Rousseau, la Polonia settecentesca e l’idea di nazione

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187 capitolo 7 - L’Europa tra equilibri di potenza e trasformazione dell’«Antico regime» Rousseau, la Polonia settecentesca e l’idea di nazione Le fonti della storia 2 Testimonianze dei protagonisti I l filosofo e letterato illuminista Jean- Jacques Rousseau (1712-1778) espose in questa pagina le sue considerazioni sulla situazione polacca. Esse andavano però ben oltre il caso specifico della Polonia e prefigu- ravano il nascente concetto di nazione, che si sarebbe diffuso in tutta Europa nell’Otto- cento. Solo nuove istituzioni nazionali, af- fermava Rousseau, possono suscitare l’idea di patria e cittadinanza che pone un popolo al centro della storia e lo rende capace di difendersi dall’aggressione straniera. Il testo dell’intellettuale sviz- zero risale al 1770, appena prima che la Polonia si avviasse alla dissoluzione per mano di Austria, Russia e Prussia. La Polonia è un grande Stato, circondato da Stati ancora piú potenti che, con il loro dispotismo e la loro disciplina milita- re, hanno una grande forza offensiva; mentre essa, indebolita dalla sua anarchia, è, nonostante il valore polacco, il bersa- glio di tutti i loro oltraggi. Non possiede piazzeforti per arre- stare le loro incursioni. Il suo spopolamento la lascia quasi completamente indifesa. Nessun ordine economico, poche o punte truppe, nessuna disciplina militare, nessun ordine pubblico, nessuna subordinazione; sempre divisa all’interno, minacciata dal di fuori, non ha in se stessa alcuna solidità e dipende dal capriccio dei suoi vicini. Allo stato attuale delle cose non vedo che un mezzo per darle quella consistenza che le manca: […] ancorare talmente la repubblica al cuore dei Polacchi, che essa vi sopravviva nonostante tutti gli sforzi degli oppressori. Questo mi sembra l’unico rifugio dove la forza non possa né raggiungerla, né distruggerla. […] Da qualunque punto di vista si consideri la cosa, la Polo- nia, prima di avere tutto ciò che le manca per essere in grado di resistere ai suoi nemici, sarà cento volte prostrata. La vir- tú dei cittadini, il loro zelo patriottico, la forma particolare che le istituzioni nazionali possono dare ai loro animi, ecco l’unico bastione sempre pronto a difen- derla, e che nessun esercito riuscirebbe a forzare. Se voi fate sí che un polacco non possa mai diventare un russo, vi garantisco che la Russia non soggioghe- rà mai la Polonia. Sono le istituzioni nazionali che for- mano il genio, il carattere, i gusti e i costumi di un popolo, che lo fanno essere se stesso e non un altro, che gli ispirano quell’ardente amore di patria che è fondato su abitudini im- possibili a sradicarsi, che lo fanno morire di noia quando si trovi presso altri popoli in mezzo a delizie di cui è privato nel suo paese. Ricordatevi di quello spartano, ricolmo di piaceri alla corte del Gran Re, al quale si rimproverava di rimpian- gere la salsa nera: «Ah!», rispose al satrapo sospirando, «io conosco i tuoi piaceri, ma tu non conosci i nostri». […] Date un’altra inclinazione alle passioni dei Polacchi, e darete ai loro animi una fisionomia nazionale che li di- stinguerà dagli altri popoli, che impedirà loro di fondersi, d’intendersi, di allearsi con gli altri, che farà loro eseguire per gusto e per passione ciò che non si fa mai abbastanza bene quando lo si fa per dovere o per interesse. Soltanto su animi siffatti una legislazione adatta farà presa. Obbediran- no alle leggi, e non le eluderanno perché esse converranno loro e avranno l’assenso interno delle loro volontà. Amando la patria, la serviranno con zelo e con tutto il cuore. Con quest’unico sentimento, la legislazione, anche se fosse catti- va, formerebbe buoni cittadini; e soltanto i buoni cittadini costituiscono la forza e la prosperità dello Stato. J.-J. Rousseau, Considerazioni sul governo di Polonia e sulla sua progettata riforma, in Scritti politici, UTET, Torino 1970 La torta dei re è il titolo di questa allegoria del francese Jean-Michel Moreau il Giovane. L’immagine si riferisce alla prima spartizione della Polonia e ritrae Caterina II di Russia, Federico II di Prussia e il co-reggente d’Austria Giuseppe II intenti ad accaparrarsi il territorio del Paese slavo. Stanislao II, che porta la corona di Polonia, si dispera per il colpo mortale inferto al suo regno (Parigi, Biblioteca Polacca, 1773). 1 1 In questo paragrafo Spagna – Francia – Inghilterra – Austria – Prussia – Russia Guerra del Nord (1700-1721) ~ Guerra di successione spagnola (1701-1713/14) ~ Guerra di successione polacca (1733-1738) ~ Guerra di successione austriaca (1740-1748) ~ Guerra dei sette anni (1756-1763) Equilibrio tra le potenze Rottura dell’equilibrio e guerra Pace e ristabilimento dell’equilibrio I rapporti tra le grandi potenze d’Europa nel Settecento

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Rousseau, la Polonia settecentesca e l’idea di nazione

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unità 2 - L’Europa del Settecento: un continente in trasformazione 187capitolo 7 - L’Europa tra equilibri di potenza e trasformazione dell’«Antico regime»186

Rousseau, la Polonia settecentesca e l’idea di nazione

Le fonti della storia 2 • Testimonianze dei protagonistil’affermazione del grande impero coloniale britannico.Anche gli ingrandimenti territoriali di Prussia e Russia, modesti sulla carta, prelu-

sero a signifi cativi sviluppi del ruolo di questi Stati.La spinta espansionistica francese era stata duramente sconfi tta, ma dopo il suc-

cesso nella contesa in Spagna le fortune delle diverse dinastie borboniche si erano ampliate, sicché quattro Borbone, pur tra loro indipendenti, regnavano ora in Euro-pa: in Spagna, in Francia, a Napoli e a Parma.

L’Austria aveva sofferto di un lungo periodo di instabilità, ma la sua infl uenza in Italia si era accresciuta ben oltre il decisivo acquisto di Milano – per esempio, per i legami con la Toscana –, mentre il dominio seicentesco spagnolo era del tutto tramontato. Gli equilibri in Italia apparivano quindi signifi cativamente cambiati a favore degli Asburgo.

Un altro aspetto di cui tenere conto è che questo continuo alternarsi di regnanti, questo scambio di terre in nome della ragion di Stato, questi passaggi di proprietà di Paesi e popoli avvenivano sulla testa dei sudditi. La storiografi a liberale e rivolu-zionaria dell’Ottocento vi scorse il segno sicuro dell’ideologia politica dell’«Antico regime» – un concetto di cui ci occuperemo nel paragrafo 2 – e del suo disprezzo per la volontà dei popoli.

L’esempio piú eclatante di tale concezione e pratica della politica internazionale fu la spartizione della Polonia, in tre fasi successive (tra il 1772 e il 1794), tra Au-stria, Prussia e Russia. La debolezza del Paese, affl itto dalla lotta tra fazioni aristocra-tiche e poco garantito da una monarchia elettiva sempre piú alla mercé delle nazioni confi nanti permise a queste di accordarsi per la divisione del suo territorio, fi no alla cancellazione della Polonia come Stato autonomo dalla carta d’Europa (vedi Le fonti della storia 2).

Le tre spartizioni della Polonia (1772-1794)

Riga

Memel

DanzicaVilnius

Grodno

Białystok

Minsk

Gomel

Vitebsk

Varsavia

Lublino

Cracovia

Leopoli

KievŽitomir

Stettino

Poznan

Vistola

Dnestr

Pripjat

Bug

Dnepr

Lituania

Moldavia

Slesia(Prussia)

Pomerania(Prussia)

Ucraina

Podolia

Volinia

Polesia

Samogizia

Curlandia

Livonia

Lituania

Russia Nera

Russia Bianca

Galizia e Lodomeria

Galizia occid.

Prussiaoccid.

Prussia merid.

Regnodi Svezia

Regno diPrussia

Regnodi Polonia

Regno d’Ungheria

Austria

Impero ottomano

Imperorusso

Mar Baltico

alla PrussiaCessioni del 1793

alla Russia

alla PrussiaCessioni del 1772

alla Russiaall’Austria

alla PrussiaCessioni del 1794

alla Russiaall’Austria

Il fi losofo e letterato illuminista Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) espose

in questa pagina le sue considerazioni sulla situazione polacca. Esse andavano però ben oltre il caso specifi co della Polonia e prefi gu-ravano il nascente concetto di nazione, che si sarebbe diffuso in tutta Europa nell’Otto-cento. Solo nuove istituzioni nazionali, af-fermava Rousseau, possono suscitare l’idea di patria e cittadinanza che pone un popolo al centro della storia e lo rende capace di difendersi dall’aggressione straniera. Il testo dell’intellettuale sviz-zero risale al 1770, appena prima che la Polonia si avviasse alla dissoluzione per mano di Austria, Russia e Prussia.

La Polonia è un grande Stato, circondato da Stati ancora piú potenti che, con il loro dispotismo e la loro disciplina milita-re, hanno una grande forza offensiva; mentre essa, indebolita dalla sua anarchia, è, nonostante il valore polacco, il bersa-glio di tutti i loro oltraggi. Non possiede piazzeforti per arre-stare le loro incursioni. Il suo spopolamento la lascia quasi completamente indifesa. Nessun ordine economico, poche o punte truppe, nessuna disciplina militare, nessun ordine pubblico, nessuna subordinazione; sempre divisa all’interno, minacciata dal di fuori, non ha in se stessa alcuna solidità e dipende dal capriccio dei suoi vicini. Allo stato attuale delle cose non vedo che un mezzo per darle quella consistenza che le manca: […] ancorare talmente la repubblica al cuore dei Polacchi, che essa vi sopravviva nonostante tutti gli sforzi degli oppressori. Questo mi sembra l’unico rifugio dove la forza non possa né raggiungerla, né distruggerla. […]

Da qualunque punto di vista si consideri la cosa, la Polo-nia, prima di avere tutto ciò che le manca per essere in grado di resistere ai suoi nemici, sarà cento volte prostrata. La vir-tú dei cittadini, il loro zelo patriottico, la forma particolare che le istituzioni nazionali possono dare ai loro animi, ecco

l’unico bastione sempre pronto a difen-derla, e che nessun esercito riuscirebbe a forzare. Se voi fate sí che un polacco non possa mai diventare un russo, vi garantisco che la Russia non soggioghe-rà mai la Polonia.

Sono le istituzioni nazionali che for-mano il genio, il carattere, i gusti e i costumi di un popolo, che lo fanno essere se stesso e non un altro, che gli ispirano quell’ardente amore di patria che è fondato su abitudini im-possibili a sradicarsi, che lo fanno morire di noia quando si trovi presso altri popoli in mezzo a delizie di cui è privato nel suo paese. Ricordatevi di quello spartano, ricolmo di piaceri alla corte del Gran Re, al quale si rimproverava di rimpian-gere la salsa nera: «Ah!», rispose al satrapo sospirando, «io conosco i tuoi piaceri, ma tu non conosci i nostri». […]

Date un’altra inclinazione alle passioni dei Polacchi, e darete ai loro animi una fi sionomia nazionale che li di-stinguerà dagli altri popoli, che impedirà loro di fondersi, d’intendersi, di allearsi con gli altri, che farà loro eseguire per gusto e per passione ciò che non si fa mai abbastanza bene quando lo si fa per dovere o per interesse. Soltanto su animi siffatti una legislazione adatta farà presa. Obbediran-no alle leggi, e non le eluderanno perché esse converranno loro e avranno l’assenso interno delle loro volontà. Amando la patria, la serviranno con zelo e con tutto il cuore. Con quest’unico sentimento, la legislazione, anche se fosse catti-va, formerebbe buoni cittadini; e soltanto i buoni cittadini costituiscono la forza e la prosperità dello Stato.

J.-J. Rousseau, Considerazioni sul governo di Polonia e sulla sua progettata riforma, in Scritti politici, UTET, Torino 1970

La torta dei re è il titolo di questa allegoria del francese Jean-Michel Moreau il Giovane. L’immagine si riferisce alla prima spartizione della Polonia e ritrae Caterina II di Russia, Federico II di Prussia e il co-reggente d’Austria Giuseppe II intenti ad accaparrarsi il territorio del Paese slavo. Stanislao II, che porta la corona di Polonia, si dispera per il colpo mortale inferto al suo regno (Parigi, Biblioteca Polacca, 1773).

11In questo paragrafo

Spagna – Francia – Inghilterra – Austria –

Prussia – Russia

Guerra del Nord (1700-1721)~

Guerra di successione spagnola(1701-1713/14)

~Guerra di successione polacca

(1733-1738)~

Guerra di successione austriaca(1740-1748)

~Guerra dei sette anni (1756-1763)

Equilibrio tra le potenze

Rottura dell’equilibrio e guerra

Pace e ristabilimento dell’equilibrio

I rapporti tra le grandi potenze d’Europa nel Settecento