Ridi, pagliaccio!

134

description

*Written in ITALIAN*

Transcript of Ridi, pagliaccio!

  • RAPPRESENTATO LA PRIMA VOLTA

    IN ROMA AL TEATRO NAZIONALE

    IL 23 GENNAIO 1919

  • XX

    FAUSTO MARIA MARTINI

    Ridi, pagliaccio!..

    TRE ATTI

    VA

    %V^^^A-

    BOLOGNA

    NICOLA ZANICHELLIEDITORE

  • PROPRIET LETTERARIA RISERVATA

  • A ANGELO MUSCO

  • PERSONAGGI:

    GIOVANNI SCHIFFI 35 anni

    SIMONETTA, cantante italiana 25 anni

    FLOK. clown dell' EDEN 50 anni

    Il Prof. GAMBELLA, neuropatologo. 45 anni

    GIACINTA, ex canzonettista, cameriera di Simonetta ... 50 anni

    FILOMENA, cameriera di Giovanni SchifK 55 anni

    GIORGIO STRAPPA 30 anni

    LILY BLANCHETTE, eccentrica dell' EDEN 40 anni

    SANNA, MALVESI, viveurs di provincia, d'et indefinita,

    DON SAVERIO, curato 40 anniFEDERICO, vecchio cameriere del prof. Gambella.

    La vedova GIABUTTI.

    Una giovane donna, cliente del prof. Gambella.

    Due ragazzi di strada.

    (ai tempi nostri, in una citt di provincia)

  • ATTO PRIMO

  • Una vasta stanza neila casa del Prof. Gambella. Essa adibita

    a gabinetto per gli esperimenti elettrici che il professore compie sui

    clienti, ma quando il professore eissente, serve con le altre sale come

    sala d' aspetto per i malati. Una porta nel fondo che mette nello

    studio del professore : una porla a sinistra donde si accede alle altre

    stanze della casa : una porta a destra per la quale entrano i clienti del

    professore. Nel mezzo della sala una specie di tavola pieghevole

    sulla quale disteso un lenzuolo. A fianco della porta di fondo sonodue tagres di marmo con su apparecchi elettrici dai quali si partono

    grovigli di fili che recano altri strumenti a forma di tamponi e di rulli.

    Pi oltre sulla parete di fondo una libreria massiccia colma di volumi.

    Alla parete di destra una specchiera. Tra la specchiera e la porta di

    destra un divano e due sedie. Sedie anche presso la porta di sinistra.

    Quando s' alza la tela, sul divano di paglia sono seduti Giorgio Strappae la vedova Giabutti ; su una sedia a sinistra sta seduta una giovane

    donna assai graziosa la quale parla con Federico, il vecchio servo del

    professore che sta in piedi accanto a lei. Solo e rannicchiato pi che

    seduto su una sedia, posta tra la porta di fondo e la libreria, Gio-

    vanni Schiffi, il quale prima di cominciare a parlare, non fa che espri-

    mere continuamente il profondo abbattimento, a cui in preda, con

    gesti desolati delle braccia e del capo.

    Scena I.

    Giovanni Schiffi - Giorgio Strappa e la ve-dova Giabutti - Una giovine donna -Federico.

  • 12 RIDI, pagliaccio!...

    FEDERICO

    {mostrando i due alla giovine donna)Hanno torlo, ve lo dico io che ormai me neintendo di queste malattie... Hanno torto araccontarsi a vicenda i propri guai. Quandosi in condizioni tali ida dover ricorrere alprof. Gambella, i guai propri non si raccon-tano che a lui. Gi per me questo sistemadi lasciare i clienti insieme ad aspettare chearrivi lui, un assurdo. Le malattie nervose,signora mia, sono pi contagiose delle altre...I malati vengono qui, si conoscono qui eappena si conoscono, con quella simpatiaimprovvisa che unisce la gente che soffre, siraccontano le loro pene. Che ne deriva? Cheappena tornato a casa ciascuno comincia asoffrire il male dell' altro. Eh ! chiaro ! Imali che il mio padrone cura e guarisce sonomali che non esistono se non nella fantasiadel paziente : quindi basta immaginarseli,basta sapere che un altro ne soffre per ca-drne malati.

    GIOV. DONNA

    Ma allora, voi, se fosse vero quello chedite, voi che vivete da anni col professore do-vreste essere un ospedale ambulante.

  • ATTO PRIMO 13

    FEDERICO

    {con ampollosit cattedratica) : Ah ! iono : io sono corazzato ! Non si fa, signoramia, per vent' anni, il cameriere d' uno ideipi grandi psichiatri del mondo senza diven-tare un po' scienziato ! orbene, io sono corciz-

    zato della mia stessa scienza.{come Federico tace, Giorgio Strappa fa-

    cendosi pi vicino alla vedova Giabutti, ledice, come continuando il discorso di prima :)

    GIORGIO

    Adesso poi me ne succede una buffa. il colmo, creda. Ma gi (perch raccontarlaa lei? Sentiremo da lui, sentiremo da Gam-bella se e' un rimedio per una forma dinevrastenia come la mia...

    VEDOVA GIABUTTI

    Immagino : anche lei le solite malinconie,i soliti pianti, vero? Accoramenti, tristezzesenza perch ! . .

    .

    GIOVANNI

    {da quella specie di nascondiglio dove stato finora, a queste parole si protende verso

  • 14 RIDI, pagliaccio!.

    /' interlocutore e V interlocutrice che non co-nosce, e, udito quello che ha detto la donna,esclama con una voce piena di angoscia)

    Un' anima gemella ! Senza perch ! come affogare nel mare e non riuscire a mo-

    rire... Ah !

    GIORGIO

    Macche, macche, signora ! Magari riu-scissi ad essere triste ! Riuscissi a piangere !11 mio male ben altro ! Io sono vittima diuna ubriacatura d' ilarit, capisce? Una sbor-nia di risate che non guarisce... {vivissimacuriosit di Giovanni Schijfi) vede : V unicomomento in cui riesco a parlare sul serio quando lo racconto, questo mio male. Ma-gari potessi piangere !

    GIOVANNI

    (si alza di scatto, corre ali* angolo dellasala dove seggono Giorgio Strappa e la ve-dova Giahutti e afferrando le mani di GiorgioStrappa) Che dice lei? Parli, parli, la sup-plico ! Ah ma questo prodigioso. Dio cheme lo manda ! Parli, parli, ci racconti, ci rac-conti questa sua folle allegria... Oh! comela invidio !

  • ATTO PRIMO 15

    GIORGIO

    {riavutosi dalla sorpresa cagionatagli dalmodo con cui Giovanni Schijfi lo ha investito)

    Perch invidiarmi ! Compiangermi biso-gna ! Ecco : stavo per raccontare alla signo-ra... {alla Vedova Giabutti) Parlo con una si-gnora?.

    VEDOVA GIABUTTI

    Sono vedova.

    GIOVANNI

    {imperioso a Giorgio Strappa) Per carit,racconti. Che importa se la signora sia o nomaritata? Parli a me {mettendosi avanti allavedova Giabutti) La nascondo io...

    GIORGIO

    {fa cenno alla vedova Giabutti, come perdire : pazzo...)

    GIOVANNI

    {insistendo) Dica, dica dunque.

  • 16 RIDI, pagliaccio!...

    GIORGIO

    (convinto di dover calmare GiovanniSchijfi)

    Le dir, se le fa piacere. Ma intanto, sicalmi : segga qui con noi...

    GIOVANNI

    (corre ad a:fferrare la sedia dov' era se-duto prima, la porta accanto al divano dipaglia e si siede tutto intento ad ascoltare laparola di Giorgio Strappa)

    FEDERICO

    (dalla parte opposta, alla giovine donna)Ecco, vede quello che succede qua den-

    tro : (disapprovando) domani, due malatidi pi !

    GIORGIO

    Come dicevo dunque alla signora, il miomale 1' inverso del male comune a tutti inevrastenici : nientedimeno che un eccessodi giocondit. Si capisce : vi sono un' infinitdi cose nel mondo che fanno ridere, ma...

  • ATTO PRIMO 17

    VEDOVA GIABUTTI

    Meglio ridere che piarxgere, caro signore !

    GIOVANNI

    {con la solita voce cavernosa e terrorz-'zata)

    Parola santa !

    GIORGIO

    Lo dicono loro ! Gi ! loro pensano aquelle risate dove sbocca tutta la felicit dellospirito ! Ma pensino invece a un pover' uomoche si vede scoppiare continuamente in boccaquella risata proprio quando non ce n' bi-sogno. E capiranno allora che anche la risata una cosa tragica. Pensino che io non riescopi a vedere le cose nella loro semplice realt.Di tutto che mi si presenta io scopro subitoil lato caricaturale, il lato buffonesco, (a Gio-vanni Schijfi) Vede, per esempio, lei venivaverso di noi con quella sedia in mano ; eb-bene io non la vedevo camminare, ma la ve-devo ballonzolare, saltellare con quella sediain mano come un orsacchiotto ; lei si eramesso il cappello in testa normalmente e ioglielo vedevo piccolo piccolo sulle ventitr^

    Martini 2

  • 18 RIDI, pagliaccio!..

    come lo portano a volta i pagliacci, e gidentro idi me una pazza risata...

    GIOVANNI

    {a queste parole d' un sub:to si incupisce.)

    GIORGIO

    {se ne accorge e premuroso) EK ! non sene offenda, per carit ; il mio male ! E ionon ne ho colpa. pi forte di me...

    GIOVANNI

    Offendermi? Per carit. Parli e ridaquanto vuole. Altro che offendermi : io lesono grato di parlarmi di lei... {alzandosi inpiedi, con un aria tra comica e angosciata)Io ho bisogno di sentirla parlare.

    {altro cenno d' intelligenza fra Giorgio ela vedova Giabutti, come per dire : pazzo)

    GIORGIO

    {a Giovanni Schdjfi) Si calmi dunque, siaccomxodi, e lo contento subito. Da qualche

  • ATTO PRIMO 19

    tempo questo mio male assume una eccezio-nale gravit, e son venuto per questo a inter-

    rogare il professore: perch... come dire?

    Questa infernale risata che scoppia qua dentroassale e distrugge anche g' impeti pi spon-tanei e vigorosi del mio sentimento e persinodella mia sensualit, {parlando pi precisa-mente a Giovanni Schiffi) Pensi ! lo adoro ladonna : ora una donna per me diventato ilbene inafferrabile, il tesoro negato, il para-diso perduto... E perch? Perch qualunqueatteggiamento d' amore eccita questa mia in-fernale ilarit e il vertice del desiderio siasentimentale sia sensuale si sgretola in unarisata...

    GIOVANNI

    (insinuante) Perdoni... Cos lei nientepi?

    GIORGIO

    Eh ! Che vuole? Vedo la caricatura dellacosa, vedo la comicit della cosa e nientepi... almeno per ora, finch non trovercolei che mi guarisca... E per adesso, lei m'in-tende, quanto pi mi negata questa supremadolcezza della vita, tanto pi la desidero con

  • 20 RIDI, pagliaccio!..

    tutte le mie forze... ora lei comprender anchecon quanta avidit io guardi ciascuna donna,perch in ciascuna sospetto essere la mia sal-vatrice.

    GIOVANNI

    (grave a Giorgio Strappa) Guardi, si-gnore. Il suo caso r opposto del mio. Male conseguenze sono consimili. Io arrivo aquello stesso stato per una ragione oppostaalla sua, perch cio sono inguaribilmentemalinconico, perch sento dell' amore solo latragica inutilit che me ne allontana nauseato,perch piango dalla mattina alla sera, senzaragione, idisperatamente, e se non piango peggio perch il nodo che mi si forma allagola fa pi male del pianto...

    GIORGIO

    Lei capisce che o il professore mi leva didosso questo malanno o io mi ammazzo...

    GIOVANNI

    Quello che dico io : o mi guarisce o iola finisco. In fondo che cosa la mia vitacos? Non vita, la morte che si ostina

  • ATTO PRIMO 21

    a vivere... Ho, ve;"o, con me una piccolaamica, un angelo di donna che mi confortae in certi mementi annulla persino il miomale...

    GIORGIO

    Beato lei... Quella che ci vorrebbe perme... La donna che annullasse il mio male...La donna unica !

    GIOVANNI

    lo r ho, certamente, povera creatura. Malei sa bene che nulla pi pericoloso che averbisogno di quella data donna, della donnaunica, come bene ha detto lei... E se dovessiperderla? Nel timore di questa sventura lamia vita proprio quale glie l'ho definita;la morte che si ostina a vivere... {accenna unasmorfia di pianto)

    GIOVANNI

    {lo guarda in faccia e accenna a una risata,poi) :

    Si calmi ora...

  • 92 RIDI, pagliaccio!.

    VEDOVA GIABUTTI

    Si calmi, si calmi, signore. da temp>oche soffre?...

    GIOVANNI

    Questo male non che il residuo d' unattacco feroce di nevrastenia che ebbi 1' annoecorso verso Natale. Un attacco fulmineo.Spaventai i medici raccolti a consulto. Dis-sero : un ascesso al cervello. Cercarono isegni dell' ascesso nel fondo dell' occhio,nella retina. Niente. Dissero : si tratta di unapsicosi, d' una psicoastenia. Insomma imparaiallora un vocabolario intero, ma i medici noncredo capissero bene il mio male. Ecco chemi successe. Una sera tomo a casa dal miolavoro eh' era tardi assai : le due di notte,presso a poco. Mi metto a letto, che stavobenone. Solo il sonno quella notte era piprofondo del solito. Mi buttai gi come asse-tato di sonno, come a berlo, il mio sonno ! Emi addormento... Dopo tre ore, che cosa che cosa non , un gran chiaro si fa nella miastanza; mi sembra di sognare e non sogno...Un'ombra oscura attraversa quel chiarore...una tunica nera... poi, d' un subito scoppianoquattro luci; quattro ceri sembrano... Mi alzo

  • ATTO PRIMO 23

    sul letto in preda ad un dubbio spaventoso :(( Sono vivo o sono morto ))? Chiamo la serva,la supplico : Filomena, Filomena, vieniqua : toccami il braccio, toccami il naso, toc-cami la gamba e rispondimi, per Dio; ri-spondi al tuo padrone : sono io vivo? Suc-cede allora il finimondo. Filomena, poveravecchia carcassa, eh' era uscita in camiciadalle lenzuola al mio urlo, si getta a invocarela Madonna e i Santi. Io la vedo in quellaposizione e sempre pi mi persuado : (( Dio !gi Filomena prega per l'anima mia... mortosono : non e' scampo ! )) E le urlo : Toc-cami, ti scongiuro. Filomena : toccami, toc-cami!. Allora la vecchia presa da unapaura irresistibile, si alza, scappa dalla casacos come , in camicia, urlando dove passa :((Madonna bella, aiutalo! impazzito!...Dice che morto e vuole che lo tocchi tutto,per sentire se morto... . Dopo pochi mi-nuti la stanza mi si riempie di gente, chi incamicia, chi in sottoveste, chi con un tappetoaddosso. Allora, il mio dubbio diventa cer-tezza. Urlo alla gente che avevo in camera :((morto sono... sentite come sono fredde lemie mani, sentite che il cuore non batte pi,sentite che dalle lenzuola esce gi il puzzodel cadavere!. Dicevo tutto questo, eppurenon ero pazzo. Dio ! Dio ! Non e' strazio

  • 24 RIDI, pagliaccio!...

    pi granude di questo : conoscere la morte intutti i particolari pivi precisi senza morire :vedersi, sentirsi morire e restare vivo...

    Chiamarono un medico : mi calmaronocon forti dosi idi bromuro, mi fecero stare aletto una settimana ; poi, a poco a poco, mirialzai. Ma da quel giorno sono irriconosci-bile : vivo sull'orlo d'un abisso... Posso gua-rire o mi devo amm.azzare?

    VEDOVA GIABUTTI

    {alludendo al professor Gambella) Chissche lui !... Quello un santo. Ha rimedi pertutti i mali. La prima cosa che le dir sarquesta : il segreto della sua guarigione nella sua volont . Lo dice a tutti...

    GIOVANNI

    {alla vedova Giahutti) Eh ! speriamo chetrovi qualche cosa anche per me il profes-sore : speriamo, ma... {a Giorgio Strappa) Hacapito lei adesso perch m' interessavo tantoal suo caso? La sua malattia, caro signore, nient' altro che la mia guarigione...

    {dalla porta di destra appare il professoreGamhella : testa che incomincia a ingrigi-

  • ATTO PRIMO 25

    re; occhiali d' oro; il tipo del medico per-suasivo, bonario e paterno).

    Scena II.

    Prof. Gamhella e detti.

    GAMBELLA

    (a Federico) Chi e' , primo?

    FEDERICO

    {alludendo al signor Schijfi) Il signore !

    GAMBELLA

    (a Giovanni Schjfi, mentre questi si av-vicina a lui camminando al solito modo emormorando: signor professore...) Mi seguanel mio studio.

    (s' avvia, poi a Federico)Fa passare i signori nell' altra sala e lascia

    libera questa : ci sar bisogno dell'esame elet-trico, forse... Tutto in ordine?

  • 26 RIDI, pagliaccio!...

    FEDERICO

    Tutto in ordine, professore !

    GAMBELLA

    {scompare con Giovanni Schiffi oltre laporta di jondo : restano sulla scena GiorgioStrappa, Giabutti, Federico e la giovinedonna).

    Scena III.

    Giorgio Strappa - La vedova Giabutti - Fe-derico - La giovine donna.

    GIORGIO

    Che strano tiipo ! D' altronde il suo casonon raro. Da quando sono malato divoroogni trattato di malattie nervose che mi ca-pita fra le mani, e ho letto idi casi consimili.Si sono avuti spesso accessi di psicoasteniacos violenti che il paziente pur restando lu-cido, ha tutte le sensazioni precise che si ac-compagnano alla morte. In fondo io trovo che

  • ATTO PRIMO 27

    il SUO male meno grave del mio. La suamalattia meno lontana della normalit diquanto non sia questa mia, pi assoluta e irri-tante.

    VEDOVA GIABUTTI

    Una cosa giusta ha detto quel signore : (aGiorgio Strappa) la sua malattia sarebbe dicolpo la guarigione dell' altro.

    GIORGIO

    Vuol dire che noi due messi insieme fa-remmo un uomo sano?

    FEDERICO

    (a Giorgio Strappa, alla giovine donna,alla Vedova Giahutti) Hanno udito? Voglionofavorire, lor signori, nell'altra sala d'aspetto?Creido che il professore dovr servirsi delgabinetto elettrico.

    {la vedova Giahutti si avvia prima de-gli altti. Resiano un poco indietro GiorgioStrappa e la giovine donna. Giorgio appenasi accorge d' essere vicino alla giovine, lascruta, la squadra da capo a fondo, poi mor-mora jra se) :

  • 28 RIDI, pagliaccio!...

    GIORGIO

    Carina ! stata qui tanto tempo e non miero accorto eh' era cos carina ! {la guard,ancora)

    LA GIOVANE DONNA

    {seccata, jra se) Che vuole il signore dame?

    GIORGIO

    {ancora con gli occhi addosso a lei) Ca-rina... carina... (e gi una risata; alla gio-vine donna) Non si meravigli, sa... non colpa mia.

    LA GIOVANE DONNA

    Prego... {si avvicinano insieme Verso Fe-derico che dalla soglia insiste mentre GiorgioStrappa chiede alla donna)

    GIORGIO

    E lei precisamente di che male soffre, si-gnorina? {via entrambi)

  • ATTO PRIMO 29

    {la scena resta per un momento de-serta. Appaiono quindi dalla porta di jondoGiovanni Schff. e il prof. Gambella).

    Scena IV.

    Giovanni Schiffi. - Il prof. Gamhella.

    GAMBELLA

    il primo elemento di giudizio per unnevrastenico l'esame elettrico. Ma ce la ca-viamo con poco.

    {il dottore sosta presso la tavola pieghe-vole volgendo le spalle al pubblico. GiovanniSchiffi si avvia verso di lui) Ecco. S' acco-modi qui.

    {lo invita a distendersi sulla tavola pieghe-vole. Giovanni Schiffi esegue tutto questocon una strana agilit di saltimbanco; cos,appena avuto V ordine di distendersi sulla ta-vola, vi si trova disteso di botto come se il

    salto gli fosse oltremodo famigliare ; appenaha in mano la giacca che si toglie quasi sgu-sciando fuori delle maniche, egli la lancia conuna precisione meravigliosa di tiro su unadelle sedie d' angolo e accompagna con un

  • 30 RIDI, pagliaccio!...

    (( bum! )) il cadere della giacca sulla sedia.Al bum! )) il professore meravigliato glichiede)

    GAMBELLA

    Che vuol dire questo (( bum ! ?

    GIOVANNI

    Niente, professore ; non si preoccupi. Co-mincio a curarmi da me.

    GAMBELLA

    (ja un cenno come per dire : ancheun poco pazzo , poi)

    Lasci il braccio disteso lungo la gamba.{come Giovanni Schijfi tiene il braccio de-

    stro morto lungo la gamba, il professore ini-zia i suoi esperimenti : prende dall' tagreuna specie di rullo che chiude nella mano si-nistra di Giovanni Schiff, il quale tocca l'or-digno con un senso d' orrore).

    GIOVANNI

    (paurosamente) Si sente la scossa?... for-

  • ATTO PRIMO 81

    te? Dottore, non sono in condizioni oggi diprovare scosse... {fa per alzarsi)

    GAMBELLA

    Non sentir nulla, le assicuro. Stia fermo.{ora il professore ha in mano uno dei

    tamponi deposti sulV tagre e con quello ri-cerca i muscoli e i nervi sul braccio nudo diGiovanni Schijfi. Come si stabilito il con-tatto, un prim.o brivido scuote il corpo del pa-ziente il quale con una involontaria agilit

    buffonesca da pagliaccio ja pi volte per fug-gire dal tavolo. Il dottore lo trattiene e calma-tolo alquanto prosegue gli esperimenti. A cia-scuno di questi Giovanni Schijfi reagisce avolte con una rigidit da marionetta, a voltecon una elasticit da jongleur che sconcertanon poco V indagatore).

    GAMBELLA

    Si alzi ora, la prego.

    [di botto Giovanni Schijfi in piedi ac-canto alla tavola)

    GAMBELLA

    Tenga le due mani sospese allo stessolivello.

  • 32 IDI, pagliaccio!...

    GIOVANNI

    (eseguisce fissando intensamente Vestre-mo delle dita) Mi tremano le punte...

    GAMBELLA

    Chiuda gli occhi e non si preoccupi dellepunte...

    {come Giovanni Schijfi ha chiuso gli oc-chi, il professore gli piega un dito e gli do-manda) Quale dito ha piegato?

    GIOVANNI

    Non lo vedo.

    GAMBELLA

    Ma lo sente : quale?

    GIOVANNI

    L' indice, mi pare...

    GAMBELLA

    E ora abbia la bont di sedersi, (gli porge

  • ATTO PRIMO 33

    una sedia, Giovanni Schiffi si siede) E acca-valli le due gambe.

    {Giovanni Schiffi eseguisce il profes-sore Gambella ricerca con un piccolo martellod' argento i riflessi rotulei. Identica reazionequasi da marionetta, come dianzi. Ora il pro-fessore Gambella seduto dinanzi al suocliente e con una specie di commozione a0et-tuosa dice :)

    GAMBELLA

    Ecco, signor Schiffi, il suo caso non grave : potrebbe diventarlo in seguito. Met-tendo in relazione il racconto del male chelei mi ha fatto di l con le risultanze del-l' esame elettrico deduco che il suo sistemanervoso , s, realmente scosso, ma sono an-che sicuro che potremo scongiurare nuoviattacchi sopratutto se lei stesso vorr essereil suo medico.

    GIOVANNI

    Vuol dire?

    GAMBELLA

    Se lei vorr darmi 1' aiuto della sua vo-lont.

    Martini 3

  • 34 RIDI, pagliaccio!.

    GIOVANNI

    La volont ! Ma quella proprio che mimanca !

    GAMBELLA

    Quello che dicono tutti i malati. La vo-lont nascosta ; ma c', in riserva. La tirifuori dunque. Lei deve voler vincere questasua tristezza. Vinta una volta, beli' e gua-rit9 ! Vede : di fronte al suo caso ci sono ideimedici che prendono il paziente, lo esilianodal mondo, lo chiudono in una camera albuio e gli predicano ripx)so... riposo... ripo-so... lo no; io le dico invece :

  • ATTO PRIMO 35

    ni psicologi e quindi dei meschinissimi psi-chiatri. Lei... si vede subito... lei non faniente: un signore che vive di rendita...Sa : il lusso di certe malattie, non se lo p>os-sono permettere che i signori... vero?

    GIOVANNI

    Consento... Dica...

    GAMBELLA

    Dunque, la sua cura una sola : met-tersi in condizioni di essere contagiato dallagioia degli altri. Ha capito?

    GIOVANNI

    Ho capito.

    GAMBELLA

    Lei stesso Y avr osservato pi volte. Alcontagio del riso non e' forza umana chesfugga. Ne ho avuta una prova sorprendenteproprio ieri sera. stato mai all' Eden diquesti giorni?

  • 36 RIDI, pagliaccio!.

    GIOVANNI

    {incuriosito, quasi trepidando. Da questopunto fino alla crisi di pianto, tutta questascena mette Giovanni in un crescendo di tre-pidazione) Mai : ma dica, dica... Dovessi dav-vero guarire : all' Eden?

    GAMBELLA

    Mai ! Benissimo, senta. Io le do una ri-cetta che le sembrer un poco strana. Maavr capito ormai che sono un medico ori-ginale.

    GIOVANNI

    (insistendo) Dica... Dica...

    GAMBELLA

    Dunque ascolti. Le segner delle pillole,ma quelle comincer a prenderle domani. Sta-sera intanto mi faccia il piacere di comprarsila sua brava poltrona all' Eden e di aspettaretranquillamente il prodigio di ilarit che iostesso le addito. Creda : una cosa miracolosa !

    {man mano che il professore parla, Gio-vanni Schiffi. impallidisce sempre di pi. Ora

  • ATTO PRIMO B7

    un momento per lui di cupo terrore. Il pro-fessore prosegue senza accorgersi di nulla)

    GAMBELLA

    Si tratta del terzo numero del program-ma : si tratta di due clown che si chianianosul manifesto Flik e Flok.

    {Giovanni Schijfi tace allibito. Pare cheun brivido di freddo lo scuota tutto) Che ha?Si sente male?

    GIOVANNI

    Nulla... nulla... dica...

    GAMBELLA

    Gi Flik e Flok. Ebbene, appena vedrcomparir fuori da una specie di botola la fi-gura buffssima di Flik, combinato come si sacombinare lui, gli fssi gli occhi addosso enon ne allontani lo sguardo finche non siascomparso : sprigiona tale comicit quella fi-gura ; tale un poema di risate ogni suo gestoche son sicuro domani lei torner da me adirmi : (( caro dottore, ho riso tutta la sera )).E se le riesce di ridere per una sera di se-

  • 38 RIDI, pagliaccio!.

    guito, la vittoria sui suoi nervi beli' e ot-tenuta : lei guarito. Ieri sera, le dico, il con-tagio delle risate fu tale che si sentivano scop-piare da un momento all' altro, improvvise,a catena, a ghirlanda, cos fragorose da fartremare i muri della sala. Non solo : ma lacomicit di Flik tanto profonda e persuasivache supera i limiti dello spettacolo. Quandosi esce dal teatro, quelle boccacce stravaganti,quegli scatti improvvisi, quei tentennamentidisperati idei testone rotondo in vetta al qualesi arrampica una minuscola bomba, tutte leidiozie che Flik ha detto e fatto sulle tavoledel palcoscenico, vivono ancora in lei cosche a tratti lei si sorprende a ridere solo senzaragione. Pensi che stanotte a un certo puntomi son svegliato di soprassalto e mi son tro-vato seduto sul letto che ridevo come un ra-gazzo... e sempre per Flik.

    (a queste parole, Giovanni Schiff che, alsentir pronunciare i nomi di Flik ^ Plok., ave-va piegato il capo in preda al cupo smarri-mento che precede le lacrime, scoppia in ungran pianto dirotto) '

    GAMBELLA

    E adesso? Che le prende, adesso? Sicalmi... Si calmi... [gli tocca il polso)

  • ATTO PRIMO 39

    GIOVANNI

    Ma che polso id' Egitto ! Il polso sano !Solo, lei senza accorgersene ha pronunciatola mia pi tremenda condanna.

    GAMBELLA

    Vuol dire?

    GIOVANNI

    Vuol dire che io non potr mai guardarein faccia quel Flik che lo ha tanto deliziatoieri Sfra, perch quel clown, caro professore,quel clown sono io, io in persona, io che sonvenuto qui a consultarla per questa mia pazzasmania di piangere...

    (a questa rivelazione il proj. Gambella ri-mane un attimo sorpreso; poi, fra se e se,toccandosi la barba)

    GAMBELLA

    E s che avevo indovinato la sua profes-sione !

    GIOVANNI

    Ella mi capisce che non mi era pwDssibile

  • 40 RIDI, pagliaccio!...

    rivelargliela prima io perch rischiavo di nonessere preso sul serio...

    {mentre Giovanni Schiff. si abbatte con latesta sui ginocchi in preda alla pi cupa dispe-razione, e il prof. Gambella con le mani neicapelli non si ria ancora dalla sorpresa, Fe-derico appare alla porta di sinistra : dietro^di lui Giorgio Strappa)

    Scena V.

    // professor Gambella - Giovanni Schijfi. -Giorgio Strappa - Federico.

    FEDERICO

    Professore, professore, la vedova Giabutti stata presa da uno dei suoi attacchi epilet-tici. Viene lei o le d io il solito bromuro?

    GIORGIO

    (sorridendo) Le abbiamo slacciato il bu-sto, professore. L' abbiamo distesa sullachaise longue ; ma batte i denti come seavesse un gran freddo... [accenna una risatache reprime).

  • ATTO PRIMO 41

    GAMBELLA

    Vengo io, vengo io... (e si accinge a se-guire Federico, mentre restano sulla scenaGiorgio Strappa e Giovanni Schijfi. Prima diuscire, a Giovanni Schijfi) Lei mi perdoni :fra qualche minuto sono di nuovo da lei...

    Scena VI.

    Giorgio Strappa - Giovanni Schijfi.

    {Appena il dottore uscito, Giorgio Strap-fji e Giovanni Schijfi si guardano in jacciaa lungo : sul viso di Giorgio si delinea unasmorfia di riso che egli subito reprime, sulviso di Giovanni una smorfia di pianto chereprime anche lui. Suona il campanello dellaporta. Si vede Federico attraversare la sala,venendo dalla porta di sinistra e uscendo dallaporta di destra; al suo passaggio GiovanniSchijfi lo jerma; poi, guardando l'orologio:)

    GIOVANNI

    (a Federico) Guardate; potrebbe essere

  • 42 RIDI, pagliaccio!.

    una signora che cerca di me, che doveva ve-nire a prendermi qui : fatela passare.

    {Federico esce)

    GIORGIO

    (a Giovanni Schijfi) Ebbene, che cosa leha detto?

    GIOVANNI

    Sto male, malissimo, caro signore. Civuole contagio di allegria, contagio di gioia ;ci vuole lei per me ! Del mio male so quantoprima di farmi visitare. So una cosa di pi :che il rimedio difficilissimo a trovarsi,inafferrabile, quasi. A meno che lei... v

    GIORGIO

    Se posso esserle utile, dica pure.

    GIOVANNI

    {decisaneente) Non pu guarirmi che lei.Lei deve essere la mia guarigione. {Riapparef eJ.'ricc che conduce Simonetta.

    Simonetta vestita con modesta ele-ganza; uno splendore di giovinezza con due

  • ATTO PRIMO 43

    occhi profondi, non ancora avvizzita dal bistroe dal carminio di cui serba leggermente letracce)

    Scena VII.

    Simonetta - Giorgio Strappa - GiovanniSchijfi.

    GIOVANNI

    (a Simonetta, dopo un affettuoso saluto)Puntualissima, cara. Ho potuto annunciareal domestico del professore con sicurezza cheeri tu. (presentando Giorgio Strappa allaaonna) Un signore che ride, beato lui, cheride quasi sempre... Lo conosco solo attra-verso questa sua qualit... Sai, conoscenzadell' anticamera di uno psichiatra.

    GIORGIO

    [prontamente intervenendo) Giorgio Strappa.

    GIOVANNI

    {presentandosi anche lui) Un po' in ri-tardo, vero. Giovanni Schiffi.

  • 44 RIDI, PAGLUCCIO!.

    (fa cenno di presentare Giorgio Strappaa Simonetta e al nome che non dice ma ac-cenna, aggiunge) L' ho definito : la mia gua-rigione. {Simonetta non intende) Simonetta, tispiegher poi, {presentando Simonetta a Gior-gio Strappa :) Simonetta, cantante italiana.

    GIORGIO

    {ja cenno di meraviglia e di letizia) Ah !

    GIOVANNI

    {continuando la presentazione) E a lei,signore, visto che oramai la considero comela mia guarigione vivente, bisogna che co/i-pleti la presentazione. Ella {accennando a Si-monetta) la consolatrice dolce della mia tri-stezza, r unico conforto di questa mia tre-menda vita.

    GIORGIO

    Ma io conoscevo e ammiravo gi la signo-rina... Canta all' Eden, vero?

    GIOVANNI

    S, il primo numero.

  • ATTO PRIMO 45

    SIMONETTA

    {correggendolo) dopo il riposo.

    GIORGIO

    {guardando attentamente e avido la don-na, a Giovanni Schijf :) E con questo amoredi creatura accanto, lei, lei ha il coraggio dipiangere ? . .

    .

    SIMONETTA

    Oh ! ma una crisi questa. Guarir cer-tamente Giovanni, (a Giovanni) Ebbene, ildottore ?

    GIOVANNI

    Quello che certo che se guarir, gua-rir senza medici. Questo il primo e 1' ul-timo che ho consultato, {verso la porta donde uscito il professore Gamhella) Beuh ! i me-dici ! {decisamente) Anzi, non lo aspetto nep-pure, {toglie dalla tasca una busta e la de-pone sulla tavola) Gli lascio qui il compensoche gli avevo preparato. Se lo merita se nonaltro perch ho trovato nel suo salotto {ac-cenna con la mano a Giorgio Strappa) la mia

  • 46 RIDI, pagliaccio!.

    guarigione vivente e parlante e ridente e mela porto via con me...

    {in questo momento Giorgio Strappasta squadrando dalla testa ai piedi Simonetta.A Giorgio Strappa) Dia retta : non lo consultineppure, quello l; si tenga le sue buone ri-sate, se le tenga care, e tutt' al pi, se pro-prio ne ha qualcuna in sovrabbondanza, siricordi di me, di questo povero mendicante digiocondit cui lei potr fare a quando a quan-do r elemosina d' una risata. Signor Strappa, una meravigliosa giornata di sole. Vuoleaccettare la mia proposfta? Vuole incomin-ciare a guarirmi? Vuol venire subito via connoi?

    GIORGIO

    {d un ultima occhiata a Simonetta) Ac-cetto e li seguo. Anzi, poich gi mi aspettala mia automobile...

    SIMONETTA

    {con viva curiosit) Ah ! sua quella bellamacchina che aspetta alla porta di casa?

    GIORGIO

    Nostra oggi, e grazie all' ispirazione del

  • ATTO PRIMO 47

    signore porter in campagna a godere questamattinata di primavera sperduta in mezzo al-l' inverno due pazzi Iche si sono incontratinella anticamera d' uno psichiatra e una bellasignora che potrebbe guarirli tutti e due.

    GIOVANNI

    (fa una brutta smorfia appena percepitada Giorgio Strappa)

    GIORGIO

    (a Giovanni Schiffi) Andiamo in campa-gna, non vero? Lei accetta di venire con lasua amica in campagna?...

    GIOVANNI

    {ancora con un impressione di orrore) Incampagna, in campagna, il pi lontano possi-bile da questo (ironicamente) tempio dellascienza ! Se accetto ! Ma io mi aggrappo alei come alla mia tavola di salvezza !

    {ora Giovanni Schiffi come preso dauna subita idea : corre allo specchio appesopresso la porta di sinistra e si guarda, Giorgio

  • 48 RIDI, pagliaccio!..

    Strappa e Simonetta parlano fra loro un po'discosti da lui)

    SIMONETTA

    Signor Strappa, lei era anche al mio de-butto?

    GIORGIO

    Non sono mancato mai... {Giovanni Schij-fi si Volta verso di loro) E che successo fuquella sera !

    SIMONETTA

    (a Giorgio Strappa) Specialmente quandocantai T Autunno

    .

    GIORGIO

    Un delirio a quella canzone ! (e accennagiocondissimamente al motivo di /' Au-tunno , sorride e segue la donna che ormai vicina alla porta di destra) Forse 1' Au-tunno. .

    .

  • ATTO PRIMO 49

    GIOVANNI

    (che stato attento all' ultima battuta diGiorgio Strappa, tornando a guardarsi... pro-segue con un tono junebre il motivo accen-nato da Giorgio Strappa)

    Ca me mantelle sta malincunia...

    (la parola a malincunia pronunciatae prolungata lamentosamente da GiovanniSchijfi con la bocca davanti allo specchio. MaGiorgio Strappa distoglie Giovanni da quelsuo contemplarsi e sospingendo lui e Simo-netta fuori della porta, esce con gli altri gri-

    dando)

    GIORGIO

    Andiamo: primavera, oggi!....

    TELA

    Martini

  • ATTO SECONDO

  • passato circa un mese dall' incontro di Giovanni Schiffi conGiorgio Strappa nel gabinetto del prof. Gambella.

    L'atto si svolge nel camerino di Simonetta sul palcoscenico del-

    l' Eden. Una porta in fondo d sul ballatoio sul quale si aprono i

    camerini degli altri artisti. Verso sinistra il camerino accomodato a

    stanza di toletta ; una specchiera nel mezzo e un paravento che na-

    sconde una specie di spogliatoio, una poltrona. Verso destra invece

    arredato in modo che possa apparire come un salottino dove la can-zonettista riceve gli ospiti. Nessuna eleganza, nessuna ricercatezza nel-

    r addobbo ; bastano una tavola centrale, qualche sedia, una poltrona.

    Alle pareti, ritratti di comici e di canzonettiste. Separata dalle altre

    immagini, in un cantuccio che la fa quasi da nicchia, un'immagine della

    Madonna.

    Corbeilles di fiori ovunque invadono e soffocano il camerino di

    Simonetta ; sulla tavola sono anche scatole di doni. Quando s' alza latela, Giacinta, la vecchia cameriera di Simonetta, ai suoi tempi gi

    stella di caff concerto, le sta appuntando una veste di seta nera non

    molto corta e con una scollatura molto corretta.

    Scena I.

    {Giacinta, una donna sulla cinquantina, vestita con un cattivo gusto chiassoso che stri-de con la elegante semplicit bonaria delVa-hito di Simonetta. Ella porta ancora sullelabbra e sugli occhi le traccie del bistro e del

  • 54 RIDI, pagliaccio!...

    lapis che, per quanto da molto tempo lon-tana dalla scena, non ha saputo ancora inte-ramente dimenticare).

    GIACINTA

    {guardando Simonetta sul viso e prenden-do dalla toletta un lapis) Un altro poco dinero sugli occhi... {le passa leggermente illapis sulle ciglia) Capisci che perch gli occhiabbiano tutto il loro splendore occorre chebrillino su uno sfondo nero. E questo {accen-nando al lapis) proprio il nero che ci vuoleper i tuoi occhi : un bel nero vellutato.

    SIMONETTA

    Me ne metti troppo, Giacinta...

    GIACINTA

    {insistendo) Ma scusa, cara : se tu vai daun gioielliere a comprare dei brillanti, il gio-ielliere non te li mostra mica su un pezzo divetro o su una tovaglia : te li mostra su unpezzo di velluto. E il nero che io ti do alleciglia e sopracciglia come il velluto su cuitu mostri ai tuoi adoratori questi occhi che

  • ATTO SECONDO 56

    splendono... {guardandola bene in jaccia) Seiun amore ! toh ! (e le d un bacio)

    {bussano alla porta. Giacinta va ad apri-re; un servo di scena porta altri fiori. Gia-cinta li dispone vicinissimi alla toletta. Men-tre Simonetta al vedersi cos circondata di fioriha come uno scatto di gioia puerile, Giacintascrolla il capo)

    GIACINTA

    {quasi fra se) E pensare che coi quattrinispesi dal fioraio iper te, ti si poteva mobiliareuna casa. Che pazzie fai fare alla gente ! {aSimonetta) C un teatro pieno zeppo per laserata in ono-re di Simonetta, cantante ita^-liana. Scommetti che stasera a Lily Blanchet-te scoppia l'itterizia... Avr un bel da farea mostrare le gambe e a scollarsi in quelmodo. Ma la voce? La voce, dove ce 1' haquella? In cantina... Vecchia , cara Simo-netta, e quando' si vecchi bisogna smet-terlo, questo mestiere... Io 1' ho saputo smet-tere a tempo, vedi?

    {sdraiandosi sulla poltrona) Io mi sono in-forcata un bel paio di occhiali perch, none' che dire, tutto quel nero che ci mettiamoaddosso da ragazze ci fa vedere buio presto,mi sono seduta sulla poltrona, sulla tua ipol-

  • 56 RIDI, pagliaccio!.

    trona e mi diverto a dar consigli alla sven-tatissima Simonetta... Almeno m' ascoltas-se!... Ne faresti di corbellerie, Simonetta,senza di me... Ma per tua buona sorte, Gia-cinta qua, e quando Giacinta da dietro gliocchiali vede passare la fortuna di Simonetta,quella che si vede solo quando si vecchiee si ix)rtano gli occhiali, Giacinta impedisceche la signorina collegiale se la lasci sfug-gire...

    SIMONETTA

    Ma... Forse io non ero nata per questomestiere...

    {ancora bussano alla porta; una voce eso-tica che esagera V r chiede da juori)

    LA VOCE DI LILY BLANCHETTE

    Permesso?

    GIACINTA

    {che ha riconosciuta dalla voce V eccen-trica) Ma chi, lei?... E ha il coraggio di ve-nire qua dentro dopo tutti i pettegolezzi cheva facendo sul conto tuo?

  • ATTO SECONDO 57

    SIMONETTA

    {bonaria e dolce a Giacinta) Per carit,Giacinta. Non vi prendete a capelli... lascia-la vivere... povera diavola...

    GIACINTA

    {obbedisce e apre)

    Scena II.

    Lily Blanchette - Simonetta - Giacinta.

    {Lily Blanchette, V eccentrica francese, esageratamente scollata; porta un gonnellinocos corto che lascia Vedere le gambe finooltre il ginocchio, parla con un accento eso-tico, esagerando V r. Pi che camminare,sgambetta, come se fosse sulla scena. Du-rante tutta questa scena Giacinta la quale sof-fre a reprimere V antipatia che ha per LilyBlanchette, la sfoga a tratti parodiando in si-lenzio gli atteggiamenti dell' eccentrica).

  • 58 RIDI, pagliaccio!...

    LILY

    {avvolgendo in un colpo d'occhio ambi-guo la figura di Simonetta, con un tono traironico e lezioso) Veramente elegante ! Io lacapisco, sai, la malizia di vestirsi come unaeducanda filodrammatica. Sei deliziosa ! {unasmorfia di Giacinta) Posso chiederti un fa-vore, cara?...

    {altra smorfia di Giacinta come per dire :me lo immaginavo)

    SIMONETTA

    Figurati, se jx)sso...

    LILY

    Sei cos gentile camarade, tu... Ecco...volevo mettere sui capelli quella piuma lungache porti sul cappello celeste. Puoi prestar-mela questa sera?

    SIMONETTA

    Subito, cara... {a Giacinta) Guarda, Gia-cinta ; deve essere l nello spogliatoio. Vaitu, Giacinta.

  • ATTO SECONDO 59

    GIACINTA

    {va a staccare dal cappello di Simonettala piuma che consegna a Lily Blanchette.Lily se la prova subito davanti allo specchiodi Simonetta; poi)

    LILY

    Una meraviglia...

    GIACINTA

    (a Simonetta, in modo che Lily non l'oda)Trova che sta meglio sui suoi capelli chesul tuo cappello.

    {Lily bacia Simonetta, poi, mentre Gia-cinta guardando la piuma scrolla il capo, s'av-via e ja un cenno di addio).

    LILY

    Grazie, tesoro, e auguri...{mentre sta per uscire, Lily s' imbatte

    nello stesso servo di scena che dianzi ha por-tato i fiori e che ora reca un astuccio. Ac-cenna a Giacinta V uomo che porta l'astuccioe come Giacinta lo ha preso dalle mani del

  • 60 RIDI, pagliaccio!...

    servo di scena si allontana non senza primaaver lanciato dalla porta un altro bacio a Si-monetta e jatto con le mani tutte imbrillan-tate di jalse gemme il gesto dell'applauso).

    Scena III.

    Giacinta e Simonetta.

    GIACINTA

    (ritorna accanto a Simonetta recando inmano V astuccio e mormorando) Se n' an-data, grazie a Dio... Ma quella piuma, miacara Simonetta, prende il volo... (soppesandoV astuccio) Chi sar?... Un principe... Unduca... Giuro che un signore dell'aristo-crazia... E che c' dentro, l'indovino... Unanello. Non pu esserci che un anello.

    SIMONETTA

    (con una semplice quasi puerile curiosit)Chi lo manda?

  • ATTO SECONDO 61

    SIMONETTA

    C un biglietto sull' astuccio...

    SIMONETTA

    (corre a leggerlo e dice) Giorgio Strappa.

    GIACINTA

    Ah ! lui... {apre V astuccio : a Simonetta :)Un fermaglio! Che bellezza, guarda... {conintimit affettuosa a Simonetta) Ebbene, Si-monetta, permetti che la tua vecchia Giacin-ta ti parli un poco di lui. {corre alla porta dijondo... V apre : si sente uno scroscio di ri-sate : richiude : poi) il momento buono.Flik gi in scena, {si sporge di nuovo, poirientrando) Sta facendo la solita storia delguanto : mette due dita insieme, poi s disperae piange e urla perch dice che ha perdutoun dito. Ha sempre un successone Flik conquella scempiaggine. Hai inteso come ridevala gente? Dunque ora che Flik non pu ve-nire in camerino, ascoltami un poco, {accennaall'astuccio) Ragioniamo con calma di lui. Si-monetta, io ho parlato ieri con Giorgio Strap-pa. Quello un milionario. Tu sei una bella

  • 62 RIDI, pagliaccio!.

    ragazza, vero. Ma bada ; anche per la gentedel nostro mondo, la fortuna non viene cheuna volta sola. E se quella volta te la lascisfuggire, addio, non la riacchiappi pi. Ora,commetteresti un vero delitto a rinnegare lafortuna. Se sapessi come innamorato ! M'haripetuto chiaramente che non ti lascia a qua-lunque costo : ti vuole con se, capisci. de-ciso a tutto. Intanto ti porta subito via dalcirco ; ti porta in un' altra citt. Tu te ne vaia Roma, te ne vai a Milano... Lui ti mette sur appartamento. Incominci a fare la vita dellasignora... eppoi col tempo... chiss forse... imilionari sono cos capricciosi e quello tantoinnamorato... chiss che non ti sposi...

    SIMONETTA

    E lui, Giovanni? Ma non 1' hai velduto tuin questi giorni? Ma non capisci che se mene vado, 1' ammazzo... tanto malato, po-vero Giovanni ! Lo dovrei lasciare cos?

    GIACINTA

    Io non mi spiego il tuo attaccamento p>erquel pagliaccio. Almeno fosse il tuo amante,lo capirei...

  • ATTO SECONDO 63

    SIMONETTA

    Ma lui ha bisogno di me, per vivere, ca-pisci. Io io sento; nelle sue condizioni, se io

    me ne vado, s'ammazza...

    GIACINTA

    Ma che s'ammazza, sentimentalona ! . .

    .

    s' ammazza un buffone? come dire cher acqua prende fuoco. Tu rovini te stessa perlui : tu distruggi per lui il tuo avvenire, ca-pisci

    ;per un pagliaccio, che quando tu te

    ne sarai andata, far ridere la gente pii diprima. Simonetta, ma l'hai veduto mai quan-to brutto l'uomo che ami?...

    {Giacinta trascina Simonetta quasi nolentealla porta di fondo, l'apre, in modo che siscorgano la ringhiera del ballatoio e le quinte;poi appoggiata all'un spigolo della porta dicea Simonetta che protende la testa verso il pal-co-scenico, mentre scrosci di risa interrom-pono a tratti la sua parola)

    Guardalo, il tuo amore sentimentale. Lovedi? Lo vedi con quel tubino in cima allatesta, con quel naso da ubriacone, con queidue enormi piedi... guardalo quanto buffoadesso che Flok lo tira su prendendolo per le

  • 64 RIDI, pagliaccio!...

    braghe e lo depone come uno straccio sullatavola... Guarda...

    SIMONETTA

    ( rimasta come intontita a guardare Flih)

    GIACINTA

    {concludendo) Flik non si ammazza, te logarantisco io...

    SIMONETTA

    Flik, no : ma il povero Giovanni, che nonha che me nella vita...

    GIACINTA

    In verit, non ti capisco. Bisogna propriodire che quel funerale t'abbia stregato e chetu preferisca morire di fame fra queste teledi ragno che non vivere da signora come po-tresti.

    {giunge dal di fuori il suono di un cake-walk. Vedendo Sim.onetta come sopra pen-siero e abbattuta :)

    E ora, allegra ! 1 clown sono rientrati e

  • ATTO SECONDO 65

    ha gi attaccato ' orchestrina. Su allegra !Vado ad applaudirti dalla galleria. Una se-rata come questa non me la perdo davvero...{esce).

    Scena IV.

    Simonetta - Giovanni.

    {ora Sinonetta rimasta sola. Si vede daimille gesti irresoluti che compie che ella inpreda a un inquietudine che non sa domi-nare. Ecco : ella si sdraia sulla poltrona dopoaver aperta la porta del camerino in modo cheil ballabile dell' orchestrina culli i sogni chela canzonettista sgrana a volute di fumo nel-V aria so^ocata dall' odore dei fiori; ora spe-gne la sigaretta e la getta via e corre conuna vivacit puerile allo specchio per darsir ultima passata di cipria alla faccia e allagola.

    Mentre ella ferma davanti allo spec-chio, entra dalla porta pi vicina alla ribaltaGiovanni Schiffi. in costume di pagliaccio,ma senza trucco, col suo viso umano; pal-lidissimo; gli trema la voce)

    Martini 5

  • 66 RIDI, pagliaccio!...

    GIOVANNISimonetta.

    SIMONETTA

    {volgendosi di colpo) Giovanni. Che haifatto? Sei tutto pallido... tremi...

    GIOVANNI

    {irruente, senza attendere che la donna ag-giunga pi una parola) Simonetta, risipondi :tu mi lasci, tu te ne vai... {le afferra le mani)Quando? Dimmi, quando?

    SIMONETTA

    Lasciarti io? Ma chi t' ha detto questo?

    GIOVANNI

    Tu.

    SIMONETTA

    Io? Impcizzisci, Giovanni.

  • ATTO SECONDO 67

    GIOVANNI

    No : ipazzo, no : io non sono pazzo. Soche un male tremendo mi divora qui den-tro, un male che mi condurr o alla pazzia oalla morte e che spietatamente crudele per-ch mentre mi trascina o alla morte o alla paz-zia, mi moltiplica gli occhi, capisci, perchio mi veda impazzire o morire. Con questicento occhi che il male mi ha aperto io vedotutto, Simonetta, anche quello che gli altrinon vedono, anche quello che non dici, quelloche pensi appena... Mi capisci, Simonetta?L' aria intorno alla mia testa un libro aper-to, e io lo sfoglio, questo libro con i miei occhimoltiplicati dal male e leggo e so. In que-sto momento, Simonetta, io so che restersolo... Solo, capisci, Simonetta: e non m'venuto questo sospetto quando ho incontratoGiorgio Strappa che asipetta con i suoi amiciqui sotto per venirsi a prendere i tuoi sorrisi.No ; non per questo : sei stata tu, Simonetta,a dirmela l'atroce verit, poc'anzi, mentre iofacevo il buffone su quelle tavole e la gentesi smascellava dalle risate. Tu eri l sopra,{accenna al ballatoio) ti sporgevi verso di me,mi guardavi...

    Oh ! quanto male m' ha fatto vederti cu-riosare le buffonate di Flik ! Avrei dovuto non

  • 68 RIDI, pagliaccio!.

    accorgermi : ma che colpa ne ho io? Mi dove-vano buttare un cappuccio dall'alto e io do-vevo pur alzare gli occhi per infilarci latesta... E cos ho visto; ho visto che questasera hai spezzato la tua promessa di quandoincominciasti a voler bene a Giovanni. (( Nonguarder pi Flik dicesti (( sar la consola-trice di Giovanni che soffre . Ora perch haivoluto rivederlo, quel maledetto Flik? chiaro. Perch tu mi lasci e tu che sei unabuona figliola hai voluto seppellire 1' uomoche piange e si tormenta e che non avrestiosato abbandonare, nel buffone che puoi la-sciare solo, perch il buffone non soffre. 11bufiFone ride.

    SIMONETTA

    Fantastichi, Giovanni !

    GIOVANNI

    {in preda alla sua morbosa esaltazione)Simonetta, confessa che anche tu hai riso dime questa sera, che anche tu ti sei allontanatada Giovanni cos che mescolata al mio pub-blico hai potuto ridere di Flik. vero?... Se cos, io non ti tratterr nemmeno. Chi cheti porta via? Giorgio Strappa? E va, seguilo,

  • ATTO SECONDO 69

    il tuo milionario... lo non ho pi il diritto disporcare di lagrime la tua giovinezza. Va,seguilo, il tuo destino, {scoppia in un piantosinghiozzato come quello dei fanciulli. Ap-pare il servo di scena all' uscio per dove entrato Giovanni).

    Scena V.

    Simonetta - Giovanni SchifiIl servo di scena.

    SERVO

    Possiamo andare, Signorina?

    SIMONETTA

    (a Giovanni) Giovanni, tocca a me.{prima di uscire) Non ti tormentare, cos :queste sono fantasie di malato. Simonetta ancora per te...

    GIOVANNI

    {le afferra una mano, la trattiene un at-

    timo, poi prende una rosa di seta che ri-

  • 70 RIDI, pagliaccio!...

    masta sulla sedia vicina alla toletta, le simette in ginocchio davanti; le appunta ilfiore finto alla cintura mormorandole)

    Ti sta bene.. Va...(e segue con lo sguardo quasi smarrito nel

    vuoto la donna che passando avanti alla Ma-donna si fa il segno della croce e jugge viaa cantare).

    Scena VI.

    Giovanni e Flol^.

    GIOVANNI

    { rimasto abbandonato su la poltrona nelcamerino di Simonetta. ancora tutto presodal suo cupo sgomento. Dalla porta dallaquale uscita Simonetta entra Flo\, anchelui in abito di pagliaccio, ma ancora comple-tamente truccato).

    FLOK

    venuta Simonetta a bussare al mio ca-merino, Flik. M' ha gettato dalla porta due

  • ATTO SECONDO 71

    parole vai da Flik che sta su da me )> ed scappata via... Che succede, Flik?

    GIOVANNI

    {ansioso) Flik ha detto o Giovanni?

    FLOK

    Flik ha detto : eh per Dio ! parlava di te...Era tutta turbata... Che succede?

    GIOVANNI

    Succede... succede che me la portano viae io resto solo.

    FLOK

    {gli si siede accanto, gli prende amorevol-mente una mano) Ancora questo non ac-caduto. Soltanto tu che attraversi una crisihai scambiato per la realt quello che sem-plicemente un pericolo contro cui combatte-remo insieme. Flik, credi all'amicizia del tuovecchio Flok?

  • 72 RIDI, pagliaccio!...

    GIOVANNI

    Credo a te, mio buon Flok : Ma che vuoifare? vuoi sbarrare la strada col tuo pugnaledi cartone a chi me la ruba?

    FLOK

    Non questo : ma posso parlare a Simo-netta : posso persuaderla anche...

    GIOVANNI

    Persuaderla? Le parole non persuadonomai. Non e' che la vita che persuada. leiche me la ruba : la vita. Capisci, Flok ; nonsi pu lottare neppure ; non ci sono due uo-mini che si disputino una donna questa voltae che prima di farsela portare via sono di-sposti a strapparsi il cuore con le unghie. Nonsono due uomini ; c' da una parte un pa-gliaccio, c' dall'altra la vita...

    {si sente rumori di passi sul ballatoio.Qualcuno si fermato avanti alla porta delcamerino. Giovanni che gi in preda allasua folle esaltazione quasi barcolla atterrito;poi urla).

  • ATTO SECONDO 73

    GIOVANNI

    Chi ? {poi con un singhiozzo nella vocea Flok) la vita che vuole entrare, la vitache ride e me la trascina via ridendo... Flok,apriamo le porte alla vita che ride...

    {Appena Giovanni Schifi ha aperto laporta del camerino, appare sulla soglia Gior-gio Strappa; sulla bocca di Giorgio, appena idue uomini si trovano di fronte, si delinea ilghigno amaro del riso spastico, ma d'un su-bito questo si attenua e il gorgoglio della ri-sata si smorza in un sorriso quasi umano.Giovanni Schijfi sorprende questo mutamento,e un'espressione di terrore gli invade il volto.I due si guardano un momento taciti e im-moti).

    Scena VI.

    Giovanni Schifi - Giorgio Strappa - lo\.

    GIORGIO

    Posso anch'io aspettare Simonetta qui conlei, signor Schiffi? Quando Simonetta tor-ner, trover primi a festeggiarla i suoi duemalati...

  • 74 RIDI, pagliaccio!...

    GIOVANNI

    Se pu !... Tanto pi, signor Strappa, chei due malati hanno qualche cosa da dirsir un r altro...

    FLOK

    Vi lascio dunque soli. Torner dopo conSimonetta (esce).

    Scena Vili.

    Giovanni Schijfi. - Giorgio Strappa.

    GIORGIO

    {affabilmente a Giovanni) Come va dun-que, Schiffi? Stasera stato inesauribile...Ma di dove le cava lei, mi dica un po', lesue mille trovate?

    lo lo guardavo stasera e pensavo : Fliksta guarendo, perch, via, impossibile cheun malato come lui superi tanto se stesso, an-nulli il suo male fino al punto di sprigionaredalla sua malinconia tanta ilarit. Lei non sene accorge, scommetto : ma sa che stato

  • ATTO SECONDO 75

    semplicemente prodigioso questa sera? C stato poi un momento, quando aspettava d'in-filare la testa in quel cappuccio da mago...un momento in cui lei si fermato a guardareun punto nell'aria... Flok gli ha bussatosulle spalle urlando : che fai, Flik? E leidi colpo : (( Niente ! spuntata la luna, quel-l'aborto di mondo che si chiama la luna... ))Oh ! la sua faccia in quel momento ! Un in-sieme cos imprevisto di macabro e di sghi-gnazzante che il pubblico, ha veduto? scattato in piedi... Oh il pallore di quellafaccia ! Pareva che l'avesse veramente strofi-nata su una luna dipinta... Ah ! Ah !...

    {Giorgio Strappa, abbozza un' altra dellesue solite risate che di nuovo gli si spezzanella gola e gli si attenua in un sorriso umano.Giovanni se ne accorge, impallidisce, trema,come se avesse avuto una subita rivelazione,poi, afferrate le mani di Giorgio Strappa, fissigli occhi negli occhi, gli urla) :

    GIOVANNI

    No, no, no, signor Strappa. Non questala risata d'allora, questa un'altra; vede?Le si spezza, le si spegne nella gola... E saperch? Perch lei guarisce...

  • 76 RIDI, pagliaccio!...

    (questa ultima a^ermazione solca di stra-zio senza sfogo le parole di Giovanni Schiffi).

    Lei non se n' forse accorto ? Ma io s; iovedo. Gi due volte da quando qui, la suarisata di malato gli si attenuata a poco apoco in un sorriso umano. una tremendarivelazione per me : ma d'altronde. . . era fa-tale... {in preda a un profondo abbattimento)Quando nell' anticamera dello psichiatra ab-biamo chiesto a Simonetta che ci guarissetutti e due, ho giuocato una brutta partita...forse, r ho persa... L' ho perduta? dica,Strappa ; mi parli con la pi atroce fran-chezza. L' ho perduta?

    GIORGIO

    Schif, le domando di credere a una solaverit

    ;quello che accade uno scherzo bef-

    fardo del destino ; la mia volont estraneaa tutto questo. Io non tento di negarle nulla :le dico solo che in fondo a questo mio follee improvviso amore non e' il desiderio diuna banale avventura, ma una necessit divita o di morte. Ero un malato come lei : oggisento che vivo, che vivo pienamente solo inquanto amo Simonetta..

  • ATTO SECONDO 77

    GIOVANNI

    Cos che se un improvviso moto di pietriavvicinasse a me la mia consolatrice, signorStrappa, se lei se la vedesse riportar via daun mio singhiozzo, uno di quelli che hosempre qui nella gola, da uno dei tanti cheil male mi aggroviglia qua dentro?...

    GIORGIO

    {atterrito) Sarei di nuovo perduto ! {gi ilconvulso lo riprende) rivedrei l'amaro ghignosulla bocca. Ecco : basta che io pensi a que-sto : perdere Simonetta! E sente, sente...la sghignazzata beffarda? {dal fondo dellagola di Giorgio Strappa sale a poco a pocoil gorgoglio del riso che si effonde nella pienatragica risata del primo atto; lunga pausa).

    Ha veduto? riprecipito nel baratro... Co-me allora! Basta il solo pensiero...

    {si sente che Giorgio Strappa di nuovoin preda al suo male; un'altra risata di lui chescoppia improvvisa cos piena di strazio chelo stesso Giovanni ne prova piet; ma il maleora assale anche il pagliaccio e alla risata diGiorgio risponde l'abbandonato, pieno, dila-gante singhiozzo di Giovanni. Pausa).

  • 78 rdi, pagliaccio!.

    GIORGIO

    {con un cupo terrore nella Voce) Una ri-sata e un singhiozzo... E in fondo all'una eall'altra, la morte !

    GIOVANNI

    vero. Strappa. Simonetta porta chiusanella sua mano la sorte dell'uno e dell'altro.Siamo due naufraghi attaccati a una sola ta-vola di salvezza...

    GIORGIO

    Schiffi, noi chiederemo questa sera stessaa Simonetta che pronunci la nostra sentenza :vuole? Messi come siamo l'uno di fronte al-l'altro, ci conviene trattarci con la pi crudelesincerit. Basta un gesto, basta una parola,

    un nulla che Simonetta faccia e avremo lettoil nostro destino. Ne noi esasi>eremo il nostromale per mutarlo, questo destino, (grave) Si-monetta non udr una mia sola risata, sta-sera...

    GIOVANNI

    (tragico) Simonetta non udr stasera unmio solo singhiozzo.

  • ATTO SECONDO 79

    Scena Vili.

    Detti - Poi Lily Blanchette - Flok - Sauna,Malvesi - Un ragazzo che porta una cestacon bottiglie di champagne e dolci.

    SANNA

    (a Lily Blanchette che fra lui e Malvesi)In onore di Simonetta {al ragazzo) lascia qui.

    LILY

    Finalmente ! C qualcuno che ha dellebuone idee a questo mondo. Fiori e cham-pagne ! Quello che ci vuole nel camerino diuna canzonettista. A chi si deve 1' idea? ASauna, o Malvesi?

    MALVESI

    A Giorgio Strappa !

    GIORGIO

    Ho pensato che non si poteva coronaremeglio il successo di Simonetta (a Malvesi e

  • 80 RIDI, pagliaccio!...

    a Sanno). E ora aiutatemi a imbandire la ta-vola : che quando Simonetta entri trovi tuttoin ordine. E il primo bicchiere ricolmo sia perlei...

    GIOVANNI

    {facendosi forza per essere padrone di sestesso e avanzandosi con Flol^) Volete lasciarea noi che siamo un po' di casa questo pia-cere? Facciamo noi, Flok.

    {Sanna e Malvesi, visto che GiovanniSchifi e Flo\ si avvicinano alla tavola perprepararla, si ritraggono attorno a Lily Blan-chette che sdraiata su la poltrona ha accesouna sigaretta e ha accavallato le gambe in unmodo procace).

    LILY

    Vedete... Chez nous... Questa la fined'ogni serata. A Parigi, a Bordeaux, a Mar-siglia ogni camerino di canzonettista idopo lospettacolo diventa un convegno di amici e diamiche : e si beve, e si ride e si balla... Non come da voi, chez nous... {pausa) Deveaver quasi finito Simonetta...

    {Lily Blanchette si alza, corre alla porta

    di fondo, l'apre e si sporge sul ballatoio per

  • ATTO SECONDO 81

    Vedere a che punto sia Simonetta. Aperta laporta, si ode il ritornello dei a Milioni d'Ar-lecchino )) o di un'altra canzone da ca0 con-certo; a Giovanni Schijf e a Flok)-

    LILY

    Presto, presto. 1' ultima canzonetta.Siete due grilli sul palcoscenico, e qui, nelcamerino di Simonetta, due tartarughe.

    GIOVANNI

    {sosta un attimo con gli occhi,fissi nel vuotoad ascoltare il ritornello che ora giunge dallaporta aperta; poi a Flok')

    I miei milioni, tutta la mia ricchezza chese ne va... {ora egli gira con V estraneit d' unallucinato attorno alla tavola, recando sullebraccia un vassoio ricolmo di dolciumi - AFlo\) Qual' il posto di Simonetta?

    FLOK

    A capo tavola, naturalmente.Martini

  • 82 RIDI, pagliaccio!...

    GIOVANNI

    (con un gesto dolorosamente comico va adeporre il vassoio colmo di dolci a capo ta-vola... poi si ferma a guardare Flo^ come perdomandargli se vada bene cos. Flol^ non osaneppure guardarlo in faccia, crolla la testa.Ma Lily Blanchette che ha seguito il gesto diGiovanni Schiffi, gli grida...)

    LILY

    Che fate, Flik? Non l, non l.. Quello il posto di Simonetta. 1 dolci vanno nel.mezzo. Sono per tutti.

    (Giovanni Schiffi la guarda attonito. Nonrisponde. Flo\ intanto ha messo piatti e bic-chieri ai vari posti. Ma la tavola ancorasquallida e nuda).

    E i fiori? Come si vede che quella tavola stata preparata da mani maschili ! . . . {Ellasi alza, strappa fiori e corolle disordinata-

    mente dalle corbeilles e li sparge sulla tavola.Giovanni Schiffi la segue come un ebete, nonsapendo quel che si faccia, strappa con lemani nervose una gran bracciata di corolle ene ricopre letteralmente il piatto e il posto di

    Simonetta. Sembra che egli faccia questo inpreda a una subita giocondit).

  • ATTO SECONDO 83

    LILY

    (a Giovanni Schifi) Sempre buffonate...Che v' ha preso adesso? Come volete chemangi e beva la povera Simonetta se le riem-pite di rose il piatto e il bicchiere?... Nonsiamo pi sul palcoscenico, Flik !

    (si sente uno scroscio di applausi. GiorgioStrappa apre la prima bottiglia di champagne.Appare sulla porta di fondo Simonetta seguitada Giacinta. Simonetta si getta stanca sullapoltrona dov' era poc anzi Lily Blanchette).

    Scena IX.

    Simonetta - Giacinta e detti.

    {Simonetta guarda un attimo GiovanniSchijfi, ma questi non osa rivolgere V occhioverso di lei, allora Flo^ s' avvicina a Gio-vanni e gli mormora :)

    FLOK

    Flik, Simonetta ti guarda.

  • 84 RIDI, pagliaccio!.

    GIOVANNI

    {di scatto a Flo^) Non vero... {alludendoai fiori di cui ha ricoperto il suo posto) V hoseppellita...

    SIMONETTA

    {presa dalla necessit di non vedere, di di-strarsi, a Giorgio Strappa e agli altri) Muoiodi sete... Datemi da bere...

    GIORGIO

    (a Simonetta, che ancora sulla poltrona)Non restate l, Simonetta, Venite con noi.{riempie di champagne il bicchiere dopo aver-lo vuotato delle foglie di rosa che GiovanniSchijfi vi aveva gettato. Simonetta esita adalzarsi).

    LILY

    {prendendo Simonetta per un braccio eavviandosi con lei alla tavola imbandita)Vieni con noi, su via...

    {Ora Simonetta seduta al suo posto. Havicino Giacinta e Malvesi. Tra Malvesi e

  • ATTO SECONDO 85

    Sanna si seduta Lily Blanchette . GiorgioStrappa di jronte a Simonetta. GiovanniSchijfi e Flok sono ancora in piedi da lato.Giorgio Strappa porge il bicchiere che ha gicolmato a Simonetta, la quale beve con unainsaziabile avidit)

    MALVESI

    {alzando la coppa) Io bevo al successodella resina della canzonetta...

    GIORGIO

    Ha cantato infatti stasera con un senti-mento cos accorato che portava via 1' anima.{vedendo che Giovanni Schijfi e Flo\ sonoancora lontani) Solo vorrei che i suoi com-pagni di palcoscenico la festeggiassero connoi...

    {Flo\ sospinge Giovanni Schijfi. Entrambisi avvicinano alla tavola. Giorgio Strappa pr--tende verso di loro la bottiglia) Qua i bic-chieri !

    {i due pagliacci porgono il bicchiere men-tre Sanna e Malvesi si incaricano di colmarequelli di Lily Blanchette, di Giacinta, e diSimonetta)

  • 86 RIDI, pagliaccio!...

    GIOVANNI

    {alzando il bicchiere e sottolineando le pa-role) Alla felicit di Simonetta !

    {tutti applaudono senza che nessuno in-tenda il valore delle parole del clown)

    LILY

    {a Simonetta che la parola di GiovanniSchijfi ha quasi impietrita) E tu non gustiquesti bombons? Sono squisiti... {dal vassoioche nel centro della tavola ella versa apiene mani cioccolatini e homhons nel piattodi Simonetta. Simonetta ne tocca appena uno,ma distratta, ormai senza accorgersi di quelloche ja. Si vede che il suo pensiero altrove).

    GIACINTA

    {sottovoce a Simonetta) Simonetta, sii unpo' pi gentile col signor Strappa. lui cheti ha preparato tutto questo.

    MALVESI

    (a Lily Blanchette) Che cosa bisogna fareper svegliare quella ragazza? Guardate : qui

  • ATTO SECONDO 87

    tutti pensano a lei, e lei sembra che non cisia, sembra altrove... anche scortese que-sto. Almeno fatela bere, Blanchette. (le con-segna la bottiglia aperta di champagne) Sisvegliasse un poco ! . .

    .

    {Lily Blanchette versa ancora vino nel bic-chiere di Simonetta)

    LILY

    (a Simonetta) Bevi, cara, bevi... (Simo-netta sempre come un' automa accosta labocca alla coppa ricolma)

    (Lily Blanchette che comincia ad esserein preda all' ebbrezza, strappa quanti pifiori pu contenere la sua mano e li getta sulpetto, sulle mani, sulla testa di Simonetta,gridando)

    LILY

    Ve la sveglio io, adesso... Fiori, fiori dap-pertutto, intorno a Simonetta.

    (la frenesia di Lily Blanchette ora si con-tagia a tutti. A poco a poco anche GiovanniSchiff e Flo\ sono trascinati in quella riddafloreale e gettano fiori anche loro; solo, atratti, Giovanni Schijfi. si ferma; con le mani

  • 88 RIDI, pagliaccio!...

    sembra diradare i petali che la battaglia difiori getta anche attorno a lui e fissa un puntonel vuoto, senza parlare. Simonetta tuttasmagata dalla jesta che le fanno attorno. Avolte, s' immobilizza anche lei; a volte si ab-bandona a una subita giocondit. GiorgioStrappa le va vicino e o0rendole una siga-retta dal portasigarette d' oro, le chiede)

    GIORGIO

    Una sigaretta?{Simonetta prende con una mano tremante

    la sigaretta, lascia che gliela accendano e labattaglia di fiori continua ininterrotta intornoa lei)

    GIOVANNI

    {a Flok) Flok, me l'ubriacano di champa-gne, di fiori, di fumo, {accennando agli occhidi Simonetta) Gieli hai veduti mai quegliocchi, a Simonetta, tu?

    FLOK

    Le fanno festa. Ha cantato cos divina-mente, povera Simonetta...

  • ATTO SECONDO 89

    MALVESI

    Io prQpongo che un bicchiere di champa-gne lo beviamo anche alla salute di GiorgioStrappa che ci ha procurato la gioia di questaserata.

    GIORGIO

    E che ho fatto io?... {accennando Simo-netta) lei che dovete festeggiare. E se ioho fatto qualche cosa per la nostra Simonettanon e' che lei che possa dimostrarmi se l'hagradito.

    {viva curiosit di tutti. Giovanni Schiffi. siprotende verso Giorgio Strappa come se nellasua parola dovesse esser chiusa una sentenzadi vita o di morte per lui)

    Io chiedo a Simonetta che mi regali quelritrattino che ha sulla toilette e dove portar abito che porta questa sera.

    LILY

    {scoppiando in una risata, a Malvesi) In-namorato cotto ! Com' italiano tutto que-sto !....

    {Simonetta rimasta sconcertata dalla do-manda, Giacinta da vicino le suggerisce)

  • 90 RIDI, pagliaccio!...

    GIACINTA

    (sottovoce alla ragazza) Che fai? Giorgioaspetta. come un s che tu dici. Confortalo.Passa la fortuna, Simonetta, acciuffala.

    (ora Simonetta, come presa da una subitasete, riaccosta le labbra al bicchiere. Poi sialza, e lentamente, che lo campagne le rendeil passo malcerto, si avvicina alla toletta,prende il ritratto che gli stato richiesto esenza guardare in faccia Giorgio Strappa glielo porge.

    Giorgio Strappa non parla; il viso gli sfavilladi gioia. In questo momento tremante e pal-lidissimo si alzato anche Giovanni Schijf.Egli non osa dir nulla; avvolge Simonetta che in piedi ma quasi barcollante accanto allatoletta di un' occhiata che tutta una invo-cazione alla donna perch gli faccia V elemo-sina di un po' di piet. Simonetta lo scorge;una subita idea le attraversa il cervello; e' sulla toletta un piccolo specchio a mano incor-niciato d' argento, lo prende, vi posa a lungolo sguardo quasi perch la sua immagine restiscolpita nel vetro dello specchio e porgendoloa Giovanni Schiff che nel frattempo si avvi-cinato a lei e ha saputo trattenere V impetodel pianto che gli urge alla gola :)

  • ATTO SECONDO 91

    SIMONETTA

    Tieni, Giovanni, sono anche qui dentro.Pii viva che nel ritratto... Tieni...

    {Giovanni inebetito, quasi' prossimo a ca-dere, afferra lo specchietto, e torna vicino aFlo\. Si rannicchia al suo posto e da questomomento alla fine dell' atto non distrae losguardo dallo specchio incantato).

    LA VOCE DEL SERVO DI SCENA

    {dal di juori) Si chiude... Signori... sichiude...

    MALVESI

    {alzandosi) Corriamo rischio di essere rin-chiusi in palcoscenico.

    {tutti si alzano per uscire. Giorgio Strappapassando davanti a Simonetta, le bacia lamano e le mormora : a Grazie ...)

    LILY

    {additando Simonetta, Giacinta e i dueclown) Loro possono uscire anche dalla portadel palcoscenico; io vengo con voialtri. Si vatutti al Tabarin, (a Simonetta) Tu accompagnai tuoi ospiti fino alla porta.

  • 92 RIDI, pagliaccio!.

    {Simonetta traversa il camerino e varca lasoglia prima degli uomini e di Blanchette chestanno per uscire, dopo affrettate strette dimano. Giovanni Schijfi sta ancora tutto ran-nicchiato accanto a Floi come estraneo aquello che accade sulla scena. Quando Gior-gio Strappa seguendo Simonetta passa vicinoa Giovanni quasi inciampa in modo che glicadono di mano la mazza e i guanti)

    GIOVANNI

    (si piega a raccogliere guanti e bastone eporgendoli a Giorgio Strappa, umilmente)Scusi, sa...

    {ora tutti sono usciti. Solo sulla scena re-stano Giovanni Schijfi e Flo^. Giovanni an-cora per un attimo fissa lo specchietto, poiguardando Flo\ in faccia)

    GIOVANNI

    C stata un secondo, qui dentro. Poi gi morta in fondo allo specchio. E non cisono che io, io, Giovanni Schiffi, io solo...

    {la parola solo gi pia lagrimata chedetta. Giovanni cade nelle braccia di Flok,singhiozzando).

    TELA

  • ATTO TERZO

  • Pochi giorni dopo la vicenda del secondo atto.

    L' atto si volge nella camera da pranzo della casa di Giovanni

    Schiffi. La camera da pranzo della casa tutta a pianterreno e guarda

    sulla strada da due finestre non troppo alte, munite di inferriate. Una

    porta a destra si apre sulla camera d' ingresso del piccolo appartamento :

    una porta a sinistra mette nelle altre camere della casa.

    La stanza abbastanza vasta povera, quasi disadorna. C unasola lampada di pessimo gusto nel centro : un vecchio pianoforte ver-

    ticale accanto alla porta di destra : un divano coperto di merletti sdruciti

    con qualche sedia vicino : due o tre sedie attorno alla tavola centrale :

    una credenza poverissima sulla quale sono disposti disordinatamente

    piatti, posate, bicchieri, tazze,' salviette.... Accanto ad una delle due

    inferriate, in fondo, una fotografia ingradita di donna in costume di

    canzonettista : il ritratto di Simonetta. Da un lato, tra la porta disinistra e la tavola, una grande cesta ricoperta da una tela grezza.

    Quando s' alza la tela. Filomena sta parlando con don Saverio, il preteche abita all' ultimo piano della casa. Don Saverio reca in mano una

    bottiglia che porge a Filomena.

    Scena I.

    Don Saverio - Filomena.

    DON SAVERIO

    Un dito solo, un dito solo mi basta...D'altronde dove trovare aperto a quest'ora?

  • 96 RIDI, pagliaccio!.

    Eppoi uscire con questo diluvio?... Ve lorestituisco domattina quando ritorno idlallaspesa...

    FILOMENA

    {restituendo la bottiglia nella quale nelfrattempo ha versato un poco dell' olio richie-sto) Non e' premura, Don Saverio... A co-modo vostro...

    {Don Saverio, si vede chiaro, non ha nes-suna voglia d' andarsene. Come una stranacuriosit di quello che lo circonda lo tiene elo impietra in quella stanza).

    DON SAVERIO

    Che bella casetta ha il vostro padrone. Enon ha la disgrazia di abitare come me all'ul-timo piano...

    FILOMENA

    Gi : ma in compenso la casa cos bassache in questa stanza si ha l'impressione dimangiare in mezzo alla strada. Vedete quelledue inferriate? Quante volte ho sorpreso deimusi di ragazzacci di strada affacciarsi dilass e curiosare qua dentro ! Gi, la gente

  • ATTO TERZO 97

    di strada ormai sa che qui abita Flik, il picelebre clown dell'Eden, il numero dell'Edenche fa fare pi quattrini all' impresario emanda in delirio il pubblico e i ragazzi siarrampicano per spiare... Che cosa vedonopoi? un uomo come tutti gli altri : mangiacome gli altri, vive come gli altri. Sar diven-tato celebre per quelli che vanno a teatro, maqui in casa sempre tale e quale.

    DON SAVERIO

    {intimamente a Filomena) Inconvenientidella celebrit... E in fondo si spiega. Anch'iovi confesso che se sono entrato qui dentro stato s per il piacere che vi ho chiesto, maun poco anche per un peccatuccio di curiosit.

    {mentre parla si accorge di essere vicinoalla cesta coperta della tela grezza : additan-dola con un cenno della mano a Filomena)Chiss quanta grazia di Dio avete raccolto peril vostro padrone l dentro. Filomena ! Sonole provviste, forse; le provviste di mensa?

    FILOMENA

    Vi farebbe dunque gola l'idea delle prov-viste, eh? Eh! s, sono le provviste! Guar-dateci un po', l dentro!...

    Martini 7

  • 98 RIDI, pagliaccio!...

    DON SAVERIO

    (alza la tela, mette la mano dentro al ca-nestro e avendone estratta una bottiglia, trion-falmente :) Vedete: non mi sbaglio! {Guar-dando la bottiglia :) Che , barolo vecchio ogrignolino?

    FILOMENA

    (ironica) Provatevi a stapparla.

    DON SAVERIO

    Gi, vero : di legno...

    FILOMENA

    Ma frugate, frugate ancora, mio ghiottis-simo Don Saverio... (scherzosa) Curiosit pu-nita !

    DON SAVERIO

    Puniamola dunque ancora ! (guardandonel canestro) Ma che dico, un bottiglia... Seisono... c' tutta una cantina qua dentro ! (ma-neggiando le bottiglie) E sono tutte di legno?

  • ATTO TERZO 99

    FILOMENA

    Frugate, frugate ancora, Don Saverio...Forse troverete qualche cosa che vi far ve-nire r acquoHna in bocca...

    DON SAVERIO

    {sprofonda un braccio nella canestra e netrae juori un piatto) E infatti e' anche unpiatto con niente di meno che un pollo arro-sto... {Ritraendosi inorridito) Macche! Fintoanche questo! Anche questo di cartone? Mache mangia, che beve questo vostro padrone,Filomena ?

    FILOMENA

    Ecco : veramente non beve il vino diquelle bottiglie, n mangia quei polli di car-tone, ma, grazie a quella roba l, il mio pa-drone pu bere dell' autentico grignolino edell' autentico barolo e mangiare dei polliveri che io gli arrostisco al punto giusto : ene sapete qualche cosa voi che una volta pro-testaste perch l'odore della mia cucina salivasu fino al vostro studio...

  • 100 RIDI, pagliaccio!..

    DON SAVERIO

    I ferri del mestiere, dunque?

    FILOMENA

    Per r appunto. Quella la cesta che ilguardiano dell'Eden ha lasciata qui questasera, j>erch per un mese grazie a Dio, Flikriposa... Perch il signor Schiffi, caro Don Sa-verio, ha bisogno di molto riposo ora.

    {ma Don Saverio non sa staccarsi dallacesta che per lui come incantata, e, umile,chiede a Filomena) Lasciatemi frugare ancora.Filomena. {Come Filomena acconsente, oraDon Saverio ha estratto dalla canestra ungrosso naso rosso e tronfio su due mustacchidi stoppa). E questo?

    FILOMENA

    {guardando hene il naso di cartone : comericonoscendolo) Quello? Quello? Ha un suc-cessone, quel naso! ... come dire? Il suo...naso di battaglia...

    DON SAVERIO

    {che studia ancora la conformazione delhizzarrissimo naso che tiene in mano :) Buffo,

  • ATTO TERZO 101

    bufnssimo deve essere, specialmente su unafaccia da funerale come la sua. Dio ! che fac-cia da funerale ! L' ho visto ieri vicino allaporta di casa. Ha sempre l'aria di uno chevada a buttarsi a fiume. Perch, Filomena,queir aria?

    {Si sente il cigolio di una porta che si apre.E si sente un rumore di passi).

    FILOMENA

    Lui!{Don Saverio si a^retta a riporre il naso

    di cartone nella cesta e ja per avviarsi con lasua bottiglia. Entra Giovanni Schijfl cupo eaccigliato come sempre. ancora tuttp ba-gnato dalla pioggia).

    Scena II.

    Giovanni Schiffi - Don Saverio - Filomena.

    GIOVANNI

    {d prima un' occhiata sinistra a Don Sa-verio; poi, dominandosi e come rassegnato,gli dice guardandolo in faccia :) Buonasera,monsignore... Il vostro Signore Ididio trova

  • 102 RIDI, pagliaccio!...

    che r umanit sporca. Le sta lavando ilmuso da tre ore...

    DON SAVERIO

    Io monsignore ! Lei si burla di me. Nonsono che un povero curato {mostrando la bot-tiglia) venuto a questuare qui dalla vostra...Perpetua.

    FILOMENA

    {come indignata) Ma che Perpetua d' E-gitto... Filomena!

    DON SAVERIO

    E ora vi tolgo subito il disturbo ; torno sunella mia soffitta.

    GIOVANNI

    Buona sera dunque e piacere di averlafinalmente conosciuto... Non e' incontravamoche per la porta d' ingresso.

    DON SAVERIO

    Gi : ma io la conoscevo di fama. Chi che non conosce Flik? Sa, soltanto la mia

  • ATTO TERZO 103

    veste non mi consente di essere fra i suoispettatori, {ja per avviarsi)

    GIOVANNI

    (trattenendolo) Si fermi un poco. Lei miinteressa in particolar modo. Lei sarebbe unodei pochi che non mi ha mai riso sul muso?...

    DON SAVERIO

    Tutt' ahro che ridere... Caso mai mi fapiangere... quando la si incontra, lei ha sem-pre un' aria cos truce, che non si osa nep-pure rivolgerle la parola : e invece di ridereverrebbe voglia di domandarle perch maisoffre tanto, poveretto ! Mi levi questa curio-sit, signor Schiff : perch Flik semprecos lugubre?

    GIOVANNI

    Lo ... lo perch porta con se la smi-surata tristezza di sapere che non e' unuomo pi allegro e pi comco di lui. Vi parpoco?...

    DON SAVERIO

    Dicono infatti che non vi sia un uomo chefaccia ridere pi di lei.

  • 104 RIDI, pagliaccio!.

    GIOVANNI

    Lo dico io : lei il primo che non m'ab-bia mai riso sul muso. Benedetta la sua veste,monsignore !...

    DON SAVERIO

    {schermendosi) Macche Monsignore...

    GIOVANNI

    Ma s : monsignore, vescovo, cardinale.Non so come dirle meglio la mia gratitudine.{o^rendole una sedia) La prego, si fermi an-cora, la prego... (a Filomena) Filomena, unbicchiere di barolo per il mio migliore amico.{Filomena esegue) E mi dica lei... lei uncurato, ha detto : quindi lei ha cura d'anime?

    DON SAVERIO

    Per l'appunto.

    GIOVANNI

    Questo vorrebbe dire che se uno che siamalato nell' anima viene da lei, lei lo- gua-risce : lo guarisce cos di botto, vero?...

  • ATTO TERZO 105

    DON SAVERIO

    Guarire, qualche volta... sempre certo,riesco a portare un po' di conforto alle animemalate.

    GIOVANNI

    Oh! caro... {gli prende tutte e due lemani) Monsignore, mi guardi in faccia...

    DON SAVERIO

    {lo fissa un istante negli occhi, poi accennaun leggero sorriso :)

    GIOVANNI

    {esacerbato) Toh ! e ride, ride anche lui !{jeroceinente a Don Saverio, tanto che don Sa-verio resta come atterrito) Perch ride lei?

    DON SAVERIO

    {che non riesce a dominare una risata chescoppia...) Niente... niente... pensavo a unnaso...

    {Filomena ja cenno di lontano a Don Sa-verio, supplicandolo di non tradirsi).

  • 106 RIDI, pagliaccio!...

    GIOVANNI

    {Si tocca inconsapevolmente il naso) A unnaso... Che? . rotto, storto... il mio, forse?

    DON SAVERIO

    No, a un altro. Mi perdoni!... e scappovia subito. Buona sera, signor Schiffi !

    GIOVANNI

    Buona sera, curato. {Don Saverio escedondolando la testa come per dire : pazzo...)

    Scena 111.

    Filomena e Giovanni Schiffi.

    GIOVANNI

    E ricordati una volta per sempre {scan-dendo esattamente le parole) tonache nere nonne voglio pi in casa mia {accenna con le ditauno scongiuro) : non voglio che gente allegra

  • ATTO TERZO 107

    accanto a me : te 1' ho gi detto una volta !Gi questa sera non ci sono per nessuno.Vero che nessuno verr da me con un si-mile tempo. Hai capito, Filomena? Per nes-suno !

    FILOMENA

    Le servo allora la cena che pronta, si-gnor padrone?

    GIOVANNI

    S, subito, subito...

    FILOMENA

    {mentre si accinge ad apparecchiare) Vor-rebbe niente riuscire dopo, signor Giovanni?

    GIOVANNI

    No : mxettermi a letto voglio al pi prestoe dormire, dormire fino a domani sera.

    {dalla porta che Don Saverio uscendo haaperta, entra Flo\ preceduto da Filomena).

  • 108 RIDI, pagliaccio!.

    Scena IV.

    Giovanni Schiffi - Filomena - Flol^.

    {andando incontro a Flol^:) Flok, tu conquesto diluvio? che succede? Vieni per te oti manda Qualcuno}

    FLOK

    {con molta dolcezza a Giovanni Schijfi)Mi manda qualcuno, s, Giovanni : mi mandala persona cKe j>ensi tu...

    GIOVANNI

    {con la voce che gli trema) Simonetta !

    FILOMENA

    {curiosando) La signorina Simonetta...Ah!...

    {l'intrusione della Vecchia irrita cos pro-fondamente Giovanni che egli le ja subito unceino imperioso d' andarsene : Filomena escedalla porta di sinistra, esprimendo con un bor-bottio la sua disapprovazione per V irritabilitnervosa del padrone).

  • ATTO TERZO 109

    Scena V.

    Giovanni Schijfi - Floli.

    GIOVANNI

    [pallidissimo in volto, con un filo di voce,a Flo\ :) Se n' ariidata? partita dunque?Parla, Flok.

    FLOK

    Credo che parta domani.

    GIOVANNI

    Insieme partono?

    FLOK

    Insieme. Mi ha mandato a chiamare sta-mattina ; m' ha pregato di passare da te inserata, prima d' andare al circo e di dirti...Ma come posso fare, Giovanni, a dirti quelloche vuole Simonetta? Tu non m' aiuti. Faiuna faccia da ossesso. E io ho troppa pauradi farti male al cuore. Eppoi, Giovanni, mi capitato cos di rado di parlarti sul serio... troppo penoso per me ! . .

    .

  • 110 RIDI, pagliaccio!..

    GIOVANNI

    (supplichevole) Parla, Flok ; ti scongiuro.Qualunque male tu mi debba fare, un beneche mi fai se mi parli di lei. Sia anche unostrazio : e io non voglio sfuggirlo ! Tutt' altro !Lo voglio vivere fino in fondo, fino a sentirmischiantare nel petto questo mio cuore assurdo.Parla... Parla...

    FLOK

    Ha detto : e, ti giuro, le piangeva la vocementre parlava ; ha detto che se lei ti lascia, qualche cosa pi forte di lei che se la portavia... che 1' hanno fatta molto ragionare eche devi ragionare tu stesso... Tu sai, Gio-vanni, qual' il destino di una canzonetti-sta... L' avresti voluta un giorno come le al-tre, lei, Simonetta? Ebbene questo sarebbediventata se non avesse acciuffato la fortuna

    che passava... Diceva cos e piangeva... Tiassicuro che se tu le avessi parlato stamane,non avresti tentato di trattenerla... Le avrestidetto tu stesso: ((Va, Simonetta... E dop>oaverla lasciata andar via, ti sarebbe rimastauna grande serenit nel cuore, una grandedolcezza per il bene che le avevi fatto. Po-vera ragazza ! . . . E ha voluto che ti (portassi

  • ATTO TERZO 111

    un suo piccolo ricordo, Giovanni: tieni...{trae di tasca una rosa di seta tutta gualcita) la rosa di seta che tu le appuntasti sul ve-stito r ultima serata d' onore. Tieni, Gio-vanni : Simonetta vuole the essa resti conte...

    {Giovanni sosta un attimo con la rosafnta fra le mani : poi guardando amaramenteil ritratto di Simonetta, mormora con un filodi Voce :)

    GIOVANNI

    S' portata V anima mia, tutta 1' animamia: e mi ha lasciato una rosa di seta...{lunga pausa. Il dolore che segna il volto diGiovanni ora commuove e trascina anche Flo\che guarda allibito il suo compagno di palco-scenico senza tentare nessuna parola di con-forto. Lunga pausa. Poi, Giovanni riaven-dosi :) Lo sapevo, Flok : la vita va verso chiride. E Simonetta era ne pi ne meno che lavita. In fondo a questo mio strazio, Flok, none un amore offeso o spezzato, no : e' equalche cosa di pi, Flok... Mi capisci... r aria che manca : la vita che vien meno.(// pagliaccio ora gradatamente ripreso dalsuo male) Manca 1' aria, manca la vita, ca-pisci? , il male, 1' indefinibile male riprende

  • 112 RIDI, pagliaccio!.

    F>ossesso dei nervi, dei muscoli, del sangue...il mio male ! Chi pu dire che cosa esso sia,che cosa sia divenuto stasera quando tu m'haiportato l'addio di Simonetta?... Chi lo sadire?... {Giovanni sembra gi in preda ad unaallucinazione) Sembra un giuoco di circo, unmiracolo di prestigiatore, una fantasia d'illu-sionista quello che io provo stasera {semprepi alterato) Senti, Flok : questa camera ha lesue quattro pareti : e sono di muro tutte e

    quattro. Tu le vedi, Flok? Sono di muro...Ebbene, guarda... Da qualche minuto questepareti non sono pi di mattoni e di calce :sono di tela come i fondali del palcoscenicoe vedi, tremano i muri come i fondali e lequinte e {afferrando i polsi di Floi) guarda,Flok, e' un servo di scena, un piccolo ra-gazzo bizzarro che le arrotola, queste male-dette pareti di tela, e ne fa quattro lunghecorde... Guarda... e laggii dove sono le fine-stre fa un cappio, e mi stringe le corde allagola e tira e tira e mi soffoca... Ah! nonrespiro pi...

    FLOK

    Giovanni, credevo di venirti a portare unpo' di conforto : e vedi come ti strazi... Cal-mati, Giovanni : pensa che fra poco dovr an-

  • ATTO TERZO 113

    darmene e come vuoi che io lavori se ti lascioin preda a questa pazza frenesia? Tu sei ariposo: ma io devo tornare a teatro... A pro-posito, mi hanno messo a fare il clown nelnumero delle scimmie ammaestrate. Il diret-tore ha voluto cos : ma io, io non sono pibuono a nulla... Faccio, faccio: ma la gentenon ride... Ora, ho bisogno di lasciarti tran-quillo, mio buon Flik, per potermi vestire dapagliaccio, stasera...

    {appena Giovanni Schiff ha sentito par-lare di circo e di pagliacci, e ha sentito chia-marsi Flii, una subita serenit si impadro-nita di lui. Ora miracolosamente calmo, hafissi gli occhi nel vuoto, come se perseguisseuna sua idea. Flo\ Vedendo il suo compagnocos assorto, gli bussa sulle spalle come altravolta ha fatto nel giuoco clownesco di palco-scenico, e con movenze da pagliaccio :) Che successo? Che fai? Guardi la luna? Comer altra sera... Scusa, Giovanni... Ma che Gio-vanni ! Flik ! Pensa, Flik, che se io non riescoa far ridere pi nessuno, Flik e Flok insiemehanno fatto ridere a crepapelle delle platee ri-gurgitanti di folla... E non dovremo ora trovarnoi qualche buona risata, qualche grassa risataper noi stessi?... Su Flik! bando alle malin-conie ! il tuo vecchio compagno che t'invitaa ridere questa sera ! Questa sera gli spetta-

    Martini 8

  • 114 RIDI, PAGLUCCIO!...

    tori siciino noi!... Vuoi che t'aiuti, Flik, ascacciar via il dolore, a distruggerlo con tresalti da pagliaccio? Vuoi che t' aiuti?...{guarda V orologio) Un momento solo mi re-sta : poi devo scappare a teatro... Ora questomomento te lo dedico.

    Giovanni Schiffi non e' pi, capisci?...Tutto quello che accade lontano, quasi nonesiste pi : se mai esiste, solo per dare untema alla rappresentazione che i due pagliaccidell' Eden, diventati di colpo da attori duespettatori, preparano per loro stessi... Hai ca-pito, Flik? {Giovanni segue muto e estasiatoil suo compagno : si sente quanto egli con-senta al giuoco) Hai capito? Flok, prima idi an-darsi a scapicollare sul serio sulle tavole del-

    l' Eden ti lascia loi spunto della scena cherecitereste insieme tu e lui, se Flok potesserestare vicino a Flik.

    Coraggio, Flik : comincia la pantomimadella rosa di seta... {Flol^ prende a ballare da-vanti a Giovanni : i suoi sono salti disordinati,intetrrotti dalle parole sconnesse che dice eseguiti con cupa curiosit dall' occhio smar-rito di Giovanni) Coraggio, Flik, e' una rosadi seta in bocca a una tortora. E la tortoravola... Bisogna strappare la rosa alla boccadella tortoira, Flik... Salta... iSalta... Ti sisono spezzate le molle delle gambe?... Avan-

  • ATTO TERZO 115

    ti, avanti... senza stancarti mai : che la tor-tora fugge...

    {dalla fantasia di Flok Giovanni attrattocome da una improvvisa oasi di serenit. Oraegli si illude di essere realmente sul palcosce-nico dell' Eden : quasi non sente pi il suodolore... Floi lo invita con salti e piroette:

    Giovanni resta sempre immoto : consente solocol gesto, quasi meditasse di vivere quellascena altrimenti, a modo suo, quando Flok.non ci sar pi. In ogni modo, V idea fattaglibalenare nel cervello da Floi lo ha alquantocalmato. Ora Giovanni tranquillo come pervirt di una decisione presa nel suo silenzio.Flo^ gli va vicino e affettuosamente :)

    FLOK

    Vedi, amico mio, come ti ha calmato avermesso per un momento Flik al posto di Gio-vanni Schiff ! Sono proprio contento di me.E adesso scapf>o che ora. So che ti lasciotranquillo e vado a fare il buffone sul serio...Addio, Flik {esce correndo).

    GIOVANNI

    {con un fil di voce) Buon lavoro, Flok !{lunga pausa : appare sulla porta Filo-

    mena).

  • 116 RIDI, pagliaccio!...

    Scena V.

    Filomena e Giovanni Schiffi.

    FILOMENA

    Signor padrone, visto che Flok V ha la-sciato solo sar ora che ceni. Vuol forse an-dare a letto senza mangiare?

    GIOVANNI

    Ma che cena ! Vattene e lasciami solo. .

    .

    Stasera ceno a modo mio. L' ho, dentro aquella cesta, la mia cena ! Mangio p>olli dicarta e vuoto bottiglie di legno... le vuoto em' ubbriaco... E quando sar ubriaco fradiciodi quel vino, mi far una scorpacciata di ri-sate, capisci, di risate tutte mie, tutte perme... Eppoi dormire fino a domani sera vo-glio : dormire... {Filomena come atterrita dal-l' eccitazione di Giovanni non trova la forzad' andarsene : mormora :)

    FILOMENA

    Madonna Santa, impazzisce...

  • ATTO TERZO 117

    GIOVANNI

    Che aspetti, dunque? Vattene ! Una cenadi risate basta solo per uno (imperioso) Vat-tene ! [Filomena si ja il segno della croce eesce. Come rimasto solo, Giovanni Schiffisi affaccenda ad apparrecchiare : mette tap-peto e tovaglie sulla tavola, dispone i piattidi cartone e le bot