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1 l’Arte Moderna IL NOVECENTO L'ARTE NEL PRIMO DOPOGUERRA RITORNO ALL'ORDINE e ARTE NELLE DITTATURE

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l’Arte ModernaIL NOVECENTO

L'ARTE NEL PRIMO DOPOGUERRA

RITORNO ALL'ORDINE e ARTE NELLE DITTATURE

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Il "ritorno all'ordine" l'arte in Italia nel Primo Dopoguerra

la MetafisicaDopo la nascita del messaggio rivoluzionario futurista, la scena artistica italiana prese le distanze da questo movimento e dalle avanguardie, negli anni precedenti e successivi alla Prima Guerra Mondiale.Artisti italiani come Giorgio De Chirico, suo fratello Alberto Savinio (nome d'arte di Andrea De Chirico), Giorgio Morandi, Carlo Carrà (ex futurista) sostennero "il ritorno all'ordine" cioè il ritorno ad un'arte figurativa.Nel 1916, nacque a Ferrara la Metafisica, la rappresentazione di "ciò che è al di là delle cose fisiche".  Metafisica quindi significa quindi andare al di là del dato fisico della realtà per costruire un meta­realtà. Il risultato sono immagini, nelle quali scompare la figura umana, in un mondo che pullula di apparizioni, manichini e oggetti in spazi rappresentati con prospettive incongruenti.L'arte metafisica precorre il Surrealismo.Sotto, "Le Muse Inquietanti", 1916, Milano, Giorgio De Chirico.

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La Metafisica­ Giorgio de Chirico

Giorgio De Chirico (1888­1978), utilizza gli strumenti della de­contestualizzazione e del disorientamento, per trasportare lo spettatore in un mondo sconosciuto nel quale il tentativo di attenersi alla realtà è sostituito dall'eterno dubbio.Giorgio De Chirico fu l'artista italiano più influente nel periodo delle Avanguardie. 

Sotto, "Le Muse Inquietanti", 1916, Milano.

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L'ARTE NEI REGIMI TOTALITARIITALIA

L'arte nel regime fascista

In Italia, a differenza che nella Germania nazista, non fu creata un'arte di regime. All'inizio, Mussolini, per ottenere il consenso tra gli intellettuali e artisti favorendo mostre, premi, acquisti e grandi esposizioni, senza ostacolare il pluralismo e la libertà dei linguaggi artistici. Mussolini non si preoccupava del rapporto del suo movimento con gli intellettuali italiani. Però dopo l'assassinio di Matteotti (1924) e l'instaurazione della dittatura (1925) e la nascita dell'opposizione al fascismo furono redatti due manifesti intellettuali fascisti. Per portare gli intellettuali ad aderire al nuovo pensiero fu fondata l'Accademia d'Italia, dove i membri, con un giuramento alla Patria fascista potevano godere di una posizione di prestigio e un discreto guadagno.

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L'ARTE NEI REGIMI TOTALITARIITALIA

L'arte nel regime fascista

Nelle arti figurative, lasciando libero il linguaggio, si accentrarono e potenziarono le istituzioni espositive, con la nascita della I Quadriennale romana (1931), che si aggiunse alla Biennale di Venezia. Fu organizzata in seguito una Mostra per il decennale della marcia su Roma, alla quale parteciparono artisti futuristi della seconda generazione e pittori come Sironi (metafisico) e architetti razionalisti.Sotto, mosaico del 1935 di Mario Sironi (1885.1961) che rappresenta l'Italia corporativa, cioè il sindacato creato dal fascismo.

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L'ARTE NEI REGIMI TOTALITARIITALIA

L'arte nel regime fascistaCon l'alleanza di Mussolini con Hitler, le leggi razziali del 1938, il regime cerca di allineare l'arte al pensiero fascista, per celebrare "la nuova civiltà fascista".Nascono premi, come quello di Cremona, dove si chiede di rappresentare temi come "l'auscultazione alla radio di un discorso del Duce". Nella situazione storica e politica sempre più drammatica, nel 1942, Renato Guttuso espose, al Premi Bergamo, la famosa "Crocefissione", rappresentazione metaforica dell'amara condizione della cultura europea.  Sotto, "Crocefissione", 1941, Renato Guttuso (uno degli artisti italiani più importanti del Secondo Dopoguerra).

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L'ARTE NEI REGIMI TOTALITARIITALIA

L'architettura nel regime fascistaIl pensiero razionalista della Bauhaus e di Le Corbusier* influenzò gli architetti italiani nel Primo Dopoguerra, periodo nel quale il fascismo saliva al potere. L'architettura razionalista, in Italia fu identificata col regime fascista, perchè ne condivideva lo spirito di modernizzazione del Paese.Quando, però, gli architetti razionalisti italiani si resero conto che dietro l'adesione fascista al razionalismo era una facciata che nascondeva un sistema repressivo e dittatoriale era ormai troppo tardi.Gli architetti italiani crearono nel periodo fascista un vero e proprio stile unitario, probabilmente l'ultimo nella storia dell'architettura. Tra gli interventi urbanistici più importanti è da ricordare quello di Via della Conciliazione a Roma, la strada che come un boulevards dà un accesso monumentale a Piazza S. Pietro. L'intervento urbainistico, che celebrava la conciliazione dello Stato italiano con il Vaticano nei Patti Lateranensi, snaturò il progetto seicentesco di Piazza S. Pietro del Bernini.Sotto, i quartieri demoliti per la costruzione di Via della Conciliazione e la via appena costruita.

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*Le Corbusier

Charles­Edouard Jeanneret (1887­1965), in arte Le Corbusier fu un importantissimo architetto, nonché artista in generale. Fondatore del Purismo, il movimento che voleva purificare l'arte al di là di Braque e Picasso, realizzò anche la rivista "L'Esprit nouveau".La sua visione dell'architettura è detta "funzionalismo" e si basa sul principio che l'estetica si basa non sulla forma ma sulla funzione, quindi più un edificio è funzionale più è bello.Nel 1926 stabilì 5 punti per un'architettura funzionale.Sotto Villa Savoye (1929­31) Poissy, Francia.

1.PILOTIS 2.TETTO GIARDINO 3. LIBERO SPAZIOPROGETTUALE 

4. LIBERO DISEGNO DELLA FACCIATA  5.FINESTRE

ORIZZONTALI

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L'ARTE NEI REGIMI TOTALITARIGERMANIA

L'arte nel nazismo

Il regime nazista impose all'arte e alla cultura tedesca di adeguarsi e promuovere l'idea della superiorità del popolo tedesco e della razza ariana.Hitler, partendo dall'esperienza italiana del Fascismo, utilizzò la propaganda e il controllo della cultura per affermare la dittatura.Nel 1936, furono organizzate le Olimpiadi a Berlino e nel 1937 (anno di Guernica), a Monaco fu inaugurata la mostra "dell'arte degenerata", critica feroce alle Avanguardie, come l'Espressionismo esempio.La mostra seguiva altre già organizzate dei nazisti prima della loro salita al potere, come quella chiamata Skrekenskammer (Camera degli orrori dell'arte). I nazisti licenziarono dalle Accademie d'arte artisti famosi, come Paul Klee.Sotto Hitler alla mostra dell'arte degenerata e ad una mostra che esalta il sacrificio del soldato tedesco in guerra. 

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L'arte nazista doveva esaltare la superiorità e bellezza della razza ariana affermando la supremazia di un'arte tedesca e popolare. I nazisti esaltavano l'arte di origine tedesca e infatti, Goebbels (Ministro nazista della Propaganda) sosteneva al contrario di molti l'arte espressionista, perchè era comunque nata in Germania.

Sotto, un quadro di Albert Janesch: gli atleti sono spesso rappresentati in gruppo perchè combattono insieme per la vittoria finale.

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La nuova arte nazista si ispirava all'arte classica, in un'opera dell'attrice regista Leni Riefenstahl, un campione sportivo tedesco filmato nella posizione del Discobolo di Mirone con un effetto di dissolvenza si trasformava nella statua greca a simboleggiare il legame della Germania moderna con la Grecia Classica.

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L'ARTE NEI REGIMI TOTALITARIU.R.S.S.

L'arte in Russia e nell'Unione Sovietica

In Russia, il vento rivoluzionario delle Avanguardie fu accolto come anticipatore della vera rivoluzione sovietica. Gli artisti russi, tra il '12 e il '17, fondarono diversi movimenti ispirati dall'arte astratta: Raggismo, Costruttivismo e Suprematismo. Con la Rivoluzione d'Ottobre, la visione totalitaria dello Stato si sposò con l'aspirazione utopica degli artisti d'avanguardia di rifondare la società con un'arte slegata dal passato.Sotto "Raggismo Rosso" 1913, Michail Fedorovic Larionov

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L'avanguardia russa, nei primi anni dell'Unione Sovietica, si legò al potere e lo utilizzò per demonizzare forme d'arte diverse da essa. Il potere sentiva che serviva l'avanguardia artistica per mobilitare in una certa direzione la società. In seguito, fu la popolazione stessa, che stufa degli eccessi dell'arte d'avanguardia ­ come quello di dipingere tutti gli alberi del Cremlino per far sentire che l'arte e il Partito entravano ovunque nella città ­ spinse per un'arte differente. Negli Anni Venti, nacquero numerosi gruppi di artisti, che ritornavano a dare valore alla tradizione tecnica artistica del passato. 

Sotto, un quadro del realismo russo nel quale Lenin lavora con degli operai.

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Il ritorno graduale ad una figurazione naturalista diede origine negli Anni Trenta al Realismo Socialista. Il Realismo Socialista vide artisti grandissimi, come i musicisti Prokofief, Sostakovic, Chacaturian, nel cinema Eisenstein e nella letteratura Pasternak.

Nella pittura, ispirandosi alla pittura dei pittori "Ambulanti" dell'Ottocento, più che curarsi della rappresentazione della realtà rendeva visibile "il sogno del mondo staliniano".

Sotto, il quadro preferito da Stalin "I Battellieri del Volga"(1870­73) del "grande" ambulante Repin. Un gruppo stremato di poveri battellieri traina un battello con la sola forza della volontà, mentre sullo sfondo, piccolissimo, sfreccia una nave a vapore. La rappresentazione dell'ingiusta società zarista che la Rivoluzione ( e Stalin) aveva voluto combattere.  

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Il sogno staliniano: se lo sognavi era il massimo, se sbagliavi sogno finivi malissimo, una questione di vita o di morte. Per questo si potrebbe dire che l'opera real­socialista più riuscita è la mummificazione di Lenin nel 1924, vera icona per qualche fanatico comunista sopravvissuto.

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Nel Secondo Dopoguerra, il realismo rimase lo stile prevalente, ma l'arte russa uscì dalla scena internazionale, per essere rivalutata solo in tempi recenti, dieci anni dopo la caduta del muro di Berlino.Sotto, quadro del realismo russo del periodo della Guerra fredda: un inno allo sport femminile all'epoca di Breznev.