RICORDI DI VAGLIA - Microsoft...L’esperienza vagliese con Don Mario la trasferii molto...

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI SEZIONE DI PARMA GRUPPO DI COLLECCHIO RICORDI DI VAGLIA nel 10° anniversario della morte di Don Mario Martinuzzi a cura di Maurizio Donelli con la collaborazione della Parrocchia di Vaglia e della

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  • ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI

    SEZIONE DI PARMA

    GRUPPO DI COLLECCHIO

    RICORDI DI VAGLIA

    nel 10° anniversario della morte

    di Don Mario Martinuzzi

    a cura di Maurizio Donelli

    con la collaborazione della Parrocchia di Vaglia e della

  • Presentazione

    Mi è venuta l’dea di descrivere alcuni ricordi della mia fanciullezza trascorsa a Vaglia (dal 1962 al 1964)

    mediante foto, fumetti da me disegnati e testimonianze. Le situazioni presentate sono immagini indelebili

    dei pochi anni della mia vita che ho trascorso molto spensieratamente in questo ridente paese dove mio

    padre era Maresciallo dei Carabinieri. Per il suo ruolo io dovevo “dare l’esempio”, ma spesso non ci riuscivo,

    anzi trascinavo i coetanei in situazioni talvolta “al limite”, ma sempre all’interno della naturale vivacità

    posseduta dai ragazzi. Si potranno trovare in questa pubblicazione, ad esempio, giochi del tempo, alcune

    figure a me rimaste impresse ed eventi significativi. I miei rapporti con il paese sono rimasti alquanto

    frequenti soprattutto fino a quando Don Mario Martinuzzi è stato Pievano e tuttora con Siro Bartolozzi con

    il quale sono molto amico. Don Mario, oltre che della mia famiglia trasferitasi in Emilia, con alcuni

    parrocchiani fu ospite degli Alpini di Collecchio per diverse volte; durante una di queste, nel 1987, il

    Sacerdote celebrò la S. Messa “al campo” davanti alla nuova sede sociale in occasione di un Raduno alpino.

    Egli guidò molti vagliesi nel corso di una gita a Parma e dintorni. I contatti epistolari e non con questo

    esemplare Sacerdote furono numerosi. E’ nota la sua dedizione alla comunità di cui era Pastore; ad

    esempio, non esitò, nel 1988, a dare il suo contributo fondamentale per la ricostituzione della Misericordia

    di Vaglia, insieme a pochi altri fra cui il padre di Luciano Galeotti, attuale Presidente del Sodalizio, e

    Riccardo Tarlini; una realtà di Volontariato che opera tuttora con grande slancio ed efficienza nel territorio

    mugellese. Il Gruppo Alpini di Collecchio intervenne con il proprio gagliardetto ai funerali di Don Mario

    celebrati dal Vescovo di Firenze nel settembre 2007. Con questa pubblicazione ho cercato di dare il mio

    contributo da ex vagliese ricordando, nel contempo, le tante persone che, come diciamo noi Alpini “sono

    andate avanti”, non ultimo proprio Don Mario Martinuzzi. Desidero ringraziare la Misericordia di Vaglia,

    con particolare riferimento al Presidente Luciano Galeotti, ed i parrocchiani che hanno concretamente

    contribuito ad organizzare un evento per ricordare Don Mario accogliendo con sincera ospitalità i

    collecchiesi intervenuti per l’occasione.

    Collecchio (PR)/Vaglia (FI), 21 maggio2017

    Maurizio Donelli

    Maurizio Donelli (indicato con la freccia) in 3^ media a Borgo S. Lorenzo, pochi mesi prima del suo trasferimento da

    Vaglia a Parma

  • Alcuni eventi

    Di seguito vengono presentati alcuni eventi riferiti al rapporto intercorso con il paese di Vaglia. La

    famiglia Donelli, in particolare Maurizio, ha avuto un ottimo ricordo della sua permanenza nel

    paese toscano dove ha allacciato, pur nel breve periodo trascorso, ottimi rapporti con diversi

    cittadini. Allorchè essa si trasferì a Parma e poi nel Parmense le reciproce visite, le lettere e le

    telefonato si susseguirono, anche se diverse persone nel frattempo vennero a mancare, come Don

    Guido Campidori, il Dott. Ubaldo Barbati, Guido Boni e Don Mario stesso. Un ruolo importante è

    stato svolto in questi anni dal Gruppo Alpini di Collecchio e da Don Mario Martinuzzi con la sua

    comunità; i contatti sono stati molto proficui e ripetuti.

    Don Mario nella sede degli Alpini di Collecchio in

    occasione di una sua visita con alcuni vagliesi; è

    ritratto mente legge delle strofe di canti alpini,

    intonandole perfettamente dato che era un ottimo

    cantore.

    Don Mario si trattiene con alcuni Alpini davanti alla sede

    del Gruppo; alla sua ds l’allora Capogruppo A. Bagatti

    Una delle frequenti visite della Famiglia Donelli a Don Mario

    nel Natale del 1988; si è nella chiesa di Vaglia. Nella foto il

    figlio Enrico ritratto sotto una pittura, opera di Don Mario, che,

    come noto, era un valente artista.

    Cittadini vagliesi alla festa degli Alpini di

    Firenzuola (1991). In piedi l’Alpino Maurizio

    Donelli; seduti (da sin.) il M.llo dei CC. Russo, Siro

    Bartolozzi ed il padre Alfredo.

  • La comunità parrocchiale di Vaglia dette la possibilità nel maggio 1992 al Coro degli Alpini di

    Collecchio (denominato in seguito “Colliculum Coro A.N.A.” degli Alpini), diretto dal M° Roberto

    Fasano, di esibirsi nella bellissima Pieve; l’ospitalità da parte di Don Mario Martinuzzi e dei suoi

    parrocchiani è tuttora ricordata dai collecchiesi che intervennero con due pullmans. Si rammenta

    ancora il violentissimo temporale che accadde all’ora di pranzo che fece fuggire da tavola diversi

    commensali sistemati all’aperto in un locale di Fontebuona dove Don Mario aveva organizzato il

    pranzo per gli ospiti. La comunità parrocchiale allestì un abbondantissimo rinfresco al termine del

    concerto nel tardo pomeriggio che venne consumato nei locali della Parrocchia.

    Nella foto sopra Maurizio Donelli presenta il Coro degli Alpini di

    Collecchio nella Pieve di Vaglia, mentre nella foto a destra Don

    Mario dà il benvenuto agli ospiti collecchiesi (1992)

    Il Sindaco di Vaglia porge il saluto

    dell’Amministrazione comunale agli ospiti.

    Il Maresciallo dei CC. Virginio Donelli con la figlia del

    Brigadiere Frappi nel Santuario di Monte Senario in

    occasione della sua Cresima nel 1971; il Maresciallo era agli

    ultimi anni di servizio, mentre il figlio Maurizio, in quel

    periodo, stava prestando la leva nelle Truppe Alpine.

  • Sotto è riportata copia del depliant stampato per festeggiare il 50° anniversario di Sacerdozio di

    Don Mario, coincidente con il 40° del suo insediamento nella Parrocchia di Vaglia; i due eventi

    accaddero nel 1992. Il Sacerdote spedì il documento alla famiglia Donelli per la profonda amicizia

    esistente; contemporaneamente inviò gli Auguri in occasione del S. Natale.

  • La lepre finta

    Soprattutto d’estate i ragazzi del paese si ritrovavano per trascorrere alcune ore insieme, non fino

    a tardi dato che in quei tempi s’andava a letto ben prima della mezzanotte.

    Fra i passatempi più “gettonati” vi era il

    seguente; veniva fabbricata con carta e

    stracci una lepre finta a grandezza

    naturale; ad essa era applicata una

    lunga corda abbastanza sottile. Diversi

    ragazzi si nascondevano quindi al

    margine della Statale n. 65 che

    attraversa Vaglia, posizionandosi di

    solito appena fuori dal paese verso

    Fontebuona; si poneva la lepre finta in

    mezzo alla carreggiata attendendo che

    qualche mezzo transitasse. L’antefatto

    Noi ragazzi osservavamo la scena da dietro un nascondiglio costituito da un muretto che divideva

    la strada dal torrente Carza. Alla vista della “lepre” tutti frenavano bruscamente. Diversi tornavano

    sul posto a marcia indietro o a piedi per controllare (e sperare) che “l’animale” fosse stato

    investito ed ucciso per poi appropriarsene e cucinarlo in padella.

    La fuga

    La resa dei conti

    Ovviamente la “lepre” non c’era più perché il ragazzi, tramite la corda, l’avevano ritirata nel loro

    nascondiglio. Le risate, in silenzio ovviamente, si sprecavano di fronte alla delusione delle persone

    coinvolte. Le serate con questo passatempo proseguirono per un po’ fino a quando qualcuno andò

    a denunciare l’accaduto ai Carabinieri; una sera il Maresciallo Virginio Donelli, accompagnato da

    un militare, attuò un controllo improvviso utilizzando una torcia elettrica per farsi luce. Il ragazzi,

    io compreso, alla vista dei Carabinieri, fuggirono verso il paese utilizzando, in parte, il torrente,

    bagnandosi le scarpe ed un po’ anche i vestiti. Fu difficile nascondere il fatto a mio padre proprio

    per le condizioni in cui erano scarpe e vestiario; la ramanzina fu alquanto “energica” !!!

    Ovviamente lo scherzo non si ripetè.

  • Giocare sulla ferrovia

    Con il bel tempo, al termine della scuola, noi ragazzi giocavamo all’aperto e le possibilità date dai

    luoghi erano abbastanza numerose. Un posto dove amavamo andare, se non altro per spirito

    “d’esplorazione”, era costituito dalla vecchia ferrovia denominata “Faentina” (dato che da Firenze

    giunge a Faenza) che in quegli anni era oggetto di diversi lavori a causa delle distruzioni causate

    dalla seconda guerra mondiale; infatti Vaglia ed il suo territorio erano in una posizione alquanto

    interessata dagli ultimi periodi del conflitto perché a ridosso della Linea Gotica.

    Un pomeriggio andammo a giocare sulla

    vecchia e dissestata massicciata della

    ferrovia, non molto distante dalla

    caserma dei Carabinieri. Ricordo che

    cercavamo di simulare una battaglia,

    nascondendoci fra le piante, i muretti, i

    residuati di vario genere ed il materiale

    che le imprese addette alla ricostruzione

    della ferrovia avevano sistemato in quel

    luogo. Ad un certo punto scivolai lungo

    la massicciata arrestando la caduta

    diversi metri più in basso.

    Mi procurai una profonda ferita alla gamba destra che sanguinava assai. Mio padre fu

    immediatamente avvertito e venne a soccorrermi con un Appuntato dei Carabinieri utilizzando il

    mezzo di servizio; con questo mi trasportò subito all’Ospedale di Firenze dove mi suturarono la

    ferita alla gamba con sei punti. La cicatrice è tuttora ben visibile e fa parte dei ricordi meno

    piacevoli della mia permanenza a Vaglia. A casa seguì la consueta “energica” sgridata.

    I nuovi balli

    Anche a Vaglia giunse la ventata del Rock and roll e

    dello Shake; in particolare i fans di questi nuovi e

    rivoluzionari tipi di musica e balli si ritrovavano nel

    locale “Arcobaleno” da poco inaugurato che, a dire

    il vero, aveva ottenuto da subito molta affluenza di

    pubblico. C’era spazio anche per i cantanti

    “melodici” del momento; ricordo che erano

    intervenuti Don Backy, che era ai primi tempi della

    sua illustre carriera, e Betty Curtis, già affermata.

    Noi giovanissimi avevamo come riferimento un ragazzo di Vaglia di nome Michele che si

    contorceva come un ossesso in quel locale sentendo i nuovi ritmi musicali diffusi ed amplificati da

    un juke box (altra novità del momento!).

  • A Montesenario

    Nel Santuario di Montesenario tutti gli anni la

    ricorrenza dell’Ascensione era festeggiata con

    particolare solennità. Anche i fiorentini si

    portavano dalla città verso questo monte se

    non altro per godere un po’ di refrigerio

    all’ombra delle piante; la tradizione religiosa si

    mescolava così con quella profana.

    Quest’ultima si manifestava spesso con pranzi

    “al sacco”. Ricordo che in questa occasione i

    frati del Santuario (dell’Ordine dei Servi di

    Maria) invitavano i Parroci e le Autorità del

    Territorio vagliese a pranzo.

    Questo era preparato dai frati stessi ed aveva una qualità eccezionale. Le portate della tradizione

    toscana si susseguivano a cominciare con i classici “crostini”. Il pranzo terminava con il liquore

    denominato “Gemma d’abeto” prodotto dalla distilleria dei frati stessi.

    Servire Messa

    Il rapporto con Don Mario da parte

    mia fu alquanto formativo sotto tutti

    gli aspetti soprattutto per quanto

    riguarda la mia educazione religiosa,

    molto più che nei cinque anni

    trascorsi a Rufina. In questo ambito

    l’attività di “chierichetto” era da me

    svolta abbastanza costantemente, per

    lo più nei mesi estivi durante le

    vacanze scolastiche. In questo periodo

    prestavo quasi sempre questo servizio

    durante la S. Messa delle ore 7,30.

    Il rito veniva celebrato da Don Mario nella chiesetta del paese che si trova di fronte alla Villa dei

    Signori Corsini; io non accusavo fatica ad alzarmi il mattino presto dato che lo facevo tutti i giorni

    durante l’anno scolastico dovendo salire sul pullman alle ore 6,45 per andare alle Scuole Medie di

    Borgo S. Lorenzo. L’esperienza vagliese con Don Mario la trasferii molto proficuamente a Parma

    nella Parrocchia di S. Lazzaro e, successivamente, anche in tutti gli altri contesti nei quali i miei

    numerosi traslochi mi portarono, come a Fornovo di Taro ed a Collecchio, sempre nel Parmense.

    Vorrei ricordare un fatto che mi colpì alquanto negativamente: una domenica Don Mario fu

    costretto a posticipare l’inizio della S. Messa delle ore 10,30 nella chiesetta del capoluogo perché

    un membro della famiglia Corsini era in ritardo facendo così aspettare i tanti fedeli convenuti.

  • In pullman

    Siccome il paese di Vaglia non era dotato di

    Scuola Media inferiore io la frequentai a

    Borgo S. Lorenzo, importante centro del

    Mugello a circa trenta minuti di viaggio. Il

    tragitto lo coprivo mediante pullman,

    all’andata con SITA ed al ritorno con CAP.

    L’unico disagio poteva essere l’alzarsi

    presto al mattino, ma questo era di norma

    in famiglia dato che mio padre, in qualità di

    Comandante della Stazione dei Carabinieri,

    andava in ufficio sempre alle ore 7,30.

    Io solitamente ero puntuale; venivo anche facilitato dal fatto che la fermata del pullman era posta

    quasi sotto le finestre della caserma dove abitavo. Qualche volta però ebbi dei ritardi di pochi

    minuti; i bravi e comprensivi autisti di SITA (che mi conoscevano) attesero pazienti qualche

    minuto, dando però due potenti colpi di clacson come per dire: “Svegliati !!!”

    Il Dottor Barbati

    Il Dott. Ubaldo Barbati occupa anch’esso una

    posizione preminente nella nostra memoria;

    era il medico di famiglia “come una volta”.

    Univa competenze professionali a doti

    comunicative tali da farlo apprezzare

    moltissimo. Anche dopo il nostro

    trasferimento a Parma gli incontri furono

    numerosi a Vaglia ed in terra emiliana; una

    volta egli accompagnò una nipote che doveva

    partecipare ad un concorso di “voci verdiane”

    a Busseto (Parma) e , nella circostanza, fu

    ospite della mia famiglia a Fornovo di Taro

    dove abitavamo dopo che mio padre si

    congedò dall’Arma dei Carabinieri.

    Le “uova” pasquali

    E’ tradizione effettuare omaggi e regali ai Carabinieri che prestano servizio nei vari paesi del

    territorio italiano in segno di riconoscenza per il loro quotidiano indispensabile aiuto alla

    collettività a Natale e, in misura minore, a Pasqua. A riguardo desidero ricordare un episodio

    classificabile, con il massimo della tolleranza, come “umoristico” accaduto in caserma a Vaglia in

    prossimità delle festività pasquali. Al suono del campanello della porta il piantone aprì; era il

    Fattore dei Signori Corsini che portava un loro regalo al Comandante ed ai suoi militari. Il piantone

  • accompagnò il Fattore in ufficio dove fu accolto da mio padre al quale consegnò un pacchetto che

    il Maresciallo aprì ringraziando della gentilezza.

    Il regalo consisteva in sei, dico sei, uova di gallina.

    Alla vista di ciò mio padre, con cortese fermezza,

    restituì il pacchetto al Fattore chiedendogli di

    comunicare ai Signori Corsini che i militari che

    prestavano servizio in caserma erano al momento in

    tutto sette. E’ ovvio che quanto riferito da mio padre

    al Fattore era una scusa per rifiutare un “regalo” che,

    al di là del pensiero di chi lo mandava, non era

    assolutamente adeguato al contesto di riferimento.

    Da Vaglia a Parma

    Come capita spesso ai militari dell’Arma dei

    Carabinieri i trasferimenti sono frequenti. Mio

    padre fu mandato da Vaglia a Parma nel 1964.

    Fu un evento in parte auspicato per vari motivi

    fra cui l’avvicinarsi alla zona d’origine (la

    famiglia Donelli è reggiano - parmense) e

    l’iscrizione di Maurizio alle Scuole superiori che

    nella città di Parma erano già allora presenti e

    ben organizzate. Il trasloco fu effettuato anche

    con l’aiuto di due amici che con le loro auto

    provvidero al trasferimento della famiglia.

    Maurizio Donelli con alla sua ds Guido Boni nel suo bar

    Guido Boni di Pratolino, indimenticato campione di ciclismo, e Alberto Campidori di Fontebuona,

    nipote del Parroco Don Guido, si prestarono generosamente per la trasferta da Vaglia Parma. Fu

    utilizzata la nuova Autostrada “del Sole” che rese più agevole il viaggio. Una curiosità: Alberto

    Campidori possedeva un’auto straniera che per i tempi era una eccezione: una “Taunus” di

    fabbricazione tedesca di colore azzurro. Lo ricordo perchè anch’io nel 1974 acquistai una Ford

    Taunus, di modello più recente, dello stesso colore, fabbricata in Germania (una pura coincidenza).

    Ricordo l’ilarità dei due amici toscani alla vista di tante persone che utilizzavano la bicicletta nella

    città di Parma, allegria causata soprattutto dal vedere “ondeggiare” sui sellini, forse abbastanza

    provocatoriamente”, i sederi delle tante donne.

    Con Guido Boni ebbi nel tempo diversi incontri e telefonate; a Pratolino mi fermai diverse volte a

    pranzare nel ristorante Zocchi. Gli fui vicino nel dolore per la morte della moglie Marisa. Seppi

    tardi della malattia di Guido e, per pura coincidenza, venni a conoscenza del suo funerale solo il

    giorno dopo dato che mi fermai nel bar di Pratolino per un rapido saluto essendo in zona con la

    mia famiglia; gli volevo fare un’improvvisata, ma fui informato, con mio grande dispiacere, della

    sua dipartita.

  • Lettera da Don Mario

    Vorrei terminare questa pubblicazione proponendo una missiva che Don Mario inviò alla famiglia

    Donelli; è, credo, il modo migliore per ricordare una persona che ci ha dato tanto, le cui qualità

    sarebbero oggi alquanto apprezzate e delle quali si sente notevolmente la mancanza a tutti i livelli.

    Di seguito sono disponibili le due pagine della lettera del 7 agosto 2004.

    In essa il Sacerdote descrive la sua situazione di salute che è alquanto precaria a causa della

    sordità e della difficoltà di potersi spostare a piedi; ha il conforto dell’affetto dei famigliari che non

    lo hanno mai abbandonato fino dai primi anni del sacerdozio. Si rammarica di non potersi più

    spostare in autonomia. Come spesso accade alle persone anziane, Don Mario descrive alcuni fatti

    significativi degli anni della gioventù; in particolare si sofferma sulla sua vocazione che lo portò al

    Sacerdozio a 22 anni, nel 1942 e sul primo incarico nella Parrocchia di Cerreto Maggio. Si sofferma

    alquanto dettagliatamente sulle vicende legate alla seconda guerra mondiale che lo videro

    testimone e protagonista insieme ai suoi famigliari dato che Partigiani e truppe nazifasciste erano

    molto attivi nel territorio dove Don Mario era Parroco; ricorda diversi tragici avvenimenti fra cui la

    fucilazione di sette uomini da parte delle truppe nazifasciste al termine di un rastrellamento

    nell’aprile del 1944. Il destino ha voluto che il fratello Marcello non fosse vittima di questo vortice

    di avvenimenti.

    La lettera, che Don Mario definisce all’inizio “un esame di coscienza”, prosegue mettendo in

    evidenza gli sforzi fatti per dare alla comunità parrocchiale di Vaglia, dove fu trasferito nel 1952

    per volere del Cardinale di Firenze Elia Dalla Costa, importanti ed indispensabili strutture e servizi a

    disposizione di tutti i cittadini; rammenta anche i lavori di ripristino della chiesa e della canonica.

    Il Sacerdote non cita il suo impegno per la ricostituzione della Misericordia, opera, come detto in

    presentazione, assolutamente più che meritevole al servizio di tutta la comunità. Di tale Sodalizio

    sotto sono presentate due foto.

  • ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI SEZIONE DI PARMA

    GRUPPO DI COLLECCHIO Colliculum Coro A.N.A.

    Parrocchia di Vaglia e Misericordia di Vaglia

    Nel 10° anniversario della morte

    di Don Mario Martinuzzi

    domenica 21 maggio 2017

    con “Colliculum Coro A.N.A.” degli Alpini

    di Collecchio (Parma)

    Direttore M° Roberto Fasano Programma:

    - H 10,45: Pieve di Vaglia – inaugurazione di una targa per ricordare l’opera di Don Mario

    Martinuzzi, Pastore della Pieve di Vaglia dal

    1952 al 2001 - H 11,00: S. Messa con la partecipazione di “Colliculum Coro A.N.A.” in

    ricordo del Pievano Don Mario Martinuzzi, cofondatore della Misericordia

    - H 12,15: deposizione di una corona ed onori a Don Mario Matinuzzi presso la sua tomba al cimitero

    - H 12,45: Pranzo offerto dalla Misericordia di Vaglia con la collaborazione del Consiglio Pastorale della Parrocchia di Vaglia agli Alpini convenuti

    - H 17,00: Concerto del Coro in chiesa. - H 17,45: Rinfresco per i presenti con dolci fatti in casa dalle Massaie di Vaglia

    Nell’occasione si può visitare la mostra fotografica a cura del Dott. L. Pratesi

    relativa ai momenti più significativi della vita di Don Mario Martinuzzi