rtinferiori - Giovanni Chetta

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Anno 3 numero 6 - giugno La rivista online per i professionisti del settore Fit medonline Squat: l’esercizio di riferi- mento per gli arti inferiori Lesioni muscolari degli adduttori nella pratica sportiva Caviglia e trauma Non grattate quella rotula! Taping kinesiologico: la stabilizzazione della spalla Ginnastica Posturale TIB: caratteristiche e linee guida Osteopatia: il trattamento della dura madre r t i A nferiori

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Anno 3 numero 6 - giugno La rivista online per i professionisti del settore

Fitmedo n l i n e

Squat: l’esercizio di riferi-mento per gli arti inferiori

Lesioni muscolari degli adduttorinella pratica sportiva

Caviglia e trauma

Non grattate quella rotula!

Taping kinesiologico: la stabilizzazione della spalla

Ginnastica Posturale TIB:caratteristiche e linee guida

Osteopatia: il trattamentodella dura madre

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ANNO3

N°6GIUGNO

2011

Fitmed online è una rivista mensile di aggiorna-mento che si rivolge a imprenditori, manager,opinion leader, professionisti che operano nelmondo del fitness, benessere, prevenzione esalute. Propone articoli riguardanti metodiche diallenamento, rieducazione funzionale, alimenta-zione, prevenzione e benessere, marketing emanagement.

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RedazioneMia Dell’Agnello

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Progetto graficoStefano FrattalloneImpaginazione

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Hanno collaborato a questo numeroRoberto Tarullo, Davide Traverso, Angelo Vetralla, Rosario D’Onofrio,

Vincenzo Manzi, Rosario Bellia, Giovanni Chetta

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93.

L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere respon-sabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delleinformazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto;inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchianoil pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) per-venuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblica-to e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del mate-riale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasiscopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmatadal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controver-sie il Foro di competenza è quello di Milano.

LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO

Myback pag 5pag 28

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CHE PIÙ TI INTERESSA SSoommmmaarriioo somm

arioRUBRICHE

29 CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

26 NEWS

COMMUNITY BUSINESS

4 E-FITNESS LEARNINGa cura della redazione

FOCUS: ARTI INFERIORI

6 L’ESERCIZIO DI RIFERIMENTO PER GLIARTI INFERIORI: interventi muscolari e accorgimenti posturali di Roberto Tarullo

8 LESIONI MUSCOLARI DEGLI ADDUTTORI NELLA PRATICA SPORTIVA: Incidenza, fattori di rischio e prevenzione di Rosario D’Onofrio e Vincenzo Manzi

11 NON GRATTATE QUELLA ROTULA!di Alessandro Lanzani

14 CONDROPATIA FEMORO-ROTULEAdi Angelo Vetralla

16 CAVIGLIA E TRAUMA. Aspetti neurofisiologici e biomeccanicidi Davide Traverso

ALLENAMENTO E REHAB

18 TAPING KINESIOLOGICO: la stabilizzazione multiassile della spalla di Rosario Bellia

20 GINNASTICA POSTURALE TIB:caratteristiche e linee guidadi Giovanni Chetta

24 OSTEOPATIA: il trattamento della dura madredi Davide Traverso

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delle lezioni + relative dispense (for-mato elettronico).

FORMAZIONE IN AMBITO AM-MINISTRATIVO, SOCIETARIO EFINANZIARIOIn Italia il settore sportivo dilettan-tistico gode di agevolazioni fisca-li uniche in Europa, ma la pocachiarezza che da sempre contraddi-stingue l’argomento ne ha spessoinficiato vantaggi e benefici per tito-lari e manager di centri fitness:come sfruttare al massimo le age-volazioni senza incorrere in inutilirischi? Associazioni sportive e so-cietà sportive dilettantistiche: vincoli,opportunità e aggiornamenti in ma-teria. E ancora: quali sono i con-tratti di collaborazione da propor-re in ambito sportivo, in modo daridurre al massimo i rischi di ac-certamento? Un seminario è dedi-cato ai personal trainer e agliistruttori: quali contratti predilige-re per le proprie collaborazioni? Siparlerà di partita Iva, tendenzialmen-te più indicata per i contribuenti mi-nimi, che hanno delle grosse agevo-lazioni fiscali, di contratti di collabo-razione in ambito sportivo dilettanti-

La Scuola di Professione Fitnessinaugura, con 4 seminari dedi-cati alla formazione in ambito

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Il movimento di piegamento-spin-ta degli arti inferiori, vale a dire losquat, è il risultato di un sinergi-smo di tutti i muscoli dell’arto in-

feriore. Il sincronismo con cui igruppi muscolari intervengono nelmovimento, secondo determinatiangoli di lavoro, contribuisce note-volmente a dare stabilità al bacino eal ginocchio, nonché a ridurre lostress soprattutto sui legamenticrociati. L’intervento dei muscoliischiocrurali, infatti, oltre a coa-diuvare l’azione del quadricipite,riduce notevolmente la sollecita-zione di taglio cui è sottoposto illegamento crociato anteriore,opponendosi alla traslazione an-teriore in senso sagittale della ti-bia rispetto al femore. Da questopunto di vista lo squat assume im-portanza anche in campo riabilitati-

L’esercizio di riferimentoper gli arti inferiori:

interventimuscolari eaccorgimentiposturali

focus: arti inferiori

di Roberto [email protected]

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vo, chiaramente con carichi chedovranno essere sapientementedosati caso per caso.

INTERVENTI MUSCOLARIGli ischiocrurali sono fortementeimpegnati perché, essendo poliarti-colari, oltre a essere flessori delginocchio sono anche estensoridell’anca: nello squat raggiungonola massima tensione intorno ai 50-70°. Durante l’esercizio la con-trazione è quasi isometrica, poi-ché non ci sono rilevanti variazionidella lunghezza muscolare sia in fa-se di piegamento sia di distensione.Per questioni biomeccaniche dovu-te alle angolazioni articolari assuntedurante l’esecuzione, lo squat èun esercizio estremamente effi-cace per i glutei. Mentre il piccoloe il medio gluteo hanno un’azionestabilizzatrice dell’anca, il grandegluteo, prendendo punto fisso sulbacino, ha una potente azioneestensoria del femore; può svilup-pare grandi quantità di forza quan-do l’esercizio è eseguito corretta-mente, con il tronco leggermenteflesso in avanti, poiché in questoatteggiamento la distanza tra le in-serzioni prossimale e distale au-menta.Relativamente al quadricipite, losforzo aumenta progressiva-mente con l’aumentare della pro-fondità dell’esercizio (determinatadall’angolo tra gamba e coscia: mi-nore è l’angolo maggiore sarà laprofondità) per raggiungere il suomassimo intorno ai 90°. I piega-menti eseguiti sotto i 90° provo-cano un forte aumento dellostress a carico delle strutture ar-ticolari del ginocchio: quandol’angolo tra gamba e coscia diventaacuto, la distanza tra la verticale delcarico e il centro del ginocchio au-menta (vedi figura), con conse-guente aumento di tensione a livel-lo di legamenti e di rotula dovuta al-la maggiore richiesta di forza mu-scolare per mantenere tutto il siste-ma in equilibrio.Sempre in relazione al quadricipitebisogna ricordare che non tutte lecomponenti di questo muscolo (va-

focus: arti inferiori

sti laterale, intermedio, mediale eretto femorale) partecipano con lastessa intensità all’esecuzione delmovimento di piegamento-spinta.L’attività del vasto laterale e delvasto mediale è maggiore in ter-mini percentuali rispetto a quelladel retto femorale; ciò è dovuto alfatto che il retto femorale, (biartico-lare) originando dal bacino, quandoil busto e il bacino si flettono avanti,anche se di poco, avvicina i suoipunti d’inserzione e più che esten-sore della gamba diventa flessoredella coscia sul bacino.Anche il gruppo degli adduttoripartecipa al movimento dellosquat in relazione alla profonditàdel movimento: intervengono co-me estensori solo quando l’angolotra gamba e coscia è minore di 110gradi.Riguardo al gastrocnemio, la ten-sione prodotta aumenta all’au-mentare della profondità, con unpicco massimo compreso tra i 60e i 90° di flessione della gambasulla coscia. Durante il piegamentodegli arti inferiori si verifica una fles-sione dorsale della caviglia con con-trazione eccentrica; nella fase dispinta (distensione) si ha una flessio-ne plantare (estensione del piede)con contrazione concentrica.

ESECUZIONE CORRETTAQuando l’esercizio è eseguito concarico sulle spalle, la testa deve es-sere allineata con il busto e il bilan-ciere non deve appoggiare sul col-lo, ma sul trapezio e sui deltoidi po-steriori per migliorare comfort,equilibrio e per scaricare in modo

ottimale il peso sugli arti inferiori. Dalla posizione eretta si eseguelentamente un piegamento-disten-sione, inspirando nella fase di pie-gamento ed espirando poi durantela distensione.L’efficace esecuzione dellosquat, così come la sua profon-dità, è in relazione al grado dimobilità delle articolazioni chia-mate in causa (caviglie, ginocchia,bacino). Come suggerimento dimassima, è necessario essere mol-to cauti con i piegamenti sotto i 90°perché, come già detto, lo stress acui viene sottoposto il ginocchioaumenta con l’aumentare dellaprofondità; la colonna vertebraledeve essere mantenuta in posizio-ne leggermente iperestesa.Per acquisire l’esecuzione cor-retta, e per aumentare la sicurez-za, l’esercizio può essere ese-guito utilizzando un multipower,in grado di guidare correttamente ilmovimento del bilanciere e quindifacilitare il controllo del movimento.Si può usare uno spessore sotto italloni in caso di rigidità articola-re delle caviglie; si tenga peròpresente che questa soluzionemodifica la dinamica dell’eserci-zio, aumentando la tensione sulginocchio, poiché la rotula vienecompressa indietro sulle altre com-ponenti articolari del ginocchio.

ROBERTOTARULLO

Laureato in Scienze Motorie, ha insegnatoTecnica generale dell’educazione fisica,Tirocinio didattico e Ginnastica educativaall’I.S.E.F. di Perugia ed EducazioneMotoria al corso di laurea in Scienze dellaFormazione Primaria all’Università degliStudi di Macerata.Esperto in metodologia dell’allenamentoha partecipato, in qualità di relatore, a varicongressi e stage. È collaboratorescientifico di importanti rivistespecializzate e autore di libri, progettididattici, progetti editoriali e progettiergonomici.

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focus: arti inferiori

L'incidenza esatta delle lesio-ni muscolari agli adduttorinello sport non è completa-mente conosciuta ed

espressa pienamente con studidalla letteratura. Calcio e hockeysu ghiaccio sono gli sport mag-giormente a rischio di lesione, inquanto la gestualità specifica, sem-plice e complessa, in questi sport,si esprime attraverso una forte econtinua contrazione eccentricadegli adduttori durante la competi-zione (1). È utile ricordare che lacontrazione eccentrica rappre-senta lo status muscolare duran-te cui viene prodotta la massimatensione muscolare. Recente-mente, squilibri di forza dei mu-scoli adduttori sono stati identifi-cati e correlazionati all'incidenzadelle lesioni dei muscoli del cin-golo pelvico, così come uno studiodimostra che un giocatore è 17 vol-te più infortunabile agli adduttori, sela sua forza risulta di molto minorerispetto al suo abduttore (2). Si pen-sa che l'adduttore lungo sia, nellamaggior parte dei casi, l’entità mu-scolare coinvolta nella lesione (3).

I FATTORI DI RISCHIOI muscoli adduttori e abduttori del-l'anca rivestono un importante ruo-lo nella stabilità e nell’equilibrio delcingolo pelvico. Un decrementoomolaterale dei valori di forza eflessibilità crea movimenti com-pensativi posturali provocandouna disfunzione successiva delbacino, identificabile come cau-sa secondaria della lesione mu-scolare. Si è formulato in letteratu-

Lesioni muscolaridegli adduttorinella pratica sportiva

di Rosario D’Onofrio e Vincenzo Manzi, Universitàdegli studi di Roma Tor Vergata

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focus: arti inferiori

ra che movimenti ripetitivi legatialla gestualità tecnica/atletica suun substrato disfunzionale, pro-vocano un microtrauma cumula-tivo e così la possibilità di una le-sione muscolo tendinea. Prece-denti studi hanno dimostratoun’associazione tra forza e fles-sibilità e la loro correlazione nel-le lesioni degli adduttori (petti-neo, adduttore lungo e breve, gran-de adduttore, gracile e otturatoreesterno), in varie popolazione atleti-che (4, 5). Ekstrand (6) trovò che,nella fase di pre-season, i giocato-ri di calcio che presentavano undecremento della flessibilità de-gli adduttori dell’anca incorreva-no in stiramenti all’inguine mag-giormente rispetto agli altri gio-catori, anche se questo dato è incontrasto con i risultati percentualiriferiti a giocatori professionisti diice hockey in cui questa relazionenon è stata confermata. SempreEkstrand ha attribuito a una riabili-tazione inadeguata il 17% delle le-sioni riportate nel calcio, così comeNielsen (7) ha riscontrato che il 25%dei giocatori di calcio ricadeva nellostesso tipo e sede di lesione a cau-sa di una riabilitazione inadeguata.Le lesioni agli adduttori sonostate associate a precedenti le-sioni muscolari, così come allafatica muscolare, a un inadegua-to warm-up e a dissinergie dellacontrazione muscolare.Tyler et al. (8) trovarono che i gioca-tori di hockey, che nella fase di pre-campionato avevano registrato li-velli di forza degli adduttori inferiore,durante la regular season incorseroa lesioni maggiormente rispetto algruppo di controllo di alteti sani. Lapercentuale delle espressioni di for-za degli adduttori e abduttori del-l’anca era anche significativamentedifferente tra i due gruppi: la forzadegli adduttori era del 95 % dellaforza degli abduttori nei giocatorinon lesionati, ma solo del 78% neigiocatori lesionati. Comunque neigiocatori con una lesione muscola-re degli adduttori, nella fase preseason la percentuale di forza degliabduttori e dei flessori era minore

nel lato che successivamente in-corse in un stiramento inguinale ri-spetto al lato non lesionato.Sempre Tyler (8) ricollegò storie dilesioni muscolari pregresse comeun principale fattore di rischio:quattro dei nove stiramenti (44%)alla regione adduttoria riscontratinello studio erano re-injuries. Deficit del range of motion del-l’articolazione dell’anca in termi-ni di rotazione interna ed esternaconcorrono a elevare i rischi dilesioni muscolari a carico degliadduttori. Tra l’altro, all’inverso,anche una limitata flessibilità del-l'estensione dell'anca dovuta al-l'accorciamento della muscolaturaflessoria o alle strutture capsulo le-gamentose anteriori dell'anca, ècausa di una possibile inclinazioneanteriore della pelvi, durante la cor-sa con una relativa accentuazionedella lordosi. Le riduzioni eccessivedi forza, sia concentrica che so-prattutto eccentrica, sono inqua-drabili nell’ordine del 35-50% postlesione. L’età rimane un impor-tante e non secondario fattore di

rischio per le lesioni muscolaridegli adduttori e degli ischio cru-rali, ma sembra invece non influiresulle lesioni a carico del muscoloquadricipite. Potremmo riassumeche questi modelli di lesionicomportano deficit funzionaliche, se non appianati, rappre-sentano ulteriori e importanti fat-tori di rischio.

LA PREVENZIONEOggi, data la complessità nel tratta-mento delle lesioni muscolari, di-venta importante progettare unprogramma preventivo che de-

FATTORI DI RISCHIO LEGATI ALLELESIONI MUSCOLARI DEGLIADDUTTORI NELLO SPORT

1. Decremento del range articolare

2. Decremento della flessibilità

3. Decremento della velocità di

accorciamento muscolare

4. Decremento dei valori di forza

5. Incremento della stiffness

6. Disfunzioni del bacino

7. Insufficiente warm-up

8. Fatica muscolare

9. Storie passate di lesioni muscolari

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crementi significativamente le lesio-ni muscolari a carico degli addutto-ri. Tyler (9) ha dimostrato che il po-tenziamento muscolare deigruppi muscolari degli adduttoriè un efficace metodo per la pre-venzione delle lesioni nei gioca-tori di hockey su ghiaccio. Gli in-dirizzi che provengono dalla lettera-tura evidenziano come caposaldonella prevenzione delle recidive la ri-produzione della gestualità tecnicarelativa al modello di sport pratica-to, nelle sue forme diversificate.

LA FISIOTERAPIA È nostro pensiero, data l’altissimapercentuale di recidive delle lesionimuscolari, legittimare uno studioaccurato del progetto terapeuticoriabilitativo con un’attenta gestionedell’atleta infortunato. La rieduca-zione e il recupero funzionale do-vranno essere organizzati in fun-

zione del processo di guarigionebiologica e di pari passo in rela-zione alla risoluzione dei deficitbiomeccanici e posturali correla-ti con l’entità della lesione mu-scolare. Rispetto al largo utilizzodella terapia fisica tradizionale, nonsi riscontrano in letteratura entusia-smi applicativi. Molti studi non con-fermano l’opportunità applicativa,per esempio, dell’elettrostimolazio-ne nei protocolli di riabilitazione del-le lesioni muscolari, cosi come degliultrasuoni utilizzati senza il contri-buto di importanti studi scientifici.La tecar terapia e l’ipertermia sem-brano invece trovare r iscontr iscientifici positivi nella letteraturaper il trattamento delle lesioni mu-scolari. La maggior parte dei pro-tocolli dovrebbero enfatizzareesercizi eccentrici e di allunga-mento muscolare collocati intempi e modalità precise all’in-

terno della struttura riabilitativa.L’allenamento agonistico full timeviene concesso solo in presenza diun perfetto equilibrio dei valori diforza e di flessibilità, ovvero dopoaver ripristinato i deficit biomeccani-ci instauratesi in seguito alla lesione.

REFERENCE 1. Tegner Y, Lorentzon R. Ice hoc-key injuries: incidence, nature andcauses. Br J Sports Med 1991; 25(2): 87-92. T imothy F. Tyler, PT TheAssociation of Hip Strength andFlexibility With the Incidence ofAdductor Muscle Strains inProfessional Ice Hockey PlayersAmerican Journal of SportsMedicine 29:124-128 (2001)3. Renström P, Peterson L. Groininjuries in athletes. Br J Sports Med1980; 14: 30-64. Ekstrand J, Gillquist J. The avai-labil ity of soccer injuries. Int JSports Med 1983; 4: 124-8] 5. Orchard J,Marsden J, Lord S, etal. Preseason hamstringmuscleweakness associated with ham-string muscle injury in Australian fo-otballers. Am J Sports Med 1997;25 (1): 495-9]6. Ekstrand J, Gillquist J. The avai-labil ity of soccer injuries. Int JSports Med 1983; 4: 124-87. Nielsen AB, Yde J Epidemiologyand traumatology of injuries in soc-cer. Am J Sports Med 17:803–807,1989)8. Tyler TF, Nicholas SJ, CampbellRJ, et al. The association of hipstrength and flexibility on the inci-dence of groin strains in professio-nal ice hockey players. Am J SportsMed 2001; 29 (2): 124-8] 9. Tyler TF, Nicholas SJ, CampbellR, et al.The effectiveness of a pre-season exercise programon theprevention of adductor strains pre-season exercise programon to pre-vention of adductor strains in pro-fessional ice hockey playersPresented at the 27th AnnualMeeting of the AmericanOrthopaedic Society for SportsMedicine (AOSSM); 2001 Jun 28-Jul 1, Keystone (CO)

focus: arti inferiori

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tramite i due tendini: il quadricipita-le e il rotuleo. La rotula ha una su-perficie articolare che scorre tra icondili; lo scorrimento, in condizio-ni normali, avviene senza particola-ri problemi. In palestra, invece, sipossono creare delle situazioniinfiammatorie a causa di un con-siderevole aumento dell'attritotra femore e rotula.

BIOMECCANICA La parola chiave per comprenderequello che avviene tra femore e ro-

La rotula fa parte dell'appa-rato estensore del ginoc-chio che è composto da:

- quadricipite- tendine quadricipitale- rotula- tendine rotuleo- apofisi tibiale anteriore, cioè l'in-serzione del tendine rotuleo sulla ti-bia. La rotula scorre tra i due condilifemorali (il sistema può essere pa-ragonato a una carrucola) ed èmessa in tensione dal quadricipite

Non grattate

quella rotula!

focus: arti inferiori

tula è “pressione”. Quando il gi-nocchio è esteso la rotula vienemessa in tensione dagli altricomponenti dell'apparato esten-sore del ginocchio, ma non vieneschiacciata. Al contrario, quandoil ginocchio è flesso, la rotula vie-ne compressa, compattata sullasuperficie del femore. Strettamentelegato all'aumento della pressioneè l'aumento dell'attrito: l'attritocomporta un surriscaldamentodelle superfici articolari a contat-to ed è, in definitiva, un meccani-smo infiammatorio. Nell'imme-diato questo si traduce in una do-lenzia a carico del ginocchio chepuò costringere l'atleta a limitare ointerrompere l'allenamento; neltempo può portare a un’usuramarcata dell'articolazione femo-ro – rotulea, con l'instaurarsi dideformazioni artrosiche, contempi di riduzione o sospensionedell'allenamento più lunghi. Lapressione di contatto aumenta inmodo direttamente proporziona-le a due fattori: - aumento della flessione del gi-nocchio; - aumento della forza esercitatadal quadricipite.L'aumento della flessione del gi-nocchio può essere compreso ana-lizzando la composizione delle for-ze a livello dell’articolazione. La ro-tula è in mezzo al tendine quadrici-pitale e al tendine rotuleo; ogni vol-ta che il quadricipite si contrae sirealizza una forza che è trasdottadai due tendini. Quando il ginoc-chio è esteso, la direzione delle dueforze trasdotte dal tendine è quasiparallela; la rotula non è premutacontro il femore; quando il ginoc-chio è flesso, la direzione delle dueforze forma un angolo sempre piùpiccolo e, secondo il diagramma discomposizione delle forze, la risul-tante è una notevole forza di com-pattamento femoro - rotulea. L'aumento della forza esercitatadal quadricipite, oltre che dal cari-co dell’allenamento, può esseredeterminata anche altre variabiliindividuali.- Si può verificare un malallinea-

Non grattate

quella rotula!

di Alessandro [email protected]

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focus: arti inferiori

mento tra il quadricipite, la rotulae l'inserzione sulla tibia .L'inserzione in questi casi è troppolaterale e la rotula tende a spostarsilateralmente a ogni estensione delginocchio; la pressione aumentaelettivamente sul condilo laterale. - Più frequentemente nelle donne,la rotula è piccola, più alta e insta-bile. Questa configurazione anato-mica favorisce l'instaurarsi di feno-meni artrosici o di fenomeni acuti: lalussazione laterale della rotula.- Un’ipotrofia selettiva del vastomediale può modificare di alcunigradi la direzione di scorrimentodella rotula. Quando l'arto inferioresubisce un trauma, rimane immobi-lizzato o più semplicemente il sog-getto è un sedentario, il vasto me-diale è la parte di quadricipite piùsoggetta all'ipotrofia muscolare.Pertanto gli altri vasti, in particolareil vasto laterale, imprimono alla ro-tula una direzione di scorrimentopiù esterna. Talvolta anche un lievespostamento è in grado di aumen-tare la pressione tra la parte ester-na della rotula e il condilo lateraledel femore.

GLI ESERCIZIIn palestra si sa per esperienza chelo squat è un esercizio che solle-cita molto l'articolazione del gi-nocchio oltre che il muscolo qua-dricipite, tanto che alcuni atleti,quando eseguono lo squat o il legpress con carichi pesanti, utilizzanodelle ginocchiere: sanno per espe-rienza che a volte il ginocchio dopoil lavoro risulta dolente o più caldo eprovano a proteggersi con l'appli-cazione di uno dei vari modelli di gi-nocchiera elastica. Queste ginoc-chiere, alla luce delle sempliciosservazioni biomeccaniche ap-pena fatte, sono utili per coloroche hanno dei problemi di spo-stamento laterale della rotula:aiutano a stabilizzarla e prevengo-no eventuali episodi di lussazionelaterale. Nulla possono nel dimi-nuire la pressione femoro – rotu-lea: non ha senso applicarle spe-rando di risolvere in qualche modoquesto problema. Considerare

l'apparato locomotore come un in-sieme di muscoli la cui contrazionepermette il movimento è riduttivo:l'apparato locomotore è un insiemefunzionale costituito da ossa, arti-colazioni, cartilagini, capsule artico-lari, legamenti, tendini, e infine mu-scoli. Il sovraccarico è uno stimoloper provocare la crescita del mu-scolo, ma può essere anche lesivo

delle altre strutture dell'apparato lo-comotore. Dopo l'analisi biomeccanica risultafacile intuire quali siano gli eserci-zi che, comportando un aumentodella pressione della rotula sulfemore, possono instaurare unmeccanismo infiammatorio daeccesso di attrito: sono ovvia-mente gli esercizi in cui avviene

Composizione delle forze a livello della rotula. M1 è il vettore della forza del tendinequadricipitale; M 2 è il vettore della forza del tendine rotuleo; γ è il vettore della forzarisultante da M 1 e M 2. Se l’angolo tra la direzione dei due vettori diminuisce, la risultanteforza di compattamento femoro rotuleo aumenta

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moro rotulea e si vuole comunquecontinuare l'allenamento. LA CYCLETTE E LA BICICLETTA. Nonpermettono una flessione del gi-nocchio superiore ai 30° - 40° equesto permette di consigliare lacyclette in tutte quelle situazioni incui si è già instaurata un'infiamma-zione a carico delle cartilagini fe-moro - rotulee e si voglia comun-que potenziare specificatamente ilvasto mediale. Inoltre, si può con-sigliare di alzare la sella fino a rag-giungere, durante la pedalata, lamassima distensione del ginocchioe quindi la minima flessione duran-te la fase negativa.

CONCLUSIONILa rotula, elemento determinante

dell'apparato estensore del ginoc-chio, scivola sulla superficie deicondili femorali a ogni movimentodi flesso – estensione; questo sci-volamento, in condizioni particolari,può avvenire con un aumento dipressione e quindi di attrito. In par-te può dipendere dalla struttura delsoggetto e in parte dalla scelta diun allenamento che non tiene con-to di una variabile molto importan-te: l'angolo di flessione del ginoc-chio in relazione all'aumento dipressione-attrito tra femore e rotu-la. Quando l'attrito supera le capa-cità di adattamento delle cartilagini,si instaurano dei meccanismi di di-fesa di tipo infiammatorio che im-pongono un rallentamento e/o lasospensione dell'allenamento.

un’estensione del ginocchio controresistenza. Tra questi, quelli impli-cati maggiormente sono gli eserciziche prevedono la flessione totaledel ginocchio:1) squat2) leg press3) leg estensor4) cyclette o bicicletta.SQUAT. Questo esercizio al terminedell’accosciata realizza la posizio-ne di massima pressione tra femo-re e rotula: si raggiungono pressio-ni superiori a una tonnellata percm2, e questo in una ripetizione li-bera senza carichi. Nel caso che sipratichi un semisquat, la pressionedipende dal livello di flessione rag-giunto dal ginocchio. In questoesercizio oltre alle solite variabilidell'allenamento (serie, ripetizioni,pesi, tempi di recupero) bisognatenere conto anche del grado diflessione del ginocchio al fine dipreservare le cartilagini da un ec-cesso di attrito. LEG PRESS. Dal punto di vista bio-meccanico per il ginocchio è unacondizione uguale a quella dellosquat. L'orientazione della pressanello spazio non ha alcuna impor-tanza; anche qui il fattore determi-nante è il grado di massima flessio-ne del ginocchio raggiunto durantel'esercizio. LEG ESTENSOR. Con questa mac-china è esclusa dal movimento lamassima flessione: in genere si ar-riva a 95° - 100° e il fatto che sipossano applicare dei carichi infe-riori al proprio peso la rende versa-tile. Il leg estensor e il leg presspermettono di realizzare, in condi-zioni standard, una buona contra-zione isometrica nella posizione dimassima estensione. Dal punto divista biomeccanico è la posizionecon la minore pressione femoro-rotulea; inoltre la contrazione iso-metrica è per definizione una con-trazione in assenza di movimento equindi senza scorrimento e senzaattrito. Aumentare la percentuale dicontrazione isometrica in questaposizione può rappresentare unbuon compromesso, quando si èinstaurata una certa sofferenza fe-

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davanti alla tibia che con il suo piat-to completa l’articolazione. Lamorfologia di rotula e troclea fe-morale fa sì che la rotula stessa(o patella) possa scorrere all’in-terno del solco che si trova tra idue condili femorali con un’otti-ma congruenza delle superficiarticolari: la parte posteriore dellarotula presenta, infatti, una crestaconvessa mentre nella parte cen-trale della troclea vi è presente ilsolco, ovviamente concavo. La ro-tula inoltre è centrata in questa suaposizione da fibre tendinee e lega-mentose: il tendine del muscoloquadricipite femorale, che la sovra-sta e la supera formando, con il suoprolungamento, il tendine rotuleo opatellare e i legamenti alari, posti la-teralmente e medialmente. Il loro

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scopo è quello di mantenere, inogni istante della flesso-esten-sione del ginocchio, la medesi-ma congruenza tra le superfici edi conseguenza la distanza tra icapi ossei. Se ciò non accadessein modo perfetto, si andrebbe in-contro precocemente a lesioni car-tilaginee che potrebbero sfociare inartrosi.Essendo un osso sesamoide, larotula ha lo scopo di facilitarel’azione del muscolo quadricipitefemorale, aumentandone l’effi-cacia in termini di forza e distri-buendo in maniera corretta leforze esercitate sul tendine rotu-leo, stabilizzando il ginocchio intoto.Fatta questa importante premessa,appare evidente come la rotula ab-bia sì un ruolo fondamentale per lafisiologia del ginocchio, ma anchecome tale ruolo faccia gravare sullapatella una serie di forze compres-sive di notevole entità, che la spin-gono contro la superficie femorale.Forze che aumentano proporzio-nalmente con il grado di flessionedel ginocchio, specialmente in cari-co: si pensi alla differenza di caricopercepito sul ginocchio tra un mez-zo squat e uno squat completo.

CONDROPATIA DA SQUILI-BRIO MUSCOLARE Tale patologia si riscontra soventein persone con marcata ipotoniao, in percentuale inferiore, conmarcata ipertonia di alcuni di-stretti muscolari, sia della solaloggia anteriore (vasto mediale neiconfronti del vasto laterale), sia del-la loggia anteriore rispetto a quellaposteriore. I sintomi possono esse-re numerosi: dal semplice fastidio inzona perirotulea fino a una vera epropria compromissione funziona-le, quando l’infiammazione è ormaiin fase molto avanzata.Le prime sensazioni riferite riguar-dano scrosci articolari che tendo-no a esacerbarsi, sia assumendotalune posizioni per diverso tempo(“segno del cinema”), sia con l’au-mento del carico, ovvero con lapratica dell’attività sportiva. Spesso

Il nome stesso della patologia in-dica il tipo di problematica cui cisi trova di fronte: una degenera-zione della cartilagine rotulea,

ovvero della cartilagine situatasulla superficie posteriore dellarotula o sulla troclea femorale.Può essere causata da tre fattoriprincipali: - ipo/iper tono muscolare- forte trauma diretto al ginocchio - forme congenite. Prima di analizzare ogni singolacausa di questa patologia è utile ri-chiamare alcuni cenni di anatomia.

UN PO’ DI ANATOMIALa rotula è l’osso sesamoide ante-riore all’articolazione del ginocchio.È posizionata davanti alla trocleafemorale, con la quale si articola, e

di Angelo [email protected]

Condropatia femoro-rotuleafemoro-rotulea

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sono segnalati gonfiori, mentre incasi più rari si arriva al blocco arti-colare. Da una prima analisi inoltre,si può osservare che a questo tipodi problematica è associataun’ipermobilità rotulea (al limite del-l’instabilità) e un’ipotonia, soprat-tutto del vasto mediale. Vale la pe-na ricordare, però, che un’instabili-tà rotulea confermata da radiogra-fie adeguate (laterali), quindi conuna displasia della troclea del fe-more, non potrà essere risolta defi-nitivamente con l’ausilio del recu-pero funzionale, ma sarà necessa-rio l’invio a un ortopedico per uneventuale intervento chirurgico. Difronte a un’ipotonia del vastomediale nei confronti del vastolaterale, la rotula risulterà spo-stata verso l’esterno. Questo di-sequilibrio tende, con il tempo, aprovocare un non fisiologico alli-neamento della patella e conse-guenti dolori. In soggetti sedenta-ri, vista l’ipotonia di un arto, nonsarà strano trovare dolente an-che il controlaterale.Questa analisi, soprattutto se ese-guita subito in seguito ai primi sin-tomi, permetterà di aggredire pre-cocemente il problema dal punto divista del recupero funzionale e con-sentirà di lavorare selettivamentesull’aumento del tono muscolaredel vasto mediale e sulla stimo-lazione dei propriocettori del gi-nocchio, che stabilizzeranno la ro-tula attivamente.Per quanto riguarda il disequilibriotra la muscolatura della loggia ante-riore e quella posteriore, sarà utileripristinare un corretto rapportotra il tono delle due masse mu-scolari, attraverso una serie diesercizi volti all’allungamentodella catena posteriore che, setroppo tesa, porta tibia e peroneposteriormente rispetto al femo-re, compattando la rotula versola troclea.

CONDROPATIA DA TRAUMAAL GINOCCHIONel caso di un trauma al ginocchio,la condropatia può manifestarsi co-me diretta conseguenza di una

lesione parziale o anche più este-sa (fissurazioni profonde) della car-tilagine rotulea o femorale. Il ricorsoo meno alla chirurgia sarà giudicatosolo in base al grado di lesione del-la cartilagine articolare. La presen-za di una piccola lesione senza par-ticolari segni di dolenzia sarà risoltacompletamente con il solo recupe-ro funzionale. Altri casi, invece, do-vranno essere obbligatoriamentetrattati dal chirurgo, che interverràcercando di “salvare” quanta piùcartilagine possibile, pensando ma-gari a un trapianto mediante caro-taggi o colture in vitro. Appare ovviocome, in questa seconda ipotesi, lariabilitazione del paziente sarà mol-to più delicata, prolungata nel tem-po e solo in un secondo momentosi potrà affrontare una riabilitazionefunzionale mirata al totale recuperodel tono-trofismo dell’arto inferiore.

CONDROPATIA CONGENITASolitamente chi è affetto da con-dropatia congenita avverte i primisintomi verso i 12-14 anni; prima,infatti, la patologia è quasi sempresilente. A questa età lo sviluppo el’attività fisica possono accelerare ilsovraccarico alle ginocchia e dareinizio ai primi sintomi. È da rilevare,inoltre, che in questo tipo di patolo-gia sono spesso entrambe le gi-nocchia a soffrire degli stessi sinto-mi. Solitamente, in questo caso visarà grande probabilità di ritro-vare il legamento alare esternopiù in tensione rispetto all’inter-no: si ricorre spesso a un interven-to chirurgico chiamato “lateral re-lease” di sezione del legamentoalare esterno che, eseguibile in tec-nica artroscopia, permette di ricen-trare la rotula nella sua sede e favo-rire la conseguente correzione del“tilt rotuleo”. Dopo un minimo rico-vero post-intervento, il paziente vie-ne solitamente mandato a casacon un tutore che permette co-munque una lieve mobilizzazionedel ginocchio fino a circa 90°. Nonvi sono problemi per la deambula-zione, in carico parziale prima e to-tale poi, e dopo circa un mese emezzo o due il tutore viene tolto.

Ciò consentirà al paziente, seguitoda un fisioterapista, di ricercare ungrado maggiore di flessione fino alraggiungimento della mobilità fisio-logica. Tendenzialmente il recuperototale e il graduale ritorno all’attivitàsportiva si verifica intorno al 5°- 6°mese dall’intervento.

COME AGIRE SELETTIVAMENTEIn tutte e tre le casistiche, ma intempi diversi, può essere utile unostrumento come l’elettrostimola-tore. Esso può far lavorare seletti-vamente il vasto mediale, coinvol-gendo al minimo gli altri vasti.Un’ulteriore metodica è la ginnasti-ca propriocettiva che permetterà,stimolando i recettori muscolo-ten-dinei, di stabilizzare la rotula dopoaverla preventivamente “centrata”con l’utilizzo dell’elettrostimolatore.Tutto andrà proposto con una cor-retta progressione, tenendo so-prattutto presente che solamentedopo aver riequilibrato la mu-scolatura sarà possibile reinte-grare nuovamente esercizi ciclicicome bike o tapis roulant, primafortemente sconsigliati, e anche ri-proporre tutti gli esercizi isotonici informa completa, evitando per ovvieragioni la leg extension. Andràquindi ricreato un tono di base,cercando di sovraccaricare alminimo la rotula, evitando l’iper-pressione della stessa. A questoscopo ci vengono in aiuto anche gliesercizi svolti in isometria, adesempio: a terra in posizione sedu-ta con un supporto sotto il ginoc-chio, contrarre il quadricipite evi-tando l’estensione completa del-l’arto. Da non dimenticare, infine,l’importanza di un corretto rie-quilibrio muscolare anche dalpunto di vista della mobilità.Spesso, infatti, si riescono a risol-vere, o meglio ancora prevenire,patologie femoro-rotulee più gravicon la sola introduzione di esercizidi stretching adeguati. Ottime leposture Mézières, che permetto-no un allungamento globale dellacatena muscolare posteriore, oltreai classici esercizi di stretching ana-litico.

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flessione dor-sale o plantare della caviglia puòcomportare un coinvolgimento lega-mentoso differente. Dal punto di vi-sta ortopedico sono classificatiquattro gradi di lesione:- grado 0, stiramento temporaneodell’apparato capsulo-legamento-so, con piccolo ematoma laterale edolenzia locale;- grado 1, rottura isolata del pero-neo-astragalico anteriore, con tu-mefazione laterale importante eparziale impotenza funzionale;- grado 2, rottura del peroneo-astragalico anteriore e del peroneo-calcaneare, con ematoma, sia late-rale che mediale e impotenza fun-zionale con zoppia;- grado 3, rottura del peroneo-astragalico anteriore, del peroneo-calcaneare e del peroneo-astragali-co posteriore, con importante ema-toma perimalleolare posteriore e im-possibilità di deambulazione. Nellelesioni di grado 0 e 1 la terapia èconservativa, con immobilizzazione

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della regione interessata; nelle lesio-ni di grado 2 e 3 la soluzione è chi-rurgica. Una volta conclusosi l’iterterapeutico e sciolta la prognosimedica, il paziente può passare allarieducazione funzionale.

IL PROGRAMMA RIEDUCATIVOII progetto rieducativo nei traumi di-storsivi della caviglia deve sia con-sentire il ritorno all’attività quotidia-na e sportiva, che prevenire il ripe-tersi di ulteriori episodi. Poiché ilmaggiore fattore di rischio distorsi-vo è legato al fatto di aver subitouna precedente distorsione, risultaevidente che l’insulto traumaticonon solo può ledere le struttureanatomiche, ma è anche in gradodi minare i meccanismi neuromu-scolari di stabilizzazione e protezio-ne dell’articolazione stessa. Loscopo della ginnastica proprio-cettiva è duplice: analitico e con-testuale. Dal punto di vista analiti-co, il training propriocettivo favori-

La distorsionerappresenta i lmomento lesivopiù frequente per

l’articolazione della cavi-glia. Si intende per caviglial’entità anatomo-funzionaleformata dalle articolazioni tibio-peroneo-astragalica, sotto-astragalica e medio-tarsica e dairelativi mezzi di fissità: la capsu-la articolare e i legamenti di rin-forzo. La distorsione è una tempo-ranea modificazione dell’artico-lazione, che non comporta, tut-tavia, una perdita di contatto trale superfici articolari come inve-ce avviene nella lussazione. Ladistorsione più frequente è quella ininversione (il piede si porta versol’interno). Questo accade essen-zialmente per due motivi:1. il malleolo tibiale è più corto delperoneale e l’astragalo può esserespinto più facilmente in inversione;2. le formazioni legamentose ester-ne sono tra loro separate e non ro-buste come il legamento deltoideointerno.Il comparto legamentoso esterno ècomposto da tre legamenti che, vi-sti dall’avanti al dietro sono: pero-neo-astragalico anteriore (il menorobusto), peroneo calcaneare eperoneo-astragalico posteriore (ilpiù robusto). Essi sono generalmen-te coinvolti nel trauma nell’ordinedall’avanti all’indietro, anche se, almomento del trauma, la posizione di

Aspetti neurofisiologicie biomeccaniciAspetti neurofisiologicie biomeccanicidi Davide [email protected]

Caviglia etrauma

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focus: arti inferiori

sce il ripristino di riflessi stabilizzan-ti, con relativa ottimizzazione deipattern posticipatori (ovvero i colle-gamenti funzionali tra sistema pro-priocettivo e circuiti di attivazionemuscolare spinali e corticali). Al finedi prevenire l’episodio distorsivo,questi pattern, però non possiede-rebbero qualità funzionali. Il loroperseguimento è giustificato dalruolo che essi svolgono nel facilita-re lo sviluppo di pattern anticipatori(anticipato reclutamento dei mu-scoli inversori), che porta a una mo-dificazione del reclutamento mu-scolare. Ciò diverrebbe, quindi, effi-cace nell’affrontare sollecitazionipotenzialmente distorsive.Il programma rieducativo devemirare alla riacquisizione oltreche delle qualità di forza e resi-stenza muscolari, soprattuttodelle qualità neuromuscolari piùspecifiche per il ritorno alle atti-vità quotidiane e sportive. Il con-cetto di propriocettività, inteso co-me consapevolezza della posizionedel corpo e del suo movimento nel-lo spazio, integra tutti i sistemi sen-soriali, incluso il feedback da tendi-ni, muscoli e articolazioni, il sistemavisivo, la sensibilità tattile e presso-ria e il sistema vestibolare. Nellastesura del piano rieducativo, do-vremo tenere presenti tutti questiaspetti. La sensibilità propriocettivaè correntemente descritta come lapercezione della posizione del cor-po o di una parte di esso nello spa-zio (joint position sense) e percezio-ne del movimento articolare (kine-stesia). L’aspetto legamentoso epropriocettivo nel traumatismo del-la caviglia e la sua rieducazione, so-no aspetti studiati da diverse spe-cialità; meno conosciuti, invece,sono gli aspetti che riguardano learticolazioni di caviglia e piede.

ESITI DOPO IL RECUPEROCosa succede alle diverse articola-zioni durante un trauma distorsivo?Che tipo di esiti restano, anche do-po il recupero dall’infortunio?Ogni piccola articolazione checompone l’unità funzionale “piede-caviglia” è dotata di un certo grado

di movimento che, se limitato perun evento traumatico, può distur-bare la funzionalità di questa regio-ne in modo più o meno rilevante.Per limitazione non intendo unalussazione, ovvero quandoun’articolazione va oltre il suorange di mobilità, bensì un “inca-stramento” delle superfici artico-lari che, pur rimanendo nella lorofisiologia, perdono capacità dimovimento: questa situazionepuò essere definita disfunzione.Analizziamo un esempio praticoper capire la dinamica di quanto fi-nora esposto. In una distorsionein inversione e tendenza alla fles-sione plantare, ovvero la meccani-ca che si riscontra maggiormente,si evidenzia una risposta di questotipo:- l’articolazione tibio-astragalica,che fisiologicamente esegue unoscivolamento antero-posteriore, sifissa in anteriorità di astragalo;- l’articolazione sottoastragalica,dove si trova un piccolo scivola-mento tra astragalo e calcagno, sifissa con astragalo postero-internoe calcagno antero-esterno;- lo scafoide, trazionato dal tibialeposteriore, si porta in rotazione in-terna, cioè la sua faccia inferioreguarda all’interno;- il cuboide va anch’esso in rota-zione interna, attratto dalle inserzio-ni legamentose che lo collegano al-lo scafoide;

- il perone scende globalmenteverso il basso, l’articolazione pero-neo-tibiale inferiore si fissa in ante-riorità e quella superiore in poste-riorità. - la membrana interossea, checollega la tibia al perone, rispondecreando uno spasmo delle sue fi-bre. Ricordiamo che queste si orga-nizzano intorno al nervo sciatico-popliteo esterno, alle arterie tibiali eperoneali e alla vena peroneale. Inbase a quanto esposto si evinceche una disfunzione della membra-na interossea può creare un distur-bo a queste strutture. Nella mag-gior parte dei casi, tale situazionedisfunzionale permane anchedopo lo scioglimento della pro-gnosi medica specifica e, in faserieducativa, disturba il correttoriapprendimento propriocettivo.Ciò accade perché i recettori artico-lari, trasmettendo in una situazionedi mobilità limitata, scambiano infor-mazioni alterate con i livelli più alti. Illavoro di un terapista manuale,come l’osteopata o il chiroprati-co, può restituire la corretta mo-bilità alle articolazioni di questaimportantissima unità funzionale,ottimizzando la circolazione san-guigna. In una condizione di mobili-tà e scambio fluidico corretti, gli ef-fetti e i risultati del nostro program-ma di rieducazione funzionale sa-ranno immediati e sorprendenti.

TIBIA

PERONETENDINE D’ACHILLE

peroneo-astragalico anteriore

peroneo calcaneare

peroneo-astragalicoposteriore

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Il tape si applica con tecniche tesea ottenere un sostegno muscola-re per:- migliorare la contrazione dei mu-scoli indeboliti;- ridurre l’affaticamento muscolare;- ridurre l’eccessiva estensione econtrazione del muscolo;- ridurre i crampi e l’incidenza di le-sioni muscolari;- aumentare la ROM (ampiezza dimovimento).L’applicazione del taping durantel’attività fisica si utilizza anche percorreggere problemi articolari e ten-dinei, migliorando gli allineamentiimprecisi causati da spasmi e mu-scoli accorciati e fornendo sostegnoai tendini lesionati e/o indeboliti.Applicato post trauma, durantel’attività sportiva aiuta a sostenere ilmuscolo, il legamento, l’articolazio-ne o il segmento osseo preceden-

- correggere i problemi delle arti-colazioni:- ridurre gli allineamenti imprecisicausati da spasmi e muscoli accor-ciati; - normalizzare il tono del musco-lo e l’anormalità di fascia delle arti-colazioni;- migliorare la ROM.È utilizzata come completamento inosteopatia, in chiropratica, nelle te-rapie manuali e nelle terapie fisiche.

TAPING KINESIOLOGICO ESPORTIl taping kinesiologico è usato in am-bito sportivo prima, durante e dopoil gesto atletico, per preparare-pre-venire e quindi per defaticare l’atleta.Si devono quindi considerare duedifferenti approcci.1. APPLICAZIONE DEL TAPING DURANTE

L’ATTIVITÀ FISICA.

Il taping kinesiologico è una tecni-ca innovativa che si basa sullenaturali capacità di guarigionedel corpo, stimolate dall’attiva-

zione del sistema neuro-muscolaree neuro-sensoriale, secondo i nuo-vi concetti di Neuroscienza. Il meto-do, che trae origine dalla chinesio-logia, è una tecnica correttivameccanica e/o sensoriale, chefavorisce una migliore circolazio-ne sanguigna e linfatica nell’areada trattare. Nella fase riabilitativa, iltaping kinesiologico si applica permigliorare la circolazione sanguignae linfatica, ridurre l’eccesso di calo-re e di sostanze chimiche presentinei tessuti e ridurre l’infiammazione.Questa tecnica mira a:- azionare i sistemi analgesici en-dogeni;- stimolare il sistema inibitore spi-nale e il sistema inibitore discendente;

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Taping kinesiologico La stabilizzazione multiassiale della spalladi Rosario Bellia [email protected] http://kinesiobellia.com

con link di approfondimento

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cati in tempi diversi, offrono la possi-bilità di migliorare la propria presta-zione fisica insieme alla riabilitazionetramite il drenaggio e la correzionemeccanica. Il tono muscolare e laflessibilità tendinea aumentano du-rante la prestazione fisica quando laforza fisica è accompagnata con uncorretto “scarico” della tensione, conla normalizzazione del tono muscola-re e il continuo drenaggio linfatico.

INSTABILITÀ DI SPALLA La sindrome d’instabilità della spallapuò insorgere in seguito a una dislo-cazione grave, una sublussazionecronica, o overuse dell’articolazione.Tutte queste condizioni portano auna lesione più o meno importan-te della capsula articolare dellaspalla, comune nella pallavolo, nellancio di giavellotto, nella pallamano,nel tennis ecc. Le instabilità posso-no essere anteriori, posteriori, infe-riori, superiori e multidirezionali, mala più frequente è l’anteriore, checomprende la classica lussazioneantero-interna. Le instabilità sonodovute generalmente a un gestosportivo molto impegnativo per laspalla (movimento che associa ab-duzione-retropulsione-rotazioneesterna), seguito da un lancio po-tente, come avviene nella pallama-no, nel lancio del giavellotto, nellapallanuoto ecc. Dalla sensazioneiniziale di instabilità si passa auna fase dolorosa, causata da mi-

temente infortunato. Generalmentesi può sostenere che questa tecni-ca mira a ottenere un effetto globa-le di normalità a livello muscolo-tendineo e articolare, consentendoun’attività fisica sostenuta e allevia-ta dal dolore.2. APPLICAZIONE DEL TAPING IN FASE

RIABILITATIVA O NEL RECUPERO.In questo caso il taping kinesiologi-cosi utilizza con altre modalità ap-plicative (allungamento, drenante,sostegno) allo scopo di:- rimuovere la congestione della cir-colazione dei fluidi corporei;- migliore la circolazione sanguignae drenaggio linfatico;- ridurre l’eccesso di calore e di so-stanze chimiche presenti nei tessuti;- ridurre l’infiammazione;- ridurre l’anormale sensibilità e il do-lore, a livello di cute e nei muscoli.- azionare i sistemi analgesici endo-geni per stimolare il sistema inibito-re spinale e il sistema inibitore di-scendente.Anche in fase riabilitativa, si utiliz-za questa tecnica con lo scopo dicorreggere i problemi articolari;nello specifico:- per ridurre gli allineamenti imprecisicausati da spasmi e muscoli accor-ciati;- per normalizzare il tono del musco-lo e l’anormalità di fascia delle artico-lazioni;- per migliorare la ROM.Questi due approcci dinamici, appli-

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crolesioni del cercine glenoideo.L’utilizzo del neurotaping non è pen-sato per fermare meccanicamente ilmovimento dell’articolazione o deitessuti del corpo e, in questo caso,non avrebbe la forza tensiva per im-mobilizzare la testa dell’omero dauna possibile dislocazione; tuttavia,può offrire uno stimolo proprio-cettivo attraverso la pelle, cheprovocherà un aggiustamento neitessuti corporei con un effettivomiglioramento della stabilità del-l’articolazione. Si utilizza il ben-daggio per realizzare una stabiliz-zazione multi assiale dell’omero,migliorando in tal modo il gestosportivo durante la competizioneed economizzando il sovraccari-co funzionale. Due sono le tecni-che di bendaggio utilizzate durantela competizione: la prima si realizzanell’atleta che ha una media solleci-tazione della spalla, mentre la se-conda è adatta per sport che stres-sano in modo importante le strutturecaspulo-legamentose. Questa tec-nica è molto interessante ed effica-ce, tuttavia bisogna rispettare le re-gole applicative, che non sono diffi-cili da apprendere, ma sono fonda-mentali per avere il massimo risulta-to. Le figure professionali che pos-sono trarre vantaggio dal conoscerequesta tecnica sono: fisioterapisti,laureati in Scienze motorie, massofi-sioterapisti, osteopati, studenti, per-sonal trainer, preparatori atletici.

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Tecnica di bendaggio du-rante la competizione:primo metodo.

Tecnica di bendaggio du-rante la competizione:secondo metodo.

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Le lezioni possono essere indivi-duali o in gruppo; in ogni caso iprincipi delle diverse tecniche utiliz-zate vanno personalizzate sullespecifiche esigenze del singolo. Ladurata media di ogni lezione è diun’ora e mezza, di cui parte è im-piegata per spiegare le ragioni e ibenefici di determinati esercizi.

MOBILIZZAZIONI ARTICOLARIHanno l'obiettivo primario di ri-pristinare una corretta ampiezzadei movimenti articolari (ROM =Range of Motion) risolvendo stati dicontrazione muscolare e aderenzedel sistema fasciale. Ciò risulta de-terminante al fine di un corretto rial-lineamento della postura, per unacorretta esecuzione dei movimenticorporei e per una sufficiente irrora-zione sanguinea, in particolare, del-le superfici articolari in quanto nonirrorate direttamente ma per diffu-sione dai tessuti circostanti.Ulteriore funzione sostanziale dellemobilizzazioni articolari è di ripristi-

nare e ottimizzare la propriocetti-vità, e “smascherare” le insidiosetensioni muscolari inconsce. Lemobilizzazioni articolari possono es-sere eseguite in maniera passiva,come avviene spesso nella fase ini-ziale di una rieducazione motoria, oattiva, come accade in genere du-rante la ginnastica (propriocettiva,posturale ecc.) e nelle fasi avanzatedella rieducazione motoria. La mo-bilizzazione articolare svolgequindi un ruolo sostanziale siacurativo, sia preventivo, sia dimassimizzazione delle prestazio-ni atletiche. Nella GinnasticaPosturale TIB le mobilizzazioni arti-colari riguardano, in maniera parti-colare, gli “snodi critici” di rotazio-ne sul piano trasverso e di equili-brio motorio: cingolo scapolo-omerale, cerniere cervicali e dorsali,cingolo pelvico, caviglie. La modali-tà di esecuzione rispetta, di norma,la condizione comune di “iperlordo-si lombare primaria”, pertanto nonviene mai forzata l’antiversione di

La Ginnastica Posturale TIBconsiste in un'integrata tec-nica di benessere, che riuni-sce il meglio di diverse tecni-

che antiche e moderne, fondendoleed evolvendole ad hoc in un puzzledi massima efficacia per l’uomo, se-condo “antichi saperi” e moderneacquisizioni scientifiche. Seguendo ilpasso di queste ultime, è una tecni-ca in continua evoluzione nella ricer-ca dell’eccellenza dei risultati. Le trelinee guida del progetto sono: 1. utilizzo di esercizi mirati e a ef-fetto multiplo, così da risultare dimassima efficacia nel raggiungimen-to di tutti gli obiettivi preposti; 2. non necessitare di apparec-chiature speciali, ma solo di attrez-zi facilmente accessibili, così da faci-litare l’esecuzione frequente; 3. insegnamento teorico-praticodi massima efficacia, così da facili-tarne l’apprendimento consapevolee l’auto-esecuzione. Le sedute si svolgono in un ambien-te rilassato, antistress e propositivo.

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GinnasticaPosturale TIB

Caratteristiche e linee guida

di Giovanni Chetta www.giovannichetta.it

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zioni sportive e nei gesti quotidiani,è indispensabile un ottimale "con-trollo" neuro-muscolare-articolare.Rieducare i riflessi propriocettivi ri-sulta fondamentale, oltre che per fi-ni riabilitativi, anche per le perfor-mance sportive e come prevenzio-ne in generale. La tecnica dellaginnastica propriocettiva consi-ste in una continua stimolazionedei recettori periferici, attraversoi quali sono attivati i circuiti ner-vosi propriocettivi, tramite speci-fiche sollecitazioni articolari de-stabilizzanti (con diversi gradi dicarico e difficoltà), in modo da otti-mizzare le risposte muscolari, sia intermini di velocità che di precisione,assorbendo l'effetto destabilizzantein maniera fisiologicamente ciberne-tica anziché subirlo. Il passo suc-cessivo è creare schemi motori(engrammi) sempre più comples-si, attraverso specifiche solleci-tazioni coordinative di più distret-ti corporei. La ginnastica posturaleTIB attua, come visto in preceden-za, mobilizzazioni propriocettivedelle parti strategiche del nostro ap-parato miofasciale-scheletrico.Inoltre è consigliato l’utilizzo dicalzature o tappeti ergonomici(in grado di simulare il terrenonaturale) o, in caso di specifi-che necessità, di plantariergonomici personaliz-zati nonchè, in presen-za di “blocchi” disfun-zionali occlusali, del-l’appropriato bite.Al fine di ottimiz-zare l'effettop r o -p r i o -cettivov i e n est imo-l a t a ,svilup-pata eq u i n d iutilizzatala visua-l i z z a -z ione,p e rc o n -

sentire un maggior coinvolgimentodel sistema nervoso. Oltre alla ricer-ca della massima propriocettivitàdei singoli distretti, viene stimolatala creazione di nuovi engrammimotori tramite specifici esercizidi coordinamento conseguendocosì ad abilità motorie a difficoltàprogressiva.

STRETCHING E RINFORZOMUSCOLARE Il rinforzo muscolare è sempre parteintegrante dell'attività, indispensabi-le per la salute fisico-psichica del-l'uomo rappresentata dall'eserciziofisico. È bene chiarire innanzituttoun concetto: un muscolo forte nonè sinonimo di muscolo sano. Unmuscolo sano è resiliente, ossiadotato di giusta forza, resistenzaed elasticità (in ingegneria, la resi-lienza è la capacità di un materialedi resistere a sollecitazioni impulsi-ve). L'aumento della massa musco-lare è dovuto principalmente a unincremento del volume delle fibremuscolari (ipertrofia muscolare),che avviene tramite un aumento delnumero di miofibrille, anche se non

è escluso, ma non è ancora statodimostrato, che sia possibile nel-l'uomo un aumento del numero di

fibre muscolari (iperplasia musco-lare), come succede negli anima-

li. L'ipertrofia muscolare si ottie-ne tramite intensa attività mu-scolare (specie se isometrica,ossia contro resistenza). Laforza espressa da un mu-

scolo esprime la sua capacità diopporsi a una resistenza mecca-nica e dipende dal numero di fi-bre muscolari coinvolte nellasua contrazione; quando una fi-bra muscolare si contrae, infatti,lo fa sempre in maniera totale. Unmuscolo non utilizzato, o sottopo-sto a contrazioni deboli, riduce lesue dimensioni (in un mese di inatti-vità il volume muscolare diviene cir-ca la metà), trasformandosi così inun muscolo ipotrofico o atrofico. Laresistenza, intesa come capacitàdi protrarre nel tempo un’attivitàmuscolare, può riguardare un ri-stretto gruppo muscolare e l’utilizzo

bacino, e la “lordosizzazione rettili-nizzata” del tratto cervicale. Sono ri-cercati la massima escursione arti-colare e il massimo controllo delmovimento e dello stato muscolare.

RIEDUCAZIONE MOTORIACome “terapia del movimento”(chinesiterapia), mira a ristabilirela normale funzionalità muscola-re, miofasciale, articolare e di co-ordinazione del movimento diuno o più arti e, di conseguenza, ditutto il corpo. Viene effettuata, ingenere, inizialmente in maniera pas-siva e poi attiva; è indispensabile, incaso di interventi chirurgici a carat-tere ortopedico, sia come prepara-zione a esso che, in seguito, comeriabilitazione. Risulta inoltre deter-minante nel trattamento delle pato-logie a carattere neuro-motorio.Oltre che per scopi terapeutici, larieducazione motoria sta giusta-mente assumendo un ruolo sem-pre più importante in campo pre-ventivo e sportivo. Ricordiamoche lo stile di vita attuale (sedenta-rietà, stress, habitat e superfici arti-ficiali) porta a una perdita di co-scienza del proprio corpo (disper-cezione corporea) con conseguen-te perdita di abilità motorie, altera-zioni posturali e quindi, in ultimaanalisi, in base alla psico-neuro-en-docrino-immunologia, di salute fisi-co-psichica. La rieducazione pro-priocettiva è una riprogramma-zione neuromotoria attuata tra-mite specifiche stimolazioni del-l'intero sistema neuro-motorio.Occorre considerare che, quandosiamo in presenza di un trauma, lelesioni anatomiche interessano an-che i recettori sensoriali con conse-guente alterazione dei meccanismipropriocettivi, ossia della "lettura"dello spazio circostante da partedei recettori, e della trasmissionedelle informazioni alle strutture ner-vose centrali; la conseguenza prati-ca è una carenza/distorsione dellacoscienza della posizione delle va-rie parti del corpo nello spazio e del-la loro coordinazione nel movimen-to. D'altra parte, anche per ottenerela massima efficienza nelle presta-

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dei substrati energetici locali (resi-stenza muscolare) o può coinvolge-re più gruppi muscolari unitamenteall’apparato cardiovascolare e re-spiratorio (resistenza generale).Un’attività fisica con durata superio-re ai 10 minuti, di norma, coinvolgein maniera importante il sistemacardio-respiratorio, costituendo co-sì un’attività aerobica con consumodi glicogeno muscolare ed epaticoe grassi (a differenza delle attività dibreve durata, anaerobiche, in cuiviene consumato il glicogeno di mu-scoli e fegato e prodotto acido latti-co). La resistenza dipende damolti fattori, fra i quali: la vascola-rizzazione muscolare (diametro enumero dei capillari), l’efficienzadell’apparato cardio-respiratorio(bassa frequenza cardiaca a riposo,trofia della muscolatura cardiaca,volume di sangue e dei globuli rossi,capacità di assorbimento e utilizzodell’ossigeno), il contenuto di os-sigeno nel sangue, zuccheri e aci-di grassi nelle quantità ottimali,quantità di fibre muscolari rosse,condizioni del sistema muscolo-fa-sciale-articolare, capacità di autori-lassamento, stile di vita (alimenta-zione, stress, qualità del sonno, atti-vità fisica ecc.) Il termine elasticità(o deformazione elastica) indicala capacità di un corpo di defor-marsi sotto l'azione di una forzae, al rilascio di questa forza, di ri-tornare in breve tempo alla suaforma originaria. Se, al cessaredella sollecitazione, la deformazionepermane, si ha una deformazioneplastica o permanente. Il muscolopossiede naturalmente notevoli ca-pacità elastiche. Quando esso vie-ne allungato (fase eccentrica delmovimento) immagazzina energiaelastica che poi restituisce, sottoforma di lavoro meccanico, nellasuccessiva fase di rilasciamento ocontrazione (fase concentrica). Incondizioni fisiologiche, le struttu-re anatomiche principalmentedeputate a questo stoccaggio erestituzione dell’energia elasticasono il tendine, per circa il 70%, euna specifica porzione dei pontiacto-miosinici del sarcomero

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(denominata parte S2 ) per il re-stante 30%. Grazie a questa resti-tuzione di energia elastica aumentail livello iniziale di forza, velocità equindi di potenza del movimento.Le proprietà elastiche svolgono an-che un ruolo di tipo protettivo neiconfronti delle strutture articolari eperiarticolari, in caso di brusche erepentine sollecitazioni. È evidenteche l’elasticità muscolare è stret-tamente dipendente dalla visco-sità degli strati connettivali cheavvolgono le varie porzioni mu-scolari, nonchè dalla condizionedell’intera catena miofasciale diappartenenza. Aderenze e retra-zioni muscolari possono ridurre inmaniera rilevante l’elasticità musco-lare. Un muscolo che lavora persi-stentemente in accorciamento ri-struttura la propria porzione connet-tivale (che si "ritira" attorno al mu-scolo accorciato e si neoforma oc-cupando gli spazi lasciati vuoti aicapi muscolari) e diminuisce il nu-mero di sarcomeri (unità contrattilidel tessuto muscolare striato); sipresenta così la condizione di mu-scolo retratto. Al contrario, un mu-scolo che lavora in allungamentotende ad allungarsi aumentandola porzione connettivale e il nu-mero di sarcomeri (Williams,Goldspink, 1971). Nei programmidi allenamento fisico va pertanto at-tribuita all’allungamento muscolareo stretching la stessa importanzache si dà all'incremento della forza edella resistenza muscolare. Da no-tare che Françoise Mézières(ideatrice dell'innovativo stret-ching delle catene muscolari), aragion veduta, ha sempre sostenu-to che per rinforzare un muscolo, lacosa più importante da fare è allun-gare il rispettivo antagonista. In altreparole, lo stretching muscolare con-sente la massima efficacia dell'eser-cizio fisico, con conseguente migliorrinforzo muscolare associato a ela-sticità muscolare, ossia resilienza.Gli esercizi di stretching classicoo distrettuale si basano su unagraduale tensione rilassata, pro-gressiva e prolungata dei vari di-stretti muscolari. Consta di due fa-

si: inizialmente si raggiunge un pri-mo livello di allungamento, che deveessere mantenuto per almeno 20-30 secondi così da eccitare gli orga-ni muscoli-tendinei del Golgi; que-sti, tramite il riflesso spinale miotati-co inverso, determinano un rilascia-mento muscolare che consente unulteriore allungamento muscolare(seconda fase, da mantenere percirca 30 secondi). La tecnica dellostretching delle catene posturalidi Mézières (stretching globale) sibasa sull'allungamento delle in-tere catene miofasciali. La lun-ghezza (e l'elasticità) di ogni singolomuscolo è strettamente legata aquella di tutti i muscoli appartenentialla stessa catena: allungare solouna parte della catena muscolarepuò facilmente comportare l'accor-ciamento della parte restante dellacatena che, in questo modo, evitadi variare la sua lunghezza totale.Così, per esempio, allungando di-strettualmente i muscoli posterioridegli arti inferiori rischiamo di accor-ciare i muscoli della schiena appar-tenenti alla stessa catena muscola-re. L'allungamento delle intere cate-ne muscolo-fasciali corporee con-sente quindi una maggiore efficaciagenerale che, al tempo stesso, ri-chiede un apprendimento e un'ap-plicazione precisa della tecnica.Questa si esegue mantenendo, peralcuni minuti (in genere da 2 a unmassimo di 20) specifiche posture,facendo ben attenzione a eliminarein maniera attiva tutti i compensi,così da consentire l'allungamentostabile (deformazione plastica opermanente) dell'intera catena mu-scolare interessata; l’entità della de-formazione permanente è diretta-mente proporzionale alla forza ditrazione e al tempo di trazione (e in-versamente proporzionale al coeffi-ciente di elasticità). Inoltre questatecnica facilita il rinforzo dei mu-scoli antagonisti a quelli allunga-ti, sia tramite l'attivazione degli or-gani muscolo-tendinei del Golgi (ri-flesso spinale miotatico inverso) deimuscoli allungati, sia per il necessa-rio utilizzo attivo dei muscoli anta-gonisti nell'eliminazione dei com-

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pensi posturali durante l'esecuzionedella tecnica stessa, sia per la mi-gliorata fisiologia muscolare e arti-colare ottenuta tramite l'azionemeccanica a livello della fascia con-nettivale. Entrambi i tipi di stret-ching (distrettuale e globale) so-no abbinabili a specifici esercizidi allungamento isometrico ec-centrico o tecniche PNF (Proprio-ceptive Neuromuscolar Facilitation).Tale metodo, elaborato dal neu-rofisiologo americano HermanKabat alla fine degli anni '40 co-me “rieducazione neuromuscola-re”, consta di contrazioni isometri-che del gruppo muscolare, per circa15-20 secondi, dopo averlo postoin massimo allungamento. Ciò con-sente, tramite l'attivazione degli or-gani muscoli-tendinei del Golgi e delrelativo riflesso miotatico inverso, unsuccessivo ulteriore rilassamento equindi allungamento del gruppomuscolare coinvolto. Lo "stretchingmolleggiato", tipo di allungamentomuscolare un tempo molto in voga,può risultare dannoso. I muscoli in-fatti sono protetti dai propriocettori,fusi neuromuscolari che attivano ilriflesso spinale miotatico (ROT),quando i primi vengono sottoposti aun allungamento eccessivo, contra-endoli. Le conseguenze di tutto ciòpossono essere microtraumi, stira-

menti e strappi muscola-ri, che creano cicatricinel tessuto muscolarecon conseguente dimi-nuzione della sua elasti-cità permanente. Per ra-gioni posturali e di stiledi vita, vi sono alcunimuscoli che tendono aessere ipertonici e cor-ti, e che quindi andran-no perlopiù allungati, emuscoli ipotonici, os-sia che tendono a in-debolirsi, che andran-no principalmente rin-forzati. Più precisamen-te i muscoli posturaliveri e propri, detti an-che statici o tonici (shun-tmuscles), fungono co-stantemente da siste-

mi antigravitazionali (sono i tirantiche fanno stare in piedi il nostroscheletro) rimanendo in tensione;hanno azione prevalentemente toni-ca, stabilizzatrice. Per questo moti-vo sono muscoli profondi, ricchidi sostanza connettiva fibrosa edi fibre muscolari prevalente-mente rosse (fibre muscolari di tipoI o Slow Twitch), ovvero ad alto con-tenuto di mioglobina (per l'alto con-sumo di ossigeno richiesto) e sonogovernati da motoneuroni a bassafrequenza di scarica (muscoli adazione lenta ma resistenti). Essi ten-dono a evolvere verso l'accorcia-mento ed è la loro riduzione di ela-sticità che comporta la compressio-ne articolare e il conseguente pre-coce consumo e danni relativi (ar-trosi, riduzione dell'ampiezza delmovimento, borsiti, tendiniti ecc.). Imuscoli posturali rappresentanocirca i 2/3 della nostra muscola-tura: è fondamentale il loro co-stante allungamento e trattamen-to tramite stretching e tecnichemanuali e di movimento adegua-tamente eseguite. I muscoli dina-mici o fasici (spurtmuscles), alcontrario, sono i muscoli del mo-vimento, acceleratori. Essi agi-scono solo se avviene un determi-nato comando e per questo motivosono superficiali, ricchi di fibre mu-

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scolari bianche (fibre muscolari tipoIIa e IIx o Fast Twitch), di diametrosuperiore alle fibre muscolari tipo I,poveri di tessuto connettivo e inner-vati da motoneuroni ad alta fre-quenza di scarica (muscoli rapidima poco resistenti). Col tempo ten-dono normalmente a indebolirsi.L'attività di rinforzo muscolare, chedeve essere eseguita con regolarità(in special modo con l'avanzare del-l'età), deve interessare in particolarmodo questa componente musco-lare fasica. Riguardo l'intensità del-l'esercizio fisico, è bene sottolinearei benefici di una corretta attività fisi-ca moderata: - rilassamento della tensione mu-scolare e miglioramento del tonomuscolare, della circolazione san-guinea e della respirazione;- ripristino del controllo neurovegeta-tivo e del corretto ciclo sonno/veglia;- abbassamento/regolarizzazionedella pressione sanguinea;- miglioramento del metabolismogenerale;- rinforzo del sistema immunitario;- aumentato rilascio di endorfine;- miglioramento di postura e abilitàmotorie. Al contrario, un'attività fisica intensacomporta un eccessivo stress inparticolare muscolo-scheletrico ecardiovascolare, con un beneficioquindi solo apparente e momenta-neo. Ben note sono, in ambito spor-tivo, le problematiche psico-fisichederivanti da iperallenamento (so-vrallenamento). Nella ginnastica posturale TIB gliesercizi di rinforzo muscolare si con-centrano sulla muscolatura dinami-ca e sono eseguiti a corpo libero ocon l’utilizzo di appositi elastici, inmaniera lenta e controllata, ricercan-do la massima fluidità e precisione,al fine di prevenire danni e disagi eottenere la massima efficienza. Lesedute, di durata minima di un’ora emezza, vengono intervallate da brevipause così da aumentare la resi-stenza muscolare e generale. Gliesercizi di allungamento muscolareprevedono prevalentemente l’utiliz-zo della tecnica di stretching dellecatene miofasciali.

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di Davide Traverso [email protected]

Nel numero di marzo ab-biamo parlato dei cinqueelementi del sistema cra-nio sacrale, oggi andre-

mo ad approfondire l’importanzache riveste la dura madre e la sualibertà di movimento fisiologico perla salute della persona.

IL TESSUTO MENINGEOLa meninge è il tessuto che av-volge il sistema nervoso centra-le, masse encefaliche e midollospinale. È composta da un unico“foglio” che forma pieghe e prendeinserzione intra ed extracranichesenza mai interrompersi. È com-posta da tre strati, dall’esternoverso l’interno: la dura madre,l’aracnoide e la pia madre.La dura madre è la struttura cheinteressa di più i l trattamento

osteopatico per diverse ragioni.Innanzitutto è un tessuto estre-mamente resistente, che colle-ga strutture intracraniche, co-lonna vertebrale e osso sacro. Èun tessuto connettivo compostoper l’80% da fibre collagene e peril 20% da fibre elastina; questo si-gnifica che ha una possibilitàelastica molto ridotta, che peròdeve necessariamente esseremantenuta per espletare le suefunzioni. La sua caratteristica discarsissima elasticità spiega an-che come il movimento cranico,già visto negli articoli precedenti, sitrasmetta all’osso sacro. La duramadre rappresenta l’autostradache trasmette l’onda di energia ci-netica, generata dalle masse del-l’encefalo, all’osso sacro e al restodell’organismo.

FUNZIONI DEL-LA DURA MA-DRE

In osteopatia si diceche struttura e funzio-ne non possono es-sere separati, perché

sono la stessa cosa; ladura madre è un esempioestremamente chiaro diquesto principio. Abbiamo

detto che questo tessutoavvolge le masse dell’encefa-

lo e del midollo spinale forman-do pieghe e prendendo inserzione inzone ben precise; in questi punti for-ma i seni per il drenaggio del sanguevenoso dal sistema nervoso. Quindida essa dipende l’eliminazionedell’anidride carbonica e dellescorie metaboliche del cervello.La porzione cranica della dura ma-dre è formata da due strati stretta-mente aderenti. Lo strato esterno hail ruolo di periostio interno per le os-sa craniche, mentre lo strato internoforma strutture ben definite: la falcedel cervello, il tentorio cerebellare, lafalce del cervelletto e la tenda del-l’ipofisi.- La falce del cervello: è un setto didura madre che separa gli emisfericelebrali; dalla crista galli dell’etmoi-de, dove si inserisce, si porta poste-riormente continuando nella superfi-cie del tentorio cerebellare. Tra que-ste due strutture viene a formarsi ilseno retto. Superior-mente si inseri-sce lungo la sutura interparietale for-mando il seno longitudinale superio-re; i due terzi posteriori del marginelibero contengono il seno longitudi-nale posteriore.- Il tentorio cerebellare è una strut-tura orizzontale che separa il cervel-lo dal cervelletto. Il suo margineesterno si inserisce sui processi cli-noidei posteriori dello sfenoide e sul-le rocche petrose del temporale do-ve forma i seni petrosi superiori.Dalla porzione mastoidea dell’ossotemporale si dirige fino alla crestadell’occipite, dove forma i seni tra-sversi. Il suo margine concavo inter-no forma l’incisura del tentorio checirconda il mesencefalo. - La falce del cervelletto è un pic-

osteopatia

il trattamento delladura madre

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OOsstteeooppaattiiaa::

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madre:- pterigoideo esterno, muscolomasticatorio, si attiva nel serrare identi;- retto superiore dell’occhio, portalo sguardo avanti-alto;- retti posteriori occipitali, portanola testa in estensione.Qual è lo scopo di queste strutture?In situazioni di forte stress la lorocontrazione riduce l’attività del si-stema craniosacrale in modo daconcentrare tutte le risorse orga-niche alla risoluzione del proble-ma che si presenta in quel mo-mento. Basti pensare a uno sporti-vo subito prima dell’inizio di unacompetizione; più questa sarà brevee intensa (per esempio i 100 metri inpista o nel nuoto), più sarà facile ve-dere questi muscoli in azione: ma-scelle serrate, occhi ben aperti ecranio tendente all’estensione.Troveremo gli stessi segni nelle per-sone sottoposte a forti stress o sot-to shock. Le tre falci del cervello, so-no state definite da Magoun “mem-brane di tensione reciproca”.Questa definizione si riferisce alla lo-ro funzione di guida e limite al movi-mento cranico. Il loro funziona-mento deve garantire un correttoequilibrio in tutte le direzioni; perfar questo il loro movimento devepartire dal seno retto (Fulcro diSutherland), che è sospeso, per as-secondare i diversi movimenti chesono coinvolti nel sistema craniosa-crale. Fisicamente il fulcro si trova al-l’interno del seno retto, in quantonon è una struttura, ma una funzio-ne paragonabile al centro di gravitàdel corpo umano. Questo sistema,insieme alla meninge spinale,rappresenta un’unità funzionale,cioè un complesso che si muoveattorno a un unico fulcro.

COME AGIRE SULLE MEM-BRANE DI TENSIONE RECI-PROCACon una conoscenza molto precisadell’anatomia e pochi grammi di for-za l’osteopata può liberare i punti diinserzione della dura madre sulle su-ture craniche, oltre che nel suo pas-saggio occipitale tra mondo intra ed

tra, e un sostegno per, gli emisfericerebrali e il cervelletto, con un’ulte-riore funzione di assorbimento esupporto in caso di importanti solle-citazioni meccaniche. Per capirel’importanza che viene data a que-sta struttura in osteopatia cranio sa-crale, dobbiamo tenere ben presen-te il suo ruolo nel vivente più che lastruttura che viene presentata nelledissezioni anatomiche. “Si dovrebbepensare alla falce cerebrale e al ten-torio cerebellare come tre entità aforma di falce, aventi tutte un originecomune nel seno retto, detto il fulcrodi Sutherland, in onore del suo sco-pritore, e un’inserzione secondariasulle varie ossa del cranio” (1).Per comprendere il ruolo della duramadre nel mettere in rapporto il mo-vimento cranico al resto dell’organi-smo e viceversa, dobbiamo correla-re questa membrana alla fascia cer-vicale. A livello dei forami alla basedel cranio, infatti, la dura si continuacon la fascia esocranica e può quin-di essere coinvolta in tensioni prove-nienti dall’esterno del cranio. Esisteuna continuità diretta della fasciadi tessuto connettivo a partire dalcentro tendineo del diaframma fi-no alla base del cranio; questacontinuità non si esprime solo eso-cranicamente, ma procede ancheattraverso i fori della base cranica,seguendo vasi e nervi, per unirsi alladura madre.Oltre a questi rapporti esistono tremuscoli che forano la teca cranicae prendono rapporto con la dura

colo setto verticale che separa gliemisferi del cervelletto. La sua baseè il prolungamento del tentorio cere-bellare a livello del seno retto e il suoapice aderisce ai bordi del foramemagno, formando i seni occipitali.- La tenda dell’ipofisi è una picco-la piega circolare, orizzontale, checopre la fossa ipofisaria della sellaturgica. Al centro è forata per darepassaggio all’infundibolo.Lo spazio tra i due strati della du-ra madre, oltre ai vasi venosi,contiene anche strutture nervosee linfatiche molto importanti. Laporzione spinale è formata da ununico strato che rappresenta il pro-seguimento della dura madre crani-ca. Questa è formata da un tuboche si inserisce sul forame magno esui corpi della seconda e terza ver-tebra cervicale. Ha scarsa aderenzasulle altre vertebre, fino alla secondavertebra sacrale, dove prende inser-zione saldamente. Funzio-nalmenteconsideriamo inserzione durale an-che l’opercolo fibroso, che circondal’insorgenza dei nervi spinali.Internamente al manicotto durale, ilmidollo spinale si inserisce sul tessu-to meningeo tramite i legamentidenticolati. Questi permettono unbuon grado di mobilità al tessutonervoso, che ricordiamo essere im-merso nel liquido cerebro-spinale:queste caratteristiche garantisconoun isolamento dalle sollecitazioni ci-netiche provenienti dall’esterno. Possiamo definire le membrane in-tracraniche come una separazione

osteopatiaosteopatia

PELLE TESSUTO OSSEO DURA MADRE

SENO VENOSO DELLADURA MADRE

PIA MADRE

SPAZIO SUBARACNOIDEO

ARACNOIDE

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osteopatia

extracranico. Per completare il lavo-ro andrà infine a liberare il manicottodurale spinale e l’inserzione sacrale.Esiste, inoltre, una continuità anato-mica tra le due falci che formano iltentorio cerebrale e la membranatimpanica. Tramite un test, detto“del punto tranquillo diSutherland”, che prevede la tra-zione verso l’esterno dell’orec-chio, subito sopra l’attaccaturadel lobo, è possibile percepire letensioni durali intracraniche; mo-dificando la direzione della trazione,il test diventa una tecnica di libera-zione delle meningi che formano iltentorio cerebrale.

A CHE SCOPO LIBERARE LADURA MADRE?Come già visto, liberando la capaci-tà di scorrimento del tessuto menin-geo, fluidifichiamo il drenaggiodei seni venosi, migliorando l’atti-vità del Sistema NervosoCentrale. Inoltre, è possibile risol-vere cefalee, emicranie e le di-scopatie. La discopatia è una ridu-zione dell’altezza del disco interver-tebrale per riduzione della compo-nente acquosa dello stesso, causa-ta da una compressione assiale di-stribuita simmetricamente su tutto ilsuo corpo. Questo aumento di pres-sione è portato dallo spasmo delladura madre, che mantiene il disco incompressione anche durante il ripo-so notturno; ristabilendo il giustogrado di tensione durale permet-teremo al disco di recuperare al-tezza reidratandosi.

RICERCHE CLINICHE SULTRATTAMENTO OSTEOPATICODELLA DURA MADRECome già detto, il trattamento delladura madre può risolvere problema-tiche quali cefalea ed emicrania co-muni primarie. Queste possono es-sere inquadrate in uno stato di con-gestione vascolare; le tensioni dura-li si trasmettono alle arterie celebrali,come per esempio l’arteria menin-gea media, o su qualsiasi seno ve-noso, nonché sui collaterali. Il risulta-to può tradursi in edema celebrale,infiammazione, spasmo muscolare

riflesso della regione cervicale, rifles-si vagali e altri sintomi. - La sindrome di Meniere è carat-terizzata dalla presenza contempo-ranea di tre sintomi: vertigine, ipoa-cussia e acufene. La causa più pro-babile di questo disturbo è un rista-gno linfatico nel sistema labirinti-co dell’orecchio interno. Questosistema drena nel seno petroso su-periore, che si viene a formare nellaporzione anteriore del tentorio cere-brale. Un lavoro osteopatico miratoal drenaggio della dura madre puòridurre, se non risolvere, le manife-stazioni vertiginose derivanti da que-sto disturbo.- Psicosi: sotto questo termine sipuò raccogliere una vasta gamma didisturbi che vanno dall’esaurimentonervoso alle gravi complicanze men-tali. Clinicamente la malattia mentaleè stata collegata a mutamenti chimi-ci del flusso sanguigno. Il trattamen-to osteopatico ottiene i suoi risultatiattraverso i mutamenti circolatori: unmiglior drenaggio venoso fa spa-zio a sangue arterioso ben ossi-genato e carico di elementi nutri-tivi. Chimica e omeostasi del tessu-to nervoso cambiano in meglio. Lecellule della nevroglia pulsano conti-nuamente, agendo come pompeche muovono la nutrizione dal flussosanguigno ai tessuti nervosi; un’in-sufficienza della loro azione potreb-be essere un fattore favorente i di-sturbi mentali. - Traumi tipo colpo di frusta: sonosituazioni in cui tutto il tessuto dura-le viene coinvolto. In ambito clinico elegale si sostiene spesso che que-sto tipo di trauma riguarda solo la re-gione cervicale, ma in realtà in que-sto traumatismo sono coinvoltitutta la colonna vertebrale, la pel-vi, il cranio e tutte le strutture cor-relate. Questo tipo di impatto ad al-ta velocità e inatteso raddrizza dicolpo la colonna per poi spingerla inbasso; l’osso sacro deve forzata-mente seguire questa dinamica,senza dare il tempo ai tessuti menin-gei di adattarsi alle nuove richiestedinamiche. Le conseguenze posso-no portare a un blocco del movi-mento craniosacrale, con perdita

DAVIDE TRAVERSO

Osteopata D.O. presso la IEMO diGenova, laureato in Scienze Motoriepresso l’Università di Torino, haconseguito il Master Europeo inOsteopatia presso Università diBruxelles. Personal trainer presso centrifitness di Genova dal 2001, èspecializzato in body building, fitness erieducazione funzionale.Docente presso la FormaMentisOlisticaAcademy, è stato docente di corsi dimassaggio tradizionale. Pratica la liberaprofessione di osteopata a Genova.www.chinesiologiaglobale.it

di libertà del movimento delle ar-ticolazioni sacro-iliache. I lega-menti coinvolti sono stirati e riacqui-stano tono molto lentamente.Avremo un’eccessiva stimolazionedei nervi sensoriali afferenti, registra-ta come dolore. Lo stiramento forza-to della dura madre e lo spasmoconseguente come risposta di dife-sa causerà una stasi circolatoria ge-neralizzata, squilibrio chimico e tos-siemia, disturbi delle funzioni visce-rali (per coinvolgimento dei nervi spi-nali ortosimpatici). Per ristabilireuna situazione di equilibrio gene-rale, il trattamento osteopaticodovrà seguire precise fasi, tra lequali riveste un ruolo fondamen-tale la liberazione durale.

IN CONCLUSIONEDai dati clinici riportati e dalle consi-derazioni che ne derivano emergel’importanza della possibilità di li-bertà biologica del tessuto me-ningeo, per determinare la salutedell’individuo. Un trattamentoosteopatico rivolto in tal senso puòavere un ruolo molto importante intutte quelle situazioni in cui si mani-festino disturbi imputabili a un’origi-ne durale.

NOTE1. Harold Ives MagounOsteopatia in ambito cranialeFutura Publishing Society

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Il taping kinesiologico èuna tecnica per migliorarela limitata mobilitàarticolare e stabilizzarel'attività muscolare,contribuendo a produrreuna “modulazione” deltono. Questo manualefornisce gli elementinecessari per realizzare lepiù svariate applicazionispecifiche per i traumisportivi e aiuta a fornire lecompetenze necessarieper svolgere la correttaapplicazione delbendaggio in una visioneneuromuscolare.Ogni singola patologia dasport è introdotta con unabreve presentazione, perfornire una visioned’insieme più completa enon riduttiva al solobendaggio. Sono quindiillustrati, con diversiesempi pratici, i tre diversiapprocci nellatraumatologia sportiva e letecniche applicative: nellafase di fisioterapia, diriabilitazione agonistica edi competizione.

ROSARIO BELLIA EFRANCISCO SELVAASSOCIAZIONE ITALIANA TAPINGKINESIOLOGICO®

PREZZO 60,00 EUROPAGINE 218ALEA EDIZIONIMARZO 2011

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La Federazione Svizzera dei Centri Fitness è l'organizza-zione che riunisce sotto uno stesso tetto tutti gli imprendi-tori che lavorano nel settore fitness. Fondata nel 1994, siprefigge di curare l'immagine del settore e di promuoverein generale tutto il movimento, attraverso una positiva rap-presentazione di fronte al pubblico e ai media. Intercedeattivamente verso le autorità competenti al fine di ottenerecondizioni generali migliori e più a buon mercato per gliimprenditori e i loro collaboratori e, tramite l'offerta di di-versi servizi, assiste i propri Soci nell'esercizio delle loroattività commerciali. Riconosciuta dall'Ufficio federale perla formazione professionale e la tecnologia BBT, una voltaall'anno organizza l'esame professionale per diventare“Istruttore/trice con patentino federale". La FSCF definiscei quadri professionali del settore fitness e tutti gli standarddi formazione necessari, integrando le organizzazioni for-mative in base a questi principi. Grazie a questo interven-to di controllo sulla formazione professionale, la federazio-ne collabora attivamente al miglioramento dell’immagine“fitness” in seno all'opinione pubblica e all’allargamentodel mercato potenziale per l'acquisizione di clienti nel set-tore della salute. Questo, in particolare, sia attraverso lastandardizzazione di programmi di allenamento certificatia livello medico, sia promuovendo la campagna nazionale“chi si muove ha BeneFit”, in collaborazione con le cassemalati. Inoltre, chi aderisce alla FSCF deve attenersi a unCodice di comportamento che prevede che il CentroFitness:

- provveda a che la salute del cliente sia messa in primo piano sotto ogni punto di vista e in ogni condizione egarantisca che non siano svolti esercizi senza un preventivo accertamento del rischio, senza una competenteintroduzione e un’adeguata assistenza;- si comporti in modo corretto nei confronti del cliente, facendo in modo che l’offerta dei propri prodotti e ser-vizi sia il più trasparente possibile;- si preoccupi che i suoi collaboratori abbiano uno stato di formazione sempre aggiornato e che siano in pos-sesso di un diploma che permetta loro l'applicazione del Basic Life Support (CPR), garantendo altresì tutte lepossibilità di formazione e aggiornamento professionale al fine di soddisfare le aspettative della clientela;- garantisca la pulizia e l'igiene di tutti gli spazi utilizzabili e la manutenzione dell’infrastruttura, affinché sia as-sicurata la funzionalità delle attrezzature;- si comporti in modo corretto anche nei confronti di altri Centri Fitness e faccia uso di strategie il cui criterioprincipale è quello della concorrenza leale;-venda solo alimenti e integratori nutrizionali che sono approvati dall'Ufficio federale della sanità.La FSCF detiene la Presidenza nella Commissione normativa che stabilisce le norme e i criteri per la certifica-zione Qualitop, un marchio di qualità rilasciato da una Comunità di interessi di alcuni assicuratori malattia a ga-ranzia che le offerte del centro fitness siano di un buon livello qualitativo e rappresentino, per ampie fasce dipopolazione, un’efficace possibilità di prevenzione della salute grazie al movimento. Alcune casse malati rico-noscono almeno una parte dei costi sostenuti dagli assicurati che frequentano i centri fitness Qualitop. Alla FSCF aderiscono attualmente più di 200 Centri Fitness della Svizzera tedesca, della Romandia e delTicino. http://www.sfcv.ch/content.php?id=170&lang=it

FSCF: QUEL CHE IN ITALIA NON C’È

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È un nuovo blog rivolto ai professionisti e agli appassionati del metodo Pilates, che intende essere un punto diriferimento in Italia per reperire informazioni sul mondo Pilates, con l'obiettivo di offrire informazioni chiare ecomplete in un solo "contenitore". Unico nel suo genere in lingua italiana, si presenta in una struttura di facilenavigazione suddivisa in tre sezioni:- eventi, con il calendario delle iniziative e dei corsi in Italia e all'estero, in particolare in Europa;- pubblicazioni, con tutto quanto è stato pubblicato in italiano e il link diretto per l'acquisto;- newsletter, un invio mensile per un aggiornamento via e-mail sulle novità e gli approfondimenti della tecnica.Nato da un'idea di Cristiana Zama, giornalista pubblicista e consulente di comunicazione che da oltre 11 annicontribuisce allo sviluppo del mercato Pilates in Italia, www.staypilates.com si avvale anche della collaborazio-ne di insegnanti delle scuole Pilates italiane ed estere per articoli prettamente tecnici e contributi internaziona-li. Il contenuto redazionale si articola in diverse categorie di argomento: attrezzature, business tips, eco tips,formazione, interviste a personaggi rappresentativi, reportage dedicati a eventi di settore, tecnica del metodo,con contributi per comprendere i diversi approcci e le molteplici applicazioni. Al blog sono collegate una pagi-na Facebook e una pagina Twitter e, iscrivendosi ai feed RSS, è possibile rimanere sempre aggiornati.

www.staypilates.com

Myback è un articolo brevettato e completamente Made in Italy.L’azienda costruttrice, Donati Srl, leader nel settore della proget-tazione e costruzione di componenti /accessori moto e auto, harealizzato questo nuovo prodotto come primo step di una nuovalinea aziendale dedicata al benessere. Myback si basa su unesercizio di stretching e scarico della schiena; è uno strumentoinnovativo che può essere utilizzato:- nello sport, come stretching di fine serie o allenamento;- a livello preventivo, come rilassante della muscolatura lombaree nei casi di sovraccarichi vertebrali dovuti a sovrappeso, postu-re fisse e/o errate, stress;- come posizionatore antalgico lombare nel trattamento di lom-balgie; - integrato con sistemi di lavoro personalizzati nella riprogramma-zione posturale.Myback è lo strumento professionale indispensabile per gli am-bienti che puntano al top nella cura del cliente.

www.myback.it

L’EVOLUZIONE DELLA POSTURA ANTALGICA

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Si chiama Stefano Berardo, una laurea in ingegneria nucleare, istruttore di pa-lestra con la ‘mania’ delle lavorazioni meccaniche, il fondatore di RFM, acroni-mo di “Robotic Fitness Machine”, una nuova realtà imprenditoriale che ha giàricevuto il Premio Innovami Start-Up 2010 con il prodotto “Fyborg”. Il proget-to, sviluppato circa 7 anni fa attorno al concetto di “macchina umana”, allena-mento sportivo e divertimento, è una macchina per il fitness, che si presentaperò in modo estremamente diverso rispetto agli attrezzi tradizionali. Si tratta,in pratica, di un ‘corpetto’ da indossare, che offre resistenza costante ai movi-menti compiuti: si può variare l’intensità della resistenza, che resta costante in-dipendentemente dalla velocità dei movimenti eseguiti. Il concetto di fitness inpalestra è stato finora legato alla costruzione di macchine che ‘spezzettano’ imovimenti e – sostiene Berardo – “da 20 anni a questa parte il tasso di inno-vazione in questo mercato non è andato molto al di là di semplici restyling”. Il

concetto di fondo, quello di “uomo al servizio della macchina” è rimasto immutato, e legato al concetto di “resi-stenza passiva affidata alla gravità”: il classico sistema a contrappesi che caratterizzano le macchine isotoniche.Il punto di forza di Fyborg è l’assoluta libertà di movimenti concessa all’utente, che può utilizzare l’attrezzo peraccrescere le sue potenzialità. Il prototipo, focalizzato, per il momento, sugli arti superiori, è stato testato consuccesso al Body Planet di Bologna. Ci vorranno almeno tre mesi perché il modello possa essere commercializ-zato, mentre è già allo studio una macchina specifica per gli arti inferiori, in previsione di un prodotto integrato.Brevettato a livello internazionale, Fyborg sarà proposto al mercato con la diffusione di una nuova cultura del“training”: “Fyborg offre una libertà notevole all’utente, una libertà che potrebbe risultare quasi ‘paralizzante’ – os-serva Berardo – se non guidata da personale adeguatamente formato”. La proposta di RFM diventa quindi quel-la di dare vita a una vera e propria “scuola per nuovi trainer”, per certificare gli allenatori Fyborg.

www.innovami.it/doc/cartella-stampa-2011/schede-imprese.../RFM.pdf

“Allena il tuo cuore anche a sorridere” è lo slogandel nuovo programma di allenamento MovidaFitness, nato con lo scopo di allenare attraverso ildivertimento. Si tratta di una lezione di aerobica ointerval training, un programma pre-coreografatomix di movimenti: molto semplici e simmetrici/bi-laterali; ripetuti nel tempo; abbinati alla musica(tante piccole coreografie di stili, musica e ritmidifferenti come: salsa, merengue, bachata, reg-gaeton, hip hop, pop, latin pop, rock, mambo, cumbia e tutta la musica dance di ieri e di oggi); coreografatiper il pubblico e non per gli istruttori. La fusione di queste componenti permette ai partecipanti di percepire lasensazione di fatica, quindi di allenamento, e di interpretare, ognuno con il proprio stile e intensità, la stessacoreografia. Rispetto alle classi tradizionali di aerobica, questo programma consente ai partecipanti di sbaglia-re senza rimanere indietro rispetto agli altri; per questo, i nuovi iscritti possono inserirsi in un gruppo già con-solidato in qualsiasi momento dell'anno. I benefici sono gli stessi di tutte le attività cardiovascolari: migliora-mento dell'apparato cardiocircolatorio, cardiorespiratorio, muscolo-scheletrico; miglioramento della coordina-zione; dimagrimento; tonificazione globale, ma soprattutto di gambe, glutei e addominali; miglioramento dellamobilità generale, ma soprattutto del bacino e delle spalle. Inoltre, i partecipanti alle classi di Movida Fitnessapprendono, senza accorgersene, le basi per qualsiasi tipo di ballo. Per diventare istruttori di Movida Fitnessè necessario frequentare un corso di due giorni e superare un esame finale, dopo circa 1 mese, in cui gli istrut-tori devono dimostrare quanto appreso. Il programma copre tre settori: bambini (Movida Kids), adulti (MovidaFitness) e acqua (Agua Movida).

www.movidafitness.it

FITNESS + CYBORG = FYBORG

MOVIDA FITNESS

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di formazione e aggiornamentoprofessionale

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CORSI 1° livello

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IscrizioniQuanto costa: 404 euro per iscrizionientro il 30 maggio; 434 euro entro il 30giugno; 464 euro entro il 30 luglio; 504euro entro il 30 agosto; 534 euro entro il30 settembre; 570 euro dopo il 30settembre. + 30 euro di iscrizione allascuola, validità annuale. Prezzi Iva inclusa.La quota è comprensiva di:- accesso alle lezioni,- materiale didattico, dispense ad ognilezione,- esame per il conseguimento della cer-tificazione di Istruttore di Fitness Trainer- nel caso la certificazione non vengaconseguita al primo esame è previstoun secondo esame gratuito alla ses-sione successiva.Modalità di pagamento- Versamento postale: Conto correntepostale n° 26993204 Intestato ad AleaEdizioni, via Sapeto, 5 20123 Milano- Bonifico bancario: CC 48054 intesta-to a: Alea Edizioni Banca Popolare diMilano Ag. 7Codice IBAN: IT 43 Q 05584 01607000000048054Inviare via fax al n°0258111116, o viamail a [email protected], la fotocopia della ricevuta delversamento con il nome dell´iniziativascelta e i dati personali completi di un re-capito telefonico e un'e-mail (codice fis-cale e/o partita IVA obbligatori).

Durata del corsoIl corso è articolato in 13 incontri di unagiornata ciascuno, con lezioni teoriche,laboratori di anatomia e seminari tecni-ci con l'utilizzo di supporti multimediali.Le lezioni si svolgono sempre di saba-to, a partire da sabato 22 ottobre,con cadenza settimanale. È necessariofrequentarne almeno l'80% per poteraccedere all'esame di fine corso perconseguire la certificazione di Istruttoredi Fitness Trainer. Orari- inizio lezioni ore 10- break di dieci minuti ore 11,30- pausa pranzo di 30 minuti ore 13- fine lezione ore 17.Dove: Milano, Sala De Amicis Via DeAmicis, 17 .Via de Amicis 17 è in zona centrale a600 m. da piazza del Duomo. Si consi-glia di venire con i mezzi pubblici, even-tualmente parcheggiando l'auto pressouna fermata qualsiasi del metro.linea metro 2 verde : fermata Sant'Am-brogio.Esami: quiz a risposta multipla, collo-quio orale e prova pratica.

55esima edizione del corso che più ditutti ha consolidato negli anni l’immagi-ne della Scuola di Professione Fitness.Su una base di conoscenza completa epolivalente, costruisce gli strumenti peraffrontare la realtà diversificata delle at-tività in palestra.

A chi è rivolto?A tutti gli appassionati di fitness.Sempre più numerosi i diplomati ISEF ei laureati in scienze motorie scelgonoquesto corso per il completamento del-la loro preparazione specifica in ambitofitness.

PROGRAMMAParte teorico-scientifica - Anatomia umana dell’apparato loco-motore - Anatomia funzionale- Fisiologia della contrazione muscolaree metabolismo energetico - Biomeccanica del movimento - Biomeccanica irrazionale - Studio degli attrezzi e delle loro moda-lità di utilizzo - Analisi dei frequentatori del club- Tecniche e metodologie d’allenamento- I paramorfismi- Alimentazione- Doping- Anamnesi motoria - Il recupero funzionale dell’atleta infor-tunato

Laboratori di anatomia e seminaritecnici con la visione di supportivideo.Come lavorare su:- addominali e paravertebrali- cingolo scapolare - pettorali e dorsali- arti superiori- arti inferiori- Cenni di ginnastica correttiva, antalgi-ca e stretching- Come costruire un programma d’alle-namento- Allenamento cardiovascolare - Esame obiettivo motorio

FITNESS TRAINERFITNESS TRAINER

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Il personal trainer come operatore mo-torio, referente psicologico e imprendi-tore. Il corso affronta argomenti tecnici,comunicativi, gestionali e di marketing.L’obiettivo è ottimizzare le risorse per-sonali per gestire con successo unamoderna libera professione.

A chi è rivolto?A tutti i diplomati ISEF, i laureati inscienze motorie o fisioterapia conesperienza di istruttori e a tutti gli istrut-tori e preparatori atletici con un diplomavalido rilasciato da una federazione.

PROGRAMMADefinizione e ambito di lavoroCaratteristiche personali, target di riferi-mento, qualificazione professionale,gestione del tempo. Come operare neiclub e nelle abitazioni private. Le attrez-zature necessarie.Aspetti chinesiologici e posturaliBasi scientifiche della chinesiologia e del-l’analisi posturale. Valutazione dell’elasti-cità muscolare, della mobilità articolare edel trofismo muscolare. Impostazione diun protocollo di lavoro tipo.Composizione corporea e antropo-plicometriaCos’è l’antropoplicometria. Perché la pli-cometria. Procedura delle misurazioni pli-cometriche. Rilevazioni e descrizione deipunti di repere per le pliche. Rilevazioni edescrizione delle circonferenze.Body Mass Index (BMI). Body Fat Index(BFI) Indice Globale di Rischio (GRI)Basic Life Support (BLS)Modalità di primo soccorso, manovredi salvataggio e prove pratiche con ma-nichino.Educazione alimentareL’educazione alimentare comincia dallaconsapevolezza. Il principio biologicodella regolazione: l’omeostasi comelegge del vivente. Condizioni da rispet-tare e necessità da soddisfare. La viadel dimagrimento fisiologico, stabile eduraturo Un’alimentazione a basso in-dice e carico glicemico. Malattie meta-boliche e malatt ie inf iammatorie.L’attività fisica quale ausilio del dimagri-mento e come interazione per la funzio-nalità generale. Alimentazione e fabbi-sogni specifici: criteri e meccanismi dicalcolo. L’educazione alimentare e le li-nee guida generali: la didattica e gli stru-

menti semplici per sé e per il cliente.Test di valutazione funzionale: i nuo-vi FIX metabolici.Controindicazioni e limiti dell’attivitàfisica in presenza di patologie metabo-liche e da sedentarismo: protocolli diintervento in presenza di ipertensione,cardiologia, diabete, asma.Strategie di marketingProposte pratiche per mettere sul mer-cato il servizio di personal training.Strumenti di fitness marketing di base,passaparola organizzati, analisi delmercato, ricerca della clientela, comu-nicazione e rapporto cliente-trainer, ca-pacità di autopromozione.Aspetti fiscali e legaliIl libero professionista, apertura dellapartita IVA, tenuta dei libri contabili, pa-gamento delle tasse. Responsabi-litàprofessionale e legale, responsabilitàdel cliente e del centro fitness, comestendere un contratto, assicurazione.

Durata del corsoIl corso è articolato in 6 incontri di unagiornata ciascuno, con lezioni teorichee pratiche, ragruppati in tre fine setti-mana, a partire da sabato 22 otto-bre. E' necessario frequentare almenol'85% delle lezioni per poter accedereagli esami di fine corso per la qualificadi Personal trainer. Orari- inizio lezioni ore 10- break di dieci minuti ore 11,30- pausa pranzo di 30 minuti ore 13- fine lezione ore 17.Dove: Milano, Sala De Amicis Via DeAmicis, 17 .Via de Amicis 17 è in zona centrale a600 m. da piazza del Duomo. Si consi-glia di venire con i mezzi pubblici, even-tualmente parcheggiando l'auto pres-so una fermata qualsiasi del metro.linea metro 2 verde : fermata Sant'Am-brogio.Esami: quiz a risposta multipla e di-scussione della tesi. La prova scritta(quiz) prevede 50 domande a rispostamultipla. Superata la prima fase deiquiz, si accede alla seconda fase che èprettamente orale. Solo dopo aver su-perato le due fasi dell'esame viene rila-sciato il diploma di Personal Trainercon una valutazione in centesimi.

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CORSI 1° livello

IscrizioniQuanto costa: 404 euro per iscrizionientro il 30 maggio; 434 euro entro il 30giugno; 464 euro entro il 30 luglio; 504euro entro il 30 agosto; 534 euro entro il30 settembre; 570 euro dopo il 30settembre. + 30 euro di iscrizione allascuola, validità annuale. Prezzi Iva inclusa.La quota è comprensiva di:- accesso alle lezioni,- materiale didattico, dispense ad ognilezione,- esame per il conseguimento della cer-tificazione di Istruttore di Fitness Trainer- nel caso la certificazione non vengaconseguita al primo esame è previstoun secondo esame gratuito alla ses-sione successiva.Modalità di pagamento- Versamento postale: Conto correntepostale n° 26993204 Intestato ad AleaEdizioni, via Sapeto, 5 20123 Milano- Bonifico bancario: CC 48054 intesta-to a: Alea Edizioni Banca Popolare diMilano Ag. 7Codice IBAN: IT 43 Q 05584 01607000000048054Inviare via fax al n°0258111116, o viamail a [email protected], la fotocopia della ricevuta delversamento con il nome dell´iniziativascelta e i dati personali completi di un re-capito telefonico e un'e-mail (codice fis-cale e/o partita IVA obbligatori).

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PERSONAL TRAINERPERSONAL TRAINER

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PROGRAMMAZIONE PERPERSONAL TRAINER EISTRUTTORI

Partite IVA con il regime dei mi-nimi, collaborazioni in ambitosportivo dilettantistico e altreforme contrattualiGiovedì 14 luglio, dalle 16 alle 17,30 -ON-LINE!

Durata del seminario1 h e 30 minuti, incluse domande e di-scussione finale. Costi di partecipazioneSeminario: 98,00 euro. Promozione! Entro venerdì 15 giugno:59,00 euro. Chi è interessato al seminario ma nonpuò partecipare alla diretta, può comun-que acquistare il DVD della lezione + re-lativa dispensa (formato elettronico) alcosto di 108,00 euro.Tutti i prezzi si intendono Iva inclusa.

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seminari online

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e-learning: come funziona

Tramite una piattaforma di video-conferenza 100% web-based èpossibile partecipare alle lezionicon l’opportunità di comunicare intempo reale con il docente. Unavolta effettuata l’iscrizione, ognipartecipante riceverà al proprio in-dirizzo di posta elettronica l’indiriz-zo web a cui collegarsi il giorno el’ora indicati: a quel punto sarà suf-ficiente un semplice click per aprireil collegamento ed entrare in aula!Gli iscritti ai seminari potranno in-tervenire con domande e parteci-pare alle discussioni finali utilizzan-do la webcam o il microfono delproprio PC; se sprovvisti, avrannocomunque la possibilità di porre leproprie domande tramite mail. Modalità di pagamento- Versamento postale: Conto cor-rente postale n° 26993204Intestato ad Alea Edizioni, viaSapeto, 5 20123 Milano- Bonifico bancario: CC 48054 in-testato a: Alea Edizioni BancaPopolare di Milano Ag. 7Codice IBAN: IT 43 Q 0558401607 000000048054Inviare via fax al n°0258111116, ovia mail a [email protected], la fotocopia dellaricevuta del versamento con ilnome dell´iniziativa scelta e i datipersonali completi di un recapitotelefonico e un'e-mail (codice fis-cale e/o partita IVA obbligatori).

PROGRAMMAZIONE PER IMPRENDITORI E TITOLARI DI CLUB

Associazioni Sportive dilettanti-stiche: problematiche e insidiedalle quali stare alla largaGiovedì 23 giugno, dalle 16 alle 17,30

Società sportive dilettantistiche:adempimenti fondamentali perbeneficiare delle agevolazioni,opportunità e rischiGiovedì 30 giugno, dalle 16 alle 17,30

Contratti di collaborazione: comegestirli per evitare sanzioni. LaCertificazione dei Contratti.Giovedì 7 luglio, dalle 16 alle 17,30

Durata di seminari1 h e 30 minuti, incluse domande e di-scussione finale. Costi di partecipazione1 seminario: 180,00 euro. Promozione! Entro venerdì 15 giugno:119,00 euro. Per chi vuole partecipare a tutti e 3 i se-minari il costo totale è di 450,00 euro.Promozione! Entro venerdì 15 giugno:324,00 euro. Chi è interessato ai seminari ma non puòpartecipare alla diretta, può comunqueacquistare il DVD delle lezioni + relativedispense (formato elettronico).1 DVD + dispensa: 216,00 euro3 DVD + dispensa: 540,00 euroTutti i prezzi si intendono Iva inclusa.

FORMAZIONE IN AMBITO AMMINISTRATIVO,SOCIETARIO E FINANZIARIOIn Italia il settore sportivo dilettantisticogode di agevolazioni fiscali uniche inEuropa, ma la poca chiarezza che dasempre contraddistingue l’argomentone ha spesso inficiato vantaggi e bene-

fici per titolari e manager di centri fit-ness: come sfruttare al massimo leagevolazioni senza incorrere in inutili ri-schi? Quali sono i contratti di collabora-zione da proporre in ambito sportivo?

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Il corso a distanza per operatore difitness metabolico permette di rag-giungere obiettivi operativi alta-mente specialistici, fornendo le ba-

si necessarie teoriche e pratiche perrealizzare percorsi motori personaliz-zati in sicurezza per la sindrome meta-bolica:- ipertensione e malattie cardiovascolari;- soprappeso e obesità;- diabete;- artrosi e osteoporosi.Il corso si sviluppa in un'opera com-posta da un volume + 8 DVD multime-diali con contributi tecnici:- audio mp3 con registrazioni e approfondimenti verbali;- video con filmati didattici e tecnici; - immagini a supporto dei testi;- testi con documenti interi o recensiti;- presentazioni con grafici e tabelle.ATTENZIONE: I DVD SONO FRUIBI-LI SOLO SU PERSONAL COMPU-TER E NON SU MACINTOSH

CONTENUTI

Strumenti tecnici• Accreditamento istituzionale: “attività motoria come prevenzione so-ciale”. • I soggetti metabolici: definizione delle principali parole chia-ve; sedentarismo e malnutrizione daeccesso, stili di vita. • Alfabetizzazione motoria, Fitnessmetabolico e Fitness terapia: tre livelliper un nuovo stile di vita.• Equilibrio funzionale, allenamentofunzionale: la grande gara della vitaquotidiana.• Fitness metabolico e diabete.• Fitness metabolico e obesità, so-vrappeso, anoressia e bulimia (strate-gie integrative nel centro fitness).• Fitness metabolico e ipertensione,malattie cardiovascolari.

• Fitness metabolico e apparato loco-motore: artrosi e osteoporosi.• Classificazione, approccio psicologi-co e fidelizzazione del soggetto meta-bolico.• Classificazione e approccio dei sog-getti sedentari, motori, sportivi, e ago-nisti.• Selezione e abstract della più recen-te bibliografia scientifica internazionalesul fitness metabolico. • Aspetti di marketing e gestionali: co-me si vende il fitness metabolico e conquali “pacchetti servizio”.• Formazione per lo staff di vendita: in-quadramento generale.

Step operativi • Inquadramento del soggetto eanamnesi metabolica: un metodo disicurezza per l'operatore e il soggettometabolico;• gli strumenti di misura: dai test tradi-zionali dello sport ai Fix metabolicispecifici; il tempo zero; • le misure sicure per la gestione deimetabolici;• strumenti di lavoro e unità motoriemetaboliche;• programmazione dell'attività motoria;• insegnamento dell'attività motoria;• strumenti di fidelizzazione: il passa-porto metabolico;

Esempi pratici Come strutturare le prime ore di lavorocon i soggetti metabolici;• monitoraggio e verifica dei risultati• Codice deontologico;• Manifesto del fitness metabolico.

L'apprendimento sarà supportatoda un servizio di assistenza on linee completato da una giornata diWorkshop tecnico, a scelta dellostudente, fra quelli proposti dallanostra Scuola di Forma-zione. Il ca-lendario delle giornate è consulta-

bile nelle pagine a seguire, sezioneSTAGE, oppure sul sito internet www.professionefitness.comChi volesse frequentare il CORSOPER OPERATORE DI FITNESS ME-TABOLICO CON LEZIONI FRONTA-LI, può consultare le pagine prece-denti, nella sezione CORSI.

Docente: Alessandro LanzaniQuanto costa: 720 euro Iva inclusa.La quota comprende: l'iscrizione allascuola, l'opera completa + 1Workshop tecnico + l'esame finale (aMilano) per conseguire la certificazio-ne. È possibile ottenere più certificazio-ni con la stessa opera: per qualsiasi ul-teriore informazione contattare la se-greteria corsi al numero 02.58112828o consultare il sito internet:www.professionefitness.comEsami: colloquio orale.

FITNESS METABOLICOOPERATORE DI

formazione a distanza

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DIPLOMI E ATTESTATIOgni corso prevede un esame finale alquale potrai accedere frequentando al-meno l’80% delle lezioni teoriche. Il votoche otterrai sarà espresso in centesimi:60/100 è la votazione minima necessariaper ottenere il diploma rilasciato daProfessione Fitness e riconosciuto daUisp sport per tutti, comitato di Milano,ente di promozione sportiva riconosciutodal CONI. A ogni master, frequentando al-meno l’80% delle lezioni, otterrai un at-testato di partecipazione rilasciato daProfessione Fitness e riconosciuto daUisp sport per tutti, comitato di Milano,ente di promozione sportiva riconosciutodal CONI. Ogni stage è un’iniziativamonotematica di una giornata al terminedella quale otterrai un attestato di parte-cipazione rilasciato da ProfessioneFitness e riconosciuto da Uisp sport pertutti, comitato di Milano, ente di pro-mozione sportiva riconosciuto dal CONI.

Alessandro LanzaniDirettore scuolaFrancesco CapobiancoResponsabile scuolaDavide FogliadiniMassofisioterapista, personal trainerEdoardo LanzaniMedico ortopedico, esperto in rieducazione funzionaleDavide GirolaMedico, esperto in riabilitazionecardiologicaRoberto DaganiLaureato in scienze motorie,massofisioterapistaAndrea ScalaLaureato in scienze motorie, personal trainer,

MODALITÀ DI ISCRIZIONELa quota di partecipazione ai corsi comprende il materiale didattico, l’accesso alle

lezioni e il diploma o attestato di partecipazione. Per iscriverti puoi venire di persona

presso la nostra sede amministrativa in via Orseolo n°3 a Milano, oppure puoi scegliere

una tra le seguenti modalità:

• Versamento sul conto corrente postale n°26993204 intestato ad Alea Edizioni - via

Sapeto 5, 20123 Milano

• Bonifico bancario sul conto corrente n°48054 intestato ad

Alea Edizioni- Banca Popolare di Milano Ag. 7 –IBAN IT 43 Q 05584 01607 00000

0048054; in entrambi i casi è necessario inviare via fax la fotocopia del versamento

postale o del bonifico bancario segnalando il nome dell’iniziativa scelta, i dati personali,

il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-mail al fax n° 02.58111116.

• Assegno bancario non trasferibile intestato ad Alea Edizioni, da inviare, unitamente al

nome dell’iniziativa scelta, i dati personali, il codice fiscale, un recapito telefonico ed e-

mail, tramite posta prioritaria a Professione Fitness via Orseolo 3 - 20144 Milano.

SEGRETERIA ORGANIZZATIVAPer ogni informazione la nostra segreteria organizzativa è sempre a tua disposizione. Ci

trovi presso Professione Fitness in via Orseolo, 3 Milano. Il nostro numero di telefono è

0258112828, fax 0258111116, e-mail [email protected]. La fermata

più vicina della metropolitana è MM S. Agostino sulla linea verde. Ci trovi dal lunedì al

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LA SCUOLA DI PROFESSIONE FITNESS

Page 37: rtinferiori - Giovanni Chetta

ALLENAMENTO ESTETICO

Rivolto a quanti vogliono program-mare un’attività finalizzata al miglio-ramento dell’aspetto, fornisce metodid’allenamento, suggerimenti alimen-tari e di postura, consigli estetici.Ogni nozione è basata su uno studioapprofondito e sul continuo confrontocon l’applicazione pratica.

Roberto TarulloAlea Edizioni 2001pag. 160 Euro 24

MANUALE DI CARDIOFITNESSIl volume tratta in modo approfonditoil cardiofitness nei suoi diversi aspet-ti: dall’anatomia e fisiologia, ai meta-bolismi energetici e alla biomeccani-ca muscolare, per poi addentrarsinello specifico del training cardiova-scolare. Abbraccia l’attività indoor eoutdoor, l’utilizzo dei simulatori aero-bici e il monitoraggio della frequenzacardiaca.

Giulio Sergio Roi Alea Edizioni 2004 pag. 238 - Euro 35

STRETCHING

Non più allungamento muscolare, mamiglioramento della mobilità di tuttele componenti dell’apparato locomo-tore. Partendo da questa convinzionegli autori riprendono i principi teoricidello stretching, propongono test divalutazione e una lunga serie di eser-cizi suddivisi per attività sportiva.

Francesco Capobianco Alessandro Lanzani,Alea Edizioni - pag. 224 Euro 21

FITNESS & BODY BUILDING

La terza edizione, completamenteaggiornata, del libro che ha formatointere generazioni di professionisti delfitness. Dall’anatomia funzionale del-l’apparato locomotore alla fisiologiamuscolare, fino alla biomeccanica degliesercizi; in questo volume il futuroistruttore troverà tutte le nozioni indi-spensabili, arricchite di 120 disegni eoltre 400 foto a colori.

Alessandro Lanzani Alea Edizioni 2004 pag. 360 - Euro 45

CROSS FITNESS TRAINING

I “grandi classici” del training (allena-mento con i pesi, corsa, bicicletta enuoto), integrati a esercizi specifici dellachinesiologia rieducativa, costituisconoun unico programma articolato, che sti-mola tutte le qualità motorie. Un pro-gramma di allenamento incrociato, fina-lizzato al fitness e adattabile a qualsiasisoggetto. Completo di tabelle e immagi-ni esplicative degli esercizi proposti.

Davide TraversoAlea Edizioni 2010 pag. 144 - Euro 21

99 ESERCIZI ADDOMINALI

Il volume è utile per comprendere afondo l’anatomia, la funzione e la cine-siologia dei muscoli addominali e perimparare a valutare la loro forza. In più,un’interessante classificazione degliesercizi e un intero capitolo dedicatoagli errori di esecuzione.

Giulio Sergio Roi e Rachele Groppi Alea Edizioni 2001 pag. 128 - Euro 21

LIPOCARDIOFITNESS

Perdere peso è il diktat della maggiorparte dei frequentatori dei centri fitness.L’autore fornisce gli strumenti perrispondere a questa richiesta: analisi deltessuto adiposo e del metabolismomuscolare, metodologia dell’allenamen-to con attrezzature cardiovascolari e iso-toniche, test di controllo.

Massimiliano Ferrero Alea Edizioni pag. 144 - Euro 24

L'ALLENAMENTO DELLA MOBILITÀDELL'APPARATO LOCOMOTORE.RICERCHE E APPLICAZIONI PRATICHE

Un valido sussidio per chi si occupa dimobilità articolare e di flessibilitàmuscolo-tendinea. Un utile strumentooperativo per la creazione di tabelle diallenamento personalizzate. I capitolidedicati alla ricerca applicata all'allena-mento permettono di approfondire lavalutazione funzionale dell'individuo.

Massimiliano Gollin Alea Edizioni 2009 pag. 148 - Euro 25

IPERTROFIA MUSCOLARE

Come si costruisce una tabella d’alle-namento personalizzata? Il libro forni-sce un’esauriente risposta a questadomanda analizzando i principi dellaprogrammazione e periodizzazione, lefasi dell’allenamento e le caratteristichebiomeccaniche di numerosi esercizitipici dell’allenamento in palestra.

Claudio Suardi Alea Edizioni 2000 pag. 208 Euro 26

LIBRI ALLENAMENTO - LIBRI ALLENAMENTO - LIBRI ALLENAMENTO - LIBRI ALLENAMENTO

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Page 38: rtinferiori - Giovanni Chetta

FREE METHOD BIKE

Il free method bike è una metodicadi allenamento su bicicletta staziona-ria che ha come obiettivo principale ilvoler dare strumenti e mezzi per pro-grammare e arricchire nel tempoun’attività motoria clinica. L’intento èquello di guidare i lettori ad un usorazionale dell’attività, adattandola atutte le età, per il raggiungimento delbenessere psico-fisico.

Roberto Carminucci , MariaLuisa QuinciAlea Edizioni 2001 Pag. 144 - Euro 20,66 -

PERSONAL TRAINING BUSNESSQuesto lavoro pone una lente d’in-grandimento sulla professione delpersonal trainer. Dall’analisi dellepotenzialità di mercato al manage-ment e alla comunicazione fino adarrivare all’organizzazione gestionaledell’impresa PT, il testo si propone diavviare trainer esperti e non a unpercorso di successo.

Daria IllyAlea Edizioni 2002Pag. 128 - Euro 21

PREPARAZIONE ATLETICA INPALESTRA

Come effettuare all’interno del centrofitness una preparazione atletica chemiri non soltanto al benessere fisico,ma che proponga esercizi con isovraccarichi per la muscolatura spe-cifica dello sport, con un occhio parti-colare all’esecuzione e alla richiestaenergetica il più possibile simili algesto sportivo.

Maurizio FanchiniAlea Edizioni 1999 Pag. 192 - Euro 25,82

PERSONAL TRAINER

Cosa serve per diventare personal trai-ner? Partendo da un’analisi storicadella professione, il libro risponde aquesta domanda illustrando le compe-tenze tecniche, psicologiche, commer-ciali e manageriali che il professionistadeve possedere.

Francesco Capobianco (Cap.4 ‘Personal trainer come libero profes-sionista’ a cura di Paola Bruni Zani )Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26

ELETTROSTIMOLAZIONE

Il manuale richiama le nozioni teoricheper affrontare l’utilizzo dell’elettrostimo-lazione in allenamento sportivo, riabili-tazione ed estetica. In appendice sonofornite tavole di posizionamento elettro-di ed esempi di schedepersonalizzate.e.

Fabio Aprile e Fabio PerissinottiAlea Edizioni 1998 - Pag. 128E 20,66

PUNTI MOTORI DI ELETTROSTI-MOLAZIONE

Per la corretta applicazione dell’elettro-stimolazione è fondamentale conoscerecon precisione e accuratezza i puntimotori. Avere una mappa precisa per-mette un allenamento senza effetti col-laterali non solo nei distretti più cono-sciuti, ma anche a livello di tibiali, pero-nei, trapezi, obliqui e cuffia dei rotatori..

Alessandro LanzaniAlea Edizioni 1999 Pag. 128 - E 20,66

ELETTROSTIMOLAZIONE NUOVEFRONTIERE

Il volume mette in risalto le metodichedi allenamento con l’utilizzo dell’elettro-stimolazione, facendo riferimento allevariazioni metaboliche, agli indici di fati-ca ed alla modulazione dei parametriche condizionano l’allenamento. Sonoinserite un’ampia parentesi sulla riabil-tazione associata all’elettrostimolazionee una valutazione sulle possibili utilizza-zioni nell’immediato futuro.

Fabio Aprile - Fabio PerissinottiAlea Edizioni 2001 Pag 144 - E 20,66

CROSS TRAINING

L’analisi del cross training, degli effettie delle sue potenzialità, potrebbe costi-tuire la nuova frontiera dello sport divertice e dello sport sociale. La sfida èlanciata, l’avventura comincia, speran-do di ritrovarci numerosi su questo per-corso.Cos’è il cross training? I diversitipi di allenamento incrociato e gli adat-tamenti.

Simone DiamantiniAlea Edizioni 1999pag. 128 Euro 16

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Page 39: rtinferiori - Giovanni Chetta

TRAINING IN ACQUA

Il libro affronta in prima analisi i principidel movimento in acqua, spiegandodettagliatamente i fattori che condizio-nano la prestazione. Nella secondaparte esplora le diverse possibilità diallenamento delle qualità motorie con esenza attrezzi, facendo riferimento apiù discipline sportive. .

Paolo Michieletto Alea Edizioni 2000 pag. 192 Euro 26

INTEGRATORI PER L’ATLETA

Una dietetica razionale negli sport puòcontribuire a migliorare la condizionefisica e psichica. Il volume considera lacategoria degli integratori suddividendolisecondo le finalità preminenti: plastiche,energetiche o di reintegro.

Giovanni Posabella Alea Edizioni 1999 Pag. 144 - Euro 21

TOTAL FITNESS IN ACQUARoberto Conti, professionista affermatodel fitness, trasferisce in questo volumetutti i segreti per realizzare lezioni di fit-ness in acqua: protocolli, metodi, diffe-renziazioni delle classi. Un manualeefficace, serio e completo per gestiretutte le opportunità del fitness inacqua.

Roberto Conti - Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21PLAYAGYM

Una disciplina ginnica innovativa, crea-ta appositamente per la spiaggia, pro-pone esercizi specifici sviluppati inarmonia con l’ambiente marino. In que-sto volume sono raccolte le informazio-ni relative all’insegnamento della gin-nastica in spiaggia e ai benefici psico-fisici che da questa si possono trarre.

Tiziana Scalambro Alea Edizioni 2002 pag. 160 - Euro 21

ACQUANTALGICA

L’acqua offre la possibilità di facilitarela ripresa funzionale motoria: da questopunto di vista la piscina è una strutturasportiva cui deve essere riconosciutauna grande valenza a carattere riedu-cativo e riabilitativo. Il volume proponeuna sorta di educazione al movimentocorretto in presenza di mal di schiena.Il libro contiene una sessantina di pro-poste fra esercizi e tecniche di “nuotoantalgico”.

Andrea Altomare - Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

FITNESS IN ACQUA

Partendo dagli esercizi di base per tuttii distretti muscolari, il libro affronta lediverse metodiche d’allenamento inacqua, tra cui l’aerobica, le arti marziali,lo step e la kick boxe. Grazie a numero-se fotografie e schemi di lezione, ilvolume si caratterizza per un fortetaglio pratico. La parte finale è dedicataalle competenze dell’istruttore di fitnessin acqua. .

Paolo Michieletto e Giada Tessari Alea Edizioni 2004 - pag.224 Euro 26

COMPOSIZIONE CORPOREA

L’attenzione ai problemi della forma fisicaè importante per la sua componentesanitaria di prevenzione. L’attività all’inter-no del centro fitness necessita di un con-tinuo controllo dei risultati, per cui divieneessenziale poter certificare tramite proto-colli la qualità del servizio reso alla clien-tela. Il manuale intende suggerire metodi-che semplici e di basso costo per la valu-tazione della composizione corporea.

Sergio Rocco Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

IL BENESSERE POSSIBILE

L'autore analizza aspetti fondamentalidella nostra esistenza: consapevolezzacome fondamento del benessere, alimen-tazione funzionale per la salute, attivitàfisica per la migliore condizione di forma.Il testo approfondisce temi importanti dialimentazione (come impostare i pasti,allergie e intolleranze alimentari ) e alle-namento (attività fisica per uno stile divita sano e come modello educativo,corsa e tonificazione).

Corrado Ceschinelli, Alea Edizioni 2008 pag 200 Euro 25

L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA1 - GUIDA PRATICA

Partendo dai fondamentali aspetti teori-ci della fisiologia e della scienza ali-mentare, sono fornite indicazioni perstabilire il fabbisogno calorico quotidia-no dell’individuo e programmarne l’ali-mentazione. Immancabile una sezionesull’integrazione e una serie di consiglisul comportamento da adottare inoccasione di una gara.

Ubaldo Garagiola Alea Edizioni 1998 pag. 128 - Euro 23,24L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA2 - TABELLE

Il secondo volume è l’applicazione prati-ca dei principi teorici delineati nelprimo. Vengono trattati dettagliatamentealcuni esempi di alimentazione perso-nalizzata per atleti agonisti e amatoriali,frequentatori di palestre, soggetti insovrappeso, giovani sportivi e over 60.

Ubaldo Garagiola Alea Edizioni 1998 pag. 96 - Euro 16

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LIBRI ALLENAMENTO IN ACQUA E NUTRIZIONE - LIBRI ALLENAMENTO IN ACQUA E NUTRIZIONE

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IL DOLORE CERVICALE

Il manuale offre un’ampia panoramicadelle patologie più comuni nell’individuoadulto: la cervicalgia. Il volume è diviso intre parti: la prima, dedicata all’anatomia,alla fisiologia articolare e alla biomeccani-ca del tratto cervicale. La seconda, dedi-cata alle sindromi dolorose più comuni.Infine la terza parte che comprende alcu-ne schede pratiche di utilizzo in palestracontenenti gli esercizi più idonei in rela-zione alla sintomatologia dolorosa.

Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21

CASI CLINICI IN PALESTRA In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie del-l’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono de-scritti anam-nesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi daraggiungere, sono tracciate le linee gui-da del protocollo di lavo-ro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitareVOLUME 1: Sindrome della schiena dritta e scoliosi – Spondilolisi conlistesi – Agenesia del pettorale – Lussazione acromion claveare – Cifosi epetto carenato – Petto scavato – Paralisi ostetrica – Poliomielite – Fratturadi calcagno – Frattura di gomito – schiacciamento di un disco interverte-

brale – Artrosi d’anca – Lussazione di spalla –Rottura del retto femoraleAlessandro Lanzani - 1994 VOLUME 2: Calcificazione del tendine delsovraspinato - Correzione di varismo tibiale -Grave artrosi vertebrale - Strabismo di rotula -Ernia del disco in un culturista - Periartrite scapo-lo omerale - Artrosi di spalla grave -Lombarizzazione della 1° vertebra sacrale -Rifrattura di gamba - Dismetria degli arti inferiori- Rettificazione del tratto cervicale - Ginocchiorecurvato - Ernia discale intraspongiosa - Piede

cavo - Artrosi d’anca - PseudoartrosiAlessandro Lanzani - 1997 VOLUME 3: Rottura del menisco del ginocchio- Weight lifters syndrome - Condropatia di rotula -Lombalgia in discopatia L5-S1 - Rottura del lega-mento crociato anteriore del ginocchio - Recidiva didistorsione della caviglia - Pubalgia - Instabilità dispalla - Postumi di frattura di gomito - Distorsione

della colonna cervicale - Frattura di omero in unbody builder - Piede piatto - Lombarizzazionedella 1° vertebra sacrale - Rottura del tendined’Achille - Calcificazioni della tibiotarsicaRiccardo Gambaretti - 1998 VOLUME 4: Doppia frattura vertebrale daschiacciamento - Frattura con deformazione acuneo di L1 - Rachi-schisi cervicale -Emilombarizzazione subtotale di S1- Rottura esintesi del tendine rotuleo - Doppia spondilolistesicon artrosi vertebrale - Grave artrosi di ginocchio- Ipertrofia reattiva delle spine tibiali -

Rettificazione cervicale con grave artrosi - Lacera-zione del tendine distale del bicipite brachiale -Frattura di clavicola - Conflitto subacromiale indonna anziana - Rifrattura di ulna - Osteotomia dibacino in artrosi d’anca - Lesione dei legamentidella cavigliaEdoardo Lanzani - 1998VOLUME 5: Concussione coxofemorale epostumi da trauma - Calcificazione sottodeltoideain periartrite scapolo omerale - Degenerazionedel sovraspinato -Frattura tipo colles di radio -Protrusione discale L5 - S1 - Rettificazione deltratto lombare in soggetto giovane - Ernia espul-sa L3 - L4 - Frattura comminuta di tibia -Polifrattura costale e frattura clavicolare -Sindrome cervicale del manager stressato -Frattura del malleolo esterno - Spalla del tennista- Modificazione a cuneo del passaggio lombosa-crale - Frattura esposta di gamba - Os acetaboli- Pinzatura del tendine del sovraspinato

Davide Fogliadini, Alessandro Lanzani - 2005

Pag. 128 Euro 21 ogni volumeOfferta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro

MAL DI SCHIENA

Il volume affronta il tema del mal dischiena in modo davvero esaustivo.Nella prima sezione guida il lettore alcorretto utilizzo della colonna nella vitaquotidiana e nella pratica sportiva. Laseconda parte raccoglie invece appro-fondimenti sulle patologie e sui mecca-nismi del dolore lombare.

Claudio Corno Alea Edizioni 2001pag. 256 - Euro 26

IL CORPO INDIVISIBILE

La vecchiaia non è una malattia. La gin-nastica per anziani non è uno sport.L’autore psicomotricista Giovanni Ghidiniillustra come strutturare un corso diginnastica per la terza età muovendosifra fisiologia ed emotività, anatomia epsicologia motivazionale, rieducazionefunzionale e programmazione dell’attivi-tà.

Giovanni Ghidini e Alessandro Lanzani Alea Edizioni pag. 112 – Euro 21

CRESCERE CON LO SPORT

Le attività fisiche praticate in età giova-nile contribuiscono allo sviluppo armoni-co dell’organismo, a patto che l’attivitàmo-toria sia corretta e adeguata allecaratteristiche psicofisiche del ragazzoe alla sua particolare fase evolutiva. Ilvolume vuole essere un supporto acompletamento del bagaglio tecnico eprofessionale di ciascun operatore spor-tivo che si trova a contatto con la realtàdell’allenamento giovanile.

Antonio Maone Alea Edizioni 2000 Pag. 160 - Euro 26

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L’ESERCIZIO ISOCINETICO

Il manuale dopo alcuni cenni di anato-mia e fisiologia muscolare, analizza ivari tipi di contrazione e tutti gli aspettidell’esercizio isocinetico con i relativiprotocolli di test e allenamento nel sog-getto sano, nell’atleta e nel soggettopatologico, sia a scopo valutativo cherieducativo, con esemplificazioni ripor-tate in appendice.

G. S. Roi, S. Respizzi, P. Buselli Alea Edizioni 2a edizione 1998 - Pag. 160 - Euro 26

TRATTAMENO MIOFASCIALEPER LO SPORTIVOIl manuale espone in maniera chiara edesaustiva le tecniche manuali per ildetensionamento miofasciale a indirizzosportivo. L’ampia documentazione ico-nografica chiarisce ogni dettaglio diposizionamento e intensità del massag-gio.

Roberto Dagani Alea Edizioni 2005 pag. 128 - Euro 21

FISIOLOGIA APPLICATA AL FIT-NESSIl manuale affronta in maniera concisama esaustiva la fisiologia del corpoumano, con particolare riferimentoall’influenza dell’esercizio fisico suorgani e apparati. Il manuale è ancheuno strumento didattico e di autovalu-tazione per il professionista del fitnesse costituisce strumento fondamentaleper la programmazione del training.

Davide Girola Alea Edizioni 2003 pag. 160 - Euro 23

FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI

Il movimento è un farmaco naturalecontro molte patologie cronico-dege-nerative. Partendo da questa convin-zione i volumi propongono protocollidi lavoro e metodi di allenamentoadeguati ai soggetti affetti dalle piùcomuni patologie.

VOLUME 1Ipertensione - Patologie respiratorieostruttive croniche - Low back pain -Obesità - Patologie cardiache infantili

VOLUME 2:Coronaropatie - Artrite reumatoide -Patologie renali - Gravidanza - FibrosicisticaAlea Edizioni 1999/2000 - pag. 144 Ogni volume Euro 24

OFFERTA: 2 VOLUMI A 36 EURO

CARDIOLOGIA E FITNESS

Partendo dai fondamenti della fisiologiacardiovascolare, l’autore accompagna illettore dalla pratica clinica alla valuta-zione funzionale e psicosomatica delcardiopatico e alla periodizzazione del-l’allenamento, spiegando con precisio-ne gli effetti della terapia farmacologicasulla performance.

Davide Girola Alea Edizioni pag. 248 - Euro 31

MASSAGGIO SPORTIVO

Il testo propone tecniche manuali per iltrattamento efficace della micro-trauma-tologia dei tessuti molli nello sportivo. Icapitoli a carattere puramente praticodescrivono la conformazione dei tessuticonnettivi, le interazioni tra il danno tes-sutale, l’infiammazione e gli eventi ripara-tivi.

Roberto Dagani Alea Edizioni 2002pag. 128 - Euro 21

100 QUIZ – 2 VOLUMI

Un metodo che consente di appropriarsidella materia trattata in modo veloce,coerente e duttile allo stesso tempo,attraverso domande diversificate, pic-coli trabocchetti logici, immagini condidascalie incomplete. Un efficientemezzo di verifica che, dove evidenzialacune di conoscenza, permette subi-to di colmarle, grazie alle informazionimirate e accurate che corredano lerisposte. In ogni volume: 100 quiz dianatomia e biomeccanica dell’appa-rato locomotore, 400 risposte e 400commenti alle risposte.

Alessandro Lanzani e Laura Boggero Alea Edizioni 2005pag. 112 – Euro 21

LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE

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Page 42: rtinferiori - Giovanni Chetta

ANATOMIA DELL'APPARATOLOCOMOTOREAnatomia in 3D con animazioni,filmati. Lo strumento per visualiz-zare, imparare e approfondirel'anatomia funzionale in modosemplice, facile e intuitivo. È indi-rizzato a medici, fisiokinesiterapi-sti, studenti e laureati in ScienzeMotorie, istruttori di fitness, per-sonal trainer e operatori sanitari ingenere.Un'opera che si compone di treCD, acquistabili separatamente (compatibile con i sistemiMacintosh e Microsoft Windows):

Francesco BettinzoliGhedinimedia EditoreEuro 45,45 per ogni CD

FITNESS METABOLICO

L'opera, su cui è strutturato ilcorso di formazione a distanza peroperatore di fitness metabolico,fornisce le basi necessarie perorganizzare percorsi motori perso-nalizzati per la sindrome metaboli-ca: ipertensione e malattie cardio-vascolari, soprappeso e obesità,diabete, artrosi e osteoporosi.

Step operativi:- inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica;- gli strumenti di misura, i Fixmetabolici;

- le unità motorie metaboliche come strumenti di lavoro;

- la programmazione e l'insegnamen-to dell'attività motoria;

- gli strumenti di fidelizzazione; - come strutturare le prime ore di lavoro

con i soggetti metabolici;- monitoraggio e verifica dei risultati;- codice deontologico.Si compone di un volume + 8 DVD multimediali con contributi audio, video, immagini, testi e presentazionicon grafici e tabelle. I DVD sono fruibili solo su personal compu-

ter, non su Macintosh.

Alessandro LanzaniAlea Edizioni 2008 Euro 480

FITNESS COACHING

Il coaching è un nuovo modello per lagestione e la cura di ciascun cliente. Ilvolume propone strategie e tecniche diacquisizione e fidelizzazione del cliente,suggerendo basi tecniche, metodologichee operative con un nuovo modo di conce-pire ed erogare il fitness.

IL DVDPermette di integrare con efficacia eimmediatezza i contenuti del libro, parte-

cipando a lezioni frontali dell’autore. Domenico Nigro Alea edizionianno 2008pag. 176 libro Euro 35 - Libro + dvd Euro 70

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Investire le proprie risorse mentali edeconomiche in una nuova impresa nelfitness rappresenta oggi una sfida diffi-cile e stimolante allo stesso tempo che,condotta con i mezzi adeguati e con unbuon grado di buon senso, può garanti-re piena soddisfazione personale edeconomica. Il manuale illustra in formasemplice ed efficace metodi e procedu-re per avviare e gestire con successol’impresa fitness, fornendo suggerimen-

ti diretti e immediati, relativi a ogni area e ogni fase della vita diun Fitness Club.

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FITNESS MARKETING

Libro di riferimento per gli imprenditoridi centri fitness, propone gli studi, lestrategie e le metodologie più aggiorna-te per la fidelizzazione e l’acquisizionedei clienti, la gestione dell’offerta, ilmanagement del personale, le strategiedi comunicazione.

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