolore. E lo sguardo degli uomini di oggi, a chi è rivolto? Ancora a lui?

Un sondaggio affermava un decennio fa che il 78% degli americani credeva nella resurrezione di Cristo. E per gli italiani? Quale percentuale? E’ difficile dare delle cifre, perché se la percentuale

«Chi è malato chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo

averlo unto con olio nel nome del

Signore» (Gc 5,13-

18).

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SPIRITUALITÀ

dei battezzati è altissima, al di sotto del 20% è quella dei praticanti. Tanta è l’ignoranza religiosa, quanto superficiale ed emotiva. Ci balzano davanti agli occhi le folle che hanno riempito le vie e le piazze il venerdì santo, seguendo il Cristo morto: il tutto misto tra emozioni, qualche sommessa preghiera e tanto folklore. Quelle folle comprendono il mistero dell’uomo dei dolori? E che risposta danno alla loro vita, più rassegnata che amata, alla fede più emotiva che convinta?

Perché le stesse folle non hanno riempito le chiese la notte di Pasqua? Eppure questa ha il suo fascino, segnato fortemente dai riti della Settimana santa, che scandiscono i giorni: la Cena del Signore, con la solenne esposizione ed adorazione, che ha chiamato a raccolta i fedeli non per andare a visitare i così detti sepolcri ma

per sostare in compagnia del Signore nella notte del suo Getsemani. Anche al di fuori del giovedì Santo ogni volta che si sosta davanti al tabernacolo si può rivivere con lui quella notte; il venerdì santo, per chi in particolare è entrato ed entrerà nella Santa Casa, meglio potrà accogliere il mistero di quella Incarnazione che nella crocefissione ha segnato il suo sublime e sconcertante traguardo; il Sabato santo, grande attesa, accompagnata dal silenzio di Maria, che con noi sempre accoglie il Signore risorto, perché sia lui la nostra Pasqua, quella di una vita rigenerata al bene, purificata dai veleni del male, rasserenata dalla pace, dono del figlio dalle mani forate e dal costato aperto.

La sua Pasqua, ne abbiamo ancora di tempo, diventi la nostra, perché il cuore sia aperto all’amore e al perdo-

no, le mani bucate alla carità.

A Pasqua tutto si rin-nova: si rinnovi la Chie-sa nello splendore della sua tenerezza materna, più che quello di studia-te e fredde celebrazioni; si rivestano, come dice Papa Francesco, i vesco-vi e i sacerdoti dello stile del servizio, perché non siano padroni, ma ser-vi; si allietino i cristia-ni perché non sia la vi-gliaccheria a dominarli, ma il coraggio cristiano a possederli.

Se ancora non abbia-mo fatto Pasqua, faccia-mola; la potrà fare con noi Cristo, la potrà fare la nostra indebolita so-cietà.

Fratelli Lombardo, Caino uccide Abele, Porta centrale della basilica di Loreto (1590-1610). «E’ ancora il passaggio di Dio nella storia, segnata dal delitto di Caino e dall’innocenza di Abele».

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GUARIGIONI A LORETOproF. Fiorenzo miGnini

L’Osservatorio Medico “Ottaviano Paleani” è stato stabilito presso la Santa Casa di Loreto il 2 Febbraio 2012 al fine di constatare, raccogliere i fatti ed effettuare la valutazione di ciascun caso di guarigione apparentemente inspiegabile, nonché di monitorarne l’evoluzione per almeno un anno attraverso un’attività professionale qualificata. Il materiale proposto in questa rubrica proviene dall’archivio dell’osservatorio. Per ulteriori informazioni si può consultare il sito: www.osservatorioloreto.org

La guarigione diRina Buzzini a Loreto con le dame dell’Unitalsi nel giugno 1955.

Loreto, 15 giugno 1955

La Signora RINA BUZZINI è nata il 5/8/1926 a Stragnano Molin Nuovo (Arezzo). Nella primavera del 1946 le viene diagnosticata una “pleurite secca destra” guarita in quasi un anno mediante cure praticate a domicilio. Nell’ottobre dello stesso anno subisce un’appendicectomia, ma al tavolo operatorio le viene riscontrata una peritonite cronica tubercolare. Da allora la Signora Buzzini comincia ad avere coliche sempre più frequenti e dolorose, accompagnate da vomito e diarrea muco-sanguinolenta intervallata da stipsi. La temperatura si assesta sui 37,5 °C circa durante il giorno con frequenti picchi di 38,5°-39°C di sera. Fino al 1950 la Signora Buzzini viene curata a casa con cicli di penicillina/streptomicina, cure ricostituenti e antianemiche, poi per il persistere della sintomatologia viene ricoverata nell’Ospedale Civile di Arezzo quindi trasferita in montagna per un mese e mezzo. Nel 1951 viene ricoverata all’Istituto Ortopedico di Villa San Camillo di Forte dei Marmi, ma le condizioni cliniche della Signora diventano sempre più gravi; la paziente si alza sporadicamente, la temperatura è sempre febbrile e le coliche durano anche una settimana. Varie volte viene “siringata” per estrarre urina peraltro mista a sangue. Nello stesso anno si manifesta una fistola vaginale da raccolta ascessuale fredda verosimilmente localizzata nel cavo del Douglas. Alla visita obiettiva, l’addome è sempre globoso e dolente.

Dal Gennaio 1955 non riesce più ad alzarsi e resta a letto fino al momento in cui, essendosi notevolmente aggravate le condizioni, il 7 Giugno la paziente viene ricoverata d’urgenza presso l’Ospedale Civile di Arezzo

dove le vengono praticate tre trasfusioni di sangue, cure ricostituenti ed antianemiche. Lo stato generale è di grave denutrizione con notevole pallore, assenza di riflessi corneale e faringeo; sfregamenti pleurici e minore espansione del margine inferiore polmonare destro; addome tumido ma ben trattabile, indolente, non presenza di masse palpabili; notevole dilatazione gastrica con “guazzamento”; riflessi addominali assenti. La paziente esprime il desiderio di recarsi a Loreto; i medici la dimettono dall’Ospedale, ma senza assumersi responsabilità per quanto riguarda il pellegrinaggio.

Il 13 giugno giunge a Loreto, col treno rosa, in condizioni gravissime. Viene portata in Chiesa dove improvvisamente avverte di sentirsi bene; si alza in buone condizioni di salute. Da notare che nel momento della guarigione, la Buzzini era in stato d’incoscienza riprendendosi nel momento in cui si alza.

I medici del pellegrinaggio annotano quanto segue: “Confrontando i dati clinici attuali con quelli asseriti nei certificati che accompagnano l’ammalata, si deve concludere che le condizioni della Buzzini sono notevolmente modificate specie per il quadro addominale tanto che ora l’ammalata può nutrirsi anche con cibi solidi senza aver vomito. Le sue condizioni saranno controllate fra un anno”.

A distanza di un anno, esattamente in data 23/8/1956 i medici del treno Pellegrinaggio Toscano, dopo aver preso visione della documentazione medica e dopo aver sottoposto a visita medica la Sig.ra Buzzini Rina, dichiarano in scienza e coscienza di averla trovata clinicamente guarita. (Dr. Bordoni Tito di Firenze, Dr. Porciatti Ferrario, Dr. Ducci Giovanni di Arezzo, Dr. Toma Giuseppe).

Rina Buzzini

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San Giovanni Paolo II (Karol Wojtyła) (1920-2005)

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Il 27 aprile 2014, festa della Divina Misericordia, è stato proclamato santo Giovanni Paolo II, il grande ponte-

fice che ha lasciato tracce incisive e determinanti nella storia e nella cultura dei decenni che hanno segnato il passaggio tra il secondo e il terzo millennio.

Nei ventisette anni del suo pontificato (1978-2005), densissimo di iniziative pastorali e viaggi apostolici (104) che lo hanno messo in contatto con tutti i popoli e con tutte le religioni, Giovanni Paolo II ha saputo mira-bilmente coniugare i valori perenni della fede cattolica con le esigenze e le novità del nostro tempo.

Beatificato da Benedetto XVI, suo successore, il 1° maggio 2011, dopo appena sei anni dalla morte, ora è stato proclamato santo da papa Francesco. Qui lo voglia-mo ricordare, oltre per la sua grandezza e la sua profon-da spiritualità, soprattutto per il suo speciale rapporto con il santuario di Loreto.

La vita eccezionale di Giovanni Paolo IIGiovanni Paolo II, al battesimo Karol Wojtyła, nacque

a Wadowice, in Polonia, il 18 maggio 1920. E’ ricordato per i grandi eventi legati al suo straordinario pontificato e alla sua figura eccezionale e carismatica; ma non ci sfugga la testimonianza della sua santità, che i mass-media spesso igno-rano o tacciono.

Nonostante la sua intensa attività, Gio-vanni Paolo II fu un “uomo di profonda preghiera” perché convinto dell’azione costante di Dio nella sua vita e nella vita della Chiesa a lui affidata. La preghiera l’ha ispirato e sostenuto in tutta la sua vita e durante gli anni del suo pontificato, so-prattutto quando è stato afflitto dalla sua ultima malattia. Per Giovanni Paolo II “il primo compito del Papa verso la Chiesa e il mondo è quello di pregare”.

Mai prima d’ora il messaggio del Van-gelo era stato predicato con tanta ampiez-za e intensità: e i frutti di questo sforzo sono stati immensi. Giovanni Paolo II è stato definito “angelo della nuova evange-lizzazione, dell’evangelizzazione planeta-ria”, specialmente per il suo impatto sulle folle più disparate e sui giovani. Notevole

anche la sua opera di pacificazione tra i popoli e tra le religioni.

Un Papa tutto di Maria: ‘Totus tuus’Giovanni Paolo II si è distinto per la sua devozione

alla Madonna: quanto ha fatto al fine di riportare Maria al centro della vita cristiana ha qualcosa di veramente straordinario. Si è affidato totalmente a Maria (“Totus Tuus” era il suo motto!): ha affidato totalmente a Lei la Chiesa e il suo pontificato appena eletto Papa, il 16 otto-bre 1978. Giovanni Paolo II ha dato inoltre un impulso decisivo al recupero della devozione mariana, affievoli-tasi dopo il Concilio, con la promozione della preghiera del Rosario, con i suoi numerosi pellegrinaggi ai san-tuari mariani e con alcuni documenti di grande valore come l’Enciclica Redemptoris Mater del 1987 e la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae del 2002.

Un Papa ‘lauretano’ come nessun altroCome Papa eminentemente mariano ha rivolto la sua

devota e particolare attenzione al santuario di Loreto che custodisce la Santa Casa di Maria e il ricordo tan-

San Giovanni Paolo II in Santa Casa, l’8 settembre 1979.

p. marcello montanari

OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO

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gibile del mistero dell’Incarnazione. Giovanni Paolo II ha definito Loreto “Primo santuario mariano di portata internazionale dedicato alla Vergine e, per diversi secoli, vero cuore mariano della cristianità”.

Di grande importanza la Lettera in occasione del VII Centenario Lauretano del 15 agosto 1993. E’ come un pic-colo trattato biblico-teologico sui messaggi spirituali le-gati alla Santa Casa, al mistero dell’Incarnazione, al ruo-lo dello Spirito Santo, al luogo “della grazia”, alla santità della famiglia, alla dignità del lavoro umano e della vita consacrata.

A conclusione del VII Centenario, Giovanni Paolo II ha donato al santuario una Rosa d’oro (10 dicembre 1995); una seconda Rosa d’oro detta della famiglia è stata da lui donata al santuario il 10 dicembre 2000. Ambedue sono collocate nella Santa Casa.

Altro segno straordinario del profondo legame del Papa con il santuario lauretano è stata la presenza in San Pietro della statua della Madonna di Loreto, da lui espressamente voluta, per la Giornata Mondiale della Famiglia del 20-21 ottobre 2001.

Cinque volte pellegrino a Loreto da PonteficeDurante il suo pontificato Giovanni Paolo II si è recato

ben cinque volte a Loreto, sempre in concomitanza con

eventi significativi o di risonanza internaziona-le, contribuendo notevol-mente a diffondere la co-noscenza e l’importanza del santuario lauretano.

L’8 settembre 1979 (fu uno dei suoi primi pelle-grinaggi da Papa) affidò alla Vergine Maria il suo imminente viaggio all’O-NU e rivolse a Lei una calda preghiera per l’Ita-lia, invitando gli italiani a guardare “la luce che sca-turisce dalla tradizione della Casa nazarena”.

Tornò a Loreto l’11 aprile 1985 in occasione del Convegno della Chie-sa in Italia, presenti tutti i cardinali e i vescovi ita-liani.

Si è recato nuovamen-te a Loreto il 10 dicem-bre 1994 per l’inaugurazione del VII Centenario della Traslazione della Santa Casa e per la conclusione della “Grande Preghiera per l’Italia”. Nell’omelia ha intessuto sublimi riflessioni sull’Annunciazione del Signore avve-nuta nella Casa di Nazaret, venerata a Loreto.

Il Papa è tornato a Loreto il 9 e il 10 settembre 1995. È stata la più lunga delle sue visite ed è stata la più memo-rabile, anche per l’eccezionale risonanza che ha avuto attraverso i mass media. Giovanni Paolo II, nel discorso ai quattrocento mila giovani e ai milioni di ascoltatori collegati attraverso la televisione, ha detto: “A tutti dico: ecco la vostra Casa, la Casa di Cristo e di Maria, la Casa di Dio e dell’uomo. Giovani d’Europa, in marcia verso il 2000, entrate in questa Casa per ricostruire insieme un mondo diverso, un mondo in cui regni la civiltà dell’a-more”.

Nella prima mattinata del 10 settembre, prima del-la solenne concelebrazione nella conca di Montorso, il Papa ha sostato a lungo in preghiera nella Santa Casa insieme alle claustrali carmelitane e passioniste di Loreto.

Il quinto pellegrinaggio di Giovanni Paolo II a Lore-to, del 5 settembre 2004, fu anche l’ultimo viaggio del Papa prima della sua morte. Nell’anfiteatro naturale di Montorso incontrò circa trecento mila giovani dell’Azio-ne Cattolica Italiana e ha beatificato tre grandi testimoni dell’Azione Cattolica: Alberto Marvelli, Pina Suriano e Pedro Tarrès y Claret. Mai a Loreto era stata effettuata una cerimonia del genere.

San Giovanni Paolo II, il 21 ottobre 2001, nella basilica di San Pietro, accanto alla statua originale della Madonna di Loreto, ivi portata in occasione del 20° anniversario della Familiaris consortio.

San Giovanni Paolo II a Montorso (Loreto), il 9 settembre 1995, in occasione del Pellegrinaggio dei Giovani d’Europa.

OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO

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Nel 500° Speciale

Il Rivestimento marmoreo della Santa Casa, eseguito su disegno di Donato Bramante. E’ stato definito: «La massima impresa plastica del pieno Rinascimento».

Nanni Monelli

Che il celebre architetto marchigiano, Donato Bramante, nativo del Montefeltro (1444-1514) abbia lasciato tracce delle sue abilità a Loreto lo sanno in molti, ma quale siano le sue opere e soprattutto quale sia il loro valore non è altrettanto chiaro. E men che meno detta conoscenza è aggiornata ai ri-sultati delle ultime indagini sulle strutture architet-toniche lauretane. Così che la celebre dichiarazione di Giulio II che nel 1507 inviò il Bra-mante a Loreto su richiesta del gover-natore della Chiesa lauretana Domeni-co Sebastoli d’An-guillara perché “le cose de Sancta Maria gli stavano molto ad core” per farvi “cose magne”, risulta più una di-chiarazione a pri-ori, del tipo “l’ha detto lui”, che una conferma desunta da quanto realiz-zato, visibile ancor oggi.

Quale era lo stato dei luoghi quando il Bramante iniziò a operare a Loreto per fare quelle cose che ancora dopo se-coli risulteranno di grande valore?

Di certo esiste-

va la Basilica con un campanile a base quadrata; nell’interno dell’edificio sacro, nuovissima costru-zione, era un altro edificio che doveva rassomiglia-re più a un rudere che a uno spazio abitabile. Uno stridente contrasto con lo spazio che l’accoglieva e lo proteggeva che, con cupola o senza, è quello maestoso che noi oggi ammiriamo. La Santa Casa smontata era stata rimontata garantendo il rispetto

di valori differenti da quelli richiesti dal voler apparire decente abitazione in aperta campagna. A questo germe nel-le Marche erano sta-te addossate struttu-re sin al 1438-66. E non erano le prime a lasciare cicatrici poco estetiche con la distruzione, in quanto sino a circa il 1294 dall’epoca giudeo-cristiana a Nazareth di Pale-stina erano quel-le di una Domus divenuta Ecclesia. Entrambe queste ti-pologie di addizioni erano state elimina-te per permettere ai pellegrini un godi-mento dello spazio sacro che altro non era se non la Camera di Maria. Ed è a que-

Anniversario della morte (11 Aprile 1514)

Donato Bramante a Loreto

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Speciale

sto ammasso riportato all’ingombro del volume sa-cro vero e proprio che Donato Bramante propose un rivestimento in bianco marmo di Carrara scolpito.

Rivestimento marmoreo della Santa Casa

Il risultato finale che si otteneva con il rivestimen-to risultava migliore di quello ammirabile oggi, ri-manendo sempre la Santa Casa sopra un poggio al centro della chiesa a pianta composita antropomor-fa, opera quest’ultima di Francesco di Giorgio. La differenza sostanziale tra quello di ieri e quello di oggi risiede nel fatto che il marmo appena scolpito,

essendo materiale con una struttura cristallina, ha un aspetto vivo e brillan-te subito dopo la modellazione con gli scalpelli, aspetto che la stessa superficie perde quando con il passare del tempo e l’inquinamento si vela in maniera ir-reversibile il candore e la brillantezza cristallina della superficie creatasi con il taglio per l’asportazione.

La Reliquia, se con l’edificio aveva una custodia degna e significante, con il rivestimento aveva il decoro dovuto al suo valore. Il rivestimento, creando una palese emergenza, metteva ordine in un cantiere ancora aperto e una graduato-ria palese di valori con cui facilitare gli ultimi passi del pellegrinaggio.

Interventi nella chiesaQuesta modifica e il passare del tem-

po, che rendeva sempre più lontana la traslazione, rendevano non più utili al-cune difese militari come le balconate sui fianchi della basilica, soluzione che riprendeva una tipologia difensiva mol-to in uso da parte dei Crociati in Terra Santa. Se la chiesa composita a pianta antropomorfa, la cui costruzione era iniziata nel 1469 su progetto di Fran-cesco di Giorgio senese, assolveva con maggior decoro alla funzionalità e sicu-rezza per la reliquia, la stessa gamma di funzioni erano state assolte dalla prima chiesa normanna costruita sotto l’epi-scopato di Angelo Rinaldi negli anni 1383-1412 dove è ora la Santa Casa. Con l’eliminazione delle balconate esterne e la conseguente trasformazione dei nic-chioni perimetrali lungo la direttrice est

ovest si attuava un salto di qualità grandioso a favo-re del clima religioso del suo interno. Se infatti con passaggi interni allo spazio dei nicchioni si poteva accedere alle strutture utili per la difesa militare, con la trasformazione ad opera di Donato Bramante dei nicchioni in cappelle (1509) non solo si eliminava un viavai poco devozionale di armati dove sostavano i fedeli in devota preghiera prima dell’ultimo passag-gio in Santa Casa, ma si creava anche una pluralità di luoghi devozionali che esaltavano l’unicità della sacralità della Reliquia. Intervento da poco se lo si considera solo sotto l’aspetto contabile, ma impor-

(2) – Pianta del Palazzo Apostolico e della sezione occidentale della chiesa di S.

Maria di Loreto, con una nota di Antonio da Sangallo il Giovane, che dice: «Santa

Maria di Loreto in la Marcha, cioè lo palazzo inanzi alla chiesa principiato per

Bramante, guidato male per lo Sansovino, bisogna corregierlo». Firenze, Uffizi,

Gabinetto Disegni e Stampe.

(1) – Firma autografa del Bramante, apposta a una quietanza rilasciata al fiorentino

Antonio Pellegrini, l’11 giugno 1509, per l’esecuzione del modello ligneo della

facciata della chiesa di S. Maria di Loreto. Collezione privata.

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Speciale

I due bracci del Palazzo Apostolico. Foto Montesi.

tantissimo perché coniuga alla perfezione delle ar-chitetture la ricchezza unica della sacralità del luo-go dell’Annunciazione e del Concepimento come uomo di Gesù il Cristo.

Queste modifiche apportate all’interno della basi-lica sono tutt’oggi testimoniate dalle chiusure delle luci di passaggio dall’interno alle balconate ancora visibili camminando nel vicolo degli Stemmi e nella strada simmetrica sul lato opposto, che è sul fianco a sud della basilica, mentre le strutture aggettanti sono state asportate da Giuseppe Sacconi nel 1902-03, in quanto con la sterilizzazione e il non uso per secoli erano divenute cadenti escrescenze. Pur in-troducendo tutte le cautele necessarie, non per nulla anche nelle nuove costruzioni furono realizzate ef-ficaci bocche per armi da fuoco.

Il Palazzo ApostolicoIl progetto bramantesco per Loreto poteva esse-

re completato con la realizzazione di un palazzo con cortile che servisse da introito allo spazio sacro

della Reliquia per gli uomini e le donne, affaticati e stanchi. Lo spazio da utilizzare era lo spiazzo poco accogliente anche se funzionale per i pellegrini e le loro masserizie, sin dall’origine dotato di alto valore simbolico oltre che di utilità pratica per la gestione di non piccoli cantieri edili. Il valore simbolico an-cor oggi, alcuni secoli dopo l’intervento esplicitati-vo di Donato Bramante, è di difficile lettura. Questo valore nasceva dall’essere l’originario spiazzo, poi divenuto cortile con fontana, realizzato con le di-mensioni larghezza e lunghezza multiple di quelle del pavimento della reliquia, della Camera e nello stesso asse di quest’ultima, segno univoco che lo spiazzo esterno doveva essere l’anticamera della Casa cercata. E questa è un’idea difficile da accet-tarsi da parte del turista. La ricerca di questo valore come idea da realizzarsi con l’intervento è indiret-tamente testimoniata dal fatto che, se tale direzione di sviluppo ben esprime il valore religioso, la stessa risulta poco pratica per il traffico dei fedeli, tanto da indurre la creazione di un nuovo asse viario di svi-

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Specialeluppo con la formazione dell’attuale via Boccalini o dei Coronari. Passaggio che, se da un lato nuoce alla purezza di una cristallizzazione di un’idea rinasci-mentale, dall’altro rende ancora più terrena la Casa della Vergine Maria.

Su due lati dello spiazzo - all’inizio dovevano essere tutti e tre, essendo il quarto occupato dalla basilica e degli ingressi allo spazio aperto - Donato Bramante volle un palazzo, detto oggi Apostolico, del quale esistono vari disegni di piante. In uno di questi, opera di Antonio da Sangallo il Giovane, è scritta la considerazione “Santa Maria di Loreto in la Marcha, cioè lo palazzo inanzi la chiesa, principiato per Bramante, guidato male per lo Sansovino, biso-gna correggierlo”.

E di correzione, stante gli ultimi ritrovamenti, ci doveva essere veramente bisogno per portare a ter-mine il progetto bramantesco del palazzo. E se di Donato è l’intero progetto, solo i primi moduli, a par-tire dalla torre campanaria, all’epoca opera di Pietro Amorosi mentre oggi è del Vanvitelli, furono iniziati aprendosi il cantiere con direttore dei lavori Sanso-vino. Il quale guidò male il procedere scambiando, oggi diremmo, un lotto funzionale per variante. In altri termini, le scale ritrovate inducono a supporre che se si realizzò subito completamente per l’intera profondità il piano terra, il piano superiore per va-rie esigenze fu completato solo per una porzione della stessa, cioè escluso il loggiato anteriore, parte quest’ultima progettata da Donato Bramante da farsi sempre e non da non far più come appare ipotizzato

dal Sansovino. Non meraviglia quindi che l’architet-to urbinate si sia mostrato severo nel volere il palazzo con due loggiati sul fronte verso la piazza definito da un coronamento superiore con una balaustrata che di fatto era il motivo decorativo e funzionale che era stato utilizzato come coronamento del rivestimento marmoreo della Santa Casa. Il collegamento dei due spazi, uno interno e uno esterno, poteva dirsi com-pletato, essendo anche espresso dalla costanza della forma geometrica delle rispettive aree utilizzate, ret-tangolo, aventi lo stesso proporzionamento in scala dimensionale differente. L’esistenza di questo rap-porto era fondamento di vita e ragione dell’esistenza del chiostro nel palazzo.

Altri interventiAltri interventi dell’ architetto urbinate, come i

consolidamenti strutturali o il progetto della facciata della chiesa, mai attuata essendo la stessa opera stata realizzata su progetto di Giovanni Boccalini (1570-80) se da un lato confermano il possesso da parte di Donato di solide conoscenze, di sensibilità e spiri-tualità fuori del comune, dall’altro non aggiungono nulla di più alla conclusione a cui si deve giungere: Bramante veramente con il suo operato a Loreto rea-lizzò “cose magne”, secondo il mandato ricevuto da papa Giulio II.

Medaglia coniata nel 1508 da Pier Maria Serbaldi di Pescia, raffigurante nel recto Giulio II e nel verso la facciata della chiesa di S. Maria di Loreto, ideata dal Bramante ma non eseguita.

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Qual è la situazione degli studi biblico-teolo-gici sulla figura di Maria oggi?

La riflessione biblico-teologica su Maria si presenta oggi come un cantiere aperto in costante ricerca e ap-profondimento. Alla base dell’attuale mariologia c’è - com’è noto - l’inserimento vitale della Vergine Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa e nell’intera storia della salvezza. Tale fondamentale contesto ha reso il discor-so mariano particolarmente concreto e affidabile sulla base di solide ricerche biblico-teologiche e della vita del popolo di Dio.

La mariologia attuale, lungi dall’essere chiusa in se stessa, è divenuta sempre più interdisciplinare e sin-fonica, interagendo con le istanze e problematiche più vive della fede e della storia. E’ entrata progressivamen-te in dialogo fecondo con la cristologia, l’ecclesiologia, la pneumatologia, l’antropologia soprannaturale, l’escato-logia, le scienze umane, la religiosità popolare, l’istanza femminista e in genere con le proposte più significative del nostro tempo. Maria è divenuta in tal modo un cro-cevia delle coordinate fondamentali della fede e dell’e-sistenza umana: “... per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per così dire e riverbera i massimi dati della fede” (Lumen gentium, n. 65).

Le Sue meditazioni hanno suscitato grande attenzione e plauso tra chi ha partecipato ai recenti Esercizi Spirituali svoltisi a Loreto. Potrebbe riassu-mere qui il nocciolo delle Sue riflessioni su Maria nel-le Sacre Scritture?

Anzitutto ho voluto affermare che Maria non è sem-plicemente una devozione, ma costituisce un dato fon-damentale della fede e dell’esistenza cristiana. In lei si rivela il progetto divino su di noi allo stato puro. Certo è Cristo il prototipo, primogenito di ogni creatura, ma Lui è anche il Dio che viene a noi e che noi dobbiamo accogliere. Maria è tutta dalla nostra parte è la pura ac-coglienza di Dio e della sua grazia.

Non è così abituale svolgere un corso interamente bi-blico su Maria, eppure è il modo più vero, più concreto e più degno per parlare di lei. Nessuno meglio dello Spirito – che anima le Scritture – può rivelarci il mistero della Madre del Signore.

L’opinione, tuttora diffusa, secondo la quale la Scrit-

tura parlerebbe poco di Maria è certamente un giudi-zio acritico, anzi un pregiudizio. Statisticamente i bra-ni neotestamentari concernenti la Madre di Gesù non sono numerosi, ma neppure scarsi; in ogni caso sono testi strategici e di eccezionale densità, collocati alle svolte fondamentali della storia della salvezza: Incarnazione - Mistero pasquale – Pentecoste, e vitalmente inseriti in tali misteri, da cui traggono valore e significato.

Essendo inoltre la Vergine immagine del credente e della stessa Chiesa, la riflessione su di lei non deve limitarsi ai brani mariologici espliciti e diretti, ma va estesa - ovviamente senza violenza ai testi - alle peri-copi riguardanti la vita nuova in Cristo, il discepolato e l’identità stessa della Chiesa «sposa senza macchia e senza ruga» del Signore (cf. Ef 5,27). Molti passi ecclesio-logici rivelano la loro pienezza solo se applicati a Maria, la quale si presenta come la forma fondamentale dell’e-sistenza cristiana.

In vista del prossimo Sinodo dei Vescovi papa Francesco ha voluto dare particolare risalto a luoghi come Nazareth, Barcellona e Loreto. In questo deside-rio di ridare centralità alla famiglia, quale specificità vede per il Santuario della Santa Casa?

La famiglia è chiamata a essere una “piccola chiesa”: luogo della vita, della presenza del Signore, della pre-ghiera e della comunione. Ogni chiesa, particolarmente ogni santuario, ha il compito di mostrare questi valori e di educare le famiglie a viverli entro le mura domesti-che.

In tale contesto il santuario di Loreto presenta una posizione e funzione del tutto singolari: in esso la casa e la chiesa si identificano come in nessun altro luogo. La Santa Casa è il luogo della presenza del Figlio di Dio che è il vero tempio dell’Altissimo, dove si celebra il culto in spirito e verità (cf. Gv 4,23); è al tempo stesso la dimora di una famiglia concreta e ideale, cui guardano e si ispi-rano tutte le altre. Essa è composta da un padre, Giu-seppe figlio di Davide, uomo giusto e custode di Gesù; dalla sua sposa, la Vergine Maria, che per la sua fede e obbedienza ha generato il Salvatore; da un Bambino, primogenito di una moltitudine di fratelli che sono tutti i figli di Dio. Una famiglia vera dunque, che vive in per-fetta comunione in una Santa Casa, autentica Chiesa, alla quale tutte le famiglie sono chiamate a riferirsi. E’ il messaggio e la particolare vocazione di Loreto.

Intervista a P. Alberto Valentini

vito punzi

ufficio stAmpA sAntuArio Di Loreto

IL “MESSAGGIO” INTERVISTA…

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SCULTURE IN BRONZO (2)

Porta settentrionale, imposta di sinistra, Asino con basto, particolare del Sacrificio di Isacco

Porta settentrionale, imposta di sinistra: Cammelli e Cavalli, particolare di Rebecca al pozzo

Porta settentrionale, imposta di sinistra: Gallo, stemma del cardinale protettore Antonio Maria Gallo, committente dell’opera

Porta meridionale, imposta destra: Due pecore, due arieti, due cammelli e due cervi, particolare dell’Ingresso degli animali nell’arca di Noè

Porta meridionale, imposta destra: Due tori, particolare del Trasporto dell’Arca santa

Porta settentrionale, imposta di sinistra, Ariete. particolare del Sacrificio di Isacco

Figure di animali nella Basilica di Loreto (8)

Porta settentrionale della basilica: un asino, un ariete, cammelli, due galli, un toro

Nella porta settentrionale della facciata della basilica, lavorata da Tiburzio Vergelli negli anni 1590-1596, con la collaborazione di Giovan Battista Vitali, si scorgono figure di animali, anche araldici.

Sull’imposta di sinistra è scolpito il Sacrificio di Isacco con due particolari, in basso che raffigurano, quasi in miniatura, un asino con il basto con due personaggi

accanto e un ariete a mezza figura. Sopra, nello stemma di Rutilio Benzoni, vescovo di Loreto, si scorge un cane in movimento, a bassissimo rilievo. Nella scena di Rebecca al pozzo, scolpita nell’anta sinistra, si scorgono diversi cammelli.

Nell’imposta sinistra, sopra il Trionfo di Giuseppe, in un elegante tondo, si vede il gallo dello stemma del cardinale Antonio Maria Gallo. Un altro gallo, al di sopra di una cupola, riferibile allo stesso stemma, si

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STORIA ARTE E CULTURA LAURETANAp. Giuseppe santarelli

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(8) Porta meridionale, imposta destra: Asino da soma, particolare di Abigail che placa David

(9) Porta meridionale, imposta destra: Serpente di bronzo innalzato nel

deserto, particolare

(10) Porta meridionale, imposta destra: Corvo con il pane nel becco, particolare del Profeta Elia

(11) - Porta meridionale, anta sinistra: Asinello della Fuga in Egitto

(12) - Porta centrale, imposta destra: Drago e aquila, stemma del cardinale Scipione Borghese.

(12) - Porta centrale, imposta destra: Drago, particolare della Chiesa insidiata dall’Eresia

(13) - Porta centrale, imposta destra: Drago,

particolare della Chiesa insidiata dall’Eresia

(7) - Porta meridionale, imposta destra: Quattordici pecore al pascolo,

particolare del Roveto ardente.vede sotto la scena del Passaggio del Mar Rosso, a sinistra della quale, entro un ovale a sviluppo rettangolare, in una scena collaterale dello stesso Passaggio, si scorgono due minuscoli animali: un toro in basso e un cavallo in alto, appena percettibili. Nella scena di Mosè che fa scaturire le acque dalla roccia, lo scultore ha scolpito sei arieti visibili solo in parte, uno sul lato destro e cinque sul lato sinistro.

Porta meridionale: due pecore, due arieti, due cammelli, due cervi, due tori, sedici pecore, due arieti, un asino da soma, due serpenti, due cani, un corvo e un asinello

Questa porta fu commissionata ad Antonio Calcagni nel 1590 e portata a termine nel 1600, dopo la sua morte, da Tarquinio Jacometti e da Sebastiano Sebastiani. Qualche studioso la giudica la migliore delle tre.

Nell’imposta sinistra, al lato del Sacrificio di Noè dopo il diluvio, gli autori hanno scolpito la scena dell’Ingresso degli animali nell’arca. V si scorgono, dal basso in alto, due pecore, due arieti, due cammelli e due cervi.

Nella scena sottostante, raffigurante il Trasporto dell’Arca santa, si vedono due ben torniti e robusti tori che la trasportano, dietro la figura di David che suona l’arpa. Sopra, dentro un tondo, si scorge lo stemma di Rutilio Benzoni, vescovo di Loreto, sovrastato da un cane con la zampa sinistra alzata.

Nell’imposta destra, si vede la scena dell’Omaggio al re Salomone, con il tempio sullo sfondo, preceduto da una scalinata con sei leoncini per parte, appena visibili. Sopra spicca un bel gallo nello stemma dell’omonimo cardinale, protettore del santuario.

Nel riquadro sottostante si scorge il Roveto ardente con la figura di Mosè, con quattordici pecore al pascolo e, a lato, con un cane pastore, tutti scolpiti con rara maestria e incisività. Sul lato destro, in un piccolo ovale, si vede la Verga di Mosè tramutata in serpe, con la parte inferiore ancora di legno e quella superiore trasformata rettile. Sotto sta il solito

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STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA

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Statua della Madonna inviata a Stoccolma, senza dalmatica e dipinta con i colori della statua originale, non ancora annerita dal fumo delle lampade.

Daniela Rosati, nota presentatrice televisiva, devota, colta e attiva zela-trice della Santa Casa, il 13 dicembre 2013 ha affidato personalmente

l’Italia e la Svezia alla Madonna, e successivamente, in un momento delica-tissimo nei rapporti tra Russia e Ucraina in seguito ai moti insurrezionali di Kiev, ha affidato alla Madonna anche l’Europa, l’Ucraina e la Russia.

Nel contempo ha promosso l’invio alla Nunziatura Pontificia di Stoc-colma di una bella statua della Madonna di Loreto - dell’altezza di quella originale (cm 110 - senza dalmatica, dipinta come l’antico esemplare an-dato perduto nell’incendio scoppiato in Santa Casa nel 1921). E’ il primo simulacro lauretano che, in tempi moderni, è entrato nella Svezia.

In una lettera inviata alla Redazione la Rosati così illustra la sua ini-ziativa.

Caro Padre, l’idea di far venire l’immagine della Madonna di Lo-reto qui a Stoccolma mi è stata ispirata così.

Il 12.12.2013 ero particolarmente preoccupata per l’Italia. Era il giorno di S. Lucia, una Santa italiana, particolarmente venerata in Svezia. Men-tre pregavo fui ispirata a consacrare quel giorno stesso sia l’Italia, mia patria Natale, che la Svezia, mia patria di adozione, alla Madonna di Loreto cui io stessa sono stata consacrata da padre Giuseppe nel 2007.

Il giorno di Natale ero a Messa a Stoc-colma. Durante la Santa Messa ebbi l’idea folgorante! Portare a Stoccolma una statua della Madonna di Loreto come testimo-nianza della consacrazione della Svezia. Ne parlai con sua eccellenza il vescovo Anders dicendogli che avevo consacrato la Svezia. Mi benedisse.

Più tardi, parlandone con il nunzio apo-stolico, mi resi conto che nel nostro Duomo non ci sarebbe stato spazio. Così pensam-mo di metterla nella cappella della nunzia-tura che doveva essere restaurata. Il Nun-zio ne fu molto contento. Una continuità

gallo dentro lo stemma del cardinale protettore.

Nella scena successiva, raffigurante Abigail che placa David è scolpito con accuratezza un asino da soma con il basto carico. Nel successivo riquadro gli scultori hanno rappresentato il Serpente di bronzo innalzato nel deserto, il quale si attorciglia intorno a un palo culminante in una piccola croce, come prefigurazione della crocifissione di Cristo (Gv 3,14). In un tondo dell’anta destra, ai piedi della figura del profeta Elia si scorge un grazioso Corvo, con il pane nel becco; nell’anta sinistra si può ammirare il profeta Amos con un Cane. Così pure, in un ovatello dell’anta sinistra si vede l’asinello su cui siede Maria nella Fuga in Egitto.

Porta centrale: due draghi e un’aquilaE’ stata lavorata da Antonio Lombardi,

con la collaborazione dei fratelli Pietro, Giacomo e Paolo. Iniziata nel 1590, è stata portata a termine solo nel 1610.

Poche sono le figure di animali in questa porta e per lo più araldiche. Nell’imposta sinistra, sotto la scena raffigurante la Creazione di Eva, si scorge l’insegna del cardinale Antonio Maria Gallo con il consueto gallo.

Nell’imposta destra, all’interno della scena del Peccato originale, dietro a Eva, si scorge il serpente avvinghiato su un albero fruttifero, con testa di giovane. Sotto sta l’elaborato stemma del cardinale Scipione Borghese, con le figure del drago e della soprastante aquila. Lo stemma si vede replicato nell’imposta sinistra, sotto la scena della Cacciata dal Paradiso terrestre, accanto a quello di Ortensio Santacroce.

Nel sottostante riquadro rettangolare è scolpita la scena allegorica della Chiesa insidiata dall’Eresia, figurata in una donna seduta, alla quale un orrendo drago cerca di mordere il piede.

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nelLORETO NEL MONDO

La Madonna di Loreto nella Nunziatura di Stoccolma

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La statua della Madonna di Loreto nella Cappella della Nunziatura Apostolica di Stoccolma

anche con sua eccellenza il vescovo Tonucci di Loreto che è stato già Nunzio a Stoccolma!

Quando è arrivata la statua della Madonna di Lore-to, la cappella era alla fine del restauro. Abbiamo avuto la prima santa messa di inaugurazione della cappella e della Madonna il 23.2.2014. Lo stesso giorno, il 23.2.1654, la regina Cristina di Svezia entrava a Roma per conver-tirsi al cattolicesimo. Era prima passata a Loreto per la-sciare in dono alla Madonna il suo scettro e la sua co-rona. Ciò che aveva amato di più nella sua vita, avendo addirittura suo padre cambiato la legge in Svezia pur di garantire a Cristina il regno da lui reso grande e po-tente. Il 23.2 è anche il giorno del mio compleanno. Ma questo non è importante!!!

Ora abbiamo la Madonna di Lore-to in Svezia. La prima, spero, di una serie. Un segno grande del legame che esiste tra l’Italia e la Svezia. Un legame iniziato con Santa Brigida, proseguito dalla regina Cristina, poi riacceso dalla beata madre Elisabet-ta Hesselblad, rifondatrice a Roma dell’ordine brigidino, e spero anche proseguito dall’ispirazione da me ri-cevuta la sera della vigilia di Natale del 2005 di recarmi a Vadstena, ter-ra di Santa Brigida, dove da ottobre mi sono trasferita a vivere. Sono così contenta!

Ieri ho chiesto a padre Giuseppe di consacrare anche l’Europa, l’U-craina e la Russia, dopo un pianto disperato in preghiera qui a casa mia, a Vadstena. Oggi ho già man-

dato l’offerta. E mi sento un po’ meglio. Ho imparato ad affidare tutto al Signore e all’intercessione di Maria ma-dre di Dio e madre nostra! Avendo la grazia, l’onore e il privilegio di essere consacrata e zelatrice della Santa Casa, la Madonna di Loreto è ora un mio punto di rife-rimento costante, anche se non posso venire frequente-mente come vorrei!

Pregate sempre per me, perché il Signore mi proteg-ga, mi illumini e mi ispiri malgrado la mia modesta umanità e tutti i miei difetti. E che io possa vivere una vita sempre più nell’imitazione di Maria. Grazie, grazie. Dio vi benedica.

Vostra affezionatissima figlia e sorella Daniela

Una statua della Vergine Lauretana a Segni

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LORETO NEL MONDO

Nel mese di dicembre 2013, nella concattedrale di Segni (Roma), la locale sezione Arma Aeronautica

Militare, intitolata alla memoria di Costantino Vittori, ha celebrato solennemente la festa della celeste Patrona, con una nuova statua della Madonna di Loreto. La cerimonia ha avuto un particolare e commovente momento, quando il simulacro ligneo è entrato in chiesa scortato dagli ufficiali e sottufficiali dell’Arma.

Ha celebrato la messa mons. Franco Fagiolo che ha benedetto la statua della Madonna, donata dalla famiglia Giovanni Vittori alla sezione dell’Arma Aeronautica di Segni. Erano presenti alla cerimonia il presidente della sezione generale Antonio Colaiacomo e il presidente emerito generale Manlio Carboni, i veterani e i numerosi iscritti con i loro familiari.

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La statua della Madonna di Loreto in elicottero, mostrata da un elicotterista.

La Statua della Madonna di Loreto, ornata di ricca veste, venerata a Trinitapoli.

Il 21 febbraio è stata trasportata in elicottero una statua della Madonna di Loreto, destinata alla Base Elicotteristi

della Polizia di Stato a Pescara. Nell’elicottero sono saliti l’arcivescovo Giovanni Tonucci e suor Barbara Anselmi, sua segretaria. La statua è stata regalata alla Base dall’arcivescovo che ha presieduto la cerimonia di consegna, la quale ha avuto viva risonanza nei media locali.

A Trinitapoli (Foggia) esiste una chiesa dedicata alla Madonna di Loreto, sorta come umile cappella nel secolo XVIII, sostituita nel

1805 da una chiesa più ampia, a una navata, e ristrutturata poi tra il 1827-1845 in un tempio a tre navate. Dal 1943 è sede parrocchiale.

Nella ricorrenza del 70° anniversario della sua elevazione a parrocchia, in concomitanza con il 40° di sacerdozio del parroco mons. Giuseppe Pavone, il 2 febbraio vi si è tenuta una solenne celebrazione, presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, con la partecipazione di mons. Giovanni Battista Pichierri, arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie. La Madonna di Loreto è la patrona di Trinitapoli.

Una statua della Madonna di Loreto nella base Elicotteristi di Pescara

70° di fondazione della parrocchia lauretana di

Trinitapoli

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LORETO NEL MONDO

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novità bibliografiche

Una monografia sul generale La Hoz

Le vetrate di Franco Campanari a Civitanova Marche

Luca Guazzati ha dato alle stampe

un’agile monografia sul famoso generale Giu-seppe La Hoz, uomo d’armi di origine pie-montese, protagonista della sanguinosa epo-pea dell’insorgenza con-

tro i francesi e anticipatore, in qualche modo, degli ideali del Risorgimento italiano. Nel 1799 si unì all’armata austro-russa scesa in Italia in quell’anno, assumendo la guida degli insorti nelle Marche il 17 giugno 1799. Il 4 agosto entrò a Loreto costringendo i francesi ad abbandonare definitivamente la città mariana. Morì sotto le mura di Ancona, difesa dai francesi, nel settembre 1799. Fu sepolto nell’attuale

cripta del Crocifisso della basilica di Loreto.L’autore del volume ripercorre le vicende e illus-

tra gli ideali del personaggio. Scrive: «Troppo pres-to. Del risorgimento ha intravisto solamente una pallida, tristissima alba. Un eroe maledetto, un ri-belle con idee sovversive, un cospiratore, oppure un patriota che muore con il sogno di un’Italia unita, libera e indipendente, addirittura nel 1799, diversi anni prima che nascessero Mazzini e Garibaldi? La Hoz è tutto questo insieme. Con il fascino dell’in-domito e imbattibile guerriero cui solo l’ideale so-pravvivrà».

___________________Luca Guzzanti, La Hoz. L’alba del Risorgimen-

to, Editore Pixel, Ancona 2013, pp. 64, € 10.00.

Lo scultore Franco Campanari di Loreto nel 1973 ha istoriato per la chiesa di Cristo Re a Civita-

nova Marche una serie di vetrate, che sono state ri-valorizzate da una pubblicazione, nel quarantennio della loro esecuzione, uscita nel novembre 2013.

Il volume riproduce le numerose vetrate che ab-belliscono la chiesa, definite una vera «Bibbia dei poveri», perché illustrano in maniera incisiva e im-mediatamente percepibile vari episodi della salvez-za operata da Cristo.

Qui il Campanari si muove sul solco dell’arte fi-gurativa, sentita però e interpretata in maniera mo-derna, per cui tradizione e novità convivono per una resa espressiva di grande efficacia.

Le vetrate sono state fotografate ad alta definizio-ne e riprodotte in mille cataloghi, forniti di DVD. Le sobrie didascalie, consistenti in passi della Bibbia re-lativi all’immagine illustrata e in commenti di autori antichi e moderni, ne rendono piacevole e spiritual-mente fruttuosa la lettura e la contemplazione delle

raffigurazioni sacre.________________Vide e credette. Le vetrate della chiesa di Cristo Re a

Civitanova Marche, Grafiche Fioroni, Casette d’Ete (FM), 2013, pp. 84.

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BIBLIOGRAFIA

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La statua della Vergine Lauretana, venerata nella Cappella dell’Ospedale di Loreto a Mare (Napoli).

L’arcivescovo Giovanni Tonucci colloca la Rosa d’argento dorato in una nicchia della Santa Casa.

L’11 novembre 2010, Guido Cantelmo, nato ad Avellino il 18 gennaio 1977, mentre stava davanti al proprio ufficio di lavoro, sentì un forte male alla

testa. Fu portato in ospedale, ma non vi si trovò un posto per ricoverarlo. La mamma Grandizia lo ha affidato a Papa Giovanni Paolo II.

Il neurochirurgo riuscì a reperire un posto per l’infermo nell’Ospedale di Loreto Mare, a Napoli, dove esiste una Cappella della Vergine Lauretana, invocata con fervida supplica dalla mamma, che le portò più volte dei ceri.

Guido è stato portato nella sala operatoria. All’uscita dalla cappella, dove si era recata a pregare per il figlio, la mamma ha appreso che tutto si era svolto regolarmente. Il figlio infatti si è rimesso perfettamente in salute.

Grandizia desiderava venire subito a Loreto a ringraziare la Madonna in Santa Casa per la segnalata grazia ottenuta per sua intercessione, ma non riusciva a trovare un’occasione propizia. Durante una peregrinazione familiare con la statua della Vergine nella sua città, questa fu portata in casa sua il 10 dicembre, festa della Madonna di Loreto. Così la Madre è andata a trovare la figlia!

Finalmente il 1° marzo 2014 mamma Grandizia è potuta venire a Loreto per ringraziare in Santa Casa la Vergine, portando con sé un ex-voto con la foto del figlio e con un’iscrizione che in poche parole riassume la storia suddetta, esposto per qualche tempo nella Sala del Pomarancio o del Tesoro.

Nei giorni 2-8 febbraio si è tenuta a Taranto, nella parrocchia dello Spirito Santo, una missione

mariana con la statua della Madonna di Loreto, prelevata dal santuario. L’iniziativa pastorale ha avuto un grande successo. Il programma è stato ricco e articolato e ha visto la presenza, oltre che del vescovo del luogo mons. Filippo Santoro, anche di mons. Giovanni Tonucci, che ha presieduto anche la messa di chiusura il 9 febbraio. La partecipazione di popolo è stata straordinaria e i frutti spirituali veramente consolanti. All’arcivescovo di Loreto è stata consegnata una rosa d’argento indorato, realizzata con le offerte delle famiglie dei bambini del catechismo della parrocchia durante la missione. Il 21 febbraio l’arcivescovo Tonucci, con una cerimonia discreta ma toccante, ha collocato la rosa nella nicchia della Santa Casa, posta a sinistra dell’altare e protetta da una grata di ferro. Foto Montanari.

Protetto dalla Vergine Lauretana durante un aneurisma cerebrale

Missione mariano-lauretana a Taranto

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CAREZZE MATERNE

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Il cardinale Capovilla, dopo il ricevimento della berretta, stringe la mano al cardinale Sodano.

Il vescovo mons. Giuseppe Molinari tiene una delle sue relazioni agli unitalsiani. Foto Montanari.

Esercizi Spirituali a Loreto dell’Unitalsi Nazionale

Il 1° marzo, Sotto il Monte Giovanni XXIII, il cardinale Angelo Sodano ha consegnato, a nome di Papa Francesco, la berretta e

l’anello cardinalizi all’arcivescovo Loris F. Capovilla, in una solenne cerimonia, alla quale hanno partecipato il vescovo di Bergamo Francesco Beschi, l’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte, l’ausiliare di Milano Luigi Stucchi, il vescovo di Cremona Dante Lanfranconi, il vescovo di Vigevano Maurizio Gervasoni e il vescovo di Fidenza Carlo Mazza. Era presente anche una rappresentanza della Prelatura di Loreto, guidata dal rispettivo vicario generale, il protonotario mons. Decio Cipolloni, in considerazione del fatto che il neo porporato è stato per lunghi anni arcivescovo di Loreto.

L’arcivescovo Capovilla, per l’età avanzata (98 anni), non è potuto intervenire a Roma per ricevere tali insegne direttamente da Papa Francesco. Nell’articolata omelia egli, tra l’altro, ha citato una sua lettera inviata a tutti coloro che gli hanno inviato espressioni augurali per la nomina. Ecco il testo della lettera: «Modesto contubernale di Giovanni XXIII sto per essere aggregato al collegio cardinalizio per decisione di Papa Francesco. Conosco quanto basta la mia piccolezza e mi sento intimidito. Le amabili ed evangeliche parole dei servitori della Chiesa, dinanzi ai quali mi sento come una locusta (cfr. Numeri, 13,33) mi incoraggiano e confortano. Chiedo di pregare per me. Io ricambio. Infine, flexis genuis, chiedo a tutti di benedirmi».

Nei giorni 14-15-16 marzo si sono tenuti nell’Auditorium Giovanni Paolo II gli Esercizi

spirituali per gli operatori unitalsiani di tutta Italia, secondo un ricco e denso programma che comprendeva meditazioni, preghiere e celebrazioni liturgiche. Ha dettato le meditazioni mons. Giuseppe Molinari, vescovo emerito de L’Aquila. Il corso è terminato in basilica con la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da mons. Giovanni Tonucci. Larga è stata la partecipazione.

Consegnati all’arcivescovo Capovilla la berretta e l’anello cardinalizi

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VITA DEL SANTUARIO

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Il Centro Italiano Femminile di Loreto, con il patrocinio del Comune, ha organizzato le celebrazioni

della Giornata Internazionale della Donna, svoltesi il 9 marzo. Alle ore 11,00 l’arcivescovo Giovanni Tonucci ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica per le donne convenute, alle quali già aveva rivolto un messaggio scritto, dal titolo: «Care sorelle e amiche», annotando tra l’altro che l’esempio di Maria, modello delle donne cristiane, per i loretani «è vicino e concreto».

Nel pomeriggio, nella Sala del Tinello «Pasquale Macchi», si è svolta la cerimonia della consegna della Mimosa d’oro, presentata da Tiziana Bonifazi. Ha introdotto l’incontro Maria Teresa Schiavoni, presidente del CIF locale, e sono intervenuti l’arcivescovo Giovanni Tonucci, il sindaco di Loreto Paolo Niccoletti, il consigliere regionale Moreno Pieroni e la presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Loreto Fulvia Marchiani.

La Mimosa d’oro è stata consegnata a Maria Luce Gamboni di Pesaro, per la sua nobilissima testimonianza nel rifiutare un allettante ruolo teatrale, nel quale le

veniva chiesta una comparsa non rispondente alla sua vocazione cristiana. Ha fatto seguito un intrattenimento artistico del «Duo Calambro».

La giovanissima attrice, nella serata, ha parlato a un gruppo di giovani della parrocchia della Santa Casa, lasciando tutti ammirati per la sua lucida, ferma e illuminata determinazione. Foto Longarini

Tra i numerosi gruppi di varie associazioni e movimenti che

transitano a Loreto, si segnala qui la presenza, il 22 febbraio, di un gruppo di 40 ragazzi dei Focolari, giunti per rinnovare la loro fedeltà alla vocazione dell’«Opera di Maria» nella Santa Casa. Lo guidava padre Redi Maghenzani di Loppiano, che ha celebrato per loro la messa in Santa Casa. Roberto Stefanelli, officiale della Congregazione Universale, si è intrattenuto con i giovani, illustrando loro la storia e il significato del santuario di Loreto. Foto Stefanelli.

La Giornata della donna celebrata a Loreto

Visita di un gruppo internazionale di focolarini

L’arcivescovo Giovanni Tonucci si congratula con Maria Luce Gamboni. Foto Longarini.

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VITA DEL SANTUARIO

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Nella foto, da sinistra a destra: il cardinale Beniamino Stella e l’arcivescovo di Fermo mons. Luigi Conti. Foto Montanari.

Il 6 marzo ha avuto logo nell’Auditorium Giovanni Paolo II il consueto incontro di inizio della quaresima

del Clero marchigiano. Ha introdotto i lavori mons. Luigi Conti, arcivescovo di Fermo e presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, che ha presentato glia Atti del Convegno Ecclesiale delle Marche, concluso nel novembre 2013. Ha tenuto la conferenza il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione del Clero, il quale ha parlato sulla «Trasmissione della fede», commentando magistralmente l’Esortazione apostolica di Papa Francesco Evangelii gaudium, sottolineandone i messaggi e calando il discorso in concrete applicazioni pratiche per la vita e l’attività pastorale dei sacerdoti.

Dopo la conferenza, i numerosi convenuti si sono portati in basilica per l’adorazione eucaristica e per la liturgia penitenziale.

Il convegno ha avuto luogo nella Sala del Tinello «Pasquale

Macchi» il 15 marzo sul tema: «Eucaristia, povertà e solitudini». Ha aperto i lavori il dottore Ugo Riccobelli, vice presidente dell’Associazione, a cui hanno fatto seguito la lectio divina di padre Franco Nardi, assistente nazionale della stessa, la relazione della dott.ssa Benedetta Polini, docente universitaria, su «Le povertà del nostro tempo», la relazione di mons. Armando Trasarti, vescovo di Fano, su «Eucaristia: chiamati a farsi dono totale come Gesù. Eucaristia e responsabilità sociali». Foto Montanari.

Incontro delClero marchigiano

Convegno dell’AssociazioneLaicale Eucaristica Riparatrice

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VITA DEL SANTUARIO

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Curiosità storiche lauretane: il pavimento della Sala Pomarancio

Il visitatore può restare sorpreso nel vedere che la pavimentazione dell’Atrio del Tesoro e della Sala

Pomarancio sia omogenea, con mattonelle a forma quadrata, di colore rosso e bianco, tutte identicamente disposte. Lo stesso si osserva nel pavimento della basilica, che tuttavia risale solo a un ventennio fa, ma è stato realizzato secondo l’antico disegno e con il

medesimo tipo di materiale. Questa soluzione è antichissima, come suggerisce la

data incisa in una mattonella di colore rosso della Sala del Pomarancio o del Tesoro, posta quasi all’ingresso, sul lato destro, non lontano dall’attigua finestra. Vi si legge: GIOVEDI / A DI 12 N(ovem)BRE / 1676. La pavimentazione ha certamente subito risarcimenti lungo i secoli, come le sezioni aggiunte negli anni Ottanta del secolo XX, sui lati, al posto delle predelle lignee, lungo i monumentali armadi. A un primo esame, sembrerebbe che il pavimento dell’Atrio sia conservato meglio degli altri, senza vistosi ritocchi. Foto Montanari

Su commissione dell’arcivescovo Giovanni Tonucci, il pittore polacco Dawid Kownacki ha dipinto uno

splendido ritratto di Papa Francesco, collocato nella sagrestia della basilica, accanto agli altri ritratti dei papi, a partire da quello di Pio XI, sotto il cui pontificato il santuario di Loreto tornò proprietà della Santa Sede.

Il pittore ambienta la figura di Papa Francesco sullo sfondo di un basso paesaggio marchigiano, punteggiato da lievi colline, con una chiesina dalle tipiche e umili forme dell’architettura cappuccina, quasi a sottolineare l’auspicio di una visita del pontefice a Loreto. Foto Montanari.

Il ritratto di Papa Francesco dipinto da Dawid Kownacki

vita del santurario

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VITA DEL SANTUARIO

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Celebrazioni nel Santuario di Loreto - Programma estivo 2014Sabato 28 - ore 21,15: rosario animato dai bambini per i bambini (UN. romano-laziale)Domenica 29 - ore 17,45: processione e benedizione eucaristica (al termine lancio dei palloncini con i bambini dell’Unitalsi romano-laziale)

LuglioSabato 5 - ore 21,15: visita guidata alla basilicaSabato 12 - ore 21,15: adorazione eucaristicaVenerdi 18 - ore 17,45: processione e benedizione eucaristica (UN. molisana)Sabato 19 - ore 21,15: fiaccolata (UN. molisana)Martedi 22 - Martedì 29 - ore 21.15: concerto d’organoVenerdi 25 - ore 17,45: processione e benedizione eucaristica (Ustal San Marino) Sabato 26 - ore 17,00: percorso culturale e spirituale nella basilica

AgostoVenerdi 1 - Venerdi 8 - Venerdì 29 - ore 17,45: processione e benedizione eucaristica (UN. marchigiana)Sabato 2 - Sabato 9 - Sabato 23 - Sabato 30 - ore 21,15: fiaccolata (UN. marchigiana)Martedi 5 e Martedì 12 - ore 21,15 concerto d’organoGiovedi 14 - ore 21,15: fiaccolata dell’assunta alla scala santa Sabato 16 - ore 21,15 percorso culturale e spirituale della basilica

SettembreVenerdi 5 - ore 17,45: processione e benedizione eucaristica (lombarda)Sabato 6 - domenica 7 - lunedi 8: festa patronale Nascita della Beata Vergine Maria

Associazione “Comitato Pellegrinaggio a Loreto”Piazza Strambi, 4 - 62100 MacerataTel. 0733 236401 - Fax 0733234786 - [email protected]

www.pellegrinaggio.org

Di cosa abbiamo bisogno per vivere?

Sabato 7 giugno 2014 ore 20.30

Stadio - MacerataProposto da Comunione e Liberazione

36° PELLEGRINAGGIO A PIEDI

MaggioVenerdi 2 - ore 21,15: veglia di preghiera per l’ordinazione sacerdotale Sabato 3 - ore 17.00: ordinazione sacerdotale fr. Giuseppe GiovanniniVenerdi 9 - ore 17,45: processione e benedizione eucaristica (UNITALSI romano-laziale)Sabato 10 - ore 21,15: fiaccolata (UN. romano-laziale)Venerdi 16 - ore 17,45: processione e benedizione eucaristica (UN. emiliano-romagnola)Sabato 17 - ore 21,15: fiaccolata (UN. emiliano- romagnola)Venerdi 23 - ore 17,45: processione e benedizione eucaristica (UN. lombarda)Sabato 24 pellegrinaggio fidanzati diocesi Ancona-OsimoDomenica 25 - ore 19,00 messa e benedizione dei bambini nati nell’anno Sabato 31 - ore 21,15: fiaccolata (UN. piemontese)

GiugnoSabato 7 - ore 21,15: veglia di pentecoste (triduo animato dal RnS)Venerdi 13 - ore 17,45: processione e benedizione eucaristica (UN. marchigiana)Sabato 14 - ore 21,15: fiaccolata (UN. marchigiana)Venerdi 20 - ore 17.45: camminamenti di rondaSabato 21 - ore 21,15: fiaccolata (UN. emiliano-romagnola) Domenica 22 - ore 20,30: messa e processione del Corpus DominiVenerdi 27 - ore 17,45: processione e benedizione eucaristica (romana-laziale)

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Una finestra nel sito del santuario sulle Missioni mariano-lauretane

•Serie di documentari su Loreto in TV2000Il 19 febbraio l’emittente TV2000 ha caricato su

youtube una serie di documentari su Loreto, tra i quali: «Il mistero della Santa Casa», «Visita al Santuario di Loreto», di Francesco Bongiorno, «Loreto e la Santa Casa», «Santuario della Santa Casa di Loreto», «Loreto Santuario della Santa Casa», «Loreto – campane della Basilica della Santa Casa», «Gita al Santuario di Loreto», «Santuario della Madonna di Loreto», «Santa Casa da Basilica de Nossa Señora de Loreto» (in portoghese), «Historia de Nossa Señora de Loreto» (in portoghese), «Santuario de Nossa Señora de Loreto na Italia» (in portoghese), «Loreto e la Santa Casa». Vi sono inseriti anche i vari servizi preparati da Santa Famiglia TV. I documentari di varia lunghezza, sono stati realizzati nell’arco di oltre un decennio e recano interviste a vescovi e a cappuccini al servizio del Santuario.

•Lettera dei «Laboratoranti nel sì» all’arcivescovo Massseroni

Al termine del mandato per raggiunti limiti di età di mons. Enrico Masseroni, arcivescovo di Vercelli, i responsabili dell’associazione «Laboratoranti nel sì» in data 18 febbraio gli hanno inviato una lettera di viva riconoscenza per aver approvato il loro statuto nel giugno 2012, riconosciuto poi, quanto al carisma lauretano, con protocollo d’intesa, dall’arcivescovo Giovanni Tonucci.

•L’astronauta Nespoli a LoretoIl noto ingegnere aerospaziale Paolo Nespoli, primo

astronauta italiano a rimanere in orbita per 174 giorni, ha partecipato a un incontro svoltosi a Loreto il 21 febbraio nel Palacongressi. Il 10 dicembre 2013 lo aveva preceduto a Loreto Luca Parmitano, che partecipò alla festa della Madonna di Loreto, lasciando una sua devota testimonianza.

•Recensito su «L’Osservatore Romano» il libro su Loreto di Mario Sensi

Il 2 marzo è apparsa su «L’Osservatore Romano» una recensione di Lucetta Scaraffia, studiosa di storia, del libro di Mario Sensi, intitolato «Loreto, una chiesa miraculose fundata» (Firenze, edizioni Galluzzo, 2103), segnalato poi anche in questa rivista (aprile, 2014, p. 149). La recensione offre un attento resoconto della raccolta dei vari studi del Sensi confluiti in questo volume, ma in merito alla Santa Casa l’autrice della recensione parla di «leggenda», di «volo magico da Nazaret a Loreto», probabilmente ignara della copiosa serie di ricerche scientifiche, soprattutto archeologiche, degli ultimi decenni, che hanno suffragato la provenienza dei materiali del sacello da Nazaret, a partire dai graffiti di chiara origine giudeo-cristiana dei secoli III-VI, inspiegabili a Loreto, come annotava, tra gli altri, anche l’autorevole archeologa Margherita Guarducci.

•Restauri nel Palazzo IlliricoNella prima metà di marzo sono state allestite le

impalcature a ridosso del Palazzo Illirico, dalla parte della Piazza, per il restauro del tetto, bisognoso di riparo, e la sanazione di alcune sezioni del paramento murario, poco al di sopra della pavimentazione, che ha sofferto a causa dell’umidità e delle infiltrazioni.

•Un richiamo alla Santa Casa in un romanzo di Kouddunos

Lo scrittore greco Haris Kouddunos ha pubblicato un romanzo dal titolo: «MP213 Tokyo-Salonicco. Il volo della verità» (SBC Edizioni, Perugia - Ravenna, 2013). Nel capitolo 9°, intitolato «Porta Panagia», l’autore avanza la suggestiva ipotesi, secondo cui le “sante pietre» della Casa nazaretana di Maria, portate in salvo di Niceforo Angelo o Angeli, despota dell’Epiro, sarebbero state custodite in un primo momento nella chiesa di Porta

Nel sito www.santuarioloreto.it è stata aperta una finestra sulle Missioni mariano - lauretane, che

numerose si svolgono in tutta Italia. Vi si offrono tutti i dati relativi alle due statue predisposte all’uopo, una più grande e una più piccola, e ai rispettivi accessori

(altezza, peso, portantina, stanghe, batterie...). Vi sono date le istruzioni per l’illuminazione, le modalità d’uso, il trasporto e le indicazioni per l’informazione, con i relativi numeri telefonici.

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Panagia, a tre navate, costruita nel 1283 a Pili, nell’antico Epiro, per volontà di Joannis I Angelo Ducas Komneno. Successivamente, esse giunsero in Italia quale dote nuziale di Ithamar, figlia di Niceforo, andata sposa a Filippo d’Angiò, figlio di Carlo II, nel 1294. L’autore rivela di essere ben informato sulla questione, che illustra con precisione, in un agile stile narrativo, e intende approfondire la ricerca storica sull’argomento. Il suo volume ha ottenuto il premio letterario «Il Mulinello» e altri ambiti riconoscimenti.

•Prediche quaresimaliIn preparazione alla Pasqua, come da molti anni,

ogni martedì, l’arcivescovo Giovanni Tonucci ha tenuto una serie di meditazioni, sviluppando il seguente argomento: «Gli sguardi di Gesù», secondo questa successione: «Vide le folle... vide un uomo»; «Vide... e pianse»; «Guardando lo amò»; «Alzò gli occhi al cielo»; «Fissò lo sguardo su Pietro»; «Vide la Madre e il discepolo che amava». Ogni martedì è stato animato, a turno, da una delle cinque parrocchie della Prelatura lauretana. Notevole è stata la partecipazione dei fedeli e agile e coinvolgente l’articolazione della cerimonia.

• I bersaglieri di Loreto in marcia per i MaròIl 19 marzo è partita dal santuario di Loreto una

marcia diretta a Roma, intrapresa dai marescialli Antonio Cinquepani e Domenica Gallo a sostegno dei due Marò Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, prigionieri in India. La marcia si è conclusa il 30 marzo al cospetto di papa Francesco. Alcuni podisti hanno accompagnato i due marciatori.

•Volontari vincenziani a LoretoIl 16 marzo i Gruppi di Volontariato Vincenziano

delle Marche si sono dati appuntamento a Loreto, dove, nella Sala Paolo VI, hanno partecipato alle meditazioni e comunicazioni e poi, nella Cripta del Crocifisso, hanno assistito alla santa messa. Buona è stata la partecipazione.

•Giornata dell’Opera Romana PellegrinaggiIl 23 marzo si è tenuta a Orvieto l’VIII «Giornata

del Pellegrino», organizzata dall’Opera Romana Pellegrinaggi, per le regioni Umbria, Marche e Abruzzo, alla quale ha partecipato anche l’arcivescovo di Loreto mons. Giovanni Tonucci. Il tema dell’incontro è stato: «Eucaristia, Pane del pellegrino».

•Le bancarelle in Piazza della MadonnaIl 14 marzo, in esecuzione di un’ordinanza del

sindaco di Loreto, sono state ricollocate in Piazza della Madonna sette bancarelle a ridosso dell’armatura, allestita per i restauri del Palazzo Illirico, e sei a ridosso del Caffè Bramante e di due arcate del braccio ovest del Palazzo Apostolico. Una precedente comunicazione della competente Soprintendenza delle Marche, datata 12 marzo 2014, esprimeva il parere che le bancarelle non dovessero essere addossate alle mura storiche e fossero posizionate in Piazza Papa Giovanni o lungo Via Sisto V. La vicenda ha suscitato un vespaio di polemiche, con vivaci risonanze nella stampa locale. In seguito a un summit tenuto ad Ancona il 17 marzo nella sede della Soprintendenza per i Beni architettonici e ambientali delle Marche, il rispettivo soprintendente Stefano Gizzi il 19 marzo ha ribadito ufficialmente il diniego a riguardo, adducendone le ragioni. Dello stesso tenore è la posizione della Soprintendenza per i Beni storici e artistici di Urbino, resa nota il 18 marzo dalla soprintendente Rosaria Valazzi. «Italia Nostra» e «Terra Mater», hanno manifestato, con specifici comunicati, il parere che le bancarelle vengano collocate in altra sede, fuori del perimetro della monumentale Piazza della Madonna, definita «una delle più belle d’Italia». Il Consiglio Comunale però, il 28 marzo, ha votato quasi all’unanimità una mozione per il mantenimento in Piazza delle bancarelle. La Delegazione Pontificia si è astenuta da qualsiasi intervento in proposito.

Il 30 dicembre 2013 è passato al Si-gnore don Emilio Tassi, all’età di 81

anni compiuti da pochi giorni, parroco emerito di Carassai (AP) e archivista dell’Archivio Storico Arcivescovile di Fermo. E’ stato studioso insigne e assai preparato, anche a livello accademico, di storia patria, con riferimento soprat-tutto alla Chiesa fermana. I suoi saggi, condotti con rigoroso metodo scienti-

fico, restano un punto di riferimento obbligatorio per gli studi successivi. L’ultima sua benemerita fatica è stata la traduzione dal latino dell’opera di M. Catalani, De Ecclesia Firmana (1783), arricchita di sostanziosissime note, che aggiornano il discorso, anche sul piano bibliografico, fino ai nostri giorni. Era Molto devoto della Vergine Lauretana e trascorreva, di tanto in tanto, alcuni giorni a Loreto nella preghiera e nella meditazione.

In memoria

Don Emilio Tassi

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TESTI SPIRITUALI

Il Santuario di Loreto nella pa rola di Giovanni Pao lo II e del car dinale Jo-seph Ratzinger ora Be ne detto XVI, pp. 288, fo to a colori 140, copertina cartona-ta, € 19,00.

M. E. Patrizi, Il mi-stero della Sacra Sindo-ne, Quaderni de «Il Mes-sag gio», n° 1, pp. 56, ill. a colori 40, € 4,00.

G. tonucci, Le Donne nella Bibbia.Pentateuco

e libri storici, pp. 124, con numerose illu-strazioni a colori, € 10,00

PUBBLICAZIONI VARIE

n. alfiEri - E. forlani - f. GriMaldi, Contributi ar cheo-logici per la storia della S. Ca sa, Loreto 1977, pp. 69, tavo-le 25, € 2,60.

V. SalVoldi, La Madonna del sì. Lodi a Maria e arte in suo onore, Lo reto 2010, pp. 224, € 18,00.

aa.VV., I pellegrini alla Santa Ca sa di Loreto - Indagine socio-religiosa, 1992 pp. 268, € 9,30.

G. SantarElli, La Santa Casa di Lo reto, 4ª ediz., Loreto 2006, pp. 505, illustrazioni 111, € 12,00.

n. MonElli, La S. Casa a Loreto - La S. Casa a Nazareth, 2ª ediz., Loreto 1997, pp. 205, € 10,35.

luca da MontErado, Mons. Tom maso Gallucci, Lo reto 1997, pp. 238, € 12,00.

G. SantarElli, I graffiti nella Santa Ca-sa di Loreto, Loreto 1998, pp. 121, fotoco-lors 66, € 15,00.

Ludovico Seitz e la Cappella Tedesca a Lo reto, Loreto 2008, pp. 470, illustrazio-

ni a colori 331, € 50,00.

G. SantarElli, Per-so naggi d’autorità a Loreto, Loreto 2010, pp. 240, € 35,00.

PUBBLICAZIONIpromosse dalla Delegazione Pontificia del Santuario della Santa Casadi Loreto - c.c.p. 311605 - Tel. 071970104

IL LIBRO DEL MESE

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Ludovico Seitze la Cappella Tedesca a LoretoA cura di M. aPa e di G. SantarElli.Pagine 470, numerosissime e scelte illustrazioni a colori e in bianco e nero. Rilegatura in cartonato.• Narra la storia del concorso vinto da Ludovico Seitz e della

decorazione della Cappella absidale più ampia della basilica (1892-1902)

• Ripercorre l’itinerario artistico del grande pittore italo-tedesco• Ricostruisce l’ambiente storico-artistico tra Otto e Novecento• Illustra il mirabile piano iconografico che esalta la vita e le

virtù della Madonna• Pubblica i documenti d’archivio e i principali testi letterari re-

lativi all’argomento

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n. MonElli - G. SantarElli, La Ba si li ca di Loreto e la sua reliquia, Loreto 1999, pp. 195, illustrazioni 54, € 12,90.

n. MonElli, Architettore e architettu-re per la S. Ca sa di Lo reto, Loreto 2001, pp. 160, illustrazioni 47, € 9,00.

n. MonElli, Prime architetture picene per la Camera di Maria a Loreto, pp. 125, illustrazioni 44, € 15,00.

G. SantarElli, Gli affreschi della Sala del Pomarancio a Lo-reto, Loreto 2010, pp. 102, € 20,00

M. Montanari - a. Schiaroli, Santi e Beati a Loreto, Lo reto 2005, pp. 492, con numerose illustrazio-ni, € 9,00.

n. MonElli - G. San tarElli, L’Al tare de-gli Apostoli nella Santa Casa di Lo reto,

Lo reto 2012, pp. 102, numerose il lu stra zio ni, € 8,00.

G. SantarElli, Le Origini del Cri stia ne simo nelle Marche, Loreto 2009, 2ª ediz., pp. 430,illustrazioni 39, € 20,00.

G. SantarElli, Loreto nella storia e nell’arte (formato grande), Ancona 1997, edizioni italiana, spa gnola, in-glese, francese, te desca, portoghese e

russa; € 10,00.

G. SantarElli, L’arte a Loreto, edizio-ni Aniballi, An cona, 2ª edi zione 2005, pp. 406, ill. a colori 375; in brossura € 50

G. SantarElli, Loreto - Guida storica e artistica, An co na 1996, edizioni italiana, spa gnola, in glese, fran cese, tedesca e por-toghese; € 5,00.

G. SantarElli, Guida illustrata in po-lacco, 1992, € 10,00.

aa.VV., La Congregazione Uni ver sale della S. Ca sa Atti del convegno per il centenario, Loreto 1985, pp. 355, € 10,35.

G. ricci (SEc. XV), Virginis Mariae Loretae Historia, Lo-reto 1987, pp. 160, € 5,15.

G. SantarElli, Tradizioni e Leg gende Laure tane, Lo reto 2007, pp. 190, illustrazio-ni 45, € 6,00.

n. MonElli - G. SantarElli, Le Fortificazioni di Loreto, Loreto 2010 pp. 150, ill. 50, € 15,00.

n. MonElli - G. SantarElli, Loreto Palazzo Apostolico, Lo reto 2012, pp. 198, illustrazioni 185, € 15,00.

P. caVatorti, Le gua-rigioni a Lo reto, Loreto 2001, pp. 152, € 2,60.

c. zEPPa, Diario di una mi-racolata a Loreto, Lo reto 2007, pp. 48, € 3,00.

Pagelline con rosario e con preghiere lauretane - € 0,20.

Cd “Canti lauretani” (con libretto) - € 8,00.

Dvd “Lo re to - Fede Sto ria Ar te” - € 12,00. (in undici lingue)

B. anSElMi, G. Via Bi- lE, Sal mi Re spon so-riali, An no B e C, pp. 120 - € 25,00 cad.

Ai sensi del d.lgs 196 del 30/06/2003 la informiamo che i dati personali che verranno forniti saranno oggetto di trattamento a mezzo di sistemi informatici. La redazione, nel la persona del responsabile del trattamento dei dati, garantisce che le informazioni saranno trattate unicamente allo scopo di inviare agli associati e/o benefattori le pubbli-cazioni nel pieno rispetto delle norme del D.L. 30/06/2003. Rispetto a tali da ti po tranno essere esercita ti i diritti a cui all'art. 7 del d.lgs 196/2003; in particolare il soggetto interessato potrà richiederne la cancellazione e/o rettifica scrivendo alla redazione.

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CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA

Fondata nel 1883, ha le seguenti finalità:

• Diffondere la conoscenza e la devozione verso la Ma donna e la sua Santa Casa, dove ha avuto inizio la storia della nostra salvezza con l’An nunciazione e l’Incarnazione;

• Curare la promozione e il decoro del santuario con offerte e lasciti vari;• Accogliere i pellegrini orientandoli a vivere i messaggi del santuario, la vita

della S. Famiglia, le feste della Madonna.

L’ISCRIZIONE alla Congregazione è aperta a quanti desiderano collaborare alle sue finalità. Con l’iscrizione si partecipa in perpetuo ai benefici spirituali delle preghie-re e di una Messa che si celebra ogni giorno alle ore 8 nel santuario (Messe Perpetue); agli iscritti è concessa inoltre l’indulgenza plenaria alle solite condizio-ni nel giorno dell’iscrizione e nella festa della Madonna di Loreto (10 dicembre).

NORME PER L’ISCRIZIONE

• Farne richiesta, anche con lettera, alla Direzione. Possono essere iscritti vivi e defunti, persone singole e famiglie. Viene rilasciato un diploma di iscrizione.

• La partecipazione ai beni spirituali, comprese le Messe perpetue, è perpetua, cioè per sempre. • Gli iscritti non hanno obblighi particolari, tranne l’impegno di vivere cristianamente. • Si raccomanda la recita dell’Angelus tre volte al giorno e la recita frequente del Rosario e delle Litanie

Lauretane. • La quota d’iscrizione è di € 10,00 (per l’iscrizione individuale) o di € 16,00 (per l’iscrizione di più persone

o di una famiglia).

La Congregazione Universale pubblica la rivista mensile “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”, che informa sulla vita del santuario e funge da collegamento con gli animatori e gli iscritti. Promuove inoltre gli studi e le pubblicazioni sulla storia della S. Casa e del santuario. Chi desidera collaborare più intensamente agli scopi della Congregazione Universale può chiedere di far parte del gruppo degli AMICI DELLA SACRA FAMIGLIA che riunisce gli Zelatori e le Zelatrici della Santa Casa. Essi riceveranno particolari incarichi insieme ad un nostro tesserino d’iscrizione. Per l’in-vio di corrispondenza e di offerte servirsi del seguente indirizzo:

DELEGAZIONE PONTIFICIA - CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA60025 Loreto (AN), Italia - Tel. 071.970104 - Fax 071.9747176 - C.C.P. n. 311605

MESSE PERPETUEIscrivi te stesso e i tuoi familiari alla Congregazione Universale della Santa Casa.Potrai usufruire di vari benefici spirituali, in primo luogo delle messe perpetue:cioè, di una messa celebrata ogni giorno nel santuario della Santa Casa alle ore 8.• Puoi iscrivere te stesso o altra persona singola, viva o defunta (offerta € 10,00)• Puoi iscrivere la tua famiglia o altre famiglie, per vivi e/o defunti (offerta € 16,00)Invia la tua offerta tramite C.C.P. n. 311605 intestato a:Delegazione Pontificia - Congregazione Universale Santa Casa - 60025 Loreto (AN)oppure tramite bonifico bancario:Banca delle Marche cod. IBAN: IT70O0605537380000000000941 BIC: BAMAIT3Aoppure tramite carta di credito direttamente dal sito internet: www.santuarioloreto.itChi intende inviare l’offerta tramite bonifico bancario è pregato di comunicare il proprio recapito tramite lettera, fax o e-mail per consentire una risposta.Per contattarci: tel. 071.970104 - fax 071.9747176 Sito: www.santuarioloreto.it e-mail: [email protected]