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RICERCA AZIONE e PROJECT WORK Roberta Moscarelli PON Scuola 1.1.C formazione formatori

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RICERCA AZIONE ePROJECT WORK

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Roberta Moscarelli - PON 1.1.C 2005

La ricerca azioneLa RICERCA AZIONE rappresenta la forma più strutturata ed avanzata della ricerca partecipante. Il termine originario, coniato negli anni '40 da un gruppo di ricerca che operava in campo amministrativoè action research, da cui derivano action recerche e ricerca-azione o ricerca-intervento,. La ricercaazione trova una prima teorizzazione nel lavoro di K. Lewin nel corso degli anni 70.Caratteristiche principali della RA: il problema sorge all'interno della comunità educativa che lo definisce, lo analizza e lo risolve; lo scopo è la trasformazione radicale della realtà sociale e la modificazione dei comportamenti di chi vi

fa parte; la ricerca esige la partecipazione di tutta la comunità coinvolta nell'indagine e durante tutto il processo; interessa, in genere, i gruppi più deboli ed emarginati; le procedure tendono a stimolare una maggiore consapevolezza dei partecipanti rispetto alle loro

risorse e alle possibilità di mobilitarle; il metodo della ricerca può essere considerato - da un certo punto di vista - più scientifico perché il

coinvolgimento della comunità offre una maggiore autenticità e completezza all'analisi della realtà sociale; il ricercatore partecipa alla ricerca a fianco agli altri, apprende durante la ricerca coinvolgendosi nei

processi analizzati.

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Alcune distinzioni:ricerca operativa, ricalca le procedure del problem solving ed è diretta alla soluzionedei problemi concreti che emergono via via nei vari settori della vita attiva. Restacomunque un’applicazione particolare della ricerca quantitativa, nomotetica: lasituazione problematica viene posto all’interno di un gruppo, ma la definizione delproblema, delle ipotesi di applicazione e il vaglio dei risultati viene delineata dairicercatori, che predispongono anche i criteri di misurazione e i trattamenti daapplicare;

ricerca partecipante, cerca di superare la dicotomia fra versante teorico, affidato airicercatori, e pratico, affidato agli operatori, cercando nuove forme di collaborazioneche garantiscano l’aderenza ai problemi e ai loro contesti concreti e la loro verifica,con rigorosità dei procedimenti e di risultati della ricerca.

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La ricerca (tradizionale)Atteggiamento scientificoAnalisi delle transizioniRaffinamento della conoscenzaMetodologia mirante al raffinamento dei datiDeterminazione di fatti, invarianti, leggi, costantiProcedure rigorosamente ipotetico-deduttiveDistacco e neutralità del ricercatoreStabilizzazione del cambiamentoRiferimento a problemi di conoscenzaMonodisciplinarità

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La ricerca-azioneAtteggiamento prasseologicoElaborazione di transizioniImplicazione esistenziale in senso soggettivoRicerca dell’efficacia per operare delle scelteElaborazione di tattiche, strategie, politicheRivalutazione dell’affettivo e dell’immaginarioImplicazione ed emancipazione degli attoriFormazione al cambiamentoRiferimento a problemi sociali (questioni valoriali)Interdisciplinarità

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La RA in ItaliaIn Italia le esperienze di RA si sono diffuse negli ultimi 20 anni; uno dei principalistudiosi è C. Scurati. Riferendosi anche ai contributi di altri studiosi per Scurati la RAimplica un processo di conoscenza orientata all’emancipazione dei ricercatori e deisoggetti. Per questo la RA esige che si definisca ‘un fine comune e un campo comunedi interazioni concrete’; fa appello ad una comunicazione simmetrica tra i protagonistiche abolisce il rapporto soggetto/oggetto tra i ricercatori e gli altri soggetti implicatinella ricerca; privilegia il cambiamento e l’attività di ricerca come agente dicambiamento; ha una specificità che consiste nella circolarità tra ricerca e azione nelsenso che mira a lavorare per generare l’azione attraverso la ricerca e la ricercaattraverso l’azione, nel confronto e nella discussione dell’una attraverso l’altra nelcambiamento. L’autore mette inoltre in risalto l’intenzionalità che si esprime nelprogetto della RA, che ha caratteristiche di progetto scientifico in quanto implica unprocesso di riflessione, di analisi e di trattamento dei dati.

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Parole chiave:Partecipazione

E’ un aspetto essenziale della RA che garantisce ai partecipanti di esseresoggetti attivi, protagonisti della ricerca. In questo modo la RA può esserecostruita sui bisogni reali dei partecipanti e li coinvolge nell’individuazionedelle situazioni problematiche, nell’elaborazione di ipotesi di soluzione enella loro realizzazione. L’attività di ricerca partecipata implica un’intensacircolazione di informazioni e idee tra tutti i soggetti coinvolti, con paridignità, nelle attività.

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Parole chiave:Contestualizzazione

La RA prende avvio da situazioni e aspetti specifici. Le soluzioni proposte sono altrettanto specifiche epossono essere immediatamente utilizzate.E’ orientata all’individuazione delle condizioni ed azioni di cambiamento piuttosto che alla definizionedei fenomeni. E’ più interessata a comprendere la natura dei processi (ad es. di insegnamento, diapprendimento) piuttosto che valutare i prodotti (es. conoscenze, abilità…), anche se non li esclude. La RAsi qualifica come ricerca idiografica (esplorativa e situata) piuttosto che nomotetica (finalizzata a ricercare leleggi generali di un fenomeno); le modalità di analisi e valutazione privilegiano strumenti di tipo qualitativo.La RA fa attenzione agli effetti previsti/imprevisti, desiderabili/indesiderabili di una pratica o di unintervento e cerca di collegarsi all’affettività delle persone attive nella situazione e ai loro desideri, che sonoalla base della loro partecipazione alla ricerca.La RA mette in rapporto il metodo al contesto, accosta le situazioni al modo in cui operano le personeimpegnate in una situazione, considera ciò che funziona ed il modo in cui l’operatore nella pratica è riuscito aprodurre coerenza tra cultura, società di cui egli è un esponente e teorie, anche implicite. Nella situazione,quindi, va analizzato il positivo e il negativo, la potenza e la debolezza.Se nella ricerca classica la coerenza che interessa è quella rintracciabile nei fatti con le caratteristiche chepermettono di ricavare una legge, nella RA interessa la coerenza che nasce dal senso, dal significato chealcuni fatti assumono per l’individuo o per un gruppo. Questo è fare una ‘diagnosi della realtà’. In questaprospettiva è possibile anche usare gli strumenti della ricerca classica, ma non viceversa.

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Parole chiave:Sistematicità

la RA è sistematica e rigorosa, anche se in modo diverso dalla ricercaclassica. Nella RA ci sono delle fasi: individuazione della situazioneproblematica e definizione del problema; analisi della situazione (o dellesituazioni); definizione di un piano di azione, fondato su basi teoriche;realizzazione operativa del piano di azione; osservazione; valutazione del/ipercorso/i; rivisitazione del piano. Vi è un circuito metodologico basato su:analisi-azione-riflessione-analisi; il risultato della RA è un processocontinuo e aperto di riprogettazione e riformulazione del/i problema/i.

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Parole chiave:Riflessività

La riflessività è un elemento essenziale per la correttezza e la coerenzadelle azioni intraprese e delle decisioni assunte. Essa permette di acquisireconsapevolezza della congruenza tra teorie in azione (theory in action),teorie che traspaiono dalle proprie azioni, e la ‘teoria sposata’ (espousedtheory), ossia della teoria che si dice di seguire. Assieme all’osservazione,la riflessione nella RA porta al miglioramento della prassi didattica e almiglioramento professionale operando un cambiamento di paradigma,ossia il vedere le cose da un altro punto di vista. Da questo punto di vistaacquista importanza la ‘triangolazione’, ovvero la possibilità di riflettere sudati che provengono da strumenti, da prospettive e da soggetti diversi.

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Parole chiave:Circolarità teoria – praticaLa RA è radicata nella prassi perché parte da un aspetto relativo ad una situazioneconcreta e i risultati si riferiscono immediatamente alla situazione concreta. La stessadimensione teorica emerge dalla prassi come riflessione sulle motivazioni dell’agire e comevalutazione critica. Le teorie (theory in action e espoused theory) vengono esplicitate econfrontate con la pratica. La riflessione sulla pratica fonda la possibilità di una teoria chenasce dalla pratica e di una pratica che arricchisce la teoria.Il ‘problema’ non è dato immediatamente, ma viene ‘posto’ e definito attraversa una tra lemolte possibili descrizioni della situazione. Una situazione può sempre essere ridescritta e ilproblema ridefinito, il che significa formularne uno di diverso. L’interpretazione dellasituazione problematica, per definire il problema, rappresenta quindi già unaalterazione/modificazione della stessa.La modificazione è momento di interpretazione in quanto quest’ultima non consiste in unatteggiamento contemplativo, ma in azioni che sono il risultato di operazioni compiute nelreale e sul reale. Nella RA l’azione si intreccia costantemente con l’interpretazione nelsenso che dalle modificazioni della situazione educativa, conseguenti dalle azioniintraprese, è necessario reinterpretare di volta in volta le modificazioni assunte dallasituazione, per cogliere il senso delle modificazioni parziali ed intermedie e dirigere il corsodelle azioni successive. Il valore formativo della RA si fonda in questo processocontinuo di interpretazione, modificazione della realtà e attribuzione di senso alladirezione assunta dai mutamenti.

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Parole chiave:Pari dignità fra i soggetti inricerca

La RA coinvolge direttamente il soggetto nell'oggetto della ricerca ed esclude forme diseparazione tra chi interagisce con un dato contesto (es. l’insegnante, l’operatoresociale, gli abitanti di un territorio, gli studenti) e il ricercatore; la posizione diricercatore è assunta da ciascuno dei soggetti in azione poiché ognuno elabora unsapere proprio e partecipa alla elaborazione del sapere degli altri.La RA per sua natura si apre all'imprevisto, al fallimento e al ripensamento attraversouna continua valutazione degli obiettivi della ricerca stessa, quindi costituisce unmomento di riflessione e di analisi da cui si ricavano nuovi problemi e nuovepossibilità di soluzione di problemi.Grazie all'utilizzo di strumenti di indagine più idonei a cogliere il qualitativo e il vissutoconsente il recupero, il rispetto e la valorizzazione della soggettività, fondamentale perpromuovere processi di inclusione e di partecipazione attiva in particolare dei soggettisvantaggiati o a rischio di esclusione sociale.

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In sintesi:Una RA viene intenzionalmente progettata per modificare il campo di indagine nelmomento in cui lo si studia. Rispetto alla ricerca sperimentale 'ricerca per sapere',la RA si pone come 'ricerca per agire', quindi si concentra sulla risoluzione di unproblema sia come spiegazione dei fatti che come progettazione di interventi neispecifici contestiUna RA è progettata e condotta in modo collettivo, con la partecipazione attivadi esperti e di persone appartenenti alla comunità. Non è lo psicologo o ilricercatore o l'animatore, che prima "ricerca" e poi comunicai risultati edeventualmente la "cura". Insieme viene fatta la diagnosi, simultaneamentecominciano ad avere luogo delle modificazioni, sempre collettivamente vengonostudiate le strategie di intervento a lungo termine. In modo simultaneo quindi, ilgruppo che applica questa metodologia, analizza, conosce, prende coscienzae modifica una situazione.Il tecnico non è il detentore del sapere ma è una risorsa a disposizione dellacomunità: ciò comporta il superamento della pretesa neutralità del ricercatore edella ricerca, che non si limita a conoscere un fenomeno, ma prende coscienza delproprio ruolo di agente di cambiamento socio-educativo;La comunità è al tempo stesso soggetto e oggetto della conoscenza e delcambiamento sociale

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La ricerca-azione nellavoro didattico

La ricerca-azione è una metodologia di lavoro mirata a superare latradizionale dicotomia fra teoria e pratica e la separazione fra ambitoeducativo ed applicativo. In generale richiede attenzione ai processi dicomunicazione e al lavoro collettivo. È anche una metodologiaflessibile che permette anzi dovrebbe indurre a introdurre modifichenella propria programmazione mano a mano che si procede nel lavoro. La ricerca-azione si propone di consentire ai partecipanti, qualisoggetti dell'apprendimento, la possibilità di valutare, durante ilpercorso formativo, cosa si è appreso, come si sta apprendendo, qualiproblemi agiscono come ostacoli o blocchi, quali bisogni restanoinsoddisfatti e quali nuovi sono generati, quali fattori e quali interazionifavoriscono l'apprendimento individuale e collettivo.La ricerca-azione permette agli allievi di sperimentare il percorso dellaricerca con il ruolo di cittadini-ricercatori, e di vivere in prima personagli effetti della metodologia e dei suoi processi.

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Project workIl project work basato sulla ricerca-azione è qualcosa di piùdella sperimentazione sul campo di quanto presentato daidocenti in aula con l'obiettivo di rinforzare l'apprendimento.Il PW rappresenta una parte fondamentale del processoformativo per due ragioni:nel PW sia gli alunni che i docenti coinvolti incontrano iproblemi e sono costretti a porsi le domande che alimentanola ricerca e il processo di apprendimento comeriprogettazione condivisa continua;Attraverso il project work le persone coinvolte mettono allaprova gli strumenti proposti in aula, ma soprattuttocontribuiscono alla costruzione della conoscenza.

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Fasi del project work:1. Organizzazione delgruppo

Verifica dell'esistenza di un interesse comune dei membri delgruppo rispetto ad un tema su cui lavorare.Impegno di ciascun membro del gruppo a contribuire al lavorocollettivo.Verifica della disponibilità dei singoli e definizione dellafrequenza con cui scadenzare incontri e impegni di lavoro.Definizione di massima di un piano di lavoro e delleresponsabilità, per esempio relative al coordinamento e allamemoria scritta del lavoro.

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Fasi del project work:2.Selezione di un problemaspecifico

Eliminare problemi troppo generali.Cercare attivamente di identificare pregiudizi presenti nelgruppo, in particolare riguardo al tema prescelto.Approfondire le caratteristiche che permettono di focalizzaremeglio il problema.Scegliere un problema su cui è ipotizzabile realizzareun'esperienza di ricerca-azione e project work entro i tempiprevistiAssicurarsi che il problema scelto rivesta interesse per icomponenti del gruppo.Mettere in evidenza elementi che facilitano l'innovazionepedagogica.

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Fasi del project work:3. Definizione degliobiettivi: caratteristiche

Chiari: vanno formulati in modo comprensibile e preciso.Realistici: devono ragionevolmente poter essere raggiunti apartire dalla metodologia e dalle risorse a disposizione.Pertinenti: devono essere in relazione e rispettare la naturadel problema in esame.Condivisi: assicurarsi che gli obiettivi siano riconosciuti econdivisi dal gruppo

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Fasi del project work:4. Progettazionepartecipata

ProgettazioneIdeazioneIndividuazione delle fasi, delle attività, delle modalità operative eorganizzative, dei risultati e dell'impatto attesoDefinizione del progetto/piano di lavoro

Domande per la definizione degli strumentidi lavoro:Come raccogliere i dati?Come si intende osservare (dall’esterno, in modo partecipativo…)?

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Fasi del project work:5. Lavoro sul campo

SvolgimentoRealizzazione lavoro sul campo.Osservazione e riflessione su: pratica di lavoro del gruppo, ruolo dei diversiattori, metodologia e risultati.

Raccolta datiAnnotazione delle osservazioni durante il processo di ricerca-azione.Riflessione sui necessari cambiamenti al piano di lavoro iniziale (cause,effetti).

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Fasi del project work:6. Valorizzazione

ValutazioneVerifica in gruppo dei risultatiRiflessione sui cambiamenti prodottiIdentificazione di relazioni con problemi similiAutovalutazione

ComunicazionePresentazione/comunicazione/condivisione dei risultati all’esterno

RiprogettazioneRiflessione teorica condivisa sui cambiamenti prodottiIpotesi di nuove azioni ed eventuale riproposizione del ciclo.

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:Distinguere le abitudini dipensiero

Quando ci muoviamo entro un "sistema semplice" (cornici condivise, stessepremesse date per scontate) l'abitudine di pensiero più adeguata è quelladella logica classica, della razionalità analitica e lineare.

Ma quando il sistema di cui siamo parte è "complesso" (caratterizzato dallacomunicazione fra cornici diverse), bisogna passare ad un'altra abitudine dipensiero guidata dall'ascolto attivo, interessata alle cornici e premesseimplicite, che considera l'osservatore parte integrante del fenomenoosservato, circolarmente e auto-riflessivamente.Le due Tavole Sinottiche seguenti (Sclavi,2000) riassumono le principalidifferenze fra le "Due Abitudini di Pensiero"

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:Tavola 1. Due abitudini dipensiero

SISTEMI SEMPLICI

Dove "le stesse cose" hanno lo stesso significato

Stesse premesse implicite(cornici) Ciò che diamo per scontato ci aiuta acomunicare

Io ho ragione, tu hai torto (o viceversa)

Controllo di primo grado (Saper prevedere l'arco direazioni possibili)

Mondo mono-culturale

Uni/verso

SISTEMI COMPLESSI

Dove "le stesse cose" hanno significatidifferenti

Diverse premesse implicite(cornici) Ciò che diamo per scontato ciimpedisce di comunicare

Tutti hanno ragione. Anche chi dice che nonpossono aver ragione tutti

Controllo di secondo grado (Sapertrasformare le reazioni inattese inconoscenza)

Mondo pluri-culturale

Pluri/verso

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:Tavola 2. Ascolto attivo /passivo

ASCOLTO PASSIVO

Statico (Una unica prospettiva giusta)

Passivo (rispecchiare la realtà)

In controllo(incidenti di percorso eimbarazzi: negativi )

Soggettivo: no, Oggettivo: sì.

Neutralizzare le emozioni.

Focus sui contenuti

ASCOLTO ATTIVO

Dinamico (Una pluralità di prospettive)

Attivo(costruzione della realtà)

Goffo (incidenti di percorso e imbarazzi:positivi)

Né soggettivo, né oggettivo. (esploratoredi mondi possibili)

Centralità delle emozioni

Focus sulla forma

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:LE DINAMICHEDELL'ASCOLTO ATTIVO

Sempre più spesso con il diversificarsi della nostra società, l'ascolto attivo diventa unacompetenza di base, indispensabile anche nella vita quotidiana. Nel mondo occidentale ilriconoscimento dell'importanza dell'ascolto attivo in generale e non solo in sede terapeutica èuna conquista molto recente.Le basi teoriche per questo approccio erano state elaborate in precedenza da studiosi chehanno sostenuto la priorità dell'ascolto in un paradigma dialogico (Martin Heidegger, MichailBachtin) e dai teorici dei sistemi complessi (Bateson).Il modello più efficace per comprendere la differenza fra Ascolto Passivo e Ascolto Attivo èofferto dalla buona comunicazione interculturale in situazioni concrete e contingenti inquanto rende più facilmente evidenziabile che uno stesso comportamento può avere significatiantitetici e al tempo stesso assolutamente legittimi.Per esempio il non guardare negli occhi una persona anziana e autorevole in un contestoculturale può essere segno di rispetto, in un altro segno di mancanza di rispetto.I malintesi, l'irritazione, l'imbarazzo, la diffidenza in questi casi non sono risolvibili in termini dicomportamenti "giusti o sbagliati", ma cercando di capire l'esperienza dell'altro, il che implicaaccogliere come importanti aspetti che siamo abituati a considerare trascurabili o addiritturache prima non abbiamo mai preso in considerazione.

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:"Sette Regole dell'Arte diAscoltare" (Sclavi,2000)

1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.

2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiarepunto di vista.

3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti avedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva.

4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio.Non tiinformano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.

5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che sipresentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti,perchéincongruenti con le proprie certezze.

6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale.Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa deiconflitti.

7. Per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando haiimparato ad ascoltare, l'umorismo viene da sé.

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:il Brainstorming

Il brainstorming, è un metodo per sviluppare soluzioni creative.L'obiettivo originario del brainstorming è la produzione di possibili soluzioni di unproblema specifico, per lo più semplice. Alla base vi è l'idea del gioco qualedimensione "leggera" che permette di liberare la creatività dei singoli e delgruppo, e che normalmente è impedita da una serie di inibizioni.A questo scopo il brainstorming si propone l'obiettivo di favorire:il superamento di inibizioni e autocontrollo rispetto all'espressione della propriaposizioneil superamento dell'urgenza di schierarsiil superamento di un atteggiamento difensivo rispetto alle idee che si sonoespresseil superamento di assetti di potere e di leadership esistenti all'interno del gruppolo sviluppo di uno spirito competitivo "leggero"un entusiasmo contagioso, così come in ogni gioco ben condotto.

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:Brainstorming: le regoledel gioco

Il gruppo ideale dei partecipanti al Brainstorming non dovrebbe essere superiore ad una quindicinadi persone riunite attorno a un tavolo.Una volta messo a fuoco il problema e fissato un tempo limite per l'incontro, ciascuno esprimeràcome soluzione al problema la prima idea che gli viene in mente, in rapida sequenza e perlibera associazione di idee. Il brainstorming premia soluzioni il più possibile assurde, nellaconvinzione che più le proposte sono ridicole e più saranno interessanti e utili per individuare allafine la soluzione migliore. Infatti esse saranno sottoposte ad un processo sempre più affinato dirielaborazione, di approfondimento, di revisione, da parte del gruppo, rifacendosi via via alle ideeproposte da altri partecipanti, in modo da trasformare il carattere irrealizzabile e fantasioso delleidee iniziali in proposte sempre più pratiche e fattibili.

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:Brainstorming: produrreinsieme nuove idee

Per questa ragione ad ogni partecipante è chiesto di sospendere il giudizio el'urgenza classificatoria e di rinunciare a qualsiasi valutazione sulle idee proposteda altri.L'obiettivo del brainstorming è infatti quello di produrre nuove idee, mentre ilgiudizio introduce un elemento di rischio per il singolo partecipante e induce unatteggiamento difensivo di idee consolidate.

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:Brainstorming: comecondurre

Il conduttore del brainstorming ha la funzione di facilitatore, ovvero di:1) proporre il problema iniziale in modo chiaro e semplice2) invitare i partecipanti a sospendere il giudizio3) favorire le idee estreme e spiazzanti e ad accogliere qualsiasi idea espressa4) scrivere, su una lavagna o altro, per esempio dei foglietti adesivi, tutte le idee espresse, inmodo che siano visibili a tutti e possano essere utilizzate per successive elaborazioni5) incoraggiare i partecipanti a elaborare variazioni sulle idee espresse da altri

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:Brainstorming: alcuniconsigli

Facilitare la predisposizione di uno spirito di gruppo:ad esempio far sedere i partecipanti fianco a fianco, per rinforzare l'atteggiamento mentale diaffrontare un problema comune; iniziare la riunione con le presentazioni, nel caso che le personenon si conoscano.

Stimolare la reinterpretazione delle idee espressePossono essere utilizzate varie tecniche, come quella di raccogliere le idee chiave scrivendole suuna lavagna in gruppi omogenei, attribuendo ad essi dei titoli, sviscerandone le idee centrali,esprimendo ulteriori considerazioni.Inoltre trascrivere le proposte dà al gruppo un segno tangibile di realizzazione collettiva, rinforza laregola di non criticare, riduce la tendenza a ripetersi e aiuta a stimolare altre idee.Una modalità per la scelta della proposta finale può essere quella di attribuire un punteggio allevarie idee e di scegliere quella che raggiunge un punteggio più alto.L'esplorazione della plausibilità, sostenibilità, validità ed efficacia del risultato emerso dalbrainstorming avviene solamente in una fase conclusiva o a posteriori.

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:il Focus Group

Il focus group è una tecnica di rilevazione per la ricerca sociale basata sulla discussione tra ungruppo di persone.

La finalità principale del focus group è quella di studiare un fenomeno o di indagare unospecifico argomento in profondità, utilizzando come base per la rilevazione l'interazione chesi realizza tra i componenti del gruppo.

nel focus group viene il più possibile stimolata la comunicazione tra i partecipanti.Domande reciproche,Richieste di chiarimento,Messa in evidenza di punti deboli,Dichiarazione del proprio disaccordo,Se espresse senza esprimere giudizi negativi, sono considerati importanti modalità per mettere indiscussione la propria opinione iniziale, per far emergere altre posizioni e idee.

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:come costruire il FocusGroup

Il gruppo viene appositamente costruito dai ricercatori secondo gli obiettivi della ricerca e puòcomprendere un numero di partecipanti variabile generalmente tra quattro e dodici:- i "full group", gruppi più grandi, consentono di conoscere una gamma più ampia di posizioni,- i "mini group", più ridotti, consentono di approfondirle.

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:il livello di strutturazionedel Focus Group

La discussione viene generalmente condotta da un moderatore che a seconda della situazionecontingente può esercitare un vero e proprio ruolo di guida alla discussione, oppure può fornire unaserie di stimoli e strumenti affinché i partecipanti riescano ad autogestire il più possibile le relazionie l'interrelazione.

Si distingue tra i focus group autogestiti, cioè caratterizzati da un basso grado di strutturazione, equelli impostati sfruttando, in modo più o meno flessibile, una griglia di intervista.In alcuni casi si preferisce variare in uno stesso focus group il livello di strutturazione, oppureincludere nella stessa ricerca più serie di focus group, diversi per tipologia, o ancora si puòchiedere ai soggetti di partecipare a più stadi di focus group, cioè a più gruppi.

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Strumenti per la ricerca-azione e il project work:A cosa serve il FocusGroup

Il focus group è di per sé una discussione centrata su un tema, che può essere utilizzato all'internodi un processo o di una ricerca in fasi differenti e per scopi diversi:per definire gli obiettivi operativi;per impostare un vero e proprio lavoro di progettazione, avendo già individuato gli obiettivifondamentali;per indagare le reazioni che certe categorie di persone avranno rispetto ad un lavoro già progettato;per effettuare una valutazione di tutte le fasi di lavoro, in vista di processi o di ricerche future.

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strumenti per la ricerca-azione e il project work:Bibliografia di riferimento

E. Becchi, B. Vertecchi, Manuale critico della sperimentazione e della ricerca educativa, Angeli, Milano, 1992(in particolare il contributo di J. Pourtois, La ricerca-azione in pedagogia).R. Bonfiglioli, La ricerca come strategia didattica, La Nuova Italia, Firenze, 1993E. Catarsi, Ricerca-azione e costruzione di saperi, in G. Genovesi (a cura), Scienza dell’educazione e ricercaeducativa, Ediz. Corso, Ferrara, 1995J. Elliott, A. Giordan, C. Scurati, La ricerca-azione. Metodiche, strumenti, casi, Bollati-Boringhieri, Torino,1983E. Nigris, Un nuovo rapporto tra ricerca e innovazione: la ricerca-azione, in S. Mantovani (a cura), La ricercasul campo in educazione. I metodi qualitativi, Mondadori, Milano, 1995G. Perez – Serrano, Ruolo degli educatori nella ricerca-azione, in Rinascita della Scuola, n. 6 (1989)C. Scaglioso, Per una pedagogia dell’intervento. Le proposte della ricerca-azione, in "Il QuadranteScolastico", n. 49 (1991), C. Scurati, G. Zanniello, La ricerca-azione. Contributi per lo sviluppo educativo, Tecnodid, Napoli, 1993C. Scurati, La ricerca-azione, in AA.VV., La ricerca pedagogico-didattica, LAS, Roma, 1997C. Trombetta (a cura), Ricerca-azione e psicologia dell’educazione, Armando, Roma, 1988M. Sclavi et Al. AVVENTURE URBANE, progettare la città con gli abitanti, ELÈUTHERA, 2002