Riflessione sul Vangelo del giorno
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Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi
discepoli:«In verità, in verità io vi dico: voi
piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà.
Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma,
quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per
la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel
RIFLESSIONE SUL VANGELO DEL GIORNO
VENERDI’ 17 MAGGIO
dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno
non mi domanderete più nulla».
L’ora di Gesù, nel IV Vangelo, è l’ora della passione e, al tempo stesso, della gloria, perché la passione è un fecondo travaglio in cui la sofferenza non è fine
a se stessa, ma si dischiude all’esultanza. L’immagine del parto, fra
tutte, è quella che meglio esprime l’idea di un dolore felice attraverso cui si passa per giungere alla gioia, una
gioia duratura dovuta all’aver ac-cresciuto il mondo di una creatura;
nella letteratura giudaica, le doglie del parto vengono a significare i tempi
messianici in cui Israele attraverso la lotta troverà la sua liberazione e il suo riposo. Giovanni vede la sofferenza di Cristo come l’alba di un nuovo mondo, un mondo per il quale egli ha dato la
sua vita, e la tribolazione dei discepoli come partecipazione di questa sof-
ferenza feconda che porta al mondo la letizia. I cristiani hanno il privilegio di
possedere questa letizia che né le vicende della vita e le sue inquietudini né le ostilità conclamate possono mai togliere. La sofferenza non ne viene distrutta né rimossa, continua a far
parte della vita, ma se viene vissuta in unione a te, Signore Gesù crocifisso e
risorto, trova un valore e una direzione in senso salvifico.