Rudolf Steiner - Le Sorgenti Della Cultura Occidentale

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    Rudolf Steiner

    LE SORGENTI DELLA CULTURA OCCIDENTALE

    Volume 2o

    Il cristianesimo come fattostorico-spirituale

  • 4Testo originale tedesco: Rudolf Steiner Das Christentum und die Myste-rien des Altertums, Band 2 (Archiati Verlag e. K., Monaco 2005).

    Traduzione di Silvia Nerini

    Revisione di Pietro Archiati

    Archiati Verlag e.K., Monaco di Baviera, 2006

    Stampa: Memminger MedienCentrum, Memmingen (Germania)

    Foto: Rietmann, Verlag am Goetheanum, Dornach (Svizzera)

    ISBN 3-938650-56-7

    Archiati Verlag e. K.

    Am Berg 6/1 D-75378 Bad Liebenzell Germania

    [email protected] www.archiati.com

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    Indice

    Volume 2: Il cristianesimo come fatto mistico-spirituale

    13a conferenza: La mistica di Filone di Alessandria pag. 7 14a conferenza: Filone e le correnti spirituali del suo

    tempo: Terapeuti ed Esseni pag. 27 15a conferenza: Il cristianesimo dei Vangeli pag. 47 16a conferenza: Il pensiero cristico in relazione alla vita

    spirituale egizia e buddista pag. 65 17a conferenza: Il pensiero cristico nella vita spirituale

    egizia pag. 81 18a conferenza: Il Vangelo di Matteo in relazione alla vita

    spirituale egizia e moderna pag. 101 19a conferenza: Descrizione del processo di iniziazione:

    il risveglio di Lazzaro pag. 123 20a conferenza: LApocalisse: levoluzione nellinterpreta-

    zione cristiana pag. 137 21a conferenza: LApocalisse e il mondo della gnosi pag. 155 22a conferenza: Cristianesimo paolino e cristianesimo

    giovanneo pag. 173 23a conferenza: Agostino: predestinazione anzich reincar-

    nazione pag. 187 24a conferenza: Scoto Eriugena pag. 205

    Note alle conferenze pag. 221

    Appendice 1: Credo. Lindividuo e il mondo pag. 231

    Appendice 2: Agostino e la Chiesa (da: Il cristianesimo come fatto mistico) pag. 241

    Indice dei nomi pag. 253

    A proposito di Rudolf Steiner pag. 256

  • 6Volume 1: I misteri dellantichit

    Prefazione (Pietro Archiati)

    1a conferenza: Eraclito e i misteri dellantichit 2a conferenza: Mitologia greca: Urano, Crono, Zeus,

    Dioniso 3a conferenza: Eraclito e Pitagora: la morte come sim-

    bolo della vita 4a conferenza: La dottrina pitagorica: lo spirito nei

    numeri e nelle proporzioni 5a conferenza: La dottrina pitagorica, la scienza e la

    loso a moderne 6a conferenza: Il rapporto dellelemento spirituale con

    quello materiale nei pitagorici 7a conferenza: Il libro egiziano dei morti, il mito degli

    Argonauti e i so sti 8a conferenza: Il mito di Eracle: le dodici fatiche per

    diventare uomo 9a conferenza: La loso a platonica dal punto di vista

    della mistica 10a conferenza: Il Fedone di Platone: il dialogo sullim-

    mortalit o eternit dellanima 11a conferenza: Le idee fondamentali della concezione

    platonica del mondo 12a conferenza: Platone e il cristianesimo

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    Tredice sima conferenza

    La mistica di Filone di Alessandria

    Berlino, 1 febbraio 1902

    Cari ascoltatori!Lultima volta abbiamo visto come gli insegnamenti

    fondamentali del platonismo abbiano trovato particolare espressione nel Fedone e nel Simposio e come per la nascita del cristianesimo siano stati essenzialmente necessari tre presupposti:

    come primo presupposto doveva esserci quella che era la visione del mondo negli antichi culti misterici,la seconda condizione era il processo iniziatico a cui doveva sottoporsi chiunque volesse diventare un adep-to dei misteri ecome terza doveva aver luogo una trasformazione.

    Abbiamo anche cercato di chiarirci come sia avvenuta que-sta trasformazione, e abbiamo visto che ha avuto luogo una fusione con un fatto storico da cui poi ha potuto formarsi il cristianesimo.

    Abbiamo visto come il cristianesimo dovesse attribuire un valore particolare alla garanzia degli insegnamenti me-diante la percezione, la visione oculare come fenomeno reale.

    Abbiamo fatto notare come in Filone di Alessandria

  • 8troviamo una personalit in grado di approfondire in modo signi cativo quello che era presente nella mistica platonica. Questo un fatto che dobbiamo capire a partire dallevo-luzione della mistica europea stessa. La cosa diventa della massima evidenza se la osserviamo nel losofo vissuto in-torno alla svolta dei tempi, per lappunto in Filone.

    proprio la mistica di Filone che devo descrivere a grandi linee, ne devo individuare il punto nevralgico per il-lustrare come proprio questa dottrina sorta ad Alessandria vivesse nelle pi svariate metamorfosi da un lato nellAfri-ca del nord, ma poi anche in Palestina, specialmente nella setta degli Esseni, da cui poi sorto Ges di Nazareth.

    Noi, gli del pensiero occidentale, capiamo meglio gli insegnamenti di Ges se seguiamo la traiettoria che passa dalla concezione del mondo di Filone, dalla mistica lo-niana. Quello che Ges ha insegnato allinterno della co-munit essena qualcosa che ha avuto origine dalla mistica di Filone.

    Questi ha attinto da un lato dalla visione mistica egizia-na e dallaltro dalle idee dei Greci combinando il tutto con la concezione ebraica. Ve ne fornir un po alla volta le prove storiche.

    Allinterno dellebraismo cerano due correnti tenute rigorosamente separate, che possono essere paragonate alle due correnti del cristianesimo che sono la scolastica e la mistica.

    Se osserviamo queste due correnti presenti nel cristia-nesimo e vediamo come siano andate formandosi nel corso del quattrocento, ci accorgeremo che la stessa cosa avviene

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    anche nellebraismo. L si formata una loso a razionale nel modo in cui veniva interpretata la scrittura, la parola scritta (la Torah) che vive nellortodossia ; e poi unaltra corrente la quale, per, veniva tenuta assolutamente segre-ta: la mistica ebraica.

    La corrente mistica stata tenuta talmente segreta che esistono delle massime che dicono allincirca: Chi ne co-munica qualcosa anche a due sole persone, commette una grave colpa. Il trasmettere questa dottrina segreta alla grande massa veniva considerato addirittura qualcosa di pericoloso.

    Nel riallacciarmi alla mistica loniana desidero afferma-re che, in qualit di mistico e scienziato spirituale,N1 Filoneha preso una delle pi grandi decisioni, una decisione che dif cil-mente ritroviamo nella storia con lo stesso signi cato. Per spiegarlo desidero citare qualcosa che ho gi detto anche in altre occasioni.

    Sappiamo che gi prima erano comparsi dei losoche dicevano che tutto il divino ha avuto origine dalluo-mo. Troviamo questa visione di Feuerbach gi nei losogreci del quinto secolo prima della nostra era. La trovia-mo espressa per polemizzare contro lidea del divino. Nel diciannovesimo secolo Feuerbach lha espressa in questo senso: Se luomo crea a modo suo lidea del divino, si tratta di una creazione umana. In questo modo perde il suo valore oggettivo e ha senso solo se essa viene superata dalluomo stesso.

    Questo modo di vedere le cose si basa su una valutazio-ne errata del nostro processo conoscitivo. Non c nessuna

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    concezione che non sia sorta allo stesso modo della teoria sul divino. Se prendiamo anche lidea pi semplice, questa una semplice trasposizione dal nostro interno al mondo esteriore. Allo stesso modo nata anche la massima idea che luomo possa formarsi lidea di Dio.

    Per illustrarlo possiamo pensare allurto impresso a due pal-le da biliardo. Una palla schizza da una parte e laltra dallal-tra. Si dice che le due palle si sono mosse per forza durto. Quello che cos aggiungiamo non unesperienza che pro-viene dallesterno. Quando diciamo: La palla va ad urtare, si tratta gi di qualcosa che possiamo dedurre solo da noi stessi. Abbiamo tratto da noi stessi un certo esercizio di forza e labbiamo trasferito nel mondo esterno.

    Se quindi agissimo secondo la regola di quelli che dico-no che lidea di Dio non ha nessuna giusti cazione oggetti-va, dovremmo cancellare tutta la nostra vita interiore. Non potremmo sapere niente del mondo esterno.

    Al contrario, quelli che si pongono dal punto di vista della mistica dicono: s, proprio quello che viviamo nella nostra interiorit la realt pi vera, e quello che il mondo esteriore ha da dirci ce lo rivela solo passando per la nostra interiorit.

    Per questo, il fatto che viviamo dentro di noi anche le idee pi elevate, le rappresentazioni pi alte tramite le quali ci spieghiamo il mondo, non altro che una prosecuzione del pensiero ordinario. Possiamo spiegarci il mondo grazie a questi elementi vissuti in modo spirituale nella nostra interiorit.

    Ora, Platone ha considerato il mondo di cui faceva

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    lesperienza dentro di s come la base dellintero univer-so. Ed a questo punto che sopravviene il grande passo successivo che ancora si potesse compiere, il passo audace che va oltre Platone.

    Platone ha fatto del mondo delle idee, del mondo che si schiude allo spirito umano, la base primigenia, lessenza originaria del mondo. Ma se ci facciamo s lare davanti questo mondo delle idee anche in questa visione eterna in cui ci appare in Platone , troviamo dei rapporti gi sta-biliti, de niti, necessitati: unidea collegata allaltra, luna si basa sullaltra. In questo mondo delle idee c una armo-nia predeterminata.

    davvero questa la cosa pi sublime di cui luomo pu fare lesperienza dentro di s? Questa pi o meno la do-manda che si posto Filone: fare lesperienza del necessa-rio, del gi determinato, quanto di pi elevato vi sia?

    No, luomo pu andare oltre il necessario, pu fare den-tro di s lesperienza del volere puro come libera volont creatrice.1

    In questa sede non posso affrontare la discussione sulla libert o la non libert della volont. Posso solo sottolinea-re che qui, in Filone, abbiamo a che fare con lesperienza

    1 Larmonia determinata e la creazione libera sono nello stesso rap-porto fra loro come Armonia e Cadmo nel mito (v. lesauriente trattazione del Fedone nella 10 conferenza, volume 1). Armonia, la necessit, lessenza di ci che c gi (lelemento epimetei-co); Cadmo, la libert, lesperienza della creazione dal nulla (dellelemento prometeico). Quello che gi esiste viene sempli-cemente conosciuto, quello che ancora non c devessere libe-ramente creato.

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    della libera volont come elemento essenziale della sua mistica.

    Filone si dice: Io ho la facolt di decidere autonomamente.Posso cos intervenire di persona nellandamento del mon-do e far sorgere qualcosa che solo io sono in grado di produrre. In un primo tempo questa coscienza di natura razionale, ma grazie allapprofondimento della personali-t va poi al di l del puro ideale, poich pu creare idee nelluo mo solo mediante lesercizio della libert.

    Se luomo vuole introdurre nel mondo materiale le idee del mondo delleternit, deve avere la capacit, la facolt di trasferire le idee nellelemento temporale, deve quindi poter intervenire creativamente nella struttura del mondo. Deve potersi rappresentare questo elemento assolutamente per-sonale, individuale, che ha dentro di s al tempo stesso come qualcosa di divino: concepire lesperienza interiore pi immediata non solo come puramente ideale e spiritua-le, ma come qualcosa di divino e creatore con questo passo che Filone andato oltre Platone.

    Filone sceso ancora pi profondamente in se stes-so, mantenendo per la fede nel fatto che lelemento pi interiore al contempo lessere primigenio, la realt origi-naria.

    Platone seppe trovare la realt solo nelle sue idee. Filone ha scavato oltre, cercando il divino laddove luomo stesso costituisce lanello di congiunzione fra ci che eterno e ci che temporale: non solo sul piano ideale, ma nella vita. uno dei passi loso ci pi importanti che sia statopossibile fare dopo Platone.

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    Quasi tutti avvertono facilmente che nel nostro stesso mondo delle idee ci viene dato qualcosa che va oltre il mondo delle idee. Non potremmo renderci conto di esse-re delle individualit se non ci attraversasse un raggio dello spirito cosmico, se grazie al nostro spirito non potessimo capire che facciamo parte del Tutto. questo spirito che riluce dentro di noi.

    Quello che luomo sente come lelemento pi indivi-duale, di cui pu dire che appartiene solo a lui, latto di volont, la decisione del volere.

    Riguardo al volere sembra facile affermare che non ab-bia niente a che fare con il grande spirito universale. Laver riconosciuto che pure l si esprime lessere originario del mondo, in quanto esso penetra anche nellelemento assolu-tamente individuale, stata limpresa somma di Filone.

    Per questo Filone dice: Dobbiamo spingerci non solo no alle idee, non solo no al puro spirito. Se vogliamo trovare il divino dentro di noi, dobbiamo scendere ancor pi in profondit. Ci dobbiamo inoltrare n dentro alla vita pi immediata. Era l che Filone, partendo dal puro spirito di cui si occupata per ultima la mistica greca, dal mondo platonico delle idee si reimmergeva nella vita immediata.

    Non solo luomo che conosce, che pensa, che cerca la via nellidea, entra nella vita del Tutto, ma anche colui che cerca ancora pi a fondo.

    una comprensione completamente diversa, pi ade-rente alla vita, di ci che Platone ha solo presentito e antici-pato a livello di pensiero. stata una discesa pi profonda nel mondo materiale. Mentre Platone ha esortato luomo

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    ad uscire dal mondo materiale per pascersi nella contem-plazione delleternit, Filone ha cercato, non di uscire dalla materia verso un mondo puramente spirituale, ma di im-mergersi pi a fondo nel mondo pieno di vita.

    E questo anche il senso della mistica: non limitarsi a conoscere nello spirito, ma vivere nello spirito, darsi un compito nello spirito, essere coscienti che, nel suo amore in nito, la divinit si smarrita nella materia e deve rina-scere , cosa che pu fare solo se luomo trasforma il pro-cesso cosmico da uno materiale a uno spirituale. Cos che luomo si immerge davvero nella materia nella misura in cui si assume la missione, il compito liberamente scelto, di far nascere il Logos originario dentro il mondo materiale, per ritrasformare questo mondo in un mondo spirituale.

    cos che Filone interpreta Platone per afferrare la vita. Non pu pi dire: immergetevi nel mondo delle idee e troverete la vita, ma dice: cercate ancora pi a fondo del mondo delle idee, cercate ci che nella coscienza umana ancor pi profondo. Quando sarete in grado di spiritua-lizzare ci che si trova a livello ancor pi profondo, no a riconoscere che vita, allora raggiungerete il divino.

    Quello che era ancora possibile per Platone esprimere il divino in idee , diventa impossibile per Filone. Ora ci si pu solo immergere nel mare della vita. Il mondo platoni-co delle idee diventa solo un ri esso, unombra della realt originaria eterna, che resta dietro il mondo delle idee.

    Dietro al mondo delle idee c dunque qualcosa che luomo non pu comprendere, di cui pu avere solo un presentimento, una credenza, cos da crearsi una prospettiva

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    evolutiva di vita che va oltre il mondo delle idee.Per Filone, quindi, il divino non esprimibile a paro-

    le. Quando di una cosa qualsiasi dice che , lidea delles-sere presa dalle cose sensibili e da quelle che luomo in grado di pensare spiritualmente. Luomo capace di per-cepire a livello sensibile e spirituale, ma non ha una visione diretta di quello che c in profondit. In questa direzione, verso lin nito, si apre solo una prospettiva, una tensione evolutiva allin nito. In questa direzione luomo non rag-giunge mai il termine, non riesce mai ad arrivare dallaltra parte la parte della materia.

    Quello che vive nelluomo per Filone, come per Platone, un compenetrarsi reciproco dello spirituale e del materiale. In tutto ci che ci dato, ovunque c spirito e materia. Tutto un intrecciarsi, un reciproco compenetrar-si di spirito e materia. Latomo una materia formata, ordinata secondo leggi. Lordine fatto di leggi naturali un in usso dello spirito sul mondo; ci che viene ordina-to ha origine dalla materia. Quella che percepiamo come anima , come latomo, una compenetrazione reciproca di spirito e materia.

    In tutto ci che vediamo, abbiamo a che fare con un elemento intermedio del mondo, che in ogni sua parte pre-senta spirito e materia. Noi stessi siamo un tale elemento. Da un lato ci si apre una prospettiva che va sempre pi verso ci che eterno, e dallaltro una che va verso ci che temporale da una parte verso lo spirito, lunitariet e dallaltra verso la materia, la molteplicit. Questa lessen-za di ci che ha portato Filone alla sua visione.

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    Possiamo accostarci anche da un altro lato a quello che vo-leva dire Filone. Se per ricorrere di nuovo ad un simbolo di cui mi sono gi servito altre volte ci immaginiamo un essere che sia solo in grado di tastare, un essere privo di occhi e orecchie, ma dotato solo di organi di tatto, allora tutto il mondo avrebbe per lui delle qualit tattili, quelle trasmessegli dal tatto. Se subentrasse ludito, allora il mon-do sarebbe per lui anche pieno di suoni.

    E, a seconda che luomo faccia sua luna o laltra con-cezione del mondo, il mondo gli apparir diverso. Potr dirsi: non ho udito i suoni perch non avevo le orecchie; oppure: la struttura del mio organo acustico aggiunge al mondo i suoni, gli occhi gli aggiunge tutti i colori e cos via.

    E adesso immaginatevi un continuo dischiudersi di sempre nuovi organi di percezione. molto importante! Pensate a come allessere vivente pi semplice siano stati dati solo organi del tatto. Se parlassimo alla Schopenhauer e voles-simo rappresentare il mondo come se lo pu rappresentare un essere dalle sole impressioni tattili, dovremmo scrivere: Il mondo come sensazione tattile. Un essere pi evolu-to avrebbe unaltra concezione del mondo. Ogni essere quindi a un grado di evoluzione superiore o inferiore.

    Luomo in cui fossero gi presenti le forze che deve ancora conseguire, conoscerebbe il vero e proprio essere primigenio. Ma per come attualmente, deve accontentarsi di unidea indistinta. Pu considerare ci che percepisce solo come un ri esso, e adoperarsi per avvicinarsi sempre pi allessere originale.

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    Chi pensa in maniera soggettivo-materialistica e cre-de che luomo non trovi nulla di reale quando apre i suoi sensi, non la pensa come Filone, il quale afferma: quando sento dei suoni, non sono io a crearli, ma mi viene data la possibilit di conoscere questo tipo di manifestazione del mondo. Tutto esiste gi. Filone non dir mai: il suono esi-ste perch esiste il mio orecchio. Tutto quello a cui si pu accedere con gli organi umani esiste da sempre, leterno. Esisteva gi prima che esistesse qualcosa, addirittura pri-ma del tempo.

    Questo va capito bene per rendersi conto perch Filoneha lasciato del tutto indistinto il ne. Luomo dovrebbe aver sviluppato in s tutte le facolt possibili per far coincidere la sua percezione con quello che realmente lessere univer-sale. Invece pu solo schiudere una prospettiva evolutiva verso la realt originaria la quale, essendo luomo un essere nito, resta impenetrabile.

    Non che questo essere primigenio non abbia la stes-sa essenza delluomo: si tratta, per usare unespressione di Goethe, di un segreto manifesto. presente sempre ed ovun-que, e pu essere scorto e riconosciuto sempre pi dal-luomo. Ma per Filone questa resta unaffermazione fatta dalluo mo in quanto essere nito, e per lui chiaro che ha signi cato soltanto per luomo nito, cio che vista con gli occhi di Dio sarebbe una non verit, perch non una verit esauriente.

    Questa laffermazione di Filone, secondo cui il divino non si rivela completamente nel mondo per quanto ri-guarda luomo. Ma luomo sulla via verso una rivelazione

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    sempre pi piena. Cos Filone parla di una ragione primi-genia: dice che dobbiamo usare la parola, ma anche ren-derci conto che la parola non esaurisce ci di cui si tratta.

    Cos usa il termine Logos primigenio, ma nel contempo sa bene che si tratta solo di unimmagine, di unombra del Logos originario, che luomo non pu far altro che percor-rere il sentiero lungo il quale lessere divino viene liberato sempre pi dalla materia. Il processo che luomo attraversa in questo modo tale per cui egli si immerge nellelemento materiale per aiutare Dio a liberarsi dalla materia.

    Per lui chiaro che chi si rende conto di questo si met-ter in cammino verso la verit. Ritiene che sia compito della loso a della vita guidare luomo come essere viven-te su quella via, af nch lui come losofo, come mistico, possa arrivare l dove i mistici egiziani volevano condurre i loro discepoli l dove gli uomini sbrigano nel mondo le faccende divine. Questa quindi lidea fondamentale, il sentimento fondamentale che ha portato Filone alle sue convinzioni.

    Ora desidero mostrare anche come Filone abbia potuto essere condotto ad una tale concezione proprio per via del fatto che si trovava allinterno dellebraismo di quei tempi. E desidero inoltre mostrare come il simbolo che appari-va a spiriti della grandezza di Filone come punto nale al termine dello spazio in nito, come meta della loso a loniana, sia poi stato trasformato nel simbolo apparso sul monte del Golgota.

    Bisogna rendersi conto che il simbolo orientale che si

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    innalzato sul monte della croci ssione2 una trasforma-zione di quel simbolo che rappresenta la fonte da cui ha at-tinto anche Filone il simbolo mediante il quale, allinizio dellera cristiana, la mistica ebraica ha visto la causa prima del mondo apparire come dio e uomo nello stesso tempo.

    La mistica ebraica era come ogni mistica pervasa dallidea che se luomo guarda dentro se stesso vi trova lorigine prima del mondo. Era convinta che quello che luomo trova dentro di s nello stesso tempo la vera ori-gine, lessenza del mondo. In ci che pi profondamente umano, luomo trova anche ci che pi profondamente divino.

    Questo elemento umano pi profondo veniva espresso dalla mistica ebraica con il simbolo:

    il padre a destra,la madre a sinistra,il bambino al centro.

    Questo simbolo del padre immacolato, della madre im-macolata e del bambino, generato in modo puramente spirituale, questa immagine che esprime nel contempo i due lati della natura (padre/madre), leterna evoluzione, la continua trasformazione delle pi svariate forme del mondo, e nel bambino quello che scaturito dallunione dello spirito con la materia , proprio quellimmagine che alla ne apparsa come simbolo, per esprimere quello

    2 Gi in Platone si trova il simbolo orientale dellanima co-smica che viene distesa sul corpo del mondo sotto forma di una croce di forze. Vedi l8 conferenza nel 1 volume e la nota 19.

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    che luomo avrebbe potuto capire solo se avesse guardato dietro le quinte. Invece ha potuto rappresentarsi questo mistero primordiale solo con limmagine del padre e della madre con il bambino.

    Questo simbolo originario della mistica ebraica altro non che linizio della Bibbia. Il mistico ebraico vedeva nelluomo la fonte originaria di tutto il divino e di ci che pi profondamente umano. Lo vedeva perch l davvero il divenire, levoluzione, si differenzia pi riccamente e le varie parti si ricompongono solo per mezzo di un atto di volont.

    Cos il simbolo che come simbolo dellapprofondi-mento operato dallatto di volont conduce nella vera es-senza originaria del mondo viene rappresentato dal padre e dalla madre, dal maschile e dal femminile, e dal terzo che da essi ha avuto origine e che nella sua continua evoluzione li contiene entrambi.

    Immaginiamo questo simbolo che chi percorre la via della verit incontra sempre di nuovo tradotto per luomo in una delle vie per giungere alla coscienza. Questo simbo-lo esprime una delle vie per giungere alla conoscenza.

    Immaginiamo che luomo distolga per cos dire lo sguardo dalleffettivo signi cato originario di questo sim-bolo, che accetti di non poter cogliere in questa immagi-ne lelemento maschile e quello femminile e che diriga lo sguardo unicamente sul bambino, su quellelemento centrale dellevoluzione che de niamo spirituale-materiale, spiri-tuale-sensibile. Immaginiamo che luomo cerchi di capire il mondo a partire da questo elemento di raccordo, dal

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    bambino, essendosi reso conto che gli altri due non sono raggiungibili, che si trovano solo alla ne. Per questo dirige lo sguardo al centro, cos che quello che c a destra e a sinistra appare quasi come unombra.

    Ecco che avete lumano come divino irraggiungibile. Avete luomo che vive nellevoluzione cosmica e allinterno di questuomo ci che appare come maschile e femminile, solo come forze dentro di lui per cos dire solo la co-scienza, la conoscenza del fatto di poter alla ne del suo cammino giungere alla meta in cui si trovano i due elemen-ti maschile e femminile.

    Luomo dotato di una duplice coscienza: luna lo con-duce con sicurezza sulla sua via, la seconda fa s che abbia una guida che lo porta avanti. In lui c nel contempo qual-cosa di determinato e qualcosa di indeterminato, qualcosa che deve perseguire da solo e qualcosa che vive in lui come grazia, che lo fa progredire e lo conduce passo dopo passo sulla via dellevoluzione.

    La seconda forza divina, la guida, gli si avvicina e gli dice: Lascia stare il divino, distogli lo sguardo dal divino e volgi-lo a riconoscere ci che vive dentro di te. Che cosa vive in te? In te vive la via che porta a scegliere fra il bene e il male. Tu sarai in grado di riconoscere il bene e il male.3

    Il cammino di vita del bambino comincia quindi con la guida che gli si avvicina e gli dice: Sviluppa i tuoi talenti, ed essi ti condurranno a quella meta che riesci ad intuire al termine di una prospettiva in nita. Ma devi capire che

    3 Sono le parole del serpente in paradiso. (Genesi, cap.3)

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    questo elemento divino lo trovi solo dentro di te, come forza tua.

    Ed ora il bambino lelemento divino-umano entra nella prospettiva sua propria. E il resto si presenta alluomo come cosa secondaria, come pura forza umana: come il bene e il male, come quello che luomo riconosce lungo il cammino della sua vita.

    Cos avvviene la trasformazione del simbolo ebraico del mondo. Questa metamorfosi il vero e proprio simbolocristiano sul monte Calvario:

    il Redentore al centro,a sinistra e a destra il padre e la madre.

    Nei ladroni abbiamo il ri esso di quello che si esprime nel simbolo originario del principio materno e paterno, come principio materiale e spirituale. Cos nello specchio del simbolo la mistica di quei tempi, quella ebraica, si trasfor-ma nella mistica cristiana. Lo sguardo si dirige verso quel centro del simbolo non verso le due estremit, poich esse non si possono raggiungere ma verso il Figlio, che rappresenta il centro della nuova concezione del mon-do.

    Inteso in modo simbolico-mistico, ci quanto a quei tempi si era compiuto sotto lin usso delle idee loso che, cos come le mostra Filone. Visto da un certo lato si tratta di una nuova vita loso ca, mentre dal lato degli antichi misteri si tratta di una certa rinuncia.

    E questo spiega come mai il mistero venisse tenuto cos segreto. Veniva tenuto segreto perch non pu essere ca-

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    pito. Se questo simbolo, accessibile a cos pochi, era de-stinato a ottenere unimportanza universale, doveva prima essere trasformato, umanizzato.

    Vi prego di non fraintendermi: non voglio attribuire il valore principale alla trasformazione del simbolo, volevo solo mostrare nello specchio di questo simbolo quello che si compiuto allora in seno al popolo per esempio nella comu-nit essena.

    Sotto lin usso delle dottrine buddiste, in questa co-munit si sviluppato un insegnamento come quello di Filone. Questo insegnamento, per, ha avuto un altro scopo e ne sorto dellaltro, poich attraverso personalit come quella di Filone le pi svariate scuole mistiche hanno subito un approfondimento. Filone, come altri personaggi dellepoca, si compenetrato di tutto quello che era allora disponibile sotto forma di dottrine mistiche.

    Unespressione esteriore del modo in cui a quellepo-ca si tendesse a riconoscere il divino primigenio nascosto dietro tutte le concezioni limitate del divino, la troviamo in Filone nella biogra a di un altro Cristo, come ce lo si immaginava allora, e precisamente nella biografia di Apollonio di Tiana. Questo Apollonio ci viene presentato in un modo che ci fa vedere come uomini di questo tipo siano vissuti ovunque e come questo debba essere inteso come un singolo aspetto di una religione universale.

    Anche Filone ha cercato dal canto suo questa religione originaria, questa rivelazione primigenia, in modo da ravvi-sare in tutte le forme religiose solo delle forme espressive di essa, cos che anche con Apollonio di Tiana abbiamo

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    di fronte una personalit che mirava a trovare la religione originaria. In n dei conti anche in Filone abbiamo una personalit di questo tipo.

    Di Apollonio ci stato tramandato troppo poco, ma in Filone possiamo vedere che ha approfondito a modo suo le concezioni che sono giunte a lui, che le ha portate ad un livello pi profondo di coscienza cos che possono essere considerate una preparazione alla loso a occidentale che poi riemersa come dottrina cristiana nelle varie comunit cristiane.

    La loso a loniana ha reso possibile lapprofondimen-to loso co dellinsegnamento cristiano. Ha permesso di distogliere lo sguardo da un modo inadeguato di studiare i misteri, cos che luomo ha potuto rivolgersi alla vita stes-sa.

    Ed ora vedremo come levoluzione prosegua sotto lin usso di queste impressioni che si esprimono nella tra-sformazione del simbolo ebraico di padre, madre e bambino nella gura dellimmagine sul Golgota. Vedremo come Ges e Filone esprimano in parabole quello che hanno da dire. In parte qualcosa di nascosto, in parte quello che hanno appreso nelle scuole misteriche.

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    Risposte alle domande

    Vangelo di Matteo: il primo rampollo di Davide. (cfr. Matteo 1,1; 12,23; 21,9; 22,42 45) Ecco, la Vergine conce-pir e dar alla luce un glio e lo chiameranno Emmanuele, che vuol dire Dio con noi. (Matteo 1,23)

    Qui abbiamo la contrapposizione fra verit interiore ed esteriore.

    Il Vangelo pu essere capito solo se ci si resi conto che in esso sono con uite due concezioni. Da un lato ve-diamo che cosa si presenta come fatti. Quando siamo nel-la fase intermedia, Cristo ci appare in primo piano. Per questo Matteo ci descrive luomo inchiodato sulla croce (il simbolo cristiano: Matteo 27,38). Nelle frasi successive si rif al simbolo mistico di quellepoca.

    Logos: il secondo Logos il reciproco compenetrarsi di spirito e materia. Il terzo Logos quello che si trova allal-tro estremo della prospettiva. Il secondo Logos il Figlio. Il Vangelo di Giovanni solo una diversa interpretazione della visione loniana del mondo.

    Limmagine che vi ho dato ha una giusti cazione sto-rica anche quella della mistica ebraica, che per non cos palese come gli altri insegnamenti. Una giusta com-prensione del cristianesimo non possibile senza la mistica ebraica.

    La mistica ebraica viene fatta risalire a in ussi assiri e persiani?

    Nei suoi simboli s, ma nei suoi sentimenti fondamentali non pu essere ricondotta al simbolismo persiano. Bisogna

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    immaginarsi che leffettivo contenuto pi profondo ha la stessa origine del buddismo. Filone nega lorigine indiana, ma l cera gi tutto, ha ricevuto tutto dallIndia. Erano immagini simboliche, il cui contenuto era stato dimenticato e poi ritrovato.

    Goethe: leterno femminino uguale allidea fonda-mentale greca della ricerca di uno stato di coscienza pi profondo. La madre maschile e femminile. Lombra il bambino. In Goethe (nella aba) il simbolo del serpente inconfondibile: la guida che consegue labnegazione di s. I fuochi fatui simboleggiano la pura conoscenza, sono vuoti losofemi.

    Il dogma dellimmacolata concezione? Non si tratta di un miracolo. Ha senso solamente se lo si interpreta a livello esoterico. Il nascere da Maria, dalla Vergine, il simbolo di un processo naturale superiore.