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VICTOR BOTT MEDICINA ANTROPOSOFICA Un ampliamento dellarte di guarire INFOLIBRO

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VICTOR BOTT

MEDICINAANTROPOSOFICAUn ampliamento dell�arte di guarire

INFOLIB RO

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2 Medicina antroposofica

Tutti i diritti riservatiTitolo originale: Médecine anthroposophique. Un élargissement de l'art de guérir

© 1987, Editions du Centre Triades, Paris© 1991, 1996 NUOVA IPSA EDITORE, Via Giuseppe Crispi, 50, 90145 Palermo

Tel. 091-681.90.25

Traduzione di Giovanna AcamporaRevisione di Claudio Mazza

ISBN 88-7676-090-3

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Introduzione

Affinché tutte le vie verso il benenon siano mai chiuse

Soljenitsin

L�arte del guarire è sempre stata il riflesso dell�idea che l�uomo si è fatta dise stesso. Infatti la medicina attuale è stata fortemente influenzata dal pensieromaterialistico del XIX° secolo che ha avuto la tendenza a considerare il corpoumano come una provetta in cui si svolgono dei processi analoghi a quelli dilaboratorio. Ma il medico chiamato al letto del malato sa quanto questo modo divedere le cose sia inadeguato alla realtà quotidiana; ne risulta una insoddisfazio-ne più o meno confessata e l�impressione di non essere realmente all�altezza delproprio compito.

Questa non è forse una prova che l�immagine che ci siamo fatti dell�uomonell�ottica della scienza attuale è falsa o comunque incompleta? Sarebbe necessa-rio rivedere questa impostazione al fine di creare una medicina più conformealla realtà costituita dall�essere umano; una medicina a misura d�uomo.

Questa impostazione ci è stata donata da Rudolf Steiner il fondatoredell�antroposofia. I risultati pratici ottenuti in campi così differenti come l�agri-coltura, la pedagogia e la medicina testimoniano la validità dei principi steine-riani; infatti l�antroposofia è innanzitutto una interpretazione dei fenomeni, èun metodo di indagine, è un cammino che può essere percorso con lo stesso rigoredella ricerca scientifica pura; chi intraprende lo studio dell�antroposofia saràcolpito dal fatto che essa rappresenta un legame, una sintesi fra tutte le disciplineumane. Non sembra sorprendente, per esempio, che possa esistere una relazionefra discipline così diverse quali la geologia e la medicina? Tuttavia, se si pensache la terra e l�uomo si sono evoluti parallelamente, si comprenderà meglio comecerte rocce possano servire come base per preparare rimedi per l�organo apparsocontemporaneamente ad una determinata roccia; in seguito ne forniremo degliesempi.

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4 Medicina antroposofica

La nostra formazione - saremmo a volte tentati di dire deformazione -intellettuale ha permesso i sorprendenti progressi tecnologici che tutti conoscia-mo, ma tuttavia costituisce un ostacolo alla conoscenza reale dell�uomo e del-l�universo. Abituati fin dalle prime classi scolastiche a pensare in termini fisici,chimici o matematici, è per noi molto difficile affrontare senza pregiudizidiscipline che studiano ciò che non si può contare, misurare o pesare. Dichiarareche tali conoscenze, poiché non sono accessibili ai nostri sensi, non esistono, è uncredo privo di fondamenti come la fede cieca. L�uomo occidentale, nel suo statodi coscienza attuale, ha avversato la credenza di un mondo metafisico perché hacreduto che soltanto ciò che è accessibile ai propri sensi può essere studiato conrigore, ma non ricorda che applicando questo criterio al mondo sensibile non fache avvicinarsi al metafisico. Se volesse restare coerente con se stesso dovrebbelimitarsi alle percezioni senza applicare il pensiero; e tuttavia questo pensiero,benché non accessibile ai nostri sensi, può essere studiato con rigore per mezzo delpensiero medesimo. Questo è il cammino che ha seguito Rudolf Steiner nel suolibro La Filosofia della libertà.

Egli ha mostrato che esistono altre vie per la conoscenza e ne ha dato unadescrizione dettagliata. Ha anche fornito i risultati dei suoi studi sul dominiosoprasensibile ed ha dimostrato, tra l�altro, che l�essere umano non è soltantocostituito di un corpo ma anche di un�anima ed uno spirito. Le sue opere sonocostituite da un certo numero di scritti e da circa seimila conferenze che sono statestenografate e moltissime di esse pubblicate.

Non si può, nel quadro di questa opera, procedere ad uno studio approfon-dito dell�antroposofia, per cui certe nozioni possono sembrare dogmatiche allettore non sufficientemente informato che potrà, se vorrà approfondire lo studiodell�antroposofia, consultare le molte opere tradotte in italiano e troverà inoltre,nelle note, le indicazioni bibliografiche necessarie. Mi sforzerò tuttavia diseguire una esposizione accessibile a tutti. È evidente che una critica valida nonpotrà che fondarsi sulla conoscenza approfondita dell�antroposofia.

L�antroposofia si basa sul rispetto della libertà del pensiero, così RudolfSteiner ho spesso ripetuto che non chiedeva di essere creduto, ma verificato. Noipossiamo aggiungere, 45 anni dopo la sua morte, che ogni volta che una verificaè stata possibile, le sue affermazioni si sono dimostrate giuste. Ecco un esempio:in una conferenza tenuta il 3 giugno 1924, parlando delle rocce lunari, RudolfSteiner disse che esse sono differenti dai minerali terrestri ed appaiono comevetrificate. Allora non c�erano né cosmonauti né missili e la scoperta di Steinernon potè essere fatta che per una via spirituale; gli studiosi ridevano ancora diqueste affermazioni fino a poco tempo fa, finché gli equipaggi dell�Apollo XI eXII hanno riportato delle rocce contenenti alcune perle vitree delle quali non sispiega l�origine. Coincidenze! diranno alcuni, ma a mano a mano che tutte leindicazioni di Rudolf Steiner si dimostrano esatte, si è costretti a concludere cheil caso è molto compiacente.

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Prima di iniziare nella pratica della medicina antroposofica mi sentivoimpreparato ed avevo confidato le mie esitazioni ad un collega di Basilea ilDottor Marti, che la praticava da lungo tempo ed al quale dedico questo libro.Egli mi disse: «Abbi il coraggio di iniziare».

È ciò che ho fatto sforzandomi di dedicare molto più tempo a ciascunpaziente. In tal modo ho avuto la sorpresa e poi la convinzione che non c�èammalato a cui non si possa dare aiuto, anche se minimo.

Spero, nel corso della trattazione, di poter fare condividere questa convin-zione a chi non ha più fiducia nelle attuali conoscenze; ho scritto questo libronell�intento di dare loro gli elementi necessari per iniziare questo cammino.

Victor BottFebbraio 1970

Introduzione

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6 Medicina antroposofica

NOTA SULLE PREPARAZIONI FARMACEUTICHE

I farmaci proposti da Rudolf Steiner non sono semplicemente delle prepa-razioni complesse; perché la sostanza naturale divenga farmaco è necessario chesubisca quel trattamento del quale Rudolf Steiner ha fornito i criteri generali,lasciando ai suoi allievi la cura della messa a punto. Per questo motivo è statonecessario creare un laboratorio orientato sia verso la ricerca che la produzione.Questo fu fondato nel 1921 ad Arlesheim (Svizzera) e Rudolf Steiner lo chiamòWeleda; in seguito ne furono aperte filiali in tutto il mondo. Gli studi riguar-danti l�efficacia dei prodotti, i periodi ottimali per la coltivazione delle piante edi migliori ritmi di dinamizzazione possono essere ben condotti solo grazie ametodiche nuove e alla collaborazione di medici antroposofi, cosa che rappresen-ta un lavoro considerevole.

Attualmente non esistono che due laboratori in grado di fornire deimedicamenti che rispondono perfettamente alle esigenze della medicina antropo-sofica: i laboratori Weleda già citati ed i laboratori Wala (Germania).

Per ulteriori informazioni, in Italia è possibile rivolgersi alla A.M.O.S.

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PARTE PRIMA

L�uomo alla luce dell�antroposofia

Considerato sotto il suo aspetto materiale, l�essere umano è incomprensibi-le. Solo considerandolo nella sua totalità, formata da un corpo, un�anima e unospirito, diventa possibile farsene un�idea soddisfacente. Il corpo è composto dadue parti: una che possiamo esaminare, che appartiene allo spazio, e l�altra che,facendo di lui un essere vivente, in perpetua trasformazione, appartiene altempo. Sono in tutto quattro elementi che noi chiameremo gli elementi costituti-vi.

Sotto un altro aspetto, l�uomo, nella sua forma visibile, con le sue funzio-ni, si rivela un insieme costituito da due poli riuniti da un elemento mediano - iltutto formando una triade.

L�uomo è così, ad un tempo, un essere quaternario e un essere ternario.Non è che stabilendo un legame tra questi due aspetti, come ci insegna l�antropo-sofia, che è possibile comprenderlo. Questo è quello che noi cercheremo di metterein luce in questa prima parte.

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Problemi posti dallavita

Le leggi del mondominerale non

spiegano la vita

Capitolo I

I quattro elementi costitutivi dell�uomo

I processi fisico-chimici che studiamo nel mondo minerale hanno lacapacità di distruggere la vita ma di contro non possono né mantenerla nétanto meno crearla. Con l�aiuto del calore, del freddo, dell�elettricità,delle sostanze chimiche più disparate, si può uccidere una pianta, ma nonfar vivere un minerale. Provare a capire la vita applicandole nozioniacquisite dallo studio del regno minerale porta ad un�impasse, a domande acui non si può rispondere. Mentre i luoghi denominati terra incognita sonoscomparsi dai nostri atlanti, il numero delle domande senza risposta, perquanto riguarda la vita, non ha fatto che accrescersi. Si è creduto di averdato loro risposta con teorie che si sono dimostrate false le une dopo lealtre.

Se, invece di inoltrarci nell�infinitamente piccolo, proviamo a stu-diare la vita nel suo insieme, scartando i pregiudizi che sono molto tenaciperché presentati da un punto di vista scientifico, giungiamo rapidamentead una prima constatazione: la vita è dovunque in lotta, in contrapposizio-ne ai processi fisico-chimici del mondo minerale. Il regno vegetale cifornisce numerosi esempi. Mentre un minerale è soggetto alla gravità etende a cadere, la pianta al contrario cresce in opposizione alla forza digravità. Non è per osmosi ma malgrado l�osmosi, vincendola, che la linfa sieleva nei fusti. Le sostanze morte del mondo minerale, mescolandosi,tendono a liberare energie e a scendere ad un livello energetico inferiore.Nella pianta, al contrario, il livello energetico finale è più elevato diquello di partenza. Ciò presuppone l�entrato in gioco di forze considere-voli. Vedendo cadere una mela, Newton ebbe l�intuizione della legge digravità, ma non sembra che si sia interrogato sul modo non meno miste-rioso in cui la mela era arrivata sul ramo. La mela che cade sfugge alla vitaed è soggetta solo alle leggi del mondo fisico, come la gravità che è unaforza orientata verso il centro della terra. Ma fin quando la mela fa partedel melo, è sottomessa a forze cosmiche, solari ed altre, orientate indirezione opposta. Queste forze non agiscono in modo indifferente sulle

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sostanze che appartengono al mondo fisico; esse le scelgono, selezionano,affinano, orientano, conferendo loro proprietà nuove e, in generale, liorganizzano conformemente ad un piano prestabilito proprio per ciascu-na specie. Queste forze non sono soltanto un fattore strutturale e dicrescita, ma anche di riproduzione.

Queste forze, senza le quali non c�è vita, l�antroposofia le definisceforze eteriche o forze plasmatrici. Esse non devono essere confuse con l�ipo-tetica forza vitale di cui parlava la scienza del XIX secolo e che era soltantouna finzione destinata a gettare un velo pudico sull�ignoto. Esse nonhanno niente a che vedere con l�ipotetico etere dei fisici. Queste forzeeteriche o plasmatrici costituiscono per ciascuno essere vivente una speciedi secondo corpo, il corpo eterico, intimamente unito al corpo fisico, unicoaccessibile ai nostri sensi. All�obiezione che nessuno ha mai visto questocorpo eterico, si può rispondere che nessuno ha mai visto l�elettricità, ilmagnetismo o la gravitazione, forze che ci sono note per i loro effetti. Allostesso modo, ci si può rendere conto dell�esistenza delle forze eteriche peri loro effetti.

L�obiezione della non visibilità non è dunque più valida di quella chefarebbe colui che vede un solo colore all�esistenza dei colori. Tuttavia,mentre colui che vede un solo colore resterà tale tutta la vita, in ciascunuomo vi è, allo stato potenziale, un occhio spirituale che è possibilesviluppare permettendo la visione delle forze eteriche1 e la loro descrizio-ne nei minimi dettagli.

Benché queste forze eteriche siano di natura assolutamente diversadalle forze elettromagnetiche, esiste un modo di mettere le une e le altre inevidenza. È noto che mettendo una calamita sotto un foglio di carta su cuiè posta della limatura di ferro vedremo questa orientarsi in modo daformare una immagine del campo magnetico. Se dopo avere aggiuntoqualche goccia dell�estratto di una sostanza vivente lasciamo cristallizzareuna soluzione salina vedremo che i cristalli si orienteranno formandol�immagine delle forze eteriche dello sostanza vivente studiata.

A questo metodo, suggeritogli da Rudolf Steiner, Ehrenfried Pfeiffer,che lo ha pazientemente messo a punto, ha dato il nome di cristallizzazionisensibili2. Si tratta di un metodo non quantitativo ma qualitativo. Lasomiglianza con il metodo che mette in evidenza il campo magnetico conla limatura di ferro è superficiale, poiché, mentre lo spettro magneticoresta sempre lo stesso, le cristallizzazioni sensibili presentano una varietàinfinita. Un osservatore allenato potrà stabilire a quale specie appartengal�estratto aggiunto alla soluzione salina (viene usato del cloruro di rame) eperfino se si tratta di un estratto di radici, foglie o fiori. Le immaginivariano anche in funzione della qualità della sostanza e consentono di

Visualizzazione diqueste forze

Le cristallizzazionisensibili

Le forze eteriche

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differenziare non solo i vegetali, ma anche il metodo con il quale sono staticoltivati. Applicata allo studio del sangue umano, la cristallizzazionesensibile è un aiuto prezioso per la diagnosi delle malattie, di cui permettedi precisare alcune caratteristiche, così come la loro localizzazione.

Per manifestarsi, le forze eteriche hanno bisogno di un supportomateriale, di uno strumento, costituito dall�acqua. Quanto una pianta ne èprivata le forze eteriche si ritirano e la pianta muore, mentre nel seme essepossono restare latenti per anni; basta allora dare dell�acqua per vederecome le forze plasmatrici tornino ad essere di nuovo attive permettendo lagerminazione, la crescita e la strutturazione sempre più spinte. Le sostan-ze derivate dal mondo minerale vengono trasformate ed elevate al livellodel regno vegetale; acquistano allora proprietà nuove che non avevanoprima nell�ambito del regno minerale. Dal punto di vista chimico non vi èdifferenza; l�analisi chimica non rivela che le proprietà del regno minerale,tuttavia le nuove proprietà che conferiscono le forze eteriche possonoessere messe in evidenza a condizione di utilizzare metodi appropriati chenon sono quelli del mondo minerale.

Come abbiamo visto, la pianta si è parzialmente svincolata dallagravità. L�animale, creatura orizzontale, sembra che abbia perduto questafacoltà, ma solo in apparenza, perché ciò che la pianta possiede di statico ètrasformato dall�animale in una proprietà dinamica; esso può spostarsi,saltare, arrampicarsi e anche volare. Il movimento che lo caratterizza èinseparabile da un�altra facoltà: la sensibilità. Il desiderio come la paurapossono provocarlo. Attrazione e repulsione o, potremo anche dire, sim-patia ed antipatia3 sono i poli fra i quali oscilla sempre l�animale. Questistati affettivi sono interiori e si manifestano esteriormente con dei movi-menti. Quel contenuto che noi chiamiamo psichismo è il risultato distimoli esterni che sono stati interiorizzati da un periodo più o menolungo. L�animale, il suo psichismo e i suoi movimenti sono così stretta-mente legati fra loro che i Latini, che li avevano bene compresi, li rappre-sentavano con parole etimologicamente vicine che noi ritroviamo nellanostra lingua: animale, anima, animato. Infatti può essere dotato di movi-mento proprio solo ciò che è animato, cioè possessore di un�anima el�animale è l�essere animato per eccellenza.

Pertanto, con l�animale, siamo in presenza di una facoltà nuova,l�interiorizzazione, che non troviamo nella pianta. Nell�animale il mondoesterno diventa contenuto, il che si manifesta nella sua struttura; bastaconfrontare l�organo respiratorio della pianta (la foglia) e dell�animale(l�alveolo polmonare) per rendersene conto. La foglia è circondata di ariache si trova all�esterno di essa, nell�alveolo polmonare l�aria interiorizzataè circondata dall�organo ed allo stesso tempo appare il movimento sotto

I quattro elementi costitutivi dell'uomo

La vita animale

Il processo diinteriorizzazione

nell�animale

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forma di respirazione (Fig. 1). Ritroviamo ugualmente tale processo diinteriorizzazione in uno stadio embriologico molto precoce. Quandol�uovo comincia a svilupparsi forma un ammasso di cellule chiamatomorula per la sua somiglianza con una piccola mora (Fig. 2); nello stadiosuccessivo le cellule si dispongono alla periferia formando una piccolavescica chiamata blastula. Da questo momento in poi una parte dellablastula si invagina e si giunge allo stadio di gastrula, così chiamato per lasua somiglianza con uno stomaco. Questa invaginazione è una tipicamanifestazione animale di interiorizzazione, mentre la pianta non superamai lo stato di blastula.

Dobbiamo chiederci cosa provoca questa gastrulazione. Per potereattuarsi è necessario che vi sia una forza che agisca nel senso della frecciadella Fig. 2. La crescita, la moltiplicazione cellulare, la riproduzione sonomanifestazioni delle forze eteriche, ma nella gastrulazione appare, con unfenomeno nuovo, una forza nuova, diversa dalle forze eteriche e che nonesiste nella pianta. Dopo che si è verificata questa invaginazione e che si ècostituita una cavità, questa forza vi si installa come in un nido. Costitui-sce nell�animale un terzo elemento - i primi due sono i corpi fisico edeterico - che l�antroposofia chiama corpo psichico o corpo astrale, la ragione

foglia alveolo polmonare

morula blastula gastrula

Il corpo fisico oastrale

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di questa denominazione può essere così inquadrata: tutto ciò che è sensi-bilità - istinti, desideri, passioni, attrazioni e repulsioni - è l�espressione delcorpo astrale, dello psichismo e del contento dell�anima.

Ciò che proviene dal mondo esterno è interiorizzato dal corpoastrale, poi è nuovamente esteriorizzato sotto forma di movimento. Vi ècome un movimento respiratorio, di alternanza fra l�interiorizzazione,forma di «simpatia», e l�esteriorizzazione, forma di «antipatia», che ci faintravedere come l�aria non sia estranea a tali processi. Il corpo eterico habisogno dell�elemento liquido come supporto, il campo astrale non puòagire che per mezzo dell�elemento gassoso.

Abbiamo visto che è possibile per l�uomo sviluppare delle facoltàlatenti che gli permettono di percepire il corpo eterico. Se continuiamo asviluppare queste facoltà con un allenamento appropriato, potremougualmente giungere a percepire il corpo astrale non solo nelle manifesta-zioni sensibili ma nella sua realtà.

Il corpo eterico, come si è visto, si oppone alla legge del mondo fisicoe a sua volta l�astrale si oppone all�eterico, ma tale opposizione si manife-sta su un altro piano; imponendo la sua direzione al corpo eterico, il corpoastrale lo limita e conferisce, a sua volta, proprietà nuove alla sostanza.

Un esperimento che tutti conosciamo, quello del cuore di pollo di A.Carrel, può aiutarci a comprendere l�azione del corpo astrale. La celluladel cuore di pollo che è stata isolata non è più sotto l�influsso del corpoastrale del pollo. A che cosa va incontro? Essa si moltiplica in un ammassoche ricorda la morula, la vita che vi si manifesta è puramente vegetativa,eterica (e ancora non è che una particella di eterico), mentre la sensibilità,la differenziazione cellulare sono scomparse. Avremo in seguito l�occasio-ne di riparlare di questo esperimento.

L�animale, come si è detto, è un essere orizzontale, mentre nell�uo-mo ritroviamo la verticalità. In rapporto alla pianta l�animale ha compiu-to una rotazione di 90°, l�uomo di 180°. Il fatto di considerare quest�ulti-mo come un animale superiore è uno degli errori della scienza materialistache ha impedito di sviluppare le nostre conoscenze in merito. Vi è tral�uomo e l�animale, come fra l�animale e la pianta, uno iato dove lastazione verticale è solo una manifestazione che colpisce in modo partico-lare. Certamente, vi sono degli animali che sono capaci, per un temporelativamente breve, di stare in posizione eretta, ma tale posizione richie-de uno sforzo che sono incapaci di sostenere. Nell�uomo, al contrario, lemasse sono perfettamente equilibrate e lo sforzo necessario è minimo. Latendenza alla verticalità e inscritta nella sua statura in generale e fin neiminimi particolari del suo scheletro. Basta paragonare lo scheletro dell�uomoa quello di un semplice antropoide per rendersene conto. Nella scimmia, peresempio, il peso del massiccio facciale deve essere compensato da una musco-

I quattro elementi costitutivi dell'uomo

L�esperienza diCarrel

La stazione verticale

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latura possente della nuca, mentre nell�uomo la testa sta in equilibrio sullacolonna vertebrale; quest�ultima si è raddrizzata e ha conservato solo unleggero ricordo della sinuosità del serpente, giusto per conferirle l�elasticitànecessaria.

Altra caratteristica umana è il linguaggio. Gli animali gridano, solol�uomo parla (il pappagallo non fa che imitare un verso per lui privo diogni significato). Le reazioni degli animali sono in qualche modo degliautomatismi ed è anche possibile crearne, con l�addestramento, di ognitipo. Il linguaggio umano non è acquisito alla nascita, deve essere appreso,come la stazione verticale con sforzi incessanti. Una terza facoltà cheappartiene solo all�uomo è il pensiero, anche esso si apprende e noi siamosempre stupiti davanti ad un piccolo bambino che muove i suoi primipassi.

L�animale dipende interamente dagli stimoli esterni e dai suoi istinti.Le circostanze nelle quali si trova in un dato istante vengono gli ricordanocircostanze passate. Solo l�uomo può volontariamente ricordarsi del pas-sato, immergersi in esso a proprio piacimento. L�uomo può anche entrarein se stesso e osservare il suo pensiero. Può divenire oggetto per se stesso eanche dare un nome a se stesso con questa piccola parola non applicabilesu alcun altro: Io. Non è soltanto coscienza del mondo esteriore che locirconda, come nel caso dell�animale; egli si distingue dal mondo esterioreed ha coscienza di se medesimo. Questo Io non è una astrazione comel�avevano concepito certi filosofi, ma una entità altrettanto reale come losono il corpo fisico, il corpo eterico ed il corpo astrale; è lo spirito umano.È da lui che emana la forza che dà al nostro organismo la sua configurazio-ne particolare, che spinge il bambino ad assumere la stazione eretta, aparlare ed a pensare. Possiede come gli altri corpi un substrato materiale:l�organismo di calore. Se fosse possibile isolare il calore del nostro organismo,vedremmo che esso non è lo stesso in tutte le parti, che presenta una strutturauna organizzazione (che può essere parzialmente messa in evidenza con lafotografia all�infrarosso) ed è pertanto assolutamente giustificato parlare di un«organismo di calore» per mezzo del quale agisce l�Io. Allo stesso modo, ilcorpo astrale ha per supporto un «organismo-aria» ed il corpo eterico un«organismo-acqua». Possiamo riassumere ciò nella tabella di pag. 15. L�uomoha così in comune con il regno minerale il corpo fisico, con il regno vegetale ilcorpo eterico, con il regno animale il corpo astrale, ma è il solo a possedere unIo o spirito umano.

Per certi versi ciascun regno si oppone al precedente. Avviene lastessa cosa quando ci eleviamo dal regno animale all�uomo. L�animale ècompletamente soggetto ai suoi istinti e alle sue pulsioni; l�uomo è, grazieal suo Io, in grado di opporsi. Egli ha la possibilità di essere libero e può

Linguaggio epensiero

L�Io

L�uomo e la libertà

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scegliere in funzione di un ideale morale. Questa libertà non gli è donata(altrimenti non sarebbe più una libertà) ma se la conquista per mezzo dellavolontà. Le passioni, le pulsioni, gli istinti sono comuni per tutti gliuomini; ma noi ci distinguiamo gli uni dagli altri per la maniera in cui lidominiamo.

Nell�ambito di una stessa specie gli animali sono intercambiabili,non possedendo una individualità propria. Ciascun uomo, al contrario, èun essere a parte, pari a nessun altro; ciò si manifesta nella costituzionefisica, per esempio nel sangue, che non è mai identico a quello di un altro.Tale individualità appare anche nei più piccoli dettagli come le improntedigitali. Tuttavia non è il corpo fisico che stabilisce l�esistenza di questecaratteristiche individuali, ma non fa che ricevere, attraverso l�interme-diazione del corpo eterico e del corpo astrale, l�impronta dell�Io. In effetti,la sostanza del corpo fisico si rinnova interamente in sette anni; essopertanto sarebbe incapace di mantenere la struttura umana nella suaintegrità senza l�azione dell�Io sul corpo fisico attraverso la mediazionedel corpo astrale e del corpo eterico. Questo rinnovamento della sostanzain sette anni è stato messo in luce a più riprese da Rudolf Steiner; solorecentemente, grazie all�uso di radioelementi artificiali, è stato possibiledarne la prova. Malgrado tale rinnovamento, tuttavia noi conserviamo lanostra identità. La nostra sostanza cambia, il nostro aspetto si modifica apoco a poco, il nostro psichismo si trasforma e tuttavia non dubitiamo unsolo istante di essere rimasti lo stesso individuo, ricco di tutti i ricordiraccolti nel corso dell�esistenza.

I quattro elementi costitutivi mantengono fra di loro rapporti più omeno intimi. Il corpo fisico e il corpo eterico, strettamente legati, coincidonoquasi esattamente e si separano solo con la morte. Essi formano il complessoinferiore fisico-eterico. Il complesso superiore - corpo astrale ed Io - realizzaugualmente una stretta unione, ma sarebbe sbagliato applicare un criterio dispazio come noi lo intendiamo nel mondo materiale, criterio a cui si sostitui-sce quello del grado di coscienza. Il legame fra il complesso superiore da unaparte e l�inferiore dell�altra è meno stretto ed è soggetto a variazioni. Nel

I quattro elementi costitutivi dell'uomo

ELEMENTICOSTITUTIVIDELL�UOMO

Io o spirito umanoCorpo psichico

o astraleCorpo etericoCorpo fisico

SUPPORTO ORGANICO

Organismo di calore

Organismo-ariaOrganismo-acqua

Organismo-minerale

ELEMENTINATURALI

Fuoco

AriaAcquaTerra

L�individualità umana

Rapporti fra iquattro elementi

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sonno, il complesso superiore si stacca dall�inferiore e ciò che resta nel lettopuò allora paragonarsi a una pianta, tuttavia con la differenza che, nell�uomo,gli elementi superiori lasciano un impulso residuo nel corpo eterico. A poco apoco tale impulso si spegne e l�essere umano non può vivere senza di esso,diviene così necessario che l�Io ed il corpo astrale si incarnino nuovamente nelcomplesso inferiore e così l�uomo si risveglia. Lo stato di coscienza vigile e lacoscienza di sé sono in effetti legati alla presenza dell�Io e del corpo astrale nelcomplesso inferiore. Quando al momento della morte il corpo eterico abban-dona allo stesso modo il corpo fisico, quest�ultimo torna al mondo mineralee ne subisce nuovamente le leggi decomponendosi.

NOTE

1 Rudolf Steiner, Comment acquérir des connaissances sur les mondes supérieurs oul�Initiation. Éditions du Centre Triades, Paris, VII ed., 1976.

2 Pfeiffer E., Empfindliche Kristallisationen als Nachweis von Formkräften im Blut.Emil Weise Verlag, Dresde, 1936.Bessenich F., Les forces formatrices et la méthode des cristallisations sensibles, RevueTriades, tome I, n° 2, Paris, 1953 (esaurito).Selawry A., La cristallisation sanguine, in Cahiers de médecine anthroposophique,supplement n° 1, juin 1980.

3 È necessario precisare il senso che attribuiamo ai termini simpatia ed antipatia,dato che li useremo spesso. Nella simpatia si riassune tutto ciò che può spingerciverso un altro essere, nell�antipatia tutto ciò che può allontanarcene. In fin deiconti, tutti i movimenti dell�anima possono essere rapportati all�uno o all�altrodi questi concetti se vengono intesi nel loro senso più largo, più profondo.

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Capitolo II

La triade umana

Nell�iniziare a conoscere gli elementi soprasensibili dell�uomo, ab-biamo fatto un primo passo. Ora studieremo i rapporti esistenti fra glielementi e le differenti regioni del corpo fisico.

L�osservazione rivela una polarità fra l�alto ed il basso dell�organi-smo. Al polo superiore la forma pressoché sferica del cranio si oppone allastruttura radiale degli arti. Le ossa del cranio costituiscono un contenitoresolido che circonda le parti molli, negli arti al contrario sono le parti dureche occupano il centro; nel capo l�uomo è un invertebrato, negli arti unvertebrato. Il carattere radiale degli arti ci appare ancora meglio se contia-mo le ossa: uno nella coscia, due nelle gambe, cinque nelle estremità.Questi due poli non sono sufficienti per fare un essere umano, occorreancora un mezzo, un elemento di legame, senza il quale i poli non po-trebbero esistere. Tale è il torace. Vista nel suo insieme, la gabbia toracicapossiede ancora il carattere di sfericità della testa, ma ogni costa presaisolatamente ricorda la struttura allungata degli arti. Inoltre, la gabbiatoracica avvolge le parti molli, ma essa stessa è circondata da una notevolemuscolatura. Il rachide nel suo insieme è una struttura allungata circonda-ta da muscoli come gli arti, mentre ciascuna vertebra presa isolatamente èun piccolo cranio che avvolge le parti molli del nevrasse.

Ciò che ci ha rivelato l�anatomia, lo ritroviamo nella fisiologia, nelfunzionale. Le ossa del cranio, a parte la mandibola, sono immobili;nell�altro polo, le ossa degli arti sono estremamente mobili. Quelle dellagabbia toracica sono parzialmente mobili ma non hanno il grado di libertàdi quelle degli arti. I loro movimenti, come quelli degli organi che essecircondano, sono ritmici; per questo motivo chiameremo questa regioneintermedia la regione ritmica.

Il polo cefalico è un luogo di concentrazione: luce, suoni, aria ealimenti vi penetrano. All�altra estremità, incontriamo la dispersione nelmovimento centrifugo delle escrezioni. Fra i due poli noi troviamo

La tripartizionedell�uomo

Aspetto fisiologico dellapolarità

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l�armonizzazione e il ristabilirsi dell�equilibrio fra l�alto ed il basso. Ilsistema neurosensoriale, concentrato principalmente al polo cefalico, è lostrumento della sensibilità, del pensiero e della coscienza. Il polo inferioreè quello del movimento, del metabolismo (che è anche movimento), degliscambi sia nella muscolatura che nell�apparato digerente; è lo strumentodella volontà. Armonizzando l�alto con il basso, realizzando il collega-mento fra il pensiero e la volontà, il sistema ritmico è lo strumento delsentimento, dell�affettività.

L�uomo è dunque un essere tripartito ma la descrizione che abbiamodato non è che un grossolano approssimarsi alla realtà, poiché noi possia-mo ritrovare questa tripartizione in tutti i piani, in ogni regione, inciascun organo, in ciascun elemento, anche nei più piccoli. Così, nellatesta, l�elemento sferico del polo superiore, con il suo contenuto di sostan-za nervosa, predomina solo nel cranio. Il mascellare inferiore con la suamobilità, la sua muscolatura, le sue ghiandole salivari digestive, costituisceun elemento del polo inferiore. Il naso è un elemento del sistema ritmico,con il quale comunica attraverso le vie respiratorie, esattamente come labocca comunica con l�apparato digerente. Ma nell�ambito di questi trelivelli della testa, quello che domina resta l�elemento sferico, cefalico eneurosensoriale. Noi ritroveremmo questi tre piani, ma con una dominan-te inversa, al polo inferiore: così, nel femore troveremo una testa collegataad una zona allungata, l�arto propriamente detto, per mezzo di un colloche ne costituisce la regione media. Nel piede la rotondità del tallonerichiama il polo cefalico, le dita il carattere radiale degli arti.

Ma l�uomo è un essere molto complesso e lo studio del piede, sottol�aspetto della tripartizione, ce ne dà un esempio. Se il tallone per la suaforma anatomica richiama il polo cefalico, per la sua funzione, cioèquando prende vigorosamente contatto con il suolo, ci fa pensare all�ele-mento volontario del polo inferiore. Ciò è più accentuato quando lacollera ci fa battere il piede in terra. Le dita, al contrario, anche se sono«arti» per quanto riguarda la loro struttura, appartengono, per la lororicca innervazione e per la loro funzione di tastare il suolo, al sistemaneuro-sensoriale; vi è una sorta di paradosso, di dissociazione fra forma efunzione.

Tali contraddizioni apparenti si riscontrano frequentemente nello stu-dio dell�essere umano; è molto importante comprendere cosa significano se sivuole progredire verso una reale conoscenza dell�uomo. Nel caso del piede, ilparadosso può essere risolto se si considera cosa è un processo sensoriale nelsuo insieme. La percezione è un atto puramente neurosensoriale, ma nelledita che tastano vi è la «volontà di percepire», un processo contemporanea-mente sensoriale e volontario. È per la volontà di percepire, toccare e sentireil suolo che l�apparato neurosensoriale è stato spinto ad inviare le sue ramifi-

Generalizzazione dellatripartizione

Complessità dell�essereumano

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cazioni fin nelle estremità degli arti. Questa partecipazione della volontà siritrova d�altra parte in altre attività sensoriali come quando noi dirigiamo losguardo o tendiamo l�orecchio.

Potremmo fare delle osservazioni simili per quanto riguarda lamano che quando si chiude in un pugno - una testa in miniatura - è simbolodi volontà, spesso di volontà contrariata, contenuta, cosa che spiegherebbel�aspetto «cefalico» del pugno, mentre quando si apre è un organosensoriale che tocca o diviene lo strumento ritmico del contatto socialequando si tende la mano al prossimo.

Tutto ciò che precede ci mostra quanto sia necessario un pensiero vivo se sivuole comprendere l�uomo. Il pensiero troppo schematico, strettamente intellet-tuale, ne è incapace, poiché non fa che sezionare, che comprendere ciò che è morto,proprio come il chimico che volendo analizzare una sostanza vivente deve primaucciderla!

Studiando successivamente il polo neurosensoriale, il polo del meta-bolismo o motorio-digestivo ed il sistema ritmico intermedio, noi abbia-mo anche suddiviso l�uomo; ma egli è un tutto e dobbiamo ora considerar-lo nel suo insieme.

Quando poniamo dello zucchero sulla nostra lingua, proviamo unasensazione, quella del gusto dolce. Si tratta di un processo neurosensorialeche ci fa prendere coscienza di una qualità che appartiene alla sostanzadepositata sulla lingua. Ma questo non è che una parte del processo. Inrealtà è tutto l�organismo che partecipa a questo processo e si prepara aricevere lo zucchero, a trasformarlo, a digerirlo, a trasportarlo là dovel�organismo ne ha bisogno. Ma solo ciò che avviene nella sfera neurosenso-riale colpisce la nostra coscienza; al di là della faringe, tutto si svolgeinconsciamente. Inversamente tutto ciò che avviene nel polo motorio-digestivo si riflette al polo cefalico. Noi prendiamo in tal modo coscienzadel risultato dei nostri movimenti, cosa che ci permette di controllarli.

Uno stato normale implica l�equilibrio fra questi due poli. Se unodei due tende a fare prevalere la sua attività, si fa in modo che vengaristabilito l�equilibrio, compito che deve essere svolto dal sistema ritmico,il cui principale attore è il cuore. Esso funziona sia come un organoneurosensoriale che percepisce ciò che viene dall�alto e ciò che viene dalbasso, sia come uno sbarramento che orienta e canalizza il flusso sangui-gno al fine di armonizzare le due tendenze. Uno dei grandi limiti alprogresso della conoscenza della fisiologia circolatoria è stata l�ideameccanicistica che assimila il cuore ad una pompa. Tale pregiudizio è cosìfortemente ancorato nella coscienza che è molto difficile abbandonarlo.

Nella sua lezione ai medici del 19201, Rudolf Steiner disse: «Vi è unprocesso di scambio fra le sostanze alimentari liquefatte e l�elemento

La triade umana

Interazione dei poli

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gassoso assorbito dal polmone. Questo processo può essere studiato conrigore: è il risultato di una interazione di forze. Gli elementi costitutivi diquesto processo di scambio si incontrano e si accumulano nel cuore primadi questa interazione. Il cuore appare come una diga, da una parte di ciòche chiamerei le attività inferiori dell�organismo: l�assorbimento e latrasformazione degli alimenti e, dall�altra parte, le attività superiori. Fraqueste ultime la respirazione occupa il posto meno elevato. Uno sbarra-mento, una diga è interposta e l�attività del cuore - questo è importante - èil risultato del gioco di forze fra la corrente alimentare e l�aria giuntadall�esterno. Tutto ciò che si manifesta nel cuore, tutto ciò che vi si puòosservare, deve essere considerato come una conseguenza e provvisoria-mente sotto il suo aspetto meccanico».

Molto recentemente questa concezione del cuore come organo diequilibrio è stata verificata sperimentalmente in due ambiti differenti. Ilprofessor Manteuffel2 ha fatto degli esperimenti su dei cani deviando lacircolazione fuori del cuore ed ha constatato che il volume-minuto eraconsiderevolmente aumentato. Se il cuore fosse una pompa, noi avremmoconstatato una diminuzione o persino un arresto della circolazione. Alcu-ni bambini portatori di certe malformazioni cardiache presentano ugual-mente un volume-minuto considerevolmente aumentato. Il professorManteuffel cita il caso di una bambina di nove anni del peso di 25 Kg nellaquale aveva misurato un volume-minuto di 11,3 litri. Sette giorni dopol�operazione eseguita negli Stati Uniti, il volume minuto era di 1,451 litri,cioè normale. Altre osservazioni vanno nello stesso senso3. D�altra parte,gli embriologi sanno perfettamente che la circolazione sanguigna è prece-dente all�esistenza del cuore e delle pulsazioni. Noi vedremo ulteriormen-te quanto il fatto di considerare il cuore come un organo di equilibrio puòessere fruttuoso dal punto di vista della terapia delle affezioni cardiache.Ad ogni modo, se volessimo stabilire un paragone del cuore con unmeccanismo, lo si potrebbe definire un ariete idraulico.

Proviamo ora ad approfondire le attività dei due poli dell�organi-smo. Noi abbiamo definito l�inferiore come quello del movimento e delmetabolismo (essendo quest�ultimo un movimento di sostanze). Vi trovia-mo una intensa vitalità e di conseguenza una attività corrispondente delcorpo eterico. La costante rigenerazione delle cellule dell�intestino, lamoltiplicazione cellulare negli organi di riproduzione sono dei processieterici per eccellenza, sono delle manifestazioni vitali. Al contrario, alpolo neurosensoriale prevalgono dei processi di morte. Questo stato dicose raggiunge il suo punto culminante al livello della cellula nervosaincapace di rigenerazione. Si ha l�impressione che basti poco perchémuoia totalmente. Vuol dire che le forze eteriche sono assenti al polosuperiore?

Conferme sperimentali

Il polo della vita e ilpolo della morte

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È qui che interviene la legge di compensazione della quale abbiamogià parlato. Le forze eteriche che si sono staccate dagli organi neurosenso-riali sono divenute disponibili su un altro piano: quello del pensiero.Tutte le facoltà di rigenerazione di strutturazione, questa mobilità, questainfinita varietà di forme che caratterizzano la vita e le forze eteriche chesono alla sua origine, le ritroviamo nel pensiero. Noi possiamo, nelpensiero, creare le più diverse immagini, modellarle, associarle, amputarlee farle ricrescere nuovamente con quella molteplicità di aspetti che ritro-viamo nel mondo vegetale. Ecco cosa sono diventate le nostre forzeeteriche al polo superiore. Al polo inferiore esse inducono l�intensa vitali-tà del metabolismo; al polo superiore, esse non agiscono più per modellaredelle sostanze, ma per strutturare dei pensieri, per concatenarli gli uni aglialtri. Ciò ha per corollario un legame molto meno intimo del corpoeterico con il corpo fisico al polo superiore. Queste forze eteriche sonostate metaformosate e messe a disposizione del corpo astrale e dell�Io. Esseintervengano sul piano psico-spirituale (vedi capitolo 8).

Gli alimenti che assorbiamo sono estranei al nostro organismo,hanno delle proprietà extra-umane. Perché l�organismo possa assorbirle, ènecessario che siano private delle loro proprie forze eteriche. Ciò avvienenel tubo digerente, dove sotto l�influenza delle forze astrali provenientidal polo superiore, gli alimenti sono degradati e privati del loro etericoextra-umano. Sforzandosi di trionfare sulle forze eteriche estranee, anchel�organismo si fortifica ed è in questo che consiste l�essenza del processoalimentare; non sono tanto importanti le sostanze, ma le forze di cui sonoil veicolo.

Dopo essere stata degradate, le sostanze attraversano la parete deltubo digerente e subiscono un nuovo processo di elaborazione. Esse ven-gono allora impregnate dalle forze eteriche ed astrali propriamente uma-ne. Vediamo dunque agire il corpo astrale in modo opposto ai due polidell�organismo. A partire dal polo cefalico, induce dei processi di decostru-zione; a partire dal polo metabolico, dei processi di elaborazione. A livello delsistema ritmico, le forze del campo astrale oscillano costantemente fra questedue tendenze.

Abbiamo visto che per agire il campo astrale ha bisogno di unsupporto: l�elemento gassoso. Al polo inferiore, in condizioni normali,questo elemento gassoso non è libero ma in soluzione nei liquidi; così ilcampo astrale è, a questo livello, intimamente legato all�organismo. Nelsistema ritmico, il campo astrale si emancipa parzialmente, portando consé il suo supporto gassoso che vi appare ritmicamente, allo stato libero.Ciò perché il corpo astrale ma è più così implicato nei processi metaboliciper cui diviene, a questo livello, disponibile per la vita affettiva. Adessocomprendiamo perché è così strettamente legato al sistema ritmico; per-

La triade umana

Metamorfosi delle forzeeteriche nel pensiero

Le due fasi del processoalimentare

Legami del corpoastrale e dell�organismo

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ché la vostra vita affettiva è essa stessa una perpetua oscillazione fra i duepoli della simpatia e dell�antipatia, un processo respiratorio dell�anima.

Se, al polo metabolico, il corpo astrale (e anche l�Io) sviluppano deiprocessi nei quali sono intimamente mescolati, tutt�altra cosa avviene alpolo neurosensoriale. Qui, dopo l�elaborazione degli organi di senso «aloro immagine», si sono ritirati, si sono creati una specie di specchio, cosache rende possibile la percezione, la presa di coscienza. Se il corpo astralee l�Io restassero attivi in seno a questi organi, la percezione e la coscienzavigile sarebbero impossibili. È assolutamente necessario che i nostri orga-ni neurosensoriali restino liberi per percepire le impressioni esterne.Abbiamo visto che le forze del corpo astrale uscite dal polo superioreinducono dei processi di destrutturazione sulla sostanze assorbite. Al polosuperiore, queste medesime forze provocano la degradazione degli organistessi ogni volta che entrano in gioco, dunque in occasione dei fenomeni dipercezione, di presa di coscienza. Per azione dell�Io vi è più che unadegradazione, viene provocato un vero processo di morte. Se gli organinon vengono distrutti è perché la parte del corpo eterico che a loro èrimasta legata rigenera istantaneamente ciò che è stato degradato. Ritro-viamo qui l�opposizione fra il complesso inferiore fisico-eterico e il com-plesso superiore astrale ed Io.

I processi di coscienza sono dunque legati ad una diminuzione dellavitalità; ora comprendiamo meglio perché la vita si è tanto ritirata dainostri organi di senso, perché il nervo non ricresce, perché un occhiosomiglia tanto a uno strumento fisico. Può tuttavia avvenire che deiprocessi metabolici si manifestino là dove sono assenti in condizioninormali. È ciò che succede, per esempio, in una infiammazione oculare odell�orecchio, per cui questi organi divengono inadatti alla loro funzionedi percezione. Già una semplice congiuntivite compromette considerevol-mente la visione; un orecchio affetto da otite non può udire. Tutto ciò ciapre nuovi orizzonti sulla nozione di malattia.

Come agiscono corpoastrale ed Io

La coscienza oppostaalla vita

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NOTE

1 Rudolf Steiner, Médecine et science spirituelle, Dornach, 21 marzo - 9 aprile 1920,conferenza del 22 marzo. Éditions Anthroposophiques Romandes, Genève, IIed., 1984.

2 Manteuffel-Szoege L., Gonta J., «Réflexions sur la nature des fonctions mécani-ques du coeur». Minerva Cardioangiologica Europea, VI, 261-267, 1958.Manteuffel-Szoege L., Turski C., Grundman J., «Remarks on Energy Sources ofBlood Circulation». Bull. Société Inter. Chirur., XIX, 371-374, 1960.Manteuffel-Szoege L., «Energy Sources of Blood Circulation and theMechanical Action of Heart», Thorax, XV, 47, 1960.Manteuffel-Szoege L., «New Observations concerning the Haemodynamics ofDeep Hypothermia», Journ. Cardiovas. Surg., III, 316, 1962.Manteuffel-Szoege L., «Haemodynamic Disturbances in Normo- and Hypot-hermia with Excluded Heart and during Acute Heart Muscle Failure», Journ.Cardiovas. Surg., IV, 551, 1963.Manteuffel-Szoege L., «On Stopping and Restarting of Circulation in DeepHypothermia», Journ. Cardiovas. Surg., V, 76, 1964.Manteuffel-Szoege L., Michalowski J., Grundman J., Pacocha W., «On thePossibilities of Blood Circulation Continuing after Stopping the Heart», Journ.Cardiovas. Surg., VII, 201, 1966.

3 Schreiber S.S., Rothschild M.A., «Blood Volume and Heart», Progress inCardiovasc.Dis., IV, 6, 1962.

La triade umana

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Capitolo III

Salute e malattia

Non è sezionando un cadavere che è possibile comprendere la malattia.L�autopsia rivela solo le conseguenze e non le cause. Possiamo avvicinarci allamalattia solo osservando l�uomo vivo.

Una delle caratteristiche della malattia è di essere accompagnata damodificazioni del nostro stato di coscienza. Una semplice emicrania, cosìcome una crisi di gotta portano una perturbazione nella nostra coscienza, nonci sentiamo bene. Noi prendiamo coscienza, avvertendo un malessere, deiprocessi organici che normalmente passano inosservati. Lo stato di benessereè caratterizzato dall�assenza della coscienza di ciò che ha luogo negli organi; cirendiamo conto della loro esistenza soltanto quando il loro funzionamento èdisturbato. I processi della coscienza appartengono normalmente al nostroapparato neuro-sensoriale, al polo cefalico; è quello il loro posto. Quando essisi manifestano al polo metabolico o nella zona ritmica, essi sono l�espressionedi uno stato morboso, di una anomalia.

Abbiamo visto che i processi di coscienza implicano la presenza diun corpo astrale e di un Io e hanno come corollario dei fenomeni didegradazione e di morte. Quando questi processi neurosensoriali diventa-no relativamente molto importanti invadono il resto dell�organismo,dando luogo a manifestazioni di coscienza anormali. Queste possonointeressare territori più o meno estesi sotto forma di semplice molestia, didolori, o di crampi. Parallelamente, le funzioni metaboliche o motricisono impedite. L�organismo nel suo insieme (o un organo isolato) hatendenza a diventare troppo «testa», i processi di coscienza e di demolizio-ne si intensificano a spese di quelli di elaborazione e di rigenerazione. Noiabbiamo ricevuto il frutto dell�Albero della conoscenza e perduto quellodell�Albero della vita. La malattia appare così come uno spostamento,come una preponderanza delle forze astrali sulle forze eteriche. Quelloche si trovava al suo posto in una regione dell�organismo diventa malattiaaltrove.

Coscienza e malattia

Spostamenti deiprocessi neurosensoriali

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Finché questa azione anormale dell�astrale (o anche dell�Io) colpiscesoltanto il corpo eterico, noi restiamo nel campo del funzionale, ma se siprolunga sufficientemente può attaccare il corpo fisico e imprimersi inesso alla maniera di un sigillo, deformandolo. Sono le deformazioni, cheper inteso possono a loro volta introdurre dei sintomi, che rivela l�autop-sia.

Può succedere, al contrario, che l�eterico sia sufficientemente forteper compensare l�azione dell�astrale e dell�Io; in questo caso la malattianon si manifesta lo stesso sul piano funzionale e resta latente. È quando hapassato una certa soglia che il corpo eterico non è più capace di ristabilirel�armonia e si manifesta la malattia.

La salute ci appare anche come uno stato precario, come un equili-brio instabile che deve costantemente essere ristabilito, dato che il corpoastrale è il grande fautore dei disturbi e il corpo eterico il grande guaritore.Questo non deve stupirci se ricordiamo che il corpo astrale è il vettore deinostri istinti, delle nostre passioni, delle nostre pulsioni. Noi comprendia-mo così che l�uomo, al quale sono state sottratte una parte di forzeeteriche per essere messe al servizio del pensiero, è molto più vulnerabiledegli esseri meno evoluti, presso i quali queste forze eteriche sono rimastedisponibili per la rigenerazione.

Con il predominio dell�astrale, abbiamo affrontato solo un aspettodella malattia, poiché si può produrre anche l�inverso. Può succedere chedelle forze eteriche, diventate libere, restino inutilizzate, poiché l�Io non èstato abbastanza forte per metamoforsarle. Queste forze etericheinutilizzate hanno allora tendenza ad agire per loro conto, a provocareproliferazioni, spinte vegetative anormali, formazioni tumorali. Ci tro-viamo dunque di fronte a due aspetti opposti delle malattia: nel primocaso, il campo eterico è sollecitato oltre misura; le forze che gli sononecessarie per rigenerare l�organismo gli vengono in qualche modo sot-tratte; nel secondo caso, le forze eteriche divenute libere restanoinutilizzate e manifestano le loro potenzialità dove non dovrebbero. Que-sta predominanza dell�eterico si accompagna d�altronde a una diminuzio-ne della coscienza, a un certo grado di obnubilazione.

È un esempio, ahimè!, oggi frequente, di sottrazione prematura diforze eteriche: è la scolarizzazione troppo precoce che provoca uno svi-luppo intellettuale prima che le forze eteriche necessarie siano divenutelibere. È perfettamente possibile fare prematuramente appello a questeforze per accelerare lo sviluppo intellettuale; ed è precisamente là cherisiede il rischio, perché ci si dimentica che questa sottrazione di forzeeteriche si compie a discapito della salute, anche se le conseguenze nonappariranno immediatamente. Infatti, le ripercussioni possono essere lon-

Ripercussione sul corpofisico

La salute: un equilibrioinstabile

Lo spostamento verso ilpolo superiore

Effetti di unaintellettualizzazionetroppo precoce

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tanissime, esse si manifesteranno spesso più tardi, lungo il corso dell�esi-stenza.

Apparentemente tutto questo sembra molto semplice. In pratica èspesso difficile percepire a quale tendenza appartiene una malattia, perchéciò che osserviamo - i sintomi - sono in realtà delle risposte, delle reazionidell�organismo ed essi possono essere strettamente vicini pur avendo dellecause opposte. Così quando le forze del corpo astrale uscite dal polocefalico sono insufficienti a «digerire gli alimenti», per togliere loro il proprioeterico, quello che rimane diviene un alimento per la flora intestinale patolo-gica e noi vediamo apparire le fermentazioni accompagnate da un sintomo: ilgonfiore. Ma può succedere anche che l�astrale discenda, per così dire, di ungrado: ciò che avviene normalmente al livello del polmone - liberare il gascarbonico - esso lo provoca al livello dello stomaco oppure dello stessointestino. Si manifesterà allora aerogastrite o aerocolite che presentano en-trambi il sintomo del gonfiore, da non confondere con quello dovuto allefermentazioni.

Accade anche che certe fasi appartenenti all�una o all�altra tendenzasi succedano nel tempo, essendo talvolta la seconda una reazione allaprima. Noi possiamo osservare un fenomeno del genere osservando ciòche succede nel caso di una ferita: in una prima fase appariranno il doloree l�infiammazione, espressioni di una maggiore attività del corpo astrale(dolore) e dell�Io (calore). In seguito si manifesta una fase proliferativa,dove il corpo eterico rigenera i tessuti distrutti e infine una terza fase diindurimento e di consolidamento dei tessuti neoformati, nella qualel�eterico si ritira ancora una volta, in parte, dalla zona cicatriziale el�astrale intensifica ancora una volta la sua azione, ciò viene tradotto dallanostra coscienza sotto forma di prurito. Se una di queste fasi è ostacolata,non avremo una corretta guarigione. Così se la prima fase si prolunga, e laseconda non può iniziare, osserveremo una ferita atona, senza tendenzaalla guarigione. Se, al contrario, la seconda fase supera la misura (spessocome reazione a disinfezioni intempestive) noi vedremo apparire dellegemme carnose proliferanti, spesso all�origine dei cheloidi.

Una nozione molto importante, nella pratica, è quella della frequen-te polarità esistente tra il luogo di apparizione dei sintomi e quello dovenoi dobbiamo ricercare la causa. Possiamo, per esempio, pensareall�eziologia epatica delle dermatosi. Noi possiamo anche osservare questapolarità in una affezione come l�otite. Questa, con la sua infiammazione,la lisi dei tessuti, la formazione di pus, è un processo metabolico che simanifesta al polo neurosensoriale. Cosicché i malati, presso i quali predo-mina il polo metabolico, sono più esposti a queste affezione. È dunqueindispensabile sapere apprezzare i sintomi al loro giusto valore e semprericercare i loro corrispondenti al polo opposto.

Salute e malattia

I sintomi ingannatori

Ricerca della causadelle malattie

Inversione delletendenze nel tempo

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Sapere che un malato è affetto da polmonite non costituisce un verosuggerimento terapeutico. La medicina corrente, in questo caso, prescriverà degliantibiotici che non costituiscono in realtà che un palliativo diretto contro unodei sintomi della malattia: l�infezione microbica. Il fatto di sopprimere questosintomo non potrebbe essere in alcun caso una reale guarigione e provoca quasisempre un nascondere in profondità la malattia, che avrà tendenza a manifestar-si di nuovo sotto la stessa o sotto un�altra forma, spesso più sorniona, più cronica.Qualunque medico, per quanto poco osservatore, ha potuto constatare questostato che si trascina, conseguenza di un�affezione «ricacciata indietro».

Ma rivediamo la polmonite e osserviamo per esempio uno dei suoisintomi: quello dell�epatizzazione polmonare. Questa espressione moltopittoresca traduce perfettamente quello che avviene: una parte del polmo-ne prende la consistenza che ha normalmente il fegato; diviene in qualchemodo un organo simile al fegato, un organo del metabolismo. Tuttoavviene come se un processo normale al livello del fegato fosse statospostato sul piano superiore, quello del polmone. Senza dubbio l�identitànon è totale, la costituzione del polmone non lo permette; quello cheavviene al livello del polmone non è che un riflesso. Se noi abbiamo lapossibilità di ristrutturare questi processi metabolici che si sono riversativerso il polmone, di riportarli al normale, non indurremo noi una guari-gione molto più reale che non distruggendo dei germi che si sono installatiin un secondo tempo in un organo già malato? Tutto ciò è realmentepossibile; queste forze di ristrutturazione noi li troveremonell�Antimonium e più specificatamente nell�Antimonium tartaricum. Qui,abbiamo preso in considerazione un solo aspetto della malattia, comeesempio; uno studio più dettagliato ci condurrebbe ad associare altrifarmaci come, per esempio, Phosphorus o Ferrum phosphoricum, ma questoci porterebbe troppo lontano per il momento.

Questo esempio serve per incitare noi stessi a tentare di comprendere ciò cheaccade. Tali relazioni tra la patologia e la terapia non possono essere scoperti dalsolo pensiero intellettuale ma richiedono da parte del medico uno sforzo dimeditazione, una coscienza più sveglia di quella della nostra vita di tutti igiorni. Questa non è una via facile, ma chi sarà capace di praticarla, di prestareattenzione con coscienza a questa intuizione terapeutica, vedrà aprirsi dellepossibilità di guarigione molto più ampie di quelle che fino ad ora ci sono stateofferte.

Tra i sintomi che noi osserviamo, quelli di ordine psichico non sonomeno importanti di quelli rivelati dall�osservazione fisica. La classificazio-ne delle malattie in mentali e fisiche è un po� schematica e non corrispon-de che a una dominante nei sintomi osservati. Il limite fra le due categorierimane sottile. Noi abbiamo già visto che a tutte le affezioni si accompa-

Bisogna curare la causa,non i sintomi

La polmonite

La medicina: unaeducazione del pensiero

Importanza dei fattoripsichici

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gnano delle modificazioni della coscienza e non esiste malattia cosiddettamentale che non comporti dei cambiamenti fisici. Il corpo, o più esatta-mente il complesso fisico-eterico, è lo strumento del complesso astrale-Io;come potrebbe, questo, esprimersi correttamente attraverso uno strumen-to difettoso?

Non vi è dunque niente di sorprendente nel fatto che i sintomipsichici possano aiutarci a meglio comprendere quello che succede nel-l�organismo. D�altra parte, vedremo che esistono dei sintomi psichicicaratteristici di certi organi; possiamo per esempio distinguere diversespecie di paure in rapporto a determinati organi. Gli omeopati lo sannoperfettamente per averlo scoperto empiricamente, ma questo empirismo,tanto fruttuoso nella pratica, non sarà ugualmente soddisfacente sul pianodel pensiero. Sentiamo, in noi stessi, il bisogno di comprendere, di impara-re trovando il filo conduttore delle nostre molteplici osservazioni e nonsapremo, nello stato attuale della nostra coscienza, contentarci di unacredenza, di una tradizione, di un dogma o di una teoria se non saràpossibile illuminarla attraverso il nostro pensiero.

Avendo posto le malattie in rapporto con i nostri stati di coscienza,sarebbe giustificato domandare perché il corpo astrale porta in sé questopotenziale morboso. La risposta oltrepasserebbe i limiti di un�opera dimedicina, ma ciò che questo comporta potremo trovarlo in altre opereantroposofiche.

NOTE

1. Rudolf Steiner, La scienza occulta, Editrice Antroposofica, Milano, 1976.

Salute e malattia

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Capitolo IV

Isteria e Neurastenia

Gli elementi costitutivial polo inferiore...

Abbiamo già dimostrato che i rapporti tra il fisico, l�astrale e l�Ionon sono uguali ai due poli dell�organismo. Al polo inferiore, quello degliscambi e del movimento, l�Io agisce in stretto collegamento con gli altricorpi. Sarebbe più esatto dire che la sua azione sull�organismo avvieneattraverso o con l�intermediazione del corpo astrale, del corpo eterico e delcorpo fisico. Questa azione mediata si traduce nell�organismo in processidi costruzione, di elaborazione, di rigenerazione, di vitalizzazione portatidalla corrente sanguigna in tutto l�organismo fino al polo neurosensoriale.Questa corrente è regolata, ritmata dal cuore; benché essa si espanda intutto il corpo, ha sicuramente la sua origine al polo metabolico.

Al polo neurosensoriale, al contrario, i diversi elementi sono separa-ti (1). A questo livello, l�Io, al posto di agire attraverso l�intermediazionedegli altri corpi, si collega direttamente all�organismo. Questa azionedirette dell�Io segue i tragitti nervosi, inducendo dei processi di degrada-zione, di morte, di strutturazione (2).

La prima corrente, nata dal polo metabolico, vivifica le sostanze, le«eterizza»; la seconda, nata del polo neurosensoriale, le uccide, le mineralizza,ma in tal modo rende anche possibili i processi del pensiero, della coscienza.Quello che la seconda corrente nata dal polo superiore ha ucciso dovrà essererivitalizzata dalla prima, nata del polo inferiore, altrimenti l�organismo mori-rebbe. Siamo in presenza di una costante armonia tra le due correnti mediatadal sistema ritmico e più particolarmente dal cuore. Per essere più completi,dobbiamo segnalare che esistono ancora due correnti intermediarie di degra-dazione e di rigenerazione attenuate. Possiamo, senza perderci nei dettagli,permetterci di assimilarle alle precedenti.

L�equilibrio tra queste diverse correnti non è identico per tutti gli indivi-dui e il predominio degli uni o degli altri provocherà diverse predisposizionimorbose.

...e al polo superiore

Azione delcomplesso superiore

sull�organismo

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32 Medicina antroposofica

I processi di degradazione indotti attraverso le correnti superiorisvolgono un ruolo importante nella digestione. Abbiamo visto che, peressere ammessi ad attraversare la parete digestiva, gli alimenti dovrannoperdere le loro caratteristiche proprie, dovranno subire una degradazione,quasi una disintegrazione. Supponiamo che le correnti superiori sianotroppo deboli per degradare completamente gli alimenti; questi avrannotendenza a conservare le loro proprie caratteristiche all�interno dell�orga-nismo, a comportarsi come sostanze estranee, a introdurre una chimica euna fisica esterne. Ai disturbi provocati dalla presenza di queste forzeestranee nell�organismo, Rudolf Steiner ha dato il nome di isteria. Nel suospirito, questa parola non vuole designare soltanto i sintomi psichici checonosciamo, ma un insieme di disturbi dei quali l�isteria degli psichiatrinon è che il punto culminante.

Può succedere, al contrario, che le correnti superiori, quelle cheprovocano la degradazione, siano troppo intense. L�Io esaurisce in qualchemodo la sua azione al polo neurosensoriale e non gli rimane più abbastan-za forza per indurre correttamente al polo inferiore, attraverso il corpoastrale, il corpo eterico e il corpo fisico, i processi di elaborazione. Iprocessi di morte, di degradazione, prendono il sopravvento, l�organismodiventa allora troppo «spirituale», potremmo anche dire troppo «intellet-tuale». L�insufficienza di rigenerazione si esprime attraverso una tendenzaall�accumulo di scorie che si depositano nell�organismo e costituisconoanche essi dei corpi estranei. Per questa seconda varietà di disturbi, dovepredominano i processi di degradazione, Rudolf Steiner aveva scelto ilnome di neurastenia, anche questo da intendersi in un senso più ampio diquello attribuitogli dalla psichiatria.

È molto importante farsi una immagine viva di questa polarità tra le duetendenze morbose che costituiscono l�isteria e la neurastenia, poiché non èinesatto dire che tutte le malattie si avvicinano più o meno verso l�una o l�altra.

A meno di avere sviluppato in noi delle facoltà di chiaroveggenza, ciè impossibile osservare direttamente queste correnti ma possiamo tuttiscoprire i sintomi, cioè le reazioni dell�organismo a questi processi. Questisono d�altronde infinitamente vari e spesso ingannatori. A un corpo estra-neo, per esempio, l�organismo può reagire sia eliminandolo attraverso unprocesso infiammatorio, sia incistandolo attraverso un processo di sclero-si. È certo che l�infiammazione, con le sue manifestazioni sanguigne, i suoiintensi processi vitali, deve essere considerata come una reazione di natura«isterica», ciò che non le impedisce, all�occorrenza, di sembrare consecuti-va a una affezione «neurastenica». La sclerosi, invece, con i suoi processi diinvecchiamento, di degradazione, di devitalizzazione, di sedimentazione, èuna reazione tipicamente neurastenica; possiamo tuttavia trovarla in un

La tendenza isterica

...e la tendenzaneurastenica

Semiologia di questetendenze

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soggetto di tipo isterico, nel quale l�organismo si è in qualche modorassegnato e non è più capace di una reazione infiammatoria. La conoscen-za di questi fenomeni apre il cammino verso una terapia estremamenteflessibile, che permette di sostenere l�organismo nei suoi tentativi diguarigione, piuttosto che ostacolarlo.

Alla luce di quanto detto, è interessante studiare una affezione tipicadi uno di questi processi. Quando la degradazione degli alimenti, perdebolezza delle correnti superiori, è insufficiente, succede che alcunesostanze conservino un carattere estraneo attraversando la parete intesti-nale. All�interno del tubo digerente regna ancora, allo stato normale, unacerta attività esteriore, extra-umana, ma superata la parete dell�intestino,noi siamo realmente all�interno dell�uomo, dove dovrebbero esistere solo iprocessi umani. Tutto quello si è introdotto di estraneo agisce allora comeun veleno, una tossina, della quale l�organismo tenterà di sbarazzarsi. Nonaccade sempre, in particolare se il fegato non è più capace di svolgere le suefunzioni. Queste tossine saranno allora trascinate, attraverso la correntesanguigna al polo neurosensoriale che tenterà a sua volta di «digerirle», diportare a termine quello che il tubo digerente aveva trascurato. Gli organidel polo neurosensoriale non sono, ovviamente, adatti a questo compito eil corpo astrale e l�Io, con uno sforzo non abituale, vanno in qualche modoad aggrapparsi a questi organi. Questo collegamento non abituale si espri-merà per mezzo del dolore. Abbiamo abbozzato un quadro dell�emicraniae potremo mettere così in luce tutti i suoi sintomi, come ha fattoHusemann (3).

Noi comprendiamo ora perché tutto ciò che diminuisce l�azione delcorpo astrale e dell�Io al polo superiore può favorire l�emicrania. Così ilperiodo mestruale, esigendo una accresciuta attività del corpo astrale edell�Io al polo inferiore, sottraendo delle forze già insufficienti dal polosuperiore, potrà essere una causa scatenante. In caso di sovraccarico ali-mentare, la corrente superiore è assolutamente incapace di assolvere il suocompito e i sofferenti di emicrania istintivamente tendono a ridurre laloro alimentazione. Una emozione, una contrarietà, un sovraffaticamentomentale, l�eccesso delle impressioni sensoriali che accompagnano la vitamoderna, sollecitando troppo il corpo astrale e l�Io, impediscono loro diassolvere il loro compito digestivo e possono in tal modo scatenare l�affe-zione. Notiamo ancora che negli uomini, l�azione del corpo astrale edell�Io è più intensa al polo superiore; infatti, in generale, gli uomini sonomeno soggetti all�emicrania che le donne, presso le quali questi elementisono, al contrario, più intimamente legati al polo inferiore.

Quale terapia proporre per questa affezione di tipo nettamenteisterico? Al momento delle crisi, il processo troppo avanzato è difficile dacombattere, questo non significa che non esiste alcuna possibilità di sollie-

Isteria e Neurastenia

L�emicrania

Come dominareun�emicrania al suo

inizio

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34 Medicina antroposofica

vo. Ne citerò una che mi ha permesso qualche volta di interrompere unacrisi minacciosa: respirare in un recipiente che contiene della mostarda.Normalmente, se noi mettiamo il naso al di sopra di un vasetto di mostar-da, proviamo dei pizzichi violenti che provocano lacrimazione. In caso diemicrania si potrà respirare in una vaso di mostarda senza alcun disturbo.Le emanazioni solforose della mostarda chiamano il corpo astrale al suocompito e dirottano i processi verso un livello inferiore, facendo diminui-re pertanto il dolore.

Non si può parlare di emicrania senza spendere qualche parolasull�aspirina e gli altri antalgici. È certo che in caso di necessità - peresempio un esame da superare - saremo praticamente costretti a farviricorso. Tuttavia è importante sapere: a) che gli antalgici ostacolanol�azione dei corpi superiori sugli organi neurosensoriali, donde la loroazione analgesica, e b) che il loro uso abituale, indebolendo le correntisuperiori già deficitarie in questi malati, non fa che favorire la loropredisposizione alle emicranie.

Rudolf Steiner, cosciente dell�importanza sociale di questa affezione, del-l�aumento della sua frequenza, dovuta alle condizioni della vita moderna, haproposto un farmaco notevole per il suo trattamento. Si tratta del FerrumSulfuricum Silicicum 5% trit. La combinazione di ferro e di zolfo agisce nelpunto di incontro dei processi digestivi e respiratori. Lo zolfo, che abbiamo giàincontrato nella mostarda, intensifica i processi metabolici; il ferro agisce suiprocessi respiratori, donde il suo ruolo nell�emoglobina. Dando una combina-zione di ferro e di zolfo, noi armonizziamo funzioni metaboliche e respiratorieed impediamo ai processi digestivi di dirottare sul polo superiore. Silicea, ilquarzo, è caratterizzato dalle sue forze di strutturazione. Queste forze esistononormalmente al polo superiore, dove sono state interiorizzate. Con il quarzo noirinforziamo le correnti superiori di strutturazione. Un�immagine corrente puòaiutarci ad impadronirci dell�azione di questo minerale e ricordare i rapportiesistenti tra i processi di strutturazione e il pensiero: solitamente non parliamo diun pensiero chiaro come il cristallo?

Ferrum Sulfuricum Silicicum deve essere somministrato per periodi disette settimane, tre volte al giorno la quantità di un piccolo pisello. Si farà inseguito una pausa di cinque settimane durante la quale si potrà dare Aurummetallicum D10, come pure una terapia per le funzioni epatiche. A questo scopoprescriveremo Fragaria vesca, fol. 20% / Vitis vinifera, fol. 20% / Eccipienteq.b.p. 100% trit. e Carduus marianus 10% / Chelidonium, rad. 10% /Digestodoron/Onopordon, fol. 10% / Taraxacum 10% / Urtica dioica10% aa dil. (4). Le cure di sette settimane di Ferrum Sulfuricum silicicumdovranno essere seguiti per mesi, anche due a tre anni, ma si constaterà un nettomiglioramento già nella prima quindicina. Bisognerà avere la pazienza di

Pericolo degli antalgici

Trattamento di fondodella emicrania

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proseguire a lungo il trattamento se si vorrà ottenere una guarigione definitiva,cosa che comporterà anche un cambiamento del modo di vivere e delle abitudinialimentari.

L�emicrania costituisce una maniera di reagire ai processi estraneiche penetrano nell�organismo. Le cose non vanno sempre così lontano e lereazioni potranno aversi a tanti livelli. Così, un�albumina che conservadelle proprietà extra-umane, potrà essere eliminata dal rene, cosa che nonvuole assolutamente dire che il rene sia malato; questo potràoccasionalmente divenirlo se questo eccezionale lavoro gli sarà richiestoper lungo tempo. L�organismo può così sbarazzarsi di ciò che non tollera,sotto forma di una infiammazione acuta, un�angina per esempio, o per viacutanea sotto forma di un eczema.

L�azione diretta dell�Io e del corpo astrale sull�organismo introducein esso un predominio dei processi di morte e di decostruzione, conapparizione di sostanze anorganiche e perfino di minerali. L�Io ha bisognodi questi elementi minerali in piccola quantità per i processi di coscienza,il resto dovrà essere rivitalizzato dalle forze eteriche a partire dalle corren-ti provenienti dal polo inferiore. Nelle affezioni di tipo neurastenico,l�eccesso dei processi di disgregazione rispetto a quelli di rivitalizzazionelascia sussistere un residuo che ha la tendenza a depositarsi, a comportarsicome un corpo estraneo e del quale l�organismo tenterà di sbarazzarsi. Sonoquesti tentativi di eliminazione, queste reazioni dell�organismo e questidepositi che costituiscono i sintomi, che noi osserviamo. Un organismogiovane avrà tendenza a reagire piuttosto per mezzo di una infiammazio-ne, a sbarazzarsi delle sostanze estranee con l�aiuto del pus. Un�angina, unasinusite, potranno anche essere una reazione a un processo di tiponeurastenico. Ma alla lunga, se le cause persistono, l�organismo si affati-cherà, si rassegnerà e non sarà più in grado di reagire con una infiammazio-ne. Gli elementi estranei avranno allora tendenza a depositarsi sottoforma di calcoli, di placche ateromatose, di tofi; in ogni modo, l�organi-smo si sclerotizzerà. Ci troviamo allora in presenza dei processi morbosipropri degli organismi invecchiati.

Ma prima della rassegnazione totale dell�organismo, esiste ancora unmezzo di difesa possibile: l�incistamento. In questo processo si forma unamembrana, che isola il corpo estraneo, di modo che le forze etericheumane non potranno più penetrarlo. Queste forze si concentrerannoallora molto più intensamente alla sua periferia, ciò che si traduce attra-verso la formazione di una membrana d�incistamento (5). Benché menointenso del processo infiammatorio, l�incistamento costituisce tuttaviauna difesa dell�organismo. Questo spiega come un tumore, che è, ancheesso, la sede di forze estranee, sia generalmente benigno quando è bendelimitato da una membrana che lo incista.

Isteria e Neurastenia

Diversità di reazionidell�organismo

La sclerosi

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36 Medicina antroposofica

Fino ad ora abbiamo considerato l�isteria e la neurastenia sotto iloro aspetti organici, potremmo anche dire somatici. Proviamo adesso avedere perché noi osserviamo tanto i sintomi fisici o funzionali quantodelle manifestazioni psichiche che, in altri momenti, dominano la scena.Per comprenderlo è necessario che ritornare alla nozione di equilibrio, diarmonia, di compensazione, realizzata dal sistema ritmico tra l�alto e ilbasso.

Finché questa compensazione è possibile, non osserviamo alcunsintomo, ma se una delle dominanti si presenterà con una intensità anor-male, vedremo apparire dei disturbi funzionali, altrimenti detti una di-sfunzione del corpo eterico. Se le cause persistono, se l�equilibrio non puòessere ristabilito, le irregolarità del corpo eterico si imprimeranno nelcorpo fisico come farebbe un sigillo nella cera. È allora che noi vedremoapparire i sintomi fisici che potremo rilevare con la palpazione,l�auscultazione, la radiografia, l�endoscopia e l�autopsia. Ci troveremoallora in presenza di una lesione, sia passeggera, sia definitiva, dell�organo.

Ma può anche succedere che il disturbo, benché persistente, non siatanto intenso da lasciare dei segni funzionali; in altre parole, per manifestarsisul piano eterico. Il disturbo esiste tuttavia nel corpo eterico, ma non vi simanifesta. Come dice Rudolf Steiner, l�eterico imprimerà allora il suo sigillonell�organo fisico in una maniera meno profonda, meno apparente, in qualchemodo più superficiale impedendo all�organo di adempiere correttamente aquesta funzione di «specchio» di strumento dell�anima. È come se questospecchio avesse perduto la sua limpidezza, non permettendo più al corpoastrale e all�Io di «riflettervisi» correttamente, dando origine a manifestazionipsichiche deformate, anomale.

Tali manifestazioni sono caratteristiche dell�organo leso e delle suefunzioni; queste possono apparire isolatamente, ma non è raro vederle alter-nate ad affezioni organiche corrispondenti. È importante notare che al contra-rio delle lesioni «superficiali», le lesioni profonde degli organi, quelle che noiritroviamo all�esame fisico, non provocano quasi disturbi psichici; essi sipongono, in qualche modo, «dietro lo specchio», non modificando il suopotere riflettente per l�anima. Si potrà così dire che la lesione profondacostituisce una specie di derivazione sul piano fisico; infatti vedremo spessodelle malattie psichiche attenuarsi o scomparire con l�apparizione di affezioniorganiche.

È possibile mettere in evidenza queste lesioni superficiali, delle qualiabbiamo parlato? A volte sì, ma sembra che i nostri metodi investigativinon siano ancora molto raffinati per permetterlo in ogni caso. Siamo noi,in questo caso, ancora autorizzati ad affermare queste relazioni tra organi edisturbi psichici? Senza alcun dubbio, poiché la terapia apporta delle confer-me indiscutibili di ciò che la ricerca spirituale ci insegna a questo proposito.

I tre piani dellemanifestazionimorbose

Le dimostrazioniterapeutiche

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Si è tentato di stabilire una maniera di classificare le affezioni inisteriche e neurasteniche. Io mi sono accontentato di fornire l�esempiodell�emicrania, non in uno spirito di codificazione, ma per indicare unmodo di procedere. È prima di tutto importante esercitarsi a scoprire inciascun caso quello che avviene in realtà. Una classificazione già predispo-sta presenterebbe il grande rischio di annoverare delle affezioni diversesotto una medesima rubrica, perché, in fin dei conti, ciò che importa nonè il nome che noi daremo ad una affezione, ma la comprensione reale delprocesso. Sicuramente esistono delle malattie tipiche e noi abbiamo biso-gno di schemi per aiutarci a cogliere ed a conservare nella nostra memoriaalcuni elementi. Bisogna abituarsi a considerare gli schemi solo come deitutori dei quali abbiamo bisogno per un certo tempo, per abbandonarli inseguito. È precisamente scoprendo quello che distingue un malato dal tipogenerale che noi arriveremo a comprenderlo individualmente.

Le nozioni che abbiamo appreso ci condurranno adesso sulla via dellaterapia. Naturalmente, qui possiamo offrirvi solo dei suggerimenti molto gene-rali. Quando avremo a che fare con un paziente di tipo isterico, cercheremo difortificare l�Io e il corpo astrale nelle loro correnti superiori, cosa che possiamoottenere con Antimonium. L�antimonio, cristallizzando in fini aghi araggiera, possiede un potere di strutturazione, particolarmente per le albumine.Possiamo anche dire che esso agisce nell�organismo alla maniera dell�Io, al qualeesso può, per un certo tempo, sostituirsi, permettendogli di ritrovare le sue forze.Lo somministreremo sotto forma di iniezioni (6): Antimonium met. da D6 aD10. La sua combinazione con l�argento, Dyscrasite, è particolarmente indica-ta nei pazienti affetti tanto nella psiche che nel fisico. Bisogna in questo casoutilizzarlo in alta dinamizzazione: in D30. Nelle manifestazioni acute dellaisteria, faremo ricorso a Bryophyllum, sia per iniezioni da D3 al 5%, sia indiluizione al 5%.

Questa pianta della famiglia delle Crassulacee possiede la proprietà dimoltiplicarsi a partire dai frammenti di foglie, testimonianza di una vitalità,dunque di forze eteriche straordinarie. Introdotte nell�organismo, queste forzeeteriche estranee intense costringono quelle dell�uomo a un lavoro non menointenso, le occupano e le trattengono nella parte passa dell�organismo, in mododa impedire il loro straripamento sul polo neurosensoriale (è per questo chel�iniezione dovrà essere fatta nella coscia). Per un trattamento più profondo, siutilizzerà di preferenza: Bryophyllum argento cultum, farmaco ottenutodalla dinamizzazione dell�argento attraverso la pianta (7). Noi lo prescriviamoin 0,1 o 1% per iniezioni sottocutanee.

Quando la degradazione insufficiente delle proteine nel tubo digerente simanifesterà attraverso la comparsa di albumine estranee nell�organismo e laloro eliminazione attraverso il rene, noi prescriveremo Ferrum sidereumD10/Pancreine D6 a.a. trit. Il ferro, metallo dell�incarnazione, obbliga l�Io a

Isteria e Neurastenia

Evitiamo la trappoladella codifica

Trattamento dellaisteria

Le albuminurie

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38 Medicina antroposofica

prendere meglio possesso dell�organismo. Associandolo a Pancreine, orientere-mo la sua azione verso un organo che ha, fra gli altri ruoli, proprio quello didegradare le proteine. È raccomandato, d�altra parte, di prescrivere questaassociazione nelle convalescenze di malattie febbrili quali influenza, morbillo,scarlattina, angina, ecc.

Nelle affezioni di tipo neurastenico, il farmaco di base sarà Phosphorusin bassa soluzione: D6 o D5. Questo elemento, che ha la proprietà di prenderefuoco spontaneamente, fa da lanterna all�Io e lo dirige nell�oscurità dei processimetabolici (e anche dei processi volontari che sono in rapporto col metabolismo).In caso di surmenage intellettuale, lo sostituiremo vantaggiosamente conKalium Phosphoricum D6. Dobbiamo infine sempre pensare a Prunus spino-sa. Questa pianta spinosa ha la fioritura breve e splendida, le cui bacche sonoastringenti, si pone un po� all�opposto di Bryophyllum, del quale abbiamo giàparlato più in alto. Piantata sotto un vecchio pomo, essa ha la proprietà di farlorinverdire e rifruttificare. Nell�organismo umano, essa possiede un�azione rivi-talizzante. Potremmo prescrivere Prunus spinosa sia sotto forma di bagnitiepidi (un cucchiaino da caffè di tintura-madre sarà sufficiente), sia per iniezio-ni sottocutanee in D3.

Quando il corpo astrale agisce troppo intensamente sui muscoli noi vedia-mo apparire dei crampi. Questi potranno essere efficacemente combattuti permezzo di un unguento a base di rame (Cuprum met. D1 ungt., la quantità diun pisello in frizione su ciascuna gamba, risalendo verso l�alto, la sera). Siutilizzerà lo stesso unguento sull�addome nella stipsi spastica e nelle colicheperiombelicali dei bambini (frizionare nel senso delle lancette dell�orologio,utilizzare sempre pochissimo unguento). Le indicazioni dell�unguento di ramesono così numerose e varie che non è possibile enumerarle tutte in questa sede.

Nelle affezioni di tipo neurastenico, bisognerà ugualmente pensare adArgentum. Forse ci si può stupire di vederlo citato qui, allorché noi ne abbiamogià parlato a proposito dell�isteria. Argentum e Phosphorus sono due medica-menti in polarità e non si dovranno mai prescrivere nel medesimo tempo. Ma sipotranno utilizzare alternativamente, Argentum con la luna crescente, la sera,e Phosphorus con la luna calante, la mattina. Questo modo di procedere daràrisultati particolarmente spettacolari quando ci troveremo di fronte a pazientisensibili alla luna, che essi appartengano all�uno o all�altro tipo. Lasomministrazione ritmica di questi due rimedi costituisce un notevole aiutoquando si vuole ristabilire un armonioso equilibrio tra funzioni che si sonoemancipate.

Trattamento dellaneurastenia

Trattamentodei crampi

Argentum ePhosphorus

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39Isteria e Neurastenia

NOTE

1 La parola «separati» non riesce ad esprimere esattamente la realtà, perchéimplica una nozione di spazio inapplicabile ad elementi non materiali. Tuttavia,in mancanza di meglio, possiamo utilizzarla se siamo consapevoli che forniscesolo una immagine della realtà.

2 Può sembrare un paradosso associare degradazione e strutturazione, tuttavia,nel mondo vivente, più un organo ha una forma, meno vitalità possiede.Pensate al sistema nervoso, molto strutturato ma incapace di rigenerazione.Pensate al bambino, ancora molto poco formato ma dalla vitalità esuberante.L�eccesso di strutturazione conduce alla morte; così, uno scultore alla ricerca diuna forma sempre più strutturata, tagliando e ritagliando la sua statua, nonlascerebbe che un mucchio di detriti.

3 Husemann F., Das Bild des Menschen als Grundlage der Heilkunst. Entwurf einergeisteswissenschaftlich orientierten Medizin, tomo II. Verlag Freies Geistesleben, 3a

ed. aumentata, Stuttgart, 1986.

4 Cfr. Cap. XI.

5 I processi flogistici e di incistamento possono, naturalmente, costituire unmezzo di difesa di fronte ad un corpo estraneo che è penetrato accidentalmentenell�organismo, corpo che, a sua volta, resterà impenetrabile alle forze eteriche.

6 Salvo rare eccezioni, in medicina antroposofica la via di somministrazione deifarmaci iniettabili è sottocutanea. Quando non viene specificato il luogo diiniezione, questa verrà fatta fra le spalle.

7 I metalli vegetalizzati sono ottenuti da colture di piante appropriate su unterreno preparato con concime a base di questi metalli. Le piante così coltivatevengono usate come composto per concimare, l�anno seguente, una secondagenerazione di piante. Queste serviranno a loro volta da concime per una terzagenerazione dalla quale si estrarrà il farmaco con i metodi usuali. Dobbiamo aRudolf Steiner questo procedimento di dinamizzazione che esalta notevolmentele proprietà terapeutiche dei metalli e li orienta in funzione della scelta delvegetale.

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Capitolo V

Sonno e veglia

Nel mondo occidentale molti dei nostri contemporanei soffrono didisturbi del sonno - e noi dovremo aggiungere anche dei disturbi dellaveglia - poiché se essi dormono male la notte, sono spesso non sveglidurante il giorno. Ma il problema della veglia e del sonno non può essererisolto se non arriviamo a comprendere quello che si prova in questi duestati. Questa sarà dunque una eccellente occasione per ampliare le nostreconoscenze sulla natura dell�uomo.

Nell�alternarsi tra i due stati noi intravediamo immediatamente unprocesso ritmico, una oscillazione tra due polarità: quella dove noi possia-mo disporre della nostra piena coscienza, e l�altra dove la coscienzascompare. Tra questi due poli vi sono degli stati transitori, quelli delsogno, in seno ai quali, il sogno da sveglio e il sogno da addormentato nonsono che due sfumature più o meno orientate verso l�uno o l�altro di questidue poli. Allo stato di veglia noi abbiamo delle percezioni, delle rappre-sentazioni, proviamo dei sentimenti, possiamo manifestare la nostra vo-lontà. Percepiamo noi stessi come un essere distinto del mondo esteriore,distinto dagli altri esseri, come un individuo. Inoltre, quando noi ci risve-gliamo, abbiamo una impressione di continuità, sarebbe più esatto direuna certezza assoluta di essere lo stesso di quello che si è addormentato lavigilia con lo stesso contenuto di coscienza (aumentato eventualmente dalcontenuto dei nostri sogni). Tutto questo implica la presenza, allo stato diveglia, del nostro corpo astrale e del nostro Io nei corpi inferiori (eterico efisico). Ciò che avvertiamo quando siamo svegli non può tradursi in unmodo logico in termini di ragionamento. Noi non possiamo averne laconoscenza osservandoci dall�interno, in noi «meditando» noi stessi. Que-sto ci fa intravedere una via di conoscenza, che non passa, come per lescienze esteriori, attraverso i sensi, ma che non è, per questo meno rigoro-sa. Noi possiamo fare ugualmente l�esperienza inversa: osservare un�altrapersona che dorme. Possiamo vedere la sua forma esteriore, possiamopesarla, misurarla, ci troviamo dunque in presenza di un corpo fisico; ma

L�insonnia, unamalattia attuale

Il ritmo del sonno

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42 Medicina antroposofica

possiamo ancora osservare tutto un insieme di manifestazioni che cifaranno distinguere un uomo che dorme da un cadavere. Noi siamo testi-moni come in una pianta di un insieme di fenomeni vitali, cosa che ciobbliga a concludere che è presente, oltre al corpo fisico, un corpo eterico.

Ma niente ci rivela la presenza dell�Io e neanche del corpo astrale in undormiente. Siamo dunque obbligati ad ammettere che l�Io e il corpo astralehanno lasciato i corpi inferiori durante il sonno, se ne sono in qualche mododistaccati. È possibile adesso comprendere perché gli elementi superiori,privati dello strumento che costituisce per essi il corpo fisico e il corpoeterico, non possono ricordarsi di quello che essi hanno potuto provaredurante il sonno, al di fuori di essi. Certe tendenze materialiste vorrebberofarci credere, dato che alcuni interventi sul cervello sono capaci di modificarei nostri stati di coscienza, che lo psichismo non è che una secrezione di questoorgano. Si tratta di un�assurdità, come affermare che il tempo non esiste piùperché abbiamo rotto il nostro orologio.

Il confronto un po� schematico d�un uomo che dorme con unapianta non deve essere spinto troppo lontano. L�uomo è un essere estrema-mente complesso e gli schemi che noi proponiamo non possono essere chedei tasselli verso una comprensione al sempre più elaborata.

Abbiamo visto nel capitolo precedente che il corpo astrale nonagisce nello stesso modo al polo superiore e al polo inferiore. Essodecostruisce a partire dal polo neurosensoriale, aprendo così la via aiprocessi della coscienza ed elabora a partire dal polo digerente. Durante ilsonno, soltanto la parte del corpo astrale legata al sistema neurosensorialesi stacca dai corpi inferiori. L�altra parte rimane legata al polo digerente erealizza al contrario un rapporto più intimo con gli elementi inferiori.Poiché i processi di degradazione necessari alla coscienza sono sospesi, iprocessi di rigenerazione sono molto più attivi. Tutti questi fenomenipotranno essere direttamente osservati dal chiaroveggente; in assenza ditale dono, possiamo solo constatare le manifestazioni esteriori del sonno edella veglia; tuttavia, quello che segue ci permetterà di comprenderlemeglio.

Si pensa in generale che la voglia di dormire è dovuta alla stanchezza;ciò è inesatto. Si può essere molto stanchi senza avere voglia di dormire o,al contrario, avere voglia di dormire senza essere realmente stanchi.Espresso in questo modo, più che altro sembra un gioco di parole, perchéstanchezza e voglia di dormire sono dei concetti vicini e abbastanzaimprecisi. In realtà, la voglia di dormire esprime soltanto il bisogno deicorpi superiori (astrale ed Io) di distaccarsi dagli inferiori (eterico e fisico).Con l�aiuto di certe droghe, come il caffè, noi possiamo ritardare questobisogno e fare sparire per un certo tempo la sensazione di stanchezza.Possiamo anche con l�aiuto di altre droghe, provocare il contrario. Se l�Io

L�Io e il corpo astraledurante il sonno

Perché dormiamo?

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e una parte del corpo astrale si distaccano durante il sonno dai corpiinferiori, essi si incarnano di nuovo al risveglio. Se per una ragione qualsi-asi, questa incarnazione è ostacolata, ci sveglieremo male, proveremo unasensazione di stanchezza (la quale potrà perfettamente e senza il minimoriposo dissiparsi in poco tempo). In generale, possiamo dire che l�insonniaè una difficoltà o una impossibilità per gli elementi superiori di distaccarsidagli inferiori. Le cause sono molte e ne studieremo alcune, in modo dapoterci orientare sulle possibilità terapeutiche.

Quando un organo è leso per una ragione qualsiasi, appare unadiscordanza tra il corpo fisico e il corpo eterico. Questo implica un�azionepiù intensa del corpo astrale sul corpo eterico, per obbligare quest�ultimoa uno sforzo riparatore. Può ugualmente accadere che il corpo astraleagisca direttamente sul corpo fisico, cosa che si manifesterà con dolori ecrampi. Il dolore in effetti è una presa di coscienza di questa superattivitàdel corpo astrale. È evidente che il legame più intenso del corpo astralecon gli elementi inferiori in un punto qualsiasi dell�organismo è in opposi-zione con il distacco necessario al sonno. Il corpo astrale e l�Io restanoancorati ai corpi eterico e fisico al livello della spina irritativa. Un talelegame può tuttavia restare al di sotto del livello della coscienza o non èpercepito dalla coscienza in seguito alla lesione di un nervo (dentedevitalizzato), dunque non può tradursi in un dolore; sappiamo che certiorgani, anche gravemente danneggiati, non sono dolenti.

Bisognerà sempre interrogare i pazienti con molta precisione riguar-do al loro sonno. Può accadere che, essendo l�attenzione orientata altrove,si ometta di farlo e che, in seguito, un paziente che avevamo curato consuccesso per una affezione completamente diversa, ci segnali che la suainsonnia è scomparsa. Ciò è una prova della preminente importanza dellaterapia delle cause sul trattamento dei sintomi. È molto importante cono-scere come un paziente si addormenta, si risveglia, la qualità del suo sonno,del suo stato di veglia. Alcuni malati non sono ben svegli solo verso sera,altri al contrario, sono pieni di spirito appena usciti dal letto, ma sonoincapaci di stare svegli la sera. Tutti questi segni aiutano a comprendere irapporti tra i diversi involucri dell�Io, che sono il corpo astrale, il corpoeterico e il corpo fisico. Esercitandoci a leggere le varie disarmonie chepossono manifestarsi tra i differenti corpi, diventeremo capaci di prescri-vere una terapia che curi veramente le cause, cosa che dovrebbe essere loscopo di ogni vera medicina.

Questi disturbi spesso impiegano molto tempo a imprimersi nel corpofisico e possono rimanere per anni nel dominio funzionale (quello dell�eterico).In un determinato paziente, per esempio, i disturbi del sonno apparirannoqualche tempo dopo un�angina, accompagnata possibilmente da una

Sonno e veglia

Le causedell�insonnia

Necessità di uninterrogatorio

approfondito

Trattamento delleinsonnie

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albuminuria fugace. Tutto ciò è talmente discreto che le analisi e le provefunzionali avranno buone probabilità di risultare nella norma. Penseremo,ciononostante, ai reni e prescriveremo Equisetum D6; vedremo rientrare tuttonell�ordine in poco tempo. In un�altro paziente, che si sveglia regolarmente versole tre del mattino, sospetteremo una lesione epatica. Somministreremo, tre volteal giorno, prima dei pasti, un misurino di Fragaria vesca fol. 20% / Vitisvinifera, fol.20% / Eccipiente q.s.p. 100% trit. per ristabilire le sue funzioniepatiche, forse anche Carduus marianus 10% / Chelidonium rad. 10% /Digestodoron / Onopordon, fol.10% - Taraxacum 10% / Urtica dioica10% aa dil., che si indirizza piuttosto alla funzione biliare (10 gocce dopo i pastiin mezzo bicchiere d�acqua calda o in infusione); gli prescriveremo anche dellecompresse calde sulla regione epatica con una infusione di millefoglie dopo ilpasto di mezzogiorno, e avremo la sorpresa di vedere che questo paziente,probabilmente un po� depresso, ritroverà la sua intraprendenza e il suo sonno.

È bene sapere che queste lesioni non apparenti possono talvolta persistereper anni e avvelenare la vita di questi malati definiti volentieri immaginari,mentre basterebbe un po� d�attenzione e di comprensione per aiutarli. Sia benchiaro che i reni e il fegato non sono gli unici organi da sospettare ed io li ho sceltisolo a titolo di esempio. Non importa quale organo sia in causa. Studieremo inseguito certi sintomi fisici che permettono d�incriminare determinati organi. Leinsonnie possono anche, non bisogna dimenticarlo, essere rivelatrici di affezionipiù gravi. Le troveremo frequentemente nei cancerosi nel periodo pretumorale.In questo caso, con le iniezioni di Viscum album fermentato, otterremoeccellenti risultati, cosa che conferma la natura precancerosa dell�insonnia.Avremo ancora occasione di tornare su questo argomento.

Una discordanza tra il fisico e l�eterico non localizzata, ma particolar-mente tenace, può apparire al seguito di un trauma psichico che bisogneràricercare con molta accuratezza nell�anamnesi. In questo caso noi prescriveremoArgentum in D6 per via orale o meglio in iniezioni sottocutanee da praticare dipreferenza in luna crescente. Se il trauma è molto antico, utilizzeremo delledinamizzazioni più elevate (D15 o D20), ma è meglio, in linea di massima,cominciare con D6. Argentum è il medicamento del corpo eterico e spesso è benefar precedere un trattamento qualunque da alcune iniezioni di Argentum. Nelcaso in cui un trattamento che a noi sembra giudiziosamente scelto si rivela avolte inefficace, potremo prescrivere anche una cura d�Argentum e riprendere inseguito il trattamento precedente che, dopo questo appello alle forze eteriche,diventerà attivo.

Prima di finire con le lesioni, un cenno sul freddo che può essere, unacausa di insonnia. Il freddo può provocare una vera lesione del nostro«organismo di calore», impedendo al corpo astrale e all�Io di distaccarsi.Tutti sappiamo che i piedi freddi impediscono il sonno. Sappiamo menoche un materasso insufficientemente isolante può, provocando un raffred-damento progressivo, essere una causa di risveglio precoce. È sufficiente

Il ruolo del freddo

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allora mettere una o due coperte di lana sul materasso per ristabilire unsonno normale. Per i malati che soffrono di piedi freddi, prescriveremo deipediluvi alternativamente caldi e freddi (1 minuto nell�acqua calda, 15secondi in acqua fredda, alternando una dozzina di volte) seguiti da unaleggera frizione delle gambe con unguento al rame (Cuprum met. D1 ungt.).Anche l�eccesso di calore, naturalmente, può disturbare il sonno, ma ipazienti, in generale, ne sono più coscienti. Ricordiamo ancora, comecausa di risveglio prematuro, la fame e l�ipoglicemia (ciò fa pensare che ilbicchiere d�acqua zuccherata delle nostre nonne non era solo frutto dellasemplice immaginazione).

Al contrario, l�eccesso di cibo è esso stesso anche una causa frequen-te d�insonnia o più esattamente di cattivo sonno. Quando mangiamotroppo, noi chiediamo uno sforzo di digestione particolarmente intenso,sollecitiamo fortemente le forze di degradazione che provengono dal polosuperiore; niente di sorprendente nel fatto che noi ostacoliamo il lorodistacco. Nello stesso tempo, tutto questo si accompagna a una certasonnolenza che non ha niente di paradossale poiché le forze sollecitatedalla digestione non sono più disponibili, al polo neurosensoriale per iprocessi di coscienza. In questo caso non potremo essere né pienamentesvegli né trovare un sonno tranquillo; vi è uno spostamento dell�astrale insenso inverso dal distacco. Succede anche che gli alimenti, così comeabbiamo visto per l�emicrania, attraversano la parete senza avere perdutotutte le loro forze «extra-umane». Queste apportano la loro caratteristicheestranee all�interno dell�organismo, e ciò che non ha potuto essere com-piuto nel tubo digerente dovrà in questo caso essere eseguito da organi chenon hanno tale ruolo. Il corpo astrale e l�Io sono allora sollecitati inmaniera anormale in questi organi, cosa che ostacola il loro distacco.Abbiamo trovato questo processo presso coloro che soffrono di emicra-nia; bisogna sapere che esistono anche degli ipo-sofferenti di emicraniapresso i quali l�insonnia potrà essere il sintomo dominante. Cureremoquesti ultimi come dei sofferenti di emicrania con l�aiuto di Ferrumsulfuricum silicicum.

Quanto precede riguarda le insonnie di tipo costituzionale che pos-siamo riscontrare nei malati di tipo isterico o di tipo neurastenico. Pressoquesti ultimi, come abbiamo visto nel capitolo precedente, il collegamen-to dell�Io e del corpo astrale col sistema neurosensoriale è troppo intenso,di conseguenza non sorprende il fatto che il distacco di questi corpiavvenga con difficoltà. Ma questi malati presentano ancora un altro sinto-mo: al mattino sono mal desti. Se noi li osserviamo attentamente, vedre-mo che questo risveglio incompleto non consiste tanto in una mancanza dicoscienza, anche il loro pensiero è in genere molto attivo benchédispersivo; ma sono incapaci di intraprendere qualcosa. Per ben compren-

Sonno e veglia

Fattori digestivi

L�insonnia delneurastenico...

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derlo noi utilizzeremo un�immagine: quella dell�arciere che con la manodestra, il lato attivo, tende la coda che rappresenta le forze di volontà. Lamano sinistra, di contro, che dirige la freccia, può essere assimilata alleforze del pensiero che provengono dal polo neurosensoriale che orientanola volontà verso un scopo. Queste due forze sono espressioni dell�Io adiversi livelli dell�organismo. Quella che non si risveglia nel neurastenico,è la mano destra, le forze della volontà. La sua testa è sveglia, ma il suo Ionon arriva a prendere possesso del polo del metabolismo, sede della volon-tà. Un tale malato avrà dunque molte idee fugaci, perché il pensiero, perconcentrarsi, ha bisogno dell�aiuto della volontà. Quanto a intraprenderequalche cosa, egli ne è incapace.

Phosphorus in bassa soluzione (D5-D6) agirà sull�Io come una luce suuna persona smarrita nella notte, guidandolo verso il polo inferiore e obbligan-dolo a meglio incarnarvisi. Esso agirà come il fuoco prometeico sulla volontà delpaziente. Aiutando in tal modo il paziente a prendere bene possesso del suo corpo,al mattino, noi gli faciliteremo, per contraccolpo, l�addormentamento la sera, adimostrazione, ancora una volta, dell�importanza dell�aspetto ritmico dellefunzioni organiche. A proposito del fosforo, potremmo domandarci quale sareb-be l�azione di un�alta diluizione, come per esempio D25. Questa domanda ha ilsuo posto nel trattamento dell�insonnia, poiché se in D6 il medicamento concen-tra l�Io al polo inferiore, in alta dinamizzazione lo disperderà, l�attirerà neglispazi cosmici. Potremo dunque prescrivere Phosphorus D25 la sera per facilita-re l�addormentamento.

All�opposto del neurastenico longilineo, troviamo l�isterico di costi-tuzione piuttosto picnica con predominanza del polo digerente. Se noiriprendiamo il nostro paragone con l�arciere, in questo caso sarà la manodestra - le forze della volontà - che predominerà. Egli avrà tendenza aspendersi senza controllo, spesso in pura perdita (Cfr. Cap. IV). Qui ilcorpo astrale e l�Io, proprio perché sono deboli al polo superiore, avrannotendenze ad aggrapparvisi, come un alpinista, che sente che stanno permancargli le forze, si aggrappa a una parete. Questa reazione vorrebbeopporsi a questa marea montante proveniente dal polo inferiore. Mapoiché essi si aggrappano, l�Io e il corpo astrale hanno difficoltà a staccarsi.Questa è la causa dell�insonnia nell�isterico.

Il rimedio, l�abbiamo già visto (Cfr. Cap. IV), sarà Bryophyllum, cheprescriveremo al 5% nella misura di 10 gocce verso le ore 18. In alcuni pazienti,gli effetti di questa marea crescente si manifesteranno piuttosto nella regioneritmica sotto forma di oppressione, di palpitazioni, di sensazioni di soffocamen-to (la precordialgia, al contrario, appartiene piuttosto al neurastenico). Prescrive-remo loro allora, Hyoscyamus 0,1% / Onopordon 2,5% / Primula off. 2,5%/ Eccipiente q.s.p. 100% dil. per armonizzare le loro funzioni ritmiche (da 5 a

...e il suo trattamento

L�insonniadell�isterico...

...e il suo trattamento

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10 gocce prima dei tre pasti) o ancora Aurum met. D10 dil., 10 gocce verso leore 21. Ricordiamo che le insonnie di origine epatica, delle quali abbiamoparlato precedentemente, appartengono soprattutto al tipo isterico, benché lamediocrità della nostra attuale alimentazione le faccia anche trovare nei pazien-ti di tipo neurastenico. All�inverso, le insonnie dovute all�eccesso di sollecitazio-ni neurosensoriali proprie della vita moderna, se esse colpiscono piùelettivamente il neurastenico, non risparmiano i pazienti dell�altro tipo.

Fino ad ora, non abbiamo utilizzato alcun sonnifero. È generalmentepossibile farne a meno, ma con i pazienti che li utilizzano da molto tempobisogna occasionalmente procedere a uno svezzamento progressivo in una o duesettimane. Se l�abitudine non è troppo antica, possono essere soppressi bruscamen-te spiegando al paziente che dovrà accettare qualche notte bianca se vuoleritrovare un sonno normale.

Non bisognerà mai dimenticare di disintossicare tali malati. È semprebene ricordare loro che il sonnifero non procura loro un vero sonno più diquanto una compressa di aspirina non guarisca una carie. Si potrà semprefavorire l�avvio con un medicamento più sintomatico come Avena sativa 12,5%/ Coffea tosta D60 15% / Humulus lupus 0,4% / Passiflora incarnata 2,5%/ Valeriana off. rad. 10% / Eccipiente q.s.p. 100% dil. Ai soggetti che hannodifficoltà a rilassarsi, con angoscia, si daranno 5 gocce di Aconitum napellusD20 dil. A quelli che sono molto agitati, Belladonna D20. Al contrario,Coffea tosta dil. da D6 a D12 agisce bene nei pazienti che presentano unaiperattività cerebrale con iperideazione.

Nell�insonnia dei bambini, bisogna sempre cercare il rachitismo, il cuirimedio di base è Phosphorus D5 dil. (5 gocce al mattino). Ritroviamo qui ilrapporto di Phosphorus con la luce. Nei bambini che hanno terrori notturni, siprescriverà Argentum met. D6 trit., un pizzico grande come un pisello la seraprima di dormire con luna crescente, alternando con Phosphorus D6 dil., 5gocce al mattino con luna decrescente. Questo trattamento, molto efficace, deveessere seguito per qualche mese e consolidato in seguito con una cura di Ferrummet. D20 trit., un pizzico grande come un pisello, una o due volte al giorno. Ioho spesso osservato che i bambini che hanno ricevuto notevoli dosi di vitamina Dda neonati, erano soggetti a terrori notturni. Questi bambini danno l�impressio-ne di essere particolarmente induriti, sembrano più vecchi della loro età, precoce-mente intellettualizzati (ciò che non vuole affatto dire che siano più intelligenti).Presso questi ultimi, si sostituirà vantaggiosamente Argentum con ArgentiteD6 trit. Infine un buon rimedio che facilita l�addormentamento dei bambini odei lattanti un po� nervosi è Chamomilla rad. dec. D6 dil. (due volte al giorno5 gocce prima dei pasti).

Nei pazienti anziani, bisogna sempre pensare a Plumbum mellit. D12 oD20 trit. di cui riparleremo a proposito dell�arteriosclerosi.

Sonno e veglia

L�illusione dei sonniferi

Trattamento dell�in-sonnia infantile...

...e senile

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In una conferenza ai medici e agli studenti in medicina tenuta nel1924 (1), Rudolf Steiner aveva predetto che noi vedremo apparire dellevere epidemie di insonnia nella seconda metà del nostro secolo. Al di fuoridella turba del ritmo della vita moderna, è una causa della quale non si puònon tenerne conto. Come diceva Husemann (2), l�uomo che non vede nelsuo prossimo che un aggregato di atomi non può avere il medesimoconcetto della sua persona. Egli arriva così forzatamente a una contraddi-zione fondamentale. A poco a poco la sua anima perde tutta la possibilitàdi un contatto col mondo spirituale, che diventa per essa un deserto. Ilfatto di tornare nel mondo spirituale addormentandosi - poiché il distaccodel corpo astrale e dell�Io è in realtà un ritorno nel mondo spirituale - èrisentito da questa anima come una caduta nel nulla, dinanzi alla quale essaindietreggia, impaurita; questa paura inconscia impedisce il distacco, dun-que il sonno. In questi malati, spesso giunti al fondo dell�abisso materiali-sta, non è raro trovare una nostalgia non confessata e spesso inconscia dinutrimento spirituale. È possibile aiutarli consigliando loro di dedicareogni giorno anche solo cinque minuti a una meditazione fra quelle propo-ste da Rudolf Steiner. Sarà bene guardarsi da ogni proselitismo, soprattut-to per rispettare la libertà individuale del paziente, e raccomandare questemeditazioni come si prescriverebbe un rimedio.

Sonno e veglia ci appaiono adesso come un grande ritmo respiratorio: ilmattino noi inspiriamo il nostro Io e il nostro corpo astrale, la sera noi lilasciamo di nuovo distaccarsi dai corpi inferiori che lasciamo nel nostro letto.Quello che avviene in grande nel corso nittemerale si ritrova in piccolo nellarespirazione. Ogni inspirazione ci sveglia un poco, ogni espirazione ci addor-menta un poco. Tutto ciò che è vita è ritmo.

NOTE

1 Rudolf Steiner, L�art de guérir approfondi par la méditation, Dornach, lezioni diPasqua, conferenza del 23 aprile 1924 (in fine). Editions AnthroposophiquesRomandes, Genève, 1982.

2 Husemann F., Das Bild des Menschen als Grundlage der Heilkunst, op. cit.

Insonnia ematerialismo

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Capitolo VI

Infiammazione e sclerosi

Celso aveva caratterizzato l�infiammazione con le quattro manife-stazioni che noi tutti conosciamo: calor, dolor, tumor e rubor. In funzionedi quello che abbiamo studiato precedentemente, cercheremo quali ele-menti si riferiscono a questi sintomi.

Noi abbiamo visto che l�Io ha come supporto fisico: «l�organismo dicalore». Tutto quello che è processo calorico nell�uomo è una espressionedell�attività dell�Io e noi riferiremo naturalmente ogni sintomo caloreall�Io. Il dolore è una presa di coscienza intensiva; è dunque al corpoastrale che dobbiamo riferire il sintomo dolore. Il tumor (l�edema) è ungonfiore, un afflusso liquido che traduce l�azione del corpo eterico. Sulpiano fisico, noi constatiamo il rubor (rossore) è l�espressione della presen-za sostanziale del sangue. Possiamo riassumere tutto questo nel seguenteschema:

Calor ... espressione dell� IoDolor ... » corpo astraleTumor ... » corpo etericoRubor ... » corpo fisico

L�infiammazione appare così come l�espressione dell�attività simul-tanea dei quattro elementi costitutivi ma di una attività ordinata, organiz-zata nella quale l�Io agisce attraverso i tre altri elementi. Al fine di dare unaidea più esatta della realtà, modificheremo lo schema precedente nellamaniera seguente:

Io → calorIo → c. astrale → dolorIo → c. astrale → c. eterico → tumorIo → c. astrale → c. eterico → c. fisico → rubor

Caratteristichedell�infiammazione

Rapporti con glielementi costitutivi

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Sarebbe possibile pensare a un�azione del corpo eterico isolato, peresempio, che si manifesterebbe con un rigonfiamento, ma questo sarebbedi natura semplicemente acquosa o linfatica. Il fatto che il gonfiore siadovuto a un afflusso di sangue testimonia l�azione dell�Io sul corpoeterico. Questa azione gerarchica ci ricorda il processo che noi abbiamostudiato in occasione dell�isteria. L�infiammazione appartiene in effetti alpolo caldo dell�organismo, al polo del metabolismo, qualunque sia la zonadove essa si manifesta. Piuttosto che un processo patologico, è unaintensificazione dell�azione dell�Io attraverso i tre corpi. Sarà lecito sor-prendersi che possano esistere dei processi infiammatori anche al polosuperiore se non si tiene conto del fatto che il polo superiore non èesclusivamente, ma solo principalmente neurosensoriale, proprio come ilpolo inferiore, dove il metabolismo predomina e possiede anche dei nervi.

Ci resta di sapere quali sono le cause dell�infiammazione; quandoappare? Possiamo rispondere: ogni qualvolta un corpo o un processoestraneo si manifesta nell�organismo. Se la presenza estranea può avere uncarattere accidentale (per esempio una scheggia), più frequentemente laflogosi è il risultato di una disfunzione, di uno squilibrio come quelli cheabbiamo studiato nel capitolo IV. Dei processi estranei possono cosìnascere in seguito a un trauma, a un freddo o a un caldo eccessivo.Abbiamo un tipico esempio di reazione infiammatoria introducendo unasostanza minerale estranea, nella febbre che si provoca in un lattante alquale si fa bere una soluzione di sale marino all�1%. L�infiammazione èdunque una reazione, un processo di guarigione tendente alla eliminazionedelle sostanze o dei processi estranei e bisogna sapere rispettarla. Combat-terla in tutte le circostanze sarebbe un errore grave. Può accadere che, perla sua intensità o per la sua localizzazione, essa stessa costituisca unpericolo e il dovere del medico è allora di moderarla, ma annullarla coninconsideratezza sarebbe come cadere da Scilla a Cariddi e fare correre, alunga scadenza, un pericolo non meno grande all�organismo.

Nelle migliori condizioni l�esito dei processi infiammatori è larigenerazione di ciò che è stato leso e il reinvestimento del corpo etericodi ciò che era diventato estraneo. È quello che avviene per esempio nellacicatrizzazione per prima intenzione, quando non vi è una perdita disostanza e i bordi della ferita siano puliti e non hanno che da saldarsi. Ma lecose non sono sempre così facili. Le sostanze estranee, in altre paroledivenute inaccessibili alle forze eteriche umane, costituiscono spesso unnutrimento di scelta per i microorganismi, che si installano e proliferano.L�infezione è sempre un processo secondario. Certo, possiamo provocareuna malattia sperimentale inoculando un virus ma questo ha in comunecon le infezioni correnti quanto un colpo di pistola ne ha con uno schiaffo.Nell�infezione le difese dell�organismo sono sollecitate in una manieramolto più intensa che nella semplice infiammazione e noi ritroviamo

La febbre el�infiammazione

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l�azione dell�Io attraverso gli altri corpi. Ciò che era calore locale nell�in-fiammazione diviene qui febbre; la formazione degli anticorpi può essereconsiderata anche come una manifestazione dell�Io, poiché questi sono unfattore di individualizzazione del sangue. Il corpo astrale provoca, oltre aldolore, l�eliminazione al livello degli emuntori. L�iperattività leucocitariache porta alla formazione del pus è sotto la dipendenza del corpo eterico.

Quando il bambino nasce, è ancora molle, le sue forme sono impre-cise, il suo corpo è composto del circa 70% di acqua (quello dell�adulto necontiene ancora il 60%) (1). Le ossa del cranio sono ancora elastiche eincomplete, lasciando fra loro gli spazi membranosi che sono lefontanelle. A poco a poco il bambino consoliderà le sue strutture; nonsoltanto le sue ossa, ma anche la sua pelle e infine tutti i suoi tessuti siinduriranno e questo processo continuerà fino alla morte. Questoindurimento si accompagnerà a una diminuzione progressiva della tenden-za alle infiammazioni.

Se noi rapportiamo questi fatti ai presupposti del capitolo IV, dob-biamo ammettere che l�azione dell�Io al polo superiore è alla fine piùintensa che al polo inferiore, che i processi neurosensoriali prendono ilsopravvento su quelli del metabolismo. Se ci ricordiamo che durante ilsonno l�Io e il corpo astrale si distaccano dal polo superiore, le funzionimetaboliche divengono allora più attive, questo fatto non ci sorprenderàpiù. In effetti, l�uomo dorme in media otto ore e veglia sedici ore. Durantela veglia, i processi neurosensoriali predominano con il loro corollario didegradazione, di mineralizzazione. Quello che è stato distrutto il giornonon può essere rigenerato del tutto la notte; ciò spiega perché, alla lunga,l�organismo, si degrada e invecchia e in una parola si sclerotizza. Fino a uncerto tempo questi processi sono normali, ma oltre un certo tempo,diventano patologici.

Noi abbiamo nell�indurimento e la mineralizzazione del corpo,nella strutturazione che le accompagna, un processo polare dell�infiam-mazione che tende alla dissoluzione. Questi due processi si alternanospesso nell�uomo. Se l�infiammazione è la reazione alla mineralizzazione,all�indurimento, alla sclerosi, di contro, reagisce spesso a un processo didissoluzione. Ciò si vede, per esempio, quella cicatrizzazione, dove, dopouno stato infiammatorio, appare uno stato di consolidamento. Non con-statiamo anche dei processi di sclerosi e di invecchiamento particolarmen-te rapidi, successivi ad affezioni infiammatorie? Ciò si osserva in manierasorprendente negli anziani tubercolotici. Vediamo anche certi malati ditipo pletorico-digestivo, dunque infiammatorio, presentare in seguito del-le sclerosi particolarmente rapide ed intense. Questa legge del pendolo ciaiuta a comprendere bene delle manifestazioni a priori paradossali.

Infiammazione e sclerosi

Invecchiamento eindurimento

I processi dicoscienza causa

dell�invecchiamento

Polarità trainfiammazione e

sclerosi

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52 Medicina antroposofica

La terapia dell�infiammazione prima di tutto deve aiutare l�organismonel suo sforzo di guarigione, non ostacolarlo. Noi disponiamo a questo scopo didue rimedi di base: Apis e Belladonna. La puntura (Apis) si accompagna aiquattro sintomi - calor, dolor, tumor, rubor - dell�infiammazione. Questocostituisce già una indicazione nell�ottica omeopatica, senza per questo spiegarciil processo di guarigione. Noi non possiamo comprendere l�azione di Apis senzaconsiderare l�arnia nel suo insieme. È questa che costituisce un vero organismo,non l�ape isolata che non è che uno dei suoi membri (2).

Questo organismo possiede una particolarità unica nel mondo degli inset-ti: quella di creare una omeotermia di un grado vicino a quello del sangueumano. Una tale proprietà ci fa intravedere un rapporto tra l�arnia e l�Io.Somministrando Apis, noi introduciamo nell�organismo dei processi caloricisimili a quelli che si manifestano nell�infiammazione sotto la influenza dell�Io.Noi provochiamo in qualche modo una infiammazione artificiale, aiutandol�organismo a difendersi. Un�altra caratteristica dell�arnia appare nella struttu-ra esagonale degli alveoli. Ci avviciniamo qui al regno minerale, al cristallo diroccia; appare una autentica polarità tra il calore quasi umano dell�ambiente e lastruttura quasi minerale degli alveoli. È questa polarità che noi mettiamo aprofitto, grazie alla sua similitudine, con la polarità fra l�azione mineralizzantedell�Io al polo superiore e la sua azione calorica al polo inferiore dell�uomo.

Per comprendere l�azione della Belladonna, bisogna immaginarsi questapianta nel suo ambiente naturale: il chiaroscuro umido del sottobosco. La suacrescita rapida in primavera è l�espressione delle forze eteriche intense, quindiimprovvisamente, all�apparire del primo fiore, questo slancio è smorzato, dandol�impressione che altre forze hanno ostacolato la crescita.

Abbiamo visto che, in linea generale, le piante non possiedono che uncorpo fisico e un corpo eterico. Al livello delle radici, sono le forze mineraliche predominano, al livello delle foglie le forze eteriche. Con il fiore, la piantasi avvicina al mondo animale, prende contatto con le forze astrali, ma questerestano esteriori. Questo è il processo della pianta «normale»; ma nelle piantevelenose, questa astralità invece di rimanere esteriore alla pianta, vi penetra,cosa che si traduce sul piano fisico con l�apparizione di sostanze tossiche. Eccoperché la nostra Belladonna sembra ostacolata nella sua crescita: queste forzeastrali si oppongono alle forze eteriche, le frenano, in modo del tutto simile aquanto abbiamo osservato nell�animale. Assumendo tali piante, noi introdu-ciamo nell�organismo una astralità estranea della quale è incapace di venire acapo; questo è il processo dell�intossicazione.

La presenza di forze astrali in un vegetale ha tendenza a conferirglidelle proprietà appartenenti all�animale. Così possiamo dire che nellaBelladonna, appare come un desiderio - il desiderio è una manifestazionetipicamente astrale - di aprirsi al mondo esterno, alla luce. Ma la pianta

Apis

e Belladonna

Perché una pianta èvelenosa?

Processo astrale nellaBelladonna

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non possiede degli organi che le permettono di guardare; le piacerebbeaprire dei grandi occhi che essa non possiede. Essa può farlo solo all�inter-no di un organismo animale o umano e provoca allora la dilatazione dellepupille e l�occhio reagisce come se si trovasse nell�oscurità.

Un�altra manifestazione astrale di desiderio è il bisogno di movimen-to che appare sotto forma di agitazione nell�intossicazione di Belladonna.

Questa lotta fra l�eterico e l�astrale, noi la ritroviamo anche in unaltro gruppo di sintomi di avvelenamento da Belladonna che ci avvicinaall�infiammazione: il rossore del viso, la cefalea, la sensazione di pulsazioni.Queste sono della reazioni del corpo astrale attraverso il corpo eterico chetende a opporsi al processo polare dell�azione diretta del corpo astrale sulcorpo fisico, azione che avviene principalmente al livello degli organirespiratori. Quello che per Apis si svolgeva tra l�Io e il corpo fisico, perBelladonna si svolge tra il corpo astrale e il corpo eterico. SomministrandoBelladonna sotto forma diluita, aiuteremo l�organismo a ristabilire l�equi-librio.

Il complesso Apis mell. D3 / Belladonna D3 aa. dil. è così il medicamen-to di base dei processi infiammatori, soprattutto quando questi interessano ilpolo superiore, le vie respiratorie. In una angina lo somministreremo sottoforma di Apis mell. 0,1% / Belladonna 0,1% / Eucalyptus glob. 0,1% /Bolus alba q.s. 100%, in alternanza con Mercurius cyanatus D4 dil., ogniuna-due ore. Ci vuole una buona dose di coraggio la prima volta che si sostituiràun tale trattamento al siero in una difterite, ma i risultati sono così probanti chedubito che chi l�ha provato una volta ritorni mai al siero.

Nel caso di erisipela, di ascesso, di foruncolosi, daremo insieme ad Apismell. D2 10% / Belladonna D2 10% / Eccipiente q.s.p. 100% dil. alternan-do ogni ora, Carbo vegetabilis 5% / Sulfur D1 10% / Eccipiente q.s.p. 100%trit.

Quando l�infiammazione rischia di diventare pericolosa, diventa necessa-rio controllarla. In caso di temperatura alta, penseremo agli avvolgimenti, aisenapismi e soprattutto ai bagni la cui temperatura deve essere di 2°C inferiore aquella del paziente (non dimenticare di farli precedere da un cardiotonicoleggero, o meglio da 5 o 10 gocce Hyoscyamus 0,1% / Onopordon 2,5% /Primula off. 2,5% / Eccipiente q.s.p. 100% dil.). Uscendo dal bagno, siavvolgerà il malato in un accappatoio senza asciugarlo. Lo si farà ricoricare e glisi farà fare una infusione di sambuco o di tiglio per stimolare la sudorazione che,insieme a contribuire a far abbassare la temperatura, aiuta l�organismo asbarazzarsi delle tossine.

In tal modo favoriremo - come quando applichiamo un senapismo - lospostamento dell�affezione verso la periferia, cosa che costituisce un fattore dimiglioramento della prognosi.

Infiammazione e sclerosi

Belladonna e infiam-mazione

Il controllo della febbre

Trattamento delleinfiammazioni

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54 Medicina antroposofica

Se la temperatura si prolunga, si farà tutti i giorni o ogni due giorni unainiezione di Argentum met. D20 o D30. Questo medicamento non è destinatoa combattere la febbre stessa, ma gli effetti novici che la sua persistenza puòprovocare (3).

È possibile rinunciare agli antibiotici? L�importante in realtà non èdi condannare un rimedio per esaltarne un altro, ma di essere perfettamen-te coscienti, di ciò che si fa. Abbiamo visto che i microorganismi sonodegli agenti, non le cause delle malattie. Non sembra dunque, a priori,logico combatterli, cosa che porterebbe ad allontanare uno dei sintomi ein definitiva a mascherare o a metamorfosare la malattia che si manifesteràpresto o tardi su un altro piano.

Ci si renderà perfettamente conto di tutto questo quando si confron-tano due pazienti curati per la medesima malattia, uno con antibiotici, ilsecondo aiutando soltanto l�organismo a difendersi. Il primo si trascinaspesso per mesi, non arriva a ritrovare le proprie forze, ha l�impressione dinon essere più se stesso. Il secondo, al contrario, dopo una malattia«calda», avrà una impressione di rigenerazione, di rinnovamento, sia nelmorale che nel fisico.

Egli dichiarerà, se è stato ben curato, di sentirsi meglio che primadella sua malattia. Questa sarà stata veramente superata. Il malato cheviene curato con l�aiuto degli antibiotici somiglia un po� a una personache, al posto di pagare un debito, contrae una nuova ipoteca più gravosa.L�inefficacia di una terapia, ha spesso per causa una precedente terapia conantibiotici. In questo caso è raccomandabile cominciare prescrivendo unadose di Penicillinum, in dinamizzazione tanto più elevata (5, 7 o 9 CH)quanto più antica è stata somministrazione degli antibiotici. Bisognaanche sapere che la ripetizione degli antibiotici, oltre ai ben noti inconve-nienti, comporta quello di uccidere progressivamente ogni possibilità direazione infiammatoria dell�organismo, costituendo così il terreno favore-vole al cancro.

Se l�infanzia è l�età dell�infiammazione, la vecchiaia al contrariotende verso la sclerosi. Ma le persone anziane non ne sono tutte vittime,mentre la vediamo apparire in soggetti relativamente giovani. La sclerosi èdunque sia un processo morboso sia l�esagerazione di un processo normaledi indurimento. Prima di proseguire a trattarla, ci si può chiedere se nonesiste una profilassi di questa affezione. Questa deriva dalla genesi delprocesso, così come l�abbiamo descritto.

Tutto ciò che esalterà l�azione diretta dell�Io sul corpo fisico saràuna causa che favorisce la sclerosi, e questo specialmente nella primainfanzia, poiché l�accelerazione dei processi di indurimento provocata nelsoggetto giovane proseguirà per tutta l�esistenza. Non è dunque paradossa-le dire che la prevenzione di questa affezione deve iniziare alla nascita. Ne

Come agiscono gliantibiotici

La sclerosi

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riparleremo studiando il bambino. Quando la sclerosi è installata, è giàpiù difficile combatterla ed è bene cominciare il trattamento fin dalle sueprime manifestazioni. Noi disponiamo a questo scopo di due rimediprincipali: la betulla e il piombo.

Se noi guardiamo una betulla quando le sue foglie si sono appenaschiuse nell�aria soleggiata della primavera, possiamo già risentire tuttoquello che questo albero esprime di giovinezza. Nella sua prima lezione aimedici (4), Rudolf Steiner ci mostra come certi caratteri particolari dellabetulla sono il riflesso di un processo organico umano. Nelle sue funzionipiù centrali, dice, in ciò che avviene a livello della digestione, la formazio-ne del sangue e nella respirazione, l�uomo è più vicino all�animale. Eglitrasforma come questo ultimo le albumine vegetali; somministrando dellesostanze vegetali come medicina, ci indirizziamo più specialmente a que-ste funzioni centrali, facciamo appello ai processi che si svolgono fra ilregno animale e il regno vegetale.

Più verso la periferia, ci dice Rudolf Steiner, la partita si gioca «tracielo e terra», tra l�Io, per quello che ha di cosmico, e il mondo minerale.Noi potremo osservare al livello della pelle un processo di eliminazionedei sali, di demineralizzazione. Somministrando un rimedio minerale,facciamo appello a ciò che vi è di più elevato nell�uomo, al suo Io, chereputiamo capace di venire a capo di questo minerale, di romperlo. Quel-lo che succede, per esempio, quando somministriamo del silicio.

Troviamo nella betulla qualche cosa di analogo: da una parte unprocesso di elaborazione delle albumine che si concentra al livello dellefoglie giovani, dell�altra parte una eliminazione di sali minerali, in questocaso di potassio, al livello della corteccia. Rudolf Steiner ci dice che nellabetulla, questi due processi sono separati; se essi fossero stati miscelati, labetulla sarebbe una magnifica pianta erbacea.

Queste tendenze alla separazione dei due processi si ritrova pressoaltri alberi, ma essa è particolarmente marcata nella betulla. La sua cortec-cia sarà dunque un rimedio di scelta per stimolare nello organismo questoprocesso di demineralizzazione della pelle. La prescriveremo dunque nellesclerosi e anche nelle dermatosi secche che danno l�impressione che lapelle non è più capace di eliminare correttamente i minerali.

Utilizzeremo di preferenza la corteccia di betulla in iniezionisottocutanee, poiché ci indirizziamo alla periferia, sotto forma di Betula alba,cort. 3%, due o tre iniezioni sottocutanee la settimana.

Ma nella sclerosi, così pure nelle affezioni reumatiche, è pure interessantefare appello a questo processo centrale di elaborazione delle albumine che abbia-mo descritto. Noi utilizzeremo allora degli estratti di foglie giovani per viaorale. Una forma particolarmente gradevole di questo medicamento è l�Elixir dibetulla Weleda. Noi possiamo così utilizzare le foglie giovani in infusione.

Infiammazione e sclerosi

Il processo della betulla

Applicazioniterapeutiche

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Questo esempio della betulla ci mostra in un modo particolarmentetangibile i rapporti e le similitudini che possono esistere tra la natura el�uomo, e la cui comprensione ci porta direttamente sulla via della terapia.

Parleremo più dettagliatamente del piombo in uno studio successivo suimetalli (5). Qui ci limiteremo ad indicare la forma sotto la quale lo prescrivere-mo nella sclerosi: Plumbum mellitum D12 trit. Quando la sclerosi interessaspecialmente la regione cerebrale, potremo prescriverlo in D20. Questetriturazioni devono essere somministrate due o tre volte al giorno, un quartod�ora prima dei pasti in un cucchiaino da caffè di Elixir di betulla Weleda.Dopo quattro-sei settimane è bene fare una pausa, durante la quale, si prescriveràArgentum met. D6, che correggerà quello che il medicamento saturnino avràpotuto avere di eccessivo.

NOTE

1 Queste cifre devono essere considerate come medie e variano secondo gli autori(F. Husemann dà da 66 a 75% per il neonato e da 58 a 65% per l�adulto, W. zurLinden indica 80% per il neonato).

2 Rudolf Steiner, Entretiens sur les abeilles, Dornach, 26 novembre - 22 dicembre1923, conferenza del 12 dicembre per esempio. Editions du Centre Triades,Paris, 1979.

3 Parleremo più dettagliatamente di Argentum nel capitolo XXV.

4 Rudolf Steiner, Médecine et science spirituelle, conferenza del 4 aprile 1920. op.cit.

5 Cfr. capitolo XXIV.

Il piombo nellasclerosi

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PARTE SECONDA

Le tappe dello sviluppo umano

Nella prima parte abbiamo tentato di farci un�idea della costituzioneumana. I differenti aspetti che abbiamo individuato: i rapporti tra l�uomoformato da quattro elementi costitutivi da una parte, e da una triade - due poli eun centro - da un�altra parte, si modificano col tempo.

In questa seconda parte studieremo questo divenire, che si effettua inperiodi di sette anni.

Potrà sembrare al lettore che in questo capitolo noi dedichiamo uno spaziotroppo ampio alla pedagogia. Al contrario, noi non metteremo mai abbastanzain rilievo l�influenza della pedagogia sullo stato di salute lungo tutto il corsodell�esistenza.

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Capitolo VII

Dalla nascita ai sette anni

Se l�uomo adulto è il più evoluto di tutti gli essere della creazione,egli, viceversa, è il meno avanzato nel proprio sviluppo alla nascita. Ciònon è sorprendente, poiché la ricchezza e la varietà delle sue facoltà hannobisogno di una lunga maturazione e della persistenza di plasticità chepermette un rimodellamento progressivo delle sue strutture.

L�animale è praticamente in possesso delle sue attitudini sin dallanascita; esse non fanno che perfezionarsi, non c�è acquisizione di nuovefacoltà. Quelle che possiede sono altamente specializzate, molto più perfe-zionate di quelle dell�uomo; così, l�unghia del gatto è molto più adatta a uncerto tipo di caccia della mano umana, ma le sue possibilità sono estrema-mente ridotte.

La mano dell�uomo, al contrario, sarà capace di svolgere una quanti-tà di compiti, ma dovrà imparare tutto. A quale perfezione saprà arrivare!Pensiamo alla mano dello scultore, a quella dell�orologiaio o ancora equella del pianista. Questo apprendimento è possibile solo con l�aiuto dialtri esseri umani. Un animale, viceversa, sa d�istinto; un�anatra, ancheallevata da una gallina o in un�incubatrice, nuoterà senza che nessunoglielo insegni.

Lo sviluppo dell�essere umano avviene in periodi di sette anni; laseconda dentizione e la pubertà ne sono i limiti e i riferimenti. È interes-sante notare la concordanza di questo ritmo con quello del rinnovamentototale della nostra sostanza nel corso di un settennio. Alla nascita, l�essereumano è il frutto di componenti ereditarie e ricevute dai genitori. Aquesta ascendenza, per la quale noi apparteniamo a una razza, a un popolo,a una famiglia, si va a sovrapporre ciò che noi apportiamo in proprio, ciòche farà di noi un individuo simile a nessun altro, ciò che costituisce ilnucleo spirituale indistruttibile del nostro essere che si unisce al nostrocorpo terrestre ad ogni incarnazione e lo ritrova ad ogni risveglio. Vistosotto il suo semplice aspetto materiale, l�essere umano resta totalmenteincomprensibile. Immaginiamo per un istante che l�uomo sia solo il

L�uomo è ricco dipossibilità

Lo sviluppo in settenni

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60 Medicina antroposofica

risultato della sua ereditarietà; non vi sarebbe più differenza tra due esseriumani di quella che c�è tra due montoni.

Ciò che l�uomo apporta dal mondo spirituale interferirà col patri-monio ereditario lungo tutto il primo settennio e finirà col creare uncorpo compatibile con la struttura del nostro Io, un corpo che sia real-mente uno strumento a misura propria. Ci basta osservare attentamentel�evoluzione del bambino per renderci conto che l�ereditarietà e l�influen-za dell�ambiente non potrebbero, da sole, spiegarlo.

Osservando un neonato, siamo colpiti dalla relativa grossezza dellatesta; il resto del corpo e soprattutto gli arti ci appaiono come appendicidella testa. Questa importanza relativa del polo cefalico è tanto piùaccentuata quanto meno avanzato è lo sviluppo dell�embrione. All�origi-ne, l�uovo fecondato può essere considerato nient�altro che una testa.

Questa grossa testa del bambino non sa pensare. Significa che èinattiva? È ancora Rudolf Steiner a darci la chiave di questo enigma: leforze di crescita che modellano il resto del corpo, egli dice, provengonodalla testa, e finché il corpo non avrà raggiunto un certo sviluppo, questeforze non saranno disponibili per pensare.

Queste forze di crescita sono in realtà forze eteriche che si manifesta-no nella tendenza alla ripetizione che costituisce la moltiplicazionecellulare e anche nel bisogno di imitare che caratterizza il bambino neiprimi sette anni, poiché l�imitazione è anche un processo di ri-produzione.Questo bisogno di imitare è imperioso; anche l�esempio dato dai genitori ein maniera più generale dall�ambiente del bambino è di un�importanzaconsiderevole non soltanto per l�educazione dal punto di vista morale, maanche per la strutturazione del suo organismo fisico. Ripetendo ciò chevede fare, il bambino imprime realmente una struttura al suo corpo.Questo vale sia per le cose buone che per quelle cattive. Così, l�aspettoarmonioso della cornice nelle quali vive il bambino avrà ripercussioniprofonde su tutto il suo essere. Passata una certa età, le forze etericheassumeranno altri compiti, i loro rapporti con gli altri costituenti dell�es-sere cambieranno e ciò che sarà stato trascurato non potrà più essererecuperato. Nella stessa maniera ciò che sarà stato deformato non potràpiù essere raddrizzato. Ne abbiamo un esempio tipico nei «bambini-lupi»(1), quei bambini che, allevati da un animale, sono diventati essi stessianimali e nessun ulteriore sforzo educativo riuscirà più a farne veri esseriumani. Un caso meno tragico ci è riferito da Norbert Glas (2) in unacitazione che egli trae dal libro di E. S. Waterhouse, Psicology and PastoralWork (Londra, 1939): Si tratta di un bambino di quattro anni che fuportato nella clinica di Tawistock perché lo si credeva affetto da follia, per

Le proporzioni delneonato

Ruolo della testa

Forze di crescita eimitazione

Ereditarietà e indivi-dualità

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il fatto che non parlava e passava il suo tempo a correre abbaiando comeun cane. Dopo averlo esaminato, ci si accorse che il bambino era statoallevato da una balia che lo lasciava nel suo recinto e si occupava di lui soloper pulirlo e dargli da mangiare. La donna possedeva parecchi cani ai qualiera molto affezionata e che colmava di gesti di tenerezza. Quando si trovòuna persona comprensiva e devota per occuparsi di lui, il bambino sisviluppò rapidamente e ridiventò normale in diciotto mesi.

Sarebbe assolutamente inesatto vedere il calcolo da parte del bambi-no, pensare che egli abbia potuto «fare lo sciocco per non pagar gabella».Assistiamo qui prima di tutto e quel bisogno di imitazione che caratterizzail bambino di quell�età. Non deve stupire il fatto che questo bisogno diimitazione si sia volto piuttosto verso i cani che verso la balia, presso laquale non trovava alcun affetto. Possiamo anche dire che il bambino hacosì imitato la balia nella sua indifferenza verso un altro essere umano:anche lui è diventato indifferente verso di lei.

Questo esempio ci fa sentire meglio l�estrema importanza cheRudolf Steiner attribuiva all�esempio che gli adulti danno ai bambini nelprimo settennio. Egli lo riassumeva in queste parole: «Educare un bambi-no, è educare se stessi». Non contano soltanto le persone che circondano ilbambino, ma anche tutto l�ambiente nel quale il bambino si trova. Unambiente brutto, il cattivo gusto, colori sgargianti, la musica meccanica o,peggio ancora, un televisore, sono altrettanti veleni, traumi che lasceran-no la loro impronta indelebile persino nel corpo fisico del bambino. Ilcaso del bambino di Tawistock ci aiuta anche a comprendere perchéRudolf Steiner sconsigliava di regalare al bambino giocattoli a forma dianimali prima che sapesse camminare. In generale, i giocattoli hanno unaconsiderevole influenza sullo sviluppo del bambino. Bisognerà anche proi-bire quelli che sono solo la caricatura del mondo vivente e quelli il cuicarattere troppo perfezionato non lascia alcuno spazio all�immaginazioneinfantile. L�importanza dell�ambiente è tanto più importante quando piùpiccolo è il bambino; così si deve creare una cornice armoniosa fin dallanascita. Quello, freddo e impersonale di un reparto di maternità, è senzadubbio l�opposto di ciò che sarebbe auspicabile. Per le ragioni di comodità- quanti errori questa ci fa commettere! - si isola il neonato da sua madre,mentre il suo posto è al suo fianco. Il calore della madre è per luinecessario; non solo il calore fisico, ma anche il calore spirituale dell�amo-re materno. Siccome è impossibile evidenziare questo calore con l�aiuto diun termometro, si stabilisce molto semplicemente che non esiste o che èsenza importanza! Ci si accorgerà un giorno che le misure arbitrariamenteinstaurate ai nostri giorni a causa dell�ignoranza della vera natura umana,si ripercuotono non solo sulla psiche dell�individuo, ma anche sulla suasalute fisica provocando disturbi le cui manifestazioni possono propagarsifin nella vecchiaia. Eccone un esempio: in ogni tempo le madri hanno

Importanzadell�entourage e

dell�ambiente

Dalla nascita ai sette anni

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cullato i loro figli; essa sapevano istintivamente che era un bene per loro.Ma un giorno qualche pedante ha decretato che si dava al bambino unacattiva abitudine, dogma che il metodo autoritario non è mai fiorito tantoquanto di questi tempi!

Gli Americani, che hanno la mania delle inchieste, hanno interrogatodegli adulti per sapere se erano stati cullati quando erano piccoli e si sonoaccorti che coloro che lo erano stati conducevano un�esistenza più armoniosa.Quando si culla un bambino, si dà un alimento alla sua attività ritmica, siarmonizza la sua affettività. Nello stesso ordine di idee, occorre cantare laninna-nanna al bambino e, più tardi, raccontargli delle favole (quelle diGrimm e di Perrault sono ottime).

L�ambiente e il contatto affettivo sono una parte di ciò che il bambi-no riceve dal mondo esterno. Il nutrimento ne è un�altra e la sua influenzasullo sviluppo non è meno importante. Fino ai sei mesi, tutto ciò che nonè latte materno non è che un ripiego. Come dice il dottor Rita Leroi (3): «Ilseno, dapprima espressione della bellezza femminile, deve trasformarsi inorgano della bontà che si offre». Voler preservare questa bellezza a detri-mento della salute del bambino è una manifestazione di egoismo cheespone più tardi al cancro del seno. Non è sufficientemente noto che la metàdelle donne che ne sono affette non hanno mai allattato e che la maggioranzadell�altra metà ha avuto meno di tre figli ed ha allattato solo per poco tempo(4). Ci si meraviglia talvolta che tante madri ricorrano al poppatoio quando ècosì semplice l�allattamento al seno e si può pensare che non è estranea aquesta moda la pubblicità per ogni tipo di latte in scatola. D�altro canto,sostenere che la deformazione del seno sia l�ineluttabile conseguenzadell�allattamento è falso.

Possiamo farci un�idea dell�importanza dell�allattamento maternoparagonando crescita e composizione del latte nell�uomo e nei tre mam-miferi del grafico riprodotto a pagina 63.

Vediamo che la rapidità di crescita è praticamente proporzionale altasso di caseina e di sali minerali (CaO + MgO + P2O5). Il tasso di lipidisegue ugualmente il movimento ma da più lontano. Per contro quello dellattosio è inversamente proporzionale alla crescita. Ben inteso, il latte divacca dato a un lattante non lo farà crescere tre volte più in fretta, maprovoca tuttavia un aumento della ritenzione dei sali minerali nella pro-porzioni di 2,30 g/1,45 g in rapporto all�allattamento al seno, per unaumento di 100 g di peso. Vi è dunque nell�allattamento artificiale unamineralizzazione più rapida. È facile osservare che quest�ultima si accom-pagna a un risveglio più rapido della coscienza. L�allattamento artificialegenera dunque un processo di accelerazione e di conseguenza un invecchia-mento più precoce.

L�allattamento

Crescita ecomposizione del latte

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Abbiamo visto (Cfr. capitolo 2) che per essere assimilati, gli alimentidevono prima di tutto essere degradati. Le possibilità di degradazione dellattante sono molto limitate, non essendo ancora disponibili le forzenecessarie per farlo; è questo il motivo per cui egli è così esposto alle tossi-infezioni alimentari. È dunque importante non sollecitare queste forze didegradazione al di là delle loro possibilità offrendo alimenti inadatti eprocedere a qualsiasi cambiamento in maniera progressiva.

Certi pediatri raccomandano di dare ai bambini la carne moltopresto, perché hanno constatato la sua influenza sullo sviluppo dellamuscolatura. Ciò è innegabile, ma è veramente auspicabile? Bisogna esserea conoscenza che dando la carne acceleriamo lo sviluppo del bambino;sviluppo che si arresterà tanto prima quanto sarà stato accelerato e resteràperciò incompleto. Se tanti adulti oggi conservano lungo tutta la loroesistenza uno psichismo infantile, si può essere certi che il modo in cuisono stati nutriti nell�infanzia c�entri in qualche maniera. Ricordiamoancora che le uova date troppo presto fanno perdere al bambino il suoistinto naturale, di fronte al cibo. L�abuso delle uova, per il loro contenutodi ormoni sessuali, provoca pubertà premature, altra forma di accelerazio-

Dalla nascita ai sette anni

La digestione nellattante

La carne e le uova

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ne poco auspicabile. I dettagli che concernano l�alimentazione del bambi-no andrebbero oltre lo schema di questo libro e ci si riferirà con vantaggioa opere più qualificate come quella del dottor Wilhelm zur Linden (5).

Dal polo cefalico, il più sviluppato fisicamente, sono nate le forzeche lavorano alla formazione del resto dell�organismo. Al polo digestivo emotorio, ancora allo stato di abbozzo, si trovano forze di volontà partico-larmente intense, espressioni dell�Io che, dall�esterno, modella questoorganismo per farne un suo strumento. Ritroviamo questo forze di volon-tà nei processi di nutrizione ed esse si esprimono attraverso l�ardore colquale il lattante succhia il seno della madre. Possiamo osservare cometutto il corpo, dalle labbra alle dita dei piedi partecipa a queste attività.Questa volontà si manifesta ugualmente nelle grida del bambino, in tuttala sua mobilità che contrasta col poco considerevole sviluppo delle suemembra.

A poco a poco, i movimenti che sembravano caotici si vanno orien-tando verso un fine. Il bambino comincerà a sollevare la testa, poi tenteràdi drizzare il tronco e riuscirà a sedersi per acquisire finalmente, dopoimmensi sforzi, la posizione eretta a imparare a camminare. Il fatto diarrivare a reggersi sulle due gambe rappresenta un infaticabile ripetizionedi tentativi, una forza di volontà della quale ci facciamo difficilmenteun�idea e della quale pochissimi adulti sarebbero capaci. Solo coloro chehanno ricercato la perfezione in un esercizio, per esempio nel suonare unostrumento, possono sentirlo. Se ci si è potuti stupire all�inizio chel�antroposofia colleghi la volontà al polo del movimento, osservare unbambino che impara a camminare ci insegnerà quanto questoaccostamento sia giustificato. Quasi contemporaneamente il bambinoimpara a parlare. Come per la marcia il bambino acquisisce il linguaggioper imitazione. Questa facoltà è intimamente legata alla respirazione erappresenta così una manifestazione affettiva; ma, soprattutto all�inizio, illinguaggio è prima di tutto movimento, esercizio delle labbra, quindiattività volontarie. È solo più tardi, generalmente quando saprà cammina-re, che il bambino comincerà a pensare, cioè a cogliere una relazione tra ilsuono che produce e il suo significato. Camminare, parlare e pensare sonoper il bambino tre grandi vittorie riportate su un organismo sul quale haacquistato una certa padronanza. Niente di simile avviene nell�animale (6)che saltellerà in modo del tutto naturale, senza che gli sia necessario unparticolare sforzo di apprendimento, poiché la facoltà di tenersi ritto sullegambe gli è stata data e non deve acquisirla.

I primi denti appaiono pressappoco quando il bambino impara acamminare. La loro eruzione è pure una manifestazione della volontàinteriore che si accompagna spesso a processi infiammatori e a febbre. Il

Polo digestivo emotorio

... linguaggio...

... e pensiero

Posizione eretta emarcia...

La prima dentizione

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dente, per la sua durezza, non ci fa pensare a un corpo estraneo chel�organismo tenta di espellere con una infiammazione? Ciò non arriva, sicapisce, sino all�espulsione totale, ma la parte più dura, lo smalto, è spintoall�esterno. Se il dente ha troppe difficoltà ad uscire, le forze di volontàostacolate nella loro azione possono ribellarsi, cosa che si manifesterà concrampi o convulsioni.

A circa tre anni, il bambino ha imparato a manifestare i suoi senti-menti, i suoi desideri, con le parole; comincia allora a distinguere se stessodal mondo esterno al quale fino ad allora era mescolato più intimamente.Egli non si chiama più col proprio nome se fosse per se stesso un oggettoesterno simile agli altri, ma dice «Io». Il suo essere spirituale, il suo Io, si èincarnato più profondamente, nella stessa misura in cui il suo corpo fisicosi è formato ed è diventato idoneo a riceverlo. Egli prende allo stessotempo coscienza del mondo esterno che distingue dal suo essere interioreil quale comincia a popolarsi di ricordi. Questa presa di coscienza siaccompagna generalmente al bisogno di imporsi con la tendenza a dire di«no» a tutto quello che gli si propone. Questo è molto irritante per igenitori ma passerà tanto più in fretta quanta minore resistenza gli si saràopposta. Da questo momento il bambino continuerà, come per il passato,a voler imitare chi lo circonda, ma lo farà in maniera più cosciente. Sinoad ora l�imitazione ha avuto un carattere piuttosto automatico; adesso ilbambino vuol fare come sua madre o come suo padre e in generale senzaaiuto. È necessario che questo bisogno di imitazione possa manifestarsiliberamente. Se è ostacolato, tenderà a manifestarsi molto più tardi e a faredell�adulto una pecora di Panurge. È probabile che se i bambini avessero lapossibilità di appagare meglio il loro bisogno di imitazione, non divente-rebbero, da adulti, schiavi di mode di ogni specie. Evidentemente non èpossibile lasciar fare a un bambino qualsiasi cosa, e sono necessari tesori diimmaginazione e molto presenza di spirito per poter guidare un bambinocon dolcezza; l�educazione è veramente un�arte!

Alla fine del primo settennio, con l�eliminazione dei denti di latte, ilbambino avrà completamente rinnovato la sua sostanza fisica. Si saràcostruito un corpo idoneo, le cui proporzioni si avvicineranno più aquella dell�adulto che a quelle del neonato. Il rapporto tra la testa e gli artisarà tale che il bambino potrà toccare l�orecchio del lato opposto passan-do il braccio sopra la testa, cosa che costituisce un eccellente test della suamaturità scolare; ne vedremo il perché in seguito.

L�intenso lavoro necessario per l�elaborazione del proprio corpocomporta per il bambino da zero a sette anni una minore resistenza allemalattie. Egli è abbandonato alle influenze esterne senza sufficiente difesa;così è necessario assicurargli una alimentazione corretta, una protezione

Dalla nascita ai sette anni

L�apparizione dell�Io

Proporzioni del corpo

Predisposizione allemalattie

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contro tutte le aggressioni esterne. Il rumore, il freddo, il caldo, una lucetroppo intensa possono causare dei disturbi. La regolazione termica che èsotto la dipendenza dell�Io non è garantita finché quest�ultimo non abbiapreso in pieno possesso del corpo e l�omeotermia comparirà solo progres-sivamente. Se una luce troppo viva può diventare per il bambino piccolocausa di sofferenza e di malattie, la sua insufficienza, benché oggi questoavvenga molto più raramente che un centinaio di anni fa, può essereall�origine del rachitismo.

Questa malattia è l�espressione tipica di uno squilibrio tra le forze dicrescita e di strutturazione dell�organismo; così conviene soffermarsi su diessa.

Lo studio di un osso rachitico ci rivela da una parte un�insufficienzadi calcificazione, quindi un disturbo del metabolismo e da un�altra parteuna proliferazione caotica del tessuto connettivo dell�osso. Siamo dunquein presenza di una mineralizzazione e di una strutturazione insufficiente.Questi due processi, come abbiamo visto all�inizio, rivelano l�azionediretta dell�Io sull�organismo. Nel rachitismo, l�Io è troppo debole perrealizzarli, non arriva ad assicurare il metabolismo della luce, a trasfor-marla ed integrarla al chimismo delle ossa. Può anche succedere che l�Ionon abbia luce sufficiente a sua disposizione; ma questa forma esogena dirachitismo è divenuta attualmente più rara.

Si ha l�abitudine di dare ai lattanti, per prevenire il rachitismo o percurarlo, dosi di vitamina D di sintesi. Questa pratica è poco soddisfacentesul piano terapeutico, perché il suo carattere sostitutivo non riguarda laradice del male, non è priva di pericoli. Prima di tutto, se agisce sullamineralizzazione, è viceversa senza effetti sulla strutturazione e rischiadunque di fissare la malattia invece di guarirla. In seguito essa rischia diprovocare casi di ipercalcificazione - specialmente a livello dei reni -talvolta mortali. Se casi così gravi sono relativamente rari, la somministra-zione sistematica di vitamina D comporta nondimeno un indurimentotroppo precoce non solo delle ossa, ma di tutti i tessuti. Non è raro vederecerti bambini dall�aria vecchiotta, dal cranio troppo piccolo, il cui svilup-po ulteriore non potrà compiersi normalmente. Una volta di più incon-triamo queste tendenze e voler bruciare le tappe che è una delle piaghedella nostra epoca.

In un�affezione in relazione con le forze di luce e con l�Io, si penserà inprimo luogo al fosforo, che sarà prescritto in D5 o D6 in ragione di tre gocceprima della prima colazione e prima del pasto di mezzogiorno (mai fosforo inbassa diluizione la sera). Se la malattia interessa soprattutto il polo cefalico(craniotabe), si prescriverà Phosphorus D30 in ragione di 5 gocce ogni due o tregiorni, che si potranno somministrare verso le 18. Per stimolare le forze di

Il rachitismo

La vitamina D

Il trattamento delrachitismo...

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strutturazione, si darà Silicea D10 trit. In caso di deformazioni, si prescriveràStannum met. D10 trit., grande quanto un pisello due volte al giorno; loStannum è ugualmente indicato in casi di craniotabe sotto forma di unguento(Stann. met. D1 25% ung.) spalmandolo su tutto il cranio durante la notte. Perstimolare il desiderio di stare in piedi, si darà al risveglio una quantità uguale aun pisello di Ferrum sidereum D20 trit.

Per la profilassi del rachitismo, è bene dare alla madre, durante lagravidanza, i Sali calcarei nutritivi Weleda n° 1 e 2 (il n° 1 al mattino, il n°2 alla sera). Questi saranno dati anche al bambino dopo la nona settimana.

È bene esercitarsi a riconoscere se i bambini appartengono al tipo a testagrossa o a testa piccola. Nei primi, predomina il sistema metabolico, essi hannola tendenza a calcificarsi meno velocemente. I secondi, al contrario, si indurisco-no più rapidamente. Di conseguenza, ai primi si prescriveranno: Sali calcarein° 2 solo più tardi. Eventualmente si sostituiranno con Calcarea carbonicaostrearum dalla D3 alla D6. È bene continuare i Sali calcarei per tuttol�infanzia, fin verso la pubertà. Si prescriveranno per periodi di quattro settima-ne, seguiti da una o due settimane di riposo. Dal 15 giugno al 15 settembre è benesospendere la loro somministrazione. I Sali calcarei non sono sempre unaprofilassi sufficiente per il rachitismo; si aggiungeranno, al bisogno, 5 gocce diPhosphorus D6 al risveglio durante il periodo in cui difetta la luce solare.

Per rimediare ai disturbi dell�ipervitaminosi D, si prescriverà ArgentiteD6 trit. (da sostituire eventualmente con Argentum met. D6 trit. per i bionditroppo sensibili allo zolfo) ma dare quanto un pisello, due o tre volte al giorno. Sipotranno anche prescrivere dei bagni solforati caldi (un cucchiaino da caffè diKalium sulfuratum 20% q.b. per ogni bagno).

Le malattie infantili sono manifestazioni acute della lotta tra l�Io e leforze ereditarie. Vi sono periodi in cui l�essere spirituale cerca di manife-stare la propria supremazia in maniera particolarmente intensa; questavolontà di imprimere profondamente la propria impronta nel corpo fisicoprovoca la predisposizione alla scarlattina. In altri periodi, l�essere spiri-tuale, più labile, avrà la tendenza a cedere il passo al modello terrestre; ilbambino sarà allora ricettivo al morbillo. Questo ci apparirà come unamalattia piuttosto acquosa, un�inondazione, coi suoi occhi lacrimosi, lepalpebre gonfie e l�aspetto un po� tumefatto di tutto il corpo. Sono,queste, manifestazioni dell�eterico che, come sappiamo, ha come supportol�elemento liquido. Al contrario, la scarlattina, col suo carattere piùdrammatico, ci fa pensare a un incendio; la secchezza della pelle e il tipo dieruzione, sabbiosa al tatto, richiamano questa azione mineralizzante del-l�Io, il cui «fuoco lascia delle ceneri. Questa azione mineralizzante siritrova persino nelle complicanze della scarlattina che sono la nefrite e ilreumatismo.

Dalla nascita ai sette anni

... e la sua profilassi

Teste grosse e piccole

Scarlattina e morbillo

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Il trattamento del morbillo è semplice. Si deve dare al bambino InfludoWeleda (o Ferrum phos. comp.), secondo l�età da 3 a 6 gocce, ogni due ore e sideve mettere sul torace un senapismo per facilitare il manifestarsi dell�eruzione.Un�eruzione che si manifesta bene non crea complicazioni. Bisogna, certamente,lasciare il bambino al caldo e a riposo per un tempo sufficiente e prescrivere unadieta idrica durante la febbre. Quando la temperatura comincia a scendere, sidistanzia Infludo, che non si deve mai interrompere bruscamente. In caso dibisogno si deve usare l�Elixir contro la tosse Weleda (mai codeina), o meglioun infuso di Althaea off., rad. 1 p. / Cetraria island. 2 p. / Pimpinellaanisum, fruct. 1 p. / Prunus spin., flos 3 p. / Sambucus, flos 3 p. conl�aggiunta di un poco di mela. Questo infuso, oltre ad essere efficacissimo, è privodi ogni tossicità. Durante la convalescenza, si deve dare una o due volte al giornodi quanto un pisello di Ferrum sidereum D10 / Pancreina D6 aa trit., e trecucchiaini da caffè al giorno di Hippophan Weleda.

Nella scarlattina è bene intervenire in primo luogo sulla faringe facendoogni quattro ore una nebulizzazione con Apis mell. 0,1% / Belladonna 0,1% /Eucalyptus glob. 0,1% / Bolus alba q.s.p. 100%. Se l�angina è rossa, si devedare in più, ogni quattro ore (due ore dopo ogni nebulizzazione), quanto unpisello di Cinnabaris D20 trit. Se l�angine è poltacea si deve sostituireCinnabaris con Mercurius cyanatus D4 dil. (da 5 a 10 gocce secondo l�età). Ilmedicamento di base della scarlattina è Cassiterite 0,1%, che si deve aggiungereal bagno (2°C in meno della temperatura dell�ammalato) nella misura di uncucchiaio. Non dimenticare di somministrare un cardiotonico (da 5 a 10 gocce diHyoscyamus 0,1% / Onopordon 2,5% / Primula off. 2,5% / Eccipienteq.s.p. 100% dil.) prima del bagno.

Se non è possibile il bagno, lo si deve sostituire avvolgendo tutto il corpo inpanni freddi (bagnare un lenzuolo in acqua fredda alla quale sarà stato aggiuntauna cucchiaiata di Cassiterite 0,1%. Dopo il bagno o i panni freddi, avvolgere ilmalato in un accappatoio asciutto e dargli un�infuso (fior di sambuco o di tiglio) perprovocare la sudorazione. Il bagno o i panni freddi si faranno una volta al giorno omeno che un�alta temperatura non richiede una maggiore frequenza. Bisogna sempresostenere il cuore e somministrare Hyoscyamus 0,1% / Onopordon 2,5% /Primula off. 2,5% / Eccipiente q.s.p. 100% dil., almeno tre volte al giorno (da 5 a10 gocce). Come in tutte le malattie febbrili acute, si deve prescrivere la dieta idrica edessere molto prudenti nel ricominciare l�alimentazione (né sale né albumine). Du-rante la convalescenza si deve somministrare Ferrum sidereum D10 / PancreinaD6 aa trit. e Equisetum D6 dil., anche in assenza di sintomi di nefrite. Cosìtrattata la scarlattina non espone a complicanze.

Se la scarlattina ci avvicina all�elemento fuoco e il morbillo all�ele-mento acqua, la pertosse è indubbiamente in rapporto all�elemento aria eal corpo astrale. Essa si distingue per gli accessi che tutti conosciamo, checostituiscono un disperato tentativo dell�organismo di sbarazzarsi del-

Trattamento delmorbillo

Trattamento dellascarlattina

La pertosse

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l�aria contenuta nei polmoni. Nella normale respirazione, il rapporto delcorpo astrale con l�organismo varia in maniera ritmica. Nella pertosse, inseguito alla irritazione dei bronchi, resta attaccato al corpo, provocandolo spasmo della glottide e trattenendo l�aria. Questa si comporta come uncorpo estraneo che l�organismo vorrebbe espellere, cosa impossibile acausa della chiusura della glottide.

Alla fine il tasso crescente di acido carbonico nel sangue provoca unatendenza alla sincope, dunque un distacco del corpo astrale; lo spasmodiminuisce e l�aria rientra fischiando nei bronchi. Può sembrare parados-sale che un disperato tentativo di espellere l�aria finisca con unainspirazione. In realtà, l�organismo tenta di espellere l�aria residua che sicomporta come corpo estraneo; all�apertura della glottide, l�aria penetraper l�elasticità del torace. Se osservate bene il comportamento di unbambino durante un eccesso di pertosse, vedrete che si tratta, come hadetto Rudolf Steiner, di una dispnea espiratoria e coglierete dal vivo ilcomportamento del corpo astrale.

Questo ruolo del corpo astrale ci fa capire l�importanza del fattoreaffettivo nella pertosse. I figli di madri inquiete hanno pertossi più gravi,più drammatiche di quelli le cui madri conservano il loro sangue freddo.Eccone un esempio tipico. Avevo curato un bambino di pertosse pocoprima di un viaggio e lo avevo affidato a un collega la vigilia della miapartenza. Tutto era andato benissimo fino al momento in cui la madreseppe di questa partenza. La sua inquietudine ebbe ripercussioni immedia-te sul bambino i cui accessi aumentarono considerevolmente in frequenzae in intensità, benché non vi fosse stato alcun cambiamento nella condottadella cura.

Per curare bene una pertosse, è necessario dunque cominciare col rassicura-re le persone a contatto con l�ammalato ed esigere anche su certi punti unarigorosa disciplina. Prima di tutto bisogna ridurre considerevolmente l�alimen-tazione; questo non sempre è facile, perché una madre ha sempre paura che suofiglio muoia di fame, mai che muoia perché ha mangiato troppo! In caso divomito si darà un leggero spuntino dopo un accesso. Se il vomito è frequente,bisogna pensare a compensare la perdita di cloruri somministrando del sale. Ilvomito del lattante rischia di provocare una rapida disidratazione; bisognabadare a reidratarlo e dargli solo latte molto annacquato o infusi. Bisogna ancheessere molto rigidi in ciò che concerne i calmanti per la tosse che sono all�originedi molte complicanze. La cura mirerà a temperare l�azione del corpo astralegrazie al Pertudoron Weleda e al Cuprum aceticum D3 dil. Si otterrannoeccellenti risultati a condizioni di rispettare la posologia e di resistere allatentazione di un dosaggio eccessivo. Ad un lattante si somministreranno almassimo tre gocce, a un bambino grande o ad un adulto non più di 5. Si darannoalternativamente ogni due ore e così ogni medicinale verrà somministrato ogni

Dalla nascita ai sette anni

Il fattore affettivo

Trattamento dellapertosse

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70 Medicina antroposofica

quattro ore. All�inizio si devono somministrare i rimedi anche durante la notte.Per uno o due giorni si assiste generalmente a un leggero peggioramento che nondeve a nessun costo comportare un aumento delle dosi e della frequenzadelle somministrazioni, ma piuttosto una diminuzione. In seguito lo statomigliora. Gli insuccessi sono dovuti spesso a un sovraccarico dello stomaco. Nonsi deve temere di veder dimagrire un bambino, perché, appena la malattia saràpassata, il bambino darà prova di eccellente appetito e riacquisterà rapidamenteil suo peso (salvo nel caso in cui gli accessi di tosse siano stati attenuati con lacodeina e i suoi derivati). Questi rimedi si devono somministrare fino allascomparsa totale degli accessi, ma si potrà distanziarne le somministrazioniappena il bambino comincia a stare meglio. Spesso si possono sospendere quasisubito quelle notturne.

È interessante notare che dopo una pertosse, sussiste talvolta per più di unanno una certa irritabilità dei bronchi che fa sì che ad ogni raffreddore la tosseabbia l�andamento simile alla pertosse.

Se osservate un bambino curato in questa maniera, sarete stupiti non solodella rapidità della convalescenza, ma soprattutto dei progressi che avrà fatto ilbambino. Questi progressi si manifestano persino nel linguaggio. Viceversa, unbambino al quale la malattia sarà stata inibita, se la trascina dietro per mesi etalvolta anche per anni. Conseguentemente non si dovrebbe vaccinare un bam-bino contro la pertosse, perché significa privarlo di una possibilità di sviluppoche gli è donata dalla malattia.

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NOTE

1 Malson L.: I bambini selvaggi, mito e realtà. Union General d�Edition, Parigi,1964, collezione 10-18.

2 Glas N.: Prima infanzia. Parigi 1966, collezione «I quaderni blu dell�arte del-l�educazione» (esaurito).

3 Leroi R., Dr.: «Das Mammarkazinom», in Beiträge zu einer Erweiterung derHeilkunst, 6, 1970.

4 Kesseler E.: «Stillen und Brustkrebs», in Deutsche medizinische Wochenscrift 93(13), 1968.

5 Zur Linden W., Dr.: Mio figlio, la sua salute, le sue malattie, 4ª ed. rivista eaumentata. Ed. del Centro Triades, Parigi 1985.

6 Non bisognerebbe neppure paragonare l�apprendimento della marcia a unammaestramento. In questo, è l�uomo che impone la sua volontà all�animalecon un qualsiasi sotterfugio.

Dalla nascita ai sette anni

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Capitolo VIII

Dai sette ai quattordici anni

Fino ai sette anni, il corpo eterico è rimasto legato all�eterico uni-versale come il corpo fisico era legato alla madre prima della nascita. Conla seconda dentizione, il corpo eterico si libera a sua volta e possiamo direche nasce. Sino ad ora è stato occupato alla costruzione del corpo fisico,alla sua crescita, alla ristrutturazione delle sue proporzioni delle qualivediamo una manifestazione nel rapporto che esiste adesso tra la testa e gliarti.

Una parte del corpo eterico resterà legato all�organismo e continue-rà ad assumere la responsabilità dei processi di crescita e di rigenerazione;l�altra parte, avendo compiuto il suo compito sul piano fisico, diventalibera. Per quali funzioni questa parte diventa disponibile? In natura,niente si perde, tutto si trasforma. Queste forze, divenute libere, noi leritroviamo sul piano del pensiero, nella memoria, nella rappresentazione,nel concatenamento dei concetti. Adesso comprendiamo perché, quandosi constata un certo rapporto dimensionale tra la testa e gli arti, vi si puòleggere il segno della maturità scolare.

È sorprendente constatare la similitudine che esiste tra le forze dellacrescita e quelle del pensiero. Il seguente prospetto ne darà un�idea.

Azione del corpo eterico

Metamorfosidelle forze eteriche

nella crescita

Riproduzione di elementi organici,per es. cellule

Elaborazioni di elementi simmetri-ci (destra e sinistra)

Strutturazione della pianta

nel pensiero

Riproduzione di elementi percepi-ti (nella rappresentazione)

Possibilità di pensare a dei contrari

Strutturazione del pensiero

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74 Medicina antroposofica

Varietà delle forme

Riduzione delle attività nei semi

Concatenamento di una cellulacon l�altra secondo un pieno

Ramificazione

ecc.

Varietà dei pensieri

Memorizzazione (immagazzina-mento di elementi che possono es-sere riportati alla coscienza)

Concatenamento delle idee secon-do una logica

Associazione di idee

ecc.

Ma perché le forze eteriche divengano forze di pensiero, è necessarioche l�Io sia sufficientemente maturo per poterle utilizzare. Egli deveimpadronirsene, strutturarle, altrimenti esse tenderanno a regredire allostadio vegetativo. La dislessia costituisce uno degli aspetti di questeregressione. Essa è caratterizzata da irregolarità della metamorfosi delcorpo eterico che si manifesta sul piano psichico sotto forma di immaginiallo specchio. Queste ci ricordano la facoltà di riproduzione simmetricache è una delle qualità del corpo eterico. Il bambino leggerà una «b» alposto di una «d», una «q» al posto di una «p», «la» invece di «al», «cor»invece di «roc», ecc. Questi disturbi, fortunatamente, sono passeggeri espariscono in generale completamente quando l�Io riesce a incarnarsimeglio. Troveremo in seguito un altro aspetto di questa regressione delleforze eteriche a proposito del cancro.

La liberazione di una parte del corpo eterico, apre nuove possibilitàalla memoria ed è allora che il bambino diventa realmente capace diimparare. Non è impossibile insegnare a scrivere a un bambino sin dall�etàdi tre anni; ma si fa allora prematuramente ricorso a forze eteriche chedovrebbero essere riservate alla costruzione dell�organismo. Anche se ciònon comporta disturbi immediati, la sottrazione di queste forze si riperco-terà presto o tardi sulla salute. Anche dopo i sette anni bisogna tener contodelle possibilità individuali. Il bambino diventerà pallido e si indebolirà sechiederemo troppo alla sua memoria, se il polo neurosensoriale è tropposollecitato. Al contrario, se lo è troppo poco, i processi sanguigni del polometabolico avranno tendenza a prevalere e il bambino sarà esuberante. Èfacile constatare che l�epoca attuale chiede troppo alle forze del pensiero.

La liberazione parziale del corpo eterico comporta una maggiorelibertà del bambino di fronte all�ambiente esterno. È questa una condizio-ne necessaria allo sviluppo della vita affettiva, sviluppo che occuperà il

La dislessia

Non troppo né troppopoche attività intellet-tuali

Sviluppo dell�affettività

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secondo settennio. Questa vita dell�anima è caratterizzata da una perpetuaoscillazione tra due sentimenti primordiali ai quali possiamo ricondurretutto quello che proviamo: la simpatia e l�antipatia (Cfr. nota 3 Capitolo1). Questa oscillazione tra due contrari è dunque un�alternanza, un ritmo,e noi la ricolleghiamo al sistema ritmico dell�organismo. Questo sistemanel bambino è stato preformato, ma si sviluppa completamente, in mododa diventare lo strumento della vita affettiva, solo tra i sette e i quattordicianni. La formazione dell�organismo fino ai sette anni era principalmentesotto la direzione del corpo eterico. Adesso è il corpo astrale che condurràla danza, poiché l�affettività, movimento dell�anima, è proprio una speciedi danza che trova il suo alimento nelle percezioni sensoriali e si esprimecol movimento degli arti oscillando così tra il polo cefalico e quello dellamobilità, equilibrandoli.

Prima dei sette anni, l�affettività del bambino è poco sviluppata; essaè soprattutto l�espressione dei suoi rapporti col suo ambiente esterno. Ilbambino ricerca per esempio il calore materno. Egli vive nel suo ambien-te senza aprirsi realmente al sentimento degli altri; egli è meravigliosa-mente obiettivo. Non prova quasi compassione e può dare prova dicrudeltà perché non sente quello che sentono gli altri. Quando due bambi-ni piccoli giocano insieme, ciascuno gioca per sé; può essere che uno imitil�altro ma non c�è contatto interiore.

Con l�entrata in gioco del corpo astrale apparirà una interiorizzazio-ne, uno scambio col mondo esteriore. Simpatie e antipatie saranno sentitenel più profondo dell�anima. Il bambino sarà in grado di provare amicizia,ma anche inimicizia. Egli svilupperà il suo senso sociale, giocherà ingruppo, canterà in coro o anche in canone. Anche la musica, in questoperiodo, recita un ruolo tra i più importanti, perché aiuterà ad armonizza-re le forze del pensiero e della volontà. Non è abbastanza noto che ilnostro corpo è costruito secondo le leggi musicali e che specialmente irapporti tra i diversi segmenti degli arti sono quelli degli intervalli musica-li. Ci è anche possibile aiutare lo sviluppo del bambino insegnandogli asuonare uno strumento musicale e, in maniera più generale, con tutte leattività artistiche. Anche l�insegnamento, in questo periodo, dovrebbesempre avere un carattere artistico, non essere soltanto austeramenteintellettuale. Così la scuola non diventerebbe una pesante incombenza, lanaturale curiosità del bambino, invece di smussarsi, resterebbe desta.

Verso il nono anno si produce un evento che ci ricorda quello che èsuccesso tra il secondo e il terzo anno: un processo di incarnazione dell�Io.Questi, all�epoca, aveva preso possesso del polo neurosensoriale; ora silega più strettamente al metabolismo. Può succedere che questo processosia ostacolato, cosa che potrà diventare causa di disturbi del metabolismo,

Dai sette ai quattordici anni

L�affettivitàprima dei sette anni

Educazionedell�affettività

L�Io verso ilnono anno

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76 Medicina antroposofica

per esempio di diabete. Questo è in effetti espressione di un�azione insuffi-ciente dell�Io su certe funzioni del metabolismo. È interessante notare cheil diabete compare a questa età più frequentemente che in nessun�altra.

D�altro canto, il secondo settennio è piuttosto un periodo di buonasalute, cosa che si spiega con la predominanza del sistema ritmico,armonizzatore. La malattia è sempre espressione di un�azione eccessiva diuno dei poli che il sistema ritmico si sforza di correggere ristabilendol�equilibrio.

Essendosi legato al sistema metabolico verso il nono anno, l�Io,partendo da questo centro, prenderà a poco a poco possesso dei muscoli edelle ossa. I movimenti, che fino a quel momento avevano un carattere piùautomatico, diventano più coscienti, cosa che non sempre avviene senzaalcune difficoltà. Potete tentare di farvene un�idea cercando di eseguire unmovimento che fate abitualmente senza pensarci; ritroverete un po� dellagoffaggine del periodo dell�apprendimento. Prendendo maggiore coscien-za dei suoi arti, anche il bambino, verso i dodici anni, diventa maldestro.Spesso egli non sa bene che fare delle sue braccia e si ficca le mani in tasca,o quando se ne serve, lascia facilmente sfuggirsi degli oggetti con grandeirritazione delle persone che sono con lui. Questo scompare in generaleabbastanza rapidamente, ma può accadere che questi disturbi siano piùseri e allora siamo in presenza della corea minore o ballo di S. Vito.

Ricordiamo di aver parlato proprio all�inizio, in merito al corpoastrale, del suo ruolo nell�interiorizzazione delle percezioni e nella reazio-ne a questa che costituisce l�esteriorizzazione sotto forma di movimenti.Si tratta qui di un vero ritmo, di una «respirazione» alla quale l�Io parteci-pa nella presa di coscienza delle percezioni e nell�espressione volontariache è il movimento. Se il corpo astrale non è in grado di svolgere la suafunzione, questi processi si compiono in maniera aritmica, l�Io non potràesprimersi armoniosamente attraverso il corpo astrale; egli sarà ostacola-to nella sua presa di possesso degli arti. Ma l�incapacità del corpo astrale adadempiere il suo compito è l�espressione d�una dominante eterica cheprovoca una certa «viscosità», una certa inerzia che ostacola l�azione delcorpo astrale. Comprendiamo adesso la sintomatologia della corea. Essaappare spesso in seguito ad una contrarietà, a un contrasto affettivo, a unapaura che sono causa di indebolimento del corpo astrale. I disturbi respira-tori ne sono i primi sintomi. La comparsa di movimenti involontaripotrebbe farci credere a una eccessiva attività del corpo astrale; essi nonsono in realtà che l�espressione dei suoi tentativi infruttuosi per diventarepadrone della situazione e potremmo in merito ricordare l�immaginedell�alpinista che abbiamo descritto a proposito del crampo, ma con unadifferenza fondamentale: nel crampo il movimento cessa per la rigidità e iprocessi di coscienza si intensificano dolorosamente. Nella corea, il movi-

Mobilità e coscienza

La corea oballo di S. Vito

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mento si intensifica in maniera caotica e la coscienza si attenua finoall�esaurimento. Ciò ci dimostra che nel crampo abbiamo un processoeccessivo nato dal polo neurosensoriale (azione diretta dell�Io e del corpoastrale sull�organismo) e nella corea un processo eccessivo nato dal polodel metabolismo e del movimento (azione mediata degli elementi superio-ri).

Comprendiamo anche che un�affezione simile può manifestarsi nelcorso della gravidanza che è caratterizzata, anch�essa, da una dominantedel polo inferiore e delle forze eteriche.

Quale sarà il trattamento della corea? Prima di tutto l�allontanamentodalla scuola per evitare i traumi psichici che il comportamento del malato nonmancherebbe di suscitare e che non farebbero che aggravare il suo stato. Sipotrebbe anche pensare all�arsenico. Rudolf Steiner diceva: «Arsenizzare èastralizzare». Ma con questo farmaco bisogna essere prudenti perché si rischiafacilmente di andare oltre l�effetto desiderato; sarebbe preferibile utilizzarlonella sua sintesi naturale col ferro e col rame, come si trova in certe sorgenti delNord-Italia (Levico, Roncegno). Non è mai stato possibile riprodurre in labora-torio questa combinazione naturale. Il ferro favorisce l�incarnazione dell�Io e ilrame armonizza l�azione del corpo astrale. Questa acqua minerale potrà essereprescritta sotto forma di Levico D3 dil. in ragione di 5 gocce al mattino e amezzogiorno. Esiste un eccellente farmaco della corea che dobbiamo al dottorNoll, uno dei pionieri della medicina antroposofica: Agaricus musc. D3 10% /Mygale avic. D4 10% / Stramonium D2 10% / Eccipiente q.s.p. 100% / dil.e Cuprum aceticum D3 10% / Zincum valerianicum D3 10% / Eccipienteq.s.p. 100% dil. Si devono somministrare alternate ogni due ore in ragione di 5gocce. Sono anche utili i bagni solforati (Kalium sulfuratum 20% p.b., uncucchiaino da caffè in un bagno caldo), poiché lo zolfo ha la proprietà diristabilire l�equilibrio tra il corpo astrale e il corpo eterico. Infine, se se ne ha lapossibilità, sarebbe ottima cosa far praticare al paziente l�euritmia curativa (1).

La corea è stata talvolta considerata come una complicanza dellamalattia di Bouillaud o reumatismo articolare acuto. Essa compare per-tanto frequentemente in maniera isolata. Esiste nondimeno una relazionetra le due malattie le quali, pur avendo una semiologia totalmente diversa,hanno tuttavia cause simili. Il corpo eterico ha come supporto l�insiemeorganizzato dei nostri liquidi che possiamo chiamare il nostro «organi-smo-acqua». Questo deve essere attraversato da un processo respiratorio,potremmo dire «ventilato» dall�azione del corpo astrale sul nostro «orga-nismo-aria». Nella malattia di Bouillaud, questo processo di ventilazione èinsufficiente, la funzione respiratoria del corpo astrale è incompleta. Ilrisultato è la comparsa di ciò che possiamo chiamare dei «residui eterici-acquosi che si comportano come corpi estranei e sono cause dipredisposizione a reazioni infiammatorie ed essudative. Del resto, i più

Dai sette ai quattordici anni

La malattia diBouillaud...

Trattamentodella corea

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78 Medicina antroposofica

esposti a questa malattia sono i temperamenti linfatici (soprattutto quellia tendenza infiammatorie), caratterizzati dalla predominanza dell�etericoe dell�organismo-acqua. Dunbar l�ha notato in quei bambini dal viso liscioe spensierato che conferisce loro un�espressione angelica (2). Il fatto che lamalattia passa da un�articolazione all�altra ci dà l�impressione dell�oscilla-zione, come se questo residuo eterico, che sfugge all�azione dell�astrale,fuggisse davanti a lui, corpo astrale che non arriva ad assumere la suafunzione in maniera globale. Siccome sono i processi metabolici cheprendono il sopravvento, comprendiamo perché sono risparmiate learticolazioni del collo che comportano rapporti più stretti con i processidi strutturazione nati dal polo superiore. Succede anche alle piccolearticolazioni della dita, perché alle estremità ritroviamo parimenti unaprevalenza del sistema neuro sensoriale sul metabolismo, che è soprattut-to centrale. Le ragazze, a causa della loro incarnazione meno profonda,sono più predisposte dei ragazzi. L�abbondanza della traspirazione indicail tentativo del corpo astrale di venire a capo dell�organismo-acqua. Que-sta sudorazione è un processo di guarigione che sarebbe sbagliato contra-stare.

Al contrario, la terapia cercherà di stimolare l�organismo-acqua. Dobbia-mo prescrivere in primo luogo un infuso di foglie di betulla, per favorirel�eliminazione e aiutare la strutturazione delle albumine. Queste così avrannouna minore tendenza a depositarsi sotto forma di essudati. Bisogna anche, èimportantissimo, sottoporre l�ammalato sin dall�inizio a un regime vegetarianoleggero, povero di albumine e di sale. Come farmaco di base dobbiamo prescrive-re ogni due ore, alternate, da 5 a 10 gocce di Aconitum nap. D3 10% / Arnicamontana D1 10% / Bryonia D2 10% / Eccipiente q.s.p. 100 dil. e diColchicum autumn. D2 10% / Sabina D3 10% / Eccipiente q.s.p. 100% dil.Localmente dobbiamo applicare senza massaggiare, l�unguento Arnica 10% odelle compresse appena inumidite di arnica (un cucchiaino da caffè di ArnicaT.M. 40% / Alcool q.s.p. 100% in un terzo di bicchiere d�acqua). Con questasoluzione, umettare molto leggermente una flanella - arnica e lana vannod�accordo - che si lascia sopra l�articolazione malata. Inumidire di nuovo una odue volte al giorno. Le compresse devono essere mantenute a temperatura adegua-ta con l�aiuto di una borsa di acqua calda. Non si deve dimenticare il cuoredando tre volte al giorno 10 gocce di Hyoscyamus 0,01% / Onopordon 2,5%/ Primula officinalis 2,5% / Eccipiente q.b. 100% dil. Questa terapia mi hasempre permesso di ottenere complete guarigioni senza complicanze e non ho maifatto ricorso al salicilato o agli antiinfiammatori.

Nel corso del secondo settennio, il rachide deve essere oggetto diparticolare attenzione, poiché questo è il periodo in cui compaionodeformazioni come la scoliosi, la cifosi e la lordosi. Queste affezioni, aragione, sono state messe in relazione con la frequentazione della scuola,

... e il suo trattamento

Scoliosi e cifosi

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ma è stata loro attribuita a torto una causa meccanica: lo stare a lungoseduti e il portare le cartelle sovraccariche. Abbiamo visto che mettersiritti in verticale e la posizione eretta sono effetto dell�azione dell�Io (glianimali, che non hanno Io, stanno in orizzontale, anche le scimmie). L�Io,che si stacca dal corpo durante il sonno, lo ritrova al mattino. Questaincarnazione dovrebbe normalmente effettuarsi velocemente e completa-mente, cosa che si manifesterebbe attraverso la gioia e l�entusiasmo. Ora,sottoposto al sovraccarico delle funzioni intellettuali (non è la cartella chepesa ma la testa!) l�Io si incarna solo a malincuore e prende possessodell�organismo in maniera incompleta; il bambino si sveglia male, è muso-ne, si trascina e il suo rachide non ha più la forza di opporsi alla gravità e siincurva. D�altra parte, le forze eteriche sono troppo assorbite dai processiintellettuali a detrimento dei processi vegetativi.

Non è possibile rimediare a tali inconvenienti con semplici cambiamentidi programmi; è soprattutto la maniera di insegnare che deve essere modificata.Sul piano medico, si deve cercare di fortificare l�Io e il corpo eterico. Dobbiamopensare prima di tutto ai Sali Calcarei nutritivi, al Fosforo (in D5 o D6 lamattina), al ferro (Ferrum sidereum D10). Possiamo anche aiutare l�Io aprendere possesso dell�organismo con una frizione di acqua salata fredda sullaparte alta del dorso e sulle spalle al risveglio (un grosso pugno di sale marino inun litro di acqua). Per fortificare il corpo eterico, dobbiamo dare Prunusspinosa D3 dil. (10 gocce tre volte al giorno) o se possibile Prunus spinosa c.ferro Wala. In casi gravi di morbo di Scheuermann, bisognerà considerarel�allontanamento dalla scuola e fare iniezioni sottocutanee di Bambusa D6 /Dischi vertebrali D4 / Equisetum arvense D15 / Formica rufa D3 /Stannum met. D6 aa che si alterna con Betonica off. D3 / Rosmarinus off.D3. Infine, anche in questo caso, l�euritmia curativa sarà di enorme utilità.

Durante tutto il secondo settennio, l�azione del corpo astrale sull�or-ganismo ha provocato una trasformazione profonda, una maturazione ilcui risultato è la pubertà. Cosa che constatiamo esternamente, la muta insenso lato, la metamorfosi di tutto l�organismo, accadono in pochissimotempo, in rapporto al lavoro interiore che si è realizzato durante i setteanni precedenti, cosa che dona loro un andamento spettacolare. Il tonodella voce si abbassa di un�ottava nel ragazzo, solo di un tono nellaragazza, cosa che dimostra che in quest�ultima il processo di incarnazioneè meno profondo che nel ragazzo. Anche le forme femminili avranno unrilievo più arrotondato, espressione del lavoro più intenso delle forzeeteriche. Nel ragazzo, viceversa, l�Io e il corpo astrale si impadronirannopiù direttamente del corpo fisico al polo neurosensoriale, cosa che sitradurrà in forme più spigolose, in una respirazione di tipo addominale (ilcorpo astrale, attraverso il polo neurosensoriale scende più profondamen-te nell�organismo) e in una maggiore capacità cerebrale (predominanza del

Dai sette ai quattordici anni

Prevenzione etrattamento delle

scoliosi

La muta

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80 Medicina antroposofica

polo neurosensoriale).Avendo compiuto queste trasformazioni, il corpo astrale diventa a

sua vola libero e disponibile per altri compiti. Accade a lui quello che eraaccaduto al corpo fisico alla nascita e al corpo astrale «nasce» a quattordicianni.

Questo periodo è generalmente considerato come un passaggio par-ticolarmente difficile. Esso è più agevolmente superato dagli allievi dellescuole Rudolf Steiner, dove si applica una pedagogia che tiene conto tantodelle realtà psichiche e spirituali che di quelle materiali.

NOTE

1 Questa terapia attraverso il movimento rappresenta l�applicazione specializzatadell�euritmia, concepita prima di tutto come arte del movimento. Conl�euritmia, si esprime in modo artistico, col movimento di tutto l�uomo,l�insieme dei rapporti che regnano nel mondo dei suoni - linguaggio e musica.L�euritmia curativa modifica questi movimenti in maniera che si ripercuotanosu colui che li pratica e stimolino in lui le forze che presiedono alla formazionee alle funzioni dell�organismo. (Dr. Walter Holtzapfel, La medicina dell�avveni-re, p. 29. Edizioni del Centre Triades, Parigi 1986).

2 Citato da F. Husemann in Das Bild des Menschen als Grundlage der Heilkunst. Op.cit.

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Capitolo IX

Dai quattordici ai ventuno anni

La liberazione del corpo astrale intorno ai quattordici anni mette adisposizione degli adolescenti, che hanno doppiato il capo della pubertà,nuove forze delle quali dovranno imparare a servirsi. La maniera in cui nefaranno uso dimostra nuovamente la differenza dei processi di incarnazio-ne nei due sessi. Nella ragazza, queste forze, meno profondamente incarna-te, si manifestano in maniera più superficiale, sono come un abito, unatoilette di cui si può approfittare per cercare di vedere l�effetto che fa suglialtri. C�è sempre la tentazione di vedere sino a che punto si può arrivare, ea un professore è necessaria molta vigilanza, molta presenza di spirito, eanche molto umorismo per salvare la faccia. Poiché non si tratta più diusare semplicemente l�autorità come nel primo settennio. Lì l�autoritàaveva il suo spazio, a condizione di emanare quell�incontestabile superio-rità che il bambino ammira; dopo i quattordici anni, essa rischia didegenerare in autoritarismo e di suscitare la ribellione.

Nel ragazzo, queste forze astrali libere agiscono più in profondità, inmaniera più intima; provocano anche, in lui, un senso di imbarazzo, da lìla tendenza a ripiegarsi su se stesso, a diventare un po� orso, fino a fare deigrugniti a mo� di risposte. Neppure in questo caso, l�autorità servirebbe aniente; serve al contrario il tatto, la delicatezza per dimostrare al giovaneche queste forze che egli non sa ancora usare gli danno una coscienza piùsveglia, una capacità di ragionamento che prima non possedeva; non èforse questo il periodo delle interminabili chiacchierate tra amici?

Nell�animale, la curva ascendente termina con la comparsa dellapossibilità di procreare che segna l�inizio dell�invecchiamento. Nell�uo-mo, viceversa, lo sviluppo ascendente prosegue dopo la pubertà e quandola curva diventerà discendente sul piano fisico, essa potrà restare ascenden-te sul piano spirituale fino alla morte, a meno che l�essere non si abbando-ni alla materia e non ricada così in una certa animalità. Siamo dunque inpresenza di due tendenze, l�una piuttosto femminile, l�altra piuttostomaschile, nella maniera di integrare le forze astrali divenute libere. Spinte

La nascita del corpoastrale

L�uomo e l�animale

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all�estremo, queste due tendenze diventeranno predisposizioni morbose.Nelle ragazze, se questa astralità non è controllata, se ella non è capace,sotto l�influenza dell�Io, di strutturare la spinta vitale delle forze eteriche,si manifesterà in maniera caotica e vedremo apparire l�isterismo. Neabbiamo perlato nel quarto capitolo e non ci torneremo su. Se, al contra-rio, si esagera la tendenza maschile, se le forze astrali penetrano troppoprofondamente nell�organismo, l�anima si interesserà troppo alla materiae specialmente al corpo, cosa che rischia di provocare una propensioneall�erotismo e può portare, in certi casi, alla schizofrenia. È anche possibi-le che dei ragazzi siano soggetti all�isterismo e delle ragazze all�erotismo oalla schizofrenia, ma l�inverso è comunque più frequente.

L�insufficienza dei processi di incarnazione nelle ragazze può esserela causa di una malattia divenuta ai nostri giorni abbastanza rara: la clorosio anemia essenziale delle ragazze. La pratica degli sports, la vita piùintensa della nostra epoca, obbligano in qualche modo l�Io a prenderepossesso dell�organismo.

Nella clorosi, invece, l�Io sembra che si distanzi dall�organismo, chesi incarni a malincuore, dando all�ammalata l�impressione di sentirsi estra-nea sulla terra. Sul piano fisico, questa insufficienza dei processi di incarna-zione si traduce in un�anemia ipocromica. Il metabolismo del ferro, delmetallo dell�incarnazione, non può avvenire correttamente senza le forzedell�Io. Non si tratta di mancanza di ferro, ma dell�impossibilità perl�organismo di assimilarlo, anche quando la somministrazione in forti dosipermette momentaneamente di far regredire i disturbi che caratterizzanoquesta malattia.

La terapia deve cercare innanzitutto di stimolare questo metabolismo delferro, cosa possibile grazie all�utilizzazione dell�ortica, Urtica dioica, in unfarmaco un altro componente del quale è la Fragaria vesca, la fragola: Fragariavesca 15% / Mel 5% / Urtica dioica 30% / Eccipiente q.s.p. 100%. L�orticaagisce non tanto per il ferro che contiene, quando per il «processo ferro» che lacaratterizza. Quanto alla fragola, possiamo dire che orienta questo processoverso il sangue. Possiamo anche utilizzare Urtica dioica ferro culta 0,1% oanche 1%, nel quale il ferro ha subito un processo di dinamizzazione attraversola pianta (Cfr. nota 7, capitolo IV).

Siccome l�anemia ha un rapporto con la luce e con l�Io, dobbiamo pensarenaturalmente, come in tutte le affezioni che riflettono un processo di incarnazio-ne insufficiente, al Phosphorus (D6 al mattino). Infine, alle ragazze che dannol�impressione «di fluttuare sopra il suolo», dobbiamo dare un poco di piombo inD6 o D10, ma con prudenza. Non dimentichiamo il rame, perché rendel�organismo ricettivo al ferro. Si deve utilizzare ancora una volta sotto forma diunguento (Cuprum met. D1 ung.) spalmandolo ogni giorno sulla regionesplenica. Prima di chiudere con la clorosi, ricordiamo che il ferro ha dei «dei

La clorosi...

... e il suotrattamento

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fratelli», gli elementi 27 e 28 della classificazione periodica, dei quali uno, ilcobalto, può essere utile nei casi refrattari.

Benché non sia esclusivamente appartenente al terzo settennio, latubercolosi compare frequentemente in questo periodo ed è tanto menofuori luogo parlarne adesso in quanto essa presenta una parentelaeziologica con l�isterismo. Abbiamo definito quest�ultimo come un ecces-so dei processi vegetativi di elaborazione. Quando questi debordano nellaregione polmonare, vi creano la predisposizione alla tubercolosi. L�infe-zione dunque non è l�inizio della malattia, essa non è che la conseguenze dicondizioni anormali persistenti che si sono installate nell�organismo.Questo non significa che il contagio non esiste. Solamente esso si manife-sta meno sul piano fisico che su quello psichico. Le persone che vivono incomune, all�infuori dell�eventualità di una costituzione affine quandoentra in gioco l�ereditarietà, hanno la tendenza a «inflenzarsi» a vicenda;fenomeni di mimetismo compaiono soprattutto in quelli che hanno un Iomeno forte, che possono avere predisposizioni morbose affini. Il tipo«isterico», con la sua grande labilità, è, evidentemente, particolarmenteesposto a questo genere di contagio. Questo concorda col particolarepsichismo dei tubercolotici, caratterizzato dalla fantasia, dal senso dellacreazione artistica, che sono all�opposto del pensiero astratto nato dalleforze di strutturazione del polo neurosensoriale. Non è raro constatare inquesti ammalati una certa noncuranza di fronte al loro stato che puòarrivare alla fuga dalle realtà terrene, manifestazione di un vero rifiuto diincarnarsi. Non somiglia questo a quando abbiamo constatato nell�anemiaclorotica?

Perché questa predilezione della tubercolosi per il polmone? È inte-ressante fare un parallelo tra questo fatto e la bassa percentuale di silicecontenuta in questo organo. Tra tutti gli organi, il polmone è quello chene contiene di meno. Viceversa il pancreas, l�organo più ricco di silice,non è quasi mai colpito da tubercolosi. La ghiandola surrenale, altroorgano povero di silice, costituisce un altro luogo di elezione per il bacillodi Koch.

Questi fatti colpiscono ancora di più quando si viene a sapere che ilpolmone destro, più povero di silice viene colpito più spesso del sinistro.La silice, il cristallo di roccia, è l�espressione delle forze di strutturazionedel polo superiore; essa è l�immagine della luce, del pensiero lucido chearriva all�astrazione, esattamente tutto quello che manca nella tubercolosicaratterizzata dalla comparsa di processi vegetativi, dalla formazione diessudati, necrosi caseose e pus. Queste ultime sono espressione delle forzedel metabolismo. Quando la tubercolosi guarisce, saranno di nuovo iprocessi opposti di mineralizzazione e calcificazione a riprendere ilsopravvento. Per concludere, il polmone, che è il più basso degli organi del

Dai quattordici ai ventuno anni

La tubercolosi

Predilezione dellatubercolosi per il

polmone

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polo superiore, per la sua posizione, è quello che è sottoposto di meno alleforze di strutturazione.

Abbiamo ricordato l�affinità della silice con la luce, che, anch�essa,ha un ruolo importante nella tubercolosi. Sappiamo che la sua insufficien-za può favorire la malattia; conosciamo anche la fragilità del bacillo diKoch esposto al sole e più esattamente ai raggi ultravioletti. Conosciamoanche l�azione benefica della luce ben dosata sui tubercoloci. Al contrario,una intempestiva esposizione al sole può essere all�origine di una tuberco-losi particolarmente grave. Rudolf Steiner parla di metabolismo dellaluce. Questa, penetrando nell�organismo, subisce una metamorfosi. Nellastessa maniera in cui gli alimenti devono essere trasformati prima dipenetrare nel nostro organismo, la luce deve essere trasformata per poteressere assimilata. Questa luce trasformata possiede anch�essa un poterebattericida. Se l�organismo ne dispone in quantità sufficiente, i bacilli nonpotranno svilupparsi. Può accadere che l�insufficienza di luce esterna sia lacausa della carenza in luce trasformata, ma più spesso è l�organismo che, inseguito all�azione insufficiente dell�Io a livello della pelle, è incapace diassicurare questa metamorfosi. Niente di strano allora, che una persona lacui pelle, organo di metamorfosi della luce, è stata danneggiata da unaesposizione intempestiva al sole, diventa incapace di assicurare corretta-mente questa trasformazione e si è particolarmente esposta a una massivainvasione bacillare. Questa doppia eziologia, sia per insufficienza di luce,sia per incapacità di trasformarla, l�abbiamo già incontrata studiando ilrachitismo.

Nel trattamento della tubercolosi, dobbiamo cercare prima di tutto difortificare i processi di strutturazione nati dal polo superiore; non sarebbe malese, a questo scopo, l�ammalato si sottoponesse a rigorosi esercizi di pensierostudiando, per esempio, geometria. Dobbiamo ridurre la tendenza a debordaredel polo metabolico moderando l�apporto alimentare. Non c�è niente di piùsbagliato che voler sovralimentare un tubercolotico. Dobbiamo agire sul proces-so di metamorfosi della luce con Phosphorus D5 somministrato al risveglio.Bisogna tuttavia sospendere Phosphorus nei mesi di aprile, maggio e giugno,durante i quali potrebbe essere causa di emottisi. Durante questo periodo si puòsostituire con Magnesia phosphorica D6. Dobbiamo stimolare i processi diincarnazione col ferro, che possiamo prescrivere sotto forma di Ferrumrosatum, preparazione che associa al ferro petali di rose rosse. È bene darecontemporaneamente Graphites, che apporta anche forze di strutturazione. Sideve prescrivere Ferrum rosatum D2 10% / Graphites D14 10% /Eccipiente q.b. 100% dil., tre volte al giorno. Ai soggetti floridi, si deveprescrivere Ferrum muriaticum 0,1% / Graphites D15 q.b. 100% dil. Biso-gna utilizzare anche le forze di strutturazione della silice, che sarebbe meglio

Il ruolo della luce

Trattamento dellatubercolosi polmonare

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dare sotto la forma vegetale d�Equisetum. Non bisogna mai dimenticare dicurare contemporaneamente il fegato con Chelidonium o con Fragaria vesca /Vitis vinifera, perché quello che quest�organo avrà metabolizzato bene avrà unaminore tendenza a debordare verso il polmone.

Verso i ventun anni avverrà una quarta «nascita» quella dell�Io. Nonè per caso che questa età era stata scelta per accedere alla maggiore età,poiché solo la libera disposizione dell�Io permette all�individuo di assume-re le sue responsabilità in tutta coscienza. Tra i quattordici e i ventun anni,il pensiero è ancora fortemente influenzato dall�affettività; è solo dopo laliberazione dell�Io che avrà la possibilità di diventare realmente obiettivo.Qui si tratta proprio di una possibilità che non sempre sarà messa aprofitto!.

Vi sono ancora nell�evoluzione dell�individuo altri periodi di setteanni, ma, dato che hanno un rapporto meno diretto con la medicina, nonne parleremo. Facciamo notare tuttavia che i doni che portiamo nascendoci permettono di progredire solo verso i ventotto anni; quello che divente-remo dopo questa età sarà frutto del lavoro che compiremo su noi stessi.Non c�è da meravigliarsi se alcuni, mentalmente, non vanno mai oltrequesta età.

Dai quattordici ai ventuno anni

La «nascita» dell�Io

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PARTE TERZA

I quattro organi cardinali

Da molto tempo, è stato attribuito un ruolo dominante a certi organi ogruppi di organi che sono stati chiamati organi cardinali. Essi sono statitradizionalmente collegati ai quattro elementi naturali - terra, acqua, aria,fuoco - come i diversi temperamenti. L�antroposofia dimostra che ciascuno diquesti organi può essere messo in rapporto con uno dei quattro elementi checostituiscono l�uomo. Riassumiamo l�insieme di queste analogie nel seguentespecchietto:

ELEMENTICOSTITUTIVI

Io

Corpo astrale

Corpo eterico

Corpo fisico

ORGANICARDINALI

cuore

rene

fegato

polmone

ELEMENTINATURALI

fuoco

aria

acqua

terra

TEMPERAMENTI

collerico

sanguigno (1)o nervoso

linfatico oflemmatico

malinconico

La conoscenza di questi rapporti permette una migliore comprensionedella patologia di questi organi. Tenteremo di dimostrare in quale misural�osservazione ci permette di confermare questi rapporti e descriveremo perciascuno di essi alcune affezioni tipiche, nelle loro manifestazioni sia fisiche chepsichiche.

Abbiamo visto nel capitolo IV che un disturbo si può manifestare su trepiani - l�eterico o funzionale, il fisico, e l�astrale e psichico. Ci sforzeremo, nelcorso delle descrizioni che seguono, di collegare questi diversi piani, di mostrare

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in particolare come funziona ogni organo in quanto «specchio dell�anima». Ciòci permetterà di dedurne nuovi impulsi terapeutici come ce li propone la medici-na antroposofica.

NOTA

1 Il termine «sanguigno» adoperato da Rudolf Steiner si può prestare aconfusione, dato che certe classificazioni utilizzano questo termine perdesignare il temperamento collerico. Mi servirò tanto più volentieridel termine «nervoso» in quanto Rudolf Steiner mette il suo tempera-mento «sanguigno» in rapporto col sistema nervoso.

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Capitolo X

Il polmone

Il polmone, per la sua funzione respiratoria, sembrerebbe essere apriori un «organo-aria», ma ciò che importa qui non è tanto la sostanza cheattraversa l�organo quanto il ruolo che questo assicura nell�organismo.Ora il polmone è prima di tutto l�organo che ci mette in rapporto direttocol mondo esterno. L�apparato digerente, per esempio, non presenta rap-porti così immediati col mondo esterno, poiché gli alimenti sono trasfor-mati quando arrivano all�interno dell�organismo, cosa che non avvieneper l�aria. Il polmone comincia a funzionare sin dal momento in cuiveniamo al mondo, quando diventiamo esseri terrestri; esso è dunque unorgano dell�incarnazione.

Con la prima respirazione il corpo astrale si lega al complesso fisico-eterico; al momento della morte, con l�ultima espirazione, esso lo lasceràdefinitivamente. Ma ad ogni inspirazione questo legame tra i complessisuperiori e quelli inferiori si intensifica, per allentarsi ad ogni espirazione.

Queste constatazioni ci inducono già a considerare il polmone comeun «organo-terra»; ma ce ne sono altre. Il polmone è strettamente legato alsistema nervoso (dunque al polo freddo dell�organismo); ciò si manifestatanto nel corso dell�embriogenesi quanto nel funzionamento dell�organo,il quale dipende dal sistema nervoso molto più strettamente del cuore,cosa che ci permette cosa di modificare volontariamente il nostro ritmo direspirazione.

Il polmone è anche un organo freddo la cui temperatura si aggira sui35°,5. Il freddo non è proprio una particolare caratteristica dell�elementoterra? Infine, il polmone, per la sua funzione di regolazione del contenutodi CO2, agisce sul metabolismo dei carbonati e specialmente del carbonatodi calcio, che è un elemento tipicamente «terra». Il deposito di calcarenella conchiglia dell�ostrica, per esempio, è l�aspetto polare di un�intensavitalità; non diamo proprio Conchae (Calcarea carbonica) ai soggetti chepresentano la tendenza a sviluppare i loro processi vitali in eccesso - adetrimento, s�intende, della coscienza - a diventare troppo «molluschi»?

L�organo-terra

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90 Medicina antroposofica

Se il polmone è un «organo-terra», è necessario nondimeno chequesta tendenza rimanga nei limiti fisiologici. Il suo eccesso conduce adaffezioni come l�asma. Noi assistiamo, in questa malattia, a manifestazionispasmodiche della funzione respiratoria. L�aria è trattenuta negli alveolipolmonari, perché il corpo astrale si lega troppo intensamente all�organo.L�ammalato dà l�impressione di aver paura ad espirare e questa angoscia èuna tipica manifestazione del corpo astrale. La ritenzione dell�aria impedi-sce evidentemente l�inspirazione. Questo legame troppo intenso del corpoastrale, questa «pressione» che esercita sull�organo provoca la secrezionedi muco che peggiora ancor di più la difficoltà respiratoria. Non bisognadimenticare che tutto ciò che è escrezione, nell�organismo, è una funzionedel corpo astrale, la funzione di secrezione ghiandolare propriamentedetta appartiene invece al corpo eterico. Queste secrezioni mucose dellacrisi asmatica sono consistenti, strutturate sotto forma di spirali diCurschmann o di cristalli di Charcot-Leyden. Sono queste le manifestazio-ni di un processo di mineralizzazione, di una tendenza «terra» troppomarcata, e gli spasmi compaiono come un tentativo del corpo astrale divenire a capo di questa durezza, di questa anormale resistenza. Assistiamo,nell�asma, allo spostamento di un processo che, normale al polo cefalico,diventa patologico quando scende nel polmone.

In effetti, quando pensiamo, noi cristalliziamo un�idea, la riteniamo,la strutturiamo grazie all�attività del corpo astrale. È anormale che taliprocessi compaiano a livello polmonare, dove lo scambio con l�ambienteesterno deve avvenire ritmicamente, armoniosamente.

Ciò che avviene nell�asma è il contrario di quello che abbiamoosservato nella tubercolosi nella quale ciò che è al proprio posto al polometabolico ha la tendenza a invadere il polmone. Nella tubercolosi laforma si perde, assistiamo alla lisi dei tessuti e appare una vita battericaanormale; invece nell�asma si manifestano fenomeni spasmodici, processidi mineralizzazione, di strutturazione. Il polmone diventa allora troppo«terra». Nello psichismo di questi ammalati, noi ritroviamo questa stessapolarità. Il tubercolotico, come abbiamo visto, si distingue per la suafantasia, per la sua noncuranza; l�asmatico viceversa per la sua ansia, per ilsuo ripiegamento in se stesso. Il tubercolotico sembra più giovane diquello che è in realtà, l�asmatico più vecchio. Questo non impedisce cheprocessi di mineralizzazione accompagnino la guarigione deitubercolotici provocando un più rapido invecchiamento.

Nella genesi dell�asma, si ritrova spesso una diatesi essudativa. Ebbe-ne, questa affezione consiste in uno spostamento di funzioni metabolichenella zona neurosensoriale alla quale appartiene la pelle, cosa che sembre-rebbe contraddire ciò che ho detto dell�asma. In realtà qui siamo di nuovoin presenza di quella legge del pendolo che, a una tendenza, ne fa seguire

L�asma

Asma e tubercolosi

Asma e diatesiessudativa

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un�altra in direzione opposta. Tanto più il pendolo è stato spostato versoun lato, tanto più ampia sarà la sua oscillazione verso l�altro lato. Non èdunque sorprendente incontrare spesso un�asma allorché la diatesiessudativa è stata repressa invece che vinta. La stessa osservazione vale perl�asma che succede alle influenze, alle polmoniti o anche alle tubercolosi,soprattutto quando queste malattie sono state trattate con antibiotici.

Ma si tratta ancora di asma le cui genesi è diversa e la cui origine sicolloca realmente al polo metabolico. Le troviamo in quei soggetti di tipodigestivo, nei quali le manifestazioni spasmodiche del corpo astrale nonsono che una reazione a un sovraccarico sostanziale nato dal polo metabo-lico. Questi ammalati sono simili a coloro che soffrono di bronchitecronica, malattia associata talvolta all�asma.

Per il trattamento dell�asma, Rudolf Steiner ha indicato tre farmaci dibase da somministrare sotto forma di iniezioni sottocutanee:

1° Prunnus spinosa D5 da iniettare nella nuca;2° Tabacum D10 da iniettare nell�angolo corto-vertebrale;3° Succus citri / Succus cydoniae da 1 a 3% da iniettare tra le spalle.Queste iniezioni sottocutanee sono somministrate successivamente nell�or-

dine indicato a due giorni di intervallo, ossia tre volte alla settimana.Prunus spinosa, la susina selvatica, possiede un sovrappiù di forze vitali

che non si esauriscono in una rapida crescita della pianta. Queste forze vengonoin aiuto a quelle del corpo eterico, così questa pianta è particolarmente adattaagli organismi esauriti, svuotati della loro vitalità.

Tabacum agisce in modo più particolare sull�organismo-aria � ed è perquesto che questa pianta è abitualmente fumata. La foglia del Tabacum presentauna zona interna dall�aspetto spugnoso che indica la sua affinità con l�elementoaria. Quest�ultimo è il supporto del corpo astrale. Rudolf Steiner dice diTabacum che corregge la «deformazioni del corpo astrale». Questo farmaco deveessere iniettato a livello dei reni che, lo vedremo in seguito, sono «organi-aria» inseno ai quali il corpo astrale è particolarmente attivo.

Succus citri / Succus cydoniae è una composizione di succo di limone edi mucillagine di mela cotogna che ha un�azione elettiva sulle mucose, chefortifica e rende meno irritabili. D�altronde è il farmaco specifico per il raffred-dore da fieno (ne parleremo più dettagliatamente).

Come complemento delle iniezioni, Rudolf Steiner consigliava di dareQuercus, cort. 10% dil., 10 gocce al mattino e Veronica off. la sera, sia perinfusione, sia anche in diluizione 10%, 10 gocce. Veronica aiuta il corpo astralea liberarsi e facilita il sonno mentre Quercus agisce piuttosto nella direzione diCalcarea carbonica.

È talvolta difficile fare a meno di uno spasmolitico in caso di crisi,specialmente quando l�ammalato vi si è abituato. Si potrà sostituire con un�inie-zione di Lobelia off. D6, pianta il cui frutto formato da una capsula vescicolosa

Il polmone

Asma e bronchite

Trattamentodell�asma

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92 Medicina antroposofica

riproduce il processo di ritenzione dell�aria che abbiamo osservato nell�asma.Esattamente come Tabacum, questa pianta ha un rapporto con l�organismo-ariae talvolta è fumata dagli Indiani dell�America del Nord. Belladonna D3 periniezioni aiuta a far cessare lo spasmo specialmente nei bambini. Negli ammala-ti anziani, molto meno sensibili, è bene cominciare il trattamento con bagnisolforati (Kalium sulfuratum 20% p.b., un cucchiaio da minestra).

Dopo il trattamento tipico che abbiamo appena indicato, bisogna general-mente ricorrere a una terapia più individualizzata, per consolidare quello che siè ottenuto col trattamento standard. Per determinarla, è utile conoscere, oltre iltemperamento dell�ammalato, le condizioni climatiche o meteorologiche chescatenano abitualmente la crisi. Si deve dare Blatta orientalis agli ammalatisensibili al calore umido, Calcarea carbonica e Arsenicum album a quellisensibili al freddo, Apis a quelli sensibili al caldo, ecc. Non è raro vedere untrattamento per l�asma così condotto scatenare un�affezione febbrile acuta, tal-volta abbastanza violenta. Ciò indica che si è in via di guarigione e bisogna, piùche mai, saper rispettare un tale tipo di febbre. Riappare talvolta un eczema chebisogna allora curare molto attentamente. Personalmente ho guarito così unbuon numero di casi di asma in buona parte infantili. È una grande gioia per ilmedico vedere questi esseri gracili, la cui testa appare spesso come affondata tra lespalle, liberarsi poco a poco del loro calvario, recuperare il ritardo e divenirecapaci di praticare sport come lo sci.

Benché non faccia parte delle affezioni polmonari propriamentedette, parleremo del raffreddore da fieno per la sua parentela con l�asma.Come quest�ultima costituisce una manifestazione allergica.

Ma che cos�è l�allergia? La comprenderemo meglio confrontandolaal suo equivalente psichico. Noi sopportiamo difficilmente certe persone.Proviamo nei loro riguardi una violenta antipatia e, per poco che siamopredisposti alla collera, il minimo contatto con loro rischia di farci usciredai gangheri. Di fronte e queste persone siamo come sensibilizzati, cosache può tradursi in parole e perfino in atti violenti. Questa antipatiaesacerbata è una manifestazione della nostra affettività che tenta di farcirespingere l�altra con tutta l�energia del nostro essere astrale; ma questospiegamento di forze è smisurato nei confronti dei fattori che l�hannoprovocato, al punto che un osservatore esterno trova questa reazioneassolutamente fuori luogo.

Avviene la stessa cosa per l�allergia. La reazione della mucosa nellacoriza spasmodica è smisurata nei confronti di quel po� di polline che l�haprovocata. Gli starnuti che l�accompagnano sono, sul piano fisico, ciò che,sul piano psichico, costituiscono la collera e l�antipatia. Non è dunque ilpolline che si deve chiamare in causa, ma la costituzione di colui chereagisce nei suoi confronti in modo così esplosivo. Le violente reazioni delcorpo astrale, che si tratti di crampi o di spasmi, sono praticamentesempre segni della sua debolezza come l�abbiamo caratterizzata nell�im-

Raffreddore da fieno eallergia

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magine dell�alpinista che si aggrappa alla roccia tanto di più quanto piùdebole si sente (Cfr. cap. V).

La terapia del raffreddore da fieno mirerà dunque a rinforzare ed armo-nizzare l�azione del corpo astrale a livello della mucosa. A questo fine RudolfSteiner ci ha proposto Gencydo (Succus citri / Succus cydoniae). Al momentodella fioritura, il limone è sede di un intenso processo di dispersione, sotto formadi un profumo un po� dolciastro. A questo processo di dispersione fa seguito unprocesso inverso di concentrazione nel frutto. Questa tendenza centripeta nonarriva al disseccamento, come nei semi, ma lascia il posto ed un rigonfiamentoche mette in gioco le forze eteriche; questo rigonfiamento è controllato, limitatoda una scorza che ha quasi la consistenza del cuoio. Queste proprietà astringentiappaiono anche nella formazione dell�acido a detrimento degli zuccheri. Utiliz-zando il limone nella terapia noi mostriamo all�organismo la strada da seguire,gli diamo un modello. In effetti la mucosa deve essere resistente, non deve lasciareche i liquidi si disperdano, non deve più disseccarsi; deve rimanere umida. Anchela mela cotogna trattiene il processo di formazione dello zucchero, ma questavolta a beneficio della mucillagine il cui ruolo nelle mucose già conosciamo. Èun frutto aspro, duro, le cui proprietà verranno rinforzate da quelle del limone.

Succus citri / Succus cydoniae (Gencydo Weleda) si deve somministra-re sotto forma di iniezioni sottocutanee, a livello della fossa sopraspinosa, duevolte alla settimana. È importante cominciare le iniezioni prima del periododella comparsa del raffreddore da fieno, quindi a fine marzo, primi di aprile.Una seconda serie di 10 iniezioni si deve rifare in autunno. A queste iniezioni sidevono associare delle nebulizzazioni nasali di Gencydo liquido, con l�aiuto diun nebulizzatore (bisogna diluire leggermente questo farmaco perché è un po�denso). È importante che tutta la mucosa nasale sia impregnata di Gencydo. Sindal primo anno assisteremo a un miglioramento dello stato dell�ammalato spessospettacolare. Il trattamento si deve continuare per tre anni. Per il primo anno sidevono usare le fiale all�1%, per il secondo e il terzo anno fiale al 3% e anche al5%. È raro che un trattamento ben condotto non porti a una totale guarigioneentro tre anni (1).

Abbiamo collegato il raffreddore da fieno e l�asma per il loro caratte-re allergico e per il loro andamento spasmodico, che giustifica un tratta-mento parzialmente simile, ma non bisogna dimenticare che sotto altriaspetti esse sono piuttosto malattie opposte. Se nel raffreddore da fienoosserviamo una forte tendenza centrifuga, nell�asma, viceversa, abbiamodescritto una tendenza centripeta, che arriva alla mineralizzazione sottoforma di cristalli. Il polmone che ha la tendenza a diventare troppoconsistente, troppo terra sarà in questo caso preservato dal Gencydo, chel�aiuterà a conservare la sua succulenza.

Il polmone

Trattamento delraffreddore da fieno

Differenza tra asma eraffreddore da fieno

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94 Medicina antroposofica

Il polmone, la cui funzione consiste in uno scambio permanente colmondo fisico, sul piano psichico svolge il ruolo di realizzare il contattoaffettivo col nostro ambiente; poiché il contatto sociale, l�abbiamo giàvisto, è anche una forma di respirazione. Una deformazione «superficiale»(Cfr. cap. IV) dell�organo, impedendogli di adempiere il suo ruolo di«specchio dell�anima», ostacolerà le relazioni normali col proprio am-biente. Una tale deformazione può avere un�origine costituzionale e mani-festarsi nel temperamento. Può anche apparire solo più tardi e diventareallora causa di disturbi psichici.

Quando il polmone, «organo-terra», ha la tendenza a prendere unacerta preponderanza sugli altri organi, l�intero organismo tende o esseredominato dal principio «terra». Il corpo allora diventa più denso, piùfisico di quello che dovrebbe essere e il complesso Io-corpo astrale trovauna certa difficoltà a incarnarsi. Questi elementi superiori si trovanoallora nelle condizioni di coloro che hanno un martello troppo pesante inrapporto alla propria forza, e hanno bisogno di una sforzo sproporzionatoal fine da raggiungere.

Il corpo fisico dell�«uomo-polmone» è realmente pesante, denso,poco mobile. La sua andatura è pesante, come se trascinasse con le scarpezolle di creta. La sua testa è spesso inclinata e la sua schiena curva, come sefosse attirato dal suolo. Questo è il ritratto del temperamento malinconi-co.

Avere a carico un corpo del quale non arriva a essere interamentepadrone è per il malinconico sorgente di pena, di sofferenza, così egli ha latendenza a ripiegarsi su se stesso. Egli ha paura di ciò che lo circonda e temela folla. Pertanto non è raro vederlo preferire l�anonimato di un grandemagazzino alla piccola boutique che lo obbligherebbe a un contatto piùintimo con i commercianti.

Quando queste tendenze si accentuano e prendono un caratterepatologico, vediamo apparire dei sintomi psichici quali l�agorafobia: attra-versare una pubblica piazza, in cui si sente privato di ogni rifugio, è perquesti ammalati un vero supplizio. Il ripiegamento su se stessi si accentuae si popola di fantasticherie più sistematiche che varie. La loro immobilitàsi traduce sul piano del pensiero in due idee fisse, delle quali non possonoliberarsi completamente che essendo coscienti del loro carattere assurdo.Questa «ritenzione» delle idee ci ricorda quella dell�aria nell�asma. Allafine li vedremo sprofondare in una profonda malinconia o in un deliriosistematico.

Nel trattamento dei disturbi psichici in rapporto con il polmone, bisogne-rebbe prima di tutto pensare ai bagni solforati caldi. Dobbiamo anche dareSulfur o Hepar sulfur, lo zolfo che attiva il metabolismo e aiuta a combattere la

Ruolo del polmonenello psichismo

Il temperamentomalinconico

Psicosi in relazione alpolmone

Trattamento dellepsicosi malinconiche

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tendenza all�indurimento. La terapia specifica deve essere costituita dal mercu-rio, che mobilita enormemente (2) sotto forma di Nasturtium mercuriocultum (0,1% o 1%) + Pulmine D6 (3) per iniezioni sottocutanee a livello deltorace due o tre volte alla settimana.

Notiamo che Rudolf Steiner (4) consigliava di interessare i soggetti ditemperamento malinconico alle sofferenze degli altri, cosa che evita loro dirichiudersi troppo in se stessi. Ai bambini con questo temperamento egli consi-gliava di dare molto zucchero.

NOTE

1 Cfr. anche capitolo XXVI, paragrafo «Tra solido e liquido».

2 Studieremo in seguito i rapporti tra gli organi, i pianeti e i metalli.

3 Da miscelare nella siringa.

4 Rudolf Steiner, Temperamenti, conferenze del 1909. EditionsAnthroposophique Romandes, Ginevra 3° Ed., 1984.

Il polmone

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Capitolo XI

Il Fegato

Abbordare lo studio del fegato, equivale a penetrare in una forestatropicale. La calda umidità che distingue quest�ultima si ritrova anchenell�organo. Il fegato, organo essenzialmente venoso, è ricco di liquidi alpunto tale che le materie secche sono appena più di quelle contenute nelsangue. Contrariamente al polmone che presenta, col suo albero bron-chiale, una configurazione finemente dettagliata, il fegato è molle e pocostrutturato. Al contrario del rene, possiede una facoltà di rigenerazioneconsiderevole poiché è possibile, nella sperimentazione animale, vederloricostruire dopo un�asportazione dell�80%. Questa proprietà ci avvicinaal mondo vegetale e alla sua vitalità. In tedesco, la parola che indica ilfegato: die Leber, deriva da leben, e significa letteralmente: «colui che favivere»; è la stessa cosa in inglese con la parola liver derivato da to live.Questo prova che un tempo gli uomini sentivano ancora in manieraistintiva, il rapporto tra quest�organo e la vita. È probabile che la parolafrancese foie tragga origine non da ficatum, colui che è ingozzato di fichi,ma da ficator, la cui radice ritroviamo nella parola vegetale. D�altronde ilfico non è forse «l�albero della vita?». Poiché parliamo di etimologia,ricordiamo che, in francese, la parola figer significa «prendere la consisten-za del fegato», cosa che ci pone al limite tra i due processi di Solve e Coaguladegli alchimisti, tra la fase liquida e la fase solida. Altri fattori mettono inevidenza il ruolo del fegato nel metabolismo dell�acqua, come la suaazione sulla diuresi, la sua disfunzione nei versamenti sierosi, gli edemi eanche nelle ascite da ipertensione portale, che rivela un disturbo più gravedi una semplice difficoltà meccanica. Infine, un�esperienza come quelladell�opsiuria provocata fornisce una prova sperimentale di questi rapportidel fegato con l�acqua. Questa fase liquida è indispensabile all�intensochimismo presente in questo organo. Il fegato è così il centrodell�«organismo-acqua», supporto del nostro corpo eterico. Niente distrano dunque nel fatto che il fegato, come ha detto Rudolf Steiner eprovato Treodor Schwenk (1), sia fortemente influenzato dalla qualitàdell�acqua della regione nella quale viviamo.

Il fegato,organo della vita

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98 Medicina antroposofica

Chimico o alchimista? Nella misura in cui il fegato è, più di ognialtro organo, sede di processi simili e quelli della natura, nella misura incui è, come dice Rudolf Steiner, un enclave del mondo esterno, il fegato èun chimico. È per questo che è molto più facile mettere in evidenza iprocessi epatici coi normali metodi di laboratorio. Ma il fegato è anche unalchimista nella misura in cui le forze eteriche partecipano a questetrasformazioni. La glicogenesi e la glicogenolisi ce ne forniscono un esem-pio. Nella glicogenesi, il fegato trasforma il glucosio del sangue inglicogeno, sostanza insolubile simile all�amido che immagazzina. Nellaglicogenolisi, il glicogeno è trasformato di nuovo in glucosio solubile.Questi processi, che sono un esempio tipico di Coagula e di Solve, sialternano secondo un preciso ritmo, indipendente dall�orario dei pasti. Laglicogenesi, processo di assimilazione, ha luogo durante la notte; piùesattamente comincia alle ore 15 per raggiungere il massimo verso le 3 delmattino. Il processo inverso di glicogenolisi, che è una forma didisassimilazione, comincia verso le 3 e raggiunge il massimo verso le 15; èdunque diurno (2). È interessante notare che noi troviamo processi similinella formazione dell�amido e degli zuccheri nella pianta, cosa che ciavvicina di nuovo al mondo vegetale, alle forze eteriche e alla forestatropicale sopra citata. Il fatto che il fegato possiede, oltre alla circolazionearteriosa e venosa che ritroviamo in tutti gli organi, una circolazioneportale che gli fornisce un supplemento di CO2, apparenta anche i proces-si epatici a quelli del mondo vegetale, e in maniera particolare a quellidella foglia.

In seguito ad un�esperimento di Claude Bernard, si è creduto a lungoche il fegato fosse il polo caldo dell�organismo. Misure più recenti e piùprecise hanno dimostrato che non lo è per niente e che la sua temperaturaè assolutamente la stessa di quella rettale e varia insieme a essa. È tuttaviacurioso che i Russi chiamino il fegato petschen, da petsch, stufa, il focolaredella casa. Questo potrebbe essere messo in relazione col fatto che la bile èl�elemento fuoco nell�organismo. In effetti, la bile contribuisce, con lalipasi pancreatica, alla digestioni dei lipidi, sostanze necessarie al manteni-mento della temperatura del corpo. La secrezione biliare, processo inrapporto con la degradazione degli alimenti nel tubo digerente, segue unritmo nictemerale paragonabile a quello della glicogenolisi, che cominciaalle 3 per raggiungere il massimo verso le 15. Questa bile si accumula nellacistifellea per essere utilizzata secondo i bisogni della digestione.

Il fatto che queste due funzioni, glicoregolazione e secrezione bilia-re, segnano un ritmo indipendente dagli orari alimentari, conferma leconcezione del fegato in quanto enclave del mondo esterno. Umidità ecalore, questi due principi che ci sono stati di guida nella fisiologia,dominano anche la patologia epatica. Troveremo così malattie caratteriz-zate dall�eccesso o dall�insufficienza di umidità e dall�eccesso o dall�insuffi-cienza di calore.

Il centrodel metabolismo

Il polo caldo?

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Quando il fegato non assicura più correttamente il metabolismodell�acqua, quando questa tende ad emanciparsi, essa diventa come uncorpo estraneo per l�organismo, non circola più, stagna. Vediamo alloraapparire edemi e versamenti sierosi. Essendo questi più o meno lontani dalfegato, non si pensa ad attribuirgliene la colpa. Si cerca allora unaeziologia locale più o meno ipotetica. La prova del ruolo avuto dal fegatoin questi versamenti ci sarà fornita da prove terapeutiche. In certe condi-zioni, questi versamenti possono diventare sede di processi infiammatorireattivi: l�organismo cerca di sbarazzarsi con l�infiammazione del liquidostagnante che si comporta come un corpo estraneo (Cfr. Cap. IV). Osser-viamo un processo inverso nelle cirrosi, che sarebbe più esatto chiamaresclerosi epatiche. Queste affezioni si distinguono per un indurimento delfegato: il Coagula prende il sopravvento sul Solve. Il fegato si trova alloranella incapacità di assicurare il suo ruolo di vitalizzatore, soprattutto difronte ai liquidi, e avviene dunque la stagnazione sotto forma di ascite.Anche i versamenti sinoviali e le artrosi sono disturbi del metabolismodell�acqua ai quali non è estraneo il fegato. Questa perdita della forma, siaper eccesso di liquido, sia per l�indurimento dei tessuti articolari e peri-articolari, è accessibile alla terapia epatica.

I disturbi della funzione biliare si devono mettere in rapporto conl�elemento calore. Ne abbiamo un esempio nell�epatite catarrale.Nell�eziologia di questa malattia, non è raro trovare un consumo eccessi-vo di grassi o l�utilizzazione di grassi di cattiva qualità. Quando l�organi-smo non arriva più a metabolizzarli correttamente, essi si comportano dacorpi estranei e creano «focolai parassiti» (Rudolf Steiner). Questi sonouna fonte di nutrimento, donde l�apparizione di processi infiammatori. Ilrapporto tra le epatiti e il calore spiega anche la loro maggior frequenzanella bella stagione e nei paesi caldi. Queste infiammazioni si accompagna-no ad un afflusso del sangue al fegato che genera un aumento della produ-zione di bile. Per un fatto che sembra paradossale, questo aumento diproduzione non può più defluire attraverso le vie biliari; tutto avvienecome nell�incendio di un cinema, dove gli spettatori sconvolti bloccano leuscite. La bile rifluisce allora verso il sangue, si spande in tutto l�organi-smo provocando l�itterizia o ittero.

Nelle litiasi, assistiamo al fenomeno inverso: il fegato è troppofreddo, la produzione di bile insufficiente e si formano dei precipitati chesi depositano sotto forma di calcoli nelle vie biliari. Le coliche epaticheche appaiono spesso nelle corso delle litiasi biliari sono l�espressione di unsussulto del corpo astrale che tenta di sbarazzarsi dei calcoli.

Rudolf Steiner ha inaugurato una nuova terapia nelle affezioni epaticheproponendo tre farmaci:

Disturbidel metabolismo

dell�acqua

Il fegato

Disturbi della funzionebiliare

La litiasi biliare

Nuovi farmaci

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100 Medicina antroposofica

Fragaria vesc, fol. 20% / Vitis vinifera, fol. 20% / Eccipiente q.b. a100%;

Choleodoron;Stannum (lo stagno). Inoltre, egli ha messo in luce l�azione di piante come

Cichorium intybus e Taraxacum.

Fragaria / Vitis è composto da foglie di fragole e foglie di vite. La fragoladi bosco che cresce al calore umido del sottobosco (ricordo della foresta tropicale)è caratterizzata da un processo di elaborazione degli zuccheri, il cui esito è unricettacolo carnoso cosparso di numerosi acheni. Anche nella vite, troviamo unintenso processo d�elaborazione degli zuccheri, ma questo si compie in piena lucee in pieno sole. Esso porta alla formazione di un grappolo, ogni acino del qualecirconda qualche seme. Eppure non sono i frutti che noi utilizziamo, ma lefoglie. In queste, i processi in divenire hanno ancora tutta la loro intensità.Queste due piante, benché abbiamo in comune gli intensi processi di formazionedegli zuccheri, hanno d�altra parte caratteri opposti, cosa che fa di Fragaria /Vitis un farmaco che agisce non su una funzione isolata, ma sull�equilibrio tra lediverse tendenze del fegato. Possiamo prescriverlo in tutte le affezioni epatiche especialmente in quelle in rapporto con la circolazione e il metabolismo dell�ac-qua. Orientano per la sua prescrizione sintomi come la sete o il desiderio dizucchero. Dobbiamo dare Fragaria / Vitis tre volte al giorno, prima dei pasti,in una quantità come un pisello.

Il Choleodoron è composto da Chelidonium majus, la celidonia, eCurcuma xanthorrhiza. La celidonia, chiamata anche erba da verruche, crescesui vecchi muri. Le foglie lobate, di tenera consistenza, contrastano con ladurezza dell�ambiente in cui attecchisce. Il suo lattice giallo ricorda la bile. Ilrizoma di curcuma che fa parte della composizione del curry proviene da unapianta tropicale. Con esso facciamo un richiamo particolare all�elemento calore.I caratteri dei suoi componenti fanno del Choleodoron il farmaco specificodelle affezioni biliari, specialmente della litiasi. Dobbiamo somministrarlo prefe-ribilmente dopo i pasti in ragione di 10 gocce in mezzo bicchiere d�acqua calda o perinfusione. È necessario prenderlo a lungo, per almeno tre anni, intercalando ognitanto una pausa di due settimane. L�azione di Choleodoron è notevolmente rapidanei litiasici di tipo florido, spesso donne bionde, che hanno crisi di coliche epaticheimpressionanti. La sua azione è più lenta negli ammalati bruni, di tipo malinconico.Dopo aver curato più di cinquecento ammalati affetti da litiasi biliare, senza averavuto una sola volta bisogno di ricorrere all�intervento chirurgico, credo di potersostenere non solo l�efficacia del farmaco, ma anche e soprattutto del metodo che hapermesso di scoprirlo.

L�azione di Stannum si colloca nell�equilibrio tra il Solve e il Coagula,tra la perdita della forma e la eccessiva rigidità. Questo metallo gioviano,cristallizzato e nello stesso tempo malleabile, agisce sulle parti molli dell�organi-

Fragaria/Vitis

Choleodoron

Lo stagno

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smo che modella (contrariamente al piombo che agisce sugli elementi minerale elo scheletro). Stannum preserva bene tanto dal rammollimento che dall�eccessivoindurimento e impedisce la deformazione. Nei versamenti, dobbiamo prescri-verlo associato a Bryonia (Bryonia D6 + Stannum met. D10) (3) per iniezionisottocutanee in prossimità della zona interessata. Dobbiamo utilizzarlo anchesotto forma di unguento, spalmando la zona epatica nelle cirrosi e nelle asciti(Stannum D1 ung.). L�azione di Stannum sarà rinforzata e orientata daiprocessi di dinamizzazione attraverso le piante, di cui abbiamo precedentementeparlato (Cfr. nota 7 cap. IV). Cichorium stanno cultum 0,1% agirà soprattut-to sulle malattie calde e acute del fegato, Taraxacum stanno cultum 0,1% suiprocessi degenerativi e cronici.

Con queste descrizioni, siamo ben lungi dall�avere esaurito la pato-logia epatica. Le poche affezioni tipiche dovranno servirci da filo diArianna e permetterci di trovare una via d�uscita verso la terapia in ognicaso particolare. Quello che spesso rende la diagnosi difficile è l�indolenzadegli ammalati di fegato. A parte la colica epatica, che in realtà è unsintomo vescicolare, non possiamo quasi parlare di dolore al fegato. Non èneppure raro vedere gravi malattie epatiche evolversi per degli anni senzaattirare l�attenzione dell�ammalato. È altrettanto importante conoscere lasintomatologia «psichica» dell�organo.

L�«uomo-fegato», colui nel quale l�organismo-acqua e il corpoeterico hanno un�influenza preponderante, è caratterizzato da un tempe-ramento linfatico o flemmatico. È un essere di natura bonaria, che si sentea proprio agio nei suoi panni come se fosse in un bagno tiepido. Eglipresenta quell�inerzia propria dei liquidi che tornano spontaneamente allaloro posizione di equilibrio. Ha in generale una certa corpulenza e dàun�impressione di elasticità. La sua andatura è lenta, regolare, senza pesan-tezza.

Quando il fegato non recita più correttamente il suo ruolo di stru-mento dell�anima, queste caratteristiche hanno la tendenza ad accentuarsi.La bonomia si trasformerà in debolezza d�animo e l�inerzia in depressione.L�ammalato avrà l�idea fissa di perdere il benessere, avrà paura della vita edei disturbi che essa potrebbe provocargli. Il fegato, organo della vita,genera con la sua disfunzione la paura della vita che si manifesterà peresempio col timore della mancanza di denaro o quello di vedere i suoiparenti vittime di incidenti. Diventa oggetto di preoccupazioni tutto ciòche l�avvenire potrebbe portargli. Questi ammalati hanno anche la ten-denza a intestardirsi e cavillare. Il disturbo più caratteristico è senzadubbio la depressione. I metodi che ne sono colpiti diventano incapaci diassolvere i compiti più elementari, che appaiono loro comeinsormontabili.

Il fegato

Fegato etemperamento

La paura della vita

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102 Medicina antroposofica

Spinta all�estremo, la depressione diventerà totale abulia. Nel secon-do capitolo, noi abbiamo messo la volontà in relazione col metabolismo,quindi non ci stupiremo di venire a sapere che il fegato è capace digenerare tali disturbi. In una delle sue conferenze, Rudolf Steiner (4) mettel�energia volontaria in relazione col riassorbimento biliare nell�intestino:un riassorbimento troppo intenso ci infiamma, ci spinge all�azione; unriassorbimento insufficiente ci rende indolenti. Così, nell�ittero, in cui labile è trattenuta nel fegato e il riassorbimento è praticamente nullo,risentiamo una invincibile stanchezza. Quando questo riassorbimentodiventa troppo intenso, il desiderio di azione può degenerare in mania.Questo sintomo si alterna con quello della depressione nella psicosi mani-aco-depressiva.

Benché predisposto a questi disturbi, il temperamento linfatico nonne ha affatto l�esclusiva. La nostra alimentazione attuale, mantenendo unostato di insufficienza epatica cronica, è all�origine di manifestazionidepressive che colpiscono numerosi ammalati, qualunque sia il loro tem-peramento.

Tutte queste manifestazioni esigono una terapia epatica come quella da noidescritta prima. Dobbiamo utilizzare principalmente Hepatine D4 /Taraxacum stanno cultum 0,1% aa. nella depressione, e Cichorium stannocultum 0,1% / Hepatine D4 aa nella malattia «calda» che è la mania.

Se fosse possibile procurarselo, suggerirei di sostituire Hepatine conHepar delphini, dato che l�estrema sensibilità cutanea di questo cetaceo fapensare a una costituzione epatica assolutamente particolare, poiché esiste unapolarità tra il fegato e la pelle.

In ogni rallentamento delle funzioni biliari, bisogna pensare anche alferro, sia sotto forma di Chelidonium ferro cultum 0,1% per iniezionisottocutanee, sia sotto forma di Ferrum met. D1 ung. per unzioni. Iniezioni eunzioni si devono fare nella zona vescicolare.

Le psicosi epatiche...

...e il loro trattamento

NOTE

1 Schwenk T., Grundlage der Potenzforschung, Schwäbisch-Gmund, 1954.

2 Wachsmuth G., Erde und Mensch, ihre Bildekräfte. Rhythmen und Lebensprozesse,vol. I, p. 329. Dornach, 1945.

3 Da miscelare nella siringa.

4 Rudolf Steiner, Mensch und Welt. Das Wirken des Geistes in der Natur, Dornach,conferenze d�ottobre 1923.

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Capitolo XII

Il rene

La fisiologia ha studiato dettagliatamente la funzione escretrice delrene. Essa dà informazioni precise sul volume del sangue che circola, sullaproporzione del tasso di ossigeno nell�arteria e nella vena renale, sull�ener-gia richiesta per il processo di escrezione per controbilanciare la pressioneosmotica e sul numero di calorie trasportate dal sangue che circola. Se si fail bilancio energetico del processo, ci si accorge che manca qualcosa: èsparita una parte dell�energia! Possiamo concluderne che nel rene, oltre alprocesso di escrezione, avviene qualcos�altro.

Sin dal 1920 e più precisamente a partire dal 1925, Rudolf Steiner (1)aveva attirato, per primo, l�attenzione su una seconda funzione del rene,non meno importante dell�escrezione, che consiste nel trasformare lesostanze alimentari provenienti dalla digestione, a impregnarle di forzeastrali, esattamente come il fegato le aveva impregnate di forze eteriche.Generalmente, quando un organo possiede una funzione esterna, compieanche, per contropartita, una funzione interna. Se, per il rene, questaconsiste nell�«astralizzare» le sostanze alimentari, in altre parole a trasfor-marle in «sostanza sensibile», noi troveremo stretti rapporti tra i reni e ilcorpo astrale, e il supporto di quest�ultimo che è l�elemento gassoso (Cfr.Cap. I).

I processi di escrezione, come abbiamo visto, sono già sotto ladipendenza del corpo astrale. D�altra parte, per l�alto consumo di ossige-no, per la sua sensibilità all�anossiemia e per la sua incapacità a rigenerarsi,il rene è simile al sistema nervoso che è lo strumento del corpo astrale.Questa somiglianza esiste per il primo abbozzo renale anche sul pianoembriologico. La paura, manifestazione astrale, si ripercuote sul reneprovocando ma pollachiuria. Non si può fare un accostamento etimologi-co tra neuron, nervo, e nephros, rene? Infine, è curioso notare che l�animalenervoso per eccellenza e uno tra i più intelligenti, il cavallo, è ancheparticolarmente esposto alle affezioni renali e alle coliche. Quando lo sivede galoppare, criniera al vento, si può sentire che tra questo animale e

Un bilancioincompleto

Un organo astrale

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104 Medicina antroposofica

l�elemento aria ci sono stretti rapporti. Aggiungeremo che la secrezionerenale varia in funzione della pressione atmosferica. Infine, la frequenza dimeteorismo nelle malattie renali è una ragione di più per considerare ilrene come un «organo-aria».

Nel rene, quest�aria si manifesta solo sotto forma di combinazione.Il rene è principalmente un organo arterioso, il sangue della vena renalecontiene poca anidride carbonica e mantiene il color rosso vivo del sanguearterioso. È l�opposto di quello che osserviamo nel fegato, che è soprattut-to un organo venoso. Questa combinazione dell�ossigeno col sangue mo-stra bene che a questo livello, il corpo astrale, il cui vettore è propriol�ossigeno, agisce a contatto dell�elemento liquido, dunque attraverso ilcorpo eterico, che genera i processi di elaborazione (Cfr. Cap. IV). Lafunzione escretrice, invece, implica un�azione più diretta del corpoastrale, un�azione di dinamica neurosensoriale.

Torniamo ai processi di elaborazione; questi poggiano soprattuttosui protidi. Benché esistano anche nel mondo vegetale, i protidi o albumi-ne rappresentano la sostanza animale per eccellenza, in altre parole lasostanza capace di ricevere l�impregnazione del corpo astrale, necessariaper assicurare la sensibilità e la motilità. Gli alimenti che sono stati privatidi ogni astralità e di ogni forza eterica estranea durante il loro passaggioattraverso il tubo digerente, che hanno raggiunto il «punto zero» attraver-sando la parete intestinale, si impregnano di nuovo di astralità umana nelrene. La secrezione urinaria infine non è che la polarità opposta di questoprocesso che esige il rigetto di ciò che il corpo astrale (e l�Io) non puòutilizzare.

A questo processo di assimilazione, Rudolf Steiner aveva dato ilnome di «irradiazione renale», poiché esso non è localizzato esclusivamen-te nel rene; questi non è che il punto di partenza e irradia da lì in tuttol�organismo, determinandovi varie manifestazioni che noi descriveremosuccintamente. Riassumendo, possiamo dire che l�«irradiamento renale» èun�azione mediata del corpo astrale, che induce un processo di assimilazio-ne, mentre l�escrezione è un azione diretta del corpo astrale, di dinamicaneurosensoriale. Vedremo successivamente ciò che succede quando questa«irradiazione renale» è troppo forte e quando è troppo debole.

Un�irradiazione troppo debole equivale a un insufficiente processodi elaborazione delle albumine. È quello che spesso osserviamo nei sogget-ti di costituzione leptosomica. Le albumine insufficientemente«astralizzate» hanno la tendenza a comportarsi come corpi estranei, ecome tali a essere eliminati dal rene. Avviene spesso, in tali soggetti, chel�azione insufficiente del corpo astrale non si limiti al solo polo inferiore,

Un organo arterioso

Umanizzazione dellealbumine

L�irradiazione renale

L�insufficienzadell�irradiazionerenale...

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ma che interessi anche il polo superiore. Si tratta di esseri mal incarnatinei quali tutto il complesso superiore - corpo astrale e Io - prende possessodell�inferiore - fisico-eterico - solo a malincuore. Questo ha per conseguen-za, lo sappiamo, una insufficiente degradazione degli alimenti nel tubodigerente e il passaggio nel sangue di albumine che hanno conservatocaratteristiche extra-umane che il rene cercherà di eliminare. Questi duefattori: l�insufficiente astralizzazione del rene e la incompleta degradazio-ne nel tubo digerente, si combinano più o meno nella maggior parte dellealbuminurie. Ritroveremo questa eziologia nell�albuminuria da fatica,nell�albuminuria ortostatica, nella nefrosi lipoidica, ecc. Caratteristichedi questo stato sono pure altre manifestazioni come l�ipotensionearteriosa, il rallentamento del ritmo respiratorio, le fermentazioni intesti-nali dei glucidi con rutti ed emissione di gas.

Tutti questi sintomi richiedono il ferro, metallo dell�incarnazione, che obbli-gherà il complesso superiore a prendere meglio possesso dell�inferiore. Dobbiamo quiprescrivere questo metallo sotto forma di Ferrum sidereum D10 / Pancreine D6aa trit., per bocca o sotto forma di iniezioni. Dobbiamo pensare anche all�arsenico,che sarà prudente somministrare sotto forma di Levico D3.

I disturbi dell�escrezione: l�oligruria, l�anuria, la ritenzione di sale,sono piuttosto il segno di un�azione insufficiente del corpo astrale nellasua dinamica neurosensoriale. Essi spesso si accompagnano a nefriti acutee, di conseguenza, a manifestazioni di tipo infiammatorio, espressione diuna reazione del polo metabolico.

In questo caso, è necessario ristabilire, nei reni, l�armonia tra i dueprocessi. Dobbiamo utilizzare a questo fine la asperella (Equisetum arvense).In questa pianta, ricca di silice e di zolfo, e che non ha praticamente radici néfiori, il processo Sal della radice e il processo Sulfur del fiore si compenetrano nelgambo che in pratica costituisce l�intera pianta.

Questa possiede una struttura «arieggiata» che ci orientano versol�«organo-aria» che è il rene. Essa servirà in qualche modo da modello, da fattorearmonizzante, tra la dinamica metabolica (Sulfur) e la dinamicaneurosensoriale (Sal), per il rene. Equisetum si deve dunque utilizzare ingenerale nelle affezioni del rene, quali che siano le loro caratteristiche. Dobbia-mo prescrivere Equisetum D6 (eventualmente, nelle malattie di vecchia data inD15), per bocca e per iniezioni sottocutanee.

Nell�anuria, si devono applicare compresse calde sul rene e anche ventosescarificate. Bisogna anche fare iniezioni di Carbo D15 + Pancreine D6 (2)nella zona epigastrica (3).

Quando l�irradiazione renale diventa troppo forte, il processo dielaborazione delle albumine diventa ipertrofico e non è più equilibrato

Il rene

... e il suo trattamento

I disturbidell�escrezione...

...e il loro trattamento

Eccesso di irradiazione renale

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106 Medicina antroposofica

dai processi di strutturazione che provengono dal polo superiore. Citroviamo allora nella situazione descritta a proposito dell�isterismo (Cfr.Cap. IV). Ma si tratta di altro: agendo in maniera troppo intensa al polo delmetabolismo, il corpo astrale diventa incapace di influenzare armoniosa-mente il corpo fisico attraverso il corpo eterico, reprime quest�ultimo etende a fare a meno della sua mediazione. Questo si traduce in crampi, inspasmi, in ipertensione arteriosa, in fermentazioni putride a spese deiprotidi, in stipsi e in ritenzione di gas con meteorismo. In breve, tutti isintomi della simpaticotonia. Sono predisposti a questi disturbi soprattut-to i soggetti di tipo picnico. Le malattie renali proprie di questo tiposaranno soprattutto di carattere arterioso, dunque delle glomerulonefriti.

Dato che la patologia renale pone il problema del sale, è necessariostudiarne il ruolo nell�organismo. In genere le piante ne contengono poco,ma esse sono ricche di potassio. Quest�ultimo, come gli altri alcalini, è iltestimone dell�attività eterica. Il cloruro di sodio, invece, è un elementocaratteristico degli esseri animati, altrimenti detti portatori di un corpoastrale. L�uomo e gli animali non possono fare a meno del sale e mantengo-no la sua percentuale a un tasso molto stabile quali che siano le condizioniesterne e l�apporto alimentare. Il sale dunque deve essere messo in relazio-ne con il corpo astrale. Senza di lui il corpo astrale non potrebbe agire sulcorpo eterico e sul suo supporto, l�organismo-acqua. Il consumo di sale,aprendo la via all�astrale, risveglia la coscienza. Se, al contrario, il corpoeterico e l�organismo-acqua prendono il sopravvento sul corpo astrale, lacoscienza si attenua. Così, i bambini nutriti col latte di vacca, più ricco di saledel latte umano, sono più svegli di quelli nutriti al seno (Cfr. Cap. VII). Ildesiderio di sali è generalmente caratteristico di una forte affinità del «com-plesso superiore» per il «complesso inferiore». La riduzione dell�apportoalimentare di sale aiuterà a frenare un�azione troppo intensa del corpo astrale.Sarebbe dunque inopportuno prescrivere una dieta povera di sale quandol�azione del corpo astrale è insufficiente. Bisognerà tuttavia agire con moltodiscernimento, tenendo conto del frequente groviglio dei diversi processipatologici nelle affezioni renali.

Gli edemi sono spesso legati a una ritenzione di cloruro. Possiamoallora considerarli come una reazione dell�organismo-acqua, che cerca disbarazzarsi del sale ammassandolo in un deposito quando il rene non è piùcapace di eliminarlo. Non tutti gli edemi hanno questa origine; essi il piùdelle volte sono l�espressione di una «paresi» dell�organismo-acqua, chelascia stagnare i liquidi.

Il trattamento di una «irradiazione renale» troppo forte deve dunqueconsistere prima di tutto nel moderare l�azione del corpo astrale, eventualmentespostandolo da un polo verso l�altro; a questo proposito abbiamo già ricordato il

Il problema del sale

Gli edemi

Trattamentodell�eccesso diirradiazione renale

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ruolo di Tabacum nel capitolo X. Un altro farmaco per questi disturbi è Carbo.Quando carbonizziamo una pianta, tutto ciò che è vitale viene eliminato,sussiste solo la struttura il cui vettore è il carbone. D�altra parte, il carbonepresenta una notevole affinità con l�aria, non solo per la sua combustibilità, maper le sue proprietà di assorbimento dei gas. Carbo è così il respiratore, essoaiuta il corpo astrale ad assumere i processi respiratori interni dell�organismo. Ilmeteorismo è uno dei suoi sintomi dominanti. Nelle malattie renali dobbiamoutilizzarlo in generale in D15. Facciamo ancora presente che un�iniezione diCarbo vegetabilis D30 permette generalmente di calmare una crisi di asma diorigine renale. Utilizzando Carbo equiseti orienteremo più particolarmentel�azione di Carbo verso il rene.

Un farmaco importante proposto da Rudolf Steiner per il trattamento diun�«irradiazione renale» troppo intensa è la radice di camomilla. Nella pianta,la radice rappresenta il polo Sal e deve essere messa in relazione col sistemaneurosensoriale dell�uomo, sul quale possiede un�azione elettiva. (Il fiore, vice-versa, agisce sul polo metabolico). D�altra parte la radice di camomilla è ricca disali alcalini, che orientano la sua azione verso l�organismo-acqua. Così, possia-mo dire che la radice di camomilla possiede delle proprietà di strutturazione difronte e questo organismo. Dobbiamo prescriverla dunque tutte le volte che c�èmotivo di armonizzare l�azione del corpo astrale sul corpo eterico. Si tratta di unfarmaco dal vasto campo di applicazione. Dobbiamo prescrivere Chamomilla,rad. in D6, D15 o D30 secondo la zona dei sintomi dominanti, tenendo presenteche le basse diluizioni corrispondono al polo metabolico. Ricordiamo cheChamomilla, rad. è un calmante in caso di agitazione; abbiamo già visto la suautilizzazione in D4 per l�insonnia dei bambini.

Un eccesso dell�azione del corpo astrale a livello dei reni, nella suadinamica neurosensoriale, sarà all�origine di malattie come le nefriti cro-niche e la nefro-sclerosi. Questi processi sono spesso intricati con altri epossono evolvere per anni con esacerbazioni successive. Essendo il rene,all�opposto del fegato, incapace di rigenerarsi, la prognosi di queste malat-tie è sfavorevole.

In questo caso, la terapia deve mirare a rinforzare la dinamica opposta,quella dunque dell�assimilazione. A questo fine dobbiamo utilizzare il rame.Possiamo impiegare il suo ossido: Cuprite D4 oppure la sua forma vegetale:Melissa cupro culta 0,1%. Chamomilla cupro culta troverà piuttosto la suaindicazione in caso di manifestazioni spasmodiche. Questi due preparati sipossono somministrare per iniezioni o per os.

Una maniera elegante ed efficace di utilizzare il rame è quella di applicar-lo sotto forma di unguento all�altezza della proiezione renale (angolo costo-vertebrale). Si può prescrivere Cuprum met. D1 ungt. o associato a Tabacum:Cuprum met. D1 / Tabacum D6 aa ungt. Non dobbiamo dimenticare, beninteso, Equisetum, del quale possiamo rinforzare la componente Sulfur prescri-

Il rene

Le nefriti croniche...

...e il loro trattamento

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vendo Equisetum sulfuratum tostum, sia in D4 in triturazione, sia in D10 indiluizione.

C�è l�abitudine di separare la patologia renale da quella delle ghiandolesurrenali. In realtà, se confrontiamo quest�ultima a quello che abbiamo detto aproposito dei reni, ritroveremo dei sintomi comuni. L�ipotensione e l�asteniadell�insufficienza surrenale ci richiameranno i sintomi dell�irradiazione renaletroppo debole. Il suo eccesso, viceversa, può essere in relazione con l�ipertensione ei disturbi circolatori che si riscontrano nell�iperfunzione dei surreni. Tutti questisintomi non sono altro che la traduzione delle stesse irregolarità nell�azione delcorpo astrale e richiedono terapie similari.

Benché non appartengano in proprio alla patologia renale, è necessariodire qualche parola sul trattamento dei processi infettivi dell�apparato urinario.

Nei flemmoni peri-nefritici, dobbiamo utilizzare Apis mell. D2 10% /Belladonna D2 10% / Eccipienti q.b. a 100% dil. e Carbo vegetabilis 5% /Sulfur D1 10% / Eccipiente q.b. a 100% trit. alternativamente come nell�in-fiammazione (Cfr. Cap. VI). Dobbiamo iniettare anche Echinacea ang. D3 eArgentum met. D20.

Nelle pieliti e cistiti, quasi sempre conseguenze di un raffreddore, bisognaprima di tutto applicare compresse imbevute di un infuso caldo di millefoglio.Meglio ancora, si deve fare un semicupio con aggiunta dello stesso infuso.Cantharis comp. Wala (4) è un farmaco molto efficace che può essere sommini-strato sia per os (10 granuli da tre a sei volte al giorno) sia per iniezioni al bassoventre (da due a tre alla settimana). Questo farmaco deve sempre essere presomolto regolarmente, perché una somministrazione sporadica e irregolare sareb-be senza efficacia. Cantharis D3 per iniezioni è già, da sola, una misura efficaceda applicare all�inizio di un trattamento di cistite. Si deve fare l�iniezione albasso ventre. In questi casi bisogna pensare anche ad Argentum nitricum D20.

Dalla parte opposta delle affezioni infiammatorie, troviamo la litiasirenale, nella quale i processi di mineralizzazione nati dal polo superiore, siestendono ad organi in cui sono indesiderabili. La composizione dei calco-li è senza importanza dato che l�organismo precipita quei materiali che sitrovano momentaneamente a sua disposizione (urati, fosfati, ossalati ocarbonati). Ciò che qui importa, è l�installazione di un processoanorganico di mineralizzazione. Non è raro riscontrare questa affezionenel bambino piccolo in seguito a somministrazione intempestiva di vita-mina D; ve ne sono perfino di mortali.

È interessante notare che gli ammalati colpiti da litiasi renale sem-brano spesso appartenere allo stesso tipo, al punto che talvolta è possibilesospettare questa malattia a prima vista.

Le ghiandole surrenali

I processi infettivi...

...e il loro trattamento

La litiasi renale

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Il farmaco proposto da Rudolf Steiner in questa affezione, Lapis cancrisilicicum D15, si compone di silice e di concrezione calcarea del gambero. Per lasua forma colloidale, la silice si avvicina al mondo organico e agisce sull�organi-smo-acqua. Il Lapis cancri è una concrezione calcarea che appare nella regionegastrica del gambero al momento della muta. Il gambero ridissolve in seguitorapidamente questi «calcoli», per mineralizzare il suo nuovo guscio, ed è perquesto che essi possono essere utilizzati come farmaco nella litiasi. Grazie a Lapiscancri silicicum, non ho mai dovuto ricorrere ad un intervento chirurgico peruna litiasi renale.

In caso di crisi acuta, bisogna innanzitutto mettere tre ventose, sia nellazona lombare, sia nella proiezione ventrale dell�uretere, secondo la localizzazio-ne del dolore. Spesso, questo atto così semplice permette di alleviare una crisinell�arco di un quarto d�ora. Si può anche procedere ad applicazioni molto calde.Talvolta è necessario fare un�iniezione sottocutanea di Belladonna D3 / Oxalisacetosella D3 aa, loco dolenti. Questi provvedimenti rendono quasi sempresuperfluo il ricorso agli oppiacei. Quando si è incerti tra una crisi di colica renalee una lombaggine, bisogna ricordare che l�ammalato colpito da lombagginecerca sollievo nell�immobilità e quello colpito da colica renale nel movimento.

Assimilazione ed escrezione, i due aspetti del processo renale, costi-tuiscono una specie di ritmo, di respirazione.

Essi sono come una metamorfosi, a un livello più profondo,dell�inspirazione e dell�espirazione polmonare che abbiamo messo in pa-rallelo con la simpatia e la antipatia (Cfr. Cap. I, nota 3). Tuttavia, questidue sentimenti sono caratterizzati da un certo grado di coscienza che nonritroviamo più nelle manifestazioni psichiche che potremmo mettere inrapporto con il rene. A questo livello, tutto è più profondo, più «organi-co», e per conseguenza meno cosciente. In quanto strumento dell�anima,metteremo dunque il rene in rapporto con la vita affettiva profonda. Così,la paura di «tipo renale» sarà una «paura organica». Questi soggetti temo-no di avere una malattia occulta, come pure alcune cancerofobie sonorivelatrici di una disfunzione renale non manifesta.

Simpatia e antipatia sono movimenti diretti verso l�esterno; che cosadiventeranno nella loro metamorfosi renale, cioè a dire quando sarannodiretti verso l�interno? Questa accettazione o questo rifiuto nella profon-dità del nostro essere si ripercuoterà sul nostro stato d�animo, il cuiriflesso è il nostro umore.

Essendo il rene un «organo-aria», ritroveremo la mobilità dell�ele-mento gassoso nell�umore del soggetto di tipo renale. Avrà emozionivivaci, brevi e mutevoli. Seguirà, come la banderuola, i colpi di vento;avrà la tendenza a svolazzare. Sarà facilmente diviso tra direzioni opposte,donde la sua indecisione e, a un grado maggiore, la tendenza schizoide. Mala mobilità non ha solo inconvenienti. Sul piano del pensiero essa apporta

Il rene

...e il suo trattamento

Rene e vita affettiva

Il temperamento renale

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la vivacità dell�intelligenza. Siamo qui all�opposto dell�idea fissa del tipomalinconico. Eppure questa intelligenza resta fredda, senza passione e setalvolta la passione vi si manifesta, sarà un fuoco di paglia, a volte anche unfuoco d�artificio.

Per quanto riguarda l�aspetto fisico, si tratta di un soggetto piuttostosottile, longilineo, dal viso triangolare, la punta diretta in basso. Egli dà atratti un�impressione di leggerezza e la sua andatura prende allora l�anda-mento di una danza. La sua grande affaticabilità lo fa ricadere prestonell�apatia. Talora lo vedremo camminare a testa alta, talora resteràaccasciato sulla poltrona.

Una lesione «superficiale» del rene, che non gli consente di assolvereil compito di strumento dello psichismo, potrà essere, se persiste, causa digravi disturbi; quello che nel temperamento nervoso era solo tendenzaschizoide diventerà schizofrenia. Ciò che era un disturbo di assimilazionesul piano fisico diventerà incapacità a «digerire», ad assimilare certi avve-nimenti. Non sono più le albumine a comportarsi come corpi estraneiall�anima, ma i contenuti psichici. D�altra parte, non è raro scoprire inquesti ammalati delle disproteinemia.

L�Io non occupa più il centro dell�anima e tutto si organizza, all�ini-zio spesso logicamente, attorno a questi «parassiti psichici» che costitui-scono gli avvenimenti non superati. Siamo in presenza di un�affezionenella quale il corpo astrale predomina a spese dell�Io divenuto incapace diordinare il contenuto psichico. Questi ammalati sono quasi sempre sog-getti intelligenti, i loro ragionamenti sono logici, ma cristallizzati attornoa un�idea direttrice estranea alla realtà (spesso variabile nel tempo). Nellaloro anamnesi si scopre spesso una precocità intellettuale unita a unprematuro invecchiamento fisico e morale. Avremo occasione diriparlarne a proposito del cancro.

A tali ammalati, dobbiamo innanzi tutto somministrare il rame, metallodell�assimilazione, sotto forma di Melissa cupro culta 0,1% / Renine D3 aa,per iniezioni sottocutanee (angolo costo-vertebrale). In caso di crampi, di spasmi,di pressione alta, sostituirlo con Chamomilla cupro culta 0,1% / Renine D3aa. Come in ogni affezione renale, dobbiamo pensare a Equisetum e a Carbovegetabilis. Si potrà prescrivere, per esempio, Carbo vegetabilis D30 +Equisetum D20 (5) per iniezioni sottocutanee, oppure Carbo equiseti D15.L�applicazione dell�unguento Cuprum met. D1 / Tabacum D6 aa proseguitoregolarmente è spesso molto efficace. Infine, si deve tentare di dare un certo «peso»a questi ammalati, prescrivendo loro Plumbum, anche sotto forma di unguento(Plumbum met. D1 25% ungt.), applicato sulla regione splenica. Quando sivuole orientare l�azione del rame verso il sistema nervoso, si può utilizzare il suosilicato naturale, Dioptase, in linea di massima in elevata diluizione. Non sideve dimenticare che questi ammalati in generale mancano di calore. Bisogna

La schizofrenia

Trattamento dellepsicosi renali

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111Il rene

dunque fare attenzione a che siano sufficientemente vestiti e prescrivere loro,all�occorrenza, Apis.

NOTE

1 Rudolf Steiner, Medicina e scienza spirituale, conferenza del 1 Aprile 1920 eDornach. Op. cit.Fisiologia e terapia, conferenza de 27 ottobre 1922. Editions AnthroposophiquesRomandes, Ginevra, 1986, pp. 157-161.

2 Da miscelare nella siringa.

3 Cfr. anche capitolo XXVII, paragrafo «La nefrite acuta».

4 Questo farmaco, preparato dei Laboratori Wala (Eckwälden R.F.A.), è compo-sto da Cantharis D4 / Vesica urin. D6 / Equisetum D3 / Achillea D3 per i granuli,e rispettivamente D5, D6, D4, D4 per le fiale iniettabili. Le composizioni che hafatto eseguire secondo questa formula non hanno mai dato risultati tanto buoniquanto quelli della preparazione originale, cosa che mette in evidenza l�impor-tanza del procedimento stesso di preparazione.

5 Da miscelare nella siringa.

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Capitolo XIII

Il Cuore

Il cuore è l�organo centrale del sistema ritmico e anche dell�interoessere umano. Non possiamo tuttavia comprenderlo considerandolo isola-tamente, perché forma un tutt�uno con l�insieme della circolazione,contenente e contenuto, arterie, vene, capillari e sangue.

Abbiamo precedentemente visto (Cfr. Cap. II) che il cuore non deveessere paragonato a una pompa. Questa falsa immagine è così radicata innoi per l�insegnamento ricevuto sin dalla prima infanzia che ci è difficileconcepire che non è il cuore che mette il sangue in movimento, maviceversa il sangue che mette in movimento il cuore. Eppure, oltre leesperienze di Manteuffel già citate, ce lo provano quelle realizzate dallapreparazione di Starling. Questa consiste nel collegare su un insiemecuore-polmone una canalizzazione che sostituisce la grande circolazione.Dal momento in cui il sangue è messo in movimento in questacanalizzazione e raggiunge il cuore, questo si mette a battere, anche dopoun�interruzione di parecchie ore, anzi di parecchi giorni! La supremaziadel sangue è cosi messa chiaramente in evidenza.

Per il calore, per la mobilità, per il suo ruolo nel ricambio e ancheper la facoltà di intensa rigenerazione (un globulo rosso vive soltanto unmese), il sangue appartiene al polo del metabolismo ed è opposto alsistema neurosensoriale. Il cuore è il punto di incontro tra queste duepolarità che esso equilibra ed armonizza. La preparazione di Starling di cuiabbiamo parlato consente ancora altre constatazioni: quando si intensificala corrente sanguigna in direzione del cuore, quest�organo in una primafase reagisce con un accrescimento dell�ampiezza delle contrazioni, poi, inuna seconda fase, con una accelerazione del ritmo. Queste due reazionicome conseguenza hanno un aumento del volume/minuto. Noi non sia-mo coscienti di tali variazioni di portata nel nostro organismo, ma siamoperfettamente capaci di percepire l�accelerazione del ritmo; è dunqueimportante sapere che questa accelerazione deve essere riferita

Ruolo del cuore nellacircolazione

Sangue e nervi

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all�intensificazione dell�apporto venoso, dunque a modificazioni generatedal metabolismo.

L�arrivo del sangue venoso nel cuore provoca la diastole. A questoprocesso centrifugo di dilatazione segue una reazione neurosensoriale dicontrazione di direzione centripeta, la sistole. Nella diastole il cuore cedealle forze del polo metabolico, si arrotonda e tende a perdere la propriaforma; viceversa, nella sistole, le forze del polo neurosensoriale lo restrin-gono e gli ridanno la sua struttura. Diastole e sistole sono così l�espressio-ne di una polarità (v. figura). Questi due aspetti normalmente si alternanonel tempo. Possiamo così trovarne un�espressione nel volume in funzionedelle costituzioni: nel tipo picnico, caratterizzato dalla predominanza delmetabolismo, il cuore è più arrotondato; nel leptosomiconeurosensoriale, il cuore è allungato.

Diastole e sistole

Se l�aumento della portata e l�accelerazione del ritmo sono espres-sioni dell�intensificazione dei processi metabolici, come li osserviamodopo un pasto o durante la febbre, il rallentamento di quest�ultimo è alcontrario espressione dell�azione dominante dei processi neurosensoriali.Ciò può essere osservato quando vi è irritazione del nervo vago, nelriflesso oculo-cardiaco, nella flogosi delle meningi, nelle encefaliti e inquelle malattie che si accompagnano a una diminuzione del metabolismo.Constatiamo ancora questo rallentamento del ritmo in caso di violentidolori che sono, abbiamo visto, un�intensificazione dei processi di co-scienza. Viceversa, quando l�azione del polo neurosensoriale è ostacolata,il ritmo si accelera, cosicché l�osserviamo in certe paralisi bulbari, in certepolinevriti e nelle intossicazioni come quella dovuta alla belladonna.

Variazioni del ritmo

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Le variazioni del ritmo nel corso dell�esistenza riflettono le stessetendenze: nel bambino dal metabolismo intenso, il polso è più rapido,mentre nei vecchi esso rallenta.

Normalmente il cuore ha 72 battiti al minuto. Essendo il ritmorespiratorio di 18 al minuto, noi contiamo quattro pulsazioni per ognirespirazione. Questo rapporto di 4/1 tende a crescere nel picnico e adiminuire nel leptosomico, con valori rispettivamente di 5/1 e 3,5/1.Questi rapporti devono essere ricercati sistematicamente al momento incui si esamina un ammalato, dato che la loro modificazione è il segno diuno sforzo del cuore allo scopo di ristabilire l�equilibrio tra i poli. Talemodificazione può eventualmente riflettere la difficoltà che il cuore in-contra nell�assolvere tale compito. Si tratta di un segno sensibile e precoceche sarebbe colpevole trascurare.

Il cuore è dunque il luogo in cui si affrontano le due polarità, in cui sicompensano e si equilibrano. Il sistema ritmico in se stesso non puòammalarsi, esso è per definizione armonia, dunque anche salute. Invece, ilsuo strumento fisico, il cuore, può essere danneggiato quando lo sforzo dicompensazione che gli si domanda va oltre le sue possibilità, soprattuttoquando questo sforzo è imposto in maniera permanente. Le affezionicardiache sono così il riflesso del predominio di un polo sull�altro. Essesono dunque secondarie e spesso impiegano degli anni per manifestarsi,tanto il cuore si sforza di ristabilire sempre l�armonia. L�osservazionedelle lesioni che si sono create dà così relativamente poche informazionisul processo morboso. Bisogna prima di tutto studiarle nel tempo, cosache implica una anamnesi approfondita. La conoscenza di questi processisarà per il medico un incitamento sia a prevenire le affezioni cardiache chea curarle.

L�influenza preponderante del metabolismo predispone all�infiam-mazione, ma questo non dice perché questa infiammazione si localizzeràal cuore. Questa localizzazione probabilmente non è mai primitiva; essa èspesso conseguenza di reumatismo articolare acuto, di scarlattina, di angi-ne difteriche o altro. Non è neppure raro trovare un focolaio di infezionelatente, per esempio a livello di un dente, espressione di un processometabolico che non è al suo posto e che le forze di strutturazione del polosuperiore non possono dominare.

A titolo di esempio, seguiremo un processo simile nel dettaglio,svolgeremo un filo di Arianna capace di guidarci nel labirinto di questemanifestazioni. Immaginiamo un soggetto nel quale predomini il polometabolico. L�assimilazione delle albumine è intensa e il polo superiore

Polso e respirazione

Genesi delle affezionicardiache

Un esempio

Il cuore

Affezioni perpreponderanza

metabolica

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non le struttura senza difficoltà. In occasione di una situazione conflittua-le che chiede uno sforzo supplementare al polo superiore, questi processidi strutturazione sono ostacolati e albumine che presentano strani caratte-ri cominciano a ingombrare l�organismo. Questo reagisce allora con unprocesso infiammatorio, un�angina (1) per esempio, che tenta di «digerire»queste albumine; se vi riesce, tutto rientra nell�origine. Ma può accadereche essa non ci riesca perfettamente, che delle albumine anormali persista-no. Queste proteine non completamente strutturate si depositano alloranegli interstizi dei tessuti. Un cuore affaticato da sforzi persistenti diarmonizzazione costituirà un luogo privilegiato per il deposito di taliproteine e diventerà così soggetto alle infezioni, poiché queste albuminenon completamente «umanizzate» sono alimento di scelta dei batteri. Ilcuore può così divenire sede di processi infettivi che si traducono indissoluzione, in perdita della forma dell�organo. È quello che riscontriamonelle endocarditi, nelle miocarditi, nelle pericarditi. Noi conosciamo leconseguenze di tali affezioni sul piano anatomico e funzionale.

Oltre a queste malattie infettive del cuore, o eventualmente associa-te ad esse, si deve anche considerare un processo morboso legato diretta-mente alla funzione di equilibrio del cuore. In presenza di un predominiodel metabolismo, la circolazione sanguigna intensa generata dal poloinferiore tenderà a sovraccaricare il cuore, a riempirlo troppo; la diastolesarà in un certo senso più forte della sistole generata dalle forze distrutturazione del polo superiore. A lungo andare, il cuore cederà a questaspinta venuta dal metabolismo: si dilaterà. Tale processo potrà, se le causepersistono, continuare sino all�asistolia. Assistiamo qui, come nelle malat-tie infettive, a una perdita della forma.

Una tale evoluzione è spesso lenta, discontinua e insidiosa. Il predo-minio del metabolismo sul neurosensoriale si manifesta con una diminu-zione della coscienza e queste affezioni spesso sono indolori. Questospiega la frequenza di morti improvvise di questi ammalati che non silamentano molto. Talvolta, per scoprire un po� di dispnea oun�affaticabilità di cui non si deve trascurare il significato, è necessariointerrogarli con cura.

La terapia delle affezioni cardiache causate da predominio del polo meta-bolico deve prima di tutto essere una profilassi. Nel reumatismo acuto, lascarlattina, le angine, e in generale in tutte le malattie infettive, bisognascaricare il polo metabolico, in altre parole mettere l�ammalato a dieta e ariposo a letto.

Questi due provvedimenti eventualmente dovranno proseguire per parecchigiorni dopo che la febbre è scesa, in funzione della malattia. Essi talvolta sonodifficili da ottenere nei bambini ed è necessario che il medico faccia valere la propriaautorità. Durante la convalescenza si devono anche evitare le albumine (carne, uova)

Trattamento delleaffezione dapredominiometabolico

Malattie infettive

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e si deve proibire che l�uso del sale sia ripreso troppo presto. La rialimentazione idealedeve cominciare con composta di mele e riso.

Il ruolo del riposo a letto è evidente dato che l�attività muscolare è unprocesso metabolico. Ma bisogna anche evitare di sollecitare inutilmente il poloneurosensoriale perché sia in grado di adempiere il suo compito; bisogneràquindi proibire la radio, la televisione e perfino la lettura. L�ospedalizzazione,per il fatto che allontana l�ammalato dal suo ambiente abituale e dalle suequotidiane preoccupazioni, ha talvolta un effetto salutare. Però deve essere diqualità e che non crei nervosismi supplementari. Tutto dipenderà dall�ambientenel quale si trova l�ammalato. Nelle affezioni acute è di rigore l�isolamento, manelle malattie croniche, una sala comune dove regni il buon umore può favorirela guarigione. In tutte le malattie che minacciano particolarmente il cuore especialmente in caso di febbre alta, si deve prescrivere, a titolo preventivo,Hyoscyamus 0,1% / Onopordon 2,5% / Primula off. 2,5% / Eccipienteq.b. a 100% dil. (2).

Nelle malattie infettive del cuore, dobbiamo utilizzare Apis / Belladon-na alternativamente con Carbo / Sulfur (Cfr. Cap. VI). In caso di attacco delmiocardio, dobbiamo dare della digitale (Digitalis e fol. dig. D3 dil., 5 goccetre volte al giorno). Nelle pericarditi, dobbiamo dare Stannum / Bryonia (Cfr.Cap. XI). Nell�endocardite batterica subacuta o malattia di Osler, dobbiamoinnanzitutto prescrivere una dieta vegetariana leggera che comprende una parterilevante di verdure crude e frutta. Dobbiamo somministrare per iniezioniendovenose Argentum met. D30 e Echinacea ang. D3 (un�iniezione al giornoalternate). Dobbiamo prescrivere anche iniezioni sottocutanee di Antimoniummet. D8 2 p. / Aurum met. D10 3 p. e Lachesis da D12 a D15.

In tutte le malattie cardiache di origine metabolica, dobbiamo dare cometrattamento di base Hyoscyamus 0,1% / Onopordon 2,5% / Primula off.2,5% / Eccipiente q.b. a 100%, per iniezioni o per os, e Aurum met. a bassadinamizzazione (D10, eventualmente D6). Possiamo anche prescrivere il metal-lo in forma vegetale: Hypericum auro cultum 0,1%, dato che questa forma dàuna sfumatura tonificante all�auriterapia.

Allo stadio di lesione costituita o di scompenso, dobbiamo dare oltre laterapia di base, il biancospino, che possiamo prescrivere in associazione secondola seguente formula: Adonis vernalis D2 / Convallaria maialis D2 /Crataegus D2 / Scilla maritima D2 aa dil. Grazie alla scilla, questa composi-zione aiuta la risoluzione degli edemi.

A proposito di Convallaria, il mughetto, notiamo l�importanza in questapianta dell�elemento ritmico per cui potremmo qualificarla come «musicale»; ifiori si dispongono sullo stelo a piani come note su un pentagramma e spessoformano una quinta e talvolta anche un�ottava. Ritroviamo questo stesso aspettoritmico nella successione dei nodi della radice. Si sarebbe tentati di paragonarlaal sigillo di Salomone col quale divide l�habitat, ma in quest�ultimo il carattereritmico è più accentuato nella radice rispetto al mughetto. Le forze di pesantezza- dunque l�elemento «terra» - sono molto più marcate nel sigillo di Salomone.

Il cuore

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Queste caratteristiche, come pure la struttura più frastagliata, più aerea di quelladel mughetto, orientano piuttosto la sua azione verso il polmone.

Negli ammalati pletorici, utilizzeremo con successo Cnicus benedictusD1 / Paeonia D1 aa dil. (10 gocce tre volte al giorno). Paeonia, peonia o «rosadel contadino» non è forse l�immagine del viso fanciullesco del pletorico?

Per tutte queste affezioni cardiache, la dieta è essenziale, poiché il cuore èsovraccaricato molto più spesso dalla alimentazione che dal lavoro muscolare.Così si raccomanda di cominciare il trattamento con una cura di mele per unasettimana seguita da tre mesi di dieta vegetariana.

Quando il cuore subisce in maniera eccessiva l�azione indurente estrutturante del polo neurosensoriale, vediamo comparire manifestazionimolto diverse da quelle provocate dall�eccesso del metabolismo. La sistolepredomina sulla diastole, i vasi, e in particolare le arterie coronariche, sisclerotizzano e presentano stenosi; inoltre, spasmi arteriosi riducono lacircolazione. Talvolta un grumo, processo eccessivo di strutturazione delsangue, tappa il vaso completamente. Tali processi sono all�originedell�angor, dell�infarto del miocardio e delle trombosi.

Il dolore e l�angoscia, la sensazione della morte imminente, sono isintomi dominanti di tali affezioni e contrastano con l�indolenza delleaffezioni di origine metabolica. In generale, le precordialgie e le nevrosicardiache sono l�espressione di eccessivi processi di coscienza a livello delcuore. Quanto alle palpitazioni, esse riflettono generalmente la reazionedel cuore ad un improvviso afflusso sanguigno generato dal polo inferioree appartengono piuttosto alle affezioni di origine metabolica.

É importante notare che l�angina pectoris e l�infarto del miocardiocolpiscono soprattutto soggetti abbastanza corpulenti, i picnici collerici.In queste affezioni dunque, non è il predominio costituzionale del poloneurosensoriale che entra in gioco, ma la sua eccessiva sollecitazione per ilgenere di vita. L�esempio tipico è quello dei managers. Una confermalampante dell�influenza del genere di vita, l�abbiamo nella seguente osser-vazione di Enos e Holmes (3). Su alcuni soldati americani dell�età media di22 anni, caduti nella guerra di Corea, sono state sistematicamente pratica-te delle autopsie. Esse hanno messo il luce il 77% di sclerosi delle corona-rie, verosimilmente in rapporto con lo stress intenso e continuo al qualequesti soldati erano sottoposti. Viceversa, non si riscontra mai anginapectoris né infarto nei monaci degli ordini contemplativi, siano o novegetariani.

Se nelle malattie cardiache metaboliche abbiamo prescritto un farmacopreparato da un bacca, quella del biancospino, nelle malattie cardiache «indu-renti», dobbiamo utilizzare un farmaco derivato da un seme duro, quello dellostrofanto, che stimola così nell�organismo delle forze di reazioni a questa durez-za (4). Prescriveremo Oleum strophanti D3. Dobbiamo dare anche Aurum

Le affezioni dapredominioneurosensoriale...

...e il loro trattamento

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met., questa volta in D30 eventualmente associato a Tabacum D10. Prescriven-do Primula auro culta 0,1%, facciamo appello a una sfumatura rivitalizzantedell�auriterapia. Il trattamento di base deve comprendere anche Hyoscyamus0,1% / Onopordon 2,5% / Primula off. 2,5% / Eccipiente q.b. a 100%.

Nell�angina pectoris, prescriveremo Cactus grandiflorus dalla D1 allaD4 e Magnesia phosphorica D3 trit. Nell�infarto, faremo appello alle proprie-tà rivitalizzanti di Prunus spinosa D2 o D3, associato a Scorodite D10 e adArnica pl. tota D10 + Tabacum D10 (5), che basta in generale a calmarel�ammalato. Nelle trombosi, dobbiamo associare all�arnica Hirudo off. D4.Teniamo presente anche l�azione notevole delle unzioni nella regione precordialecon Aurum met. D5 / Hypericum perf., flos. 10% aa ungt. tanto nellenevrosi cardiache che nelle affezioni più gravi.

Una reale guarigione di queste affezioni non si può ottenere senza unacompleta trasformazione del proprio genere di vita. All�inizio evidentementequesto sarà il riposo assoluto. In seguito sarà necessaria una vita calma in cui losviluppo spirituale dell�uomo farà posto poco a poco alla ricerca degli obiettivimateriali. Un�attività artistica (pittura, euritmia, musica, etc.) aiuterà moltol�ammalato a ritrovare un ritmo di vita armonioso.

I ritmi umani sono in rapporto con i ritmi cosmici. Alcuni sonosotto la diretta influenza dei movimenti planetari o terrestri. Altri, purmantenendo il ricordo della propria origine, sono stati interiorizzati,come il ciclo mestruale, che è un ritmo lunare e che, attualmente, non sitrova più sotto la dipendenza di questo astro.

Se consideriamo il ritmo respiratorio, che è di 18 respirazioni alminuto, avremo in 24 ore: 18 x 60 x 24 = 25.920 respirazioni. Questa cifraè quella della durata dell�anno platonico espresso in anni terrestri. Faccia-mo adesso il cammino inverso: dividiamo l�anno platonico per 12, ottenia-mo così il mese platonico di 2.160 anni terrestri; è il tempo medio che alpunto vernale occorre per percorrere una costellazione dello Zodiaco.Dividiamo ora questo mese platonico per 30, otteniamo 72 anni terrestri,la durata media di una vita umana. Questa rappresenta dunque una giorna-ta cosmica. Ma 72 è anche il numero medio di pulsazioni in un minuto.Questo ci dimostra sino a che punto il ritmo cardiaco è integrato nelritmo solare!

Solo un organo intatto è capace di manifestare questo ritmo. Lelesioni di certe zone del cuore lo mettono nell�impossibilità di conformar-si a questa armonia e sono le cause principali dell�aritmia, talvolta transi-toria, spesso definitiva. Esse devono sempre fare supporre l�esistenza diuna lesione passata inosservata che bisognerà cercare. Al di fuori dellearitmie propriamente dette, conosciamo i disturbi del ritmo che abbiamoprima ricordato a proposito della predominanza di uno dei poli, le

Il cuore

Ritmo cardiaco e ritmosolare

Le aritmie

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120 Medicina antroposofica

bradicardie e le tachicardie. Studieremo brevemente tre forme ditachicardia delle quali è interessante conoscere le cause.

La tachicardia parossistica o malattia di Bouveret è caratterizzata da unacrisi di accelerazione del ritmo. A causa dell�improvviso manifestarsi e dell�al-trettanto improvviso cessare della crisi, questa affezione è stata messa inrelazione col sistema nervoso. Ciò non è sbagliato se consideriamo il sistemanervoso come strumento del corpo astrale. Siamo dunque portati ad ammet-tere una brusca e momentanea sospensione dell�azione del sistema nervoso,cosa che implica uno «sganciamento» del corpo astrale in un dato punto delsistema nervoso, per esempio una specie di improvvisa paralisi del nervo vago.Questa labilità del corpo astrale fa sì che motivi minimi scatenino la crisi.

Nella tachicardia emotiva, siamo in presenza di un processo inverso.Nel capitolo precedente abbiamo messo l�emozione in relazione col rene.Osservatevi al momento di un�emozione, sentirete realmente qualcosasalire dal più profondo di voi stessi; non si dice forse che si sente salire lacollera? Nella tachicardia emotiva vi è effettivamente un afflusso sangui-gno verso il cuore. Tuttavia, a causa dell�inerzia della massa sanguigna,non abbiamo qui la stessa istantaneità della crisi di tachicardiaparossistica; l�inizio e soprattutto la fine della crisi si manifestano inmaniera graduale.

La tachicardia del morbo di Basedow è abbastanza simile a quellaemotiva. Questa malattia, d�altronde, appare talvolta in seguito adun�emozione. Essa è l�espressione di una considerevole intensificazionedell�azione del corpo astrale in tutto l�organismo; è per questo che alcunisintomi di queste malattie rivelano il rinforzarsi all�azione del corpoastrale nel polo inferiore (tachicardia), altri il suo rinforzarsi al polosuperiore (dimagrimento). Questo spiega la variabilità delle forme clini-che di queste affezioni e alcuni suoi aspetti apparentemente contradditto-ri. Le manifestazioni, sia di eccesso quanto di insufficienza tiroidea, cifanno intravedere gli stretti rapporti che esistono tra la tiroide e il corpoastrale.

Per moderare e armonizzare questa influenza del corpo astrale, dobbiamoutilizzare il rame: Cuprite D4 nelle bionde e Calcosina D4 nelle brune.Diciamo proprio bionde e brune, poiché si tratta quasi sempre di ammalate.Utilizzeremo anche Tabacum D10, e, in caso di sintomi cardiaci, Oleumstrophanti D3 (6).

Se si può caratterizzare il fegato con l�immagine della foresta tropi-cale calda e umida, è il cuore che costituisce il centro dell�organismo dicalore, del quale assicura la regolazione grazie all�intero sistema

La malattia diBouveret

La tachicardia emotiva

Il morbo di Basedow...

...e il suo trattamento

Il centrodell�organismo dicalore

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121

circolatorio. Tutti i processi calorici del nostro corpo sono inconcepibiliin assenza di sangue e di circolazione, pertanto il cuore è il centro delnostro «organismo-calore», senza il quale l�Io non potrebbe manifestarsi.Il sangue è dunque lo strumento dell�Io come il sistema nervoso lo è delcorpo astrale (7).

In quanto risultato di una combustione - dunque in realtà di unprocesso di degradazione che lascia un residuo minerale, la cenere - laformazione di calore è sotto la dipendenza della diretta azione dell�Io alpolo superiore (Cfr. Cap. II). È questo il motivo per cui l�eccitazione dicerte zone del cervello provoca la febbre. Ma il calore esso stesso appare alpolo inferiore e permette allora all�Io, dopo essersi associato alle forzeastrali ed eteriche, di legarsi al sangue ed estendere la sua azione a tuttol�organismo a cominciare dal polo inferiore. Esso controbilancia cosìl�influenza del sistema nervoso. Non è soltanto il calore fisico che noiritroviamo qui, ma anche il calore spirituale, quello dell�entusiasmo, quellodel coraggio, quello del dono di sé, quello dell�amore. È quindi perfettamen-te legittimo mettere il cuore in relazione con l�elemento fuoco.

Tutte queste forme di calore caratterizzano l�«uomo-cuore», nelquale l�elemento costituente che domina è l�Io. Saremo dunque in presen-za di una personalità forte, capace di perseguire un fine con accanimento,che tende a imporre la propria volontà con tutti i mezzi, ma anchedisposto ad azioni generose; tutto dipende dallo scopo verso il quale lavolontà gli permette di raggiungere le più alte vette. D�altra parte talevolontà mal sopporta l�ostacolo e predispone così alla collera.

Fisicamente un temperamento simile ha una statura piuttosto tar-chiata; è un picnico, ma senza la mollezza e l�elasticità del linfatico. La suaandatura dà l�impressione che voglia dare al suolo la propria impronta. Isuoi occhi, spesso neri, brillano di cupa luce e sono diversi dagli occhibruni dalla vellutata dolcezza di certi linfatici. La muscolatura è general-mente ben sviluppata. Come esempio tipico di temperamento collerico èstato citato il generale Bonaparte da Rudolf Steiner che aggiunge tuttaviache nell�imperatore si manifestò più tardi un certo grado di linfatismo.Anche Beethoven era certamente un tipo collerico.

La supremazia dell�Io si può trasformare nel bisogno di affermarsi adispetto di tutto, nella volontà di persistere in una direzione, anche quan-do si riconosce che è sbagliata. Quello che era coraggio, cioè un�azione chesupera coscientemente un pericolo, diventa folle temerarietà. Quello cheera volontà diventa furiosa follia (18). Questa mancanza di controllo,questo scatenarsi, è il pericolo che il collerico corre. Egli talvolta arrivaall�autodistruzione e trascinerebbe volentieri gli altri nella propria cadu-ta. In questo caso è un incendio che devasta tutto.

Il cuore

Il cuore e l�elementofuoco

Cuore etemperamento

La psicosi cardiaca

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122 Medicina antroposofica

Quando il cuore è troppo influenzato dalle forze del poloneurosensoriale, vediamo comparire le nevrosi cardiache, così frequentitra la clientela. La percezione incosciente dei processi di distruzione e dimorte generati da questo polo si tradurrà in angoscia, in paura della morte,anche in assenza di lesioni profonde tali da mettere in pericolo la vitadell�ammalato. Sono proprio le lesioni «superficiali» del cuore (Cfr. Cap.IV e Cap. IX) quelle che si accompagnano a tali sintomi.

Nelle manifestazioni nevrotiche che rivelano un�eccessiva influenza delpolo superiore, dobbiamo innanzitutto prescrivere Primula auro culta 0,1%per iniezioni, e anche con unzioni nella regione precordiale con Aurum met.D5 / Hypericum perf., flos 10% aa. ungt. Dobbiamo pensare anche a Prunusspinosa D3 poiché si tratta di rivitalizzare l�ammalato.

Nella follia furiosa viceversa, espressione di uno scatenamento delle forzedi volontà in rapporto col metabolismo, dobbiamo utilizzare Hypericum aurocultum 0,1% ed eventualmente anche Belladonna D3. Di fronte a un ammala-to in preda a una crisi, potremo ricorrere ad una iniezione di apomorfina (da 5a 10 milligrammi). Provocando il vomito, si devia l�azione del corpo astrale, einsieme quella dell�Io, verso lo stomaco, e si frena così il polo della volontà. Incaso di idee suicide, soprattutto se sono l�espressione di una tendenza all�afferma-zione di sé che arriva all�autodistruzione, dobbiamo prescrivere Aurum met.dalla D6 alla D10 (oppure eventualmente Hypericum auro cultum). A tuttiquesti farmaci dobbiamo sistematicamente associare Hyoscyamus 0,1% /Onopordon 2,5% / Primula off. 2,5% / Eccipiente q.b. e 100% dil.

Attraverso gli organi cardinali, gli elementi costitutivi dell�uomo egli elementi naturali, abbiamo tentato di delineare le caratteristiche deiquattro temperamenti. Un tale abbozzo resta necessariamente moltoschematico e potrebbe costituire soltanto un metodo di accesso. Se voglia-mo comprendere bene un essere umano, bisogna, dopo averlo provvisoria-mente classificato in una categoria, cercare tutto quello che lo distingue daessa, tutto ciò che fa di lui un individuo simile a nessun altro, compito chenessun computer saprebbe compiere. Bisogna studiare l�essere umano neltempo, fare una specie di biografia, che comprenda anche lo psichismo, sevogliamo essere in grado di guarirlo in profondità.

Molti nostri contemporanei vivono nella paura; paura dell�ambien-te in rapporto col polmone nel melanconico, paura della vita in rapportocol fegato nel linfatico, paura «organica» in rapporto col rene nel nervosoe paura della morte in rapporto col cuore nel collerico. Si deve imparare aconoscere a poco a poco i sintomi di queste diverse paure, a valorizzarle,poiché costituiscono un aiuto prezioso per risalire alla sorgente del male.

Il paragone dei quattro organi cardinali fra loro rivela fino a chepunto le loro funzioni sono ostacolate e si ripercuotono le une sulle altre.

La nevrosi cardiaca

Trattamento dellenevrosi e delle psicosicardiache

Andiamo oltre glischemi

Le diverse paure

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Per la chiarezza dell�esposizione, sarebbe necessario studiarle successiva-mente, ma è solo ricercando il ruolo delle polarità e dei dati raccolti,grazie agli elementi di base conosciuti, che sarà possibile comprendere iltutto.

RIASSUNTO DEL TRATTAMENTODELLE AFFEZIONI CARDIACHE

I. Predominanza del polo metabolismo-volontà

Trattamento di base:Hyoscyamus 0,01% / Onopordon 2,5% / Primula off. 2,5% Eccipiente

q.b. al 100% dil.Aurum met. da D6 a D10 fialeHypericum auro cultum 0,1% dil. o fiale

Affezioni infiammatorie: prima di tutto mettere l�ammalato a dieta.

Endocarditi:Apis mell. D2 10% / Belladonna D2 10% / Eccipiente q.b. al 100% dil.

in alternanza con Carbo vegetabilis 5% / Sulfur D1 10% / Eccip. q.b. a 100% trit.Argentum met. D30 fialeEchinacea angustifolia D3 fialeLachesis D12 fiale

Miocarditi:Come le endocarditi + Digitalis e. fol. dig. D3 dil. (10 gocce tre

volte al giorno).

Pericarditi:Come le endocarditi + Bryonia D6 + Stannum met. D10 fiale (da

mescolare nella siringa).

Endocarditi lente:Regime vegetariano.Argentum met. D30 alternato a Echinacea angustifolia D3 per iniezioni

endovenose quotidiane.Lachesis da D12 a D15 fialeAntimonium met. D8 2p. / Aurum met. D10 3p. fialeCarbo betulae methanolum D3 trit.

Il cuore

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124 Medicina antroposofica

Affezioni valvolari, insufficienze, scompensi:Adonis vernalis D2 / Convallaria maialis D2 / Crataegus D2 / Scilla

maritima D2 aa dil. (da 10 a 15 gocce tre volte al giorno).Cnicus benedictus D2 / Paeonia off. D1 aa dil. (10 gocce tre volte al

giorno).

Pazzia furiosa:Apomorfina da 5 a 10 mg. fiale.Belladonna D3 fiale.

Aritmie:Aurum met. D10 / Cactus grandiflorus D4 / Camphora D3 /

Sarothamnus scoparius D2 aa dil. (10 gocce tre volte al giorno)

II. Predominanza del polo neurosensoriale

Trattamento di base:Hyoscyamus 0,1% / Onopordon 2,5% / Primula off. 2,5% / Eccipiente

q.b. al 100% dil.Aurum met. D30 fialePrimula auro culta 0,1% fialeOleum strophanti D3 dil.Aurum met. D5 / Hypericum perf., flos 10% aa ungt.

Angina pectoris:Cactus grandiflorus da D1 a D3 dil. o fialeMagnesia phosphorica D3 trit.Arnica, pl. tota D10 + Tabacum D10 fiale (Da mescolare nella siringa)

Trombosi:Hirudo off. D4 fialeArnica, pl. tota D10 fiale

Nevrosi cardiache:Primula auro culta 0,1% fialePrunus spinosa D3 dil. o fialeAurum met. D5 / Hypericum perf., flos 10% ungt.

Morbo di Basedow:Cuprite D4 trit. (bionde)Calcosina D4 trit. (brune)Tabacum D10 fialeOleum strophanti D3 dil.Melissa cupro culta 0,1% dil. o fiale

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125Il cuore

NOTE

1 Per V. von Weizsäckers, l�angina è sempre il risultato di una situazione conflit-tuale non superata. Una medicina totale dovrebbe dunque: 1) curare l�angina; 2)equilibrare l�organismo (moderando eventualmente l�esuberanza del metaboli-smo); 3) aiutare l�ammalato a uscire da questa situazione conflittuale.

2 Questo farmaco ha costituito l�oggetto di uno studio dettagliato apparso nelleCorrespondances médicales (Weleda, Saint-Louis). Non lo studieremo quindi quinel dettaglio benché lo citiamo a più riprese. Precisiamo tuttavia che si tratta diun preparato che aiuta il cuore ad assumere le sue funzioni di equilibrio, dunquedalle ampie indicazioni.

3 Enos e Holmes, J.A.M.A. 1953/XII, p. 1090.

4 Rudolf Steiner.

5 Da miscelare nella siringa.

6 Cfr. anche capitolo XXIX, paragrafo «Rame e ipertiroidismo.

7 Questo organismo di calore deve essere considerato sotto il suo aspetto dinami-co e non in funzione delle temperature localmente rilevate, che sono variabili.

8 Noi capiamo bene qui che il controllo, generato dal polo neurosensoriale, è unfreno alla volontà. Quando questo polo superiore (Epimeteo) agisce esclusiva-mente, la volontà è talmente frenata da essere annientata. Viceversa, in assenzadi controllo, la volontà (Prometeo) si scatena. Una tale concezione dovrebbespingerci a rivedere il concetto di «nervo motore» contro il quale si era sollevatoRudolf Steiner.

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PARTE QUARTA

Studio di alcuni problemi particolari

Lontana da ogni dogmatismo, la medicina antroposofica non consiste inun insieme di ricette rigide da applicare a malattie rigorosamente catalogate.Essa è medicina dell�Uomo, dunque una medicina individuale.

I pochi problemi particolari che affronteremo in questa quarta parte sonoesaminati solo a titolo di esempio per fare in modo che si possa trovare una viaverso la terapia, poiché lo scopo della medicina è innanzi tutto guarire.

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Capitolo XIV

Il problema del cancro

Se possiamo definire il cancro come un processo di crescita patologi-ca, non lo comprenderemo finché la crescita resterà per noi un enigma. Ilproblema della crescita normale può riassumersi in due domande: checos�è la crescita? e perché si arresta? Affrontando il problema patologico,sarà necessario porre una terza domanda: perché, a un dato momento, lacrescita ricomincia? Resta infine da sapere perché essa assume un caratteremaligno e le ragioni della localizzazione del tumore.

La prima domanda era stata posta dal ricercatore Sir WilliamSavory, le seguenti tre da Walter Holtzapfel nel magistrale studio pubbli-cato nel 1967 (1). In realtà, Rudolf Steiner aveva dato le risposte a questedomande già da molto tempo ed eccellenti studi di Leroi (2) fondati su unalunga esperienza pratica, avevano affrontato il problema da molto vicino.Alla luce di ciò che è stato esaminato nei primi capitoli, tenteremo di fareuna sintesi di questi differenti studi.

Abbiamo già risposto nei primi quattro capitoli alla prima doman-da: che cos�è la crescita normale? Abbiamo visto che è il risultato di dueprocessi, l�uno di moltiplicazione, generato da forze eteriche, e l�altro distrutturazione, espressione delle forze del corpo astrale e dell�Io, chetrasformano le forze eteriche in forze modellanti. Se le forze di moltiplica-zione, di riproduzione, agissero da sole, l�organismo diventerebbe un�im-mensa morula (Cfr. figura 2 cap. I), ma sin dallo stadio seguente dellaembriogenesi, nella blastula, appare una forma di strutturazione. Tuttoavviene come se, alle forze centrifughe della morula, si opponesse uninvisibile involucro contro il quale queste forze verrebbero ad appoggiar-si. Si ha l�impressione che le cellule, nella loro tendenza alla dispersione,vengano a serrarsi contro questo involucro e ad allinearsi in un solo strato,costituendo la blastula. Naturalmente non esiste alcun involucro nel sensomateriale della parola. In realtà questo è la prima espressione delle forze distrutturazione a direzione centripeta. A questo stadio, tali forze agisconoancora dall�esterno e, nella pianta, continueranno a farlo per tutta la loro

Le cinque questioni delproblema

La crescita normale

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130 Medicina antroposofica

vita. Viceversa nell�animale e nell�uomo, vediamo queste forzeinteriorizzarsi allo stadio di gastrula.

L�esperimento di Arndt, che Leroi ci descrive, è un esempio partico-larmente sorprendente dell�azione di queste due forze, perché vi si vedonoriproduzione e strutturazione succedersi nel tempo. Ecco ciò che dice: «Ilprofessor Arndt ha osservato per lungo tempo un piccolo fungo che crescenei boschi, chiamato Dictostelium muconoïdes. Esso è alto solo qualchemillimetro: è sormontato da una capsula che contiene dello spore. Ilprofessor Arndt ha coltivato questi funghi su brodo di coltura. Quando ifunghi sono maturi, la capsula scoppia e le spore cadono sulla coltura.Queste spore si sviluppano e ne escono delle amebe. Se il brodo di colturacontiene batteri, le amebe cominciano ad assorbirli. Dopo aver fagocitatocirca diecimila batteri, l�ameba comincia a dividersi. Essendo l�ameba unessere vivente composto da una sola cellula, si comporta come le altrecellule, quando queste si moltiplicano. Questo processo di moltiplicazio-ne continua fino a che vi saranno migliaia e migliaia di cellule mobili. Almomento in cui comincia a mancare il nutrimento, si produce qualcosa distraordinario: Arndt descrive come comincino a propagarsi su tutta lacoltura delle onde e come le cellule comincino a dirigersi verso determina-ti punti di concentrazione. Là, a poco a poco, esse edificano col propriocorpo il fungo! Esse dapprima formano il piede e un elemento chepreannuncia la capsula e le spore. A poco a poco si vede nascere il fungo, ilcui corpo è stato formato dalle stesse amebe. Un taglio ci mostra come leamebe si trasformano in cellule di fungo, differenziandosi secondo cheformino la capsula o il piede!... Qualcuno ha chiesto al professor Arndt chidirigeva le amebe affinché formassero un fungo. Ha risposto: il «dio» delleamebe. Non è esatto. Se si vuole parlare di un «dio», bisognerebbe dire: è il«dio» dei funghi».

È particolarmente interessante osservare una proiezione di questofenomeno ripreso al rallentatore. Questo artificio visualizza in manierastraordinaria le forze eteriche.

Nella prima fase di questo esperimento, vediamo le forze di moltipli-cazione a direzione centrifuga fare proliferare e disperdersi le amebe.Nella seconda fase, le forze formatrici centripete - il «dio» dei funghi -orientano le amebe verso un centro e vi formano il fungo con l�aiuto delmateriale cellulare che le amebe costituiscono.

Allorquando isoliamo delle cellule per coltivarle al di fuori dell�or-ganismo che le ha generate, come nell�esperimento di Carrel, noi osservia-mo esattamente il fenomeno inverso: la forma e la differenziazione siperdono e la proliferazione si accelera.

Possiamo così definire la crescita normale come un processo di moltiplica-zione controllato dalle forze di strutturazione.

L�esperimento diArndt

L�esperimento diCarrel

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Nel corso dell�esistenza, l�equilibrio tra queste due forze si modifi-cherà progressivamente. A poco a poco la strutturazione, e con essa lamineralizzazione, prenderà una maggiore importanza relativa. L�organi-smo a mano a mano che invecchia si indurirà.

Potremmo supporre che questo equilibrio si modifica per l�accresci-mento delle forze di strutturazione. In realtà non è così; sono le forze dimoltiplicazione che diminuiscono, o più esattamente che si trasformano.Esse possono trasformarsi, come abbiamo visto nel capitolo VIII, in forzedel pensiero; ma possono anche essere utilizzate per la funzione degliorgani che hanno contribuito a costruire. È quello che osserveremo per itesticoli e per le ovaie al momento della pubertà. Più tardi, alla menopau-sa nelle donne, quando questi organi rallentano o cessano la loro funzione,queste forze ridiventano disponibili. Esse allora dovranno subire unanuova metamorfosi sul piano spirituale e trasformarsi in saggezza e bontà.

Parallelamente alla metamorfosi delle forze di moltiplicazione, assi-stiamo a quella delle forze di strutturazione il cui compito si riduce,ugualmente a vantaggio del pensiero. Questo a sua volta deve esserestrutturato (Cfr. prospetto cap. VIII).

Alla seconda domanda risponderemo dunque: la crescita si ferma perché leforze, sia di riproduzione che di strutturazione, sono trasformate e utilizzate suun piano diverso.

Con la terza domanda - perché, come osserviamo nel cancro, lacrescita può riapparire a un dato momento ? - noi affrontiamo la patolo-gia.

Da quello che precede, constatiamo che la crescita può ricominciaresolo se si verifica uno squilibrio tra le forze di moltiplicazione e quelle distrutturazione, a vantaggio della prima. È ciò che effettivamente succede:vi è metamorfosi insufficiente delle forze di moltiplicazione e diminuzio-ne di quelle di strutturazione.

Questa insufficiente metamorfosi delle forze vegetative spiega ungran numero di fatti. Vediamo così comparire dei sarcomi al momento incui finisce la crescita ossea. Essendo questo arresto di crescita più precocenelle femmine che nei maschi, lo è anche la comparsa dei sarcomi. Tumoriai testicoli si formano quando questi, per la loro ectopia, non possonodiventare funzionali e le forze di crescita restano inutilizzate. Cancridell�utero, del seno e della prostata hanno origine quando questi organicessano di essere funzionali, e non si realizza la trasformazione delle forzeche servivano alla loro funzione. Così il cancro del seno è più frequentenelle donne che non hanno allattato (Cfr. Cap. VII).

Il problema del cancro

Variazionedell�equilibrio

con l�età

La metamorfosi delleforze eteriche

La metamorfosiincompleta

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132 Medicina antroposofica

L�assenza di metamorfosi, tuttavia, non porta sistematicamente allaproliferazione cellulare, essa non fa che creare le condizioni favorevolialla sua comparsa. Nella sua prima lezione ai medici (3), Rudolf Steinerdice che la metamorfosi assente o incompleta crea quello che lui chiama«isolotti di organizzazione» che restano in riposo in attesa di condizionifavorevoli. È questa una concezione che ha delle analogie con la teoria diCohnheim degli «isolotti embrionali» rimasti in riposo; con la differenzache questa teoria presuppone la presenza di residui fisici, mentre, nellaconcezione steineriana, sono delle forze (eteriche) che costituiscono questi«isolotti di organizzazione».

Se si ricorre troppo precocemente alle forze del pensiero, quandol�Io non è ancora maturo per guidare la trasformazione, le forze etericheutilizzate mantengono un carattere vegetativo che si manifesterà moltopiù tardi con una propensione alla schizofrenia. Questa prematura sottra-zione delle forze eteriche spiega la minore frequenza di cancro in alcuniammalati di mente.

I residui eterici che costituiscono questi «isolotti di organizzazione»non si risveglieranno fintanto che saremo equilibrati da forze distrutturazione sufficienti. In caso contrario, manifesteranno la loropotenzialità sotto forma di proliferazione cellulare.

Nella misura in cui esse si sono integrate al corpo eterico e sonodiventate forze modellanti, queste forze di strutturazione subiscono lametamorfosi esattamente come quelle della moltiplicazione; ma ciò ri-sponde solo parzialmente alla terza domanda.

Per meglio comprendere il concatenamento dei fatti, è necessarioriconsiderare questa azione diretta dell�Io e del corpo astrale al poloneurosensoriale, che si traduce in processi di devitalizzazione, distrutturazione e di mineralizzazione. Se il corpo eterico, aiutato dall�Io,non rigenera ciò che è stato distrutto, si verifica un accumulo di elementiestranei che l�organismo tenta di eliminare con un�infiammazione. In casodi persistenza dei disturbi, l�organismo a poco a poco si rassegna e iprocessi infiammatori si attenuano, cosa che porta alla sclerosi. Ma accadeanche che questi processi formativi generati dal polo superiore divenganoancora più intensi. Potremmo allora aspettarci che essi provochino una«supersclerosi». Niente di tutto ciò; poiché la vita non è che ritmo, nullaaumenta all�infinito, e quando un processo supera una certa intensità sitrasforma. Ritroviamo qui la legge del pendolo: al di là di un certo punto,ciò che era forza formatrice di direzione centripeta si trasforma nel suocontrario e diviene forza di dispersione di direzione centrifuga; l�Io e ilcorpo astrale si ritirano degli organi facendo posto alle influenze terrestriesterne. Vi è dunque una polarità tra l�infiammazione e il cancro, confer-mata dalle guarigioni spontanee che si possono osservare nel corso di

Gli «isolotti diorganizzazione»

Cancro e schizofrenia

Infiammazione,sclerosi e cancro

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affezioni febbrili acute, come l�erisipela; tra il cancro e la sclerosi esisteuna polarità d�altra specie, ugualmente confermata in pratica dal fatto chenei cancerosi i sintomi di sclerosi sono più rari. Così, sclerosi e cancrosono varianti, di uno stesso processo di estensione a tutto l�organismo diciò che normalmente appartiene al sistema neurosensoriale.

Qualificando il cancro come «organo dei sensi erratico», RudolfSteiner suscita un�immagine che permette di cogliere meglio ciò cheprecede. Negli organi dei sensi, e in generale nel sistema neurosensoriale,la strutturazione è spinta all�estremo a detrimento delle possibilità dirigenerazione; ma c�è dell�altro: perché un organo dei sensi sia idoneo allapercezione, è necessario che il corpo astrale e l�Io lo abbandonino. Unorgano dei sensi somiglia molto a uno strumento di fisica. L�Io e il corpoastrale non potrebbero servirsi di un organo dei sensi senza averlo primaabbandonato più di quello che noi potremmo fare con un cannocchialeastronomico sistemandoci all�interno di esso.

Questo è normale al polo sensoriale, ma diventa malattia al poloopposto. Abbandonando un organo del metabolismo, il corpo astrale el�Io lasciano campo libero alle forze eteriche non trasformate che costitu-iscono gli «isolotti di organizzazione» rimasti in riposo, come pure alleinfluenze terrestri esterne.

Alla terza domanda dunque noi rispondiamo: la proliferazione si risve-glia quando si manifesta uno squilibrio tra le forze di strutturazione e quelle dimoltiplicazione a vantaggio di queste ultime.

Comprendiamo adesso perché il sistema nervoso, estremamentestrutturato e differenziato, raramente dà origine a tumori (il 2% di tutti icancri) e perché questi restino relativamente benigni. Viceversa, l�abban-dono precoce a questo livello delle forze di strutturazione comporta lafrequente comparsa dei tumori nella prima infanzia.

Al contrario, al polo del metabolismo, dove i processi dirigenerazione restano intensi per tutta la vita, il cancro è più frequente (il75% per gli organi digerenti e genitali riuniti) e presenta caratteri dimalignità molto spiccati.

In che cosa consiste questa malignità? Il patologo H. Siegmunddiceva del cancro che è una «catastrofe della forma». Una catastrofenaturale lascia dietro di sé un caos, cioè tutto il contrario di ciò che èorganizzato. La stessa cosa osserviamo nel cancro. Quando un organo delmetabolismo diventa un «organo dei sensi erratico», cioè a dire che èabbandonato dalle forze organizzatrici dell�Io, e del corpo astrale, egli siapre alle influenze esterne e diventa lo zimbello dell�anarchia. Invecedell�ordine mantenuto dagli elementi costitutivi superiori, si vede che si

Il problema del cancro

Il cancro: organo deisensi erratico

Una catastrofe dellaforma

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134 Medicina antroposofica

installa il disordine, tanto frequente nel nostro mondo attuale; le cellule,invece di essere inserite in un piano, si mettono a vivere la loro propriavita, fatta di proliferazione, ed a subire le influenze generate dal mondofisico.

Bisogna aggiungere che queste influenze esterne sono molto varie.Esse possono provenire da sostanze prodotte dalla industria umana, con-tro le quali l�organismo non sa difendersi. In virtù della sua comuneorigine con la natura, l�uomo è capace di reagire alle sostanze naturali;non fa lo stesso con le sostanze di sintesi, contro le quali è disarmato. Neabbiamo un esempio nel fatto che il petrolio naturale non è cancerogeno,mentre i prodotti della sua distillazione lo sono a differenti gradi.

Tra queste influenze esterne, bisogna includere tutto ciò che penetranell�uomo attraverso gli organi dei sensi (e particolarmente attraversoquello dell�udito) e scivola nel subconscio senza essere stato filtrato dallacoscienza. Tentate di richiamare alla memoria tutte le percezioni uditivedi una giornata, in una città moderna: il rumore delle automobili, degliaerei, delle diverse macchine, delle radio e dei televisori, ecc. Vi rendeteconto che solo una piccolissima parte delle vostre percezioni è stataoggetto di una presa di coscienza. Queste aggressioni moderne favorisconola nascita del caos che osserviamo nel cancro.

Fanno parte di queste aggressioni esterne anche gli shock psichici,dei quali conosciamo nel cancro il ruolo scatenante. Leroi porta un esem-pio che colpisce particolarmente di una donna che soffriva di cancro allavescica in stato avanzato (4): «Sotto l�azione terapeutica il tumoreinnanzitutto si riassorbì. Poi, il marito di questa donna si ammalò e funecessario amputargli una gamba; la donna ebbe subito una recidiva delsuo cancro; un energico trattamento riuscì ancora a far recedere il male.L�anno seguente, il marito morì; la donna ebbe una nuova recidiva chepotè peraltro essere dominata».

Alcune statistiche, pubblicate negli Stati Uniti e in Svezia, hannodimostrato che il cancro è molto più frequente nelle donne divorziate cheper questo hanno subito dei traumi psichici anziché nelle donne sposate.

Così la nostra risposta alla quarta domanda sarà: la malignità è l�espres-sione dell�azione anarcoide delle diverse influenze esterne che le forze interiori diorganizzazione non sono più capaci di controllare.

Periodicamente si attribuisce il cancro a dei virus. Se è vero che èpossibile far nascere dei tumori negli animali servendosi di virus oncogeni,non bisogna dimenticare che la loro inoculazione è un processo di labora-torio che niente ha in comune con ciò che noi riscontriamo in vivo. Ciònondimeno, dei virus sono stati trovati in alcune cellule cancerose, cosa

Le influenza anarcoidi

I fattori psichici

La questione dei virus

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che non ha niente di sorprendente quando si sa che la maggior parte deivirus - alcuni sono anche cristallizzabili - si pongono tra il regno vegetale eil regno minerale. Si capisce allora la loro affinità con quei tessuti che sonostati abbandonati dalle loro forze «organizzanti». Questo ci permette diannoverarli tra le influenze esterne. Essi non sono la causa del cancro, maanch�essi, verosimilmente, hanno un�influenza anarcoide.

Gli «isolotti di organizzazione» sopracitati sono già causa di localiz-zazioni; ma ve ne sono molte altre. Una irritazione della pelle, che per lasua ripetizione o persistenza, non si accompagna più a reazioni infiamma-torie, è segno della esclusione, nella zona interessata, del corpo astrale edell�Io, che crea una possibilità di cancerizzazione. Questa può ancheapparire in assenza di ogni predisposizione, e a maggior ragione quando leforze di strutturazione dell�organismo si sono indebolite.

L�agente irritante può essere meccanico, chimico o anche fisico,come le bruciature e le radiazioni ionizzanti. Conosciamo le localizzazio-ni dovute al tabacco e all�alcool. La frequenza di cancro allo stomaco neigiapponesi non è estranea probabilmente alla loro abitudine di bere thèbollente.

Noi sappiamo, grazie agli esperimenti di Druckrey (5) sui ratti, cheil giallo del burro può attivare un cancro al fegato. Alcune sostanzedunque attaccano elettivamente certi organi. In questi esperimenti, èinteressante notare che il tumore al fegato compare quando i ratti hannoassorbito una certa quantità, sempre la stessa, delle sostanze cancerogena;questo indipendentemente dagli intervalli più o meno lunghi durante iquali è stata sospesa la somministrazione. Sul piano della prevenzione,notiamo che nei ratti la cui razione alimentare contiene del miglio, la dosedi giallo di burro che è necessaria per la comparsa del tumore è molto piùrilevante. Il miglio dunque ha proprietà anticancerose, dovute probabil-mente al suo tasso di silice, elemento che rafforza le forze distrutturazione.

Questa nozione di sommazione che intravediamo negli esperimentidi Druckrey non deve lasciarci indifferenti. La nostra attuale alimentazio-ne contiene una moltitudine di prodotti chimici, nessuno dei quali sembraessere assorbito, da solo, in quantità sufficienti a provocare un cancro - li sidichiara perciò inoffensivi - ma è quasi certo che la loro somma ci faoltrepassare una soglia pericolosa.

Eccone un esempio: si sa che oltre un certo limite, il benzopirene ècancerogeno. J. Bornfelt (6) ha provato che in presenza di detergenti, èpossibile provocare cancri allo stomaco con dosi molto inferiori a quelleche sarebbero necessarie in loro assenza.

Il problema del cancro

I fattoridi localizzazione

Gli esperimenti diDruckey

I prodotti chimicinell�alimentazione

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136 Medicina antroposofica

Si constata spesso che il cancro colpisce un punto debole dell�organi-smo, per esempio un organo che ha subito un intervento chirurgico più omeno remoto, oppure anche la zona di un vecchio trauma. Il concetto delcolpo al seno, come fattore scatenante del cancro, è classico.

Senza pretendere di aver esaurito la questione, abbiamo affrontato le causeprincipali delle localizzazioni, che sono: la persistenza degli isolotti di organiz-zazione, i raumi (meccanici, fisici, chimici e psichici), in maniera generale lanozione del punto debole.

Avendo risposto alle cinque domande poste, ci resta da studiarel�evoluzione nel tempo della malattia cancerosa, e contemplare una possi-bilità di cura.

La comparsa del tumore non è l�inizio della malattia, esso è soltantola prima manifestazione fisica. Ma allora, quando comincia la malattia?Quando si tratta di una malattia acuta, di morbillo o di polmonite, siconsidera generalmente come inizio della malattia l�invasione batterica ola comparsa dei primi sintomi, mentre questi costituiscono già una conse-guenza e non una causa. Quando si tratta di una malattia cronica, di unreumatismo, di una sclerosi e più ancora di un cancro, sembra impossibilestabilirne l�inizio, ma un interrogatorio ben condotto ci fornirà prezioseinformazioni.

Spesso dei pazienti vengono a consultarmi dicendo: «Dottore, io nonsono malato, ma ho l�impressione che qualcosa non va, manco di slancio,non mi piace più niente».

L�anamnesi e l�esame di tali pazienti rivelerà tutta una serie di indiziciascuno dei quali isolatamente non ha gran valore, ma la cui associazionediventa significativa. Somiglia a una depressione, ma non lo è. Spesso sonoi parenti a spingerlo a farsi visitare, a causa del cambiamento del suocomportamento.

Se si interroga il malato sull�inizio dei suoi disturbi, è molto raro chepossa dare una risposta precisa.

Tuttavia, un interrogatorio indirizzato sulla sua biografia riveleràspesso l�esistenza, nel suo passato, d�un evento doloroso non assimilato,una specie di «spina psichica» della quale non è capace di venire a capo.Una spina fisica conficcata sotto la pelle è neutralizzata da un organismosano che la respinge all�esterno formando un ascesso o, se è troppo profon-da per essere espulsa, la incista. Allo stesso modo una «spina psichica» puòessere sia assimilata e respinta, sia dimenticata, cosa che corrispondeall�incistamento. Ma se la persona non ha la forza di assimilare o dimenti-care questa prova, questa non cesserà di irritarlo, dirigendo costantementel�attenzione verso il proprio essere interiore, verso il rimuginare. Tali

La nozione di puntodebole

L�evoluzione dellamalattia cancerosa

L�inizio del cancro, unprocesso psichico

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malati, come diceva molto bene il dottor Jean Schoch (7), hanno unosguardo velato che sembra volto all�interno, essi danno l�impressione ditendere l�orecchio all�interno di se stessi. Niente può rallegrarli, poiché lagioia implica che ci si volga verso l�esterno.

È raro che l�ammalato parli di primo acchito di questo aspetto delsuo psichismo, poiché prova, coscientemente o no, una certa vergogna pernon essere venuto a capo delle sue difficoltà. Soltanto quando si saràinstaurato un rapporto fiducioso tra il medico e il suo paziente, questieventualmente si aprirà; così il medico deve agire con tatto, senza insiste-re, per timore che l�ammalato si richiuda in se stesso.

Questi ammalati generalmente continuano a svolgere il propriolavoro coscienziosamente, ma non traggono alcun piacere da attività allequali volentieri si dedicavano. L�appassionato di bricolage lascia arruggini-re i propri attrezzi, il musicista trascura il proprio strumento. Questesono le caratteristiche della prima fase della malattia cancerosa, che sisvolge completamente sul piano dello psichismo, dell�astrale (8). Questaprima fase può durare per anni.

L�attività psichica anormale si ripercuoterà a poco a poco sui pro-cessi vitali, sul corpo eterico, perché questo tende continuamente arigenerare ciò che l�attività astrale ha danneggiato. Fintantoché l�etericoci riesce, non si manifesta alcun sintomo, ma se non basta più ad assolverecompletamente il suo compito, comincerà a trascurare le sue abitualifunzioni, se ne distoglierà per compensare quello che l�attività astraledeteriora. Allora fanno la loro comparsa i disturbi funzionali: fatica,insonnia, stitichezza, disturbi digestivi, ecc. Alcuni ammalati manifestanoun�avversione più o meno marcata per la carne. La pelle diventa smorta,compaiono macchie e nei. Da notare anche la frequente assenza di segni disclerosi relativi all�età dell�ammalato.

L�insieme di queste manifestazioni funzionali, nessuna delle quali,presa da sola, è caratteristica della malattia cancerosa, deve tuttavia attira-re l�attenzione del medico, perché generalmente è il segno della fasepretumorale della malattia, fase che si sviluppa sul piano dell�eterico. Lemanifestazioni psichiche della prima fase, ben inteso, non per questo nonscompaiono. Generalmente, questi sintomi regrediscono rapidamente sot-to l�effetto di una terapia col Viscum album fermentato, cosa che provaulteriormente che si tratta proprio di una malattia cancerosa. Questaseconda fase può, come la prima, durare per anni e anche, non sfociaremai in tumore se le difese dell�organismo sono sufficienti.

Come nasce un tumore? È probabile che delle deficienze esterne -radiazioni ionizzanti o sostanze tossiche - possano generare cellule mutan-ti o maligne su qualsiasi soggetto normale. Se l�organismo è sano, se sidifende normalmente, queste cellule anormali saranno eliminate, ma nel

Il problema del cancro

La seconda fase: idisturbi funzionali

La terza fase: il tumore

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caso di insufficienza immunitaria, tali cellule potranno installarsi in unpunto di minore resistenza dell�organismo e proliferarvi, dando origine aun tumore. È per questo che un trauma, sia fisico che psichico, checompare nel corso della seconda fase, potrà provocare il processotumorale.

Si trovano talvolta cellule maligne nel sangue di soggetti apparente-mente sani, cellule che si considerano provenienti da una sciamatura inpartenza da un tumore non individuabile che tuttavia non danno origine ametastasi, cosa che prova che esse sono distrutte dai linfociti. Ma talicellule non saranno, in certi casi, anteriori al tumore, di cui sarebbero ilpunto di partenza?

L�insufficienza immunitaria sembra risiedere principalmente nelfatto che il carattere estraneo della cellula maligna non è o è mal ricono-sciuta, per cui si crea la tendenza all�infiltrazione. Quando il carattereestraneo di un tumore è riconosciuto dall�organismo, viene incistato eresta benigno.

Tuttavia, anche quando il tumore è maligno, l�organismo, lottaancora creando attorno ad esso un «mantello di calore» che facilmentepuò essere evidenziato nei tumori superficiali con la termografia. Notia-mo che nella fase pretumorale, non è raro che l�ammalato provi unasensazione di freddo nella zona dove il tumore comparirà.

Il carattere centrifugo del tumore canceroso che è la proliferazioneincontrollata delle cellule vicine, si limita all�inizio ai tessuti limitrofi chesono progressivamente infiltrati. Con la insufficienza progressiva delledifese dell�organismo, le cellule cancerose diventano ancora più autono-me, si emancipano e si diffondono nell�organismo, dando origine allemetastasi. Eppure, anche a questo stadio, il rafforzamento delle difeseimmunitarie può ancora causare la regressione di tali cellule.

La durata dell�evoluzione varia soprattutto in funzione dell�età.Nell�essere giovane, in cui i processi di crescita sono ancora in pienaattività, la malattia brucia le tappe al punto che distinguerle diventacomplesso. Al contrario, nel soggetto anziano, che ha perduto le suepossibilità di rigenerazione, si osserverà talvolta un tale allungamentodelle tappe, che il cancro non sarà la causa del decesso. La malattiacancerosa appare così come una costante lotta tra la tendenza all�emanci-pazione della cellula e le forze organizzatrici che governano la forma e lefunzioni dell�organismo.

È estremamente importante per il medico saper riconoscere questaprima fase della malattia cancerosa, poiché è a questo stadio che laterapeutica dà i migliori risultati. Sarà prezioso l�aiuto dato dal laborato-

Ruolo dell�immunità

La quarta fase: lemetastasi

Duratadell�evoluzione

Importanza delladiagnosi precoce

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rio. Si farà principalmente ricorso ai due metodi di cui Rudolf Steineraveva suggerito il principio: quello delle cristallizzazioni sensibili e quellodelle immagini capillari-dinamiche. Abbiamo già parlato del primo che èstato messo a punto da Pfeiffer e Bessenich (Cfr. Cap. I).

Il secondo è stato oggetto di lunghe ricerche da parte di Kolisko ed èstato studiato per più di quarant�anni nella sua applicazione al cancro daKaelin (9). Esso mette particolarmente in evidenza le tre tappe dellamalattia cancerosa, e dà utili indicazioni dal punto di vista della prognosi.Questi metodi di visualizzazione delle forze eteriche rivelano un aspettoqualitativo dei processi. Essi sono per questo molto più ricchi di insegna-mento dei metodi quantitativi. Essi sono attualmente utilizzati nel mondointero tanto per la diagnosi del cancro che per ricerche qualitative diverse.

Viceversa, per il controllo del trattamento, sono indicatori preziosiil dosaggio del rame e del ferro serici. Nell�uomo sano il loro tasso oscillatra 80 e 150. Nei cancerosi il tasso del rame serico si alza mentre quello delferro serico si abbassa. Il dottor Helmuth Müller ha studiato la variazionedi questi tassi in funzione dell�evoluzione della malattia negli ammalatitrattati col Viscum album fermentato (10) e ha constatato la loro progressi-va normalizzazione in tutti i casi in via di miglioramento clinico. Alcontrario, la persistenza dei tassi anormali è sempre stato l�annuncio direcidive o di metastasi a breve termine.

Alla luce di ciò che precede, il trattamento del cancro deve avere comescopo quello di ristabilire l�equilibrio tra le forze di strutturazione e quelle diproliferazione. Dobbiamo mirare essenzialmente a tre obiettivi: 1° rinforzare ledifese dell�organismo e il suo potere di strutturazione; 2° favorire la trasforma-zione delle forze vegetative; 3° preservare l�organismo e il suo potere distrutturazione; 2° favorire la trasformazione delle forze vegetative; 3° preserva-re l�organismo da azioni esterne nocive.

La medicina classica raggiunge questi obiettivi? Né la chirurgia, né iraggi, né i citostatici possono pretenderlo. Tutto ciò non rinforza le forze distrutturazione, e non ha alcun effetto sulla trasformazione delle forze eteriche.

La roentgeneterapia come la chirurgia cercano di distruggere il tumore, che èsolo un sintomo locale della malattia cancerosa. Entrambe indeboliscono considere-volmente le difese dell�organismo, quindi questi metodi terapeutici spesso provocanodelle recidive e l�aggravarsi dello stato generale dell�ammalato. Questo vuol dire chesono assolutamente da rifiutare? È certo che il tumore, vivendo a carico dell�organi-smo, costituisce in se stesso un fattore di indebolimento e di intossicazione che sarebbeutile eliminare. La chirurgia, quando è possibile e a condizione di limitarsi ad unintervento a minima, sembra preferibile alle radiazioni, che lasciano all�organismol�incarico di eliminare i residui dell�alterazione.

Quanto ai citostatici, impediscono la proliferazione in maniera cieca,paralizzandola sia dove essa è indispensabile alla vita - e perciò i suoi effetti

Il problema del cancro

Trattamento delcancro

I trattamenti classici

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secondari sono nocivi - sia nella zona del tumore del quale ci si augura ladistruzione. Restano gli ormoni. La loro azione è molto più selettiva. Essi nonrinforzano le difese dell�organismo, non diminuiscono nemmeno le tendenzeproliferatrici (piuttosto le rinforzano), ma le deviano verso le potenzialità disesso opposto che ogni individuo porta in sé. Ciò non senza presentare gliinconvenienti che si conoscono. Non si può dunque, in realtà attribuire loroun�azione curativa.

Esiste un farmaco capace di raggiungere il primo obiettivo: rinforzare ledifese dell�organismo nel senso di una strutturazione? Ai medici che gli avevanochiesto consiglio, Rudolf Steiner propose il vischio (Viscum album). Questapianta di cui si conoscevano alcune virtù terapeutiche dalla più lontana antichi-tà, non era mai stata utilizzata, prima, nella cura del cancro. A più riprese,Rudolf Steiner diede indicazioni tanto per la preparazione che per l�utilizzazio-ne del vischio.

Perché il vischio? Osserviamo questa pianta; ci colpisce prima di tutto perla sua forma sferica. Noi non vi troviamo, come nelle altre piante terrestri,questo orientamento tra basso e alto, tra le forze di gravità e levità. Qualunquesia il luogo in cui si è attaccato col suo pollone, il vischio cresce perpendicolar-mente al ramo portante, crescendo secondo regole proprie, con un proprio ritmo,emancipandosi dalle condizioni alle quali sono sottoposte le altre piante.

Resta verde tutto l�anno, indipendentemente dalla propria esposizione allaluce. Il suo pollone conserva la clorofilla anche nell�oscurità del bosco in cuicresce. I frutti del vischio maturano d�inverno, facendo a meno del calore. Lestesse foglie, si orientano indifferentemente rispetto alla luce. E così il vischionon ha geotropismo né fototropismo; esso si emancipa sia dalle forze solari che daquelle terrestri, cosa che gli conferisce una particolarissima situazione nel mondovegetale. È in una certa maniera una pianta anacronistica, rimasta indietronell�evoluzione terrestre. È questo il motivo per cui non può crescere direttamen-te nel terreno ed ha bisogno di un ospite come intermediario. Possiamo dire che ilvischio respinge le forze terrestri, comportandosi così in maniera opposta altumore che invece si apre ad essa. Rudolf Steiner dice che anche il vischio sioppone all�azione delle forze eteriche, dunque alla proliferazione (11). Questeproprietà sono state confermate dalle ricerche farmaco-dinamiche (12).

Rudolf Steiner dà molte altre indicazioni relative alle proprietàanticancerose del vischio. Noi non possiamo trattarle qui, poiché la loro com-prensione presuppone una approfondita conoscenza dell�antroposofia (13). Sideve tuttavia sapere che Rudolf Steiner ha insistito sulla necessità di sottoporre ilvischio a una preparazione capace di farne un vero farmaco per il cancro, rinforzan-do quel carattere di emancipazione di cui abbiamo parlato.

Integrandosi in questo compito, Kaelin nel 1928 e, a cominciare dal 1934,il suo collaboratore Leroi (1906-1968) lavorarono per migliorare il farmaco

Il vischio

Importanza dellamodalitàdi preparazione

Ricerche sul vismchio

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indicato da Rudolf Steiner. Nel 1949, Leroi fondò ad Arlesheim (Svizzera)l�Istituto Hiscia, dove proseguì le ricerche sul cancro con la moglie, dottor RitaLeroi von May. Quest�ultima dirige attualmente una clinica vicina all�IstitutoHiscia, la Lukas-Klinik (clinica Saint-Luc), specializzata nel trattamento post-operatorio del cancro.

Così, la preparazione del vischio e la maniera di utilizzarlo non hannocessato di progredire. A differenza dei citostatici, il Viscum album fermentatonon provoca disturbi e può essere utilizzato per anni senza inconvenienti.

Esso non agisce in maniera cieca, ma concentra la propria azione nellazona peri-tumorale dove provoca un�iperemia e un rialzo termico. Questareazione rende necessaria una certa prudenza nel trattamento del tumore cerebra-le a causa dell�ipertensione intracranica che potrebbe provocare.

Il Viscum album fermentato è perfezionabile. Esso non ha ancoraraggiunto lo scopo che Rudolf Steiner gli attribuiva, cioè: sostituire il bisturi.Tuttavia, al momento attuale, esso è l�unico farmaco capace di rinforzare le

Fig. 1: Curva di sopravvivenza dei malati operaticon e senza metastasi linfatica

Il problema del cancro

Risultati deltrattamento conViscum album

fermentato

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142 Medicina antroposofica

I Viscum album fermentato, senza metastasi linfatica, 22 casi. II Viscum album fermentato, con metastasi linfatica, 15 casi.III Gruppo testimone, senza metastasi linfatica.IV Gruppo testimone, con metastasi linfatica.

Fig. 2: Curva di sopravvivenza degli ammalatioperati di cancro bronchiale

difese dell�organismo nel senso di una strutturazione. E così, ammalati che sonostati irradiati hanno potuto sopportare dosi di raggi X molto più massicce,quando facevano contemporaneamente iniezioni di Viscum albumfermentato. Da parecchi anni, ricerche comparative effettuate in diverse clini-che europee hanno dimostrato la superiorità di questo trattamento su tutti glialtri.

Ecco tre studi comparativi di trattamento col Viscum albumfermentato. Il primo è uno studio prospettivo randomizzato realizzato all�Isti-tuto di oncologia clinica Bolzmann di Vienna (Austria) concernente ammalatioperati per cancro allo stomaco (fig. 1, pag. 141) (14).

Il secondo studio proviene dal centro di pneumologia della città di Viennae concerne malati operati di cancro bronchiale. Il gruppo di controllo provienedallo stesso centro ed è stato operato dallo stesso chirurgo (fig. 2, pag. 142).

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Il terzo studio è stato realizzato su ammalati della clinica Saint-Luc adArlesheim, colpiti da cancro colo-rettale non operabile. Il gruppo di controllo sicompone di ammalati della clinica che non avevano proseguito il trattamentocol Viscum album fermentato (fig. 3).

Non entrerò nel dettaglio del trattamento che il lettore potrà trovarenell�opuscolo recentemente aggiornato: Direttiva per il trattamento col Viscumalbum fermentato (15).

Il secondo obiettivo: assicurare la trasformazione delle forze eteriche, nonpotrà essere raggiunto servendosi delle medicine. Passato il momento in cuiavrebbe dovuto normalmente realizzarsi, ci si può anche domandare in chemisura è ancora possibile compierla. È poco probabile che quello che avrebbedovuto essere trasformato nel primo settennio si possa recuperare nell�adulto. Inciò che concerne le trasformazioni più tardive, come quella delle forze resesidisponibili in seguito all�arresto della funzione di un organo, è certamentepossibile favorire servendosi di diverse terapie artistiche: pittura, modellatura,

Fig. 3: Cancri colo-rettali inoperabili

Il problema del cancro

ed euritmia curativa. La loro sistematica applicazione nella clinica Saint-Luc diArlesheim costituisce un fattore di miglioramento dagli innegabili risultati.

Nel cancro è molto importante il ruolo dello psichismo.Abbiamo visto che poteva essere causa scatenante della malattia. Una

guarigione in profondità sarà realmente possibile solo nella misura in cui noitrasformeremo l�ammalato «ulteriormente». Le terapie artistiche sono già ungran passo avanti verso una spiritualizzazione, dunque di una trasformazionedi forze su un piano più elevato. Si deve anche ottenere la partecipazionedell�ammalato alla sua guarigione, cosa che è possibile solo se egli conosce il male

Azione sullametamorfosi delle forze

eteriche

Il ruolo della psiche

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che lo affligge. Noi non abbiamo il diritto di lasciare un ammalato nell�incertez-za. Sarà necessario molto tatto per avvertirlo e soprattutto per dimostrargli che ilsuo male non è irrimediabile. Vedremo allora l�ammalato riprendere coraggio apartecipare attivamente alla lotta. Questo punto di vista non ha niente diteorico; io personalmente ho sempre ottenuto i migliori risultati presso quegliammalati che conoscevano il loro male. L�ammalato informato sa che il suomedico non gli mente, e la sua fiducia l�aiuta a lottare. Che differenza conl�orribile clima di falsa compassione, dove l�ammalato è avviluppato in una retedi menzogna, alle quali oppone un mutismo incredulo!

Il trattamento del cancro rende necessaria la mobilitazione di tutte le armidi cui disponiamo. Al Viscum album fermentato, dobbiamo associare diversecure complementari (cf. Direttive per il trattamento col Viscum albumfermentato), e dobbiamo curare particolarmente il fegato. Caspar Blond (16) hadimostrato l�importante ruolo assunto da quest�organo nel cancro.

Pensiamo anche al terzo obiettivo che ci eravamo fissati: preservare l�orga-nismo da azioni nocive esterne. Questo rende necessario un cambiamento delmodo di vivere, la creazione di un ambiente favorevole e soprattutto una sanaalimentazione. Ciò pone spesso problemi attualmente quasi insolubili. Come,per esempio, procurarsi prodotti di qualità, non denaturati? Come essere certi delloro valore? La presenza di sostanze nocive, di pesticidi per esempio, a rigore, e incerti limiti, può essere rivelata dalle analisi. La questione della qualità potrebbeessere controllata servendosi delle cristallizzazioni sensibili, ma questi metodinon sono alla portata del privato cittadino. I negozi di prodotti dietetici sonolontani dall�offrire tutti delle garanzie serie, e mi è accaduto di vedere dei legumirifiutati da un gruppo serio in seguito ad analisi che avevano rivelato la presenzadi pesticidi, venduti e raccomandati dalla concorrenza!

La sola possibilità, se non si può avere un proprio giardino, è di conoscerepersonalmente il produttore e tentare di rendersi conto della sua onestà. Bisognaanche esercitarsi a riconoscere ciò che è stato coltivato in maniera sana, dal-l�aspetto e dal gusto. Un legume coltivato secondo il metodo bio-dinamicorappresenta l�ideale (17).

Il trattamento dei tumori maligni col Viscum album fermentato dàtalvolta risultati insperati. Sarebbe tuttavia preferibile agire nel periodopretumorale della malattia, durante il quale la riuscita è quasi certa. Si obietteràche è difficile giudicare l�efficacia del trattamento in assenza del tumore; non èesatto. Da principio, il miglioramento dello stato generale dell�ammalato è giàun�indicazione. È possibile anche controllare l�evoluzione della malattia con gliesami del sangue servendosi delle cristallizzazioni sensibili o del metodocapillare-dinamico. Infine, accade che alcuni ammalati ai quali si era diagnosti-cato uno stato pretumorale non seguano il trattamento per ragioni diverse esiano, qualche anno più tardi, portatori di tumori maligni confermati (18). Èevidentemente una prova di cui si preferirebbe fare a meno!

Cure complementari

Il trattamento precoce,fattore di riuscita

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Nella profilassi, non bisogna trascurare ciò che abbiamo detto del-l�ambiente, del genere di vita e dell�alimentazione.

Ma la prevenzione del cancro comporta ancora un elemento capita-le. Se vogliamo agire sul processo di trasformazione delle forze eteriche inforze del pensiero, bisognerà farlo al momento in cui il pensiero dovrebbenormalmente realizzarsi, dunque durante il periodo scolare. Così noninsisteremo troppo sul ruolo di una pedagogia che permetta al bambino disvilupparsi armoniosamente. Una tale pedagogia dovrà obbligatoriamentetener conto dei fattori di sviluppo come li abbiamo descritti nella secondaparte di quest�opera.

Il problema del cancro

Ruolo della pedagogianella prevenzione del

cancro

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146 Medicina antroposofica

NOTE

1 Holtzapfel W., «Räumliche und zeitliche Ordnungen im Wachstum dermalignen Tumoren», Beiträge zu einer Erweiterung der Heilkunst, 1967/6,Stuttgart.

2 Leroi A., «Le cancer, maladie d�époque», Rivista Triades, vol. II n° 4, Parigi,1954 (esaurito).- «Cause e cura del cancro» - Rivista Triades, vol. XI n° 2 Parigi, 1963.- «Il cancro, problema della cellula o dell�organismo?» Rivista Triades, vol. XIIIn° 3, 1966.

3 Rudolf Steiner: Medicina e scienza spirituale, conferenza del 24 marzo 1920 aDornach. Cf. nota (1) cap. II.

4 Leroi A.: «Causes et traitement du cancer», Cfr. sopra nota (2).

5 Bauer K.H.: Das Krebsproblem, Berlino, Göttingen, Heidelberg, 11ª ed., 1963.

6 Bornfelt J.: Arch. Hyg. Bakt. 1960, 249.

7 Medico di Strasburgo che fu tra i primi ad esercitare la medicina antroposofica.

8 Cf. Blet D.: La psicosomatica del canceroso. Tesi di laurea, Montpellier, 1979.

9 Kaelin W.: Der kapillar-dynamische Bluttest zur Frühdiagnose derKrebskrankheit. Philosophisch-Anthroposophischer Verlag, Dornach, 1969.

10 Müller H.: «Das Verhalten der Serum-Eisen und Serum-Kupferwerte vor undwährend der Viscumbehandlung» (Il comportamento dei tassi di ferro esameserici prima e durante il trattamento col Viscum album fermentato).Erfahrungsheilkunde 23/3, 1973, e 25/3, 1976.

11 Rudolf Steiner: Medicina e scienza spirituale, conferenza del 2 aprile 1920. Cf.nota (1) cap. II.

12 Cfr. Gueguen J.-H.: «Il vischio e il cancro». Ed. A.D.A.P., Plescop, 1985.

13 Si può consultare a questo proposito Boïe D.: Mistel und Krebs (Vischio eCancro) Verlag Fraies Geistesleben, Stuttgart, 1970.

14 I particolari di questi studi - come di altri - possono essere richiesti all�IstitutoHiscia, CH - 4144 Arlesheim - Cfr. anche Gueguen J.-H.: Il vischio e il cancro(op. cit.).

15 Pubblicato dall�Istituto Hiscia, CH - 4144 Arlesheim - (letteratura riservataesclusivamente ai medici).

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147Il problema del cancro

16 Blond C.: The Liver and Cancer (Fegato e cancro) Ed. John Wright, Bristol,1960.

17 A proposito del metodo bio-dinamico, consultare:- Kabisch H.: Guida pratica del metodo bio-dinamico nell�agricoltura, 5ª ed.Edizioni del Centro Triades, Parigi 1986.- Pfeiffer E. e Riese E.: l�allegro orto, o come curare il proprio giardino secondoil metodo bio-dinamico, 3ª ed. rivista e aumentato. Edizioni del Centro Triades,Parigi, 1986.- Pfeiffer E.: La fecondità della terra. Metodo per ristabilire la fertilità del suolo,7ª ed. Edizioni del Centro Triades Parigi, 1979.Vedere anche la pubblicazioni del Movimento di coltura bio-dinamica(Leimbach, 68800 Thann):- Thun M.: Calendario della semina e dell�apicoltore (pubblicazione annuale).Indicazioni pratiche secondo le ricerche fatte sulle costellazioni, ad uso deigiardinieri, degli orticoltori, e degli agricoltori, 4ª edizione, 1980.

18 Cfr. Blet. D.: La psicosomatica del canceroso. Vedere sopra nota (8).

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149

Capitolo XV

Il ciclo genitale della donna

L�osservazione del ciclo mestruale ci porta a dividerlo in due fasiprincipali, l�una caratterizzata dalla elaborazione, l�altra dalla distruzioneed eliminazione dei prodotti di quella. Tali processi, l�abbiamo visto alcapitolo II, sono l�espressione dell�azione dell�Io e anche del corpo astrale,ora al polo inferiore, grazie alla mediazione del corpo eterico, ora inmaniera diretta al polo superiore. L�alternarsi di queste due fasi costituisceil ritmo proprio all�insieme degli organi genitali femminili.

Il ruolo dell�Io appare pure nel fatto che la funzione mestruale è instretto rapporto col sangue - organo dell�Io - e con l�emopoiesi. Sievidenzia anche dal fatto che la mestruazione è un processo esclusivamen-te umano che non si riscontra negli animali. In questi, i fenomeni checonsentono la procreazione seguono generalmente un ritmo annuale, cioèun ritmo simile a quello delle piante, e che potremmo qualificare comeeterico.

Non vi sono in loro mestruazioni e anche le pseudo mestruazioni delmacaco reso sono anovulari. Infine, il fatto che talvolta un accesso febbrilepossa sostituirsi ad una mestruazione deve essere messo pure in relazioneall�azione dell�Io.

Nella stessa maniera in cui abbiamo messo il ritmo cardiaco inrelazione con quello del sole, siamo portati a collegare la periodicità di 28giorni del ciclo mestruale a quella delle fasi lunari (1). Sappiamo tuttaviache la mestruazione non è direttamente influenzata dalla luna, altrimentitutte le donne sarebbero mestruate contemporaneamente. Il ritmo lunarein realtà si è interiorizzato. Potremmo anche dire che l�organismo femmi-nile ne ha conservato il ricordo.

Una concezione materialista potrebbe far obiettare che la successio-ne delle due fasi del ciclo non è che un automatismo, nel quale ciascuno deiprocessi attiva il successivo, esattamente come un pendolo ridiscendequando ha raggiunto una certa altezza. In realtà, il fatto che ad un cicloraccorciato da circostanze esterne, succede un ciclo più lungo (e viceversa)

Il ciclo mestrualee l�Io

Un ritmo lunareinteriorizzato

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150 Medicina antroposofica

è la dimostrazione che esiste una compensazione, dunque una regolazioneinterna che possiamo modificare solo temporaneamente. La differenzacon un meccanismo è proprio questa. Così, quando regoliamo un orolo-gio, questo mantiene la differenza di orario fintanto che non lo rimettia-mo all�ora esatta; viceversa, se noi sfalsiamo il ciclo mestruale con un�inie-zione di ormoni, l�organismo tenderà a compensare la differenza da sestesso, in modo da ritrovare il proprio ritmo naturale. È anche possibilesconvolgere l�organismo al punto tale da metterlo nell�impossibilità diristabilirsi, ma il fatto di distruggere una funzione in un organismo non èassolutamente una prova dell�inesistenza di questa.

La prima fase del ciclo, che va dalla fine delle mestruazioni all�ovula-zione, al quattordicesimo giorno, è caratterizzato da questa azione dell�Iomodificata grazie alla mediazione successiva del corpo astrale, del corpoeterico e del corpo fisico, che gli conferiscono la dinamica propria al polometabolico caratterizzata dai processi di proliferazione, costruzione edelaborazione.

Nell�ovaia, questa dinamica si traduce nella maturazione dell�ovuloe la formazione del follicolo di De Graaf; nell�utero, si traduce nellaproliferazione della mucosa che prepara la nidificazione dell�ovulo. Que-sta fase di proliferazione va anche un po� oltre l�ovulazione, poiché laformazione del corpo giallo le appartiene ancora. Se l�ovulo è fecondato, ilcorpo giallo persisterà durante tutta la gravidanza, costituendo questa unprolungamento e un rafforzamento di questa prima fase. Viceversa, l�ovu-lo non fecondato muore, e questo costiuisce il primo passo della secondafase caratterizzata dall�azione diretta dall�Io sull�organismo che porta aiprocessi di distruzione. Il corpo giallo allora si appassisce, lasciando sul-l�ovaia un piccolo nodulo cicatriziale. La mucosa uterina si degrada ediventa luogo di ristagno del sangue che perde la sua vitalità e che saràeliminato con le mestruazioni. Questa escrezione di ciò che è sfuggito allavita è accompagnata da contrazioni uterine che testimoniano una accre-sciuta attività del corpo astrale.

In realtà, il passaggio dalla prima alla seconda fase non è così nettocome potrebbe sembrare dalla nostra descrizione un po� schematica. Cosìl�ovulazione è un processo d�escrezione, che rende necessario l�interventodel corpo astrale. Essa annuncia già la seconda fase, benché si ponga versola fine della prima. Al contrario, la formazione del corpo giallo è unprocesso di proliferazione che appartiene allo prima fase, benché debordisulla seconda. La formazione degli ormoni, follicolina e luteina, è la testimo-nianza di una attività ghiandolare generata dal corpo eterico e che appartienealla prima fase; ma l�escrezione di questi ormoni nell�urina è un processo dieliminazione proprio alla seconda. Ciò prova che nell�organismo, le sostanzesono meno importanti dei processi di cui sono il risultato. Per tutta lagravidanza i due ormoni, follicolina e luteina, continueranno a essere secreti.

Le due fasi del ciclo

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La loro formazione appartiene bene dunque ai processi di elaborazione e, inassenza di gravidanza, alla prima fase.

Questo accenno fisiologico del ciclo mestruale in rapporto con glielementi che costituiscono l�essere umano è indispensabile alla compren-sione dei disturbi della mestruazione. Esso ci permetterà anche di istituireuna terapia razionale per essi. Vediamo subito la possibilità di due anoma-lie: l�una caratterizzata da un eccesso dei processi di elaborazione e diproliferazione; l�altra, da un eccesso di quelli di distruzione.

Lo spostamento dell�equilibrio verso la tendenza alla proliferazionesi traduce in iperplasia ghiandolare, ipertrofia della mucosa e in eccesso difollicolina. L�iperemia che accompagna la prima fase continua durante laseconda e le mestruazioni aumentano in abbondanza. Il sangue eliminato èrosso vivo, non è completamente degradato e conserva un caratterearterioso. L�emorragia non è, come nelle normali mestruazioni, il risulta-to della degradazione della mucosa, ma la conseguenza della sua congestio-ne; è una specie di esplosione, così il flusso è generalmente in anticipo.Tali disturbi si accompagnano spesso a vertigini, lipotimie, disattenzionee tendenza all�oblio caratteristiche di una diminuzione della coscienza.Tali donne, spesso pletoriche, tendono frequentemente alle emicranie (cf.cap.IV). Ritroveremo qui il tipo Calcarea carbonica degli omeopatici. Inquesto tipo di ammalati, ciò che corrisponde alla sostanza molle e vivadell�ostrica, predomina sulla sostanza minerale e morta della conchiglia.

Quando predominano le tendenze della seconda fase, quando ladegradazione, la distruzione e la morte prendono il sopravvento, assistia-mo a fenomeni di stasi che non si limitano alla mucosa uterina. Le vene sidilatano, le estremità diventano cianotiche; le mestruazioni poco abbon-danti e scure arrivano in ritardo. Siamo qui in presenza del tipo Pulsatilladegli omeopatici. Sono degli ammalati nei quali predominano le forzedella terra � per esempio la gravità; il ristagno venoso è una delle espressio-ni di queste forze di pesantezza � la tendenza alla malinconia, lo sguardo ela testa rivolti verso terra sono altre.

L�Anemone pulsatilla è caratterizzato da una forte radice a fittoneancora tutta impregnata di forze terrestri. Le foglie, viceversa, finementefrastagliate, si aprono abbondantemente alle forze cosmiche. Poi il fiore, aforma di campana inclinata verso terra, è sottoposta a sua volta alle forzedi gravità. Infine, alla maturazione, il gambo si raddrizza e il fruttodall�aspetto piumoso si orienta di nuovo verso il cosmo.

L�intera pianta diventa così l�espressione ritmica della lotta tra leforze terrestri e le forze cosmiche, che finisce con la vittoria di questeultime. Questo fiore pasquale concentra in sé morte e resurrezione. Lapredilezione della pulsatilla per i terreni silicei ci ricorda la polarità traCalcarea carbonica e Pulsatilla.

Il ciclo genitale della donna

Le tendenzepatologiche

L�eccesso diproliferazione

L�eccesso didegradazione

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152 Medicina antroposofica

Quando le forze dell�Io sono sollecitate troppo intensamente al polosuperiore - cosa frequente durante un eccessivo lavoro intellettuale comenel corso degli studi e della preparazione agli esami - , queste forze nonsono più disponibili al polo inferiore per le funzioni genitali. D�altrocanto, la distruzione intensa che comporta un sovraccarico intellettualedeve essere incessantemente compensata dalla forze eteriche dirigenerazione, pena gravi disturbi. Questa sottrazione, tanto delle forzedell�Io che di quelle del corpo eterico al polo inferiore, rende impossibili iprocessi di maturazione dell�ovulo e di proliferazione della mucosauterina. Avviene una soppressione della prima fase del ciclo e, siccomenon se ne può avere una seconda senza la preparazione costituita dallaprima, non vi è più né ciclo né mestruazioni. Siamo qui in presenza di unaamenorrea per sottrazione di forze. A questo processo generale si associaspesso un fattore scatenante: brusco raffreddamento in occasione di unbagno, o per esempio choc psichico.

Finché la causa - l�eccesso di lavoro intellettuale - persiste, la guari-gione non è possibile. Bisogna quindi prima di tutto instaurare un diversogenere di vita. L�Io che al polo superiore è attore, al polo inferiore sicomporta piuttosto da spettatore e, una volta insediato nel suo palco, nonha assolutamente più voglia di ridiscendere sulla scena e riprendere ilproprio ruolo. Saranno necessarie talvolta molte �astuzie� per riportarve-lo. Il riscaldamento del polo inferiore è una di queste, dato che il calore èl�elemento dell�Io.

Un po� diversa è l�amenorrea delle ragazze anemiche. In questo casonon troviamo questa iperattività intellettuale. L�Io s�incarna malvolentie-ri sia al polo superiore che a quello inferiore. Per riprendere l�immagineprecedente, diremo che non preferisce il palco alla scena e che entra ateatro solo con rammarico. Queste amenorree esigono prima di tutto chesi curi l�anemia (cf.cap.IX). Aggiungiamo che a volte questa forma e laprecedente si mescolano.

Normalmente gli organi genitali subiscono una trasformazione nelcorso del secondo settennio, sotto l�influenza del corpo astrale. Se questonon assolve correttamente il proprio ruolo, questi organi non arriverannoalla maturità, resteranno infantili, e i caratteri sessuali secondari - pelosità,sviluppo delle ghiandole mammarie, cambiamento della voce, etc.) noncompariranno. La trasformazione delle forze eteriche sul piano dellafunzione non si compie, cosa che ha per corollario la persistenza di organieterici come il timo. Il processo delle amenorree primarie è questo.

Oltre alle amenorree secondarie per sottrazione di cui abbiamoparlato prima ne esistono altre che, viceversa, sono il riflesso di unaiperattività del corpo eterico. Questo, ipertrofico, diventa in qualchemaniera «impermeabile» all�azione del corpo astrale e dell�Io, che sono

Le amenorree

L�amenorreaprimaria

L�amenorrea per eccessoeterico

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allora incapaci di assumere le loro funzioni di differenziazione. Non c�èdunque ovulazione, ancor meno processo di degradazione, quindi la secon-da fase. I processi di proliferazione che dovrebbero limitarsi alla mucosauterina tendono a invadere tutto l�organismo, provocandovi l�obesità el�infiltrazione. Questo somiglia un poco a ciò che avviene nella gravidanzae non è raro vederle succedere a questa forma di amenorrea.

Ricordando Calcarea carbonica e Pulsatilla, abbiamo aperto la stradaalla terapeutica. In generale dobbiamo utilizzare il calcare quando i processidella prima fase sono eccessivi e tendono a debordare. Al contrario utilizzeremoPulsatilla quando sono troppo intensi quelli della seconda fase. Nella tendenzaalle menorragie, Rudolf Steiner consigliava di adoperare Corallium rubrumda preferire a Calcarea. Lo prescriveremo in triturazione D3, o meglio ancorasotto forma di unguento da spalmare ogni giorno sulla regione sovra-pubica(Corallium rubrum 0,1% Ossa 1%/ Tormentilla 2,5% - Eccipiente q.b. al100% ungt.). In caso di forti emorragie, dobbiamo ricorrere o una o piùiniezioni di Antimonium met. D6/Marbre D6 aa. nella regione sovra-pubica. Otterremo ugualmente ottimi risultati con quella pianta così modestache è la Thlaspi bursa-pastoris (in D1, D2 o D3).

Quando predominano i processi di distruzione della seconda fase, e le forzeterrestri la spuntano, in presenza di sintomi di stasi venosa e predisposizione allamalinconia, daremo Pulsatilla dalla D3 alla D6. Sarà pure necessario rinforza-re l�azione del corpo eterico prescrivendo Argentum che conviene applicare lasera sotto forma di unguento (Argentum met. D1 ungt.) nella regione sovra-pubica. Si deve procedere a queste applicazioni nella prima fase del ciclo, alter-nandole con la somministrazione di Pulsatilla durante la seconda fase. Comecomplemento di Argentum, dobbiamo prescrivere Prunus spinosa D3, D4 oD5.

Nella pratica, noi riscontreremo spesso disturbi della mestruazioneche può essere difficile classificare nell�una o nell�altra tendenza e che siraggruppano abitualmente sotto il nome di dismenorree. Questi disturbisono l�espressione della mancanza di armonia tra i diversi elementicostitutivi. Essi si accompagnano spesso a delle manifestazioni spasmodi-che in rapporto col corpo astrale, che di conseguenza compaiono neiperiodi del ciclo in cui il corpo astrale normalmente entra in gioco. Così,alla fine della seconda fase, le mestruazioni, processo di eliminazione deiresidui della degradazione della mucosa e del sangue, si accompagnano acontrazioni uterine provocate dal corpo astrale. Tali contrazioni possonoprendere un andamento spastico e tradursi in crampi dolorosi. Un distur-bo della stessa natura, benché con minore intensità, può manifestarsi almomento dell�ovulazione, che è pure un processo di escrezione che impli-ca la partecipazione del corpo astrale.

Il ciclo genitale della donna

Trattamento dellemenorragie

Trattamento delleipomenorree

Le dismenorree...

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154 Medicina antroposofica

Allevieremo questi disturbi di natura spastica prescrivendo Chamomillavulg. rad. D20/Tormentilla D30 aa dil., 10 gocce prima dei pasti (cominciaredue giorni prima delle mestruazioni e continuare finché è necessario). Potremmougualmente fare ricorso alla Belladonna D6 (nelle donne brune) o allaChamomilla D3 (nelle donne bionde). Questo trattamento per bocca deve esserecompletato, al bisogno, con delle unzioni quotidiane nella regione sovra-pubicaOxalis acetosella 10% ungt. Pensiamo anche al Cuprum met. D1 ungt. daapplicare sulla regione lombare.

Una vera guarigione delle dismenorree tuttavia richiede un trattamento piùin profondità. Siccome questi disturbi spesso causano un raffreddamento cronicodelle estremità inferiori, nessuna guarigione sarà possibile fintantoché non si saràottenuto dall�ammalato che indossi un adeguato abbigliamento. Toccate i piedi dellevostre ammalate, li troverete spesso ghiacciati, benché esse dichiarino di non soffrireil freddo. Questo trattamento in profondità, applicabile a tutti i disturbi dellamestruazione, si potrà realizzare con una composizione che noi dobbiamo e RudolfSteiner: Achillea millefolium flos 4% - Origanum majorana 6% - Quercusrobur 5% - Thlaspi bursa-pastoris 3% - Urtica dioica, flos 2% - Eccipiente q.b.al 100% dil. Dobbiamo prescriverne da 5 a 10 gocce prima dei tre pasti. È necessarioproseguire la cura per parecchi mesi, con l�interruzione nel periodo delle mestruzioni.Questa cura potrà essere completata o seguita da quest�altra: Mentha piperita, fol.3p. - Origanum majorana, herba 4 p. - Ruta graveolens, herba 3 p. (un�infusionecoricandosi). Per la loro azione armonizzante, questi due rimedi si rivolgonoall�insieme dei disturbi mestruali quali che siano le loro tendenze.

Il trattamento delle amenorree pone spesso un difficile problema, soprat-tutto quello delle amenorree primarie che richiedono innanzitutto, rimediicostituzionali. Per obbligare l�Io a ridiscendere nella sfera genitale e assolvervila sua funzione, dobbiamo prescrivere Mucilago levistici D6, in alternanzacon Ovarinum D3, 10 gocce di ognuno due volte al giorno, (eventualmente sipossono muscolre invece di prenderle alternativamente). Nello stesso ordine diidee, dobbiamo prescrivere Phosphorus D6, 10 gocce al risveglio. Dobbiamoanche ordinare Calcarea carbonica ostrearum o Pulsatilla secondo il tipo diammalate con le quali avremo da fare. Al momento della riapparizione dellemestruazioni bisognerà iniziare una cura di Achillea millefolium, flos. 4% -Origanum majorana 6% - Quercus robur 5% - Thlaspii bursa-pastoris 3% -Urtica dioica, flos 2% - Eccipiente q.b. al 100% dil., di lunga durata comepure di Mentha piperita, fol. 3 p. - Origanum majorana, herba 4 p. - Rutagraveolens, herba 3 p.

...e il loro trattamentoTrattamento delle

amenorree

NOTA

1 Studieremo in seguito, dettagliatamente, i rapporti tra i cicli planetari e i ritmiumani.

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Capitolo XVI

Il problema delle affezioni cutanee

Le opere di dermatologia colpiscono per la minuzia delle lorodescrizioni, la preoccupazone del dettaglio al quale ha largamentecontribuito il microscopio. Ma non affrontano affatto la profondità delproblema quando alle cause delle affezioni cutanee e la terapia, il più dellevolte molto deludente, si limita a misurare palliative. Lo studio di qualcheaffezione cutanea comune dimostrerà che è possibile comprendere megliola genesi di questa malattia ricercando il loro rapporto con la totalitàdell�organismo umano e aprirà così la strada ad una terapia più razionale.

Ritroviamo nella pelle il riflesso della triade umana col suo poloneurosensoriale, il suo polo metabolico e la sua ritmica via di mezzo,triade che appare tanto sul piano anatomico che funzionale e della qualenoi tenteremo di cogliere le caratteristiche.

In quanto organo dei sensi, la pelle appartiene evidentemente alsistema neurosensoriale. Ma essa possiede anche un�altra caratteristicapropria al polo cefalico: quella delle forze di strutturazione. Essa delimitail corpo fisico e noi dobbiamo ad essa la nostra forma esteriore. Alle forzeeteriche di crescita, di direzione centrifuga, essa oppone forze dilimitazione di direzione centripeta, di natura astrale. È nell�equilibrio traqueste forze - le quali hanno ricevuto, entrambe, l�impronta dell�Io - cherisiede la bellezza delle forme come possiamo ammirarla nell�Afrodite diCnido. Nel bambino, la dominante eterica centrifuga tende a riempire leforme, ad arrotondarle e perfino a gonfiarle. Nel vecchio, al contrario, leforze di strutturazione e di mineralizzazione prendono il sopravvento, ilturgore dovuto alle forze centrifuga scompare, la pelle perde la suaelasticità e diventa flaccida. Appaiono le rughe come cerniere tra due zonedi pelle più rigide, cosa che costituisce un processo identico, sebbenemeno intenso, a quello dell�articolazione dei diversi elementi del carapacedegli invertebrati. Fisicamente, in effetti, noi tendiamo, invecchiando, adiventare degli invertebrati. In compenso dovremmo, con l�età, rinforzare

La tripartizionedella pelle

La pelle organoneurosensoriale

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156 Medicina antroposofica

le nostre strutture morali, diventre «vertebrati» sul piano dell�etica e nonaccontentarci di conservare ciò che ci procura la corazza delleconvenzioni sociali o religiose.

Negli animali, anche al di fuori degli invertebrati, gli elementi duridella pelle - peli, piume, scaglie, corna, zoccoli, ecc. - sono molto piùsviluppati che nell�uomo, che ha trasformato le forze necessarie allacrescita di questi elementi sul piano del pensiero (Cfr. Cap. VIII). E cosìl�uomo deve vestirsi. Mangiando il frutto dell�albero della conoscenza, hapreso coscienza della propria nudità.

La formazione dello strato esterno dell�epidermide, composto dicellule morte, è caratteristico dei processi di morte e mineralizzazione delpolo neurosensoriale. La sua trasparenza ricorda quella della silice che sitrova in quantità relativamente rilevante nella pelle e nelle fanere. Taletrasparenza - che d�altra parte diminuisce con la pigmentazione - ci lasciaindovinare ciò che avviene nello strato vascolare del derma, la regioneritmica della pelle. I moti dell�anima sono accompagnati da modificazionidella circolazione che procovano il rossore o il pallore dei tegumenti. Lemanifestazioni ritmiche della pelle si esprimono così con la funzionerespiratoria, della quale conosciamo tutta l�importanza.

Infine, troviamo nella pelle un insieme di processi metabolici,principalmente localizzati nell�ipoderma, lo strato più profondo. Leghiandole sudoripare si trovano in questo strato come i bulbi piliferi, sedidi un�intensa attività proliferativa. In certe zone, il viso per esempio, essacontiene anche una sottile muscolatura la cui attività si rivela con lamimica.

La pelle è dunque in rapporto con le tre regioni - neurosensoriale,ritmica e metabolica - dell�organismo, delle quali essa è il riflesso. In talmodo, anche le affezioni cutanee sono spesso la conseguenza dei disturbi diquesti organi. La partecipazione della pelle a questi disturbi è in generel�espressione di una esteriorizzazione dei processi morbosi checostituiscono un tentativo di guarigione. La frequente comparsa di asmadopo una diatesi essudativa rientrata, la sua guarigione nel caso diricomparsa dei sintomi cutanei, ne sono la prova. Questo genere diaffezione è il risultato di un processo incompleto di trasformazione dellaalbumine. La pelle si sforzerà di trasformare ed eliminare ciò che non saràstato interamente metabolizzato dagli organi interni. Questa iperattivitàdelle funzioni metaboliche della pelle è accompagnata da manifestazionicentrifughe attraverso il derma. Eritema, papule e vesciche non sono altroche stadi diversi di questo processo di «digestione» e di escrezione dellealbumine a carattere estraneo. Ritroviamo, con sfumature diverse, questi

Le forze di crescitametamorfosate

Processi ritmici

Funzioni metaboliche

Disturbidel metabolismo

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sintomi nelle piodermiti, nei foruncoli, negli eczemi con trasudazione,ecc. In questo caso, si tratta di manifestazioni di giovinezza della pelle,quindi si incontrano più frequentemente all�inizio della vita che non allafine.

Quando i processi di devitalizzazione e di mineralizzazionediventano eccessivi, riscontriamo delle dermatosi secche: ittiosi, psoriasi,eczema secco, ecc. In questo quadro rientrano anche le manifestazionipruriginose, la cui intensità contrasta spesso con la scarsezza o assenza disintomi obiettivi, perché il prurito è una esacerbazione dei processineurosensoriali che spingono a grattarsi. Il grattarsi costituisce untentativo di eliminazione degli elementi troppo duri, per esempio lecroste.

Certe affezioni cutanee sembrano appartenere allo stesso tempo aiprocessi metabolici e neurosensoriali. È il caso dell�orticaria, la cuieruzione è un sintomo metabolico e il prurito una manifestazioneneurosensoriale. Questa doppia appartenenza in realtà segnala undisturbo del sistema ritmico della pelle nella sua dinamica circolatoria.Altre affezioni in rapporto con questo sistema hanno piuttosto unasfumatura «respiratoria». In generale, questa funzione così importantedella pelle e le sue ripercussioni sull�organismo sono veramente troppotrascurate dalla medicina. Sul piano dermatologico, la conseguenza didisturbi respiratori della pelle sono verosimilmente le micosi. In genere, ifunghi non si sviluppano che in ambienti mal ossigenati. All�origine diqueste affezioni micotiche, o che le favoriscono, ritroviamo spesso l�uso diprodotti cosmetici di cattiva qualità o detergenti di sintesi. Così, lacomparsa sul mercato di certi detergenti è stata accompagnata da vereepidemie di perionissi nelle casalinghe. I deodoranti e i preparati contro ilsudore, provocano un vero e proprio processo di autointossicazioneparagonabile a quello che causerebbe una ritenzione di urine. Èimportante sapere che l�odore sgradevole di alcuni tipi di traspirazione èdovuto alla fermentazione del sudore, favorita dall�alcalinità dei saponi oal fatto di indossare abiti di tessuti sintetici. In altri casi, l�odore dellatraspirazione è in relazione con l�alimentazione.

Un certo numero di dermatosi non fanno parte di nessuna dellepredette categorie, come le verruche o papillomi. La loro causa è undifetto localizzato della funzione limitativa della pelle. Tutto accade comese vi fosse un buco attraverso il quale i processi di proliferazione siesteriorizzassero. Vi è realmente un «buco eterico», una piccola zona incui l�eterico umano è assente, che permette a certi virus di insinuarsi, disviluppare il loro proprio eterico e di proliferare. Questo processo mostrauna certa somiglianza con quello che abbiamo descritto nel cancro (Cfr.

Il problema delle affezioni cutanee

Dermatosi secche

Disturbi della funzioneritmica

Le verruche

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158 Medicina antroposofica

Cap. XIV). Questa locale debolezza dell�eterico umano è in relazione conla sua intensificazione in un�altra regione per un disturbo più profondo.Basta allora porre rimedio e quel disturbo perché l�eterico riprenda il suoposto e le manifestazioni cutanee spariscano.

L�esistenza di disturbi interni nelle manifestazioni periferiche comele dermatosi, d�altra parte, è praticamente una regola generale; anche inquelle che sembrano dovute unicamente ad aggressioni esterne, esistespesso un fattore che predispone in profondità. Questo spiega come alcunisoggetti siano più resistenti di altri e queste aggressioni. Spesso i disturbiprofondi interessano la funzione epatica, poiché esiste una polarità tra ilfegato e la pelle.

Alle forme molli e imprecise del fegato, si oppone la strutturazionedella pelle con i suoi elementi duri - strato corneo, fanere. Lapredominanza dell�elemento liquido nel fegato contrasta con la secchezzae la mineralizzazione della pelle. Se il fegato è il polo caldodell�organismo, la pelle ne è, al contrario, la regione più fredda. Il fegato èun organo a dominante venosa, mentre l�incarnato della pelle èl�espressione della presenza di sangue arterioso; ce ne rendiamo ben contoquando questa caratteristica scompare nella cianosi. Infine, allainsensibilità del fegato, organo metabolico, si oppone l�estrema sensibilitàdella pelle, organo principalmente neurosensoriale. Eppure i due organipossiedono una proprietà comune: la loro intensa facoltà di rigenerazione.A questa segue, nella pelle, un processo non meno intenso didevitalizzazione delle cellule dell�epidermide e delle fanere.

Quando certe funzioni epatiche sono deficitarie, la pelle tende asostituirsi ad essa. La pelle diventa allora più calda, più umida, menosensibile e perde la sua forma dando origine a bolle, vesciche, ecc.; lapolarità tra i due organi si attenua. Sono questi i processi che noiosserviamo nella diatesi essudativa.

Il trattamento di queste dermatosi esige dunque, prima di tutto,l�istituzione di una dieta che permette di alleggerire il fegato e di una cura epaticadi base (Cfr. Cap. XI). A quella aggiungeremo una terapia più specifica.

Parlando della betulla (Cfr. Cap. VI), abbiamo visto che questa pianta hala proprietà di scindere i processi di albuminizzazione e mineralizzazione, ilprimo diretto verso la foglia e il secondo verso la corteccia. Con l�estratto difoglia di betulla, aiuteremo l�organismo ad assumere correttamente e nel luogovoluto i suoi processi di albuminizzazione. Eviteremo così lo spostamento diquesti verso la pelle. Dobbiamo prescrivere Betula alba, fol. D3 dil., 10 gocceprima dei tre pasti.

Pelli e organiprofondi

Polarità tra pelle efegato

Le diatesi essudative...

...e il loro trattamento

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Lo zolfo è necessario alla metabolizzazione della albumine; dobbiamoprescriverlo sotto forma di Sulfur da D3 a D6. Questo provoca spessol�esacerbazione passeggera dei sintomi che non costituisce contro-indicazione.Possiamo anche associare lo zolfo al ferro quando la funzione respiratoria dellapelle ci sembra ostacolata. Dobbiamo allora prescrivere Pyrite D3 trit. Quandolo zolfo nell�organismo sembra voler sfuggire alla vita, cosa che si manifesta colcattivo odore delle secrezioni, dobbiamo ordinare Hapar sulfur D6. Potremoanche fare ricorso alle forze di strutturazione dell�antimonio sotto forma diAntimonium met. da D6 e D10.

Nei soggetti dal metabolismo pletorico, che danno un�impressione dimollezza, di imprecisione dei limiti, dobbiamo utilizzare il guscio dell�ostrica:Calcarea carbonica ostrearum, in media o alta diluizione (D15 o D30).

La tentazione di applicare un trattamento esterno a queste dermatosi ètanto più forte in quanto l�ammalato ha sempre l�impressione di non essere bencurato, se non attacchiamo direttamente i sintomi visibili. Non sempre è facilefargli comprendere l�origine interna dell�affezione. Non dimentichiamo mai chel�interruzione improvvisa delle escrezioni può diventare la causa di disturbimolto più gravi. Ci si contenterà dunque di misura d�igiene che consistono inlavande o bagni tiepidi addizionati di Calendula TM 40% - Alcool q.b. al100% (1 o 2 cucchiaini da caffè in un bagno bastano), oppure meglio ancora diun infuso di Chamomilla vulg. flor. / Juniperus com., rum. / Sambucusnigra, flor / Urtica dioica, fol. / Viola tricolor, herba aa; questa deve esseresomministrata pure per bocca (1 o due tazze al giorno). Si devono prescrivere idiversi saponi, detersivi e creme.

Abbiamo visto (Cap. III) che l�azione diretta dell�Io sull�organismo,come essa si manifesta sorattutto al polo superiore, provoca unadevitalizzazione, una mineralizzazione. Ma l�Io possiede in compenso lafacoltà di spuntarla con questi minerali, di «spezzarli». I processi didevitalizzazione sono necessari all�esistenza della coscienza vigile; a quellidi demineralizzazione, viceversa, è intimamente legata la coscienza chenoi abbiamo di noi stessi in quanto individui. Ma l�Io nella sua facoltà didemineralizzazione è limitato. Se la devitalizzazione e la distruzione sonoeccessive in rapporto alle sue possibilità, si formano dei residui, deidepositi che si comportano da corpi estranei.

Ritroviamo questi processi di demineralizzazione e di eliminazionedi sali nella pelle umana. Ciò non sorprende dato il suo carattereprincipalmente neurosensoriale. Quando questi processi didemineralizzazione sono insufficienti in rapporto a quelli di tendenzacontraria, le parti dure si accumulano, rendono la pelle secca, squamosa ocrostosa, come possiamo vedere nell�ittiosi, negli eczemi secchi o nellapsoriasi; essa prende, entro certi limiti, un carattere animale,particolarmente marcato nell�ittiosi. Esiste bene dunque un rapporto trail carattere dei nostri tegumenti, che comprendono molto meno elementi

Il problema delle affezioni cutanee

La funzione dellademineralizzazione

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160 Medicina antroposofica

cornei di quelli degli animali e la coscienza di sé che appartiene solo algenere umano.

Per vincere queste affezioni che induriscono la pelle, dobbiamo utilizzarequesta volta la corteccia della betulla. Questa favorirà l�orientamento verso laperiferia e stimolerò l�eliminazione di ciò che è diventato troppo duro e troppominerale. Dobbiamo prescrivere la Betula alba, cort. D2, per iniezionisottocutanee o per os. Ciò non toglie che si possono dare contemporaneamentefoglie di betulla per le loro proprietà vitalizzanti e diuretiche, per esempio sottoforma di Elixir di betulla Weleda.

Dobbiamo anche risvegliare le forze di demineralizzazione dell�Iosomministrando un minerale duro come la silice. Dobbiamo prescriverlo inpiccole dosi, in media o alte diluizioni: Silicea dalla D15 alla D30 trit., grandecome un pisello, una o due volte alla settimana. Associandolo a Betula alba,cort., orienteremo la sua azione verso la pelle. A titolo profilattico generale,dobbiamo fortificare l�Io nel compimento del suo impegno didemineralizzazione grazie al rosmarino. Questo deve essere messo a contattodella pelle in una forma finemente divisa. Si deve utilizzare a questo fine, sia ilRosmarino per il bagno Weleda, sia l�Olio per il corpo al rosmarino Wala.Praticate al mattino, queste cure svegliano la coscienza e favoriscono, diconseguenza il sonno notturno; la sera, rischiano di provocare l�insonnia.Disponiamo inoltre di un eccellente mezzo di lotta contro l�indurimento dellapelle: i bagni solforati (Kalium sulfuratum 20% p.b., un cucchiaio per bagno).

Nelle affezioni molto pruriginose, dobbiamo far fare dei lavaggicaldissimi con l�infuso Chamomilla vulg. flor / Juniperus com., sum. /Sambucus nigra, flor / Urtica dioica, fol. / Viola tricolor, herba aa. Più ilprurito sarà intenso, più i lavaggi saranno caldi! L�infuso può anche essereaggiunto a un bagno caldo in caso di lesioni estese. Nel prurito senile, sempre inrelazione all�arteriosclerosi, non dobbiamo dimenticare di prescriverePlumbum mellit. ed Elisir di Betulla Weleda (Cfr. Cap. VI).

Nelle psoriasi, non otterremo buoni risultati se non facendo iniziare iltrattamento con una cura di mele, di una settimana, seguita da tre mesi diregime vegetariano. In seguito l�ammalato deve astenersi da ogni grasso diorigine animale. Oltre Betula alba, cort. e Silicea, dobbiamo prescrivereGallae halepenses D2 o D3 trit., grande quanto un pisello tre volte al giorno,e Agaricus murcarius D10 dil., 10 gocce due volte al giorno, in un decotto diBuxus sempervirens, lign. / Ceratonia siliqua, lign. / Sassafras, lign. aa. Neicasi gravi si devono fare due iniezioni settimanali di Formica rufa dalla D6alla D15.

L�acne giovanile è caratterizzato dalla ritenzione di sebo e di residuiche formano un comedone. Questo si comporta da corpo estraneo,provocando una reazione di infiammazione ed eliminazione, l�insieme che

Trattamento delledermatosi secche

Trattamento deipruriti

Trattamento dellepsoriasi

L�acne...

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costituisce la punta di acne. Vi è dunque all�origine, un difetto dei processidi escrezione. Spesso, nella ragazza, va di pari passo con una predominanzadella prima fase del ciclo mestruale e un eccesso di follicolina (Cfr. Cap.XV). Questa affezione è più frequente nel sesso femminile. Quando, neisoggetti longilinei, l�acne si localizza soprattutto al torace, si deve pensaresempre alla possibilità di una predisposizione alla tubercolosi. Notiamosull�argomento che la foruncolosi, che ha dei punti in comune con l�acne,può costituire una vera «malattia di scambio» con la tubercolosi; nonaffrettiamoci quindi troppo a far sparire una foruncolosi e curiamo primalo stato generale.

Il trattamento dell�acne richiede l�istituzione di una dieta simile a quelloraccomandato per le psoriasi: una settimana di mele e tre mesi di regimevegetariano. Oltre al trattamento costituzionale, si deve prescrivere Silicea D30(da sostituire per alcuni ammalati con Calcarea carbonica ostrearum),alternandola con Sulfur D3. Nei casi gravi, si deve ricorrere all�Apis /Belladonna e Carbo / Sulfur. Bisogna anche combattere la stitichezza,servendosi per esempio di un leggero infuso di Tisana Clairo Weleda,coricandosi. Si devono sempre stimolare le funzioni escretrici del corpo astrale,specialmente la sudorazione. Localmente, si devono fare delle abluzioni e sidevono applicare delle compresse di acqua il più calda possibile, nella quale siaggiungono uno o due cucchiaini di caffè di Calendula TM 40% - Alcool q.b.al 100%, mattina e sera.

In principio bisogna astenersi da ogni applicazione di unguenti tranne,eventualmente, in casi di acne indurita, in cui si potrà utilizzare l�unguentoMercurius vivus D15. Teniamo anche presente che quest�ultimo dà buonirisultati anche in altri casi di indurimento, come il calazio. L�unguento vaapplicato la sera, dopo il lavaggio con la Calendula. I bagni di mare e di solefavoriscono la guarigione dell�acne.

Le micosi devono ugualmente essere trattate con lavaggi caldissimi allaCalendula mattina e sera. Dopo il lavaggio del mattino, si deve cospargere conAntimonium met. 0,1% - Arnica montana 2,5% - Calendula off. 1,7% -Echinacea ang. 1,7% - Silicea 0,1% - Eccipiente q.b. al 100%. Dopo quellodella sera, si deve applicare un po� d�unguento Cuprum met. 0,4% - Tabacum1% aa. Per caso di intertrigine, inserire un po� di garza o di cotone nelle pieghecutanee per aerare. Essendo le micosi favorite dei saponi alcalini, questidovranno essere proibiti. Si deve utilizzare un sapone acido e si deve fare unrisciacquo acido (acqua con aceto o limone) degli abiti a contatto delle partiinteressate. Queste precauzioni valgono anche per la bromidrosi e spesso bastanoper eliminarle (1).

Benché non costituiscono «malattie» della pelle, ma sono leconseguenze di un trauma, è importante affrontare qui il trattamento delle

Il problema delle affezioni cutanee

Piaghe ed ustioni

...e il suo trattamento

Trattamento dellemicosi

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162 Medicina antroposofica

ferite e delle bruciature, poiché i risultati alla lunga dipendono moltodella natura delle prime cure.

Per le ferite, si devono lavare con acqua tiepida addizionata conCalendula TM 40% - Alcool q.b. al 100% (un cucchiaino da caffè in una tazzadi acqua). Si deve procedere, se necessario, al trattamento medico-chirurgico dellaferita e lasciarci sopra una compressa imbevuta di Calendula diluita (maiutilizzarla pura). Quando inizia la cicatrizzazione, si può sostituire lacompressa con l�unguento Antimonium met. 0,005% - Balsamum per. 0,4% -Calendula off. 3% - Mercurialis per. 5% - Resina laricis 0,2% - Eccipienteq.b. al 100%. In caso di tendenza all�infeziome, sostituire l�acqua tiepida conacqua calda per i lavaggi e le compresse. La guarigione delle ferite così trattate èspettacolare. Quando si tratta di una ferita lineare (taglio), si potrà, dopo unlavaggio accurato, accostare i labbri ben asciutti della ferita servendosi di unnastro adesivo trasparente, e questo evita le suture. In caso di ferita profonda,come quella che può causare un chiodo, si deve fare un bagno caldissimo conaggiunta di Calendula TM 40% - Alcool q.b. al 100%. Se appare necessaria laprofilassi antitetanica, si deve fare un�iniezione sottocutanea di BelladonnaD30 - Hyoscyamus D15 aa (Rudolf Steiner).

Le ustioni si devono curare servendosi di compresse di Arnica montanaTM 5% - Urtica urens TM 85%. Si prepara contemporaneamente unasoluzione a 1/10, ossia un cucchiaio da minestra della miscela per nove cucchiaida minestra di acqua, con cui si imbevono le compresse. Queste si lasciano sulleustioni e periodicamente si inumidiscono; non devono mai asciugarsi. Dopocinque giorni, la compressa può essere tolta, se necessario si rinnova oppure sel�epitelizzazione è completa, si sostituisce con l�unguento di Arnica montana0,25% - Urtica urens 4,75% - Eccipiente q.b. al 100%. Il termine di cinquegiorni può essere considerevolmente abbreviato per piccole bruciature pocoprofonde. Questo trattamento delle ustioni è rimarchevole per la rapidità delsollievo, che appare in genere entro un quarto d�ora, per la rapidità dellaguarigione e per la qualità della cicatrizzazione, che non lascia cheloidi. In casodi ustioni estese, si deve, ben inteso, completare con un trattamento generale:Arnica montana, p. tot. D3 dil., 10 gocce da 3 a 6 volte nelle 24 ore,Hyoscyamus 0,1% - Onopordon, flos 2,5% - Primula off., flos 2,5% -Eccipiente q.b. al 100% dil., 10 gocce tre volte al giorno, Argentum met. D30un�iniezione sottocutanea ogni giorno o ogni due giorni a fare bere molta acquacon aggiunta di Elisir di betulla Weleda, per favorire la diuresi. Arnica /Urtica urens dà anche sollievo e una rapida guarigione nei colpi di luce (diluirea 1/20 e applicare le compresse sulle palpebre chiuse) e nelle insolazioni (datrattare come le ustioni).

Trattamento dellepiaghe

Trattamento delleustioni

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163

La farmacopea antroposofica comprende molti unguenti pochi deiquali sono destinati al trattamento delle malattie cutanee.Somministrando un farmaco per via orale, si ricorre soprattutto almetabolismo. La via sottocutanea mette in gioco il sistema ritmico.Applicando un farmaco sotto forma di unguento sull�organo dei sensi cheè la pelle, ci si indirizza principalmente al sistema neurosensoriale. Ilmedicamento applicato non agisce per penetrazione sostanziale attraversola pelle, ma per il suo dinamismo. E così possiamo assimilare una medicinaapplicata sotto forma di unguento a una dinamizzazione elevata.L�incontestabile efficacia di questa forma terapeutica è una provalampante dell�insufficienza delle nozioni di fisica allorché si vuole

Il problema delle affezioni cutanee

NOTE

1 Trattamento complementare (H. Miller): Ferrum sidereum D20 fiale + Epifisi D4fiale per iniezioni sottocutanee due o tre volte la settimana.

Ruolodelle applicazioni

esterne

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1 6 5

PARTE QUINTA

Principi di farmacodinamica antroposofica

In presenza di un ammalato, il problema dominante è la scelta dellaterapia e più particolarmente la scelta del farmaco. Per essere perfetta, questascelta implicherebbe l�esatta conoscenza di tutte le conseguenze che può darel�introduzione di una sostanza qualsiasi in un dato organismo. Quasi semprequesta conoscenza si basa su constatazioni empiriche e molto frammentarie.Ciò è particolarmente vero per le nuove sostanze medicinali. Questo empiri-smo fa pensare al cieco che avanza a tentoni e deve essere superato se si vuoleistituire una medicina razionale.

Il problema fondamentale, dunque, è quello di sapere se è possibileconoscere, a priori, al di fuori di ogni sperimentazione, l�effetto di un farmacosu un determinato organismo umano. Questa domanda riceverà una rispostapositiva solo se sarà possibile conoscere i rapporti che possono esistere tral�uomo e la natura. Rudolf Steiner ha indicato la via da seguire per arrivarci,via della quale abbiamo dato un�idea in certe osservazioni terapeutiche (Cfr.in Tomo I, Apis e Belladonna, cap. 6).

In questa quinta parte, tenteremo di chiarire queste relazioni tra l�uomoe i tre regni della natura dai quali ricaveremo i nostri rimedi.

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Capitolo XVII

Il farmaco, mediatore tra la natura e l�uomo

Le sostanze da cui ricaveremo i nostri rimedi sono prodotte daidiversi regni della natura � minerale, vegetale e animale � e sono, perquesto, sostanze estranee all�uomo. Anche una sostanza prelevata da unaltro essere umano � come il sangue di una trasfusione � presenta per chila riceve un carattere estraneo. È dunque necessario che l�organismo nelquale si sarà introdotta una qualunque sostanza la trasformi, la facciapropria; perché l�essere umano, col suo Io, è individualizzato a tal puntoche tollera solo ciò che ha in via preliminare trasformato in sostanzapropria, che ha marcato col suo sigillo. E si sforzerà in compenso disbarazzarsi di tutto ciò che conserva proprietà estranee. Così, l�organi-smo rigetta il trapianto di un organo prelevato da un altro individuo. Èpossibile farglielo tollerare solo annullando tutte le sue reazioni didifesa, in altre parole facendogli perdere la sua individualità, cosa che,evidentemente, è incompatibile con una esistenza che rispetti l�integritàdella persona.

Questa necessità di trasformare, di umanizzare tutto ciò che l�orga-nismo assorbe, concerne tanto le medicine, qualunque sia la maniera diintrodurle, quanto gli alimenti. Obbligandolo a trasformare una sostanzaestranea, noi chiediamo all�organismo un lavoro; e così suscitiamo in luireazioni che, se la scelta del farmaco è corretta, avranno la possibilità diristabilire l�armonia tra i suoi elementi costitutivi � corpo fisico, corpoeterico, corpo astrale e Io � cioè di guarirlo. Sarebbe evidentementemolto allettante che esista sempre un farmaco capace di ristabilire questoequilibrio, cosa che, alla fin fine farebbe pensare ad un prolungamentoinfinito della vita. Non dimentichiamo che l�equilibrio tra i quattroelementi costitutivi si modifica continuamente dalla nascita alla morte,disegnando un profilo caratteristico per ogni individuo in funzione delsuo destino. Ristabilire l�equilibrio consisterà dunque nel riavvicinarsi aquesto profilo nella misura in cui l�individuo se ne era allontanato. Ciònon significa che sia assolutamente impossibile modificare il profilo in

L�uomoe le sostanze naturali

Reazionedell�organismo alle

sostanze naturali

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1 6 8 Medicina antroposofica

questione, ma affronteremmo qui un problema di etica medica cheandrebbe oltre i limiti di questo libro. L�introduzione di una sostanzanell�organismo esige non solo un lavoro, ma anche adeguate attitudini.L�organismo sarebbe incapace di realizzare queste trasformazioni se nonsapesse come attaccare la sostanza estranea, esattamente come saresteincapaci voi di smontare un meccanismo che non conoscete. È dunquenecessario che l�organismo abbia una certa conoscenza del rimedio, chene abbia conservata la memoria, cosa che implica un rapporto, unaparentela tra l�uomo e la natura. Noi dobbiamo dunque ricercare questaparentela, studiare quando e come si è costituita, in altre parole risalire ilcorso dell�evoluzione nella stessa maniera in cui studiamo un alberogenealogico quando ricerchiamo dei legami familiari.

L�idea di evoluzione come l�aveva concepita Darwin era troppointaccata da concezioni materialiste per non condurre ad un vicolo cieco.Fu necessario che Rudolf Steiner offrisse la strada alla ricerca spiritualeper darle tutta la sua ampiezza e dimostrasse che le scoperte dellapaleontologia non sono in effetti che i testimoni materiali di un processoevolutivo il cui impulso si può trovare solo sul piano spirituale. Alcunilettori troveranno tale affermazione difficilmente accettabile. È tuttaviainnegabile che alla luce delle cognizioni fornite da Rudolf Steiner,l�insieme del problema si mette a posto e i dettagli oscuri gradualmentesi chiariscono. Le indicazioni di Steiner, l�una dopo l�altra, si rivelanoesatte, grazie a scoperte che a quell�epoca sarebbero state impossibili enon avrebbero potuto realizzarsi senza il progresso della tecnica; neabbiamo dato un esempio nella nostra introduzione. Al contrario, non èstato possibile sinora coglierlo in fallo nelle sue previsioni.

Nel libro La scienza occulta, pubblicato nel 1910 (1), Rudolf Steinerdescrive l�evoluzione dell�uomo e quella dell�universo come due feno-meni inseparabili. Le attuali teorie vorrebbero farci ammettere che unassemblaggio fortuito di molecole avrebbe anticamente dato origine aun primo essere vivente dal quale sarebbero nati tutti gli altri. Lecomtede Noüy (2), già, aveva dimostrato la futilità di questa teoria; piùrecentemente W. Heitler, professore di fisica all�università di Zurigo, neha dimostrato la matematica impossibilità (3). Secondo la teoria delcaso, i regni viventi sarebbero nati dal regno minerale. La ricerca spiri-tuale dimostra che è avvenuto l�inverso: gli esseri viventi sono anteriorial regno minerale che si può considerare una loro secrezione. Ciò sarebbeincomprensibile se non si pensasse che questi esseri viventi sono esistitiprima sul piano spirituale e che la loro esistenza fisica è il risultato di unprocesso di addensamento che finisce nella forma materiale.

Nella forma attuale, l�uomo è il risultato di una lunghissimaevoluzione. Questa maturazione era necessaria perché egli raggiungesse

L�evoluzione:un processo spirituale

La vita precedeil minerale

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il grado di perfezione che lo caratterizza. Così l�uomo è l�essere piùantico dell�evoluzione, benché, nella sua forma attuale, sia stato l�ulti-mo a manifestarsi.

Esiste una legge dell�evoluzione che Rudolf Steiner ha messo benin evidenza: perché vi sia perfezionamento, è necessario che gli elemen-ti, i più elaborati, i più raffinati, si separino dai più grossolani, esatta-mente come un liquido torbido non può chiarificarsi se non lasciandodepositare le parti più dense. Così perché l�uomo divenisse ciò che èoggi, era necessario che si producesse questa decantazione degli altriregni. Nel corso della sua evoluzione, l�uomo ha successivamente re-spinto ogni altra forma vivente, vegetale e animale, che, a sua volta, hadepositato il mondo minerale.

Ciò che acquisisce una struttura fisica e, per questo, una certadurezza, non ha più la plasticità sufficiente per essere in grado di trasfor-marsi. Potevano evolversi solo quegli esseri che esistevano soltanto sulpiano spirituale, o che almeno avessero un corpo fisico ancora moltomalleabile. Così, il corpo di un bambino può ancora modificarsi, men-tre quello di un adulto è definitivamente fissato.

Le diverse forme di vita conosciute si sono successivamente mani-festate sul piano fisico. Divenute di conseguenza troppo dense, hannopraticamente cessato di evolversi. Questo spiega la discontinuità tra lediverse forme che scopre la paleontologia e l�impossibilità di scoprireforme intermedie. Ma se l�evoluzione non poteva proseguire in quegliesseri definitivamente fissati sul piano fisico, essa restava nondimenopossibile nei loro parenti rimasti molto più malleabili e, per questo,incapaci di lasciare tracce materiali, per esempio sotto forma di fossili.Alla stessa maniera, non si costruirebbe un�automobile moderna pren-dendo i pezzi di una vecchia macchina e modificandone la forma. Latrasformazione avviene nella mente dell�ingegnere, dunque sul pianodello spirito e il veicolo che noi utilizziamo non è che un esemplare, unatappa della sua creazione. Possiamo così descrivere l�evoluzione come lacreazione continua di una intelligenza spirituale i cui esseri fisici sonogli schizzi successivi. In un libro molto interessante, W. Schüpbach (4)ha riunito un gran numero di scoperte della biologia moderna in perfet-ta armonia con queste indicazioni di Rudolf Steiner.

Ciò che precede permette di intravedere la parentela che esiste trail mondo esteriore e l�uomo. Al di fuori del carattere generale di taleparentela, Rudolf Steiner ha rilevato relazioni più particolari tra deter-minati organi o gruppi di organi e determinati elementi della natura.Come, per esempio, la corrispondenza tra l�orecchio interno e l�onice,di comparsa simultanea, che implica una conseguenza terapeutica.

Continuità sul pianospirituale

Discontinuità sulpiano fisico

Il farmaco, mediatore tra la natura e l�uomo

La «decantazione»,legge fondamentale

dell�evoluzione

Grado di parentela trasostanze e organismo

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1 7 0 Medicina antroposofica

La questione che avevamo posta era quella della possibilità, per unorganismo umano, di distruggere una sostanza naturale. In virtù diquesta parentela che abbiamo prima citata, questo processo di distruzio-ne sembra realmente possibile. Lo è tuttavia a gradi diversi. Con ognievidenza, l�organismo avrà un comportamento molto diverso se si trat-terà di sostanze respinte dal genere umano nel corso della sua evoluzio-ne, sostanze di cui l�organismo ha più o meno perduto il ricordo, o disostanze che hanno una struttura simile ai suoi attuali costituenti. Ecosì, piccole quantità di piombo o di arsenico apporteranno all�organi-smo problemi molto più difficili di quelli che potrebbero arrecare ilferro o il carbonato di calcio. Noi abbiamo l�abitudine di definire iprimi veleni rispetto ai secondi, ma alla fine è tutta questione di dosi. Aldi là di una certa quantità diventa veleno anche il sale marino. Inmaniera più generale, ogni sostanza � anche un alimento quotidianocome il pane � presa in quantità eccessiva diventa tossica quando l�orga-nismo non è più in grado di digerirla, di distruggerla.

Quale sarà allora l�atteggiamento dell�organismo di fronte a so-stanze di sintesi chimica che gli sono in linea di massima sconosciute?Sarà in grado di distruggerle? Non c�è, in questo caso, un�unica risposta:alcune sostanze di sintesi possiedono una struttura abbastanza simile aquella delle sostanze naturali; in questo caso, l�organismo ne verrà acapo con una facilità o una difficoltà paragonabile a quelle che avrebbeavuto nel degradare i loro omologhi naturali. Viceversa, altre sostanzegli sono totalmente estranee; l�organismo non sa che farne. È questo ilcaso del DDT, del quale l�organismo non sa sbarazzarsi, che a poco apoco si fissa sui grassi, rendendoli non idonei alle loro funzioni. E così,all�interno dell�organismo si formano delle strutture estranee che Ru-dolf Steiner chiamava fantasmi del corpo fisico.

Quando noi assorbiamo una sostanza, ciò che è importante perl�organismo non è tanto la sostanza in sé quanto le forze di cui essa è ilvettore, e alle quali l�organismo deve necessariamente opporre le pro-prie. È proprio distruggendo le sostanze, opponendosi alle loro forze,che esso si fortifica, così come un muscolo non si sviluppa se non permezzo della forza che esso oppone alla forza di gravità (o ad altre forzeesterne). Così, le forze eteriche e astrali dell�uomo, come quelle delproprio Io, si intensificano quando sono sollecitate dal processo digesti-vo. Tuttavia, questa sollecitazione non dovrebbe andare oltre le possibi-lità dell�organismo, altrimenti questo si rassegnerebbe e, invece di forti-ficarsi, si indebolirebbe.

Se noi somministrassimo qualche centigrammo di aconitina �sostanza apportatrice di intense forze astrali � il corpo astrale umanosarebbe incapace di venirne a capo; l�aconitina, in questo caso, si com-

L�organismo e lesostanze di sintesi

Le forze aumentano persollecitazione

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porterebbe da tossico. La sua azione, in una data affezione, non potràessere benefica se non nella misura in cui l�organismo sarà capace diannullare le forze astrali di questo farmaco. Infatti, come dice RudolfSteiner, l�organismo omeopatizza il farmaco, ed è solo nella misura in cuiesso è capace di realizzare questa omeopatizzazione che vi è azioneterapeutica. E Rudolf Steiner aggiunge che, proprio per questo motivo,non dovrebbero esserci controversie tra allopatici e omeopatici: inrealtà, dice, non vi sono allopatici, perché quello che è stato prescrittosotto forma allopatica subisce nell�organismo un processo di omeopa-tizzazione e guarisce solo attraverso questo. (5)

Samuel Hahnemann aveva intuito tutto ciò e questo l�aveva porta-to alle dinamizzazioni di cui è l�inventore. Infinitamente più coraggiosodegli scienziati moderni che sacrificano gli animali, egli sperimentò lesostanze su se stesso. Fece così questa fondamentale scoperta dell�omeo-patia: l�inversione delle proprietà di una sostanza nel corso della dina-mizzazione, tradotta con l�aforisma: similia similibus curantur. Resta ilfatto che la ragione profonda di questo fenomeno poteva essere rivelatosolo da una conoscenza approfondita dell�essere umano e dei suoi rap-porti con la natura, così come l�ha messa in luce l�antroposofia.

Il Dr. K. Koeller illustra questa invenzione delle proprietà nelcorso della dinamizzazione in modo molto immaginifico con una favoladi Esopo: quella del cane che, avendo rubato un pezzo di carne, devepassare un fiume per tornare alla sua tana. Vedendo la sua immaginenell�acqua vi si getta sopra prendendola per un altro cane. Tentando diimpadronirsi del riflesso della propria carne, lascia andare il suo realebottino. Il cane rappresenta qui il corpo astrale e il pezzo di carne laparte del corpo fisico di cui il corpo astrale si è impossessato.

Per fargli allentare la presa, noi gli offriamo un riflesso del proces-so morboso: cioè la sostanza dinamizzata che, in dosi ponderali, avrebbeprovocato la stessa malattia. La dinamizzazione non realizza forse unavera immagine riflessa del processo morboso?

Si comprende facilmente come i contemporanei di Hahnemannabbiano messo in dubbio l�efficacia del suo metodo. Formati alla scuolascientifico-materialista, essi non potevano ammettere l�esistenza di pro-prietà farmaco-dinamiche in diluizioni sempre più elevate. Ma perseve-rare oggi in tale atteggiamento sarebbe prova di oscurantismo, giacchénon mancano le prove scientifiche dell�attività delle dinamizzazioni.

I primi esperimenti furono fatti più di cinquant�anni fa da L.Kolisko, quando era ancora vivo Rudolf Steiner, che le dava indicazionisul metodo da seguire. Il suo principio è questo: alcuni chicchi di granosono messi a germogliare nella dinamizzazione da sperimentare, con-temporaneamente ad alcuni testimoni messi nell�acqua distillata (6). Se

Il farmaco, mediatore tra la natura e l�uomo

L�organismo«omeopatizza»

Le scoperte diHahnemann...

...e la loro confermasperimentale

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1 7 2 Medicina antroposofica

si utilizzano, come ha fatto L. Kolisko, soluzioni di sali metallici, ci siaccorge che le basse dinamizzazioni � D1, D2, D3 � hanno un�azioneparalizzante sulla crescita delle piantine. Questo rallentamento dellacrescita si attenua con l�aumento del tasso della dinamizzazione, perraggiungere, ad un dato momento, un valore zero per cui non c�è piùdifferenza con i testimoni. Se si continua l�esperimento con dinamizza-zioni sempre più elevate, invece di un rallentamento si manifesta unaaccelerazione di crescita. Questa stimolazione della crescita raggiunge, aun dato momento, il massimo, poi decresce nuovamente fino a unsecondo punto zero al di là del quale si manifesta un nuovo fermo.Otteniamo così una curva che presenta tre zone distinte da una parte edall�altra della linea dei testimoni; l�andamento di questa curva era statoprevisto da Rudolf Steiner. È importante notare che gli esperimenti diKolisko sono stati condotti con grande rigore e, come ha dimostrato piùrecentemente Pelikan (7), sono perfettamente riproducibili.

Dopo, numerosi ricercatori si sono interessati a questo problema.Citiamo, tra gli altri, i lavori di Jarricot, di G. Bertrand, di Person, diDevraigne, di Boiron e suoi collaboratori, di Wurmser e Lapp, diPeyraud, di Nétien, di Bockemühl, di Junker, di König e molti altri. E.Heintz, vecchio professore di ricerche all�Università Pasteur di Stra-sburgo, ha pubblicato le sue ricerche sulle dinamizzazioni (8). Eglidapprima ha osservato l�effetto di successive dinamizzazioni di cumari-na su alcune dafnie e su alcuni pesci. A basse diluizioni (D2 � D4), questasostanza esercita sugli animali dell�acquario un effetto di repulsione,poi, a mano a mano che aumenta il tasso di dinamizzazione, l�effetto direpulsione si attenua fino a sparire verso la D10. Se si prosegue l�esperi-mento, allora si vede comparire un effetto opposto di attrazione, cheraggiunge il massimo circa alla D12 e poi si attenua per sparire verso laD14. Compare ancora una nuova fase di repulsione con un massimoverso la D16. Verso la D24 la curva raggiunge di nuovo lo zero. In questiesperimenti, le tre fasi previste da Rudol Steiner sono messe in evidenzamolto chiaramente.

Heintz non si è accontentato di questi risultati. Essendo fisico, eglicercò di mettere in evidenza gli effetti della dinamizzazione servendosidi un metodo puramente fisico. Dopo pazienti ricerche, egli creò quelloche chiamò elemento D (fig. 3). Questo è costituito da due elettrodi dileghe diverse, convenientemente scelte, collegati a un millivoltmetro emessi in moto da un vibratore. Gli elettrodi stanno immersi nelledinamizzazioni da sperimentare. Sorvoliamo qui sulle ragioni che han-no spinto Heintz a creare tale dispositivo (9). Questo consente di ottene-re una curva a tre fasi che hanno lo stesso andamento generale di quelleottenute servendosi di recettori biologici (fig. 4). L�elemento D è un

Gli esperimenti diHeintz, metodobiologico...

...e fisico

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Fig.1: Curva di dinamizzazio-ne. Azione della cumarina (D1-D24) sulle dafnie. Le verticaliindicano la dispersione rilevatasu dieci serie di prove.

Fig.2: Curva di dinamizzazio-ne. Azione della cumarina su al-cuni pesci (a: Danio Malabari-cus; b: Carassius). La curva pre-senta tre zone distinte: I e III direpulsione, e II di attrazione. T:Controllo.

Fig.3: Schema del principio difunzionamento dell�elemento Dapplicato alla misurazione delledinamizzazioni.

Il farmaco, mediatore tra la natura e l�uomo

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dispositivo estremamente sensibile, è quindi necessario procedere allemisurazioni a temperatura costante. Le curve ottenute a diverse tempe-rature hanno sì lo stesso andamento generale, ma, fatto rimarchevole,quella a 37° presenta la massima ampiezza (fig. 5).

Questi esperimenti realizzati servendosi dell�elemento D sono di impor-tanza capitale, perché:

a) È la prima volta che l�attività di soluzioni omeopatiche è stata messain evidenza da un metodo puramente fisico. Ecco un argomento inoppugnabi-le da opporre ai detrattori dell�omeopatia, che non potranno più pretendere chei loro successi sono dovuti al solo effetto psicologico del medico sul malato.

b) Questo metodo permetterà di migliorare i processi di fabbricazione econtrollare i farmaci dinamizzati.

c) Infine, esso corrobora i risultati ottenuti servendosi dei recettoribiologici, che confermano le previsioni di Rudolf Steiner e apportano unaprova supplementare della validità della ricerca spirituale.

Rudolf Steiner aveva effettivamente sostenuto l�esistenza delle trezone della curva di dinamizzazione: «Quando dinamizzate, incontrateall�inizio un punto zero al di là del quale si manifestano proprietàopposte. Ma non è tutto; se continuate in questa via, raggiungete unsecondo punto zero in cui queste proprietà a loro volta si annullano.Potete allora superare questo secondo punto e trovare proprietà ancorapiù alte. Queste ultime, benché si pongano sulla stessa linea delle prime,tuttavia sono di natura assolutamente diversa (10)».

Che rappresentano queste proprietà? Fino al primo zero, preval-gono indiscutibilmente le proprietà fisico-chimiche della materia: lapesantezza, la coesione, ecc. Ciò che domina, al di là, è l�inverso, RudolfSteiner dice: è la radiazione. Nella seconda fase, la sostanza diluita irradianel veicolo che serve alla diluizione.

Dopo essere passato da un massimo, questa radiazione decresce asua volta sino al secondo zero. Se proseguiamo il procedimento, hannoorigine nuove proprietà opposte a quelle della seconda fase. Non puòpiù trattarsi di coesione e tuttavia questa nuova proprietà le è simile.Rudolf Steiner la definisce strutturazione. In partenza, siamo in presenzadella coesione della sostanza ponderabile; all�altra estremità si manife-stano le forze di strutturazione, siamo nel regno dell�imponderabile. Lafase media, dice Marti (7), oscilla tra il ponderabile e l�imponderabile,tra la coesione e la strutturazione.

Queste nozioni possono essere messe a confronto con l�idea dellatripartizione sviluppata nel primo volume (capitolo II). Al polo delmetabolismo abbiamo incontrato dei processi sostanziali simili a quellidella fisica e della chimica e conseguentemente alle proprietà dellaprima fase di dinamizzazione. Dal polo neuro-sensoriale partono pro-

Tripartizionedella curva didinamizzazione

Dal ponderabileall�imponderabile

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1 7 5Il farmaco, mediatore tra la natura e l�uomo

Fig. 4: Curva in alto: in-fluenza della dinamizzazio-ne della cumarina sulla ten-sione elettrica misurata conl�elemento D. In basso: ri-produzione della curva del-la Fig.2 per un paragone.

Fig.5: Influenza della tem-peratura sulle curve di dina-mizzazione di cloruro mer-curico HgCl2

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1 7 6 Medicina antroposofica

cessi di strutturazione simili a quelli che caratterizzano la terza fase. Untale accostamento conduce ad una concezione razionale dell�utilizzazio-ne delle diverse dinamizzazioni. Le basse dinamizzazioni agiranno alpolo del metabolismo, le alte al polo neuro-sensoriale e le medie nellazona ritmica mediana.

Ciò non significa che per un�affezione, i cui sintomi apparentirisiedono nella testa, bisogna sistematicamente usare un�alta diluizione,perché la malattia potrebbe benissimo essere al polo opposto. Così, inun�otite media, se noi somministriamo Levisticum e rad. in D3, agiamodirettamente sulla zona metabolica e indirettamente sui sintomi del-l�orecchio medio.

Ci si potrebbe ancora chiedere se le dinamizzazioni corrisponden-ti ai punti zero non siano prive di effetti terapeutici. Non è certo questoil caso. Non dimentichiamo che questi punti sono solo momenti diequilibrio tra due ordini di proprietà che possono manifestarsi perfetta-mente a diversi livelli dell�organismo. D�altronde la pratica confermal�esattezza di questo punto di vista.

Voi avete potuto constatare che le dinamizzazioni consigliate inmedicina antroposofica sono sempre decimali (D3, D6, D15 ecc.). Per-ché non centesimali alla maniera di Hahnemann? Rudolf Steiner pensa-va che le decimali sarebbero state più efficaci. Alcuni esperimenti diKolisko, ripresi più tardi da Pelikan (7), hanno dimostrato che le curveottenute con diversi modi di diluizione � 1/5, 1/7, 1/10, 1/30, 1/100 �hanno tutte lo stesso andamento generale, ma l�ampiezza della curva èpiù grande con le decimali (fig. 6). Se, invece di stabilire la curva infunzione del numero della diluizione (1a, 2a, 3a, ecc.), si stabilisce infunzione del tasso reale di diluizione, le curve non sono più paragonabiliassolutamente (fig.7). Dobbiamo quindi attendere � e l�esperienza l�haconfermato � uno stesso effetto terapeutico da una D9 e da una C9, dauna D20 e da una C20 ecc., le D tuttavia sembrano un po� più efficaci.Questa analogia tra le D e le C non è però valevole per le bassedinamizzazioni, nelle quali sussistono proprietà farmacodinamiche do-vute alla presenza quantitativa di sostanza. Avremo allora notevolidifferenze tra le D e le C. Effettivamente una D3 corrisponde a 10-3 e unaC3 a 10-6. Bisogna saperne tener conto nelle prescrizioni.

Questo studio delle dinamizzazioni dimostra che al momentoattuale, non può più esistere alcun dubbio sul valore terapeutico deipreparati omeopatici. Coloro che li hanno utilizzati per parecchi annine sono convinti da tempo, ma era necessaria la sperimentazione perdare diritto di cittadinanza a questo metodo tanto ricco di possibilità.Coloro che, ancora oggi, la rinnegano, provano soltanto la loro limita-tezza o la loro pigrizia intellettuale, quando non si tratti di malafede.

Decimali ocentesimali?

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1 7 7Il farmaco, mediatore tra la natura e l�uomo

Non dimentichiamo nemmeno il considerevole apporto dell�an-troposofia sia nella comprensione che nella verifica sperimentale deiprocessi di dinamizzazione e delle loro applicazioni terapeutiche.

NOTE

1 Rudolf Steiner, La scienza occulta nelle sue linee generali (1910), Ed. Antropo-sofica, Milano, 1985.

2 Lecomte du Nouy, L�avvenire dello spirito, Einaudi, Torino.

3 Heitler W., Die naturwissenschaftliche Erkemntnis und der Mensch. Braun-schweig, 1961.

4 Schüpbach W., Nuove prospettive in biologia. Editions du Centre Triades, Paris,1969.

5 Rudolf Steiner, Scienza dello spirito e medicina, Dornach 21 marzo � 9 aprile1923, Ed. Antroposofica, Mialno, 1983.

6 Kolisko L., Physiologischer und physikalischer Nachweis der Wirkung kleinsterEntitäten, Arbeitsgemeinschaft anthroposophischer Ärzte, Stuttgart.

7 Collettivo, Potenzierte Heilmittel, Stuttgart, 1971.

8 Heintz E., Il comportamento delle dafnie sotto l�influenza di soluzioni di cumarinae di solfato di rame. Resoconti Acad.sci., T. 258, P. 3292.

9 Heintz E., Misura dell�azione delle diluizioni successive servendosi di pile elettri-che. Gli annali omeopatici, 1971, p. 515.

10 Rudolf Steiner, Scienza dello spirito e medicina, conferenza del 31 marzo 1920.

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1 7 8 Medicina antroposofica

Fig.6: Effetto dei differen-ti tassi di dinamizzazio-ne sulla crescita di germidi grano. In ascissa il nu-mero della dinamizzazio-ne.

Fig.7: Le curve sono statestabilite non in funzionedel numero della dina-mizzazione, ma in fun-zione del tasso reale di di-luizione. Non c�è più al-cuna concordanza tra lecurve.

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PARTE SESTA

Pianeti e metalli

Alla luce dell�antroposofia, le relazioni tra pianeti e metalli appaionosotto un nuovo aspetto. Le possibilità che la terapeutica offre attraverso imetalli si manifestano in tutta la loro ampiezza quando questa è illuminatada una patologia planetaria. Precisiamo immediatamente che quest�ultimanon ha niente a che vedere con l�astropatologia che ricerca l�influenza dei corpicelesti sull�organismo, anche se una tale influenza innegabilmente esiste. Ciòche noi qui consideriamo è l�espressione di un processo di interiorizzazione inrapporto alla formazione del nostro corpo. L�uomo, il mondo planetario loporta nei suoi organi e la maniera in cui si compie tale interiorizzazione siriflette nella loro patologia. Cominceremo ad affrontare questa per studiare inseguito i sette metalli principali.

Nelle pagine seguenti, faremo spesso riferimento ai concetti esposti nelprimo volume. Per la comprensione di questo studio è indispensabile che essisiano stati perfettamente assimilati dal lettore.

Il corpo fisico, come appare ai nostri occhi, è il risultato di un processoformativo soprasensibile che si prepara molto prima della nascita. È necessarioaccennare, solo brevemente, alcuni aspetti di questa elaborazione se vogliamocapire la morfologia (spazio), la fisiologia (tempo) e la patologia del corpoumano. Siccome non è possibile, nell�ambito di questo lavoro, entrare neidettagli, alcuni concetti potranno sembrare dogmatici a quei lettori che hannopoca familiarità con gli insegnamenti antroposofici. Questo studio è comun-que perfettamente accessibile al lettore meno preparato, a condizione che eglivoglia accettare provvisoriamente i dati della ricerca spirituale ai quali si fariferimento come ipotesi di lavoro ricche di conseguenze pratiche.

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Conoscenzadella materia

La scienza attuale, per materialista che sia, conosce la materia inmodo molto imperfetto. Grazie a una notevole tecnica, essa sa utilizzar-la a proprio vantaggio ma in realtà non la capisce. Non molto tempo faregnava ancora il dogma della persistenza degli elementi. Si pensavaallora che una certa quantità di materia non potesse né essere creata nédistruggersi e che la massa di ogni elemento presente nell�universo fossecostante. La scoperta della fissione nucleare non ha modificato gran chetale pregiudizio. Attualmente si sa trasformare un elemento in un altroliberando energia, si sa degradare la materia, ma non crearla (2). Indefinitiva, tutti i processi fisico-chimici sfociano nel loro insieme nelladegradazione, mai nella creazione. Il nostro pianeta sembra aver supera-to la sommità della curva ed essere sulla via della progressiva distruzio-ne. Per la cosmologia antroposofica, il mondo minerale è nato dalvegetale e dall�animale. Alcuni esperimenti tenderanno a provare chequesta operazione è ancora possibile ai nostri giorni, anche se domina ladistruzione.

Tra le sostanze minerali, i metalli occupano un posto privilegiato.Salvo eccezioni piuttosto rare, non li si trova allo stato puro ed ènecessario far intervenire un tecnico per estrarli dalle loro combinazio-ni. I metalli sono così legati alla civilizzazione, allo sviluppo dell�essereumano e quindi sono nate espressioni come: l�età dell�oro, l�età delbronzo, ecc. Essi, per questo, hanno uno stretto rapporto con le forzedell�Io. Allo stato di tracce, i metalli esistono su tutta la terra, ma sottoforma di minerali essi si concentrano in determinate zone. Essi sono inqualche maniera gli organi di quell�essere vivente che è la terra. Per lascienza dello spirito, ogni sostanza è il termine finale di un processo. Sipotrebbe dire che il processo si esaurisce, che muore nella materia. Imetalli, minerali anch�essi, sono il risultato di un processo planetariomolto lontano. Gli Antichi conoscevano questi rapporti tra pianeti emetalli che la scienza dello spirito di Rudolf Steiner ha rimesso in luce.

Capitolo XVIII

Il doppio processo planetario (1)

I metalli e l�Io

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1 8 2 Medicina antroposofica

La scienza materialista definirebbe volentieri superstizioni tali rapporti;eppure, esperimenti come quelli di Kolisko (4) hanno dato la prova dellaloro realtà. In terapeutica, non faremo riferimento alle proprietà fisico-chimiche dei metalli. Introdotte a viva forza nell�organismo, esse vi sicomportano come processi estranei, fattori di disturbi, di degradazionee di morte. Grazie al processo di dinamizzazione omeopatica, è possibilefare rivivere quelle forze planetarie delle quali i metalli sono il risultatoe utilizzarle per ristabilire l�armonia tra gli elementi costitutivi e piùparticolarmente per orientare le forze dell�Io in un dato senso.

Ogni sostanza minerale introdotta nell�organismo, dice RudolfSteiner, deve necessariamente subire una trasformazione, passare attra-verso uno stadio non sostanziale: quello di etere di calore, prima didiventare utilizzabile dallo stesso organismo. Un tale processo ricorreall�Io, le cui forze sono così sollecitate molto intensamente. «È un verocombattimento che l�Io è costretto a sostenere contro il minerale ecrederlo capace di superarlo significa testimoniargli grande stima (5)».

Per utilizzare razionalmente queste proprietà soprasensibili deimetalli, è necessario non solo conoscere i loro rapporti con i pianeti, maanche la maniera in cui questi si manifestano nell�organismo.

Abbiamo visto che il ritmo lunare era stato interiorizzato negliorgani di riproduzione e specialmente in quelli della donna. Il processodi interiorizzazione delle forze planetarie è molto più generale e ad ognipianeta corrisponde nell�essere umano un organo o, più esattamente, uninsieme di funzioni. Il microcosmo-uomo è realmente il riflesso delmacrocosmo. Il fatto di parlare di interiorizzazione ci porta immediata-mente a pensare al corpo astrale, al quale abbiamo attribuito questoprocesso che inizia con la gastrulazione, strutturando così a poco a pocotutti i nostri organi, grazie alla mediazione del corpo eterico.

Se l�osservazione del corpo fisico rivela i meccanismi della suaformazione, essa non fornisce ragguagli sulle loro cause. La formazionedei nostri organi è, effettivamente, il risultato di una preparazione checomincia molto tempo prima della nascita e del concepimento. Quandol�Io � solo elemento permanente dell�essere umano � si appresta adincarnarsi di nuovo, attraversa successivamente le sfere planetarie, i cuipianeti, come li osserviamo nel cielo, rappresentano solo una localizza-zione fisica. E così, ci si può rappresentare la sfera di Saturno come unglobo immenso il cui diametro corrisponde più o meno alla sua orbita.

Avvicinandosi alla terra in vista di una sua incarnazione, l�Ioattraversa successivamente le diverse sfere dove egli soggiorna più omeno a lungo (6). Durante tale soggiorno, con l�aiuto delle alte entitàspirituali, forma progressivamente questo elemento soprasensibile del

I nostri organi «pianetiinteriorizzati»

Le sfere planetarie...

... e il loroattraversamento daparte dell�Io

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suo essere che noi abbiamo chiamato � si capisce adesso perché � il suocorpo astrale. Secondo la durata del soggiorno in ciascuna sfera, questocorpo astrale sarà dotato di varie qualità che si rifletteranno più tardi nelfunzionamento degli organi. Contrariamente a ciò che pensano certiastrologi, non è un�improvvisa influenza delle costellazioni al momentodella nascita che orienta il corso della vita. La configurazione del cielo almomento della nascita non è che la sottoscrizione di questa lungapreparazione alla nostra venuta sulla terra; essa testimonia la nostrafedeltà all�appuntamento. Un paragone ci permetterà di capire meglioquesta relazione: a nessuno verrebbe l�idea di affermare che la causadell�arrivo in un preciso momento di un impiegato sia l�orologio dicontrollo dello stabilimento; esso dà solo la prova del momento dell�ar-rivo. Ma, per essere arrivato in quel dato momento, l�impiegato si saràtrovato durante il tragitto da casa allo stabilimento in determinatecondizioni, condizioni che non avrebbe incontrate se fosse venuto in unaltro momento. Nella stessa maniera, il fatto che un anima arrivi sullaterra in un preciso momento implica determinate condizioni di cui cifornisce la prova «l�orologio celeste».

Queste caratteristiche astrali si manifesteranno nell�organismolungo tutta l�esistenza ed eserciteranno la loro influenza sul funziona-mento degli organi. È importante, quindi, conoscerne i sintomi in vistadi una terapia con i metalli.

Tutto ciò che è vita è ritmo, costituito da due polarità le cuimanifestazioni si alternano e si equilibrano. Così, all�incarnazione seguela disincarnazione; alla nascita si contrappone la morte. Dopo la morte,noi riattraverseremo le sfere planetarie, ma in senso inverso al percorsoche ha preceduto la nascita. Il processo di incarnazione non cessa im-provvisamente alla nascita, esso si prolunga, pur attenuandosi, fino allamorte. Allo stesso modo, il processo di disincarnazione non comincia almomento della morte, ma sin dal momento della nascita; per noi ilprocesso di morte comincia, se pur discretamente, sin dal nostro arrivosulla terra. Questo processo si intensificherà nel corso della nostraesistenza. Ciò significa che la nascita costituisce l�inizio del processo didisincarnazione. Tra questi due processi si stabilisce un equilibrio, diver-so per ogni età. Lo spostamento di questo equilibrio nell�uno o nell�al-tro senso costituirà una manifestazione patologica. Queste due correntipossono essere schematizzate come indica la figura 8. E così, l�organi-smo terrestre non è sottoposto soltanto all�influenza della I corrente,quella della incarnazione, ma risente, sin dalla nascita, quella dellaseconda corrente, della disincarnazione, i cui effetti polari vengono adequilibrare quelli della prima.

Questi concetti possono sembrare astratti, perciò è bene illustrar-li. Consideriamo il primo processo, quello della incarnazione: vediamo

Il doppio processo planetario

Incarnazione edisincarnazione

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1 8 4 Medicina antroposofica

che conduce alla creazione di un essere terrestre, alla creatura. Ma lacreatura diventa a sua volta creatore. La creazione dell�uomo è la mate-rializzazione di una corrente spirituale. Quando l�uomo diventa a suavolta creatore, quando dipinge, quando scolpisce, che fa? Agisce in sensoinverso: si impadronisce della materia morta e le infonde un elementospirituale che non vi si trovava, egli spiritualizza la materia. Allo stessomodo il secondo processo, quello della disincarnazione, è un processo dispiritualizzazione che si oppone alla materializzazione, all�addensamen-to dell�incarnazione.

Esistono anche polarità di un ordine diverso che oppongono leune alle altre le sfere planetarie. Troveremo, quindi, una polarità diazione tra la sfera saturniana e la sfera lunare, tra la sfera di Giove equella di Mercurio e tra quelle di Marte e Venere. Il sole resta isolato ecostituisce il punto centrale attorno al quale si orientano queste polari-tà. Queste considerazioni preliminari consentiranno ora di affrontarel�aspetto concreto di questi processi.

NOTE

1 Nel 1950, il Dr. B.C. Lievegoed pubblicava nel Der Beitrag der Geisteswissen-schaft zur Erweiterung der Heilkunst (Hybernia-Verlag, Dornach) un articolosu questo argomento così importante per la comprensione di una terapeuti-ca razionale con i metalli. Il presente studio gli deve molte idee. Vogliamoesprimergli qui la nostra riconoscenza.

2 I radio-isotopi non possono essere considerati una creazione, poiché essistessi sono un residuo di degradazione, ottenuto, per esempio, col bombar-damento di particelle.

3 Si è trovato, per esempio, negli escrementi dei lombrichi più calcio di quelloche non ne contenesse ciò che mangiavano. Il lupino giallo, che cresce solosu terreni silicei, ha foglie che contengono un elevato tasso di calcio. Nondimentichiamo gli esperimenti di Herzeele nella seconda metà dello scorsosecolo, i cui lavori sono stati soffocati con una vera congiura del silenzio epiù recentemente quelli di Hauschka in Germania e di Kervran in Francia.

4 Kolisko L., Sternenwirken in Erdstoffen, Dornach, 1932.

5 Rudolf Steiner, Conferenza del 10 novembre 1923, in «L�uomo nei suoirapporti con gli animali e gli spiriti degli elementi». Éditions du Centre Triades,Paris 4a ed., 1984.

6 La spiegazione della durata più o meno lunga di tale soggiorno e dellecaratteristiche che ne derivano, vanno oltre l�ambito di questo lavoro. Cfr.su questo argomento Rudolf Steiner, Vita da morte a nuova nascita, Vol. 141,opera omnia, Ed. Antroposofica, 1967.

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Fig.8: Il doppio processo di incarnazione e disincarnazione attraverso lesfere planetarie.

Il doppio processo planetario

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Capitolo XIX

Saturno e la Luna

La prima sfera planetaria che attraversa l�Io scendendo dai mondispirituali verso la terra è quella di Saturno. Essa costituisce per ciò unlimite esterno al mondo planetario, che isola dal resto del cosmo. L�Io viraccoglie i primi elementi di «sostanza astrale» con cui formerà poco apoco il suo corpo astrale. In questa zona, l�Io acquista le forze che glipermetteranno più tardi di manifestarsi nel mondo spaziale fisico. Que-sto primo impulso è quello che andrà più in là nel senso della materializ-zazione: esso porterà sino al minerale, sino allo scheletro. Caratterizze-remo quest�ultimo come fosse l�immagine spaziale dell�Io, ma la suaimmagine morta. Così, la prima corrente di Saturno, quella che corri-sponde all�incarnazione può essere riassunta nelle parole: morte nellospazio. Là dove questa corrente si ferma, avendo esaurito tutte le forze,comincia a manifestarsi l�aspetto polare, quello che proviene dalla cor-rente della disincarnazione, che chiameremo la seconda corrente diSaturno. Per capire bene questa polarità, è necessario ricordarsi, comedice Rudolf Steiner (1), che non si trovano nell�universo processi che sipropagano all�infinito, che esiste un limite. Quando questo limite èraggiunto, il processo torna su se stesso, ma ciò che torna è di naturadiversa. Un tale concetto, come vedremo, si applica bene tanto allospazio che al tempo.

La realtà di una concezione siffatta appare chiaramente nei proces-si saturniani. Nella I corrente, osserviamo questo processo di ossificazio-ne e mineralizzazione che termina in una struttura morta; è precisamen-te là dove termina, dove si ferma la formazione dell�osso, che compariràil midollo osseo, tutte le funzioni del quale costituiscono una polaritàalla prima corrente: invece della morte, si manifesta un�intensa vita nelprocesso di formazione delle cellule sanguigne, nell�ematopoiesi. All�os-sificazione si oppone la distruzione dell�osso con gli osteoclasti nelperiodo della crescita; al freddo del minerale si sostituisce il calore delsangue. La prima corrente è stata caratterizzata dalla comparsa di una

Le due correntidi Saturno

Ossificazione edematopoiesi

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1 8 8 Medicina antroposofica

struttura nello spazio, le manifestazioni vitali della seconda si collocanoin compenso nel tempo, cosa che spiega anche la breve vita delle emazieche, dopo qualche settimana vanno a morire nella milza, l�organo diSaturno. Quattro versi di Rudolf Steiner esprimono ammirevolmentequesta doppia polarità:

Schau den Knochenmann,Und du schaust den Tod.Schau ins innere der KnochenUnd du schaust den Erwecker (2).

Ed eccone la traduzione:

Vedi lo scheletro dell�uomo,Tu contempli la morte.Volgi lo sguardo all�interno delle ossa,È la risurrezione che si rivela a te.

Così, se la prima corrente si può tradurre con morte nello spazio,riassumeremo la seconda corrente di Saturno con risurrezione nel tempo.Lo scheletro, immagine morta dell�Io, ci mette in rapporto col passato.Il sangue, viceversa, strumento vivo dell�Io, ci conduce verso il futuro. Èattraverso il calore del sangue, in costante rinnovamento, che l�Io simanifesta nella sua volontà, in questo volere che si può esprimere solo alfuturo � e in effetti, noi non possiamo volere ciò che è stato, ma solo ciòche sarà.

In quanto «cimitero» delle emazie, la milza compie una funzionedi morte in rapporto con la prima corrente di Saturno. Ma essa assicuraanche una funzione legata alla digestione e alla circolazione addominale.Il ritmo dei pasti, nelle migliori condizioni, corrisponde molto imper-fettamente ai ritmi interni dell�organismo. La necessaria compensazio-ne è assicurata dalla milza: se noi consumiamo un pasto abbondante, ilsuo volume aumenta e diminuisce di nuovo nell�intervallo tra un pasto el�altro.

Questa funzione ritmica appartiene molto chiaramente al tempo,quindi alla seconda corrente di Saturno. Allo stesso modo in cui la sferadi Saturno si colloca nel macrocosmo al limite del mondo planetario,nel microcosmo umano la milza costituisce una specie di diaframmaspirituale tra le regioni digestive da una parte, in cui regnano ancora, inuna certa misura, i processi esterni, e dall�altra parte le zone internesottoposte alle proprie leggi. È la parte «spirituale» soprasensibile diquest�organo che, in caso di asportazione, si occupa alla meno peggio dicompiere queste funzioni.

Ruolo della milza

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Le manifestazioni normali di queste due correnti sono tali che siequilibrano vicendevolmente. Ma può accadere che una delle due predo-mini sull�altra. Quando la prima corrente di Saturno prende il soprav-vento sulla seconda, i processi di indurimento e di ossificazione diventa-no troppo intensi. Nel bambino ciò si tradurrà in un cranio troppo duroe troppo piccolo, con una intellettualizzazione troppo precoce e una«facies» da vecchio. Non è raro osservare in questi bambini una predile-zione per i cattivi odori e una propensione a giocare con i propriescrementi. Tale tendenza quasi fisiologica nel lattante, che ha moltobisogno di una I corrente di Saturno, sarà nettamente patologica nelbambino più grande. Notiamo anche l�azione similare della vitamina D,che si comporta come un condensatore di fronte alla I corrente.

Questa stessa prevalenza porterà l�uomo più anziano alla sclerosi esoprattutto all�arteriosclerosi: il processo di ossificazione tende a tra-boccare dal suo ambito ed a sconfinare nel sistema cardiovascolare;invade i vasi sanguigni come se volesse farne delle ossa.

Anche un sonno troppo profondo è un sintomo dell�eccesso della Icorrente di Saturno cui si attaglia mirabilmente l�espressione «avere unsonno di piombo»; perché questo metallo, come vedremo, è quello diSaturno. In questo caso, dice Rudolf Steiner, l�Io e il corpo astrale sistaccano eccessivamente dal complesso fisico-eterico (Cfr. vol. I, capito-lo V). Tale irregolarità ha per corollario una situazione diurna inversa:l�Io e il corpo astrale si radicano troppo profondamente nel polo cefali-co durante la veglia. Da lì, inducono un processo di mineralizzazionetroppo intenso.

In questi processi di sclerosi, l�intero organismo si addensa, fino adiventare talvolta inabitabile per gli elementi soprasensibili. Si creaallora una situazione paradossale: l�Io e il corpo astrale sono troppoattaccati ad un organismo che, essendo così denso, non può più ospitarli.Una simile situazione finisce generalmente con qualche accidente vasco-lare come l�apoplessia: gli elementi superiori, rompendo il giogo, di-struggono la prigione. Si devono ricollegare alla preponderanza della Icorrente di Saturno malattie come l�intossicazione saturnina con la suaanemia, le anemie ipercromiche (ritroveremo gli ipercromici con Mar-te), le agranulocitosi e la panmieloftisi. In tutte queste affezioni laresurrezione degli elementi figurati del sangue è ostacolata.

Una funzione importante della sfera saturniana è la memoria. Lafissazione di un ricordo è un fenomeno che tende alla morte, simile aquello della formazione dello scheletro. La memoria presenta un carat-tere di fissità in opposizione alla vita del pensiero. Un ricordo è come unpensiero cristallizzato. Questo aspetto di conservazione, di immagazzi-namento, ci mette in rapporto con il passato e deve essere distinto dalla

Saturno e la Luna

Eccesso dalla Icorrente di Saturno

Saturno e il sonno

La memoria

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1 9 0 Medicina antroposofica

presa di coscienza di un ricordo, dalla ripresentazione che fa rivivere quelpassato che era come congelato (3). Anche la memorizzazione è unprocesso di morte che ben appartiene alla I corrente di Saturno. Se lavolontà, come abbiamo visto in precedenza, ci orienta verso il futuro, lamemoria, viceversa, non può rapportarsi che al passato. Noi possiamoricordare solo ciò che è stato; possiamo ripresentarci ciò che è già statopresente, almeno una volta, nella coscienza. Questo aspetto è statoperfettamente capito dagli Antichi che simboleggiavano le forze dellatesta con l�Ariete: essi lo raffiguravano con la testa girata all�indietro,cioè verso il passato.

Vista sotto quest�angolazione, la preponderanza della I corrente diSaturno si tradurrà in un�eccessiva rilevanza del pensiero e della memo-ria a detrimento della volontà. È normale caratteristica del vecchio cheessa resti entro certi limiti. Il pericolo, per lui, è di attaccarsi troppo airicordi, alle proprie abitudini e diventare, come dice Rudolf Steiner, «unbeneficiario dello spirito», la cui biografia si ferma, al quale non succedepiù niente di nuovo. Se, malgrado l�età, l�uomo vuole continuare aprogredire, è necessario l'opporsi a questa tendenza alla mummificazio-ne delle forze di resurrezione spirituale della II corrente di Saturno.

Al contrario, quando la I corrente di Saturno è recessiva, la presadi coscienza è ostacolata, manca di supporto. Questa deficienza deveessere messa in parallelo con i disturbi della stazione eretta in caso didebolezza dello scheletro. Coscienza dell�Io, stazione eretta e calcifica-zione sono infatti intimamente legati. Così, negli astronauti, ai qualil�assenza di gravità annulla ogni sensazione di verticalità, l�interesse perle cose terrestri si attenua mentre l�organismo si decalcifica rapidamen-te. I disturbi della coscienza dell�Io sono frequenti negli adolescenti,soprattutto nelle ragazze � essendo il sesso femminile incarnato menoprofondamente � che danno o hanno allora l�impressione di fluttuare aldi sopra del suolo. Esse mancano di «aplomb» e più semplicemente dipiombo, in altri termini di Saturno. Queste manifestazioni somiglianoad alcuni sintomi della schizofrenia, affezione nella quale l�Io perde ilcontrollo del corpo astrale, e comprendiamo come Rudolf Steiner abbiaraccomandato per questi ammalati l�applicazione di un unguento alpiombo sulla zona splenica.

Somiglia alla precedente un�altra indicazione, in cui Rudolf Stei-ner segnala il ruolo della milza nell�entusiasmo (4). Il suo contrario,l�ipocondria, veniva attribuita ugualmente a quest�organo dai Greci eanche dagli Inglesi quando parlano di spleen. Quando ne soffriamo, noiproviamo un impressione di pesantezza, di grigiore e di freddo; diventia-mo in un certo senso come di piombo. La milza subisce troppo intensa-

Sclerosi del pensiero

Coscienza dell�Io eposizione eretta

Milza ed entusiasmo

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mente in quel momento l�influenza della I corrente di Saturno. Vicever-sa, quando si manifesta l�influenza della II corrente, c�è il calore satur-niano, questo primordiale divino calore che sentiamo sotto forma dientusiasmo; noi sentiamo «Dio in noi». Questo non è molto possibilequando la milza è troppo occupata nella sua funzione fisica di armoniz-zazione, sia quando abbiamo consumato un pasto troppo abbondantesia quando soffriamo la fame. Dimentichiamo troppo spesso, noi medi-ci, l�importanza di quest�organo che compie le sue funzioni tanto discre-tamente e trascuriamo purtroppo quel gesto terapeutico così sempliceche consiste in un�unzione della zona splenica.

Con questi differenti sintomi, abbiamo trattato la predominanzadella II corrente di Saturno sulla prima. Noi vi annovereremo natural-mente le malattie che si manifestano con disturbi di ossificazione comel�osteomacia, l�osteoporosi, il rachitismo, il morbo di Lobstein, ognunacon le sue sfumature particolari e in generale tutte le malattie cherivelano un�insufficienza del metabolismo calcico. Questa predominan-za della II corrente di Saturno potrà anche manifestarsi con una eccessi-va attività della ematopoiesi: poliglobulia, morbo di Vaquez (con com-ponente di Marte I), ecc. Infine, sempre in rapporto col sangue e l�Io,bisogna citare la febbre, che è una intensificazione del calore di SaturnoII. Non dimentichiamo che l�infiammazione, di cui la febbre è unsintomo, è una reazione di difesa ai processi di indurimento indotti dallaI corrente di Saturno. Ricordiamo anche che le malattie febbrili siaccompagnano sempre a decalcificazione, come si osserva nella tuberco-losi. Allorché questa si avvia alla guarigione, vediamo che l�infiamma-zione al contrario cede il passo alla calcificazione delle lesioni.

All�estremità opposta, dalla parte della terra, il mondo planetarioè delimitato dalla sfera lunare, l�ultima che l�anima attraversa prima diprendere possesso di un corpo terreno. Le forze che essa raccoglierà quidovranno permetterle l�elaborazione di un nuovo organismo; esse siriferiscono alla riproduzione della vita. Ne troviamo negli organi geni-tali, gli organi della Luna � una manifestazione che si esprime con unpotere di moltiplicazione assolutamente fantastico; così, un centimetrocubo di sperma contiene 250 milioni di spermatozoi. Questo potenzialedi riproduzione non è limitato alle sole cellule germinali, provengonoda lì tutta la vita embrionale e ogni rigenerazione tissulare.

Nel suo aspetto più primitivo, la riproduzione si riduce ad unprocesso ripetitivo che tende a riprodurre all�infinito una stessa immagi-ne. È ciò che si osserva nell�esperimento del cuore di pollo di Carrel.Una cellula si concatena all�altra, sempre simile alla precedente, per untempo illimitato, mentre niente viene a interrompere il processo che

Saturno e la Luna

Decalcificazionee febbre

La sfera lunare

L�eterna ripetizione

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1 9 2 Medicina antroposofica

tende a formare una gigantesca morula. Possiamo allora riassumerequesto processo «lunare I» con le parole: ripetizione infinite, espansioneillimitata e indifferenziazione. Queste sono manifestazioni che si colloca-no nel tempo, così opponendosi a quelle della I corrente di Saturno chesono spaziali; esse sono però apparentate con Saturno II per la vita che lecaratterizza. Precisiamo a questo proposito che le funzioni del midolloosseo, per il loro carattere riproduttivo, appartengono pure alla I cor-rente della Luna. Collegheremo ad essa anche l�ereditarietà che tende,anch�essa, a riprodurre all�infinito esseri identici.

Ma l�essere umano non diventa un�immensa morula; l�osservazio-ne dell�embrione rivela una serie di arresti successivi della moltiplica-zione. È anche stupefacente osservare la brusca interruzione, senzamotivo apparente, della proliferazione cellulare in alcune ben determi-nate zone dell�embrione.

Ci si domanda che cosa sta per prodursi e non sarebbe inesatto direche si assiste a una vera «suspense», parola che traduce perfettamentel�arresto della crescita. Poi, dopo un certo tempo, compaiono dellenuove forme, associate ad un processo di differenziazione cellulare checonduce all�abbozzo di un nuovo organo. La riproduzione fa largo alladifferenziazione, il processo temporale della I corrente lunare cede ilposto al processo spaziale della II. Questo gioco tra forze opposte delledue correnti proseguirà lungo tutta l�embriogenesi e da questa polaritànasceranno tutti gli organi.

Limitazione e differenziazione sono manifestazioni spaziali caratte-ristiche della II corrente della Luna, polari a quelle della I corrente. Essesono simili, ma non identiche, a quelle della I corrente di Saturno.

Gli effetti delle correnti lunari si possono osservare bene a livellodi pelle: la costante rigenerazione delle cellule cutanee appartiene alla I;in compenso, la differenziazione che prosegue sino alla cheratinizzazio-ne e alla morte delle cellule, permettendo così alla pelle di compiere lasua funzione di limitazione nello spazio, appartiene alla II correntelunare.

Non si può parlare della pelle senza pensare agli insetti presso iquali differenziazione e limitazione sono intensificate sino alla forma-zione di uno scheletro cutaneo. Ci si trova là in presenza di una tendenzaopposta a quella che si manifesta nella morula (che, nel suo straordina-rio potenziale di moltiplicazione, esiste anche nell�insetto). Lo stessoprocesso di formazione di uno scheletro cutaneo si ritrova presso altriinvertebrati, come il gambero, che non può crescere se non rigettandoogni anno il suo guscio. Durante il breve periodo della muta, il processoLuna I torna a essere molto attivo. Anche l�uomo «rigetta il suo guscio»,ma in maniera continua e impercettibile, per desquamazione. Le fanere

Correnti lunaried embriogenesi

Pelle e scheletro cutaneo

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� capelli, peli, unghia, ecc. � sono aspetti particolari di questo scheletrolunare. Non c�è da stupirsi che gli Antichi abbiano messo in rapportocon le forze lunari corna e zoccoli.

Come abbiamo visto, gli organi di riproduzione sono organi dellaLuna e appartengono alla sua I corrente per l�enorme potenziale dimoltiplicazione delle cellule germinali.

Eppure, la II interviene ugualmente tanto nei soggetti maschili chefemminili. Anche in questi organi, la moltiplicazione è limitata e portaa una differenziazione: quella dei sessi. Ciò è stato confermato sperimen-talmente: la allacciatura dei canali deferenti causa l�atrofia delle celluleseminali a vantaggio di quelle interstiziali con accentuazione dei caratte-ri sessuali secondari. Ciò non è del resto che un aspetto particolare dellatrasformazione delle forze di moltiplicazione. La loro metamorfosi sulpiano psichico è di un�importanza infinitamente maggiore per l�esisten-za e l�evoluzione dell�essere umano.

All�altra estremità del corpo, noi troviamo ancora un organotipicamente lunare: il cervello. Questo si è formato, come la pelle, acominciare dall�ectoderma. In questo organo, la II corrente lunare si èmanifestata così intensamente che ogni possibilità di rigenerazione deltessuto nervoso è scomparsa a vantaggio di un altro grado di differenzia-zione. Così è diventato disponibile per più alte funzioni: quelle delpensiero e della coscienza che utilizzano le forze trasformate di rigenera-zione. Tali processi sono da raffrontare con ciò che abbiamo dettoprima in merito alla memoria e a Saturno I.

Tali sono gli aspetti fisiologici di queste due correnti lunari. Rima-ne da ricercare quali sono le manifestazioni patologiche provocate dallapredominanza dell�una o dell�altra delle due.

Le affezioni tumorali sono innegabilmente dovute al una intensifi-cazione dei processi di moltiplicazione. Nel cancro, ci troviamo inpresenza di un processo lunare I scatenato che il II non è capace dicontrollare o limitare. Secondo il grado di squilibrio, ritroveremo tuttala gamma dei tumori da quelli benigni a quelli maligni. Le leucemie sonoprocessi simili, ma includono in più un fattore Saturno II. In questoambito rientrano anche un certo numero di malattie genitali che sitraducono in una iperattività delle cellule riproduttrici, per esempio lamacrogenitosomia. Questa affezione d�altronde è spesso sintomatica deltumore del testicolo.

Quando, viceversa, l�equilibrio si sposta a vantaggio della II cor-rente della Luna, la rigenerazione cellulare diventa insufficiente. Neilattanti, ciò si traduce nell�ipotrofia; i tessuti sono molli, mancano di

Saturno e la Luna

La differenziazionesessuale

Differenziazione delsistema neurosensoriale

Luna e cancro

Eccesso della correnteLuna II

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1 9 4 Medicina antroposofica

turgore e la pelle tende ad avvizzirsi. In età diverse, vedremo apparirealcune malattie della pelle: duroni, ipercheratosi, ittiosi, macchie senili� e delle mucose: ulcerazioni, degenerazioni, craurosi vulvare, ecc. Alivello di sistema nervoso, la differenziazione porta i tessuti ad unostadio prossimo alla morte; l�intensificazione della II corrente farà lorosuperare l�ostacolo provocando la degenerazione e l�atrofia. Le affezionivirali del sistema nervoso hanno qui un loro posto, poiché la comparsadi un virus � microorganismo che si colloca a metà strada tra vegetale eminerale � è la testimonianza di un processo di morte parziale, conpoche reazioni febbrili.

Ad un eccesso della II corrente della Luna appartengono anchecerte insufficienze genitali come l�azoospermia ed alcune amenorree. Intali affezioni, è talvolta difficile distinguere l�eccesso da incriminare,tanto più che l�equilibrio tra le due correnti si modifica nel tempo. Soloun�attenta osservazione e l�andamento dell�evoluzione permetterannodi decidere. Così, avendo classificato la macrogenitosomia tra le malat-tie causate dall�eccesso della I, saremmo tentati di classificare l�infantili-smo genitale tra quelle causate dall�eccesso della II. Eppure questaaffezione comporta innegabilmente un�insufficienza di differenziazionee spesso conduce al cancro. In questo caso, l�eccesso della I è verosimil-mente più precoce e accompagnato da un eccesso di Venere I, di cuivedremo in seguito le caratteristiche.

Tra Saturno e Luna da una parte, e le correnti I di incarnazione e IIdi disincarnazione dall�altra, c�è una doppia polarità (i cui riflessi ritro-veremo nella terapeutica) che possiamo riassumere nel prospetto dellapagina seguente.

Pagina seguente:Tav. 1: Saturno e Luna

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SATURNO

MILZA � SCHELETROMIDOLLO OSSEO

SPAZIO

Morte nello spazio � Mineraliz-zazioneFormazione dello scheletro (im-magine morta dell�Io) EmatolisisplenicaBambini dalla testa piccola, dal-la facies invecchiata.Intellettualità precoce

Osteopetrosi, osteite conden-santeSclerosi, arteriosclerosi, oto-sclerosi, cataratta, nefrosclerosiMicrocefaliaPredilezione per i cattivi odori,crudeltà, iperintellettualità, as-senza di senso moralePensiero morto, automatico,schematicoAttaccamento alla terra, «bene-ficiari dello spirito»

TEMPO

Resurrezione nel tempo- BiografiaProcessi ematopoietici del mi-dollo osseo (con partecipazionedi Luna I)Calore (espressione viva dell�Io)Entusiasmo

RachitismoOsteomalaciaOsteoporosiMorbo di LobsteinFebbre

Disturbi della coscienza di sè,�mancanza di assetto�.

LUNA

ORGANI SESSUALICERVELLO � PELLE

TEMPO

Eterna ripetizione � RiproduzioneMoltiplicazione cellulare

Bambini dalla testa grosse �facciada luna piena� � SognatoriImmaginazione creatrice (prolife-razione sul piano del pensiero).

Tumori benigni � VerrucheCancroLeucemie (con partecipazione diSaturno II)

Delirio, allucinazioni, sonnambu-lismo

SPAZIO

Differenziazione

Formazione del sistema nervoso edella pelle

Spirito critico

Ipotrofia del lattante (è meno uneccesso della II che una carenzadella I)DismenorreeSterilità, azoospermiaAffezioni degenerative del trattogenitali, craurosi vulvareCheratosi, ittiosiAtrofie nervose, affezioni virali edegenerative del sistema nervosoOligofrenia

Saturno e la Luna

INC

AR

NA

ZIO

NE

DIS

INC

AR

NA

ZIO

NE

I

II

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1 9 6 Medicina antroposofica

NOTE

1 Rudolf Steiner, Scienza dello spirito e medicina, op. cit.

2 Rudolf Steiner, Aspetti dei misteri antichi, Dornach 23 novembre � 23 dicem-bre 1923, Ed. Antroposofica, Milano, 1982.

3 Cosa che non impedisce che il pensiero e, in generale, i nostri processi dicoscienza si facciano a detrimento della vita e siano possibili solo nellamisura in cui questa si è ritirato dagli organi necessari a tale funzioni (cf.vol.I, capitoli II e VIII).

4 Rudolf Steiner, Lo spirito nella formazione dell'organismo umano, Dornach20-23 ottobre 1923, Ed. Antroposofica, Milano, 1991.

5 Per semplificare, abbiamo classificato le tendenze in due gruppi I e II. Peressere assolutamente rigorosi avremmo dovuto sdoppiare ogni gruppo in +e in -, e avremmo avuto I+, I-, II+ e II- (allora avremmo classificato ilrachitismo non in II ma in I-). Tuttavia, in quel caso molte affezionisarebbero state difficili o impossibili da classificare per la loro appartenenzaa due sottogruppi diversi. Questi prospetti non sono limitativi e il lettorepotrà incorporarvi molte altre affezioni.

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Capitolo XX

Giove e Mercurio

Dopo aver raccolto le forze di Saturno, l�Io, proseguendo la suadiscesa, attraversa la sfera seguente: quella di Giove. Le forze astrali cheaccoglierà si manifesteranno a loro volta nell�organismo umano, ma iterritori che le riguardano sono diversi da quelli in cui regnano le forzedi Saturno. Giove agisce sulle parti molli dell�organismo, alle qualiconferisce la forma. Egli non struttura, come invece fa Saturno, lastruttura minerale e densa dell�osso, la sua azione si arresta alla cartilagi-ne � Giove dà la forma, modella la sagoma.

Ciò che noi cogliamo esteriormente di un essere umano è soprat-tutto l�opera di Giove. Non sono le ossa né la pelle a dare all�uomo lasua forma esteriore � che tuttavia senza essi non potrebbe sostenersi �ma le parti molli: muscoli, tessuti connettivi e adiposi. Sul piano psichi-co, ritroviamo le stesse forze gioviane nel pensiero. Non si dice forse«formare un pensiero»? Ciò non è in contraddizione col ruolo attribuitoalle forze eteriche nel pensiero. È proprio ad esse che ricorrono iprocessi del pensiero così come quelle della crescita; ma tali forze eterichenon diventano realmente modellatrici se non sotto l�influenza delle forzeastrali.

Noi possiamo modellare l�argilla solamente perché è malleabile,ciò che implica la presenza di acqua. Allo stesso modo, le forze giovianeagiscono partendo dall�elemento liquido al quale conferiscono progres-sivamente consistenza. Noi passiamo con essa dallo stato di sol a quellodi gel. Abbiamo lasciato le immutabili strutture cristalline di Saturnoper la plasticità dei colloidi. Questo gioco tra Solve e Coagula, l�abbia-mo già incontrato studiando il fegato, così non ci sorprende che esso sial�organo di Giove. Si ritrova anche questa dualità liquido-solido nellearticolazioni e nelle sierose, altri luoghi di predilezione dei processigioviani.

La forma immobile è in polarità col movimento; d�altra partel�una non potrebbe esistere senza l�altro. Ogni creazione implica l�esi-

Giove,il modellatore

Tra Solvee Coagula

Forma e movimento

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1 9 8 Medicina antroposofica

stenza di un movimento che modella. Noi possiamo ottenere una forma,è vero, introducendo una sostanza in uno stampo; però, in questo caso,non c�è veramente creazione, ma solo riproduzione, cosa che ci riportaai processi lunari precedentemente studiati (1). L�azione di Giove somi-glia molto di più alla modellatura dell�argilla che fa apparire, usando lemani, forme rotonde, sporgenti o concave. L�infinita varietà delle formeumane è realmente all�opposto dell�eterna riproduzione dovuta alleforze lunari.

Che ne succede di queste forze gioviani quando hanno finito il lorolavoro di modellatura? Tutto si svolge come se esse penetrassero alloranella forma che hanno creato per animarla. Dopo aver plasmato ilmuscolo o l�articolazione, esse conferiscono loro la mobilità. Se ilmuscolo contribuisce a formare la sagoma, ne è anche l�elemento attivo.Quello che era forma diventa allora movimento; la fisionomia diventamimica.

La relazione tra la forma e il movimento si manifesta anche neiprocessi di percezioni delle forme. Abitualmente noi pensiamo, un po�ingenuamente, di percepire le forme col senso della vista. Studiamocorrettamente questi processi e vedremo che ciò è inesatto. La vista ci fapercepire solo la luce e i suoi diversi aspetti: i colori. Quando percepia-mo una forma, in realtà noi ne seguiamo i contorni, facciamo interveni-re il nostro senso del movimento. Questo movimento, ricorrendo alquale noi percepiamo le forme, generalmente non è cosciente, puòanche succedere che lo eseguiamo solo col pensiero. Tale attività delsenso del movimento ci appare ancora più chiaramente quando perce-piamo una forma per mezzo del tatto. Compiamo allora dei gesti moltosimili a quelli che sono serviti per modellarla.

Quando un bambino impara a leggere, esegue fisicamente questimovimenti seguendo il contorno delle lettere con lo sguardo; osservate-lo attentamente, vedrete non solo i suoi occhi, ma anche la testa,descrivere un piccolo cerchio quando legge una «o». È anche possibilefacilitare considerevolmente l�apprendimento della lettura facendo dise-gnare o meglio dipingere al bambino grandi lettere sulla lavagna. Aquelli che hanno maggiori difficoltà sarà bene far percorrere la formadella lettera sul pavimento senza, ben inteso, averla prima tracciata. Piùsi va avanti nell�apprendimento, meno diventano percettibili tali movi-menti; alla fine essi saranno eseguiti solo col pensiero. Il processo diastrazione si effettuerà tanto meglio quanto più si sarà fatto ricorso alsenso del movimento; un bambino dovrebbe dunque imparare a scrivereprima che a leggere. Quando noi applichiamo il metodo di lettura dettoglobale, bruciamo le tappe, sollecitiamo troppo rapidamente le facoltàdi astrazione, il processo si compie male e favorisce ulteriormente ladislessia. Forma e movimento sono dunque due aspetti polari delle forze

La letturaricorre al sensodel movimento

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gioviane, tanto sul piano fisico che su quello del pensiero: con la Icorrente noi modelliamo, con la II ci esprimiamo col movimento.

Lievogoed (Cfr. nota (1) p. 184) come esemplificazione della Icorrente sceglie il personaggio del commerciante inglese in cui tutto èrigido e asciutto; senza alcun movimento superfluo, con l�espressionefredda e cortese, diremmo stereotipata. Possiamo pensare anche al gio-catore di biliardo i cui movimenti, esattamente calcolati, sono ridotti alminimo indispensabile. Non si racconta forse che certi giocatori affettida gotta segnavano i punti servendosi della secrezione di un tofo (2) chesporgeva dall�articolazione di un dito? In effetti, la gotta è un�affezionetipica dell�eccesso della I corrente di Giove; è una malattia del sedenta-rio che riduce ancora le possibilità di movimento. Più genericamente,appartengono a questa corrente le affezioni che portano all�anchilosi:artrosi, poliartrite cronica evolutiva ecc. Gli episodi infiammatori dipoliartrite cronica non sono altro che tentativi di guarigione del proces-so morboso. Tentativi certo dolorosi e, generalmente, poco efficaci,perché spesso seguiti da un peggioramento. Non è raro constatare che isoggetti affetti da poliartrite cronica evolutiva (P.C.E.) hanno mantenu-to nel loro aspetto e nel loro comportamento qualcosa di infantile ogiovanile. Ciò sembra in contraddizione coi sintomi della malattia �immobilità, rigidezza e anchilosi � propri della vecchiaia. Il paradossoscompare se ci rendiamo conto del fatto che restare giovanile, dunquenon evolversi, è pure una forma di immobilità. La malattia appare alloracome una reazione che obbliga il paziente a compiere quell�evoluzionealla quale vorrebbe inconsciamente sfuggire. Forse si deve considerarenella stessa prospettiva, ma a uno stadio più precoce, il reumatismoarticolare acuto o morbo di Bouillaud. Ciò sembra tanto più verosimilein quanto i postumi di questa malattia sono un ostacolo alla manifesta-zione delle forze giovanili. Nelle affezioni gioviane, noi sfioriamo spessoil paradosso. Così, nella P.C.E. di cui abbiamo parlato, chiamata anchereumatismo deformante, assistiamo alla perdita progressiva della formadelle articolazioni; saremmo dunque tentati di classificare tale affezionenell�eccesso della II corrente. Ma quella che chiamiamo deformazione èin realtà un eccesso del processo formativo, assolutamente diverso delprocesso di dissoluzione della forma della II corrente. Nello stessomodo, un albero nodoso ci appare come un accentuazione, non comeuna scomparsa della forma.

Le affezioni spasmodiche dei muscoli entrano nello stesso schema,soprattutto quando hanno, come i crampi, un carattere tonico: restandocontratto, il muscolo accentua la propria forma a detrimento dellamobilità. Nelle contratture cloniche, sembra che l�organismo cerchi dicompensare il processo con una reazione antagonista.

Giove e Mercurio

Spasmi e crampi

Eccesso di processoformativo

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2 0 0 Medicina antroposofica

La patologia delle cartilagini è simile alla patologia articolare esembra generalmente difficile da capire. Qui di nuovo la nozione dipolarità tra le due correnti di Giove, apre la via allo studio di questeaffezioni e alla loro terapia.

Nel fegato, organo di Giove, l�eccesso della I corrente si trasforme-rà nell�indurimento delle cirrosi e delle sclerosi epatiche. La cirrosispesso è accompagnata dall�ascite; questa potrebbe essere interpretatacome una tendenza alla liquefazione propria alla II corrente. In realtànon è così; non si tratta che di un fenomeno di stasi, di rallentamentodella circolazione, dunque di immobilizzazione, della quale parleremopiù oltre. Sul piano psichico, l�eccesso della I corrente si manifesterà conuna certa rigidità del pensiero, con l�attaccamento a idee preconcette econ una maniera di pensare dogmatica che può arrivare al fanatismo.Notiamo tuttavia che quest�ultimo caso comporta un elemento combat-tivo marziano.

Se l�immagine del commerciante inglese ci è servita a fare lacaricatura della I corrente di Giove, quella dell�attore o, ancor meglio,quella del mimo, illustra perfettamente la II. In essa tutto è festa,espressione. Quando questa corrente gioviana di disincarnazione diven-ta eccessiva, la forma tende a dissolversi, e il movimento tende adaccentuarsi. Genericamente entrano in questo schema le affezioni in-fiammatorie, soprattutto quando sono accompagnate da formazioni dipus, costituendo quest�ultimo un caratteristico processo di dissoluzionee perdita della forma. Non bisogna però dimenticare che la febbre è unsintomo che appartiene a Saturno II. La tubercolosi, allo stadio essudati-vo o caseoso, ne è un tipico esempio, ma già la fibrosi associata è la provadi una reazione dell�organismo che cerca di opporsi alla dissoluzione.Tale reazione si accentuerà ancora con la calcificazione della guarigionecome abbiamo visto al capitolo precedente.

Nel fegato, l�eccesso della corrente II si manifesta con epatiti eascessi, e nelle articolazioni con artriti suppurate. Tutte queste affezioniche stiamo passando in rivista caratterizzano bene la perdita della for-ma, ma apparentemente non sono accompagnate da un aumento delmovimento, non essendo i malati febbricitanti particolarmente irre-quieti. L�aumento tuttavia esiste, ma invece di manifestarsi all�esterno,si trasforma in metabolismo che, anch�esso, è una varietà di movimento.Metabolismo e movimento sono legati così strettamente che RudolfSteiner aveva unificato la loro sede sotto la denominazione comune di«polo del metabolismo e delle membra» (Stoffwechsel � GliedmassenSystem). In altre affezioni come i tic, le coree, il delirium tremens, ecc.,che appartengono pure alla II corrente, è il movimento che va oltre la

Le cirrosi

Accentuazione delmovimento edissoluzione della forma

Movimento emetabolismo

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normalità. Sono simili a questo genere di affezioni anche i movimentioscillatori della testa che si osservano in certi bambini rachitici.

Se, per la sua mancanza di calcificazione, il rachitismo appartienealla II corrente di Saturno, esso a causa della mancanza di formazionedelle cartilagini, è anche caratteristica di Giove II. La carenza del proces-so formativo si manifesta anche in una malattia che spesso gli è associata:l�idrocefalia, che si può considerare il vero prototipo di questo genere diaffezioni. Qui, il Solve prevale nettamente sul Coagula, tendenza cheritroviamo in molte formazioni di liquidi come le meningiti, le pleuriti,le pericarditi, le peritoniti e anche l�idrartrosi. Non bisogna tuttaviaconfondere tali essudati infiammatori con fenomeni di stasi di cui l�asci-te cirrotica è un esempio.

Tra le manifestazioni psichiche di questa corrente, troveremol�impossibilità di concentrare l�attenzione, la fuga delle idee e alcunidisturbi dell�intelletto che si traducono nell�incapacità di dare forma alpensiero, una specie di deliquescenza mentale.

Tra Giove e Mercurio esiste una polarità simile a quello cheoppone la Luna a Saturno. Anche Mercurio oscilla tra movimento eforma, ma al contrario di Giove, qui il movimento è primario e la formasecondaria. Guardiamo cadere una goccia di mercurio: essa si divide ingoccioline inafferrabili estremamente mobili che danno l�impressioneche basterebbe poco perché si animassero. Poi, riunendosi nuovamentequeste gocce rallentano il loro movimento.

Tali movimenti alternativi di dispersioni e confluenza, questaincessante circolazione, la ritroviamo in tutti i liquidi dell�organismo. Ecosì, i liquidi si disperdono nelle cellule, poi si ricongiungono di nuovoin corrente nelle vene e nei vasi linfatici; lo stesso nel tubo digerente, ilchimo si disperde nei villi intestinali dotati di incessanti movimenti, poiconfluisce di nuovo nella corrente generale della digestione. La mobilitàè una delle fondamentali proprietà dei globuli bianchi, soprattutto deipolinucleati che, grazie alla loro malleabilità, si insinuano dappertutto,sono adatti alla diapedesi e si impadroniscono di ogni specie di detritoche altrimenti si accumulerebbe nell�organismo.

Quando una corrente incontra un ostacolo, oppure quando duecorrenti si incontrano, nasce un vortice, cioè una forma. Tali fenomenisono stati studiati in maniera notevole da T. Schwenk (3), che è riuscitoe riprodurre in laboratorio, agendo su alcune correnti, forme organichecome quella di cui lui dà un�immagine che somiglia in modo impressio-nante a una laringe e tante altre.

Giove e Mercurio

L�idrocefalia

Sintomi psichici

PolaritàGiove � Mercurio

La mobilità mercuriale

Nascita della forma inseno a una corrente

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2 0 2 Medicina antroposofica

Nell�organismo tali forme nascono ovunque esista una corrente.Così, la laringe è luogo di rallentamento della corrente respiratoria. Ilcuore è un altro esempio: le sue fibre muscolari disegnano un vorticeparticolarmente visibile quando pratichiamo il taglio trasversale dellapunta dell�organo. Come Rudolf Steiner aveva realmente visto, il cuorenon è la causa della circolazione, ma la conseguenza dell�incontro di duecorrenti. Anche i gangli linfatici nascono in alcuni punti di rallentamen-to della circolazione linfatici. Nel polmone, organo di Mercurio, glialveoli sono pure punto di incontro di corrente aerea e di correntesanguigna.

Tali strutture devono essere distinte da quelle della I corrente diGiove. Questi modella, come se agisce dall�esterno, forme emisferichead immagine della volta celeste: le bozze frontali e la volta cranica, lacupola diaframmatica, la cupola del polo superiore del fegato, le testedelle articolazioni, ecc. Queste forme presentano pochi particolari,tranne quelle che nascono nell�intersezione di due emisferi. Negli arti,obbedendo alla loro dinamica raggiata, le sfere si allungano a fuso, comequelle dei muscoli. Le forme di mercurio, viceversa, nate dal movimen-to, sembra siano state scavate dall�interno. Esse hanno come principio laspirale, e questa è tanto più accentuata quanto la corrente è più rapida(cuore, laringe). I vortici tendono alla molteplicità; anche le formemercuriali sono infinitamente variate, approfondite fin nel minimodettaglio e spesso asimmetriche come dimostrano le impronte digitali(4). I reticoli capillari nei quali i liquidi si disperdono per confluire dinuovo sono un�altra formazione tipicamente mercuriale.

Dando vivacità al pensiero, le forze di Mercurio sono la sorgentedell�umorismo. Giochi di parole e battute di spirito sono un�ottimamedicina per la rigidità compassata di Giove. Lo sanno bene gli studentiche si burlano più volentieri del professore irrigidito nelle sue abitudinie nelle sue stranezze. La risata che si espande come goccioline di mercu-rio ha tali virtù terapeutiche che, secondo Rudolf Steiner, un insegnanteche non fa ridere i propri allievi almeno una volta durante l�annoscolastico non può essere buon pedagogo. Ma l�umorismo detesta laripetizione; gli scherzi ripetuti diventano un�abitudine, assumono uncarattere statico che toglie loro ogni gusto. Personalmente ricordo unprofessore che ripeteva ogni anno, alla stessa classe, la stessa battuta chenon suscitava più negli allievi altro che sarcasmo. Non per caso, presso iGreci e i Latini, Ermes-Mercurio era il dio dei mercanti e dei ladri. Gliuni e gli altri contribuiscono, ciascuno a modo proprio, a rimettere incircolazione ciò che tenderebbe a ristagnare. Mercurio era anche ilmessaggero degli dei, quello che stabilisce il collegamento e in tal modomette le notizie in circolazione. Ritroviamo qui ancora il movimento,

I nostri organi:i vortici immobilizzati

Forme gioviane e formemercuriali

La sorgentedell�umorismo

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ma vi si associa il concetto di contatto. Mercurio è un dio giovanile (5) eper questo contrasta con la maturità di Giove.

Il concetto di collegamento, di messa in contatto, si ritrova nelpolmone, organo di Mercurio. Qui la corrente sanguigna viene incontroalla corrente aerea; l�interno è messo direttamente in contatto conl�esterno. Questi due aspetti di Mercurio, mobilità e forma, sonol�espressione della sua polarità. la mobilità corrisponde alla I corrente diincarnazione e la forma alla II corrente di disincarnazione. Vi è dunquein rapporto a Giove un�inversione.

Secondo gli spostamenti di equilibrio, sia verso un eccesso dimobilità, sia verso una insufficienza, riscontriamo nell�apparato respira-torio due tipiche affezioni delle due correnti di Mercurio.

Così, la logorrea è caratteristica dell�eccesso della I corrente. Essaappare come un vero torrente di tutto ciò che viene dall�interno e dalbasso dell�organismo; per questo è associata alla predominanza del polometabolico e all�isterismo. Il flusso di parole non rispecchia più unpensiero ben costruito. Questi soggetti «pensano con la lingua» e sonoincapaci di riflettere in silenzio.

All�opposto, troviamo l�asma, caratterizzata dalla ritenzione dellacorrente gassosa, dalla tendenza alla strutturazione dell�espettorato,dalla predominanza del polo neuro-sensoriale, dalla tendenza nevraste-nica e dei processi terrestri esterni.

Notiamo ancora che la logorrea è una stranezza più specificata-mente femminile, poiché la donna, meno profondamente incarnatadell�uomo, è più soggetto alla instabilità e all�agitazione. In compenso èanche meno portata al dogmatismo. L�asma viceversa appare comeun�affezione piuttosto maschile.

L�eccesso della I corrente si manifesterà anche con affezioni comela diarrea, la scialorrea, la rinorrea, ecc.

Invece, l�eccesso della II corrente di Mercurio provocherà la stasi,come possiamo osservare nell�ascite cirrotica e nella maggioranza degliedemi. Qui l�elemento caratteristico è la passività dei liquidi, che cedo-no alla forza di gravità. Al contrario, la tumefazione che accompagna untrauma � il bernoccolo conseguenza di una botta � è sintomatico dell�ac-celerazione della circolazione e della diapedesi. In relazione alla attivitàghiandolari, troveremo altri sintomi di stasi comprovanti l�eccesso diMercurio II, che si manifestano con l�accumulo delle secrezioni e il loroindurimento, come il calazio.

Il processo di stasi può anche simulare il corso del destino comeabbiamo visto a proposito dell�angina e costituisce allora un tentativo dimobilizzazione, dunque una reazione alla stasi. L�arresto nel corso del

Giove e Mercurio

Il polmone: organo diMercurio

Logorrea e asma

Le stasi

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destino appartiene indiscutibilmente alla II corrente, ma la reazione cheè l�angina fa ricorso alle forze della I. Anche una terapia intempestivarischia di ostacolare quel che la reazione può avere di salutare (6). Intutte le correnti dell�organismo possono comparire delle stasi; così,all�origine delle adenoidi c�è una stasi nella circolazione linfatica, quelladel sangue venoso provoca le varici e le emorroidi.

Sul piano del pensiero, la stasi si tradurrà in viscosità mentale e, allimite, in idee fisse. Se ad essere ostacolata è la corrente affettiva, osser-veremo difficoltà di contatto con gli altri, processo molto simile aquello dell�allergia.

Riunendo le nozioni studiate nello schema che segue, coglieremomeglio la doppia polarità che oppone le quattro correnti di Giove e diMercurio. La diagonale Giove I � Mercurio II è caratterizzata dallaforma. Superfici arrotondate (riflesso della sfera celeste) che sembranomodellate con la mano e tendenza alla simmetria per Giove; espressionedel gioco delle correnti, formare dei particolari e asimmetrie per Mercu-rio. La seconda diagonale, che collega Mercurio I a Giove II, è quella delmovimento. Movimento proprio, movimento in sé per Mercurio, movi-mento come espressione dell�anima per Giove. Potremmo anche direche il movimento di Giove è l�espressione delle forze astrali, quello diMercurio piuttosto la manifestazione delle forze eteriche � ma ciò èvero solo fino ad un certo punto. Per apprezzare questi rapporti, abbia-mo bisogno di un pensiero particolarmente vivace, perché Mercurio,nella sua mobilità, sfugge ad ogni dogmatismo e ad ogni schema.

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GIOVE

FEGATO � CARTILAGINIMUSCOLI

FORMA (per il modellato)

Formazione del modellato, dellasagomaDà la consistenza agli organiCrea le superficiStrutturazione del pensiero

CirrosiRigidità muscolare, crampiRigidità articolareArtrosi, gottaGlaucoma

Rigidità del pensiero, dogmati-smo, orgoglio, intolleranzaDepressione, paura della vita, abulia

MOVIMENTO(in quanto espressione)

MimicaMobilità articolareMovimento muscolare

IdrocefaliaIdrartro, suppurazioni articolariVersamenti infiammatoriSuppurazioni (perdita della for-ma)Tubercolosi caseosaObesità (per mancanza di struttu-razione)Rammollimento cerebraleFuga delle idee, difficoltà di con-centrazione, incoerenzaTic, corea, delirium tremens

MERCURIO

POLMONE � LINFAGHIANDOLE

MOVIMENTO (in sé)

Messa in moto dei liquidi (sangue,linfa, chimo, chilo, liquido cefalo-rachidiano)Diapedesi leucocitaria � ScambioMobilità del pensiero � Umorismo

DiarreePtialismoSudoriSpermatorreaEnuresiMorbo do Hodgking � LinfocitosiDispersione � dilettantismoAgitazione, instabilità, logorrea,urania

FORMA(per rallentamento

di una corrente)

Strutturazione degli organi cavi(cuore, laringe, gangli linfatici)

AdenoidiAngine, scarlattinaIndurimenti ghiandolari, ingorghiCisti, adenomi, calagiStasi, asciti, edemiSindrome di MeniereAllergie, asmaImpossibilità di contatto, pauradel proprio ambienteViscosità mentale, idee fisseMalinconiaStereotipia

Tav. 2: Giove e Mercurio

Giove e Mercurio

INC

AR

NA

ZIO

NE

I

II

DIS

INC

AR

NA

ZIO

NE

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2 0 6 Medicina antroposofica

NOTE

1 È interessante notare l�importanza raggiunta da questi processi di riproduzio-ne nella nostra civiltà. La stampa, la fotografia, l�industria delle materieplastiche, il lavoro in serie, etc..., consistono nel riprodurre in numeroillimitato di esemplari uno stesso oggetto. Questa tendenza diventa pericolosaquando si manifesta nella vita sociale e vorrebbe fare diventare gli uominiesseri identici, incapaci di ogni iniziativa personale, degli automi; in breve,ridurre il mondo a un immenso formicaio.

2 Il tofo è un deposito di urati e colesterolo, dall�aspetto ferroso, nel tessutocellulare sottocutaneo. Può accadere che esso buchi la pelle e finisca pereliminarsi da solo.

3 T. Schwenk, Il caos sensibile, Ed. Arcobaleno, Oriago, 1992.

4 Il disegno delle impronte digitali si può paragonare a certe incisioni preisto-riche come quelle del tumuli di Gavr�inis nel Morbihan. Coloro che le hannoincise hanno riprodotto le forze eteriche che vedevano ancora all�opera nellanatura.

5 Tra i sette e i quattordici anni, i bambini sono sotto l�influenza di Mercurio,e da ciò dipende la minore morbosità di questo periodo � Giove corrispondealla maturità (da cinquantasei a sessantatré anni) e Saturno alla vecchiaia (dasessantatré a settant�anni).

6 Ci accorgiamo così sino a che punto la medicina possa essere un�arte. Loscienziato sarà soddisfatto della scomparsa dell�angina; l�artista che dovrebbeessere il medico potrà considerare la propria opera compiuta solo se la suaterapia, invece di ostacolare, avrà favorito il ristabilirsi della corrente dell�esi-stenza.

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Capitolo XXI

Marte e Venere

Le diverse correnti planetarie presentano alcune analogie e abbia-mo incontrato, nei numerosi pianeti analizzati, processi formativi cheabbiamo potuto distinguere benissimo gli uni dagli altri. In Giove II eMercurio I si sono manifestati diversi aspetti del movimento. Il concettodi movimento, o più esattamente di attività, è fondamentale per Marteed è tanto più importante distinguerla dal II processo di Giove e dal I diMercurio in quanto i loro effetti interferiscono continuamente. Ciò cicostringerà talvolta a tornare su ciò che abbiamo già detto.

Possiamo farci un�idea di Marte raffigurandoci un lanciatore digiavellotto. In un primo tempo osserviamo una concentrazione di forze,in un secondo tempo l�arma è proiettata verso un bersaglio, in un terzotempo infine essa raggiunge tale bersaglio sul quale esercita un�azione.Concentrazione, movimento ed effetto esprimono bene le tre fasi delprocesso che si riscontra nell�organo di Marte che è la cistifellea: la bilecomincia ad accumularsi, in seguito è spinta nell�intestino dove compieil lavoro necessario alla digestione dei grassi. Marte è caratterizzato cosìda un�attività guidata verso uno scopo ben preciso. È questo che lodistingue dalla mobilità di Mercurio, che somiglia più a un gioco, e dalmovimento di Giove II, che è l�espressione del contenuto interiore.Viceversa, Marte dirige la propria attività verso un elemento esterno chevuole influenzare. Marte cerca di eliminare gli ostacoli, mentre Mercu-rio li aggira con disinvoltura.

L�azione di Marte ha tuttavia i suoi limiti. Nell�immagine richia-mata all�inizio, il giavellotto può incontrare una quercia conficcandovi-si; allora si mette a vibrare.

Lo stesso fenomeno, infinitamente più sfumato nasce allorchél�archetto attacca le corde del violino, o quando l�aria espirata fa vibrarele corde vocali. La plasticità della laringe è, come abbiamo visto, ilrisultato di forze mercuriali, ma la voce è effetto di Marte. Ce lodimostrano le grida di guerra lanciate anticamente dai combattenti, non

Marte, pianetadell�attività guidata

Marte, i suonie la parola

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tanto, come si pensa, per intimidire l�avversario, quanto per accrescerein se stessi le forze marziane.

Quello che abbiamo detto a proposito della laringe è vero ancheper il cuore. Questo è, in ordine alla sua struttura, il risultato di unprocesso mercuriale dell�incontro di due correnti, ma il battito èl�espressione delle forze marziane che incontrano l�ostacolo cardiaco;perciò, nell�anemia, l�insufficienza di Marte si traduce in un indeboli-mento del polso.

Le forze marziane l�espressione delle quali abbiamo trovato nellacorrente dell�aria che va incontro alla laringe, nell�ondata sanguigna enel flusso biliare, appartengono alla I corrente di incarnazione. Corren-te che si esprime ancora, sul piano psichico, con la volontà, che noiabbiamo avuto già occasione di mettere in relazione alla funzione bilia-re. Marte appare così come un mediatore dell�Io, che permette a que-st�ultimo di prendere pienamente possesso del suo strumento fisico e dimanifestarsi sul piano terrestre.

Il suono nasce allorché le forze di Marte incontrano un ostacolo (ilgiavellotto che si conficca nella quercia e che vibra), ma lo stessoostacolo può entrare in vibrazione, non sonora ma chimica. La sostanzache tende ad ostacolare le forze di Marte subisce una modificazionechimica. Questo accostamento tra chimismo e suono può stupire; eppu-re, non sono forse le leggi che reggono le combinazioni chimiche analo-ghe alle leggi dell�armonia? Pensiamo alla classificazione periodica deglielementi che segue un ritmo di ottava (1). Rudolf Steiner ha chiamatoqueste forze, che si trovano all�origine dei suoni come a quella dellesistesi chimiche, etere chimico o dei suoni (2); sono le forze che simanifestano nella II corrente di Marte, facendo apparire la strutturareale, benché fugace, che costituisce un suono (3), tanto bene quantoquella di una sintesi chimica. Notiamo tuttavia che i processi di caratte-re analitico appartengono alla I corrente di marte. Così, l�aggressivitàdell�acido cloridrico dello stomaco, che degrada gli alimenti, è unaproprietà caratteristica di Marte I, paragonabile a quella della bilenell�intestino. Non è sorprendente che le anemie ipocrome e la clorosi,affezioni sintomatiche di una carenza di Marte I, sono spesso accompa-gnate da una insufficienza digestiva con ipo o acloridria.

Nella stessa maniera, l�epatite detta «virale» è una affezione checertifica una temporanea debolezza della I di Marte. Essa si accompagnaa un arresto del flusso biliare, con impossibilità di digerire i grassi, grandestanchezza e inibizione della volontà. La definizione di «epatite detta'virale'» è appropriata perché, qui come altrove, il processo infettivo nonè la causa della malattia, ma una delle sue manifestazioni secondarie.

Lo strumento dell�Io

Etere dei suoni o eterechimico

L�epatite

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Non si può parlare di Marte senza accennare alla balbuzie, all�al-lergia e alla collera. In quanto manifestazione vocale, la balbuzie è sottoil dominio di Marte. Il fatto che è accompagnata dall�ansia prova che inquesta malattia le forze marziane sono insufficienti e non arrivano avincere l�ostacolo contro il quale tuttavia concentrano tutti i loromezzi. Siamo in presenza di un fenomeno simile a quello che abbiamodescritto per l�ittero catarrale paragonando la stasi biliare alla calca cheimpedisce l�uscita da un luogo pubblico in caso di incendio. Non si diceforse anche del balbuziente che le sue parole «si affollano all�uscita»?

Ritroviamo una situazione quasi analoga nell�allergia. Anche lì,delle forze marziane insufficienti, tentando di vincere ad ogni costo,generano reazioni che vanno al di là della loro meta. Poiché Marte non èsolo colui che attacca, ma anche colui che difende. Tutte le difesedell�organismo, tutto ciò che si oppone attivamente alla penetrazione dielementi estranei, appartiene alla I corrente di Marte. L�allergico sitrova nella situazione di un assediato che si sente debole, ha paura, escarica tutte le proprie batterie al più piccolo allarme.

L�immunità, viceversa, somiglia alla vigilanza di colui che, sicurodelle proprie forze, reagisce solo in misura dell�attacco. Essa è ancheespressione di buon equilibrio tra Marte e Venere come vedremo oltre.

Ciò che avviene nell�allergia sul piano fisico si ritrova sul pianopsichico nella collera e nell�aggressività. Che non sono, come si sarebbetentati di credere, sintomi di un Marte I forte, ma una improvvisa edisarmonica scarica di forze che non riescono a superare l�ostacolo, chenon è obbligatoriamente esteriore. Le nostre imperfezioni morali sonotanti ostacoli interiori capaci di suscitare le nostre collere e anche lenostre prostrazioni. L�aggressività è in fondo una manifestazione didebolezza che tenta di prendere il sopravvento. Ma le debolezze non sitraducono tutte con queste «fuga in avanti» e spesso preferiscono ilripiegamento, considerando che tutto è perduto in partenza. È l�atteg-giamento che caratterizza la depressione. Per il malato che ne è colpito,ogni più piccolo incarico sembra insormontabile e la sua mancanza divolontà può arrivare fino alla completa abulia. La malattia può anchecomportare fasi alternativa di depressione e aggressività, come nellapsicosi maniaco-depressiva. Non dimentichiamo che la depressione nonè solo un fatto di Marte, ma anche quello di un Giove II troppo debole.Le manifestazioni morbose di queste due correnti sono vicine, come gliorgani di questi pianeti � fegato e cistifellea � e le loro funzioni.

Le affezioni che abbiamo appena descritto si riferiscono a unMarte troppo debole; vediamo adesso quali sono le manifestazioni di unMarte troppo forte o predominante. I soggetti portatori di una taletendenza sono generalmente di tipo collerico. Essi fanno la loro stradaeliminando senza il minimo scrupolo gli ostacoli che danno loro fasti-

Marte e Venere

Balbuzie,allergia e collera

Eccesso di Marte I

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dio. Fintantoché tutto cede innanzi a loro, non sono violenti; ma se sipresenta una resistenza inattesa, possono essere colti da una rabbiadistruttrice che arriva alla pazzia furiosa. A differenza di Marte I debole,le loro collere sono rare e terribili. Sul piano organico, un Marte I fortesi tradurrà in ipertensione pletorica o anche in una poliglobulia del tipoVaquez. Potremo ancora dire di questi soggetti che essi spendono espandono; la loro eccessiva attività li condanna a un logorio precoce etalvolta a una morte violenta.

Avremmo potuto dare un nome al lanciatore di giavellotto cheillustra la I corrente di Marte: quello di Ares, il dio greco della guerra, ildistruttore. Egli è anche colui che dispensa il calore, che lo disperde. Incompenso, la I corrente di Marte corrisponderebbe piuttosto alle attivi-tà di Efesto, il fabbro che, ricorrendo al fuoco che egli concentra,rimodella il ferro e agisce da creatore. Egli è l�immagine di quelle forzedi sintesi chimica di cui abbiamo parlato prima. Nell�organismo, ilprocesso di creazione interessa notoriamente le albumine e consistenella loro ristrutturazione al di là della barriera intestinale. Quando taliprocessi di ristrutturazione � si potrebbe anche dire di umanizzazione �sono insufficienti, le albumine si comportano come sostanze estranee, dicui l�organismo cerca di sbarazzarsi. Questa eliminazione può avvenireattraverso il rene e danneggiarlo se si prolunga; può anche effettuarsiattraverso la pelle e si realizza allora una diatesi essudativa. Questaaffezione è simile all�allergia, ma non ne ha la violenza.

Se parlare è affare di Marte, ascoltare lo è di Venere. Marte dirige lapropria attività verso l�esterno, Venere verso l�interno. Così, i processidi assimilazione, di immagazzinamento, di accumulo, di interiorizzazio-ne e in maniera più generica tutti quelli che si riferiscono all�economia,sono sotto la dipendenza delle forze astrali raccolte dall�Io, durante ilsuo attraversamento della sfera di Venere. Il rene, di cui abbiamo mo-strato il ruolo nell�assimilazione delle albumine, è l�organo di Venere;lo è anche per le sue funzioni di escrezione. Ma i processi venusiani nonsi limitano alla sfera renale, e noi troviamo altri esempi di accumulo,come quello del glicogeno nel fegato, e dei grassi nella pelle.

La circolazione venosa costituisce un altro processo tipicamentevenusiano (4). Al contrario della circolazione arteriosa marziana, essa vadalla periferia verso il centro. Presenta anche un carattere più passivo, eda questo deriva il rischio di stasi, quando il sangue, cedendo alla forza digravità, provoca dilatazioni venose e varici. La circolazione venosa poned�altra parte un enigma insolubile se ci si ferma alle spiegazioni meccani-cistiche. Se aprite un qualsiasi libro di fisiologia, vi leggerete che ilsangue sale nelle vene, dai piedi al cuore, per la vis a tergo, cioè per la

Ares ed Efesto

Parlare ed ascoltare

La circolazione venosa

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forza ascensionale; ma i fisiologi sono incapaci di dire in che consistetale forza ascensionale e tentano di assimilarla ad un residuo di pressionearteriosa attraverso i capillari.

Quando non si trova una spiegazione soddisfacente, si nasconde lapropria perplessità sotto il pudico velo di una parola latina! D�altrocanto, questo tentativo, di spiegazione meccanicistica della circolazionevenosa è ancora più discutibile nel caso della vena porta. Questo sistemaportale costituisce quello che si chiama un reticolo mirabile, in altreparole un reticolo di vene che terminano con capillari alle due estremi-tà, mentre le altre vene non terminano con capillari, ma in un vasoprincipale che sfocia nel cuore.

La vena porta nasce dai capillari intestinali e termina nel reticolocapillare epatico, e trasporta le sostanze nutritive al fegato. Essa, perquesto, ha un importante ruolo nel processo venusiano di assimilazione.La circolazione venosa, nel suo complesso diretta in senso inverso allagravità non può avvenire se non sotto l�impulso delle forze eteriche, unpo� alla maniera in cui esse provocano la risalita della linfa nelle piante.Le forze eteriche sono esse stesse sotto la direzione delle forze astrali, nelnostro caso della I corrente di Venere. Un�immagine, quella del ventoche provoca le correnti marine, può aiutare ad afferrare meglio ilconcetto.

A proposito di Marte II, abbiamo rievocato il personaggio diEfesto come immagine per la risintesi e per la ristrutturazione chimicadelle sostanze. Efesto, non dimentichiamolo, era lo sposo di Afrodite,cioè di Venere, di cui Ares-Marte era l�amante. Vediamo qui Efesto-Vulcano e Venere darsi la mano allo scopo di realizzare l�elaborazionedella sostanza umana: Efesto la ricrea e Afrodite-Venere la conserva; leattività dei due coniugi si completa ammirevolmente. Troppo spesso,consideriamo la mitologia come delle favole perché non sappiamo piùscoprire in queste fantasia la realtà di cui sono il riflesso.

Tutti questi processi sono caratteristici della I corrente di Venere.Bisogna aggiungervi ancora il concetto di economia � Venere non solovuole ricevere, ma anche conservare, cosa di cui Marte è incapace. Ellanon fa perdere nulla e la più piccola particella è da lì messa a profitto.Anche P. Lievegoed presenta l�immagine di Venere come quella di unadonna di casa economa, attenta ai bisogni di ognuno, che sa ascoltare leconversazioni e non appare che raramente, ma sempre a proposito, chesa soprattutto creare l�ambiente caldo e accogliente in seno al quale glialtri possono esprimersi.

Certo, Venere è anche simbolo di beltà, ma non dimentichiamoche le forze necessarie alla sua manifestazione dovrebbero, con l�età,trasformarsi di un piano più elevato.

Marte e Venere

Elaborazione eimmagazzinamento

Il principio dieconomia

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2 1 2 Medicina antroposofica

Questa I corrente di Venere sarebbe incompleta se non le attribu-issimo una forma di interiorizzazione un po� particolare: quella chel�uomo realizza quando si raccoglie, quando medita o prega. Un�attitu-dine così è l�opposto della collera di Marte, e non è certo un caso se,etimologicamente, la parola venerazione, che serve a designarla, derivada Venere.

Con le due correnti di Venere affrontiamo una polarità inversa.L�interiorizzazione si muterà in esteriorizzazione, l�assimilazione inescrezione. È importante collocare bene questi tre processi dell�assimi-lazione, della secrezione e dell�escrezione in relazione gli uni agli altri.Tra l�assimilazione di direzione centripeta e l�escrezione di direzionecentrifuga, che appartengono rispettivamente alle correnti I e II diVenere, si collocano i processi di secrezione ghiandolare, contempora-neamente scambio (Mercurio) ed elaborazione (Marte II).

Disassimilazione ed escrezione sono in rapporto con i processi dicoscienza del polo superiore. L�assimilazione viceversa, propria alla Icorrente di Venere, fa ricorso alle forze astrali del polo inferiore e siaccompagna ad una diminuzione della coscienza, suscettibile, in certicasi, di arrivare all�apatia e allo stupore. Ci si può domandare se, a causadella separazione durante il sonno degli elementi costitutivi superiori �Io e corpo astrale � da quelli inferiori, processi di escrezione ed elimina-zione non siano per caso sospesi. Vi è effettivamente una diminuzionenotturna di tutti i processi di escrezione, ma non una sospensione totale,poiché l�organismo prosegue per un certo tempo le attività indotte daglielementi superiori, anche in loro assenza.

Osserviamo così un massimo della secrezione biliare e della glico-genolisi verso le 15, e un minimo verso le 3. I processi di assimilazionevariano in senso inverso, dimostrando un legame più marcato di unaparte del corpo astrale col polo metabolico durante il sonno. Così, laglicogenesi e il riassorbimento intestinale dei grassi hanno il loro massi-mo alle 3 e il loro minimo alle 15. Tanti altri processi organici seguonoquesto ritmo nictemerale.

Accade che questi ritmi siano turbati, e anche invertiti. Ne sonoun esempio i sudori notturni. La sudorazione costituisce normalmenteun corollario delle attività psico-spirituali coscienti. Quando queste sicompiono imperfettamente durante la veglia, l�organismo cerca di rifar-si durante il sonno.

Precisiamo a questo proposito che le attività psico-spirituali nonconcernono unicamente il pensiero. Ne fanno ugualmente parte il senti-mento e l�esercizio della volontà. Accade che si suda al momento diun�intensa attività mentale, nel corso di una partita a scacchi per esem-pio, esattamente come per un lavoro muscolare che non potrebbe

Venere e raccoglimento

Assimilazione,secrezione ed escrezione

Inversione del ritmonictemerale

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compiersi in assenza di volontà. In compenso, durante il sonno, pensie-ro, sentimento e volontà sono sospesi.

La nicturia è un altro esempio di inversione del ritmo di escrezio-ne: al contrario della norma, il massimo di escrezione urinaria si compieallora durante il sonno. Un tale disturbo deve far sospettare una nefro-sclerosi. L�abbondanza relativa dell�escrezione urinaria notturna noncostituisce sempre una vera inversione. Essa si verifica anche nell�insuf-ficienza cardiaca. In questo caso, l�aumento dell�emissione urinaria èdovuta solo al decubito, sia notturno che diurno, essendo facilitata lamobilizzazione dei liquidi che tendono al ristagno.

L�insieme formato dai reni e dai loro satelliti, le ghiandole surrena-li, costituisce l�organo di Venere in seno al quale si manifestano piùparticolarmente le due correnti di questo pianeta. Il ruolo della surrena-le concerne principalmente i processi di assimilazione della I corrente.Questa ghiandola è il luogo preferito dal corpo astrale per agire sulcorpo eterico. In caso di lesione della surrenale, il corpo eterico, nonricevendo più l�impulso del corpo astrale, si atrofizza, e le funzioni vitalisi degradano. Si vedono comparire allora sintomi come l�adinamia,l�ipotensione, l�ipoglicemia e diversi disturbi del metabolismo che for-mano il quadro del morbo di Addison. Il sale, in questo caso, si comportacome elemento estraneo e non è più trattenuto. Ma non si deve credereche la lesione della ghiandola sia sempre primitiva; l�inverso è certamen-te la regola in tutti i casi in cui la debolezza della I corrente di Venerenon provoca sintomi così spiccati come quelli del morbo di Addison.

Quando, viceversa, la I corrente di Venere è troppo forte, ritrovia-mo i sintomi dell�irradiazione renale troppo intensa, principalmentecaratterizzata dalla ipertensione e dal meteorismo addominale. Va da sèche la predominanza della I corrente di Venere, intensificando l�assimi-lazione, predisporrà all�obesità. Tale affezione va spesso di pari passocon la golosità, ma sarebbe inesatto dire che ne è la conseguenza obbliga-toria. Sarebbe più esatto considerare la golosità come una manifestazio-ne parallela sul piano psichico.

La predominanza della II corrente accelererà le escrezioni. Potràprovocare diarrea, eccessiva assimilazione può anche, in certi casi, spin-gere colui che ne soffre a compensare le perdite aumentando la propriaalimentazione. È quello che si riscontra in certi mangioni che restanomagri; in mancanza di compensazione possono comparire magrezza ecachessia. La polifagia e la polidipsia del diabetico sono un altro esempiodel fenomeno di compensazione. Pur avendo troppo zucchero nel san-gue, il diabetico prova la sensazione di esserne privo perché non puòutilizzarlo. È un po� come una persona che morirebbe di fame accantoad un armadio pieno di provviste, perché ne ha perduto la chiave. Esiste

Marte e Venere

Il rene, organo diVenere

Eccesso della IIcorrente di Venere...

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2 1 4 Medicina antroposofica

d�altronde un certo parallelismo tra il morbo di Addison e il diabete.Nel primo, il corpo astrale troppo debole è incapace di servirsi del sale;nel secondo, è l�Io che non sa utilizzare lo zucchero. Quest�ultimo,elemento minerale cristallizzabile, deve essere trasformato in glicogene� sostanza più vicina al vegetale e alla vita � nel fegato. Il disturbodell�assimilazione testimonia un�insufficienza della I corrente di Vene-re, probabilmente anche della II di Marte. L�Io rappresenta qui la chiavedell�armadio della metafora sopra accennata. Ma quando la chiave si èperduta, succede che la serratura � il pancreas � si arruginisce permancanza di funzionamento. Il pancreas sta all�Io come la surrenale staal corpo astrale.

Per la sua funzione escretoria, il rene appartiene alla II corrente diVenere. Questa così fa ricorso alle forze del corpo astrale, ma, in questocaso, nella sua dinamica superiore, in rapporto con i processi di coscien-za. Un�insufficienza della II corrente sarà causa di disturbi dell�escrezio-ne: oliguria e anuria. Estesa ad altri organi, potrà procurare stipsi oinsufficienza di secrezione sudorale.

Sul piano psichico, la predominanza della I corrente provoca statidi ebetismo, quasi di stupore, in rapporto a un eccesso di funzionivegetative. Succede invece che la parte del corpo astrale che si staccanormalmente dal complesso inferiore � eterico-fisico � resta in qualchemodo «agganciato al rene» quando questo è sede di una lesione nonpalese, potremmo ancora dire superficiale, che provoca l�insonnia. Adun stadio più acuto comparirà una specie di squilibrio tra il corpoastrale, che resta legato all�organo, e l�Io incapace di assicurare la pro-pria egemonia sul corpo astrale � tale squilibrio genera la tendenzaschizoide. Queste descrizioni vogliono far comprendere la doppia pola-rità che esiste tra le due correnti di Marte e quelle di Venere, polarità chetenderemo di riassumere nello schema che segue.

...e insufficienza

Semiologia psichica

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2 1 5

MARTE

CISTIFELLEA � LARINGE

ESTERIORIZZAZIONE (Ares)

Attività guidata (verso l�esterno)ParlareCircolazione arteriosa. PolsoSecrezione biliareCombustione, non assimilazioneglicogenolisiAttività volontaria � InfliggereIronia

Morbo di BasedowIpertensione rossaPoliglobuliaColica epaticaCollera, bisogno di distruzione

INTERIORIZZAZIONE(Efesto)

Attività guidata (verso l�esterno)chimismo (etere dei suoni)

RaucedineBalbuzieNefrosi lipoidicaAnemie ipocrome, clorosiAllergia

Aggressività (del debole)Paura della vita � DepressioneParalisi della volontà, abulia

VENERE

RENE � VENE

INTERIORIZZAZIONE

AssimilazioneAscoltare, creare l�ambienteCircolazione venosa e portaleImmagazzinamento, economia,glicogenesiPassività, recettività � SubireRaccoglimentoIndulgenza � consolazioneSpirito di sacrificio

Obesità, gottaTubercolosiMorbo di WilsonStipsi atonicaApatia, stupore, ebetismo

ESTERIORIZZAZIONE

Escrezione, «desalinizzazione»Secrezione urinaria, sudorale,lattea

SorditàDiarree cronicheFebbre tifoideMorbo di AddisonMagrezza, cachessiaPolifagie, polidipsie (reattive)Poliuria, iperidrosi, disidrosi,efidrosiNauseaAutismoTendenza schizoide

Tav. 3: Marte e Venere

Marte e Venere

I

II

INC

AR

NA

ZIO

NE

DIS

INC

AR

NA

ZIO

NE

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2 1 6 Medicina antroposofica

NOTE

1 Cfr. a questo proposito E. Bindel e A. Blickle, Zahlengesetze in der Stoffesweltund in der Erdenentwicklung, Stuttgart, 1985.

2 Rudolf Steiner descrive quattro eteri: l�etere del calore, l�etere della luce,l�etere chimico o etere dei suoni, e l�etere di vita, comparsi successivamentenel corso dei quattro stadi planetari. Per maggiori dettagli, cf. Rudolf Steiner:«La scienza dell�occulto» V. Bott, P. Coroze, E. Marti: Le forser de vie.Editioni del Centre Triades, Paris, rispettivamente 1976 e 1981.

3 Queste strutture sono state messe in evidenza da Chladni. Egli faceva vibraredelle piastre cosparse di sabbia. Più recentemente, P.E. Schiller ha messo inevidenza le strutture provocate da suoni in una fiamma sensibile ricorrendoad uno stroboscopio. Se ne troveranno riproduzioni nel libro di T. Schwenk:Il caos sensibile, Ed. Arcobaleno, Oriago, 1992.

4 Ci si può domandare se esiste un legame linguistico tra Venere e vena, oppuretra vena e venire, dato che questo verbo indica una direzione centripeta inopposizione al verbo andare la cui direzione è centrifuga.

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Capitolo XXII

Il Sole

Per l�astronomo, il Sole non è un pianeta, ma una stella. Perl�occultista il Sole costituisce ciò che chiameremo il cuore dell�organi-smo planetario. Al di là di Saturno comincia il mondo delle stelle fisse(1), quello dello Zodiaco, al di qua della Luna comincia il mondo terre-stre. Una concezione simile non è in contraddizione con le conoscenzeastronomiche, ma considera le cose da un diverso punto di vista. L�astro-nomo concepisce l�universo come un sistema materiale al quale tenta diapplicare, con un�estrapolazione un po� azzardata, le leggi dedotte dallostudio della terra. Egli così materializza l�universo. Per la scienza dellaspirito, i corpi celesti sono più di tutto ciò. Le ricerche di Rudolf Steinerdimostrano che il loro aspetto esteriore non è che la manifestazionefisica di forze spirituali. Possiamo così rappresentare l�universo comeun tutto del quale ogni sfera possiede caratteristiche e funzioni proprie.Quindi, il mondo planetario o astrale è quello del movimento e delritmo; esso è il mediatore tra il mondo stellare e la terra. Questo tornaad attribuire alla nostra terra una ubicazione centrale, in opposizionealla periferia cosmica. In questa polarità periferia-centro si inserisce ilmondo planetario orientato sul Sole. Tale geocentrismo conferisce unagrandissima importanza alla terra, non per il suo volume o la sua massa,ma per il ruolo che ricopre in quanto teatro delle attività dell�uomoincarnato. Se gli Antichi piazzavano la terra al centro dell�universo, nonlo facevano per ignoranza � la loro conoscenza dell�astronomia non eracerto rudimentale, basterebbe a provarlo l�esistenza delle piramidi � maperché per essi l�uomo prevaleva sulla materia.

Oggi, si taccerebbero piuttosto di strettezza di vedute gli scienziatiche negassero l�influenza dei pianeti. Molti esperimenti realizzati nelcorso degli ultimi cinquant�anni, come quelli di Kolisko, di A. Fyfe, diM. Thun e di Faussurier hanno provato la realtà di tali influenze.

Movimento e ritmo caratterizzano il mondo planetario e partico-larmente il suo organo centrale (2): il Sole. L�osservazione della corona

Posto del sole in unsistema geocentrico

Il cuore dell�organismoplanetario

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2 1 8 Medicina antroposofica

solare ha rivelato l�alternarsi di fasi di contrazione ed espansione sincro-ne alla comparsa e scomparsa delle macchie solari (3). La corona, ora sidilata � soprattutto nelle regioni equatoriali � mentre le macchie regre-discono, ora si contrae mentre il numero delle macchie cresce, l�insiemedel ciclo dura circa undici anni. Contrazione ed espansione fanno delSole un vero cuore con sistole e diastole, un organo centrale del mondoplanetario. La contrazione e comparsa delle macchie corrisponde ad unprocesso di materializzazione, la dilatazione e la scomparsa delle mac-chie ad una smaterializzazione o spiritualizzazione. È proprio attraver-sando la sfera solare che l�Io raccoglierà le forze necessarie all�elabora-zione del sistema ritmico del nostro organismo e particolarissimamentedel cuore.

Preso nel suo insieme, il processo di incarnazione realizza ancheesso una sistole e quello di disincarnazione una diastole, processi nelcorso dei quali gli elementi soprasensibili dell�entità umana si concen-trano in un organismo terrestre e si dilatano di nuovo nel cosmo. In fasediscendente, la traversata della sfera solare porta alla materializzazione,in fase ascendente, in compenso, porta alla spiritualizzazione. Nel no-stro organismo l�effetto della prima corrente domina durante la primametà dell�esistenza, fin verso i trentacinque anni, quello della secondaprevale durante l�altra metà, dai trentacinque anni sino alla morte.

Questo è il processo normale. Ma può accadere che la primacorrente sia troppo debole, che la seconda abbia, sin dalla prima metàdell�esistenza, un�importanza relativa troppo grande. Questo stato dicose provocherà difficoltà di incarnazione il cui primo sintomo è latendenza all�aborto. Un essere che non porta con sè forze solari suffi-cienti non arriva ad attaccarsi al piano fisico; è incapace di superare ledifficoltà che può incontrare nell�organismo materno. Certo, ci posso-no essere delle difficoltà insormontabili, anche per un�anima in possessodi tutte le forze solari, e potremo così osservare tutte le sfumature tral�aborto isolato e la completa sterilità, secondo i rapporti che si stabili-scono tra le forze dell�anima che cerca di incarnarsi e le strutturecorporee della madre.

Più tardi, questa debolezza della corrente di incarnazione si tradur-rà in debolezza fisica, debolezza costituzionale, in una maggiore predi-sposizione alle malattie febbrili con delirio. Il più delle volte, talisoggetti sono dei leptosomi. L�anoressia, il pallore, la mancanza dislancio, la predisposizione alle malattie febbrili e al delirio sono altret-tanti sintomi della debolezza della I corrente solare; più accentuata essaprovocherà malattie infiammatorie del cuore: pericarditi, miocarditi edendocarditi. Può anche succedere però che l�Io lentamente vinca questedebolezze; allora vediamo questi esseri che finiscono per aggrapparsi

Materializzazione espiritualizzazione

Difficoltà diincarnazione

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alla vita e, attraverso tante vicissitudini, arrivare alla vecchiaia. Essihanno tanto lottato a volte per acclimatarsi sulla terra che, nella vecchiaia,soffrono molto a staccarsene.

Altre anime, nelle quali dominano le forze solari I, danno l�im-pressione di precipitarsi sulla terra e ancorarvisi solidamente. Sonobambini robusti, dalla carnagione scura, che amano i giochi e gli sports.Sono generalmente di costituzione picnica. Se tale preponderanza della Icorrente, normale durante la prima metà della vita, persiste oltre itrentacinque anni, sarà un ostacolo alla spiritualizzazione. L�uomo chesi lega con troppo forza alla terra avrà predisposizione all�arteriosclero-si, all�ipertensione, alle affezioni degenerative del cuore: infarto, corona-rite, ecc.

Sul piano psichico, una predominanza della I corrente sarà accom-pagnata da eccessivo desiderio dei beni materiali con un�intensa attivitàorientata sempre alla loro acquisizione. Tali soggetti hanno delle diffi-coltà a concepire ciò che si riferisce allo spirito. Nella vecchiaia, essitendono all�avarizia e sono incapaci di staccarsi dai loro beni. La loromorte diventa un combattimento drammatico, perché si aggrappanodisperatamente a un corpo fisico che la loro costituzione ha contribuitomolto a rendere troppo minerale e inadatta ad ospitare un�anima.

La preponderanza della II corrente provocherà la fuga innanzi allarealtà, la paura del mondo terreno e delle sue esigenze. Le persone chehanno tali tendenze vorrebbero vivere in un mondo immaginario. Equesto può arrivare sino ai più vari deliri. Molti malati di mente hannocosì cercato più o meno coscientemente rifugio nella loro alienazione:questo somiglia a un suicidio morale. Lo schema che segue riassumere lemanifestazioni delle due correnti solari:

Non bisogna dimenticare che le forze solari tendono all�equili-brio. Noi oscilliamo continuamente tra questi due poli ed è da taleritmo che nasce l�armonia. Il cuore, organo solare, compensa l�eccessodi vita della diastole con le forze di strutturazione della sistole e vicever-sa. Tra queste due correnti si stabilisce un�alternanza, un equilibriodinamico e vivente, mai uguale a sè stesso, che si modifica progressiva-mente nel corso dell�esistenza. Questo ritmo, che vorrebbe semprecorreggere gli eccessi, è il grande guaritore dell�organismo. Quanti diva-ri è riuscito a compensare prima di soccombere anch�esso allorché lediscordanze erano durate troppo a lungo! Senza di lui l�organismo siammalerebbe continuamente, e l�arte di guarire consisterà prima ditutto in un aiuto apportato alle forze solari per equilibrare le polaritàdelle diverse correnti planetarie l�espressione delle quali è il nostrocorpo astrale.

Il Sole

Preponderanza della Icorrente solare

Fuggire le realtà

Un equilibrio vivente

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2 2 0 Medicina antroposofica

SOLECUORE � CIRCOLAZIONE

Tipo picnicoSoggetti robusti, abbronzati bensvegliAttivi, amano gli sports e i giochiall�aria aperta

Appetito buonoAccelerazione dei processi di in-carnazione che portano ad uninvecchiamento precoceIl complesso superiore (Io � astra-le) domina

Angosce, precordialgiaStenocardiaAngina pectorisCoronariti, infartoTrombosi

Sclerosi

Dermatosi secche pruriginoseAgitazione maniacale, follia fu-riosa

Tipo leptosomicoSoggetti esili, pallidi, sognatoriMancano di slancio, amano lalettura i giochi intelligenti

Appetito scarsoRallentamento dei processi diincarnazione

Il complesso inferiore (fisico-eterico) tende ad emanciparsi el�organismo cede alle forze digravità.

Palpitazioni, vampate di calorevertigini, assenze, sincopiAffezioni febbrili con delirioCifosi, scoliosi, lordosiPtosiAffezioni infiammatorie delcuore, insufficienze cardiacheRammollimento cerebraleAbortiDiatesi essudativaMalinconia, fuga dalla realtà,tendenza al suicidio

Tav. 4: Il Sole

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2 2 1

NOTE

1 Esistono al di là di Saturno ancora tre pianeti astronomici: Urano, Nettunoe Plutone. Secondo la cosmologia steineriana, questi non sarebbero nati dalsistema solare, al quale si sarebbero congiunti in seguito, arrivando dal-l�esterno.

2 Questa espressione usata ora per la terra, ora per il Sole, potrebbe indurre inerrore. Quando noi definiamo la terra come �centrale� noi l�opponiamo allaperiferia come il punto al cerchio. Applicato al Sole, l�aggettivo �centrale�caratterizza la sua posizione mediana tra questi due poli che sono la periferiae il punto, e anche tra i pianeti esterni e quelli interni.

3 Fotografie impressionanti di tale processo si trovano nel libro di G. Wach-smuth: L�evolution de la terre. Supplemento N° 9 alla rivista Triades, Parigi,1960.

Il Sole

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2 2 3

PARTE SETTIMA

I sette metalli principali

Nel mondo minerale, i metalli occupano eccezionalmente un postoparticolare. Esistono in natura allo stato nativo. Nella maggior parte dei casi,li si trova sotto forma di combinazioni nei minerali, dai quali possono essereestratti solo per mezzo di tecniche più o meno elaborate e con l�aiuto del fuoco.Diventano così una conquista umana e si capisce facilmente come possa esistereun rapporto, non fosse altro che per questo, tra la coscienza umana e il mondodei metalli. Tutti i metalli posseggono una caratteristica comune: quella diriunire in loro, proprietà apparentemente contraddittorie, tenacità e malleabi-lità. Certo, la natura ci offre sostanze più dure dei metalli, come il diamante,ma esse sono prive di malleabilità. Al contrario l�argilla, estremamenteplastica, non possiede praticamente alcuna tenacità. I metalli hanno ancheun�altra proprietà notevole: quella di condurre in gradi diversi il calore el�elettricità. In compenso, gli altri minerali sono generalmente isolanti.

Tali proprietà, i metalli le devono alle forze planetarie che li hanno fattinascere. I sette pianeti del nostro sistema sono così all�origine dei sette metalliche abbiamo definito principali. Gli altri metalli che si trovano in naturaportano in sè l�influenza di due o più pianeti. La conoscenza dei sette metalliprincipali così come la svilupperemo nei capitoli che seguono, apre la via allostudio degli altri e alla loro utilizzazione sul piano terapeutico.

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L�utilizzazione dei metalli in terapeutica risale alla più remotaantichità. Nella conferenza del 10 febbraio 1923, Rudolf Steiner nefornisce un esempio. Egli dimostra come gli Antichi avevano osservatola relazione che esiste tra certi disturbi digestivi � dissenteria, febbretifoide, ecc. � il pianeta Venere e il rame. Essi avevano constatato unaggravamento di queste malattie quando la luce di Venere era visibile euna loro minore gravità quando questo pianeta era nascosto dalla terra.Avevano concluso che qualcosa sulla terra attenuava l�effetto di Venere,che l�elemento responsabile di tale attenuazione era il rame e che sipoteva utilizzare quest�ultimo per curare le summenzionate malattie.

Durante il Medio Evo, i metalli hanno un ruolo più importantenell�alchimia. Ma le proprietà studiate sui metalli dagli alchimisti era diuna natura diversa da quelle che interessano i fisici e i chimici attuali.Paracelso fu un grande conoscitore dei metalli e delle loro virtù terapeu-tiche. Fu lui a dare allo zinco il suo nome. Nella medicina del tempo chefu, ebbe un ruolo importantissimo tra i metalli l�antimonio; i nostri aviconoscevano bene la pallina di antimonio che si conservava in tutte lefarmacie di casa e che si usava all�infinito. Nel XVI° secolo, questometallo era considerato un rimedio universale e tale ne fu l�abuso, che laFacoltà di Medicina di Parigi ne proibì l�uso nel 1566. Malgrado ciò,l�antimonio continuò a essere utilizzato sino all�inizio del XX° secolo.È curioso notare come l�attuale medicina chimica ricorre sempre menoai metalli. Questi ormai sono utilizzati solo per le loro proprietà batte-ricide. La moda dell�oro in reumatologia è scomparsa così velocementecome era apparsa. L�argento è stato detronizzato dagli antibiotici, esat-tamente come il mercurio che era stato tanto importante nell�arsenaleantisifilitico; e non si prescrive più né unguento grigio né calomelano.Sono ancora sfruttate solo le proprietà diuretiche di certe combinazioniorganiche del mercurio, dato che il suo uso come disinfettante noncostituisce effettivamente una terapia. Di fatto, solo il ferro è ancoraprescritto nelle anemie ipocromiche, certamente perché è presente inquantità ponderabile nell�organismo.

Capitolo XXIII

Ordine planetario e metalli

Richiami storici

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2 2 6 Medicina antroposofica

La medicina antroposofica è realmente quella che ha ridato allaterapeutica per mezzo dei metalli un posto di primo piano ponendola susolide basi. Rudolf Steiner ha dimostrato che i metalli sono il risultato diun processo. Potremmo anche dire in maniera più immaginifica, ma cheriflette bene la realtà, che alcune forze spirituali sono imprigionatecome per un incantesimo nella sostanza metallica, toccherà a noi rom-pere l�incantesimo in previsione della loro utilizzazione in terapeutica.Sappiamo che questo linguaggio apparirà a molti lettori poco scientifi-co, ma c�è forse una maniera migliore di far capire la realtà? Tali forze,dando origine ai metalli, o meglio condensandosi sotto forma di metalli,lasciano in questi la loro impronta, la loro firma, che toccherà a noidecifrare.

Quando si studia un metallo, non bisogna mai perdere di vista ilpianeta cui corrisponde. In uno studio sui metalli, W. Pelikan (1) li haraggruppati su un cerchio secondo la loro massa atomica. Tenendoconto del processo planetario precedentemente studiato, abbiamo pre-ferito disporli in funzione dei pianeti che corrispondono loro e seguen-do l�ordine che segue l�Io nell�attraversamento delle sfere planetarie nelcorso dell�incarnazione (Cfr. fig. 8, pag. 195). Ritroviamo questo stessoordine classificando i sette pianeti in funzione della durata della lororivoluzione siderale:

LUNA 27 giorni

Tab.5: Rivoluzione siderale dei pianeti

Ponendo il sole e l�oro in cima � a grande signore grande onore -,vediamo immediatamente le polarità che abbiamo scoperto ordinarsi dauna parte e dall�altra dell�asse di simmetria verticale passando per ilSole. Lo studio dei metalli confermerà punto per punto questa disposi-zione.

Sulla figura 10, abbiamo indicato a lato di ciascun metallo il suonumero atomico quale appare nella classificazione periodica degli ele-menti. Il piombo è quello che ha il numero e la massa atomica più alti;esso è posizionato come Saturno suo pianeta � alla periferia della classi-fica. Se noi colleghiamo i metalli con una linea spezzata, seguendol�ordine decrescente dei numeri atomici, otteniamo una stella regolare asette punte. Esiste dunque un rapporto armonico tra l�ordine delle sfereplanetarie e la struttura interna dei metalli. Anticamente gli uomini

SOLE 365 giorni (riv. app.)VENERE 224 giorniMERCURIO 87 giorni

SATURNO 10.759 giorniGIOVE 4.332 giorniMARTE 686 giorni

Un nuovo impulso

Come classificare imetalli

Armonie celesti eproprietà fisiche

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erano coscienti di tali rapporti, e non è per caso che essi hanno dato aciascun giorno della settimana il nome di un pianeta. L�ordine chehanno seguito è quello delle tappe successive della creazione comerisulta dalle ricerche spirituali di Rudolf Steiner (2).

Riprendiamo la nostra figura di base e annotiamoci i giorni dellasettimana in corrispondenza dei pianeti (fig.11): sabato per Saturno,domenica per il Sole (in inglese Sund-ay, in tedesco Sonn-tag), lunedì perla Luna, martedì per Marte, mercoledì per Mercurio, giovedì per Giovee venerdì per Venere. Se tracciamo una linea spezzata seguendo quest�or-dine, vediamo disegnarsi un�altra stella regolare a sette punte, con puntepiù acute della precedente. È interessante notare a questo propositoun�indicazione terapeutica di Rudolf Steiner per un�ammalata moltoindebolita. Egli aveva consigliato al medico che la curava di prescriver-le: domenica, oro in D10; lunedì, argento in D3; martedì, ferro in D4;mercoledì, mercurio in D6; giovedì, stagno in D10; venerdì, rame inD10 e sabato piombo in D10 (3).

L�ordine in cui abbiamo disposto i nostri metalli è inverso a quellodella loro conduttività elettrica e termica (fig.12). Fa però eccezione ilmercurio; si può attribuire ciò al fatto che il mercurio mantiene lo statoliquido a temperatura ordinaria, perché se si solidifica diventa buonconduttore e l�ordine ideale tende a ristabilirsi.

Fig.9 Corrispondenze tra pianeti e metalli

Ordine planetario e metalli

I giorni della settimana

Conduttività elettricae termica

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2 2 8 Medicina antroposofica

Fig.10: Pianeti e numeri atomici dei metalli

Fig.11 Pianeti e giorni della settimana

I metalli hanno anche altri modi di reagire al calore, modi che sitraducono nella loro fusibilità, il loro coefficiente di dilatazione e il lorocalore specifico e, caratteristica interessante, la differenza tra i loropunti di fusione e di ebollizione. Le prime tre di queste proprietà sidividono in due gruppi (fig.12): un gruppo superiore � che comprenderame, oro e ferro � composto da metalli poco fusibili, poco dilatabili eche richiedono molto calore per riscaldarsi. Un gruppo inferiore che

Reazioni dei metalli alcalore

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2 2 9

Fig.12: Effetti del calore. Conduttività termica ed elettrica

comprende lo stagno, il piombo, l�argento e il mercurio, metalli facil-mente fusibili, che si dilatano molto e si riscaldano facilmente. (Questaultima proprietà, detta calore specifico, si deve rapportare non allamassa, ma al volume, bisogna cioè tener conto del calore necessario peraumentare di un grado un dm3 di metallo).

La tabella che segue fornisce la differenza tra il punto di fusione equello di ebollizione dei nostri sette metalli principali (4).

Metallo

RameMercurioArgento

Oro

FerroStagno

Piombo

Simbolochimico

CuHgAg

Au

FeSnPb

Punto difusione

1083- 39 961

1063

1537 232 327

Punti diebollizione

2310 3571950

2600

320022701620

Differenze

1227 396 989

1537

166320381293

Tav.6: Punto difusione e punto diebollizione deimetalli

Ordine planetario e metalli

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2 3 0 Medicina antroposofica

Fig.13: Differenze tra fusione ed ebollizione

Vediamo immediatamente che i metalli di sinistra nella figura 13 �rame, mercurio e argento � corrispondono alle differenze più basse,mentre quelli di destra � ferro, stagno e piombo � corrispondono alledifferenze più alte. In più, calcolando la media delle prime tre cifre dellacolonna delle differenze e quella delle tre ultime, otteniamo rispettiva-mente 871 e 1665, valori tra i quali si colloca quello dell�oro: 1537.

Studiamo ora il comportamento dei metalli di fronte alla luce;troviamo un debole potere riflettente per i metalli di destra: piombo eferro, e un alto potere riflettente per quelli di sinistra: argento e rame(fig. 14, pag. 241). Lo stagno e il mercurio si distinguono e sembra cheabbiano anche cambiato posto: lo stagno, più brillante e con un riflessopiù caldo, dovrebbe porsi tra il rame e l�argento, e il mercurio piùgrigio, più opaco, sembrerebbe più al suo posto tra il ferro e il piombo.È comunque curioso constatare la simmetria di tali irregolarità.

La figura 14 mostra anche la ripartizione delle proprietà elettro-chimiche dei metalli: a sinistra i metalli elettronegativi, a destra glielettropositivi. Questi ultimi tendono più facilmente alla formazione disali. Quelli di sinistra, viceversa, tendono a conservare il loro statometallico, cosa che spiega il fatto che li si trova talvolta in natura allostato nativo. Quanto all�oro, esso occupa un posto particolare: è il piùelettronegativo dei metalli, forma difficilmente dei sali e non si ossida.

Potere riflettente

Proprietà chimiche

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Fig.14: Poteri riflettenti. Elettro-affinità. Valenze

Fig.15: Polarità paradiametrali

Esiste allo stato naturale solo sotto forma di metallo, è il più nobile ditutti. Sempre in rapporto con le proprietà chimiche, constatiamo che imetalli del gruppo di sinistra sono per prima cosa monovalenti, quellodel gruppo di destra sono bivalenti.

Ordine planetario e metalli

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2 3 2 Medicina antroposofica

La nostra figura di base può essere modificata ancora, come nellafigura 15. Determinando sempre l�oro l�asse verticale di simmetria,lasciamo la linea orizzontale che caratterizza la polarità mercurio-stagno. Ma qui, invece di opporre il rame al ferro e l�argento al piombocome nella figura 9, tracciamo delle diagonali che oppongono il rame alpiombo e l�argento al ferro, disegnando così una croce di Sant�Andrea.Queste nuove polarità corrispondono ad alcune realtà sul piano fisico: ilrame possiede più alto calore specifico e di fusione � entrambi inrapporto al volume -, il piombo i più bassi. La diagonale Cu-Pb siriferisce al calore. La polarità tra l�argento e il ferro concerne la luce,essendo il potere riflettente dell�argento il più alto, quello del ferro ilpiù basso.

La linea orizzontale Hg-Sn concerne la polarità delle masse specifi-che, essendo il mercurio il più denso e lo stagno il meno denso (astrazio-ne fatta, ben inteso, per l�oro, che si pone al di fuori delle polarità); alcontrario della loro massa specifica, il mercurio è il metallo che passapiù facilmente dallo stato liquido allo stato gassoso, e lo stagno quelloche vi passa più difficilmente (Cfr. tav. 6, pag. 239).

Queste tre ultime polarità (Cu-Pb, Ag-Fe, e Hg-Sn) conferisconotutto il loro valore ad un�indicazione terapeutica data da Rudolf Steinerin un dibattito seguito ad una conferenza tenuta agli educatori dellascuola Waldorf. Egli consigliava, quando un metallo era stato sommini-strato per sei settimane, di dare il suo contrario per oltre due settimane,al fine di evitare l�assefuazione e di mantenere l�effetto terapeutico, eindicava come contrari il rame e il piombo, l�argento e il ferro, ilmercurio e lo stagno.

Tutte queste concomitanze non possono essere l�effetto del caso;al contrario, dimostrano che i metalli hanno conservato il ricordo dellaloro origine cosmica; cercando di ritrovarla, noi diventiamo capaci diutilizzare i metalli al fine di ristabilire nell�uomo l�armonia cosmica cheha perduto ammalandosi.

NOTE

1 Pelikan W., I sette metalli, Ed. Arcobaleno, 1991.

2 Rudolf Steiner, La scienza occulta nelle sue linee generali, op. cit.

3 Walter H., Die sieben Hauptmetalle, Dornach, 1966.

4 I valori che figurano in questa tabella sono presi dal Cours de Chimie di H.Pariselle, Ed. Masson et Cie, paris, 1956. Le cifre non corrispondonoesattamente ai dati di W. Pelikan, ma se si raggruppano le differenze perordine crescente, si ritrova lo stesso ordine. Ed è quello che qui importa.

Altre polarità

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Capitolo XXIV

Il Piombo

In mano, un pezzetto di piombo provoca una spiccata sensazionedi pesantezza. Tra i nostri sette metalli principali, esso è uno dei piùpesanti, superato in densità solo dal mercurio e dall�oro. Si potrebbeanche dire che il piombo subisce in maniera intensa le forze di attrazio-ne della terra. Per questa pesantezza, il metallo si pone all�opposto dellaluce, nei confronti della quale si mostra avido, assorbendola intensamen-te, non riflettendone che un livido bagliore; anche appena tagliato hascarsa luminosità e la perde rapidamente a contatto con l�aria. La polari-tà tra il piombo e la luce si ritrova nel nostro linguaggio: infatti quandodiciamo che il piombo è pesante (lourd, in francese. N.d..T.), noi utiliz-ziamo una parola derivata dal termine latino luridus, che significa opaco,scuro; come descrive bene il piombo!

In maniera molto generica, la pesantezza è sempre stata legataall�oscurità e la leggerezza alla luce. Così, gli Inglesi usano la parola lighte il suo composto lightness, i Tedeschi parole simili Licht e leicht perindicare la luce e la leggerezza. Possiamo anche accostare il franceseleger a lux e quante altre parole! Vedremo poi come il piombo, conl�intossicazione saturnina, ci porta verso la mineralizzazione, verso laterra e la pesantezza. Curiosamente, i rapporti di questo metallo siinvertono con i suoi sali: la bianchezza, il potere riflettente e coprentedella biacca, carbonato di piombo, l�hanno fatta utilizzare a lungo inpittura, ed è stata abbandonata solo per la sua tossicità. Lo stesso per isilicati di piombo che danno al cristallo splendore e sonorità.

Tuttavia, sotto forma di metallo il piombo è malleabile e dà unsuono opaco; una campana di piombo sarebbe priva di sonorità! Assor-be le vibrazioni di alta e bassa frequenza e costituisce un ottimo isolantecontro il rumore. Anche in questo caso subisce senza reagire. La suaproprietà di soffocare o attutire l�impatto è usata per migliorare icarburanti: aggiungendo alla benzina tetraetile di piombo, si attenua labrutalità dello scoppio e si impedisce al motore di «Battere».

Piombo epesantezza

Piombo e suono

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2 3 4 Medicina antroposofica

Il piombo possiede anche un considerevole potere di assorbimentodelle radiazioni ionizzanti � raggi X, raggi beta e gamma. Tali radiazionimolto penetranti, particolarmente pericolose per l�organismo umano,che distruggono, sono fermate dal piombo. Questa proprietà è sfruttatanella fabbricazione di recipienti destinati al trasporto di sostanze radio-attive (radio, radio-isotopi, ecc.), oltre che nella protezione del persona-le esposta alle radiazioni.

Il pezzetto di piombo preso in mano si riscalda rapidamente. Sidice anche che ha un calore specifico debole: richiede poco calore perriscaldarsi e ne perde poco raffreddandosi. Il suo coefficiente di dilata-zione è alto ed è superato solo da quello del mercurio, in altre paroleesso richiede per dilatarsi in maniera notevole poco calore. Molte delleproprietà del piombo sono l�opposto di quelle dell�argento che occupanella figura 9 di pag. � una posizione simmetrica. E così, il piombo è, trai sette metalli, il peggiore conduttore di calore ed elettricità, mentreviceversa l�argento è il migliore. Si può tenere facilmente un pezzetto dipiombo per un�estremità senza bruciarsi mentre si fa fondere l�altraestremità sulla fiamma. Il piombo fonde facilmente, è sufficiente lafiamma di una candela.

Riassumendo le sue proprietà, diremo che il piombo subisce passi-vamente gli effetti del calore. Se questo metallo ha bisogno di così pococalore per riscaldarsi, dilatarsi e fondersi, non è perché ha in sè ancoraqualcosa del calore primordiale di Saturno?

Lo studio delle proprietà chimiche del piombo dimostra che èleggermente elettropositivo. Forma facilmente dei sali, ed è assoluta-mente eccezionale trovarlo allo stato nativo. I sali di piombo sonoinsolubili o poco solubili, cosa che indica il loro carattere minerale.Esposto all�aria, il piombo si ricopre di uno strato impermeabile dicarbonato o di ossido, che protegge il metallo da ogni ulteriore attacco.Tale proprietà permette di usare questo metallo da protezione controgli agenti atmosferici e contro gli effetti dell�acqua di mare: così siricoprono con un rivestimento di piombo i cavi elettrici e telefonici.Anche in questo caso il piombo dimostra la propria passività di fronte almondo esterno.

Le diverse proprietà del piombo hanno dunque un carattere comu-ne: la passività, l�indifferenza, il rifiuto di trasmettere ciò che arrivadall�esterno, sia che si tratti di calore, di luce, di suono, di effetti chimici,di elettricità o di radiazioni ionizzanti. Aggiungiamo che esso si opponealla trasmissione della vita, perché provoca, come vedremo nell�intossi-cazione saturniana, la degradazione e la morte. Tali proprietà di isola-mento e di limitazione sono sempre quelle della sfera di Saturno. Questo

Piombo e radiazioniionizzanti

Piombo e calore

Proprietà chimiche

Funzione dilimitazione

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è alla periferia del sistema solare, esattamente come il piombo è allaperiferia della classificazione periodica degli elementi.

In natura, il piombo si trova soprattutto sotto forma di solfuro: lagalena. Questa spesso è contenuta in una ganga di calcite (carbonato dicalcio), che dimostra così l�affinità del piombo con il calcio. La galenacristallizza nel sistema cubico, come il salgemma e il diamante. Il cubocostituisce una forma tipicamente terrestre, in opposizione al�esagonocosmico della silice e dei cristalli di neve.

Tra gli altri minerali di piombo, citiamo ancora la piromorfite,che contiene un fosfato naturale di piombo. Questo minerale è unisomorfo dell�apatite, un fosfato naturale di calcio. Ritroviamo il fosfatodi calcio col carbonato nelle nostre ossa. L�affinità del calcio e delpiombo si manifesta anche nell�isomorfismo dei loro carbonati e nelfatto che i due metalli sono bivalenti.

Il piombo è il metallo dell�Ovest. Un tempo i Romani lo sfruttava-no in Spagna. Attualmente, più della metà dei giacimenti del mondoappartengono all�America del Nord. Forse non è un caso che proprio gliabitanti della penisola Iberica, penisola del piombo, sono partiti allaconquista del Nuovo Mondo, il «continente del piombo».

Allo stato normale, il corpo umano non contiene piombo inquantità ponderabile. Tuttavia ve ne è traccia nelle ossa e nelle calcifica-zioni patologiche: calcoli renali, calcoli biliari, ecc. Viceversa è nelsangue che è più difficile metterlo in evidenza , tranne, ben inteso, incaso di intossicazione. Questi fatti costituiscono una vera sottoscrizionedelle due correnti saturniane descritte sin dall�inizio dello studio diquesto pianeta: la prima agisce sull�osso concentrandovi il piombo,mentre la II lo fa sparire dal sangue.

L�intossicazione da piombo è ricca di insegnamenti. Si è pensato alungo che piccole quantità di piombo che si credeva totalmente elimina-to con le urine, non provocassero disturbi. Tale concezione erronea èstata sapientemente sfruttata dalle industrie interessate (1). In realtà,l�assenza di saturnismo clinico, non significa affatto che tali dosi sianoinoffensive e oggi si sa che molte affezioni di cui si ignorava l�eziologiapossono con certezza essere imputate al piombo. Così, una certa tristez-za, una tendenza alla malinconia, tradiscono spesso un addensamentoprogressivo dell�organismo dovuto al piombo. Rudolf Steiner ha ricor-dato il ruolo avuto nel movimento operaio dai tipografi resi più tacitur-ni e quindi portati alla riflessione dal piombo assorbito a causa del lorolavoro. Agendo in senso contrario alla vita, il piombo sveglia la coscien-za. Alcuni esperimenti realizzati da Egorova (2) hanno dimostrato chel�iniezione di due millesimi di milligrammo di piombo/Kg per sei giorni

Il Piombo

Stato naturale

Il metallo dell�Ovest

Saturnismo latente

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consecutivi bastano a provocare la lesione dei testicoli e degli spermato-zoi. Il piombo, dice Stöfen nella sua opera notevolmente documentata(3), lede tutti gli organi, e i disturbi descritti da questo autore presentanotutti una caratteristica comune, la degradazione della vita: infatti leaberrazioni cromosomiche possono provocare malformazioni eredita-rie, aborti, parti prematuri, aumento della mortalità infantile, raccor-ciamento della lattazione, arteriosclerosi, encefalopatie, nefropatie, ecc.Non finiremmo mai di enumerare le affezioni che possono essere provo-cate o favorite dal piombo � Barmes (2) studiò la frequenza della cariepresso gli indigeni della valle di Sepik, in Nuova Guinea, in relazionealla presenza di 32 elementi che esistevano allo stato di tracce nella loroalimentazione. La sola correlazione significativa concerneva il piombo.Facciamo notare che gli indigeni adottavano una alimentazione priva dizucchero. Gli abitanti della valle vicina che adottavano esattamente lastessa alimentazione non presentavano carie. La presenza o l�assenza difluoro non ha portato alcuna modifica. Altri studi ugualmente citati daStöfen hanno confermato l�azione del piombo sulla carie (4). È probabi-le che l�evoluzione della patologia dopo il XV secolo, caratterizzata dauna diminuzione delle malattie «calde» a profitto delle «fredde», deveessere rapportata al piombo. Tale evoluzione ha per corollario unamodifica dello stato di coscienza del mondo occidentale nel senso di unaintellettualizzazione.

Queste trasformazioni si sono considerevolmente accelerate nelcorso degli ultimi cinquant�anni, durante i quali le dosi di piomboquotidianamente assorbite, anche dalle persone meno esposte, sonofortemente aumentate. Gli abitanti delle grandi città, a causa del piom-bo diffuso nell�atmosfera dalle automobili, si trovano talvolta al limitedella dose considerata tossica, e si è arrivati a considerare normalel�assorbimento quotidiano di 0,5 mg (5) di piombo!

Dosi maggiori sono all�origine del saturnismo cronico clinicamen-te accertato � la forma acuta è rara -, caratterizzata dalla devitalizzazionee mineralizzazione progressiva di tutto l�organismo. La pelle diventasmorta, le mucose si disseccano, cosa che si traduce in raucedine per lalaringe e in tosse per i bronchi. Le secrezioni intestinali diminuiscono,compaiono spasmi dolorosi che provocano la stitichezza, e realizzano ilquadro della colica da piombo. Nell�apparato uro-genitale appaiono laritenzione urinaria, la dismenorrea e la tendenza all�aborto. Non èrisparmiato il fegato che quando ne è colpito provoca l�ematoporfininu-ria. Il sistema nervoso, la cui vitalità è già ridotta al minimo allo statonormale, è particolarmente colpito. Sopravvengono paralisi, che interes-sano soprattutto gli estensori, provocano attitudini alla flessione e con-tratture. La degenerazione del nervo ottico provoca un�amaurosi pro-gressiva. Cefalee, perdita della memoria, disturbi affettivi e ansietà sono

Il saturnismo cronico

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in rapporto all�arrivo della malattia alla zona cerebrale. Ne è colpitoanche il sangue, e la comparsa di emazie a granulazioni basofile consentela diagnosi dell�intossicazione (6). Nel sistema cardo-vascolare, gli spasmisono all�origine di una ipertensione arteriosa. A lungo andare, l�internodei vasi degenera e si sclerotizza. L�irrigidimento delle articolazioni ècausa di dolori reumatici. Infine, anche i reni rischiano la sclerosi.

Quando si configura l�insieme di questi sintomi di devitalizzazio-ne, di disseccamento e di contratture, si ha l�impressione che se silasciasse andare avanti l�intossicazione, essa ridurrebbe l�uomo allostato di mummia incartapecorita simile a quelle che sono state ritrovatein Perù. A questo proposito, è interessante notare che la razza rossa, dacui discendono gli Indiani di questa zona, si è formata sul continenteatlantico, sotto l�impulso dei misteri di Saturno (Rudolf Steiner). Ricor-diamo ancora la predominanza del «principio testa» � polo mineralesaturniano � presso i popoli dell�America precolombiana, predominan-za che caratterizza tutte le loro rappresentazioni umane. Ritroviamoancora l�azione di Saturno nel simbolismo della piuma � aquila, serpen-te piumato � elemento secco, minerale e privo di vita (7). Si capisce chequesta razza saturniana si sia orientato verso il «continente di piombo».

La sintomatologia dell�intossicazione da piombo come l�abbiamoappena descritta è paragonabile a quella che ci ha rivelato lo studio dellaI corrente di Saturno (Cfr. tav. 1, pag. 205). Da questa concordanza vienfuori un filo conduttore che ci permette di orientare a ragion veduta laterapia del piombo. Bisogna evidentemente evitare dosi tossiche. Peresempio, se prescriviamo una triturazione in D4, la dose quotidianaassorbita in ragione di tre dosi al giorno sarà nell�ordine di 1/20° dimilligrammo. Siamo dunque un po� al di sotto della tollerabilità am-messa; un D3 sfiora già il limite tossico. In pratica, salvo per il Miniumdi cui riparleremo, non si scenda al di sotto di D6.

Abbiamo visto che l�organismo intossicato elimina del piomboattraverso le urine. Quando l�intossicazione finisce, la plomburia dimi-nuisce fino a scomparire, benché resti del piombo nell�organismo.Come hanno dimostrato i lavori della signorina Wurmser e di Lapp, ilprocesso di eliminazione può essere risvegliato dalle somministrazionedi piombo a dosi omeopatiche non ponderabili.

Dove si collocherà l�azione di una dinamizzazione dell�ordine diD6? Benché quest�ultima abbia perduto il suo potere distruttore sull�or-ganismo, caratteristico delle dosi tossiche, essa agisce nondimeno trami-te il metabolismo, che suscita, cominciando da lui, una reazione dell�Ionella sua dinamica opposta, neuro-sensoriale. Ritroviamo qua un princi-pio assolutamente generale di cui Rudolf Steiner tiene conto nel suoprimo corso ai medici (8): «Tutto ciò che avviene al polo inferiore ha il

Il Piombo

Il piombo mummifica

Azione del piombodinamizzato

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suo negativo, il suo contrario al polo superiore». Così, quando riscaldia-mo i piedi ricorrendo a un senapismo, noi raffreddiamo la testa. Èassolutamente esatto, come ha detto Rudolf Steiner, che le basse dina-mizzazioni agiscono tramite il metabolismo, le alte tramite il neuro-sensoriale (e le medie attraverso il sistema ritmico); ma se noi dimenti-chiamo che partendo da uno di tali poli suscitiamo una reazione inversaal polo opposto, noi non possiamo capire i processi terapeutici e saremoincapaci di gestirli ragionevolmente.

Se, in pratica, le cose sembrano meno rigide, ciò è dovuto al fatto,che l�organismo tende spontaneamente a guarire, a ristabilire l�equili-brio. Nella misura in cui l�organismo «omeopatizza» i farmaci che glisomministriamo, esso corregge anche i nostri errori sulla scelta delledinamizzazioni. Ma l�organismo non sempre ha la forza di omeopatizza-re, di correggere i nostri errori, e in questo caso, solo la scelta delladinamizzazione giusta sarà in grado di portare alla guarigione.

Dunque, dando del piombo in bassa diluizione, ricorriamo alleforze dell�Io nella loro dinamica superiore; tendiamo così, partendo dalpolo cefalico, a frenare l�eccessiva vitalità del metabolismo. Agiamo perconseguenza nel senso di un aumento della I corrente di Saturno. Ilpiombo in bassa diluizione sarà quindi indicato quando la I corrente diSaturno è insufficiente o quando predominano le correnti opposte �Saturno II e soprattutto Luna I. In linea di massima, ciò si traduce in uneccesso di vitalità, in una intensificazione del metabolismo che ha percorollario una diminuzione della coscienza � noi sappiamo che questapuò manifestarsi solo a detrimento della vita. Va da sé che tali manifesta-zioni di eccesso della I corrente della Luna saranno più frequenti alprincipio che alla fine dell�esistenza. La concordanza tra i sintomi fisici epsichici avrà, anche qua, un grande valore per stabilire la diagnosi escegliere il farmaco, ma non costituisce una regola assoluta. In certi casi,vedremo i disturbi fisici e funzionali alternarsi con quelli psichici oanche mancare completamente.

La predominanza dei processi vegetativi si manifesta di preferenzae in maniera precoce nei bambini con la testa grossa. Quello che ingenere non è che una tendenza più o meno facile da scoprire culminerànell�idrocefalia, della quale parleremo a proposito dello stagno. I bambi-ni della testa grossa si mineralizzano meno presto degli altri, le lorofontanelle impiegano più tempo a chiudersi e sono soprattutto menosvegli, più sognatori degli altri. Il medico ha bisogno di molte acutezzaper scoprire precocemente il limite tra il fisiologico e il patologico, traciò che è normale e ciò che non lo è più. Sarebbe assolutamente sbaglia-to credere che tutti bambini dalla testa grossa abbiano bisogno delpiombo; è bene invece dar loro sin dalla nona settimana i Sali di calcionutritivi Weleda (N°1 al mattino, N°2 alla sera). Il piombo sarà riservato

Indicazioniterapeutiche del piombo

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per i casi patologici, dovrà essere maneggiato con molta prudenza, e nondeve essere mai dato senza controllo. Sarà prescritto dalla D6 alla D10(Plumbum met. da D6 a D10 trit.) oppure sotto forma di unguento(Plumbum met. D1 ungt.) applicato sulla testa � o, più esattamente nelpunto dove i capelli formano un piccolo vortice che chiameremo spiga.Secondo le ricerche spirituali di Rudolf Steiner questo punto costituisceper il corpo eterico un «centro delle forze di rigetto del piombo». Ilpunto della spiga, centro della calotta cranica, è anche la fonte del polominerale dal quale le forze saturniane agiscono sull�embrione. Appli-candovi del piombo, agiremo dunque come se lo facessero le forze dellaI corrente di Saturno e compenseremo ciò che esse avevano di insuffi-ciente nel bambino rimasto «troppo embrionale». Così facendo, nonagiamo più tramite il metabolismo, ma in maniera molto più diretta: ilrisultato tuttavia è lo stesso. Va da sé che una terapia come questa èapplicabile solo nel caso in cui il cranio non sia troppo mineralizzato,cosa appunto che succede nei bambini dalla testa grossa nei primi anni divita. In bambini più grandi, tali applicazioni non avrebbero probabil-mente alcune effetto, e dovremo allora fare ricorso ad una cura per viaorale e persino ipodermico.

Quando la diminuzione della coscienza è più accentuata, conduceal ritardo mentale. Questo contrasta spesso con uno sviluppo fisiconormale o un po� esuberante. Il piombo trova in questo caso una dellesue principali indicazioni e sarà tanto più efficace quanto prima saràstato somministrato. Se il medico riesce a sospettare precocemente lapredisposizione al ritardo mentale, delle semplici applicazioni di un-guento al piombo potrebbero prevenire la comparsa di molti gravidisturbi. Sfortunatamente, questi bambini attirano meno la attenzionein quanto hanno una buona costituzione fisica.

Nello stesso ordine di idee, bisognerà ricorrere al piombo neipostumi dell�encefalite, per esempio in seguito a vaccinazione, e neidisturbi che seguono una commozione cerebrale, caratterizzati, anch�es-si, da un�attenuazione della coscienza. La preponderanza del metaboli-smo spesso ha come conseguenza l�obesità. Nel bambino che ne ècolpito, specie se sembra un po� addormentato, sarà utile ricorrere alpiombo. Tali bambini ricordano la patogenesi della Calcarea Carbonicadegli omeopatici. Ritroviamo in questo caso l�affinità tra il piombo e ilcalcio, che spesso è bene associare nella pratica.

Abbiamo visto come le forze eteriche di crescita si trasformano,verso i sette anni sotto l�influenza dell�Io, in forze di pensiero, di rappre-sentazione. Quando queste forze abbondano e si manifesta sul piano delpensiero la tendenza alla proliferazione, essa dispone alla fantasia estimola l�immaginazione creatrice. Ma può accadere che l�Io non sia

Il Piombo

Il piombo nel ritardomentale

Piombo e schizofrenia

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abbastanza forte da mantenere il controllo di tali forze, che si emancipa-no quindi sotto forma di allucinazioni. Un tale processo può averecarattere passeggero privo di gravità, così come si osserva nel delirio cheaccompagna una febbre alta, che è di per sè una manifestazione caratteri-stica della II corrente di Saturno. In compenso, quando le allucinazioniassumono carattere permanente, esse si organizzano, sotto l�influenzadel corpo astrale dominante � in assenza del controllo dell�Io -, realiz-zando una forma sistematica di delirio spesso caratteristica della schizo-frenia. Ancora una volta in questo caso il piombo ci aiuterà a consolida-re l�Io al polo neuro-sensoriale, nella sua dinamica superiore. Sarà bene,allora, cominciare col prescrivere il metallo sotto forma vegetabilizza-ta: Cichorium plumbo cultum 0,1%, per iniezioni sottocutanee da due atre volte alla settimana. Si deve attendere che l�Io sia sufficientementeconsolidato per prescrivere il piombo sotto forma di metallo (Plumbummet. alla D6 alla D10), dato che questa forma esigerebbe dall�Io unosforzo che in principio sarebbe incapace di compiere. Quando la schizo-frenia assume un carattere silenzioso, ad andamento depressivo o malin-conico, si farà cominciare il trattamento con Aconitum plumbo cultum esi cercherà di creare il colore di cui l�Io ha bisogno per esprimersi, condelle unzioni della zona splenica con l�unguento al piombo (Plumbummet. D1 ungt.).

L�alcolismo ha molti punti in comune con quanto scritto sopra.L�alcolista ha anche lui un Io debole; il suo metabolismo è intensificato,e si trova in uno stato infiammatorio cronico; infine anche lui soffre diallucinazioni. Benché a lungo andare il suo etilismo porti con sè lasclerosi e l�invecchiamento precoce, la sua tossicomania non rilevaeccesso della I corrente di Saturno, ma caso mai il contrario. RudolfSteiner aveva consigliato di curare questi ammalati con un sale di piom-bo: Minium D3 in triturazione e al bisogno D6 per iniezioni.

Facciamo notare che sarebbe un errore somministrare questopreparato all�insaputa dell�ammalato, perché non si potrebbe ottenereuna guarigione senza la sua partecipazione. Certo il suo Io è debole, masi deve ricorrere proprio a quel poco che si manifesta in lui; in definitivasi può fortificare la volontà solo attraverso la volontà. Allo stesso modoin cui non si può fortificare un muscolo altro che facendolo lavorare � acondizione tuttavia di non andare oltre le sue possibilità. Questo tratta-mento e applicabile anche ad oltre tossicomanie.

L�ossificazione e la mineralizzazione sono dipendenti della I cor-rente di Saturno. La sua insufficienza provocherà diverse forme di di-strofia come l�osteomalacia, le osteoporosi, il morbo di Paget, il morbodi Lobstein, ecc., tutte malattie che necessitano di piombo a bassadiluizione. Esistono tuttavia altre distrofie ossee, come l�osteite conden-

Alcoolismo e Minium

Trattamento delledistrofie ossee

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sante e l�osteopetrosi, nelle quali la I corrente è, viceversa, eccessiva e dicui riparleremo. Notiamo ancora gli interessanti risultati ottenuti neltrattamento delle metastasi ossee della Cerusite D8 e dalla PiromorfiteD8, due composti naturali del piombo che si devono somministrare periniezioni sottocutanee in prossimità del punto algico.

L�osteoporosi senile pone un problema un po� particolare, perchési accompagna ad un processo inverso di sclerosi arteriosa. Si ha l�im-pressione che la tendenza alla mineralizzazione sia passata ai vasi. Lademineralizzazione dell�osso è senza dubbio un processo di disincarna-zione proprio a Saturno II, mentre l�arteriosclerosi appartiene alla Icorrente. Non è sbagliato dire che le ossa sono, in linea di massima, inanticipo sui tessuti molli: la loro mineralizzazione comincia precoce-mente sin da prima della nascita; sarebbero anche i primi a subire iprocessi di disincarnazione, mentre il resto dell�organismo continua adindurirsi. Vi sarebbe così un decalogo spazio-tempo delle due correnti.

Tuttavia, non è indicato prescrivere il piombo in bassa diluizionenell�osteoporosi senile; viceversa i Sali calcarei nutritivi Weleda costitui-scono un eccellente prevenzione alla fragilità ossea degli anziani.

Con l�arteriosclerosi, noi affrontiamo le affezioni in relazione conuna prevalenza della I corrente di Saturno. Benché la tendenza all�indu-rimento sia prevalente verso la fine dell�esistenza, può tuttavia riscon-trarsi precocemente. Ne troviamo un tipico esempio nel bambino atesta piccola che tende a mineralizzarsi e a intellettualizzarsi troppovelocemente. Contrariamente al bambino a testa grossa, egli è tropposveglio. Questa tendenza molto diffusa, dovuta probabilmente ed unsaturnismo latente, è stata ancora accentuata da diverse pratiche cheaccelerano la mineralizzazione: alimentazione con latte di vacca, iniziotroppo precoce di alimentazione composta da carne, eccesso di sollecita-zioni neuro-sensoriali e soprattutto prescrizione sistematica di vitaminaD.

Numerosi bambini sono morti di sclerosi renale o polmonare inseguito ad assunzione di vitamina D, e quelli che sopravvivono per tuttala loro vita piangono le conseguenze di una mineralizzazione troppoprecoce, e tra queste la modificazione della coscienza non è la menograve. Tali bambini spesso sono oggetto di un�ammirazione tanto stupi-da quanto fuori posto. In realtà, le loro facoltà intellettuali troppoprecoci raggiungono rapidamente il massimo, e allora cessano di evol-versi e prendono un andamento schematico. Il pensiero si fa automatico,funziona come un computer; in realtà si disumanizza. Tale tendenzacosì generalizzata non è certo estranea alla mancanza di armonia intante cose della nostra attuale società e non potrà che accentuarsi neiprossimi decenni.

Il Piombo

Osteoporosi earteriosclerosi

Accelerazione emineralizzazione

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2 4 2 Medicina antroposofica

Tra le manifestazioni psichiche che si riscontrano talvolta neibambini a testa piccola, citiamo anche la crudeltà, la coprofagia, lacoprolalia e la predilezione per i cattivi odori (9). Allorché in bambinicosì alcuni organi si induriscono troppo rapidamente, essi diventanodifficilmente permeabili agli elementi costitutivi superiori � corpoastrale e Io. Questi, soprattutto il corpo astrale, tentano allora di vince-re la resistenza che l�organo oppone loro, «scuotendo» tutto l�organi-smo nella stessa maniera in cui noi scuotiamo una porta che non vuoleaprirsi, e questo provoca una crisi epilettica. L�indurimento non interes-sa necessariamente tutto l�organismo e spesso si limita ad un organo oanche ad una parte di organo � cervello, stomaco, fegato, polmone, ecc.Il diagnosticare quale organo, se è possibile farlo, apre la strada adeventuali terapie che permettono a volte la guarigione. Si può, tral�altro, procedere all�applicazione di unguenti al piombo sulla zonacutanea corrispondente all�organo. Si può anche somministrare delpiombo ed alta diluizione: Plumbum mellitum trit. oppure Plumbum met.dil., dalla D12 alla D20. Ricordiamo comunque che non tutti i tipi diepilessia riguardano questa categoria di bambini a testa piccola e sonoallora da mettersi in rapporto con un�ipertrofia del metabolismo, chepuò pure costituire un ostacolo � locale o generale � alla penetrazionedel corpo astrale.

Il rimedio base dell�arteriosclerosi è il Plumbum mellitum D12 trit.Si tratta di piombo preparato con miele e zucchero. Dando del piombosolo, si induce ad una attività che normalmente dovrebbe essere compiu-ta dall�Io. Sostituendosi ad esso, facilitandogli così il compito, si tende adindebolirlo, tanto più in quanto il trattamento si deve protrarre a lungo.Intervengono allora lo zucchero e il miele, che obbligano l�Io a svolgerela sua attività. Essi così armonizzano l�azione del piombo.

Per capire l�azione del piombo ad alta dinamizzazione, si devetornare a ciò che dicevamo prima. L�alta dinamizzazione agisce al poloneuro-sensoriale provocando una reazione sul metabolismo. Si com-prende allora la frase di Rudolf Steiner che a prima vista sembra parados-sale: «Ciò che, a partire dal sistema neuro-sensoriale, a bassa dinamizza-zione fa ammalare, a partire dal sistema metabolico ad alta diluizioneprovoca la guarigione». Il paradosso si risolve se noi capiamo che RudolfSteiner conosce le reazioni dell�organismo in questi due poli.

Così, un�alta dinamizzazione di piombo agisce bene al polo neuro-sensoriale, provocando però una reazione inversa nel metabolismo,attivandolo e permettendogli di lottare meglio contro gli indurimenti ela sclerosi. Con le alte dinamizzazioni del piombo viene aumentato ilcalore saturniano del sangue, e provochiamo un po� di febbre in questiorganismi troppo freddi. Intensifichiamo così la II corrente di disincar-

L�epilessia

Piombo e miele

Le alte dinamizzazioni

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nazione di Saturno. Non si tratta, naturalmente, di provocare il distaccodell�Io; ecco perché, ricorrendo al miele, l�obblighiamo ad interessarsidi più all�organismo.

Il Plumbum mellitum D12 è malgrado tutto una dinamizzazionemedia e possiede per questo un�azione ritmica, armonizzante tra l�ecces-sivo indurimento e la tendenza alla disincarnazione. Non è proprioquesto che noi cerchiamo quando le ossa si demineralizzano e i vasi siinduriscono? Noi in questo caso disponiamo realmente, di un farmacoideale per combattere tali tendenze tanto frequenti nella seconda metàdell�esistenza. Esso deve essere somministrato un quarto d�ora prima deitre pasti, in triturazione quanto un pisello, preferibilmente accompa-gnato da un cucchiaino da caffè di Elisir di betulla Weleda.

Quando le manifestazioni arteriosclerotiche sembrano interessarepiù particolarmente la testa, cosa che si accompagna a perdita di memo-rie, vertigini, disturbi di orientamento, otosclerosi e opacizzazione delcristallino, si deve utilizzare di preferenza il Plumbum mellitum D20 trit.In questo caso, l�esame dell�iride può fornire un�indicazione preziosa:l�arco senile infatti predomina in alto. Nei casi gravi, si potrà ricorrerealle iniezioni sottocutanee di Plumbum mellitum in D12, D20 o ancheD30, per due o tre settimane.

La tendenza alla disincarnazione indotta dal piombo al alta dina-mizzazione può anche essere messa a profitto per favorire il sonno. Inquesto caso si deve utilizzare il metallo puro, senza zucchero né miele:Plumbum met. D20 sia in diluizione, per bocca, sia per iniezioni sottocu-tanee, associate preferibilmente a Primula/Onopordon/Hyoscyamus. Inquesto caso il Plumbum si deve dare la sera.

Si deve pensare al piombo anche nelle anemie del tipo Biermer. Intali malati esiste una predominanza della I corrente di Satuno e soprat-tutto un�insufficienza delle II: la «risurrezione nel tempo» � la cuiespressione organica è il rinnovamento delle cellule � è insufficiente. Sitratta quasi sempre di ammalati di sesso femminile le cui forze eterichesaranno state nel corso dell�esistenza troppo sollecitate, per esempio danumerose gravidanze.

Esse sono incapaci di sviluppare tutto il calore di cui avrebberobisogno, benché talvolta possano manifestarsi reazioni febbrili di buonauspicio. Mancano di entusiasmo, dando un�impressione generale dirassegnazione. Può anche apparire la sclerosi del tessuto nervoso delmidollo spinale, che indica che il processo polare di Luna I non è piùcontrobilanciato. Sembra proprio indicato prescrivere a tali ammalatiapplicazioni di piombo nella zona splenica (Plumbum met. D1 ungt.)oppure iniezioni sottocutanee (Plumbum met. D20).

Il Piombo

Trattamentodell�arteriosclerosi

Il piombonell�insonnia...

...e nelle anemie

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2 4 4 Medicina antroposofica

Somministrato troppo a lungo, il piombo rischia di perdere lapropria efficacia a causa dell�assuefazione, e rischia altresì di diventarenocivo. Quindi bisognerà intercalargli, dopo tre o quattro settimane ditrattamento al piombo, una o due settimane di Argentum D6, preferibil-mente durante la luna crescente. Quando un trattamento al piombo sisarà dimostrato inefficace, prima di riprenderlo si deve prescrivere ilmedesimo trattamento di Argentum. Con lo stesso principio, segnalia-mo che si possono ottenere risultati interessanti nel trattamento delsaturnismo con dei pediluvi arricchiti da una soluzione di nitrato d�ar-gento (Argentum nitricum D4, un cucchiaino da caffè per un pediluvio).

NOTE

1 Verso il 1920, una compagnia americana, la Ethyl Lead Inc., che producevatetraetile piombo da incorporare alla benzina, aveva assunto un giovanericercatore di nome di Kehoe, incaricandolo di fare delle ricerche scientifi-che destinate e provare l�innocuità di tale prassi, per rassicurare l�opinionepubblica. Tali ricerche disgraziatamente hanno fatto testo nel mondo interoper parecchi decenni e sono state confutate solo recentemente. (SecondoStöfen, Blei als Umweltgift, Eschwege.).

2 Citato da Stöfen id.

3 Cfr. nota (1)

4 Da notare che ciò che, a torto, si indica col nome di piombatura dentaria, èin realtà un amalgama d�argento.

5 Questa tolleranza è almeno dieci volte troppo alta. Che dire allora degliabitanti di certe città che assorbono ogni giorno 1,5 mg di piombo e talvoltamolto di più!

6 Il test all�A.L.S. è molto più sensibile e precoce.

7 Al contrario nell�antica India predominava il principio: ventre, rappresenta-to dalla vacca, e anche la mobilità degli arti come si manifesta in Shiva.

8 Rudolf Steiner, Scienza dello spirito e medicina, op. cit.

9 Sembra che l�intossicazione saturnina, soprattutto quella dovuta al piombotetraetile, renda fetido l�odore del corpo. Si sa anche che il cattivo odore delcorpo è spesso legato ad una mancanza di socievolezza. Questi due fatti sidevono collegare ad un terzo che ha ugualmente carattere asociale: l�aumen-to della criminalità legato al saturnismo latente. (Secondo Stöfen, cf. sopra).

Un antidoto: l�argento

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2 4 5

Capitolo XXV

L�argento

Noi siamo più spesso in contatto con l�argento anziché col piom-bo, benché quest�ultimo sia molto meno raro. Ma l�argento per tutte lesue proprietà, è molto più affascinante! Indossare un gioiello di piombo,oltre i rischi di intossicazione che comporterebbe, ci metterebbe adisagio. Soppesando un pezzo di argento non si ha la stessa impressionedi pesantezza di un pezzo di piombo di eguale volume, e tuttavia ladensità del piombo non supera quella dell�argento: 11,35 contro 10,5.Ma l�argento è chiaro, brillante, mentre il piombo è scuro e spento, etali proprietà modificano indubbiamente la nostra impressione di pe-santezza; luce e leggerezza vanno di pari passo, esattamente come oscuri-tà e pesantezza.

Tra tutti i metalli, l�argento è quello che ha il più alto potereriflettente. Questa proprietà lo pone, entro certi limiti, all�opposto delpiombo, e più particolarmente all�opposto del ferro, il cui potere riflet-tente è ancora meno alto, come dimostra la seguente tabella:

Il principe della luce

Mercurio 72%Piombo 61%Ferro 56%

Tab.7 Potere riflettente dei sette principali metalli in % di luce riflessa inrapporto alla luce incidente.

L�argento non modifica la luce come fanno gli altri metalli, ma larinvia inalterata; e così è il metallo ideale per la fabbricazione deglispecchi. Riflettere un�immagine è una forma di riproduzione. Se mettia-mo due specchi l�uno di fronte all�altro, vi ci vediamo riflettere un�infi-nità di immagini e ritroviamo così quell�eterna riproduzione che eraservita a caratterizzare la I corrente di Luna. Tale capacità di riproduzio-

Argento 95%Oro 85%Stagno 76%Rame 73%

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2 4 6 Medicina antroposofica

ne si manifesta anche nell�estrema sensibilità dell�argento alla luce. Lasoluzione di un sale di questo metallo si decompone spontaneamentealla luce, depositando uno specchio d�argento metallico sulle pareti delflacone; quindi è necessario conservare le soluzioni di sali d�argentonell�oscurità. Questa proprietà è utilizzata in fotografia: una lastra ouna pellicola ricoperti con un emulsione di un sale di argento � general-mente un alogenuro � nella gelatina annerisce alla luce, per liberazionedi argento metallico. Anche un�esposizione brevissima basta ad innesca-re il processo che continua al momento dello sviluppo facendo ricorsoad un riduttore. Il cloruro d�argento manifesta anche la proprietà diriprodurre i colori, poiché prende la tinta dalla luce incidente. Sfortuna-tamente, questi colori così belli sono fugaci, non possono essere fissati,cosa che rende il fenomeno inutilizzabile per la tecnica della fotografia acolori.

Per molte proprietà l�argento si colloca all�opposto del piombo.Esso è il miglior conduttore di calore ed elettricità, mentre il piombo neè il peggiore. Tuttavia, la polarità tra piombo e argento non è assoluta e,per alcune proprietà, i due metalli sono viceversa molto simili. Sonoentrambi abbastanza molli, la loro temperatura di fusione è inferiore a1000°C e la quantità di calore necessaria alla loro fusione è debole.Entrambi si volatilizzano facilmente, l�argento esalando vapori blu. Edentrambi si dilatano facilmente (fig.12, pag. 239).

Mentre allo stato solido l�argento non manifesta alcuna affinitàcon l�ossigeno, allo stato liquido esso ha la proprietà di dissolvere �senza tuttavia ossidarsi � 22 volte il suo volume di questo gas. Almomento della solidificazione, questo ossigeno viene bruscamente erumorosamente espulso � fenomeno chiamato raggrinzamento; sullasuperficie dell�argento, che era liscia e brillante allo stato di fusione, siformano piccoli crateri che ci ricordano quelli della Luna(1). Propriocome l�argento è incapace di trattenere l�ossigeno che aveva dissolto, ilnostro satellite è incapace di trattenere l�elemento gassoso, da questo nederiva l�assenza di atmosfera.

L�argento puro è molle, è talmente malleabile che è possibileridurlo in lamine estremamente sottili, al punto tale da farci passareattraverso la luce, alla quale danno una tinta viola. L�argento è anchemolto duttile ed è possibile, da un grammo di metallo, estrarre un filolungo due chilometri. Proprietà come queste somigliano a quelle di unliquido viscoso, cosa che conferma ancora una volta la tendenza dell�ar-gento a prendere forma cristallina. Quando si vuole utilizzare l�argentoin oreficeria o per coniare monete, lo si indurisce aggiungendovi unapiccola quantità di rame.

Argento e piombo

Argento e ossigeno

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Un metallo nobile

Con la sua sonorità, l�argento ritrova la polarità col piombo.Facendo tintinnare una moneta, si può facilmente distinguere una mo-neta falsa � composta generalmente di piombo leggermente argentato �da una vera. E così l�argento è il metallo ideale per la fabbricazione dicerti strumenti musicali per i quali è necessaria una sonorità particolar-mente chiara e pura come i flauti. Una piccola quantità d�argentoaggiunta al bronzo delle campane rende il loro suono più chiaro � non sidice forse «un suono argentino, una voce argentina»? Viceversa se siaggiunge un po� di piombo al bronzo di una campana, il suo suono saràpiù «caldo». La sonorità che l�argento manifesta così chiaramente nellospandere le proprie onde costituisce anch�essa una forma di eternariproduzione.

Chimicamente, l�argento è caratterizzato dalla propria elettrone-gatività che ne fa un metallo nobile che si rifiuta ostinatamente diossidarsi. Tuttavia, è possibile ottenere ossidi d�argento per via traverse,per esempio facendo agire della potassa su nitrato d�argento. Si ottienecosì del protossido d�argento Ag2O molto instabile; a contatto conammoniaca, si trasforma in una polvere nera che, secca, ha la proprietàdi esplodere violentemente al minimo contatto (argento fulminante).

In compenso, l�argento possiede una notevole affinità con lo zolfoe gli alogeni. La presenza di tracce di idrogeno solforato nell�atmosferaprovoca l�annerimento del metallo. I sali d�argento più interessanti sonocertamente gli alogenuri: fluoruro solubile e cloruro, bromuro, iodurosolubili. Questi ultimi tre sono usati in fotografia. Trattando una solu-zione di nitrato d�argento con l�acido cloridrico, si ottiene un preci-pitato bianco, raggrumato di cloruro d�argento. Questo fonde a 260°;raffreddandosi si rapprende in una massa che ha l�apparenza e laconsistenza del corno: l�argento corneo. Tale fenomeno si deve ri-collegare all�affinità che abbiamo stabilito tra la II corrente dellaLuna e le sostanze cornee.

La grande facilità con la quale l�argento forma dei colloidi dimo-stra quanto questo metallo sia vicino ai processi vitali. Quando su unalastra di vetro ricoperta di gelatina cromatizzata si lascia cadere unagoccia di nitrato d�argento, si formano una serie di anelli, detti anelli diLiesegang. La reazione si sposta progressivamente verso la periferia,come le onde che si formano quando cade una pietra nell�acqua. Siritrova qui un processo di riproduzione la cui immagine ricorda certeforme vegetali come i semi di amido o quella che appare tagliando untronco d�albero. I processi vitali sono un elemento caratteristico di taliripetizioni.

L'Argento

Argento e suono

Affinità chimiche

Tendenza alla vita

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2 4 8 Medicina antroposofica

Allo stato naturale si incontra spesso l�argento sotto forma disolfuro: l�argentite, che cristallizza come la galena nel sistema cubico. Sitrova anche un cloruro: l�argento corneo naturale. L�argento esiste avolte allo stato nativo dove affiorano i filoni, ma resta allo stato di salein profondità.

L�argento nativo esiste sotto due forme, tutte e due più simili alvegetale che al minerale: sia in sottili filamenti arricciati: l�argentofiliforme, sia in piccole masse sferiche che formano grappoli. Quasisempre, l�argento accompagna un altro metallo, piombo, oro, talvoltaanche il rame, come se avesse il compito di controbilanciare un�influen-za troppo marcata dei metalli che accompagna. Così, non esiste pratica-mente piombo senza argento. I più ricchi giacimenti di argento sono inAmerica (Messico, Bolivia, Perù e America Settentrionale), e si hal�impressione che il «continente di piombo» ha, più che altro, bisognodell�antidoto che è l�argento. L�acqua di mare, ambiente vitale pereccellenza, contiene argento finemente suddiviso, circa dieci milligram-mi per metro cubo. W. Cloos (2) ha dimostrato l�importanza dell�affini-tà dell�argento con l�ambiente marino: la proporzione dell�argento inrapporto al piombo è là di 1/13°, mentre è solo di 1/250° nell�ambienteminerale.

L�argento era conosciuto fin dai tempi più lontani. Convertendoloin moneta, lo si fa partecipare ed una nuova forma di riproduzione.Questo uso era così comune che già ai tempi dei Greci, il nome delmetallo serviva a designare la moneta e la ricchezza. Se, allo statonaturale, l�argento è spesso legato al piombo, una volta estratto, tendead affermare la sua polarità emigrando verso l�est. Già nel Medio Evo, lamaggior parte dell�argento sfruttato in Europa partiva per l�Oriente.

Metallo nobile e poco alterabile, l�argento è privo di tossicità ed èparticolarmente adatto alla confezione delle posate e dei piatti. I salid�argento, viceversa, sono tossici e possono provocare diarree e infiam-mazione delle mucose. L�argento accentua il legame del corpo etericocol suo supporto fisico, l�organismo-acqua. A questo proposito, è benericordare il ruolo del corpo eterico in tutti i processi di riproduzione,che lo indicano anche col nome di «corpo delle forze modellanti», diquelle forze che, partendo da un modello spirituale, costruiscono ilnostro organismo. L�argento accresce l�influenza del corpo eterico sul-l�elemento liquido del corpo fisico. Tale intensificazione delle forzeeteriche spinge il corpo astrale alla periferia, provocando meteorismo etimpanismo.

Nell�intossicazione da sali d�argento, vediamo che la pelle prendeuna tinta d�ardesia. Tale sintomo è la conseguenza dell�affinità di questisali con la pelle, nella quale si depositano. Sotto l�influenza della luce,

Stato naturale

Effetti sull�organismo

Affinità con la pelle

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essi vi si decompongono, liberando il metallo che provoca allora lacolorazione scura. Tale affinità dell�argento con la pelle è una confermadei rapporti di quest�ultimo con la II corrente della Luna: l�argentometallico «morto» si fissa nella zona cornea morta dell�organismo.

Quando Saturno provoca dei disturbi, bisogna fare ricorso alla Luna,cioè al suo metallo, l�argento. Saremmo ricorsi dunque all�argento nelsaturnismo e, in generale, in tutte le affezioni che rivelano un eccesso diuna delle due correnti di Saturno. Se predomina la I corrente, l�argentosi deve dare in bassa diluizione: della D4 alla D6. Questa terapia èparticolarmente indicata nei bambini e testa piccola, dalla facies invec-chiata, mineralizzati troppo precocemente. Questi bambini sono spessobruni, caratteristica che ci deve far preferire al metallo puro il suosolfuro: Argentite D6 trit., sempre più attivo quando è prescritto primadi coricarsi, poiché i processi che noi cerchiamo di intensificare predo-minano durante la notte. Ciò non impedisce, se vogliamo un trattamen-to intensivo, di somministrare il farmaco tre volte al giorno. Nei terrorinotturni, frequenti in questo tipo di bambini, dobbiamo alternare l�Ar-gentum D6 trit. (nei biondi) o l�Argentite D6 (nei bruni) col Phosphorus D5e D6 dil. L�argento si deve dare la sera, durante la luna crescente, ilfosforo la mattina, durante la luna calante. In generale, l�argento è piùattivo durante la luna crescente (dalla luna nuova alla luna piena), manon sempre è possibile aspettare il momento più favorevole alla suaprescrizione. Tale periodicità d�altronde è imperativa solo quando isintomi sono influenzati dalle fasi lunari. Qualche volta si può moderarel�impazienza dell�ammalato con la prescrizione di una terapia prepara-toria � per esempio, qualche giorno di Thuya. Ai bambini a testa piccolasi devono ricollegare i lattanti ipotrofici, denutriti, che mancano di tonomuscolare, dalla pelle flaccida, nei quali l�assenza di turgore dei tessuti èl�espressione non di un eccesso della I corrente di Saturno, ma dellacarenza della I corrente della Luna. Dobbiamo, anche qui, ricorrereall�argento a bassa dinamizzazione: dalla D4 alla D6 Le ipotrofie reagi-scono molto favorevolmente anche alle iniezioni sottocutanee d�acquadi mare (Aqua marina 5% D4), associata eventualmente a Prunus spinosa(Aqua marina D3 / Prunus spinosa D6 o Aqua marina 5% / Prunus spinosaD6 aa). L�azione vivificante dell�acqua di mare è certamente dovuta inparte al suo tasso di argento.

Ricollegandosi le funzioni riproduttiva alla I corrente della Luna,dobbiamo utilizzare l�argento quando è necessario stimolarle e regola-rizzarle. Molte dismenorree reagiscono positivamente all�argento. Que-sto metallo a volte dà risultati insperati nelle sterilità sia maschili chefemminili. Abbiamo così curato con successo molte donne considerate,dopo parecchi esami, sterili incurabili. In questi casi dobbiamo prescri-

L'Argento

L�antidoto di Saturno

Trattamento delleaffezioni della sfera

genitale

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2 5 0 Medicina antroposofica

vere l�argento in D6, per periodi di due settimane coincidenti con laprima metà del ciclo. Non si deve più tener conto qui delle fasi lunari,ma della «Luna interiorizzata» negli organi di riproduzione. Il tratta-mento per bocca sarà utilmente completato da un�applicazione vesper-tina di unguento (Argentum met. D1 ungt.) sul basso ventre. Quando ladismenorrea si accompagna alla metrite, bisogna prescrivere ovuli vagi-nali (Argentum 0,4%) da introdurre prima di coricarsi, ogni sera o unasera sì e una no, dose generalmente sufficiente. L�Argentum va prescrittoanche come trattamento complementare nelle uretriti gonococciche.Nel qual caso si deve prescrivere Argentum nitricum D4 dil. ogni due ore,alternandolo con Cannabis sat. D3 / Cantharis D4 / Eucalyptus 10% aa. Èpossibile che questo trattamento possa rendere superfluo il ricorso agliantibiotici, ma noi ci guarderemo bene dall�affermarlo, non avendoavuto occasione di prescriverlo. In ogni modo, le blenorragie esigonoripetuti controlli batteriologici, a causa delle remote conseguenze cheun trattamento insufficiente rischia di provocare. Localmente, si devo-no fare delle applicazioni di compresse calde o dei semicupi con aggiun-ta di Thuya TM.

Quando i processi morbosi sembrano solidamente ancorati all�or-ganismo, è bene, per cominciare abbinare all�argento un metallo vegeta-bilizzato. Nei casi che precedono, dove è necessario rivitalizzare l�orga-nismo, dobbiamo usare la Thuya argento culta 0,1% (l�eccesso di vitalità,come vedremo, esige viceversa il Bryophyllum argento cultum).

Infine, nel quadro di una predominanza della I corrente di Satur-no, citiamo le stipsi secche. Le feci dure come pietre, dette scibali,provano che c�è un processo di intensa mineralizzazione. Che siano e nola conseguenza di una intossicazione da piombo, opporremo loro l�ar-gento a bassa dinamizzazione.

L�argento è un rimedio utile anche nelle ulcere dell�apparatodigerente, affezione caratterizzata dalla predominanza della digestione �processo astrale di distruzione � sulla corrente eterica di rigenerazionedella mucosa digestiva . In questo caso dobbiamo prescrivere l�Argentumnitricum D4 o D6, ricorrendo alla capacità dell�Argentum per stimolarela rigenerazione e al Nitricum per assorbire l�eccesso di astralità. Ad altadinamizzazione, l�Argentum nitricum ha proprietà diametralmente op-poste; lo vedremo più altre.

Normalmente, il corpo eterico coincide abbastanza esattamentecol corpo fisico, ma l�articolazione tra i due elementi costitutivi inferio-ri può essere turbato in diversi modi. Un trauma fisico o morale puòprovocare un certo distacco del corpo eterico. Il termine distacco, presonel suo senso letterale, caratterizza perfettamente l�anomalia: il corpo

Un rimedio perl�eccessivamineralizzazione

Le ulceregastroduodenali

Disarmonie tra fisico edeterico...

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eterico non coincide più esattamente col fisico. Un tale stato si tradurràcon disturbi della vitalità o con disturbi della coscienza, eventualmentecon tutti e due insieme. È un processo dello stesso genere di quello che èall�origine della medianità: la parte del corpo eterico staccata dal fisico,riflette verso il corpo astrale, anche lui parzialmente staccato, processiestranei al proprio organismo, senza usare la via dei sensi. Una talepercezione extra-sensoriale si accompagna dunque, a causa del distaccopiù o meno completo degli elementi superiori, a una diminuzione dellacoscienza e ad una perdita di quel controllo che l�Io dovrebbe esercitaresu ogni percezione. Con qualche variante, ritroviamo un processo simi-lare nei sonnambuli o nei soggetti in stato di ipnosi, dato che il distaccodel corpo eterico interessa principalmente la zona posteriore della testa.In un soggetto sottoposto ripetutamente all�ipnosi, il distacco del corpoeterico, sempre più instabile, tende a persistere; e così la persona diventasempre più facile da ipnotizzare. A lungo andare, questo stato porteràcon sè dei gravi disturbi persino sul piano fisico. Notiamo ancora che unsoggetto dall�Io sufficientemente forte può sembrare resistere all�ipno-tizzatore.

In tutti questi disturbi dobbiamo ricorrere all�argento, perchéquesto metallo lega più intimamente il corpo eterico al corpo fisico.Anche qui la norma sarà la bassa dinamizzazione, intorno alla D6. Incaso di trauma si deve completare il trattamento con unzioni al bassoventre con Oxalis 10% ungt.

L�isterismo è affine ai disturbi che precedono, perché è una speciedi versamento delle forze eteriche che respingono il corpo astrale versola periferia; da lì derivano le sensazioni superficiali così diverse percepi-te da questi ammalati: sfioramenti, solletico, formicolii, ecc.

Anche in questo caso l�argento sarà utile per riportare al suo postoil corpo eterico. All�inizio del trattamento, è particolarmente indicatoqui l�argento vegetabilizzato, Bryophillum argento cultum 0,1%. Si devesomministrare sotto forma di iniezioni sottocutanee nelle coscie, per-ché bisogna attirare verso il basso il corpo eterico che tende a dilagarenell�alto dell�organismo. Più tardi, sarà bene consolidare il trattamentocon il metallo (Argentum met. D6) o al suo composto naturale di antimo-nio, la discrasite, che aggiunge alle proprietà dell�argento l�effetto distrutturazione dell�antimonio.

Le allucinazioni sono, anch�esse, manifestazioni abbastanza similialle precedenti. Abbiamo visto che i nostri processi di coscienza posso-no compiersi solo nella misura in cui la vita si sia ritirata dagli organineuro-sensoriali. Il cervello è come uno specchio il cui ruolo è quello diriflettere le nostre percezioni verso gli elementi costitutivi superiori. La

L'Argento

...e il loro trattamento

L�argentonell�isterismo

Le allucinazioni

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2 5 2 Medicina antroposofica

qualità di uno specchio è la sua passività, perché se introduce elementiche gli sono propri, deforma l�immagine riflessa. Allo stesso modo, sedei processi vitali invadessero il nostro cervello, le immagini riflesse allanostra coscienza sarebbero deformate e, a un grado maggiore, prende-rebbero vita nuove immagini. Questo è, in fondo, il processo di allucina-zione. Anche qui, l�argento è il mezzo per richiamare nella loro sfera iprocessi eterici vitali (Bryophillum argento cultum 0,1% e successivamen-te Dyscrasite D20).

La ripercussione dell�instabilità del corpo eterico sull�organismo-acqua, suo supporto, ne turba le funzioni. La mancanza di turgore neitessuti del lattante ipotrofico segnalato prima ne è un esempio; l�enure-sia infantile ne è un altro, e giustifica un trattamento con l�argento, sottoforma di unguento (Argentum met. D1 ungt.) applicato la sera nella zonavescicale. Anche certe diarree rivelano queste labilità e reagiranno beneall�argento. Tale metallo costituisce, così un regolatore dell�organismo-acqua che agisce bene tanto nell�eccesso di secchezza che nell�eccesso diumidità.

L�antagonismo tra Saturno e la Luna sarà sfruttato ancora nelleaffezioni che rilevano un predominio della II corrente di Saturno (maallora si deve utilizzare l�argento ad alta diluizione (da D20 a D30). Lafebbre ne sarà la principale indicazione. Tuttavia non bisogna dimenti-care che essa è un aiuto prezioso, che si deve saper rispettare nellamisura in cui contribuisce alla guarigione. È solo quando va al di là delsuo scopo, sia per intensità che per durata, che converrà moderarla.Questo, per esempio, succede nelle febbri tifoidi. L�Argentum D20 oD30 si deve iniettare, secondo la necessità, ogni due giorni, ogni giorno eeccezionalmente due volte al giorno. Tuttavia non bisognerà aspettarsi,con l�argento, uno spettacolare calo della temperatura, e sarà a voltenecessario completare le iniezioni con i bagni o l�avvolgimento in pannibagnati.

La febbre accompagna nella maggioranza dei casi un processoinfettivo il cui esito è il disfacimento dei tessuti e la comparsa di pus. Laperdita della forma è stata riferita alla II corrente dei Giove, che presen-ta alcune somiglianze con la II di Saturno. Tutti i processi infettivi �sarebbe troppo lungo enumerarli � qualunque sia la localizzazione,necessitano di argento ad alta dinamizzazione. In questi casi sarà vantag-gioso sostituire al metallo uno dei suoi sali: Argentum nitricum da D20 aD30 per iniezioni sottocutanee attorno al focolaio d�infezione. ConArgentum nitricum, noi ricorriamo, da un lato, alle forze dell�Io grazieal metallo, e dall�altro lato mobilitiamo le forze del corpo astrale el�effetto dell�acido nitrico.

Regolazionedell�organismo-acqua

Rispetto a controllodella febbre

Indicazionid�Argentum nitricum

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2 5 3

L�Argentum nitricum D20 permetterà anche di combattere altriaspetti meno acuti della perdita della forma, tanto diversi come lapiorrea alveolo � dentaria, il rammollimento cerebrale e alcune formedi obesità. La gravidanza isterica costituisce un aspetto particolarissimodi questa perdita della forma e rientra nel campo dello stesso trattamen-to. D�altra parte, una simile affezione è affine all�isteria e quest�ultima, asua volta e in un certo senso, può essere considerata come una perditadella forma.

Abbiamo fatto notare a pag.- i rapporti che esistono tra la IIcorrente della Luna e la pelle, specialmente nell�ipertrofia dei tessuticornei. In questa affezione, sembra del tutto indicato usare quella sostan-za così particolare qual�è l�argento corneo (Argentum chloratum nat. daD6 a D10). L�eccesso della II corrente lunare si manifesta anche nelleatrofie e nelle affezioni virali del sistema nervoso, nelle quali, da princi-pio, si deve ricorrere all�argento a bassa dinamizzazione.

NOTE

1 La mappa del fondo del Pacifico, redatta con sondaggio agli ultrasuoni,rivela ugualmente un paesaggio lunare formato da una moltitudine divulcani sottomarini spenti. Ora è probabile che la Luna si sia staccata dallaterra dal polo Pacifico.

2 Cloos W., Saturn-Blei und Mond-Silber-Prozesse in Mensch und Erde, in Heilmit-tel für typische Krankheiten, Dornach, 1963.

L'Argento

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Capitolo XXVI

Lo Stagno

Riprendiamo la figura 9 di pag. 237. Da una parte e dall�altradell�asse di simmetria verticale che passa attraverso l�oro, troviamo, aldi sopra della coppia piombo-argento, una seconda coppia: stagno-mer-curio. Questi due metalli si distinguono per comportamenti particolari,come se cercassero di imporsi di fronte agli altri sfuggendo alla regolagenerale; è lo stesso per l�oro, posto in cima ad un triangolo isoscele aicui angoli inferiori troviamo il mercurio e lo stagno. La particolarità delmercurio, sulla quale torneremo, è di essere a temperatura normalel�unico metallo liquido.

Tra il ferro e il piombo, metalli smorti del gruppo di destra, lostagno ha una bella lucentezza, e si sarebbe tentati di scambiarlo colmercurio, la minore luminosità del quale e la tinta grigia farebberopiuttosto allineare a destra. Così, lo stagno somiglia un po� all�argentoed è stato a lungo usato al suo posto per fabbricare gli specchi (stagnatu-ra del vetro). I foglietti di stagno che nella nostra infanzia avvolgevano icioccolatini � rimpiazzati adesso da carta d�alluminio � erano impro-priamente chiamate «carta d�argento». Altra singolarità, lo stagno, chein natura si incontra generalmente sotto forma di ossido, non si ossida atemperatura normale e, come un metallo nobile, conserva la proprialucentezza.

Ma questo metallo sorprende anche per altre proprietà: è il soloche abbia un odore; questo compare non appena entra in contatto con lapelle. Non è tutto: al contrario degli altri metalli, quando lo si riscaldaoltre i 160°, invece di rammollirsi, si indurisce e diventa friabile alpunto da poter essere polverizzato. Dà così l�impressione di volersidifendere dall�azione del calore. Reagisce ancor più singolarmente alfreddo: al di sotto di � 18°, comincia a trasformarsi in una polvere grigia,lo stagno grigio, meno denso dello stagno bianco comune, e ciò tantopiù rapidamente quanto più è bassa la temperatura. Da quando è inne-

La coppiastagno-mercurio

Un metallo dalcomportamento

singolare

Reazione al caldo e alfreddo

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2 5 6 Medicina antroposofica

scata, tale trasformazione continua, come una malattia; e così gli Anti-chi parlavano di peste dello stagno. È anche possibile inoculare questo«malattia» a un pezzo di stagno che non ne è colpito, praticandovi unascarificazione e introducendovi un poco di stagno grigio. Si forma allo-ra, alla superficie del metallo, una specie di pustola che si estendeprogressivamente. Questa trasformazione dello stagno è stata, la causadella distruzione di molti pezzi antichi, conservati in alcuni musei nonriscaldati, durante inverni rigidi. Ma il processo non è irreversibile:fondendo lo stagno grigio, esso, raffreddato, ridiventa stagno bianco.

Il fatto di diminuire di densità per effetto del freddo, al momentodella trasformazione in stagno grigio, ciò è una proprietà che questometallo divide con l�acqua, che diminuisce di densità raffreddandosi (aldi sotto dei 4°C).

Col piombo, suo vicino, lo stagno ha alcune proprietà in comune:è molle, poco tenace, facilmente fusibile, cattivo conduttore del calore edell�elettricità, e agevolmente dilatabile. I metalli del gruppo di destra(fig.13, pag. 240) comportano un notevole scarto tra punto di fusione epunto di ebollizione, proprietà che culmina nello stagno, poiché loscarto è per lui di 2.038°. Anche qua, esso sembra voler resistere all�ef-fetto del calore e conservare lo stato liquido il più a lungo possibile. Lostagno, come il piombo, fonde facilmente, ma non si lascia forgiare. Incompenso, non annerendosi a contatto dell�aria, lo stagno è l�oppostodel piombo. Esso è anche il più leggero dei sette metalli principali.

Benché metallo molle, lo stagno possiede, al contrario del piombo,una struttura cristallina, e quando si piega una sbarra di stagno, siavverte uno scricchiolio: il grido dello stagno. Struttura cristallina emalleabilità (da non confondere con forgiabilità) sono due proprietàcontraddittorie che stupisce incontrare nello stesso metallo. È un�altramaniera di rendersi singolare. Lo stagno, come Giano, mostra così undoppio volto. In lega col rame, gli conferisce durezza formando ilbronzo. Aggiunto al piombo, fornisce una lega più fusibile di ognuno deisuoi componenti, cosa che lo fa usare per la saldatura detta «stagno».Tale saldatura, che contiene generalmente il 33% di stagno, deve aquest�ultimo la notevole fluidità che le permette di colare e insinuarsitra i pezzi da saldare. Si aggiunge un po� di stagno anche al metallo deicaratteri di stampa (piombo-antimonio-stagno) per accrescere la suafusibilità e la sua fluidità.

La chimica dello stagno è semplice: i suoi principali compostisono ossidi e cloruri. L�ossido bivalente SnO2, chiamato anche «polveredi stagno», è usato per la preparazione degli smalti e, a causa della suadurezza, per la levigatura delle pietre. Quest�ossido fornisce degli idrati

Stagno e piombo

Un metallo paradossale

Proprietà chimiche

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di carattere acido, capaci di formare degli stannati; così, gli ossidi distagno si comportano indifferentemente come un acido o come unabase; anche questa è una singolarità dello stagno. Il cloruro stannosoCl2Sn è adoperato in tintoria, è il «sale di stagno delle tintorie». In sèstesso è incolore, ma mette in luce il colore di certe tinture vegetali allequali si aggiunge. Il cloruro stannico Cl4Sn è un liquido volatile, come iltetracloruro di carbonio Cl4C e il tetracloruro di silicio Cl4Si.

Questi due elementi d�altra parte, il carbonio e il silicio, apparten-gono alla stessa famiglia dello stagno nella classificazione periodica deglielementi. In soluzione nell�acqua, il cloruro stannico si idrolizza for-mando un idrossido colloidale. Tra i composti dello stagno, citiamoanche il solfuro stannico S2Sn chiamato aurum musivum: l�oro deimosaici, adoperato per la doratura del gesso e del ferro.

In natura, lo stagno si incontra principalmente sotto forma diossido, la cassiterite. Essa si presenta in cristalli scuri, molto brillanti,che appartengono al sistema tetragonale la cui forma elementare è unprisma a base quadrata. La cassiterite forma dei filoni nel granito dovetende a sostituirsi al feldspato È spesso accompagnata da fluorite e datopazio o da granito topazificato. Il granito è composto da quarzo,feldspato e mica e forma così una triade in seno alla quale quarzo e micarappresentano gli elementi polari, relazionati da un elemento interme-dio, il feldspato Il quarzo è il cristallo per eccellenza, espressione delleforze cosmiche di strutturazione. La mica, invece, con le sue lamellesovrapposte, è più vicina all�elemento liquido, che si può rappresentarecome un�infinità di piani che scivolano gli uni sugli altri. Nei giacimentidi stagno, non è più il feldspato ad avere il ruolo di legame tra gliestremi, ma la cassiterite; essa così partecipa allo stesso tempo all�uno eall�altra. Noi ritroviamo nella struttura cristallina dello stagno le forzecosmiche del quarzo e nella sua malleabilità una proprietà che lo avvici-na all�elemento liquido a «struttura stratificata». Queste due proprietàsi manifesteranno sul piano terapeutico. Il quarzo in realtà è silice, unossido di silicio, metallo del gruppo dello stagno. Silice (SiO2) e cassiteri-te SnO2 hanno formule similari.

Gli Antichi cercavano lo stagno nelle isole cassiteridi, oggi Corno-vaglia, a sud-ovest dell�Inghilterra. Attualmente, i giacimenti più impor-tanti sono in prossimità dell�equatore. Pelikan (1) fa a questo propositoun�osservazione molto interessante: «Se si divide la Terra al centro colpiano della sua orbita attorno al Sole, quello dell�ellittica, si ottiene ungrande cerchio inclinato di 23°, 30' in rapporto a quello dell�equatore. Idiversi giacimenti di stagno si pongono su uno di questi grandi cerchi o,più esattamente, sistematicamente da una parte e dall�altra di questo. Ilquale cerchio attraversa esattamente i giacimenti boliviani: lapaz, oro-

Lo Stagno

Il minerale di stagno:la cassietrite

Geografiadello stagno

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ro, Potosi; in Africa, attraversa il Niger con i suoi importanti giacimen-ti. In Asia, passa per la Birmania, a nord e a sud della quale si trovano igiacimenti più ricchi del mondo. Infine, i giacimenti australiani e tasma-niani si trovano a sud di questo cerchio, mentre dall�altra parte dellaterra, a nord del cerchio, alla stessa distanza si trovano i giacimentimeno importanti della Spagna e le tanto celebri miniere di Inghilterra eBoemia. Se la terra girasse su sè stessa attorno a un�asse perpendicolare alpiano della sua orbita � come fa Giove unico tra tutti i pianeti -, sedunque il suo asse fosse spostato di 23°, 30', cosa che porterebbe il polonord nei pressi del grande Lago dell�Orso in Canada, i giacimenti forme-rebbero una cintura equatoriale di stagno con due sottili strisce a nord ea sud, nelle regioni temperate (fig.16).

Esiste dunque una geografia dello stagno in relazione ad una carat-teristica propria a Giove � il pianeta dello stagno -, che unico gira su sèstesso attorno ad un asse perpendicolare al piano dell�ellittica. Questageografia dello stagno è molto diversa da quella del piombo studiataprima.

Accanto alla cassiterite, segnaliamo l�esistenza di due minerali distagno di minore importanza: la pirite di stagno, che è un solfuro, e unsilicato naturale di stagno, l�arandisite, importante per noi sul pianoterapeutico.

Né lo stagno � purché esente da piombo � né i suoi sali sono tossiciper l�uomo, e questo metallo è stato in passato largamente utilizzato perla fabbricazione di cucchiai e recipienti destinati all�alimentazione. Ilfoglio di stagno, oggi rimpiazzato per ragioni economiche dal foglio dialluminio, più resistente ma meno morbido, serviva un tempo peravvolgere prodotti alimentari. Oggi, lo stagno ha un ruolo notevolenell�industria delle conserva, dove serve per la saldatura delle scatole esoprattutto a proteggerle dalla corrosione. Tale industria è attualmentecon molte probabilità la maggior consumatrice di stagno.

Aggiungendo un po� di stagno al rame, si ottiene il bronzo, la cuidurezza è dovuta alla struttura cristallina del primo. Il rame da solo nonsarebbe abbastanza duro per fabbricare utensili, armi o leve. Il bronzo haavuto un ruolo talmente importante nello sviluppo dell�umanità che hadato il proprio nome ad una civilizzazione: l�età del bronzo. Era allora ilmetallo più duro conosciuto dagli uomini e si resta stupefatti di frontealla perfezione dei monumenti realizzati usando attrezzi di bronzo.

Il nome dello stagno deriva probabilmente dal celtico ystaen, dacollegare col greco stenos che significa forza, col tedesco Stein e conl�inglese stone che significano tutti e due pietra, cioè «il duro». In latinosi trova stammum e stagnum, due sinonimi che servono a indicare sia lostagno che la palude, la distesa d�acqua. Stagno significa rendere solido,

Usi dello stagno

Rapida escursionelinguistica

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indurire. Queste parole evocano anch�esse il doppio volto dello stagno,da un lato la sua proprietà di indurire il bronzo e dall�altro il concetto difluido immobilizzato. Quando un avvenimento inatteso ci sorprende alpunto di impedirci di reagire, da renderci immobili come statue, noi cidiciamo stupiti, espressione che ha la stessa radici della parola inglesestone. Diremmo anche pietrificati. Ma è ancora un�altra maniera di«pietrificarsi». Colui che ha di sè stesso un�opinione troppo alta siconsidera volentieri un monumento che sucita l�ammirazione deglialtri, brillando di una luce artificiale che non è quella dell�oro e neppurequella dell�argento, una luce un poco usurpata come quella dello stagno.E così, per issarsi sul piedistallo, di quanta flessibilità da «stagno» eglisarà capace anche quando le sue articolazioni cigolano sia pure poco!Speriamo che una dinamizzazione del metallo di Giove possa guarirenello stesso tempo le sue ginocchia arrugginite e il suo orgoglio! Ma conquesto suggerimento affrontiamo già la terapeutica.

Eccesso di consistenza ed eccesso di fluidità sono le chiavi dellaterapeutica per mezzo dello stagno. Queste manifestazioni riflettono idisturbi dell�organismo-acqua in relazione col fegato. Abbiamo riassun-to le affezioni caratteristiche di tali processi in rapporto alle correnti diGiove e di Mercurio nella tabella di pag.- In principio, quando si manife-sta la tendenza all�indurimento e al disseccamento, che esprime unapredominanza della I corrente di Giove, noi ricorriamo allo stagno indinamizzazione media: Stannum met. da D8 e D12. Agiremo nella stessamaniera nei processi di ristagno relativi ad una predominanza della II

Fig. 16: Principali giacimenti e circolo dello stagno

Lo Stagno

Tra solido e liquido

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corrente di Mercurio. Allora dobbiamo prescrivere Stannum met. dallaD8 alla D12 nelle cirrosi, le asciti, gli edemi e in certi eczemi in relazionecol fegato. Nello stesso ordine di idee, esiste una precisa indicazione diRudolf Steiner che concerne il trattamento complementare delle corizespasmodiche con Plumbum/Stannum: nei soggetti a tendenza ipocon-driaca, si deve dare Plumbum D14 2 parti / Stannum D14 1 parte e neisoggetti a tendenza eretica Plumbum D14 1 parte / Stannum D14 2 parti,questo sotto forma di triturazione due volte al giorno grande come unpisello (2). Nello stesso quadro, notiamo anche i bambini adenoidei,poco svegli e predisposti ai parassiti intestinali � sintomi che riflettonouna certa forma di ristagno � ai quali dobbiamo prescrivere pure loStannum da D8 a D10 trit.

Il risentimento dei disturbi epatici sullo psichismo si manifesteràprincipalmente con la depressione, talvolta con la mania o anche conun�alternarsi di entrambe. Il trattamento deve sempre cominciare colmetallo vegetalizzato per iniezioni sottocutanee: Taraxacum stanno cul-tum 0,1% nella depressione e Cichorium stanno cultum 0,1% nella mania,entrambi associati di preferenza all�Epatina D4. Eccezionalmente, incasi molto gravi, si dovrà ricorrere ai metalli vegetalizzati all�1%. Inseguito, sarà necessario consolidare il trattamento con lo Stannum met.da D8 a D12 o con l�Arandisite, un silicato naturale di stagno, in D6 oD15.

Anche le formazioni cistiche sono da mettere in relazione con undisturbo dell�organismo-acqua, perché sono anche loro una forma diristagno legato al fegato, che necessita di stagno. Così, le cisti ovaricheregrediscono rapidamente con Alumen crudum 0,1% / Cuprum met.0,0002% / Nitricum acidum 0,23% / Stannum met. 0,2% / Eccipiente q.b. al100% e non è raro che dopo una settimana di trattamento la cisti non siapiù palpabile, perché, da quando si abbassa la pressione del liquido, lacisti diventa flaccida come un pallone sgonfio e non da più alla mano chepalpa l�impressione di durezza che aveva permesso di scoprirla. Bisognatuttavia continuare il trattamento per parecchie settimane, anzi parec-chi mesi, istituendo ogni tanto una pausa di dieci, quindici giorni. Nellastessa ottica, un�iniezione di Stannum, da principio in D20, potrebbeessere capace di alleviare rapidamente una sindrome di Ménière, agendosull�ipertensione dell�endolinfa. Lo stesso trattamento potrebbe essereproposto anche per l�ipertensione intracranica. Nei processi simili alglaucoma, sono stati ottenuti ottimi risultati con iniezioni sottocutaneedi Stannum met. da D20 a D30 e istillazioni oculari di collirio Stannummet. D8 / Succinum D6 aa. Tale trattamento dovrà essere completato consomministrazione per bocca di Cissus ossa D3 o D6 trit. (esiste anche periniezioni sottocutanee in D6).

Lo stagno nelledepressioni

Stagno e formazionicistiche

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L�eccesso della II corrente di Giove è caratterizzata dalla perditadella forma. Ne abbiamo un tipico esempio nell�idrocefalia. Oltre l�un-guento al piombo da applicare nella zona della spiga si deve applicare lamattina un unguento allo stagno sulla fronte (Stannum D1 25% ungt.). Sideve anche confezionare un berretto munito di un foglio di stagno che ilbambino deve portare durante la notte. Per bocca si deve dare Stannummet. da D15 e D20 trit., due volte al giorno quanto un pisello mescolatoal latte del biberon (oppure, se si tratta di un bambino allattato al seno,somministratelo così com�è prima della poppata). I bambini idrocefalisono ipersensibili a tutti gli stimoli neuro-sensoriali e particolarmentealla luce; e così Rudolf Steiner raccomandava di non esporli al sole elasciarli durante il primo anno ed eventualmente anche il secondo, inuna semi oscurità, facendoli uscire solo al crepuscolo. La prescrizione el�applicazione di tale misura hanno bisogno di molto coraggio, ma ibuoni risultati della terapia sono la prova della sua validità.

Stannum da D8 a D10 si deve dare in tutti i versamenti infiammato-ri, pleuriti, pericarditi, asciti, e negli idrartri, sotto forma di iniezionisottocutanei loco dolenti, associato eventualmente a Bryonia D6. È benecompletare questo trattamento con unzioni delle zone interessate conStannum met. D1 ungt. Tale trattamento spesso rende le punture super-flue e in genere permette di evitare le conseguenze, specialmente leaderenze. Stannum D10/Bryonia D3 sarà un buon farmaco anche per labronchite.

L�artrosi è la principale indicazione dello stagno. Essa è contempo-raneamente disseccamento e perdita della forma � questa può esseresecondaria � delle cartilagini articolari. Si deve prescrivere lo Stannum1% poi 5% trit. quanto un pisello tre volte al giorno. Congiuntamente sideve prescrivere Phosphorus in ol.D3, prima una goccia, poi due, poi treogni mattina, da prendere in un poco di zucchero. In seguito si ridiscen-de a due gocce, poi a una. Si sospende poi tanto il Phosphorus che loStannum per due settimane e si ricomincia.

Lo Stannum D10 5% potrà essere prescritto anche in un altroaspetto della perdita della forma, nella fattispecie in alcune obesità.Bisogna però essere prudenti nella prescrizione dello Stannum ai soggettimagri e devitalizzati, ed eventualmente far precedere il trattamento conlo stagno da una cura di una quindicina di giorni di Argentum D6.Abbiamo d�altronde già ricordata la perdita della forma a propositodell�argento; quanto precede può, all�occorrenza, motivare la scelta tra idue metalli.

Nella scarlattina Rudolf Steiner raccomandata di fare delle bagna-ture o avvolgimento con l�aggiunta di un cucchiaio di Cassiterite 0,1%,

Lo Stagno

Trattamentodell�idrocefalia

Stannum neiversamenti

Trattamentodell�artrosi

La cassiterite, ilrimedio della

scarlattina

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2 6 2 Medicina antroposofica

l�ossido naturale di stagno, al fine di prevenire le complicazioni di questamalattia come nefriti e reumatismi. Ciò si spiega quando si sa che, inquesta malattia, l�influenza intensa dell�Io può avere come conseguenzauna degradazione dell�organismo-acqua. In questa stessa ottica si puòcapire come Rudolf Steiner abbia raccomandato la Cassiterite D2 alter-nata a Cuprite in due casi di morbo di Basedow. Se, dopo aver cosìstudiato lo stagno, consultiamo una patogenesi dello Stannum capiremomeglio i sintomi che vi appaiono, scoperti empiricamente dagli omeo-pati. Non abbiamo d�altro canto la pretesa di aver esaurito i casi chegiustificano il ricorso allo Stannum e abbiamo voluto dare solo un filoconduttore che permetta di usare giudiziosamente tale metallo.

NOTE

1 Pelikan W., I sette metalli, op. cit.

2 Walter H., Die sieben Hauptmetalle, obs. 109.

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Capitolo XXVII

Il Mercurio

Quale bambino, dopo aver rotto un termometro, non ha tentatodi afferrare le gocce di mercurio sparse sul pavimento? Ma appena crededi averle prese ecco che scappano dividendosi in goccioline ancora piùpiccole e mobili che si disperdono ai quattro angoli della stanza, ebisogna usare dell�astuzia per raccoglierle, tanto è la vivacità che manife-stano; si può per esempio farle rotolare su un foglio di carta, dovediventa possibile riunirle in una goccia più grossa che sfugge al minimomovimento. Perché l�argento vivo spinge al gioco, anzi di più, è ungioco esso stesso, un gioco che, sfortunatamente, non è privo di pericolodata la tossicità di questo metallo (1). Se si riesce a trattenere un po� dimercurio nel cavo della mano, si prova una curiosa sensazione di pesan-tezza che contrasta stranamente con la sua mobilità. Perché il mercurioè, dopo l�oro, il più pesante dei nostri sette principali metalli, con unadensità di 13,5, ponendosi così all�opposto dello stagno che è il piùleggero. Ma il mercurio subisce totalmente la forza di gravità soloquando è tenuto in un recipiente chiuso. Dal momento che si libera, essocerca di emanciparsi dal peso disperdendosi nell�atmosfera sotto formadi gocce estremamente piccole. Questa dispersione è così rapida che, seuna goccia di mercurio cade per terra nell�angolo di un stanza, qualcheistante dopo si possono scoprire tracce in tutta l�atmosfera del posto. Sitratta effettivamente di una diffusione che avviene anche in assenza dicorrenti di convezione, che avrebbero bisogno di un tempo molto piùlungo per diffondere i vapori di mercurio in tutte la stanza.

Se il mercurio si disperde tanto agevolmente sotto l�influenza delleforze della leggerezza, le goccioline si riuniscono non meno facilmentequando dominano le forze della pesantezza. È sufficiente dare al foglio dicarta sul quale si trovano le goccioline una forma leggermente concavaper vederle confluire sul fondo e fondersi in una sola grossa goccia.Questo processo di concentrazione, di confluenza, è irrealizzabile congli altri metalli in condizioni ordinarie. Si può realizzarla tuttavia, siasottoponendo i metalli preventivamente ridotti in polvere a pressioni

Il gioco dell�argentovivo tra gravità e

leggerezza

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2 6 4 Medicina antroposofica

elevatissime � procedimento detto sinterizzazione -, sia portando ilmetallo allo stato mercuriale, cioè fondendolo. Ma c�è anche un�altramaniera di riunire fra loro particelle metalliche: si usa proprio il mercu-rio realizzando un amalgama, cioè una lega di mercurio con un altrometallo. È in questo modo che si otturano le cavità dentarie ricorrendoad un amalgama di argento chiamato impropriamente piombatura. Leparticelle d�argento triturate con qualche goccia di mercurio si saldanorapidamente tra di loro formando una massa che indurisce progressiva-mente. In un processo così, il mercurio manifesta visibilmente il suoruolo di elemento legante o intermediario, capace di riunire ciò che èseparato.

Dispersione � riunione (2), l�alternanza tra queste due tenenza,l�armonizzazione tra questi due poli, caratterizzano non solo il mercu-rio in quanto metallo, ma anche tutto quello che si può raggrupparesotto il nome di processo mercuriale, quello che gli alchimisti chiamavanoMERCUR (3). Per loro, MERCUR era uno stato, o meglio un processointermediario tra quelli che designavano come SULFUR (lo zolfo) eSAL (il sale). Nel sale, il processo di concentrazione continuava sino allostato di minerale, designato anche col nome di TERRA. In quello dellozolfo, la dispersione porta alla fine al FUOCO, al calore. MERCURoscilla tra i due senza mai raggiungere gli estremi: la sua condensazioneporta solo allo stato di ACQUA e la sua dispersione a quello di ARIA.Ciò ci permette di stabilire un rapporto tra i tre stati e i quattroelementi:

FUOCO �-��� ZOLFOARIA ���� MERCURIOACQUA ���� MERCURIOTERRA ���� SALE

Il mercurio è ora ARIA, ora ACQUA.

Considerato così, MERCURIO può essere collegato ai processiorganici che si compiono da una parte e dall�altra del diaframma: sopra,nel polmone � organo del pianeta Mercurio -, si manifesta come ARIA;sotto, negli intestini, come ACQUA. La costante mobilità dei villiintestinali, paragonabili a gocce d�acqua, e la fluidità del mezzo intesti-nale giustificano pienamente tale punto di vista.

La natura ci offre molti esempi di MERCUR; la rugiada ne è unaesemplificazione tipica, nei suoi due aspetti di condensazione e di disper-sione. Il primo porta alla formazione sull�erba di gocce che talvoltaarrivano a riunirsi formando piccole pozze d�acqua, come si può osser-vare nel cavo delle foglie di alchemilla, pianta che ha la forma di unparapioggia rovesciato e mezzo aperto. Alla fase notturna di condensa-

Il processo MERCUR

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zione, succede, sin dal levar del sole, quella di dispersione: la rugiadaevapora e ridiventa ARIA. Rudolf Steiner esprime così questa polarità:«Come un tessitore, il processo mercuriale collega continuamente ilcosmico al terrestre»; e ancora: «Il mercuriale è la compensazione tra iltellurico e ciò che, in qualche maniera, è sovra-tellurico... tra il terrestree l�extra-terrestre» (4). MERCURIO appare dunque come il mediatore,il ritmo compensatore tra i due poli SAL e SULFUR, che si avvicina oraall�uno, ora all�altro, senza mai raggiungerli.

Se per la sua eterna ripetizione la cellula appartiene alla Luna, perla sua forma deve essere collegata a Mercurio. Non ha forse come formafondamentale, malgrado tutte le varianti, la forma di goccia? Anchenella cellula noi ritroviamo le due tendenze: quella alla dispersione checaratterizza gli esseri unicellulari, le amebe per esempio, e quella allacondensazione in quegli ammassi di protoplasma chiamati syncytiums,che si incontrano soprattutto nel tessuto reticolo-endoteliale (5). L�espe-rimento di Arndt come l�abbiamo descritto illustra particolarmentebene le due tendenze: la prima fase ameboide di moltiplicazione checorrisponde alla dispersione, e la seconda di formazione del fungo aquella di concentrazione. Nei tessuti organici pluricellulari � la quasitotalità di quelli che costituiscono il nostro organismo � le due tendenzesi equilibrano.

La cellula vivente è così simile alla goccia di mercurio che sembrabasterebbe un niente per valicare il passo tra l�inanimato e il vivente,sogno di tanti biologi. Rudolf Steiner spiega che cosa vi si oppone (4): «Ilmercuriale è ciò che è stato privato della vita e ne ha conservato solo laforma a goccia, e dobbiamo considerarlo come dotato di un�irresistibileinclinazione a diventare goccia vivente, a diventare una cellula; ma ne èimpedita dall�azione del pianeta Mercurio e non è altro che un cadavere:una gocciolina di mercurio...Ogni goccia di argento vivo sarebbe viva inassenza del pianeta Mercurio».

Sono dunque delle forze planetarie che impediscono alla vita dinascere in tutto ciò che prende forma di goccia, le stesse forze planetarieche sono all�origine del metallo che chiamiamo mercurio, forze che noiliberiamo di nuovo con la dinamizzazione per usarle sul piano terapeutico.

Unico metallo esistente allo stato liquido a temperatura normale,il mercurio contrasta così con lo stagno e la sua struttura cristallina.Un�altra polarità tra questi due metalli si manifesta nel loro modo direagire al calore: il mercurio comincia a volatilizzarsi a temperaturaambiente, mentre bisogna raggiungere i 2.038° per far passare lo stagnodallo stato liquido a quello gassoso. Per portare il mercurio a ebollizionebasta fargli raggiungere i 396° oltre il punto di fusione (fig. 13). Lo

Il Mercurio

La cellula e lagoccia...

...e la vita

Polaritàmercurio-stagno

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2 6 6 Medicina antroposofica

stagno, benché leggero, rifiuta così di perdere la propria unità, mentre ilmercurio vorrebbe continuamente sottrarsi alla pesantezza disperden-dosi. E così, proprio come lo stagno suo antagonista, il mercurio sidistingue con un comportamento singolare. Questo si manifesta anchenella sua conduttività termica ed elettrica, entrambe deboli, mentre ci siaspetterebbe l�inverso, a causa della sua posizione a fianco del rame edell�argento (fig. 12). Ma tale irregolarità non è altro che la conseguenzadel suo stato liquido. Reso solido per mezzo di raffreddamento al disotto di � 39°, il mercurio diventa un buon conduttore. Altra singolaritàdel mercurio: il suo potere riflettente relativamente basso e il suo coloregrigio, di fronte allo stagno, metallo brillante dalla tonalità più calda,come se questi due metalli avessero scambiato il posto che spetta loro acausa del loro comportamento di fronte alla luce.

Le proprietà chimiche del mercurio sono caratterizzate dalla suaforte elettronegatività, simile a quella dell�argento, e per il fatto di esseredapprima monovalente come gli altri metalli del gruppo di sinistra(fig.14, pag.-). Il mercurio è così quasi un metallo nobile, che rifiuta dicombinarsi con l�ossigeno a temperatura normale e che conserva la suabrillantezza quando è puro; ma si appanna rapidamente a contattodell�aria se contiene tracce di rame o di piombo, a causa dell�ossidazionedi questi ultimi.

Così è possibile purificare il mercurio facendolo attraversare dauna corrente d�aria che ossida le impurità e queste, più leggere, siraccolgono in superficie. Il mercurio si combina con l�ossigeno soloverso i 350°, formando un ossido rosso, la cui formula è HgO, che siscompone di nuovo nei suoi elementi se si alza la temperatura arroven-tandolo. Tale proprietà è stata utilizzata in laboratorio per estrarreossigeno dall�aria. Caratteristica di questo metallo è anche il fatto che ilmercurio non forma idrati né carbonati.

Se il mercurio non si unisce volentieri all�ossigeno, all�idrogeno eal carbonio, possiede in compenso una marcata affinità con gli alogeni elo zolfo. I suoi due cloruri, il mercuroso o calomelano e il mercurico osublimato corrosivo, sono molto conosciuti. Il calomelano è una polve-re bianca non solubile nell�acqua. In presenza di ammoniaca, diventa diun nero intenso, da cui deriva il nome di calomelano che significa «nerobello». La polarità tra leggerezza e pesantezza che caratterizza il metal-lo, nel suo sale si manifesta sotto forma di opposizione tra luce eoscurità. (6). Per il fatto di non essere solubile, il calomelano è insipido enon tossico, cosa che ne ha permesso l�utilizzazione come vermifugo ecome purga, anche per i bambini. Il sublimato, invece, leggermentesolubile nell�acqua, è un potente veleno, usato a volte per disinfettare lemani e gli strumenti chirurgici.

Proprietà chimiche

Calomelano esublimato

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Con lo zolfo, il mercurio forma dei solfuri uno dei quali, di coloreintenso, è usato in pittura sotto il nome di vermiglione. È il colorepreferito dai bambini, colore che si accorda molto bene con la lorocostituzione eminentemente mercuriale.

Il mercurio si incontra allo stato naturale, proprio sotto forma diun solfuro, il cinabro, anch�esso di colore scarlatto. Il cinabro si trasfor-ma facilmente in mercurio metallico con semplice arrostimento, opera-zione nella quale si riassume tutta la sua metallurgia. Questo mineralecontiene quasi sempre mercurio metallico in piccole goccioline. Se siillumina un campione di cinabro con la luce di una lampada a vapori dimercurio, il suo bel colore rosso si spegne e la pietra appare grigiastra.Perché la luce emanata da una lampada di quel genere, prodotta da unarco elettrico che viene fuori in un�atmosfera rarefatta di vapori dimercurio, ha una colorazione blu-verde, che è complementare a quelladel cinabro.

Il rosso vivo che dà origine al «calore» dello zolfo è in contrastocol blu-verde dovuto all�elettricità. Sempre il calore è quello che dàorigine all�ossido rosso e che trasforma l�ossido giallo ottenuto chimica-mente in ossido rosso. Tali diverse manifestazioni ci lasciano intravede-re un contrasto tra gli effetti del calore e quelli dell�elettricità, che noiqui non possiamo sviluppare di più.

Annotiamo ancora che la luce emanata da una lampada a vapori dimercurio è ricca di radiazione ultravioletta dotata di un�intensa attivitàchimica, sebbene invisibile, i raggi ultravioletti impressionano l�emul-sione fotografica e sono capaci di effettuare numerose sintesi chimiche,tra cui a livello della pelle quella della vitamina D, dall�ergosterolo.

I giacimenti di cinabro, l�unico minerale di mercurio sfruttato,sono soprattutto europei. Più dell�8'% del metallo estratto proviene daAlmaden in Spagna, da Monte Amiata in Italia e da Idria in Carniola. Igiacimenti americani e russi sono molto meno importanti. Il mercurio ècosì doppiamente il metallo di mezzo, a metà strada tra l�oriente el�occidente, a metà strada anche tra le zone tropicali e il polo Nord.

Ad Almaden, l�estrazione del mercurio è oggetto di una usanzastrana: tutti gli abitanti, qualunque sia la loro professione, lavorano allaminiera uno o due giorni alla settimana; si vedono così medici e avvocatipartecipare allo sfruttamento della miniera. Facendo ricorso in talmodo a tutta la popolazione, è stato possibile ridurre al minimo iltempo del lavoro di ognuno e, di conseguenza, il tempo di esposizione alrischio di intossicazione. Benché conosciuto sin dall�antichità, il mercu-rio era un tempo poco usato. Il suo sfruttamento in maniera intensa èstato iniziato dagli Spagnoli all�epoca di Carlo V allo scopo di estrarre,per amalgamazione, l�argento dei giacimenti poveri, dopo l�esaurimen-

Il Mercurio

Il vermiglione

Stato naturale

Un metallo «europeo»

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to dei più ricchi. E così se ne è estratto e trasportato in America più di100.000 Kg all�anno.

Il mercurio è usato in numerosi apparecchi di fisica, per lo piùstrumenti di misurazione, i più comuni dei quali sono il barometro e iltermometro, nei quali questo metallo serve a mettere in evidenza unostato fisico. Ha così un ruolo di intermediario, di legame tra il mondofisico e l�uomo. In altri apparecchi serve a stabilire contatti elettrici,altra maniera di realizzare dei legami. Tanti altri usi di questo metallo siricollegano a tale funzione di legame già ricordato a proposito di amal-gama, per esempio quando il mercurio è usato come catalizzatore, cioèallo scopo di realizzare sintesi chimiche nelle quali interviene con la suasola presenza. Questa funzione di relazione era rappresentata dagliAntichi con l�immagine del dio Mercurio dai sandali alti (per i GreciErmes).

La divisibilità del mercurio si manifesta in special modo in presen-za dei corpi grassi, cosa che permette di realizzare delle sospensioni (oliogrigio, unguento grigio, unguento napoletano, ecc.) nelle quali le goccio-line metalliche sono così piccole che sono capaci di passare attraverso lapelle e provocare intossicazioni. Il mercurio così si insinua in tuttol�organismo e si fissa preferibilmente sui grassi. Diventa allora difficileeliminarlo dall�organismo nel quale tende ad accumularsi. Questo fattoè stato messo spesso in evidenza dall�anatonomo Hyrtl che esercitava aVienna nel secolo scorso. Ogni volta che praticava un�autopsia, nonmancava mai di spezzare un osso e mostrarlo ai suoi studenti. Se ilsoggetto aveva subito un prolungato trattamento antisifilitico di mercu-rio, si vedevano allora le goccioline del metallo che si era accumulatonelle trabecole ossee.

L�idrargirismo o intossicazione da mercurio è una malattia grave,per lo più di origine professionale, le cui vittime sono gli operai chelavorano col mercurio (estrazione del metallo, fabbriche di termometri)o con i suoi sali (cappellifici). Ma il mercurio è oggi utilizzato cosìlargamente che finisce per avvelenare i mari e gli oceani, al punto daprovocare intossicazioni di massa, come a Minamata in Giappone, dovecentinaia di pescatori sono morti o si sono ammalati. Il mercurio conte-nuto nell�acqua di mare è assorbito e concentrato nel plancton.

Questo, assorbito a sua volta dai molluschi, subisce nel loro orga-nismo una nuova concentrazione. Sono allora i pesci che si nutrono dimolluschi che concentrano nuovamente il veleno. Alla fine: pescatori diMinamata, che vivono quasi esclusivamente di molluschi e di pesce,hanno accumulato nel loro organismo quantità di mercurio tali daprovocare disturbi gravi e spesso mortali.

Un ruolo diintermediario

Il mercurio cerca diinsinuarsi dovunque

Intossicazionemercuriale

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Se, a causa della nostra alimentazione più varia, noi siamo menoesposti a incidenti mortali come quelli dei pescatori di Minemata, ciònon toglie che rischiamo forme di intossicazione tanto più pericolose inquanto esse sono lente e subdole. Il pericolo è così reale che certi paesinordici sono arrivati a limitare per legge il consumo settimanale delpesce! Si resta costernati davanti la leggerezza � ma si tratta veramente dileggerezza? � di certi scienziati, che fissano dei tassi al di sotto dei qualinon ci sarebbero più effetti tossici, perché nel corso di brevissimi perio-di di osservazione non hanno scoperto niente di anormale. Certo èdifficile stabilire una relazione di causalità su periodi di dieci, venti etrenta anni, ma proprio questo dovrebbe spingere alla massima pruden-za. L�aumento del tasso di mercurio nei crostacei e nei pesci dimostrache i meccanismi di disintossicazione naturale che esistono, sono verosi-milmente sovraccarichi e incapaci di controbilanciare i massicci scari-chi tossici delle industrie e dell�agricoltura.

Le intossicazioni acute si traducono in disturbi dell�apparato dige-rente (ulcerazione delle mucose e diarree) e renali (nefrite). L�anuriaprovocata dalla nefrite mercuriale si deve contrastare con l�azione diu-retica di certi composti organo-mercuriali. Ciò che, in un caso, provocala malattia può anche, usato correttamente, aiutare la guarigione. Nelleintossicazioni croniche, noi osserviamo tanto manifestazioni digestivadi accelerazione del transito, come pure sintomi di intensificazione deimovimenti sotto forma di tremori. Ad uno stadio diverso, le manifesta-zioni hanno una tendenza contraria: rallentamento delle escrezioni conindurimento ghiandolare e rallentamento dei movimenti che arrivanoalla paralisi con contratture muscolari dolorose (calambres dei minatorispagnoli). L�intossicazione da mercurio può dunque manifestarsi sottodue opposti aspetti: accelerazione o rallentamento.

In una conferenza del 30 giugno 1922 (7) Rudolf Steiner espose unaspetto dell�azione delle forze mercuriali che permise di affrontaremeglio la terapeutica: «L�azione delle forze mercuriali dà all�uomo lapossibilità di prendere possesso dei costituenti solidi del proprio corpo.Se tali forze mercuriali non esistessero, noi resteremmo sempre al difuori della parte consistente del nostro organismo». Sono proprio questeforze che permettono al mercurio di insinuarsi con tanta facilità in tuttoil corpo, forze che si manifestano tipicamente nella diapedesi leucocita-ria e più genericamente in tutti i movimenti e in tutti gli scambi liquididell�organismo.

Queste forze, le abbiamo già incontrate studiando le correntiplanetarie di Mercurio di cui sono le manifestazioni. Il loro eccesso o laloro mancanza sono da ricollegare all�una e all�altra di tali correnticome le abbiamo schematizzate nella tabella 2, come le malattie corri-

Il Mercurio

Ruolo delle forzemercuriali

nell�organismo

Metallo e correntiplanetarie

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spondenti date a titolo di esempio. Abbiamo dimostrato che certe affe-zioni dovute ad una predominanza della II corrente di Mercurio (o aduna insufficienza della I) si possono curare con lo stagno; il farmaco baseresta tuttavia il mercurio, che sembra possedere un�azione più diretta,più immediata, ma può essere anche meno durevole e profonda di quelladello stagno. Ricordiamo ancora che il bambino, tra i sette e i quattordi-ci anni si trova in un periodo «mercuriale» nel corso del quale saràparticolarmente sensibile ad una terapia che utilizza il mercurio.

Il bambino linfatico, adenoideo, è un tipico esempio dell�insuffi-cienza della I corrente. In un bambino così, le correnti liquide sonorallentate e danno un�impressione di ristagno. Lo sviluppo eccessivodegli organi linfoidi � tonsille, adenoidi, ecc. � è l�espressione di una lorostasi. Il processo mercuriale si manifesta in questo caso nel suo aspetto dicondensazione, e noi gli opporremo preferibilmente la forma «calda»del mercurio: il cinabro � generalmente è usato in D20, giustificato neipressi del polo cefalico. Se però si tratta di un processo che interessatutto l�organismo, sarebbe più logico usare una dinamizzazione media,per esempio la D12, sempre sotto forma di triturazione. Tale trattamen-to dovrà essere completato da altri provvedimenti tra cui la sommini-strazione dell�Archangelica è uno dei principali. L�Archangelica è unapianta il cui carattere mercuriale si manifesta in un certo equilibrio inciò che in essa ha rapporto con l�aria e con l�acqua. Deve essere sommi-nistrata in D3 o D6 prima dei tre pasti da 5 a 8 gocce, contemporanea-mente al Cinnabaris D12 o D20 trit. Non bisogna dimenticare di dare iSali calcarei nutritivi Weleda N°1 e 2, Conchae che ha un�azione disidra-tante. Infine, l�applicazione di unguento Berberis fructus 10% sulla zonadella vescica, prima di addormentarsi, si è rivelato molto efficace.

Il Cinnabaris D20 sarà una buona medicina anche per le angine,soprattutto le angine rosse. Ricordiamo che l�angina è la conseguenzaorganica di una stasi nella corrente del destino (Cfr. vol. I, nota (1)), ecolpisce spesso esseri che si trovano nell�incapacità di assumere unnuovo orientamento della loro esistenza, o perché non ne trovano laforza in sè stessi, o perché fattori esterni vi fanno ostacolo.

La difterite è un aspetto particolare di questo problema e RudolfSteiner ne riferisce le cause a un�esistenza anteriore nel corso della qualeil soggetto si sarebbe dimostrato particolarmente collerico (8). In questamalattia, l�uso del Mercurius cyanatus D4, da 5 a 8 gocce ogni due, quattroore, alternato a Apis 0,1% / Belladonna 0,1% / Eucalyptus 0,1% / Eccipien-te q.b. al 100% per nebulizzazioni della faringe, dà risultati costanti,indiscutibilmente superiori al siero antidifterico sia per la rapidità del-l�azione che per la qualità della guarigione. La sparizione delle false

Trattamento degliadenoidei

Cinabro e angine

La difterite

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membrane raramente avviene dopo le 48 ore e la convalescenza è rapida.Si deve però esigere assolutamente che si stia a letto durante la settimanache segue la sparizione dei sintomi locali e della febbre, per timore dicomplicazioni cardiache. Durante questo periodo si deve prescrivereHyoscyamus 0,1% / Onopordon 2,5% / Primula off. 2,5%T / Eccipiente q.b.al 100% dil. (9) da 5 a 8 gocce tre volte al giorno.

Le adeniti sono un�altra forma di stasi della corrente linfatica. Essacostituiscono il più delle volte una reazione ad un processo di dispersio-ne anch�esso mercuriale: dispersione di microrganismi e di cellule cance-rose. In questi casi, non si userà il mercurio per aumentare la dispersio-ne, ma per frenarla e per tentare di reintegrare sotto il controllo dell�or-ganismo ciò che tenderebbe a sfuggirgli. Un tale processo di indurimen-to reattivo deve essere ricollegato alla predominanza della I corrente diMercurio piuttosto che alla II.

Presenta anche una componente Luna I per il suo aspetto diproliferazione. Sembra logico dunque usare, in questi casi, il mercuriosotto forma metallica in media o alta dinamizzazione, D15 o D20. Siottengono spesso eccellenti risultati con applicazioni cutanee, nei pressidei gangli colpiti, di unguento Mercurius vivus D15. Altre forme di induri-mento rispondono favorevolmente a questa terapia semplice, per esem-pio gli indurimenti mammari e i calazi. Per questi ultimi, oltre l�un-guento applicato la sera sulle palpebre, si devono dare, mattina e sera,dieci gocce di Staphisagria D10. L�unguento Mecurius vivus porterà unrapido sollievo nelle orchiti, siano esse o no parotitiche.

Il mercurio è il trattamento base degli orecchioni, altra forma diindurimento ghiandolare. Si deve somministrare sotto forma di iniezio-ni sottocutanee: Mercurius vivus D8, una fiala ogni uno o due giorni.Intorno al collo si deve applicare un impiastro fatto con un poco diunguento di Archangelica 10% e si deve dare, per bocca, il Barium citri-cum D3 trit., tre volte al giorno, quanto un pisello. Una rigida dietapermetterà di evitare le complicazioni pancreatiche.

La stasi biliare è, anch�essa, un aspetto tipico di rallentamento diuna corrente; si accompagna in genere alla comparsa di una strutturasotto forma di calcoli e costituisce cos� un tipico esempio della predomi-nanza della II corrente di Mercurio.

Abbiamo già visto che tale affezione reagisce notevolmente beneal trattamento col Choleodoron, ma non è proibito pensare anche inquesto caso al mercurio. Non dimentichiamo che le virtù colagoghe delcalomelano sono conosciute da molto tempo. Noi gli preferiamo co-munque una preparazione dinamizzata, per esempio il Mercurius dulcis oil Mercurius bi-iodatus.

Il Mercurio

Adeniti e indurimenti

Trattamento dellaparotite

La stasi biliare

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Stasi e indurimento caratterizzano anche la nefrite acuta � essapuò d�altronde essere di origine mercuriale -, e sembra logico rimediarvicol mercurio, per esempio ricorrendo al Mercurius corrosivus da D4 a D6per iniezioni sottocutanee. Tuttavia, questo provvedimento non dispen-sa dalle altre cure di cui abbiamo già parlato nel capitolo relativo ai reni.Noi personalmente non abbiamo alcun ricordo di casi di nefrite acutanell�esercizio della nostra professione di medici antroposofici. È verosi-mile che la terapia che la medicina antroposofica consiglia nelle affezio-ni che rischiano di provocare una simile complicazione renda questamolto rara.

Le manifestazioni psicologiche dell�eccesso della II corrente diMercurio, vanno dalla «lentezza mentale» come si riscontra nei soggettiadenoidei, sino allo stereotipo e all�idea fissa. Quest�ultima è caratteri-stica del tipo che abbiamo chiamato «uomo-polmone» trattando que-st�organo che è l�organo di Mercurio. Una delle caratteristiche di questotipo risiede nella tendenza a piegarsi su sè stesso. Tale desiderio dell�uo-mo-polmone di richiudersi deve essere collegata alla struttura e forma digabbia del torace, zona che gli Antichi mettevano in relazione al regnodel Cancro. Ora, Cancer, in latino, indica tanto il granchio quanto laprigione.

L�uomo-polmone, presso il quale dominano certi aspetti di questoorgano di Mercurio, ha una particolare difficoltà a realizzare contatticon gli altri. Forse perché si sente più ostacolato nelle sue reazioni cherealmente protetto da questa sua «gabbia»? È sempre lui che soffre di untimore morboso di tutto ciò che gli viene da ciò che lo circonda. Ladifficoltà di contatto sul piano affettivo è un processo identico e quelloche riscontriamo sul piano organico sotto forma di allergia. Questocomporta, è vero, un carattere di brutalità tipicamente marziano. Po-tremmo dire che, in mancanza di Mercurio, il soggetto reagisce conMarte.

Forse abbiamo in questo la spiegazione di molte aggressività, siapsichiche che organiche. Da questo punto di vista, sembra giusto ricor-rere al mercurio, per un trattamento di fondo delle allergie. In questocaso dobbiamo prescriverlo nella sua forma vegetalizzata: il Nasturtiummercurio cultum 0,1%, preferibilmente per iniezioni sottocutanee, due otre volte alla settimana. Anche qua il mercurio ci aiuterà a riportaresotto il controllo dell�organismo ciò che tende a sfuggirgli. Siccome ilpolmone è realmente l�organo che ci mette direttamente in contatto colmondo esterno, dobbiamo associare il Pulmina D4 al Nasturtium mercu-rio cultum. Data la suscettibilità degli allergici, è più che mai giustificatala forma vegetalizzata del metallo, con la sua azione più mite, e dobbia-mo ricorrere al metallo stesso quando l�Io sarà diventato capace ditrionfarne.

Le nefrite acuta

Mercurio e turbementali

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A proposito di stereotipia, non dimentichiamo che anche il pen-siero intellettuale moderno soffre di mancanza di elasticità. Esso puòportare ad un�alta tecnicità, ma gli sfugge la realtà della vita. In questosenso, il mondo occidentale attuale avrebbe bisogno del mercurio chepuò dargli la pedagogia steineriana, realmente capace di guarirlo del suomaterialismo.

Torniamo adesso alla I corrente di Mercurio che abbiamo sfioratoa proposito di adeniti. Il suo eccesso si manifesterà con un�attivazionedei movimenti liquidi che possono arrivare al versamento. Ne derivanocerte diarree e coliti, e più generalmente le ipersecrezioni. Il mercurio,come abbiamo visto, può accelerare la diuresi; può anche provocare lascialorrea e la spermatorrea. Anche la formazione di un tappo di cerumeper eccesso di secrezione delle ghiandole del condotto uditivo può essereconsiderato un processo mercuriale. Tutte queste manifestazioni hannouna nota «isterica» e possono essere curate col mercurio. Nelle coliti enelle enteriti, dobbiamo usare il Mercurius vivus D4 10% / Nasturtiumoff. 5% / Stannum met. D4 10% / Eccipiente q.b. al 100% trit. tre volte algiorno, in dose quanto un pisello. Questa composizione costituisceanche il farmaco base della tubercolosi intestinale, per la quale era statainizialmente concepita.

Le diarree estive reagiscono bene al Mercurius vivus D15 trit. Inmancanza di questo farmaco, si deve ricorrere al carbone di caffè inragione di tre cucchiaini da caffè al giorno. L�interesse di tale farmaco stasia nella sua efficacia che nella facilità della preparazione che il malatopotrà fare da sè in ogni circostanza. Basta carbonizzare a fuoco vivo inun recipiente metallico una manciata di chicchi di caffè e ridurli inpolvere dopo averli fatti raffreddare. Tutta l�operazione richiede menodi mezz�ora e si può realizzare anche in campeggio. Il ricorso al Mercu-rius vivus D15 sarà necessaria anche in quelle affezioni che tendono acronicizzarsi.

Anche la bronchite è una manifestazione di ipersecrezione. Si puòparagonarla ad un processo digestivo spostato, in altre parole ad un�atti-vità metabolica che invade un altro organo � i bronchi � dove non è alsuo posto. Il Cinnabaris da D8 a D12 aiuterà col mercurio a reinserirequesto processo che tende a sfuggire al controllo dell�organismo, e conlo zolfo riporterà le attività digestive nella sfera del metabolismo.

Nelle manifestazioni psichiche del predominio della I corrente diMercurio, così simile all�isterismo e caratterizzate da logorrea, instabili-tà e agitazione che può arrivare alla mania, dobbiamo usare un�altraforma vegetalizzata del mercurio, Bryophyllum mercurio cultum per inie-zioni sottocutanee allo 0,1% da praticare al polo inferiore dell�organi-

Il Mercurio

Anche la pedagogia èdel mercurio

Il mercurio nelleaffezioni «isteriche»

Bronchiti e cinabro

Agitazione e mania

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smo, all�inizio della coscia. In seguito si deve usare il metallo stesso,preferibilmente in alta diluizione.

Queste poche indicazioni non hanno certo esaurito le possibilitàterapeutiche che offre il mercurio, metallo che si potrebbe chiamarefarmaco universale � le sue molteplici possibilità sono ad immaginedella varietà di attribuzioni del dio Mercurio-Ermes, del quale i medicihanno ereditato il caduceo.

NOTE

1 Quando accidentalmente cade del mercurio, si dovrebbe immediatamenteprendere, come antidoto, un poco di Stannum D10.

2 Tale polarità è illustrata in maniera rimarchevole da un racconto di Grimm:Lo spirito in bottiglia. Le forze mercuriali vi sono rappresentate in un piccoloessere in forma di ranocchio chiamato Mercurius, imprigionato in unabottiglia, ma che appena liberato diventa un gigante � Lo studioso � in altreparole l�iniziato � che libera queste forze deve restarne il padrone ed esserecapace di imprigionarle di nuovo, cosa che può fare usando l�astuzia. Incambio della propria libertà, lo spirito gli regala un impiastro capace diguarire ogni piaga � immagine dei processi mercuriali di guarigione -, e dicambiare il ferro in argento. Quest�ultima proprietà ci mette in relazione conla polarità ferro/argento così come risulta dalla figura 15, pag.- Cfr. P. Paede,Der Geist im Glass oder der Weg zur Heilkunst, in Beiträge zu einer Erweiterungder Heilkunst, 1970/4.

3 Per evitare ogni confusione, noi indicheremo: a) il pianeta Mercurio con laemme maiuscola; b) il mercurio metallo con la emme minuscola; c) il processodegli alchimisti con MERCUR.

4 Rudolf Steiner, Scienza dello spirito e medicina, op. cit.

5 Un sincizio è un agglomerato di cellule che hanno perduto le loro membrane.

6 Allorché Ulisse, che andava da Circe, incontra Mercurio-Ermes, questiraccoglie e gli dà un�erba per preservarlo dal fascino della maga. Non è stranoche questa pianta abbia un fiore bianco e una radice nera e si chiami molu, cheritroviamo in calomelano?

7 In Questions humaines, réponses cosmiques, Editions Anthroposophiques Ro-mandes, Genève, 1988.

8 Rudolf Steiner, Le manifestazioni del karma, Amburgo 16-28 maggio 1919, Ed.Antroposofica, Milano, 1991.

9 Cfr. Tomo I, nota (1) pag. 125.

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Capitolo XXVIII

Il Ferro

Tra le civiltà e i metalli esiste uno stretto legame, perché l�utilizza-zione dei secondi fa ricorso all�attività umana, che si manifesta con lavolontà, il pensiero o anche con i sentimenti. Se raccogliere e trasforma-re i metalli come l�oro, l�argento, il rame e lo stagno, era relativamentefacile, il ferro in compenso non poteva ottenersi che a prezzo di durolavoro. Per l�estrazione dei suoi minerali, è necessaria un�elevata tempe-ratura, e per trasformarlo in metallo utilizzabile, bisogna spenderemolte energie, la cui sola sorgente fu, per millenni, quasi esclusivamenteil muscolo umano.

D�altra parte, la fabbricazione del ferro ha sempre fatto ricorso aduna tecnica molto più elaborata di quella necessaria per lavorare gli altrimetalli. Bisognava costruire per prima cosa un forno, o almeno unfocolare che permettesse di raggiungere le temperature richieste per lariduzione del minerale, cosa che rendeva necessario l�uso di un manticeper primitivo che fosse. Si otteneva allora una massa spugnosa che sidoveva martellare a caldo per conferirle quelle qualità che rendono ilferro tanto prezioso: la durezza e la tenacia. Ci si può domandare se laparola ferro, in latino ferrum, non derivi dal verbo ferio che significabattere; ferrum sarebbe in tal modo �colui che è stato battuto o martel-lato�, parole che traducono così l�importanza del lavoro necessario perottenere tale metallo. Ferro può anche essere collegato a pyr, il fuoco,senza il quale non c�è ferro, ma il fuoco non si ottiene proprio battendola selce? I Greci chiamavano il ferro sideros, ricordando così la suaorigine cosmica, mentre per i latini sembra che abbia dominato ilconcetto l�attività necessaria al suo ottenimento. Sideros e ferrum,queste due parole rendono molto bene tutta la differenza che passa traGreci e Latini.

Ciò che noi indichiamo abitualmente col nome di ferro non è ilmetallo puro, ma quasi sempre acciaio, cioè una combinazione di ferro edi carbonio la cui proprietà sono ulteriormente migliorate dalla tem-

Ferro e lavoro umano

L�acciaio

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pra, un raffreddamento brusco del metallo incandescente, che consacrain qualche maniera il matrimonio tra il ferro e il carbonio. Questi dueelementi hanno l�uno per l�altro una grande affinità della quale dovremoriparlare.

Perché un metallo così difficile da ottenere era tanto ricercatodagli uomini, perché essi vi hanno dedicato tante energie? Che vantaggiopresentava in rapporto a quelli precedentemente usati, specialmente albronzo? Tutti lo sanno, sono la durezza e la tenacia, anche la elasticitàche gli danno questa superiorità. Con attrezzi di ferro, l�uomo diventavarealmente capace di impossessarsi della terra; con una zappa di ferro,con un aratro dal vomere di ferro, era possibile lavorare meglio la terra;con un piccone di ferro, era più facile aggredire la roccia per derubarladei suoi tesori. Sin dall�inizio, il ferro non fu usato solo per fabbricareattrezzi, ma anche per fabbricare armi che consentissero a chi le posse-deva d�imporre agli altri il proprio dominio. Il ferro diventa così stru-mento di conquista della terra e quello della volontà e della potenza.Attrezzi ed armi, questi due aspetti del ferro, furono rappresentati dadue divinità già citate a proposito delle correnti planetaria: Efesto-Vulcano, il fabbro, e Ares-Marte, dio della guerra.

Ma col ferro si può anche fabbricare la catena che serve a ridurrel�uomo in schiavitù, e i Romani chiamavano �ferritum� lo schiavo checonsuma i suoi ferri a forza di portarli. Il ferro diventa così lo strumentoe anche il simbolo di un legame troppo forte col nostro mondo terrestre,che arriva alla privazione della libertà. Se da un lato il ferro permetteall�uomo di liberarsi in certo qual modo dalle costrizioni della materia,rischia anche di renderlo suo schiavo. Da una parte consente di prenderepossesso della terra, ma il possessore rischia di vedersi a sua voltaposseduto.

Il ferro è diventato il metallo terrestre per eccellenza. La crostaterrestre ne contiene enormi quantità e occupa il quarto posto nellagraduatoria di abbondanza degli elementi, dopo l�ossigeno, il silicio el�alluminio. È anche il più abbondante dei sette metalli principali, la cuiquantità media, presente nella crosta terrestre, è la seguente:

Possesso della terra edominazione umana

Schiavitù e libertà

Tab.8: Percentuale dei metalli nella crosta terrestre

Ferro 4,7%Rame 0,01%Piombo 0,002%

Stagno 0,0006%Argento 0,000004%Mercurio 0,000003%

Oro 0,0000001%

Il metallo terrestre

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Questa tabella ci dimostra che il ferro è circa 500 volte più abbon-dante del rame, 2500 più del piombo, 10.000 più dello stagno, 1 milionedi volte più dell�argento e del mercurio e 40 milioni di volte piùdell�oro. L�abbondanza dei metalli segue così una progressione logarit-mica.

Il ferro si trova praticamente dappertutto; la sua presenza nelsuolo e nelle rocce si manifesta quasi sempre col colore, al punto che lerocce bianche, abbastanza rare, sono generalmente le sole prive di ferro,assenza dovuta alla liscivazione degli agenti atmosferici. I colori prove-nienti dal ferro sono estremamente vari: il giallo delle terre ocracee, ilrosso della arenarie e delle lateriti, il grigio delle argille � che diventanorosse alla cottura � il verde delle olivine e delle cloriti, il bruno dellerocce vulcaniche, etc... Il ruolo degli altri metalli nella colorazione dellerocce è molto minore e possiamo affermare che, in assenza di ferro, ilnostro mondo sarebbe di un pallore anemico!

Abbiamo considerato la formazione dei metalli sulla terra come ilrisultato di un processo planetario (cf. sopra). Come spiegare alloraquesta grande abbondanza del ferro?

Rudolf Steiner la spiega con la cosmogonia. Egli ha descrittoparecchie volte come il pianeta Marte, all�inizio del periodo lemuricoha attraversato la terra. Questa, a quel tempo, non aveva né la dimensio-ne né la consistenza che noi oggi osserviamo. Capiremo meglio quelloche era se la considereremo un organismo vivente. Essa possedeva alloraun�atmosfera di albumina estremamente tenue e i suoi costituenti piùduri avevano la consistenza della cera. La sua dimensione corrispondevaapprossimativamente all�attuale orbita di Marte. Attraversando laterra, Marte � anch�esso molto diverso da quello che è oggi � halasciato come traccia del suo passaggio il ferro, o meglio quello che èdiventato ferro (1). È sempre all�epoca lamurica che l�uomo ha rice-vuto, per la prima volta, la coscienza dell�Io (2). Vediamo così deline-arsi un rapporto tra il ferro e l�Io dell�uomo, rapporto di cui precise-remo in seguito alcuni dettagli.

Benché il ferro sia un po� dappertutto, viene sfruttato però solonelle zone in cui è più forte la sua concentrazione. I principali giacimen-ti di ferro si distribuiscono con una certa regolarità nei pressi di uncerchio parallelo all�equatore e più o meno equidistante da questo e ilpolo Nord. Abbiamo già constatato un fenomeno dello stesso genere aproposito dello stagno, i cui giacimenti si dividono da una parte edall�altra di un grande cerchio inclinato di 23°,30' sull�equatore. Per ilferro, invece, la cintura costituita dai suoi principali giacimenti formaun piccolo cerchio, parallelo all�equatore e posto nella zona temperata.Se cerchiamo di stabilire un parallelo tra la terra, organismo vivente, e

Il Ferro

Il ruolo di Marte

Ripartizione geograficadei giacimenti

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l�uomo, noi metteremo in relazione le zone equatoriali, caratterizzatedal calore, l�umidità e la vegetazione rigogliosa con la parte metabolica.All�altra estremità, i poli Nord e Sud, in cui la vita si ritira, richiamanoil sistema neuro-sensoriale. Le regioni temperate, con l�alternarsi dellestagioni, col passaggio periodico di perturbazioni atmosferiche ora fred-de, ora calde, si ricollegano con ogni evidenza al sistema ritmico, respira-torio e circolatorio dell�uomo. È in questa regione temperata, partico-larmente favorevole allo sbocciare di successive civiltà, che si trova ilferro. Facciamo notare anche che si trovano in queste stesse regioni iprincipali giacimenti di carbone che dimostrano così l�affinità del ferroper il carbone.

A parte il giacimento unico al mondo dell�isola di Disko a ovestdella Groenlandia, non si trova ferro allo stato nativo, e la sua presenzain quel luogo in blocchi di parecchie tonnellate costituisce certamenteun�eccezione. Altrove, il ferro si trova soprattutto sotto quattro forme:solfuri, ossidi, idrati e carbonati. Queste quattro classi di minerali posso-no essere paragonate ai quattro elementi (nel senso alchimistico): isolfuri all�elemento FUOCO, gli ossidi all�elemento ARIA, gli idratiall�ACQUA e i carbonati alla TERRA. Questa classificazione si riflettepersino nel loro aspetto esteriore.

I solfuri esistono principalmente sotto tre forme:1) la pirrotite (FeS), che costituisce cristalli di colore bronzeo.2) La pirite (FeS2) con i suoi bei cristalli giallo dorato, di aspetto

metallico, che forma ora dei cubi, ora dei dodecaedri pentagonali. Con-tiene sempre un po� di oro e a volte è stata sfruttata per questo motivo.

3) La marcassite, dalla stessa formula (FeS2) della pirite, si presentasotto forma di noduli. Questi hanno una bella struttura interna formatada cristalli giallo pallido raggiati dalla periferia verso il centro e mostra-no una certa analogia con lo spaccato di un limone. Questo orientamen-to centripeto è una vera attestazione del processo di incarnazione delferro. La marcassite si incontra il più delle volte nei cretacei superiori.

Pelikan (3) dimostra il rapporto di questi tre solfuri di ferro colcalore: la pirrotite si è formata alla più alta temperatura, la pirite a unatemperatura minore e la marcassite � la più terrestre delle tre � a quellapiù bassa. Questi minerali testimoniano così: differenti stadi della terranel corso dei quali si sono formati.

Precedentemente abbiamo considerato la terra come un organi-smo vivente. Per essa come per l�uomo, la mineralizzazione è segno divecchiaia. Non dimentichiamo che la vita non è nata, come talvoltaancora si pensa, dal minerale; è questo viceversa che è nato dalla vita.Quando la terra aveva ancora un�atmosfera di albumina, essa era tuttaimpregnata di processi viventi. Per la nostra attuale costituzione, una

I quattro mineraliprincipali

Il minerale è generatodalla vita

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simile atmosfera sarebbe stata irrespirabile, ma vi prosperavano altriesseri viventi, i cui residui attuali sono i tiobatteri. L�atmosfera albumi-nosa era ricca di zolfo, carbone e azoto. Tali sostanze sono state fissate oprecipitate. Lo zolfo si è combinato col ferro, dapprima sotto forma dipirrotina, poi di pirite, infine di marcassite. Il carbone si è depositatosotto forma di carbon fossile, e l�azoto si ritrova nella nostra attualeatmosfera. E così, il processo di devitalizzazione e mineralizzazione è inparte legato alla comparsa del ferro. Senza di esso, la vita in seno aquell�atmosfera di albumina avrebbe conservato il carattere esuberantedi cui abbiamo testimonianza nei fossili del carbonifero.

Se, formando dei solfuri, il ferro ha fissato l�elemento FUOCO,negli ossidi si è impadronito dell�elemento ARIA. I rapporti tra il ferroe l�ossigeno variano in funzione di due tipi di valenza di questo metallo.In quanto bivalente, il ferro forma un ossido ferroso o protossido diferro, formula FeO, ma che è instabile e non si incontra mai in naturaallo stato libero. Lo si trova in compenso associato ad altri elementi �silicio, magnesio, ecc. � in minerali come l�olivina, il diallagio e, generi-camente, nelle rocce verdi, tutte basiche. Quando si comporta da ele-mento trivalente il ferro forma con l�ossigeno un ossido ferrico Fe2O3 direazione acida chiamato sesquiossido di ferro. Quest�ultimo esiste allostato naturale in quantità considerevole sotto il nome di ematiti o diferro oligisto che talvolta cristallizza in lamelle di un nero brillanteraggruppato in �rose di ferro�. L�ematite costituisce più spesso massecristalline granitiche più o meno rosse. Essa è responsabile della colora-zione rossa di formazioni geologiche imponenti (permiano e arenariavariegata del triassico). L�ematite è uno dei principali minerali di ferro.

Un altro ossido di ferro, la magnetite, dalla formula Fe3O4, puòessere considerato come una combinazione di protossido basico e disesquiossido acido e così essere assimilato ad un sale. La magnetitepossiede in comune con la pirrotite, la proprietà di essere magnetica, dacui il nome. Cristallizza in ottaedri o in dodecaedri romboidali. La sitrova in giacimenti considerevoli in Svezia (Kirunaava) negli Urali,nell�America settentrionale e, in giacimenti meno importanti, in tantialtri posti. La magnetite è di formazione più antica dell�ematite, cosa chefarebbe pensare la seconda un prodotto di decomposizione della prima.

Fissando l�elemento ACQUA, il ferro forma un sesquiossido diferro idratato, la goethite, della quale esistono molte varietà. Questominerale si è formato nei mari poco profondi a detrimento di altrigiacimenti degradati dagli agenti atmosferici. Una varietà di ferro idrata-to, la limonite, forma gli importanti giacimenti del bacino della Lorena.Nella nostra epoca, è ancora possibile osservare la formazione di deposi-

Il Ferro

Ferro e ossigeno

La magnetite

Idrati di ferro

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ti di idrato di ferro in certi laghi della Finlandia. Piriti contenute nellerocce circostanti sono disgregate dagli agenti atmosferici, trasformate inidrati che le acque trasportano verso le sponde in leggero pendio deilaghi. Là, in acque poco profonde, l�idrato si deposita. Dopo alcuni anni,lo strato diventa tanto rilevante da giustificarne lo sfruttamento permezzo di draghe.

Una quarta classe di minerali di ferro è costituito dai carbonati,nei quali il ferro è fissato all�elemento TERRA: il carbonio. Questominerale, chiamato siderite o ferro spatico, dalla formula FeCO3, èdovuto all�azione dell�anidride carbonica dell�aria sul ferro. Esso presen-ta alcune analogie col calcare dalla formula omologa CaCO3 e formatalvolta con questo un carbonato misto: l�ankerite. Come il calcare (ocarbonato di calcio), il carbonato di ferro è solubile nell�acqua arricchi-ta di anidride carbonica, da qui l�esistenza delle acque ferruginose. Sequeste acque perdono l�anidride carbonica, il ferro precipita sotto formadi deposito color ruggine. Come gli idrati, i carbonati sono di formazio-ne relativamente recente.

Tra le molteplici forme sotto le quali in natura il ferro si manife-sta, ce n�è una che ci interessa in maniera particolare per il suo ruoloterapeutico benché esista solo in piccolissime quantità. Si trovano nelnord d�Italia, a Levico e a Roncegno delle sorgenti minerali le cui acquecontengono una combinazione unica di ferro, rame e arsenico. Neriparleremo in seguito.

Studiando le principali forme di minerali, dai solfuri ai carbonati,abbiamo seguito, avanzando dal FUOCO alla TERRA passando attra-verso l�ARIA e l�ACQUA, un vero processo di incarnazione. Il ferro si èmostrato sotto una forma sempre più terrestre, che si accentua vieppiùquando la metallurgia trasforma tali minerali in acciaio. Ma il ferroesiste anche sotto una forma cosmica nei meteoriti. Tutti abbiamopotuto osservare verso la fine dell�estate e in autunno le �stelle filanti�.Per lungo tempo esse sono state considerate il risultato di riscaldamentodi corpi compatti per l�attrito nell�atmosfera. In realtà non è così.Alcuni meteoriti raccolti subito dopo la loro caduta sono appena tiepi-di. La loro formazione sembra piuttosto il risultato di un processo dicondensazione � si è anche parlato di implosione � di una sostanzacosmica nell�avvicinarsi alla terra. È avvicinandosi alla terra che questasostanza cosmica diventa terrestre. I meteoriti conservano tuttavia ilsegno della loro origine cosmica nella struttura cristallina a larghelamelle. Se si attacca con l�acido la superficie precedentemente levigatadi un meteorite, si vedono apparire delle figure che hanno una certaanalogia con i cristalli di neve. Orbene, la neve al contrario dellagrandine, rivela l�azione delle forze cosmiche.

Carbonati di ferro

Il ferro meteorico

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Oltre ai meteoriti che vanno da un peso di alcuni grammi aparecchie tonnellate, si trova nell�atmosfera una enorme quantità diparticelle microscopiche, che realizzano una vera �pioggia di ferro�particolarmente abbondante a San Michele. Se possiamo usare unametafora, diremmo che il ferro cosmico viene a guarire la terra dallafebbre estiva o, piuttosto, dai processi sulfurei legati al calore dell�estate.

Esistono molti altri minerali che contengono ferro, ma in quantitàinsufficiente a giustificarne l�estrazione. Essi però possono avere unruolo importante nella natura. Il ferro così possiede una proprietàantitossica perché fissa certi elementi la cui presenza allo stato liberorenderebbe impossibile sul nostro globo ogni forma di vita. Pelikan (4)riporta un esempio interessante di fissazione dello zolfo per mezzo delferro: �Ancora ai nostri giorni assistiamo a fenomeni di questo genere. Ecosì nel bacino profondo e chiuso del mar Nero, la putrefazione dellematerie albuminoidi immerse si accompagna a formazione di idrogenosolforato, un gas molto tossico che rende impossibile ogni forma di vita.L�apporto di sali di ferro attraverso i fiumi provoca, a profondità media,la formazione di pirite microscopiche, e disintossica così il mare, per-mettendo una vita vegetale e animale rigogliosa negli strati superiori.

Il ferro fissa anche l�arsenico, e la maggior parte di tale elementoesiste sotto forma di combinazione col ferro e lo zolfo: l�arsenopirite omispickel. Sappiamo anche che l�idrato di ferro preparato sul momentoè un vero antidoto dell�arsenico.

Il ferro ha anche la proprietà di precipitare i metalli pesanti. Ilmercurio, il piombo, il rame, etc..., trascinati progressivamente versogli oceani dai corsi d�acqua, avrebbero reso già da molto tempo l�am-biente marino inadatto alla vita senza la presenza dell�idrossido di ferro,portato anch�esso dai fiumi. L�idrossido si combina con i metalli pesantie precipita sotto forma di fango rosso che si deposita nel fondo deglioceani. Alcune particelle organiche ugualmente trascinate con queifanghi provocano la riduzione di tali composti in sali ferrosi che risalgo-no alla superficie, nei pressi della quale si ossidano di nuovo e riprecipi-tano sotto forma di idrossido. Questo movimento ascendente-discendente inseno all�oceano realizza un vero processo respiratorio.

A proposito dell�azione antitossica del ferro, citiamo anche la suaazione sull�acido cianidrico e i cianuri alcalini, veleni respiratori estre-mamente violenti che esso rende inoffensivi fissandoli sotto forma diferro o ferro cianuri non tossici.

Ciononostante, si coglie l�importanza del ferro in natura solostudiando il suo ruolo presso gli esseri viventi. È comparso col ferro untipo di respirazione che prima non esisteva: la respirazione polmonare,e il suo complemento polare: l�assimilazione clorofilliana. Questi due

Il Ferro

La pioggia di ferro

Ruolo antitossico delferro

Funzione respiratoriadel ferro

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processi si contrastano e si completano come l�assimilazione e la disassi-milazione. Abbiamo visto che la coscienza poteva manifestarsi solo adetrimento della vita, rendendo così necessario all�esistenza un processodi disassimilazione. Si può affermare che questo è inesistente presso gliesseri inferiori � la maggior parte invertebrati � esseri puramente vege-tativi, metabolici, che utilizzano per la loro respirazione non il ferro,ma il rame. Consentendo la comparsa della respirazione polmonare, ilferro ha dunque un ruolo indispensabile allo sbocciare della coscienza.

La respirazione polmonare, legando l�ossigeno al carbonio, puòtuttavia esistere solo se incontra il processo opposto all�assimilazioneclorofilliana che trattiene il carbonio e libera l�ossigeno. Tale funzionenon può esercitarsi in assenza di ferro, anche se la clorofilla in se stessanon ne contiene. Queta sostanza esiste in abbondanza nell�ortica e neglispinaci, piante utilizzate allo scopo di estrarla, e che sono caratterizzatedal loro alto contenuto di ferro. Esiste tra la struttura chimica dellaclorofilla e quella dell�ematina, pigmento della emoglobina, una somi-glianza che colpisce. Queste due sostanze sono costituite da quattronuclei di pirrolo riuniti da una molecola di magnesio per la prima e diferro per la seconda (Cfr. fig. 17). Tali sostanze hanno però funzioni

Fig. 17

Pirrolo

Clorofilla Ematina

Emoglobina e clorofilla

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opposte. La loro polarità si manifesta anche nel loro colore e nella lorofluorescenza: la clorofilla è verde con una fluorescenza rossa, l�ematinaviceversa è rossa con una fluorescenza verde.

Quando si esaminano queste formule, si è colpiti dal loro aspettoche richiama stranamente le croci formate dai cristalli di staurolite, unminerale composto da ferro, alluminio e silicio. Anche la pirite formaspesso cristalli cruciformi. Il ferro, metallo dell�incarnazione, prendequindi la forma della croce, simbolo dell�incarnazione per eccellenza.

Il ferro, come lo stagno, non è tossico, ma è il solo metallo,nell�organismo, che ci sia in quantità ponderabile. In un uomo di 70chili, si trovano circa 5,85 grammi così ripartiti:

Il Ferro

La croce di ferro

Emoglobina 3,25 gMioglobina 0,60 gCitocromo circa 1,00 gPlasma 3-4 mgRiserva circa 1,00 g

Tab. 9 Ripartizione del ferro nell�organismo

Come si vede il ferro è presente in tutto l�organismo, ma è ilsangue, e particolarmente le emazie (globuli rossi) che ne contengono lamaggior parte, sotto forma di emoglobina. Tale sostanza è costituita dadue elementi: un�albumina incolore, la globina, che ha la sua propriastruttura per ogni individuo, e un pigmento ferrico: l�ematina, identicain tutti gli esseri a sangue rosso � grazie a tale pigmento, l�emoglobina ècapace di convogliare ora l�ossigeno, ora l�anidride carbonica (CO2),realizzando con questi gas combinazioni labili e reversibili. In compen-so, con l�ossido di carbonio (CO), l�emoglobina forma una combinazio-ne stabile in condizioni ordinarie, rendendo così le emazie che ne sonocariche inadatte al trasporto dell�ossigeno e dell�anidride carbonica,cosa che causa l�asfissia. Il sangue arterioso, ricco di ossigeno, ha uncolore rosso vivo che ricorda quello dell�ematite. Il sangue venoso,viceversa, carico di anidride carbonica, è scuro; potremmo dire così cheesso è più �carbonico� o più �terrestre�. Se un organismo tende adiventare troppo �venoso�, i tegumenti prendono una tinta bluastrachiamata cianosi. Diventa allora necessario stimolare la respirazionericorrendo al carbonio, la cui avidità per l�ossigeno è conosciuta. Sommi-nistrato sotto forma dinamizzata, in D30 per esempio, attira letteral-

Il ferro nell�organismo

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mente l�ossigeno all�interno dell�organismo, rimediando a stati di asfis-sia come quelli che si possono osservare nella crisi d�asma e in tante altreaffezioni.

Come mostra la tabella precedente, anche il plasma contieneferro, anche se in piccolissime quantità � circa mille volte meno delleemazie. Questo ferro ha non dimeno un ruolo importante e, come hadimostrato H. Müller, la variazione del suo tasso, paragonato a quellodel rame, può costituire un elemento della diagnosi e soprattutto diprevisione nell�evoluzione del cancro. Nel soggetto normale, il tasso diferro plasmatico o sierico � il siero non e che del plasma defibrinato � èrelativamente stabile e si colloca tra 80 e 150 microgrammi per 100 ml(1 microgrammo = 1 millesimo di milligrammi). B. Speck (5) ha dimo-strato che esiste una variazione diurna del ferro serico che decresceleggermente nel corso della giornata. Ha anche dimostrato che il tassomedio di ferro serico dei soggetti femminili è leggermente inferiore aquello dei soggetti maschili. Altre ricerche hanno rivelato variazioniparallele del tasso di emoglobina. Il sangue è dunque più ricco di ferro almattino al risveglio, cioè al momento dell�incarnazione degli elementicostitutivi superiori � Io e corpo astrale � negli inferiori. D�altra parte, itassi medi sono un po� più alti nei soggetti maschili, più profondamenteincarnati dei femminili. Il sangue riflette quindi molto rigorosamente lamaniera in cui si articolano i diversi elementi costitutivi dell�uomo.

Abbiamo già ricordato le proprietà chimiche del ferro a propositodei suoi diversi minerali. Ricordiamo che esso è, tra i nostri setteprincipali metalli, il più elettropositivo, e da questo deriva la facilitàcon la quale si combina con la maggior parte degli altri elementi. Per lasua grande affinità con l�ossigeno, si ossida facilmente, soprattutto conl�aria umida, formando la ruggine. Questa non isola il metallo controun�ulteriore ossidazione, per cui è necessario proteggerlo, sia con verni-ce, sia ricorrendo ad un altro metallo meno aggredibile (zinco, stagno,piombo, etc...). Già allo stato puro, il ferro è più duro degli altri seimetalli. Tale durezza può essere considerevolmente aumentata se sicombina il ferro al carbonio per trasformarlo in acciaio, sottoponendo-lo poi alla tempra.

Il ferro possiede anche la curiosa proprietà di essere magnetico,cioè di poter esercitare una forza di attrazione (o di repulsione) su altremasse che hanno la stessa proprietà. Il ferro si impadronisce così diforze, e Rudolf Steiner dice che appropriandosene si comporta un po�come un ladro. Tali forze magnetiche hanno un�importanza considere-vole nella nostra civiltà tecnica. Ci si rende conto che in assenza dimagnetismo non saremmo andati al di là dello stadio della macchina a

Affinità per l�ossigeno

Ferro e incarnazione

Il magnetismo

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vapore? Non avremmo neppure bussole � la quasi totalità delle inven-zioni che usiamo ogni giorno ricorrono in un modo o nell�altro almagnetismo, e all�elettricità cui è intimamente legato. Facciamo fatica aconcepire sino a che punto siamo diventati schiavi di queste forze, dellequali conosciamo così poco, l�influenza sull�uomo. E così, per le sueproprietà magnetiche, il ferro ci lega ancora più strettamente al mondomateriale, alla terra. Dobbiamo dunque essere particolarmente vigili erestare perfettamente coscienti, se non vogliamo diventare irrimediabil-mente schiavi della materia e delle sue forze, se vogliamo conservare lanostra vera liberà.

Qui nescit Martem nescit artem (6), dice un antico proverbio chetradurremo così: �Chi ignora Marte (l�azione del ferro) ignora l�arte (diguarire)�. Questo metallo ha avuto un ruolo importante nella terapeuti-ca sin dall�antichità. Si sa oggi che era usato nell�India antica e in Egitto,anche se la sua presenza nel sangue e la sua funzione come è considerataal momento attuale erano sconosciute. Anche i Greci ne hanno fattolargamente uso � Galeno e Celso hanno somministrato ai loro malatil�acqua della tempra della fonderie che conteneva sesquiossido di ferro.Allora, il ferro ha fatto parte di tutte le farmacopee.

Qual�è dunque l�azione del ferro nell�organismo? A causa della suapresenza in quantità considerevole nel sangue e della sua funzione respi-ratoria, tale azione deve avere uno stretto rapporto col sistema ritmico.Essa è così il riflesso del ruolo avuto dal ferro nelle zone temperate, lezone ritmiche e respiratorie della terra. Somiglia molto tutto questo alconcetto di organo-terra sviluppato durante lo studio del polmone. Ac-cennando prima al ruolo del ferro nella civilizzazione, abbiamo insistitosulla maniera in cui esso lega l�uomo alla terra. Agisce in maniera similenell�organismo, legando l�Io al suo supporto fisico. Abbiamo visto chel�Io ha bisogno del calore del sangue per manifestarsi nel corpo umano.Tale calore non potrebbe esistere se non ci fosse il ferro. L�Io è guidatodagli spazi cosmici verso la terra con l�aiuto del ferro. A contatto delferro, il più minerale dei componenti sanguigni � l�ematina è una sostan-za che cristallizza � l�Io è spinto all�azione, costretto a vincere la resi-stenza che gli oppone il metallo, svegliandosi di conseguenza alla co-scienza terrestre. Il ferro è realmente il metallo dell�incarnazione terre-stre, e la sua insufficienza nell�organismo, nel caso di un�anemia ipocro-mica, si traduce in mancanza di attività o di volontà, in freddolosità econ un�attenuazione della coscienza che fa sì che l�anemico sembra nonessere presente e sè stesso. In una conferenza ai medici (7), RudolfSteiner descrive il ruolo del ferro nel sangue sotto un aspetto un po�diverso: «Se consideriamo il sangue, siamo in presenza di un elementoche, a causa semplicemente della sua costituzione, è costantementemalato. Il sangue è malato per la sua propria costituzione e da essere

Il Ferro

La forza di guarigionedel ferro

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incessantemente guarito con un apporto di ferro. (...) Il processo sangui-gno ha sempre bisogno di essere guarito dalla natura stessa, dal minerale,dal ferro».

Ciò esige una spiegazione: in che cosa è malato il sangue? Ce se nepuò fare un�idea riconsiderando i processi che abbiamo attribuito alla Icorrente di Venere e più precisamente quelli che si riferiscono allealbumine e alla loro assimilazione. Il sangue, particolarmente quellovenoso, si arricchisce delle albumine venute dal metabolismo e, comeesse, di tutte le forze vegetative di rigenerazione e di proliferazionecaratteristiche di questo polo. A questo processo naturale di albuminiz-zazione, che rischierebbe, se diventasse eccessivo, di portare alla decom-posizione, la natura oppone il ferro, dando l�esempio di una guarigioneanch�essa naturale. Il sangue diventa così teatro di una battaglia tra iprocessi vegetativi nati dal metabolismo e quelli che inducono il ferro apartire dall�apparato respiratorio e più particolarmente dall�organomarziano che è la laringe. Ed effettivamente è da qui che l�azione delferro si irradia verso la parte inferiore dell�organismo, opponendosi allatendenza albuminizzante. Questa azione del ferro nel sangue è benillustrata dalla struttura delle emazie. Queste sono prematuramenteuccise dal ferro o poco ci manca. Esse perdono il proprio nucleo ediventano incapaci di rigenerazione, ma il ferro conferisce loro unacerta resistenza e consente una sopravvivenza di circa tre mesi. Nelleanemie, per insufficienza di ferro, le emazie conservano più a lungo illoro potenziale di rigenerazione, cosa che si traduce con la aumentatapersistenza del nucleo.

I rapporti tra il ferro e il processo di incarnazione dell�Io sonorafforzati dallo studio della variazione della percentuale del ferro nel-l�organismo in funzione dell�età. Tale percentuale è debole nella primainfanzia, per aumentare in seguito e raggiungere il valore definitivoverso la pubertà. Ciò nonostante, il tasso di emoglobina (in grammi)raggiunge il 15-16% nei neonati e nei primi giorni di vita, riflettendo cosìl�intensità del processo di incarnazione che costituisce una nascita. Inseguito questo tasso diminuisce fin verso i tre mesi quando è solo l�8-9%.Ci si può domandare perché il tasso scende nel neonato considerato cheil latte praticamente non fornisce altro al lattante che ferro. Moltosemplicemente perché nel bambino devono dominare i processi vegeta-tivi di crescita e di moltiplicazione. Senza questo eccesso di metaboli-smo e di albuminizzazione, il bambino sarebbe incapace di costruire ilproprio organismo. L�aumentata morbosità del bambino prima dei setteanni è legata a questa relativa mancanza di ferro. Tra gli undici e i tredicianni, il peso medio del bambino aumenta del 25%. Durante questostesso periodo, il tasso del ferro cresce del 35%. È in questo periodo chel�essere umano acquisisce una certa maturità, e lascia l�infanzia per

Variazioni dellasideremia con l�età

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discendere definitivamente sulla terra. Segnaliamo anche che il tasso delferro serico raggiunge il suo valore definito verso il terzo anno di età, nelcorso del quale il bambino comincia a dire: Io.

Si potrebbe essere tentati, dal punto di vista medico, di supplire aquesta apparente carenza di ferro, ma sarebbe un grave errore discono-scere le intenzioni della natura legando l�Io all�organismo fisico troppoprematuramente. Questo non significa però che ci si deve asteneresistematicamente da una terapia marziale, se lo stato patologico delbambino la giustifica.

Se l�azione del ferro è in relazione soprattutto col sistema ritmico,essa si riversa tuttavia tanto verso il polo neuro-sensoriale che versoquello del metabolismo-movimento. La cellula nervosa, tanto specializ-zata, si devitalizza, e corre continuamente il rischio di vedere degradarele proprie albumine. Come l�emazie, è incapace di moltiplicazione, maal contrario di quella, non può rinnovarsi, deve sussistere per tutta lavita. È dunque necessario che sia rivitalizzata dall�esterno, per mezzodel sangue e dell�ossigeno che il sangue apporta. Si rimane stupiti veden-do che il cervello, che rappresenta meno di un quarantesimo del peso delcorpo, consuma da solo il 15% dell�ossigeno inalato, sebbene non com-pia alcun lavoro fisico. Tale intenso apporto di ossigeno dimostra a chepunto i processi di degradazione del tessuto nervoso debbano esserecompensati. La respirazione del tessuto nervoso ha bisogno, anch�essa,di ferro sotto forma di fermenti respiratori, i citocromi.

All�altra estremità, al polo metabolico, ritroviamo una funzionelegata alla presenza del ferro: la funzione biliare. Questa può essereconsiderata come il risultato del processo sanguigno. Esiste una polaritàtra il ferro, elemento minerale da una parte, e dall�altra il calore generatodall�Io nel sangue, calore senza il quale l�Io non potrebbe manifestarsi.

Il ferro chiama l�Io, il quale suscita il calore necessario alla propriamanifestazione. Nel fegato, i due elementi della polarità si dissociano: ilferro si deposita e il calore sfugge sotto forma di bile, da sempre collega-ta all�elemento FUOCO. La cistifellea, dopo aver raccolto la bile, lamanda nell�intestino tenue incontro ai grassi. Nel regno vegetale, i grassiappaiono nel seme, al polo caldo della pianta, dove esse concentrano insè stesse il calore solare. Come tutte le sostanze della natura esteriore igrassi non possono entrare nel sangue se non dopo essere stati spogliatidelle proprie caratteristiche.

Questo processo per i grassi, figli del calore, può avvenire soloattraverso una forza al loro livello: quella del fuoco della bile. È solo dopoquesto lavoro di degradazione che essi possono superare la parete del-l�apparato digerente, riversarsi nel sangue e diffondere il loro calorenell�organismo.

Il Ferro

Ruolo del ferro al poloneurosensoriale

...e al polo metabolico

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2 8 8 Medicina antroposofica

Lo stesso ragionamento è applicabile anche ai grassi animali, ben-ché questi siano stati già parzialmente trasformati; ma se, per la loroanimalizzazione, essi si avvicinano in un certo senso all�uomo, se neallontanano però a causa della specificità animale. Tale specificità, es-sendo di natura eterico-astrale, non appare nella loro composizionechimica. Forse sarebbe possibile metterla in evidenza col metodo dellecristallizzazioni sensibili, ma dal canto nostro ignoriamo se un similestudio è stato fatto a proposito dei grassi.

Per esercitare la volontà è indispensabile il calore; il freddo para-lizza e non può compiersi attività muscolare in assenza di ferro, conte-nuto nei muscoli sotto forma di mioglobina. Grazie ad essa, Marte puòmanifestarsi in un�attività esteriore (Cfr. sopra). Ciò dimostra, ancorauna volta, fino a che punto sono intimamente legati metabolismo emovimento; e quando Rudolf Steiner indica il polo inferiore dell�uomocome quello del metabolismo e del movimento, l�associazione non harealmente nulla di arbitrario.

Riportiamoci adesso alla tabella 3 di pag. 215, vi troviamo, da unaparte, i disturbi dovuti all�insufficienza della I corrente di Marte (classi-ficati per semplificazione nella predominanza della II, che va spesso allapari con una debolezza della I).

Dall�altra parte, troviamo, in alto a destra, le affezioni collegate aun eccesso della I corrente di Venere. Paragoniamo ora questi duegruppi di affezioni con ciò che abbiamo detto sul ruolo del ferro nell�or-ganismo, e vedremo che le une e le altre possono essere consideratecome l�espressione della carenza di questo metallo. È dunque al ferroche dobbiamo fare ricorso per il loro trattamento, o più esattamentealle forze di cui il ferro è vettore. Vediamo adesso sotto quali formedobbiamo prescriverlo.

Quando predominano i processi di assimilazione, allorché le ten-denze �albuminizzanti� si riversano al polo superiore, si deve opporreloro il ferro sotto forma di Pirite in triturazione, da principio in D3. Èquesto un farmaco indicato in molti casi, le bronchiti, laringiti, angine,etc..., che reagiscono bene. Sarà bene prescriverlo alternandolo colCinnabaris D20 trit. del quale abbiamo già parlato nel capitolo prece-dente.

La pirite è anche uno dei componenti del Ferrum sulfuricum silici-cum, specifico per l�emicrania. Perché la pirite? Perché un solfuro diferro? Qual�è il ruolo dello zolfo? Rudolf Steiner ha descritto la suaazione in maniera molto immaginifica: lo zolfo, dice, «umetta le dita»che modellano l�albumina alla maniera del vasaio che si bagna le dita perlavorare l�argilla. Lo zolfo serve così da intermediario tra il ferro e lealbumine; esso conduce il metallo verso queste ultime.

Calore e volontà

Solfuro di ferro adeccesso dialbuminizzazione

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In certi casi, lo zolfo non sarà sufficiente e bisognerà ricorrere alfosforo (Infludo, Ferrum phos. comp.). Nelle affezioni polmonari piùgravi, polmoniti, pleuriti, bronchiti si dovrà ricorrere all�Aconitum nap.D3 50% / Bryonia D2 10% / Eccipiente q.b. al 100% e all�Antimoniumtartar. D2 10% / Phosphorus D4 10% / Eccipiente q.b. al 100% datialternativamente ogni ora o ogni due ore in ragione di 10 gocce. Questamedicina non contiene ferro, per cui si raccomanda di associare ilFerrum Phosphoricum D8 per iniezioni sottocutanee, soprattutto in pre-senza di febbre alta.

Quando nella tubercolosi polmonare, noi prescriviamo il Ferrummuriaticum 0,1% / Graphites D15 q.b. al 100%, agiamo sulle albumine sindallo stadio digestivo; la pirite agisce ad un altro livello, tra i processisanguigni e la respirazione (8). In linea di massima, il Ferrum muriaticumda D3 a D6 sarà indicato nei casi di insufficienza o di rallentamento delladigestione, nelle ptosi gastriche e nelle anemie con disturbi digestivinoti. Benché strettamente legate al ferro, non riparleremo delle anemieipocromiche e delle clorosi già trattate (cf. vol.I, pag.-). Ricordiamotuttavia che, in questi casi, si ricorre al processo ferro che esiste inalcune piante piuttosto che al metallo stesso (Urtica dioica � Fragariavesca). Nei casi gravi, sarà bene cominciare con iniezioni del metallovegetalizzato: Urtica dioica ferro culta 0,1% fiale due o tre volte allasettimana, nella fossa sovraspinale sinistra (9).

Nelle malattie febbrili, l�Io è costretto a compiere nell�organismouno sforzo eccezionale. Dopo essere riuscito a trionfare del processomorboso, esso tenderebbe a riposarsi, ad allontanarsi dall�organismo,come se incarnarsi gli ripugnasse. Ha bisogno, e questo è normale, diriprendere fiato, ma è necessario che esso non resti a lungo in questostato di indifferenza nei confronti dell�organismo. Noi l�aiuteremo aritrovare la strada del corpo fisico grazie al ferro meteorico associato adun estratto di pancreas, organo che costituisce per l�Io un vero puntod�appoggio. Così, durante le convalescenze, dobbiamo prescrivere ilFerrum siderum D10 / Pancreina D6 trit. tanto quanto un pisello primadei tre pasti.

Quando la degradazione delle albumine minaccia il sistema nervo-so, dobbiamo usare il metallo puro ad alta dinamizzazione, perchémiriamo al polo superiore.

Dobbiamo allora prescrivere il Ferrum met. da D20 e D30 in tuttele affezioni degenerative del sistema nervoso, eventualmente in concor-so con argento (cf. sopra). Potremo anche utilizzare un arseniato natura-le di ferro, la scorodite, particolarmente indicata nei postumi di polio-melite e nella loro prevenzione: Scorodite D10 fiale, un�iniezione sotto-

Il Ferro

Polmoniti e bronchiti

Il ferro nellatubercolosi

Il ferro nelleconvalescenze

Consolidamento delsistema nervoso

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cutanea ogni dieci giorni. L�arsenico fa ricorso al corpo astrale � «arse-nizzare, significa, astralizzare», diceva Rudolf Steiner � e la sua combina-zione col ferro sollecita il complesso superiore � Io e corpo astrale � nelsuo insieme.

Levico, di cui abbiamo parlato precedentemente (cf. sopra), realiz-za un complesso di ferro, rame e arsenico che non si può ripetere inlaboratorio. Rudolf Steiner (10) dice di queste acque minerali che com-pensano in sè le forze del ferro e del rame e che, grazie all�arsenico,estendono il campo d�azione di tale effetto compensatorio. Se sommini-strassimo un semplice miscuglio di ferro e di rame, non otterremmo unacompensazione, ma un annullamento dei loro effetti. In compenso, lacombinazione naturale dei due ha un effetto armonizzante. Tale effettoè trasferito su un piano superiore, quello astrale, grazie all�arsenico.Levico è effettivamente una medicina notevole in certi squilibri delcorpo astrale come quelli che si riscontrano in diversi periodi dell�infan-zia. E così sarà bene fare iniziare un trattamento con Levico D3 dil., dacinque a dieci gocce secondo l�età, prima dei pasti. Nei bambini chehanno la tendenza all�insonnia, si deve evitare di dare Levico la sera.

L�ittero catarrale e i disturbi della secrezione biliare sono uncampo importante per la terapia marziale. Tuttavia ci sembrerebbeimprudente stimolare la funzione biliare bloccata all�inizio di un�epati-te. Sarebbe più saggio cominciare a sbloccarla ricorrendo al Mercuriusdulcis D4 o D6 trit. In seguito, quando le feci cominciano a riprenderecolore, si potrà usare il ferro sotto forma di unguento: Ferrum met. D1ungt., applicato sulla zona epato-biliare. Si può anche prescrivere ilmetallo vegetalizzato: Chelidonium ferro cultum 0,1%.

Se ci si ricorda che abbiamo caratterizzato la II corrente di Martecol fatto di parlare � e all�occasione anche gridare!, si sarà portatilogicamente a usare il ferro nei disturbi dell�eloquio. Rudolf Steiner haraccomandato nella balbuzie � l�uso della pirite. Si deve dare la Pirite 1%o 5% in triturazione, tanto quanto un pisello tre vole al giorno, duranteo dopo i pasti. Dato al 5% prima dei pasti rischierebbe di provocaredisturbi digestivi.

Contemporaneamente, si deve applicare un po� d�unguento alrame tra le spalle una volta al giorno (Cuprum met. D1 ungt.) allo scopodi attenuare il carattere spasmodico di questa malattia. Questo è unnotevole esempio di terapia che cerca di armonizzare due polarità. Aproposito della voce, bisogna anche ricordarsi che una voce debole,spesso espressione di una certa timidezza, deve sempre orientare laterapia verso il ferro.

Levico e le sueindicazioni

Ferro e funzione biliare

Trattamento dellabalbuzie

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Il ferro, metallo dell�incarnazione, dovrà essere prescritto il piùdelle volte alle bionde e alle rosse, generalmente meno profondamenteincarnate, piuttosto che alle brune. Dobbiamo prescriverlo in manieraspeciale agli albini � per esempio sotto forma di Nontronite D12 trit., lasilice che orienta l�azione del ferro verso la periferia. Questa stessaforma potrà essere usata nelle depigmentazioni cutanee: vitiligine, etc..Benché ciò possa sembrare paradossale, si deve fare ricorso al ferroanche nelle melanosi, orientando però la sua azione verso l�organo incausa (fegato, surrene). Si dovrà pensare al ferro anche in presenza dialtri sintomi di incarnazione insufficiente, la freddolosità e il raffredda-mento delle estremità. In questi casi l�Urtica dioica 5% D3 è un ottimofarmaco. Ad uno stadio più grave, questo rifiuto dell�Io ad incarnarsicorrettamente potrà provocare vertigini e tendenza alla sincope. Dovre-mo allora prescrivere un farmaco proposto da Rudolf Steiner: il Ferrumhydroxydatum 2% o 5% trit. Durante la gravidanza sarà opportuno sup-plire alla carenza di ferro col Ferrum pomatum D1 dil., 10 gocce tre voleal giorno. Si può anche far mangiare alla paziente una mela ogni sera,mela nella quale 24 ore prima si saranno conficcati quattro chiodi, chepotranno essere usati di nuovo il giorno dopo.

Il ferro è prezioso nel trattamento delle nevrosi e delle psicosi.Aiuta i depressi a ritrovare il coraggio di vivere ed è indicato soprattuttoall�inizio della cura (eventualmente preceduta da una cura di Argen-tum), in attesa che lo Stannum, che agisce più in profondità, abbia fattoeffetto. Per questi ammalati dobbiamo usare il metallo vegetalizzato: ilChelidonium ferro cultum 0,1% fiale, da due a tre iniezioni sottocutaneealla settimana, nel punto di Murphy, perchè attraverso il processobiliare che cerchiamo di stimolare la volontà. Più genericamente il ferropuò essere usato nelle paure e le angosce. La paura dell�ambiente, cheabbiamo collegato al polmone, si può curare non solo col mercurio, maanche col ferro. In questo caso si deve dare l�Urtica dioica ferro culta 0,1%per bocca o per iniezioni. Nelle angosce, dobbiamo fare ricorso alFerrum arsenicosum o al Levico (da D6 a D12 e altre), tenendo conto cosìdella componente astrale di questo sintomo. Nei soggetti affaticati,angosciati, dai tegumenti infiltrati � spesso donne � il Ferrum arsenico-sum D3 trit. dà buoni risultati.

Queste poche indicazioni che riguardano il ferro non pretendonodi esaurire l�argomento; esse vogliono essere solo un filo conduttoreattraverso la vasta gamma di terapie marziali e dimostrare come siafondato il proverbio � qui nescit Martem nescit artem.

Il Ferro

Le bionde hannomaggior bisogno di

ferro delle brune

Ferro e disturbi psichici

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NOTE

1 Rudolf Steiner, La saggezza dei Rosacroce, Monaco 22 maggio � 6 giugno 1907,Ed. Antroposofica, Milano, 1983.

2 Rudolf Steiner, La scienza occulta nelle sue linee generali, op. cit.

3 Pelikan W., I sette metalli, op. cit.

4 Convegno medico di Arlesheim, 1973. Resoconto delle conferenze, Weleda.

5 Speck B., Diurnal Variation of Serum Iron and the Latent Ironbinding in NormalAdults, in Helv. Med. Acta, 1968, 34/3.

6 Nel gioco di parole tra Marte e artem, ritroviamo le due tendenze che Marte-Ares e Vulcano-Efesto simbolizzano (ars = tecnica, elaborazione).

7 Rudolf Steiner: conferenza del 23 marzo 1920, op. cit.

8 Holtzapfel, riprendendo le indicazioni di Rudolf Steiner, raccomanda per ilbambini:Ferrum carbonicum da D3 a D6 per i disturbi metabolici;Ferrum muriaticum D6 per i disturbi circolatori;Ferrum citricum D8 per i disturbi respiratori;Ferrum met. D10 nelle cefalee del periodo scolare.(Holtzaphel W., «Kupfer und Eisen in der kindlichen Entwikklung», Korre-spondenz-Blätter für Ärzte n° 30, marzo 1957).

9 È in questo punto del corpo di Sigfrido che si era posata una foglia di tiglio,mentre l�eroe nordico si bagnava, per rendersi invulnerabile, nel sangue deldrago che aveva ucciso. È di una ferita ulteriore in questo punto, il solorimasto vulnerabile, che l�eroe morirà più tardi. In ogni uomo, questo è unpunto particolarmente sensibile alla terapia marziale, soprattutto quandoquesta mira particolarmente alla respirazione o alla circolazione, cioè alsistema ritmico.

10 Rudolf Steiner, Scienza dello spirito e medicina, op. cit.

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Capitolo XXIX

Il Rame

Attirando lo sguardo, invitando la mano a toccarlo, il rame suscitapiù di ogni altro metallo la simpatia. Gli oggetti di rame mettono in unacasa una nota calda e intima. Al contrario del ferro, sempre aggressivo, ilrame sollecita l�amicizia. Uno strumento in ferro incita all�azione, ilrame è accogliente, è per autonomasia il metallo dei recipienti � oggettidestinati a ricevere.

Un oggetto in ferro è sempre preso a malincuore, ed è per questoche gli utensili, come i coltelli per esempio, sono muniti generalmentedi manici di legno. Un coltello tutto in metallo taglia l�appetito più delcibo. Certi iniziati provano una vera ripugnanza ad afferrare un oggettoin ferro. Il rame, invece, è piacevole da toccare, piace tenerlo in mano,perché il calore del corpo viene incontro a quello che si sprigiona da lui.

Il rame, ben lucidato, possiede un vivo scintillio rosa che richiamal�incarnato della pelle. Uno specchio in rame ci rimanda un�immaginecolorita di persona in perfetta salute. Lasciato all�aperto, il metallocomincia a prendere toni più caldi, poi si appanna progressivamentefino a raggiungere una colorazione bronzea. Col tempo si copre comple-tamente di una patina verde mandorla che, preservandolo dalle intempe-rie, ne mette in risalto l�eleganza, facendone la copertura ideale dellecattedrali. Che differenza col ferro, che il cancro della ruggine finisce colcorrodere completamente!

I colori generati dal ferro si impongono per la loro quantità; essi sispandono dappertutto, lasciano poco posto al biancore. Quelli del rame,viceversa, più rari, colpiscono per la loro qualità, la loro vivacità, comelo prova la cangiante bornite i cui riflessi iridati, nella vetrina deiminerali, attirano lo sguardo sin dal primo momento. Così il ramesveglia il piacere dei sensi, e non è senza ragione che gli alchimisti lochiamavano meretrix metallorum la �cortigiana dei metalli�. Il rame è

La seduzionedel rame

La bellezzadei colori

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veramente il metallo di Afrodite, che attira, come lei, tanto lo sguardoche la mano.

Se si ordinano i metalli su un cerchio, come abbiamo fatto nellafigura 9 di pag.-, il rame e il ferro occuperanno posizioni simmetriche inrapporto a l�asse che passa per l�oro, dimostrando così delle polarità cheli contrappongono. Se consideriamo la loro affinità elettrica, troviamouna perfetta simmetria tra l�elettropositività del ferro che si valuta in +34 e l�elettronegatività del rame a � 34. Il rame è un metallo abbastanzaduro e viene dopo il ferro nella classificazione dei sette metalli principa-li in ordine di tenacità come dimostra la seguente graduatoria:

Tab. 10: Tenacità dei sette metalli principali in Kg/mm2

Ferro 60Rame 35Argento 28

Stagno 3,9Piombo 2,4(Mercurio 0)

Oro 16

La durezza del rame aumenta ancora con l�incrudimento, cioèquando lo si lavora, ma un riscaldamento moderato consente di fargliritrovare tutta la sua malleabilità, che non perde nel corso di un bruscoraffreddamento. Non si può dunque temprare il rame come il ferro. Inlega con lo stagno, il rame forma il bronzo (cf. sopra), più duro del ramema meno duro del ferro, ma che permette almeno la fabbricazione diutensili. Contrariamente al ferro, il bronzo non fa scintille da acciarino,cioè non dà faville quando lo si batte con una pietra. Per questo, nellepolveriere, si usano attrezzi di bronzo e si esclude ogni pezzo di ferroche rischierebbe di provocare una scintilla fatale.

La malleabilità del rame ne fa il metallo per eccellenza del calde-raio. Gli si possono dare tutte le forme volute. Nell�antagonismo tra ilrame, che subisce la sollecitazione e l�acciaio indeformabile del martelloche gliela impone, ritroviamo tutto quello che oppone Venere e Marte.Il rame è anche il metallo che si presta meglio al lavoro dell�incisore, cheaccetta nei minimi dettagli l�incisione del bulino o l�aggressione dell�aci-do. Tale rimarchevole sensibilità del rame appare in maniera stupefa-cente nel metodo delle cristallizzazioni sensibili di Pfeiffer dove il cloru-ro di rame si dimostra capace, più di ogni altro sale, di rivelare le forzeeteriche. La tabella della pagina seguente riassumerà la polarità tra ilferro e il rame.

La polaritàrame-ferro

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Caratteristiche

Reazione alla luceSonoritàContattoConduttività elettrica e termicaMalleabilità

Utilizzazione

PermeabilitàAffinità elettricaValenza primariaColori del minerale

Rame

brillante, tinta caldadolcepiacevolebuona

prende facilmente le formerecipienti (recettività)

all�elettricitànegativa (-34)monovalentevari, brillanti e abbastanza rari

Ferro

opaca, tinta grigiaaspraspiacevolecattiva

si lascia lavorare a freddo con difficoltàarmi, attrezzi (aggressività)al magnetismopositiva (+34)bivalenteterrosi, molto diffusi

Tab.11: La polarità rame/ferro

Benché antagonisti, il rame e il ferro si danno la mano, sia nell�uo-mo che nella natura. Questa proprietà è stata messa a profitto sul pianotecnico � quello della sub-natura! � in tutti quegli apparecchi che fannoricorso contemporaneamente all�elettricità e al magnetismo (elettroca-lamite, dinamo, motori elettrici, trasformatori, relè, ecc.): il rame, buonconduttore di elettricità, consente la formazione di campi magnetici diintensità variabile, che solo il ferro può concentrare e condurre. Ognu-no dei due metalli da solo non sarebbe capace di realizzare ciò che laloro unione consente. Una tale associazione di forze della sub-naturarischia, se non stiamo attenti, di minacciare la libertà umana. Ciò nonsignifica che ci si deve rifiutare di servirsene, ma deve indurre allavigilanza, al risveglio della coscienza che è l�unica cosa che può permet-tere una vera padronanza morale di tali forze.

Il rame non sarebbe il metallo di Afrodite se non accettasse dilegarsi a numerosi elementi. Conserva tuttavia, se non una vera nobiltà,comunque una certa eleganza che traspare nella bellezza dei suoi sali.Gli acidi, anche deboli, lo attaccano facilmente, ma queste combinazio-ni sono instabili e torna agevolmente allo stato metallico. È per questomotivo che si trova spesso allo stato nativo sotto forma di belle arbore-scenze. Esso dunque, anche per le sue proprietà chimiche, è la meretrixmetallorum.

In ragione di tali numerose affinità, i minerali di rame sono moltovari. È rappresentata l�intera gamma dei colori: il rosso e il bruno della

Il Rame

Rame e ferro«si danno la mano»

Affinità chimiche varie

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cuprite dai cristalli dai bagliori metallici per un indice di rifrazione chesupera quello del diamante; il giallo dorato della calcopirite, il verdedella malachite, dell�olivina e del brillante dioptasio, il blu dell�azzurri-te e il violaceo della covallite. La bornite riunisce da sola nelle sueiridescenze tutta la ricchezza di questa tavolozza. Anche il nero è rap-presentato da certe varietà di calcosite.

I principali minerali di rame sfruttati sono i solfuri, situati general-mente in profondità. Quando i filoni sono vicini alla superficie, subisco-no l�influenza degli agenti atmosferici e si trasformano in carbonati(malachite e azzurrite) o in ossidi (cuprite). Il rame spesso è associato alproprio antagonista, il ferro, � come l�argento lo è al piombo � e formacon lui diversi minerali (bornite, calcopirite, erubescite).

La ripartizione del rame sulla superficie della terra presenta delleparticolarità interessanti. Per afferrarla, bisogna rappresentarsi la terrao uno stadio molto precedente alla sua evoluzione. Se ammettiamo lateoria di Wegener sulla deriva dei continenti, è possibile su un globoterrestre rimetterli al posto che verosimilmente occupavano prima diquesta deriva. Diciamo bene globo terrestre, perché su un mappamondoo un planisfero, l�operazione non è più possibile, a causa della deforma-zione che i contorni hanno subito, per essere stati proiettati su unasuperficie piana. È tuttavia possibile dare un�immagine del risultato diuna tale operazione (fig.18). Come si vede, le zone periferiche sonofortemente deformate; soltanto l�Africa, situata al centro, conserva piùo meno la sua forma. Vediamo così l�America del Sud coincidere conl�Africa, e l�America del Nord con l�Europa, mentre resta vuoto il postoche verosimilmente occupava l�Atlantide. Viene a trovarsi ad est del-l�Africa il continente australiano che faceva parte probabilmente delcontinente scomparso di Lemuria. La massa continentale costituitadalla riunione dell�Europa, dell�Africa, delle Americhe e dell�Australia,costituisce quello che Wachsmuth (1), lavorando sui dati di RudolfSteiner, chiama il polo Atlantico. La terra, dalla quale la Luna non si eraancora staccata, aveva allora la forma di un ellissoide di rotazione(fig.19). Una delle estremità formava il polo Atlantico, l�altra il poloPacifico, da cui si è più tardi staccata la Luna. Sulla massa ricostituita delpolo Atlantico (fig.18) abbiamo riportato i principali giacimenti dirame: Canadà, Nuovo Messico, Cile, Katanga, Urali e Australia. Livediamo ordinarsi su un piccolo cerchio che approssimativamente hacome centro il massiccio dell�Hoggar, sul tropico del Cancro. Il raggiodi questo cerchio corrisponde ad un angolo al centro di 46°20', ossiaesattamente il valore dell�angolo sotto il quale osserviamo Venere � ilpianeta del rame � al momento della sua maggiore elongazione. Lefigure 18 e 19 richiedono alcune osservazioni.

Minerali principali

Geografia del rame

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Esse sono in parte ispirate da quelle che figurano nel libro diWachsmuth, ma presentano alcune differenze:

1. Il polo Atlantico è posto sul tropico del Cancro, mentre Wach-smuth lo pone sull�equatore. Di conseguenza, il polo Pacifico è postopiù in basso; corrisponde nella figura 19 alla fossa dei Tonga, la piùprofonda di tutti gli oceani (10882 m.).

2. L�Australia è posta contro il continente africano, mentre Wach-smuth la lascia più o meno al suo posto attuale, ad est della Lemuria. Sipuò pensare che quando la luna è uscita dalla terra (al polo Pacifico), ilcontinente Lemuro-australiano è andato alla deriva e in parte è cadutonel vuoto così creatosi. L�Australia attuale, che costituiva la parteoccidentale della Lemuria, proprio per questo sarebbe stata l�unica a

Fig.18: Il polo Atlantico e il cerchio di rameEU: Europa. AS: Asia. AM.N.: America del Nord. AM.S.: America del Sud.AT: Atlantide. LE: Lemuria. AU: Australia.Giacimenti principali: 1: Nuovo Messico (U.S.A.) 2: Canadà. 3: Urali. 4:Australia. 5: Katanga——— Circolo del rame

Il Rame

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Fig.19: L’ellissoide terrestre prima della separazione dalla Luna

non naufragare. In appoggio a questa tesi, teniamo presente l�esistenza diun pianoro sottomarino che si estende dall�Australia alla fossa dei Ton-ga, che sarebbe in questo caso un resto della Lemuria. Anche il continen-te asiatico ha probabilmente subito una leggera deriva verso est, dandoorigine al mar Rosso, al golfo Persico e forse anche al mar Caspio. Si puòsupporre che all�epoca della formazione del rame, la terra girava su sèstessa attorno ad un asse Hoggar-Tonga, restando il polo Antarticoorientato verso il Sole. Il cerchio del rame è allora il luogo geometricodei punti dai quali si vede Venere al momento della maggior elongazio-ne, subendo così la sua influenza in modo privilegiato. Ciò confermereb-be l�indicazione di Rudolf Steiner secondo la quale �il rame è nato sottola diretta influenza di Venere� (2). Osserviamo anche che quando noisuperiamo il cerchio del rame in direzione dell�Asia, il rame diventasempre più scarso.

Però in piccole quantità si trova del rame su tutta la terra. Benchémolto meno abbondante del ferro (Cfr. tavola 8, pag. 286) non ha perònella natura un ruolo meno importante. La sua presenza allo stato di

Il rame nel regnovegetale...

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tracce sembra necessario per la formazione della clorofilla, benchéquesta non ne contenga, e la sua assenza nei vegetali provoca dellemalformazioni che interessano soprattutto le foglie. In una conferenzadel 31 ottobre 1923, Rudolf Steiner parla di esperimenti fatti a Stuttgartsu alcune piante nelle quali delle dinamizzazioni di rame hanno provo-cato la comparsa di ondulazioni su tutto il perimetro delle foglie. Setracce di rame sono indispensabili ai vegetali superiori, al contrarioquesto metallo è tossico per quelli inferiori: funghi e alghe. Osserviamoanche che la presenza di rame sembra indispensabile all�attività dellavitamina B1 la cui abbondanza nei tessuti vegetali e animali varia colvariare di questo metallo.

Il rame è indispensabile al regno animale quanto a quello vegetale.Lo troviamo in numerosi invertebrati sotto forma di emocianina, unpigmento respiratorio nel quale ha un ruolo analogo a quello del ferronell�emoglobina degli animali a sangue caldo. Gli animali respiranoricorrendo al rame (molluschi, celenterati, crostacei) che possiedonotutti un carattere comune: la predominanza del metabolismo e dellefunzioni di assimilazione. Così, un�ostrica è quasi interamente costituitada una massa di albumina vivente, poco strutturata e incapace di tollera-re nel proprio organismo l�elemento minerale, che rigetta sotto formadi conchiglia. Le mancano tutti i processi di esteriorizzazione dell�ani-male superiore in rapporto alla presenza del ferro � lo spostamento, ilverso. Un�ostrica infatti non è altro che assimilazione, interiorizzazionee vita. C�è una ragione perché Venere è stata da sempre rappresentatanascente dall�elemento nutritivo marino nel cavo di una conchiglia. Ellanon è, come troppo spesso si pensa, il simbolo delle funzioni lunari diriproduzione, ma quello dei processi di assimilazione di recettività e diinteriorizzazione che predominano nel sesso femminile, di avvolgimen-to e protezione come la conchiglia per il mollusco.

Opposti ai molluschi, troviamo gli uccelli, animali aerei, forte-mente disseccati. Curiosamente, in loro, il rame si è spostato alla perife-ria, e, per alcuni di essi, come il touraco, ha un ruolo nella pigmentazio-ne del piumaggio. Non è più l�assimilazione a dominare, ma l�aspettoesteriore � altro elemento venusiano. Il rame qui è al servizio di un�altraforma di astralità. In linea di massima, il rame interviene nella pigmenta-zione animale e umana. I peli del coniglio bianco sono meno ricchi dirame di quello dei conigli scuri, e, nei cani e nei gatti chiazzati o tigrati,i peli scuri ne contengono più di quelli chiari. Nell�uomo, la formazionedella melanina è legata alla presenza del rame.

Tutti i tessuti dell�organismo umano contengono rame. Un sogget-to di peso medio ne contiene da 0,2 a 0,3 grammi ossia circa dieci voltemeno del ferro.

Il Rame

...e nel regno animale

Il rame nell�organismo

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Contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, non è il rene,organo di Venere, il più ricco di rame, ma il fegato, organo venoso diassimilazione. Forse questo fatto traduce semplicemente un processo diapprovvigionamento simile a quello che esiste per il ferro. Milza epolmone sono, viceversa, al di sotto della media. Il siero dell�uomo necontiene circa 97% e quello della donna 106/%. Vi è dunque inversionedi rapporto ferro/rame secondo il sesso, a vantaggio del ferro nell�uomoe del rame nella donna. Nella donna incinta, il tasso di rame sericoaumenta sino a 230%. In genere cresce proporzionalmente all�attivitàmetabolica. Aumenta così nell�ipertiroidismo, e lo stesso nel cancro.Come ha dimostrato H. Müller, le variazioni del rapporto rame serico/ferro serico costituiscono una preziosa guida nel trattamento e nelladiagnosi dei malati di cancro (3). È interessante notare anche l�aumentodel rame serico in alcune malattie mentali quali la schizofrenia e l�epiles-sia, malattie nelle quali l�Io non assicura più le funzione di controllo delcorpo astrale. Si constata anche un rialzo del tasso di rame serico nelleaffezioni biliari accompagnate da ittero, nelle quali il processo ferro ècarente.

Il rame è stato a lungo accusato di essere un potente veleno. Ècertamente molto meno velenoso del piombo e del mercurio, e puòanche avere un effetto salutare. Così, gli operai che lavorano il rame sisono dimostrati più resistenti al colera. Simonin (4) non menzionamalattie professionali dovute al rame. Tuttavia, ingerire grosse quantitàdi sali di rame provoca disturbi digestivi: diarrea, vomiti, spasmi gastricie disfagia.

Le conseguenze dell�ingerimento di piccole quantità di rame sonostate notevolmente descritte da Hugo Schultz (5): compaiono sintomipsichici quali malinconia, depressione, panico, paura della morte, diso-rientamento, perdita della memoria e fuga delle idee. A questi disturbidella coscienza si aggiungono vertigini, sensazione di pesantezza, unafflusso di sangue al cervello; il polso si accelera, diventa piccolo e duro,tutto il corpo si raffredda. L�iperemia del polmone si traduce in unasensazione di pressione, di tensione, e in un�intensa dispnea. Si notanoanche profuse sudorazioni e la raucedine causata dall�infezione dellemucose. I muscoli sono sede di crampi e contratture dolorose. Tuttiquesti sintomi descritti da Schultz denunciano l�insufficienza o l�assenzadi controllo del corpo astrale da parte dell�Io.

Il morbo di Wilson o degenerazione epato-lenticolare è un�affezio-ne ereditaria legata ad un difetto del metabolismo del rame e degliaminoacidi. Esso è caratterizzato da rigidità muscolare, tremori, distur-bi psichici e oculari. Comporta inoltre un curioso sintomo: la pellesembra come se ci si fosse infiltrata dell�aria e dà l�impressione toccan-

Tossicità del rame

Il morbo di Wilson

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dola di ovattata imbottitura, che prende in un certo senso un eccessivocarattere venusiano. Fortunatamente, si tratta di una malattia rara, maabbastanza spesso si riscontra questo sintomo cutaneo in forma menograve dove la pelle dà semplicemente l�impressione di grande delicatezzaed elasticità. Ne sono risparmiati solo i contorni degli occhi e questepersone si fanno notare subito per le occhiaie persistenti che si incassanonei tessuti vicini.

Il rame, dice Rudolf Steiner, è imparentato con i processi dellazona inferiore dell�organismo, a tutto ciò che si compie al di sotto deldiaframma, all�assimilazione, al calore, come all�elaborazione della linfae del sangue. Dobbiamo quindi usare questo metallo a basse dinamizza-zioni le cui affinità col polo inferiore dell�organismo già conosciamo(Cfr. sopra). Tra tutte le osservazioni che riguardano ammalati per ilquali Rudolf Steiner aveva consigliato il rame, la dinamizzazione piùalta che abbiamo potuto trovare, per quel che ci riguarda, è una D10; sitratta comunque di una indicazione isolata. Le più usate vanno dalla D4alla D6. In una conferenza tenuta a Torquay il 14 agosto 1924, eglispiega a questo proposito: «Quando si somministrava ad un neofitadell�antica Caldea, dopo averlo accuratamente preparato con esercizispirituali, del rame dosato molto abilmente � oggi diremmo ad altadinamizzazione omeopatica � egli aveva l�impressione che le sue paroleavevano un calore maggiore (...) perché i nervi che vanno dalla laringe alcervello si riscaldavano anche essi. La stessa alta dinamizzazione di rameprovocherebbe ai nostri contemporanei un malanno alla laringe. Al disopra del cuore, il rame è in collegamento con la laringe, al di sotto conl�apparato digerente». Altrove (16), Rudolf Steiner precisa che tale azio-ne del rame al polo digestivo concerne quei processi che si compiono aldi là della parete intestinale. Siamo dunque senz�altro nel campo dell�as-similazione e in quello dell�irradiamento renale..

Il rame sarà allora il farmaco di base nei disturbi dell�assimilazionequali si possono manifestare in caso di insufficienza della I corrente diVenere (Cfr. tavola 3, pag. 225). Magrezze, cachessia, denutrizione, ecc.,si devono curare con Cuprum sulfuricum da D4 a D6. Spesso, l�uso delrame sotto forma di unguento può dare ottimi risultati. Nel lattanteatrepsico, si devono frizionare le gambe con pochissimo unguento(l�equivalente di una lenticchia) Cuprum met. D1 25%.

Una delle indicazioni principali del rame è la tubercolosi addomi-nale. Nelle tubercolosi del tenue si deve prescrivere Coffea tosta 1% /Cuprum sulf. D2 5% / Plumbum met. D15 90% / Eccipiente q.b. al 100%l�equivalente di un pisello tre volte al giorno. Viceversa, per l�intestinocrasso, si deve utilizzare Mercurius vivus D4 10% / Nasturtium off. 5%/Stannum met. D14 10% / Eccipiente q.b. al 100% (Cfr. sopra). Nelle

Il Rame

Rame e assimilazione

Un farmaco per letubercolosi addominali

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tubercolosi renali, si deve ricorrere ad un carbonato di rame, la malachi-te, e si deve prescrivere: Malachite D6 trit. l�equivalente di un pisello trevolte al giorno.

Il rame ha una rimarchevole azione sull�organismo di calore. Sideve prescrivere alle persone freddolose, a quelli che soffrono di freddoalle estremità, e nelle affezioni conseguenti a questo stato (fibromi,appendiciti, cistiti, ecc.). A questi ammalati si devono frizionare gli articon Cuprum met. D1 ungt. Sarà bene far portare loro delle solette cheincludono una sottile lamina di rame. Nelle appendiciti, si devonoprescrivere frizioni alle ginocchia, sempre con lo stesso unguento, poi-ché esiste una relazione tra ginocchia e appendice che gli agopuntori,crediamo, conoscono bene. In caso di mani fredde si potranno impegna-re gli ammalati a eseguire ogni sera degli esercizi con una sfera di rame.(Si tratta, ben inteso, di rame rosso, non di ottone).

Per la sua azione sull�ematopoiesi, si deve prescrivere il rame nelleanemie. Ci sono anemie che non reagiscono affatto al ferro se non siricorre contemporaneamente al rame. Anche in questo caso rame eferro si danno la mano. In linea di massima, un�unzione giornaliera dellazona splenica con l�unguento al rame basta a completare una terapiamarziale e ad assicurarle efficacia.

Il rame è anche la medicina base delle stasi venose � varici, emor-roidi, stasi portale, ecc. � ed è probabile che il suo effetto di riscaldamen-to delle estremità sia dovuto alla sua azione stimolante della circolazio-ne venosa. In effetti, il sangue venoso che cede alla gravità (Cfr. sopra) estagna nei vasi che dilata, costituisce un ostacolo indiretto alla circola-zione arteriosa. Togliendo questo ostacolo, attivando la circolazionevenosa, si facilita insieme quella arteriosa. Anche qui, Venere e Marte sidanno la mano e si completano. Il trattamento deve essere essenzialmen-te esterno: frizione delle gambe in direzione del cuore, due o tre voltealla settimana, con un poco di unguento Cuprum met. D1 o anche con laLozione tonica al rame Weleda e portare solette di rame. Si deve completa-re con un trattamento interno: Kalium aceticum stibiatum D3 trit., l�equi-valente di un pisello tre volte al giorno, ed eventualmente Hirudo eLachesis. Le frizioni delle gambe ricorrendo all�unguento al rame devonoessere prescritte, in caso di gravidanza, sistematicamente.

Le forze del rame, dice Rudolf Steiner, si oppongono in un certosenso a quelle del ferro e, di conseguenza, dobbiamo ricorrere a loroquando la I corrente di Marte si manifesta troppo intensamente. E cosìnelle ipertensioni collegate ad un eccesso di irradiamento renale Chamo-milla cupro culta 0,1%, per iniezioni sottocutanee due o tre volte la

Il riscaldatore

Rame e anemie

Rame e circolazionevenosa

Un antispasmodico

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3 0 3

settimana, sarà un farmaco di prima qualità per togliere lo spasmoarterioso. Il rame, sotto tutte le forme, costituisce il farmaco antispa-smodico per eccellenza e va prescritto nei crampi sotto forma di un-guento, particolarmente nelle coliche peri-ombelicali dei bambini (re-sponsabili di tante appendicectomie inutili), nei pilorospasmi e nellestipsi spasmodiche. Le frizioni si devono fare girando lentamente attor-no all�ombelico in senso orario e premendo moderatamente.

Un luogo di elezione per l�azione del rame è costituito dal plessosolare. L�azione antispasmodica del rame può essere vantaggiosa anchenei tics e nella corea di Sydenham o ballo di S. Vito, di cui abbiamo giàparlato. Il rame sarà il farmaco base nelle spasmofilie e nelle tetanie.Holtzapfel raccomanda in questi casi la forma Chamomilla cupro culta0,1% per bocca.

Anche le forme di tossi spasmodiche, tra cui la pertosse, sonocurabili col rame sotto forma di Cuprum acet. D3 dil.. Ricordiamol�azione del rame nella balbuzie (Cfr. sopra). Anche nell�asma, di cuiabbiamo segnalato il collegamento col rene, il Cuprum D5 trit. permet-terà di agire sullo spasmo bronchiale. Sarebbe d�altronde indicato pre-scrivere a tutti gli asmatici unzioni della zona renale (angoli costo-vertebrali) con Cuprum met. D1 / Tabacum D6 ungt.

Questa terapia così semplice è applicabile in tutte le affezionicroniche che implicano una partecipazione del rene: insufficienza rena-le, nefrite, nefrosclerosi, così come nei disturbi psichici legati ai reni lacui caratteristica è l�emancipazione del corpo astrale in rapporto all�Io eche Treichler (7) caratterizza in modo lapidario con due parole: agita-zione-ebetismo, indicando così i sintomi principali tra i quali oscillanoquesti malati.

Il rame, dice ancora Rudolf Steiner in una conferenza del 29 agosto1924, aiuta l�organizzazione dell�Io a ristabilire il proprio equilibrio difronte al corpo astrale. Questo metallo costituisce così il farmaco-tipo,non solo delle affezioni psichiche già segnalate, ma anche di quelle nellequali l�emancipazione del corpo astrale interessa più specialmente ilpiano funzionale. Questo avviene nel morbo di Basedow, per il quale lamedicina antroposofica prescriva d�abitudine la Chalcosina D4 o la Cu-prite D4. In un caso, posteriore alla pubblicazione del I volume, in cui laCuprite non aveva dato i risultati previsti, abbiamo ottenuto una seda-zione spettacolare della tachicardia, scesa da 140 a 80 in due settimane,ricorrendo al metallo vegetalizzato. Melissa cupro culto 0,1%, sommini-strato per bocca in ragione di 10 gocce tre volte al giorno. Ricordiamo,benché ciò concerne un altro metallo, che questi ammalati in seguitopossono stabilizzarsi con applicazioni di unguento Argentum met. D1sulla zona anteriore del collo, al momento di coricarsi. L�eccessiva

Il Rame

Rame e reni

Rame eipertiroidismo

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influenza del corpo astrale sull�organismo può, invece di essere generalecome nell�ipertiroidismo, localizzarsi in alcuni organi, come possiamoosservare nelle ulcere gastro-duodenali. Anche qua il rame può essereusato come complemento dell�argento (Cfr. sopra). In questi ammalati,esiste generalmente una partecipazione della sfera renale; così Hauschka(8) ha raccomandato di associare al rame un estratto di ghiandola surre-nale sinistra. Ispirandoci a questa idea, potremmo prescrivere: MalachiteD6 / Surrenina sinistra D6, 10 gocce prima dei tre pasti.

Per finire, citiamo anche una curiosa indicazione di Rudolf Steinerche concerne il rame (9), benché essa non sia a dire il vero di ordineterapeutico: «Il rame dà la facoltà di trovare della analogie. Sotto la suainfluenza, il pensiero non è più ostacolato dall�elemento fisico delcervello».

Varietà dei minerali, ricchezza dei colori molteplicità delle appli-cazioni terapeutiche caratterizzano il rame. Se gli alchimisti hannopotuto paragonarlo ad una cortigiana, noi medici potremmo, chiamarlala domestica tuttofare, avvicinandoci così all�immagine della casalingaeconoma di cui si era servito Lievegoed per illustrare la I corrente diVenere.

NOTE

1 Wachsmuth G., L�evolution de la terre, op. cit.

2 Rudolf Steiner, Le entità spirituali nei corpi celesti e nei regni della natura,Helsinki 3-14 aprile 1912, Ed. Antroposofica, Milano, 1985.

3 Müller H., Précancérose, méthodes de diagnostic et prophylaxie, Colloquiomedico d'Arlesheim, 1973. Atti delle conferenze, Weleda.

4 Simonin, Médecine du travail, Maloine, Paris.

5 Schultz H., Wirkung und Anwendung der unorg Arzneistoffe.

6 Rudolf Steiner, Fondamenti scientifico spirituali della terapia, Dornach 11-18aprile 1921, Ed. Antroposofica, Milano, 1987.

7 Rudolf Treichler, medico psichiatra antroposofico autore di numerosi lavoripsichiatrici parecchi dei quali sono stati pubblicati dalle Editions du CentreTriades � in particolare: Biographie et Psychologie: Évolution, troubles et maladiesde l'âme humaine (1988) e Pour une psychiatrie différente: Dynamique de laschizophrénie (1983).

8 R. Hauschka, medico, fondatore dei laboratori Wala.

9 Conferenza del 13 ottobre 1906.

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3 0 5

Capitolo XXX

L�Oro

Se il rame suscita la simpatia, l�oro suscita la meraviglia, meravigliamolto ben espressa da questa piccola parola della nostra lingua doveritroviamo la vocale O nelle interiezioni che indicano il nostro stuporee la nostra ammirazione. Si può realmente e in molti modi ad-or-arel�oro. Non è certo per caso che ritroviamo le stesse lettere o-r perindicare la preghiera e la bocca, in or-azione per esempio. Gli etimologiobietteranno che la parola oro che serve a indicare il metallo viene dallatino Aurum, ma non troviamo forse in AU l�idea di preghiera, comenell�AUM degli antichi indù? Ritroviamo la sillaba or nella parola or-igine, che si potrebbe tradurre con: ciò che è stato creato con la bocca(or-almente), o meglio dal Verbo. L�oro è quindi il metallo del Verbo,dello spirito. Non potremmo dire la stessa cosa di alcun altro metallo.

L�oro è bello, brillante e manifesta sin dall�inizio la sua affinitàcon la luce del sole. Per parlare dell�oro, bisogna averlo sotto gli occhi.Comprate un foglio d�oro (1) da un corniciaio o da un doratore, chiede-tegli di metterlo tra due lastre di vetro e contemplatelo, lasciateloparlare, ha tante cose da raccontarvi. L�oro ama brillare, ama la luce alpunto tale che cerca di occupare la superficie più grande possibile e silascia stendere in fogli il cui spessore non supera i dieci millesimi dimillimetro; in altre parole bisogna sovrapporne diecimila per ottenerelo spessore di un millimetro, e dei grammi d�oro possono ricoprire unmetro quadrato di superficie. Guardate adesso il sole attraverso la vostralamina d�oro; sembrerà verde. Effettivamente, una lamina simile è cosìsottile che lascia passare la luce conferendole una tinta verde.

I giochi dell�oro e della luce ci riservano ancora altre sorprese. Sesi precipita l�oro in una soluzione del proprio cloruro, si vede apparireuna bella tinta rossa: la porpora di Cassio. L�oro racchiude in sè così tretinte: il giallo dorato riflesso dalla propria superficie, che sta nel mezzotra la porpora delle soluzioni colloidali e il verde della trasparenza. Sipuò realizzare un esperimento che prova indiscutibilmente questa posi-zione centrale del giallo tra il rosso e il verde: illuminate una superficie

Il metallo solare

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3 0 6 Medicina antroposofica

bianca con due luci diverse, una rossa e l�altra verde, otterrete unasuperficie gialla. D�altra parte è possibile variando la proporzione dirosso e di verde, ottenere tutta la gamma di sfumature che separanoqueste due tinte. Se guardate la superficie gialla così ottenuta attraversoun prisma, la vedrete sdoppiarsi in due superfici, una rossa e l�altraverde!

L�oro così contiene in sé una triade: i suoi due colori complemen-tari, il rosso e il verde, che si oppongono, e il suo elemento ritmicoevidenziato dalla bella luminosità dorata. Non è curioso ritrovare qui lastessa polarità rosso-verde scoperta studiando la clorofilla e l�emoglobi-na ? (Cfr. sopra). Vediamo in questo modo delinearsi un rapporto tral�oro e le zone ritmiche della pianta e dell�uomo.

La luminosità dell�oro è stata sempre paragonata alla luce del sole,proprio come il riflesso dell�argento a quella della Luna. Sappiamobenissimo, insieme ai fisici, che la luce della luna è in proporzione piùricca di raggi gialli, e che, se fotografiamo il nostro satellite con unapellicola a colori, otteniamo, con grande stupore, una grande pallagialla. Ma quando si tratta di colori, ciò che importa non è quello chemisurano gli strumenti di fisica, ma ciò che noi vediamo e sentiamo.Fuori dalla nostra vista, la nozione di colore è priva di senso. Niente dipiù triste dell�illuminazione con lampade o tubi detti luce diurna, la cuitinta livida non corrisponde affatto all�impressione dorata data dallaluce del sole! E se, dopo una giornata di sole, osserviamo di notte la lunapiena, essa ci dà proprio l�impressione di essere argentata. Queste sensa-zioni soggettive non sono un�inganno, perché innegabilmente esiste unrapporto tra l�oro e il Sole, tra l�argento e la Luna, come hanno dimo-strato gli esprimenti di Kolisko, di A. Fyfe e di Faussurier (Cfr. sopra).

Se l�oro, dopo l�argento, è il metallo più brillante, esso è, vicever-sa, tra i sette principali, il più pesante, con una densità di 19,3. Ritrovia-mo qui, ma ad un grado maggiore, la polarità leggerezza/gravità scoper-ta per il mercurio. Per il mercurio la leggerezza non supera lo strato diARIA e la gravità lo strato di ACQUA. L�oro va oltre, e vorrebbetrasformarsi completamente in luce, in qualcosa più tenue dell�aria.D�altra parte, l�oro si condensa in una massa tra le più dense della crostaterrestre. Quando si riduce in lamine infinitamente sottili, un poco allamaniera dei liquidi, come per esempio un sottile strato di olio, essotende a occupare uno spazio a due sole dimensioni, mentre il mercurio,disperso allo stato di ARIA, occupa sempre uno spazio a tre dimensionie resta così più vicino alla materia. In compenso, condensandosi, l�oroforma una massa solida più densa del mercurio e tende persino a cristal-lizzare. Così, nelle due direzioni, l�oro va oltre il mercurio.

Data l�alta densità dell�oro, ci si potrebbe aspettare di incontrarloprincipalmente nelle profondità della terra; non è così, perché l�oro si

La polaritàluce/gravità

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3 0 7

trova sia in superficie nelle rocce silicee, anch�esse somiglianti alla luce,sia in filoni a profondità medie. Fatto ancora più curioso: si trova oroallo stato colloidale negli altri strati dell�atmosfera. Dunque l�oro riuni-sce in sè, oltre quella del rosso e del verde, una seconda polarità: quellache oppone la luce alla gravità, o la luce alla materia, o la luce all�oscuri-tà, che è la stessa cosa. Se ci si ricorda che Rudolf Steiner dice che lamateria in generale è luce condensata, possiamo definire l�oro lucecondensata che tuttavia ha conservato qualcosa della luce originale.

L�oro vuole restare se stesso; è un aristocratico che evita di mesco-larsi alla folla. Non può però restare, come i gas rari, estraneo ad ognicombinazione chimica. Il cloro che nasce dall�acqua regia ordinaria odall�acqua regia clorata (3) è capace di attaccarlo formando dei cloruri.L�oro rifiuta ostinatamente di ossidarsi, è il metallo nobile per eccellen-za e in ciò somiglia all�argento. Come per quest�ultimo è possibiletuttavia ottenere degli ossidi usando una via traversa, un�astuzia. Ma unossido così ottenuto, come quello dell�argento, è estremamente instabilee forma con l�ammoniaca una polvere grigia che scoppia al minimourto: l�oro fulminante. L�oro è intaccato anche dai cianuri alcalini, cosache permette di recuperarlo nei minerali relativamente poveri. I cianurialcalini capaci di intaccare l�oro sono anche potentissimi veleni cheagiscono � fatto curioso � proprio sull�emoglobina del sangue, dellaquale abbiamo messo in parallelo con quelle dell�oro le proprietà lumi-nose. Quella stessa sostanza che paralizza il pigmento respiratorio de-grada l�oro, lo sottrae alla luce e lo lega al processo del chimismoterrestre.

Dei nostri sette metalli, l�oro è il più elettronegativo e tende così asostituirsi agli altri nelle reazioni. Tale proprietà è usata in fotografiaper il viraggio dei negativi: quando questi si immergono in una soluzionedi sale di oro, l�oro si sostituisce all�argento. Il negativo così trattatoprende una calda inalterabile tonalità bruna.

Contrariamente agli altri metalli, l�oro esiste in natura solo allostato nativo. Benché raro, è un metallo diffusissimo ed esistono pocherocce che non ne contengono tracce. In linea di massima, l�oro è presen-te nella crosta terrestre in dose omeopatica equivalente a un D9, ossia unmilligrammo per tonnellata. L�oro ama particolarissimamente la so-stanza, tutta luce, che è la silice, ma non si combina mai con essa,preservando la propria integrità. Così, i graniti, ricchi di silice, conten-

ARIAMERCURIO

ACQUA

LUCEORO

SOLIDO

L'Oro

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L�oro, unaristocratico

Pepite e pagliuzze

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3 0 8 Medicina antroposofica

gono in media 1 grammo d�oro per tonnellate, ciò che equivale già a unaD6. Quest�oro si ritrova sotto forma di pagliuzze nelle alluvioni cherisultano dall�erosione di quelle rocce. Esso può essere estratto dallesabbie con procedimenti diversi, il più semplice dei quali è quello dellavaggio: l�oro, più pesante, si raccoglie al centro del cono, mentre lesabbie sono portate vie dall�acqua. Si trovano a volte masse d�oro piùconsistenti, le pepite, il cui peso può raggiungere parecchi chilogrammi.La più pesante trovata in Francia, del peso di g 543, fu raccolta verso il1850 da un pastore degli Avols in Ardeche; questo ne fa solo un ciottolodi due centimetri di diametro, ma un ciottolo molto pesante!

I principali giacimenti di oro sono distribuiti su tutto il pianeta;tuttavia, i giacimenti africani sono di gran lunga i più importanti equesto continente è in testa alla produzione mondiale col 62%. Così ilcontinente del Sole è lo stesso dell�oro. Diremo pure che quel continen-te è il cuore della terra? Guardiamo di nuovo la figura 19 di pag. 308 con lasua polarità Atlantico/Pacifico. Da una parte il continente africano, ilcuore dell�organismo terrestre, all�epoca sempre orientato verso il Sole, edall�altra il polo Pacifico, come un utero dal quale si è staccato il corpodella Luna. Quella polarità Atlantico/Pacifico � sarebbe più esatto direAfrica/Pacifico � corrisponde a quella che oppone nel corpo umano ilcuore all�utero e di cui tiene conto Rudolf Steiner in una conferenzatenuta ad alcuni medici il 16 aprile 1921. Essa corrisponde anche allapolarità Sole/Luna e a quella che oppone l�oro all�argento. Una taleconcezione non è contraria all�ordine nel quale abbiamo allineato pianetie metalli, così come appare nelle figure da 8 a 15; cambia solo il punto divista ed è per questo che è stato solo accennato. Il fatto di esaminare le coseda un angolo nuovo costituisce d�altronde un ottimo esercizio mentale,vero antidoto alla sclerosi del pensiero.

Torniamo ora alla posizione che è servita da base a questi studi.Abbiamo messo l�oro al centro della figura e in cima all�ettagono (Fig.da 9 a 15). Ci si aspetterebbe che l�oro possedesse, per questo, proprietàintermedia tra quelle dei metalli di sinistra e quelle dei metalli di destra.Ciò è vero per alcune tra queste, come la conduttività termica edelettrica, la differenza tra punto di fusione e di ebollizione (Fig. 13), eper la tenacità (Cfr. tavola 10, pag. 304), ma per altre proprietà non èproprio il caso. Così, l�oro è il più pesante e il più elettronegativo deisette metalli e si pone realmente in cima. Ma esso porta in sé l�inversodella pesantezza: la luce; riunendo in sè la polarità pesantezza/luce,l�oro ridiventa il metallo del centro. Ancora, alla sua grande inerziachimica in rapporto alla sua elettronegatività, possiamo opporre la suaubiquità, il fatto che si trova dappertutto. Così, l�oro, quando riunisce insè delle proprietà polari, resta il metallo del centro. Per gli alchimisti,

Il metallo del poloafricano

Il metallo dellasommità e del centro

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era insieme SALE, MERCURIO e ZOLFO, e dicevano: Facilius estaurum facere quam destruere � è più facile fare l�oro anziché distrugger-lo � esperimentando così la difficoltà di isolare i tre stati dell�oro, tantointimamente uniti ad esso.

L�oro era conosciuto sin dalla più lontana età, ma era assolutamen-te proibito possederne, essendo tale metallo riservato al culto; solo il Re-sacerdote ne aveva la custodia. L�oro era così il metallo della spiritualitàpiù profonda. Noi di questo abbiamo conservato a lungo il ricordousandolo fino ai nostri giorni per fabbricare strumenti di culto: calice eestensorio. Nella pittura primitiva, il fondo dorato sul quale eranorappresentati i personaggi divini o sacri rifletteva la sua spiritualità. Piùtardi, questo spazio si è ristretto all�aureola che circondava la testa deisanti, poi l�oro è completamente scomparso dai quadri. Ne è rimastaperò una traccia nell�abitudine di dorare la cornici. L�oro aveva unruolo importante nelle vetrate; aggiungendo al vetro piccole quantità dicloruro di oro si otteneva la loro magnifica tinta rossa.

Simbolo di saggezza spirituale, l�oro è progressivamente diventatoquello della ricchezza terrestre, della potenza materiale. Alessandro ilgrande aveva in suo possesso tutto l�oro dell�antichità. Dopo la suamorte, questo metallo si è disperso per tutto il mondo antico. Avidi dioro, i Romani impiegavano 60.000 schiavi nel lavoro delle miniere. Sierano impadroniti dei tesori della Gallia, ma non erano capaci di tratte-nere quest�oro di cui avevano bisogno per pagare le loro legioni, e lamancanza di oro ha contribuito certamente alla disgregazione della loropotenza. Il Medio Evo era povero di oro. Verso la fine di quest�epoca,l�oro si era concentrato nelle mani dei Templari che lo amministravanoal di là di ogni pensiero egoistico. Geloso della loro potenza e invidiosodelle loro ricchezze, Filippo il Bello distrusse il loro ordine, ma non ècerto che l�oro sia caduto nelle sue mani, malgrado le torture alle qualisottopose i maestri dell�ordine. Attualmente, la sete dell�oro aumenta.Quante crudeltà hanno commesso gli Spagnoli per impadronirsi del-l�oro degli Incas! La maggior parte delle spedizioni avevano come fine laricerca dell�oro e delle spezie. Il tempo delle vie dell�oro (Klondike,Australia) non è molto lontano dai nostri giorni. Attualmente la poten-za degli Stati si fonda in gran parte sul possesso dell�oro, e un capo diStato recentemente ha potuto anche fondare il proprio potere su un�bluff�, facendo credere di detenere tutto l�oro del governo al quale siera sostituito, mentre non ne aveva neanche un�oncia.

Attualmente si estraggono da miniere come quelle di Witwater-srand, della Kolyma e da altre, grandi quantità di oro al prezzo di unconsiderevole lavoro le cui condizioni sono talvolta analoghe alla schia-vitù del tempo dei Romani, quando non sono peggiori. E che diventaquesto oro tirato fuori a prezzo di tante pene, anzi di tante sofferenze?

L'Oro

Oro e civilizzazione

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3 1 0 Medicina antroposofica

Ci si affretta a seppellirlo di nuovo nei sotterranei delle banche naziona-li! Si può immaginare un�attività più sterile, un atteggiamento piùcontraddittorio? Ma la nostra epoca è tutta una contraddizione! Questometallo così nobile, fatto per dilagare e mettersi in mostra in piena luce,per essere ammirato e rallegrare il cuore con la sua bellezza, è costrettoa concentrarsi in pesanti lingotti, immobilizzato nell�oscurità dellefortezze, servendo solo, con la propria massa, a consolidare il dominio dialcuni uomini sul resto dell�umanità. In questa maniera, l�oro è distoltodalla propria missione; invece di contribuire all�elevatezza dello spirito,diventa strumento del potere materiale e della schiavitù delle anime.

Spetta a noi sciogliere dall�incantesimo quest�oro così strettamen-te legato al mondo materiale, liberarlo dalla pesantezza, tirarne fuori leforze di luce e di leggerezza dinamizzandolo, e facendone strumento diguarigione. Bisogna anche saperlo usare a ragion veduta, e per far questo,conoscerne l�effetto sull�uomo.

I sali di oro sono tossici e provocano accidenti gravi. L�uso tera-peutico massiccio di tali sali, oggi abbandonato, ha provocato accidentimortali. Neppure le soluzioni colloidali dell�oro sono prive di tossicità.L�oro metallico, viceversa, non è tossico e può essere adoperato senzatimore per fabbricare tazze o posate. Un bambino che inghiotta acciden-talmente un pezzo d�oro non corre alcun rischio. Tuttavia, forse a causadella presenza di acido cloridrico nello stomaco, l�ingestione regolare dipiccolissime quantità di oro provoca disturbi che gli omeopati conosco-no bene: congestione, vampate di calore, palpitazioni, malinconia etendenza al suicidio. Sono gli stessi sintomi che abbiamo attribuito aduna predominanza della corrente di disincarnazione solare e che abbia-mo riassunto nella tavola 4 e che riproduciamo qui di seguito.

Lo studio di questa tabella dimostra da una parte sintomi cheevidenziano la tendenza dell�uomo a diventare troppo materiale, dall�al-tra la tendenza a diventare troppo spirituale. Si tratta, ben intesto, dimanifestazioni organiche, funzionali o psichiche, che escludono ognigiudizio morale e che non hanno, in linea di massima, alcun legame conl�atteggiamento più o meno materialista o spiritualista dell�individuo. Ilmedico commetterebbe un grave errore se traesse da questa sintomato-logia una conclusione sul piano etico; il suo ruolo è di curare, non digiudicare.

La maggior parte dei sintomi e delle affezioni che figurano inquesta tabella sono già venuti fuori quando abbiamo studiato gli altripianeti. Diremo che il Sole riassume, in un certo senso, tutte le tendenzeprecedentemente riscontrate, cosa che ben si attaglia alla posizionecentrale nei due processi di incarnazione e disincarnazione (Cfr. Fig. 8).

Sciogliere l�orodall�incantesimo

Tossicità

Le due correnti solari

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3 1 1

SOLECUORE � CIRCOLAZIONE

Tipo picnicoSoggetti robusti, abbronzatiben svegliAttivi, amano gli sports e igiochi all�aria aperta

Appetito buonoAccelerazione dei processi diincarnazione che portano adun invecchiamento precoceIl complesso superiore (Io �astrale) domina

Angosce, precordialgiaStenocardiaAngina pectorisCoronariti, infartoTrombosi

Sclerosi

Dermatosi secche pruriginoseAgitazione maniacale, folliafuriosa

Tipo leptosomicoSoggetti esili, pallidi, sognato-riMancano di slancio, amano lalettura i giochi intelligenti

Appetito scarsoRallentamento dei processi diincarnazione

Il complesso inferiore (fisico-eterico) tende ad emanciparsie l�organismo cede alle forzedi gravità.

Palpitazioni, vampate di calo-re vertigini, assenze, sincopiAffezioni febbrili con delirioCifosi, scoliosi, lordosiPtosiAffezioni infiammatorie delcuore, insufficienze cardiacheRammollimento cerebraleAborti

Diatesi essudativaMalinconia, fuga dalla realtà,tendenza al suicidio

Il sole è realmente l�organo centrale del mondo planetario, come ilcuore lo è del corpo umano; il primo assicura l�equilibrio tra pianetiinterni ed esterni, il secondo quello tra i poli metabolici e neuro-sensoriale.

Tuttavia, la funzione equilibratrice del Sole e di conseguenza delsuo metallo, l�oro, si estende al di là del sistema planetario, andando dauna parte oltre la sfera saturniana verso il cosmo, lo spirituale, e dall�al-tra oltre la sfera lunare verso il terrestre e il materiale. L�oro diventacosì il metallo dell�armonia, ma l�equilibrio che esso assicura è diversoda quello realizzato dal mercurio. Sentiamo a questo proposito RudolfSteiner (4):

Data la compensazione realizzata dal processo mercuriale su unpiano ristretto, siamo naturalmente portati a ricercare l�equivalente in

L'Oro

L�equilibriodel mercurio e quello

dell�oro

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3 1 2 Medicina antroposofica

un campo più vasto. Poiché quello mercuriale è il fattore di equilibriotra il tellurico e l�extra tellurico. Ma in realtà, l�intero nostro universo èpermeato di spirito, e questa è un�altra polarità. Considerate da unaparte la terra e dall�altra tutto ciò che è extraterrestre; vi troverete lapolarità luce/pesantezza che interessa questo campo limitato. Ma neesiste un�altra che si fonda tra l�insieme formato dalla terra e da quelloche c�è al di fuori di essa da una parte, e ciò che permea questo insiemedall�altra, tra ciò che è spirituale e ciò che è materiale ponderabile oimponderabile che sia quest�ultimo. In ogni punto del materiale devecostituirsi un equilibrio tra questo materiale e lo spirituale. Ciò concer-ne tutto l�universo.

Il punto dell�universo più vicino a noi dove questo equilibrio sicostituisce è il Sole. È proprio il Sole che realizza nell�universo l�equili-brio tra materiale e spirituale. E questo avviene perché il Sole è allostesso tempo elemento regolatore del sistema planetario e organizzatoredelle forze che penetrano nel nostro sistema materiale. Accanto all�im-magine delle corrispondenze tra i diversi pianeti e i metalli, ne nasce unatra il Sole e l�oro. In raltà, gli Antichi non apprezzavano l�oro per il suovalore arimanico, ma proprio per i suoi rapporti col Sole, con l�equili-brio tra spirito e materia.

Così, con l�oro, noi ci poniamo su un piano più elevato di quellodel mercurio. L�oro diventa in tal modo il metallo principe della tera-peutica e richiede, più di ogni altro, di essere usato con discernimento.

È quindi importantissimo capire bene i processi di incarnazione edisincarnazione con le loro conseguenze sul piano organico. Tentiamodunque di approfondirli anche a rischio di ripeterci. In colui che s�incar-na profondamente, il complesso superiore (Io-corpo astrale) ha un forteascendente sul complesso inferiore (fisico-eterico). Diremo anche chetutto il suo organismo è fortemente sollecitato, cosa che provoca un�in-tensa attività tanto al polo metabolico che a quello neuro-sensoriale. Untale soggetto, avendo la padronanza del proprio corpo, sta bene neipropri panni, è contento di vivere e, nella prima metà della propriaesistenza si ammala raramente. Tuttavia, chi si immerge troppo profon-damente nel proprio corpo disperde le proprie forze verso l�esterno,non controlla più la propria attività, ma ne è trascinato. È ciò checulmina nella pazzia furiosa.

Quest�attività troppo intensa � la spada che consuma la guaina �porta con sè una più rapida degradazione dell�organismo. Se è bene enormale che la corrente di incarnazione predomini durante la primametà dell�esistenza, dovrebbe, quando l�uomo oltrepassa i trentacinqueanni, cedere il passo a quella di disincarnazione, per non rischiare diveder comparire i disturbi elencati nella colonna sinistra della tabella,disturbi che possiamo riassumere in una parola: sclerosi. E così un

Ricordo del processo diincarnazione

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eccessivo ascendente dello spirito sul corpo porta alla fine alla materia-lizzazione.

Quando, viceversa, la corrente di incarnazione è recessiva, il com-plesso inferiore (fisico-eterico) tende ad emanciparsi, ad imporre leproprie leggi; la materia (corpo fisico) e i processi vitali (corpo eterico)la fanno da padrone. E così il leptosomico, meno ben incarnato, subiscepiù intensamente le forze di pesantezza del picnico: egli si incurva, soffredi ptosi, e la posizione eretta prolungata può da sola provocare unasincope, in altre parole una fuga del complesso superiore. Il suo etericomal controllato si manifesta con una crescita smisurata e con una predi-sposizione alle malattie infettive. Ciononostante, tali soggetti raggiun-gono spesso età avanzate. Attraverso le vicissitudini della loro esistenza,hanno imparato a poco a poco a incarnarsi meglio, al punto talvolta diaggrapparsi troppo al loro corpo nella seconda metà della vita, durantela quale dovrebbe dominare la corrente di disincarnazione.

Sarebbe comodo poter classificare sistematicamente gli ammalatinell�una o nell�altra categoria e applicar loro la terapia corrispondente,ma la vita è così complessa che questo non succede senza difficoltà. Ilmedico deve tener conto sia delle manifestazioni passeggere che dellacostituzione generale che non sempre coincidono. Alcuni ammalati, esono numerosi, oscillano continuamente tra le due tendenze; ora sonotroppo incarnati, ora lo sono insufficientemente, e a volte danno l�im-pressione che il loro complesso superiore tenti di scuotere l�inferiore,che mal padroneggia, con delle scosse successive. la psicosi maniaco-depressiva ne è un tipico esempio. Le cose si complicano anche per ilfatto che l�ascendente del complesso superiore sull�inferiore può domi-nare ad un polo soltanto dell�organismo, anzi soltanto in un organo.L�uomo è decisamente un essere molto complicato, ed è necessariamolta arte per praticare una terapia razionale che eviti i pericoli rappre-sentati da uno schematismo rigido e da un brancolamento cieco.

Generalmente, le alte dinamizzazioni agiscono al polo superiore ele basse e quello inferiore; questo è vero per l�oro come per le altresostanze. Da un punto di vista pratico, è forse più utile sapere in qualedirezione agisce l�oro secondo il grado di dinamizzazione; e possiamodire che quelle basse, da D6 a D10, agiscono nel senso dell�incarnazione,della materializzazione, e quelle alte nel senso della disincarnazione,della spiritualizzazione. Le medie, lo vedremo, hanno soprattutto pro-prietà equilibratrici. Di preferenza quindi, dobbiamo prescrivere l�oroin bassa dinamizzazione a quei soggetti giovani il cui processo di incar-nazione deve essere rinforzato, e le alte ai soggetti meno giovani. L�Au-rum da D6 e D10 aiuterà l�Io e il corpo astrale a prendere possesso megliodel complesso inferiore e a vincere le sue leggi. Dobbiamo dare quindi

L'Oro

Tra schematismo ebrancolamento

Scelta delledinamizzazioni

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3 1 4 Medicina antroposofica

Aurum met. D10 per la minaccia di aborto, espressione di rifiuto o didifficoltà di incarnazione. Dobbiamo ugualmente prescrivere l�Aurumda D6 a D10 in triturazione o per iniezioni in tutte le sintomatologie cheprovano la preponderanza delle forze di gravità della materia: deforma-zione del rachide, ptosi, stasi venose, ecc., soprattutto nei giovani.

Anche gli anziani possono presentare sintomi dello stesso genere:curvandosi un vecchio cede alle forze di gravità, ma in lui è in causa più ladegradazione dal corpo fisico che una debolezza del processo di incarna-zione. Sarebbe allora un errore prescrivergli oro a bassa dinamizzazione,soprattutto in maniera costante. Al contrario, si deve aiutare l�Io astaccarsi progressivamente da un tale organismo diventato troppo mine-rale.

La preponderanza delle forze di gravità, il fatto di portarsi dietroun organismo indocile perché troppo fisico, induce alla malinconia, allafuga fuori dal mondo materiale e al suicidio. Questo è un caso per unindicazione certa di Aurum a bassa dinamizzazione ma in principio èmeglio rimpiazzarlo col metallo vegetalizzato: la Primula auro culta0,1%, che si deve prescrivere sotto forma di iniezioni, sottocutanee. Inseguito, quando l�organismo avrà cominciato a reagire bene, si devericorrere all�Aurum met. D6 in triturazione o per iniezioni. Entrano nellostesso quadro, su un piano non più fisico ma funzionale, sintomi come levertigini, le assenze, le lipotimie, etc..., curabili anche loro con oro abassa dinamizzazione. Allora, in caso di sincope, si deve somministrareimmediatamente per iniezione l�Aurum met. D10 all�altezza del plessosolare.

Ci si può sorprendere di incontrare le diatesi essudative tra idisturbi dovuti ad una insufficienza del processo di incarnazione, manon sono proprio le forze del complesso superiore che compiono latrasformazione degli alimenti (cf. vol. I)? Quando i processi di degrada-zione e di umanizzazione sono incompleti a causa di un�insufficienza delcomplesso superiore, l�organismo cerca di sbarazzarsi per via cutaneadelle sostanze che hanno conservato un carattere estraneo. Potremo,anche in questo caso, ricorrere all�oro a bassa dinamizzazione. Nellostesso ordine di idee si pone il trattamento delle screpolature, delleragadi, delle fissure e fistole anali, piaghe torpide, etc.., con applicazionedi unguento all�oro (Aurum met. D5 ungt.) con ottimi risultati.

La predominanza della corrente di incarnazione, a meno che nonsia veramente troppo eccessiva, non provoca alcun disturbo nell�infan-zia e nella giovinezza, ma comporta un�usura precoce dell�organismo,troppo intensamente sollecitato dal complesso superiore. Questo sitraduce in un invecchiamento precoce, nella sclerosi, e in genere in una

Sintomi fisici dell�oro

Oro ediatesi essudative

Eccessivamaterializzazionedell�organismo

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tendenza dell�organismo a diventare troppo fisico. E così, il sanguediventa ipercoagulabile e provoca le trombosi. I sintomi iniziali sonospesso angosce e precordialgie; più tardi compariranno angina pectoris,coronariti e infarti, soprattutto nei soggetti eccessivamente attivi espo-sti a molti stress. In questi casi si deve ricorrere all�oro ad alta dinamizza-zione. Dobbiamo prescrivere due o tre iniezioni sottocutanee alla setti-mana di Aurum met. da D20 a D30 che sarebbe utile associare alla Betullacortex D2 o anche 3% (da mescolare nella siringa) in caso di sclerosiarteriosa. Malati di questo tipo sono spesso soggetti a perdita di memo-ria e reagiscono molto bene alla Formica D6, che sarebbe ugualmenteutile prescrivere sotto forma di iniezioni, da alternare con le precedenti.

Quando con queste affezioni compaiono dei disturbi psichici �angoscia, paura della morte, etc...., è preferibile ricorrere alle proprietàrivitalizzanti del metallo vegetalizzato con Primula auro culto 0,1%,somministrato sia per iniezioni sottocutanee, sia per bocca. L�agitazio-ne maniacale e la pazzia furiosa, al contrario, reagiscono meglio conl�Hypericum auro cultum o con l�Aurum met. da D6 a D10, cosa che puòsembrare paradossale. L�esperienza (5) dimostra che tale scelta è buona,e il paradosso si risolve se si tiene conto del fatto che intensificando ilprocesso di incarnazione, si introduce anche un elemento di controllodella volontà scatenata.

Alla tendenza sclerotizzante appartengono anche le dermatosisecche, pruriginose, e per questo ugualmente curabili con l�oro ad altadinamizzazione. Ma l�oro non è la sola cura di tali affezioni sulle qualinon torneremo.

Ristabilire l�armonia è rendere la salute ad un ammalato. Puòaccadere che un trattamento, invece che da un ritorno alla salute, siaseguito da sintomi opposti, sia a causa di una cura troppo lunga, sia perla propensione del malato a oscillare da un estremo all�altro comeabbiamo spiegato prima. Bisognerà allora essere in grado di attenuaretali oscillazioni facendo ricorso all�attività regolatrice del sistema ritmi-co. Infatti, tutto quello che fortifica il ritmo, aiuta a guarire. Il semplicefatto di assumere un farmaco ad orari regolari possiede già una virtùcurativa. Tutte le attività artistiche vere, poiché provengono dalla sferadel sentimento e del ritmo, contribuiscono alla guarigione. La loroefficacia può essere considerevolmente accresciuta da un appropriatoorientamento. La medicina antroposofica fa così ricorso alla pittura,alla modellatura, alla musica, all�arte della parola e all�euritmia terapeu-tica. Sfortunatamente, così notevolmente efficaci, per adesso, non sem-pre sono alla nostra portata. Possiamo tuttavia spingere i nostri ammala-ti a condurre un�esistenza più regolare, più armoniosa e, per questo,meno traumatica per il loro sistema ritmico. Anche noi contribuiremoal loro equilibrio prescrivendo l�oro a dinamizzazione media, per esem-

L'Oro

Ristabilire l�armonia

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pio l�Aurum met. D15, soprattutto a fine cura. Se l�argento ci servespesso da preludio ad un trattamento, non dimentichiamo di prescriverel�oro alla sua conclusione, esso ci aiuterà a fortificare il cuore, permet-tendogli di assicurare meglio l�euritmia dell�organismo.

L�oro, metallo solare, metallo del centro, ha dunque il potere dipreservare l�uomo tanto dalla tentazione luciferica di un�eccessiva eva-sione verso lo spirito, che da quello, ahrimanica, di una irrimediabilecaduta nella materia. Tra questi due aspetti del male, così ben caratteriz-zati da Rudolf Steiner, si situa la via mediana aperta dallo spirito solare,il Cristo. L�oro è proprio il metallo del Verbo divino, come noi abbia-mo anticipato per ragioni puramente linguistiche all�inizio di questocapitolo. Somministrando l�oro, il medico è, nella vita moderna, come ilriflesso del Re-sacerdote dei tempi passati, e aiuta colui che egli cura arealizzare in sè stesso il ponte dell�equilibrio tra la materia e lo spirito;egli compie una vera missione sacerdotale che esige, al pari delle cogni-zioni, la propria trasformazione interiore. Il medico antroposofico devetendere proprio a questo ideale per una perfetta conoscenza di sè, per unlavoro assiduo e coltivando l�amore del prossimo, poiché l�uomo nonagisce nel mondo solo per quello che fa, ma soprattutto per quello che è (R.Steiner).

NOTE

1 Si trovano fogli d�oro destinati alla doratura, di circa cm. 8x8, che costanoabbastanza poco. Sono incredibilmente sottili, e così bisogna maneggiarli,con molta precauzione. Messi tra due vetri, restano intatti.

2 È molto importante sapere che mescolare dei colori, per esempio quellioriginati da due sorgenti luminose colorate, o da due zone del prisma, ètutt�altra cosa che mescolare le sostanza materiali quali sono le vernici.Quando mescolate due luci, la luce aumenta � nel nostro esempio, il rosso eil verde mescolati danno un giallo più brillante del rosso o del verde presi dasoli. Quando mescolate due vernici � sostanze materiali � voi aumentatel�oscurità. Noi descriviamo qui semplicemente, alla maniera di Goethe,esperimenti che abbiamo realizzato, astenendoci dall�elaborare una qualsiasiteoria. Se non si fosse fatto accecare dalla passione di cui diede prova nelcorso delle sue discussioni con Newton, Goethe avrebbe senza dubbio fattoegli stesso questa fondamentale distinzione tra mescolanza di luci e mesco-lanza di colori.

3 L�acqua regia ordinaria è una mescolanza di acido cloridrico e di acidonitrico concentrati. L�acqua regia clorata è una mescolanza di acido cloridri-co e clorato di potassio.

4 Rudolf Steiner, Scienza dello spirito e medicina, op. cit.

5 Cfr. R. Treichler, in Husemann/Wolff, Das Bild des Menschen als Grundlageder Heilkunst, vol. III, Stuttgart, 1986.

Tra Lucifero eAhriman

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Conclusione

Caro lettore, aprendo questo libro, hai cercato la risposta a moltedomande. Se ho saputo chiarirne qualcuna, ne avrò certamente suscitate moltealtre.

Non ho trattato in queste pagine che un numero ristretto di malattie, esono lontano dall�aver richiamato tutte le indicazioni di Rudolf Steiner cheriguardano la medicina; ma risvegliando la vostra curiosità, forse avròraggiunto lo scopo meglio che proponendo ricette applicabili ciecamente.

Alla prima lettura, certe idee ti saranno sembrate inusuali, perché èdifficile coglierle intellettualmente col solo pensiero e le immagini che mi ècapitato di utilizzare forse ti avranno fatto sorridere.

Lascia riposare questo libro. Quando lo riprenderai, ti saprà dare nuovilumi; ciò che potrà esserti sembrato assurdo di primo acchito ti apparirà deltutto naturale.

Praticando la medicina antroposofica troverai a poco a poco le risposteauspicate, poiché l�antroposofia è un cammino del quale non basta rintracciarela traccia sulla carta, ma che richiede di essere praticata; essa è un�evoluzione,una trasformazione di sé.