RIVISTA INTERNAZIONALE DI DIRITTO COMUNE · 2010. 7. 5. · A. Sesma Munoz - M. Del Mar Agudo Romeo...

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ETTORE MAJORANA FOUNDATION AND CENTRE FOR SCIENTIFIC CULTURE RIVISTA INTERNAZIONALE DI DIRITTO COMUNE 17 -IL- CIGNO GG EDIZIONI RorlA 2006 ERICE

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  • ETTORE MAJORANA FOUNDATION

    AND CENTRE FOR SCIENTIFIC CULTURE

    RIVISTA INTERNAZIONALE

    DI DIRITTO COMUNE

    17

    -IL- CIGNO GG EDIZIONI

    RorlA 2006 ERICE

  • ANDREA BARTOCCI

    Il cardinale Bonifacio Ammannati legista avignonese ed un suo opuscolo contra

    Bartoluin sulla capacitä successoria dei Frati Minori

    Nell'ambito della letteratura trecentesca sulla capacitä successoria mortis causa dei Frati Minori la storiografia giuridica contemporanea ha concentrato le proprie attenzioni particolarmente sul Liber minoricarum decisionum di Bartolo da Sassoferratol, la cui pubblicazione definitiva avvenne con ogni probabilitä in ambiente perugino tra il 1354 ed il 13572. L'immediata ed indiscutibile celebritä del trattato e provata infatti, oltre che dall'eccezionale numero di testimoni manoscritti finora censiti3, dalla costante e variegata riproduzione o citazione delle opinioni bartoliane in alcune opere di poco posteriori4.

    Tra il 1376 ed il 1378 Giovanni da Legnano rielaborö a Bologna il Liber e lo inseri al termine della sua inedita Lectura super Clementinis. La rielaborazione di Giovanni da Legnano non costituisce una pedissequa

    ' Ringrazio vivamente i professori Ennio Cortese e Domenico Maffei per la let- tura del testo ed i preziosi suggerimenti.

    1 S. Lepsius, `Bartolus de Saxoferrato', Compendium Auctorum Latinorum Medii Aevi (500-1500) 11.1 (Firenze 2004) 156 (con riferimenti bibliografici); P. Peruzzi, 'Il Liber minoricarum decisionum di Bartolo da Sassoferrato. Ricerche sul problema della povertä francescana nel secolo XIV tra Bartolo e Baldo degli Ubaldi', Pensiero politico medieuale 3-4 (2005-2006) [23] -140.

    2 A. Padovani, `Le Additiones et Apostillae super Prima Parte Infortiati di Cino da Pistoia', Studia et Documenta Historiae et luris 45 (1979) 190-191 nota 38.

    3 G. Dolezalek, Verzeichnis der Handschriften zum römischen Recht bis 1600 (Frankfurt am Main 1972) III sub auctore; A. Garcia y Garcia, Iter Hispanicum (Codices Operum Bartoli a Saxoferrato recensiti 2; Firenze 1973) 4 n. 1,13 n. 3, 21 n. 12bis, 61 n. 37 (nella rielaborazione di Giovanni da Legnano), 73 n. 51,81 n. 59,115 n. 86 (ora Sevilla, Biblioteca Capitular y Colombina, ms. 58-6-13), 134 n. 110.

    4 A. C. Jemolo, `Il Liber Minoritaruin di Bartolo e la povertä minoritica nei giuristi del XIII e del XIV secolo', estratto da Studi Sassaresi ser. 111 2 (1921) 1- 54, poi in A. C. Jemolo, Scritti uari di storia religiosa e ciuile, F. Margiotta Broglio cur. (Annali della Facoltä di Giurisprudenza dell'Universitä di Roma 20; Milano 1965) 31-74.

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  • ANDREA BARTOCCI

    trascrizione del trattato di Bartolo. I numerosi manoscritti della Lectura super Clementinis mostrano infatti che il maestro bolognese modificö il testo del Liber in varie parti. Egli non espunse solo la sezione iniziale del proemio, ma omise anche di copiare le rubriche che sono generalmente apposte all'inizio dei capitoli e delle distinzioni nei codici e nelle edizioni a stampa del trattato. In tre punti Giovanni da Legnano aggiunse inoltre sue additiones attraverso le quali espose le differenti soluzioni di alcuni problemi che erano stati esaminati da Bartolo. Parecchi testimoni della Lectura super Clementinis provano infine che a conclusione della propria rielaborazione il canonista bolognese inseri pure il testo integrale di una quaestio di Federico Petrucci da Sienas.

    A sua volta Baldo degli Ubaldi entice molte conclusioni racchiuse nel Liber bartoliano ed introdusse le proprie opinioni spesso divergenti nella fortunatissima Lectura super primo, secundo et tertio libro Codicis, la cui pubblicazione avvenne in massima parte in ambiente perugino prima del 28 febbraio 13856.

    Illustrando a Bologna la disciplina sulle succession racchiusa nella bolla Exivi de paradiso (Clem. 5.11.1) di Clemente V, Pietro d'Ancarano espose fedelmente i pareri espressi da Bartolo e Baldo nella sua Lectura super Clementinis alla fine del secolo XIV7. Nei casi spesso ricorrenti di

    6 W. Meyer, `Glossen zu einigen juristischen Handschriften in Göttingen', Nachrichten von der Königlichen Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen Philologisch-historische Klasse aus dem Jahre 1894 (Göttingen 1895) 341-363; E. Steffenhagen, Zu den Göttinger Rechtshandschriften. Eine nothwendige Antwort auf den Artikel in den Göttinger Nachrichten (Kiel 1895) 19-22; F. Margiotta Broglio, `Ideali pauperistici e strutture temporali nella canonistica del secolo XIV. Notazioni ed appunti per una edizione del Liber Minoritarum di Giovanni da Legnano', Studia Gratiana 14 (1967 = Collectanea Stephan Kuttner IV) 387-436.

    6 V. Colli, `L'idiografo della Lectura super Primo, Secundo et Tertio Libro Codi- cis di Baldo degli Ubaldi', lus Commune 26 (1999) 91-122, ora in V. Colli, Giuristi medievali e produzione libraria. Manoscritti, autografi, edizioni (Bibliotheca Eruditorum 35; Goldbach 2005) 221*-256*.

    7 Nella ricca tradizione manoscritta della Lectura super Clementinis di Pietro d'Ancarano tre testimoni recano concordemente il 28 marzo come data nella quale l'opera sarebbe stata terminata a Bologna dall'autore (anche se in tre anni consecutivi): Bologna, Biblioteca del Collegio di Spagna, 229, cc. lra-188va (nel 1390: cfr. I codici del Collegio di Spagna di Bologna, D. Maffei - E. Cortese - A. Garcia y Garcia - C. Piana - G. Rossi curr., con la collaborazione di M. Ascheri - F. Liotta - P. Maffei - G. Minnucci - P. Nardi - G. Nicolaj - A. D. De Sousa Costa [Orbis Academicus 5; Milano 1992] 635); Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, Lat. Z. 188 (= 1619), cc. lra-194rb (nel 1391: cfr. P. Zorzanello, Catalogo dei codici latini della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia non compresi nel catalogo di G. Valentinelli I [Trezzano sul Naviglio 1980] 2); Cittä del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Barb. Lat. 1489, cc. 1ra-162ra (nel 1392).

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  • BONIFACIO A. \LUANNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI DIINORI

    contrasto di opinioni tra i due giuristi egli moströ tuttavia di accordare la propria preferenza alle soluzioni di Baldo, del quale era stato allievo.

    1. L'opuscolo dell'Ainmannati: fortuna, attribuzione, datazione

    Accanto alle trattazioni menzionate si segnala un opuscolo, a quanto risulta mai andato a stampa, del quale viene presentata ora 1'edizione.

    Dalla fine del Seicento questo testo non e rimasto ignoto ai numerosi biografi di Bonifacio Ammannati. Primo tra costoro in ordine cronologico, Etienne Baluze divulgö nel 1693 la notizia dell'esistenza di un testimonio manoscritto dell'opuscolo. Questo scritto era attribuito da un anonimo copista all'Ammannati in un codice colbertino ancora conservato (Paris, Bibliotheque Nationale de France, Lat. 4591 [= P]). Il Baluze inseri detta notizia nel medaglione che redasse sulla vita e sulle opere del giurista e cardinale avignonese8.

    Un secolo appresso, 1'avvocato ed erudito Leopoldo Camillo Volta ripete l'informazione sull'opuscolo dell'Ammannati (giudicato non a caso come un "... Giureconsulto di molto merito ...

    ") nella lettera a Francesco Antonio Coffani, che contiene argomenti a sostegno dell'attribuzione del Commentario sulle Clementine a Bonifacio Vitalini9. Sotto questo nome fýittizio l'opera maggiore dell'Ammannati fu stampata nel 1522 e 1574 per i motivi chiariti da Domenico Maffei in alcuni contributi su fenomeni clamorosi di falsificazioni diffuse nell'editoria giuridica cinquecentescalo.

    8 S. Baluzius, Vitae Paparurn Avenionensium, hoc est historia Pontificum Romanrum qui in Gallia sederunt ab anno Christi MCCCV. usque ad annum MCCCXCN. (Parisiis, apud Franciscum Muguet 1693) 11341, poi nell'edizione di G. Mollat (Paris 1914-1928) II 855 e nota 2 (ov'e citata la precedente numera- zione delle carte del codice parigino).

    9 L. C. Volta, `Lettera [... ] al signor Francesco Antonio Coffani intorno alle Me- morie della vita di Bonifacio Vitalini', Nuova Raccolta d'Opuscoli Scientifici e Fi- lologici 35 (1780) 1-12, in particolare 8e nota 2 (per il giudizio sull'Ammannati). L'attribuzione del Commentario sulle Clementine a Bonifacio Vitalini era stata affermata dal Volta pochi anni prima: cfr. L. C. Volta, `Memorie intorno alla vita e agli scritti di Bonifacio Vitalini', ibid. 29 (1776) 1-26.

    10 D. Maffei, Giuristi inedievali e falsificazioni editoriali del primo Cinque- cento. Iacopo di Beluiso in Provenza? (Ius Commune. Sonderhefte 10; Frankfurt

    am Main 1979); D. Maffei, 'Profilo di Bonifacio Ammannati giurista e cardinale', Genese et debuts du Grand Schisme d'Occident. Avignon, 25-28 septembre 1978 (Colloques Internationaux du Centre Nationale de la Recherche Scientifique 586; Paris 1980) [239]-251, poi in D. Maffei, Studi di storia delle universitä e della let- teratura giuridica (Bibliotheca Eruditorum 1; Goldbach 1995) 145*-157* con Ad- denda et emendanda 533*-534*; D. Maffei, `Manoscritti e editoria giuridica nel primo Cinquecento', Annali della Facoltet di Giurisprudenza della Universitd di

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  • ANDREA BARTOCCI

    Una volta acquisita dalla storiografia la notizia relativa all'esistenza di tale opuscolo sulle successioni testamentarie a favore dei Frati Minori, essa e stata ricordata ed ulteriormente divulgata nel Novecento da altri biografi dell'Ammannatill.

    I copisti che trascrissero i due testimoni rinvenuti (Leeds, University Library, Brotherton Collection 103 [= L], cc. 143rb-148vb; P, cc. 108va- 110vb) attribuirono concordemente la paternitä dell'opuscolo a Bonifacio Ammannati. Colui che redasse 1'esemplare di Leeds omise di menzionare la famiglia del giurista; i due scrivani riferirono invece con precisione il nome dell'autore. Costoro ricordarono anche i titoli accademici conseguiti dall'Ammannati (rispettivamente doctor legum in Le professor legum in P) nonche la dignitä cardinalizia che Benedetto XIII gli confer! a Sorgues nel dicembre 139712.

    Macerata 34 (1982) [1603]-1610, poi nella versione inglese col titolo `Manuscripts and Legal Publishers in the Early Sixteenth Century (Notes and Suggestions)', Proceedings of the Sixth International Congress of Medieval Canon Law. Berkeley, California, 28 July -2 August 1980, S. Kuttner - K. Pennington curr. (Monumenta Iuris Canonici. Ser. C: Subsidia 7; Citth del Vaticano 1985) [49]-54, ora in Maffei, Studi 343*-348* con Addenda et emendanda 544*.

    11 G. Mollat, `Ammanati (Boniface degli)', Dictionnaire d'Histoire et de Geogra- phie Ecclesiastiques 2 (1914) 1298; R. Brun, `Un bibliophile italien A la tour ponti- ficale d'Avignon: Boniface Ammanati', Humanisme et Renaissance 2 (1935) 217 nota 1; A. Coville, La vie intellectuelle dans les domaines d'Anjou-Provence de 1380 ä 1435 (Paris 1941) 408; Maffei, 'Profilo' 243, poi in Maffei, Studi 149*.

    12 Il biografo e consigliere di Benedetto XIII Martin de Alpartil colloca la data della creazione cardinalizia il 19 dicembre 1397, posticipandone la pubblicazione al giorno successivo: cfr. F. Ehrle, Martin de Alpartils Chronica actitatorum temporibus domini Benedicti XIII. (Quellen und Foschungen aus dem Gebiete der Geschichte 12; Paderborn 1906) 30-31; Martin de Alpartil: Cronica actitatoruin temporibus Benedicti XIII pape, J. A. Sesma Munoz - M. Del Mar Agudo Romeo curr. (Zaragoza 1994) 27. Un'altra fonte (CittA del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, Cam. Ap., Oblig. et sol. 49, c. 139r) fissa la creazione il 21 dicembre: cfr. Ehrle, Martin 30 nota 7. Coll'eccezione di S. Puig y Puig, Pedro de Luna ultimo papa de Aviiiön (1387-1430) (Episcopologio Barcinonense; Barcelona 1920) 60 nota 4, la data del 21 dicembre 1397 e generalmente accolta dalla storiografia: cfr. M. Souchon, Die Papstwahlen in der Zeit des grossen Schismas. Entwicklung und Verfassungskämpfe des Kardinalates von 1378-1417 II (Braunschweig 1899) 297 n. 285; U. Chevalier, Repertoire des sources historiques du Moyen Age. Bio- bibliographie I (Paris 1903-19052) 198; C. Eubel, Hierarchia catholica medii aevi sive summorum Pontificum, S. R. E. cardinalium, ecclesiarum antistituin series ab anno 1198 usque ad annum 1431 perducta (Monasterii 19132) 30 n. 6,48; Mollat, `Ammanati' 1297; Brun, `Un bibliophile' 216,223 nota 1; Coville, La vie intellectuelle 408; R. Manselli, `Ammannati, Bonifazio', Dizionario Biografico degli Italiani 2 (1960) 801; Maffei, 'Profilo' 244, poi in Maffei, Studi 150*.

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  • BONIFACIO A. IIlUANNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI hIINORI

    Bonifacio Ammannati effettuö gli studi civilistici a Padova, dove in qualitä di doctor legum venne aggregato assieme al fratello Tommaso al collegio dei giuristi attorno al 137013. Esercitö quindi il suo magistero di legista nello Studio di Avignone almeno dal 1373 forse sino all'elevazione al cardinalato14, fatte salve le ripetute interruzioni dovute al compimento di ambascerie ed altri incarichi ufficiali al servizio della Santa Sede.

    All'Ammannati i titoli di doctor o professor legum vengono assegnati peraltro da varie fonti narrative e documentarie della fine del Trecento16. Tra queste si evidenzia soprattutto la deposizione del fratello Tommaso, che Clemente VII creö arcivescovo di Napoli i121 ottobre 1379 e cardinale presbitero del titolo di Santa Prassede nel luglio 138516, sulla discussa validitä canonica dell'elezione papale di Urbano VI17.

    13 A. Gloria, Monumenti della Universitä di Padova (1318-1405) (Padova 1888) I 71 n. 181,149-150.

    14 Maffei, 'Profilo' 244,249 note 41-42, poi in Maffei, Studi 150*, 155* note 41- 42. Ad integrazione dei dati finora conosciuti si segnala la mancata citazione di Bonifacio Ammannati fra i giuristi avignonesi elencati nel 1395 in una supplica presentata a Benedetto XIII: cfr. H. Denifle, Die Universitäten des Mittelalters bis 1400 I (Berlin 1885) 362 nota 588.

    15 C. Cartharius, Advocatorum Sacri Consistorii Syllabum ([Romae] 1656 XV [ov'e stampato un frammento estratto da un consiglio legale di Gilles Bellemere]); Baluzius, Vitae I 1290, poi nell'ed. Mollat 11 808 (ov'e pubblicato un elenco di te- stimoni escussi a Medina del Campo nel gennaio-febbraio 1381 sull'elezione di Urbano VI); M. Fournier, Les statuts et privileges des universites francaises de- puis leur fondation jusqu en 1789,11.1 (Paris 1891) 328 n. 1265,748-754 n. 1576 (il citato dominus Bonifacius legum doctor viene identificato da A. Gouron, 'En- seignement du droit, legistes et canonistes dans le Midi de la France ä la fin du XIIfe et au debut du XIVe siecle', Recueil de Memoires et Trauaux publies par la Societe d'Histoire du Droit et des Institutions des Anciens Pays de Droit Ecrit 5 [1966] 11-12 e nota 134; Maffei, `Profilo' 249 nota 41, poi in Maffei, Studi 155* nota 41); Martin de Alpartil, Cronica, ed. Ehrle 31, ed. Sesma Munoz 27; M. Seidlmayer, Die Anfänge des großen abendländischen Schismas. Studien zur Kir- chenpolitik insbesondere der spanischen Staaten und zu den geistigen Kämpfen der Zeit (Spanische Forschungen der Görresgesellschaft. 2. Reihe 5; Münster in Westfalen 1940) 217 n. 20 (ov'e edito un elenco di testimoni escussi ad Avignone nel maggio 1380 dagli ambasciatori del re Giovanni I di Castiglia sull'elezione di Urbano VI).

    16 E. Päsztor, `Ammannati, Tommaso', Dizionario Biografico degli Italiani 2 (1960) 803.

    17 Nella deposizione (ed. L. Gayet, Le Grand Schisme d'Occident d apres les documents contemporains deposes aux Archives Secretes du Vatican. Les origines [Florence - Berlin 1889] I Pieces justificatives 65) Tommaso rammenta altuni particolari the permettono un'approssimativa individuazione del luogo in cui nel 1378 era ubicata la dimora romana del fratello Bonifacio: "... toto autem ditto tempore, habitavi in domo habitationis D. Bonifacii legum doctoris germani mei

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  • ANDREA BARTOCCI

    L'attribuzione all'Ammannati e del resto confermata dai riferimenti contenuti nella parte conclusiva dell'opuscolo al convento ed alla chiesa dei Frati Minori di Avignone. In questa cittä il giurista nacque tra il 1335 ed il 13401ß; egli vi risiedette a lungo dall'infanzia sino a poche settimane prima della morte, che consumö in prigionia il 191uglio 1399 in una torre di Aigues-Mortes'9. Questi riferimenti alla chiesa ed al convento dei Frati Minori di Avignone suggeriscono la determinazione del luogo e della data di composizione dell'opuscolo proprio in quella cittä durante gli anni nei quali 1'Ammannati vi tenne il suo magistero.

    Gli accenni dei copisti alla dignitä cardinalizia dell'autore sembrano idonei a provare che i due testimoni dell'opuscolo vennero realizzati dopo il 21 dicembre 1397 in ambienti che non erano avversi a Benedetto XIII

    ed ai seguaci dell'obbedienza avignonese del Grande Scisma di Occidente. Tali accenni non paiono invece sufficienti a dimostrare che 1'Ammannati

    abbia compiuto o protratto la redazione dello scritto dopo la sua creazione cardinalizia. Sembra improbabile infatti che all'indomani dell'elevazione

    al cardinalato 1'Ammannati abbia potuto disporre indisturbato del tempo, degli strumenti del lavoro intellettuale e dell'ausilio dei collaboratori utili alla composizione. I diciotto mesi che ne precedettero la morte, se videro il maestro patire tra 1'ottobre 1398 e 1'aprile 1399 la sua prima prigionia a Boulbon20, furono caratterizzati dalla precarietä e dall'insicurezza per

    sita apud S. Celsum satis vicina pontis S. Angeli, habente duos exitus honorabi- les et pulcros, unum a parte anteriori in via recta ante S. Celsum, alium a parte posteriori in platea publica circa domos illorum de Thebaldeschiis civibus roma- nis militaribus. " La chiesa medievale dei Santi Celso e Giuliano, the nel 1198 era edificata nelle vicinanze di Castel Sant'Angelo, fu in gran parte demolita durante il pontificato di Giulio II (1503-1513). La facciata fu rappresentata nel 1465 da Benozzo Gozzoli in una veduta di Roma nella chiesa di Sant'Agostino a San Gimi- gnano. Un profilo storico-artistico della chiesa romana, arricchito da una riprodu- zione fotografica dell'affresco, e pubblicato da P. C. Claussen, Corpus Cosmatorum II. 1 (Forschungen zur Kunstgeschichte und Christlichen Archäologie 20; Stutt- gart 2002) 265-268 e tav. 199.

    18 Maffei, 'Profilo' 250 nota 50, poi in Maffei, Studi 156* nota 50. 19 Le vessazioni ed i maltrattamenti subiti dall'Ammannati prima della morte

    per volontä del commissario regio Robert Cordelier sono precisati nelle differenti redazioni di un documento redatto da anonimi seguaci dell'obbedienza avigno- nese e contenente l'accurata esposizione delle vicende del pontificato di Benedetto XIII (cfr. Baluzius, Vitae II 1129-1130, poi nell'ed. Mollat IV 407-408; F. Ehrle, `Aus den Acten des Afterconcils von Perpignan 1408. ', Archiv für Literatur- und Kirchengeschichte des Mittelalters 5 [1889] 432) nonche da Martin de Alpartil, Cronica, ed. Ehrle 77-78, ed. Sesma Munoz 67-68.

    20 Oltre the dalle fonti narrative giä citate (cfr. Baluzius, Vitae II 1124-1125, 1129, poi nell'ed. Mollat IV 404,407; Ehrle, `Aus den Acten' 428-429,431; Martin de Alpartil, Cronica, ed. Ehrle 56,66,77,94, ed. Sesma Munoz 46,55,67,84), la

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  • BONIFACIO ANRIIANNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI TIINORI

    l'incolumitä di persone e cose, the vennero aggravate dal lungo e cruento assedio del palazzo papale di Avignone da parte della milizia capeggiata da Geoffroy Boucicaut21.

    2. Caratteri letterari

    L'opuscolo dell'Ammannati e presentato dal copista del testimonio

    parigino come il risultato di una stesura probabilmente avvenuta (come

    confermano le tecniche compositive di alcuni giuristi tardomedievali22)

    sotto 1'egida dell'autore o compiuta direttamente dal giurista avignonese: "Hoc opusculum compilauit d. Bonifacius de Manatis legum professor ac romane ecclesie cardinalis ...

    " Nella forma in cui ci e pervenuto, lo scritto reca le chiare ed evidenti

    tracce dello sforzo esegetico dell'Ammannati in relazione a varie parti del Codice di Giustiniano. Su tale compilazione normativa, pur nella carenza attuale di decisiva documentazione23, non e da escludere quindi che sia stato incentrato almeno in parte 1'insegnamento tenuto dall'autore nello Studio di Avignone.

    L'interesse didattico e scientifico dell'Ammannati per la disciplina

    racchiusa nei primi nove libri del Codice di Giustiniano viene dimostrato da alcuni indizi concordanti. Essi emergono particolarmente dal periodo iniziale dell'opuscolo e da un passo in cui il giurista inseri le allegazioni di due frammenti di quella raccolta normativa.

    cattura dell'Ammannati ad Avignone, la prigionia a Boulbon e la liberazione

    dietro pagamento di un riscatto sono ricordate in una memoria redatta a Parigi

    nel settembre 1399 da un anonimo seguace di Benedetto XIII (ed. F. Ehrle, `Neue

    Materialien zur Geschichte Peters von Luna [Benedicts XIII. ]', Archiv für Literatur- und Kirchengeschichte des Mittelalters 7 [1900] 70) ed in alcune lettere

    stritte ad Avignone da Tommaso di Giovanni al mercante pratese Francesco di

    Marco Datini coll'aggiunta di altre interessanti notizie: cfr. R. Brun, `Annales

    avignonaises de 1382 A 1410. Extraites des Archives de Datini', Mdmoires de

    l'Institut Historique de Provence 14 (1937) 51-56; 15 (1938) 22,27. 21 N. Valois, La France et le Grand Schisme d'Occident III (Paris 1901) 189-

    205. 22 Fruttuosa e la lettura dei saggi ora ristampati in Colli, Giuristi medievali. 23 Con ulteriori riferimenti bibliografici sullo Studio giuridico di Avignone: A.

    Gouron, `Note sur les origines de l'Universite d'Avignon', Etudes offertes et Jean

    Macqueron (Aix-en-Provence 1970) 361-366, poi in A. Gouron, La science du droit dans le Midi de la France au Moyen

    Age (Collected Studies Series 196; London

    1984) n. II con Addenda 2; J. Chiffoleau, `La naissance de l'Universite d'Avignon dans les luttes politiques et religieuses du XIIIe et du debut du XIVe siecle' e `La

    gloire des juristes', L'Universitd d'Avignon. Naissance et renaissance 1303-2003,

    B. Benezet cur. (Arles 2003) 27-31,61-63.

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  • ANDREA BARTOCCI

    Il testo pervenutoci si apre infatti con una chiara formula ("Decet in altissima paupertate Christo famulantes benigno fauore sic prosequi ... ") che allude alla prosecuzione od al compimento di un discorso lasciato in sospeso in una lezione od in un lavoro altrimenti ignoto dell'Ammannati. Alla luce di ciö possono esser lette allora le allegazioni che 1'autore inseri nella parte conclusiva dell'opuscolo a sostegno della validitä delle isti- tuzioni ereditarie dei Frati Minori: "... quia non est uerisimile quod te- stator cogitauerit uiam per quam infringeretur dispositio sua ultima ten- dens ad anime sue salutem, ut 1. Seruo alieno § Si ab impubere ff. de le. i. iuncta 1. Sunt persone § fi. ff. de reli. et sump. fu. et 1. Id quod pauperibus et 1. Si quis ad declinandam supra de epi. et cle. "

    In questo passo l'uso della parola "supra" con riferimento esclusivo ai due frammenti giustinianei (Cod. 1.3.24 e 48) mai citati in precedenza suggerisce alla luce della predetta formula iniziale che 1'opuscolo vide la luce nel contesto di una piü ampia esegesi del Codice. Il testo potrebbe anzi costituire la formalizzazione scritta dei contenuti di una o piü lezioni universitarie sul tema delle successioni a favore dei religiosi francescani. Tali lezioni furono forse tenute nell'ambito di un corso avente ad oggetto la spiegazione della disciplina del Codice o vennero molto probabilmente compiute (come avveniva negli Studia tardomedievali24) fuori dell'orario didattico ad integrazione di una lettura ordinaria.

    Tali considerazioni vengono suffragate peraltro dalla significativa circostanza per cui dall'insegnamento trasse origine 1'opera maggiore del giurista avignonese. Il Commentario sulle Clementine, che da Domenico Maffei e stato restituito finalmente alla paternitä dell'Ammannati, reca infatti continue testimonianze del magistero dell'autore25.

    Aderendo a queste suggestioni, potremmo trovarci innanzi ad una repetitio, il cui testo sarebbe stato riveduto e licenziato dall'Ammannati o comunque sotto la sua personale supervisione prima della pubblicazione. Ciö pote verificarsi magari in previsione dell'inserimento dello scritto in un'opera phi ambiziosa nella quale 1'autore avrebbe inserito e rielaborato nelle forme opportune gli esiti del proprio insegnamento sul Codice. Ciö corrispondeva del resto ad una prassi diffusa tra i commentatori civilisti di Oltralpe, che a partire dal secolo XIII intercalavano infatti repetitiones proprie od altrui accanto ad altro materiale scolastico nelle loro maestose

    24 Con ulteriori riferimenti bibliografici sull'organizzazione universitaria degli studi giuridici in Europa: H. Coing, `Die juristische Fakultät und ihr Lehrpro- gramm', Handbuch der Quellen und Literatur der neueren europäischen Privat- rechtsgeschichte, H. Coing cur., I (München 1973) [39]-128; M. Bellomo, Saggio sull'universitä nell'eti del diritto comune (I Libri di Erice 4; Roma 19993); trad. spagnola La Universidad en la epoca del derecho comün, intr. de E. Montanos Ferrin (I Libri di Erice 28; Roma 2001).

    25 Maffei, `Profilo' 249 nota 42, poi in Maffei, Studi 155* nota 42.

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  • BONIFACIO AMMLINNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI bfINORI

    lecturae sulle parti del corpus giustinianeo26. Tale conclusione viene del resto pienamente avvalorata dalla significativa collocazione dell'opuscolo, che pure risulta privo di un titolo conferito dall'autore, nella sezione iniziale del manoscritto parigino, nella quale sono copiate repetitiones sul Codice di Giustiniano attribuite ad alcuni corifei della scienza civilistica trecentesca (Bartolo, Baldo, Bartolomeo da Saliceto)27.

    Lo scritto in questione consente in ogni caso di aggiungere qualche notizia alla conoscenza delle opere civilistiche di Bonifacio Ammannati. Tra le reliquie della produzione scientifica del legista avignonese, che in anni recenti e stata registrata da Domenico Maffei28, sono finora emerse accanto ai commenti di testi canonistici soltanto additiones manoscritte alla glossa accursiana sul Codice29, la cui storia ed il cui contenuto sono peraltro ancora da indagare a fondo.

    Alle testimonianze finora note delle fatiche didattiche e scientifiche dell'Ammannati, che coll'opuscolo in esame costituirono forse il preludio alla composizione di una esegesi condotta sul Codice di Giustiniano, puö aggiungersi infatti la notizia di un corso di lezioni universitarie o di un commento sul 'titolo Creditorem evictionem non debere (Cod. 8.45[46]) di quella compilazione normativa. Esso e menzionato espressamente in un passo della trattazione nel quale il giurista esamina i poteri dei

    procuratori o sindici dei Frati Minori: "Sed certe et per sindicum ipsorum

    uendi poterunt ea que apud eos sunt quia, cum uenditio est fienda ad ipsorum utilitatem, censetur habere potestatem a lege uendendi per se uel alios, licet non essent domini, ar. eorum que dicimus de creditore, ut 1. i. et ii. C. credito. euic. pig. non de. ".

    26 Con ulteriori dati bibliografici: E. Cortese, Il diritto nella storia inedievale II (Roma 1995) 398-399; E. Cortese, Le grandi linee della storia giuridica medievale (I1 Pendolo; ibid. 2000) 371-372.

    27 Catalogus codicum manuscriptorum bibliothecae regiae 111.3 (Parisfis 1744) 611-612.

    28 Maffei, 'Profilo' [239]-251, poi in Maffei, Studi 145*-157* con Addenda at emendanda 534*.

    29 G. Dolezalek - L. Mayali, Repertorium manuscriptorum veterum Codicis Iustiniani (Ius Commune. Sonderhefte 23. Repertorien zur Frühzeit der Gelehr- ten Rechte; Frankfurt am Main 1985) I 353 (additiones nel ms. Paris, Bibliothe-

    que Nationale de France, Lat. 4521 B vol. I, nel quale il nome dell'Ammannati

    ricorre per esteso od abbreviato), 389 (additiones nel ms. Sevilla, Biblioteca Capi- tular y Colombina, 56-6-2, attribuite ad un non meglio identificato Bonifatius); Maffei, Studi 534*.

    259

  • ANDREA BARTOCCI

    3. Contenuto

    Nel suo opuscolo 1'Ammannati espone le proprie opinioni divergenti rispetto alle conclusioni cui era pervenuto Bartolo nel Liber ininoricarum decisionum. Come viene testimoniato dalle prime righe della trattazione, il legista avignonese si propone di dimostrare che la disciplina della bolla Exivi de paradiso di Clemente V (secondo cui i Frati Minori sono incapaci di succedere30) non provoca la nullitä dei testamenti nei quali i religiosi francescani siano istituiti eredi in assenza di eventuali sostituti o coeredi. La nullitä, che Bartolo afferma come effetto principale della proibizione di Clemente V31, viene conseguentemente discussa dall'Ammannati. II maestro conosceva le conseguenze della disposizione papale, come ram- menta soprattutto in un brano del proprio Commentario sulle Clemen- tine esaminando un'opinione di Simone da Borsano32.

    30 Clemens papa V, Declaratio super Regulam Ordinis Fratrum Minorum, ed. Seraphicae legislationis textus (Romae 1901) 28: "Quia igitur in successionibus transit non solum usus rei, sed etiam dominium suo tempore in haeredem, Fratres autem praefati nihil sibi in speciali acquirere vel eorum Ordini possint etiam in communi, declarando dicimus quod successionum hujusmodi, quae etiam ex natura sua indifferenter ad pecuniam et etiam ad alia mobilia et immobilia se extendunt, considerata sui puritate voti, nullatenus sunt capaces. Nec liceat eis valorem haereditatum talium vel tantam earum partem, quod praesumi posset hoc in fraudem fieri, quasi sub modo et forma legati dimitti sibi facere vel sic dimissa recipere; quin potius ista sic fieri ab ipsis simpliciter prohibemus. "

    31 Bartolus de Saxoferrato, Liber minoricarum decisionum, 1.1.2 ([Venetiis] per Vindelinum [de Spyra] 1472), Frankfurt am Main, Universitätsbibliothek, Inc. Fol. 299 n. 1, cc. 23vb-24ra: "Quidam in suo testamento fratres minores uel unum eorum instituit heredem; primo queritur an ualeat testamentum ad quod sciendum est quod decretalis Exiui de paradiso de uer. sig. in Cle. dicit quod fratres minores istarum successionum nullatenus sunt capaces. Tune ad[d]am quod, siquidem sunt instituti et nullum habent substitutum uel coheredem, testamentum est nullum et hereditas pertinet ad uenientes ab intestato ... " Il luogo dell'editio princeps del Liber e precisato dall'blkunabelkatalog der Stadt- und Universitätsbibliothek und anderer öffentlicher Sammlungen in Frankfurt am Main, K. Ohly - V. Sack curr. (Kataloge der Stadt- und Universitätsbibliothek Frankfurt am Main 1; Frankfurt am Main 1967) 80,637.

    32 Bonifacius de [Amanatis], Commentarii in Clementinas Constitutiones, ad Clem. 5.10.3, Joanne de Manassio cur. (Venetiis apud Franciscum Zilettum 1574), c. 233vb: "Concludit [Car. Medi. ] etiam quod, si testator instituat sibi hae- redes simpliciter Fratres Minores, intelligetur, circumscriptis omnibus circum- stantiis contrariis, quod senserit de Fratribus Minoribus primi Ordinis, non ter- tii, tum quia Fratres primi Ordinis fuerunt prius instituti, ar. 1. i. ff. si ager uect. et 1. Lege censoria ff. de uerb. signifi., tum quia Fratres primi Ordinis uocantur Fratres Minores, alii appellantur de poenitentia, arg. 1. Cum delanionis § Asinam

    260

  • BONIFACIO ANDIANNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FBATI MINORI

    L'Ammannati mostra perciö nel suo opuscolo di essere determinato

    ad assicurare 1'efficacia delle disposizioni testamentarie a favore dei frati francescani. Nella conclusione dello scritto egli tenta di garantire questa finalitä mediante l'individuazione di un centro concettualmente distinto dalle persone dei religiosi istituiti eredi, che e necessario all'imputazione dell'ereditä.

    Il legista avignonese identifica nelle chiese francescane gli enti che rappresentano lo strumento tecnico attraverso cui puö evitarsi la nullitä e garantirsi 1'efficacia delle disposizioni testamentarie. Egli afferma che per effetto delle istituzioni ereditarie dei frati si considerano istituite le loro chiese: "... ita fratribus minoribus institutis censetur eorum ecclesia instituta non quod fiat diuisio in singulos, sed ut disponatur de here- ditate ac si fuisset ipsa ecclesia instituta. " In ogni caso precisa perö di

    non concepire 1'edificio materiale della chiesa come centro di riferimento dell'ereditä: "Esset enim absurdum quod instituta ecclesia diceretur in-

    stitutum edificium uel minorum compago carens anima". Portando a compimento il ragionamento, egli ricorre perciö alla fictio

    iuris che consiste nell'identificare la chiesa coi religiosi istituiti: "Con- templatione igitur ipsorum fratrum conuentualiter ibidem uiuentium censetur facta ipsa institutio, ut sic ecclesia fratrum minorum sumatur mistice, uidelicet pro ipsa congregatione fidelium fratrum, sicut ecclesia cathedralis uel collegiata sumitur pro congregatione canonicorum capi- tulantium..: '.

    La tesi dell'Ammannati presentava perö il vantaggio di garantire la

    mobilitä dei beni ereditati in ipotesi di abbandono del convento da parte

    if. de fundo instru. Nec obstat quod secundum hunc intellectum institutio nulla esset, quia institui haeredes non possunt, cum in summa paupertate habeant

    uiuere, ut cle. Exiui infra de uerb. sig. Vnde debet intelligi de Fratribus tertii Or-

    dinis, qui possunt haeredes institui, cum habeant proprium etiam in singulari, arg. 1. Quoties ff. de rebus dubiis et c.

    Abbate de uer. sig., quia imputandum est testatori, quare sic locutus est; ex quo secundum usum communem loquendi quo usus fuit, Fratres Minores dicuntur

    hi, qui sunt de primo Ordine et sic haeredita- tum incapaces; contrarium ergo haberet locum, ubi res esset dubia; ubi ergo in loco ubi testator conuersatus est, non erant Fratres Minores primi Ordinis, sed tertii Ordinis et fecit haeredes simpliciter Fratres Minores, tunc uideretur sen- sisse de Fratribus tertii Ordinis, praesertim si ad

    ipsos per ante afficiebatur, arg. 1. Quae conditio. § fi. ff. de conditio. et demonstratio. et eorum, quae no. Cy. in 1. i. C. de sacrosanctis ecclesiis et idem secundum Cardina., si in testamento idem te-

    stator aliqua parte fecisset mentionem de istis Fratribus tertii Ordinis, arg. 1. Qui

    filiabus if. de lega. primo; tarnen istud non esset usquequaque uerum, nam opor- tet considerare, quare plus in una parte uocauit eos specifice Fratres de poeniten- tia uel tertii Ordinis, quoniam in institutione ubi nominauit Fratres Minores, ex quo diuersi sunt ordines et

    diuersae professiones et diuersa nomina, arg. 1. fi. ff. de calum: '

    261

  • ANDREA BARTOCCI

    dei frati istituiti: la situazione patrimoniale della comunitä religiosa era del tutto svincolata dall'edificio materiale della chiesa. Questa soluzione inoltre assicurava alla Santa Sede la disponibilitä, il controllo e la tutela giurisdizionale dei patrimoni ereditati dalle comunitä dei Frati Minori. Alla Sede Apostolica i pontefici romani avevano riservato infatti in base

    ad un perfezionato disegno normativo il dominio sui beni francescani conferendone il godimento ai frati nelle forme del simplex usus facti33.

    Da segnalare e la diversa posizione assunta da Baldo. Nella Lectura super primo, secundo et tertio libro Codicis il giurista critica la soluzione di Bartolo sulla validitä delle istituzioni ereditarie a favore delle chiese francescane senza menzionare 1'opuscolo dell'Ammannati. In particolare egli esclude che la Santa Sede possa acquistare i beni ereditati dai frati e mostra l'inadeguatezza degli strumenti evocati dal collega avignonese.

    Baldo non nega soltanto che 1'edificio inanimato di una chiesa possa rappresentare un mezzo idoneo a garantire 1'acquisizione di un'ereditä in capo alla Santa Sede34. Egli coglie altresi la contraddizione scaturente dal ragionamento dell'Ammannati per il quale le chiese minoritiche possono identificarsi colle comunitä dei frati istituiti. Costoro sono infatti incapaci di succedere per volontä di Clemente Ve costituiscono perciö un organuin inhabile all'acquisto di un'ereditä alla Sede Apostolica35. Baldo afferma

    33 M. D. Lambert, Franciscan Poverty. The Doctrine of the Absolute Poverty of Christ and the Apostles in the Franciscan Order (1210-1323) (London 1961); ora con aggiornamenti bibliografici nella versione a cura di M. Colombo col titolo: Povertd francescana. La dottrina dell'assoluta povertä di Cristo e degli apostoli nell'Ordine francescano (1210-1323) (Biblioteca Francescana. Fonti e Ricerche 8; Milano 1995); G. Tarello, 'Profili giuridici della questione della povertä nel Francescanesimo prima di Ockham', Annali della Facoltä di Giurisprudenza dell'Universitd di Genova 3 (1964 = Studi in memoria di A. Falchi) 338-448; G. Tarello, `Povertä (Questione della)', Novissimo Digesto italiano 13 (1966) 520-523.

    34 Baldus de Ubaldis, Lectura super primo, secundo et tertio libro Codicis, ad C. 1.2.13 (= Nov. 5.5) (Venetiis ductu et impendio Johannis de Colonia nec non Johannis Manthen 1474), München, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 2° Jnc ca 265, c. 29va: "Preterea aut tu sumis ecclesiam materialiter pro edificio et isto modo ecclesia non est sufficiens medium ad acquirendum ecclesie Romane ciuili acquisitione quia est quid insensatum, que quidem nec capere nec uelle potest. Sicut si dicerem: lego fundo Titii, non propterea acquireretur Titio nisi esset ius prediale quod inesset rei, ff. de serui. ru. predi. 1. Pecoris et de seruitu. 1. Vt pomum. "

    35Ibid.: "Aut ponitur personaliter ecclesia et significatiue, ut ff. de fideiussoribus 1. Mortuo, et tune cum significat quid abstractum a genere, idest ipsam speciem, hoc est collegium fratrum minorum, quia ecclesia et collegium idem sunt, ut dixi supra eo. in rubrica. Sequitur quod non potest acquiri ecclesie Romane quia, cum debeat acquiri mediante organo et organum sit inhabile, acquisitio impeditur, de acqui. 1. i. § Ceterum, de acti. et ob. 1. Quecumque gerimus, de serui. rusti. predi. 1. Tria praedia, et quod nota. in c. Religiosus de

    262

  • BONIFACIO ANBIANNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI MINORI

    dunque una ferrea soluzione respingendo la teoria di Mose arcivescovo di Ravenna: "Concludo quod in his que requirunt medium, cessante medio, cessat acquisitio. Item concludo quod inanimata non querunt, nisi sit acquisitio que procedat immediate propter rem ipsam ut seruitus, ut 1. Qui fundum quemadmodum serui. amit.; facit quod nota. in 1. Sicut if. Quod cuiusque uniuers. no. de illo archiepiscopo Moyse"36.

    4. Fonti normative e dottrinali

    Il testo pervenutoci dell'opuscolo omette di citare la celebrata tra- dizione giuridica testimoniata in campo civilistico dai maestri orleanesi (Jean de Monchy, Jacques de Revigny, Pierre de Belleperche) ed in quello

    canonistico da papa Innocenzo IV, la quale mediante formule concettuali diverse era pervenuta alla meta del Duecento alla personificazione degli

    enti collettivi37. L'Ammannati pare invece ben conoscere le tesi emerse nella disputa

    scientifica narrata da Giovanni Bassiano sulla sorte dei beni di un monastero abbandonato, che alla meta del secolo XII ebbe protagonisti

    arcivescovo Mose ed il magister Gualfredo. Costui avrebbe sostenuto infatti che solo i monaci erano da considerarsi i proprietari ed i

    possessori e che in loro assenza subentrava il fisco papale. Mose avrebbe al contrario affermato che proprietä e possesso spettavano alle mura ed al luogo fisico ove insisteva 1'edificio, sicche la situazione patrimoniale non mutava in caso di abbandono. Vale la pena di ricordare che questa dottrina incontrö pessima accoglienza tra i maggiori glossatori civilisti italiani (Bassiano, Azzone, Accursio, Odofredo) e nell'opuscolo e rifiutata dall'Ammannati probabilmente proprio sulla scorta di tali autoritä.

    La dottrina di Mose riscosse nel Trecento l'autorevole adesione di

    Bartolo ed assunse una funzione sociale rilevantissima nel Mezzogiorno

    italiano tra Cinque e Seicento prima di essere accolta nel 1810 in una

    sentenza della Commissione feudale napoletana in tema di demani

    comunali ed infine nel 1953 dalla nostra Cassazione in materia di usi

    C1V1C138.

    procurat. in Clemen. et maxime quia impedimentum regule uidetur esse de iure

    naturali et diuino. " 36 Ibid. 37 Con riferimenti bibliografici: Cortese, Il diritto 11 238-240,405-408; Cortese,

    Le grandi linee 347-349,376-377. 38 E. Cortese, `Per la storia di una teoria dell'arcivescovo Mose di Ravenna (m.

    1154) sulla proprietä ecclesiastica', Proceedings of the Fifth International Congress of Medieval Canon Law. Salamanca, 21-25 September 1976, S. Kuttner - K. Pennington curr.

    (Monumenta Iuris Canonici. Series C. Subsidia 6;

    263

  • ANDREA BARTOCCI

    Le ragioni delle diverse soluzioni dell'Ammannati rispetto a Bartolo possono forse individuarsi nella preoccupazione di assicurare secondo un fondamentale principio del diritto giustinianeo 1'efficacia delle ultime volontä a favore di soggetti ed enti religiosi cattolici e nella conseguente necessitä d'inibire la cupidigia dei sostituti o dei coeredi desiderosi d'impadronirsi dell'asse ereditario. Tali considerazioni sembrano preva- lere nella valutazione del legista d'Oltralpe, tant'e che egli elabora una soluzione idonea a paralizzare gli effetti della dichiarazione d'incapacitä di succedere sancita da Clemente V: "Non est ergo in proposito exaudienda pars heredum, qui in dispendio animarum suarum et in perniciem uoluntatis deffuncti sue anime conscientiose prouidentis, uolunt iure accrescendi uel aliter excludere hos deuotissimos fratres mi- nores a sustentatione, quam sperant habere ex hac ultima uoluntate".

    L'urgenza di garantire i beni necessari al sostentamento ed all'organizzazione dei conventi francescani era fortemente sentita nella Curia pontificia di Avignone39, che al declinare del Trecento autorizzava o sollecitava elemosine e legati a favore delle comunitä religiose. Il tenore di questi provvedimenti non dovette rimanere sconosciuto all'Amman- nati. Nella Francia meridionale, dove fu composto il presente trattatello, il dilagare di epidemie di peste e carestie provocö in quel torno di anni il decremento del numero dei frati ed il conseguente abbandono dei conventi. Largamente testimoniata e inoltre la distruzione di chiese, conventi, cappelle ed oratori francescani a seguito dei conflitti causati dall'avvicendarsi di fazioni avverse nei centri del potere politico e dal protrarsi della Guerra dei Cent'anni40,

    Dal passo citato e posto a chiusura dell'opuscolo e confermata in ogni caso la devozione nutrita dall'autore per i Frati Minori, che contribuisce a

    Cittä del Vaticano 1980) 117-155, ora in E. Cortese, Scritti, I. Birocchi - U. Petro- nio curr. (Collectanea 10; Spoleto 1999) 579-617; Cortese, Il diritto II 201-203, 239,407 nota 48; Cortese, Le grandi linee 327-329,376 nota 519,441; E. Conte, `Intorno a Mose. Appunti sulla proprietä ecclesiastica prima e dopo 1'etä del diritto comune', A Ennio Cortese. Scritti promossi da D. Maffei, I. Birocchi - M. Caravale - E. Conte - U. Petronio curr. (Roma 2001) I 342-363.

    39 Bullarium franciscanum sive Romanorum Pontificum constitutiones, epistolae, diplomata tribus Ordinibus Minorum, Clarissarum, Poenitentium a Seraphico Patriarcha Sancto Francisco institutis ab eorum originibus ad nostra usque tempora concessa, C. Eubel cur., VI-VII (Romae 1902-1904); Documenta Vaticana ad franciscales spectantia ann. 1385-1492, C. Cenci cur., I (Archivum Franciscanum Historicum. Editiones 4; Grottaferrata 2002); Supplementum ad Bullarium franciscanum continens litteras Romanorum Pontificum annorum 1378-1484 pro tribus Ordinibus S. P. N. Francisci ulterius obtentas, appendice hierarchica addita, C. Cenci cur., I-II (Grottaferrata 2002-2003).

    40 H. Henifle, La desolation des eglises, monasteres et hbpitaux en France pen- dant la Guerre de cent ans (Paris 1897-1899).

    264

  • BONIFACIO AAL\SANNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI MINORI

    spiegare decisivamente il significato delle conclusioni appena delineate. L'ammirazione dell'Ammannati per la povertä francescana (che sotto il profilo giuridico si traduce nella rinuncia ad ogni proprietä individuale e collettiva91) viene provata dallo spoglio del suo Commentario sulle Clementine. Scavando tra le colonne di questo monumentale lavoro, si scopre infatti che il maestro avignonese rivolse parole di calda solidarietä ai frati di Embrun, ai quali il capitolo dei canonici della Cattedrale aveva vietato, senza alcun fondamento normativo, di condurre in processione la croce dal loro convento alle dimore dei defunti42. L'opera reca altresi la testimonianza autobiografica relativa ad un pellegrinaggio alla basilica francescana di Santa Maria degli Angeli di Assisi, ove il giurista lucrö 1'indulgenza plenaria della Porziuncola per la salvezza delle anime dei propri parenti93. Alla luce di ciö, se 6 ragionevQle dubitare della veritä

    41 Bonifacius de [Amanatis], Commentarii, ad Clem. 3.11.1, c. 156vb: "Con- clude secundum gl. et Pau. quod foeminae, quae sunt regulae Sancti Francisci, non prohibentur per hanc cle. uiuere secundum illarum ordinem, nec earum ordo est damnatus. Et est ratio: quia illae promittunt tria substantialia religionis, licet differant a Fratribus Minoribus, qui sunt primi ordinis. Nam illi non possunt ha- bere proprium, etiam in communi, istae sic, ut sunt sorores minorissae Sanctae Clarae et concor. Guil. idem secundum Pau. et gl. in mulieribus, quae sunt de tertio ordine Sancti Francisci ...

    "; ad Clem. 3.14.1, c. 171ra: "Nee ob. c. Exiui § Quia uero circa fi. de uerbo. signific. quia ibi speciale in Fratribus Minoribus propter summam paupertatem, in qua fundata est eorum religio, ut patet in dicta cle. Exiui. "

    42 Ibid., ad Clem. 5.7.2, c. 210vb: "... non uideo quare Fratres, qui habent libe- ram sepulturam per cle. Dudum supra de sepul., impediantur deferre Crucem earum a domo sua usque ad domum ubi iacet funus, licet transeant per plura loca et per plures parochias, et redire inde uel per aliam uiam. Non enim transitus per uiam publicam potest eis denegari, cum non faciant rem illicitam, sed huma- nam et deuotam: ar. 1. Quidam in suo. in prin. ff. de condi. inst. iuncta 1. ii. et quod ibi no. de Sancto Iacobo ff. de uia publica. Item nec ingressus in domum, quam inhabitat, seu in qua fiat funus: quia de uoluntate sepeliendi procedit, aut haeredum, uel executorum suorum, arg. 1. Diuus ff. de ser. ru. prae. Item nec re- ditus ad eorum domum, arg. 1. Ab hostibus § Sed quod simpliciter qui ex cau. ma., licet enim uiae sint infra parochiam, non tamen in eis habet curatus ullam pote- statem, sicut nec in aedificiis infra parochiam constitutis, licet pro illis et habi- tantibus in eis aliqua iura sint ei persoluenda, arg. c. i. et per totum de paro., quod facit contra c. ecclesiae Ebredunensis, nam cum habeat curam parochialem, prohibet Fratres Minores portare crucem per suam parochiam, dum uadunt quaesitum corpora parochianorum suorum sepelienda apud ipsos Fratres et istud alias dixi, uerum impotentia ac paupertas dictorum Fratrum et malitia, potentia ac ambitio dicti capituli sunt causa, quia lis non est mota super his inter partes praedictas et quod adhuc manet capitulum in sua prohibitione improbatissima. "

    43Ibid., ad Clem. 5.9.2, c. 225va: "Cui non dissimilis est usus Fratrum Minorum Beatae Mariae de Angelis iuxta Assisium, ubi Beatus Franciscus uitam

    265

  • ANDREA BARTOCCI

    della testimonianza offerta da Martin de Alpartil sul desiderio dell'Am- mannati di abbracciare la vita eremitica44, potrebbe non essere stato casuale il seppellimento del cardinale nella chiesa dei Frati Minori di Aigues-Mortes, ove si sarebbero verificati dei miracoli e la popolazione avrebbe riconosciuto al prelato la fama di santo45.

    Le allegazioni dell'opuscolo evidenziano 1'abilitä dell'Ammannati a muoversi nella selva delle collezioni di diritto pontificio (Decretali di Gregorio IX, Sesto, Clementine) ed a dominare le parti della compilazione giustinianea (Istituzioni, Digesto, Codice, Autentico), che rappresentano le fonti normative maggiormente utilizzate. Tra le opiniones doctorum compare, oltre al Liber minoricarum decisionum, uno sporadico giudizio estratto dal Commentario di Cino da Pistoia sul Codice di Giustiniano.

    Un parziale raffronto colle auctoritates evocate nel Commentario sulle Clementine conferma la propensione dell'Ammannati ad affrontare testi ed argomenti canonistici mediante il ricorso ai concetti ed agli

    suam ducebat; nam habent ex more singulis annis die prima augusti hora uesperarum uel circa aperire dictam ecclesiam, asserentes quod quoties quis ex tunc per diem sequentem naturalem ingreditur eandem ecclesiam et egreditur, toties extrahit animas de Purgatorio, pro quarum liberatione ingreditur. Ita quod pro uno ingressu non potest nisi unam animam liberare; quod si uerum sit Deus non ignorat; ipsi tarnen non habent super hoc ullam literam apostolicam, sed affirmant ex reuelatione diuina hoc priuilegium antiquitus habuisse. Et iterum si uerum sit, ego extraxi animas parentum meorum et plurium aliorum, si tunc erant in Purgatorio; nam illa die cito sunt xx. anni, fui ibidem et sequendo uestigia aliorum, saepius ingressus fui et exiui dictam ecclesiam pro numero animarum quas liberare uolui. Et bene scio quod tunc fui memor de quadam pulchra et honesta amasia mea, quae habueram Paduae existens in studio praemortua, pro cuius anima liberanda specialiter fui ingressus eandem ecclesiam Beatae Mariae de Angelis. "

    44 Martin de Alpartil, Cronica, ed. Ehrle 77, ed. Sesma Muiioz 67: "... tandem predictus dominus Bonifacius, diachonus cardinalis tituli Sancti Adriani, nolens dare occasionem cardinalibus et civitatensibus mallignandi, quadam die secreto, vigilia videlicet accensionis Domini anni predicti, a civitate recessit habitu dissimulato, tenens iter verssus Aragoniam, ubi, ut asseritur, ciborum espernens deligias, luxus seculi calcans, laudem temporalem non amans, visus hominis fugere cupiens, vitam heremiticam intendebat ibidem ducere. "

    45 Ibid., ed. Ehrle 78, ed. Sesma Munoz 68: "Christus Ihesus, pro quo predicta sustinuit, animam suam a predicta turri excepit et, in ecclesia Minorum eiusdem loci tradito sepulture, pluribus miraculis ibidem claret et claruit, cessis visum innovans, claudis gressum firmans, surdis auditum tribuens, mancis manus restituens, superans demonia, mortuos suscitans; cuius patrocinia inploramus et tota mentis intencione querimus ut eius meritis intercedentibus a subcismatibus citramontanorum noviter suo tempore assumpcionis cardinalatus exortis et a cismatibus ultramontanis, precipue Romanis, liberemur, ut ad eternam gloriam pervenire valeamus, amen. "

    266

  • BONIFACIO A. \L1iANNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI niINORI

    strumenti propri di un civilista. Ciö non stupisce qualora si consideri che le fonti attestano concordemente che il maestro avignonese pote fregiarsi soltanto del titolo accademico di doctor legum e che nella sua prolungata carriera egli rivesti con esclusivitä il prestigioso grado di professor legum.

    Riveste allora un rilevante significato nella storia dell'esegesi delle Clementine l'interesse scientifico dell'Ammannati, che si tradusse nella redazione del Commentario pervenuto sino ai nostri giorni. La tendenza a trattare materie canonistiche mediante gli strumenti propri di un legista (che nella seconda meta del secolo XIV e condivisa dal collega patavino e cardinale milanese Simone da Borsano46) costituisce una delle prove piü convincenti della transizione verso una nuova stagione culturale, nella quale la perdurante separazione fra i due rami del sapere giuridico viene progressivamente corrosa ed il dilagare d'interessi uma- nistici contribuisce a formare tra vari giuristi il senso della limitatezza dell'ager giustinianeo.

    Tra costoro puö senz'altro annoverarsi Bonifacio Ammannati. Dopo 1'elezione papale di Clemente VII (20 settembre 1378) le vicende umane e professionali del legista furono incentrate su Avignone a stretto e profi- cuo contatto col cenacolo umanistico formato dai chierici ed intellettuali, i

    quali ruotavano attorno a Benedetto XIII ed alla sua celebrata biblioteca

    ricca di opere giuridiche e stupefacente per i testimoni della classicitä che vi venivano custoditi. Questa cerchia stringeva tra di loro, oltre ai fratelli Bonifacio e Tommaso Ammannati, i segretari pontifici Giovanni Moccia, Jean Muret e Nicolas de Clamanges, i cardinali Galeotto Tarlati di Pietramala, Jean de Brogny, Pierre de Thury, Nicola Brancaccio ed Amedeo di Saluzzo, il cui segretario era il poeta e traduttore del Boccaccio Laurent de Premierfait47.

    46 Sulle caratteristiche dell'opera maggiore di Simone da Borsano: D. Maffei, `La biblioteca di Gimignano Inghirami e la Lectura Clementinarum di Simone da Borsano', Proceedings of the Third International Congress of Medieval Canon Law. Strasbourg, 3-6 September 1968, S. Kuttner cur. (Monumenta Iuris Canonici. Ser. C: Subsidia 4; Cittä del Vaticano 1971) 229-236, poi con qualche adattamento e col titolo `La Lectura Clementinarum di Simone da Borsano', in Studi in onore di Francesco Santoro Passarelli (Napoli 1972) VI [529]-540, ora in Maffei, Studi 179*-186* con Addenda et emendanda 536*-537*.

    47 Coville, La vie intellectuelle 394-455; P. Glorieux, `Notations biographiques

    sur Nicolas de Clemanges', Melanges offerts et M. -D. Chenu maitre en theologie (Bibliotheque Thomiste 37; Paris 1967) 291-310; E. Ornato, Jean Muret et ses amis Nicolas de Clamanges et Jean de Montreuil. Contribution ä l'etude des

    rapports entre les humanistes de Paris et ceux d'Avignon (1394-1420) (Publications du Centre de Recherche d'Histoire et de Philologie de la We Section de l'Ecole Pratique des Hautes Etudes. Ser. V. Hautes Etudes Medievales

    et Modernes 6; Geneve - Paris 1969) 160-181; M. -H. Jullien de Pommerol - J. Monfrin, La bibliotheque pontificale d Avignon et et Peiiiscola pendant le Grand

    267

  • ANDREA BARTOCCI

    Questo profilo della poliedrica personalitä di Bonifacio Ammannati, se avvalora la valutazione sulla produzione scientifica del maestro avignonese tessuta da Domenico Maffei4$, contribuisce a rivelare nuove trame dell'esistenza di uno dei maggiori giuristi trecenteschi. L'Am- mannati, formatosi nello Studio patavino, seppe mettere a frutto le conquiste della scienza giuridica italiana al servizio della sede papale di Avignone nel conflitto divampato collo Scisma d'Occidente, prima come avvocato fiscale e protonotario apostolico ed infine a partire dal 1397 come cardinale diacono di Sant'Angelo.

    5. La circolazione del "Liber minoricarum decisionum" in Francia a. I codici superstiti

    L'indubbia rilevanza dell'opuscolo dell'Ammannati nella storia della letteratura giuridica e mostrata dalla circostanza per cui esso rappre- senta una prova finora ignorata della diffusione del Liýer- tninoricarum decisionum tra i giuristi francesi nel tardo Medioevo. La conoscenza del trattato di Bartolo fra i dottori e gli scolari di Oltralpe costituisce anzi un capitolo tuttora inesplorato della straordinaria fortuna incontrata dalle opere del maestro perugino. nelle biblioteche francesi fra la seconda meta del Trecento ed il Quattrocento99. La circolazione del Liber, e evidenziata anzitutto dai testimoni dei quali sono state provate od ipotizzate l'origine e la datazione con riferimento a quell'ambito territoriale e cronologico.

    Due codici conservano precise e dettagliate testimonianze relative ai copisti, al luogo ed alla data della redazione.

    Il manoscritto Lat. 15414 della Bibliotheque Nationale de France, che conserva il Liber alle cc. 99va-110rb50, venne trascritto in massirua parte da F. de Vallesicca di Barcellona, giä studente ad Avignone, bacca-

    Schisme d'Occident et sa dispersion. Inventaires et concordances (Collection de 1'Ecole Frangaise de Rome 141; Rome 1991) I 80-81.

    48 Maffei, `Profilo' 243-245, poi in Maffei, Studi 149*"-151*.. 49 M. -H. Jullien de Pommerol, 'La bibliotheque du College de. Pelegry A Cahors.

    A la fin du XIVe siecle', Bibliotheque de l'Ecole des Chqrtes 137 (1979), 229-272; J. Verger, `Manuscrits et auteurs italiens dans les bibliotheques universitaires frangaises A la fm du Moyen Age', Libri, lettori e biblioteche dell'' talia medievale (secoli IX-XV

    . Fonti, testi, utilizzazione. del libro.

    Atti della Tavola rotpnda italo- francese. Roma, 7-8 marzo 1997 = Livres, lecteurs et bibliotheques

    de 17talie medievale (IXe-XVe siecles). Sources, textes et usages. Actes de la Table ronde italo- frangaise. Rome, 7-8 mars 1997, G. Lombardi - D. Nebbiai Dalla Guarda corr. (Documents, Etudes et Repertoires 64; Roma - Paris 2000) 131-145.

    50 L. Delisle, Inventaire des manuscrits latins de la Sorbonne conserves ä 1a Bibliotheque imperiale sous les nos 15176-16718 du fonds latin'; Bibliotheque de l'Ecole des Chartes 31 (1870) 8-9.

    268

  • BONIFACIO AM\fANNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI biINORI

    larius utriusque iuris e canonico di Urgel, che nel 1396 copiö a Mont-

    pellier le cc. 7-11251. Il lussuoso codice 829 della Bibliotheque Municipale di Reims62, che

    e impreziosito da splendide miniature in variegati colori (tra cui l'oro) e che fu realizzato su finissima pergamena, venne terminato a Parigi il 9 marzo 1410 da Hamon Kerredan, chierico della diocesi di Saint-Pol-de- Leon, magister artium e baccalarius decretorum. Questo celebrato volume, che presenta il trattato alle cc. 178r-191r53, custodisce una delle tre porzioni superstiti della collezione delle opere di Bartolo (tuttora conservata nei manoscritti 827,828 e 829 della Municipale), che Simon de Cramaud, giä studente ad Orleans, doctor decretorum, arcivescovo di Reims dal 1409 al 1413 e cardinale presbitero di San Lorenzo in Lucina dal 1413, commissionö e donö alla nuova biblioteca capitolare della

    cattedrale di Reims come prodotto di una sua specifica committenza54. A tali testimoni possono aggiungersi due codici che sono stati giudi-

    cati di probabile origine francese. Il manoscritto Ripoll 67 dell'Archivo General de la Corona de Aragon

    di Barcellona, che racchiude il Liber alle cc. 43r-61v, fu copiato da varie mani durante i secoli XIV e XV in ambiente avignonese, come sembrano

    51 Catalogue des manuscrits en ecriture latine portant des indications de date, de lieu ou de copiste, C. Samaran - R. Marichal curr., III (Paris 1974) 425 e tav. 124.

    52 Catalogue general des manuscrits des bibliotheques publiques de France. Departements, XXXIX. 2, H. Loriquet cur. (Paris 1904) I 155-157; Catalogue des manuscrits en ecriture latine, V (Paris 1965) 287; D. Quaglioni, Politica e dritto

    nel Trecento italiano. Il "De tyranno" di Bartolo da Sassoferrato (1314-1357). Con l'edizione critica dei trattati `De Guelphis et Gebellinis", "De regimine civitatis" e "De tyranno" (I1 Pensiero Politico. Biblioteca 11; Firenze 1983) 84 n. XXXII; S. Lepsius, Der Richter und die Zeugen. Eine Untersuchung anhand des Tractatus Testimoniorum des Bartolus von Sassoferrato. Mit Edition (Studien zur Europäischen Rechtsgeschichte 158; Frankfurt am Main 2003) 349 n. 28.

    53 B. Paradisi, `La diffusione europea del pensiero di Bartolo e le esigenze attuali della sua conoscenza', Studia et Documenta Historiae et Iuris 26 (1960) 50, poi in Bartolo da Sassoferrato. Studi e documenti per il VI centenario, D. Segoloni

    cur. (Milano 1962) 1449, ora in B. Paradisi, Studi sul Medioevo giuridico (Studi Storici 163-173; Roma 1987) II 944; F. Calasso, `Bartolo da Sassoferrato', Dizionario Biografico degli Italiani 6 (1964) 657, poi in Annali di Storia del Diritto 9 (1965 = Scritti di Francesco Calasso) 499; Dolezalek, Verzeichnis II sub cod.

    54 C. Jeudy, `La bibliotheque cathedrale de Reims, temoin de l'Humanisme en France au XVe siecle', Pratiques de la culture ecrite en France au XVe siecle. Actes du Colloque International du CNRS (Paris, 16-18 mai 1992) organise en l'honneur de Gilbert Ouy par l'Unite de Recherche "Culture Ecrite du Moyen Age Tardif", M. Ornato - N. Pons curr. (Textes et Etudes du Moyen Age 2; Louvain-la- Neuve 1995) 78-80.

    269

  • ANDREA BARTOCCI

    suggerire le copie di due repetitiones attribuite al doctor legum e maestro di Avignone Bernardus Blanchi55.

    11 codice 12148 della Biblioteca Nacional di Madrid, che custodisce il trattato alle cc. 134ra-147rb, sarebbe stato invece trascritto da tre mani nel secolo XV in una localitä tuttora sconosciuta della Francia56.

    Altri due manoscritti presentano invece caratteristiche paleografiche e codicologiche, che consentono di dedurre la probabile origine francese.

    Il frammento del Liber, che e conservato nelle cc. 287va-293vb del codice Crypt. Lat. 211 della Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Grottaferrata57, venne copiato da anonima mano su carta avente una filigrana assai simile ad un tipo censito58, il quale si riscontra diffuso in Italia o molto piü spesso in Francia nella seconda meta del secolo XIV.

    Per motivi non dissimili e giudicata riconducibile tra Italia e Francia nei secoli XV e XVI l'origine del manoscritto Vat. Lat. 2696, che presenta un esemplare del Liber nelle cc. 1r-47r59.

    b. I codici appartenuti a Benedetto XIII

    Al novero dei manoscritti ancora esistenti si aggiungono le notizie finora ignorate dalla storiografia giuridica, ehe attestano la presenza di

    55 Garcia y Garcia, Iter 3 n. 1; Lepsius, Der Richter 329 n. 1. L'origine avignonese e ignorata nelle precedenti descrizioni del codice barcellonese: cfr. Z. Garcia, `Bibliotheca Patrum Latinorum Hispaniensis. II. Nach den Aufzeichnun- gen Rudolf Beers', Sitzungsberichte der Kaiserlichen Akademie der Wissenschaf- ten in Wien Philosophisch-Historische Klasse 169 (1913) II 37; Dolezalek, Verzeichnis I sub cod.

    56 Garcia y Garcia, Iter 72 n. 51. 57 A. Rocchi, Codices Cryptenses seu Abbatiae Cryptae Ferratae in Tusculano

    (Tusculani 1883) 487-488 (ov'e riferita la precedente segnatura Z. y. I con altre numerazioni delle carte); Paradisi, La diffusione 43, poi in Bartolo I 442, ora in Paradisi, Studi II 938; Calasso, Bartolo 657, poi in Annali 499; Dolezalek, Verzeichnis I sub Grottaferrata; Lepsius, Der Richter 68 nota 78.

    68 C. M. Briquet, Les filigranes. Dictionnaire historique des marques de papier des leur apparition vers 1282 jusqu en 1600 (Leipzig 19232) I n. 2734.

    59 A Catalogue of Canon and Roman Law Manuscripts in the Vatican Library, S. Kuttner - R. Elze curr., II (Studi e Testi 328; Cittä del Vaticano 1987) 298. L'origine del codice e ignorata nei censimenti di: J. L. J. van de Kamp, Bartolus de Saxoferrato 1313-1357. Leven - Werken - Invloed - Beteehenis (Amsterdam 1936) 56 nota 1; giä nella versione a cura di I. Hess-Lutomirski col titolo `Bartolo da Sassoferrato', Studi Urbinati 9 (1935) 37 nota 265; Paradisi, 'La diffusione' 32- 33 (ove per errore e citata la segnatura Vat. Lat. 2596), poi in Bartolo 1430, ora in Paradisi, Studi II 927; Calasso, `Bartolo' 657, poi in Annali 499; Dolezalek, Verzeichnis II sub cod.; Padovani, `Le Additiones' 191 nota 38.

    270

  • BONIFACIO A9MINNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI MINORI

    altri testimoni purtroppo non identificati nella Francia meridionale tra il declinare del Trecento ed i primi decenni del Quattrocento.

    Due copie del Liber sono menzionate nel catalogo della ricchissima biblioteca non solo giuridica, che Benedetto XIII portava con se nei conti- nui viaggi e spostamenti a seguito della fuga dall'assediato palazzo pa- pale di Avignone (11 marzo 1403)60. All'indomani di quest'evento il Papa

    risiedette spesso a Marsiglia e fu costretto inoltre a spostarsi tra la Pro-

    venza e la Liguria nonche a rifugiarsi per alcuni periodi nel Rossiglione, in Catalogna ed Aragona. In tale precaria situazione, essendo un abile diplomatico e curando direttamente gli affari dell'obbedienza avignonese, ebbe presto bisogno degli abituali strumenti di lavoro. Perciö dispose la formazione di una raccolta portatile di libri pure allo scopo di soddisfare la sua curiositä per le reliquie della classicitä. Tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento i gusti umanistici del Pontefice erano del resto elogiati da Coluccio Salutati e Nicolas de Clamanges61, che dal novembre del 1397 era stato ammesso come segretario nella Curia pontificia.

    La biblioteca, che fu dunque formata all'esito di vari trasporti e che non cessö di essere accresciuta, costitui il risultato di scelte precise. Essa

    rispecchiava i molteplici bisogni intellettuali del suo proprietario e, come risulta dal confronto coi volumi della libraria magna del palazzo papale di Avignone62, rappresentava senz'alcun dubbio la collezione personale del Pontefice63.

    Come rammenta il cronista Teoderico da Nieheim nel suo De

    scismate64, prima dell'elevazione al cardinalato Pedro de Luna fu lettore di diritto canonico nello Studio di Montpellier attorno al 137365. A tale dato si accorda, del resto, la presenza del futuro Pontefice in una chiesa

    60 Jullien de Pommerol - Monfrin, La bibliotheque 1-II. 61 Jullien de Pommerol - Monfrin, La bibliotheque I IX-X. 62 A. Maier, `Die Bibliotheca Minor Benedikts XIII. (Petrus' de Luna)',

    Archivum Historiae Pontificiae 3 (1965) 139-191, poi in A. Maier, Ausgehendes Mittelalter. Gesammelte Aufsätze zur Geistesgeschichte des 14. Jahrhunderts, III, A. Paravicini Bagliani cur. (Storia e Letteratura 138; Roma 1977) 1-53; Jullien de Pommerol - Monfrin, La bibliotheque

    I 28-39,143-332. 63 Jullien de Pommerol - Monfrin, La bibliotheque I 35. 64 Theodericus de Nyem, De scismate libri tres, 11.33, ed. G. Erler (Lipsiae

    1890) 179: "Nunc vero ad praedictum Petrum de Luna me convertens, tangam

    pauca de ipso, quem vidi in Monte Pessulano, iam Bunt XXXVI anni vel circiter,

    legentem in iure canonico, de regno Aragoniae de baronibus, ut laborat fama, or- tus, brevis staturae ac gracilis, homo ingeniosus et ad inveniendum res novas valde subtilis. Hunc legentem tune

    in iure, ut praefertur, praefatus Gregorius

    papa creavit cardinalem, qui tunt satis diligebatur a multis eo, quod peritus et

    virtuosus existeret, a pluribus laudabatur. " 65 G. Erler, Dietrich von Nieheim (Theodericus de Nyem). Sein Leben und seine

    Schriften (Leipzig 1887) 18.

    271

  • ANDREA BARTOCCI

    di Montpellier il 20 maggio 1370 alla cerimonia di presentazione di un candidato al dottorato innanzi al priore del collegio dei doctores utriusque iuris6s.

    Non stupisce perciö che tra i numerosi esemplari di scritti giuridici che erano custoditi nella biblioteca portatile di Benedetto XIII ci fossero ben due testimoni del Liber di Bartolo. I redattori del catalogo descrissero i manoscritti precisando soprattutto i nomi degli autori ed i titoli delle opere che vi erano copiate.

    Assieme al Liber il primo codice racchiudeva altri lavori di Bartolo: un commentario al Digestum Novum nonche i Tractatus represaliarum e alimentorum67. In aggiunta al Liber 1'altro volume conservava invece i commenti di Baldo al testo della pace di Costanza ed ai Libri Feudorum nonche un non meglio identificato repertorio del Rosarium decretistico di Guido da Baisio68. Le descrizioni dei due codici in esame dovettero esser realizzate subito dopo la redazione del trattato De novo subscismate di Benedetto XIII. Quest'opera, nella quale 1'elezione papale di Alessandro V avvenuta a Pisa il 26 giugno 1409 viene giudicata come l'origine di un nuovo scisma, fu composta dal pontefice avignonese presumibilmente tra la seconda meta del 1409 ed il 141169.

    Utilizzando gli estremi per l'identificazione dei codici, il lettore del

    catalogo della biblioteca portatile poteva individuare rapidamente i libri. Le descrizioni sarebbero servite soprattutto al segretario che aveva il

    compito di sistemare i volumi nelle casse al momento d'intraprendere un nuovo viaggio.

    Coll'omissione dei titoli di alcune opere, ma coll'aggiunta di qualche particolare significativo sull'aspetto esterno dei volumi, i due codici sono citati in un inventario compilato con ogni probabilitä nel settembre 1409. Esso elenca ottantasei libri della biblioteca portatile di Benedetto XIII, che furono trasportati mediante l'uso di quattro piccole botti (in quattuor

    66 Fournier, Les statuts 11.1 132 n. 1013. 67 Maier, `Die Bibliotheca Minor' 186 n. 562, poi in Maier, Ausgehendes

    Mittelalter 111 52 n. 562; Jullien de Pommerol - Monfrin, La bibliotheque I 249 n. 569: "Item prima pars Bartoli Super Digesto novo de rubeo; Minorita; Represalie et Tractatus alimentorum. "

    68 Maier, `Die Bibliotheca Minor' 187 n. 571, poi in Maier, Ausgehendes Mittelalter III 53 n. 571; Jullien de Pommerol - Monfrin, La bibliotheque I 249 n. 578: "Item scriptum Baldi Super pasce Constancie et super Feudis; Minorita Bar- tholi et Repertorium super Rosario de albo. "

    69 F. Ehrle, `Die kirchenrechtlichen Schriften Peters von Luna (Benedikts XIII. )', Archiv für Literatur- und Kirchengeschichte des Mittelalters 7 (1900) 534- 535; J. Baucells i Reig, 'Sobre la genesi, la dataciö i la transmissiö dels tractats de Benet XIII entorn del tema del Cisma', Jornades sobre el Cisma d'Occident a Catalunya, les Illes i el Pais Valencia. Barcelona - Peniscola, 19-21 d'abril de 1979, Ponencies i comunicacions, II (Barcelona 1988) 361.

    272

  • BONIFACIO A. 1BIANNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI MINORI

    botarellis) da Avignone a Barcellona. Il primo manoscritto e segnalato infatti in una botte ehe e identificata colla lettera D70. Il secondo e invece menzionato in una botte recante la lettera B71.

    c. Altri codici non identificati

    Altri testimoni del Liber bartoliano erano presenti in altre collezioni, che rivestono rilevanza nella storia della trasmissione dei testi giuridici in Francia durante il tardo Medioevo.

    Un manoscritto cartaceo contenente assieme al trattato bartoliano

    opere attribuite a diversi maestri (tra i quali spiccano Baldo degli Ubaldi

    e Paolo Liazari72) e descritto nell'inventario73, compilato dagli esecutori testamentari, dei beni che vennero trovati ad Avignone il 5 marzo 1426

    nella residenza del defunto doctor legum Jean de Brogny, cardinale presbitero del titolo di Sant'Anastasia dal 1385, vicecancelliere di Santa Romana Chiesa dal 1391 nonche decano del collegio cardinalizio a partire dal 140574. Questo codice, che il cardinale aveva espressamente riservato al Collegio di Annecy, risultö presto disperso. Nel 1435 esso non figurava tra i numerosi libri conservati nella biblioteca del Collegio e provenienti dalla successione del Brogny75.

    Nel 1433 una seconda copia viene segnalata nell'inventario dei libri

    conservati ad Aix-en-Provence nella dimora del defunto Antoine Suavis, licenziato in diritto civile, jurisperitus in quella cittä dal 1410, consigliere

    70 Jullien de Pommerol - Monfrin, La bibliotheque I 313 n. 77: "XVII. Item Minorita Bartholi in pargameno cum postibus rubeis. "

    71 Jullien de Pommerol - Monfrin, La bibliotheque I 310 n. 28: "VIII. Item

    scriptum Baldi Super pace Constancie et Minorita B[artholi] et scriptum Baudi de Perusio Super feudis in papiro magne forme cum coperturis albis. "

    72 Nel codice appartenuto al cardinale de Brogny figurava una copia della Lectura super Sexto del Liazari, della quale pare essersi volatilizzata ogni reliquia manoscritta: cfr. A. Bartocci, `Liazari, Paolo', Dizionario Biografico degli Italiani 65 (2005) 18-19.

    73 Fournier, Les statuts, 11.1 402 n. 145: "Item, unus liber scriptus in papiro, de litera currenti, copertus de corio rubeo, cum quatuor serraturis, in quo sunt diversi Tractatus et materie: et primo, Tractatus represaliarum et minoritarum Bartoli et plures Questiones disputate per Baldum, Butriga[rium] et plures alios, incipiens in secunda linea tertii folii: terram; et finit in eadem: ut in; et in penul- tima linea penultimi folii, ubi est lectura Pauli de Lasariis super Sexto, incipit: XXIIII et finit in eadem: requiruntur. "

    74 Eubel, Hierarchia 28 n. 26,36,39,533. 75 M. Fournier, `Les bibliotheques de l'Universite et des colleges d'Avignon

    pour les etudiants en droit', Nouvelle Revue Historique de Droit Franpais et

    Etranger 15 (1891) 79-93 n. II.

    273

  • ANDREA BARTOCCI

    reale sotto Luigi II di Angiö (che lo nominö avvocato e procuratore fiscale del Parlamento) e maitre-rational della Chambre des comptes76.

    Due anni dopo un terzo esemplare viene citato a Tolosa in un codice contenente ventitre pezzi giuridici (tra i quali una novella giustinianea e vari scritti della scienza criminalistica). Nel 1435 esso e menzionato nel catalogo della biblioteca del Collegio di Mirepoix77, che venne fondato a Tolosa per poveri studenti di diritto da Guillaume du Puy, licenziato in decreti e vescovo di Mirepoix dal 140578.

    A questi tre codici si assommano poi due testimoni non identificati della Lectura super Clementinis di Giovanni da Legnano, che inseri una fedele rielaborazione del Liber al termine di quella sua opera.

    Un primo esemplare della Lectura super Clementinis di Giovanni da Legnano e menzionato nell'elenco dei libri appartenuti al defunto doctor legum Franciscus Castilionis di Perpignano ed inventariati a Maiorca da Petrus Castilionis. Essi furono ricevuti il 15 marzo 1393 dal presbitero di Perpignano Guillelmus Sabaterii, che era il procuratore della vedova del defunto79.

    Nel 1426 un secondo testimonio e citato ad Avignone nell'inventario dei beni del cardinal de Brogny80. Questo codice 6 da identificarsi poi nel

    76 N. Coulet, 'Bibliotheques aixoises du XVe siecle (1433-1448)', Liures et bibliotheques (XIIIe-XVe siecle) (Cahiers de Fanjeaux 31; Toulouse - Fanjeaux 1996) 225-226.

    77 Fournier, Les statuts I. 1 (Paris 1890) 793 n. [55]: "Liber in quo sunt XXIII tractatus scilicet: Novella constitutio de herede [et falci. ]; item Lectura trium li- brorum Codicis Dulii; item Lectura feudorum Dulii; item Minorita Bartol[i]; item Dinus super regulis; item Tractatus de mero et mixto imperio; item Tractatus de Tormentis; item Tractatus super criminibus et penis; item De insultu; item De homicidiariis et eorum penis; item De furibus et eorum penis et receptacionibus; item De falsariis; item Albertus super criminibus; item De hiis qui possunt accu- sare; item De fama criminis; item De presumptionibus; item De judiciis; item De rumore manifesto et oculto; item De crimine manifesto; item De citationibus fiendis contra criminosum; item [De criminibus]; [De procuratoribus]; item De bannitis et relegatis. "

    78 Eubel, Hierarchia 344. 79 J. N. Hillgarth, Readers and Books in Majorca 1229-1550 (Documents, etu-

    des et repertoires; Paris 1991) 11 453 n. 19: "Item, unum alium librum grossum de papiro, cum cohopertis fustis cohopertum corio bipertito alterius partis coloris viridi et alterius virmilii, vocatum Johannes de Linyano super Clementinis, qui incipit in secundo colondello prime carte: mandata mea et vives, etc., et finit in eadem: sola non, et in penultimo folio primi colondelli incipit: si credas ex toto corde suo, etc., et finit in eodem: ad abrevi[? ] mi. "

    80 Fournier, Les statuts 11.1 398 n. 54: "Item, unus alius liber, copertus pelle rubea, vocatus Lectura Clementinarum Johannis de Lynyano. "

    274

  • BONIFACIO A1U. \(ANNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI MINORI

    1435 nell'elenco dei libri che provenivano dalla successione del Brogny e che erano conservati nella biblioteca del Collegio di Annecy8i,

    Anche se i dati finora esposti permettono di giungere a conclusioni provvisorie, la presenza complessiva di sei testimoni non identificati del Liber minoricarum decisionurn nelle biblioteche dei giuristi menzionati evidenzia la diffusione del trattato bartoliano nelle collezioni private. Ciö e confermato dalla segnalazione di un esemplare dello scritto bartoliano tra i libri del collegio tolosano fondato dal vescovo Guillaume du Puy.

    Questo parziale risultato, che potrebbe esser sottoposto ad ulteriore verifica mediante piü approfondite indagini condotte sull'insieme degli inventari di biblioteche tardomedievali francesi82, e peraltro avvalorato dal fenomeno costituito dalla ripetuta citazione e dalla critica del Liber

    nell'opuscolo dell'Ammannati, il quale con ogni probabilitä disponeva di

    una copia del libello bartoliano nella propria biblioteca. All'esistenza di tale collezione non allude solamente Tommaso Ammannati nella propria deposizione sull'elezione di Urbano VI. Da essa risulta che prima del

    conclave dell'aprile 1378 i due fratelli misero al sicuro i beni preziosi e particolarmente

    i loro libri nel convento francescano dell'Araceli e nelle dimore di amici per il timore delle violenze minacciate dal popolo romano ai forestieri83. Alla ricerca ed all'acquisto di codici per arricchire la sua raccolta Bonifacio fa infatti continui e dettagliati riferimenti in cinque lettere scritte tra il 18 febbraio ed il primo di ottobre 1388 al mercante pratese Francesco di Marco Datini84.

    6. Motivi e prove della fortuna del "Liber" tra i giuristi trecenteschi

    Nella seconda meta del secolo XIV la fortuna dello scritto di Bartolo dovette esser favorita dalla mancanza dei commenti alla bolla Exivi de

    paradiso, che Clemente V aveva promulgato il 6 maggio 1312 nell'ultima sessione del Concilio di Vienne a conclusione di un prolungato ed acceso dibattito sull'osservanza della Regola dei Frati Minori85.

    81 Fournier, Les bibliotheques 85 n. 60: "Item, alius liber intitulatus: Johannes de Liriano super Clementinis in papiro, ad duas columpnas, de littera currenti scriptus. "

    82 Bibliotheques de lnanuscrits medievaux en France. Releve des inventaires du VIIIe au XVIIIe siecle, A. -M. Genevois - J. -F. Genest - A. Chalandon curr., avec la

    collaboration de M. J. Beaud - A. Guillaumont (Paris 1987). 83 Gayet, Le Grand Schisme I Pieces justificatives 69. 84 Brun, `Un bibliophile' 227-233 n. VI-X. 85 A. Bartocci, `La Regola dei Frati Minori al Concilio di Vienne e la bolla

    Exivi de paradiso (1312) di Clemente V, Archivum Franciscanum Historicum 96 (2003) 45-84.

    275

  • ANDREA BARTOCCI

    Al declinare del Trecento Pietro d'Ancarano illuströ le ragioni di tale perdurante fenomeno nella propria Lectura super Clementinis. Oltre a confermare che Giovanni da Legnano aveva squarciato per primo tra i canonisti del suo tempo la fitta trama del silenzio calata sul documento, Pietro ricordö che i suoi predecessori sulle cattedre dell'Alma Mater non avevano commentato la clementina, giacche costoro ritenevano che tale attivitä fosse vietata dalla bolla Exiit qui seminat (14 agosto 1279) di Niccolö III86,

    Per garantire l'indiscussa vigenza ed il rispetto integrale di questa bolla successivamente inserita nel Sesto (5.12.3), Niccolö III dispose in- fatti che ne venisse compiuta la lettura pubblica nelle scuole di diritto87, Allo scopo di evitare che i maestri potessero violare, alterare o modificare le disposizioni della Regola o del nuovo documento, il Papa iissö alcuni criteri restrittivi per l'interpretazione della bolla88. Tali criteri colpiscono non soltanto per 1'elevato livello di consapevolezza mostrata nel tentativo di regolare i rapporti tra lo strumento normativo e 1'attivitä degli esegeti,

    86 Petrus de Ancharano, Lectura super Clementinis, ad Clem. 5.11.1 (Lugduni per magistrum Jacobum Saccon expensis Vincentii de Portonariis 1520) c. 88ra: "Dominus Jo. An., Pau. et alii, qui scripserunt super cle. ista, omiserunt scribere, quia forte credebant eis prohibitum per constitutionem Nicholai tertii, qui hoc sub pena prohibuit, sed Jo. xxii. dictam constitutionem Nicholai suspendit, et ideo dominus Bar., quia multa dubia tempore suo occurrebant super relictis fra- tribus minoribus, de ipsis composuit specialem tractatum, quem librum minori- carum uoluit nuncupari, quem hic Jo. de Lig. posuit de uerbo ad uerbum, modi- cum, immo quasi nihil addens, nisi quia in duobus siue tribus ab eo discordat, sed d. Bal. dicta Bar. subtilius intuens in multis a Bar. discrepat et ab eius opi. di- scedit.., "

    87 Nicolaus papa III, Constitutio facta super confirmatione Regulae Fratrum Minorum, ed. Seraphicae legislationis textus originales 23-24: "Cum igitur ex praedictis et aliis per Nos cum multa maturitate discussis Regula ipsa licita, sancta, perfecta et observabilis, nec ulli patens discrimini evidenter appareat, il- lam et omnia suprascripta per Nos statuta, ordinata, concessa, disposita, decreta, declarata etiam et suppleta de Apostolicae potestatis plenitudine approbamus, confirmamus et volumus existe; e perpetuae firmitatis, in virtute obedientiae di- stricte praecipientes, quod haec Constitutio, sicut ceterae Constitutiones vel de- cretales Epistolae, legatur in scholis. "

    88 Nicolaus papa III, Constitutio 24: "Et quia sub colore liciti nonnulli contra Fratres ipsos et Regulam, in legendo, exponendo atque glossando, possent virus suae iniquitatis effundere ac ipsius Constitutionis intellectum ipsum in diversas et adversas sententias producentes suis adinventionibus depravare, et opinionum diversitas ac distortio intellectus multorum pios animos posset involvere et a Re- ligionis ingressu multorum corda subtrahere, talium detrahentium Vitanda per- versitas cogit Nos viam ipsis ad praedicta praecludere et certum procedendi mo- dum hanc Constitutionem legentibus praefinire. "

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  • BONIFACIO AABGINNATI SULLA CAPACITA SUCCESSORIA DEI FRATI hIINORI

    ma pure per 1'insistenza nella separazione fra i momenti scolastici della lettura, spiegazione e commento del testo legale.

    Assicurando l'osservanza dei precetti mediante la comminazione di pene, Niccolö III ordinö ehe la bolla fosse esposta ad litteram nelle scuole e ehe venisse omessa ogni esegesi idonea a suscitare dibattiti, incertezze o confusiones9. Proibi il compimento di glosse all'infuori di quelle ehe fossero aderenti alla lettera od idonee a chiarirne il senso90. Rafforzö poi 1'efficacia di queste disposizioni mediante il divieto sancito nei confronti di chiunque scrivesse, discutesse o predicasse in pubblico od in privato contro il tenore della Regola o della propria bolla91, riservando alla Sede Apostolica la soluzione di ogni controversia sull'interpretazione di quella disciplina92. Minacciö infine la scomunica ai maestri, dottori e lettori, ehe nelle scuole o negli scritti osassero alterare il significato del documento

    od esporre opinioni contrariesa,

    89 Nicolaus papa III, Constitutio 24: "Itaque sub poena excommunicationis et privationis officii ac beneficii

    districte praecipimus ut praesens Constitutio, cum ipsam legi contigerit, sicut prolata est, sic fideliter exponatur ad litteram; concor- dantiae, contrarietates, seu diversae vel adversae opiniones a lectoribus seu expositoribus nullatenus inducantur. "

    90 Nicolaus papa III, Constitutio 24: "Super ipsa Constitutione glossae non fiant, nisi forsan, per quas verbum vel verbi sensus seu constructio, vel ipsa Con-

    stitutio quasi grammaticaliter ad litteram vel intelligibilius exponatur. Nec in- tellectus ipsius per legentem depravetur in aliquo, seu distorqueatur ad aliud, quam littera ipsa sonat. "

    91 Nicolaus papa III, Constitutio, 24: "Et ne Sedem praedictam contra detracto-

    res, hujusmodi oporteat ulterius laborare, universis. ac singulis cujuscumque praeminentiae, conditionis ac status, districte praecipimus, ne contra praedictam Regulam et statum praedictorum Fratrum, seu contra praemissa per Nos sta- tuta, ordinata, concessa, disposita, decreta, declarata, suppleta, approbata et etiam confirmata dogmatizent, scribant, determinent, praedicent seu prave lo-

    quantur, publice vel occulte. " 92 Nicolaus papa III, Constitutio 24: "Sed si quid penes aliquem in his

    ambiguitatis emerserit, hoc ad culmen praedictae Sedis Apostoiicae deciucatur, ut ex auctoritate Apostolica sua in hoc manifestetur- intentio; cui soli concessum est in his statuta condere et condita declarare. "

    93 Nicolaus papa III, Coitstitutio 24:, "Glossantes vero in scriptis Constitutio-

    nem ipsam aliter quam eo modo, quem diximus, Doctores insuper sive Lectores, dum docent in publico, ex certa scientia et deliberate intellectum Constitutionis hujusmodi depravantes, facientes quoque commentum, scrfipturas seu libellos, ac ex certa scientia et deliberate determinantes, in scholis, seu praedicantes contra praedicta, vel aliqua seu aliquod praedictorum, non obstantibus aliquibus privi- legiis vel indulgentiis aut litteris Apostolicis, quibuscumque dignitatibus, perso- nis, ordinibus aut locis, religiosis vel saecularibus, generaliter, vel singulariter, sub quacumque forma vel expressione verborum concessis, quae nolumus aliqui- bus in praemissis quomodolibet suffragari, excommunications sententiae, quam

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  • ANDREA BARTOCCI

    Oltre a causare la frequente omissione della bolla Exivi de paradiso nei manoscritti delle Clementine94, i divieti di Niccolö III s'imposero nella prassi scolastica al punto da provocare non solo la generalizzata carenza dei commend ma pure la mancata lettura della clementina negli Studia. Come rilevö Francesco Zabarella nella propria Lectura super Clementinis terminata il 23 luglio 14029, questi fenomeni si erano tuttavia verificati contro le volontä di Niccolö 11196.11 Pontefice, pur limitando 1'attivitä

    ex nunc in ipsos proferimus, se noverint subjacere, a qua per neminem, nisi per Romanum Pontificem, possint absolvi. "

    94 S. Kuttner, `The Date of the Constitution Saepe, the Vatican Manuscripts and the Roman Edition of the Clementines', Melanges Eugene Tisserant, IV. 1 (Studi e Testi 234; Cittä del Vaticano 1964) 427-452, poi in S. Kuttner, Medieval Councils, Decretals, and Collections of Canon Law. Selected Essays (Collected Studies Series 126; London 1980) n. XIII con Retractationes 17-18, ora in S. Kuttner, Medieval Councils, Decretals, and Collections of Canon Law. Selected Essays (Collected Studies Series 126; Hampshire - Brookfield 19922) n. XIII con Retractationes 17-18 e New Retractationes 12-18; J. Tarrant, `The Manuscripts of the Constitutiones Clementinae. Part I: Admont to München', Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte Kan. Abt. 70 (1984) 67-133; J. Tarrant, `The Manuscripts of the Constitutiones Clementinae. Part II: Napoli to Zwettl' ibid. 71 (1985) 76-146; M. Bertram - A. Rehberg, `Matheus Angeli Johannis Cinthii. Un commentatore romano delle Clementine e lo Studium Urbis nel 1320', Quellen und Forschungen aus Italienischen Archiven und Bibliotheken 77 (1997) 125.

    95 Blume, Bibliotheca 15; J. Valentinelli, Bibliotheca manuscripts ad S. Marci Venetiarum II (Venetiis 1869) 271; G. Zonta, Francesco Zabarella (1360-1417) (Padova 1915) 15 nota 4,124 nota 1; E. Franceschini - A. Pertusi, `Un'ignota Odissea latina dell'ultimo Trecento', Aevum 33 (1959) 327, taw. II, VI, poi con omissioni in A. Pertusi, Leonzio Pilato fra Petrarca e Boccaccio. Le sue versioni omeriche negli autografi di Venezia e la cultura greca del primo Umanesimo (Civiltä Veneziana. Studi 16; Venezia - Roma 1964) 533, taw. XXIX. 2, XXXI. 2; B. Marx, `Handschriften paduaner Universitätsdozenten und Studenten aus San Bartolomeo di Vicenza', Quaderni per la Storia dell'Universitä di Padova 9-10 (1976-1977) 149-155; D. Girgensohn, `Francesco Zabarella aus Padua. Ge- lehrsamkeit und politisches Wirken eines Rechtsprofessors während des großen abendländischen Schismas', Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte Kan. Abt. 79 (1993) 250, poi nella versione italiana di T. Pesenti col titolo 'Fran- cesco Zabarella da Padova. Dottrina e attivitä politica di un professore di diritto durante il Grande Scisma d'Occidente', Quaderni per la Storia dell'Universitd di Padova 26-27 (1993-1994) 19.

    96 Franciscus de Zabarellis, Lectura super Clementinis, ad Clem. 5.11.1 ([Ro- mae] Sixtus Riessinger [1468-1469]), Cittä del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Inc. Ross. 950, c. non num.: "Glo. et alii scribentes conplures nic