RISCHIO CLIENTELISMO Atenei, protesta contro le cattedre di … · 2016-11-11 · Marco Abate, prof...

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POLEMICA SUI 500 NUOVI POSTI : " RISCHIO CLIENTELISMO" Atenei, protesta contro le cattedre "di governo" LORENZO GOTTARDO TORINO Cinquecento cattedre univer- sitarie per cinquecento pro- fessori e ricercatori d'eccel- lenza finanziate dal governo italiano con 38 milioni di curo per quest'anno, cui se ne ag- giungeranno altri 75 dal 2017 in poi: è il decreto sul fondo Giulio Natta che in questi giorni ha scatenato animate discussioni. Perché, se l'idea di finanziare chi si è distinto nella ricerca, viene accolta da tutti positivamente, a solleva- re obiezioni sono le possibili ripercussioni delle assegna- zioni di queste cattedre e, so- prattutto, la composizione delle commissioni che saran- no chiamate a fare la scelta. Il rischio è quello di creare disparità tra colleghi di ate- neo -un migliore trattamento economico, più alto in media del 20-30% -. Ma a spaventare davvero sono le commissioni di valutazione: «commissioni formate da studiosi di alta qualificazione operanti nel campo della ricerca», recita il comma 210 del decreto. Venti- cinque, in totale, ognuna con un presidente e due commis- sari nominati direttamente dal Governo. Misura giudica- ta da molti una forma di sfidu- cia nei confronti del mondo universitario, ma anche una grave intromissione che po- trebbe creare una classe di docenti «clienti». La decisione del Governo ha portato ad una petizione, cui hanno aderito ol- tre 5000 persone, con tanto di lettera aperta al premier Mat- teo Renzi sulla piattaforma per la raccolta firme Change.org. «Qui si decidono assunzioni a tavolino, quando ci sono giovani ricercatori di talento che non hanno un contratto per man- canza di risorse», afferma Gio- vanni Orsina, docente di Storia contemporanea alla Luiss, tra i promotori dell'iniziativa. Superate le aule degli atenei universitari, il dibattito si è spinto fino in Parlamento. Ri- spondendo ad un'interrogazio- ne del Movimento 5 Stelle sul- l'argomento, infatti, il ministro dell'Istruzione Stefania Gianni- ni ha difeso il decreto sostenen- do che in alcun modo si andrà così ad intaccare l'autonomia delle università e che «il proce- dimento è aperto ad accogliere eventuali suggerimenti che possano integrare e migliora- re» le disposizioni relative alla nomina delle commissioni. Pa- role che però non rassicurano le opposizioni. Tanto che M5s ha lanciato una contropropo- sta: «Se il decreto sulle catte- dre Natta non può essere bloc- cato, che almeno spetti al Cun (il Consiglio universitario na- zionale) il compito di nominare i presidenti delle commissioni». Un'ipotesi di compromesso che non dispiacerebbe troppo al mondo universitario. O fl N: NI.:.I:I!Ni I.iNN N bstN•/:.N

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POLEMICA SUI 500 NUOVI POSTI : "RISCHIO CLIENTELISMO"

Atenei, protesta controle cattedre "di governo"

LORENZO GOTTARDOTORINO

Cinquecento cattedre univer-sitarie per cinquecento pro-fessori e ricercatori d'eccel-lenza finanziate dal governoitaliano con 38 milioni di curoper quest'anno, cui se ne ag-giungeranno altri 75 dal 2017in poi: è il decreto sul fondoGiulio Natta che in questigiorni ha scatenato animatediscussioni. Perché, se l'ideadi finanziare chi si è distintonella ricerca, viene accolta datutti positivamente, a solleva-re obiezioni sono le possibiliripercussioni delle assegna-zioni di queste cattedre e, so-prattutto, la composizionedelle commissioni che saran-no chiamate a fare la scelta.

Il rischio è quello di crearedisparità tra colleghi di ate-neo -un migliore trattamentoeconomico, più alto in mediadel 20-30% -. Ma a spaventaredavvero sono le commissionidi valutazione: «commissioniformate da studiosi di altaqualificazione operanti nelcampo della ricerca», recita ilcomma 210 del decreto. Venti-cinque, in totale, ognuna conun presidente e due commis-sari nominati direttamentedal Governo. Misura giudica-ta da molti una forma di sfidu-cia nei confronti del mondouniversitario, ma anche unagrave intromissione che po-trebbe creare una classe didocenti «clienti». La decisione

del Governo ha portato ad unapetizione, cui hanno aderito ol-tre 5000 persone, con tanto dilettera aperta al premier Mat-teo Renzi sulla piattaforma perla raccolta firme Change.org.«Qui si decidono assunzioni atavolino, quando ci sono giovaniricercatori di talento che nonhanno un contratto per man-canza di risorse», afferma Gio-vanni Orsina, docente di Storiacontemporanea alla Luiss, tra ipromotori dell'iniziativa.

Superate le aule degli ateneiuniversitari, il dibattito si èspinto fino in Parlamento. Ri-spondendo ad un'interrogazio-ne del Movimento 5 Stelle sul-l'argomento, infatti, il ministrodell'Istruzione Stefania Gianni-ni ha difeso il decreto sostenen-do che in alcun modo si andràcosì ad intaccare l'autonomiadelle università e che «il proce-dimento è aperto ad accogliereeventuali suggerimenti chepossano integrare e migliora-re» le disposizioni relative allanomina delle commissioni. Pa-role che però non rassicuranole opposizioni. Tanto che M5sha lanciato una contropropo-sta: «Se il decreto sulle catte-dre Natta non può essere bloc-cato, che almeno spetti al Cun(il Consiglio universitario na-zionale) il compito di nominarei presidenti delle commissioni».Un'ipotesi di compromesso chenon dispiacerebbe troppo almondo universitario.

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Superprof, gli atenei 1 piazzaIl ve : cambieremo la legge

ROMA. Il nuovo avamposto del-la contestazione negli atenei si

chiama Cattedre Natta. Controquesto "Reclutamento straordi-nario di docenti universitariper chiamata diretta", volutodal governo Renzi per far torna-re cervelli in patria, lunedì pros-simo ci sarà una mobilitazionenei rettorati delpaese. E, sem-pre lunedì, il go-verno presente-rà l'ultima boz-za del decretolegge per prova-re a placare laprotesta. Glistudenti dellaLink, con Cgil,Dottorandi edottori di ricer-ca, Rete 29Aprile, hannolanciato lo"Speakers' Cor-ner" «per pre-tendere non lamodifica, ma lacancellazionedella norma». Iltitolo dei flashmob diffusi è "Idocenti non li

sceglie il gover-no. No alle 500cattedre" e mette insieme duecose legate e diverse.

Da una parte si contesta l'isti-tuzione delle Cattedre Natta,ovvero la possibilità da partedei rettori di chiamare docentidi acciarato prestigio che po-tranno, grazie a un fondo stata-le di 75 milioni, essere pagatimeglio. A un'ampia fettadell'accademia italiana - che haraccolto 5.200 firme e annove-ra intellettuali critici come Za-

grebelski, Magris, Rodotà - il"premio parallelo" non piace.Perché non investire, dicono,su un'università che già c'è ed èstata sottofinanziata per decen-ni fino alla consunzione?

Si contesta poi - realizzandocomparazioni con il Ventennio

del Duce - il fatto che i presiden-ti delle commissioni che valute-ranno i 500

CHE COSA SONOLe Cattedre Natta (PremioNobel per la chimica nel 1963)sono un "reclutamentostraordinario di docentiuniversitari per chiamatadiretta", come dice l'articolo 1della Legge di stabilità del2015. Per questo è statoistituito un fondo con unadotazione di 75 milioni dal2017 per reclutare 500professori universitarigià selezionati tra gli studiosidi elevato merito scientifico.

superprof sianoscelti dal pre-mier Renzi (suproposta del mi-nistro dell'I-struzione) e glialtri due mem-bri uscirannoda una rosadell'Agenzia divalutazione An-

vur. Considera-

zioni critiche al

provvedimen-to sono arriva-te, tra l'altro,anche dal Consi-glio di Stato.

La presiden-za del Consiglioper lunedì pros-simo avrà elabo-rato un nuovodocumento,che presenteràalle commissio-ni parlamenta-ri. Prevede un

coinvolgimento del mondoscientifico ed espliciterà comegli atenei siano autonomi nellescelte (la chiamata dei 500 su-perprof sarà dei rettori ). Il mini-stro, dirà la nuova bozza, potràchiedere nomi adatti per le 25presidenze di commissione allaConferenza dei rettori, al Consi-glio universitario Cun (oggi cri-tico), a Cnr, Lincei e societàscientifiche.

3 RIVROOULONERISkNVA fA

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QUATTRO LE

«giù spazi e serviziper gli studentiNuove , + , / . .

,

RICERCA , spazi per gli studenti epiano delle assunzioni. La squadra,dieci rettori, un prorettore vicarioe il rettore, ha tre priorità, oltre aquella di mantenere i conti in ordi-ne. Quattro le donne (due sono pro-prio le riconfermate dell'era Augel-lo per dare un segnale di continui-tà). «Mi aspetto un grande lavoroda loro», attacca Mancarella chepoi aggiunge: «Vedremo fra due an-ni se modificare qualcosa in questogruppo». Poi, via via, le presentazio-ni al pubblico, in questo caso inter-no, la seduta congiunta di cda, Se-nato con alcuni dirigenti. Assenteper una missione in India MarcoAbate (ordinario di Geometria),che si occuperà di didattica.

«HO rinunciato al termine semppli-ficazione perché faceva troppo `C;al-deroli'», scherza Franco Turini, or-dinario di Informatica (revisionedei regolamenti e delle procedureamministrative). «Ci affideremomolto all'informatica». «Puntiamoa rendere l'ateneo più competitivoattraendo così progetti e fondi in-ternazionali, spiega Lisandro Bene-detti-Cecchi, ordinario di Ecologia(ricerca in ambito europeo e inter-nazionale). Obiettivo della rinnova-ta prorettrice per le politiche di bi-lancio, Ada Carlesi, ordinario di Fi-nanza aziendale, l'equilibrio di dueesigenze: «Da una parte la politica

espansiva, dall'altra mantenere l'at-tuale bilancio solido». «Se il mini-stero non continuerà coi tagli - di-ce Michele Marroni, professore or-dinario di Geologia strutturale (per-sonale) - proseguiremo nel pianodel reclutamento per il personaledocente». Per i tecnici, «formazio-ne e valorizzazione delle competen-ze». Sul fronte studenti, AntonellaDel Corso, professore associato diBiochimica, annuncia di voler «cer-care nuove opportunità».

MARCO RAUGI, professore ordi-nario di Elettrotecnica, (ricerca ap-plicata) vuol «fare incontrare lecompetenze scientifiche con la do-manda di ricerca e lo sviluppo delmondo produttivo e culturale».«La ricerca fa parte di tutti i giornie deve essere quindi valorizzata intutti i suoi aspetti», per ClaudiaMartini, professore ordinario diBiochimica. A sostenere che «l'Uni-versità deve tornare ad avere unruolo importante nel Cus» è MarcoGesi, professore associato di Anato-mia umana (rapporti con gli entidel territorio). Infine, l'altra ricon-ferma, la professoressa NicolettaDe Francesco, ordinario di Sistemidi elaborazione delle informazioniche al momento si occuperà del si-stema museale di Ateneo in attesadi nominare il nuovo presidente.

antonia casini

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Pisancare a presenta

la squadra per l'Ateneo

PISA «Panchina lunga, perché le partite dagiocare richiedono una squadra robusta». Ilneo rettore pisano, Paolo Mancarella, presentacosì gli undici prorettori e altrettanti delegatiche guideranno con lui l'Università. Due iconfermati della stagione di Augello: NicolettaDe Francesco e Ada Carlesi, vicerettore eprorettrice al bilancio. La ricerca viene divisafra nazionale, internazionale e trasferimentotecnologico. «Solo così si può fare un balzo inavanti» ha detto Mancarella. (Cinzia Colosimo)

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Sette su Iliscelti c r la per la sua "squadra" di prorettoridï Mario Neri

PISA

I membri di Senato e Cda sedutiad una lunga tavola disegnata aferro di cavallo, lui e la sua squa-dra sul quarto lato, alle spalleuna collezione di gessi, una sin-tesi di cultura greca e romana:un discobolo, un Apollo, il Lao-coonte. Sembra che Paolo Man-carella l'abbia scelta quasi co-me un piccolo ternpietto del suopersonale rinascimento, la chie-setta di San Paolo all'Orto. E laprima volta che un rettore inau-gura la sua corsa alla guida dell'ateneo nella gipsoteca di arte an-tica, una culla di "umanesimo"per una squadra dove gli umani-sti quasi non ci sono (se si esclu-de Alessandra Lischi, delegataalla comunicazione) ma in cuitrionfa la tecnica.

Una rosa che allude a un retto-rato 4.0. Undici prorettori e al-trettanti delegati, eccola la squa-dra di governo del nuovo rettoredell'Università di Pisa. Tantissi-mi informatici (fra puri e inge-gneri sono 7 su 22) e 2 ingegneri,tre deleghe per altrettante decli-nazioni di ricerca, attenzione al-le quote rosa (7 donne su 22) euna rosa ampia. «Meglio avereuna panchina lunga, visto che lecompetizioni che dovremo af-frontare sono molte e comples-se. IIo scelto in base alle compe-tenze, all'esperienza di ognunoma anche cercando affinitàumane», dice Mancarella. Sol-

tanto due i prorettori conferma-ti dall'era di Massimo Augello.«L'ho fatto perché altrimenti chiin campagna elettorale mi tac-ciava di essere in continuità conil rettore uscente sarebbe rima-sto deluso», scherza il rettore. Inrealtà vengono confermati duepilastri. Uno è Nicoletta DeFrancesco, ingegnere infornati-co, ex prorettrice vicaria dell'eraAugello ma soprattutto ispiratri-ce della candidatura dell'infor-matico: sarà ancora la numerodue a cui il rettore come «primocompito - spiega lei - ha affidatola gestione del sistema musealed'ateneo in attesa di nominareun presidente»; poi Ada Carlesi,la prof di finanza aziendale man-tiene la sua delega al bilancio«con l'obiettivo - dice - di rende-re possibili nuove manovreespansive mantenendo l'equili-brio di bilancio». Gli altri sonotutte neve entry.

Marco Abate, prof di matema-tica assente perché in missionein India, sarà prorettore alla di-dattica. Un anno fa fu la testa diponte degli scienziati alle urneper il rinnovo del Cda per unapotenziale candidatura del fisi-co Paolo Rossi nella corsa a Pa-lazzo alla Giornata, ma la disce-sa in campo naufragò anche inquelle urne, dove Abate non ot-tenne i voti per essere eletto. Dapotenziale avversario, Mancarel-la ha deciso di farne uno degliuomini più forti del suo esecuti-vo, perché quello affidatogli è il

ruolo che ha ricoperto lui in per-sona negli ultimi sei anni.

Lisandro Benedetti -Cecchi,ordinario di ecologia, si occupe-rà di ricercain ambito europeo einternazionale per «aumentareil più possibile i fondi in arrivodall'Ue»; Antonella Del Corso,associato di biochimica, sarà laresponsabile degli studenti e deldiritto allo studio; Marco Gesi,medico e ordinario di anatomiaumana, avrà il compito di tenerei rapporti col territorio e la dele-ga allo sport. Missione: «Riporta-re l'Unipi ad essere un attore im-portante all'interno del Cus»;Michele Marroni , prof di geolo-gia, sarà prorettore per l'organiz-zazione e le politiche del perso-nale e la sua mission non cam-bia molto rispetto al passato: «Seil Miur interrompe la stagionedei tagli, assumeremo, a comin-ciare dai giovani»; Claudia Mar-tini , ordinario di biochimica, èla prorettrice per la ricerca inambito nazionale.

Marco Raugi, ex direttore diun dipartimento di ingegneriaelettronica, sarà prorettore perla ricerca e il trasferimento tec-nologico e la sua è una delle sfi-de più complesse, quasi l'uovodi colombo del sistema universi-tario italiano, e cioè «guidare laricerca applicata verso la do-manda che viene dal mondo dellavoro, dell'impresa e della cul-tura». Walter Salvatore , prof ditecnica delle costruzioni, avràedilizia e patrimonio. Non ci gi-ra intorno: «Da gennaio parte unpiano di riqualificazione di aulee laboratori, ma puntiamo an-che a nuove costruzioni». Infine,fra i prorettori spicca Franco Tu-rini. Il direttore uscente di Infor-matica è il mèntore di Mancarel-la, è stato uno dei fondatori dellafacoltà pisana e sarà prorettoreper la revisione dei regolamentie delle procedure amministrati-ve. «Non volevo chiamarlo pro-rettorato alla semplificazione,volevo evitare l'accostamento a

Calderoli - scherza - ma l'idea èquella di rendere le procedurepiù snelle, soprattutto attraver-so l'informatica».

Ecco, informatica e ingegne-ria sembrano caratterizzare que-sto mandato. Perché lo sono an-che molti dei delegati, a cui Man-carella ha riservato un ruolo im-portante, fra cui Antonio Cister-nino, delegato all'informaticaappunto; poi Luca Fanucci, chesi occuperà di integrazione deidisabili, Francesco Marcelloni,delegato all'internazionalizza-zione, Giovanni Vozzi , delegatoa sicurezza sul lavoro, e Vincen-zo Gervasi, che dovrà ottimizza-re gli spazi per la didattica. Gli al-tri delegati sono la politologaMarcella Aglietti per i dottoratidi ricerca, Pietro Di Martino sioccuperà di formazione dei do-centi, la giurista Michela Passa-lacqua di affari giuridici, Rossa-no Massai di job placement, Le-onardo Bertini di start up.

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La squadra di governo di Paolo Mancarel la , Il prorettori e altrettanti delegati riuniti nella Gipsoteca d i arte antica di Unipi (servizio fotografico di RenzuIlo/Muzzi)

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«Pronti a sederci al tavolo per la movida»C'è già un programma di iniziative pronto che unirà Unipi, Normale eSant'Anna, un pacchetto di eventi e incontri «legato soprattutto agliaspetti accademici», ma Paolo Mancarella si dice pronto a discuterecon i due atenei di eccellenza e le istituzioni «misure che possanoattenuare gli effetti dei divertimento notturno ». Perché l'ateneo,assicura il neo rettore , «non ha nessuna intenzione di sottrarsi a uneventuale tavolo sulla movida » sempre tenendo conto che «glistudenti sono una risorsa fondamentale per l'universitàe la città».Mancarella dice di aver già incontrato i rettori PierdomenicoPearata e Vincenzo Barone e uno dei primi obiettivi di Mancarellasarà infatti discutere con loro della creazione di «un sistemauniversitario pisano». il rettore affronta anche il nodo sapienza. ilpalazzo attende da anni la riapertura dopo il terremoto 2012 chedeterminò la chiusura dei palazzo . i lavori di ristrutturazione dicompetenza dell'ateneo sono a un passo dalla fine , ma arrancainvece il cantiere peri lavori alla Bup (la Biblioteca universitariapisana), di competenza dei ministero dei seni culturali . «Ci è statochiesto dal Mibact di farci carico anche della biblioteca , abbiamochiesto un parere all'Authority anti -corruzione per poter affidare ilcantiere. Credo che presto andrò anche in audizione a Roma. Ma itempi di riapertura dipendono tutto dalla risposta . Se ci daranno ilvia, tutto potrebbe andare molto spedito».

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Industry 4.C: connessi, creativi, competenti, competitivi

Alternanza scuola4mpresaper creare il nuovo lavoroBrugnoli: mancano ila profili - Boccia: siate innovativi

Nicoletta PicchioBOLZANO

Iltitolo ègiàunmessaggioincal-zante: "IndustrY4.C".Dove "C" staper "connessi, creativi, competentie competitivi". Insomma, "Prontiallasfida". Cene sonomolte, disfide:reagire alla crisi, fare i conti con laconcorrenza internazionale, stareal passo conle tecnologie.

Cambiano i contesti, ma alcunicomuni denominatori resta-no. Come quelli che si ritrovanonei consigli ai nipoti scritti da unimprenditore metalmeccanico,classe 1924, nelle ultime pagine diun diario che raccoglie la storiadella sua vita: «curate la testa e lacultura, non accontentatevi di ri-sultati e soluzioni che non richie-dono sforzo costante. Solo cosìraggiungerete ottimi risultatinella vita. Serve passione, dedi-zione e impegno serio». Giovan-ni Brugnoli, vice presidente per il

Capitale umano di Confindu-stria,ripiega Il foglio che ha appe-na letto davanti ai 50o ragazzi se-duti nell'Aula Magna dell'Uni-versità di Bolzano e ai 2omila cheharmo seguito le manifestazioniorganizzate sul territorio.

Oggi i tempi sono accelerati:«nelle aziende cambiamenti cheprima si realizzavano in 20 anni, liabbiamo fatti in 5. Una necessità,altrimenti non avremmo trovatopiù un mercato».E con questapre-messacheBrugmolihaargomenta-to il suo messaggio, per i giovani enonsolo: «bisognarimettersisem-pre indiscussione-hacontinuato ilvice presidente di Confindustria-non restare nella zona di comfort,alzare l'asticella della conoscen-za». E in questa sfida la collabora-zione tramondo dellaformazionee l'impresa è fondamentale. t ciòche si propone Orientagiovani, lamanifestazione che ogni annoConfindustria dedica all'incontrotra imprenditori e giovani studen-ti, arrivata quest'anno alla XXIIIedizione. Un momento di con-fronto su come implementare ildialogo tra mondo delle aziende,scuola, università, favorendo lacultura d'impresa nelle istituzionie trai ragazzi che devono sceglierela formazione per il p roprio futuro.«Per troppo tempo questi mondinon si sono parlati. Ciò ha portatoal paradosso che ogni anno ci sono6omila figure professionali che leaziende non riescono a trovare»,ha detto ancora Brugnoli, che ha

aperto la giornata leggendo un sa-luto delpresidente dellaRepubbli-ca, Sergio Mattarella, incuiilCapodello Statohasottolineatol'impor-tanza della scuolae dell'universitànella transizione verso l'econo-mia digitale, aggiungendo che«sono particolarmente benvenu-te le occasioni per aumentare laconsapevolezza e le capacità discelta dei giovani».

Proprio oggi si terrà anche lagiornata principale del Pmi day,manifestazione in cui le impreseaprono i cancelli a ragazzi, inse-gnanti e istituzioni. Un eventona-

«Formazione decisivaper l'economia digitale»Pan: con il sistema dualeabbiamo la disoccupazionepiù bassa d'Europa............................................................................

io 7 anni fa, ha ricordato Vincen-zo Boccia, che l'ha promosso dapresidente della Piccola indu-stria. «Siamo il secondo paesemanifatturiero d'Europa, dob-biamo avere l'orgoglio di raccon-tare il valore dell'industria», haesordito Boccia, concludendo lamattinata. «L'Italia ha grandi po-tenzialità: guardiamo voi negliocchi e guardiamo in faccia il fu-turo», ha detto il presidente diConfindustria rivolto alla platea.Esortando i ragazzi a non preoc-

cuparsi se nonhanno esperienza:«l'esperienza è razionale, mentrel'innovazione è illogica. Vi augu-ro di vivere una vita in cui la pas-sione prevalga e la ragione sia alservizio della passione. Una vitain cui quando troverete qualchecurva, invece di frenare accele-riate», ha continuato Boccia.«Una vita - ha aggiunto - in cui viauguro di non vedere la differen-za tra divertimento e lavoro, per-ché quando fai le cose con entu-siasmononti rendiconto dell'im-pegno, dello sforzo che devi met-tere perchè in realtà non tiaccorgi se stai lavorando o colti-vando unatuapassione».

t sull'alternanza scuola lavoroche bisognainsistere per far sì chein azienda entrino giovani prepa-rati e non ci sia più un disallinea-mento così forte tradomandae of-ferta. Ne ha fatto cenno il presi-dente Mattarell a, ci si è sofferma-to Stefan Pan, presidente diAssoimprenditori Alto Adige, vi-ce presidente di Confindustria epresidente del Consiglio delleRappresentanze regionali e per lepolitiche di coesione territoriale.Da più di 20 anni, ha racconta-to Pan,nelterritorioaltoatesinosiapplica il sistema duale: «abbia-mo la disoccupazione giovanilepiù bassa d'Europa grazie adun'interconnessione fortissimaconilmondo dellascuola»,hadet-to Pan, che alle quattro "C" ne haaggiunta una qunta,lacuriosità_

(J RIPRO D l1ZIONE RISERVATA

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Orientagiovani . La giornata di Bolzano

Le associazioni coinvolteIl numero delle associaizoniterritorali coinvoltenell'Orientagiovani (incontroannualetra imprenditori,giovani studenti e apprendisti)

Gli studenti/1Il numero degli studentipresenti in aula magna aBolzano

Gli studenti/2Il numero complessivo deglistudenti presenti nellemanifestazioni organizzate sulterritorio dalle associazioni diConfindustria

I premiatiIeri si è svolta a Bolzano la

consegna dei Premi"Orientagiovani" alle impreseche realizzano stage per igiovani e attività di alternanzascuola/lavoro, ITS e contrattidi apprendistato e che sonoimpegnate, attraverso lacollaborazione con leuniversità, a diffondere nelPaese la cultura scientifica etecnologica, destinando allaformazione un importantecapitolo del loro bilanciosociale

Hanno vinto: Eni, «perl'impegno trentennale nellaformazione delle nuovegenerazioni -si legge nellamotivazione - che coinvolgeistituzioni scolastiche eduniversitarie a tutti i livelli. Aseguito del protocollo siglato

con Miure ministero delLavoro verranno attivatipercorsi di alternanza per2.300 ragazzi e 175 contrattidi apprendistato»

Riconoscimenti anche aFattoria della Pianadi ReggioCalabria, per«l'esperienzache dimostra come anche lePmi possano svilupparepercorsi di alternanza dieccellenza suscitando neiragazzi la passione per letradizioni del territorio», e alGruppo Imprese "Studenti inAttività" (Bolzano), che conoltre 50 imprese coinvolte equasi 15 annidi attivitàrealizzata insieme alla LiberaUniversità di Bolzano perlaformazione in altoapprendistato dei laureatirappresenta un'eccellenzasull'intero territorio nazionale

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Le quattro «C»

Internet, whatsapp, smartphonee ta b 1et. A una generazionesempre connessa, MariucciaTeroni, presidente di FacilityLive(startup di Pavia definitalaGoogleeuropea) spiega che«questo momento assomiglia,per l'Europa, agli anni Ottantadella Silicon Valley». Bastipensare che peri12020la Uepunta a un «digita[ singlemarket» da 540 milioni di utenti,contro i 330 dell'America.Ilmomento ideale per creatività etalento, e anche per aggiungerealle quattro Cdei giovani(connessi, creativi, competitivi ecompetenti) anche i l Coraggio,che deve prevalere sulla paura«come avviene perle 70 personeche lavorano con noi». L'industria4.0 «consente di ridurrei costi,ma anche di produrre oggetti ecomponentiprimainimmaginabili» aggiungeAlessandroCoppola,government affairs directordiGenerai ElectricItalia, che aigiovani consiglia di «mantenersicuriosi». Edi impararea pensarea prodotti intelligenti,a maggiorvalore aggiunto, «perché così ci sidifferenzia rispetto a Paesi aminor costo del lavoro».Connesso è anche Cesare De Cal,studente milanese inventore diapp: «Questoè ciòchevogliofare"da grande": i professorisonoimiei primi sostenitori. Lavoraresu app proprie sviluppandoprogetti dà una soddisfazionemaggioreche lavorare per altri».

«Miononnoaveva un negoziodistoffe; mio padre negli an ni 50 hacapitoche non si andava più dalsartoe ha puntatosulla vendita diabbigliamento. A noi fratelli,avevamo19 e21anni, ha detto:qui manca un negozio di sport.Cihadatounospazio,isuoi duemigliori venditori, ma mai unavolta ci ha dettocosa dovevamofare. Fiducia al100%, perché ocredi in qualcunototalmenteonon ci credi affatto». HeinerOberrauch, presidentegruppoOberalpSalewa,si è raccontato aigiovani di Bolzano: oggi l'aziendaè specia li zzata in abbigliamentoe attrezzature perla montagna,«con un altotassodi tecnologia,perchésevai sull'Everestti serveil massimo di sicurezza e dileggerezza, e noi studiamo iprodotti insiemeall'università,alla gente di montagna, agli atletie alle guide alpine». DonatellaPinto, direttore Risorse u m an e diComau, presenta la rispostadell'azienda alta sfidadell'alternanza: «Un EduRobotperscuolesuperiori eatenei, cheaiuti a capire come le diversediscipline, matematica, fisica echimica,si uniscanoallatecnologia». Materie con confinisempre meno rigidi: «Una voltac'era prima l'ingegnere, poi ildesignerche rendevanoaccattivante il prodotto -diceStephan August SchmidtWullffen ~Oggi dobbiamoinventare nuovi corsiuniversitari».

Non èveroche le materiescientifiche non sono adattealle ragazze, non è vero cheingegneria è una facoltàmaschile: non è un limitenemmeno avere fatto il liceoclassico prima dell'università:«Non facciamoci condizionare ofermare dagli stereotipi»,è ilmessaggio di Erica Ghiro,chemi ca l and electrica l buyerspecialist in CNH industrial.«Grazie al percorso studenti inattività dell'università diBolzano ho potuto unire laformazione a un'esperienzaprofessionale: è certo piùfaticoso, ma offre una grandecrescita». Stefan Rubner,vicepresidente dell'aziendaspecializzata in edilizia inlegno, ha sperimentato in primapersona la formazione duale,che unisce lo studio a scuolaalla pratica in azienda: «Questopermette agli studenti di capirese un tipo di impiego è fattodavvero per loro, e alle aziendedi conoscere prima talenti ecompetenze. Di cinque fratelliio sono l'unico nell'azienda difamiglia, questa esperienza miè servita a ca pire cosa volevofare». Il tipo di formazione chesi svolge alla scuolaprofessionale di Silandro, comeracconta la preside VirginiaTanzer, «su circa 600 studenti,la metà alterna lezioni in aula edesperienza lavorativa. In AltoAdige il tasso di disoccupazionegiovanile è del 3,2 percento».

Prima ha conquistato la sedia peraccedere allivedi Xfactor, iltalentshow della musica. Poi,subitodopo, ha dovutocedere il posto,fra leprotestedelpubblicocheloaveva applaudito eanche di partedei giudici. Gabriele Esposito èda poco maggiorenne: aveva 17anni quando ha sperimentatouna sconfitta tanto bruciantequanto inattesa. «Da quella sonoripartito, eoggi sto lavorandosuun mioalbum; hotrovatol'appoggio di altre persone,siadal punto di vista musicalechedimarketing,e ho lanciato uncrowdf u n d i ng per racco gli ere lerisorse necessarie». Gabriele haperso un giornodi scuola-quintaliceo linguistico -per portare lasuatestimonianzaaOrientagiovani. Oggi stalavorandoalsuo primo inedito:«Quando mi hannoesclusohopensato a unoscherzo, a unatrama pensata dagliorganizzatori: èstata davverodura, ma hocontinuato a sentirel'urlo dei pubblico anchedopoche ero uscito», ha raccontato.«Chi impara a perdere si preparaancheavincere», gli ha detto ilpresidente di ConfindustriaVincenzo Boccia.Di competitività ha parlatoanche Fabrizio Paschina,responsabile servizio pubblicitàe webdi Intesa San Paolo: «Perle banche affronta rei giovani èun temacomplessoeparticolarmente difficile:occorre fa re meglio degli altri».

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IL NUOVO DISEGNO I LEGGE FI RMATO LLI.. ®

e,, ° del medico`° %

PISA

Appena approvato dalla com-missione XII del Senato, il dise-gno di legge sulla responsabilitàdel medico è atteso ora alla pro-va dell'aula di Palazzo Madamaprima dell'ultimo passaggio allaCamera. Il promotore del ddl èl'onorevole pisano FedericoGelli, medico egli stesso e re-sponsabile Sanità per il PartitoDemocratico. Nuovi elementi siaggiungeranno alla discussionedomani con il convegno"Responsabilità professionaledel medico: la legge Gelli e la ne-cessità di una riforma di siste-ma", organizzato nell'aula ma-gna della Scuola medica (via Ro-

ma, 55) dalla "Accademia uni-versitaria di ortopedia e trauma-tologia". La densa giornata diapprofondimento sarà aperta al-le 8.30 da Michele Lisanti , presi-dente dell'Accademia, chirurgoe ordinario di malattie dell'ap-parato locomotore. Seguirannogli interventi di: Nicola Capua-no, direttore Uoc Ortopedia eTraumatologia dell'ospedale diVallo di Lucania interverrà su"La voce dell'operatore sanita-rio: un caso clinico"; Luca Noc-co, docente di Diritto privato al-la Scuola S. Arma su "La respon-sabilità civile sanitaria tra rifor-me processuali e sostanziali";Gianfranco Iadecola, già procu-ratore generale della Corte di

Cassazione, su "La nuova re-sponsabilità penale dell'eser-cente la professione sanitaria al-la luce delle prospettive di rifor-ma; Ernesto Macr3 , consulentelegale della Società italiana diOrtopedia e traumatologia, su"L'azione di rivalsa: tanto rumo-re per quasi nulla?". Dopo lapausa riprenderà Marco Di Pao-lo, docente di Medicina legaledell'Università di Pisa, su "Lanuova normativa modifica l'ap-proccio medico-legale alla re-sponsabilità sanitaria?"; quindisarà la volta di Federico Lancia-ni, direttore di "Am Trust Assi-curazioni Italia" su "La sosteni-biiità del sistema: obiettivo o mi-raggio?"; seguirà Michele Sacco-

manno, presidente dell'Associa-zione sindacale chirurghi orto-pedici traumatologici italianicon la relazione "Il medico traSocietà scientifiche, linee guida,scienza e coscienza". Dopo l'in-tervento di Giacomo Travagli-no, consigliere della Corte diCassazione ("La parola al magi-strato"), toccherà al senatore PdAmedeo Bianco , membro dellacommissione Igiene e Sanità ti-rare le conclusioni.

C,RIPROD'JZIO' E RISERVATA

L'onorevole pisano Federico Gel li

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ClaudiaTucci

Formazione 4.0per risponderealle esigenzedei nuovi mestieri

helo sforzo degli ultimigoverni per rilanciare il

k~J dialogo traistruzione emondo delle imprese sia statofondamentale lo si comprendeascoltando studenti eimprenditori. Basta sentire leparole dei ragazzi dopo aver"assaporato",per qualchesettimana, gli «odori» eil«sapore» dellafabbrica; ol'«orgoglio» deiresponsabilidelle aziende, soprattutto quellepiù piccole, dopo aver aiutato lascuola del territorio arafforzarele competenze deglialunni, epoi, in diversi casi, assumendoanche qualcuno di questigiovani nei pr opri stabilimenti.

Ilreale significatodell'alternanza scuola-lavoro edel tentativo di accorciare latransizione tra i banchi e il postodi impiego è tutto qui, evaraccontato in concreto perapprezzarne le potenzialità:oggi in Italia ci vogliono ancora13,9mesiditempodallaconquista del diploma alla fumadel primo contratto; e se si pensache al titolo terziario ci si arriva,inmedi a, a26-28 anni d'età, èlampante che qualcosa nonfunziona Soprattutto secontinuiamo ad avere un tassodi disoccupazione giovanile al37,1% (peggio di noi solo Spagna

e Grecia- e lontani anni lucedalla Germania, stabile al 6,8%);che appare quasi paradossale se,visto dall'altro lato dellamedaglia, si contano ancoracirca6oniilaprofili l'anno che leaziende fanno fatica a trovareper ilmismatchtracompetenzepossedute dal ragazzo c abilitàrichieste nei colloqui di lavoro.

Bene quindi aver avviato unastrada italiana alla "formazioneduale"; maadesso è decisivoaccelerare il passo consideratoche siamo entrati nelladimensione di unalndustria4o,ed è sempre più necessaria,pertanto, un altemanzaq..0.Cosa significa? Che entrambiimondi, la scuola e l'impresa, sidovranno rimboccare lemaniche per disegnare assiemeun percorso utile agli studenti arafforzare saperiecompentenze, per essere, comeripetuto ieri all'Orientagiovanidi Confindustria, «connessi,creativi, competenti ecompetitivi». Sitrattadi entrareinunnuovomondo, e conparadigmi tutti da scoprire: conlarivoluzione informaticelemacchine sostituivano lepersone, coni «4.o» saranno lepersone chiamate a dialogareconle macchine. E per questo c'èbisogno di formazione di qualitàper rispondere all e esigenze deinuovimestieri, che sono quellidi cui ha (e avrà) sempre piùbisogno l'industria del futuro, emoltideiqualipassanodall'istruzione tecnica. Certo, sitoccaunnervo scoperto, ma nonci si può girare dall'altraparte: larealtà evidenzia che abbiamoeccellentiistitutitecnici,maspesso sconosciuti, o quasi, afamiglie e studenti. E, cosa ancorpiù grave, persino alle scuolemedie, dove l'orientamento èdel tutto assente. Alternanza 4- 0vuol dire anche, einparti colarmodo, rilancio dell'istruzionetecnica, che, nondimentichiamolo, negli anni 50-6o ha aiutato l'Italia aripartire.

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LAMINISTRAINVISITA

1Gíanníní 1 1 11r il Maxí ïOpífícío

ELEONORA CAPELLI

9 OPIFICIO Golinelli raddoppia e preparaun nuovo Centro arti e scienze che sor-gerà in via Paolo Nanni Costa accanto

all'attuale sede. Un padiglione di circa 700metri quadri, firmato dall'architetto MarioCucinella, ospiterà le mostre legate alle atti-vità dell'opificio. La vitalità della creatura diMarino Golinelli è stata ieri confermata dallaministra dell'Università, Stefania Giannini,che ha detto di voler «iscrivere la proposta diOpus 2065 nell'agenda del governo».

SEGUE A PAGINA VIII

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• ! aLeya,7 r anager• f+ ! •raddoppia ,,,,

In visita la ministra Giannini: "Il progetto è nell'agenda di governo"e ini sulla Staveco: "Serve una nuova ì dea, parlerò con Merola"

< DALLA PRIMA DI CRONACA

oncretamente si tratta di attivare

Uuna nuova scuola di dottorato inData Science, cioè la gestione del-

la grande quantità di informazioni forni-te dai moderni repertori (cosiddetti BigData) che prevede a regime l'assegnazio-ne annuale di 30 borse tra l'Università diBologna e il Politecnico di Milano. Un ap-proccio interdisciplinare alla ricerca chesecondo la ministra Giannini è l'esempiodi «un sapere più pensato, di collegamen-to tra passato e futuro, integrazione delsapere umanistico e sapere scientifico».

La collaborazione tra Bologna e Milano siconferma anche nell' alta scuola per i lau-reandi dei due atenei: ogni anno verran-no selezionati 30 studenti che allarghe-ranno il loro curriculum con attività in

più, per dare vita alla fine a nuove idee diimpresa. Domani del resto la ministra ènuovamente attesa all'opificio per l'even-to TedxYouth dove prenderanno la paro-la anche gli studenti. Sembra tutto rivol-to al futuro il cammino dell'Opificio Goli-nelli per cui il fondatore, dall'alto dei suoi96 anni, ha voluto il programma "Opus2065" per traghettare fino a quella datal'attività del centro. Un'iniziativa tenutaa battesimo, oltre che dalla ministra e dal

sindaco Virginio Merola, dal retttore deiPolitecnico di Milano, Giovanni Azzone eda quello dell'Unibo, Francesco Ubertini.Che a margine dell'incontro ha fatto ilpunto su un altro luogo cruciale per l'Uni-versità dei futuro, la Staveco. Un proget-to che dovrà ripartire da zero. «A dicem-bre ragioneremo con il Comune, se ci so-no le condizioni proseguiremo - ha dettoUbertini - ma in maniera diversa dal dise-gno precendente. Non mi convince l'ideadi vendere immobili storici dell'Universi-tà e di trasferire i dipartimenti da viaZamboni. Bisogna pensare per quel luo-go qualcosa di nuovo che oggi non c'è».

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ciazionee

Tra i progetti un dottorato in `data science' e un `training labdi DREAZANCHI

LA FONDAZIONE Golinelli faun salto nel futuro, esattamentenel 2065. Un salto triplo, verreb-be da dire, guardando al program-ma pluriennale presentato ieriall'Opificio di via Nanni Costa al-la presenza del ministro dell'Istru-zione, Stefania Giannini, del sin-daco Virginio Merola, del rettoreFrancesco Ubertini e di quellodel Politecnico di Milano, Gio-vanni Azzone. Perché tre sono ipilastri del programma `Opus2065', che porta di diritto la crea-tura di Marino Golinelli - ched'accordo con la moglie Paola Pa-virani ha destinato 30 milioni difondi a questo progetto - dentro il

Ogn i anno saranno scelti30 studenti per partecipareall'Atta scuola per laurea nd i

cuore della formazione universita-ria e accademica italiana, unendoscienza e arte.

IL PRIMO pilastro è la scuola didottorato residenziale in DataScience, che nasce da un consor-zio tra Alma Mater, Politecnicodi Milano e Fondazione Golinelli(con il Cineca come partner tecno-logico): trenta borse di studio percostruire un'eccellenza nazionalee internazionale nello studio deidati prodotti dalla tecnologia in-formatica più avanzata e da quelladi tutti i giorni e, soprattutto, performare nuove figure specializza-te nel campo dell'industria 4.0, os-

sia un'industria dove i processi diproduzione sono completamenteautomatizzati e interconnessi.

IL SECONDO è la formazioneper studenti e docenti. Ogni annosaranno scelti 30 studentidell'Università, di qualsiasi corsodi studi, iscritti alla Laurea Magi-strale, che parteciperanno all'AltaScuola, ossia alcune attività in piùrispetto al loro percorso di studi,con l'obiettivo finale di sviluppa-re in modo autonomo una loronuova iniziativa manageriale e im-prenditoriale. E per le più promet-tenti si cercheranno dei finanzia-menti specifici. Per i professori,invece, apre il `Training Lab' perinnovare i metodi di insegnamen-to.

INFINE, il terzo pilastro, costitui-to dal Centro Arti e Scienze Goli-nelli, una nuova costruzione dicirca 700 metri quadrati, progetta-ta dall'architetto Mario Cucinel-la, e che sorgerà nell'area antistan-te all'Opificio Golinelli di viaNanni Costa. Qui saranno orga-nizzate una serie di importantiiniziative culturali per completa-re, fisicamente e non solo, la citta-della conoscenza.

MILIONIE' ta somma destinata daMarino Goïinetti, inaccordo con la mogliePaola Pavirani, a Opus2065, il grande progettoper la formazione el'innovazione che ruotaattorno atta FondazioneGolinelti, incollaborazione con itmondo accademico

METRI QUADRIE' la superficie del nuovoCentro Arti e Scienzeprogettato dall'architettoMario Cucinetta, chesorgerà nell'areaantistante l'Opificio eospiterà te iniziativeculturali

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UN LABORATORIO PER PROFESSORISARÀ DEDICATO ALLA RICERCASU METODI INNOVATIVI DI APPRENDIMENTO

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Al Politecnico e stato inaugurato il Centro per le tecnologie sostenibiliStudia stampanti 3d formato famiglia e come poter produrre farmaci a domicilio

Il laboratorio dove fl futuro è già adRA I TANTI futuri possibili,ce n'è uno così ecologicoche l'etichetta "green eco-

nomy" non basta più ed è statonecessario varare un nuovo mo-dello, dal colore blu: prevede, adesempio, non solo di ridurre leemissioni di anidride carbonicama di annullarle del tutto, cometeorizza l'economista belgaGunter Pauli. Ieri il papà della"blue economy" era a Torino percelebrare il fatto che la città haun nuovo laboratorio di ricercaincentrato proprio su questi pa-radigmi: il Centro per le tecnolo-gie sostenibili del futuro.

Lo ha creato l'Istituto italianodi tecnologia, con la collabora-zione scientifica del Politecnico.Servirà per proiettare la ciittà eil resto del Paese sempre più inun futuro più ecologico. Vi lavo-reranno 50 ricercatori specializ-zati in varie discipline, dalla fisi-ca alla chimica, dalle biotecnolo-gie all'ingegneria dei materialie così via. Avrà un budget di 5milioni, tra risorse pubbliche edenaro recuperato sul mercatodella ricerca attraverso bandi in-ternazionali o progetti europei.

Scoprire di cosa si occupaequivale a fare un salto nel futu-ro. Per esempio, alcuni studiosistanno creando una fotosintesiartificiale che consentirà di pas-sare dall'energia solare all'eta-nolo. E in questo sarà utile unprogetto portato avanti dal Poli-tecnico (e finito pure su Scien-ce) che riguarda pannelli foto-voltaici estremamente evoluti.

Il nuovo "Csf" (dall'acronimoinglese "Centre for sustainable

future technologies") farà ricer-ca anche sulla manifattura diffu-sa, perché un giorno ognuno po-trebbe avere in casa una stam-pante 3d per costruirsi i manu-fatti di cui ha bisogno. Con lostesso principio, spiega il diret-tore del nuovo centro Guido Sa-racco, «in un futuro ancora piùremoto potremmo immaginaredi ricevere una diagnosi a distan-za dal nostro medico e di produr-ci da soli il farmaco di cui abbia-mo bisogno».

Uno dei settori in cui il labora-torio creato da Poli e lit crede dipiù è l'ingegneria "metabolica',che mira a realizzare processichimici sostenibili, utilizzandoalcune caratteristiche di batterie microorganismi per crearenuovi tipi di bioplastiche o an-che biocarburanti. Presto a Tori-no arriverà un super esperto per

Il direttore Saracco:"La blue economy è alleporte e il Piemonte vuoleesseme protagonista"

11 Politecnico di Torino

occuparsi di questo filonenell'Csf. «Abbiamo raccolto 28domande , il 77% dall'estero. A fi-ne mese sceglieremo uno scien-ziato di altissima qualità», an-nuncia Saracco.

La "blue economy" è alle por-te e il Piemonte vuole esserneprotagonista : «Cercheremo disviluppare ecosistemi produtti-vi rispettando la natura», pro-mette il direttore . Esperienze si-mili esistono già in zona, comel'impianto di Acea Pineroleseche genera gas per auto dai rifiu-ti organici di Torino o come lagrande bioraffineria creata daMossi & Ghisolfi a Crescentino.

«Possiamo dare un grandecontributo nella creazione di unfuturo sostenibile», evidenziaMarco Gilli , rettore del Politecni-co di Torino. Tra i punti di forzadel Csf c 'è la sua capacità di esse-re interdisciplinare : «In Italia lepersone e i soggetti che si occu-pano di ricerca sono pochi: biso-gna fare squadra», dice il magni-fico di corso Duca degli Abruzzi.Roberto Cingolani , direttoredell'Iit , ci crede : «Avevamo biso-gno di un 'infrastruttura chemettesse insieme noi e il Politec-nico . Questa è la naturale evolu-zione del lavoro fatto in passa-to». (ste.p.)

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Progetto migranti,l'Universitàseleziona30 profughi studenti

L'INIZIATIVAII Bo sta

selezionando30 profughi che

potrannoiscriversi

all'universitàcome studenti

ospiti

(F.Cap.) Potranno frequentare corsi e bibliote-che, imparando più agevolmente l'italiano eapprofondendo materie di loro interesse spa-ziando tra le mille risorse che l'accademiapatavina offre. L'Università di Padova staselezionando in questi giorni trenta profughicui verrà data la possibilità di sedere sui banchidell'Ateneo seguendo lezioni e studiando suilibri messi a disposizione dal Bo. "Progettomigranti" si chiama l'iniziativa, coordinata dalprofessore di sociologia Stefano Allievi. Inpratica, seguendo l'esempio della NormaleSuperiore di Parigi, si spalancheranno le portedell'Università a tre decine di migranti, giàpresenti in città, per insegnare loro la nostralingua grazie alla collaborazione dei servizid'Ateneo, ma anche di personale volontario,docenti e studenti che vorranno tendere unamano al prossimo in nome di una cultura cherealmente avvicina. I trenta profughi sarannoinquadrati come "studenti ospiti": giunto unnumero considerevole di domande d'aspiranti,ora si sta procedendo alla selezione dei piùmotivati e volenterosi, persone con titoli distudio elevati conseguiti nel proprio Paese

d'origine ma anche di livellod'istruzione basso. Lo scopo èconsentir loro una più rapidaintegrazione, rendendo ancheun servizio alla città. Il progettoè sperimentale, unico nel suogenere nel panorama locale eprenderà il via con il prossimoanno accademico, per incentiva-re lo studio e l'eventuale soste-gno degli esami di immigrati erichiedenti asilo che sognano difarsi una cultura o accrescerla,oltre ad essere uno stimolo apartecipare alla vita universita-ria, quindi a far parte del nostrocontesto sociale. "Progetto mi-granti" si avvarrà anche di tu-tor: in pratica ai profughi saràdedicata una formazione "one

to one", con risorse e volontari che verrannocoordinati da due consulenti cui è richiestal'obbligatoria conoscenza della lingua inglese.Molti di coloro, infatti, che fuggono da conflitti,guerriglia e persecuzioni sono tutt'altro cheanalfabeti ma risultano in possesso di un titolodi scuola superiore o addirittura accademico.

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTEENRICO FRANCESCHINI

LONDRA, La Brexit può mettere fi-ne alla "fuga dei cervelli", ripor-tando in Italia gli studiosi del no-stro paese che oggi insegnano efanno ricerca in Gran Bretagna.E' il messaggio che l'associazio-ne dei docenti universitari italia-ni nel Regno Unito manda al pre-mier Matteo Renzi in una "lette-ra aperta": con un apprezzamen-to per la recente proposta da par-te del nostro governo delle "catte-dre Natta", tentativo di creareuno spazio per gli accademici in-teressati a rientrare in patria,ma anche un'esortazione a unapiù ampia riforma. Senza la qua-le i "cervelli" non potranno smet-tere di fuggire.

Considerato il secondo paeseal mondo dopo gli Stati Uniti nelcampo dell'eccellenzauniversita-ria, il Regno Unito ha circa 5 milaprofessori italiani, secondo unastima del TTmes Higher Educa-tion, Una ricerca dell'ambascia-ta d'Italia presso le 150 più im-portanti università britannicheli suddivide così: il 50 per cento in-segna nelle facoltà di scienze so-ciali e materia umanistiche (eco-nomia, business, scienze politi-che, giurisprudenza, lettere, sto-ria e filosofia), il 25 per cento iningegneria, fisica e chimica, unaltro 25 per cento in medicina,biologia e scienze naturali. Per lamaggior parte sono dipendentidelle università del RussellGroup, come Oxford, Cambrid-ge, University College London(Ucl), Imperial, King's College,London School of Economics,Queen Mary). «C'è un grande nu-mero di italiani che hanno succes-so negli ambienti accademici piùprestigiosi di questo paese e dun-que del pianeta, segno che la pre-parazione di base ricevuta in Ita-lia è molto buona», commenta ilprofessor Roberto Di Lauro, ad-detto scientifico della nostra am-basciata a Londra. E i docenti ita-liani sono la comunità accademi-ca non britannica più numerosadopo quella tedesca, un altro se-gno di quanto siano riusciti ad af-fermarsi.

Ma ora temono le conseguen-ze della Brexit. «Caro PresidenteRenzi», comincia la letteradell'Association of Italian Scien-tists in Uk (Aisuk), l'associazio-ne degli scienziati italiani in

"Lo shock negativoper la scelta britannicapuò essere un'occasioned'oro per il nostro paese"

Lettera a Renzi di 5000 ricercatoriche lavorano in Gran Bretagna"Si al merito, ma serve la rifo a"

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chiamaGran Bretagna, «l'intenzione delRegno Unito di abbandonare l'U-nione Europea potrà avere effet-ti gravi per l'accademia e il setto-re della ricerca scientifica». LaUe è stata una straordinaria fon-te di finanziamento per la ricer-ca, a cominciare dalle borse distudio dell'European ResearchCouncil, continua la lettera, enon è detto che il governo britan-nico fornirà un analogo soste-gno. Inoltre una politica tesa a ri-durre l'immigrazione può ridur-re l'afflusso di ricercatori e stu-denti. La Brexit, tuttavia, «puòrappresentare un'occasione d'o-ro per l'Italia», affermano i nostridocenti all'estero, se ci sarà il co-raggio di fare riforme radicali. Lacreazione delle cattedre Natta,l'accento messo sulla meritocra-zia e l'accettazione del principioper cui chi è più bravo guadagnadi più («come in una squadra dicalcio», spiega il professor Anto-nio Guarino, docente di econo-mia alla Uci e presidente dell'Ai-suk), sono da elogiare, ma nonbastano. La lettera citala necessi-tà di una riforma complessiva delsistema universitario italiano. In

Gran Bretagna, per esempio, icentri di ricerca ottengono finan-ziamenti in base ai risultati scien-tifici prodotti, un incentivo alleuniversità a competere per i ri-

cercatori migliori. Se gli inglesivogliono chiudersi nella loro iso-la, insomma, alle condizioni giu-ste gli studiosi italiani potrebbe-ro tornare a casa. La Brexit po-trebbe darci una mano a fermarela fuga dei cervelli.

3 RICftODULIGNE RISENVAIA

55

Glí acca e ici italiani nel FIe no unito

nelle scienze socialie materie umanistiche(scienze politiche,economia, business,lettere antichee moderne)

docenti italianinelle università

britanniche

2in fisica, chimica,

/ingegneria

in medicina,biologia,scienze naturali,veterinaria

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.L' SITAA lYiISLTRADI 1VLa 11IIIILAI,SIFAINQUATTR(]

dì Monica Rubino

l'ateneo di Cagliari apre le stanzedestinate alle studentesse in attesae a quelle che hanno figli piccoli-Tutto è partito da una lettera..

aro professore, tra poche set-Ì t timane avrò un bambino.

Sarò una madre single e do-vrò lasciare l'università. Co-

me farà a seguire i corsi? Se solo ci fosseuno spazio dove pot.erallattare il piccoloo farlo accudire giusto il tempo di dareun esaure...l),

Con questa email indirizzata a Fran-cesco Mola, prorettore vicario dell'ate-neo di Cagliari, Paola Varotto, studentes-sa di Lettere e futura mamma, ha lancia-to il suo grido d'aiuto. Che non e rimastoinascoltato. In un'Italia di culle vuote ecrollovertirale delle nascite, l'universitàcagliaritana ha dato una risposta effica-ce al sostegno alla maternità e al dirittoallo studio. Con due semplici mosse: unacorsia preferenziale per gli studenti-ge-nitori per corsi, esami e, in aggiunta,spazi ad hoc per accudire ibambini. E così, dopo tre mesidalla lettera di Paola, l'ateneodel capoluogo sardo ha atti-

71NELLA FOTO IN ALTO. JNA DELLE

STANZE ROSA DELLA- ENEDCAGL ARr»N O DJ i AIN ..Anno,

IL MANIFESTO CELLA TESSERA BABY

rA}I lr)YrgR studi

vato la "tessera balte', che consente unaserie di facilitazioni per proseguire glistudi. Come seguire alcune lezioni ine-learnin,q e definire con il docente l'oraf, il giorno dell'esame. 0 usare i parcheg-gi riservati nei diversi poli dell'ateneo.Dopo circa un anno, inoltre, sono stateinaugurate quattro "stanze rosa" (nellafacoltà di Scienze unauïstiche, Ingegne-ria, nel Polo giuridico di viale Fra Ignazioe nella cittadella di Monserrato): primoe per ora unico esempio nelle universitàitaliane di locali dotati di tutte le attrez-zature necessarie (poltrone, fasciatoi,giochi e arredi per h ambini) dove studen-tesse, ricercatrici e dottorande, possonoallattare i figli, cambiarli o affidarli allecure dei laureandi in Pedagogia mentresono impegnate a seguire corsi o a soste-nere esami. Grazie a questo progetto ifuturi maestri d'asilo hanno la possibi-lità di svolgere le ore di tirocinio obbli-gatorio.

«Ero quasi sicura che non avrebberorisposto alla mia email» racconta Paola`Varotto, che adesso è mamma di un bam-bino di un anno «e invece dopo due setti-mane mi hanno ricontattata per un col-loquio. In pochi mesi l'università haesauditu le mie ricliieste. Io ho ripreso dapoco gli studi, ma da Lettere modernesono passata a Scienze della formazione

per partecipare in prima per-sona al progetto». Prossimopasso? L'asilonìdo. «L'ho pro-messo» ha spiegato il rettore(così vuole essere chiamata)Maria Del Zompo. «Gli spazici sono e in un anno e mezzopotremo inaugurare il primonido dell'Ateneo cagliarita-no». D

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RICERCA E TALENTI . La cooperazione vince anche in ambito tecnologico e scientifico

Un ponte Usa - Italia che fabene a tuttiPiù che a "cervelli in fuga ", dovremmo pensare a "cervelli senza frontiera", davalorizzare e considerare risorse per l'Italia, grazie a network come Issnaf

di Alberto Magnani

U

n ponte tra due sponde dell'At-lantico, tra l'Italia e gli Stati Uniti.Per scambiare una delle mercipiù preziose sul mercato: i talentidella ricerca, il capitale umano

che la Penisola esporta su scala globale senzagodere sempre dei frutti disseminati in uni-versità, industrie e start-up straniere. Arnadescriversi così l'Issnaf (Italian Scientists andScholars of North America Foundation),l'organizzazione non profit nata nel 2008per «promuovere la cooperazione in ambi-to scientifico, accademico e tecnologico traricercatori e studiosi italiani che operano inNord America e il mondo della ricerca inItalia», con circa quattromila associati in 300centri d'eccellenza. Insomma: riallacciare ilfilo tra la produzione scientifica e accademicaitaliana importata negli Usa e il nostro siste-ma di ricerca, una fucina che sforna ancorarisultati di primo piano nonostante la carenzadi finanziamenti - pubblici e privati - in suofavore. L'iniziativa è stata fondata sotto "gliauspici" dell'Ambasciata italiana negli StatiUniti, su impulso di 36 scienziati già al lavoronegli States. Con tanto di quattro Nobel, trenella medicina (Renato Dulbecco nel 1975,Louis Ignarro nel 1998, Mario Capecchi nel2007) e uno nella fisica (Riccardo Giacconinel 2002).

Un ponte tra scienziati e progettiCome funziona? Secondo Monica Veronesi,executive director di Issnaf dal dicembre2014, l'organizzazione fa da raccordo per la"diaspora intellettuale italiana in Nord Ame-rica" con un network che permette sia il co-ordinamento degli scienziati attivi negli Usasia progetti di collaborazione con le università

della Penisola. E che network: a fine2016 si contano quattromila associa-ti, al lavoro in 300 centri dì ricercaattivi in tutto il Nord America e intutte le aree di ricerca accademica.L'associazione si articola in 12 "chap-ter" suddivisi per territorio (comeil Chapter New York o il ChapterChicago) e specializzazione (Nasa chapter eMedical Imaging Science chapter), con l'ag-giunta della rete Young Issnaf un «networknel network» riservato agli iscritti con menodi 40 anni di età. Senza contare il venta-glio di partnership e intese siglate con altrefondazioni e istituzioni come il ministerodell'Istruzione, dell'università e della ricerca,della Salute e degli Affari esteri, l'Ambasciataitaliana, la rete Consolare e degli Istituti ita-liani di cultura negli Stati Uniti e in Canada.In tanti erano presenti al convegno annualedell'associazione, in programma lo scorso

MonicaVeronesi,executivedirector dilssnaf

I vincitori di lssnafYoung InvestigatorsAwards, premiatiin occasione delconvegno annuale dilssnaf, 'lnnovationThrough Science°,17-18 ottobre 2016,Washington

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17-18 ottobre a Washington perfare un bilancio generale sui lavoridell'organizzazione. Solo per restaretra gli ultimi anni di attività, l'Issnafha dato vita a programmi e borsedi studio per «aprire il mondo dellaricerca nord americana ai ricercatoriitaliani».

Dalle borse di studio ascambi scientificiUn esempio è la partnership siglatanel 2012 con la Fondazione Marcheper 10 borse di studio, dal valore to-tale di 1 milione di curo, per ricerca-tori marchigiani nel campo delle bio-logie molecolari. L'obiettivo, riuscito,era quello di una "immersione" nelsistema Usa: «Per due anni, in alcunicasi prolungati a tre, questi ricercatorihanno potuto lavorare in prestigioseuniversità e centri di ricerca del NordAmerica fianco a fianco con docen-ti e scienziati italiani, intrecciandorelazioni scientifiche e umane cheproseguono tuttora» spiega Veronesi.Qualche caso concreto? Una delleborsiste, Bruna Corradetti, è riuscitaa estendere l'esperienza anche a chil'avrebbe seguita tra i laboratori delsuo ateneo: rimpatriata in Italia, hadato il via a un accordo per nuovisoggiorni di studio negli Usa findagli anni degli studi universitari.«Una volta tornata all'Università Po-litecnica delle Marche, ha realizzatodei programmi quadro fra questa e loHouston Methodist Research Insti-tute -- racconta Veronesi -, grazie aiquali ora gli studenti dell'UniversitàPolitecnica delle Marche possonotrasferirsi per brevi periodi di studioa Houston durante il corso di laurea».

Un lavoro congiuntoper sviluppare know howAlzando ancora di più l'asticella, il"ponte" è sfociato in un laboratoriocongiunto tra Università Politecnicadelle Marche e il New York Structu-ral Biology Center, che lavora sullaproduzione e caratterizzazione diproteine di membrane. Il tutto con laregia di Filippo Mancia, professorein cattedra alla Columbia Univer-

sity e membro del board di Issnaf.«Il valore di questi "ponti " - spiegaVeronesi si misura ad esempio neltrasferimento in Italia di know howsviluppato in America, e nella possi-bilità di aver accesso a macchinari etecnologie che in Italia sono moltomeno disponibili , come nel caso dellaboratorio promosso da Mancia».Sullo sfondo c'è l'obiettivo , ambizio-so, di colmare un gap più infrastrut-turale che qualitativo tra la ricercasvolta negli Usa e quella realizzatain Italia. I ricercatori formati nellenostre università decollano dall 'Italiacon un vantaggio competitivo supreparazione e competenze . Gli Sta-ti Uniti forniscono tutto il resto: daimacchinari di ultima generazioneal fermento internazionale . «Esistespesso un gap che rende , a paritàdi capacità e talento, più difficileraggiungere certi risultati in Italia,e l'obbiettivo di questo "ponte" è dicolmarlo - spiega Veronesi -. D'altraparte uno dei punti di forza dei gio-vani ricercatori italiani è il buon, inalcuni casi ottimo, livello di forma-zione che essi ricevono dal sistemauniversitario italiano».

Un tesoroper le imprese italianeIl grosso della attività si concentrasugli ambiti della medicina e dellaricerca biomedica, non a caso tra iterreni più fertili per partnership eprogetti bilaterali. Ma non ci sonopaletti tematici, anzi: i talenti chegravitano intorno all'organizzazio-ne si occupano anche di algoritmifinanziari, econometria, marketing,diritto internazionale. «Issnaf ha frai suoi affiliati anche ricercatori incampo economico, nel marketing,in ambito finanziario e legale, cherappresentano una risorsa per l'acca-demia italiana in termini di scambi ecollaborazioni -- fa notare Veronesi -.Si tratta di affiliati altamente quali-ficati di ogni disciplina che possonofornire know-how ed essere reclutatida aziende italiane». Il dialogo conti-nuativo tra ricerca italiana e america-na offre un osservatorio privilegiato,

sotto qualsiasi visuale: le debolezzedell'Italia, i punti di forza degli StatiUniti, i progetti di contaminazioneche possono far crescere entrambi.Se si guarda alla Penisola, gli handi-cap sono gli stessi elencati e ribaditiquando si parla di "fuga di talenti":scarso ricambio generazionale, po-che aspettative di crescita e finan-ziamenti in R&D che superano dipoco l'1% del Pil contro i13% e oltreche si registra in paesi europei comela Svezia. Viceversa, l'università e laricerca privata Usa riescono ancora aoffrire stimoli oggettivi.

Human Technopole,il banco di provaDall'attrezzatura tecnica alla per-cezione di un clima internazionale:«Ci sono laboratori avanzatissimi eil supporto alla ricerca, sia da partedello Stato sia da parte dei privati,è di gran lunga superiore a quelloche c'è in Italia - spiega Veronesi-. Inoltre, giovani talenti italianitrovano più facile e più redditiziotrasferire e sviluppare le loro ideenella realtà americana dì quantonon riescano a fare rimanendo nellarealtà, purtroppo spesso fossilizzata,della ricerca in Italia». Eppure c'èchi ritorna in Italia, senza pentirsidella scelta. D'altronde l'obiettivodella stessa Issnaf non è sottrarre,ma aggiungere valore alla ricercafatta nella Penisola. Per il futuro?Uno dei primi banchi di prova po-trebbe essere lo Human Techno-pole di Milano, l'hub di ricerca da3 milioni di curo che rappresental'eredità di Expo. Non solo comecorsia preferenziale per il ritorno acasa di nostri accademici, il contro-esodo invocato da anni, ma anche,e soprattutto, perché attiverebbe ilprocesso contrario: la fuga versol'Italia, l'attrazione di talenti dellescienze e delle tecnologie nella Pe-nisola: «Solo dimostrando la capa-cità di costruire realtà "nativamente"internazionali - dice Veronesi -, ilpaese potrà dimostrare di essere uninterlocutore credibile e competitivoper il sistema». n

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La medicina di domani sarà Medicina del-la Persona. Non dovremmo più parlaredi malati o pazienti, ma di persone. Nes-

suno è la sua malattia, quasi perdesse improv-visamente la sua identità perché è malato, enessuno deve pazientemente e passivamen-te aspettare che il medico lo curi quando capi-ta un problema di salute. Le parole sono im-portanti per correggere il comportamento dimolti medici e indirizzarlo a dare peso, quan-do incontra un "paziente", anche al suo pen-siero, e non solo al suo organo ammalato. Ri-peto da anni ai medici di ricordare sempreche la malattia si sviluppa in un organo o inun apparato, ma viene percepita, elaborata evissuta dalla mente. Per questo la stessa ma-lattia può apparire più o meno grave a secon-da di chi la vive e la pensa. E il medico può in-fluenzare positivamente questa percezionesolo se entra in contatto empatico con la per-sona che ha di fronte. Come? Attraverso il dia-logo profondo con la sua carica di umanità.Una frase che ripeto sempre ai miei collabora-tori all'Istituto Europeo di Oncologia è: quan-do un "paziente" vi chiede qualcosa nei corri-doi, anche se siete di fretta, fermatevi e ri-spondete. Certo, forse perderete un po' ditempo. Ma di tempo ne abbiamo tanto.

E vero che la tecnologia ha accelerato tut-ta la nostra vita e anche in medicina oggi riu-sciamo ad effettuare diagnosi e terapie conprecisione e rapidità impensabili solo fino aqualche decennio fa. Ma noi dobbiamo cono-scere e saper utilizzare al meglio la tecnolo-gia, non farci dominare. L'empatia non sicrea con nessun device di ultima generazio-ne, ma solo con l'umanità e l'amore solidalenei confronti del "paziente". Il buon medicodi oggi, e soprattutto di domani, è quello chesa condividere il peso psicologico della malat-tia, senza perdere ovviamente la lucidità delsapere scientifico e la capacità, come abbia-mo detto, di dominare le tecnologie. Ho defi-nito la medicina moderna come un insiemedi tre componenti: scienza, arte e magia, do-ve la scienza è il pensiero ideativo, il saper ri-solvere; l'arte è il saper fare, l'uso della tecno-logia; e la magia è la capacità di influenzare lamente del paziente perché lo si conosce e lo siama.

Questa medicina dunque non potrà più cu-rare una persona senza sapere chi è, cosa pen-sa, in cosa crede, e in cosa spera. Cioè senzaconsiderare il malato nellasua complessa uni-tà di corpo e mente. Bisogna tenere presenteche mentre il dolore che la malattia provocanel corpo, fortunatamente sempre più spes-so ha una durata molto limitata. La sofferen-za, nella mente, può rimanere presente a lun-go. Non possiamo quindi considerare un ma-lato guarito solo quando esce dall'ospedale ela sua malattia è regredita, scomparsa o co-munque sotto controllo; dobbiamo fare in mo-do che possa ritrovare anche la sua dimensio-ne di vita dopo la malattia. In un certo senso èsorprendente che la medicina abbia attesotanto tempo ad orientarsi in questa direzio-ne.

A dire il vero la medicina olistica, che nondistingue tra corpo e mente, da Platone in poiè stata l'unica forma di medicina, fino al'600-'700. Poi con la comparsa dell'anatomiapatologica, cioè lo studio del corpo in necro-scopia, si è iniziato a considerare il corpo co-me un insieme di organi racchiusi in un invo-lucro, la pelle. È nata quindi la medicina d'or-

L'ultimo testo del professorescritto r\er la giornata organizzata da"Repubblica" sull'umanizzazione delle cure

"Basta chiamarli malatinella medicina del futuroci siano solo peiogano e le specializzazioni mediche: la cardio-logia, l'urologia, l'epatologia, la neurologia ecosì via. Lo scoppio dei progresso tecnologicoha poi aumentato esponenzialmente le per-formance dei medico. Oggi possiamo operarecon un robot chirurgico, trattare lesioni conprecisione millimetrica con fasci di protoni,fare diagnosi molecolari, conoscere il profilogenetico di una malattia. La medicina specia-listico-tecnologica ha portato a risultatistraordinari, sino al trapianto d'organo, maha polarizzato l'attenzione sull'area malata,dimenticando quasi la persona che è portatri-ce della malattia. Ed eccoci alla persona, anco-ra. La medicina dei futuro non potrà che recu-perare l'antica dimensione olistica, accoglie-re i vantaggi del progresso scientifico e tecno-logico e diventare Medicina della Persona.

Questo testo era stato scritto dal professorUmberto Veronesi per presentare "Secondo

Natura"; lagiornata organizzata daRSalu-te domani aBologna, sul tema dell'umaniz-

zazione della medicina

Nessuno è la sua patologiaIl buon medico di domaniè quello che saprà condividereil peso psicologico con il paziente

CON REPUBBLICAL'esperienza dellaguerra, la vocazionedella medicina,i primi interventie il rapportocon i malati,sempre affrontatocon grandeumanità.Ne L'ombra e ta luce.La mia battagliacontro il male (a curadi Dario Cresto-Dina,in uscita conRepubblica dal 16novembre)Umberto veronesiraccontala sua lottacontro i tumori,aprendoun dibattito lucidosulla percezionedei benesseree dei doloreattraverso la mentee il corpo

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LA CAME RA ARDENTEIstituzioni, cittadinied ex pazienti: tuttiin coda ieri a Milano,a Palazzo Marino, perl'ultimo saluto aUmberto Veronesi.La camera ardenteallestita nella SalaAlessi dei Comune,sarà aperta ancheoggi fino alle 11,quando inizierà lacommemorazionecivile. Il sindaco Salaha proclamato peroggi il luttocittadino. Il figlioAlberta°Non havoluto essere curato"

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