Riorganizzazione del percorso formativo universitario di medicina … · DI RIFORMA FAZIO –...

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anno 1 n° 4 Set – Ott 2011 tesi le innovazioni che si propone di introdurre l’organico Progetto di Riforma presentato dai titola- ri del Ministero della Salute e del MIUR, in occasione di una con- ferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi il 28 luglio u.s., e finalizzato a contrarre il corposo iter forma- tivo dei giovani medici Italiani che si attesta, nella più rosea delle previsioni, intorno ai 12-13 anni, anticipando quindi l’ingresso nel mondo del lavoro e favorendo la costruzione di un più solido pac- chetto previdenziale. Se, da un lato, l’impianto della Ri- forma appare condivisibile per gli effetti connessi alla contrazione dei tempi, dall’altro, lo spirito sottinte- so alla stessa, primariamente orien- tato a logiche di bilancio, desta non poche perplessità. La ratio sarebbe quella di utilizzare i fondi rispar- miati centralmente per stanziare ulteriori 2.000 – 2.500 contratti ministeriali l’anno, ad integrazione degli attuali 5000 messi a concorso a fronte di un fabbisogno di circa 8.850 unità indicato dalle Regioni; in tal modo si farebbe fronte alla previsione della carenza di profes- sionalità mediche conseguente al pensionamento di circa un terzo dei medici in attività nel giro di un de- cennio. Inoltre, già dall’anno acca- demico 2012-2013 il capitolo di spe- sa dedicato non sarebbe sufficiente a coprire gli oneri dei contratti di formazione: a «invarianza dei fon- di», infatti, dal 2013-2014, avrà piena realizzazione il DM sul Rias- setto delle scuole di specializzazione di area sanitaria, che ha elevato la durata dei corsi a 5 anni (ed a 6 anni per alcune branche chirurgiche), con attivazione degli anni aggiun- tivi. Primum movens ed obiettivi, dunque, appaiono prevalentemen- te, se non esclusivamente, di caratte- re economico. Non a caso l’aspetto che sta maggiormente stimolando la discussione nella categoria si ri- ferisce alla proposta di impegnare i medici in formazione specialistica degli ultimi 2 anni di corso, ribat- tezzati “strutturandi”, all’interno delle ASL e delle Aziende Ospeda- liere. Quello che desta le maggiori perplessità, infatti, è il pericolo che le Regioni decidano di avvalersi di professionalità in formazione, e quindi a basso costo e ad alto tasso di ricambio, evitando di mettere a concorso i posti di dirigente medi- co che andranno progressivamente liberandosi. Per di più, è noto che il turnover della dirigenza medica ospedaliera prevede di per sé una contrazione: ogni 5 pensionamenti saranno soltanto due i posti libera- tisi messi a concorso. D’altra parte, però, è in previsione il potenziamen- to delle varie articolazioni assisten- ziali del territorio. Per scongiurare il profilarsi di qualunque scenario potenzialmente svantaggioso per le giovani generazioni di medici il S.I.G.M. propone un antidoto: ren- S offiano venti di Riforma nel panorama della forma- zione pre e post lauream di medicina. Dopo anni di iniziative e di proposte messe in campo al fine di sensibilizzare le Istituzioni competenti nel senso di garantire alle future professionalità mediche un percorso formativo in linea con gli standard e coi modelli degli altri Paesi dell’Unione Euro- pea (UE), le richieste avanzate dal nostro Segretariato sembrano tro- vare riscontro. Ma è tutto oro quel che luccica? Laurea abilitante in medicina e chirurgia, con anticipazione del ti- rocinio professionalizzante dell’at- tuale esame di abilitazione al corso di laurea ed eliminazione dei tempi morti e dei disservizi registratisi, ne- gli ultimi nove anni, tra il consegui- mento della laurea e l’accesso alle scuole di specializzazione. Ipotesi di riequilibrio dei posti di specializza- zione in relazione ai reali fabbisogni delle Regioni, che sono funzione del mutato bisogno di salute in continuo divenire, e non più in base alla capacità formativa delle singole Università. Riduzione della durata delle scuole di specializzazione (*) e conseguente accantonamento di risorse da utilizzare per finanziare contratti aggiuntivi. Specializzandi degli ultimi 2 anni di corso titolari di contratto di formazione-lavoro con crescente autonomia di ese- cuzione dei compiti assistenziali (e migliori tutele previdenziali e dei diritti fondamentali quali ferie, ma- lattia, gravidanza, riposo compensa- tivo e radiologico, ecc.) e maggiore compartecipazione delle Regioni al finanziamento dei contratti. In- centivazione all’accesso dei gio- vani medici alla ricerca attraverso la riduzione di un anno del corso di dottorato, per chi possa docu- mentare di aver eseguito attività di ricerca durante la specializzazione (Legge n. 240/2010). Queste in sin- LUCI E OMBRE DELLA PROPOSTA DI RIFORMA FAZIO – GELMINI di Walter Mazzucco, Andrea Silenzi e Carlo Manzi L’ISCRIZIONE AL CLUB MEDICI E’ GRATUITA con la carta di credito dedicata ai soci SEDE INTERREGIONALE AREA SUD Centro Direzionale: Isola E3, Palazzo Avalon Napoli – 081 7879520 SEDE NAZIONALE E INTERREGIONALE Via G. Marchi,10 Roma – 06 8607891 a canoni zero prendi due continua a pag. 2 Ferruccio Fazio Ministro della Salute e Mariastella Gelmini Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Presentazione della proposta di riforma, Palazzo Chigi 28 luglio 2011 Riorganizzazione del percorsoformativouniversitariodi medicina

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anno 1 n° 4 Set – Ott 2011

tesi le innovazioni che si propone di introdurre l’organico Progetto di Riforma presentato dai titola-ri del Ministero della Salute e del MIUR, in occasione di una con-ferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi il 28 luglio u.s., e finalizzato a contrarre il corposo iter forma-tivo dei giovani medici Italiani che si attesta, nella più rosea delle previsioni, intorno ai 12-13 anni, anticipando quindi l’ingresso nel mondo del lavoro e favorendo la costruzione di un più solido pac-chetto previdenziale. Se, da un lato, l’impianto della Ri-forma appare condivisibile per gli effetti connessi alla contrazione dei tempi, dall’altro, lo spirito sottinte-so alla stessa, primariamente orien-tato a logiche di bilancio, desta non poche perplessità. La ratio sarebbe quella di utilizzare i fondi rispar-miati centralmente per stanziare ulteriori 2.000 – 2.500 contratti ministeriali l’anno, ad integrazione degli attuali 5000 messi a concorso a fronte di un fabbisogno di circa 8.850 unità indicato dalle Regioni; in tal modo si farebbe fronte alla previsione della carenza di profes-sionalità mediche conseguente al

pensionamento di circa un terzo dei medici in attività nel giro di un de-cennio. Inoltre, già dall’anno acca-demico 2012-2013 il capitolo di spe-sa dedicato non sarebbe sufficiente a coprire gli oneri dei contratti di formazione: a «invarianza dei fon-di», infatti, dal 2013-2014, avrà piena realizzazione il DM sul Rias-

setto delle scuole di specializzazione di area sanitaria, che ha elevato la durata dei corsi a 5 anni (ed a 6 anni per alcune branche chirurgiche), con attivazione degli anni aggiun-tivi. Primum movens ed obiettivi, dunque, appaiono prevalentemen-te, se non esclusivamente, di caratte-re economico. Non a caso l’aspetto

che sta maggiormente stimolando la discussione nella categoria si ri-ferisce alla proposta di impegnare i medici in formazione specialistica degli ultimi 2 anni di corso, ribat-tezzati “strutturandi”, all’interno delle ASL e delle Aziende Ospeda-liere. Quello che desta le maggiori perplessità, infatti, è il pericolo che le Regioni decidano di avvalersi di professionalità in formazione, e quindi a basso costo e ad alto tasso di ricambio, evitando di mettere a concorso i posti di dirigente medi-co che andranno progressivamente liberandosi. Per di più, è noto che il turnover della dirigenza medica ospedaliera prevede di per sé una contrazione: ogni 5 pensionamenti saranno soltanto due i posti libera-tisi messi a concorso. D’altra parte, però, è in previsione il potenziamen-to delle varie articolazioni assisten-ziali del territorio. Per scongiurare il profilarsi di qualunque scenario potenzialmente svantaggioso per le giovani generazioni di medici il S.I.G.M. propone un antidoto: ren-

Soffiano venti di Riforma nel panorama della forma-zione pre e post lauream di medicina. Dopo anni

di iniziative e di proposte messe in campo al fine di sensibilizzare le Istituzioni competenti nel senso di garantire alle future professionalità mediche un percorso formativo in linea con gli standard e coi modelli degli altri Paesi dell’Unione Euro-pea (UE), le richieste avanzate dal nostro Segretariato sembrano tro-vare riscontro.Ma è tutto oro quel che luccica? Laurea abilitante in medicina e chirurgia, con anticipazione del ti-rocinio professionalizzante dell’at-tuale esame di abilitazione al corso di laurea ed eliminazione dei tempi morti e dei disservizi registratisi, ne-gli ultimi nove anni, tra il consegui-mento della laurea e l’accesso alle scuole di specializzazione. Ipotesi di riequilibrio dei posti di specializza-zione in relazione ai reali fabbisogni delle Regioni, che sono funzione del mutato bisogno di salute in continuo divenire, e non più in base alla capacità formativa delle singole Università. Riduzione della durata delle scuole di specializzazione (*) e conseguente accantonamento di risorse da utilizzare per finanziare contratti aggiuntivi. Specializzandi degli ultimi 2 anni di corso titolari di contratto di formazione-lavoro con crescente autonomia di ese-cuzione dei compiti assistenziali (e migliori tutele previdenziali e dei diritti fondamentali quali ferie, ma-lattia, gravidanza, riposo compensa-tivo e radiologico, ecc.) e maggiore compartecipazione delle Regioni al finanziamento dei contratti. In-centivazione all’accesso dei gio-vani medici alla ricerca attraverso la riduzione di un anno del corso di dottorato, per chi possa docu-mentare di aver eseguito attività di ricerca durante la specializzazione (Legge n. 240/2010). Queste in sin-

LUCI E OMBRE DELLA PROPOSTADI RIFORMA FAZIO – GELMINI

di Walter Mazzucco, Andrea Silenzi e Carlo Manzi

L’ISCRIZIONE ALCLUB MEDICI E’ GRATUITAcon la carta di credito dedicata ai soci

SEDE INTERREGIONALE AREA SUDCentro Direzionale: Isola E3, Palazzo Avalon Napoli – 081 7879520

SEDE NAZIONALE E INTERREGIONALEVia G. Marchi,10 Roma – 06 8607891

a canonizero

prendi due

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Ferruccio Fazio Ministro della Salute e Mariastella Gelmini Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.Presentazione della proposta di riforma, Palazzo Chigi 28 luglio 2011

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esperienze degli altri Paesi EU, ed a maggior ragione se si tiene conto del processo di riorganizzazione e rifunzionalizzazione che sta inte-ressando il SSN in risposta all’au-mento dell’aspettativa di vita alla nascita e delle patologie croniche, cronico-degenative ed invalidanti, alla sempre più spinta innovazione tecnologia, a fronte della sempre più esigua disponibilità di risorse da destinare alla Sanità. Il S.I.G.M. si è dichiarato aperto al confronto, purché finalizzato al miglioramento della condizione dei giovani medici, che non può prescindere dall’implementazione degli standard formativo-profes-sionalizzanti pre e post lauream, e per questo ha chiesto ed ottenuto la promessa della costituzione di un tavolo tecnico al quale siedano tutti i portatori di interesse, a comincia-re dai delegati delle associazioni di categoria, con l’intento di coniuga-re l’esigenza di cambiamento con le aspettative dei giovani medici. Sebbene la complessità della Ri-forma, che dovrebbe intervenire su più livelli normativi, preluderebbe a tempi non brevi per la traduzione pratica del progetto – in ogni caso i Ministeri avrebbero previsto che gli specializzandi in corso potrebbero optare per portare a termine i loro studi con le vecchie regole, oppure afferire al percorso abbreviato – di contro appare opportuno investire da subito coloro i quali subirebbero in pieno gli effetti della riforma, ov-vero gli attuali studenti in medicina, delle determinazioni conseguenti all’introduzione delle innovazio-ni annunciate, a cominciare dalla proposta di adozione di un concorso di accesso alla specializzazione a graduatoria unica nazionale, della quale non si ritrova traccia alcuna nella bozza di proposta dei Ministri. Soltanto attraverso un modello partecipativo sarà possibile ottene-re una condivisione consapevole ed orientata di un processo riformista che, per definizione, ingenera fisio-logicamente ansia e diffidenza. Ma occorre un’assunzione di responsa-bilità da parte delle giovani e delle future generazioni di medici, non più delegando le decisioni a terzi ancorati a logiche gerontocratiche e sindacaliste, bensì facendo ricorso alle capacità adattative richieste per affrontare le criticità della Sanità del XXI secolo, al pari di quanto già in corso d’opera nelle Nazioni “concorrenti”.Giunge al caso nostro, a tal pro-posito, una dotta citazione di un celebre postulato della teoria evo-luzionistica di Charles Darwin: “Non sono le specie più forti a sopravvivere, né le più intelligenti, ma sono quelle che riescono a ri-spondere con maggior prontezza ai cambiamenti”.

dere l’attività degli strutturandi in-tegrativa e non sostitutiva a quella degli strutturati, non inserendoli nella dotazione delle piante orga-niche e vincolando il numero di strutturandi a quello di strutturati in carico presso le Unità Opera-tive sede di formazione, secondo un rapporto non superiore ad 1 a 5. Inoltre, in risposta a quanti associano ad una riduzione della durata dei corsi di specializzazio-ne un peggioramento della già, per molti versi discutibile, perfor-mance della formazione destinata ai futuri specialisti, è possibile ribattere che il punto discrimi-nante non è la durata temporale, bensì la qualità della formazione, sulla quale si dovrebbe investire a cominciare dal corso di laurea in medicina, scarsamente professio-nalizzante se comparato alle altre esperienze EU.In tal senso, l’anticipo all’interno di un corso di laurea abilitante dei tirocini professionalizzanti post-lauream, attualmente concentra-ti nei tre mesi parte integrante dell’esame di abilitazione, sorti-rebbero l’effetto positivo di arric-chire la formazione dello studente in medicina attraverso l’incremen-to del tempo da destinare alla fre-quenza della Medicina Generale e del Territorio, oltre che della rete dell’Emergenza-Urgenza e dei DEA. Ma ciò richiederebbe al contempo una contrazione degli spazi dedicati alla talora ecces-siva formazione contenutistica, che caratterizza la formazione pre lauream in Italia a discapito del “saper fare”. Inoltre, in sinto-nia con l’implementazione di un Sistema Salute integrato Ospe-dale-Territorio, tale da garantire la continuità delle cure, anche la formazione post lauream del medico dovrebbe trovare una cor-rispondenza a tale modello, am-pliandosi significativamente sia la casistica clinica che le prestazioni accessibili agli specializzandi, fermo restando il primato della metodologia dell’insegnamento e della ricerca appannaggio delle Università.È lecito ipotizzare, infine, che una riduzione del percorso formativo, ancorchè minima, potrebbe inne-scare a ritroso un processo vir-tuoso di responsabilizzazione dei formatori, i quali dovrebbero ren-dere conto e ragione, in controten-denza rispetto al vigente sistema a finalità anche di ammortizzazione sociale, di licenziare un “prodotto finito” pronto ad esercitare con autonomia e competenza la pro-fessione medica. In ultima analisi, una riforma della formazione medica appare quanto mai necessaria, se si vuo-le allineare il nostro Paese alle

di Giovanni Galati

Cari lettori,

la nostra iniziativa editoriale sta riscuotendo un crescente riscontro di consensi. Trattasi della prima rivista a diffu-sione gratuita, a carattere nazionale, ideata e curata dal comitato redazionale nato in seno al Segretariato Italiano Giovani Medici (SIGM), col proposito di dare voce ai giovani e futuri professionisti della salute in tema di formazione, inserimento professionale, futuro previden-ziale, ricerca scientifica e politica sanitaria.

Presentata nel dicembre 2010 a Napoli, in occasione del II Congresso Nazionale SIGM, la Rivista “Giovani Medici” rappresenta un progetto unico nel suo genere, raccontando la vita associativa del SIGM, ma anche la sfaccettata real-tà quotidiana in cui vivono i giovani operatori del SSN, fra successi e sconfitte, aspirazioni e difficoltà.

Il comitato di redazione è aperto a proposte di collabora-zione ed invio di contributi all’indirizzo E-mail [email protected].

“Giovani Medici” sta cercando te!

...segue dalla prima

*Tabella comparativa durata corsi di specializzazione per area e singole tipologie.

Titolo di diploma

MEDICINA INTERNAGERIATRIA

MEDICINA DELLO SPORTMEDICINA TERMALEONCOLOGIA MEDICA

MEDICINA DI COMUNITÀALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA CLINICA

DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIAEMATOLOGIA

ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL RICAMBIOGASTROENTEROLOGIA

MALATTIE DELL’APPARATO CARDIOVASCOLAREMALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO

MALATTIE INFETTIVEMEDICINA TROPICALE

NEFROLOGIAREUMATOLOGIA

NEURO FISIOPATOLOGIANEUROLOGIA

NEUROPSICHIATRIA INFANTILEPSICHIATRIAPEDIATRIA

CHIRURGIA GENERALECHIRURGIA DELL’APPARATO DIGERENTE

CHIRURGIA PEDIATRICACHIRURGIA PLASTICA, RICOSTRUTTIVA E ESTETICA

GINECOLOGIA ED OSTETRICIANEUROCHIRURGIA

ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIAUROLOGIA

CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALEOFTALMOLOGIA

OTORINOLARINGOIATRACARDIOCHIRURGIA

CHIRURGIA TORACICACHIRURGIA VASCOLARE

ANATOMIA PATOLOGICABIOCHIMICA CLINICA

MICROBIOLOGIA E BATTERIOLOGIA/VIROLOGIA PATOLOGIA CLINICA

RADIOTERAPIAMEDICINA NUCLEARE

ANESTESIA, RIANIMAZIONE E TERAPIA INTENSIVAAUDIOLOGIA E FONIATRIA

MEDICINA FISICA E RIABILITATIVA (FISIATRIA)TOSSICOLOGIA MEDICA

GENETICA MEDICASCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE

FARMACOLOGIACHIRURGIA ORALE

ORTOGNATODONZIAIGIENE E MEDICINA PREVENTIVA

MEDICINA AERONAUTICA (E SPAZIALE)MEDICINA DEL LAVORO

MEDICINA LEGALESTATISTICA SANITARIA

FARMACIA OSPEDALIERAFISICA MEDICA

Duratapost

riduzione

5433534444444444444444

55555555544555

4444444334434334344333

Durata minima stabilita da Direttiva 2005/36/CE

54--5-33-34-444-4-4-44

55554555533-55

444-443-3-4-4--4-4----

Durata stabilitadal DM 1°

agosto 2005

55555555-5555555555555

65555655555555

5555555555555445555544

AREA MEDICA

AREA CHIRURGICA

AREA SERVIZI CLINICI

n. 4

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anno 1 n° 4 Set – Ott 2011 03

“Zheng Qingming, uno studente liceale cinese, decise di togliersi la vita lanciandosi sotto un tre-

no in corsa. Quell’anno avrebbe dovuto sostenere la prova per l’ammissione al college, tutta-via per farlo doveva pagare una costosa tassa scolastica. Zheng viveva in un villaggio rurale della Cina, dove il reddito medio annuo di una famiglia è inferiore al co-sto della retta di un anno scola-stico. La sua famiglia non poteva permettersi di pagare la tassa scolastica poiché aveva speso tut-ti i propri risparmi per curare il nonno del ragazzo”. La morte ingiusta di Zheng, così come quella di tante altre perso-ne nel mondo, è la brutale con-seguenza dell’attuale processo di globalizzazione economica in atto. In Cina, così come in altre nazioni le recenti riforme politi-che neo-liberiste, hanno ridotto l’influenza dello Stato affidando alle regole del cosiddetto libero mercato la gestione della Sanità, dell’educazione e dell’assistenza sociale mettendole in ginocchio. I diritti universali della tutela della salute e della dignità umana sono stati trasformati in beni economi-ci lasciando al miglior offerente la possibilità di comprare il diritto di possederli. Come medici dob-biamo riconoscere la patogenicità dell’ingiustizia sociale generata, riconoscendo come principale fattore etiologico il contesto so-ciale, politico ed economico, nel

quale le persone nascono, cresco-no e muoiono. L’approccio biomedico che ap-prendiamo nelle facoltà di medi-cina non consente di compren-dere fino in fondo le radici delle disuguaglianze. Per riuscirci è ne-cessario abbandonare la visione dell’uomo basata esclusivamente sulla dimensione biologica ed acquisire ad un approccio alla persona e alla malattia, che con-sideri la salute come prodotto di fattori di tipo sociale, economico, politico e culturale, trova il suo sviluppo nel nuovo paradigma della Salute Globale (SG). Parlare di SG ci mette di fronte ad un nuovo concetto di salu-te, che origina dalla definizione adottata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1948 e dalla dichiarazione di Alma Ata del 1978. La SG è an-che da intendersi come un ambi-to di formazione, ricerca e azione, che evidenzia le ineguaglianze sia all’interno di una nazione che tra nazioni diverse, promuovendo la diffusione di evidenze scientifiche ma, soprattutto, la loro consape-vole e duratura traduzione nelle politiche collettive e nelle prati-che quotidiane dei singoli indivi-dui. In questo senso il ruolo dei professionisti sanitari dovrebbe essere auto-riflessivo nel pensare quanto, nel quotidiano, essi stessi sono produttori di disuguaglian-ze, così da individuare le azioni concrete che possono essere in-traprese modificando modalità

di lavoro e attitudini. Essi dovreb-bero, insieme alle associazioni di categoria, svolgere un ruolo di vigilanza sulle pratiche in atto, promuovendo lo sviluppo di un clima favorevole al contrasto at-tivo delle disuguaglianze. Il cam-biamento auspicato, dunque, è prima di tutto un cambiamento culturale, rispetto al quale l’ambi-to della formazione emerge come luogo strategico. Non a caso, da qualche anno le Facoltà di Medi-cina di molti Paesi sono state tea-tro di tentativi di trasformazione dei curricula, spesso promossi da-gli studenti stessi, nel senso di una maggiore apertura alle tematiche della SG. In Italia la formazione scienti-fico universitaria nelle diverse facoltà di Medicina Italiane è ancora carente su queste temati-che e dai contenuti non omoge-nei. Negli ultimi anni sono stati istituiti corsi opzionali legati prevalentemente alla sensibilità e all’iniziativa dei singoli do-centi ed all’attività delle realtà studentesche. L’Unione Euro-pea ha finanziato un progetto triennale coordinato da Medici con l’Africa CUAMM, che nel periodo 2007-2009 ha persegui-to l’obiettivo della diffusione sistematica delle tematiche ine-renti la SG, catalizzando la mes-sa in rete delle principali realtà attive o interessate, organizzan-do una formazione di formatori e una conferenza internazionale dalla quale ha preso poi origine un processo partecipativo che ha portato, nel Marzo 2010, alla nascita della Rete Italiana per l’Insegnamento della Salute Globale (RIISG). La Rete è costituita da diversi at-tori che provengono dal mondo

universitario, dal privato sociale, da realtà associative studentesche e non. Obiettivo primario della rete è la promozione di attività volte a diffondere l’insegnamen-to della SG fornendo strumenti sia conoscitivi che operativi per permettere agli operatori sanita-ri di adempiere al proprio ruolo di responsabilità nei confronti della società, dalle singole per-sone con le quali ogni giorno entrano in contatto a coloro i quali si vedono negare l’accesso all’assistenza ed il raggiungi-mento di un adeguato livello di salute dai determinanti sociali. Per un giovane medico aprire il proprio orizzonte culturale alle tematiche della SG diventa per-ciò prioritario per poter arrivare a possedere gli strumenti neces-sari ad incidere sulle distorsioni di una realtà che fa da sfondo all’eterno binomio della condi-zione umana salute/malattia.Conoscere le cause alla base delle diseguaglianze in salute e agire per contrastarle non deve e non può essere solo un dove-re professionale, ma soprattutto etico; non farlo, rivendicando la posizione di neutralità scienti-fica della medicina, significa ri-schiare di essere anche noi parte del problema.

NdR: Il presente contributo vie-ne pubblicato, condividendo la visione della Rete Italiana per l’Insegnamento della Salute Glo-bale. Il S.I.G.M., infatti, sostie-ne l’opportunità di promuovere l’attivazione di corsi sulla Salu-te Globale presso gli organismi competenti in tema di formazione specialistica e specifica di medici-na generale, tanto a livello nazio-nale che locale.

Il medico e le cause socialidelle malattie

a cura della Rete Italiana per l’Insegnamento della Salute Globale (RIISG)

Per un giovane medicoaprirsi alle tematiche della Sa-lute Globale diventa prioritario

Salute Globale:

Direttore responsabileWalter Mazzucco

Capo-redattoreGiovanni Galati

Comitato di redazioneMaria Elisa Di Cicco, Enrico Ranieri,Andrea Silenzi, Andrea Ziglio

Progetto, Marketing e relazioni esterneMartino Massimiliano Trapani

Contatti e Pubblicità[email protected]

Progetto grafico e impaginazioneClub Medici Service Srl

StampaTipografia CSR SrlVia di Pietralata 155 Roma

Tiratura10.000 copie

Hanno collaborato a questo numero:Gianluca Albanese, Vito Bongiorno, Agostino Buonauro, Antonio Carnì, Agata Correnti, Claudio Costantino, Virgilio de Bono, Violante Di Donato, Luigi Gianturco, Massimiliano Ian-nuzzi Mungo, Francesco Macrì, Marco Mafrici, Carlo Manzi, Alessandro Orsini, Livio Picchet-to, Alessandro Raffaele, Andrea Sansone, Giulia Silvestrini (RIISG), Paola Simonelli, Martino Massimiliano Trapani.

Registrato in data 10/01/2011 al n.2 dell’ap-posito pubblico registro della cancelleria del Tribunale Ordinario di Palermo (Num. R.G. 4299/2010), ai sensi delle Legge sulla stam-pa 8 febbraio 1948 n. 47

n. 4

Editoriale

di W. Mazzucco, A. Silenzi e C. Manzi – p.01

Luci e ombre della pro-posta Fazio - Gelmini

Salute Globale

a cura della RIISG – p.03

Il medico e le cause sociali delle malattie

Formazione all’estero

di Vito Bongiorno – p.04

“I have a...French dream”

Lavoro e professione

di E. Ranieri, V. de Bono e A. Raffaele – p.07

Il salto nella professione dopo la laurea

Dottorati di ricerca

di Andrea Ziglio – p.10

Razionalizzaree sistematizzare

L’intervista

di A. Correnti, V. Di Donato e A. Sansone – p.14

A confronto con ilPresidente OMCeO Roma

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Sogno che nel nostro Paese un giorno si po-trà contare su una formazione di qualità. Sogno che un giorno le nostre Università saranno piene di stranieri che verranno

ad apprendere il mestiere del medico, perché noi lo sapremo insegnare come nessun altro. Purtroppo, spesso avviene esattamente il contrario.Ho conseguito la specializzazione nel 2007, ma avevo iniziato a “viaggiare” all’estero già dalla fine del 2005, stanco, scontento e deluso della mia espe-rienza di specializzando: meta la Francia, dappri-ma nella “Ville Lumiére”, poi nel Sud-Est, dove ho avuto modo di conoscere a fondo il sistema forma-tivo sanitario francese ed a trarne le dovute diffe-renze da quello Italiano.Gli studenti in medicina francesi sono obbligati, sin dal terzo anno di corso, a partecipare a degli “stage” clinici in tutti i reparti, ivi incluso il Pronto Soccorso, per ben l’80% del periodo di formazio-ne. Nei reparti sono impegnati a fare la visita con i medici, verificare il trattamento farmacologico, eseguire gli ECG ed i prelievi arteriosi, richiedere le consulenze esterne e tenere il diario clinico ben aggiornato, dopo aver fatto (e scritto) l’anamnesi e l’esame obiettivo del paziente. Il tutto sotto la gui-da di strutturati e docenti del reparto, i quali, un paio di volte a settimana, dedicano il loro tempo all’insegnamento pratico sul campo. Gli studenti, al pari, seguono in sala operatoria il chirurgo per as-sistere sia agli interventi in urgenza che in elezione. Tutto ciò mi ricordava vagamente i primi tre anni di specializzazione in Italia, salvo la frequenza “at-tiva” della sala operatoria, che era appannaggio dei “senior” del quinto anno. Finiti i sei anni di Medicina, anche per i collegi francesi viene il momento della specializzazione: questi giovani medici, per potersi fregiare del ti-tolo di “Dottore”, saranno costretti a partecipa-re a quattro stage semestrali in diverse specialità affini tra loro (scelte secondo una graduatoria di merito su base nazionale), optando poi per quel-la definitiva dove trascorrere i 6 semestri rima-nenti e conseguire, infine, il titolo di specialista. È prevista anche la possibilità per lo specializzando di prendere un anno di “pausa” per approfondire gli studi in maniera indipendente, anche all’este-ro, ovviamente al prezzo del posticipo della fine della specializzazione.Durante gli stage lo specializzando è formato dal chirurgo senior sulle urgenze di base fino ad essere in grado di affrontare in autonomia, alla fine del percorso formativo, anche le situazioni più complesse.Lo stesso avviene per la chirurgia in elezione. Il me-dico Tutor è paragonabile ad un pilota istruttore che sorveglia il suo allievo in fase di decollo, volo ed atterraggio: se la manovra diventa pericolosa, è lui che prende i comandi. Se per noi italiani tutto ciò potrebbe sembrare suf-ficiente per essere dei veri specialisti, i nostri cugini sono più esigenti: due anni da Assistente Ospeda-

liero Universitario sono necessari per lavorare in privato.L’Università garantisce la formazione e se ne as-sume la piena responsabilità. Durante questi anni l’Assistente lavora duro, con gli stessi diritti e do-veri di un medico strutturato e assicura, inoltre, l’insegnamento universitario.Finiti i due anni, con almeno un migliaio d’in-terventi sulle spalle eseguiti con il supporto dello specializzando di turno ed eventualmente del ri-spettivo studente, un giovane chirurgo potrà tro-vare lavoro in clinica privata o in ospedale e tutti i nuovi colleghi, così come i Medici di Medicina Generale ed i vecchi colleghi Universitari, saran-no disponibili ad aiutarlo e sostenerlo al fine di un ottimale inserimento lavorativo.Ciò che avviene oltralpe è davvero un sogno? Cre-do che potrebbe diventare realtà anche per noi, semplicemente prendendo coscienza di modelli formativi più efficaci, ovvero con un taglio mag-giormente professionalizzante. Non sempre imi-tare è un limite, ma può essere utile, se fatto con intelligenza. E il risultato sarebbe vantaggioso per tutti, operatori e utenti del servizio.

“I have a...French dream”

di Vito Bongiornodi Antonio Carnì

Prof. Stella, in apertura mi permetta di rivolgerLe l’apprezzamento del SIGM per il nuovo corso, dina-mico e pragmatico, che i lavori dell’ONFMS hanno intrapreso sotto la Sua Presidenza.

Alla riunione di insediamento dell’ONFMS il sottoscritto ha presentato un documento che sintetizzava le proposte e le ri-chieste del SIGM: alcune di esse hanno già trovato riscontro, altre rimangono ancora disattese. Tra queste, abbiamo proposto che l’ONFMS provveda, di concerto con gli Uffici del MIUR, ad elaborare delle linee guida uniformi in tema di applicazione del Nuovo Ordinamento Didattico e del D.Lgs 368/99 e smi, con l’intento di superare le difformità interpretative che si sono ingenerate sul territorio nazionale. Per fare esempi concreti: ci sono scuole della stessa tipologia con tronco comune articolato in modo differente; ed ancora, presso alcune scuole le assenze autorizzate sono conteggiate a parte dai periodi di malattia ed in altre no. Potrà l’Osservatorio mettere ordine su tali aspetti?

R. Concordo con la necessità di uniformare la formazione a livello nazionale. A tal proposito, per quanto di propria competenza, l’Osservatorio Nazionale promuoverà l’interes-samento del MIUR.

Un tema caro al nostro Segretariato è rappresentato dall’esi-genza di intervenire al fine di semplificare, riorganizzare e razionalizzare il sistema formativo pre e post lauream in me-dicina. L’attuale articolazione dei vari momenti formativo-professionalizzanti è, ad esempio, alla base dello stato di de-roga che produce ritardi sistematici e variabili di anno in anno nell’espletamento del concorso di accesso alle scuole di spe-cializzazione. Inoltre, contribuisce a ritardare ulteriormente l’acceso alla professione, come dimostra il dato relativo all’at-tesa media di occupazione, che per uno studente italiano che si iscrive al primo anno di Medicina è pari ad almeno 15-16 anni. Quali soluzioni ritiene possano contribuire a risolvere tali criticità?

R. Penso si possa intervenire attribuendo al tirocinio pre-lau-rea il valore del tirocinio finalizzato all’esame di stato (si gua-dagnano sei mesi circa) e riducendo al minimo indispensabile il percorso delle Scuole di Specializzazione (ad esempio: 4 anni per le tipologie afferenti all’area medica).

Molto impegno è stato profuso per mettere a punto gli stru-menti di verifica della qualità della formazione medico specia-listica. Quali risultati concreti è lecito attendersi dall’adozione di strumenti quali questionari, progress test e site visits, ai fini del monitoraggio degli standard formativi delle scuole di spe-cializzazione, e quali i limiti dei predetti strumenti?

R. Ritengo utile verificare sul campo l’efficacia degli stru-menti che stiamo predisponendo. Alla fine valuteremo i limiti e faremo un bilancio dell’operato.

In occasione della progettazione delle site visits è stata avviata una stretta collaborazione con gli Osservatori Regionali. Può spiegarci in cosa consiste e quali altri risultati potrebbe porta-re, a Suo avviso, questo connubio?

R. Spero che la “stretta” collaborazione possa funzionare

Osservatorio Nazionale della Formazione medico

specialistica (ONFMS)

Intervista al Presidente, Prof. Andrea StellaFormazione all’estero

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anno 1 n° 4 Set – Ott 2011

Alcuni Ateneihanno adottatoiniziative perdistricarsi trale innovazioniintrodotte dalRiordino delleScuole diSpecializzazione

05

Con l’entrata in vigo-re, a partire dall’an-n o a c c a d e m i c o 2008/2009, del nuo-

vo Ordinamento Didattico del-le Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria (D.M. 1 Agosto 2005), alcuni Atenei hanno adot-tato iniziative volte a districarsi tra le numerose innovazioni in-trodotte dal Riordino delle Scuo-le di Specializzazione. La Facoltà

specializzandi, con il mandato di esitare una bozza di Regolamen-to delle Scuole di Specializzazio-ne di Area Sanitaria. Dopo una fase gestazionale durata qualche mese, tale bozza è stata approvata in Consiglio di Facoltà, rendendo l’Ateneo di Palermo una tra le prime realtà del centro-sud a do-tarsi del Regolamento sulle Scuo-le di Specializzazione di Area Sa-nitaria. All’interno dello stesso si

percorso formativo specialisti-co. Di estremo interesse è anche l’esperienza della Lombardia, laddove l’Osservatorio Regionale della Formazione Medico Spe-cialistica è intervenuto nell’ema-nare linee guida di riferimento per le Scuole di Specializzazione di area sanitaria. Nonostante tali esempi di buo-ne pratiche regolamentari, nella maggior parte dei casi nelle altre

di Claudio Costantino

di Medicina e Chirurgia di Ve-rona è stata antesignana in tal senso, essendosi già dotata di un apposito regolamento sulle scuo-le di specializzazione di area sani-taria all’indomani dell’entrata in vigore della riforma. Dopo pochi mesi, la Sede SIGM di Palermo, in risposta all’esigenza di inter-pretare ed applicare univocamen-te le innovazioni introdotte tanto dal D.Lgs. 368/99 che dal D.M. 01/08/2005, ha sensibilizzato la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo Palermitano a convo-care un incontro al quale sono in-tervenuti i Direttori delle Scuole di Specializzazione; a seguito del proficuo confronto tra i rappre-sentanti del SIGM ed i Direttori, per volontà della Presidenza della Facoltà è stata istituita una com-missione paritetica di docenti e

segnalano gli articoli dedicati alla mobilità dello specializzando sia sul territorio nazionale che inter-nazionale, le modalità di certifi-cazione e rendicontazione delle presenze, ed i nuovi standard per la valutazione del percorso for-mativo medico-specialistico. Nel frattempo, anche le Università di Pavia e di Roma Tor Vergata han-no seguito un similare percorso che ha portato alla realizzazione di analoghi Regolamenti, en-trambi degni di nota.Nel particolare, sia l’Ateneo di Pavia che quello di Tor Vergata si concentrano sulla definizione dell’attività di tutoraggio, defi-nendo puntualmente i compiti sia dei tutor che dei Pool di tutor, oltre che sul grado di autonomia, progressivamente crescente, da assegnare al medico durante il

realtà italiane i diritti elementari degli specializzandi (assenze giu-stificate, maternità, malattia, tu-toraggio, mobilità intra ed extra-nazionale, riposo compensativo, monte orario, ecc.) continuano ad essere disattesi.Per tale ragione invitiamo tutti i colleghi, dopo aver preso vi-sione del testo dei regolamenti sopra citati (pubblicati nella Se-zione Scuole di Specializzazione del Portale dei Giovani Medici: www.giovanemedico.it), a farsi parte in causa nel proporre alle Istituzioni Accademiche del proprio Ateneo di sperimentare un siffatto modello partecipati-vo volto a migliorare il contesto in cui si opera, oltre che a segna-lare alla nostra redazione even-tuali disservizi o esperienze utili da condividere.

Lavori in corso

Regolamenti delle scuoledi specializzazione di area sanitaria:perché ci permetterebbe di spingere le Regioni ad una mag-

giore attenzione per un buon monitoraggio; inoltre, le infor-mazioni degli Osservatori Regionali potrebbero essere più precise, provenendo direttamente dalle realtà territoriali.

Altro tema sensibile è quello della Programmazione del Fab-bisogno di professionalità mediche da formare alla luce della carenza di medici che si profila nel nostro Paese nel prossimo decennio. Già nel corrente anno accademico sono state aumen-tate le immatricolazioni alle Facoltà Mediche ed è in discussio-ne l’incremento dall’attuale dotazione annua di 5000 contratti ministeriali ai 7000 annui per il prossimo triennio. Ritiene che sia questa la strada maestra per ovviare allo stato emergen-ziale, a cui ciclicamente si va incontro, come dimostrano l’al-ternarsi del fenomeno della “Pletora Medica” con quello della “Gobba Demografica”, ovvero il passaggio dall’eccesso alla carenza di professionalità mediche? Il nostro Segretariato ha proposto l’istituzione di un sistema di Osservatori Regionali sulla condizione occupazionale del medico al fine di rendicon-tare in maniera tempestiva ed uniforme con un dato attendibile il fabbisogno di professionalità mediche per ciascuna Regione. Cosa ne pensa di tale proposta?

R. Credo che adeguare il numero programmato alle esigenze della comunità non sia un limite ma una buona prassi. Oc-corre però essere “tempestivi” per poter essere efficaci.

Recentemente i Ministri Fazio e Gelmini hanno avanzato la proposta di evolvere lo status degli specializzandi iscritti agli ultimi due anni di corso in assistenti in formazione, titolari di un contratto di formazione-lavoro direttamente stipulato con le Regioni. Ritiene che tale iniziativa possa avere delle implica-zioni positive nella formazione dei futuri specialisti?

R. Si può valutare con estrema attenzione la proposta dei Mi-nistri perché giustificata sul piano formativo ed applicativo e permetterebbe un ampliamento del numero di contratti di formazione. Personalmente condivido la proposta, ma oc-corrono regolamentazioni precise per mantenere il governo della formazione-lavoro in carico ai Direttori delle Scuole ed ai loro Consigli.

Riguardo alla contrattualizzazione dello “strutturando”, il nostro Segretariato vuole scongiurare che tale innovazione non sia ispirata da semplici logiche di risparmio, col rischio che le Regioni ricorrano a tale figura per ridurre il numero dei concorsi per la dirigenza medica, bensì che abbia la finalità di valorizzare il medico in formazione specialistica, mettendolo in condizione di acquisire progressivamente l’autonomia pro-fessionale, sotto la guida dei tutor a cui fare riferimento nelle situazioni più complicate e la necessaria tutela medico-legale. Cosa ne pensa?

R. Ritengo che nella proposta di riforma in oggetto ci sia-no degli aspetti positivi, per esempio la contrattualizzazione agli ultimi due anni di corso potrebbe per molti essere un passaggio in prova prima dell’assunzione vera e propria, allo stesso tempo è vero che, come per ogni riforma, è importante vigilare sul modo in cui viene applicata, ma questo non è un compito dell’Osservatorio.

In chiusura, nel ringraziarLa per la disponibilità a sottoporsi alla presente intervista, è d’obbligo chiederLe se ha in cantiere altre iniziative oltre quelle già avviate.

R. Al momento attuale nessuna iniziativa ulteriore rispetto a quelle prima presentate. Ribadisco, però, che un argomen-to da affrontare con maggiore incisività è quello dell’auto-nomia dello Specializzando perché, all’interno della stessa tipologia di Scuola, i comportamenti dei Direttori delle Scuole, dei Direttori Sanitari delle Aziende Ospedaliere, dei Tutori e delle altre figure preposte alla formazione sono molto eterogenei.

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anno 1 n° 4 Set – Ott 2011 07

Ore 03.13. Squilla il telefono. Il giovane medico di guardia alza la cornetta ed

una voce dal tono concitato lo scuote dal suo torpore: «dottore, scenda subito: la signora Rossi, stanza 313.. si è aggravata!». Mar-co è da poco iscritto all’ordine dei medici.Da grande aspira a diventare cardiologo, ma deve attendere ancora alcuni mesi prima di poter provare il concorso per l’accesso alle scuole di specializzazione. Ha studiato tanto e si è meritato il diploma di laurea con il massi-mo dei voti, ma la sua sicurezza si scioglie al solo pensiero di es-sere in procinto di affrontare un paziente critico: prescrivergli il farmaco adatto ed al giusto do-saggio, trovarsi a praticare delle manovre salvavita, senza avere il conforto di un collega esperto. Ha un breve momento di esita-zione, quasi rimpiange di essersi “avventurato” nella sua prima notte di guardia in una casa di cura, ma si fa coraggio e, quasi senza pensare, si precipita al ca-pezzale della sua paziente. Marco è uno dei tanti medici che da ne-olaureati si affacciano al mondo del lavoro in una sanità in affan-no ed alla perenne rincorsa per far quadrare i conti. Tuttavia, nonostante gli effetti della globa-lizzazione e della crisi finanziaria abbiano alimentato fenomeni quali inoccupazione e precaria-to, un medico neo-laureato, se ben orientato ed inserito, può da subito inserirsi nel mondo del la-voro per collezionare esperienze. Sostituzioni del medico di medi-cina generale e guardie mediche o turistiche, medico prelevatore, medico a supporto di eventi spor-tivi, spettacoli e concerti, tradut-tore di testi scientifici, assistenza sanitaria nei centri di accoglienza per immigrati, medico dei villaggi vacanze, medico nei penitenzia-ri, medico di guardia in case di cura: sono tutte opzioni di lavoro che un giovane medico dovrebbe prendere in considerazione all’in-domani dell’abilitazione.Per aiutare Marco e tutti i gio-

vani medici a navigare nel mare magnum della professione, nel presente articolo si è cercato di sistematizzare le prospettive pro-fessionali nel post lauream per un medico neo-abilitato. Innanzitut-to, giova ricordare che il diploma di specializzazione è il requisito essenziale per accedere al ruolo di dirigente medico nel SSN. Il diploma conseguito attraverso la frequenza del corso di formazio-ne specifica in medicina generale è al pari il requisito necessario per aspirare di fregiarsi dell’ap-pellativo di Medico di Famiglia, divenendo titolari di un proprio elenco di assistiti.In sintesi, l’esercizio della pro-fessione medica presenta quattro diverse opzioni, ovvero il regime1) libero professionale;2) di convenzionamento con il SSN;3) di dipendenza;4) di consulenza.Se l’esercizio della libera profes-sione, presso studi medici con-sociati o poliambulatori, può rappresentare da subito un buon viatico per le branche specialisti-che più remunerative (chirurgia plastica, radiodiagnostica, der-matologia, oculistica, ecc.), non sfugge l’importanza di acquisire esperienza e spendibilità profes-sionale per farne una dignitosa e stabile fonte di sostentamento. Di contro, l’esercizio in regime di

convenzionamento con il SSN (Ta-bella A) presenta caratteristiche di maggiore stabilità professio-nale ed economica. Il più ambito continua ad essere l’esercizio in regime di dipendenza (Tabella B), con forme di contrattualizzazione praticamente a tempo indetermi-nato nel SSN o in Istituzioni pub-bliche o private. L’esercizio della professione medica in regime di consulenza (Tabella C), invece, rappresenta un modo per poter implementare tanto il curriculum professionale, quanto per arro-tondare gli introiti. Ma non è fi-nita! È possibile, infatti, lavorare come informatore scientifico di aziende farmaceutiche o di azien-de protesiche, medico di bordo (ma occorre conseguire una specifica qualifica attraverso il superamento di una soluzione alquanto impegnativa), giorna-lista di divulgazione scientifica e l’elencazione potrebbe anco-ra continuare. In conclusione, non resta che augurare a tutti i colleghi un sincero in bocca al lupo per il loro futuro profes-sionale, senza mancare di fare un richiamo ai dettami del co-dice deontologico, nonché alle premesse che hanno indotto ciascuno di noi ad intrapren-dere il lungo e gratificante per-corso della cura della persona globalmente intesa.

Il salto nella professione dopo la laurea

di Enrico Ranieri, Virgilio de Bono ed Alessandro Raffaele

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Tabelle

• Medico Militare (sia nei reparti operativi, sia negli ospedali militari)• Medico del Servizio Penitenziario• Medico della Protezione Civile (per le emergenze nei primi 30 giorni)• Medico dei Servizi di Emergenza (CRI e istituzioni connesse)• Medico INPS (nei servizi medico-legali e negli istituti termali)• Medico INAIL (nei servizi medico-legali o di riabilitazione e recupero)• Medico CIRM – Centro Internazionale Radio-Medico (per la tele assistenza alla navigazione)

Dipendente di altre istituzioni pubbliche nazionali

Ruoli manageriali o di medico in:

• Strutture di ricovero e cura• Strutture di Riabilitazione per lungodegenti• Hospice• Strutture specialistiche ambulatoriali

Dipendenza Istituzioni Private Accreditate

Strutture esercitanti in regime libero profess. non accreditato

Dipendenza Istituzioni Private for profit

Può realizzarsi nelle molte modalità realizzate da iniziative di sussidiarietà locale o da organizzazioni internazionali (Medici Senza Frontiere, Emergency, Amnesty International, ecc.)

Dipendenza ONLUS e Istituzioni Private non profit

L’opzione per la forma convenzionata prevede diverse possibilità:• medico delle cure primarie (medico di Medicina generale, Pediatra di famiglia)• medico della continuità assistenziale (ex guardia medica)• medico specialista dei servizi territoriali• medico di cooperativa di servizi convenzionata con l’ASP

A. Esercizio in regime di convenzionamento con il SSN

Dipendente del SSN• Dipendente Ministero della Salute• Dipendente Assessorato Regionale Sanità• Dirigente medico ASP (con funzioni manageriali, medico della struttura aziendale, medico dei presidi e servizi direttamente gestiti)• Dirigente medico Azienda sanitaria ospedaliera (con funzioni manageriali, medico di U.O. o di dipartimento)• Medico IRCCS (con funzioni manageriali o come medico ricercatore di U.O.)

B. Esercizio in regime di dipendenza

La scelta di esercitare come consulente professionistapuò ricadere su diversi indirizzi:

• Consulente di assicurazioni• Consulente di tribunali• Consulente di studi legali• Consulente di associazioni di tutela, ecc.

C. Esercizio in regime di consulenza

Lavoro e professione

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www.giovanemedico.it08

Nel nostro Paese la sanità privata ac-creditata, ancorché minoritaria rispetto

al comparto pubblico, rappresen-ta una realtà di comprovata affi-dabilità con punte di eccellenza in molte specialità chirurgiche ed ad elevato impatto tecnologico. Inoltre, contribuisce significativa-mente nel soddisfare il crescente bisogno di salute in termini di patologie croniche, cronico-dege-nerative ed invalidanti, attraverso strutture di lungodegenza e riabi-litazione.Gli oltre 12000 medici, sia dipen-denti che a contratto libero pro-fessionale, in atto operanti nelle strutture accreditate a gestione privata, pur rappresentando il 10% di tutti i medici ospedalieri italiani, svolgono il 20% della at-tività assistenziale nazionale, con una elevata qualità delle cure ero-gate e con elevata soddisfazione da parte dei pazienti. Anche i dati nazionali relativi al confronto dell’attività tra ospedalità pubbli-ca e privata accreditata, espres-sa in termini di peso medio dei DRG e Case Mix, registrano il sorpasso del privato sul pubblico.Sulla base di queste premesse, si è costituita la Federazione Ita-liana delle Società Scientifiche della Ospedalità Privata Accredi-tata (FISOPA), associazione che confedera le società scientifiche rappresentative delle professiona-lità mediche di diverse specialità, operanti nella sanità privata ac-creditata dal SSN: ad oggi aderi-scono alla Federazione 14 società scientifiche ed oltre 5000 medici. Le molteplici finalità della FISO-PA possono essere ricondotte al primario obiettivo di promuovere il riconoscimento del contributo apportato al SSN dalle professio-nalità mediche che lavorano nelle strutture private accreditate. Nel particolare, la Federazione intende avviare progetti di ricerca scientifica polispecialistica, sia in ambito clinico che sperimentale su nuovi farmaci, materiali e tec-niche diagnostiche e chirurgiche, sviluppando sinergie utili ad ot-timizzare le prestazioni ed offrire elevati standard assistenziali ai

cittadini, avanzando al contempo una candidatura per contribuire alla formazione delle nuove gene-razioni di specialisti.Inoltre, la Federazione si è as-sunta l’onere di tutelare i propri associati, promuovendo oppor-tune iniziative informative, for-mative, giuridiche e legislative. Infatti, a fronte del contributo documentato dai dati precitati, l’ormai anacronistica normati-

va vigente penalizza eccessiva-mente i medici che esercitano nelle strutture accreditate pri-vate, rispetto ai loro pari che operano nel pubblico, in termi-ni di riconoscimento giuridico dell’anzianità di servizio ai fini concorsuali per i ruoli apicali della dirigenza medica del SSN: l’attività nel privato accreditato viene infatti valutata nella misu-ra del 25% degli anni di lavoro

effettivamente svolti. In altre pa-role, atteso il requisito essenziale di almeno 5 anni di dirigenza medica nel pubblico per aspirare al “primariato”, stanti le cose, un medico con background ospedaliero privato accredita-to necessiterà di un’anzianità di servizio di venti anni. Forte dei dati, la FISOPA è pertanto impegnata in un’opera di sen-sibilizzazione nei confronti di

Istituzioni, società scientifiche ed organizzazioni sindacali e di categoria, che si è concretizzata nella stesura di una proposta di legge finalizzata all’equipara-zione dell’anzianità di servizio tra pubblico e privato, presen-tata nel corso di un convegno tenutosi presso la Biblioteca del Senato della Repubblica il 28 giugno 2011. Peraltro, la pre-detta normativa risulta limitare

i giovani medici per i quali, se da una parte l’ospedalità priva-ta accreditata offre importanti possibilità lavorative, non sarà possibile giovare dei riconosci-menti carrieristici di chi lavora nel pubblico.Atteso che nel nostro Paese l’accesso alla sanità privata av-viene per chiamata diretta sulla base di un rapporto fiduciario, mentre l’accesso alla dirigenza medica avviene tramite pubblico concorso, il SIGM ha preso po-sizione nel senso di un riequili-brio del riconoscimento dell’an-zianità di servizio tra pubblico e privato.Inoltre, SIGM e la FISOPA hanno convenuto sull’oppor-tunità di realizzare congiunta-mente iniziative, progetti e pro-duzioni, al fine di promuovere l’inserimento lavorativo dei gio-vani medici nella Sanità Privata Accreditata, settore di strategica importanza del SSN.

SIGM e FISOPA per valorizzareil ruolo del giovane medico

di Massimiliano Iannuzzi Mungo e Walter Mazzucco

Collaborazione tra SIGM e FISOPA

RIVISTA BIOMEDICA MULTIDISCIPLINARE PER GIOVANI MEDICI

CAPSULA EBURNEA

Capsula Eburnea è una rivista biomedica multidiscipli-nare per giovani medici nata su iniziativa del S.I.G.M. con l’intento di stimolare l’interesse dei neolaureati in discipline biomediche nei confronti della ricerca scientifica. Giovani medici, specializzandi, dottorandi, assegnisti e borsisti possono cimentarsi nella stesura di lavori originali. In particolare, la rivista (ISSN 1970-5492), pubblica esclusivamente on-line articoli scien-tifici originali su argomenti di medicina, biomedicina, biotecnologie mediche, scienze motorie e psicologia me-dica ed accetta contributi redatti come articoli originali, review, casi clinici, note di tecnica, note di terapia e nuo-ve tecnologie. I lavori sono sottoposti a peer-review da parte di reviewers che si impegnano nel dare opportuni suggerimenti per migliorare la qualità del manoscritto, rendendolo pubblicabile. Capsula Eburnea è pertanto sia una rivista scientifica che uno strumento di forma-zione per giovani ricercatori. L’Editorial board è costitu-

ito da 40 membri provenienti da vari continenti (Euro-pa, USA e Asia). Ad oggi sono stati editi 5 Volumi con la pubblicazione di circa 150 lavori originali, coinvolgendo circa 50 reviewers fra giovani professori e ricercatori nonché medici con esperienza nella produzione di lavori scientifici. Tutti gli articoli pubblicati sono provvisti di DOI (The Digital Object Identifier System) e sono indicizzati su numerosi motori di ricerca biomedica, tra cui: Scopus, The Directory of Open Access Journals, Ul-rich’s Periodical Directory, Google Scholar. Dal 2011, per elevare ulteriormente la qualità dei lavori pubblicati, saranno valutati per la pubblicazione soltanto lavori in lingua inglese. L’indirizzo web dove trovare informazio-ni relative alle modalità di preparazione, sottomissione e revisione dei lavori è: http://www.capsulaeburnea.unipa.it/. In ultimo, ma non per importanza, Capsula Eburnea pubblica gratuitamente tutti i contributi.

Sanità privata accreditata

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anno 1 n° 4 Set – Ott 2011 09

IGiovani Medici (S.I.G.M.) da anni richiamano l’at-tenzione del Legislatore al fine di superare l’annoso

problema del duplice ed iniquo inquadramento previdenziale dei medici in formazione specialistica in INPS ed ENPAM. A tal pro-posito, il SIGM, a seguito di un confronto costruttivo coi vertici del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha esitato una proposta di legge, in atto in di-scussione alla Commissione La-voro della Camera dei deputati, attraverso la quale si stabilirebbe che, in sostituzione dell’attuale sconveniente contribuzione alla gestione separata INPS, a decor-rere dall’anno accademico 2011-2012, il medico, iscritto all’Albo professionale, che sottoscrive un contratto di formazione spe-cialistica, verserà all’ENPAM la contribuzione sui compensi percepiti. Inoltre, un ulteriore comma predisporrebbe il tra-sferimento dall’INPS all’EN-PAM dei contributi già versati dagli specializzandi dall’a.a. 2006/2007, ovvero dall’entrata in vigore dei contratti di forma-zione specialistica, ad oggi.Negli ultimi mesi il SIGM ha ri-formulato e presentato la predetta proposta di legge all’attenzione della Commissione Bilancio del Senato della Repubblica sotto-forma di emendamento sia alla Manovra Finanziaria di luglio, sia alla più recente Manovra straordinaria, intervenuta a se-guito della richiesta di maggiore stabilità da parte dell’Unione Europea e della Banca Centrale Europea. Come è noto, l’inqua-dramento previdenziale esclusivo in ENPAM degli specializzandi sortirebbe l’effetto di favorire il raggiungimento da parte dei gio-vani medici del massimo pensio-nistico, a fronte della condizione attuale caratterizzata da eccessivi tempi medi per l’accesso alla pro-fessione rispetto al contesto EU; inoltre, si porrebbero le basi af-finché, a seguito di una successiva modifica dei Regolamenti interni dell’Ente Previdenziale dei Me-dici, si possa accedere prima dei dieci anni di contribuzione oggi

previsti, e quindi in maniera più conveniente, all’istituto del ri-scatto degli anni di laurea (di tale modifica regolamentare, richiesta con decisione dal SIGM, se ne avvantaggerebbero anche i medici del corso di formazione specifica in medicina generale). Altra ri-chiesta dei Giovani Medici si rife-risce all’introduzione di modalità di elezioni che permettano di por-tare al governo dell’ENPAM gli

ci Italiani e della campagna di sensibilizzazione della categoria alla tematica previdenziale. A tal proposito il SIGM ha prodotto, col Patrocinio del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, un Manuale in formato tascabile dal titolo “Giovani Medici Previ-denti: imparare a costruire il futuro pensionistico”, in distribuzione a tutti i medici under 40 su tutto il territorio nazionale, unitamente

eletti direttamente dagli azionisti, ovvero tutti i contribuenti alla Cassa previdenziale. L’elezione di-retta dei vertici (CdA e organismi consultivi dei fondi ENPAM), o di una parte di essi, da parte della base aprirebbe alla possibilità, ad oggi nei fatti disattesa, di favorire la presenza dei giovani negli orga-ni di governo dell’Ente previden-ziale, in un momento delicato in cui si devono operare delle scelte cruciali per il futuro pensionistico delle giovani generazioni.Tutte le succitate iniziative si in-seriscono nell’ambito delle Pro-poste del SIGM per migliorare la Condizione dei giovani medi-

al bollettino di Club Medici.Nel garantire il massimo impegno per la risoluzione delle criticità previdenziali che investono la ca-tegoria dei giovani medici, ivi in-cluso il difficile ed estremamente oneroso accesso all’Istituto del riscatto degli anni di laurea, come ribadito dal Presidente Nazionale del SIGM, Walter Mazzucco, al Ministro del Lavoro e delle Politi-che Sociali, Maurizio Sacconi, nel corso di un incontro informale in-tervenuto a settembre, invitiamo i colleghi a tenersi costantemente aggiornati attraverso il Portale dei Giovani Medici ed a sostenere le proposte del Segretariato.

Stop al duplice inquadramentoprevidenziale degli specializzandi!

di Marco Mafrici, Gianluca Albanese, Francesco Macrì

La Medicina nel nostro Paese è sempre più rosa: in Italia 1 medico su 3 è don-na (ma soltanto 1 su 10 riveste incarichi di primariato) e, a giudicare dalle iscrizioni alle Facoltà di Medicina, a breve il numero di donne medico supe-rerà quello dei colleghi maschi. Inoltre, già da anni le donne rappresentano la maggioranza del personale impiegato nel Servizio Sanitario Nazionale (circa il 64% nel 2009). Ci è sembrato quindi doveroso ritagliare uno spazio nella no-stra Rivista da dedicare alle giovani donne medico e abbiamo deciso di inaugu-rarlo trattando di maternità. Se conciliare lavoro e famiglia è difficile per tutte le donne, lo è a maggior ragione per le donne medico: il problema principale è costituito dalla carenza di tempo libero, in quanto il nostro mestiere (è inutile negarlo) richiede, per essere svolto al meglio, massima dedizione e incuranza degli orari. A un certo punto della carriera, poi, le donne medico si trovano a doversi districare tra la vocazione per la Medicina e la naturale predisposizione ad avere figli, in un contesto sociale in cui la precarietà avanza anche nel nostro campo, rendendo il tutto an-cora più difficile. D’altra parte l’articolo 37 della Costituzione recita: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono con-sentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bam-bino una speciale adeguata pro-tezione.” A partire dal 1971 (anno della Legge 1204, primo testo unico sulla maternità) la legisla-zione italiana si è adoperata moltissimo per tutelare e migliorare la condizione lavorativa delle madri, producendo una mole di documenti piuttosto corposa, dal momento che, pur partendo da una base comune di normative valide per tutte le donne, per i medici alcune norme sono pensate ad hoc, a seconda che si tratti di lavoratrici dipendenti (nel pubblico o nel privato), medici di medicina generale, medici di continuità assistenziale, pediatri di libera scelta e così via. Come punto di riferimento in materia ci viene in soccorso la guida “Lavoratrice Madre Medico” a cura di Eolo Giovanni Parodi e Marco Perelli Ercolini, che da anni l’ENPAM mette gratuitamente a disposizione sotto forma di CD-Rom per i medici che ne facciano richiesta. Il materiale è anche consultabile online a questo indirizzo: http://www.enpam.it/wp-content/repository/universaliamul-timediale/LMM/indice.htm Nel testo, che viene continuamente aggiornato, vengono trattati tutti gli aspetti dell’attuale normativa sulla madre lavoratrice (dal trattamento economico ai congedi, dall’allattamento alle agevolazioni per figli disabili, dalle adozioni alla previdenza) e sono inclusi una raccolta di tutte le leggi, un utile glossario e una ricca modulistica.

Medicina in rosa

LAVORATRICEMADRE MEDICO

di Maria Elisa Di Cicco

Il SIGM presenta una Proposta di Legge in Parlamento

Le dottoresse che fossero interessate a ricevere gratuitamente a casa il CD-Rom di “Lavoratrice Madre Medico” possono farne richiesta alla Direzione generale dell’ENPAM (Tel: 0648294226/242/346 - Fax: 06 48294345 Email: [email protected]) o al proprio Ordine Provinciale.

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www.giovanemedico.it10

La razionalizzazione e la sistematizzazione hanno rappresentato il filo conduttore del-

le più recenti riforme del sistema formativo universitario.Per proseguire sulla stessa linea, il MIUR ha recentemente ri-chiesto al Consiglio Universita-rio Nazionale (CUN) un lavoro di analisi, classificazione e siste-matizzazione su base nazionale dei dottorati di ricerca. Un simi-le lavoro, infatti, potrebbe avere grande utilità nel contrastare un’eccessiva frammentazione dei corsi e dispersione delle loro denominazioni, favorendo una maggiore corrispondenza con le denominazioni dei dottorati stranieri. In realtà, già dopo una prima ricognizione sui dottorati of-ferti dalle Università Italiane, il CUN ha evidenziato come molte di esse abbiano già com-piuto in autonomia un lavoro di razionalizzazione degli stessi, istituendo un numero limitato di “scuole di dottorato” di tipo eminentemente disciplinare.Accanto a queste, inoltre, sono state istituite un minor numero di scuole o corsi di natura o te-

matica interdisciplinare più col-legati alle specificità di ricerca dell’Ateneo o alle collaborazioni internazionali.L’analisi del CUN è proseguita confrontando i dottorati offerti dalle principali Università Ita-liane e straniere e ha prodotto un elenco di denominazioni, la cui parte relativa all’ambito sanitario viene riportata nella tabella*.Nello stesso documento il CUN ha ritenuto però opportuno segnalare alcuni aspetti che in-vitano alla cautela nell’imple-mentazione di una rigida clas-sificazione. Agli Atenei, infatti, devono essere garantiti margini di flessibilità, in presenza di so-lide motivazioni, per far emer-gere le iniziative più innovative e non imporre strutture rigide in un ambito cruciale come quello della formazione dei giovani alla ricerca.Non si dovrebbero, ad esempio, porre vincoli denominativi a dottorati congiunti tra Univer-sità di più Paesi o a dottorati interdisciplinari ad alto impatto innovativo che rappresentano uno degli obiettivi dei program-mi quadro dell’Unione Europea.

La stessa flessibilità è necessaria poi per poter fruire al meglio dei programmi regionali di ricerca e innovazione tecnologica o per i dottorati in collaborazione con le imprese (dottorati “indu-striali”), che possono rappre-sentare un’offerta di posizioni lavorative interessanti per i dot-tori di ricerca e una fonte di ri-sorse finanziarie importanti per la ricerca universitaria. Non bi-sogna dimenticare, infine, che la flessibilità risulta fondamentale anche per seguire l’evoluzio-ne della ricerca, che è sempre più rapida di quella normativa e richiede alle Università una pronta risposta per poter essere competitive a livello internazio-nale. Questo cambio di nomen-clatura dei dottorati si affianca ad altre novità in cantiere che verranno meglio definite in un futuro decreto attuativo, quali la riduzione del tetto dei dotto-rati senza borsa rispetto a quel-li con borsa e la possibilità di frequenza congiunta scuola di specializzazione di area sani-taria – dottorato di ricerca per un anno con conseguente ridu-zione del corso di dottorato a due anni.

Il CUN propone:razionalizzare e sistematizzare

di Andrea Ziglio

Dottorati di ricerca

di Maria Elisa Di Cicco

Sulla via del ritorno da un Congresso di ambito pediatrico, mi sono tro-vata a chiacchierare delle aspettative dei giovani medici relativamente ai Congressi scientifici. Per i giovani medici, in particolare per i medi-ci specializzandi, ogni Congresso rappresenta un evento importante, un’occasione per aggiornarsi, incontrarsi e confrontarsi, ma anche per cominciare a muovere i primi passi nella Ricerca. Eppure, nonostante questo, è fatto noto che sempre meno giovani partecipano ai Convegni delle Società scientifiche. Per i giovani medici il principale deterrente è costituito dal fattore econo-mico (costi elevati per iscrizione, viaggio, vitto e alloggio), sebbene già da tempo le Società stiano cercando di venire loro incontro proponendo costi di iscrizione ridotti. La Società Italiana di Medicina Perinatale, in occa-sione del suo XIV Congresso nazionale (Firenze 2011), ha addirittura pensato ad un “Pacchetto Low Cost” dedicato a specializzandi, studenti e dottorandi. Un esempio che le altre Società dovrebbero quindi senz’altro imitare. Ai giovani medici vengono riservati solitamente la sessione po-ster e le comunicazioni orali relative ai lavori più interessanti, attività che costituiscono uno stimolo per imparare da un lato la progettazione e lo svolgimento di una ricerca scientifica, dall’altro la presentazione dei dati ottenuti. Si tratta quindi di elementi irrinunciabili, ma spesso si assiste

a sessioni poster deserte (di uditori e, talora, persino di presentatori o moderatori!) oppure organizzate contemporaneamente ai pranzi di lavoro. Persino lo spazio per l’affissione dei poster viene a volte rica-vato in angoli poco visitati della sede congressuale. Maggiori attenzioni sono riservate alle comunicazioni orali, nono-stante l’apposita sessione venga spesso inserita al termine dei lavori ufficiali o a ridosso delle pause. A questo proposito, ciò che andreb-be incrementato e protetto è lo spazio da dedicare alla discussione, dal momento che i relatori molto spesso superano i tempi previsti, risicando le domande dell’auditorio verso gli esperti, occasione irri-petibile di crescita. Ancor più auspicabile sarebbe stimolare una reale rivoluzione generazionale garantendo la partecipazione diretta dei giovani medici fra i relatori, al fine di favorire la partecipazione attiva alla vita societaria e scientifica. Il mio volo pindarico finisce qui e, in attesa di qualche novità, il mes-saggio finale vuole essere il seguente: viva i Congressi (magari con più giovani protagonisti), perché se è vero che sui libri è scritto tutto (quante volte ce l’avranno detto?) è anche vero ciò che diceva Mark Twain… “Attento a leggere libri di medicina… potresti morire per un errore di stampa!”.

Giovani e congressi: quali aspettative?

Allergologia ed immunologia clinicaAnatomia patologicaAnatomia umana e morfologia applicataAnestesia e rianimazione e terapia intensivaChirurgia cardio-toraco vascolareChirurgia generaleChirurgia maxillo-faccialeChirurgia pediatricaChirurgia plastica, ricostruttiva ed esteticaDermatologiaEmatologiaEndocrinologia, diabetologia,andrologia e metabolismoFarmacologiaFisiologiaGastroenterologiaGenetica medicaGeriatriaGinecologia ed ostetriciaImmunologiaIstologia ed Embriologia MedicaMalattie dell’apparato cardiovascolareMalattie dell’apparato respiratorioMalattie infettive e tropicaliMedicina dello sportMedicina fisica e riabilitazioneMedicina internaMedicina legaleMedicina molecolareMedicina nucleareMicrobiologiaMicrobiologia e virologiaNefrologiaNeurochirurgiaNeurologiaNeuropsichiatria infantileNeuroscienzeOftalmologiaOncologia cellulare e molecolareOncologia clinicaOrtopedia e traumatologiaOtorinolaringoiatria e audiologiaPatologia clinicaPediatriaPsichiatriaPsicologia clinicaRadiodiagnosticaReumatologiaSanità pubblicaScienza dell’alimentazione e nutrizione umanaTossicologia medicaUrologia

Immunopathology and allergyPathologyAnatomyAnesthesiologyCardio-thoraco vascular surgerySurgeryMaxillo-facial surgeryPediatric surgeryPlastic and reconstructive surgeryDermatologyHaematologyEndocrinology, diabetology,andrology and metabolismPharmacologyPhysiologyGastroenterologyMedical geneticsGeriatricsObstetrics, Gynaecology and reproductionImmunologyHistologyCardiologyRespiratory medicineInfectious DiseasesSport medicineRehabilitationInternal medicineForensic medicineMolecular medicineNuclear medicineMicrobiologyMicrobiology and virologyNephrologyNeurosurgeryNeurologyChild development neuropsychiatryNeurosciencesOftalmologyCellular and molecular oncologyClinical oncologyOrthopedics and traumatologyOtology, laryngology and audiologyLaboratory medicinePediatricsPsychiatryClinical psychologyDiagnostic imagingRheumatologyPublic HealthNutrition scienceMedical toxicologyUrology

*Tabella. Elenco dottorati di ricerca di ambito sanitario: denominazioni proposte in Italia e corrispondenza internazionale.

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anno 1 n° 4 Set – Ott 2011 11

PisaSede Locale di Pisa riunione del Direttivo di Alessandro Orsini e Maria Elisa Di Cicco

Il 18 luglio 2011 si è riunito il Con-siglio Direttivo della Sede Locale di Pisa, in presenza di una rappre-sentanza dei medici specializzandi dell’Ateneo Pisano. All’ordine del giorno numerosi temi caldi, a co-minciare dall’annunciata Riforma del percorso formativo del giovane medico: dalla discussione è emerso un sostanziale parere favorevole in merito alla laurea abilitante e alla riduzione della durata dei corsi di Specializza-zione, mentre sono state espresse numerose perplessità in merito alla figura dello “strutturando”.Tra le altre problematiche di interesse, è stato segnalato che in al-cuni Atenei, e tra questi quello Pisano, il contratto di formazione viene rilasciato al titolare soltanto al momento della sottoscri-zione del contratto relativo all’anno successivo. Ciò crea proble-mi non indifferenti per coloro che necessitano di una copia car-tacea per poter, ad esempio, inoltrare richiesta di finanziamento o prestito. Inoltre, il contratto di formazione spesso non viene accettato quale garanzia sufficiente per accedere ai finanziamen-ti o ai mutui bancari.Sono stati richiesti anche chiarimenti per quanto riguarda il mancato adeguamento triennale della retribuzione degli spe-cializzandi al tasso di inflazione ed è stato suggerito di “istitu-

Comunicaci le novità della tua sede: [email protected]

L’Assessore alla Sa-nità della Regione Lombardia, Dott. Luciano Brescia-

ni, ci ha accolto nel suo ufficio dell’”Ogiva”, come sempre sor-ridente, per fare il punto in me-rito alla piattaforma program-matica messa in campo dalla Regione Lombardia a sostegno della condizione dei giovani me-dici lombardi.

Assessore, cosa pensa dell’ipo-tesi di contrattualizzare gli spe-cializzandi negli ultimi due anni di corso?

R. Si tratta di uno snodo cruciale affinché anche in Italia, al pari di altri Paesi esteri (dove anche io ho avuto la fortuna di formar-mi), gli specializzandi ricevano una formazione totale ed il più pratica possibile, specie per quelle specialità che necessitano di una operatività ed esperienza manua-le come le chirurgie. È chiaro che il tutto debba avvenire con i più opportuni crismi di regolarità e controllo. In una simile macchi-na operativa sarebbero da scon-giurare situazioni in cui gli stessi specializzandi divengano “strut-turandi” privi di tutoraggio.

Un’altra ipotesi innovativa e stret-tamente collegata alla precedente

è quella di dare sempre più oppor-tunità a terzi (per lo più privati) di poter investire sulla formazione dei futuri specialisti assumendosene il carico economico. Qual è la sua posizione a tal proposito?

R. Tali iniziative ovviamente sa-rebbero sinergiche a quelle già in atto ed in essere tramite i cano-nici canali istituzionalizzati delle Università. Quindi, non si trat-terebbe di una contrapposizione tra privati ed Università con il rischio di sopraffazioni da par-te degli uni sull’altra, ma di una collaborazione nella formazione che sappia far fronte alle reali esigenze territoriali, considerata la scarsità di risorse economiche a volte spendibili dalle Università stesse. Quanto detto rappresente-rebbe i presupposti per assicura-re nel medio termine il turnover dei professionisti e la continuità dell’erogazione dei servizi specia-listici territoriali ed ospedalieri. L’idea, da porre all’attenzione degli organi preposti (MIUR

in primis) sarebbe quella di una sperimentazione di simili ipotesi in pochi centri monitorabili della Regione Lombardia e/o eventual-mente di altre regioni virtuose.

Qual è l’attuale situazione la-vorativa per i giovani medici in Lombardia?

R. La Regione ha già preso im-pegni in merito all’incremento di contratti a tempo indetermi-nato, tramite nuove assunzio-ni e conversione degli attuali contratti a tempo determinato. È fondamentale, affinché vi sia una ripresa economica globale, che i giovani possano investi-re sul proprio futuro senza lo spettro del precariato. Se si vuol metter su famiglia si ha bisogno di certezze e solide basi.

E riguardo la tutela dei medici donna con contratti di lavoro pre-cari, in caso di gravidanza?

R. Sono al vaglio una serie di idee proprio per la tutela “socio-biolo-gica” della donna medico.

Nel ringraziare l’Assessore per la disponibilità, le Sedi SIGM Lombarde ribadiscono che con-tinueranno nella loro opera di monitoraggio sulle iniziative in cantiere.

A confronto con i vertici della Sanità Lombarda

di Luigi Gianturco e Martino Massimiliano Trapani

dalle Sedi...

Il Portale Italiano dei Giovani Medici (www.giovanemedico.it), oltre a rappresentare mezzo di comunicazione sul web del Segretariato Italiano Giovani Medici (SIGM), è uno strumento a supporto dei giovani medici che si affacciano alla professione medica. Il Portale ha superato la soglia degli 8200 utenti registrati, dato eclatante che esprime il gradimento della categoria nei confronti dei contenuti proposti dal SIGM, se si considera che è stato lanciato nel maggio 2010, in occasione di una conferenza stampa di presentazione presso il Ministero della Salute. La registrazione al Portale è gratuita ed include un servizio di Newsletter, attraverso il quale vengono veicolati agli utenti registrati i contenuti curati dal SIGM, ovvero una sintesi tra una comunicazione convenzionale ed i consigli pratici, frutto delle esperienze maturate sul campo dai responsabili del Segretariato Italiano Giovani Medici. Attraverso il Portale il SIGM offre servizi in termini di formazione, occasioni di lavoro e perfezionamento in Italia ed all’Estero, di accesso alla ricerca scientifica, senza mancare di curare una corretta informazione sugli aspetti tecnico-legislativi e di intervenire attivamente e criticamente sulle Politiche sanitarie, professionali e previdenziali. Il Portale è strutturato in sezioni tematiche. All’interno di esso è possibile accedere alle pagine delle Sedi Locali e Provinciali in cui si articola il SIGM sul territorio nazionale, oltre che al Forum dei Giovani Medici, piattaforma virtuale di confronto per la categoria, ed a “Capsula Eburnea”, la rivista scientifica sul web di riferimento per i giovani medici ricercatori.Le aziende e le società interessate a pubblicizzare i loro prodotti sul Portale, attraverso un link o un banner dedicato, possono inviare una E-mail a [email protected]

In breve...

Successo del Portale Italiano Giovani Medici

Intervista al Dott. Luciano Bresciani, AssessoreRegionale Salute

zionalizzare” (o comunque di tutelare) la figura dell’aspirante specializzando. Oltre a ciò, durante la riunione è stato deciso di inoltrare una richiesta ufficiale per un incontro da organizzare tra i rappresentanti della Sede ed i vertici dell’Ordine dei Medici di Pisa e della Facoltà di Medicina. Infine, è stata vagliata la strategia di promozione delle attività della Sede, in particolare mediante il potenziamento della distri-buzione della Rivista, della pagina Facebook e dello spazio web sul Portale dei Giovani Medici. I colleghi interessati a collaborare o a prendere contatti con la Sede pisana del SIGM possono scri-vere una E-mail a [email protected].

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www.giovanemedico.it12

Il 18 luglio 2011, presso l’Aula Grande Nord del Policlinico Federico II, si è tenuta l’assemblea di

presentazione del nuovo diret-tivo della Sede SIGM Napoli Federico II, che ha registrato una significativa affluenza di neo-specializzandi e di giovani medi-ci, accorsi numerosi in risposta all’invito loro rivolto dai rappre-sentanti del SIGM.Dopo l’apertura dei lavori, affi-data al collega Carlo Manzi, Vice Presidente Nazionale del SIGM, il quale ha presentato l’associa-zione e descritto brevemente i principali ambiti ed attività nei quali il Segretariato è da tempo impegnato a livello nazionale, la parola è passata a Giovanni Ce-rullo, neoeletto Incaricato Locale della Sede. Questi, durante il suo intervento, ha illustrato gli obiet-tivi e le principali iniziative alle quali la Commissione Locale la-vorerà a partire dall’autunno, ed ha presentato tutti i componenti del direttivo. Il collega Angelo Gioffredi ha successivamente il-

lustrato nel dettaglio alcuni dei progetti che la Sede SIGM Napo-li Federico II intende realizzare nel breve periodo, ovvero l’orga-nizzazione di seminari di aggior-namento professionale e l’offerta

di servizi dedicati ai giovani me-dici ad opera di un pool di con-sulenti che assistano gli iscritti all’associazione. Nel particolare, nel primo caso saranno coinvolti professionisti qualificati che af-

fronteranno le problematiche più comuni alla pratica medicina, in modo da implementare il tradi-zionale percorso formativo degli specializzandi; nel secondo caso, gli esperti assisteranno lo spe-

cializzando ed il giovane medico in caso di problemi burocratici-amministrativi, legali, fiscali, ecc. È stato altresì affrontato il tema della Previdenza, facendo riferi-mento alla normativa vigente ed ai principali Enti Previdenziali di riferimento per i giovani medici ed illustrando i concetti di ricon-giunzione, totalizzazione e riscat-to degli anni di laurea.A tal proposito la Sede SIGM Napoli Federico II ha annunciato di avere in programma l’organiz-zazione di un incontro tematico con il supporto di rappresentanti dell’INPS e dell’ENPAM al fine di fornire consigli pratici e in-formazioni su un argomento da sempre fonte di incertezza, dubbi e preoccupazioni. Infine, dopo il saluto del responsabile della Sede SIGM di Caserta, Dott. Alfredo Matano, il Segretario Locale del-la Sede SIGM Napoli Federico II ha dato avvio alla campagna d’iscrizione all’associazione, che, con più di settanta iscrizioni ef-fettuate, si è aperta sotto i miglio-ri auspici.

Napoli Federico II: il nuovo corsodella Sede Locale SIGM

di Agostino Buonauro

dalle Sedi...

Finanziamentiper giovani medici

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Senza alcuna documentazione di reddito,servizio diretto di approvazione ed erogazione a curadi Club Medici in max 48 ore dalla �rma del contratto.

Presentando la semplice iscrizione all’Ordine e al Club Medici,si accede ad una linea di credito specialein escusiva per i giovani medici.

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Informazioni

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anno 1 n° 4 Set – Ott 2011 13

Suscita sempre maggio-re interesse, e talvolta un comprensibile stato d’ansia, parlare di re-

sponsabilità professionale del medico in formazione speciali-stica. Trattasi, infatti, di tema alquanto controverso, rispetto al quale non c’è sufficiente infor-mazione, anche perché manca-no indicazioni chiare e fruibili. D’altra parte, capita sempre più spesso di leggere di sentenze in cui siano coinvolti dei medici specializzandi.Ed in questi casi i giudici, as-sumendo un atteggiamento ga-rantista verso il paziente, non sembrano fare particolari sconti verso quei giovani medici che si trovano esposti al rischio di es-sere chiamati in sede penale, sep-pur nell’esigenza e nella contin-genza di “imparare” a saper fare. Alla ricerca di risposte attendibi-li per orientare gli specializzan-di, la Sede SIGM “Sant’Andrea - La Sapienza” di Roma ha or-ganizzato un seminario di ap-profondimento sul tema, che si è rivelato utile nel chiarire alcuni

punti nodali, grazie al contribu-to del Prof. Natale Di Luca e del-la Prof.ssa Paola Frati, Docenti di Medicina Legale ed autori di un recente lavoro sull’argomen-to*, oltre che del Prof. Vincenzo Ziparo, Preside della Facoltà, e del Prof. Stefano Ferracuti, Psi-chiatra Forense. Preliminarmente, giova ricorda-re come ciascun medico abilitato, e quindi anche lo specializzando, abbia piena responsabilità pena-le di ogni atto medico, valutato secondo parametri di imperizia, imprudenza, negligenza e rispet-to delle normative. Il D.Lgs n. 368 del 1999 e smi, nell’introdurre il nuovo con-tratto di formazione, tenta di definire i diritti ed i doveri dello specializzando alla luce delle di-rettive europee. L’interpretazio-ne del concetto dell’autonomia vincolata, introdotto dall’art 38, è il nucleo essenziale della pro-blematica della responsabilità del medico in formazione spe-cialistica, infatti, la formazione «implica la partecipazione guida-ta alla totalità delle attività medi-

che dell’unità operativa presso la quale è assegnato dal Consiglio della scuola, nonché la graduale assunzione di compiti assistenzia-li e l’esecuzione di interventi con autonomia vincolata alle direttive ricevute dal tutore, di intesa con la direzione sanitaria e con i diri-genti responsabili delle strutture delle aziende sanitarie presso cui si svolge la formazione. In nessun caso l’attività del medico in for-mazione specialistica è sostitutiva del personale di ruolo». Per inci-so, si evidenzia una chiamata in causa per culpa in eligendo e/o in vigilando dei vertici aziendali e dei responsabili delle unità ope-rative a seguito dello scorretto “impiego” degli specializzandi. Al pari, dallo studio della giu-risprudenza più recente emerge come, secondo i Supremi Giu-dici, l’autonomia riconosciuta dalla legge, sia pur vincolata, non può che ricondurre allo specializzando le attività da lui compiute: se lo specializzando non è (o non si ritiene) in grado di compierle, deve rifiutarne lo svolgimento, perché diversamen-

te se ne assumerebbe la respon-sabilità. La fattispecie configu-rerebbe un reato di colpa “per assunzione”, come sancito dalla Cassazione Penale nella sentenza n. 6215/2010, ravvisabile in chi cagiona un evento dannoso, es-sendosi assunto un compito che non è in grado di svolgere. Tut-to ciò va ovviamente valutato in conformità con la gradualità di assunzione di responsabilità che la normativa prevede, secondo cui il livello di perizia e diligenza richiesto da un medico all’inizio della specializzazione è diverso da quello di chi è alla fine del percorso formativo. Lo specia-lizzando, in ogni caso, dovrebbe dissociarsi per iscritto in cartella laddove non dovesse condividere la condotta intrapresa dal tutor (strutturato o universitario), altrimenti se ne assumerebbe anche lui la responsabilità. Pe-raltro, nella medesima sentenza la Corte di Cassazione ribadisce che il medico specializzando non è presente nella struttura per la sola formazione professionale: non può essere considerato un mero esecutore d’ordini del tuto-re anche se non gode neppure di una reale autonomia. Al contra-rio non versa in colpa, neppure per assunzione o per inosservan-za di legge, il professionista, e quindi pure il medico specializ-zando che per imperizia cagioni l’evento, quando, ancorché privo delle necessarie competenze e ca-pacità, si assume in condizioni di urgenza indifferibile un compito riservato a personale qualificato.Altro punto di interesse è quello del ruolo del tutor nel percorso formativo dello specializzan-do, figura che per molti colle-ghi rimane una chimera. L’art 38 del D.Lgs 368/99 disciplina che “Ogni attività formativa e

assistenziale dei medici in for-mazione specialistica si svolge sotto la guida di tutori, designati annualmente dal consiglio del-la scuola sulla base di requisiti di elevata qualificazione scien-tifica, di adeguato curriculum professionale, di documentata capacità didattico-formativa”, definendo il rapporto numerico di “un tutore per un numero di spe-cializzandi variabile a seconda delle caratteristiche delle diverse specializzazioni, e comunque non superiore a tre, affinché maturino un’esperienza clinica e chirurgica che consenta loro di acquisire re-ali capacità operative”.In teoria, dunque, il tutor è colui che guida il medico in formazio-ne specialistica nella graduale assunzione dei compiti assisten-ziali, riconoscendogli un margi-ne di autonomia in funzione della capacità professionale progres-sivamente acquisita, comunque limitata dalle direttive impartite. Inoltre il tutor, secondo la Sen-tenza n. 6215 del 10/12/2009 della Corte Cassazione (Sez. 4), deve controllarne le attività pur autonomamente svolte, deve ve-rificare i risultati e consentirgli, quindi, di apprendere quanto la formazione è idonea a fornirgli per il futuro svolgimento in au-tonomia della professione spe-cializzata. In altre parole, se da un lato è lecito per lo specializzando pre-tendere la guida competente e costante del tutor, dall’altro è poco prudente sentirsi garantiti per il solo fatto di esercitare la professione sotto un “regime di tutoraggio”.Solo un atteggiamento attivo e consapevole della responsabi-lità può ridurre i rischi, tanto per il discente che per la salute del paziente.

La Responsabilità Professionale del Medico in formazione specialistica

di Livio Picchetto e Paola Simonelli

La sede SIGM “S. Andrea - La Sapienza” ha organizzato un seminario sul tema

*La responsabilità penale degli specializzandi e dei tutor, Riv. It. Med. Leg., 4–5/2010, 617

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Presidente, la parola “giovane” è sempre più sinonimo di “precaria-to”. La professione me-

dica non è esente da tale assioma. Quale ruolo potrebbe esercitare l’Istituzione Ordinistica per soste-nere e migliorare la condizione del giovane medico? R. La professione medica vive oggi un periodo di profondo disa-gio, nonostante abbia contribuito in maniera determinante a porta-re il nostro Paese a livelli di tutela della salute che, per quantità e qualità, molti paesi ci invidiano. E’ del tutto evidente che in tale con-testo sono proprio i giovani colle-ghi a pagare il prezzo più alto. Il problema vero non è il precariato, che, se limitato nel tempo, può an-cora rientrare nella fisiologia del sistema. Quello che contestiamo da anni è tanto lo sfruttamento che molti giovani sono costretti a subire, essendo remunerati in ma-niera indecorosa, quanto lo stato di costante “precarizzazione”.

L’Ordine di Roma, che mi onoro di presiedere, è impegnato da anni in una dura battaglia politica in tal senso, concretizzatasi anche con due importanti manifestazio-ni pubbliche tenutesi la prima in Campidoglio – Sala degli Arazzi – sul tema “Mercato del lavoro medico: occupazione, disoccu-pazione, precarietà” e la seconda nella sede dell’Ordine, dal titolo di “Codice rosso per la sanità del Lazio”. Non abbiamo intenzione di demordere e continueremo, in ogni caso, a tallonare i vertici re-gionali affinché venga mantenuta la promessa elettorale di risolvere il problema del precariato. Occor-rerà inoltre operare realmente per premiare, sempre e comunque, il merito dismettendo la politica de-gli annunci esclusivi. L’Ordine da lei presieduto è stato tra i primi in Italia ad istituire al proprio interno la Commissione Giovani Medici: cosa rappresenta e quali finalità si prefigge? Quali servizi offre ai neo-iscritti?

R. Sia le azioni politiche intra-prese negli anni che i servizi resi, hanno avuto nella Commissione Giovani Medici un punto di ri-ferimento fondamentale. Nessu-no dei giovani laureati dovrebbe vivere in eterno nell’incertezza. Occorre una seria programma-zione dei fabbisogni lavorativi, contestualmente a quella della formazione post laurea. Inoltre, dovremo fare in modo che i me-dici specializzati o formati alla medicina generale siano messi in condizione di unire al “sapere” il “saper fare”. L’Ordine di Roma, oltre i numerosi servizi che mette

a disposizione dei neo iscritti (le-gale, previdenziale, assicurativo, consulenza per l’apertura di stu-di medici/odontoiatrici, E.C.M., ecc.) è stato il primo in Italia ad avere stabilito una quota di iscri-zione di pertinenza dell’Ordine ridotta del 50% per i giovani sino a 3 anni dalla laurea, oltre ad aver istituito un fondo di riserva per tutti coloro che, indipendente-mente dall’età, avessero difficoltà economiche tali da non potersi iscrivere. L’obiettivo che abbiamo perseguito, emulato subito da al-tri Ordini, consente di implemen-tare la cultura della solidarietà tra

i colleghi. Abbiamo promosso di recente una ricerca sulla condizio-ne medica giovanile attraverso un questionario ponderato, inviato alla fascia anagrafica fra i 25 e i 45 anni, ricevendo in pochi giorni oltre 1500 risposte che sono sta-te già elaborate. Le interessanti notizie ricevute, contestualizzate nell’attuale momento storico, ci consentiranno di programmare azioni più appropriate e più ade-renti alla realtà. La medicina volge sempre più al femminile. Una recente indagine condotta dall’Ordine Provinciale

A confronto con il Preside nte OMCeOdella Provincia Ro ma

L’Intervista

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Giovani medici di basecon meno di tre anni di anzianità ordinistica

Giovani medici – altre specialzzazionigaranzie e tariffe in convenzione

Il SIGM intervista il Dott. Mario Falconi,presidente dell’Ordine dei Medici e Odontoiatridella Provincia di Roma

di Agata Correnti, Violante Di Donato e Andrea Sansone

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anno 1 n° 4 Set – Ott 2011 15

senza distinzione alcuna. Certo è che aver appreso dall’indagine, da noi condotta, che le nostre colleghe subiscono atti di violen-za in misura doppia rispetto alla popolazione femminile italiana ci ha profondamente turbati e ulte-riormente spronati ad un costante impegno affinché ci siano real-mente pari opportunità anche per le nostre colleghe. Nelle prossime settimane si ter-ranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio di tutti gli Ordini Pro-vinciali: può farci un breve bilancio dell’operato della compagine ordi-nistica uscente e quali altri punti saranno al centro della vostra azio-ne in caso di riconferma? R. Come sempre prima delle elezioni ordinistiche, abbiamo l’abitudine di presentare al mon-do medico, attraverso il nostro organo di stampa, un bilancio consuntivo delle cose fatte e pre-ventivo su quelle da fare. Siamo realisticamente orgogliosi dei ri-sultati raggiunti, che hanno avu-to spesso, tra l’altro, il merito di essere i primi in assoluto portati a termine nel nostro Paese.Il prossimo futuro, data la critica situazione vissuta giornalmente da molti colleghi, lo impegnere-mo a strutture definitivamente il TRIBUNALE DEI DIRITTI DEL MEDICO, che ufficializze-remo nella sua completa artico-lazione dopo la pausa estiva. Il servizio sanitario sta sempre più diventando residuale, soprattutto a causa di una politica che non di-mostra reali capacità di governo di fenomeni e sistemi complessi. A pagarne le conseguenze, in tutti i sensi, anche di aggres-sioni verbali e fisiche da parte di cittadini esasperati, sono co-loro che operano “in trincea”, soprattutto medici, e tra questi i più giovani con contratti di la-voro precari. Con il costituendo tribunale dei diritti del medico metteremo in campo nuove e più incisive strategie di sostegno ai nostri colleghi e soprattutto verificheremo i diritti che devo-no essere garantiti, se si voglio-

maturando, anche se ritengo che le donne medico, in numero pro-gressivamente crescente rispetto agli uomini, sapranno e dovran-no conquistarsi i loro giusti spazi senza attendere le lente matura-zioni di noi “maschietti”. Non esi-ste la soluzione magica e l’unica che conosciamo è quella di ruoli apicali assegnati per MERITO,

di Roma ha documentato come non esista una reale parità di ge-nere nell’esercizio della professione medica: cosa ritiene che si possa e debba fare per garantire l’accesso delle donne ai ruoli apicali della di-rigenza medica?

R. Occorre una profonda rivolu-zione culturale, che sta pian piano

no realmente medici motivati e qualificati.

Infine, la domanda è d’obbligo: quale spazio intendete destinare alla presenza dei giovani all’interno del Consiglio dell’Ordine? R. Crediamo fermamente che i giovani colleghi e colleghe deb-bano sempre più esercitare un ruolo attivo, di primo piano, an-che all’interno del Consiglio e di questo saremo garanti.

Ci auguriamo peraltro, e ci impe-gneremo in tal senso, che questo possa avvenire anche attraverso opportune modifiche regolamen-tari degli organismi dirigenti della Federazione Nazionale degli Ordi-ni, dell’Enpam e dell’Onaosi.L’incerto futuro con cui molti giovani colleghi devono quotidia-namente misurarsi non può essere più delegato, nè tantomeno a co-loro che, purtroppo molto spesso, mettono in pratica un mero ed in-consistente paternalismo.

A confronto con il Preside nte OMCeOdella Provincia Ro ma

Il S.I.G.M., oltre ad essere impegnato nello studio della complessa normati-va previdenziale, cercando di elaborare proposte volte a contrastare la dram-matica previsione di un incerto futuro previdenziale per le giovani generazio-ni di medici, ha avviato una campagna di sensibilizzazione della categoria alla tematica previdenziale. A tal proposito ha prodotto, col Patrocinio del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Manuale “Giovani Medici Previdenti: imparare a costruire il futuro pensionistico”, in distribuzione gratuita sul territorio nazionale ai medici under 40 in allegato alla rivista Club Medici News. Il manuale, in formato tascabile, è stato ideato con la finalità di rendere fruibile il complicato sistema previdenziale di riferimento per i giovani medici, consentendo al lettore di reperire tutte le informazioni di base per costruirsi per tempo il proprio profilo previdenziale.

Giovani Medici Previdenti

Un Manuale perimparare a costruireil futuro pensionistico

Il dott. Mario Falconi, presidente dell’OMCeO della Provincia di Roma

www.giovanemedico.it

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