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Anno 3 numero 5 - maggio La rivista online per i professionisti del settore Fit medonline lutei Glutei in primo piano Non solo estetica Notizie scientifiche dal mondo Calcio moderno: alleniamoci a prevenire Sport e disabilità Il tendine d’Achille del podista e l’utilizzo del taping kinesiologico Postura e rieducazione Myback per il benessere della schiena G

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Anno 3 numero 5 - maggio La rivista online per i professionisti del settore

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EditoreAlea Edizioni di Alessandro Lanzani

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Direttore responsabile Alessandro Lanzani

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RedazioneMia Dell’Agnello

[email protected] - int. 212

Progetto graficoStefano FrattalloneImpaginazione

Anita Lavoce

PubblicitàAlessandro Lanzani

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Hanno collaborato a questo numeroFabio Pizzuti, Roberto Tarullo,

Alessandro Palazzolo, Pietro Ciaccio, Rosario Bellia, Giovanni Chetta

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93.

L’Editore e l’autore non potranno in alcun modo essere respon-sabili per incidenti o danni provocati dall’uso improprio delleinformazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto;inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchianoil pensiero dell’editore. Il materiale (testi, immagini e disegni) per-venuto in redazione non verrà restituito, anche se non pubblica-to e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del mate-riale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasiscopo non è consentita se non dietro richiesta scritta e firmatadal direttore responsabile e dall’editore. Per eventuali controver-sie il Foro di competenza è quello di Milano.

LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO

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Fondazione per lo sportSilvia Rinaldi pag 23

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Sommario CLICCA SUL TITOLOPER ANDARE DIRETTAMENTE ALL’ARTICOLO

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32 LE AZIENDE INFORMANOMyback, per il benessere della schiena

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8 GLUTEI IN PRIMO PIANOdi Fabio Pizzuti

10 NON SOLO ESTETICA di Roberto Tarullo

14 NOTIZIE SCIENTIFICHE DAL MONDOa cura della redazione

ALLENAMENTO E REHAB

16 CALCIO MODERNO: alleniamoci a preveniredi Alessandro Palazzolo

20 SPORT E DISABILITÀdi Pietro Ciaccio

24 IL TENDINE D’ACHILLE DEL PODISTAe l’utilizzo del taping kinesiologicodi Rosario Bellia

28 POSTURA E RIEDUCAZIONEdi Giovanni Chetta

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Durata del corsoIl corso è articolato in 13 incontri di unagiornata ciascuno, con lezioni teoriche,laboratori di anatomia e seminari tecni-ci con l'utilizzo di supporti multimediali.Le lezioni si svolgono sempre di saba-to, a partire da sabato 22 ottobre,con cadenza settimanale. È necessariofrequentarne almeno l'80% per poteraccedere all'esame di fine corso perconseguire la certificazione di Istruttoredi Fitness Trainer. Orari- inizio lezioni ore 10- break di dieci minuti ore 11,30- pausa pranzo di 30 minuti ore 13- fine lezione ore 17.Dove: Milano, Sala De Amicis Via DeAmicis, 17 .Via de Amicis 17 è in zona centrale a600 m. da piazza del Duomo. Si consi-glia di venire con i mezzi pubblici, even-tualmente parcheggiando l'auto pressouna fermata qualsiasi del metro.linea metro 2 verde : fermata Sant'Am-brogio.Esami: quiz a risposta multipla, collo-quio orale e prova pratica.

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Laboratori di anatomia e seminaritecnici con la visione di supportivideo.Come lavorare su:- addominali e paravertebrali- cingolo scapolare - pettorali e dorsali- arti superiori- arti inferiori- Cenni di ginnastica correttiva, antalgi-ca e stretching- Come costruire un programma d’alle-namento- Allenamento cardiovascolare - Esame obiettivo motorio

FITNESS TRAINERFITNESS TRAINER

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Il personal trainer come operatore mo-torio, referente psicologico e imprendi-tore. Il corso affronta argomenti tecnici,comunicativi, gestionali e di marketing.L’obiettivo è ottimizzare le risorse per-sonali per gestire con successo unamoderna libera professione.

A chi è rivolto?A tutti i diplomati ISEF, i laureati inscienze motorie o fisioterapia conesperienza di istruttori e a tutti gli istrut-tori e preparatori atletici con un diplomavalido rilasciato da una federazione.

PROGRAMMADefinizione e ambito di lavoroCaratteristiche personali, target di riferi-mento, qualificazione professionale,gestione del tempo. Come operare neiclub e nelle abitazioni private. Le attrez-zature necessarie.Aspetti chinesiologici e posturaliBasi scientifiche della chinesiologia e del-l’analisi posturale. Valutazione dell’elasti-cità muscolare, della mobilità articolare edel trofismo muscolare. Impostazione diun protocollo di lavoro tipo.Composizione corporea e antropo-plicometriaCos’è l’antropoplicometria. Perché la pli-cometria. Procedura delle misurazioni pli-cometriche. Rilevazioni e descrizione deipunti di repere per le pliche. Rilevazioni edescrizione delle circonferenze.Body Mass Index (BMI). Body Fat Index(BFI) Indice Globale di Rischio (GRI)Basic Life Support (BLS)Modalità di primo soccorso, manovredi salvataggio e prove pratiche con ma-nichino.Educazione alimentareL’educazione alimentare comincia dallaconsapevolezza. Il principio biologicodella regolazione: l’omeostasi comelegge del vivente. Condizioni da rispet-tare e necessità da soddisfare. La viadel dimagrimento fisiologico, stabile eduraturo Un’alimentazione a basso in-dice e carico glicemico. Malattie meta-boliche e malatt ie inf iammatorie.L’attività fisica quale ausilio del dimagri-mento e come interazione per la funzio-nalità generale. Alimentazione e fabbi-sogni specifici: criteri e meccanismi dicalcolo. L’educazione alimentare e le li-nee guida generali: la didattica e gli stru-

menti semplici per sé e per il cliente.Test di valutazione funzionale: i nuo-vi FIX metabolici.Controindicazioni e limiti dell’attivitàfisica in presenza di patologie metabo-liche e da sedentarismo: protocolli diintervento in presenza di ipertensione,cardiologia, diabete, asma.Strategie di marketingProposte pratiche per mettere sul mer-cato il servizio di personal training.Strumenti di fitness marketing di base,passaparola organizzati, analisi delmercato, ricerca della clientela, comu-nicazione e rapporto cliente-trainer, ca-pacità di autopromozione.Aspetti fiscali e legaliIl libero professionista, apertura dellapartita IVA, tenuta dei libri contabili, pa-gamento delle tasse. Responsabi-litàprofessionale e legale, responsabilitàdel cliente e del centro fitness, comestendere un contratto, assicurazione.

Durata del corsoIl corso è articolato in 6 incontri di unagiornata ciascuno, con lezioni teorichee pratiche, ragruppati in tre fine setti-mana, a partire da sabato 22 otto-bre. E' necessario frequentare almenol'85% delle lezioni per poter accedereagli esami di fine corso per la qualificadi Personal trainer. Orari- inizio lezioni ore 10- break di dieci minuti ore 11,30- pausa pranzo di 30 minuti ore 13- fine lezione ore 17.Dove: Milano, Sala De Amicis Via DeAmicis, 17 .Via de Amicis 17 è in zona centrale a600 m. da piazza del Duomo. Si consi-glia di venire con i mezzi pubblici, even-tualmente parcheggiando l'auto pres-so una fermata qualsiasi del metro.linea metro 2 verde : fermata Sant'Am-brogio.Esami: quiz a risposta multipla e di-scussione della tesi. La prova scritta(quiz) prevede 50 domande a rispostamultipla. Superata la prima fase deiquiz, si accede alla seconda fase che èprettamente orale. Solo dopo aver su-perato le due fasi dell'esame viene rila-sciato il diploma di Personal Trainercon una valutazione in centesimi.

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PERSONAL TRAINERPERSONAL TRAINER

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Se esistesse una specialeclassifica sui muscoli piùtrattati in un qualsiasi cen-tro fitness, il gluteo ricopri-

rebbe almeno uno dei primi tre po-sti. Tralasciando le motivazioni dicarattere psicologico e sociale percui questi muscoli sono diventati unmust all’interno delle tabelle di alle-namento, e non solo delle donne,concentriamoci sull’anatomia, pre-messa senza la quale ogni spiega-zione di carattere biomeccanico efisiologico perderebbe valore.

ANATOMIALa zona glutea è composta da tremuscoli differenti, anche se superfi-cialmente è visibile solo il grandegluteo che origina da: linea glu-tea posteriore dell’ileo, sacro,coccige, legamento sacrotube-roso e aponeurosi del sacrospi-nale. L’inserzione è collocata inprossimità della fascia lata e dellatuberosità glutea del femore; l’azio-ne è quella di estendere ed extra-ruotare la coscia. Può intervenirenell’abduzione con le sue fibre su-periori e nell’adduzione con quelleinferiori.Il medio gluteo origina dalla fac-cia esterna dell’ileo e si inseriscelateralmente al livello del grantrocantere; la sua azione è quelladi abdurre, flettere e intraruotarel’anca.Il piccolo gluteo, infine, originadalla faccia esterna dell’ileo edalla grande incisura ischiatica e

focus: glutei

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di Fabio Pizzuti

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Essendo il gluteo un muscolocomposto prevalentemente dafibre rosse, ritengo che non sianonecessarie numerose serie con ele-vate ripetizioni, ma al contrario siafondamentale concentrarsi sul-l’intensità di carico degli esercizi;anche lo stretching ricopre chiara-mente un‘importanza fondamenta-le, non sempre però aiuta ad acqui-stare la tanto desiderata forma amandolino. Agli appassionati poiconsiglierei di non dimenticare lalegge di Weber-Fick secondo laquale è possibile lavorare un mu-scolo in contrazione completa main parziale allungamento: il ventremuscolare in questo caso rimarràsempre leggermente accorciato eci aiuterà a donare al gluteo unaforma tondeggiante.Vorrei invitare gli operatori del set-tore a combattere la disinformazio-ne a riguardo: troppo spesso sipropongono tabelle di allenamentocon numerosi esercizi per i glutei,volti a soddisfare quella credenzaper cui più esercizi si fanno per unmuscolo, più se ne trae beneficio,trascurando invece i delicati equili-bri tra agonisti e antagonisti. Il cor-po umano è una macchina perfettae delicata, ogni squilibrio che sicrea si riflette poi sulla macchinastessa.

namento esercizi poliarticolari chevadano a sollecitare questi musco-li. L’esercizio con maggior potereallenante è in assoluto lo squatcon sovraccarico anche se, aonor del vero, è importante sottoli-neare che presenta notevoli difficol-tà di esecuzione e un rischio artico-lare, soprattutto sulla colonna, piut-tosto elevato. Occorrerà dunquecentellinare gli utenti ai quali consi-gliare questo esercizio. Una validaalternativa potrebbe essere losquat a corpo libero o gli affondialternati in avanti, facendo atten-zione a eventuali patologie a caricodi ginocchia e caviglie. Per i neofiti,invece, l’industria del fitness haprodotto una serie di macchineisotoniche quali leg press, glu-teus machine, abductor machineper lavorare questi distretti mu-scolari in sicurezza, riducendo alminimo le possibilità d’infortunio.Alcune ricerche in materia hannoperò dimostrato una validità mag-giore degli esercizi a corpo libe-ro, proprio per il numero di fibresollecitate e perché comprendo-no stimoli relativi alla coordina-zione inter e intramuscolare epropriocettivi; essendo esercizipiù complessi comprenderannoanche rischi maggiori a carico dellearticolazioni.

si inserisce anteriormente sulgran trocantere; la sua azione èla medesima del medio gluteo.

BIOMECCANICAA livello biomeccanico il gluteo sipuò definire come un muscoloestensore ed extrarotatore del-l’anca, anche se il medio e il picco-lo gluteo, con alcuni loro fasci mu-scolari, sono anche flessori e intra-rotatori. Risulta pertanto evidenteche questo muscolo svolge un’im-portante azione dinamica nelladeambulazione, soprattutto in sa-lita, alla quale però è da aggiungereun fondamentale ruolo statico nellastabilizzazione del bacino.

ALLENAMENTOQuali sono gli esercizi migliori perallenare questo importante gruppomuscolare? Teniamo presente in-nanzitutto che si tratta di uno deigruppi più forti di tutto l’appara-to locomotore. Altra premessa im-portante è che isolare questo mu-scolo dalle sinergie delle catenecinetiche è praticamente impos-sibile. Il gluteo, infatti, appartienealla cosiddetta catena estensoriaantigravitaria, della quale fannoparte anche il quadricipite femoralee il tricipite della sura. Possiamodunque inserire nella tabella di alle-

focus: glutei

1. Grande gluteo 2. Medio gluteo 3. Piccolo gluteo

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la parte assiale (tronco) e la parteappendicolare (arti inferiori) delcorpo; si articola, infatti, con il tron-co e con gli arti inferiori. Le articola-zioni che lo connettono al troncosono l’articolazione sacro-vertebra-le, formata nel suo complesso dallabase del sacro con il corpo dellaquinta vertebra lombare e le due ar-trodie tra delle apofisi articolari. Leforze gravitazionali dovute al pesodel corpo ed eventualmente a cari-chi esterni sono ammortizzate daldisco intervertebrale lombosacrale.L’articolazione che connette il baci-no con l’arto inferiore è l’articolazio-ne coxo-femorale, che unisce il fe-more al bacino, è un’enartrosi tipicanella quale sono possibili movimen-ti su infiniti assi. In questa articola-zione i due capi articolari, la cavitàcotiloidea, di forma sferica e la testafemorale, rotonda e liscia, sono av-volti da una capsula articolare rinfor-zata da tre legamenti, che, parten-do dal contorno cotiloideo, scendo-no anteriormente e posteriormentesul femore. All’interno della cavitàarticolare c’è il legamento rotondo,

le dimensioni del cranio diventandoin proporzione massima, rispetto afemmine di altre specie animali. Ilbacino è formato dall’osso sacro,dal coccige e dalle due ossa ilia-che (o osso dell’anca). L’osso iliacoa sua volta è formato da: ischio, ileoe pube, tre parti che, in fase pube-rale, si salderanno tra loro con verti-ce in corrispondenza della fossadell’acetabolo, sede articolare del-l’anca. Formato da ossa piatte, ilbacino, può essere consideratocome l’anello di congiunzione tra

Iglutei hanno sempre rappresen-tato un segno distintivo di bellez-za e simbolo di sensualità. Oggitrionfano sulle copertine e nelle

pubblicità, dove reclamizzano ditutto, dalle caramelle ai modelli diauto. I glutei sono notati e apprez-zati, ma è necessario averne cura emantenerli alti e tonici non solo aventi anni, ma anche a trenta e negli“anta”; anche perché svolgono unruolo posturale importante.

EVOLUZIONE DEL BACINOLa forma del bacino, durantel’evoluzione, si è adattata al bipe-dismo per permettere un’agileazione deambulatoria degli artiinferiori. Confrontato con quellodelle scimmie antropomorfe, il baci-no dell’uomo si presenta notevol-mente più corto e più largo, congrandi muscoli glutei, necessari almantenimento della stazione erettae agli spostamenti. Nella donnal’ampiezza della cavità pelvica, at-traverso la quale dovrà passare il fe-to al momento della nascita, si èadattata nel tempo all’aumento del-

NNoonn ssoolloo eesstteettiiccaaggllutei

focus: glutei

di Roberto Tarullo [email protected]

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che congiunge la testa del femorecon il fondo della cavità cotiloidea;esso è anche il legamento più fortedi tutto l’apparato scheletrico.

MORFOLOGIA DEI GLUTEIFra tutte le parti dello scheletro, ilbacino è quello che presenta lepiù spiccate differenze sessuali.Quello maschile è più massiccio diquello femminile; nella donna è piùlargo e più basso se confrontato aquello dell’uomo e le ossa che locompongono sono conformate inmodo diverso per permettere even-tuali gravidanze. Dal punto di vistaestetico, la zona glutea va dallacresta iliaca posteriore alla piegasottoglutea, quando questa èevidente. La morfologia esterna deiglutei si presenta in forma conves-sa, con un avvallamento laterale al-l’altezza del gran trocantere eviden-te soprattutto negli uomini; nelledonne tale avvallamento è moltomeno marcato perché colmato datessuto adiposo. Questa maggiorequantità di grasso non deve peròpreoccupare perché nella donna è

focus: glutei

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NNoonn ssoolloo eesstteettiiccaa

fisiologica, anzi un moderato panni-colo adiposo in questa zona è sicu-ramente emblema di femminilità.Nella donna il volume complessivodelle natiche, per via delle differenzesopra esposte, è proporzionalmen-te maggiore rispetto all’uomo. Nellaparte mediale (al centro) a demarca-re le natiche è evidente la linea inter-glutea; nella parte inferiore moltospesso sono presenti le pieghe sot-toglutee, con decorso orizzontale,più profonde nella parte interna del-le cosce. La presenza di queste pie-ghe è in relazione al grasso di depo-sito, che si accumula in una speciedi tasca formata dalla pelle, la qualeper via di un setto fibroso, è attac-cata alla tuberosità ischiatica. Con ilpassare degli anni e con la poca at-tività fisica, la zona glutea, sul pianofunzionale e morfologico, evidenziadei punti deboli.

EQUILIBRIO DEL BACINOI glutei sono muscoli che oltre ainfluenzare l’aspetto svolgonoanche un’importante azione disostegno, con ripercussioni sul-

l’assetto posturale, vale a dire suquello che può essere definitouno stato d’equilibrio permanen-te, che regola la disposizione deisegmenti corporei in relazione al-la forza di gravità, all’ambiente,alle caratteristiche fisiche e psi-cologiche, dovuto a meccanismidi feedfarward e feedback. Aquesto proposito un corretto tonoe quindi funzionamento dei mu-scoli glutei, visti come muscoliestensori dell’anca, sarà di fon-damentale importanza perchépermetterà al bacino di mantene-re una posizione neutra, impe-dendo dannose cadute in antiver-sione (rotazione in avanti del bacino)e retroversione (rotazione all’indietrodel bacino).Nel caso in cui il bacino si discostidalla sua posizione d’equilibrioideale, il programma d’allenamentodovrà necessariamente prevederele seguenti fasi:- presa di coscienza del tipo e delgrado di disequilibrio;- mobilizzazione articolare;- riequilibrio muscolo tendineo.

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RIDUZIONE DELLA MASSAMUSCOLAREIl processo d’invecchiamento, lapoca attività fisica e a volte dietedrastiche e poco equilibrate porta-no a un “appiattimento” dei glutei(riduzione della convessità posterio-re sul piano sagittale) per riassorbi-mento del tessuto muscolare.Parallelamente a questi cambia-menti morfologici e fisiologici, a livel-lo nervoso si verifica una diminuzio-ne della velocità dell’impulso nervo-so, con diminuzione della rapidità edella potenza, fenomeno che si ri-collega anche alla diminuzione dellefibre bianche. Queste variazioni de-vono essere, per quanto possibile,compensate con esercizio fisico.Un programma d’allenamento ade-guato per ritardare e attenuare lacomparsa di questi fenomeni devepromuovere la sintesi proteica.Praticamente ci si può riferire ai me-todi tipici per lo sviluppo della mas-sa e della forza con esercizi cheinizialmente prevedano un nume-ro medio alto di ripetizioni e unrecupero completo tra le serie.

AUMENTO DEL TESSUTO ADI-POSOLo spessore e la distribuzione delpannicolo sono soggetti a variazioniin rapporto al sesso (nella donna ègeneralmente più spesso che nel-l’uomo con il risultato di forme piùrotonde e muscoli più nascosti), allalipofilia locale del tessuto sottocuta-

focus: glutei

neo, alla vascolarizzazione della zo-na, all’esercizio muscolare, all’azio-ne regolatrice del sistema neurove-getativo e alla quantità di glicogenocontenuta nei muscoli sottostanti (ilgrasso di riserva predilige sedi dovei muscoli sono ricchi di glicogeno,questa predilezione da parte deltessuto adiposo è una forma di au-totutela in quanto, maggiore è laquantità di glicogeno contenuta nelmuscolo e minori saranno le proba-bilità di essere consumato a scopoenergetico). Per quanto riguarda lenatiche, soprattutto nelle donne, incerti casi e in particolari situazioni, sipossono formare degli ammassi ve-ri e propri che andrebbero intercet-tati prima possibile con programmispecifici per impedire che la situa-zione precipiti in stati difficilmentetrattabili. In questi casi un buon al-lenamento è rappresentato daesercizi aerobici alternati al me-todo delle serie giganti, dove inmaniera sistematica sono ese-guite in successione serie diesercizi diversi, tutti però rivoltialla stessa area muscolare, aven-do cura di ridurre gradualmente itempi delle pause di riposo. Conle serie giganti quando gli esercizi, icarichi, i recuperi e il ritmo d’esecu-zione sono scelti sapientemente, alivello muscolare si ottiene una buo-na saturazione, cioè un forte afflus-so di sangue, ma si evita la conge-stione muscolare; questo perché,essendo gli esercizi uno diverso dal-l’altro, ogni serie chiama in causa un

gruppo differente di fibre muscolari,evitando in parte di coinvolgerequelle sollecitate nel movimentoprecedente. Questa metodica,quindi, consente una forte vasodila-tazione locale con un aumento dicapacità d’azione delle catecolami-ne e un aumento della temperaturalocale, variazioni che sicuramentehanno un ruolo nella riduzione dellospessore del grasso dei glutei.

FORMAZIONE DELLA CELLU-LITEStatistiche alla mano, la cellulite,che ha nei glutei una delle zone pre-dilette, è uno dei maggiori problemiestetici, ma anche funzionali, delledonne, se non altro perché è moltofrequente e uno dei più difficili dafronteggiare, ma anche perché glistrumenti per combatterla sono esi-gui e faticosi. La cellulite non è unfenomeno immediato: la sua com-parsa richiede tempo e le sue primemanifestazioni possono cominciarea comparire f in dalla pubertà.Contro la cellulite, qualunque sia iltipo di intervento necessario, per ri-trovare funzionalità e ottenere mi-glioramenti estetici, un allenamentomirato dovrà sempre essere alla ba-se di tutto il trattamento: esercizi re-spiratori, esercizi per potenziare iltrofismo muscolare delle zone inte-ressate ed esercizi per migliorare lacapillarizzazione rappresentano lebasi di questo lavoro. La respirazio-ne è un atto fondamentale per la sa-lute dell’uomo, perciò deve essere

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educata attraverso esercizi per lapresa di coscienza della respirazio-ne stessa. Una corretta respirazioneprocura notevoli benefici, tra cuiquello di stimolare la circolazionelinfatica. Per ridare tono e rimo-dellare quelle zone in cui la cellu-lite ha avuto il sopravvento sa-ranno fondamentali esercizi la cuibiodinamica consenta una preci-sa localizzazione nelle zone inte-ressate: isolare i muscoli conesercizi mirati rappresenta un’ot-tima strategia. La routine è abba-stanza flessibile e le scelte, l’ordinee la frequenza andranno definite inmodo personalizzato; i carichi de-vono essere adeguati, mai eccessi-vamente pesanti, con pause di re-cupero limitate e ripetizioni compre-se tra le 10 e le 18, effettuate in per-fetto stile. Affinché la circolazionecapillare possa essere sviluppatain maniera ideale per combatterela cellulite, è opportuno che glistimoli siano variati di frequente ei carichi non siano eccessivi. Se siutilizzano macchinari da cardiofit-ness o si eseguono altre attività ae-robiche, il ritmo deve garantire ilperfetto equilibrio tra ossigeno as-sunto e ossigeno consumato, sen-za incorrere nella produzione di lat-tati; non devono cioè essere ese-guiti esercizi che per intensità e du-rata producono acido lattico, inquanto inibiscono i meccanismi diutilizzo dei grassi. Come suggeri-mento ci limitiamo a dire che eserci-zi isometrici, esercizi con forti ten-sioni muscolari o esercizi che co-munque durante l’esecuzione sianocausa di blocco circolatorio (osta-colano la circolazione) non devonoessere eseguiti.

ALLENAMENTO PER I GLUTEIUn programma di allenamentoadeguato per glutei tonici deveessere continuo e vario: più variasarà la stimolazione dei diversifasci muscolari, più agevole saràil raggiungimento dell’obiettivo.Quando i glutei vanno incontro a un“appiattimento” (riduzione dellaconvessità posteriore sul piano sa-gittale delle natiche) l’allenamento

focus: glutei

dovrebbe far riferimento ai metoditipici per la massa muscolare e perla forza, con esercizi isotonici cheinizialmente prevedano un nume-ro medio alto di ripetizioni e unrecupero completo tra le serie. Incaso di aumento del grasso sotto-cutaneo sono consigliati eserciziaerobici eseguiti in acqua, in am-biente naturale e in palestra, nel-lo spazio dedicato al cardiofit-ness. Tra le attività acquatiche, oltreal nuoto espresso nei vari stili, van-no bene tutte le altre attività di mo-derna concezione. In ambiente na-turale la corsa è l'esercizio più diffu-so (da non dimenticare comunqueciclismo, sci di fondo, trekking, pat-tinaggio, passeggiate in mountainbike ecc.): eseguita tre volte la setti-mana per almeno 30 minuti portanel giro di un anno a bruciare circa 7kg di grasso.In palestra ottimo è il cardiofitness esi possono utilizzare:- stepper, macchina in grado di si-mulare il movimento di salita di scali-ni, molto utile per coloro che voglio-no concentrare il lavoro sui glutei;- tapis roulant (nastro trasportato-re), strumento che consente il massi-mo consumo d'ossigeno, molto effi-cace per ridurre il pannicolo adiposo;- vogatore, oltre a bruciare un grannumero di calorie è una macchinache sollecita tutti i muscoli della ca-tena cinetica posteriore, gluteicompresi;- bike, consente di allenarsi conbassi carichi articolari, poiché il pe-

so della parte superiore del corpo èscaricato sulla sella;- ellittiche, sono macchine chepresentano il vantaggio di ridurre ilcarico articolare e di produrre un ef-ficace effetto pompa con effetti po-sitivi su circolazione e drenaggio.Un buon programma d'allenamentoper il tono muscolare e per metabo-lizzare i grassi dovrà pertanto com-binare sia esercizi di cardiofitness,perché bruciano calorie durantel'esercizio stesso, sia esercizi iso-tonici, poiché questi ultimi indu-cono l’organismo ad aumentarela spesa energetica nelle ore suc-cessive all'allenamento. Eserciziaerobici ed esercizi di potenzia-mento opportunamente combi-nati, in base alle condizioni e allecaratteristiche individuali, rappre-sentano uno dei sistemi miglioriper ottenere dei cambiamenti del-la composizione corporea.L'abbinamento di queste due cate-gorie di esercizi prende il nome diCircuit Training, dove gli esercizidovranno essere eseguiti nell'ordinepredisposto con pause brevi tra unesercizio a l'altro. Inizialmente, nellestazioni di potenziamento sarannosufficienti 3 serie da 10/12 ripetizio-ni, mentre complessivamente tutto illavoro aerobico non dovrebbe esse-re inferiore ai 20 minuti. Per migliora-re il risultato, qualunque sia il pro-gramma di allenamento prescelto, èbene eseguire sempre qualcheesercizio di stretching diretto all’areamuscolare in questione.

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zione muscolare significativa-mente superiore sia alla leg pressorizzontale che a quella verticale,non genera una maggiore attiva-zione del grande gluteo rispettoagli altri esercizi. Le estensionidell'anca in quadrupedia, stepupe affondi sono molto più efficacinell’attivazione del medio gluteorispetto allo squat, mentre la legpress (orizzontale e verticale) è lameno efficace. Tendenzialmente,per i muscoli posteriori della coscia,gli esercizi a corpo libero, come leestensioni in quadrupedia, step-upe affondi hanno fatto registrareun’attività EMG molto più rilevanterispetto allo squat, e ancor più ri-spetto alla leg press, sia orizzontale

Gli esercizi migliori per la tonificazione dei glutei

Alcuni ricercatori dell'Università delWisconsin, guidati da John Porcari,Ph.D., e Blake Ristvedt, M.A., incollaborazione con l'AmericanCouncil on Exercise, hanno analiz-zato, tramite elettromiografia (EMG),la misura di attivazione muscolare diotto esercizi comuni per i muscoliglutei. Lo studio ha coinvolto 6 uo-mini e 6 donne di età compresa fra i18 e 25 anni, che svolgevano rego-lare attività fisica e in possesso diun’ottima tecnica di esecuzione de-gli esercizi analizzati. I risultati, insintesi, hanno evidenziato che losquat, anche se genera un’attiva-

con link di approfondimento

focus: glutei

Notizie scientifiche dal mondoa cura della redazione

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che verticale.Questa la classifica:1. estensioni dell’anca in quadru-pedia2. affondi3. step up4. squat5. four-way estensioni hip6. one-legged squat.Secondo i ricercatori non c'è nes-sun chiaro vincitore, ma questostudio ha confermato come losquat tradizionale non sia l’eserci-zio di eccellenza per lo sviluppo deiglutei, che possono efficacementeessere allenati con le altre tipologiedi esercizio."L'estensione dell'anca in qua-drupedia è quella che mi ha sor-preso di più guardando i livelli diEMG raggiunti senza utilizzare al-cun peso aggiuntivo” ha dichiara-to John Porcari. “Penso che se siutilizzassero i pesi alle caviglie,questo esercizio risulterebbe an-cora più efficace, tanto da poter-lo indicare come il migliore, intermini di efficacia, per la musco-latura glutea”. Allo stesso modo,anche lo squat potrebbe risultarepotenzialmente migliore di quantoquesto studio non suggerisca, peril fatto che l'esecuzione nei test li-mitava il piegamento ai 90° (cosceparallele a terra), senza spingere ilmovimento oltre, per garantire lasicurezza delle ginocchia. I dati re-lativi alla minore attivazione fornitadalla leg press (orizzontale e verti-cale) non hanno sorpreso i ricerca-tori, dal momento che tali attrezza-ture non necessitano di equilibrio odi sostenere il peso corporeo. Maproprio per questo i ricercatori nehanno sottolineato il valore, soprat-tutto per i principianti o per chi haproblemi di stabilità e di controllodel movimento. Quindi, ricapitolando, tutti gli eser-cizi presi in esame possono es-sere utilizzati per variare il wor-kout o per allenarsi anche in pre-senza di alcune limitazioni. Non sipuò andare in palestra? Gli esercizia corpo libero sono perfetti. Ci sono

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problemi di schiena? Meglio lavora-re in scarico, con gli esercizi in qua-drupedia. Di seguito alcuni eserciziproposti.

STRETCH. Prima di eseguire gliesercizi di tonificazione si consigliadi assicurarsi che i flessori dell'ancasiano rilassati, eseguendo esercizidi stretching, in particolar modo peril potente muscolo psoas. Stretch Psoas: dalla posizione diaffondo in avanti, portare il ginoc-chio a terra, alzando le braccia e lemani sopra la testa. Spingere il ba-cino in avanti e in basso verso il pa-vimento fino a sentire una linea con-tinua in allungamento: busto, fian-chi, inguine e coscia. Tenere la posi-zione per circa 20/30 secondi, rila-sciare e ripetere per l'altra gamba.

IL PONTE. Posizione supina, con lemani lungo i fianchi, le ginocchiapiegate ei piedi appoggiati sul pavi-mento; stringere i muscoli addomi-nali e glutei e sollevare il bacino finoa creare una linea retta dalle ginoc-chia alle spalle. Cercare di tirarel’ombelico indietro verso la colonnavertebrale; tenere per 20/30 secon-di. Assicurarsi di contrarre i glutei enon i muscoli posteriori della coscia,che devono restare rilassati.

ESTENSIONE DELL'ANCA INQUADRUPEDIA. In quadrupedia,addominali contratti per stabilizzarela colonna vertebrale; contrarre ilgluteo sinistro e lentamente solleva-re la gamba sinistra mantenendouna flessione di 90 gradi al ginoc-chio; la coscia sinistra dovrebbe es-sere quasi paral lela al suolo.Abbassare lentamente alla posizio-ne iniziale e ripetete 10 volte per la-to. Per aumentare l'intensità di que-sto esercizio, si può aggiungere unpeso alla caviglia.

LEG BRIDGE. Posizione supina,con le ginocchia piegate e i piedi inappoggio a terra; contrarre addomi-nali e glutei e sollevare lentamente ilbacino fino a creare una linea rettadal ginocchio f ino al le spalle.Lentamente, sollevare ed estendere

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una gamba, mantenendo il bacinosollevato. Tenere la posizione per 10secondi e ripetere con la gambaopposta. I più allenati possono te-nere la posizione più a lungo o effet-tuare 10 ripetizioni di salita e disce-sa su ogni lato prima di cambiare.Questi primi tre esercizi sono indica-ti in modo specifico per l’attivazio-ne del grande gluteo; nel prossi-mo, invece, l’obiettivo è il gluteomedio, che lavora in abduzione erotazione.

CLAM. Posizione di partenza in de-cubito laterale, le ginocchia e ancheflesse a 30 gradi. Mantenendo piedie pelvi a contatto con il pavimento,aprire le ginocchia contraendo me-dio gluteo, con un movimento mol-to lento, piccolo e mirato. Ripeterelentamente 10/15 volte per lato.

SQUAT A UNA GAMBA EREACH. Questo esercizio isola ilgluteo e migliora l'equilibrio, la forzadella caviglia, la propriocezione e lastabilizzazione del tronco. Esecuzione. Posizionare un ogget-to sul pavimento, a circa 2-3 metridi fronte e a sinistra del piede sini-stro. Dalla stazione eretta, in equili-brio sul piede sinistro, alzare il piededestro da terra; lentamente piegareil ginocchio sinistro e abbassare ilbusto fino a raggiungere con la ma-no destra l'oggetto a terra.Mantenere l'equilibrio, estendendoleggermente la gamba destra; il gi-nocchio sinistro è in linea sopra ilpiede corrispondente. Ritornare alla

posizione di partenza. Mantenereun movimento lento e controllatodurante tutto l'esercizio e ripetere 5-10 volte per gamba. Poiché scarpeoffrono supporto maggiore, è possi-bile aumentare la difficoltà di questoesercizio eseguendolo a piedi nudi;in tal modo saranno attivati anche ipiccoli muscoli del piede e della ca-viglia, che stabilizzano e mantengo-no l'equilibrio.

Best Butt Exercises (Glutes)ACE study ranks the best and worstbutt exercises. By Elizabeth QuinnUpdated June 04, 2010About.com Health's Disease andCondition content is reviewed bythe Medical Review Board

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spesso tenuti in scarsa considera-zione quali le condizioni ambientali equelle del terreno di gioco, gli squili-bri muscolari del singolo giocatore,lo scarso livello o l’eccessivo caricoallenante, l’incompleto recupero daprecedenti infortuni, un riscalda-mento insufficiente, ma anche le ca-ratteristiche fisiche predisponenti,che conducono a processi motorisfavorevoli. Si consideri che il con-tatto diretto non è la prima causa disospensione dell’attività, in quantola maggior parte delle lesioni av-viene senza scontro fisico. Il con-tinuo ripetersi di una funzione moto-ria crea adattamenti che inducono aun miglioramento della prestazioneagonistica, ma anche a compensiche, a lungo termine, possono favo-rire l’insorgenza di infortuni. La sedeanatomica maggiormente colpitada traumi è ovviamente l’arto infe-riore nel suo complesso dato chetutti i tessuti coinvolti, osseo, cartila-gineo, tendineo, legamentoso emuscolare possono essere vittimedel sovraccarico funzionale tipicodel calcio moderno. I recenti pro-grammi di preparazione fisica di-mostrano come il perseguire uncriterio preventivo possa ridurrele probabilità di essere oggettodei classici infortuni muscoloscheletrici.Come e cosa fare per essere unpasso avanti? Innanzitutto è impor-tante valutare cosa potrebbe essereincisivo e predisponente, dopodi-ché è necessario sviluppare e met-tere in pratica un costante program-ma “scudo”, che rispetti le caratteri-stiche della progressività, della sog-gettività e della diversificazione deglistimoli. Ideale, ma difficilmente pra-

L’apparato locomotore delcalciatore agonista è sotto-posto a un insieme di stimolineuromuscolari e contatti fi-

sici che possono condurre a infortu-ni, soprattutto in virtù dell’aumentodella rapidità di esecuzione dei gestispecifici di questi ultimi anni. I movi-menti eseguiti sempre più inten-samente e rapidamente e gli in-sulti e le sollecitazioni proprie diquesta disciplina, predispongo-no l’atleta a varie affezioni, dalledistorsioni (tibio-tarsica e ginocchiole articolazioni più colpite), alle lesio-ni muscolo-tendinee, alle fratture.Gli scatti, i balzi, i cambi di direzio-ne, le accelerazioni e le decelerazio-ni, i dribbling e gli arresti improvvisidevono essere garantiti anche instato di affaticamento, quando lecaratteristiche biomeccaniche delmovimento si alterano mettendo adura prova l’atleta. È indispensabi-le creare uno stimolo allenanteche non si limiti a ricreare il gestotecnico, ma che sviluppi un’auto-matica risoluzione dei problemilegati alle variabili di uno sport disituazione. L’infortunio, con relativatemporanea sospensione dell’attivi-tà, non deriva unicamente da traumidiretti, ma soprattutto da fattori

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mmooddeerrnnoo::CCaallcciioo

alleniamoci a preveniredi Alessandro Palazzolo [email protected]

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menti concentrato localmente, gra-zie al reclutamento selettivo delle fi-bre rosse e l’abbassamento gra-duale della temperatura muscolare,riducendo tempi di recupero eDOMS (Delayed Onset MuscleSoreness - dolore muscolare tardi-vo), sicuramente superiori nel casola temperatura regredisse veloce-mente. I bruschi arresti dell’attivitàfisica non permettono un morbidopassaggio alla fase di riposo e al-l’ottimale ripristino della piena capa-cità operativa. Il carico allenante èfondamentale ma, per far sì chel’organismo lo metabolizzi, si de-ve concedere un adeguato ripo-so che lo porti a un adattamentocon appropriate “riparazioni” tes-sutali. La mancanza di una fase de-faticante e di un ottimale equilibriotra allenamento e recupero può es-sere causa di sovrallenamento eparziale ripristino della capacità pre-stativa con conseguenti infortuni.

PROPRIOCEZIONE E STABI-LIZZAZIONE RIFLESSALa propriocezione è la capacitàdel nostro insieme di trasmettereil senso della posizione, analizza-re l’informazione e reagire allostimolo con un movimento ap-propriato (Houglum, 2001).L’importanza di questa abilità è datadalla possibilità di percepire la posi-zione del nostro corpo nello spazio,stimolando quelle funzioni che ga-rantiscono un preciso assetto po-sturale, anche senza il supportodella vista. È fondamentale nelcomplesso meccanismo del con-trollo del movimento e vive sul co-stante scambio di informazioni traspecifici recettori e il sistema nervo-so, con la finalità di rispettare equili-brio, comfort, risparmio energeticoe non dolore. Nel caso specificodel calcio, l’obiettivo primarionon è tanto rivestito dal manteni-mento costante dell’equilibrio,quanto dalla velocità di ripristinodello stesso dopo averlo perso.Si deve cercare di stimolare il con-trollo posturale, soprattutto in fa-se dinamica, quando le condizionidi disequilibrio sono impreviste e

ticabile a molti livelli, sarebbe lamassima personalizzazione dellavoro fisico preparatorio: con uninvestimento minimo di temposarebbe possibile ottenere effettinotevoli.

RISCALDAMENTOPrecedere qualsiasi attività (allena-mento o gara) con una fase di warmup predispone l’organismo alla pre-stazione, sia in termini di perfor-mance che di prevenzione agli infor-tuni. La temperatura dei muscoliaumenta, permettendo maggiorelasticità a livello muscolo-tendineoe riduzione dell’insorgenza di dannistrutturali; la velocità di conduzio-ne dello stimolo nervoso è supe-riore, garantendo rapidità e qualitàdella contrazione muscolare e deltempo di reazione; il liquido sino-viale prodotto in quantità mag-giore dona un ottimale effetto am-mortizzante, mentre a una riduzionedella viscosità muscolare consegueun miglioramento della mobilità arti-colare e della flessibilità muscolotendinea. La mancanza o il non cor-retto svolgimento del riscaldamentopuò facilmente condurre a una pre-stazione rischiosa e di bassa quali-tà. Un buon lavoro pre-gara o pre-allenamento deve prevedere inten-sità progressiva e fasi di lavoro ge-nerico e preventivo, che precedanoquelle di tipo specifico. Il riscalda-mento non è né una gara né un alle-namento e l’intensità deve esseresempre proporzionata al livello dipreparazione dell’atleta.

ALLENAMENTO E RECUPEROA seguito di un’intensa attività fisicaè fondamentale il cosiddetto defati-camento (o cool down). Caratteriz-zato da un basso livello di intensitàe una durata media di circa una de-cina di minuti, il principio secondocui lo si effettua è senza dubbio laminimizzazione dei tempi di recupe-ro abbinata all’innalzamento dellacapacità prestativa durante le sedu-te successive, con riduzione delleprobabilità di infortunio. Lo svolgi-mento di questa fase garantisceil riutilizzo dell’acido lattico, altri-

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improvvise a causa dell’insieme diforze cui è sottoposto l’apparato lo-comotore; il sistema motorio mani-festa equilibri dinamici con maggio-re stabilità a seconda della pratica edell’ambiente. L’allenamento dellapropriocettività offre molteplici van-taggi all’atleta: aumenta i livelli diforza reperendo un maggior nume-ro di fibre muscolari e migliorando latrasmissione neuromuscolare; otti-mizza la qualità del movimento,avendo a disposizione un superiorelivello di forza abbinato a un mag-gior controllo motorio; dona con-creta prevenzione delle recidive edegli infortuni, sensibilizzandol’immediatezza di risposta a situa-zioni di improvvisa instabilità.Il miglior allenamento per un corret-to controllo posturale dinamico sibasa indubbiamente sulle solleci-tazioni impreviste che stimolanouna stabilizzazione riflessa.Spesso le non corrette posture, conrelative conseguenze, nascono dacattive sensazioni propriocettive. Leesercitazioni in disequilibrio sonostate per lungo tempo considerateallenamento con finalità unicamenteriabilitative, mentre moderni studihanno dimostrato come la capaci-tà preventiva di questa tipologiadi esercizi sia non solo a caricodelle strutture precedentementeinfortunate a rischio recidiva, maanche a sostegno di quelle sane.L’allenamento propriocettivo è ingrado di donare la capacità di reagi-re anticipatamente a un eventotraumatizzante, che sia un contattocon l’avversario, un’improvvisa de-celerazione, il terreno scivoloso, unbuco o un atterraggio scoordinato aseguito di un colpo di testa. Cometutti gli stimoli allenanti, anche que-sto deve seguire il criterio della di-versificazione, creando sempre si-tuazioni nuove con conseguentiadattamenti che evitino situazioni distallo dei risultati ottenuti.

RACHIDE LOMBARE, LOWBACK PAIN E CORE TRAININGÈ di attualità lo sviluppo del lavoro acarico del cosiddetto “Core” (cen-tro) con finalità preventive, soprat-

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tutto a carico del tratto lombare delrachide. Il core è quell’insieme dimuscoli che rappresenta un veroe proprio cardine dell’equilibriofunzionale dell’apparato locomo-tore ed è costituito da retto del-l’addome, obliqui (interno edesterno), trasversi, quadrato deilombi, diaframma, multifidi, eret-tori spinali, gran dorsale e glutei.Nessuno di questi muscoli opera inisolamento in quanto tutti svolgonoun lavoro sinergico nella stabiliz-zazione del tronco, nel manteni-mento del centro di gravità e del-la stabilità necessaria al fine del-la corretta esecuzione di tutti imovimenti. Il principio da persegui-re è quello di sensibilizzare questazona oltre che rinforzarla, stimolan-do la reattività e la propriocezione. Ilpercorso di lavoro deve portare auna corretta esecuzione tecnica diun gesto atletico, conferendo stabi-lità durante la prestazione attraver-so una piena coscienza del proprio“centro”, della propria respirazionee del proprio movimento, garanten-do così una buona prevenzione euna performance ottimale.Un’elevata potenza a livello delleestremità comporta la richiesta dimaggior stabilità della zona cen-trale del corpo che, se non propor-zionata, può portare a infortuni. Ilcore è coinvolto non solo a livelloatletico, ma anche durante le piùbanali attività quotidiane quali solle-vare un peso o salire le scale. Nelcaso di un core non adeguatamen-

te forte e sensibile, la zona più sog-getta a rischio infortuni è senz’altroquella lombare del rachide, ma an-che funzionalmente abbiamo l’im-posizione di limiti legati al non otti-male trasferimento delle forze in di-rezione del gesto specifico della di-sciplina praticata.

SBILANCIAMENTI, DEBOLEZ-ZE MUSCOLARI E PUBALGIAUna delle variabili che possonocondurre a infortunio è senza dub-bio il disequilibrio muscolari. Uno tratutti, in ambito calcistico, è l’equili-brio fisiologico del bacino, spes-so viziato dalla debolezza deimuscoli addominali o dei musco-li ischio-peroneo-tibiali. Nel primocaso si ha un eccessivo accorcia-mento dei muscoli ileo psoas, rettofemorale (flessori della coscia sulbacino) e paravertebrali (estensoridella colonna), che si presentanocostantemente contratti a causadell’eccessiva antiversione del baci-no; il netto aumento della lordosilombare causa un’alterata distri-buzione dei carichi, con esposi-zione al rischio di patologie del ra-chide e da sovraccarico funzionalecome, per esempio, la pubalgia. Nelsecondo caso, siamo sempre inpresenza di rotazione anteriore delbacino e aumento della lordosi lom-bare. La maggiore tensione dellamuscolatura ischio-peroneo-tibialecomporta stanchezza precoce epredisposizione agli stiramenti delcompartimento posteriore della co-

scia. È consigliabile che il prepa-ratore fisico sviluppi un program-ma con esercizi di potenziamen-to, allungamento e riequilibriodelle masse muscolari responsa-bili del corretto assetto del baci-no. Addominali forti, oltre a tutela-re la colonna vertebrale aumentan-do la pressione intraddominale, in-tervengono nei salti, negli atterraggi,nel tiro, nei contrasti e in molti altrigesti caratteristici del calcio, in equi-librio funzionale con altri muscoli deltronco, agonisti e antagonisti. Il po-tenziamento della muscolaturaflessoria del ginocchio, nonchéestensoria della coscia, previene in-vece inconvenienti classici deglisport di corsa. Una delle più frequenti patologiecalcistiche causata da disequilibriomuscolare è la pubalgia. La defini-zione più corretta è sindrome ret-to-adduttoria (in passato denomi-nata anche inguino-cruralgia delcalciatore) in quanto funzionalmentesono coinvolti muscoli addominaliquali retti, obliqui e traverso, addut-tori brevi e lunghi e/o muscoli delbacino, pettineo, e piramidale.Inizialmente si concreta con dolorein sede pubica, che poi si irradialungo la faccia antero-mediale dellacoscia. Il dolore è evocato dallapressione locale e durante l’addu-zione contrastata. Le sollecitazionimuscolari scatenanti sono so-prattutto quelle esplosive, chestressano le strutture osteo-tendi-nee di tutta la regione pubica e alle-

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narsi o giocare in condizioni di affa-ticamento causa un deciso peggio-ramento della sintomatologia.Patologia da sovraccarico, le mani-festazioni dolorose tendono ad at-tenuarsi durante la prestazione perpoi acuirsi a riposo. Tra le varie faci-litazioni all’insorgenza da tenere insicura considerazione sono lo scar-so equilibrio tra i gruppi muscola-ri che si inseriscono sul pube (so-prattutto tra adduttori e addome), ladebolezza degli adduttori rispet-to ai muscoli della coscia e delbacino, l’iperlordosi e/o la rigiditàvertebrale del tratto lombare, ilsovrappeso e i terreni particolar-mente rigidi o con differente ade-renza, come quelli in erba sinteti-ca. A titolo preventivo in allenamen-to il solo stretching sviluppato attra-verso le classiche “posture” non èassolutamente sufficiente, in quantotende a limitare una sola delle con-cause che possono predisporre asindrome retto-adduttoria (la rigidi-tà). La mentalità dell’atleta dovreb-be essere indirizzata a un buon ap-proccio di lavoro di potenziamen-to dei muscoli addominali e diquelli ischio-peroneo-tibiali inabbinamento all’allungamentodella muscolatura posteriore deltratto lombare e ischiocrurale.Anche in questo caso la proprioce-zione riveste un ruolo di primariaimportanza, reclutando muscolistabilizzatori, inclusi quelli coinvoltinella sindrome in oggetto. Il lavorodi stretching deve essere dinami-co, indicato sempre a muscolatu-ra calda. È bene svolgere esercizidi potenziamento dei muscoli ad-duttori, nonché sviluppare un pro-gramma di lavoro sulla core stability.

ARBITRIQuando si parla di elevazione dellarapidità nello sviluppo di un gestotecnico non si pensa mai ai cambia-menti dell’approccio alla prepara-zione fisica anche delle figure ad-dette alla direzione di gara: arbitro eassistente. La necessità di sapervalutare il gioco in situazioni estre-mamente dinamiche e imprevedibi-li costringe il fisico, nel suo insie-

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me funzionale, a continue e rapi-de accelerazioni, decelerazioni,cambi di direzione e (soprattuttonel caso degli assistenti) alter-nanze continue di corsa in avantie corsa laterale. Gli effetti di unascarsa preparazione fisica portano

a precoce stanchezza, compro-mettendo notevolmente la qualitàdel gioco a causa di un arbitraggioprivo dei necessari tempi di reazio-ne, di lucidità e concentrazione, tut-te caratteristiche predisponenti a ri-schio infortuni. L’incidenza dei trau-mi non è particolarmente elevata alivello arbitrale, ma la presenza di si-tuazioni sempre differenti duranteuna competizione ne amplifica leprobabilità di insorgenza o conducealla possibilità che si presentino af-fezioni croniche da sovraccarico.L’impegno profuso anche dallaclasse arbitrale è fondamentale intermini di prevenzione o, in caso diinfortunio, di precocità di recuperodurante le fasi successive.

CONCLUSIONIÈ diffusa la consapevolezza che ilsegreto di un’ottimale preparazionefisica globale sia la prevenzione ap-plicabile al raggiungimento di un ec-celso controllo motorio. L’allenato-re dovrebbe essere in grado diconiugare e coordinare il suo la-voro con quello delle altre figure

professionali con il fine primariodi avere a disposizione soggettisani; il vero fondamento dellaprestazione di squadra è la salu-te di coloro che la compongono.Buon senso da parte del giocatoreè dimostrato dall’interruzione del-l’attività e dalle indicazioni date allostaff (terapista in primis, preparatorefisico e allenatore), segno di buonasensibilità generalmente sviluppatacon l’esperienza. Un atleta che go-de quotidianamente del suo benes-sere fisico è parte integrante di uncontesto vincente.

BIBLIOGRAFIAClinica ortopedica – Morlacchi e Mancini ed.PiccinL’allenamento ottimale – Jurgen Weineck ed.Calzetti e Mariucci L’allenamento fisico nel calcio – Ferretto Ferrettied. CorrereCore training per l'allenamento funzionale nelcalcio – C.Ferrante e A. Bollini ed. Calzetti eMariucci

ALESSANDRO PALAZZOLOMassofisioterapista,istruttore, personaltrainer ed esperto dipreparazione fisica CONI, ha unpassato di atleta agonista prima nelnuoto e poi nella pallacanestro.Attualmente lavora comemassofisioterapista e preparatoreatletico di squadre di calcio e societànatatorie nella provincia di Varese. Inparticolare, è preparatore atleticopersonale Paolo Villa (Nazionalemaggiore FIN, GS Esercito) epreparatore atletico personale di NicolòOssola (Nazionale maggiore FIN, GSGuardia Forestale). Docente al corsonazionale itinerante di altaspecializzazione nuoto di fondo inacque libere "La preparazione fisicanel nuoto di fondo", è titolare dellostudio professionale "Punto Salute -Recupero fisico e attività motorie" diGallarate (VA).

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LO SPORT COME TERAPIANELLA DISABILITÁPer affrontare nel migliore dei modil’argomento “sport e disabilità” e in-scindibilmente sport come terapia,mezzo di socializzazione e integra-zione o come pratica agonistica, ènecessario evidenziare sia il concet-to generale di persona, che deveessere anteposto a qualsiasi con-cetto e/o definizione, sia il concettospecifico di sport. È fuor di dubbioche i soggetti con disabilità, prati-canti una qualsiasi disciplina sporti-va, sono dei veri e propri atleti che sisperimentano e si allenano dura-mente per raggiungere gli obiettiviprefissati (manifestazioni, competi-zioni, limiti). La società di oggi è beninformata sugli effetti benefici e sa-lutari nella pratica di uno sport;quello che si conosce poco sono gliulteriori effetti benefici che la praticasportiva può apportare ai soggetticon disabilità. Le discipline motoriee sportive possono rappresentareper tutti un’opportunità di riuscita econquista, ma per il soggetto condisabilità fisica, e in particolare

per l’individuo con disabilitàmentale che si trova in difficoltàsul piano cognitivo e sul pianodell’astrazione del pensiero, essarappresenta un ambiente fonda-mentale per la rivalutazione per-sonale, poiché è direttamenteagganciata all’esperienza direttae tangibile della fisicità.È possibile affermare che lo sport insenso lato fornisce enormi stimoliallo sviluppo e all’arricchimento delbagaglio motorio personale, offren-do, nello stesso tempo, opportunitàdi divertimento e di relazioni inter-personali gratificanti. L’attività spor-tiva acquisisce un significato ancorapiù importante nei soggetti disabilipoiché, a differenza dei compagninormodotati, possono trovarvi ele-menti di valorizzazione persona-le, per l’accrescimento delle po-tenzialità individuali; elementi perl’acquisizione di nuove e diverseabilità e per l’integrazione in uncontesto sociale che non sempreil contesto quotidiano di apparte-nenza riesce a offrire loro.La pratica di discipline sportive deve

Nel XXI secolo è errato indi-care ancora con il terminedisabilità una patologia; ta-le termine indica piuttosto

una condizione che deve esserecontrollata per evitare una ridu-zione progressiva di abilità e che,se espressa all’interno del contestosociale in cui viviamo, risulta accen-tuata. Con il termine disabilità sipuò indicare l’esito di una malat-tia, di un trauma, di un disturbopsichico o di un incidente, manon va confuso con il concettostesso di malattia. Per chiarire: dueo più persone con la stessa malattiapossono avere diverse disabilità, co-sì come due o più persone con lamedesima disabilità non hanno ne-cessariamente la stessa malattia. LaCommissione Europea il 26 set-tembre del 2002 definisce la disa-bilità come un insieme di condi-zioni potenzialmente restrittivederivanti da un fallimento dellasocietà nel soddisfare i bisognidella persona stessa e nel con-sentirle di mettere a fuoco le pro-prie capacità.

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Sport e disabilitàSport e disabilità

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di Pietro Ciaccio [email protected]

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avere per i soggetti con disabilità, lafinalità primaria di vivere esperienzefisiche motorie, ma soprattutto pra-tiche, che lo aiutino a sviluppare e aconoscere le proprie potenzialità inun ambiente ricco e variabile di rela-zioni. L’incremento di potenzialità,di capacità e l’assunzione di nuoveabilità motorie e di nuove forme dimovimento sono importanti non so-lo dal punto di vista specifico, maanche come contributo alla co-struzione di una positiva immagi-ne di sé, assolvendo una funzio-ne fondamentale nello sviluppo enella crescita fisica e psicosocia-le dell’individuo.La pratica di un’attività sportiva,qualsiasi sia la finalità (ludico-ricre-atva-terapeutica-agonistica), costi-tuisce un ottimo deterrente per lediverse forme di degenerazioneprogressiva dovute alla carenza dimovimento a causa del deficit fun-zionale o della minorazione, ma so-prattutto a causa dell’impossibilitàdi praticare e di conoscere lo sportadatto alle proprie abilità.Diversi studi riguardanti la parteci-

pazione corretta ad attività sportiveda parte di soggetti con disabilità,hanno dimostrato che, nel corsodegli anni, questa favorisce molte-plici benefici in diverse aree disviluppo, proponendosi di rag-giungere obiettivi preventivi, te-rapeutici, socio-relazionali e psi-co-motori. Le finalità di una corret-ta pratica motoria/sportiva abbrac-ciano vari campi inseguendo singo-larmente o contemporaneamentepropositi necessari per una buonacondizione di vita. È d’obbligo sot-tolineare che la pratica sportiva de-ve essere seguita da professionistidel movimento, capaci di graduaree adattare lo sport all’individuo.

OBIETTIVIPreventivo: rafforzare muscolaturaspecifica di uno sport per evitaretraumi; prevenire patologie cardio-vascolari; evitare la sedentarietà perimpedire insorgenza di patologiemuscolo-scheletriche.Terapeutico: controllo e monito-raggio di patologie metaboliche; ri-duzione percentuale di rischio nella

formazione di trombi, ischemie delmiocardio (riduzione o stabilizzazio-ne della pressione sanguigna) e/oictus cerebrali.Cognitivo: rendere più duttile edelastico il pensiero, sviluppare ca-pacità di attenzione.Socio-relazionale: possibilità dicreare relazioni interpersonali signifi-cative; appartenenza a un gruppo;condivisione della fatica; allontanareil ripiegamento su se stessi.Psicomotorio: migliorare la perce-zione del proprio corpo nello spaziocircostante; sviluppare forme di co-municazione non verbale.

CENNI STORICI SULLO SPORTPER DISABILII soggetti con disabilità entrarono afar parte di programmi sportivi agliinizi degli anni quaranta grazie al-l’opera di Ludwig Guttmann; i pri-mi soggetti che parteciparono furo-no individui affetti da paralisi spinaletraumatica reduci della secondaguerra mondiale. Guttmann riconobbe l’importanzadella partecipazione attiva dei propri

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pazienti, nella prevenzione e nellaterapia delle affezioni satellite riu-scendo a trasformare i soggetti, daoggetti delle cure mediche a indivi-dui attivi del loro benesse-re. Nel giro di pochi anni,la terapia riabilitativa di-venne prima ricreativa-lu-dica, e successivamenteagonistica. L’iniziativa diGuttmann diede ottimi ri-sultati sui propri pazienti,tanto che nel 1948 nac-quero i primi Giochi insedia a rotelle per atletidisabili che individuarononello sport un “riequilibra-tore sociale” e uno stru-mento per ottenereun’accettazione di sé.Bisogna attendere sino al1960 per la nascita delle“Paraolimpiadi” e sino al1964 per la nascitadell’International SportOrganization for theDisabled (ISOD), che inseguito allargò la parteci-pazione sportiva anche asoggetti con patologie di-verse dalle lesioni midolla-ri. Gli anni ottanta segnaro-no la nascita di varie associazioniimpegnate a distinguere le diversetipologie di soggetti con disabilità (siricordano l’IBSA InternationalBlind Sport Association – Non ve-denti e Ipovedenti e il CP-ISRACerebral Palsy InternationalSport and RecreationAssociation – AssociazioneInternazionale sport e RicreazioneParalisi Cerebrale) che, unendosi,diedero vita al ComitatoParaolimpico Internazionale, peril coordinamento delle manifestazio-ni internazionali. Solo nel 1992 en-trarono a far parte della manifesta-zione paraolimpica atleti con disabi-lità intellettiva e relazionale.

CONCLUSIONI Si è in grado di affermare con cer-tezza che lo sport è un ottimo coa-diuvante nello sviluppo/manteni-mento di abilità motorie. La sua pra-

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tica permette sia di applicare ciòche si è appreso in altri contesti (so-ciale, manuale, mentale), sia di con-vogliare le conoscenze e i vissuti

motori; inoltre la pratica di uno sportpermette all’individuo di usare il cor-po nella sua globalità, aiutandolo aricercare strategie utili e necessarienella manifestazione integrale e libe-ra della propria corporeità durante edopo la pratica sportiva. L’attivitàsportiva riesce a intervenire su di-verse aree della persona disabile,tra cui l’area socio-educativa do-ve lo sport rappresenta, per il sog-getto disabile che lo pratica, la pos-sibilità di aumentare la propria auto-nomia, di ricevere stimoli per pro-durre atti volontari e finalizzati, ditrovare elementi di successo e valo-rizzazione personale (appartenenzaa un gruppo, condivisione della fati-ca, cooperazione). Nell’area cogni-tiva, la pratica sportiva consente dimigliorare la conoscenza del pro-prio corpo, dello spazio, del tempo,della regolazione della velocità. Perquanto concerne l’area fisica, la

pratica di un’attività sportiva attiva lapossibilità nel soggetto di rinforzareil sistema muscolo scheletrico, in-crementare le capacità coordinative

e condizionali,quali la forzam u s c o l a r e ,l’equilibrio, la co-ordinazione.La pratica di unosport, infine, rie-sce a intervenireanche sull’areapsichica di unindividuo, met-tendolo in condi-zione di raggiun-gere un buongrado di soddi-sfazione perso-nale e aumen-tando la consa-pevolezza nelleproprie capacità.

BIBLIOGRAFIA- Luca Michelini,Handicap e sportmedicina sportivaper atleti disabili,società editrice uni-verso Roma.- Luigi Bertini

(2005), attività sportive adattate, CalzettiMariucci editore.- Abstract convegno “Sport e Disabilita”,14giugno 2008, Siziano (Mi).- Salvatore Soresi (1998), Psicologiadell’Handicap e della riabilitazione, ilMulino.- Arrigoni C. (2008) Paralimpici, discipline,personaggi, Ed. Hoepli.- Michael E. Houston (2008), fondamenti dibiochimica dell’esercizio fisico, Calzetti &Mariucci editori,- Michelini (2009), Handicap e sport.Tecnica e medicina sportiva per atleti diver-samente abili, ediz. SEU.- Orsatti L. (1995), Sport con disabili men-tali, società stampa sportiva.

Ciaccio Pietro Dottore magistrale in scienze motorie eposturologo clinico, lavora presso il centrodiurno disabili “Comune di Voghera”.

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by Tim Poindexter

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L’attività sportiva non è solo lo straordinario mezzo che tutti conosciamo per condurre una vita salutare: in tutto il mondo, attraverso programmi e progetti realizzati dalle organizzazioni non profit, lo sport si rivela uno degli strumenti più versatili per risolvere le emergenze sociali.

Il nostro obiettivo è la promozione e il sostegno di attività che utilizzino l’enorme potenziale dello sport come strumento di positivo cambiamento sociale.

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compito fondamentale, esercita unafunzione tampone nei confrontidella contrazione muscolare vo-lontaria e/o involontaria massi-male. Tra i diversi tendini dell’appa-rato muscolo-scheletrico, il tendined’Achille è di gran lunga la strutturapiù interessata da patologie infiam-matorie e degenerative.Fredericson (1) cita un’incidenzadella tendinopatia achillea che variatra il 6,5 e l’11% delle lesioni tra icorridori. Anche Novacheck (2), ci-tando uno studio effettuato su 180marciatori da James and Jones(1990), riferisce una presenza per-centuale della tendinite achillea pariall’11% delle lesioni. McCrory et al.(3) affermano che le lesioni a caricodel tendine d’Achille rappresentanoil 5-18% dei disturbi totali legati allacorsa, divenendo così la sindromepiù frequente da overuse dell’artoinferiore. Relativamente alla rotturadel tendine d’Achille Lanzetta (4, 5)

riferisce che si verifica, di solito, neisoggetti maschi tra i 25 e i 50 anni,che praticano attività ludico-sporti-va. Nel 90% dei casi la rotturatendinea è la conseguenza di una

stemi analgesico endogeni, a sti-molare il sistema inibitore spinalee il sistema inibitore discendente,a correggere i problemi delle arti-colazioni, ridurre gli allineamentiimprecisi causati da spasmi e mu-scoli accorciati; normalizzare il to-no del muscolo e l’anormalità difascia delle articolazioni; miglio-rare la ROM. È utilizzato comecompletamento in osteopatia, inchiropratica, nelle terapie manuali enelle terapie fisiche.

ANATOMIA E BIOMECCANICAIl tendine d’Achille, o anche dettotendine calcaneare, prende originedalla fusione dell’aponeurosi deimuscoli gastrocnemio e soleo. Èuna struttura anatomica nastri-forme, costituita da fibrille colla-gene, interposta tra il tricipite su-rale e il calcagno ed è deputatoalla trasmissione degli impulsimeccanici derivanti dalla contra-zione muscolare del polpaccio alsegmento scheletrico, realizzan-do un movimento articolare difondamentale importanza: laspinta del piede. Oltre a questo

Il taping kinesiologico è utilizzatoin ambito sportivo prima, durantee dopo il gesto atletico, per pre-parare, per prevenire e dopo per

defaticare. Utilizzando tecnichespecifiche, inoltre, aiuta l’organismoa recuperare i processi infiammatorie gli squilibri del tono muscolare,che danno origine a “retrazioni”.L’innovativa tecnica del tapingelastico si basa sulle naturali ca-pacità di guarigione del corpo,stimolate dall’attivazione del siste-ma “neuro-muscolare” e “neuro-sensoriale”, secondo i nuovi con-cetti di Neuroscienza. Il metodo traeorigine dalla scienza della chinesio-logia ed è una tecnica correttivameccanica e/o sensoriale, chefavorisce una migliore circolazio-ne sanguigna e linfatica nell’areada trattare. Nella fase riabilitativa, ilneurotaping si applica per migliora-re la circolazione sanguigna e linfati-ca, ridurre l’eccesso di calore e disostanze chimiche presenti nei tes-suti, ridurre l’infiammazione conazione sinergica alle terapie con-venzionali. Inoltre, il taping kinesio-logico mira a mettere in moto i si-

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e l’utilizzo del taping kinesiologicoIl tendine d’Achille del podista

di Rosario Bellia [email protected]

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hanno avuto moltiepisodi di tendipo-tapatia per iper-sol-lecitazione funzio-nale. Nello sportivo simanifesta a fine car-riera a causa di al-cuni fattori scate-nanti: aumento dipeso, scarsa idrata-zione, come causaiatrogena di cure an-tibiotiche, calzaturenon adeguate (equindi squilibrio nelcarico podalico), in-tensificazione degliallenamenti dopo unperiodo di riposo for-zato, irrigidimento deltendine dopo tratta-mento infiltrativo cor-tisonico ecc.Le lesioni tendineepossono essere clas-sificate, a secondadella loro eziologia, intraumatiche, micro-traumatiche e su base dismetaboli-ca e/o infiammatoria. Le tendino-patie micro-traumatiche del ten-dine d’Achille sono anche defini-te lesioni da sovraccarico funzio-nale, in cui l’episodio acuto è con-seguente a un processo degenera-tivo (tendinosi) il quale, talvolta inmodo quasi del tutto asintomatico,o preceduto e accompagnato daepisodi di infiammazione dolorosadella guaina e coinvolgendo in ma-niera più o meno estesa la compa-gine tendinea, ne determina una di-minuzione della resistenza mecca-nica, che può essere superata daun’improvvisa sollecitazione anchenon eccessiva. I fattori che posso-no provocare patologie da so-vraccarico nei tendini (e in molticasi anche nei muscoli), del collopiede e del piede si possono gene-ricamente dividere in:1) intrinseci- la variabilità anatomica, conconseguente alterazione più o me-no marcata della normale biomec-canica del cammino o del gestoatletico, il che sottopone il collo pie-

brusca contrazione muscolareassociata a un allungamento delcomplesso muscolo-tendineo. Itendini rappresentano la compo-nente più forte dell’unità muscolo-tendinea e il loro scopo principale èquello di trasmettere le forze gene-rate dal muscolo alle leve ossee. Iltendine d’Achille è il più largo eforte tendine del corpo umano: sicalcola che sia in grado di soppor-tare carichi che possono arrivare a300 kg; in altri termini, questo signi-fica che il tendine d’Achille durantela corsa viene caricato di un valorepari almeno 6 - 8 volte il peso cor-poreo. Non va dimenticato, inoltre,che il tricipite ha un vettore di forzache, oltre a provocare la flessioneplantare, induce anche una supina-zione del piede a causa della sua in-serzione centro-mediale sul calca-gno e alla rotazione delle sue fibre. Iltricipite surale è considerato ilmaggior supinatore e stabilizza-tore del retropiede; durante il cam-mino si attiva soprattutto nella partecentrale della fase di appoggio, percontrollare l’avanzamento della tibiasul tarso (8). Il complesso gastroc-nemio-soleo rappresenta i quattroquinti del volume della gamba equesta sua consistenza si tradu-ce, in termini funzionali, in una ca-pacità di ammortizzare gli shocksia a livello tendineo che musco-lare. L’unità muscolo-tendinea attra-versa tre articolazioni (ginocchio, ca-viglia, sottoastragalica), predispo-nendosi così a un’alta incidenza dilesioni. Inoltre, è mal vascolarizzatonella parte intermedia e ciò lo ren-de maggiormente vulnerabile. Daun punto di vista posturale l’asse deltendine d’Achille crea con la verticaleun angolo che va da 1° a 5° di inver-sione (9). L’osservazione clinica diquesto angolo spesso viene effettua-ta per avere un’indicazione della po-sizione della tibio-tarsica e della sot-toastragalica.

EZIOPATOGENESI E FATTORIDETERMINANTILa rottura del tendine d’Achille è ca-ratteristica generalmente dei sog-getti, sportivi e non, che negli anni

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de e piede a uno stress anormale(uno dei problemi principali è l’iper-pronazione del collo piede e del pie-de durante la corsa);- le malattie dismetaboliche, chepossono favorire reazioni flogistichelocali, nonché provocare l’alterazio-ne della composizione del normaletessuto tendineo fino a determinareun più precoce invecchiamento;- l’età dell’individuo e gli anni diattività agonistica.2) estrinseci- allenamento incongruo;- terreni di gara o di allenamento;- la calzatura.

CLASSIFICAZIONINelle lesioni da ipersollecitazionefunzionale (overuse) si distinguonotre stadi:1) peritendinite (o infiammazionedel paratenone);2) tendinosi, che comporta cam-biamenti degenerativi dentro il ten-dine e può coesistere con la peri-tendinite;3) rottura parziale o totale deltendine.

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I pazienti affetti da tendinopatiaachillea riferiscono di solito un sinto-matologia algica tra i 2-6 cm sopral’inserzione calcaneare; i sintomi sipossono presentare come rigiditàmattutina o all’inizio della corsa, do-lore durante il cammino o addiritturadolore severo che impedisce la cor-sa. Un’anamnesi di dolore improvvi-so, forte e disabilitante nella regionetendinea depone a favore di unarottura.

PROTOCOLLO RIABILITATIVODa un punto di vista clinico le mo-dalità di trattamento della tendino-patia achillea dipendono dallo sta-dio evolutivo della patologia:1) fase infiammatoria (0-6 giorni);2) fase proliferativa o di riparazio-ne (5-21 giorni);3) fase di rimodellamento o dimaturazione (da 20 giorni in poi).Nella fase infiammatoria gli obiet-tivi terapeutici da perseguire sono:- limitare l’infiammazione e quindil’edema;- diminuire il dolore;- evitare ulteriori danni al tessutotendineo;- correggere le anomalie biomecca-niche che sovraccaricano il tendine;- mantenere la capacità cardio-re-spiratoria (nello sportivo). Per evitare un eccessivo prolungar-si del processo infiammatorio, ilmezzo principale è il ghiaccio, men-tre per diminuire il dolore ed evitareulteriori sovraccarichi al tendine èimportante che il paziente diminui-sca la sua attività fisica. Da un pun-to di vista medico, in questa fase,vengono solitamente somministratidegli antinfiammatori.

Nella fase proliferativa (o di ripara-zione) gli obiettivi terapeutici da rag-giungere sono:- prevenire la formazione di aderenze;- prevenire l’atrofia a carico dei mu-scoli e le limitazioni articolari;- diminuire l’infiammazione, l’edemae il dolore residuo.In questa fase, si devono introdurregradualmente sollecitazioni dicarico al tendine, in modo da favo-rire la formazione di collagene, in-crementare la dimensione delle fi-brille e migliorare il loro allineamento(10, 11). L’esercizio terapeutico intro-dotto gradualmente incrementa laforza di tensione del tendine. Inquesta fase la mobilizzazione atti-va, lo stretching e l’MTP, preven-gono la formazione di aderenze econsentono un allineamento fun-zionale del neo tessuto riparati-vo. Anche il dolore e l’edema sonoinfluenzati favorevolmente dall’eser-cizio, a patto che le sollecitazionimeccaniche non vadano a ritrau-matizzare la zona lesa.Nella fase di rimodellamento (o dimaturazione) gli obiettivi terapeuticisono:- ottimizzare la guarigione deltendine (forza di tensione, elastici-tà, scivolamento fra i piani tissutali);- ridurre eventuali fattori predi-sponenti;- educare il paziente a evitare so-vraccarichi, in particolare se si trattadi uno sportivo. Il primo obiettivo si realizza incre-mentando gradualmente i carichimeccanici sul tendine (stretching,lavoro isometrico, concentrico edeccentrico). I difetti biomeccanicidel piede devono essere corretti

con un’adeguata ortesi; è fonda-mentale prima di affrontare la ripre-sa dell’attività sportiva, istruire il pa-ziente sul tipo di terreno idoneo (evi-tare la corsa in collina, sul terreno ir-regolare o duro) e sulla scelta dellacalzatura appropriata. Infine il pa-ziente deve essere educato a svol-gere un adeguato riscaldamentoprima degli allenamenti.

TECNICA APPLICATIVA DELTAPING KINESIOLOGICOIl taping kinesiologico deve esserevisto come una terapia aggiuntiva,che aiuta nel processo riabilitativo enon come una terapia elettiva, pre-scindendo che la diagnosi deve es-sere corretta. In tutta la fase di rie-ducazione si ricorre all’applica-zione del taping kinesiologicoper stimolare la zona del tendinein modo riparativo e di sostegno,utilizzando applicazioni con ten-sioni del 50-75% dell’elasticitàdel nastro. La pressione creata daltape sulla zona tendinea stimola imeccanocettori in modo simile aquello fisiologico supportando inmaniera sinergica il processo ripa-rativo fisiologico. Le applicazioni sifaranno in posizione funzionale. Le tecniche utilizzate per il tendinesono due:1) si applica il nastro tagliato a I contensione iniziale a 0; quindi, tenen-do la base, si applica una tensione50-75 % e poi la parte finale del na-stro a 0% di tensione;2) applicare il nastro dal centro deltendine con tensione correttivamentre si esegue il movimento (fles-sione plantare del piede).Le applicazioni sui tendini seguo-

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no una regola precisa: quando sipassa sui ventri muscolari la ten-sione del nastro da 75% passa a25-50%. Questa modulazione dellatensione del nastro permette unasollecitazione adeguata del musco-lo, ma senza influire a livelli della cir-colazione emo-linfatica.

PREVENZIONE- Variare i percorsi e le superficid’allenamento.- Non sottovalutare anche un lievesintomo al tendine d’Achille.- Scegliere con la massima cura eprecisione le calzature, e quandosi cambia marca: usare la nuovascarpa gradualmente nel tempo enon subito per tutto l’allenamento.- Fare almeno una volta l’anno unabarostabilometria per valutare lasimmetria di carico podalico.- Dopo un periodo di riposo o doporientro per infortunio, aumentare inmodo graduale il carico allenante.- Dopo un infortunio agli arti inferioriavere molta cura alla tecnica di cor-sa per evitare asimmetrie di carico.- Se siete reduci da cure antibioti-che tenere presente che queste so-stanze possono favorire le tendiniti(studio giapponese e americano).- Curare in modo scrupoloso l’idra-tazione generale, specie durante ilperiodo agonistico: lo scorrimento deltendine dentro la guaina è fisiologicose l’idratazione è adeguata.- Il taping kinesiologico è un validoaiuto sia in fase agonistica che riabi-litativa.- Eseguire in modo regolare, dopoogni seduta d’allenamento, lo stret-ching specifico.- Sottoporsi a sedute di massaggio

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ROSARIO BELLIA

Presidente dell’Associazione Italiana Taping Kinesiologico, è fisioterapista dellanazionale italiana di pattinaggio a rotelle corsa, docente di educazione fisica edocente al corso post-universitario presso l’Università Statale di Valencia.Diplomato ISEF, ha ottenuto il diploma di laurea di fisioterapista pressol’Università Statale di Milano. Specializzato in kinesio-taping elastico in Koreacon Choi Brandon, ha poi seguito corsi di formazione con David Blow. Gestisce inItalia e all’estero corsi di formazione sul taping kinesiologico applicato alla trau-matologia sportiva e alla fisioterapia generale. Ha pubblicato articoli e studi sul-l’applicazione del taping kinesiologico nella fisioterapia su riviste e siti specializ-zati. http://kinesiobellia.com/

defaticante periodiche nel periodoagonistico o di carico.- Fare dei pediluvi con preparatidecongestionanti adatti.- Ai primi sintomi: impacchi di argillaverde ventilata o flogogestina grigiae rialzo calcaneare.

CONCLUSIONILa lesione del tendine d’Achille, chein passato era un evento molto raro,negli ultimi decenni è divenutasempre più frequente. La causa diquesto aumento di casi sembra es-sere dovuta alla diffusione dellosport a un più largo strato di popo-lazione. Questa lesione viene ri-scontrata più frequentemente insoggetti di sesso maschile conetà compresa tra i 30 e i 60 anni.Le modalità dell’evento lesivo gene-ralmente constano in una bruscacontrazione muscolare associata aun allungamento dell’unità musco-lo-tendinea. Le possibili cause cheportano all’insorgenza della patolo-gia da sovraccarico sono riconduci-bili a determinati fattori intrinseci,come la variabilità anatomica, ma-lattie dismetaboliche, età dell’indivi-duo, anni di attività agonistica, e afattori estrinseci, come l’allenamen-to incongruo, i terreni da gara e lecalzature. Lo stimolo meccanico,per quanto ripetitivo e intenso, nonè da solo sufficiente a spiegare l’in-sorgenza della patologia da sovrac-carico. Se la terapia fisica stru-mentale può trovare alcune indi-cazioni nella fase infiammatoriaper il controllo del dolore e del-l’infiammazione, nelle fasi suc-cessive va privilegiato un inter-vento chinesiterapico (stretching

ed esercizi) e manuale (MTP) perpromuovere la formazione di un tes-suto cicatriziale funzionale e per fa-vorire un rimodellamento del tessutotendineo adeguato agli enormi cari-chi meccanici che questo deve sop-portare. L’utilizzo del taping kine-siologico per stabilizzare il tendi-ne d’Achille durante le varie fasidel progetto rieducativo è un vali-do aiuto, che oltre a salvaguardaredall’eccessivo carico funzionale, puòmodulare il tono muscolare del trici-pite surale avendo un’ottima azionesinergica nel recupero fisiologico. Lavisione innovativa del bendaggio ela-stico proposto, ha il chiaro significato“evolutivo” di questo “metodo korea-no” nell’ambito del taping kinesiolo-gico, che rimane l’indicazione speci-fica per i traumi diretti durante la faseacuta e post-operatoria, come è sta-to ampiamente presentato nel libro“Il taping kinesiologico nella trau-matologia sportiva – manuale pra-tico di applicazione” (ed. AleaMilano 2011).

BIBLIOGRAFIA1. FREDERICSON M. Common injuries in run-ners, diagnosis, rehabilitation and prevention.Sports Medicine 21 (1): 49-72; jan 1996.2. NOVACHECK T.F. Running Injuries: a biome-chanical approach. J.Bone.J.Surg. Vol. 80-A; n°8, august 1998.3. MC CRORY J.L., MARTIN D.F., LOWERY R.B.,ET AL. Etiologic factors associated with Achillestendonitis in runners. Med Sci Sports Exerc. Vol.31, n° 10 pp. 1374-1381, 1999.4. LANZETTA A. Malattie ortopediche dell’appa-rato locomotore. . Ed. Masson Milano 1996.5. LANZETTA A. Manuale di traumatologia del-l’apparato locomotore. Masson ed. Milano1992.8. BOCCARDI S. ET AL. I muscoli – Arto inferioreVol. II. Masson ed. Milano 1991.9. GARBALOSA JC, MCCLURE MH, CATLIN PA.The frontal plane relationship of the forefoot tothe rearfoot in an asymptomatic population. JOrthop Sports Phys Ther 20: 200-6;1994.10. KETCHUM L.D. Primary tendon healing: a re-view. J.Hand Surg. 2:428-435; 1977.11. CARLSTEDT C.A. Mechanical and chemicalfactors in tendon healing. Acta Orth.Scand.Suppl. 224,58:11-33; 1987.12. R. Bellia – F. Selva - “ Il taping kinesiologi-co nella traumatologia sportiva – manuale pra-tico di applicazione “ ed. Alea Milano - 2011.

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di tutti gli altri mammiferi quadrupe-di, l'uomo deve attendere circa seianni per ottenere una postura stabi-le. All'età di 5-6 anni, infatti, si for-mano e stabilizzano le curve verte-brali e ciò avviene grazie alla matu-razione estero-propriocettiva delpiede, che è quindi il primo re-sponsabile delle modificazionidelle curve vertebrali in posizione

eretta. Contemporaneamente ma-turano la masticazione (con la com-parsa dei primi molari) e la degluti-zione. La dentatura, a partire dalprimo anno di età, si forma in fun-zione del piano occlusale che, asua volta, è determinato dalla po-stura che il bambino va assu-mendo (la mandibola sembra se-guire il bacino come un’ombra); ma

La postura va definita all'inter-no di un concetto dinamico,come l'adattamento perso-nalizzato di ogni individuo

all'ambiente fisico, psichico edemozionale; in altre parole “è il mo-do con cui reagiamo alla forza digravità e comunichiamo” (1). Essa,pertanto, come un’impronta digitale,varia per ogni individuo. A differenza

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Postura erieducazione

di Giovanni Chetta www.giovannichetta.it

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anche in funzione dell’utilizzo dellalingua che, con i suoi 17 muscoli(estrinseci più intrinseci), assie-me al piede, risulta essere il piùimportante conformatore orga-no-funzionale. La lingua infatti in-fluenza direttamente la crescitamandibolare, mascellare e la morfo-genesi delle arcate dentarie; la fun-zionalità dei muscoli masticatori do-vrà, per forza di cose, assecondarela disarmonia presente con riflessisulle più importanti catene musco-lari. Un allineamento non consonodella testa implica, dato il suo peso(pari a circa 1/7 del peso corporeonell’adulto), e la sua posizione,compensazioni di tutto il corpo, in-nescando così potenzialmente uncircolo vizioso di effetti perturbantiascendente-discendente. Le dueemiarcate mandibolari (destra esinistra) costituiscono, insiemealla 1° vertebra cervicale (atlan-te), il "treppiedi" su cui poggia ilcranio tutte le volte che i dentientrano in contatto fra loro (de-glutizione, masticazione ecc.). Ègrazie a questo stabile sostegnotemporaneo che il nostro sistema diequilibrio, tramite i recettori neuro-sensoriali e il sistema miofasciale,mantiene in sospensione la testa.La dimensione verticale occlusalerisulta pertanto un parametro parti-colarmente critico per il corretto alli-neamento craniale e, di riflesso, perla salute dell'organismo in generale(2). Va infine segnalata l’esistenza diuna piccola area (di circa 1 cmq),denominata “punto spot” o “spotlinguale”, situata tra la base degli in-cisivi centrali superiori e la prima ru-ga palatina, ricca di esterocettoriterminali del nervo naso-palatino(ramo del nervo trigemino), coin-volti nel meccanismo dell’infor-mazione posturale (3). In condizio-ni fisiologiche, la lingua è adagiatasul palato in stato di riposo, mentredurante l’atto deglutitorio la suaestremità anteriore si appoggia pro-prio sul “punto spot” effettuandocosì una sorta di riprogrammazioneposturale (che può alterarsi in casodi deglutizione atipica): è lo stessoprocesso di riprogrammazione, di

riconvergenza uomo-ambiente, cheavviene a ogni passo grazie al pie-de. Le disfunzioni dell’apparatostomatognatico e dell’appoggiopodalico sono quindi legate adoppio filo e condizionano in ma-niera importante la nostra postu-ra e quindi la nostra intera salute.

HABITAT E STILI DI VITA “AR-TIFICIALI”L’uomo ”civilizzato” ha creato unhabitat molto diverso da quello na-turale, le cui superfici (terreno piano,sedie, scrivanie) sono del tutto sfa-vorevoli alla biomeccanica e alla fi-siologia umana. Tale ambiente artifi-ciale comporta inesorabilmenteproblematiche psico-fisiche tra cui,a partire dai primi passi, alterazioniposturali. Quello che la geniale fisio-terapista francese FrancoiseMézières aveva intuito, prima del-l'avvento delle analisi posturali conspecifici e moderni dispositivi elet-tronici, è stato da questi ultimi pie-namente confermato: "l'iperlordo-si lombare è sempre primaria".Gli studi dimostrano che il nostroorganismo, il nostro sistema postu-rale e dell'equilibrio, reagiscono alterreno piano creando un’iperlordo-si lombare il cui protagonista prima-rio è il forte muscolo ileo-psoas (4).L'iperlordosi lombare si presentadi norma “spalmata” lungo tuttoil tratto lombare e quindi com-pensata con un eccessivo e am-pio inarcamento opposto a livellodorsale (ipercifosi dorsale) e unarettilinizzazione del tratto cervi-cale. Quest'ultima si forma comereazione all'iperlordosi cervicale,che sarebbe consequenziale alleprime due curve, ma che non con-sentirebbe di guardare all'orizzon-te, fattore primario per l'organi-smo. Nel caso della (falsa) "scom-parsa della lordosi lombare" osua “rettilinizzazione” (probabileprevalenza di azione delle fibrecentrali del muscolo psoas), con-centrata tra l’ultima vertebra lom-bare e la prima sacrale -l’angoloposteriore formato da L5-S1 con-siderato fisiologico è di ca. 140° -(5) corrisponde, di conseguenza,

un acuto ed eccessivo inarcamentoopposto a livello dorsale e, anchequi per la stessa ragione del primocaso, una rettilinizzazione deltratto cervicale. In entrambi i casisi avrà, di norma, una posterioriz-zazione del baricentro (centro digravità) generale corporeo rispettoalla posizione ideale (anteriore allaterza vertebra lombare) e la risul-tante dei momenti di forza chegravano a livello delle ultime ver-tebre lombari presenterà versoprevalentemente anteriore. Talesituazione favorisce spondilolistesivertebrali che, nei casi più gravi,posso accompagnarsi a spondilo-

lisi. Inoltre, spesso l’iperlordosi lom-bare è accompagnata da rotazionidel bacino sul piano trasverso (conconseguente scoliosi). In base a va-ri parametri, fra cui sicuramente ilcorredo genetico, le compensa-zioni imposte dall’iperlordosilombare altro non sono che "for-zature" che il nostro cervello, tra-mite il sistema tonico posturale, ècostretto a chiedere a sistemaconnettivo, muscoli, tendini, per

SPONDILOLISI

SPONDILOLISTESI

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ottenere stabilità su un terreno anoi non congeniale. Il nostro ap-parato muscoloscheletrico e il no-stro sistema di controllo posturale sisono evoluti, in milioni di anni, peradattarci al meglio al terreno natura-le, che è sconnesso (non a caso ilnostro piede presenta ben 33 arti-colazioni). L’uomo rappresenta unsistema cibernetico, ovvero un si-stema in grado di au-toregolarsi, autoadat-tarsi e autoprogram-marsi in base alle infor-mazioni ricevute istan-te per istante dall'am-biente esterno e inter-no, per perseguire almeglio l'obiettivo del-l'omeostasi (condizio-ne di equilibrio dinami-co dell'organismo).Nonostante esso rap-presenti il sistema ci-bernetico per eccel-lenza, va incontro, co-me tutti i sistemi diquesto tipo, a un erro-re di regolazione/pro-grammazione tenden-te all'infinito quanto piùle variabili di ingressosono tendenti a zero eviceversa. In altre pa-role, più le informa-zioni ambientali cheil nostro organismoriceve sono numero-se e diverse, più rie-sce a perseguire unaregolazione fine ecorretta del propriofunzionamento. È fa-cile rendersi conto chele variabili di input di un terreno piat-to sono nettamente inferiori a quelledi un terreno infinitamente variegatocome quello naturale: "Il terrenopiano è un'invenzione degli architet-ti. È adatto per le macchine, non peri bisogni umani (...) Se l'uomo mo-derno è costretto a camminare sul-la superficie piatta dell'asfalto e deipavimenti (...) viene alienato dal suocontatto naturale e primordiale conla terra. Una parte cruciale del suoessere si atrofizza e le conseguenze

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sono catastrofiche per la sua psi-che, per il suo equilibrio e per il be-nessere della sua intera persona"(Friedensreich Hundertwasser, ar-chitetto, pittore e filosofo viennese),1991. Anche lo stile di vita attualeè sempre più "innaturale", spes-so fondato su sedentarietà,stress e alimentazione inadegua-ta. La sedentarietà aggiunge alle

problematiche posturali la diminu-zione di propriocettività e di abilitàmotoria. Inoltre, i ritmi frenetici dellavita moderna impongono un ec-cessivo utilizzo dei sensi estero-cettivi, vista e udito, che porta an-ch’esso a una graduale diminuzionedel "sentire" il nostro corpo (disper-cezione corporea), lasciando spazioa tensioni inconsce, ovvero perma-nenti, a danno di articolazioni, mu-scoli, tendini, organi e sistemi. Il no-stro istinto reagisce alle situazioni di

stress preparandoci alla fuga o alcombattimento, effettuando i relativiadeguamenti fisiologici: aumentodel metabolismo (frequenza cardia-ca, pressione arteriosa, sudorazio-ne, respirazione), aumento dellaconcentrazione di zucchero e gras-si nel sangue, contrazione dei mu-scoli scheletrici, confluenza del san-gue dalle aree periferiche e dagli or-

gani secondari versocuore, polmoni, mu-scoli scheletrici, ridu-zione delle secrezionie motilità gastroente-riche, innalzamentodella soglia del dolo-re (betaendorfine),diminuzione dell’atti-vità del sistema im-munitario. Mentreuno stress di brevedurata può esseredecisivo nelle situa-zioni di pericolo(stress positivo o eu-stress), se lo stress siprotrae troppo a lun-go (stress cronico,negativo o distress) èin grado di compor-tare disagi psico-fisi-ci anche gravi (inclu-sa l’alterazione delcodice genetico). Mangiare non ser-ve solo a ricostitui-re le riserve ener-getiche e strutturalidel nostro corpo,ma influenza anchei sistemi di regola-zione generale del-l’organismo (siste-

ma nervoso, immunitario, endocri-no, connettivo), DNA incluso, comeha dimostrato l’epigenetica. Oggisappiamo che vi è un collegamentostretto tra il cervello e la pancia, ga-rantito sia dal sistema nervoso au-tonomo - sistema nervoso meta-simpatico o enterico (nervo vago,pelvico e splancnico), sia dalla con-temporanea presenza, nel cervelloe nel tratto gastrointestinale, dellostesso gruppo di ormoni (somato-statina, neurotensina, oppiodi ecc.).

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Il cervello enterico è, a sua volta, instretto collegamento col sistemaendocrino, molto diffuso all'internodella mucosa gastrointestinale (si-stema GEP gastro-entero-pancrea-tico), e col sistema immunitario, chepresenta qui un'ampia rete linfatica(sistema delle muscose MALT). Ilnostro addome si presenta quin-di come un importante comples-so neuro-endocrino-immunitariointegrato, che svolge funzionicon un largo margine di autono-mia e che, al tempo stesso, subi-sce pesanti influenze sia dal-l'esterno (cibo, input visivi ecc.)sia dall'interno (emozioni, con-vinzioni, abitudini ecc.). Un’ali-mentazione inadeguata è quindi an-ch’essa fonte di problematiche fisi-che e psichiche. Ulteriori cattive abitudini di vita qua-li il fumo, l’abuso di alcolici, la caren-za di sonno, l’inappropriato utilizzodella potente energia sessuale,scarpe inadeguate ecc., così comeil contatto con ambienti poco sani(inquinamenti di vario tipo), rende-ranno la situazione ancor più diffici-le. Sempre più la postura risultaimplicata in problematiche mu-scolo-scheletriche e organiche,influenzando anche la sfera psi-chica. La postura dinamica, in par-ticolare, dato l’aumento dei carichimeccanici che comporta (sul collofemorale, per esempio, agisce unaforza pari a circa 4 volte il peso cor-poreo durante la fase di appoggiomonopodalico della deambulazio-ne), sarà maggiormente determi-nante per le alterazioni fisiche.Traumi (fisici ed emotivi) così comedisfunzioni organiche primarie sonoin grado di amplificare tutti gli effettinegativi descritti.

RIEDUCAZIONE POSTURALEÈ chiaro che la complessità delnostro organismo richiede un ap-proccio multidisciplinare alla po-sturologia. Un riassetto posturale,infatti, riguarda l'organismo nellasua completezza e il protocollo dirieducazione posturale prevedenormalmente un'equipe di speciali-sti in diversi settori, ma esperti di

posturologia, che collaborano siner-gicamente. Solo in questo modo ilprogramma di rieducazione postu-rale potrà incidere notevolmente nelmiglioramento del benessere gene-rale della persona, in maniera fun-zionale e duratura. Un corretto ap-proccio rieducativo posturale de-ve mirare, in ultima analisi, allanormalizzazione del baricentrogenerale del corpo, sia in staticache in dinamica, tramite input ca-paci eliminare i blocchi (psico-fi-sici) presenti nonché di creare,nel nostro cibernetico sistemadell'equilibrio, nuove e più fun-zionali strategie motorie (engram-mi). La tecnologia oggi ci consentedi eseguire precisi esami postura-li strumentali in grado di effettuaree, in seguito, elaborare, archiviare erichiamare rilevazioni precise, istan-tanee, ripetibili e non invasive. Tuttociò permette, superando i limiti di“interferenza soggettiva” dell’occhioumano, un’accurata analisi inizialedella postura in statica e dinamica,e quindi la stesura di un precisoprogramma di rieducazione postu-rale, il cui andamento sarà verificatotramite i controlli periodici. Peresempio, la baropodometria ana-lizza la distribuzione del carico cor-poreo e il baricentro in statica e de-ambulazione, l’esame stabilome-trico rileva le oscillazioni corporee instatica evidenziando possibili altera-zioni delle funzioni vestibolari, visivee stomatognatiche (che andrannoverificate tramite visite specialisti-che) e i l sistema BAK (BodyAnalysis Kapture) acquisisce ed ela-bora le immagini del soggetto effet-tuando misure antropometriche.Dal punto di vista ergonomico, latecnologia attuale permette di pro-gettare e/o testare, per ogni casospecifico, l'eventuale ideale inter-faccia uomo-ambiente (plantare e/ocalzature ergonomiche), che fungeda fondamenta, e l'ideale "tetto" (bi-te occlusale). In particolare, il siste-ma ergonomico podalico potrà fun-gere, a secondo dei casi, da ideale“guida”, ossia da tutore, per il fun-zionamento quanto più possibile fi-siologico del piede accompagnato

Giovanni Chetta Ideatore del metodo TIBodywork, èalimentarista a indirizzo biochimico,massofisioterapista, posturologoergonomista, istruttore MBT e masterpractitioner in programmazione neuro-linguistica. È ricercatore in campoposturologico presso l’Università Charitè diBerlino, e con l’équipe di BiomedicaPosturale. È responsabile del reparto diPosturologia presso Residenza Villa Arcadiadi Bareggio (MI) ed esercita stabilmentepresso poliambulatori e palestre. Collaboracon riviste e siti internet e conduce corsisu: posturologia, ginnastica posturale,massaggio e alimentazione.È presidente dell’associazione culturale-sportiva AssoTIB (Alfa/CSAIn/CONI).http://www.giovannichetta.it

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dalla normalizzazione posturale, oda “simulatore” del terreno naturale,così da stimolare il proprio sistemadi equilibrio verso un’auto-correzio-ne posturale. Naturalmente la rie-ducazione posturale sarà sup-portata da un programma di rie-ducazione fisica personalizzatoche potrà includere, secondo i casi,tecniche manuali, di movimento e direspirazione. Data la loro già de-scritta incisività, sia a livello postura-le che globale, sconvenienti atteg-giamenti mentali e alimentari an-dranno opportunamente modificati.Il sistema posturale, infine, senten-dosi su un terreno a lui più funziona-le e libero da blocchi (fisici e pschi-ci), inizierà immediatamente l'ade-guamento posturale.

BIBLIOGRAFIA1. Morosini C., “Corso Transdisciplinare diPosturologia", Milano (2003)2. Formia M., “Il meccanismo che sostienecorpo e psiche” (2009)3. Halata Z., Baumann K.I.: “Sensory nerveendings in the hard palate and papilla inci-siva of the rhesus monkey”; Anatomy andEmbriology, vol.199, iss.5, pp 427-437(1999)4. Pacini T., “Studio della postura e indaginibaropodometrica”, Chimat (2000)5. Kapandji I.A., “Fisiologia articolare”,Maloine Monduzzi Editore (2002)

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FREE METHOD BIKE

Il free method bike è una metodicadi allenamento su bicicletta staziona-ria che ha come obiettivo principale ilvoler dare strumenti e mezzi per pro-grammare e arricchire nel tempoun’attività motoria clinica. L’intento èquello di guidare i lettori ad un usorazionale dell’attività, adattandola atutte le età, per il raggiungimento delbenessere psico-fisico.

Roberto Carminucci , MariaLuisa QuinciAlea Edizioni 2001 Pag. 144 - Euro 20,66 -

PERSONAL TRAINING BUSNESSQuesto lavoro pone una lente d’in-grandimento sulla professione delpersonal trainer. Dall’analisi dellepotenzialità di mercato al manage-ment e alla comunicazione fino adarrivare all’organizzazione gestionaledell’impresa PT, il testo si propone diavviare trainer esperti e non a unpercorso di successo.

Daria IllyAlea Edizioni 2002Pag. 128 - Euro 21

PREPARAZIONE ATLETICA INPALESTRA

Come effettuare all’interno del centrofitness una preparazione atletica chemiri non soltanto al benessere fisico,ma che proponga esercizi con isovraccarichi per la muscolatura spe-cifica dello sport, con un occhio parti-colare all’esecuzione e alla richiestaenergetica il più possibile simili algesto sportivo.

Maurizio FanchiniAlea Edizioni 1999 Pag. 192 - Euro 25,82

PERSONAL TRAINER

Cosa serve per diventare personal trai-ner? Partendo da un’analisi storicadella professione, il libro risponde aquesta domanda illustrando le compe-tenze tecniche, psicologiche, commer-ciali e manageriali che il professionistadeve possedere.

Francesco Capobianco (Cap.4 ‘Personal trainer come libero profes-sionista’ a cura di Paola Bruni Zani )Alea Edizioni 2001 - pag. 240 Euro 26

ELETTROSTIMOLAZIONE

Il manuale richiama le nozioni teoricheper affrontare l’utilizzo dell’elettrostimo-lazione in allenamento sportivo, riabili-tazione ed estetica. In appendice sonofornite tavole di posizionamento elettro-di ed esempi di schedepersonalizzate.e.

Fabio Aprile e Fabio PerissinottiAlea Edizioni 1998 - Pag. 128E 20,66

PUNTI MOTORI DI ELETTROSTI-MOLAZIONE

Per la corretta applicazione dell’elettro-stimolazione è fondamentale conoscerecon precisione e accuratezza i puntimotori. Avere una mappa precisa per-mette un allenamento senza effetti col-laterali non solo nei distretti più cono-sciuti, ma anche a livello di tibiali, pero-nei, trapezi, obliqui e cuffia dei rotatori..

Alessandro LanzaniAlea Edizioni 1999 Pag. 128 - E 20,66

ELETTROSTIMOLAZIONE NUOVEFRONTIERE

Il volume mette in risalto le metodichedi allenamento con l’utilizzo dell’elettro-stimolazione, facendo riferimento allevariazioni metaboliche, agli indici di fati-ca ed alla modulazione dei parametriche condizionano l’allenamento. Sonoinserite un’ampia parentesi sulla riabil-tazione associata all’elettrostimolazionee una valutazione sulle possibili utilizza-zioni nell’immediato futuro.

Fabio Aprile - Fabio PerissinottiAlea Edizioni 2001 Pag 144 - E 20,66

CROSS TRAINING

L’analisi del cross training, degli effettie delle sue potenzialità, potrebbe costi-tuire la nuova frontiera dello sport divertice e dello sport sociale. La sfida èlanciata, l’avventura comincia, speran-do di ritrovarci numerosi su questo per-corso.Cos’è il cross training? I diversitipi di allenamento incrociato e gli adat-tamenti.

Simone DiamantiniAlea Edizioni 1999pag. 128 Euro 16

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TRAINING IN ACQUA

Il libro affronta in prima analisi i principidel movimento in acqua, spiegandodettagliatamente i fattori che condizio-nano la prestazione. Nella secondaparte esplora le diverse possibilità diallenamento delle qualità motorie con esenza attrezzi, facendo riferimento apiù discipline sportive. .

Paolo Michieletto Alea Edizioni 2000 pag. 192 Euro 26

INTEGRATORI PER L’ATLETA

Una dietetica razionale negli sport puòcontribuire a migliorare la condizionefisica e psichica. Il volume considera lacategoria degli integratori suddividendolisecondo le finalità preminenti: plastiche,energetiche o di reintegro.

Giovanni Posabella Alea Edizioni 1999 Pag. 144 - Euro 21

TOTAL FITNESS IN ACQUARoberto Conti, professionista affermatodel fitness, trasferisce in questo volumetutti i segreti per realizzare lezioni di fit-ness in acqua: protocolli, metodi, diffe-renziazioni delle classi. Un manualeefficace, serio e completo per gestiretutte le opportunità del fitness inacqua.

Roberto Conti - Alea Edizioni 2004 pag. 128 Euro 21PLAYAGYM

Una disciplina ginnica innovativa, crea-ta appositamente per la spiaggia, pro-pone esercizi specifici sviluppati inarmonia con l’ambiente marino. In que-sto volume sono raccolte le informazio-ni relative all’insegnamento della gin-nastica in spiaggia e ai benefici psico-fisici che da questa si possono trarre.

Tiziana Scalambro Alea Edizioni 2002 pag. 160 - Euro 21

ACQUANTALGICA

L’acqua offre la possibilità di facilitarela ripresa funzionale motoria: da questopunto di vista la piscina è una strutturasportiva cui deve essere riconosciutauna grande valenza a carattere riedu-cativo e riabilitativo. Il volume proponeuna sorta di educazione al movimentocorretto in presenza di mal di schiena.Il libro contiene una sessantina di pro-poste fra esercizi e tecniche di “nuotoantalgico”.

Andrea Altomare - Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

FITNESS IN ACQUA

Partendo dagli esercizi di base per tuttii distretti muscolari, il libro affronta lediverse metodiche d’allenamento inacqua, tra cui l’aerobica, le arti marziali,lo step e la kick boxe. Grazie a numero-se fotografie e schemi di lezione, ilvolume si caratterizza per un fortetaglio pratico. La parte finale è dedicataalle competenze dell’istruttore di fitnessin acqua. .

Paolo Michieletto e Giada Tessari Alea Edizioni 2004 - pag.224 Euro 26

COMPOSIZIONE CORPOREA

L’attenzione ai problemi della forma fisicaè importante per la sua componentesanitaria di prevenzione. L’attività all’inter-no del centro fitness necessita di un con-tinuo controllo dei risultati, per cui divieneessenziale poter certificare tramite proto-colli la qualità del servizio reso alla clien-tela. Il manuale intende suggerire metodi-che semplici e di basso costo per la valu-tazione della composizione corporea.

Sergio Rocco Alea Edizioni 2000 Pag. 128 - Euro 21

IL BENESSERE POSSIBILE

L'autore analizza aspetti fondamentalidella nostra esistenza: consapevolezzacome fondamento del benessere, alimen-tazione funzionale per la salute, attivitàfisica per la migliore condizione di forma.Il testo approfondisce temi importanti dialimentazione (come impostare i pasti,allergie e intolleranze alimentari ) e alle-namento (attività fisica per uno stile divita sano e come modello educativo,corsa e tonificazione).

Corrado Ceschinelli, Alea Edizioni 2008 pag 200 Euro 25

L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA1 - GUIDA PRATICA

Partendo dai fondamentali aspetti teori-ci della fisiologia e della scienza ali-mentare, sono fornite indicazioni perstabilire il fabbisogno calorico quotidia-no dell’individuo e programmarne l’ali-mentazione. Immancabile una sezionesull’integrazione e una serie di consiglisul comportamento da adottare inoccasione di una gara.

Ubaldo Garagiola Alea Edizioni 1998 pag. 128 - Euro 23,24L’ALIMENTAZIONE DELL’ATLETA2 - TABELLE

Il secondo volume è l’applicazione prati-ca dei principi teorici delineati nelprimo. Vengono trattati dettagliatamentealcuni esempi di alimentazione perso-nalizzata per atleti agonisti e amatoriali,frequentatori di palestre, soggetti insovrappeso, giovani sportivi e over 60.

Ubaldo Garagiola Alea Edizioni 1998 pag. 96 - Euro 16

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LIBRI ALLENAMENTO IN ACQUA E NUTRIZIONE - LIBRI ALLENAMENTO IN ACQUA E NUTRIZIONE

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IL DOLORE CERVICALE

Il manuale offre un’ampia panoramicadelle patologie più comuni nell’individuoadulto: la cervicalgia. Il volume è diviso intre parti: la prima, dedicata all’anatomia,alla fisiologia articolare e alla biomeccani-ca del tratto cervicale. La seconda, dedi-cata alle sindromi dolorose più comuni.Infine la terza parte che comprende alcu-ne schede pratiche di utilizzo in palestracontenenti gli esercizi più idonei in rela-zione alla sintomatologia dolorosa.

Claudio Corno Alea Edizioni 2003 pag. 128 Euro 21

CASI CLINICI IN PALESTRA In ognuno dei 5 volumi si inquadrano le principali patologie del-l’apparato locomotore. Per ognuna di esse sono de-scritti anam-nesi ed esame obiettivo motorio, sono individuati i traguardi daraggiungere, sono tracciate le linee gui-da del protocollo di lavo-ro attraverso gli esercizi consigliati e quelli da evitareVOLUME 1: Sindrome della schiena dritta e scoliosi – Spondilolisi conlistesi – Agenesia del pettorale – Lussazione acromion claveare – Cifosi epetto carenato – Petto scavato – Paralisi ostetrica – Poliomielite – Fratturadi calcagno – Frattura di gomito – schiacciamento di un disco interverte-

brale – Artrosi d’anca – Lussazione di spalla –Rottura del retto femoraleAlessandro Lanzani - 1994 VOLUME 2: Calcificazione del tendine delsovraspinato - Correzione di varismo tibiale -Grave artrosi vertebrale - Strabismo di rotula -Ernia del disco in un culturista - Periartrite scapo-lo omerale - Artrosi di spalla grave -Lombarizzazione della 1° vertebra sacrale -Rifrattura di gamba - Dismetria degli arti inferiori- Rettificazione del tratto cervicale - Ginocchiorecurvato - Ernia discale intraspongiosa - Piede

cavo - Artrosi d’anca - PseudoartrosiAlessandro Lanzani - 1997 VOLUME 3: Rottura del menisco del ginocchio- Weight lifters syndrome - Condropatia di rotula -Lombalgia in discopatia L5-S1 - Rottura del lega-mento crociato anteriore del ginocchio - Recidiva didistorsione della caviglia - Pubalgia - Instabilità dispalla - Postumi di frattura di gomito - Distorsione

della colonna cervicale - Frattura di omero in unbody builder - Piede piatto - Lombarizzazionedella 1° vertebra sacrale - Rottura del tendined’Achille - Calcificazioni della tibiotarsicaRiccardo Gambaretti - 1998 VOLUME 4: Doppia frattura vertebrale daschiacciamento - Frattura con deformazione acuneo di L1 - Rachi-schisi cervicale -Emilombarizzazione subtotale di S1- Rottura esintesi del tendine rotuleo - Doppia spondilolistesicon artrosi vertebrale - Grave artrosi di ginocchio- Ipertrofia reattiva delle spine tibiali -

Rettificazione cervicale con grave artrosi - Lacera-zione del tendine distale del bicipite brachiale -Frattura di clavicola - Conflitto subacromiale indonna anziana - Rifrattura di ulna - Osteotomia dibacino in artrosi d’anca - Lesione dei legamentidella cavigliaEdoardo Lanzani - 1998VOLUME 5: Concussione coxofemorale epostumi da trauma - Calcificazione sottodeltoideain periartrite scapolo omerale - Degenerazionedel sovraspinato -Frattura tipo colles di radio -Protrusione discale L5 - S1 - Rettificazione deltratto lombare in soggetto giovane - Ernia espul-sa L3 - L4 - Frattura comminuta di tibia -Polifrattura costale e frattura clavicolare -Sindrome cervicale del manager stressato -Frattura del malleolo esterno - Spalla del tennista- Modificazione a cuneo del passaggio lombosa-crale - Frattura esposta di gamba - Os acetaboli- Pinzatura del tendine del sovraspinato

Davide Fogliadini, Alessandro Lanzani - 2005

Pag. 128 Euro 21 ogni volumeOfferta: tutta la seria (5 volumi) a 84 Euro

MAL DI SCHIENA

Il volume affronta il tema del mal dischiena in modo davvero esaustivo.Nella prima sezione guida il lettore alcorretto utilizzo della colonna nella vitaquotidiana e nella pratica sportiva. Laseconda parte raccoglie invece appro-fondimenti sulle patologie e sui mecca-nismi del dolore lombare.

Claudio Corno Alea Edizioni 2001pag. 256 - Euro 26

IL CORPO INDIVISIBILE

La vecchiaia non è una malattia. La gin-nastica per anziani non è uno sport.L’autore psicomotricista Giovanni Ghidiniillustra come strutturare un corso diginnastica per la terza età muovendosifra fisiologia ed emotività, anatomia epsicologia motivazionale, rieducazionefunzionale e programmazione dell’attivi-tà.

Giovanni Ghidini e Alessandro Lanzani Alea Edizioni pag. 112 – Euro 21

CRESCERE CON LO SPORT

Le attività fisiche praticate in età giova-nile contribuiscono allo sviluppo armoni-co dell’organismo, a patto che l’attivitàmo-toria sia corretta e adeguata allecaratteristiche psicofisiche del ragazzoe alla sua particolare fase evolutiva. Ilvolume vuole essere un supporto acompletamento del bagaglio tecnico eprofessionale di ciascun operatore spor-tivo che si trova a contatto con la realtàdell’allenamento giovanile.

Antonio Maone Alea Edizioni 2000 Pag. 160 - Euro 26

Sal

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e re

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LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE

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L’ESERCIZIO ISOCINETICO

Il manuale dopo alcuni cenni di anato-mia e fisiologia muscolare, analizza ivari tipi di contrazione e tutti gli aspettidell’esercizio isocinetico con i relativiprotocolli di test e allenamento nel sog-getto sano, nell’atleta e nel soggettopatologico, sia a scopo valutativo cherieducativo, con esemplificazioni ripor-tate in appendice.

G. S. Roi, S. Respizzi, P. Buselli Alea Edizioni 2a edizione 1998 - Pag. 160 - Euro 26

TRATTAMENO MIOFASCIALEPER LO SPORTIVOIl manuale espone in maniera chiara edesaustiva le tecniche manuali per ildetensionamento miofasciale a indirizzosportivo. L’ampia documentazione ico-nografica chiarisce ogni dettaglio diposizionamento e intensità del massag-gio.

Roberto Dagani Alea Edizioni 2005 pag. 128 - Euro 21

FISIOLOGIA APPLICATA AL FIT-NESSIl manuale affronta in maniera concisama esaustiva la fisiologia del corpoumano, con particolare riferimentoall’influenza dell’esercizio fisico suorgani e apparati. Il manuale è ancheuno strumento didattico e di autovalu-tazione per il professionista del fitnesse costituisce strumento fondamentaleper la programmazione del training.

Davide Girola Alea Edizioni 2003 pag. 160 - Euro 23

FITNESS TERAPIA - 2 VOLUMI

Il movimento è un farmaco naturalecontro molte patologie cronico-dege-nerative. Partendo da questa convin-zione i volumi propongono protocollidi lavoro e metodi di allenamentoadeguati ai soggetti affetti dalle piùcomuni patologie.

VOLUME 1Ipertensione - Patologie respiratorieostruttive croniche - Low back pain -Obesità - Patologie cardiache infantili

VOLUME 2:Coronaropatie - Artrite reumatoide -Patologie renali - Gravidanza - FibrosicisticaAlea Edizioni 1999/2000 - pag. 144 Ogni volume Euro 24

OFFERTA: 2 VOLUMI A 36 EURO

CARDIOLOGIA E FITNESS

Partendo dai fondamenti della fisiologiacardiovascolare, l’autore accompagna illettore dalla pratica clinica alla valuta-zione funzionale e psicosomatica delcardiopatico e alla periodizzazione del-l’allenamento, spiegando con precisio-ne gli effetti della terapia farmacologicasulla performance.

Davide Girola Alea Edizioni pag. 248 - Euro 31

MASSAGGIO SPORTIVO

Il testo propone tecniche manuali per iltrattamento efficace della micro-trauma-tologia dei tessuti molli nello sportivo. Icapitoli a carattere puramente praticodescrivono la conformazione dei tessuticonnettivi, le interazioni tra il danno tes-sutale, l’infiammazione e gli eventi ripara-tivi.

Roberto Dagani Alea Edizioni 2002pag. 128 - Euro 21

100 QUIZ – 2 VOLUMI

Un metodo che consente di appropriarsidella materia trattata in modo veloce,coerente e duttile allo stesso tempo,attraverso domande diversificate, pic-coli trabocchetti logici, immagini condidascalie incomplete. Un efficientemezzo di verifica che, dove evidenzialacune di conoscenza, permette subi-to di colmarle, grazie alle informazionimirate e accurate che corredano lerisposte. In ogni volume: 100 quiz dianatomia e biomeccanica dell’appa-rato locomotore, 400 risposte e 400commenti alle risposte.

Alessandro Lanzani e Laura Boggero Alea Edizioni 2005pag. 112 – Euro 21

LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE E REHAB - LIBRI SALUTE

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ANATOMIA DELL'APPARATOLOCOMOTOREAnatomia in 3D con animazioni,filmati. Lo strumento per visualiz-zare, imparare e approfondirel'anatomia funzionale in modosemplice, facile e intuitivo. È indi-rizzato a medici, fisiokinesiterapi-sti, studenti e laureati in ScienzeMotorie, istruttori di fitness, per-sonal trainer e operatori sanitari ingenere.Un'opera che si compone di treCD, acquistabili separatamente (compatibile con i sistemiMacintosh e Microsoft Windows):

Francesco BettinzoliGhedinimedia EditoreEuro 45,45 per ogni CD

FITNESS METABOLICO

L'opera, su cui è strutturato ilcorso di formazione a distanza peroperatore di fitness metabolico,fornisce le basi necessarie perorganizzare percorsi motori perso-nalizzati per la sindrome metaboli-ca: ipertensione e malattie cardio-vascolari, soprappeso e obesità,diabete, artrosi e osteoporosi.

Step operativi:- inquadramento del soggetto e anamnesi metabolica;- gli strumenti di misura, i Fixmetabolici;

- le unità motorie metaboliche come strumenti di lavoro;

- la programmazione e l'insegnamen-to dell'attività motoria;

- gli strumenti di fidelizzazione; - come strutturare le prime ore di lavoro

con i soggetti metabolici;- monitoraggio e verifica dei risultati;- codice deontologico.Si compone di un volume + 8 DVD multimediali con contributi audio, video, immagini, testi e presentazionicon grafici e tabelle. I DVD sono fruibili solo su personal compu-

ter, non su Macintosh.

Alessandro LanzaniAlea Edizioni 2008 Euro 480

FITNESS COACHING

Il coaching è un nuovo modello per lagestione e la cura di ciascun cliente. Ilvolume propone strategie e tecniche diacquisizione e fidelizzazione del cliente,suggerendo basi tecniche, metodologichee operative con un nuovo modo di conce-pire ed erogare il fitness.

IL DVDPermette di integrare con efficacia eimmediatezza i contenuti del libro, parte-

cipando a lezioni frontali dell’autore. Domenico Nigro Alea edizionianno 2008pag. 176 libro Euro 35 - Libro + dvd Euro 70

Domenico Nigro Alea edizioni anno 2008pag. 176 libro Euro 35 - Libro + dvd Euro 70

BUSINESS FITNESS

Investire le proprie risorse mentali edeconomiche in una nuova impresa nelfitness rappresenta oggi una sfida diffi-cile e stimolante allo stesso tempo che,condotta con i mezzi adeguati e con unbuon grado di buon senso, può garanti-re piena soddisfazione personale edeconomica. Il manuale illustra in formasemplice ed efficace metodi e procedu-re per avviare e gestire con successol’impresa fitness, fornendo suggerimen-

ti diretti e immediati, relativi a ogni area e ogni fase della vita diun Fitness Club.

Luca Mazzotti Alea Edizioni 2008 - pag. 128 Euro 20

FITNESS MARKETING

Libro di riferimento per gli imprenditoridi centri fitness, propone gli studi, lestrategie e le metodologie più aggiorna-te per la fidelizzazione e l’acquisizionedei clienti, la gestione dell’offerta, ilmanagement del personale, le strategiedi comunicazione.

Alain Ferrand e Marco Nardi Alea Edizioni 2005 pag. 264 Euro 36

EDITORIA MULTIMEDIALE E MARKETING - EDITORIA MULTIMEDIALE E MARKETING

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UN LIBRO PRATICO, CHIARO, SINTETICO E FACILMENTECOMPRENSIBILE, CORREDATO DA OLTRE 500 ILLUSTRAZIONIA COLORI PER REALIZZARE IL BENDAGGIO NEUROMUSCO-LARE NELLO SPORT DI TUTTI I GIORNI. UNO STRUMENTOFONDAMENTALE PER I PROFESSIONISTI CHE LAVORANONELLA RIABILITAZIONE FUNZIONALE, PREVENZIONE ETRATTAMENTO DEGLI INFORTUNI SPORTIVI.

Il taping kinesiologico èuna tecnica per migliorarela limitata mobilitàarticolare e stabilizzarel'attività muscolare,contribuendo a produrreuna “modulazione” deltono. Questo manualefornisce gli elementinecessari per realizzare lepiù svariate applicazionispecifiche per i traumisportivi e aiuta a fornire lecompetenze necessarieper svolgere la correttaapplicazione delbendaggio in una visioneneuromuscolare.Ogni singola patologia dasport è introdotta con unabreve presentazione, perfornire una visioned’insieme più completa enon riduttiva al solobendaggio. Sono quindiillustrati, con diversiesempi pratici, i tre diversiapprocci nellatraumatologia sportiva e letecniche applicative: nellafase di fisioterapia, diriabilitazione agonistica edi competizione.

ROSARIO BELLIA EFRANCISCO SELVAASSOCIAZIONE ITALIANA TAPINGKINESIOLOGICO®

PREZZO 60,00 EUROPAGINE 218ALEA EDIZIONIMARZO 2011