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RISULTATI DEL REPORT SULLA CONTRATTAZIONE
AZIENDALE DEL COMPARTO CHIMICO, 2009 - 2012
Presentiamo al IV° Congresso della Femca Cisl il 2° report sulla Contrattazione
Aziendale nel Comparto Chimico convinti che sia uno strumento utile di analisi e di
valutazione quantitativa e qualitativa della contrattazione svoltasi nelle aziende, dopo
l’accordo del 2009 sulla Riforma del sistema contrattuale, ed i successivi accordi
interconfederali e rinnovi dei CCNL.
Il Report è basato sui dati acquisiti dalle strutture territoriali e regionali, su 222 accordi
sottoscritti nell’arco di tempo che va dal 2009 al 2012, di cui 56 nuovi che si sommano a
quelli del precedete Report, e quindi sulla valutazione dei relativi contenuti ed ai
risultati prodotti dalle intese tra le Parti a livello aziendale.
Questa indagine è altresì utile a verificare il grado di coerenza tra gli accordi e le
norme definite nei CCNL, negli Accordi Interconfederali e le indicazioni contenute nelle
Linee Guida per la Contrattazione Aziendale di Comparto, ed anche se essa ha
prodotto novità ed esperienze che possono essere prese da esempio.
Il Report non ha la pretesa di essere esaustivo per ciò che riguarda i dati quantitativi,
non avendo noi a disposizione una raccolta sistematizzata degli accordi e quindi non
prendetelo come strumento statistico.
Ciò nondimeno il numero degli accordi pervenuti, 222, è significativo e certamente
indicativo di ciò che è avvenuto in questi anni; può dare una idea abbastanza fedele
di alcune tendenze qualitative della contrattazione aziendale, che possono essere
usate per le nostre riflessioni, valutazioni e per tarare le nostre iniziative.
La negoziazione ha assunto un rilievo importante nel dibattito politico-sindacale negli
ultimi anni. Ha avuto un forte impulso con l’Accordo Interconfederale del 22 Gennaio
2009, l’Accordo sulla Produttività e quello del 28 giugno 2011, sono stati definiti i livelli
degli assetti contrattuali, le nuove regole e le procedure della contrattazione e della
rappresentanza.
Dal 2008 i Governi da parte loro hanno sostenuto, oggi anche in modo strutturale, lo
sviluppo della contrattazione di secondo livello con azioni sulla tassazione agevolata
del salario variabile legato agli incrementi dei fattori della competitività delle imprese,
contenute nel DPCM del 22 gennaio 2013 e la successiva circolare attuativa.
E’ oramai acquisito anche dagli accordi interconfederali, che Relazioni Industriali
partecipative concorrono a sviluppare la competitività delle aziende e del sistema
produttivo italiano e possono dare un importante impulso all’occupabilità.
A questo proposito ricordiamo il “Patto per il sostegno ed il rilancio della competitività e
dell’occupazione” sottoscritto il 27 giugno 2011 con Federchimica e Farmindustria,
propedeutico alla costruzione del percorso del recente rinnovo del CCNL.
Il rafforzamento della contrattazione di secondo livello è stato definito anche dai CCNL
del comparto negli ultimi rinnovi, ha nuove norme e linee guida tese ad orientare,
indirizzare e agevolare l’azione ai fini della promozione aziendale del sistema
contrattuale ed aiutare la diffusione dei Premi di Partecipazione e di Risultato nelle
piccole e medie imprese.
Il lavoro di potenziamento dell’articolazione contrattuale ha l’obiettivo di far assumere
alla contrattazione aziendale, la centralità dei modelli relazionali, fondati sulla logica
dei rapporti partecipativi ispirati al confronto, al dialogo e alla costruzione di soluzioni
condivise.
La contrattazione di 2°livello diventa sempre più efficace e strategica quando più
riesce a comprendere e misurarsi con i problemi e le condizioni ed i rapporti in azienda.
La Femca, la Cisl, intuendo i grandi processi di cambiamento che stanno avvenendo a
livello globale ed in particolar modo nei processi produttivi e nel mondo del lavoro
hanno sempre di più dato un peso crescente alla contrattazione di 2°livello,
assegnando agli attori locali (lavoratori, RSU e datori di lavoro) un sempre maggiore
ruolo per la definizione di materie quali orari di lavoro, organizzazioni, professionalità,
formazione mercato del lavoro che possono migliorare ed accrescere la produttività,
la qualità e l’efficienza quindi un approccio più flessibile, più personalizzato ed a misura
di azienda a seconda delle diverse situazioni.
Anche con la crisi, che ha inciso sulla contrattazione aziendale, la FEMCA non ha
rinunciato al suo ruolo negoziale e contrattuale, al contrario la produttività, l’efficienza,
il salario e l’occupazione si difendono con maggiore partecipazione dei lavoratori e
del sindacato alla vita ed alle scelte dell’azienda, assumendosi maggiori responsabilità
nelle scelte.
Come evidenziato dai dati dell’OCSEL, l’osservatorio sulla contrattazione della CISL, nel
2011 circa il 40% degli accordi aziendali sono di natura difensiva, cioè riorganizzazioni e
ristrutturazioni aziendali, mentre gli accordi sul salario variabile sono diminuiti dal 57 al
36% (come riportato dal grafico).
Per questo abbiamo accettato le sfide sottoscrivendo e sostenendo gli Accordi
Interconfederali e i rinnovi contrattuali che contenevano questi elementi di novità
(accordi modificativi, deroghe concordate) che danno maggior ruolo alla
contrattazione aziendale ed alle RSU e strutture territoriali.
La bontà di questo nuovo modello ha avuto la conferma nell’ultima tornata dei rinnovi
contrattuali.
Il modello sulla rappresentanza sindacale aziendale nel sistema contrattuale, nella
sostanza, viene confermato dai recenti Accordi Interconfederali del 28 giugno 2011 e
21 settembre 2011, siglati unitariamente, che definiscono un ruolo e competenze in
particolare a livello aziendale nell’attuazione di deroghe al CCNL.
Come Comparto in questi ultimi anni ci siamo dotati di un progetto di lavoro, fatto di
seminari, di direttivi, di formazione, che abbiamo elaborato e discusso nelle riunioni
organizzate e sintetizzato in un documento che contiene le Linee Guida sulla
Contrattazione Aziendale, che riteniamo debba essere aggiornato alla luce delle
novità emerse.
La formazione è stata avviata con il seminario al Centro Studi di Firenze centrato su due
moduli di formazione e aggiornamento a cui hanno partecipato delegati e strutture
territoriali. E’ stato predisposto l’Osservatorio del Comparto per la raccolta degli
Accordi aziendali a cui si riferisce questo Report.
Ciò ha dato avvio ad un scambio di informazioni e di conoscenze delle esperienze
fatte sul campo, che dobbiamo continuare a promuovere per migliorare e rafforzare
la nostra azione.
Strumenti partecipativi, Saper leggere i bilanci, conoscere i processi produttivi ed
organizzativi delle aziende, gestire la formazione, gli orari di lavoro, i temi della
Responsabilità Sociale e del Welfare, saper comunicare ed informare i lavoratori,
saranno gli elementi di successo che ci permettono di fare sempre maggior
proselitismo per la nostra Femca ed affermare sempre di più la contrattazione nei
luoghi di lavoro.
ANALISI
Alla struttura nazionale in questi anni sono pervenuti 222 Accordi integrativi aziendali, i
periodi di riferimento degli Accordi sono relativi agli anni 2009-2010-2011-2012.
Gli Accordi ricevuti ed analizzati sono così suddivisi per Regioni:
Regione n. accordi % accordi
Lombardia 111 50%
Piemonte 19 9%
Accordi Nazionali
25 11%
Toscana 7 3%
Emilia R. 11 5%
Lazio 8 4%
Molise 3 1%
Puglia 4 1%
Calabria 1 0,3%
Friuli 2 0,5%
Veneto 19 9%
Trentino 1 0,3%
Marche 2 0,5%
Umbria 8 4%
Liguria 1 0,3%
Nord
Centro Sud Accordi Nazionali
Lombardia 111 Umbria 8 Calabria 1 25
Piemonte 19 Marche 2 Puglia 4
Toscana 7 Lazio 8
Emilia R. 11 Molise 3
Friuli 2
Veneto 19
Trentino 1
Liguria 1
Totale 171 Totale 21 Totale 5 Totale 25
Percentuali di Accordi per aree geografiche
Le aree contrattuali sono così articolate:
Accordi provenienza contrattuale
0
20
40
60
80
100
120
Gomma Plastica Vetro Ceramica Chimico
Farmaceutico
47
198
148
Totale 222
Gli accordi analizzati sono di aziende con una forte variabilità dimensionale in termini
occupazionali, fatturato, siti produttivi, aziende multinazionali – nazionali di piccola e
media dimensione.
Le aziende censite riscontrano queste classi dimensionali:
Quote percentuali di provenienza contrattuale
da 0 a da 100 a da 300 a da 500 a da 1000 da 2000 Oltre
81
67
34
18 15
4
La prevalenza degli Accordi esaminati riflette anche la consistenza e la variabilità della
contrattazione, in termini quantitativi e qualitativi, testimoniano differenti approcci al
negoziato ed identificano le differenze produttive.
Dallo studio effettuato abbiamo rilevato che dagli Accordi integrativi sono interessati
circa 70.000 lavoratori dei quattro settori:
Gomma Plastica 12.500
Vetro 7.000
Ceramica 4.500Chimico -
Farmaceutico 46.000
% Istituto materie negoziate sul totale accordi di 2°livello
Qui di seguito evidenziamo le tematiche qualificanti dei vari Accordi.
Materie affrontate negli Accordi
Orario di lavoro
Ambiente di lavoro
Formazione
Responsabilità Sociale Impresa
Indennità aziendali varie - Turni - Presenza
Inquadramento Professionale- Classificazioni
Mercato del lavoro Occupazione Somministrazione …
Part time
Produttività Organizzazione lavoro
Ticket Restaurant- Mensa
Diritti
Reperibilità
Pari Opportunità
Maternità
Telelavoro
Sostegno al reddito
Quadri
52
43
47
44
34
31
26
27
17
19
16
11
10
6
4
1
1
103 Accordi contengono un solo capitolo il rinnovo del Premio di Partecipazione o
di Risultato, con una variabilità temporale di vigenza, da uno tre anni (in linea
con l’Accordo Interconfederale con l’ unica eccezione di un accordo
quinquennale.
79 Accordi contengono almeno 2 materie negoziate e/o discusse. Queste
materie sono le più varie e contengono il premio di Partecipazione o di
Risultato, le Relazioni Sindacali, la Responsabilità Sociale d’Impresa, gli orari,
gli inquadramenti, l’Ambiente e Sicurezza.
40 Accordi su materie varie ad esclusione dei premi legati agli obiettivi si
concentrano sull’orario di lavoro (flessibilità – staff leasing), sul telelavoro, sulla
formazione e sulla defiscalizzazione dei Premi
Firmatari Accordi
Tutti gli accordi hanno visto la firma della RSU.
In 151 Accordi la stipula è stata effettuata con l’assistenza delle strutture sindacali
territoriali, in 25 casi firmati dal livello nazionale ed infine in 5 accordi con l’apporto delle
strutture regionali.
Abbiamo esaminato le materie discusse e negoziate nei vari accordi sia di contenuto
economico che normativo. Dalla tabella si evidenzia che negli accordi triennali è
sempre presente il rinnovo del Premio di Partecipazione o di Risultato (182 Accordi)
nelle varie forme più confacenti e rispondenti alle esigenze aziendali.
Firma RSU Firma strutture Firma strutture Firma strutture
222
151
255
Relazioni Industriali
Informazione 1a parte CCNL Consultazione Confronto Esame congiunto
Incontri periodici annuali
Incontri periodici semestrali
Incontri periodici trimestrali
Ruolo RSU
51
29
18
13
5
In 61 casi sono stati inseriti capitoli sulle Relazioni Industriali, soprattutto nelle grandi
aziende e/o gruppi. Si è costruito un modello di relazioni con incontri
annuali/semestrali/trimestrali.
I maggiori temi di informazione sono costituiti dagli andamenti produttivi –
occupazione – orari – formazione – investimenti – ambiente – dall’andamento dei
premi variabili; parte preponderante è racchiusa nelle informazioni che le varie
Direzioni forniscono alle RSU. Le parole che maggiormente ricorrono sono, “informazioni
preventive su progetti di investimenti e programmi industriali”, “esame congiunto su
problematiche aziendali con la ricerca della condivisione”, “attraverso un confronto
costruttivo e partecipativo delle Parti anche allo scopo di una riduzione dei conflitti”.
Dalla lettura emergono significativi passi in avanti nell’impostazione delle Relazioni
Sindacali sempre più basata sul confronto con le RSU e le OO.SS.; sarà importante
verificare se tutto ciò che è stato concordato su questo tema diventa praticabile nella
gestione delle relazioni tra i firmatari.
In questo contesto avanzamenti sono avvenuti con la costituzione degli “Osservatori
Aziendali”.
Orario di lavoro
Tema ricorrente: l’orario di lavoro definito in 52 accordi dove principalmente vengono
concordate le flessibilità di orario (turnazioni, ciclo continuo, gestione delle ROL, orari
settimanali), così come i calendari annui con i ponti, la programmazione delle ferie, le
fermate. In taluni accordi la definizione delle prestazioni eccedenti ed il monitoraggio
degli orari supplementari e straordinari.
Nelle aziende soprattutto chimiche sono state regolamentate la reperibilità con
modalità degli orari, le disponibilità ed i relativi compensi economici. Solo in pochissimi
casi si è fatto riferimento al conto ore contrattuale, perché annualmente si definisce la
sua gestione ma anche perché è diminuito l’interesse sindacale su questo tema.
Ambiente e Sicurezza
Il tema dell’ambiente di lavoro trova forma in 43 accordi anche se in diversi casi si è
trattato nel capitolo delle Relazioni ed Informazioni.
Negli Accordi l’attenzione si è focalizzata sulla informazioni alle RSU e sulla formazione
dei lavoratori con una attenzione per i neo assunti. Nelle aziende, soprattutto chimiche
e di una certa dimensione.
Si definisce il coinvolgimento fattivo dei vari soggetti – RSPP/RLSSA e Medico
Competente- al miglioramento della sicurezza e dell’ambiente.
Nell’applicazione dei Protocolli, che troviamo nel settore Ceramica si fa riferimento al
Protocollo Regionale Emilia Romagna per la riduzione infortuni sottoscritto da OO.SS. –
Confindustria – INAIL – Regione.
Negli accordi sono migliorate le agibilità delle RLSSA attraverso un aumento delle ore
di permesso sindacale, vengono aumentate le ore di assemblea di informazione
congiunta per i lavoratori, sono definite attività formative specifiche per gli RLSSA, oltre
alla loro possibilità di utilizzare i sistemi informatici per l’aggiornamento e/o
l’informazione.
Solo in pochi casi sono state definite congiuntamente indagini ambientali, così come la
predisposizione di investimenti per i miglioramenti ambientali. Solo in due accordi è
stata concordata la squadra di emergenza ma questa problematica è già stata
definita in molte aziende in precedenti intese).
Formazione
Il capitolo della Formazione trova spazio in 47 accordi attraverso l’informazione per la
realizzazione dei programmi formativi, in taluni anche con la negoziazione dei piani
formativi e la definizione delle ore dedicate alla formazione. Nei vari accordi vengono
richiamati l’impegno delle Parti a programmare e progettare percorsi formativi, con
esame congiunto sui Fabbisogni Formativi per i lavoratori.
I temi dei programmi formativi sono legati alle esigenze aziendali come ad esempio lo
sviluppo delle competenze e/o la riqualificazione professionale, le norme di buona
fabbricazione e i Codici di comportamento aziendale.
Solo in 14 accordi vengono definite le modalità di ricorso a Fondimpresa.
Responsabilità Sociale Impresa – Welfare aziendale
Uno degli argomenti centrali di questa contrattazione - la Responsabilità Sociale
d’Impresa – è stata sottoscritta in circa 44 accordi aziendali (circa il 20% degli accordi),
testimonianza che il tema è sentito tra i lavoratori riscontrando sempre un ottimo
consenso.
I risultati maggiormente acquisiti sono i permessi retribuiti, in 31 casi sono stati
concordati permessi per “paternità”, (in 21 accordi con 1 giorno retribuito, in 15 con 2 o
più giorni), in 21 accordi sono stati previsti permessi retribuiti per le visite mediche
specialistiche o assistenza ai figli ammalati; nella generalità mediamente sono state
concesse dalle 16 alle 32 ore di permesso anche frazionabili in più giornate. In 10
accordi sono invece stati concordati permessi specifici per i lavoratori colpiti da lutti
familiari. Anche se ora con il provvedimento Fornero sulla riforma, per legge sono stati
concessi permessi retribuiti (1 giorno).
In 14 aziende il tema della Previdenza Integrativa FONCHIM è stato sviluppato con
accordi che prevedono un aumento del contributo economico a carico dell’azienda
migliorando il dato contrattuale per il chimico farmaceutico si è passati da una quota
dell’1,65% e successivamente 1,85% prevista dal contratto ad un incremento arrivando
mediamente al 2% di contributo aziendale.
Sempre in tema di Fondi contrattuali “FASCHIM” fondo sanitario, è stato trattato in 10
accordi che hanno previsto un contributo economico da parte dell’impresa per
l’iscrizione del nucleo familiare, le risorse destinate mediamente si aggirano intorno alle
200€ annue in altre aziende dove erano già in essere fondi di assistenza sanitari
mantenuti. In altri CCNL dove ancora non è operativo il Fondo sanitario si è aderito a
fondi tipo “Cassa Previline Assistance”.
In 16 accordi è stato concordato, sotto il titolo “diritto allo studio e/o borse di studio”
un contributo economico per i figli dei dipendenti che si diplomano o si laureano e per
l’ acquisto, in quota parte, dei libri scolastici; inoltre viene incrementato il monte ore
per i lavoratori studenti per la preparazione di esami o corsi.
Si sono realizzati 12 accordi con contributi aziendali, per sostenere il costo delle famiglie
per gli asili nido anche attraverso convenzioni anche con la Pubblica Amministrazione.
In 10 accordi è stato negoziato l’allungamento del periodo di comporto e della
retribuzione al 100% per i lavoratori colpiti da malattie oncologiche.
Inoltre, sotto il capitolo della Responsabilità Sociale per l’Impresa, abbiamo riscontrato
accordi su Protocolli sanitari di prevenzione; 3 hanno normato la ricollocazione dei
lavoratori inidonei 2, l’ inserimenti dei lavoratori diversamente abili.
In 5 accordi sono state specificate tutte le informazioni e le verifiche per le attività date
in appalto, attraverso la consegna di copia del Durc ed una informazione preventiva
sulle aziende appaltatrici in particolare nei settori “Ceramica e Gomma/Plastica”.
Un tema innovativo per la prestazione dell’attività lavorativa è la definizione del
“telelavoro” dove sono stati realizzati 4 accordi che disciplinano le modalità, le
condizioni e l’operatività.
Inquadramento
Monitoraggio verifica periodica inquadramento
Definizione nuovi inquadramenti aziendali con
26
5
L’inquadramento Professionale e le Classificazioni sono concordati in 31 accordi.
L’attenzione maggiore (26 accordi) si concentra nel monitoraggio nella verifica
congiunta che di norma è stabilita annualmente. In 5 casi, a livello aziendale, sono stati
ridefiniti nuovi profili professionali in aggiunta a quelli contrattuali, più coerenti e
attinenti all’organizzazione del lavoro dell’azienda, con dei percorsi di carriera
lavorativa.
Nei capitoli del Mercato del Lavoro e Occupazione (26 accordi) sono state
approfondite le modalità di stabilizzazione dell’occupazione e del passaggio dei
lavoratori dal lavoro atipico (somministrazione) a contratto a termine con il successivo
passaggio al rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Ci sono inoltre 2 accordi sullo
staff leasing e sul prolungamento del rapporto di lavoro, con l’obiettivo di un
consolidamento occupazionale a tempo indeterminato.
In 17 accordi si è discusso di produttività ed organizzazione del lavoro atte a migliorare
le flessibilità e le efficienze aziendali.
Nell’ambito dei Diritti, in 16 accordi sono state definite migliori condizioni per l’anticipo
del TFR e miglioramento dell’ agibilità sindacale ( aumento del monte ore, utilizzo dei
sistemi informatici).
Nel Capitolo delle Pari Opportunità ci si è limitati ad affermazioni come: “perseguire
politiche di Pari Opportunità e/o informazioni riconosciute già dalla L.125”, tranne in
un accordo di Gruppo di una importante azienda del vetro, in cui si è concordato un
vero progetto, con specifici percorsi formativi per l’acquisizione di competenze ed
aumento delle responsabilità, cercando di ridurre o eliminare le disparità, oltre ad una
migliore conciliazione tra tempi di lavoro ed esigenze familiari.
Per quanto riguarda la Maternità gli obiettivi conseguiti consistono nelle agevolazioni
degli orari e/o l’allungamento del periodo delle aspettative.
In 34 accordi sono stati concordati miglioramenti sulle indennità di turni, sui gettoni di
presenza o altre condizioni tipicamente aziendali, mentre in 19 accordi sono stati
migliorati ed incrementati i Ticket Restaurant.
In 182 accordi sono stati rinnovati i PREMI DI PARTECIPAZIONE O DI RISULTATO
Abbiamo effettuato un approfondimento ed una analisi sulla qualità degli accordi
analizzando i parametri e gli obiettivi a cui sono stati ancorati i risultati economici, la
modalità di erogazione, il valore economico e il legame all’assiduità. Gli accordi presi
in esame sono riferiti gli anni 2009 (23 accordi), 2010 (30 accordi) 2011 (73 accordi) 2012
(56 accordi).
Anno di stipula degli accordi di Premi di Partecipazione o di Risultato
Numero di Parametri definiti nei Premi di Partecipazione o di
Risultato
22
48
44
36
106
3 2
*Nei Premi con 1 solo parametro essi sono
In 6 Fatturato In 2 Risultato operativo In 1 Qualità In 5 Produttività In 2 Presenza In 2 EBIT In 1 Ricavi vendite In 3 Efficienza
Tipologia dei Parametri
Analizzando la tipologia dei parametri abbiamo riscontrato che la maggior parte dei
premi hanno assunto, per migliorare la performance aziendale, quello della produttività
e quello della redditività, definendo anche il loro peso rispettivamente tra il 60 e il 70%
sulla produttività e tra il 30 e il 40% sulla redditività.
Nella produttività gli indici considerati sono generalmente i volumi produttivi e/o altri
elementi legati alla produttività aziendale.
In alcuni casi come indice di produttività sono stati identificati il fatturato, lo
smaltimento delle ferie e la riduzione dei crediti.
Nei Gruppi industriali con più unità produttive a livello Nazionale si è definito
unicamente un parametro di redditività, mentre si è rimandato alle singole unità gli
obiettivi produttivi.
Parametri Redditività
Come indici di redditività sono stati individuati sia MOL (27 accordi) che EBITDA (31) In
13 casi anche fatturato. In 7 accordi il margine di contribuzione netta e le vendite.
Parametro Qualità
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
No reclami Conformità Certificazione
Resi Scarti Spedizioni
17
15
9
7
3
Tra i maggiori parametri individuati troviamo la Qualità. (85 casi) identificandola nella
mancanza dei reclami (22), nella conformità alle certificazioni (15) o ai resi (11).
Altri parametri concordati sono la presenza (32 accordi), il fatturato (28 accordi).
In pochi altri accordi troviamo l’ efficienza, la formazione o altri parametri.
Per la Sicurezza il parametro maggiormente utilizzato è stato “Infortuni aziendali”.
Parametro Sicurezza
0
5
10
15
20
Infortuni Incidenti Stress Danni aziendali
38
3 1 1
Parametro Produttività
Le erogazioni economiche riconosciute sulla produttività raggiunta hanno una
cadenza annuale (122 accordi) ma anche semestrali, trimestrali o mensili. Questa
modalità più nel manifatturiero (gomma/plastica – vetro).
Erogazione del Premio
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
122
810
617
5
In 17 casi è stata individuata una anticipazione economica 70-80% del valore del
Premio e il saldo in fase di rendiconto finale.
Nella modalità di erogazione in 141 casi il Premio viene riconosciuto uguale per tutti i
lavoratori.
In 15 casi troviamo una riparametrazione su scala 100-120. In 17 l’accordo prevede
una parametrazione 100-150, in solo 8 casi 100-200, oltre i 200 solo 3 casi, invece 2
accordi prevedono la riparametrazione contrattuale.
In alcuni accordi i Quadri sono stati esclusi dall’erogazione del Premio (Manifatturiero)
perché inclusi in una politica di incentivazione aziendale.
Riparametrazione del Premio
0 20 40 60 80 100
Uguale per tutti
Riparametrazione 100-120
100-150
100-200
oltre 200
141
15
17
8
3
L’erogazione del Premio avviene in relazione alla presenza al lavoro e all’apporto dato
dal singolo lavoratore per raggiungere gli obiettivi prefissati attraverso un meccanismo
incentivante (mediamente da 0 a 3-5 giorni di assenza) o disincentivante
(generalmente con più di 7/8 giorni di assenza).
Presenza
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Ripartizione secondo scale %
legate a giorni presenza
Eventi Infortuni Voce Premio presenza
67
52
9
In tutti i casi le assenze sono state depurate da ricoveri ospedalieri, infortuni, maternità,
donazioni sangue, permessi sindacali, ecc.
Erogazione del Premio di Partecipazione o di Risultato ai lavoratori
somministrati
0
10
20
30
40
50
60
70
80
si lo percepisono non lo percepiscono non specificato
55
12
116
Erogazione Premio di Partecipazione o di Risultato contratti a
termine
0
20
40
60
80
100
120
si lo percepiscono non lo
percepiscono non specificato
161
2 21
Si è voluto gettare uno sguardo sulle modalità di erogazione del Premio di
Partecipazione o di Risultato per i lavoratori a tempo determinato ed in
somministrazione.
Il risultato evidenziato dai grafici ci consegna che per i contratti a termine in 161
accordi il Premio viene regolarmente erogato (generalmente con almeno 3 mesi a 6
mesi di lavoro). In 2 accordi è esplicitamente scritto la non erogazione ed in 21 non
specificata.
Per i lavoratori somministrati soltanto in 55 casi è stata concordata l’erogazione, in 116
accordi non è specificata, anche se nelle norme generali viene sancito che il Premio
sarà “erogato a tutti i dipendenti non in prova” . Da una nostra interpretazione i
lavoratori somministrati non essendo dipendenti dell’azienda non dovrebbero
percepire il Premio variabile.
I Valori economici attraverso scale o percentuali di raggiungimento degli obiettivi sono
stati i più variegati, in 18 casi da 500 a 800€. In 38 accordi sono stati sottoscritti intese
con incrementi salariali da 800 a 1.200€ e in 46 accordi aumenti da 1.200 a 1.500€ e in
38 contratti aziendali incrementi da 1.500 a 2.000€. In 17 accordi aumenti da 2.000 a
2.500€ e soltanto in 6 accordi i premi hanno superato i 2.500€.
La media aritmetica si è attestata a 1.450€ di incremento economico.
Valore economico Premio Partecipazione o di
Risultato(Euro/anni)
CONSIDERAZIONI FINALI
Il 2° Report sulla Contrattazione Aziendale nel Comparto Chimico costituisce
sostanzialmente un aggiornamento dei dati del precedente, a cui si sommano 56 nuovi
accordi, che di fatto confermano la analisi, le valutazioni, e le indicazioni già emerse.
Abbiamo confermato l’impostazione della analisi e del campione di riferimento e
quindi non abbiamo preso in considerazione accordi relativi alla gestione di crisi
aziendali che ci avrebbero portato lontano dagli obiettivi prefissati ossia testare
l’efficacia del nuovo sistema contrattuale previsto dagli accordi interconfederali e
l’introduzione di nuove norme nei CCNL per la contrattazione di secondo livello.
Questa fase economica negativa ha posto dei limiti alla espansione della
contrattazione ed a quella di tipo “progressivo”, che per una sua effettiva
affermazione necessita di una fase congiunturale di crescita e di bilanci aziendali
positivi o almeno di pareggio, in modo tale da liberare risorse economiche.
La crisi ha richiesto oltretutto un grande impegno di tutte le nostre strutture per la
gestione delle riorganizzazioni, ristrutturazioni, cessazione di attività, fallimenti e verso
una modalità di contrattazione aziendale più “adattiva”, che si adegua alle situazioni
di difficoltà economiche o produttive (ricordiamo il rapporto 60/40% descritto nel
rapporto OCSEL).
Il tema di grande attualità è quello della flessibilità contrattuale ed in particolare quindi
delle intese temporanee modificative, oggetto di accordi interconfederali, ma anche
di norme di legge, che possono essere attuate con accordi aziendali in situazioni di crisi
o di nuovi investimenti per favorire la competitività dell’impresa. La esperienza in questo
campo il comparto l’ha già fatta dal 2006 con il CCNL chimico-farmaceutico, con la
previsione di possibili deroghe alle norme, mettendoci nelle condizioni di poter valutare
dopo 6 anni un primo dato interessante ossia che non sono pervenuti accordi sia dal
settore chimico che dagli altri settori di nostra competenza su questo tema. Questo non
significa che non ci siano accordi modificativi firmati in alcuni territori.
Quindi la valutazione che possiamo fare, seppur deduttiva, è comunque che questa
pratica non è diffusa nei nostri settori ma legata a dei casi, ed emerge da qualche
accordo che abbiamo. Nei casi di problemi aziendali si preferisce modificare quanto
previsto dalla contrattazione di 2° livello (sospensione dei premi, UNA TANTUM, tutele
graduali per i giovani assunti, ecc.) prima di mettere mano alla modifica seppur
temporanea del CCNL.
Possiamo dire che il CCNL viene vissuto come elemento di garanzia forte in attesa di
capire come la, contrattazione aziendale reagirà agli stimoli e alle flessibilità
provenienti da norme contrattuali e dalle leggi intervenute di recente. Altro dato
interessante è che nel 60% degli accordi aziendali si discute e si negozia il solo Premio
variabile; questo dato si è accentuato soprattutto nel corso del 2012, in cui 40 accordi
su 56 hanno trattato il solo salario ed in molti casi prorogando il vecchio accordo o
definendo una UNA TANTUM. Tema sicuramente importante quello della redistribuzione
della ricchezza prodotta in azienda, sia in relazione al quadro macro economico che
di competitività dell’impresa, ma soprattutto nel rapporto con i lavoratori che
esprimono molto spesso un gradimento all’azione del sindacato in funzione del risultato
quantitativo del premio.
Se vogliamo aspirare ad avere un ruolo partecipativo, di gestione e governo all’interno
delle nostre aziende, nell’ attuale fase di grandi cambiamenti e trasformazioni, non
possiamo relegarci a trattare solo quote a volte esigue di salario, ma dobbiamo
tentare di allargare il nostro campo di azione e migliorare la qualità delle relazioni
industriali e gli strumenti partecipativi.
Negli accordi complessivamente si evidenzia comunque un buon grado di
negoziazione “qualitativa”e di attenzione a diversi temi e problematiche dei lavoratori.
Abbiamo verificato che molti accordi sono frutto di una percorso partito da una
“piattaforma”, di rinnovo costruita da parte sindacale, con una modalità tradizionale,
e a volte con un atteggiamento relazionale con la controparte di tipo rivendicativo
sempre più spesso però questo è un fatto di forma e non di sostanza tipico di un certo
approccio politico figlio di altri tempi.
Ci sono stati comunque approcci diversi, più costruttivi, a volte fatti con un percorso
definito da un confronto continuo e a tutto campo tra sindacato e azienda.
Per quanto riguarda i ruoli nella gestione della negoziazione, nell’ 80% dei casi le RSU
sono state assistite dalle strutture territoriali, regionali o nazionali. Questo dato conferma
il ruolo importante della struttura sindacale nella contrattazione aziendale che può
sostanzialmente essere considerato positivo, perché tendenzialmente permette una
coerenza del sistema contrattuale tra i due livelli ed un suo sviluppo qualitativo. In
prospettiva però se vogliamo liberare tempo, energie e risorse alle strutture territoriali
per impiegarle nella estensione della contrattazione, visto il quadro normativo attuale
dobbiamo migliorare ed irrobustire il ruolo negoziale delle RSU/RSA, anche perché
abbiamo sempre più la consapevolezza che il buon delegato “fa” la buona
organizzazione, sia in termini contrattuale che di immagine e proselitismo nei luoghi di
lavoro.
Il ruolo negoziale della struttura nazionale si è rafforzato nei maggiori gruppi, nazionali
o multinazionali, con più unità produttive nel Paese, con una maggiore attenzione
rispetto al passato ai temi delle relazioni industriali, del welfare aziendale. La definizione
del Premio variabile si è orientata ai parametri della redditività di gruppo, lasciando ai
livelli territoriali e alle R.S.U. la negoziazione sulla produttività ed altri obiettivi ritenti
importanti.
L’ampliamento del ruolo del livello nazionale nei gruppi industriali per il presidio delle
relazioni industriali e per lo svolgimento delle procedure di informazione e
consultazione, che i CCNL hanno declinato nelle diverse forme nasce spesso da
un’esigenza delle RSU di coordinarsi e di avere un confronto sulle strategie aziendali più
ampio, come elemento di partecipazione attiva alle scelte, che si interpone tra il livello
di sito ed il CAE. Tale ruolo non implica sempre un ruolo di contrattazione che viene
svolta invece a livello di singola unità produttiva o sede.
Per quanto riguarda gli accordi in materia di Relazioni Industriali le intese hanno
puntato molto all’ informazione e consultazione su investimenti, piani di sviluppo,
strategie, con una buona interlocuzione tra parti, e hanno definito le modalità e la
periodicità degli incontri.
Nel settore chimico in alcuni accordi, si è concordata la costituzione dell’Osservatorio
Aziendale o dei Comitati paritetici, con i relativi Regolamenti di funzionamento,
strumenti che possono consentire l’affermazione di modalità di confronto più
partecipative, e fare un passo in avanti per un coinvolgimento delle RSU nella vita
aziendale.
L’Osservatorio o il Comitato, come luogo di confronto continuo e approfondimento su
temi condivisi è stato considerato importante da entrambi le parti, per la costruzione di
soluzioni contrattuali.
Le norme sulla Responsabilità Sociale e Welfare aziendale delle Imprese hanno avuto
un buon recepimento traducendosi in 44 accordi (circa il 20% degli accordi stipulati).
Vogliamo evidenziare che questi risultati sono frutto di una strategia e negoziato
sindacale e di equilibrio di costi, e non di mera concessione aziendale. La
contrattazione ha conseguito:
--- permessi retribuiti per paternità, assistenza e visite mediche, rispondendo ai nuovi
bisogni familiari dei lavoratori e permettendo anche una riduzione del micro
assenteismo.
--- sostegno al reddito perseguendo la strada delle convenzioni con contributi aziendali
per gli asili nido, borse di studio ai figli dei dipendenti, mentre poco si è fatto per
rendere strutturale l’integrazione al reddito dei lavoratori in CIG. Su questo specifico
tema accordi importanti sono stati realizzati nei processi di riorganizzazione
ristrutturazione e crisi aziendale, che in questa analisi non sono stati presi in
considerazione.
--- fondi previdenziali e sanitari, pur riconoscendo le accresciute sensibilità di imprese e
RSU, ci si è trovati di fronte a due problemi: il primo di carattere economico e di
destinazione delle risorse; il secondo è che spesso viene privilegiato il Premio legato ad
obiettivi. Noi auspichiamo anche la valorizzazione dei fondi destinando sempre più
risorse al miglioramento dei CCNL.
Particolarmente significative sono le esperienze di copertura totale o parziale della
assistenza sanitaria alla famiglia. Queste nuove tutele incidono non solo sulla qualità
della vita ma anche sul reddito familiare.
--- l’occupazione uno degli obiettivi riscontrati negli accordi è stato quello di dare
maggiore stabilizzazione ai diversi contratti di lavoro atipici (soprattutto nel
manifatturiero gomma plastica) attraverso accordi sindacali.
--- occupabilità, qualche buona esperienza, seppur limitate, in termini di accordi su
piani formativi tesi a sviluppare le competenze per la riqualificazione delle stesse e per
migliorare la adattabilità delle persone all’interno della azienda o eventualmente per
una maggiore spendibilità nel mercato del lavoro.
--- conciliazione vita lavorativa-vita personale si è prestata attenzione al part-time
aumentando le percentuali di utilizzo, anche se ancora siamo molto al di sotto della
media europea. In diversi accordi si sono ripetute frasi di rito, che testimoniano una
rigidità e una scarsa attenzione al tema delle nostre controparti.
--- telelavoro si sono avuti i primi interessanti accordi atti a disciplinare questa materia
che ci auguriamo possano essere da stimolo ed apripista innanzitutto culturale nel
comparto, in alcuni settori e tipologie organizzative potrebbe trovare sicuramente
maggiori spazi.
Quasi inesistenti sono gli accordi per l’inserimento dei diversamente abili e/o la
ricollocazione di lavoratori colpiti da inidoneità anche perché disciplinata dalla legge
e/o dal CCNL.
Nella generalità quasi del tutto assente è il capitolo degli appalti sia per le informazioni
che per le verifiche. Riteniamo che gli attori territoriali (aziende e RSU) debbano fare un
ulteriore sforzo su questo tema sia per una verifica sulle qualità delle attività
esternalizzate, sia per la tutela dei lavoratori e le condizioni di sicurezza e salute (troppi
incidenti anche mortali sono avvenuti nelle nostre aziende di lavoratori di società
appaltatrici). E’ da evidenziare che molte aziende in particolare del settore chimico-
farmaceutico hanno propri sistemi di gestione o aderiscono al programma volontario
“Responsible Care”, che prevedono modalità di verifica e controllo sulle imprese di
Appalto. E’ necessario sempre vigilare e implementare tali sistemi perché non si
affermino logiche di assegnazione di lavori al massimo ribasso che inevitabilmente
rischiano di vanificare qualsiasi azione preventiva o di protezione.
Su Salute e Sicurezza e Ambiente l’attenzione degli accordi è senz’altro aumentata.
L’informazione e la formazione sono argomenti che sono diventati patrimonio comune
nel confronto tra le Parti e tra i soggetti che sono preposti alla tutela e sicurezza sul
lavoro.
Secondo noi deve essere sviluppata, incentiva e consolidata l’informazione congiunta
e quella a tutti i lavoratori con l’Assemblea annuale prevista dai CCNL anche mediante
un report annuale di indagine su Sicurezza e Ambiente congiuntamente redatto a
livello aziendale. Questo aumenterebbe le sensibilità e le consapevolezze di tutti i
lavoratori nei cicli di produzione perché si sentirebbero adeguatamente coinvolti in
temi che li vedono esposti in prima persona.
Per ciò che riguarda la Formazione, alcuni accordi hanno sostanzialmente ribadito
l’importanza strategica della Formazione Professionale ma poche intese hanno visto un
ruolo attivo della RSU alla ricerca e alla proposta dei fabbisogni formativi dei lavoratori,
lasciando campo libero alle aziende ed assolvendo ad un ruolo notarile di semplice
presa di visione di accordi finanziati da Fondimpresa. Sempre di più la Formazione
Professionale avrà un compito importante per l’occupabilità dei lavoratori sia per uno
sviluppo delle professionalità nei cambiamenti dei processi produttivi sia di
riqualificazione professionale nei casi di cambiamento di attività lavorativa dovuta alla
crisi delle imprese.
Vanno maggiormente incentivati, a nostro avviso, accordi con destinazione di risorse
per progetti di solidarietà ad Associazioni di volontariato e no profit, rispetto ai quali sta
emergendo qualche buona esperienza ( segnaliamo l’accordo Merck Serono).
Molta attenzione è stata prestata all’argomento dell’orario di lavoro, definendo
calendari annui e la gestione della flessibilità, con la consapevolezza che l’orario di
lavoro e ciò che ne consegue è anche strategico per incrementare le efficienze, la
produttività e la competitività con riflessi sulla vita dei lavoratori. Sulle flessibilità di orario
in entrata e in uscita la contrattazione ha sviluppato le intese tra le parti che hanno
consentito di gestire specifiche esigenze anche territoriali dei lavoratori in coerenza con
le linee contrattuali.
Per quanto riguarda Inquadramenti e Classificazioni molto del lavoro avviene
informalmente tra RSU e Direzioni Aziendali. Sarebbe positivo stabilire accordi di verifica
sulle crescite professionali, troppo elevata è ancora la discrezionalità delle aziende nel
gestire i percorsi di carriera professionale dei lavoratori. Lo sviluppo professionale di
genere è un tema che è stato trattato con risultati scarsi. Abbiamo individuato soltanto
un accordo veramente significativo di una importante azienda del Vetro che
conveniva con le OO.SS. l’eliminazione delle disparità, la promozione dell’inserimento
delle donne nelle attività con alti livelli di responsabilità e una maggiore conciliazione
dei tempi di lavoro e vita personale sostenuto da un vero progetto formativo sottoposto
a verifica periodica.
Diviene sempre più importante riprendere il tema dell’organizzazione del lavoro, che
conseguentemente vuol dire gestire il sistema classificatorio per una valorizzazione e
gestione delle risorse umane, migliorando nel contempo il nostro rapporto con i
lavoratori e con i nostri iscritti.
Pochi sono gli accordi che hanno meglio definito con profili specifici gli inquadramenti
e la organizzazione del lavoro all’interno della azienda.
Nella nostra storia negoziale il salario variabile è oramai consolidato come una
costante nella prassi delle relazioni sindacali. Una maggiore valorizzazione è avvenuta
con gli Accordi Interconfederali e con le ultime decisioni governative (peraltro
fortemente sostenute dalla CISL) con la detassazione e decontribuzione del salario
variabile contrattato a livello aziendale e di gruppo.
Il valore del salario variabile degli accordi presi in considerazione e mediamente
intorno a 1450€ annui ed oscilla tra il 5-6% della retribuzione contrattuale (considerando
circa 26000 euro lordi) una quota di salario variabile ancora modesta e scarsamente
incentivante. Dalla ricerca si è evidenziato in maniera tendenziale nel 2012, una
riduzione delle quantità salariali (nel 2012 la media si è attestata in 1.340€) dovuta alla
crisi e limitandosi alla negoziazione del solo salario con proroghe di vecchi accordi o
UNA TANTUM.
Le aziende si sono aperte poco a logiche di partecipazione dei lavoratori alle scelte
aziendali, ed il premio variabile alcune volte anziché svolgere un ruolo di legame tra
impresa e lavoratori ha avuto risvolti conflittuali.
Lo strumento del premio può essere ulteriormente consolidato scommettendo ancora
di più sulla variabilità come elemento virtuoso ed espansivo delle dinamiche salariali,
considerando l’ampliamento del salario variabile un terreno reale per una pratica più
partecipativa dei lavoratori ed un legame più stretto ai destini della propria impresa.
Dall’analisi si evidenzia che i parametri utilizzati sono piuttosto equilibrati con una
preponderanza degli indici di produttività rispetto a quelli di redditività. Abbiamo
intravisto uno sforzo per la ricerca di nuovi indici e parametri (formazione, certificazioni,
risparmio energetico, conformità, efficienza, qualità, smaltimento ferie).
Nella stragrande maggioranza dei casi l’erogazione è stata definita annuale.
Accordi hanno previsto anche un meccanismo di anticipazione e saldo, mentre nel
manifatturiero (gomma plastica, vetro, ceramica) è tradizione che l’erogazione sia
anche trimestrale o mensile.
Pensiamo che la storica erogazione del premio uguale per tutti (70% degli accordi),
debba essere cambiata a favore di una visione più premiante in termini professionali
dando una adeguata riparametrazione al salario, rispetto alla scala classificatoria
perché altrimenti sempre di più lasceremo i livelli medio alti sotto la sfera delle Direzioni
Aziendali ed alle politiche retributive che esse promuovono unilateralmente.
Riteniamo che sia da evitare la costruzione di un premio con l’individuazione di un solo
parametro come obiettivo (se poi legato a redditività e/o fatturato) mentre utilizzare
più parametri cercando un punto di equilibrio tra redditività e produttività, qualità e/o
efficienza.
Nei premi, il legame alla presenza individuale è aumentato come elemento per
raggiungere gli obiettivi concordati. Questa attenzione è cresciuta sia per ciò che
riguarda la possibile definizione di uno specifico parametro collettivo, sia nella fase di
ripartizione del Premio in termini individuali. Riteniamo si possa trovare un equilibrio
nella struttura del premio secondo un meccanismo virtuoso di incentivi e disincentivi
che premi o penalizzi in funzione di obiettivi condivisi.
Per ciò che riguarda il riconoscimento del premio ai lavoratori a tempo determinato gli
accordi evidenziano una buona copertura, mentre riteniamo che nei futuri accordi
vada meglio specificato e non lasciato alle interpretazioni quali sono i soggetti a cui il
premio sarà erogato (lavoratori in somministrazione). Negli accordi è sempre presente il
richiamo al regime di detassazione. Negli accordi esaminati in 5 casi è stata
concordata una quota di servizio per i lavoratori non iscritti al sindacato per i costi
contrattuali, queste quote sono state quantizzate dalle 40€ al massimo 70€ attraverso
varie forme (silenzio assenso, delega negativa, ecc.)
CONCLUSIONI
I risultati evidenziati nella ricerca testimoniano in maniera chiara che la scelta fatta
dalla nostra organizzazione di puntare al rafforzamento e alla qualificazione della
contrattazione aziendale, ha trovato primi riscontri positivi.
Tutta l’organizzazione si è attivata per una forte azione affinché essa diventi strumento
di miglioramento della qualità della vita e del lavoro delle persone, attraverso il
miglioramento delle Relazioni Industriali in azienda, cercando di costruire spazi di
partecipazione del Sindacato, delle RSU e dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
Se non siamo oggi in una fase in cui possiamo dire che ci sia stata una ampia
estensione della contrattazione aziendale, di certo possiamo affermare che si è molto
lavorato a tutti i livelli del sindacato ed in rapporto con il governo, per creare le
condizioni, affinchè ciò potesse avvenire, accordi interconfederali, contratti, linee
guida, incentivi sia fiscale che contributivi.
Sommata agli accordi per la gestione della crisi, la contrattazione di 2°livello ha
confermato l’evolversi delle tutele. Il sindacato e le parti sociali hanno trovano un
nuovo protagonismo, per superare questa fase e ricercare maggiore produttività e
sostegno all’occupazione.
Strada ancora impervia e faticosa, ma crediamo che la nostra Federazione abbia
dato alcune importanti indicazioni nella direzione di relazioni industriali partecipative, in
particolare su un possibile cambio di cultura nella direzione della Responsabilità
Sociale, nel Welfare aziendale, nella formazione guardando soprattutto al futuro dei
lavoratori e delle loro famiglie.
Un intreccio tra diritti e doveri, che idealmente esce dalla logica dello scambio ed
entra in quella della cooperazione, per il raggiungimento di obiettivi condivisi,
occupabilità e competitività. Una strada ancora lunga da percorrere.
Negli accordi sottoscritti si evidenzia che sono migliorate in termini qualitativi le tutele
dei lavoratori e del lavoro nelle diverse forme (salariali, normative, welfare aziendale,
sicurezza, percorsi professionali ecc.) lì dove la contrattazione aziendale é riuscita ad
inserirsi con più incisività ed efficacia nei processi produttivi e organizzativi dell’impresa,
con effetti positivi sulle condizioni dei lavoratori.
Il modello di Welfare contrattuale, nazionale e aziendale, che il comparto ha
significativamente espresso in questi anni, offre un insieme ampio di strumenti a tutela
del lavoratore e della sua famiglia, e rappresenta una buona esperienza nel panorama
sindacale. Molto si può e si deve ancora fare in questa direzione.
Le esperienze fatte dalla nostra categoria negli accordi di secondo livello ci indicano
che laddove l’approccio negoziale è di tipo partecipativo, contribuisce ad accresce
la produttività e la qualità, con maggiore soddisfazione sul lavoro.
Le Aziende molto spesso faticano più di noi a muoversi su questa direzione, e siamo
quindi convinti che la formazione congiunta sulle Relazioni Industriali sia uno degli
strumenti utili per compiere un’azione innanzitutto culturale, ma anche pragmatica
tesa a efficace e coerente il sistema di relazioni a livello aziendale.
Inoltre quando le RSU svolgono in termini sempre più qualificati il loro compito, i
lavoratori percepiscono che il Sindacato ha un ruolo importante di rappresentanza e di
interessi, assumendo con il consenso e la rappresentatività una autorevolezza nei
confronti dell’azienda.
Uno dei punti cruciali del nostro lavoro quindi deve essere quello di rafforzare le RSU, il
loro ruolo, le loro competenze e gli strumenti a disposizione.
Il decentramento della negoziazione impone nuovi modelli relazionali anche all’interno
della nostra organizzazione, e la necessità di un maggiore interscambio di informazioni
tra centro e periferia e viceversa sugli accordi realizzati, valorizzando il lavoro a rete
utilizzando i sistemi informatici a nostra disposizione, e la necessità sempre più forte di
predisposizione di percorsi formativi a tutti i livelli.
Le difficoltà ci sono state e sono oggettive sul piano metodologico, nonostante ciò
proseguiremo comunque sulla strada del Report, consapevoli che può essere un utile
strumento per migliorare e rafforzare il rapporto tra i vari livelli dell’organizzazione e per
costruire un valido ed efficace sistema contrattuale nei settori del comparto.
Riteniamo che il Report possa essere sicuramente importante per il Comparto Chimico
e per la Femca, per la sua capacità di analisi ed elaborazione delle linee strategiche in
materia di contrattazione, e di approccio ai temi sulla base delle migliori esperienze
maturate.
Un sentito grazie a tutti per il lavoro svolto e per la collaborazione offerta per la redazione del Report.
Segreteria di Comparto Chimico Femca CISL Nazionale Bianco Gianluca – Colombini Angelo – Tramannoni Luciano –
Bonacquisti Roberto
Inviate gli accordi aziendali a
Fax 0683034414