Rotary Club Locri Anno Rotariano 2014 - 15 RY Dicembre 2014.pdf · nome dellarhitetto he le ha...

20
Sede: Hotel President, S.S.106 - 89048 Siderno (RC) Segreteria: Ing. Giorgio Botta, Via P. Papa 14 89047 Roccella Ionica (RC) Tel.: +39 3356691180 e-mail:[email protected] sito web: www.rotarylocri.org Rotary Club Locri Anno Rotariano 2014 - 15 Cari Amici Rotariani, Autorità presenti, Signore, Signori, Non è senza un pizzico di emozione che prendo la parola in questa magnifica sera- ta, per porgere i miei più cordiali saluti a tutti voi convenuti in questo tradizionale momento che ogni anno segna un ulteriore passo avanti nel cammino del nostro Club all’interno di quello più ampio del Distretto 2100 e del Rotary International. Rinnovo un caloroso benvenuto, a nome mio e a nome di tutto il nostro club, a tutte le autorità e agli ospiti convenuti stasera. Abbiamo appena assistito, dicevo pocanzi, ad un ulteriore giro della ruota, mossa dal trascorrere di un altro anno rotariano. Un nuovo avvicendarsi di persone alla guida delle nostre istituzioni in grado di garantire ogni anno, pur nel ricambio, una significativa condivisione e un’auspicabile continuità di intenti e di prospettive. A guidarci sono i ben noti valori del Rotary, che tutti noi conosciamo e al cui perseguimento dovremmo essere tenu- ti, tutti indistintamente con il nostro servizio. Come molti di voi sapranno non sono né un medico né un giurista e neppure un imprenditore, ma sono uno stori- co di professione, un mestiere che mi fa leggere il presente, e talvolta intravedere il futuro, attraverso la media- zione del passato. Un passato la cui coscienza oggi più che mai tende a sfuggire all’uomo della strada e di conse- guenza a gran parte della società, presa dalla vita e dai problemi della quotidianità, ma la cui conoscenza risulta fondamentale, soprattutto nei momenti nei quali stentano ad intravedersi altri punti di riferimento su cui costrui- re l’avvenire. Non è dunque casuale il motto che ho scelto per il mio anno ma, consentitemi di dire, per il nostro anno: “dalle radici il cambiamento”. Non me ne vorrete, dunque, se durante l’anno appena iniziato, pur non trala- sciando assolutamente altri ambiti più convenzionali e tradizionali, riserverò un ruolo particolare alla storia e alla cultura meridionale, convinto, come sono, dell’importanza che esse rivestono nella crescita del territorio in cui viviamo. Questo intento, tra l’altro, si lega magnificamente con alcuni dei punti di forza distrettuali, portati avanti dal nostro governatore, Giancarlo Spezie. In molti di questi incontri il governatore suggeriva ai presidenti incoming di guardare soprattutto ai loro territori e alle loro rispettive esigenze, esigenze di crescita non solo materiale ma soprattutto culturale, certo anch’egli che è solo da tale crescita che può innescarsi un cambiamento della mentali- tà a cui agganciare una reale crescita anche sul piano economico, materiale e persino ambientale delle nostre co- munità. In questa direzione un’altra direttiva di Giancarlo Spezie che mi sento di fare mia è di guardare ai locali Rotaract come ad una risorsa, fresca, operativa e ricca di entusiasmo da coinvolgere sempre più nel nostro servi- zio. Nella direzione fin qui tracciata il programma del prossimo anno, pur nell’ottica appena indicata, non potrà che porsi nel segno della continuità con quanto finora ottimamente realizzato da Saro Cilea e dagli altri past presi- dent che si sono succeduti negli anni trascorsi, non solo a livello del territorio in cui opera il nostro club, ma anche a livello distrettuale e perfino internazionale (penso al riguardo all’opera encomiabile di partecipazione alle inizia- tive della Rotary Foundation a cui non mancherà la nostra tradizionale collaborazione). È superfluo ribadire che tutti i progetti e le iniziative a lungo termine saranno proseguiti, così come previsto dal piano strategico triennale 2012-non solo a livello del territorio in cui opera il nostro club, ma anche a livello distrettuale e perfino internazio- nale (penso al riguardo all’opera encomiabile di partecipazione alle iniziative della Rotary Foundation a cui non mancherà la nostra tradizionale collaborazione). È superfluo ribadire che tutti i progetti e le iniziative a lungo ter- (Continua a pagina 4) “ Light Up Rotary” Bollettino n. 1 - Luglio - Dicembre 2014 Sede: Hotel President, S.S.106 - 89048 Siderno (RC) Segreteria: Dott. Giuseppe Gargiulo, Via Napoli V Traversa n° 10 – 89044 Locri (RC) 18 Luglio 2014: Conviviale di apertura del nuovo anno rotariano Discorso del neo eletto Presidente Vincenzo Naymo

Transcript of Rotary Club Locri Anno Rotariano 2014 - 15 RY Dicembre 2014.pdf · nome dellarhitetto he le ha...

Sede: Hotel President, S.S.106 - 89048 Siderno (RC) Segreteria: Ing. Giorgio Botta, Via P. Papa 14 – 89047 Roccella Ionica (RC)

Tel.: +39 3356691180 e-mail:[email protected] sito web: www.rotarylocri.org

Rotary Club Locri

Anno Rotariano 2014 - 15

Cari Amici Rotariani, Autorità presenti, Signore, Signori, Non è senza un pizzico di emozione che prendo la parola in questa magnifica sera-ta, per porgere i miei più cordiali saluti a tutti voi convenuti in questo tradizionale momento che ogni anno segna un ulteriore passo avanti nel cammino del nostro Club all’interno di quello più ampio del Distretto 2100 e del Rotary International. Rinnovo un caloroso benvenuto, a nome mio e a nome di tutto il nostro club, a tutte le autorità e agli ospiti convenuti stasera. Abbiamo appena assistito, dicevo pocanzi, ad un ulteriore giro della ruota, mossa dal trascorrere di un altro anno rotariano. Un nuovo avvicendarsi di persone alla guida delle nostre istituzioni in grado di garantire ogni anno, pur nel ricambio, una significativa condivisione e un’auspicabile continuità di intenti e di prospettive. A

guidarci sono i ben noti valori del Rotary, che tutti noi conosciamo e al cui perseguimento dovremmo essere tenu-ti, tutti indistintamente con il nostro servizio. Come molti di voi sapranno non sono né un medico né un giurista e neppure un imprenditore, ma sono uno stori-co di professione, un mestiere che mi fa leggere il presente, e talvolta intravedere il futuro, attraverso la media-zione del passato. Un passato la cui coscienza oggi più che mai tende a sfuggire all’uomo della strada e di conse-guenza a gran parte della società, presa dalla vita e dai problemi della quotidianità, ma la cui conoscenza risulta fondamentale, soprattutto nei momenti nei quali stentano ad intravedersi altri punti di riferimento su cui costrui-re l’avvenire. Non è dunque casuale il motto che ho scelto per il mio anno ma, consentitemi di dire, per il nostro anno: “dalle radici il cambiamento”. Non me ne vorrete, dunque, se durante l’anno appena iniziato, pur non trala-sciando assolutamente altri ambiti più convenzionali e tradizionali, riserverò un ruolo particolare alla storia e alla cultura meridionale, convinto, come sono, dell’importanza che esse rivestono nella crescita del territorio in cui viviamo. Questo intento, tra l’altro, si lega magnificamente con alcuni dei punti di forza distrettuali, portati avanti dal nostro governatore, Giancarlo Spezie. In molti di questi incontri il governatore suggeriva ai presidenti incoming di guardare soprattutto ai loro territori e alle loro rispettive esigenze, esigenze di crescita non solo materiale ma soprattutto culturale, certo anch’egli che è solo da tale crescita che può innescarsi un cambiamento della mentali-tà a cui agganciare una reale crescita anche sul piano economico, materiale e persino ambientale delle nostre co-munità. In questa direzione un’altra direttiva di Giancarlo Spezie che mi sento di fare mia è di guardare ai locali Rotaract come ad una risorsa, fresca, operativa e ricca di entusiasmo da coinvolgere sempre più nel nostro servi-zio. Nella direzione fin qui tracciata il programma del prossimo anno, pur nell’ottica appena indicata, non potrà che porsi nel segno della continuità con quanto finora ottimamente realizzato da Saro Cilea e dagli altri past presi-dent che si sono succeduti negli anni trascorsi, non solo a livello del territorio in cui opera il nostro club, ma anche a livello distrettuale e perfino internazionale (penso al riguardo all’opera encomiabile di partecipazione alle inizia-tive della Rotary Foundation a cui non mancherà la nostra tradizionale collaborazione). È superfluo ribadire che tutti i progetti e le iniziative a lungo termine saranno proseguiti, così come previsto dal piano strategico triennale 2012-non solo a livello del territorio in cui opera il nostro club, ma anche a livello distrettuale e perfino internazio-nale (penso al riguardo all’opera encomiabile di partecipazione alle iniziative della Rotary Foundation a cui non mancherà la nostra tradizionale collaborazione). È superfluo ribadire che tutti i progetti e le iniziative a lungo ter-

(Continua a pagina 4)

“ Light Up Rotary”

Bollettino n. 1 - Luglio - Dicembre 2014

Sede: Hotel President, S.S.106 - 89048 Siderno (RC)

Segreteria: Dott. Giuseppe Gargiulo, Via Napoli V Traversa n° 10 – 89044 Locri (RC)

18 Luglio 2014: Conviviale di apertura del nuovo anno rotariano

Discorso del neo eletto Presidente

Vincenzo Naymo

Pagina 2 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

I nostri progetti per l’a.r. 2014/15 :

Il Drago di Kaulon e l ‘Amazzone Clete

Salviamo i meravigliosi draghi e delfini di Kaulonia, la città dell’amazzone Clete L’archeologo Cuteri, nel Luglio del 2012, ha riportato alla luce il più grande ed articolato mosaico ellenistico della Magna Grecia nell’ area archeologica di Kaulon, oggi Monasterace Marina (RC) . Gli altri riquadri furono poi scoperti nel 2013. L’ambiente è stato ribattezzato "La sala dei draghi e dei delfini" e la scoperta conferma che ci si trova in presenza di uno dei più grandi mosaici ellenistici di Magna Grecia, con una estensione di circa 30 metri quadrati. La sua cronologia oscilla tra la fine del IV ed i primi decenni del III secolo a.C. Ai lavori, coordinati da Francesco Cuteri, hanno partecipato studenti provenienti da varie università italiane e dall’ateneo di Bahìa Blanca, in Argentina.Per le sue caratteristiche il mosaico può assurgere a simbolo dell'intera fascia territoriale della Locride archeologica e il progetto per il recupero e la ricollocazione nel suo contesto originario essere l'emblema della valorizzazione delle risorse culturali e ambientali, mediante il coinvolgimento e la sensibilizzazione degli abitanti del luogo, oltre che delle istituzioni. La storia del mosaico Si tratta di un mosaico policromo raffigurante un drago marino che costituisce un grande unico esempio mosaicato di età ellenistica per tutta la Calabria archeologica. E’ inserito nel Parco archeologico di Kaulon, che si estende su una fascia parallela alla linea di costa, lungo la SS 106, poco distante dalla spiaggia. Lo scavo di Casamatta, ha por- tato alla scoperta di uno straor-dinario mosaico raffigurante un drago, un rosone, nove pannelli quadrati più tre rettangolari con motivi floreali. La scoperta è avvenuta l’ultimo giorno della XXIVa campagna di scavo, allor-chè era in corso il dissotterra- mento di un ambiente termale monumentale del IV sec. a.C. (detto Terme di Nannon, dal nome dell’architetto che le ha costruite o di altro personag-gio), di uno o più piani, le cui strutture erano crollate al suolo. Improvvisamente sono comin- ciate ad emergere una lunga piscina, la panca su cui si sede- vano i frequentatori, e infine l’ampio pavimento adornato da uno splendido mosaico, in ottimo stato di conservazione. Il tappeto a mosaico ha rivelato un grande rosone floreale e uno splendido drago marino molto simile a quello rinvenuto negli anni ’60 nel-la lussuosa residenza greca detta ‘Casa del drago’, ma raffigurato su fondo blu, mentre nel primo spiccano colori rosso-terrosi. Accanto sono emersi anche la figura di un serpente e riquadri con decori floreali e vegetali. un tappe-to circolare – racconta Cuteri – seguito da oltre 20 mq di mosaico in pannelli quadrati e rettangolari raffigurante un drago con sfumature cromatiche di incredibile bellezza (…) L’uso del cromatismo, i materiali, tutto da’ luogo ad una sinfonia di colori incredibile”. Tale mosaico ellenistico è stato catalogato come il più imponente del suo genere di tutta la Magna Grecia:. “Purtroppo, la mancanza di mezzi economici per potersi spingere oltre nello scavo e nel re-stauro dell’opera ritrovata hanno costretto l’equipe di esperti a re-interrare il tutto per preservarlo dagli agenti at-mosferici . Nel 2014 è stato lanciato l'allarme sul. il futuro di uno dei tesori archeologici della Calabria, colpito nei mesi scorsi da violente mareggiate, ed un sopralluogo nell’area effettuato da Cuteri ha riscontrato danni gravissimi e un quadro ormai desolante con frane ovunque e l’ Area archeologica ha iniziato il suo lento scivolamento verso la spiaggia mettendo in pericolo le recenti scoperte dei mosaici Crollano muri e altari, e sempre più evidenti appaiono, nelle arretrate sezioni che si formano, strutture e reperti. Sulla spiaggia aumentano i cumuli di macerie e le buche degli scavatori clandestini che rubano i reperti". Raccolta fondi per la messa in sicurezza del sito archeologico .Il club si occuperà della promozione del progetto coinvolgendo altri club Rotary, scuole con iniziative diversificate (conferenze stampa, incontri studio, etc.) e della sua realizzazione mediante una campagna di raccolta fondi da abbinare alle varie manifestazioni. E’ stato già attiva-to un conto PayPal attraverso il quale, online e con carta di credito, è possibile effettuare donazioni in tempo reale: l’email necessaria per effettuare la donazione, attivata esclusivamente per questa iniziativa, è

Pagina 3 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

10 Settembre 2014: visita del Governatore

Sommario:

I nostri progetti per l’anno

rotariano 2014/15 2

Visita del Governatore Gian-

carlo Spezie 3

Appuntamenti 26.07.2014:

Pizza e pezzo duro del

Ventaglio

5

Appuntamenti 26.09.2014: Il

Rotary e le nuove genera-

zioni

5

Notizie dal club … e

dintorni 7

Appuntamenti 10.10.2014:

“L’emigrazione italiana:

individui, famiglie e Grande

Storia”

8

Appuntamenti 17.10.2014:

Kosovo: dal quadro geopoli-

tico all’esperienza diretta di

un operatore sanitario

rotariano

10

Appuntamenti 14.11.2014:

“Carlo Maria Carafa” 12

Appuntamenti 21.11.2014:

“Carlo III. Un grande Re

riformatore a Napoli e in

Spagna”

14

Appuntamenti 28.11.2014:

Assemblea elettiva 15

Appuntamenti 12.12.2014:

Presentazione del progetto

“Salviamo i Draghi”

15

I soci scrivono ... 16

Photo Gallery 17

Lettera di Dicembre 20

Gli Auguri del Club 20

Pagina 4 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

ste nell’immediato futuro, fra le quali spicca senz’altro la visita nel nostro Governatore, Giancarlo Spezie, il prossimo 11 settembre. Cari amici, come certamente saprete, a livello distrettu-ale l’anno appena iniziato, e soprattutto quello succes-sivo, sarà foriero di grandi opportunità per il nostro territorio. È ormai nota a tutti voi la recente designazio-ne e successiva elezione del nostro amico e socio Gior-gio Botta a governatore del distretto 2100 per l’anno 2015-2016. Si tratta di un’opportunità irripetibile per il nostro club e per il nostro territorio, paragonabile sol-tanto a quella che essi hanno avuto oltre vent’anni, fa quando il nostro Past Governor Pasquale Sansalone, uno dei punti di riferimento del club Rotary di Locri, ricoprì lo stesso prestigioso incarico. Nel concludere queste brevi mie riflessioni, nel mo-mento in cui mi accingo a intraprendere il mio cammi-no durante l’anno che mi vede Presidente del club Ro-tary di Locri, consentitemi di esprimere pubblicamente un ringraziamento assai sentito. Avverto infatti il biso-gno e il dovere di ringraziare dal profondo del cuore Edmondo Crupi, colui che mi ha presentato al Rotary più di 15 anni fa e grazie al quale ho potuto percorrere questa meravigliosa esperienza che dura da oltre tre lustri. Padrino nel Rotary così come è stato padrino di battesimo alla mia nascita, egli mi è vicino da sempre. Che dire di più: grazie Edmondo! E’ proprio quasi tutto! Nell’augurarvi di trascorrere una piacevole serata, l’invito finale che vi rivolgo per il pros-simo anno è quello di fare proprie e di muovervi tutti nel rispetto delle indicazioni distrettuali sostenute dal Governatore Spezie e sintetizzate nel motto internazio-nale “Light up Rotary”. Accendiamo anche noi, dunque la luce del Rotary; Vagamente parafrasando il presiden-te internazionale Huang dico che se lo faremo tutti in-sieme la luce rotariana sarà intensa e ben visibile anche a coloro che dal Rotary finora sono lontani. Grazie a tutti voi e, soprattutto, buon divertimento, perché, come giustamente sottolineato recentemente dal governatore, il fine ultimo dello stare insieme tra amici e dell’essere rotariani consiste anche nel divertir-si, nello stare serenamente insieme, tralasciando per un attimo i problemi e le preoccupazioni che talvolta minano la nostra serenità nel lavoro e nella vita quoti-diana. Viviamo dunque con serenità il Rotary e il nostro servizio.

mine saranno proseguiti, così come previsto dal piano strategico triennale 2012-2015. Cari amici, ritengo che l’effettivo successo di qualsiasi iniziativa intrapresa sia legato soprattutto alla collaborazione e alla condivisio-ne della medesima da parte di tutto il club. A parole tutto ciò risulta semplice, nei fatti, purtroppo, spesso non è così. Sarebbe ipocrita o quantomeno infantile ritenere, infatti, che qualsiasi sodalizio come il nostro, proprio in quanto composto da essere umani, possa essere totalmente immune dai difetti tipici della natura umana: arrivismi, individualismi, protagonismi e conse-guenti divisioni e fratture, disinteresse verso le iniziati-ve e le finalità del Rotary, autoreferenzialità, sfrenata ricerca di riconoscimenti. Mali, questi, che dovrebbero essere totalmente distanti dalla mentalità e dallo spiri-to di servizio dei rotariani ma che, invece, sono facil-mente rilevabili osservando con un minimo di senso critico e di onesta intellettuale ciò che talvolta avviene sia a livello dei club che dei distretti. Fortunatamente si tratta di eccezioni, non di regole ma sicuramente tali da metterci tutti in allarme e desiderosi di correre ai ripari. Sappiamo che non è facile cambiare mentalità, ante-porre il servizio agli altri piuttosto che quello verso noi stessi, soprattutto durante l’attuale deriva, per non dire naufragio, delle società occidentali, ma non abbiamo alternativa se intendiamo perseguire seriamente gli scopi e le finalità del Rotary. So, dunque, e me ne sono già accorto, che non sarò certo solo nel perseguire gli obiettivi rotariani e nella fattispecie quelli di quest’anno, ma di poter contare sul supporto concreto e fattivo di tutto il nostro club e sul-la sua storica e proverbiale tempra, a cominciare dal supporto fondamentale del Consiglio Direttivo di quest’anno di cui sono orgoglioso, che ha lavorato e sta lavorando in modo encomiabile insieme a me per la realizzazione delle varie iniziative. Voglio brevemente ricordarne i componenti a cominciare dal segretario, Peppe Gargiulo, dal tesoriere Vito Aversa, dal prefetto Stefania Rossi, per proseguire con gli altri componenti che cito in ordine alfabetico: Luigi Brugnano, Saro Cilea il nostro past president, Sergio Hyeraci il presidente incoming, Mommo Monteleone, Salvatore Spagnolo. A tutti loro va già da ora il mio grazie e la mia riconoscen-za per quanto finora fatto in modo preciso ed encomia-bile, anche per l’organizzazione di questa serata, e per quanto faranno nei prossimi mesi. Voglio altresì ringra-ziare i componenti delle commissioni, i cui nomi vi sa-ranno comunicati, per il loro lavoro che, ne sono certo, sarà significativo in ogni settore di intervento. Quanto a tutti voi mi auguro di vedervi assidui frequen-tatori del club e delle sue iniziative durante tutto l’anno rotariano appena iniziato, a cominciare da quelle previ-

(Segue da pagina 1)

Discorso del neo eletto Presidente Vincenzo Naymo

Pagina 5 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Mercoledì 26 luglio ha avuto luogo nella splendida cornice di Piazza Plebiscito a Gioiosa Jonica, il tra-dizionale appuntamento dei soci del Rotary Club di Locri con la “…pizza del Ventaglio”. In verità quest’anno alla consueta pizza, preparata dagli esperti ed apprezzati pizzaioli della Pizzeria Santa Caterina, è stata seguita dal rinomato “pezzo duro gioiosano”, arcinoto gelato frutto della indiscussa maestria dei gelatai di Gioiosa. Questo appuntamento segna in effetti il benvenu-to che i Soci porgono al neo eletto Presidente del Club prima della pausa agostana. I Soci intervenuti, al termine della piacevole serata, hanno avuto l’opportunità di compiere una inte-ressante ed “inconsueta” passeggiata notturna per le vie del suggestivo centro storico di Gioiosa Joni-ca, soffermandosi dinanzi ai siti architettonici e caratteristici più significativi ed apprendendo dalla sapiente guida della Professoressa Marilisa Morro-ne notizie storico-artistiche di assoluto interesse.

Appuntamenti: 26.07.2014 - Pizza e pezzo duro del Ventaglio

Appuntamenti: 26.09.2014 - “Il Rotary e le nuove generazioni “- Relatore Momo Monteleone

Ospite Prof. Giuseppe Giarmoleo

giovani. I Rotaract e, più recentemente, gli Interact hanno proprio questa funzione strategica. Ma cosa sono più precisamente queste due “articolazioni” rotariane ? Monteleone ha ricordato come il Rotaract sia un’associazione di giovani tra i 18 ed i 30 anni de-diti al volontariato. Ogni club Rotarcat si appoggia ad un’università o alla comunità ed è sponsorizza-to dal Rotary Club locale; questo fa sì che il Rota-ract risulti un vero “partner per il volontariato” ed un membro fondamentale della famiglia rotariana. Tutte le attività Rotaract iniziano a livello locale: i soci cercano di rispondere alle necessità fisiche e sociali delle proprie comunità e, al tempo stesso, di promuovere la pace e la comprensione mondia-le attraverso iniziative di amicizia e volontariato.I Rotaractiani possono anche: Collaborare con i club Interact sui progetti o fare da mentori agli Interactiani

(Continua a pagina 6)

Mercoledì ventisei settembre si è svolto presso l’Hotel President, un interessante caminetto incen-trato sul tema dell’azione e del rapporto tra il Ro-tary e le nuove generazioni. A trattare l’importante argomento è stato Momo Monteleone, già Presi-dente del nostro Club nell’anno rotariano 2010-2011, da sempre vicino ai giovani ed alle “nuove leve del Rotary” e responsabile per l’anno in corso della strategica Commissione per le “Nuove gene-razioni”. L’incontro ha assunto ancora maggiore valenza, ha evidenziato Monteleone, perché viene a qualche giorno di distanza dall’importante Seminario Di-strettuale per la gioventù YOUTH DAY, tenutosi presso l’Istituto Statale “Enzo Ferrari” di Battipa-glia, fortemente voluto dal Governatore del nostro Distretto Giancarlo Spezie. Il Rotary International, ha proseguito Monteleone, ha costantemente dedicato particolare attenzione ai giovani ed alla veicolazione dei principi e dei va-lori fondanti dell’Associazione alle generazioni più

Pagina 6 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Mentre per il Rotaract, il Club di Locri può vantare un effettivo di assoluto riguardo e potenzialità, per l’Interact non abbiamo ancora costituito l’associazione ed è, ha concluso Monteleone, pro-prio questo l’impegno che, come Club di Locri, in-tendiamo assolvere e realizzare nell’arco di questo anno rotariano. Monteleone ha quindi passato la parola al Profes-sor Giarmoleo che, sempre restando sul tema dell’interesse verso gli apporti delle giovani gene-razioni, ha sviluppato alcuni spunti per interessan-ti riflessioni, indagando il complesso tema dell’interazioni tra i “giovani e la Cultura contem-poranea”. La nostra civiltà occidentale, ha argomentato il Prof. Giarmoleo, non sembra amica dei giovani: disoccupazione a livelli record, importanti difficoltà per le nuove famiglie, scarse garanzie per i pochi che lavorano, carriere impostate, quasi sempre, sull'anzianità. Ma la crisi del nostro Occidente non è solo econo-mica, anzi forse la vera crisi, di cui quella economi-ca è conseguenza, è di tipo culturale. Nonostante tutte le difficoltà contingenti, la nostra civiltà rima-ne, con ogni probabilità, la migliore che una socie-tà abbia mai realizzato: un percorso durato secoli. Ancora oggi, nonostante tutto, il nostro Occidente è luogo di opportunità e, spesso, modello per il resto del mondo, meta di speranza per numerose persone. Ma perché parliamo di crisi culturale? La nostra civiltà, nata dalla fusione della civiltà gre-ca, romana e cristiana, ha avuto nel valore della "ragione" un suo pilastro fondamentale. Anche se non sono mancate deviazioni, oscurantismi e bar-barie, l'Occidente ha ritrovato il valore della ragio-ne. La realtà contemporanea, invece, sembra intri-sa di relativismo e di nichilismo: conseguenze del-la sfiducia nella ragione. In modo particolare, la rivoluzione sessuale degli anni sessanta ha diffuso uno stile di vita edonista e irresponsabile che ha generato un soggettivismo, una vera cultura del narcisismo che ha reso difficile accettare il rischio

Partecipare al programma Rotary Youth Leadership Awards (RYLA) Partecipare ai programmi Borse di studio degli Am-basciatori o Scambi di gruppi di studio Fare domanda per diventare soci del Rotary club locale allo scadere della loro affiliazione al Rota-ract Interact è un'associazione di club di servizio istitui-ta dal Rotary International per i giovani di età com-presa tra i 12 e i 18 anni. Sebbene ogni club Inte-ract sia sponsorizzato da un Rotary club che forni-sce aiuti, consulenza e supervisione, i club Interact si gestiscono da soli e devono essere finanziaria-mente autosufficienti. L'effettivo varia considerevolmente da un club all'altro. Vi sono club maschili, club femminili e club misti. I soci possono provenire dal corpo stu-dentesco di una singola scuola oppure da due o più scuole di una medesima comunità. Ogni anno i club Interact devono portare a termine almeno due progetti di servizio, uno dei quali deve avere come obiettivo la diffusione della compren-sione e della buona volontà nel mondo. Attraverso questi progetti gli Interactiani sviluppano una rete di amicizie con i club locali e con quelli di altri Pae-si. Attraverso il servire, gli Interactiani capiscono l'im-portanza di alcuni valori fondamentali, tra cui: Lo sviluppo delle capacità di leadership e l'integrità personale L’importanza di aiutare e rispettare gli altri Il senso della responsabilità personale e il valore del lavoro L’importanza di promuovere la comprensione e la buona volontà nel mondo.

(Segue da pagina 5)

Pagina 7 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

periori, ingrato nei confronti di ciò che ha reso possibile la facilità della sua esistenza. Ma le conseguenze di questa crisi, ha concluso il Professor Giarmoleo, sono sotto gli occhi di tutti: ci sono le condizioni per riscoprire i valori che hanno fatto grande la nostra Civiltà, iniziando dalla Ragio-ne e dalla Bellezza.

del sacrificio: realtà inevitabile sia nelle relazioni umane sia nello studio e nel lavoro. Sembra quasi avverarsi la profezia del filosofo spa-gnolo Ortega y Gasset, quando, negli anni trenta, già parlava che il futuro ci riserverà il modello del "signorino soddisfatto": individuo teso alla soddi-sfazione dei bisogni vitali, insensibile a istanze su-

Notizie dal club … e dintorni

del DG del Distretto 2100 Giancarlo Spezie, e si so-no sviluppati nel corso della giornata con gli inter-venti dei componenti della Commissione Distrettu-ale per l’azione interna: Sergio Chiatto (“la conser-vazione dell’effettivo”), Antonio Brando (“lo svilup-po dell’effettivo”), Maurizio Mastrantuono (“le classifiche”), Giuseppe Vecchione (“l’espansione dell’effettivo”), Vincenzo Tavernese (“Unità della famiglia rotariana e strategie di coinvolgimento delle nuove generazioni”). Nella sessione pomeri-diana è seguita una interessante interazione con la sala. Hanno preso parte al seminario i Presidenti di 57 Club sui 93 che compongono il Distretto (61%), di questi 26 su 52 della Campania (28%), e 32 su 41 per la Calabria e di Lauria. Presente il Governatore eletto Giorgio Botta. Per il Club di Locri hanno par-tecipato, oltre al Presidente Vincenzo Naymo, il Prefetto Stefania Rossi, il Segretario Giuseppe Gar-giulo, il Tesoriere Vito Aversa, ed ancora Francesco Archinà, Vincenzo Brullo, Luigi Brugnano, Giusep-pe Frammartino, Vincenzo Pisciuneri.

La FIDAPA di Siderno festeggia i suoi primi 40 anni

Domenica 26 ottobre il Club FIDAPA di Siderno ha festeggiato a Marina di Gioiosa i 40 anni di attività. Quaranta anni segnati da significativi momenti di impegno e di crescita delle donne nella Società. Alla manifestazione, che è stata aperta da una re-lazione della Presidente Pina Armocida Borzomì, ed alla quale ha presenziato anche Vincenzo Na-ymo, Presidente del Rotary Club di Locri, hanno preso parte i rappresentanti delle numerose Asso-ciazioni e Club service della Locride. Gli otto lustri di attività della FIDAPA di Siderno sono stati rievo-cati in una bella pubblicazione ricordo curata dalla Professoressa Caterina Mammola.

lI direttivo del nostro Club ri-cevuto in udienza da S.E. il Vescovo di Locri-Gerace mons. Francesco Oliva

Lunedì 20 ottobre il Direttivo del nostro Club ha incontrato presso la sede vescovile di Locri il Neo Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, mons. Fran-cesco Oliva. Nel corso dell’incontro, che si è svolto in un clima di viva cordialità, sono stati illustrati dal nostro Presidente Vincenzo Naymo e dal PDG Pa-squale Sansalone, la storia del nostro club ed i pro-grammi e progetti previsti per l’a.r. in corso. S.E. il Vescovo, che già ha avuto modo di conoscere, nel corso del Suo precedente ministero pastorale nella Diocesi di Cassano all’ Jonio, la filosofia e l’azione rotariana, ha mostrato interesse per i Progetti in cantiere del nostro Club, in particolar modo per quelli volti alla valorizzazione del consistente patri-monio archeologico, artistico ed architettonico presente nel nostro territorio. Mons. Francesco Oliva, finora Vicario Generale del-la diocesi di Cassano all’Jonio, è stato nominato Vescovo di Locri-Gerace dal Santo Padre Francesco il 5 maggio 2014, l’ordinazione episcopale e l’inizio del ministero pastorale è avvenuta il 20 luglio 2014 nella cattedrale di Gerace.

Al Rocca Nettuno Garden di Acconia di Curinga il

President Day

Si è tenuto sabato 25 ottobre presso lo splendido complesso Rocca di Nettuno Garden di Acconia di Curinga (Vibo Valentia) l’evento distrettuale “President Day”, importante seminario sull’azione professionale per lo sviluppo della membership. I lavori sono stati aperti dalla relazione introduttiva

Pagina 8 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

do che ha connotato la storia della Penisola dal tardo medioevo. La reale novità è costituita dall’emergere della lunga distanza nella mobilità e non dalla mobilità in quanto tale. Per molti l’emigrazione fu non tanto “l’ultimo rimedio dispe-rato”, quanto una possibilità di migliorare le condi-zioni di vita proprie e della propria famiglia. I progetti che muovevano gli emigranti erano mol-to differenziati, così come eterogenee erano le fi-gure sociali dei protagonisti: braccianti, contadini,

piccoli proprietari, artigiani, operai specializzati. Di solito, i primi a par-tire erano quegli strati intermedi della popolazione (artigiani e piccoli proprietari) che erano maggior-mente in grado di affrontare i costi e i rischi dell’emigrazione, ad esem-pio vendendo o ipotecando le case

e i terreni, o ricorrendo ai beni dotali. In un secon-do tempo, la diminuzione dei costi del viaggio e il sostegno finanziario dei primi emigranti rese l’emigrazione accessibile a più vasti strati di popo-lazione. Queste prime partenze furono causate dalle cre-scenti difficoltà che investivano alcuni settori dell’artigianato locale, della pesca, del commercio al minuto, del lavoro domestico, tutto cioè quell’universo di mestieri di ambito urbano che non era più in grado di resistere ai processi di mo-dernizzazione prodotti dalla rivoluzione commer-ciale. L'esodo di massa dalla campagna si lega stretta-mente ai nuovi rapporti politici e di classe instaura-tisi dopo l'Unità. La cronica mancanza di denaro circolante nelle campagne, sempre più necessario per l'aumentata pressione fiscale, la crisi della pic-cola proprietà a conduzione familiare, la crisi della manifattura domestica contadina, cioè quelle atti-vità con cui le famiglie integravano il guadagno del lavoro nei campi, che però non mai fu in grado di superare la ristretta circolazione paesana verso una più ampia commercializzazione. Accanto a questi fattori espulsivi (push) bisogna tenere presente anche quelli attrattivi (pull). An-che se in lavori poco qualificati di ambito urbano la

Il Prof. Sebastiano Marco Cicciò ha tenuto una in-teressante ed attuale caminetto, relativo al feno-meno dell’emigrazione, dal titolo “L’emigrazione italiana: individui, famiglie e Grande storia”. In pre-messa il Professor Ciccio’ ha voluto precisare come non sia semplice, in poco tempo, riassumere un fenomeno complesso come l'emigrazione e così importante per la storia non soltanto demografica, ma anche economica, politica e sociale italiana. L'emigrazione è uno dei pochi fatti della storia ita-liana a suscitare insieme a un inte-resse scientifico anche profonde emozioni. L’ emigrazione va distinta dalla più generica mobilità. Quest'ultima – cioè la tendenza a spostarsi e ad andare a vivere in luoghi diversi da quelli in cui si è nati – è innata nell'uomo. C'è però un momento chiave nella sto-ria della civiltà europea, cioè tra la fine del Sette-cento e l'inizio dell'Ottocento, la rivoluzione indu-striale e la nascita della società capitalistica. In sen-so stretto definiamo l'emigrazione come un movi-mento di persone per motivi di lavoro da aree co-siddette deboli ad aree forti. Tutti i movimenti mi-gratori si basano su un meccanismo che gli ameri-cani chiamano di push and pull. Fattori espulsivi e attrattivi. Riguardo l’emigrazione italiana, anche se era già iniziata prima e, soprattutto, sarebbe continuata dopo, quando si parla di Grande Emigrazione si intende il periodo che va dal 1876 al 1915 Chi era l’emigrante? La risposta è tutt’altro che scontata. Spesso l’emigrazione è stata esclusiva-mente legata a una condizione di miseria estrema ed endemica, un segno di arretratezza causa a sua volta di ulteriore arretratezza, e questo ha spinto gli osservatori contemporanei e molta della storio-grafia successiva a descrivere gli emigranti come un’enorme massa di disperati, in fuga da un desti-no avverso. Come lo erano gli albanesi e come lo sono tantissimi migranti di oggi. I flussi migratori di massa che hanno interessato l’Italia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento fanno parte di un fenomeno di lunghissimo perio-

Appuntamenti: 10.10.2014 - “L’emigrazione italiana: individui, famiglie e Grande Storia”

Ospite Prof. Sebastiano Marco Cicciò

Pagina 9 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

mancato rispetto delle norme di igiene, favoriva il diffondersi di ogni tipo di malattia. Stati Uniti. Alto tasso analfabetismo (triplo della media), basso capitale proprio, mancanza di prepa-razione professionale: solo 15 percento risultavano lavoratori specializzati e pochi avevano esperienze di occupazioni non legate all’agricoltura. Se estremamente precarie erano le condizioni de-gli emigranti quando arrivavano ad Ellis Island, al-trettanto difficile era la realtà che li aspettava al di là dell’Oceano. Negli stessi anni nei quali l’emigrazione italiana diveniva un fenomeno di massa, in certi settori della politica, nei mass me-dia e nell’opinione pubblica americani si andò rapi-damente diffondendo un astioso pregiudizio anti-italiano. Criminale sanguinario e mafioso, anarchi-co e terrorista, birds of passage, furono gli stereo-tipi più frequenti che colpirono la comunità italia-na. Gli immigrati italiani in generale finirono per essere considerati degli ospiti indesiderabili e poco assimilabili. Un episodio emblematico di questa ostilità è il caso di Sacco e Vanzetti. Arrestati a Bo-ston nel 1921 accusati di duplice omicidio durante una rapina. Il 23 agosto del 1927 salirono sulla se-dia elettrica. Nel 1977 il governatore Michael Du-kakis, ammettendo che il processo non è stato giu-sto, rivaluterà i due italiani.

Seconda Generazione: nel 1930 per la prima volta i figli nati in America sono più nu-merosi (1 milione e 800 mila prima generazione, 2 milioni e 750 mila seconda genera-zione). Erano il gruppo etni-co più numeroso. Al censimento del 1970, ri-guardanti l’occupazione, il reddito e la formazione scola-stica classificano gli americani di origine italiana al di sopra,

dell’americano medio. E da allora, gli italiani sono una presenza sempre più importante in tutti i set-tori: politica, economia, cultura e università. Un’affermazione che viene, anche pubblicamente riconosciuta, quando il parlamento nel designare il mese di ottobre del 1994 come il “mese della cul-tura e della cultura italliana”, lo motivava “Per il grande orgoglio che il popolo degli Stati Uniti ripo-ne nelle realizzazioni dei tanti illustri uomini e don-ne di origine italiana che hanno arricchito la nostra nazione”.

differenza di salario tra l'Italia e i paesi di arrivo come gli Stati Uniti, Canada, Francia e Germania era notevolissima. E’ importante ricordare due caratteristiche pecu-liari dell’emigrazione meridionale italiana, che la distinguono da contemporanei movimenti migra-tori da altre regioni. La Grande emigrazione è stata prevalentemente maschile e temporanea. Gli uo-mini rappresentarono circa l’80 percento del totale e molto alto era il numero dei rimpatri (il 26% delle partenze). Alla fine dell’Ottocento, la strategia migratoria pre-valente era quella, dopo un soggiorno più o meno lungo all’estero e l’accumulo di una sufficiente quantità di denaro, di rientrare al paese, sperando di salire a un gradino più alto nella scala sociale, grazie all’acquisto della terra, di un peschereccio, di una bottega e degli strumenti di lavoro. Tutta la vita lavorativa degli emigranti era così ritmata dal-le partenze e dai ritorni, periodici o definitivi, nei villaggi di origine. In questa strategia migratoria circolare che iniziava e finiva – o almeno si sperava che finisse – nel vil-laggio natale, un ruolo essenziale avevano i rap-porti tra la parte della famiglia emigrata e quella che rimaneva in patria. All’interno della famiglia si decideva quando e chi d o v e v a a t t r a v e r s a r e l’oceano. Di solito, prima par-tiva il padre e poi i figli, via via che raggiungevano l’età di lavoro; più rara era la par-tenza delle mogli e allora in casa rimaneva la figlia mag-giore che faceva da vice-madre. Un forte tessuto di relazioni parentali rappre-sentava una risorsa indispen-s a b i l e a l su c c e s s o dell’impresa migratoria. Tra Otto e Novecento il piroscafo diventa il simbo-lo dell’emigrazione. La più celebre canzone dice “Partono i bastimenti per terre assai lontane”. A bordo dei vecchi e poco sicuri piroscafi delle compagnie di navigazione italiane e straniere in servizio sulle rotte transoceaniche, il viaggio era tutt’altro che piacevole. Oggi, i giornali chiamano le imbarcazioni che trasportano i nuovi migranti “carrette del mare”. A inizio secolo, i giornalisti le chiamavano “navi di Lazzaro”. L’affollamento e il

Pagina 10 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Macedonia, cioè buona parte della Grecia Setten-trionale. Ma lo stesso implacabile nemico che ave-va pressoché annientato l’Impero Bizantino si af-facciava adesso alle loro frontiere. Nel 1389 nella battaglia di Kosovo Polje, il “Campo dei Merli”, i Turchi riuscirono a fatica a prevalere sterminando però, quasi per intero, la coraggiosa e impavida nobiltà serba, guida e speranza della nazione. Non risponde completamente al vero che la batta-glia sia stata una grande disfatta per i serbi. Essa finì in un sostanziale pareggio (furono uccisi en-trambi i condottieri, il Principe Lazar e il Sultano Murad), tanto che i Turchi sottomisero effettiva-mente la Serbia solo diversi anni dopo la caduta di Costantinopoli che avvenne nel 1453. Ma i Serbi mitizzarono uno scontro sanguinoso ma incerto in una catastrofica sconfitta per rafforzare la loro co-esione nazionale e poter trarre la forza morale che dopo oltre cinque secoli di oppressione turca li a-vrebbe portati nel XIX secolo al riscatto nazionale e all’indipendenza. Nel frattempo nel Kosovo, abitato prevalentemen-te da Albanesi islamizzati a forza, la fiaccola della nazione serba rimaneva affidata oltre che alla resi-dua minoritaria popolazione slava, all’opera dei monaci serbo ortodossi custodi negli splendidi mo-nasteri medievali della sacralità e ieraticità del cri-stianesimo bizantino orientale. OPPRESSIONE TURCA Per oltre cinque secoli il dramma dei popoli abitan-

ti la Penisola balcanica fu quello di esse-re oppressi dalle miserie del dominio turco ottomano, con le sue crudeltà fisi-che (sottrazione dei primogeniti delle famiglie cristiane perché servissero nel Corpo dei Giannizzeri), il feroce sfrutta-

mento economico e una vita intellettuale inesi-stente. I Turchi devastarono i Balcani in un modo così grave che ancora oggi se ne subiscono le con-seguenze. Ma il fu il sacrificio di quegli sfortunati popoli che consentì all’Italia e all’Europa centrale di continuare a sviluppare la loro civiltà con lo splendido rinascimento e il sontuoso barocco.

Il Prof. Vin-cenzo Na-ymo, Presi-dente del Rotary Club di Locri, ha introdotto ai n u m e r o s i intervenuti

all’Hotel President lo scorso venerdi 17 ottobre, una attualissima conferenza riguardante la situa-zione del Kosovo e portando a testimonianza l’esperienza di un operatore sanitario rotariano, il Dr. Francesco Leone del Rotary Club di Cosenza. L’Avvocato Salvatore Spagnolo del Club di Locri ha sviluppato, ad inizio di serata, un completo e docu-mentato excursus sulla evoluzione storica e geo-politica della regione balcanica, al fine di inquadra-re la situazione attuale del Kosovo dal momento in cui i popoli balcanici iniziarono a darsi una loro conformazione statuale, in conseguenza della de-cadenza e caduta dell’Impero Bizantino che era sopravvissuto, di ben mille anni, alla fine dell’Impero Romano d’Occidente. Parliamo di una terra in cui il flusso e il riflusso del-la Storia ha portato le due popolazioni principali che la hanno abitata, Serbi e Albanesi, a un con-fronto continuo, spesso sanguinoso, mai risolto, e che nel cuore della vecchia Europa perpetua una situazione di conflitto cronico solo apparentemen-te latente. KOSOVO (un tempo “Stara Serblja”, in italiano Vecchia Serbia) – CULLA DELLA CIVILTA’ SERBA Sul finire del medioevo i popoli slavi della Penisola Balcanica stavano com-pletando il loro percorso di affrancamento dall’influenza, di un Impero Bizantino ridotto or-mai quasi esclusivamente al ristretto perimetro delle mura di Costantinopoli, a causa dell’irresistibile pressione dei Turchi Ottomani. I Serbi in particolare avevano consolidato il loro sta-to che si estendeva più a Sud della Serbia attuale, dall’Adriatico all’Egeo, comprendendo l’Epiro e la

Appuntamenti: 17.10.2014 - “Kosovo: dal quadro

geopolitico all’esperienza diretta di un operatore

sanitario rotariano” Relatore Salvatore Spagnolo Ospite Dott. Francesco Leone

Pagina 11 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

chè non venga rioccupato dalle milizie serbe. La popolazione civile serba nella sua grande maggio-ranza ha inteso sfuggire al destino politico che si stava delineando e alle prevedibili vendette che ne sarebbero state il consueto corollario (more balca-nico). Le forze internazionali che erano intervenute a salvaguardia dei Kosovari di etnia albanese si trattengono ora sul territorio per proteggere que-sta volta i pochi serbi rimasti nel nord del Kosovo. E la missione KFOR è ancora laggiù. Per fortuna. INDIPENDENZA UNILATERALE. Nel 2008 è stata dichiarata con il consenso della maggior parte degli Stati Europei e degli USA ma non della Russia, tradizionale protettrice dei Serbi, nonchè della Cina. Quali sono le prospettive del nuovo Stato? Sarà mai riconosciuto dalla Serbia non più succube di Milosevic e dei propri fantasmi nazionalistici ? sarà assorbito dall’Albania? oppure rimarrà indipenden-te e in pace una volta sfumati i rancori secolari tra due etnie diverse ma costrette in qualche modo a convivere? I balcanici hanno la memoria lunga, lunghissima (v. episodio della partita di calcio dei giorni scorsi). E’ troppo presto per poter fare delle previsioni, ha concluso l’Avvocato Spagnolo, ma la pace tra quei popoli tormentati dovrebbe essere più conveniente. Il Dottor Francesco Leone ha quindi descritto, con la proiezione di un interessante video ed una docu-mentazione fotografica dei vari momenti della Missione umanitaria Arcobaleno, iniziativa di soli-darietà promossa fin dal 1999 dal governo italiano per aiutare i profughi albanesi durante la guerra del Kosovo, l’esperienza vissuta in “prima linea”. La visione delle immagini accompagnate dal “racconto verità” del Dottor Leone hanno creato tra i presenti una sentita partecipazione emotiva circa la tormentata situazione del Kosovo e delle sofferenze di quelle popolazioni, in particolar mo-do dei bambini feriti e di quelli soccorsi e curati a

seguito delle m u t i l a z i o n i subite. Un vivace ed interessante dibattito ha concluso la serata.

Anche agli Albanesi capitò di vedere bloccato il proprio sviluppo nazionale dai Turchi. Una delle conseguenze fu l’esodo in Italia Meridionale e in particolare in Calabria di una parte non irrilevante del suo popolo. Nel 1913 solo l’intervento delle Grandi Potenze portò inaspetta-tamente alla cre-azione di uno sta-to albanese indipendente, privo però della provin-cia musulmana del Kosovo rioccupata dai vincitori. E venne allora il momento della vendetta di una Serbia che non aveva mai dimenticato: decine e decine di migliaia di contadini turchi e albanesi vennero massacrati. E chi rimase fu privato di qual-siasi diritto. OCCUPAZIONE ITALIANA DEL 1941-1943 E CONSE-GUENTE ANNESSIONE ALL’ALBANIA. Mussolini al fine di ampliare il dominio italiano e ingraziarsi i riottosi albanesi annesse, dopo l’invasione della Jugoslavia, la maggior parte del Kosovo all’Albania. Dopo l’8 settembre 1943, a seguito del disfacimen-to dell’esercito italiano di occupazione, i partigiani jugoslavi di Tito tornarono a massacrare in gran numero gli Albanesi del Kosovo accusandoli, di a-ver collaborato con le truppe di Mussolini. Il Maresciallo Tito però, alla fine della guerra, si sentì sufficientemente forte per accordare al Koso-vo, in nome del pan jugoslavismo, lo status di pro-vincia autonoma della repubblica serba facente parte della nuova Jugoslavia, nominalmente fede-rale, ma retta centralmente da Belgrado con pu-gno di ferro MILOSEVIC. Nel 1987 quando Milosevic, un ambizioso dirigente del partito comunista serbo, cercò di togliere al Kosovo il suo statuto di provincia autonoma, la vio-lenza che già serpeggiava da anni, dopo la morte di Tito, divenne incontrollabile sfociando nelle guerre degli anni ’90 del secolo scorso, alla fine delle quali la federazione jugoslava si disintegrò. Il Kosovo nei confronti della cui popolazione l’esercito federale e soprattutto le milizie irregolari serbe avevano tentato di perpetrare un vero e proprio genocidio, venne protetto con un massiccio controverso in-tervento della NATO (violenti bombardamenti su Belgrado e non solo su obiettivi militari). Da allora esso è presidiato dalle Forze internazionali affin-

Pagina 12 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Tale codificazione statutaria contiene 648 capitoli suddivisi, per materia, in 18 titoli ed in due parti, una delle quali recan-te principi normativi generali ed un’altra contenente precetti statutari destinati ai feudi dello Stato carafiano, dalle quali discendono interessanti aspetti del modus vivendi delle locali popolazioni nella seconda metà del XVII secolo. Il principe Carafa stampò la codificazione con il preciso fine

di realizzare il buongoverno dello Stato della Roccella in Calabria Ultra: essendosi da Noi - si legge nel preambolo - con isperienza conosciuto che i maggiori disordini che in dies si vedono succedere nel nostro Stato della Roc-cella in Calabria Ultra, deri-vano dall’inosservanza degli ordini fatti da Noi, e da’ Nostri Predecessori di glo-riosa memoria; e questa dipende dal non essere i suddetti colletti in un solo volume, ma dispersi in vari luoghi, e alcuni non origina-

li, ma semplici copie. Ciò considerato, abbiamo deliberato di farli stampare in un solo volume per maggiore comodità de’ nostri vassalli, che tanto amiamo, con detrarne alcuni, e ag-giungervi altri, e affinchè da oggi innanzi non si alleghi causa d’ignoranza, ma siano con puntualità osservati. Tale ragione giustificatrice, posta a base della corposa codifi-cazione statutaria, scaturisce dalla singolare personalità del principe, il quale, da essa, appare un feudatario davvero e-clettico e, per quell’epoca, animato da un insolito ed elevato spirito umanitario volto al materiale ed ottimale migliora-mento della vita civile nei propri feudi. La parte generale degli Ordini, Pandette e Costituzioni com-prende capitolazioni di portata generale per tutti i territori feudali, a cominciare da norme in materia di culto (come, ad esempio, l’obbligo di genuflessione al passaggio di processio-ni). Altri capitoli perseguirono invece finalità antiblasfeme. Gli Ordini spettanti alla retta amministrazione della Giustizia, oltre a regolamentare le funzioni degli ufficiali feudali, furo-no anche e soprattutto destinati a reprimerne i frequenti illeciti, consumati mediante continue corruzioni, malversa-zioni, concussioni, interessi privati ed omissioni in atti di uffi-cio in danno delle locali popolazioni. Dalla normativa carafiana risulta che la giurisdizionale feuda-le era allora esercitata dal Governatore Generale (detto an-che Primo Ministro, Auditore Generale, Luogotenente Gene-rale o Capitano di Giustizia), con ufficio ne La Roccella (oggi Comune di Roccella Jonica), il quale svolgeva funzioni di giu-

Nell’introdurre la presentazione del Suo meticoloso lavoro, l’Avvocato Racco – Deputato di Storia Patria per la Calabria - ha premesso che Carlo Maria Carafa non fu un protervo feu-datario, tipica figura di una certa vulgata e, neppure, uno dei tanti signori feudali, avvezzi soltanto alle armi, ovvero alle gaudenti mondanità del loro tempo, il cui ricordo è stato ineluttabilmente travolto dal transeunte, Nato in Castelvetere (odierno Comune di Caulo-nia) il 24 febbraio 1651 da Fabrizio, terzo principe della Roccella e da Agata Branci-forte dei principi di Butera, nel corso della sua breve esistenza C.M. Carafa, oltre che potente feudatario del Viceregno di Napoli, fu an-che eclettico ed acuto stu-dioso di astronomia, di ma-tematica, di religione, di filosofia politica, di architet-tura e di urbanistica, come dimostra la sua cospicua produzione bibliografica in tali materie e la fondazione, per suo volere, dell’abitato sici-liano di Grammichele. Ereditato nel 1676 il prestigioso e vastissimo Principato sici-liano di Butera per successione nel ramo familiare materno, C.M. Carafa, si trasferì in Sicilia laddove, in Mazzarino, istituì una tipografia nella quale diede alle stampe le proprie opere corredate da splendide tavole, in acquaforte, realizzate da noti incisori del tempo, i quali, con tale loro raffinato contri-buto artistico, crearono così dei veri e propri capolavori edi-toriali. In Calabria, il principe fu soprattutto un attento e munifico legislatore: egli infatti, mosso da un personalissimo spirito filantropico, tra il 1673 e l’anno successivo visitò il proprio Stato feudale della Roccella (ereditato, appena ventenne, a seguito della prematura morte del padre), sia per accertare di persona le reali condizioni di vita delle locali comunità civiche, sia per verificare la condotta, notoriamente abusiva ed illecita, degli ufficiali e degli agenti feudali. Le impressioni maturate nel corso di quella lunga ricognizio-ne convinsero il principe Carafa della necessità di promulgare una organica compilazione statutaria, pubblicata poi nel 1692 col titolo Ordini, Pandette, e Costituzioni Da osservarsi nelle Città, e Terre Della Roccella, di Castelvetere, Grotteria, Martone, e S. Giovanni, Siderone, S. Ilario, e Ciminà, Bianco, Casignana, Carafa e Fabrizia in Calabria Ultra, della quale sono oggi noti soltanto due stampati conservati, in Londra, nella British Library e, in Siderno, nella biblioteca appartenu-ta all’ottocentesco filosofo sacerdote Paolo Romeo.

Appuntamenti: 14.11.2014

“Carlo Maria Carafa (1651 - 1695)”

Ospite Avv. Filippo Racco

Pagina 13 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Tutti gli abitanti, dai quindici ai sessanta anni di età, doveva-no inoltre accorrere alla comune difesa muniti di proprio armamento, il quale, ispezionabile a cura del Capitan d’arme, doveva essere inoltre esibito alla mostra generale, sorta di rassegna militare, da tenersi nella prima domenica di maggio di ogni anno, sotto pena, in difetto, di sanzione pecuniaria. Completata la normativa generale, C. M. Carafa promulgò quindi i rimanenti capitoli in base ad un criterio territoriale, mediante specifiche Grazie ed Ordini seguiti alle relative Pan-dette, sorta di tariffario dei diritti e delle indennità moneta-rie spettanti agli ufficiali feudali, destinati, rispettivamente, a tutti i feudi che costituivano il vasto Stato della Roccella. Tre anni dopo la promulgazione del corpus normativo, il prin-cipe della Roccella giunse alla fine del proprio breve, ma in-tenso, cammino terreno. Descritto dai suoi contemporanei come uomo tutto zelo, tutt’occhi, tutto egualità, tutto clemenza: D’ogni cosa inteso, in ogni cosa sempre lo stesso, sempre soave, ‘a tutti amabile: vero modello de’ Principi, il primo giugno 1695, C.M. Carafa, appena quarantaquattrenne, si spense in Mazzarino, laddove fu sepolto nella locale chiesa di Santa Maria di Gesù. Non è tuttavia certo se, dopo la prematura morte del feuda-tario compilatore, quella normativa abbia trovata effettiva applicazione, ovvero se essa sia rimasta in tutto, od in parte, inosservata. Ma, tralasciato tale quesito, il dato di maggior interesse è costituito dalla ragione giustificatrice di quella codificazione statutaria, ispirata ad equi principi giuridici ed a particolari criteri normativi per certi aspetti ante litteram garantisti e democratici. Essa, sottratta alla edace furia del tempo dalla edizione tipo-grafica voluta dal suo aristocratico legislatore, rappresenta, indubitabilmente, un fondamentale elemento per la cono-scenza dello Stato feudale dei Carafa di Roccella e, soprattut-to, un ineludibile riferimento per la conoscenza della storia del diritto feudale calabrese della seconda metà del Seicen-to. Al termine della conferenza, durante la quale numerose proiezioni di documenti e foto attinenti al tema hanno reso molto coinvolgente l’esposizione, un interessante e parteci-pato dibattito ha concluso la bella serata.

dice di appello avverso i provvedimenti del Baglivo, giudice di primo grado con competenza territoriale e per materia limi-tata alla Corte della Bagliva, sede dell’ufficio giudiziario. Oltre ad essi, l’Erario, preposto alla riscossione delle tasse feudali, era a tal fine legittimato a procedere alla carcerazio-ne dei debitori insolventi, salve alcuni precisi limiti a seconda dei casi di specie. Lo spirito filantropico del principe Carafa si manifestò ancora una volta nel capitolo con il quale impose all’Auditore Gene-rale l’obbligo di compiere una visita periodica annuale nei territori feudali per verificare l’osservanza delle statuizioni promulgate ed altresì per adottare, all’occorrenza, ogni op-portuno provvedimento a tutela dei vassalli. Di notevole rilevanza per la conoscenza della prassi ammini-strativa universale del tempo sono gli Ordini spettanti alla retta amministrazione del Patrimonio dell’Università, nell’ambito dei quali assumono particolare interesse le mo-dalità dell’apprezzo universale, cioè della dichiarazione dei redditi dei beni mobili ed immobili, nonché dei capi di bestia-me posseduti dai contribuenti. Il patrimonio dell’Università (ente locale corrispondente all’odierno Comune) era amministrato dal Sindico, ovvero dal Sindico de’ Nobili e dal Sindico del Popolo nel regime di dop-pio sindacato istituito nella Roccella ed in Castelvetere, men-tre la tesoreria universale era affidata al Cassiero. Ogni anno, il 25 aprile (festa di San Marco Evangelista), il governo delle Università dello Stato feudale carafiano era eletto dal Parlamento, cioè dall’assemblea elettorale costi-tuita dai cittadinanza maggiorenne di sesso maschile. Gli Ordini Toccanti al lavoro delle sete, esazione, e pagamen-to agli operaj furono diretti alla regolamentazione della seri-coltura, che a quell’epoca costituiva una delle principali atti-vità economiche. Gli Ordini toccanti la custodia delle marine furono destinati ad organizzare ed a disciplinare la difesa dalle incursioni pira-tesche, in quell’epoca costante flagello delle coste calabresi. Contro tali atti di pirateria, fin dalla metà del XVI secolo, fu istituito dal Vicerè de Toledo, su progetto del marchese Pi-gnatelli, un articolato sistema di vigilanza costituito da torri costiere mediante le quali, nel caso di sbarchi pirateschi, gli ufficiali addetti, cioè i Caporali delle Torri (o Torrieri) ed i Cavallari, allertavano subito la popolazione con apposite se-gnalazioni. Dalla normativa carafiana è possibile pertanto delineare il sistema difensivo e di sorveglianza dell’epoca nello Stato della Roccella, suddiviso a tal fine in Norie, cioè in circoscri-zioni territoriali, entro le quali svolgevano compiti di vigilanza armata ufficiali sottoposti al comando del Capo di Noria (di norma, un Gentilhuomo del luogo): mentre, oltre ai Caporali delle Torri, ai Cavallari ed ai Capitani d’arme, i compiti di sor-veglianza erano anche affidati ai soldati del battaglione a cavallo, detti della Sacchetta, i quali, unitamente ai Cavallari, perlustravano il litorale per dare il tempestivo allarme nel caso di avvistamento di imbarcazioni nemiche. A sèguito di approdi pirateschi la popolazione era pronta-mente allarmata da due colpi di cannone sparati dalla torre e dal suono a distesa delle campane della chiesa matrice. Per tali motivi di sicurezza pubblica, il principe impose inoltre ai proprietari di masserie di grano poste vicino al litorale l’obbligo di ritirarsi nell’entroterra, subito dopo la mietitura, ad una distanza non inferiore a due miglia dalla costa.

Pagina 14 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Gregorio, al quale conferì l’incarico di Sovrinten-dente Generale della Reale Azienda e suoi Tribuna-li nella Monarchia delle Spagne, con il compito di ambasciatore straordinario presso la Repubblica di Venezia. Una volta in Spagna Carlo III rimase in stretti i rap-porti anche con il toscano Bernardo Tanucci, gran-de personalità culturale e politica, che fu suo prin-cipale consigliere drante il periodo di regno a Na-poli. Era stata la madre di Carlo, Elisabetta Farne-se, a metterglielo al fianco, data la sua giovane età e l'inesperienza, insieme al tutore Manuel Domin-go de Benavides y Aragón, conte di Santisteban, e poi duca di Santisteban (talvolta italianizzato in Santo Stefano, maggiordomo maggiore e segreta-rio di Stato). Altri collaboratori fedeli e capaci furono, il semina-rese Domenico Grimaldi, il conte Pedro Rodríguez de Campomanes, oltre ad Aranda e Don José Mo-ñino Conte di Floridablanca. Attraverso gli oculati suggerimenti di questi collaboratori, Carlo III elimi-nò i privilegi che bloccavano i commerci con le co-lonie, promosse una più equa distribuzione della proprietà fondiaria, incentivò l'agricoltura con la costituzione di "Sociedades de amigos del Paìs" e

limitando il potere dei pastori transumanti, favorì la colonizzazione delle terre disabitate e incolte. Un Re cattolico, quindi, Carlo III che riteneva la corretta amministrazione un dovere non solo mo-rale ma anche religioso. Infatti, non esitò ad aboli-

Il Professor Giuseppe Caridi, ha tenuto una interes-sante conferenza di presentazione del suo ultimo lavoro “Carlo III, un grande re riformatore a Napoli e in Spagna”. Carlo III, si insedio’ nel 1734 sul trono di Napoli, ove rimase per venticinque anni, ai quali seguirono i ventinove anni d'Impero spagnolo. Nel-la biografia tracciata dal prof. Caridi, Carlo fu il mi-glior sovrano della dinastia dei Borbone. A lui, in-fatti, vengono ascritti i meriti di aver dato il via agli scavi di Ercolano e Pompei e la costruzione del tea-tro San Carlo a Napoli. Ma non solo. Nel periodo partenopeo, Carlo III incentivò le attività artigianali ed artistiche con la fabbrica di porcellane di Capo-dimonte, mentre al Vanvitelli affidò la costruzione della splendida Reggia di Caserta. Ma l'opera nella quale si manifestò più evidentemente il duplice aspetto dell'assolutismo di Carlo, attento al pro-gresso ma arcaicamente paternalistico verso i sud-diti, fu il Reale Albergo dei Poveri, gigantesca strut-tura architettonica per offrire ricovero e una som-maria formazione lavorativa alla moltitudine di mendicanti, che attraversava Napoli. Carlo, che si era nominato unico capo e protettore dell'Albergo, cercava così di tutelare la parte più debole del suo popolo, ottenendone fedeltà e obbedienza. Maria Amalia di Borbone non esitava a definire il Regno di Napoli, dove era stata regina dal 1734 al 1759, «pupilla dei miei occhi, che tengo nel mio cuore». Approdata alla corte di Madrid, al seguito del marito Carlo III, che doveva succedere al padre Ferdinando VI, la regina rifletteva con rimpianto sulle ineludibili ragioni della politica, che le aveva-no imposto di abbandonare la dolce bellezza della città sul golfo, dove aveva trascorso più di vent'an-ni. Durante il periodo di regno spagnolo, Carlo III si seppe circondare da personaggi che lo consigliaro-no e lo assecondarono, soprattutto nell'intensifica-re la politica interna spagnola, insieme all'attività riformatrice. Ne risultò un quadro di assolutismo monarchico ispirato ai princìpi illuministici non di-sgiunti dal paternalismo che contraddistinse sem-pre l'operato del sovrano. Re Carlo III si fece ac-compagnare in Spagna dal messinese Leopoldo de

Appuntamenti: 21.11.2014

“Carlo III. Un grande Re riformatore

a Napoli e in Spagna”

Ospite Prof. Giuseppe Caridi

Pagina 15 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Si è tenuta venerdì 28 no-vembre l’assemblea dei soci per eleggere il Presi-dente per l’anno rotariano 2016/2017. E’ stato eletto il Dott. Giovanni Condemi. Sul suo nome l’assemblea ha votato all’unanimità, eleggendo anche alcuni componenti del Direttivo, così composto: Vice Presidente: Francesco Agostino Segretario: Giuseppe Gargiulo Tesoriere: Vito Aversa Prefetto: Saro Cilea Consiglieri: Edmondo Crupi, Francesco Galasso e Giovanni Pascale Il Direttivo in carica ed i soci tutti augurano i mi-gliori auguri di un proficuo anno rotariano.

re i privilegi della nobiltà e del clero, a limitare i poteri del Sant'uffizio e ad emanciparsi dalla tutela del Papato. Carlo III è, secondo il Professor Giuseppe Caridi il Miglior sovrano della dinastia dei Borbone, anche se nella vecchiaia non poté consolarsi dei figli. Se ne doleva parecchio il buon Carlo, del comporta-mento del figlio Ferdinando IV che non smise mai di essere un ragazzone, più incline agli scherzi e alle volgarità che non alla serietà degli studi o all'impegno delle cure del governo, facendo rima-nere inascoltati gli avvertimenti paterni a non dila-pidare il patrimonio di famiglia. La serata si è conclusa con un interessante e parte-cipato dibattito al quale ha preso parte gran parte dei presenti in sala.

Venerdì 12 dicembre nel salone della storica sede del Circolo di Cultura di Locri si è svolta una “Tombolata” di Natale, che ha costituito l’occasione per il lancio del Progetto “Salviamo i Draghi” (vedi articolo a pag. 2) promosso dal Ro-tary Club di Locri. L’iniziativa, che ha fatto registrare il “pienone” di presenze, ha consentito di iniziare la raccolta con la bella somma di 475€, ed a conclusione della se-rata è stata resa ancor più piacevole da un diver-tente e “goloso” Nutella-party. Ora, dopo questo buon viatico, la parola … e l’azione passano ai rotariani di tutti club del mon-do ed a quanti vorranno sostenere l’iniziativa.

Appuntamenti: 12.12.2014 - Presentazione del progetto “Salviamo i Draghi” - Tombolata di Natale

Appuntamenti: 28.11.2014

Assemblea elettiva

Pagina 16 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Qualche notizia in merito all’Assemblea dei Dele-gati tenuta presso l’Hotel Svevo di Gioia del Colle nel pomeriggio di venerdi : A partire da quest’anno, la data annuale di svolgi-mento del Premio, resta fissata alla penultima set-timana del mese di Settembre. Questo per evitare sovrapposizioni con il Premio Magna Grecia che annualmente si svolge a Taranto e che si terrà nell’ultima settimana dello stesso mese di settem-bre. Per il 2015 l’organizzazione del Premio è stata già deliberata alla Regione Campania (si terrà a Batti-paglia), mentre per l’edizione 2016, che spetta alla Calabria, dovranno essere verificate le candidature avanzate negli anni precedenti da vari Club (tra cui il nostro). Si è pure convenuto di non derogare più alla turna-zione prevista dal Regolamento (come avvenuto di recente) in presenza di rinunce da parte di Club/Regioni candidate. Infine è stato approvato alla unanimità il Bilancio del Premio al 30 giugno 2014, ed in proposito il Presidente del Direttivo - Gianfranco Camisa - ha recepito alcune osservazioni che l’Assemblea ha avanzato e che saranno approfondite e sviluppate nel corso della prossima Assemblea che verrà con-vocata per il mese di aprile 2015 a Battipaglia.

Si è svolta dal 19 al 21 settembre scorsi a Gioia del Colle, organizzata dal Rotary Club di Acquaviva del-le Fonti/Gioia del Colle, la trentaquattresima edi-zione del Premio Internazionale Colonie Magna Grecia “Arialdo Tarsitano”. E’ stata per me la prima partecipazione al Premio da Socio e da Delegato del nostro Club. Ho potuto così rendermi conto dell’importanza e del richiamo che il Premio, del quale – è bene ricordarlo - il Club di Locri è stato tra i fondatori, riveste tra gli studiosi ed appassio-nati della materia.

Oltre l’interessante tema, trattato dalla Dottoressa Angela Ciancio – Soprintendente del Museo Nazio-nale Archeologico di Gioia del Colle, premiato nell’edizione di quest’anno: “Monte Sannace nell’antica Peucezia”, e la lectio magistralis del Prof. Francesco D’Andria (premiato con la bellissi-ma targa dell’orafo nostro corregionale Gerardo Sacco), la partecipazione mi ha dato la possibilità di apprezzare la straordinaria ospitalità ed amicizia offerta dal Club organizzatore e dal Suo dinamico Presidente Giovanni Losurdo e di godere delle in-teressanti visite ed escursioni nei siti architettonici ed archeologici di Gioia, Acquaviva delle Fonti e Monte Sannace. Piacevolissime ed eleganti, nella loro sobrietà le occasioni di convivialità previste nella “tre giorni di magica full immersion” nella civiltà magno greca. Suggestiva la visita guidata alla Cattedrale di Acquaviva delle Fonti, nella gior-nata di domenica, e molto partecipata la Messa celebrata per noi rotariani dal Vescovo di Acquavi-va delle Fonti Mons. Giovanni Ricchiuti.

XXXIV ed. del Premio Internazionale

Colonie Magna Grecia “Arialdo Tarsitano”

di Luigi Brugnano

I Soci scrivono …

Pagina 17 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Photo Gallery la vita del club

Pagina 18 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Photo Gallery la vita del club

Pagina 19 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Photo Gallery la vita del club

Pagina 20 RC Locri - Luglio 2014 /Dicembre 2014

Bollettino Rotary Club Locri Anno Rotariano 2014-2015

sito web: www.rotarylocri.org Bollettino n. 1 - Luglio/Dicembre 2014

GGGLILILI AUGURIAUGURIAUGURI DELDELDEL CCCLUBLUBLUB

Buon Compleanno a: Luigi Leonetti (l’1/01); Domenico Diano (il 12/01);

Agostino Antico (il 20/01); Carmelo Carbone (il 31/01);

Giuseppe Frammartino (il15/02); Luigi Brugnano (il23/02);

Francesco Agostino (il 4/03); Salvatore Spagnolo (il 15/03)

Buon Onomastico a: Giuseppe Frammartino, Giuseppe Gargiulo,

Giuseppe Mirarchi e Giuseppe Pedullà (il 19/03)

Felice Anniversario di Matrimonio a: Giovanni Condemi ed Eleonora (il 3/01);

Michele Iannopollo e Silvana (l’11/01);

Giorgio Botta e Maria Teresa (il 2/03);

Carmelo Carbone e Milena (il 13/03)

giurare. Nessuno più di un rotariano sa quanto sia importante tutelare e salvaguardare le famiglie perché è in esse che si creano e si formano le nuo-ve generazioni. Impegniamoci tutti a tutelare e raf-forzare le famiglie, coscienti dei frutti preziosi che la nostra azione potrà sortire in questa direzione. Nel formularvi fin da ora i miei più fervidi auguri per le imminenti feste natalizie e di fine anno vi invio il programma del mese di dicembre con l’augurio di vedervi presenti, numerosi, alle nostre iniziative.

Carissimi amici, per il Rotary il mese di dicembre è il mese della famiglia. Nonostante i grandi mutamenti e le tra-sformazioni dei nostri tempi, la famiglia continua ad essere il nucleo centrale su cui si fonda e si reg-ge la società umana. Quest’ultima non può che rispecchiare sostanzialmente lo stato dei nuclei familiari che la compongono: famiglie sane, gene-rano una società sana. Tuttavia, mai quanto in questi ultimi anni, la famiglia è stata oggetto conti-nuo di attacchi provenienti dalle direzioni più di-sparate, al punto che si è arrivati a mettere in di-scussione il concetto stesso di famiglia e dei suoi componenti naturali. Il rischio di una progressiva disgregazione familiare, e dunque sociale, non è più una ipotesi ma una incombente realtà da scon-

Lettera di Dicembre del Presidente