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MANZ N E U BER T

M O N A C —A !D I M O N

L A R E LÎIGIE U SE

A L E S S A N DR O .L U Z IO

M ILA N O

F R A T E L L I D U M Q L A R D ,E D I T O R I

Corso \'

utor io E m anue l e , 2 1

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MANZÙNÈ_

DDEB UT

MON A CA DI MON Z A E LA RELIGIE U SE

S A GGIO CR IT ICO

A LE S S A N DR O LU Z IO

M ILA N O

R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R R

Corso V i ttore e e e e e e e e e e e e

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U GOLIN O U GOLIN I

A l e , ch e da lle ab i tudini de ll’

indagine e de ll’

e sp e r i enza sci enti

! fica sa i tene re nondissoci a to l’

amore de gli stadi e le ganti , i l gusto

p i ù fine e s i curo, inti tola que sto saggio di ana li s i e comparaz ionel e tte ra r i a ; ch e prodotto gia lo r i cordi s e i anni fa, come

te s i di li cenza in le tte re , vi e ne soltanto ade sso pubbli ca to con le

modificaz ioni p i ù ne ce ssar i e .

È s e mpre pove ra cosa ; ‘

ma vorra i acce ttarne l’

ofle rta , inm e

mor i a de’

nostr i anni communi di s tudio, in a tte s ta to s ince ro d i

que lla cara e grande ami ci z ia , ch e , na te a llora , nè te mpo né lon

fnnanza sce marono, e dure rà p e r la v i ta .

M antova , 2 ; apri le 1 884 .

T uo se mpre

A LE SSA N DRO LU Z lO.

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Sarebbe forse impossibi le qualunque più inge

gnoso ravvicinamento tra così opposte nature d’ uo

min i e d i scri ttori,s e Manzoni e Diderot non s i

fossero incontrati,e non a caso , a narrare la s toria

lacrimevole d i fanc iul l e infel ici, da violenza e cal col o

d i genitori cos tre tte re luttant i al la vita monas tica .

Tuttavia, nel l’ identità s tessa del tema, appari scono

più marcate le d ispari tà d ’ indol e e d ’ i ntenti : la R e

ligi ens e è violenta requis itoria contro l ’ is ti tuzione

l ’episodio de i Prome ss i Spos i s’

inquadra, per cos i

dire,nel l ’ idea pessimista-cat tol ica che informa tutto

que l mondo ; all’ improvvisazione e loquente, ap

pass ionata de l Dide rot contras ta l ’obb i e ttivi tà fredda ,profondamente incis iva de l Manzoni .

Queste diversità nella trat tazione d ’un medes imo

argomento non erano per al tro solo natural i, indi

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g

pendenti , quanto anche,i n parte, nel Manzon i vo

lu te . Studiosi ss imo, nella sua giovinezza, del la le t

t e ratura francese, imbevuto dello spi rito fi losofico,

egl i conobbe e ammirò senza dubbio . i l romanzo de l

Did e ro t ; e , più tardi, i l r icordo di ques to non po

teva essere estraneo a determinare l ’ epi sodio della

Monaca di Monza. Nel qual e anz i dove tt ’ e s s e re in

t e ndim e nto del Manzon i di rip igliare sopra unadde n

t e llato s torico i l primo motivo della R e ligi e use , la

v iolenza c ioè fat ta da geni tori ad una figlia ; ripi

gliarlo e svolgerlo alla sua maniera, s c e vrando dal la

narraz ione o addebi tando al secolo,al l ’ individuo

,

quanto i l Didero t aveva prodotto di tri s to e di odioso

a l l ’ is ti tuz ione,al l ’ idea rel igiosa ; cercando , a ssa i vi

s ib i lm e nte i n qualch e punto , di contrapporre un’

in

dire tta m a efficace confutaz ione al l ibro tendenzioso

de l fi losofo .

È quanto almeno s i vuol provare in questo sag

gio ; i l quale, anal izzando minutamente una relazion e

s inora quas i all’at to inavvertita,…può recare non

( 1 ) Il CA N T Ù (A le ssandro M anzoni , R e miniscenze ; M i lano,T r e v e s , cap . V) toccando d e l la facoltà ch e av e va i l M anzoni ,commune d e l r e sto a tutt i i grandi, d i m e tt e r e la sua improntaanch e sulle cose ch e togli e va da a ltr i , soggiung e ad e s e mpio ch edov e Did e rot av e va sozzam e nt e romanzata una fat ta m onaca

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i nuti l e i l lustraz ione ad una de lle pagine più magi

s tral i d’un l ib ro , su cui abbiamo mol ti più panegiri c i

ch e non veri e sol id i s tudi, solo degno omaggio al le

grandi opere e a’ grandi ingegni .

pe r forza , M anzoni i l t e ma s t e sso e l e vò a que llo s tup e ndo studiod e l cuor e umano e a sap i e nt issima mora l ità .

E gi à i l CA M E R IN I (pr e fa zione a’

Prome ss i Spos i , B i bl . e con.

Sonzogno) av e va s critto : « Il M anzoni e uno ps i cologo d i p rimoo rdine ; inv e c e d i ana l i zza r e , a modo di ]oufi

'

roy, i fatt i int e rni ,ne p ing e lo svi luppo, com e ne l l

e p isod io d e l la Signora d i M onza,ove c i pa rv e s e mpr e mirabi l e i l p roc e sso d e l la corruz ione d i

q ue l l’

anima . N e l la ‘

R e ligi e us e d i Did e rot i l p roc e sso è tutto m a

t e rial e ; i l s e nso s i d e prava e non conduc e ch e a turp e zz e , quis i d e prava l ’ anim a e conduc e al d e l itto .

Sono i sol i ch e abbiano t e ntato i l confronto : e d è chia roch e s e i l Cantù h a obb e d ito, com e s e mpr e , a

suoi pr e conc e tt ipartig iani i l Cam e rini non mostra ch e av e ss e d e l lap iù ch e l impre ss ione confusa d

una l e ttura m olto lontana .

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Cominc iamo dal resti tui re al la s toria mo che le

apparti ene dell ’episodio dei Prome ss i Spos i .

Il Manzoni, che in traprese i l suo romanzo con

cos ì larga e d il igente pr e parazione s tori ca, notò ne l

R ipamonti , da cui a ttins e anche per l ’Innornina lo, i l

racconto d ’uno scanda lo avvenu to i n un monas te ro

de l mi lanese .

Il R ipamonti…narra che una giovinetta di san

gue principes co e ra s tata cos tre tta a renders i re l i

giosa,per obbedire all

ambizione e all’

avarizia de i

paren ti . Nel chiostro per al cun tempo s i rimase la

vi ttima a bbastanza tranqui lla , e v i godeva fama e d'

( I) H i st. pa t. De c . V,l ib . VI, cap. I I I ; v e dine inDA N DOLO

(Il Se colo ! VII in Ita li a ; M i lano , Sch i e patt i , 1 864, vol.pp . 263

-297) int e gra lm e nt e r ife rito e tradotto i l t e sto.

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o nori , dacchè volgarmente la s i ch iamava la Signora .

Per i l sangue ond ’ e ra uscita, e per le vi rtù ch e dap

prima venn e sc e l ta a m aes tra e dir e t trice

d elle nob il i fanciulle che s tavano là i n educandato .

Da qui cominciò i l male . E ra contigua al mona

s tero una casa, che dal la parte pos teri or e dava so

p ra un cortil e tto , dove l e e ducande solevano stare

nel pomeriggio . Un giovinas tro che ab itava i n quel la

c asa s i di ‘e prima ad amor e ggiare con un’ e ducanda,

ma ques ta poco dipo i andò sposa,e al lora lo s cia

gurato r ivols e l’occhio e i l d e s iderio a l la maestra .

Trovarono faci lm ente modo al la colpa. Alcuni ann i

s tette occul ta la cosa,s e bbene la monaca aves se

avu to de i figli®. E non fu sol uno i l s acri legio

due monache erano s ta te date compagn e al la s ignora,

( I ) Il M anzoni a ttribuisc e que st’

incari co a l la sola d ist inz ioned e l la nascita , m a i l R ipamont i scr iv e

M ode st iam ,innoce nt iam que e ius e t v i rtut e s a l ias, quas int e r

p rinc ip ia proe tul i t, nona li a m e lius e x e mplo noiar e r im gnam, e cc . »

(2) viam fa ci l e inv e ne runt , ad quod a s e ns i bus

e t col loqui i s e jusmodi prox im e i tur. Pe r a l iquot annos occultar e s fuit : atque p e rfosso pari e t e , e t pat e facto inDom ina e cu

b i culum ad ito , coniuga l i s ane l ic e nti a e ge runt , l i b e rique su

sc e p t i . Vi rgine s al ia e duo e rant ad m inist e ria digni tat e m quev itae attri butae Princip i , contub e rnal e s quodam m odo e iusha e c quoque constupra tae , v e luri addi tam e ntum e t acc e ss io sa

c ri l e gi i principa l is ut e sse nt .

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p ortar v ia la monaca e persegui re i l v io latore . Questi

d i sperato va ne l convento , mena a forza l e al tr e

due monach e , l’

una fe ri sce d i pugnal e e ge tta ne l

Lambro , l’al tra dirupa i n un precipizio….

La Signora, che dapprima aveva dato in i smani e

e furori , di cendo d’ e ss er s tata forzata da ’ par e nti ,

d ’ave r p rofe ri to i voti prima d e l l ’età s tab i l i ta , e vo

l e rs i m ari tar ora ed a cui megl io credesse,finì per

converti rs i e p rende re la vita più aspra di p e ni te nza,

passando pres to in odore d i santi tà . Il R ipamonti ,c h e la conobb e

,c e la pr e s enta i n due tratt i c ifi ca

c i ss im i : scrib e nt ibus i s ta nob is adhuc sup e rs t e s ,

curvae proc e ri tati s anu s,torrida

,macil e nta, vene

randa, quam pulchram e t impudi cam aliquando es se

potui s s e vix fid e s . Perchè,de l r e s to

,la gius ti

z i a.

divina fos s e in tutto compiuta,i l R ipamont i ter

mina la sua narrazione con la morte de l viol ato re

per mano d ’un suo amico e compagno di d e l i tt i .

Ognun vede ch e , pu r t e nendo pres e nt i tutt i i da ti

a ssum e r e potue rant t e rri culam e nta e t minas sa e vi t i amque ad coe rc e nda indic ia , qua e p e r omne s m onas te ri i angulos m anab ant .

( I ) Qui i l R ipamont i racconta una sp e ci e d i miracolo, p e rcui , ma lgrado tutto, l e due monach e son sal v e e d e spiano conmorte e se mplar e la colpa .

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I ;

d i questa narrazione s to rica , i l M anzon i h a sorvo

lato sul la parte più scab rosa ; ed ha preferi to i nvece

ri tornare diligente , con la sua anal i s i p rofonda, oi

sce ra le , dove i l R ipamont i e ra passato incurioso .

L ’episodio infatt i con s ta più ch e al tro de lle pa

gine mirab il i i n cui i l Manzoni h a voluto ri costruire

quel la tela d i art ifiz i , d’

inganni , d i seduzioni , d i mi

nacc i e , pe r l e qua l i dove t te b ene Gertrude essere

addo tta da’

-

parent i al m al passo . Manzon i abban

dona la monaca, appena c i h a fatto bal e nare gl i

in iz i della r e laz ione colpevol e, con le sue prime

ansie,prime gio ie e te rro ri . La profondità de ll’ab i s so

i n cu i l ’ i nfe l i c e è caduta,vien per noi misu rata

solo al lora che Lucia,gettata dal caso sul la v i a

della Signora,ne divi e n vi ttima Dopo l ’ i n i quo

( I ) Si osse rvi d i ch e canta ombra avvolga M anzoni i l racconto (cap. ! ! ) : N oi abbiamo rife rito com e la sciagurataSignora d e ss e una volta r e tta a ll e parol e d’ E gid io : e i l l e ttore

può ave re inte so ch e que l la volta nonfu l’ult ima, nonfu ch e un

primo passo inuna v i a d’

abom inaz ione e d i sangue . Que l la st e ssa

voc e , ch e av e va a cquistato forza e , d ir e i quas i , autorità dal d e l itto,l e impos e ora i l sacrifiz io d e l l’ innoc e nt e ch e av e va inLa sv e nturata t e ntò tutte l e s trad e p e r e s im e rs i dall

orrib i l e co

mando : tutt e , fuorchè la sola ch’ e ra s i cura, e ch e l e stava purs e m pr e ap e rta davant i. Il d e l itto è un padrone r igido e infle ss ib i l e , contro cui nondivi e n fort e s e non chi s e ne r ib e l la int e ram e nte . A que sto Ge rtrud e nonvol e va risolve rs i ; e ubbidi .

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tradimento della pov e ra fanciulla, noi non rive

diamo più la monaca ; e quando Luc ia, guar ita dal la

pes te, ne domanda a l la sua compagna e b e ne fat

tric e , ques ta l e apprende brevemente e confusamente

i l segui to della s to ria , che Manzoni non ama rife

rire , soddisfat to megl io d i accennare al la edificante

conve rs ione e rinviando i curios i al

L ’ entus iasmo sollevato dai Prome ss i Spos i , fe c e

sbucciare gl i imitatori e i continuatori come fungaia

pul lulante so tto i grand’

alb.e ri ; e al lora sa l tò i n testa

al vanitoso e mediocre R osin i d i continuare la storia

( 1 ) Cap. ! ! ! VI I . Quando Luc ia tornò a pa rlar e alla

v e dova d e ll e sue avv e ntur e , p iù in part icola r e e più ordinatam e nt e d i que l ch e av e ss e potuto in que ll

agi ta z ione d e l la primaconfid e nza , e fe c e m e nz ione p iù e spr e ssa d e l la Signora ch e

l’

av e va r icov e ra ta ne l monast e ro d i M onza, v e nne a sap e r e d icoste i cos e ch e , dandol e la Chiav e d i molt i mist e ri, l e r i e mp ir0n l’anima d’una dolorosa e paurosa m e ravigl ia . Se pp e dallav e dova ch e la sc iagurata, caduta in sosp e tto d i atroc i ss im i fa tti,e ra stata, p e r ordine de l Ca rdina l e , t rasporta ta in unmonat e ro d i M i lano ; ch e Il, dopo molto infuriar e e dibatte rs i , s

e raravv e duta, s

e ra accusata ; e ch e la sua vita attua l e e ra sup

pl i z io volontario ta l e , ch e ne ssuno, a m e no d i non togli e r

gl i e la , ne avr e bb e potuto trova re un p iù s e ve ro . Chi vol e ss econosc e r e un po’ più in part icola r e que s ta tr i s te s lor i a , la tro

v e rà ne l l ib ro e ne l luogo ch e abbiam citato a ltrov e , a propos ito de lla s /e ssa pe rsona .

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del la Signora di Monza , lasciata quas i a mezzo dal

Manzoni,e d e l la qual e p e rciò s i s arebbe potuto trarre

ancora part ito . M a per i l buon R osin i qualunque ar

gom e nto e ra unpretes to : egl i aveva da sc iorinare non

s i sa quanta e rudizion e o imbotti tura s torico - cri tico

artis tico — pi ttorica ; e ne h a infatti rimpinza to i l suo

romanzo,per i l qual e pre tendeva d ’ e sser alla pari ,

pe r lo meno, de l Manzoni , e in graz ia de l qual e in

flis se molte s ecca tu re al Leopard i….( 1 ) N e l la l e tt e ra 3 92a d e ll

E p i s tolar io i l Le opa rd i scr iv e da

F i re nz e , 1 7 giugno 1 828, a suo padr e : M anzoni e un b e ll iss imo animo e un ca ro uomo . Qui s i pub b l ich e rà fra nonmoltouna sp e c i e di… la qua l e passa tutta p e r le m i e mani . Sa rà una

cosa ch e va rrà poco, e m i disp iac e i l di rlo, p e rchè l’

autor e èmio am ico, e h a vo luto confe ssa r e a m e solo que sto s e cr e to

,

e mi cos tr inge a r iv e d e r la sua op e ra pagina pe r pagina , m a

io non so ch e c i fa re . M e rc e la 1 3 63 d e l l e L e tte r e scr i tte a

G. L e opardi da’

suoi pa re nti pubb l i cat e dal Pi e rgi l i (cfr.

R as

s e gna s e ttimana le , II, 258) s i sa ch e i l Le opard i a l lud e va a una

sp e ci e di cont inua z ione d e’

Prom e ss i Spos i , insomm a a l la S.

guara di M onza d e l Ros ini . Il buonLe opa rd i non e bb e m a i

cuor e d i a ii i igge re i l p rosuntuoso e ing e nuo profe ssor e p isano es i lasciò s e cca r e cos i ; e s

’ ing e gno anch e , s i torturo, p e r scr iv e rgl i pur e qua lch e com pl im e nto g e ne rico, i l m e n com prom e t

t e nt e pos s ib i le , com e da p iù luoghi d e ll’ A pp endi ce de l Viani ;m a sori com plim e nt i fatt i con que l c e rto sorr iso, con cui uno

a ss e conda l i e v e m e nte , p e r non p re nd e rlo d i fronte , la vani tà

d’

un bam bino . O ltr e ch e , ogni tanto e bb e pur b i sogno d i sfoga rel’animo suo. (D

OVIDIO, Saggi Cr i ti c i . N apol i 1 878, p .

È noto i l curioso ane ddoto d e l la vis ita fatta a l M anzoni

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Più che la sconciatura del R os ini (che fa i l pai o

con qual che altra t e ntata continuazione : sull’

Iuno

nu'

na to,su

F igli di R enzo) doveva d e s tare una viva

curios ità la s coperta e pubblicazion e del Processo

originale del la Monaca , che veniva a gettare luce

piena e sinistra su’ punti lasc iat i os curi

,o adom

brat i appena , dal R ipamonti . Ques to processo,in

unm anoscr i tto d i d iec i gro s s i fasc icol i , capi tò i n

mano al conte Tul l io Dandolo ,che ne dava, nel

1 8 un as sa i copioso e s tra tto,riprodotto poi ne l

l ’op . ci t . Il Se colo ! VII in Ita lia . In que l l ’ e s tratto,i l lus trando i prezios i documenti con lo s tile enfatico

che gl i è proprio,i l cont e Dandolo , per c rescere

l’

orror sac ro ne ’ l e ttori , d ivid e i l processo in tant i

atti d i tragedia,dramma

,a piacimento ; per al tro la

sua è una ben scialba e fredda cosa malgrado l e

declamazioni,gl i ammirativi e i puntini

,i tre sol i ti

amminicol i con cui cre don compensare i l difetto di

oss ervaz ione e d ’anal is i i romanz ieri mestie ranti . E p

da l R os ini , ch e vol l e e s s e r e annunz iato tout court a Don

Sandro com e l’autor e d e l la S ignora d i M onza e d a cui

i l M anzoni avr e bb e fatto risponde r e dal s e rvo, ch e d e c linass e

i l suo nom e , poichè «DonSandro non lo conosc e va . Il buonRos ini sol e va rip e te re agl i am ic i : ch e i l M anzoni non pot e vap e rdonargl i ch e col suo romanzo d e l la M onaca gl i s i foss e l evato a così form idabi l e comp e titor e .

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pure nul la di p i u facil e ch e ric rear e sul lo schema

la rghi ss imo d e gl i in te rroga tori e de ’ process i ver

bal i la s toria commov e nte d e l la vera Monaca. L ’ i n

teres se drammatico sorg e spontaneo dal la narrazione

de’

fat ti, dalla pi ttura d i certe s cene

, ch e riescono

e ffi caci p e rfino sotto la penna de l cance l liere d i Tri

bunal e .

La Signora, la Monaca di Monza, e suor Vi rginia,

figl ia de l fu i llus triss imo s ignor Martin de L e yva

m onaca di Santa Margh e ri ta i n Monza All ’ e poca

d e l proc e s so ( 1 607) av e va t re ntadue anni . E ra be l

l i s s im a . I l suo s e dutto re s i chiamava Giampaolo

Os io : la tr e sca av e va durato ol tre sett e anni ! Ave

vano avuto più fi gli : di e s s i v iv e va solamente una

bambina,ch e suor Vi rginia faceva spes so ven ire

,

com e di e s t ranea , in conv e nto , e a cui prodigava

carezz e i n pre senza delle monache che sap e vano tutto.

Le al tre volte aveva s e mpre abortito ; non s i ca

pis c e b e ne s e d’

aborto procurato . La bambina,pe r

( I ) T ra’

v igli e tt ini de l M anzoni, s e ne h a uno al Cantù , incui scriv e : Quanto a l la Signora d i M onza , fu m ia ne gl ig e nzai l non conosc e re que l l e l e tt e r e (d e l B orrom e o) e da rl e i l suov e ro nom e . Dov e ndolo inv e nta re , ho cr e duto b e ne appl ica rl eque l d ’una santa r e gina e monaca , quas i anch e i l nom e la

pre d e st inass e al conv e nto . (Le L e tte r e d i A le ssandro M anzoni,

raccol te e annotat e da G . Sforza . Pisa , 1 875, p .

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favore d’unMelzi, fu legittimata ne l 1 606 dal l ’ Osio,

che la dis se avuta da un’ Isabella de

Le altre due monache compl ic i erano suor Ot

tavia R icc i e B enedetta Homa ti la conversa ucci sa,Ca terina Cas sini .

Dagl i inte rrogatori de l le tre colpevol i, del la prio ra,del la vicaria ed al tre monache , finalmente da una

l e ttera de ll’Os io al cardina l B orromeo,s i r i e sce a

raccogl iere l ’ i n tera s to ria ne ’ più minut i particolari .

L’

Os io amoreggiava dapprima con Isab e l la degl i

Ortensi ; partita que s t’

e ducanda s i vols e a suor Vir

ginia . Comincia dal salutarla , l e mostra più tard i

una l e ttera . Per vincere le ripugnanze di l e i , 1’ Os io

s i fa ispirare da prete Paolo Arrigone,i l quale gl i

s erve d i s egretario n e l la corrispondenza e roti ca . Co

( 1 ) InDA N DOLO, I. c . , p . 1 66 . Int e rrogatorio d e l la priora .

Ve ne va quà una putt ina a lla qual e suor Vi rginia fa c e vaca r e zz e . Si dic e va ch e d e tta puttina, chiam ata Franc e sca , fossefiglia d e l l’ Os io e d i suor Vi rginia, e s i d i c e va tra noi p e r i l

m onast e ro, p e r l e car e zz e ch e e s sa suor Vi rginia l e fac e va , e danco p e rchè l e fac e va d e ll e cos e da m e tt e r e indosso e ne t e

ne va gran conto .

Il fasc icolo I! d e l proc e sso cont i e ne la copia aut e nt i ca d e l lal e gitt im azione di que sta bam bina, in data d e l 1 7 apri l e 1 606 .

La bam b ina av e va 2 1 m e s i . Il cont e F lam inio M e lz i us avap e r que st

atto , in favore d e ll’

Osio, d e l priv i l e gio im p e ria l eaccordatoi ne l 1 597 d i pot e r l e gittim ar e i nat i spuri i .

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trema, sviene, corre agl i al tari , implora soccorso da

Dio Ne ’ primi col loqui,la pass ione s i contiene

in un imbarazzo,in unriserbo pudico ; m a ungiorno

ne ll’

Os io trabocca e a l le s trette viol e nte de l l ’amato

el la fugg e e s i pr0pone di non rivederlo m a i più .

Pe r qualche t e mpo mantiene i l suo giuramento,m a

ne ammala : po i alle is tanz e che l ’Os io l e fa giun

( 1 ) p . 249 e s e gg . Os i o m i chiam ava graz ia d ipot e r e ragionar m e co a l pa rla torio ; e d io gli e l

accorda i : v e nneuna nott e ne l pa rlatorio d e l confe ssore , ch e suor O ttavia gl i ene buttò la chiav e di ssopra i l muro ; e cos i v’ e ntro. Divis icom

e ravamo da l la dopp ia grata ragionass im o d i cos e d i cr e anza ;.mostro la m aggior m od e st ia ch e s i pot e ss e p iù imm aginar e ch e e bbi v e duto l ’ Os io due volt e ne l pa rla torio,part i co larm e nt e dopo ch’ e i s e mpr e p iù s i r e strins e coll

A rri

gone , m i s e m brò com e d ’ e ss e r d iabol icam e nt e forzata d’andar ea que l la fine s tra e una volta ch e mi fu d e tto da suor Ottaviach e Giam paolo s tava in gia rd ino, p e rch

’ i o vol l i fa rmi forza d inon anda re a v e d e rlo, sv e nni s opra d’ una cassa ; e que s to s i

rip e tè p iù volt e . T a lvolta io e ntrava in coll e ra pr e gando Dioch e mi a iutass e : ta l volta m i pa r e va ch e foss i l e vata a forza

p e r andarlo a v e d e r e : ta l volta in s e nt i rm i spinta da que stat e ntaz ione mi stracc i ava i cap e gl i , p e nsa i fino d

amm a z z arm i .

U na volta mi domandò p e r graz ia, sotto pr e t e sto ch e dov e ss ee ss e r l’ult ima ch e d i nott e v e niss i a conv e rsa r s e co d e ntro lap iccola porta d e l monast e ro : e d io, p e nsandom i l e va rm e lo dattorno , oppur e s e nt e ndom i string e r e da que l tal m al e fiz io m i

cont e nta i ch e v e nisse . Pa rlass imo a porta ap e rta ; e la fu

ap e rta da suor Ottavia ch e l e vò vi a la stanga , e introduss el’ Os io . Ci m e tt e mmo a ragionar e tra una porta e l’a ltra , ch e

suor O ttavia s e nt iva .

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gere , s i arrende costre tta dal la s t e s sa forza dia

bolica e cosi grado a grado deve cadere….Da al lora i n po i l ’Os i o entra addiri ttura ne l mo

nast e ro,v i s i trattiene nas cos to anche per qu indic i

giorn i (cercato dal la gius tiz ia per un deli tto d i san

gue ) e l e monache fanno pe r lui cuc ina a parte….Suor Virginia pure s i reca a casa di lui , restandov i

l e intere notti v ivono addirit tura licenzia sane con

iuga li , ricambiandos i doni e servigi e d è i nvano

( I) tutto ch’ io fac e ss i ogni sorta d i or azioni e d isc ipl ine s ino al s angue p e r nonav e r e a trattar e p iù con l’ Os io,pa re va ch e foss i portata dal d iavolo, e c rucc iata ta lm e nt e al

cuor e da non pot e re star e d i non v e d e rlo , e andar e dov’ e ssoe ra ; d i m odo ch e , r ic e rcata e suppli cata da lui , sori tornataa que l la porta , cadd i in p e ccato, e m i pr e s e tanta ma l inconiach e ne infe rm a i e st e tt i a l e tto tre (l b . p .

(2) Si v e dano de’ curios i pa rt i cola r i a pp . 1 57, 1 79 e 2 1 8 .

E ran l e due com pli c i ch e introduc e vano l’

Os io con chiavicont raffa tt e . Dopo l’uccis ione d e llo sp e zia l e , l

’ Os io s t e tt e quind i c i giorni ne l m onast e ro , e v i e ra fin quando suor Vi rginiafu porta ta v i a p e r ord ine d e l Ca rd ina l e .

(3 ) p . 2 3 1 . Suor Vi rginia e anda ta div e rs e volt e la nott ein casa d e ll’Os io , e v i stava s ino a l l i m attutini di Carab iolo ;quando vol e va tornar e in m onaste ro, t i rava una cord e l la ch e

r ispond e va a l la loggia vic ina al granaro : v’

e ra a ttaccato unso

naglio, ch e , sonando , dava avviso d ’andar e ad incontra r e suorVi rginia ch e tornava : c i andava v e st ita d e l suo abi to da monaca .

(4) p . 1 62 . fac e vano d e l l i s e rvi ti i l’

un l ’a l tro ; c ioèsuor Vi rginia dava l

am i to a lli col la r i de ll’Os io, e m e tt e vad e l l i col la ri ne l l e sue camici e ;

e que sta e ra cosa pubbl ica e

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che per romper la tresca e togl ier lo,scandalo s i

carcera l’

Os io e lo s i traduce a Pavia, donde non

appare come e quando s ia e vaso o s ia'

s tato dim e sso….Dopo i l primo aborto

,suor Virgin ia manda al la

Madonna d i Lor e to una tab e l la votiva raffigurante

una monaca e un bambino inginocchiati che pian

gono per s congiurare la Vergine d i togl i e rla al la

v i a ruinosa della colpa . M a purtroppo d e ve p e rcor

ret la s ino in fondo e q ui sarebbe lungo descriv e re

la vi ta agitata,tormen tosa

,che mena

,causa fo rs e

degl i a l tri aborti,con tut ti gl i i ncidenti a cui dà

luogo la r e laz ione colpevol e,e fina lm e nte

,no ta t ruc e

de l d ramma,l ’ucc is ione d ’uno sp e ziale e d e l la conversa

che ave van ge ttato la d e l le parol e sul la tr e sca, e la

s econda i n specie minac ciava di sve lar tutto .

motori a , ch’ i o l ’ howi sto e t hanno visto anch e l’a l tr e m onach e ;

e l ’ Os i o mandava a l e i d e l l e cos e da e così l e i

mandava al l’ Os io d e l l e cos e da

( I ) p . 1 65.

(2) p . 254 . d e gl i a rg e nt i ch e av e va , e manda ia l la M adonna d i Lor e to una tavol e tta vot iva sul la qual e av e vafatto m e tt e r e una monaca e d un putt ino inginocchiat i ch epiang e vano : la manda i p e r m e zzo di B e rnardo Grosso , al

qual e p e r i l v iaggio d i e d i s e i ducat i e d uno da offri re . Due

a ltr e volt e m anda i i l sudd e tto a l la M adonna affinchè mi ac

cordass e la graz ia d i l ib e ra rm i da que ll’

affe z ione : m a pre

vals e r i m al e fiz i i da i qual i m i t rovava

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2 ;

Dagli in terroga tori risul ta abbas tanza chiaramente

la rei tà d e l l e a l tre due -m onache ; m a la l e tt e ra de l

l’

Os io a l Cardinal e reca l ’accusa più espl ic i ta contro

suor B e ned e tta e suor O ttavia,complic i e i stiga

tri ci , ch e per amor e d i suor Virginia e gl i doveva

s offri r e e ch e a le i lo contende vano…. L’

Os io ucc id e

la conv e rsa,e cos toro son pr e sen ti

, anch e con a l t r e

c ompagne,al d e l i tto

,e a iutano a nasconde rne l e

t racci e sanguinos e : s e pur e,come l ’Os io pr e t e nde ,

non furono e s se s tes s e a commetterlo Ad ogni

( 1 ) p . 2 3 6 . colpa non è s tata d i d e tta pov e ra suorVi rginia M a ria , qua l d i gran ca sa l

animo in a ltro av e va ch e

a l l e cos e m ondane , com e p e r la sua cosci e nza s i a conossuta :

m a Ottavia e B e ne d e tta e rano que l l e ch e i l m al fac e vano, e ,

c om e p rincipal i, Dio l e h a ca st igat e com e m e ri t e vol i : io nonfui m a i ri c e rcato solo ch e da e ss e e t e ntato anco ra a p e ccar es e co (ch e Dio m i è t e st im onio s e d ico la v e rità) io non l epot e va com porta r e , nè po trò , cons id e rando com

e ss e s ianos tat e causa d e lla m i a ruina : ch i t rovò la inv e nt ione d e

’ post ie t altr e cos e ? sol e ss e ; ch i v e niva a l l e port e ? sol e ss e ; ch imi m e nava ne l la sua cam e ra s e non e ss e ?…

Inque s ta l e tt e ra troviamo la sp i e gaz ione d e l m i racolo narrato dal R ipam ont i , p e r cui l e monach e usci t e dal m onast e ros i sa l vano : m a sa r e bb e troppo lungo rife rirla , e inut il e d i straz ione dal nostro com pito . C e rto è ch e la l e tt e ra d e ll’ Os io nonc i par e uzacclu

'

a-ve lli ca , com e d ic e i l Dandolo ; vi è inve c e un

a cc e nto d i s inc e ri tà , di v e ra d isp e razione ch e commuov e , e r iv e la nu animo b e n d ive rso da que l lo d’un volga r e malfattor e .

(2) p . 240 . Ch e s e s i è trovata una m orta , B e ne d e tta

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modo,qual e viene espos ta ne ’ minuz iosi verbal i

non po tr e bb e dars i s c e na più cupamente drammat ica

d i que s t ’ult ima : e c i vuole tutta la cattol ica ingenui tà

e O ttavia furono que l l e ch e la d e capitarono , e nascose ro ne lpol la ro, d e l qual e av e vano l e chiavi , ch e non l o possono nega r e , e la portaron da m e s e nza ch e i o abbia colpa in que sto,m a pre ga tto, p e rchè asp e ttavano i l B a rca, ch e la dov e ss i farsotte rra r e , e fu B e ne d e tta ch e la portò( 1 ) p . 2 28 e s e gg . que l la Catte rina fatta anda r

in col l e ra suor De gnam e ri ta, ch e e ra la ca riss ima d i suor Virginia , que sta p e r ris e nt im e nto la fe c e m e tte r p rigione ; p e r i lch e la Ca tt e rina s i pr e s e a di r ma l e d i suor Vi rginia , d i suorB e ne d e tta e di m e (suor O ttavia) intorno a

’ part icola r i d e ll’Os io,e d in i sp e z i a li tà ch e inte nd e va usci r l e i di prigione , e farvim e tt e r noi , pal e sando ogni cosa . Lo ch e av e ndo int e so Giampaolo, ch e s i t rovava ne l monast e ro s e condo i l sol ito pr e ssosuor Virginia , e d int e nd e ndo :ch e m ons ignor B arca stava p e rv e ni r e (a v i s i ta re i l monaste ro) e l

avr e bb e l e vata d i cast igo,s i risolve tt e d i ammazzarla ; e cosi , a m e zzanott e suor B e ned e tta andò dal la Ca tte rina ne l la cam e ra ov’ e ra d e t e nuta, e

com inciò a parlar s e co, po i v i andò suor Vi rginia, e , di e tro l e i ,io : sopraggiuns e G iampaolo, ch e av e ndo un p i e d e di b icocca ,da lui tolto ne l laboratorio d e l l e m onach e , dov

e ra s tato m e ssoprima d e l r it iro, ne d i e due 0 tre colpi ne l la coppa d e l la Catt erina , ch e stava sdra iata su d

un pagl i e ricc ioPe r que l l e bott e mori , s e nza di r ni e nt e , chè l e d i e d e da lla

part e d i d i e tro, e l e rupp e anch e la t e sta, ond’

e s c i sangue , e

r e stò imbra ttato i l sudd e tto p i e d e d i l e gno ch e i o (suor B ene de tta)

subito a lla nostra pr e s e nza ; e , morta, la portass imo ne l polla ro, a iutando tutte ; e suor B e ne d e tta e d i o (suorOttavia) la drizzass im o in pi e d i inuncantone , e l e appoggias

s imo contro de ’ l e gni assa i p e rch è non pot e s s e e ss e r e vista

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del con te Dandolo, per non ved e re nel l’ in te ro pro

ces so una ben tris ta rivelazione sulla s toria eccles ia

s ti ca di quel secolo . Dal proces so non s i rileva nulla

d e l la convers ione : suor Virginia fu sottopos ta al la

tortura de ’ s i bi /li al le mani , e sub ì quindi ins iem e

al l e al tre l ’avuta condanna . Furono le dette mo

nache mura te s e paratamante i n un carcere p e r una ,

con lasc iarvi l e fe ne s trole per poter respirare e ri

c e ve re i l v i tto, come s i conviene in simil i cas i

Quanto all’ Os io

,fu condannato dal Senato i n

pena del la vi ta,e d ’ess er tenagliato

,tagliata la mano

dri tta,con fiscat ione di tutt i l i b eni , e fattogli Spia

nare a fundam entis la casa, fattone pubbl ica piazza,con erigervi i n mezzo una colonna d i marmo

su cui un ’ i sc riz ione infamatoria .

po i l ’ Os io fe c e un buco ne l la muragl ia de l giardino colla spadae usci . La Catt e rina c os i m orta ste tt e l à tutto i l giorno s e

gue nt e : v e nuta la nott e , tornò l’ Os io, e coll

a juto d i suor B e ned e tta portò i l cadav e r e a casa sua : ch e cosa n’abb i fatto nonso ; cr e do ch e lo tagl iass e e ne m e tte ss e unp e zzo quà , unp e zzolà ; la t e sta, p e r quanto lui d isse , l

av e va ge ttata in un pozzofuori d i M onza .

A ll’

ucc i s ione furono p r e s e nt i anch e suor Silvia e suor Cand ida : e ravamo tutt e due a jutaron a portarla fuori de lmonast e ro, cioè s ino a lla

Scavando in casa d e ll’Os i o, s i rinve ngon la t e sta e d a ltre

m e mbra di sj e cta d e l la vitt ima .

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forzata a prendere i l velo , e ra un punto n e anche

t occato dal R ipamonti…. Manzoni s’

impadroni d i

ques to moti vo, com e d’

una i ncogni ta da e splorar e e

lumeggiare : ed è qui che s’

affacc i ano spontanei ,

ne l puro campo imm aginat ivo, i raffronti tra l e due

v i t time : G e rtrud e , e Susanna Simonin la monaca di

Monza,e la R e ligi e use de l Diderot….

Gertrude è figl ia di principe,e perciò deve e sser

s acrifica ta a l la re ligione d e l la famigl ia .— Susanna è

fi gl ia di adul terio,e d e ve e sp iare ne l convento un

delitto non suo. Pe r i l padre d i Gertrud e è as

surdo ch e s i abb ia a smembrare fra tutti i figl i i l

vis toso retaggio,e ch e i l primog e n ito non continui

s olo il lus tro e la pot e nza d e l la casa . Per la s i

gnora Simon in è mostruoso che la figl ia del la colpa

( 1 ) Il qual e scriv e : Pue llari bus annis adol e sc e ntula, s i curi

tune fe re b a tur, virgo, sangui sque princ ipum , inm onast e rio a ctafue rat, non tam sua spont e , s i cut i e v e ntu d e claratum e s t, quamavari t i a e st imul is e t nota pot e nt iorum sol l e citudine , dum i ta

m arita r e fili as e l e gans e t grand e sua e fortuna e e molum e ntum

putant

È su que sto s e m pl i c e appunto ch e i l profondo intuito s to

rico d e l M anzoni c r e ava tutto l ’ e pisod io .

(2) DIDE R OT. Oe zwr e s conzp le'

te s,r e

vue s sur le s édi tions or ig i

na le s, par A s se zat (Pa ris , Ga rni e r Frèr e s 1 875, vol .

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d ivida con le a l tre sor e l le l egittime,i ben i d ’ un

mari to ingannato ; ed è quind i … inevi tab ile che Su

sauna, per ri sparmia re dolori a l la madre , cui r i

ch iama anche la memoria dolo rosa d’

un troppo

amato tradi tore,vada nel ch ios t ro a nascondere

l ’onta d e l la nascita,as si curi a l l e sor e l l e la poss e s

s ione intera de ’ b e ni,e tolga ogni cagione d i sospetto

e di rancori da l l ’animo de ll’ombroso padre putativo .

Que ste due rag i on i d ivers e ; per cui G e rtrude e

Susanna sondestinate al convento,r e ndono a mera

vigl ia i l caratt e re de l d iv e rso ambient e s torico,cu i

rispett ivam e nte appartengono . N e l secolo ! VII la

t irannia nob i lesca, ne l ! VIII la corruzion e , i l t i las

s am e nto de lla famigl ia, det e rminano i g e nitor i.…allas tessa viol e nza . Prima ch e nasc e s sero

,la sorte de l

l ’ una e d e l l ’ al tra e ra i rrevocabilmente d e cisa : di

Gertrude,nell e del iberaz ion i d’ un o rgoglio geloso ;

d i Su sanna, tra’ rimors i cocenti de lla colpa s i

aspettava non i l loro consenso,m a la l oro pres enza .

A Gertrude fin da l l ’infanzia , e i l nom e ch e l e s i

e ra imposto pensatam e nte , e i balocch i fanciul leschi ,

e l e parole ab ilmente ge ttat e*

p e r ave z z arla al l ’ordine

d ’ i dee pres tabil i to da ’ gen itori , dovevan mettere i n

testa che aveva ad e s s er monaca . A Susanna, l’

av

ve rsione non di ssimulata da ’ geni tori pe r l ei,qualche

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parola scappata in moment i di colle ra, l e preferenze

conce s se al l e sor e l le maggiori , una sorda gelos ia

per l e do t i natural i ond ’ e ra riconosciuta a queste

superiore , promette vano lo st e s so avvenire .

Gertrud e , a se i ann i è collocata,per educaz ione

e ancor più per i s tradam e nto a l l ’ impo s ta vocazion e ,i n un monas te ro . Susanna vi

’e cacciata già grande,

p e r impedire che pos sa togl iere uno sposo ad una

dell e sorel le .

A ques to punto c i è permes so osservare as sai

ch iaramente i l cara t t e r e oppos to che impronta i due

racconti . Il Principe mette Ge rtrude ne l mona

s t e ro di Monza, perchè l i , pensava meglio che

a ltrove,la sua figlia sarebb e tra ttata con quell e

distinzioni e con quell e fi n e zz e che potes sero più

alle ttarla a s c e gl iere quel monas tero p e r sua per

pe tua dimora . Nè s’ ingannava : la bades sa e al

cune al tre monachefaccendi e re , che avevano, com e

A s i suo l dire,i l mes tolo i n mano, e sul tarono ne l

v e d e rs i offerto i l p e gno d ’ una prot e z ione tanto

f\

ut i le i n ogni occorre nza, tanto gloriosa in ogni

momento ; acce ttarono la proposta, con espres s ion i

d i ri conos cenza non esagerate , pe r quanto fos sero

« forti ; e corr i spos e ro p i enamente al l e intenz ioni ch e

i l Princip e aveva lasciate trasparire sul colloca

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mento s tabile de lla figli uola : in tenzioni che anda

uan cos i d’

accordo con le loro. Gertrude appena

entrata nel monas tero fu chiamata pe r autonoma

s ia la s ignorina : pos to dis tinto a tavola nel dor

m i torio ; la sua condotta propos ta all a l tre per

esemplare ; chicch e e carezze senza fine , e condi te

con quel la famigliarità unpo ’ ri spettosa,che tanto

ad e sca i fanciu lli , quando la trovano i n coloro

che vedono trattare gl i al tri fanciu ll i con uncon

regno ab i tual e d i superiori tà .

Vi ha i n tutto ques to qualche cosa d ’ i llode vole ,m a non risul ta una compl ici tà chiara

,d e cisa ; una

cos cienza ap e rta de l mal e . Non appare ne lle monache

un ’as sociazione diretta a l la violenza : s i tratta d ’una

bambina, figlia d i pri nc ipe, e nul la di p iù natural e

che prodigarle d is tinz ion i e fin e zze. Il Principe

h a solo « lasciato traspari re le sue intenz ioni : che

male c ’ è a favorire l e tend e nze , già promoss e i n

casa, nella fanciul la ? Se , nel conv e nto stesso , d el l e

alt re ragazz e non av e s s e r contrapposto ide e più vari e

e luccicant i al l e immagin i maes tose m a c irco

scri tte e fredd e , ch e può somminis trare i l primato

in u n monas tero Ger trud e sarebbe cresciu ta su

badessa : sarebbe stata pe r sempre acqui s i ta ,a Dio .

f

Solo più tard i s ’ intravede un po ’ d i tristo inca

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rico as sun to da qualch e monaca di far s i che

G e rtrude s’

obb li gas s e per s e mpre , con la minor co

gni z ione pos s ib i l e di ciò ch e fac e va m a non s i

h a propriam e nt e un es tremo colp e vole . Es s e l ’ impe

guano sol tanto a un a tto pr e l imina r e : l e fanno cioè

t rascriver e e firmar e una suppl i ca al Vicario ; e a

fine d’

indurla a c iò più faci lment e non mancaron

d i di rl e e di ri p e t e rl e ch e finalment e e ra una m e ra

forma l i tà,l a qual e (e que sto e ra ve ro) non pot e va

av e r e fficacia s e non da al tri att i pos teriori,che

dip e nd e r e bb e ro dal la sua volon tà .

Quando Gertrud e,i nd e t tata da l l e compagne, fa

sapere con una l e ttera al p adr e l e nuov e id e e bru

l i cant i ne l suo c ervel lo di giovin e tta, la bades sa s i

l imita a chiamarla n e l la sua c e l la ;’

e con uncon

t e gno d i mi s t e ro , d i d isgus to e d i compass ione » le

dà un ce nno oscuro d ’ una gran coll e ra de l Prin

« cip e,e d

un fa llo ch ’ e l la dov e va av e r comm e s so,

lasciandole p e rd intende re,ch e

,portandos i be ne

, po

t e va sp e rar e che tu tto sar e bb e dim e nt i cato . Non è

certo una b e l la part e,m a non ta l e da provocare viva

riprovaz ion e e disgus to ; e s i v e drà poi che la s tessa

bad e ssa , p e r quan to d e bolm e nt e , più per obbedire a

una formal ità che a un dover e,con tutti i t e rmini

d i rispe tto, pure rammenta al Principe ch e la Chiesa

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c ommina la s comunica a chi violenta la volontà di

una figl ia . De l res to, Manzoni , dopo accennate

q uel le piccole arti , con cu i s i c ercava l egare Ger

t rude al convento,s i affretta a soggiungere : « non

che tutte l e m onach e fossero congiura t e a t irar la

poverina ne l laccio : ce n ’ e rano molt e d e l l e s e m

pli c i e lontane da ogni intrigo , a l l e qual i i l pen

« s iero di sacrificare una figl ia a mire interessate

« avrebbe fa tto ribrezzo ; m a queste,tutte attente

all e loro occupaz ion i particolari , parte non disti n

gue vano quanto vi fos se d i cattivo , parte. s’

aste

n e vano dal farvi sopra esame, parte s tavano z i tte ,

per non fare s candal i inuti l i . anche

ramm e ntandos i d ’ essere stata cons imi li arti con

dotta a que llo di cui s ’e ra p e nti ta poi , sentiva com

pass ione della pove ra innocentina , e s i sfogava col

farle carezze tenere e mali nconi che ; ma ques ta

e ra b e n lontana dal sospettare che c i fosse sotto

mis te ro ; e la faccenda camminava . In ogni

caso dunque la compl ic i tà sarebbe circoscritta a po

che,e nella sola fase

,per cos i dire

,preparatoria

( 1 ) Que st’

acc e nno è assa i s ignificante : i l caso d i Ge rtrud enon e ra dunque un

e cc e z ione , purtroppo nonm ancavano a l lorad i que st e vitt im e ; s i not i p e rò s e mpre la guardinga pars imoniad e l l e pa rol e .

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la colpa de l la vera violenza fattaa Gertrude s i ro

ve sc ia tut ta su l padre , sui paren ti ; e vo i vede te qui

condannato i l secolo, che profana co’ suoi ca lcol i

una santa i st i tuz ione , che infi ltra in que ll’

aure se

rene i s uoi mal sani m iasmi :

Nel racconto invece de l Diderot s i dà, è vero,

una colpa non'

l ieve a l la corruzione de l s e colo ; ma

i gen itori d i Susann e? sono certamente men rei ,perchè i l s ignor Simonin h a de ’ dubb i troppo fon

dat i sul la sua paterni tà,e la moglie è lace ra ta da i

rimors i . Se i l primo è giustificato abbas tanza del la

sua avversione, l’

al tra trova la sua pena negl i straz i

ch e soffre , e pe l ricordo incessante della colpa, e

pel sacrificio s tesso che deve imporre al la figlia.

Quando questa madre è costretta a rivelarle i l mi

s tero della nasc ita,è in qual che modo già as solta

dall’

um i li az ione che l ’opprim e . E com e resis te re al

l ’accento disperato con cui el la dice : vuoi tu, figlia

m ia,rendermi più terribi l i gl i es tremi mom e nti ;

vorra i tu,vicino al mio le tto di morte , e sser là fra

l e a l tre sorel le,come una minacc ia, come i l s egno

vivente che Dio non m ’

h a perdonato ? Più dun

que che non contro i Simonin , l’ i ndignazione nos tra

è eccita ta contro preti e monache,congiura te inmassa

a’ danni di Susanna

,contro l ’ i s ti tuzione che s i pre

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e ll e me regardai t ; des larmes sembla ie n t rouler

dans se s yeux… Elle me demanda comment j e

me portais ; que l’

ofi ìc e ava i t é té b i e n long au

jourd’

hui ; que j’

ava is un peu tous sè .… Le dà

finalmente la l e tte ra ; e ne l dolore, ne ll’

indignaz ione

de ll’

att e rri ta fanciul la l e prodiga le sol ite fras i me

late ed ipocri te : comptez touj ours sur tous m e s

secours . ! e n’

a i j ama is att irè personne en r e l igion

c ’es t un é tat où Dieu nous appe ll e , et i l e s t très

dangereux de m è le r sa voix à la s ienn e : ] e n’eutre

p rendra i poin t de parler à votre coeur s i la gràce

ne lui di t ne n; j usqu’à présent

,j e n’

a i point à

me reproche r l e malheur d ’une autre : voudra is-j e

commenc e r par vous , mon enfant, qu i m’e tes s i ,

ch è t‘ e ? (pp . 1 8

Oh non sembra ch e que s ta d iversi tà nel t rat ta

mento d e gl i s te s s i particolar i s ia s tata dal Manzon i

cercata i n opposiz ione al Diderot ! M a conti

uniamo .

Nel caso di G e rtrude, la qualunque com plia ta

delle monache cessa al momento ch e i l Princip e

ri ti ra in casa sua figlia . Allora vo i fremete sul la

fredda e implacata crudel tà del l ’uomo,che sottopon e

un ’ infel i ce giovinetta a lunghe torture moral i ; che

ch iude per lei tut te le pure sorgenti degl i affetti di

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famigl ia, affi nchè esasp e rata dal l e pe rs ecuz ion i , s tanca

dal l ’abbandono , dal vuoto ch e l e s i è fat to a ttorno ,

s i d e cida a fin irla, subis ca la sua sorte . La violenza

s i compie i n famigl ia : G e rtrude ri torna al convento ,

affranta e s tordi ta dal l ’ impar i lo tta.

Nella R e ligi e us e , invec e , la complic ità nauseante

delle monach e è portata a l l ’ e s tremo . La badessa s i

fa dec isam e nt e s trumento de’ par e nti

,da cui è pa

gata . E t cela — dice tris tam e nt e Susanna pour un

mil li er d ’ecus qu’ i l e n revien t à l eur ma ison . Voilà

l ’obj e t importan t pour l eque l e l les mentent tou te

leur vie, et prépar e nt à de j eun e s i nnoc e ntes undé

s e spoi r de quarante , de cinquante anné e s . (p .

Si tra tta ben al tro che di protezione tanto ut ile in

ogni occorrenza,tanto gloriosa i n ogni momento .

E de l resto a ttorno a Susanna c ’è un arrabattars i d i

bac iapi le : ]’eus des lance s à rompr e avec des fem

mes pieuse s qui se m é lère nt de mon affai re sans

que j e l e s connuss e c’

é tai e nt des conférenc e s cont i

nuel les avec des mo ines e t de s pretr e s . (p .

La bades sa per piegar Susanna adopera ogni art ifiz io,

s i mostra tutta amore,compass ione per la vit tima

,fing e

di ave r sposa to la causa di lei,e simula un carteggio

con la famiglia per int e rc e de rne la grazia. Intan to

però non trascura di fare apparir bella al la re l uttante

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la vi ta monas tica , e ponendole sott’occhio gli affanni ,

gl i attri ti che l ’asp e ttano in famigl ia, la induce a ri

maner ancora per qual che tempo in convento . I l no

viziato , ch e s econdo le regole dovre bb ’e s s e re d ’una

austeri tà spaventevole,è reso deliz ioso a Susanna :

è addiri ttura un corso d i s eduzion e . U ne mère

des novice s dice Susanna est la soeur la

plus indulgente qu’on a pu trouver. Son étude

e s t de vous dérober toutes l e s épines de l ’état ;c ’ e s t un cours de séduction la plus sub ti le e t la

mi e ux Si j ’ava is é te rnué deux foi s de

sui te, j

é tai s dispensée de l’

offi c e , du trava i l , de

la prière ; j e me couchais de meill e ure heure , j e me

levai s p lus tard .… I l ne s e pass e pas une his toire

« fàch e us e dans l e monde qu’on ne vous e n parl e ;

on arrange l es vrai es,on en fai t de fausses

,e t

pui s c e sont des louang e s sans fin e t de s actions

de gràc e s à Di e u, qui nous m e t au conve rt de

c e s humiliantes aventures . (p .

Cos ì, i n una forma però semplic e mente scherzosa,

l ’uno degl i z i i d i Gertrude,le diceva : ah furbetta !

« vo i date un calc io a tutte ques te corbell e rie ;

s ie te una diri ttona voi ; piantate negl i impicci noi

poveri mondani,vi ri tirate a fare una vi ta beata,

« e anda te i n paradiso in carrozza .

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4 1

C’ è di più : nel l ’ episodio manzoniano , quando

s tre mata Gertrud e s i las cia soccombere , vediamo

un buon pre te i l Vicario,ch

'

e , venuto p e r s e ru

tare la più o meno sinceri tà d e l la vocazion e d e l la

monacanda, ad e mpi e i l suo dov e re con coscienza,de lib e ra to a dare i n caso un voto contra rio . M a

Gertrud e m ènt e a lui e a s è s tessa,G e rtrud e è co

s tr e t ta ad ingannarlo ; e induce ne l buon prete

nel l ’ uomo - dabben e come ripetutamente lo

chiama i l Manzoni i l convincimento ch e s i t ratt i

del la più vera,incontrastab ile vocazione .

Che cosa avvi e n e al contrario nel la R e ligi e us e ?

Il P . Serafino,dir e ttore spiritual e de lla madre di

Susanna, non è propriament e un tris to : e ppure s i

assume di persuad e r Susanna, a nome d e l la madre ;

da buon confe s sore s i fa complic e di cos t e i , e con

cede solamente a l la vitt ima una s teril e compas s ione .

C’

é tai t dice Susanna le père Séraph in , di

r e cteur de ma mère ; i l ava i t é té auss i l e mi e n ;

« ains i,i l n ’ e ut pas d

e mb arras à m’

e xpl ique r fè

motif de s a vis i te : i l s’

agis sai t de m’

e ngage r à

prendr e (p . Cos ì,la prima vol ta ;

quando Susanna vien chiusa i n casa come Ger

trude è ancora i l P . Serafino,che vi ene a cate ch i z

zarla . j e me plaigni s (p . 25) de ma mère surtout avec

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amertume e t ressen timent . Ce pretre é tai t entré

tard dans l ’é tat religieux ; i l ava i t de

e s i l imita ad ascoltarla tranqui llam ente e

'

infine » l e

riv e la i l s e greto doloroso,che d e termina la condotta

d e l la madr e .

Pass iamo ad un altr’

ordine di cons iderazioni .

La s tessa sorte ravvic ina Susanna e Gertrude ; m a

non son meno tra loro lontane p e r t e mpo che p e r

caratte re . G e rtrud e è debole,irresoluta ;

!

Susanna ,piena di coraggio

,deci sa a tutto ciò che può una

fanciulla sola,i n e rm e .

App e na Gertrude h a i ntraveduto, da’ discors i del l e

compagne, un più largo e sorride nte orizzonte , ab

bandonando l e i d e e ch e a poco a poco aveva acc e t

tat e , s i piace di pregus tar e co l desid e rio l ’avvenire,

di cui l e bal e nano confusament e i lus inghieri fan

tasm i . P e rò l ’ immagine di suo padre sorg e ben pres to

a sfa tare quest i facil i s ogni,e al lora cominc ia a .

osci l lare tra l e incertezz e , ora os te ntando una s i cu

rezza ch e non h a, ora accasciandos i ne l dolore .'

In

un momento di debolezza s i lascia s trappare i l con

senso per la suppl ica ; i n unmomento d i coraggio

apre al padre l ’animo suo. Finalmente come stor

dita da l l e conseguenze d’un ten tativo d i concil ia

z ione s i fa trasc inare al convento : l e i med e sima

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s tanca de l lungo strazio chiede d’e ntrarvi per s e m

pre i l p iù pres to possibil e . E là dove la l ega un

voto,che solo la morte può sciogl ier e , G e r trud e s i

rode d’inut i le rammarico : i l turb inio d e l la vita mon

dana riappare più v e r tiginoso al la sua fantas ia tra

i l s i l e nzio de l chiostro . Due v i e l e s i parano da

vanti : la rassegnazion e , o la colpa el la scegli e

questa .

Susanna non conos ce, nè des idera i l mondo e l e

sue s e duz ion i : m a vuol ess e r l ibera, ecco tutto ; i l

chiostro l e i spira orrore . In que s to sentimento at

t inge una forza mora le s traordinaria p e r una debole

fanciul la : e s sa è risoluta a lot tare con tutto e con

tutti ; piange , prega, m a non m ènt e m a i . R ido tta

agl i estremi , finge d i accettar e la sua sorte , m a,da

vanti a l l ’ a l tare , a l sac e rdote,che deve ric e vere la

professione d i lei,pronunzia un no tondo, rec iso,

per quanto le monache che l e s tanno attorno cer

chino gridare d i s i e in ques to modo fa la più so

lenne e strepi tosa pro tes ta contro la violenza ch e

s i voleva compi e re. È ques ta una dell e s cene più

curiose del la R e ligi e us e : On ava i t racconta Su

sauna tout disposé dè s la ve i ll e . On sonna l e s

cloches,pour apprendre à tout l e monde qu’on

al lai t faire une malheureuse . Le coeur me batti t

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encore . On vint me par e r : ce j our es t un j our

de toi l e tte ; à prés ent que j e me rappel le tout e s

ces cérémoni e s,i l m e s e mble qu ’ell e s avai ent quel

que chos e de sol e nnel e t de b i e n touchant pour

une j eune innocente que son penchant n’

e ntraîne

I'\

ra i t point a i l l e urs . On m e conduis i t à l ’égli se : on

célébra la sa inte mes s e : l e bon Vica i re, qui me

soupgonnai t une ré s ignat ion que j e n’

ava is poin t,me fi t un l ong s e rmon où i l n’

y avai t pas unmotqui ne fùt à contre Siamo a l l ’ ora d e l la

profe ss ione : es t- ce de votre plein gré e t de vo

tre l ibr e volonté que vous é t e s i ci ? ] e répon

« di s : non ma is c e lle s qui m’

accompagna i e nt ré

pondi rent pour moi, oni . Cos i

,repl i catamente ;

e al lora l e s re ligi e ns e s m’

e ntonrère nt, m’

accab lè

I'\

A

ren t de reproch e s ; on me conduis i t dans m a cel

lnle e t l ’on m ’

e nfe rma sous la c lef. (p . 2 1 e

Quest i sforz i d isperat i non approdano a nul la :

sottoposta i n famigl ia a lla s te ssa relegazione ch e

i nfranse i l co raggio di Gertrude, Susanna res is te

fortemente dapprima, respi ra la l ibertà e c iò l e ba

s ta, m a come non cedere al le pregh iere d ’una ma

dre che l e s i ge tta i n ginocchio ?

E qu i veramente son parecchi e le derivazion i

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« différé s i longtemps ? Mons ieu r e t madame ont

un visage que j e ne l e ur a i j amais vu… (p .

La gioia che s i s pand e n e l la cas a di G e rtrud e trova

riscontro n e l la R e ligi e use : voi là la j oi e répandue

« dans tout e la ma ison,le s caresses r e v e nu e s avec

tout e s le s flat t e ri e s'

e t tout e la séduction . Di e u

« ava i t parl é à mon coeur ; p e rsonne n?

é ta i t plus

ai te pour l ’é tat de perfe ct ion que moi . Il é ta it

« impos s ibl e que cela ne fut pas , on s’

y étai t tonj ours att e ndu. (p .

Il motivo ch e det e rmina Susanna è un motivo

nobiliss imo : è i l sacrificio della propria volontà al

l ’ amore fil iale Invec e G e rtrude è cos tr e tta a

c e d e r e p e r la vergogna d’

un fal lo , ch e p e sa su l e i .

E lla h a osato fe rm ar gl i occhi sopra un paggio , h a

osato abbas sars i fino a lui , accogli e rne i s e ntiment i

ri sp e ttos i,s crivergl i . Non h a quas i ragione i l Prin

c ipe,s e a questa S i gnori na

,ch e dà tal i prove di sè ,

addita un m e zzo onorevol e d’

e sp i az ione ?

Did e ro t,com e s i spi e gh e rà p iù largamente in

appresso,stimò condizione capital e de l suo racconto

c h e Susanna foss e pura e prima e p oi : unfal lo avr e bbe

troppo m e nomato ogni int e r e sse . Il Manzoni s ’apre

la v ia a spi e gare logicam e nte com e più tardi Ger«

trud e -

s’

abbandoni al la colpa, trovando un ant e c e

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d e nte d i l e ggerezza nel la sua vita : tuttocli è (bi sogna

pure notarlo) i l R ipamonti ammett e s s e ch e sul primo

la Signora spiegò d e l l e v i rtù vere e dal proce sso

a bb iamo veduto non e s s e re s ta ta la caduta senza

lunga e fie ri s s im a l o tta.

Per fini e p e r v i e divers e,l e due giovinette son

finalm e nt e monache ; nè 1’

una,nè l ’ al tra, natural

m e nte,rass e gna te a l la propria sort e . A bb iam detto

,

natura lment e ; m a pel Manzoni,G e rtrud e avr e bb e

dovuto e potuto rassegnars i . È v e ro : la vis ta d e l le

monach e , che inqual che modo avevano tenu to mano

a t i rarla l à d e ntro,non poteva non es s erle odiosa

,

e sorgeva con ciò potente in l ei i l d e s id e rio di ven

di cars i . M a avrebbe dovuto s entire una certa pro

pens ione per l ’altre suor e,ch e non avevano avuto

part e i n que gl’

intrigh i , e che s e nza ave rla de s ide

rata per compagna l ’amavano come tale ; e pi e , oc

capa te e i lari l e mostravano col loro esempio com e

anche l à d e ntro s i potes s e non s olo Vi ver e,ma

starci bene . Al contrario que s te eran odiose a Ger

trud e , p e rchè la loro aria d i conte ntezza e di pietà

l e riusciva come un r improv e ro ; e quindi non

lasc iava s fuggir e occas ion e d i d e rid e rl e di e tro l e

spal le , come p inz occh e re , 0 di morderle com e ipo

cri t e . Se av e sse voluto,dunque

,qualche conso

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laz ion e non sarebbe mancata a Gertrud e ; ne l cos toro

amore di sorel l e , nel l’ esempio nobi l is s imo che le

porgevano avrebb e potuto trovare conforto ed aiuto,per es se r se non altro m e no insoffe r e nt e de l giogo .

Abbiamo già vis to che,quando Gertrud e e ra b am

h ina ne l monas tero, qua lch e monaca , memore d e l l e

s tess e arti con cui ave van t irato pur essa là de n

tro, s i sfogava a fare carezze tenere e malinco

nich e al la povera innoc e ntina,e ques t’ a tti tudine

mesta v ’ indica che non c ’ e ra p i u r ivolta n e l l e vi t

tim e : s ’ e ran rass e gnare . P e rchè al la sua vol ta non

avr e bbe fatto a l trettanto Gertrude ? Oltre ch è , la

r e l ig ion e e ra, in ogni caso, là per accogl ierla amo

rosa tra l e braccia : e s sa l e avr e bbe fatto dim e nt i

care i l mondo e l e sue effim e r e gioie, l’

avrebbe

consolata,avrebbe sopi ta l entam e nte l ’ irrequi e tezza

d e l la sua anima . È una d e l l e facol tà s ingolari e

incomunicabi li della rel igione cris tiana , i l poter in

dirizzare e consolare ch iunque , i n quals ivoglia con

giuntura,a qual s ivoglia termine, r icorra ad e ssa.

Se al passa to c ’ è rimedio, essa lo prescr i ve, lo

somminis tra,dà lume e vigore per metterlo in

opera,a qualunque cos to ; se non c

è,essa dà i l

modo di far realmente e in effetto , ciò che 3 1

dice in proverbio,di necessità v irtù . Insegna a

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continuare con sapienza ciò ch’

è s tato intrapreso

per leggerezza ; p i e ga l’

animo ad a bbracciar con

prop ensione ci ò ch e é stato imposto da lla pr epotenza ,e dà a una scel ta che fu tem e raria

,m a che è i r

revocab ile , tutta la santi tà, tut ta la salvi e z z a, di

ciamolopurfrancam ente , tutte le gioi e de lla vocazione .

È una s trada cos i fatta ch e,da qualunque labi

rimo, da qualunque precipiz io , l’

uomo càpi ti ad

essa, e vi faccia unpasso, può d’

al lora i n poi cam

minare con s icurezza e di buona vogl ia,e arr ivar

l ietamente a unl ie to fine . Con ques to mezzo Ger

trude avr e bbe potuto e ss e re una monaca santa e

contenta,comunque lo foss e dive nuta . Ebbene

,per

ch é invece Gertrude s i dibatte sotto i l giogo,i n

tante smanie penos e,come des crive m irab ilmente con

poch i tocch i i l Manzoni ? Perchè la rel ig ione come

l ’avevano i ns egnata al la nostra povere tta e ra per

modo privata della sua e ss enza da non es s e r più che

una larva come tant’

altre .

Si not i orbene l ’evidenza d’uncontras to che non

può esse re fortui to,m a deve riteners i pensato

,vo

luto . Diderot,a cui non sarebbe potuto m a i e ntrare

i n testa che la vi ttima abbia a rassegnarsi , c i mo

s tra in Susanna un ’anima buona,soave

,a cui non

e rano ignote le consolaz ioni della religione . N e ll’in

4

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fe rmo in cui è g e ttata,la religione l e n isce i suo i

dolori,asciuga l e sue lacrime ; ch e più ? la giovi

netta arriva s ino a respi rare per un i s tante gl i in

ne b ri am e nt i de l mis ti ci smo . Ce fut a lors que j e

sentis la supe riori /e’

de la re ligionclaréti enne sur toute s

le s re l igious du m onde : qu e l l e p rofond e sagesse

i l y ava i t dans ce que l’

ave ugl e philosoph i e appell e

la fol ie de la croix . Dans l ’éta t où j’

é ta i s de quoi

m’

aura i t servi l ’image d’un légis la t e ur heureux e t

comblé de glo ire ? ] e'

voya i s l’

innoc e nt, l e Hanc

percé,le front couronné d’ép ine s , l e s ma ins e t l e s

pi e ds percé s de clons e t expirant dans l e s souf

frances ; e t j e me disai s : voil à mon Dieu et j ’ose

m e ! e m’

attach a i à cet te idée,e t j e

sentis la consolation renaîtr e dans mon coeur ; j e

connus la vanité de la vie,et j e me trouvai t r0p

heureuse de la perdre'

avant qu e d’

avoir e nl e t e mps

de mul tipl ier mes fantes . C e pendant j e compta i

m e s années , j e trouva is que j’

ava is à peine v ingt

ans , et j e s oupira i s j’

é tai s trop affa ib l ie,trop aba t

« tue, pour que mon espri t pùt s’

é l e v e r an— de ssus

des terreurs de la mort ; e n pleine s anté, j e croi s

que j’

aura i s pu me résoudr e avec plus de con

rag e . (p . 77 e s e g.

Susanna e ra dunque nelle condizioni migliori per

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rassegnarsi ; m a p i u forte d e l la re l igione s tessa in

q uella fra l e giovanezza e ra l ’angoscia de l la pe rduta

l ibertà, e ra i l tris te sp e ttacolo di brut tu re, di fero

c i e,di nefandezze ch e le offre i l convento .

Qui i due raccont i comple tamente s i scindono

G e rtrude entrata ne l monas tero rial za la tes ta d i

vittima,e s i vendica e rivendica ; sopra Susanna i n

vece s’

aggre va sempre più la miseria. Gertrude ri e

s ce al la colpa : Susanna non h a che uno scampo

ul timo e disperato,la fuga.

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rito che rinunzia alle lo tte feconde del la vita p e r

rifugiars i in Dio e in un al to ideale relig ioso,fuori

di cui nul la v’

b a tra gl i uomini d i bel lo e d i grande ,i l pessimismo è certo la t e nd e nza cos tante espressa

in tu tta l ’op e ra letteraria de l Manzoni : tend e nza che

s i accordava al movimento gen e ral e d i reazione de

t e rm inatos i , dopo le forti agitazion i del secolo s corso,su

primordi i d e l nostro . Appunto,di ques ta reaz ione

,

col suo più equi l ibra to temp e ramento i l Manzoni

intes e a render e quanto di p iù’

ve ro e profondo ri

sponde va al b isogno di spirit i affaticat i e des ideros i

di'

qui e t e , di el e vaz ione ; e la fed e parla al la sua

anima con l ’accento più ispirato,con l ’ e mozione p iù

i ntensa e raccol ta . La cont e mplazione d e l la vita h a

per lui qua l che cosa di triste,di tragico anche ; m a

la sp e ranza sol leva l ’anima sul dolore de l presente,

la rass e gnaz ione a iuta a soffri rlo .

Negl i Inni Sacri i l Cris tianes imo s i r ivela i n c i o

ch e ha di più umano e pa te ti co : esso è spogliato

dall’

involucro asce ti co, mistico, formal e , ed è còlto,invece

,nel profumo

,per cos i di re , de l s en timento,

nel le mes te e riposate meditaz ion i che ispira,sopra

tutto negl i affe tti cas ti che benedice….( i ) E gr e giam e nt e i l CA R DU CCI (I. c. pp . 307 ciò

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N e l Cinque M aggio, unmondo tempestoso , e l’

uomo

che lo percorreva s ignore de l la procella, son ri e vo

cati e rappresen tati , non in quanto potevan sedurr e

ch e a m e s e mbra traspa rire dagl i Inni è la dolc e ca r e zza d iuna donna ch e h a p e rsuaso, è i l puro sp e ttacolo d e l l e gioi edom e st ich e ch e h a vinto . Gli acc e nni agl i affe tti, a i fatti, agl ie pisod i d e l la fam iglia, e a ll’ am ore e a i s e gre t i m atr im onial i,sono d e l i cat iss imi e r e al i s s im i , v e re cond i e d a rd it i… L

’ od e d e lM anzoni è , com e dov e va , cosa tutta mod e rna , tutta re c e nt e , ch easpira a ll

ide ali sm o r e l igioso e rifugge dal sup e rst i zioso r e a l e ,dal t e ologico e da l lo scolast i co, dal sogg e tt ivo N e l larappre s e ntaz ione inte s e ad e ss e re s e mpl ic e e d e ffi cac e , popolar ee d e l e gant e , profondo e fac il e , origina l e e non strano : l e im a

gini b ib l ich e e c e rte conc e ss ioni nuov e fin a l lo ra a l la nostrapo e s ia dis e gnò con puriss ima d e l ine az ione virgi l iana . A ggiun

g e t e un’

a lta intonaz ione , una sol e nne d e c e nza anch e ne l movim e nto drammat i co, e non d i rado un colpo d’ a la a t e mpoch e l e va d’un tratto in a lto i l cuor e e i l p e ns i e ro . E con c iòun s e nt im e nto d i Crist iane s im o d e mocrati co e umano, una

cont e m plazione s torica , fre dda m a e l e vata , e imparz ial ità, ca lm a,

ass e nza di pass ione . T utto que sto dopo l e t e m p e st e d e l l’ 89,d e l 96, d e l 1 3 , dopo i l natura l ismo pagano d e l Foscolo e de l

Canova e ra nuovo : dovè corre re de l t e mpo p e rchè foss e int e so, m a poi fu amm i rato . Se bb e ne , non tutto in que l lal i rica è b e l lo e v e ro ad unmodo ; e i l po e ta ne i prim i sagg iqua l ch e volta c e rca s e st e sso e nons i trova ; nè cons e gui s e mpre que l lo a ch e int e s e ; e fu anch ’ e gl i a luoghi inc e rto e improprio e oscuro e scolorato e urtant e sp e c ia lme nt e ne ll’ accozzo de lla popola r ità con l’ e l e ganza .

Su d i ch e , quanto agl’

Inni , s i v e ggano pare cchi e giust e e d

acut e oss e rvaz ioni de l DB GU B E R N A T IS (A . M anzoni , Studiob iografico, cap . ! IV) .

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o sgominare la fantas ia ; m a in quanto tutto questo

mar e agi ta to,fr e mente

,fi nisc e per acquetars i , per

metter capo nel l ’oceano plac idi s s imo de l la fed e . Oggi

noi non possiamo ri s e nt i r pienam e nte l ’ impr e s s ione

profonda che i l Cinque M aggio d e s tò al suo primo

appari re, fra que’ contemporan e i

,cald i di tant e b ru

s che emozioni ; m a certo anch e noi s i è scos s i al

vedere là sul lo s cogl io di Sant ’ E le na Napoleon e

pensoso e , accanto a l la des e rta sua coltrice, po

s ars i bella,consolatri ce la fe d e : sullo s cogl io de l

Prom e t e o mod e rno vis itarlo i l martire deriso del

Golgota . Il Cinque M aggio del Manzoni ha pe r

ques ta sola novità d’ intonaz ione,p i ù che per asso

luto valore artist ico,una parte a s è i n tutta la l e tte

ratura d e l la l e gg e nda napol e oni ca . N e l Cinque

M aggio, ad e s empio di B erang e r,ch e ri corda l ’autore

de’ Souvenirs du p e up le , v’ è i l s entimento rozzo e

v ivo del solda to che p iang e i l suo duce glo rioso,v ’è

l ’orgogli o dell e memorie e spr e s so con cara tter is t ica

energia mil itare…, i l d isprezzo per la Santa All e anzache tremava d ’un prigioniero

,i l convinc imento ch e

questi; vivendo ancora, avrebb e potuto ridimandare

ce boul e t invincibl e ,Qui fracassa vingt tròne s à la fois .

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i l mondo…. Ques ta gloria e i nvece per i l Manzon i

assai dubbia, e s i domanda se fu ve ra , mosso tu t

tavia da un sentimento ben d iverso da quel lo per

cui V. Hugo esclamava

Pe np l e s, qui poursuiv e z d’

homm age s

Le s vict im e s e t l e s bourr e auxLa iss e z- l e fui r s e ul dans l e s ag e sCe ne sont point là le s h e

'

ros !

Manzoni non impreca contro questa gloria che

gronda di sangue e di lagrim e e china la fronte a

Dio,che vol le s tampata ne l fa ta le più va s ta orma

del suo spirito creatore . Perchè mal ed i re ? L ’ im

pre caz ione generosa , nel coro de l Carmagnola , al

l’

oppre ssore che infrange i l patto d e l la fra terni tà

umana,che s ’inalz a sul fianco piangent e

,finisce nel

l’

A de lc/ai i n una ammonizione disperata all’

op

( i ) Dè s qu’on s e gna l e une ne f vagabond eSe ra it— c e lui ? d is e nt l e s pot e ntats ,Vi e nt- i l e ncor r e d e mand e r l e mond e ?

A lla mani e ra de l B e rang e r s’

a ccosta, in que sto, 1’

H e ine , intante stup e nd e pagine de ’ R e i s e b i lde r, d e l la Lute

'

ce ; e fra l e

po e s i e bast e rà r icordar e I due Grana tti e r i E ntrambi nonmancano d i d e plora re inN apol e one gl i oltraggi fatt i a l la l ib e rtà ;m a l

e p0p e a gloriosa l i dom ina m a lgrado tutto .

(2) Ode s e t B a llade s , ! I, B uonapart e .

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presso . In un coro stupendo s i conforta l ’ambascia

del la morente Ermengarda, di c e ndol e d ’ e s s er grataal la provvida natura che l e i dis c e sa dal la re a pro

genie de ’ carnefic i voll e col locata tra l e vi tt im e .

Ebb e ne,i Prom e ss i Spos i , i n proporz ioni più va

ste,s i colorano s e nz ’al tro a que s ta deprim e nte con

c e z ione della vita ch e h a i l Manzoni . E i ha creato

unmondo poe t i co vivent e , un organismo s torico

perfe tto m a ne l primo s i ravvisa sempr e la s tessa

tend e nza pes s imis ta, l’

a l tro è comp e n e trato da un

solo id e ale : tendenza e id e a l e ch e s i traducono ne lla

r inunzia al la lo t ta, n e l la mortificaz ion e cris tiana, ne l

l ’apot e os i della relig ion e , ch e sola c i fa buoni, ch e

sola c i dà conforto ed a iuto .

F in dal princip io, quando gius tam e nte i ndignato

R enzo alza la ma no m inacc i aut e a Don R odrigo,vo i vedet e P . Cris toforo che la rat ti e ne

,e che romp e

i n s eve re parole di b ias imo . R ass egnars i , sp e rar e i n

Dio,de v

e s s e r la vita de ’ soffr e nti perchè ribel lars i ?

perchè pagar odio p e r odio re spinge r la forza con

la forza ? L ’ impero d’un momento P . Cris toforo lo

sconta con una vi ta d i espiazione .

( 1 ) V e d i i due.

m i rab i l i saggi d e l DB SANCTIS (N uova A ntologi a, ottobr e e d ic e mbr e La ma te ria de i Prome ss i

Spos i e I Prome ss i Spos i .

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E Manzoni c i rappresenta a meraviglia qu e l s e

colo sciagurato, i n cui e ra in tero l ’ annientam e nto

d e l la coscienza naziona le ; ques ta comple ta prostra

zione domina. i n tut to i l poema per contras to non

s’

intrave de ne mm e n una di quell e a l te personal i tà ,che pagano con la vita l e generos e indignazioni , le

rivol t e magnanime . La soc i e tà è divisa i n oppres sor i

e d oppres s i ; in al to l ’ Innom inato, Don R odrigo

abbasso, R enzo, Lucia, Agnese, Don Abbondio . Nel

corso d e gli avvenimenti,

subordina to a lla Provv i

d e nza,voi ass i st e re al la convers ione de ll ’ Innom inato,

e vede te a l lora ch e dove vien m eno i l dirit to,e

la l e gge non fa a l tro che proclamare solennement e

la sua impotenza con pazz e esorb itanze stampa te,0

s i fa complice con l ’ Azz e ccaga rbugl i , o umil is s ima

s erva col Pod e stà sola la re l i gion e può francar e

la distanza fra oppressori e d oppr e s s i ; as s is tete al l ’a

goui a di Don R odrigo e perdona t e con R enzo . Tan ti

odi i,tante ferocie umane son tol te dalla r e l igione .

Delle nos tre pass ioni s i può dire che i l Manzon i

consideri so lo gl i es tremi : pas s ion i s composte e col

p e voli ; e s e ntimenti ingenui , s e mplic i fino all’ ins i

pide z z a . A l l ’amore vio le nto,al capri ccio brutal e d i

Don R odrigo s i oppone l ’ amore sempl ice de i due

promess i l ’amore,poesia de ’ sens i

,dolce e pene

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t rant e calore de l l ’anima, pass ione to rmentosa, è sco

nosc into. Luc ia , p e r uno s crupolo rel igioso,r inunzia

a l suo R e nzo ; è vero che , malgrado tutto, l e balena

s empre davanti l ’ immagine del l ’ uomo,che s i e ra

s cel to, ma pure i l sacrific io sarebbe deciso,s enza

r e ticenze,s e P . Cris toforo con un po ’ di cas i

s tica non mos tras se che nel la vita può dars i pure

q ualch e co sa d i buono , ol tre lo s tato di vergini tà .

Per que l lo ch e riguardi l ’ in tell ig e nza, la s c ienza,

noi la vediamo soltanto ne l la to negativo , o almeno

c omico,i n Don Ferrante . Abbondano i tip i d i

p e rsone s empl ic i e beate nella ignoranza e nel t i

m ore di Dio .

Di grande insomma nul la, fuor che nel la rel ig ione

s ia pur e s enti ta e compr e sa n e l la sua p iù a l ta

id e al i tà . V’

è pr0prio ne’

Prome ss i Spos i l o s’c e tt i

c ismo d e l la v e cchia soci e tà che rifugias i i n chi e sa.

Quando i l Settembrini, n e l l’

ul t imo volum e de ll e

s ue L e z ioni di le tt. i t. , pronunciò i l conosciuto gin

d i z io su’

Prom e ss i Spos i,s i gridò da ogni parte :

e Don Abbondio,la Monaca

,i l Padr e Provi ncia l e ?

Vol e t e cara t te ri p iù riprovevol i ? La ques tione

e ra s tata malamente pos ta : con l ’i s t into suo ba tta

( 1 ) CAR DU CCI , e . (p .

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è nel l e condizioni necessarie p e r intenderne lo spi

r i to,per ade m pi e rne i dove ri , non s i può pr e tende re

una t rasformazione miracolo sa.

Quanto possano l ’ is ti tuzione , l’ idea r e l igiosa, l o

p rovano i l Padre Cris toforo e il Cardinal B orrom e o ,

c o’ qual i , sul l ’a la poderosa de l po e ta , s al i t e l e cime

p iù a l te d e l l ’ ideal e rel igioso . Fra l e mi serie e l e

b rutture de l mondo voi per e ss i posate l o sguardo

s u qu e ll’

ide al e ch e l e redim e e l e cancel la . La t e

l igione non s oltanto consola , m a fa di fe nde r gl i op

p ress i : p e r unDon Abbondio ch e di s e rta vi lm e nte

i l suo pos to…,av e te Padre Cris toforo

,i l Cardinal

B orrom e o che succedono a campion i senza paura e

s enza mac ch ia . Dove l ’uomo del la l egge s i rin

c antucc i a codardament e , s’

avanz a an imoso i l frate

a ttorno al t i rann e l lo stanno,come in Corte

,paras

( 1 ) Don A bbondio ch e non d isgusta t roppo, p e rchè d iv e rt e è, d e l r e sto, b e n punito da lla pat e rna l e s e v e ra d e l

B orrom e o, ch e ri chiam andolo a i dov e ri de l suo uffi c io, lo t i e nes ol l e vato, com e un pul cino tra gl i art i i d e l fa lco, in una

r e gione sconosciuta, inun’

a ria nonm a i r e sp irata . Pur e DonA bbond io, a l contatto d i que lla fiamm a pura e d int e nsa , s ch izza ,s coppi e tta a l la prima , m a al la fine s

a cc e nd e , b e ne o ma l eb rucia d i p e nt im e nto, d i cari tà, e cc .

, e cc . S’

è v isto com ela M onaca s i conv e rta e d e spi i l e sue colp e ; a lungo anda redunque la r e l igione produc e i suoi buoni e ffe tt i anch e su

m e n

d e gni , e su’ p iù colp e vol i .

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s iti,adulatori , servi ; ed e gl i entra là, e sfida e mi

uaccia i l signorotto i n sua casa s tessa,nel la pie

nezza d e l la sua potenza . L’

Innom inato, un uomo

di bronzo, consumato d i rimors i , quas i sul punto

d’

ucc ide rs i,come Faust, trat ti ene i l colpo al sentire

lo squil lo d e l le campane ; e , a l le parol e del Cardi

nale, pi angg s i converte…

T ra gl i orrori e la d e solazione d e l la pes te, a ri

s contro de ’ la idi e feroc e mente grottesch i monatti,

che gavazzano sul la pubbli ca miseria, ved e te i frat i

che s i consac rano agl i i nfel i c i con devozione e roi ca ;e i l s i l e nzio sepo lcral e d e l la ci ttà appestata è rotto

soltanto da ’ gridi s trazianti d e l la process ione . Padre

Cris toforo, ben e d e tt i e ri congiunti i suoi figl i spi ri

tual i,i due promess i

,non abbandona i l suo posto,

e addi ta ad ess i i l c ielo,dove solo potranno orma i

più r iv e d e rs i…Qual e maggiore apoteos i d i que

s ta potrebbe dars i ?

( I ) E i due giovani lo lasciano, r e cando i l r icordo (di que lpane ) ch e cons e gna l oro P. Cr istoforo con que st e pa rol e

fat e lo v e d e re a i vostri figl iuol i . V e rranno in un tristom ondo, e in t rist i t e mpi, in m e zzo a sup e rbi e a provocatori :d it e loro ch e p e rdonino s e mpr e , s e mpre ! tutto!

Ins taurata la casa , riandando l e passat e t rav e rs i e , qua l’è la

m oral e ch e traggono i due spos i ? Dopo un lungo d ibatte r ee c e rcare ins i e m e , conclus e ro ch e i gua i v e ngono b e nsi sp e sso,

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Scrive i l D’

Ovidi o…z E i l mona s tero fe m

minile d i Monza ? i fini interessat i e l e art i sub

dole onde la bad e ssa e l e a l tre monache più fac

c e ndi e re tras cinano la giovane Signora a renders i

monaca,i turpi amori di que sta con Egidio

,l’

as

sassi nio che insieme fanno di quel la povera con

versa che aveva minacc iato di sve larli , i l tradi

mento verso la povera Lucia,non sono,a quanto

pare , la glorificazione de i monasteri; e c e rto nient e

d i più turpe e di p iù truce c i h an raccontato certi

M iste ri de l ch iostro ed a l tri s imi l i l ib r i scri tti con

l e intenz ioni più os til i al monachismo . M a i l mal e

è ch e i l Manzon i racconta i n modo sereno ed

obbi e ttivo,e non fa pr e diche ; l e condanne non le

pronunzia,l e fa scaturire dai fatti e ri sultar da s è

stes se ; i suo i giudizi non l i s tempera e non l i

s trombazza,bens i l i fa lampeggiare da l i ev i ac o

cenni, da mott i mal iz iosi , da ironie finissime . E

p e rchè c i s i è da to cagione ; m a ch e la condotta pm cauta e

p iù innoc e nt e non basta a t e ne rl i lontani ; e ch e quando v e n

gono, o p e r colpa o s e nza colpa , la fiduci a inDio li raddolci scee li rende uti li p e r una vi ta m iglior e . Que sta conclus ione b e nchètrovata da pov e ra g e nt e , c

è parsa cos ì giusto, ch e abbiamp e nsato d i m e tt e rla qui com e i l sugo di tutta la stor ia

Sugo molto cattol ico, m a um ano no d i c e rto .

( 1 ) I. c. p . 87 .

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6 ;

« l e finezze non son fat te p e r tutti , e cc . » Tutto

ben e : noi per al tro c i lus inghiamo di ave r mes so

abbastanza sott ’occhio ch e i l Manzoni , raccogl i e ndo

un fat to s torico,ne s cevro

,ne avvols e cautament e

,

la parte più s cabro sa e s candalosa ; l imitò ad una

sola , ad un’ infe l ice

,la colpa

,tuttoch e tropp e c irco

s tanz e fac e s sero em e rger e gravi r iv e lazioni sul la vi ta

de ’ conventi ; e i fini in teres sati e l e arti subdol e

de l l e monach e ridus s e a una comp lici tà nonne ce ssaria ,dov e inv e ce la viol enza è tut ta imputata a l lo spir ito

m ondano ca lcola tor e e profanator e . Nul la, as soluta

m ent e nul la,poi

,contro l ’ i st i tuz ione ; comunque di

venuta,G e rtrude pote va es s er e una monaca santa e

contenta non s tava che a l e i d i render dolc e e soav e

i l g iogo,che volle scuot e re . Quando , de l r e s to ,

dopo gl i in iz i d e l la colpa,Manzon i abbandona la

Monaca,non s i può non d e plorar e ch e e gli , ced e ndo

a l l e pression i de l suo confe s sore , s ias i r i soluto a

sopprimer e un ’ a l tra s tup e nda pagina…. Dagl i appunt i( 1 ) Il T O M M ASI-: O,

in un a rt i colo pubbl i cato l’ ottobr e d e l

1 827 ne ll’

A ntologia (v e d i DE GU B E R N A T IS, op . c i t., p .

dopo pa r e cch i appunt i, part e'

giust i , part e m al e vol i , su’ carat

t e ri princ ipal i d e i Prom e ss i Spos i , scriv e va : que l d e l la Si

gnora sa r e bb e più ind ividual e e p i u vivo, s e l ’autor e , com e la

pubb licacuoce aj e rma , non av e ss e p e r e cc e sso d i d e l i cat e zza

troncata la pa rt e de i suoi traviam e nt i . L’ op inione de l

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— 66

sol i de l R ipamonti, con la sua anal is i potente,M an

zoni avrebbe certo sapu to — divinare,ri creare in gran

parte, ciò che i l processo ci h a rivelato : sol o che

avess e voluto misurare tutto l ’ab i sso della caduta, e

togl ier dal l ’ombra l e non poche ci rcos tanze più gravi

e s ignificanti .

« Un giorno osò r i volgerl e i l di scorso . La . sc ia

gurata rispose . Ecco quanto i l Manzoni,cos i dif

fuso e dil igente nel processo anal iti co delle pass ioni,

dice per spiegare come cominc iasse la tresca . In Ger

trude non abb iamo neanche tracc ia d ’una forte lotta

i nter iore : non c i s i mostra lo sconvolgimento pro

fondo d e l la sua anima, della sua vi ta .

M anzon i sfiora i nfa tt i superficialmente la nuova

s i tuaz ione creatas i in Gertrude che avrebbe meri tato

T ommas e o e ra dunque avvalorata anch e da una pubbl ica voc ee c e ne da d i fa tto la confe rm a una l e tt e ra d e l la madr e d e lM anzoni a m ons . T os i (M A GE N T A , M ons . L . T os i e A . M an

goni , Pavia 1 876, pp . 70-

7 1 ) in data 1 4 g enna io 1 824, in cui

gl i s crive : Imm e diatam e nt e dopo corr e gge ra i l romanzo ; es ia d e tto fra noi , M . Fauri e l, c e rtam e nt e uno d e i p i u grand il e tt e rat i , d ic e ch e è una cosa ammirabil e , e s i E INCONTR ATOCON LE I DICE N DOGLI DI T OGLI E R E A FF A T T O L

E PISODIO DELLAM ONACA . Il M age nta annota ch e « infatt i M anzoni le vò moltod i que l l’ e pisod io .

Ch e que sto sc iagurato cons igl io d i mut i laz ione o addi ritturatota l e soppr e ss ione v e niss e dal T os i non fa m e ravigl ia : m a v e

dcrvi conniv e nt e i l Fauri e l ‘

e straniss ima sorpre sa.

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nonmen del la prima tutta la profondi tà della sua

anal is i : accenna solo al la prima acre contentezza che

v eniva a riempiere i l vuoto di que ll’

anima, al le no

v i tà e ineguaglianze e ste rior i della sua condo tta, tra

la maravigl ia generale dell e monache,che non capi

s cono nul la i n que’ repentin i mutamenti ; dove s

’ è

vis to dal R i pamonti s tesso quale invece fosse i l di sor

îd ine e lo scandalo gettato ne l convento . E le com

p li ci e gl i al tri del itti ?

L ’ uccis ione della conversa è appena m is teriosa

m ente adombrata in que’ poch i tocchi

,magis tral i è

v ero,ond

e gli parla del fantasma pauroso che veniva

i nsistente a picchiar e alla fantas ia della colpevole :

La Monaca ebb e de ’ figli (li be rique susceptz) : qual e

più drammatica s i tuazione ; m a se ne tace affatto

non uno di quegl i accenni potenti nel la loro so

b ri eta,che il luminano , come lampi s inis tri , l

’imma

g inaz ione del lettore .

Eppure, e ra solo con lo svelare ques ti terribi l i le

gami , che poteva dars i una adegua ta gius tificaz ione de l

del i tto , che s i fa compiere su Lucia da G e rtrud e : e i l

brusco troncamento che scrupol i malaugurat i impo

s ero a l Manzon i e tutto a scapito della verità

( 1 ) Ci accordiamo pi e nam e nte col B O R GOGN ON I (Studi con

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Pe r gius tificare quel voluto tradimento,bisognava

anal izzar e profondamente l ’ante c e d e nte più pross imo

d e l lo s ta to d i colpa c ioè della Monaca, anzichè

rimontare ad unpassato cos i remoto,che dopo tutto

fa molto perdonare al la s c iagura ta .

M a s i voleva condannare i l s ecolo,lasciare intatta

l ’ is ti tuz ione : e questa sarebbe s ta ta un po ’ troppo

l esa dal la narrazione piena de ’ traviam e nti de lla M O

naca, dura ta p e r a liquot annos, conj uga li licentia , con

de l l e compl ic i , con tre om i c idi i ! Minori diffi coltà:

pres en tava la prima parte : e d è ques ta ch e svols e

i l Manzoni : appunto p e rchè meno s cabrosa,perchè

non fac e va che aggiungere un ’al tra tris ta nota ad un

s ecolo condannato,e gli offriva campo di ripigl iare

te mporane i , Rom a 1 884, pp . 40— 4 1 ) ch e scr i v e : A ppar e gl ina tural e , v e ros im il e , um ano

,v e ro ch e la Signora d i M onza da l

v e d e r e al non v e d e r e cons e gni la pove ra Lucia a i cagnott id e ll

Innom inato, e l la ch e s e bb e ne m onaca sa cri l e ga e ra pur

donna e p e r la pov e ra e buona fanc iul la a l e i affidata s e nt ivaaffe tto , e l la ch e , non fos s

a ltro, av e va t rova to in l e i una ca ra , .

una fida , una s e rviz i e vol e , affe ttuosa com pagna ? A nch e qui c’

è

una lacuna . La pass ione dovè e ss e r e m e ssa all e str e tt e da l l’amant e ; e gl i dovè, s e e l la non obb e diva ,

m inacc ia rla d’

ab

b andono. L’

am or e trionfò d e lla p i e tà , com e av e va trionfatod e l dov e r e . M a bisognava que sto s copp io a rt ist icam e nt e pre

pa rarlo : l’ a rt e , com e la natura, non fa salt i . Se non ch e i l

M anzoni c e rt i tast i av e va scrupolo d i toccarl i .

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Vi cino al Voltai re , al Proteo multiforme come

lo chiamò il Parini , vediamo grandeggiare la rude ,esuberante p e rsonali tà de l Diderot. Volta ire rappre

senta la r ivoluzione fi losofica nel suo primo stadio ;

Didero t,nel secondo

,e la rappresenta nel le u l time

conseguenze,negl i u l timi eccess i…. Egli apre la

seconda epoca de l se colo ! VIII , quando s i passa

dal deismo all’

at e i smo ; dalla l i cenza ari stocratica al

cinismo plebeo ; da l l’

amor e del la l ibertà,dall

insof

ferenza di giogh i al l ’odio d i qual unque pote re ; dal

l ibero esame al l ’aboli z ione d ’ogni princip io . Di

de rot è uno Spiri to vas to , ma inconseguente i n

( I) V ILLEM A IN, T a bl. de la li tt.franc. au ! VIII s ze cle ; II,Did e rot.(2) Come scrive i l B A R B E Y D

A U R E VILLY, inuncurios iss imostudio, cattol i cam e nt e e rom ant icam e nt e bi l ioso e aggr e ss ivo(Goe th e e tDide rot; Pa ris, De ntu 1 880) Did e rot fuungranc e rv e l loana rch ico, ch e e bb e l e due anarchi e , d e l c e rv e llo e d e l cuor e .

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contraddizione continua cou'

s e s tes so ; e ntus ias ta

e scetti co ; uomo di miti co s tumi e d e rompent e

sp e s so in grid i s e lvaggi ; capac e di vi rtù , e di s trut

tore d ’ogni moral e . Diderot non è m e no un ge

nera l e,ch e un soldato va loroso ; s i potrebb e anzi

« chiamarlo i l B ri are o de ll’

E nc i c 1 0p e di a . L’

unive rsa

l i tà,l ’agi l i tà de l suo i ng e gno è senza confronti ; e d

e gl i s i moltipl icava,profond e ndo anche p e r gl i amic i

i teso ri d e l la sua p e nna . Secondo una fe l i ce espres

s ion e de l Ta ine…,i l Did e rot rassomigl ia davv e ro a

un vulcano in e ruzion e . Pe r più d i quarant ’anni

egl i getta fuori idee d ’ogni ordin e e d ’ ogni speci e,

metal l i p r e z io s i e s corre ; Il torr e nt e d e l la lava s i

r iv e rsa a caso,s e condo l e accid e ntal i tà de l terr e no .

Did e ro t non poss ied e l e sue ide e,m a queste pos s i e

dono lui ; — da ciò una viol e nza irres is tib il e , una rab

b i a quas i d i logica e di parados s i .

LO s trid e nt e real ismo de ’

suoi romanz i,la cru

dezza de ’ colori,i e o sc e ni tà ci rivelano l ’ uomo us ci to

dal volgo,ch e s

ab b andona a tutta l’

imp e tuos i tà

d e l la s e nsaz ion e gros sa ; a cui non bas ta d’ acc e n

nar sorvolando,sorrider e d e l sorriso fine

,ari s too

c rat i cam e nt e l i cenz ioso di Vol ta ire , m a che vuole

( 1 ) L e s Or igine s d e la F rance conte rnp .

,vol . I, p . 3 48 .

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a ddiri ttura r ivoltolars i ne l sudicium e, pur e sprim e n

done i l disgus to . M a p e r c iò appun to,ch e abbiam

detto e s se r Did e rot po ss e duto da l l e sue id e e ; p e r la

s ua ca lda s inc e r ità d i s e ntimento,dobb i am ri cono

s c e rgli ades so una grand e sup e riorità,com e artis ta

,

s i a pur e improvvisatore…e qua lch e volta d e clama

tor e . Egli s i dim e nt ica compl e tam e nt e ne ’ p e rsonaggi

c h e produce tra l e mani di lui,que s t i s i muovono

,

v ivono,fremono

, q uando , p e r e s e mpio,Voltaire de i

s uoi p e rsonaggi fa sp e s so d e l l e marion e tt e,ch e t i ra

a piac e re e ch e pre s e nta a l la pubb lica i lari tà . Did e ro t

è unnarrator e appas s iona to,ch e s a trasfonde r la s ua

pas s ione : e al cuni de ’ suoi raccont i sond e l l e pagine

più a rdenti del la l e tt e ratura franc e s e…. Le sue c ri

( I ) E cos i ch e s i son a ccorda t i a ch i am ar Did e rot tutt i is uoi c ri t i c i . Lo SCH E R E R (Dide rot, ! tude ; Pa ris , C . Lévy 1 880)chiam a Did e rot, p iù ch e un a rt ista , un improvvisator e . H a in

fa tt i tutt i i doni d e ll’ im provv i sa z ione : fluid ità , abbondanza , cal or e . Pigl iata inm ano la p e nna

,gl i s ’ affollano avant i id e e e

parol e : tutto l ’ e ss e r suo vibra comm osso, e l’

e m ozione lo fae loque nt e . Pe r com p e nso, non com pone m a i : nonbada a t rans i zioni e sfum a ture ; non s e nt e i l b isogno d e l la p e rfe zione .

(2) Si v e da i l m i rabil e N e oe u d e R um ena .

( 3 ) T utt i sanno ch e i l Sa rdou de r ivò int e gra lm e nt e la F e r

nanda dall’ e pisod io di madam e La Pomm e ray in j acque s l e fata li s te , introduc e ndov i solo d e l l e catt iv e m od ificaz ioni , p e r e s i

g e nz e s c e ni ch e e di m e st i e r e (v e d i ! . Z OL A , N os aute urs

d ranm /i qne s, p .

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t iche d ’ arte sono impare ggiabil i spes so…,perchè

anal izza con pas s ione ; p e rchè ridice e comunica tutte

le sue impress ion i e d emoz ioni ; p e rchè vi mett e tutta

la forte impronta della sua personal i tà .

M a è del l ’autore d e lla R e ligi e us e , che c’

incomb e

parlare . Vedremo or ora l e curiose c i rcos tanze,a

cui s i dev e que s to romanzo ; s i comprend e p e rò già

di leggieri che,qua lunque l ’ impulso e s terio re

, oc

cas ionale , entrava troppo bene ne l lo spiri to del

l ’opera fi losofica del Did e rot,e ne l suo t e mpera

m e nto , una « car ica a fondo contro i l monachi

smo e quindi la prima occas ione lo trovava

tut to dispos to ed a rmato a battagl iar e . La filo

sofia s c e ttica e i rrel ig iosa de l secolo ! VIII s’ era

spec ialmente s cagliata contro i l monachismo, ch e

pros e guiva del l ’odio più indomab i le,del r idicolo più

acre e implacato . Non e ra più la gras sa r isata de l

j ongle ur, de l nov e l l ie re : e ra una delibe ra ta,coscient e

demoliz ione ; poichè non s i mirava tanto a smasch e

rare l ’ ipocris ia , la corruzione monas tica, a comba t

( I ) Scr ive i l SA INTE- B EU VE (Pr enz i e rs Lundz'

s, I ) : L’

a rt

ch e z Did e rot ! non pas s e ul e m e nt l’ a rt théorique , l’

art e sth é

t ique e t ra isonne ur, ma is l ’ art qui produit e t qui e xc e l l e e n

créant ; l’

a rt qui s e compla ît aux dé ta i ls, qui réal is e e n id e a l isant, qui cisèl e e t qui p e int.

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7 ;

tere l ’ ignoranza , l’ i n tol leranza fanat ica , quanto a.

condannare uno s tato ant inaturale da cu i e ra ine

v i tab i le procedessero tan ti viz i e bruttu re . Pe r quella

formidabi le cri tica negativa, i l monach ismo appariva

solo ne l la sua ul t ima degeneraz ione : disconoscendo

ogni importanza s torica del s entimento r e li gioso,i

filosofi non potevano rende r giust iz ia a’ princip i

della pi ù caratter i s tica i s ti tuzione de l l ’ asceti smo

Ess i e rano troppo dominat i dal presente,per ripor

tars i con imparzial i tà nel pas sato,e giudicarlo senza

rovesciarvi l e pass ion i a ttual i . Non erano,nè pote

vano esser come noi,ch e ,

per risp e t to all’

obb i e t

tivi tà s torica , pur dividendo molti princip i d i quella

cri tica negat iva, cons tat iamo spass ionatam e nt e quanto

negl i i niz i d ’ogni is ti tuzione vi fu di v e ro e di grand e

e ne Spi e ga lo svolgimento , l e fas i ; quanto ne l fe

nom e no,tal e è tutto per noi

,s’

include va di mani

fe staz ione ed e spl i cam e nto d’

un bisogno morale . In

c iò s ’ è nel nostro s e colo la cri t ica n e gativa de l

secolo scorso sostanzialmente re tt ificata ; e lo spi

ri to sc ientifico,obb ie ttivo h a re tt ificato de l par i l e

apoteos i partigiane del la r e azione cattol i ca, ch e , dopo

aver ribat te zza to in nom e de l Nazzare no l e con

quiste de l filosofismo , l e teori e umanitarie e de

mocrat ich e , ripose in veneraz ione e i l dete s tato me

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d ioe vo, e i l monachismo, infondendovi la parte più

s ana,più vi tal e de l Cris t ian e s im o .

E in qu e s ta ult ima corren t e d ’ id e e e d i s ent i

m e n t i,ch e s i trovò i l Manzoni

,più calmo per al tro

,

c om e abb iam d e tto,più e quanim e di tutti gl i z e

laut i r e s tauratori e di sc0pri tori de l pas sato ; dond e

m aggior e la dis tanza da lui a Diderot,i l p iù ar

d e nt e e d acr e ne l la d e moliz ione .

La R e ligi ens e ne è una prova lumino sa ? vi tro

v i amo infa t t i ab i li ss im am e nt e cond e ns ato tutto lo

s piri to più os t i l e ad un ’ is t ituzion e,d i cui i l M an

zoni c i offr e inv e c e un id e al e a l tis s imo,malgrado

l ’ e ccezion e d’un caso puro e s e mplic e,come que l lo

d e l la Monaca .

U na giovan e è forzata da ’ suoi par e nti a ren

d e rs i r e l ig iosa . Que s to fondo è communi s s imo ; m a,

lasciando s tar e i l mot ivo che d e t e rmina la madre a

s acrificar e la figl ia,c iò che v

b a d i original e è l’

e

ne rgia de l cara tt e r e di qu e s ta,è i l g e ne r e d i pe r

s e cuz ioni ch e subis c e,e sopratut to l ’ id e a nuova e

( I ) L’

A ssé z a t, ch e h a curato l’ult im a sp l e nd ida e dizione d e l l eop e r e compl e t e d e l Dide rot , r i fe risc e ne l la pr e fazione a l laR e ligi e us e (p . 6 e s e gue nt i) un m agnifico riassunto fa tto da lDe va ine s ; e d

e a que s to ch e c i a tt e niam o, non e ss e ndo poss ii ! ile far m e gl io risal tar e tutto lo sp i ri to d e l rom anzo d i Did e rot.

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è ardente , i spi rata ; l e sue preghiere son a tt i d ’

a

more . Le suor e che ella giudica degne d ’una com

municaz ione i ntima son penetra te dello s te sso fer

vore ; es sa sa far l oro provare i l b isogno d e l l e con

s olazioni in teriori e gus tarne l e dolcezz e ; e lla l e

i nfiamma, piange con loro, trasmette tutte l e ce les t i

e mozioni onde h a l ’anima inne b ri ata . Qual che vol ta

i l suo spiri to cade afiral i to,langue

,è arido ; ella

non h a più i l dono di commuovere,comprend e al

lora che Dio l’ab bandona,Dio recede . Contro questo

s tato penoso non h a forza di lo ttare ; un turba

mento secre to la consuma,la vita l e incresce ; scon

g iura l’

E s s e re che adora o di ravvic inars i a le i nuova

m e nte,0 ri ch iamarla con sè . Chi ha l e tto qual ch e

p agina di Santa T e r e sa, d i San Francesco di Sal e s ,a vrà già notato i divers i tratt i che Dide rot h a qui

riunit i per formare un t ipo d i mis tica esal tata .

Voi fremete posc ia al v e dere a qual i orrori vi en

s ottopos ta la monaca per comando d ’una badessa,d i cui l ’anima è fe roce

,i l poter e s enza l imiti

,l ’ im

m aginaz ione infernale . Cos tei vuol punire l ’ i nfe l ic e

che ha osato ribel lars i,i nvocando gius tiz ia contro

un giuramento strappato dal la violenza. Ebbene,i l

c i l i c io dilacera le carn i al la vit tima la discipl ina

ne fa scorrere i l sangue ; l e sue vesti sono de’

m i

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se ri cenci ; h a i l nutrimento de l più vil e animal e ,

p e r le tto un g e l ido sp e co ; i l sonno le è i nterro tto

da grid i s inis tri…. E accusa ta come infame , rige t

tata dalla Chiesa come sacri lega, esorcizzata come

ind e moniata . Le compagne le pas sano sul corpo ;

s i cerca sping e rla a l la disperaz ione , al sui cidio .

A ques ta pittura spav e nt e vol e succede i l ri tra tto

d ’una bades sa abbandonata a l la l i c e nza . Cos te i h a

ge ttato i l d isordine nel la communità , s’ è imposta

con t i rannia al l e vecchie rec lus e,ha pervertito l e

giovani ; adopera as tuz ie,forza

,lacrim e per perdere

un’

innoce nt e . Il p rincipio , lo svolgimento , l e con

s e gue nz e del la s e duzione, l

imp e tuos i tà de l de s ide

rio,i l dolore de ’ r ifiuti

,i furori de l la g e lo s ia

,tut to

c iò ch e uno spiri to d e prava to può aggiungere al la

nefandita de ’ cos tumi , è reso con cos ì vivi colori,che

davv e ro una donna non potre bb e gettar gl i occh i su

q ues ta parte del l ibro di Diderot . Non è già che vi

s i r itrovi l ’autore gros solanament e osceno de ’ B ij oux

indiscre ts ; m a c e rto,Dide ro t non h a usa to quel

l ’art e squis i ta…,con cu i ne ll’ E nciclope dia è riusc i to

( 1 ) Pe r quanto svisa t e , e sag e rat e da sp e culatori e scrib ac

c hini , abbiam o a ss ist ito a scanda los e r iv e la zioni d i tal g e ne reanch e in que st i ultim i t e m p i .(2) E nond im e no molto abil e i l modo con cui Did e rot fa

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a descrivere,nel lo s ti l e più smagliante

,tutte le de

l i z i e del la voluttà (art . ]ouissance ) s enza offe nd e re i l

pudor e più ombroso . Si capis c e però che ne ll ’odi ss e a

d e l la monaca non poteva Diderot, p e l fine pm pos tos i ,las ciare ques ta part e s cab ro sa p e r aggravare una

mortal e condanna sul l ’i s ti tuzione ant inatural e,doveva

crudam e nt e rappres e ntare ques t i perv e rtimenti pato

logic i . E ne ’ tre tipi ora e s aminat i abbiamo tre cas i

d’

i s t e ri smo : ch e i n una s i risolve nel l ’ e spr e ss ione più

immediata di s e nsua l ità viz iata e viz i05a ; n e l l’

a ltra

s i volta i n e s tas i mis tica ; n e l l’

ul tima,in fe rocia i n

qui s i tori al e unTorque mada in gonn e l la . Non

contiamo poi la dec isa foll ia , d i cui pure occorr e

l ’ es e mpio in una reclusa d e l la R e ligi e use .

raccontar e tant e brutt e cos e a l la st e s sa m onaca . E ssa , ch e è

pas sata incolum e v icino al p e r icolo, nonne avv e rte ancoratutta la gravità, p e rchè que sto nonh a sfiora to i l candor e d e l lasua anima , produc e ndol e solo un turbam e nto ist int ivo, un’ impr e ss ione vaga de l m al e . Quind i è ch e e spone ing e nuam e nt e

par e cchi pa rt i colar i poco e dificant i . Ve ra e voluta osc e nità nonla s i h a dunque . N e l 1 864 l

e x-m onaca Ca racciolo pubbl i còun l ibro sui M i ste r i de l ch i os tro napoli tano (F i r e nz e , B a rb e ra)e d è un l ibro pi e no d e l racconto d i la id e zz e , ch e offr e m ol t iri scontr i anch e in a ltri part icola ri con la R e ligi e us e . Pur e lae x—m ona ca dic e ch e i l rom anzo d i Did e rot r ibuttant e p e rosc e nità v e niva com e tal e dato da un confe ssor e p e rp e rv e rt i r e l ’ imm aginaz ione d ’una r e l igiosa, e tra rla po i a’ suo ifini N on e ra v e ram e nte troppo opportuno.

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8 1

L’

e roina di Didero t pas sa m i racolosamente at

traverso tutt i questi s cogl i, del viz io, sopratutto, e

de ll’

asc e ti smo. Ques to riesce per poco a far presa

sul la sua anima,predi sposta da ’ tormenti fis ic i e

moral i ; m a è unmomento , è una fugace vibrazione :

appena l e ali che l ’ han sollevata tant’

alto s i ripi e

gano nella real tà, la povera fanciul la s ente tutta la

vani tà del l ’ i llu sione ed a l lucinazione mis tica nella mi

seria ch e la r ip rende . Dopo di che s i dovrà, c re

diamo,convenire che Diderot non s i è abbandonato a

un cieco odi o partigiano,quan to forse

!

può supporsi ;ma che invece

,con lucid e zza mirab i le, h a suffragato

l ’i spi razione tendenz iose: de l l ibro con un ’ idea sc ien

t ifica e la più v iva rappresen taz ione arti s t ica . Nè s i

deve creder tutto d i fan tasia i l fosco quadro de l la

vi ta monas tica fatt0\ da Didero t : per quanto vivace,

feconda, la sua potenza immaginativa, per quanto

lo trasc inasse la foga del l ’ improvvisaz ione,ci doveva

pu r e sse re avanti a lu i una real tà che riviveva,ani

mava,t rascolorava . U na pittura cos i minuziosa della

vi ta de ’ conventi non poteva non avere un riscontro,

un addentel lato nella real tà,se non unmode llo ad

diri ttura : e noi s app i am ben e che la corruzione

genera l e de l secolo ! VIII aveva i nvaso anche i

chiostri ; con gl i inconvenien ti in più della re clu

6

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s ione . LO spiri to fi losofico pote va b e n gettare i l

d is credi to s ul monach ismo,m a bisognava tuttavia

che c i fos s e una grand e gius tificaz ione ne ’ fa tt i .

Diamo pur larga part e a l l ’ i ntenzion e o s til e d ’ uno

scri tto re , m a non togl iamo quel lo ch e sp e tta al s e

c olo,a l l ’ambiente s torico . I R agionamenti de ll

A re

t ino,cos i cel e bri pe r fama infame da e s s e r d iv e nuti

o rmai quasi unmito bibl iografico , non e sprimono so

lam e nte la d e pravazion e d’unuomo,m a rispecchiano

quel la d’un’ e poca . E n e l la prima parte de ’ R agiona

m enti,dove s i racconta la vi ta d e l le monach e…s i

i ncontra qual che parti colar e ch e ri to rna sotto la

penna di Didero t .

Ch e cche s i a di tutto e ro,nella R e ligi e us e Diderot,

com e artis ta,h a sup e rato s è s tesso . La rapidi tà ,

con cui sappiamo av e r s cri tto questo romanzo,c e

lo spi e ga . Did e ro t aveva l e qual i tà de ’ suo i dife tt i °

improvvisatore,r iusc iva a rasen tare la perfe zione

nel dars i comple tamente al l ’ala d e l l ’es tro . Nul la al

l ora turbava la n e ttezza del l e sue id e e, i fantasmi

gl i s i disegnavano chiari e luminos i davanti ; e d e gl i

fe rmava l e une e gl i a l tr i con tocch i ardi ti; rapidi .

( 1 ) Pr ima Giorna ta de Capr i ccios i ragioname nti ri e l’

A re tino,

ne la qua le la N anna in R oma sotto una fica ia racconta a l’

A n

tonia la v i ta d e le M onach e .

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8 3

In que l t rasal im e nto d ’ogni n e rvo , d’ogni fibra

,i n

quella vibraz ion e di tutto i l suo e ss e re , Did e ro t s i

a scoltava come direbbe i l Musset. Cioè e gl i

a scol tava piutto s to la monaca, che h a prodotto a fare

i l racconto d e l le pati te s c iagure . E , co s i , un lungo

m onologo,m a e ffi cacis s imo perchè ch i parla lagrima

i ns i em e , p e rchè l’e roina s t e ssa c i fa ass is t e re a l la

fuga vertiginosa d i scene , vedute da l e i co ’ suoi

o cchi , ripete a noi e a s è l e impres s ion i ed e mo

z ion i provate ; e reca ne’ dialoghi

,n e l l e d e s c rizion i

t anta v e ri tà , ri cchezza d i partico lari , da produrre la

più compl e ta i llus ione . Il Manzoni non s i diparti,

nel l ’ e pi sodio d e l la monaca , da l la sua obb i e tt ivi tà di

narrator e : quindi la dispari tà e norme,ol tre chè in

t e nz ional e , artis t i ca tra’

due raccon ti . N e ll’

uno l ’ i n

cande sc e nz a bruc i ant e d e l lo s ti l e,l ’onda d e lla pas

s ion e,la luce cruda diffusa

, la s impat ia i rr e s is tibi le ;nel l ’al tro , un ’ incis ione anatomica

,chiaroscuri ed om

b re,una compas s ione severa .

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tezione,suor Susanna Simonin perd e t te i l processo

le sue catene furon ribadi te . Didero t pensò che,ri

destando la mem oria di cos te i nel l ’animo gent ile e

nob i l e de l Marchese, avrebbero raggiunto l ’ int ento

di cavarlo dal suo r i ti ro . Imm aginò al lora che suor

Susanna fos s e riusci ta ad evadere dal convento, e

che ora sola ne l mondo, fra'

tante stre ttezze e peri

col i, fosse in bisogno di ri correre al già suo gene

ro so difensor e . Così Diderot cominciò a nome della

Monaca una corrispondenza col M . d i Croismare

che , nul la potendo subodorare de l t iro,non sment i

i l suo buon cuore , e decis e d i tors i in casa la Mo

naca, come a i a d ’una figlia che voleva r itirare dal

l’

e ducandato. Per al tro non s i mosse da Caen . Ve

dendo che l e \ cose non pigliavano la piega voluta,

i congiurati , i banditi , come dice Grimm,diedero

per malata la Monaca . I l Marches e,dolen te del la

malattia, ne seguiva i l corso con sollec i tudine ; e

scrisse più volte al la s ignora Mudin,pres so cui s i

diceva ospite suor Susanna . Finalmente Didero t, p e r

non afil i gge r d i troppo i l Marchese , e per finire una

m i s tificaz ione che non sortiva l’effet to des id e rato, s i

v ide costretto ad l’

imm aginata eroina .

Più tardi , i cong i urat i confessarono tut to al M ar

ches e,e ne ri sero insi eme .

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3 7

M a une c i rcons tance , qui n’e s t pas la moin s

s inguli‘

e re sc riv e Grimm…c ’ e s t que tandis que

ce tte myst ificat ionéchauffai t la tè t e de notre am i en

Normandi e, cel l e de Diderot s

é chauffa i t de soncòté .

Celui— c i s e persuada que l e Marquis ne donnerai t

pas un as i l e dans sa maison à une j eun e personne

san s la connaîtr e ; i l se mit à écri re e ndétai l l’his toi re

de notre relig ieus e . Un j our qu’ i l é tai t tout enti e r à

c e trava il,un de nos amis communs lu i rendi t v i

s i te, e t l e trouva plongé dans la douleur e t l e vi

sage inondé de larmes… Ce que j’

a i,lui di t Di

de rot , j e m e désole d’

un conte que j e m e fa is .

Queste ul t im e parol e son l ’ e logio migl iore di Di

de rot romanzi e re .

È cos ì , che la R e ligi e us e fu i n pochi giorn i letta

agl i amici m a so lo a frammenti , n e l la società de l

baron e D H olbach e di madame d’E p inay ; e diec i

anni dopo Grimm ne parlava com e d ’op e ra incom

piuta e probab ilmente distrutta . I l dramma d i

La Harpe M élani e ou la R e ligi e use r ich iam ò a

Grimm il racconto d i Dide ro t ; e lo rimpianse con

vivo d e s iderio , tanto più che la produz ione de l La

Harpe e ra m e diocri s s ima p iena d ’ una sensib i l i tà

( I) Ib id. , p . 1 78 .

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declamato ria e d ’un volgare pateti co; dacchè La Harp e /

vol le sfrut tare i l l uogo com une de l la Monaca invasa

da un amore mondano…, e perciò insoffe re nt e /de lch ios tro . Ora questo

,s e poteva provocare

'

fac i li

applausi, togl ieva effi cacia al la produz ione dal lato

fi losofico,senza darle un meri to let terario.

Fu nel 1 796 che i l l ib raio B uis son pubblicò ad un

tratto la R e ligi e use , s enza dire c ome fos se giunto a

procurars i i l manoscri tto original e . Strao rdina r io

i l succ e sso ch e accolse i l romanzo : l e ediz ion i s i

tennero dietro con molta rapidi tà, di tutt i i formati ,

di tutt i i prezz i . Nè fu voga pas s e ggi e ra, s e ne l 1 824s i noti bene la Censu ra s enti i l b i sogno d ’una

proib izione,r innovata !nel Ciò che vuol dire

che i l succes so doveva e sse r vivis s imo ancora, quando

i l giovane Manzoni d imorava a Pa rigi .

Ed e ccoci ora a raccogl i e r l e fila p r incipa l i d i

ques to studio .

( 1 ) Lo s te s so motivo fu ripr e so con b e n a l tra abi l ità dalVER GA ne l la Stor i a di una cap ine ra , ch e appa rt i e ne a l la sua

prima mani e ra d e ll’E va , E ros e d a ltre op e re ante r iori a i M a

laooglia .

(2) La R e l igi a zse è tuttora popola ris s ima inFrancia, dopola ristampa fattane con ine vitabi l i amputaz ioni ne l laB i bliothèque na ti ona le , ins i e m e a l ‘

N , e ue u de R anze an.

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3 9

Conobbe i l Manzon i i l romanzo d i Didero t e

l e bb e presente nel l ’episodio della M onaca ?

Da quanto s iamo venu t i espon e ndo , non c i par

dubb ia la risposta .

E t roppo noto che Manzoni,ne l soggiorno fa tto

a Parigi,fu tut to a l le i dee fi losofiche, d i cui , nell e

società d i madama H e lve tiu s e madama Cabanis, co

nobbe e frequentò gl i ul t imi cospi cui rappresentant i .

Del filosofismo, delle idee volteriane , i l Manzoni non

peno a sbarazzars i : a l suo spiri to rifless ivo non po

teva a lungo bas tare quel la cri tica nega tiva , e non

tardò a s e ntirne tutto i l vuoto . Scrisse s tupenda

mente l ’H e ine nel la prima parte della sua Ge rma

nia :…i l riso d i Volta ire non h a prova to nul la

ha solo prodotto un effe t to b rutal e , come l’

ignob i le

m annaia d i Samson . Volta i re non ha fa tto che ferire

i l corpo de l Cris t ianesimo : tutt i i suoi sarcasmi , de

ri vat i dal la s toria eccles ias tica,tutti i suoi epigrammi

sul dogma e i l cul to,sulla B ibb ia

,ques to santo l ibro

del l ’umanità,sul la Vergine , i l pi ù bel fiore di poe

s ia ; tutta quella faretra, irta d i frecc ie fi lo sofiche ,

ch e egl i l iberò contro la ch i e ri s i a, i l sac e rdozio , non

colpi che l’ i nvolucro caduco del Cri s tianesimo , e

( 1 ) H EINE, De l’

A lle magne . (Pa ris , Lévy ; I,

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tal e . E c iò che dovè dirs i i l Manzon i ; è e ro

che espress e,più tardi , con più forte s trappo del

l ’ an ima, anch e i l Muss et,ne ll

e loque nt e apos trofe

a Volta ire, che s i legge ne l R olla (IV) . Del re

s to, i l r ivolgim e nto filosofico-religioso ope ratos i ne l

Manzoni dovè lungamente e l entamente maturars i

ne i segreti c omba ttimenti de l dubb io,nel nuovo

ambiente d i famigl ia : fu tutto insomma i nteriore

una qualunque d i qu e l l e cause e sterne, che posson

solo spi e gare la convers ione volgare d ’uno spi r ito

debole, non è se ria davanti a cos ì profondo muta

mento d’un uomo qua l e i l Manzoni : nè ci vol e va

meno perchè egl i pote ss e r i crears i unnuovo mondo

ps icologi co .

Faci le fu rige ttarne l e ide e fi losofiche ma l ’ i n

flue nz a l e tteraria de l Vol tair e (e i n g e n e re d e gl i scri t

tori franc e s i) fu decis iva sul Manzoni , e ad essa

dobbiamo la rigeneraz ione del la nostra prosa, ri t e m°

pra ta all’

agi li tà , a l la viv e zza di que’ modell i . Ancora :

i l Manzon i potè bene disfars i del l e opere del Vol

taire, abbandonandol e al la santa i ra de l Tos i che,

pare,d i cento bei volumi ril e gat i i n marocchino

,

co l labbro dorato , ne ri sparmiò sol i quattro, e degl i

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9 ;

a l tr i lasc i ò i carton i sol tanto…, m a pel M anzon i…‘

non fu egualmen te poss ib i l e spogl iars i del l ’ ab ito

all’

arguzia,

a l la sat ira che l ’affinità e lett iva de l

s uo t e mperamento s’ era formato al la le ttura de l

Voltai re . La mordacità caust ica del qual e traspar e

sempre n e l la prosa manzon iana, per quan to s i vel i

d ’una pi a compass ione ca t tol ica . Com e ne l Voltaire, .

è viv iss ima ne l Manzon i la percezione de l r idi colo,

del le debol e zze umane : i l fantasma comico s i af

faccia pronto a l la sua fan tas ia, m a s i d i rebbe ch e

egl i c e rchi s cacc iarlo come una ten tazione, e non

potendo mitigh i lo s ce ttic ismo,la ma l i z ia con un

pietoso risol ino,quas i un dio benigno e b e ffardo,

ch e ass is ta da l l ’ al to al mes to e comico s pettacolo

del la piccol e zza e mis e ria umana . In uno s tes so

periodo par d’

incontrare i l r iso s cettico di Vol ta i re,

e ad uno svolto giù in fondo una voluta bonomia

pate rna d i c redente .

Il Diderot non poteva avere una consimi l e in

flue nz a sul Manzoni ; m a le opere di que s to ti tano

non furono men note al giovane lombardo nè

i n particolare la R e ligi e us e , d i cu i ebbe occasion e

( 1 ) Cfr. M AGENTA, op . c i t. , p . 28 .

(2) L’

acc e nnò i l D’ OVIDIO , c., p . 56 innota .

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d i v e d e re i l succes so,e d i cui dove tte b e n ricor

dars i,

. quando s’

avvisò di raccogl ie re quel l ’ adde n

t e llato s torico dal R ipamonti, p e r l’ episodio del la

m onaca . C e rto,non avranno a contes tarlo coloro

c h e i nvariab ilmente adducono in propos i to una z ia

e x-monaca,d i cui potè soccorre r la memoria al M an

z on i…. M a che cosa s appiamo di coste i ? « Il M an

z oni (s crive l o Stoppani)…s i ricordava fin n e gl i ul

t imi suoi anni d e l la buona z i a,la qual e gl i aveva

l as ciato d e l l e impres s ioni vivi s s ime, che egl i ricor

d ava agl i amici come fos sero ancora que’ giorni .

E ra l e i ch e av e va assunto una parte del l ’ e ducazione

d e l nipo te,e p re cisam e nt e di farne un giovano tto

b ril lante,d ’ i ns egnargl i la vita de l mondo sotto

p on e ndolo a l l e inevitab il i l ez ioni d i mus ica e ba l lo .

Non che l ’ e x-monaca fos s e una donna m e no che

ammodo,anzi m e no ch e pia ; el la non mancava ma i

d i condur s e co Li sandrino al la b e n e dizione , e cc .

m a sapeva concil iar tut te queste cose . U na vol ta

( 1 ) A nch e i l DE GU B E R N A ’

I‘

IS scriv e (op . c i t. pag. Sto

r ico è pur troppo i l p e rsonaggio d e l la Ge rtrud e , la M onacad i M onza ; m a quando i l M anzoni ne l e ss e la storia , p e r torna re a colori rla pote nt e m e nte gl i giovo i l r i corda rs i la z i a e x

mona ca , e cc .

(2) I pr im i anni di A . M anzoni (ve di DE GU B E R N A T IS, p . 80

i nnota) .

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ne l caso del la buona z ia un punto di par tenza

q uals ias i a l la s toria d ’una viol e nza tri s ta e dolorosa,

c h e va a finire i n un t ruce mis tero : nè v e diamo in

c h e que l ri cordo gl i abb ia quindi giovato . Invece i

ravvi cinamenti fin q ui fatti c i traggono ad affe rmare

c h e ques ta viva,fort e impr e ss ion e nonpoteva p rodurla

c h e la R e ligi e use .— Quando s i trat ta di c e rt e Opere

-e d i c e r ti ing e gni,è mol to diffici l e (e quas i teme

rario) s tabili re nettament e l ’ origine d ’ una re m ini

s cenza,d’

un moti vo,perchè 0 s i p e rde o dive nta i r

r iconos c ibile ogni traccia ne ll’app ropriaz ione ed e la

borazione p e rsonal e d e l l ’artis ta sup e rior e . Pure,ne l

c aso nos t ro , abb iamo v e duto i parecchi contatt i ne l

t e ma principal e de ’ due racconti ; e , fatta parte al l e

c ondizioni s torich e cu i dov e va s e mpre, b e nchè nei

più largh i l imiti,obb e di re i l Manzon i

,cr sembra in

d i scutib i le ch e e gl i dov e ss e av e r t e nuto l ’occhio al

romanzo di Did e rot . N e l primo periodo d e l l e loro

s ciagur e,la figlia d i princip e de l s e colo ! VII e la

pov e ra fanciul la na ta d ’ adul t e rio,pas s ano vic e nd e

pre ssochè egual i colorit e d ivers amente,s e condo

gli oppo s t i i nt e ndimenti . Nè que s ta divers i tà può

e ss e r e , p e r c iò appunto,for tui ta : i l Did e ro t

,com

bat t e ndo l ’ i s t i tuzion e,fac e va converg e r e al suo fine

tutti i pa rt icolari ; i l Manzoni e sponeva un caso, e,

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anche sv e lando qual ch e colpa d e l l’ individuo

,teneva

s empre l ’ i s ti tuzion e al disopra d i ogni attac co .

Contro il suo s tes so appoggio s torico,aggravò la

rei tà della vittim a,quando un compl e sso di fa tti

portava i nv e c e a s frondare l ’is t i tuzione . Il Dide

rot,molto accortament e , mos trò ch e n e l la sua Mo

naca non e ra mancato i l cos ì d e tto conforto d e l la

r e l igion e , m a ch e que s to non e ra nè suffi ci e nte nè

dur e vol e , non bas tava insomma al s acri fiz io d ’ uno

s ta to ant inatural e ; i l Manzoni,os s e quen t e a l la cri

s t i ana ras s e gnaz ione , pe r spi e gare i t raviam e nti d e l la

vittima ne disse ch iuso i l cuore e la m e nt e all’ es

s enza v e ra del la r e l igione , contro la s to ria ch e l ’aveva

pur pre s entata buona dapprima e t ranquil la . In c iò

la confutazion e indir e tta,m a p e nsa ta di c e rto

,al l i

b ro de l Did e ro t : l ’ i s t ituz ion e,l ’ id e a r e l igiosa son

rivendicate contro l ’aggr e ss iva r e quis i toria de l filo

sofo .

Fin qui p e r una c ri ti ca i nv e s tigatric e d i t e ndenz e ;m a l ’ art e

,indiffe rent e

,in curios a d i ques t e

,non

vuol e ch e vita,cr e az ion e a l e i importa quindi

sopra tut to ch e Did e ro t col suo imp e to appas s iona to,

Manzoni con la s ua anal is i profonda,abbiano int e n

samen t e vis suto l e figl i e della lo ro fantas ia . Non s arà

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nondimeno s e nza i n te resse aver provato (come c i

lusinghiamo d ’ aver fatto) che Gertrude e Susanna

Simonin , oltrechè di sventura, hanno pur qualch e

fraterni tà d ’arte .

FIN E .

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P r e z z o L i r e U N A

P r e s s o l a unu l e s ìm a L i b r e r i a :

B ulwe r (Ly tton) . La ra zza de ll ’ a vve nne . T 1 adotto da ll ’ ingl e s e daC . CA SOR E T '

I L M i lano 1 8 74, 1 vol . in 1 6 d i pag. 2 2 4 L. 2 so

Casore l l i (C laudia) . R 1 tra tl z da l 1 1 1 1 0 . Ra ccont i e bozz e tt i . M ilano 1 88 1 , 1 vol . i 1 1 - 1 6 d i 2 9 2 pagine L. 2 50

De lla Giovanna (Ild e brando) . Pi e / 1 0 G iordani e la sua 1 l 1 l / 1 1 / 1 1 1'

1 1 le t

te ramo . Sagg io d i s tud i c ri t i c i M i lano 1 88 2, 1 vol . in 1 6 L. 3

M anz oni (A l e ssandro) . Di t e rs e le tte r e s e guit e da ll’ e l e nco d e gl i aotog1 afi d 1 h u M i lano 1 88 1

,1 vol . i 1 1 — 1 6 di pag . ! II—

3 8 La

2

M a 1 io (A lb e rto) . T e s te e j i e ur e . Stud i i b iografici . Padova 1 877 ,1 vol . i 1 1 1 6 d i 558 pag ine . 4 50

M ars ìllach (Gioa chino) R icca rdo ! a gne r . Saggio biografico cu t ico,v e rs ione da llo spagnolo e pr e faz ione d i DA N IE I E R U B B I . Se

condo 1 1 1°

1 1 gg1 0 ne lle 1 e g1 0 1 1 1'

d e ll’

a vve nne , not e e d app e ndi c i d e ldott . F ILIPPO F ILIPPI . M i lano 1 88 1

,1 vol . i 1 1 — 1 6 di xx 1 u-

3o4pagine col 1 i tra tto d i R . ! agne r L . 6

M onte i re dini (F ranc e s co) . La v i ta e le ope r e di Gi a como L e opa 1 a’

i .

M i lano 1 88 1 , 1 vol . i 1 1 - 1 6 d i V i H -695pagine ,L 6

Papa (Dario) . I l g iorna l ismo Ve rona vol . in 1 6 L. 4Pe nci (E m il io) . A spi ra zi oni . N uov e l i rich e . M ilano volum e in 1 6 d i 3 1 8 pagineOm e ro e Dante Scla1 lle r e l 1 amn1 a Confe re nz e . M i lano 1 882

,

1 vol in 1 6 di 87 pagine . I. . 1 50Pisa (G iul io) . Ve rs i . M i lano vol . in— 1 6 dI pag 8 2 L . 1 50

Pa 1 1 51 1 1 a D1 amm a in4 a tt i . M i lano 1 879 , 1 vol . i 1 1 1 6 L. 2

Vi t/01 1 0 A m e d e o II . Dramm a 1 1 1 c inque a tt i . M i lano \ O

lum e in 1 6 d i 1 47 pagine . L . 2

T e ja Le opardi (T e 1 e sa ) . N ote l? i 0g 1 aficli e sopra L e opam’1 e la sua

j im 1 1 —r lia , con introduz ione d i F . A . A U LA R D . M i lano 1 88 2 , 1 volum e in 1 6 d i xv - 86 pag ine L. 1 50

Ve rnon(Le e ) . I l s e tte c e nto in I ta li a L e tt e 1 a tu1 a T e a tro M us i ca .

E di z . i ta l . M i lano 1 882 , 2 vol . i 1 1 - 1 8 di pag. x :< 1 1 1 6 35 L. 6

! e is s (G e ro lam o) . Sagg 1 c 1 i t1 c i intom o a Gi acomo L e opau l isa ggi mora li . M ilano 1 88 2 , I vol . i 1 1 - 1 6 d i 2 30 pagine I 3

Lucre z io (Ca ro T i to) . De lla na tura d e lle cos e , t 1 aduz ione di

F R A N CE SCO DE A NTON IO . M i lano 1 88 3 , 1 vol . i 1 1 - 1 2 L. 3Lolli (dot t . L

amor e da l la to fis iologi co, filosofico e soc i a le , Os

s e rva z ioni e p e nsam e nt i d’ un v e cchio m e dico . M i lano 1 88 3 ,1 vol . i 1 1 — 1 2 . L. 3

A ntona -T rave rs i (Cam i llo) . D i unamor e d i U go Foscolo, (contr eb igli e ttini amoros i ine di ti) . M ilano 1 88 3 , unOpus e . in- 1 6 L . 80

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Luz i o , A l e s s andr o

M anz oni e Di d e r o t

PLE A SE DO N OT R E M OVE

CA RDS OR SLIPS FROM THIS POC! ET

U N IVE RSITY OF TORON TO LIB R A RY