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Periodico che presenta le soluzioni e i servizi più innovativi per la protezione dell’ecosistema, con specifico riferimento: ai trattamenti delle acque e alla potabilizzazione; alla depurazione degli scarichi idrici sia civili che
industriali e degli effluenti gassosi; alla raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e industriali; alla bonifica dei siti contaminati; al riciclo e al recupero di materia ed energia. Grande attenzione viene data alle soluzioni proposte dall’industria e ai servizi innovativi che caratterizzano le nuove tendenze di protezione dell’ambiente. La presenza della rivista alle più importanti mostre italiane ed europee di set-tore assicura al lettore un puntuale aggiornamento sulle tendenze tecniche e gestionali.Il patrocinio di A.I.S.A. (Associzione Italiana Scienze Ambientali) garantisce un costante aggiornamento professionale.
Tecnologie e servizi per l’ambiente: acqua-aria-suolo-rifiuti-rumore-energia.
N. 9
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2011
9NOVEMBRE/DICEMBRE
2011
Con il patrocinio di A.I.S.A.Associazione Italiana Scienze Ambientali
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Tecnologie e servizi a 360° per l’ambiente: suolo - rifi uti - energia
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riviste
PROcEssO PRODUTTIVOIMbALLAggIOAMbIENTE
LA RIVIsTA
4 Acqua&Aria l nr.8 l 2011
Ancora meno rifiuti urbani in Italia: scende dell’1% il valore della produzione nazionale arrivando nel 2009 a 32,1 milioni di tonnellate (circa 32,5 milioni di tonnellate nel 2008). Diminuisce anche il pro
capite: nello stesso periodo ogni abitante ha prodotto circa 9 kg in meno all’anno, (circa l’1,6% in meno), per un valore complessivo di circa 532 kg per abitante. Cresce invece la raccolta differenziata: il Nord (48%) sfiora l’obiettivo del 50%, ma il Centro e il Sud, anche se in crescita, rimangono lontani dall’obiettivo (24,9% e 19,1%). A fare davvero la differenza è il Trentino Alto Adige con il 57,8%, a cui segue il Veneto con il 57,5%. Al Sud, bene la Sardegna che raggiunge il 42,5% di raccolta ma, tra le regioni del Mezzogiorno, è la Campania con il 29,3%, a registrare la crescita più rilevante. Il Molise (10,3%) supera per la prima volta la soglia del 10%, mentre il dato siciliano è ancora inferiore a tale valore. Tra le città con più di 150 mila abitanti, oltre a Reggio Emilia che con il 49,9% raccoglie e differenzia la percentuale maggiore di rifiuti, superano il 45% Modena (47,4%), Ravenna e Parma (entrambe con il 45,2%). Per la prima volta, Roma e Genova oltrepassano la soglia del 20%; buono anche il risultato raggiunto dalla città di Napoli (18,3%), quasi il 10 % in più rispetto al 2008. Sempre più alti i costi per gli italiani. Nel 2008 ogni persona ha speso 138,22 euro per la gestione dei rifiuti urbani (158,43 euro nei grandi centri e 100,80 nei piccoli), mediamente il 5,1% in più rispetto al 2007. La situazione delle discariche è ancora oltre la media europea del 38%: l’Italia si attesta al 40,6%. Il Sud, in controtendenza rispetto alle altre macroaree, aumenta la quota di 92 mila tonnellate (+1,4%), nonostante i consistenti miglioramenti della Sardegna dove lo smaltimento in discarica passa dal 52% al 42% e dell’ Abruzzo che segna un 60% rispetto all’80% del 2008. Questi i dati salienti emersi dal ‘Rapporto rifiuti 2011’ pubblicato da ISPRA, lo scorso luglio.
PERCORSO ,RIFIUTI, il mercato
PRODUZIONE DI RIFIUTIancora in calo
La rivista Acqua & Aria presenta il ‘Percorso dei rifi uti’, un servizio speciale che intende presentare gli ultimi dati
disponibili sul sistema Italia e approfondire alcuni aspetti gestionali ancora controversi del settore. La raccolta
differenziata vede risultati positivi per la Sardegna e in decisivo aumento la Campania. In contro tendenza i costi di gestione: ogni italiano paga il 5% in più rispetto al 2007. Di seguito, le principali tecnologie di raccolta, trattamento
e gestione dei rifi uti, presenti oggi sul mercato
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22 Acqua&Aria l nr.9 l 2011
Come va il riciclo degli imballaggi in acciaio?
Il Consorzio Nazionale Acciaio ha un nuovo Direttore Generale. E anche nuovi progetti e nuovi traguardi da raggiungere. Il neoeletto Federico Fusari ci spiega
difficoltà e prospettive del riciclo degli imballaggi in acciaio
il 50%) hanno avuto un impatto diretto sulle due voci principali di ricavo per il sistema Conai-Consorzi, ovvero i rica-
vi dal Contributo Ambientale e
la ven-
dita dei materiali recuperati. Quali misure ha adottato e sta adottando il Consorzio per cerca-re di superare la crisi? L’aumento del CAC (passato da 15,49 euro/t a 31,00 euro/t da aprile 2010) è bastato a migliorare la situazione? Fusari: “Certamente l’aumento del CAC ha consentito di riequilibrare il conto economico del Consorzio e di ricostituire le riserve. È chiaro però che non è solo attraverso la leva del contri-buto che la sostenibilità può essere ga-rantita. Infatti dobbiamo già prevedere che nel medio periodo il livello del CAC possa riposizionarsi a livelli inferiori, per permettere al contenitore in ac-ciaio di essere competitivo e in ultima analisi di non gravare sull’utilizzatore finale . Quindi ci vuole un’attenzione
Dall’1 agosto 2011 Federico Fusari è il nuovo Direttore Generale del Consorzio
Nazionale Acciaio. La nomina ufficia-le è avvenuta da parte del Consiglio di Amministrazione del Consorzio. Laureato in Scienze Politiche, Fusari ha 51 anni, è sposato ed ha due figli. È stato Amministratore Delegato di ArcelorMittal Packaging Italia e Vice-Presidente del Consorzio Nazionale Acciaio. A lui abbiamo rivolto alcune domande per avere un aggiornamento sulla condizione attuale delle attività di raccolta e riciclo degli imballaggi usa-ti in acciaio e sulle iniziative recenti o future del CNA.
Dal 2002 il Consorzio Nazionale Acciaio supera la soglia del 50%, imposta dal-le normative europee, di imballaggi in
acciaio riciclati. Nel 2010 ha ad esempio avviato a riciclo ben il 71,1% degli imballaggi di acciaio immessi al consumo sul territo-rio nazionale (358.000 tonnel-late riciclate su 385.000 raccolte). Un risultato
soddisfacente, anche se non si può nascondere il calo rispet-to al dato del 2009 (77,8%). Cosa si cela dietro a questa, se pur lieve, discesa? Fusari: “Il 2010 in termini di immesso al consumo ha rappresentato un anno record. È evidente che pur essendo i nostri volumi di raccolta e riciclo in leggera crescita rispetto al 2009 - in valore assoluto - non è stato possibile raggiungere percentualmente lo stesso numero dell’anno precedente. In altri termini non c’è immediatezza di ade-guamento tra i due dati”.
Il calo dei consumi nell’ultimo biennio e il perdurare dei bassi livelli di quo-tazioni delle materie prime, vergini e seconde (con cali che hanno superato
Ambiente
Marzia Asaro
Intervista
Federico Fusari, nuovo Direttore Generale del Consorzio Nazionale Acciaio
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38 Acqua&Aria l nr.9 l 2011
La bonifica dell’area ex-Neca di Pavia
Numerosi sono gli interventi di bonifica eseguiti da Ecoltecnica Italiana sul territorio nazionale. Rigorosa applicazione delle
prescrizioni progettuali, gestione di eventuali imprevisti, procedure e registrazioni in regime di Sistema Qualità garantiscono al
Committente conformità progettuale e rispetto delle tempistiche
Da alcuni anni Ecoltecnica Italiana opera nel settore bonifiche e sono ormai all’attivo dell’Azienda nume-
rosi interventi di riqualificazione di aree industriali dismesse. Certezza del metodo, della tempistica di intervento e della spe-sa, sono gli obiettivi perseguiti dal Settore Bonifiche dell’azienda che individua, an-che per casi molto complessi, la miglio-re tecnologia di risanamento dell’area a costi sostenibili. L’offerta è completata da un’ampia gamma di servizi accessori necessari per la gestione del cantiere di bonifica: consulenza tecnica e normativa (ambiente e sicurezza); campionamen-
to ai sensi norma UNI 10802; tenuta del registro di carico/scarico, dei F.I.R., del M.U.D, iscrizione SISTRI, norma A.D.R. e gestione amministrativa. In un panora-ma sempre più competitivo Ecoltecnica investe in tecnologia nel campo dello sma ltimento dei terreni contaminati, pericolosi e non pericolosi. L’azienda di-spone di una linea di trattamento, presso la piattaforma polifunzionale di Milano, autorizzata ad effettuare operazioni di smaltimento di rifiuti pericolosi e non indi-viduate alla lettera D9 dell’ All. B alla parte IV del D.Lgs. 152/06, fondamentalmente costituite da operazioni di trattamento
chimico-fisico. Tale linea di trattamento si basa su un processo di stabilizzazione/solidificazione del suolo contaminato che agisce sulle sostanze inquinanti: esse non vengono semplicemente inglobate, ma i contaminanti, vengono fissati a livello di reazione molecolare. Il materiale ottenuto da questo tipo di trattamento, grazie a questa stabilità chimico-fisica, è quindi da considerarsi inertizzato, in quanto l’eluato prodotto nei test di cessione rientra nei parametri tabellari di legge. Presso la nuo-va area di impianto è possibile, dunque, ottimizzare le lavorazioni intermedie dei suoli contaminati che necessitano uno specifico trattamento prima dello smal-timento finale. Tra gli interventi eseguiti,
una case history significativa è quella dell’area Ex-Neca, nel centro della città di Pavia. Un intervento arti-colato, eseguito nell’ambito di un
centro urbano.
L’area di intervento L’area sottoposta a bonifica ha un’esten-sione di circa 80.000 m2 ed è situata nella porzione centrale del comune di Pavia. Attorno all’insediamento sono presenti esercizi commerciali inseriti in un con-testo residenziale (figura 1). Secondo le indicazioni del progetto di bonifica approvato dagli Enti, l’area ex - NECA ha ospitato attività industriali dal 1879 alla metà degli anni ’90; al proprio inter-no hanno operato una riseria, centri di distribuzione di prodotti agroalimentari,
Obiettivo su
Suolo
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1 – Ortofoto con identificazione dell’area Ex-Neca
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60 Acqua&Aria l nr.9 l 2011
Il protossido di azoto nelle emissioni industriali
Eco Chimica Romana presenta una nuova problematica relativa alle emissioni industriali: il caso del protossido di azoto. Di questo
contaminante emergente vengono valutati gli aspetti relativi alla formazione, al campionamento e alla determinazione analitica
Il protossido d’azoto (N2O) è il terzo gas
serra più importante dopo l’anidride car-bonica ed il metano e contribuisce per
circa il 6% all’effetto serra. Sebbene i gas serra si trovino naturalmente in atmosfera, le attività antropogeniche ne hanno cam-biato le concentrazioni atmosferiche, che sono cresciute dal periodo pre-industriale con un incremento del 70% tra il 1970 e il 2004. L’entrata in vigore del protocollo di Kyoto ha reso estremamente attuale ed interessante, lo studio delle problematiche legate al protossido d’azoto. Il protossido di azoto costituisce una piccolissima parte dell’atmosfera; è infatti mille volte meno presente della CO
2, ma risulta essere molto
più potente della CO2 e del metano a causa
della sua lunga permanenza in atmosfera, pari a ca. 120 anni e per l’elevato poten-ziale di riscaldamento globale (GWP) di 310 volte rispetto a quello della CO
2. La
concentrazione media di protossido di azoto nell’atmosfera sta aumentando ad un tasso tra 0,2 e 0,3% all’anno.
Le fonti del protossido d’azotoLe principali fonti antropogeniche di pro-tossido di azoto sono la produzione di aci-do adipico per il nylon e di acido nitrico, la combustione di combustibili fossili e di biomasse. Nella Tabella 1 si riportano i con-tributi di N
2O derivanti dai vari settori negli
Stati Uniti e in Europa. Tali stime d’emis-sione sono ottenute per mezzo di fattori di emissione e non vengono realmente mi-surati, la mancanza di dati reali potrebbe essere causa di sottostima delle emissioni.
Zamora Paulina, Giordano Gianni,
Marino Fabio, Conti Fernando
Eco Chimica Romana, Roma
I fattori di emissione utilizzabili per il cal-colo sono ricavati dalle “Linee guida per la realizzazione dell’inventario nazionale delle emissioni, IPCC (1996)”. Le linee guida forniscono tutta una serie d’indicazioni su come poter valutare le emissioni attraverso specifiche formule empiriche, laddove ov-
viamente manchino dati misurati. Il regola-mento CE 166/2006 ha istituito un registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR). Secondo il riferimento normativo nazionale, il DPR n. 157/2011, attuativo del Regolamento, la dichiarazione PRTR si basa su un sistema
Aria
Tecniche analitiche
Tabella 1 – Emissioni di Protossido d’azoto negli USA e in Europa
Emissioni N2O, espressi in kt/anno (% sul totale di emissioni di N2O)
Settore USA-1999 (Fonte EPA,2000)
UE-1994 (Fonte Seconda comunicazione degli
stati membri al UNFCCC)
Suolo agricolo 917,7(70,40%)
484(46%)
Trasporti 179,7(13,70%)
61(6%)
Processi Industriali 85,8(6,60%)
313(30%)
Processi di combustione- Energia, Industria, Altro
49(3,70%)
120(12%)
1 – Emissioni di protossido d’azoto in Italia nel 2009
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PERCORSI TEMATICI INTERVISTE OBIETTIVO SU TECNICHE ANALITICHE
FIEREFIERA CITTà DATAInIzIo DATAFInEEnergethica TorinoIfat Monaco 07/05/2012 11/05/2012Solarexpo Verona 09/05/2012 11/05/2012H2O Ferrara 23/05/2012 25/05/2012Ecomondo Rimini 07/11/2012 10/11/2012Pollutec Lione 27/11/2012 30/11/2012
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Su www.bema.it nella pagina dedicata alla rivista, alla voce “Contenuti” sono consultabili in edizione digitale, sia l’ultimo numero, sia l’archivio storico.