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ticino N° 22, ottobre 2009 Occhio ai funghi!

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ticinoN° 22, ottobre 2009

Occhio ai funghi!

2 EDITORIALE

Apri gli occhie aguzza la vista!

IndiceLati nascosti dei funghi 3I funghi … questo mio pallino 6Amanita muscaria: un mitico fungo 9Più in pericolo che pericolosi 10Eppur si muove … 12Fango rivitalizzante 13In breve 14Attività giovanili e per le scuole 15

ImpressumBollettino trimestrale della SezioneTicino di Pro Natura. Viene allegatoalla Rivista nazionale di Pro Natura.Editrice:Pro Natura TicinoSegreteria:Vl. Stazione 10, c.p. 2317,6500 BellinzonaTel.: 091 835 57 67Fax: 091 835 57 66E-mail: [email protected]: 65-787107-0Internet: www.pronatura.ch/tiCommissione redazionale:Claudio Valsangiacomo, FiorenzoDadò, Andrea Persico, Luca Vetterli,Serena Wiederkehr, Christian Berna-sconi, Nicola SchoenenbergerRedattore responsabile:Luca VetterliProduzione e stampa:Schlaefli & Maurer AG, InterlakenTiratura:2700Immagini di copertina:Amanita muscaria (foto: Anna Fran-chi e Cristina D’Andrea)

Claudio Valsangiacomo, presidente di Pro Na-

tura Ticino (foto: Pro Natura Ticino / Andrea

Persico).

cosmetica, all’abbigliamento, alla sceltadell’automobile: spesso cerchiamo diapparire diversamente da ciò che siamo.Anche la classe politica ci mette del suo:partiti politici storicamente antiambien-talisti si tingono di verde, mimando al-tri partiti nati proprio per contrastare leloro ideologie. Poco importa se il coloredi fondo, quello originale, abbia tintepiù cupe, l’importante è raggranellare ivoti degli elettori più miopi. A questa at-titudine non si sottraggono nemmeno leindustrie e le aziende pubbliche e pri-vate, che manifestano il loro mimeti-smo con una proliferazione di loghi va-riegati e colorati: così fabbriche didolciumi industriali utilizzano idilliacimulini bianchi per vendere i loro pro-dotti a genitori miopi; servizi di smalti-mento dei rifiuti e rivenditori di gas(«naturale» dicono loro per quanto sitratti di una fonte energetica fossile, nonrinnovabile) usano il color verde, sim-bolo di natura incontaminata, per nonparlare della terminologia mimetica cheusa e abusa dei prefissi bio/eco (infelicela scelta di ecoballe, ingannevole quelladi termovalorizzatore).Aguzziamo la vista, non lasciamoci in-gannare!

Claudio Valsangiacomo

Osservando bene la natura ci si accorgeche alcune piante ed animali, apparendodiversi da ciò che realmente sono, ci in-gannano, o ingannano altri esseri viventicon i quali convivono. Lo fanno col mi-metismo biologico, un’invenzione del-l’evoluzione naturale, di cui pure l’es-sere umano ha imparato a far uso nellesue interazioni sociali.Il mimetismo insorge quando un gruppodi organismi evolve acquisendo caratte-ristiche esteriori tipiche di un altrogruppo di organismi. Questo strata-gemma, spesso vantaggioso unicamenteper chi si camuffa, presenta una varietàspettacolare. Vi sono insetti che si na-scondono da un predatore confonden-dosi nello sfondo ambientale; animaliinnocui e appetibili che presentanol'aspetto di altri aggressivi o disgustosi,orchidee che imitano l'addome della ve-spa femmina, attirando i maschi e favo-rendo l’impollinazione. Il successo evolutivo del mimetismo nonsi basa unicamente su un buon camuf-famento, ma presuppone che il soggettoda ingannare abbia un'efficienza visivapiuttosto scarsa.L’essere umano ha imparato ad usare ilmimetismo approfittando spesso dellamiopia dei suoi simili. Basti pensare alla

CONOSCERE 3

il biossido di carbonio, tutti decisivi peril buon funzionamento dell’ecosistema. Non potendo effettuare la fotosintesi,estrarre cioè il carbonio dall’atmosferacome fanno le piante verdi, i funghi de-vono cercarselo presso altri organismi. Ilrapporto con essi definisce i tre tipi prin-cipali di funghi: quelli micorrizici, sa-profiti e parassiti.

Funghi micorriziciI funghi micorrizici conducono una vitadi mutualismo con altri organismi vi-venti. Attraverso la loro rete di ife (lun-ghe sequenze di cellule filiformi che siprotendono nel suolo) essi si associanocon le radici di certi alberi, arbusti o ve-getali erbacei favorendo il trasporto diacqua e sali minerali dal terreno allapianta. Essi promuovono inoltre unoscambio di sostanze vitali (come glu-cidi, aminoacidi e vitamine) tra le di-verse piante con le quali formano unasimbiosi.Grazie alla simbiosi la pianta può uti-

Lati nascosti dei funghi

Autunno, stagione di funghi. Il momento ideale per parlare di questiimportanti organismi. I funghi sono infatti un anello fondamentale ditutti gli ecosistemi terrestri, in particolare di quelli forestali grazie ailoro molteplici ruoli per lo più misconosciuti.

Quando si parla di funghi, il primo pen-siero è spesso rivolto ai boleti o ai tartufie innesta a volte il desiderio di partirealla loro raccolta. L’andar per funghi èun passatempo popolare e nelle forestesvizzere se ne raccolgono ogni annograndi quantità, nel Canton Zurigo, adesempio, grossomodo 10 tonnellate. Al-cuni studiosi hanno valutato che il valoredi mercato dei funghi raccolti in Sviz-zera raggiunga addirittura gli 8,1 mi-lioni di franchi all’anno.

Non solo passatempoTuttavia, al di là del loro valore moneta-rio e ricreativo, l’importanza dei funghiè legata alla loro funzione ecologica.Questi organismi sono protagonisti fon-damentali del ciclo vitale di trasforma-zione delle sostanze nutritive e insosti-tuibili decompositori capaci d’assimilarequalsiasi materia organica. I processi didecomposizione favoriti dai funghi li-berano elementi nutritivi di base qualil’azoto, il fosforo, il potassio, lo zolfo e

Una probabile Mycena rosea accanto ad

una borraccina (foto: Andrea Persico).

4 CONOSCERE

Un fungo gigantescoIl più grande fungo della Svizzera si estende su un’area di 35 ettari (circa 50campi di calcio). Si tratta di un chiodino (Armillaria sp.) scoperto nel Parco na-zionale in Engadina nei pressi del Passo del Forno. Esso forma un fitto reticolodi ife nel terreno, dalle quali, al momento della maturazione, sorgono i corpi frut-tiferi appartenenti tutti allo stesso individuo! La sua età è stimata a più di 1000anni. Potrebbe trattarsi del fungo più grosso mai ritrovato in Europa. Solo negliStati Uniti sono conosciuti esemplari di stazza maggiore; un esemplare di chio-dino in Oregon raggiunge un'estensione di 900 ettari e un peso totale stimato a600 tonnellate!

Funghi parassitiContrariamente ai funghi saprofiti, i fun-ghi parassiti prelevano sostanze appar-tenenti ad animali o vegetali viventi.Essi possono minacciare seriamente iloro ospiti (tra questi anche l’uomo) at-traverso malattie anche letali. Cionono-stante svolgono un ruolo fondamentaleaiutando la natura a regolare il proprioequilibrio. Di norma sono gli alberi piùgracili a costituirne le vittime preferite ein questo modo nel bosco vengono se-lezionati naturalmente solo gli alberi piùsani. Inoltre, agendo quali parassiti, al-cuni funghi creano delle nuove nicchieecologiche e contribuiscono al manteni-mento dinamico dell’ecosistema.

Un freno all’erosioneI funghi svolgono un’azione beneficasul suolo: ne facilitano la formazione, loarieggiano e trattengono le sostanze nu-trienti che altrimenti, dilavate nel sotto-suolo, verebbero sottratte alle piante.Non dimentichiamo poi che i funghirappresentano una fonte alimentare permolti animali, particolarmente preziosaper i piccoli mammiferi e gli artropodi.Insomma, i funghi sono un anello inso-stituibile degli ecosistemi terestri, in par-ticolare di quelli forestali e meritanoquindi rispetto e protezione.

Christian Bernasconi

lizzare le ife come un prolungamentodelle proprie radici e accedere così allesostanze nutritive di un volume di ter-reno molto maggiore mentre il fungoritira le eccedenze dei prodotti fotosin-tetizzati che tornano nel terreno adesempio come foglie morte. Proteg-gendo le piante dagli agenti patogeni, ifunghi simbionti e micorrizici favori-scono uno sviluppo sano ed equilibratodel bosco e accelerano la crescita dellepiante.

Funghi saprofitiI funghi saprofiti si nutrono invece disostanze organiche, prendendole da ani-mali o vegetali morti. Questi funghisono particolarmente importanti perchèsono in grado di decomporre la ligninae la cellulosa grazie a particolari en-zimi. Così facendo riducono le molecolein modo che altri decompositori pos-sano poi intervenire. Assieme a batteri ealtri microorganismi, essi degradano lesostanze del mondo vivente e le ren-dono all’ecosistema sotto forma di ac-qua, biossido di carbonio e sali minerali.Definiti spazzini del bosco, essi assicu-rano in pratica il buon funzionamentodel ciclo biologico del bosco.

Un piccolo fungo (Conocybe sp.) sbuca dal

sottobosco di una pecceta (foto: Andrea Per-

sico).

CONOSCERE 5

Funghi patogeniAl pari di batteri, virus e altri microorganismi, anche i funghi possono causaredelle malattie ad altri esseri viventi, in particolare piante e animali. Nell’essereumano le malattie più conosciute sono le micosi cutanee. Vi è però una moltitu-dine di funghi che possono attaccare pressoché ogni organo del nostro corpo.Nelle piante, le malattie fungine rappresentano un grosso problema per la pro-duzione agricola e in parte anche forestale.Alcune malattie fungine nel passato hanno cambiato la storia dell’essere umano,costringendo intere popolazioni ad emigrare per carenza di cibo. La lotta allemalattie fungine è la causa al giorno d’oggi d'un massiccio impiego di pesticidinell’agricoltura. Il primo fungicida chimico studiato appositamente per combat-tere una malattia fu sviluppato nella seconda metà dell’Ottocento per combat-tere la peronospora della vite (Plasmopara viticola). Si tratta della bordolese, abase di rame e zolfo. Da allora l’industria dei pesticidi ha sviluppato composti chi-mici sempre più sofisticati che trovano largo impiego in agricoltura (al costo, tal-volta, di pesanti effetti collaterali).

La peronospora della vite La peronospora della vite (Plasmopara viticola) è un fungo originario dell’Ame-rica, importato accidentalmente in Francia intorno al 1878, e poi diffusosi, conpesanti conseguenze sulla vite, in tutta Europa. Le foglie colpite si necrotizzanoe cadono precocemente, mente le infiorescenze si ingialliscono, assumono una ti-pica forma ad «S» e seccano. A volte, si può inoltre osservare un imbrunimento edisseccamento parziale o totale d’acini e grappoli che solitamente assumono unaforma ad uncino. A fine stagione il patogeno può rallentare o compromettere lamaturazione dei grappoli.Maggiori informazioni presso il servizio fitosanitario cantonale:http://www.ti.ch/DFE/DE/SezA/SF/; tel: 091 814 35 85.

Marciume causato da Botrytis cinerea (foto: C.

Gessler).

Sotto: sottili filamenti di micelio su una foglia di

faggio (foto: Andrea Persico).

Emiliano Medici, bioglogo appassionato e attivissimo micologo naturalista.

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botanica, in particolare grazie al profes-sore Philippe Küpfer, che era in grado ditrasmetterci la sua grande passione comenessun altro. Tradizionalmente la mico-logia era associata alla botanica; nel re-gno dei vegetali si distinguevano le tal-lofite – funghi e alghe – dalle cormofite,le piante superiori. Ora sappiamo che ifunghi rappresentano un regno distinto,addirittura più vicino agli animali chealle piante per la loro evoluzione. Adun certo momento ho voluto saperne di

Purtroppo i funghi vengonotalvolta ancora visti comedegli organismi di serie B.

più sui funghi, per puro piacere perso-nale, non solo su gallinacci e porcini maanche sul resto. La frase spesso sentitaindicando un fungo al bordo del cam-mino «é una Russula» o «è un fungo-matto» non mi soddisfaceva più. Ogni

I funghi …questo mio pallinoIncontriamo il giovane micologo Emiliano Medici alla casetta del pescatore a Muz-zano, per capire come è nata e si mantiene viva una così forte e incondizionata pas-sione per i funghi. Ci raggiunge con tre coloratissimi funghi, appena raccolti albordo della strada. Intervista di Nicola Schoenenberger.

Ciao Nicola,… guarda cosa ho appenatrovato scendendo dalla Leventina: sonodegli Entoloma incanum, molto belli efacilmente riconoscibili dal colore verdequasi fluorescente del gambo e dallasporata color rosa; sono in perfettostato…

Quali sono i tuoi primi ricordi di fun-ghi?Mi ricordo molto bene quando da bam-bino andavo con mia mamma e mio fra-tello a cercare i porcini. Ero sempremolto fiero quando ne trovavo uno, espesso ne trovavo addirittura più di loro.Un giorno mi sono poi accorto che miofratellone, andando in avanti scovava ifunghi e me li poneva sul cammino, perfare in modo che fossi io a trovarli.

Come nasce la tua passione per i funghi?Da studente all’università di Neuchâtelmi sono dapprima appassionato per la

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naturalista ha il suo «pallino» per ungruppo biologico o un altro, così, men-tre i miei colleghi all’università stavanotutti con la testa per aria a guardare gliuccelli, mi sono ritrovato con il naso perterra a frugare tra le foglie marce e aguardare le Russule. Il passo successivoé stata l’iscrizione ad una società mico-logica dove mi son trovato da botanico aspiegare le piante a micologi e a fungiatte in cambio imparare sempre di più suifunghi. Lo scambio é stato molto pro-duttivo, visto che ambiente, piante e fun-ghi sono legati in maniera molto stretta.

Ora sappiamo che i funghirappresentano un regno distinto,

addirittura più vicinoagli animali che alle piante

per la loro evoluzione.

I micologi riconoscono i funghi ma èpiuttosto raro che riconoscano un am-biente come un tutto, e qui la botanica el’ecologia vegetale diventano molto utili.

Il regno dei funghi é spesso dimenti-cato…Anche se importantissimi a livello eco-logico e anche economico, i funghi sonopoco mediatizzati se non commestibili;fanno parte di un regno trascurato. Forseperché non fanno spettacolo come adesempio il Martin pescatore. Oggi poiparliamo di macromiceti, quelli che vedia occhio nudo. Le muffe, o funghi im-perfetti come spesso vengono chiamati,possono essere molto belli al microsco-pio ma spesso suscitano ancor meno in-teresse.

C’é un aspetto magico nel regno deifunghi per te?Spesso i funghi vengono citati comecolmi di significati magici e profondi.Per me la magia sta nella scoperta, da unanno all’altro, di specie che prima nonconoscevo. In un bosco pieno di funghimi sento come un bambino in un nego-zio di caramelle, entusiasta di vederequalcosa di nuovo. C’é anche l’aspettodel trofeo, che per molti cercatori di fun-ghi é rappresentato da una abbondanteraccolta di porcini, per me é andare acaccia di funghi matti, magari all’in-terno di nuovi tipi di bosco. Ultima-

mente vado spesso in montagna: mi af-fascinano le formazioni con arbusti naninella zona alpina e i loro funghi asso-ciati. Adoro anche l’ontaneto verde, ilmegaforbieto o la torbiera. A volte cercotracce di animali che grattano per terra,caprioli o scoiattoli, così si possono tro-vare funghi ipogei come i tartufi checrescono sotto terra. Interessanti anchei focolai abbandonati o gli escrementi dianimali al pascolo, anch’essi habitat dispecie di funghi del tutto particolari.Quando trovo dei porcini piccoli spessoli copro con delle foglie, affinché pos-sano crescere e sporulare, se trovo unesemplare straordinario mi succede diportarlo a casa. Incontrando per i boschiun cercatore di funghi, m’é successo diindicargli il luogo preciso dove trovarequalche bel porcino da raccogliere. In-credulo, mi guarda come se fossimatto…

Come procedi per identificare i funghi?Avendo sviluppato con il tempo un buonocchio, guardo in un primo momento ilfungo come un tutto. Spesso riesco cosìad identificare almeno il genere. In unsecondo tempo valuto i caratteri distin-tivi come ad esempio il colore, l’odore o

[...] a volte ti alzi alla mattina, vai in quell’angolo preciso

del territorio e trovi quel fungo che ha occupato i tuoi pensieri

così a lungo. E’ come se t’avessechiamato.

il gusto. Il microscopio é indispensabileper l’osservazione, ad esempio, dellespore. Mediante l’uso di chiavi questicriteri serviranno per identificare la spe-cie esatta. Se vedo un fungo a lamellecon una sporata rosa e spore poliedriche,sono al cospetto di un Entoloma sp.

Quale é il Sacro Graal dei funghi, quelloche cerchi e non trovi mai?Ce ne sono parecchi! Fortunatamenteogni anno la lista si accorcia. Qui tor-niamo alla dimensione magica: a volte tialzi alla mattina, vai in quell’angolo pre-ciso del territorio e trovi quel fungo cheha occupato i tuoi pensieri così a lungo.E’ come se t’avesse chiamato. È unacaccia al tesoro, sono funghi rari, che

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non ho mai trovato ma che desidero tro-vare di prima mano, non vederli sul ta-volo durante una serata alla società mi-cologica. Da parecchio tempo mipiacerebbe incontrare l’Hygrocybe ca-lyptriformis, penso che se mai dovessivederla, farei un urlo che mi si senti-rebbe in mezzo cantone Ticino! Uno dei

In un bosco pieno di funghi mi sento come un bambino in un negozio di caramelle,

entusiasta di vedere qualcosa di nuovo.

primi gruppi di funghi per i quali misono appassionato, comperando la miaprima monografia, sono appunto i fun-ghi del genere Hygrocybe: belli, coloratie poco comuni. Frequentando personecompetenti ci si appassiona poi a unamoltitudine di gruppi particolari.

Cosa andrebbe fatto a favore dei fun-ghi? Si possono proteggere?Sono stati fatti studi per capire comeproteggere meglio i funghi, ma i risultatinon sono chiari. Sappiamo per certo che

essi soffrono del calpestio. Attualmenteproteggiamo animali e piante, ma per ilfunzionamento degli ecosistemi i funghisono fondamentali, sarebbe quindi cor-retto proteggere i loro habitat.

Quali sono i pregiudizi che abbiamoverso i funghi? Che cosa si può fare persmitizzarli?Spesso si arriccia il naso in presenza dicerti funghi, quelli viscidi o puzzolentiad esempio, altre volte si pensa chesiano tutti pericolosi. Mettere un pez-zettino di fungo in bocca, sputandolosubito dopo, é un gesto usuale per unmicologo intento ad analizzarlo. Fre-quentemente ho assistito a reazioni piut-tosto negative al riguardo. Purtroppo ifunghi vengono talvolta ancora visticome degli organismi di serie B. Troppe

Quando trovo dei porcini piccolispesso li copro con delle foglie,

affinché possano crescere e sporulare [...]

volte nei boschi si trovano funghi di-strutti, bastonati con lo stesso spirito

con il quale un tempo venivano uccise levipere, poiché considerate pericolose.Distruggerli proteggerebbe così il pros-simo dai danni che arrecherebbero. Persmitizzare queste paure c’é una sola ri-cetta: la conoscenza! Dobbiamo stimo-lare il rispetto del bosco. Forse ci vor-rebbero anche più controlli, in tuttiquesti anni che vado per i boschi non homai incontrato un controllore che vo-lesse guardare nel mio paniere…

Assistiamo ad un periodo di cambia-menti globali. I funghi come reagi-scono?A causa dei cambiamenti climatici, dellepratiche agricole o forestali, come puredell’inquinamento, ad esempio le pioggeacide, anche i funghi cambiano. Certisono diventati più rari, altri spariscono.Altri ancora diventano più frequenti: conla grande diffusione della Robinia in Ti-cino ad esempio, anche i suoi funghiparassiti sono diventati più frequenti.Un esempio famoso é l’arrivo, all’iniziodel ventesimo secolo dalla tasmania, diClathrus archeri, ora diffuso in tuttal’Europa centrale.

Grazie per l’intervista!

Affresco della cappella Plaincourault del XII se-

colo rappresentante l’albero del Bene e del

Male dove l’albero è stato interpretato da al-

cuni studiosi come un Amanita muscaria.

mini e le prime documentazioni dei suoiusi risalgono a 9000 anni fa. Alcune popolazioni siberiane lo utilizzano ancoroggi durante alcuni riti sciamanici comesostanza inebriante per entrare in con-tatto con il mondo soprannaturale.L’ Amanita muscaria è stata anche attri-buita al Soma della tradizione indianavedica che rappresenta nello stessotempo sia una bevanda dell’immortalitàche una divinità.Secondo alcuni studi anche i Vichinghiutilizzavano questo fungo prima delleloro scorrerie per potenziare la loroforza ed aggressività.Gli esempi delle culture che ne fannouso abbondano e vi è addirittura chi haassociato l’esperienza enteogica del-l’amanita al Cristianesimo affermandoche Gesù non sarebbe stato altro cheuno dei numerosi nomi che riconduce-vano all’agarico muscarico.Quello che è certo è che l’Amanita mu-scaria è un fungo che non lascia indif-ferenti e se per alcuni è il fulcro di cre-denze e pratiche magico-religiose, peraltri è un segno del demonio e per altriancora è semplicemente un appariscenteed affascinante essere che provoca fa-stidiose intossicazioni intestinali.

Serena Wiederkehr

Amanita muscaria:un mitico fungoRossa sgargiante a pois bianchi l’Amanita muscaria sembra esserel’archetipo dei funghi. Questa specie appariscente che simboleggia ilmistero dei boschi è infatti la più rappresentata del suo regno: la sitrova nelle illustrazioni di fiabe per bambini, sotto forma di amuleto ecome decorazione di ogni tipo.

Questa specie cosmopolita pare essereconosciuta pressoché ovunque e nume-rose sono le documentazioni, miti e leg-gende che le ruotano attorno.Il suo nome latino muscaria deriva dallasua utilizzazione come moschicida. Siusava infatti posare i cappelli sui davan-zali per uccidere le mosche oppure sischiacciava la parte in questione ag-giungendovi latte e zucchero per atti-rare le mosche che morivano dopoaverlo bevuto. Dal nome in italianoOvolo malefico o Ovolaccio si percepi-sce la connotazione negativa, ma anchenelle altre lingue è spesso associata allamosca o al rospo simboli del diavolo le-gati alla sua tossicità ma soprattutto aisuoi poteri inebrianti e psicoattivi.

Il potere divino dell’amanitaI suoi poteri psicoattivi non hanno peròsolamente alimentato le credenze sulsuo potere diabolico ma hanno datoluogo a innumerevoli credenze sul suopotere divino. È infatti considerata inpiù culture un fungo sacro o fungo deglidei ed è utilizzato come sostanza sacra eagente enteogeno, «rivelatore della divi-nità interiore». Gli etnomicologi hannodefinito l’agarico muscario come il piùantico allucinogeno utilizzato dagli uo-

NATURA INTERIORE 9

I più minacciatiI funghi più minacciati sono quelli dellepaludi e dei prati e pascoli magri nonconcimati. Anche i funghi alpini sono inpericolo vista l’esiguità dei loro am-bienti e delle loro popolazioni e il de-clino che si prospetta con i mutamenticlimatici in atto. Stanno in cima alla li-sta pure le specie dipendenti dal legnomorto e in decomposizione. L’aumentodel legno che giace al suolo, risultato diuna gestione forestale più attenta alleesigenze ecologiche, non sembra averancora dato i suoi frutti o meglio i suoifunghi.

10 PROTEZIONE ATTIVA

La Riserva forestale d’Onsernone, un paradiso

per i funghi (foto: Andrea Persico).

Più in pericoloche pericolosiCreature strane che spuntano in poco tempo e di cui si vede solo unapiccola parte, i funghi non solo sono effimeri ma anche minacciati.Secondo la Lista Rossa svizzera dei macromiceti, cioè dei funghi chepossiedono un corpo fruttifero di almeno 2 mm, visibile a occhio nudo,una specie risulta estinta, Armillaria ectypa, mentre un terzo delle spe-cie, di cui si dispone di dati sufficienti, risulta minacciato.

Essenziale l’integrità dell’habitatIl pericolo maggiore per i funghi derivadalla distruzione dei loro habitat: dallecostruzioni, dallo sfruttamento intensivodei prati e dall’esiguità dei biotopi la-sciati al loro libero sviluppo. A voltebasta un’alterazione delle condizioniambientali che passa inosservata ai piùper mettere in pericolo specie sensibilicome quelle dei suoli boschivi magri.L’inquinamento atmosferico odiernoconcima massicciamente i suoli di bo-schi e paludi attraverso le ricadute diazoto e li rende troppo ricchi per nume-rose specie di funghi. Per queste specievengono a mancare ambienti su cui ri-piegare perché l’effetto concimantecomprende praticamente la totalità delterritorio. L’equilibrio che lega tutti gliorganismi viventi è a volte precario co-sicché la modifica di un solo fattore puòscatenare un effetto domino che portaalla scomparsa delle specie.

I fungiatt innocui se rispettosiContrariamente a ciò che si credeva untempo, le ricerche recenti indicano chela raccolta dei funghi non rappresenta diper sé una minaccia. Niente paura dun-que per i nostri fungiatt purché stiano at-tenti a rispettare i limiti prescritti e noncalpestino oltremodo il terreno. In effettile ricerche hanno rivelato che sulle su-perfici continuamente calpestate il nu-mero di fruttificazioni è inferiore di unquarto rispetto a quello delle superficidove non vi è stata raccolta.Benvengano dunque coloro che amano eraccolgono i funghi promuovendone laconoscenza e rispettandone gli habitat,che stanno alla base del rispetto e dellaprotezione.

Serena Wiederkehr

Dal 2005 La Riserva forestale d’On-sernone é oggetto di importanti ricer-che micologiche. Con i suoi 781 ettariboschivi la riserva é uno dei rari ha-bitat di vaste dimensioni che può svi-lupparsi in modo naturale. Finorasono state recensite quasi 1000 spe-cie che indicano non soltanto la ric-chezza micologica della zona matestimoniano anche della qualità delbosco in generale.www.riservaforestaleonsernone.chwww.funghionsernone.ch

PROTEZIONE ATTIVA 11

Amanita submembranacea (foto: Andrea Persico)

LISTA ROSSA: cos’è e a cosa serve?La Lista Rossa é un elenco delle specie animali, vegetali e fungine del pianeta edella loro attribuzione a specifiche categorie di minaccia secondo i criteri del-l’Unione internazionale per la conservazione della natura e delle sue risorse.Le Liste Rosse pubblicate o riconosciute dall’Ufficio federale dell’ambiente(UFAM) sono un supporto importante per la politica di protezione della natura edel paesaggio e permettono di identificare i biotopi degni di protezione.

La Lista Rossa dei macromiceti comprende il 32% delle specie classificate, piùprecisamente:– 1 specie estinta in Svizzera– 81 (3 %) in pericolo d’estinzione– 360 (12 %) minacciate– 495 (17 %) vulnerabili– 143 specie (5 %) potenzialmente minacciate1876 specie (il 63 % di quelle classificate) non risultano minacciate, mentre un ulteriore 40 % non ha potuto essere classificato a seguito dei dati lacunosi.

12 RITRATTO

La capacità di muoversi autonomamente non è riservata al solo regnoanimale. Vi sono funghi dalla massa gelatinosa – i mixomiceti – chesanno strisciare per catturare le proprie prede. Con un po’ di fortunali si può osservare anche da noi, e con un po’ di accortezza addiritturacoltivare… rispettivamente allevare!

Quando ricevo in ufficio chiamate dipersone allarmate per la presenza dicorpi strani in giardino, solitamente sitratta di phallacee, un particolare fungoche per la sua forma bizzarra e l’odorepenetrante non può passare inosservato.Oppure sono mixomiceti, che a dispettodelle dimensioni solitamente ridotte(meno di 3 mm), in condizioni partico-lari come le proliferazioni batteriche dicui si cibano, possono colonizzare anche10 e più metri quadrati.

Fungo predatoreAnche se possono «predare» corpi moltopiù grandi di loro, i mixomiceti sonoinnocui. Alcune specie, ad es. in Mes-sico, vengono consumate. Prima di frut-tificare i mixomiceti assomigliano piut-tosto ad animali perché si spostano«strisciando» su superfici umide alla ri-cerca di batteri, spore, alghe o altro dicui nutrirsi. In questa fase vitale hannoconsistenza gelatinosa e possono rag-giungere notevoli dimensioni. I colorivariano dal bianco, al giallo, all’aran-cione oppure al rosso, a seconda dellecondizioni ambientali e della dieta. Pos-sono vivere ovunque ci sia materiale or-ganico in decomposizione: nel suolo,nei detriti vegetali o nel legno morto esopportano siccità e freddo. Li si ritrovaai margini della neve in scioglimento enei deserti mentre sono rari in ambienticostantemente umidi come le forestetropicali.

Osservabili anche da noiAlle nostre latitudini si possono osser-vare i mixomiceti soprattutto in prima-vera e autunno. In inverno bisogna cer-carli in luoghi riparati dal gelo, neivecchi tronchi marcescenti o sottograndi rami abbattuti; in estate negli am-massi umidi di foglie morte e nel mu-schio su muri e tronchi.

Eppur si muove…

Si tratta degli organismi più prossimi afunghi e animali: la loro vita trae origineda una spora (da qui il nome mixomi-ceti, dal greco myxa = mucillagine e my-ketes = funghi). Dalla spora però non sisviluppa un micelio come nei funghi,bensì un’ameba, microscopico organi-smo monocellulare che cambia formamentre si muove. Da cui, la somiglianzacon gli animali. Si conoscono ca. 1000specie di mixomiceti nel mondo, 100 inSvizzera e una cinquantina sono con-servate al Museo cantonale di storia na-turale di Lugano.I mixomiceti sono facilmente coltiva-bili in scatola chiusa su una carta assor-bente umida partendo dalle spore con-tenute in ogni sorta di detrito vegetale.Se dopo alcuni giorni si vedono le primefruttificazioni (all’inizio non superano ilmezzo millimetro) è probabile che dopoun mese cellule più grosse (i cosiddettiplasmodi) invadano la scatola, spostan-dosi alla ricerca di batteri.

Neria Roemer(Museo cantonale di storia naturale)

Fruttificazione di Arcyria denudata (foto: Neria

Roemer, Museo cantonale di storia naturale di

Lugano).

Sotto: un mixomicete sta invadendo i tessuti di

una foglia morta di castagno (foto: Andrea Per-

sico).

RITRATTO 13

Strategia lungimiranteLa leggenda per cui con le mummie egi-zie siano stati rinvenuti dei semi pluri-millenari di frumento ancora capaci digeminare, é ben nota e altrettanto falsa.D'altro canto sappiamo che certe pianteproducono dei semi che, dormienti,mantengono il loro potere germinativoper decenni o addirittura secoli. Spessole piante dai semi particolarmente lon-gevi sono delle malerbe pioniere, checrescono bene sui suoli nudi e in situa-zioni prive di competizione, ma che spa-riscono quando la copertura vegetale di-venta più fitta e la competizione per lerisorse, la luce e e i nutrimenti, più ag-guerrita. Si assiste così ad una succes-sione vegetale, con ambienti che manmano diventano più maturi e specie dipiante che si susseguono fino a formareformazioni vegetali stabili nel tempo.Le piante pioniere non spariscono deltutto: persistono i loro numerosissimi epiccoli semi nella cosiddetta banca delsuolo. Con il passare degli anni molti fradi loro muoiono, vittime di esaurimento,predazione o decomposizione. Alcuniinvece dormono tranquilli, pronti a ger-minare non appena le condizioni di vitadiventano di nuovo favorevoli.

Fango rivitalizzanteNei terreni recentemente rimodellati lungo le rive del Laghetto di Muz-zano la biodiversità é esplosa. Numerose piante credute estinte, maiviste nella riserva o addirittura nuove per il Ticino, i cui semi giacevanosepolti da decenni nel suolo fradicio, hanno trovato le condizioni giu-ste per germinare e fiorire.

Da sinistra a destra:

Bidens cernua, una riapparizione lampo,

Gratiola officinalis, creduta estinta nella riserva,

Centaurium erythraea, stupenda genzianacea

(tutte le foto: Nicola Schoenenberger).

Cyperus glomeratus, una nuova scoperta.

Gradite sorprese Negli ultimi anni intorno al Laghetto diMuzzano sono stati creati diversi stagnie il livello di molti terreni a riva è statoabbassato per promuovere il canneto (al-trimenti declinante) e la sua avifauna,come pure gli anfibi e le libellule. Adopera compiuta tutto il nostro interesseera volto a scovare le prime covate dirane e rospi, e le crisalidi delle libel-lule. Gli animali sono tornati, ma le sco-perte più sensazionali ce le hanno riser-vate le piante: specie sparite dal laghettoda decenni, o mai segnalate in prece-denza, presenti nella lunga lista dellespecie estinte. Non ci eravamo resi contoche c'erano eccome: sotto forma di mi-nuscoli semi, ben conservati sotto terranei suoli fradici poveri di ossigeno.Aspettavano solo l'evento traumaticodella pala della scavatrice per tornare ageminare nell'ambiente che preferi-scono: i suoli nudi, scaldati dal sole,tutti da colonizzare.

Nicola Schoenenberger

14 IN BREVE

Gambero dai piedi bianchi (foto: Andrea Per-

sico).

Acqua allaMorobbiaIl comune di Giubiasco tenta nuova-mente di sfruttare tutta una serie di sor-genti in Val Morobbia per approvvigio-narsi con acqua potabile. Un primotentativo analogo era naufragato nel2006 su ricorso della Federazione tici-nese per l’acquicoltura e la pesca(FTAP) presso il Tribunale cantonaleamministrativo. Sull’acquedotto verreb-bero innestate due centraline idroelettri-che. Il previsto sfruttamento sarebbe tal-mente intenso da richiedere laconcessione a tappeto di deroghe ai de-flussi minimi. Pro Natura e il WWFcome pure la FTAP però non ci stanno.In un’istanza al Consiglio di Stato, ProNatura chiede che vengano dapprimaprese tutte le misure per un uso razionaledell’acqua come ad esempio ha fatto ilcomune di Gordola, risparmiando così imilioni dell’investimento che avrebbecostato il nuovo acquedotto, rivelatosi,nel frattempo, superfluo.

Laveggiosenza bacinoL’interminabile Telenovela del bacino dilaminazione sul Laveggio presenta unanuova puntata. Il Gran Consiglio è chia-mato a stanziare il credito per la costru-zione della diga che in caso di piena(una o due volte all’anno) sommerge-rebbe e infangherebbe una palude d’im-portanza nazionale e altri ambienti na-turali. Essi ospitano il gambero dai piedibianchi e la lampreda di ruscello, mi-nacciati d’estinzione. Col sostegno diPro Natura e del WWF un neocostituitogruppo di «Cittadini per il territorio» haora pubblicato un pieghevole per mo-strare lo straordinario pregio degli am-bienti naturali del Laveggio e per invi-tare il Gran Consiglio a respingere ilcredito. In realtà il bacino non risolve-rebbe, a detta dei suoi stessi promotori,i problemi delle piene causate dalla ce-mentificazione e dall’infelice correzionedi due riali, mentre soluzioni alterna-tive non sono state approfondite.

ZERO – SEDICI 15

Attività giovanilie per le scuole

Come partecipare alle uscite?Visitate il nostro sito:www.pronatura.ch/ti/giovanidove potete iscrivervi online, oppurespedite una cartolina postale firmatadai genitori indicando nome, indi-rizzo, telefono, e-mail, data di nascitae allergie a: Pro Natura Giovani, CP.2317, 6501 Bellinzona, possibilmentetre settimane prima dell’attività.Attenzione: l’assicurazione è a caricodei partecipanti. Posti limitati.Agli iscritti sarà data conferma e ver-ranno fornite indicazioni sui luoghi,gli orari e il materiale da prendere.

I boschi incantati di TessereteLe foreste ricoprono oltre la metà delnostro territorio. Fitte e misteriose, essecelano moltissimi segreti. Venite con noiper vivere una giornata in compagnia dialberi ed altri abitanti del bosco.Ultimissimi posti!

Siamo all’undicesimo anno di vita delgruppo giovani, e quasi tutte le nostre at-tività segnalano il pienone e lunghe listedi attesa. Un gran successo insomma.Potremmo proporre più attività ma scar-seggiano gli animatori, tutti volontari.Se qualcuno fosse interessato o cono-scesse persone disposte a diventare ani-matore del nostro gruppo può comuni-carcelo: saremo lieti di poterleintrodurre alle nostre attività!I nostri monitori hanno in genere al-meno 17 anni, sono appassionati di na-tura senza forzatamente essere degliesperti in materia: quello che conta èvivere e far vivere dei bei momenti al-l’aperto ai partecipanti.Maggiori informazioni sul nostro sito:www.pronatura.ch/ti/giovani/moni-tori.php

Oltre al gruppo giovanile, Pro NaturaTicino propone e organizza per le scuoleattività nella natura. Condotte da ani-matori formati su temi specifici come lavita delle farfalle, gli abitanti di stagni efiumi o sulla biodiversità, queste uscitepermettono ai partecipanti di scoprirealcuni segreti della natura svolgendo va-rie attività: ricerca, osservazione direttae discussione sono proposte in modo lu-dico e coinvolgente per stimolare la cu-riosità dei ragazzi.Le nostre proposte non si svolgono inclasse ma all’aperto, magari nelle vici-nanze della vostra scuola, e a direttocontatto con la natura.Per maggiori informazioni non esitate acontattarci o a visitare il nostro sito in-ternet all’indirizzo:www.pronatura.ch/ti/educazione/

Data: sabato 31 ottobre 2009.Luogo: boschi di Tesserete.Partecipanti: da 8 a 13 anni, massimo25 partecipanti.Equipaggiamento: buone scarpe, abiticaldi, K-way e un picnic slurposo.Prezzo: 10.– per partecipante.I partecipanti al campo estivo «Pro Natura

Jones…» prima della salita che li ha portati alla

scoperta della Valle Perduta. Aperitivo di fine annoSabato 12 dicembre organizziamo a par-tire dalle 16.30 circa nell’Aula sull’ac-qua sul Laghetto di Muzzano, un piccoloaperitivo: sarà una gradita occasione perpoterci vedere senza lo stress dei bi-glietti e dei treni e per conoscerci me-glio. Inoltre abbiamo una quantitàenorme di foto che potremo proiettarecome sfondo a questo incontro.Chi volesse può contribuire con qualchestuzzichino o una torta.

Maggiori dettagli saranno forniti in se-guito agli iscritti e a chi ha partecipatoalle uscite quest’anno.Per informazioni o iscrizioni vedi ri-quadro sulla sinistra. Speriamo che sa-rete numerosi a questa mini-festa!Considerato lo spazio esiguo dell’Aulasull’acqua, è gradita la riservazione.

Siete tutti i benvenuti!