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RESPIRAZIONE - POSIZIONI DEL CORPO - MOVIMENTI DUE APPROCCI A CONFRONTO a cura di Charlotte Rogers YOGA E RESPIRO-DINAMICA ZILGREI © Charlotte Rogers 08/2016

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RESPIRAZIONE - POSIZIONI DEL CORPO - MOVIMENTI

DUE APPROCCI A CONFRONTO

a cura di Charlotte Rogers

YOGA E RESPIRO-DINAMICA ZILGREI

© Charlotte Rogers

08/2016

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Che cosa è lo Yoga?

E’ una millenaria pratica e filosofia nata in India, de-finita come un sentiero da percorrere per raggiun-gere la liberazione dalla sofferenza attraverso la sag-gezza. E’ suddiviso in Karma Yoga (yoga dell’azione) e Jnana Yoga (yoga della saggezza e del discerni-mento) e secondo gli enunciati mistici e profondi

è un mezzo per trascendere gioia e dolore,

quieta la mente attraverso la respirazione,

unisce respiro e mente, il Sé e l’Assoluto attraverso un sentiero a sei passi (concetto che viene ampliato nello Yoga Sutra di Patanjali)

Il significato stesso della parola Yoga, letteralmente, vuole dire "unione" e deriva dalla radice Sanscrita "yuj" indica l'unione fisica e spirituale di entità oppo-ste. Corpo e mente, immobilità e movimento, ma-schile e femminile, sole e luna, sono questi alcuni de-gli opposti che la pratica dello Yoga è in grado di riu-nire, allo scopo ultimo di portare riconciliazione ed equilibrio tra essi. Di conseguenza ogni essere umano, praticando lo Yoga, contribuisce a questo equilibrio cosmico grazie al raggiungimento di un pro-prio stato armonico con l’ambiente circostante e un conseguente senso di pace e benessere interiori.

Un errore ricorrente nella nostra cultura basata sulla frammentarietà è quello di dividere la disciplina yo-gica in tante differenti correnti pensando che questo ci avvicini di più alla sua comprensione, creando in realtà dispersione e distorcendone il messaggio.

Le origini e cenni storici

I primi riferimenti allo yoga si trovano nei Veda, i più antichi testi della cultura indiana, databili tra il 1500 e il 1200 a.C. Si tratta di un insieme di scritti, suddivisi classica-mente in quattro parti. Lo yoga è menzionato già nella prima parte, il Rigveda, il più antico testo in lingua in-doeuropea. Viene definito come “unione” o “disci-plina” e non vi è alcun riferimento alla pratica. Nell’Atharvaveda, il quarto testo che compone i Veda, sono invece fatti i primi cenni sul pranayama, il controllo della respirazione.

Lo Yoga Sutra di Patanjali

Patanjali è ritenuto il fondatore del sistema dello yoga e autore degli Yoga Sutra, l’antico testo che stabilisce la

pratica e la filosofia dello yoga perché fu il primo a metterli per iscritto. Si può ritenere che Patañjali

Che cosa è la Respiro-Dinamica Zilgrei?

La Respiro-Dinamica Zilgrei è una tecnica prevalente-mente meccanica che comprende una vasta raccolta di procedimenti terapeutici che l’individuo pratica su sé stesso dette “autoterapie”.

Definizione del Metodo Zilgrei tratta da Pschyrembel, Dizionario di Naturopatia e di Metodi Alternativi (in lingua tedesca)

„Il metodo Zilgrei prende il nome dal chiropratico H. Greissing (nato nel 1925) che lo ideò insieme ad una sua paziente di nome Zillo. In sostanza, è costituito da un autotrattamento combinato basato sulla respira-zione e la postura, ispirato da alcuni elementi della medicina manuale classica, della terapia respiratoria e motoria, e dello yoga. Appartiene al Metodo Zilgrei, per esempio, il principio della cosiddetta “direzione opposta”, in base al quale si stabilisce, tramite l’au-toesame, in quale direzione di movimento compaiono il dolore o il disturbo, per poi effettuare un autotrat-tamento nella direzione o posizione opposta. Inoltre, il metodo prevede una respirazione cosiddetta dina-mogenica, in grado di favorire la ricarica energetica, tratta direttamente dalla respirazione diaframmatica dello yoga. Il metodo è indicato per la terapia di do-lori, patologie ortopediche e psicosomatiche, dipen-denze e problemi ostetrici, mentre è controindicato in presenza di inabilità motorie o di situazioni in cui una respirazione addominale potrebbe rappresentare un rischio per il paziente. Ormai il metodo Zilgrei è un trattamento scientificamente e clinicamente sempre più riconosciuto ed apprezzato”.

Le origini e cenni storici

La Respiro-Dinamica Zilgrei, metodo di autoterapia composto da respirazione, movimenti e posizioni mi-rati e personalizzati del corpo, è nata a Milano nel ’78, frutto della felice collaborazione fra il geniale americano Hans Greissing, dottore in chiropratica, e la contessa Adriana Zillo, una sua paziente di note-vole capacità intuitiva. Il nome “Zilgrei” è formato dalla prima sillaba dei cognomi di queste due per-sone.

La Respiro-Dinamica Zilgrei deriva dalla chiropratica classica sviluppata alla fine del secolo scorso dallo sta-tunitense Daniel David Palmer e suo figlio, originari dello Iowa. Quest'arte terapeutica, nota già agli Egizi, consiste nella manipolazione della colonna vertebrale allo scopo di eliminare disallineamenti delle vertebre che, anche per l'irritazione dei nervi spinali, possono

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abbia compilato insegnamenti che fino ad allora erano stati tramandati oralmente

Il testo di Patanjali, ha unito diverse pratiche e tradi-zioni in un’unica opera, in modo sistematico e coe-rente. Il suo insegnamento, contenuto nei 196 afori-smi (sūtra) che costituiscono gli Yoga Sūtra, spiegano come, con il controllo di sé e la padronanza della mente e della sua attività (vritti), arrivare all'intima

unione con la Divinità interiore. Il cuore del testo è esposto con le otto braccia dello yoga, un percorso in otto stadi che i praticanti dovrebbero seguire fino all’autorealizzazione.

Il successivo periodo puranico (300-400/1100 d.C.) trae la propria denominazione dai Purana, una forma di letteratura che, oltre a illustrare la vita sociale del tempo, tratta un’infinità di argomenti, tra cui l’aspetto spirituale, e innumerevoli pratiche e conce-zioni yogiche.

Si giunge poi al periodo tantrico: il termine tantra, in-torno a cui si è creata tanta confusione, etimologica-mente significa “tecnica” e il suo aspetto essenziale è l’adorazione della realtà, o Madre Suprema (Shakti). Al fine di intensificare tale aspetto devozionale, fu-rono introdotte dalle diverse tradizioni molte tecni-che e metodiche.

Durante il periodo medioevale si assiste a un grande movimento spirituale che vede, tra l’altro, l’applica-zione su vasta scala di moltissime pratiche yoga, ben-ché in maniera piuttosto disordinata.

Tra le tante tradizioni che si svilupparono in questo periodo, una delle più rilevanti fu l’Hatha yoga, di cui Goraksanatha fu il maestro indiscusso. In particolare, numerose modifiche vennero introdotte nelle po-sture (asana) e anche le pratiche di controllo del re-spiro (pranayama) conobbero un nuovo momento di splendore, pur subentrando alcuni cambiamenti. Inoltre, si diffusero le pratiche di purificazione e si fece strada il concetto del corpo come veicolo per lo sviluppo spirituale: è la genesi della psicosomatica. Tra corpo e mente c’è una strettissima relazione e at-traverso il corpo si può raggiungere la mente.

Sono ben 32 le asana e 25 i mudra descritti nel Ghe-randa Samhita, un testo del XVII secolo che fornisce anche indicazioni sull’alimentazione e sulla condotta individuale che un praticante di yoga dovrebbe man-tenere (niyama).

Nel XX secolo venivano fatti molti sforzi in Occidente per la sua divulgazione, specialmente da parte di per-sonaggi come Vivekannda, Sivananda, Aurobindo col suo “yoga integrale”, e altri che furono gli artefici del rifiorire di varie scuole di pensiero.

procurare dolori e disturbi funzionali agli organi in-terni. Il metodo Zilgrei ha fatto proprio il principio lo-gico della chiropratica, secondo cui non si possono trattare sintomi locali prima di aver riportato la co-lonna vertebrale ad un orientamento fisiologica-mente corretto.

I cosiddetti popoli primitivi in Africa, America, Asia ed Australia adoperano ancora oggi le manipolazioni per curarsi da soli o a vicenda. Le procedure chirotera-peutiche di D.D.Palmer utilizzate in Occidente sono ormai scientificamente perfezionate. La chiropratica ha trovato larga diffusione in tutti i paesi del mondo e negli Stati Uniti, Canada, Inghilterra e Australia viene insegnata a livello para-universitario.

Nato nel 1925 a Stoccarda, Germania, il dottor Greis-sing emigrò con la famiglia negli Stati Uniti nel 1928. A 18 anni si arruolò nei Marines e fu ferito grave-mente nella seconda guerra mondiale, rimanendo se-miparalizzato. Dopo essersi sottoposto alle più sva-riate terapie di medicina tradizionale, purtroppo con esito negativo, finalmente guarì per mano di un dot-tore in chiropratica. Questo fatto lo spinse a intra-prendere la stessa strada: nel 1953 si diplomò al Pal-mer College of Chiropratic a Davenport (Iowa, USA). Nello stesso anno emigrò in Sudafrica e negli anni se-guenti percorse in lungo e in largo il continente nero per studiare e raccogliere nelle proprie annotazioni i metodi di cura dei popoli indigeni.

Nel 1961 si trasferì con la famiglia in Italia, dove iniziò l'opera in 84 volumi "The Spinal Summa" con oltre 30.000 immagini di tecnica chiropratica e di esami ra-diologici statico-dinamici. Erano appena usciti tre vo-lumi quando incontrò la signora Adriana Zillo, le cui osservazioni furono lo stimolo per indurlo ad elabo-rare il metodo Zilgrei e ad abbandonare il lavoro su “The Spinal Summa”.

La contessa Adriana Zillo, nata a Este e residente a Treviso, fu afflitta per lunghi anni da dolori alla co-lonna vertebrale che le impedirono di vivere una vita normale. Resistenti ad interventi di medicina tradizio-nale questi disturbi la condussero in molte parti del mondo alla ricerca di un rimedio duraturo. Conobbe così anche lo Yoga che praticò con perseveranza e di-screto profitto. Nel 1977 venne nello studio del dot-tor Greissing per farsi curare: la terapia chiropratica, che fu l'unica ad avere effetti durevoli, la indusse a sperimentare l'associazione di posizioni specifiche utilizzate in chiropratica con la profonda respirazione diaframmatica imparata nello Yoga. La signora riferì le proprie osservazioni, soprattutto per quanto con-cerne la scoperta dell’utilizzo della posizione opposta al dolore, al dottor Greissing. Dalle conoscenze pro-

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Nel 1924 lo yoga assunse una veste scientifica grazie a Kuvalayananda: si è così avuta la conferma della va-lidità di questa disciplina che si è affrancata dagli aspetti misteriosi e miracolistici, per divenire scienza razionale, le cui metodiche sono oggetto di precise in-dagini scientifiche.

Attualmente sono moltissimi gli studiosi, i medici e i ricercatori che si interessano allo sviluppo della ri-cerca scientifica nel campo dello yoga. Purtroppo, a causa della mancanza di una linea comune, vengono spesso proposte delle pratiche poco in linea con il pensiero dello yoga. La filosofia dello Yoga

Grazie a Patañjali lo Yoga, da tradizione "mistica", si è trasformato in "sistema filosofico".

La traduzione letterale della parola yoga è giogo, in-teso come laccio, come legame o unione del Tutto.

Unione quindi nell'uomo del corpo, della mente e dello spirito, unione dell'uomo ai regni della natura (animale, vegetale, minerale) e agli elementi (terra, acqua, fuoco ed aria). Legame del nostro pianeta alla galassia che lo ospita, legami con altre galassie, altri mondi.

Praticare lo yoga non si limita solamente a fare delle sedute di asana (posture dell'hatha yoga), di prana-yama (arte del respiro consapevole), di meditazione o recitazione di mantra, prima di tutto è indispensa-bile purificarsi, esercitandosi a vivere un grande ri-spetto di sé e degli altri (Yama), a sentirsi appagati da ciò che si è e che si ha (Nyama), a seguire la non vio-lenza negli atti, nelle parole e nei pensieri (Ahisma). Il significato profondo di questa antica disciplina è di condurre l'uomo in un lungo percorso di autocono-scenza consapevole affinché il microcosmo umano si possa fondere col macrocosmo universale.

La pratica dello Yoga, anche l'Hatha, quello più fisico, ci invita a prendere coscienza della presenza divina in noi e proprio attraverso le posizioni dell'Hatha Yoga e le tecniche del respiro lavoriamo alla produzione di Tapas, una potente energia che sollecita Kundalini a destarsi.

Il nome Kundalini viene dalla parola sanscrita Kun-dala, che significa avvolto. Nelle tradizioni Indù, que-sta dea, una volta risvegliata, si arrampica verso l'alto, chakra dopo chakra, fino a raggiungere Sahasrara, il centro dell'illuminazione sulla sommità della testa.

fessionali di lui, dalle scoperte intuitive di lei e dal de-siderio di entrambi di mettere alla portata di mano di tutti un modo per combattere il dolore e le sue cause, che fosse pratico, semplice, privo di effetti collaterali, e inoltre economico, nacque il metodo Zilgrei.

Il dottor Greissing è deceduto a Milano nel 2002, all’età di 77 anni. La signora Zillo vive tuttora a Tre-viso.

La Respiro-Dinamica Zilgrei è stata perfezionata negli anni da un team di esperti e collaboratori del Dr. Greissing, e ha trovato diffusione in diversi paesi eu-ropei fra cui la Svizzera, la Germania e l’Austria. Sono stati pubblicati numerosi libri sul metodo Zilgrei in lin-gua italiana e tedesca. La filosofia della Respiro-Dinamica Zilgrei

Le considerazioni che racchiudono il significato più profondo della Respiro-Dinamica Zilgrei, e che spinsero il Dr. Greissing a dedicare la sua vita allo sviluppo di tecniche semplici, efficaci e pratiche, alla portata di tutti, indipendentemente da pensiero, cultura o condi-zione personale per curarsi, sono in sintesi:

Prendersi cura di se stessi è diritto e dovere di cia-scuno, nell’interesse personale e collettivo.

L'essere umano è perfettamente in grado di provo-care il proprio stato di salute o di malattia, perciò è responsabile di entrambi.

L’autonomia nelle scelte, per esempio di come cu-rarsi, preserva la dignità umana, libera da vincoli e permette all’essere umano di esprimere il suo po-tenziale fisico, psichico e spirituale.

Aiutare gli altri ad aiutare se stessi è la forma d’aiuto più nobile che dona la libertà da dipendenze da terzi.

Il corpo e la psiche segnalano il loro stato in modo inequivocabile: basta ascoltare, comprendere e reagire in modo idoneo.

Ogni condizione, anche la più compromessa, è mi-gliorabile con gli strumenti forniti dalla natura.

L’intervento del terapeuta è da intendersi solo come appoggio alle capacità biocibernetiche dell'individuo, non come il mezzo che ha procurato la guarigione.

Affermava il Dr. Greissing: “Nella mia lunga carriera da dottore in chiropratica

constatai che i risultati più clamorosi si manifesta-rono in quei casi in cui i pazienti erano attivamente coinvolti nel proprio processo di guarigione. Più una terapia è in sintonia con le leggi fisiologiche e più attivamente il paziente partecipa al proprio pro-cesso di guarigione, maggiori sono le sue possibilità

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Lo scopo dell’Hatha Yoga

Hatha, letteralmente significa sforzo violento, ma il suo significato è più complesso. La parola è composta da ha (sole) e tha (luna), anche riferendosi al passag-gio dell’aria nella narice destra (assimilata al sole) e nella narice sinistra (assimilata alla luna). Quindi lo Hatha Yoga vuole rappresentare l’insieme dei due re-spiri. Possiamo vedere nei due astri – il sole e la luna – anche il maschile e il femminile, il caldo e il freddo, il giorno e la notte, il cuore e la ragione, la testa e la “pancia”. Nello Hatha Yoga tutte le dualità e gli oppo-sti che ci vengono in mente mirano ad essere riuniti, e a funzionare in armonia. Lo Hatha Yoga ha infatti come scopo di raggiungere il samadhi, cioè l’annulla-mento della dualità, perché se il cuore e la ragione collaborano viviamo meglio e prendiamo decisioni migliori.

Hatha Yoga è il tipo di yoga più praticato in occidente, tant’è vero che quando gli occidentali si riferiscono in modo generico allo yoga solitamente intendono pro-prio questa scuola. È il sentiero del controllo fisico, una forma di yoga che lavora sulla forza fisica e sul controllo della respirazione per prepararsi alla con-templazione e alla meditazione.

Come funziona lo Yoga?

Lo Hatha Yoga intende realizzare l’ambizioso pro-getto di far funzionare in armonia le due parti che compongono ogni cosa tramite delle posizioni (asana) e il controllo del soffio vitale (pranayama), che ne costituiscono la parte centrale e più impor-tante. Abbastanza importanti sono poi le tecniche di purificazione corporea (shatkarman) e le contrazioni (bandha) di determinate parti del corpo, che accom-pagnano la ritenzione del respiro. Ancora, un’impor-tanza particolare rivestono poi nello Hatha Yoga, i mudra (letteralmente sigilli), gesti che hanno lo scopo di sigillare l’energia all’interno del corpo.

Secondo le antiche scritture, gli asana, ovvero le po-sizioni dello yoga, sono 8 milioni e quattrocentomila. Essi sono posizioni o posture utilizzate in gran parte delle forme di yoga. Etimologicamente il termine si-gnifica “posizione seduta” e sembra indicare che, al-meno inizialmente, si riferisse alle posizioni per la me-ditazione. Ora il termine indica in senso più ampio una postura corporea che migliora la stabilità fisica e mentale e genera un senso di benessere.

Gli antichi Rishi, ovvero i saggi, scoprirono i benefici dello yoga imitando i movimenti degli animali e delle

del completo ripristino della salute”.

Lo scopo della Respiro-Dinamica Zilgrei

Lo scopo della Respiro-Dinamica Zilgrei è triplice:

1. Eliminare gli squilibri muscolari e blocchi articolari riportando ad un corretto allineamento la colonna vertebrale e le articolazioni, e riequilibrare la mu-scolatura rilassando quella contratta e raffor-zando quella ipotesa. Ne consegue la normalizza-zione generale dell’organismo, sia a livello funzio-nale che organico, mediante l’azione diretta della persona interessata.

2. Eliminare le cause dei disturbi all’apparato loco-motore e all’organismo in genere mediante l’inse-gnamento di comportamenti e abitudini corretti, per esempio della respirazione e del portamento nella quotidianità, sia a casa che sul posto di la-voro. Integrare a questa pratica il concetto del triangolo ecologico della salute seguendo il Prof. Dr. Hans Selye, padre della ricerca sullo stress, se-condo il quale la salute è intesa come integrità strutturale, biochimica e mentale.

3. Offrire alle persone degli strumenti semplici ma efficaci per autogestirsi sotto forma di profilassi e autocura.

Come funziona la Respiro-Dinamica Zilgrei?

Gli elementi che compongono la Respiro-Dinamica Zilgrei sono procedimenti naturali e fisiologici. Per-tanto non si può considerarla una invenzione nuova, bensì l’utilizzo intelligente dei mezzi naturali alla por-tata dell’essere umano che, singolarmente, si riscon-trano anche in altre terapie motorie. Tuttavia è pro-prio il modo particolare della Respiro-Dinamica Zilgrei di combinare questi elementi a sortire un’efficacia spesso sorprendente:

1. Il test del raggio di movimento, l’autoesame per individuare lo stato attuale dell’utente.

2. La respirazione dinamogenica Zilgrei, l’elemento che mobilita le forze biocibernetiche.

3. Il movimento e le posizioni mirate ed individualiz-zate sui tre piani base di movimento (rotazione sul piano orizzontale, estensione e flessione sul piano sagittale e inclinazione laterale sul piano frontale) che rendono il sistema preciso, facile da eseguire e ripetibile.

4. Il principio della direzione o posizione opposte che rende le autoterapie indolori ed efficaci.

5. Il coordinamento tra respirazione dinamogenica e

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piante, ed è per questo che molti dei nomi degli asana riprendono quelli del mondo animale e vegetale: la posizione del gatto, del cane a testa in giù, del cocco-drillo, del loto, della palma.

Esauriti gli animali si è passato alle forme geometri-che – posizione del triangolo – agli attrezzi agricoli – posizione dell’aratro – e agli oggetti di uso comune – posizione della candela.

Gli asana funzionano perché stimolano la circolazione sanguigna, favorendo l’eliminazione delle tossine. Inoltre, l’utilizzo del respiro, abbinato all’esecuzione delle posizioni, permette una ossigenazione globale, a beneficio di tutto l’organismo.

Secondo la visione orientale, invece, la pratica delle posizioni funziona perché favorisce il libero scorrere, all’interno del corpo, del prana, ovvero l’energia vi-tale. (chi o ki secondo la medicina tradizionale ci-nese.) Secondo queste teorie, le rigidità del corpo corrispondono a un blocco del prana e ad un conse-guente accumulo di tossine. Le tensioni fisiche nel corpo corrispondono a delle tensioni mentali, per questo è necessario liberare l’energia accumulata.

Tara Michael (membro dell’Associazione di Studi In-diani, all’Università Sorbona di Parigi) così commenta: «la pratica degli asana ha come primo effetto la fer-mezza della postura, che è stabilità del corpo e della mente, a causa della limitazione di rajas, la cui natura è l’instabilità e l’agitazione. Il secondo risultato è l’as-senza di malattie, dunque il superamento del primo ostacolo menzionato da Patañjali come causa di per-turbazione mentale. Il terzo effetto, la leggerezza fi-sica, è data dalla limitazione di tamas, la cui prepon-deranza nel corpo genera sensazione di pesantezza, inerzia, torpore e pigrizia. Il fine degli asana è, quindi, quello di padroneggiare rajas (“agitazione”) e tamas (“inerzia”) e di accrescere sattva, cioè la condizione di equilibrio e benessere».

Negli Yoga Sutra di Patanjali possiamo trovare po-chissimi riferimenti sugli asana e da questo saggio vengono definiti come:

Sthira sukham asanam

Anche se breve, questa frase racchiude un significato profondo:

Sthira = calmo, composto, sereno, stabile, du-revole e fermo.

Sukha = beatitudine, benessere e gioia.

Asanam = è il plurale in sanscrito di asana.

le posizioni o movimenti correttivi adatti all’indi-viduo che mette in moto l’autoguarigione.

6. L’applicazione del principio olistico per eliminare le cause e non solo i sintomi.

Anche se ogni autoterapia porta il nome di un uccello, la relativa posizione non richiama le caratteristiche ornitologiche. Il nome, utilizzato principalmente per scopi didattici, esprime l’esclamazione di molte per-sone liberate dai dolori: “Mi sento di nuovo leggero come un uccello!” Nella Respiro-Dinamica Zilgrei si assumono solo posi-zioni fisiologicamente normali, facilmente eseguibili da chiunque, ovunque e in qualsiasi momento. Non si fa diagnosi ma un semplicissimo auto-esame prima di ogni autoterapia che indica:

a. Quale parte del corpo o segmento spinale è com-promesso e quale è la possibile causa del disturbo.

b. Quale piano di movimento è coinvolto.

c. Quale direzione di movimento è compromesso e evidenzia sintomi soggettivi (fastidio, dolore) e oggettivi (limitazione di movimento).

d. Applicando il principio della direzione opposta quale è la direzione curativa richiesta.

e. In base alle risposte delle domande a) – d), quale autoterapia Respiro-Dinamica Zilgrei è richiesta.

f. Quale variante di esecuzione occorre applicare (statica, dinamica, etc.) e quale forma di respira-zione è più idonea.

Esempio degli’autotest della colonna cervicale

Piano sagittale: flessione in avanti e estensione indietro

Piano frontale: inclinazione a destra e sinistra

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Quindi l’esecuzione dovrebbe essere calma, serena e durevole sia a livello fisico che mentale. Solo in que-sto modo si sperimenta un senso di gioia e beatitu-dine.

E’ utile memorizzare questa definizione e tenerla in mente ogni volta che si esegue una posizione perché aiuterà moltissimo, soprattutto quando si fa un asana difficile, scomodo e dove c’è un discreto sforzo.

L’energia – Prana - Respirazione

L'energia (Prana) secondo l'antichissima dottrina de-gli illuminati d'oriente è il nucleo originario dal quale scaturisce ogni vita, ogni moto, ogni attività.

Ogni materia è nata, tuttora nasce e continuerà a na-scere da un elemento originario: lo spirito della ma-teria. All'inizio della creazione il prana prese ad agire sullo spirito della materia (Akasha), cominciò a mo-dellare, a formare, e grazie alle innumerevoli forze, presero a sorgere e sorgono le innumerevoli forme della materia.

Il prana è presente, come forza vitale, in ogni forma vivente, senza di esso non può esserci vita, perché ogni forza si fonda sull' energia, da quella di gravità e d'attrazione a quelle dell'elettricità e della radioatti-vità.

Nel nostro corpo l'energia vitale entra soprattutto at-traverso il respiro, unica funzione continuamente in-dispensabile per la stessa sopravvivenza; una pratica costante dello yoga ci consente di immagazzinare grandi quantità di energia di cui parte viene inviata ai sistemi ghiandolari e agli organi vitali, e parte diventa una riserva che viene custodita dal cervello e dai cen-tri nervosi, a cui possiamo attingere nelle necessità.

Non dobbiamo però sminuire il prana pensandolo l'e-quivalente dell'aria che respiriamo, l'energia pranica è energia cosmica intelligente che per mezzo del re-spiro, del cibo, delle relazioni che avvengono tra es-seri viventi e tra esseri viventi e cose, entra nelle no-stre cellule per trasmettere loro informazioni, nutri-mento e vita.

Il viaggio dell’energia

Il corpo umano è attraversato da un reticolo di canali (nadi) trasportatori di energia vitale, un canale cen-trale (Sushumna) attraversa verticalmente tutto il bu-sto mentre altri due laterali (Ida e Pingala) hanno ori-gine rispettivamente nella narice sinistra ed in quella destra e sono trasportatori il primo di energia yin o lunare, femminile, il secondo di energia yang, solare e maschile.

Gli stessi test di movimento vengono eseguiti per tutta la colonna vertebrale, per il bacino e per qual-siasi altra articolazione che li consente sui tre piani di movimento. Prima di eseguire un’autoterapia è es-senziale eseguire il relativo test.

Questo modo di procedere rende le autoterapie per-fettamente personalizzate in quanto rispondono alla condizione attuale della persona indicata dal test. In effetti si utilizzano le risorse che il corpo possiede in quel momento, evitando di forzare le parti del corpo compromesse: dolenti o bloccati. Esempio: non si rie-sce a portare un braccio in avanti in alto – l’autotera-pia viene eseguita portandolo indietro.

Dopo aver stabilito la posizione o il movimento richie-sti si procede al coordinamento con la respirazione di-namogenica richiesta (descritta in seguito).

Il soggetto impara a correggere i disallineamenti della propria struttura con le sue proprie stesse risorse, di-sallineamenti spesso anche connessi ad alterazioni funzionali e patologiche degli organi. Ne consegue la mobilizzazione delle articolazioni, il rilassamento e la tonificazione della muscolatura, ma non solo. Mentre la Respiro-Dinamica Zilgrei lavora sulla struttura os-seo-muscolare, i riflessi – attraverso il sistema ner-voso centrale - si estrinsecano pure sul piano mentale come un ottimo strumento antistress, e sul piano bio-chimico come regolatore del metabolismo. Gli effetti fisici delle autoterapie ZILGREI

Gli effetti fisici e psichici ottenuti con la Respiro-Dina-mica Zilgrei si basano su osservazioni ed esperienze empiriche e cliniche che tuttavia attendono delle ri-cerche e delle misurazioni scientifiche: - aumenta il volume respiratorio, - incrementa l’ossigenazione cellulare, - migliora la circolazione sanguigna, - accelera il metabolismo, - potenzia i flussi di tutti i liquidi corporei, - rilassa e rafforza i muscoli - mobilita la colonna vertebrale - calma il sistema nervoso e la psiche, - migliora le funzioni eliminatorie, - giova a tutte le funzioni organiche.

Piano orizzontale: rotazione a destra e sinistra

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La nadi centrale, Sushumna, ha origine alla base della colonna vertebrale e sale per unirsi definitivamente a Ida e Pingala nella zona della fronte, queste ultime dalle narici scendono con un movimento a spirale in-contrando la Sushumna in determinati punti chiamati in lingua sanscrita Chakra, ossia vortice, ruota, centri privilegiati di contatto tra il corpo materiale ed il corpo energetico.

La nadi lunare è l'aspetto negativo dell'energia vitale e la sua funzione è di portare la consapevolezza e la coscienza in ogni parte del corpo. La sua azione è ri-tenuta calmante e rinfrescante. Quella solare ha in-vece un'azione prettamente energetica di attivazione del corpo fisico.

Accostamenti sono stati fatti tra questi due canali ed il sistema nervoso vegetativo identificando Ida col si-stema parasimpatico e Pingala col sistema simpatico, mentre Sushumna indicherebbe le funzioni del si-stema nervoso centrale.

Nella pratica yogica hanno importanza rilevante i pra-nayama (flussi di energia vitale veicolati dal respiro) a narici alternate, perché si attribuisce un rapporto strettissimo tra ogni narice ed il corrispondente emi-sfero cerebrale.

I Chakra

I punti in cui i canali si incontrano sono chiamati, in lingua sanscrita Chakra, ossia ruota, vortice. Si tratta di punti da cui, con un movimento a spirale, tutto parte e a cui tutto fa ritorno, punti di comunicazione

tra la nostra vita interiore e quello che ci circonda, di intersezione tra i vari piani dell'esistenza.

Sette sono i chakra principali, situati lungo la colonna vertebrale, quelli a cui gli antichi yogi attribuivano si-gnificati incisivi e il più alto numero di correlazioni. Questi sette centri energetici, chiamati raja chakra, possiamo pensarli come i "chakra maestri" associati a sette livelli fondamentali della coscienza.

I chakra possono presentarsi aperti, chiusi, o in uno stato intermedio, quando un chakra è sofferente dif-ficilmente riesce a sbloccarsi in modo autonomo, la pratica yogica costante direziona l'energia vitale a

Ne consegue la diminuzione e/o l’eliminazione dei dolori, l’aumento della mobilità, maggiore capacità di concentrazione e di percezione e un generale senso di benessere. La Respirazione nella Respiro-Dinamica Zilgrei

Nella sua caratteristica di terapia combinata di respi-razione, posizioni e movimenti del corpo, è compren-sibile che la respirazione riveste un ruolo determi-nante nell’intera metodica della Respiro-Dinamica Zil-grei.

La respirazione funge soprattutto da elemento cura-tivo e forza correttiva. Mentre nella chiropratica il te-rapista predispone la parte del corpo da trattare in una posizione di correzione per poi esercitare una forza correttiva di manipolazione, nella Respiro-Dina-mica Zilgrei si assume la posizione correttiva in base al risultato dell’autoesame per poi effettuare la cor-rezione eseguendo cinque cicli di respirazione dina-mogenica. Si sfrutta in questa maniera l’azione mec-canica della respirazione addominale/diaframmatica sull’apparato locomotore e su tutti gli organi e si-stemi interni come pure sui processi biochimici. Tut-tavia, oltre all’effetto meccanico della respirazione sul corpo, essendo essa il ponte tra l’aspetto mate-riale e immateriale dell’essere umano, si manifesta senza dubbio anche un riflesso ai livelli sottili, ma l’identità e la portata viene lasciato all’esperienza soggettiva dell’individuo.

Nella Respiro-Dinamica Zilgrei è essenziale osservare il corretto coordinamento tra fase respiratoria e mo-vimento. Partendo da una posizione neutrale eretta e rilassata, nella respirazione addominale non for-zata, le curve fisiologiche delle lordosi (cervicali e lombari) aumentano in inspirazione e diminuiscono in espirazione. Questo avviene mediante l’azione della muscolatura respiratoria, in particolare del dia-framma e dei muscoli addominali. Di conseguenza quando si eseguono delle autoterapie per la colonna vertebrale sul piano sagittale in modo dinamico, bi-sogna rispettare il coordinamento armoniose delle due forze: della fase respiratoria abbinata al movi-mento.

La respirazione dinamogenica

La respirazione dinamogenica (dal greco: dynamos = forza o energia + gennan = generare) è dolce, mai for-zata, profonda in senso metrico ma non volumetrico: si assume quanta aria basta per l’azione che si sta compiendo.

Mentre la respirazione fisiologica ha due fasi princi-pali, la respirazione dinamogenica ha due fasi divise

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questi punti, i quali agiscono come batterie d'accu-mulazione che riaccendono i nostri plessi.

Esempio di esecuzione

Ardha Matsyendrasana (Posizione di mezza torsione del signore dei pesci)

Questa torsione, il cui nome si ispira a un leggendario inse-gnante di yoga, stimola la co-lonna vertebrale e il fuoco dige-

stivo.

Passo dopo passo

Siediti sul pavimento con le gambe distese da-vanti a te e i glutei appoggiati su una coperta ripie-gata. Piega le ginocchia, posa i piedi a terra e fai sci-volare quello sinistro sotto la gamba destra, all'e-sterno del fianco destro. Appoggia l'esterno della gamba sinistra sul pavimento. Fai passare il piede de-stro sopra la gamba sinistra e posalo a terra all'e-sterno del fianco sinistro. Il ginocchio destro sarà ri-volto perpendicolarmente verso il soffitto

Espirando, esegui una torsione verso l'interno della coscia destra. Premi la mano destra sul pavi-mento appena dietro il gluteo corrispondente e metti la parte superiore del braccio sinistro sull'esterno della coscia destra, vicino al ginocchio. Porta a con-tatto la parte anteriore del busto con l'interno della coscia destra.

Premi molto vigorosamente l'interno del piede destro sul pavimento, rilassa la parte destra dell'in-guine e allunga la parte anteriore del busto. Piega leg-germente all'indietro la parte anteriore del busto contro le scapole e continua ad allungare il coccige verso il pavimento.

in quattro tempi: Inspirazione - FASE 1 1. Tempo: Inspirazione 2.Tempo: Pausa di 5 secondi a polmoni pieni che segue immediatamente l’inspirazione (tratte-nere l’aria per 5 secondi). Espirazione - FASE 2 3. Tempo: Espirazione 4. Tempo: Pausa di 5 secondi a polmoni vuoti che segue immediatamente l’espirazione. L’effetto delle pause di 5 secondi

Hanno varie funzioni: - Prolunga l’effetto fisiologico delle fasi respiratorie - Previene l’insorgere di vertigine, della iperventila-

zione, del respiro affannoso - Favorisce il rilassamento psico-fisico - Permette di controllare consciamente il ritmo della

respirazione - Ottimizza la perfusione dell’ossigeno nell’organi-

smo - Migliora l’equilibrio del corpo - Facilita la concentrazione - Accresce l’energia vitale

Durante le pause non viene chiusa la laringe. Piutto-sto si tratta di una leggera fase di apnea in cui si ri-mane perfettamente immobili, sospesi nel tempo e nello spazio.

Così si crea un dolce ritmo di: inspirare - non respirare - espirare - non respirare.

La respirazione dinamogenica può essere personaliz-zata tralasciando una o l’altra pausa qualora la rela-tiva fase respiratoria risulta fastidiosa, oppure si pos-sono accorciare le pause

Esempio di esecuzione

Autoterapia MARTIN PESCATORE

Mobilizza soprattutto il tratto lombare della colonna e il bacino, con effetto rilassante su tutta la muscola-tura dorso-lombare. E' utile contro lombalgie, scia-tica, nevralgie con irradiazioni alle gambe e contrat-ture muscolari; inoltre bilancia il tono dei muscoli dorso-lombari ai due lati della colonna.

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Puoi girare la testa in due direzioni: verso destra per proseguire la torsione del busto oppure verso si-nistra per contrastare tale torsione, guardandoti il piede destro da sopra la spalla sinistra.

A ogni inspirazione solleva un po' di più lo sterno, premendo le dita a terra per facilitare il movimento. A ogni espirazione aumenta ulteriormente la tor-sione. Fai in modo di distribuire in modo uniforme la torsione lungo l'intera colonna vertebrale, evitando di concentrarla nella regione lombare. Mantieni la posizione per 30-60 secondi, quindi scioglila con un'e-spirazione, torna alla posizione iniziale e ripeti l'eser-cizio sul lato sinistro per la stessa durata.

Conclusione sullo Yoga

Tutta la pratica yogica è una ricerca di equilibrio, cioè della giusta “via di mezzo tra due polarità”. Nel nostro quotidiano viviamo in balia degli opposti (“voglio/non voglio, mi piace/non mi piace, amo/odio”), condi-zione che crea profonde lacerazioni interiori ed è ori-gine di sofferenza (dukha) e disagio. Il proposito dello yoga è quello di attenuare questi contrasti per orien-tarsi verso l’unità, la stabilità e, quindi, l’equilibrio. Il corpo fisico per lo yogi non è un ostacolo sulla via della realizzazione, è piuttosto un mezzo per raggiun-gere la realizzazione.

Il corpo fisico è la dimora dello spirito dove ha sede l'Io individuale ed il Sé cosmico, esso deve essere

Posizione di partenza: seduti eretti e rilassati

Test di movimento: da eseguire prima di ogni esecuzione dell’autoterapia MARTIN PESCATORE: ruotare solo il busto (senza spostare il bacino) a de-stra – fermarsi un attimo per sentire se compaiono sintomi – ritornare in posizione neutrale – ruotare il busto a sinistra ed individuare eventuali sintomi. De-terminare in quale direzione di movimento i sintomi aumentano, si manifestano o sono più forti: verso de-stra / sinistra.

Posizione per l’autoterapia: ruotare il busto nella di-rezione meno dolorosa, meno bloccata, più libera, più piacevole: a destra / sinistra.

Mantenere la posizione con le mani come mostrato nel disegno.

Respirazione: rimanere nella posizione scelta du-rante 5 cicli di respirazione dinamogenica. Con la 6° inspirazione ritornare in posizione neutrale e conti-nuare a respirare normalmente.

Test di Controllo: riposare un attimo in posizione neutrale. Poi ripetere il test di movimento, ruotando il busto prima dalla parte in cui si ha eseguito l’auto-terapia, poi in direzione che provocava il sintomo, per poi ritornare in posizione neutrale.

Frequenza: eseguire l’autoterapia MARTIN PESCA-TORE

al mattino al pomeriggio alla sera

Non si eseguono mai più di 5 autoterapie diverse in una sola seduta in quanto esercitano un forte e pro-fondo stimolo su tutto l’organismo. La semplicità delle autoterapie non deve ingannare: è proprio que-sta assieme ai suoi meccanismi che producono gli ef-fetti benefici spesso sorprendenti

Conclusione sulla Respiro-Dinamica Zilgrei

La Respiro-Dinamica Zilgrei è una sintesi di quanto di meglio la natura ha messo a disposizione dell’essere umano per prendersi cura di se stesso: una respira-zione curativa e il movimento e le posizioni del corpo personalizzati e mirati a correggere gli squilibri strut-turali dell’individuo. Tale felice sodalizio, tratto da una parte dallo Yoga, millenaria disciplina orientale, per la respirazione, e dall’altra dalla chiropratica, arte di medicina manuale nata negli Stati Uniti d’America, ha fatto nascere un mezzo terapeutico semplice ma altamente efficace: s’incontrano la saggezza dell’Oriente e la concretezza dell’Occidente. Tuttavia non occorre abbracciare né l’una né l’altra filosofia;

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sempre in forma, forte, agile e sano.

Lo yoga apporta effetti benefici sul corpo e la mente. Uno studio italiano ha evidenziato come le persone che sono solite praticare yoga soffrano meno di di-sturbi come ansia e depressione.

Ecco i dieci motivi per cui decidersi a provare a intra-prendere il percorso per praticare yoga:

1. Diminuisce i valori dell’ansia e dello stress;

2. Riduce la depressione;

3. Calma la mente riducendo l’emozione negativa;

4. Riallinea i bioritmi;

5. Risolve l’emotività rispetto a piccoli traumi;

6. Aiuta a superare meglio il dolore;

7. Migliora la percezione di sé aumentando l’auto-stima;

8. Aiuta a migliorare il sistema immunitario ed en-docrino;

9. Stimola l’attività cognitiva;

10. Migliora la memoria a breve e lungo termine

infatti le tecniche utilizzate sono basate sull’anatomia e neurofisiologia, abbinate in modo armonioso e in-sieme originale. In sintesi la Respiro-Dinamica Zilgrei è efficace per-ché:

1. Elimina le cause, non solo i sintomi.

2. È personalizzata, non una ricetta generale.

3. Rende autonomi, non dipendenti da terzi.

4. È semplice, fattibile e facilmente inseribile nella quotidianità.

5. È applicabile dappertutto e non richiede at-trezzature speciali o di recarsi in luoghi parti-colari.

6. È eseguibile da chiunque indipendente-mente da condizione o età.

7. Rende consapevoli della propria condizione e delle proprie capacità di migliorarla.

8. Non è invasivo e lavora in armonia con le forze biocibernetiche del corpo.

9. Ristabilisce l’equilibrio strutturale e funzio-nale.

10. È privo di effetti collaterali negativi.

CONCLUSIONI SUL CONFRONTO FRA LO YOGA E LA RESPIRO-DINAMICA ZILGREI

In sostanza le due tecniche, agendo sul corpo umano con mezzi naturali, non possono che impiegare strumenti uguali o quanto meno simili: la respirazione e posizioni o movimenti del corpo. La differenza sta negli scopi e negli approcci. L’una, nata in Oriente, ha una forte componente spirituale in quanto mira all’integrazione fra corpo e anima, mentre l’altra, nata in Occidente, propende verso l’equilibrio e l’integrità strutturale e funzionale della persona. Lo Yoga propone delle pratiche maturate in millenni in ambiti e culture diverse da quelli occidentali, in cui vigeva e vige tutt’ora uno stile di vita che incorpora abitudini fisici lontani dai comportamenti in Occidente. Per esempio, ancora oggi in India vi è l’abitudine di sedersi per terra per cui il suo popolo dispone già fin dalla nascità di maggiore flessibilità articolare. La Respiro-Dinamica Zilgrei invece tiene conto delle abitudini e della realtà dei paesi industrializzati: si è seduti troppo a lungo e malamente su sedie (sicuramente il Creatore non aveva in mente le sedie quando ci ha creato!); ci si muove troppo spesso sulle ruote al posto delle gambe, e in genere si ha un approccio al proprio corpo come fosse una macchina, preferibilmente bella, che ha il compito di funzionare, ma che non è consapevolmente il tempio dell’anima. In questo contesto la Respiro-Dinamica Zilgrei offre delle soluzioni meccaniche, semplici, efficaci e altamente personalizzate, che sono più facilmente assimilabili e comprensibili a tutti.

In conclusione si può affermare che il mondo d’oggi offre infinite possibilità di condividere ed imparare da culture non proprie. Nessuna singola cultura ha tutte le soluzioni in tasca per affrontare le afflizioni umane, e quindi poter pescare da altre realtà è un arricchimento e una grande opportunità. Avendo sperimentato sia lo Yoga che la Respiro-Dinamica Zilgrei in prima persona, sono convinta che ambedue hanno la loro vali-dità e anzi, si completano in maniera armoniosa ed efficace.

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Bibliografia e fonti d’informazione:

I testi sullo Yoga sono stati tratti dai seguenti siti Internet:

http://www.leviedeldharma.it/testi-classici-dello-yoga/

http://yogadellaconoscenza.beepworld.it/yoga.htmF

http://yoganride.com/che-cosa-sono-gli-asana-e-perche-funzionano/

http://www.yogajournal.it/ html

I testi sulla Respiro-Dinamica Zilgrei sono stati tratti da:

Introduzione alla Respiro-Dinamica Zilgrei (2000 da C. Rogers)

Zilgrei, il metodo per eliminare subito il dolore, (Hans Greissing e Adriana Zillo), Oscar Mondadori