RESTAURO ARCHITETTONICO

Massimo Carmassi o architettura della semplicità

Nato a Pisa nel 1943, si laurea a Firenze nel 1970.Ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana nel corso di laurea specialistica in conservazione e restauro presso lo IUAV.

Professore di Progettazione presso l'Accademia di Architettura dell'Università di Mendrisio.

Ha diretto l'ufficio progetti del comune di Pisa dal 1974, per 15 anni.Nel 1993 è stato medaglia d’oro H. Tessenow ad Hannover della Fondazione Schumacher e nel 1994 ha vinto il Premio Gubbio dell'Associazione Nazionale Centri Storici per la sua attività nel campo del recupero.

E' Accademico Nazionale di San Luca e Accademico nella classe di Architettura dell'Accademia delle Arti del Disegno a Firenze.

Nel 2005 è nominato Honorary Fellow of the American Institute of Architects.

Del Restauro: quattordici case, Electa, Milano 1998.

Opere e progetti, Massimo e Gabriella Carmassi, Electa, Milano 2004.

Massimo Carmassi. Architettura della semplicità. Electa, Milano, 1992.

MASSIMO CARMASSI

• INDAGINE STRATIGRAFICA Alla ricerca non tanto di un singolo momento nella storia nel quale cristallizzare un’immagine, quanto piuttosto a dar conto DELL’INSIEME DI INTERVENTI, di nuove AGGIUNTE edilizie e decorative che della vicenda costruttiva fanno parte, anche con il loro valore di INCOMPIUTEZZA e SOVRAPPOSIZIONE.

• CONSERVAZIONERispetto di una PRASSI DI CONSERVAZIONE, che EVITA OGNI SCELTA DI SOSTITUZIONE, attenta ad un PIGNOLO SALVATAGGIO dell’esistente in ogni parte del manufatto.

RESTAURO ARCHITETTONICO

• CONFIGURAZIONE E MATERIALI Convinzione di una INSCINDIBILE UNITA’ tra la CONFIGURAZIONE SPAZIALE di ogni architettura storica sulla quale si interviene e i MATERIALI che la costituiscono a livello costruttivo e formale.

FORO ANNONARIO DI SENIGALLIAForo annonario, progettato nel 1834 dall’Architetto Pietro Ghinelli

Restauro come biblioteca Comunale, terminato nel 2004.

Le ali curve coperte da un tetto a capriate sono state utilizzate come SPAZI UNITARI, privi di frazionamenti a eccezione dei DIAFRAMMI PERIMETRALI LEGGERI IN VETRO con funzione di disimpegno e di difesa acustica verso i rumori esterni, e dei volumi elementari trasparenti e in legno rispettivamente per gli uffici e per i servizi igienici. Le scale di sicurezza sono contenute in volumi cilindrici di muratura a pianta ellittica che consentono di raggiungere direttamente l’esterno

Il foro prima e dopo l’intervento di restauro

Intento di RICOMPOSIZIONE, CONSERVAZIONE che non vuole riportare l’oggetto ad una immagine data ma vuole

DARE NOTIZIA della STRATIFICAZIONE.

DIAFRAMMI PERIMETRALI IN FERRO E VETRO

Prima e dopo l’intervento

I VOLUMI ELEMENTARI IN FERRO E VETRO consentono di soddisfare le funzioni richieste senza sconvolgere la struttura spaziale dell’ambiente antico.

le CAPRIATE DEL TETTO sono di DIVERSA DIMENSIONE rispetto a quelle dell’emiciclo opposto.

Teatro lirico classico da mille posti con platea a ferro di cavallo con 5 ordini di palchetti sovrapposti.

TEATRO VERDI

a Pisa 1865- 67 Arch. Andrea Scala

(Restauro 1985-1989)

Ricerca di una UNITA’ FUNZIONALE della macchina teatrale, spettacolo e rappresentazione cittadina.

Il teatro non aveva stratificazioni evidenti e complesse. Il problema era RICOSTRUIRE un’IMMAGINE UNITARIA che gli interventi successivi avevano minato.

Planimetria generale alivello del foyer e del 1°ordine di palchi prima e dopoil restauro.

In rosso le partimodificate o aggiuntedell’intervento

Lo stesso lato dell’ingresso prima dell’intervento e dopo la riapertura degli arconi tamponati.

Attento ripristino – come PARTE INELIMINABILE – dello SPAZIO e dell’APPARATO DECORATIVO che commenta lo svolgersi degli ambienti.

RECUPERO DELLA QUALITA’ DELLO SPAZIO

L’intervento di Carmassi è RAREFATTO, SOBRIO, cerca di MIMETIZZARSI e SCOMPARIRE anche se rivolto all’adeguamento al servizio.

Pulitura della volta della sala, dorature, consolidamento e integrazione degli stucchi.Recupero della DECORAZIONE che ornava le sottili pareti divisorie dei palchetti dei vari ordini e delle volte. Integrazione delle lacune o anche di parti scomparse.

La DECORAZIONE commentava l’insieme degli spazi aperti al pubblico (platea e corridoi, saloni, palchetti).Era stata coperta da una IMBIANCATURA ANONIMA.

L’idea cromatica del grande ambiente è ripristinata nella sua condizione d’origine soprattutto nella sua UNITA’ DI SPAZIO.

“All’occhio che percorra gli spazi del teatro non viene offerto nessun segnale che denunci l’intervento contemporaneo”

Massimo Carmassi

SCELTA VOLUTA DI NON COMPARIRE

Scelta di MIMESIAnsia del RICONGIUNGERSI alla storia. Rinnovata pratica del costruire antico, che non deve sembrare interrotto.

Manipolare un’architettura storica, fatta di SPAZI, STRUTTURE COSTRUTTIVE, MATERIALI, non assume il significato di sottrarre, di togliere. C’è una RIGOROSA VOLONTA’ DIDASCALICA che vuole CONSERVARE L’INTEGRITA’ DEL MANUFATTO.

POETICITA’ DI CARMASSI STA NELL’UNIRE LA CONSERVAZIONE ALLA PROGETTUALITA’ CONTEMPORANEA

“Ogni restauro dovrebbe mirare a RIVELARE tutte le qualità potenziali, ancora inespresse, dell’edificio”

Massimo Carmassi

IL PROBLEMA FUNZIONALE

Disegno costruttivo di uno dei SERVIZI IGIENICI DEL PIANO TERRA ricavato in ambiente voltato a pianta irregolare. Spunto da TECNICHE ANTICHE per ottenere un disimpegno a pianta ellittica collegato al corridoio esterno da un segmento a pareti contrapposte curve.

Intervento contemporaneo come SCATOLA nella SCATOLA

Sceglie di RITIRARSI ALL’ESTERNO a beneficio dell’oggetto storico.Il suo è un CONNUBIO non facile tra:

• ADATTAMENTO A CONDIZIONI DI FUNZIONALITA’ E SICUREZZA

• RIGOROSI CRITERI DI CONSERVAZIONE della configurazione storica.

INSERIMENTO di SCALE DI SICUREZZA

Gesto di DISTACCO delle scaleA manifestare un’AUTONOMIA di LINGUAGGIO CONTEMPORANEO che può essere raggiunta solo con la separazione.

Continuo CONFRONTO tra DISEGNO CONTEMPORANEO, MATERIALI e SPAZI della STORIA INVENTIVA E POETICA DI CARMASSI

Unione tra CONSERVAZIONE e PROGETTO.

Limitato spazio disponibile, collocazione ESTERNA, appoggiate a uno dei due lati del teatro.

Il PORSI AL DI FUORI dell’edificio storico è SIMBOLICO oltre che FUNZIONALE:

6. Scelta di NON SACRIFICARE l’unità architettonica dell’antica fabbrica;

7. UTILIZZO di NUOVE FORME CONTEMPORANEE fuori dall’edificio.

Aspira a diventare un CONCETTO AUTONOMO, come un’escrescenza che tende a distaccarsi dal lato del teatro, ricercando un altro confronto: quello con il CONTESTO EDILIZIO CIRCOSTANTE.

Torre come VIRTUSO GIOCO PLANIMETRICO che risolve l’accesso delle aperture ai vari piani: la complessità del disegno si esprime nel

• SISTEMA DELLE COLONNE CILINDRICHE che sorreggono le rampe di lamiera, • nella COPERTURA IN FERRO E VETRO, • nella trama della ringhiera, • nel concetto di TRASPARENZA che l’insieme vuole comunicare.

Il metodo per NON INTERFERIRE con l’edilizia storica:ELEMENTI LEGGERI, TRASPARENTI, che non devono sovrapporsi alla lettura dell’antico.

Colpito dai bombardamenti nella 2° guerra mondiale – successiva demolizione del Chiostro.Luogo ridotto a parcheggio.

4 soluzioni proposte dal 1975 al 1979. Versione definitiva nel 1985.

SAN MICHELE IN BORGO Recupero area restrostante alla Chiesa (1974)

Completamento delle CASE-TORRE, nel rispetto di tipologie e caratteristiche spaziali

Completamento delle CASE-TORRE, nel rispetto di tipologie e caratteristiche spazialiCostruzione EX-NOVO di un corpo parallelo a via degli Orafi per definire una piazzetta al posto del preesistente chiostro.Semplificazione di volumetrie e linguaggi.

“Il mattone esprime la capacità di durare invecchiando, è densamente espressivo, omogeneo, produce infinite vibrazioni cromatiche”

Massimo Carmassi

I ruderi preesistenti vengono mantenuti e se ne progetta il completamento.Il restauro riguarda un edificio superstite, situato a lato della chiesa.

“Volontà di affondare le mani nella storia”

Valore del RILIEVOE del recupero TIPOLOGICO

“Volontà di affondare le mani nella storia”

Valore del RILIEVOE del recupero TIPOLOGICO