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This article was downloaded by: [University of Glasgow] On: 06 October 2014, At: 12:40 Publisher: Taylor & Francis Informa Ltd Registered in England and Wales Registered Number: 1072954 Registered office: Mortimer House, 37-41 Mortimer Street, London W1T 3JH, UK Giornale botanico italiano: Official Journal of the Societa Botanica Italiana Publication details, including instructions for authors and subscription information: http://www.tandfonline.com/loi/tplb19 Rinvenimento del polline di Keteleeria in alcuni depositi quaternari dell'Italia centro- settentrionale Arturo Paganelli a a Istituto Botanico dell'Università di Padova Published online: 14 Sep 2009. To cite this article: Arturo Paganelli (1962) Rinvenimento del polline di Keteleeria in alcuni depositi quaternari dell'Italia centro-settentrionale, Giornale botanico italiano: Official Journal of the Societa Botanica Italiana, 69:1-3, 103-108, DOI: 10.1080/11263506209430365 To link to this article: http://dx.doi.org/10.1080/11263506209430365 PLEASE SCROLL DOWN FOR ARTICLE Taylor & Francis makes every effort to ensure the accuracy of all the information (the “Content”) contained in the publications on our platform. However, Taylor & Francis, our agents, and our licensors make no representations or warranties whatsoever as to the accuracy, completeness, or suitability for any purpose of the Content. Any opinions and views expressed in this publication are the opinions and views of the authors, and are not the views of or endorsed by Taylor & Francis. The accuracy of the Content should not be relied upon and should be independently verified with primary sources of information. Taylor and Francis shall not be liable for any losses, actions, claims, proceedings, demands, costs, expenses, damages, and other liabilities whatsoever or howsoever caused arising directly or indirectly in connection with, in relation to or arising out of the use of the Content.

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Giornale botanico italiano:Official Journal of the SocietaBotanica ItalianaPublication details, including instructions forauthors and subscription information:http://www.tandfonline.com/loi/tplb19

Rinvenimento del polline diKeteleeria in alcuni depositiquaternari dell'Italia centro-settentrionaleArturo Paganelli aa Istituto Botanico dell'Università di PadovaPublished online: 14 Sep 2009.

To cite this article: Arturo Paganelli (1962) Rinvenimento del polline di Keteleeriain alcuni depositi quaternari dell'Italia centro-settentrionale, Giornale botanicoitaliano: Official Journal of the Societa Botanica Italiana, 69:1-3, 103-108, DOI:10.1080/11263506209430365

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GIORN. BOT. ITAL., 69: 103-108 (1962)

RINVENIMENTO DEL POLLINE DI ICB31’ELZ!l3B,IA

IN ALCUNI DEPOSIT1 QUATERNARI DELL’ITALIA CENTRO-SETTENTRIONALE

ARTURO PAGANELLI Istituto Boranico dell’Universiti di Padova

le l fo a1 Congresro di Padova il 17 diccmbrr 1961

Abstract : THE DISCOVERING OF THE KETELEERIA’S POLLEN-GRAIN IN SOME QUATERNARY DEPOSITS OF THE CENTRAL AND NORTHERN ITALY. - The Author observes the specy of Keteleeria with the pollen analysis executed on deposits of turfys, clays and brown coals of some Umbro-Marchigiano and of the Po Plain localyiies.

also during the early and middle Pleistocene. The Keteleeria to-day is living only in China and Japan; in Italy it war living .

In questi ultimi anni ho avuto mod0 di esaminare, dal punto di vista palinologico, dei materiali argillosi, torbosi e lignitiferi provenienti da depositi di antichi bacini lacustri e marino-lagunari dell’Italia centro- settentrionale ed appartenenti a1 Pleistocene antico, medio e superiore.

Per 1’Italia settentrionale infatti sono stati studiati sedimenti torbo- argillosi di Padova e Sacile e del Delta Padano (precisamente di Ca Mar- cozzi, Ca Madonnina, San Paolo, Correzzola, ecc.), mentre per 1’Italia centrale i sedimenti presi in esame riguardano quelli di Gelagna Bassa, Monte Cavallo, Muccia (situati tutti in territorio Marchigiano e preci- samente nell’alta Valle del fiume Chienti) e di Pietrafitta (Umbria).

I risultati di tutte queste indagini palinologiche sono gih stati pub- blicati o sono in corso di pubblicazione.

Durante le analisi microscopiche ho avyto mod0 di incontrare spesso un polline - identificato in un primo tempo per Abies - di insolita grandezza raggiungente dimensioni persino superiori ai 200 micron. So- prattutto in questi ultimi tempi, in cui sto per completare col Dott. Solazzi, una ricerca sul deposit0 lignitico-minerogeno di Pietrafitta, facente parte dell’antico (( Lago Tiberino )), tale rinvenimento k stato molto frequente e, essendo lo stato di conservazione di detto polline ottimo e avendo avuto nel frattempo a disposizione del materiale fotografico di confronto, mi b

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‘stato pih agevole identificarlo come polline appartenente a1 genere Kete- leeria.

Tale rinvenimento t molto interessante in quanto questa pianta viene considerata oggigiorno esotica per il nostro continente ed il suo attuale areale di distribuzione 1: limitato ad alcune zone della Cina e del Giap- pone soltanto.

Durante il Quaternario codesta entiti forestale t stata rinvenuta in Europa, almeno da quanto mi consta, solo molto raramente.

I n Italia, e precisamente a Leffe (Bergamo), LONA ha rinvenuto solo cinque pollini in due soli livelli (appartenenti uno all’interglaciale Donau-Gunz e l’altro a1 Gunz 111) (( aventi affinitl col tipo Keteleeria )) (LONA, 1950).

Per le altre nazioni europee, sempre durante il Quaternario, la sua sicura identificazione palinologica t stata fatta solo per un deposit0 della Polonia centrale e precisamente a Suszno, vicino Wlodawa. Questo de- posito, sincronizzato da STACHURSKA (1960) con l’interglaciale Maso- viano (correlato col nostro interglaciale Mindel-Riss), conteneva asso- ciati, oltre a1 polline di Keteleeria, anche pollini di Juglam, Curya e Pte- rocurya, piante anche esse attualmente scomparse dal continente europeo.

Dallo spettro pollinico di Suszno si pub rilevare come questo pe- riodo corrisponda ad una delle prime manifestazioni fredde che hanno preceduto la glaciazione rissiana data la presenza di entitl terminocratiche, a volte anche ben rappresentate, come Pinus, che raggiunge anche il 94%, Betula, con punte massime anche del 60%, Alnus, Picea, Larix, Sulix, ecc.; le specie mediocratiche invece sono presenti solo in maniera molto sporadica: tra queste troviamo infatti oltre a Carya, Pterocarya e Juglam, delle quali abbiamo digih accennato, anche Quercus, Ulmus, Tilia, Carpinus, Ilex, ecc.

I1 polline di KeteZeeria lo si ritrova, sia pure in quantith molto mo-. deste (si rinviene in percentuali comprese tra 0.4 e 4%), lungo tutto lo spettro pollinico.

E significativa la costante presenza del polline di Keteleeria durante questo interglaciale in quanto ci dimostra come questa Conifera sia riuscita a soprawivere a quella crisi - che segna una prima fase evolu- tiva tra il mondo biologic0 del Quaternario pih antico e quello recente - che si t venuta a deterrninare con la glaciazione del Mindel, con quella glaciazione ciot che ha fatto giungert la calotta glaciale (inlandsis) fino nella zona a sud di Cracovia.

Durante il Terziario invece i rinvenimenti di Keteleeria sono indub- biamente pih frequenti. In Polonia infatti il suo ritrovamento t stato segnalato da MACKO (1957, 1959) per la bassa e per l’alta Slesia durante

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il Miocene e da SuFER.(1946, 1947) per la regione dei Carpazi occiden- tali (zona di Kroscienko) durante il Pliocene.

SZAFER infatti la ritrova associata ad altri generi attualmente estintisi in Europa come Sequoia, Taxodium, Pterocarya, Magnolia, Corylopsis, Liquidambar, Parrotia, Eucommia, Stewartia, Nyssa, Styrax, Zelkova, Phellodendron, Sciadopitys, Pseudolarix, ecc.

Anche in Germania la Keteleeria i: stata rinvenuta a Francoforte du- rante il Pliocene mentre in Italia, durante codesto periodo, il suo ritro- vamento non t stato mai segnalato.

Ora questi rinvenimenti, piti frequenti nel Pliocene rispetto a1 Plei- stocene, ci rilevano ancora una volta come le glaciazioni, che si sono awicendate con periodi pili caldi (interglaciali), abbiano agito sulla flora in mod0 nettamente negativo provocando un depauperamento qualitativo della flora medesima.

Ho giA avuto modo, in un precedente lavoro, di mettere a punto questo impoverimento facendo risaltare come tante piante, considerate attualmente arcaiche, siano andate gradualmente scomparendo dal no- stro continente in seguito proprio alla decimazione operata dal freddo intenso che si k venuto a determinare con la discesa dei ghiacciai verso il sud dell'Europa.

In base alle varie analisi polliniche da me eseguite, posso dire che in Italia il genere Keteleeria, sebbene abbia subito con la glaciazione del Mindel una forte contrazione, ha tuttavia seguitato a persistere anche oltre la suddetta glaciazione avendo potuto rilevare pollini .di questa interessante Conifera nel Delta Padano e precisamente nella localit3 San Paolo (situata sul Po di Levante verso Ca Cappello) fino a1 livello compreso tra m 72 e m 75.50, ed a Ca Marcozzi (situata a K m 3 da Do- nada) fino a m 99.50-102.

Le caratteristiche morfologiche del polline fossile di Keteleeria cor- rispondono sia a quelle descritte da VAN CAMPO-DUPLAN (1950), come da ERDTMAN (1954) come pure da MACKO (1957).

I1 polline infatti si presenta con corpo centrale ovale prowisto di una cresta, la quale, in posizione dorsale, 2: sottile ma ben evidente e con larghe sacche finemente reticolate e scolpite superficialmente. MACKO infine conclude la descrizione del polline nella seguente maniera: (( Questi sono probabilmente i pollini pili grossi tra le Conifere per la lunghezza degli esemplari i quali, quando sono completamente maturi, superano spesso i 200 micron I).

Infatti tra i pollini di Ke!eleeria da me rinvenuti ne ho trovati alcuni che raggiungevano anche i 210 micron, ma si pub dire che normalmente le dimensioni da me rilevate oscillano tra i 160 micron ed i 200 micron.

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Attualmente il genere Keteleeria, t rappresentato dalle seguenti specie: K. davidiana Beissn., K. sacra Beissn., K. evelyniana Mast., K. fabri Mast., K. esquirolii Ltv., K. cyclolepis Flous. (viventi tutte in Cina), K. formosana Hay. (esistente a Formosa), K. dopiana Flous. (vivente in Indocina, nel Laos) e K. fortztnei Carr. (vivente in Giappone).

I n Cina si rinviene sia nelle regioni centrali in zone pianeggianti ed umide fino a 2500 m s.l.m., come pure in zone montagnose, per6 delle regioni occidentali e sud-occidentali, ad altitudini comprese tra i 300 ed i 1500 m; queste regioni sono state comprese da C. A. SCHENK (1939) nelle sezioni climatiche 131 e 132 dove la temperatura media annua t rispettivamente di 17.1OC (con minima 5 . 4 O in dicembre e massima in agosto con 27.80) e 18.4OC (minima in gennaio con 8 . 9 O e massima in luglio con 26.50) e le precipitazioni totali sono rispettivamente di 1225 mm e 1471 mm con precipitazioni minime nei mesi invernali e massime nei mesi che vanno da maggio a settembre.

Oggigiorno la Keteleeria si trova associata a Liriodendron, Magnoiia, Nyssa, Stewartia e Thuja.

Nelle mie analisi polliniche eseguite, come dicevo sopra, in alcune zone dell’Italia centro-settentrionale, ho potuto rilevare come nel depo- sito lignitico-minerogeno di Pietrafitta, sincronizzato con l’interglaciale Donau-Gunz, la Ketefeeria si rinviene associata ad altre entith forestali, pure esse completamente estintesi attualmente dall‘Europa e soprawissute in alcune zone ben delimitate di altri continenti, come Tsuga p l . sp., Abies cfr. nordmanniana, Pinus tipo haploxylon, Cedrus, Podocarpus, Pte- rocarya, Carya, Juglans, Zelkova, Nyssa, Engelhardtin, Liquidambar, ecc., oltre alle specie ancora esistenti come Pinus tip0 diploxylon, Picea cfr. excelsa, Abies cfr. alba, Ulnius, Quercus, Betula, Fraxinus, Alnus, Castanea cfr. sativa, Acer, Salix, ecc.

Anche nei depositi di Gelagna Bassa, Monte Cavallo e Muccia, da me attribuiti all’interglaciale Gunz-Mindel, si I: potuto constatare come il polline di Keteleeria, che si trova egualmente associato a pollini di specie arcaiche (Tsuga p l . sp., Picea tip0 (( piccolo )), Pinus tip0 haplo- xylon, Cedrus, Carya, Pterocarya, Juglans, Zelkova, ecc.) abbia subito una lieve riduzione rispetto ai dati rilevati dallo spettro pollinico di Pietrafitta.

Dai dati sopraesposti risulta evidente l’esistenza di Keteleeria an- che per il nostro territorio oltre che nel Pleistocene antico anche nel medio, analogamente a quanto t stato osservato in Polonia; ulteriori analisi po- tranno precisare i limiti superiori di rinvenimento.

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POLLZNE DZ K E T E L E E R Z A I N A L C U N Z DEPOSZTI Q U A T E R N A R Z 107

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RIASSUNTO

YA., in base ad analisi polliniche eseguite su depositi torbosi, argillosi e lignitici di alcune IomlitA Umbro-Marchigiane e della Pianura Padana, rileva che Keteleeria, attualmente relegata ad alcune regioni della Cina e del Giappone, vegetava anche in Italia, e con una certa frequenza, durante il Pleistocene antico e medio.

SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE

TAV. 1 - Pollini di Keteleeria rinvenuti da MACKO (Fig. 1, 460X) in un depo- sito Miocenico della bassa Slesia e da PAGANELLI (Fig. 2, 4 9 0 ~ ) in un deposito Pleistocenico di S. Paolo.

TAV. 2 - Pollini di Keteleeria rinvenuti a Ca Madonnina (Fig. 3, 400X) ed a Pietrafitta (Fig. 4, 240X; Fig. 5, 3 8 0 ~ ; Fig. 6, 440X).

TAV. 3 - Pollini di Keteleeria (Fig. 7 , 590 x ; Fig. 8, 550 X ; Fig. 9, 600 X ; Fig. 10, 490X ; Fig. 11, 5 0 0 ~ ) rinvenuti da MACKO in un deposito Miocenico del- 1’Alta Slesia.

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Fig. 1

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Fig. 3 Fig. 4

Fig. 5 Fig. 6

A. PACANELLI. - Rinvenimento del pollinc di Keteleeria in alcuni depositi quaternari dell'ltalia centro-settentrionale.

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GIORN. BOT. ITAL., 69 (1962) A. Paganelli - Tav. 3

Fig. 7

Fig. 8

Fig. 9

- .. Fig. 10 Fig. 11

A. PACANELLI. - Rinvenimento del potline di Keteleeiia in alcuni depositi qunternari dell’ltalia centro-settentrionale.

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