Riflessioni tra vita e arte di Angelo Borgonovo

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ANGELO BORGONOVO NOTE E RIFLESSIONI TRA VITA E ARTE 2008 - 2009

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taccuino pittorico, dipinti per un anno, la pianura lodigiana fantastica di Angelo Borgonovo

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testi e operedi

Angelo Borgonovo

2008 - 2009

Note e riflessioNi

tra vita e arte

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1° edizione febbraio 2010

Copyright © 2010 Angelo Borgonovo

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FINITO DI STAMPARE E RILEgATO NEL MESE DI FEBBRAIO 2010

PRESSO MAMMA EDITORI officina delle stampe

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in ricordo del Padre Barnabita Carlo Maria Negri e di Michele Rusconi figlio di un caro amico

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CoMe uN itiNerario

Prefazione 9introduzione 11Nota dell’autore 13Note e riflessioNi tra vita e arteDifficile se non impossibile.. 17Spesso ci si accorge… 18Nonostante i molti dubbi… 21Bisogna in un “certo modo”… 23Cosa esprimere?... 25Cercavo di applicarmi al lavoro come forma esistenziale di vita… 26Lentamente con amore infinito 29il valore del fare quotidiano 30A volte si fatica maggiormente 32Sto cercando in tutti i modi di procedere 34Ridimensionarsi per progredire 36Nella mia vita artistica 39Lavoro perche’ mi è concesso 40Esempio dei “Santi artisti” 42il senso del nostro esistere 44Un uomo 46l’arte e’ un dono 50Giudizio del prossimo 53Abbandonarsi attivamente 53Il ritmo familiare 55Lo specchio di situazioni umane e storiche 57Il metodo si ribalta 59Revisione delle opere pittoriche 61Nebbia pur essendo ad aprile 63Dialogo mistico 65Cristo e’ risorto 67“Rubando” un po’ di tempo alla casa 69silenzio 71L’opera dell’uomo 73Frammento di verità 75alzare gli occhi al cielo 77Senso profondo di esilio 79La inattività’ 81È in atto una lotta forte, serrata 83Procedere semplicemente 85Tutto sembra ordinario 87

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Piccole alghe 89Osservare è come pregare, ascoltare è come offrire 91una libellula 93La storia del mais 95Sensibilità purificata 97Silenzio mistico 99la seconda benedizione di Dio 101Ore 20.00 Sera di luglio al Po 103Incontro con l’amico collezionista 105Il ritorno alla pittura 107Responsabilità molto faticose 109Il Mistero ha prevalso su ogni attesa 111“Miracoli” 113Opere eseguite in questi ultimi venti anni 115Le realtà e le verità 117“Il dono” 119Uno sviluppo nell’arte e nella vita un po’ particolare 121Rapporto arte - vita 123L’umiltà della natura 125Le macchine agricole 127L’umile verità della mia condizione 129Novembre 129studi sulla natura 129arte cristiana 130Qualche tela 130Note biografiche e opere 133Postfazione 137

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preFAZione

Questa raccolta di testi autobiografici e immagini è un tentativo di comunicare un’esperienza di vita artistica. Con impe-gno ho svolto il lavoro costante e difficile di esprimere con verità la mia scelta di vita, il mio essere pittore oggi nel caos culturale che domina. Cercare la verità nel quotidiano, nell’impegno pro-fessionale non è e non è mai stato un interesse primario. Ho cercato la verità nel dono, nella vocazione professionale, nell’or-dinarietà dello straordinario quotidiano. Mettersi costantemente in discussione, per essere costantemente all’ascolto, alla ricerca, alla realizzazione della verità pittorica.

Una verità che si manifesta lentamente per la nostra incapacità di poterla gestire, così come nella vita si cresce da un’esperienza ad un’altra, da una conoscenza ad un’altra.

Nel lavoro artistico abbandonando schemi e metodi, in-segnamenti umani e dottrinali si entra nell’esperienza viva del-la testimonianza. Vivere il dono della vocazione artistica, essere pittore diuturnamente, col pensiero, col cuore, con l’amore dei figli, della moglie, compagna di vita e di esistenza, cercando di condividere i frammenti di verità che riusciamo a percepire dal nostro lavoro quotidiano. Così il disegno diviene scrittura, car-bone pressato che scrive, segni e immagini, colore leggero, pol-veroso come il gesso colorato che copre la superficie ricreando atmosfere e sensazioni. Il tema, il paesaggio, la natura, l’uomo, la macchina, la tecnologia, non sono altro che frammenti di verità, istanti del vivere che riempiono la totalità della vita che si realizza nella verità.

Quindi un quadro un’opera è espressione, è verità quan-do si identifica nel “miracolo” cioè nell’immagine che trasmette un’esperienza pura, un’esperienza che rasenta la “pazzia del fal-limento”, un’esperienza che si spinge involontariamente al limite della tollerabilità umana per entrare nel sacrificio, nell’impegno oblativo del proprio lavoro.

Si colora, si stende la materia, si scrive col pastello, con il colore liquido per esprimere il sentimento spirituale, che com-pone la materia stessa delle cose, per trascrivere l’anima, il cuore dell’opera e ci si identifica con l’opera.

Le opere pittoriche che vedete in questo libro non il-lustrano, nè accompagnano i testi, ma vivono a sè. Esprimono la varietà delle esperienze pittoriche, riassumono e continuano le esperienze artistiche degli “artisti santi”: Rublëv, Masaccio, Cimabue, Giotto, Michelangelo, Caravaggio, Turner, Van Gogh,

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Cézanne, Rouault, Picasso, De Staël, De Kooning, Rotko, Pol-lock, Morlotti, Vedova, Bodini, Giacometti, Sutherland, Bacon, Kandinskij. Tutti i santi artisti si collegano spiritualmetne in un modo o nell’altro alla Verità, la esprimono nel colore, nella ma-teria, nel segno, nella scrittura, nell’immagine.

Nel libro le immagini sono campi di riso, alberi, cavalli, fossi, cieli, trattori, e variano col variare delle situazioni, delle stagioni, delle giornate, degli stati d’animo, delle ansie , delle gio-ie, e quindi la vita entra nel mistero dell’esistenza, nello spazio, nella luce, nel morire e nel rinascere quotidianamente come il sonno e la veglia.

I colori come i suoni, le immagini, le sensazioni, gli at-teggiamenti determinano la stesura, creano l’immagine più vicina alla verità.

E’ come una preghiera intensa, vissuta quasi costante-mente che ti unisce alla Verità. Il raggiungimento dell’amore misericordioso è l’atto creativo dell’artista che si prefeziona. Di-venta opera d’arte quando si identifica in ciò che sta facendo fino al totale dono di sè stesso, del suo cuore, del suo spirito che è l’anima.

Il suicidio, la morte di molti grandi artisti è un esempio di questo intenso atto di amore misericordioso portato all’esaspe-razione. L’artista santo diviene così martire, testimone, eucarestia vivente attraverso l’opera e la sua vita. Il suicidio non è quindi un rifiuto di sè ma il desiderio di massima adesione alla Verità che prtroppo in alcuni casi di forte depressione e sforzo creativo porta il santo artista alla caduta nell’abisso dello sconforto e della sofferenza spirituale. Qui se abbandonato dalla Speranza diviene nello sconforto dell’abisso preda del male cedendo alla dispera-zione e alla morte. La sofferenza e il dolore divengono generatori di vita e a volte della morte

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introdUZione

Abbiamo perso la gioia della vita, inutile fare segni di croce, guardare il sole, vegliare la notte, attendere primavere se la mente, il cuore e l’anima sono aridi deserti, senza cieli, senza nubi, senza venti. La nostra testa, i nostri occhi, la nostra mente sono popolate da idoli. Non abbiamo più segreti da confidare, da trasmetterci. Fino a quando Signore potremo continuare così? Cos’è questa ricerca dell’Eterno che vi è nel nostro cuore che ci lacera, ci divide? Camminiamo feriti cercando la luce tra le tristezze, i dolori, le piccole gioie.

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notA dell’AUtore

Le note e le riflessioni sono l’anima delle immagini pit-toriche, sono servite al pittore per sentirsi ancora vivo, per dare un senso alla propria vita. Senza nessuna pretesa ho scritto ciò che sentivo e dipinto ciò che osservavo davanti all’esperienza del mistero di una vita.

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Note e riflessioNi tra

vita e arte

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CaMPi Di Neve

DIFFICILE SE NON IMPOSSIBILE..

Difficile se non impossibile descrivere il mio stato d’ani-mo, molti fatti esterni condizionano il nostro agire, vivere, pen-sare.

La ricerca della verità (quando ci si accorge) è spesso tradita dalle situazioni, porta ad un “certo stato”, una “condizione quasi di oscurità”. Quando si sono percorse diverse esperienze e si nota il misterioso fallimento di principi, idee, azioni… Non rimane altro che un lento ma rigenerante distacco dalle cose che passano, dalla vita stessa.

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risaie alla raNera

SPESSO CI SI ACCORGE…

Spesso ci si accorge con l’esperienza personale, del triste primato della falsità, del male, dell’ipocrisia. Non si può allora far altro che cercare nella purezza, nell’onestà, nel distacco dalle cose di essere più veri, più reali, più testimoni della verità. Sono ormai molti anni che mi dedico nella pittura ad uno studio, un’analisi, un abbandono nel lavoro, nel vivere, nell’agire quo-tidiano, nella preghiera contemplativa, nella vita Sacramentale della Chiesa e non trovo risposte sincere, trovo spesso giustifica-zioni aberranti, esasperazioni della Verità che spesso rasentano il fanatismo, la “vuotezza”. Si ripetono fatti e gesti senza apporre un cambiamento spesso per non ammettere le proprie deviazioni, i propri errori. Cercando inconsciamente di rimuoverli, di giu-stificarli, di accettarli come aspetti del vivere quotidiano. È come assistere a una liturgia vuota, un bisogno di ripetere con dei gesti un atto, un modo di vivere, un modo di pensare, per giustificarsi, per sentirsi vivi, per sperare ancora nella vita, nell’esistenza ma senza gustarla, senza condividerla, senza offrirla, come impegno, come sacrificio, come limite per se e per il prossimo. Dipingere diventa ora un dovere, un’esigenza, un modo di essere e soprat-tutto un modo di comunicare con il Creatore e con il mio pros-simo. Senza questo atteggiamento amoroso, di donazione sincera e costruttiva non vi è il “dono”, non vi è oblazione di se stessi, non vi è la “lucrosa perdita” di se per essere preghiera vivente, ringraziamento di ciò che siamo.

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NONOSTANTE I MOLTI DUBBI…

Nonostante i molti dubbi e le continue tentazioni ”cul-turali”… Cerco di abbandonarmi allo Spirito (Santo), spirito di verità e procedere nella pittura come lavoro sincero, maturo, tendente al discernimento artistico e culturale di ciò che è stato fatto e di ciò che si può fare. La pesantezza delle difficoltà a dipingere è sempre molto forte… Bisogna rimuovere tutta una “cultura”, una conoscenza e mettersi in un atteggiamento sereno, disponibile all’ascolto. Fondamentale è la “purezza” dello Spirito, il distacco dai desideri e dalle situazioni per arrivare a una pace interiore che si riflette nel modo di operare, bisogna recuperare uno spirito di semplicità. Credo che questo modo di esistere, per me misterioso mi avvicini maggiormente ad un intimità nella Trinità e quindi mi permetta di accedere alla pittura, al dipinge-re, atto che come sappiamo è di per se inutile.

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BISOGNA IN UN “CERTO MODO”…

Bisogna in un “certo modo” vivere la Sofferenza, par-tecipare alla sofferenza del Cristo nella nostra giornata, nella nostra vita come se tutto fosse voluto per il nostro bene e il bene dei fratelli. Il lavoro diventa così purificazione dal male, dalle imperfezioni. Così anche la pittura deve venire concepita come purificazione, equilibrio, gioia nella fatica, gioia nella semplicità imparando ad offrire tutto al Signore con riconoscenza. Ancora molto spesso sono travolto da dubbi, analisi artistiche e pitto-riche… Ma lascio (almeno come desiderio) questi problemi al passato e con grande umiltà e semplicità mi rimetto al lento e laborioso lavoro di pittura.

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