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RISCHI PER LA SALUTE E PER LA SICUREZZA

NELLE AZIENDE METALMECCANICHE

ARRIVO DEL MATERIALE

FATTORI DI RISCHIO PER LA SALUTE

• Vibrazioni trasmesse al corpo intero;

LAVORAZIONI MECCANICHE

OLI/FLUIDI LUBROREFRIGERANTI (LRF)

FUNZIONI:�LUBRIFICAZIONE PARTI DI MACCHINE;

�REFRIGERAZIONE PEZZI E UTENSILI;

�RIMOZIONE TRUCIOLI;

�PREVENZIONE CORROSIONE E RUGGINE DEI METALLI;

ORIGINE:�ANIMALE;

�VEGETALE;

�MINERALE;

�SEMISINTETICA;

�SINTETICA;

OLI/FLUIDI LUBROREFRIGERANTI

COMPOSIZIONE:I PIU UTILIZZATI SONO QUELLI DI DERIVAZIONE MINERALE (DERIVANO DALLA RAFFINAZIONE DEL PETROLIO).

TIPOLOGIE:�OLI PURI

�OLI EMULSIONABILI;

�OLI SEMISINTETICI;

�OLI SINTETICI.


CARATTERISTICHE

OLI PURI PREVALENTE AZIONE LUBRIFICANTE

OLI SOLUBILI CARATTERISTICHE INTERMEDIE

OLI SEMISINTETICI (LUBRIFICANTI/REFRIGERANTI)

OLI SINTETICI PREVALENTE AZIONE REFRIGERANTE


COMPOSIZIONE ESTREMAMENTE VARIABILE!!

OLI PURI:

�UTILIZZATI IN FORMA NON MISCELATA ;

�FUNZIONE LUBRIFICANTE SU PARTI MECCANICHE DELLE MACCHINE (MOTORI-INGRANAGGI-GUIDE DI SCORRIMENTO);

�ELEVATA CONCENTRAZIONE DI SOSTANZE PERICOLOSE (IPA);

OLI EMULSIONABILI (SOLUBILI-SINTETICI-SEMISINTETICI):

�MISCELATI CON ACQUA (20%-70%);

�FUNZIONE PREVALENTEMENTE REFRIGERANTE DEL PEZZO E DELL’UTENSILE;

�PRESENZA DI ADDITIVI CHE NE INCREMENTANO DURATA E CARATTERISTICHE TECNICHE;

OLI/FLUIDI LUBROREFRIGERANTIRISCHI PER LA SALUTE

FORMAZIONE DI NEBBIE (DISPERSIONE DI PARTICELLE LIQUIDE IN ARIA) DURANTE IL LORO UTILIZZO SU MACCHINE UTENSILI.

I RISCHI PRINCIPALI SONO:

CHIMICO:

ESPOSIZIONE A NEBBIE PER VIA RESPIRATORIA E CUTANEA

CANCEROGENO:

ESPOSIZIONE A NEBBIE PER VIA RESPIRATORIA

BIOLOGICO:

AEROSOL CONTAMINATI DA BATTERI – LIEVITI - MICETI

OLI/FLUIDI LUBROREFRIGERANTIRISCHIO CHIMICO – EFFETTI CUTANEI

�DERMATITI IRRITATIVE DA CONTATTO (DIC)

�DERMATITI ALLERGICHE DA CONTATTO (DAC)

OLI/FLUIDI LUBROREFRIGERANTIRISCHI PER LA SALUTE – EFFETTI CUTANEI

DERMATITI IRRITATIVE DA CONTATTO (DIC):

�PRESENZA NEGLI OLI DI SOLVENTI IN GRADO DI DANNEGGIARE IL FILM IDROLIPIDICO PROTETTIVO DELLA CUTE;

�STIMOLO MECCANICO DOVUTO A MICROTRAUMI E SFREGAMENTI RIPETUTI DURANTE LA MANIPOLAZIONE DEI MANUFATTI;

�REGREDISCONO CON LA SOSPENSIONE DELLO STIMOLO IRRITATIVO (TEST ARRESTO/RIPRESA POSITIVO);

�LOCALIZZAZIONE PIU FREQUENTE ALLE MANI;

�POSSONO ESSERE INTERESSATE ANCHE ALTRE ZONE CUTANEE (POLSI – AVAMBRACCIA - ZONE A CONTATTO CON TUTE DA LAVORO IMBRATTATE);


DERMATITI IRRITATIVE DA CONTATTO (DIC):

�RISPETTO ALLA DAC E’ PREVALENTE IL DOLORE URENTE RISPETTO AL PRURITO;

�SPESSO PRECEDE L’INSORGENZA DI DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO;

�NON ESISTONO TEST DIAGNOSTICI, IMPORTANTE ANAMNESI - ESAME OBBIETTIVO - POSITIVITA TEST ARRESTO/RIPRESA;

DERMATITI ALLERGICHE DA CONTATTO (DAC):

�SIMILI ALLE DIC PER L’ASPETTO DELLE LESIONI (ECZEMATOSE);

�SINTOMATOLOGIA CARATTERIZZATA DA PRURITO;


DERMATITI ALLERGICHE DA CONTATTO (DAC):

�ESISTONO STRUMENTI DIAGNOSTICI (PATCH TEST SIDAPA PER SETTORE METALMECCANICO);

�SPESSO POSSIBILE DIAGNOSI EZIOLOGICA;

PREVENZIONE/TERAPIA:

�CORRETTO UTILIZZO, CONSERVAZIONE E SOSTITUZIONE PERIODICA DEI DPI (ES. NON USARE GUANTI IMBRATTATI);

�TERAPIA MEDICA NELLA FASE ACUTA (CORTISONICI TOPICI NEL CASO DAC);


FOLLICOLITE DA OLI LUBROREFRIGERANTI

�ATTUALMENTE MOLTO RARA;

� PROVOCATA DAL CONTATTO CON OLI MINERALI INTERI;


ELENCO DELLE SOSTANZE CHE POSSONO PROVOCARE SENSIBILIZZAZIONE CUTANEA

EMULSIONANTI – SOLVENTI - ANTISTATICITREMENTINA

TREMENTINA PEROSSIDI

TRIETANOLAMINA

COLOFONIA

ACIDO ABIETICO

CRESOLO-M

DIBUTILFTALATO

AMERCHOL L 101

COLORANTISUDAN III CI 26100

SUDAN IV CI 26105

AMINOAZOBENZENE – P

AMINOFENOLO-P

FENILENDIAMINA BASE-P



CONSERVANTI – ANTICORROSIVI - ANTIOSSIDANTIACIDO ETILENDIAMMINOTETRACETICO ALCOLI DELLA LANOLIN A

BENZOTRIAZOLO KATHON C.G.

BRONOPOL CLORACETAMIDE

CLORO – P – M –XILENOLO TRICLOSAN

CLORO – P – M –CRESOLO SODIO OMADINE

DIAMMINODIFENILMETANO BUTILFENOLO – P -TER

DICLOROFENE D-LIMONENE

ESACLOROFENE OSSIDO LIMONENE

DIETANOLAMINA FORMALDEIDE

QUATERNIUM 15 GLICOLE ETILENICO

CLORAMINA T GLICOLE PROPILENICO

IDRAZINA IDRATO GLICOLE POLIETILENICO 400

IDROCHINONE MONOBENZILETERE GROTAN B.K.

LANOLINA ANIDRA TRIFENILFOSFATO

MERCABENZOTIAZOLO

METILE METACRILATO



CONSERVANTI – ANTICORROSIVI - ANTIOSSIDANTI PROFUMIDIETILENDIAMMINA OLIO DI PINO

BUTILCATECOLO BALSAMO DEL PERU

TIMEROSAL PROFUMI MIX

TRICLOROCARBANILIDE CUMARINA

TETRACLOROSALICILANILIDE

TRICRESILFOSFATO

RESINA EPOSSIDICA

ESAMETILENTETRAMINA

ETERE FENILGLICIDILICO

ETERE ALLILGLICIDILICO

ADDITIVIDIPENTENE

FOSFORO SESQUISOLFURO

OLI/FLUIDI LUBROREFRIGERANTIRISCHI PER LA SALUTE – EFFETTI RESPIRATORI

�IRRITAZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE;

�ASMA BRONCHIALE (IRRITATIVO-ALLERGICO);

�POLMONITE LIPOIDEA (DA INALAZIONE OLI);

OLI/FLUIDI LUBROREFRIGERANTIRISCHI PER LA SALUTE – RISCHIO CANCEROGENO

IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI (IPA)

COMPOSTI CHIMICI COSTITUTITI DA DUE O PIU ANELLI AROMATICI UNITI FRA LORO A FORMARE UN’UNICA STRUTTURA CHIMICA.

BENZENE(CAPOSTIPITE)

BENZO(A)PIRENE


IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI (IPA)

�DERIVANO PRINCIPALMENTE DALLA COMBUSTIONE DI SOSTANZE ORGANICHE (CONTENENTI CARBONIO);

�IDENTIFICATI PIU DI 200 COMPOSTI TRA CUI 16 CLASSIFICATI CANCEROGENI PER L’UOMO (EPA):

acenaftene,antracene,benzo[b]fluorantene,benzo[a]pirene,benzo[g,h,i]perilene,fenantrene,fluorene,naftalene

acenaftilene,benzo[a]antracene,benzo[k]fluorantene,dibenzo[a,h]antracene,crisene,fluorantene,indeno[1,2,3-c,d]pirene,pirene


RISCHIO CANCEROGENO (IPA):

�SONO PRESENTI NELLA BASE MINERALE DEGLI OLI NON RAFFINATI O SCARSAMENTE RAFFINATI AL SOLVENTE;

OLI SEVERAMENTE RAFFINATI AL SOLVENTE (CONCENTRAZIONI LIMITE PER LA CLASSIFICAZIONE):

�BENZENE 0,1%;

�1-3 BUTADIENE 0,1%

�ESTRATTO DMSO 3%;

�BENZO(a) PIRENE 0,005%


RISCHIO CANCEROGENO (IPA):

�DEGRADAZIONE DEGLI OLI DOPO 3-6 MESI DI UTILIZZO (INCREMENTO DEGLI IPA CANCEROGENI PER AZIONE DEL CALORE);

�IARC HA CLASSIFICATO GLI OLI SCARSAMENTE RAFFINATICOME A “SUFFICIENTE EVIDENZA DI CANCROGENICITA” PER IL POLMONE;

�ACGIH CLASSIFICA COME NON CANCEROGENO L’OLIO LFR ALTAMENTE RAFFINATO AL SOLVENTE;

�EVIDENZE DI CANCEROGENICITA ANCHE PER VESCICA/CUTE (DA CONFERMARE);


�ADDITIVI PRESENTI NELLA FORMULAZIONE DEGLI OLI:

FORMALDEIDE (BIOCIDA) (IARC – CANCEROGENO NASOFARINGEO)

�NEGLI OLI POSSONO ESSERE PRESENTI COMPOSTI RILASCIATORI DI FORMALDEIDE:

GROTAN BK

CALORE FORMALDEIDE

OLI/FLUIDI LUBROREFRIGERANTIRISCHI PER LA SALUTE – RISCHIO BIOLOGICO

�ALCUNI STUDI (INAIL) DIMOSTRANO CHE LA PRESENZA DI OLI LFR DETERMINA UN SIGNIFICATIVO INCREMENTO DELL’INQUINAMENTO MICROBICO AMBIENTALE RISPETTO AI REPARTI OVE QUESTI NON SONO PRESENTI;

�LE SPECIE MICROBICHE AERODISPERSE INCREMENTANO LA POSSIBILITA’ DI INSORGENZA DI DISTURBI RESPIRATORI E CUTANEI (ALLERGIE/INFEZIONI);

�SONO STATI IDENTIFICATI PREVALENTEMENTE BATTERI E MICETI CHE SI SVILUPPANO NEGLI OLI A SEGUITO DELL’UTILIZZO PROLUNGATO DEGLI STESSI;

�L’USO PROLUNGATO DELL’OLIO “CONSUMA” GLI AGENTI ANTIMICROBICI PRESENTI NELLA FORMULAZIONE INIZIALE;

OLI/FLUIDI LUBROREFRIGERANTIASPETTI PREVENTIVI

�ASPIRAZIONI LOCALIZZATE (ALLA FONTE);

�MONITORAGGIO AMBIENTALE;

ACGIH TLV-TWA PER OLI MINERALI 0,2mg/m 3

ACGIH TLV-TWA PER OLI SEVERAMENTE RAFFINATI 5mg/m 3

�ADEGUATI DPI

GUANTI, SCARPE E TUTE RESISTENTI ALLA PENETRAZIONE DEGLI OLI;

�FREQUENTE SOSTITUZIONE DEGLI OLI (SECONDO INDICAZIONI SCHEDA DI SICUREZZA);

�SORVEGLIANZA SANITARIA;

ASSEMBLAGGIO

(saldatura)

SALDATURA

PROCESSO CHE PERMETTE IL COLLEGAMENTO PERMANENTE DI PARTI SOLIDE (METALLO BASE)PER AZIONE DEL CALORE E/O DELLA PRESSIONE, CON O SENZA AGGIUNTA DI ALTRO MATERIALE (MATERIALE D’APPORTO).

Sorgentedi calore

Cordone disaldatura

Metallod’apporto

Metallo base

Giunto saldato

Lembi

TECNICHE DI SALDATURA

ETEROGENA:

�VIENE FUSO IL SOLO MATERIALE D’APPORTOCHE PRESENTA UN PUNTO DI FUSIONE PIU BASSO E UNA COMPOSIZIONE DIVERSARISPETTO A QUELLA DEL METALLO BASE;

�SI POSSONO SALDARE TRA LORO MATERIALI NON COMPATIBILI (FERRO-RAME, OTTONE-INOX, ALLUMINIO-FERRO);

�TEMPERATURE, DEFORMAZIONI E TENUTA DEL GIUNTO SONO PIU MODERATE RISPETTO A QUELLE DELLA SALDATURA AUTOGENA;

ETEROGENA

SALDOBRASATURA BRASATURA

ALLA FIAMMA OSSIACETILENICA DOLCE FORTE

CON SALDATOREAD ONDAA RIFUSIONE

AL CANNELLOIN FORNOAD INDUZIONEAD IMMERSIONE


ETEROGENA - SALDOBRASATURA:

�L’UNIONE DEI PEZZI AVVIENE PER BAGNATURA E SI REALIZZA ESCLUSIVAMENTEPER LA FUSIONE DEL MATERIALE D’APPORTO;

�LA FONTE DI CALORE GENERALMENTE UTILIZZATA E’ LA FIAMMA OSSIACETILENICA;

�IL MATERIALE D’APPORTO E’ GENERALMENTE UN OTTONE (LEGA RAME-ZINCO, ADDIZIONATA CON SILICIO O NICHEL);

�LA TEMPERATURA DI FUSIONE E’ ATTORNO AI 900°;


ETEROGENA – BRASATURA (DOLCE – FORTE):

�L’UNIONE DEI PEZZI AVVIENE PER BAGNATURA E CAPILLARITA’ E SI REALIZZA ESCLUSIVAMENTE PER LA FUSIONE DEL MATERIALE D’APPORTO;

�LA BRASATURA DOLCE UTILIZZA MATERIALI D’APPORTO CON T° DI FUSIONE < 450° (LEGHE STAGNO – PIOMBO);

�LA BRASATURA FORTE UTILIZZA MATERIALI D’APPORTO CON T° DI FUSIONE > 450° (LEGHE RAME-ZINCO / ARGENTO-RAME);

ESEMPI APPLICATIVI

BRASATURA DOLCE:

①SETTORE ELETTRONICA-BIGIOTTERIA-IDRAULICA;


AUTOGENA:

�VENGONO FUSI SIA IL MATERIALE D’APPORTO(QUANDO PRESENTE) CHE IL METALLO BASE.ENTRAMBI I MATERIALI PRESENTANO SIMILE COMPOSIZIONE E PUNTO DI FUSIONE;

�SI POSSONO SALDARE TRA LORO SOLO MATERIALI COMPATIBILI (FERRO-FERRO, RAME-RAME, ALLUMINIO-ALLUMINIO);

�LE TEMPERATURE SONO ELEVATE CON POSSIBILI FORTI DEFORMAZIONI DEL PRODOTTO.

�SI OTTIENE LA MASSIMA TENUTA DEL GIUNTO;

AUTOGENA

PER FUSIONE PER PRESSIONE

A GASELETTRICAAD ARCO

ALLUMINOTERMICAA FUOCOA GAS

A RESISTENZA ELETTRICA

AD ATTRITOAD INDUZIONE

OSSIACETILENICAOSSIDRICAOSSIBENZINICA

ELETTR. FUS. RIV.FILO ANIMATOARCO SOMMERSOATM. PROTETTIVA

DI TESTAASCINTILLIOA PUNTIA RULLIA PROIEZIONE

TECNICHE DI SALDATURASALDATURE AUTOGENE PER FUSIONE A FIAMMA

SALDATURA OSSIACETILENICA:

�FIAMMA OTTENUTA DALLA COMBUSTIONE DI UNA MISCELA DI OSSIGENO E ACETILENE IN PARTI UGUALI;

�SI RAGGIUNGONO TEMPERATURE FINO A 3100°C;

TECNICHE DI SALDATURASALDATURE AUTOGENE PER FUSIONE A FIAMMA

SALDATURA OSSIDRICA:

�FIAMMA OTTENUTA DALLA COMBUSTIONE DI UNA MISCELA DI OSSIGENO E IDROGENO;

�SI RAGGIUNGONO TEMPERATURE FINO A 2400°C;

SALDATURA OSSIBENZINICA:

�FIAMMA OTTENUTA DALL’ACCENSIONE DI UNA MISCELA DI OSSIGENO E IDROGENO;

TECNICHE DI SALDATURASALDATURE AUTOGENE PER FUSIONE AD ARCO ELETTRICO

�IL CALORE E’ OTTENUTO DAL PASSAGGIO DI CORRENTE ATTRAVERSO UN GAS IONIZZATO (ARCO ELETTRICO CHE SCOCCA TRA GLI ELETTRODI);

�SI RAGGIUNGONO TEMPERATURE MEDIE DI 3800°C;

TECNICHE DI SALDATURASALDATURE AUTOGENE PER FUSIONE AD ARCO ELETTRICO –

ELETTRODO A FILO ANIMATO

�L’ARCO ELETTRICO SCOCCA TRA UN ELETTRODO FUSIBILE (MATERIALE DI APPORTO) E IL MATERIALE DI BASE;

�IL NUCLEO DELL’ELETTRODO CONTIENE SOSTANZE ANTIOSSIDANTI A PROTEZIONE DEL CORDONE DI SALDATURA;


ELETTRODO FUSIBILE RIVESTITO

�L’ARCO ELETTRICO SCOCCA TRA UN ELETTRODO (MATERIALE DI APPORTO) E IL MATERIALE DI BASE;

�L’ELETTRODO E’ COMPOSTO DA UN NUCLEO DI METALLO SOLIDO RICOPERTO DA UN RIVESTIMENTO ANTIOSSIDANTE DI PROTEZIONE;

TECNICHE DI SALDATURASALDATURE AUTOGENE PER FUSIONE CON USO DI ARCO

ELETTRICO – ARCO SOMMERSO

�L’ARCO ELETTRICO SCOCCA TRA UN ELETTRODO (MATERIALE DI APPORTO) E IL MATERIALE DI BASE;

�LA ZONA FUSA DELL’ARCO E’ “SOMMERSA” DA UN FLUSSO GRANULARE FUSIBILE DI PROTEZIONE;

TECNICHE DI SALDATURASALDATURE AUTOGENE PER FUSIONE CON USO DI ARCO

ELETTRICO – TIG (TUNGSTEN INERT GAS)

�L’ARCO ELETTRICO SCOCCA TRA UN ELETTRODO INFUSIBILE IN TUGSTENO E IL MATERIALE DI BASE CON O SENZA AGGIUNTA DI MATERIALE D’APPORTO;

�LA PROTEZIONE DELLA ZONA DI FUSIONE E’ FORNITA DA UN GAS INERTE (ELIO-ARGON);


MIG (METAL ARC INERT GAS)

�L’ARCO ELETTRICO SCOCCA TRA UN ELETTRODO METALLICO FUSIBILE E IL MATERIALE DI BASE;

�LA PROTEZIONE DELLA ZONA DI FUSIONE E’ FORNITA DA UN GAS INERTE (ELIO-ARGON);


MAG (METAL ARC ACTIVE GAS)

�L’ARCO ELETTRICO SCOCCA TRA UN ELETTRODO METALLICO FUSIBILE E IL MATERIALE DI BASE;

�LA PROTEZIONE DELLA ZONA DI FUSIONE E’ FORNITA DA UN GAS INERTE (ELIO-ARGON) E ANIDRIDE CARBONICA (CO2);

�LA CO2 REAGISCE CON IL METALLO BASE FORMANDO OSSIDI DI FERRO, L’ELETTRODO CONTIENE DISOSSIDANTI (Si – Mn);

TECNICHE DI SALDATURASALDATURE AUTOGENE PER PRESSIONE – A RESISTENZA

�LA FUSIONE DEI METALLI VIENE OTTENUTA DAL CALORE SPRIGIONATO DALLA RESISTENZA AL PASSAGGIO DI CORRENTE DELLE DUE SUPERFICI POSTE A CONTATTO CON APPLICAZIONE DI PRESSIONE;

�NE ESISTONO DIVERSE VARIANTI: TESTA A TESTA – A SCINTILLIO – A PUNTI – CONTINUA – A PROIEZIONE;

TECNICHE DI SALDATURASALDATURE AUTOGENE PER PRESSIONE – AD ATTRITO

�IL CALORE PER LA REALIZZAZIONE DELLA GIUNZIONE SI OTTIENE ATTRAVERSO LO “STRISCIAMENTO” DELLE SUPERFICI DA UNIRE PRESSATE CON FORZA L’UNA CONTRO L’ALTRA;

TECNICHE DI SALDATURASALDATURE AUTOGENE PER PRESSIONE – A FUOCO

�I MATERIALI BASE SONO SCALDATI IN UN FORGIA E UNITI TRAMITE MARTELLATURA-RULLATURA;

�TECNICA ANTICA UTILIZZATA NELLE BOTTEGHE DEI FABBRI-FERRAI;

TECNICHE DI SALDATURASALDATURE AUTOGENE PER FUSIONE - ALLUMINOTERMICA

�UNA MISCELA DI POLVERE DI ALLUMINIO E OSSIDO FERRICO VIENE INCENDIATA E SVILUPPA UNA TEMPERATURA DI 1000°C;

�SI INNESCA UNA REAZIONE ESOTERMICA IN CUI LA POLVERE DI ALLUMINIO SOTTRAE OSSIGENO ALL’OSSIDO FERRICO SVILUPPANDO ELEVATA TEMPERATURA (3000°C);

�IL METALLLO D’APPORTO E’ COSTITUITO DAL FERRO LIBERO OTTENUTO DALLA REAZIONE AL PUNTO 2;

8 Al + Fe3 O4 -> 9 Fe + 4 Al2 O3 + q’ (reazione esotermica)

TECNICHE DI SALDATURASALDATURE AUTOGENE PER PRESSIONE – AD INDUZIONE

�IL CALORE PER LA REALIZZAZIONE DELLA GIUNZIONE SI OTTIENE INDUCENDO UNA CORRENTE ELETTRICA NEL METALLO BASE REALIZZANDONE LA FUSIONE;

ALTRI PROCESSI

FASCIOELETTRONICO

PLASMA ESPLOSIONE ELETTROSCORIA

LASER ULTRASUONI

A PUNTI E ADESIVO DIFFUSIONE

TECNICHE DI SALDATURAALTRI PROCESSI DI SALDATURA

TECNICHE DI SALDATURAALTRI PROCESSI DI SALDATURA

FASCIO ELETTRONICO - LASER

�IL CALORE PER LA FUSIONE E’ FORNITO DA UN FASCIO DI ELETTRONI DI ELEVATA ENERGIA;

�PUO’ ESSERE EFFETTUATA A PRESSIONE ATMOSFERICA O SOTTO VUOTO;

TECNICHE DI SALDATURAALTRI PROCESSI DI SALDATURA – AL PLASMA

�IL CALORE PER LA FUSIONE E’ FORNITO DA UN GAS CHE PER RISCALDAMENTO RAGGIUNGE UNA PARZIALE IONIZZAZIONE (PLASMA) POTENDO COSI CONDURRE UNA CORRENTE ELETTRICA;

�L’ARCO ELETTRICO SCOCCA TRA UN ELETTRODO INFUSIBILE E IL BAGNO FUSO (ARCO TRASFERITO) OPPURE TRA L’ELETTRODO ED UN ADIACENTE UGELLO (ARCO NON TRASFERITO);

�PUO’ ESSERE UTILIZZATO O MENO MATERIALE D’APPORTO E LA SALDATURA E’ PROTETTA DA GAS INERTI (ARGON-ELIO)

TECNICHE DI SALDATURAALTRI PROCESSI DI SALDATURA – PER ESPLOSIONE

�LA SALDATURA E’ REALIZZATA PER LA PRESSIONE GENERATA DALL’ONDA D’URTO DI UNA CARICA ESPLOSIVA;

�CONSENTE LA SALDATURA DI METALLI DIFFICILI DA SALDARE (ES. ACCIAIO-TITANIO);

�UTILIZZATA SOPRATTUTTO IN AMBITO NAVALE E PER LA PRODUZIONE DI RECIPIENTI PER PRODOTTI CHIMICI.

TECNICHE DI SALDATURAALTRI PROCESSI DI SALDATURA – AD ULTRASUONI

�IL CALORE E’ OTTENUTO PER VIBRAZIONE DEI PEZZI CHE GENERANO MOTI DI ATTRITO CHE RISCALDANO I PEZZI;

�ASSIMILABILE ALL’INCOLLAGGIO E MOLTO USATA PER SALDARE PARTI IN PLASTICA.

TECNICHE DI SALDATURAALTRI PROCESSI DI SALDATURA – LASER

�LA FUSIONE DEL METALLO E’ OTTENUTA TRAMITE APPLICAZIONE DI UN RAGGIO DI LUCE COERENTE;

�PER PROTEGGERE IL BAGNO FUSO VIENE UTILIZZATO UN GAS PROTETTIVO E PUO ESSERE UTILIZZATO O MENO METALLO D’APPORTO;

TECNICHE DI SALDATURAALTRI PROCESSI DI SALDATURA – DIFFUSIONE

�UNIONE DI MATERIALI ALLO STATO SOLIDO PONENDO LE SUPERFICI A CONTATTO CON USO DI PRESSIONE E TEMPERATURA ADEGUATI (50% – 70% DELLA T° DI FUSIONE);

�SI POSSONO UNIRE MATERIALI MOLTO DIVERSI TRA LORO, LA TECNICA E’ UTILIZZATA PREVALENTEMENTE NELL’INDUSTRIA AEROSPAZIALE E NUCLEARE;

SALDATURA RISCHI PER LA SALUTE

NELLE OPERAZIONI DI SALDATURA I LAVORATORI POSSONO ESSERE POTENZIALMENTE ESPOSTI A TRE CLASSI DI FATTORI DI RISCHIO:

�CHIMICO;

�FISICO;

�ERGONOMICO;

SALDATURA RISCHI PER LA SALUTERISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI

FUMI DI SALDATURA

FUMI: PARTICELLE SOLIDE DISPERSE IN UNA MISCELA GASSOSA A COMPOSIZIONE COMPLESSA.

�LA COMPOSIZIONE DEI FUMI DIPENDE DALLA MATERIA PRIMA UTILIZZATA;

�IL DIAMETRO AERODINAMICO DEL PARTICOLATO CONDIZIONA LA DEPOSIZIONE REGIONALE DELLE PARTICELLE;


FUMI DI SALDATURA

DEPOSIZIONE EXTRATORACICA (REGIONE NASO-FARINGEA):

�DIAMETRI COMPRESI TRA 15 - 100 µm;

DEPOSIZIONE TORACICA (REGIONE TRACHEO-BRONCHIALE;

�DIAMETRI COMPRESI TRA 5 - 15 µm;

DEPOSIZIONE ALVEOLARE (REGIONE BRONCHIOLO–ALVEOLARE)

�DIAMETRI COMPRESI TRA 0,1 – 5 µm


FUMI DI SALDATURA

I FUMI DI SALDATURA CONTENGONO:

�PARTICOLATO (METALLI E LORO OSSIDI) DERIVANTE DALLA VAPORIZZAZIONE (ALTE TEMPERATURE) DEI MATERIALI UTILIZZATI PER LA SALDATURA (METALLO BASE –ELETTRODO E SUO RIVESTIMENTO);

�GAS PRODOTTI DALL’OSSIDAZIONE (ALTE TEMPERATURE –RADIAZIONI NON IONIZZANTI) DI AZOTO E OSSIGENO CONTENUTI NELL’ARIA ATMOSFERICA (OSSIDI DI AZOTO -OZONO);

�GAS PRODOTTI DA INCOMPLETA COMBUSTIONE (CO);

�GAS PRODOTTI DA RESIDUI DI PRECEDENTI LAVORAZIONI (es. FOSGENE – VERNICI - SOLVENTI).


FUMI DI SALDATURA

�I DIAMETRI DEL PARTICOLATO SONO IN GRAN PARTE < A 5µm

�LA QUANTITA DI FUMI PRODOTTI DIPENDE DALLA TECNICA DI SALDATURA UTILIZZATA (PRATICAMENTE ASSENTI NELLA SALDATURA AD ARCO SOMMERSO – MASSIMA NELLA SALDATURA AD ARCO CON ELETTRODO RIVESTITO);

�PARTICOLARMENTE PERICOLOSI PER SALUTE SONO I FUMI GENERATI DALLA SALDATURA DI ACCIAI INOX (CONTENGONO ELEVATE % DI CROMO ESAVALENTE E OSSIDI DI NICHEL);


FUMI DI SALDATURA

ACCIAI:

�LEGHE DI FERRO E CARBONIO;

ACCIAI LEGATI:

�ALLA LEGA BASE SONO AGGIUNTI ALTRI METALLI PER OTTENERE MATERIALI DI ALTA QUALITA’;

ACCIAI ALTO LEGATI:

�ALMENO UNO DEI METALLI AGGIUNTI SUPERA IL 5% DELLA LEGA DI PARTENZA;

ACCIAI BASSO LEGATI: �NESSUNO DEI METALLI AGGIUNTI SUPERA IL 5% DELLA LEGA DI PARTENZA;


FUMI DI SALDATURA

COMPOSIZIONE RIVESTIMENTO :

ELETTRODI ACIDI: SiO2 + SILICATO DI FERRO.

ELETTRODI CELLULOSICI: CELLULOSA + ELEMENTI DISOSSIDANTI (Si – Mn).

ELETTRODI AL RUTILO: OSSIDI DI TITANIO.

ELETTRODO OSSIDANTE: OSSIDI DI FERRO.

ELETTRODO BASICO: CARBONATI DI CALCIO E MAGNESIO.

SCELTI IN BASE AL MATERIALE DA SALDARE E ALLE CONDIZIONI DELLA SALDATURA (ES. SALDATURA IN PIANO O IN ALTRE POSIZIONI – SALDATURE ESTETICHE O DI RESISTENZA).


FUMI DI SALDATURA – EFFETTI SULLA SALUTE

�RESPITATORI (ACUTI/CRONICI);

�NEUROLOGICI

SALDATURA RISCHI PER LA SALUTEFUMI DI SALDATURA – EFFETTI SULLA SALUTE

SOSTANZA PERICOLOSA

Ossido di alluminioOssidi di ferroOssido di sodioBiossido di titanio

STATO

ParticolatoParticolatoParticolatoParticolato

Monossido di carbonio (CO) Gassoso

EFFETTI

Accumulo di polveri nei polmoni, alluminosiAccumulo di polveri nei polmoni, siderosiAccumulo di polveri nei polmoniAccumulo di polveri nei polmoniTossico impedisce il trasporto dell’ossigeno nel sangue

Mal di testaIntossicazioneParalisi respiratoriaEventuale perdita di conoscenza

Ozono (O3)Gassoso

Tossico irritazione delle mucoseIntossicazione acutaEdema polmonare

Fosgene (COCl2)Biossido di Azoto (NO2)

Fluoruri

Ossido di rame

Ossidi di manganese

Pentossido di vanadio

Ossido di zinco

Composti cromo esavalente

Ossido di cobaltoOssidi di nickel

Biossido di torio

Gassoso

Particolato

ParticolatoParticolato

Particolato



Particolato

Tossico

Tossici

TossicoTossici

Tossico

TossicoCancerogeno

CancerogenoCancerogenoRadioattivo

irritazione delle mucoseIntossicazioneEdema polmonare ritardatoirritazione alle mucoseDanni al sistema nervosofebbre da fumi metalliciirritazione alle mucoseDanni al sistema nervosoirritazione agli occhi e alle vie respiratorieDanni ai polmoniFebbre da fumi metallici(per il sistema respiratorio)Irritazione alle mucoseDanneggiamento al sistema respiratorio(per il sistema respiratorio)esposizione dei bronchi e dei polmoniPuò avere effetti cancerogeni


FUMI DI SALDATURA – EFFETTI RESPIRATORI

ACUTI:

EDEMA POLMONARE :

�OZONO (O3)

�CADMIO

�COMPOSTI DELL’AZOTO (NO – NOX)

�FOSGENE (COCl2)

FEBBRE DA FUMI METALLICI:�Zinco (Zn), Rame (Cu), Magnesio (Mg), Stagno (Sn), Cadmio (Cd) ELORO OSSIDI;



ASMA :

�COMPOSTI DEL Cr E Ni;

�ISOCIANATI (SALDATURE SU PEZZI PITTURATI CON VERNICI POLIURETANICHE);

INTOSSICAZIONI:�MONOSSIDO DI CARBONIO (AMBIENTI NON VENTILATI);

�ARSINA (AsH3) – (ARSENICO IN TRACCE NELLE LEGHE)



CRONICI :

BPCO (BRONCHITE CRONICA)�ESPOSIZIONE CRONICA AD AGENTI IRRITANTI (OSSIDI DI METALLI);

PNEUMOCONIOSI (PER LO PIU BENIGNE):�SIDEROSI (ACCUMULO DI POLVERI DI Fe);

�ALLUMINOSI (ACCUMULO DI POLVERI DI Al)

TUMORI DEL POLMONE:�ESPOSIZIONE A COMPOSTI DI Cr (ESAVALENTE) E Ni (OSSIDI);

�FUMI DI SALDATURA IN GENERALE;



�I FUMI DI SALDATURA SONO STATI CLASSIFICATI DA IARC COME POSSIBILI CANCEROGENI PER IL POLMONE (CLASSE 2B);

�IL TUMORE DEL POLMONE E ’ PIU FREQUENTE NEI SALDATORI (30% IN PIU RISPETTO AI NON ESPOSTI);

�GLI STUDI SU CUI SI BASA LA CLASSIFICAZIONE IARC PRESENTANO FATTORI DI CONFONDIMENTO (FUMO DI SIGARETTA – ESPOSIZIONE AD AMIANTO);

�GLI STUDI EVIDENZIANO CANCEROGENICITA ANCHE PER FUMI CHE NON CONTENGONO Cr e Ni QUINDI PER TUTTI I SALDATORI (NON SOLO SU ACCIAI INOX);


FUMI DI SALDATURA – EFFETTI NEUROLOGICI

SINDROME SIMIL PARKINSONIANA:

�ESPOSIZIONE CRONICA A FUMI CONTENENTI Mn;

�ALCUNI STUDI DIMOSTRANO PREVALENZA DOPPIA DI TALE SINDROME RISPETTO AI NON ESPOSTI;

�SI DIFFERENZIA DA QUELLA “COMUNE” PER LA PREVALENZA DI ALCUNI SINTOMI (es. PRECOCE COINVOLGIMENTO DELLA PAROLA) E PER ASPETTI DI CARATTERE RADIOLOGICO;

�E’ SCARSA/ASSENTE LA RISPOSTA ALLA TERAPIA MEDICA UTILIZZATA PER LA FORMA PIU COMUNE.

SALDATURA RISCHI PER LA SALUTERISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI ED

ERGONOMICI

�RUMORE;

�RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (ROA);

�VIBRAZIONI CORPO INTERO – MANO BRACCIO

�CAMPI ELETTROMAGNETICI (CEM);

�RISCHI DI CARATTERE ERGONOMICO;

RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (ROA)


RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI - ROA

�L’ARCO ELETTRICO PRODUCE RAGGI ULTRAVIOLETTI (UV), VISIBILE E INFRAROSSI (IR);

�IN CASO DI SALDATURE A FIAMMA PRODOTTI SOLAMENTE RAGGI NEL CAMPO DEL VISIBILE E INFRAROSSI (IR);

�ENTITA ’ E PERICOLOSITA ’ ROA DIPENDE DA ENERGIA EMESSA – LUNGHEZZA D’ONDA – MODALITA E TEMPO DI ESPOSIZIONE.



EFFETTI SULL’OCCHIO:�FOTOCHERATOCONGIUNTIVITE (UVA-UVC);

�CATARATTA FOTOCHIMICA (UVB);

�USTIONI CORNEALI (IR);

�CATARATTA TERMICA (IR)

�DANNO RETINICO TERMICO (IR);

�FOTORETINITE (VISIBILE)

EFFETTI SULLA CUTE:�ERITEMI (UVB-UVC)

�SENSIBILIZZAZIONE (UVA-UVB)

�FOTOINVECCHIAMENTO (UVA-UVB-UVC)

�CANCEROGENESI (UVB-UVA);

�VASODILATAZIONE – ERITEMA – USTIONI (IR);



�SUPERFLUO, NEL CASO DELLE SALDATURE AD ARCO, ESEGUIRE MISURAZIONI IN QUANTO I LAVORATORI ADDETTI SONO SICURAMENTE ESPOSTI;

� NECESSARI INTERVENTI DI CARATTERE ORGANIZZATIVO/ADOZIONE DI ADEGUATI DPI;


RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI - CEM

�NEL CASO DELLE SALDATURE AD ARCO NELL ’ AREA ADIACENTE AL CAVO SONO GENERATI CAMPI ELETTROMAGNETICI INTENSI;

�L’INTENSITA’ DEL CAMPO SI RIDUCE RAPIDAMENTE CON LA DISTANZA;

�E’ NECESSARIO POSIZIONARE L’ALIMENTATORE AD ALCUNI METRI DI DISTANZA;

�EVITARE DI ARROTOLARE I CAVI INTORNO AL CORPPO O APPOGGIARLI SULLE SPALLE;

�MANTENERE UNITI IL CAVO DI SALDATURA CON QUELLO DI MESSA A TERRA.

�LA VALUTAZIONE DI TALE RISCHIO E DA EFFETTUARSI ENTRO IL 30 APRILE 2012


RISCHI DI CARATTERE ERGONOMICO

ASSUNZIONE DI POSTURE INCONGRUE DURANTE LE OPERAZIONI DI SALDATURA:

�POSTURE PROTRATTE DEGLI ARTI SUPERIORI AL DI SOPRA DELLE SPALLE;

�POSTURE ERETTE PROTRATTE E FISSE (RACHIDE CERVICALE E LOMBOSACRALE);

�SOSTEGNO PROTRATTO, CON PRESA DI FORZA, DELLA TORCIA DI SALDATURA;

�DISPONIBILI BRACCI DI BILANCIAMENTO PER RIDURRE AL MINIMO IL PESO DEI CAVI DI SALDATURA.


RISCHI DI CARATTERE ERGONOMICO

PATOLOGIE:

�SPALLA (LESIONE CUFFIA DEI ROTATORI);

�GOMITO (EPICONDILITI – EPITROCLEITI);

�POLSO (TUNNEL CARPALE E PATOLOGIE DA INTRAPPOLAMENTO NERVOSO).

SALDATURA RISCHI PER LA SALUTEASPETTI DI CARATTERE PREVENTIVO

�ASPIRAZIONI;

�DPI;

�ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO;


MONITORAGGIO AMBIENTALE

OEL: OCCUPATIONAL EXPOSURE LIMIT


SISTEMI DI ASPIRAZIONE ALLA FONTE


SISTEMI DI ASPIRAZIONE CENTRALIZZATI


DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

MASCHERA

GREMBIULE IN CROSTA

GUANTI E MANICOTTI IN CROSTA

GHETTEIN CROSTA

CALZATURE CON PROTEZIONE METATARSALE

TUTA IN COTONE IGNIFUGATO

OCCHIALI CONLENTI VERDI

SALDATURA ADARCO

SALDATURA OSSIACETILENICA


ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

SEGREGAZIONE DELLE POSTAZIONI DI SALDATURA

SALDATURA RISCHI PER LA SALUTESORVEGLIANZA SANITARIA

�PROGRAMMATA DAL MEDICO COMPETTENTE SULLA BASE DEI RISULTATI DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI;

�UTILE PER CONFERMARE, NEL TEMPO, LE “BONIFICHE”MESSE IN ATTO DALL’AZIENDA RELATIVAMENTE AI RISCHI EVIDENZIATI (NO NUOVI CASI DI M.P.);

�UTILE PER IDENTIFICARE FATTORI DI RISCHIO NON EVIDENZIATI DURANTE LA VALUTAZIONE DEI RISCHI;

�UTILE PER L’IDENTIFICAZIONE DI LAVORATORI IPERSUSCETTIBILI CHE NECESSITANO DI PRTICOLARE PROTEZIONE (INVALIDI-PORTATORI DI PATOLOGIE –ALTERAZIONI SU BASE GENETICA);

SALDATURA RISCHI PER LA SALUTESORVEGLIANZA SANITARIA

�VISITA MEDICA CON PERIODICITA ANNUALE;

DOVRANNO ESSERE IN PARTICOLARE VALUTATI GLI ORGANI BERSAGLIO DEI RISCHI EVIDENZIATI NEL DVR. IN LINEA DI MASSIMA, NEL SETTORE METALMECCANICO, QUESTI SONO:

�OCCHI;

�CUTE;

�APPARATO RESPIRATORIO;

�RACHIDE LOMBOSACRALE;

�ARTI SUPERIORI (NERVI – VASI – ARTICOLAZIONI);

�APPARATO UDITIVO;

IL MEDICO PUO AVVALERSI DI QUESTIONARI SPECIFICI O COMUNQUE DEVE ANNOTARE I RISULTATI DELL’ESAME OBBIETTIVO NELLA CARTELLA SANITARIA.


SORVEGLIANZA SANITARIA

AD INTEGRAZIONE DELLA VISITA MEDICA DOVREBBERO ESSERE PREVISTI ANCHE ACCERTAMENTI SANITARI:

ESAME AUDIOMETRICO :

IN PRIMA VISITA E SUCCESSIVAMENTE CON PERIODICITA VARIABILE A SECONDA DEI RISULTATI DELLA FONOMETRIA (INDICATIVAMENTE BIENNALE-TRIENNALE).

ESAME SPIROMETRICO:IN PRIMA VISITA E SUCCESSIVAMENTE CON PERIODICITA VARIABILE A SECONDA DEI RISULTATI DELLE INDAGINI AMBIENTALI (TRIENNALE-QUINQUENNALE). L’ESAME PUO ANCHE ESSERE SOSTITUTITO CON QUESTIONARI SPECIFICI PER LA RILEVAZIONE PRECOCE DI DISTURBI RSPIRTORI (CECA).



MONITORAGGIO BIOLOGICO :

�MISURAZIONE DI SOSTANZE E/O LORO METABOLITI IN MATRICI BIOLOGICHE (GENERALMENTE URINE);

�DANNO INFORMAZIONI INTEGRATIVE A QUELLE RILEVATE CON IL MONITORAGGIO AMBIENTALE (VALUTANO ALTRE VIE DI ASSORBIMENTO OLTRE A QUELLA RESPIRATORIA ES. CUTE);

IN LINEA DI MASSIMA NEL SETTORE METALMECCANICO POTREBBERO ESSERE UTILI:

CROMURIA – NICHELURIA (FUMI DI SALDATURA - ACCIAI INOX);

CADMIURIA - MANGANURIA (FUMI DI SALDATURA – SALDATURE ETEROGENE)

1-IDROSSIPIRENE URINARIO (METABOLITA DEL PIRENE) PER ESPOSIZIONE AIPA



ESAMI EMATOCHIMICI :

�POSSONO ESSERE UTILI IN ASSUZIONE O PRIMA VISITA;

�SI POSSONO RIPETERE CON PERIODICITA NON TROPPO RAVVICINATA (ES. QUINQUENNALE);

�POSSONO EVIDENZIARE SOGGETTI IPERSUSCETTIBILI IN CASO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI (ES. A SOLVENTI O IPA IN LAVORATORI AFFETTI DA EPATOPATIE);

RISCHI PER LA SALUTE CONNESSI

ALL’ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI

MECCANICHE

• A CORPO INTERO

(WBV)

• AL SISTEMA MANO BRACCIO (HAV)

VIBRAZIONI

Le vibrazioni sono oscillazioni meccaniche generate da onde di pressione che si trasmettono attraverso corpi solidi elastici.

VIBRAZIONI TRASMESSE AL CORPO INTERO

�MACCHINE FISSE

�MACCHINE SEMOVENTI SU GOMMA O CINGOLI

�MEZZI DI TRASPORTO

SORGENTI NEL SETTORE METALMECCANICO

VIBRAZIONI TRASMESSE AL SISTEMA

MANO-BRACCIO

Rivettatori

Avvitatori, trapani

Cesoie e Roditrici per metalli

Levigatrici

Seghetti alternativi

Smerigliatrici

SORGENTI NEL SETTORE METALMECCANICO

VARIABILI FISICHE RILEVANTI

• INTENSITÀ delle vibrazioni

• Componenti in FREQUENZA delle vibrazioni

• DIREZIONE delle vibrazioni

• DURATA dell’esposizione

VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE

• SENZA MISURAZIONI

- utilizzando BANCHE DATI dell’ISPESL,delle regioni o del CNR

- sulla base delle informazioni fornite dalcostruttore e sull’osservazione delle pratichedi lavoro

• CON MISURAZIONI

BANCA DATI ISPESL

• L'obiettivo della Banca Dati Vibrazioni qui presentata è il seguente:

a) garantire un'agevole reperibilità dei valori di esposizione a vibrazioni prodotte dai macchinari comunemente utilizzati in ambito industriale, al fine di favorire il più possibile l'attuazione immediata di interventi di

riduzione del rischio alla fonte, già in sede di valutazione del rischio,

senza dover necessariamente ricorrere a misure onerose e

talvolta complesse;

b) consentire ai datori di lavoro ed ai loro consulenti di individuare i macchinari che riducano al minimo il rischio vibrazioni, in fase di acquisto

ed aggiornamento del parco macchine.

http://www.ispesl.it/vibrationDatabase/default.asp?lang=it

1,0 m/s2

0,50 m/s2

5,0 m/s2

2,5 m/s2

VALORI LIMITE

VALORI DI AZIONE

WBV

A(8)

HAV

A(8)

VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE

ADEMPIMENTI

VALUTARE IL RISCHIO

INFORMAZIONE E FORMAZIONE

-------- VALORE DI AZIONE --------

REDIGERE PROGRAMMA DI RIDUZIONE DEL RISCHIO

-------- VALORE LIMITE --------

OBBLIGO DI MISURE IMMEDIATE DI RIDUZIONE DEL RISCHIO


EFFETTI SULLA SALUTE DELLE VIBRAZIONI AL CORPO INTERO

• Cinetosi

• Disturbi e patologie del rachide lombare

• Disturbi e patologie del distretto cervico-

branchiale

• Effetti sugli apparati cocleo-vestibolaregastroenterico, circolatorio, urogenitale

WBV: RIDUZIONE E CONTROLLO DEL RISCHIO

• Automazione e/o remotizzazione della lavorazione

• Modifica delle macchine esistenti(isolamento della cabina con materiali smorzanti – silent block - sostituzione degli

ammortizzatori, adozione di sedili ad elevata attenuazione, di supporti antivibranti,

di basamenti smorzanti, di piattaforme isolate…)

• Sostituzione dei macchinari con elevati livelli di vibrazioni

• Adozione di procedure per acquisto di nuove attrezzature di

lavoro al minimo di rischio (banche dati)

• Effettuazione di manutenzione regolare e periodica dei

veicoli, (sospensioni, sedili, cabina di guida…) e delle macchine vibranti

• Adozione di cicli di lavoro che consentano di alternare periodi

di esposizione a periodi di riposo

• Adozione di procedure per la limitazione dei tempi di esposizione

EFFETTI DELLE VIBRAZIONI TRASMESSEAL SISTEMA MANO-BRACCIO

• COMPONENTE VASCOLARE:

SINDROME DEL DITO BIANCO

• COMPONENTE NEUROLOGICA:

FORMICOLII, BRUCIORI O PERDITA DISENSIBILITA’ DELLE DITA

(NEUROPATIA PERIFERICA)

• COMPONENTE OSTEOARTICOLARE:

LESIONI DEGENERATIVE A CARICO DEGLIARTI SUPERIORI (ARTROSI)

HAV: RIDUZIONE E CONTROLLO DEL RISCHIO

• Modifica della tecnologia impiegata

• Adozione di sistemi di lavoro ergonomici (riduzione dellaforza di pressione o spinta)

• Sostituzione di macchinari con elevati livelli di pressionecon macchinari la cui impugnatura è disaccoppiatadall’attrezzo

• Adozione di procedure per l’acquisto di nuove attrezzatureal minimo livello di rischio

• Impiego di DPI

• Effettuazione di manutenzione regolare e periodica

• Adozione di cicli di lavoro che consentano di alternareperiodi di esposizione a periodi di riposo

• Adozione di procedure per la limitazione dei tempi di esposizione

QUALE SORVEGLIANZA SANITARIA?

• Visita medica generale con particolare attenzione all’apparato cutaneo, respiratorio e muscoloscheletrico (rachide e arti superiori)

• Audiometria

• Spirometria

• Verifica della copertura vaccinale nei confronti del tetano

• Eventuale monitoraggio biologico in funzione del rischio chimico specifico

IL RUMORE

Che cos’è il rumore?

Con il termine di rumore si definisce in genere qualsiasi suono indesiderabile, sgradito o pericoloso per l’orecchio

umano.

E’ più corretto definire il rumore però come un insieme di suoni con caratteristiche diverse.

Che cos’è il suono?

• Il suono è una variazione di pressione (un’onda) che si propaga in un mezzo (aria, acqua….)

Questa variazione di pressione viene recepita dall’apparato uditivo dell’uomo che la trasforma in

sensazione sonora

Le caratteristiche fondamentali di un suono sono la sua intensità e la sua frequenza.

L’ intensità è la quantità di energia posseduta dall’onda sonora e si misura in decibel (dB).

La frequenza rappresenta il numero di oscillazioni compiute dalla vibrazione in un secondo e si misura in herz (Hz).

I suoni o rumori acuti hanno frequenze alte (6000-8000 Hz o più ), mentre quelli gravi hanno basse frequenze (250-500 Hz o meno).

L’orecchio dell’uomo è capace di sentire suoni con frequenze comprese tra 20 e 20000 Hz.

L’ intensità è la quantità di energia

posseduta dall’onda sonora;

Unità di misura: decibel (dB)

la sensibilitsensibilitàà massimamassima dell'orecchio interno èsituata alle frequenze intorno ai 4000 Hz4000 Hz, dove

si manifestano per prime le eventuali lesioni dell'udito.

Tali lesioni possono colpire anche le medie frequenze se vi è un'esposizione continuativa

oppure molto intensa al rumore.

EFFETTI DEL RUMORE

UDITIVI

• Spostamento temporaneo della soglia uditiva (STS)

• Ipoacusia da trauma acustico acuto

• Ipoacusia da trauma acustico cronico (ipoacusia (ipoacusia

da rumore)da rumore)

EXTRAUDITIVI

• Neuropsichici

• Gastroenterici

• Cardiocircolatori

• Ormonali

EFFETTI UDITIVI DEL RUMORE

Dipendono da:

• Caratteristiche fisiche del rumore (intensità, frequenza)

• Tipo di rumore (costante o impulsivo)

• Durata dell’esposizione

• Ipersuscettibilità individuale

SPOSTAMENTO TEMPORANEO DELLA

SOGLIA UDITIVA (STS)

• Innalzamento della soglia uditiva rispetto a

quella di riposo seguito da un recupero

della percezione uditiva che inizia al

cessare dell’esposizione e si completa in

circa 16 ore

IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO ACUTO

� Deficit percettivo o misto, alte frequenze, quasi sempre monolaterale, in parte reversibile

� In genere colpisce un solo orecchio perché la testa fa da schermo proteggendo l’altro orecchio da un trauma

acustico di elevata intensità (scoppio, esplosione)

� In base alle conoscenze attuali, si considera a rischio l’esposizione al rumore superiore a 80 db

� il rischio aumenta in misura del 100% (il doppio) per ogni 3 dB in più.

�Un’esposizione costante al rumore superiore agli 85dB per un periodo di 20 anni porta alla sordità

IPOACUSIA DA TRAUMA ACUSTICO CRONICO o

IPOACUSIA DA RUMORE

� Percettivo (sofferenza delle cellule acustiche)

� Bilaterale

� Simmetrico

� All’inizio colpisce le frequenze di 4-6 KHz con tendenza

alla risalita, cioè al miglioramento, sugli 8 KHz

� Irreversibile

� Non evolutivo una volta terminata l’esposizione

IPOACUSIA DA RUMORE

IPOACUSIA DA RUMORE

e’ causata da un’esposizione ad elevati livelli sonori continuativa nel tempo che causano il danneggiamento delle cellule ciliate,

4 fasi cliniche:

I: ronzii negli orecchi alla fine del turno di lavoro, sensazione di orecchio “pieno”, mal di testa, senso intontimento;

II: il soggetto non ha sintomi, non si accorge che la malattia progredisce, si può dimostrare il danno solo con un esame audiometrico. Ha durata variabile di mesi o anni;

III: il soggetto percepisce che il suo udito non è più normale, non sente più il ticchettio dell’orologio, non afferra tutte le battute della conversazione soprattutto se si trova in ambiente non silenzioso, deve alzare il volume di radio e televisione con proteste da parte dei familiari;

IV: il soggetto si rende conto di non sentire, comunicazione verbale difficoltosa, percezione distorta dei suoni.

FATTORI FAVORENTI L’IPOACUSIA DA RUMORE

Malattie sistemiche:

• ipertensione arteriosa

• aterosclerosi

• diabete

Malattie dell’orecchio:

•otiti

Traumi:

•colpo di frusta

•trauma cranico

Farmaci

•alcuni tipi di antibiotici

•diuretici

•antimalarici

•vasodilatatori

•antivirali

•antitumorali

Malattie infettive:

•morbillo

•rosolia

•parotite

•meningite

NB: Con l’età si ha una fisiologica diminuzione dell’udito (presbiacusia)

Ototossici occupazionali:

• solventi

•monossido di carbonio

•cianuri

•pesticidi

Neuropsichici: riduzione del rendimento, riduzione

della capacità di concentrazione, ansia,

depressione, irritabilità, alterazioni dell ’ umore,

insonnia;

Gastroenterici: acidità di stomaco, digestione lenta

e difficile, gastriti;

Cardiocircolatori: pressione alta, alterazioni della

frequenza cardiaca;

Ormonali: alterazione della funzionalità della

tiroide, alterazioni mestruali.

EFFETTI

EXTRAUDITIVI

VALUTAZIONE DEI RISCHI

Oggi la normativa prevede l’obbligo di ripetere la valutazione con cadenza almeno quadriennale e,

comunque, in occasione di mutamenti che potrebbero averla resa superata o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne mostrino la necessità.

VALORI LIMITE E VALORI DI AZIONED. Lgs. 81/2008 – Art. 189

L EX, 8h dB(A) P peak dB(C)

Valori inferiori di azione 80 135

Valori superiori di azione 85 137

Valori limite di esposizione * 87 140

* Art. 193, comma 2 - Il datore di lavoro tiene conto dell’attenuazione prodotta dai DPI dell’udito indossati dal lavoratore solo ai fini di valutare il rispetto dei valori limite di esposizione

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONEMISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

Se a seguito della valutazione risulta che i valori siano superiori a 80dB(A) ma inferiori a 85dB(A) il datore di lavoro:

� mette a disposizione DPI per la protezione dell’udito;

� garantisce formazione ed informazione su rischi provenienti da esposizione a rumore;

� Sottopone a sorveglianza a richiesta del lavoratore e qualora il medico competente ne confermi l’opportunità.

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONEMISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

Se a seguito della valutazione risulta che i valori superiori i valori superiori di azione (85dB) sono superati di azione (85dB) sono superati il datore di lavoro:

� elabora ed applica un programma di misure tecniche ed organizzative volte a ridurre l’esposizione al rumore;

� esige che i lavoratori utilizzino otoprotettori;

� sottopone a sorveglianza sanitaria almeno una volta anno.

COME EFFETTUARE LA PREVENZIONED.Lgs. 81/08

a livello ambientale: sulle sorgenti del rumore (devono essere scelte

attrezzature, utensili ed impianti che generano il minor livello di rumore, la

cui manutenzione deve essere effettuata da personale qualificato; le

macchine più rumorose vanno rivestite con cabine isolanti) e sulla

propagazione del rumore (separazione dei reparti o isolamenti con

barriere acustiche, rivestimento degli ambienti con materiali isolanti

(fonoassorbenti)

a livello personale: tramite la protezione dei lavoratori con appositi

dispositivi di protezione acustica che si comportano come un filtro per il

rumore che arriva all’orecchio umano

CLASSIFICAZIONE DEI DPI AURICOLARI

FORMAZIONE-INFORMAZIONE

l’addestramento circa l’uso corretto e l’utilizzo pratico

degli otoprotettori è indispensabile

Il lavoratore deve essere istruito su:

• Modalità di indossamento

• Ambienti ed arco temporale in cui indossarli

• Cura e manutenzione

mediante brevi corsi periodici di istruzione

CURA-MANUTENZIONE

• Pulizia ed igiene

• Conservazione

• Ispezione e sostituzione

I protettori auricolari riutilizzabili devono essere sottoposti ad interventi regolari di manutenzione e pulizia al fine di evitare :

� riduzione dell’effetto protettivo

� irritazioni o abrasioni cutanee

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