RottamAzione degli impianti elettrici

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Supplemento al n. 6 luglio/agosto 2011 Anno 2 di Commercio Elettrico e poi: Poste Italiane Spedizione in abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27.02.2004, n° 46), articolo 1, comma 1, DCB Milano ENERGY BUILDING LIGHTING

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Supplemento al n.6 luglio/agosto di Commercio Elettrico

Transcript of RottamAzione degli impianti elettrici

Supplemento al n. 6 luglio/agosto 2011 Anno 2 di Commercio Elettrico e poi: Poste Italiane Spedizione in abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27.02.2004, n° 46), articolo 1, comma 1, DCB Milano

ENERGYBUILDINGLIGHTING

Segreteria Organizzativa:Strada Statale del Sempione, 28I - 20017 Rho, MilanoT: +39 02 4997.6218/6241E: [email protected]

Biennale Internazionale dell’Energia, dell’Impiantistica elettrica e dell’Illuminazione

Fiera Milano (Rho), 16-19 novembre 2011

Promossa da

FEDERAZIONE NAZIONALEGROSSISTI DISTRIBUTORIDI MATERIALE ELETTRICO

Organizzata daCon il co-finanziamento del

E.TECH EXPERIENCE.LA FIERA CORRE VERSO IL FUTURO.

E.TECH Experience è la mostra della filiera energetica al passo coi tempi, fatta di prodotti ma soprattutto di soluzioni, con un focus sulle energie rinnovabili.Suddivisa in tre aree, ma unica nella visione d’insieme.Specializzata, ma attenta all’integrazione dei diversi settori.

Nasce a Fiera Milano la “mostra intelligente” della tecnologia.

www.etechexperience.com

In collaborazione con e insieme a un grande evento per la filiera dell'energia e l’automazione:

4 padiglioni 68.000 metri quadrati 100 workshop

e seminari 1.000 espositori 50.000 visitatoriattesi

230x285 Rottamaz. Impianti Elettrici 28-07-2011 17:16 Pagina 1

editoriale

A metà di un percorso è sempre importante soffermarsi a riflettere per tirare le fila di quello che si è fatto e dei passi futuri.Ecco perché nasce questa monografia, che porta il nome del progetto cui è dedicata: “RottamAzione degli impianti elettrici”.Un nome forse un po’ forte, ma che subito catalizza l’attenzione su un’iniziativa che i quattro organizzatori - Fiera Milano, FME (Federazione Nazionale Grossisti Distributori di Materiale Elettrico), Fondazione Opificium e Politecnico di Milano - Dipartimento BEST – hanno lanciato qualche mese fa con un obiettivo chiaro: fare cultura nel settore energetico, aggregare la filiera, ma soprattutto riflettere sulle chiavi del rilancio, che deve necessariamente passare dal rinnovamento di un sistema impiantistico ormai obsoleto, poco sicuro e non efficiente.Quattro convegni in altrettante città italiane e una quinta tappa finale: E.TECH Experience, la nuova mostra di Fiera Milano dedicata a energia, impiantistica elettrica e illuminotecnica, che si terrà a novembre prossimo nel Quartiere di Rho.Un percorso fisico, ma soprattutto culturale e professionale in cui – grazie alla condivisione del know how delle maggiori associazioni della filiera, dei costruttori, del mondo accademico - stanno nascendo riflessioni, spunti, idee che noi di Commercio Elettrico, in quanto media partner e sostenitori dell’iniziativa, riteniamo importante fissare, in modo che diventino patrimonio di un pubblico ancora più ampio.Nelle pagine che seguono troverete una sintesi di quanto emerso nei primi due convegni, a Bologna e a Roma.Alle porte sono gli ultimi due appuntamenti locali, Napoli e Torino, di cui vi parleremo nel prossimo volume.L’appuntamento finale è in Fiera Milano. Vi aspettiamo in E.TECH Experience con l’ultimo prodotto editoriale, che conterrà la summa di quanto emerso e i suggerimenti che verranno consegnati al legislatore, proprio in occasione di un convegno che si terrà durante la manifestazione.Segnatelo in agenda: ci vediamo il 16 novembre a Rho per confrontarci e capire quali sfide ci propone il mercato, soprattutto alla luce dell’attuale situazione economica, che ci invita, con sempre più urgenza, a intraprendere la strada dello sviluppo e dell’innovazione.

Antonio [email protected]

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Rottamazione è un Supplemento al n. 6 - luglio/agosto 2011 di Commercio Elettrico

Direttore ResponsabileAntonio Bernardi

Direttore EditorialeMaurizio Gambini

Contenuto editorialeRaffaella Quadri

Hanno collaboratoIlaria Di Napoli, Antonio Munaro, Elisa Pastorino

Grafica e DTPDavide Candiani, Andrea Piomboni

Ufficio Vendite e Pubblicitàtel: +39 02 581404, fax: +39 02 58140444mail: [email protected]

StampaA.G.F. s.r.l. – Peschiera Borromeo (MI)

EditoreEdizione Speciale S.r.l.Via Ariberto 8, 20123 MilanoTel 02 581404 – Fax 02 58140444E-mail: [email protected]

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione dell’editore.

building - roma 23 giugno 2011

L’evoLuzione possibiLe

perché rottamare

Guardando aL civiLe

iL futuro è micro

tra reaLtà e percezione

obiettivo sicurezza

domotica protaGonista

Per il settore elettrico è giunto il momento di agire Per contribuire a dotare l’italia di un Piano energetico moderno e comPetitivo. volontà e caPacità non mancano, occorre riuscire a coinvolgere la Parte Politica

il futuro del settore elettrico è il civile. è lì che si dovrà lavorare Per migliorare Prestazioni e rendimenti, rendendo così il sistema elettrico italiano sicuro e Permettendo al Paese di raggiungere gli obiettivi euroPei

rottamare i vecchi imPianti elettrici Può sPingere all’introduzione di soluzioni evolute, in cui i sistemi elettrici del residenziale si basano su microsistemi utilizzatori efficienti e tariffe uguali Per tutti

educare l’utenza all’imPortanza di adeguare gli imPianti elettrici significa contribuire a limitare i danni Provocati ogni anno dall’obsoleto Parco imPiantistico italiano, molto sPesso sottovalutato da un’errata Percezione del Pericolo

la sicurezza diPende da obblighi legislativi che vanno imPosti e da comPortamenti che vanno insegnati. il settore elettrico deve sPingere verso questa duPlice direzione Per rendere le nostre case luoghi davvero sicuri in cui vivere

la home & building automation risPonde a tutte le richieste che si rivolgono a un imPianto elettrico, ovvero sicurezza, efficienza, comfort e tecnologia

energy - bologna 10 maggio 2011

iL mercato, un soLido sistema industriaLe

un futuro sostenibiLe

efficienti, ma non sempre

tra norme e professionisti

network enerGianasce la community di e.tech exPerience, uno strumento semPre attivo collegato alla fiera milanese che si ProPone di mettere in contatto oltre un milione di Professionisti del settore energetico

sviLuppo attraverso La cuLturaun Percorso lungo un anno e lungo tutto lo stivale,che vede il mondo industriale e accademico, insieme ai consumatori, ParteciPi di un Progetto Per l’ammodernamento del settore imPiantistico ed elettrico italiano

i coLori deLL’enerGiafiera milano nel quartiere di rho osPiterà, dal 16 al 19 novembre, e.tech exPerience la biennale internazionale dell’energia, dell’imPiantistica elettrica e dell’illuminazione

il ruolo dei tecnici di settore diventa fondamentale Per creare una Politica efficace nella riduzione dei consumi energetici elettrici e contribuire alla formazione di un sistema industriale equilibrato e comPatto

sono in atto Profondi cambiamenti nel mercato dell’energia elettrica. un’oPPortunità imPerdibile, che vede fonti rinnovabili ed efficienza energetica integrarsi nelle smart grid

efficienza energetica. non basta introdurla, non è sufficiente incentivarla. ad essere modificati devono essere i comPortamenti di consumo. ricordando che un uso efficiente dell’energia significa maggiore caPacità comPetitiva del sistema

il raggiungimento degli obiettivi energetici deve Passare da interventi condivisi sia a livello di leggi sia a livello di creazione di una generazione di Professionisti caPaci e PreParati

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la smart grid offre nuove Possibilità tecnologiche Per creare reti semPre Più autonome e lasciare nelle mani degli utenti la gestione dei ProPri consumi. il futuro dell’energia è fatto di risParmio e uso resPonsabile delle fonti

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SOMMARIO

Il laboratorio dei liberi professionisti tecnici.

Via di San Basilio, 72 – 00187 Roma (RM) – Tel. +39.06.42.00.84 – Fax +39.06.42.00.84.44 e-mail [email protected]

Osservatorio dei Periti Industriali su Formazione, Industria, Cultura di Impresa, Università, Management

I colorI dell’energIa

E.TECH Experience è la rispo-sta di Fiera Milano alla ri-

chiesta di una fiera professionale in cui i diversi settori che appar-tengono al mondo dell’energia si integrano gli uni con gli altri, declinando in modo verticale e specialistico le tematiche del settore che compongono l’attuale filiera dell’energia elettrica. Dal 16 al 19 novembre a Rho saranno presentate tecnologie e soluzioni che ricalcano le moderne esigen-ze a cui il settore deve rispondere. Ognuna di queste verrà affrontata sotto tutti gli aspetti nelle diverse sezioni dell’evento, seguendo la linea dei tre concetti base della filiera energetica, che poi corri-spondono alle tematiche di fondo di interesse per il comparto e ri-guardano:- l’efficienza e il risparmio ener-getico,- la sicurezza degli impianti,- la sostenibilità ambientale.

Sulla linea da loro tracciata si svilupperanno tutti i temi della mostra, orientando il progetto espositivo e il programma sia dei convegni sia dei workshop.

Il numero tre si ripete già nella

suddivisione merceologica della manifestazione. Ogni macro area è contraddistinta da un colore, ripreso poi nel logo di E.TECH Ex-perience:- il VERDE per le tematiche ener-getiche,- il BLU per gli argomenti legati agli impianti elettrici- il GIALLO per gli aspetti che trat-teranno di illuminotecnica.

E.TECH Experience non è una co-mune fiera che verte solamente

sulla presentazione e sull’offerta delle ultime novità in tema di pro-dotti, ma vuole essere soprattutto un luogo dove si presentano servi-zi e si propongono percorsi forma-tivi e di approfondimento tecnico.

“Il progetto coinvolge in uno sfor-zo collegiale tutti i protagonisti della filiera dell’energia, per capi-re come generare uno strumento importante di politica industriale per il settore energetico che pun-ta all’energia pulita, all’efficienza

Fiera Milano nel quartiere di rho ospiterà, dal 16 al 19 noveMbre, e.teCh experienCe la biennale internazionale dell’energia, dell’iMpiantistiCa elettriCa e dell’illuMinazione

Enrico Pazzali

AD Fiera Milano

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I colorI dell’energIa

e alla sicurezza. In ultima analisi, all’innovazione tecnologica”. A parlare è Enrico Pazzali, ammi-nistratore delegato di Fiera Mila-no, che spiega come l’obiettivo della manifestazione sia di studia-re lo stato dell’arte dell’energia in Italia, approfondire i temi più caldi e proporre nuove soluzioni tecno-logiche e percorsi di sviluppo.“Questa è una filiera che dà vita a un settore strategico per il no-stro paese” precisa, “un settore, tra l’altro, in grado di contribuire a una qualità di vita migliore per tutti”.

Fino ad oggi la filiera dell’energia in Italia non poteva contare su un momento di incontro e busi-ness, informazione e formazione all’altezza delle sue esigenze. “Abbiamo così deciso, come Fiera Milano, di affrontare questa criti-cità con le aziende del comparto e di dare vita a questa nuova ma-nifestazione espositiva B2B, che ci auguriamo possa diventare un importante strumento per tutte le imprese del settore”. Un evento rivolto a ricercatori, tecnici, pro-gettisti, installatori, distributori, che, favorendo lo sviluppo di un settore, porterà vantaggi anche ai consumatori; e soprattutto una fiera nuova, anche perché diver-sa da ogni altra, spiega ancora Pazzali, “non solo una vetrina di prodotti ma una presentazione di soluzioni che il mercato cerca e di cui ha bisogno; in un ambito di confronto, arricchimento profes-sionale e formazione”.Strettamente connesso alla fie-ra, il progetto “RottamAzione

degli impianti Elettrici”, con i suoi quattro eventi territoriali da maggio a ottobre 2011, la com-pleta anticipandone le tematiche e spingendo la discussione verso l’analisi di quanto si possa fare in tema impiantistico in Italia. Il tutto finalizzato a stimolare la classe politica ad approntare una strate-gia energetica per il paese che sia realmente applicabile ed efficace.

“Il ciclo di incontri di ‘RottamA-zione degli impianti elettrici’ dà corpo al disegno complessivo” conclude l’AD di Fiera Milano, “e si cala, quanto mai prima d’ora, nell’attualità del settore energia, alla luce dell’incertezza della po-litica energetica italiana”.

Partner del progetto al fianco di Fiera Milano per il progetto Rotta-mAzione sono la Fondazione Opi-ficium (che raccoglie il mondo dei periti industriali), FME (la Federa-zione italiana grossisti distributori di materiale elettrico) e il Poli-tecnico di Milano-Dipartimento BEST, che insieme costituiscono il comitato organizzatore. E mentre il comitato tecnico vede anche la partecipazione di AEIT, FIRE, IMQ, PROSIEL e UNC, “Rot-tamAzione degli impianti Elettrici” ha dimostrato sin da subito di riunire attorno a sé in uno spirito di piena collaborazione tutte le realtà associative, industriali, for-mative e istituzionali che ruotano attorno alla filiera.

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le tre areele tre aree della manifestazione fieristica, identificate ognuna da un colore, sono dedicate ad altrettanti aspetti del mondo dell’energia elettrica: energy, Building e lighting.

E.TECH Experience Energy Si occupa di generazione e distribuzione di energia elettrica. Oltre alle tematiche legate alle reti e alla distribuzione elettrica, tratta di produzione di energia da fonti convenzionali e da fonti rinnovabili. Quest’ultima parte, in particolare, è realizzata in collaborazione con EnerSolar+ e Greenergy Expo.

E.TECH Experience Building Qui è possibile trovare tutto ciò che sia inerente alla componentistica e ai sistemi per impiantistica elettrica. Dai quadri e interruttori di protezione a prese e comandi, canalizzazioni e derivazioni. Una speciale sezione per dare spazio a tutto ciò che sia building automation e domotica, compresi gli apparecchi e i sistemi per il comfort abitativo.

E.TECH Experience Lighting Questa la divisione dedicata alla illuminotecnica, intesa sia come sorgenti luminose che come apparecchi d’illuminazione. Illuminazione dunque per esterni, interni e di servizio.

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Network eNergia

Dalla collaborazione tra Fiera Milano e FME – Fe-derazione italiana grossisti

distributori di materiale elettrico – è nata la community di E.TECH Experience, uno strumento on line collegato alla manifestazione fieristica che si terrà a Milano tra il 16 e il 19 novembre 2011.

La community vuole essere non solo bacheca virtuale di informa-zioni legate al mondo dell’elettri-co e delle rinnovabili, ma luogo di incontro e scambio per i protago-nisti del settore. La finalità del progetto, infatti, è di porre in contatto, nel tempo, 1 mi-lione di professionisti dell’energia che ad oggi operano sul territorio nazionale ed europeo, in partico-lare nell’area del Mediterraneo. Al momento sono 80 mila gli operatori già registrati, una base destinata ad ampliarsi aprendo le porte a imprese e professionisti del mondo dell’impiantistica, del-la domotica, dell’illuminotecnica, della produzione e distribuzione dell’energia. In una parola, alla fi-liera. La registrazione è semplice e gratuita, e consentirà di essere in contatto oltre che con altri pro-fessionisti e imprese, anche con le istituzioni. Il network, infatti, coinvolgerà queste ultime, per portare avanti il discorso iniziato con gli incontri territoriali colle-gati alla fiera e contribuire fatti-vamente alla strategia di politica

energetica del paese.La community di E.TECH Experien-ce diventa così un sistema online di connessione profes-sionale sempre attivo che, seppur nato nel contesto dell’appun-tamento fieristico biennale della filiera energetica, lo supera proponen-do un programma di sviluppo continuo, “always on” come lo definisce Giampaolo Ferrari, pre-sidente di FME. “Un contenitore professionale attivo 365 giorni l’anno che si propone oggi un obiettivo ambizioso, raccogliere attorno a sé la più grande com-munity del mondo dell’impianti-stica e delle energie rinnovabili. Le occasioni di incontro e forma-zione, strumenti per crescere professionalmente, porranno le basi dello sviluppo economico di tutto il settore che accompagnerà l’evoluzione energetica del nostro paese”. “L’obiettivo” aggiunge Marco Serioli, Direttore Divisione Exhibitions di Fiera Milano, “è di mettere a disposizione degli operatori della filiera energetica un loro spazio per confrontarsi, informarsi, scambiarsi opinioni ed esperienze, in un momento davvero speciale per chi opera in questo settore, soprattutto alla luce dei recenti esiti referenda-ri. Con pochi click gli operatori

possono ottenere informazioni sul mercato e i suoi trend, pro-grammi di aggiornamento e for-mazione certificati e la possibilità di interagire direttamente con gli stakeholder del mercato. E na-turalmente tutte le informazioni sulla nuova manifestazione della filiera dell’energia e condizioni particolari per l’accesso in fiera”.

La community di E.TECH Expe-rience, dunque, è un’occasione per i professionisti di essere al centro dei cambiamenti che ri-guardano il settore, di fare sen-tire la propria voce ed esserne protagonisti. “Più informazione, più formazione, più servizi, più aumenti di contatto e di crescita” continua Ferrari; “un program-ma non stop che confluirà nel momento fiera, a novembre”. In pratica tutto ciò significa “più idee sul futuro per gli specialisti dell’impiantistica e delle energie rinnovabili. E.Tech Experience” conclude “è energia in comune”.

Nasce la commuNity di e.tecH experieNce, uNo strumeNto sempre attivo cHe si propoNe di mettere iN coNtatto oltre uN milioNe di professioNisti del settore eNergetico

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by Mikima ([email protected])

Sviluppo attraverSo la cultura

Nata dallo slogan “Rottamia-mo gli impianti elettrici” coniato circa tre anni fa da

FME – Federazione dei grossisti di materiale elettrico – l’idea di pro-muovere la riqualificazione degli impianti elettrici in ambito resi-denziale oggi ha trovato la propria ragion d’essere in “RottamAzione degli impianti elettrici”, l’omonimo progetto realizzato da Fiera Mi-lano, la stessa FME, Fondazione Opificium e Politecnico di Milano-Dipartimento BEST e nato sotto l’egida di E.TECH Experience.

Strutturato in quattro tappe terri-toriali che seguono l’asse dell’Alta Velocità - una sorta di linea ideale di collegamento dell’intero territo-rio nazionale e dell’unicità dell’ar-gomento – “RottamAzione degli impianti elettrici” culminerà infatti proprio all’interno della fiera, che avrà luogo nel capoluogo lombardo tra il 16 e il 19 novembre 2011.

L’intento del progetto, che nasce con la volontà di indagare il mondo dell’impiantistica elettrica, ponendo al centro dell’azione il consumatore

e le sue esigenze, è creare “cultura dell’energia” grazie a una serie di incontri formativi e di convegni sul territorio – Bologna, Roma, Napo-li, Torino – volti a sensibilizzare la società civile e politica sulle pro-blematiche legate all’energia e agli impianti elettrici.

Ogni tappa, il cui svolgimento è previsto tra maggio e ottobre 2011, si focalizza su una tematica precisa – l’energia; l’impiantistica elettrica; l’illuminazione; la certificazione e il controllo degli impianti – ma sulla base di una matrice comune, che richiama ciascun incontro a una riflessione sull’uso razionale dell’energia, finalizzato al rispar-mio economico ed energetico; sul miglioramento della sicurezza im-piantistica, sia fisica sia di sistema; e soprattutto sul ricorso alle nuove tecnologie costruttive e installati-ve. Se al Paese viene chiesto uno sforzo verso la rottamazione degli impianti, questo deve infatti indi-rizzarsi verso una garanzia di mag-giore sicurezza e risparmio, grazie alla sempre maggiore diffusione di soluzioni innovative e tecnologiche.

Gli incontri permetteranno di dise-gnare i contorni dello stato dell’arte del settore e di individuare le con-crete possibilità che offre. Il fine ultimo del progetto sarà arrivare alla richiesta dell’emanazione di un provvedimento legislativo in grado di favorire proprio la rottamazione degli impianti elettrici obsoleti. Per tale ragione la partecipazione attiva dell’intera filiera dell’impiantisti-ca elettrica è indispensabile, dal comparto della produzione a quelli della commercializzazione, proget-tazione e verifica, dal mondo acca-demico a quello dell’installazione, con un unico focus: il consumatore e i vantaggi che ne potrà derivare. L’iniziativa troverà infine in Milano l’approdo finale di un viaggio lungo tutto un paese: a novembre, all’in-terno della manifestazione E.TECH Experience si terrà una conferenza finale sulla “RottamAzione degli impianti elettrici” e la presentazio-ne al legislatore di un libro bianco di denuncia dello stato impiantistico negli ambiti residenziale, terziario e pubblico.

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Un percorso lUngo Un anno e lUngo tUtto lo stivale, che vede il mondo indUstriale e accademico, insieme ai consUmatori, partecipi di Un progetto per l’ammodernamento del settore impiantistico ed elettrico italiano

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il mercato, Un solido sistema indUstriale

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Dall’analisi della situa-zione della produzione di energia elettrica in

Italia risulta una palese predo-minanza del termoelettrico. Al 2010, infatti, ben il 74% della produzione – ovvero i ¾ dell’in-tero valore – è stato realizzato attraverso lo sfruttamento di impianti di questo tipo. All’i-droelettrico spetta il 17%; mentre il restante 9% è dato dall’insieme di diverse fonti produttive: eolico, biocombu-stibili, geotermico e fotovoltaico (figura 1 pagina 08). Ma i dati di maggiore interesse emergono dall’analisi dell’evoluzione di tali produzioni. Considerando il termoelettrico dal 2000 al 2010 risulta un incremento medio di produzione che passa dal 39% al 44,7%, con un aumento di 5,7 punti percentuali (figura 2 pagi-na 08). Ancora più interessante è il dato sull’idroelettrico che, sempre in un decennio (1999 – 2009), presenta un incremento

del 7% a fronte di un aumento del numero di impianti del 14% (figura 3 pagina 08), con un intento, quindi, di sfruttare al massimo questo tipo di pro-duzione. Mentre le altre fonti rinnovabili sono protagoniste dell’86,6% di incremento di pro-duzione complessiva nel perio-do 2002 – 2010 (figura 4 pagina 08). A parlarne è Cesare Sacca-ni del DIEM (Dipartimento di in-gegneria delle costruzioni mec-caniche, nucleari, aeronautiche e di metallurgia) dell’Università di Bologna, che fa una disami-na della situazione energetica dell’Italia.

La sofferenza deLL’industriaPer avere un quadro chiaro della situazione energetica del paese, occorre poi considerare come si ripartisca il consumo di energia elettrica interno. Nel 2010 il maggiore consumatore risulta essere l’industria con il

44% del totale, seguita dal ter-ziario con il 31,5% e dal dome-stico con un 22,7%; a chiudere l’agricoltura che consuma solo l’1,8% dell’energia elettrica ita-liana (figura 5 pagina 09). Se, però, si pongono a confronto l’andamento dei singoli consu-mi si scoprirà che, mentre l’in-dustria ha avuto un consumo quasi costate fino al 2007, con un calo nel periodo di crisi e una ripresa nel 2010, i consumi nel terziario sono aumentati sempre, anche nei periodi di ristagno economico (figura 6 pagina 09). Ciò dimostra come, a fronte di un terziario in cre-scita, vi sia un’industria in evidente difficoltà. A questo si unisce lo scotto da pagare per la mancata produzione dell’e-nergia elettrica e la necessità di importarla da altri paesi che la producono con fonti rinnovabili o attraverso il nucleare, con un evidente svantaggio in termini economici e di competitività. “Il

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Il ruolo deI tecnIcI dI settore dIventa fondamentale per creare una polItIca effIcace nella rIduzIone deI consumI energetIcI elettrIcI e contrIbuIre alla formazIone dI un sIstema IndustrIale equIlIbrato e compatto

Cesare Saccani

DIEM – Università di Bologna

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gap esistente tra energia pro-dotta e acquistata dimostra che attualmente abbiamo un deficit del 14%” spiega Saccani. “Uno svantaggio che, considerando il periodo tra 2000 e 2010 e in termini di costi medi di produ-zione di energia elettrica, è pari a un extra-costo per mancata efficienza di ben 5,4 miliardi di euro”.

obiettivo strategiaenergeticaLa questione cruciale che emerge dal quadro della situa-zione è l’assenza di un piano energetico nazionale, ora quan-to mai necessario. Tuttavia per operare al meglio nell’interesse del paese è indispensabile ca-pire esattamente quali com-parti aiutare, dove intervenire e come farlo.Finora gli strumenti utilizzati sono stati vari: dal Conto ener-gia al ricorso a diversi tipi di Certificati, verdi, grigi e bianchi –ovvero i TEE, titoli di efficienza energetica–; dalla legge Tre-monti Ter (DL 78/2009 poi con-vertito nella L. 102/2009) per

la detassazione degli utili reinvestiti in macchinari e apparecchiature, al decre-to incentivi (D.lgs 40/2010). Tutti mezzi utili, ma che denunciano anche la diffi-coltà di non potersi basare su un piano strategico che consenta di calibrare gli in-terventi. In pratica sinora “sono stati stanziati 110 milioni di euro a favore delle famiglie e 10 milioni di euro per incentivare le imprese. Bisognerebbe, però, fare un’analisi tecnica chiara che faccia capire quali siano i reali livelli di utilizzo energetico dei comparti industriali speci-fici” precisa Saccani. Una volta realizzato il benchmark, infatti, sarà possibile finanziare i setto-ri industriali in maniera mirata.

La paroLa ai tecnici“Una politica efficace nella riduzione dei consumi energe-tici elettrici a livello industriale deve necessariamente tenere in conto di un’analisi prelimi-nare suddivisa per distretti in-dustriali, intesi come specifica vocazione produttiva”. Ecco che

entra in gioco il ruolo di tecnici ed esperti. “Questa analisi dei distretti si deve declinare come un vero e proprio studio di set-tore in grado di connotare tec-nologicamente le imprese del singolo distretto. Il fine ultimo è di stabilire un livello medio di efficienza energetica che rap-presenti un riferimento tanto per l’impresa quanto per chi disegna la strategia del paese”. Certamente le scelte strategi-che non possono prescindere da forme di incentivazione fi-scale, “queste devono essere rivolte alle imprese che ope-rano per ridurre i propri con-sumi energetici. Solo in questi termini l’incentivo diviene uno strumento di vantaggio, perché permette di ridurre la dipen-denza dell’impresa dalla vola-tilità del mercato energetico, rendendo il sistema industriale più stabile e competitivo”.Gli studi di settore, dunque, aiutano a sviluppare il sistema paese, permettendo di fare cre-scere in modo compatto tutti i comparti. “L’industria” conclu-de Saccani “deve procedere ar-monicamente. Il sistema Italia, nel suo insieme, deve andare avanti in maniera assoluta-mente equilibrata, organica e rapida. Tutto ciò sarà possibile solo se chi ci governa potrà avere un quadro complessivo delle situazione e, quindi, se i tecnici potranno dare il proprio contributo in tal senso”.

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“Il sistema Italia deve andare avanti in maniera assolutamente

equilibrata, organica e deve procedere il più velocemente

possibile”

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Figura 1: La produzione lorda di energia elettrica in Italia al 2010 (dati parziali,

fonte Terna)

Figura 2: Il parco termoelettrico italiano. Il

rendimento medio è riferito alla produzione al netto

dell’autoconsumo tra 2000 e 2010

Figura 3: Il parco idroelettrico italiano tra

1999 e 2009: MWe +7%, numero impianti +14%

(fonte GSE)

Potenza lorda (MW)

N° impianti

74% Termoelettrico17% Idroelettrico3% Eolico3% Combustibili2% Geotermico1% Fotovoltaico

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9%energia

rinnovabile

“Il risparmio energetico si persegue rendendo

efficienti gli impianti che consumano elettricità e con

un utilizzo più razionale dell’energia da parte dell’utente finale”

Figura 5: L’evoluzione dei consumi di energia elettrica in Italia tra 2002 e 2010

Figura 6: Il consumo di energia elettrica in Italia nell’anno 2010

Figura 7: L’evoluzione nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia: +181,2% tra 2002 e 2010

Agricoltura

Industria

Terziario

Domestico

Fotovoltaico

Geotermico

Eolico

Biocombustibili

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ENERGYENERGY

SMART ENERGY

Energia elettrica, sicurezza

e risparmio anche con l'impiego

delle smart grid

ENERGYENERGY

Bologna maggio 2011

Tecnologia, ricerca ed innovazionesono indispensabili per raggiungere l'obiettivo di produrre, distribuire e consumare in modo intelligente l'energia

Un fUtUro sostenibile

Con la definizione smart grid si fa riferimento a un moderno sistema

costituto da una rete per la distribuzione di energia elet-trica che sia, appunto, “intel-ligente” (figura 1). Per essere tale, precisa Carlo Alberto Nucci, del Die (Dipartimento di energia elettrica) dell’U-niversità di Bologna, deve

soddisfare le esigenze dei carichi nel rispetto di cinque condizioni: affidabilità, eco-nomicità, basso impatto am-bientale, sostenibilità e fles-sibilità. “Mentre l’affidabilità è sempre stata il punto di forza del sistema elettrico” spiega, “sull’economicità si è fatto molto negli ultimi anni, so-prattutto da un punto di vista

più economico che di mercato. Ma sono l’impatto ambientale e la sostenibilità a costituire la moderna esigenza che sta rivoluzionando il concetto di rete elettrica. Proprio queste due caratteristiche, insieme alla flessibilità, vengono sod-disfatte dalle fonti rinnovabili” (figura 2).

Utente protagonistaIl problema delle fonti rinno-vabili, però, è di non essere dispacciabili. Occorre miglio-rarne lo sfruttamento il più possibile e gestirne l’accumulo per quanto fattibile. Ecco che la rete si trasforma, passando alla generazione distribuita (GD) di energia elettrica con flussi di potenza bidirezionali. “Questa consiste nell’utilizzo di generatori elettrici di pic-cola taglia, modulari e localiz-zati vicino ai consumatori, che soddisfano specifiche neces-sità energetiche”. Il sistema elettrico, spiega Nucci, dovrà essere in grado di integrare due tipologie di strutture: le microreti (o microgrid) che

Sono in atto profondi cambiamenti nel mercato dell’energia elettrica. Un’opportUnità imperdibile, che vede fonti rinnovabili ed efficienza energetica integrarSi nelle Smart grid

Alberto Nucci

Die – Dipartimento

energia elettrica

Dario Di Santo

Fire – Federazione

italiana per l’uso razionale dell’energia

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Figura 1 - Un esempio di Smart grid (Fonte IEA)

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Un fUtUro sostenibile

sono reti di bassa tensione con sorgenti distribuite e la presenza di dispositivi di ac-cumulo e controllo del carico; e le Virtual power plants (Vpp) ovvero un insieme di genera-tori convenzionali distribuiti su aree geograficamente anche estese che, coordinan-dosi tra loro, consentono una gestione virtuale dell’energia attraverso risorse informa-tiche e tecnologiche. In pra-tica vi sarà un’integrazione degli utenti nelle rete, i quali avranno nella sua gestione un ruolo attivo, con un consisten-te scambio di informazioni; “proprio il dovere dell’utente di provvedere al proprio im-pianto credo sarà un motivo di successo delle rinnovabili”. In tal senso risulta fondamen-

tale la funzione dell’Ict (Information communi-cation tecnology), così come il ricorso a tec-nologie avanzate quali, per esempio, i conta-tori digitali in grado di far comunicare utenti e distributori.

opportUnità efficienza“La rete intelligente è una grande opportunità che bisogna sapere cogliere” in-terviene Dario Di Santo, di-rettore del FIRE (Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia). La tecnologia oggi a disposizione vi si inter-faccia in vario modo. “Occorre tenere conto di ciò, così come del fatto che ogni soluzione

tecnologica ha un proprio per-corso di vita e che, una volta implementata, produce effetti in tempi più o meno lunghi”. Abbiamo tanti strumenti da poter sfruttare nel nuovo si-stema energetico, occorre farlo in maniera appropriata; manca ancora un sistema in-telligente.

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“Utilizzo delle fonti rinnovabili, aumento dell’intelligenza a

diversi livelli di tensione, ruolo massiccio della ICT sono tre punti fondamentali nello sviluppo della

smart grid”

Figura 2 - La produzione elettrica relativa alle fonti rinnovabili [GWh] per gli anni 1997 – 2008Solare

Eolica

Biomasse e rifiuti

Geotermica

Idrica

Totale

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A presentarsi particolarmente vivace è il mercato dell’effi-cienza energetica. “Questa è al centro dell’attenzione di tanti programmi, tanto da essere quasi considerata un’altra fonte energetica. La IEA (Agenzia internazionale per l’energia) nella Blue map le dedica il 50% degli obiettivi previsti per il 2050 e nel target europeo del 20-20-20 è diven-tata ormai un fattore implicito (figura 3). È un tema fonda-mentale perché pone benefici a livello di paese, del singolo e dell’ambiente, ma prospetta anche risparmi e nuovi posti di lavoro, con il grande vantaggio di essere cost-effective”.

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Figura 3 - L’obiettivo del PAN (Piano di azione nazionale) 2010 sulle energie rinnovabili

flessibilità

sostenibilitàeconomicità

affidabilità

smart grid

basso impatto

ambientale

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Si delinea, in tal senso, un cambio epocale nel mercato. Per l’Italia, spiega Di Santo, “l’obiettivo di circa 22 Mtep sulla sola efficienza energe-tica comporta investimenti per la realizzazione di nuovi impianti e soluzioni che si possono stimare tra i 50 e i 100 miliardi di euro”. Biso-gnerà però essere in grado di coniugare una serie di problematiche. “C’è infatti un enorme potenziale da sfrut-tare; ci sono tante tecnologie innovative e l’elettrificazione è andata avanti a spron battuto aprendo a nuove opportuni-tà di mercato. In particolare occorrerà tenere presente la progressiva elettrificazione legata a nuovi consumi, che interesseranno soprattutto il residenziale, al ricorso a tec-nologie più efficienti, tanto nel civile quanto nell’industriale,

e ancora alla diffusione dei veicoli elettrici”.

potenziale da sfrUttareCerto non mancano problemi, ma esistono già strumenti per su-perarli. Oltre alle poli-tiche a favore dell’effi-cienza e agli incentivi, negli ultimi anni sono state messe a punto alcune pratiche in grado, per esem-pio, di supportare gli energy manager nelle loro attività: “le Esco e gli energy performance contract; i sistemi di gestione dell’energia certificati, l’Lcca (Lyfe cycle cost analysis) e an-cora la gestione corretta dei contratti sui servizi energetici e il green procurement per l’acquisto di materiali e dispo-sitivi con requisiti energetici e ambientali”.Nel corso del 2011, inoltre, saranno rivisti gli incentivi dedicati all’efficienza, come indicato dal D.Lgs n. 28 del 3 marzo 2011 che attua la diret-tiva 2009/28/CE sulla promo-zione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. “In partico-lare, sarà introdotto un nuovo schema per i piccoli impianti e saranno potenziati i certificati bianchi o Tee (Titoli di efficien-za energetica)”.Il mercato dell’efficienza energetica si prospetta quindi molto interessante, nono-stante il suo potenziale sia stato frenato dalla scarsa

conoscenza e dalla sua mag-giore complessità rispetto ad altre opzioni, come le fonti rinnovabili. Ora si attende che Governo e Parlamento ne promuovano la conoscenza, le diagnosi e la diffusione degli strumenti per la realizzazione degli interventi.

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“Il mercato mostra un enorme potenziale e grandi opportunità da cogliere, legate alle nuove tecnologie e alla progressiva elettrificazione dei consumi”

Una smart grid è Una rete elettrica in grado di:

l’efficienza energetica:• stabilizza o diminuisce la dipendenza dall’estero;• contribuisce alla riduzione dell’inquinamento;• consente di evitare la costruzione di nuove centrali e reti di trasporto e distribuzione;• contribuisce alla creazione di nuovi posti di lavoro e nuove attività, coinvolgendo le aziende italiane che operano nel settore;• fa risparmiare denaro;• consente di ottenere benefici in termini di immagine;• promuove uno sviluppo sostenibile delle risorse.

• facilitare la connessione e il funzionamento di generatori di ogni taglia e tecnologia • permettere un ruolo attivo per il carico elettrico nell’ ottimizzazione del funzionamento del sistema • fornire agli utenti un maggiore numero di informazioni e consentire una più ampia scelta di fornitori • ridurre significativamente l’impatto ambientale • aumentare i livelli di affidabilità, sicurezza e qualità del servizio

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EfficiEnti, ma non sEmprE

Quando si parla di con-sumi non si può fare riferimento a un unico

metro di comportamento. A seconda del soggetto protago-nista dell’azione si connotano, infatti, atteggiamenti e dinami-che del tutto particolari. Ecco che se è vero che il mondo delle imprese ha, a riguardo, un comportamento basato sulle proprie stesse esigenze, quello del consumatore privato risponde a logiche differenti. Il tutto si complica quando si in-troduce il concetto di efficienza di una risorsa.L’aumento di efficienza si traduce normalmente in una diminuzione di costi che, in genere, tende ad aumentare i consumi. “Accade infatti” spiega Giusep-pe De Bellis di NE – Nomisma Energia “che, nel momento in

cui si utilizza una risorsa in modo più efficiente, sia possi-bile usarla di più. Inoltre i ri-sparmi ottenuti nell’uso di una certa risorsa possono essere trasferiti allo sfruttamento più intenso di un’altra”. Non solo, “la teoria del consumatore asserisce che chiunque, sia che si tratti di un consumatore finale o di un industriale, ovve-ro di un consumatore definito intermedio, cerca la massimiz-zazione dell’utilità, tanto che quest’ultima cresce funzio-nalmente al consumo. Infatti, sebbene ci siano altri elementi che intervengono nella deter-minazione dei comportamenti, gli individui scelgono il livello di consumo di un bene che, compatibilmente con il proprio reddito e con il prezzo, possa massimizzare la loro utilità” (figura 1).

Necessari, ma NoN sufficieNtiPartendo da questi presuppo-sti, occorre capire cosa accada quando si introduce nello stile di vita di un individuo il concet-to e la pratica dell’efficienza energetica. “La domanda chia-ve verte proprio sull’efficacia delle soluzioni tecnologiche catalogate sotto tale etichetta – dall’aumento dell’efficienza delle centrali elettriche alla cogenerazione, dall’utilizzo di motori elettrici, di lampadine a basso consumo o di autovettu-re efficienti alla coibentazione dei locali eccetera. Siamo sicuri che queste so-luzioni bastino da sole ad as-sicurare una riduzione della domanda di energia e possano avere dei benefici a livello so-ciale?”Per rispondere a questa do-

EfficiEnza EnErgEtica. non basta introdurla, non è sufficiEntE incEntivarla. ad EssErE modificati dEvono EssErE i comportamEnti di consumo. ricordando chE un uso EfficiEntE dEll’EnErgia significa maggiorE capacità compEtitiva dEl sistEma

Giuseppe De Bellis

NE – Nomisma Energia

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manda De Bellis distingue preliminarmente tra la reazio-ne di due tipi di consumatori, i professionali e i domestici. “I primi” afferma “hanno sempre l’interesse a ridurre i costi di produzione. Un consumatore privato, invece, a parità di di-sponibilità tenderà ad aumen-tare il consumo, a fronte dello standard precedente. I dati di lungo periodo sui consumi del-le risorse, infatti, sono inesora-bilmente in ascesa, malgrado i guadagni in efficienza e produt-tività. Non a caso il consumo di energia non viene scalfito mi-nimamente dal miglioramento di efficienza energetica nei prodotti per le famiglie. E se i consumi non variano, neppure variano le emissioni inquinanti legate agli usi energetici”. Un esempio per tutti è dato dalla

tariffa bioraria che ha dato gli effetti migliora-tivi previsti solo in mini-ma parte e nel periodo immediatamente dopo la sua introduzione.

uN piaNo che fuNzioNa“Tuttavia, questo non significa che i miglio-ramenti di efficienza nei prodotti di consumo non debbano esse-re perseguiti e incentivati. È estremamente importante fare efficienza energetica anche sul mercato privato, perché gene-riamo così una maggiore capa-cità di competere del sistema e di resistere alle crisi (figura 2). È provato che, in caso di forte aumento del prezzo dell’e-nergia, chi ha fatto interventi

di efficienza energetica parte e arriva a livelli di utilità su-periori rispetto a chi non li ha fatti”. Ecco che, in ogni caso, “il rinnovo degli impianti elettrici è un intervento molto opportu-no”.

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“Con l’efficienza energetica saremmo estremamente più

competitivi, sia come capacità sociale di resistere alla crisi,

sia come capacità industriale, di competere sui mercati”

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Figura 1 - A un certo livello di consumo, l’utilità raggiunge una quota massima per poi diminuire

Figura 2 - L’efficienza energetica aiuta a mantenere a livelli di utilità anche in caso di forte aumento del prezzo dell’energia

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Tra norme e professionisTi

Il punto di svolta nella poli-tica della riqualificazione degli impianti lo si deve a

lei, la Legge 46/90; ne parla Moreno Barbani, responsabile regionale CNA - Installazione e impianti Emilia Romagna. “Una legge che ha permesso di intraprendere un viaggio verso il miglioramento della qualità complessiva degli im-pianti, che avrebbe dovuto es-sere accompagnato però dalla crescita della qualità tecnica delle imprese”. Nel 2008 la sua revisione fu affidata al decreto ministeriale n. 37, che tuttavia non portò le disposizioni di legge ad adeguarsi alle nuove esigenze che nel frattempo si erano profilate nel mercato. Oggi tocca ancora alla legge fare in modo di unificare in maniera certa e definitiva la te-matica della sicurezza a quella dell’efficienza energetica. Non è solo necessario, ma è indispensabile. Le strade pos-

sono essere diverse e Barbani ne indica alcune. Si potrebbe pensare, spiega, “a un siste-ma di incentivi che sia stabile nel medio periodo – come le detrazioni del 36% e del 55% – ma che sia anche accom-pagnato da un processo di elevazione progressiva tanto degli standard qualitativi mi-nimi delle installazioni quanto degli obblighi di manutenzio-ne”. Quest’ultima, in partico-lare, dovrebbe diventare un meccanismo certo di verifica della situazione impiantistica, occorrerebbe infatti “definire e attuare un sistema di veri-fiche efficiente che sia dotato di risorse certe finalizzate all’operatività sul campo e non all’organizzazione burocrati-ca”. Altro strumento potrebbe essere la mappatura dello stato della qualità impiantisti-ca tecnica, con la redazione e l’aggiornamento costante del libretto di impianto.

Missione progettistaLa responsabilità però non può essere lasciata solo alla legge. Occorre infatti che si sviluppino figure professionali competenti, in primis il progettista che deve essere un tecnico professio-nista. “Questi” spiega Mauro Grazia, presidente del Collegio Periti di Bologna, “riveste infatti un ruolo importante e delicato perché garante, nei confronti del cliente e della società in generale, per il lavoro che svol-ge”. In particolare non solo deve garantire la sicurezza, ma, in ambito di efficienza energetica, è chiamato a garantire il rispar-mio, tanto nell’esecuzione dei lavori quanto nella gestione de-gli stessi. Il progettista ha una sfera d’azione molto ampia che, partendo dalla progettazione vera e propria, passa attraverso la direzione e lo svolgimento dei lavori, il loro collaudo, fino a in-teressare ambiti di consulenza tecnica a livello di Ctp o Ctu –

Il raggIungImento deglI obIettIvI energetIcI deve passare da InterventI condIvIsI sIa a lIvello dI leggI sIa a lIvello dI creazIone dI una generazIone dI professIonIstI capacI e preparatI

Moreno Barbani

CNA – Confederazione

Nazionale dell’Artigianato

e della piccola

e media impresa

Mauro Grazia

Presidente Collegio Periti

di Bologna

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Tra norme e professionisTi

ovvero in qualità di Consulente tecnico d’ufficio o di Consulente tecnico di parte – e ad occuparsi di energy management. Un pro-fessionista in grado di svolgere il lavoro e di garantirne la validi-tà. Per questo la sua competen-za tecnica può essere sfruttata al meglio per collaborare anche con i normatori – si pensi per esempio alla preparazione di norme tecniche a livello nazio-nale e internazionale. La figura del progettista va vista, dunque, come parte di un insieme, “un anello di una catena” come pre-cisa Grazia “che, tuttavia, non sempre scorre liscia e che, a volte, lo porta a non condividere ma ad adeguarsi a una situa-zione di fatto. Per questo sono assolutamente convinto che oc-corra una forte azione culturale, capace di coinvolgere ognuno di noi, appoggiando le scelte che nascono in modo convinto e non secondo la convenienza. Spetta a noi, in qualità di professionisti, diffondere la consapevolezza necessaria e il senso civico che deve portarci a consumare meno energia, perché la prima fonte alternativa è il non con-sumo di energia o il suo non spreco”.

spazio alla sana coMpetitivitàOvviamente tocca anche “al sistema responsabilizzare e qualificare tutti gli operatori che lavorano nel settore energetico” aggiunge Barbani che, per le imprese, propone innanzitutto di accorciare la filiera produt-

tiva. “In questo modo si riuscirebbe a ridurre il ricorso al subappalto a cascata e si contra-sterebbe il processo di polverizzazione impren-ditoriale che spesso si verifica”. Occorre però anche riformare i pro-cessi di qualificazione degli operatori, “intro-ducendo percorsi di formazione permanente obbligatoria, gestita in maniera professionale e certifi-cata da enti accreditati”. E non da ultimo, fare in modo di sol-lecitare una sana competizione all’interno del settore, una con-correnza “che non sia basata esclusivamente sul possesso dei titoli, ma che privilegi le reali capacità delle imprese”.Spazio quindi alle aziende serie e preparate. “In ambito di certi-ficazione energetica” aggiunge Grazia, “l’Europa ha precisato due aggettivi che qualificano i

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“Serve una forte azione culturale che deve coinvolgere ognuno di noi, perché siamo parte di una medesima sfida per

il futuro che vinceremo insieme o perderemo tutti”

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professionisti chiamati a fare tali dichiarazioni: competenti e indipendenti. Purtroppo accade che tali man-sioni vengano ricoperte da per-sone non esperte, da coloro –e ce ne sono molti– che si muo-vono in campi che non conosco-no. Occorre dire basta, perché dobbiamo affrontare una sfida che potrà vederci tutti vincitori o perdenti. E noi professionisti faremo di tutto per contribuire a vincerla”.

BUILDINGBUILDING

ImpIaNto:

da cuore a intelligenza

del sistema

BUILDINGBUILDING

Roma giugno 2011 ImpIaNto:

da cuore a intelligenza

del sistema

Quadri e interruttori di pro

tezione,

canalizzazioni, derivazioni, p

rese e

comandi, building automation e

domotica,

apparecchi e sistemi per il c

omfort

L’evoLuzione possibiLe

Le particolarità tecniche della smart grid, per quanto com-plesse, offrono opportunità

incredibili per lo sviluppo di svaria-te soluzioni tecnologiche. Queste mirano a un migliore sfruttamento dell’energia e contribuiscono al progredire di ambiti di mercato ancora da esplorare. Gianluca Ra-gazzini, esperto in fonti rinnovabili, affronta per esempio il tema della correlazione tra le potenzialità del-la smart grid e l’evoluzione domo-tica all’interno del residenziale. In particolare descrive l’introduzione di una nuova categoria di strumen-ti correlati agli elettrodomestici basati sul principio della conver-sione di energia. Si tratta in realtà di tecnologie già conosciute, ma che aprono alla possibilità di nuove applicazioni.“L’inverter fotovoltaico – ma si po-trebbe parlare negli stessi termini anche dell’eolico – ha come scopo primario la trasformazione dell’e-nergia che attinge da una fonte rinnovabile e inserisce poi nella rete elettrica” afferma Ragazzini. Il livello di tecnologia raggiunto dal settore consente oggi di au-mentare le funzioni dell’inverter; è possibile fargli acquisire infor-

mazioni di flusso energetico come i consumi dell’abitazione, i dati meteorologici o i consumi di altre fonti energetiche. Si può così profi-lare il comportamento del singolo consumatore nei confronti della rete elettrica durante le diverse ore della giornata, per capire come si connotano le sue abitudini e modi-ficarle dove necessario.

Autonomi dAllA reteOltre a quanto detto l’inverter può

consentire un approccio all’im-pianto del tutto nuovo. Sono sta-ti realizzati modelli funzionali, semplici da usare e in grado di integrarsi nell’ambiente domesti-co con un’applicazione domotica. “Tastiere grafiche a colori touch screen, connettività Wi-Fi, siste-mi di telecontrollo e diagnostica da remoto integrati, possibilità di connettersi ai bus dell’impianto, oltre che di acquisire e visualizzare informazioni di impianto tramite

La smart grid offre nuove possibiLità tecnoLogiche per creare reti sempre più autonome e Lasciare neLLe mani degLi utenti La gestione dei propri consumi. iL futuro deLL’energia è fatto di risparmio e uso responsabiLe deLLe fonti

Gianluca Ragazzini

Direttore TecnicoElettronica Santerno

Sergio Zanarini

Responsabile ScientificoElettronica Santerno

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L’evoLuzione possibiLe

sensori aggiuntivi, sono solo al-cune delle caratteristiche che è possibile integrare. L’inverter ora va pensato come un elemento di gestione dell’energia nel conte-sto di un’abitazione civile o di un impianto di dimensioni superiori, anche con coperture industriali”. Per fare tutto ciò è necessario un sistema doppio, con una conver-sione della potenza e un’interfac-cia utente grafica, oltre a una serie di funzionalità per permetterne l’interazione.Si stanno già sviluppando, inoltre, altre funzionalità aggiuntive che si basano sulla possibilità di avere un sistema di storage. In pratica “a breve, con un costo aggiuntivo sull’impianto fotovoltaico, si potrà avere una parziale o totale auto-nomia dalla rete elettrica, con ap-plicazioni in parallelo e integrate nelle smart grid”. Ovviamente tale tecnologia al momento è in fase di maturazione, ma è una strada che porterà la rete ad evolvere verso una logica di gestione del consumo più personale e individuale, in cui sarà il singolo a decidere di con-nettersi o meno alla rete. Queste soluzioni rappresentano il primo ingresso dell’elettronica di potenza all’interno dell’ambito consumer.

elettronicA per lA GenerAzione distribuitA“Il mondo sta cambiando” conclu-de Ragazzini, “stiamo passando a un sistema in cui il convertitore diventa di fatto il cardine della trasformazione e dell’inserimento dell’energia in rete. Questo cam-bia drammaticamente le regole nel mondo della distribuzione

dell’energia”. Anche Ser-gio Zanarini, esperto in energetica, concorda con questa visione e ritiene che sia giunto il momen-to di pensare a un nuovo modo di produrre e distri-buire l’energia. “Occorre ricostruire a riadattare la rete di distribuzione e la sua componentistica. In particolare l’elettronica di potenza consente ora di creare macchine elettriche di generazione distribuita senza inerzia, capaci di reagire a qualsi-asi transitorio in millesimi di se-condo, sotto il controllo di micro-processori. Con queste premesse si prospetta uno spazio infinito di sviluppo purché i nostri politici consentano la nascita e l’applica-bilità dei nuovi apparati”.

lA microcoGenerAzione ibridAEsiste già, spiega Zanarini, la possibilità di creare micro centrali completamente automatiche che possano essere distribuite sul territorio e riporta l’esempio di una tecnologia realizzata insieme al suo team di esperti. “Si trat-ta” spiega “di microcogeneratori con un rendimento energetico di sfruttamento della fonte primaria – metano, gpl o idrogeno – vicino al 90%, in grado di mantenere co-stante tensione e frequenza, con consumi di metano proporzionali alla potenza richiesta. Queste centrali possono essere associate in modo automatico per ridurre i consumi con generatori da fonti rinnovabili. Possono essere abbi-

nate anche a sistemi di assorbi-mento per produrre freddo, caldo o acqua potabile, in quanto è pos-sibile regolare la temperatura dei fluidi in uscita”. Inoltre le micro centrali possono essere poste in parallelo su una smart grid, con-nessa a una rete convenzionale. Non solo, “il surplus di energia prodotto dalle fonti rinnovabili connesse può essere immesso in rete ed essere trasformato in idrogeno per generare metano di alimentazione dei motori endoter-mici di ogni microcogenerazione”. In questo modo è possibile ridurre ulteriormente l’emissione sia di NOx che di CO2 e aumentare, nel contempo, l’efficienza energetica. Le microreti sparse sul territorio possono poi essere gestite in re-moto da un’unica centrale virtuale che controlli e monitori i consumi energetici dei singoli consumatori. “Si vengono così a creare anche diverse attività manutentive, occa-sione per la nascita di nuove com-petenze e professionalità”. In sin-tesi soluzioni, idee e tecnologie già esistono; manca solo la possibilità di attuarle e cambiare davvero il futuro energetico del paese.

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“Le FER potranno essere una soluzione, ma viste in un cluster

di tecnologie che permetterà all’Italia di andare verso una

forma più sostenibile di fruizione dell’energia”

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Perché rottamare

Alla base della mobilitazione del settore energetico c’è e deve restare una semplice do-manda: perché rottamare gli impianti elettrici? Così come devono rimanere salde le ri-sposte che costituiscono lo scopo dell’intero progetto per il rinnovo del parco impian-tistico italiano. Innanzitutto “perché occorre garantire la sicurezza” afferma Claudio

Zambonin, presidente della Fondazione Opificium. E parla di dovere morale del settore, che ha il compito di fare in modo che gli incidenti, spes-so mortali, legati a guasti o al mal funzionamento degli im-pianti elettrici, non avvengano più. “Dobbiamo aumentare non solo la sicurezza delle persone ovvero dei fruitori de-gli impianti, ma anche quella

degli edifici, dell’ambiente e, in ultima analisi, del paese, dell’intero sistema elettrico nazionale”. Le abitazioni, inol-tre, stanno diventando sem-pre più anche luoghi di lavoro, con la crescita del personale a servizio dei bisogni delle case e delle famiglie italiane. “Sarà dunque necessario che gli impianti sappiano rispondere anche a tutta la normativa re-lativa agli ambienti di lavoro, dove sia prevista la presenza di lavoratori subordinati”.Rottamare gli impianti deve significare anche rispar-mio energetico. “Le nuove tecnologie sono in grado di ottimizzare l’energia e la sua fruizione nelle singo-le abitazioni. Tutto questo deve essere legato però a un aspetto importantissimo, la manutenzione degli impianti”. Perché, spiega Zambonin, se è certamente vero che è ne-cessario rottamarli e rifarli, è altrettanto fondamentale incentivare la loro corretta conservazione. Se non si agis-se in questi termini il rischio,

Per il settore elettrico è giunto il momento di agire Per contribuire a dotare l’italia di un Piano energetico moderno e comPetitivo. volontà e caPacità non mancano, occorre riuscire a coinvolgere la Parte Politica

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Claudio Zambonin

Fondazione Opificium

Giancarlo Profeti

FME – Federazione

Nazionale Grossisti Distributori

di Materiale Elettrico

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Perché rottamare

oltre a un’evidente diminu-zione delle loro funzionalità e conseguentemente della sicurezza che sono capaci di garantire, sarebbe anche quello di trovarci tra qualche anno in questa stessa situa-zione di obsolescenza.

Il ruolo del settoreCome arrivare alla rottama-zione? In Italia, continua il presidente di Opificium, ci sono 10 milioni di impianti da rifare, “abbiamo avuto dei numeri importantissimi e la rottamazione può costituire un ottimo meccanismo anche per rilanciare lo sviluppo e creare nuovi posti di lavoro. Per poterla spingere certa-mente chiederemo un contri-buto, un dispositivo legislativo che ci aiuti a realizzarla”.“Occorre che, sotto il profi-lo energetico, l’Italia si dia un driver per avere il prima possibile un piano energetico nazionale e un convegno na-zionale sull’energia” intervie-ne Giancarlo Profeti, direttore generale di FME (Federazione Nazionale Grossisti Distri-butori di Materiale Elettrico). Il settore, che già in passato aveva chiesto al Governo di aprire un tavolo per discutere concretamente sulla situa-zione impiantistica italiana, è pronto a fare la propria parte per giungere a una strategia energetica condivisa. “Dob-biamo fare crescere questo paese” aggiunge. “Da una

parte ci attende la sfida dello sviluppo sostenibile delle città, dall’altra abbiamo im-pianti datati”. È giunto il momento di insistere per la loro revisione, afferma, “occorre im-porre una data a parti-re dalla quale stabilire che i vecchi impianti non possono essere più considerati a norma”.

Controllo e rICerCa“È però importante” sottolinea ancora Zambonin “che tutto questo passi per una verifica terza, che consenta di certifi-care in modo formale e sicu-ro l’operato dei tecnici”. Per ridurre i rischi di incendio e quelli di scosse elettriche, un impianto elettrico deve essere a norma, realizzato a regola d’arte, e deve anche essere correlato all’utilizzo di nuove tecnologie. Il mondo accade-mico avrà quindi il compito di procedere sul fronte dello studio di nuove tecnologie e di nuove possibilità di ricerca “perché sarà importate esse-re sempre un passo avanti” conclude. “Infine dobbiamo continuare a interrogarci sulla possibilità di avere una gene-razione distribuita e quindi un sistema paese meno schiavo di pochi punti di produzione e certamente più sicuro dal punto di vista di erogazione. L’energia elettrica non può arrivare in ritardo”.

Un progetto ambizioso ma fattibile. “Per la prima vol-ta ho visto una filiera coesa” aggiunge Profeti, “formata da una pletora di persone che hanno capacità, intelligenza e voglia di fare. E questo, a mio parere, è il grande successo dell’operazione che stiamo conducendo. Dobbiamo porre un tassello su cui innescare altri interventi che portino allo sviluppo di un piano ener-getico al quale prenderemo tutti parte”. Il settore ener-getico, dunque, deve andare avanti assumendosi le proprie responsabilità, senza atten-dere dall’esterno modelli di riferimento risolutivi. “E se ancora non ci sono riferimenti politici, ce li creeremo noi” conclude Profeti; “questa è la nostra sfida”.

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“Le norme elettriche e gli strumenti tecnici già esistono,

manca solo una volontà legislativa di applicarli affinché

la sicurezza possa essere soddisfatta”

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Guardando al civile

Per analizzare la situa-zione (figura 1) impian-tistica in Italia il primo

dato fondamentale da consi-derare è l’impiego dell’ener-gia elettrica, ovvero il suo gra-do di penetrazione nell’ambito degli utilizzatori finali. Si sco-pre così, spiega Giuseppe Ca-faro, professore al Politecnico

di Bari, che “è un utilizzo non solo significativo, ma addirit-tura crescente nel tempo”. Altra considerazione riguarda i maggiori consumi di energia. “Erroneamente si pensa che l’elettrico sia orientato solo o prevalentemente al setto-re industriale, credendo che occuparsi del terziario o del

civile equivalga a una sorta di ricaduta professionale”. In realtà non solo il settore industriale non è prioritario nei consumi energetici, ma potremmo anche definirlo il più virtuoso, proprio per la sua esigenza di contenere e controllare costantemente i costi. Infatti, a causa del prez-

Il futuro del settore elettrIco è Il cIvIle. è lì che sI dovrà lavorare per mIglIorare prestazIonI e rendImentI, rendendo così Il sIstema elettrIco ItalIano sIcuro e permettendo al paese dI raggIungere glI obIettIvI europeI

Giuseppe Cafaro

Politecnico di Bari

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Figura 1 - La ripartizione dell’uso dell’energia elettrica nel 1978, 1990 e 2010(fonte Terna)

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Guardando al civile

zo che ha in Italia, l’energia è tra le prime voci di spesa delle nostre industrie. “Dall’analisi di tutte le forme di energia – non solo di quella elettrica – emerge quindi che il civile, insieme a quello dei trasporti, è il settore più energivoro. E nell’ambito elettrico ciò è an-cora più vero”.

Scala dei conSumiA dimostrare quanto sia ne-cessario intervenire proprio sul settore civile per rendere il sistema più efficiente sono i dati sui consumi elettri-ci. Nel 2010 si evidenzia un 31,4% dell’energia elettrica

destinato al terziario, un 43,9% al settore industriale e un 22,7% al domestico (figura 1); mentre le proiezio-ni parlano di consumi al 2020 praticamente paritari tra il terziario e l’industria (figura 2). Andando a considerare poi i consumi nello specifico ri-sulta che, tanto nel terziario quanto nel residenziale, una quota che si aggira attorno al 68% viene utilizzata per ri-scaldamento, raffrescamento e per la produzione di acqua calda sanitaria. Nel terziario si aggiunge poi una notevole

presenza di consumi energe-tici per l’illuminazione, che ricoprono circa un terzo del totale; mentre nel residenzia-le ha un peso consistente il consumo per gli elettrodome-stici, pari a circa il 25% della quota complessiva (figura 3).Se nel tempo i consumi cre-scono ed evolvono, lo stesso avviene per gli impianti elettri-ci. Da sempre a loro si chiede di occuparsi “di distribuzione, di garantire sicurezza elettri-ca, nonché continuità e quali-tà di servizio, così come di au-tomazione e on/off di carichi elettrici” spiega ancora Cafa-ro. “Oltre a ciò, oggi l’impianto elettrico deve però rispondere anche a nuove esigenze. In particolare gli si chiede di for-nire nuove forme di sicurezza: antincendio, security, nuovi carichi, quindi anche qualità del servizio differente rispet-to al passato; dal controllo e monitoraggio di altri impianti all’efficienza del sistema, fino alla domotica”.

mercato manutenzioneIn tutto questo la sicurez-za – intesa come sicurezza di qualità del servizio, e di

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“Come filiera abbiamo il compito di dimostrare l’utilità sociale dell’innovazione nel nostro

settore”

Figura 2 - Le proiezioni al 2020 dei consumi energetici in Italia (fonte Terna) Prim

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continuità di utilizzo degli im-pianti – deve rivestire un ruolo centrale. Uno spartiacque importante si è avuto in pro-posito nel 1990. “La svolta c’è stata con la Legge 46/90 che ha imposto i requisiti minimi

di sicurezza. Questo in realtà” specifica Cafaro “rappresen-ta il primo problema per la rottamazione, perché molti impianti attualmente utilizzati sul territorio italiano non pre-sentano ancora il rispetto di

tali requisiti, in sostanza non sono stati mai rivisti”. Occorre poi considerare che i requisi-ti minimi imposti dalla legge conferiscono sicuramente un maggiore livello di sicurezza che, per quanto sia più eleva-to, non è certo assoluto. Se a ciò si aggiunge l’indubbia ca-renza di manutenzione, allora è possibile affermare che gli impianti, sebbene siano stati adeguati dal 1990, non pos-sano dare oggi una garanzia di affidabilità; in sostanza “il nostro parco macchine non è assolutamente sicuro”. Alla 46/90 sono seguite altre nor-me, che tuttavia non hanno ri-solto il problema. Cafaro cita, per esempio, il recente DM 37/2008 “con il quale abbiamo fallito in tema di verifiche” af-ferma. “Negli edifici residen-ziali non c’è ancora nessuno

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Figura 3 - Ripartizione dei consumi energetici specifici nei settori terziario e residenziale(fonte Terna)

l’impianto elettrico tra vecchie virtù e nuove preStazionin distribuire energia elettrica agli utilizzatorin Sicurezza elettrican Garantire la qualità e la continuità del servizion l’automazione agisce direttamente sull’energian comando on-off dei carichi elettricin un sistema che garantisca la sicurezza dell’edificion un sistema integrato nevralgico (impianti elettrici e speciali)n incremento della quantità e qualità dei carichi con nuove richieste prestazionalin monitorare, controllare e regolare il funzionamento degli altri sistemi energeticin un sistema che garantisca l’efficienza dell’edificio

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strumento che consenta il controllo negli impianti elet-trici, mentre in altri settori impiantistici la verifica viene effettuata”. In realtà leggi e normative esistono, ma non vengono applicate. Ciò di-pende anche dallo “scarso aggiornamento dei tecnici professionisti, unito a una preoccupante insensibilità nei confronti delle indicazioni di aggiornamento impiantistico e componentistico che pro-vengono anche dalle norme CEI e che non vengono segui-te. In tutto questo ritengo che il nostro stesso settore abbia delle responsabilità”.Va altresì notato che la manu-tenzione riscontra un deficit sia da parte dell’utente sia da parte degli installatori. “Raramente la dichiarazione di conformità viene accompa-gnata da un manuale di uso e manutenzione, come espli-citamente cita il DM 37/2008 il quale, tra l’altro, fa precisa menzione al fatto che la vali-dità della conformità dell’im-pianto sia subordinata alla sua corretta manutenzione”. Rispettare questa disposizio-ne, spiega ancora Cafaro, non solo garantisce la risponden-za ai parametri di sicurezza, ma significa anche per le aziende installatrici garantirsi nuovo lavoro e crearsi una fet-ta di mercato basata proprio sugli interventi manutentivi. “Dunque il deficit cultura-le, insieme all’assenza del

manuale d’uso, crea l’idea da parte dell’u-tilizzatore di avere a che fare con prodotti a manutenzione zero. Per altro la mancanza di quest’ultima limita anche l’aggiornamento tecnologico e di con-seguenza la qualità degli im-pianti, seppure già adeguati”.

efficienza domoticaAll’impianto elettrico si chiede anche di essere sempre più efficiente, soprattutto in vista degli obiettivi posti al 2020 dalla nuova direttiva europea del 19 maggio 2010 (2010/31/UE) sulla prestazione energe-tica in edilizia. “Non bisogna dimenticare che i tempi sono davvero molto stretti. Se è vero che si pone l’esigenza di arrivare nel 2020 ad ave-re edifici a energia zero con

le rinnovabili, per gli edifici pubblici la scadenza è anti-cipata al 2018, mentre i piani nazionali dovranno provvede-re interventi e uno standard per i nuovi edifici già entro il 2015. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo necessa-riamente efficientare i con-sumi”. Un aiuto importante arriva dalle norme UNI e CEI che impongono di migliorare il livello energetico degli edi-fici attraverso la domotica, in quanto “è in grado di interve-nire efficacemente sul com-portamento umano”.

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“La tecnologia impiantistica ha un brillante futuro e, allo

stesso tempo, offre interessanti opportunità lavorative”

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Il futuro è mIcro

La rottamazione degli im-pianti elettrici, in aggiunta alla necessità di aggiornare la rete impiantistica, costi-tuisce anche l’occasione per risolvere alcune problemati-che connesse alla struttura elettrica del paese. Giuseppe Parise, presidente di AEIT Lazio, parla proprio delle evoluzioni possibili e di quel-le auspicabili. Entrando nello

specifico, spiega perché la distribuzione a bassa ten-sione sia, a suo avviso, com-pletamente da rifare, mentre occorre intervenire anche sul costo dell’energia, adottando un risparmio tariffario ac-curatamente impostato che permetterebbe di ripagare i costi della rottamazione, rag-giungendo persino un’utilità di ritorno. “Ci sono numerose

aree di sviluppo sulle quali si può agire” afferma.

Innovare nel metodo e nelle leggIIl mondo accademico, insie-me al settore elettrico nel suo complesso, anche attra-verso le associazioni come AEIT, ha l’obbligo di proporre nuove soluzioni. “Siamo in grado aprire al più diretto perseguimento degli obiettivi ecocompatibili, lavorando alla formazione dei tecnici e a una corretta informazione. Questa deve avvenire anche attra-verso l’adeguamento di un linguaggio che sia chiaro per l’opinione pubblica”. Occorre riuscire a veicolare il giusto messaggio sulle problemati-che da affrontare e soprattut-to, “bisogna fare attenzione a chiarire esattamente ogni aspetto, evitando equivoci e falsità”. Il mondo dell’elettrico, insom-ma, deve innovarsi. Nel parla-re di innovazione si fa sempre riferimento a quella inerente alla tecnologia, deve invece

RottamaRe i vecchi impianti elettRici può spingeRe all’intRoduzione di soluzioni evolute, in cui i sistemi elettRici del Residenziale si basano su micRosistemi utilizzatoRi efficienti e taRiffe uguali peR tutti

Giuseppe Parise

AEIT Lazio – Federazione

italiana di elettrotecnica,

elettronica, automazione,

informatica e telecomunicazioni

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Il futuro è mIcro

essere presa in considerazio-ne anche quella metodologi-ca e organizzativa, “occorre utilizzare metodi nuovi” dice Parise.Con la medesima urgenza serve anche un dispositi-vo di legge appropriato. La diffusione dell’innovazione tecnologica, infatti, necessita assolutamente di un’evoluzio-ne dello status quo normativo verso l’ecoprogettazione degli impianti elettrici negli edifi-ci. “Nell’ambito delle utenze residenziali l’attuale distri-buzione in bassa tensione è inadeguata a soddisfare in maniera esauriente le nuove esigenze delle abitazioni, che si tratti di quelle energetiche, di quelle legate alla sicurezza evoluta e di prestazioni funzio-nali”, come del resto prevede la norma CEI 64-8 V3.

Idea mIcrosIstemaPer soddisfare questi nuovi bi-sogni “la soluzione più idonea” afferma Parise “è collegare le aree alimentate da uno stesso polo BT (bassa tensione) o MT (media tensione) organizzate in microsistemi utilizzatori. In pratica, il punto di consegna MT o BT, di proprietà o con-cesso in fruizione, sarebbe unico. In questo modo complessi residenziali o commerciali potrebbero trasformarsi in sistemi elettroenergetici e di Ict ridotti, capaci di favorire livelli più elevati di efficien-

za e migliore qualità dell’energia. Non solo, sarebbero anche in grado di garantire una sicurezza evoluta ed essere autogestiti, per esempio attraverso la cogenerazione”. La produzione locale di energia verrebbe così correttamente mirata all’au-toconsumo.I microsistemi poi offrono un’altra possibilità di grande interesse per l’utente. “Se collegati a servizi comuni, come per esempio in un con-dominio, consentono infatti di richiedere la tariffa non resi-denziale”, godendo così anche di un risparmio economico.Attualmente, in base al qua-dro regolatorio odierno, è possibile realizzare un mi-crosistema elettrico con una soluzione mista. In sostanza consiste nella realizzazione di una struttura “in cui vi è la distribuzione tradizionale alle unità immobiliari e l’impian-to di terra globale, mentre l’impianto dei servizi comuni – quelli condominiali tradizio-nali, il riscaldamento e il raf-frescamento, e l’acqua calda sanitaria – viene integrato con interventi di efficienza ener-getica e di fonti rinnovabili, che consentono autogestione e tariffe non residenziali”.L’idea di puntare alla realizza-zione di microsistemi utilizza-tori darebbe modo, quindi, di favorire lo sviluppo dell’eco-

progettazione di impianti per gruppi di utenze.

IntellIgente rIpartIzIoneParise prospetta anche un uso più intelligente dell’energia nelle unità abitative. “Con il ricorso a una tariffa meteori-ca, si potrebbe rinunciare alle attuali tariffe multiorarie pro-grammate, e calcolare i costi energetici in base all’utilizzo effettivo e al tipo di prelievo effettuato”.Tutto ciò è una delle possi-bilità che si delineano per il sistema elettrico italiano e la rottamazione degli impianti è un’ottima occasione per ten-tare questo tipo di sviluppo; una prova ulteriore di come si dimostri una via di assoluta convenienza per il settore ci-vile. Il servizio elettrico di do-mani, quindi, dovrà garantire “l’autonomia locale di produ-zione e consumo dell’energia elettrica; nonché la parità di trattamento delle utenze, il chilowatt e le tariffe” conclu-de Parise “dovranno essere uguali per tutti gli utilizzatori che hanno le medesime ca-ratteristiche di prelievo”.

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“Dobbiamo intervenire sulla distribuzione, sui costi energetici

eccessivi e su un sistema tariffario da ammodernare”

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Tra realTà e percezione

Quando si parla di sicurezza si intende la probabilità che un certo evento sfavorevole

non accada”. Esordisce così Vito Carrescia, professore del Politec-nico di Torino, intervenendo nel dibattito sulla situazione impian-tistica italiana. “Gli eventi sfavore-voli in campo elettrico riguardano la folgorazione e gli incendi dovuti al mal funzionamento dell’im-

pianto”. Di fatto, se si analizzano le statistiche, si scopre che gli impianti elettrici nelle abitazioni in Italia causano ogni anno circa 40 morti folgorati e 10 morti per incendi di origine elettrica, ovvero una media di un decesso alla set-timana. Dati che devono allarmare e che da soli dovrebbero fare capi-re la necessità di intervenire per evitare il ripetersi di simili eventi.

Tuttavia si riscontrano compor-tamenti che sembrano lontani da tali preoccupazioni, sia da parte degli utilizzatori finali sia nell’am-bito di provvedimenti a livello legislativo. Se si analizza la situa-zione dell’impiantistica elettrica domestica del paese emerge un quadro sconfortante; “abbiamo in esercizio impianti elettrici in cui i componenti sono vecchi, mal installati e con uno stato di con-servazione pietoso; alcuni risa-lenti addirittura alla Prima guerra mondiale”.

Perché questo atteggiamento di poca cura nei confronti di un così importante elemento presente nelle nostre abitazioni? In realtà molto dipende da un’errata perce-zione del pericolo che porta a non curarsi delle possibili conseguen-ze che si possono avere dall’uso di un impianto elettrico non sicuro. E se non è certo l’unico pericolo che abbiamo dentro le nostre case, è però quello meno riconosciuto. Per esempio, continua Carrescia “sempre in base alle statistiche, il gas è considerato molto più pe-ricoloso dell’elettricità, sebbene

EducarE l’utEnza all’importanza di adEguarE gli impianti ElEttrici significa contribuirE a limitarE i danni provocati ogni anno dall’obsolEto parco impiantistico italiano, molto spEsso sottovalutato da un’Errata pErcEzionE dEl pEricolo

Vito Carrescia

Politecnico di Torino

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Tra realTà e percezione

provochi la metà degli infortuni mortali. Se ne ha una diversa per-cezione del rischio e i motivi sono svariati, l’elettricità è silenziosa, la si percepisce meno rispetto al gas, inoltre questo provoca inci-denti multipli e dal forte impatto. Tanto è vero che l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg) e il Comitato italiano per il gas (Cig) pubblicano regolarmente la statistica degli infortuni provocati dal gas e hanno istituito un’assi-curazione obbligatoria per danni da gas compresa nei costi della bolletta. Non solo, i distributori verificano tutti gli impianti prima di collegarli alla rete”. Queste stesse accortezze non vengono prese, invece, nei confronti dell’e-nergia elettrica; addirittura “molti distributori elettrici non richiedo-no nemmeno la dichiarazione di conformità per le nuove forniture e per gli aumenti di potenza con-trattuale come dovrebbero fare in base al DM 37/2008”.

Nella graduatoria dei rischi per-cepiti all’interno delle abitazioni domestiche al gas seguono l’in-quinamento elettromagnetico e quello luminoso. In ambedue i casi la legge ha preso dei prov-vedimenti per contenerli, in par-ticolare “per l’inquinamento elet-tromagnetico i limiti di legge in Italia sono i più severi al mondo”.

Un ennesimo esempio è dato dall’ascensore, altro elemento che, pur essen-do secondo le statistiche il posto più sicuro della casa, in realtà viene con-siderato molto pericoloso, “tanto che un decreto di circa 10 anni fa impose un adeguamento degli ascensori, che fu poi bloc-cato da una sentenza del Tar”.

Di fronte a questa situazione di-venta chiaramente prioritario in-tervenire per aggiustare la perce-zione del rischio dell’utilizzatore. “Il nostro compito come settore” dichiara Carrescia “deve esse-re attirare l’attenzione generale sugli impianti elettrici; dobbiamo condurre un’operazione mediatica che colpisca nel segno per porre l’accento sul problema della pe-ricolosità dell’utilizzo di impianti

elettrici non a norma e spingere così verso il loro adeguamento. Abbiamo il dovere di impedire che quei 50 decessi all’anno continui-no a verificarsi sistematicamente. Dobbiamo sollecitare il rifacimen-to degli impianti e fare in modo che il valore del lavoro dei tecnici professionisti venga riconosciu-to dall’intera collettività, perché migliora il risparmio energetico e aumenta la sicurezza delle nostre abitazioni, non solo dal punto di vista strettamente elettrico”.

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“Occorre una politica mediatica forte, che colpisca nel segno e

attiri l’attenzione sulla necessità del rifacimento degli impianti

elettrici italiani”

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Salvatore Siracusa

AEIT – Federazione italiana

di elettrotecnica, elettronica,

automazione, informatica

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ObiettivO sicurezza

La sicurezza di un impianto si esplica nel rispetto di accor-gimenti che interessano le di-

verse fasi di quella che viene definita catena di sicurezza. Entra nel merito di questo argomento Salvatore Sira-cusa di Aeit. “L’esecuzione a regola d’arte è necessaria e obbligatoria” afferma, “sebbene non sia sufficien-te a garantire in maniera totale la realizzazione della sicurezza finale.

Questa infatti è costituita da una sequenza di fasi; se si rompe uno di questi anelli, la sicurezza stessa vie-ne a mancare” (figura 1). Nel decreto legislativo 81 del 2008 – in materia di tutela della salute e della sicurez-za nei luoghi di lavoro – “il legisla-tore ha sollecitato i datori di lavoro a prendere opportuni provvedimenti per la riduzione dei rischi elettrici in tutte le seguenti fasi: progettazione,

costruzione, installazione, utilizza-zione e manutenzione”.

Gli step per essere sicuriL’obbligo alla progettazione è stato previsto anche dalla Legge 46/90 che, in questo ambito, ha fatto com-piere al settore notevoli passi avanti. Lo stesso si dica per la costruzione dei componenti degli apparecchi elettrici, “regolamentati dalla Leg-ge 186/68, nel caso specifico degli impianti elettrici, e dalle direttive bassa tensione ed Emc”. Ad essere normata dalla 46/90 è anche la fase dell’installazione, “in particolare la legge stabilisce che l’installatore è il responsabile della realizzazione a regola d’arte dell’impianto ed è, quindi, la figura in grado di garantir-ne la corretta esecuzione attraverso la certificazione”.La sicurezza dipende, naturalmente, anche dall’utilizzo che si fa dell’im-pianto. Le ultime fasi della citata ca-tena sono costituite, infatti, proprio dall’utilizzazione e dalla manuten-zione. Nel primo caso si deve notare una grave mancanza di comunica-zione, i processi di informazione che sono presenti in genere nel settore industriale, risultano invece com-

La sicurezza dipende da obbLighi LegisLativi che vanno imposti e da comportamenti che vanno insegnati. iL settore eLettrico deve spingere verso questa dupLice direzione per rendere Le nostre case Luoghi davvero sicuri in cui vivere

Figura 1 - La catena di sicurezza

progettazioneDM 37/08 - obbligo di progettazioneGUIDA CEI 0-2

costruzioneDirettive comunitarie (bassa tensione / EMC)Legge 186/68 - Norme di buona tecnica

installazioneDM 37/08 - Dichiarazione conformitàLegge 186/68 - Norme di buona tecnica

utilizzazione

Legge 186/68 - Norme di buona tecnica

D . Lgs. 81/08 - TU per la sicurezza

Indicazioni costruttore, progettista, manutentore

Manutenzione

Legge 186/68 - Norme di buona tecnica

GUIDA CEI 0-10 / 0-10 / ecc. Indicazioni costruttore, progettista, manutentore

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“Le norme elettriche e gli strumenti tecnici già esistono,

manca solo una volontà legislativa di applicarli affinché

la sicurezza possa essere soddisfatta”

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ObiettivO sicurezza

pletamente assenti in quello civile. E strettamente connesso a questo vi è l’ultimo aspetto riguardante il man-tenimento e il controllo delle funzio-nalità dell’impianto. “In assenza di manutenzione, infatti, i parametri di sicurezza possono avere dei proble-mi e l’impianto risultare a rischio”.

NessuN accertaMeNto“Il grande problema è che in Italia non c’è l’obbligo di verifica e con-trollo sul civile”. Questo è conferma-to anche dall’analisi degli infortuni che riguardano incidenti causati da impianti elettrici. Da indagini effet-tuate da Prosiel sono emerse alcune cause comuni: da componenti elet-trici danneggiati alla mancanza o al cattivo funzionamento del dispositi-vo del differenziale, dall’inadegua-tezza degli interruttori all’assenza degli impianti di terra fino al cattivo utilizzo dell’apparecchiatura e alla disposizione errata dei componenti elettrici. Tutte problematiche che potrebbero essere risolte facilmente attraverso l’adeguamento dell’im-pianto e una corretta manutenzione.Siracusa cita inoltre i risultati di una ricerca promossa negli anni No-vanta dal Politecnico di Milano che aveva evidenziato come il 50% degli infortuni elettrici avvenisse proprio nelle abitazioni, mentre al di fuori del settore civile, il 30% degli infor-tuni si verificasse nei cantieri. Ciò significa che, a differenza di quanto si immagina, “il settore industriale risulta essere il più sicuro, ovvero si-gnifica che si è più sicuri sul posto di lavoro. Le motivazioni” spiega “sono soprattutto la scarsa informazione del rischio elettrico, la non rispon-

denza dell’impianto alla regola d’arte e l’assenza di manutenzione che, se è un punto carente nel settore industriale, risulta essere praticamente sconosciuto nel civile”. Eppure esisto-no da anni leggi nel nostro paese che obbligano all’a-deguamento degli impianti elettrici anche domestici, per esempio, il Dpr 447 che aveva imposto questo ob-bligo già nel 1991. “A distanza di 20 anni risulta ancora che il 18% delle unità abitative è privo di differen-ziale, il 52% degli impianti presenta rischi di elettrocuzione e il 13% è a rischio incendio”.Ma “la messa a norma degli impian-ti è in funzione anche della sensibi-lità e della conoscenza dell’utenza” spiega ancora Siracusa. Manca una reale consapevolezza dell’impor-tanza di rendere sicura la propria casa dal punto di vista elettrico, tanto che, sempre da una ricerca condotta sul tema, risulta che “il 64% degli interventi sugli impianti elettrici sono stati fatti non per pre-sa coscienza della pericolosità degli stessi, ma perché realizzati in corso di ristrutturazioni o adeguamenti dell’abitazione. Si tratta quindi di interventi motivati da altro”. Inoltre molto spesso l’utente confonde la funzionalità dell’impianto con la sua sicurezza, illudendosi erroneamen-te che i due aspetti siano sinonimi.

struMeNti Nelle Nostre MaNiMa quali sono le motivazioni di questa carenza di attenzione?

Molto semplicemente “mancano gli obblighi legislativi. La nostra legislazione, infatti, tutela dai ri-schi gli ambienti nei quali viviamo nel caso di presenza di lavoratori subordinati. In queste circostanze sono previsti specifici controlli con valutazione del rischio, obbligo di protezione dal rischio di fulmini e di esplosione, obbligo di manuten-zione e di verifica”. Occorre dunque da un lato sollecitare una corretta informazione sull’importanza di una maggiore sicurezza attraverso la scuola, i media e gli organi istitu-zionali; dall’altro attivare un siste-ma di controllo e verifica dello stato degli impianti elettrici, nonché di una loro successiva manutenzione, seguendo le norme elettriche e tec-niche che già esistono. “Questo permetterebbe, tra l’altro, di scoraggiare il “fai da te” e di te-nere sotto controllo la professiona-lità degli installatori. Gli strumenti per fare tutto ciò li possediamo già” conclude Sira-cusa, “manca solo una volontà legislativa di applicarli, affinché la sicurezza possa essere finalmente soddisfatta”.

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Domotica protagonista

Che siano sicuri e permettano di usare in maniera più efficiente l’energia. Sono queste le ca-

ratteristiche principali che vengono richieste a un impianto elettrico. Per sicurezza si intende migliorare la vivibilità di un edificio, non esclusi-vamente dal punto di vista impianti-stico bensì dell’intero sistema. Men-tre l’efficienza non va identificata con la mera riduzione dei costi, ma significa riuscire a ottimizzare l’uso dell’energia risparmiando senza ab-

battere i livelli di performance. In se-condo luogo, un impianto deve dare comfort e, in ultima istanza, essere tecnologico. A rispondere a tutte queste esigenze ci pensa la home & building automation.

Norma europeaIn Europa la domotica è normata dalla CEN UNI EN 15232 che parla di prestazione energetica degli edifici e dell’influenza di automazione, con-trollo e gestione dell’edificio. “Per la

prima volta” spiega Massimo Valerii, presidente di Konnex, “la norma dà numeri di riferimento e classifica i sistemi di automazione in quattro classi di efficienza energetica, tra i quali i primi due, A e B, indicano gli edifici a più alta efficienza, che non potrebbero essere attuati senza un’infrastruttura domotica. La nor-ma indica anche i metodi di calcolo per stabilirli, divenendo uno stru-mento fondamentale per il proget-tista, che può così prevedere quanto

La home & buiLding automation risponde a tutte Le richieste che si rivoLgono a un impianto eLettrico, ovvero sicurezza, efficienza, comfort e tecnoLogia

Massimo Valerii

Presidente di Konnex

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Figura 1 - Il futuro degli impianti

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Domotica protagonista

risparmio si può attendere da una determinata tecnologia o funzione”. I parametri contenuti nella direttiva sono però importanti anche dal pun-to di vista politico, aiutano infatti a quantificare una possibile incentiva-zione sulla base di quanto risparmio possano garantire.

ricerca di qualificazioNe tecNica“In tema di sicurezza un elemento importante è dato dalla capacità dei sistemi di automazione di sottrarre la tensione elevata dal comando o dall’oggetto con cui l’utente interagi-sce”. Non solo, la home & building automation “permette anche di ge-stire funzioni che prima non erano controllabili. L’appendice A alla nuo-va variante V3 della norma CEI 64-8, in vigore da settembre 2011, parla per la prima volta di regolamentare le prestazioni degli impianti in am-bienti residenziali. È rivoluzionaria soprattutto dal punto di vista della si-curezza, perché evita interventi fuori

controllo”. Nel residenziale, spiega infatti Valerii, c’è una forte tendenza al ricorso al “fai da te” ed emanare una norma che preveda dota-zioni di impianto più elevate diventa garanzia che ci si ri-volgerà necessariamente a un installatore professioni-sta, proprio per la comples-sità tecnica del lavoro. “In questo modo si riesce a interviene sia sulla sicurezza sia sullo sviluppo tecnologico del settore”.

predisposizioNe futuraLa domotica entra in maniera pre-ponderante anche nel tema dell’effi-cienza energetica. “Avere dispositivi che si sostituiscono alla dimentican-za dell’utente è certamente positivo e l’automazione consente di gestire il controllo dell’energia e di impiegare sistemi di produzione più efficienti, anche attraverso l’uso di fonti rinno-vabili”. Infine dal punto di vista della

tecnologia, “la domotica, aumen-tando la complessità delle funzioni, predispone a costo zero tutta una serie di ulteriori funzionalità che è possibile inserire nell’impianto in un secondo momento. In pratica riduce i costi per l’introduzione di nuove tec-nologie” (figura 1). Anche in questo caso, sottolinea Valerii, la domotica finisce per “aumentare l’affidabilità dell’impianto e, soprattutto, per ri-chiedere una maggiore professiona-lità”. Il suo sviluppo va visto, dunque, anche in termini di opportunità per fare formazione, “per riqualificare la categoria degli operatori e degli installatori dell’elettrico, e dare loro gli strumenti perché si riapproprino di certe tecnologie che hanno perso a favore della termotecnica”. Con-siderando che la normativa sulla domotica già esiste, su cosa altro si può intervenire? “Sicuramente” conclude il presidente di Konnex “ci sarebbe bisogno che la home & buil-ding automation venisse considerata uno strumento per fare efficienza energetica e inserita nel meccani-smo dell’incentivazione statale. E nel frattempo occorre realizzare uno standard che guidi l’installatore e l’utente finale nella scelta dei si-stemi domotici”.

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“La domotica dovrebbe essere inserita nel meccanismo

dell’incentivazione statale in quanto strumento per fare

efficienza energetica”

uNo staNdard iNterNazioNaleLa domotica è nata da esigenze di ottimizzazione dei costi per poi sviluppare anche l’aspetto legato all’efficienza energetica, alla comodità e al comfort. Per potere garantire il rispetto di determinati parametri funzionali i sistemi di automazione possono fare riferimento allo standard internazionale KNX. “Si tratta di una tecnologia nata in Germania oltre 20 anni fa come standard spontaneo per sistemi di home & building automation, riconosciuto poi dalle norme a partire dal 2003” spiega Massimo Valerii, presidente di Konnex. “Dall’Europa si è presto diffuso oltre i confini comunitari, tanto che oggi la KNX Association che lo promuove è presente in tutto il mondo e, soprattutto, lungo tutta la filiera. Lo standard KNX, infatti, è un sistema aperto, non proprietario, con alle spalle un consorzio di aziende elettriche ed elettrotecniche. Oltre alla diffusione dello standard, l’associazione si occupa della formazione degli attori che operano per realizzare gli impianti, dai progettisti agli installatori, e della certificazione dei prodotti, a garanzia dell’utilizzatore finale”. P

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napoli22 settembre 2011

illuminare meglio

consumando meno

torino6 ottobre 2011

io certifico,tu controlli:

cosa cambierà negli impianti

elettrici intelligenti?

le aziendein prima

fila

le aziendein prima

fila

Opera prestigiosa, la cui pro-gettazione è stata affidata ad un’associazione temporanea

di imprese capeggiata dallo studio di New York Pei Cobb Freed & Part-ners, il nuovo Palazzo Lombardia si affianca allo storico Grattacielo Pi-relli come sede di tutti gli uffici po-litico/amministrativi della Regione.Il comprensorio di edifici è situato in un’area di 33.700 metri quadrati compresa tra via Pola, via Melchior-re Gioia e via Restelli, nella zona compresa tra le Stazioni Centrale e Garibaldi, ed è dominato dalla tor-re in calcestruzzo armato, acciaio e vetro, di 42 piani fuori terra, alta 161,3 metri. Il grattacielo, oggi il più alto di Milano e d’Italia, è circondato da un sistema complesso di edifici curvilinei, alti dai sette ai nove piani, collegati da una piazza ovoidale con una copertura in materiale plasti-co. Completano l’area, che vuole proporsi come nuovo centro di ri-ferimento per la vita cittadina, oltre 26.000 metri quadrati di parcheggi interrati, 3.300 metri quadrati di aree a bosco e 7.000 metri quadrati di giardino pensile.

Tecnologie all’avanguardia per una migliore efficienza energeticaIl progetto del Palazzo Lombardia

prevede l’utilizzo di soluzioni tecno-logiche innovative e all’avanguardia, grazie alle quali puntare al massimo risparmio energetico e ad un profilo di alta sostenibilità ambientale.In particolare, la progettazione costruttiva e la realizzazione degli impianti per la produzione di acqua calda e refrigerata per la climatiz-zazione degli ambienti è stata ese-guita dal Consorzio Climatek, com-posto dalle aziende Aertermica di Brescia e dal Gruppo PSC di Roma.L’acqua refrigerata per l’impianto di climatizzazione viene prodotta con due gruppi frigoriferi, con compres-sore di tipo centrifugo, e quattro gruppi con compressore a vite, con condensazione ad acqua di falda o, in caso d’emergenza, con acqua di torre. Funzionando a pompa di calo-re, tre dei quattro gruppi frigoriferi con compressore a vite provvedo-no, poi, alla produzione dell’acqua calda, utilizzando come sorgente di calore o l’acqua di falda, o l’edificio stesso (contemporaneità di condi-zionamento/riscaldamento), in fun-zione delle condizioni esterne.

Controllo ottimale dei motoriUna struttura impiantistica così complessa richiede l’utilizzo di un consistente numero di motori

Palazzo lombardia: una nuova eccellenza Per milanoTanTe funzioni e TanTi servizi per la nuova sede della regione lombardia, doTaTa di Tecnologie all’avanguardia, Tra cui i converTiTori di frequenza abb, per una migliore efficienza energeTica

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elettrici che, oltre a rappresentare una significativa quota dei consumi energetici, quando sono accoppiati con sistemi tradizionali di controllo a macchine fluidodinamiche posso-no anche essere fonte d’inefficienze energetiche. Per ovviare a questi possibili inconvenienti, i progettisti di Aertermica hanno deciso di affidarsi ai convertitori statici di frequenza ABB ACH550 per regolare il funzio-namento dei sistemi di condiziona-mento e di ventilazione dell’edificio, e per il sistema di pompaggio della centrale idrica. In un’applicazione quale quella realizzata nel Palaz-zo Lombardia, l’impiego di queste apparecchiature può portare ad un risparmio medio di energia elettri-ca del 50 per cento, con punte del 70÷80 per cento nelle situazioni più favorevoli. Considerando che in que-sto progetto sono stati installati oltre 100 inverter, con potenze comprese tra 0,75 e 30 kW, si comprende bene quale possa essere il risparmio di energia che si può conseguire, con notevoli benefici anche nel tempo di ritorno degli investimenti effettuati.

ABB S.p.A.Discrete Automation and Motion divisionVia Luciano Lama 3320099 Sesto San Giovanni (MI)Tel.: 02 24141Fax.: 02 24143979www.abb.it/driveswww.abb.it/drivespartners

ProGeTTATI Per L’HVAC

La famiglia di inverter ACH550, che di-spone di un’ampia gamma di potenze comprese tra 0,75 e 355 kW, è stata appo-sitamente studiata da ABB tenendo conto delle peculiarità impiantistiche presenti nel settore HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning), particolarmente esigente, soprattutto per quanto riguarda i disturbi elettromagnetici e la generazione di correnti armoniche. Per questo, nell’in-verter sono integrati sia un filtro primo ambiente classe C2, contro i disturbi elet-tromagnetici, sia reattanze a saturazione variabile lato rete, per ottenere la confor-mità alla Norma IEC EN 61000-3-12. Il convertitore di frequenza è programmato per diverse applicazioni HVAC, ed è dotato di un software che consente di valutare esattamente il risparmio energetico otte-nuto. Inoltre, può ricevere segnali dai sen-sori in campo oppure un segnale 0÷10 V da un PLC e regolare, in funzione di questo, la velocità del motore. È anche in grado, ed alcune applicazioni sono state fatte nel Palazzo Lombardia, di utilizzare il control-lo PID, retroazionato, per ottimizzare in ogni situazione il funzionamento dei mo-tori, garantendo sempre la giusta velocità di rotazione in funzione delle esigenze e contribuendo così ad evitare inutili sprechi di energia. Essendo disponibile nelle ver-sioni IP21 e IP 54, l’inverter ACH550 può essere collocato in un quadro, fianco a fianco, riducendo così gli ingombri totali, oppure a parete; può, inoltre, utilizzare cavi motore di una lunghezza fino a 100 metri mantenendo, senza dover ricorrere ad alcun filtro aggiuntivo, la conformità alle normative relative alle emissioni elet-tromagnetiche. A tutto ciò si aggiunge la facilità d’utilizzo del pannello di controllo, e la possibilità di effettuare il back up dei parametri, che possono, una volta definita la programmazione, essere trasferiti su un’altra macchina, riducendo i tempi di messa in servizio di circa il 70 per cento. 1043

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“Una struttura impiantistica così

complessa richiede l’utilizzo di un

consistente numero di motori elettrici”

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Si parla spesso di eccellenza italiana riferendosi ai mercati tipici del nostro paese: moda,

enogastronomia, lusso… ma esi-stono storie di successo trasversa-li, dovute alla buona gestione, alla capacità di rischiare e investire in ricerca e sviluppo. Una è quella di Riello UPS, oggi leader nel settore UPS in Italia e stabilmente collo-cata tra le prime 4 aziende a livello mondiale in ricerca tecnologica, produzione, vendita e assistenza. L’azienda fa dell’innovazione uno dei propri punti di forza e, grazie a una valida strategia di presidio dei

mercati internazionali, con l’ausi-lio di società commerciali, offre un alto e qualificato livello di servizio alla clientela locale. Così, oggi, l’azienda può arrivare in tutta Eu-ropa, in Cina, Singapore, Australia e perfino in India.

La storiaRiello Elettronica, fondata nel 1983 da Pierantonio Riello, inizia a produrre UPS, nel 1987. Nel 1996 diventa holding con l’obiettivo di creare un grande gruppo italiano ed europeo specializzato in elet-tronica di potenza, concentrando

tutte le attività di produzione di UPS in un’unica società. Il 1997 è un anno decisivo per l’azienda: con l’acquisizione di Aros, noto produt-tore italiano di UPS, stabilizzatori e componenti per l’illuminazione, inizia una serie di importanti ac-quisizioni, come quelle di Inovatec e Converex.Nel 2006, forte delle felici espe-rienze precedenti, l’azienda entra anche nel mercato del solare, grazie all’inizio della produzio-ne di inverter fotovoltaici. Il più recente passaggio nella storia aziendale avviene il 1° gennaio 2011, con la razionalizzazione dei business: sotto il marchio Riello UPS si riuniscono tutti i prodotti legati alla continuità dell’energia, mentre, sotto il marchio Aros So-lar Technologies, quelli legati alle energie rinnovabili. Oggi, In Italia, Riello UPS ha due sedi, una a Legnago (VR) e l’altra a Cormano (MI) con due centri di ricerca specializzati per gamme di prodotti e impiega circa 250 perso-ne in Italia e altrettante in tutto il mondo.L’azienda riesce ad anticipare le tendenze e le necessità del merca-to: fu tra le prime a proporre grup-pi di continuità “high frequency

Storie di SucceSSo italian0Tra le prime 4 aziende a livello mondiale, riello UpS è in coSTanTe creSciTa, grazie agli inveSTimenTi in ricerca e a STraTegie vincenTi di collaborazione con la reTe diSTribUTiva

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transformerless”, molto più inno-vativi rispetto alle architetture “low frequency transformer” in uso al tempo. Ha precorso le normative europee introducendo il sistema di certificazione dei propri apparati, il cosiddetto “Eco level”, molto più stringente delle normative succes-sive emanate.Da anni è attiva nella ricerca di soluzioni finalizzate al risparmio energetico e proprio la capacità di essere tempestivi negli anni ha visto crescere costantemente i propri fatturati, sia in Italia sia sul mercato internazionale.

La strategia e i prodottiRiello UPS presidia ogni singolo anello della catena produttiva: dalla ricerca alla sperimentazione, dalla progettazione fino alla produzione, distribuzione e assistenza post vendita. Questo presidio generale è la formula sulla quale Riello UPS scommette fin dall’inizio dell’atti-vità e continua a essere una delle chiavi del suo successo. Anche a livello commerciale l’azienda se-gue una strategia analoga, con una rete di partner molto capillare che annulla la distanza tra utilizzatore e azienda.Oggi, il fiore all’occhiello di Riello UPS sono le gamme Multi Sentry e Master HP; l’altissimo rendimento rende questi prodotti probabilmen-te i più performanti e “green” sul mercato mondiale. L’azienda offre comunque una pluralità di solu-zioni, dal piccolo UPS per l’utilizzo domestico, ai grandi impianti indu-striali o Data Center. Per questo la distribuzione resta un punto fon-damentale del business di Riello UPS, soprattutto in Italia, dove è l’azienda di riferimento nel merca-to della distribuzione elettrica.Alla distribuzione in senso stretto si affiancano poi rapporti diretti

RPS spaRiello Power SolutionsViale Europa, 7 ZAI37045 S. Pietro di Legnago (Verona)www.riello-ups.it

Contatti Ufficio stampa Riello UPSRGR+39 0587 [email protected]

con grandi utilizzatori, in settori critici come quello dei trasporti (per esempio, la metropolitana di Roma, Torino, Genova eccetera), industriale, IT e altri. Proprio per la sua estrema attenzione alle ne-cessità del canale, Riello UPS ha adottato una politica di ridondanza nella composizione delle gamme, pur di offrire un set di referenze articolato e capace di rispettare le singole esigenze, tecniche e com-merciali, dei clienti. Inoltre lo sviluppo crescente del mercato dei grandi impianti ha richiesto una maggior attenzione nell’affrontare importanti sfide in aree particolarmente critiche e sensibili, come per esempio le TLC e gli ambienti sanitari.

RIELLo UPS E LE SmARt GRId

Riello UPS investe più del 10% dell’intera forza lavoro in ricerca e sviluppo e da tem-po investe in tecnologia per le nuove reti di distribuzione intelligente dell’energia. L’in-novazione tecnologica e le rinnovabili sono nel DNA dell’azienda, che sta concentran-do buona parte del proprio programma R&D nella progettazione di soluzioni che permettano alle applicazioni con accumu-latori di energia di integrarsi e cogliere le opportunità di business delle Smart Grid. La mission aziendale prevede “prodotti di altissima qualità, votati all’efficienza e alla sostenibilità”. I vantaggi su scala globale della tecnologia Smart Grid creeranno nuove forme di business non possibili con le tecnologie attuali e, nella vision di Riello UPS, sarà lo stesso costo della bolletta a spingere la domanda, pubblica e privata, a chiedere soluzioni con una tecnologia che consenta di risparmiare. L’integrazione delle Smart Grid con le energie rinnovabili è la soluzione che Riello UPS propone e per la quale sta sviluppando dispositivi e soluzioni ad hoc.

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“il fiore all’occhiello di Riello UPS sono le gamme Multi Sentry e Master HP; l’altissimo

rendimento rende questi prodotti probabilmente

i più performanti e “green” sul mercato

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i relatori - BoloGNa e roMaMoreno BarbaniResponsabile regionale CNALa CNA - Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa - da oltre sessant’anni rappresenta e tutela gli interessi delle imprese artigia-ne, delle PMI e di tutte le forme del lavoro autonomo. Una realtà che oggi trae forza e peso da circa 670.000 associati.

Giuseppe CafaroProfessore Dipartimento Elettrotecnica ed Elettronica Politecnico di Bari

Vito CarresciaProfessore Dipartimento Energia Elettrica Politecnico di Torino

Giuseppe De BellisNE – Nomisma EnergiaNE Nomisma Energia è una società indipendente di ricerca in campo energetico e ambientale, il cui obiettivo è capire e anticipare le dinamiche di fondo dei mercati e dell’industria, assistendo i propri clienti nella definizione delle loro strategie. Vuole essere un laboratorio di idee per discutere dei temi del mondo dell’energia, caratterizzato da crescenti consumi ed esigenze di sostenibilità.

Dario Di SantoDirettore FireFIRE - Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’E-nergia - è un’associazione tecnico-scientifica indi-pendente e senza finalità di lucro, fondata nel 1987, il cui scopo è promuovere l’uso efficiente dell’energia, supportando, attraverso le attività istituzionali e servizi erogati, chi opera nel settore e promuovendo un’evo-luzione positiva del quadro legislativo e regolatorio.

Mauro GraziaPresidente Collegio Periti di BolognaIl Collegio dei Periti industriali e Periti industriali lau-reati della Provincia di Bologna è certificato UNI EN ISO 9001:2008.

Alberto NucciDIE – Università di BolognaIl DIE - Dipartimento di Ingegneria Elettrica - riunisce i professori e ricercatori aderenti ai settori scientifico-disciplinari di Elettrotecnica, Macchine e azionamenti elettrici, Sistemi elettrici per l’energia e Misure elettri-che ed elettroniche.

Giuseppe ParisePresidente AEIT LazioSalvatore SiracusaAEITDal 1 gennaio 2004 si è ufficialmente costituita l’AEIT - Federazione Italiana di Elettrotecnica, Elettronica, Automazione, Informatica e Telecomunicazioni - di cui fanno parte oltre 6000 Soci Individuali e circa 350 Soci Collettivi (Istituzioni, Università e Aziende) che opera-no nei settori strategici della Federazione.

Enrico Pazzali AD Fiera MilanoFiera Milano SpA è il maggior operatore fieristico italiano e uno tra i maggiori al mondo. Fiera Milano vanta un portafoglio di mostre professionali unico per qualità e varietà degli eventi. Ospita una settantina di manifestazioni all’anno, con 30mila aziende esposi-trici e oltre 5 milioni di visitatori e può contare su una struttura espositiva ai vertici assoluti del mercato fieristico internazionale.Tra le novità del calendario fieristico del 2011, Fiera Milano presenta E.TECH Experience, Biennale Inter-nazionale dedicata a energia, impiantistica elettrica e illuminazione, direttamente organizzata.

Giancarlo ProfetiDirettore FMEFME - Federazione Nazionale Grossisti Distributori Materiale Elettrico - conta attualmente 252 imprese associate, con 1150 punti vendita operanti su tutto il territorio nazionale nel comparto della distribuzione all’ingrosso e al dettaglio di apparecchi e di materiale elettrico nei settori industriale, civile ed illuminotecnico.

Gianluca RagazziniDirettore Tecnico Elettronica SanternoSergio ZanariniResponsabile Scientifico Elettronica SanternoElettronica Santerno SpA progetta e commercializza inverter per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, drives e soft starter per applicazioni indu-striali ed ibride.

Cesare SaccaniDIEM - Università di BolognaIl DIEM – Dipartimento di Ingegneria delle costruzioni meccaniche, nucleari, aeronautiche e di metallur-gia -svolge attività di ricerca in molteplici settori dell’Ingegneria Industriale e di formazione nei settori attinenti all’ingegneria meccanica, energetica, aero-spaziale e gestionale.

Massimo ValeriiPresidente KonnexKonnex Italia è l’espressione nazionale di KONNEX Association, l’Associazione Europea dei costruttori leader di materiale e componenti per l’installazione elettrica, sorta dall’iniziativa dei tre principali consorzi europei, EIBA, BCI, EHSA, che hanno avviato il proces-so di convergenza che ha portato alla definizione del protocollo unico KNX.

Claudio ZamboninPresidente Fondazione OpificiumOPIFICIUM - Osservatorio Dei Periti Industriali Su Formazione, Industria,Cultura D’impresa, Universita’ e Management - ha lo scopo di promuovere, coordinare e sviluppare ricerche, pubblicazioni e attività di for-mazione, studi e convegni in campo tecnico, giuridico, economico e sociale d’interesse della professione del Perito Industriale e per la formazione ed informazione permanente dei Periti Industriali, nonché per accre-scere l’interesse pubblico alle problematiche della sicurezza e dell’ambiente.

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I SOCI

ACMEI SUD SPAALFIERI GIOVANNI & C. SPAAPRILE SRLATS ELETTROFORNITURE SRLBARBACCIA MARIO SRLBATTILORO FORNITURE ELETTRICHE GENERALI SRLBELLENTANI F.LLI SRLBI ESSE SPABOLOGNA SRLCEAL SRLCA.V.EL SRLC.E.M.E. SPAC.E.R. SRLC.E.T. SRLCACCIAVILLANI SRLCATELLI ZANINI ELETTRONICA SPACA.ME.G SPACAVALLONE SRLCERIANI ELETTROFORNITURE SPACIGNOLI ELETTROFORNITURE SRLCIME ELECTRO SERVICE SPACMT SRLCO.IME SRLCOMET SPACOMOLI, FERRARI & C. SPACOPPOLA MARIO SRLCOZZOLINO SRLCUSINATI SRLCOM-CAVI SPA MULTIMEDIADI&ELETTRA SRLD.I.M.E. SRLD.M.E. SRLDEI SRLDEMO SPADESSY SRL

DISMEP SRLD’URZO DOMENICO DISTRIBUZIONE SRLE.B ELETTROFORNITURE BORGHINI SPAEF90 SRLEL.CA SRLE.M.A. CEREDA SRLEDIF HOLDING SPAEL.COM SRLELECTRA SRLELETTRICA VERONESE SRLELETTRO SRLELETTROCOLLI SRLELETTROFORNITURE PADUAELETTROFORNITURE VERBANO SRLELETTROINDUSTRIALE SRLELETTROINGROSS 94 SPAELETTROLAZIO SRLELETTROLUCE SAS DI G. & G. MORETTOELETTROMARKET BASSONI SRLELETTROMATIC SRLELETTROSERVICE SPAELETTROSISTE DUE SRLELETTROWATT SPAELETTROZETA SRLELFI SRLELFI SPAEMME.PI SRLFEEI SRLF.E.P. SRLF.I.M.E. S.P A. F.LLI SCARNATI SPAFABBI IMOLA SRLFEP RIMONDI SPAFERIB 3000 SRLFERRI ELETTROFORNITURE SRLFINPOLO SPA

FO.EL SRLFOGLIANI SPA FORNITURE ELETTRICHEFOREL SRLFOREL 2 SRLFORMEL SRLFULGIDA SRLG. ACERBI SRLGALLI EZIO SPAGALMARINI EMILIO SPAGAROFOLI SPAGDT2GEA SRLGENERAL COM SPAGRUPPO ELETTRA SPAGRUPPO SELECTRA SPAGUARDO SALVATOREHI.MI.EL. SRLI.F.E.L. SRLIMIEL A&G SRLI.M.E.F. SRLIDG SPAIMAT-FELCO SPAIME SRLIMEC SRLIMEP SPAING.EL. SRLL’ELETTRICA SPALICONSO SRLLUCCIOLA SRLM.E.C.I. SPAMECI SRLMAJORANO SPAMARCHE ELETTROFORNITURE AN SRLMARCHIOL SPAMARINI PANDOLFI SPAMATEL DISTRIBUZIONE SPA

MAURI ELETTROFORNITURE SPAMEB SRLMEDEL MEDITERRANEA ELETTRICA SRLMEF SRLMEGAWATT SPAMES SRLMETRO SRLMICCONI VITALE SRLMORETTI SPANEON TOMA ILLUMINAZIONE SRLOR.VE.ME. SRLORTOLOMO ELETTRICITA’ GENERALE SRLPOLVERINI ANGIOLO & FIGLI SPARAMONDO SRLREMA TARLAZZI SPAREXEL ITALIA SPARIMEP SACCHI GIUSEPPE SPASCIACCA I. SRLSETZI OLBIA SRLSIME SPA SMAES SRLSONEPAR ITALIA SOVATEM ITALIA S.R.L.SPELUX SRLSPELUXCT SRLSTRANO SPASVEM SRLT.E.M. SRLV.I.M.E. SRLVIGNUDA SPA VITALE SUD SPAZANI RANZENIGO & C. SPA ZTC SRL

Le regIOnaLI rICOnOSCIute

ACME (Associazione Campania) Presidente V. Alfieri, Delegato V. Alfieri

AERME (Associazione Emilia Romagna)Presidente G. Bellentani, Delegato L. Sacchi

AGMEL (Associazione Puglia Lucania) Presidente N. Logallo, Delegato D. Tavarrilli

AGMELP (Associazione Piemonte Liguria Valle D’Aosta) Presidente G. Profeti, Delegato P. Caraglio

ALME (Associazione Lombardia) Presidente E. Galli

AMEL (Associazione Lazio) Presidente L. Biasini, Delegato L. Biasini

AMES (Associazione Sardegna) Presidente S. Micconi, Delegato N. Stangoni

AMET (Associazione Veneto-Trentino Alto Adige- Friuli Venezia Giulia) Presidente G. Nicolè, Delegato B. De Guio

ASME (Associazione Sicilia) Presidente A.Luminario, Delegato D. Spedale

ATUDME (Associazione Tosco Umbra) Presidente G. Profeti, Delegato C. Giaffreda

COnSIgLIO DIrettIVO

Presidente – Giampaolo Ferrari

Vicepresidente – Fabrizio Borghini

Consiglieri

Aldo Brigliano

Luca Zaghini

Bruno De Guio

Giorgio Osta

Umbertina Verdicchio

Massimo Ferri

Thilo Konig

Delegati regionali

Ezio Galli – Lombardia

Davide Spedale – Sicilia

Christian Giaffreda – Toscana

Domenico Tavarilli – Puglia Lucania

Luigi Sacchi – Emilia Romagna

Nicola Stangoni – Sardegna

Katia Degli Esposti – Umbria

Vittorio Alfieri – Campania

Luigi Biasini – Lazio

FMe - Via Vivaio 11, Milano - tel. 02/76280629 - fax. 02/76311290 - www.fmeonline.it

Federazione nazionale grossisti distributori di materiale elettrico

Direttore: Giancarlo Profeti - [email protected]

relazioni esterne / segreteria: Consuelo D’Alò - [email protected]

I PROMOTORI dI ROTTaMazIOne deglI IMPIanTI eleTTRIcI

Fiera Milano SpaTel. +39 02 4997.1 | Fax +39 02 4997.7963Numero Verde 800-820029www.fieramilano.it

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Commercio_Elettrico_ist_bozza1 01/09/11 16:10 Pagina 1

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Edizione Speciale S.r.l. Via Ariberto, 8 20123 Milano

tel. +39 02 581404 fax +39 02 58140444

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