RETRO BEMBO, L LETTERATO REGISTA DEL RINASCIMENTO · Padova rende omaggio al suo cittadino...

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speciale arte RETRO BEMBO, L LETTERATO REGISTA DEL RINASCIMENTO INTIMO DI LUCREZIA BORGIA, CARDINALE NELLA MATURITÀ, SCRISSE LA PRIMA GRAMMATICA ITALIANA E COME NESSUN ALTRO INFLUENZÒ LA CULTURA DEL'500. VIENE OGGI CELEBRATO CON UNA MOSTRA A PADOVA, DOVE SONO ESPOSTE ANCHE TUTTE LE OPERE D'ARTE DEL SUO MU5AEUM di CINZIA DALMASO uella lunga ciocca di capel- li biondi è proprio sua, di Lucrezia Borgia, femme fa- tale del nostro Rinasci- mento. La inviò come pe- gno di passione all'amato Pietro {Bembo, già letterato di successo ma non ancora autore dei fortunati Aso- larti (1505), che proprio a Lucrezia furo- no dedicati. Quella «bella treccia simile a oro» (come la ricorda Bembo nel suo li- bro) è ora nella raffinata mostra con cui Padova rende omaggio al suo cittadino il- lustre {nato a Venezia nel 1470, qui aveva deciso di vivere), vero regista del Rina- scimento italiano. «Un uomo che ha cambiato il mondo attorno a sé» lo de- scrive Guido Beltramini, che con Davide Gasparotto e Adolfo Tura ha curato la mostra. Un uomo che ha saputo fiutare lo spirito dei tempi nuovi e li ha cavalcati da protagonista. Un rivoluzionario. Con i dialoghi degli Asolarli Bembo ha dato dignità letteraria all'introspezione amorosa, ammettendo che anche gli uo- mini potessero aprire sinceramente il proprio cuore. Ma, soprattutto, assieme all'amico tipografo Aldo Manuzio, ha in- ventato il libro tascabile, portando una rivoluzione nella lettura che forse neppu- re il nostro iPad eguaglierà: i testi dei classici uscirono dalle aule universitarie, dove venivano recitati e commentati ad alta voce, per entrare nella vita di ogni giorno, essere letti e meditati da ciascu- no in solitudine e in silenzio. Era nata la lettura interiore. Anche se per pochi: i tascabili erano oggetti raffinati, stampati nel carattere corsivo ideato apposta per loro, venduti a prezzo carissimo (se ne lamentò persino la «prima donna al mondo», la marchesa di Mantova Isabel- la d'Este): erano uno status symbol. Bembo scelse di fare il letterato, tra- scurando una sicura carriera politica nella Repubblica di Venezia sulle orme del padre, ma seppe dirigere a tal punto la politica culturale dei suoi tempi da in- fluenzare regnanti, papi e la società tutta. È noto come autore della pri- ma grammatica della lingua italia- na, le Prose della volgar lingua, ma il suo non fu affatto un mero lavoro compilatorio. A un'Italia in crisi, fat- ta di tante piccole corti in lotta tra loro e in balia delle grandi po- tenze europee, volle dare un'unica lingua su cui co- struire una visione uni- taria del Paese. Pensò che si dovessero fare gli italiani, prima che l'Italia. Il riscatto della penisola doveva pas- sare attraverso la cultura. Una cultura erede dell'antico, che per la lingua si ispirava a Petrarca e Boccaccio, mentre nell'arte addirittura all'antichità classica. Bembo diceva che bisognava cogliere dall'antico quei canoni necessari a fondare l'arte del futuro, come faceva- no Michelangelo e Raffaello che del nuo- vo Rinascimento erano a suo avviso i campioni. Bembo visse a Roma con loro, nell'autorevole veste di segretario di pa- pa Leone X, e la sua visione e la loro arte furono così potenti da diventare modello di stile universale. Un messaggio attualissimo risalta dunque con forza dalla mostra padovana A DESTRA, CIORGIONE DOPPIO RITRATTO (1502) E, DALL'ALTO, GIORCIONE, RITRATTO D'UOMO CON UN LIBRO VERDE (ÌSOO)EHANSMEMLING, SANTA VERONICA (1470-1475), OPERA PARTE DI UN DITTICO CHE COMPRENDE ANCHE UN SAN GIOVANNI BATTISTA, SOTTO. TIZIANO, RITRATTO DI PIETRO^ BEMBO CARDINALE (1539-1540)" che, sala dopo sala, segue da vicino gli episodi della vita di un uomo, e di un'in- tera epoca, facendo parlare capolavori e meraviglie. A partire dal prezioso dittico di Hans Memling, che Pietro contemplò sin da bambino nella già vasta collezione del padre e che è esposto finalmente riu- nito dopo secoli (le due parti sono con- servate a Washington e a Monaco di Ba- viera). C'è poi il Ritratto di uomo con libro verde attribuito a Giorgione (da San Francisco), in cui l'uomo tiene appunto in mano uno dei primissimi libri tascabili e ha un dito del guanto tagliato, per me- 82 IL VENERDÌ DI REPUBBLICA

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RETRO BEMBO, L LETTERATOREGISTA DEL RINASCIMENTOINTIMO DI LUCREZIA BORGIA, CARDINALE NELLA MATURITÀ, SCRISSE LA PRIMA GRAMMATICA ITALIANAE COME NESSUN ALTRO INFLUENZÒ LA CULTURA DEL'500. VIENE OGGI CELEBRATO CON UNA MOSTRAA PADOVA, DOVE SONO ESPOSTE ANCHE TUTTE LE OPERE D'ARTE DEL SUO MU5AEUM

di CINZIA DALMASO

uella lunga ciocca di capel-li biondi è proprio sua, diLucrezia Borgia, femme fa-tale del nostro Rinasci-mento. La inviò come pe-gno di passione all'amato

Pietro {Bembo, già letterato di successoma non ancora autore dei fortunati Aso-larti (1505), che proprio a Lucrezia furo-no dedicati. Quella «bella treccia simile aoro» (come la ricorda Bembo nel suo li-bro) è ora nella raffinata mostra con cuiPadova rende omaggio al suo cittadino il-lustre {nato a Venezia nel 1470, qui avevadeciso di vivere), vero regista del Rina-scimento italiano. «Un uomo che hacambiato il mondo attorno a sé» lo de-scrive Guido Beltramini, che con DavideGasparotto e Adolfo Tura ha curato lamostra. Un uomo che ha saputo fiutarelo spirito dei tempi nuovi e li ha cavalcatida protagonista. Un rivoluzionario.

Con i dialoghi degli Asolarli Bembo hadato dignità letteraria all'introspezioneamorosa, ammettendo che anche gli uo-mini potessero aprire sinceramente ilproprio cuore. Ma, soprattutto, assiemeall'amico tipografo Aldo Manuzio, ha in-ventato il libro tascabile, portando unarivoluzione nella lettura che forse neppu-re il nostro iPad eguaglierà: i testi deiclassici uscirono dalle aule universitarie,dove venivano recitati e commentati adalta voce, per entrare nella vita di ognigiorno, essere letti e meditati da ciascu-no in solitudine e in silenzio. Era nata lalettura interiore. Anche se per pochi: itascabili erano oggetti raffinati, stampatinel carattere corsivo ideato apposta perloro, venduti a prezzo carissimo (se ne

lamentò persino la «prima donna almondo», la marchesa di Mantova Isabel-la d'Este): erano uno status symbol.

Bembo scelse di fare il letterato, tra-scurando una sicura carriera politicanella Repubblica di Venezia sulle ormedel padre, ma seppe dirigere a tal puntola politica culturale dei suoi tempi da in-fluenzare regnanti, papi e la societàtutta. È noto come autore della pri-ma grammatica della lingua italia-na, le Prose della volgar lingua, ma ilsuo non fu affatto un mero lavorocompilatorio. A un'Italia in crisi, fat-ta di tante piccole corti in lotta traloro e in balia delle grandi po-tenze europee, volle dareun'unica lingua su cui co-struire una visione uni-taria del Paese. Pensòche si dovessero faregli italiani, prima chel'Italia.

Il riscatto dellapenisola doveva pas-sare attraverso lacultura. Una culturaerede dell'antico, che per lalingua si ispirava a Petrarca e Boccaccio,mentre nell'arte addirittura all'antichitàclassica. Bembo diceva che bisognavacogliere dall'antico quei canoni necessaria fondare l'arte del futuro, come faceva-no Michelangelo e Raffaello che del nuo-vo Rinascimento erano a suo avviso icampioni. Bembo visse a Roma con loro,nell'autorevole veste di segretario di pa-pa Leone X, e la sua visione e la loro artefurono così potenti da diventare modellodi stile universale.

Un messaggio attualissimo risaltadunque con forza dalla mostra padovana

A DESTRA, CIORGIONEDOPPIO RITRATTO (1502)E, DALL'ALTO, GIORCIONE,

RITRATTO D'UOMOCON UN LIBRO VERDE

(ÌSOO)EHANSMEMLING,SANTA VERONICA

(1470-1475), OPERA PARTEDI UN DITTICO

CHE COMPRENDE ANCHEUN SAN GIOVANNI BATTISTA,

SOTTO. TIZIANO,RITRATTO DI PIETRO^BEMBO CARDINALE

(1539-1540)"

che, sala dopo sala, segue da vicino gliepisodi della vita di un uomo, e di un'in-tera epoca, facendo parlare capolavori emeraviglie. A partire dal prezioso ditticodi Hans Memling, che Pietro contemplòsin da bambino nella già vasta collezionedel padre e che è esposto finalmente riu-nito dopo secoli (le due parti sono con-servate a Washington e a Monaco di Ba-viera). C'è poi il Ritratto di uomo con libroverde attribuito a Giorgione (da SanFrancisco), in cui l'uomo tiene appuntoin mano uno dei primissimi libri tascabilie ha un dito del guanto tagliato, per me-

82 IL VENERDÌ DI REPUBBLICA

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glio sfogliarne le pagine. E ci sono unodegli arazzi che Raffaello disegnò per de-corare la parte bassa delle pareti dellaCappella Sistina, in dialogo col capolavo-ro di Michelangelo, e il Ritratto di due uo-mini, due amici, che forse Raffaello donòa Bembo in ricordo di un'illuminante gitadi gruppo alle rovine di Tivoli. Non man-cano poi i molti ritratti di Bembo stesso,a partire da quello famosissimo in vesteda cardinale, opera di Tiziano, e tutte leopere d'arte che Bembo raccolse nellasua casa di Padova, e il figlio poi vendet-te, ora riunite eccezionalmente in mostra

per la prima volta dopo cinque secoli.Tra queste si trovano capolavori moder-ni come il San Sebastiano di AndreaMantegna, e tante antichità sublimi, co-me il ritratto di Antinoo, il celebre favori-to dell'imperatore Adriano, o la gemmafirmata da Dioscoride, l'intagliatore pre-ferito dall'imperatore Augusto. E poi i ri-tratti d'imperatori romani, i vasi, le mo-nete, i manoscritti antichi e la Mensaisiaca, una tavola d'altare con incisi gero-glifici relativi al culto di Iside, oggetto mi-sterioso e ammiratissimo dai visitatoridella collezione. La casa di Bembo era in-

PADOVAPIETRO BEMBO E L'INVENZIONEDEL RINASCIMENTOPALAZZO DEL MONTE DI PIETÀFINO AL 19 MAGGIOCATALOGO MARSILIO EDITORIInfo: te i . 049-8779005www.mostrabenibo.jt

fatti meta celebrata dalle persone coltedi allora: «Sembra proprio che Roma sisia trasferita a Padova» esclamò dopo lavisita l'Aretino. Era un luogo d'ispirazio-ne e conoscenza più che di mera collezio-ne, la «casa delle Muse» come Bembo lachiamò, o «Musaeum»: il vero precurso-re del museo moderno. • •

a MAHZO 2013 ' 83