Rilievo e Anastilosi Virtuale Della Peristasi Meridionale Del Tempio "G" Di Selinunte

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PALERMO DIPARTIMENTO DI RAPPRESENTAZIONE CONOSCENZA FIGURAZIONE TRASFORMAZIONE DELL’AMBIENTE COSTRUITO/NATURALE Tesi di Laurea di Relatore: Correlatori: MARCO CARELLA Prof. Fabrizio Agnello Prof. Carlo Zoppi, arch. Mirco Cannella Rilievo e Anastilosi Virtuale della peristasi meridionale del Tempio «G» di Selinunte A CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA 4S A.A. 2009-2010 Rilievo Anastilosi peristasi meridionale «G» e Virtuale della del tempio di Selinunte “…Tra il XVIII secolo ed il XIX, Hittof, Zant, Viollet Le Duc e Du Fourny, per il meridione d'Italia e per la Sicilia in particolare, si dedicarono ai tesori italiani, mostrando di possedere un interesse di tipo documentario per un inestimabile patrimonio monumentale ancora da scoprire. Ma, mentre erano intenti a tale tipo di interesse, questi studiosi instaurarono, al contempo, uno specifico costume professionale e pedagogico: vedere conoscere, tradurre in tavole grafiche ed esprimere didascalicamente il processo progettuale di cui l' “architettura di pietra” diviene rappresentazione del processo stesso (…) Rilevare significa disegnare la “cosa” dell'architettura in modo che l'osservatore possa intenderne sostanza: di forma, di uso, di struttura (…) significa rendere esplicito da parte dell'operatore il rapporto che si instaura tra lo stesso e l'opera d'arte come opera di cultura (…) nella condizione storica e percettiva cui esso appartiene.” Margherita De Simone M M M M M M M/2 3/4M M/4 3/4M M/2 M M M M M M M/2 M 3/4M M/2

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Tesi di laurea di Marco CarellaRelatore: Prof. Fabrizio Agnello

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  • UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PALERMO

    DIPARTIMENTO DI RAPPRESENTAZIONE

    CONOSCENZA

    FIGURAZIONE

    TRASFORMAZIONE

    DELLAMBIENTE COSTRUITO/NATURALE

    Tesi di Laurea di

    Relatore:

    Correlatori:

    MARCO CARELLA

    Prof. Fabrizio Agnello

    Prof. Carlo Zoppi, arch. Mirco Cannella

    Rilievo e Anastilosi Virtuale della peristasi meridionale del

    Tempio G di Selinunte

    ACORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA 4S

    A.A. 2009-2010

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    Tra il XVIII secolo ed il XIX, Hittof, Zant, Viollet Le Duc e Du Fourny, per il meridione d'Italia e per la Sicilia in

    particolare, si dedicarono ai tesori italiani, mostrando di possedere un interesse di tipo documentario per un

    inestimabile patrimonio monumentale ancora da scoprire. Ma, mentre erano intenti a tale tipo di interesse, questi

    studiosi instaurarono, al contempo, uno specifico costume professionale e pedagogico: vedere conoscere,

    tradurre in tavole grafiche ed esprimere didascalicamente il processo progettuale di cui l' architettura di pietra

    diviene rappresentazione del processo stesso () Rilevare significa disegnare la cosa dell'architettura in modo

    che l'osservatore possa intenderne sostanza: di forma, di uso, di struttura () significa rendere esplicito da parte

    dell'operatore il rapporto che si instaura tra lo stesso e l'opera d'arte come opera di cultura () nella condizione

    storica e percettiva cui esso appartiene.

    Margherita De Simone

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  • 1Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Indice

    Introduzione

    I. Studi sulla peristasi del tempio G

    II. La problematica del riconoscimento dei frammenti archeologici, il rilievo come metodo rivelatore

    III. Metodi di rilievo: diretto, topografico, fotogrammetrico e con laser scanner

    IV. Fotopiano e fotomodellazione

    V. Anastilosi virtuale dei frammenti, generazione del modello discreto e restituzione dei contenuti emersi Il crepidoma Analisi di quattro colonne del fronte sud Considerazioni sulle correzioni ottiche della colonna La trabeazione Blocchi a tenia, regulae e guttae Il triglifo Il geison La modanatura a becco di civetta Anastilosi virtuale e studio della peristasi e della sezione costruttiva

    VII. Metodi alternativi di fruizione del bene monumentale: la realt virtuale e la realt aumentata

  • 2Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Introduzione

  • 3Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Sito nella collina orientale del parco archeologico di Selinunte, il pi grande dellarea

    mediterranea (270 ha) e tappa obbligata del Grand Tour settecentesco, il tempio G

    oggetto della nostra tesi che mira ad una ricostruzione scientifica della peristasi,

    avvalendosi, in aggiunta ai mezzi del rilievo diretto tradizionale, delle moderne

    tecnologie di rilevamento, ed in particolare di scansioni laser 3d e modellazione

    fotogrammetrica, al fine di restituirne limmagine e le relative informazioni storiche e

    morfologiche indagando sugli aspetti metrici e proporzionali. Lesame sulla peristasi si

    concentra su tutto il fronte sud ed in particolare sullangolo sud-est (A) e su una

    porzione ben conservata del fronte sud (B) (fig. 1).

    1. Nuvola di punti dove sono indicate le aree oggetto di studio

    Il primo capitolo descrive gli studi e le ricostruzioni del tempio effettuate a partire dal

    secolo XVIII, ovvero dal momento in cui linteresse per larcheologia diviene sempre

    pi indagine scientifica.

    Il secondo capitolo affronta invece la problematica del riconoscimento dei frammenti

    archeologici ponendo il rilievo come metodo di indagine per sciogliere i nodi

    riguardanti la sezione costruttiva del tempio, grazie allo sviluppo di una metodologia a

    tappe che parte dagli elementi certi del canone dorico, di cui si conosce forma e

    posizione e che, attraverso i vuoti risultanti dalla loro giustapposizione, rende

    riconoscibili per forma e grandezza i frammenti di difficile identificazione.

    Il terzo e il quarto capitolo sono dedicati alle fasi del rilievo ed in particolare alle

    metodologie utilizzate e agli strumenti adoperati, dei quali vengono illustrate le

    caratteristiche tecniche e le modalit operative. Dopo aver sottolineato limportanza di

  • 4Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    una campagna conoscitiva basata sul rilevamento in campo attraverso metodologie

    tradizionali di misurazione diretta e redazione di eidotipi, si amplia e si approfondisce

    quanto esposto nel capitolo I, attraverso il rilievo dei frammenti con tecnologie laser

    scanner e con fotomodellazione che generano un insieme di punti chiamato point-cloud

    (nuvola di punti). Le nuvole di punti vengono elaborate attraverso operazioni di

    orientamento, isolamento, estrazione di sezioni e ricerca dei piani di posa degli elementi

    architettonici scansiti. Loperazione di individuazione degli elementi che strutturano la

    forma geometrica viene quindi eseguita nella seconda fase (elaborazione dei dati), a

    differenza di quanto avviene nel rilievo diretto e topografico per i quali tale operazione

    precede lacquisizione delle misure.

    Alla trattazione delle procedure che vengono utilizzate per la discretizzazione delle

    suddette nuvole di punti in modelli concettuali, capaci di riassumere le caratteristiche

    morfologiche e dimensionali del frammento al fine di ottenerne una corretta anastilosi,

    dedicato il capitolo quinto. Tali procedure, come gi enunciato, vengono sperimentate

    sugli elementi pi facilmente riconoscibili perch appartenenti al canone dorico, quali la

    colonna divisa in rocchi, lelemento della trabeazione culminante nella classica

    divisione in regulae e guttae, il fregio ed in particolare il triglifo ed il geison con cui

    termina lintero ordine; i frammenti discretizzati vengono giustapposti secondo i piani

    di posa trovati.

    Gli esiti del lavoro, che mira ad una ricostruzione scientifica, sono presentati nel sesto

    capitolo dove sono affrontate sia le problematiche riguardanti la rappresentazione dei

    risultati di questa fase di studio sia la ricerca, attraverso i vuoti della sezione

    costruttiva, di quei frammenti archeologici che in una prima fase non era stato possibile

    riconoscere.

    Questo iter ci ha portato ad indagare la peristasi del tempio, secondo un processo

    circolare dal frammento-al rilievo-al frammento che si rivelato efficace poich stato

    possibile ipotizzare una posizione dei reperti di difficile collocazione e quindi un

    modello concettuale dellintera sezione costruttiva.

    Il percorso conoscitivo intrapreso ha determinato altres la sperimentazione di un

    metodo che attraverso il contributo intellettuale dellarchitetto, ovvero tramite due delle

    competenze metodologiche che questo deve possedere quali lo studio e la capacit

    interpretativa dei contributi storiografici, e la capacit di rilevare e dunque rivelare,

    possa restituire il monumento alla collettivit che troppo spesso costretta ad una

    fruizione passiva e povera di contenuti.

  • 5Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Il lavoro si chiude col capitolo settimo che tratta la sperimentazione di tipologie di

    fruizione alternativa del bene monumentale, con particolare attenzione ai contenuti

    scientifici emersi dalla redazione di questo lavoro, mediante lutilizzo della realt

    aumentata e realt virtuale, tecnologia che oggi ambito di diversi studi e

    sperimentazioni in vari settori accademici e che a nostro avviso risulta un valido mezzo

    per offrire al visitatore un modo semplice ed intuitivo di fruizione guidata attiva a

    costi contenuti.

  • 6Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Studi sulla peristasi del tempio G

  • 7Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Il tempio G di Selinunte, colonia megarese fondata dallecista Pammilo1, cento anni

    dopo Megara Iblea (728 a.C.) su un territorio abitato da popolazioni indigene, sorge

    sulla collina orientale ad ovest della valle del Cottone. La particolare disposizione dei

    templi sullaltura ha indotto gli studiosi ad avanzare unipotesi di duplicazione del

    modello dellacropoli di Alcatoo presso Megara Nysea2. In quest area sorgono, infatti,

    le rovine di tre templi rigidamente allineati col fronte principale rivolto ad est di cui il

    tempio G il pi settentrionale.

    Questo si presenta come un insieme

    ciclopico di ruderi, appartenenti ad uno

    pseudo diptero ottastilo confrontabile

    con i dipteri ionici orientali, la cui

    costruzione, cominciata intorno al 530

    a.C., potrebbe essersi protratta per una

    durata di almeno centocinquanta anni

    cos come si evince dalle

    trasformazioni stilistiche che hanno

    subito i fronti del tempio ed in

    particolare dalla morfologia del capitello. Infatti, da oriente verso occidente troviamo

    una sequenza di colonne pi snelle con capitello schiacciato nei lati orientale e

    settentrionale, probabilmente risalenti al VI secolo, e colonne pi robuste di stile severo

    nel fronte occidentale.A partire dalla met del XVIII lavvio degli scavi di Ercolano e Pompei, incoraggiati da

    Carlo III di Borbone e sotto la direzione dellingegnere militare Joaquin de Alcubierre,

    hanno portato alla luce resti archeologici di notevole pregio storico-artistico che hanno

    inaugurato una nuova stagione culturale volta alla riscoperta dellantichit classica e ad

    un rinnovato interesse per larcheologia.

    Per la prima volta, infatti, il Grand Tour intrapreso da giovani rampolli di famiglie

    aristocratiche ed eruditi del tempo, volenterosi di completare e ampliare la loro

    formazione, si spingono oltre Napoli sino in Sicilia, per ammirare i resti archeologici di

    Agrigento, Siracusa, Segesta e Selinunte.

    Gi il viaggiatore olandese Jacobi Philippi DOrville in Sicula quibus Siciliane veteris

    rudera, additis antiquitatum tabulis, illustrantur3, pubblicata nel 1764, fornisce un

    1Sulla Storia di Selinunte: COARELLI-AORELLI 2000, pp. 72-79

    2 Ivi, pp. 81-88, LAVADIOTTI-LIPPOLIS-ROCCO 2007, PP. 832-836

    3DI MATTEO 1999, pp. 337-338; TUZET 1995, pp. 15-16

    2. Veduta dei templi della collina orientale

  • 8Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    dettagliato resoconto dei luoghi visitati attraverso incisioni che ne documentano lo stato

    di conservazione. Tra le pagine del suo diario di viaggio il DOrville, oltre ad illustrare

    le rovine del tempio G quasi completamente ricoperte di sabbia, avanza lipotesi che

    si tratti di una tipologia templare non chiara caratterizzata da una peristasi di 6x16

    colonne. Tuttavia, nel 1767 lingegnere siracusano Andrea Pigonati a pubblicare una

    rappresentazione del tempio, contrastante con quella del DOrville, di cui ipotizza per

    primo la corretta distribuzione della peristasi in 8x17 colonne4.

    Importante, a tal proposito, il contributo dei principi siciliani Ignazio Patern Castello

    e Gabriele Lancillotto Castelli nominati nel 1779 regi custodi delle antichit siciliane.

    Questi, avendo nel 1764 invitato i siciliani a contribuire alla pubblicazione dei pi bei

    monumenti, apprezzarono notevolmente il lavoro del Pigonati.

    Ignazio Patern Castello, in particolare, citando Selinunte e soffermandosi sulla

    peristasi del tempio G nel suo Viaggio per tutte le antichit di Sicilia5, misura la

    larghezza del tempio in 50 canne (una canna in Sicilia corrisponde a m. 2,062), la

    lunghezza dellarchitrave in 27 palmi (un palmo in Sicilia corrisponde a m. 0,258098),

    laltezza in 9 palmi e il diametro delle colonne in 13 palmi.

    Ulteriori importanti informazioni circa le dimensioni del tempio, risalgono invece al

    1771 quando il prussiano Joseph Hermann von Riedsel6, attraverso il resoconto del suo

    viaggio, in forma epistolare, fornisce la misura del diametro delle colonne pari a 8

    palmi, laltezza del fregio pari a 4 palmi e la misura complessiva del tempio pari a

    160x80 passi.

    Nel 1776 anche il pittore paesaggista Jean Houel7 nel suo Voyage pittoresque des isles

    de Sicilile, de Malte et de Lipari, presentata a Parigi nel 1782, pubblica alcune viste del

    tempio ed una tavola contenente una pianta in assonometria ed una veduta prospettica.

    Le misurazioni indicano 51 tese e 4 piedi di lunghezza (una tesa era uguale a 6 piedi, un

    piede misurava 3,48 cm) per 25 tese di larghezza del tempio ed unaltezza di 45 piedi.

    Nel 1783 Henry Swinburne, viaggiatore anglosassone, pubblica a Londra Travels in the

    two Sicilies8 dove misura il diametro delle colonne del tempio in 9 piedi e 3 pollici alla

    base e 6 piedi e 3 pollici sotto il capitello, ritenendo inoltre che laltezza complessiva

    non dovesse superare i cinque diametri, ovvero 50 piedi, e che le dimensioni principali

    del tempio fossero 270x134 piedi.

    4Ivi,pp.125PATERNO1781,pp.1471516DIMATTEO1999,vol.III,pp.4347;TUZET1988,pp.37407Ivi,vol.II,pp.7280;Ivi,pp.86988SWINBURNE17832000,pp.44

  • 9Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Lesperienze del XVIII secolo, riguardanti loggetto del nostro studio, si chiudono con

    lopera del canonico Jean Claude Richard de Saint-Non9 il quale, non recandosi

    personalmente in Sicilia, incarica il paesaggista C.L. Chatlet e gli architetti e pittori

    J.L. Deprz e J.A. Renard, sotto la guida del letterato Dominique Vivant Denon, di

    documentare le tappe del viaggio. Le informazioni cos raccolte confluirono

    successivamente nel quarto volume sulla Sicilia pubblicato nel 187810.

    Riguardo il tempio G lautore scrive: Cominciammo a disegnare i dettagli, il diametro

    delle colonne ecc. e ne individuammo la pianta nel modo pi soddisfacente ed

    incontestabile, bench presentasse una dimensione pi allungata che, nella parte

    anteriore era occupata da un peristilio con tre colonne: proprio del terzo rango

    interno di queste colonne che ne resta in piedi una, in tutta la sua altezza 11.

    Queste osservazioni confluirono nella grande tavola comparativa12 di J.A. Renard dove

    vengono illustrati la pianta, il prospetto e particolari architettonici del tempio,

    riconosciuto come diptero ottastilo di 8x16 colonne.

    Con lavvento del XIX secolo e lo sviluppo del fenomeno della specializzazione delle

    scienze le campagne siciliane vedono viaggiatori di varia provenienza verificare gli esiti

    dei resoconti settecenteschi con lapporto di consolidate basi scientifiche e una

    9TUZET1988,pp.758510DIMATTEO1999,vol.I,pp.31131511VIVANTDENON17881979,pp.26612DESAINTNON17811786,Tablecomparativedestemple,destheatersetdequelquesautresedificesantiquesdelaSicilie,Tome4.Pl.enreg.p.192

    3. Tavola comparativa di A. Renard, da Sain-Non 1786

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  • 12Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Archeologi siciliani allora cominciano ad intraprendere campagne di scavo e rilievo in

    tutta lisola e tra il 1831 e il 1832 Domenico Lo Faso Pietrasanta duca di Serradifalco14,

    presidente della Commissione di Antichit e Belle Arti fondata nel 1827, stila un

    programma per Selinunte incaricando larchitetto Francesco Saverio Cavallari di

    liberare i templi dalla sabbia ed effettuare lavori di restauro sulla collina orientale. I

    rilievi del Cavallari confluirono nellopera di divulgazione, stampata nel 1834, Le

    antichit di Sicilia esposte ed illustrate per Domenico Lo Faso duca di Serradifalco

    socio di varie accademie. Cinque tavole di questo lavoro furono dedicate al tempio e

    accompagnate da descrizione testuale: In quanto alla grandezza egli in vero

    maggiore di ogni altro degli antichi, e quasi uguale pu dirsi a quello consacrato in

    Agrigento alla stessa divinit; ma di gran lunga a questo superiore per la disposizion

    della pianta, per le colonne isolate, e per gli enormi massi, ond costruito15.

    Il tempio viene misurato in 207,6x440,2 palmi e viene definitivamente confermata

    lipotesi tipologica di uno pseudo diptero ipetro octastilo con diciassette colonne sui lati

    lunghi. Viene posta in accento la differenza relativa ai diversi stadi di lavorazione di

    capitelli e colonne e le ultime due tavole dedicate al rilievo di particolari architettonici

    tra i quali possibile distinguere la variet dei capitelli rilevati.

    Questi studi, considerati i primi ad avere basi scientifiche, furono riproposti dal

    piemontese Luigi Canina in Larchitettura antica descritta e dimostrata coi monumenti,

    dallarchitetto Luigi Canina16 che, descrivendo il tempio, d per certi i dati ritenuti

    ipotetici dal Serradifalco.

    Trentanni dopo gli scavi del Serradifalco, Francesco Saverio Cavallari, nominato

    presidente della Direzione delle Antichit, istituita dal governo italiano nel 1864,

    riprende gli scavi sul tempio G stabilendo definitivamente il numero di colonne della

    cella e la dimensione del naiskos.

    Un contributo importante ci viene fornito inoltre dagli studi di Otto Puchstein che,

    insieme a Robert Koldway, si reca in Sicilia tra il 1892 ed il 1895 e pubblica a Berlino

    nel 1899 lopera Die griechschen tempel in unteritalien unt Sicilien17. Questi studia il

    tempio G con un livello di approfondimento maggiore, tanto da rilevare i differenti

    intercolumni dei fronti della peristasi, e mette in luce la presenza di tre tipi di colonne,

    diverse per proporzioni e forma del capitello, e ascrivibili ad altrettante fasi costruttive.

    14 CIANCIOLO COSENTINO 2004 15 SERRADIFALCO 1834, vol. II, p.2016CANINA 1837-41, vol V, VI 17KOLDEWAY-PUCHSTEIN 1899

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  • 14Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    9. Studi proporzionali sui rilievi di Hulot e Fourgres

    10. Particolare dell'ordine, da Hulot e Fourgres 1910

    11. Resa visuale dedotta dalla ricostruzione di Hulot e Fourgres

  • 15Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    I rilievi di Hulot e Fourgres sono stati oggetto di un tentativo di restituzione di un

    modello discreto, da confrontare con quello che sar risultante dalla conclusione di

    questo lavoro.

    12. Resa visuale dedotta dalla ricostruzione di Hulot e Fourgres

    13. Resa visuale dedotta dalla ricostruzione di Hulot e Fourgres

  • 16Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Tra gli anni quaranta e cinquanta assistiamo allintervento sul Fusu de la Vecchia

    diretto dallarcheologa Jole Bovio Marconi.

    14. Resa visuale dedotta dalla ricostruzione di Hulot e Fourgres

    15. Il restauro del "Fusu di la vecchia", Selinunte 1941, dall'archivio fotografico A. Salinas

  • 17Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Gli studi pi recenti sul tempio sono quelli del 1985 diretti dallarchitetto Giorgio

    Gullini19 che attribuisce definitivamente il tempio al culto di Zeus e presenta ledificio

    come lesaltazione del significato della peristasi come recinto trov la pi onumentale

    espressione.

    Lintervento corredato da una riproduzione fotogrammetrica con a tratteggio la

    planimetria ipotizzata ed in rosso gli elementi del crollo.

    16. Restituzione fotogrammetrica, da Gullini 1985

    19GULLINI 1985, p.444

  • 18Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Recenti sono le pubblicazioni di Dieter Mertens20 e Laviadotti-Lippolis-Rocco21 che,

    tuttavia, non apportano sostanziali novit allo stato degli studi.

    Importante risulta citare il recente contributo che nel 2005 stato dato dal workshop22

    internazionale Tecniche integrate di rilevamento per lanalisi e la conoscenza dei beni

    archeologici: il tempio G di Selinunte promosso dal Dipartimento di Rappresentazione

    delluniversit di Palermo e dal Dipartimento di Expressi Grfica Arquitectonica I

    dellUniversitpolitcnica de Catalunya di Barcellona che ha coinvolti diversi ambiti

    disciplinari ed elaborato le metodologie di anastilosi virtuale di una colonna del fronte

    Nord attraverso lelaborazione di dati provenienti da scansioni laser23.

    Il lavoro di ricerca che viene presentato prende le mosse dai primi studi eseguiti nel

    corso del workshop e da ulteriori contributi presentati in tesi di laurea presso quest

    facolt.24

    20 MERTENS 2006 21 LAVIADOTTI-LIPPOLIS-ROCCO 2007 22 MARSIGLIA 2005 23 AGNELLO-LO MEO 2005, Il metodo studiato per lanastilosi dela colonna stato sviluppato nellambito della tesi di dottorato LO MEO 200724 M. SCHIERA, Il tempio G di Selinunte: Analisi storica e rilievo per lanastilosi virtuale di una porzione della peristasi.

  • 19Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    La problematica del riconoscimento dei frammenti archeologici,

    il rilievo come metodo rivelatore

  • 20Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    La complessit dellargomento trattato richiede una profonda analisi e comprensione

    delliter metodologico che sottende lanastilosi virtuale e la generazione del modello

    discreto quale mezzo di prosecuzione del lavoro di ricerca sul tempio G e punto di

    partenza per la sperimentazione di sistemi alternativi di fruizione del bene

    monumentale.

    Tali premesse implicano una piena consapevolezza degli aspetti operativi e

    gnoseologici del rilievo architettonico.

    Questo ha lo scopo di studiare e rappresentare un manufatto esistente attraverso

    lutilizzo di rilievi gi prodotti in precedenza, schizzi quotati, documentazione

    fotografica e disegni tecnici. Obiettivi del rilievo sono, ad esempio, lo studio, la

    didattica, il restauro, la costruzione e la riqualificazione delloggetto rilevato. Un rilievo

    eseguito in maniera scientifica viene condotto in pi fasi: la prima, prevede

    lindividuazione della strumentazione tecnica a disposizione; la seconda, nonch la pi

    importante, prevede la redazione di un progetto di rilievo che comprende

    lindividuazione dei piani di sezione, dei piani di posa degli elementi, dei corretti

    orientamenti e di tutte quelle caratteristiche morfologiche delloggetto che andranno

    misurate; la terza fase, infine, prevede la realizzazione di schizzi o eidotipi (vedute,

    piante, sezioni e prospetti) sui quali loperatore annota tutte le informazioni che

    confluiranno nella restituzione finale, previa misurazione delloggetto mediante

    lutilizzo degli strumenti e delle tecniche di rilievo adatte al caso. Al rilievo

    propriamente detto, ovvero alla fasi precedentemente descritte, segue la fase di

    restituzione grafica nella quale vengono redatti gli elaborati inizialmente previsti alla

    scala di rappresentazione pi adatta al livello di dettaglio desiderato, che rappresentano

    una discretizzazione soggettiva delloggetto condizionata dalle conoscenze e dalla

    sensibilit di chi esegue il rilievo.

    Indipendentemente dalla metodologia utilizzata, il momento intellettuale che sottende le

    operazioni di rilievo corrisponde alla fase di progettazione dello stesso in cui si

    prevedono le operazioni da svolgere (in relazione al prodotto da ottenere), la

    suddivisione in parti delloggetto da rilevare, gli strumenti e le metodologie da adottare.

    Dal punto di vista pratico il rilievo delloggetto avviene nel momento in cui, visionata

    tutta la documentazione grafica disponibile, anche in scale dissimili, si passa alla

    suddivisione dellorganismo architettonico in sottoparti, di dimensioni ragionevoli e con

    caratteristiche morfologiche o funzionali riconoscibili, avendo cura di fissare alcuni

    punti certi a cui ancorare tutte le diverse porzioni.

  • 21Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Dal punto di vista teorico, lavorando sulle singole parti per poi ricomporle, si evita di

    incorrere in inesattezze grossolane circoscrivendo i margini di errore a limitate porzioni

    per garantire cos la correttezza dellinsieme.

    Nella fase di progetto di ogni rilievo vanno inoltre pensati i prodotti da realizzare. Il

    primo fattore da considerare certamente il livello di dettaglio del rilievo, che fornisce

    le indicazioni pratiche per la fase di acquisizione delle misure ed individua il limite

    minimo rappresentabile.

    Scelta la scala nominale25 si passa successivamente alla definizione degli elaborati

    grafici utili alla rappresentazione delloggetto (piante, sezioni, profili, prospetti, modelli

    3d) tenendo conto del prodotto da restituire, ma soprattutto ricordando che gli elaborati

    finali devono fornire una dettagliata, esaustiva ed univoca descrizione delloggetto del

    rilievo.

    Nello specifico del nostro lavoro ci occuperemo di rilievo archeologico, uno dei

    principali strumenti atti ad interpretare e ricostruire i manufatti del passato, il cui fine

    la conoscenza della civilt materiale del mondo antico. Questa disciplina ci propone un

    metodo di indagine rigoroso, che ha unimportanza fondamentale per l'analisi, lo studio

    e la ricostruzione dei monumenti.

    Ci ricorda Marco Bianchi nel suo Manuale di rilievo e di documentazione digitale in

    archeologia26 che:

    I metodi di lavoro degli ultimi anni sono stati profondamente aggiornati dalle

    nuove tecnologie, anche se la pratica tradizionale del rilievo diretto ha ancora un ruolo

    importante in ambito archeologico. Si utilizzano sul campo strumentazioni sofisticate e

    veloci. L'informatizzazione dei dati acquisiti con il rilievo divenuta inoltre un'esigenza

    irrinunciabile. In ogni modo occorre sempre tenere presente che il rilievo non una

    fotografia della realt ma il frutto di una interpretazione che seleziona alcuni

    elementi significativi in mezzo agli innumerevoli segni che compongono la visione del

    manufatto. Ne consegue, anche per questi motivi, che l'insegnamento del rilievo

    archeologico non pu essere separato da quello delle tecniche edilizie e delle culture

    materiali del mondo antico.

    Limpostazione di questo lavoro si rivelata particolarmente complessa per la

    frammentazione degli elementi e per le dimensioni del manufatto.

    25 scala nominale: un disegno numerico avente scala nominale 1:n ha contenuto metrico e qualitativo di

    un corrispondente disegno disegnato di pari scala. La scala nominale rappresenta il rapporto di riduzione

    per cui stato progettato e realizzato e, quindi, per cui corretto stampare il disegno. 26 BIANCHINI, Manuale rilievo e di documentazione digitale in archeologia, Ed. Aracne

  • 22Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Lintento quello di eseguire lo studio secondo gli obiettivi gi enunciati da Margherita

    De Simone27: Il rilievo un lavoro che si esplica leggendo lambiente fisico artefatto-

    naturale e, se tale lavoro critico, serve () per arrivare a valutazioni sulle quali

    operare o indurre ad operare; che ha condotto ad affrontare gli studi secondo

    metodiche storico-critiche ed a far corrispondere la fase del rilievo ad un momento di

    approfondimento, che viene definito ancora dalla De Simone uno strumento per

    conseguire documenti e testimonianze di ci che la storia e la cultura hanno

    elaborato25.

    La dimensione dei frammenti architettonici, che va ben oltre la possibilit di poterne

    cogliere le caratteristiche con uno sguardo e identificarne in maniera sicura forma e

    ruolo allinterno dellordine, ha richiesto particolare impegno nella fase dedicata al

    processo conoscitivo e di comprensione. Lanalisi delle nuvole di punti generate dalle

    scansioni laser, progettate per cogliere lintero tempio, non ha quasi mai una risoluzione

    sufficiente ad individuare e capire i frammenti pi piccoli. Si cos scelto di iniziare

    questa prima fase di approccio attraverso una serie di schizzi e la raccolta di prime

    misure di massima del singolo frammento, cercando di avvicinarsi alla comprensione ed

    alla formulazione di unipotesi relativa alla configurazione architettonica.

    A questo proposito lo schizzo di campagna, inteso come attivit finalizzata alla

    discretizzazione del dato reale si rivelato il solo modo di cominciare un rilevamento

    che potesse rappresentare un percorso scientifico secondo un filo logico che solo la

    reale cognizione delle cose pu dare, poich la configurazione e la forma sono i due

    momenti tra i quali si realizza latto conoscitivo nei confronti della realt esterna27.

    A questo primo momento, definito comprensione intellettuale, appartiene la fase di

    riflessione, interpretazione e commento; la fase che, affondando le mani nel bagaglio

    della storia, organizza la ricognizione culturale ed assegna il ruolo alle parti, in un

    disegno complessivo che, oltre alle finalit prefissate, rappresenter un momento di

    realizzazione di un metodo conoscitivo. La De Simone ricorda ancora che Tra il

    XVIII secolo ed il XIX, Hittof, Zant, Viollet Le Duc e Du Fourny, per il meridione

    dItalia e per la Sicilia in particolare, si dedicarono ai tesori italiani, mostrando di

    possedere un interesse di tipo documentario per un inestimabile patrimonio

    monumentale ancora da scoprire. Ma, mentre erano intenti a tale tipo di interesse,

    questi studiosi instaurarono, al contempo, uno specifico costume professionale e

    pedagogico: vedere conoscere, tradurre in tavole grafiche ed esprimere

    didascalicamente il processo progettuale di cui l architettura di pietra diviene

    27DE SIMONE, Disegno, rilievo, progetto, La Nuova Italia Scientifica, 1990

  • 23Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    rappresentazione del processo stesso () Rilevare significa disegnare la cosa

    dellarchitettura in modo che losservatore possa intenderne sostanza: di forma, di uso,

    di struttura () significa rendere esplicito da parte delloperatore il rapporto che si

    instaura tra lo stesso e lopera darte come opera di cultura () nella condizione

    storica e percettiva cui esso appartiene.

    17. Schizzi ed eidotipi di frammenti del tempio "G"

    Il termine eidotipo indica un disegno accurato, realizzato a mano libera dellarea o

    delloggetto da rilevare, sul quale andranno segnate le misure rilevate; non , quindi,

    solo un supporto per le misure ma un vero e proprio quaderno di appunti, sul quale il

    rilevatore annota anche particolari, dettagli e impressioni del tutto soggettive. per

    questo motivo che, per molti, leidotipo non ha solo il carattere di documentazione

    provvisoria e di supporto, ma anzi parte integrante del progetto di rilievo e della

    restituzione grafica del manufatto.

    Il prelevamento delle misure si far, per quanto possibile, con la massima esattezza e

    con particolare attenzione alla forma, per poter fissare le distanze che inquadrano i

    frammenti e li collegano tra loro. Il rilievo di questi riuscir meglio quando si possegga

    unadeguata conoscenza della forma caratteristica degli elementi architettonici.

    Leidotipo quindi il mezzo primo di comprensione che ha permesso di acquisire

    familiarit con loggetto di studio, e successivamente, attraverso un processo di

    introiezione dei contenuti acquisiti, di poter dare sicurezza alle successive fasi di lavoro.

  • 24Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    18. L'ordine dorico, da Bianchini

    La redazione delleidotipo stata finalizzata al riconoscimento dei frammenti degli

    elementi canonici della trabeazione dorica28. La fase successiva stata quindi dedicata

    28 L'ordine dorico il primo e il pi antico degli ordini architettonici greci, nacque nel Peloponneso e si diffuse

    nell'entroterra greco e nelle colonie greche in Italia. In questo ordine sono costruiti tutti i templi della Magna Grecia e

    alcuni degli edifici pi importanti della Grecia stessa, fra cui il Partenone nell'Acropoli di Atene e il Tempio di Zeus

    ad Olimpia. La fondazione del tempio era in genere in pietra locale ed chiamata euthynteria, su di essa poggiano i

    gradini di accesso al tempio (crepidoma), inizialmente in numero di tre, aumenteranno con il tempo. L'ultimo gradino

    detto stilobate, in quanto vi poggia direttamente la colonna, priva di base, che in greco detta Stilo. Il fusto della

    colonna rastremato verso l'alto, per evidenziare la contrapposizione di forze tra il capitello e l'architrave. Inoltre il

    fusto presenta delle scanalature poco profonde unite a spigolo vivo che esprimono una spinta ascendente e

    accentuano l'effetto chiaroscuro.

    Esso caratterizzato da un rigonfiamento a due terzi dell'altezza detto entasi, che serve a correggere l'illusione ottica

    del restringimento generata in una fila di colonne perfettamente tronco-coniche. La colonna poteva avere un'altezza

    da 4,5 a 6 volte il diametro della sua base. Il capitello dorico era formato dall'echino, una specie di "cuscinetto

    rigonfio" a forma di guscio di riccio di mare, su cui poggiava l'abaco, che ha la forma di un parallelepipedo a base

    quadrata. Sopra il capitello si trova la trabeazione. Dal basso verso l'alto, in questo ordine essa composta da un

    architrave liscio formato da blocchi che si congiungono al centro della colonna per una maggiore stabilit, sopra

    poggia il fregio, suddiviso alternativamente in metope (b), spazi rettangolari che potevano essere lisci, scolpiti o

    dipinti, e triglifi (a), rettangoli solcati verticalmente. Tra l'architrave e il fregio vi un listello continuo detto tenia sul quale sono applicati degli elementi rettangolare, le regulae (d) in corrispondenza dei triglifi. Sono decorati a gocce

    (guttae). Il fregio dorico deve sempre iniziare con un triglifo. Al di sopra della trabeazione presente la cornice che

    racchiude il timpano, uno spazio triangolare che andr ad accogliere le decorazioni frontonali. La cornice formata

    da un geison orizzontale poggiante sulla trabeazione (e), e uno inclinato poggiante sul frontone. Su di questo posa una

  • 25Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    alla ricostruzione del disegno dellordine attraverso la giustapposizione dei frammenti,

    ed infine alla sua analisi metrica e morfologica.

    Anche il mezzo fotografico ha fatto parte integrante di questa prima fase ed ha

    consentito di potere catalogare i frammenti riconosciuti, soprattutto quelli di dimensioni

    minori, per il loro studio e dimensionamento e per la successiva individuazione

    allinterno delle nuvole di punti. Quando la risoluzione delle nuvole di punti non era

    adeguata, stata utilizzata la foto-modellazione, di cui parleremo pi avanti, per

    riempire i vuoti e per reperire, attraverso lesecuzioni di fotopiani, informazioni

    metriche e dimensionali necessarie allo scaling delle nuvole di punti risultanti.

    Il lavoro si poi concentrato sui dati acquisiti mediante scanner laser secondo processi

    che, come vedremo, richiamano fortemente i metodi diretti del rilievo. Le nuvole di

    punti hanno costituito unalternativa alla misurazione diretta degli oggetti che risultata

    molto pi semplice da un punto di vista operativo, ma impegnativa per quanto riguarda

    la definizione di metodologie per lestrazione di modelli discreti.

    sima (f). Tra il fregio e la cornice vi una decorazione continua a gocce, leggermente inclinata per far sgocciolare

    meglio l'acqua, qui per cambia il nome da regulae a mutuli. La copertura dell'edificio era solitamente in tegole

    chiuse, talvolta in marmo. Il tetto era fornito di grondaia decorata sui lati lunghi con antefisse che avevano il doppio

    compito di scarico delle acque piovane e di evitare che l'acqua filtrasse sotto il tetto. Le estremit del tetto e la

    sommit dove iniziavano i due spioventi, erano decorati con imponenti acroteri. Numerosi sono gli accorgimenti

    visivi utilizzati nellordine dorico dagli architetti greci, che volevano rendere la visione dei loro templi pi armoniosa

    e perfetta. Per primo le colonne sono rastremate, ovvero il diametro si riduce man mano che dalla base si risale verso

    la cima. La rastremazione per non uniforme: a circa un terzo del fusto presente un lieve rigonfiamento detto

    entasi, che impediva alla colonna di sembrare innaturalmente sottile. Le colonne stesse, inoltre, non sono mai

    perfettamente verticali, ma presentano una leggera inclinazione verso linterno o, nel caso delle quattro dangolo,

    verso le diagonali alla base del tempio. Questo artificio serve a controbilanciare il senso di oppressione che si

    proverebbe di fronte a una colonna che, se perfettamente verticale, parrebbe invece pendere verso di noi. Un ultimo

    accorgimento quello che riguarda lo stilobate, che leggermente convesso al fine di dare la sensazione di essere

    invece perfettamente orizzontale: se fosse orizzontale, infatti, la presenza della massiccia serie di colonne darebbe

    origine a un'illusione ottica che, al contrario, lo farebbe sembrare concavo.

    19. Campagna di rilievo del Tempio "G" 20. Misurazioni di un rocchio di colonna

  • 26Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Il riconoscimento dei frammenti archeologici ed il loro isolamento hanno permesso

    lacquisizione delle loro caratteristiche dimensionali con una buona risoluzione. La fase

    di riconfigurazione dei frammenti, ovvero il loro corretto orientamento secondo i piani

    di posa, ha permesso quindi di ottenere unanastilosi virtuale confrontabile con la

    giustapposizione dei modelli discreti ricavati, attribuendo rigore a questa operazione e

    dando anche interessanti informazioni sullo stato di degrado del monumento.

    La fase di restituzione ha rappresentato, tuttavia, il momento pi interessante del lavoro,

    poich, la riconfigurazione degli elementi discretizzati ha premesso di leggere i vuoti

    della sezione costruttiva della trabeazione ed ha innescato un processo di ulteriore

    indagine sui frammenti i quali, in parte, sono stati poi riconosciuti sulla base degli

    aspetti morfologici e dimensionali che i suddetti vuoti rivelavano. La riconfigurazione

    dei frammenti consente di avanzare unipotesi rigorosa della sua forma, secondo un

    processo che attribuisce al rilievo il ruolo di momento metodologico di conoscenza e,

    quindi, di rivelazione.

  • 27Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Metodi di rilievo: diretto, topografico, fotogrammetrico e con

    laser scanner

  • 28Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    La disciplina del rilievo si attesta nel corso del Rinascimento attraverso lo studio dei

    monumenti romani compiuti da architetti, artisti ed eruditi e trover il suo principale

    campo di applicazione nellarchitettura allo scopo di documentare i manufatti storici. Si

    possono distinguere due metodologie fondamentali: il rilievo diretto e il rilievo

    indiretto.

    Per rilievo diretto sintendono operazioni di misurazione a stretto contatto con i

    manufatti, che prevedono lutilizzo di strumenti semplici che vengono stesi lungo le

    superfici per misurarne lunghezze e stabilire allineamenti; il vantaggio quello di

    conoscere in modo immediato, diretto per lappunto, le misure del manufatto e

    consentire la verifica di eventuali errori in corso dopera.

    Di rilievo indiretto si parla, invece, quando le misurazioni vengono effettuate con degli

    strumenti ottici, meccanici o informatici di grande precisione che, per ottenere una

    trasposizione grafica, richiedono calcoli pi o meno complessi da parte delloperatore.

    Tale tecnica comincia a svilupparsi in Europa a partire dal XVII secolo, nellambito del

    rilevamento del territorio, quando venivano impiegati dapprima il goniometro e pi

    tardi il teodolite ottico-meccanico. Entrambi gli strumenti infatti erano in grado di

    eseguire misurazioni di angoli cui seguivano operazioni

    trigonometriche per la determinazione delle coordinate

    dei punti rilevati. La misurazione di un punto avveniva

    attraverso il metodo delle intersezioni in avanti, che

    richiedeva letture angolari da due stazioni differenti.

    21. Strumenti per il rilievo diretto

    22. Teodolite ottico-meccanico

  • 29Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Negli ultimi decenni, grazie ai progressi tecnologici, si sono potute sveltire queste

    operazioni mediante lapplicazione di distanziometri elettronici ai comuni teodoliti

    (stazione totale), in modo da associare la misurazione della distanza alla lettura

    angolare. Ci ha consentito il riconoscimento di un punto ignoto a partire da una sola

    stazione, sebbene risulti opportuno effettuare la lettura di angoli e distanze da un

    secondo punto noto per risolvere il problema dellorientamento.

    Attualmente, per, lutilizzo del teodolite, anche nella

    sua versione pi evoluta, stato del tutto scalzato dalla

    stazione totale, un sofisticato strumento di rilievo dotato

    di un processore in grado di restituire in tempo reale le

    coordinate spaziali dei punti rilevati utilizzando il

    medesimo metodo di lettura di angoli e distanze.

    Questo particolare apparecchio composto dal

    basamento, che viene fissato a un treppiede per mezzo

    di una vite centrale (comprende un piombo laser, che

    serve per centrare il punto noto a terra, tre viti calanti

    per la messa in bolla, e lalidada, dotata di cannocchiale,

    mirino, bolla sferica, viti per i piccoli spostamenti) e da un computer provvisto di un

    display e di una tastiera (comprendente tasti funzione per le principali operazioni, tasti

    alfanumerici per linserimento dei dati e tasti di navigazione per spostarsi allinterno

    dellinterfaccia del software).

    Altro accessorio indispensabile infine il prisma

    riflettente da posizionare sul punto da rilevare, che

    possibile montare su unasta metallica (palina) oppure

    su un treppiede. I punti da valutare attraverso i metodi

    del rilievo indiretto topografico devono essere

    univocamente definiti e riconoscibili in loco. Nella

    prassi si usa materializzarli, ovvero farli corrispondere

    ad oggetti riconoscibili sistemati appositamente che ne

    fissano inequivocabilmente la posizione. I punti a terra

    che costituiscono i vertici di una rete dinquadramento topografica, ad esempio,

    vengono materializzati con chiodi speciali, detti appunto topografici, mentre i punti di

    riferimento per la fotogrammetria e per i rilievi con laser-scanner sono segnalati con

    marche metalliche bicolori a croce, ben visibili nei fotogrammi e nei file delle point-

    clouds (perch rilevati ad una risoluzione maggiore).

    23. Stazione totale

    24. Prisma riflettente

  • 30Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Questi vengono riferiti ad un

    unica poligonale topografica che

    consente di orientare scansioni

    fatte anche in tempi diversi; nel

    nostro caso, infatti, le scansioni

    fatte per colmare i vuoti delle

    nuvole di punti della precedente

    campagna di rilievo (2005), sono

    state orientate e sovrapposte a

    queste proprio grazie allutilizzo della medesima poligonale topografica.

    Le operazioni di rilievo fondate sulla fotografia, invece, rientrano nel campo di

    applicazione della fotogrammetria, che la scienza che utilizza le immagini

    fotografiche di un oggetto per ricavarne le dimensioni.

    La fotogrammetria costituisce un supporto fondamentale alle operazioni di rilievo

    poich proprio dalle prese fotografiche possibile derivare informazioni utili per la

    definizione dimensionale degli elementi. Questo possibile quando si ha laccortezza di

    scattare la fotografia facendo attenzione a porre il piano della pellicola in modo del tutto

    parallelo allelemento di interesse, avvalendosi inoltre di un sistema metrico a cui

    riferire le dimensioni delle singole parti. In particolare, nellarcheologia, prassi

    comune utilizzare un telaio costituito da una maglia quadrata di dimensioni note a cui

    riferire la zona interessata.

    Qualora sia necessaria una maggiore precisione possibile effettuare fotopiani o,

    tramite prese stereoscopiche29, da elaborare con fotomodellazione, ottenere

    informazioni tridimensionali delloggetto.

    Diversamente, il dato fotografico pu essere utilizzato solo come supporto figurativo

    come, ad esempio, nel rilievo del degrado.

    29Leprese stereoscopiche sono coppie di fotografie dello stesso oggetto riprese secondo una direzione differente. Langolo che separa queste due riprese pu essere simile a quello formato dagli occhi o anche maggiore (iperstereoscopia). Per ottenere questo tipo di prese si pu ricorrere a speciali macchine dotate di due obiettivi o utilizzare un normale apparecchio fotografico spostandolo tra una ripresa e laltra. Nel fare questo lapparecchio deve essere mosso parallelamente ed necessario evitare variazioni di inquadratura nel senso verticale.

    25. Poligonale topografica d'appoggio utilizzata per i rilievi

  • 31Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Il problema fondamentale dellutilizzo della fotografia nel rilievo che i fotogrammi

    non sempre rispecchiano le condizioni ideali della prospettiva, infatti, anche usando

    obiettivi con scarsa presenza di distorsioni non possibile ignorarne la presenza.

    per questo che il fotogramma, quando viene utilizzato per processi fotogrammetrici,

    deve essere calibrato neutralizzando in post processing le deformazioni della lente

    attraverso i valori indicati nei certificati di calibrazione o via software mediante prese

    fotografiche di specifiche griglie.

    La fotogrammetria monoscopica consiste nel raddrizzamento di singoli fotogrammi da

    cui si ricava una proiezione ortogonale di tipo bidimensionale chiamata fotopiano; la

    fotogrammetria stereoscopica implica invece che loggetto sia fotografato da due punti

    differenti in modo da ricavarne una visione tridimensionale; attraverso linserimento di

    punti di coordinate note possibile riferire le misurazioni ad un sistema di coordinate

    spaziali.

    Questa scienza ha avuto ampio sviluppo a partire dallinizio del novecento nellambito

    del rilevamento territoriale attraverso prese fotografiche da aeromobili

    (aerofotogrammetria) ed in seguito ha trovato sempre pi numerose applicazioni, ad

    esempio, nel rilievo di prospetti di edifici storici o in siti archeologici (fotogrammetria

    terrestre).

    26. Schema delle distorsioni a seconda dell'ottica utilizzata

    27. Esempio di aerofotogrammetria e di fotogrammetria terrestre

  • 32Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    La tecnologia pi recente infine il laser-scanner,

    strumento largamente utilizzato in questo lavoro. Il laser

    scanner effettua misurazioni automatiche di grandi quantit

    di punti del suo campo visivo restituendo forme

    tridimensionali riconoscibili.

    Il laser scanner pu essere assimilato ad una stazione totale

    motorizzata, in grado di acquisire le coordinate 3D dei punti

    in tempi molto rapidi; al termine della scansione genera una

    nuvola di punti che descrive in modo continuo la superficie delloggetto rilevato.

    La mosaicatura di scansioni realizzate da stazioni diverse consente di acquisire tutte

    quelle superfici in grado di definire la forma delloggetto.

    Una classificazione di tali strumentazioni pu essere fatta in riferimento al principio su

    cui si basa il funzionamento del sensore:

    - Scanner laser a tempo di volo (TOF)

    Lo strumento, dotato al suo interno di un emettitore

    di impulsi laser, a scansione zenitale ed azimutale,

    misura il tempo intercorso tra lemissione del

    raggio luminoso e la riflessione dello stesso, a

    mezzo di uno specchio rotante, sulloggetto da

    rilevare (Time Of Flight), ottenendo la distanza tra

    il centro dello strumento e il punto colpito, la cui

    posizione determinata per coordinate polari e resa

    in forma cartesiana secondo il sistema di

    riferimento interno dello scanner.

    Lutilizzo di questi particolari strumenti indicata per la scansione di ampie superfici.

    Alla stessa categoria appartengono inoltre laser scanner, solitamente impiegati per il

    monitoraggio ambientale, in grado di effettuare misurazioni a distanze superiori al

    chilometro e dotati di un motore interno atto a consentire una rotazione completa

    intorno allasse centrale, dispositivo che coadiuva lazione dello specchio rotante che

    devia lemissione del raggio laser. La copertura di distanze cos importanti prevede un

    livello di precisione attestato tra 3-5 mm, in cui il margine di errore direttamente

    proporzionale alla distanza dello scanner dalloggetto. Una videocamera interna o una

    macchina fotografica sincronizzata permette infine di acquisire le coordinate colore dei

    singoli pixel e di associarle ai punti della nuvola.

    28. Scanner laser Leica Scan Station 2

    29. Schema di funzionamento scanner laser TOF

  • 33Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    - Scanner laser a triangolazione ottica:

    lo strumento dotato di un emettitore, che invia un fascio laser di angolo noto

    attraverso delle lenti cilindriche, e di un sensore/camera CCD, posto ad una

    distanza nota dallemettitore, che rileva lintensit

    luminosa riflessa dalla superficie colpita, calcolandone

    langolo dincidenza e determinando cos la posizione

    del punto mediante triangolazione.

    La scelta di queste apparecchiature opportuna per

    distanze non superiori ai 2,5 m dalloggetto ma offrono

    una precisione nel rilievo a livello sub-millimetrico, che le rende indicate soprattutto per

    il rilievo di manufatti di dimensioni ridotte. Ne esistono sia a raggio laser che a luce

    bianca, sono dotate anchesse, come le precedenti, di fotocamere atte ad acquisire e

    restituire le coordinate colore di ciascun punto e la mosaicatura delle singole scansioni

    si effettua per sovrapposizione di punti omologhi.

    - Scanner laser a comparazione di fase:

    lo scanner, attraverso un comparatore di fase,

    calcola la distanza delloggetto dallo strumento a

    seconda della differenza di fase tra londa emessa,

    armonica e di ampiezza o frequenza nota, e londa

    riflessa dalloggetto. Il suo funzionamento, per

    quanto analogo a quello dello scanner laser TOF,

    consente scansioni pi con un notevole risparmio di

    tempo nellacquisizione dei dati snellendo le

    operazioni di scansione sul campo.

    Occorre ancora ricordare che queste tecnologie di nuova generazione sono in grado di

    effettuare rilievi topografici di luoghi di varie dimensione e a differente scala

    architettonica, sia di esterni che di interni, pur necessitando di una fase di elaborazione

    dei dati acquisiti che potrebbe apparire piuttosto impegnativa.

    Le suddette tecnologie di rilievo sono state illustrate poich, come affermato dal

    Bianchini: Gli sviluppi degli ultimi anni sono stati quelli di una crescente integrazione

    tra le varie tecniche del rilievo indiretto, particolarmente nel campo della

    documentazione dei beni culturali, le quali trovano una affiatata complementarit in una

    gerarchica suddivisione di compiti che appare coerente con i fondamenti metodologici

    delle procedure di misurazione.

    30. Schema di funzionamento dello scanner laser a triangolazione ottica

    31. Differenza di fase tra onda emessa e onda riflessa

  • 34Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Alla stazione totale infatti assegnato il compito di creare delle reti di inquadramento di

    vertici topografici organizzati gerarchicamente in capisaldi primari e secondari, con una

    precisione via via decrescente ma si ragiona su valori molto piccoli ben al di sotto

    dei limiti di tolleranza stabiliti cui collegata in ultimo luogo una maglia di punti

    particolari, contrassegnati da apposite marche, che costituiscono i riferimenti visivi per

    le riprese fotogrammetriche e con il laserscanner. A questi ultimi due tipi di

    strumentazioni spetta pertanto il ruolo di documentare il dettaglio dei manufatti

    sostituendosi totalmente al rilievo diretto. Le due tecniche tendono verso la massima

    reciproca integrazione in quanto la fotogrammetria stereoscopica viene utilizzata per

    rivestire le nuvole di punti tridimensionali ottenute con il laser scanner spalmandovi

    sopra le immagini fotografiche ortorettificate30.

    Le restituzioni conseguite per mezzo di questi strumenti vengono elaborate tramite

    appositi software, in una fase definita post-processing, cui segue la realizzazione di

    modelli tridimensionali per applicazioni di realt virtuale e aumentata.

    La difficolt di lettura dei manufatti archeologici, di cui spesso non sono riconoscibili i

    frammenti ed il loro ruolo allinterno dellorganismo, pone il problema di riuscire ad

    individuarne le tracce significative e metterle in evidenza nel disegno attraverso

    limpegno intellettuale di chi opera il rilievo. Il processo di generazione di modelli

    matematici attraverso lacquisizione di nuvole di punti, ad esempio, tramite

    lorientamento dei frammenti, lestrazione di sezioni, la ricerca di piani di posa, la

    base dellinterpretazione geometrica del frammento archeologico.

    30M.Bianchini

  • 35Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Processi di supporto al rilievo: il fotopiano e la fotomodellazione

  • 36Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Il fotopiano

    I fotopiani dei frammenti sono stati eseguiti utilizzando misure acquisite con metodo

    diretto.

    I fotopiani sono immagini ottenute attraverso la trasformazioni di proiezioni centrali (le

    prese fotografiche) in proiezioni parallele ortogonali al piano prescelto. L'operazione

    stata effettuata con il software RDF attraverso l'individuazione di un numero congruente

    di rette parallele. La prima operazione da compiere consiste nelleffettuare la presa

    fotografica e nel rilievare punti riconoscibili distribuiti uniformemente ed appartenenti

    ad uno stesso piano.

    33. Selezione delle rette orizzontali e verticali

    32. Misure rilevate con metodo diretto

  • 37Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Attraverso lapposito comando si assegnano un numero minimo di quattro rette o

    quattro punti di cui nota la direzione o la posizione. Il raddrizzamento verr eseguito

    sfruttando la corrispondenza omografica tra la proiezione del piano descritto da tali rette

    o punti ed il piano proiettato ortogonalmente sul quadro in vera forma e grandezza. Se i

    punti sono pi di quattro il programma effettua calcoli alternativi che consentono di

    valutare la precisione del fotopiano.

    34. Calcolo dei punti di fuga

    35. Calcolo dei parametri

  • 38Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Individuate le rette che, a raddrizzamento avvenuto, dovranno risultare orizzontali e

    verticali, quindi si passa al calcolo dei punti di fuga e dei conseguenti parametri di

    correzione, automaticamente effettuato dal programma.

    36. Selezione dell'area di campionamento

    Si procede, quindi, con la selezione dell'area che ci interessa raddrizzare e si definisce il

    rapporto x/y reale delle distanze fra i punti scelti ed il valore in metri di un pixel, tramite

    il quale il software ci fornisce automaticamente informazioni relative alla risoluzione e

    alla dimensione dell'immagine corretta.

    37. Inserimento delle misure rilevate

    E' possibile, quindi, verificare le operazioni svolte attraverso un'anteprima e, se tutto

    risulta congruente, concludere la procedura avviando la trasformazione tramite il

    comando RDF.

  • 39Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    38. Visualizzazione dell'anteprima

    Limmagine raddrizzata rappresenta il profilo del frammento in vera forma e grandezza

    e questo verificabile importando tale immagine come raster in un programma CAD ed

    effettuando delle misurazioni.

    39. Fotopiano importato in programma CAD

  • 40Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Sar quindi possibile ricostruire idealmente il profilo del frammento e tramite un

    processo di estrusione ricavarne un modello discreto.

    40. Estrazione del modello discreto tramite processo di estrusione

  • 41Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    La fotomodellazione

    La fotomodellazione dei frammenti stata effettuata con Photomodeler scanner,

    sofware che consente la generazione di nuvole di punti a partire da prese

    stereoscopiche.

    41. Coppie stereoscopiche

    Il software utilizza coppie di prese fotografiche che, non corrispondendo ad una

    prospettiva geometrica ideale, subiscono distorsioni radiali e tangenziali pi o meno

    grandi a seconda dell ottica utilizzata. Le informazioni quantitative circa i parametri di

    correzione possono essere tratte dai certificati di calibrazione delle ottiche, nel caso di

    macchine fotogrammetriche, o nel caso di apparecchi fotografici semplici, tramite il

    processo di calibrazione che viene eseguito elaborando fotografie di una griglia di punti

    in dotazione (orientamento interno) capace di restituire i valori di distorsione

    dellimmagine punto per punto a seconda delle caratteristiche delle ottiche usate.

    42. Calibrazione delle distorsioni ottiche tramite griglia in dotazione

  • 42Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    La prima operazione da compiere il riferimento reciproco delle prese a partire da punti

    omologhi scelti nelle zone di sovrapposizione (orientamento esterno relativo).

    43. Scelta dei punti omologhi nelle zone di sovrapposizione

    Il numero dei punti scelti determina lapprossimazione del risultato e quindi lerrore

    commesso; questultimo verificabile processando il progetto e leggendo lerrore

    risultante dall operazione.

    44. Calcolo dell'errore

    Nella fase successiva di effettua l idealizzazione di tutte le immagini adoperate; tramite

    questo processo il software in grado di applicare inversamente alle singole immagini i

    valori di distorsione generati per mezzo della calibrazione trasformando le fotografie in

    vere e proprie prospettive ideali.

  • 43Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    Dopo questo processo possibile notare come le distorsioni di una presa fotografica

    siano pi concentrate verso lesterno dellimmagine.

    45. Idealizzazione delle prese fotografiche

    Lultima operazione consiste nella selezione dellarea di campionamento, che deve

    appartenere alla zona di sovrapposizione delle coppie di fotografie.

    46. Selezione dell'area di campionamento

  • 44Rilievo e anastilosi virtuale della peristasi meridionale del tempio G di Selinunte

    E quindi possibile avviare la generazione della nuvola di punti decidendo il sampling

    rate ovvero la distanza minima di due punti della nuvola che sar generata.

    47. Parametri di generazione della nuvola di punti

    Occorrer a questo punto effettuare lo scaling della nuvola di punti ottenuta, avendo

    avuto cura di effettuare delle misurazioni del frammento sia per via diretta che

    attraverso stazione totale.

    48. Nuvola di punti da fotomodellazione

    La nuvola di punti ottenuta pu essere quindi direttamente controllata, elaborata,

    misurata o, tramite il processo di triangolazione, trasformata in una in mesh in grado di

    mantenere la mappatura delle textures. Il risultato un valido ausilio ai fini del rilievo

    in quanto consente di ricavare, con buona precisione e a basso costo, profili, misurare

    distanze ed estrarre sezioni utili alla comprensione degli elementi architettonici in

    esame.

  • 45RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Anastilosi virtuale dei frammenti, generazione del modello

    discreto e restituzione dei contenuti emersi

  • 46RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Ilcrepidoma

    Lanastilosi e la ricostruzione virtuale della peristasi sud del tempio G pongono come

    prima problematica quella di inquadrare la successione di colonne allinterno di una

    precisa dimensione del crepidoma, individuando in maniera esatta la dimensione

    dellintercolumnio e la distanza della colonna dal bordo dello stilobate. Per la procedura

    stato applicato il rilievo laser-scanner ottenuto durante la campagna di rilevamenti

    svolta nel 2005 nellambito del workshop Tecniche innovative per il rilevamenti dei

    beni archeologici promosso dal Dipartimento di Rappresentazione dellArchitettura

    dell Universit di Palermo e dal dipartimento di Expressi Grafica Arquitectonica del

    Politecnico di Barcellona (ETSAB).

    49. Scansione del tempio e poligonale topografica

  • 47RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Il rilievo della lunghezza dello stilobate stato basato sullindividuazione di un piano

    approssimato alla superficie verticale nel fronte Ovest e nel fronte Est.

    A partire da questi piani di riferimento si rintracciata, mediante software, la distanza

    tra i piani misurata secondo la normale a questi che approssimabile alla misura

    ricercata.

    50. Approssimazione di un piano alle superfici verticali dello silobate

    .

    51. Misura della distanza tra i piani individuati

  • 48RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    La medesima operazione stata effettuata per i fronti Nord e Sud.

    52. Approssimazione di un piano alle superfici verticali dello silobate

    53. Misura della distanza tra i piani individuati

    Si quindi giunti ad dimensionare i lati del rettangolo che descrive lo stilobate in

    112,84 x 50,92 m.

  • 49RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Laltezza massima dello stilobate stata rilevata generando il piano di riferimento

    passante per i punti riconoscibili e misurandone la distanza con il livello pi basso di

    posa dei frammenti. Laltezza rilevata di 1, 76 m, compatibile con la ricostruzione

    effettuata da Hulot e Fourget da cui risulta pari a 1,80m.

    54. Approssimazione del piano superiore dello stilobate

    55. Misura dell'altezza dello stilobate

  • 50RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    La posizione della peristasi rispetto allo stilobate stata rintracciata attraverso la

    sezione della nuvola di punti prima al livello dello stilobate e poi al livello delle

    colonne. Le due sezioni sono poi state importate allinterno di un sofware CAD per

    approssimarne la configurazione geometrica e misurarne le distanze cercate.

    56. Sezioni della nuvola di punti a quote differenti

    57. Estrazione delle informazioni dimensionali cercate da software CAD

  • 51RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Da queste operazioni stata dedotta la distanza media dellimoscapo dal bordo dello

    stilobate; equivalente a 25 cm, ed una misura media dellintercolumnio le cui variazioni

    sono probabilmente ascrivibili ai dissesti causati dal crollo pari a 6,63 m.

    58. Misurazione delle sezioni estratte dalla nuvola di punti

  • 52RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Lesito degli studi sul crepidoma e sul posizionamento della peristasi stato

    rappresentato tramite una planimetria in scala 1:200. La sovrapposizione alla nuvola di

    punti conferma le ipotesi fatte, poich anche i frammenti delle basi delle colonne non

    considerate in questo studio risultano congruenti alla posizione degli imoscapi

    ipotizzati.

    59. Restituzione planimetrica dello stilobate e delle colonne del fronte Sud

  • 53RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Analisi di quattro colonne del fronte sud

    Lindagine finalizzata al rilevamento e la restituzione di un modello scientifico della

    colonna stata effettuata servendosi della nuvola di punti integrata dal rilievo di

    maggior dettaglio effettuato nel corso dell elaborazione di questa tesi.

    Si scelto di lavorare su quattro colonne in buono stato di conservazione che

    corrispondono alle colonne 6, 7, 8 e 9 del fronte Sud da occidente.

    Le colonne sono state individuate su una mappa dinsieme ed elaborate in ordine di

    numerazione.

    60. Mappa d'insieme delle colonne oggetto di studio

    Va osservato che le colonne del tempio G, con leccezione di pochi casi isolati, sono prive di scalanatura. Il tempio non ha mai raggiunto, quindi, la sua fase ultima di definizione.

    67 8

    9

  • 54RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Colonna 6

    Della colonna sono sicuramente riconoscibili quattro rocchi rimasti allineati dopo la

    caduta.

    61. Mappa dei frammenti riconosciuti della colonna 6

    Lelemento A viene isolato dalla nuvola di punti

    e riferito al piano orizzontale facendo passare un

    piano di riferimento per i punti del suo piano di

    posa superiore. Si ricava dunque una terna di assi

    orientata secondo tale piano e si genera una

    matrice di roto-traslazione per allineare le

    coordinate della terna agli assi principali

    Vengono quindi eseguite una serie di sezioni

    orizzontali che verranno importate in un

    programma CAD.

    A

    B

    CD

    A

    62. Orientamento rispetto al piano orizzontale

    63. Estrazione di sezioni orizzontali

  • 55RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Le singole sezioni vengono approssimate a

    circonferenze e, dallunione dei centri, viene

    ricavato lasse del rocchio. La proiezione

    orizzontale dellasse trovato viene utilizzata per

    allineare correttamente i rocchi studiati. Gli scarti

    nelle direzioni di queste rette, fra rocchi

    successivi, corrispondono alle rotazioni secondo

    assi ortogonali al piano di posa verificatesi nel

    crollo.

    Questa operazione viene eseguita imponendo una

    matrice di roto-traslazione alla nuvola assegnando

    come trasformazione il solo valore dellangolo

    orizzontale trovato. Con queste operazioni la

    nuvola di punti rappresentante il frammento stata

    riferita al piano orizzontale e perfettamente

    orientata secondo linclinazione della proiezione

    orizzontale dellasse.

    64. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali

    65. Misura dell'angolo orizzontale di rotazione del frammento

    66. Correzione dell'orientamento del frammento

  • 56RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Le stesse operazioni vengono eseguite per il rocchio B:

    B

    67. Isolamento del frammento e ricerca del piano di posa orizzontale

    68. Generazione di una terna di assi riferita al piano e rototraslazione del frammento

    69. Estrazione delle sezioni orizzontali 70. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione

    71. Correzione dell'orientamento orizzontale del frammento mediante imposizione di una rotazione secondo l'asse Z

  • 57RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Le stesse operazioni vengono eseguite per il rocchio C e D:

    I valori angolari di correzione trovati non presentano significative anomalie e possono

    essere considerati attendibili per rotazioni subite in caduta.

    C

    D

    72. Isolamento del frammento C e ricerca del piano di posa orizzontale

    73. Generazione di una terna di assi riferita al piano, rototraslazione del frammento ed estrazione di sezioni orizzontali

    74. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione

    75. Isolamento del frammento D e ricerca del piano di posa orizzontale

    76. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione

  • 58RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Le nuvole dei rocchi, correttamente orientate, vengono poi giustapposte grazie ai piani

    di posa trovati in modo da potere misurare lentasi in prossimit del terzo dellaltezza

    del fusto della colonna.

    77. Giustapposizione dei singoli rocchi 78. Misura dell'entasi

  • 59RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Colonna 7

    Della colonna sono

    riconoscibili quattro

    rocchi rimasti allineati

    dopo la caduta, anche

    questi vengono

    nominati in ordine di

    elaborazione.

    Vengo eseguite le medesime operazione fatte per la colonna 6.

    A

    BCD

    79. Mappa dei frammenti riconosciuti della colonna 7

    A

    80. Isolamento del frammento A e ricerca del piano di posa orizzontale

    81. Generazione di una terna di assi riferita al piano, rototraslazione del frammento ed estrazione di sezioni orizzontali

    82. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione

  • 60RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    84. Generazione di una terna di assi riferita al piano, rototraslazione del frammento ed estrazione di sezioni orizzontali

    85. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione

    C

    83. Isolamento del frammento B e ricerca del piano di posa orizzontale

    86. Isolamento del frammento C e ricerca del piano di posa orizzontale

    87. Generazione di una terna di assi riferita al piano, rototraslazione del frammento ed estrazione di sezioni orizzontali

    88. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione

    B

  • 61RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    I valori angolari di correzione trovati non presentano significative anomalie e possono

    essere considerati attendibili per rotazioni subite in caduta.

    92. Giustapposizione dei frammenti orientati e misura dellentasi

    D

    89. Isolamento del frammento D e ricerca del piano di posa orizzontale

    90. Generazione di una terna di assi riferita al piano, rototraslazione del frammento ed estrazione di sezioni orizzontali

    91. Approssimazione geometrica delle sezioni orizzontali e lettura del valore angolare di correzione

  • 62RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Colonna 8

    Della colonna sono

    riconoscibili nove

    rocchi rimasti allineati

    dopo la caduta, questi

    vengono nominati in

    ordine di elaborazione.

    Vengo eseguite le medesime operazione fatte per la colonna 6 e 7:

    94. Procedura eseguita sullelemento A e misura dellangolo di correzione

    95. Procedura eseguita sullelemento B e misura dellangolo di correzione

    A

    B

    A

    B

    CDE

    FGH

    I

    93. Mappa dei frammenti riconosciuti della colonna 8

  • 63RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    96. Procedura eseguita sullelemento C e misura dellangolo di correzione

    97. Procedura eseguita sullelemento D e misura dellangolo di correzione

    98. Procedura eseguita sullelemento E e misura dellangolo di correzione

    C

    D

    E

  • 64RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    99. Procedura eseguita sullelemento F e misura dellangolo di correzione

    100. Procedura eseguita sullelemento G e misura dellangolo di correzione

    101. Procedura eseguita sullelemento H e misura dellangolo di correzione

    F

    G

    H

  • 65RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    102. Elemento I (capitello) orientato secondo il piano orizzontale

    103. Procedura eseguita sullelemento I e misura dellangolo di correzione

    Gli angoli trovati non presentano significative anomalie e possono essere considerati

    attendibili per quanto riguarda le rotazioni subite in caduta.

    104. Anastilosi della colonna 8

    I

    I

  • 66RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Colonna 9

    Della colonna sono

    riconoscibili sei rocchi

    rimasti allineati dopo la

    caduta, questi vengono

    nominati in ordine di

    elaborazione.

    Vengo eseguite le medesime operazione fatte per la colonna 6, 7 ed 8.

    106. Procedura eseguita sullelemento A e misura dellangolo di correzione

    107. Procedura eseguita sullelemento B e misura dellangolo di correzione

    A

    B

    AB

    CDE

    F

    105. Mappa dei frammenti riconosciuti della colonna 9

  • 67RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    108. Procedura eseguita sullelemento C e misura dellangolo di correzione

    109. Procedura eseguita sullelemento D e misura dellangolo di correzione

    110. Procedura eseguita sullelemento E e misura dellangolo di correzione

    C

    D

    E

  • 68RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    111. Procedura eseguita sullelemento F e misura dellangolo di correzione

    Gli angoli trovati non presentano significative anomalie e possono essere considerati

    attendibili per quanto riguarda le rotazioni subite in caduta.

    112. Anastilosi della colonna 9

    F

  • 69RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Da questo studio sulle quattro colonne stato possibile reperire i dati necessari per

    ottenerne un modello discreto. E stata utilizzata come riferimento la colonna 8 perch

    meglio conservata e rispondente dimensionalmente ai valori medi trovati.

    113. Anastilosi della colonna 8

    Si dapprima isolato il capitello allo scopo di modellare il solo fusto della colonna;

    sono state quindi importate sulla nuvola di punti le sezioni del fusto ricavate dalle

    circonferenze orizzontali tramite le quali stato possibile estrarre la posizione dellasse

    della colonna che, come noto, risulta inclinato per correzione ottica verso la cella. E

    stato poi ricavato il profilo della colonna e,attraverso un processo di rivoluzione attorno

    al suddetto asse, ne stato modellato il fusto.

    114. Isolamento del fusto, estrazione dellasse e modellazione tramite rivoluzione del profilo della colonna

  • 70RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Per la modellazione del capitello di proceduto misurando le dimensioni dellabaco e

    costruendo il parallelepipedo che lo rappresenta.

    115. Modellazione dellechino

    Si poi estratto il profilo dellechino, successivamente modellato per rivoluzione, e

    sono poi stati fatti coincidere gli assi dei frammenti per ricavare il modello completo

    della colonna.

    116. Modellazione dellabaco e modello completo della colonna

    Dalla restituzione grafica della colonna, in

    scala 1:10, possibile leggere, oltre alle

    misure di massima, i valori angolari

    corrispondenti alle sue deformazioni ottiche.

    117. Restituzione del modello delle colonne del fronte Sud e sovrapposizione delle anastilosi effettuate

    118. Pianta e viste frontale e laterale della colonna

  • 71RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Considerazioni sulle correzioni ottiche della colonna

    Il rilievo comparato delle colonne suddette ha confermato la presenza delle pi comuni

    correzioni ottiche che venivano imposte alla colonna dorica: inclinazione dellasse che

    risulta di un valore angolare di 1,2 deg ed entasi. Questa, ad esclusione della colonna 6,

    risulta approssimativamente uniforme ed quindi ipotizzabile che, sebbene il tempio

    non fosse del tutto finito, questa correzione ottica sia stata imposta alle colonne nello

    stadio di lavorazione preliminare a quello della scalanatura.

    119. Confronto dellentasi nelle anastilosi operate

  • 72RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    La trabeazione

    La modellazione del blocco di trabeazione stato eseguito confrontando gli aspetti

    morfologici e dimensionali di tre frammenti riconosciuti lungo il fronte sud.

    120. Mappa dinsieme dei frammenti di trabeazione riconosciuti

    Il frammento A viene isolato e riferito al piano orizzontale per poi essere sezionato

    secondo un piano orizzontale. Tale sezione permette di ruotare successivamente il

    blocco intorno allasse z affinch le sue facce risultino parallele ai piani coordinati.

    121. Orientamento del frammento A secondo il piano orizzontale e misura del valore angolare di correzione dellorientamento

    AC

    B

    A

  • 73RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Loggetto viene quindi sezionato secondo i tre piani coordinati e le sezioni vengono

    esportate in un software CAD per indagarne forma e dimensioni e costruirne il modello.

    122. Sezioni del frammento secondo i piani coordinati

    123. Studio delle sezioni estratte dal modello

    124. Costruzione del modello discreto della trabeazione

  • 74RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Le medesime operazioni verranno eseguite sui frammenti B e C; viene quindi eseguito

    un confronto dimensionale tra i blocchi utile ad individuare scarti dovuti allo stato

    frammentario e corroso degli elementi rilevati.

    125. Orientamento del frammento B

    126. Sezione del frammento secondo i piani coordinati

    127. Analisi morfologica e dimensionale delle sezioni operate

    B

  • 75RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    128.Nuvola di punti del frammento C

    129.Misura dellangolo di rotazione intorno a z e sua applicazione alla nuvola di punti

    130.Studio delle sezioni estratte e generazione del modello discreto

    C

  • 76RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    E dunque possibile, attraverso i dati ricavati e la conoscenza della dimensione

    dellintercolumnio del fronte realizzare il modello matematico di questo elemento.

    131. Restituzione del modello del fronte Sud con elemento di trabeazione e sovrapposizione delle anastilosi effettuate

    132. Pianta e vista frontale e laterale della trabeazione

  • 77RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Blocchi a tenia, regula e guttae

    Il rilevamento di questi elementi, posti nella parte sommitale della trabeazione, stato

    eseguito confrontando due frammenti rinvenuti lungo il fronte sud ed uno nei pressi del

    fronte nord.

    133. Riconoscimento del frammento tenia nella nuvola di punti

    La nuvola di punti del blocco con tenia stata isolata, orientata e sezionata per

    studiarne forma e dimensione.

    134. Orientamento del frammento e studio delle sue sezioni

    A

  • 78RilievoeanastilosivirtualedellaperistasimeridionaledeltempioGdiSelinunte

    Il frammento