Rivista inpgi comunicazione 2015

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Transcript of Rivista inpgi comunicazione 2015

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EDITORIALE

Realtà e demagogiaPer un InPgI solIdo, solIdale, ProfessIonale

di Andrea Camporese - Presidente INPGI

Finisce l’anno, finisce il mandato degli am-ministratori dell’Ente, si va al voto. Le cam-pagne elettorali debbono essere frizzanti,

ma se diventano un tutti contro tutti, una mar-mellata senza senso, divengono demagogia. E la demagogia è decisamente contro il bene comune.Per poter riportare il dibattito dentro la sfera del possibile, al netto delle critiche che sono sempre legittime, è necessario circoscrivere il campo da gioco. Occorre chiarire metodo, vincoli, contesto, permettere un confronto nel merito che potrebbe divenire molto importante per il futuro della pro-tezione sociale di categoria. Servono, quindi, tre chiarimenti di fondo. Per molti saranno noti, per qualcuno ignorarli è molto comodo.Primo chiarimentoL’Inpgi esiste e si muove in un reticolo legislativo che nel tempo si è stratificato. Viene controllato da molte fonti pubbliche, a partire dai Ministeri dell’Economia e del Lavoro, in termini di investi-menti, di prestazioni, di contributi e di ammor-tizzazione sociale. Le autonome decisioni sono sottoposte al vaglio dei controllori, non possono per principio essere balzane o completamente asistemiche, in alcuni casi debbono obbligatoria-mente assorbire normative di natura generale. L’idea di un Istituto, descritta da qualche persona o ignorante o pesantemente in malafede, che nel segreto delle sue stanze elabora teorie malsane o fantasiose è semplicemente ridicola. Così come un Consiglio di Amministrazione, che include, oltre agli eletti, Fieg, Fnsi, Presidenza del Con-siglio e Ministero del Lavoro e approva oltre il 95 per cento delle delibere all’unanimità, va ri-spettato per un lavoro serio e responsabile por-tato avanti in un quadro economico e settoriale drammaticamente negativo. Certo le differenze di opinione non sono mancate, ovviamente, così come il rispetto per colleghi che si sono presen-tati ad una democratica consultazione, sono stati

eletti e hanno seriamente lavorato, non andrebbe mai perduto.Secondo chiarimentoLa cifra generale dell’attività svolta sta nella dife-sa di una qualità e una quantità di prestazioni che non hanno paragoni nell’intero sistema pubbli-co e privato. La riforma, sottoposta ora al vaglio dei Ministeri vigilanti, ha mantenuto specificità e condizioni di miglior favore di cui si deve essere orgogliosi. Certo si può discutere su come si dove-va attuare un piano graduale di rientro delle pas-sività (non certo dovute all’Inpgi ma ad una ma-rea di pensionamenti, prepensionamenti insieme a nigliaia di colleghi che ancora oggi usufruiscono di cassa integrazione, solidarietà e disoccupazio-ne), ma non si può discutere sul fatto che l’inter-vento andava fatto. Era necessario e ineludibile, la lettura dei numeri di bilancio pubblicati in questo numero lo rende ancor più chiaro. E’ stato fatto solo dopo aver messo in atto una serie di misure contenitive non banali (aumento delle aliquote a carico degli editori e aumento graduale dell’età pensionabile delle donne) e stimoli (sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato per tre anni, negli ultimi tempi a carico di Inpgi, ultimamente a carico dello Stato) solo per citare le maggiori. Dietro l’angolo non c’è il passaggio all’Inps, come qualcuno testardamente continua a sostenere, c’è solo un obbligo di legge al riequilibrio prospettico dei conti in assenza del quale può essere nomi-nato un commissario governativo. Inutile giocare con le parole, è inutile pensare che debba pagare sempre qualcun altro: i sistemi si reggono preve-dendo e chiamando tutte le forze ad un contribu-to. Le polemiche sul prelievo di solidarietà, o di crisi se preferiamo, a carico dei pensionati sono ovviamente sostenibili solo a patto che si chiari-scano alcuni concetti. Nessuno ha mai messo in discussione i diritti acquisiti e la loro radice. Al contrario si è deciso di chiedere un sacrificio (me-

SOmmARIOEDITORIALE

iN QUeSto NUmeRodiamente intorno ai 20 euro netti al mese) anche per mantenere condizioni di miglior favore che i giovani iscritti non potranno mai vedersi appli-cate. Il sacrificio è temporaneo, proporzionale al reddito, sostenibile in rapporto alla pensione media erogata (oltre 3 mila euro netti al mese), diretto al sostegno della previdenza e non alla fi-scalità generale. Questi principi sono stati richia-mati più volte dalla Corte Costituzionale come elementi necessari. Il Paese discute di ben altre ipotesi, direttamente e matematicamente connes-se al rapporto tra versato e percepito in relazio-ne alla durata della vita media, che porterebbero in molti casi a tagli drastici e molto pesanti delle prestazioni in essere. Non ho mai creduto che le generazioni dei padri debbano pagare le difficoltà dei figli, ma non credo nemmeno che ai nostri giovani si debba dire semplicemente “sei nato nel momento sbagliato”, questo è irresponsabile, ol-tre che egoistico.Terzo chiarimentoLa struttura amministrativa dell’Inpgi, dalla Di-rezione Generale all’ultimo in grado, è composta da persone di straordinaria qualità e dedizione. E’ la stessa, numericamente, di oltre vent’anni fa, quando la gestione separata non esisteva e ha sop-portato in silenzio il carico di lavoro di questi anni con dimensioni assolutamente senza precedenti. Nel lasciare l’Inpgi dopo otto anni a loro va il mio sentito ringraziamento, d’altro canto sostanziato da centinaia di lettere di colleghi che con loro hanno avuto a che fare. Mettere in discussione la serietà e la terzietà della struttura amministrati-va, come qualche singola urlante voce ha fatto, è essere privi di responsabilità, demagogici, bieca-mente elettoralistici. La qualità dei nostri uffici è universalmente riconosciuta in sede istituzionale e ministeriale e ha ottenuto, anche recentemente, attestati pubblici di stima. Il Collegio dei Sindaci, composto da giornalisti e da designati governativi di alto profilo, ha lavorato molto bene, ha control-lato e spesso ci ha aiutato a migliorare la nostra azione.TrasparenzaAnche su questo tema si è fatta molta confusione, per usare un eufemismo. L’Istituto non nasconde proprio nulla, rende pubblici i documenti previsti

da un Regolamento approvato alcuni anni fa dal-la Presidenza del Consiglio. Tutto si può miglio-rare, come sempre, come si è fatto approvando due codici, frutto del confronto con Anac, dove si chiariscono meglio una serie di profili, compresi quelli di conflitto di interessi. Sono tali e tanti i vagli subiti dall’Inpgi che solo una mente votata alla dietrologia può pensare che si nascondano atti e decisioni, tra l’altro assunte in un Cda dove gli stessi rappresentati Governativi votano.FuturoL’inpgi attraversa una fase delicata, ma non è fal-lito, non fallirà. Perdere più del 15 per cento del-la forza lavoro contribuente e vedere, allo stesso tempo crescere l’uso degli ammortizzatori sociali del 300 per cento ha rappresentato una grande prova. L’esplicarsi di una riforma auspicabilmen-te approvata, l’efficienza di un patrimonio di oltre 2 miliardi di euro, la crescita di un mercato del la-voro fortemente depresso, possono rappresentare le chiavi fondamentali del riequilibrio dei conti. Le quasi 500 assunzioni sgravate registrate a fine anno sono un bel segnale, anche se insufficiente.Guadiamo a questo nel confrontarci elettoral-mente, guardiamo alla responsabilità condivisa, alle idee nel merito, anche radicalmente diverse, al confronto con le Parti Sociali, al nostro stare nel sistema generale in una modernità così radical-mente cambiata. Tutto ciò è possibile lavorando con determinazione, professionalità e coraggio.Per quanto mi riguarda saluto e ringrazio dell’o-nore che mi è stato conferito per otto anni. Dopo un incarico di questo prestigio e responsabilità è giusto che non ricopra alcun ruolo all’interno della categoria in futuro. I cicli si devono com-piere e chiudere. Ho molto sofferto dell’inchiesta giudiziaria che mi ha coinvolto. Troppe parole servirebbero a rispondere alla sequenza di falsità, infamie, imprecisioni, diffamazioni che ho subito. Attendo con serenità l’esito di un procedimento che va rispettato e avrà i suoi tempi. Provo pena e profonda preoccupazione per un certo grado di barbarie e di scadimento culturale al quale una parte minoritaria della categoria è giunta. Chi vuole distruggere tutto non ha mai costruito nulla nella vita. •

RIFORmERIFORmE

preoccupazioni legate, altresì, all’andamento demografico della platea degli iscritti.L’Istituto ha pertanto redatto un Bilancio Tecnico Attuariale, con base al 31 dicembre 2014 (composto dal Prof. Marco Micocci), dal quale è emersa in particolare la necessità e l’urgenza di ripristinare le con-dizioni di equilibrio e di sostenibilità finanziaria nel medio-lungo periodo. In tal senso si è pertanto reso necessario adottare interventi volti ad assicurare la sostenibilità della gestio-ne previdenziale che incidano sia sulle entrate contributive che sulle uscite per prestazioni prevedendo, in particolare, l’istituzione di un contributo straordinario – nel rispetto dei principi di equità intergene-razionale, di ragionevolezza e di temporaneità – da applicare a tutte le pensioni per fasce di importo e percentuali crescenti della durata di 5 anni a partire dalla data di approvazione della presente delibera da parte dei Ministeri vigilanti.A questo scopo, con nota del 18 giugno 2015 (così come previsto dall’art. 3, comma 2 lett. b del D.lgs n. 509/94), è stato quindi trasmesso alla FIEG e alla FNSI per le determinazioni di loro competenza, il documento contenente gli interventi per il contenimento della spesa previdenziale Inpgi.La FNSI ha espresso il proprio parere favorevole il 17 luglio, mentre la FIEG, pochi giorni più tardi, ha fatto pervenire una nota con la quale, pur apprezzando nel merito il complesso degli interventi proposti, ha espresso alcune riserve. Ecco una sintesi degli interventi che incidono sia sulle entrate contributive che sulle uscite per prestazio-ni.

INTERVENTI IN mATERIA DI ENTRATE CONTRIBUTIVE

1) aliquote ContributiveIn tema di aliquote contributive vengono adottate le seguenti misure:

A) Aliquota IVS – incremento dello 0,50 per cento a carico del giornalista a far data dal primo gennaio 2016;

B) Aliquota IVS – incremento dello 0,53 per cento a carico dell’Azienda a far data dal primo gennaio 2016, che – unitamente all’innalzamento in misura pari all’1 per cento della medesima ali-quota, sempre con decorrenza primo gennaio 2016, così come previsto dalla delibera del Consiglio di Amministrazione n. 58 del 15 luglio 2011 – determina un progressivo allineamento con l’analoga aliquota complessiva IVS (a carico dei datori di lavoro e dei lavoratori) in vigore presso l’INPS, pari al 33,00 per cento;

C) a decorrere dal primo gennaio 2017, di rendere strutturale l’aliquota dell’1 per cento a carico dei datori di lavoro - destinata al sostegno della CIGS – istituita con delibera INPGI n. 82 del 25 giu-gno 2009, approvata con D.M. 5 agosto 2009 e successivamente modificata con delibera INPGI n. 41 del 30 luglio 2014, approvata Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze in data 16 ottobre 2014, e la cui attuale scadenza è fissata alla data del 31 dicembre 2016.

2) Recepimento delle disposizioni di cui all’art. 7, co. 1, primo periodo, del d.l. n. 463/1983 convertito in Legge n. 638/1983, e successive modificazioni;

Tali disposizioni prevedono un minimo retributivo settimanale per l’accredito della anzianità con-tributiva (40 per cento del trattamento minimo INPS – equivalente a circa 800 euro mensili). In caso di retribuzione inferiore a tale limite l’anzianità contributiva verrà riparametrata alla retribuzione per evitare la costituzione di posizioni assicurative fittizie.

3) Consentire il riscatto del praticantato anche per i giornalisti che abbiano svolto la pratica professionale presso le Scuole di giornalismo riconosciute dall’ordine dei giornalisti.

Assicurare la sostenibilità della Gestione Previden-ziale dell’Inpgi. A questo

serve la manovra che – approva-ta lo scorso luglio dal Consiglio di amministrazione dell’Istituto di Previdenza dei giornalisti ita-liani – prevede alcuni interventi di riforma di rilievo decisivo.Il progressivo aggravarsi dello stato di crisi del settore dell’edi-toria con la conseguente perdita dei rapporti di lavoro e il sempre più massiccio ricorso agli am-mortizzatori sociali ha, infatti, fatto registrare una grave soffe-renza della gestione previden-ziale.Tale crisi ha comportato da un lato, una rilevante perdita dei rapporti di lavoro pari a circa il 16 per cento negli ultimi cinque

anni – con un tasso di contra-zione dei livelli occupazionali in ambito giornalistico maggiore di 6,4 volte a quello della generalità del sistema Paese – e dall’altro, un sempre più intenso ricorso agli ammortizzatori sociali (nel 2014 il numero dei giornalisti che hanno beneficiato del trat-tamento di disoccupazione sono stati 2.013, della CIGS 772 e dei contratti di solidarietà 2.858). La stessa Corte dei Conti, d’altronde, nella relazione n. 70/2015 relativa al bilancio consuntivo 2014, ha posto in risalto il carattere straordinario ed eccezionalmente repentino della situazione congiunturale determinata dal perdurare del-la situazione di crisi economica, che ha comportato pesanti ri-

flessi – che sembrerebbero ag-gravarsi anziché scemare – sulla situazione occupazionale che investe il settore dell’editoria, in-cidendo sulle dinamiche del rap-porto tra contributi e prestazioni e sugli equilibri della gestione, sottolineando in proposito che “l’andamento della gestione pre-videnziale non mostrava nel me-dio-lungo periodo, giusto quan-to esposto nel bilancio attuariale acquisito dall’Istituto nel 2012, profili di criticità, considerato anche che – come del resto po-sto in evidenza nella stessa nota integrativa al bilancio 2014 – le proiezioni statistiche a base 2010 non potevano considerare la gravità della crisi che ha inve-stito il settore dell’editoria negli anni successivi” ed esprimendo

VARATA LA MANOVRAPER IL FUTURO DELL’INPGIla riforma dovrà essere approvata dai Ministeri Vigilanti. adottata anche la deliberadi recepimento della legge di stabilità, che prevede la concessione di sgravi contributiviper l’assunzione di giornalisti a tempo indeterminato.

RIFORmERIFORmE

a regime, sarà quindi necessario essere in possesso dei requisiti di 62 anni di età anagrafica e di 40 anni di anzianità contributiva.

3) Flessibilità nell’accesso alla pensione anticipataDal primo luglio 2017 i giornalisti potranno accedere alla pensione anticipata con almeno 62 anni d’età e 36 anni di contribuzione con l’applicazione della percentuale d’abbattimento del 5 per cento per ogni anno mancante al raggiungimento dei requisiti contributivi indicati nella tabella relativa alle pensioni d’anzianità ovvero, se più favorevoli, rispetto ai requisiti di età per la pensione di vecchiaia.

RIDUZIONE ALIQUOTE DI RENDIMENTO PER LE CONTRIBUZIONI FUTUREQuota E: 2,30 per cento a scalare.

Viene mantenuto il sistema retributivo con l’applicazione agli attuali scaglioni reddituali, per la quota di pensione maturata successivamente alla data di approvazione della riforma, delle seguenti aliquote:

QUOTA E) – Ipotesi al 2,30 per le Contribuzioni dall’1/1/2016 Scaglioni della Retribuzione pensionabile Aliquote di rendimento per cento fino a 44.456,00 2,30 da 44.456,01 a 59.126,48 1,73 da 59.126,49 a 73.796,96 1,44 da 73.796,97 a 84.466,40 1,15 oltre 84.466,40 0,78

CLAUSOLE DI SALVAGUARDIAA) Potranno accedere alla pensione di vecchiaia con i requisiti ordinari (Uomini con 65 anni di età e donne con 62 anni di età) previsti dalla normativa previgente la data di approvazione del presente Re-golamento da parte dei Ministeri vigilanti ed alla pensione di anzianità con 62 anni di età e 35 anni di contribuzione, i giornalisti appartenenti alle categorie indicate nella tabella sottostante:

INTERVENTI IN mATERIA DI PRESTAZIONI

PRESTAZIONI FACOLTATIVEa) assegno di superinvaliditàL’assegno di superinvalidità viene concesso ai soli titolari di pensione diretta, che siano in possesso di

almeno 20 anni di contribuzione Inpgi, escludendo i titolari di trattamenti ai superstiti e/o trattamenti non contributivi.

Il limite reddituale di accesso a tale tipologia di prestazione passa dagli attuali 70.600 Euro annui al minimo contrattuale del redattore ordinario (attualmente circa 38.000 Euro annui).

B) abrogazione della prestazione una tantum ai superstiti indicate all’articolo 29, lette-ra c) del Regolamento delle prestazioni

C) Ricovero case di riposoIl contributo per il ricovero nelle case di riposo viene riconosciuto ai soli titolari di pensione diretta,

che siano in possesso di almeno 20 anni di contribuzione Inpgi, escludendo i titolari di trattamenti ai superstiti e/o trattamenti non contributivi.

Il limite reddituale di accesso a tale tipologia di prestazione passa dagli attuali 70.600 Euro annui al minimo contrattuale del redattore ordinario (attualmente circa 38.000 Euro annui).

d) abrogazione della Prestazione dell’indennità per inabilità temporanea

PRESTAZIONI OBBLIGATORIE1) Modifica dei requisiti di accesso alla pensione della vecchiaia

Età:Uomini: 66 anni dal 2016Donne: con progressione ogni 18 mesi dell’età

Anno Età Con almeno 20 anni di contribuzione 1/1/2016 al 30/6/2017 63 dal 1/7/2017 al 31/12/2018 64 dal 1/1/2019 al 30/6/2020 65 a regime dal 1/7/2020 66

2) Modifica dei requisiti di accesso alla pensione d’anzianitàAlmeno 62 anni di etàProgressione ogni 18 mesi dell’innalzamento contributivo

REQUISITI PENSIONI DI ANZIANITA’ Anno Anni di contribuzione con almeno 62 anni di età 1/1/2016 al 30/6/2017 36 dal 1/7/2017 al 31/12/2018 37 dal 1/1/2019 al 30/6/2020 38 dal 1/7/2020 al 31/12/2021 39 dal 1/1/2022 40

Per il periodo transitorio – fino al 31 dicembre 2021 – sarà possibile accedere alla pensione di anzianità con almeno 40 anni di anzianità contributiva a prescindere dall’età anagrafica. Dal primo gennaio 2022,

CATEGORIE

Giornalisti per i quali alla data di entrata in vigore della riforma risultino già perfezionati i requisiti di età e contributivi per il diritto auto-nomo alla pensione di vecchiaia o di anzianità.

Giornalisti autorizzati alla prosecuzione volon-taria della contribuzione.

CRITERI DI AMMISSIONE ALLA SALVAGUARDIA (condizioni concorrenti e non alternative)

I requisiti d’età e contributivi sono quelli pre-visti per la pensione di vecchiaia ed anzianità ordinaria senza abbattimenti permanenti.

· Autorizzazione antecedente alla data di ap-provazione del Regolamento da parte dei Mi-nisteri vigilanti; · Non rioccupati con rapporti di lavoro subor-dinato a tempo indeterminato dopo l’autoriz-zazione al versamento volontario;· Decorrenza della pensione entro 24 mesi dal-la data di approvazione del Regolamento da parte dei Ministeri vigilanti.

RIFORmERIFORmE

Giornalisti collocati in mobilità ex lege n. 223/1991, ovvero dipendenti da aziende in cri-si ex lege 416/81 e successive modificazioni e integrazioni.

Giornalisti disoccupati e/o inoccupati alla data di adozione della delibera di approvazione del Regolamento da parte del CdA INPGI.

Giornalisti il cui rapporto di lavoro si risolva:· in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile;· in applicazione di accordi collettivi di incenti-vo all’esodo stipulati dalle organizzazioni com-parativamente più rappresentative (FNSI o As-sociazioni stampa).

Giornalisti che alla data di approvazione del Regolamento da parte dei Ministeri vigilanti risultano essere in congedo per assistere fami-liari con disabilità grave ai sensi dell’articolo 42, comma 5, del testo unico di cui al DL 26 marzo 2001, n. 151.

· Accordi sindacali stipulati anteriormente alla data di approvazione del Regolamento da par-te dei Ministeri vigilanti;· Perfezionamento requisiti età e contributi en-tro il periodo di fruizione dell’indennità di mo-bilità o di cigs/solidarietà o comunque entro i 24 mesi dalla data di approvazione del Regola-mento da parte dei Ministeri vigilanti.

· Non rioccupati con rapporti di lavoro subor-dinato;· Perfezionamento requisiti età e contributi en-tro il periodo di fruizione dell’indennità di di-soccupazione o comunque entro i 24 mesi dalla data di approvazione del Regolamento da par-te dei Ministeri vigilanti.

· Accordi stipulati anteriormente alla data di approvazione del Regolamento da parte dei Ministeri vigilanti; · Non rioccupati in qualsiasi altra attività la-vorativa dopo la cessazione del rapporto di la-voro;· Decorrenza della pensione entro 24 mesi dal-la data di approvazione del Regolamento da parte dei Ministeri vigilanti.

· In congedo straordinario alla data di appro-vazione del Regolamento da parte dei Ministe-ri vigilanti; · Perfezionamento dei requisiti e pensionamen-to entro il periodo del congedo e comunque non oltre i 24 mesi dalla data di approvazione del Regolamento da parte dei Ministeri vigi-lanti.

B) Potranno accedere alla pensione di anzianità con i requisiti ridotti (almeno 57 anni di età e 35 anni di contributi) previsti dalla normativa previgente la data di approvazione del Regolamento da parte dei Ministeri Vigilanti, con l’applicazione degli abbattimenti percentuali permanenti legati al periodo di anticipazione, i giornalisti appartenenti alle categorie indicate nella tabella sottostante:

C) Le giornaliste appartenenti alle categorie indicate nella tabella sottostante potranno accedere alla pensione di vecchiaia con i requisiti ridotti (almeno 60 anni di età e 20 anni di contributi) previsti dalla normativa previgente la data di approvazione del Regolamento, da parte dei Ministeri Vigilanti, con applicazione degli abbattimenti percentuali permanenti legati al periodo di anticipazione (non ap-plicati nei casi di autorizzazione al versamento volontario entro il 30 giugno 2012):

PENSIONI DI INVALIDITà

assorbimento dell’integrazione contributiva concessa al momento della liquidazione di un altro trattamento pensionistico.

Nei casi in cui la pensione di invalidità sia stata integrata ai 20 anni contributivi e, successivamente, il giornalista maturi il diritto a pensione presso altro Ente, l’integrazione contributiva concessa dall’istituto sarà ricalcolata, garantendo comunque che l’importo complessivo delle pensioni non sia inferiore alla precedente pensione Inpgi goduta fino a quel momento.

CATEGORIE

Giornalisti che, alla data di adozione della deli-bera di approvazione del Regolamento da parte del Consiglio di Amministrazione, risultino ces-sati dal rapporto di lavoro.

CATEGORIE

Giornaliste che a seguito della cessazione del rapporto di lavoro siano state ammesse alla pro-secuzione volontaria della contribuzione entro la data di adozione della delibera da parte del Consiglio di Amministrazione.

Giornalisti il cui rapporto di lavoro si risolva:· in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile;· in applicazione di accordi collettivi di incenti-vo all’esodo stipulati dalle organizzazioni com-parativamente più rappresentative (FNSI o As-sociazioni stampa).

Giornalisti collocati in mobilità ex lege n. 223/1991, ovvero dipendenti da aziende in cri-si ex lege 416/81 e successive modificazioni e integrazioni.

CRITERI DI AMMISSIONE ALLA SALVAGUARDIA (condizioni concorrenti e non alternative)

· Non risultino rioccupati con rapporto di lavo-ro subordinato dopo la data di adozione della delibera di approvazione del Regolamento da parte del Consiglio di Amministrazione;

CRITERI DI AMMISSIONE ALLA SALVAGUARDIA (condizioni concorrenti e non alternative)

· Non risultino rioccupate con rapporto di la-voro subordinato dopo l’ammissione al versa-mento volontario;· Perfezionino il diritto a pensione entro il 31 dicembre 2021;

· Perfezionino il diritto a pensione entro 24 mesi dalla data di approvazione del Regola-mento da parte dei Ministeri vigilanti;

· Accordi stipulati anteriormente alla data di adozione della delibera di approvazione del Regolamento da parte del Consiglio di Ammi-nistrazione e trasmessi all’Inpgi;· Decorrenza della pensione entro 24 mesi dal-la data di approvazione del Regolamento da parte dei Ministeri vigilanti;

· Accordi sindacali stipulati anteriormente alla data di adozione della delibera di approvazio-ne del Regolamento da parte del Consiglio di Amministrazione e trasmessi all’Inpgi;· Perfezionamento requisiti età e contributi en-tro il periodo di fruizione dell’indennità di mo-bilità o di cigs/solidarietà e comunque entro i 24 mesi dalla data di approvazione del Regola-mento da parte dei Ministeri vigilanti.

RIFORmE RIFORmE

PENSIONI AI CONIUGI SUPERSTITI

Modifica delle percentuali di abbattimento per redditi

Viene prevista l’adozione - dalla data di approvazione della delibera da parte dei Ministeri Vigilanti - delle stesse percentuali di abbattimento per i redditi personali del solo coniuge superstite in vigore presso l’AGO, come di seguito indicato

Percentuali di abbattimento redditi (coniuge unico superstite) Fasce di reddito personale Riduzione fino a 19.553,82 0 da 19.553,83 a 26.071,76 -25% da 26.071,77 a 32.589,70 -40% oltre 32.589,71 -50%

CONTRIBUTO STRAORDINARIO DI PARTECIPAZIONE AL RIEQUILIBRIO FINAN-ZIARIO DELLA GESTIONE PREVIDENZIALE

Istituzione di un contributo straordinario di partecipazione al riequilibrio finanziario della gestione pre-videnziale da applicare in via temporanea per la durata di 5 anni a tutti i trattamenti pensionistici, per fasce di importo e percentuali crescenti.

1. Viene introdotto un contributo di solidarietà – per 5 anni a partire dalla data di approvazione della delibera da parte dei Ministeri vigilanti - a tutti i trattamenti di pensione di importo rientrante nelle fasce di cui alle lettere a, b, c, della sottostante tabella, con percentuali crescenti e garantendo, in ogni caso, l’erogazione del trattamento minimo Inps:

a. da 0 a 30.000,00 0,5% b. da 30.001,00 a 60.000,00 1% c. da 60.001,00 a 91.251,15 1,5%

2. Viene prorogato, – per un periodo fino a 5 anni a partire dalla data di approvazione della delibera da parte dei ministeri vigilanti - per tutti i trattamenti di pensione di importo rientrante nelle fasce di cui alla sottostante tabella - con percentuali crescenti - il contributo di solidarietà già attualmente in vigore per effetto dell’art. 1, comma 486, della legge 27 dicembre 2013, n. 147:

da 91.251,16 a 130.358,80 6% da 130.358,81 a 195.538,20 12% oltre 195.538,20 18%

INDENNITà DI DISOCCUPAZIONE

1) disoccupazione per dipendenti di azienda in crisi, fallite, in liquidazione o che abbia-no ceduto un ramo d’azienda

Fermo restando l’accredito della contribuzione figurativa relativa ai primi 12 mesi di trattamento di disoccupazione, viene prevista – dalla data di approvazione della delibera da parte dei Ministeri Vigi-lanti - l’eliminazione della maggiore contribuzione figurativa in favore dei giornalisti che cessano il loro rapporto di lavoro da aziende in crisi per contenere la crescita del costo legato alla riserva matematica.

2) Riduzione progressiva della misura dell’indennità di disoccupazione:

Riduzione dell’indennità di disoccupazione a parti-re dal settimo mese fino ad un massimo del 50 per cento con le seguenti modalità:· Indennità intera al 100 per cento per i primi 180 giorni (primi 6 mesi)· Indennità ridotta del 5 per cento mensile dal 181.mo giorno al 450.mo giorno (dal settimo mese al quindicesimo mese);· Indennità ridotta del 50 per cento dal 451.mo giorno al 720.mo giorno (dal sedicesimo mese al ventiquattresimo mese).

Approvata inoltre dal Consiglio di amministrazio-ne la proposta, da sottoporre alla prossima riunio-ne del Consiglio Generale, di una riduzione pari al 10 per cento delle indennità di carica attualmente percepite dal Presidente, dai Vice Presidenti, dai componenti del Consiglio di amministrazione, del Comitato amministratore della gestione previden-ziale separata e del Collegio sindacale.

“La riforma – ha commentato il Presidente dell’In-pgi Andrea Camporese - appare inevitabile sul pia-no del rispetto delle norme di legge e della tutela stessa degli interessi degli iscritti. La drammatica crisi occupazionale del settore, che perdura da sette anni, ha subito una ulteriore fortissima accelerazio-ne nell’ultimo triennio con un indice di perdita di posti di lavoro sei volte superiore a quello registrato nel Paese. I richiami dei Ministeri Vigilanti, della Corte dei Conti, del Collegio Sindacale, inevita-bilmente hanno registrato un forte deterioramento della sostenibilità prospettica a causa di elementi totalmente esogeni alla gestione dell’Istituto.A partire da questi elementi di quadro, che richia-mano ad una forte responsabilità le Parti Sociali e l’Inpgi stesso, la riforma inviata ai Ministeri Vigi-lanti arriva al termine di una profonda analisi da parte del Cda. L’ampiezza del ventaglio degli inter-venti, la distribuzione dei sacrifici, la forte garanzia di transizione attraverso le clausole di salvaguardia, il mantenimento di un sensibile vantaggio rispetto alle norme in essere nel sistema pubblico, testimo-niano di uno sforzo evidente di garantire sostenibi-lità e adeguatezza. Le analisi attuariali, redatte in forza di legge, in base ai parametri forniti dai Vi-gilanti, dal professor Marco Micocci, evidenziano

come le misure adottate “colgono nell’obiettivo di ripristinare l’equilibrio tecnico attuariale e la soste-nibilità dell’Istituto. Il patrimonio non si azzera mai e le prestazioni promesse agli iscritti possono essere tutte onorate”. Un neo assunto, a parità di contribuzione con il sistema generale, riceverà un assegno di pensione superiore del 28 per cento, nonostante l’interven-to varato. Un disoccupato, nonostante la limatura dell’assegno che costituisce la misura di gran lunga meno severa dell’intero impianto riformatore, ri-ceverà una integrazione al reddito doppia rispetto al sistema generale. Il contributo straordinario e temporaneo richiesto ai pensionati, circa 20 euro netti al mese per una pensione di 60 mila euro lordi di pensione, si colloca in un contesto generale di sacrificio a sostegno del destino complessivo della categoria.Spiace la nota emessa da Fieg, nella quale pur ap-prezzando lo sforzo generale non si ritiene di espri-mere un parere definitivo, in ogni caso è dovere dell’Istituto mantenere aperta la disponibilità al confronto in vista di ogni azione positiva a favore del sistema.è di notevole importanza anche la delibera assun-ta, sottoposta all’approvazione dei Ministeri Vigi-lanti, che mira a far accedere tutti i datori di lavoro agli sgravi contributivi concessi dallo Stato per le assunzioni a tempo indeterminato. Si tratta di age-volazioni molto importanti, che arrivano fino a 8 mila euro annui per tre anni, che vanno nella tanto auspicata direzione della crescita della platea dei giornalisti attivi.Sento di dover ringraziare i colleghi del Cda per l’impegno e la serietà profusi in molti mesi di analisi e simulazioni che hanno portato ad una sostanziale condivisione della riforma con la sola eccezione del contributo posto a carico dei pensionati che ha por-tato al dissenso di due consiglieri.Ringrazio il rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri che non solo ha votato a fa-vore della riforma, ma ha anche sostenuto nel suo intervento che questo è solo il primo passaggio di un intervento riformatore complessivo del sistema. Su questo argomento il Consiglio di amministrazio-ne ha approvato, all’unanimità, un ordine del gior-no sulle opportune riforme legislative che l’Inpgi propone”. •

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INPGI, UN QUADRO DA RICOMPORREPrimi segnali di uscita dalla crisi, ma non si può abbassare la guardiala relazione del Presidente al Bilancio consuntivo 2014

La fase difficile che vive l’Istituto, aggravata nel corso degli ulti-

mi cinque anni, risulta speculare rispetto a un mercato del lavoro che ha subito una depressione senza precedenti. La massiccia riduzione degli iscritti attivi, le centinaia di aziende in stato di crisi, la diminuzione della massa retributiva, il forte aumento di pensionamenti e prepensiona-menti, rappresentano tasselli di un quadro che va ricomposto. Si tratta di una sfida difficile e imprescindibile che intercetta il quadro normativo generale, i patti contrattuali tra le Parti So-ciali, il posizionamento del siste-ma delle tutele sociali, la prote-zione dell’opera intellettuale e la struttura stessa della produzione

editoriale. Le politiche attive, messe in campo dall’Inpgi e da-gli altri attori del sistema, debbo-no continuare tenendo al centro equità, solidarietà, sostenibilità e responsabilità condivisa.I rapporti di lavoro rilevati dagli uffici alla fine del 2014 sono stati pari a 15.891, con una diminu-zione di ben 1.043 unità rispetto a quelli in essere nell’anno pre-cedente (16.934). Si tratta di un dato molto severo che trascina una ulteriore diminuzione con-tributiva e dimostra che la fase recessiva del settore non può dir-si affatto conclusa. Certamente una parte delle passività deriva da processi di crisi incardinati negli anni precedenti, ma pen-sare che l’inversione del ciclo economico, di cui si intravedono

i primi effetti, possa rappresenta-re la cura di tutti i mali sarebbe miope. Le oltre 250 assunzioni, di cui la maggior parte a tempo indeterminato, registrate alla fine dello scorso anno in virtù degli sgravi contributivi concessi dal fondo presso la Presidenza del Consiglio, rappresentano il pri-mo segnale positivo, anche se lar-gamente insufficiente. Dal 2011 al novembre 2014 sono stati operativi gli sgravi deliberati dal Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi che hanno comportato l’assunzione di 574 colleghi.L’impegno dell’ente in questo frangente continua, tuttavia, a essere molto consistente anche sul fronte degli interventi a so-stegno del reddito (la spesa per disoccupazione, Cassa integra-

zione e contratti di solidarietà è salita circa dell’8 per cento rispetto al 2013).Il rendimento del patrimonio mobiliare e il gradua-le conferimento di quello immobiliare ad un fondo detenuto totalmente dall’Istituto, hanno fatto regi-strare, nel corso dell’esercizio in analisi, 102,5 milio-ni di euro di plusvalenze nette, ai quali si aggiungo-no elementi di efficienza fiscale, legati all’Iva e alla mancata tassazione sulle plusvalenze non distribuite che porteranno ulteriori risparmi nei prossimi anni.L’efficacia di tutte le misure finora adottate, sup-portata da una gestione patrimoniale dell’Istituto prudente e diversificata, è testimoniata dalla circo-stanza che nel 2014 il saldo contabile dell’esercizio presenta un avanzo della gestione pari a circa 17 milioni di euro (24,1 milioni di euro in meno rispet-to al 2013).Un dato positivo che si confronta con un ulteriore aggravamento del rapporto tra entrate per contri-buti e uscite per prestazioni che registra una pas-sività di 81,6 milioni di euro. Il miglioramento del dato, rispetto alle previsioni assestate intorno ai 90 milioni di disavanzo, deriva soprattutto da riscatti e ricongiunzioni collegate alla crescita dei pensio-namenti.Risulta evidente, nel rispetto delle norme e per il bene della tenuta del sistema che ancora presenta preziose peculiarità che lo rendono molto più tu-telante rispetto a quello generale, che le passività andranno affrontate e ridotte. Il confronto con gli Organi Statutari e con le Parti Sociali non potrà che sfociare in un piano d’azione equo, graduale e responsabile che riporti l’Inpgi in un ambito di serenità. Il patrimonio accantonato, che supera i 2 miliardi e 3 milioni di euro non è stato intaccato, nonostante il grave quadro di sistema. Allo stesso tempo non si può pensare di far fronte a indicatori fondamentali da troppo tempo negativi, semplice-mente con l’efficienza degli investimenti che, anche quest’anno, risulta più che buona.

È sicuramente possibile mantenere trattamenti pen-sionistici, coperture di ammortizzazione, prestazio-ni accessorie e specificità categoriali a livelli impara-gonabili a quelli del sistema pubblico, pur con una manutenzione del sistema che salvaguardi il patto intergenerazionale. Questa sfida, con le dovute tu-tele transitorie, insieme a quella della crescita del mercato del lavoro, può essere affrontata e vinta.

le entrate contributiveLe entrate contributive totali accertate nel 2014 ammontano complessivamente a 409,1 milioni di euro (meno 1,62 per cento rispetto al 2013), di cui 341,5 per Ivs corrente (meno 0,82 per cento rispet-to al consuntivo precedente).La massa retributiva imponibile di competenza de-nunciata dalle aziende è, invece, passata da 1.116,6 milioni di euro del 2013 a 1.075,9 milioni, con un decremento di 40,7 milioni (meno 3,65 per cento).La lieve contrazione dei ricavi deriva dalla di-minuzione dei rapporti di lavoro in essere – cui è seguita la riduzione della massa imponibile – con un crescente ricorso a strumenti quali contratti di solidarietà, CIGS, esodi incentivati, prepensiona-menti nonché dalle agevolazioni contributive per le assunzioni dei giornalisti disoccupati.Tra i fattori che hanno determinato maggiori rica-vi - rispetto al 2013 – troviamo invece il rinnovo del Contratto FNSI/FIEG (che ha determinato l’aumento della base imponibile con efficacia da luglio 2014); l’aumento dell’aliquota Ivs in misura pari all’uno per cento, a decorrere dal primo gen-naio 2014, a carico dei datori di lavoro; l’aumento dei minimi retributivi di legge, con uguale decor-renza, di collaboratori e corrispondenti ex art. 2 e 12 CNLG; il Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che ha aumentato, ancora dal primo gennaio 2014, le retribuzioni convenzionali da prendere a base per il calcolo dei contributi dei giornalisti operanti all’estero.Tra i provvedimenti che, invece, hanno determi-nato minori ricavi rispetto all’anno precedente, troviamo: il progressivo aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali; l’innalzamento della fascia retributiva annua oltre la quale va versato il con-tributo aggiuntivo dell’uno per cento a carico del giornalista; la concessione dei benefici contributivi alle aziende che hanno stipulato contratti a tempo indeterminato con colleghi cassaintegrati o disoc-cupati o privi di occupazione da almeno sei mesi oppure in caso di trasformazione dei rapporti di lavoro.Per quanto riguarda, invece, i ricavi riferiti agli accertamenti dei contributi degli anni precedenti, questi ammontano a 7,27 milioni di euro, di cui 5,6 derivanti da attività ispettiva e 1,6 milioni di euro da quanto recuperato in via amministrativa dal Servizio entrate contributive. L’azione di recupero

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dell’Ente, peraltro, è sempre più orientata a son-dare ambiti e settori di informazione anche diversi da quello dell’editoria intesa in senso tradizionale, per conseguire l’obiettivo di far emergere fenomeni sconosciuti all’Istituto e, soprattutto, di monitorare come evolve e si manifesta la professione.

le uscite previdenzialiIl dato delle uscite previdenziali evidenzia che la spesa per i trattamenti pensionistici per Ivs è am-montata nel 2014 a 444,1 milioni di euro, con un incremento - rispetto al 2013 - del 4,28 per cento, pari a circa 18 milioni di euro. Nel corso del 2014 sono state liquidate - rispetto all’anno precedente - 419 nuove pensioni dirette e 135 nuove prestazioni pensionistiche ai superstiti, per un totale di 554 nuove prestazioni in erogazio-ne rispetto al 2013.Il rapporto tra gli iscritti attivi e i pensionati nel 2014 continua a scendere, passando dal 2,11 del 2013 all’1,91 del 2014, mentre il rapporto tra uscite per pensioni Ivs ed entrate per contributi Ivs cor-renti passa dal 123,68 del 2013 al 130,04 del 2014.

Il 2014 continua a far registrare un aumento della spesa sostenuta dall’ente in ammortizzazione socia-le, necessaria a far fronte all’inarrestabile, almeno finora, crisi dell’editoria, che nel totale è stata pari a 36,2 milioni di euro, con un aumento rispetto al 2013 di circa 2,7 milioni (più 8,1 per cento). Il contributo al capitolo di costo per via contrattuale ammonta a 19,5 milioni di euro (aliquota ordinaria dell’1,61 per disoccupazione e dello 0,30 per mobi-lità) e a 2,3 milioni di euro (aliquota straordinaria triennale a carico dei datori di lavoro incardinata con l’ultimo accordo contrattuale a partire dal set-tembre 2014). Va evidenziato che la contribuzione figurativa, afferente all’uso dei diversi ammortizza-tori sociali, genera una passività prospettica non ri-levata dal bilancio civilistico che tuttavia rappresen-ta impegni economici, rilevati dai bilanci attuariali redatti in forza di legge, che l’Ente dovrà sostenere all’atto dei diversi pensionamenti.

A fronte, infatti, della diminuzione di spesa per i trattamenti di disoccupazione (che scende da 17,1 a 16,9 milioni, rispetto al 2013), si registra l’aumento

della spesa per i contratti di solidarietà (che sale da 11,9 a 14,8 milioni, rispetto al 2013).Questo il dettaglio della spesa sostenuta dall’ente per gli ammortizzatori sociali:- per la disoccupazione - pari a 16,9 milioni di euro - una diminuzione dello 0,96 per cento;- per la solidarietà - pari a 14,8 milioni di euro - un aumento del 23,1 per cento;- per la cassa integrazione straordinaria - pari a 4,5 milioni - un aumento del 2,2 per cento. La gestione previdenziale e assistenziale nel suo complesso continua a registrare anche nel 2014 un risultato negativo pari a 81,6 milioni di euro, con un rapporto tra uscite per prestazioni ed entrate per contributi pari a 119,95 rispetto al 112,42 del 2013.

la gestione patrimonialePer quanto riguarda la gestione patrimoniale nel suo complesso, l’avanzo del 2014 è pari a 45,4 mi-lioni di euro, con un aumento rispetto al 2013 di 2,6 milioni di euro (più 6 per cento), ottenuto per effetto del positivo risultato del portafoglio mobilia-re, parzialmente attenuato dalla flessione registrata nella gestione immobiliare, giustificata, tuttavia, dagli effetti delle operazioni di apporto di immobili al Fondo Inpgi - Giovanni Amendola, che ha de-terminato una fisiologica riduzione del patrimonio immobiliare di diretta gestione dell’Istituto.Analizzando nel dettaglio i risultati delle gestione del patrimonio 2014 dell’Ente troviamo: 27,4 mi-lioni di utili derivanti da canoni di locazione (in flessione del 20 per cento per la riduzione del nu-mero di immobili direttamente gestiti); 4,3 milio-ni di interessi su mutui e 2 milioni di interessi sui prestiti (entrambi in linea con i trend degli ultimi anni); 28,7 milioni di utili da operazioni di realiz-zo e 26,3 milioni derivanti da differenze attive sui cambi di valuta, queste ultime in notevole aumento rispetto all’anno precedente.Analizzando nel dettaglio la gestione immobiliare diretta dell’Istituto – al netto, quindi, delle ope-razione di apporto degli immobili al Fondo Inp-gi-Giovanni Amendola, che da sole hanno reso plu-svalenze per oltre 100 milioni di euro – registriamo, come anticipato, proventi per 27,4 milioni di euro, con un trend delle locazioni in linea con quello del-lo scorso anno.In base ai nuovi criteri di determinazione del ren-

dimento del portafoglio - stabiliti dalla Covip per le Casse di Previdenza - dall’esercizio in esame sono state riformulate le modalità di determinazione dei rendimenti dei portafogli immobiliare e mobiliare.

Nel dettaglio, il portafoglio immobiliare ha regi-strato un rendimento complessivo ai valori contabi-li - inteso come il rapporto tra risultato economico al netto delle plusvalenze realizzate e la consistenza media del patrimonio ai valori di bilancio - del 1,68 per cento (rispetto al 2,25 per cento del 2013), e un rendimento complessivo ai valori di mercato - inte-so come rapporto tra risultato economico al netto delle plusvalenze realizzate e consistenza media del patrimonio ai valori di mercato - del 1,05 per cento (rispetto al 1,33 per cento del 2013).Tali rendimenti salgono rispettivamente al 20,98 per cento e al 13,09 per cento, se comprensivi delle plusvalenze nette realizzate.

Il portafoglio mobiliare ha invece registrato un ren-dimento ai valori contabili del 1,72 per cento (ri-spetto al 1,15 per cento del 2013) e un rendimento ai valori di mercato del 5,97 per cento (rispetto al 5,37 per cento del 2013). Il valore di mercato al 31 dicembre 2014 è risultato pari a 1.171 milioni di euro investiti – a fronte dei 945 milioni dell’eserci-zio precedente – composti da quote dei fondi co-muni di investimento, quote di fondi di fondi hedge, fondi immobiliari e fondi di private equity. In tale ambito il risultato contabile economico di bilancio ha registrato un saldo netto positivo di 16,2 milioni di euro rispetto ai 9,4 milioni del 2013.

Spese per il personaleLa spesa complessiva sostenuta dall’Istituto per il personale nel 2014 non ha subito aumenti rispetto agli anni precedenti: 16,4 milioni di euro. Il lieve incremento - rispetto al 2013 - del 2,7 per cento de-riva esclusivamente dal nuovo assetto organizzativo dell’Ente. Infatti, dalla fine di luglio 2014, la nuova pianta organica ha previsto, al fine di assicurare un unico punto di riferimento ai colleghi, l’inclusione della funzione contributiva della Gestione previ-denziale separata all’interno del Servizio entrate contributive della Gestione sostitutiva dell’AGO. Pertanto, i relativi costi sono stati traslati dal bilan-cio della Gestione separata a quello della Gestione principale. •

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andando a generare i mille rivoli di informazione non certificata. L’innovazione di prodotto, la tutela della produzione intellettuale, troppo spesso vilipe-sa, la difesa del pluralismo e il punto di equilibrio tra mercato e sistema giornalistico vanno ancora testardamente perseguiti.Gli interventi messi in campo dalla Presidenza del Consiglio, attraverso il Fondo per l’Editoria, rap-presentano una preziosa occasione di stimolo del mercato del lavoro. Gli sgravi importanti a favore delle aziende editoriali che assumano giornalisti a tempo determinato o indeterminato, possono rappresentare uno snodo che arresti l’emorragia di iscritti. Preoccupazione suscitano invece alcu-ne iniziative parlamentari tendenti all’abolizione tout-court dei contributi diretti – per altro già mas-sicciamente ridotti – all’editoria cooperativa e no profit. Resta importante proseguire nell’inclusio-ne nel perimetro del giornalismo professionale, e quindi nel suo alveo previdenziale, dell’ambito in-formativo afferente i comparti del web e della co-municazione digitale, oltre agli enti pubblici e alle aziende private, tramite i loro uffici stampa. Tra le scelte strategiche messe in campo dall’Istituto per fronteggiare il perdurare della crisi, di particolare importanza si sta dimostrando la costituzione del Fondo immobiliare “Inpgi Giovanni Amendola” in cui si sta progressivamente trasferendo l’intero patrimonio immobiliare dell’Ente. Il vantaggio di tale operazione consiste nella rivalutazione dei no-stri immobili, che vengono iscritti a bilancio non più in base al loro valore storico d’acquisto ma in virtù del loro attuale valore di mercato. I proventi derivanti da tale operazione – che si stimano in circa 97 milioni di euro per il solo anno in corso – uniti agli ottimi risultati della gestione mobiliare dei titoli (che si attestano in circa 8 milioni rea-lizzati a bilancio, senza considerare la stima delle plusvalenze nette pari a 47 milioni) consentono di chiudere il bilancio di assestamento 2014 con un utile di 10 milioni di euro, nonostante il rapporto tra entrate per contributi e uscite per prestazioni si chiuda con un disavanzo di circa 90 milioni.

Passando all’esame analitico dei dati contabili, si registra l’ennesima conferma dei riflessi, anche in ambito editoriale, della crisi del sistema Italia e dell’Eurozona nel suo complesso. Le difficoltà delle dinamiche occupazionali sono testimoniate

dall’ennesimo calo dei rapporti di lavoro in campo giornalistico che per il 2014 si traducono in una emorragia di circa 630 unità solo nel primo seme-stre dell’anno. Calo che, di conseguenza, ha va-nificato l’effetto derivante dall’aumento, dal mese di gennaio 2014, di un punto percentuale dell’ali-quota IVS e ha determinato un aumento dell’ero-gazione del Trattamento di fine rapporto che sale da 1,23 milioni di euro per il 2013 a 2,80 milioni per il 2014.L’andamento della gestione previdenziale – che costituisce la componente che maggiormente ri-sente degli effetti depressivi della crisi economica del settore – registra nel corso del 2014 entrate contributive correnti pari a circa 379 milioni di euro con un incremento del 2,20 per cento (+ 8,14 milioni) rispetto al consuntivo 2013. Per quanto ri-guarda la contribuzione corrente IVS, questa sarà pari a circa 352 milioni di euro, con un incremen-to del 2,23 per cento (+ 7,67 milioni) rispetto al 2013. Il ricavo totale assestato della gestione pre-videnziale e assistenziale nel suo complesso, per il 2014 – comprensivo di tutte le voci del conto economico – ammonta a 402,92 milioni di euro. Rispetto agli importi inizialmente preventivati (426,25 milioni), l’assestamento registra quindi significative variazioni poiché il crescente e con-tinuo ricorso a tutti gli strumenti a disposizione delle aziende per far fronte alla crisi del settore (prepensionamenti, cigs, contratti di solidarietà e incentivi all’esodo), ha comportato l’ennesima for-te contrazione delle entrate contributive.Contrazione a cui si aggiunge l’aumento esponen-ziale della spesa pensionistica. I titolari di nuovi trattamenti di pensione, alla data del primo otto-bre 2014 ammontano a 223 unità, con un numero complessivo di pensionati in essere pari a 8.392 posizioni. La spesa per pensioni IVS è pari, quin-di, a 444,70 milioni di euro, con un incremento del 2,23 per cento rispetto al preventivato (+ 9,7 milioni). Il costo totale assestato – comprensivo di tutte le voci del conto economico – per il 2014, della gestione previdenziale e assistenziale nel suo complesso ammonta a 493,86 milioni di euro.I dati appena esposti portano nel 2014 l’indice di misurazione del rapporto tra il totale della spesa per prestazioni e le entrate contributive comples-sive nel 2014 a quota 122,57 per cento rispetto al 112,42 per cento del bilancio consuntivo 2013. Il

L’analisi dei fondamen-tali del bilancio 2014 si inserisce ancora una

volta nel trend negativo che per-dura ormai da cinque anni. Di-mensione e gravità della crisi del settore editoriale non consen-tono di intravedere inversioni di tendenza, è anzi evidente lo stratificarsi della crisi del siste-ma giornalismo. L’Inpgi è stato in grado, attraverso un lavoro costante su struttura e patri-monio, di far fronte a tutte le passività emerse nell’arco tem-porale senza mai intaccare la riserva accantonata. La drastica diminuzione dei contributi in entrata e l’aumento dirompen-te dei costi di ammortizzazione sociale, descrivono però un tes-

suto economico gravemente le-sionato che necessita di ulteriori interventi urgenti. Gli accordi raggiunti con Fnsi e Fieg, anche in occasione dell’ultimo rinnovo contrattuale, hanno avuto rile-vanza nella tenuta del sistema, ma risulta altrettanto evidente la necessità di interventi struttura-li che riportino – in un arco di tempo ragionevole – il rapporto tra entrate contributive e uscite per prestazioni verso il pareggio.L’analisi dell’adeguatezza e del-la sostenibilità dell’attuale siste-ma di ammortizzazione sociale, in relazione alla profonda evo-luzione del mercato del lavoro, verrà proposta nel confronto con gli organi statutari e, nel rapporto di responsabilità con-

divisa, con le parti sociali. L’En-te mantiene centrale il compito di assistere gli iscritti attraverso le coperture massime possibili proprio nel pieno di una crisi senza precedenti, non potendo al contempo eludere l’obbligo di legge di mantenere una soste-nibilità certificata sul lungo pe-riodo. Ogni eventuale ulteriore intervento non potrà che essere ispirato ai principi di equità, anche intergenerazionale, di solidarietà, in particolare verso le fasce più deboli, e di analisi prospettica dell’evoluzione dei costi. I confini del giornalismo pro-fessionale si sono notevolmente ridotti in questi anni mentre la richiesta informativa cresceva,

UN 2014 IN NEGATIVO,MA L’INPGI REGGE IL COLPOMalgrado gli effetti della crisi, il sistema tiene grazie gli accordi con fieg e fnsila relazione del Presidente al Bilancio di previsione 2015

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rapporto invece tra le uscite per prestazioni Ivs correnti e le entrate contributive Ivs correnti, è pari a 126,3 per cento rispetto al 123,7 per cento.

Cosa aspettarsi per il 2015. Si preventivano entra-te contributive correnti per 387,73 milioni di euro, con un incremento rispetto all’assestamento 2014 del 2,31 per cento (+ 8,74 milioni). Per quanto ri-guarda, invece, le entrate contributive a titolo di IVS, si prevede che esse saranno pari a 360 milioni di euro, con un incremento di 8 milioni (+ 2,27 per cento) rispetto all’assestamento 2014.Tali aumenti sono riconducibili principalmente agli effetti del rinnovo del CNLG Fnsi/Fieg che comporterà nel 2015 un aumento delle retribuzio-ne connesso all’erogazione della seconda tranche della voce EDR, all’aumento per retribuzioni del-la dinamica salariale ed eventuale incremento dei rapporti di lavoro, all’aumento dei minimi di legge applicati alle figure di collaboratore e corrispon-dente ex artt. 2 e 12 del CNLG Fnsi/Fieg e per i rinnovi dei CCNL diversi da quello giornalistico. Questi incrementi vengono tuttavia attenuati dalle previste minori entrate, derivanti dal ricorso agli ammortizzatori sociali (CIGS, prepensionamenti,

esodi incentivati, ecc) da parte di aziende in stato di crisi – con conseguente contrazione della massa contributiva imponibile – dal trascinamento negli anni delle agevolazioni contributive per assunzio-ne di giornalisti disoccupati deliberate dall’Inpgi, dal blocco degli aumenti delle retribuzioni nel pubblico impiego.Per quanto riguarda la contribuzione relativa agli anni precedenti – derivante principalmente dall’attività ispettiva e dal recupero amministrati-vo – si stima un volume di accertato pari a 5,26 milioni di euro, di cui 5 milioni per assicurazione IVS.Sul fronte della spesa pensionistica per IVS, per il 2015 la previsione è stimata in 452,60 milioni di euro, con un incremento, rispetto all’assestamento 2014 del 1,78 per cento (+ 7,9 milioni). Tale incremento è stato determinato consideran-do: il rateo mensile di ottobre 2014 moltiplicato per 14 mensilità; la perequazione con un indice provvisorio dello 0,5 per cento circa; la differenza tra nuovi trattamenti e cessati, differenza tratta-menti provvisori/definitivi, supplementi, ricalcoli, arretrati, pensioni di vecchiaia con effetto retro-attivo, adeguamento della percentuale di abbat-timento in relazione all’età, pensioni liquidate in totalizzazione; nonché i prepensionamenti – liqui-dati ex Legge 416/81 – di quegli iscritti che nel 2015 matureranno i requisiti di accesso alla pen-sione di vecchiaia e che pertanto diventeranno a carico dell’Inpgi.

È ormai costante nell’analisi degli ultimi bilanci dedicare un capitolo a parte alla spesa per gli am-mortizzatori sociali, a maggior ragione in un pe-riodo fortemente interessato da questi fenomeni.Anche nell’assestato 2014, infatti, la Cigs e i con-tratti di solidarietà fanno registrare scostamenti in aumento rispetto al consuntivo 2013. In parti-colare:· la disoccupazione è pari a 17,45 milioni (+ 2 per cento);· la cigs è pari a 5,49 milioni (+ 24,29 per cento);· i contratti di solidarietà sono pari a 16,10 milioni (+ 34,22 per cento).Per il 2015, stante il perdurare del grave stato di crisi del mercato del lavoro nel campo dell’edito-ria, la previsione di spesa per ammortizzatori so-ciali è, ancora una volta, prevista in aumento.

Il risultato contabile della gestione patrimoniale è pari, nell’assestato 2014, a circa 36,81 milioni di euro.Per quanto riguarda la gestione del patrimonio im-mobiliare, si conferma nella fase di assestamento la stima elaborata in sede di bilancio preventivo 2014 sia per quanto riguarda i proventi che per quanto attiene agli oneri. Particolarmente importante, in tale ambito, è stata la costituzione del Fondo Im-mobiliare chiuso “Inpgi Giovanni Amendola” in cui gradualmente sarà conferito l’intero patrimo-nio immobiliare dell’Istituto, che ne rimarrà co-munque unico proprietario.Ciò comporterà che il valore del patrimonio im-mobiliare dell’Ente precedentemente indicato in bilancio al suo costo storico, sarà progressivamente sostituito dal valore delle quote del Fondo. Di con-seguenza saranno recepite in bilancio le plusvalen-ze, derivanti dal progressivo piano di conferimen-to, che si stimano in circa 97 milioni di euro per il 2014 e in altrettanti 97 per il 2015.Per quanto riguarda, invece, gli investimenti mo-biliari, dopo una partenza del 2014 contrastata, i mesi successivi hanno premiato gli investimenti considerati maggiormente rischiosi; tra cui i mer-cati azionari e i titoli governativi della periferia dell’area Euro.A sostenere questi andamenti sono stati i segnali di un miglioramento della situazione economica ne-gli Stati Uniti e un progressivo recupero anche in

Europa; sul versante emergente, la Cina ha inizia-to a mostrare segnali di stabilizzazione.Nell’ultimo mese, tuttavia, si è assistito a un forte apprezzamento della valuta USA ed una marcata discesa delle materie prime che ha causato nuo-vi timori sulla crescita economica innescando un brusco rallentamento sui mercati azionari e il rial-zo degli spread dei titoli governativi della periferia europea.

Per il 2014 si registra un assestamento del costo per il personale pari a 17,10 milioni di euro, con un incremento del 2,5 per cento rispetto a quanto preventivato. Tra i fattori che hanno determinato tale crescita abbiamo il riconoscimento di incentivi all’esodo e l’applicazione di alcuni provvedimenti migliorati-vi. Si segnala inoltre il processo di ammoderna-mento della struttura organizzativa e gestionale dell’Ente, che ha portato a una nuova pianta orga-nica in cui la funzione contributiva della Gestione previdenziale separata è stata inclusa nel Servizio entrate contributive della Gestione principale, con la conseguenza che, dal secondo semestre dell’an-no in corso, i relativi costi vengono posti a carico della Gestione principale dell’inpgi.

Per quanto riguarda il 2015, è invece preventiva-bile un costo del personale pari a 17,27 milioni di euro, con un aumento, rispetto all’assestamento 2014, dell’uno per cento. •

BILANCIBILANCI

Gli indicatori fondamentali della Ge-stione Separata dell’Inpgi si pre-sentano, ancora una volta, solidi,

pienamente allineati agli obblighi di legge di so-stenibilità, confermati nelle proiezioni attuariali previste.A partire da questo contesto, l’attenzione non può che essere concentrata sulla adeguatezza del-le prestazioni rese, sulla loro natura nel quadro normativo dato, sulla possibile evoluzione pro-spettica. Il tema attraversa la vita della Gestione dall’atto della sua costituzione. Se è vero che la maturi-tà del sistema verrà raggiunta solo tra vent’an-ni, al compimento del quarantesimo anno dalla nascita, è altrettanto evidente che il perdurare di medie retributive alquanto contenute non potrà che sfociare in assegni pensionistici insufficienti. Importante, rispetto all’attenuazione di queste problematiche, sarà il quadro normativo gene-rale, di mercato e di qualificazione contrattuale del lavoro non dipendente che si incardinerà nel corso degli anni.Sul versante più strettamente previdenziale sarà importante continuare il processo di allargamen-to delle protezioni di welfare, sempre compatibil-mente con gli elementi di sostenibilità, in modo da realizzare una più efficace rete protettiva, in particolare destinata alla copertura degli eventi imprevisti, delle problematiche sanitarie, più in generale della capacità di permanere sul merca-to e di produrre reddito. Un circolo virtuoso che, unito alle azioni che le Parti Sociali (Fnsi e Fieg) vorranno mettere in campo, potrà influire sulla qualità e la quantità delle prestazioni attese.L’insieme di modifiche regolamentari deliberate dal Comitato amministratore della gestione se-parata con atto n. 5 del 27 settembre 2011, ap-provate dai Ministeri vigilanti il 30 gennaio 2013, dispiegano i loro effetti.In particolare la possibilità, per i giornalisti che al raggiungimento del sessantaseiesimo anno di età non abbiano maturato un diritto autonomo a

pensione (i venti anni di contribuzione) di optare per la pensione supplementare oppure, in alter-nativa, chiedere una prestazione una tantum, di importo pari ai contributi soggettivi versati, mag-giorati degli interessi legali, ha costituito una tute-la degli interessi degli iscritti di fronte alla possibi-lità di percepire pensioni, in alcuni casi, di pochi euro mensili. L’avanzo economico di gestione per l’esercizio 2014 è risultato pari a 41,206 milioni di euro, in diminuzione per il 5,98 per cento rispetto a quello registrato nell’anno precedente.La Gestione Previdenziale ha registrato un avan-zo pari a 46,311 milioni, in crescita del 4,01 per cento rispetto all’anno precedente.Il totale dei ricavi della Gestione Previdenziale, pari a 51,634 milioni (+ 7,07 per cento), è sta-to influenzato dalla crescita della contribuzione obbligatoria da lavoro libero professionale, risul-tata pari a 26,026 milioni, in aumento per 4,709 milioni (+ 22,09 per cento), per effetto della va-riazione dell’ammontare del reddito netto com-plessivo imponibile del contributo soggettivo, ol-tre che per l’aumento del contributo aggiuntivo, connesso alle nuove regole di attribuzione dell’an-zianità contributiva, che dall’anno 2013, è para-metrizzata alla retribuzione annua.Tale aumento è stato parzialmente contenuto dalla contrazione dei contributi riferiti ai Co.co.co., sia riguardo la contribuzione obbligatoria, ri-sultata pari a 22,443 milioni, in flessione per 646 mila euro (- 2,80 per cento), che riguardo la con-tribuzione volontaria per riscatti e ricongiunzioni, risultata pari a 1,723 milioni, in flessione per 236 mila euro (- 12.06 per cento).I ricavi per sanzioni e interessi ammontano com-plessivamente a 1,085 milioni. La composizione degli iscritti è così rappresenta-ta: 40.534 di cui 16.364 iscritti anche alla Gestio-ne sostitutiva dell’A.G.O. La Gestione è stata caratterizzata, anche quest’an-no, da un incremento degli iscritti (+ 4,0 per cen-to), da imputare sia alla crescita dei parasubordi-

nati, risultati pari a 15.625 (+ 5,4 per cento), sia, in misura ridotta, alla crescita dei lavoratori libe-ro professionisti, risultati pari a 15.546 (+ 0,7 per cento). Coloro che hanno sospeso, per l’anno in oggetto, l’obbligo di presentazione della denun-cia, sono risultati pari a 9.363 (+ 7,4 per cento), un dato che conferma le difficoltà del mercato del lavoro e la discontinuità di reddito. La categoria dei libero professionisti continua nel suo complesso a evidenziare redditi contenuti, e per l’anno il reddito medio denunciato risulta pari a 13.125 euro, di poco superiore (+ 0,5 per cento) rispetto all’anno precedente (13.060 euro), mentre la categoria dei Co.co.co. ha denunciato una retribuzione media di 8.746 euro, inferio-re (-9,1 per cento) rispetto all’anno precedente (9.619 euro).Le passività della Gestione Previdenziale risulta-no complessivamente pari a 5,324 milioni.Nello specifico si evidenzia che la spesa per Pen-sioni IVS è risultata pari a 1.429 milioni, in au-mento per 123 migliaia (+ 9,44 per cento), rispet-to all’anno precedente. L’incremento percentuale risulta del tutto relativo rispetto all’esiguità delle prestazioni pagate in virtù della costituzione della gestione risalente al 1996.Risultano inoltre, la spesa per le Liquidazioni in Capitale, introdotte con il nuovo Regolamento dall’esercizio precedente, pari a 2,442 milioni, in forte aumento per 1,625 milioni (+ 198,94 per cento) a seguito delle numerose liquidazioni effet-tuate nel corso dell’esercizio e la spesa per le Pre-stazioni Assistenziali Temporanee, pari a 1,283 milioni, in diminuzione per 201 migliaia (13,52 per cento). L’avanzo della Gestione Patrimoniale è pari a 8,336 milioni, al netto delle plusvalenze non re-alizzate.A tale proposito, gli stimoli dalle politiche mone-tarie delle banche centrali per contrastare il crollo del valore del petrolio e le crescenti tensioni sui mercati dei cambi, hanno favorito uno scenario ancora positivo per i mercati obbligazionari. In molti Paesi, i titoli sovrani sono scambiati a tassi di rendimento negativi, e gli spread tra i titoli di stato periferici dell’area euro e quelli tedeschi si sono ristretti fino a raggiungere i livelli pre-crisi del debito sovrano del 2011.

Il 2014 è stato un anno molto importante per le obbligazioni societarie che hanno registrato per-formance molto importanti sia in Europa sia ne-gli USA.Sul fronte azionario gli eventi geopolitici han-no caratterizzato l’anno passato, condizionando l’andamento delle differenti borse mondiali a un forte aumento di volatilità; tuttavia, a livello mon-diale le borse si sono ben comportate (+ 10 per cento).Il cambio con il dollaro è stato il protagonista, nel-la seconda metà dell’anno, dei mercati finanziari raggiungendo valori ormai prossimi alla parità. In tale contesto, la politica degli investimenti dell’Istituto, orientata alla minimizzazione del rischio, ha permesso di ottenere risultati positivi realizzando un rendimento ai valori di mercato pari al 3,55 per cento, contro quello dell’anno precedente pari allo 0,80 per cento. Per quanto concerne i Costi di Struttura pari a 4,468 milioni, si registra una diminuzione di 660 migliaia pari al 12,88 per cento, per effetto so-prattutto della riduzione dei costi del personale, a seguito dell’adozione della nuova pianta orga-nica che ha visto l’inclusione della funzione con-tributiva della Gestione Previdenziale Separata, all’interno del Servizio Entrate Contributive della Gestione Sostitutiva dell’AGO, attraverso l’accor-pamento organizzativo e funzionale del personale dipendente. La quota di tali costi è stata comunque riaddebitata dalla Gestione Sostitutiva dell’AGO, così come risultante nella sezione del riaddebito dei costi indiretti da Inpgi AGO. Risultano inoltre minori costi relativamente al riaddebito dei costi indiretti dalla Gestione Sostitutiva dell’AGO, per effetto della determinazione di minori imposte IRES rispetto al precedente esercizio.Alla luce di quanto sopra esposto, dopo la destina-zione dell’avanzo di gestione pari a 41,206 milio-ni, il patrimonio netto ammonterà a 466,754 mi-lioni di euro, sufficienti a soddisfare ampiamente le annualità di riserva previste dalla legge. •

GESTIONE SEPARATA, BILANCIO IN SALUTEle pensioni rimangono insufficienti, però, a fronte di versamenti troppo bassi.Versamento una tantum fra le possibili soluzioni, altre allo studio.

CONTRATTIBILANCI

Piena solidità dell’impianto economico e finan-ziario della Gestione. È questo ciò che emerge dall’esame dei dati previsionali di Bilancio del-

la Gestione Separata dell’Inpgi.L’andamento conferma i risultati emersi in occasione della stesura del bilancio tecnico attuariale elaborato come “stress test”, in attuazione del dettato norma-tivo contenuto nell’art. 24, comma 24, del decreto legge 201/2011, convertito nella legge 214/2012. La verifica della sostenibilità della gestione proiettata a cinquant’anni, da cui si evince un saldo previdenzia-le (contributi meno prestazioni) sempre positivo per tutto il cinquantennio di proiezione, viene ulterior-mente validata. Va inoltre segnalato che all’inizio del 2013 è stato approvato il nuovo Regolamento della Gestione Previdenziale Separata da parte dei Mini-steri vigilanti, che ha visto l’introduzione di impor-tanti interventi in favore degli iscritti, sia riguardo agli aspetti contributivi che previdenziali.Dall’analisi dei dati di bilancio, l’avanzo di gestione previsto per l’anno 2015 è pari a 44 milioni di euro, contro 43,2 milioni dell’assestamento 2014 e 43,8 milioni del consuntivo 2013, mentre il risultato del-la gestione previdenziale previsto è di 43,7 milioni, contro i 45,4 milioni dell’assestamento 2014 ed i 44,5 milioni del consuntivo 2013.Il totale dei contributi obbligatori (45 milioni di euro) presenta una flessione di 1,7 milioni rispetto al dato assestato del 2014 (46,7 milioni di euro). Tale flessio-ne deriva della stima in riduzione della contribuzio-ne dei Lavoratori Libero Professionisti, pari a 21,7 milioni (- 2,2 milioni rispetto all’assestamento 2014) parzialmente contenuta dalla stima in aumento della contribuzione dei Collaboratori Coordinati e Con-tinuativi, pari a 23,3 milioni (+ 0,5 milioni rispetto all’assestamento 2014). Il numero degli iscritti – alla data di redazione del bilancio – registra una crescita pari al 2,7 per cento, passando dalle 38.988 unità dell’anno 2013 alle at-tuali 40.060.Le uscite previdenziali si prevedono in complessivi 4,2 milioni di euro, dato di poco superiore a quello dell’assestamento 2014 (+ 0,81 per cento), per effetto dell’incremento stimato per le prestazioni assistenzia-li temporanee; le pensioni IVS risultano, invece, in

linea con l’assestamento 2014.I trattamenti pensionistici previsti per la fine dell’e-sercizio 2014 risultano pari a 1.283 unità, contro le 1.275 unità dell’anno 2013. La spesa per pensioni IVS viene stimata in 1,4 milioni di euro.Sono inoltre previsti oneri per le Liquidazioni in Capitale una tantum, per un ammontare di 1,3 mi-lioni, in linea con l’assestamento 2014. Tale onere, introdotto con il nuovo Regolamento, ha introdotto una nuova prestazione in favore dei giornalisti che, al compimento del sessantaseisimo anno di età, non abbiano ancora raggiunto il requisito contributivo dei 20 anni.La spesa prevista per la liquidazione delle indennità di maternità in favore delle lavoratrici libero profes-sionale, si stima in 0,9 milioni, in linea pertanto con l’assestamento 2014. La liquidazione dell’indennità di maternità e pater-nità, per i giornalisti inquadrati con contratto di col-laborazione coordinata e continuativa, prevede una spesa paria a 0,3 milioni, in lieve aumento rispetto all’assestamento 2014.Il risultato economico della gestione patrimoniale, è previsto in 6,9 milioni di euro, contro i 7,3 milioni dell’assestamento 2014 e i 9,6 milioni del consuntivo 2013. Il trend atteso, anche in considerazione delle plusvalenze non realizzate, risulta comunque in linea con la crescita del patrimonio mobiliare investito.Per quanto concerne i costi di struttura, si prevedo-no spese complessive per 4,7 milioni, in aumento di 0,1 milioni rispetto al dato assestato 2014. All’inter-no della categoria si evidenziano dinamiche opposte rappresentate dall’aumento del riaddebito dei costi del personale indiretto da parte della Gestione Prin-cipale per 0,3 milioni, e dalla riduzione dei costi del personale diretto per 0,2 milioni. Fenomeni questi che derivano dal riassetto organizzativo intrapreso a partire dal secondo semestre dell’anno 2014, che ha visto l’unificazione di tutto il personale dipendente in capo alla Gestione Principale.Alla luce di quanto sopra esposto e sulla base delle predette stime, il patrimonio netto della Gestione Se-parata che al 31 dicembre 2013 ammontava a 425,5 milioni, passa a 468,7 milioni di euro nell’esercizio 2014, e a 512,7 milioni nell’esercizio 2015. •

INPGI 2, UN 2015 FATTO DI SOLIDITÀsaldo previdenziale sempre positivo per tutto il cinquantennio di proiezione

Saranno esonerati dal versamento dei contri-buti previdenziali quei datori di lavoro che nel 2015 abbiano assunto giornalisti con

contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il Mi-nistero del lavoro e delle politiche sociali, di con-certo col Ministero dell’economia e delle finanze, ha comunicato all’Inpgi con una nota del 17 set-tembre la “possibilità di dare corso” alla delibera n. 25 del 27 luglio 2015, con cui il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto ha recepito, anche in campo giornalistico, la norma contenuta all’in-terno della Legge di Stabilità 2015 redatta al fine di promuovere forme di occupazione stabile.I Ministeri, per poter rendere pienamente e defi-nitivamente efficace la delibera, hanno richiesto all’Istituto di recepire due dettagli puramente tec-nici di definizione dei limiti di portata del prov-vedimento, che nella sostanza non modificano l’impianto predisposto dagli Uffici, ma che tutta-via hanno reso necessario un secondo passaggio dell’atto in Consiglio di amministrazione.L’Istituto ha dunque provveduto ad affinare tutti gli adempimenti tecnici post-approvazione ne-cessari a rendere operativa la nuova disciplina che ha previsto, tra le altre cose, la stipula di una apposita convenzione con l’INPS allo scopo di definire – oltre ai dati per il monitoraggio delle assunzioni – anche le modalità per il recupero delle risorse necessarie alla copertura del manca-to introito contributivo. Infatti, in base alla nor-mativa, il Ministero del Lavoro – che gestisce le risorse economiche destinate agli sgravi contribu-tivi – può trasferire tali somme esclusivamente in favore dell’Inps che, dopo la sottoscrizione di tale convenzione, potrà riversarle all’Inpgi.“Si tratta di un provvedimento molto importante e fortemente voluto dal Consiglio di amministra-zione – afferma il Presidente Andrea Campore-se – che rappresenta una spinta fondamentale al mercato del lavoro dopo anni di grave recessione. Risultano giacenti circa 210 domande di sgravio per assunzioni a tempo indeterminato che rien-

treranno nella norma presto operativa. A queste si aggiungono le oltre 200 assunzioni realizzate nel 2014 grazie ai fondi della Presidenza del Con-siglio. L’auspicio è che si continui su questa strada in una costante cooperazione con le Parti Sociali. L’Inpgi darà massima diffusione di questa oppor-tunità presso le aziende e nel territorio”.Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con una nota ufficiale del 16 ottobre scorso, ha definitivamente approvato il pacchetto di provve-dimenti varati dal Consiglio di amministrazione dell’Inpgi per applicare – anche in campo gior-nalistico – la norma contenuta all’interno della Legge di Stabilità 2015, che al fine di promuove-re forme di occupazione stabile prevede l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che, nel corso del 2015, abbiano già assunto o assumano personale giornalistico, con contratto di lavoro a tempo indeterminato. •

SGRAVI PER L’ASSUNZIONE DI GIORNALISTIA TEMPO INDETERMINATO AVVENUTI NEL 2015:PIENAMENTE OPERATIVA LA DELIBERA

CONTRATTI CASAGIT

Assistenza sanitaria garantita ai giornalisti a basso reddito iscritti alla Gestione se-parata dell’Inpgi. L’Istituto nazionale dei

giornalisti ha infatti deliberato lo scorso luglio la costruzione di questo nuovo e importante stru-mento che avverrà attraverso un preciso accordo con Casagit, dopo l’approvazione – vincolante – da parte dei Ministeri vigilanti.Nel corso degli ultimi anni, infatti, la platea dei giornalisti autonomi iscritti alla Gestione separa-ta ha espresso, in più occasioni, un forte interes-se verso una protezione – su base volontaria – di welfare sanitario integrato. In tale contesto, Inpgi e Casagit hanno manifestato apprezzamento per l’eventuale estensione delle prestazioni di wel-fare oggi garantite e hanno riconosciuto valore aggiunto all’ipotesi di un programma agevolato di assicurazione sanitaria privata, senza oneri ag-giuntivi a carico degli iscritti.La Casagit – Cassa autonoma di assistenza inte-grativa dei giornalisti italiani – si è resa disponibi-le a favorire l’ingresso di nuovi iscritti giornalisti, in qualità di soci volontari, titolari di rapporti di natura autonoma e/o di rapporti di collaborazio-ne coordinata e continuativa, realizzando in loro favore un apposito “Profilo” di assistenza sanita-ria, con specifici servizi.La Gestione Separata dell’Inpgi, dopo l’eventuale approvazione della delibera da parte dei Ministe-ri, si farà carico del relativo onere di iscrizione al nuovo Profilo Casagit – nel limite di 500 euro per ciascun iscritto – per i giornalisti che manife-steranno interesse e che siano in possesso di tre requisiti specifici: l’iscrizione in via prevalente alla Gestione separata dell’Inpgi; il regolare ver-samento dei contributi previdenziali dovuti e un reddito annuo medio, riferito all’ultimo triennio, compreso tra un minimo di 3.000 euro e un mas-simo di 25.000 euro.La sostenibilità economica dell’operazione è ga-rantita dalla sussistenza – presso la Gestione Se-parata – di adeguate risorse aggiuntive all’ordina-

rio gettito contributivo, derivanti da un surplus dei proventi di gestione del patrimonio. “Esprimo grande soddisfazione – questo il com-mento del Presidente dell’Inpgi Andrea Campo-rese – per una importante decisione che introdu-ce elementi significativi di solidarietà nel welfare delle colleghe e dei colleghi iscritti alla Gestione separata. Il Comitato Amministratore ha condi-viso fortemente, con un voto unanime, un passag-gio che sostiene la tutela della salute e dei redditi di colleghi che vivono in un mercato del lavoro estremamente difficile. Con questa decisione si apre, a vent’anni dalla costituzione della Gestio-ne, una nuova dimensione riformista più aderen-te alle profonde modificazioni della platea degli iscritti e bisognosa di ulteriori passi che i futuri amministratori dell’Ente spero possano valuta-re. Tutti gli strumenti che concorrono alla per-manenza nel mercato del lavoro, alla tutela dei redditi e alla solidarietà tra generazioni, rappre-sentano una delle sfide più rilevanti per il futuro della categoria. Le Parti sociali potranno cogliere questa decisione per ulteriori sviluppi negoziali all’insegna dell’inclusione e della ripresa dell’oc-cupazione così drammaticamente colpita in que-sti anni”. •

ACCORDO INPGI-CASAGIT PER GARANTIRELA COPERTURA SANITARIA AI GIORNALISTIISCRITTI ALLA GESTIONE SEPARATA

INPGI AL VOTOINPGI AL VOTO

volta un proprio documento di identità valido. Nella delega dovrà essere specificato il nome del delegante e del delegato.Questi, infine, i requisiti necessari per essere elet-ti sulla base dello Statuto: per quanto riguarda la Gestione Principale – Inpgi 1, l’elezione dei consiglieri generali non pensionati può avvenire solo per quei giornalisti che al 25 settembre 2015 abbiano accreditati almeno 60 contributi mensi-li. La stessa anzianità contributiva è prevista per i Sindaci non titolari di pensione. Per quel che

Si terranno dal 22 al 28 febbraio 2016, le elezioni per il rinnovo degli Organi di amministrazione e controllo di entrambe

le Gestioni dell’Istituto di Previdenza dei giorna-listi italiani. Nelle scorse settimane sono già state inoltrate circa 52mila comunicazioni individuali a firma del Presidente Andrea Camporese.Rispetto al passato, si registra l’utilizzo della Po-sta Elettronica Certificata in sostituzione delle Raccomandate A/R. Utilizzo massivo ma an-cora minoritario, poiché la maggioranza degli iscritti non ha attivato, oppure non ha comuni-cato agli Uffici dell’Inpgi, tale indirizzo di posta elettronica, che - a norma di legge - costituisce obbligo professionale. Infatti, a fronte degli oltre cinquantamila desti-natari delle comunicazioni sono solo 2.000 circa quelli che potranno vedersi recapitare il materia-le elettorale via PEC, mentre saranno poco meno di cinquantamila le raccomandate in partenza a gennaio 2016.Sul sito web dell’Istituto www.inpgi.it è già attiva un’apposita sezione dedicata alle “Elezioni Inp-gi 2016”, che verrà costantemente aggiornata e dove gli iscritti potranno trovare tutte le infor-mazioni relative all’elezione dei 73 componenti degli Organi collegiali. Due le modalità di voto attraverso le quali poter esprimere le proprie pre-ferenze: il voto elettronico e quello al seggio.I giornalisti che decideranno di votare per via te-lematica potranno farlo collegandosi al sito www.inpgi.it nelle giornate di lunedì 22, martedì 23 e mercoledì 24 febbraio 2016 dalle ore 8 alle ore 22, ora italiana. Per votare con questa modalità è necessario munirsi del codice iscritto e della pas-sword personale (quella utilizzata normalmente per l’accesso ai dati personali sul sito web dell’I-stituto).Nel caso in cui non se ne fosse più in possesso, collegandosi al sito si troverà - nella apposita sezione dedicata alle Elezioni Inpgi 2016 - una procedura tramite la quale - inserendo i dati per-sonali, unitamente a una copia di un documento di identità valido – sarà possibile ricevere all’in-dirizzo di posta elettronica la nuova password di

concerne l’elezione dei consiglieri generali pen-sionati, questa è riservata a quei giornalisti che al 25 settembre 2015 siano titolari di pensione diretta. Il medesimo requisito è previsto per i Sin-daci titolari di pensione.Per la Gestione Separata - Inpgi 2, i componenti del Comitato amministratore o il Sindaco devo-no essere giornalisti professionisti, pubblicisti o praticanti per i quali al 25 settembre 2015 risulti-no accreditati almeno 5 anni di contributi intera-mente versati alla Gestione separata. •

accesso. In alternativa sarà possibile ritirare la password presso la sede Inpgi di Via Nizza, 35 in Roma (Ufficio Protocollo dalle ore 9.30 alle 13).Rimane comunque confermata la consueta mo-dalità di voto presso i Seggi, che saranno istituiti in ogni Circoscrizione e che rimarranno aperti nei giorni di sabato 27 e domenica 28 febbra-io 2016 dalle ore 10 alle ore 20. L’indirizzo del seggio di appartenenza sarà indicato nella docu-mentazione elettorale che sarà recapitata a inizio febbraio 2016 a tutti gli elettori.Coloro che desiderassero concorrere alle elezioni hanno l’obbligo di presentare la propria candida-tura entro e non oltre le ore 12 del 24 dicembre 2015, specificando se questa sia riferita:

a) gestione principale - inpgi 1 1) Consigliere generale non pensionato; 2) Consigliere generale pensionato; 3) Sindaco.

b) gestione separata - inpgi 2 1) Componente del Comitato amministratore; 2) Sindaco.

Per candidarsi è necessario compilare in ogni sua parte il modulo appositamente predisposto dall’Istituto scaricabile dal sito (nella specifica sezione dedicata alle elezioni), oppure reperibile presso gli Uffici di corrispondenza regionali.Il modulo di candidatura, debitamente compila-to e firmato, dovrà essere accompagnato – a pena di nullità – dalla fotocopia di un documento di identità valido (carta d’identità, passaporto ecc.) e fatto pervenire all’Inpgi a mezzo Raccomanda-ta A/R, Corriere, invio tramite email all’indiriz-zo [email protected], oppure consegnato a mano a cura del candidato. Nel caso di invio postale, si raccomanda di utiliz-zare l’apposito indirizzo indicato nel modulo di candidatura.In caso di consegna affidata a una terza persona, la candidatura - assieme alla fotocopia di un do-cumento di identità valido del candidato - dovrà essere consegnata da persona munita di delega che, all’atto della consegna, dovrà esibire a sua

ELEZIONI INPGI 2016, SI VOTA IN FEBBRAIOgià partita la prima comunicazione agli iscritti Pec e mail, canali di comunicazione privilegiati.

I 73 componenti degli Organi collegiali sono ripartiti secondo i seguenti criteri:

GIORNALISTI ATTIVI - NON TITOLARI dI peNSIONe dIReTTA -

CIRCOSCRIzIONe dISTRIbuzIONe: TOTALe RAppReSeNTANTI

STATuTO ART. 7, COmmA 1, LeTTeRA: dA eLeGGeRe

A) b) C) 20 21 9

PIEMONTE 1 - 1 2 VALLE D’AOSTA 1 - - 1 LOMBARDIA 1 11 - 12 VENETO 1 - 1 2TRENTINO-ALTO ADIGE 1 - 1 2 FRIULI-VENEZIA GIULIA 1 - - 1 LIGURIA 1 - - 1 EMILIA ROMAGNA 1 - 1 2 MARCHE 1 - - 1 TOSCANA 1 - 1 2UMBRIA 1 - - 1 ABRUZZO 1 - - 1 LAZIO 1 10 - 11 CAMPANIA 1 - 1 2 CALABRIA 1 - 1 2 PUGLIA 1 - 1 2 BASILICATA 1 - - 1 SICILIA 1 - 1 2 SARDEGNA 1 - - 1 MOLISE 1 - - 1 20 21 9 50 PENSIONATI 10 COMITATO AMMINISTRATORE 5 SINDACI GESTIONE PRINCIPALE 6 (DI CUI 3 SUPPLENTI)SINDACI GESTIONE SEPARATA 2 (DI CUI 1 SUPPLENTE)TOTALI DA ELEGGERE 73

PROFESSIONIPROFESSIONI

Lo spaccato restitu-ito dall’indagine, targata AdEPP e

Censis, mostra come quello delle libere professioni sia un universo in fermento, che ha intrapreso vitali percorsi di in-novazione e riposizionamento sul mercato, anche se questi non appaiono diffusi quanto le odierne condizioni di merca-to richiederebbero. Malgrado i processi intrapresi di riorga-nizzazione, integrazione tra le varie anime professionali e am-pliamento degli scenari di mer-cato si siano rivelati premiali, e stiano ripagando gli investi-menti affrontati dai liberi pro-fessionisti, al momento la sfida per modernizzarsi sembra esse-re stata raccolta da un universo

10,1 per cento), anche se il più delle volte attra-verso modalità non stabili (solo lo 0,3 per cento ha una sede all’estero). La collocazione su di un mercato per lo più noto, che ha come riferimento principale i confini cit-tadini o locali, fa sì che anche le modalità di pro-mozione si giochino su una logica molto tradizio-nale e informale.Soltanto il 30,3 per cento degli intervistati ha un sito web per il proprio studio professionale e appena il 13,2 per cento lo utilizza anche per finalità promozionali. Su questo fronte, ben più consolidata è la prassi di affidarsi al passaparola per ampliare la clientela (61,2 per cento), e ciò vale trasversalmente sia per i più anziani che per i giovani, che solitamente dimostrano di curare di più l’aspetto comunicativo e la relazione col mercato.Vi è, poi, quasi un quarto dell’universo che non fa nulla nello specifico (24 per cento), nonostante la grave contrazione del mercato e la forte com-petizione che nel frattempo si è sviluppata tra professionisti. Un dato di contesto, questo, che in qualche modo rende l’idea di quanto nuove e più strutturate logiche promozionali stentino ad affermarsi tra i professionisti, che faticano ad adottare modelli innovativi e più complessi per differenziarsi sul mercato. Appena il 6,6 per cen-to, infatti, organizza eventi, seminari e incontri a scopo promozionale sulla base di mailing list ed altre tecniche mirate, cui si aggiunge un 3,1 per cento che acquista spazi pubblicitari su giornali e riviste di settore.

ancora fin troppo circoscritto. Eppure è proprio quest’ultimo a mostrare una marcia in più non soltanto nell’approccio alla professione e al mercato, ma a registrare anche interessanti ri-scontri di fatturato, nonostante il perdurare della crisi.La forte propensione al lavoro individuale che tuttora contrad-distingue le libere professioni, e dal quale discende un assetto delle attività che si mantiene en-tro dimensioni piuttosto conte-nute, penalizza inevitabilmente la capacità di crescita dei pro-fessionisti, che restano confinati in un mercato per lo più locale e dai perimetri ben definiti. L’84,8 per cento degli intervistati di-chiara, infatti, di operare esclu-sivamente nel contesto cittadino

Eppure, strategie più proattive nella selezione dei mercati e nel relazionarsi con essi, anche utiliz-zando la rete e logiche comunicative più dinami-che, dimostrano di poter fare davvero la differen-za nell’attuale scenario, come avviene all’interno di quei segmenti professionali che appaiono oggi più recettivi verso queste dimensioni dell’innova-zione.Chi si cimenta in mercati prevalentemente na-zionali o internazionali, infatti, ha affrontato la fase di crisi meglio di quanto abbiano fatto i pro-fessionisti che si muovono in un contesto pretta-mente locale: il 45,9 per cento di questi ultimi ha visto diminuire il proprio fatturato negli ultimi due anni, per il 33,3 per cento è rimasto stabile e soltanto per il 20,7 per cento è cresciuto; di con-tro, per chi opera a livello nazionale il fatturato è cresciuto nel 28 per cento dei casi, mentre per chi si confronta su dimensioni internazionali, a fronte del 26,3 per cento che ha visto crescere il bilancio, si contrappone un 40,4 per cento che ha rilevato un calo.Anche la sola presenza all’estero, senza che que-sta si configuri come il bacino di riferimento per l’attività professionale, si è dimostrata una stra-tegia premiale per chi l’ha perseguita. Il fatto di intrattenere un qualche tipo di relazione con il mercato estero ha contribuito a far sì che per il 33,7 per cento di questi professionisti il fatturato sia cresciuto negli ultimi due anni e per il 36,1 per cento diminuito, mentre tra coloro che si mantengono ad una certa distanza dagli sbocchi internazionali le cose sono andate decisamente

I PROFESSIONISTI ITALIANI:ChI SONO, COSA ChIEDONOun mondo a due velocità: ict, selezione dei mercatie strategie di comunicazione fanno la differenza

o al massimo regionale, e solo il 15,2 per cento si proietta sta-bilmente su un orizzonte più ampio, di tipo nazionale (12,6 per cento) o internazionale (2,6 per cento). Quello prettamen-te locale, tuttavia, è un bacino che ormai non appare più in grado di garantire una doman-da di mercato soddisfacente, soprattutto in questa fase di recessione, in cui all’inevitabile calo delle commesse fa da con-traltare un presidio sul mercato sempre più capillare da parte dei competitor.Piuttosto limitata, seppure qual-che timido segnale di “aper-tura” si rinvenga su questo versante, è la quota di profes-sionisti che intrattiene qualche tipo di rapporto con l’estero (il

TECNOLOGIAPROFESSIONI

peggio: a fronte di appena il 20,7 per cento che ha visto crescere il fatturato, ben il 46,2 per cento ha osservato una contrazione.La correlazione tra performance economiche più soddisfacenti e maggiore intraprendenza e disponibilità a confrontarsi con le pure logiche del mercato, trova conferma nelle risposte forni-te dai professionisti che hanno azionato la leva promozionale e le risorse del web in maniera più convinta. La disponibilità di un sito web dello studio si è dimostrato se non un fattore in grado di contra-stare la crisi, quanto meno di attutirla. Quanti lo hanno attivato hanno registrato una tenuta migliore di quanto si è osservato tra gli studi che non sfruttano neppure le potenzialità più basic del web: il fatturato negli ultimi due anni è cre-sciuto rispettivamente per il 28,3 per cento dei primi a fronte del 19,3 per cento dei secondi. E lo stesso vale per le modalità più dinamiche per promuovere la propria attività professiona-le sul mercato: una performance sensibilmente differente ha caratterizzato quanti dichiarano di non fare nulla di specifico a tale scopo o si affi-dano per lo più al passaparola (rispettivamente per il 17,5 per cento e il 22,6 per cento il fattu-rato è cresciuto e per il 49,4 per cento e il 44,3 per cento diminuito), e quanti hanno intrapreso iniziative promozionali ad hoc o acquistato spa-zi pubblicitari su giornali e riviste di settore (la quota di chi ha visto crescere il fatturato è pari

rispettivamente al 32,7 per cento e il 41,6 per cento, mentre quella di chi lo ha visto diminuire è ridimensionata, e pari rispettivamente al 32,7 per cento e al 35,3 per cento) .E per tornare al tema occupazione e sempre per dare i numeri, riportiamo i dati previsiona-li elaborati dall’ISFOL al 2018 che ci aiutano a capire le dinamiche settoriali e professionali. Al-cuni segnali indicano l’inizio di un cambiamen-to ciclico, ma un rapido ritorno a elevati tassi di crescita è poco probabile, anche se questi sono in accelerazione dal presente anno. La crescita dell’occupazione è sempre in ritardo: la tenden-za alla ripresa dovrebbe iniziare dal 2016, per diventare più solida a partire dal 2017 …a meno di auspicabili effetti delle riforme del mercato del lavoro (Jobs Act) maggiori e più rapidi di quelli attualmente previsti. Sempre secondo l’istituto di ricerca, nel prossimo futuro, sarà sfavorita la crescita dei settori tradizionali e delle professio-ni non qualificate… ma sarà favorita la cresci-ta delle professioni operanti in settori in ascesa, delle attività professionali, scientifiche e tecniche, e delle attività legate ai servizi di supporto alle imprese.Quindi? Suggerimenti? Per Isfol “è necessario migliorare il proprio capitale umano, fare forma-zione e affinare le capacità relazionali e comuni-cative, oltre a quelle professionali. Devono farlo soprattutto i professionisti con più di 55 anni”. •

è davvero uno dei temi dirimenti del futu-ro, insieme all’apertura di nuovi mercati, alla nuova declinazione della concor-

renza nello spazio europeo, ai profili di liberaliz-zazione delle prestazioni dei servizi collegati però alla qualità resa e ai servizi stessi. Questa dinamica ha enormi potenzialità ed enormi rischi, ma at-tenzione il rischio non è semplicemente il pericolo evidente di svuotare la professionalità, il lavoro, le competenze e i redditi dei professionisti, ma è nei confronti dell’utente finale. La tecnologia non si può fermare, ma il modo in cui si governa l’im-patto della tecnologia in aree sensibili della vita quotidiana non è un fatto banale. Durante un con-vegno a Londra, Nick Bostrom, professore dell’U-niversità di Oxford, ha posto proprio il problema su quali norme debbano essere valutate per gestire le tecnologie che avanzano. La risposta arriva dal professore Paolo Privera, che di queste tecnologie ne ha fatto uno studio ed un uso che lo ha portato a collaborare persino con la Nasa in tema di sin-gularity tecnology e di “intelligenze artificiali”, para umane. Un giorno potremmo trovarci davanti ad un soggetto che sarà difficile capire se è un essere umano o un robot.Il dottor Privera ha, infatti, dichiarato: “l’impie-go dell’intelligenza artificiale avrà conseguenze dirompenti su quasi tutti i settori. Senza contare il fatto che già il potenziale tecnologico di cui di-spone oggigiorno una persona non ha precedenti. Sono convinto che sia sufficiente una lista di regole a protezione dell’umano; simili a quelle della robo-tica. Dico questo perché c’è un grande problema nella singularity e nell’innovazione in genere: il mondo sta crescendo esponenzialmente e i siste-mi di regole cui siamo abituati, assai confusi, non sembrano poter crescere allo stesso ritmo”.La condivisione di linee guida non è un tema solo nazionale o europeo perché, di fatto, le barriere che esistono sono confini fisici e normativi ma non reali. Noi parliamo di tessera europea, che è una normativa innovativa, ma rischia di essere già vecchia. Tutti viviamo ormai in un una nuvola, in un cloud, dove tutto è condiviso e confrontato. Il mercato del lavoro ormai è trasformato non più solo dalla globalizzazione ma dalle nuove tecnolo-

gie. Per fare una riunione non prendo più un aereo ma, seduto alla mia scrivania, nel mio ufficio di Roma, accendo skype e parlo con il mio cliente o collega negli Stati uniti, in Giappone, in Germa-nia o dovunque si trovi. Non uso più una mail ma metto il documento da firmare o il progetto da ap-provare in un cloud condiviso. Il fax è qualcosa di antico come la vecchia Olivetti 22. La concorren-za ormai in atto non è più tra chi è laureato o ha un master e chi non lo ha, ma tra chi usa e conosce le nuove tecnologie e chi ne ha sentito parlare va-gamente. La capacità non più di conoscenza delle Ict ma di farle diventare un strumento quotidiano è essenziale. Sicuramente, visto che distrugge posti di lavoro, la nuvola non è un luogo perfetto come Nubicuculia, ma è comunque una città che va co-nosciuta nelle sue regole, anche virtuose.Che l’ICT sia ormai una realtà è assodato, che possa svolgere un ruolo importante mobilitando risorse e conoscenze in un complessivo rinnova-mento del Sistema Paese è indubbio, che serva un collegamento tra ricerca ed innovazione, tra siste-ma pubblico e privato per favorire lo sviluppo sia del capitale digitale sia del capitale umano è altret-tanto certo. Non resta che accettare e cavalcare le due sfide che abbiamo di fronte: la prima, essere in grado di usare le nuove tecnologie salvaguardando il capitale umano, la seconda quella di non lasciar-si travolgere e soppiantare da queste creando una sorta di ICT Governance.Sul primo tema, l’Italia è tra i Paesi che hanno in-vestito e stanno investendo meno sulle ICT. Il di-gital divide, il divario tra chi ha accesso effettivo alle nuove tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso, risulta purtroppo molto robusto anche in ambito scolastico, rivelando una preoccupante disparità tra le attuali modalità di insegnamen-to e quelle di apprendimento. Da tempo, infatti, il Miur sostiene che i contenuti digitali, learning objetcs, serious game, alternate reality game, piattafor-me digitali di condivisione, pratiche di edutainment devono diventare strumenti di un’esperienza siste-matica e non episodica della didattica italiana, una sua condizione essenziale. Ma non è solo la scuola a restare la palo. I dati su quanti professionisti han-no la pec sono allarmanti. Meno di quanti ormai

ICT TRA POTENZIALITÀ E RISChI

TECNOLOGIATECNOLOGIA

hanno capito che i siti internet non servono più per restare nel mercato o trovare nuovi mercati o farsi conoscere da nuovi mercati. Sono ancora sul filo dell’attualità piattaforme come Linkedin you-tube (webinar) e dispositivi di geolocalizzazione. In America è stata creata da un gruppo di ricercatori di Boston una applicazione per smartphone che permetterà di diagnosticare i tumori a distanza e in maniera precoce. Altro che confini spazio tem-po mercato del lavoro e professioni.Per l’Europa “la ricerca, l’innovazione e le poli-tiche macroeconomiche a sostegno dell’economia digitale rivestono un ruolo molto importante nel-la creazione delle condizioni strutturali che per-mettono una crescita basata sull’innovazione in ambito informatico e uno stimolo alla domanda di competenze digitali”. Ma scuola e università a parte, opportunità a parte di colmare quel gap di-gitale che anche la generazione italiana attuale re-gistra rispetto agli altri studenti e giovani europei, quale riflessione si sta facendo sulle criticità insite non direttamente nelle Ict ma nel mondo che le sta sperimentando e accogliendo? E quali azioni sono già state individuate per far sì che la nostra for-za lavoro raggiunga caratteristiche di istruzione e skill simili a quelle presenti nell’Europa del Nord?

influenzi le competenze e l’occupazione, la Ue in un documento dal titolo “e-Skills: la dimensione internazionale e l’impatto della globalizzazione” scrive: “Nonostante gli alti livelli di disoccupazio-ne, la carenza di competenze digitali continua ad aumentare in tutti i settori. La discrepanza tra le competenze disponibili e le esigenze del mercato del lavoro riguarda tutti gli Stati membri, pure in misura diversa. Incredibile a dirsi, la domanda di professionisti nel settore ICT cresce ad un ritmo di circa il 4 per cento l’anno, superando di gran lunga l’offerta. Le posizioni vacanti previste per il 2015 ammontano a circa 500mila unità, ma molte di esse rimarranno vacanti, a meno che non ci si impegni maggiormente per attirare i giovani verso le lauree nel settore informatico”.E in tutto questo c’è ancora spazio affinché, pur non arrestando il mondo che va avanti in un dispe-rato quanto inutile slancio utopico, l’epicentro ri-manga comunque la persona, non solo intesa come “persona fisica”, ma come crogiuolo di umanità? E c’è spazio per una sintesi tra chi è tutto proteso verso le nuove tecnologie e chi avanza dubbi e pre-occupazioni sugli effetti nefasti che queste avranno sull’occupazione? Numeri certi non ce ne sono, c’è chi scrive di centinaia di migliaia di posti di lavo-ro che verranno spazzati via dall’uso quotidiano delle nuove tecnologie. Le tendenze macroecono-miche e sociali passibili di avere ripercussioni sulla domanda futura di lavoratori qualificati includono tra le altre: il tasso di crescita dell’economia e del mercato del lavoro globale, la disoccupazione gio-vanile, i dati demografici per fasce di età e la pre-senza di donne nella forza-lavoro. Troppe variabili che non possono essere quantificate. Ed infatti as-sistiamo a passi in avanti e ritorni.I MOOC (Massive Open Online Courses, in italiano: Corsi online massivi aperti) ad esempio che sono dei corsi online aperti, pensati per una formazione a distanza che coinvolga un numero elevato di utenti, gratuiti e che si dotano anche di forum che fanno discutere i partecipanti, non possono che non essere considerati come esempi positivi dell’uso delle nuove tecnologie. Ma il rap-porto diretto tra studente e insegnante o esperto è sempre così sostituibile? Un corso perfettamen-te strutturato e “condotto” da una macchina ha lo stesso pathos di un appassionato professionista/esperto/insegnante in carne ed ossa? La risposta

E chi deve muoversi con azioni e progetti mirati per sviluppare e individuare le abilità necessarie per le professioni del futuro, come previsto dall’i-niziativa della Commissione Europea “New Skills for New Jobs”? Lo sviluppo delle ICT ha favorito o no i processi di sovrapposizione di competenze e ibridazione del knowledge? Domande alle qua-li dobbiamo trovare risposte e probabilmente una sintesi. Soprattutto in vista di quel mercato uni-co digitale che, dalla revisione dell’Iva agli inve-stimenti nella banda larga, dal copyright alla fine del blocco a contenuti e acquisti negli altri paesi europei, è ormai alle porte. Sempre che la Ue ri-esca a sviluppare quella normativa di cui parlavo prima perché ancora una volta si pone e si porrà un problema di utenza finale e di protezione di quella utenza. Ecco allora il tema della protezione dei dati personali e della cybersicurezza. La neces-sità di nuove norme sul diritto della privacy e della proprietà intellettuale: quanto è tutelata un’opera intellettuale messa sulla rete o condivisa?E mentre recenti ricerche condotte dall’Universi-tà di Oxford e dal Centro per il Business Digitale del MIT hanno evidenziato il crescente impatto delle tecnologie digitali e il modo in cui l’auto-mazione di certi tipi di lavoro cognitivo intensivo

arriva dall’Unimarconi, università online al 16mo posto di tutte le Università nazionali, che è stata costretta a riportare in aula alcuni dei percorsi di laurea scientifici come Matematica per economia e ingegneria, perché il contatto diretto con il do-cente si è dimostrato imprescindibile. E il futuro chirurgo farà il chirurgo o diventerà il consulente di chi sta costruendo la macchina che lo sostitu-irà? C’è un problema di mercato del lavoro, c’è un problema di occupazione, c’è un problema di formazione, c’è un problema di costi per quel tipo di formazione, c’è un problema di relazione con l’utente finale e di servizi a lui destinati, c’è quindi un problema sociale, normativo e di governance. Come dicevo prima, il mondo non si può fermare tantomeno l’avanzamento delle nuove tecnologie. Dobbiamo però porre oggi tutti i temi che sono sul tavolo prima che gli effetti si verifichino e che ci trovino impreparati. Dobbiamo avere la con-sapevolezza della forza e della potenza di questa dinamica e della necessità imprescindibile che sia l’uomo e sempre l’uomo a tracciarne i confini. •

ADEPPADEPP

“Sei anni fa, alla presentazione del primo rapporto sulla previdenza privata, lan-ciammo lo slogan ‘non c’è previdenza

senza lavoro’, oggi ne traiamo le conseguenze, pre-occupati dai dati materiali, impegnati nella batta-glia del cambio di paradigma. I nostri giovani, i giovani professionisti, giovani cittadini italiani, si sentono disorientati. Rischiano di sviluppare anti-corpi negativi rispetto a un sistema che ha un solo lampante difetto: non offre sufficienti opportunità di ingresso, non appare sufficientemente pariteti-co, fa scomparire il tema della protezione sociale in un orizzonte considerato lontanissimo e irrag-giungibile. In ultima analisi i giovani sentono di essere stati danneggiati dai diritti delle generazio-ni precedenti, da un mercato del lavoro asfittico in cui la domanda è molto inferiore all’offerta e il prezzo da pagare è alto e ingiusto”. Inizia così la prefazione del Presidente Andrea Camporese al Quinto Report sulla Previdenza privata e pri-vatizzata, oggi affinato nella dimensione regionale, elaborato dal Centro Studi AdEPP.E i numeri parlano chiaro. Ancora un segno nega-tivo sul fronte redditi, - 18,35 per cento dal 2007 al 2014, Biologi, Consulenti del lavoro, Notai, Psico-logi, Avvocati, Infermieri e Architetti le professioni più colpite. Ancora un age pay gap drammatico: un giovane professionista guadagna in media 12.469 euro lorde all’anno, poco più un trentacinquenne (17.852 euro lorde all’anno), si deve arrivare alla

fascia 45/50 anni per trovarsi di fronte ad uno sti-pendio che ha la dignità di chiamarsi tale, poco più di 40mila euro lorde all’anno. E poi ancora il gender pay gap che registra picchi del 50 per cento in meno di reddito tra una professionista donna e un collega uomo. Un quadro complessivo che racconta non solo come la crisi stia ancora impat-tando sulle professioni ma quanto il nostro Paese sia diviso in due.“Quelle tremende distanze di reddito tra giovani e meno giovani e tra uomini e donne che emergono per l’ennesima volta da questo rapporto – denun-cia il Presidente Camporese – ci gettano addosso una responsabilità fortissima che non può essere evitata. Un professionista in Calabria guadagna il 65 per cento in meno di un collega in Lombardia. È evidente che la vivacità e la storia del tessuto economico influiscono, la distanza resta comun-que inaccettabile, frutto di dinamiche che nulla hanno a che fare con l’esercizio di una responsa-bilità di prestazione che vale per il suo contenuto intrinseco”.Un valore pienamente riconosciuto e ribadito a più riprese in Europa ma che fa fatica ad essere ancora stimato in Italia. “Abbiamo cercato di sfon-dare una porta, e ci siamo riusciti, per trasmettere un concetto: chi fa libera professione non è un pri-vilegiato, è un soggetto che assume grandi rischi sul mercato e spesso funziona da ammortizzatore sociale assumendo altre persone nel proprio stu-

IN ITALIA IL FUTUROSI ChIAMA LIBERA PROFESSIONE

dio. Bruxelles se ne è accorta – sottolinea Campo-rese – l’Italia un po’ meno, ma il processo è oltre il punto di ritorno. 260 milioni di euro di finanzia-menti tramite bandi europei ai liberi professionisti italiani sono un segno chiaro e distinto della linea futura. Lo spazio unico delle professioni in Euro-pa è realtà, votata dal Parlamento, foriera di rischi e opportunità. Non capirlo sarebbe ottusamente antistorico, subirlo, con i secoli di storia che ab-biamo alle spalle, sarebbe semplicemente buttare dalla finestra un pezzo del patrimonio della civiltà continentale”.Un Sistema, quello delle Casse, che è in crescita, qui il trend positivo si conferma, + 65,19 per cen-to di entrate dal 2005 al 2014, così come si con-fermano le azioni di welfare che gli Enti aderenti all’AdEPP continuano a mettere in campo per i propri iscritti: +251 per cento ammortizzatori so-ciali, + 30 per cento Indennità di maternità, + 50 per cento agevolazioni contributive per i giovani, + 30 per cento per long term care. “La crescita della protezione sociale, del tutto au-tofinanziata e non gravante sulla collettività – spie-ga il Presidente dell’AdEPP – è stata impetuosa nell’ultimo decennio. Siamo stati attori di una re-azione forte e costante mentre il contesto econo-

mico del Paese andava deteriorandosi non certo per nostra scelta. In questo quadro la decisione di aumentare la tassazione della rendita dei nostri patrimoni, prima al 20 per cento (Governo Monti) poi al 27 per cento (Governo Renzi) lascia senza parole i colleghi di mezza Europa (non tassati) e insigni economisti non accusabili di simpatie. Un grave errore di analisi e strategico, una palese in-giustizia che verrà sicuramente al pettine nella di-samina sull’omogeneità dei trattamenti fiscali e, in questo caso sociali, in corso in Europa”.E per chiudere con i numeri: 8 miliardi di euro investiti in titoli di Stato, 64,6 miliardi di euro il Patrimonio, 9 miliardi di euro le entrate, 5,6 mi-liardi di euro le prestazioni erogate.È stato fatto tutto il possibile? si chiede Campore-se. “No. Il sistema delle Casse privatizzate ha fat-to molto – risponde – non si tratta di un giudizio viziato dal ruolo, ma di un semplice confronto di dati. Nel lasciare la presidenza di Adepp dopo sei anni, mi auguro che il gravame che sentiamo sulle spalle possa essere condiviso con i nostri giovani, sempre più consapevolmente chiamati alla gover-nance di settore, e con una classe di decisori politi-ci che sappia andare oltre la prossima elezione”. •

WELFAREWELFARE

Continua incessante il lavoro di AdEPP in Europa. In questi mesi, infatti, dopo l’ap-provazione dell’Action Plan for entrepre-

neurship 2014-2020 molti gli incontri che si sono susseguiti nell’arco dell’anno. Con il Gabinetto della Commissaria Europea per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità Ma-rianne Thyssen, ad esempio, per rappresentare le problematiche che oggi riguardano i lavoratori au-tonomi e i liberi professionisti, presentando il pro-prio modello di welfare. L’Adepp, durante il confronto, ha sottolineato come il welfare integrato offerto dalle Casse dei li-beri professionisti, aiuti le start up, favorisca l’inno-vazione, copra le interruzioni connesse agli eventi personali, familiari e professionali che influenzano il reddito e quindi possono influenzare negativa-mente l’adeguatezza delle prestazioni, risponden-do quindi alle linee contenute nel Libro Bianco europeo sulle pensioni, che richiamano la neces-sità di lavorare di più e più a lungo (work more and work longer. L’Associazione ha illustrato al Gabinetto della Commissaria i dati sui redditi dei liberi professionisti, che fanno emergere ancora una volta i forti divari intergenerazionali, il tardivo ingresso dei giovani nel mercato delle professioni, il gender pay gap che vede penalizzate le donne pro-fessioniste, l’impatto delle ICT sulla domanda e offerta dei servizi professionali.Dalla Thyssen al Vice Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani con il quale l’Adepp ha organizzato una giornata di confronto tenutasi il 20 novembre scorso presso la Rappresentanza ita-liana. “Credo sia nostro dovere, mio dovere, fare in modo che questa battaglia sia condivisa – ha sottolineato durante l’incontro il Vice Presidente Tajani – quando c’è una grande sfida da affrontate non possiamo non farla a livello comunitario. Io credo che dobbiamo sottolineare il valore del pro-fessionista nella nostra società. I professionisti sono 4 milioni e sono 11milioni i posti di lavoro creati grazie a loro, quindi il fatto di aver scelto i profes-sionisti per farli essere equiparati agli imprenditori mi sembra quantomeno dovuto. Inoltre non si può

avere una crescita di impresa se non ci sono i pro-fessionisti di alto livello, di grande qualità perché ormai tutte le imprese hanno bisogno della loro assistenza. Anche la collettività a livello globale ha bisogno dei professionisti nella fattispecie per ave-re quella formazione che aiuti ad accedere ai fondi europei. La stessa formazione che può aiutare, so-prattutto ora che c’è la possibilità concreta, a svolge-re la propria professione a livello europeo, ad uscire cioè dai confini del proprio Paese facendo quel salto di qualità che è assolutamente necessario”.Una formazione che vedrà AdEPP farsene cari-co. Infatti l’Associazione ha firmato un protocollo d’intesa con la Regione Calabria che prevede mo-menti formativi per i liberi professionisti e per i laureandi in collaborazione con le università cala-bre. Un protocollo che è destinato ad essere firma-to anche con la Regione Lombardia e la Regione Veneto. Ma per tornare al tema caldo dell’Europa, Tajani ha voluto anche sottolineare il ruolo indiscusso di promotore che l’AdEPP ha avuto all’interno del working group “Bolstering business of the liberale professions”. “Il tema vero che noi parlamentari abbiamo posto al Commissario – ha detto Tajani – è quello di andare avanti, di non fermarsi alla scelta di principio dandola per acquisita ma di implementare il piano di azione, di continuare a lavorare. Mi pare che alcune cose la Commissaria le abbia dette ad esempio che vuole lavorare sulle professioni, ora il compito nostro di parlamentari è quello di non smettere di pungolare la Commis-sione anche perché c’è una grande convergenza. La interrogazione orale è stata firmata da rappre-sentanti di diversi partiti, c’è un ampio consenso su questo tema, io credo che possiamo prendere un impegno e credo di parlare anche a nome di Cam-porese di continuare a sollecitare la Commissione affinché possa esserci nel corso degli anni una ef-fettiva implementazione del piano di azione coin-volgendo i professionisti anche nelle scelte perché la Commissione non può essere come una torre di avorio. Dobbiamo sollecitare anche i Governi nazionali a fare il proprio dovere”.

UN’EUROPA SENZA FRONTIEREANChE NELLA PREVIDENZA

E infatti la convergenza di cui parla il Vice Pre-sidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, viene alla luce anche durante la European Sme week tenutasi in Lussemburgo al quale AdEPP ha partecipato attivamente. “Sono le aziende e i pro-fessionisti che creano occupazione, non le ammi-nistrazioni. Nell’ultimo anno questo Sistema – ha sottolineato la Commissaria europea all’industria e l’imprenditoria, Elzbieta Bienkowska nel suo in-tervento – ha creato in Europa un milione di posti di lavoro con una crescita del 2.5 per cento rispet-to allo scorso anno”.“Le sfide lanciate dalla Commissaria – fa eco Camporese da Lussemburgo – centrano i temi che da tempo abbiamo focalizzato come le vere sfide per la sostenibilità delle professioni, dei redditi e, in ultima analisi per la previdenza e il welfare. Il mercato si apre e si avvia sempre più a essere uno spazio unico”.Un mercato globalizzato, più ampio, complesso che ha spinto la Commissaria a individuare alcu-ne aree di intervento. “La Commissione ha deciso di dare un nuovo impulso basato su tre linee guida – ha spiegato durante la conferenza Elzbieta Bien-kowska – . Creare più opportunità per imprendi-tori, professionisti e consumatori, incoraggiare for-temente l’innovazione e portare un miglioramento concreto della vita quotidiana delle persone, de-rivante proprio da un mercato più ampio e più

omogeneo nelle regole. Serve una nuova cultura delle regole, del loro rispetto e della loro semplifi-cazione”.“Sono d’accordo quando la Commissaria chiede che gli Stati non approvino norme che vadano contro la libera circolazione del lavoro e delle im-prese, ma dobbiamo tenere presente che i carichi fiscali, i costi previdenziali, le barriere burocrati-che e gli adempimenti formali debbono essere al-lineati – denuncia il Presidente Camporese – pena l’assenza di qualsiasi competizione e beneficio per gli utenti. Spero che il Governo e il Parlamento italiani possano trovarsi in prima fila nella deter-minazione dei passaggi futuri decisi dalla Com-missione”. E per non lasciare che il tempo scorra, l’Associa-zione presieduta da Camporese ha già messo in agenda la propria partecipazione alla fase 2 del working group “Bolstering business of the libera-le professions” che la Commissaria Bienkowska ha convocato per fine gennaio 2016, una serie di incontri con i parlamentari europei e un secondo evento con il Vice Presidente Tajani per fare il punto della situazione. Nel frattempo continuano anche gli incontri ai tavoli di confronto organizzati dal Mise, dal Ministero del Lavoro e dalla Presiden-za del consiglio sul tema dei finanziamenti europei, nazionali e regionali destinati alle Piccole e medie imprese aperti anche ai liberi professionisti. •

GLI UFFICI DI CORRISPONDENZA

aBRUZZo c/o Associazione Stampa Abruzzese,largo Filomena Delli Castelli, 10 - 65128 Pescara,tel. 085 94 31 130, fax 085 94 30 110Fiduciario: Antimo AMORE

BaSiliCata c/o Associazione Stampa Basilicata,via Mazzini, 23/E - 85100 Potenza,telefono e fax: 0971 41 14 39Fiduciario: Savino CUTRO

CalaBRia c/o Sindacato Giornalisti Calabresi, via Biagio Camagna, 28 - 89125 Reggio Calabria,tel. 0965 81 09 80, fax 0965 32 71 76Fiduciario: Carlo PARISI

CamPaNia via Cappella Vecchia, 8/b - 80121 Napoli,Tel e fax 081. 76 40 663Fiduciario: Vincenzo COLIMOROVice Fiduciario: Rossana RUSSO

emilia RomagNa c/o Associazione Stampa Emiliana, strada Maggiore, 6 - 40125 Bologna,tel. 051 26 17 50/23 99 91, fax 051 22 88 77Fiduciario: Marco GARDENGHIVice Fiduciario: Giovanni ROSSI

FRiUli VeNeZia giUlia c/o Associazione Stampa F.V.Giulia,corso Italia, 13 - 34121 Trieste,tel. 040 37 03 71, fax 040 37 03 78Fiduciario: Roberto CARELLA

laZio c/o Associazione Stampa Romana, piazza della Torretta, 36 - 00186 Roma,tel. 06 68 40 271, fax 06 68 71 170Fiduciario: Ignazio INGRAOVice Fiduciari: Antonio SAVI, Gianni TODINI

ligURia c/o Associazione Ligure dei Giornalisti,via Fieschi, 3/26 - 16121 Genova, tel. 010 56 57 02/56 13 66, fax 010 56 41 50Fiduciario: Elio FELICE

lomBaRdiavia S. Sandri, 2 - 20121 Milano,tel. 02 29 00 47 08, fax 02 65 98 903.Fiduciario: Daniela DIRCEOVice Fiduciari: Guido BESANA

maRCHe c/o Sindacato Giornalisti Marchigianivia Leopardi, 2- 60122 Ancona,tel. 071 20 77 708, fax 071 20 42 10.Fiduciario: Rosalba EMILIOZZI

moliSe c/o Associazione Stampa del Molise,via Colle delle Api snc c/o Palazzo Rai - 86100 Campobasso,tel e fax 0874 48 75 16Fiduciario: Antonio MARONE

PiemoNte c/o Associazione Stampa Subalpina,corso Stati Uniti, 27 - 10128 Torino,tel, 011 56 23 373, fax 011 53 91 29Fiduciario: Roberto REALE

PUglia c/o Associazione Stampa di Puglia, strada Palazzo di Città, 5 - 70122 BARI,tel 080 52 18 960, fax 080 52 38 231Fiduciario: Michele PERAGINEVice Fiduciario: Pietro RICCI

SaRdegNa c/o Associazione Stampa Sarda,via Barone Rossi, 29 - 09125 Cagliari,tel. 070 65 03 59/66 48 84, fax 070 65 32 93Fiduciario: Stefano SALONE

SiCilia c/o Associazione Stampa Siciliana,via F. Crispi, 286 - 90139 Palermo,tel. 091 58 10 01/32 89 22 - fax 091 61 10 447.Fiduciario: Maria Pia FARINELLA

toSCaNa c/o Associazione Stampa Toscana,via dei Medici, 2 - 50123 Firenze,tel. 055 21 32 54/23 98 358, fax 055 21 08 07Fiduciario: Franco PICCHIOTTIVice Fiduciario: Marco Antonio MORELLI

tReNtiNo alto adige c/o Sindacato Giornalisti T.A.Adige, via dei Vanga, 22 - 39100 Bolzano,tel. 0471 97 14 38, fax 0471 98 11 92Fiduciario: Antonio VISENTINI

UmBRia c/o Associazione Stampa Umbravia del Macello, 55 - Centro Res. Bellocchio - 06128 Perugia,tel. 075 50 11 837, fax 075 50 18 948Fiduciario: Roberto SABATINI

Valle d’aoSta c/o Associazione Stampa Valdostana,via Piave, 6 - 11100 Aosta,telefono e fax 0165 32 673Fiduciario: Enrico ROMAGNOLI

VeNeto c/o Sindacato dei Giornalisti del Veneto Palazzo Turlona,San Polo - Calle Pezzana 2162 - 30125 Venezia,tel. 041 52 42 633, fax 041 71 01 46Fiduciario: Monica ANDOLFATTOVice Fiduciario: Giancarlo BO

GLI UFFICI DI CORRISPONDENZA

LE COmmISSIONI CONSULTIVE

LE COmmISSIONI CONSULTIVE

aSSegNaZioNe alloggied aFFitto immoBili Presidente: Tiziana STELLAVice Presidente: Stefania CONTI Componenti: Monica Maria FORNI (esperto esterno), Elio FELICE, Lino ZACCARIA (esperto esterno) e Gianluca ZURLINI

aCQUiSti e diSmiSSioNi immoBili Presidente: Domenico MARCOZZIVice Presidente: Enrico Giuseppe MIRANI Componenti: Antimo AMORE, Domenico AFFINI-TO, Paolo MORANDO e Pietro RICCI

aPPalti e PRoVVeditoRatoPresidente: Antonio SAVIVice Presidente: Giuseppe REA Componenti: Umberto NARDACCHIONE, Giuseppe GULLETTA, Luca FRATI, Gianni TODINI

oCCUPaZioNePresidente: Carlo BARTOLIVice Presidente: Paolo PERUCCHINI (esperto esterno)Componenti: Giovanni ARMAND-PILON, Gianni TODINI, Tiziana ROSATI e Roberto SABATINI

PReVideNZaPresidente: Marina COSIVice Presidente: Giuliana SGRENAComponente giornalista: Marco GARDENGHIComponenti Fieg: Vito RIBAUDO, Giorgio MAN-TELLIRappresentante P.A.: Andrea MANCINELLI

CoNtRiBUti e VigilaNZa Presidente: Guido BESANAVice Presidente: Luciano BORGHESANComponente giornalista: Daniela DIRCEOComponente Fieg: Roberto MORORappresentante P.A.: Fiorella KOSTORIS PADOA SCHIOPPA

mUtUi e PReStitiPresidente: Savino CUTROVice Presidente: Michele PERAGINEComponenti: Rosalba EMILIOZZI, Maria Pia FARI-NELLA, Rossana RUSSO e Antonio ARMANO

FiNaNZa, BilaNCio, PRogRammaZioNe e iNVeStimeNtiPresidente: Enrico CASTELLIVice Presidente: Ignazio INGRAOComponenti: Alessandra SPITZ, Daniela STIGLIA-NO (esperto esterno), Stefania DI MITRIO e Stefano SALONE

PeRSoNale, CoNtRattoe iNFoRmatiCaPresidente: Carlo PARISIVice Presidente: Vincenzo GALIANOComponenti: Maxia ZANDONAI, Alessia MARANI, Fiorenzo CRAVETTO e Laura ANTONINI

StatUto e RegolameNtoPresidente: Andrea CAMPORESE.Vice Presidente: Maurizio ANDRIOLOComponenti: Cinzia ROMANO (esperto esterno), Antonio MARONE, Monica ANDOLFATTO e Ezio ERCOLE

iNteRVeNti StRaoRdiNaRie welFaRe di CategoRiaCoordinatore: Giovanni ROSSIComponenti: Ignazio INGRAO, Domenico MAR-COZZI, Vincenzo COLIMORO, Domenico AFFINI-TO e Alessandro GUARASCI (esperto esterno), Enrico ROMAGNOLI

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PReSideNteAndrea CAMPORESEViCe PReSideNti

Paolo SERVENTI LONGHI (vicario) - Fabrizio CAROTTI (Fieg)diRettoRe geNeRale

Maria I. IORIOCoNSiglio di ammiNiStRaZioNe

Andrea CAMPORESE (Presidente), Roberto CARELLA, Fabrizio CAROTTI (designato dalla Fieg - Vice Presidente), Carlo CHIANURA, France-sco CIPRIANI (designato dalla Fieg), Silvia GARAMBOIS, Fiorella KOSTORIS PADOA SCHIOPPA (designata dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale), Marina MACELLONI, Andrea MANCINELLI (designato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri), Massimo MARCIANO, (rappresentante della Gestione previdenziale separata), Giuseppe MARZANO, Silvana MAZZOCCHI, Edmondo RHO , Claudio SCARINZI, Paolo SERVENTI LONGHI (Vice Presidente Vicario), Franco SIDDI (designato dalla Fnsi).

Collegio dei SiNdaCiPresidente: Stefania CRESTI (designato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale)Sindaci Effettivi: Enrico FERRI, Pierluigi ROESLER FRANZ, Elio SILVA, Attilio RAIMONDI (rappresentante Gestione separata), Vincenzo LIMO-NE (designato dal Ministero dell’Economia e Finanze), Virgilio POVIA (designato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri).

CoNSiglio geNeRaleDomenico AFFINITO, Antimo AMORE, Monica ANDOLFATTO, Maurizio ANDRIOLO, Giovanni ARMAND-PILON, Carlo BARTOLI, Guido BESANA, Luciano BORGHESAN, Andrea CAMPORESE (Presidente), Roberto CARELLA, Fabrizio CAROTTI (designato dalla Fieg- Vice Presi-dente), Enrico CASTELLI, Giuseppe CECCATO, Carlo CHIANURA, Francesco CIPRIANI (designato dalla Fieg), Vincenzo COLIMORO, Stefa-nia CONTI, Marina COSI, Fiorenzo CRAVETTO, Savino CUTRO, Stefania DI MITRIO (rappresentante della Gestione Previdenziale Separata), Daniela DIRCEO, Rosalba EMILIOZZI, Maria Pia FARINELLA, Elio FELICE, Luca FRATI,Vincenzo GALIANO, Silvia GARAMBOIS, Marco GARDENGHI, Giuseppe GULLETTA, Fiorella KOSTORIS PADOA SCHIOPPA (designata dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale), Vincenzo IACOPINO (designato dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti), Ignazio INGRAO, Marina MACELLONI, Andrea MANCINELLI (designato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri), Alessia MARANI, Massimo MARCIANO, (rappresentante della Gestione previdenziale separata), Dome-nico MARCOZZI, Antonio MARONE, Giuseppe MARZANO, Silvana MAZZOCCHI, Enrico Giuseppe MIRANI, Paolo MORANDO, Umberto NARDACCHIONE, Carlo PARISI, Michele PERAGINE, Pino REA, Edmondo RHO , Pietro RICCI, Enrico ROMAGNOLI, Tiziana ROSATI, Giovanni ROSSI, Rossana RUSSO, Roberto SABATINI, Stefano SALONE, Antonio SAVI, Claudio SCARINZI, Paolo SERVENTI LONGHI (Vice Presidente Vicario), Giuliana SGRENA, Franco SIDDI (designato dalla Fnsi), Donatella SMOLJKO, Alessandra SPITZ, Tiziana STELLA, Gianfranco SUMMO (designato dalla Casagit), Gianni TODINI, Maxia ZANDONAI, Gianluca ZURLINI.

Comitato ammiNiStRatoRe della geStioNe SePaRataAndrea CAMPORESE, Laura ANTONINI, Antonio ARMANO, Stefania DI MITRIO, Ezio ERCOLE, Fiorella KOSTORIS PADOA SCHIOPPA (designata dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale) Andrea MANCINELLI (designato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri), Massimo MARCIANO, Paolo SERVENTI LONGHI.

Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani“Giovanni Amendola”

Sede legalevia Nizza, 35 - 00198 RomaCeNtRaliNo tel. 06 85 781PReSideNZatel. 06 85 78 206/208/308, fax 06-8578201, e-mail: [email protected] diReZioNe geNeRale tel. 06 85 78 202/213, fax 06 85 52 788, e-mail: [email protected] UFFiCio legaletel. 06 85 78 325/332, fax 06 85 78 334, e-mail: [email protected] aRea CoNtRiBUti geStioNe SoStitUtiVatel. 06 85 78 316/320/330, fax 06 85 78 242 e-mail: [email protected] RiSCatti e RiCoNgiUNZioNitel. 06 85 78 229/233/347, fax 06 85 78 394VigilaNZatel. 06 85 78 268/279, fax 06 85 78 271aRea CoNtRiBUti geStioNe SePaRatatel. 06 85 78 396/441/288/342/427, fax 06 92 91 20 41/42/43/44e-mail: [email protected]. 06 85 78 260/298/372, fax 06 92 91 22 10/11e-mail: [email protected] iNFoRtUNi-PReStaZioNi FaColtatiVetel. 06 85 78 226/235/460, fax 06 92 91 22 13

diSoCCUPaZioNetel. 06 85 78 251/227/395, fax 06 92 91 22 12, e-mail: [email protected]

CaSSa iNtegRaZioNetel. 06 85 78 255, fax 06 92 91 22 12, e-mail: [email protected]

FoNdo iNtegRatiVo e aSSegNo NUCleo FamiliaRetel. 06 85 78 284/255, fax 06 92 91 22 14

mateRNità-malattia-geStioNe SePaRatatel. 06 85 78 226/235/460, fax 06 92 91 22 13, e-mail: [email protected]

ammiNiStRaZioNe e FiNaNZatel. 06 85 78 249/250, fax 06 85 78 262, e-mail: [email protected]

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PReStiti tel. 06 85 78 388/200/377, fax 06 85 78 303, e-mail: [email protected]

PRoVVeditoRato tel. 06 85 78 610, fax 06 85 78 501

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