Rivista trimestrale della zona territoriale n. 4 Senigallia · persone disabili e anziane pag 14 >...

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Rivista trimestrale della zona territoriale n. 4 Senigallia giugno 2010 SOMMARIO 2 pag 2 > L’ASUR al Forum della Pubblica Amministrazione di ROMA pag 3 > Cerimonia ad Arcevia per l’arrivo di una nuova tecnologia donata all’Ospedale di Comunità dal Rotary pag 4 > 250 pazienti sottoposti a visite ed ecografie grande risposta della popolazione alle giornate di screening per la patologia tiroidea pag 5 > Il clima di Recanati dal secolo di Leopardi agli eventi climatici del terzo millennio pag 6 > L’introduzione di una nuova tecnica terapeutica: studio dell’impatto sulla modifica dell’assistenza infermieristica e del ruolo dell’infermiere pag 8 > A proposito di trapianti: il reperimento di organi e tessuti pag 10 > Progetto Dialisi Estiva 2010 pag 11 > Giornata Mondiale del Rene 2010: la U.O. di Nefrologia e Dialisi incontra i giovani studenti dell’Istituto Alberghiero di Senigallia pag 12 > Notizie dall’ANED “meglio prevenire che curare” / Donne ed alcol separati in casa pag 13 > L’amministratore di sostegno: una figura giuridica a tutela delle persone disabili e anziane pag 14 > Okkio alla salute: si passa all’azione pag 15 > Il portale www.aidweb.org primo sito italiano sulle malattie rare

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Rivista trimestrale della zona territoriale n. 4 Senigallia

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2pag 2 > L’ASUR al Forum della Pubblica Amministrazione di ROMA pag 3 > Cerimonia ad Arcevia per l’arrivo di una nuova tecnologia donata all’Ospedale di Comunità dal Rotary pag 4 > 250 pazienti sottoposti a visite ed ecografie grande risposta della popolazione alle giornate di screening per la patologia tiroidea pag 5 > Il clima di Recanati dal secolo di Leopardi agli eventi climatici del terzo millennio pag 6 > L’introduzione di una nuova tecnica terapeutica: studio dell’impatto sulla modifica dell’assistenza infermieristica e del ruolo dell’infermiere pag 8 > A proposito di trapianti: il reperimento di organi e tessuti pag 10 > Progetto Dialisi Estiva 2010 pag 11 > Giornata Mondiale del Rene 2010: la U.O. di Nefrologia e Dialisi incontra i giovani studenti dell’Istituto Alberghiero di Senigallia pag 12 > Notizie dall’ANED “meglio prevenire che curare” / Donne ed alcol separati in casa pag 13 > L’amministratore di sostegno: una figura giuridica a tutela delle persone disabili e anziane pag 14 > Okkio alla salute: si passa all’azione pag 15 > Il portale www.aidweb.org primo sito italiano sulle malattie rare

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Con il numero di giugno diMisa Sanità s’inauguraanche l’estate, quella meteo-rologicamente vera; almenosperiamo. Questo numero,fra i tanti argomenti trattati,ospita un articolo relativo aitrapianti. Lasciando ai citta-

dini una lettura ben più autorevole di quest’edito-riale sulla “Donazione di Tessuti ed Organi”, tutta-via colgo l’occasione per sottolineare l’importanzae l’amore verso il prossimo che c’è in “quel gesto”.Non c’è nulla di più civile della manifestazionedella volontà di donare un proprio organo; e la sen-sibilizzazione sull’argomento non è mai troppa.

Dott. Alberto LanariDirigente Area Comunicazione ASUR

MISA SANITÀ numero 2 - Giugno 2010Direttore di Zona Ing. Maurizio BevilacquaDirettore Responsabile Fabio Girolimetti

Coordinamento Dott. Alberto LanariIn redazione Dott.ssa Laura F. Rota

Progetto grafico e impaginazione dmpconcept SenigalliaStampa Centro Servizi Unificato ASUR Marche Fabriano

Raccolta pubblicitaria Publispazio srlVia Maggini, 212 - Ancona - tel. 071/2806721 - 071/898074(Determina n. 163/D Zona4 del 5/09/2008)

EDITORIALEASUR MARCHE

L’ASUR Marche ha partecipato anche quest’anno al Forum della Pubblica Amministrazione, giunto allaventunesima edizione.

Alla manifestazione, tenutasi presso la Nuova Fiera di Roma dal 17 al 20 maggio scorso, l’ASUR è stata pre-sente con il proprio stand, esponendo una notevole quantità di materiale informativo e presentando i proget-ti, le esperienze ed i percorsi più significativi realizzati nelle 13 Zone Territoriali, con particolare attenzioneall’immagine unitaria dell’Azienda.

5.710prestazioni recuperate

da luglio 2006

ad aprile 2008

si ringrazia la cittadinanza

per la sensibilità dimostrata

Gent.mo Ing. Maurizio Bevilacqua, siamo la comunitàdelle monache Benedettine di Fano. In questi ultimi anniabbiamo avuto più volte l’occasione di dover usufruire dellavostra assistenza ed è con vero piacere che abbiamo inten-zione di esprimervi ora tutta la nostra riconoscenza. Ci piace definire l’ospedale come il luogo della “sofferenzanella speranza”. “Sofferenza” poiché chi si rivolge ad unastruttura sanitaria o è affetto da una malattia allo statoacuto o necessita comunque di un intervento specializza-to, effettuato da professionisti; “speranza” in quanto ildegente, dal momento in cui viene ricoverato, spera diincontrare specialisti che possano aiutarlo a risolvere almeglio il proprio problema e allo stesso tempo sappianoesprimere accoglienza, comprensione, premura e infonde-re fiducia e conforto. Noi, nelle nostre ripetute degenzepresso di voi, possiamo dire di aver sperimentato tuttoquesto. Medici professionali e allo stesso tempo accoglien-ti e rasserenanti, espongono il problema con spiegazioniesaurienti instaurando con l’interlocutore uno squisito rap-porto umano - basilare per l’instaurarsi di una fiducia chepermette al paziente di affrontare nelle migliori disposizio-ni ogni intervento. La stessa professionalità e disposizioned’animo l’abbiamo potuta riscontrare negli operatori sani-tari che si occupano dell’assistenza del malato. Un partico-lare compiacimento vogliamo poi esprimerlo nei riguardidel Pronto Soccorso, al quale più volte ha fatto riferimentoanche la mamma di una nostra monaca, proveniente daForlì, la quale, pur trovandosi nell’urgenza, ha preferitogiungere sino a voi per la velocità d’intervento e la compe-tenza con la quale vi contraddistinguete. Con piacereabbiamo poi riscontrato ancora presente nei locali dellastruttura sanitaria il segno cristiano, il Crocifisso, insiemead una generale sensibilità religiosa, che invitiamo a man-tenere come compendio di una trasmissione dei più pro-fondi valori eterni. La S. Pasqua apra sempre più i nostricuori agli appelli dei fratelli e sveli a loro la luce della fede ela forza dell’amore nella speranza del Cristo Risorto. Lo auguriamo con tanta riconoscenza e preghiera.Monache Benedettine - Fano - L’Abbadessa e Comunità

RINGRAZIAMENTI

L’ASUR ALFORUM DELLAPUBBLICAAMMINISTRAZIONEDI ROMAArea Comunicazione ASUR

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URP-COMUNICAZIONE

Sabato 24 aprile, alle ore 11.00, presso l’Ospedale diComunità di Arcevia, si è svolta una cerimonia,

organizzata dall’ASUR Marche, Zona Territoriale n.4,e dal Rotary Club Altavallesina Grottefrasassi in occa-sione della donazione di nuove tecnologie alla struttu-ra sanitaria arceviese. Il Club ha voluto festeggiare i suoi 25 anni di attività diservizio potenziando l’Ospedale di Comunità, unastruttura d’eccellenza della Regione presente da 11anni sul territorio, per soddisfare le esigenze di ordinesanitario-assistenziale della popolazione di Arcevia edei comuni limitrofi. L’intervento è rivolto ai cittadini più fragili, anziani eportatori di gravi malattie invalidanti.

Dopo gli interventi della prof. Anna Carle, Presidentedel Rotary Club Altavallesina Grottefrasassi, del dott.Ferruccio Squarcia, Governatore del Distretto 2090Rotary International, del dr. Alessandro Marini, del-l’ing. Maurizio Bevilacqua, Direttore della ZonaTerritoriale n.4, e del dott. Andrea Bomprezzi, sindacodi Arcevia, è stata scoperta una targa a ricordo dellagiornata. L’attrezzatura donata dal Club all’Ospedale diComunità è una bilancia “Tassinari 2000 Help”, unsistema di pesatura ospedaliera mobile a quattro sen-sori collegati a visualizzazione del peso con un parti-colare programma dedicato e consente di pesare ipazienti che non possono alzarsi dal letto.

CERIMONIA AD ARCEVIA PER L’ARRIVO DI UNA NUOVA TECNOLOGIA DONATAALL’OSPEDALE DI COMUNITÀDAL ROTARYD.ssa Laura Rota URP-Comunicazione

un approfondimento diagnostico mediante dosaggiodegli ormoni tiroidei, per poter confermare e/oescludere un quadro di iper e/o ipotiroidismo.Per una paziente si è reso necessario un accesso inday-hospital per il riscontro di una paratiroideaumentata di volume, facilmente distinguibile da unnormale nodulo tiroideo con un corollario di segnie sintomi da evocare un quadro di ipertiroidismoprimitivo. Le paratiroidi, ghiandole in stretta simbiosi anato-mica con la tiroide, hanno un’importanza fonda-mentale nel normale controllo dell’omeostasi delcalcio. Generalmente sono 4 e sono poste lateral-mente in gruppi di due per lato a ridosso dei lobodella ghiandola tiroidea.

CAMPAGNE DI PREVENZIONE

Nella settimana dal 15 al 19 marzo 2010, intutta Italia è stata proclamata la Settimana

Nazionale della Tiroide, volta a sensibilizzare tuttala popolazione su un organo che determina proble-mi in Italia a circa 6 milioni di persone. La campagna è stata promossa dal Club delle UEC(Unità di Endocrinochirurgia Italiane) e dall’AIT(Associazione Italiana della Tiroide) col patrociniodel ministero della Salute, della SIMG (Società ita-liana di Medicina Generale) e di CittadinanzaAttiva. Circa 150 sono stati gli Ospedali che hannoaderito all’iniziativa e, tra questi, anche l’Ospedaledi Senigallia (ASUR Marche Zona Territoriale 4),mettendo a disposizione personale medico specia-lizzato e locali della Radiologia per due giorni.L’iniziativa è stata un vero successo, con particola-re soddisfazione degli specialisti che si dedicanoalle problematiche legate alla patologia della ghian-dola tiroidea e che afferiscono alle UU.OO. diRadiologia (Giovanni Consalvo, Enrica Ciabattoni,Manuela Fabi, Romina Patrizi, Armida Romagnoli,Filippo Venturi), Medicina Interna (ArduinoSamory, Mariangela Camilloni) e ChirurgiaGenerale (Angelo Cavicchi, Francesca Crosta).Infatti, tra il 15 e il 16 marzo si sono presentatepresso il nostro nosocomio 250 persone per sotto-porsi gratuitamente ad una visita specialistica e aduna ecografia tiroidea, allo scopo di verificarel’eventuale presenza di un’alterazione o di unadisfunzione della ghiandola. La tiroide producedegli ormoni che regolano varie funzioni dell’orga-nismo: sviluppo del sistema nervoso centrale eaccrescimento nel bambino, regolazione del meta-bolismo basale, dell’attività del cuore, del cervello,dei muscoli nell’adulto. È quindi evidente che i

segnali di un malfunzionamento della tiroide sonovari: sono tipici il dimagramento, l’ansia e il nervo-sismo, le evacuazioni multiple se la tiroide produceormoni in eccesso; aumento di peso, stanchezza,difficoltà a svolgere le normali attività sia fisiche cheintellettuali, stitichezza se, al contrario, gli ormoniprodotti sono insufficienti. Non bisogna dimenticare i tumori, soprattutto quel-li maligni, tanto frequenti (4 casi ogni 100.000 abi-tanti) soprattutto nelle donne giovani, quanto cura-bili se diagnosticati all’inizio (fino al 95% di soprav-vivenza a 10 anni). La diagnostica si basa essenzial-mente sull’ anamnesi clinica (attenta valutazione deidisturbi riferiti, visita), sugli esami di laboratorio(spesso il solo dosaggio del TSH può escludere oconfermare un sospetto diagnostico), sullo studioecografico della ghiandola, su eventuale esame cito-logico su ago aspirato di noduli rilevati. È per tali motivazioni che la campagna di screeningera già stata indetta l’anno scorso dai medici dellestesse Unità Operative e aveva fatto registrare lapresenza di 77 utenti in una sola giornata; alla metàdi questi era stata diagnosticata una patologia tiroi-dea. Quest’anno, la stretta collaborazione multidi-sciplinare tra tutti gli specialisti è stata in grado dicreare un percorso diagnostico-terapeutico, accom-pagnando tutti i pazienti dal momento della primavisita alla cura, sia medica che, eventualmente, chi-rurgica, fino alle visite successive. Tutto ciò ha portato, insieme ad un’eccellente cam-pagna pubblicitaria e televisiva, a sensibilizzare unmaggior numero di persone che non solo eranoincuriosite nel voler sapere come “stesse la lorotiroide”, ma hanno anche confermato la fiducia ripo-sta negli stessi operatori. Delle 250 persone che sisono presentate, 205 erano donne (82%) mentresolo 45 uomini (18%); di queste 197 (78,8%) nonavevano mai avuto una problematica tiroidea, men-tre 53 persone, che già erano a conoscenza dellapresenza di un quadro alterato della ghiandola, sonovenute a fare un controllo. In 27 soggetti (10,8%) è stato trovato un nodulo sin-golo della tiroide, che ha reso necessario un appro-fondimento diagnostico mediante ago aspirato, cheè stato poi programmato successivamente ed ese-guito nella nostra struttura. In 5 pazienti (2%) è stata posta un’indicazione chi-rurgica per la presenza di un gozzo voluminosomultinodulare, in alcuni casi misconosciuto ma cheprovocava a loro insaputa una sintomatologia carat-terizzata da raucedine e tosse stizzosa. In 127 utenti (50,8%) è stato necessario consigliare

Il calcio è un elemento costituente critico di tutti iliquidi dell’organismo ed interviene nei processi dellacoagulazione del sangue alla formazione dell’osso. Le ghiandole paratiroidi hanno la funzione di produr-re paratormone, un ormone che stimola il riassorbi-mento del calcio e conseguentemente del fosforo. In tal caso i pazienti possono essere del tutto asinto-matici oppure presentare dolori osteoarticolari, dolorimuscolari, episodi ricorrenti di coliche renali e estre-ma debolezza. La diagnosi si basa oltre che sull’anamnesi anche sulriscontro a livello ematico di un aumento del dosaggiodel paratormone e contestualmente della calcemia eviene poi confermata in base ai dati ecografici e scinti-grafici per discriminare un ingrandimento di una o piùparatiroidi, che andranno poi eventualmente rimossechirurgicamente. Vista la numerosa affluenza e adimostrazione del fatto che la politica di sensibilizza-zione ha avuto un ottimo seguito, tale iniziativa saràsicuramente ripetuta, pregando comunque gli utentiche desiderassero controllarsi o avessero problemati-che legate alla ghiandola , di “ farci visita” presso inostri ambulatori, ove cercheremo di garantire uncompleto iter diagnostico e terapeutico.

250 PAZIENTI SOTTOPOSTI A VISITE ED ECOGRAFIEGRANDE RISPOSTA DELLA POPOLAZIONEALLE GIORNATE DI SCREENING PER LA PATOLOGIA TIROIDEADr. Giovanni Consalvo; Dr. Arduino Samory; Dr. Angelo Cavicchi

TIROIDE

PARATIROIDE

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Con la presente, desidero attestare l’altissimaprofessionalità, disponibilità e gentilezzadell’Infermiera Lina Stelluto, che mi ha accoltopresso l’ambulatorio di Cardiologia delDistretto di Senigallia, in via Campo Boario, inoccasione di una visita specialistica.Cordiali saluti.

Senigallia, 8 marzo 2010Paolo Puerini

RINGRAZIAMENTI

Con emozione mi accingo a presentare questo librosul clima di Recanati, città dove sono nato e vis-

suto fino al 1974. Per motivi di lavoro mi sono poi tra-sferito a Senigallia, una seconda patria benevola eaccogliente. Ho scelto per la presentazione di questaricerca la rivista Misa Sanità, perché esiste un legamestretto tra sanità e clima. Il libro è articolato in due parti: la prima è una storiadel clima recanatese che ruota intorno al “DiarioMeteorologico” di Antonio Bravi (1813-1896), singola-re figura di studioso e strenuo annotatore di ogni cosapassasse sotto la sua osservazione, la cui vita ha attra-versato quasi tutto il XIX secolo. Il manoscritto, assaivasto e sistematico, che ho posto al centro della mianarrazione, rappresenta per l’accuratezza e per ilmetodo che lo caratterizzano il segmento del percorsoche più direttamente conduce alla conoscenza delclima nella città al tempo del suo figlio più illustre,Giacomo Leopardi. L’intuizione di un rapporto stretto, e in molti casidirettamente causale, tra epidemie e fattori climatici èmolto antica, sia nel caso in cui l’ambiente fosse consi-derato come ostile e patogeno, sia quando si cominciòa considerarlo nella veste più favorevole di natura

medicatrix, capace non solo di diffondere i contagi, maanche di sanarli. La grande pioggia manzoniana chedilava via la peste si propone come paradigma di unrapporto che si va mutando.Per restare nell’ambito prescelto, Recanati, la letturadel libro di Franco Foschi «Epidemie nella terra diLeopardi» ci aiuta a scoprire come il conte MonaldoLeopardi affianchi all’attenzione verso un’epidemia divaiolo un sincrono interesse per gli eventi climatici. Recanati all’epoca aveva 14.000 abitanti (tanti se siconsidera che l’attuale Recanati ne annovera circa20.000). Si potrebbe ricordare che nei primi anni dopola seconda guerra mondiale, qui - come penso neglialtri paesi d’Italia - erano frequenti le stesse malattieinfettive che avevano imperversato nei primi annidell’Ottocento: morbillo, parotite, e la tosse convulsache infuriò sia a Recanati sia a Senigallia dal 1948 sinoai primi anni ‘80, allorquando divenne obbligatoria lavaccinazione antipertossica. Nel primo dopoguerra inItalia sembrava che il vaiolo fosse scomparso, tuttaviala vaccinazione antivaiolosa fu ugualmente effettuatadai neonati Uffici di Igiene comunali e dai medici con-dotti (attuali medici di famiglia) a tutti gli allievi dellascuola elementare. Così avvenne anche a Recanati e aSenigallia.Tutto questo, declinato per esteso come meglio hopotuto, rappresenta la prima parte del volume, pre-messa alla seconda in cui Redo Fusari, chimico, ricer-

catore presso l’Osservatorio Geofisico di Macerata eautore di numerosi studi sulla climatologia marchigia-na, tratta con la dottrina e la conoscenza che gli sonoproprie, i profili attuali del clima recanatese nell’ambi-to dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo nelpresente.Questa pubblicazione è stata realizzata con il patroci-nio del Comune di Recanati e con il contributo dellaBanca di Credito Cooperativo di Recanati eColmurano.

IL CLIMA DI RECANATI DAL SECOLO DI LEOPARDI AGLI EVENTI CLIMATICI DEL TERZO MILLENNIODr. Rossano Morici

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L’Ufficio Relazioni con il Pubblico della Zona Terr. n. 4 (all’internodell’Area Comunicazione/Informazione) è articolato “in rete”. Comprende cioè un gruppo di operatori che svolgono la funzione di“referente” dell’ufficio in vari punti di afflusso dell’utenza nel territorio dicompetenza. Ciò permette ad ogni cittadino che ha la necessità di rivol-gersi all’URP, di farlo attraverso il referente di ogni specifica struttura.

REFERENTE

Sig.ra Primavera OlianaSig. Tonni Perucci Stefano

Sig.ra Conti Miriam

Sig.ra Stefanini Giorgia

Sig.ra Olivieri Liliana

Sig. Badiali Nazzareno

Sig.ra Roccheggiani Sandrina

Sig.ra Cameruccio Anna Rita

Sig.ra Bruschi Angela

RECAPITO TELEFONICO

071 - 79092200071 - 79092250

071 - 79092459

071 - 79092337

071 - 79092432

071 - 79093530

071 - 79093334

071 - 79093425

071 - 79093216

URP PIÙ VICINO AI CITTADINI

SITO INTERNETwww.asurzona4.marche.it

Responsabile Dott.ssa LAURA ROTA TEL071 79092252FAX 071 [email protected]

STRUTTURA

UFFICI CENTRALI

PRESIDIO OSPED. - UFF. CASSA

DISTRETTO DI SENIGALLIA

U.O. DI RADIOLOGIA

UFFICIO AMM.VO ARCEVIA

UFFICIO AMM.VO CORINALDO

UFFICIO AMM.VO OSTRA

UFFICIO AMM.VO OSTRA VETERE

Con la presente, desidero esprimere i miei più sen-titi ringraziamenti alla D.ssa Rita Paradisi,Dirigente Medico dell’U.O. Psichiatria, per la pro-fessionalità, la disponibilità, la capacità di ascolto ela gentilezza con la quale mi ha ricevuto e consi-gliato in merito ai risvolti psicologici derivantidalla patologia dalla quale sono affetto. Ancorauna volta, provenendo da un’altra regione, misento di affermare che il Presidio Ospedaliero diSenigallia è una struttura di eccellenza e vi opera-no professionisti di elevato spessore.28 aprile 2010 Cordiali saluti Giancarlo Massini

RINGRAZIAMENTI

In copertina“Sotto il Colle” olio su tela di Giovanni Schiaroli

SERVIZIO INFERMIERISTICO E TECNICO

L’INTRODUZIONE DI UNA NUOVA TECNICA TERAPEUTICA: STUDIO DELL’IMPATTOSULLA MODIFICA DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA E DEL RUOLO DELL’INFERMIERED.ssa Claudia Marotto Infermiera; Sig.ra Antonella Antonietti Coordinatrice U.O. di Chirurgia Generale Z.T.4;D.ssa Manuela Silvestrini Responsabile Servizio Infermieristico e Tecnico Z.T.4

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La persona che deve sottoporsi ad intervento chi-rurgico per il trattamento di una patologia biliare

viene solitamente ricoverata il giorno prima dell’inter-vento. Questo è possibile perché vengono completatigli esami necessari almeno una settimana prima: inquesta occasione il paziente riceve le istruzioni cheriguardano l’assunzione di farmaci e la modifica delleabitudini di vita, come ad esempio astenersi dall’abitu-dine tabagica. L’anamnesi e la visita si concentranosullo stato respiratorio della persona; lo stato nutrizio-nale viene valutato attraverso l’analisi alimentare, l’ac-certamento generale ed i risultati degli esami di labo-ratorio effettuati prima del ricovero. Le principali dia-gnosi infermieristiche nel periodo post-operatorio peruna persona che viene sottoposta ad intervento chi-rurgico per una patologia biliare sono:> dolore acuto e malessere correlati all’incisione chi-rurgica; > rischio di compromissione dell’integrità cutaneacorrelata alla presenza di un drenaggio;> rischio di infezione correlato alla ferita chirurgica;> rischio di compromissione della ventilazione corre-lata a dolore secondaria ad incisione chirurgica e com-promissione diaframmatica da distensione addominale;> insufficienti conoscenze relative all’autogestione adomicilio: terapia antidolorifica, cura dell’incisionechirurgica, individuazione dei segni e sintomi di com-plicanze da riferire, ripresa dell’alimentazione;> complicanze: sanguinamento, peritonite biliare,pancreatite, ittero.Gli obiettivi per l’assistito includono: la diminuzionedel dolore, una ventilazione adeguata, la conservazio-

ne dell’integrità cutanea, un miglioramento del dre-naggio della bile, un apporto nutritivo ottimale, lacomprensione delle pratiche di autoassistenza, l’assen-za di complicanze.Il ruolo dell’infermiere diventa centrale nello svolgerel’assistenza nel periodo post-operatorio, che consistenell’alleviare il dolore; garantire una ventilazione ade-guata; garantire un adeguato apporto idrico e nutrizio-nale ricco di carboidrati, proteine e povero di grassi;curare la ferita chirurgica. L’assistenza infermieristicarisulta ottimale se l’operatore riesce ad individuareprecocemente l’insorgenza di complicanze e dimostradi saperle gestire. Queste possono riguardare la quan-tità e qualità di drenato addominale (sangue, bile),biliare (drenaggio a T), gastrico (ristagni); manifesta-zioni come nausea e vomito; variazioni dei parametrivitali; ipertermia, dolore a colpo di pugnale e shock(peritonite); dolore acuto epigastrico irradiato allaschiena, distensione addominale (segno di pancreati-te); ittero, feci color argilla ed urine ipercromiche(ostruzione biliare).I risultati attesi per l’assistito comprendono:> che il paziente riferisca una diminuzione del dolore; > che dimostri un’adeguata funzione respiratoria;> che la cute sia integra vicino al sito di drenaggiobiliare; > che mantenga un regime alimentare adeguato; > che non presenti complicanze.

LA RICERCA SPERIMENTALESono state prese in considerazione le cartelle clinichedi pazienti che, presso l’Unità Operativa di Chirurgia

Generale dell’ospedale di Senigallia, sono stati sotto-posti ad interventi di colecistectomia laparoscopica elaparotomica. Dividendoli in due gruppi, è stata effet-tuata una raccolta dati che ha fornito le indicazioniriguardo a vantaggi e svantaggi delle due differenti tec-niche, cogliendo l’aspetto saliente dell’assistenza infer-mieristica, la durata e la qualità della degenza, l’anda-mento del decorso post-operatorio per il paziente stes-so. Occorre tenere conto che i casi presi in considera-zione sono diversi tra loro oltre che per il tipo di inter-vento, anche per le modalità con cui si sono svolti.Infatti, rientrano nella casistica interventi programmati,d’urgenza, situazioni che richiedono la conversione del-l’intervento da laparoscopia a laparotomia; in questomodo si possono fare diverse considerazioni, nonostan-te le due popolazioni analizzate siano abbastanza esigue.Possiamo annoverare tra i vantaggi della colecistectomialaparoscopica rispetto alla laparotomia l’assenza di ileoparalitico, minor dolore post-operatorio, tempi didegenza più brevi (1-3 giorni), recupero delle attivitàdi vita più precoci. Tra gli svantaggi si riscontra che nel2-8% dei casi si ritiene necessaria la conversione del-l’intervento che nelle situazioni di colecistite acutaarriva al 20% dei casi; inoltre, sussiste il rischio di dan-neggiamento di un dotto biliare; il paziente necessitadi un nursing più intenso per prepararlo alla gestionedomiciliare del dolore e all’individuazione delle com-plicanze addominali. In merito alla raccolta dati cheabbiamo svolto emergono una serie di considerazioniche ci permettono di avvalorare il quesito di ricercaposto inizialmente. I due gruppi di pazienti presi inesame si differenziano per la natura dell’intervento,per la provenienza, per il loro stato di salute e per l’im-patto che la degenza ha avuto sulla loro abituale vita. > Assistenza infermieristica pre-interventoè l’aspetto che più mette in evidenza come l’impattosull’assistenza infermieristica da parte della tecnicalaparoscopica sia stato positivo. Poter programmarel’intervento consente una preparazione in parte svoltaa domicilio e in parte in regime di pre-ricovero; inol-tre, le informazioni sul decorso vengono fornite antici-patamente, risultando così più comprensibili da partedell’utente. Infine, l’operatore sanitario si trova ad inte-ragire con un soggetto di più facile gestione sia per ildiminuito dolore post-operatorio sia per l’autonomiache recupera più prontamente.> Giorni di degenza - tempo di ripresa del pazienteè estremamente diverso tra le due tecniche, soprattut-

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to grazie alla buona gestione del paziente già nel perio-do pre- ricovero. Le ferite derivate da laparoscopiaguariscono più rapidamente e necessitano di unaminor assistenza. Il paziente può ritornare alla propriaquotidianità in breve tempo, con vantaggi che si riflet-tono sui giorni di lavoro persi, che diminuiscono dra-sticamente. > Gestione del dolore post-operatorioincide sulla qualità del decorso in reparto, aspetto cheè al centro di quasi tutte le teorie emergenti che met-tono al centro dell’assistenza infermieristica il benes-sere del paziente.> Monitoraggio complicanze - gestione dei drenaggi e cura della cute - rischio di infezioneuna buona gestione del paziente da parte dell’infermie-re può evitare l’insorgere di molte problematiche cheandrebbero a compromettere sia la qualità del servizioerogato che la salute del paziente.

COLECISTECTOMIA LAPAROSCOPICAPosizione del paziente e del personaledi sala operatoria

> Ileo paraliticol’intervento in laparoscopia permette una mobilizza-zione precoce e un ritorno ad un’alimentazione com-pleta in breve tempo. Gli operatori sanitari devonoessere aggiornati riguardo alle metodiche di mobiliz-zazione del paziente e metterle in pratica per miglio-rarne la funzionalità intestinale. > Tempo di ripresa del pazientecollegato alla tipologia di intervento, ma anche al suostato di salute, è un dato fondamentale per discriminarele due metodiche.> Stato nutrizionalel’infermiere può svolgere un importante ruolo educa-tivo nell’illustrare al paziente il regime alimentare ade-guato che dovrà mantenere dopo la dimissione.L’aspetto economico è sicuramente una delle dimen-sioni di impatto, che ha tuttavia ricevuto una atten-zione crescente nel tempo.

Il costo degli interventi in laparoscopia è stato ogget-to di studio in numerose ricerche condotte negli ulti-mi anni, tutte accomunate dalla considerazione chetali tecniche costano di più in termini di strumenta-rio, ma hanno vantaggi in termini di efficacia (dato ilbasso tasso di recidive) e limitata degenza post ope-ratoria, aspetti che influiscono notevolmente sullariduzione dei costi. Pur riconoscendo che il costodell’intervento in senso stretto può essere più elevatoin caso di tecniche laparoscopiche, in questi casil’adozione di un’ottica di analisi più ampia che valutisia aspetti relativi ai processi (in modo da poter com-prendere non solo gli aspetti economici ma anche gliimpatti a livello sociale e di qualità della vita) siaaspetti relativi agli impatti sui costi a medio - lungotermine, suggerisce l’opportunità di orientarsi versol’impiego di strumenti che focalizzano la misurazio-ne a partire dalle attività.

Posizionamento delle cannule laparoscopiche per intervento di colecistectomia laparoscopica. (1) cannula da 10 mm per l´ottica posizionata

a livello periombelicale(2) cannula da 10 mm in epigastrio per gli

strumenti operatori (mano destradell´operatore)

(3) cannula da 5 mm per pinza da presa sull´infundibolo della colecisti

(mano sinistra dell´operatore);(4) cannula da 5 mm per pinza da presa

sul fondo della colecisti (assistente).

COLECISTECTOMIA LAPAROSCOPICAPosizione dei 4 TROCAR

LAPAROSCOPIA

A tutti i componenti il Reparto di Ortopedia dell’Ospedale di SenigalliaSono passati più di sette mesi dal giorno del mio incidente ed anche sela guarigione non può considerarsi ancora completa mi sento dire chesiamo ormai sulla buona strada. Ci sono stati momenti in cui ho dubita-to seriamente di poter tornare a camminare come prima, anche il piùpiccolo passo mi sembrava un ostacolo insormontabile. Non parliamopoi di quell’aggeggio terribile che per cinque interminabili mesi mi hatrafitto la gamba per guarirmela, corpo estraneo per la mia testa ma nonper il mio fisico che lo ha tollerato benissimo. Certamente non è stataquesta una bella esperienza, tuttavia, anche se ciò può sembrare strano,ricca di aspetti positivi. E non parlo solo dell’essere sopravvissuta ad unoschianto che mi poteva essere fatale, dell’affetto delle persone care chemi sono state davvero vicine, del vivere apprezzando ogni piccola cosache di solito diamo per scontata o del sorriso che ti viene spontaneo difronte a tutte le sciocchezze che normalmente ci fanno arrabbiare. Miriferisco anche alla miriade di vite altrui che occasionalmente incontria-mo in queste circostanze e che diventano così importanti per noi in quelmomento. È per questo che desidero ringraziare tutti coloro che opera-no nel reparto di Ortopedia: medici, infermieri, operatori socio-sanitarie perfino i degenti che ho avuto modo di conoscere in questi mesi e lacui professionalità e umanità mi accompagnano sempre nel ricordo. La lista è lunga, dovrei nominarli tutti e per tutti avere un pensiero manon è possibile; mi limiterò ad alcuni di loro. Il dr. Marchetti e AntonellaAiudi che la sera del mio incidente mi hanno rimesso in sesto un artoche se ne andava per conto suo, il prof. Ceccarelli che ha effettuato unintervento perfetto senza le complicanze che spesso capitano in questicasi, la Caposala Donatella Chiostergi che mi ha fatto sentire a casaanche se mi trovavo in un letto di ospedale, la gentilezza di tutte le infer-miere, un sollievo alla sofferenza, il sorriso e il garbo degli operatorisanitari perché avere a che fare con padelle e pappagalli non è proprio ilmassimo del diletto, i dottori Agostinelli, Magrini, Grasso e Pavan per-ché, accidenti, ho avuto modo di conoscerli tutti, il personale della SalaGessi perché anche se urli per il dolore se ne frega e prosegue comeniente fosse il suo lavoro (ma poi si scusa per il disturbo) e infine Uomo-Vogue perché come fa le medicazioni lui non c’è nessun altro (nel sensoche la vista del malato si consola). Avete incrociato la mia strada in unmomento difficile della mia vita aiutandomi a superarlo e di questo Visono profondamente grata. A (mai più) rivederci.Antonella Gregori Ferri

RINGRAZIAMENTI

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monito

r monitor

assistente

strumentistacameraman

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Dal 2003 il nostro ospedale è parte integrante delNITp (NORD ITALIAN TRASPLANT) con cen-

tro Interregionale a Milano e Regionale ad Ancona, checomprende le regioni Lombardia, Veneto, FriuliVenezia Giulia, Trentino, Liguria e appunto le Marche.Da allora, sotto la guida dell’allora Coordinatore LocaleDr. Cingolani, abbiamo effettuato 8 prelievi multiorga-no e circa 80 prelievi di cornea... in altri 5 casi di deces-so per morte cerebrale non abbiamo ottenuto il consen-so alla donazione da parte dei familiari... la sensibi-lizzazione verso la popolazione rappre-senta il principale ostacolo alladonazione... di fronte a circa10000 pazienti in listad’attesa, oggi, in Italia,solo un terzo avrà lapossibilità di rice-vere un organo...gli altri...Il nostro scoponon è convin-cere a donare,ma informareed aiutare ifamiliari versouna scelta “con-divisa” in unmomento così dif-ficile come quellodel distacco da unapersona cara: solo se riu-sciremo a spiegare che tuttoil possibile è stato fatto, senzanulla tralasciare, allora potremoabbattere quel 35% di opposizioni (media ita-liana) che equivalgono spesso a una condanna definiti-va per altrettanti nostri cittadini, spesso giovani...i pazienti trapiantati che conducono una vita normalenon sono extraterrestri, ma vivono tra noi, li incontria-mo tutti i giorni al supermercato o al cinema o in filaalle poste... riflettiamo un attimo augurandoci di nonessere mai noi stessi un domani a doverci trovare dall’al-tra parte... Un appello particolare agli operatori sanitaridel nostro Ospedale, affinché siano i primi portatori diquel messaggio di speranza e solidarietà verso chi habisogno disperato di noi e che, con un atto che nontrova eguali nella nostra vita, possano sperare in unfuturo migliore... comprendendo noi tutti per primi cheuna struttura dove si eseguono prelievi è una strutturache “funziona” non potendo essere diversamente, vistala complessità della procedura. Desidero rivolgere unaesortazione ai nostri Amministratori, politici e non,affinché dedichino attenzione sempre maggiore (cosìcome previsto dal piano regionale sanitario) a questacomplessa problematica che riveste un ruolo semprecrescente e che somma a fattori etici facilmente com-prensibili anche fattori “economici” non trascurabili inun momento di ristrettezze come quello attuale. Si cal-cola infatti che solo nel 2009 la Regione Marche abbiarisparmiato 3-4 milioni di euro grazie alla nostra attivi-tà nel territorio, oltre ad evitare viaggi della speranzaverso lidi lontani... queste risorse sono a disposizionedella nostra Sanità regionale per altri investimenti... ai

miei concittadini unasemplice raccoman-

dazione... quandovi recate nelnostro Ospedaleper una visitaad un familiareo conoscenteoppure pereseguire unprelievo di san-

gue, sostate perpochi minuti

vicino al ProntoSoccorso: lì è pre-

sente una “aiuola delladonazione” dove ogni

piantina rappresenta unnostro concittadino che voglia-

mo ricordare e verso il quale noi tuttidobbiamo riconoscenza.

1. IL FABBISOGNO DI TRAPIANTOIl trapianto è ormai una terapia consolidata per nume-rosi tipi di insufficienze d’organo, ed i suoi risultati sonolargamente soddisfacenti. La principale sorgente diorgani per trapianto è rappresentata dai donatori cada-veri, soggetti deceduti nei quali una adeguata assistenzaconsente l’ossigenazione degli organi. In tutto il mondoesiste, però, una grande disparità tra il numero di orga-ni disponibili ed il numero di pazienti che hanno biso-gno di un trapianto: per questo motivo tutte le organiz-zazioni di trapianto hanno affrontato il problema dimigliorare l’attività di reperimento di donatori. In Europa occidentale vi sono circa 40.000 pazienti inattesa di un trapianto di rene, mentre il numero di dona-tori è stabile intorno a 5.000 ed una situazione analogaè presente negli Stati Uniti, dove i pazienti in attesa diun trapianto sono quasi 80.000 e continuano ad aumen-tare anno dopo anno. In realtà il gap tra pazienti cheabbisognano di un trapianto ed organi disponibili è pro-babilmente maggiore rispetto a quello calcolato suipazienti in lista d’attesa, in quanto i centri trapianto ten-dono a contingentare le liste proprio a causa della scar-sità di organi ed escludono pazienti che avrebbero avutocomunque una indicazione al trapianto. La mortalità annua dei pazienti in lista d’attesa per tra-pianto di cuore, fegato o polmone oscilla tra il 15% ed il30%, mentre per quelli in attesa di trapianto di rene, in

trattamento dialitico, il tempo medio di attesa per il tra-pianto è di circa 3 anni.

2. MEETING THE ORGAN SHORTAGELa fase del reperimento del donatore cadavere è forse ilmomento principale del processo di donazione, inquanto è largamente dimostrato che la quota più rile-vante di potenziali donatori viene persa proprio in que-sta fase. Nel 1996 il Comitato di Esperti del Consigliod’Europa ha redatto il documento “Meeting the OrganShortage: current situation and strategies for improve-ment”: questo documento nasce dall’esperienza dellaSpagna, da alcuni anni nazione leader nel mondo nelcampo del reperimento di organi da cadavere, e costi-tuisce ancor oggi il riferimento per tutti coloro che sioccupano di prelievo di organi a scopo di trapianto. La Spagna ha ottenuto questi risultati anche perché inquel Paese si è compreso che l’area del reperimento vanettamente distinta da quella del trapianto, e deve gode-re di una sua propria dignità, nonché di investimentidedicati. A fronte degli ottimi risultati ottenuti nel recupero diorgani da cadavere, il ricorso alla donazione da vivente,in quel Paese, si è ridotto a livelli quasi del tutto trascu-rabili. Il suddetto documento esplora tutte le fasi delprocesso di donazione, riportando, per ogni fase, alcu-ne raccomandazioni che ne riassumono i punti chiave.Di seguito riportiamo alcuni passi del documento con icommenti e le raccomandazioni che più direttamenteriguardano il problema del reperimento.

3. IL PROCESSO DONAZIONE - TRAPIANTOIl processo che porta dalla donazione dell’organo al tra-pianto è lungo e complesso, e deve essere attentamenteregolato e controllato per evitare qualsiasi improvvisa-zione. L’intero processo può durare anche molte ore ecoinvolgere un gran numero di operatori sanitari concompetenze molto diverse, di conseguenza, è impor-tante nominare una persona chiave (CoordinatoreLocale del Prelievo, CLP) per ogni area o ospedale, conil compito specifico di monitorare attentamente l’interoprocesso e di definire le priorità sulle quali concentraregli sforzi. Prima di prendere carico delle sue funzioni, ilCoordinatore Locale deve essere adeguatamente for-mato, e successivamente deve mettere a punto specificiprotocolli e procedure operative per ogni momento delprocesso. Il primo problema da risolvere per il CLP èquello di stabilire il livello potenziale di reperimento delsuo Ospedale o della sua area, in modo da comprende-

U.O. ANESTESIA E RIANIMAZIONE

A PROPOSITO DI TRAPIANTI:IL REPERIMENTODI ORGANI E TESSUTIDr. Andrea Ansuini Coordinatore Locale Trapianti

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re in che misura il livello può essere migliorato. Alcunistudi internazionali hanno consentito la pubblicazionedi dati sui livelli potenziali di reperimento in diversearee geografiche, che dimostrano tassi realizzabili intor-no ai 50 donatori per milione di abitanti (p.m.a.). Sono stati individuati anche indicatori generali checonsentono di risalire al livello potenziale di reperi-mento in base al tasso di mortalità ospedaliera, alnumero di posti letto in terapia intensiva, ecc., ma, dalmomento che non è possibile disporre di dati univer-salmente validi, per ogni area o ospedale deve esserestabilita con precisione la disponibilità di potenzialidonatori: ciò significa che è necessario misurare ilnumero di soggetti deceduti per lesioni cerebrali econfrontarlo con il numero di donatori effettivamenteprocurati. Il mezzo che consente di misurare fedel-mente il numero di potenziali donatori in un ospedaleè il Registro dei decessi: si tratta di una raccolta dei datianagrafici e clinici, riguardanti i pazienti che decedonoin seguito ad una lesione cerebrale. Di questi soggetti viene registrato tutto il percorso effet-tuato all’interno dell’ospedale, dal ricovero alla diagnosied all’accertamento di morte, alla documentazione deglieventuali criteri di non idoneità, all’esito dei colloquicon i familiari per la richiesta del consenso al prelievofino alla donazione degli organi se questa si è realizzata.I dati sono raccolti prospetticamente e consentono dimisurare le differenze fra il numero di donatori procu-rati dall’ospedale ed il numero potenziale di donatoriutilizzabili specifico per quell’ospedale. Il Registro dei decessi può essere gestito all’interno diprogrammi di miglioramento del reperimento come adesempio il “Donor Action program”, un pacchettomesso a punto in Olanda che consente sia di registrarei dati dei soggetti deceduti per lesioni cerebrali sia divalutare il livello di conoscenza del personale medico edinfermieristico dei reparti per acuti dell’ospedale sultema del prelievo di organi per trapianto. Anche questa iniziativa, come il Registro dei decessi,deve essere condotta da personale professionalmentequalificato (CLP), che segue linee guida e regole eticheben definite. Il profilo ed il ruolo del CLP devono esse-re accuratamente definiti, dal momento che risultanodeterminanti per un efficace programma di reperimen-to. Sebbene le condizioni locali possano condizionarequesta scelta, l’indipendenza tra programmi di donazio-ne e di trapianto è fortemente raccomandata. Il CLP, figura chiave sul quale si basa il programma direperimento di tutti i potenziali donatori, deve sovrin-tendere alle attività di prelievo, tenere il Registro deidecessi, fare una revisione quotidiana della lista deipazienti che vengono ricoverati nei reparti che hanno incura i pazienti critici ed eseguire un monitoraggio accu-rato dei pazienti affetti da danno cerebrale severo. Il CLP ha poi anche l’importante compito di mettere apunto i protocolli di identificazione del potenzialedonatore, che definiscano i ruoli e le responsabilità ditutti i professionisti implicati, organizzare eventi forma-tivi per il personale sanitario delle terapie intensive delsuo ospedale, effettuare un “auditing” del programma direperimento a scadenze regolari e sensibilizzare tutto ilpersonale sanitario al problema della donazione e quin-di alla necessità di organi per trapianto.

Alcune indicazioni sul ruolo e le funzioni del CLPsono di seguito elencate:a) è, preferibilmente, un Anestesista Rianimatoreesperto;b) è autonomo - coordinato con la Direzione Sanitaria;c) ha a disposizione fondi dedicati;d) è dotato di empatia;e) effettua il monitoraggio dell’attività;f) attiva le procedure di prelievo;g) si rapporta con Associazioni - Istituzioni - Famiglie;h) collabora all’educazione del personale sanitario;i) collabora continuamente con il CoordinatoreRegionale e con il Centro di Riferimento con riunionimensili.In Italia, la legge 91/99 ha fatto proprie queste indica-zioni, ed ha ufficializzato la figura del CLP, definitocome un medico dell’azienda sanitaria che abbia matu-rato esperienza nel settore dei trapianti, designato dalDirettore Generale dell’azienda per un periodo di cin-que anni, rinnovabile alla scadenza. I CLP provvedonoall’assolvimento delle loro funzioni secondo modalitàstabilite da apposite delibere regionali.

4. ASPETTI SOCIALI DELL’ATTIVITÀ DEL COORDINATORE LOCALE AL PRELIEVOIl compito del CLP può essere enormemente facilitatose esiste, nella regione o nel Paese dove egli opera, unclima favorevole alla donazione. Questo clima vienerealizzato non tanto dal promulgamento di leggiorientate al consenso presunto dei cittadini che nonhanno espresso alcun parere sulla donazione degliorgani dopo la morte, quanto da adeguate campagnedi informazione rivolte al grande pubblico attraverso imass-media.

È infatti innegabile che l’informazione, in positivo o innegativo, gioca un ruolo molto importante nella predi-sposizione del pubblico verso la donazione di organi. È molto importante che, su un tema così delicato, lapopolazione generale venga correttamente informatasul significato di termini come “consenso presunto” o“consenso informato” alla donazione di organi, primadi promuovere cambiamenti della legge che potrebbe-ro essere potenzialmente dannosi.Il CLP deve essere a conoscenza dei requisiti di leggeed è responsabile del rispetto di tali criteri e della rac-colta e archiviazione della documentazione prevista,ma egli può anche farsi carico in modo diretto dell’in-formazione diretta ai cittadini della sua area o regione:questo obiettivo può essere realizzato attraverso l’im-plementazione di incontri formativi diretti al grandepubblico, nei quali si avvale della collaborazione diprofessionisti esperti del processo che conoscano lestrategie di comunicazione e di divulgazione di argo-menti complessi. Per la stesura dei messaggi può anche essere necessa-rio un supporto professionale da parte di esperti dellacomunicazione, sia per quanto riguarda il contenutodel messaggio, sia per il modo migliore di trasmetter-lo. Particolare attenzione deve essere riservata agliargomenti più dibattuti, come la morte cerebrale ed iltraffico di organi, per i quali sono fondamentali defini-zioni chiare e linee-guida specifiche. Un altro importantissimo bersaglio delle campagne diinformazione deve essere il personale sanitario noncoinvolto nel trapianto, medici ed infermieri ospeda-lieri ed anche medici di base. Una linea telefonica preferenziale sul trapianto, conprofessionisti addestrati, è lo strumento più sempliceed utile per migliorare l’informazione di sanitari, gior-nalisti e pubblico in genere.

5. CONCLUSIONII punti critici da cui dipende la possibilità di migliora-re l’attività di reperimento dei donatori sono:> L’identificazione dei potenziali donatori (soggetticon diagnosi di danno cerebrale completo e irreversi-bile determinato con tutti i mezzi clinici e strumentalinecessari, nel quale siano state escluse le controindica-zioni che rappresentano un rischio per il ricevente). È il momento iniziale di tutto il processo di donazionee il più difficile da standardizzare; implica la conoscen-za del numero di soggetti nei quali può essere fatta ladiagnosi di morte, di quanti di essi hanno cause diesclusione alla donazione e quanti sono realmenteidentificati come potenziali donatori. Lo strumentoideale per monitorare il reperimento è il registro deidecessi, che rende conto del numero dei potenzialidonatori e del loro mancato recupero nell’ospedale onell’area da esso servita.> Il coinvolgimento e la formazione del personale delleterapie intensive nella gestione delle varie fasi del pro-cesso di donazione sono elementi fondamentali permigliorare il recupero di organi.> L’informazione. Il principale bersaglio delle campa-gne di informazione deve essere il personale sanitarionon coinvolto nel trapianto, sebbene anche la popola-zione debba essere coinvolta, attraverso i media.

U.O. NEFROLOGIA E DIALISI pag10

PROGETTO DIALISI ESTIVA 2010Dr. Rolando Boggi Direttore U.O. Nefrologia e Dialisi Z.T.4

Anche la prossima estate, il personale sanitario medico e infermieristico dell’ U.O diNefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Senigallia garantirà il servizio della Dialisi Estiva

rivolta ai pazienti affetti da insufficienza renale cronica in trattamento dialitico extracorpo-reo (rene artificiale) che intendano usufruire di un periodo di vacanza a Senigallia nei mesidi luglio ed agosto. Il progetto, che è già stato realizzato negli anni precedenti, ha riscossoun notevole successo e ha ottenuto consensi da parte dei pazienti e dei loro familiari. Questipazienti sono purtroppo costretti a sottoporsi alla dialisi, della durata di 4 ore per 3 volte lasettimana; ciò ovviamente limita le normali occupazioni quotidiane sia lavorative che lega-te al tempo libero. Il Progetto della Dialisi Estiva offre a questi cittadini la possibilità di tra-scorrere un periodo di vacanza in luoghi di villeggiatura: per l’accesso a questo servizio èsufficiente una richiesta scritta da parte dell’interessato contenente i propri dati anagraficie clinici e il Centro Dialisi di riferimento. A questi utenti è riservato un turno di dialisi sera-le con inizio alle ore 19.00, in maniera tale da renderli liberi da impegni dialitici durante ilgiorno ed avere quindi la possibilità di trascorrere la loro vacanza a Senigallia, per goderedella bellezza della “spiaggia di velluto”, visitare i luoghi e le manifestazioni di interesse turi-stico e culturale o fare semplicemente shopping nei numerosi negozi del centro della città.Partecipano al Progetto della Dialisi Estiva il Direttore della U.O. di Nefrologia e Dialisi,coadiuvato da 5 collaboratori (D.ssa Laura Fattori, Dr. Gianrico Maria Giacchetta, Dr. FabioIppoliti, Dr. Stefano Cenerelli, D.ssa Alessandra Piano) e da 8 infermieri professionali esper-ti nell’assistenza dialitica ai pazienti con insufficienza renale cronica (Allegrezza Stefania,Angeloni Emanuele, Bedini Lucia, Cursi Lucia, Giampaoletti Loredana, Mandolini Sandra,Mazzanti Lidia, Ubertini Bonizio). Sono pervenute all’U.O. di Nefrologia e Dialisidell’Ospedale di Senigallia richieste da parte di numerose persone che desiderano trascor-rere una vacanza nella nostra città, molte delle quali sono già state nostre assistite neglianni precedenti; ciò sta a testimoniare la qualità del servizio che è stato loro riservata siadal punto di vista assistenziale medico-infermieristico che organizzativo.

Il 4 febbraio u.s., dopo 40 anni di servizio svoltocome tecnico di radiologia fra l’ospedale di Ostra equello di Senigallia, ha lasciato il servizio AnnaAriemma. Ho conosciuto Anna 28 anni fa ma negli ultimi 11anni, quando cioè entrambi ci siamo imbarcati nel-l’avventura senologica, ho avuto modo di apprezza-re ogni giorno di più il suo impegno, la sua onestà, ilsuo grande senso del dovere, il valore etico che ha saputo attri-buire al suo lavoro, l’enorme disponibilità verso i pazienti e versoi colleghi, l’insostituibile affidabilità che le viene unanimementericonosciuta. Il suo è stato un lavoro silenzioso, lontano da clamori mediatici,ma prezioso non solo per chi ha lavorato con lei ma soprattuttoper i pazienti, disinteressato fine ultimo del suo impegno. Unapresenza discreta quella di Anna, con la quale abbiamo condivi-so momenti belli ma anche difficili e dalla quale ho ricevuto sem-

pre incoraggiamento e stimolo a proseguire nelcomune impegno in Senologia. Nell’ultimo giorno dilavoro ha preparato quanto sarebbe servito l’indoma-ni, poi ha salutato personalmente tutti i colleghi del-l’ospedale e negli ultimi momenti, vedendola sorri-dere, ma sapendola profondamente commossa, michiedevo cosa avrei potuto fare per dimostrarle lamia gratitudine e la mia stima…sono convinto che la

certezza di aver fatto sempre e comunque il proprio dovere è statoper Anna il vero compenso alle proprie fatiche ed al proprio impe-gno. Da Anna, persona dalle elevate qualità umane e professiona-li, le giovani e brave tecniche, che prenderanno il suo posto, rice-veranno un pesante testimone ma anche un grande esempio chesarà per loro una guida sicura. Ad Anna, alla quale auguro ogni bene anche a nome di tutto ilServizio di Radiologia, il mio commosso GRAZIE! Dr. Giovanni Consalvo Direttore f.f. U.O. Radiologia

LASCIA IL SERVIZIO ANNA ARIEMMA

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U.O. NEFROLOGIA E DIALISI

GIORNATA MONDIALE DEL RENE 2010L’U.O. DI NEFROLOGIA E DIALISI INCONTRA I GIOVANI STUDENTI DELL’ISTITUTO ALBERGHIERO DI SENIGALLIADr. Rolando Boggi Direttore U.O. Nefrologia e Dialisi Z.T. 4

Anche quest’anno, l’Unità Operativa diNefrologia e Dialisi del nostro Ospedale ha ade-

rito alla Giornata Mondiale del Rene, promossa dallaSocietà Italiana di Nefrologia (SIN) e dallaFederazione Italiana del Rene (FIR). Questo abitualeappuntamento è volto a sensibilizzare la popolazionesull’importanza di controllare i propri reni, che spes-so si ammalano senza dare alcun segnale. Difatti, unitaliano su 10 è affetto da insufficienza renale mode-rata e sono purtroppo in molti a non saperlo.Il rene, all’inizio delle sue sofferenze, non dà sintomievidenti e così si sottovalutano o addirittura si igno-rano i rischi che accompagnano le malattie renali. I dati ufficiali ci informano che oltre 5 milioni di ita-liani soffrono di insufficienza renale cronica e chetale dato è in aumento, poiché si allunga la duratadella vita e, con essa, la possibile comparsa di diabe-te, ipertensione arteriosa e sovrappeso, condizioniche possono danneggiare in modo importante la fun-zionalità renale. L’insufficienza renale cronica molti-plica sino al 40% il rischio di morte nei pazienti car-diopatici, perché compromette seriamente l’apparatocardio-circolatorio. Il rene perde inoltre la capacità diprodurre la vitamina D e la eritropoietina (fattore dicrescita dei globuli rossi), provocando anemia einsufficiente ossigenazione. Nel momento in cui i reni cessano di funzionaretotalmente, è necessario iniziare il trattamento diali-tico o ricorrere, quando possibile, al trapianto direne. Rammentiamo che il numero di pazienti avvia-

ti alla dialisi è più che raddoppiato negli ultimi ven-t’anni. I più colpiti dalla malattia renale sono dunquei soggetti con oltre 65 anni, ma la patologia tende adincidere in età sempre più giovane. Per tale motivo, quest’anno abbiamo deciso di svolge-re la nostra azione informativa e divulgativa nell’am-bito della Istituzione Scolastica. Perché la percezionedell’importanza dei propri reni e della loro salvaguar-dia deve iniziare precocemente, già in età adolescen-ziale e giovanile, per essere efficace e generare veraprevenzione. Il 9 marzo, i medici e gli infermieri dell’U.O. diNefrologia e Dialisi di Senigallia si sono recati pressol’Istituto Alberghiero cittadino per avvicinare e sensi-bilizzare i ragazzi alla conoscenza della Nefrologia,branca della medicina che si occupa delle problema-tiche che interessano l’apparato urinario, i reni e tuttigli organi danneggiati a causa della malattia renale(cuore, vasi, apparato sanguigno, ghiandolare, gastro-enterico, nervoso e muscolo-scheletrico). In collaborazione con la Dirigente Scolastica e i suoicollaboratori, la giornata ha avuto inizio con unincontro frontale con i giovani delle classi quintedell’Istituto, nel quale è stata illustrata la funzione deireni, cosa succede quando essi si ammalano, comeaccorgersene e come curarli. La seconda parte della mattinata ha visto l’adesionevolontaria di oltre 100 ragazzi alla compilazione di unquestionario sulle abitudini di vita e sul livello diconoscenza delle malattie renali, seguito dalla misuradella pressione arteriosa, di parametri antropometri-ci (peso, indice di massa corporea, circonferenzaaddominale) e dalla ricerca di sangue e proteine su uncampione di urine (indizi di una malattia renale

all’esordio). Da una prima verifica dei questionaricompilati possiamo evidenziare che:1) l’adesione e il grado di interesse dei giovani è statoelevato, ad indicare una innata curiosità verso la pro-blematica renale;2) è molto diffusa l’abitudine del fumo ed il consumoalcoolico;3) il livello di conoscenza dei propri reni e della loroessenziale funzione appare modesto nei partecipanti,eccezion fatta per coloro che hanno parenti o cono-scenti direttamente colpiti dalla malattia, in dialisi otrapiantati;4) la partecipazione al sondaggio è stata ritenuta ingrado di aumentare l’attenzione alle malattie del rene,al diabete, all’ipertensione e al sovrappeso.Concludiamo, ricordando al lettore le poche e sem-plici abitudini che abbiamo insegnato ai giovani persalvaguardare i reni e la propria salute:1) evita il fumo e l’uso di farmaci senza il controllomedico (specie gli antinfiammatori); 2) pratica una modica ma regolare attività fisica; 3) combatti il sovrappeso con una dieta corretta; 4) avverti il tuo medico della presenza di malattierenali nei familiari; 5) verifica i livelli di pressione arteriosa a qualunqueetà; 6) esegui l’esame delle urine e controlla la funzionedel rene con la determinazione della creatinina inoccasione di altri esami di laboratorio o più spesso seil rischio è elevato; 7) cura con attenzione le malattie che possono dan-neggiare il rene (obesità, ipercolesterolemia, iperten-sione arteriosa, diabete).Arrivederci alla Giornata Mondiale del Rene 2011!

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ANED

ANED MARCHE

Le malattie renali sono spesso malattie subdole eper prevenirle e combatterle necessitano di un

costante controllo. L’ANED (Associazione Nazionale EmoDializzati)conosce molto bene queste malattie, tanto da promuo-vere ogni anno nella nostra Regione una giornata perla prevenzione delle malattie renali con l’aiuto dellaRegione Marche, della Croce Rossa Italiana e deimedici ed infermieri di alcuni Centri Dialisi.Negli anni 2007 e 2008 le nostre giornate si sono svol-te presso gli uffici della Regione Marche monitorandopiù di quattrocento impiegati, l’anno scorso, invece, cisiamo recati presso gli uffici della Ditta Merloni diFabriano, sottoponendo ad uno screening nefrologicocirca trecentocinquanta impiegati.Quest’anno, nella giornata del 15 aprile 2010, la pre-venzione delle malattie renali è stata realizzata pressola Caserma dei Carabinieri di Ancona. CentodieciUfficiali e Sottoufficiali si sono sottoposti volentieri aicontrolli accurati degli infermieri e dottori, anche per-ché per una diagnosi più approfondita quest’anno, gra-zie alla disponibilità del dr. Boggi, Direttore del CentroDialisi di Senigallia, si è potuto usufruire anche di unecografo prestato per l’occasione dalla ZonaTerritoriale n.4.Il personale presente era formato dal dr. Carlini delCentro Dialisi di Fabriano, dal dr. Bibiano del CentroDialisi di Torrette (AN), dall’infermiera dell’INRCAsig.ra Lenci e dalle infermiere professionali (volonta-rie) della CRI: Valentini Fiorella, Pesaresi Stefania eVirgenti Bruna, che si sono impegnate tutta la giorna-ta dando un grandissimo contributo alla riuscita del-l’indagine di prevenzione.Certamente, quest’anno il numero di persone interes-sate è stato un poco inferiore agli anni precedenti, peròpensiamo di avere offerto una maggiore qualità all’in-dagine, grazie all’ecografo usato dal dr. Boggi, con l’aiu-to dell’infermiere del Centro Dialisi di Senigallia sig.Emanuele Angeloni.Crediamo che si dovrebbero sempre più sensibilizzarei medici di famiglia per un’indagine a tappeto dei loro

assistiti, perché sono già sufficienti pochi esami noncostosi per scoprire eventuali patologie legate ai reni epoter quindi intervenire prima che degenerino.La nostra Associazione, nell’occasione, ha distribuitoai presenti dépliant informativi e dato anche delleinformazioni sulle malattie renali. Tutto il personale che ha contribuito alla riuscita dellagiornata è stato ringraziato calorosamente dalComandante Generale Luigi Curatoli. Come ANED siamo convinti che basterebbe un po’più di informazione e un po’ più di impegno dellenostre strutture sanitarie per poter permettere unaqualità di vita migliore a molte persone, risparmian-do tante sofferenze ai malati e spese al nostroServizio Sanitario.

ALCOL E GRAVIDANZA SONO INCOMPATIBILIIl feto non è dotato di enzimi che metabolizzinol’alcol. L’alcol bevuto dalla madre arriva diretta-mente al cervello in pieno sviluppo, distruggendo-ne le cellule sin dai primi giorni di gestazione. Idanni sono imprevedibili perché l’alcol colpisce acaso, come un ubriaco in una cristalleria. Questoporta alla SINDROME FETO-ALCOLICA conesito in HANDICAP.

ANCHE AL DI FUORI DELLAGRAVIDANZA ALLA DONNAL’ALCOL RISERVA SOLOBRUTTE SORPRESELa PrimaL’alcol è quattro volte più forte per il cervello fem-minile rispetto a quello maschile, perché la donnapossiede minor quantità di enzimi che metaboliz-zino l’alcol. Si potrebbe verificare che gli uomininon siano ancora del tutto ubriachi, mentre ledonne siano già senza controllo e non più in gradodi difendersi: in ambienti a rischio questo puògenerare situazioni molto pericolose per l’incolu-mità fisica o anche condurre a gravidanze indesi-derate. Attenzione ai prodotti alcolici frizzanti,perché l’anidride carbonica (le bollicine) acceleral’assorbimento dell’alcol, rendendo l’ubriachezzapiù rapida o intensa.La secondaL’alcol aumenta nelle donne il rischio di tumori,soprattutto di quello alla mammella, bevendoneanche solo piccole quantità. Dopo anni di indaginisu centinaia di migliaia di donne si è arrivati a sti-mare che il consumo abituale di alcol - come 1 lat-tina di birra, o 1 bicchierino di superalcolico, o 1bicchiere di vino - sia responsabile nella interaEuropa del 7,7% dei casi di tumore alla mammella.

NOTIZIE DALL’ANED“MEGLIO PREVENIRE CHE CURARE”Marianna Lolli Segretario Regionale Comitato ANED Marche

DONNE ED ALCOLSEPARATI IN CASA QUELLO CHE LA DONNA RISCHIA CON L’ALCOL PER COMPAGNO Stimolo ad approfondire per chiunque voglia bere responsabilmente

NESSUNA BEVANDA CONTENENTE ALCOL PUÒ FAR BENENON LASCIARE CHE SIANOGLI ALTRI A FARTI BERE

www.rotaryclubsenigallia.it

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ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

L’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNOUNA FIGURA GIURIDICA A TUTELA DELLE PERSONE DISABILI E ANZIANEAdriana Castracani Segretario ANFFAS Onlus Senigallia

Quando, dopo un lungo iter burocratico, nel 2004fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge

numero 6, relativa all’istituzione dell’Amministratoredi sostegno, le famiglie delle persone con disabilitàtirarono un sospiro di sollievo: finalmente non sareb-bero state più sole a gestire la vita dei figli e a tutelarlidall’ingiustizia e dal disinteresse della società.Bisognava, però, conoscere bene i vari articoli e sape-re a chi rivolgersi: ogni nuova legge crea interrogativi eha bisogno di un periodo di rodaggio, prima di essereaccettata dai destinatari. L’Anffas di Senigallia, per dis-sipare i dubbi, decise allora di organizzare unConvegno: il 12 marzo 2005, presso l’Auditorium SanRocco di Senigallia, l’avvocato Sabina Sartini, la dotto-ressa Ada Agostini, direttore dell’U.O. di MedicinaLegale della Zona Territoriale 4, e il notaio DalmazioSgolacchia chiarirono ai presenti i vantaggi della nuovafigura giuridica, voluta dalle famiglie delle persone condisabilità per scongiurare l’interdizione o l’inabilitazio-ne. Prima dell’entrata in vigore di questa legge, infatti,lo stato di infermità mentale terminava sempre con lasentenza di interdizione e, se le condizioni patologichenon rientravano necessariamente nel processo diinterdizione, molte situazioni rimanevano prive diforme di assistenza o la potevano ottenere forzando gliistituti esistenti. L’interdizione è giustamente definita “morte civile”della persona, perché nega all’interdetto la capacitàdecisionale negli ambiti più svariati: non può sposarsi,fare testamento, riscuotere la pensione, riconoscere unfiglio naturale, ottenere un impiego pubblico, inoltrareuna richiesta di assistenza all’ASUR e persino presen-tare la dichiarazione dei redditi. La legge 6/2004 fa leva, invece, sulle abilità residue esulle capacità positive di cui la persona può ancoradisporre. L’Amministratore di sostegno, infatti, nonprevede l’annullamento delle capacità a compiere vali-damente atti giuridici, ma svolge una funzione diaffiancamento ai cittadini che, per effetto di un’infer-mità o di una menomazione fisica o psichica, si trova-no nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, diprovvedere ai propri interessi, quindi possono giovar-sene non solo persone con malattia mentale o disabili-tà intellettiva, ma anche anziani, persone con handi-cap sensoriale, alcolisti, tossicodipendenti, soggetticolpiti da ictus, malati e, in alcuni casi, extracomunita-ri e detenuti. Questa legge è il segno tangibile dell’attenzione cre-scente nei confronti della dignità delle persone nonautonome, perché prende in considerazione non solola cura del patrimonio del beneficiario, ma soprattuttoi suoi bisogni e le sue esigenze personali.

Perché il Convegno del marzo 2005 non rimanesse unepisodio isolato, senza un riscontro positivo, le asso-ciazioni di volontariato Anffas, Primavera,Camminiamo insieme, Avulss e Aos decisero, con ilfinanziamento del Centro Servizi VolontariatoMarche, di aprire uno sportello informativo presso lasede dell’Anffas: l’avvocato Sabina Sartini, la dottores-sa Ada Agostini e il notaio Sgolacchia misero le lorocompetenze a disposizione di coloro che volesseroessere informati sull’Amministratore di sostegno e sucome accedere al servizio. Dal 20 maggio 2010 e ogni primo e terzo giovedìdel mese dalle ore 12.00 alle 14.00 lo sportello infor-mativo ha una nuova sede: presso il Poliambulatoriodella Zona Territoriale 4 di Senigallia, in via CampoBoario, la professoressa Maria Antonietta MontanariBovini, una socia dell’Anffas, sarà a disposizione degli

interessati e fornirà materiale informativo. Si avvarràdella consulenza dell’avvocato Sartini e della dottores-sa Agostini e, quando sarà necessario, dell’esperienzadelle psicologhe e delle assistenti sociali della Zona 4 edell’Assessorato ai Servizi alla Persona del Comune diSenigallia. Con il tempo si potrà ampliare il raggio di informazio-ne a tutte le leggi, soprattutto quelle nuove che riguar-dano la disabilità, indirizzando gli utenti verso struttu-re adatte o verso associazioni specifiche. Il Direttoredella Zona Territoriale 4 ha approvato subito il proget-to dello sportello informativo presso ilPoliambulatorio, non solo perché è in un luogo fre-quentato, accessibile a tutti, aperto alla città e all’hin-terland, ma anche perché coinvolge Zona Territoriale,Comune e Volontariato nella soluzione dei problemidei cittadini con disabilità e delle loro famiglie.

DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE

OKKIO ALLA SALUTE: SI PASSA ALL’AZIONED.ssa M.Grazia Tavoletti; D.ssa Beatrice Sartini Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione Z.T.4

La sorveglianza in età infantile effettuata dal sistema dimonitoraggio Okkio alla SALUTE fornisce dati misu-

rati sulla situazione ponderale e sullo stile di vita dei bam-bini tra 6 e 10 anni. Secondo i dati nazionali 2008 di Okkioalla SALUTE, il 24% dei bambini risulta in sovrappeso e il12% è obeso; nella nostra regione il 24% dei bambini è insovrappeso e il 10% è obeso, circa 1 bambino su 3 che fre-quenta la scuola primaria ha un eccesso di peso. L’obesitàè un fenomeno rilevante, ma il suo impatto e le conseguen-ze sembrano ancora poco percepite. Secondo le informa-zioni fornite da Okkio alla SALUTE, gli stessi genitorisembrano sottovalutare il problema:> quasi quattro mamme su dieci di bambini con eccessoponderale non ritengono che il proprio figlio abbia unpeso eccessivo;> solo il 23% delle mamme con bambini in sovrappeso eil 49% di quelle con bambini obesi ritengono che il pro-prio figlio mangi troppo.Nel mese di maggio, in concomitanza con la nuova rac-colta dati 2010 nelle scuole campionate, è stata attivatauna comunicazione finalizzata. Che cosa vogliamo comunicare? Innanzitutto alcunesemplici indicazioni per migliorare il benessere dei bam-bini, quindi:

Per gli alunni nelle classi, ecco il CALENDARIO in cui sono illustrati, in modo accattivante e con semplici messag-gi, alcuni comportamenti per migliorare il benessere e la salute.

Sempre all’insegnante è stato consegnato il Living Book“FORCHETTA E SCARPETTA” (progetto delMinistero della Salute) dal titolo evocativo, dove forchettasta per mangiare bene e scarpetta per camminare e fareattività fisica. È un kit multimediale e interattivo con quize giochi sugli aspetti generali dell’alimentazione e l’attivitàfisica. È di facile consultazione, è accompagnato da unopuscolo da portare a casa per non abbandonare le regolee proseguire il “gioco” con i genitori. Il progetto è stato rea-lizzato con il Ministero dell’Istruzione, Istituto Superiore diSanità (ISS) e Istituto nazionale per la nutrizione (Inran).Un ulteriore target sono i pediatri, per i quali è stato pre-disposto un poster da esporre nelle sale d’aspetto ad uso diadulti e bambini che si recano dal pediatra.

L’obiettivo finale dell’utilizzo dei vari strumenti dicomunicazione che sono rimasti alle scuole è produrreun cambiamento riguardo agli atteggiamenti sfavorevo-li emersi dall’indagine 2008, in modo da contrastare ilfenomeno del sovrappeso e dell’obesità dei bambinidella scuola primaria e prevenire le malattie cronico -degenerative che coinvolgono sia i bambini sia le fami-glie. All’inizio del nuovo anno scolastico seguiremol’evoluzione del progetto con i risultati della nuova inda-gine Okkio alla Salute 2010.

> Fare la colazione> Consumare una merenda leggera> Proporre frutta e verdura 5 volte al giorno> Favorire il consumo di acqua e ridurre le bibite zuc-cherate> Fare attività fisica almeno 1 ora al giorno

> Evitare i video giochi e la TV per più di 2 ore al giorno> Evitare la TV in camera da lettoL’insegnante ha avuto e avrà un ruolo fondamentale pervalorizzare gli strumenti di comunicazione realizzaticon il lavoro congiunto dell’Istituto Superiore Sanità edelle Regioni, in particolare:

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Il TOTEM per alunni, genitori ed insegnanti è posto inun luogo visibile a tutti coloro che hanno accesso ascuola. Illustra una piramide alimentare rovesciata edè corredato da semplici messaggi per i bambini

LIONS CLUB DI SENIGALLIA

IL PORTALE WWW.AIDWEB.ORGPRIMO SITO ITALIANO SULLE MALATTIE RARED.ssa Laura Amaranto Lions Club di Senigallia

Il portale www.Aidweb.org è il primo sito italianosulle malattie rare, terzo nel mondo, con l’obiettivo di

raccogliere e distribuire informazioni sulle oltre 6.000patologie rare prenatali e in età pediatrica esistenti.Con un semplice clic, estremamente veloce e gratuito,chiunque può trovare risposte al proprio grave proble-ma. Aidweb.org è un punto di riferimento sicuro eaggiornato, un luogo di scambio interattivo, un aiutoimmediato e concreto per le famiglie con bambiniaffetti da malattie rare, stimate in Italia in oltre 2 milio-ni e in Europa in 30 milioni. Il portale registra 400.000visite l’anno e lo scambio di 10.000 messaggi; al suointerno gli stessi specialisti, insieme alle famiglie, pub-blicano le informazioni utili a tutti: dalle descrizionidelle malattie, ai recapiti delle associazioni competenti,alle consulenze legali. È attivo anche un forum nelquale ci si scambiano direttamente consulenze e infor-mazioni. Aumentando la visibilità del portale anche dalpunto di vista mediatico esso sarà sempre più di con-

forto e sostegno a tutte le persone colpite da patologierare e alle loro famiglie, che in numero crescente visita-no le pagine di Aidweb.org, diventato ormai un luogovirtuale dove condividere esperienze e trovare un aiutoconcreto. Il portale viene così arricchito da nuove casi-stiche, da soluzioni di problematiche e aggiornateinformazioni alle famiglie. Il reperimento e lo scambiodi informazioni, l’avvio di contatti con associazioni dipazienti e la possibilità di ottenere risposte su centrispecializzati in Italia e all’estero costituisce per tantigenitori in difficoltà una grande risorsa.Il portale www.Aidweb.org, nato nel 2000 su iniziativadei Lions milanesi per aiutare un bambino affetto daartrogriposi multipla congenita, è stato lanciato nel2001 proprio a Senigallia nel corso dell’assembleanazionale dei Lions ed è divenuto poi ServiceNazionale Lions nel 2002 e 2003 ed eletto ServiceInternazionale nel 2006, con l’obiettivo di affrontare ilproblema delle malattie rare in modo più generale.

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Il Lions Club International vuole sensibilizzare tutti,famiglie e medici, all’uso gratuito del portale, perché inmolti casi è sufficiente avere giuste informazioni persalvare un bambino colpito da patologia rara.L’obiettivo del portale è quello di riportare la centralitàdella famiglia nella medicina, di essere al fianco dellefamiglie con bambini affetti da una malattia rara, di for-nire loro un sostegno concreto e un supporto psicolo-gico parlando il loro linguaggio e accompagnandole nelloro percorso dalla diagnosi alle terapie, di favorire icontatti con altre famiglie, con realtà mediche quali imedici di base, i pediatri, i centri ospedalieri specializ-zati e con il mondo associazionistico di riferimento.Il Lions Club di Senigallia si fa portavoce, in ambitolocale, di tale iniziativa, proponendone la divulgazione:un messaggio di speranza affinché il mondo delle pato-logie rare diventi più conosciuto e studiato e si costrui-sca una rete di contatti a livello locale, nazionale, euro-peo e mondiale.

CENTRALINO 071 79091

NUMERI UTILIUNITÀ OPERATIVE DI DEGENZACardiologia 071 79091Medicina 071 79091Ortopedia 071 79091Gastroenterologia 071 79092606Ginecologia e Ostetricia 071 79091Neurologia 071 79091Chirurgia Generale 071 79091Oculistica 071 79091Otorinolaringoiatria 071 79091Anestesia Rianimazione 071 79092598-2596Pediatria e Neonatologia 071 79092490-2497Psichiatria 071 79092388-2389

UNITÀ OPERATIVE DI DIAGNOSI E CURAPronto Soccorso 071 79092222-2449Diabetologia 071 79092470Oncologia 071 79092651-2653Radiologia diagnostica per immagini 071 79092415-2411Fisiatria 071 79092372-2374Dipendenze patologiche 071 79092340-2347Nefrologia e Dialisi 071 79092830Patologia clinica 071 79092424Odontostomatologia 071 79091Centro Trasfusionale 071 79092396-2399

EMERGENZA SANITARIAPronto interventoGuardia medica Notturna e festivaSenigallia - Ostra (Ostra e Ripe)Corinaldo (Castelcolonna, Monterado, Castelleone di S.) Ostra Vetere(Barbara e Serra De’ Conti) - ArceviaNumero telefonico Unico 118

DIPARTIMENTO DI PREVENZIONESenigallia 071 79092310Le attività distrettuali e del Dipartimento di Prevenzione sono svolte anche a:Arcevia 071 79091Corinaldo 071 79091Ostra 071 79091Ostra Vetere 071 79091Serra De’ Conti 0731 879437

RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALICorinaldo 20 posti letto 071 79093305Ostra Vetere 20 posti letto 071 79093206Arcevia 20 posti letto 0731 9215-9223

TERRITORIOCentro unico di prenotazioneSenigallia Via Campo Boario, 4 071 79091