Roma, 26 Settembre 2017 - Notiziario...

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Page 1: Roma, 26 Settembre 2017 - Notiziario Filt-Cgil77.43.11.66/notiziari/2017/allegati/ALL164TA1.pdfCONTRO LA RYANAIR. All’attenzione dei Segretari Generali ITF e ETF Sigg.: Stephen COTTON

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Roma, 26 Settembre 2017 OGGETTO: MOBILITAZIONE EUROPEA DEL TRASPORTO AEREO CONTRO LA RYANAIR. All’attenzione dei Segretari Generali ITF e ETF Sigg.: Stephen COTTON

Eduardo CHAGAS Loro Sedi

Cari Segretari Generali,

La vicenda Ryanair in questi giorni sta smascherando i trucchi che, finora, hanno consentito al Vettore Low Cost irlandese di sbaragliare tutti i primati di redditività conseguiti nel Settore del Trasporto Aereo. La recente sentenza della Corte di Giustizia Europea ha rivoluzionato la disciplina giuridica che attiene al personale RYANAIR. Da oggi la magistratura è legittimata ad agire nelle controversie legali del personale assegnato ad ogni base di ogni singolo paese. La Compagnia di Mr. O’Leary è costretta a cancellare decine di voli ogni giorno principalmente a causa del “dumping sociale” messo in atto in tutti questi anni. Questo management con la sua continua proverbiale arroganza ha tirato troppo la corda nei confronti dei suoi dipendenti e questa alla fine si è spezzata. I lavoratori fino ad adesso sfruttati si stanno ribellando. I Piloti fuggono. Lo stesso accade per altre categorie di lavoratori. La mancanza di personale è stata abilmente attribuita alla necessità di dover assegnare le ferie previste dalla Legge, ma questa è solo una concausa. Alla base di tutto c’è il malcontento del Personale impiegato da Ryanair e dalla “galassia” di Società che ruotano intorno a questo marchio. Le diverse tipologie di assunzione ha generato la coesistenza di diversi tipi di contratto modellati, a seconda del Paese in cui il Vettore opera, in modo tale da eludere le Leggi fiscali e le Leggi di tutela dei lavoratori, con l’unico scopo di ottenere il massimo vantaggio possibile. La Compagnia irlandese ha il costo del lavoro più basso in assoluto del settore, con una profittabilità netta ormai vicina al 20%. Il costo di piloti, assistenti di volo e personale di terra pesa per soli 5 euro per ogni passeggero trasportato. Oltre a questo, la Compagnia beneficia di sovvenzioni, anche di tipo pubblico, per i servizi di trasporto che si è impegnata di garantire, salvo poi cancellarli come accade in questi giorni. Oltre al costo del lavoro, anche nel “sociale” la politica del Vettore nei confronti del Personale è stata sempre improntata alla quasi totale assenza delle tutele più elementari. Basti pensare, ad esempio, all’assenza di tutela per la maternità e la paternità o all’imposizione di poter aprire un eventuale contenzioso con il datore di lavoro esclusivamente nelle sedi irlandesi anche per i lavoratori di altri Paesi, cosa finalmente sanzionata dalla Corte di Giustizia europea solo pochi giorni fa.

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Grazie a tutto questo, la compagnia irlandese ha potuto ingaggiare in questi anni una corsa esplosiva di crescita che sta sbaragliando qualsiasi tipo di concorrenza. Nuove rotte, nuovi passeggeri anno su anno, ma con una forza lavoro che sta diventando inadeguata a sorreggere questi volumi. L’ingresso di Ryanair nel Settore del Trasporto Aereo continentale, unitamente al suo “modus operandi”, ha “drogato” il mercato, costringendo tutti i competitors, low cost o meno, a rivedere le proprie politiche industriali e ad effettuare drastici interventi sui costi del proprio prodotto, non ultimo quello del lavoro. Il risultato finale, però, è riassumibile in un drastico abbassamento della qualità dei servizi resi, cosa che coinvolge i passeggeri di tutte le compagnie, i quali sono sempre più esposti a possibili disservizi. Nessuno auspica la chiusura della compagnia, la tutela dei posti di lavoro è il nostro obiettivo primario. E’ arrivato il momento giusto, vista la capillare presenza di questo vettore in molti Paesi europei, un’azione di protesta unitaria a livello continentale contro la Ryanair, coordinata e sotto l’egida di ITF ed ETF. E’ altresì urgente un rapporto di confronto con le istituzioni dell’Unione Europea a cui va chiesto di occuparsi del tema lavoro nelle compagnie aeree in ambito europeo. Solo così è possibile sperare che i Governi e le Autorità aeronautiche dei Paesi coinvolti riescano ad intervenire sul management aziendale costringendolo a reinvestire nel lavoro una parte degli “enormi” guadagni che Ryanair registra, imponendo nel contempo il rispetto delle Leggi in vigore nell’Unione, e/o nei singoli Stati, in modo da rendere chiari ed univoci i contratti di lavoro e ripristinare un livello minimo di tutele per i lavoratori coinvolti.

carlas
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