RS 24 giugno - Avviso Pubblico

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Rassegna stampa (aggiornata al 4 luglio) Prima Marcia Nazionale Amministratori Sotto Tiro Polistena (RC) Presentazione Rapporto Amministratori Sotto Tiro 2015 Gioiosa Jonica (RC) 24 giugno 2016

Transcript of RS 24 giugno - Avviso Pubblico

Rassegna  stampa  

(aggiornata  al  4  luglio)  

 

Prima  Marcia  Nazionale  Amministratori  Sotto  Tiro  Polistena  (RC)    

Presentazione  Rapporto  Amministratori  Sotto  Tiro  2015  

Gioiosa  Jonica  (RC)  

 24  giugno  2016  

   

 

TELEVISIONI  

 TITOLO: Edizione delle 19,30 FONTE: TGR Calabria DATA: 24 giugno 2016 Il link: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-94bf06b0-2008-4b0b-b390-dfbfd95278a9.html  

 TITOLO: Oltre la Cronaca FONTE: Telepace Verona DATA: 27 giugno 2016 Il link: http://www.telepaceverona.it/trasmissioni/cronaca/oltre-la-cronaca-del-27-06-2016/

 TITOLO: Gli intoccabili FONTE: LaCnews DATA: 21 giugno 2016 Il link: http://lacnews24.it/19519/gli-intoccabili/gli-intoccabili-ndrangheta-e-cosa-nostra--puntata-integrale.html  

 TITOLO: 1°marcia nazionale degli amministratori minacciati FONTE: Telemia (trasmissione Linea Aperta) DATA: 24 giugno 2016 Il link: https://www.youtube.com/watch?v=KdmDOEyrHrs  

 TITOLO: Amministratori sotto tiro, presentato il Report FONTE: Telemia DATA: 24 giugno 2016 Il link: https://www.youtube.com/watch?v=ObIBgj7k6co  

 TITOLO: Legalità, a Polistena sfilano gli amministratori sotto tiro FONTE: Approdo News Tv DATA: 24 giugno 2016 https://www.youtube.com/watch?v=AdoTFJniago

 TITOLO: Legalità, a Polistena sfilano gli amministratori sotto tiro FONTE: Immedia Live DATA: 24 giugno 2016 Il link: https://www.youtube.com/watch?v=FyE7d2fzJZs  

 TITOLO: In Marcia FONTE: Zoom24.tv DATA: 24 giugno 2016 Il link: https://www.youtube.com/watch?v=T0ZebZmJnu0  

 TITOLO: In Marcia FONTE: News and com DATA: 24 giugno 2016 Il link: https://www.youtube.com/watch?v=drh4QwCn91A  

 TITOLO: Buongiorno Calabria FONTE: TGR Calabria DATA: 18 maggio 2016 Il link: https://www.youtube.com/watch?v=gp-uiU5Y9vY  

 

 

 

RADIO  FONTE: Radio 1 Rai (Inviato speciale) DATA: 2 luglio 2016 Il link: http://www.inviatospeciale.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-e90c9606-2429-45f1-a457-d6ed8e878575.html

 FONTE: Radio 3 Rai (Tutta la città ne parla) DATA: 23 giugno 2016 Il link: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-82191de6-d2f0-42fb-b774-46c612111c70.html  

 FONTE: Radio 1 Rai (Voci del mattino) DATA: 23 giugno 2016 Il link: http://www.radio1.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-2e175399-d447-4c90-aa2a-f3f841ea2784.html  

 FONTE: Radio 3 Rai (Fahreneit) DATA: 24 giugno 2016 Il link: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-c6d9a9e5-bfd9-4c81-af1d-83271c6be983.html  

 FONTE: Radio 1 Rai (Restate scomodi) DATA: 24 giugno 2016 Il link: http://www.rai.tv/dl/portaleRadio/media/ContentItem-0a3b7ef7-bcee-47f5-a1e8-bf47b6bd92e1.html  

 FONTE: Radio 1 Rai (Voci del Mattino) DATA: 24 giugno 2016 Il link: http://www.radio1.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-44b7e9b5-89de-461e-bf2d-dd1897399bb8.html

 FONTE: Radio in Blu DATA: 23 giugno 2016 Il link: http://www.radioinblu.it/streaming/?vid=0_bi45zpj0  

 FONTE: RTL 102.5 (Nonstopnews) DATA: 22 giugno 2016 Il link: http://www.rtl.it/redazione/4/Non_Stop_News/82454/Gli_esami_di_maturit%C3%A0,_la_marcia_degli_amministratori_minacciati_e_Brexit/  

 FONTE: Prima Radio DATA: 17 giugno 2016 Il link: http://www.primaradio.it/mattino/17.06.16%20-%20Pier%20Paolo%20Romani%20-%20Avviso%20Pubblico.mp3  

 FONTE: Radio Vaticana DATA: 8 giugno 2016 Il link: http://it.radiovaticana.va/news/2016/06/08/amministratori_sotto_tiro_al_mezzogiorno_aree_sotto_assedio/1235679

 

 

 

 

 

AGENZIE  DI  STAMPA  

 TITOLO: Più di 200 Sindaci in marcia per la legalità FONTE: ANSA DATA: 25 giugno 2016 Oltre 200 sindaci hanno dato vita a Polistena alla prima Marcia degli amministratori sotto tiro, promossa da Avviso Pubblico. Presenti Pasquale Amato, primo cittadino di Palma di Montechiaro (Agrigento), Renato Natale (Casal di Principe), Benedetto Zaccaria (Mondragone) e Francesco De Vito (Calimera). Con loro, tra i primi cittadini calabresi, Salvatore Fuda (Gioiosa Jonica) e Michele Tripodi di Polistena. In corteo anche la presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi, il vice ministro dell'Interno Filippo Bubbico, don Luigi Ciotti ed il presidente della Giunta e del Consiglio regionali della Calabria, Mario Oliverio e Nicola Irto. Un messaggio ai sindaci e ad Avviso Pubblico è giunto dal presidente del Senato, Pietro Grasso. "Occorre - ha detto Bindi - che ci sia la consapevolezza della presenza delle mafie nei centri dove si amministra". Per don Ciotti "insieme possiamo vincere le mafie e la corruzione e per batterle basta applicare concretamente la nostra Costituzione". "Gli enti locali devono avere maggiori condizioni di agibilità per erogare servizi ai cittadini", ha osservato il vice ministro dell'Interno, Filippo Bubbico. La manifestazione di Polistena é molto ben riuscita perché ha visto una grande partecipazione di sindaci e di cittadini e la presenza tutte le istituzioni, Governo, Parlamento, Regioni e Comuni", ha detto la senatrice Doris Lo Moro, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali. Nel corso del 2015 sono stati 479 gli amministratori locali che hanno subito intimidazioni o hanno subito minacce. Il dato é contenuto nel rapporto sugli "Amministratori sotto tiro" redatto da Avviso pubblico.

Il link: http://www.ansa.it/legalita/rubriche/educare/2016/06/24/mafia-­‐piu-­‐di-­‐200-­‐sindaci-­‐in-­‐marcia-­‐per-­‐la-­‐legalita_6c3b3f12-­‐4eb6-­‐4eb8-­‐8cb9-­‐1e4c3072f72a.html    

 

 

 

TITOLO: Venerdì 24 a Polistena (RC) Marcia amministratori sotto tiro FONTE: ANSA DATA: 21 giugno 2016 E' fissata per venerdì 24 giugno, dalle ore 11.30, a Polistena (RC), con partenza da piazza Giuseppe Valarioti, la Prima Marcia Nazionale Amministratori sotto tiro, organizzata da Avviso Pubblico con il patrocinio del Consiglio e della Giunta regionale della Calabria e dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica. Sempre il 24 giugno, nel pomeriggio, all'Auditorium di Gioiosa Jonica (RC), Avviso Pubblico presenterà il nuovo Rapporto "Amministratori Sotto Tiro", con i dati relativi all'anno 2015. La Marcia del 24 giugno si snoderà attraverso un percorso che da Piazza Giuseppe Valarioti condurrà fino a Piazzetta 21 marzo dove, dal palco, dopo l'intervento di apertura del sindaco della città, Michele Tripodi, anch'egli più volte oggetto di minacce e intimidazioni, si alterneranno gli interventi di Nicola Irto, Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, Doris Lo Moro, Presidente della Commissione di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni agli amministratori locali, Rosy Bindi, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia; Filippo Bubbico, Vice Ministro dell'Interno; Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico. E' stato invitato il Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Mario Oliverio. Modera gli interventi il giornalista Michele Albanese. Saranno presenti amministratori locali provenienti da tutta Italia, alcuni dei quali oggetto di minacce e costretti a vivere sotto scorta, affiancati da cittadini, rappresentanti dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil) e delle associazioni che hanno aderito alla Marcia. Marceranno a Polistena anche Giuseppe Antoci, Presidente del Parco dei Nebrodi, sfuggito lo scorso 18 maggio ad un agguato di stampo mafioso; don Luigi Ciotti, Presidente di Libera e Agnese Moro, figlia di Aldo Moro e collaboratrice di Avviso Pubblico nella redazione del Rapporto "Amministratori sotto tiro". Nel pomeriggio del 24 giugno, dalle ore 16.30 presso l'Auditorium di Gioiosa Jonica, sarà presentato il Rapporto "Amministratori sotto tiro" con tutti i dati sulle intimidazioni e minacce rivolte agli amministratori locali relativi all'anno 2015. "I dati che presenteremo a Gioiosa Jonica - spiegano i responsabili di Avviso Pubblico - sono molto preoccupanti. Il numero delle minacce ad amministratori locali e funzionari pubblici nel 2015 è sensibilmente aumentato rispetto al passato, confermando un fenomeno radicato, seppur in maniera non uniforme, su gran parte del territorio italiano".

Alla presentazione del Rapporto 2015 dopo il saluto introduttivo del sindaco della città, Salvatore Fuda, più volte oggetto di intimidazioni e minacce, ed i saluti istituzionali di Domenico Vestito, Sindaco di Marina di Gioiosa Jonica, Maria Antonietta Sacco, Coordinatrice regionale di Avviso Pubblico per la Calabria e assessore del Comune di Carlopoli e di Salvatore Mafrici, sindaco di Condofuri e Vicepresidente di Avviso Pubblico, interverranno: Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico; Pierpaolo Romani, Coordinatore azionale di Avviso Pubblico; Arturo Bova, consigliere regionale e Presidente della commissione antindrangheta; Gianluca Callipo, Coordinatore nazionale di Anci Giovani. Sarà presente anche il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino. Modera gli interventi Antonio Maria Mira, giornalista di Avvenire. Nei primi cinque mesi del 2016 sono stati 180 i casi di intimidazioni e minacce ricevute dagli amministratori locali.

Il link: http://www.ansa.it/legalita/notizie/regioni/calabria/2016/06/21/venerdi-­‐24-­‐a-­‐polistena-­‐rc-­‐marcia-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro_96216809-­‐cb08-­‐4873-­‐95c3-­‐0f2a7f558bae.html    

 TITOLO: Dead animals and bullets: Italy seeks to crack down on mafia threats

FONTE: REUTERS UK DATA: 8 giugno 2016 Italy's Senate passed a bill on Wednesday aimed at cracking down on mafia threats against local administrators that often involve arson attacks, dead animals and envelopes full of bullets.

The bill would increase sentences and allow wiretaps and other investigative tools that police can use to track down those who threaten local administrators. The bill must now be approved by the lower house of parliament to become law.

"In the past 40 years, 132 local administrators and 11 of their spouses have been murdered," said Senator Doris Lo Moro, one of the sponsors of the bill. Local state representatives "should be protected," she said after its passage.

Cosa Nostra in Sicily, the 'Ndrangheta in Calabria and the Camorra in Campania have long used violence and intimidation to manipulate state officials in Italy's south, but data and recent scandals show the problem has spread north, even to the capital Rome.

Threats against administrators are on the rise, with 180 recorded during the first five

months of this year, a more than 15 percent increase versus the same period of last year, according to data from Avviso Pubblico, a network of local administrations.

Since 1991, 212 city governments around Italy have been dissolved because of mafia infiltration, including three so far this year.

The most common form of intimidation that Italian organised crime groups used this year was arson, but letters containing bullets were also common, the data showed. Calabria, home of the 'Ndrangheta that has become the most powerful cocaine broker in Europe, recorded the most cases.

In five percent of the cases this year, dead animal parts were left on the doorsteps of administrators' homes or at city hall, recalling the scene from "The Godfather" film when a movie producer who resists the will of Don Corleone wakes to find the head of his favourite racehorse in his bed.

Pierpaolo Romani, Avviso Pubblico's national coordinator, underscored the fear and anxiety caused by such acts of intimidation.

"When an administrator is threatened, it means his or her whole family, including the children, feel threatened," he said. "We want them to know they are not alone."

Il link: http://uk.reuters.com/article/uk-­‐italy-­‐mafia-­‐lawmaking-­‐idUKKCN0YU1Y4    

 TITOLO: Cittadinanzattiva in piazza a Polistena per marciare con gli Amministratori sotto tiro FONTE: AGI DATA: 21 giugno 2016

(Cittadinanzattiva) - ha aderito alla I Marcia nazionale degli amministratori Sotto Tiro

promossa dall'associazione Avviso Pubblico, che si svolgera' il prossimo 24 giugno a

Polistena (Rc)

"Venerdi' prossimo saremo in Calabria con la nostra delegazione regionale insieme agli

amministratori e a tante altre associazioni in segno di solidarieta' e sostegno agli

amministratori Sotto Tiro" ha dichiarato Antonio Gaudioso, segretario generale di

Cittadinanzattiva. In Calabria, le minacce e le intimidazioni verso gli amministratori locali

sono cresciute fortemente negli ultimi tempi, si e' registrato un pericoloso aumento del

ricorso agli incendi e alle armi da fuoco contro Sindaci, assessori e consiglieri, sia

comunali che regionali. Proprio per questi motivi, la Calabria e' stata scelta come luogo

simbolico per la I Marcia per gli amministratori sotto tiro. "L'adesione di Cittadinanza",

ha proseguito Gaudioso, "vuole essere un segno tangibile di vicinanza, affinche' questi

cittadini non si sentano soli, e contemporaneamente vuole essere anche un segnale di

difesa della democrazia e della legalita' nel nostro paese. Gli amministratori locali per

svolgere bene gli incarichi istituzionali che sono chiamati a ricoprire devono poter

lavorare in sicurezza e in liberta', liberi da condizionamenti, minacce o interessi criminali

e particolari; e' una battaglia che riguarda tutti noi". "Cittadinanzattiva", ha concluso

Gaudioso, - e' impegnata su piu' fronti nella lotta alla corruzione e nel contrasto alle

mafie, non a caso siamo l'unica associazione ammessa come parte civile nei vari

procedimenti di "Mafia Capitale", riteniamo pero'- continua Gaudioso- che l'arma

vincente per contrastare questi fenomeni sia la trasparenza e la prevenzione, e' per

questo che siamo a fianco di tutti quegli amministratori onesti che sono Sotto Tiro solo

perche' fanno il proprio dovere. La Marcia si svolgera' a Polistena (Rc) e partira' alle ore

11,30 con prevista conclusione per le ore 13,00 circa, mentre nel pomeriggio, alle ore

16,30, presso il Comune di Gioiosa Jonica, all'Auditorium, sara' presentato il Rapporto

"Amministratori sotto tiro. Anno 2015". Il link: http://www.agi.it/rubriche/la-­‐voce-­‐del-­‐consumatore/2016/06/21/news/il_24_giugno_cittadinanzattiva_scende_in_piazza_a_polistena_per_marciare_insieme_agli_amministratori_sotto_tiro-­‐878430/    

 TITOLO: Il 24/6 a Polistena Prima Marcia Amministratori sotto tiro FONTE: ANSA DATA: 26 maggio 2016

La "Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro", è stata organizzata in

Calabria, a Polistena (Reggio Calabria), a partire dalle ore 11:30, il 24 giugno prossimo

da Avviso Pubblico, enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie.

Sempre il 24 giugno Avviso Pubblico presenterà a Gioiosa Ionica, alle ore 16,30, il

Rapporto 2015 "Amministratori sotto tiro". Alla marcia e alla presentazione del

Rapporto potranno partecipare tutti i cittadini. "Non è più accettabile questa serie di

attacchi sempre più frequenti e pericolosi nei confronti degli amministratori locali

calabresi e non è più tollerabile l'impunità di chi compie questi gesti - ha dichiarato

Maria Antonietta Sacco, Coordinatrice per la Calabria di Avviso Pubblico e assessore

del Comune di Carlopoli (CZ) - di fronte al susseguirsi di intimidazioni a danno di

amministratori e sindaci, la reazione delle Istituzioni e degli organi di polizia deve essere

dura, immediata e irremovibile: solo così riusciremo a restituire serenità alle nostre

comunità". Alla prima Marcia degli amministratori sotto tiro hanno già annunciato la

propria partecipazione, tra gli altri, l'associazione Libera contro le mafie, la Cgil,

numerosi Comuni e diversi parlamentari. Il link: http://www.ansa.it/legalita/rubriche/agenda/2016/05/26/il-­‐246-­‐a-­‐polistena-­‐prima-­‐marcia-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro_97009677-­‐2561-­‐4a4d-­‐9fae-­‐8f52de88bf8a.html    

 TITOLO: CGIL a Prima Marcia Amministratori sotto tiro FONTE: ANSA DATA: 20 maggio 2016

Il prossimo 24 giugno la Cgil parteciperà alla 'Prima Marcia Nazionale degli

Amministratori Sotto Tiro' organizzata da Avviso Pubblico, che si terrà a Polistena

(Reggio Calabria).

"Saremo presenti, con una nostra delegazione, a fianco dei tanti sindaci e amministratori

che lottano coraggiosamente contro la criminalità organizzata, per ribadire e confermare

il nostro supporto e l'impegno nel contrasto a tutte le mafie e all'illegalità". Con queste

parole la Cgil ha oggi comunicato la formale adesione all'iniziativa, che assume un valore

particolare anche alla luce dell'attentato subito dal presidente del Parco dei Nebrodi,

Giuseppe Antoci.

La marcia si svolgerà a Polistena, Comune in cui il giovane sindaco è stato oggetto di

minacce e intimidazioni pesanti, e partirà alle ore 11.30 con prevista conclusione per le

ore 13.00 circa.

Il link: http://www.ansa.it/legalita/notizie/regioni/calabria/2016/05/20/mafia-­‐cgil-­‐a-­‐prima-­‐marcia-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tir_f000c84c-­‐7007-­‐4dbc-­‐b643-­‐f7cdc4bd32f9.html    

 TITOLO: Minacce a Sindaci Calabria: Avviso Pubblico, Marcia e Rapporto FONTE: ANSA DATA: 17 maggio 2016

Ancora amministratori calabresi nel mirino: negli ultimi giorni a finire sotto tiro sono

due primi cittadini della provincia di Cosenza: il sindaco di Longobucco, Luigi Stasi, e il

sindaco di Santa Maria del Cedro, Ugo Vetere.

A ricordarlo è Avviso Pubblico enti locali e regioni contro le mafie. "La Calabria si

conferma ancora una delle terre più a rischio in cui svolgere il ruolo di amministratore.

Queste intimidazioni - rafforzano la nostra convinzione che la "Prima Marcia Nazionale

degli Amministratori Sotto Tiro", che Avviso Pubblico organizzerà a Polistena, a partire

dalle ore 11:30, il 24 giugno prossimo, richieda tutto il nostro impegno e abbia bisogno

del sostegno e della presenza di tutti coloro che hanno a cuore le istituzioni

democratiche e il destino dei tanti, troppi, amministratori sotto tiro del nostro Paese".

Sempre il 24 giugno Avviso Pubblico presenterà a Gioiosa Ionica, nel pomeriggio, alle

ore 16,30, il Rapporto 2015 "Amministratori sotto tiro". Alla marcia e alla presentazione

del Rapporto potranno partecipare tutti i cittadini.

"Non è più accettabile questa serie di attacchi sempre più frequenti e pericolosi nei

confronti degli amministratori locali calabresi e non è più tollerabile l'impunità di chi

compie questi gesti - ha dichiarato Maria Antonietta Sacco, Coordinatrice per la Calabria

di Avviso Pubblico e assessore del Comune di Carlopoli (CZ). Di fronte al susseguirsi di

intimidazioni a danno di amministratori e sindaci, la reazione delle Istituzioni e degli

organi di polizia deve essere dura, immediata e irremovibile: solo così riusciremo a

restituire serenità alle nostre comunità" Il link: http://www.ansa.it/legalita/rubriche/speciali/2016/05/17/minacce-­‐a-­‐

sindaci-­‐calabriaavviso-­‐pubblicomarcia-­‐e-­‐rapporto_6c98fde5-­‐f1fa-­‐443b-­‐87ee-­‐5d17ee7f90fe.html    

 TITOLO: Mafia, in Calabria Marcia per amministratori minacciati FONTE: ANSA DATA: 5 maggio 2016

Nei giorni scorsi la Commissione Giustizia del Senato ha approvato la proposta di legge

1932, presentata dalla senatrice Doris Lo Moro, per contrastare il fenomeno degli atti di

intimidazione ai sindaci e agli altri amministratori locali. La discussione da parte

dell'Assemblea del Senato avverrà nella settimana tra il 17 ed il 19 maggio prossimo. A

ricordarlo è Avviso Pubblico Enti locali e Regioni contro le mafie la quale annuncia che

seguirà attentamente i lavori parlamentari dei prossimi giorni e nel mese di giugno in

Calabria organizzerà la prima Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro. "È un

fatto di grande importanza politica quanto avvenuto in Commissione giustizia del

Senato - afferma Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico - E' importante che

tutte le forze politiche presenti in Parlamento si adoperino per una rapida approvazione

della proposta di legge presentata dalla Senatrice Doris Lo Moro" Il link: http://www.ansa.it/legalita/rubriche/educare/2016/05/05/mafia-­‐in-­‐calabria-­‐marcia-­‐per-­‐amministratori-­‐minacciati_44989622-­‐c6e9-­‐4f85-­‐b509-­‐4abf6e92bccc.html    

 

 

 

 

 

 

GIORNALI  CARTACEI  FONTE: Avvenire DATA: 25 giugno 2016

 

 FONTE: Avvenire DATA: 25 giugno 2016

 

 FONTE: Avvenire DATA: 25 giugno 2016

 

 

TITOLO: L’unione fa la forza e batte la mafia FONTE: Il Venerdì di Repubblica DATA: 24 giugno 2016

 TITOLO: Ma il territorio resta nelle loro mani. Hanno risorse infinite FONTE: La Stampa DATA: 25 giugno 2016

 

 

 

 

 

TITOLO: Crescono i politici sotto minaccia FONTE: Il Tempo DATA: 27 giugno 2016

 

TITOLO: Duecento Sindaci in Marcia a Polistena per legalità e sicurezza FONTE: Il Giornale di Calabria DATA: 25 giugno 2016

 

 

TITOLO: Don Ciotti alla Marcia FONTE: La Gazzetta del Sud DATA: 25 giugno 2016

 

 

TITOLO: A Polistena marcia il Paese che resiste FONTE: Quotidiano del Sud DATA: 25 giugno 2016

 

 

TITOLO: Minacce, la Calabria è la “capitale” FONTE: La Gazzetta del Sud DATA: 27 giugno 2016

 

 

TITOLO: Duecento sindaci alla marcia degli amministratori sotto tiro FONTE: Il Crotonese DATA: 25 giugno 2016

 

 

TITOLO: Una lunga escalation di minacce contro gli amministratori FONTE: Giornale di Sicilia DATA: 27 giugno 2016

 

 

TITOLO: Amministratori nel mirino. Sicilia in testa FONTE: Repubblica (Palermo) DATA: 27 giugno 2016

 

 

TITOLO: A Polistena la Prima Marcia degli Amministratori sotto tiro FONTE: Arcireport DATA: Giugno 2016

 

 

TITOLO: Minacce ai sindaci, è allarme FONTE: La Provincia DATA: 26 Giugno 2016

 

 

GIORNALI  ONLINE  E  SITI  INTERNET  

 TITOLO: Sindaci, assessori, consiglieri. Ecco gli amministratori “Sotto Tiro” FONTE: espresso.repubblica.it DATA: 24 giugno 2016

A Palma di Montechiaro hanno un problema serio. Il sindaco minacciato. Stessa sorte

per il suo vice. Ma anche il comandante dei vigili, gli agenti che dirige e persino

l'avvocato del Comune. A Licata, sud della Sicilia, Angelo Cambiano porta avanti una

battaglia contro l'abusivismo. Finito pure lui nel mirino. Sui Nebrodi, il presidente del

parco, Giuseppe Antoci, è stato vittima di un agguato terribile: colpi di fucile nel cuore

della notte nonostante la scorta. I colpi sono stati fermati dalla blindatura dell'auto.

Potremmo continuare per pagine e pagine. In Calabria, in Campania, nel Lazio.

Lombardia, Veneto. Non passa giorno in cui almeno un sindaco, un assessore, un

consigliere comunale, non subisca una minaccia. Lettere, proiettili, offese, incendi e

molto altro, che mettono a rischio la vita di chi ha deciso di impegnarsi per la comunità.

“Amministratori sotto tiro”, li definisce Avviso Pubblico, l'associazione che riunisce gli

enti locali contro mafia e corruzione.

E il primo dato che salta agli occhi dall'ultimo rapporto sugli amministratori minacciati è

di quelli che resta impresso nelle memoria. Un'intimidazione ogni 18 ore, una media

di 40 intimidazioni al mese. Per un totale, nel 2015, di 479 atti di minaccia rivolti a

funzionari pubblici e rappresentanti politici che guidano i municipi d'Italia.

L'aumento rispetto all'anno precedente, è del 33 per cento. Nel 2014 , infatti,

Avviso pubblico ne aveva contati 361. Per dire basta l'associazione, insieme ai sindaci,

ha organizzato la prima marcia degli amministratori sotto tiro. Si è tenuta a Polistena, in

Calabria, nel cuore della piana di Gioia Tauro. Una manifestazione per far sentire la

voce di chi spesso viene lasciato solo. Abbandonato al proprio destino. Rischiando

essere ucciso solo per aver lavorato per il bene comune.

Una vera e propria «piaga» secondo l'associazione, che non è affatto questione relegata

al meridione. L'offensiva dei criminali allergici alla democrazia ha coinvolto 17

Regioni – immuni solo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria – 79 Province e

266 Comuni.

E se è vero che tre casi su quattro hanno origine nel Sud Italia, è altrettanto vero che il

Centro-Nord continua la sua lenta ma costante crescita. Sud e Isole si confermano i

territori più rischiosi dove svolgere il ruolo di amministratore locale. Qui si contano il

72 per cento dei casi di intimidazione e minaccia. Il Nord non se la passa tanto meglio

con il suo 15 per cento di minacce. Infine, il Centro 13 per cento.

Gli aumenti più significativi in Lombardia: dai 13 del 2014 ai 29 dello scorso anno, più

che raddoppiati dunque. Nel Lazioanche si è passati da 28 a 39. nel Lazio (da 28 a 39).

Nel Nord Est la regione più sotto tiro resta il Veneto. Nella classifica della violenza

contro le istituzioni locali, però, c'è un vincitore. È la Sicilia, che con i suoi 91 casi

censiti, 19 per cento del totale nazionale, è la prima regione per numero di intimidazioni

e minacce agli amministratori locali. Al secondo posto la Campania (74 casi) con un

aumento del 42 per cento. A seguire Puglia (62 casi) Calabria (52 casi). Avviso

Pubblico, poi, segnala il caso Sardegna: i 50 casi individuati segnano un incremento del

118 per cento rispetto al all'anno precedenti. Se però i casi vengono analizzati per

provincia, il primato spetta a Napoli (46), seguita dalla provincia di Roma (25 casi),

Palermo (22), Lecce (21), Agrigento (19 casi), per concludere con quella di Cosenza (18

casi).

La minaccia ha uno scopo. Sempre. Nella maggior parte dei casi i criminali

intimidiscono per eliminare dalla competizione elettorale candidati sgraditi. Per questo,

secondo i dati raccolti da Avviso Pubblico, il mese più caldo è stato maggio 2015. Il

mese in cui oltre mille comuni e sei regioni sono stati chiamati al voto. In questo

periodo, infatti, si sono verificati 60 episodi, due al giorno, con una media di molto

superiore al resto dell'anno. In alcune zone del Paese, purtroppo, chi ha messo sotto

pressione i candidati ha ottenuto ciò che si era prefissato: il ritiro della candidatura. Nel

70 per cento dei casi censiti il destinatario è un amministratore locale: 55 per cento

sindaci, 20 per cento assessori, 16 per cento consiglieri comunali, 7 per cento

vicesindaci.

Avviso Publico, poi, segnala due casi particolari: a Mondragone (Caserta) e Bianco

(Reggio Calabria), in cui i vicensindaci sono stati messi sotto scorta. «Ma la minacce»,

si legge nel rapporto, «hanno riguardato anche dirigenti, funzionari e dipendenti pubblici

i cui Comuni o enti si sono costituiti parte civile in processi per mafia, hanno operato in

materia di appalti, di concessioni di licenze commerciali, balneari e demaniali.

Le intimidazioni non sono mancate quando gli amministratori si sono occupati di

gestione e smaltimento di rifiuti, di sanità, di gestione di parchi e riserve naturali, o

hanno promosso azioni contro l’abusivismo edilizio e l’occupazione illecita di case

popolari. Anche la cultura è stata fonte di minacce, in particolare quando si è cercato di

promuovere progetti educativi e sportivi per diffondere la cultura della cittadinanza

attiva e responsabile».

Appalti, rifiuti, e aumento delle tasse locali. Già, c'è anche questo tra i motivi che

spingono i criminali a alzare il tiro contro sindaci e assessori. Di fronte a un taglio di

contributi e sussidi sociali, anche al fine di risanare i bilanci degli enti, nonché il mancato

inserimento in specifici albi (per esempio quello dei lavoratori socialmente utili) alcuni

reagiscono con la violenza.

E i responsabili? Sono stati puniti? Come scrive Avviso pubblico, «Nella maggior parte

dei casi, come emerge dalle informazioni acquisite e come rilevato nei precedenti

Rapporti di Avviso Pubblico, sono rimasti ignoti ed impuniti. E quando sono stati

individuati, in più di un caso, poche ore dopo il loro arresto, questi soggetti sono stati

scarcerati suscitando un sentimento di rabbia, di sconforto, di impotenza e di maggiore

paura, espressa anche pubblicamente da Sindaci, assessori e consiglieri colpiti

direttamente».

In Italia fare politica può essere molto pericoloso. Quella pericolosità che si ritrova nel

Messico dei narcos. Anche lì sindaci coraggiosi vengono presi di mira dal sistema

criminale. Come Gisela Mota, prima cittadina del Comune messicano di Temixco,

uccisa il 3 gennaio 2016 a poche ore dal suo insediamento per la sua attività contro i

narcotrafficanti. Un esempio. A lei, infatti, è dedicato il rapporto di Avviso Pubblico. Il link: http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/06/24/news/sindaci-­‐assessori-­‐consiglieri-­‐ecco-­‐gli-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro-­‐1.274630  

 TITOLO: I 200 sindaci in marcia: “Più forti della paura” FONTE: Avvenire.it DATA: 25 giugno 2016 «Oggi ha sfilato una parte del Paese che non solo resiste, ma costruisce. Per far sì che legalità porti giustizia». Queste parole del presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà, ben descrivono la 'Prima marcia nazionale dei sindaci sotto tiro', che ieri ha attraversato le vie e le piazze diPolistena. Oltre 200 amministratori localicon la fascia tricolore e i gonfaloni dei Comuni, molti vittime di intimidazioni e violenze. Hanno resistito a incendi e bombe, ieri anche alla pioggia che ha solo in parte disturbato l’importante iniziativa. Coi sindaci raccolti da Avviso Pubblico anche associazioni, volontari, testimoni di giustizia.

«Una bella giornata di unità delle istituzioni», commenta il governatore della Calabria, Mario Oliverio. Ma i protagonisti sono loro, sindaci di tutta Italia, la bella politica. «Siete ministri del bene comune – si rivolge a loro il presidente di Libera, don Luigi Ciotti – siete la cinghia di trasmissione della politica, la dorsale della democrazia. Siete la politica alta che amiamo, quella che citava Paolo VI». La marcia parte da piazza Giuseppe Valarioti, giovane consigliere comunale di Rosarno ucciso dalla ’ndrangheta l’11 giugno 1980. Proprio davanti al palazzo confiscato al clan Versace e assegnato alla parrocchia di Santa Marina Vergina, guidata da don Pino Demasi. Si arriva in piazza 21 marzo, in ricordo della Giornata della memoria delle vittime innocenti di mafia, organizzata da Libera a Polistena nel 2007. Nomi e luoghi simbolo. Ma attenzione, avverte don Luigi, «ci hanno rubato la parola solidarietà. Troppo facile. Per tanti ci si ferma a un telegramma. Invece serve corresponsabilità. Non accanto, ma insieme». Poi insiste. «Serve una politica che sia veramente servizio per il bene comune, politica come passione e onestà. E noi dobbiamo valorizzare il buono senza far mancare la denuncia».

E la politica nazionale risponde. «Dobbiamo rompere l’alternativa tra essere sotto ricatto delle mafie e subire intimidazioni – afferma la presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi –. Bisogna uscire da questa tenaglia». Perché, avverte, «ne ha avuti troppi di martiri questo Paese. Se ognuno fa la sua parte eviteremo che chi lo fa sia esposto». Ma soprattutto, ed è un appello alla politica, «non facciamo scegliere la classe politica dalla magistratura». A partire dagli enti locali. «Serve una nuova alleanza coi Comuni – è l’appello del viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico –. Le reti di fiducia sono fondamentali. Dobbiamo aiutare i sindaci onesti che vogliono cambiare le cose a realizzarle. Ma serve un’ordinaria attenzione al rispetto delle regole. Dobbiamo garantire un recupero, una riabilitazione alle regole democratiche, un lavoro di risanamento sociale e civile». Ma, è l’invito di Bubbico, «mettendo da parte interessi elettorali per vere scelte di cambiamento, se no ci penseranno le mafie a dare risposte».

Insomma, sottolinea anche la presidente della Commissione di inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali, Doris Lo Moro, «lo Stato deve fare un passo avanti ». Uno Stato che «c’è, è forte, è al fianco degli amministratori locali che hanno fatto una scelta di campo», assicura il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino. Annunciando la nascita dell’osservatorio sulle intimidazioni ai sindaci (6 in tutta l’Italia) «per valutare attentamente, anche attraverso un’attività di intelligence, i fatti, le dinamiche e le iniziative da prendere. Lo Stato non abbandona nessuno, perchè siano un baluardo contro le infiltrazioni mafiose». Loro i primi cittadini 'sotto tiro' non si tirano indietro. Ma senza passare per eroi. «Non siamo sindaci antimafia, vogliamo essere sindaci della normalità» ci tiene a dire ilsindaco di Condofuri, Salvatore Mafrici. Il link: http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/I-­‐200-­‐sindaci-­‐in-­‐marcia-­‐Pi-­‐forti-­‐della-­‐paura-­‐.aspx    

 

 TITOLO: Contro la mafia oltre 200 sindaci in marcia per la legalità FONTE: Rainews.it DATA: 24 giugno 2016 Sono circa 200 i sindaci, provenienti da tutta Italia, che stanno dando vita a Polistena alla prima "Marcia degli amministratori sotto tiro", promossa da Avviso Pubblico. Ci sono, tra gli altri, Pasquale Amato, sindaco di Palma di Montechiaro (Agrigento), Renato Natale (Casal di Principe), Benedetto Zaccaria (Mondragone) e Francesco De Vito (Calimera). Con loro, tra i primi cittadini calabresi, ci sono Salvatore Fuda (Gioiosa Jonica) e Michele Tripodi di Polistena. In piazza anche tante personalità del mondo istituzionale come la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, insieme ai componenti dell'organismo Davide Mattiello e Celeste Costantino; la presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali, Doris Lo Moro; don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e consiglieri regionali. Stanno sfilando, inoltre, rappresentanti di associazioni e del mondo della scuola, delle organizzazioni sindacali e parenti delle vittime di mafia. Al termine del corteo, dopo un percorso di circa un chilometro, ci saranno gli interventi finali. Un messaggio di saluto ai sindaci e ad Avviso Pubblico è giunto dal presidente del Senato, Pietro Grasso.

Il link: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Contro-­‐Mafia-­‐sindaci-­‐in-­‐marcia-­‐per-­‐la-­‐legalita-­‐sono-­‐piu-­‐di-­‐200-­‐00c33737-­‐7000-­‐4cca-­‐9663-­‐1eafbe4909d4.html  

 TITOLO: La lezione dei Sindaci sotto tiro in corteo a Polistena FONTE: Ossigeno Informazione DATA: 30 giugno 2016 Perché i giornalisti minacciati, che sono anche più numerosi, non riescono a unirsi, a ragionare collettivamente, a organizzare una protesta pubblica Un sindaco sotto tiro deve denunciare le minacce e continuare a fare onestamente il suo lavoro, rifiutando le imposizioni di chi gli manda lettere anonime, buste con proiettili, squarcia le gomme della sua auto o vi appicca il fuoco. Facile a dirsi. Ma occorre coraggio per farlo e, per fortuna, gli amministratori pubblici che hanno queste qualità sono sempre di più, sono determinati, hanno idee chiare e un’associazione che le porta avanti: Avviso Pubblico, che il 24 giugno 2016 ha organizzato con successo, a Polistena (RC), la prima marcia degli “amministratori pubblici sotto tiro”. C’è un video vedi che mostra tante fasce tricolori dietro uno striscione e sotto i gonfaloni dei Comuni. E’ bello vedere tanti amministratori pubblici insieme

in corteo in buona compagnia (don Luigi Ciotti e Rosi Bindi, fra gli altri), incoraggiati da Pietro Grasso, con la mano sul cuore mentre intonano l’Inno di Mameli davanti alla lapide delle vittime della mafia. E’ bello vederli. Ringrazio questi sindaci per la lezione di impegno civile che danno a noi giornalisti, una categoria che annovera forse ancora più minacciati, ma non riesce ad alzare la voce, non riesce a schierare in campo collettivamente i minacciati. La marcia di Polistena insegna che chi subisce minacce a causa del suo lavoro, a causa di un’attività svolta nell’interesse pubblico deve reagire continuando per la sua strada. Ma aggiunge che ciò non basta, quando altre centinaia, forse migliaia sono minacciati allo stesso modo e il resto del mondo va avanti con indifferenza, come se le minacce fossero un problema personale di alcuni, e non un problema politico e sociale.

Lo sono indubbiamente perché passano attraverso le maglie larghe della legge, perché la giustizia raramente punisce come dovrebbe le violenze e gli abusi strumentali con cui vengono eseguite, perché la mentalità prevalente, pubblicamente lodata, è quella del collega che dice al minacciato “Ma chi te lo fa fare?”. Lo sono perché di solito chi è minacciato a causa del suo lavoro, invece di avere solidarietà, subisce l’isolamento.

I sindaci di Avviso Pubblico ci dicono che la resistenza personale non basta, bisogna fare di più. Bisogna metterci la faccia. Ragionare insieme a chi vive gli stessi problemi. Agire collettivamente per risolverli. Creare organismi associativi nuovi se quelli esistenti non hanno questa visione del problema. Documentare il problema in modo inoppugnabile è il primo passo. Ma occorre anche scendere in piazza per dimostrare che il problema riguarda persone in carne e ossa, persone che condividono analisi e proposte. Certamente è difficile. Ma i sindaci di Avviso Pubblico ci hanno fatto vedere che è possibile. Il link: http://notiziario.ossigeno.info/2016/06/la-­‐lezione-­‐dei-­‐sindaci-­‐sotto-­‐tiro-­‐in-­‐corteo-­‐a-­‐polistena-­‐71260/    

 TITOLO: Polistena, solo in 100 alla marcia nazionale dei sindaci sotto tiro FONTE: Corriere.it DATA: 24 giugno 2016 Pochi sindaci, scarsa la partecipazione popolare, un centinaio di persone circa, molti giovani con la maglietta rossa di Libera. La prima «Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro», organizzata a Polistena da Avviso Pubblico, non è stata un esempio di compattezza istituzionale. Mancavano moltissimi amministratori calabresi (su 409

sindaci ne erano presenti 50), più vasta la platea dei primi cittadini «forestieri», da Pasquale Amato, sindaco di Palma di Montechiaro (Agrigento), a Renato Natale (Casal di Principe), Benedetto Zaccaria (Mondragone) e Francesco De Vito (Calimera). Eppure il tema delle minacce e delle intimidazioni a sindaci e amministratori tocca molto da vicino uomini e donne delle istituzioni impegnate, in Calabria, a far rispettare la legalità nei rispettivi Municipi. «In Calabria è sempre più difficile organizzare manifestazioni contro la 'ndrangheta rispetto ad altre realtà del paese»ammonisce Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, presente alla Marcia assieme al viceministro dell'Interno Filippo Bubbico, don Ciotti, Doris Lo Moro, presidente della Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni agli amministratori locali e il presidente della Regione Mario Oliverio. «Qui ci sono i sindaci che marciano contro le mafie, mentre ci sono altri che flirtano con le mafie» afferma don Pino De Masi, referente di Libera nella Piana di Gioia Tauro. Il corteo con in testa i sindaci, preceduto dalla banda musicale di Polistena che intona marce di «parata», si muove da via Catena, proprio dinnanzi a quello che è diventato il simbolo della riscossa alla 'ndrangheta, il palazzo a quattro piani confiscato al clan Versace, oggi dimora di Emergency e Libera. I dati sulle intimidazioni come ricorda Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico sono drammatici, al Sud come al Nord. Nel 2015 ci sono stati 470 casi, 40 al mese, 1 ogni 18 ore. Rispetto al 2014 si registra un preoccupante incremento del 33%. Questa piaga nel 2015 ha coinvolto 17 regioni - immuni solo la Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria - 79 province e 266 Comuni. Il Sud e le isole si confermano territori più rischiosi dove svolgere il ruolo di amministratori locale - sostiene il report di Avviso Pubblico. E' in questa macroarea geografica che nel 2015 si è concentrato il 72% dei casi di intimidazione e minaccia. Il Nord(15% dei casi) e il centro(13% dei casi) proseguono, invece, la loro lenta ma costante crescita. Gli aumenti più significativi nel Centro-Nord si registrano in Lombardia(da 13 a 29 casi censiti, più che raddoppiati) e nel Lazio (da 28 a 39). L'area del Nord-Ovest(10% dei casi) si conferma più colpita rispetto al Nord-Est(5%) dove la regione più sotto tiro resta il Veneto. La regione che nel 2015 si colloca al primo posto nazionale per numero di intimidazioni e minacce agli amministratori locali si conferma la Sicilia(91 casi censiti, il 19% del totale nazionale. Seguono Campania(74), Puglia(62) e Calabria(52). Il link: http://www.corriere.it/cronache/16_giugno_24/polistena-­‐solo-­‐100-­‐marcia-­‐nazionale-­‐sindaci-­‐sotto-­‐tiro-­‐avviso-­‐pubbico-­‐ndrangheta-­‐dbf0d9ba-­‐39ff-­‐11e6-­‐a521-­‐549a090a680e.shtml    

   TITOLO: Mafia, 180 episodi di minacce ai sindaci in cinque mesi

FONTE: Roma.corriere.it DATA: 8 giugno 2016 «Complice» la campagna elettorale ancora in corso, nei primi cinque mesi del 2016 ci sono stati 180 episodi di intimidazioni a sindaci, candidati, amministratori locali: un più 15% rispetto a un anno fa che Avviso Pubblico traduce nella parola «assedio». L’associazione ha presentato il suo quinto rapporto annuale sulle intimidazioni ai politici e ai funzionari locali, evidenziando proprio la coincidenza tra la crescita delle minacce e il voto. Anche per questo allarmante aumento dei dati, per la prima volta, il 24 giugno si terrà a Polistena, in Calabria, una marcia di solidarietà ai sindaci minacciati. Già numerose le adesioni di associazioni antimafia, Federazione nazionale della stampa, sindacati. I dat i Il 75% per cento delle minacce è concentrato nel sud e nelle isole con il record della Calabria, ma centro e nord Italia (Emilia, Lombardia, Piemonte, Lazio) sempre meno sono esenti da Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose o intimidazioni ai propri amministratori. Gli attentati incendiari ad auto, uffici, abitazioni, ma anche scuole e biblioteche, costituiscono il 35% degli episodi, poi a seguire aggressioni fisiche, lettere minatorie, proiettili (anche di kalashnikov o P 38) fatti ritrovare in luoghi sensibili. «È il terribile ruolo dei buoni che diventano eroi solo per fare il loro lavoro», ha detto Agnese Moro, figlia dell’ex presidente della Dc, Aldo, e collaboratrice della associazione. Rompere l ’ i so lamento Il tema centrale della marcia è far sentire meno soli gli amministratori minacciati. «Non a caso - ha spiegato Pier Paolo Romani, coordinatore di Avviso Pubblico - sono in aumento anche gli episodi di aggressioni non legati alla criminalità organizzata. Comuni cittadini disperati che schiaffeggiano, quando va bene , sindaci o assessori perché non hanno risposte alle loro esigenze nella vita quotidiana. Un segnale di distanza dalle istituzioni. Ma i sindaci lasciati soli e senza risorse per comprare farmaci a chi ne ha bisogno o dare una casa a chi non ce l’ha spesso non possono far niente». La marica si terrà a Polistena, nella locride, amministrata da due mandati di Michele Tripodi, 37enne del Partito comunista italiano, a sua volta ripetutamente minacciato. «Siamo la città dove il comune è stato costruito negli anni ‘70 con l’esercito a vigilare sui lavori per evitare gli attentati di chi quell’appalto voleva ottenere - spiega il sindaco - ma siamo anche quello con un forte impegno civile e mai sciolto per mafia e questo perché sono sorte iniziative e associazioni antimafia che hanno sensibilizzato la gente del posto. La lotta alla mafia si fa rispettando le regole in tutti i settori, costituendosi parte civile nei processi, riutilizzando i beni confiscati a favore della comunità. Da Polistena vuole partire un appello a non lasciare soli gli altri sindaci». Il link: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/16_giugno_08/mafia-­‐avviso-­‐pubblico-­‐report-­‐2016-­‐180-­‐episodi-­‐minacce-­‐sindaci-­‐cinque-­‐mesi-­‐7586e6fe-­‐2d68-­‐11e6-­‐9ed7-­‐029647940570.shtml  

 

 

 

 TITOLO: Il procuratore di Reggio: “Il territorio resta nelle loro mani. Hanno risorse infinite FONTE: Lastampa.it DATA: 27 giugno 2016

È disarmante l’immagine che propone il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, nel sottolineare l’importanza della cattura di Ernesto Fazzalari, il latitante calabrese più longevo (era ricercato da vent’anni): «La cattura è avvenuta in un territorio in cui gli Zagari-Fazzalari controllano ogni zolla di terreno». Una fotografia reale dei rapporti di forza tra Stato e ’ndrangheta, che fa capire che in Calabria lo Stato deve conquistare territori governati dalla ’ndrangheta. Ed è solo una coincidenza che a meno di otto chilometri dal regno di Fazzalari, le campagne di Molochio, a Polistena, l’altro giorno ci sia stata la marcia antimafia di Avviso Pubblico. CARICA SIMBOLICA Per il suo valore altamente simbolico è importante la cattura di Ernesto Fazzalari, un killer «il cui spessore criminale - dicono gli investigatori - è cresciuto nel tempo». Una cattura che conferma quanto sia essenziale per la ’ndrangheta il proprio territorio, la Calabria. Gli investigatori dell’Arma dei carabinieri e quelli della Polizia di Stato concordano nel sottolineare questo aspetto: la ’ndrangheta anche con i suoi capi storici in carcere continua ad essere sempre pericolosissima, sempre l’organizzazione criminale più importante in Italia. Gaetano Paci, procuratore aggiunto di Reggio, spiega: «La ’ndrangheta ha accumulato risorse che sembrano illimitate con il narcotraffico, e le ha investite nella economia reale e legale. Nei settori dell’edilizia, negli appalti pubblici, dell’agroalimentare e della ristorazione, nel campo dei villaggi turistici ma anche nel terziario avanzato, in industrie a forte innovazione tecnologica». UN PARTNER AFFIDABILE L’immagine di coppole e lupara è la più lontana dalla realtà. La ’ndrangheta non detiene più il monopolio del traffico della cocaina. Oggi ci sono i cartelli napoletani che si

affacciano nel mercato degli stupefacenti, affiancando la ’ndrangheta, e comprano direttamente in Colombia o utilizzano il supermarket spagnolo per rifornirsi e distribuire a loro volta la polvere bianca. Una novità, nelle dinamiche criminali, che non indebolisce la mafia calabrese, anzi conferma la sua pericolosità perché ha investito i suoi capitali nella economia legale.«Tutti la cercano - commenta provocatoriamente il procuratore aggiunto di Reggio, Gaetano Paci - perché è il partner più affidabile con una disponibilità senza limiti di liquidità».

LE INTIMIDAZIONI A gennaio la polizia arrestò due latitanti importanti, Crea e Ferraro, ieri i carabinieri Fazzalari. Nonostante le retate e le condanne, la ’ndrangheta continua ad essere fortissima. Può contare sulle relazioni parentali e familiari delle singole ’ndrine e sui rapporti con il territorio. Oggi come negli anni Ottanta e Novanta può contare sulle relazioni con la politica. Ci sono indagini in corso sul voto di scambio anche alle amministrative delle settimane scorse. Inquieta l’attentato dell’altra notte a Reggio Calabria: è stata bruciata l’auto del marito dell’assessore ai lavori pubblici di Reggio, Angela Marcianò. Un avvertimento nei confronti di una amministrazione fortemente caratterizzata nella lotta alla ’ndrangheta. Ieri come oggi non c’è in Calabria una reazione della società civile. Anzi in questi anni sono nate iniziative antimafia finite sotto osservazione degli inquirenti. Perché speculavano sulle iniziative contro la ’ndrangheta. Come in Sicilia con la mafia, simboli e sigle che dovevano essere al di sopra di ogni sospetto sono finite nella polvere. Ma questa è tutta un’altra storia. Il link: http://www.lastampa.it/2016/06/27/italia/cronache/il-­‐procuratore-­‐di-­‐reggio-­‐il-­‐territorio-­‐resta-­‐nelle-­‐loro-­‐mani-­‐hanno-­‐risorse-­‐infinite-­‐9MNF7zcOjyf5lzKeEhSJrL/pagina.html    

 TITOLO: Contro la mafia oltre 200 sindaci in marcia per la legalità FONTE: Antimafiaduemila.com DATA: 24 giugno 2016 Venerdi 24 giugno, subito dopo la Marcia degli Amministratori sotto tiro che ha coinvolto centinaia di persone tra amministratori locali provenienti da tutta Italia, cittadini, rappresentanti dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil) e delle associazioni, si e svolta presso l’Auditorium di Gioiosa Jonica, la presentazione del Rapporto “Amministratori

sotto tiro” con tutti i dati sulle intimidazioni e minacce rivolte agli amministratori locali relativi all’anno 2015.

Si tratta di dati molto preoccupanti. Il numero delle minacce ad amministratori locali e funzionari pubblici nel 2015 e sensibilmente aumentato rispetto al passato, confermando un fenomeno radicato, seppur in maniera non uniforme, su gran parte del territorio italiano.

Sono infatti 479 gli atti di intimidazione e minaccia rivolti ad amministratori locali e funzionari pubblici censiti da Avviso Pubblico per l’anno 2015. Una media di 40 intimidazioni al mese. Una minaccia ogni 18 ore. Rispetto al 2014, quando furono 361, si registra un preoccupante incremento del 33%. Roberto Monta, Presidente di Avviso Pubblico, ha commentato cosi il dato: “La situazione descritta dal Rapporto testimonia la fragilita della democrazia a livello locale. Sono i cittadini i primi a doversene preoccupare. La Marcia di Polistena rappresenta un’alleanza tra soggetti del Paese che vogliono costruire, oltre che resistere. Senza questa alleanza il Rapporto diventera ogni anno piu denso e gli amministratori onesti scapperanno”.

A seguire il Sindaco di Gioiosa Ionica, Salvatore Fuda, ha affermato: “Sentiamo la necessita di un forte intervento governativo dal punto di vista economico, in sostegno ai Comuni di questo territorio, per garantire i servizi minimi. La criminalita altrimenti sara sempre un passo avanti”.

Gianluca Callipo, Sindaco di Pizzo e coordinatore nazionale ANCI Giovani, ha sottolineato: “Una giornata come quella di oggi rappresenta molto per il Paese e, soprattutto, per la Calabria. Chi colpisce un amministratore locale colpisce il livello istituzionale piu vicino ai cittadini”.

Arturo Bova, Presidente della Commissione antindrangheta della Regione Calabria, ha aggiunto: “Avviso Pubblico ha fatto emergere un pezzo di Calabria che di solito non emerge. Questa e una terra sotto tiro anche perche sempre piu sindaci riescono a infastidire la bestia chiamata ‘ndrangheta”.

A seguire Salvatore Mafrici, Vicepresidente di Avviso Pubblico e referente per la provincia di Reggio Calabria, ha dichiarato: “La Marcia deve rappresentare una svolta, giornate di questo tipo devono diventare la regola. Esportiamo questo modello di Calabria”.

Il dibattito si e concluso con l'intervento diMaria Antonietta Sacco, Coordinatrice regionale di Avviso Pubblico: “Se non decidiamo, tutti, di combattere la sfida di superare la marginalita di questa terra, accadra quello che ha ipotizzato il Presidente Monta e perderemo la democrazia”.

Il link: http://www.antimafiaduemila.com/home/rassegna-­‐stampa-­‐sp-­‐2087084558/cronache-­‐italia/60961-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro-­‐presentato-­‐il-­‐rapporto-­‐2015-­‐di-­‐avviso-­‐pubblico.html    

 TITOLO: Polistena rinasce grazie alla lotta contro la ‘ndrangheta FONTE: Internazionale.it DATA: 18 giugno 2016

Il palazzo Versace ristrutturato e riconvertito a uso sociale è uno schiaffo in pieno volto

alle cosche del rione Catena, quartier generale della ’ndrangheta di Polistena, una delle

più antiche della Calabria. In un suo articolo, il corrispondente locale del Quotidiano del

Sud, Michele Albanese, spiega che “solo vent’anni fa tutto ciò non sarebbe stato

possibile”. Il giornalista è sotto scorta da quando ha raccontato sul suo giornale che i

carabinieri avevano lasciato la processione della Madonna delle grazie di Oppido

Mamertina dopo che il corteo si era fermato davanti all’abitazione del boss locale per il

tradizionale “inchino” in segno di rispetto.

Lo scoop aveva fatto il giro del mondo, anche perché poche settimane prima papa

Francesco, in visita in Calabria, aveva scomunicato gli ’ndranghetisti. Tutto ciò aveva

dato fastidio e, grazie a un’intercettazione ambientale, era emersa la minaccia “concreta”

e “immediata” che l’autore dell’articolo finisse vittima della vendetta mafiosa.

Ciononostante, Albanese è convinto che oggi in questo pezzo di Calabria ci sia “una

sensibilità diversa rispetto al passato” e chi si batte contro la mafia non è isolato come

un tempo. Per questo sarà in prima fila, il 24 giugno, alla “marcia nazionale degli

amministratori sotto tiro” organizzata da Avviso Pubblico, che si svolgerà proprio nelle

strade di Polistena. In passato, pensare di sottrarre a un boss un bene di sua proprietà

senza pagare dazio sarebbe stato “impensabile”. Il palazzo Versace ne è un esempio.

Il palazzo dei Versace è il più alto di tutti e domina le campagne di Gioia Tauro,

a testimoniare la volontà di espansione dell’omonimo clan

Antonio Napoli, responsabile dei campi estivi di Libera e uno dei protagonisti del suo

recupero, mi porta dentro l’edificio a vedere il laboratorio musicale e una sala con

computer nuovi di zecca. Al primo piano, Alessia Mancuso snocciola le cifre

delpoliambulatorio aperto da Emergency proprio nell’edificio un tempo appartenuto ai

boss di Polistena che lei ora coordina: due medici, quattro mediatori culturali, due

infermieri più un terzo sul bus che va a prendere gli immigrati a domicilio, oltre tremila

visite in tre anni, 10.543 prestazioni effettuate, seicento accessi al mese.

I locali sono nuovi e ben curati, alle pareti sono appese immagini degli ospedali messi in

piedi dall’associazione fondata da Gino Strada nelle zone di guerra o di grande povertà,

dall’Afghanistan al Sudan, e il testo integrale dell’articolo 11 della costituzione italiana,

quello che recita “l’Italia ripudia la guerra”.

Il poliambulatorio di Emergency

A Polistena, Emergency ha portato una cultura attiva dell’assistenza: qui non si attende

che il paziente venga di sua volontà, lo si va a cercare. È una filosofia necessaria, quando

si ha a che fare con persone che non conoscono i loro diritti, non parlano l’italiano, non

sanno a chi rivolgersi e hanno difficoltà a spostarsi.

Tre volte al giorno, una navetta con un infermiere e un mediatore culturale fa il giro

delle campagne e delle baraccopoli per assistere gli immigrati e, se è il caso, portarli

all’ambulatorio per una visita specialistica. I mediatori si occupano di fornire loro una

tessera sanitaria dell’associazione e il codice di Straniero temporaneamente presente

(Stp) che consente a chi non ha il permesso di soggiorno di accedere al servizio sanitario

pubblico. “Le patologie più comuni sono la lombosciatalgia e più in generale i dolori

muscolo-scheletrici, causati dal duro lavoro nei campi, nonché dermatiti e malattie

gastrointestinali”, spiega Mancuso. Molti hanno bisogno dell’aiuto di uno psicologo per

superare il trauma della traversata in mare o della perdita di un familiare.

Quello calabrese non è l’unico presidio medico fisso del Programma Italia di

Emergency. Il primo è stato aperto nel 2007 a Palermo, il secondo a Porto Marghera.

Lì, medici e volontari si sono accorti che a usufruire delle prestazioni non erano solo gli

stranieri e pure per questo, dopo aver creato un’altra struttura per la “little Africa”

casertana di Castelvolturno si sono insediati nella periferia est di Napoli, a Ponticelli, e

ora puntano alla periferia romana di Torre Angela.

A Polistena sta accadendo lo stesso fenomeno. L’ospedale locale – costruito grazie agli

aiuti umanitari arrivati dall’Ungheria dopo il terremoto del 1908 e destinato per decreto

a una lenta chiusura – ha cominciato a tagliare i servizi uno dopo l’altro, arrivando a

sopprimere perfino il punto nascite e non riuscendo più a garantire nemmeno i livelli

essenziali di assistenza. Per questo sempre più italiani si rivolgono all’ambulatorio di

Emergency, dove le visite sono gratuite.

Al pianterreno, alcuni africani giocano a biliardino nella stessa sala in cui i boss, dopo

aver affittato per alcuni anni i locali a un istituto magistrale, aprirono il Bar 2001 perché

pensavano che il futuro fosse loro (il locale più tardi è stato ribattezzato Petit bijoux).

Nel poliambulatorio di Polistena Emergency ha portato una cultura attiva

dell’assistenza

Lungo la strada principale del quartiere Catena abita il gotha delle famiglie malavitose

della cittadina calabrese. Negli anni ottanta investirono nella terra, “fonte d’onore” e

collettrice di fondi comunitari, e nel mattone. Forse per questo la loro potenza è

simboleggiata dalle dimensioni delle abitazioni: non ville alla Scarface come a Casal di

Principe ma palazzine senza alcuna concessione al kitsch neohollywoodiano dei

Casalesi, qui i metri quadrati contano più dell’estetica.

Piazza Valarioti, detta anche 2001

Il palazzo dei Versace è il più alto di tutti e domina le campagne di Gioia Tauro, a

testimoniare la volontà di espansione dell’omonimo clan sull’intera piana. Un obiettivo

che gli costò molto caro. Le cosche a valle infatti si coalizzarono e decisero di fermare

una volta per tutte le mire espansionistiche del clan.

La sera del 17 settembre del 1991 un commando armato di sedici persone, a bordo di

quattro auto, bloccò la strada da entrambi i lati per non lasciare vie di fuga e sparò 780

colpi per azzerare il vertice della famiglia Versace. A terra rimasero i fratelli Antonio e

Michele, mentre un terzo, Biagio, riuscì a salvarsi buttandosi sotto un’auto e fingendosi

morto. Altri due esponenti della cosca rimasero gravemente feriti.

L’edificio, quattromila metri quadrati su sei piani tirati su negli anni ottanta con i soldi

delle estorsioni e del traffico di droga, è stato completamente rinnovato da un architetto

locale, che l’ha ridipinto di bianco con qualche tocco di colore sulle pareti interne e ha

aggiunto delle ampie vetrate, a simboleggiare la trasparenza delle attività che vi si

svolgono, opposta all’opacità di quelle mafiose. È stato dedicato a un preside

dell’istituto magistrale, Luigi Marafioti, fondatore della sezione di Libera a Polistena e

ricordato perché coraggiosamente portò la scuola fuori del palazzo, tenendo le lezioni

all’aperto.

La piazza di fronte è stata intitolata invece a Peppe Valarioti, segretario del Partito

comunista italiano di Rosarno, ucciso dai killer delle cosche l’11 giugno 1980, la sera

stessa delle elezioni comunali vinte dai comunisti. Durante la campagna elettorale, il

politico, di 30 anni appena, aveva attaccato duramente i mafiosi, sfidandoli a viso aperto

e facendo nomi e cognomi. Lo freddarono all’uscita del ristorante in cui era andato a

cena dopo aver guidato un corteo spontaneo che era andato a festeggiare la vittoria nel

feudo del clan Pesce, il quartiere Corea.

A marzo all’ufficio del comune è stata recapitata una lettera con una cartuccia e

una minaccia di morte

Per questo, Valarioti è forse la principale icona dell’antimafia calabrese. A lui, in tutta la

regione, le amministrazioni progressiste intitolano scuole, edifici pubblici, vie e piazze. È

così pure a Polistena, governata da un comunista del Pdci, Michele Tripodi, che è stato

riconfermato un anno fa con il 57 per cento dei consensi e lo scorso marzo ha

denunciato pure un’intimidazione: all’ufficio protocollo del comune è stata recapitata

una lettera con una cartuccia di fucile e una minaccia di morte.

Per molti, da queste parti, piazza Valarioti è però rimasta “piazza 2001”. Antonio

Napoli è sicuro: non si tratta di nostalgia o abitudine bensì di una damnatio memoriae

imposta dalle cosche, che hanno voluto “reintitolarla al potere mafioso” per lasciar

intendere che i padroni sono ancora loro.

La “dignitudine” mafiosa

Matteo Luzza è a palazzo Versace per raccontare la sua storia a una platea di immigrati e

attivisti antimafia. La ’ndrangheta gli è entrata in casa con violenza il 15 gennaio del

1994 portandogli via suo fratello Pino, due anni più grande di lui. Pino aveva appena 22

anni e fu punito perché Antonio Gallace, esponente di una cosca del paesino di

Gerocarne nel vibonese, non voleva fargli sposare la cognata, per la quale aveva già

previsto un matrimonio d’interesse per rafforzare il legame con un’altra cosca. I resti del

ragazzo furono ritrovati soltanto due mesi dopo, il 21 marzo, primo giorno di

primavera.

Fu un omicidio organizzato nei minimi dettagli ed eseguito dalle cosche della piana di

Gioia Tauro. Un commando di sette persone prelevò Pino ad Acquaro, il suo paese, lo

portò tra i boschi e lo massacrò. “Buttarono mio fratello in una fossa, cospargendolo di

benzina. Con il corpo in fiamme, misero una pistola in mano a uno di loro, un ragazzo

di 17 anni al suo ‘battesimo di fuoco’, e gli fecero scaricare il caricatore su di lui”. Il

giovane doveva scomparire nel nulla ed essere archiviato come l’ennesimo caso di

lupara bianca, senonché uno dei killer si è pentito e ha fatto ritrovare i resti.

Matteo Luzza racconta che quel che ha ferito di più la famiglia è stata la reazione dei

concittadini, figli di una sottocultura che giustifica e legittima il codice d’onore mafioso,

assolvendo i carnefici e facendo “provare un senso di vergogna” alle vittime: “In paese

dicevano che ‘non si è fatto i fatti suoi’, ‘è andato a donne’, ‘qualcosa avrà fatto’ ” .

Al processo, tre pentiti del commando che aveva sequestrato Giuseppe Luzza, tra i quali

il ragazzo di 17 anni che aveva sparato, hanno raccontato che Gallace non aveva

accettato il fidanzamento della sorella di sua moglie con un “ragazzo normale” e aveva

deciso un’azione eclatante per dimostrare “chi comanda sulla famiglia e sul territorio”.

Nella sentenza che l’ha condannato all’ergastolo come mandante dell’uccisione di Pino

Luzza si parla di “visione distorta delle ragioni di onore familiare”. Nel vocabolario

mafioso si chiama “dignitudine”, che non è altro che la reputazione di uomo di rispetto,

dunque temuto. Gallace temeva di perderla per via di quel fidanzamento.

Il killer di 17 anni è stato invece condannato a 21 anni e dal carcere ha scritto una lettera

alla famiglia invocandone il perdono. Matteo Luzza pensa che “se avesse avuto un

lavoro e l’opportunità di frequentare una biblioteca”, forse non avrebbe ucciso nessuno.

Davanti alle persone che riempiono il palazzo-simbolo del potere dei boss di Polistena,

dice che le stesse parole usate per delegittimare il fratello oggi sono dirette contro gli

africani che lavorano nella piana. “Quelle parole sono come proiettili”, avverte, e scatta

l’applauso.

Il link: http://www.internazionale.it/reportage/angelo-­‐mastrandrea/2016/06/18/polistena-­‐lotta-­‐ndrangheta    

 TITOLO: C’è chi dice no alle ‘ndrine FONTE: Corrieredellacalabria.it DATA: 24 giugno 2016 È iniziata con il sole per concludersi sotto una pioggia scosciante che non è però riuscita a scoraggiare i manifestanti la marcia di amministratori sotto tiro organizzata oggi da Avviso Pubblico a Polistena. Partito simbolicamente da piazza Valarioti, che prende il nome dal consigliere comunista ucciso dalla 'ndrangheta l'11 giugno del 1980, il serpentone di manifestanti, aperto da una delegazione di oltre duecento amministratori locali, ha percorso tutto il paese, per arrivare poi al palco di piazza 21 marzo.

In testa al corteo, insieme ai sindaci "scortati" dai gonfaloni dei rispettivi Comuni, c'erano anche il viceministro Vincenzo Bubbico, la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, e quella della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali, Doris Lo Moro, la deputata di Sel, Celeste Costantino, e don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. Per Bubbico, « Gli enti locali devono avere maggiori condizioni di agibilità per erogare servizi ai cittadini», mentre Bindi ha chiesto uno sforzo maggiore agli amministratori. «Occorre che ci sia la consapevolezza della presenza delle mafie nei centri dove si amministra», ha detto Bindi, sottolineando che «a fronte al fenomeno delle minacce agli amministratori sempre più crescenti, come dimostra il rapporto di Avviso Pubblico servono scelte consapevoli e soprattutto il recupero di una nuova dimensione di partecipazione civile da parte delle comunità».

Netto è stato anche don Luigi Ciotti, che agli amministratori locali ha detto chiaramente «non sono venuto qui – ha aggiunto il fondatore di Libera – a darvi solidarietà, ma a invocare e a chiedere a ognuno di voi la corresponsabilità, perché solo riscoprendo il valore dell'impegno comune alla responsabilità si potrà sperare di migliorare questo Paese. Siate ministri della cosa pubblica e dei diritti delle persone e delle loro vite». In corteo si sono fatti vedere anche il governatore Mario Oliverio, il presidente del consiglio regionale, Nicola Irto, il capogruppo dem Sebi Romeo e l'assessore regionale Federica Roccisano, cui solo qualche mese fa è stata incendiata l'auto parcheggiata sotto casa. Dietro politici e amministratori, hanno sfilato – ordinati – i sindacati confederali, Libera e diverse associazioni e comitati antimafia, calabresi e non solo. Fatta eccezione per qualche giovane, il paese invece ha preferito dedicarsi al consueto tran tran quotidiano di una mattinata feriale. Qualche curioso si è fermato a guardare, qualche balcone si è aperto per lasciar passare il corteo, ma in tanti – fra i cittadini, soprattutto anziani, riuniti in capannelli per trascinar via la mattinata fra una chiacchiera e una passeggiata – masticano amaro. Qui in Calabria – dicono – non serve una marcia ogni tanto, ma impegno politico ogni giorno. Un concetto che Michele Conia, giovane sindaco di Cinquefrondi, piccolo paese della Piana, quasi accerchiato da amministrazioni sciolte per mafia, ha fatto suo e non esita a ripetere e spiegare.

«Marce come queste – sottolinea - sono un’occasione importante per dare un segnale,

ma quello che è veramente determinante è quanto abbiamo fatto fino a ieri nei nostri territorio e cosa faremo già da . O meglio quello che i pochi mezzi che abbiamo ci consentono di fare». Parole che rispecchiano tutta la solitudine degli amministratori del sud, assediati dalla criminalità e spesso ignorati o abbandonati da istituzioni regionali e nazionale, che più di una volta hanno fatto orecchie da mercante alle richieste dei piccoli Comuni. Con un budget sempre più magro a disposizione e la spada di Damocle del patto di stabilità sulla testa, gli amministratori dei piccoli Comuni del sud, come di altre zone depresse del paese, quotidianamente sono costretti a dimostrare a una popolazione disillusa che c’è una speranza ulteriore, che la criminalità e la sua economia non sono l’unica opzione.

Ma a volte – confessano – è come tentare di svuotare il mare con il cucchiaino. Accanto a loro, si è schierata da tempo e lo ha ribadito per bocca di Michele Albanese, giornalista del Quotidiano del Sud, da tempo costretto a vivere sotto scorta, c’è la Fnsi. «La Federazione nazionale della stampa ha aderito ed è presente alla "Marcia degli amministratori sotto tiro" di Polistena con la consapevolezza che solo una grande rete solidale può contrastare il fenomeno delle minacce ai sindaci, ai giornalisti, al mondo dell'imprenditoria e a tutte quelle categorie sociali che con il loro lavoro lottano per liberare i territori dalle mafie», afferma Albanese, che ribadisce «la Fnsi è impegnata nella tutela dell'informazione libera e di tutti quei cronisti che ogni giorno con il loro lavoro contribuiscono a rendere il nostro Paese più vero e più libero».

Il link: http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/cronaca/item/47417-­‐c-­‐%C3%A8-­‐chi-­‐dice-­‐no-­‐alle-­‐ndrine/47417-­‐c-­‐%C3%A8-­‐chi-­‐dice-­‐no-­‐alle-­‐ndrine    

 TITOLO: Marcia degli amministratori sotto tiro, Albanese (Fnsi): «Solo una grande rete solidale può contrastare le mafie» FONTE: Fnsi.it DATA: 24 giugno 2016 Circa 200 sindaci, provenienti da tutta Italia, hanno dato vita oggi a Polistena, in Calabria, alla prima "Marcia degli amministratori sotto tiro" promossa dall’associazione Avviso Pubblico. Tra loro Pasquale Amato, sindaco di Palma di Montechiaro (Agrigento), Renato Natale (Casal di Principe), Benedetto Zaccaria (Mondragone), Francesco De Vito (Calimera), Salvatore Fuda (Gioiosa Jonica) e Michele Tripodi di Polistena. Con loro anche la Federazione nazionale della stampa Italiana, con il delegato ai progetti per la legalità della Fnsi, Michele Albanese, e il componente della Giunta esecutiva, Paolo Butturini, personalità del mondo istituzionale, come la presidente e i componenti della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, Davide Mattiello e Celeste Costantino, e la presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali, Doris Lo Moro. E ancora: don Luigi Ciotti, fondatore di Libera contro le mafie, consiglieri regionali, parenti delle vittime di mafia,

rappresentanti di associazioni e del mondo della scuola e delle organizzazioni sindacali. «Oggi siamo qui con la consapevolezza che solo una grande rete solidale può contrastare il fenomeno delle minacce ai sindaci, ai giornalisti, al mondo dell'imprenditoria e a tutte quelle categorie sociali che con il loro lavoro lottano per liberare i territori dalle mafie», ha detto il rappresentante della Fnsi Michele Albanese, giornalista “sotto tiro” da tempo costretto a vivere sotto scorta perché minacciato dalla 'ndrangheta per via del suo lavoro.

«In particolare – hanno spiegato Albanese e Butturini – la Federazione nazionale della stampa italiana è impegnata nella tutela dell'informazione libera e di tutti quei cronisti che ogni giorno con il loro lavoro contribuiscono a rendere il nostro Paese più vero e più libero». Una grande manifestazione, quella di Polistena, a cui da subito la Fnsi ha voluto aderire, ospitando la conferenza stampa di presentazione dell’evento e facendo appello ai media perché dessero risalto all’iniziativa. Al termine della marcia è stato letto un messaggio di saluto del presidente del Senato, Pietro Grasso.

Il link: http://www.fnsi.it/marcia-­‐degli-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro-­‐albanese-­‐fnsi-­‐solo-­‐una-­‐grande-­‐rete-­‐solidale-­‐puo-­‐contrastare-­‐le-­‐mafie    

 TITOLO: In Calabria più di un’intimidazione al giorno FONTE: Corrieredellacalabria.it DATA: 8 giugno 2016 Nei primi cinque mesi dell'anno sono 180 gli episodi di minacce ad amministratori. Più di un atto intimidatorio ogni giorno, un vero e proprio assedio». Lo ha affermato, nel corso della conferenza stampa per la prima marcia nazionale degli amministratori sotto tiro, che si terrà il 24 giugno a Polistena, il Coordinatore di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani. «La Calabria è la terra piu' bersagliata, per questo abbiamo scelto di andare lì. La politica è fondamentale se vogliamo non solo combattere, ma sconfiggere la criminalità organizzata.

Dietro questi numeri - sottolinea Romani - ci sono persone, famiglie. La seconda regione è la Sicilia, la terza la Campania, quarta la Puglia con un aumento significativo, quinta la Sardegna. In tutte le regioni abbiamo avuto un aumento in occasione delle campagne elettorali, minacciati mentre erano in corsa per sindaco o consigliere comunale. La stragrande maggioranza - spiega - ha resistito, ma alcuni hanno fatto un passo indietro per le minacce anche ai familiari». Per Romani è «fondamentale che le istituzioni sentano le minacce come proprie. Le regioni in cui sono avvenute le minacce sono quindici su venti, la quasi totalità». In conclusione il coordinatore di Avviso Pubblico afferma che «sono aumentate le minacce con incendi, ma preoccupanti sono le aggressioni e le intimidazioni con coltelli. Altre minacce sono far ritrovare pezzi di animali morti, davanti alle abitazioni».

«Ci auguriamo che, oltre alle tante adesioni, l'Italia si unisca il 24 giugno come quando c'è una ferita. È una grande scommessa di Avviso pubblico per dare voce ai tanti amministratori minacciati, un fenomeno purtroppo sempre crescente». Lo ha affermato, nel corso della conferenza stampa per la prima marcia nazionale degli amministratori sotto tiro, Paolo Masini, vicepresidente di Avviso Pubblico. La conferenza stampa è stata aperta con un tributo Pina Maisano Grassi, vedova scomparsa ieri di Libero Grassi, imprenditore ucciso da Cosa nostra per le sue battaglie antiracket. Il sindaco di Polistena, dove si terrà la marcia, ha rivolto una «esortazione a prendere parte ma anche a far parte di quei comuni che hanno dichiarato guerra alle mafie. La mafia, la 'ndrangheta non sono state sconfitte e questa marcia ha un significato importante, quello di non lasciare soli chi lotta contro le mafie».

Don Pino Demasi, referente Libera in Calabria, ha sottolineato: «La situazione reale del contesto in cui viviamo nella piana di Gioia Tauro è di illegalità diffusa e ha fatto sì che chiesa e istituzioni locali si trovassero insieme nella stessa battaglia. Fare il proprio dovere significa urtare la sensibilità degli altri». Per Michele Albanese, cronista sotto scorta e responsabile Legalità della Fnsi, «l'aggressione a chi fa il proprio lavoro, siano essi amministratori, giornalisti o imprenditori, vuol dire colpire tutti. Intimidire un amministratore, significa allontanare buona gente dall'impegno politico amministrativo, lasciando spazio ai collusi. Vengono intimiditi quelli più integerrimi nel rispetto delle regole, della legge e della legalità. Questo rischia di impoverire la classe dirigente a ogni livello». Anche la Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana) ha deciso di aderire alla marcia. «Ci auguriamo che tutti i media, a partire dal servizio pubblico, vogliano seguire e dare voce a quanti, a partire dagli amministratori e dai cronisti "sotto tiro", hanno scelto di contrastare, ogni giorno, mafie, corruzione, malaffare», hanno detto Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, rispettivamente segretario generale e presidente della Fnsi.

Il link: http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/cronaca/item/46947-­‐in-­‐calabria-­‐più-­‐di-­‐un-­‐intimidazione-­‐al-­‐giorno    

 TITOLO: In Italia ogni 18 ore un amministratore viene minacciato FONTE: Altreconomia.it DATA: 24 giugno 2016 "Amministratori sotto tiro” è il rapporto di Avviso Pubblico che ogni anno mette in fila i numeri delle intimidazioni e minacce nei confronti di quei cittadini che scelgono di partecipare al governo della cosa pubblica, in istituzioni come il Comune o la Regione. Tra il 2015 e il 2016, abbiamo già pubblicato periodici aggiornamenti, anche perché l’evoluzione del fenomeno indica una sua recrudescenza (“verifichiamo una maggior violenza, maggior aggressività e maggior pervasività in alcune aree del Paese” ci ha detto

in un’intervista, a inizio giugno, Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico), ma il quadro offerto dal rapporto annuale è importante: ogni dodici mesi è utile confrontare i dati con quelli del periodo precedente.

Così, leggendo il Rapporto 2015 presentato il 24 giugno a Polistena (RC), a margine della prima Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro, si scopre che in totale gli atti minacciosi ed intimidatori sono stati 479, il 33% in più rispetto al 2014.

Tra gli elementi significativi, secondo Avviso Pubblico, c’è che le Province e i Comuni

coinvolti sono stati rispettivamente 79 e 266, il che si traduce in un aumento, per le rispettive categorie, del 14% e del 17% sul 2014; le regioni coinvolte sono state 17 (immuni restano soltanto la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige e l’Umbria); il 72% degli atti intimidatori censiti da Avviso Pubblico è stato rilevato nella macroarea geografica “Sud”; in Siciliasono stati registrati 91 atti intimidatori, pari al 19% del totale nazionale, distribuiti in 45 Comuni; in Campania(seconda regione per numero assoluto degli atti censiti, con 74) l’incremento è del 42%; il 10 per cento dei casi riguarda il Nord-Ovest (29 in Lombardia); l’incendio è la tipologia di minaccia più registrata, e riguarda il 23% degli episodi censiti: in più di un caso su due, ad essere oggetto di atti incendiari sono state le auto di proprietà personale degli amministratori locali, soprattutto dei Sindaci.

Tra i casi più significativi, però, c’è anche quello di un ex sindaco, Dario Pomarè, che ha guidato l’amministrazione di Farnese, Comune di circa 1.600 abitanti in provincia di Viterbo. “Nell’arco di pochi giorni [gli] sono state tagliate 160 piante d’olivo e da frutta, sono stati uccisi a colpi di bastone due cani da caccia e altri animali domestici e, da ultimo, gli sono stati bruciati un piccolo casale e l’automobile. L’ex primo cittadino è riuscito a bloccare l’occupazione abusiva di 30 ettari di terreno del Comune che da diversi anni erano utilizzati illegalmente da una famiglia pronta a tutto pur di difendere in ogni modo questo privilegio” scrive il nostro editorialista Pierpaolo Romani. Gli amministratori restano sotto tiro, anche dopo aver concluso il loro mandato.

Il link: http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=5761    

   TITOLO: In Marcia con gli amministratori sotto tiro FONTE: Altreconomia.it DATA: 8 giugno 2016 Il 24 giugno 2016 si tiene in Calabria la prima Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro, organizzata da Avviso Pubblico. L’associazione -che riunisce enti locali e Regioni che si occupano di formazione civile contro le mafie- studia da anni il fenomeno delle intimidazione nei confronti degli amministratori locali, e a fronte dei dati drammatici dei primi cinque mesi del 2016, che hanno registrato ben 180 casi, ha “deciso di creare un momento in cui il tema venisse portato all’attenzione

dell’opinione pubblica, con un’iniziativa dal valore simbolico -spiega ad Altreconomia Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico-. Per questo attraverseremo il territorio di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, un Comune che ha pesantemente pagato per il contrasto alla ‘ndrangheta: vogliamo dare un segnale contro il rischio che vive chi mette le proprie competenza a disposizione di queste comunità”. Il 27% dei 180 amministratori minacciati da gennaio a maggio 2016 sono infatti calabresi, e per questo Avviso Pubblico ritiene necessario portare l’attenzione “su un territorio che vede gli amministratori particolarmente esposti, come confermano dati qualitativi e quantitativi -aggiunge Montà-. L’idea iniziale era quella di portare qui gli amministratori, ma poi il percorso ha visto l’adesione di associazioni, di sindacati, di movimenti dell’antimafia. La scelta di coniugare la presentazione del Rapporto annuale ‘Amministratori sotto tiro’ e la marcia ci permetterà di associazione ai numeri anche volti e storie”. Anche perché, sottolinea Monta, “il fenomeno ha una recrudescenza: verifichiamo una maggior violenza, maggior aggressività e maggior pervasività in alcune aree del Paese. Il fenomeno delle minacce e delle intimidazione ha, a nostro avviso, ragioni diverse: da una parte c’è chi paga scelte di carattere amministrativo, determinate politiche che i Comuni portano avanti, anche in tema di tutela dell’ambiente e del paesaggio, penso al ciclo dei rifiuti; in taluni casi, invece, il ‘problema’ è l’attenzione ai temi della legalità e del contrasto alle mafie. Capita, però, che gli atti siano sintomo delle frustrazione, o di scarsa fiducia nelle istituzioni. Di fronte alla crisi economica, ed ai suoi effetti, gli amministratori come un terminale contro cui sfogarsi. Tutti questi sono elementi di patologia della democrazia. Perché non possiamo accettare che chi, pro tempore, si mette a disposizione della propria comunità, perché siamo il Paese dei 5mila Comuni con meno di 5mila abitanti, persone normali che conducono una vita normale, vedono le proprie auto, case, attività economiche, o peggio anche famigliari, minacciati. Il senso della marcia è dire: ‘chi vive questa condizione non è solo’. Perché minacce ed intimidazione spesso allontanano persona di qualità che avevano scelto di occuparsi della propria comunità”. Alla conferenza stampa romana promossa da Avviso Pubblico per presentare la Marcia nazionale, che si è tenuta l’8 giugno, è intervenuta anche la senatrice Doris Lo Moro, presidente della Commissione d’inchiesta sugli amministratori minacciati, sottolineando come il Senato abbia approvato il disegno di legge a tutela di questi soggetti, alla cui stesura Avviso Pubblico ha contribuito con il proprio impegno. “Il punto principale, politico, è il riconoscimento del fenomeno -dice Montà-. E poi, sul

piano penale, c’è l’introduzione di un’aggravante, che non qualificare gli amministratori come ‘soggetti speciali’. Questo potrà contrastare il riconoscimento di ‘attenuanti generiche’, e ci dice che i sindaci sono meritevoli di attenzioni particolari in quanto rappresentano un’istituzione”. Il link: http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=5744    

 TITOLO: Minacce agli amministratori, nel 2015 ben 40 intimidazioni al mese FONTE: Redattoresociale.it DATA: 24 giugno 2016 Sono 479 gli atti di intimidazione e minaccia rivolti ad amministratori locali e funzionari pubblici censiti da Avviso Pubblico nel 2015; in pratica una media di 40 intimidazioni al mese, una minaccia ogni 18 ore. Rispetto al 2014, quando furono registrati 361 atti intimidatori, si evidenzia un preoccupante incremento del 33 per cento. Sono alcuni dati illustrati a Gioiosa Ionica nel nuovo Rapporto “Amministratori Sotto Tiro”, redatto da Avviso Pubblico; l’incontro pomeridiano nell’auditorium della cittadina è il completamento della marcia organizzata stamattina a Polistena a tutela degli amministratori minacciati. Secondo il Rapporto, la piaga delle intimidazioni ha coinvolto 17 regioni (immuni solo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria), 79 province e 266 comuni. I dati parlano chiaro: tre casi su quattro nel Sud Italia; il Centro-Nord continua la sua lenta ma costante crescita; il Sud e le isole si confermano i territori più rischiosi dove svolgere il ruolo di amministratore locale. E’ in questa macroarea geografica che nel 2015 si è concentrato il 72 per cento dei casi di intimidazione e minaccia. Il Nord (15% dei casi) e il Centro (13% dei casi) proseguono invece la loro lenta ma costante crescita.

Gli aumenti più significativi nel Centro-Nord si registrano in Lombardia (da 13 a 29 casi censiti, più che raddoppiati) e nel Lazio (da 28 a 39). L’area del Nord-Ovest (10% dei casi) si conferma più colpita rispetto al Nord-Est (5%), dove la regione più sotto tiro resta il Veneto. La regione che nel 2015 si colloca al primo posto nazionale per numero di intimidazioni e minacce agli amministratori locali si conferma la Sicilia (91 casi censiti, il 19% del totale nazionale). L’incremento di atti intimidatori e minacce rispetto al 2014 è pari al 30 per cento. Al secondo posto la Campania (74 casi, il 16% del totale) che fa segnare un aumento del 42% rispetto al 2014. Seguono la Puglia (62 casi, 13% del totale) dove si registra un incremento del 15% sull’anno passato, e la Calabria (52 casi, 11% del totale), pressoché stabile rispetto al 2014. Da segnalare il caso della Sardegna. Nel 2015 Avviso Pubblico ha censito 50 casi di intimidazione e minaccia ad amministratori locali e funzionari pubblici, un incremento del 118% sul 2014. Il dato colloca la Sardegna al quinto posto della graduatoria regionale. A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta ancora una volta a Napoli (46 casi), seguita dalla provincia di Roma (25 casi), Palermo (22), Lecce (21), Agrigento (19 casi), per concludere con quella di Cosenza (18 casi). Il link:  http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/511184/Minacce-agli-amministratori-nel-2015-ben-40-intimidazioni-al-mese

 

 

TITOLO: Amministratori sotto tiro, a Polistena la Prima Marcia nazionale FONTE: Vita.it DATA: 24 giugno 2016 Un fenomeno diffuso ovunque nel nostro Paese, che conta il triste primato di 1 atto diretto ed esplicito di minaccia al giorno. Si tratta soprattutto di minacce rivolte agli amministratori locali dei piccoli centri che, chiedendo conto di opere mai realizzate, di progetti farlocchi, di sperpero di denaro pubblico non fanno altro che chiedere quella trasparenza e quella legalità. Un vecchio proverbio diceva che "la parola cane non morde".

Così, finché rimangono circoscritte negli slogan e in qualche slide "legalità", "trasparenza", "democrazia", "open data" sono parole che non mordono, ma quando diventano atto concreto di conoscenza e amministrazione della cosa pubblica evidentemente scatta l'allarme per la macchina del business parastatale,che drena risorse pubbliche per privatissimi interessi. Scatta l'allarme e scattano le minacce. Per portare all'attenzione di tutti il problema e "fare rete attiva", Avviso pubblico, con il patrocinio del Consiglio e della Giunta regionale della Calabria, dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica, ha organizzato per oggi alle 11,30 ka Prima Marcia Nazionale degli Amministratori sotto tiro.

Si svolgerà a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, e si annunciano numerosi gli amministratori e le associazioni che vi parteciperanno. In questi primi mesi del 2016, la Calabria è stata la regione più bersagliata da minacce, segno che qualcosa nell'amministrazione del sud sta tentando di cambiare.

Oggi sono coinvolte da questo fenomeno 18 regioni, 69 province e 227 comuni. Sono oltre 500 gli amministratori che nel 2015 hanno subito minacce.

È ancora una volta il Sud d’Italia con il 74% dei casi – sommando anche il dato delle isole – l’area geografica dove gli amministratori locali e il personale della PA risultano maggiormente esposti. Segue l’area del Nord Italia con il 14% dei casi – ottenuto sommando Nord Est e Nord Ovest – e il Centro Italia con il 12% dei casi. A livello regionale, il primato degli atti intimidatori e minacciosi nei confronti degli amministratori locali e del personale di PA per il 2014 spetta alla Sicilia – 70 casi, pari al 20% del totale – seguita dalla Puglia – che l’anno scorso aveva il primato della classifica e che nel 2014 ha fatto registrare 54 casi, pari al 14% del totale – dalla Calabria e dalla Campania, entrambe con 52 casi, pari al 14% del totale.

Seguono le regioni del Centro-Nord, tra cui: il Lazio (8%), la Lombardia (4%), il Veneto e la Liguria (3%). La Sardegna si colloca al sesto posto della classifica nazionale con il 6% del totale dei casi censiti, rispetto al quarto posto registrato nel 2013.

A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta ad una provincia campana, quella di Napoli (29 casi), seguita da quella di Palermo (28 casi), Cosenza e Roma (19 casi), per concludere con quella di Foggia (15 casi). Nel corso del 2014, la principale forma di intimidazione e di minaccia a cui si è ricorso contro gli amministratori locali e il personale della PA è stato l’incendio – 31% dei casi – così come nel 2013. Nella maggior parte dei fatti censiti, le fiamme sono state appiccate di notte ed hanno distrutto automobili di proprietà personale (64% dei casi), oltre che mezzi dell’amministrazione pubblica (17%), strutture e uffici pubblici (10%). A fuoco sono andate anche abitazioni di amministratori, attività commerciali e aziende di loro proprietà (9%). Il link:  http://www.vita.it/it/article/2016/06/24/amministratori-sotto-tiro-oggi-a-polistena-rc-la-prima-marcia-nazional/139910/

 TITOLO: Amministratori sotto tiro, la prima marcia il 24 giugno FONTE: Famigliacristiana.it DATA: 8 giugno 2016 «C’è una Calabria che spara e una Calabria che spera». Don Pino De Masi, parroco della chiesa matrice di Polistena e referente di Libera per la Calabria sintetizza così la situazione di una Regione tra le più problematiche d’Italia. E a dare fiato a questa speranza ci sono anche tanti amministratori comunali, tanti sindaci che si muovono nella legalità e che per questo sono minacciati, persone che, per dirla con le parole di Agnese Moro, «devono fare il ruolo degli eroi semplicemente perché sono persone perbene». Al tavolo di Avviso pubblico, per lanciare la prima marcia nazionale degli amministratori sotto tiro, che si svolgerà a Polistena il 24 giugno, si parla dei 180 casi di minacce censite nei soli primi cinque mesi di quest’anno. Atti intimidatori che vanno dall’incendio di macchine, sale consiliari, biblioteche e centri giovanili all’invio di proiettili, a lettere minatorie, ad aggressioni fisiche vere e proprie all’esplosione di ordigni, al ritrovamento di parti di animali. In vetta alle minacce gli amministratori calabresi contro cui è diretto il 27 per cento delle intimidazioni. E se è vero che le regioni più a rischio restano quelle del Sud (in ordine Sicilia, Campania Puglia e Sardegna), crescono le minacce in Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio. «La

maggioranza di chi minaccia un amministratore rimane impunito», denuncia Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, snocciolando i dati sempre più inquietanti. A cambiare le cose potrebbe essere la legge contro le intimidazioni che è stata appena licenziata dal Senato e passa al vaglio della Camera. «Ma soprattutto è la mobilitazione di tutte le istituzioni e dei cittadini», come sottolinea don De Masi, «che fa arretrare le mafie. Per questo è importante agire soprattutto su due fronti: le coscienze, e qui è la Chiesa ad avere un ruolo educativo fondamentale, e i segni». La Valle del Marro, la prima cooperativa calabrese nata sui terreni confiscati alla ‘ndrangheta, ma anche il palazzo Versace, simbolo a Polistena del potere mafioso e oggi convertito nel centro polifunzionale padre Pino Puglisi «sono passi di speranza concreta in un territorio dall’illegalità diffusa dove semplicemente fare il proprio dovere significa urtare gli interessi della malavita». Lo sanno bene sindaci come Nino Bartuccio, che, a Rizziconi (Reggio Calabria), ha osato semplicemente denunciare le irregolarità che vedeva e che, per questo, ha dovuto subire le minacce dei potenti clan locali. Sotto scorta, con persino l’esercito sotto casa a proteggere lui, la moglie, i figli e il padre, non si è sottratto a testimoniare nel processo contro la famiglia Crea, sostenuto dagli altri amministratori di avviso Pubblico e da Libera. Tra i sindaci più vicini quello di Polistena, Michele Tripodi, a sua volta minacciato. «Esiste ancora troppa complicità, troppo silenzio, esiste ancora una questione meridionale», dice intervenendo alla tavola rotonda. Ricorda quello che ancora c’è da fare, ma anche le sfide vinte. A partire dalla costruzione del municipio: «La ‘ndrangheta faceva saltare in aria le ruspe, i lavori non riuscivano ad andare avanti. Il palazzo si è costruito grazie alla scorta dell’esercito. Ma oggi il Municipio c’è ed è la casa di tutti. È il segno fisico di una vittoria contro il crimine organizzato». Il link: http://www.famigliacristiana.it/articolo/amministratori-­‐sotto-­‐tiro.aspx    

 TITOLO: Amministratori sotto tiro. Nel 2015, in Italia, una minaccia ogni 18 ore FONTE: Liberainformazione.org DATA: 24 giugno 2016 Sindaci provenienti da tutta Italia si sono dati appuntamento a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, per la prima “Marcia degli amministratori sotto tiro”, promossa da Avviso Pubblico. La decisione di fare la prima manifestazione in Calabria non capita a caso: nei primi mesi del 2016, la Calabria e’ stata la regione più bersagliata da minacce e atti di intimidazione. Una vera sfida alle organizzazioni criminali, a chi è connivente e al silenzio di tanti, in una terra dove è difficile mettere in moto la partecipazione popolare intorno a battaglie decisive di democrazia , di libertà. “Qui ci sono i sindaci che

marciano contro le mafie- ha detto don Pino De Masi, referente di Libera nella Piana di Gioia Tauro- mentre ci sono altri che flirtano con le mafie”. Con i primi cittadini calabresi sono scesi in piazza Pasquale Amato, sindaco di Palma di Montechiaro (Agrigento), Renato Natale (Casal di Principe), Benedetto Zaccaria (Mondragone) e Francesco De Vito (Calimera). E in piazza c’erano anche tante personalità del mondo istituzionale: la presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, i parlamentari Davide Mattiello e Celeste Costantino, la presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle Intimidazioni agli Amministratori Locali, Doris Lo Moro, il fondatore di Libera don Luigi Ciotti. Presente anche una nutrita delegazione di consiglieri regionali e amministratori della Calabria, mentre il presidente del Senato, Piero Grasso, ha inviato un messaggio. Dopo la Marcia alle 16.30, nell’Auditorium di Gioiosa Jonica, è stato presentato il Rapporto “Amministratori sotto tiro”. Questi i dati emersi sulle intimidazioni e minacce rivolte agli amministratori locali relativi all’anno 2015. Sono 479 gli atti di intimidazione e minaccia rivolti ad amministratori locali e funzionari pubblici censiti da Avviso Pubblico per l’anno 2015. Una media di 40 intimidazioni al mese. Una minaccia ogni 18 ore. Rispetto al 2014, quando furono 361, si registra un preoccupante incremento del 33%. Questa piaga nel 2015 ha coinvolto 17 Regioni – immuni solo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria – 79 Province e 266 Comuni, facendo segnare un incremento del 14% sulle Province e del 17% sui Comuni.

Tre casi su quattro nel Sud Italia. Il Centro-Nord continua la sua lenta ma costante crescita Il Sud e le Isole si confermano i territori più rischiosi dove svolgere il ruolo di amministratore locale. E’ in questa macroarea geografica che nel 2015 si è concentrato il 72% dei casi di intimidazione e minaccia. Il Nord (15% dei casi) e il Centro (13% dei casi) proseguono invece la loro lenta ma costante crescita. Gli aumenti più significativi nel Centro-Nord si registrano in Lombardia (da 13 a 29 casi censiti, più che raddoppiati) e nel Lazio (da 28 a 39). L’area del Nord- Ovest (10% dei casi) si conferma più colpita rispetto al Nord-Est (5%), dove la regione più sotto tiro resta il Veneto. La regione che nel 2015 si colloca al primo posto nazionale per numero di intimidazioni e minacce agli amministratori locali si conferma la Sicilia (91 casi censiti, il 19% del totale nazionale). L’incremento di atti intimidatori e minacce rispetto al 2014 è pari al 30%. Al secondo posto la Campania (74 casi, il 16% del totale) che fa segnare un aumento del 42% rispetto all’anno 2014. Seguono la Puglia (62 casi, 13% del totale) dove si registra un incremento del 15% sull’anno passato, e la Calabria (52 casi, 11% del totale), pressoché stabile rispetto al 2014. Da segnalare il caso della Sardegna. Nel 2015 Avviso Pubblico ha censito 50 casi di

intimidazione e minaccia ad amministratori locali e funzionari pubblici, un incremento del 118% sul 2014. Il dato colloca la Sardegna al quinto posto della graduatoria regionale. A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta ancora una volta a Napoli (46 casi), seguita dalla provincia di Roma (25 casi), Palermo (22), Lecce (21), Agrigento (19 casi), per concludere con quella di Cosenza (18 casi).

Distribuzione temporale delle intimidazioni: nel mirino il periodo elettorale Come la distribuzione territoriale anche quella temporale non si presenta uniforme. Il 56% degli atti intimidatori si è concentrato nel primo semestre del 2015. Il periodo più “caldo” si è registrato nel maggio del 2015, mese in cui oltre mille Comuni e ben 6 regioni (Campania, Liguria, Marche, Toscana, Puglia e Veneto) sono stati chiamati al voto. La media di questo periodo – 60 casi complessivi, 2 al giorno – è superiore alla media sull’anno. L’incremento sul 2014, quando vennero chiamati alle urne i cittadini di oltre 4mila Comuni, è pari a quasi il 50%, passando dal 4% al 7% del totale su base annua. La quasi totalità dei casi di intimidazione “a scopo elettorale” si è verificata nella macro-area Sud-Isole. In un numero limitato di casi la minaccia ha ottenuto lo scopo che si era prefissata: alcuni candidati finiti sotto tiro si sono ritirati dalla competizione elettorale. Due volte su tre la minaccia all’Amministratore è diretta. In relazione alle tipologie di minacce e intimidazioni, come avvenuto per le passate edizioni del Rapporto, si è operato una distinzione tra minacce dirette e indirette. Le prime sono da intendersi come rivolte direttamente alle persone che in un determinato periodo storico della loro vita ricoprono un incarico politico o amministrativo. Le seconde, invece, sono riferite a mezzi e strutture pubbliche ovvero a parenti e collaboratori di persone colpite direttamente. Analizzando gli episodi riportati nella cronologia del Rapporto, risulta che oltre 2 minacce e intimidazioni su 3 (il 70% del totale) sono dirette. Chi colpiscono? Nel 70% dei casi censiti il destinatario è un amministratore locale, secondo la seguente tipologia: 55% Sindaci, 20% Assessori, 16% Consiglieri comunali, 7% Vicesindaci. Quest’ultimo dato, concentrato nel Mezzogiorno, fa segnare un incremento di due punti percentuali. Da segnalare due casi particolari, a Mondragone (Caserta) e Bianco (Reggio Calabria), in cui i Vicensindaci sono stati sottoposti a regime di protezione tramite scorta, a seguito delle pesanti e ripetute minacce subite. Nel restante 30% dei casi le minacce sono state indirette. A finire nel mirino sono collaboratori e parenti (figli, mogli, mariti, fratelli e sorelle) dell’amministratore locale, che rappresentano il 25% dei casi censiti in questa categoria. Nel 73% dei casi del totale delle minacce indirette sono stati colpiti Municipi, uffici, scuole comunali e danneggiati o distrutti mezzi, soprattutto macchine della Polizia municipale e autocompattatori

adibiti alla raccolta dei rifiuti.

Incendi, lettere minatorie, aggressioni: così si intimidiscono gli amministratori locali In relazione alla tipologia di minacce e intimidazioni messe in atto, Avviso Pubblico ha rilevato le seguenti: incendi (23%), lettere minatorie (14%), aggressioni fisiche (13%), minacce verbali (13%), danneggiamenti (13%), lettere con proiettili (7%), ordigni e spari contro auto e abitazioni (7%). L’incendio si conferma, come nei precedenti Rapporti, il principale strumento di intimidazione usato nei confronti degli amministratori locali. In più di un caso su due – il 52% delle situazioni censite – ad essere oggetto di atti incendiari sono state le auto di proprietà personale degli amministratori locali, soprattutto dei Sindaci. L’impiego di ordigni esplosivi (bombe carta, bottiglie molotov, grossi petardi) e gli spari contro auto ed abitazioni sono tipologie di intimidazioni (il 7% del totale) che, insieme agli incendi, hanno destato maggiore allarme sociale. Gli spari contro le case, in particolare, sono avvenuti soprattutto di notte, quando gli amministratori locali erano nelle loro abitazioni con i familiari, generando paura nonché la possibilità di uccidere qualcuno. L’utilizzo di ordigni, come nel caso del Vicesindaco di Mondragone, hanno prodotto danni fisici permanenti. L’uso della lettera minatoria, scritta e/o con proiettili, rappresenta complessivamente un caso su 5. Non sono mancati gli atti intimidatori (7% del totale) in cui si è fatto ricorso anche a espressioni offensive dipinte sui muri delle abitazioni degli amministratori locali, di pubbliche vie, dei palazzi istituzionali o dei cimiteri. Otto casi complessivi hanno fatto registrare l’utilizzo dei social network. Le minacce verbali sono state accompagnate in diverse situazioni da aggressioni fisiche o da tentativi di aggressione, attraverso pugni, schiaffi, calci e bastonate. In questi casi l’amministratore locale è stato raggiunto da queste azioni intimidatorie e violente mentre si trovava in uno spazio pubblico all’aperto, durante l’orario di ricevimento dei cittadini negli uffici comunali o, in alcuni frangenti, sotto la propria abitazione.

Le cause delle minacce e delle intimidazioni Sono stati minacciati Sindaci, dirigenti, funzionari e dipendenti pubblici i cui Comuni o enti si sono costituiti parte civile in processi per mafia, hanno operato in materia di appalti, di concessioni di licenze commerciali, balneari e demaniali. Le intimidazioni non sono mancate quando gli amministratori si sono occupati di gestione e smaltimento di rifiuti, di sanità, di gestione di parchi e riserve naturali, o hanno promosso azioni contro l’abusivismo edilizio e l’occupazione illecita di case popolari. Anche la cultura è stata fonte di minacce, in particolare quando si è cercato di promuovere progetti educativi e sportivi per diffondere la cultura della cittadinanza attiva e responsabile. L’aumento delle tasse locali, il taglio di contributi e sussidi sociali, anche al fine di risanare i bilanci

degli enti, nonché il mancato inserimento in specifici albi (per esempio quello dei lavoratori socialmente utili) espone Sindaci, assessori e consiglieri a minacce e intimidazioni di diverso tipo. Alcune minacce sono state messe in atto anche in enti locali sciolti per infiltrazione mafiosa.

Impunità e attenzione di autorità e cittadini Nella maggior parte dei casi, come emerge dalle informazioni acquisite e come rilevato nei precedenti Rapporti di Avviso Pubblico, i responsabili delle intimidazioni e delle minacce agli amministratori locali sono rimasti ignoti ed impuniti. E quando sono stati individuati, in più di un caso, poche ore dopo il loro arresto, questi soggetti sono stati scarcerati suscitando un sentimento di rabbia, di sconforto, di impotenza e di maggiore paura, espressa anche pubblicamente da Sindaci, assessori e consiglieri colpiti direttamente. Questi sentimenti sono stati in parte leniti laddove le autorità sono intervenute prontamente con specifiche misure di vigilanza, controllo e protezione; laddove sono stati organizzati momenti di pubblica solidarietà, come ad esempio la convocazione di consigli comunali straordinari e aperti al pubblico, a cui hanno partecipato Prefetti, membri del Parlamento e le scuole. Laddove sono stati organizzati momenti a cui erano presenti i Sindaci di tutto il territorio, sono state presentate delle interrogazioni parlamentari, e più persone, aventi anche ruoli pubblici, hanno diramato comunicati stampa. Fondamentale si è dimostrato il grado di attenzione mediatica dedicato alle persone colpite. Il link: http://www.liberainformazione.org/2016/06/24/amministratori-­‐sotto-­‐tiro-­‐nel-­‐2015-­‐in-­‐italia-­‐una-­‐minaccia-­‐ogni-­‐18-­‐ore/    

 TITOLO: Duecento Sindaci in marcia a Polistena per legalità e sicurezza FONTE: Giornaledicalabria.it DATA: 24 giugno 2016 POLISTENA. Sono stati circa 200 i sindaci, provenienti da tutta Italia, che hanno dato vita a Polistena alla prima “Marcia degli amministratori sotto tiro”, promossa da Avviso Pubblico. C’erano, tra gli altri, Pasquale Amato, sindaco di Palma di Montechiaro (Agrigento), Renato Natale (Casal di Principe), Benedetto Zaccaria (Mondragone) e Francesco De Vito (Calimera). Con loro, tra i primi cittadini calabresi, ci sono Salvatore Fuda (Gioiosa Jonica) e Michele Tripodi di Polistena. In piazza anche tante personalità del mondo istituzionale come la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, insieme ai componenti dell’organismo Davide Mattiello e Celeste Costantino; la presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali, Doris Lo Moro; don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e

consiglieri regionali. Hanno sfilato, inoltre, rappresentanti di associazioni e del mondo della scuola, delle organizzazioni sindacali e parenti delle vittime di mafia. Al termine del corteo, dopo un percorso di circa un chilometro, ci sono stati gli interventi finali. Un messaggio di saluto ai sindaci e ad “Avviso Pubblico” è giunto dal presidente del Senato, Pietro Grasso. “Anche la Federazione nazionale della stampa ha aderito ed è presente alla ‘Marcia degli amministratori sotto tiro’ di Polistena con la consapevolezza che solo una grande rete solidale può contrastare il fenomeno delle minacce ai sindaci, ai giornalisti, al mondo dell’imprenditoria e a tutte quelle categorie sociali che con il loro lavoro lottano per liberare i territori dalle mafie”, ha detto Michele Albanese, giornalista da anni sotto scorta perché minacciato dalla ‘ndrangheta, delegato nazionale della Fnsi per la legalità, presente in rappresentanza della Federazione all’iniziativa in corso a Polistena. Il link: http://www.giornaledicalabria.it/?p=50750    

 TITOLO: Marcia Nazionale degli amministratori sotto tiro. A Polistena anche la FNSI FONTE: Fnsi.it DATA: 22 giugno 2016 Ci sarà anche la Fnsi alla prima "Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro" che si terrà a Polistena venerdì 24 giugno. Una delegazione del sindacato nazionale dei giornalisti, guidata dal delegato per la legalità Michele Albanese, sfilerà con i sindaci, i presidenti di Regione e gli amministratori che le mafie hanno messo nel mirino. «La Fnsi deve essere sempre più protagonista della battaglia per la legalità – affermano il presidente Giuseppe Giulietti e il segretario generale Raffaele Lorusso – che è fondamentale per tutelare la libertà di informazione. La presenza a Polistena, dunque, non è casuale né episodica, ma si inquadra nell’attività del sindacato a tutela dei cronisti minacciati e a difesa del diritto dei cittadini a essere correttamente informati. Giornalisti, amministratori locali, cittadini tutti debbono unire le forze per riaffermare i principi dell’articolo 21 della Costituzione». Il 23 giugno, giorno prima della marcia, sono poi in programma anche altre due. Alle 17.30, al campo sportivo di Cinquefrondi, si svolgerà un quadrangolare di calcio dedicato alle vittime di mafia, a cui parteciperanno le squadre di Avviso Pubblico, Libera contro le mafie, dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato. E la sera, alle 21 al Frantoio delle idee, verrà proiettato il documentario di Mimmo Calopresti “La fabbrica fantasma”, fulcro del progetto “A mano disarmata – forum internazionale dell’informazione contro le mafie”. Alla proiezione parteciperà anche il regista.

Il link:  http://www.fnsi.it/marcia-nazionale-degli-amministratori-sotto-tiro-a-polistena-anche-la-fnsi

 TITOLO: Amministratori sotto tiro, la Prima Marcia Nazionale. Il 24 giugno a Polistena (Rc) FONTE: Articolo21.org DATA: 22 giugno 2016 Incendi, aggressioni fisiche, spari contro le abitazioni e contro le auto, utilizzo di ordigni. Sono centottanta gli amministratori minacciati, in gran parte sindaci, solo nei primi cinque mesi di quest’anno. Il dato è stato fornito alcuni giorni fa dal Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani, in occasione della conferenza stampa di presentazione della Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro, che l’associazione Avviso Pubblico organizza a Polistena (RC) il 24 giugno prossimo, con il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria e dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica. Le regioni più colpite sono la Calabria, con il 27% degli episodi, la Sicilia, con il 20%, la Campania (18%), e a seguire la Puglia e la Sardegna; ma il fenomeno e presente in ben quindici regioni italiane: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria all’Emilia Romagna, dal Veneto al Lazio, passando poi per Abruzzo, Marche e Molise. “La Calabria nel 2016 e la terra più bersagliata, per questo abbiamo scelto di organizzare lì la Marcia degli Amministratori sotto tiro – ha sottolineato il Vicepresidente di Avviso Pubblico, Paolo Masini. La Calabria e anche una terra dove ci sono tanti amministratori che resistono, tanti esempi di buona politica, tanti giovani Sindaci impegnati in prima linea”. Il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, ha rivolto un appello “a tutti gli amministratori locali e a tutti gli italiani onesti e perbene di fare uno sforzo e di essere presenti a questa Marcia, che ha un alto valore simbolico per la Calabria e per l’Italia intera. E’ importante far sentire agli amministratori che fanno parte di quei comuni che hanno dichiarato guerra alle mafie che non sono soli. Le mafie non sono ancora state sconfitte ma noi con questa marcia intendiamo dare un segnale forte a tutto il paese”. Per Michele Albanese, cronista sotto scorta e responsabile Legalità della Fnsi, “Chi fa il proprio dovere in certi territori rischia. Colpire chi fa bene il proprio lavoro, siano essi amministratori, giornalisti o imprenditori, vuol dire colpire tutti. Intimidire un amministratore, significa allontanare buona gente dall’impegno politico amministrativo, lasciando spazio ai collusi. Vengono intimiditi quelli piu integerrimi nel rispetto delle regole, della legge e della legalità. Questo rischia di impoverire la classe dirigente a ogni livello”. “Gli amministratori locali sono stati e sono tutt’ora protagonisti del cambiamento dell’Italia e questa e una delle ragioni per cui vengono maggiormente colpiti – ha dichiarato Agnese Moro, figlia di Aldo Moro e collaboratrice dell’annuale Rapporto di

Avviso Pubblico Amministratori sotto tiro. “Gli amministratori minacciati sono delle persone normali che fanno semplicemente quello che e giusto fare, applicare le leggi e denunciare le situazioni illecite. Quello che piu mi dispiace e che non ci sono solo i cattivi in questo Paese ma ci sono anche troppi buoni che girano la testa dall’altra parte”.

Centinaia le adesioni alla Marcia da parte di associazioni dal nord al sud del Paese. «La Fnsi deve essere sempre più protagonista della battaglia per la legalità – affermano il presidente Giuseppe Giulietti e il segretario generale Raffaele Lorusso – che è fondamentale per tutelare la libertà di informazione. La presenza a Polistena, dunque, non è casuale né episodica, ma si inquadra nell’attività del sindacato a tutela dei cronisti minacciati e a difesa del diritto dei cittadini a essere correttamente informati. Giornalisti, amministratori locali, cittadini tutti debbono unire le forze per riaffermare i principi dell’articolo 21 della Costituzione».

E anche la Rai farà la sua parte: Rainews24 organizzerà infatti uno spazio speciale per seguire l’avvenimento. “In questi mesi – ha spiegato il direttore di Rainews24, Antonio Di Bella – abbiamo sempre seguito e approfondito gli episodi di intimidazioni ai danni degli amministratori locali. Per questo abbiamo deciso di seguire la marcia promossa da Avviso Pubblico con uno Speciale”. “Le troupe e i giornalisti di Rainews24 – come è nel Dna di una all news di Servizio Pubblico – saranno a Polistena per accendere i riflettori su questa mobilitazione e per raccontare le storie dei tanti amministratori, in particolare dei Sindaci, che in questi mesi hanno subìto minacce dalla criminalità”. Il link:  http://www.articolo21.org/2016/06/amministratori-sotto-tiro-la-prima-marcia-nazionale-il-24-giugno-a-polistena-rc/

 TITOLO: Polistena, la marcia dei sindaci sotto tiro tra le finestre chiuse FONTE: ilmanifesto.info DATA: 24 giugno 2016

Avrebbero potuto essere di più. Sarebbe stato un dovere istituzionale di tutti. Una esigenza per chi continuamente ricorda con note stampa e proclami che fare l’amministratore in Calabria significa sacrificarsi. Però, quando bisogna dimostrarlo in piazza, in troppi disertano. La prima marcia nazionale “Amministratori sotto tiro” voluta da Avviso Pubblico a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, conserva comunque intatto il suo valore simbolico. Anche se i cittadini rimangono a guardare dalle finestre, più incuriositi che partecipi, più nascosti che visibili. Ma qui siamo in Calabria e qui niente è semplice. Quasi mai. Resta, però, di questa passeggiata tra gonfaloni, bandiere di Libera, fasce tricolore il ricordo di visi felici. Quelli dei ragazzi che hanno sfilato tutt’altro che in silenzio. Hanno urlato che loro non temono la mafia, ma anche che vogliono che gli si garantisca un futuro. Ecco perché vale la pena,

comunque, insistere e ancora resistere. Di una nuova resistenza ha parlato Don Pino De Masi che è il parroco della piccola cittadina calabrese. “Chi marcia oggi insieme a noi, lo fa anche per coloro i quali invece hanno deciso di non partecipare. E’ vero che sono ovunque i sindaci che con la mafia flirtano, ma questo è un motivo in più per credere che chi non lo fa, è partigiano di questo tempo. L’Italia si deve rifare e saremo noi i combattenti”.

Così, da un angolo bello e profondo del Sud, tanto bistrattato e dimenticato da essersi formato leggi fuori dalla legge, che si alza forte un grido di aiuto allo Stato. A farlo dal palco, senza alcuna diplomazia, come ha notato il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico, è stato il primo cittadino di Polistena, Michele Tripodi che ha tuonato contro il Governo reo di aver impoverito ulteriormente e in maniera drammatica le casse dei Comuni e di averle così “rese fragili anche agli occhi dei cittadini”. Qui si rischia di tornare tanto indietro da non ricordare neanche più da dove si è partiti. Così Tripodi denuncia e a fermarlo non ci riesce neanche una improvvisa pioggia battente “la mafia qui, è tornata ad essere punto di riferimento. La privatizzazione del ciclo dei rifiuti, come dell’acqua è legata ad appetiti illeciti e i danneggiamenti subiti dalle aziende che attualmente lavorano in questi ambiti, sono solo avvisaglie. Noi però abbiamo scelto, noi non restiamo muti, noi non ci leviamo il cappello”.

Questo il benvenuto a Polistena, questo è il monito di un Sindaco che non rinuncia a parlare anche della riforma costituzionale e di come quello che sta per accadere in Italia è il contrario di ciò che gli italiani auspicano. Di Costituzione ha parlato anche Don Luigi Ciotti: “Il primo e più importante testo antimafia che deve ancora trovare piena applicazione”. A cambiare, invece, deve essere la politica, l’unico strumento destinato al miglioramento. Altrimenti, avverte Don Ciotti “le mafie non moriranno mai, se non cacciamo via coloro i quali si nascondono dietro le parole giuste, ma rimangono immobilizzati in una grave malattia che si chiama potere”.

Avviso Pubblico ha chiesto impegno ai parlamentari presenti e a Rosy Bindi e a Bubbico. Ha domandato maggiore attenzione ai percorsi legislativi che dovranno garantire il lavoro svolto dagli amministratori, anche attraverso la regolazione della normativa che riguarda i beni confiscati. Auspicando la formazione di una classe dirigente responsabile e trasparente. Tutti compiti ardui, ma non impossibili. Ci credono i sindaci venuti fin qui anche da Campania, Puglia e Sicilia. Ci credono i giornalisti minacciati come Michele Albanese che combatte una strenue lotta solo per poter fare bene il suo mestiere, solo perché ha raccontato fatti che in molti preferirebbero venissero taciuti. Albanese non si stupisce della scarsa adesione, anche di quella dei

cittadini “hanno paura a schierarsi. Non vedi come rimangono distanti, lo fanno perché è così che opera la ‘ndrangheta. Si muove sotto traccia e in silenzio si impone”.

Di come si muova la ‘ndrangheta non hanno dubbi neanche due ex sindaci di Lamezia Terme e di Rosarno, Gianni Speranza e Elisabetta Tripodi. Entrambi si definiscono indignati e preoccupati. Speranza dal canto suo legge “una ipocrisia calabrese che soffoca ogni buon progetto, sempre in silenzio, sempre senza appello”. Come senza possibilità alcuna hanno lasciato la giovane ex sindaca Tripodi che ci tiene a dire “noi non siamo tutti uguali, sono riusciti però nella concezione al ribasso. Il problema non è solo la mafia, ma il suo gene, che rischia di macchiare tutti”. E se le parole non fossero ancora abbastanza per comprendere il fenomeno, tocca ai numeri la sintesi. Nel 2015, sono stati 479 gli atti intimidatori e le minacce rivolte ad amministratori locali e funzionari pubblici. 40 intimidazioni al mese, una minaccia ogni 18 ore. Rispetto allo scorso anno, l’incremento in tutta Italia è stato del 33 per cento.

Il link:  http://ilmanifesto.info/polistena-la-marcia-dei-sindaci-sotto-tiro-tra-le-finestre-chiuse/

 TITOLO: A Polistena la Prima Marcia degli Amministratori sotto tiro FONTE: wesud.it DATA: 24 giugno 2016

Si è svolta questa mattina a Polistena (RC), con partenza da piazza Giuseppe Valarioti, la Prima Marcia Nazionale Amministratori sotto tiro, organizzata da Avviso Pubblico con il patrocinio del Consiglio e della Giunta regionale della Calabria, dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica.

La Marcia si è snodata da Piazza Giuseppe Valarioti fino a Piazzetta 21 marzo dove, dal palco, dopo l’intervento di apertura del Sindaco della città, Michele Tripodi, anch’egli più volte oggetto di minacce e intimidazioni, si sono registrati diversi interventi. Tanti gli amministratori che hanno preso parte a questa prima manifestazione nazionale degli Amministratori sotto tiro organizzata da Avviso Pubblico. Occorre ricordare che in Italia sono circa 230 i comuni i cui sindaci, assessori e funzionari minacciati chiedono trasparenza nella gestione degli appalti, legalità e rispetto.

L’area geografica dove gli amministratori locali risultano maggiormente esposti è il Sud

italia. Segue l’area del Nord Italia ed il Centro Italia con il 12% dei casi. Il primato degli atti intimidatori, a livello regionale, spetta alla Sicilia, seguita dalla Puglia, dalla Calabria e dalla Campania.

A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta alla provincia di Napoli, seguita da quella di Palermo, Cosenza e Roma e Foggia. La principale forma di intimidazione a cui si è ricorso contro gli amministratori locali è l’incendio: distrutte automobili, abitazioni di amministratori, attività commerciali e aziende.

Alla manifestazione hanno partecipato: la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, il presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti, la parlamentare di Sinistra Italiana, Celeste Costantino, il presidente del parco dell’Aspromonte, Giuseppe Bombino, il sindaco di Messina, Renato Accorinti, il vice ministro Bobbico, il presidente della regione Mario Oliverio, il presidente del consiglio regionale Nicola Irto, la figlia di Aldo Moro, Agnese. Nel pomeriggio, all’Auditorium di Gioiosa Jonica (RC), Avviso Pubblico presenterà il nuovo Rapporto “Amministratori Sotto Tiro”, con i dati relativi all’anno 2015.

Il link: http://wesud.it/polistena-­‐prima-­‐marcia-­‐degli-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro/    

 TITOLO: Grande successo per la Prima Marcia Amministratori sotto tiro. La buona politica marcia a Polistena FONTE: Strettoweb.com DATA: 24 giugno 2016 Si è svolta a Polistena, nel reggino, la prima manifestazione nazionale degli Amministratori sotto tiro organizzata da Avviso Pubblico. Sono circa 230 i comuni italiani con minacce a sindaci, assessori e funzionari che chiedono trasparenza nella gestione degli appalti, legalità e rispetto. È il Sud d’Italia l’area geografica dove gli amministratori locali risultano maggiormente esposti. Segue l’area del Nord Italia ed il Centro Italia con il 12% dei casi. A livello regionale, il primato degli atti intimidatori spetta alla Sicilia, seguita dalla Puglia, dalla Calabria e dalla Campania.

A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta alla provincia di Napoli, seguita da quella di Palermo, Cosenza e Roma e Foggia. La principale forma di intimidazione a cui si è ricorso contro gli amministratori locali è l’incendio: distrutte automobili, abitazioni di amministratori, attività commerciali e aziende. Alla manifestazione hanno partecipato: la presidente della commissione parlamentare

antimafia, Rosy Bindi, il presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, il presidente di Libera, Don Ciotti, la parlamentare di Sinistra Italiana, Celeste Costantino, il presidente del parco dell’Aspromonte, Giuseppe Bombino, il sindaco di Messina, Renato Accorinti, il vice ministro Bobbico, il presidente Oliverio, il presidente Irto, la figlia di Aldo Moro, Agnese, numerosi sindaci da tutta Italia, Libera, movimenti ed associazioni.

Per Giuseppe Antoci l’iniziativa di Polistena rappresenta “un momento importante. Subito dopo l’attentato che ho subito ho chiesto a tutti di fare squadra per respingere con fermezza le minacce e le intimidazioni che colpiscono gli amministratori pubblici”. L’iniziativa è stata interrotta causa forte pioggia: i manifestanti si sono trasferiti presso l’auditorium comunale.

Il link: http://www.strettoweb.com/2016/06/grande-­‐successo-­‐per-­‐la-­‐prima-­‐marcia-­‐nazionale-­‐degli-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro-­‐la-­‐buona-­‐politica-­‐marcia-­‐a-­‐polistena-­‐rc-­‐foto/427977/      

 

TITOLO: Don Ciotti alla Prima Marcia Amministratori sotto tiro FONTE: Strill.it DATA: 24 giugno 2016 Era presente anche don Ciotti alla prima “Marcia degli amministratori sotto tiro” promossa da Avviso Pubblico. “Non sono venuto qui – ha dichiarato il fondatore di Libera – a darvi solidarieta’, ma ad invocare ed a chiedere ad ognuno di voi la corresponsabilita’. “La lotta alle mafie ha bisogno del contributo di chi amministra la cosa pubblica, che deve scegliere da che parte stare. Oggi e’ un giorno importante per la crescita del noi collettivo perche’ solo insieme possiamo vincere le mafie e la corruzione e per batterle basta applicare concretamente la nostra Costituzione”. Ha proseguito don Ciotti. Siate ministri della cosa pubblica e dei diritti delle persone e delle loro vite. La politica, come sosteneva Paolo VI, e’ la piu’ alta forma di carita’ e per questo chi la pratica deve incarnare i valori dell’altruismo e della responsabilita'”.

Il link: http://www.strill.it/citta/2016/06/polistena-­‐rc-­‐don-­‐ciotti-­‐alla-­‐prima-­‐marcia-­‐degli-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro/      

 

TITOLO: Marcia Amministratori sotto tiro, anche la CISL Calabria aderisce FONTE: Strill.it

DATA: 23 giugno 2016 Un’ampia delegazione della CISL Calabrese sarà presente alla Marcia nazionale degli “Amministratori sotto tiro” che si svolgerà il 24 giugno a Polistena. Una partecipazione convinta ad un’iniziativa importante per esprimere il pieno sostegno a tutti gli amministratori locali vittime di minacce e intimidazioni e che decidono di non arrendersi di fronte alla forza della criminalità organizzata. E’ anche da questi coraggiosi amministratori che può partire il riscatto civile e sociale di una Regione spesso costretta a soccombere di fronte alla pervasività del fenomeno criminale e che proprio per questo ha l’urgente necessità di riaffermare i principi di legalità per rispondere con le armi della protesta civile e democratica alla sfida della criminalità organizzata.

La CISL calabrese insieme alla CISL nazionale, rappresentata dal Segretario Confederale Maurizio Bernava, sarà presente alla manifestazione con delegati, iscritti, lavoratori e pensionati. Il link:  http://www.strill.it/calabria/2016/06/marcia-amministratori-sotto-tiro-anche-la-cisl-calabria-aderisce/  

 

TITOLO: I Sindaci onesti scendono in piazza contro la mafia FONTE: Globalist.it DATA: 24 giugno 2016 Oltre 200 sindaci hanno partecipato alla prima marcia contro la mafia a Polistena. La manifestazione, intitolata“Marcia degli amministratori sotto tiro”, è stata promossa da Avviso Pubblico ed è la prima nel suo genere. Ad aver risposto all’appello sono tantissimi primi cittadini che hanno avuto, malgrado loro, problemi con la criminalità organizzata: da Pasquale Amato, sindaco di Palma di Montechiaro (Agrigento) a Renato Natale (Casal di Principe), da Benedetto Zaccaria (Mondragone) a Francesco De Vito (Calimera). Una manifestazione per dire basta, basta alle intimidazioni: troppo spesso infatti i primi cittadini onesti, soprattutto dei piccoli centri sono offesi, aggrediti, minacciati con lettere contenenti anche proiettili. Nel peggiore dei casi, è anche successo che fossero accoltellati, picchiati, bastonati, colpiti da proiettili e altri tipi di minacce o violenze. Con loro, ci sono anche diversi primi cittadini calabresi come ad esempio Salvatore Fuda (Gioiosa Jonica) e Michele Tripodi di Polistena. Molte anche le personalità del mondo delle istituzioni che hanno voluto prendere parte alla marcia a cominciare dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, insieme ai componenti dell'organismo Davide Mattiello e Celeste Costantino; la presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali, Doris Lo Moro; don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e consiglieri regionali.

Nel corte anche rappresentanti di associazioni e del mondo della scuola, delle organizzazioni sindacali e parenti delle vittime di mafia. Al termine della manifestazione, dopo un percorso di circa un chilometro, ci saranno gli interventi finali. A salutare il corteo è stato anche un messaggio speciale giunto dal presidente del Senato, Pietro Grasso. Sono 479 gli atti di intimidazione e minaccia rivolti ad amministratori locali e funzionari pubblici censiti da Avviso Pubblico nel 2015; in pratica una media di 40 intimidazioni al mese, una minaccia ogni 18 ore. Rispetto al 2014, quando furono registrati 361 atti intimidatori, si evidenzia un preoccupante incremento del 33 per cento. Sono alcuni dati illustrati a Gioiosa Ionica nel nuovo Rapporto “Amministratori Sotto Tiro”, redatto da Avviso Pubblico; l’incontro pomeridiano nell’auditorium della cittadina è il completamento della marcia organizzata stamattina a Polistena a tutela degli amministratori minacciati. Secondo il Rapporto, la piaga delle intimidazioni ha coinvolto 17 regioni (immuni solo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria), 79 province e 266 comuni. I dati parlano chiaro: tre casi su quattro nel Sud Italia; il Centro-Nord continua la sua lenta ma costante crescita; il Sud e le isole si confermano i territori più rischiosi dove svolgere il ruolo di amministratore locale. E’ in questa macroarea geografica che nel 2015 si è concentrato il 72 per cento dei casi di intimidazione e minaccia. Il Nord (15% dei casi) e il Centro (13% dei casi) proseguono invece la loro lenta ma costante crescita. Gli aumenti più significativi nel Centro-Nord si registrano in Lombardia (da 13 a 29 casi censiti, più che raddoppiati) e nel Lazio (da 28 a 39). L’area del Nord-Ovest (10% dei casi) si conferma più colpita rispetto al Nord-Est (5%), dove la regione più sotto tiro resta il Veneto. La regione che nel 2015 si colloca al primo posto nazionale per numero di intimidazioni e minacce agli amministratori locali si conferma la Sicilia (91 casi censiti, il 19% del totale nazionale). L’incremento di atti intimidatori e minacce rispetto al 2014 è pari al 30 per cento. Al secondo posto la Campania (74 casi, il 16% del totale) che fa segnare un aumento del 42% rispetto al 2014. Seguono la Puglia (62 casi, 13% del totale) dove si registra un incremento del 15% sull’anno passato, e la Calabria (52 casi, 11% del totale), pressoché stabile rispetto al 2014. Da segnalare il caso della Sardegna. Nel 2015 Avviso Pubblico ha censito 50 casi di intimidazione e minaccia ad amministratori locali e funzionari pubblici, un incremento del 118% sul 2014. Il dato colloca la Sardegna al quinto posto della graduatoria regionale. A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta ancora una volta a Napoli (46 casi), seguita dalla provincia di Roma (25 casi), Palermo (22), Lecce (21), Agrigento (19 casi), per concludere con quella di Cosenza (18 casi). Il link: http://www.globalist.it/news/articolo/202529/i-­‐sindaci-­‐onesti-­‐scendono-­‐in-­‐piazza-­‐contro-­‐la-­‐mafia-­‐basta-­‐intimidazioni.html    

TITOLO: Lo Moro: riuscita manifestazione amministratori locali FONTE: Illametino.it DATA: 24 giugno 2016 "La manifestazione di Polistena é molto ben riuscita perché ha visto una grande partecipazione di sindaci e di cittadini e la presenza tutte le istituzioni, Governo, Parlamento, Regioni e Comuni". Lo ha detto la senatrice Doris Lo Moro, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali, in merito alla "Marcia degli amministratori sotto tiro" svoltasi oggi a Polistena su iniziativa di Avviso pubblico. "L'iniziativa, tra l'altro - ha aggiunto la parlamentare - é caduta in un momento particolare perché é stato approvato di recente dal Senato un disegno di legge che ha l'obiettivo di rafforzare la tutela da parte dello Stato degli amministratori locali. Disegno di legge di cui sono prima firmataria e che rappresenta un contributo concreto per arrivare ad un'effettiva tutela degli amministratori locali. Tutelare, peraltro, significa anche arrivare alla verità distinguendo gli amministratori onesti da quelli collusi perchè in questi ultimi anni la legalità e l'antimafia sono stati utilizzati spesso come slogan.

È arrivato il momento di accertare la verità anche per valorizzare chi si comporta onestamente e smascherare chi si avvicina alle istituzioni per loschi interessi personali". Secondo la senatrice Lo Moro, inoltre, "il saluto che ha inviato alla manifestazione il presidente del Senato Pietro Grasso ha dimostrato quanta partecipazione e quanta consapevolezza ci siano stati in merito al lavoro della Commissione che ho presieduto ed all'attività parlamentare che ne é derivata".

Il link: http://www.lametino.it/Ultimora/lo-­‐moro-­‐riuscita-­‐manifestazione-­‐amministratori-­‐locali.html      

TITOLO: Lo Moro: riuscita manifestazione amministratori locali FONTE: Illametino.it DATA: 24 giugno 2016 "La manifestazione di Polistena é molto ben riuscita perché ha visto una grande partecipazione di sindaci e di cittadini e la presenza tutte le istituzioni, Governo, Parlamento, Regioni e Comuni". Lo ha detto la senatrice Doris Lo Moro, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali, in merito alla "Marcia degli amministratori sotto tiro" svoltasi oggi a Polistena su iniziativa di Avviso pubblico. "L'iniziativa, tra l'altro - ha aggiunto la parlamentare - é caduta in un momento particolare perché é stato approvato di recente dal Senato un disegno di legge che ha l'obiettivo di rafforzare la tutela da parte dello Stato degli amministratori locali. Disegno di legge di cui sono prima firmataria e che rappresenta un contributo concreto per arrivare ad un'effettiva tutela degli amministratori locali. Tutelare, peraltro, significa anche arrivare alla verità distinguendo gli amministratori onesti da quelli collusi perchè in questi ultimi anni la legalità e l'antimafia sono stati utilizzati spesso come slogan.

È arrivato il momento di accertare la verità anche per valorizzare chi si comporta onestamente e smascherare chi si avvicina alle istituzioni per loschi interessi personali". Secondo la senatrice Lo Moro, inoltre, "il saluto che ha inviato alla manifestazione il presidente del Senato Pietro Grasso ha dimostrato quanta partecipazione e quanta consapevolezza ci siano stati in merito al lavoro della Commissione che ho presieduto ed all'attività parlamentare che ne é derivata".

Il link: http://www.lametino.it/Ultimora/lo-­‐moro-­‐riuscita-­‐manifestazione-­‐amministratori-­‐locali.html      

 

TITOLO: Amministratori minacciati: in migliaia alla marcia di Polistena FONTE: Ciociariareport24.it DATA: 24 giugno 2016 C'era anche la Fnsi, con il delegato ai progetti per la legalità Michele Albanese, alla prima Marcia degli amministratori sotto tiro organizzata a Polistena, in Calabria, dall'associazione Avviso pubblico. "Il numero delle minacce ad amministratori locali e funzionari pubblici nel 2015 è sensibilmente aumentato rispetto al passato, confermando un fenomeno radicato, seppur in maniera non uniforme, su gran parte del territorio italiano". Il 24 giugno a Polistena si terrà la prima Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro contro le mafie. L'area geografica in cui è inclusa la Calabria trova al suo interno un ulteriore elemento di preoccupazione, perché ad essere colpiti con ancora più forza sono i centri medio-piccoli, dove intimidazioni e minacce risultano essere più cadenzate e frequenti.

Nel corso del 2014, la principale forma di intimidazione e di minaccia a cui si è ricorso contro gli amministratori locali e il personale della PA è stato l'incendio - 31% dei casi - così come nel 2013. Un messaggio di saluto ai sindaci e ad Avviso Pubblico è giunto dal presidente del Senato, Pietro Grasso. "La Marcia - prosegue - rappresenta anche l'occasione per accendere i riflettori sull'insostenibile situazione di illegalità che costituisce il vero e proprio cappio al collo del nostro Paese, un cancro da sconfiggere per non mettere a rischio ogni prospettiva di sviluppo, la vita democratica e le libertà dei cittadini". Qui, le battaglie contro la ndrangheta sono state sempre condotte a viso aperto dall'Amministrazione Comunale e da tutti coloro, a partire da semplici cittadini, associazioni, cooperative sociali, chiesa, che s'impegnano per diffondere ed affermare nella società i valori dell'onestà e della laboriosità in contrapposizione al tentativo delle mafie di condizionare le scelte di ognuno. Arturo Bova, Presidente della Commissione antindrangheta della Regione Calabria, ha aggiunto: "Avviso Pubblico ha fatto emergere un pezzo di Calabria che di solito non emerge". E per questo motivo sono sotto tiro.

Il link: http://ciociariareport24.it/2016/06/26/amministratori-­‐minacciati-­‐in-­‐migliaia-­‐alla-­‐marcia-­‐di/      

TITOLO: Amministratori sotto tiro: presentato il Rapporto 2015 di Avviso Pubblico FONTE: Algheronews.com DATA: 24 giugno 2016 Oggi sono coinvolte da questo fenomeno 18 regioni, 69 province e 227 comuni.

Numeri che fanno rabbrividire "sono infatti 479 gli atti di intimidazione e minaccia rivolti ad amministratori locali e funzionari pubblici censiti da Avviso Pubblico per l'anno 2015". Alla manifestazione hanno partecipato: la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, il presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti, la parlamentare di Sinistra Italiana, Celeste Costantino, il presidente del parco dell'Aspromonte, Giuseppe Bombino, il sindaco di Messina, Renato Accorinti, il vice ministro Bobbico, il presidente della regione Mario Oliverio, il presidente del consiglio regionale Nicola Irto, la figlia di Aldo Moro, Agnese.

Venerdì 24 giugno la città di Polistena sarà ancora una volta protagonista di un'importante battaglia di impegno civile, sociale e culturale. In Calabria, le minacce e le intimidazioni verso gli amministratori locali sono cresciute fortemente negli ultimi tempi, si e' registrato un pericoloso aumento del ricorso agli incendi e alle armi da fuoco contro Sindaci, assessori e consiglieri, sia comunali che regionali. "La Marcia - prosegue - rappresenta anche l'occasione per accendere i riflettori sull'insostenibile situazione di illegalità che costituisce il vero e proprio cappio al collo del nostro Paese, un cancro da sconfiggere per non mettere a rischio ogni prospettiva di sviluppo, la vita democratica e le libertà dei cittadini". La Marcia si svolgera' a Polistena (Rc) e partira' alle ore 11,30 con prevista conclusione per le ore 13,00 circa, mentre nel pomeriggio, alle ore 16,30, presso il Comune di Gioiosa Jonica, all'Auditorium, sara' presentato il Rapporto "Amministratori sotto tiro". Un territorio spesso ostaggio delle mafie è diventato avamposto di legalità e di contrasto alla cultura criminale che inCalabria in modo particolare ha alimentato il fenomeno dell'usura e delle estorsioni.

Il link: http://algheronewsgroup.com/2016/06/25/amministratori-­‐sotto-­‐tiro-­‐presentato-­‐il-­‐rapporto-­‐2015-­‐di/      

TITOLO: Aprilia alla Marcia Nazionale degli Amministratori sotto tiro. Terra sfila con gli altri sindaci FONTE: Latinaquotidiano.it DATA: 24 giugno 2016 Il sindaco di Aprilia, Antonio Terra, ha partecipato alla prima Marcia degli Amministratori sotto tiro che si è svolta in Calabria. L’iniziativa è stata promossa da Avviso Pubblico contro le mafie con il patrocinio del Consiglio della Regione Calabria

e dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica.

Dopo la marcia a Polistena, l’Associazione Avviso Pubblico ha presentato il nuovo Rapporto “Amministratori sotto tiro” con i dati relativi al 2015.

Alla marcia hanno aderito anche Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, la signora Agnese Moro, figlia di Aldo Moro vittima delle Brigate Rosse nel 1978, il Presidente della Commissione parlamentare Antimafia onorevole Rosy Bindi, il Vice Ministro dell’Interno Filippo Bubbico, la senatrice Doris Lo Moro, Presidente della Commissione d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni agli amministratori locali.

Il link: http://www.latinaquotidiano.it/aprilia-­‐alla-­‐marcia-­‐nazionale-­‐degli-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro-­‐terra-­‐sfila-­‐con-­‐gli-­‐altri-­‐sindaci/      

TITOLO: La buona politica in marcia a Polistena FONTE: Rassegna.it DATA: 24 giugno 2016 “La marcia di oggi a Polistena rappresenta un momento molto importante. Subito dopo l’attentato che ho subito ho chiesto a tutti, Stato, istituzioni locali, società civile, di fare squadra per respingere con fermezza le minacce e le intimidazioni che colpiscono gli amministratori pubblici e che sono finalizzate a null’altro che al controllo del territorio da parte delle organizzazioni criminali”. C’è anche lui, Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, oggi, 24 giugno, a Polistena (Rc), dove si tiene la"Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro", organizzata da Avviso Pubblico e alla quale hanno aderito molte associazioni e realtà della società civile, tra le quali la Cgil. Antoci, poco più di un mese fa, sotto tiro c’è stato letteralmente, obiettivo di un agguato mafioso alla vecchia maniera: la sua auto prima bloccata lungo il percorso e poi presa a fucilate, una tragedia evitata solo grazie alla blindatura della vettura e alla pronta reazione della scorta. Le ragioni di un’aggressione così furiosa sono chiare: “Se la mafia decide di tornare a colpire lo Stato in maniera diretta di nuovo dopo le stragi del ‘92 – ci dice Antoci – è perché noi le abbiamo portato un attacco frontale, togliendole una delle sue principali fonti di introito”. Il presidente del Parco dei Nebrodi si riferisce alla revoca di numerose concessioni di terreni a persone sospettate di essere vicine a Cosa nostra, realizzata grazie a un protocollo siglato tra lo stesso Parco e la prefettura di Messina. Il meccanismo utilizzato è molto semplice: si è esteso l'obbligo per i concessionari dei

terreni demaniali di presentare il certificato antimafia anche al di sotto del valore di 150mila euro, previsto dalle normative nazionali. Se prima era dunque sufficiente frazionare i terreni in piccoli lotti di valore inferiore alla soglia per aggirare i controlli, grazie al “protocollo Antoci” il giocattolo si è rotto. Con questo nuovo sistema di verifiche lo scorso gennaio sono state revocate le assegnazioni di 4200 ettari di terreni, per un totale di 2,5 milioni di euro l’anno di fondi europei. E non a caso sono arrivati i proiettili. Il sistema evidentemente funziona, tanto che ieri, 23 giugno, la Cgil nazionale ha inviato alla Commissione Giustizia del Senato, che deve esaminare le modifiche al codice antimafia e alla legge di iniziativa popolare "Io riattivo il lavoro", una bozza di emendamento che prevede proprio di abbassare la soglia che fa scattare l’obbligatorietà dell’informazione antimafia. Il nuovo livello proposto è 40mila euro, meno di un terzo di quello attuale. “La proposta della Cgil va nella giusta direzione – commenta Giuseppe Antoci – perché gli amministratori locali hanno bisogno proprio di questo, cioè di una copertura normativa di livello superiore che consenta loro di avere strumenti efficaci senza doversi esporre necessariamente in prima persona, con iniziative locali che possono comportare rischi anche molto pesanti”. E qui c'è anche il senso della marcia di Polistena. “Come Cgil saremo presenti con un nostro striscione e con tanti dirigenti e militanti che arriveranno da tutta Italia - spiega Luciano Silvestri, responsabile legalità per la Cgil nazionale – e questo perché riteniamo la marcia un’occasione importante, non solo per accendere i riflettori su questi amministratori che si battono per la legalità e sono per questo sotto attacco (Avviso Pubblico ne ha contati 180 solo nei primi 5 mesi del 2016, ndr), ma anche per chiedere allo Stato di sostenere con maggior vigore questa battaglia e di non lasciare soli questi avamposti territoriali, che poi sono avamposti di garanzia democratica”. A guidare la delegazione della Cgil sarà la segretaria nazionale Gianna Fracassi: “Con Avviso Pubblico collaboriamo da tempo – ricorda la dirigente - lo abbiamo fatto anche per l’iniziativa di legge ‘Io Riattivo il Lavoro’, ed è bello che oggi qui a Polistena si riunisca tutto il mondo dell’antimafia, sottoposto nell’ultimo periodo a un pesante attacco da parte di chi vuole screditarlo”. “E poi – continua Fracassi - mentre la mala politica e i furbetti finiscono sempre in prima pagina, queste storie, storie di amministratori e rappresentanti dello Stato che fanno bene il proprio lavoro e rischiano anche la vita per questo, non emergono quasi mai”. Per Fracassi è naturale, dunque, che una grande organizzazione come la Cgil contribuisca a “rompere il silenzio attorno a queste situazioni”. “E lo dico a pochi giorni dalle elezioni amministrative – sottolinea la segretaria – per le quali in alcuni territori non è stato ancora una volta possibile neanche presentare le liste”. Un

problema diffuso ad esempio (ma non solo) in Calabria. “Penso al Comune di San Luca – continua Fracassi – sotto commissariamento dal 2013 e dove neanche questa volta si è votato, perché non c'erano candidati. Lì, partendo dalla nostra piccola Camera del Lavoro, vogliamo dare vita ad un’iniziativa che punti proprio a rompere il silenzio e a stimolare processi democratici, che sono poi il vero antidoto al potere delle mafie”. Il link: http://www.rassegna.it/articoli/la-­‐buona-­‐politica-­‐in-­‐marcia-­‐a-­‐polistena      

TITOLO: Il Sindaco di Gazoldo in Calabria per dire no alla mafia FONTE: Gazzettadimantova.gelocal.it DATA: 21 giugno 2016 Da Gazoldo fino al cuore della Calabria per dire no ad ogni forma di intimidazione mafiosa e difendere i tanti politici minacciati dalla malavita organizzata. Venerdì 24 giugno il sindaco Nicola Leoni sarà a Polistena (Reggio Calabria) per partecipare alla “Prima marcia nazionale degli amministratori sotto tiro”, organizzata da Avviso Pubblico, l’associazione di enti locali e Regioni per la formazione contro le mafie. «Credo sia fondamentale - commenta Leoni - portare una testimonianza di solidarietà in una terra bersagliata dalla 'ndrangheta ma, al contempo, popolata da una comunità che si sta risvegliando ed è pronta a reagire».

Il sindaco di Gazoldo siede nel direttivo nazionale di Avviso Pubblico e sarà l’unico politico della provincia di Mantova a prendere parte alla manifestazione. «Rappresenterò il nostro territorio – sottolinea – e marcerò anche per la decina di Comuni mantovani iscritti all’associazione. Nei giorni scorsi sono pervenuti messaggi di sostegno e vicinanza da ciascuno di essi». Venerdì mattina Leoni sfilerà per le strade di Polistena, accanto a numerosi esponenti del mondo istituzionale, tra cui la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi e il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico.

Nel pomeriggio si sposterà a Marina di Gioiosa Ionica, dove verrà presentato il rapporto “Amministratori sotto tiro” 2015. I numeri sono sconcertanti: «Ogni giorno viene denunciata almeno un’intimidazione - spiega il sindaco - Un tempo credevamo fosse solo un problema del Sud, ma oggi sappiamo che la malavita si è infiltrata ovunque e non abbiamo più scuse. Mantova e provincia sono state colonizzate dalla mafia: è arrivato il momento di reagire». Il link: http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2016/06/21/news/il-­‐sindaco-­‐di-­‐gazoldo-­‐in-­‐calabria-­‐per-­‐dire-­‐no-­‐alla-­‐mafia-­‐1.13699051      

TITOLO: Avviso Pubblico, i sindaci dell’Unione aderiscono alla Marcia Nazionale degli Amministratori sotto tiro FONTE: Gonews.it DATA: 21 giugno 2016 Una Marcia Nazionale per manifestare in modo attivo la solidarietà nei confronti di tutti gli Amministratori colpiti da atti intimidatori. Ma anche un’occasione per confrontarsi sui numeri e le caratteristiche di un fenomeno che mette a repentaglio la legalità e la democrazia nelle realtà locali. Questa l’iniziativa promossa dall’Associazione “Avviso Pubblico” per venerdì 24 giugno a Polistena e a Gioiosa Ionica (RC), due comuni guidati da giovani Sindaci che hanno ricevuto pesanti minacce e intimidazioni, e nei cui confronti i Sindaci dell’Unione Circondario Empolese Valdelsa e i Referenti della Legalità nei rispettivi Comuni intendono esprimere la loro adesione e il loro pieno sostegno, anche in risposta ad un preciso appello formulato dall’ANCI e dal presidente di “Avviso Pubblico”, Roberto Montà. L’iniziativa, che prevede due momenti distinti ma complementari (la Marcia è prevista al mattino a Polistena, mentre nel pomeriggio ci sarà la presentazione a Giocosa Ionica del Rapporto Amministratori Sotto Tiro 2016), rappresenta l’ennesima dimostrazione della vitalità associativa di “Avviso Pubblico”, impegnata da quattro anni ormai in una preziosa opera di sensibilizzazione e di monitoraggio di un fenomeno che lo scorso anno ha registrato numeri impressionanti: più di un caso al giorno nel 2015, con dati in crescita nel primo trimestre 2016. Incendi, proiettili, aggressioni e minacce sono il segno di un vero e proprio assedio criminale, che riguarda non solo il Sud Italia ma anche il Centro e il Nord. “Il fatto che la nostra zona non sia stata interessata finora da questo drammatico fenomeno – spiega Laura Rimi, referente provinciale di “Avviso Pubblico” –non deve indurci ad abbassare la guardia”. “L’adesione dei Comuni dell’Unione alla Marcia – prosegue Rimi – vuole essere un segno tangibile di vicinanza agli amministratori Sotto Tiro, affinché non si sentano soli, e contemporaneamente d’incoraggiamento ad andare avanti, affinché possano chiedere provvedimenti per la loro sicurezza e protezione.” “Essa, inoltre, vuole essere anche un segnale di difesa della democrazia e della legalità, perché gli atti intimidatori non sono mai fatti privati, ma un dramma pubblico che riguarda la qualità stessa della democrazia e, di conseguenza, la vita stessa dei cittadini. Infatti, per chi ricopre incarichi istituzionali, la possibilità di svolgere il proprio lavoro con libertà e sicurezza, senza condizionamenti da interessi particolari o criminali, è fondamentale per esercitare il bene della comunità che rappresentano. Ringraziamo Avviso Pubblico che è riuscita ad organizzare una manifestazione così importante”. Il link: http://www.gonews.it/2016/06/21/avviso-­‐pubblico-­‐sindaci-­‐dellunione-­‐aderiscono-­‐della-­‐marcia-­‐degli-­‐amministratori-­‐tiro/      

 

 

 

TITOLO: Rapporto Amministratori sotto tiro 2015 FONTE: Felicitapubblica.it DATA: 24 giugno 2016 Non è certo una notizia che abbia raggiunto il grande pubblico ma venerdì 24 giugno oltre 200 Sindaci hanno partecipato a Polistena nella Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, alla prima marcia contro le intimidazioni e le minacce agli amministratori pubblici. La manifestazione, intitolata “Marcia degli amministratori sotto tiro”, è stata promossa da Avviso Pubblico ed è la prima nel suo genere. Hanno risposto all’appello molti Sindaci che si sono trovati faccia a faccia con la criminalità organizzata. Solo per fare qualche esempio: Pasquale Amato (Palma di Montechiaro), Renato Natale (Casal di Principe), Benedetto Zaccaria (Mondragone), Francesco De Vito (Calimera). Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie è “un’Associazione nata nel 1996 con l’intento di collegare e organizzare gli amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati. Attualmente Avviso Pubblico conta più di 300 soci (considerando i Comuni aderenti in forme aggregate, il numero supera i 350 enti coinvolti) tra Comuni, Unioni di Comuni, Province, Regioni. L’Associazione è presieduta da Roberto Montà, Sindaco di Grugliasco (TO) e la sua sede operativa si trova a Firenze”. Da segnalare che dopo la Marcia si è svolta presso l’Auditorium di Gioiosa Jonica, la presentazione del Rapporto “Amministratori sotto tiro” 2015. Dal 2011 il Rapporto curato da Avviso Pubblico “presenta una cronologia di fatti di intimidazioni e minacce mafiose, criminali e violente nei confronti degli amministratori locali e del personale della Pubblica amministrazione, censiti attraverso la consultazione di fonti aperte, a partire dalla stampa, nazionale e locale. Il Rapporto analizza il fenomeno nella sua complessità, individuando le Regioni e le Province più colpite e distinguendo le intimidazioni e le minacce per tipologia, attraverso una dettagliata analisi, supportata anche da dati statistici”. Quest’anno il rapporto è dedicato a Gisela Mota “Sindaco del Comune messicano di Temixco, uccisa il 3 gennaio 2016 a poche ore dal suo insediamento per la sua attività contro i narcotrafficanti”. Per consultare il testo integrale. Di seguito la sintesi del Rapporto 2015. Amministratori sotto tiro. Nel 2015, in Italia, una minaccia ogni 18 ore Sono infatti 479 gli atti di intimidazione e minaccia rivolti ad amministratori locali e funzionari pubblici censiti da Avviso Pubblico per l’anno 2015. Una media di 40 intimidazioni al mese. Una minaccia ogni 18 ore. Rispetto al 2014, quando furono 361, si registra un preoccupante incremento del 33%. Questa piaga nel 2015 ha coinvolto 17 Regioni – immuni solo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria – 79 Province e 266 Comuni, facendo segnare un incremento del

14% sulle Province e del 17% sui Comuni. Tre casi su quattro nel Sud Italia. Il Centro-Nord continua la sua lenta ma costante crescita. Il Sud e le Isole si confermano i territori più rischiosi dove svolgere il ruolo di amministratore locale. È in questa macroarea geografica che nel 2015 si è concentrato il 72% dei casi di intimidazione e minaccia. Il Nord (15% dei casi) e il Centro (13% dei casi) proseguono invece la loro lenta ma costante crescita. Gli aumenti più significativi nel Centro-Nord si registrano in Lombardia (da 13 a 29 casi censiti, più che raddoppiati) e nel Lazio (da 28 a 39). L’area del Nord Ovest (10% dei casi) si conferma più colpita rispetto al Nord-Est (5%), dove la regione più sotto tiro resta il Veneto. La regione che nel 2015 si colloca al primo posto nazionale per numero di intimidazioni e minacce agli amministratori locali si conferma la Sicilia (91 casi censiti, il 19% del totale nazionale). L’incremento di atti intimidatori e minacce rispetto al 2014 è pari al 30%. Al secondo posto la Campania (74 casi, il 16% del totale) che fa segnare un aumento del 42% rispetto all’anno 2014. Seguono la Puglia (62 casi, 13% del totale) dove si registra un incremento del 15% sull’anno passato, e la Calabria (52 casi, 11% del totale), pressoché stabile rispetto al 2014. Da segnalare il caso della Sardegna. Nel 2015 Avviso Pubblico ha censito 50 casi di intimidazione e minaccia ad amministratori locali e funzionari pubblici, un incremento del 118% sul 2014. Il dato colloca la Sardegna al quinto posto della graduatoria regionale. A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta ancora una volta a Napoli (46 casi), seguita dalla provincia di Roma (25 casi), Palermo (22), Lecce (21), Agrigento (19 casi), per concludere con quella di Cosenza(18 casi). Distribuzione temporale delle intimidazioni: nel mirino il periodo elettorale Come la distribuzione territoriale anche quella temporale non si presenta uniforme. Il 56% degli atti intimidatori si è concentrato nel primo semestre del 2015. Il periodo più “caldo” si è registrato nel maggio del 2015, mese in cui oltre mille Comuni e ben 6 regioni (Campania, Liguria, Marche, Toscana, Puglia e Veneto) sono stati chiamati al voto. La media di questo periodo – 60 casi complessivi, 2 al giorno – è superiore alla media sull’anno. L’incremento sul 2014, quando vennero chiamati alle urne i cittadini di oltre 4mila Comuni, è pari a quasi il 50%, passando dal 4% al 7% del totale su base annua. La quasi totalità dei casi di intimidazione “a scopo elettorale” si è verificata nella macro-area Sud-Isole. In un numero limitato di casi la minaccia ha ottenuto lo scopo che si era prefissata: alcuni candidati finiti sotto tiro si sono ritirati dalla competizione elettorale. Due volte su tre la minaccia all’Amministratore è diretta In relazione alle tipologie di minacce e intimidazioni, come avvenuto per le passate edizioni del Rapporto, si è operato una distinzione tra minacce dirette e indirette. Le prime sono da intendersi come rivolte direttamente alle persone che in un determinato

periodo storico della loro vita ricoprono un incarico politico o amministrativo. Le seconde, invece, sono riferite a mezzi e strutture pubbliche ovvero a parenti e collaboratori di persone colpite direttamente. Analizzando gli episodi riportati nella cronologia del Rapporto, risulta che oltre 2 minacce e intimidazioni su 3 (il 70% del totale) sono dirette. Chi colpiscono? Nel 70% dei casi censiti il destinatario è un amministratore locale, secondo la seguente tipologia: 55% Sindaci, 20% Assessori, 16% Consiglieri comunali, 7% Vicesindaci. Quest’ultimo dato, concentrato nel Mezzogiorno, fa segnare un incremento di due punti percentuali. Da segnalare due casi particolari, a Mondragone (Caserta) e Bianco (Reggio Calabria), in cui i Vicensindaci sono stati sottoposti a regime di protezione tramite scorta, a seguito delle pesanti e ripetute minacce subite. Nel restante 30% dei casi le minacce sono state indirette. A finire nel mirino sono collaboratori e parenti (figli, mogli, mariti, fratelli e sorelle) dell’amministratore locale, che rappresentano il 25% dei casi censiti in questa categoria. Nel 73% dei casi del totale delle minacce indirette sono stati colpiti Municipi, uffici, scuole comunali e danneggiati o distrutti mezzi, soprattutto macchine della Polizia municipale e autocompattatori adibiti alla raccolta dei rifiuti. Incendi, lettere minatorie, aggressioni: così si intimidiscono gli amministratori locali In relazione alla tipologia di minacce e intimidazioni messe in atto, Avviso Pubblico ha rilevato le seguenti: incendi (23%), lettere minatorie (14%), aggressioni fisiche (13%), minacce verbali (13%), danneggiamenti (13%), lettere con proiettili (7%), ordigni e spari contro auto e abitazioni (7%). L’incendio si conferma, come nei precedenti Rapporti, il principale strumento di intimidazione usato nei confronti degli amministratori locali. In più di un caso su due – il 52% delle situazioni censite – ad essere oggetto di atti incendiari sono state le auto di proprietà personale degli amministratori locali, soprattutto dei Sindaci. L’impiego di ordigni esplosivi (bombe carta, bottiglie molotov, grossi petardi) e gli spari contro auto ed abitazioni sono tipologie di intimidazioni (il 7% del totale) che, insieme agli incendi, hanno destato maggiore allarme sociale. Gli spari contro le case, in particolare, sono avvenuti soprattutto di notte, quando gli amministratori locali erano nelle loro abitazioni con i familiari, generando paura nonché la possibilità di uccidere qualcuno. L’utilizzo di ordigni, come nel caso del Vicesindaco di Mondragone, hanno prodotto danni fisici permanenti. L’uso della lettera minatoria, scritta e/o con proiettili, rappresenta complessivamente un caso su 5. Non sono mancati gli atti intimidatori (7% del totale) in cui si è fatto ricorso anche a espressioni offensive dipinte sui muri delle abitazioni degli amministratori locali, di pubbliche vie, dei palazzi istituzionali o dei cimiteri. Otto casi complessivi hanno fatto registrare l’utilizzo dei social network. Le minacce verbali sono state accompagnate in diverse situazioni da aggressioni fisiche o da tentativi di aggressione, attraverso pugni, schiaffi, calci e bastonate. In questi casi l’amministratore locale è stato raggiunto da queste azioni intimidatorie e violente mentre si trovava in uno spazio pubblico all’aperto, durante l’orario di ricevimento dei cittadini

negli uffici comunali o, in alcuni frangenti, sotto la propria abitazione. Le cause delle minacce e delle intimidazioni Sono stati minacciati Sindaci, dirigenti, funzionari e dipendenti pubblici i cui Comuni o enti si sono costituiti parte civile in processi per mafia, hanno operato in materia di appalti, di concessioni di licenze commerciali, balneari e demaniali. Le intimidazioni non sono mancate quando gli amministratori si sono occupati di gestione e smaltimento di rifiuti, di sanità, di gestione di parchi e riserve naturali, o hanno promosso azioni contro l’abusivismo edilizio e l’occupazione illecita di case popolari. Anche la cultura è stata fonte di minacce, in particolare quando si è cercato di promuovere progetti educativi e sportivi per diffondere la cultura della cittadinanza attiva e responsabile. L’aumento delle tasse locali, il taglio di contributi e sussidi sociali, anche al fine di risanare i bilanci degli enti, nonché il mancato inserimento in specifici albi (per esempio quello dei lavoratori socialmente utili) espone Sindaci, assessori e consiglieri a minacce e intimidazioni di diverso tipo. Alcune minacce sono state messe in atto anche in enti locali sciolti per infiltrazione mafiosa. Impunità e attenzione di autorità e cittadini Nella maggior parte dei casi, come emerge dalle informazioni acquisite e come rilevato nei precedenti Rapporti di Avviso Pubblico, i responsabili delle intimidazioni e delle minacce agli amministratori locali sono rimasti ignoti ed impuniti. E quando sono stati individuati, in più di un caso, poche ore dopo il loro arresto, questi soggetti sono stati scarcerati suscitando un sentimento di rabbia, di sconforto, di impotenza e di maggiore paura, espressa anche pubblicamente da Sindaci, assessori e consiglieri colpiti direttamente. Questi sentimenti sono stati in parte leniti laddove le autorità sono intervenute prontamente con specifiche misure di vigilanza, controllo e protezione; laddove sono stati organizzati momenti di pubblica solidarietà, come ad esempio la convocazione di consigli comunali straordinari e aperti al pubblico, a cui hanno partecipato Prefetti, membri del Parlamento e le scuole. Laddove sono stati organizzati momenti a cui erano presenti i Sindaci di tutto il territorio, sono state presentate delle interrogazioni parlamentari, e più persone, aventi anche ruoli pubblici, hanno diramato comunicati stampa. Fondamentale si è dimostrato il grado di attenzione mediatica dedicato alle persone colpite. Il link: http://www.felicitapubblica.it/2016/06/rapporto-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro-­‐2015/      

 

 

 

 

TITOLO: Polistena, tra i 200 sindaci in marcia contro la mafia anche Abbaticchio FONTE: Bitontolive.it DATA: 24 giugno 2016 Duecento sindaci provenienti da tutta Italia venerdì scorso hanno marciato a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, per la prima "Marcia degli amministratori sotto tiro". L'evento, organizzato da Avviso Pubblico, aveva l'obiettivo di creare un rete attiva, proprio in Calabria - la regione italiana più colpita de episodi da minacce mafiose contro amministratori locali, stando ai dati dei primi mesi del 2016 - tra tutti i rappresentanti del mondo istituzionale che si sono esposti in tema di legalità e porre l'attenzione sulla problematica, sempre più diffusa, delle minacce agli amministratori pubblici.

I partecipanti alla marcia

Oltre ai sindaci, infatti, hanno partecipato alla marcia la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, insieme ai componenti dell'organismo Davide Mattiello e Celeste Costantino, la presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali Doris Lo Moro, don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e i consiglieri regionali, oltre ai rappresentanti di associazioni e del mondo della scuola, delle organizzazioni sindacali e ai parenti delle vittime di mafia.

L'adesione del sindaco Abbaticchio

A sfilare per oltre un chilometro, a partire dalla piazza Giuseppe Valarioti, c'era anche il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio,vicepresidente di Avviso Pubblico, l'associazione nata nel 1996 con l’intento di collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella pubblica amministrazione e sui territori da essi governati.

«Faccio nostre le parole di Luigi Ciotti che ci ha salutato ricordandoci non il valore della legalità e della solidarietà ma, prima di tutto, quella della responsabilità della buona politica», ha commentato Abbaticchio a BitontoLive.it, di ritorno dalla marcia. Ed ha aggiunto: «Manifestiamo per ricordare a tutti che aspettiamo gli aiuti promessi, che la disoccupazione è un problema di chi può adottare manovre legislative che tutelino i valori fondamentali della Costituzione».

Il report sugli amministratori sotto tiro

Avviso Pubblico, inoltre, proprio ieri in occasione del vile gesto intimidatorio ai danni del comandante della Polizia Municipale Gaetano Paciullo

(http://www.bitontolive.it/news/Cronaca/431378/news.aspx), ha espresso solidarietà al sindaco Abbaticchio e alla città intera, pubblicando anche i dati relativi al rapporto “Amministratori Sotto Tiro”, presentato proprio venerdì 24 giugno a Gioiosa Ionica. Il report racconta di più di un caso di minaccia o intimidazione al giorno, la maggior parte delle quali avviene nel Mezzogiorno ma con casi crescenti in tutto il paese. In particolare, gli incendi sarebbero la principale forma di intimidazione (23% del totale), soprattutto in Puglia. Nel 2015, in questa regione, si sono registrati 62 casi di intimidazione fra amministratori locali e dipendenti della pubblica amministrazione (con un incremento del 15% sull’anno passato), ovvero il 13% del totale nazionale. La provincia di Lecce, con 21 casi, è la quarta in Italia per numero di minacce e intimidazioni. Inotlre, nei primi cinque mesi del 2016 Avviso Pubblico ha censito 180 casi di minacce a livello nazionale, di cui il 15% in Puglia.

Il link: http://www.bitontolive.it/news/Attualita/431446/news.aspx      

TITOLO: Mafia, 2015: 479 amministratori locali intimiditi FONTE: Blognotizie.info DATA: 25 giugno 2016 Alla manifestazione sono presenti circa duecento sindaci provenienti da tutta Italia, ma anche molti rappresentanti delle istituzioni regionali e nazionale, tra i quali il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, la presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle intimidazioni agli amministratori locali, Doris Lo Moro, e don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. "Il numero delle minacce ad amministratori locali e funzionari pubblici nel 2015 è sensibilmente aumentato rispetto al passato, confermando un fenomeno radicato, seppur in maniera non uniforme, su gran parte del territorio italiano". La Sardegna si colloca al sesto posto della classifica nazionale con il 6% del totale dei casi censiti, rispetto al quarto posto registrato nel 2013. La Calabria, infatti, nel corso del 2015 è stata una delle regioni più sovvenzionata dal Fondo di Solidarietà in virtù del fatto che tali fenomeni criminali sono stati più aggressivi e pervasivi. Si é registrata una media di 40 intimidazioni al mese ed una minaccia ogni 18 ore. "La situazione descritta dal Rapporto così il dato - ha commentato Roberto Montà, Presidente diAvviso Pubblico - testimonia la fragilità della democrazia livello locale. Senza questa alleanza il Rapporto diventerà ogni anno più denso e gli amministratori onesti scapperanno". A seguire il Sindaco di Gioiosa Ionica, Salvatore Fuda, ha affermato: "Sentiamo la

necessità di un forte intervento governativo dal punto di vista economico, in sostegno ai Comuni di questo territorio, per garantire i servizi minimi". Gianluca Callipo, Sindaco di Pizzo e coordinatore nazionale ANCI Giovani, ha sottolineato: "Una giornata come quella di oggi rappresenta molto per il Paese e, soprattutto, per la Calabria". Oltre 200sindaci hanno dato vita a Polistena alla prima Marcia degli amministratori sotto tiro, promossa da Avviso Pubblico. "Questa è una terra sotto tiro anche perché sempre più sindaci riescono a infastidire la bestia chiamata 'ndrangheta". Il link: http://blognotizie.info/313908/reggio-­‐calabria-­‐mafia-­‐2015-­‐amministratori-­‐locali-­‐intimiditi.html      

TITOLO: Polistena, le foto della Marcia Nazionale degli Amministratori sotto tiro FONTE: Inquietonotizie.it DATA: 24 giugno 2016 Le foto della prima marcia nazionale degli amministratori sotto tiro che si è svolta questa mattina a Polistena.

L’evento, organizzato da Avviso Pubblico insieme all’amministrazione comunale guidata da Michele Tripodi, ha visto la partecipazione di amministratori, associazioni e cittadini.

Erano presenti, tra gli altri, all’evento don Luigi Ciotti, la presidente della Commissione antimafia Rosi Bindi e il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio.

Il link: http://www.inquietonotizie.it/polistena-­‐le-­‐foto-­‐dellamarcia-­‐nazionale-­‐degli-­‐amministratori-­‐tiro/      

TITOLO: CGIL a Polistena alla Marcia degli Amministratori sotto tiro FONTE: Cn24news.it DATA: 23 giugno 2016 Domani, venerdì 24 giugno, la Cgil parteciperà con una folta delegazione, guidata dalla segretaria confederale nazionale Gianna Fracassi, alla 'Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro' organizzata da Avviso Pubblico. L'appuntamento è a Polistena (Reggio Calabria),alle ore 11.30 in Piazza Giuseppe Valarioti.

"Questa iniziativa - spiega Gianna Fracassi - per la Cgil è un importante momento di mobilitazione che vede protagonisti amministratori impegnati quotidianamente a far rispettare la legalità e che per questo sono minacciati in primo luogo dai poteri mafiosi". "La Marcia - prosegue - rappresenta anche l'occasione per accendere i riflettori sull'insostenibile situazione di illegalità che costituisce il vero e proprio cappio al collo del nostro Paese, un cancro da sconfiggere per non mettere a rischio ogni prospettiva di sviluppo, la vita democratica e le libertà dei cittadini".

Per la segretaria confederale della Cgil "dobbiamo operare per unire tutte le forze sane impegnate sul fronte della legalità e dell'impegno antimafia", e "quanto accaduto recentemente con l'attentato mafioso nei confronti del Presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci e con le intimidazioni al Sindaco di Troina Fabio Venezia, mette in evidenza la necessità di dare una valenza nazionale ad alcune buone pratiche territoriali di contrasto alle organizzazioni criminali".

"Nel caso specifico, ad esempio - sostiene Fracassi - si tratta di estendere l'obbligatorietà dell'informazione antimafia anche alle concessioni demaniali sotto i 150.000 euro, abbassando sensibilmente questa soglia. Chiediamo che tale intervento trovi spazio nella discussione presso la Commissione Giustizia del Senato sulle modifiche al codice antimafia e sulla legge di iniziativa popolare "Io riattivo il lavoro" sulle aziende sequestrate e confiscate, presentata dalla Cgil e da una serie importanti di associazioni. La nostra organizzazione - conclude la dirigente sindacale - ha inviato alla Commissione una bozza di emendamento con tali contenuti".

Il link: http://www.cn24tv.it/news/136452/legalita-­‐cgil-­‐a-­‐polistena-­‐alla-­‐marcia-­‐degli-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro.html      

TITOLO: Ecco come le mafie hanno sotto tiro 500 amministratori locali FONTE: nelpaese.it DATA: 27 giugno 2016

In Calabria per la prima volta hanno marciato gli amministratori locali nel mirino delle organizzazioni mafiose. La manifestazione lanciata da Avviso Pubblico è stata occasione per illustrare il dossier 2015: numeri e modalità con cui vengono minacciati e intimiditi sindaci,assessori e consiglieri comunali.

Hanno marciato lo scorso venerdì a Polistena. Gli amministratori locali sotto tiro delle organizzazioni mafiose sono scesi in piazza per la prima volta, alla manifestazione organizzata da Avviso Pubblico. Sono 479 gli atti di intimidazione e minaccia rivolti ad amministratori locali e funzionari

pubblici censiti da Avviso Pubblico nel 2015; in pratica una media di 40 intimidazioni al mese, una minaccia ogni 18 ore. Rispetto al 2014, quando furono registrati 361 atti intimidatori, si evidenzia un preoccupante incremento del 33 per cento. Sono alcuni dati illustrati a Gioiosa Ionica nel nuovo Rapporto "Amministratori Sotto Tiro".

Nel mirino il periodo elettorale; come la distribuzione territoriale anche quella temporale non si presenta uniforme. Il 56% degli atti intimidatori si è concentrato nel primo semestre del 2015. Il periodo più "caldo" si è registrato nel maggio del 2015, mese in cui oltre mille comuni e ben 6 regioni (Campania, Liguria, Marche, Toscana, Puglia e Veneto) sono stati chiamati al voto. La media di questo periodo – 60 casi complessivi, 2 al giorno – è superiore alla media sull'anno. L'incremento sul 2014, quando vennero chiamati alle urne i cittadini di oltre 4mila Comuni, è pari a quasi il 50%, passando dal 4% al 7% del totale su base annua.

La quasi totalità dei casi di intimidazione "a scopo elettorale" si è verificata nella macro-area Sud-Isole. In un numero limitato di casi la minaccia ha ottenuto lo scopo che si era prefissata: alcuni candidati finiti sotto tiro si sono ritirati dalla competizione elettorale.

Due volte su tre la minaccia all'amministratore è diretta. In relazione alle tipologie di minacce e intimidazioni, come avvenuto per le passate edizioni del Rapporto, si è operato una distinzione tra minacce direttee indirette. Le prime sono da intendersi come rivolte direttamente alle persone che in un determinato periodo storico amministrativo. Le seconde, invece, sono riferite a mezzi e strutture pubbliche ovvero a parenti e collaboratori di persone colpite direttamente. Analizzando gli episodi riportati nella cronologia del Rapporto, risulta che oltre 2 minacce e intimidazioni su 3 (il 70% del totale) sono dirette.

Chi colpiscono? Nel 70% dei casi censiti il destinatario è un amministratore locale, secondo la seguente tipologia: 55% sindaci, 20% assessori, 16% consiglieri comunali, 7% vicesindaci. Quest'ultimo dato, concentrato nel Mezzogiorno, fa segnare un incremento di due punti percentuali. Da segnalare due casi particolari, a Mondragone (Caserta) e Bianco (Reggio Calabria), in cui i vicensindaci sono stati sottoposti a regime di protezione tramite scorta, a seguito delle pesanti e ripetute minacce subite. Nel restante 30% dei casi le minacce sono state indirette. A finire nel mirino sono collaboratori e parenti (figli, mogli, mariti, fratelli e sorelle) dell'amministratore locale, che rappresentano il 25% dei casi censiti in questa categoria. Nel 73% dei casi del totale delle minacce indirette sono stati colpiti municipi, uffici, scuole comunali e danneggiati o distrutti mezzi, soprattutto macchine della polizia municipale e autocompattatori adibiti alla raccolta dei rifiuti.

Le modalità

Incendi, lettere minatorie, aggressioni: così si intimidiscono gli amministratori locali. In relazione alla tipologia di minacce e intimidazioni messe in atto, Avviso Pubblico ha rilevato le seguenti: incendi (23%), lettere minatorie (14%), aggressioni fisiche (13%), minacce verbali (13%), danneggiamenti (13%), lettere con proiettili (7%), ordigni e spari contro auto e abitazioni (7%). L'incendio si conferma, come nei precedenti Rapporti, il principale strumento di intimidazione usato nei confronti degli amministratori locali. In più di un caso su due – il 52% delle situazioni censite – ad essere oggetto di atti

incendiari sono state le auto di proprietà personale degli amministratori locali, soprattutto dei sindaci.

L'impiego di ordigni esplosivi (bombe carta, bottiglie molotov, grossi petardi) e gli spari contro auto ed abitazioni sono tipologie di intimidazioni (il 7% del totale) che, insieme agli incendi, hanno destato maggiore allarme sociale. Gli spari contro le case, in particolare, sono avvenuti soprattutto di notte, quando gli amministratori locali erano nelle loro abitazioni con i familiari, generando paura unitamente alla concreta possibilità di uccidere qualcuno. L'utilizzo di ordigni, come nel caso del vicesindaco di Mondragone, hanno prodotto danni fisici permanenti.

L'uso della lettera minatoria, scritta e spesso corredate con proiettili, rappresenta complessivamente un caso su 5. Non sono mancati gli atti intimidatori (7% del totale) in cui si è fatto ricorso anche a espressioni offensive dipinte sui muri delle abitazioni degli amministratori locali, di pubbliche vie, dei palazzi istituzionali o dei cimiteri. Otto casi complessivi hanno fatto registrare l'utilizzo dei social network.

Le minacce verbali sono state accompagnate in diverse situazioni da aggressioni fisiche o da tentativi di aggressione, attraverso pugni, schiaffi, calci e bastonate. In questi casi l'amministratore locale è stato raggiunto da queste azioni intimidatorie e violente mentre si trovava in uno spazio pubblico all'aperto, durante l'orario di ricevimento dei cittadini negli uffici comunali o, in alcuni frangenti, sotto la propria abitazione.

Il link: http://www.nelpaese.it/index.php/archivio-­‐diritti/3835-­‐avviso-­‐pubblico-­‐ecco-­‐come-­‐le-­‐mafie-­‐hanno-­‐sotto-­‐tiro-­‐500-­‐amministratori-­‐locali      

 

TITOLO: Legambiente aderisce alla Marcia Nazionale degli Amministratori sotto tiro FONTE: soveratiamo.com DATA: 22 giugno 2016

Legambiente aderisce alla prima “Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro” che l’Associazione “Avviso Pubblico” ha organizzato per il prossimo 24 giugno a Polistena (Rc) per chiedere al governo di attivare una serie di provvedimenti che garantiscano loro sicurezza e protezione. Condivisa anche la scelta di realizzare la manifestazione proprio in Calabria, una regione in cui purtroppo le minacce e le intimidazioni verso gli amministratori locali sono cresciute fortemente sia in termini quantitativi che nelle modalità, con il ricorso spesso di esplosivi e armi da fuoco.

“Mi rammarica non poter prendere parte personalmente alla Marcia - afferma Rossella Muroni, presidente nazionale Legambiente Onlus -, ma i tanti circoli calabresi di Legambiente non faranno mancare il sentito appoggio alla manifestazione per sollecitare il legislatore ad approvare norme che tutelino i tanti amministratori coraggiosi, spesso

giovani, e dimostrare che la parte sana è la maggioranza del Paese e che è ancora possibile potere amministrare la cosa pubblica in modo onesto e nell’interesse esclusivo dei cittadini”.

“I dati del primo trimestre del 2016, che saranno ripresi nel prossimo Rapporto “Amministratori sotto tiro” realizzato dall’Associazione “Avviso Pubblico” – dichiara Francesco Falcone, presidente regionale Legambiente -, mostrano un Paese di amministratori sani che hanno deciso di metterci la faccia e che sfidano le logiche del malaffare e dei compromessi, promuovendo attività di lotta alle mafie e mettendo a rischio la vita ogni giorno per servire le proprie comunità. Aderiamo alla Marcia con il nostro cigno verde sulle bandiere gialle di Legambiente per difendere gli abusi perpetuati ai danni del territorio e la cattiva amministrazione delle realtà urbane”.

La Marcia si svolgera a Polistena (Rc) a partire dalle ore 11,30. Nel pomeriggio, invece, dalle ore 16,30, la manifestazione proseguirà nell’Auditorium del Comune di Gioiosa Jonica.

Il link: http://www.soveratiamo.com/interessi/cultura/legambiente-­‐aderisce-­‐alla-­‐%E2%80%9Cmarcia-­‐nazionale-­‐degli-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro%E2%80%9D-­‐il-­‐24-­‐6-­‐a-­‐polistena-­‐e-­‐gioiosa-­‐j  

 

TITOLO: Amministratori sotto tiro: 180 casi nei primi cinque mesi del 2016. Presentata la Prima Marcia Nazionale FONTE: Antimafiaduemila.com DATA: 9 giugno 2016 Nei primi 5 mesi di quest'anno sono stati 180 gli amministratori minacciati. Le regioni piu colpite sono la Calabria, con il 27% degli episodi, la Sicilia, con il 20%, la Campania (18%), e a seguire la Puglia e la Sardegna; ma il fenomeno e presente in ben 15 regioni italiane: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria all'Emilia Romagna, dal Veneto al Lazio, passando poi per Abruzzo, Marche e Molise. Incendi, aggressioni fisiche, spari contro le abitazioni, utilizzo di ordigni: queste le principali tipologie di minacce ai danni degli amministratori locali, in particolare dei Sindaci. Ecco alcuni dei dati che sono stati presentati questa mattina dal Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani, in occasione della conferenza stampa di presentazione della Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro, che Avviso Pubblico organizza a Polistena (RC) il 24 giugno, con il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria e dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica. La conferenza stampa e stata aperta con un ricordo di Pina Maisano Grassi, mogliedi Libero Grassi, l'imprenditore assassinato dai sicari mafiosi a Palermo nel 1991. «La Calabria nel 2016 e la terra piu' bersagliata, per questo abbiamo scelto di organizzare

li la Marcia degli Amministratori sotto tiro - ha sottolineato il Vicepresidente di Avviso Pubblico, Paolo Masini. La Calabria e anche una terra dove ci sono tanti amministratori che resistono, tanti esempi di buona politica, tanti giovani Sindaci impegnati in prima linea. Ci auguriamo che oltre alle tante adesioni gia pervenute se ne aggiungano molte altre da parte di associazioni, enti, cittadini. Dobbiamo essere in tanti a Polistena vicini agli amministratori sotto tiro. Dobbiamo vincere questa scommessa che abbiamo lanciato come Avviso Pubblico». A seguire il Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani, nell'illustrare i dati ha affermato: «Le statistiche dei primi cinque mesi del 2016 confermano un aumento degli atti intimidatori in particolare nel Mezzogiorno d'Italia e, per quanto riguarda le ultime settimane, durante il periodo delle campagne elettorali. La stragrande maggioranza degli amministratori e dei candidati resiste, ma alcuni fanno un passo indietro, dimettendosi o ritirandosi dalla competizione elettorale. E' dunque fondamentale che le comunitasentano le minacce come un problema collettivo e non esclusivamente delle singole persone colpite e che le istituzioni intervengano prontamente con adeguati strumenti di protezione e di sostegno». A seguire il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, rivolgendosi ai presenti ha dichiarato: «Chiedo a voi, a tutti gli amministratori locali e a tutti gli italiani onesti e perbene di fare uno sforzo e di essere presenti a questa Marcia, che ha un alto valore simbolico per la Calabria e per l'Italia intera. E' importante far sentire agli amministratori che fanno parte di quei comuni che hanno dichiarato guerra alle mafie che non sono soli. Le mafie non sono ancora state sconfitte ma noi con questa marcia intendiamo dare un segnale forte a tutto il paese». Don Pino Demasi, referente Libera inCalabria, ha sottolineato: «La situazione reale del contesto in cui viviamo nella piana di Gioia Tauro e di illegalita diffusa e ha fatto si che Chiesa e istituzioni locali si trovassero insieme nella stessa battaglia, lavorando in rete. Il termine antimafia non mi piace. Fare il proprio dovere e il primo passo da compiere». «Gli amministratori locali sono stati e sono tutt'ora protagonisti del cambiamento dell'Italia e questa e una delle ragioni per cui vengono maggiormente colpiti - ha dichiarato Agnese Moro, figlia di Aldo Moro e collaboratrice dell’annuale Rapporto di Avviso Pubblico Amministratori sotto tiro. Gli amministratori minacciati sono delle persone normali che fanno semplicemente quello che e giusto fare, applicare le leggi e denunciare le situazioni illecite». «Quello che piu mi dispiace, pensando anche alle parole dell'ex Sindaco di Rizziconi, Nino Bartuccio, che ho intervistato per il Rapporto 2015, e che non ci sono solo i cattivi in questo Paese ma ci sono anche troppi buoni che girano la testa dall'altra parte». «Sono qui oggi per annunciare che saro presente alla Marcia di Polistena - ha esordito

Doris Lo Moro, Presidente della Commissione d'inchiesta sugli amministratori minacciati - e che poche ore fa e stato approvato dal Senato il disegno di legge a tutela degli amministratori e dei giudici minacciati da mafie e criminalita organizzate. Da questo ddl e stata stralciata qualsiasi ipotesi di aggravamento delle sanzioni per i giornalisti in materia di diffamazione». La conferenza stampa si e conclusa con l'intervento di Michele Albanese, cronista sotto scorta e responsabile Legalita della Fnsi, «Chi fa il proprio dovere in certi territori rischia. Colpire chi fa bene il proprio lavoro, siano essi amministratori, giornalisti o imprenditori, vuol dire colpire tutti. Intimidire un amministratore, significa allontanare buona gente dall'impegno politico amministrativo, lasciando spazio ai collusi. Vengono intimiditi quelli piu integerrimi nel rispetto delle regole, della legge e della legalita. Questo rischia di impoverire la classe dirigente a ogni livello». «Ci auguriamo che tutti i media, a partire dal servizio pubblico, vogliano seguire e dare voce a quanti, a partire dagli amministratori e dai cronisti "sotto tiro", hanno scelto di contrastare, ogni giorno, mafie, corruzione, malaffare», ha detto Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, annunciando l'adesione alla Marcia - e chiederemo alla Rai di trasmettere in diretta questo evento». Altra adesione e arrivata da parte dell'Associazione Articolo 21. Il link: http://www.antimafiaduemila.com/home/rassegna-­‐stampa-­‐sp-­‐2087084558/cronache-­‐italia/60728-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro-­‐180-­‐casi-­‐nei-­‐primi-­‐cinque-­‐mesi-­‐del-­‐2016-­‐presentata-­‐la-­‐prima-­‐marcia-­‐nazionale.html      

TITOLO: In marcia contro la violenza. Il 24 giugno Avviso Pubblico a Polistena in difesa degli amministratori minacciati FONTE: Narcomafie.it DATA: 9 giugno 2016

Nei primi 5 mesi di quest’anno sono stati 180 gli amministratori minacciati. Le regioni più colpite sono la Calabria, con il 27% degli episodi, la Sicilia, con il 20%, la Campania (18%), e a seguire la Puglia e la Sardegna; ma il fenomeno è presente in ben 15 regioni italiane: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria all’Emilia Romagna, dal Veneto al Lazio, passando poi per Abruzzo, Marche e Molise. Incendi, aggressioni fisiche, spari contro le abitazioni, utilizzo di ordigni: queste le principali tipologie di minacce ai danni degli amministratori locali, in particolare dei Sindaci. Ecco alcuni dei dati che sono stati presentati questa mattina dal Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani, in occasione della conferenza stampa di presentazione della Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro, che Avviso Pubblico organizza a Polistena (RC) il 24 giugno, con il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria e dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica.

La conferenza stampa è stata aperta con un ricordo di Pina Maisano Grassi, moglie di Libero Grassi, l’imprenditore assassinato dai sicari mafiosi a Palermo nel 1991.

«La Calabria nel 2016 è la terra più bersagliata, per questo abbiamo scelto di organizzare lì la Marcia degli Amministratori sotto tiro – ha sottolineato il Vicepresidente di Avviso Pubblico, Paolo Masini. La Calabria è anche una terra dove ci sono tanti amministratori che resistono, tanti esempi di buona politica, tanti giovani Sindaci impegnati in prima linea. Ci auguriamo che oltre alle tante adesioni già pervenute se ne aggiungano molte altre da parte di associazioni, enti, cittadini. Dobbiamo essere in tanti a Polistena vicini agli amministratori sotto tiro. Dobbiamo vincere questa scommessa che abbiamo lanciato come Avviso Pubblico».

A seguire il Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani, nell’illustrare i dati ha affermato: «Le statistiche dei primi cinque mesi del 2016 confermano un aumento degli atti intimidatori in particolare nel Mezzogiorno d’Italia e, per quanto riguarda le ultime settimane, durante il periodo delle campagne elettorali. La stragrande maggioranza degli amministratori e dei candidati resiste, ma alcuni fanno un passo indietro, dimettendosi o ritirandosi dalla competizione elettorale. E’ dunque fondamentale che le comunità sentano le minacce come un problema collettivo e non esclusivamente delle singole persone colpite e che le istituzioni intervengano prontamente con adeguati strumenti di protezione e di sostegno».

A seguire il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, rivolgendosi ai presenti ha dichiarato: «Chiedo a voi, a tutti gli amministratori locali e a tutti gli italiani onesti e perbene di fare uno sforzo e di essere presenti a questa Marcia, che ha un alto valore simbolico per la Calabria e per l’Italia intera. E’ importante far sentire agli amministratori che fanno parte di quei comuni che hanno dichiarato guerra alle mafie che non sono soli. Le mafie non sono ancora state sconfitte ma noi con questa marcia intendiamo dare un segnale forte a tutto il paese».

Don Pino Demasi, referente Libera in Calabria, ha sottolineato: «La situazione reale del contesto in cui viviamo nella piana di Gioia Tauro è di illegalità diffusa e ha fatto sì che Chiesa e istituzioni locali si trovassero insieme nella stessa battaglia, lavorando in rete. Il termine antimafia non mi piace. Fare il proprio dovere è il primo passo da compiere».

«Gli amministratori locali sono stati e sono tutt’ora protagonisti del cambiamento dell’Italia e questa è una delle ragioni per cui vengono maggiormente colpiti – ha dichiarato Agnese Moro, figlia di Aldo Moro e collaboratrice dell’annuale Rapporto di Avviso Pubblico Amministratori sotto tiro. Gli amministratori minacciati sono delle persone normali che fanno semplicemente quello che è giusto fare, applicare le leggi e denunciare le situazioni illecite». «Quello che più mi dispiace, pensando anche alle parole dell’ex Sindaco di Rizziconi, Nino Bartuccio, che ho intervistato per il Rapporto 2015, è che non ci sono solo i cattivi in questo Paese ma ci sono anche troppi buoni che girano la testa dall’altra parte».

«Sono qui oggi per annunciare che sarò presente alla Marcia di Polistena – ha esordito Doris Lo Moro, Presidente della Commissione d’inchiesta sugli amministratori minacciati – e che poche ore fa è stato approvato dal Senato il disegno di legge a tutela degli amministratori e dei giudici minacciati da mafie e criminalità organizzate. Da questo ddl è stata stralciata qualsiasi ipotesi di aggravamento delle sanzioni per i giornalisti in materia di diffamazione».

La conferenza stampa si è conclusa con l’intervento di Michele Albanese, cronista sotto scorta e responsabile Legalità della Fnsi, «Chi fa il proprio dovere in certi territori rischia. Colpire chi fa bene il proprio lavoro, siano essi amministratori, giornalisti o imprenditori, vuol dire colpire tutti. Intimidire un amministratore, significa allontanare buona gente dall’impegno politico amministrativo, lasciando spazio ai collusi. Vengono intimiditi quelli più integerrimi nel rispetto delle regole, della legge e della legalità. Questo rischia di impoverire la classe dirigente a ogni livello».

«Ci auguriamo che tutti i media, a partire dal servizio pubblico, vogliano seguire e dare voce a quanti, a partire dagli amministratori e dai cronisti “sotto tiro”, hanno scelto di contrastare, ogni giorno, mafie, corruzione, malaffare», ha detto Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, annunciando l’adesione alla Marcia – e chiederemo alla Rai di trasmettere in diretta questo evento».

Altra adesione è arrivata da parte dell’Associazione Articolo 21.

Il link: http://www.narcomafie.it/2016/06/09/in-­‐marcia-­‐contro-­‐la-­‐violenza-­‐il-­‐24-­‐maggio-­‐avviso-­‐pubblico-­‐a-­‐polistena-­‐in-­‐difesa-­‐degli-­‐amministratori-­‐minacciati/      

 

TITOLO: Amministratori sotto tiro: al Mezzogiorno aree sotto assedio FONTE: Radiovaticana.va DATA: 8 giugno 2016 L'Italia a due velocità. Una del nord con cifre basse per quanto riguarda i sindaci oggetto di intimidazioni e una del mezzogiorno in cui i numeri sono impressionanti. Sono preoccupanti dunque i dati grezzi dei primi 5 mesi dell’anno, presentati da Avviso Pubblico, degli amministratori locali che ricevono minacce e violenze a causa del proprio lavoro o semplicemente perché applicano le regole, pratica rimasta inascoltata per anni. Calabria al primo posto, seguita da Sicilia e Campania. La rete sociale si conferma come il fattore più importante che aiuta a resistere, mentre il periodo in cui si ricevono più minacce è sicuramente in occasione delle campagne elettorali, soprattutto in quest’ultima. Il 24 giugno a Polistena comune nella provincia di Reggio Calabria, si

svolgerà la prima marcia nazionale degli Amministratori sotto Tiro. Al microfono di Valentina Onori, Don Pino Demasi, parroco della città e referente di Libera per la piana di gioia Tauro spiega la difficoltà della chiesa nel cercare di cambiare la mentalità mafiosa: R. – Credo che sia proprio il lavoro più difficile, ma è un lavoro importante e necessario: aiutare questi ragazzi ad uscire da questa mentalità è un’impresa ardua, ma è molto bella. E la parrocchia sta scommettendo proprio su questo. Oggi lo slogan che ci accompagna è “Noi partigiani di una nuova resistenza”. Il nostro compito è quello di riprenderci il territorio, ma riprenderci soprattutto il cuore e la libertà delle persone che la mafia ha calpestato. D. – Quali sono i problemi che incontra tutti i giorni? R. – Spesso la difficoltà per la gente a capire l’importanza del cambiamento, perché il cambiamento è difficile: in territori in cui la paura ha regnato sovrana, le persone ancora stentano… Credo però che nel coraggio dei pastori la gente ritrovi il proprio coraggio. E questo lo sperimento, giorno per giorno, nell’impegno e nel coraggio mio, ma anche nell’impegno e nel coraggio di tanti giovani, di tanti laici. La difficoltà sta proprio qui, nel dare alla gente comune pillole di speranza. D. – C’è sempre un lavoro quotidiano… R. – Io dico sempre che siamo in guerra e in guerra ci sono tante battaglie e c’è una strategia: noi abbiamo la nostra strategia, la delinquenza organizzata e l’Ndrangheta ha la propria strategia. Potremmo vincere la guerra puntando adesso sull’educazione dei figli dell’Ndrangheta: che possano vedere concretamente un modo diverso di vivere e siano poi liberi di scegliere. Dalla nostra parte abbiamo stranamente e per la prima volta le mamme: capiscono che l’Ndrangheta non può dare futuro ai loro figli, perché la repressione funziona, perché la legge sui beni confiscati funziona e ai loro figli non possono dare né potere né ricchezza; e allora che senso ha farli incamminare su questa strada? D. – Pochi giorni fa è accaduto l’ennesimo inchino durante una processione: episodi spiacevoli che fanno, poi, perdere la speranza… R. - Noi vediamo da un periodo in cui anche spezzoni di Chiesa non hanno brillato certamente in questa lotta per il cambiamento. Volontariamente o involontariamente sono stati conniventi con un sistema mafioso: al mafioso non interessano i santi, ma interessa il consenso. Grazie a Dio, però, in questo momento c’è tanto di positivo: la Chiesa si è svegliata! Le chiese e i templi del sud la domenica sono pieni di gente e allora interroghiamoci: come è possibile che quelle stesse persone siano poi conniventi con le mafie? Non c’è evangelizzazione senza liberazione da tutto ciò che è male, da tutto ciò che offende la dignità e la libertà delle persone. Michele Albanese, cronista in Calabria del “Quotidiano del Sud” vive sotto scorta per

le inchieste che ha condotto sul territorio con cui vuole smuovere la coscienza civile. C'è ancora molto da fare, ma qualcosa si sta muovendo: R. – Il futuro del nostro Paese si gioca soprattutto nella voglia e nel desiderio delle persone di impegnarsi nelle istituzioni che rappresentano il primo fronte di dialogo con i cittadini. D. - Lei vive sotto scorta: qual è la testimonianza diretta? R. - Per un giornalista vivere sotto scorta è come se gli spezzassero una gamba. Io mi sforzo di dare una testimonianza di compostezza e di serietà anche nell’uso della scorta, anche se questo porta sacrifici enormi, perché noi dobbiamo ritrovare il gusto per l’impegno serio, responsabile nel raccontare un territorio difficile cercando di dare una testimonianza di correttezza e di responsabilità. D. - Quanto le sue inchieste condizionano la coscienza civile? R. – Quando accade una cosa vado a sentire la gente, vado a sentire i singoli. Alcuni reagiscono in un determinato modo, altri in un altro. I parroci che dicono: “Io posso solo pregare”, quasi sfuggendo dalla realtà. Cerco di fare il mio lavoro cercando di suscitare reazioni sociali, civili da parte della mia gente. Il problema è costruire insieme ad altri soggetti la consapevolezza di stabilire da che parte si sta. È facile girarsi dall’altra parte. D. – Quanto incidono i giovani? R. - È importantissimo lavorare con i giovani. Se non si investe concretamente nel cercare di cambiare la mentalità dominante, quella intrisa di paura, di isolamento, di rassegnazione, di omertà, noi perdiamo la partita. D. - I tre ingredienti principali? Chiesa, istituzioni e media … R. - Assolutamente si. Quando due anni fa scrissi per primo il pezzo sull’inchino di Oppido venni descritto come un nemico della Chiesa ed è una cosa che mi ha fatto terribilmente soffrire perché vengo da questo mondo, per cui non posso accettare questo fatto, soprattutto da parte di quella piccola parte di chiesa che non capisce che noi crediamo non in qualcuno che è venuto qui e ci ha detto: “Dovete fare così, così, così … “ e se ne è andato, ma qualcuno che ci ha dato testimonianza diretta arrivando persino a morire di una morte atroce; mi riferisco al nostro Cristo. Di fronte a quelle braccia aperte, spente dalla violenza dell’uomo, che racchiudono il coraggio della speranza, noi dobbiamo scegliere da che parte stare. Non possiamo non stare dalla parte della legalità, della trasparenza, della gratuità, della correttezza e della speranza. Spesso si preferisce volare alto anziché intervenire, come se un uomo ha un tumore tu ammazzi l’uomo e non rimuovi il tumore laddove esso è posizionato. Il sindaco di Polistena Michele Tripodi, 38 enne al secondo mandato di sindaco più volte oggetto di minacce porta la sua testimonianza diretta delle difficoltà che vive ogni giorno la sua amministrazione:

R. – Non vogliamo sfuggire al problema delle mafie proprio ricordandolo ogni giorno. Facciamo delle iniziative come la presentazione di libri, prendiamo delle testimonianze importanti – anche di vittime di mafia -, invitiamo magistrati, … È un percorso che non avrà termine perché sappiamo bene che la battaglia alle mafie è lunga. Polistena è un comune che ai suoi ingressi ha dei cartelli che recano la scritta: “Benvenuti a Polistena, Comune antimafia, comune per la pace e città d’arte”. Però al primo posto c’è proprio “Comune antimafia”. È un biglietto di presentazione importante. D. - Si sente un sindaco sotto tiro? R. - Io ho ricevuto tante intimidazioni. La più grave è stata il deposito di un pacco bomba che non poteva esplodere perché gli ingranaggi non erano collegati tra loro. Potevano essere assemblati, quindi mi è stato lanciato un messaggio chiaramente intimidatorio, ma ad ogni intimidazione abbiamo risposto con una manifestazione pubblica, non ci siamo mai segretati questo tipo di avvenimenti. Abbiamo sporto denunce ma abbiamo anche risposto con le persone oneste di Polistena, per dire che queste intimidazioni devono essere respinte e rimandate al mittente. D. – Qual è la migliore forma di protezione a prescindere dalla scorta? Forse è proprio questo, l’appoggio della popolazione? R. – Si, la cosiddetta “scorta civica”. Quando si ha il sostegno della gente, il popolo che non solo sostiene ma acclama anche in momenti difficili, importanti, credo che sia la cosa più bella e credo anche che a livello sociale sia un messaggio che indirettamente viene lanciato alle mafie, perché le mafie hanno paura di perdere consenso. D. – A livello istituzionale, che proposte sarebbero giuste secondo lei per dare definitivamente un messaggio ancora più forte? R. – Adeguare la legislazione sugli appalti, quella sulla confisca e il riuso dei beni sociali e adeguare i comuni delle risorse per poter dare delle risposte alla gente. D. - Come comuni vi sentite esposti e vi sentite poco coperti dallo Stato? R. - Sì. Devo dire di si. Noi siamo le prime linee. Spesso non abbiamo le armi per combattere con questi continui tagli che ci sono stati da parte del governo. Purtroppo noi denunciamo sempre la scarsità di risorse, la normativa restrittiva per cercare di redistribuire meglio le poche risorse a disposizione. Da anni troviamo un muro di gomma. Il link: http://it.radiovaticana.va/news/2016/06/08/amministratori_sotto_tiro_al_mezzogiorno_aree_sotto_assedio/1235679      

 

 

TITOLO: Lotta alle mafie, CISL aderisce alla Prima Marcia Amministratori sotto tiro FONTE: secolo-trentino.com DATA: 17 giugno 2016 Roma, 17 giugno 2016- Anche la Cisl aderisce e partecipa alla Marcia nazionale degli “Amministratori sotto tiro” che si terrà il prossimo 24 Giugno a Polistena, Reggio Calabria, organizzata da Avviso Pubblico, l’associazione tra enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie. “Come Cisl consideriamo opportuna e valida la Marcia Nazionale per non far sentire soli i tanti amministratori di fronte a realta criminali che non intendono arretrare nelle loro volonta di condizionare, gestire ed occupare spazi e risorse che appartengono ai cittadini ed alle comunita locali e riteniamo la lotta alle mafie ed ad ogni forma di criminalita un fronte comune di impegno per il riscatto civile e sociale del paese”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava, che il 24 giugno con una delegazione Cisl parteciperà alla Marcia. “Da sempre, infatti, la Cisl condivide e segue con attenzione l’azione degli amministratori locali che per effetto della pesante crisi recessiva, dei vincoli posti alla finanza locale e delle conseguenti trasformazioni sulla gestione contabile e dei bilanci, si trovano molte volte ad operare in una situazione diventata sempre piu difficile e complessa. Infatti le politiche di riordino della spesa, le nuove forme di aggregazione amministrativa per rendere piu efficienti e sostenibili i servizi, le politiche di sviluppo locale, la difesa ed implementazione delle politiche di cure e protezione sociali, il contrasto ad ogni forma di violenza e condizionamento della criminalita mafiosa, sono ormai diventati aspetti su cui la Cisl ha realizzato un buon sistema di relazioni e spesso di vera alleanza per consolidare un presidio sociale di partecipazione e di cambiamento con le persone e le comunita . Ecco perchè comprendiamo il valore etico sociale degli amministratori e sosteniamo la loro azione in molte realta territoriali del Paese”.

Il link:  http://www.secolo-trentino.com/49029/lavoro-2/lotta-alle-mafie-cisl-aderisce-e-partecipa-a-marcia-nazionale-degli-amministratori-sotto-tiro.html  

TITOLO: Marcia Nazionale degli Amministratori sotto tiro, la FNSI al fianco di Avviso Pubblico FONTE: Fnsi.it DATA: 8 giugno 2016 Nei primi 5 mesi di quest’anno sono stati 180 gli amministratori minacciati. Le regioni più colpite sono la Calabria, con il 27% degli episodi, la Sicilia, con il 20%, la Campania (18%), e a seguire la Puglia e la Sardegna; ma il fenomeno è presente in ben 15 regioni italiane: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria all’Emilia Romagna, dal Veneto al Lazio, passando poi per Abruzzo, Marche e Molise.

Questi sono solo alcuni dei dati che sono stati citati questa mattina, mercoledì 8 giugno, presso la sede della Federazione nazionale della stampa italiana, in occasione della conferenza stampa di presentazione della prima "Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro", organizzata da Avviso pubblico, con il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria e dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica. «Nel 2016 è la Calabria – ha sottolineato il Coordinatore nazionale di Avviso pubblico, Pierpaolo Romani – la terra più bersagliata, per questo abbiamo scelto di organizzare lì la marcia degli amministratori sotto tiro. Ma la Calabria è anche una terra dove ci sono tanti amministratori che resistono, tanti esempi di buona politica, tanti giovani sindaci impegnati in prima linea». «Ci auguriamo che, oltre alle tante adesioni, l’Italia si unisca il 24 giugno come quando c’è una ferita. È una grande scommessa di Avviso pubblico per dare voce ai tanti amministratori minacciati, un fenomeno purtroppo sempre crescente», ha affermato il vicepresidente di Avviso pubblico Paolo Masini, già assessore del Comune di Roma Capitale. Mentre il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, ha invitato i presenti a «fare uno sforzo per cercare di essere presenti a questa Marcia. È infatti molto importante far sentire agli amministratori che fanno parte di quei comuni che hanno dichiarato guerra alle mafie che non sono soli». Un appello subito raccolto e rilanciato dal presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti: «Abbiamo deciso di partecipare con Michele Albanese, anche lui cronista minacciato e responsabile per la legalità della Fnsi, e ci auguriamo che tutti i media, a partire dal servizio pubblico, vogliano seguire e dare voce a quanti, a partire dagli amministratori e dai cronisti “sotto tiro”, hanno scelto di contrastare, ogni giorno, mafie, corruzione, malaffare. Anche perché il gli amministratori "sotto tiro" sono parenti dei cronisti minacciati». «L’aggressione a chi fa il proprio lavoro – ha detto Michele Albanese – siano essi amministratori, giornalisti o imprenditori, vuol dire colpire tutti. Intimidire un amministratore, significa allontanare buona gente dall’impegno politico amministrativo, lasciando spazio ai collusi. Vengono intimiditi quelli più integerrimi nel rispetto delle regole, della legge e della legalità. Questo rischia di impoverire la classe dirigente a ogni livello». Oltre alla Fnsi, anche Articolo 21 ha deciso di aderire alla marcia che si svolgerà a

Polistena, in provincia di Reggio Calabria, il prossimo 24 giugno. Il link: http://www.fnsi.it/marcia-­‐nazionale-­‐degli-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro-­‐la-­‐fnsi-­‐al-­‐fianco-­‐di-­‐avviso-­‐pubblico      

TITOLO: Rainews 24, Marcia Nazionale Amministratori Sotto Tiro FONTE: ufficiostampa.rai.it DATA: 9 giugno 2016 l prossimo 24 giugno a Polistena, comune in provincia di Reggio Calabria, si terrà la prima marcia nazionale degli “Amministratori sotto tiro” e Rainews24 organizzerà uno spazio speciale per seguire l’avvenimento. Nei primi cinque mesi del 2016 sono stati 180 gli amministratori minacciati, in particolare in Calabria, Sicilia e Campania. Ma il fenomeno riguarda ben 15 regioni italiane dal sud al nord del Paese. “In questi mesi – ha spiegato il direttore di Rainews24, Antonio Di Bella - abbiamo sempre seguito e approfondito gli episodi di intimidazioni ai danni degli amministratori locali. Per questo abbiamo deciso di seguire la marcia promossa da Avviso Pubblico con uno Speciale" . "La troupe e i giornalisti di Rainews24, come è nel Dna di una all news di Servizio Pubblico - ha aggiunto Di Bella - saranno a Polistena per accendere i riflettori su questa mobilitazione e per raccontare le storie dei tanti amministratori, in particolare dei Sindaci, che in questi mesi hanno subìto minacce dalla criminalità”. Il link: http://www.ufficiostampa.rai.it/dl/UfficioStampa/Articoli/MARCIA-­‐DEGLI-­‐AMMINISTRATORI-­‐SOTTO-­‐TIRO-­‐8551f424-­‐07f3-­‐48a8-­‐b686-­‐f4e259d671d5.html      

TITOLO: Presentata Prima Marcia Nazionale Amministratori sotto tiro FONTE: Illametino.it DATA: 8 giugno 2016 Nei primi 5 mesi di quest'anno sono stati 180 gli amministratori minacciati, con un aumento del 15-20% rispetto allo scorso anno. Le regioni più colpite sono la Calabria, con il 27% degli episodi, la Sicilia, con il 20%, la Campania (18%), la Puglia, la Sardegna, ma il fenomeno è presente in ben 15 regioni italiane, anche al nord: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria all'Emilia, dal Veneto al Lazio, passando poi per Abruzzo, Marche e Molise.

I dati li ha forniti oggi il vicepresidente di Avviso Pubblico Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, Paolo Masini, nel corso della presentazione, oggi a Roma, della Prima Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro, organizzata da Avviso pubblico e che si svolgerà il prossimo 24 giugno a Polistena (Rc).

In quell'occasione, nel comune di Gioiosa Jonica, a partire dalle 16,30, verrà presentato il Rapporto "Amministratori sotto tiro. Anno 2015", con la presenza del viceministro dell'Interno Filippo Bubbico, della presidente della Commissione parlamentare

Antimafia Rosy Bindi, della senatrice Doris Lo Moro e di rappresentanti istituzionali, nazionali e locali. I relatori hanno sottolineato come nell'ultimo mese ci sia stato un forte aumento delle intimidazioni in concomitanza con la campagna elettorale a candidati sindaci e consiglieri. "La stragrande maggioranza ha resistito ma qualcuno ha fatto marcia indietro anche per proteggere i familiari", ha detto Masini.

Alla marcia del 24 giugno hanno già annunciato la propria adesione, tra gli altri, Libera contro le mafie, Cgil, Cisl, Uil, Sos Imprese, Arci, Ossigeno per l'informazione, Addiopizzo, l'Associazione italiana calciatore, Cittadinanzattiva, il Centro Pio La Torre e Giuseppe Impastato. Dai dati resi noti oggi è emerso che i sindaci sono, tra gli amministratori, quelli maggiormente colpiti, il 44%; il 20% delle intimidazioni riguarda consiglieri comunali, in particolari chi è capogruppo o ha deleghe specifiche, il 15% assessori, il 7% consiglieri regionali, il 5% vicesindaci. Negli ultimi tempi, si è assistito poi ad un aumento della violenza ovvero di schiaffi, aggressioni, ma nella gran parte dei casi, il 35%, le minacce avvengono con incendi a case, sale consiliari, scuole; il 22% con lettere, anche contenenti proiettili; l'8% con ordigni esplosivi. Alla conferenza stampa di oggi hanno preso parte anche il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, 38 anni, più volte minacciato e il parroco di Polistena, don Pino de Masi, "non siamo Peppone e don Camillo - ha detto quest'ultimo - ma Chiesa e Comune si trovano uniti in questa battaglia in un territorio dove l'illegalità è diffusa e le leggi non esistono".

"Gli amministratori locali sono stati e sono tuttora protagonisti del cambiamento dell'Italia e la Calabria è una delle ragioni per cui vengono maggiormente colpiti": lo ha dichiarato Agnese Moro, figlia di Aldo Moro e collaboratrice dell'annuale Rapporto di Avviso Pubblico sugli amministratori locali sotto tiro. "Gli amministratori minacciati sono delle persone normali - ha aggiunto Agnese Moro - che fanno semplicemente quello che è giusto fare, applicare le leggi e denunciare le situazioni illecite. Quello che più mi dispiace, pensando anche alle parole dell'ex sindaco di Rizziconi, Nino Bartuccio, che ho intervistato per il Rapporto 2015, è che non ci sono solo i cattivi in questo Paese ma ci sono anche troppi buoni che girano la testa dall'altra parte".

Il link: http://www.lametino.it/Ultimora/presentata-­‐marcia-­‐nazionale-­‐nazionale-­‐amministratori-­‐sotto-­‐tiro-­‐il-­‐24-­‐giugno-­‐a-­‐polistena.html      

TITOLO: Amministratori sotto tiro: 180 casi nel 2016. Presentata Prima marcia nazionale FONTE: Cmnews.it DATA: 8 giugno 2016 Nei primi 5 mesi di quest’anno sono stati 180 gli amministratori minacciati. Le regioni piu colpite sono la Calabria, con il 27% degli episodi, la Sicilia, con il 20%, la Campania (18%), e a seguire la Puglia e la Sardegna; ma il fenomeno e presente in ben 15 regioni italiane: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria all’Emilia Romagna, dal Veneto al Lazio, passando poi per Abruzzo, Marche e Molise. Incendi, aggressioni fisiche, spari contro le abitazioni, utilizzo di ordigni: queste le principali tipologie di minacce ai danni

degli amministratori locali, in particolare dei Sindaci. Ecco alcuni dei dati che sono stati presentati questa mattina dal Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani, in occasione della conferenza stampa di presentazione della Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro, che Avviso Pubblico organizza a Polistena (RC) il 24 giugno, con il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria e dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica. Il link: http://www.cmnews.it/notizie/129044-­‐calabria-­‐180-­‐casi-­‐nei-­‐primi-­‐cinque-­‐mesi-­‐del-­‐2016-­‐presentata-­‐la-­‐marcia-­‐nazionale-­‐posta-­‐arrivo-­‐x/      

TITOLO: Prima Marcia Amministratori sotto tiro: Roma, 8 giugno conferenza stampa di presentazione FONTE: Antimafiaduemila.com DATA: 3 giugno 2016 Si svolgera a Roma mercoledi 8 giugno, dalle ore 11.30, presso la sede della FNSI (corso Vittorio Emanuele II, 349), la conferenza stampa di presentazione della Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro, organizzata da Avviso Pubblico, con il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria e dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica. La Marcia si svolgera a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, il prossimo 24 giugno. Un evento organizzato per la prima volta in Italia e quanto mai attuale, considerato il trend crescente di minacce, intimidazioni e violenze attuate nei confronti di donne e uomini che, da Nord a Sud, governano le amministrazioni locali, dando fastidio agli interessi della criminalita , organizzata e non. Il link:  http://www.antimafiaduemila.com/home/rassegna-stampa-sp-2087084558/cronache-italia/60634-prima-marcia-nazionale-degli-amministratori-sotto-tiro-roma-8-giugno-conferenza-stampa-di-presentazione.html  

TITOLO: Polistena, si svolgerà la Marcia Amministratori sotto tiro FONTE: telemia.it DATA: 3 giugno 2016 Si svolgerà a Roma mercoledì 8 giugno, dalle ore 11.30, presso la sede della FNSI (corso Vittorio Emanuele II, 349), la conferenza stampa di presentazione della Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro, organizzata da Avviso Pubblico, con il patrocinio del Consiglio regionale della Calabria e dei Comuni di Polistena, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa Ionica.

La Marcia si svolgerà a Polistena, in provincia di Reggio Calabria, il prossimo 24 giugno. Un evento organizzato per la prima volta in Italia e quanto mai attuale, considerato il trend crescente di minacce, intimidazioni e violenze attuate nei confronti di donne e uomini che, da Nord a Sud, governano le amministrazioni locali, dando fastidio agli interessi della criminalità, organizzata e non. Il 24 giugno, dopo la Marcia di Polistena, a Gioiosa Jonica (RC), Avviso Pubblico presenterà il nuovo Rapporto “Amministratori Sotto Tiro”, con i dati relativi all’anno 2015. Il Rapporto è giunto alla sua quarta edizione. Come ogni anno, esso fornirà una cronologia dei fatti ed una serie di dati che raccontano in che modo, in quali territori e per quali motivi tanti sindaci, assessori, consiglieri comunali, ma anche dirigenti, funzionari ed impiegati della Pubblica amministrazione vengono intimiditi e minacciati. Avviso Pubblico ha scelto di andare in Calabria perché, in questa regione, le minacce e le intimidazioni verso gli amministratori locali stanno manifestando una preoccupante crescita, sia in termini quantitativi che di intensità della violenza utilizzata, ma anche per raccontare tante storie di resistenza civile e politica che vedono come protagonisti giovani Sindaci impegnati in prima linea.

Alla conferenza stampa saranno presenti: Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, collaboratrice dell’annuale Rapporto di Avviso Pubblico Amministratori sotto tiro; Michele Tripodi, Sindaco di Polistena, più volte oggetto di intimidazioni e minacce, Domenico Vestito, Sindaco di Marina di Gioiosa Jonica; Michele Albanese, giornalista dell’ANSA, costretto a vivere sotto scorta a seguito delle minacce ricevute, consigliere nazionale della Fnsi e delegato della segreteria e della Giunta per i progetti di educazione alla legalità; Roberto Montà, Sindaco di Grugliasco e Presidente di Avviso Pubblico, anche lui minacciato nell’ottobre 2015 con cinque bossoli lasciati sul parabrezza della sua auto.

E’ stata invitata anche la Senatrice Doris Lo Moro, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali. Durante la conferenza stampa saranno diffusi alcuni dati aggiornati sulle intimidazioni e minacce ricevute dagli amministratori locali anche dei primi cinque mesi del 2016. (per chi volesse mandare lo spot radiofonico in onda basterà scrivere una mail all’indirizzo [email protected]) Segui la pagina Facebook di Avviso Pubblico e invia una foto a [email protected] se intendi partecipare

Il link:  http://www.telemia.it/new/2016/06/polistena-si-svolgera-la-marcia-nazionale-degli-amministratori-sotto-tiro/

 

TITOLO: Palma di Montechiaro, il sindaco minacciato diventa testimonial FONTE: Il Giornale di Sicilia DATA: 29 maggio 2016 Pasquale Amato, sindaco di Palma di Montechiaro, è stato scelto tra i testimonial della «Prima marcia nazionale degli amministratori sotto tiro» che si terrà a Polistena il prossimo 24 di giugno. L' iniziativa è dell' associazione «Avviso Pubblico». «Pasquale Amato, sindaco del comune di Palma di Montechiaro - scrive Avviso Pubblico annunciando la manifestazione - più volte minacciato, ci sarà». «Avviso Pubblico» ha invitato tutti gli altri sindaci o amministratori pubblici, che intendono partecipare alla marcia, ad annunciarlo pubblicamente e ad inviare alla stessa organizzazione una foto cui sarà abbinata la didascalia «Io ci sarò» per testimoniare impegno e coraggio, oltre ogni tentativo di intimidazione. Il link:  http://agrigento.gds.it/2016/05/29/palma-di-montechiaro-il-sindaco-minacciato-diventa-testimonial_518981/  

TITOLO: Sindaci minacciati, anche la CGIL in marcia a Polistena FONTE: Corrieredellacalabria.it DATA: 20 maggio 2016 Il prossimo 24 giugno la Cgil parteciperà alla "Prima marcia nazionale degli amministratori sotto tiro" organizzata da Avviso pubblico, che si terrà a Polistena. «Saremo presenti, con una nostra delegazione, a fianco dei tanti sindaci e amministratori che lottano coraggiosamente contro la criminalità organizzata, per ribadire e confermare il nostro supporto e l'impegno nel contrasto a tutte le mafie e all'illegalità». Con queste parole la Cgil ha oggi comunicato la formale adesione all'iniziativa, che assume un valore particolare anche alla luce dell'attentato subito dal presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. La marcia si svolgerà a Polistena, Comune in cui il giovane sindaco è stato oggetto di minacce e intimidazioni pesanti, e partirà alle ore 11.30 con prevista conclusione per le ore 13.00 circa.

Il link:  http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/politics/item/46390-sindaci-minacciati,-anche-la-cgil-alla-marcia-di-polistena/46390-sindaci-minacciati,-anche-la-cgil-alla-marcia-di-polistena  

TITOLO: CGIL aderisce alla Prima Marcia Amministratori sotto tiro FONTE: Ildispaccio.it DATA: 20 maggio 2016 Il 24 giugno la Cgil parteciperà alla "Prima marcia Nazionale degli Amministratori sotto

tiro" organizzata da Avviso Pubblico e che si terrà a Polistena (RC). "Saremo presenti con delegazione, al fianco dei sindaci e degli amministratori che lottano coraggiosamente contro la criminalità organizzata, per ribadire il nostro supporto e l'impegno nel contrasto delle mafie e dell'illegalità".

Il link:  http://ildispaccio.it/reggio-calabria/109730-polistena-rc-cgil-aderisce-alla-prima-marcia-nazionale-degli-amministratori-sotto-tiro  

TITOLO: Antoci tra gli amministratori sotto tiro in piazza il 24 giugno FONTE: Nebrodi e dintorni DATA: 19 maggio 2016 Avviso Pubblico organizza il prossimo 24 giugno, alle ore 11,30, a Polistena la “Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro”. Amministratori locali, i funzionari e dirigenti pubblici che come Antoci sono state vittime di minacce ed intimidazioni. A Gioiosa Ionica, alle ore 16,30, il Rapporto 2015 “Amministratori sotto tiro”. Manifestazione di solidarietà al Presidente del Parco dei Nebrodi e al dott. Daniele Manganaro. Sabato giorno 21 Maggio 2016 a Sant'Agata Militello ore 10 19/05/2016 - Giuseppe Antoci, Presidente del Parco dei Nebrodi, vittima la scorsa notte di un agguato (alcune persone hanno sparato contro l'auto sulla quale viaggiava di rientro da una manifestazione, lungo la strada statale che collega San Fratello a Cesarò, in provincia di Messina), lo dice chiaramente: “Sono certo di chi siano i mandanti, sono i mafiosi dei Nebrodi ma anche la 'ndrangheta, perché il protocollo che abbiamo messo in atto qui in Sicilia sarà applicato anche in Calabria" – ha dichiarato Antoci . "So chi mi vuole morto. E' stata una notte drammatica, ma sto bene. Il mio grazie va alla polizia per avermi salvato la vita. Il mio impegno non si ferma e vado avanti". Prima dell’agguato, Antoci aveva già ricevuto una lettera intimidatoria, citata tra le intimidazioni e minacce ricevute nel 2014 da amministratori locali e dipendenti pubblici, contenute nel Rapporto 2014 “Amministratori sotto tiro”, redatto ogni anno dall'Associazione 'Avviso Pubblico'. Oltre il Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, anche il Presidente del Parco Aspromonte, Giuseppe Bombino, il 25 febbraio 2013 si è visto recapitare una busta contenente una lettera e due proiettili di grosso calibro (anche questo episodio è stato inserito nel nostro Rapporto). Antoci è da tempo impegnato nella denuncia degli interessi delle cosche mafiose nella zona e conduce una battaglia, attraverso protocolli di legalità, per sottrarre alla

criminalità organizzata le aree utilizzate abusivamente per il pascolo. Il Parco dei Nebrodi è la più grande area naturale protetta della Sicilia, estendendosi per 86mila ettari tra le province di Messina, Catania ed Enna. Il Prefetto di Messina ha convocato il Comitato per l'ordine e la sicurezza e, secondo le ultime notizie probabilmente del caso se ne occuperà anche la Direzione Nazionale Antimafia. Avviso Pubblico, nell’esprimere la propria vicinanza e solidarietà a Giuseppe Antoci, auspica che venga rafforzata la tutela attorno al Presidente del Parco dei Nebrodi e ai suoi famigliari, e che le indagini già avviate dalla magistratura conducano al più presto all’individuazione di esecutori materiali e mandanti del vile agguato. Avviso Pubblico organizza il prossimo 24 giugno, alle ore 11,30, a Polistena la “Prima Marcia Nazionale degli Amministratori Sotto Tiro”, alla quale sono invitati a partecipare, oltre che tutti i cittadini e gli amministratori locali, i funzionari e dirigenti pubblici che come Antoci sono state vittime di minacce ed intimidazioni. A seguire presenteremo a Gioiosa Ionica, alle ore 16,30, il Rapporto 2015 “Amministratori sotto tiro”, in cui saranno elencati il numero delle minacce e delle intimidazioni mafiose e criminali nei confronti degli amministratori locali e di persone che operano all’interno della Pubblica Amministrazione in tutta Italia verificatesi nel corso dello scorso anno.

Il link:  http://parcodeinebrodi.blogspot.it/2016/05/parco-dei-nebrodi-antoci-tra-gli.html  

 

TITOLO: Dopo proposta legge Lo Moro, marcia in Calabria a sostegno dei sindaci minacciati FONTE: Illametino.it DATA: 5 maggio 2016 Nei giorni scorsi la Commissione Giustizia del Senato ha approvato la proposta di legge 1932, presentata dalla senatrice Doris Lo Moro, per contrastare il fenomeno degli atti di intimidazione ai sindaci e agli altri amministratori locali. La discussione da parte dell'Assemblea del Senato avverrà nella settimana tra il 17 ed il 19 maggio prossimo. A ricordarlo è Avviso Pubblico Enti locali e Regioni contro le mafie la quale annuncia che seguirà attentamente i lavori parlamentari dei prossimi giorni e nel mese di giugno in Calabria organizzerà la prima Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro.

"È un fatto di grande importanza politica quanto avvenuto in Commissione giustizia del Senato - afferma Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico - E' importante che

tutte le forze politiche presenti in Parlamento si adoperino per una rapida approvazione della proposta di legge presentata dalla Senatrice Doris Lo Moro".

Il link: http://lametino.it/Calabria/dopo-­‐proposta-­‐legge-­‐lo-­‐moro-­‐marcia-­‐in-­‐calabria-­‐a-­‐sostegno-­‐sindaci-­‐minacciati.html      

TITOLO: In Calabria la Marcia per gli amministratori sotto tiro FONTE: Corrieredellacalabria.it DATA: 5 maggio 2016 Nei giorni scorsi la commissione Giustizia del Senato ha approvato la proposta di legge 1932, presentata dalla senatrice Doris Lo Moro, per contrastare il fenomeno degli atti di intimidazione ai sindaci e agli altri amministratori locali. La discussione da parte dell'Assemblea del Senato avverrà nella settimana tra il 17 ed il 19 maggio prossimo. A ricordarlo è "Avviso Pubblico-Enti locali e Regioni contro le mafie" la quale annuncia che seguirà attentamente i lavori parlamentari dei prossimi giorni e nel mese di giugno in Calabria organizzerà la prima Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro. «È un fatto di grande importanza politica quanto avvenuto in commissione giustizia del Senato - afferma Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico -. È importante che tutte le forze politiche presenti in Parlamento si adoperino per una rapida approvazione della proposta di legge presentata dalla Senatrice Doris Lo Moro»

Il link:  http://www.corrieredellacalabria.it/index.php/politics/item/45901-in-calabria-la-marcia-per-gli-amministratori-sotto-tiro  

 

 

 

TITOLO: Prima Marcia Nazionale degli Amministratori sotto tiro FONTE: Allevents.it DATA: 5 maggio 2016 Da quattro anni Avviso Pubblico ha deciso di accendere un faro sul fenomeno degli amministratori locali oggetto di minacce, intimidazioni e violenze. Dal 2011, anno in cui abbiamo iniziato a monitorare la situazione, pubblicando uno specifico Rapporto annuale intitolato “Amministratori sotto tiro”, abbiamo assistito ad un trend crescente di situazioni che hanno fortemente scosso e messo in pericolo la vita di tante donne e uomini che in tutto il Paese, hanno deciso di mettersi in gioco per governare le loro comunità. I dati del primo trimestre 2016 raccontano di un vero e proprio assedio, criminale e violento.

Sin dall'uscita del primo Rapporto, abbiamo creduto che fosse necessario far conoscere quanto accade per essere vicini alle persone colpite ma anche per sottolineare che

minacce e intimidazioni non possono considerarsi vicende personali e private – pur terribili per la loro capacità di colpire anche gli affetti personali – ma siano questioni che riguardano la qualità della democrazia del nostro Paese e la possibilità, per chi ricopre incarichi istituzionali, di farlo con libertà e sicurezza, senza essere condizionato o condizionabile da chi rappresenta interessi particolari o criminali. Proprio per questo abbiamo scelto di organizzare la prima Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro il prossimo 24 giugno.

Abbiamo scelto di andare in Calabria, una terra dove le minacce e le intimidazioni verso gli amministratori locali crescono costantemente e in modo sempre più spaventoso. La nostra intenzione è quella di presentare il Rapporto “Amministratori sotto tiro 2016", al mattino, a Marina di Gioiosa Ionica o a Gioiosa Jonica e, nel pomeriggio, organizzare la Marcia nazionale a Polistena, invitando sindaci, rappresentanti istituzionali, associazioni, rappresentanti del mondo del lavoro, studenti e cittadini.

Il link:  http://allevents.in/polistena/prima-marcia-nazionale-degli-amministratori-sotto-tiro/1336684369681266  

TITOLO: Mafia, in Calabria la Marcia Nazionale dei sindaci minacciati FONTE: Ottoetrenta.it DATA: 5 maggio 2016 Nei giorni scorsi la Commissione Giustizia del Senato ha approvato la proposta di legge 1932, presentata dalla senatrice Doris Lo Moro, per contrastare il fenomeno degli atti di intimidazione ai sindaci e agli altri amministratori locali. La discussione da parte dell’Assemblea del Senato avverrà nella settimana tra il 17 ed il 19 maggio prossimo. A ricordarlo è Avviso Pubblico Enti locali e Regioni contro le mafie la quale annuncia che seguirà attentamente i lavori parlamentari dei prossimi giorni e nel mese di giugno in Calabria organizzerà la prima Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro. «E’ un fatto di grande importanza politica quanto avvenuto in Commissione giustizia del Senato – afferma Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico – E’ importante che tutte le forze politiche presenti in Parlamento si adoperino per una rapida approvazione della proposta di legge presentata dalla Senatrice Doris Lo Moro».

Il link:  http://www.ottoetrenta.it/attualita/mafia-in-calabria-la-marcia-nazionale-per-gli-amministratori-minacciati/  

 

 

 

TITOLO: Intimidazioni a Pomarè tra gli atti più gravi del Lazio FONTE: Viterbonews24.it DATA: 29 giugno 2016 Le intimidazioni all’ex sindaco di Farnese Dario Pomarè finiscono tra gli episodi più significativi del rapporto Amministratori sotto tiro 2015, la relazione stilata da Avviso Pubblico. L’associazione, che unisce gli enti locali e regionali per la formazione civile contro le mafie, recensisce ogni anno le intimidazioni, le minacce, i ricatti e gli atti criminali subiti in Italia dagli amministratori della cosa pubblica nei comuni e, più in generale, nelle regioni. Secondo il rapporto, ogni 18 ore in Italia, un amministratore pubblico riceve una minaccia, per un totale di 40 intimidazioni di media al mese.

All’ex primo cittadino di Farnese (in carica dal 1999 al 2009) e attuale capogruppo della maggioranza Pd nello stesso Comune a partire da febbraio 2015, sono stati incendiati un trattore, una rimessa agricola, un casaletto e un’auto, abbattute oltre 160 piante di olivo e uccisi a colpi di bastone due cani e sei galline. A finire ai domiciliari, dopo il blitz dei carabinieri denominato Terra Madre, Antonio Pira e i figli Marco e Paolo – tutti pastori pregiudicati e accusati a vario titolo di atti persecutori, furti aggravati, abigeato, detenzione e porto abusivo di armi clandestine – poi tornati in libertà dopo che il tribunale del riesame aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei loro confronti. Scopo delle intimidazioni, secondo gli inquirenti, impedire che fosse approvata dall’amministrazione comunale la nuova regolamentazione sui terreni a uso civico che avrebbe fatto perdere loro 60 ettari destinati al pascolo, dei quali si erano indebitamente appropriati negli anni.

Tornando alle statistiche elaborate nell'ultimo rapporto di ''Amministratori sotto tiro'', che registra una crescita preoccupante del fenomeno pari al 33%, le regioni coinvolte sono 17. Immuni soltanto Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria. Al primo posto della classifica la Sicilia, seguita dalla Campania; sesta posizione per la nostra regione, con il più alto numero di casi a Roma, seguita dalle altre province con l'esclusione di quella di Rieti.

Per la situazione del Lazio - regione oggetto anche di indagini sulla possibile presenza mafiosa della 'ndrangheta e della camorra - è appunto l’episodio di Farnese a spiccare per violenza e gravità. Si legge nel rapporto che ''in provincia di Viterbo ha suscitato particolare allarme quanto accaduto all’ex sindaco di Farnese, Dario Pomarè, vittima di una serie di violenti atti intimidatori in un breve arco temporale''. ''Secondo quando ha affermato il diretto interessato – continua la relazione – le minacce sono state originate dalla sua battaglia contro possibili speculazioni di carattere urbanistico e contro l’occupazione abusiva di alcuni spazi pubblici''.

E nel mirino del gruppo non c’era solo Pomarè, ma – come si evince dalle intercettazioni ambientali messe nere su bianco nel testo dell’ordinanza d’arresto - almeno un’altra quarantina di persone. L’ex primo cittadino di Farnese, quindi, era solo il primo da colpire e quegli episodi intimidatori, che in totale hanno provocato un danno materiale pari a circa 60mila euro oltre a quello psicologico, non erano affatto

finiti, non solo nei confronti di Pomarè ma anche di altri esponenti politici e di cittadini ''colpevoli'' di aver firmato la riforma sui terreni a uso civico.

''Un gesto che ha scosso profondamente la comunità e il movente era proprio l’intervento sui pascoli che, ironia della sorte, doveva essere approvato proprio ni giorni seguenti'', aveva spiegato a luglio scorso nella conferenza stampa dell’operazione Terra Madre il comandante provinciale dei carabinieri Mauro Conte. Il link:  http://www.viterbonews24.it/news/amministratori-sotto-tiro,-intimidazioni-a-pomar%C3%A8-tra-gli-atti-pi%C3%B9-gravi-del-lazio_65113.htm  

TITOLO: L’Italia che resiste FONTE: Cittanuova.it DATA: 29 giugno 2016 Alcune immagini dal sito di Avviso Pubblico per documentare la prima marcia nazonale deli amministratoro sotto tiro che si è svolta il 24 giugno a Polistena (RC). L'evento è stato un segnale forte di coscienza civile come concreta e pubblica vicinanza ai tanti amministratori locali che sono oggetto di minacce e intimidazioni da parte della criminalità, organizzata e non. Avviso Pubblico è un’Associazione nata nel 1996 con l’intento di collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica amministrazione e sui territori da essi governati. La scelta di fare la marcia nazionale in Calabria si spiega con il fatto che nei primi cinque mesi dell’anno 2016 è stata la Regione più bersagliata, ma anche perché è una terra dove ci sono tanti amministratori che resistono, tanti esempi di buona politica, tanti giovani sindaci impegnati in prima linea. Il link: http://www.cittanuova.it/c/455440/L_Italia_che_resiste.html      

TITOLO: L’ex Sindaco Pomarè tra gli Amministratori sotto tiro FONTE: Tusciaweb.eu DATA: 29 giugno 2016 L’ex sindaco Pomarè tra gli Amministratori sotto tiro.

La vicenda dell’ex sindaco di Farnese Dario Pomarè a cui nel febbraio del 2015 venne raso al suolo un intero uliveto di 160 piante, incendiato un casale agricolo, un trattore e un rimessaggio finisce nel rapporto, che Avviso Pubblico redige dal 2010 (Attentato indimidatorio: fotocronaca – slide). Nel documento vengono elencati il numero delle minacce e delle intimidazioni mafiose e criminali nei confronti degli amministratori locali e di persone che operano all’interno della pubblica amministrazione in tutta Italia.

“Nel 70% delle situazioni censite – si legge nel rapporto -, gli amministratori locali e il

personale della Pubblica amministrazione – comandanti e agenti di Polizia municipale, segretari e vice segretari comunali, dirigenti e funzionari, assistenti sociali, ma anche presidenti di enti e aziende partecipate – sono stati fatti oggetto di minacce dirette”.

Quindi il riferimento a Farnese: “Uno dei casi che ha destato maggiore impressione è quella di Dario Pomare, ex sindaco di Farnese, comune di circa 1600 abitanti in provincia di Viterbo, al quale nell’arco di pochi giorni sono state tagliate 160 piante d’olivo e da frutta, sono stati uccisi a colpi di bastone due cani da caccia e altri animali domestici e, da ultimo, gli sono stati bruciati un piccolo casale e l’automobile.

L’ex primo cittadino e riuscito a bloccare l’occupazione abusiva di 30 ettari di terreno del Comune che da diversi anni erano utilizzati illegalmente da una famiglia pronta a tutto pur di difendere in ogni modo questo privilegio” (video – Terra madre: fotocronaca – slide). In seguito all’operazione Terra madre, finirono ai domiciliari tre persone. Poi scarcerate.

Oltre a riportare i dati, il Rapporto analizza il fenomeno nella sua complessità, individuando le regioni e le province più colpite e distinguendo le intimidazioni e le minacce per tipologia, attraverso una dettagliata analisi, supportata anche da grafici e da pareri degli esperti.

Nel dettaglio: “Sono 479 gli atti di intimidazione e minaccia rivolti ad amministratori locali e funzionari pubblici censiti da Avviso Pubblico per l’anno 2015 – si legge nella relazione -. Una media di 40 intimidazioni al mese. Una minaccia ogni 18 ore.

Rispetto al 2014, quando furono 361, si registra un preoccupante incremento del 33%. Questa piaga nel 2015 ha coinvolto 17 Regioni – immuni solo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria – 79 Province e 266 Comuni, facendo segnare un incremento del 14% sulle Province e del 17% sui Comuni. Gli aumenti piu significativi nel Centro-

Nord si registrano in Lombardia (da 13 a 29 casi censiti, piu che raddoppiati) e nel Lazio (da 28 a 39)”.

Il link: http://www.tusciaweb.eu/2016/06/lex-­‐sindaco-­‐pomare-­‐gli-­‐amministratori-­‐tiro/      

TITOLO: Amministratori nel mirino FONTE: altrenotizie.org DATA: 30 giugno 2016

Quattrocento e settantanove. Tanti sono stati, nel corso del 2015, gli atti intimidatori ai danni di sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali e personale della Pubblica Amministrazione. Una media di quaranta minacce al mese, più

o meno una ogni diciotto ore, con un’impennata del 33 per cento rispetto all’anno precedente.

Sebbene sia un fenomeno che coinvolge l’intero territorio nazionale, quello della minaccia agli amministratori locali è più riscontrabile al Sud, isole comprese. La Sicilia, con novant’uno atti intimidatori, capeggia la classifica italiana, con un aumento del 30 per cento rispetto al 2014, e in Sardegna, al quinto posto, sono stati censiti cinquanta casi, soprattutto nel corso delle campagne elettorali.

Fra queste regioni, il secondo posto della graduatoria spetta alla Campania, record di aumenti pari al 42 per cento, con settantaquattro episodi; al terzo posto, la Puglia con sessantadue casi e al quarto, Calabria e Lazio, con un incremento del 118 per cento, probabilmente a seguito dell’inchiesta Mondo di mezzo (più comunemente, Mafia Capitale). Di contro, nel Nord Est si registra una leggera flessione, con in testa, sempre, il Veneto. Napoli, Roma, Palermo, Agrigento e Cosenza, le città maggiormente sotto tiro.

Invio di lettere minatorie con proiettili e parti di animali morti, furti e incendi (che rimane il modo più adoperato) in sedi di comitati elettorali e di auto di proprietà dei candidati, strappo e imbrattamenti di manifesti elettorali, minacce verbali e aggressioni fisiche, scritte offensive sui muri delle città, telefonate minatorie, spari contro le abitazioni, profanazione di tombe di famiglia, le modalità più utilizzate per minacciare. E nel mirino sono finite anche biblioteche, uffici anagrafe, uffici protocollo, scuole, auto della Polizia Municipale, mezzi di ditte incaricate alla raccolta dei rifiuti e piantagioni di alberi da frutto.

Minacce dirette o indirette, prendendo di mira collaboratori o parenti, nel 2015, sono state indirizzate soprattutto ai vicesindaci e agli assessori comunali aventi specifiche deleghe. I quali, spesso, sono stati oggetto, pure, di minacce verbali e aggressioni fisiche, in spazi pubblici, da soggetti, il più delle volte, pregiudicati o affetti da patologie psichiche e da problemi di tossicodipendenza.

Le motivazioni? A detta degli aggressori, secondo quanto riporta la cronaca e l’ultimo rapporto Amministratori sotto tiro, redatto da Avviso Pubblico, perché infastiditi dal dover rispettare una regola o dal dover corrispondere una sanzione prevista dalla legge, oppure per questioni relative all’accoglienza degli immigrati nel territorio comunale o per la possibilità, paventata dalle amministrazioni comunali, di attuare progetti per il loro inserimento sociale o professionale.

Su questioni in materia di appalti, di concessioni di licenze commerciali, balneari o demaniali, di gestione o smaltimento rifiuti, di parchi o riserve naturali, di sanità, le intimidazioni sono riconducibili a organizzazioni criminali. Ma gli autori, tutti, il più delle volte, rimangono ignoti. E perciò impuniti.

Il link: http://altrenotizie.org/societa/7060-amministratori-nel-mirino.html