report - La voce Delle Voci

416

Transcript of report - La voce Delle Voci

Page 1: report - La voce Delle Voci
Page 2: report - La voce Delle Voci

report

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 1

Page 3: report - La voce Delle Voci

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 2

Page 4: report - La voce Delle Voci

Elio Lannutti, Andrea Cinquegrani, Rita Pennarola

Bankster

EDITORI RIUNITI

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 3

Page 5: report - La voce Delle Voci

© Copyright Aringoli Editori Associati s.r.l.Piazza della Libertà, 10 - Roma

ISBN 978-88-359-8057-5

EDITORI RIUNITIwww.editoririuniti.net

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 4

Page 6: report - La voce Delle Voci

Indice

Prefazione di Antonio Di Pietro

Introduzione

Parte prima

Grecia epicentro della crisi mondialeNella rete del rating, 30 – La bolla e le balle del 6 maggio, 39

I fattori della crisi mondialeVerso la nuova Bretton Woods, 65

Poi arriva l’era Obama

La disinformazione e il caso Goldman SachsIl segreto dei Bilderberg, 96

Le macerie della grande bollaUn crac targato Lehman, 113 – Magic Morgan, 119

L’economia impazzita nel resto del mondoTutti a Disney Dubai, 138

9

13

21

53

71

81

103

125

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 5

Page 7: report - La voce Delle Voci

Parte seconda

L’Italia al tempo della crisiLe maglie strette di Basilea 160 – Eutelia e le sue sorelle, 172 –

Il dio di Mirafiori, 179 – L’ombra dei derivati, 183

Manovra e antimanovraIl governo del debito pubblico, 196 – Scudi e riserve d’oro,

199 – Dai Grandi Cartelli ai tassi usurai, 204

Il Moloch delle bancheIl Sistema Unicredit, 223 – Mediobanca docet, 232 – Le ombre

dell’Intesa, 239 – L’occhio di San Marino, 244 – Nelle maglie

dell’usura, 249 – Gli appestati del ventunesimo secolo, 260 –

Patti Chiari. Per chi?, 262 – Tu chiamale se vuoi Fondazioni, 269

Le Grandi Cupole: BankitaliaBanda d’Italia, 284 – Il modo per cambiare, 296

Le Grandi Cupole: la ConsobL’era dei Cardia, 312 – Cose da Pazzi, 322

L’Italia delle cricche. L’inchiesta RevolvingVigilanza revolving, 343 – Da Trani a Telebavaglio, 353

L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010Il ritorno del quartierino, 366 – Quelli che... i grandi appalti,

370 – Emergenza salva-tutto, 383

Assicurazioni: il Grande CartelloPolizza pazza, 399

Indice dei nomi

147

191

221

277

305

337

359

391

409

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 6

Page 8: report - La voce Delle Voci

Bankster

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 7

Page 9: report - La voce Delle Voci

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 8

Page 10: report - La voce Delle Voci

Prefazionedi Antonio Di Pietro

Siamo in una fase difficile e delicatissima perla nostra democrazia, per le istituzioni ma ancheper i mercati finanziari.

La crisi del modello di sviluppo fondato sulcapitale e sul libero mercato è stata acceleratadall'introduzione delle tecnologie. È una scenache abbiamo già letto nei libri di storia, definita«rivoluzione industriale», un déjà vu che ha glistessi risvolti sul sociale, sulle forme di demo-crazia. All’epoca c’erano le prime macchine in-dustriali, adesso le nuove tecnologie hanno benaltri nomi ed impongono ben altri tempi, benaltri cambiamenti.

Oggi nell'arco di pochi secondi è possibile farecrollare Wall Street o trascinare l'euro in un vor-tice ribassista. Strumenti finanziari altamentespeculativi sono usati in modo massiccio sul de-bito degli stati sovrani, investendo sulla lorobancarotta, costringendo, come dimostra l'at-tuale fase che sta vivendo l’Europa, a correre airipari ma con un prezzo altissimo per la popola-

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 9

Page 11: report - La voce Delle Voci

zione più debole e per tutti i cittadini. È la primavolta che in tutta evidenza appare chiaro il con-dizionamento che i pochi del mercato possonoesercitare sui governi democraticamente eletti esui cittadini, imponendo cambiamenti nella po-litica economica, nelle misure necessarie perorientare e sostenere la crescita dei paesi. A mag-gior ragione adesso, in questa fase post recessivain cui si cerca di mettere le basi per gli anni fu-turi, il condizionamento appare determinante.

Non regge più il mito coltivato per troppotempo, e da troppi, che il mercato si autoregoli. Ilmercato non è entità astratta, l'autoregolamenta-zione si è dissolta con la nascita di tecnologie checonsentono di operare a viso coperto e usandostrumenti via via più raffinati che garantiscono ilrisultato senza necessariamente sopportarne il ri-schio. Per questo, come sostiene Elio Lannutti inquesto libro, la riforma è necessaria, anzi più ri-forme sono necessarie. Perchè è bene che la poli-tica si assuma fino in fondo il dovere di garantiretutti, e non solo alcuni, nei diritti fondamentali.

La democrazia, infatti, è un sistema di regolee non è possibile rinunciare al compito di aggior-narle se necessario.

Dalle agenzie di rating agli hedge fund, ai creditdefault swap l'intenzione degli Stati Uniti e del-l'Unione Europea è di procedere con severe limi-tazioni e regole chiare. L'augurio è che non siperda più tempo. Per questo l’analisi dell’amico

10 Prefazione

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 10

Page 12: report - La voce Delle Voci

Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef e sena-tore dell’Italia dei Valori, deve essere un monitoaffinché la politica riesca ad impegnarsi per ri-portare la trasparenza nella gestione della res pu-blica e nelle regole di mercato. Gli atti di accusache ritroverete in questo libro sono le battaglieche Elio Lannutti ha portato avanti nei palazzidel potere. I toni possono sembrare un po’ forti,alti, ma fanno comprendere la determinazionedi chi ha deciso da che parte stare, ossia dallaparte dei cittadini, dei consumatori, di chi subi-sce decisioni effettuate nelle stanze dei bottoni.Non dimentichiamo che le scelte dei grandi ri-cadono sul nostro quotidiano, per questo è im-portante che esse vengano fatte all’insegna dellatrasparenza e della correttezza delle azioni.

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 11

Page 13: report - La voce Delle Voci

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 12

Page 14: report - La voce Delle Voci

Introduzione

Quanto è destinata a durare ancora, la crisieconomica che sta divorando, miliardo dopo mi-liardo, le risorse economiche del paese, frutto dellavoro e dei sacrifici d’intere generazioni di ita-liani onesti? Le previsioni più recenti indicanoche per oltre la metà delle nostre imprese, in par-ticolare per quelle di piccole dimensioni, il 2011sarà ancora duro; ma anche sul piano comples-sivo questi anni di intensa difficoltà sono desti-nati a lasciarci la pesante conseguenza di unaripresa senza occupazione.

Dopo il default della Grecia e i conti in rossoannunciati dall’Ungheria, la manovra da 24 mi-liardi di euro decisa dal governo va a calarsi suquesti italiani, proprio su di loro: i due milioniduecentoventimila cittadini che hanno perso ilposto di lavoro, i circa 30 per cento di giovani di-soccupati, su quel quasi 50 per cento di pensionatiche sopravvive con meno di 500 euro al mese,sulle tre milioni e duecentomila famiglie indebi-tate fino al collo con i mutui a tasso variabile.

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 13

Page 15: report - La voce Delle Voci

E mentre nel processo in corso a Milano suiderivati, prodotti finanziari «avariati» piazzatiper anni alle pubbliche amministrazioni da ban-che e finanziarie senza scrupoli, il pubblico mi-nistero avverte che il rischio equivale a unabomba da 35 miliardi di euro, da Bankitalia ar-riva il rapporto annuale sulle floride sorti di ban-che e banchieri, con introiti, fatturati eretribuzioni dei vertici balzati alle stelle. I creditdefault swap in pancia agli istituti di credito ita-liani al 31 dicembre 2009 avevano una consi-stenza di 762,3 miliardi di dollari che al cambiodi 1,2377 euro-dollaro fanno 615,9 miliardi dieuro. Né si intravede una fine ai giochetti deibanchieri italiani che, moderni biscazzieri, con-tinuano ad acquistare quei credit swap, contratticon cui ci si assicura dal rischio fallimento diun'emittente di titoli, contribuendo così a portarealla rovina l’economia reale e a mandare a piccola stabilità dell’euro. Eserciti di speculatori chesi arricchiscono, in un gioco al massacro desti-nato ad affossare le economie sane, la sovranitàdegli stati, la ricchezza delle nazioni.

A fronte di un simile scenario, gli italiani con-tinuano a finanziare enti di vigilanza e controllosotto i cui occhi è passato impunemente lo scem-pio: Consob, Banca d’Italia, Isvap, Agcom. Altrecattedrali del potere economico e politico, quasisempre dai costi elevatissimi per il solito, dissan-

14 Introduzione

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 14

Page 16: report - La voce Delle Voci

guato contribuente. Il solo personale della Bancad’Italia – 5009 uomini e 2514 donne – è costatonel 2009 la bellezza di quasi 800 milioni di euro:18 milioni in più rispetto al 2008. E tutto per unIstituto, quel è quello di Palazzo Koch, divenutoormai una sorta di società privata, i cui azionistisono le stesse banche sulle quali dovrebbe eser-citare i poteri di vigilanza.

Sta tutta in queste immorali sperequazioni,autentiche degenerazioni d’ogni modello liberi-stico di sviluppo, la sintesi che abbiamo sceltocome titolo per il nostro libro. Bankster, mezzibanchieri e mezzi gangster, peggiori di Al Ca-pone. Perché il più celebre criminale della storiafinì per pagare il suo debito con la giustizia. Ibanchieri no: dopo aver imbottito l’economia dititoli fasulli buoni solo ad arricchire le loro casse,oggi ce li ritroviamo a dettare le linee e l’agendapolitica ai governi di mezzo mondo.

Nella gravissima crisi economica provocatadalla creazione del denaro dal nulla, di sub-prime, swap e derivati allegramente messi in cir-colazione da un'oligarchia finanziaria compostada avidi banchieri, con la complicità di banchecentrali ed agenzie di rating che godono divaste protezioni anche di ordine istituzionale,è un preciso dovere per un rappresentante deiconsumatori proseguire le sacrosante battagliedentro e fuori il Parlamento, per offrire una tu-

15Bankster

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 15

Page 17: report - La voce Delle Voci

tela a quelle famiglie impoverite e taglieggiatedai soliti padroni del vapore, da monopoli ecartelli petroliferi, bancari, assicurativi, che siarricchiscono, con la complicità del governo,sulla pelle delle famiglie.

Questo volume propone al grande pubblico lamia attività svolta prima quale presidente del-l’Adusbef (Associazione difesa utenti servizi ban-cari finanziari e assicurativi) e, dal 2008, in vestedi senatore della Repubblica, eletto come indipen-dente nelle liste di Italia dei Valori. È il lavoro diun rappresentante dei consumatori, di un sena-tore «da strada», che continua a svolgere all’in-terno del Palazzo la sua trentennale opera indifesa dei cittadini, utilizzando quotidianamentei mezzi pubblici per raggiungere il posto di la-voro, cercando di adempiere ad un dovere precisodegli eletti verso quella stragrande maggioranzadi persone spesso prive di voce e di attenzione.

Il lavoro in Aula e nelle Commissioni, le pro-poste di legge, le interrogazioni parlamentari e leinterpellanze, rispondono per la maggior partealle sollecitazioni ed ai suggerimenti di tantissimiitaliani ai quali i cosiddetti rappresentanti del po-polo hanno un dovere in più di dare risposte.

Una certa parte dell’informazione invece, inmancanza di argomentazioni più serie per dis-simulare i disastri provocati da politiche econo-miche sbagliate da parte di un governo che

16 Introduzione

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 16

Page 18: report - La voce Delle Voci

preferisce andare a braccetto con i grandi po-tentati economici, con banche, assicurazioni eConfindustria e che esegue alla lettera i loro de-siderata, continua a praticare uno sconcertanteaccanimento su gossip e pettegolezzi. Come se-natore «da strada», e come giornalista, in que-sto libro offro la cronaca delle battaglie in corsoper la tutela dei diritti dei cittadini, denun-ciando le malefatte del potere. Ed alle precisedenunce, con nomi e cognomi, contro le collu-sioni tra politica ed affari ed il servilismo me-diatico di mezzi d’informazione di proprietàdelle banche, contrappongo tutta una serie diproposte fattibili e concrete, a cominciare dalla«contro-manovra» economica presentata perdare una speranza alle famiglie, alle giovani ge-nerazioni ed alle piccole imprese che ognigiorno assistono al pauroso, progressivo arre-tramento dei loro diritti di esistenza.

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 17

Page 19: report - La voce Delle Voci

01_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 18

Page 20: report - La voce Delle Voci

Parte prima

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 19

Page 21: report - La voce Delle Voci

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 20

Page 22: report - La voce Delle Voci

Grecia epicentro della crisi mondiale

Nel 2008, quando cominciano a balenare lenotizie sul rischio che per la prima volta unpaese dell’Unione Europea, la Grecia, possa tro-varsi sull’orlo del fallimento, la percezione cheun modello di sviluppo senza controlli, fondatosulla finanza «di carta», stia per produrre i suoieffetti più devastanti, fa tremare le vene dei polsia governi e lavoratori nell’intera Eurolandia, chefino ad allora si era creduta immune dal «conta-gio» americano. E ben presto si fa strada la cer-tezza che la crisi greca diventerà l’epicentro diun ciclone ancora nella sua fase iniziale, sintomodi una fragilità che, venuta allo scoperto, inbreve tempo potrebbe travolgere le economiedell’intero continente.

Non era più accaduto dal 1993: due anni fa, nelquadro di una più generalizzata recessione, lestime sul deficit 2009 attribuiscono infatti alla Gre-cia un tasso del 12,5 sul Prodotto interno lordo.Drammatici anche gli altri indicatori: a fine 2009la disoccupazione in quel paese è al 9,6 per cento

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 21

Page 23: report - La voce Delle Voci

mentre il debito pubblico, che si attesta sul 113 percento circa, viene dato in proiezione 2010 al 120,8per cento, il peggior dato in Europa. La goccia cheaveva fatto traboccare il vaso era stata la valuta-zione dell’agenzia Fitch, che a inizio dicembredello scorso anno aveva declassato la Grecia, ta-gliando a BBB+ il rating sul debito a lungo terminedi quel paese (sappiamo che è fissata a BBB- la so-glia del junk bond, ossia del titolo spazzatura).

Complici del disastro – come viene alla lucein quelle convulse settimane – sono le statistichefalse inviate da Atene a Bruxelles sull’anda-mento dell’economia greca e del bilancio pub-blico. A «mettere le carte in tavola» è il cambiodi governo uscito dal voto politico, che porta isocialisti di George Papandreou a governare ilpaese. Arrivano così sotto gli occhi del mondo iconti veri: che parlano di un deficit lievitato nel2009 dal 3,7 per cento al 12,7 per cento. Le pre-cedenti rilevazioni erano insomma truccate. Male accuse al governo uscente non impedisconoche la Grecia e l’Unione Europea piombino daun giorno all’altro nell’incubo imminente dellacrisi. In quei giorni di fibrillazione sarà lo stessopremier Papandreu ad annunciare che la Greciaè sull’orlo della bancarotta.

Completano il quadro una spesa pubblicaalle stelle e fuori controllo e l’eterna attesa di ri-forme strutturali mai decollate. Il dilemma peri partner di Eurozona, mentre anche altre agen-

22 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 22

Page 24: report - La voce Delle Voci

zie di rating tagliano il proprio giudizio sul de-bito di Atene, è fra l’ipotesi di prendere atto deldefault della Grecia e della sua conseguenteuscita dall’euro (dal momento che il trattato diMaastricht vieta esplicitamente il salvataggio diuna nazioni in crisi), o limitare il rischio della«epidemia» sulle economie deboli d’Europa, at-tingendo alle proprie risorse per ripianare al-meno in parte la voragine della Grecia, che nelfrattempo annuncia una manovra di lacrime esangue, con un piano di uscita dalle privatizza-zioni miliardarie, congelamento degli stipendipubblici sopra i 2000 euro e drastici tagli a la-voratori e pensionati.

A fine gennaio, dinanzi ai membri del WorldEconomic Forum, Papandreu prova a difendereil suo piano, promettendo un deficit all’8,7 percento entro il 2010 e al 3 per cento entro il 2012.Ma la proposta incontra lo scetticismo del mer-cato, che registra anzi un’impennata dei credit de-fault swap sul debito greco, ossia le assicurazionicontro il fallimento di Atene. I contraccolpi si ri-sentono sull’euro, che nel cambio con il dollarotorna sui valori del luglio precedente. «Se accadequalcosa a un paese dell’euro, tutti gli altri nesono coinvolti: visto che abbiamo una monetacomune abbiamo anche responsabilità comuni»,dichiara il cancelliere tedesco Angela Merkel,mentre da Bruxelles a Davos si cercano soluzionitrasversali per evitare che il tracollo dilaghi.

23Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 23

Page 25: report - La voce Delle Voci

L’11 aprile i sedici ministri delle Finanze deipaesi europei raggiungono un accordo sull’am-montare degli aiuti alla Grecia: il piano, cofinan-ziato dal Fondo Monetario Internazionale,prevede un pacchetto di aiuti pari a 110 miliardied un massimo di 30 miliardi di euro per ilprimo anno, sotto forma di prestiti bilaterali.

Il 18 maggio scorso la Grecia riceve dallaCommissione europea i primi aiuti: 14,5 miliardidi euro. La Germania ha contribuito con 4,4 mi-liardi, la Francia con 3,3 miliardi e l’Italia con 2,9miliardi.  Il Fondo Monetario Internazionaleaveva versato già lo scorso 12 maggio alla Grecia5 miliardi e mezzo, sempre nell’ambito del pianodi salvataggio organizzato d’intesa con l’UE.Atene annuncia che i fondi ricevuti serviranno acoprire il fabbisogno di capitale immediata-mente e nel breve termine.

Un ruolo di primo piano lo hanno avuto – inquesta come in altre, analoghe situazioni – leagenzie di rating, che esprimono attraverso co-dici (ad esempio AAA: elevata capacità di ripia-nare il debito, oppure D: società insolvente) lavalutazione per classificare imprese e titoli ob-bligazionari. Le principali agenzie di rating nelmondo sono le americane Standard & Poors,Moody’s e Fitch. La Banca dei Regolamenti In-ternazionali (Bis) stabilisce i criteri di valuta-zione per le agenzie di rating e le banche centralisono tenute ad applicarle.

24 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 24

Page 26: report - La voce Delle Voci

Senatore Lannutti, lei sostiene che la crisi dellaGrecia è il risultato di una politica scellerata di tipoglobalizzato che va avanti da oltre un decennio. Cispiega meglio questo collegamento?

Partiamo da un’inchiesta del New York Times difebbraio scorso nella quale veniva rivelato comela Grecia, supportata da Goldman Sachs ed altrebanche d’affari di Wall Street, abbia mascheratoi propri conti pubblici attraverso meccanismi ditrading valutario. Dieci anni di menzogne dellaGrecia che hanno gettato fumo negli occhi dellaCommissione europea e hanno consentito adAtene di aggirare il Patto di stabilità, nascon-dendo alle autorità di Bruxelles miliardi di debiti.

Ci sono analogie con la «crisi globale»?Certamente. L’inchiesta dimostrava che gli stessi

metodi usati da Wall Street per creare la bolla spe-culativa dei mutui sub-prime sono stati replicati conle finanze pubbliche della Grecia e di altri paesi eu-ropei, Italia inclusa. Grecia e Italia vengono citatefra quei paesi i cui governi hanno fatto ricorso allaconsulenza delle grandi banche americane (Gol-dman Sachs e JP Morgan Chase) per dar vita adoperazioni di «chirurgia estetica» che hanno dissi-mulato la vera entità dei deficit pubblici.

In che modo?Le banche hanno fornito il know how, e si

sono fatte compensare: in particolare per il

25Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 25

Page 27: report - La voce Delle Voci

montaggio del 2001 Goldman Sachs ricevetteuna commissione di 200 milioni di dollari dallaGrecia. In quel caso l’operazione fu uno swapsui tassi d’interesse, uno strumento che può ser-vire a coprirsi da un rischio di variazione deitassi, ma può anche essere usato a fini specula-tivi. Il New York Times specifica che i derivatihanno svolto un ruolo chiave in questa vicenda.In pratica, gli strumenti finanziari elaborati daGoldman Sachs, JP Morgan Chase e altre ban-che hanno consentito ai leader politici di ma-scherare l’indebitamento aggiuntivo in Grecia.Ma, con l’aiuto della JP Morgan, l’Italia ha fattoancora di più: nonostante alti e persistenti de-ficit, un derivato del 1996 ha aiutato l’Italia aportare il bilancio in linea.

In sostanza, l’inchiesta del principale quotidianostatunitense accomuna le manovre speculative dellaGrecia e dell’Italia.

Sì. Il problema che emerge dalle rivelazionidel New York Times riguarda i danni alla traspa-renza dei bilanci pubblici. L’inchiesta concludeche il peccato originale dell’Unione è che Italia eGrecia vi entrarono con deficit superiori ai livelliconsentiti dal Trattato di Maastricht. Anziché ri-durre la spesa, però, i governi tagliarono artifi-cialmente i deficit con l’uso di derivati. E iderivati, in quanto non appaiono ufficialmentenei bilanci, creano un’ulteriore incertezza.

26 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 26

Page 28: report - La voce Delle Voci

Prima di andare ad analizzare, uno ad uno, i fat-tori della crisi sistemica, proviamo a dare unosguardo d’insieme. Senatore Lannutti, cosa sta vera-mente accadendo?

La cricca irresponsabile dell’oligarchia finan-ziaria guidata dai banchieri centrali, dopo averofferto munizioni agli speculatori con i bassi tassidi interesse – gli stessi speculatori che hanno con-tribuito a chiudere tutti e due gli occhi sulla fal-sificazione dei conti della Grecia perché contiguia Goldman Sachs – e dopo aver colpevolmenteritardato gli interventi a tutela della stabilitàdell’euro, utilizzando i secchi di acqua non perspegnere l’incendio, ma per farsi la doccia ed ar-rivare più puliti ai funerali dell’unione moneta-ria, hanno iniziato ad acquistare titoli di statoemessi dai membri dell’eurozona nella più totaleopacità. Bundesbank, Banca d’Italia e tutte lealtre banche centrali, adusi ad agire nell’ombra enella segretezza, come è stato confermato a mag-gio scorso dalla Banca di Finlandia, hanno av-viato gli acquisti dei bond governativi senza chei contribuenti ed i cittadini dell’Unione sappianoquali siano questi acquisti, quali i volumi, i capi-tali impegnati, i massimali, e quali gli stati del-l’Unione interessati. Si è agito insomma, ancorauna volta, nella più totale opacità. Ritengo scan-daloso che i governatori delle 16 banche centralidell’euro ed il presidente della Bce, dopo avercontribuito con un lassismo irresponsabile ad of-

27Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 27

Page 29: report - La voce Delle Voci

frire montagne di liquidità agli stessi speculatoriforaggiati in precedenza durante la crisi dei sub-prime dell’agosto 2007 utilizzando i soldi dei con-tribuenti europei, a tre anni di distanza nonabbiano nemmeno imparato la lezione e possanocontinuare ad agire nell’ombra. Questi signoricontinuano a dare lezioni di bon ton, non per sal-vare un’Europa allo sbando, ma le loro doratepoltrone, non essendo adusi a pagare il conto dierrori, sottovalutazioni e lassismo su speculatoridi professione e su quell’alta finanza criminalecon cui vanno a braccetto e che continuerà indi-sturbata ad attaccare la stabilità dell’euro.

Serviranno le somme stanziate per affrontare la crisi?I 750 miliardi di euro di liquidità deliberati a

inizio maggio potranno servire a spegnere tem-poraneamente gli incendi, ma altre crisi sono die-tro l’angolo in assenza di una politica di rigorenei bilanci pubblici e se non saranno messe incampo nuove regole che puntino in primo luogoal ripristino della legalità da parte dell’Europa edei governi, gli stessi che hanno consegnato de-leghe in bianco ad oligarchi irresponsabili qualibanche di affari, banchieri centrali, agenzie di ra-ting ed autorità monetarie intenti a giocare d’az-zardo sulla pelle dei cittadini, già truffati edimpoveriti dalle speculazioni sui derivati nellagrande roulette globalizzata. Stanno partendodiverse iniziative dell’Adusbef e di Federconsu-

28 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 28

Page 30: report - La voce Delle Voci

matori per portare in tribunale gli speculatori edi loro sodali, come Moody’s e Goldman Sachs,che sono in agguato a ogni latitudine. Inten-diamo farli processare, nel tentativo di ricon-durre la politica monetaria ad un controllodemocratico dei cittadini e dei governi legittima-mente eletti dalla sovranità popolare.

Ma prima di arrivare alla crisi attuale, c’erano staticampanelli d’allarme?

In realtà, i segnali non sono mancati. Nel 2008Eurostat, l’istituto statistico dell’Unione europea,aveva attirato l’attenzione sulle operazioni dicartolarizzazione dei debiti pubblici «montatead arte per ottenere un certo risultato sui contipubblici». Ancora prima, nel 2005, l’allora mini-stro delle Finanze greco, Georgios Alogoskoufis,avvertì che l’operazione fatta con l’assistenza diGoldman Sachs avrebbe appesantito i conti pub-blici, con pagamenti fino al 2019. In un giro per-verso di transazioni, alcuni di quei titoli sonostati perfino usati dalla Grecia come «garanzie»in deposito alla Bce.

Quali aspetti, di questa situazione, devono ancoraessere chiariti, secondo lei?

Intanto dobbiamo essere certi che realmentegli strumenti finanziari elaborati dalle maggioribanche americane hanno aiutato l’Italia a por-tare negli anni passati il bilancio in linea. E poi

29Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 29

Page 31: report - La voce Delle Voci

va capito quanto abbiano nascosto, e quanto na-scondano tuttora, i titoli derivati sottoscritti intermini di indebitamento del paese. Ci chie-diamo quale sia l’ammontare esatto degli stru-menti derivati occultati nei conti pubbliciitaliani e quali siano le singole banche di affaripartner del ministero dell’Economia e delle fi-nanze. Ma le analogie fra Grecia ed Italia non fi-niscono qui. La banca di affari che ha favorito laGrecia, supportandola nell’operazione di ma-quillage dei conti pubblici per nascondere il suodeficit di bilancio, è la stessa Goldman Sachs,che, dopo essersi aggiudicata alcune privatizza-zioni, ha insediato tra i suoi massimi vertici, nelruolo di vicepresidente per l’Europa, il dottorMario Draghi, attuale Governatore della Bancad’Italia e presidente del Financial StabilityBoard. Un dato, comunque, appare certo: la crisifinanziaria ed economica di questi ultimi dueanni mostra che la finanza creativa, quellacreata in maniera artificiosa, speculativa, edorientata solamente al profitto, conduce le eco-nomie mature verso un dissesto irreversibile.

Nella rete del rating

Che ruolo hanno avuto, in tutto questo finto «re-styling» dei conti, le agenzie di rating?

Enorme. Penso in primo luogo alla decisionedi Standard & Poor’s di declassare il rating della

30 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 30

Page 32: report - La voce Delle Voci

Grecia: si è trattato di una manovra speculativada parte delle principali agenzie di rating statu-nitensi, che non sono affidabili e risultano esserein combutta con le banche d’affari.

In che senso non sono affidabili?Ricordiamo innanzitutto che le agenzie di ra-

ting, nate agli inizi del Novecento negli StatiUniti, analizzano la solidità finanziaria di sog-getti quali stati, enti, governi, imprese, banche,assicurazioni. E le principali agenzie sono tuttestatunitensi: Moodys, Standard & Poors e Fitch.Vediamo ora come funzionano. Il rating, che va-luta l’entità del rischio di credito, si divide indue principali categorie: il rischio commercialeed il rischio paese, ma non misura altri tipi dirischi, quali il rischio di tasso o di cambio, ec-cetera. La valutazione della capacità del debi-tore di far fronte al rimborso del proprio debitofinanziario viene fornita ricorrendo ad unascala alfabetica, che va da un valore massimoad uno minimo. Ebbene, un monitoraggio effet-tato dall’Associazione difesa consumatori edutenti bancari, finanziari ed assicurativi (Adu-sbef) su oltre 1000 report (consigli per gli acqui-sti o per le vendite su titoli e/o azioni) emessia pagamento (quindi con un potenziale con-flitto di interessi, a volte anche quando non èstato richiesto) dalle maggiori agenzie di rating,anche di origine bancaria, ha provato che tali

31Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 31

Page 33: report - La voce Delle Voci

rapporti sono risultati errati nel 91 per cento deicasi, efficaci nel 9 per cento.

Una percentuale altissima…Certo. Quando le agenzie diffondono su inter-

net, tramite lettere finanziarie o stampa specia-lizzata, i loro reports su società quotate, i consigli(ad acquistare: buy; vendere: sell; o tenere: hold)9 volte su 10 si rivelano non veritieri a danno deirisparmiatori i quali, seguendo quei non propriodisinteressati consigli, hanno messo a repenta-glio il frutto del loro sudato risparmio, con per-dite maggiori rispetto alla loro normale capacitàdi investimento.

Facciamo un esempio.Il 19 ottobre 2006 due delle tre agenzie di ra-

ting internazionali – che peraltro agiscono in re-gime di oligopolio – avevano deciso dideclassare l’Italia, dando un voto negativo allacapacità del nostro paese di gestire la sua econo-mia. Non era la prima volta che questo accadeva,anche in presenza di governi di differente orien-tamento politico. Le motivazioni della «pagella»negativa sono sempre di una ripetitività e di unabanalità quasi disarmanti: i tagli nelle spese dibilancio non risultano sufficienti e la «riformadelle pensioni» (leggi privatizzazione delle pen-sioni) va troppo a rilento. Questo genere di giu-dizi, ripetuti in salse un po’ diverse, sono stati

32 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 32

Page 34: report - La voce Delle Voci

emessi per tutti, sia per paesi industrializzati siaper nazioni in via di sviluppo.

Cosa succede in un paese che ha riportato la «pa-gella» negativa?

L’effetto immediato del voto negativo è unaumento dei tassi di interesse per «ricomprare»la fiducia dei sottoscrittori di obbligazioni e dialtre forme di credito, per cui tutto il debito pub-blico e privato di una nazione costa subito dipiù (la stima del declassamento italiano, calco-lata da Adusbef, è pari a circa 3,3 miliardi dieuro), con ricadute negative sul bilancio statalee con l’aggiunta di ulteriori tagli alla spesa so-ciale. Quando si tratta di nazioni più deboli,queste decisioni provocano anche una cadutadel valore di scambio della moneta, con effettidevastanti sulle importazioni (che costano dipiù), sulle esportazioni (che valgono di meno)del paese, sul suo bilancio statale e sui livelli divita della popolazione.

Da quando le agenzie di rating hanno assunto unavalenza così decisiva per le sorti di un paese?

È avvenuto soprattutto a inizio anni No-vanta, con la progressiva deregulation dell’eco-nomia. Da allora in poi queste agenzie sonodiventate il «grande fratello» finanziario edhanno progressivamente accumulato un potereimmenso, superiore a quello degli stati e delle

33Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 33

Page 35: report - La voce Delle Voci

banche centrali, nella valutazione sia delle po-litiche dei governi che dell’andamento econo-mico di qualsiasi entità privata, determinandole decisioni di tutti gli attori economici. All’ini-zio le agenzie offrivano, a pagamento, ai deten-tori di titoli di credito i loro giudizi sulcomportamento dei debitori. Adesso persino idebitori pagano per avere un «voto» prima diemettere un’obbligazione o attingere a qualsiasialtra forma di credito. Senza il voto delle agen-zie, economicamente non si esiste più. Per potercomprare o vendere, per prendere o dare a pre-stito, bisogna pagare il «pizzo» per ricevere laprotezione o il semplice riconoscimento daparte di questi nuovi potentati. Va sottolineatoche le tre maggiori agenzie di rating sono entitàprivate, strutturate come società per azioni.Esse quindi fanno parte della logica di mercatoe sono sottoposte al principio del massimo pro-fitto possibile.

Ci sono, quindi, anche conflitti d’interesse?Certo, le agenzie di cui parliamo hanno par-

tecipazioni dirette, anche attraverso i membridei loro consigli direttivi, board of directors, nellepiù grandi corporations internazionali e nellemaggiori banche internazionali, anche nellebanche pesantemente coinvolte nelle opera-zioni di finanza derivata, cioè in quelle specu-lazioni finanziarie principalmente responsabili

34 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 34

Page 36: report - La voce Delle Voci

delle bolle speculative e dell’attuale crisi finan-ziaria sistemica globale.

Per questo lei dice che le agenzie di rating «sonoin combutta» col sistema affaristico-bancario?

A conferma della mia affermazione, basta dareun’occhiata ad un’analisi del 2005 relativa alletre agenzie di rating dirigenziali. Partiamo dallaStandard & Poor’s (S&P), che è sussidiaria dellamultinazionale McGraw-Hill Companies, consede centrale a New York, colosso delle comuni-cazioni, dell’editoria, delle costruzioni e presentein quasi tutti i settori economici. La multinazio-nale, proprietaria anche di Business Week, nel2005 vantava un fatturato di 6 miliardi e un pro-fitto di 844 milioni di dollari. Il presidente diMcGraw-Hill è Harold McGraw III, che è, tra lealtre cose, contemporaneamente membro delBoard of Directors della United Technology(multinazionale degli armamenti) e della Co-noco Phillips (petrolio ed energia). È stato anchemembro del Transition Advisory Committe onTrade del presidente George W. Bush, padredell’ex capo della Casa Bianca. Tra i membri delBoard of Directors della McGraw-Hill, che deci-dono quindi anche dell’attività della S&P, figu-rano: sir Winfried Bishoff, presidente dellaCitigroup Europa e uomo di punta della HenrySchroder Bank di Londra; Dougals N. Daft, pre-sidente della Coca Cola Co.; Hilde Ochoa-Bril-

35Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 35

Page 37: report - La voce Delle Voci

lenmbourg, alto responsabile della Credit Uniondel FMI-World Bank; James H. Ross, della BritishPetroleum; Edward B. Rust Jr., presidente del-l’assicurazione State Farm Insurance Company(gigante del settore assicurativo, bancario e im-mobiliare, sotto scrutinio per le politiche troppodisinvolte dopo l’uragano Katrina), direttoredella Helmyck & Payne, colosso del settore pe-trolifero e già membro del Transition AdvisoryTeam Committee on Education della presidenzadi George W. Bush (padre); Sidney Taurel, pre-sidente della farmaceutica Eli Lilly (che in pas-sato ha vantato tra i suoi dirigenti ancheKenneth Lay, condannato per la bancarotta dellaEnron) e direttore dell’Ibm, già membro nel 2002dell’Homeland Security Advisory Council (l’ap-parato dell’antiterrorismo).

Passiamo a Fitch.L’agenzia di rating Fitch di New York è sussi-

diaria della multinazionale dei servizi finanziariFimalac, con sede centrale a Parigi. Nel 2005 lamultinazionale americana delle comunicazioniHearst Corporation ha rilevato il 20 per centodel pacchetto azionario. Il suo presidente è MarcLadreit de Lacharriere, uomo della Renault edella Banque Suez. Tra i membri del Board ofDirectors figurano: David Dautresme dellabanca Lazard Freres; Philippe Lafayette della JP Morgan & Cie; Bernard Mirat della Cholet-

36 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 36

Page 38: report - La voce Delle Voci

Dupont (finanza); Bernard Pierre della Fremapi(metalli preziosi). La Fimalac vanta anche un In-ternational Advisory Board per dare più lustroe potere alla multinazionale, che nel 2002 anno-verava tra gli altri: Felix Rohatyn della LazardFreres, l’uomo che ha recentemente smantellatol’industria americana dell’auto, Sholley dellaUBS Warburg, Reimnits della Kommerz Bank,Peberan della Parisbas, rappresentanti della Ne-stlè, della Bentelsmann e anche l’ex presidentedella Federal Reserve americana Paul Volker el’italiano Lamberto Dini.

E poi c’è Moody’s.Certo, l’agenzia di rating Moody’s è sussidia-

ria della Moody’s Corporation, con sede centralea New York. Il presidente è Raymond W. McDa-niel Jr. Tra i membri del Board of Directors figu-rano: Basil L. Anderson della Stables Inc. e dellaHasbro Inc (due giganti del settore vendite e ser-vizi); Robert Glauber della ING Group (settorebancario e assicurativo con base in Olanda), giàsottosegretario del ministero delle finanze ame-ricano nel periodo 1989-92; Henry Mc Kinnell,della multinazionale farmaceutica Pfizer e dellaExxon Mobil (petrolio); Nancy S. Newcombdella Citigroup e della Sysco Corporation (set-tore alimentare); John K. Wulff, della multinazio-nale chimica Herculer, della Kpmg (lamultinazionale di consulenza finanziaria e di

37Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 37

Page 39: report - La voce Delle Voci

certificazione dei bilanci), della Sunoco (petrolio)e della Fannie Mae (che, insieme alla FreddieMac, detiene quasi per intero il pacchetto ipote-cario immobiliare americano).

In pratica, sul piano dei conflitti d’interesse, nes-suna delle tre può considerarsi indipendente e, quindi,affidabile. È così?

Sì, perché Standard & Poor’s, Fitch e Moody’ssono pagate dai committenti, non dagli investi-tori. E questo conflitto di interessi ha mostratotutta la sua evidenza negli scandali finanziarimondiali che hanno riguardato società comeEnron, Worldcom e Parmalat. Le tre agenzieamericane di rating non sono solamente l’espres-sione dell’intreccio dominante delle multinazio-nali, ma in particolare rappresentano unastruttura organizzata delle principali banche delpianeta, le stesse che controllano il sistema finan-ziario e debitorio delle nazioni e di tutti i settoridell’economia sia privata che pubblica.

Torniamo alla Grecia e alla crisi globale. In che mi-sura il crac può essere messo in relazione con l’operatodelle tre agenzie?

Basta considerare l’influenza determinanteesercitata sulle «tre sorelle» da quella finanza al-tamente speculativa responsabile, a sua volta,della gigantesca bolla in derivati finanziari che haprecipitato il mondo intero in un processo di crisi

38 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 38

Page 40: report - La voce Delle Voci

sistemica. Tutto ciò che abbiamo ricordato fin quicirca la subalternità delle tre agenzie ci fa capirefino quanto risulti assolutamente infondata laloro pretesa di valutare la solidità economica e fi-nanziaria degli stati e delle imprese. Ma c’è dipeggio: le agenzie di rating sono parte integrantedel problema che sta portando il mondo verso ilcrac, con conseguenze devastanti per l’intera vitaeconomica, sociale e politica del pianeta.

La bolla e le balle del 6 maggio

Quanto pesa sull’economia italiana, nell’attualecongiuntura, l’attività delle tre agenzie di rating?

Pensiamo solo a quanto è accaduto il 6 mag-gio scorso: sulla base di studi targati Moody’s,le maggiori agenzie di stampa nazionali ed in-ternazionali hanno titolato alternativamente«Crisi: Moody’s, banche a rischio in Italia e altriquattro paesi» (ore 11.47 del 6 maggio 2010) e«Crisi: Moody’s, Italia non è tra i paesi più a ri-schio» (alle ore 9.35 del 7 maggio 2010). Di con-seguenza in poco più di 24 ore, il tempotrascorso fra il primo e il secondo lancio, si è re-gistrata una discesa in picchiata di tutti i titolibancari, è stata una delle sedute più rovinosedegli ultimi mesi. L’indice dei titoli italiani delcomparto (Ftse It Banks) ha ceduto il 7,13 percento, con cali superiori al 10 per cento nei mo-menti di maggior panico, e dati analoghi per il

39Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 39

Page 41: report - La voce Delle Voci

resto dell’Europa. E il giorno dopo Moody’s,con un improvviso revirement, ha reso noto chel’Italia è tra i paesi meno a rischio sul frontedella crisi globale, evidenziando che «il sistemabancario italiano è risultato meno esposto» du-rante le turbolenze di questi mesi. Quanto al de-bito, Moody’s osserva che «l’Italia ha bisogno diuno sforzo relativamente moderato per tenerlosotto controllo». Il rapporto riferisce da unaparte di un rischio «sistemico», non di una de-bolezza intrinseca, del sistema bancario italiano,dall’altra ne sottolinea la solidità come si leggenella parte finale del rapporto: «L’Italia nono-stante la sua vulnerabilità ha resistito decisa-mente alla crisi». A seguire: «Il sistema bancarioè ben posizionato per difendersi dalle sfide ci-cliche. Il rischio maggiore (anche se poco proba-bile secondo noi) è quello di un «contagioMediterraneo» nella percezione degli investi-tori, che potrebbe esercitare una pressione indi-retta sul sistema bancario». Ha dovutoammetterlo anche il ministro degli Affari esteriFranco Frattini, secondo il quale l’allarme lan-ciato da Moody’s per le banche italiane è «unodei casi scuola di attacco speculativo: si diffon-dono notizie non vere e si provoca una reazioneda parte di potenziali speculatori». In sostanza,la presa di posizione dell’agenzia di rating Moo-dy’s non era in alcun modo fondata ed ha ingiu-stificatamente causato panico tra gli investitori.

40 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 40

Page 42: report - La voce Delle Voci

Ma come era potuto accadere?Consideriamo un particolare. Il 6 maggio, a

quanto abbiamo appreso dal quotidiano la Re-pubblica, dopo le prime notizie sul presunto in-gresso dell’Italia fra i paesi a rischio, c’era statapiccata replica di «fonti di Bankitalia» all’analisidi Moody’s. E proprio questa nota aveva ali-mentato l’equivoco che l’agenzia parlasse diuna debolezza strutturale del sistema bancarioitaliano. Contemporaneamente il ministro dellavoro Maurizio Sacconi definiva il rapporto diMoody’s «assolutamente infondato». E mentreperfino l’agenzia Fitch era entrata nella pole-mica, ribadendo che il proprio rating rimanevastabile, sulla questione era intervenuto lo stessopremier Berlusconi, il quale affermava che «leagenzie di rating ormai hanno perso credibilitàe Moody’s sbaglia perché il nostro sistema ban-cario è solido». Nel frattempo, però, sui mercatieuropei è successo il disastro. Molti investitoristatunitensi nel pomeriggio del 6 maggio hannovenduto le azioni dei bancari italiani, per met-tersi al riparo dal «rischio contagio sovrano» in-dicato dall’agenzia.

Cosa succede il 7 maggio alle borse? Risalgono?Quando arriva il nuovo rapporto di Moody’s

le borse risalgono, ma molto timidamente. Pro-prio mentre i timori di un contagio nell’Europadel Mediterraneo della crisi greca si diffon-

41Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 41

Page 43: report - La voce Delle Voci

dono, ad alimentare le paure c’era stata infattianche la presa di posizione di Moody’s, se-condo cui «il pericolo che la crisi di Atene coin-volga altri paesi europei esiste e riguardasoprattutto Portogallo, Spagna, Irlanda, Italia eGran Bretagna». Il rapporto di Moody’s sui ri-schi per il sistema bancario europeo ha inne-scato quindi una vera e propria buferacausando il tonfo delle borse europee, in parti-colare di quella italiana: questa è la dimostra-zione di come i giudizi delle agenzie di ratingrappresentino un fattore decisivo per le sortidelle economie mondiali. Del resto, a riprovadell’«errore» nel quale era incorsa Moody’s, laBanca centrale europea aveva lasciato invariatoall’1 per cento il tasso di riferimento principalein Eurolandia, come ampiamente previsto dalmercato. Il 6 maggio, insomma, è apparsa intutta evidenza una «insolita» attività sul mer-cato borsistico, che ha innescato il crollo dei va-lori, tanto che delle tensioni sui mercati venerdì7 maggio hanno risentito anche le borse asiati-che. A Tokyo l’indice Nikkei ha lasciato sul ter-reno il 3,1 per cento. La Banca centrale delGiappone ha immesso sul mercato liquidità per2000 miliardi di yen, pari a circa 17 miliardi dieuro, per la prima volta dallo scorso 2 dicembre2009. La borsa di Seul ha perso il 2,2 per cento,Hong Kong lo 0,7 per cento e i mercati austra-liani il 2 per cento.

42 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 42

Page 44: report - La voce Delle Voci

Quindi la Bce non si è lasciata trarre in inganno.La Banca centrale europea ha commentato:

«Non abbiamo discusso l’opzione di acquistare ititoli di stato europei, e non abbiamo mai discussoin alcun modo un’ipotesi di procedura di defaultdi stati di Eurolandia». Anche dal presidente dellaBce Jean-CLaude Trichet sono arrivate parole ras-sicuranti, che riguardano tutti i paesi dell’areaeuro, Portogallo compreso. «Grecia e Portogallonon sono nella stessa barca», ha sottolineato inparticolare Trichet, aggiungendo che «ovviamenteci aspettiamo che tutti i paesi facciano gli aggiu-stamenti richiesti» sul piano dei conti pubblici. Ilpresidente della Bce ha anzi ribadito che «un de-fault della Grecia è fuori questione». La Bce, comeabbiamo visto, ha lasciato invariati i tassi: Trichetha spiegato che il livello dei tassi d’interesse euro-pei resta «appropriato» e che le aspettative di in-flazione «restano ben ancorate», il che fa pensareche non ci saranno ritocchi al rialzo, quantomenonel breve periodo. Quanto all’ipotesi della crea-zione di un’agenzia di rating europeo (che contra-sti le contestate Moody’s, S&P e Fitch), Trichet haspiegato: «È una questione che resta aperta manon solo in Europa. Come in qualsiasi settore piùconcorrenza c’è, meglio è».

Quali iniziative avete assunto come Adusbef difronte a questa situazione?

Con un esposto denuncia, inviato lo scorso 11

43Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 43

Page 45: report - La voce Delle Voci

maggio ad alcune procure della Repubblica, inparticolare Milano e Roma, Adusbef e Federcon-sumatori hanno chiesto di aprire un’indagineper verificare se il gravissimo comportamentodelle agenzie di rating (Moody’s, Standard &Poor’s, Fitch), non abbia configurato manipola-zioni di borsa e quotazioni fraudolente sui mer-cati per conseguire profitti illeciti. Chiediamoinoltre di verificare il comportamento distrattodelle Autorità vigilanti e di borsa, come la Con-sob, pronta a sanzionare associazioni scomodeche denunciano i derivati, ma che non ha mossoun dito né ha messo in atto alcuno strumentopreventivo per sanzionare le vere turbative suimercati delle Agenzie di rating e dei loro com-pari che, oltre ad aver generato crisi sistemiche,si continuano ad arricchire – anche oggi, in pienacrisi – dai rialzi immotivati e dai ribassi di borsa.

Cosa si era fatto, negli anni passati, per frenare lostrapotere delle agenzie di rating?

Fin dall’agosto del 2007 come Adusbef ab-biamo presentato un esposto-denuncia ad al-cune procure della Repubblica, in particolarequelle di Milano e Roma, per chiedere di veri-ficare il gravissimo comportamento delle agen-zie di rating (le tre sorelle americane), cheavevano emesso rapporti lusinghieri da tripla«A» (il massimo dell’affidabilità) sui mutui sub-prime, per indurre il mercato ad acquistare pro-

44 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 44

Page 46: report - La voce Delle Voci

dotti finanziari che già all’origine, oltre ad es-sere rischiosissimi, erano fasulli ed avariati.Nell’esposto l’Adusbef, oltre a ripercorrere lacrisi dei mutui sub-prime americani e dei pro-dotti derivati, poneva l’accento sulle frettoloserevisioni al ribasso, oltre 2000 in soli 30 giorni,dei report lusinghieri emessi in precedenza e de-classati a prodotti spazzatura da junk bond, oltrealla descrizione minuziosa delle stesse agenziee del loro azionariato.

Sul «tonfo annunciato» del 6 maggio lei ha presen-tato un atto ispettivo in senato. Cosa chiede, in parti-colare, ai ministri interessati?

Il primo luogo chiedo se il governo sia a cono-scenza delle motivazioni per cui un’agenzia dirating di grande livello e reputazione come laMoody’s, diffonda notizie pessimistiche erratedi grande rilevanza, e lo faccia proprio in un pe-riodo nel quale il mercato finanziario è estrema-mente nervoso, mentre i risparmiatori sonodisorientati dall’accavallarsi di notizie contrad-dittorie ed intimoriti dal fatto che vedono crol-lare i titoli dei governi come castelli di carte. Chiedo inoltre di sapere se il comportamento diMoody’s (vale a dire le errate previsioni circa irischi che correrebbero le banche in Italia, conconseguente, drammatica caduta della borsa diMilano e ingiustificato allarme nei risparmia-tori), non abbia leso i diritti e gli interessi di

45Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 45

Page 47: report - La voce Delle Voci

quella moltitudine di consumatori che fanno ri-corso al mercato di borsa come fonte di reddito,principale e non. A mio giudizio sarebbe oppor-tuno valutare la gravità dell’episodio, tenendopresente che sulla stima della solvibilità di unostato non influiscono solo i giudizi sul suo debitoe sulla capacità della finanza pubblica di fron-teggiare eventuali emergenze, ma anche, ed inmodo rilevante, il grado di solidità del sistemabancario, in quanto esso di solito detiene nel suoportafoglio anche molti titoli del debito pubblicodello stato e dei governi regionali e locali. Va te-nuto presente, infatti, che se il sistema bancariova in crisi deve vendere tali titoli anziché acqui-starne altri, dal momento che tale attività influi-sce sulle quotazioni dei titoli e sulla capacità delgoverno di emettere nuovi titoli del debito.

Ma quali erano, secondo lei, le reali finalità di Moo-dy’s, in quella occasione?

A mio giudizio l’atteggiamento dell’agenziadi rating poteva essere finalizzato ad abbatterela solvibilità dello stato per scopi strettamentespeculativi, a tutto vantaggio di rapporti d’inte-resse con alcune banche d’affari. Come abbiamovisto, infatti, spesso a controllare le società di ra-ting sono fondi e investitori americani. E il primoazionista di Moody’s è la Berkshire Hataway,che fa riferimento a Warren Buffett. Concludol’atto di sindacato ispettivo chiedendo al go-

46 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 46

Page 48: report - La voce Delle Voci

verno se sia a conoscenza di come sia interve-nuta in questi anni la Consob a tutela della tra-sparenza dei mercati e per controllare laspeculazione relativamente all’impatto suiprezzi azionari dei giudizi delle agenzie di ra-ting. L’ultimo report di Moody’s sull’Italia, chesembra essere stato diffuso «a orologeria», haprovocato un vero e proprio terremoto in borsacausando una caduta verticale dei titoli azionarie dei titoli di stato a media e lunga scadenza(Btp), determinando oscillazioni e movimenti ri-bassisti anche di natura speculativa. Per questocome Adusbef, insieme a Federconsumatori,presenteremo esposti penali alla magistratura estiamo raccogliendo le deleghe per una class ac-tion contro l’agenzia di rating, con la richiesta dirisarcimento dei danni subiti.

C’è stato qualcun altro che ha avuto il coraggio di af-frontare con decisione il problema «di fondo» delleagenzie di rating?

Lo ha fatto il premio Nobel Paul Krugmanche, in un articolo pubblicato dal New York Times,ha preso di petto gli imbrogli delle società di ra-ting. Secondo l’economista, le agenzie di ratingavrebbero «elargito valutazioni di triplice AAA»(il massimo possibile) ad asset di dubbio valoreper miliardi di dollari, e quasi tutti si sono rive-lati tossici. Krugman afferma poi che il rating del93 per cento delle obbligazioni emesse nel 2006

47Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 47

Page 49: report - La voce Delle Voci

e garantite da mutui sub-prime è stato successi-vamente tagliato a junk, cioè spazzatura. Le e-mail relative a queste transazioni «rivelano unsistema profondamente corrotto, un sistema chela riforma finanziaria, nella forma attualmenteproposta, non potrà aggiustare», scrive Krug-man, secondo cui le agenzie di rating, nate comemezzo per dare valutazioni e indicazioni su cosacomprare, si sono trasformate in qualcosa di di-verso. Ovvero in «società assunte da chi vendedebito per dare a quel debito un sigillo di appro-vazione». Krugman sottolinea infine tutto que-sto ha dato vita a «un sistema in superficiedignitoso e rispettabile, ma che ha prodottoenormi conflitti di interesse».

Qual è stato il momento in cui questa situazioneha prodotto gli effetti maggiormente negativi?

È un fenomeno sul quale da tempo abbiamodato l’allarme. A settembre 2009 denunciavo chela crisi legata ai mutui sub-prime americani e aiderivati non ha insegnato nulla ai governi per-ché tutto stava già tornando come prima, indi-cando la gravissima responsabilità delle agenziedi rating, che hanno sfornato giudizi e rapportilusinghieri, da tripla «A», su prodotti finanziaririschiosissimi connessi a quei prestiti che conti-nuano ancora oggi a viaggiare alla deriva ed aldi fuori di qualsiasi controllo nei portafogli dibanche speculatrici, di investitori e risparmia-

48 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 48

Page 50: report - La voce Delle Voci

tori. Le Autorità monetarie e di borsa non hannofatto nulla per monitorare la reale situazionedegli strumenti derivati, che continuano a proli-ferare come vere e proprie scommesse nelle rou-lette truccate dei mercati globalizzati, specie suprodotti assicurativi, polizze vita e malattia.Nessuna rigorosa verifica è stata approntatasulle allegre pagelle date dalle agenzie di ratinga prodotti spazzatura. Basti considerare che il ra-ting applicato alla banca dei fratelli Lehman eradi notevole affidabilità: «A2» per Moody’s, «A»per Standard & Poor’s, «A» per Fitch. Mai comein questo caso, è lampante che le tre sorelle delrating sono corresponsabili del crac per nonaverlo segnalato in tempo, tanto che il 15 settem-bre si sono affrettate a declassare in negativo iloro voti. Di più: nessuna sanzione è stata com-minata in questo ed altri analoghi casi di com-portamenti spesso truffaldini ed in conflitto diinteresse con le stesse banche, alle quali Moo-dy’s, Standard & Poor’s, Fitch sono legate, comeabbiamo visto, da rapporti incestuosi. Questeagenzie sono insomma diventate il «grande fra-tello» finanziario ed hanno progressivamente ac-cumulato un potere immenso, determinando ledecisioni di tutti gli attori economici. Adessopersino i debitori pagano per avere un «voto»prima di emettere un’obbligazione o attingere aqualsiasi altra forma di credito. E si deve pagarea quegli stessi soggetti che, dopo aver provocato

49Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 49

Page 51: report - La voce Delle Voci

la più grande bolla speculativa mondiale, conti-nuano indisturbate con i parametri del loro tor-naconto a manovrare i mercati.

Alla luce di questa situazione, qual è ora il pericolomaggiore?

A rendere il quadro ancora più grave ed am-biguo gioca anche il fatto che le tre maggioriagenzie di rating – che, lo ricordo, sono entitàprivate strutturate come società per azioni equindi sottoposte al principio del massimo pro-fitto possibile – hanno partecipazioni direttenelle corporations e nelle più grandi banche in-ternazionali. Stupisce quindi che non sia acca-duto nulla per prevenire crisi sistemiche dagiudizi prezzolati di queste entità, che insiemealle banche di affari alle quali sono legate a dop-pio filo sono più potenti dei governi, e che an-cora oggi sfornano rating a gettone sullasolvibilità degli stati sovrani (Pierre Cailleteau,managing director di Moody’s per i rating deglistati).  In un mercato globale, dove si infarci-scono di prodotti bidone le obbligazioni strut-turate come i bond bancari ed assicurativi,piazzati perfino ai fondi pensione – la cui trac-ciabilità è impossibile perfino agli «ingegneristrutturatori» ingaggiati a suon di milioni perstudiare a tavolino come confezionare prodottisofisticati che vanno nelle tasche dei risparmia-tori finali – come si può pensare di offrire l’im-

50 Grecia epicentro della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 50

Page 52: report - La voce Delle Voci

munità alle agenzie di rating, tra le maggiori ar-tefici della crisi economica globale che ha arric-chito pochi per impoverire moltitudini? E comesi può tollerare che queste agenzie non abbianoalcuna responsabilità di ordine civile e penalesulle pagelle sfornate a gettone? La verità è cheMoody’s, Standard & Poor’s e Fitch tentano diriprodurre quello che già sta accadendo, cioè diabbattere la solvibilità degli stati per finalitàesclusivamente speculative.

E tutto questo, mentre si chiedono ai cittadinisempre nuovi sacrifici con manovre finanziarie damilioni di euro.

Certo. Il potere delle «tre sorelle» è tale che,mentre la politica si accapiglia sulle finanziariee sui tagli da centinaia di milioni di euro checolpiscono questo o quel settore produttivo esociale, loro, con un semplice piccolo declassa-mento, possono fare sparire risorse o aumen-tare costi, come gli interessi sul debito, diparecchi miliardi di euro. E lo strapotere conti-nua, benché dal crollo dei mutui sub-prime in Usaai susseguenti collassi di banche, finanziarie ehedge fund, le agenzie di rating abbiano persomolta della loro artefatta credibilità. Noi del-l’Adusbef l’avevamo denunciato con anni di an-ticipo, esponendoci alle loro rivalse. E ricordoancora che a tutto il 2008 le tre agenzie, con i lorocomportamenti prezzolati, hanno sconvolto la

51Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 51

Page 53: report - La voce Delle Voci

vita a 3,2 milioni di famiglie italiane, indebitatea tasso variabile, con rate cresciute di 180-200euro al mese, destinate a lievitare ulteriormentea causa della roulette truccata dell’Euribor ma-novrato dal cartello bancario europeo.

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:46 Pagina 52

Page 54: report - La voce Delle Voci

I fattori della crisi mondiale

L’onda lunga della recessione globale fa la suacomparsa sulle pagine dei giornali negli StatiUniti a inizio 2008. Da tempo, però, erano statilanciati segnali d’allarme sui principali indicatoriche avrebbero determinato la crisi: impennata suiprezzi delle materie prime, crescita generalizzatadell’inflazione, stretta creditizia e crollo della fi-ducia nei mercati borsistici.

I prezzi delle materie prime, che nei vent’anniprecedenti avevano subito una costante ridu-zione, cominciano la crescita a inizio anni 2000. Ilpicco si registra nel 2008 con inaspettati rialzi delpetrolio e di alcuni cereali. L’incubo dietro l’an-golo era quello – poi verificatosi – di una stagfla-zione e di un’ondata di ribassi nelle borse di tuttii continenti. A gennaio 2008 il greggio supera laquota storica dei 100 dollari al barile e continueràa crescere nei mesi successivi. A settembre tocca i147 dollari a barile. Altre materie prime essenzialiaumentano contemporaneamente raggiungendoprezzi che fanno segnare fino ad un +60 per cento.

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 53

Page 55: report - La voce Delle Voci

Epicentro della grande depressione sono inquei mesi gli Stati Uniti, dove la bolla specula-tiva immobiliare, unita alla discesa del dollarosull’euro e su altre valute, determina i primi ef-fetti di una grave crisi creditizia ed ipotecaria.

Fra 2007 e 2008 il sistema comincia a collassare:il crac delle banche determina una forte ridu-zione dei valori borsistici, ma soprattutto incidenegativamente su consumi e risparmi della po-polazione. Il quadro è aggravato dal fallimento,avvenuto a settembre 2008, di colossi bancaricome Lehman Brothers e di società legate al cre-dito immobiliare quali Freddie Mac e FannieMae. Nonostante le ripetute iniezioni di liquiditàdel governo americano nel tentativo di effettuarealcune operazioni di salvataggio, gli indici borsi-stici crollano e alla fine dell’anno si registranoperdite fino ad oltre il 40 per cento del valore.Mentre anche sugli altri paesi ricchi comincia aallungarsi lo spettro della recessione mondiale.

Nel 2009 l’effetto domino dei crac bancaristatunitensi mette in crisi gli istituti di creditodel vecchio continente. La crisi comincia a col-pire pesantemente anche l’Europa, arrivando atoccare paesi come la Danimarca e l’Islanda.

A inizio 2010, quando esplode la crisi greca, intutta Europa si diffonde l’incubo del «contagio».In particolare, a gennaio vengono resi noti i dow-ngraging da parte delle agenzie di rating. I datipiù preoccupanti riguardano, oltre alla Grecia,

54 I fattori della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 54

Page 56: report - La voce Delle Voci

anche Spagna, Irlanda e Portogallo, mentre perl’Italia si registrano dati controversi ad opera del-l’agenzia Moody’s. Ai primi di maggio il ministroitaliano dell’Economia Giulio Tremonti ammetteche «nessuno in Eurozona è immune dal rischiocontagio», innescando una nuova crisi di sfiducianelle borse ed un aumento del differenziale suimercati obbligazionari di quei paesi.

Lannutti, lei ha denunciato che esistono anchealtre, ancor più gravi manovre speculative dietro alfallimento della Grecia. Ci spiega quali?

Ai primi di marzo scorso il quotidiano WallStreet Journal scrive che le più grandi bancheamericane e i maggiori hedge funds, fondi d’inve-stimento ad alto rischio, hanno sferrato un mas-siccio attacco all’euro, persuasi che da 1,51dollari, cambio registrato nel dicembre 2009, sisarebbe raggiunta la parità con il biglietto verde,a causa del debito della Grecia e di altri paesi eu-ropei come il Portogallo, l’Irlanda e la Spagna. Ilquotidiano economico statunitense riportavaimportanti indiscrezioni raccolte durante unesclusivo incontro di qualche settimana prima:una banca d’investimenti aveva infatti riunito aManhattan il Soros Fund managment, la Sac ca-pital advisors e altre star di Wall Street. Nel corsodel summit era stato affermato che il dissestodella Grecia era ormai inevitabile, che l’euro sa-rebbe crollato e che i Cds, o Credit default swaps,

55Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 55

Page 57: report - La voce Delle Voci

avrebbero fruttato guadagni enormi. Ed effetti-vamente l’euro, che a dicembre 2009 venivascambiato a 1,51 dollari, dopo essere sceso a1,355, per le recenti crisi dei debiti sovrani euro-pei è costantemente in caduta. Inoltre, sempresecondo il quotidiano newyorkese, i vertici deglihedge funds avrebbero deciso di concordare unaserie di mosse per speculare al ribasso sulla mo-neta unica, mettendo così ancora più sotto pres-sione l’Europa alle prese con i rischi di un defaultgreco. In particolare questi colossi finanziari,svela il Wall Street Journal, stanno accumulandoCds, i titoli assicurativi contro la bancarotta dellaGrecia, passati in un anno da circa 40 a circa 85miliardi di dollari, e, in minor misura, contro labancarotta dei suoi compagni di sventura.

È impossibile calcolare l’effetto di questescommesse, ma esse hanno aggravato l’assediodell’euro, e quindi dell’Unione europea. E inogni caso, la prova che il quotidiano portava asupporto del suo scoop era il livello record dicontratti futures ribassisti sulla moneta unica(quelli che garantiscono un premio in caso la va-luta scenda oltre una certa soglia), acquistati apartire dalla settimana successiva al suddettoincontro: circa 60 mila, secondo dati MorganStanley. Si tratta del livello più alto dal 1999.

Qual è stata la prima reazione negli Stati Unitidopo l’uscita dell’articolo?

56 I fattori della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 56

Page 58: report - La voce Delle Voci

Venuta allo scoperto, l’operazione ha suscitatol’allarme della Banca centrale americana, la Fe-deral Reserve, che ha annunciato di avere apertoun’inchiesta sulle banche e sugli hedge funds diWall street per due motivi: perché negli ultimianni la banca e gli hedge funds hanno aiutato laGrecia a nascondere il suo debito e perché essistessi scommettono sulla sua bancarotta, un co-lossale e grottesco caso di conflitto d’interessi.L’iniziativa del governatore Bernanke, che erasenza precedenti, ha consentito alla Sec, la Com-missione di controllo della Borsa, di smascherarele attività di banche d’affari spregiudicate comela Goldman Sachs.

Del resto, la tragedia dei mutui sub-prime edella Lehman Brothers nel 2008 avvenne perché,proprio mentre li finanziavano, le banche e glihedge funds comprarono i titoli assicurativi con-tro la loro bancarotta, intascando miliardi di dol-lari al loro crollo. E i colossi del Sac CapitalAdvisors e il Soros Fund Management sarebberoin prima fila nello sviluppo di questa azione cherappresenta la massima speculazione monetaria,dopo quella del 1992 contro la sterlina inglese,che fruttò a George Soros, il mago delle valute,e ai suoi pari oltre un miliardo di dollari.

È in atto un attacco all’euro in piena regola?Guardi, di sicuro la previsione della parità tra

le valute americana e europea rappresenta agli

57Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 57

Page 59: report - La voce Delle Voci

occhi degli investitori un’occasione unica perrealizzare enormi profitti. Il gioco al ribasso deitraders segnala una tendenza e, se tutti gli inve-stitori seguono questa dinamica, il rischio di-venta alto, perché la convergenza speculativa suun’unica valuta può addirittura affossarla a di-spetto di fondamentali economici sostanzial-mente sani. A mio giudizio, l’attacco alla monetaunica europea sembra rientrare in un disegnoglobale del grande capitalismo americano aggre-dendo la credibilità dei paesi deboli. A fronte diquesto scenario, già a marzo ho presentato in se-nato un atto di sindacato ispettivo nel qualechiedo al nostro governo di farsi promotore diiniziative presso l’Unione europea al fine di re-golamentare seriamente il mercato dei derivati,per porre fine alla manipolazione e destabilizza-zione dei mercati, considerato che ormai le ban-che si sono trasformate in hedge funds e vivonocon un’operatività dissennata e parassita se-condo cui occorre fare utili, non importa come,dove e a spese di chi.

Lannutti, fatte queste necessarie premesse, cer-chiamo ora di analizzare gli altri fattori che hanno de-terminato l’attuale, drammatica situazione.

Si tratta di una crisi lunga e difficile, piùgrave per intensità e durata della Grande De-pressione del 1929. Una crisi che ha devastatol’economia reale, distrutto il risparmio delle fa-

58 I fattori della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 58

Page 60: report - La voce Delle Voci

miglie, falcidiato i posti di lavoro ed ipotecatoil futuro dei giovani, specie dei precari che gua-dagnano 700-800 euro al mese ed invecchianosenza un futuro, senza una speranza e soprat-tutto senza gli ammortizzatori sociali. Ma ancheuna crisi ampiamente prevedibile almeno perchi, come noi, ne aveva denunciato per tempo ifattori chiave, a partire da quegli stessi banchieridi affari che hanno gestito i destini del mondo,come Paulson che, dopo 27 anni passati allaGoldman Sachs (la banca d’affari che ha elargitonel 2007 ben 600 mila dollari ad ognuno dei suoidipendenti ed almeno 7 milioni di dollari al-l’anno ai suoi manager), nel 2008 approda allacorte di George Bush come segretario del Te-soro, con il compito di salvare la finanza dal cracche lui stesso ha contributo a produrre, semprea spese dei contribuenti. Ma, per tornare ai prin-cipali attori di questo sfascio, occorre fare an-cora un passo indietro.

Quale?Intanto, al 2001. La crisi finanziaria che sta

mangiando l’economia reale ha molti responsa-bili, primo tra tutti Alan Greenspan, l’ex gover-natore della Federal Reserve che, dopo l’attaccoalle Torri Gemelle, fondò il rilancio dell’econo-mia sul debito, regalando il denaro al tasso dell’1per cento a milioni di americani che non avreb-bero mai potuto permettersi una casa con il pro-

59Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 59

Page 61: report - La voce Delle Voci

prio reddito: cittadini con uno stipendio mensiledi 2000 euro, istigati a contrarre mutui per 2500euro al mese.

Ma nessuno aveva lanciato l’allarme su una ma-novra tanto palesemente a rischio?

Da tempo, nella usuale indifferenza riservatadai mass media alle voci fuori dal coro, avevamodenunciato l’istigazione al debito e lo scandalodei derivati, che sono dodici volte il Pil delmondo: solo quelli fuori bilancio ammontavanolo scorso anno a 700.000 miliardi di dollari, con-tro un Pil (l’economia reale prodotta dalla faticadegli uomini) pari a 55.000 miliardi. Avevamodenunciato, ancora, il conflitto di interessi delletre sorelle del rating che emettevano giudizi dimassima affidabilità su prodotti finanziari già al-l’origine avariati, vere e proprie patacche perché,più cresceva la massa monetaria virtuale, più au-mentavano guadagni, profitti privati, prebendee montagne di stock option.

In sostanza, lei dice che una sorta di «cupola» hadeciso per tutti. E ci ha portati al disastro.

Esattamente. La colpa principale è certamenteascrivibile a quell’oligarchia finanziaria allaquale sono attribuiti poteri enormi (privi di re-sponsabilità) che non sono assegnati neppure aigoverni legittimati dalla volontà popolare. Unacupola, composta da banchieri centrali, banche

60 I fattori della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 60

Page 62: report - La voce Delle Voci

di affari ed agenzie di rating, che opera al difuori di qualsiasi regola, svincolata dai relativicontrolli democratici, in rapporti spesso ince-stuosi, governa i destini del mondo, determinaveri e propri attentati alla sovranità degli stati ealla ricchezza delle nazioni, dissemina maceriesull’altare dei profitti privati e dei lauti guada-gni di pochi adepti, e tutto questo al di fuori deiprincipi etici e della responsabilità sociale delleimprese. Questi signori agiscono basandosi sulmeccanismo delle piramidi finanziarie inven-tato da un italiano, Carlo Ponzi, il quale morìnel 1949 in un ospedale di Rio de Janeiro com-pletamente povero, dopo aver ideato lo schemapiramidale ed aver cambiato in dollari negliStati Uniti francobolli internazionali prepagati,che gli avevano inviato i suoi familiari dall’Italiae che erano stati comprati in Spagna. A quel-l’epoca, il costo della vita a Madrid era moltobasso per la debolezza della peseta, e il prezzod’acquisto di un francobollo equivaleva ad uncentesimo di dollaro. A questo schema pirami-dale aderirono dapprima i suoi amici, poi unafila di persone che volevano diventare ricche.Era tanto il denaro che aveva raccolto cheavrebbe potuto comprare 200 milioni di franco-bolli prepagati, una quantità che neppure esi-steva sul mercato, ma Ponzi non cercò diavviare il commercio. Si limitò ad utilizzareparte del denaro che entrava quotidianamente

61Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 61

Page 63: report - La voce Delle Voci

per pagare quanto pattuito ai primi investitori,aumentando così la sua credibilità. Visse varimesi in modo lussuoso, fino a quando le risorsein entrata non riuscirono più a coprire gli impe-gni presi: l’ammontare di interessi da pagare su-però le entrate da nuovi finanziamenti.

Pazzesco. Ma torniamo ad oggi.Fin dal 2009 avvertivo, anche nelle aule par-

lamentari e nel corso di sedute pubbliche, chedopo la crisi del mercato immobiliare, dei sub-prime e dei derivati, sarebbe scoppiata anche labolla delle carte di credito. Ed è quello che staavvenendo, ne vedremo a breve gli effetti. Se-condo il sociologo britannico Zygmunt Bauman,«l’odierna crisi finanziaria non è il risultato delfallimento delle banche: al contrario, è il fruttodel tutto prevedibile del loro successo, che con-siste nell’aver trasformato milioni di persone indebitori cronici». Ne consegue che le vere vit-time della finanza siamo noi, poveri pagatori incontanti, puntuali estinguitori di rate e mutui,consumatori che comprano solo quello che sipossono permettere. L’odierna stretta creditizianon è il risultato del fallimento delle banche; è alcontrario il frutto del tutto prevedibile, anche senel complesso inatteso, del loro straordinariosuccesso: successo nel trasformare un’enormemaggioranza di uomini e donne, vecchi e gio-vani, in una generazione di debitori.

62 I fattori della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 62

Page 64: report - La voce Delle Voci

Il vero problema, quindi, è il debito?Conosciamo a quanto è arrivato il debito

medio delle famiglie negli Stati Uniti, com’è cre-sciuto l’ammontare totale dei prestiti su carta dicredito. Si è arrivati a una situazione molto si-mile in Gran Bretagna. Per fortuna che in Italiasiamo un po’ allergici a fare la vita a debito. Mail pianeta bancario ora è a corto di terre vergini,avendo già sconsideratamente dedicato allosfruttamento vaste estensioni di terreno.

Si sente ripetere da più parti che occorre cambiarelo stile di vita nei paesi industrializzati. È così? Epuò bastare?

Quello che si dimentica stoltamente, in que-st’occasione, è che l’uomo soffre a seconda dicome vive. Le radici del dolore oggi lamentato, alpari delle radici di ogni male sociale, sono pro-fondamente insite nel nostro modo di vivere; di-pendono dalla nostra abitudine accuratamentecoltivata e ormai profondamente radicata di ricor-rere al credito al consumo ogni volta che si af-fronta un problema o si deve superare unadifficoltà. Vivere a credito dà dipendenza comepoche altre droghe, e decenni di abbondante di-sponibilità di una droga non possono che portarea uno shock, a un trauma, quando la disponibilitàcessa. Oggi ci viene proposta una via d’uscita ap-parentemente semplice da questo shock, che af-fligge sia i tossicodipendenti che gli spacciatori:

63Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 63

Page 65: report - La voce Delle Voci

riprendere – con auspicabile regolarità – la forni-tura di droga. È necessario invece andare alle ra-dici del problema. Il che non significa risolverloall’istante, ma rappresenta l’unica soluzione chepossa rivelarsi adeguata all’enormità del pro-blema e a sopravvivere alle intense, seppur rela-tivamente brevi, sofferenze delle crisi diastinenza. La filosofia di vite a debito, a rate, al difuori delle proprie possibilità, è foriera dei gravidisastri che stiamo pagando tutti. In primis, pro-prio quei cittadini che i debiti non li hanno maicontratti ed hanno vissuto del proprio lavoro.

Facciamo un esempio concreto.Ci sono gravi responsabilità: delle tre sorelle

del rating, che ho già citato; di chi doveva con-trollare e non lo ha fatto; delle banche d’affari; dichi ha costruito piramidi finanziarie di cartastraccia fondate sulle sabbie mobili; di chi ha con-seguito ingenti profitti sulle rovine degli uomini.Mi riferisco, per fare l’esempio concreto che michiede, all’ultimo magnate texano, Robert AllenStanford, e a tre delle sue società: la Stanford In-ternational Bank, con base nell’isola caraibica diAntigua, lo Stanford Group di Houston, e loStanford Capital Management. La frode riguar-derebbe uno schema d’investimento sui certifi-cati di deposito da oltre 9 miliardi di dollari.Stanford, che si trova al 205° posto nella classificadi Forbes dei più ricchi del mondo, con un patri-

64 I fattori della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 64

Page 66: report - La voce Delle Voci

monio netto personale di 2,2 miliardi di dollari,è conosciuto anche per le sue attività di sponsornel golf, nel tennis, nel cricket e nella vela e perla sua vita da nababbo. Ha un castello di cin-quantasette stanze da 10 milioni di dollari in Flo-rida, una flotta di quattro jet privati per un valoredi 100 milioni di dollari, conti fino a 75 mila dol-lari solo per i regali di Natale e per le vacanze deibambini, uno yacht affittato a un prezzo di 100mila dollari a settimana. La piramide crollò, bru-ciando il risparmio di 40 mila vittime e Stanfordfinì in carcere, perché in America i banchieri civanno, mentre in Italia sono tutti a piede libero.Questo è stato l’ultimo personaggio caduto nellarete, dopo aver realizzato un crac di 9 miliardi didollari, mentre il solo Madoff ne aveva realizzatouno di 50 miliardi di dollari.

Verso la nuova Bretton Woods

Qual è, a questo punto, la sua proposta? In altreparole, per contrastare efficacemente i fattori e gli ar-tefici della crisi mondiale, cosa pensa si sarebbe do-vuto fare e cosa si potrebbe ancora fare ora?

Di sicuro, se il mercato globalizzato si fosse do-tato di regole certe e di un tribunale internazio-nale, analogo a quello che regola i crimini diguerra, posto a giudicare i comportamenti deisuoi principali attori, la cricca finanziaria dellebanche di affari, delle agenzie di rating e di queste

65Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 65

Page 67: report - La voce Delle Voci

distratte autorità vigilanti, oggi dovrebbe esserechiamata alla sbarra per crimini economici control’umanità. Ma tutto questo non esiste. E allora, sulpiano delle azioni concrete, fin dal 24 febbraio del2009 ho presentato e fatto approvare al Senato, insede di esame della crisi dei mercati finanziari, lamozione che impegnava il governo italiano a la-vorare con urgenza, insieme al Parlamento e allealtre istituzioni competenti a livello nazionale, eu-ropeo e internazionale, affinché la riforma dellanuova Bretton Woods, cioè la riorganizzazionedel sistema monetario e finanziario internazio-nale in crisi di collasso, fosse messa come primopunto dell’agenda al G8 del 2009, programmatoall’Isola della Maddalena in Sardegna e poi svol-tosi a L’Aquila. Al di là dei provvedimentid’emergenza e di manovre finanziarie-tampone,da tempo avverto che è arrivato il momento di at-tuare una riforma che regoli un sistema profon-damente corrotto, anche, per esempio, rendendopiù facile intentare causa contro le agenzie cheagiscono in modo scorretto. Occorre infatti solle-citare un’azione, coordinata sul piano internazio-nale, per ridefinire le regole e i progetti per unnuovo sistema monetario e finanziario interna-zionale, per arrivare ad una nuova Bretton Woodscapace di promuovere un nuovo ordine econo-mico mondiale più giusto. Ed è più che mai ne-cessario arrivare ad un coordinamentointernazionale per promuovere nelle sedi compe-

66 I fattori della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 66

Page 68: report - La voce Delle Voci

tenti una conferenza di capi di stato e di governoche rimetta l’economia sui binari dello svilupporeale, che restituisca al credito il suo ruolo produt-tivo, mettendo la speculazione e la deregolamen-tazione in condizione di non nuocere.

Quali sono i capisaldi della nuova Bretton Woodsda lei lanciata?

Si tratta di alcune proposte operative, tra cuiin primo luogo spicca la riforma del sistema mo-netario. Una riforma che sia capace di intro-durre, fra l’altro: la stabilità di un sistemamoderno di cambi fissi, modificabili solamentenel contesto di accordi sottoscritti dalle parti eagganciati agli andamenti delle economie reali;l’ancoraggio ad un sistema di riserve auree op-pure a un paniere di materie prime e/o di mo-nete da stabilire; la definizione di una nuovamoneta o di un paniere di monete (quindi, nonpiù solamente il dollaro) accettato nel sistemadei pagamenti internazionali; controlli contro laspeculazione sui cambi; controlli sui movimentidi capitali; definizione dei nuovi compiti delleorganizzazioni internazionali come il Fondo Mo-netario Internazionale e la Banca mondiale, il cuiruolo è stato stravolto nelle crisi recenti.

L’altra nostra proposta concerne la riforma delsistema finanziario e prevede, per sommi capi:il congelamento dei prodotti derivati esistenti;l’introduzione per il futuro di regole più strin-

67Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 67

Page 69: report - La voce Delle Voci

genti per gli accordi su questi derivati fuori con-trollo, per prosciugare la bolla dei derivati stessie per definire il loro funzionamento futuro; l’ob-bligo di negoziazione in borsa dei derivati, distandardizzazione e di autorizzazione da partedi un’autorità di controllo; la non detraibilità fi-scale delle attività svolte nei centri off-shore; l’in-terdizione delle attività speculative degli hedgefunds, e delle operazioni di cartolarizzazione;l’adeguata tassazione sia sulle operazioni finan-ziarie speculative che sui redditi provenientidalle suddette operazioni; il sostegno del settorebancario e creditizio pubblico e privato, neces-sario e indispensabile alla politica di investi-menti reali e produttivi.

Terza, ma non ultima, la riforma del sistemacommerciale, per la quale prevediamo, in sintesi:la revisione dell’accordo istitutivo dell’Organiz-zazione del commercio mondiale; la promozionee il sostegno di grandi investimenti infrastruttu-rali a livello continentale nei settori dei trasporti,dell’energia e delle comunicazioni; la creazionedi organismi di finanziamento (bond produttivi)di simili progetti, come previsto ad esempio dalPiano Delors; riforme fiscali favorevoli agli in-vestimenti e al riutilizzo virtuoso dei profitti nelsistema produttivo; definizione di principi do-ganali di protezioni sociali e di garanzie ambien-tali in un nuovo trattato di unione commercialeglobale. Queste riforme non sono più rinviabili.

68 I fattori della crisi mondiale

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 68

Page 70: report - La voce Delle Voci

Ogni giorno, quando si leggono i giornali, siassiste ad un crac senza fine dei mercati. Per fareun esempio, fin da un paio d’anni fa abbiamo as-sistito a quello di Citigroup per 150 miliardi didollari, con il governo americano chiamato a na-zionalizzare quella banca; in seguito abbiamovisto quello di Aig per 60 miliardi di dollari,dopo tutti i milioni che erano stati stanziati. Ab-biamo visto l’Europa in calo e le Borse europeesempre più in picchiata. Nel mercato globaliz-zato ci sono interdipendenze e, quindi, tutte leeconomie trascinano nel loro tracollo il sudore ela fatica degli uomini, dei lavoratori, dei pensio-nati, di chi ha risparmiato.

In questa analisi siamo partiti dal 2001. Ma lei haaffermato che per capire fino in fondo la crisi di oggioccorre guardare ancor più indietro.

Sì, e affinché resti a futura memoria, voglio ri-cordare alcuni fatti ed accadimenti, perché daquesta grande crisi esce distrutta l’autorevolezzadel modello economico americano, quel capitali-smo finanziario reso ipertrofico e irresponsabileda un ventennio di ritirata dei poteri dello statosui mercati. Il crac di Wall Street del 1929 prean-nunciava un’epoca nuova: grandi idee e dottrinerivoluzionarie che segnarono la storia del secolo.Per superare la Grande Depressione, l’Americadi Franklin Delano Roosevelt esportò un modellouniversale di regolazione dei mercati, d’inter-

69Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:48 Pagina 69

Page 71: report - La voce Delle Voci

vento keynesiano nell’economia, di un welfarestate e di investimenti pubblici nei beni collettivi.Oggi sarebbe troppo comodo e sostanzialmenteinesatto attribuire l’attuale disastro solo all’am-ministrazione Bush o alla destra americana. Daitempi di Ronald Reagan, anche larga parte del-l’America progressista e democratica è stata sog-giogata dall’egemonia culturale del neoliberismoeconomico, un liberismo senza regole.

Il potere dell’alta finanza e della grande indu-stria si è letteralmente annesso le istituzioni chedovevano essere le guardiane indipendentidell’economia, della moneta e del credito. Allaguida dei massimi organi di controllo e di vigi-lanza sono stati chiamati coloro che dovevanoessere controllati e vigilati. Le Authority sono di-ventate succursali subalterne delle lobby. È inquesto groviglio di conflitti d’interessi che affon-dano le radici antiche del disastro attuale, un di-sastro che pagheremo noi ma che pagherannoanche le future generazioni.

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:48 Pagina 70

Page 72: report - La voce Delle Voci

Poi arriva l’era Obama

Il 20 gennaio del 2009 alla guida degli StatiUniti s’insedia il nuovo presidente Barack Hus-sein Obama. Poco più di un anno dopo, il 21marzo 2010, il Congresso americano approva lastorica riforma del sistema sanitario, fortementevoluta da Obama, che estenderà l’assistenza sa-nitaria ad oltre 30 milioni di americani, finora ri-masti privi di ogni copertura.

Ma cosa è accaduto per le disastrate sorti eco-nomiche del paese in quel lasso di tempo? Ha se-gnato davvero una svolta, l’arrivo di Obama, perle logiche finanziarie fino ad ora seguite dallaprima potenza mondiale e che hanno rischiato difar precipitare nel baratro anche l’intera Europa?

Febbraio 2009. Ad appena un mese dall’arrivodi Obama alla Casa Bianca il nuovo segretario alTesoro Timothy Geithner vara il piano finanzia-rio di stabilità, accolto freddamente dai mercatifinanziari benché gli analisti siano concordi nelconsiderarlo ben più incisivo rispetto a quellodel predecessore di Geithner, il ministro di fidu-

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 71

Page 73: report - La voce Delle Voci

cia di George W. Bush, Henry Paulson, che a set-tembre 2008 aveva lanciato una manovra da 700miliardi di dollari, senza tuttavia avviare le ri-forme strutturali da più parti invocate.

A settembre 2009, dopo un anno esatto dalcrollo di Lehman Brothers, detonatore dei succes-sivi eventi catastrofici per l’economia mondiale,Obama torna a Wall Street. Gli occhi dell’opi-nione pubblica internazionale sono puntati sulsuo discorso, dedicato proprio a fare il puntosullo stato dell’economia negli Usa. Il quadro nelfrattempo è mutato perché il nuovo governo haoperato una serie di interventi che hanno enor-memente aumentato la partecipazione pubblicanell’ambito finanziario. Tanto che, scrive il NewYork Times, oggi il governo americano è il princi-pale «istituto di credito» del paese. L’amministra-zione pubblica ha più o meno il controllo del 26per cento dell’economia nazionale, il governo fi-nanzia 9 mutui su 10. Ma Obama sa che nonbasta. E chiede ai mercati di sostenere la sua ri-forma, la più grande riforma finanziaria dal 1929ad oggi, tesa complessivamente ad impedire gliabusi, affinché non si ripeta il crac.

Febbraio 2010. Parlando a Washington in oc-casione dell’anniversario dell’American Reco-very and Investment Act, il piano di spesastraordinario da 787 miliardi di dollari per sal-vare posti di lavoro e stimolare l’economia, Ba-rack Obama spiega che il pacchetto di stimoli

72 Poi arriva l’era Obama

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 72

Page 74: report - La voce Delle Voci

all’economia varato dal governo un anno primaha «evitato la catastrofe», anche se «non fu unadecisione politicamente facile».

Gli americani soffrono ancora gli effetti dellapeggiore recessione dagli anni Trenta – ha rico-nosciuto il presidente – e, nonostante i dati uffi-ciali indichino un aumento del prodotto internolordo, milioni di americani sono senza lavoro».Il fulcro della crescita restano per Obama le im-prese private, ma il governo può solo «fornireuna spinta temporanea che rimetta soldi in tascaalle persone e mantenga i posti di lavoro».

Risultati ribaditi lo scorso 13 maggio: «L’econo-mia Usa – ha detto il presidente – si sta muovendonella giusta direzione, le misure dure che abbiamopreso stanno funzionando. Ad aprile sono staticreati 290 mila posti di lavoro, il maggior incre-mento degli ultimi quattro anni e il quarto meseconsecutivo di crescita dell’occupazione».

Per il vecchio continente intanto – dove è an-cora forte la pressione degli attori responsabilidella crisi – si prospetta un periodo di recessionedel quale non si intravede la fine.

Cosa è cambiato realmente, per l’economia ameri-cana, con l’arrivo alla presidenza di Barack Obama?

All’indomani del suo insediamento alla CasaBianca, non abbiamo sottaciuto il fatto che ancheBarack Obama partiva con un conflitto d’inte-ressi riguardante le banche di affari, guidate

73Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 73

Page 75: report - La voce Delle Voci

dagli stessi uomini dell’amministrazione Clin-ton. Prendiamo l’esempio di Robert Rubin, l’exministro di Clinton: suo figlio era nello staff diObama. Al vertice di Citigroup, che è costatacara al contribuente americano (306 miliardi didollari di titoli-spazzatura), sono stati nominatigli stessi che hanno governato al tempo del crac,gli ex traders di punta della Goldman Sachs edelle altre banche d’affari. Ciò detto, l’avventodi Obama ha segnato di fatto la sconfitta di unmodello a misura di banchieri. Tante volte ab-biamo ricordato che negli Stati Uniti la creazionedel denaro dal nulla non ha portato da nessunaparte. Ed ha riacceso le speranze per assetti eco-nomici rinnovati, che rispettino i popoli, gli stati,i consumatori, i cittadini, i mutuatari che stannosoffrendo una delle più gravi crisi. Bisogna rico-struire dalle macerie.

Oggi, alla luce di quanto è accaduto nel lassodi tempo trascorso dal 4 novembre 2008, datadell’elezione di Barack Obama alla presidenzadegli Stati Uniti, non possiamo che constatarecon soddisfazione le sue dure prese di posizionein campo economico. Parlo, per fare un esempio,della sacrosanta reazione del presidente nei con-fronti di quelle banche che ne hanno fatte di tuttii colori con il trading proprietario. Obama ha pro-posto di fissare nuovi limiti alle dimensioni dellepassività e alle pratiche di trading delle grandibanche, per impedire un ritorno alle «vecchie

74 Poi arriva l’era Obama

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 74

Page 76: report - La voce Delle Voci

abitudini» che hanno portato al crollo finanzia-rio, anche in Italia, di quei banchieri che hannogiocato e continuano a giocare con i soldi dei de-positanti attraverso allegre concessioni di cre-dito. Le stesse che hanno generato nel 2009sofferenze pari a 55 miliardi di euro e crediti in-cagliati stimati in almeno 110 miliardi di euro.

Un modello che lei, in qualche modo, proponeanche per l’Italia.

Guardi, se in America Obama si è fatto pro-motore di nuove regole per impedire alle ban-che, o alle istituzioni finanziarie cui fanno capodelle banche, di possedere, investire o sponso-rizzare un hedge fund o un fondo di private equity,è evidente che anche in Italia occorrono normestringenti per impedire al sistema bancario – ob-bligato a rafforzare la propria dotazione di ca-pitale eroso proprio dalle sofferenze e dai creditiinesigibili, con un Tier 1 pari al 7 per cento nel2008 e ben sotto la media europea – di elargirecon criteri discrezionali allegri affidamenti adamici e sodali, che rischiano i soldi dei deposi-tanti, non certo i propri. La verità è che dopo icrac finanziari ed industriali che hanno bru-ciato, solo negli ultimi 10 anni, almeno 72 mi-liardi di euro di sudato risparmio, gettando sullastrico almeno 1,3 milioni di famiglie, da Cirioa Parmalat, da Lehman Brothers ai bond argen-tini, con 38 miliardi di derivati avariati appiop-

75Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 75

Page 77: report - La voce Delle Voci

pati agli enti locali ed alle piccole e medie im-prese, anche in Italia urge una «riforma Obama»del sistema creditizio. Solo così si potrà cercaredi impedire ai banchieri il ripetersi dei danni in-ferti alla clientela, la quale oltre al danno, pagala beffa di costi salatissimi dei servizi bancari trai più alti del mondo e che, invece di diminuireper effetto di fusioni e concentrazioni bancarie,al contrario sono rincarati.

Ma gli stimati banchieri italiani affermano che«Ogni paese fa storia a sé: l’America ne ha fattedi tutti i colori e adesso devono mettere a postole cose», dimenticando le gravissime responsabi-lità nei crac finanziari ed industriali e soprattuttodi avere ottenuto, attraverso il processo breve,un’amnistia mascherata dei loro reati e l’estin-zione dei processi. Come accadde con lo scandalodella Bipop-Carire dopo l’introduzione della Ci-rielli, uno scandalo che suscitò l’indignazione dimilioni di risparmiatori ed utenti bancari.

Seguiamo il modello di Obama: per proteg-gere i consumatori da future crisi finanziarie edevitare che siano tenuti in ostaggio da banchetroppo grandi per fallire e che costituiscono unrischio per l’intero sistema finanziario, anche inItalia occorre studiare norme legislative ad hocper frenare gli eccessi speculativi, limitare usi,abusi e soprusi quotidiani a danno degli utenti,sciogliere il rapporto incestuoso con una Bancad’Italia che è di proprietà delle banche e che, per-

76 Poi arriva l’era Obama

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 76

Page 78: report - La voce Delle Voci

seguendo la stabilità del sistema, non ha mai im-pedito di far saccheggiare scientificamente le ta-sche della clientela.

Pare proprio che qui da noi le cose vadano in tut-t’altra direzione, rispetto agli Usa.

In generale sì. Ma va riconosciuto che, anchese tardivamente, a dicembre dello scorso anno,nello stesso giorno in cui il presidente degli StatiUniti chiedeva al segretario del Tesoro di utiliz-zare i rimanenti fondi Tarp (200 miliardi di dol-lari) per facilitare il credito alle piccole e medieimprese su tre principali direttrici (aiutare le pic-cole aziende a crescere ed assumere nuovo per-sonale, ad ammodernare le infrastrutture per itrasporti, a rendere le abitazioni più efficienti intermini di consumi energetici) e varava un pianodi risanamento dei conti per ridurre il deficit sta-tale della metà entro il 2012, il governatore diBankitalia Mario Draghi ha messo in guardia dairischi sistemici di nuove bolle speculative al-l’orizzonte, dopo Dubai e Grecia.

Un po’ tardi, no?Sembra non si sia voluto fin qui prendere atto

fino in fondo del fatto che uno dei principali ri-schi per il futuro è quello dell’impressionantemassa di debito pubblico e privato in scadenzanel mondo, e che potrebbe fare i conti con un au-mento dei tassi di interesse. Un evento che

77Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 77

Page 79: report - La voce Delle Voci

avrebbe dovuto, e non da ora, preoccupare e in-durre ad agire in fretta. Invece si arriva a dicem-bre 2009 quando, nell’ambito della conferenzasul futuro della finanza organizzata dal WallStreet Journal, e di fronte a una scelta platea dibanchieri ed esperti del settore alle prese con lenotizie provenienti dalla Grecia e da Dubai, ilgovernatore della Banca d’Italia e presidente delFinancial Stability Board, Mario Draghi, cita ilproblema del debito fra i maggiori rischi all’oriz-zonte. Draghi indica poi il «modello» del nostropaese – dove da decenni non sono consentiti ifallimenti degli istituti di credito – come unadelle soluzioni possibili da far conoscere nelmondo per il problema delle grandi banche (toobig to fail, letteralmente, troppo grandi per fallire),che avrebbe conseguenze nefaste per tutto il si-stema. «Se per qualsiasi motivo – ha spiegatoDraghi in quella occasione – i tassi di interessedovessero tornare a salire prima che i bilancidelle banche siano a posto, e ciò può accadere siaper motivi di politica monetaria, sia perché iltempo per il risanamento dei conti durerà anni,allora ci sarà da preoccuparsi». «In questo caso– aveva concluso Draghi – il rischio per i debitidegli stati si materializzerà». Il governatore Ban-kitalia aveva ricordato a titolo di esempio lastima dei 4 mila miliardi di dollari di debito dibassa qualità garantito da proprietà commer-ciali, quelle che più risentono della crisi. Un de-

78 Poi arriva l’era Obama

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 78

Page 80: report - La voce Delle Voci

bito che arriverà a scadenza nei prossimi cinqueanni e «molto del quale probabilmente non saràrifinanziato». Ma a tutto questo va aggiunto ildebito pubblico di diversi paesi europei, moltidei quali si sono indebitati per le cosiddette «mi-sure di stimolo». Lo «stimolo» degli Stati Uniti,della Gran Bretagna, della Grecia, della Germa-nia e dell’Italia.

Maggiori sono le dimensioni, quindi, maggiore è ilproblema...

Certo: uno dei problemi che sta aggravandola situazione è quello delle istituzioni finanzia-rie too big to fail, che provocano ripercussionisulla competitività dell’industria, ancora piùconcentrata di quanto fosse prima della crisi. Senon è possibile in Italia far fallire le banche, oc-corre allora trovare meccanismi e risorse perpermettere alla banca di continuare la sua atti-vità. Un’analisi spietata, quella del governatoreDraghi a dicembre scorso e, per una volta, con-divisibile. Ciò che abbiamo denunciato, nellastessa occasione, è stata invece la consueta arro-ganza di un banchiere come l’Ad di UnicreditAlessandro Profumo, che dalla stessa confe-renza del Wall Street Journal aveva chiesto per leautorità di regolazione un «più forte mandatoimprontato alla stabilità finanziaria» e non «allatutela dei consumatori». Ritornando al para-gone con gli Stati Uniti, mentre il Presidente

79Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 79

Page 81: report - La voce Delle Voci

Obama affronta la crisi tagliando i fondi desti-nati alle banche e il governatore Draghi lanciaval’allarme su rischi di nuovi crac sistemici, Pro-fumo tentava ancora una volta di calpestare edumiliare i diritti dei consumatori.

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 80

Page 82: report - La voce Delle Voci

La disinformazione e il caso Goldman Sachs

Nei crac delle grandi banche d’affari ameri-cane, un ruolo importante lo ha giocato la disin-formazione programmata dell’opinione pubblica.Vale a dire che i cittadini, tenuti all’oscuro dellegravi situazioni a rischio grazie alla complicità deimedia più popolari, hanno continuato per mesi emesi ad acquistare prodotti finanziari di istitutiche erano già da tempo sull’orlo del baratro. Tuttociò è stato reso possibile dal fatto che a detenerela maggioranza dei grossi mezzi d’informazione– negli Usa come altrove – sono molto spesso glistessi gruppi capitalistici che risultano in una ma-niera o nell’altra riconducibili alle banche fallite.

Se esaminiamo ad esempio l’azionariato dellaLehman Brothers – quarta banca d’affari ameri-cana che ha creato una voragine da 639 milioni dieuro, oltre dieci volte il buco lasciato dalla Enron– troveremo società che, a loro volta, riconduconoai due principali gruppi capitalistici del mondo:il ramo americano dei Rockefeller e quello euro-

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 81

Page 83: report - La voce Delle Voci

peo dei Rothschild. E la stessa cosa vale per altricrac eccellenti, a cominciare da quello della Mer-rill Lynch. E tanto i Rothschild quanto il gruppoRockefeller, attraverso catene di società a loro ri-feribili, controllano una parte importante degli or-gani d’informazione nel mondo.

Un caso emblematico di questo conflitto d’in-teressi «di fondo» della nostra economia è quellodi Goldman Sachs. Fondata a New York nel 1869da Marcus Goldman, di origini tedesche, ag-giunse la denominazione di Sachs quando sulponte di comando salì Samuel Sachs, genero diGoldman. Dopo la quotazione in borsa ed unacrescita da allora in poi inarrestabile, durante laprima ondata delle privatizzazioni di aziende sta-tali, negli anni Ottanta, la banca diventa consu-lente di numerosi governi ed acquisiscepartecipazioni in multinazionali che controllanoil mercato delle materie prime. Consulenti dellaGoldman Sachs, poi passati a ruoli di governo inItalia, sono stati fra gli altri l’ex premier RomanoProdi e l’attuale sottosegretario alla presidenzadel consiglio, Gianni Letta.

Ad aprile 2010 la Sec, l’ente governativo chenegli Stati Uniti controlla la borsa, pone sotto ac-cusa Goldman Sachs per frode realizzata attra-verso il titolo Abacus 2007-ac1. Fra i clienti truffativi sarebbero anche grosse istituzioni finanziariein mezzo mondo. La conseguenza è stato un en-nesimo contraccolpo negativo alle borse europee

82 La disinformazione e il caso Goldman Sachs

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 82

Page 84: report - La voce Delle Voci

ed americane, proprio mentre si discuteva in Se-nato la riforma finanziaria delle banche di WallStreet voluta da Obama.

Senatore Lannutti, le ha più volte denunciato lecomplicità, nei crac finanziari, degli apparati dell’in-formazione o meglio, della dis-informazione. Vuolefarci un esempio?

Sì, le gravissime responsabilità dell’informa-zione economica e delle agenzie di stampa me-riterebbero un capitolo a parte. Ma vediamosubito un caso concreto e recente, quello che ri-guarda Goldman Sachs. A fine dello scorsoaprile, quando scoppia il caso, mentre negli StatiUniti il timoniere Lloyd Blankfein veniva messosotto torchio, in Italia le agenzie ne riportano lastrenua autodifesa, lasciando quasi balenare latesi del complotto. Guardiamo solo ad alcunitake Ansa del 26 aprile. Ore 10 e 21. «L’azione le-gale della Sec “è stato uno dei giorni più bruttinella mia vita professionale”. Lo afferma l’am-ministratore delegato di Goldman Sachs, LloydBlankfein, nel discorso diffuso da Goldman e cheBlankfein terrà domani in Senato nell’ambitodell’audizione convocata per far luce sulle ac-cuse della Consob americana nei confronti dellabanca». Ore 10.22 primi e 16 secondi. «Certa-mente non abbiamo scommesso contro i nostriclienti». Lo afferma l’amministratore delegato diGoldman Sachs Lloyd Blankfein nel discorso

83Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 83

Page 85: report - La voce Delle Voci

pubblicato da Goldman Sachs e che l’Ad terràdomani in Senato nel corso dell’audizione con-vocata per far luce sulle accuse della Sec nei con-fronti della banca». Ore 10.22 primi e 18 secondi:«Non avevamo eccessive posizioni corte controil mercato immobiliare, non abbiamo scom-messo contro i nostri clienti» spiega Blankfein.«Come sapete dieci giorni fa la Sec ha annun-ciato un’azione civile contro Goldman Sachs col-legata a una specifica transazione: è stato unodei giorni più brutti della mia vita professio-nale», aggiunge l’amministratore delegato diGoldman Sachs, precisando che la banca è«orientata ai clienti da 140 anni e se i nostriclienti iniziano a pensare che non meritiamo laloro fiducia, non possiamo sopravvivere. Rico-nosco anche quanto complessa la transazionepossa apparire a molti. Dobbiamo fare un lavoromigliore per raggiungere un equilibrio fra ciòche un cliente informato ritiene importante peri suoi obiettivi d’investimento e – osserva Blan-kfein – ciò che il pubblico ritiene che sia eccessi-vamente complesso e rischioso».

Eppure, quello di Goldman Sachs rappresenta inrealtà uno dei più clamorosi scandali finanziari degliultimi tempi.

Certo, basta considerare come la Grecia, sup-portata da Goldman Sachs ed altre banche d’af-fari di Wall Street, abbia mascherato i propri

84 La disinformazione e il caso Goldman Sachs

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 84

Page 86: report - La voce Delle Voci

conti pubblici attraverso meccanismi di tradingvalutario; lo ha confermato, tra l’altro, una re-cente inchiesta del New York Times in cui Greciae Italia venivano citate fra quei paesi i cui go-verni hanno fatto ricorso alla consulenza dellegrandi banche americane (Goldman Sachs e JPMorgan Chase) per realizzare quelle operazionidi «chirurgia estetica» che hanno dissimulato lavera entità dei deficit pubblici. In pratica, glistessi metodi usati da Wall Street per creare labolla speculativa dei mutui sub-prime sono statireplicati con le finanze pubbliche della Grecia edi altri paesi europei, Italia inclusa. E intanto aicittadini per giustificare abissali deficit e mano-vre da lacrime e sangue, viene propinata la solitacantilena dell’evasione fiscale, un autenticospauracchio dietro il quale si realizza, pur-troppo, il malaffare della grande usura finanzia-ria che, al contrario di quel che si pensa, ha,senza se e senza ma, un enorme debito nei con-fronti dei risparmiatori, da saldare non solo inmoneta, ma soprattutto ripagando quella dignitàche ogni giorno viene loro tolta.

Così, tra il silenzio o le ambiguità della stampae le complicità dei poteri di controllo, si arriva avicende come quella della Goldman Sachs, chenon a caso ho definito «la Spectre che manovral’informazione nel mondo». Sono almeno diecianni che Adusbef denuncia le attività illecite diquesto colosso finanziario, le retribuzioni milio-

85Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 85

Page 87: report - La voce Delle Voci

narie dei suoi dirigenti, la speculazione sui deri-vati, le dorate consulenze di uomini di governoanche italiani e le connivenze di ordine istituzio-nale, senza che queste documentate denunce ab-biano mai avuto dignità di notizia. Al punto taleche perfino la truffa ai danni dello stato di Gol-dman Sachs e di altre banche di affari per 4,3 mi-liardi di euro, oggetto di un’inchiesta dellaprocura della Repubblica di Pescara e che ve-deva protagonista il governatore di BankitaliaMario Draghi ai tempi della vicepresidenza perl’Europa, non è mai stata pubblicata dai grandimass media, ciechi e sordi perché proni alla cen-sura, salvo un encomiabile articolo di Primo DiNicola su L’espresso. Le notizie su GoldmanSachs di agenzie e quotidiani italiani sono tuttefavorevoli a questa grande banca d’affari, adusaad assoldare uomini, mezzi e istituzioni per con-tinuare indisturbata a guadagnare miliardi dieuro con le speculazioni sui derivati, sempresulla pelle dei consumatori, dei lavoratori e deglistati. Anche dopo che la Sec americana, le auto-rità di borsa inglesi e quelle tedesche, hanno in-chiodato questa moderna Spectre alle sueresponsabilità, le notizie che vengono pubbli-cate, specie in Italia, lasciano trasparire la tesi delcomplotto ordito da Obama e dai democraticidella Sec americana per indebolire gli Usa ed in-tralciare l’operato economico di Lloyd Blankfein.Pubblicare, come hanno fatto anche grandi agen-

86 La disinformazione e il caso Goldman Sachs

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 86

Page 88: report - La voce Delle Voci

zie di stampa italiane, tesi e veline di GoldmanSachs, che dai suoi documenti interni «dimostre-rebbe una gestione prudente del rischio nei tra-ding sui mutui sub-prime piuttosto chespeculazione, poiché le carte svelate smentireb-bero le accuse della Sec e la pioggia di critichedel Senato», è un oltraggio alla libertà di infor-mazione ed al diritto dei cittadini di essere infor-mati. In ogni caso l’Adusbef continuerà la suabattaglia solitaria contro Goldman Sachs, i deri-vati ed i padroni del mondo, anche nel silenziocomplice di una informazione asservita agli in-teressi economici inconfessabili dei potentati diturno. Perché sono sempre stato e resto convintoche la battaglia di libertà, di trasparenza e di ve-rità prima o poi diventa più forte delle censuree del silenzio complice dell’informazione.

Sulla questione Goldman Sachs, comunque, lei stadando battaglia anche in Senato. A che punto è?

Il 20 aprile scorso ho rivolto ad esempio un attodi sindacato ispettivo ai ministri dell’Economia,delle Finanze e della Giustizia nel quale ricostrui-sco gli aspetti più allarmanti dell’intera vicenda.

Vogliamo ricordarli qui, per sommi capi?La Sec (Securities and Exchange Commission),

che svolge le stesse funzioni di controllo asse-gnate in Italia alla Consob, ha sferrato un duro at-tacco a Goldman Sachs accusandola di truffa per

87Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 87

Page 89: report - La voce Delle Voci

avere venduto ai clienti titoli legati a mutui ri-schiosi mentre contemporaneamente scommet-teva sul loro fallimento. Così, mentre alcuniinvestitori vedevano i propri capitali polveriz-zarsi, altri, tra cui il noto gestore di hedge foundsJohn A. Paulson, continuavano ad arricchirsi as-sieme alla banca stessa. Il danno sarebbe di circaun miliardo di euro. Lo strumento creato da Gol-dman nei confronti del quale la Sec punta il ditoè chiamato Abacus 2007-ac1, ed è uno dei 25 creatida Goldman per consentire alla stessa banca e adalcuni selezionati clienti di scommettere contro ilmercato immobiliare. In base alla documenta-zione presentata dalla Sec, Goldman ha creatoAbacus 2007-ac1 nel febbraio 2007 su richiesta diJohn A. Paulson, il quale nello stesso anno ha gua-dagnato circa 3,7 miliardi di dollari.

L’accusa di truffa da parte della Sec ad uno deimaggiori centri del potere economico e finanzia-rio globale ha avuto forti ripercussioni sui mer-cati europei e asiatici, visto che le accuse sonogravissime e riguardano argomenti centrali perla crisi che negli ultimi anni ha messo in ginoc-chio l’economia mondiale. Ma c’è di più: il j’ac-cuse della Sec dimostra che negli Stati Uniti èstata ufficialmente riconosciuta la responsabilitàdegli istituti di credito di Wall Street nel crollodel mercato immobiliare. E le conseguenze diquesto atto formale si fanno sentire in Americae in Europa. In sostanza, quello sferrato ai danni

88 La disinformazione e il caso Goldman Sachs

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 88

Page 90: report - La voce Delle Voci

di Goldman Sachs, banca che in molti accusanodi aver creato prodotti di finanza strutturata aidanni dei propri clienti e di avere agito troppospesso nella direzione opposta rispetto a quellaconsigliata al pubblico, è un attacco di enormerilevanza anche simbolica.

Come hanno reagito i governi delle grandi potenzemondiali?

L’allora premier britannico Gordon Brown, al-l’indomani delle accuse della Sec, ha condannatoduramente la «bancarotta morale» di GoldmanSachs e annunciato un’inchiesta speciale sulcomportamento della banca statunitense e delsuo ex dirigente di Londra Fabrice Tourre. Dureaccuse sono arrivate anche dalla Germania,pronta ad avviare azioni legali che confermanola creazione di un fronte europeo sul caso di Gol-dman Sachs. Perfino l’ex presidente degli StatiUniti Bill Clinton ha ammesso di avere sbagliatoa non regolamentare il mercato dei derivati e aseguire i consigli di Robert Rubin e Larry Sum-mers, mentre Barack Obama annuncia nuove re-gole per Wall Street.

In che modo Goldman Sachs ha operato nel nostropaese?

Voglio in primo luogo ricordare che risale al2005 l’indagine effettuata dalla procura dellaRepubblica di Pescara nell’ambito dell’opera-

89Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 89

Page 91: report - La voce Delle Voci

zione «Easy Credit», quando viene scoperta unavergognosa frode fiscale ai danni dello stato dioltre 600 milioni di euro (pari a circa 1200 mi-liardi di lire) posta in essere da alcune fra leprincipali banche d’affari mondiali attraversoun meccanismo di dividend washing. Fin da al-lora l’Adusbef aveva inviato un esposto allaprocura di Milano, sede legale di GoldmanSachs, in cui denunciava senza mezzi terminiche, approfittando delle differenti legislazionifiscali in vigore nei paesi europei, GoldmanSachs International, quarta banca d’affari nelmondo – il cui vicepresidente responsabile perl’Europa è stato (nel periodo incriminato, ov-vero tra il 2002 ed il 2005) l’attuale governatoredella Banca d’Italia Mario Draghi – aveva at-tuato un’ingegnosa truffa ai danni dello statoitaliano per la somma di 202 milioni di euro.

In particolare l’operazione condotta dalla pro-cura di Pescara svelava che alcune banche d’af-fari, tra cui quattro gruppi finanziari qualiGoldman Sachs International, Citigroup, Leh-man Brothers Holding e JP Morgan, nel periodocompreso tra il 1991 e il 2003, usufruendo dellaconvenzione bilaterale sulla doppia imposizione,si sarebbero fatte prestare temporaneamente pac-chetti azionari da fondi d’investimento e istitutidi credito in maniera tale che, alla vigilia dellostacco dei dividendi delle società italiane, risul-tassero di proprietà delle loro filiali inglesi. Una

90 La disinformazione e il caso Goldman Sachs

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 90

Page 92: report - La voce Delle Voci

volta incassato il dividendo e maturato il creditodal fisco italiano, pari al 56,25 per cento dell’utile,dopo qualche settimana i titoli azionari venivanorestituiti agli effettivi proprietari, cioè a fondi esocietà che non avrebbero avuto titolo ad otte-nere il rimborso del credito.

Il meccanismo del dividend washing era quellodi monetizzare il credito d’imposta assegnato asoggetti italiani percettori di dividendi attra-verso il temporaneo trasferimento dei titoli azio-nari alla vigilia dello stacco dei dividendi. Il nonresidente e non fruitore del credito di impostavende le partecipazioni, con realizzo di plusva-lenze, a un soggetto italiano legittimato a otte-nere il credito d’imposta; poi incassa ildividendo, rivende le partecipazioni a un valorepiù basso, realizza una minusvalenza deducibileda contrapporre al credito d’imposta e al divi-dendo per abbattere l’imponibile.

Come si comportarono le autorità di controllo ita-liane?

All’epoca né la Banca d’Italia, né gli organid’informazione dettero risalto a questa colos-sale frode ai danni dello stato. Ed anche l’arti-colo dell’Espresso del 1 giugno 2007 non vennerilanciata da nessun altro giornale. Ho dettopiù volte, anche in aula, che a mio giudizio lacarica di governatore della Banca d’Italia diMario Draghi, chiamato a vigilare proprio su

91Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 91

Page 93: report - La voce Delle Voci

correttezza e trasparenza delle banche, risultaincompatibile con il pregresso incarico di re-sponsabile legale di una grande banca d’affari,accusata di aver frodato il fisco italiano per unasomma ingente, come Goldman Sachs.

Tornando all’aula del Senato, come pensa di por-tare avanti la battaglia in merito al caso Goldman?

Sempre nell’atto di sindacato del 20 aprilescorso, per il quale attendo una risposta dai mi-nistri interpellati, sottolineo con forza come lacrisi finanziaria ed economica di questi ultimidue anni abbia già fatto capire che la finanzacreativa, orientata esclusivamente al profitto,sta portando le economie mondiali verso undissesto irreversibile. Se poi venisse accertatoche Goldman Sachs ha venduto ai clienti titolilegati a mutui rischiosi, mentre contempora-neamente scommetteva sul loro fallimento,dobbiamo capire quanto abbiano nascosto, equanto nascondano tuttora, in termini di inde-bitamento del nostro paese, gli eventuali titoliderivati sottoscritti. Ma soprattutto vannochiariti i veri motivi per cui Goldman Sachscontinua a godere in Italia di inusitati privilegirispetto alle banche italiane ed europee quandoinvece, alla luce di quanto abbiamo visto, do-vrebbe essere sospesa, almeno in via cautelare,dall’albo delle banche di riferimento del mini-stero dell’Economia.

92 La disinformazione e il caso Goldman Sachs

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 92

Page 94: report - La voce Delle Voci

Qual è, secondo lei, la posizione del nostro go-verno?

Appare silente, soprattutto se consideriamole dichiarazioni del premier britannico e diquello tedesco che, all’indomani delle accusedella Sec, confermavano la creazione di unfronte europeo sul caso di Goldman Sachs, an-nunciando l’uno un’inchiesta speciale sul com-portamento della banca statunitense e del suoex dirigente di Londra Fabrice Tourre, l’altroazioni legali nei confronti del gruppo finanzia-rio in questione. Ho chiesto al governo italianodi avviare un’indagine volta ad accertare se, neicomportamenti di Goldman fin qui esaminati,siano state messe in atto concrete violazioni adanno dello stato volte a favorire interessi pri-vati in atti pubblici e se gli interessi, pur legit-timi, di una banca d’affari possano prevaleresugli interessi generali dell’Italia. Domandoinoltre di sapere se al governo risulti che MarioDraghi, durante il già ricordato incarico pressoGoldman Sachs, abbia avuto un ruolo nelloscandalo Easy Credit che consentì a quellabanca, a JP Morgan Chase e a Citigroup, di rea-lizzare una truffa ai danni dello stato per 4,3miliardi di euro, inchiesta di cui non si è saputopiù nulla. Ritengo che il nostro esecutivo, in-somma, debba adottare misure urgenti, ancheconcordate all’interno del G20, per impedireche le speculazioni di Goldman Sachs e di altre

93Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 93

Page 95: report - La voce Delle Voci

banche di affari, colluse con le autorità vigi-lanti, abbiano a ripetersi, disseminando di ma-cerie e di povertà le economie sane degli statied il mondo globalizzato.

Vuole spiegarci meglio il coinvolgimento di Gol-dman Sachs nello scandalo Easy Credit?

Presto detto, in Italia succede che se un po-vero pensionato, costretto a fare il secondo la-voro «in nero» per sbarcare il lunario, vienescoperto, è subito messo alla gogna e denun-ciato; se un piccolo commerciante non rilasciala ricevuta fiscale per un modesto importo, ri-schia la chiusura dell’attività commerciale. Mase grandi banche d’affari frodano il fisco per600 milioni di euro vengono addirittura pre-miate, perché contigue con il governo e con ilministero dell’Economia. Sulla grande vergo-gna del 2007, quando la procura della Repub-blica di Pescara mette a segno l’operazione«Easy Credit», la grande stampa (tranne, comeho detto, l’Espresso) mette il silenziatore, perchéun’ampia circolazione di quelle notizie sarebbestata assai sgradita al governatore della Bancad’Italia Mario Draghi, ex Goldman Sachs, ed al-l’austero ministro dell’Economia dell’epoca,Tommaso Padoa Schioppa.

Quali ripercussioni ci furono, in Italia, per Gol-dman Sachs?

94 La disinformazione e il caso Goldman Sachs

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 94

Page 96: report - La voce Delle Voci

Nonostante le pesanti accuse di frode fiscale aidanni dello stato, Goldman Sachs continuava agodere in Italia di inusitati privilegi, al punto che,invece di essere sospesa dall’albo delle banche diriferimento del ministero dell’Economia in viacautelare, era stata scelta come banca capofila inoccasione del bond da 3 miliardi di dollari lan-ciato dal governo italiano nel 2006.

Intanto anche il Tesoro continuava ad avva-lersi di Goldman Sachs quale banca di riferi-mento privilegiata, assieme a Citigroup e JPMorgan. Come mai si privilegiava GoldmanSachs invece delle banche italiane ed europee?Come mai il ministro del governo Prodi, Tom-maso Padoa Schioppa, così rigoroso nella ge-stione dei conti dello stato, decideva di rinnovareil mandato alla Goldman Sachs, che vedeva ilprofessor Mario Monti come alto dirigente perl’Europa, invece di depennarla per giusta causadall’elenco delle banche di riferimento?

Già, come mai?Gli interessi congiunti di Padoa Schioppa,

Draghi, Prodi, e dei colossi bancari statunitensi,a cominciare da Goldman Sachs, trovano il loropunto di sintesi massima nei summit annuali esuper segreti dei Bilderberg, che vedono riunitii potenti del mondo, anche coloro che reggonole leve dell’informazione, per decidere le sortieconomiche delle nazioni.

95Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 95

Page 97: report - La voce Delle Voci

Il segreto dei Bilderberg

Se ne parla, ma quasi sempre sotto voce. Chi sonoi Bilderberg? Qual è la loro storia?

La storia è stata diffusamente raccontata findal 2005 dal mensile La Voce delle Voci. Il grupponasce nel 1952 ma viene ufficializzato sue annipiù tardi, quando si riuniscono per la prima voltaa Oosterbeek, in Olanda, perché fra i primi pro-motori c’era proprio il principe olandese Ber-nardo de Lippe, ex ufficiale delle SS. Ancora oggil’unico ufficio esistente dell’organizzazione hasede a Leida, nei Paesi Bassi. L’obiettivo era, finda subito, quello di dar vita ad un nuovo ordinemondiale, con potenti organizzazioni sovrana-zionali capaci di garantire una stabilità maggiorerispetto a quella dei singoli paesi. Tra i fondatori(di cui fanno parte tra gli altri Henry Kissinger,Carlo d’Inghilterra, Juan Carlos di Spagna e Bea-trice d’Olanda) spicca David Rockefeller, a capodell’omonimo colosso finanziario. Proprio la pre-senza dei Rockefeller ha indotto gli analisti poli-tici a vedere nei Bilderberg una sorta diderivazione aggiornata della Trilateral, altrosuper organismo di potenti ispirato nel 1973 dalledue ali del capitalismo mondiale, allora comeoggi: le famiglie Rockefeller e Rotschild. Al ver-tice annuale dei Bilderberg, che non ha caratteredi ufficialità e si svolge nella massima riserva-tezza, partecipano ogni anno circa 130 persona-

96 La disinformazione e il caso Goldman Sachs

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 96

Page 98: report - La voce Delle Voci

lità tra le più influenti del mondo in campo eco-nomico, politico e bancario.

Nonostante la cortina di silenzio, i nomi di moltipartecipanti di questi anni sono trapelati. Nel 2004,ad esempio, quando il vertice di tenne a Stresa,c’erano sicuramente oltre al presidente della BceJean Claude Trichet, che possiamo considerare unapresenza fissa, anche James Wolfensohn, allora acapo della Banca Mondiale e Norman Taylor diGoldman Sachs. Per gli italiani, Giulio Tremonti,Romano Prodi, Mario Monti, Tommaso PadoaSchioppa, Paolo Scaroni. Tra i giornalisti, l’alloracorrispondente della Rai da New York GianniRiotta, oggi direttore del Sole 24 Ore, e Ferruccio DeBortoli, attuale direttore del Corriere della Sera. Purin presenza di giornalisti così autorevoli, mai nes-sun report del vertice sono filtrati, né nel 2004 nénegli anni successivi. Nel 2007 parteciparono i so-liti Wolfensohn, Rockefeller, Kissinger, Trichet,Monti e Padoa Schioppa, ma accanto a loro c’eranofra gli altri il presidente della Commissione euro-pea José Barroso, il numero uno della Federal Re-serve Timothy Geithner e, per Goldman Sachs, ilpresidente Peter Suterland.

E così siamo tornati a bomba, cioè ai nostri giorni.Con una Goldman Sachs che sembra quasi l’epicentrodel terremoto finanziario in atto.

Le previsioni su dove ci avrebbe portato l’atti-vità di colossi come Goldman Sachs c’erano già

97Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 97

Page 99: report - La voce Delle Voci

tutte nel mio libro La Repubblica delle Banche, uscitonel 2008. E, purtroppo, quelle previsioni si sonoavverate. Fin da allora scrivevo che GoldmanSachs – tra le maggiori artefici della crisi globale,che ha falcidiato milioni di posti di lavoro gene-rando miseria allo scopo esclusivo di conseguireguadagni illeciti con la speculazione sui derivatie la creazione del denaro dal nulla – non avrebbepotuto operare al di fuori della legalità se nonavesse ottenuto ampie coperture al suo disegnocriminoso. Lo ha fatto arruolando al suo servizioi più influenti uomini di governo pagati profuma-tamente in tutto il mondo, ma soprattutto in Italia,come Gianni Letta, il gran visir del Governo Ber-lusconi, Mario Monti, Romano Prodi e lo stessoMario Draghi. Solo oggi però, con grave e colpe-vole ritardo, la Sec americana ha finalmente sco-perto che Goldman Sachs avrebbe speculato inmodo illegittimo nei titoli legati al mercato immo-biliare attraverso lo strumento denominato Aba-cus 2007-ac1. Anche il maggior partecipante diAbacus, Paulson & Co, è coinvolto ed avrebbe pa-gato a Goldman 15 milioni di dollari per struttu-rare il Cdo (Collateralized debt obligation), chiusoil 26 aprile 2007. Poco meno di nove mesi dopo, il99 per cento del portafoglio del Cdo era cartastraccia. E mentre gli investitori perdevano, Gol-dman, che aveva scommesso contro i titoli chevendeva ai propri clienti, guadagnava. Ma le ac-cuse sono anche altre.

98 La disinformazione e il caso Goldman Sachs

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 98

Page 100: report - La voce Delle Voci

Per esempio?Oltre agli addebiti per il comportamento nel

mercato dei mutui, in particolare per aver scom-messo contro prodotti legati ai sub-prime (cheperò allo stesso tempo aveva venduto ai propriclienti), è stata accusata di frode. Secondo la Sec,l’istituto finanziario avrebbe creato e vendutoanche altri prodotti collegati ai mutui sub-prime,rilasciando informazioni inesatte ed omettendofatti chiave. Tanto che la Securities and ExchangeCommission, secondo quanto scrive il New YorkTimes, ha avviato una causa civile contro Gol-dman Sachs. Ma per capire fino in fondo le ra-gioni che hanno portato a picco l’economia,comprese quelle della Grecia e la nostra, dob-biamo tornare a quando Draghi divenne vicepresidente per l’Europa di Goldman Sachs dopoaver appaltato, in qualità di direttore generaledel Tesoro, importanti privatizzazioni alla bancadi affari nella famosa convention sul panfilo Bri-tannia. Circostanza che molti smemorati di Col-legno cercano oggi di negare. Ma poiché èscandaloso ed immorale che tutti, a cominciareda Draghi, facciano finta di niente, ancora unavolta mi faccio carico di ricordare le gravissimeresponsabilità di Goldman Sachs e di altre ban-che di affari, con il concorso delle distratte – senon colluse – autorità vigilanti, in una delle piùgravi crisi del pianeta, una crisi che pagano la-voratori, pensionati ed i più indigenti.

99Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 99

Page 101: report - La voce Delle Voci

Lei ha assunto recentemente iniziative legali a di-fesa dei cittadini anche in qualità di presidente Adu-sbef. Vogliamo ricordare quali?

Come abbiamo visto, Goldman Sachs è accu-sata, fra l’altro, di aver falsificato i conti dellaGrecia occultandone il deficit attraverso deri-vati Goldman. Con la sua squadra di lobbistimeglio inseriti ed influenti a Washington ed intutto il mondo, la corazzata americana ha spesol’anno scorso circa 2,8 miliardi di dollari per ag-giustare l’informazione ed addomesticare i go-verni. Il j’accuse arriva senza mezzi termini daBen Bernanke, capo della Fed. Secondo Ber-nanke anche la Sec sta valutando il ruolo svoltoda Goldman Sachs e da altre banche con opera-zioni su derivati nel paese ellenico. Secondoquanto riportato dal New York Times le grandibanche di Wall Street avrebbero aiutato la Gre-cia ad occultare i suoi crescenti debiti per rispet-tare per molti anni i criteri di stabilitàdell’Unione Europea, mentre Goldman Sachsavrebbe prestato alla Grecia già nel 2001, dopoil suo ingresso nella zona euro, alcuni miliardidi dollari che non sarebbero stati iscritti nel bi-lancio come passività ma trattati come una tran-sazione valutaria. Poiché la falsificazione deiconti della Grecia, comporta un intervento eu-ropeo e del Fmi per 110 miliardi di euro e del-l’Italia di 5,5 miliardi di euro, soldi necessari pernon mandare a fondo la coesione monetaria eu-

100 La disinformazione e il caso Goldman Sachs

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 100

Page 102: report - La voce Delle Voci

ropea ed a picco l’euro, Adusbef e Federconsu-matori hanno presentato a inizio maggio unesposto ad alcune procure della Repubblica nelquale chiedono di aprire una indagine per veri-ficare i risvolti penali della frode Goldman, cheha ricadute in Italia sulle condizioni di vita deicittadini già truffati dalle banche, con un gra-vame di 250 euro a famiglia. Con atti separati dicitazione in sede civile, chiederemo inoltre al tri-bunale che Goldman Sachs, la banca dei derivatie degli utili allegri costruiti per mera avidità diprofitto (ogni dipendente ha conseguito oltre700 mila dollari di guadagno l’anno) e di specu-lazione sulle materie prime come petrolio, mais,soia (una speculazione finalizzata a creare pro-fitti sulle rovine degli stati e dei consumatori fi-nali, che pagano prezzi alterati), debba risarcirele famiglie italiane, per un controvalore di al-meno 250 euro pro capite fino alla concorrenzadi 5,5 miliardi di euro.

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 101

Page 103: report - La voce Delle Voci

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 102

Page 104: report - La voce Delle Voci

Le macerie della grande bolla

Per far fronte alla crisi strisciante connessaall’aumento dei prezzi, a inizio anni Duemilanegli Stati Uniti cominciano a diffondersi si-stemi finalizzati a concedere prestiti anche a co-loro che fino ad allora erano impossibilitati adaccedere al credito perché già in passato eranorisultati insolventi. Si offre insomma una se-conda chance ai «cattivi pagatori», anche aquelli cronici. Si spalancano le porte dei cosid-detti prestiti sub-prime, pericolose combinazionidi alti tassi d’interesse, cattiva storia creditiziadel debitore e situazioni finanziarie – anche delcreditore – complessivamente non semprechiare. La formula comprendeva diversi stru-menti, quali soprattutto i mutui immobiliari, maanche prestiti per acquisto auto e carte di cre-dito, sempre a tassi elevatissimi, con parcelle epremi ben più elevati di quelli correnti, proprioa causa della poco edificante storia creditizia deidebitori, non di rado costellata di inadem-pienze, pignoramenti e fallimenti.

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 103

Page 105: report - La voce Delle Voci

Siamo in piena era di George Bush alla CasaBianca, l’America investe miliardi di dollari sulfronte di guerra iracheno e su quello afgano. Se-condo i fautori dei prestiti sub-prime, si trattavadell’unico sistema per consentire l’accesso alcredito di milioni di americani che altrimenti nesarebbero rimasti esclusi, un modo per rimetterein moto l’economia dei consumi. Fin dall’inizio,però, c’era chi contestava tali sistemi, additan-done le pratiche definite «predatorie», compresal’impossibilità di rinegoziare i prestiti, o l’esca-lation – già ampiamente prevedibile – dell’im-porto di rate a tassi variabili. Per imprimere lostart ad un sistema in affanno – veniva detto dapiù parti – si sarebbero potute estendere prati-che diverse, come il microcredito alle imprese.Ma si sarebbe trattato di pratiche sostanzial-mente prive di guadagni speculativi.

Complice il debito dei consumatori, perenne-mente in crescita, quello dei sub-prime diventanegli Usa una vera e propria industria capitanatada alcune fra le principali banche. Ed il 25 percento della popolazione accede a questo tipo dicredito. La liquidità immessa nelle famigliediede vita ad una vera e propria «bolla immobi-liare»: una bolla tanto evanescente che, nel corsodegli anni, man mano a fronte dell’insolvenzadei debitori, le banche misero all’asta gli immo-bili acquistati con i sub-prime. Tali manovre spe-culative culminarono nelle «cartolarizzazioni»

104 Le macerie della grande bolla

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 104

Page 106: report - La voce Delle Voci

dei mutui rimasti impagati: parte delle poten-ziali sofferenze furono infatti trasformate da ungiorno all’altro in «crediti cartolari», vale a direin obbligazioni ad alto rischio «garantite» damutui sub-prime e rivendute ai risparmiatori conla promessa – fasulla – di una elevata redditività.

Ma fra 2007 e 2008 anche questa ed altre ingentispeculazioni non bastarono a salvare dal crac nu-merosi istituti di credito americani. A metà 2009il Fondo Monetario Internazionale ha stimato inoltre 4 mila miliardi di dollari il totale delle per-dite collegate alla bolla dei prestiti sub-prime.

Senatore, oltre alle tre agenzie di rating e a Gol-dman Sachs, vuole analizzare gli altri «attori» dellascena finanziaria mondiale che risultano fra i princi-pali responsabili della crisi globale?

Per indicarli a fondo, uno ad uno, dobbiamopartire dal 2007. Cominciamo dai mutui sub-prime americani, cartolarizzati ed insalsicciatiper precise responsabilità di banche di affari edagenzie di rating prima di essere messi in circo-lazione sui mercati finanziari. Aggravati dall’ab-norme esposizione dei prodotti derivati fuoricontrollo, questi mutui hanno provocato unotsunami sui conti di primari istituti di credito, fi-niti sull’orlo del fallimento, nazionalizzati(come Northen Rock) o salvati con il denaropubblico (Bearn Stearns). Invece in Italia questasituazione veniva affrontata dalle banche ap-

105Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 105

Page 107: report - La voce Delle Voci

pioppando tassi variabili ai circa 3,2 milioni dirichiedenti, con conseguenti sconquassi e rischidi insolvenza sui bilanci delle famiglie, che an-cora oggi rischiano di perdere la casa per l’au-mento dei tassi Euribor determinati dallo stessocartello bancario al fine di rientrare, almeno inparte, dalle esposizioni allegre. I crac di presti-giose banche d’affari (non solo Northern Rock,ma anche Nomura, Ubs, CitiBank, Fannie Mac,Société Générale, Bear Stearns, Lehman Bro-thers, ecc.) dimostrano il marciume di un si-stema che, basato sui prodotti derivati e finanzacreativa, ha goduto delle più ampie protezionidi banche centrali ed autorità monetarie. Questeautorità di controllo, invece di raccogliere l’al-larme che avevamo lanciato fin dal luglio 2007,hanno cercato di gettare acqua sul fuoco perchécoadiuvate da analisti assai poco neutrali, se-condo i quali l’Europa e l’Italia sarebbero stateimmuni dal più grande bubbone finanziario ditutti i tempi, fatto di debiti sfrenati, perizie gon-fiate, mutui farlocchi, prodotti derivati come ladinamite e bilanci «cabriolet» (che non contabi-lizzano le perdite).

Qual era stata, allora, la vostra proposta?Per evitare il salasso continuo a 3 milioni di

famiglie indebitate a tasso indicizzato soprat-tutto Euribor trimestrale, che ha continuato lasua corsa al rialzo arrivando a toccare quota 4,77

106 Le macerie della grande bolla

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 106

Page 108: report - La voce Delle Voci

per cento,il governo aveva il dovere di tutelare iredditi falcidiati delle famiglie, facendo pagare imaggiori oneri di interessi a banche quanto-meno negligenti, che avevano consigliato i tassivariabili e continuano ancor oggi a difendere pa-reri scellerati e teorie fasulle, secondo le quali ilconsumatore può guadagnare dai debiti. Indica-zioni capestro, che riverberano i loro effetti sullavita delle persone, con rate aumentate e ben 180euro di rincaro l’anno su un mutuo di 100 milaeuro. Come Adusbef abbiamo comunque conti-nuato a monitorare i comportamenti delle ban-che e del cartello europeo che determinal’Euribor senza alcun riferimento al mercato, adifesa di milioni di famiglie impoverite anchedalla voracità degli istituti di credito.

Ma quando e perché nascono la «bolla immobi-liare» e la crisi dei mutui sub-prime?

Il caso letteralmente esplode il 7 agosto del2007. Per avere un’idea sulle dimensioni del feno-meno, ricordo che lo scoppio della bolla immobi-liare, accoppiata alla crisi dei mutui americani subprime e affiancata alla crisi del credito e dei pro-dotti derivati, ha bruciato tra i 1000 ed i 3000 mi-liardi di dollari, falcidiando i bilanci di primariebanche statunitensi. Tutto nasce dagli sconquassicreati dai manutengoli del potere finanziario (go-vernatori centrali, banche d’affari, agenzie di ra-ting) che hanno impoverito milioni di famiglie

107Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 107

Page 109: report - La voce Delle Voci

alle prese con un costo della vita aumentato e im-possibilitate ad onorare rate di mutuo raddop-piate. Situazioni come queste, infatti, siriverberano anche sulla crescita economica mon-diale, già di suo alle prese con fenomeni di stag-flazione (pericolosa miscela di alta inflazione econtemporanea recessione), bassa crescita e sta-gnazione. Le convulsioni finanziarie scatenate dalcrollo dei mutui sub-prime dell’estate 2007 sonosolo un anello della lunga catena di una crisi fi-nanziaria ed economica di tipo sistemico.

Che significa, esattamente?La tanto decantata autoregolamentazione del

mercato si è dimostrata totalmente incapace dimantenere il sistema su binari funzionanti. Mail fatto che anche i fautori e gli organizzatoridella deregulation economica siano giunti a que-sta conclusione non deve creare l’illusione cheesiste un consenso di analisi e di contromisurenecessarie. La crisi, che ha avuto una accelera-zione esponenziale negli ultimi dieci-quindicianni, è in realtà partita con la decisione del 15agosto del 1971 di sganciare il dollaro, monetadei pagamenti internazionali e del commerciomondiale, dal valore delle riserve auree. L’oro,che non ha qualità magiche, serviva solamentead ancorare il valore del dollaro e delle altre mo-nete ad un riferimento reale. Da quel momentoè stata consentita la crescita cancerosa di capitale

108 Le macerie della grande bolla

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 108

Page 110: report - La voce Delle Voci

fittizio, un sistema di cambi monetari fluttuantie il progressivo sganciamento della finanza, so-prattutto quella speculativa, dagli andamentisottostanti dell’economia reale produttiva. Il si-stema finanziario e monetario sempre più dere-golamentato e sottratto ai controlli preposti, haminato ogni forma di governance dando così ori-gine ad una serie di bolle finanziarie, fagoci-tando i settori industriali commerciali e agricoliproduttivi. In tale contesto, la bolla speculativafinanziaria più pericolosa e fuori da ogni con-trollo è quella dei cosiddetti prodotti finanziariderivati. Secondo le stime della Banca dei Rego-lamenti Internazionali (Bri) di Basilea, il valorenozionale dei derivati Over the Counter (Otc),cioè quelli trattati fuori dai mercati ufficiali e nonregistrati sui bilanci delle banche e degli altrioperatori finanziari, ammontava nel 2008 già adoltre 700 mila miliardi di dollari, con un au-mento medio esponenziale annuo del 25 percento. Basta paragonare questa bolla speculativa,inesistente venti anni fa, al Pil mondiale, calco-lato nel 2008 intorno a 55 mila miliardi di dollari,per avere la fotografia della crisi. In seguito, econ una pressione sempre crescente, questa spe-culazione in derivati (futures, ecc.) si è impadro-nita di settori produttivi strategici comel’energia, il petrolio, le materie prime e i prodottialimentari, provocando artificialmente impen-nate inflazionistiche sui prezzi che hanno avuto

109Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 109

Page 111: report - La voce Delle Voci

conseguenze drammatiche anche sul piano so-ciale, migratorio, ambientale, politico e militare.Gli stati e i governi, le banche centrali e altre si-mili istituzioni, progressivamente esautorati acausa del processo di deregolamentazione inatto, sono poi stati chiamati dalle stesse banchee finanziarie in crisi a intervenire con i soldi pub-blici per coprire le perdite ed iniettare nuova li-quidità in un sistema fallimentare.

È possibile individuare le singole responsabilità?Le principali responsabilità vanno certamente

addebitate ad una cupola paramafiosa cui sonostati attribuiti poteri enormi ed indiscriminati.Questi oligarchi alla Draghi, Trichet, Greenspane Bernanke, i maggiori artefici della crisi, ban-chettano sui disastri da loro stessi provocati me-diante la creazione del denaro dal nulla, ossiaquegli strumenti derivati arrivati a 700 mila mi-liardi di dollari (solo quelli fuori bilancio), controun Pil mondiale, il dato che misura l’economiareale, pari a 55 mila miliardi di dollari.

Cosa dovrebbero fare i governi per tutelarsi da que-sta oligarchia?

Oggi diversi economisti di grido comincianoad affermare che, anche in Italia, questa cupola èall’opera ed è ben più potente dei governi e dellapolitica. Io lo affermo e lo documento da anni. Edho più volte messo in guardia: è proprio dal car-

110 Le macerie della grande bolla

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 110

Page 112: report - La voce Delle Voci

tello para-mafioso che i governi democratici de-vono imparare a difendersi. Oggi governatoricome Draghi (Bankitalia) e Trichet (Bce), dopoaver disseminato macerie, crac finanziari e bollespeculative sul loro cammino, stabiliscono senzaappello che i costi della crisi siano addossati a la-voratori e pensionati. Nel 2008, a un anno dalloscoppio della prima crisi, decisero di imporretetti programmati dell’inflazione all’1,7 percento, mentre quella ufficiale era in Italia al 4,1per cento e quella reale superiore al 10 per cento.Questi padroni del potere finanziario, utiliz-zando principalmente la leva dei tassi d’interessee del costo del denaro, stanno affamando le classilavoratrici e perfino il ceto medio, che prima opoi, se vorrà sopravvivere, dovrà ribellarsi algiogo dell’oligarchia.

C’è qualcosa che potrebbero fare i lavoratori o leorganizzazioni sindacali, di fronte a questa situa-zione?

Le organizzazioni sindacali non hanno certobisogno di consigli, riescono quasi sempre asbagliare da sole. Ma, se mi posso permettere unsuggerimento, devono cominciare ad indiriz-zare le loro proteste non soltanto fuori dalle fab-briche e nei luoghi di lavoro, per i rinnovicontrattuali, bensì sotto le sedi delle banche cen-trali a Francoforte, Kaiserstrasse 29, ed in viaNazionale 91, a Roma.

111Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 111

Page 113: report - La voce Delle Voci

In una prospettiva di più ampio respiro, lei ha pro-spettato da tempo la stringente esigenza di dar vitaad una nuova Bretton Woods. Vuole spiegarci da dovederiva il termine e questo cosa comporterebbe?

Si tratta sostanzialmente di mettere in campouna nuova architettura monetaria e finanziariaglobale, cosa che del resto oggi governi e istitu-zioni sempre più numerosi chiedono a granvoce. Penso ad esempio al governo russo e aquello cinese, a tutti i paesi emergenti e anche adun gruppo di leader della socialdemocrazia eu-ropea guidato dall’ex cancelliere tedesco HelmutSchmidt, gruppo che parla a nome di grandi or-ganizzazioni politiche e sociali. Sul piano storico,il riferimento è alla conferenza del 1944 tenutasinella città di Bretton Woods, nello stato del NewHampshire (Usa), dove si incontrarono i rappre-sentanti dei governi del mondo occidentale perdefinire un sistema di relazioni economiche emonetarie per regolamentare la ricostruzione deldopoguerra e i futuri rapporti internazionali.Allo stesso modo oggi i capi di stato e di governodi tutto il mondo, affiancati da istituzioni inter-nazionali e anche da gruppi privati interessati,devono ritrovarsi per esercitare la loro autoritàcongiunta e collettiva, per definire le nuove re-gole di un sistema monetario e finanziario ca-pace di sostenere lo sviluppo di tutti ipartecipanti e affrontare le sfide globali del fu-turo. Obiettivo di fondo è quello di promuovere

112 Le macerie della grande bolla

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 112

Page 114: report - La voce Delle Voci

con più forza la libertà di azione e di decisionedei veri attori della crescita economica e sociale,della stabilità monetaria e di quella finanza real-mente impegnata nello sviluppo produttivo.

Un crac targato Lehman

Lo scenario ipotizzato metterebbe al riparo da altriscandali, come il crac della Lehman Brothers, cheesplode nel 2008, dopo i disastri di mutui e sub-prime di cui abbiamo parlato.

Sì, quando, come parlamentari di questa le-gislatura, ci siamo insediati alla Camera e al Se-nato, scoppiava il caso Lehman Brothers, cheproprio il 15 settembre del 2008 avviava le pro-cedure fallimentari. Ma la Lehman aveva par-tecipato a numerose operazioni di finanzastraordinaria promosse dallo stato e da molteRegioni ed enti locali, tutti in qualità di contro-parte di contratti derivati sul tasso d’interesse.Si tratta di quegli stessi disastri che, ad oggi,debbono ancora produrre gli esiti maggior-mente nefasti sull’economia, specie a livello lo-cale, benché da tempo avessimo lanciatol’allarme. La situazione, perciò, è ancora terri-bilmente attuale.

Vuole ricostruire, allora, quella vicenda?Le convulsioni finanziarie scatenate dal crollo

dei mutui sub-prime dell’estate 2007, un vero e

113Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 113

Page 115: report - La voce Delle Voci

proprio tsunami, come abbiamo visto, culmina-rono con i fallimenti a catena di alcune banched’affari come Lehman Brothers, la quarta bancaamericana. L’intensità e la portata dei colpi in-ferti al sistema finanziario globale possono essereparagonabili alla caduta del muro di Berlino. Sitratta di fenomeni concatenati e a carattere siste-mico. Per arrivare a Lehman Brothers, provo ariassumere la concatenazione dei fattori.

Dopo aver fortemente ridotto il controllo rego-latorio e dopo aver tollerato gli ambigui rapportitra banche di affari (che emettevano montagne didenaro dal nulla con una leva finanziaria di unoa trenta), con le agenzie del rating – in alcuni casicontrollate dalle stesse banche – nel 2007 l’Ame-rica si è risvegliata improvvisamente con l’incubodi una crisi superiore, per intensità, durata e dif-fusione nei mercati globali, a quella del 1929. Nel2008 gli Stati Uniti hanno dovuto, di conse-guenza, firmare una cambiale in bianco che costaquanto la guerra in Iraq: un’unica rata del valoredi 700 miliardi di dollari. Tanto è costato, secondoil Tesoro americano, il maxi-fondo federale desti-nato ad «alleggerire» le banche americane di tuttii titoli-spazzatura legati ai mutui insolventi.Quell’anno, per salvare Wall Street dal naufragio,il debito pubblico americano è cresciuto fino adarrivare al 5 per cento del Pil.

L’intero andamento del mercato era stato fal-sato tecnicamente, partendo da un presupposto

114 Le macerie della grande bolla

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 114

Page 116: report - La voce Delle Voci

discutibile: che i crolli delle azioni di Lehman Bro-thers o Aig fossero stati ingigantiti dalle manovrespeculative dei ribassisti. La speculazione natu-ralmente esiste, ma non è «cattiva» solo quandopunta al ribasso. È stata almeno altrettanto nocivaquella speculazione rialzista che per anni ha gon-fiato i titoli di istituzioni finanziarie che erano inrealtà candidate alla bancarotta per le voragini diperdite nascoste nei loro bilanci. La stessa Sec, chedue anni fa individuava i ribassisti come caproespiatorio, è uno dei massimi responsabili del las-sismo: nel 2004, infatti, appoggiò un allentamentodelle regole per consentire alle merchant bank dialzare alle stelle il loro livello di indebitamento.Ne aveva approfittato tra le altre proprio LehmanBrothers che, alla vigilia della bancarotta, avevaun quoziente di indebitamento di trenta a uno.Altri aspetti inquietanti riguardano poi le moda-lità di acquisto dei titoli-spazzatura da parte delmaxifondo statale. Quando furono liquidate le Sa-vings and Loans, all’inizio degli anni Ottanta, illoro patrimonio era fatto di immobili che lo statoriuscì a vendere sia pure a prezzi ridotti. Oggi iportafogli delle banche sono pieni di cartaccia, ti-toli legati ai mutui che non hanno più un mercato,quindi non hanno un prezzo attendibile.

Quali furono le ripercussioni nel nostro paese?Nel 2008 il Tesoro italiano era esposto per

circa un miliardo di euro sui derivati sottoscritti

115Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 115

Page 117: report - La voce Delle Voci

con la Lehman Brothers. Inoltre Hvb Ag(Gruppo Unicredit) e Banca Imi San Paolo(Gruppo Intesa) avevano accompagnato suimercati cinque obbligazioni Lehman Brothers inscadenza dal 2008 al 2014, per un valore com-plessivo di 3,2 miliardi di euro, finite anche nelletasche dei risparmiatori italiani. Il quadro, inquel periodo, era di questo tipo: per mesi gli or-gani di vigilanza avevano offerto rassicurazioniai risparmiatori in merito alla tranquillità dellebanche italiane, non coinvolte, a loro dire, dalcrac finanziario della banca d’affari americana.In autunno però Unicredit, Intesa San Paolo, enon solo, cominciano a comunicare ai loroclienti, titolari di obbligazioni legate alla societàLehman, che le relative cedole non saranno ac-creditate e che non vedranno rimborsato il pro-prio patrimonio. Va considerato che nel panieredi Patti Chiari, predisposto dall’Associazionebancaria italiana per accrescere la consapevo-lezza della clientela nella scelta degli investi-menti, i titoli Lehman venivano consideratiaffidabili fino al giorno della bancarotta. La cosapiù inquietante, poi, è che l’incremento dell’in-dice di rischio è stato effettuato dall’Abi solodopo la notizia dell’avvenuto fallimento.

Il risultato di tutto questo è stato l’enorme li-vello di esposizione degli investitori italiani, pri-vati ed istituzionali, in riferimento ad azioni,obbligazioni e polizze agganciate ai mercati azio-

116 Le macerie della grande bolla

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 116

Page 118: report - La voce Delle Voci

nari o che utilizzano i fondi comuni per la partefinanziaria, senza contare la posizione dei gestoriitaliani di fondi comuni, fondi pensione e casseprevidenziali rispetto ai prodotti finanziari garan-titi o partecipati da banche di affari avviate al fal-limento. Nonostante le mie ripetute richieste inaula, avanzate anche attraverso atti parlamentari,per quantificare l’ammontare della esposizionedei piccoli risparmiatori italiani nei confronti deibond Lehman e il mio fermo invito a tutelarli,anche alla luce del fatto che i titoli in questionevenivano classificati come titoli a basso rischio equindi presentati al pubblico dei piccoli investi-tori come affidabili fino alla vigilia del fallimento,nessuna concreta misura è stata assunta dal go-verno per prevenire ulteriori danni alle famigliee agli investitori derivati da gestori poco accortio poco attenti alla protezione dei risparmiatori.

Come si cercò di rimediare, a livello europeo? Nonostante la Bce abbia continuato ad iniettare

sul mercato monetario miliardi di euro (ad esem-pio i 70 miliardi di euro, solo a ottobre 2008, perallentare le tensioni legate dal crac di LehmanBrothers, oltre ad altre operazioni straordinariecon le quale contemporaneamente o quasi veni-vano immesse nel sistema altre decine di miliardidi euro), le ricadute della crisi innescata dai sub-prime ha continuato e continuerà per anni adavere i suoi effetti sui mercati e sulle famiglie in-

117Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 117

Page 119: report - La voce Delle Voci

vestitrici e debitrici: i primi, colpiti dalla cadutaverticale delle quotazioni di azioni, obbligazioni,fondi e risparmio gestito, le seconde, dall’au-mento dei tassi Bce, già pagati finora da 3,2 mi-lioni di mutuatari italiani, per un controvalore di3000 euro in più a famiglia. In poco più di unanno dall’inizio del primo scoppio dei mutui sub-prime, dal 2005 ad ottobre 2007, le cifre della crisivenivano già stimate in una forbice tra 6000 ed8000 miliardi di dollari, vale a dire oltre un de-cimo del Pil mondiale. Nello stesso periodo in Ita-lia, tra aumento di rate dei mutui e dei tassi suiprestiti, caduta verticale del risparmio gestito,delle quotazioni di borsa, delle azioni e delle ob-bligazioni, ed i maggiori incrementi di prezzi e ta-riffe, la stima veniva compresa in una forbice trai 600 e gli 800 miliardi di dollari (422-570 miliardidi euro), con un gravame teorico di perdite pari a10 mila euro per ogni cittadino.

Per quanto riguarda i singoli paesi, a fine2008, per fronteggiare la crisi finanziaria scate-nata dal crac Lehman, il governo tedesco ap-provò un piano da 500 miliardi di euro, lo statofrancese garantì i prestiti interbancari per 320miliardi, mentre 40 miliardi furono stanziati pergarantire la ricapitalizzazione delle banche; laGran Bretagna ne stanziò 43, il governo spa-gnolo garantì i prestiti interbancari fino ad unmassimo complessivo di 100 miliardi di euro,sempre per quello stesso anno.

118 Le macerie della grande bolla

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 118

Page 120: report - La voce Delle Voci

Come si comportò il governo italiano?In quegli stessi mesi, mentre la stretta dei pigno-

ramenti su famiglie e piccole imprese era cre-sciuta, in soli 12 mesi, di ben il 19 per cento rispettoall’anno precedente, il premier italiano Silvio Ber-lusconi invitava, come sempre, all’ottimismo:«sono convinto che abbiamo le armi e i modi perfar sì che il benessere diffuso tra i cittadini non su-bisca arretramenti e che la crisi finanziaria non sitrasformi in crisi economica e industriale». Benchéda fonti ufficiali del Tesoro venisse reso noto che«le famiglie italiane hanno in mano, direttamenteo tramite fondi d’investimento, titoli Lehman Bro-thers per circa 1,8 miliardi di euro, secondo i datiforniti dalla Banca d’Italia al Comitato per la sta-bilità dei mercati del 24 settembre». «Il valore deititoli Lehman depositati dal settore delle famiglie– veniva aggiunto – è pari a circa 1350 milioni dieuro, ai quali vanno aggiunte polizze index-linked,il cui capitale è stato investito in titoli Lehman oche comunque espongono l’investitore al rischiodi insolvenza di Lehman, per un totale di circa1270 milioni di euro».

Magic Morgan

Oltre a quelli dei crac più clamorosi, ci sono statialtri rilevanti riflessi della disinvolta economia ame-ricana a danno del nostro paese?

Un esempio su tutti: il caso Morgan Stanley. Il

119Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 119

Page 121: report - La voce Delle Voci

gruppo bancario, detentore del 100 per cento delcapitale azionario della Fonspa Bank Spa, a feb-braio 2008 aveva annunciato di voler dismetterela propria partecipazione, perché non più interes-sato all’erogazione di mutui residenziali in Italia,gettando nel panico i circa centosessanta dipen-denti dell’istituto di credito, che ha sede a Roma.

Fonspa è una banca privata specializzata in fi-nanziamenti di medio e lungo termine che svi-luppa le proprie attività attraverso l’erogazionedi mutui per l’acquisto della casa e nella gestionedelle cartolarizzazioni, con il ruolo di master ser-vicer. A fine 2000 il gruppo bancario americanoMorgan Stanley, attraverso il fondo omonimo, ac-quistò l’azienda di credito italiana quando Cre-dito italiano e Banca commerciale italianacedettero le proprie quote di partecipazione.L’operazione aveva fatto riaccendere le speranzeper le possibilità di un rilancio di Fonspa, consi-derato che Morgan Stanley operava nel settoredella cartolarizzazione dei mutui: un settore chein Italia stava appena decollando, ma era già ri-goglioso all’estero. Di fatto venne invece impostauna drastica riduzione di personale, che dimezzòil numero dei lavoratori: in quella occasione le or-ganizzazioni sindacali di categoria espressero laloro forte preoccupazione circa le prospettive disviluppo della banca insieme al timore che, esau-rito l’affare della cartolarizzazione dei crediti edei relativi immobili, si sarebbe dato corso alla li-

120 Le macerie della grande bolla

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 120

Page 122: report - La voce Delle Voci

quidazione dell’istituto. In realtà Morgan Stanley,acquistando Fonspa, ebbe l’occasione di effet-tuare la più grande cartolarizzazione di creditid’Europa, pari ad un totale di circa 12 mila mi-liardi delle vecchie lire, cartolarizzando i mutuivalidi e quelli in sofferenza attraverso un pro-cesso mastodontico che, fornendo liquidità im-mediata al creditore, scaricava il finanziamentodi tale iniziativa sul mercato.

Le necessità di liberare risorse patrimoniali e ac-quisire liquidità spinsero il gruppo Morgan Stan-ley ad avviare nel 2002 sia il progetto diristrutturazione del gruppo Fonspa, autorizzatodalla Banca d’Italia, sia la dismissione dell’immo-bile di proprietà, realizzata con la promessa direinvestire gli utili in nuove attività dell’impresa.

Ma gli investimenti non ebbero mai luogo, nétanto meno furono apportate le novità aziendalipreviste dal piano industriale del 2000: novitàche avrebbero potuto arrecare benefici in terminidi redditività alle depredate casse dell’istituto.Fra 2007 e 2008, in seguito alla riduzione dei por-tafogli cartolarizzati amministrati e, soprattutto,all’affossamento di tutti i progetti alternativi, ilgruppo azionista decise di rilanciare l’attività dierogazione di mutui fondiari, con l’obiettivo am-biziosissimo di posizionare Fonspa ai primi postiin Italia nel settore di riferimento, nonché di ri-prendere l’attività creditizia. Ma anche in questocaso tali attività fallirono a causa del mancato

121Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 121

Page 123: report - La voce Delle Voci

supporto di adeguati investimenti. Infine, assu-mendo a pretesto la crisi dei mutui sub-prime,l’azionista americano non ritenne più strategicala partecipazione in Fonspa ed aprì per la stessa,ad appena sette anni dalla precedente ristruttu-razione, una nuova crisi, che comporta ricaduteancora più pesanti sui livelli occupazionali.

Il risultato finale? Dopo una gestione MorganStanley caratterizzata dalla quasi totale assenzadi investimenti e dal conseguente depaupera-mento patrimoniale, a pagare i costi del falli-mento del progetto messo in campo dal gruppoamericano oggi sono i lavoratori italiani.

L’ennesima dimostrazione di come, fra 2007 e 2008,si consumi il tramonto del «modello americano». Maè definitivo e senza appello?

Per comprendere e spiegare il fenomeno cheha mandato in frantumi il mondo della finanzabisogna guardare indietro, alla rapida succes-sione degli eventi: prima i crac di colossi finan-ziari americani, poi i crolli delle Borse mondialie la paralisi del credito, infine l’euforia «dro-gata» dal più gigantesco piano di nazionalizza-zioni e salvataggi pubblici varato in America daitempi della Grande Depressione. Non è solo unmodello dell’economia di mercato senza regolea tramontare. La svolta del 2008 ha un signifi-cato storico più profondo, ben oltre il bilanciodei punti guadagnati o persi da questa o quella

122 Le macerie della grande bolla

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 122

Page 124: report - La voce Delle Voci

ideologia. Da questa grande crisi esce distruttal’autorevolezza del modello economico ameri-cano, quel capitalismo finanziario reso ipertro-fico e irresponsabile da un ventennio di ritiratadei poteri dello stato sui mercati. Il crac di WallStreet del 1929 preannunciò un’epoca nuova,nuove idee e dottrine rivoluzionarie che segna-rono la storia del secolo: per superare la GrandeDepressione l’America di Franklin Delano Roo-sevelt esportò un modello universale di regola-zione dei mercati, di intervento keynesianonell’economia, di Welfare State e investimentipubblici nei beni collettivi.

Quali sono le tappe fondamentali di questo crollo,anche in termini di principi ideali?

Anche larga parte dell’America progressista edemocratica è stata soggiogata dall’egemoniaculturale del neoliberismo economico. Dalle pri-vatizzazioni, dalla benefica deregulation anti-mo-nopolistica, dalla giusta valorizzazione dellospirito d’impresa e del dinamismo dell’economiadi mercato, si è scivolati progressivamente versoqualcosa di molto diverso. Si sono stravolti i va-lori e i principi essenziali del liberalismo, fondatosui contropoteri e sull’etica della responsabilità.Si è teorizzata sempre più apertamente la capa-cità dei mercati di autoregolarsi. Il potere dell’altafinanza e della grande industria si è annesso leistituzioni, che dovevano essere le guardiane in-

123Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 123

Page 125: report - La voce Delle Voci

dipendenti dell’economia, della moneta e del cre-dito. Alla guida dei massimi organi di controlloe di vigilanza sono stati chiamati coloro che do-vevano essere controllati e vigilati. Le Authoritysono diventate succursali subalterne delle lobby.È in questo groviglio di conflitti d’interessi cheaffondano le radici antiche del disastro attuale.

Chi imporrà, ora, i nuovi modelli?All’Europa non conviene certo aspettare che

siano le future potenze – Cina, India, Russia – anegoziare con l’America le nuove regole delgioco dell’economia di mercato. In questa fase ditransizione e d’incertezza, mentre le potenzeemergenti non hanno veri modelli alternativi daproporre, l’Unione europea deve pretenderedagli Stati Uniti l’apertura di un tavolo di nego-ziato sui nuovi principi di regolazione della fi-nanza globale. I danni che Wall Street e i debitiamericani stanno infliggendo al mondo sono piùche sufficienti: autorizzano ad esigere chel’America elabori insieme ai nostri paesi un si-stema di controlli e di vigilanza globale, per im-pedire il ripetersi di una crisi simile.

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 124

Page 126: report - La voce Delle Voci

L’economia impazzita nel resto del mondo

Lo scenario internazionale che abbiamo vistofin qui, partendo dal caso più recente della Gre-cia e ripercorrendo, via via, artefici e momenticlou del disastro economico, va completato esa-minando almeno altre due punte estreme dellacrisi che ne segnano altrettanti passaggi essen-ziali per la comprensione, nel loro insieme, deicomplessi fenomeni in atto.

Nel 2001 l’economia mondiale viene scossada un evento senza precedenti: la bancarottadell’Argentina. Molti analisti fanno risalire leradici del crac a dieci anni prima, quando il pre-sidente Carlos Menem per arginare gli effetti diun’inarrestabile inflazione impose un cambiofisso fra la moneta locale, il peso, e il dollaro,smantellando contemporaneamente le barriereprotezionistiche e mettendo in campo, per fa-vorire il mercato, vasti programmi di privatiz-zazione delle imprese statali. Ma il successivoaumento degli investimenti privati, che arriva-

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 125

Page 127: report - La voce Delle Voci

vano in pieno regime di deregulation, non riuscìad impedire un’ondata di recessione costanteche toccò il culmine a fine anni 90. Il calo dellacompetitività delle esportazioni, dovuto alcambio meno favorevole, fu il fenomeno che in-nescò una serie di altre conseguenze negative acatena, in primis un cronico deficit fiscale e com-merciale. All’alba del 2000 debito estero, disoc-cupazione, corruzione e malcontento socialitoccavano livelli epocali.

Il 2 gennaio del 2002 l’Argentina dichiaravaal mondo la sua impossibilità di far fronte alleobbligazioni contratte sul piano internazionale.Ed anche il successivo abbandono dell’ancorag-gio del peso al dollaro – che in seguito avrebbedato i suoi buoni frutti – si rivelò inizialmentefautore di contraccolpi violenti, scatenando pic-chi d’inflazione e, complessivamente, la paralisidell’economia.

Negli stessi anni a cavallo tra la fine del secoloe l’inizio del nuovo millennio milioni di famiglie– anche italiane – su consiglio delle loro bancheacquistavano bond argentini. Quelli che il go-verno, al momento della bancarotta, avrebbe di-chiarato di non poter più rimborsare.

Anche questa battaglia in difesa dei risparmia-tori truffati ha visto l’Adusbef ed Elio Lannutti inprima fila fin dall’inizio, attraverso centinaia dicause civili intentate alle banche coinvolte. Unprimo bilancio, reso noto a maggio 2006, mo-

126 L’economia impazzita nel resto del mondo

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 126

Page 128: report - La voce Delle Voci

strava che l’associazione aveva già ottenuto cen-tinaia di sentenze favorevoli ai cittadini: fino adallora il tribunale di Roma aveva dato ragione airisparmiatori in oltre il 95 per cento dei casi; per-centuali simili a Genova e Napoli, mentre a Mi-lano le vittorie erano intorno al 75 per cento.

Per arrivare direttamente ad un caso più re-cente, ecco che a fine 2009 scoppia un’altra crisi,quella che investe il «nuovo paradiso finanzia-rio», Dubai, la Disney World del mondo arabo edell’economia globalizzata.

Con oltre 1 milione e 300 mila abitanti, quellodi Dubai è il secondo dei sette emirati che com-pongono gli Emirati Arabi Uniti, ma il nome in-dica generalmente la capitale, Dubay City. Sifavoleggia sulle ricchezze derivanti dal petrolio,ma in realtà solo il 10 per cento del prodotto in-terno lordo è riconducibile all’estrazione di oronero in questo territorio. Il resto proviene da unipertrofico e rapidissimo sviluppo commerciale esoprattutto immobiliare. L’edilizia residenzialerealizzata fra 2004 a 2006 porta ad avvicinare l’ur-banizzazione di Dubai ai livelli di quella cinese,da autentico alveare. A gennaio 2008 è stato inau-gurato The World, l’arcipelago artificiale da 300isole la cui forma simula quella dei cinque conti-nenti del pianeta. Ogni isola viene venduta ad unprezzo compreso fra 1 e 5 milioni di dollari.

A dicembre dello scorso anno, la bolla scoppiae milioni di investitori occidentali – molti dei

127Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 127

Page 129: report - La voce Delle Voci

quali europei – cominciano a tremare. Lo scos-sone parte proprio da Dubai World, il cuore fi-nanziario dell’Emirato, di cui vengono alla lucele passività: la bellezza di 59 milioni di dollari inrosso, pari a circa il 70 per cento dell’intero de-bito dello stato. Il colosso di carta chiede unamoratoria del debito. E mentre la controllata Na-kheel Properties si affanna a rinegoziare le sueposizioni, prima di tutto il bond islamico daquasi 4 miliardi, le agenzie di rating mettononero su bianco che potrebbe trattarsi dell’enne-simo default. Le prime stime sull’esposizionedelle banche europee coinvolte parlano di oltre40 milioni di dollari.

Se il colosso americano ha mostrato fino in fondo isuoi piedi d’argilla, con gli effetti catastrofici che ab-biamo visto fin qui, altre crisi economiche esplodonoregolarmente in diverse parti del mondo. Senatore, dadove vogliamo cominciare?

Be’, sicuramente dall’Argentina, la cui banca-rotta, avvenuta il 23 dicembre del 2001 ha rap-presentato uno dei più gravi casi di defaultfinanziario di un paese sovrano nel corso dellastoria contemporanea, causando enormi danni almercato finanziario globale. La storia dei bondargentini appioppati fraudolentemente neglianni scorsi come sicuri a 450 mila famiglie per uncontrovalore di 14,5 miliardi di dollari, perchéspacciati come analoghi ai nostri titoli di stato,

128 L’economia impazzita nel resto del mondo

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 128

Page 130: report - La voce Delle Voci

mostra ancora una volta che gli interessi dei ban-chieri non coincidono certo con quelli dei rispar-miatori. Il sistema bancario del nostro paese, loricordiamo, elargì consigli per acquisti dei «tangobond» a centinaia di migliaia di italiani (rimastiorfani dei Bot per la caduta dei tassi d’interesse),anche quando già conosceva l’imminente falli-mento della Repubblica Argentina. Quei bondfurono in molti casi offerti in contropartita diretta– come dimostrano le sentenze dei tribunali dicondanna delle banche – per scaricare sui rispar-miatori titoli presenti nel loro portafoglio.

Cosa accadeva, in pratica?La maggior parte dei «tango bond» veniva

venduta dagli istituti bancari italiani ai propriclienti spesso in assenza della doverosa informa-zione, pur prevista dalla normativa Consob.Tanto che numerose altre condanne al risarci-mento danni sono state emesse perché quei titolisarebbero stati venduti anche nell’imminenzadel default, quando il crollo era già stato previstodai report di banche e istituzioni internazionali.Poi le prime condizioni poste dal governo argen-tino per la ristrutturazione, uno swap del debitoche comporta una perdita del capitale pari acirca il 70 per cento, sono state comprensibil-mente ritenute da gran parte dei risparmiatoriitaliani troppo onerose e non accettabili. Ma inrealtà l’intero piano di ristrutturazione del de-

129Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 129

Page 131: report - La voce Delle Voci

bito argentino ha rappresentato un esempio diviolazione degli accordi e degli standard inter-nazionali (che in genere prevedono un rimborsodel capitale di almeno il 45 o 50 per cento), cre-ando un pericoloso precedente e rendendo ilprestito internazionale più rischioso ed oneroso,oltre ad aver palesemente disincentivato trasfe-rimenti finanziari e tecnologici, in particolarmodo verso i paesi in via di sviluppo.

Nel 2002 lo stesso sistema bancario italiano,insieme all’Abi, decise di istituire e finanziare laTask Force Argentina (Tfa), con la finalità propa-gandistica di riparare agli errori e tutelare laclientela frodata. L’obiettivo dichiarato dalla Tfa,che ha raccolto le adesioni di oltre 350 mila ita-liani, era quello di tutelare gli investitori in titoliargentini. Centinaia di migliaia di risparmiatori,attraverso la Tfa, hanno mosso ricorso contro ilgoverno di Buenos Aires presso l’Icsid, Interna-tional Centre for the Settlement of the Inve-stment Disputes, l’organizzazione, facente capoalla Banca mondiale, che svolge funzioni di con-ciliatore o di arbitro nelle dispute relative a in-vestimenti fra stati e investitori privati esteri inapplicazione di trattati bilaterali (Bit) esistenti trai paesi interessati.

A fine dello scorso anno, quando venne an-nunciata la riapertura dell’offerta di scambiosulle obbligazioni in default dal 2001, pari a 20miliardi di dollari più interessi, il presidente

130 L’economia impazzita nel resto del mondo

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 130

Page 132: report - La voce Delle Voci

della task force argentina aveva dichiarato chela nuova ipotesi di concambio proposta da Bue-nos Aires sarebbe apparsa peggiorativa rispettoalla pessima offerta del 2005, con un taglio supe-riore al 65 per cento del capitale.

Davvero una drammatica telenovela, per i rispar-miatori. E arriviamo al 2010.

La Tfa, presieduta da Nicola Stock, avevaavuto gioco facile a raccogliere le deleghe, neglisportelli bancari, di 180 mila obbligazionisti dititoli argentini in default, per un controvalore di4,5 miliardi di dollari, con l’obbligo per gli ade-renti di non chiamare le banche in giudizio e lapromessa del ricorso all’arbitrato internazionaleall’Icsid. Ma oggi quell’arbitrato, a distanza di 5anni dalla prima offerta pubblica di scambio(Ops) avvenuta nel 2005, deve ancora svolgerela prima udienza, finalizzata peraltro solo a de-cidere se ha competenza giurisdizionale per que-sto ricorso. E intanto, per sanare la situazione delmancato rimborso delle obbligazioni argentineandate in default nel lontano 2001, arriva unanuova proposta denominata «Par», che prevedeun’offerta di 19 miliardi di dollari di «tangobond» ancora in circolazione, per quasi un terzo(6 miliardi di dollari) in mano ai risparmiatoriitaliani, dei quali 4,5 miliardi rappresentati dallaTfa con 180 mila obbligazionisti. La task forcedell’Abi, pur avendo valutato che la nuova of-

131Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 131

Page 133: report - La voce Delle Voci

ferta di swap proposta dalla Repubblica Argen-tina sarebbe peggiorativa, si comporta comePonzio Pilato ed afferma che spetta agli obbliga-zionisti decidere se aderire o meno allo swap.

A maggio scorso, infatti, in un comunicato cheanalizza i termini finanziari dell’offerta di swapsui 19 miliardi di debito ancora in circolazione,Tfa non dà raccomandazioni, ma si limita a ri-scontrare tecnicamente che «dai dati sopra ripor-tati risulta quindi confermato quanto previstodalle Legge della Repubblica Argentina 26547(del 9 dicembre 2009) art. 3, ai sensi della quale“le condizioni ed i termini finanziari non po-tranno essere gli stessi o migliori di quelli offertiai creditori nell’offerta del 2005”. Resta nell’au-tonomia decisionale dei singoli obbligazionistiogni decisione sull’opportunità di aderire omeno alla nuova Ops».

L’Adusbef, che ha ottenuto centinaia di sen-tenze di condanna delle banche nei tribunali sui«tango bond», ha consigliato ai risparmiatori diaderire all’offerta di swap dell’Argentina. Quantoa banche, Abi e Tfa, possono essere soddisfatteperché, dopo aver rifilato bond bidone a 450mila famiglie per 14,5 miliardi ed aver illuso 180mila risparmiatori-clienti nel ricorso miracoli-stico all’Icsid, solo per prendere tempo e far sca-dere i termini prescrizionali del ricorso intribunale contro gli istituti di credito, hanno per-fezionato la presa in giro verso gli utenti e le fa-

132 L’economia impazzita nel resto del mondo

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 132

Page 134: report - La voce Delle Voci

miglie, da loro doppiamente bidonati. E ai dannisi aggiunge un’ennesima beffa.

Quale, in particolare?Mentre in America il finanziere di Wall Street

Bernard Madoff, che ha prodotto un crac da 50 mi-liardi di dollari, si è dichiarato colpevole ed è statosbattuto in galera, in Italia i banchieri che nel re-cente passato hanno frodato 1 milione di rispar-miatori per un controvalore di 50 miliardi di euro,e lo hanno fatto con la complicità delle autorità vi-gilanti, sono tutti a piede libero e, per giunta, ven-gono invitati in pompa magna a cena dalpresidente del Consiglio Berlusconi. Per aver ven-duto il sale e truffato migliaia di cittadini, WannaMarchi è stata condannata giustamente a noveanni di galera che dovrà scontare in carcere, men-tre molti grandi banchieri che hanno venduto «lesole» (in gergo romanesco) sotto forma di bondtruffaldini, da quelli della Repubblica argentinafino a Lehman Brothers, indicati come «sicuri» sulsito ufficiale dell’Abi denominato «Patti Chiari»,continuano a spassarsela, incamerando ricche pre-bende e montagne di stock option. Ed hanno pergiunta la pretesa di fare la predica ai risparmiatori«avidi», rei di non aver rifiutato titoli e polizze lin-ked ed index spazzatura. Per restituire credibilità aimercati e tranquillità e fiducia ai risparmiatori, bi-sogna seguire l’esempio degli Stati Uniti, assicu-rando alla giustizia gli artefici delle malefatte e

133Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 133

Page 135: report - La voce Delle Voci

delle truffe. In Italia si continua invece ad incen-sarli, forse perché in grado di pagare connivenzee complicità, anche di ordine istituzionale.

Lei ha accennato alle azioni giudiziarie promossedall’Adusbef in difesa dei cittadini truffati dai bondargentini e, via via, dalle più recenti e spregiudicateoperazioni finanziarie in arrivo dall’estero. Vogliamoricordare la storia di queste battaglie legali certamentenon facili, visto come funziona la giustizia in Italia?

È vero, si avvicina la resa dei conti giudiziariaper assicurazioni, potentati e banche che, confi-dando nei tempi lunghi della giustizia, hannoposto in atto truffe seriali a danno di milioni diconsumatori, utenti e risparmiatori, con la con-sapevole certezza dell’impunità. Adusbef e Fe-derconsumatori hanno intentato in questi annicentinaia di azioni giudiziarie, quasi tutte vitto-riose, contro le banche. Ricordo, a titolo di esem-pio, la sentenza del tribunale di Cuneo che nel2006 aveva condannato Bnp-Paribas (ex Bnl) a ri-sarcire 154 mila euro ai risparmiatori difesi dal-l’avvocato Lucia Monacis, delegata Adusbef diTorino. Si trattò di un provvedimento impor-tante, perché veniva consolidata la tesi dell’of-ferta pubblica indiretta da parte delle banche che,dopo aver appreso dell’imminente default dellaRepubblica argentina, si sono adoperate per ad-dossare ai risparmiatori titoli fasulli e già in par-tenza avariati, che nella gran parte dei casi sono

134 L’economia impazzita nel resto del mondo

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 134

Page 136: report - La voce Delle Voci

stati venduti «in contropartita diretta», quindiprelevati dal portafogli titoli delle stesse banche,e non acquistati dietro richiesta sui mercati.

Varrebbe la pena di ricordare qualche passaggio diquesta storica sentenza.

Secondo il Collegio era stata realizzata unaviolazione delle norme sul collocamento, il cheavviene «allorché un soggetto italiano o esterocollochi privatamente, in Italia o all’estero, pressoinvestitori professionali, strumenti finanziari esuccessivamente l’intermediario acquirente riof-fra o rivenda significative quantità di tali stru-menti finanziari a investitori non professionali,spesso entro tempi brevissimi dal termine delcollocamento privato o, addirittura, prima dellaeffettiva emissione dei titoli». Ancora, il tribunalerilevava «le molteplici e gravi violazioni degli ob-blighi comportamentali imposti dal Testi Unicodelle Finanze e dal regolamento Consob, ed inparticolare degli obblighi di informazione relativialla rischiosità dei prodotti finanziari ed alla ina-deguatezza delle operazioni effettuate». Analo-gamente lo stesso anno il tribunale di Roma hadato ragione ad una coppia di anziani, difesa dal-l’avvocato Riccardo Bruno dell’Adusbef. Ai co-niugi il Monte Paschi di Siena aveva rifilato bondargentini per 80 mila euro. L’istituto di credito hadovuto corrispondere ai due risparmiatori nonsolo un risarcimento danni da inadempimento

135Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 135

Page 137: report - La voce Delle Voci

contrattuale, ma anche l’intero capitale rivalu-tato, oltre a spese legali ed interessi. Secondo iltribunale, la banca aveva dato prova di non averottemperato all’obbligo di informare il clientesulla rischiosità dei titoli. La sentenza stabilisceinoltre un principio importante: le banche sonotenute «ad effettuare una preventiva valutazionedi adeguatezza dell’operazione e ad acquisire,nella ipotesi di inadeguatezza, l’assenso scrittodel cliente ad effettuare ugualmente l’opera-zione». Va considerato che questi e centinaia dicasi simili, promossi dall’Adusbef e conclusi consentenza favorevole ai cittadini, avvenivanoancor prima che entrasse in vigore la possibilitàdi intraprendere le class action.

Vogliamo ricordare quando arriva nel nostro paesequesto importante strumento di tutela?

Certo. Nonostante queste vittorie, senza lapossibilità di promuovere un’azione collettiva ibanchieri avrebbero continuato a non pagare peri danni causati dal risparmio tradito, che ha coin-volto un milione di risparmiatori, da Cirio aibond argentini, da My Way e For You a BipopCarire, per un controvalore di 50 miliardi dieuro. Con l’approvazione della class action, inse-rita in finanziaria dai senatori Willer Bordon eRoberto Manzione (i quali, assieme ad esponentidell’Adusbef, avevano fondato l’Unione demo-cratica, pesantemente osteggiata con grida man-

136 L’economia impazzita nel resto del mondo

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 136

Page 138: report - La voce Delle Voci

zoniane da banche, assicurazioni, potentati eConfindustria) l’1 gennaio del 2008 sembrava co-minciato davvero, anche in Italia, il riscatto delvessato popolo dei consumatori.

E invece?E invece abbiamo dovuto attendere il 1 gen-

naio 2010 perché il provvedimento entrasse invigore. Ma ci sono volute lunghe battaglie, per-ché il governo italiano preferisce andare a brac-cetto solo con i poteri forti: banche, assicurazionie industriali. Dopo le deludenti motivazioni delministero per lo Sviluppo economico addotte afebbraio 2009 in risposta alle mie interrogazionisul differimento dell’entrata in vigore della class-action, avevo continuato ad incalzare i responsa-bili dell’esecutivo, ricordando loro che ilgoverno aveva promesso di introdurre la class-action in Italia dal primo gennaio 2009 e addirit-tura si intravedeva la possibilità che fosse estesaalla Pubblica amministrazione. Ad essere dan-neggiati da tale ritardo, che solo in questi mesiconsente, di fatto, l’entrata a regime delle classaction, sono stati i cittadini e tutte le imprese cheoperano nel pieno rispetto delle regole. Cittadinitruffati due volte: in primis dalle lobby dei poteriforti e poi dal governo che, soprattutto in unafase di grave crisi come quella attuale, avrebbeavuto invece il dovere di tutelare i consumatori,non certo quello di prenderli in giro.

137Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 137

Page 139: report - La voce Delle Voci

Tutti a Disney Dubai

Intanto, a fine dello scorso anno, è scoppiata la crisidi Dubai.

Già. Mentre nel nostro paese Abi, banche, Con-sob e Bankitalia continuavano a nascondere lagravità della situazione e a gettare acqua sulfuoco, è arrivata l’ennesima crisi finanziaria-im-mobiliare che mette a nudo un modello di avven-turismo capitalistico bancario fondato sui debiti:la compagnia immobiliare Nakheel che, inquanto collegata alla holding Dubai World hacontribuito alla crisi del debito di Dubai, a finedicembre 2009 chiede la sospensione delle tran-sazioni sulle sue obbligazioni islamiche quotatealla borsa Nasdaq Dubai. Se le banche pubblichelocali hanno acquistato tali obbligazioni sul mer-cato nella primavera 2009, quando i prezzi eranocrollati in seguito alla crisi del mercato immobi-liare, ciò significa che le grandi banche mon-diali – creditrici dirette della Nakheel per avercollocato i bond presso i mercati internazionali –in assenza di una dichiarazione di default nonpossono rivalersi legalmente nei confronti del go-verno del Dubai che, al pari di quello di AbuDhabi, non può essere considerato dal punto divista legale responsabile e prestatore di ultimaistanza. Non si sa bene infatti quale sia la realeentità del debito della Dubai World, la holdingpubblica a cui fa capo la Nakheel, proprietaria

138 L’economia impazzita nel resto del mondo

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 138

Page 140: report - La voce Delle Voci

del patrimonio immobiliare dell’emirato, la pic-cola città costruita nel deserto che galleggia su unmare di debiti. Non esiste alcun bilancio certifi-cato ma, secondo fonti dell’Ubs (Unione Banchesvizzere), che ha gestito alcune emissioni obbli-gazionarie dell’emirato, e in base a dati in pos-sesso di Moody’s, il totale dei debiti potrebbeavvicinarsi a 100 miliardi di dollari, lo stesso va-lore del Pil. Una montagna debitoria «causatadalle potenziali passività fuori bilancio», mentrela sola Dubai World denuncia passività per 59miliardi di dollari.

Quali sono state le ripercussioni per gli altri paesi?Bisogna guardare al patrimonio. Dubai World

e Dubai International Capital hanno partecipa-zioni sparse ovunque, con il 3 per cento di Eads,il 2 per cento di Sony, il 6 per cento di Hsbc e il2,8 per cento di Icivi, la principale banca indiana,mentre la Borsa di Dubai ha il 20 per cento delNasdaq e il 20 per cento della Borsa di Londra,che a sua volta controlla la Borsa italiana. DubaiWorld è proprietaria di 49 grandi porti sparsi intutto il pianeta e del colosso cantieristico P&OMaritime Service. Nakheel, controllata da DubaiWorld, gestisce uno sconfinato impero immobi-liare e ha finanziato lo sviluppo di tre isole arti-ficiali, che ora rischiano di diventare dellecattedrali nel deserto. E in un mercato globaliz-zato, con partecipazioni incrociate, non si può

139Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 139

Page 141: report - La voce Delle Voci

minimizzare l’impatto della crisi. Cosa che in-vece hanno fatto le banche internazionali ed ita-liane dichiarando la loro (in alcuni casi minima)esposizione verso le società del Dubai.

Devono essere i governi del G20 a vararenuove regole per impedire alle banche di conti-nuare come e più di prima a creare montagne dicarta straccia di swap, derivati e carry trade, veree proprie scommesse azzardate di moneta falsa,ed Otc (Overseas the counter) per un controva-lore di 670 mila miliardi di dollari, pari a dodicivolte il Pil mondiale. Tutta «merce» scambiata aldi fuori dei mercati regolamentati.

La crisi di Dubai e, subito dopo, il crac dellaGrecia e il terremoto che si sta abbattendo sui de-stini dei paesi industrializzati, indicano con chia-rezza che non è più tempo di riflettere né diaccettare veti, ma è arrivato il momento di cam-biare, fissando regole ferree e pesanti sanzioniper le banche e le altre istituzioni finanziarie nonaduse a riconoscere quelle corrette regole che de-vono presidiare i mercati e garantire i diritti dicittadini, risparmiatori e consumatori. E ciò perimpedire tanto gli abusi di mercato, quanto laprassi di scaricare sulla collettività gli effetti deidisastri provocati.

Occorre che i ministri finanziari europei pon-gano in agenda con urgenza la riforma della vi-gilanza finanziaria e la costituzione di nuoveregole atte a garantire stabilità e trasparenza in un

140 L’economia impazzita nel resto del mondo

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 140

Page 142: report - La voce Delle Voci

sistema bancario senza scrupoli, che è tornato allagrande ad imbastire gigantesche speculazioni perassicurare guadagni certi ai banchieri. Prima deltracollo di marzo scorso, nel dicembre 2009 Gol-dman Sachs, che era già stata salvata dal crac coninterventi pubblici, ha pagato ai propri dipen-denti 20 miliardi di euro di gratifiche natalizie.

Il caso Dubai era arrivato come un fulmine a cielsereno, o c’erano state avvisaglie?

Voglio ricordare che già a luglio 2009 mi erooccupato di «Re Mida», una banca off-shore ope-rante fra Somalia, Dubai, Spagna e Italia, che of-friva ai propri clienti un rendimento annuo del10 per cento sui depositi, zero spese sulle cartedi credito e conti correnti anonimi, garantendoun’assoluta riservatezza, senza nessuna ritenutafiscale né scambio di dati con organismi ufficiali.L’istituto di credito, che si definiva una «entitàesente dalla supervisione di Organismi ufficiali»,nasce nel 2006 con sede operativa ufficiale aDubai, nella zona franca dell’aeroporto degliEmirati Arabi Uniti, ha sede legale in Somalia edè perciò regolato dal diritto bancario somalo.

Sul sito internet di banca Re Mida non risulta-vano intestatari, ma solo un generico «Panama»in tutti i campi richiesti nelle identificazioni; lostesso istituto non risultava inoltre nell’elencodelle istituzioni finanziarie autorizzate, né inquello delle società presenti nella free zone a

141Bankster

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 141

Page 143: report - La voce Delle Voci

Dubai. Sempre dal sito ufficiale si evince ancoraoggi che la banca Re Mida è collegata con ilgruppo finanziario omonimo, una specie di con-glomerato con sede a Barcellona, nel cui grupporientrano alcune società controllate di real estate,un fondo d’investimento ed una società di servizichiamata Royal Fin Service.

Secondo quanto riferito da una responsabilecommerciale di banca Re Mida in un articolo diMilano Finanza del 12 luglio 2008, le due entità(banca e gruppo) non avrebbero niente a che farel’una con l’altra, anche se l’indirizzo del gruppoa Dubai è lo stesso della banca.

In quel periodo banca Re Mida stava muo-vendo i primi passi anche in Italia e, secondoquanto riportato nell’articolo, per conto dell’isti-tuto opererebbe un certo Roberto Caltagirone, ti-tolare in Spagna della Royal Fin Service epresidente del gruppo. Secondo documenti uffi-ciali spagnoli la Royal Fin, che aveva chiuso il2006 con 40 mila euro di utile, ha avuto diversemulte per 24 mila euro (su 144 mila euro di ca-pitale sociale) derivanti da mancati pagamentidella previdenza sociale.

Risultava inoltre una strana coincidenza: nel-l’inchiesta sulla vicenda di finanziamenti pub-blici denominata «Ideal Standard-Seapark» econdotta dalla procura di Salerno, era indagatoun certo Roberto Caltagirone, forse solo un casodi omonimia, per esercizio abusivo dell’attività

142 L’economia impazzita nel resto del mondo

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 142

Page 144: report - La voce Delle Voci

creditizia attraverso una finanziaria con sedeproprio a Barcellona.

Ecco, quello di banca Re Mida forse non eraproprio un sintomo della crisi dietro l’angolo,ma certamente rappresenta un esempio di come,anche in quel paese, l’economia globalizzata co-minciava a funzionare secondo le regole che ab-biamo fin qui visto.

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 143

Page 145: report - La voce Delle Voci

02_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:39 Pagina 144

Page 146: report - La voce Delle Voci

Parte seconda

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 145

Page 147: report - La voce Delle Voci

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 146

Page 148: report - La voce Delle Voci

L’Italia al tempo della crisi

La crisi economica che ha colpito l’Italia si col-loca sicuramente nel contesto del più generale fe-nomeno a livello globalizzato, ma trova le sueradici in numerosi, specifici fattori interni alpaese e al nostro governo. In questo capitolo ElioLannutti affronta uno per uno tali fattori, indi-cando per ciascuno le precise responsabilità,nell’ambito di un quadro che tocca anche i prin-cipali artefici della crisi industriale, casi clamo-rosi che investono l’apparato produttivo comequelli di Eutelia e Fiat, senza tralasciare un’acutaanalisi sui riflessi per le piccole e medie impresedi una morsa del credito resa più stringente dagliaccordi di Basilea 2, ed i più recenti effetti diquella gigantesca bolla che sta esplodendo su pic-cole e grandi pubbliche amministrazioni delpaese – in primis il Comune di Milano – connessaalle speculazioni sui «prodotti derivati».

L’effetto a cascata dei «derivati» non si ferma.Il 5 giugno scorso il portavoce del premier PeterSzijarto dichiara che l’economia dell’Ungheria

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 147

Page 149: report - La voce Delle Voci

è in una situazione grave e conferma le notiziesulla manipolazione dei conti dello stato daparte del precedente governo. Le borse crollanoa picco e sull’Europa dilaga il timore di unnuovo «caso Grecia». Le maggiori preoccupa-zioni riguardano i derivati di credito su Franciae Germania: sarebbero infatti elevati gli impie-ghi bancari di queste due aree in Ungheria. E iltimore dell’«effetto domino» dilaga.

A fine maggio, intanto, arriva l’impietosa fo-tografia dell’Istat, il rapporto annuale sullo statodi salute del paese. Colpita dalla «crisi più pro-fonda della storia economica recente», l’Italia haoggi il volto dei nuovi 300 mila cassintegrati del2009, per il 58,3 per cento padri di famiglia e tuttidestinati ad ingrossare l’esercito dei senza lavorocronici. Il tasso di disoccupazione giovanile inItalia è al 25,4 per cento, oltre il triplo di quellototale (7,8 per cento) e più elevato di quello eu-ropeo (19,8). Ma «in valore assoluto il livello dioccupazione è sceso di circa un milione di entitàtra l’inizio del 2008 e la fine del 2009».

La più diretta delle conseguenze di un similescenario è la caduta del reddito disponibile dellefamiglie, che nel 2009 si è ridotto del 2,8 percento, «mentre ha mantenuto una dinamica po-sitiva in tutti gli altri grandi Stati europei». Unpaese sempre più povero, in cui la crisi colpiscei più deboli, mentre il potere d’acquisto conti-nua a ridursi: -2,5 per cento è il dato del 2009.

148 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 148

Page 150: report - La voce Delle Voci

Anche l’uscita dalla crisi, se davvero ci sarà,si prevede lunga e difficile. Secondo stime re-centi del Fondo monetario internazionale l’Italiaemergerà dalla recessione più lentamente ri-spetto ad altri grandi Paesi dell’Eurozona, Fran-cia e Germania in particolare. Per il 2011 il Fmiprevede che il Pil italiano salirà dell’1,2 per cento(+0,8 per cento nel 2010) contro l’1,8 per cento diquello francese e l’1,7 per cento di quello tede-sco. Il rapporto mette in evidenza per il nostropaese una perdita generalizzata sul fronte dellacompetitività. Sintomo del problema è il «dete-rioramento della crescita» che l’Italia, come ilPortogallo, ha registrato «a seguito dell’ingressonell’Unione monetaria europea». Ma buonaparte degli squilibri della nostra economia, se-condo i tecnici dell’Fmi, derivano da deficit fattisegnare sul piano della produttività. «Se Italia,Portogallo e Spagna – si legge nel dossier – riu-scissero a portare la loro produttività del lavoroai livelli osservati nei paesi dell’Europa setten-trionale, come Finlandia e Olanda, la loro bilan-cia delle partite correnti migliorerebbe di 2-2,5punti percentuali rispetto al Pil».

Risultati che trovano alla base politiche –quali quelle del nostro governo – improntatealla sempre maggior tutela di banche, assicura-zioni ed altri potentati economici, a discapito dicittadini onesti e risparmiatori. Vediamo, puntoper punto, come e perché.

149Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 149

Page 151: report - La voce Delle Voci

Senatore Lannutti, come abbiamo visto, il defaultdella Grecia ha costretto tutti i Paesi europei a fare iconti economici col proprio passato. Qual è, di frontea questa emergenza, il quadro vero dell’Italia?

Cominciando dal fattore più recente, scon-tiamo gli effetti della politica economica adottatadal Governo Berlusconi negli ultimi 2 anni: inprimo luogo ha prodotto un aumento del debitopubblico, passato da 1663 miliardi di euro del-l’aprile 2008 ai 1797 miliardi di oggi, con un au-mento di 134 miliardi di euro, il che equivale a +609 euro a carico di ognuna delle famiglie ita-liane, che sono 22 milioni. E il risultato di unapolitica a base di condoni e perdoni fiscali, pre-videnziali, ambientali, esattoriali, senza contareil varo della più grande operazione di riciclaggiodi stato: così infatti deve essere definito lo scudofiscale «criminale» che, con la sua forma ano-nima di rientro dei capitali tassati al 5 per cento,ha generato una disaffezione dagli obblighi fi-scali, posto che sarebbe stata «legittima difesa»il mancato pagamento di tasse, con una evasionefiscale che ha raggiunto 120 miliardi di euro.

Sono conseguenze in generale del liberismo, o inquesto caso c’è dell’altro?

Il nostro è un governo sedicente liberista. Nonha promosso il mercato e la libera concorrenzama, al contrario, ha smantellato le liberalizza-zioni di Bersani, svuotato di contenuto la class

150 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 150

Page 152: report - La voce Delle Voci

action come utile strumento di deterrenza inmano ai cittadini verso i comportamenti fraudo-lenti dei manutengoli del potere economico. An-cora, hanno sanato con leggi ad hoc le condottescorrette e vessatorie delle banche (commissionedi massimo scoperto, swap e derivati, per faresolo qualche esempio) e delle imprese di assicu-razioni. Per giunta queste ultime erano state san-zionate dall’Antitrust con l’accusa di avercostituito un vero e proprio «cartello»: invece difarsi concorrenza nel settore Rc auto, promuove-vano accordi per mantenere artificiosamente altele tariffe e danneggiare gli assicurati, costretti acorrispondere premi più elevati per un contro-valore di 4,2 miliardi di euro.

Un controllo monopolista del mercato, insomma,quello delle assicurazioni.

Ma non l’unico. Monopoli, oligopoli e cartellihanno continuato ad operare in settori al riparodella concorrenza. A quasi tutti i soggetti si èdata ampia possibilità di determinare prezzi etariffe, si è lasciata mano libera per aumentarli,spesso al di sopra dell’inflazione. Tutto ciò hadato luogo ad un massiccio trasferimento di ric-chezza, stimata in 175,4 miliardi di euro dalchangeover del 1 gennaio 2002, con un gravamedi 7976 euro a famiglia, prelevati direttamente(anche con il pretesto dell’euro) dalle tasche deicittadini impoveriti ed indebitati che in alcuni

151Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 151

Page 153: report - La voce Delle Voci

casi, dopo aver ceduto il quinto dello stipendioed essersi impegnati con crediti rateali e carte re-volving, oggi sono costretti a fare la fila ai Montidi Pietà, per ipotecare i residui beni di famigliae cercare di sopravvivere.

Qual è stato secondo lei, in tutto questo, l’erroreprincipale del governo?

La «ricetta miracolistica» nella quale il go-verno ha mostrato tutta la sua debolezza ed inef-ficacia è stata quella di far ripartire i consumiincitando le famiglie ad indebitarsi, con la ces-sione del quinto dello stipendio ai lavoratori pri-vati, agli atipici e ai pensionati, con le offerte dipagamenti rateizzati (compri oggi, cominci a pa-gare fra due anni), con i cosiddetti prestiti vitaliziper far ipotecare le case degli anziani. Bisognavainvece far leva sulla creazione di ricchezza deri-vante dalle liberalizzazioni, su una distribuzionedi maggiori redditi realizzata mediante l’abbat-timento dei prezzi e l’eliminazione delle stroz-zature di mercato, come le rendite di posizione.Occorreva inoltre liberalizzare le professioni edaprire alcuni mercati protetti, come aeroporti edautostrade, altre aziende che hanno operato alriparo della concorrenza imponendo i prezzi deipedaggi. Oltre ad aeroporti e autostrade e al dilà del settore bancario ed assicurativo, ad im-porre tariffe e bollette sono state anche leaziende erogatrici di servizi pubblici essenziali,

152 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 152

Page 154: report - La voce Delle Voci

comprese quelle municipalizzate. In pratica, gliex monopolisti dell’elettricità e del gas hannocontinuato a conseguire utili pure nei due annidella terribile crisi causata dall’avidità dei ban-kster e dalle loro fiorenti retribuzioni, diretta-mente proporzionali alla perdita di potered’acquisto di salari, stipendi e pensioni.

Lei dice, insomma, che nei due anni di crisi, mentrele sorti economiche degli italiani andavano allo sba-raglio, c’era chi lucrava, facendo crescere a dismisurala ricchezza di una certa «casta».

Sì, ma c’è di peggio. Nel liberalismo imper-fetto, specie in quello italiano, è invalsa laprassi ormai consolidata tendente a socializ-zare le perdite e privatizzare i profitti. Perfinonell’attuale crisi sistemica, generata anche daiconflitti d’interesse tra vigilanti e vigilati, aicrac finanziari sono seguiti interventi governa-tivi per scongiurare i fallimenti a catena dellebanche. E sono stati salvati proprio quegli isti-tuti finanziari responsabili di una folle espan-sione del credito. Gli aiuti di stato, negli Usa,fanno leva sull’indebitamento del contri-buente, con conseguente espansione del debitopubblico. La manovra del bailout ha destinatoalle banche la metà del Pil degli Stati Uniti e ilpaese si è indebitato per almeno altri cinque Pilnegli anni a venire, generando buchi enormiper «coprire» quelli più piccoli.  La specula-

153Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:52 Pagina 153

Page 155: report - La voce Delle Voci

zione finanziaria, iniziata dai sub-prime e dallecartolarizzazioni dei mutui immessi nei circuitifinanziari globali, è cresciuta a dismisura, de-vastando le risorse generate nei decenni prece-denti dall’economia produttiva, quella vera,proprio quella che è stata base e sostegno perl’espansione dell’economia finanziaria.

Il problema, da quello che lei dice, è nello scollamentofra economia produttiva ed economia finanziaria?

Certo. La finanza, che non è in grado di svi-luppare la produzione, ha avuto un ruolo paras-sitario rispetto ai processi produttivi ed anzi ècresciuta all’impazzata senza tener conto dellaproduzione reale, al di fuori di ogni regola enella più totale subalternità alle banche d’affari,che hanno continuato a deliberare ingenti stockoption milionarie. Va qui ribadito: tra le maggioriartefici della crisi globale, che ha falcidiato mi-lioni di posti di lavoro allo scopo esclusivo di farconseguire guadagni illeciti con la speculazionesui derivati e la creazione del denaro dal nulla,c’è Goldman Sachs, la quale non avrebbe potutooperare al di fuori della legalità se non avesse ot-tenuto ampie coperture istituzionali al suo dise-gno criminoso. E le ha ottenute arruolando alsuo servizio i più influenti uomini di governopagati profumatamente in tutto il mondo e so-prattutto in Italia, come Gianni Letta, MarioMonti, Romano Prodi, Mario Draghi.

154 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:52 Pagina 154

Page 156: report - La voce Delle Voci

Eppure esponenti del governo tendono a marcarela differenza fra i casi americani e le banche del nostropaese.

Secondo singolari teorie rappresentate daesponenti istituzionali e dai principali massmedia le banche italiane, più virtuose delle altre«perché non parlano inglese», avrebbero soffertomeno gli effetti della crisi. Giova ricordare che le«virtuose» banche italiane, ben protette da unaBanca d’Italia Spa che vede tra i suoi principaliazionisti gli stessi istituti di credito vigilati, conUnicredit e Banca Intesa al 54 per cento dellequote, hanno addossato da decenni i costi dellarecessione sulle spalle di risparmiatori e consu-matori con rate salatissime, costi elevatissimi deiconti correnti (i più alti del mondo), comporta-menti fraudolenti nella gestione del credito e delrisparmio, oneri impropri addossati su famigliee piccole e medie imprese. Il tutto, nel contestodi una assoluta inefficienza dei servizi erogati. 

In che misura tutto ciò si ripercuote sull’aumentodei prezzi?

Guardi, la stangata è stata appena certificatada via XX Settembre. Basta leggere l’ultima re-lazione del ministero dell’Economia su prezzi etariffe comparati con l’Europa, resa nota il 16aprile 2010: è un’autentica testimonianza dellepolitiche predatorie attuate a danno di famigliee consumatori. Tra i versanti caldi dell’infla-

155Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 155

Page 157: report - La voce Delle Voci

zione – evidenzia il rapporto del Mef – vi sonole tariffe pubbliche, aumentate negli ultimi do-dici mesi del 3,9 per cento in media. I rincarisono generalmente diffusi, in particolare sulversante dei prezzi dei servizi amministrati a li-vello locale. L’analisi, realizzata dall’Osserva-torio dei prezzi e dei mercati sulla basedell’indice Ipca, evidenzia che nell’ultimo quin-quennio le tariffe pubbliche sono cresciute del15 per cento, cinque punti percentuali in ec-cesso rispetto al tasso ufficiale di inflazione.Spiccano le tariffe postali, rincarate di circa il 13per cento, quelle autostradali, +15 per centocirca, quelle ferroviarie, salite del 26 per cento,ed i trasporti marittimi, che fanno addiritturasegnare un balzo del 38 per cento.

E a livello di amministrazioni locali?Qui i cittadini sono colpiti dai maggiori au-

menti, e stiamo parlando di beni e servizi ancorpiù essenziali. Per i rifiuti solidi urbani il rincaroè stato del 29,1 per cento tra 2005 e 2009, cui siaggiunge un ulteriore +4,5 per cento, semprenello scorso anno. Per l’acqua potabile invece ilrialzo è stato di ben il 31,8 per cento nel quin-quennio e del 7,6 per cento nel solo 2009. Voglioricordare quanto sottolinea in proposito Union-camere: «Tali aumenti sono da ascrivere allaconvergenza delle tariffe verso livelli compati-bili con la totale copertura dei costi del servizio,

156 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:53 Pagina 156

Page 158: report - La voce Delle Voci

secondo un processo di ristrutturazione che im-plica per il settore dei rifiuti il passaggio dallatassa (Tarsu) alla tariffa (Tia), e per quello del-l’idrico il passaggio al Metodo normalizzatoprevisto dalla legge Galli». Poi c’è il versantedelle assicurazioni.

Facciamo un po’ di conti in tasca alle compagnie?Il dato è sbalorditivo, soprattutto se rappor-

tato a quello internazionale: dal 1996 al 2009 iprezzi delle assicurazioni in Italia sono aumen-tati del 131,3 per cento, contro il +35,3 per centodella zona euro. A certificare la galoppata di Rcauto e altri prodotti assicurativi, del resto, è il«Quaderno dei prezzi del dipartimento del Te-soro del ministero dell’Economia» relativo a di-cembre 2009. Secondo il voluminoso studio, chepropone anche un confronto tra i cinque mag-giori Paesi europei, l’Italia conquista il primatonella poco edificante hit dei rincari: al secondoposto c’è il Regno Unito (+78,6 per cento) e alterzo la Spagna (+67,4 per cento). Seguono laGermania (+30,1 per cento) e la Francia (+16,5per cento). Consistente anche l’aumento dei ser-vizi finanziari: +89,9 per cento, contro +43 percento della zona euro. Più in generale, l’indicearmonizzato dei prezzi al consumo dal 1996mostra un forte aumento per la Spagna (+42 percento) e per l’Italia (+33 per cento), entrambesopra la media di Eurolandia (+27,8 per cento).

157Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:53 Pagina 157

Page 159: report - La voce Delle Voci

Sotto la soglia si trovano invece Francia (+23,4per cento), Regno Unito (+23,1 per cento) e Ger-mania (+21 per cento). È aumentato tutto. Se-condo lo studio del dipartimento del Tesoro, trale voci che più insistono sull’economia delle fa-miglie e che hanno un andamento superiore aquello medio della zona euro, oltre ad assicura-zioni e servizi finanziari, figurano gli affitti, l’ac-qua potabile, i rifiuti, ma anche l’abbigliamento,le calzature, i mobili, i libri. Ritmo accelerato,oltre ai trasporti marittimi, anche per quanto ri-guarda i servizi postali. In molti di questi casil’andamento è superiore alla media e anche aquello degli altri Paesi. Il prezzo dei servizi fi-nanziari (+89,9 per cento), comparto nel qualerientrano anche quelli bancari, viaggia a unritmo doppio rispetto a Eurolandia, dove l’au-mento è del 43 per cento, e quadruplo rispettoalla Francia (+22,2 per cento). In Germania l’au-mento è del 31 per cento, mentre nel RegnoUnito si registra addirittura un calo (-22 percento). Peggio dell’Italia va soltanto la Spagna(+97,2 per cento).

Quali sono i dati ad oggi per il comparto immo-biliare?

Abbiamo sotto gli occhi rincari record ancheper gli affitti: il +49 per cento dell’Italia è secondosolo al +72,9 per cento della Spagna e superioreal +28,1 per cento della media, mentre tutti gli

158 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 158

Page 160: report - La voce Delle Voci

altri Paesi registrano aumenti molto più conte-nuti (appena +16,7 per cento la Germania). Sem-pre nel periodo 1996-2009, l’acqua potabile ècresciuta in Italia del 68,4 per cento contro il 41per cento di Eurolandia, i rifiuti del 68,3 per cento(+55,4 per cento in Europa), l’elettricità del 36,2per cento (+31,9 per cento), i trasporti marittimidell’86,2 per cento (+47,2 per cento) e i servizi po-stali del 37,6 per cento (+27,3 per cento).

Anche per il classico shopping in Italia la spesaè aumentata ben più che altrove: per l’abbiglia-mento si registra un rincaro del 22,4 per cento, cheè più del doppio dell’aumento europeo (+8,9 percento); il +29,8 per cento delle calzature si con-fronta con il +18,1 per cento di Eurolandia; per ilibri in Italia si spende il 34,2 per cento in più, con-tro il +24,6 per cento dell’eurozona. Minore è in-vece il distacco nel carrello della spesa: glialimentari dal 1996 a oggi sono aumentati del 32,6per cento in Italia e del 30 per cento in Europa.

Eppure si continua da più parti, anche se con qual-che timidezza in più dopo il fallimento della Grecia, aparlare di una «ripresa» che sarebbe già in atto. Leicome la vede?

A febbraio scorso la Banca d’Italia annunciavache la recessione mondiale si era arrestata e che,grazie al sostegno economico adottato da diversipaesi, si profilava una ripresa. Fin da allora avver-tivamo, anche in Senato, che gli organismi inter-

159Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 159

Page 161: report - La voce Delle Voci

nazionali erano assai più cauti e che, anche inun’eventuale ripresa, restava e resta il rischio checon il venir meno degli stimoli fiscali e monetari,e una volta esaurito il ciclo di ricostituzione dellescorte, la domanda privata possa tornare a rista-gnare, frenata in molte economie da una disoccu-pazione elevata e crescente, dalla limitatadisponibilità di credito e dall’esigenza delle fami-glie di risanare i propri bilanci. Per quanto ri-guarda più specificamente l’Italia, pur nel contestodi una domanda mondiale più favorevole, i datisulle nostre esportazioni ne segnalano una persi-stente debolezza. Come reso noto da Bankitalia, ilcredito al settore privato non finanziario continuaa risentire sia di una ridotta domanda di finanzia-menti da parte delle imprese, a causa della difficilecongiuntura economica, sia di un orientamentoancora restrittivo dei criteri di offerta, seppur consegnali di attenuazione. Secondo il direttore dellavigilanza creditizia e finanziaria di Banca d’Italia,Stefano Mieli, le indagini sulle condizioni di ac-cesso al credito rilevano che permane elevata laquota di imprese che dichiara di non ottenerel’ammontare di finanziamenti desiderati. Inestrema sintesi, qualità degli attivi e redditivitàdelle banche hanno continuato a peggiorare, laraccolta ha ulteriormente rallentato. Ma parallela-mente – more solito – sono migliorati i coefficientipatrimoniali dei maggiori gruppi bancari italiani.

160 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 160

Page 162: report - La voce Delle Voci

Le maglie strette di Basilea

Si è parlato di una revisione dell’accordo Basilea 2sugli affidamenti bancari. Di che si tratta?

Ho illustrato al Senato che in una situazionecome quella che abbiamo qui descritto persommi capi, si palesa la necessità di interveniresul sistema economico del paese con un’accortapolitica di sostegno alle imprese. Ed è in talsenso che si discute sul possibile superamentodelle normative stringenti dettate dall’accordoBasilea 2 circa la concessione del credito. L’ac-cordo prevede sulla carta un trattamento di fa-vore per le piccole e medie imprese,ipotizzando che, rispetto alle grandi, la loro ri-schiosità sia influenzata in misura minore dalciclo economico e in misura maggiore da speci-fici fattori di rischio. In sostanza Basilea 2 sifonda sull’applicazione di metodologie stati-stico-quantitative all’attività creditizia, sia nellafase di selezione delle controparti da affidare,sia in quella della quantificazione del rischio dicredito. Il riferimento naturale dell’accordo è al-l’informazione pubblica di tipo quantitativo(bilanci, indicatori andamentali), più agevol-mente trattabile con strumenti statistici. La re-golamentazione sottolinea, tuttavia, la necessitàche i modelli di rating incorporino tutta l’infor-mazione disponibile, compresi gli elementiqualitativi. Essa introduce inoltre criteri definiti

161Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 161

Page 163: report - La voce Delle Voci

e restrittivi per il computo delle garanzie, le co-siddette credit risk mitigation, e richiede quindiuna loro gestione ordinata.

Dov’è il problema?In un contesto come quello italiano, dove la

prevalenza della piccola e media impresa rendedeterminante il ruolo degli aspetti qualitativi,l’applicazione del requisito di completezza dellainformazione risulta particolarmente complessae costosa. Si tratta infatti di: a) raccogliere e ag-giornare tempestivamente le informazioni,quantitative e qualitative; b) trovare le modalitàopportune per incorporare le informazioni qua-litative nei modelli; c) nel caso in cui ciò non siapossibile, modificare discrezionalmente i pun-teggi automatici attribuiti dal sistema di rating,facendo ricorso al cosiddetto override, cioè allamodifica discrezionale, ma motivata, che unabanca può fare del rating attribuito dal modellostatistico a un’impresa.

Ma il punto cruciale è la tempistica con laquale vengono aggiornate le informazioni sulleimprese, che oggi dà luogo ad una prociclicità ri-tardata. Per fare un esempio, i bilanci aziendaliin corso di validità fino a marzo, aprile del 2010erano quelli relativi al 2008, che offrono una rap-presentazione inattuale dell’impresa stessa. Que-sto ritardo, che oggi avvantaggia le imprese,domani le penalizzerà fortemente.

162 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 162

Page 164: report - La voce Delle Voci

Cosa si dovrebbe fare allora, secondo lei?Il metodo più proficuo per correggere il quadro

regolamentare tracciato da Basilea 2, adattandoloalla crisi in atto, sembra essere quello del dynamicprovisioning, cioè quello di una rimodulazione an-ticiclica – come prevista in Canada ed in Spagna– degli accantonamenti di capitale da parte dellebanche, tali da aumentare in periodi di alta con-giuntura e da ridursi nei periodi di crisi, ma ade-guatamente trattati sul piano fiscale per nonpenalizzare il credito all’economia reale anche neimomenti critici. C’è tuttavia da rilevare che Ca-nada e Spagna, prima dello scoppio della crisi fi-nanziaria, avevano previsto che i rispettivi istitutidi credito costituissero delle riserve.

La soluzione allora non consiste nell’accanto-nare l’intero quadro regolamentare di Basilea 2,ma nell’attuarlo con gradualità e giudizio, fa-cendo in modo di superarne gli ostacoli dellaformulazione, attribuendo maggiore rilevanzaagli aspetti locali dell’economia, rendendo nonpiù flessibile, bensì più idonea la valutazionedei singoli casi. L’accordo Basilea 2, infatti, diper sé ha rappresentato un buon passo avantinella razionalizzazione dell’economia: all’im-presa che richiede un finanziamento viene asse-gnato un coefficiente di rating basandosisull’analisi del rapporto rischio/redditività esulla necessità di aggiornarlo di continuo, se-guendo le aziende e il mercato molto da vicino.

163Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 163

Page 165: report - La voce Delle Voci

Questa prassi favorisce gli investimenti in inno-vazione e ricerca, che sono più rischiosi, ma pos-sono generare maggiore reddito nel futuro emaggiore crescita economica. La banca diventainsomma una sorta di consulente-controllore diqualità dell’impresa. Più accurate sono le analisie le informazioni che può ottenere, meno rischiache l’impresa non restituisca i soldi prestati. Emeno la banca rischia, meno ha necessità di ac-cantonare denaro per tutelarsi. Meno denaro ac-cantona, meno lo deve ricaricare sui clienti,risultando, quindi, più competitiva.

Le modifiche all’accordo, allora, dovrebbero riguar-dare solo la tempistica?

In realtà un altro punto critico è rappresentatodall’impatto dei nuovi requisiti sui finanzia-menti alle piccole e medie imprese. I criteri im-pongono infatti alle banche maggioriaccantonamenti di liquidità qualora, secondo si-stemi di calcolo del rating, le stesse siano esposteverso creditori con un alto tasso di rischio. Nonbisogna trascurare poi il vincolo, messo in evi-denza durante i lavori per la definizione dell’ac-cordo, che impone alle banche di effettuare sulproprio capitale aggiustamenti più stringenti neimomenti in cui sarebbero, invece, necessari in-terventi più espansivi. Gli elementi prociclici ge-nerati da questo vincolo fanno sì che nelle fasirecessive le banche stringano ancor di più le ma-

164 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 164

Page 166: report - La voce Delle Voci

glie del credito nei confronti delle aziende, lequali per carenza di liquidità sono costrette a ri-mandare i loro piani di investimento, con graviripercussioni sull’occupazione.

È lo stesso comitato di Basilea 2 che sta lavo-rando ad una serie di proposte correttive, in di-rezione anche di un’attenuazione di tali effettiprociclici. È evidente che il lavoro di modificadell’accordo, qualora dovesse andare a buonfine, esplicherà i suoi effetti soltanto in un pe-riodo di tempo medio-lungo, ma le conseguenzedi questi ritardi continueranno a produrre effettidannosi per le piccole e medie imprese.

Mentre si attendono le modifiche a Basilea 2, c’èqualcosa che si potrebbe fare?

Occorre prevedere interventi immediati disalvaguardia del tessuto produttivo del nostropaese. A inizio 2010 Confindustria e la Confe-derazione degli industriali tedeschi (cioè le rap-presentanze degli industriali dei due paesieuropei nei quali è più presente il settore mani-fatturiero) hanno chiesto come misura antici-clica proprio una maggiore ed immediataflessibilità dei rating dell’accordo Basilea 2. Edè innegabile che, specie in Italia, le aziende de-vono essere aiutate a fare passi in avanti sulpiano dell’aggregazione e di una maggiore ca-pitalizzazione. Il nostro è un paese che deve lasua ossatura produttiva alle piccole e medie im-

165Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 165

Page 167: report - La voce Delle Voci

prese, ma ha un sistema economico moltochiuso, carente di quella capacità di innovareche è la molla necessaria per la competitività.L’ovvia conseguenza è che le piccole e medieimprese italiane risultano avere un livello di ca-pitalizzazione basso. Per le aziende nostrane,storicamente sottocapitalizzate e ancora basatesul pluriaffidamento bancario a breve, quellorelativo alla capitalizzazione sarà l’indicatoreche darà più preoccupazioni.

Ci sono poi le questioni relative alla trasparenza,che non sempre risulta adeguata, soprattutto perle imprese di minori dimensioni. Regole severe,con sanzioni effettive per chi nasconde e occulta idati contabili, consentirebbero alle banche di ri-schiare più spesso e di richiedere meno garanzie.

Ma che tempi si prevedono per l’adeguamentodell’accordo?

Per intanto, l’entrata in vigore dello schemaaggiornato di supervisione prudenziale, pubbli-cato prima di Natale 2009 dal comitato di Basilea2, è stato dilazionato al 2012. I tempi lunghi dellariforma generale del quadro regolatorio interna-zionale sui requisiti patrimoniali delle banche,nonché la complessità del processo di riforma,che sconta una molteplicità di proposte di mo-difica da parte della Commissione europea edello stesso comitato di Basilea 2, impongono diesplorare anche strade alternative per rafforzare

166 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 166

Page 168: report - La voce Delle Voci

il sistema creditizio, senza penalizzare il creditoalle piccole e medie imprese. Le banche do-vranno accelerare la fase «ricostituente» dei loropatrimoni, anche se questo costerà, in termini diutili dichiarati e distribuiti ad azionisti e mana-ger. Tra le nuove regole proposte spiccano co-munque anche quelle che penalizzano alcunevoci dell’attivo, a scalare sul patrimonio di vigi-lanza: tra queste i cosiddetti deferred tax assets. Laproposta di Basilea 3 è che le «imposte antici-pate» (formalmente un credito presunto nei con-fronti dello stato) vengano del tutto dedotte dalcommon equity ai fini del patrimonio di vigilanza,e ciò in una logica di maggior diffidenza versole cifre meno «tangibili» del bilancio.

Le nostre banche si stanno preparando a Basilea 3?Nel concreto contabile delle banche italiane at-

tualmente entrano in gioco gli ingenti crediti fi-scali accumulati negli anni per il trattamentonazionale delle perdite su impieghi. Tali perdite– a normativa corrente – sono deducibili nelconto economico annuale solo entro il tetto dello0,30 per cento del portafoglio crediti. Il restoviene capitalizzato e ripartito nell’arco di 18 anni.È così che, ad esempio, Unicredit denunciava al30 settembre 2009 attivi fiscali per 12,3 miliardidi euro, su un totale di bilancio di 957 miliardi econ 59,3 miliardi di patrimonio consolidato. E In-tesa Sanpaolo, alla stessa data, segnalava tax as-

167Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 167

Page 169: report - La voce Delle Voci

sets per 6,9 miliardi su 631 di totale, per circa 52miliardi di patrimonio. Per le due big – come perl’intero sistema italiano – le perdite su creditisono attese ancora in aumento nei conti dal 2009(l’ultima stima aggregata Abi parla di una ven-tina di miliardi) e non è affatto detto che la ten-denza si inverta rapidamente nel 2010.

All’appuntamento del 2012 con Basilea 3 lebanche italiane rischiano dunque di presentarsizavorrate da «bolle fiscali» in bilancio. E questeinciderebbero non poco sui ricalcoli previsti peri patrimoni di vigilanza, con tutte le implicazionidel caso: di politica del credito, di rating, di red-ditività e pay-off, di valutazione dei titoli bancariin borsa. È per questo che la Banca d’Italia hadato evidenza al problema, già profilando peral-tro un percorso risolutivo. L’ipotesi di una de-duzione solo parziale dei tax assets paremuoversi in parallelo con il pressing del sistemabancario per gli «sconti fiscali», che sono stativentilati dal governo (soprattutto dopo la mora-toria creditizia), ma per ora mai confermati.

Quali saranno, in sostanza, gli effetti di Basilea 3?La disparità di trattamento tributario più volte

lamentata dalla Banca d’Italia è un dato di fatto,tuttavia Basilea 3 ha indubbiamente acceso unaluce un po’ cruda sugli equilibri fiscali consoli-dati nel tempo tra erario e banche italiane: que-ste ultime, sempre tendenzialmente contrarie a

168 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 168

Page 170: report - La voce Delle Voci

veder limitata la piena deducibilità degli inte-ressi passivi sulla raccolta, sono quindi menosensibili alla deducibilità allargata delle perdite.Che viene poi puntualmente invocata in tempidi crisi. Come è stato ribadito da Lorenzo BiniSmaghi, membro del Consiglio esecutivo dellaBanca centrale europea, gli allarmi che giungonodal sistema bancario sugli effetti restrittivi che lenorme di Basilea 3 avrebbero sull’erogazione delcredito sono ingiustificati, dal momento che l’ap-plicazione delle nuove regole di patrimonializ-zazione sarà graduale e arriverà dopo unostudio d’impatto. Ma attenzione: noi diciamocon forza che i profitti realizzati in questi mesidal settore bancario – ottenuti anche grazie agliinterventi effettuati dalle autorità di politica eco-nomica per mantenere in piedi il sistema, e dun-que, in ultima istanza, grazie ai contribuenti –devono essere utilizzati per aumentare il capi-tale, piuttosto che per remunerare il manage-ment delle banche e i loro azionisti.

Per intanto, come si può sostenere il credito allepiccole e medie imprese?

Un provvedimento significativo – ma, comevedremo, non sufficiente – è il decreto, conver-tito in legge a inizio 2009, che ha introdotto la ga-ranzia dello stato sugli interventi del fondo digaranzia per le piccole e medie imprese, qualegaranzia di ultima istanza rilasciata da uno stato

169Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 169

Page 171: report - La voce Delle Voci

sovrano. Di conseguenza alle esposizioni assi-stite dal fondo si applica il fattore di «pondera-zione zero» associato allo stato italiano, inquanto più favorevole di quello del soggetto de-bitore, sempre nei limiti dell’importo che ilfondo è tenuto a versare in caso di inadempi-mento del debitore principale, o dei confidi.L’intervento del fondo di garanzia, inoltre, hal’effetto di rendere «leggero» il debito delle im-prese garantite, anche ai fini del calcolo del pa-trimonio minimo che le banche devonopossedere in relazione alla rischiosità della loroesposizione creditizia, così come stabilito da Ba-silea 2. Quanto alle percentuali del sostegno, nelcaso della garanzia diretta il fondo intervienenella misura massima del 60 per cento dell’im-porto di ciascuna operazione finanziaria. Talepercentuale è elevata fino all’80 per cento in casiparticolari, ad esempio le imprese a prevalentepartecipazione femminile. Nel caso di controga-ranzia, il fondo interviene invece nella misuramassima del 90 per cento della garanzia prestatadai confidi o dagli altri fondi.

Ma quante imprese riescono ad avere accesso real-mente a queste misure?

Il punto è proprio questo. Il fondo di garanziavoluto dal Governo Prodi nel 1996, in nove annidi attività aveva ammesso oltre 58 mila opera-zioni finanziarie, per un totale di finanziamenti

170 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 170

Page 172: report - La voce Delle Voci

garantiti pari a 11,2 miliardi di euro. I dati piùrecenti, al 12 marzo 2009, mostrano finanzia-menti in essere per oltre 3,33 miliardi di euro edun importo garantito totale in essere pari a circa1,76 miliardi. L’accantonamento medio risultapari all’11,7 per cento e la percentuale media dicopertura (rapporto tra le garanzie prestate ed ifinanziamenti concessi) è intorno al 52,9 percento. Per avere un’idea, il moltiplicatore calco-lato sul «finanziato» è pari a circa 16: ciò significache con un euro di dotazione del fondo sono at-tivabili 16 euro di finanziamenti.

Per il quadriennio 2009-2012 il fondo è statofinanziato per un miliardo e mezzo di euro. L’in-tervento è stato inoltre esteso per la prima voltaalle imprese artigiane, con un notevole amplia-mento della platea di potenziali beneficiari. Basticonsiderare che i circa 250 confidi dell’artigia-nato contano circa 700 mila imprese associate.

Appare perciò evidente che l’entità dei finan-ziamenti a disposizione, ma anche il tetto dell’im-porto garantito e le percentuali su cui si applicala garanzia, siano oggi del tutto insufficienti e nonconsentano di fornire un sostegno adeguato allepiccole e medie imprese, incluse le imprese arti-giane, in particolare in questa fase di crisi.

Cosa dovrebbe fare il governo, di fronte a questasituazione e mentre permangono le restrizioni diBasilea 2?

171Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 171

Page 173: report - La voce Delle Voci

Come primo firmatario di un atto parlamentarecongiunto di Italia dei Valori, già a febbraio scorsoho sollecitato il governo a farsi promotore nelleopportune sedi internazionali di una rapida con-clusione del processo di revisione del trattato diBasilea 2 al fine di annullarne, nel medio periodo,gli effetti prociclici e, nell’immediato, ottenere lariduzione della ponderazione del rischio di cre-dito, che determina il livello di accantonamentodelle banche con riferimento alle piccole e medieimprese, al fine di garantire a queste ultime unmaggiore afflusso di liquidità. E in ogni caso in-vito i ministri interessati a presentare al Parla-mento una relazione periodica sullo stato diattuazione delle modifiche di Basilea 2, anche alfine di monitorarne l’impatto sul capitale dellebanche e i conseguenti, necessari aggiustamenti.

Per quanto riguarda il fondo di garanzia sta-tale, ho ribadito che è necessario favorirne l’atti-vità ed estenderne l’applicazione, valutando lapossibilità di incrementare in maniera consistentele risorse. Il tutto, però, in un quadro teso a mi-gliorare l’efficienza e la trasparenza della gover-nance societaria, anche in relazione alla questionedelle retribuzioni dei manager, per evitare che leremunerazioni continuino a risultare sbilanciaterispetto alle performance di breve periodo, né sipongano in contrasto con le politiche di sana eprudente gestione del rischio, assicurando cosìmaggiori tutele agli azionisti e ai risparmiatori.

172 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 172

Page 174: report - La voce Delle Voci

Eutelia e le sue sorelle

Mentre si attende, a distanza ormai di qualchemese, che il governo assuma queste o altre iniziativein sostegno delle piccole e medie imprese, aziende dimaggiori dimensioni trovano il modo di «affrontare»la crisi caricandone il costo sulle spalle dei lavoratori.

Sì, e vorrei citare un caso emblematico, la vi-cenda Eutelia, di cui si è sentito molto parlare perle proteste disperate dei lavoratori, benché nonsiano note fino in fondo tutte le manovre che cir-condano questa come analoghe situazioni. La so-cietà nasce nel 2003 dalla fusione tra Plug It, uninternet service provider locale fondato nel 1998da Edisontel. Nel 2005 Eutelia Spa, di proprietàdella famiglia Landi, capitanata dall’aretino Sa-muele Landi, acquisisce l’80 per cento di Nts-Freedomland, società quotata al nuovo mercatodei media, e il 71,5 per cento della piemonteseNoicom. A partire dal 2003, sostenuta da alcuniistituti bancari, Eutelia passa da cinquanta a circa2700 dipendenti, benché le nuove acquisizioni ri-guardassero sempre società in gravissima crisi fi-nanziaria e con esuberi occupazionali, edavvenissero a fronte di accordi sul saldo dei de-biti, o su grandi valori immobiliari e di liquiditàceduti come garanzia futura. Un esempio èquello avvenuto nel 2006, quando Eutelia acqui-sisce le attività di It (information technology) daBull e Getronics, multinazionali che hanno la-

173Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 173

Page 175: report - La voce Delle Voci

sciato l’Italia. Tale operazione, a fronte dellaspesa simbolica di un euro, ha portato nelle cassedell’acquirente oltre 100 milioni di euro, fra liqui-dità e proprietà immobiliari. Nasce così il gruppoEunics Spa, controllato al 35 per cento da Euteliae per la rimanente parte da Finital, finanziaria an-ch’essa della famiglia Landi, i cui bilanci fino al2007 sono in attivo. Va detto che, attraverso al-cune delle imprese acquisite, Eutelia aveva ere-ditato commesse e clienti strategici, dai ministerialle regioni, fino a Poste italiane, banche e diversienti locali, oltre ad una riconosciuta professiona-lità e credibilità sul mercato. Un pezzo significa-tivo, insomma, del patrimonio produttivoitaliano del settore, faceva capo a Eutelia.

Ma fra 2007 e 2009, a quanto risulta, la pro-prietà avrebbe azzerato tutta la liquidità attra-verso fatture e spese elevate in gran parte versosocietà controllate dalla famiglia Landi. La sededi maggior pregio del valore di circa 14 milionidi euro, acquisita con Bull, sarebbe stata trasfe-rita nella finanziaria di famiglia. Ad aprile 2008Eutelia, quotata in borsa, presenta un bilancio inrosso e propone un piano di rilancio industriale– nel quale vengono descritte operazioni di ri-strutturazione finanziaria e di mercato che nonverranno mai fatte – con la richiesta di cassa in-tegrazione per 772 unità. Nel corso del 2009, alfine di evitare i licenziamenti, viene stipulato unaccordo di solidarietà che ha portato risparmi

174 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 174

Page 176: report - La voce Delle Voci

per 40 milioni di euro all’azienda. E a maggio,proprio mentre è in corso il tavolo di concerta-zione con il ministero dello Sviluppo economicoe le parti sociali, Eutelia decide di trasferire tuttoil ramo It alla Srl Agile, appena costituita ed al100 per cento di proprietà della stessa Eutelia.Insieme al «ramo» vengono ceduti in blocco 2160dipendenti ma contestualmente passavano adAgile tanto l’intero ammontare del fondo di trat-tamento di fine rapporto relativo ai dipendenti,quanto i debiti tributari di Eutelia.

E qui cominciano le scatole cinesi...Già. Appena dopo l’estate, mentre i lavoratori

lamentano il mancato pagamento di stipendi,fondi previdenziali e perfino dei rimborsi spese,il nuovo amministratore unico di Agile, ClaudioMarcello Massa, in una missiva rivolta al mini-stero dello Sviluppo economico annuncia di avercalcolato «una sacca di esuberi ammontanti acirca 1300 addetti, improduttivi», dimenticandoforse che era rimasto solo sulla carta il piano dirilancio e ricapitalizzazione lanciato al momentodella cessione dei dipendenti. Nel frattempol’impresa, che non stava onorando nemmeno idebiti con i fornitori, comincia ad interromperele consegne alla sua rilevante clientela. E pocotempo dopo Eutelia si libera dell’intero pac-chetto di Agile, che passa alla Omega Spa.

Risulta evidente che la cessione dei lavoratori

175Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 175

Page 177: report - La voce Delle Voci

da Eutelia ad Agile era stata effettuata con il soloscopo di alleggerire la società di provenienza daqualsiasi onere derivante dalla gestione del per-sonale. Si è trattato, nei fatti, di una sorta di li-cenziamento collettivo, un’operazione tesa a nonpagare non solo trattamenti di fine rapporto, manemmeno i costi derivanti dall’applicazionedegli ammortizzatori sociali.

Quali erano i «numeri» di Eutelia quando cedeva ilramo d’azienda ad Agile? E chi era veramente Agile?

Il core business del ramo d’azienda It di Euteliaerano lo sviluppo di software e l’assistenza in locoa clienti come la Camera dei deputati e il mini-stero dell’Interno. Questo «pacchetto» contenevaapprossimativamente 80 milioni di commesse, 54milioni di Tfr accantonati in bilancio, 8 milioni didebiti, 36 milioni di crediti e 22 milioni di debitifra Inps e Inail. Quanto ad Agile, era semplice-mente una società con 40 dipendenti, facente capointeramente ai Landi, che effettuava servizi di te-lefonia per la sanità in Basilicata.

Come infilare un cammello nella cruna di un ago?Più o meno. Ad Agile si cedevano, insieme ai

2160 dipendenti, anche debiti tributari, accanto-namenti Tfr (spacciati per versati da Eutelia adAgile), ma soprattutto una lista di clienti da cuiperò non potranno più arrivare commesse, nonessendo la società in regola con il Durc, docu-

176 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 176

Page 178: report - La voce Delle Voci

mento unico di regolarità contributiva. Il trasfe-rimento di Agile al gruppo Omega consente difar piazza pulita del personale e delle passivitàpregresse di ogni genere.

E Omega cosa fa?Omega, società dagli azionisti sconosciuti, non

presenta al ministero dello Sviluppo economicoalcun piano industriale per Agile, la quale a suavolta, con le commesse ancora in corso, inter-rompe il pagamento degli stipendi a tutti i lavora-tori. Ma Omega nel frattempo ha assorbito econtinua ad assorbire aziende. Si costituisce unconsorzio di sedici imprese, tra cui Phonemedia eVideoline 2, con 8206 dipendenti, e si dà vita infinea un nuovo soggetto giuridico controllato dalla Li-beccio Srl. E qui tornano le scatole cinesi perchéLibeccio è controllata a sua volta da due societàaventi sede a Londra, sigle di comodo ubicate inun palazzo dove ce ne sono altre centinaia.

In buona sostanza, l’acquisizione di Agile daparte di Omega non sembra mostrare alcuna ca-ratteristica industriale, visto che tutti i clienti, permancanza di investimenti, certificazioni e paga-mento dei contributi, sono andati persi. Ma c’èdi più: l’attuale proprietà di Omega sarebbe riu-scita nel contempo ad acquisire altre società finoad arrivare a oltre 10 mila dipendenti, tutti senzastipendi e con difficoltà finanziarie evidenti.

Sul fronte dei livelli occupazionali, basta ricor-

177Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 177

Page 179: report - La voce Delle Voci

dare che a ottobre 2009 sono stati avviati oltre1200 licenziamenti da Agile, mentre non si com-prende il futuro dei 10 mila dipendenti delgruppo. Quanto a Eutelia la situazione, anche alnetto delle attività It cedute con i correlati dipen-denti, risulta davvero critica. Meno critica è perSamuele Landi, esponente della famiglia aretinache controlla il 37 per cento della società. Se-condo le comunicazioni sul sito di borsa, Landiha venduto 29.384 azioni di Eutelia, il primo set-tembre 2009, a 0,58 euro l’una. Altre 253.579azioni sono state cedute nelle tre sedute dal 21al 23 ottobre, tra 0,5184 e 0,5085 euro. In totaleLandi ha venduto 282.963 azioni, con un incassodi 147.022,7 euro. E proprio nello stesso periodoin cui saliva la protesta dei lavoratori di Agile,rimasti senza stipendio dal mese di luglio 2009.

Landi, che si è dimesso dal Consiglio di am-ministrazione il 13 novembre 2009, in seguitoalla sua irruzione con quindici guardie private –che si spacciarono per appartenenti alle forze dipolizia – nella sede romana di Agile, per sgom-brare i lavoratori che la occupavano, non ha evi-dentemente fiducia nelle prospettive di Eutelia.

Parliamo di una società quotata in borsa. Hannofatto qualcosa gli organismi di controllo?

Eutelia, che al 4 dicembre 2009 quotava inborsa 0,372 euro, è passata da un massimo di0,760 a un minimo di 0,260 euro, senza che la

178 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 178

Page 180: report - La voce Delle Voci

Consob abbia impedito la costituzione di scatolecinesi tramite fittizie cessioni di rami di azienda.L’istituto, a parte qualche lieve richiamo episto-lare, ha omesso di effettuare la preventiva e do-verosa vigilanza per impedire il saccheggio diEutelia, come di tantissime altre imprese svuo-tate negli ultimi decenni in una lunga catena dicrac e scandali finanziari ed industriali, qualiCirio, Parmalat, Giacomelli, che ha coinvolto al-meno un milione di risparmiatori, per un con-trovalore pari a circa 50 miliardi di euro.

Il dio di Mirafiori

Del resto, tutto questo succede in un paese dove lostato periodicamente si svena per sostenere la Fiat,ma difficilmente muove un dito a difesa degli esercitidi lavoratori che fuoriescono dai cancelli del colossotorinese.

Il gruppo Fiat, più volte sull’orlo del disastroeconomico nel corso della sua lunga storiaaziendale, è stato ripetutamente supportato dalsostegno economico pubblico, grazie al qualetutto ciò che ha fatto è stato mettere in campo lastrategia della socializzazione delle perdite edella privatizzazione dei profitti. Gli aiuti sonostati talmente consistenti e ripetuti, che ad oggirisulta difficile delinearne il quadro comples-sivo. È stato calcolato che soltanto tra 1990 e2000 lo stato italiano ha elargito alla Fiat, a

179Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 179

Page 181: report - La voce Delle Voci

fronte del suo eterno «ricatto occupazionale»,circa 5000 milioni di euro sotto variegate formedi sussidio, come esenzioni decennali sulle im-poste sul reddito, ammortizzatori sociali, pre-pensionamenti, mobilità lunga e contributi inconto capitale e in conto interessi per gli inve-stimenti nelle aree depresse. La sola legge 488dal 1996 al 2000 ha reso all’azienda automobili-stica 328 milioni di vecchie lire.

E oggi la storia si ripete. A fine gennaio di que-st’anno il consiglio di amministrazione delgruppo ha annunciato i dati di consuntivo 2009e le stime di previsione 2010. Per l’anno passatola Fiat chiude con una perdita netta di 848 mi-lioni di euro, i ricavi scendono del 15,9 per cento,il fatturato dell’auto cala del 3,5 per cento, il ri-sultato operativo si riduce a 719 milioni e l’inde-bitamento netto a 4,4 miliardi. Per il 2010, con laflessione dei mercati europei, e senza il rinnovodegli incentivi da parte del governo, Fiat pre-vede ricavi inferiori ai 2,5 miliardi, un utile dellagestione ordinario sotto i 400 milioni e un inde-bitamento che torna sopra quota 5 miliardi. Solodue giorni dopo questo annuncio, di fronte al-l’incertezza del governo sugli incentivi pubbliciall’acquisto dell’auto e al risentimento espressodal sindacato per i casi di Termini Imerese e Po-migliano d’Arco, il gruppo comunica, a sorpresa,il ricorso alla cassa integrazione. E almeno 300euro in meno nella busta paga di tutti i lavora-

180 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 180

Page 182: report - La voce Delle Voci

tori. Tanti, considerato che il salario medio è paria 1200 euro al mese. Troppi, per un’azienda cheil mercoledì chiede un sacrificio ai suoi dipen-denti, mentre il lunedì aveva annunciato un re-galo ai suoi azionisti.

È un «vizio» di fondo, insomma, quello del mana-gement italiano?

Sì, è la drammatica ma ormai inveterata prassidi scaricare su altri le gravi ripercussioni di sceltedi comodo, come dimostrano la vicenda dellapaventata chiusura dello stabilimento di TerminiImerese, da cui dipende l’economia di una vastaarea della Sicilia, e le mancate garanzie sull’ope-ratività di quello di Pomigliano d’Arco. Oggi idestini dei due distretti industriali sono triste-mente intrecciati, con un futuro incerto per icirca settemila addetti. E mentre si registravanogravi preoccupazioni in tutto il tessuto sociale egrande apprensione nelle famiglie, a dicembre2009 si apprende da notizie di stampa che, nel-l’incontro avvenuto tra l’allora ministro delloSviluppo economico Claudio Scajola e l’ammi-nistratore delegato Fiat Sergio Marchionne, que-st’ultimo aveva confermato la cessazione dellaproduzione di autovetture presso l’impianto diTermini Imerese a partire dal 2012 e la riconver-sione dello stabilimento, senza specificare aquale tipo di attività. La Fiat dunque, nonostantei finanziamenti diretti e indiretti ricevuti nel

181Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 181

Page 183: report - La voce Delle Voci

corso degli anni, dichiara che la produzione aTermini Imerese non è competitiva, ricorrendocosì all’ausilio delle inesorabili leggi di mercatoper giustificare il blocco della produzione di au-tomobili in una regione, la Sicilia, che sicura-mente rappresenta la base logistica piùimportante del Mediterraneo.

Quali erano stati gli aiuti più recenti ricevuti dalgruppo torinese?

Ad aprile 2009 le autorità italiane erano stateautorizzate dalla Commissione europea a con-cedere alla Fiat aiuti per 46 milioni di euro, fi-nalizzati ad un progetto che prevedeva laproduzione di un nuovo modello di automobilein Sicilia. Tali investimenti avevano una finalitàdichiaratamente regionale, essendo rivolti adampliare lo stabilimento Fiat di Termini Ime-rese, a modificare il processo di produzione e adiversificare la produzione, permettendo così disalvaguardare i posti di lavoro esistenti in Sici-lia. Tale misura, secondo le autorità di Bruxelles,risultava compatibile con i requisiti previstidagli orientamenti sugli aiuti di stato a finalitàregionale 2007-2013 e dalle norme sui grandiprogetti di investimento.

Ma non basta: giacciono inutilizzati ben 300milioni di euro, stanziati a giugno 2009 dal Cipeper il rilancio degli stabilimenti di Pomiglianod’Arco e Termini Imerese.

182 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 182

Page 184: report - La voce Delle Voci

Possibile?Possibile. Ed è possibile anche che stipendi,

bonus e stock option per i manager Fiat continuanoa lievitare. A quanto mi risulta, nel solo 2008 Gian-luigi Gabetti, presidente dell’Ifil, controllante Fiat,ha incassato 6 milioni e 672 mila euro. Marchionne3.418.600 euro. Luca Cordero di Montezemolo,all’epoca ancora presidente della Fiat, oltre chedella Ferrari, 3.328.200 euro. Ma la lista è ancoralunga: Carlo Barel di Sant’Albano, amministratoredelegato di Ifil, 1.519.000 euro; Daniel John Win-teler, consigliere di Ifil ed amministratore delegatodi Alpitour, 1.319.000 euro; John Elkann, l’attualepresidente, che nel 2008 ne era numero due,quell’anno incassò 925.700 euro; Virgilio Marrone,direttore generale di Ifil, 832 mila euro; LibertoRuy Bradolini d’Adda, vice presidente di Ifil, 742mila euro; Giovanni Coboldi Gigli, ex presidentedella Juventus, 711 mila euro.

L’ombra dei derivati

Senatore Lannutti, nella prima parte di questa in-tervista lei ci ha spiegato i gravi effetti per l’economiainternazionale della finanza creativa e di certi suoiprodotti, come i derivati. Quanto hanno inciso nel no-stro paese, fino a determinare squilibri come quelli cheabbiamo visto fin qui?

Anche qui, partiamo da un esempio concretoe recente, così ci capiamo meglio. È il caso capi-

183Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 183

Page 185: report - La voce Delle Voci

tato a un comune in provincia di Alessandria,Aqui Terme, che in qualche modo riassumequello di piccole e grandi amministrazioni sparsein tutto il paese. A gennaio la procura di Alessan-dria ha sequestrato titoli per 1 milione e 200 milaeuro presso la banca Bayerische Hypo und Ve-reinsbank (gruppo Unicredit), ipotizzando ilreato di truffa aggravata a danno del comune. Ilsequestro riguarda i contratti derivati (swap) of-ferti in sottoscrizione all’amministrazione comu-nale per diversi anni, fino al 2004. La denunciaera stata presentata a ottobre 2008 da un gruppodi cittadini riuniti nel «Comitato difesa finanzecomunali» organizzato dall’imprenditrice PieraPetrini Levo. Sono stati questi cittadini che, a lorospese, hanno fatto emergere le storture presentinei derivati avariati stipulati tra il 2001 e il 2006con la banca del gruppo Unicredit.

Fra i punti contestati dalla procura della Re-pubblica vi è la presenza di commissioni – ap-plicate e non dichiarate da Unicredit al momentodella sottoscrizione dei contratti – pari a 968 milaeuro e passa: la banca avrebbe in pratica appli-cato costi occulti per quasi un milione di euro,somma che doveva essere versata nelle casse delComune, invece di essere incamerata dalla stessabanca a danno della collettività.

Il caso di Aqui Terme conferma che ancora unavolta dobbiamo assistere ad una ben studiata stra-tegia nella vendita e sottoscrizione di derivati

184 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 184

Page 186: report - La voce Delle Voci

«avariati», una vera e propria scommessa con idenari dei contribuenti nei mercati finanziari perottenere benefici immediati, a fronte del forte ri-schio di maggiori oneri futuri per l’ente locale. Maquesta vicenda giudiziaria fa il paio con quella deiderivati truffa sottoscritti dal Comune di Milanonel 2005 per la bellezza di 1,7 miliardi di euro. Enumerosi altri Comuni italiani hanno subito gra-vissime perdite finanziarie in seguito alla sotto-scrizione di prodotti finanziari «derivati».

Parliamo del caso Milano.Ad aprile 2009 la procura della Repubblica di

Milano sequestra circa 400 milioni di euro di pre-sunti profitti agli istituti bancari Ubs, DeutscheBank, JP Morgan, Depfa Bank e Unicredit. Il blitzavviene nell’ambito di un’inchiesta sulla colloca-zione, avvenuta nel 2005, di prodotti finanziari«derivati» da parte di quegli istituti presso il Co-mune di Milano. Ciò che andava in primo luogoaccertato era l’eventuale dolo di taluni dirigentibancari nel collocare prodotti finanziari già in ori-gine non convenienti per l’ente pubblico, doloche risulterebbe dalle registrazioni di alcune con-versazioni telefoniche. La perdita per le casse co-munali si aggirava intorno ai 100 milioni di euro.Un deficit ricaduto inevitabilmente sui contri-buenti milanesi. In pratica, nel 2005 i quattro co-lossi del credito avrebbero dovuto accompagnareil comune nella ristrutturazione del debito, men-

185Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 185

Page 187: report - La voce Delle Voci

tre secondo l’accusa avrebbero approfittatodell’incompetenza di alcuni funzionari di Pa-lazzo San Marino, e della compiacenza di altricolleghi, per spillare commissioni occulte allecasse dell’ente. Il gip Giuseppe Vanone nel de-creto di sequestro parla di «artifici e i raggiri»,sottolineando che «come consulenti le bancheavevano il compito di realizzare il rifinanzia-mento del debito secondo la normativa vigente,che concede sì agli enti di chiudere i vecchi pre-stiti e di aprirne di nuovi, purché i nuovi sianopiù vantaggiosi dei vecchi». Invece, nel sotto-scrivere l’acquisto, le banche avevano «dimen-ticato» di estinguere il «derivato» stipulato dalComune nel 2002 con Unicredit. Il costo del-l’estinzione, pari appunto a 100 milioni di euro,avrebbe naturalmente reso l’operazione tutt’altroche conveniente e ben più gravosa della prece-dente. Eppure, dalla documentazione se -questrata dalle Fiamme gialle, emergeva che lebanche sapevano dell’esistenza di quel derivatofin da gennaio 2005, ben quattro mesi prima.Oggi le quattro banche e con loro tredici per-sone sono a giudizio dinanzi al tribunale di Mi-lano. L’accusa è di truffa aggravata. Nel corsodell’udienza del 19 maggio scorso il pm AlfredoRobledo ha dichiarato: «L’Italia è più a rischiodella Grecia, soprattutto per quanto riguarda icontratti derivati. In Italia c’è un problemaenorme e concreto perché ci sono tantissime

186 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:55 Pagina 186

Page 188: report - La voce Delle Voci

bolle che stanno in capo a comuni, province eregioni che prima o poi scoppieranno, e nessunosa cosa succederà in quel momento».

Ma come è stato possibile che il fenomeno, la truffa,abbia coinvolto tante pubbliche amministrazioni?

Dal 2006 in poi gli strumenti finanziari derivatisono stati adottati dallo stato italiano per la ge-stione del denaro pubblico. Il danno è statoenorme. Per averne un’idea basta considerare chele perdite economiche, in base all’aggiornamentodel programma di stabilità presentato all’Unioneeuropea, ammontano a circa 450 milioni di europer il solo 2007. Per spiegare le passività regi-strate dal Tesoro in relazione all’uso dei derivati,alcuni esperti ipotizzano che siano stati sotto-scritti degli swap senza il capitale necessario, cioèsecondo una modalità severamente proibita dasempre agli enti locali e ai Comuni.

La verità, come ho spiegato anche nel corsodelle audizioni delle autorità di controllo tenutenell’ambito delle indagini conoscitive sull’uso deiderivati da parte delle pubbliche amministrazioni,è che da tempo le banche hanno trovato nei Co-muni indebitati terreno fertile per appioppare lorodeterminati prodotti. Certo, ci sono state ancheamministrazioni che sono riuscite a guadagnare,ma altre, la maggior parte, hanno perso molto, ca-ricando di debiti le future generazioni. Nel frat-tempo, pensando solo al caso Milano, ci sono stati

187Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:55 Pagina 187

Page 189: report - La voce Delle Voci

tre banchieri privati degli istituti coinvolti chehanno guadagnato nel 2007 circa 25 milioni dieuro, pari quasi allo stipendio di 2500 precari,somma che non intendono di certo restituire.

In altri casi talune banche estere, e mi riferiscoper esempio a Nomura, per il Comune di Ge-nova, o a Deutsche Bank e a Merrill Lynch,hanno imposto derivati fuori mercato a Comuniin cui il segretario comunale o il funzionario nonsapeva nulla. Come andrà a finire? A me non in-teressa se ci sarà o meno il salvataggio delle ban-che: mi sta a cuore invece che il denaro pubbliconon sia messo ulteriormente a rischio.

Cosa hanno da dire, in merito, i rappresentanti deicomuni?

Lo scorso anno, sempre in sede d’indagine co-noscitiva sui derivati, agli esponenti dell’Anci hochiesto loro se si sono posti mai domande o seabbiano mai assunto iniziative durante il lungoperiodo in cui, almeno a partire dal 2002, tanticomuni, non riuscendo a chiudere i loro bilanci,hanno ritenuto di potersi indebitare per trenta,quaranta o cinquant’anni, coinvolgendo anchefigli, nipoti e pronipoti. E questo non accadevasolo in piccoli e sperduti enti locali, ma in metro-poli come Milano o Genova. In sostanza, nel mi-gliore dei casi una banca proponeva contratticon clausole capestro, di cui era difficile dare let-tura. Nonostante ciò i contratti venivano firmati,

188 L’Italia al tempo della crisi

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 188

Page 190: report - La voce Delle Voci

con la presunzione di poter risolvere così i pro-blemi economici e chiudere l’esercizio di bilan-cio, senza porsi il problema di comprendere lanatura degli strumenti derivati proposti.

Cosa ha risposto l’Anci, in quella occasione?Si sono impegnati a monitorare la situazione,

impegno meritorio, anche se tardivo. Non si sainfatti ancora oggi quali siano effettivamente inumeri. Nel 2009 la Corte dei conti parlava dicirca 40 miliardi di euro di indebitamento dastrumenti derivati, dato peggiorato con la crisi.E in generale i singoli comuni, anche quando gliinganni sono venuti allo scoperto, non hanno as-sunto misure adeguate.

Quali, per esempio?Alcuni anni fa come Adusbef, nell’ambito

della battaglia sull’anatocismo, siamo riusciti afar dichiarare dalla Cassazione e perfino dallaCorte costituzionale l’illegittimità delle esposi-zioni che gli enti locali avevano con le banche. Icomuni, essendo stato applicato l’anatocismo,potevano avanzare richiesta di rimborso allebanche che avevano erogato loro affidamenti,perché occorreva far «ristorare» il danno. In talsenso avevamo scritto anche all’Anci. Ma non mirisulta che qualche comune lo abbia fatto.

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 189

Page 191: report - La voce Delle Voci

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 190

Page 192: report - La voce Delle Voci

Manovra e antimanovra

La Grecia aveva i conti in ordine. Fino aquando non si è scoperto che erano stati truccati,con la compiacenza del governo e delle banche.E anche in Grecia dilagavano, come in Italia, cor-ruzione, evasione fiscale, lavoro nero.

La manovra finanziaria varata a fine maggiodal ministro Tremonti per risanare i conti delpaese ha suscitato severe critiche anche da partedi osservatori esteri, soprattutto se confrontatacon quelle varate da Germania, Francia ed altripaesi europei. Perché in primo luogo il ministroTremonti – è stato ricordato – dimentica che i la-voratori italiani percepiscono gli stipendi piùbassi dell’Europa. E i redditi, scesi in Germaniae Francia rispettivamente a meno 5 per cento emeno 4 per cento, da noi fanno segnare un meno8 per cento.

Il raffronto con gli altri paesi di Eurolandiaconsente di mettere a fuoco altri elementi.

La manovra correttiva francese, del valore di100 miliardi in tre anni, congela in primis la spesa

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 191

Page 193: report - La voce Delle Voci

pubblica e taglia del 10 per cento le spese di fun-zionamento dello stato. La Germania si ponel’obiettivo di risparmiare ogni anno 10 miliardidi euro fino al 2016. Le riduzioni in questo casograveranno sulla spesa sociale, ma si prevede uninvestimento da 13 miliardi nei settori dell’istru-zione e della ricerca.

In Spagna il premier José Zapatero ha annun-ciato, nell’ambito di una manovra da 50 miliardiin tre anni, il taglio del 5 per cento a tutti gli sti-pendi pubblici, compresi quelli dei parlamentari.

In Italia, dove in piena crisi continua a salireil patrimonio delle famiglie più ricche, passatonel solo 2009 da 740 a 880 milioni, anche il prov-vedimento relativo alla soppressione di 16 Pro-vince con un basso numero di abitanti, sulle 110della penisola, dopo le proteste della Lega è su-bito stato cancellato dal testo della manovra.

E dopo una serie di annunci e retromarce, leretribuzioni dei 945 parlamentari (630 deputati e315 senatori) rimarranno sostanzialmente in-denni rispetto alla scure di Tremonti. Sono tra lepiù alte d’Europa, ma l’unica sforbiciata riguardalo stipendio dei ministri non parlamentari. Un ri-sparmio, in tutto, di appena 60 mila euro.

Le voragini del debito pubblico italiano, assaipoco conosciute dalla grande maggioranza deicittadini, vengono qui analizzate da Elio Lan-nutti nei loro reali contorni, quale imprescindi-bile punto di partenza per un articolato

192 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 192

Page 194: report - La voce Delle Voci

ragionamento sulla manovra da 24 miliardimessa in campo dal governo italiano. Che com-prende anche particolari poco noti sugli effettidel rientro di capitali «scudati» senza che ad essi,com’era stato fatto in altri paesi, venisse appli-cata un’aliquota equa e realmente remunerativaper la collettività degli onesti.

All’analisi segue la proposta, concreta, fatti-bile, puntuale: una autentica «contro-manovra»che esamina, punto per punto, cosa dovrebbefare un governo dalla parte dei cittadini e nonschierato in difesa dei banchieri.

Senatore, dopo l’annuncio dato dal governo dellamanovra da 24 miliardi di euro per affrontare la crisi,dall’opposizione si è levato un coro di critiche ma, al-meno per quanto è dato conoscere all’opinione pub-blica, nessuno tranne lei e Italia dei Valori haeffettuato una analisi rigorosa, per punti. Vogliamoripercorrere le questioni centrali della sua verificasullo strumento finanziario di Tremonti?

Partiamo dagli aspetti di carattere generale,prima di scendere nei dettagli. In primo luogo lamanovra da 24 miliardi di euro messa in piedi dalgoverno e dal ministro dell’Economia Tremontirisulta inadeguata rispetto a quelle di Francia eGermania da 80-100 miliardi e del tutto insuffi-ciente per la gravità di una crisi occultata da al-meno due anni. L’ottica di fondo deprime lacrescita e mette le mani nelle tasche degli italiani

193Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 193

Page 195: report - La voce Delle Voci

attraverso balzelli e pedaggi a salvaguardia dibanche, banchieri, monopolisti ed assicuratori,tutti soggetti che non vengono neppure sfioratidai costi della crisi da loro stessi provocata. Inol-tre, introducendo iniziative come i ticket nei centristorici, si allontanano i flussi turistici e con ilblocco delle finestre pensionistiche si inibisce quelminimo, salutare turn over nei flussi di lavoro.

E poi c’è un’altra questione che definirei strut-turale e che non riguarda solo il nostro paese: difronte alla crisi, l’elaborazione delle nuove regolenon può essere affidata a tecnici che hanno fallitoo a quella stessa classe politica che ha delegato adavidi ed interessati oligarchi, collusi con le banchecentrali, la regolamentazione dei mercati e la crea-zione del denaro dal nulla. Non più di 7-8 oligar-chi, tra i quali Bernanke, Draghi, Trichet, Geithner,pretendono di riscrivere le stesse regole chehanno indotto al crac i mercati, distruggendo let-teralmente milioni di posti lavoro ma portandoalle stelle i loro profitti personali e quelli dellebanche. Il nostro governo è succube e complicedelle banche. La rifondazione deve invece passareattraverso regole condivise che prevedano duris-sime sanzioni anche di ordine penale. Se peresempio a decidere la nuova normativa in mate-ria di derivati sono gli stessi vertici degli istituti,le stesse agenzie di rating con gli stessi governa-tori delle banche centrali e le stesse banche di af-fari, è facilmente prevedibile che questi prodotti

194 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 194

Page 196: report - La voce Delle Voci

continueranno ad essere scambiati fuori dai mer-cati regolamentati per far conseguire montagnedi profitti e di stock option a gangster travestiti dabanchieri. I quali, anche quando le regole ci sono,si guardano bene dall’applicarle. O s’inventanosempre nuovi strumenti per utilizzare la crisi aloro esclusivo vantaggio.

A cosa si riferisce, in particolare?A fine gennaio i leader delle banche centrali

hanno lanciato in campo addirittura la propostadi un’agenzia internazionale per gestire i falli-menti delle banche. Il presidente del FinancialStability Board e governatore della Banca d’Ita-lia, Mario Draghi, intervistato in occasione delWorld Economic Forum di Davos, invece di pro-porre un’agenzia di gestione dei crac, avrebbefatto meglio ad ipotizzare un’autorità sovrana-zionale per evitare le crisi sistemiche derivantidalla spinta dei facili guadagni e dal ricorso smi-surato ai derivati. La verità è che questi oligarchi,sempre gli stessi, si riuniscono in segreto a Davossolo per mettere i bastoni tra le ruote alla dottrinaObama, impostata sulla richiesta di maggiori re-gole e di una netta separazione tra banche chevogliono speculare con gli hedge fund e banchetradizionali, che raccolgono il risparmio per fi-nanziare la produzione e l’economia reale. E cosìfacendo, Draghi e i suoi omologhi non rendonocerto un buon servizio all’armonizzazione delle

195Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 195

Page 197: report - La voce Delle Voci

regole globali. Non solo non si mettono in camporegole e sanzione adeguate per quei banchieriche hanno giocato con i destini del mondo, ma sicontinua ad elargire loro bonus e stock option aspese della comunità internazionale e dei contri-buenti, costretti a pagare gli eccessi dei bankster.E va avanti il ricorso indiscriminato alle scom-messe sui derivati così come la creazione del de-naro virtuale, analogo e certamente piùpericoloso di quello stampato dai falsari. I destinidel mondo, invece, sono troppo importanti peressere affidati ai banchieri e, in Italia, a quei po-litici che in questi anni si sono resi responsabilidi un debito pubblico alle stelle.

Il governo del debito pubblico

Vuole darci qualche cifra, a proposito del debito ita-liano?

Più che qualche cifra, attraverso studi che hoeffettuato anche attraverso l’Adusbef, ora pos-siamo avere un quadro sufficientemente definito.

Da giugno ’96 ad aprile 2001 il debito pubblicopassa da 1170 a 1329 miliardi di euro, approssi-mando i decimali (ma le tabelle solo state resepubbliche dalla stessa Adusbef). A marzo 2006siamo a quota 1560 che, da aprile 2006 allo stessomese del 2008, balza a 1663. Nell’ultimo biennio,da maggio 2008 a marzo di quest’anno, si arriva

196 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 196

Page 198: report - La voce Delle Voci

ad un debito pari a 1797 miliardi di euro, con unaumento spropositato rispetto alla precedentecrescita: 6,7 miliardi.

Questi dati evidenziano con chiarezza l’auten-tica impennata di utilizzo del ricorso al debitopubblico da parte dei governi di centrodestra ri-spetto a quelli di centrosinistra. La crescita piùlieve (2,746 miliardi al mese) c’era stata tra giu-gno ’96 ed aprile 2001, periodo coincidente conl’austerità e la politica economica del governo dicentrosinistra per rientrare nei parametri diMaastricht ed agganciare l’ingresso tra i paesifondatori dell’euro.

Si aggiunga, a tutto questo, il dato relativo ai de-tentori di titoli di stato italiani, elaborato da Ban-kitalia sul periodo gennaio 1991 – novembre 2009e reso noto ad aprile 2010. Il prospetto mostra chedieci anni fa i detentori definiti «domestici», valea dire italiani, erano la stragrande maggioranza, il94,01 per cento, contro l’appena 5,99 dei «non re-sidenti». Nel corso degli anni il dato s’inverte. Lasvolta arriva nel 2005, quando a fronte di un 49,04di detentori italiani, i non residenti fanno segnareil 53,3 per cento. A novembre 2009 i possessori dititoli di stato italiani sono il 51,2 per cento, controil 48,8 dei non residenti. Va sottolineato che il re-cord si era avuto a dicembre 2008, quando il livellodei detentori stranieri si collocava oltre il 54 percento, il livello più alto di sempre, contro il 45,65per cento detenuto da investitori italiani.

197Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 197

Page 199: report - La voce Delle Voci

Qual è il peso del debito pubblico attribuito dal nostrogoverno in questa e nelle ultime manovre finanziarie?

Abbiamo visto le cifre, che riflettono la pessimapolitica economica di questo governo. Da aprile2008 allo stesso mese del 2009, nel primo annodella legislatura in corso guidata dall’esecutivoBerlusconi si è registrata una crescita record deldebito, pari a quasi 90 miliardi. Ricordo che que-sta voragine grava sulle spalle di ogni famiglia percirca 83 mila euro e per quasi 30 mila su ognunodei 60 milioni di cittadini italiani. Ma il governonon ha adottato misure concrete di contenimentoe di contrasto alla crescita del disavanzo statale edelle pubbliche amministrazioni. Una politica,quella di Tremonti, che, invece di basarsi sugliaiuti concreti verso i cittadini, ha mostrato il suovolto più torvo nei confronti delle categorie piùdeboli. È accaduto ad esempio lo scorso annoquando, a pochi mesi dal sisma che ha sconvoltoL’Aquila, il governo ha inviato ai terremotati diUmbria, Marche, Molise e Puglia la richiesta di re-stituire il 40 per cento delle imposte non versateda queste popolazioni, compresi i morti, che al-l’epoca delle catastrofi sismiche nei loro territoriavevano beneficiato della sospensione dell’Irpef edi buste paga senza trattenute.

Questo particolare dimostra che, al di là disudditanze complici con gli assets bancari e fi-nanziari internazionali, al nostro governo manca

198 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 198

Page 200: report - La voce Delle Voci

anche una consapevolezza storica e, vorrei dire,culturale, dei fenomeni in atto. Ho ricordato inSenato il manualetto che John Maynard Keynespubblicò nel 1930 e che era tratto da alcune le-zioni tenute due anni prima dal grande econo-mista agli studenti del Winchester College ed aquelli di Cambridge. Quel testo è stato ripubbli-cato dal professor Guido Rossi, fautore dell’An-titrust e a lungo presidente della Consob.Parafrasando Keynes, che intitolava il suo ma-nuale Possibilità economiche per i nostri nipoti, ilprofessor Rossi ha però aggiunto a questo titoloil punto interrogativo. Quali sono le possibilitàeconomiche per i nostri nipoti, soprattutto senon riduciamo il debito pubblico? Si pensa dipoter risolvere con ricette a base di condoni ma-scherati e scudi fiscali, che premiano «furbettidel quartierino» e «cricche» varie? Mentre in-tanto, come abbiamo visto, il rosso delle ammi-nistrazioni statali cresce in un solo anno di quasi90 milioni di euro, che equivalgono a quasi quat-tro manovre finanziarie?

Scudi e riserve d’oro

Torniamoci, allora, allo strumento anticrisi da 24miliardi varato dal governo. Lei ha proposto una det-tagliata contro-manovra. Vuole illustrarcela?

La contromanovra, basata su criteri di equità,ripristina un minimo di giustizia sociale, esten-

199Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 199

Page 201: report - La voce Delle Voci

dendo il peso dei sacrifici principalmente su co-loro che nell’ultimo decennio hanno lucrato erealizzato profitti alle stelle: parlo in primo luogodi banchieri ed evasori fiscali. In sostanza talimisure, oltre a favorire sani meccanismi di con-correnza, potrebbero provocare una salutarescossa dell’economia, andando a reperire risorsein quei settori «protetti» che hanno avuto unasorta di franchigia, senza mai pagare il conto, in-vece di andare a colpire i soliti lavoratori, pen-sionati, artigiani e piccole e medie imprese,ossatura della produzione, che hanno, al contra-rio, sofferto un gravissimo pregiudizio ed unaforte decurtazione del loro potere d’acquisto.

Partiamo proprio dal terzo scudo fiscale,ideato da Tremonti: la più vasta operazione di ri-ciclaggio di denaro sporco, evasione fiscale eproventi di attività illecite avvenuta con il sigillodello stato, è stata tassata con un’aliquota risibilee premiata dalla garanzia di anonimato. A frontedi una penale pari al 5 per cento del capitale,evasori e riciclatori di denaro hanno avuto l’as-sicurazione, dal nostro governo «lavanderia»,che quei capitali, pari a 100 miliardi di euro, nonsarebbero stati suscettibili di accertamento perverificarne tracciabilità, genesi e provenienza.Una vera e propria vergogna di stato. Ricordosolo che quando la Germania aveva messo incampo lo scudo fiscale, la tassazione era stata fis-sata al 25 per cento.

200 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 200

Page 202: report - La voce Delle Voci

E veniamo alla nostra proposta sul punto. Icapitali cosiddetti «scudati» dovrebbero esseregravati da una cedolare secca di almeno il 16,5per cento. Un’aliquota di maggiore equità, mapur sempre ridotta rispetto a quella pagata daicontribuenti onesti, che hanno versato al fisco il43 per cento della loro base imponibile. Sarebbeun modo, fra l’altro, per dare un segnale fortead evasori e riciclatori, che continuano ad uti-lizzare le frodi «carosello» ed altri espedienti pereludere ed evadere il fisco, col risultato che con-tinua a gravare sugli italiani una pressione fi-scale tra le più elevate dei paesi Ocse, pari al43,2 per cento. Reperire 16,5 miliardi di eurodallo scudo sarebbe un atto di giustizia fiscaleed un segnale inequivoco che il «riciclaggio colsigillo di stato», partorito dalla finanza creativadel ministro Tremonti, è immorale, discrimina-torio e diseducativo verso lavoratori, pensionatie contribuenti onesti, quelli che concorrono ognianno al dovere fiscale per alimentare il funzio-namento dei servizi sociali, già falcidiati dalleprecedenti manovre.

La contromanovra da lei proposta vede fra i suoicapisaldi la Banca d’Italia. In che modo ritiene debbaessere coinvolta?

Dalle riserve auree italiane, pari a 79 milionidi once (2.452 tonnellate), si potrebbero rica-vare agli attuali prezzi di mercato ben 65 mi-

201Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 201

Page 203: report - La voce Delle Voci

liardi di euro, equivalenti al 35 per cento ditutte le privatizzazioni effettuate. Tali riserve,infatti, non sono di proprietà della Banca d’Ita-lia ma dei cittadini, che le hanno risparmiateconsumando meno di quanto sia stato pro-dotto. Nel 1987 il Canada ha iniziato a vendereriserve per 20 milioni di once, seguito da Au-stralia, Austria, Belgio, Olanda, Portogallo eRegno Unito, con 75 milioni, e nel 2002 dallaSvizzera, con 39 milioni di once. Non si com-prende perché la Banca d’Italia, terzo paese almondo per riserve dopo Stati Uniti e Germa-nia, si ostini a conservare nei suoi forzieri 79milioni di once, contribuendo a sostenere ilprezzo dell’oro che sta arrivando a livelli mairaggiunti prima. A marzo 2004 era stato rinno-vato l’accordo quinquennale che vincola quat-tordici banche centrali dell’Unione europea(tutte, meno la Bank of England che non ha fir-mato) a limitare a 500 tonnellate annue laquota vendibile delle loro riserve auree, a pattoche i ricavi derivanti dallo smobilizzo delle ri-serve in oro vengano destinati alla riduzionedel debito pubblico. La Banca d’Italia quindi,può vendere oro per un controvalore di 15 mi-liardi di euro l’anno.

Ma quali sono le regole che a livello internazionaleregolano i rapporti fra monete e riserve auree?

Le riserve ufficiali della Banca d’Italia am-

202 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 202

Page 204: report - La voce Delle Voci

montavano a fine aprile a 104,7 miliardi dieuro, con consistenze di oro monetario che ri-sultavano pari a 67,4 miliardi di euro e riservein valuta estera pari a 37,3 miliardi. La conver-tibilità tra banconote e oro è cessata il 15 agosto1971, quando il presidente americano RichardNixon pose fine agli accordi di Bretton Woods,che definivano il vincolo della stampa di mo-neta con la convertibilità con l’oro. Invece l’ac-cordo «madre», il cui nome completo è Centralbank Gold Agreement, risaliva alla fine deglianni Novanta, quando fu messo in piedi perevitare che le banche centrali, trovandosi conle casseforti colme di metallo giallo in eccessorispetto alle reali esigenze di copertura, appro-fittassero del prezzo in rialzo dell’oro per farecassa. Nei primi mesi del 2000 la Bank of En-gland fu tra le prime a disfarsi di 18 tonnellated’oro. E oggi il debito pubblico italiano po-trebbe essere ridotto se il governatore di Ban-kitalia, approfittando del rialzo dell’oro,iniziasse a vendere riserve auree in eccesso,come fanno la maggior parte delle banche cen-trali europee. Inoltre, introducendo una tassadel 10 per cento sull’oro come ritenuta d’ac-conto alle future dismissioni delle riserveauree, anche banchieri e banche centrali po-tranno concorrere al risanamento delle pubbli-che finanze con 6,7 miliardi di euro, alleviandoi costi che gravano sulle famiglie.

203Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 203

Page 205: report - La voce Delle Voci

Dai Grandi Cartelli ai tassi usurai

Lannutti, quali provvedimenti introduce la contro-manovra rispetto al settore assicurativo?

I settori protetti ed i grandi cartelli, in primis icomparti bancario ed assicurativo, hanno finoragoduto di rendite tariffarie non compatibili conla legge della domanda e dell’offerta, saccheg-giando e svuotando le tasche dei consumatorisenza aumentare l’efficienza dei servizi offerti.Un governo serio avrebbe l’obbligo di tutelare ladomanda, per far ripartire l’economia ed i con-sumi, quindi il potere d’acquisto delle famiglie.E questo significa chiamare a pagare proprioquei settori che hanno conseguito utili e profitti,generando la crisi.

Qualche anno fa l’Autorità di vigilanza sullaconcorrenza e sul mercato comminò ad alcunicolossi assicurativi una storica sanzione da 700miliardi di vecchie lire per danni, inferti dallapolitica di trust nel settore della Rc Auto, pari a3,6 miliardi di euro. Questo dimostra che le com-pagnie hanno sempre fatto cartello: alla libera-lizzazione tariffaria, avvenuta nel 1994, non hacorrisposto una competizione tra le imprese. Ilrisultato sono state polizze con prezzi fra i piùalti d’Europa ed una qualità dei servizi che lasciaa desiderare. Come ha dimostrato un’indaginedella stessa Antitrust, mentre negli altri paesisottoposti a liberalizzazione le tariffe Rc Auto

204 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 204

Page 206: report - La voce Delle Voci

sono cresciute di poco, in Italia la liberalizza-zione tariffaria è fallita, visti i rincari delle po-lizze pari al 132 per cento. Perciò, al fine di porreun freno alla voracità delle imprese e restituireparte del potere d’acquisto alle famiglie, pro-pongo una tassa del 3 per cento sulle riserve tec-niche accantonate dalle compagnie al 31dicembre 2009, il che produrrebbe un gettito diben 2,4 miliardi di euro.

E veniamo alle banche, autentico fulcro della suacontromanovra ma che, par di capire, dalla stangata da24 miliardi sembrerebbero non essere state sfiorate... 

Leggendo gli ultimi dati forniti da Via Nazio-nale, si scopre che le «virtuose» banche italianehanno continuato a taglieggiare le famiglie e lePmi con una nuova commissione di massimoscoperto più gravosa della precedente. E in unarecente audizione svolta in Commissione Fi-nanze del Senato, il presidente dell’Antitrust,Antonio Catricalà, ha affermato: «la novità legi-slativa del mese di agosto 2009 ha posto un li-mite alla crescita delle spese connesse con i fidiche la clientela [...] è stata costretta a subire nellaprima metà dell’anno. Prima di quest’ultimo in-tervento normativo le aliquote applicate varia-vano dallo 0,9 per cento sino all’1,5 per centoogni trimestre, non diversamente da quelle pre-viste in regime di massimo scoperto: tuttavial’onere risultava superiore in quanto le aliquote

205Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 205

Page 207: report - La voce Delle Voci

venivano applicate sull’intero ammontare delfido e non limitatamente all’utilizzato. Se questoha posto, in linea generale, rimedio ai disagi su-biti dalle imprese, lo stesso non può dirsi per iconsumatori privati, principali fruitori della pos-sibilità di andare in scoperto sul conto correntema, di conseguenza, vittime degli incrementi dicosto derivanti dalle nuove tipologie di spesa».

Le cifre riscontrate nell’indagine dell’Autoritàsono allarmanti. Ma «assai più preoccupanti – haaggiunto Catricalà – sono i dati sui valori degli in-crementi nelle spese trimestrali tra vecchio enuovo sistema: essi presentano valori compresitra +37 per cento e +1600 per cento. Ovviamente,nei casi in cui le commissioni sono applicate inrapporto alla durata dello sconfino, gli incrementisono superiori, per l’ipotesi di permanenza “inrosso” più lunga». Insomma, secondo il presi-dente dell’Antitrust, «le nuove commissioni ap-paiono particolarmente penalizzanti per gliscoperti di durata medio-lunga, ma risultano peg-giorative anche per quelli di durata molto brevee di entità limitata».

Ma non era stato posto un freno ai tassi cosiddetti«usurai»?

Sì, e ancora di recente la sentenza numero12.028 della sesta sezione penale della Cassa-zione, depositata il 26 marzo 2010, ha stabilitoche la commissione di massimo scoperto deve

206 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 206

Page 208: report - La voce Delle Voci

rientrare nei calcoli per la determinazione deltasso usurario, che una precedente circolaredella Banca d’Italia aveva dolosamente esclusoad interpretazione dell’articolo 644 del Codicepenale relativo, appunto, ai reati di usura. Lasentenza del marzo scorso, che arriva inoltredopo quella del 18 gennaio 2006 della prima Se-zione civile, oltre ad assestare un duro colpo allascandalosa prassi bancaria di appesantire il costodel credito, rivoluziona ancora una volta, comecon l’anatocismo, i rapporti tra banche e clienti,sconfessando clamorosamente la tesi favorevoleagli esclusivi interessi delle banche.

Quali sono, in materia, i poteri del governo?In linea con analoghe disposizioni comunita-

rie, la legge numero 88 del 2009 all’articolo 33 at-tribuisce al governo una delega ampia volta adisciplinare i rapporti di credito al consumo e ingenere i rapporti banca-cliente, allo scopo di as-sicurare una maggiore protezione dei consuma-tori. Una ricerca effettuata da Adusbef mostrache nel quinquennio 2005-2009, su un totale di6155 miliardi di euro di finanziamenti per cassa,la commissione di massimo scoperto arbitraria-mente conteggiata dal sistema bancario ai debi-tori, al di fuori dei tassi soglia usurai regolati dalcodice penale, ammonta a 181,9 miliardi di euro.Rielaborando dati forniti dalla Banca d’Italia,Adusbef evidenzia come fra il 2005 e il 2009 in

207Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 207

Page 209: report - La voce Delle Voci

media il sistema bancario abbia beneficiato an-nualmente di oltre 35 miliardi di euro a titolo dicommissioni di massimo scoperto.

Introdurre, come noi proponiamo, un’aliquotadel 3 per cento sull’indebita commissione di mas-simo scoperto conseguita dalle banche, equivar-rebbe ad un gettito da ben 5,4 miliardi di euro.

E tutto questo, senza ancora considerarequanto il fisco – cioè gli italiani – potrebbero re-cuperare dalle banche rispetto alle montagne didenaro lucrate da questi istituti su prodotti fi-nanziari come i derivati.

Vediamo allora cosa prevede su questo punto la suaproposta.

Mentre, come abbiamo ricordato, il procura-tore di Milano Alfredo Robledo mette in guar-dia sul rischio per gli enti locali di una bombaderivati pari a 35 miliardi di euro, la distrattaBankitalia comincia a pubblicare i dati sui cre-dit-default swap (Cds) in pancia agli istituti dicredito italiani, che al 31 dicembre 2009 ave-vano una consistenza di 762,3 miliardi di dol-lari, pari a 8,079 miliardi di euro al cambio di1,2377 euro-dollaro.

Secondo Palazzo Koch, a fine 2009 le posizioniin essere su credit-default swap delle banche ita-liane sono in aumento, con un +2,3 per centoconnesso ai Cds comprati per la ragguardevolesomma di 376,2 miliardi di dollari ed un +4,4 per

208 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 208

Page 210: report - La voce Delle Voci

cento, rispetto ai dodici mesi precedenti, perquelli venduti, pari a 387,1 miliardi di dollari.Ma nessuno al governo cerca di porre fine ai gio-chetti e alle scommesse dei banchieri italiani,analoghi a quelli effettuati dagli altri biscazzieri,che acquistano i credit-default swap, contratti concui ci si assicura dal rischio fallimento diun’emittente di titoli, contribuendo così a por-tare alla rovina l’economia reale ed a picco la sta-bilità dell’euro.

Se il governo, invece di far gravare i costi dellamanovra da 24 miliardi sui soliti lavoratori epensionati, iniziasse dai banchieri – che invececontinuano a raddoppiarsi gli stipendi – po-trebbe trovare  12,1 miliardi di euro semplice-mente inserendo una tassa dell’1,5 per cento suqueste transazioni. Il che, oltre ad offrire un’in-versione di tendenza sulla irresponsabilità dibanche e banchieri, bloccherebbe sul nascere ilgioco al massacro degli speculatori che si arric-chiscono affossando le economie sane, la sovra-nità degli stati, la ricchezza delle nazioni.

E poi ci sono i privilegi irremovibili della «casta»,a cominciare dalle auto blu.

Anche la stampa di area governativa recente-mente, in piena manovra da lacrime e sangue,non ha potuto fare a meno di sottolineare questoscandalo. Lo ha fatto ad esempio il Giornale del28 maggio 2010, cogliendo l’occasione per rimar-

209Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 209

Page 211: report - La voce Delle Voci

care la sforbiciata di Tremonti al fenomeno, cheha generato indubbiamente un certo sollievonell’opinione pubblica, «esasperata e nauseatada anni di uso e abuso smodato da parte dei po-litici di una comodità esagerata e costosa».

Ma quante sono davvero le auto blu in Italia?Consiglio di allacciare le cinture dell’indigna-zione per affrontare i dati dell’ultimo censimentoutile, aggiornato al primo trimestre del 2010.

A tutt’oggi le vetture in circolazione con abordo un politico o un boiardo di stato sono629.120: una discreta impennata rispetto al 2009,quando erano 607.918. Ma anche un’inguarda-bile sterzata rispetto a tre anni fa, quando erano574 mila, e a cinque anni, fa quando erano sol-tanto 198.596.

L’Associazione dei contribuenti ogni anno ef-fettua uno studio apposito nel quale prende inesame sia le vetture di proprietà delle ammini-strazioni, sia quelle in leasing o a noleggio, incarico a stato, regioni, province, comuni, muni-cipalità, Asl, comunità montane, enti pubblici,società miste e Spa a totale partecipazione pub-blica. Ebbene, sommando gli stipendi degli au-tisti, i rifornimenti di carburante e i pedaggiautostradali di queste auto per Vip, la spesaannua legata a questo antistorico privilegio mo-torizzato supera i 21 miliardi di euro. Se la GranBretagna ha deciso di mandare tutti i suoi poli-tici a lavorare con i mezzi pubblici, conse-

210 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 210

Page 212: report - La voce Delle Voci

guendo il primato mondiale come la più parsi-moniosa nella classifica delle «macchine di Pa-lazzo», negli Usa le auto blu sono 73 mila; inFrancia 65 mila; in Germania 54 mila. Andiamoavanti: le auto blu che circolano in Spagna sono44 mila, 35 mila in Giappone, 34 mila in Grecia,23 mila in Portogallo, fanalino di coda nella topten. In Italia seguendo la nostra proposta e ta-gliando solo del 10 per cento lo stratosferico nu-mero delle auto blu, si conseguirebbe unrisparmio di 2,1 miliardi.

Ci sono poi diversi altri accorgimenti minoriche si potrebbero adottare, ad esempio far rispet-tare la legge – già in vigore, ma mai attuata – cheprevede per la vendita dei farmaci l’uso esclusivodi contenitori «conformi», cioè contenenti quan-tità calibrate alla terapia utile per il cittadino. Sieviterebbero così sprechi enormi nel sistema sa-nitario, connessi anche alla necessità di smaltirei medicinali residui. Abbiamo calcolato che il ri-sparmio sarebbe di circa 700 milioni di euro.

Senatore Lannutti, vogliamo allora riepilogare lecifre della sua contromanovra?

Ecco qui. La dismissione delle riserve auree diBankitalia frutterebbe subito i primi 6700 milioni.Con la cedolare secca del 16,5 per cento sulloscudo fiscale entrerebbero nelle casse statali 16.500milioni. Altri 6800 arriverebbero dalla patrimo-niale sugli impieghi bancari. L’aliquota del 3 per

211Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 211

Page 213: report - La voce Delle Voci

cento applicata alle compagnie d’assicurazione,con le modalità che abbiamo visto, porterebbe ungettito da 2400 milioni; 5400 dalle tassazioni sullecommissioni di massimo scoperto e ben 12.100dall’imposta sulle speculazioni (credit-default,swap, etc.). Completano il quadro i 2100 milioniderivanti dal taglio vero alle auto blu e i 700 dal-l’applicazione della legge sui contenitori di medi-cinali. Il totale ammonta a 52,7 miliardi di euro.

Giusto un anno fa, a giugno 2009, in seno allaCommissione Finanze e Tesoro, di cui lei fa parte, sidiscuteva di una Legge quadro in materia di conta-bilità e finanza pubblica. Poteva essere una buonaoccasione per varare provvedimenti utili a fronteg-giare la crisi.

Ma non lo è stata. La Legge, che prevedeanche la delega al governo in materia di ade-guamento dei sistemi contabili, perequazionedelle risorse, efficacia della spesa e potenzia-mento del sistema dei controlli, è stata appro-vata in via definitiva a dicembre dello scorsoanno. Ma già in sede di commissione facevo os-servare quelli che sono, a mio giudizio, alcuniguasti di fondo. In primo luogo che la Legge sicala nel contesto di un governo già di per sé de-cisionista, che raramente lascia al Parlamento lafunzione di controllo prevista dalla Costitu-zione e da tutti gli ordinamenti democratici. Alcontrario, il nostro governo chiede alle camere

212 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 212

Page 214: report - La voce Delle Voci

la mera ratifica delle sue decisioni, spesso tra-mutate in decreti con il ricorso al voto di fiducia.La nuova norma, perciò, potrebbe essere in ta-luni aspetti condivisibile, ma solo se il Parla-mento fosse messo in grado di adempiere allasua sovranità, oggi limitata. Voglio ricordare chein tutto il periodo 1995-2002 il ricorso al voto difiducia si era verificato solo nel novembre 1997sul collegato alla manovra. Ultimamente ab-biamo visto cosa è accaduto.

Una riforma era però necessaria. La legge, cheridisegna le procedure di bilancio, ha la finalitàdi semplificare l’insieme dei documenti ufficialie di ridurre la durata della sessione che oggi inpratica inizia con la presentazione entro il 30giugno del Dpef, il Documento di programma-zione economica e finanziaria. Nel nuovo si-stema il Dpef viene sostituito dalla Decisionequadro di finanza pubblica, da presentare entroil 20 settembre.

Ma il problema principale resta appuntol’equilibrio dei poteri tra governo e Parlamento.E rimane aperta la necessità di specificare e ar-ricchire gli strumenti informativi e il loro relativoutilizzo per l’esercizio dei poteri di indirizzo econtrollo delle Assemblee parlamentari, in con-tinuità con coloro che hanno ispirato la riformadel 1978. Né è stata affrontata contestualmentela questione urgente, già un anno fa, diun’azione di rigore nei conti pubblici, tale da ri-

213Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 213

Page 215: report - La voce Delle Voci

durre la spesa corrente senza ricorrere all’incre-mento della pressione fiscale complessiva. E i ri-sultati li abbiamo sotto gli occhi. In sostanza,anche la nuova legge quadro rientra nella poli-tica di un governo che noi consideriamo pes-simo, perché incapace di trovare soluzioni allegravissime condizioni di vita dei lavoratori im-poveriti, dei pensionati al minimo, delle piccolee medie imprese strozzate dalle banche con lacommissione di massimo scoperto, che è stataraddoppiata invece di essere abrogata.

Tra i fattori di questa situazione molti chiamanoancora in causa il passaggio dalla lira all’euro.

La mente torna all’ex presidente dell’IstatLuigi Biggeri. Fu nominato, ricordiamolo, dalgoverno di centrosinistra nel 2001 (in uno degliultimi atti del Governo Amato) ed è stato ricon-fermato fino al 2009 dal Governo Berlusconi: unuomo buono per tutte le stagioni. È stato lui che,pur di assecondare i desiderata dei governi diturno, ha inventato addirittura l’inflazione per-cepita. E lo ha fatto proprio durante il delicatopassaggio dalla lira all’euro nel 2002, quando icittadini, i pensionati e i lavoratori a reddito fissohanno subìto un vera e propria rapina. È statoscritto anche un libro, intitolato Euro, la rapina delsecolo. Tornando all’Istat, le rilevazioni dovreb-bero seguire un metodo scientifico, non possonoessere soggette ai governi di turno. Invece ac-

214 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 214

Page 216: report - La voce Delle Voci

cade addirittura che i pesi del paniere assegnino,per esempio, l’1 per cento all’assicurazione perla responsabilità civile del settore auto. Ciò si-gnifica che se una persona guadagna 20 milaeuro dovrebbe pagare, in base all’un per cento,200 euro di assicurazione Rc-auto, quando in-vece paga minimo 800-900 euro.

Al di là della recente manovra, salverebbe qualcosanella politica economica di questo governo?

Guardi, le pesanti critiche che avanzavo già apochi mesi dall’inizio della legislatura, intorno afine 2008-inizio 2009, sono purtroppo oggi diancor più stringente attualità. Nel commentare lafinanziaria varata in quel periodo, avvertivo chela crisi avrebbe toccato l’economia reale. Di frontealle imprese strozzate dalle banche, ai 3 milioni e200 mila famiglie indebitate con mutui a tasso va-riabile, i rappresentanti del governo e della mag-gioranza continuano a regalare tre miliardi di eurodi Ici a chi non ne ha bisogno, grazie al provvedi-mento che ha esteso a tutti, anche ai ricchi, il be-neficio sulla prima casa. E mentre qui Berlusconie i suoi facevano i primi danni, dall’altra parte del-l’oceano Obama metteva in cantiere una manovraeconomica espansiva per creare milioni di postidi lavoro, investendo centinaia di miliardi di dol-lari nelle fonti energetiche alternative e nella di-fesa dell’ambiente. Negli stessi mesi Berlusconilitigava in Europa per rinviare alle calende greche

215Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 215

Page 217: report - La voce Delle Voci

gli adempimenti previsti per la tutela dell’am-biente e tagliava perfino i finanziamenti già stan-ziati per il risparmio energetico, addirittura coneffetto retroattivo, penalizzando non solo le fami-glie che avevano puntato su tali incentivi – sosti-tuendo ad esempio la caldaia, cambiando gliinfissi, scegliendo il solare termico o i pannelli fo-tovoltaici, o ristrutturando la propria abitazioneper migliorare l’efficienza energetica – ma met-tendo in crisi anche quelle migliaia di piccole emedie imprese nate proprio per assecondare ladomanda, basandosi sugli ecoincentivi che eranostati previsti nelle scorse finanziarie.

Già all’inizio dello scorso anno, a denunziarel’inadeguatezza delle misure adottate dal governonon c’erano solo gli allarmi lanciati dalle organiz-zazioni sindacali: bastava dare un’occhiata in giroai negozi vuoti, o al monitoraggio di alcuni istitutidi ricerca, per verificare il disagio sociale di vastistrati della popolazione, specie di quel ceto medioche, allora come oggi, non arriva neanche più allaseconda settimana del mese e deve indebitarsi persopravvivere dopo aver tagliato tutto, anche i con-sumi alimentari. Era sufficiente andare, come fac-ciamo noi, sui mezzi pubblici o nei mercati, perrendersene conto. Ma certo, per chi viaggia abordo di auto blu è più difficile...

La crisi strisciante stava già investendo anche lepiccole imprese?

216 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 216

Page 218: report - La voce Delle Voci

L’allarme arrivato dal Nord est, cuore econo-mico del paese, non era stato raccolto che da noi.A fine 2008 ricordavo in Parlamento che permolte piccole e medie imprese di quel territorioproduttivo e della Brianza il D-Day era già statosegnato in agenda. «Tiriamo avanti fino alla finedell’anno – dichiaravano alcuni imprenditori –poi decidiamo che cosa fare: mettiamo tutti incassa integrazione o, magari, chiudiamo propriola fabbrica e ci ritiriamo dagli affari. Molti di noiormai hanno ordini in portafoglio per tre giorni,qualcuno addirittura non ne ha proprio, nem-meno per mezza giornata». Io mettevo in guar-dia dai rischi di una vera e propria epidemia dalmomento che anche quelle commesse che arri-vavano, a chi aveva delocalizzato, da altri paesicome la «Cindia», ovvero Cina e India, comin-ciavano a non arrivare più. Portafogli-ordiniormai vuoti, acquirenti che non pagano, conces-sionari e rappresentanti che dalla sera alla mat-tina scompaiono: insomma, un rituale che è benconosciuto. Vi sono poi quegli imprenditori che,anziché riempirsi di Bot e di utili, hanno puntatosulla crescita continua e hanno investito tuttoquello che avevano nei capannoni e nelle mac-chine: adesso le macchine si stanno per fermare,dai capannoni non esce più niente e le banchesono davanti alla porta a richiedere loro il rientrodegli affidamenti. Il governo è stato del tuttosordo rispetto ad avvertimenti così chiari e do-

217Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 217

Page 219: report - La voce Delle Voci

cumentati. Ed è andata com’è andata, con la ca-tena di suicidi fra gli imprenditori del Nord este migliaia di famiglie in più alla fame.

Quali erano in quel periodo i punti di forza dellavostra contromanovra?

Avevamo presentato una serie di emenda-menti migliorativi: dalla riduzione dei costi dellapolitica, con l’eliminazione della cumulabilitàdell’indennità della carica di ministro con quelladi parlamentare, alla riduzione dei rimborsi elet-torali dei partiti politici, alla soppressione dellalegge mancia.

Che cos’è la legge mancia?In piena austerity, ad aprile 2010 sono stati va-

rati come ogni anno finanziamenti a pioggia perenti pubblici, privati, chiese e associazioni sparsisu tutto il territorio nazionale. Dalla statua diGiovanni Paolo II per L’Aquila (costo 30 milaeuro) alle parrocchie da ristrutturare, e poi par-cheggi, asili e perfino una nave ospedale (150mila euro a una onlus di Trapani), oltre a campida tennis, di baseball e di calcio. I richiedenti?Tutti soggetti che resteranno ben grati al parla-mentare del proprio territorio che è riuscito afarli rientrare nella lista di beneficiati. La risolu-zione impegna il governo a spendere 108.969.000euro tra il 2009 ed il 2011 per un totale di 568 in-terventi, ciascuno di un valore compreso fra 1

218 Manovra e antimanovra

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 218

Page 220: report - La voce Delle Voci

milione e poche migliaia di euro. Questa è lalegge mancia, che avevamo cercato di far soppri-mere fin dal nostro primo insediamento in Se-nato. In particolare quest’anno, mentre lefamiglie tirano ancor più la cinghia, la Commis-sione bilancio della Camera dei deputati ha im-pegnato una parte di tali risorse con unarisoluzione votata in Commissione nella sedutadel 17 dicembre 2009. E la stessa legge finanziariaper il 2010 ha rifinanziato l’apposito fondo (defi-nito «Fondo per la tutela dell’ambiente e la pro-mozione dello sviluppo del territorio») con 100milioni di euro. Ma non basta, perché la Commis-sione bilancio e programmazione economica delSenato, con la risoluzione del 17 marzo 2010, haimpegnato il governo a riservare la somma di38.583.500 euro per il 2009, 11.101.002 euro perl’anno 2010 e 11.111.002 euro per il 2011, nonchéulteriori 50 milioni di euro per il 2010.

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:58 Pagina 219

Page 221: report - La voce Delle Voci

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 220

Page 222: report - La voce Delle Voci

Il Moloch delle banche

Secondo un censimento del 2009, fra le bancheoperanti in Italia quelle con sede legale nel no-stro paese sono 796. Al primo posto la Lombar-dia, dove hanno sede legale 188 banche.Seguono il Trentino Alto Adige (110), il Lazio(65) e la Toscana (61). Nel 1998 erano in maggiornumero: 922.

Passando agli sportelli bancari (che compren-dono, quindi, anche quelli di istituti esteri ope-ranti nel nostro paese), il dato al 31 gennaio 2010mostra in testa ancora Lombardia (6712 spor-telli), poi Veneto (3644), Emilia Romagna (3611),Lazio (2794), Piemonte (2728), Toscana (2556).Tra le regioni del Sud spicca la Sicilia, con 1805sportelli, seguita dalla Campania (1650).

La classifica dei primi venti istituti per nu-mero di succursali nel nostro paese vede in poleposition Monte Paschi di Siena (2584 succursali),cui fanno seguito Unicredit (2349), Intesa SanPaolo (2339), Unicredit Banca di Roma (1425) eBanca Nazionale del Lavoro (817).

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 221

Page 223: report - La voce Delle Voci

Ed è proprio su alcuni fra i principali colossi ita-liani del credito che partendo da fatti recenti dicronaca si sofferma Lannutti, indicando come gliavvenimenti di oggi (vedi il caso Unicredit-Ior)non siano che il risultato di situazioni su cui dalungo tempo erano stati suonati campanelli d’al-larme, anche attraverso rigorosi atti parlamentari.

Stiamo entrando, insomma, nel cuore, per moltiversi fosco, dell’economia italiana; dentro quel si-stema bancario di cui vengono alla luce giochi dipoltrone, subdoli inganni a danno degli utenti,trappole, rincari alle stelle e, in ultima analisi, leragioni che fanno di questo moloch l’autentico de-tentore delle leve del potere in Italia.

Un excursus a parte merita il caso delle trian-golazioni fra le banche italiane e gli istituti apertinella Repubblica di San Marino. Ricordiamo cheancor prima dei casi balzati recentemente sullastampa, con liste interminabili (e finora ancoraoscure) di Vip e conti milionari scoperti sul Ti-tano, vari magistrati avevano lavorato per distri-care quel nodo d’affari che unisce l’Italia alpiccolo ma ricchissimo staterello indipendente.Un nodo dentro al quale – secondo le inchiestedi investigatori come l’allora pm di CatanzaroLuigi De Magistris ed il sostituto procuratore diPotenza, oggi a Napoli, John Woodcock – un for-midabile collante potrebbe essere la massoneria.

Le indagini di oggi puntano a smascherarel’evasione fiscale internazionale, le frodi Iva e il

222 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 222

Page 224: report - La voce Delle Voci

riciclaggio dei relativi proventi. A fine maggioerano settantotto le filiali di banche e fiduciarieperquisite dagli uomini delle Fiamme gialle inLombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, To-scana e Lazio. Nel mirino degli investigatori sonoin particolare gli intermediari nazionali utilizzatida contribuenti italiani per eseguire movimenta-zioni finanziarie illecite destinate alla Repubblicadi San Marino. L’attività mira ad accertare ancheeventuali omissioni da parte delle banche, chesono tenute a comunicazioni periodiche relativeai rapporti continuativi intrattenuti con la clien-tela. Dalla cosiddetta Lista Hsbc, contenente 6936posizioni finanziarie, è emersa una sospetta eva-sione per 7 miliardi di euro. Centotrentadue diquei depositi risultano superiori ai 10 milioni.

Il sistema Unicredit

Senatore Lannutti, prima di arrivare ad altri nodicruciali quali quelli, da lei più volte denunciati, degliorganismi di controllo, Bankitalia e Consob, sarà op-portuno scendere ancor più nel vivo del circuito ban-cario italiano.

Partiamo da Unicredit. Il 31 maggio scorso leagenzie battono la notizia secondo cui sono unadecina le banche italiane in rapporti con lo Ior,tutte finite sotto la lente della procura di Romaper violazione dell’antiriciclaggio. Si tratta –viene aggiunto – di conti protetti da quella sorta

223Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 223

Page 225: report - La voce Delle Voci

di schermatura, come la definiscono gli investi-gatori, costituita dallo Ior. Ma proprio questoaspetto rischia di configurare una violazionedelle norme antiriciclaggio, in primis la traspa-renza della titolarità dei conti.

Ebbene, come ho riferito in Parlamento fin dadicembre dello scorso anno, l’inchiesta della pro-cura di Roma riguarda in particolare alcuni conticorrenti aperti in una filiale della banca Unicre-dit, conti che risultano essere nella disponibilitàdell’Istituto opere di religione, presso lo stato Va-ticano. Solo su quei depositi sarebbero transitatealmeno nel triennio 2006-2008 somme pari acirca 60 milioni di euro l’anno.

Sul mio specifico atto di sindacato ispettivo del3 dicembre 2009 il governo aveva gettato acqua,chiamandosi fuori da ogni responsabilità ed invo-cando il Trattato Laterano che prevede la «non in-gerenza» da parte dello stato italiano su un entecentrale della chiesa cattolica e dello stato Vaticano,come lo Ior. Ma la procura la pensa diversamentee le indagini sono andate avanti. L’inchiesta, in-fatti, che mira a svelare l’effettiva titolarità di que-sti conti, nasce dal sospetto che dietro la sigla Iorsi possano celare persone fisiche o società che, tra-mite il conto presso la ex Banca di Roma (il pe-riodo preso in esame risale appunto a quando lafiliale di via della Conciliazione era ancora dellaBanca di Roma) abbiano costituito un canale peril flusso di risorse tra la banca del Vaticano e l’Ita-

224 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 224

Page 226: report - La voce Delle Voci

lia. Più specificamente, l’inchiesta ipotizza la vio-lazione del decreto legislativo 231 del 2007 che di-sciplina, per gli istituti di credito, una serie dinorme antiriciclaggio, tra cui la trasparenza dellatitolarità, sul deposito di conti correnti.

La segnalazione sulla non trasparenza della ti-tolarità dei conti è stata fatta dall’Unità di infor-mazione finanziaria, la struttura di «Financialintelligence» italiana della Banca d’Italia, al nu-cleo speciale di polizia valutaria della Guardia difinanza. Lo Ior, secondo quanto emerso dalle in-dagini, iniziate a metà dello scorso anno, avrebbeemesso assegni e bonifici intestati sempre al me-desimo istituto e il nucleo speciale di polizia va-lutaria delle Fiamme gialle sta svolgendoaccertamenti per risalire ai beneficiari dei titolibancari, e anche a chi ha effettivamente emessobonifici e assegni.

Va considerato che lo Ior, banca privata che halo scopo di provvedere alla custodia e all’ammi-nistrazione dei beni mobili e immobili destinatia opere di religione e carità, e che può accettaredepositi di beni da parte di enti e persone dellaSanta Sede, ha 130 dipendenti, 44 mila conti cor-renti e un patrimonio stimato nel 2008 in 5 mi-liardi di euro. Se risulteranno provate le accuse,insomma, vorrebbe dire che, insieme ad Unicre-dit, l’istituto bancario del Vaticano ha posto inessere un’operatività che a mio avviso è tipicadelle banche offshore.

225Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 225

Page 227: report - La voce Delle Voci

Anche Unicredit, peraltro, pare si sia distinta re-centemente per un caso di salvataggio molto partico-lare. Lei se ne è occupato. Ce lo racconta?

Si tratta anche qui di una vicenda emblema-tica, che mostra in che modo siano avvezzi adoperare i «condottieri» delle nostre banche. Amarzo 2010 comincia a circolare la notizia: il vicepresidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona, stamuovendo le fondazioni per evitare il crac dellasocietà immobiliare Norman 95, di cui Palen-zona stesso è stato vice-presidente dal 2001 al2008 in rappresentanza del socio FondazioneCassa di Alessandria. La cordata facente capo aPalenzona è finalizzata a consentire al gruppo dipagare i debiti con le banche. Norman 95, societàimmobiliare guidata da Massimo Cimatti finitain liquidazione con un debito di 200 milioni dieuro, potrebbe perciò passare nell’orbita di Con-cilium – una newco al cui vertice c’è lo stampa-tore Alessandro Farina – ma la cordata ha comesoci la Cassa di Alessandria e Orione investi-menti, a sua volta controllata da Fondazione Crt,di cui Palenzona è plenipotenziario.

Ma la newco altro non è che una scatola vuotagirata a Farina e soci da Gregorio Gitti, vicino aCarialessandria. Sotto il cappello della Norman95, invece, non ci sono solo debiti: ci sono infattii progetti di sviluppo di Sansicario, altri cinquepiani a reddito del Wtc a Bruxelles, iniziative im-mobiliari a Milano, cespiti alberghieri, oltre a tre

226 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 226

Page 228: report - La voce Delle Voci

controllate: Sofie (partecipata al 42 per cento daFondazione Cassa Alessandria) specializzatanella valorizzazione di iniziative immobiliari;Ream, una Sgr che nel capitale, oltre a Norman95 e Alessandria, ha anche la Fondazione CassaAsti, e Gladstone, la holding cui sono affidati ipiani di sviluppo nella località sciistica piemon-tese, messa in liquidazione da Concilium e Nor-man 95 per salvare la controllante.

Ma il punto è anche un altro. La propostadella cordata Farina-Palenzona dovrà mettere incampo anche un piano di rientro per i creditoridella Norman 95. E fra i primi creditori chi c’è?Unicredit – di cui l’onnipresente Palenzona è ilnumero due – esposto per 57 milioni. SeguonoIntesa San Paolo (45 milioni di euro) ed Ubibanca (23 milioni). Il giro, insomma, è questo: lacordata di Fabrizio Palenzona prova a salvarel’ex società di Palenzona, per consentirle di pa-gare, almeno in parte, i debiti contratti con labanca vice-presieduta da Palenzona stesso.

Ho chiesto al ministro Tremonti se Unicredit,Intesa San Paolo ed Ubi banca – esposte con lasocietà del vice presidente di Unicredit Palen-zona per ben 125 milioni di euro – abbiano ri-chiesto le stesse garanzie che in genere vengonopretese per erogare gli affidamenti ai comuni cit-tadini ed alle piccole e medie imprese che nonpossono vantare «santi in paradiso». Ma sarebbeanche interessante sapere se queste tre banche

227Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 227

Page 229: report - La voce Delle Voci

che, insieme alle altre del «sistema», dopo avercontribuito ad azionare una delle più gravi crisieconomiche del primo dopoguerra, stanno oraattuando un’odiosa restrizione del credito per lepiccole e medie imprese, non abbiano per casoerogato affidamenti incauti ad un loro sodalecome il dottor Palenzona, le cui eventuali soffe-renze vengono poi messe a carico della clientela,con tassi, costi e condizioni di credito più elevati.

Aspetto inoltre che Tremonti ci faccia saperequante sono le posizioni analoghe a quelle fin quidescritte e se il governo, a fronte di un palese con-flitto di interesse da parte di banchieri che si ero-gano allegre elargizioni di fidi per i loro particolariinteressi, non intenda intervenire e vietare con ap-posite norme la possibilità che le banche eroghinofinanziamenti a quanti, amministratori, managero sindaci siano con loro stesse in rapporti di di-pendenza. Tanto più perché, a mio giudizio, qui siconfigurano interessi privati in atti d’ufficio e pa-lesi violazioni alle norme di prudente gestione delcredito e risparmio che mettono a repentaglio ilsudato risparmio della clientela.

Lei di recente è intervenuto anche su un accordofra Unicredit ed Enel, criticandolo. Perché?

A dicembre 2009 apprendiamo che dopo mesidi studio e intense trattative, Enel e Unicreditstanno mettendo a punto un business da circa500 milioni di euro. Si tratta di un’operazione di

228 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 228

Page 230: report - La voce Delle Voci

factoring con la quale la compagnia elettrica gui-data dall’amministratore delegato Fulvio Contisi appresta a cedere a Unicredit di AlessandroProfumo buona parte dei crediti vantati verso lapubblica amministrazione e i privati. L’opera-zione riserva vantaggi per i due contraenti. Il co-losso elettrico, infatti, cede a Unicredit Factoringle sue fatture scontate di circa il 3 per cento, ac-quisendo una data certa di pagamento dei circa500 milioni complessivi, data che non dovrebbeandare oltre i due anni, senza contare i vantaggidovuti all’abbattimento degli oneri gestionali le-gati agli incassi dei crediti; mentre la banca noti-fica ai debitori la cessione dei crediti e stipulaaccordi di pagamento con possibilità di conce-dere ulteriori dilazioni a tassi agevolati. L’ac-cordo, curato da Pgb group di Piergiorgio Bassi,è stato poi siglato a gennaio di quest’anno. Assi-stiamo perciò ad un accordo in base al qualeEnel, azienda partecipata dallo stato, cede adUnicredit, a trattativa privata, i suoi crediti. Hofatto notare al ministro Tremonti che a mio pa-rere un simile business può configurarsi, se noncome una regalia, come un vantaggioso privile-gio per Unicredit.

Ha risposto, il ministro Tremonti?Non ancora, ma la questione Unicredit tocca

da vicino il governo in carica. A settembre, sem-pre lo scorso anno, vengo a sapere che il ministro

229Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 229

Page 231: report - La voce Delle Voci

degli affari esteri Franco Frattini ha deciso di av-viare una collaborazione tra il dicastero di suacompetenza e il gruppo bancario Unicredit, alfine di rafforzare la diplomazia economica tra-mite una collaborazione strutturata e operativatra le varie ambasciate e il gruppo Unicreditstesso. Quest’ultimo dovrebbe contribuire al so-stegno degli interessi economici dell’Italia al-l’estero e alla promozione dell’immagine e dellacultura italiana. Ma va considerato che Unicreditnegli ultimi anni è stato uno dei gruppi bancaripiù attivi nella emissione e vendita di prodottifinanziari cosiddetti «tossici» (in particolare de-rivati), titoli che hanno danneggiato migliaia dirisparmiatori, ed anche amministrazioni pubbli-che. Per questo ho espresso il mio fermo parerenegativo sull’accordo: la scelta di un soggettoper una collaborazione in un settore di primariaimportanza, quale quello della diplomazia eco-nomica, non può basarsi su criteri discrezionaliprescindendo da una valutazione oggettiva e ri-gorosa anche per quanto concerne la deontolo-gia professionale del soggetto stesso. Con qualicriteri, insomma, è stata prescelta Unicredit ri-spetto ad un altro qualsiasi istituto? Di sicuro,per come tratta i piccoli clienti, a luglio 2008, apochi mesi dal mio insediamento a Palazzo Ma-dama, io stesso, insieme ad altri senatori dell’Idv,avevo dovuto chiedere addirittura il commissa-riamento della banca.

230 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 230

Page 232: report - La voce Delle Voci

Cosa era accaduto?Il 1° luglio di due anni fa Unicredit aveva in-

viato ai suoi clienti una comunicazione riepilo-gativa in merito alle variazioni applicate sullecondizioni di conto corrente, specificando diaverle concordate con i clienti stessi. Tale infor-mativa lasciava quindi presumere che il corren-tista si fosse recato, precedentemente alricevimento della comunicazione, presso glisportelli Unicredit per concordare le modifiche.Risultava provato, al contrario, che nessuncliente avesse ricevuto alcuna convocazione a ri-guardo. Tale atteggiamento rappresenta una pa-lese violazione del cosiddetto decreto Bersanisecondo cui, in caso di variazioni delle condi-zioni, la banca è tenuta a darne comunicazione alcliente trenta giorni prima della decorrenza; e aquel punto il cliente ha sessanta giorni di tempoper decidere se accettarle o rifiutarle. Ancora unesempio di come le banche continuino a portareavanti comportamenti scorretti e vessatori neiconfronti dei risparmiatori, e una ulteriore provadell’esistenza di un circuito vizioso, fatto di ac-cordi interni agli istituti di credito, volto ad aggi-rare le leggi vigenti, con atteggiamenti lesivi delmercato e dei diritti dei consumatori. Visto l’in-tollerabile comportamento della banca, avevochiesto al governo una convocazione urgente delComitato interministeriale per il credito ed il ri-sparmio (Cicr), ma soprattutto di avviare accer-

231Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 231

Page 233: report - La voce Delle Voci

tamenti su Unicredit e di considerare l’ipotesi dicommissariamento della banca. Non hanno fattonulla. E così oggi ci ritroviamo Unicredit con lemani libere, pronta a gestire i crediti di Enel, o arappresentare all’estero la nostra economia.Come se non avessimo avuto, proprio sull’estero,recenti esempi di attività quanto meno ambiguedelle banche italiane.

Mediobanca docet

A cosa si riferisce, esattamente, quando parla di«ambiguità»?

Il caso è recente, di marzo scorso, e riguardail sostegno offerto da Mediobanca alla famigliaPesenti nel controllo di Italmobiliare, holding dicui i Pesenti controllano il 26 per cento propriograzie all’Istituto di piazzetta Cuccia. Italmobi-liare, che detiene piccole partecipazioni utili allerelazioni con Rcs ed Unicredit, a sua volta è fun-zionale al controllo di Italcementi, quest’ultimaper due terzi controllata da Ciments Français.Tutte le attività nei paesi in forte crescita e daimargini più elevati sono infatti della societàtransalpina, che l’anno scorso ha così contribuitoper il 94 per cento al margine operativo delgruppo e prodotto 504 milioni di utili (esclusiimposte e oneri finanziari), rispetto ai 67 di per-dita della capogruppo italiana. L’indebitamentodi Ciments è, però, il 65 per cento di quello con-

232 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 232

Page 234: report - La voce Delle Voci

solidato, secondo il vecchio adagio delle pira-midi, «utili in basso, debito in alto».

Così, azioni di risparmio, piramidi, debito e ilsostegno di banche «amiche» permettono alla fa-miglia Pesenti di controllare Ciments detenendo,indirettamente, appena l’8,5 per cento del suocapitale. In particolare con un investimento di310 milioni di euro in Italmobiliare gestiscono at-tività consolidate di un gruppo che il mercatovaluta 8 miliardi di euro (11 ai valori di bilancio):una leva effettiva tra 26 e 34 volte. Si tratta dicifre record, tanto da diventare esempi da ma-nuale di come gli azionisti di controllo possano«espropriare» le minoranze. Conseguentementegli investitori mostrano poco entusiasmo per i ti-toli del gruppo: le Italmobiliare risparmio sonostate scambiate nell’ultimo anno con uno scontomedio del 32 per cento, che sale al 47 per centoper le Italcementi e, secondo i calcoli della stessaItalmobiliare, il mercato valuta le sue attivitàmeno della metà del loro valore intrinseco.

Dove sta il problema?Tanto per cominciare, due anni fa il gruppo

Italcementi rimane coinvolto in un’inchiesta giu-diziaria che ha portato la magistratura di Calta-nissetta al sequestro preventivo della controllataCalcestruzzi Spa. A gennaio 2008 Mario Colom-bini, amministratore delegato della Calcestruzzi,è stato arrestato per truffa, inadempimento di

233Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 233

Page 235: report - La voce Delle Voci

contratti di pubbliche forniture e intestazione fit-tizia di beni con l’aggravante di avere agevolatol’attività della mafia. A fine febbraio gli sonoconcessi gli arresti domiciliari dal Tribunale delriesame, perché vengono meno l’aggravante diaver favorito la mafia e l’intestazione fittizia dibeni (oltre al dissequestro dell’intero capitale so-ciale dell’azienda). Nell’ambito delle indagini, laGuardia di finanza ha sequestrato un’ala del-l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta e una galle-ria dell’autostrada Palermo-Messina, costruzioninelle quali si sospetta che Calcestruzzi abbia uti-lizzato materiale non conforme alle norme, taleda minare la stabilità delle due opere. L’inchiestaha successivamente portato la Direzione distret-tuale antimafia di Caltanissetta ad indagarel’amministratore delegato di Italcementi, CarloPesenti per concorso in riciclaggio, impiego didenaro, beni o utilità di provenienza illecita, ag-gravati dall’avere avvantaggiato la mafia.

Sul piano, poi, strettamente economico, il pro-blema di fondo non sono solo gli azionisti di mi-noranza, ma anche l’accesso più difficoltoso delgruppo al mercato dei capitali. Lo dimostra il fal-limento del progetto di fusione di Ciments in Ital-cementi perché i creditori americani di unasocietà redditizia e poco indebitata come Ci-ments si sono opposti a diventare creditori di ungruppo meno redditizio e con più debiti. Amarzo era arrivato inoltre l’annuncio di Italce-

234 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 234

Page 236: report - La voce Delle Voci

menti relativo ad un imminente piano di emis-sioni obbligazionarie, con il lancio di un primobond destinato agli investitori istituzionali. Signi-fica che le banche arrivano in soccorso di Italce-menti con un’emissione da 2 miliardi di euro,necessaria al gruppo per ricomprarsi il debito deiriottosi americani, offrendo un premio sul suovalore nominale, e per rifinanziare un miliardodi euro in scadenza quest’anno. E tutto questoanche se il gruppo, con fatturato e margini in di-scesa, e in uno scenario economico non proprioroseo, è già gravato da debiti netti pari alla metàdel fatturato (e 2,5 volte il margine operativo).

Ma le esigenze del controllo pongono seri limitialle prospettive di crescita. Per di più, il settore ècaratterizzato da forti economie di scala: marchioe innovazione non servono a valorizzare il pro-dotto, che è ad alta intensità di capitale e richiedela produzione in loco. La crescita internazionalenei paesi emergenti, con le migliori prospettive, el’acquisizione di società con posizioni dominantilocali, è una strada quasi obbligata.

Ciò detto, va sottolineato che per Italcementiogni obiettivo dimensionale è frustrato dalle ra-gioni di chi pretende di controllare senza capi-tali. Oggi i principali concorrenti (Heidelberg,Holcim, Lafarge, Crh) fatturano in media il tri-plo, producono il quadruplo degli utili ed inBorsa valgono (rispetto agli utili) mediamente il60 per cento in più di Italcementi.

235Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 235

Page 237: report - La voce Delle Voci

Di fronte a situazioni come queste, andreb-bero approfondite le ragioni per cui la famigliaPesenti controlla la Ciments, detenendo indiret-tamente appena l’8,5 per cento del suo capitale.

Ma soprattutto va ribadita l’urgenza di adot-tare norme per assicurare una prudente ge-stione del credito e del risparmio ed evitare cheistituti bancari continuino ad adottare misurerestrittive nei confronti delle piccole e medie im-prese, applicando tassi elevati e condizioni ca-pestro, mentre favoriscono grandi gruppifinanziari, pur gravemente indebitati per pro-prie gestioni fallimentari, a vantaggio esclusivodei propri interessi economici.

Altri problemi riguardano poi certi istituti esteriche hanno rapporti con imprese italiane. Lei in pro-posito ha segnalato un caso recente relativo a BancaArner. Di che si tratta?

Qualche mese fa viene a galla che la societàFlat Point Development sta costruendo suun’isola caraibica, nella baia di Nonsuch Baydell’Emerald Cove, un complesso residenziale dilusso con campi da golf, tennis, piscine, risto-ranti: una parte di alloggi è destinata a residence,un’altra ad hotel. Ville, direttamente sulla spiag-gia con cinque camere da letto, patio e terrazze.La Flat Point Development ha la sede legale adAntigua, un paese offshore, ma ha anche una sede

236 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:59 Pagina 236

Page 238: report - La voce Delle Voci

secondaria a Torino, in galleria San Federico 54.Però a dicembre 2009 non se ne conosce il pro-prietario, così come non si comprende la moti-vazione dei 25 milioni di euro giunti in tre annisul conto corrente della Flat Point – accesopresso la filiale milanese di banca Arner – e su-bito trasferiti in Svizzera.

La sede di Torino sarebbe il quartier generaleitaliano per raccogliere i clienti. Ma telefonandoal numero di Antigua pubblicizzato sul sito In-ternet dell’Emerald Cove, il direttore generaleindirizza chi è interessato ad acquistare un ap-partamento non a Torino, bensì a Milano e, in-vece di fornire un numero telefonico, rilascia unindirizzo e-mail di Flat Point ad Antigua.

A Milano, se non c’è traccia della gestionedegli alloggi, si trova quantomeno la gestione fi-nanziaria della Flat Point. La società ha infatti unconto corrente presso la banca Arner, cioè la fi-liale milanese del piccolo istituto elvetico com-missariata dalla Banca d’Italia dopo l’arresto delsuo ex presidente Nicola Bravetti per un’inchie-sta di riciclaggio.

Arner, tra l’altro, non è una banca qualsiasi per-ché tra i suoi soci annovera, oltre a Bravetti, PaoloDel Bue, con il 34,8 per cento del capitale. Del Bueè un uomo vicino a Silvio Berlusconi, tanto caroal premier da aver gestito i conti esteri della Cen-tury One e della Universal One, considerate daigiudici del processo Mills di Milano le casseforti

237Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 237

Page 239: report - La voce Delle Voci

estere di Berlusconi. In Arner, della Flat Point De-velopment si occupa direttamente l´amministra-tore delegato, Davide Jarach, ora soppiantato daicommissari. Da ulteriori accertamenti risulta poiche presso la banca Arner il 24 settembre 2005 siastato aperto un conto corrente in euro, come se lasocietà Flat Point Development fosse residente inItalia. Il tutto è stato giustificato con l’inaugura-zione della sede di Torino.

Una operazione irregolare?Certo, perché la normativa valutaria consente

questa operazione solo qualora esista una stabileorganizzazione della società sul territorio italiano.Il che nel nostro caso è fortemente in dubbio, dalmomento che nel 2007 la Flat Point non ha com-piuto alcuna operazione imponibile, quindi nonha mai versato Iva, nonostante abbia movimen-tato una gran quantità di denaro dall’apertura delconto. Inoltre in tre anni su quel rapporto fiducia-rio sono passati ben 25 milioni di euro, soldi chevenivano bonificati da banche italiane sul contodella Arner di Milano e poi quasi contemporanea-mente trasferiti a Lugano. È chiaro che se gli or-dinanti dei bonifici avessero versato quei soldi inSvizzera, sarebbero dovuti passare attraverso lemaglie della normativa antiriciclaggio. Grazie in-vece alla triangolazione con la sede milanese dellaArner, si riusciva ad evitare questi problemi. Nèla Arner si è mai peritata di segnalare alcunché.

238 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 238

Page 240: report - La voce Delle Voci

Così nel 2005 sono passati 1,8 milioni di euro suiconti della Flat Point, altri 343 mila euro nel 2006e ben 13,1 milioni nel 2007. L’attività è continuataanche nel 2008 (10,1 milioni), cioè dopo l’ispe-zione di Banca d’Italia, avvenuta tra gennaio eaprile, e sotto la gestione del commissario Ales-sandro Marcheselli. Il flusso di denaro si è inter-rotto solo a giugno, quando nel registro degliindagati è finito proprio Marcheselli per favoreg-giamento al riciclaggio. Ma c’è di più. A maggio2008 è lo stesso premier Silvio Berlusconi a ver-sare dai suoi conti personali alla Flat Point3.367.904 euro con la causale: «Saldo costo origi-nario e variante 2 al netto ritenuta e variante 9».Da un’ispezione della Banca d’Italia sarebbeemersa inoltre l’impossibilità di accertare i bene-ficiari economici di alcune società che hanno ilconto alla Arner Italia, tra cui proprio la Flat PointDevelopment che a mio giudizio – come hoespresso apertamente in un atto di sindacatoispettivo – potrebbe operare con modalità finan-ziarie tali da apparire come un ingegnoso sistemaper aggirare la normativa antiriciclaggio.

Le ombre dell’Intesa

Altro colosso bancario italiano più volte al centrodella sua attività, sia come parlamentare che attra-verso l’Adusbef, è poi da sempre Intesa San Paolo.Facciamo il punto?

239Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 239

Page 241: report - La voce Delle Voci

Partiamo da fatti recentissimi e da una vi-cenda che la dice lunga sul modo di operare diquesto istituto bancario. È il caso di una signoradi Sassari che lamenta, e lo fa dinanzi al tribu-nale civile, un illegittimo trattamento dei suoidati personali da parte di banca Intesa SanPaolo, con relativa richiesta d risarcimentodanni. Per gli stessi fatti ha interessato anche lalocale procura della repubblica. E la questioneè davvero singolare, perché la signora in que-stione non è mai stata cliente di quella banca,quindi l’illegittimo trattamento dei dati non èavvenuto, come usualmente accade, nell’am-bito di un rapporto contrattuale tra cliente edistituto di credito. In pratica banca Intesa si è«appropriata» dei dati personali della signorae li ha utilizzati all’insaputa della stessa per unproprio vantaggio, ossia per favorire l’eroga-zione di un mutuo ad un proprio cliente. E sem-pre attraverso questo autentico abuso, la bancaaveva inserito il nominativo della signora, findal settembre 2005, nella Centrale dei rischidella Banca d’Italia. Laddove il suo cosiddetto«merito creditorio» era stato ridotto, a causadella presunta garanzia prestata a Unicredit.Una situazione grave, se solo si ricordi chequalsiasi intermediario finanziario per la valu-tazione del merito creditorio consulta la Cen-trale dei rischi, confidando nell’assolutarispondenza al vero di quanto vi è contenuto.

240 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:00 Pagina 240

Page 242: report - La voce Delle Voci

Ma come se ne era accorta la signora sassarese?La scoperta avvenne del tutto casualmente e

solo nel mese di luglio 2008 quando, proprio acausa della illecita segnalazione, alla signoraveniva rigettata dalla sua banca, la Unipol, unarichiesta di mutuo per l’acquisto della suaprima casa. Di qui era scattato l’esposto imme-diato e la relativa comunicazione alla sede le-gale di Intesa San Paolo, alla filiale di Sassari edalla Centrale dei rischi presso la Banca d’Italia,in cui la signora denunciava l’abusiva segnala-zione, chiedendo la cancellazione urgente delsuo nominativo.

La banca, ben lungi dal chiarire l’accaduto, halasciato trascorrere alcuni mesi prima di rispon-dere, benché avesse l’obbligo giuridico di fornireimmediati chiarimenti all’interessata, di infor-marla dell’avvenuta cancellazione e di rettificarecon tempestività la segnalazione errata alla Cen-trale rischi. Questo ritardo rese impossibile l’ac-quisto della prima casa e il danno fu doppio,perché la signora perse anche la somma versataa titolo di caparra. Solo dopo cinque mesi IntesaSan Paolo ha provveduto alla rettifica. Ma nelpiù assoluto silenzio. Analogo atteggiamentoper Bankitalia, che ha il dovere per legge di vi-gilare su abusi, specie se così clamorosi, e che in-vece non ha fornito alla signora alcunagiustificazione sull’accaduto, ma solo rispostevaghe e reticenti. Per una segnalazione errata ed

241Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 241

Page 243: report - La voce Delle Voci

arbitraria alla Centrale rischi sarebbero dovutescattare durissime sanzioni. E invece niente.

Cosa prevede la normativa in casi come questo?La Banca d’Italia, per la funzione istituzionale

che riveste quale titolare del trattamento dei datidella Centrale rischi, avrebbe dovuto indagaresull’abuso denunciato, procedere alla tempestivarettifica, bloccare i dati trattati in violazione dellalegge, assumere provvedimenti nel confrontidella banca Intesa San Paolo, oltre naturalmentea dare tempestiva e completa comunicazionealla malcapitata signora sassarese. Ma qui scat-tano i soliti problemi di fondo.

Quali, stavolta?È bene ricordare che la Banca d’Italia è control-

lata, attraverso un meccanismo di partecipazionein quote, dalla stessa banca Intesa San Paolo Spa,che ne detiene la quota maggiore di capitale. Unasituazione anomala, se perfino su Wikipedia, ri-guardo alla composizione societaria della Bancad’Italia, si legge che «tale situazione è da alcuniconsiderata un’anomalia foriera di possibili con-flitti di interesse, poiché i partecipanti al capitaledella Banca comprendono anche le banche sulcui operato la Banca d’Italia è chiamata dallalegge ad operare». Il risultato è che il potere eco-nomico del comune cittadino è nullo in confrontoa quello di una o più banche consociate, quando

242 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 242

Page 244: report - La voce Delle Voci

al di sopra di queste non si erge un organo di vi-gilanza indipendente. Ma tutto questo diventaancor più grave nell’attuale periodo di crisi in cuile banche, per un ritardato pagamento anche dipoche migliaia di euro, non esitano a pignorare ibeni personali dei cittadini.

La storia recente di Intesa San Paolo ci porta a SanMarino, dentro una vicenda controversa, della qualelei si è occupato a lungo, quella del Gruppo Delta.

Sì, la vicenda parte dal gruppo finanziarioDelta, partecipato dalla Cassa di risparmio dellaRepubblica di San Marino e composto da oltreventi società che occupavano complessivamente900 lavoratori ed altre 2500 persone dell’areaagenti. A maggio dell’anno scorso, in seguitoalle prime indagini sul gruppo avviate dallaprocura di Forlì, la Banca d’Italia ha disposto lagestione provvisoria di Delta, con la nomina dicommissari e la sospensione dalle funzioni degliorgani amministrativi e di controllo. In una notal’Istituto di vigilanza spiegava che la gestionedei commissari avrebbe assicurato il normalesvolgimento dell’operatività a tutela di tutte leparti interessate. Da allora, invece, per i lavora-tori è cominciato uno stato d’incertezza, mentresi faceva strada l’ipotesi di acquisizione dellequote di Delta da parte del gruppo Intesa SanPaolo. Ma fin dal primo momento l’amministra-tore delegato di Intesa San Paolo aveva dichia-

243Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 243

Page 245: report - La voce Delle Voci

rato che il suo gruppo non si sarebbe fatto caricodelle criticità finanziarie di Delta. Il resto è storiarecente, come di tutti i giorni è la mobilitazionein piazza dei lavoratori: a marzo scorso ilgruppo torinese ha ritirato la sua offerta ed oggiè sempre più vicina, per Delta, la cessazione ditutte le attività. Ma questa storia è anche emble-matica dei rapporti fra il sistema bancario ita-liano e quello sammarinese.

L’occhio di San Marino

Vuole spiegarceli, questi rapporti bancari Italia-San Marino, considerando anche i gravi addebiti dellamagistratura che emergono dalle indagini, e alcuniriguardanti proprio il gruppo Delta?

Non c’è voluto molto tempo perché le inda-gini della procura di Forlì sul gruppo Delta arri-vassero a coinvolgere ex dirigenti della Bancad’Italia, ancora oggi considerati uomini di rac-cordo tra palazzo Koch e il sistema bancario. Ri-cordo che le ipotesi accusatorie vanno dalriciclaggio di denaro sporco, con false fattura-zioni e truffe ai danni dello stato italiano, all’ap-propriazione indebita. Gli accertamenti a caricodella Cassa di risparmio di San Marino e di altrigruppi bancari italiani fanno emergere la facilitàcon cui, da ormai diversi anni, si effettuano in-genti trasferimenti di denaro liquido dall’Italiaverso le banche di San Marino, senza una precisa

244 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:40 Pagina 244

Page 246: report - La voce Delle Voci

motivazione di natura economica e finanziaria.Ma nel mirino delle indagini sono finite anche lastessa Banca d’Italia e persino l’Unità d’informa-zione finanziaria (Uif), dal momento che alcunifiloni conducono gli inquirenti proprio all’Isti-tuto di via Nazionale. In particolare sotto la lentec’è l’autorizzazione firmata dall’Uif all’iscrizionedel gruppo Delta nell’albo dei gruppi bancari,avvenuta il 13 agosto 2007.

Da tempo ho segnalato in Parlamento dueaspetti particolarmente allarmanti di questa vi-cenda. Il primo, che quell’autorizzazione è stataconcessa a soli due giorni da Ferragosto, e nonmi pare un fatto usuale; il secondo riguarda lacircostanza che sulla copia dell’autorizzazione,rimasta in Banca d’Italia, spunta una correzionea penna che trasforma il 13 agosto in 17. Tale au-torizzazione, peraltro, è stata rilasciata nono-stante le criticità segnalate mesi prima, persinoalla procura di Roma, dal vecchio ufficio antiri-ciclaggio. Ma non basta. Fin da novembre 2007 laConsob aveva inviato una memoria al capo dellavigilanza di Bankitalia in cui si denunciavanouna serie di gravi irregolarità all’interno delGruppo Delta, riguardanti la trasparenza degliassetti proprietari e di governo. La nota si con-cludeva chiamando in causa la Cassa di rispar-mio di San Marino, capogruppo occulto di Delta.

E invece ancora una volta l’intervento dellaBanca d’Italia per commissariare il gruppo Delta

245Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 245

Page 247: report - La voce Delle Voci

è arrivato solo in seguito all’apertura di un’in-chiesta giudiziaria, quando sarebbe bastato eser-citare i propri poteri di vigilanza nel rigorosorispetto della legge antiriciclaggio.

Non è la prima volta che le banche di San Marinofiniscono nell’occhio del ciclone.

Guardi, quella che emerge dalle indaginidella procura di Forlì sulle attività della Cassadi risparmio di San Marino è una finanza senzaregole, alimentata dall’evasione fiscale di citta-dini italiani, sfruttata dalle banche sammarinesiper penetrare in modo illecito nella nostra eco-nomia nazionale.

Il mercato di riferimento attuale del sistemafinanziario della «Serenissima Repubblica» èquello rappresentato da residenti e prevalente-mente da non residenti, i quali di propria ini-ziativa scelgono di recarsi fisicamente pressobanche e finanziarie sammarinesi piuttosto chepresso intermediari del proprio paese. La que-stione ha avuto risalto anche sulla stampa.L’espresso ha ottenuto una copia dell’ultima re-lazione che la Banca centrale di San Marinoaveva consegnato al suo governo. Si tratta di undocumento riservato contenente a quanto paredue ammissioni notevolissime: che l’economialocale vive in buona parte sull’evasione fiscaleitaliana e che la stessa evasione, in realtà, èreato anche sul Monte Titano.

246 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 246

Page 248: report - La voce Delle Voci

A settembre 2009 la Guardia di finanza ha in-trapreso la verifica dell’elenco di 700 cittadini esocietà residenti a San Marino, ma con domiciliofiscale presso il Consolato generale della piccolaRepubblica a Rimini, mentre nelle mani del-l’Agenzia delle entrate c’è l’elenco di tutti i cit-tadini italiani residenti nel Titano, messo adisposizione delle autorità italiane dal Governosammarinese. Anche noi abbiamo fatto una ri-cerca. Secondo i dati dell’archivio dell’Anagrafedegli italiani residenti all’estero (Aire), i nostriconcittadini che hanno stabilito la propria «di-mora abituale» nella Serenissima Repubblicasono oltre 8000. Invece le autorità sammarinesihanno dichiarato che gli italiani residenti non sa-rebbero più di 4000.

Ma il governo italiano, pur da me compulsatocon numerosi atti parlamentari, non ha ancorastipulato un accordo stabile con la Repubblica diSan Marino per individuare coloro che utiliz-zano la piccola Repubblica per occultare i capi-tali o evadere il fisco.

Lei ci diceva prima che nelle indagini sono rimasticoinvolti anche alti funzionari della Banca d’Italia.Chi sono?

Dalle indagini della procura forlivese sonoemersi ruoli rilevanti di alcuni ex dirigenti e con-sulenti di Palazzo Koch come Claudio Patalano,Giuseppe Santonocito, Luca Papi, Stefano Ca-

247Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 247

Page 249: report - La voce Delle Voci

ringi, Aldo Loperfido e l’avvocato Paolo FerroLuzzi, tutti ancora oggi considerati uomini disupporto del gruppo Delta e della Cassa di ri-sparmio di San Marino. In particolare l’avvocatoFerro Luzzi insieme all’avvocato Michele Desa-rio (figlio di Vincenzo Desario, ex direttore ge-nerale di Banca d’Italia), è stato scelto perelaborare le tesi difensive della Cassa di San Ma-rino e dello stesso gruppo Delta. E sempre l’av-vocato Ferro Luzzi svolge attività di consulenzasul piano legale per la Banca d’Italia, nonché perla Banca Nazionale del Lavoro, dove aveva giàcollaborato con il dottor Patalano.

Passiamo a Giuseppe Santonocito: è consi-gliere d’amministrazione della Sedicibanca, labanca romana, ora commissariata, acquisita dalgruppo Delta nel 2004, che ha dato origine al-l’iter autorizzativo per portare alla trasforma-zione di Delta in «gruppo bancario». MaSantonocito è al tempo stesso un ex funzionariodi Banca d’Italia, dove faceva parte della Com-missione bilaterale incaricata proprio di distri-care i nodi bancari tra i due Stati.

Luca Papi, ex dipendente della Banca d’Italia,era al tempo delle prime indagini direttore ge-nerale della Banca centrale di San Marino;quanto a Stefano Caringi, ex ispettore di via Na-zionale, riveste il ruolo di capo della vigilanzadella stessa Banca centrale sul Titano; posizione,peraltro, ricoperta in passato da un ex ispettore

248 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 248

Page 250: report - La voce Delle Voci

della Banca d’Italia, Aldo Loperfido, che attual-mente risulta membro del consiglio d’ammini-strazione della sammarinese banca Partner.

Un clamoroso groviglio di interessi, dunque,una ragnatela tale da far sovrapporre il ruolo dicontrollori e controllati in rapporti plateal-mente «incestuosi». Fra l’altro, a completare ilquadro c’è il fatto che Banca d’Italia è presentecon alcuni suoi ex dipendenti anche ai verticidell’omologa struttura sammarinese, vale a direla Banca centrale, a sua volta partecipata al 14per cento dalla stessa Cassa di risparmio di SanMarino. È evidente che i sistemi di controllo in-terni a sostegno delle nuove disposizioni del-l’Istituto di vigilanza sulla governance delsistema bancario italiano, più volte chiamati incausa dal vice direttore generale della Bancad’Italia Anna Maria Tarantola, quanto menonon si sono rivelati adeguati a prevenire casicome quello del gruppo Delta-Cassa di rispar-mio di San Marino.

Nelle maglie dell’usura

Senatore Lannutti, lei ha citato prima la Bnl.Questa banca ci riporta ad un caso recente di cro-naca e, al tempo stesso, ad una delle principali bat-taglie che lei ha condotto prima come presidenteAdusbef e oggi da senatore. Vuole parlarci del rap-porto fra banche e usura?

249Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 249

Page 251: report - La voce Delle Voci

Il caso recente di cronaca cui lei faceva cennonon riguarda gli abituali rincari praticati allaclientela, ma qualcosa di ancor più grave. A feb-braio scorso ha subìto un nuovo rinvio il pro-cesso in corso presso la corte d’appello di ReggioCalabria denominato proprio «Banche e usura».Partito dalla denuncia dell’imprenditore Anto-nio De Masi, il procedimento giudiziario vedeimputati per usura i presidenti di tre delle mag-giori banche italiane: Banca nazionale del lavoro,Capitalia e Antonveneta, oltre ad alcuni funzio-nari. La sentenza di primo grado emessa dal tri-bunale di Palmi ha confermato l’esistenza delreato, ma non ha individuato negli imputati icolpevoli, la cui identificazione è oggetto delprocedimento d’appello, in quanto nel corsodelle udienze i presidenti dei tre istituti di cre-dito hanno affermato che le responsabilità di de-cisione dei tassi – che sono poi il mezzoattraverso il quale le banche ottengono i propriingenti introiti – spettano ai direttori generali.

Ma al di là di prevedibili rimpalli, questo pro-cesso mostra concretamente che gli istituti di cre-dito praticano al sistema produttivo calabresetassi di usura e come condizioni creditizie di que-sto genere stiano stritolando l’economia della re-gione. L’imprenditore De Masi con grandedifficoltà continua a lavorare in una zona diffi-cile, come la piana di Gioia Tauro: sta mante-nendo il posto di lavoro a 200 dipendenti senza

250 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 250

Page 252: report - La voce Delle Voci

che gli sia consentito di aprire un conto correnteattivo, nonostante non abbia a suo carico prece-denti di protesti, insoluti o altro. Insomma, quelloche sta accadendo a Reggio Calabria è l’ennesimadimostrazione di forza del vero potere e di chi lodetiene. Le banche rappresentano il governo oc-culto dell’Italia e il loro potere condiziona la vitademocratica del paese. Siamo di fronte ad un si-stema creditizio che, costi quel che costi, puntaesclusivamente al profitto e agli utili, che si chia-mino interessi usurai o derivati, commissioni dimassimo scoperto o bond, che si passi dall’usuraalle truffe agli enti pubblici o alla vendita di titoli«spazzatura» ad ignari risparmiatori.

Di fronte a tutto questo abbiamo avanzato algoverno una precisa richiesta. Quella di monito-rare con attenzione l’andamento del processo incorso, per impedire che vengano posti in esserecomportamenti censurabili sotto il profilo dellaresponsabilità dei magistrati al lavoro.

La politica, nel senso nobile del termine, nondeve restare a disposizione dei banchieri ma, alcontrario, essere dalla parte della gente e delleimprese che, se messe nelle condizioni di poterlavorare, creano ricchezza, lavoro e sviluppo.

Ma quali sono i casi in cui si può accusare unabanca d’aver applicato tassi usurai?

C’è stata in proposito una recentissima sen-tenza della Cassazione. La Corte a fine marzo

251Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 251

Page 253: report - La voce Delle Voci

scorso ha chiarito che la tanto discussa com-missione di massimo scoperto deve rientrarenei calcoli per la determinazione del tasso usu-rario. È stato quindi interpretato in manieraestensiva quanto disposto dall’articolo 644 delCodice penale, che impone di considerare rile-vanti per la determinazione dell’usura «tutti glioneri che un utente sopporti in connessione conun suo uso del credito». Tra questi, nella letturadella Corte, deve rientrare indubbiamenteanche la commissione di massimo scoperto,visto che si tratta di un costo legato all’eroga-zione del credito. La commissione di massimoscoperto, infatti, scatta tutte le volte in cui ilcliente utilizza lo scoperto di conto corrente eva a ripagare l’onere cui l’intermediario finan-ziario si sottopone nel procurarsi la provvistada mettere a disposizione del cliente. La Cassa-zione spiega che l’interpretazione estensiva èavvalorata dal cosiddetto decreto «anticrisi», inbase al quale sono nulle le clausole che preve-dono una remunerazione alla banca per lamessa a disposizione di denaro al correntista,indipendentemente dall’effettivo prelevamentoe dall’effettiva durata dell’uso da parte delcliente. Ed anche la commissione massimo sco-perto, se prevista dal contratto, potrà essere ap-plicata solo in caso di un saldo negativo ditrenta giorni, e non più anche nel caso di unsolo giorno di «rosso» in conto.

252 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 252

Page 254: report - La voce Delle Voci

Ma è stata davvero abolita la commissione di mas-simo scoperto?

Nonostante le severe critiche espresse in piùoccasioni dalla giurisprudenza, la commissionedi massimo scoperto era finora sopravvissuta, inquanto costituiva una voce tutt’altro che secon-daria per gli introiti delle banche. Ed anchequando, nel 1996, era arrivata la legge sulle Di-sposizioni in materia di usura, in una circolarela Banca d’Italia aveva escluso dal calcolo dei«tassi soglia» la commissione di massimo sco-perto. In definitiva, per anni le banche si sononascoste dietro la nota dell’Autorità di vigilanza,nota che inquinava quanto stabilito dalla leggeantiusura, come ho più volte ribadito. Così comeanche qui sottolineo che le istruzioni di Bankita-lia, discutibili e chiaramente rivolte a garantireprofitti alle banche senza che queste corrano ilrischio di vedersi contestare il reato di usura,non possono mutare per la determinazione delTaeg (il tasso annuo effettivo globale) i terministabiliti dalla legge del 1996.

Siamo dovuti arrivare ad agosto 2009 perchél’istituto guidato da Mario Draghi diramassenuove istruzioni per la rilevazione dei tassi ef-fettivi globali medi, sulla base di quanto richie-sto dalla legge sull’usura. Fino ad allora, comericorda la Cassazione, le istruzioni di vigilanzaprevedevano che la commissione di massimoscoperto non entrasse nel conteggio del tasso

253Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 253

Page 255: report - La voce Delle Voci

globale, ma venisse rilevata separatamente edespressa in termini percentuali.

Ma come stanno le cose ad oggi?A febbraio 2009 è stata approvata una legge che

sostanzialmente abolisce la commissione di mas-simo scoperto. Le banche, per sfuggire a questanorma e continuare ad agire senza vincoli, hannosemplicemente cambiato il nome: da «commis-sione di massimo scoperto» a «commissione discoperto di conto», senza porsi il problema dichiedere ed ottenere un esplicito consenso delcliente. Ciò significa che le limitazioni previstedalla legge non hanno avuto alcun effetto. In so-stanza, la presunta abolizione della commissionedi massimo scoperto, più che avvantaggiare i cor-rentisti li ha ulteriormente penalizzati, visto chein questi ultimi mesi c’è stata una vera e propriaproliferazione di nuove commissioni applicatedalle banche sui conti correnti, che non solo asso-migliano alla commissione di massimo scoperto,ma addirittura sono più salate. Su questa scanda-losa situazione è recentemente intervenuto ancheil presidente dell’Autorità garante della concor-renza e del mercato.

Cosa ha detto Catricalà?Per Catricalà è inaccettabile che chi va «in

rosso» sul conto corrente in maniera occasio-nale, e magari per un solo euro, paghi molto di

254 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 254

Page 256: report - La voce Delle Voci

più di chi lo fa in forma continuativa, per giuntacon il rischio che oggi il piccolo cliente sia chia-mato a corrispondere anche quindici volte inpiù di quando c’era la commissione di massimoscoperto. Il 21 aprile scorso [2010, n.d.r.], du-rante l’audizione presso la Commissione Fi-nanze e tesoro del Senato, parlando propriodella eliminazione della commissione di mas-simo scoperto e dell’introduzione di semprenuovi balzelli, il presidente dell’Autorità ha co-municato dati allarmanti sull’incremento deicosti derivanti dalla commissione di massimoscoperto, risorta come l’araba fenice.

Può farci qualche esempio?In particolare Catricalà, facendo riferimento

ad una apposita, accurata indagine sul campoeffettuata dalla sua Authority, ha spiegato che iconsumatori privati, principali fruitori dellapossibilità di andare in scoperto sul conto cor-rente, subiscono oggi in maniera gravosa leconseguenze degli incrementi di costo derivantidalle nuove tipologie di spesa. Il rapporto mo-stra addirittura che, da un raffronto fra le spesecalcolate trimestralmente dalla banca primadella nuova norma e quelle del periodo succes-sivo alla sua entrata in vigore, si registra in certicasi addirittura un +1600 per cento. In generale,ha spiegato Catricalà, le nuove commissioni ap-paiono particolarmente penalizzanti per gli

255Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 255

Page 257: report - La voce Delle Voci

scoperti di durata medio-lunga, ma risultanopeggiorative anche per quelli di durata moltobreve e di entità limitata.

Anche l’Adusbef ha effettuato una indagine di que-sto tipo. Cosa è emerso?

La ricerca dell’Adusbef mostra che negli ultimicinque anni (2005-2009), su un totale di 6155 mi-liardi di euro di finanziamenti per cassa, la com-missione di massimo scoperto arbitrariamenteconteggiata dal sistema bancario ai debitori, al difuori dei tassi cosiddetti usurai, ammonta a quasi182 miliardi di euro. Il che significa una media dioltre 35 miliardi all’anno. L’ho detto anche al Se-nato: per coloro che hanno garantito, in concorsotra loro, profitti illeciti e vantaggi usurari al si-stema bancario attraverso la surrettizia interpre-tazione di una norma di legge chiara edimperativa come l’articolo 644 del Codice penale,si dovrebbe configurare il concorso nel reato diusura. Migliaia di imprenditori strozzati da inte-ressi eccedenti il tasso soglia, quindi di fatto usu-rari, sono stati costretti a dirottare nelle cassedelle banche il frutto della loro attività. La recentesentenza della Cassazione mostra chiaramentel’urgenza di porre un freno alle banche e alla loroprepotenza, che sfocia spesso nell’illegalità.

Una situazione illegale, dunque. Quali sono gli ef-fetti specifici sulla crisi in atto?

256 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 256

Page 258: report - La voce Delle Voci

La crisi, come abbiamo visto, è intimamenteconnessa all’avidità dei banchieri, alle complicitàdolose delle autorità vigilanti, ma anche ad unacultura dominante fondata sul debito e sul ricorsoal credito facile per affrontare un problema o su-perare difficoltà contingenti. Tutto questo insiemedi fattori produce un aumento esponenziale delricorso all’usura. In meno di quindici anni gli ita-liani da popolo di risparmiatori quale erano (siriusciva a risparmiare più del Giappone, il 20 percento del Pil), sono diventati tutti investitori neiborsini, con assunzione di pesanti rischi. Uno sce-nario aperto nei primi anni Novanta dalla priva-tizzazione del Credito Italiano con lo slogan«Oltre i Bot i Credit». Peccato che la banca dimen-ticasse di specificare che i titoli di stato erano areddito fisso, mentre le azioni presentavano deirischi. Siamo diventati così un popolo di debitori,specie nel passaggio dalla lira all’euro nel 2002,che ha provocato un raddoppio dei prezzi edun’enorme speculazione a danno delle famiglie.

Nel 2009 il rischio di sovraindebitamento, pre-sente soprattutto nel Mezzogiorno, toccava 464mila famiglie e 570 mila piccoli imprenditori. Ildebito medio per le famiglie nel Sud raggiungevai 22 mila euro, e per i piccoli imprenditori i 40mila euro. La crescita del debito nei primi mesidel 2009 era stata una vera e propria impennata:70 per cento in più. Livelli che, fra l’altro, confer-mano la scarsa propensione delle banche ad elar-

257Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 257

Page 259: report - La voce Delle Voci

gire credito e richiedono un deciso interventopubblico sul fronte del microcredito «sociale»,anche in chiave di prevenzione del fenomenodell’usura, rispetto alla cui diffusione il numerodi denunce presentate all’autorità giudiziaria,come sappiamo, non dà una misura attendibiledella reale entità del problema. Il passo dal so-vraindebitamento all’usura infatti è breve, manon è inevitabile. Infatti i dati rilevano come lamaggioranza delle famiglie sovraindebitate nonevolva nell’usura, ma è anche vero che in moltis-simi casi di usura si riscontra una lunga fase diindebitamento precedente al fenomeno usurario.

In materia il senatore Roberto Centaro ha presen-tato un disegno di legge. Lei come lo giudica?

Quel disegno è ancora in discussione. Nel me-rito ho avanzato durante i lavori della Commis-sione alcuni rilievi. Il provvedimento ha ilmerito di portare alla luce il fenomeno del so-vraindebitamento, pressoché ignorato dai tantidecreti-legge anticrisi. Ma uno dei limiti è quellodi affrontare il problema dal punto di vista emi-nentemente «tecnico». Sul punto concernentemisure a sostegno delle famiglie e delle piccoleimprese commerciali, del resto, l’azione del go-verno è sempre stata fortemente carente, tuttaorientata com’è all’erogazione di fondi per lagrande impresa o i colossi del credito, anche per-ché manca una visione strutturale e d’intervento

258 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 258

Page 260: report - La voce Delle Voci

sistematico sui redditi dei lavoratori dipendentie dei pensionati, e sul sostegno al reddito diquanti non hanno lavoro, o lo perdono senzapoter disporre di ammortizzatori sociali.

In un simile contesto il disegno di legge Centarorischia di far scomparire al suo interno la realtàvissuta da migliaia di famiglie in difficoltà econo-mica. Questi nuclei, siano essi famiglie numeroseo monoparentali, vivono una realtà di crisi, nonsoltanto per la contrazione congiunturale del girod’affari aziendale, ma anche rispetto ad una realtàquotidiana che li vede in rapporto con il proprie-tario di casa per il canone di affitto, piuttosto checon la finanziaria per il prestito connesso all’ac-quisto di un’automobile, o con la banca per imutui connessi all’acquisto o alla ristrutturazionedella casa. Non stiamo quindi parlando di spesevoluttuarie, bensì di una crisi di debito che ri-guarda fabbisogni necessari e basilari.

Il testo si occupa anche di affrontare l’usura?Sì, sono previste alcune modifiche alla legisla-

zione vigente in materia di usura e di estorsione,che secondo me dovrebbero essere integrate conun rafforzamento della pena pecuniaria, allaluce del carattere ormai «industriale» ed orga-nizzato che molti fenomeni di usura presentano.Con riferimento all’usura nella quale il sovrain-debitato può incappare, il disegno offre un qua-dro ufficiale piuttosto rasserenante, ma subito

259Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 259

Page 261: report - La voce Delle Voci

dopo uno scenario reale più confuso e inquie-tante. Un punto, questo, sul quale le istituzionirischiano di contraddirsi, visto che in molte re-altà territoriali lo strumento dell’Osservatorioantiusura e antiracket è rimasto solo sulla carta.Di qui, la situazione paradossale che si registrain alcune aree del paese.

Gli appestati del ventunesimo secolo

Lannutti, quanto è influenzato il ricorso all’usurada erronee valutazioni, da parte delle banche, del co-siddetto «merito creditizio» di un soggetto o di unapiccola impresa?

Diciamolo: l’anticamera dell’usura nasce inbanca, da un credito negato, dall’insensibilità delsistema bancario a valutare la meritorietà delcredito. Infatti, forse è vero che il sistema banca-rio italiano è più solido di quello degli altri paesi,ma lo è a scapito delle famiglie, delle piccole emedie imprese, di chi si deve «impiccare» perchénon ce la fa a pagare, perché perde la casa, per-ché la spietatezza delle banche costringe moltis-sima gente a ricorrere all’usura.

Quanto al merito creditizio, il discorso va af-frontato partendo dall’archivio delle banche datiprivate, che fanno parte del sistema bancario(così come ne fa parte la Crif, una banca dati pri-vata). Vi sono inseriti milioni di cittadini e fami-glie che non dovrebbero essere schedati, e questo

260 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 260

Page 262: report - La voce Delle Voci

non lo diciamo solo noi: lo ha sostenuto anche ilGarante della privacy. In questo archivio sonoinseriti i dati di tutti coloro che risultano esposticon la banca per affidamenti oltre una certa so-glia, nonché coloro che si sono mostrati incapacidi far fronte ai debiti verso il sistema bancario.Queste informazioni vengono rese disponibiliper le banche al fine della valutazione dell’affi-dabilità di chi richiede un prestito.

Per carità, io sono favorevole ad un certo ri-gore. Chi come me ha lavorato per vent’anni inbanca sa cosa significa: bisogna espungere e di-stinguere i furbi – quelli che magari chiedonodieci prestiti e poi possono truffare – dalle fami-glie oneste, dalle persone perbene che spesso in-giustamente vengono messe nella lista dei cattivipagatori. Gli iscritti in quella banca dati sono inuovi appestati del ventunesimo secolo che nonhanno più meritorietà di credito. L’effetto diqueste segnalazioni è quasi identico a quelle ef-fettuate presso la centrale rischi della Bancad’Italia e spesso anche peggiore, perché per se-gnalazioni di lievissima entità l’utente si è vistopoi negare finanziamenti ben più importanti,pur essendo pienamente solvibile.

Come abbiamo visto nel caso della signora diSassari, di fronte a erronee valutazioni che ave-vano dato luogo ad illegittime segnalazioni, visono state numerose pronunce di diversi tribu-nali che hanno imposto alla banca di rettificare i

261Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 261

Page 263: report - La voce Delle Voci

dati, con cancellazione della segnalazione ed inalcuni casi con il risarcimento dei danni. Non èpossibile che un cittadino venga iscritto in que-sta banca dati senza saperlo e che per essere can-cellato debba impegnare il suo tempo in unasorta di via crucis.

Ecco, l’anticamera dell’usura nasce anchequi, dall’immissione di informazioni creditizie,nelle Centrali rischio e nelle altre banche dati,immotivata o conseguente ad erronee valuta-zioni. Anche perché – ed è accaduto spesso – ilcliente della banca che realmente aveva avutoproblemi d’insolvenza, dopo aver sanato i de-biti continua a vedersi rifiutare l’accesso al cre-dito perché persiste la segnalazione negativanelle banche dati. E, ricordiamocelo bene, lalegge sull’usura prevede la riabilitazione di chinon ha pagato una cambiale, una tratta o un as-segno. Ma per le Centrali rischio delle banche,riabilitazione negata.

Patti Chiari. Per chi?

Senatore, ma per provare a tutelare i cittadini daquesti ed altri abusi, qualche anno fa non era stato va-rato un accordo dal titolo esplicito «PattiChiari»? Chefine ha fatto?

Per capire di cosa stiamo parlando, ricordoche a febbraio 2010 Filippo Cavazzuti è stato ri-confermato alla presidenza del Consorzio Patti-

262 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 262

Page 264: report - La voce Delle Voci

Chiari. Il Consorzio, quindi, si limiterebbe a met-tere informazioni terze a disposizione delcliente, favorendone scelte più informate e con-sapevoli. Anzi, secondo il presidente di Patti-Chiari, il Consorzio non esprime alcunavalutazione o giudizio di qualità sui titoli, ma ilsuo compito è solo quello di organizzare informa sintetica giudizi e valutazioni espresse daoperatori professionali, offrendo a prezzo zeroinformazioni assai costose da reperire e di cui sifa carico il bilancio del Consorzio stesso, elimi-nando così la barriera dei costi informativi per ilcliente. E invece incertezze sul funzionamentodella lista dei titoli affidabili di PattiChiari eranoemerse già nell’estate 2006 e nello stesso periododel 2007, con la repentina cancellazione di ben130 titoli. Ma a settembre 2007 il Sole 24 Ore se-gnalava che nella lista risultavano comunquecompresi quattro titoli «illiquidi», che cioè nonriuscivano a fare prezzo.

Venendo al caso specifico Lehman, a fine lu-glio 2008 non pochi avanzavano dubbi circa ilmantenimento dei bond Lehman nell’elenco diPattiChiari, visto l’avvenuto crollo delle quota-zioni. E ancora dopo il crollo della banca ameri-cana, fino al 29 settembre 2008, sono rimaste inlista otto emissioni delle banche islandesi Glitnire Kaupthing, poi andate in default.

Dopo le polemiche Cavazzuti lo scorso annoaveva annunciato numerosi cambiamenti che

263Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 263

Page 265: report - La voce Delle Voci

avrebbero permesso a PattiChiari di diventareun organismo maggiormente indipendente, an-ziché una sostanziale emanazione dell’Abi,l’Associazione bancaria italiana. In particolareil presidente assicurava che ci sarebbe stato unaumento di severità nell’applicazione dei rego-lamenti del Consorzio, con la promessa diespellere le banche non in grado di garantire latrasparenza e la semplificazione dei rapporticon i clienti. L’obiettivo di tali innovazioni sa-rebbe quello di dare un reale significato al mar-chio PattiChiari. Iniziative che certo nondovrebbero essere annunciate come novità.Ecco, questo è PattiChiari, il consorzio pro-mosso dall’Abi che riunisce 185 banche, pari al92 per cento degli sportelli presenti in Italia,creato con lo scopo presunto di fornire un sup-porto informativo ai clienti delle banche e favo-rire la trasparenza nelle relazioni banca-cliente.Ma non sempre è così, come mostra il caso deldossier diffuso da PattiChiari tre giorni primadel crac di Lehman Brothers, a causa del qualedecine di migliaia di risparmiatori sono statiresi consapevoli «della solidità dei titoli Leh-man» e della qualità di un investimento sicuro,per poi scoprire in brevissimo tempo di avervincolato i propri risparmi in obbligazioni che,oltre al mancato rendimento, hanno determi-nato la perdita del capitale. Ciò che serve dav-vero ai risparmiatori è di poter disporre di un

264 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:03 Pagina 264

Page 266: report - La voce Delle Voci

sistema d’informazioni affidabili e costante-mente aggiornate, predisposte da fonti specializ-zate autenticamente indipendenti, secondostandard e linee guida accettate sul piano inter-nazionale, in modo da porre fine a pratiche edatteggiamenti che, attraverso lo scarico delle re-sponsabilità tra i singoli istituti di credito ed iconsorzi che dovrebbero assicurare maggiore in-formazione al cliente, risultano, nel concreto, le-sivi della trasparenza del mercato e dei diritti deiclienti degli istituti bancari.

Membri del consorzio PattiChiari, oltre a colossicome Bnl o Monte Paschi di Siena, sono numerosis-sime Banche Popolari. Qualcuno attribuisce a questiistituti «di prossimità» garanzie di maggiore affida-bilità per il cliente. È così?

Sull’argomento ho elaborato un apposito di-segno di legge, nel quale ho approfondito la que-stione fin dall’inizio della legislatura. Il quadroè sostanzialmente questo. Le banche popolari, ingenerale, e quelle quotate in particolare, hannofinito per perdere lo scopo mutualistico degliesordi, essendosi allontanate definitivamentedall’alveo e dalle finalità delle cooperative. Sem-pre più le Popolari hanno esigenze proprie degliistituti bancari ordinari, con un’offerta diversifi-cata dei prodotti finanziari e con un modello or-ganizzativo analogo a quello degli altri istituti dicredito. La propensione delle banche popolari

265Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:03 Pagina 265

Page 267: report - La voce Delle Voci

alla raccolta di capitali esteri, necessari per lamodernizzazione del comparto e per le indi-spensabili politiche di aggregazione, ha reso evi-dente la loro apertura al mercato nazionale edinternazionale. Si sono determinati perciò assetticontraddittori, con banche popolari quotate checontinuano a mantenere strumenti obsoleti,quali il voto capitario e la clausola di gradi-mento, previsti dalla loro disciplina normativa.Tali strumenti non solo disincentivano gli inve-stimenti e sminuiscono l’appetibilità dei titoli,ma riducono fortemente i più elementari dirittidei soci. E proprio il numero dei soci di banchepopolari, che tocca ormai quota un milione disoggetti, testimonia delle notevoli diversità in-tervenute rispetto alla storica matrice cooperati-vistica di questi istituti.

In che direzione va, allora, la sua proposta di ri-forma?

Esaminando da vicino la galassia delle Popo-lari ci si accorge che in un solo caso, quello diBanca Popolare Etica, siamo di fronte a istitutilegati esclusivamente al rapporto con il clienteed impostati secondo criteri che privilegianoquest’ultimo. Per tutto il resto, riscontriamo lo-giche che non sono solo utilitaristiche, ma anchedel tutto analoghe a quelle dei competitori delsistema. Per dimensione e per distribuzione ter-ritoriale questi istituti sono vere e proprie im-

266 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 266

Page 268: report - La voce Delle Voci

prese votate al business, tanto più che traggonosostegno finanziario dal mercato dei capitali incui il legame mutualistico con il socio azionistaè del tutto cancellato. Nel mio disegno si pre-vede una maggior tutela per i diritti dei socidelle banche popolari quotate, armonizzando lanormativa italiana sulla base del principio fon-dante della libera circolazione di capitali, con lacreazione di disposizioni più rispettose della le-gislazione europea.

Quindi le Popolari, a parte Banca Etica, si compor-tano ormai in maniera analoga rispetto alle maggioribanche?

Lo dicono anche le rilevazioni, come quella digennaio scorso [2010, n.d.r.], condotta dal Cor-riere Economia, sui costi bancari per famiglie erealizzata sul panel di sei istituti: Intesa, Unicre-dit, Banca Sella, Popolare di Bergamo, Banca na-zionale del lavoro e Banca Popolare di Milano:emerge che in quattro mesi i tassi attivi dei conticorrenti bancari si sono dimezzati e quelli pas-sivi hanno ripreso ad aumentare. Stanno au-mentando anche i costi, ad esempio per ilprelievo di contante allo sportello (fino a 3 euronei conti ordinari) e il canone annuo (da 76 a 77euro in media nei conti a pacchetto). A febbraioi rendimenti dei depositi bancari sono crollatiallo 0,035 per cento. Erano allo 0,070 il 30 set-tembre 2009. Gli interessi sui prestiti sono saliti

267Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 267

Page 269: report - La voce Delle Voci

di quasi un punto, dal 12,45 al 13,35 per cento,con picchi del 21,50; ancora, i tassi passivi extrafido sfiorano il 20 per cento, quelli entro fidosono saliti dall’11,49 all’11,78 per cento.

Allargando il campione a Poste italiane e Po-polare di Verona e Novara, il rendimento saleallo 0,06 per cento: sempre pochissimo, se sipensa che il conto BancoPosta dava l’1,25 percento nel 2004 e ora è crollato allo 0,25 per cento.Badiamo bene: Poste e Popolare di Verona sonofra gli istituti che nel 2004 aderirono al blocco deicosti invocato dalla Banca d’Italia: gli altri eranoIntesa, Sella e Unicredit, il cui conto ricaricabileera vincolato fino al febbraio 2010.

Sempre secondo i dati del Corriere Economia, ilcosto medio annuo di un conto per famiglie èoggi di 267 euro (media fra gli otto istituti): ilcosto del deposito-tipo è salito del 5 per cento ri-spetto al 2008, il prelievo di contante allo spor-tello sui conti ordinari da febbraio 2010 costa 3euro in Unicredit, 2,5 euro in Montepaschi, 2euro in Credem e Popolare di Verona.

Per giunta, gli aumenti decisi dagli istituti dicredito a svantaggio del cliente vanno a brac-cetto con rendimenti irrisori del conto corrente,tanto che, secondo una simulazione fatta dalCorriere Economia, perché il rendimento dei ri-sparmi in giacenza superi i costi bancari delconto, tasse comprese, bisognerebbe depositareminimo 611 mila euro.

268 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 268

Page 270: report - La voce Delle Voci

Ha avuto qualche effetto l’introduzione delle ban-che on line?

Anche questi istituti oggi stanno abbassandoi rendimenti. Il segnale viene da Fineco che, in-vertendo una tendenza storica, ha annunciato il18 gennaio 2010 ai propri correntisti che non ag-gancerà più il rendimento del conto al tasso dellaBce (pari all’1 per cento), bensì all’Euribor a unmese, che vale meno della metà (0,43 per cento).Quindi un conto che rendeva lo 0,75 per centoora dà lo 0,18 per cento. I tassi passivi, al contra-rio, salgono e saliranno in tutto il sistema, vistoche quelli attivi, sui depositi, ormai sono a zeroe le banche non possono abbassarli ancora dipiù, per guadagnare sulla raccolta. Il meccani-smo è sempre lo stesso: attraverso continui dik-tat, le banche fanno gravare sui correntisti i costidella crisi finanziaria, di cui sono responsabili.

Tu chiamale se vuoi Fondazioni

Lannutti, in tutti i meccanismi del sistema banca-rio italiano, quali quelli che lei ha fin qui descritto,che ruolo hanno oggi le Fondazioni bancarie?

Si registra la presenza determinante di questisoggetti nell’azionariato di molte banche, conforti legami sotto il profilo concorrenziale non-ché in taluni casi, ad esempio la FondazioneCassa di risparmio di Roma, una gestione al-quanto arbitraria dei patrimoni, con spese spro-

269Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 269

Page 271: report - La voce Delle Voci

positate in elargizioni a favore di atenei privati,associazioni di accademie ed altro, senza contarele nomine effettuate dalle Fondazioni bancariepresso gli stessi atenei beneficati, in funzionequasi di controllo.

Ho segnalato che le fondazioni di origine ban-caria sono al centro di una ragnatela di parteci-pazioni interconnessa fra Intesa-Sanpaolo,Unicredito-Hypovereinsbank, Capitalia, MontePaschi di Siena, Mediobanca e Generali, per nonparlare dei grandi gruppi finanziari, il cui ruolosi allarga poi verso industrie rilevanti.

Il problema cruciale di queste fondazioni è laloro autoreferenzialità. Si tratta, in altre parole,di riuscire ad individuare gli amministratori diquesti importanti soggetti economici che si con-figurano come una «casta» chiusa, i cui mecca-nismi di nomina sono spesso basati sullacooptazione. E gli amministratori, una volta in-dividuati, devono rendere conto. Il problemaprincipale insomma si pone, sotto questo profilo,per quanto riguarda la gestione del patrimoniodelle fondazioni e in particolare di quella parteimpegnata nelle partecipazioni bancarie.

Ma quali sono, per grandi linee, le norme in vigoreche regolano questi soggetti?

Le norme sul regime civilistico delle fondazionistabiliscono che esse perseguano esclusivamentecompiti di utilità sociale e di promozione dello

270 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 270

Page 272: report - La voce Delle Voci

sviluppo economico, assicurando l’equilibrata de-stinazione delle risorse e dando preferenza ai set-tori di maggiore rilevanza sociale. Sono tenuteinoltre ad operare rispettando principi di econo-micità della gestione e possono esercitare impresesolo se «direttamente strumentali ai fini statutari»ed esclusivamente nei settori rilevanti. In pratica,non è consentito alle fondazioni l’esercizio di fun-zioni creditizie. Ed è esplicitamente escluso chepossano disporre qualsiasi forma di finanzia-mento, di erogazione o comunque di sovvenzionead enti con fini di lucro o in favore di imprese diqualsiasi natura, con eccezione delle imprese stru-mentali, delle imprese sociali e delle cooperativesociali. Sul rispetto di queste regole è tenuto a vi-gilare il ministero dell’Economia e delle finanze,cui compete la verifica non solo dei profili di le-gittimità delle fondazioni, ma anche della lorosana e prudente gestione.

Ma a quanto pare questo non sempre è avve-nuto. Occorre intervenire per fare in modo chele fondazioni rendano più chiaro in che modoesercitano i diritti di voto nelle società parteci-pate e definiscano i criteri in base ai quali sele-zionano i candidati da proporre per gli organi digoverno delle stesse partecipate, e ciò anche alfine di non candidare persone in conflitto diruolo. Senza contare, poi, che siamo arrivati ad-dirittura alle richieste di sponsorizzazione in fa-vore di organi dello stato.

271Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 271

Page 273: report - La voce Delle Voci

A cosa si riferisce?Mi riferisco per esempio alle richieste avan-

zate dalla polizia scientifica e dalla presidenzadel tribunale di Bologna, che si erano rivoltequalche mese fa ad alcuni soggetti privati, com-prese le fondazioni bancarie, per chiedere soste-gno finanziario alle loro attività, comeristrutturare i laboratori in cui opera la polizia,o assumere nuovi cancellieri perché sono pochie i processi non vanno avanti. Il presidente deltribunale di Bologna ha affermato che è lo stessoministero della giustizia che li invita a cercaresponsorizzazioni, aiuti e incentivi presso gli entiprivati. Ma non è certo compito delle fondazionibancarie elargire fondi alle forze dell’ordine e aorgani della giustizia, anche se in casi di urgenzapossono far fronte a questi bisogni. Il fatto è chele fondazioni hanno finito per svolgere semprepiù spesso un ruolo di supplenza nei confrontidello stato, a causa dell’insufficienza dell’inter-vento pubblico. Ma così si arriva all’assurdo: cirendiamo conto che quando i tribunali arrivanoa chiedere ed ottenere finanziamenti dalle fon-dazioni bancarie, che controllano direttamentegran parte delle banche, risultano di conse-guenza privati di garanzie di terzietà ed impar-zialità di fronte alla legge tutti i cittadini,consumatori e risparmiatori, spesso vittime diraggiri da parte delle banche, ed in particolarecoloro che hanno promosso ricorsi giudiziari

272 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 272

Page 274: report - La voce Delle Voci

contro i comportamenti fraudolenti delle banchenella gestione del credito e del risparmio?

Le fondazioni bancarie hanno una presenza rile-vante anche nella Cassa depositi e prestiti, dove amarzo scorso si è registrato un piccolo terremoto. Leise ne è occupato in Senato. Ce ne vuole parlare?

A marzo si é appreso che Giovanni Gorno Tem-pini, direttore generale di Mittel, la finanziaria chefa capo a Giovanni Bazoli, sarebbe stato indicatoda quest’ultimo quale amministratore delegatodella Cassa depositi e prestiti. Cosa che poi pun-tualmente è accaduta. Lo statuto della Cassa lasciala scelta dell’amministratore delegato al ministerodell’Economia, azionista al 70 per cento, mentre66 fondazioni bancarie hanno il 30 per cento edesprimono il presidente. Va ricordato che GornoTempini lavora già per Giulio Tremonti, il qualepunta su di lui per realizzare i 50 miliardi di inve-stimenti previsti dalla «banca del governo».

La Cassa depositi e prestiti, che amministraoltre 180 miliardi di euro del risparmio postalefrutto del sudore di tante piccole «formichine»che operano anche nei paesi sperduti e non servitidalle banche, ha una funzione duplice: da un lato,con la gestione ordinaria, supporta investimentiper opere, impianti, reti destinate a fornire servizipubblici e si finanzia emettendo obbligazioni; dal-l’altro, con la gestione straordinaria, finanzia gliinvestimenti degli enti pubblici e degli enti locali

273Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 273

Page 275: report - La voce Delle Voci

tramite l’emissione di titoli come i buoni fruttiferipostali, utilizzando la rete di raccolta delle Posteitaliane. Gorno Tempini subentra all’attuale am-ministratore delegato della Cassa depositi e pre-stiti, Massimo Varazzani; quest’ultimo circa unanno fa, dopo la riforma della Cassa approvatadal Parlamento, venne nominato con un contrattodi durata triennale. Inoltre, dopo la nomina di Va-razzani era stato presentato un piano industrialetendente ad utilizzare fondi della Cassa depositie prestiti anche per investimenti pubblici, alloscopo di far ripartire l’economia.

Fatte queste premesse, concordo con quantoscritto anche dal quotidiano la Repubblica: la no-mina di Gorno Tempini è un altro tassello delgrande tavolo spartitorio in atto. Tale designa-zione va messa in relazione alla «congiunzioneastrale» che sta riscrivendo i vertici di Cassa de-positi e prestiti, Intesa Sanpaolo ed Abi. Solo inun maxi tavolo, e nell’ottica di uno scambio sualtri dossier, si comprende infatti la nomina ro-mana del manager di Bazoli.

Questo in particolare cosa significa?Voglio ricordare che Giovanni Bazoli, oltre

che presidente della finanziaria Mittel, è attual-mente presidente del Consiglio di sorveglianzadi Intesa Sanpaolo. Vicepresidente del gruppoMittel è Romani Zaleski, finanziere franco-po-lacco che, come ho più volte ricordato in aula,

274 Il Moloch delle banche

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 274

Page 276: report - La voce Delle Voci

nonostante non abbia mai fatto chiarezza sullaragnatela delle holding partecipate dal suogruppo in Italia e all’estero, ha continuato a ri-cevere crediti illimitati dai principali istitutibancari. Mi riferisco in particolare a quando In-tesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Ubi e Bpm, cre-ditrici della Carlo Tassara, holding energeticafacente capo a Zaleski, dettero il via libera allaristrutturazione dei debiti di questa stessa so-cietà, approvando il passaggio ai loro istituti deicrediti concessi precedentemente dai gruppiesteri Bnp Paribas e Royal Bank of Scotland perla bellezza di 1 miliardo e 600 milioni, di cui erastato chiesto il rientro.

In pratica sono sempre i soliti nomi, espo-nenti degli esclusivi interessi dei maggiori isti-tuti bancari, ad essere candidati in ruoli divertice, anche quando si tratta di condurre unente pubblico come la Cassa depositi e prestiti,che ha il compito di investire un risparmio nonsolo finalizzato agli investimenti, ma anche diordine previdenziale e produttivo, destinato afinanziare anche le opere pubbliche. Un rispar-mio che a mio avviso potrebbe essere messo arepentaglio da gestioni non sempre improntatealla trasparenza, come avvenuto proprio nelcaso Zaleski. Non si capisce, infatti, quali sianole ragioni per cui sia stato rimosso Massimo Va-razzani prima della scadenza e a quanto am-monti il costo della sua revoca.

275Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 275

Page 277: report - La voce Delle Voci

Ancora, non mi risulta che lo statuto delle fon-dazioni bancarie preveda, oltre alla nomina delpresidente, anche la designazione dell’ammini-stratore delegato, nomine che in ogni caso an-drebbero fatte non «a mezzo stampa», comeavvenuto in questo caso, ma nelle competentisedi parlamentari, dove queste circostanze po-trebbero essere approfondite. Si dovrebbe cer-care di capire, per esempio, se la revoca diVerazzani risulti in qualche modo giustificata daeventuali inadempienze, o sia esclusivamente diordine politico-clientelare per accontentare i de-siderata delle fondazioni bancarie ed in partico-lare del presidente del Consiglio di sorveglianzadella banca Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli.

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 276

Page 278: report - La voce Delle Voci

Le grandi cupole: Bankitalia

Qual è stato nei lunghi anni di abusi e sperperidi risorse pubbliche il ruolo dei controllori? Aldi là della magistratura – che è riuscita a portarea galla gli sconcertanti scenari compresi fra l’eradei «furbetti del quartierino» e quella attualedelle cricche capaci di ridersela perfino sulle ma-cerie dei terremoti, con i morti ancora caldi –avevano compiutamente esercitato i loro poteridi vigilanza sulle sorti economiche del paese ledue massime autorità a tale scopo istituite,Banca d’Italia e Consob?

Quello che Elio Lannutti tocca in questo capi-tolo e nel prossimo, è forse il punto centraledella sua analisi, intorno al quale ruota granparte dell’intensa attività da lui svolta nell’arcodi oltre trent’anni.

Perché se quelle Authority avessero svolto illoro compito, che ha evidentemente anche unaformidabile valenza sul fronte della preven-zione – questo il fulcro della riflessione – oggila crisi internazionale che in Italia falcidia posti

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 277

Page 279: report - La voce Delle Voci

di lavoro, famiglie e pensionati (è recentissimoil dato Istat su pensioni che nel 72 per cento deicasi sono inferiori a 1000 euro, con un secco 45per cento al di sotto dei 500 mensili) avrebbetrovato casse dello stato complessivamentemeno esangui ed un paese più forte nel neces-sario sostegno alla popolazione. Invece, comemostrano le diverse situazioni qui affrontate,assistiamo puntualmente ad un ruolo di Banki-talia a rimorchio della magistratura. Si aspettaad assumere iniziative (che potevano e dove-vano essere affrontate prima sul piano conta-bile) finché non scoppiano casi giudiziari chehanno dell’incredibile. Si comincia a mandaregli ispettori quando i buoi sono già scappati conil bottino dal recinto.

Nel mirino del senatore anche l’atteggiamento«da pompiere» tenuto dagli istituti di MarioDraghi e Lamberto Cardia in occasione di ogninuovo, annunciato, default. Come è accadutoquando sono stati resi pubblici i conti in rossodell’Ungheria, lo stesso paese nel quale nume-rose banche italiane sono impegnate da tempo.Ma – ed è questo l’altro elemento centrale – comepuò esercitare un reale controllo una banca d’Ita-lia che vede fra i suoi azionisti gli stessi istitutisu cui dovrebbe vigilare?

Alla lucida analisi Lannutti non manca di far se-guire la proposta. Che in questo caso riguarda ildisegno di legge – del quale è primo firmatario –

278 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 278

Page 280: report - La voce Delle Voci

finalizzato a dar vita ad una Commissione par-lamentare d’inchiesta sull’operato della Bancad’Italia e della Consob. Un provvedimento chepotrebbe risultare ancor più opportuno allaluce del rapporto di via Nazionale sulle speseinterne, del quale qui Lannutti traccia l’impie-tosa radiografia.

Elio Lannutti, lo scenario che lei ha fin qui dispie-gato mostra che esistono carenze, forse anche gravi,nei massimi organi di controllo del sistema bancarioitaliano, con riflessi sull’economia e, forse, anche sullavita democratica. Prima di entrare nel vivo del «pia-neta Banca d’Italia», vuole tracciare una prima, ge-nerale panoramica della situazione in atto, da questopunto di vista?

In generale la politica e i governi occidentalisi sono spogliati di compiti primari e delicati,necessari per il buon funzionamento dell’ordi-namento democratico e per mantenere l’equili-brio dei poteri: la gestione di funzionistrategiche è stata offerta, per giunta con dele-ghe in bianco, ai banchieri, a pseudo autoritàammantate sotto il velo di una fittizia indipen-denza, ad oligarchie finanziarie irresponsabili.Si tratta di interi pezzi delle funzioni attinenti lasovranità degli stati. Se i governi non ritirerannoquelle deleghe, riappropriandosi dei loro ruoliindispensabili, arriverà il tempo delle barricatee della ribellione sociale.

279Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 279

Page 281: report - La voce Delle Voci

In altre parole, l’attuale ordinamento econo-mico dei paesi occidentali lascia mano libera,anzi «arma» la mano degli speculatori, offrendoloro armi e munizioni a basso costo, attraversomasse monetarie create artificiosamente dai ban-chieri centrali per salvare i sistemi creditizi. Etutto questo dopo aver consentito operazionispeculative con Cds (Credit Defaul Swap) e de-rivati, alla stessa stregua dei falsari. È chiaro chein questa situazione i governi non potranno reg-gere l’urto dell’avidità dei banchieri, i quali con-tinuano a speculare – disseminando sulloro cammino miseria e distruzione – per ali-mentare fiorenti bonus e stock option commisu-rati al disfacimento dell’economia reale e dellaricchezza prodotta dalla fatica degli uomini. Misono battuto per una vita contro la creazione deldenaro dal nulla, contro gli swap e i derivati, eho contrastato quella economia speculativa cheha soffocato l’economia reale, offuscato il valoreeffettivo del denaro e scatenato la corsa al no-vello Eldorado dei derivati, appioppati ad entilocali (35,5 miliardi di euro) e a piccole e medieimprese condotte al fallimento con la promessadi risanare i buchi di bilancio.

Vogliamo partire dalle sue prime battaglie?Le più antiche denunce inoltrate alle procure

della Repubblica risalgono agli anni novantaquando, citando i rapporti della Bri (Banca dei Re-

280 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 280

Page 282: report - La voce Delle Voci

golamenti Internazionali), chiedevo di interrom-pere meccanismi perversi che avrebbero portatol’attacco alla sovranità degli stati e divorato l’eco-nomia reale. Avevo intuito prima degli altri la pe-ricolosità di strumenti e leve finanziarie analoghia sistemi piramidali, che avrebbero travolto lebasi solide delle economie travolgendo, alla stessastregua dell’apertura di una diga, la ricchezzadelle nazioni. Negli esposti-denuncia inoltrati allepiù importanti procure, compreso il «porto dellenebbie» di Roma, dopo aver descritto il meccani-smo perverso dei derivati, chiedevo di aprire in-dagini per evitare il consolidarsi di sistemifinanziari fraudolenti creati con algoritmi da in-gegneri strutturatori, ideati in modo tale da farvincere sempre le banche e i banchieri.

Poi l’attività di contrasto alle «cupole» è conti-nuata dai banchi di Palazzo Madama.

Sì. Appena messo piede in Senato, dopo esserestato eletto come indipendente nelle Liste Di Pie-tro-Italia dei Valori alle politiche del 13 aprile2008, ho presentato la prima proposta di legge suiderivati, chiedendo che la Commissione Finanzee Tesoro, di cui faccio parte, avviasse un’indagineconoscitiva sugli stessi strumenti finanziari.Nell’ambito di tale indagine, che si è conclusa adaprile 2010, sono stati ascoltati tutti i soggetti:Guardia di Finanza, Bankitalia, Corte dei conti,Anci, Abi ed alcune Autorità, compresa l’Anti-

281Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 281

Page 283: report - La voce Delle Voci

trust. Per ultime sono comparse dinanzi allaCommissione d’indagine le grandi banche d’af-fari, successivamente rinviate a giudizio dallaprocura della Repubblica di Milano, pm AlfredoRobledo, nel processo che si sta celebrando pertruffa ai danni del Comune di Milano.

Cosa è emerso, in sostanza?Le autorità cosiddette «indipendenti» avreb-

bero avuto il dovere di prevenire comportamentifraudolenti a danno degli interessi generali, manon hanno mosso un dito per spezzare il fiorentebusiness dei derivati che ha infestato buona partedei comuni italiani, anche i più piccoli come Ba-schi (Tr) e Pollutri (Ch), infarciti di prodotti tos-sici facendo così indebitare intere generazioni.

Insomma, par di capire che Consob e Bankitalia vo-gliano operare in splendido isolamento anche quando,come abbiamo visto, omettono i controlli, o cercano dirassicurare un’opinione pubblica strozzata dalla crisi.

È da luglio 2007, quando scoppiò la bolla deisub-prime e di altri titoli tossici cartolarizzati edimmessi nei circuiti finanziari globalizzati, che ibanchieri centrali cercano di esorcizzare la gra-vissima crisi economica, dissimulando la realtàed edulcorando le cifre, con l’unica finalità di di-fendere gli indifendibili interessi delle banche.Anche il 4 giugno scorso [2010, n.d.r.] , quando èscoppiato il caso Ungheria, i banchieri centrali si

282 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 282

Page 284: report - La voce Delle Voci

sono affrettati a gettare acqua sul fuoco nascon-dendo la testa sotto la sabbia, proprio mentre idepositi overnight, giacenti nel conto quasi in-fruttifero Bce e regolato al tasso dello 0,25 percento, salivano a ben 351 miliardi di euro dai 299miliardi del giorno prima, raggiungendo il li-vello più alto dalla nascita dell’euro nel 1999.

Un ulteriore segnale che la crisi non è superatae che l’Europa è diventata una polveriera, prontaad esplodere sotto l’attacco della speculazione, èdato dalla sfiducia delle banche europee verso sestesse, al punto che invece di riversare la liquiditàsul mercato interbancario a tassi che vanno dal1,20 fino al 3,33 per cento (Eurirs), preferisconoparcheggiare la liquidità in eccesso ad un tassodi interesse dello 0,25 per cento, evitando di fareprestiti alle altre banche ed alle imprese per con-tribuire a superare l’attuale congiuntura.

Nel nostro paese, poi, ad ogni scoppio di crisi,di crac o di fallimento, i pompieri di Bankitalia af-fermano che le banche italiane sarebbero immuni,da Lehman come dalla Grecia o dall’Ungheria,mentre sappiamo bene che in un mercato globa-lizzato è temerario offrire tali rassicurazioni, spe-cialmente se non supportate dai numeri.

Al contrario, le banche italiane, secondo i datidella Bri (Banca dei regolamenti internazionali),sono al terzo posto per esposizione verso l’Un-gheria dopo quelle austriache e tedesche, conoltre 21 miliardi di euro. Il 92 per cento dell’espo-

283Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 283

Page 285: report - La voce Delle Voci

sizione bancaria ungherese, pari a circa 120 mi-liardi, è detenuta infatti da banche europee: inparticolare, gli istituti di credito austriaci rag-giungevano quota 30,8 miliardi, mentre quelli te-deschi erano a 25 miliardi. Dopo quelle italianeci sono, staccate, le banche francesi (9,8 miliardidi esposizione) e gli Stati Uniti, con 3,1 miliardi.

In Ungheria, lo ricordo, è presente Intesa San-paolo, proprietaria della Cib Bank, secondabanca del paese con 10,6 miliardi di totale attivoe 151 filiali: si tratta di poco meno del 2 percento degli attivi del gruppo e del 2,9 per centodei ricavi. Quanto a Unicredit, che gestisce leoperazioni all’Est tramite la controllata BankAustria, è presente con Unicredit Bank Hun-gary, settima banca del paese con una posizioneforte nel comparto corporate Pmi e 255 milaclienti pari, secondo stime, all’1,1 per cento deiricavi totali del gruppo.

Insomma, le parole degli irresponsabili oligar-chi delle banche centrali, compresa Bankitalia,che da almeno tre anni mentono ai mercati persalvaguardare gli esclusivi interessi dei ban-chieri, hanno provocato una crisi irreversibileche costerà sudore e sangue a milioni di europei.

Banda d’Italia

Torniamo allora alla Banca d’Italia, che a fine mag-gio ha presentato il consueto rapporto annuale.

284 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 284

Page 286: report - La voce Delle Voci

Già, e anche quest’anno per la consueta adu-nanza degli illustri invitati, specie banchieri,l’istituto ha dimostrato di prediligere in ognioccasione esclusivamente i propri interessi,visto che per l’occasione le auto blu hanno con-gestionato il traffico in via Nazionale a Romadavanti Palazzo Koch. Nelle relazioni finalisvolte di fronte all’assemblea dei partecipantiMario Draghi, governatore della Banca d’Italia– la quale di fatto agisce come una Spa, perchécontrollata dalle banche azioniste – ha esortatoad una politica di sacrifici per risanare i contipubblici dissestati, proponendo una serie di ri-cette che finiscono per avere gravissime rica-dute su lavoratori e pensionati. La manovravarata dal governo, con l’anticipo delle misurecorrettive per il 2011 e 2012 e i tagli alla spesacorrente, era «inevitabile», secondo Draghi,date le condizioni dei mercati. «Nelle nuovecondizioni di mercato – ha detto – era inevita-bile agire, anche se le restrizioni di bilancio in-cidono sulle prospettive di ripresa a brevedell’economia italiana». «La gestione del turno-ver nel pubblico impiego e i tagli alle spese di-screzionali dei ministeri recentemente decisidal governo – aggiunge il governatore – de-vono fornire l’occasione per ripensare il peri-metro e l’articolazione delle amministrazioni,per razionalizzare l’allocazione delle risorse, ri-ducendo sprechi e duplicazioni tra enti e livelli

285Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 285

Page 287: report - La voce Delle Voci

di governo. Occorre un disegno esteso all’interocomparto pubblico, che accompagni le inizia-tive già avviate per aumentare la produttivitàdella pubblica amministrazione attraverso lavalutazione dell’operato dei dirigenti e dei ri-sultati delle strutture».

Parole sante. Quello che però Draghi non hadetto riguarda la composizione e la retribu-zione del personale della Banca d’Italia che, aquanto mi risulta, non ha pari in nessun altrosettore della pubblica amministrazione. È unesercito con 7629 dipendenti [dato al 31 dicem-bre 2009, n.d.r.] che, rapportati alla produttivitàed all’efficacia di un’autorità come l’Antitrust,con circa 330 unità lavorative, fanno impallidireanche il più accanito sostenitore dell’attuale go-vernatore Draghi.

I rigori, insomma, come al solito valgono solo pergli altri, per la gente comune, e non debbono sfio-rare i Vip?

Per quanto riguarda i Vip di Palazzo Koch –in numerose interrogazioni ed interpellanzeparlamentari, tutte ancora senza risposta – homesso in luce veri e propri «buchi» nell’attivitàdi prevenzione, a cominciare dal riciclaggio deldenaro sporco, scoperto solo a seguito di inda-gini penali delle procure della Repubblica: daquelle di Forlì per la Cassa di Risparmio di SanMarino e di Roma per l’affaire Fastweb-Telekom

286 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 286

Page 288: report - La voce Delle Voci

Sparkle, alla più recente riguardante la «cricca»degli appalti del G8 e dei mondiali di nuoto.Senza contare gli omessi controlli nel settoredelle carte revolving, acclarati in virtù delle in-dagini della procura di Trani e del pubblico mi-nistero Michele Ruggiero.

La verità è che il governatore Draghi, cometutti i banchieri pronti a mettersi in cattedra perelargire lezioni di etica economica, scruta atten-tamente con la lente d’ingrandimento nelle casedegli altri per contenere la spesa pubblica e glisprechi, ma dimostra strabismo, disattenzione ecomplicità in casa propria, sui costi del personaledella Banca d’Italia e sui privilegi conseguitidalla «casta delle caste», che non ama risponderead alcuno del proprio operato, ritenendo dipoter agire nella più totale impunità.

Ma riusciamo a guardarlo più da vicino, questoesercito di dipendenti?

L’esercito è composto da 5009 uomini e 2514donne. In particolare, la tavola 22.1 della rela-zione annuale, diffusa il 31 maggio 2010 all’as-semblea da Banca d’Italia, illustra lacomposizione del personale: 653 dirigenti, 1450funzionari, 1273 coaudiutori e 4147 unità sottola voce «altro personale». Eclatanti poi le cifresul costo del personale: nel solo 2009 ben 798milioni di euro e passa, con un costo medio di104.611 euro a testa. La lievitazione di questa

287Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 287

Page 289: report - La voce Delle Voci

spesa rispetto al 2008 è stata di ben 18 milionidi euro, a fronte di una riduzione del personaledi 232 unità. Un dato sconcertante soprattuttonella attuale fase di gravissima crisi economicala cui responsabilità, come abbiamo visto, è in-dubbiamente attribuibile ai bankster ed alla«cricca» dei loro compari, che non hanno vigi-lato sui crac finanziari e sulla creazione del de-naro dal nulla, inondando i mercati di titoli perlo più tossici scambiati per un controvalore di600 mila miliardi di dollari, contro un Pil mon-diale di 50 mila miliardi di dollari. Sommeenormi, insomma, quelle spese dai contribuentie correntisti italiani per tenere in piedi unaBanca d’Italia che non ha mai tutelato i diritti dirisparmiatori e consumatori, caricati con tassimaggiorati, condizioni onerose e con i costi digestione dei conti correnti più alti al mondo:tutti autentici handicap per le famiglie e le pic-cole e medie imprese. Ma i super privilegiati la-voratori della Banca d’Italia invece, mentre illoro governatore chiede sacrifici a tutti, godonoperfino di indennità di trasferta, proporzionataalla distanza, attribuita al personale di RomaVermicino, con una media di 300 euro al meseper ciascun lavoratore di quella sede.

Quali sono le altre voci di spesa?Altre spese enormi sarebbero quelle derivanti

dalla chiusura delle filiali: oltre ad elevati costi per

288 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 288

Page 290: report - La voce Delle Voci

la guardiania di edifici vuoti, rilevanti importivengono destinati dalla Banca d’Italia per adat-tare gli archivi e le apparecchiature in seguito allacontrazione delle filiali e per spostare tutto il ma-teriale di quelle chiuse. Per capirci, l’istituto pre-sieduto da Draghi, come se fosse una grossaimpresa, ha un servizio di attività immobiliaricomposto da circa trecento persone, cinquantadelle quali effettuano quattro missioni al mesepresso le filiali, con un guadagno netto mensile di2000-3000 euro oltre allo stipendio. Un funziona-rio di primo livello percepisce uno stipendiomedio netto di 7000 euro al mese. E in ogni filialechiusa si sono resi disponibili quattro o cinque di-rigenti, che il governatore Draghi ha ritenuto es-sere indispensabili all’istituto. Ma non basta.

Cosa c’è ancora?Tutti i dirigenti della Banca d’Italia ricevono

al mattino due giornali. Secondo me bisogne-rebbe far compilare a queste persone una schedagiornaliera indicante l’attività svolta, giorno pergiorno. Andiamo avanti. Oltre ai servizi tecnici,per la gestione del patrimonio immobiliare diRoma esiste una apposita società, la Sovigest, alcui vertice è stato collocato Luigi Scimia, ex fun-zionario generale della Banca d’Italia. Inoltrel’istituto paga in ogni filiale un tecnico esterno,chiamato a risolvere ogni problema. E ancora,visti i risultati, considero uno spreco di denaro

289Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 289

Page 291: report - La voce Delle Voci

anche molte fra le missioni degli ispettori, con-siderando che durano talvolta due o tre mesi.

In un recente atto di sindacato ispettivo su questiargomenti, lei ha puntato il dito anche sul «Casc».Vuole spiegarci che cos’è?

Il termine indica il «Centro per l’assistenza so-ciale e culturale tra i dipendenti della Bancad’Italia». Occupa un ex convento al Mandrione,all’interno di un grande parco: si estende suquattro piani per un totale di circa 1000 metriquadri, il cui restauro è costato 6 milioni di euro.Il Casc è gestito da un consiglio e da un presi-dente eletto dai sindacati. Le sigle di rappresen-tanza della categoria, peraltro, in occasione dellevotazioni «si scannano» tra loro per gestire que-sto affare miliardario. La Banca fornisce trentadipendenti, che sono distaccati, mentre la ge-stione sociale e culturale consiste nell’elargizionedi contributi vari per l’acquisto di libri scolastici,per corsi di nuoto, judo, danza, lingue, viaggiall’estero, incontri internazionali come quelli dipoker, bridge e golf.

La cosa più assurda è che in ciascuna sede di fi-liale della Banca d’Italia viene lasciato libero unenorme alloggio a disposizione di questo sodali-zio, alloggio che – per quanto ne sappiamo – vieneusato solo (forse) a Natale per la consegna dei re-gali. E sa a chi compete la manutenzione dellasede romana? Alla Giafi Costruzioni, la stessa so-

290 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:06 Pagina 290

Page 292: report - La voce Delle Voci

cietà presente nell’elenco di quelle che hanno par-tecipato ai lavori per il G8 a La Maddalena.

Qual è la sua proposta, di fronte a tutto questo?È scandaloso che il governatore della Banca

d’Italia continui a chiedere al paese ed agli ita-liani sacrifici, mentre il personale dell’istitutopercepisce una remunerazione media di ben 104mila euro all’anno e vengono finanziati, a spesedei contribuenti, tornei di poker, bridge e golf,ed altre attività ludiche. Alla luce dei dati di bi-lancio, suonano come incompatibili, incoerentie singolari, i richiami all’etica della responsabi-lità e del «tiro della cinghia», avanzati da Draghiper tutti gli altri lavoratori del pubblico im-piego, sui quali graveranno i costi della crisieconomica e della manovra di Tremonti. Hochiesto perciò al governo di assumere misureurgenti, al di fuori dell’indipendenza e dell’au-tonomia della Banca centrale, per impedire chesiano sempre i soliti a pagare i costi della crisi,mentre gli oligarchi possono continuare a go-dere di inusitati privilegi. Occorre insomma chei ministri impegnati nella manovra adottino mi-sure coerenti affinché siano chiamate a pagareanche le autorità indipendenti i costi socialidella crisi economica, evitando che lavoratori epensionati, oltre al danno, debbano subire per-fino la beffa di prediche ed esortazioni al rispar-mio da parte di coloro che non vogliono mai

291Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:06 Pagina 291

Page 293: report - La voce Delle Voci

offrire soluzioni concrete, ed hanno anzi contri-buito in prima persona a determinare la con-giuntura economica.

Lei ci spiegava prima che la Banca d’Italia si com-porta come una società per azioni di tipo privato.Vuole spiegarci meglio questa affermazione?

Vediamo come stanno le cose. In base agli ar-ticoli 3 e 49 dello statuto, le quote di partecipa-zione al capitale della Banca d’Italia possonoappartenere a casse di risparmio, istituti di cre-dito di diritto pubblico e banche di interesse na-zionale, particolari società per azioni esercentiattività creditizia, istituti di previdenza, istituti diassicurazione, o fondazioni bancarie. Le quote incui è suddiviso tale capitale sono complessiva-mente 300 mila, di cui la maggioranza è detenutadalle banche del gruppo Intesa-Sanpaolo e dalgruppo Unicredit. Fra gli azionisti della Bancad’Italia, con i relativi diritti, ci sono oggi, oltre allamaggior parte delle banche italiane, anche lafrancese Bnp, la tedesca Allianz, i colossi assicu-rativi Fondiaria-Sai e Generali. Attraverso Uni-credit, partecipa ora al capitale perfino la Bancadi stato libica. In sostanza, lo stato italiano è soloun socio non ufficiale, privilegiato nella riparti-zione degli utili, ma senza quote patrimoniali.

Una legge sulla tutela del risparmio e la di-sciplina dei mercati finanziari, emanata il 28 di-cembre del 2005, disponeva però che entro la

292 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:06 Pagina 292

Page 294: report - La voce Delle Voci

fine del 2008 le banche private avrebbero do-vuto cedere le proprie partecipazioni ed il capi-tale dell’istituto di vigilanza sarebbe dovutotornare in mano pubblica.

A tutt’oggi quella scadenza non è stata rispet-tata e resta così insoluto l’antico conflitto di in-teressi per cui i controllati (le banche)detengono ancora il capitale del loro controllore(la Banca d’Italia), conflitto che può gettareombre sull’attività della Banca d’Italia e sullasua trasparenza. Ho investito della questione ilgoverno, ricordando anche ai ministri compe-tenti che come gruppo dell’Italia dei Valori ab-biamo depositato in Senato il disegno di legge«Norme sulla proprietà della Banca d’Italia e suicriteri di nomina del Consiglio superiore dellaBanca d’Italia». Non c’è stata da parte dell’ese-cutivo alcuna iniziativa. Poi, anche qui, ci sonoi conflitti di carattere personale.

A cosa si riferisce?Prendiamo il caso della fondazione Gabriele

Berionne: costituita a febbraio 2001, con sede aRoma in via Savoia, persegue come finalità lo svi-luppo di progetti ed iniziative culturali e scienti-fiche, soprattutto in campo economico e bancario.La Fondazione, che non ha fini di lucro, dichiaracome scopo principale quello «di favorire ed in-crementare la cultura e la formazione di coloroche desiderano dedicarsi o già si dedicano ad at-

293Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 293

Page 295: report - La voce Delle Voci

tività di carattere sociale, ovvero di approfondi-mento delle materie giuridiche ed economichecon particolare riferimento ai settori societario,bancario e finanziario». «Per il perseguimento deisuoi scopi – si legge ancora nello statuto – la Fon-dazione potrà svolgere attività di studio, di pro-mozione e di intervento sia organizzando ofavorendo riunioni, convegni, seminari ed ognialtra iniziativa anche editoriale o artistica rispon-dente alle finalità istituzionali, sia concedendosovvenzioni, premi e borse di studio».

Cosa ha a che vedere questa fondazione con Banki-talia?

Qui viene il punto. I fondatori sono GiovanniBerionne, Giuseppe Boccuzzi, Gianni Castaldi,Claudio Clemente, Andrea Della Peruta, LuigiDesiderio, Renata Ferraro, Paolo Panarelli, Clau-dio Patalano e Anna Maria Tarantola. Partiamoda quest’ultima: la dottoressa Tarantola è vicedi-rettore generale della Banca d’Italia nonchémembro del direttorio ed ha guidato la riorganiz-zazione del settore della vigilanza, curando pe-raltro personalmente la definizione delregolamento sulla governance. Andiamo avanti. Ildottor Gianni Castaldi è direttore dell’Unità diinformazione finanziaria per l’Italia della Bancad’Italia, cui la legge attribuisce il compito di pre-venire l’utilizzo del sistema finanziario e diquello economico per fini di riciclaggio. Il dottor

294 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 294

Page 296: report - La voce Delle Voci

Claudio Clemente dal 2004 al 2008 è stato a capodel Servizio vigilanza sugli enti creditizi dellaBanca d’Italia e ne è attualmente ragioniere ge-nerale, preposto all’Area bilancio e controllo.

Diversi e del tutto particolari i casi di ClaudioPatalano e Giuseppe Boccuzzi, entrambi coin-volti con accuse gravissime nell’inchiesta dellaprocura di Forlì sui rapporti tra il gruppo banca-rio Delta e la Cassa di risparmio di San Marino.In seguito a tale inchiesta il dottor Boccuzzi èstato rimosso dal vertice del servizio rapportiesterni e affari generali, ma resta in Banca d’Italia.Quanto al dottor Claudio Patalano, commercia-lista ed ex dirigente di Banca d’Italia, nel 2003aveva accettato la carica di commissario liquida-tore di Sicilcassa, istituto bancario siciliano (as-sorbito successivamente dal Banco di Sicilia) lecui vicende, che configurano uno dei più pesanticrac finanziari degli ultimi anni, sono oggetto diun dibattimento presso la seconda sezione penaledel tribunale di Palermo. Nel frattempo il dottorPatalano aveva continuato a prestare la propriaopera di consulenza presso vari gruppi bancaritra cui il Gruppo Delta. E nell’ambito dell’inchie-sta della procura di Forlì a Patalano era stato no-tificato un avviso di garanzia per il reato diostacolo alle funzioni di vigilanza. Dopo di ciòPatalano ha rassegnato le dimissioni dall’incaricodi commissario liquidatore di Sicilcassa. Ho fattopresente che a mio avviso il ruolo svolto all’in-

295Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 295

Page 297: report - La voce Delle Voci

terno della fondazione Berionne da alti dirigentidi Palazzo Koch rischia di confliggere con le fun-zioni istituzionali dell’istituto di vigilanza. Inoltre,alla luce delle inchieste della procura di Forlì,tanto quella sul gruppo Delta quanto l’altra, de-nominata Re nero, circa i rapporti tra alcuni istitutibancari italiani e della Repubblica di San Marino,non mi pare opportuno che i due dirigenti conti-nuino a ricoprire delicate funzioni di controllo evigilanza nella Banca d’Italia.

Tutto questo avvalora la mia richiesta di isti-tuire una Commissione parlamentare d’inchiestasull’operato della Banca d’Italia e soprattutto sul-l’attività del Servizio vigilanza sugli enti creditizi.Bisogna in ogni caso adottare provvedimenti perimpedire che in futuro alti dirigenti della Bancad’Italia possano continuare a svolgere mansioniin contrasto con il codice etico, gettando discre-dito, anche a livello internazionale, sul buonnome dell’istituto ed arrecando danni ingenti airisparmiatori. Anche perché da questa e simili vi-cende sembra emergere una sorta di struttura oc-culta che manovra contro i diritti deirisparmiatori e gli interessi del paese.

Il modo per cambiare

In attesa che intervenga il governo – se mai lo farà– lei ha presentato un apposito disegno di legge. Ce neillustra i contenuti?

296 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 296

Page 298: report - La voce Delle Voci

È stato elaborato dal gruppo dell’Italia dei Va-lori al Senato e presentato fin da luglio 2008, al-l’indomani del nostro insediamento, proprioperché rappresenta un’assoluta priorità. Chie-diamo che, come prevede la Costituzione all’ar-ticolo 82, venga istituita una commissioneparlamentare d’inchiesta sull’operato delle dueautorità di vigilanza, Banca d’Italia e Consob, colcompito di accertare anche eventuali responsa-bilità politiche in merito a scandali finanziari ecrac industriali avvenuti nel nostro paese, com-presa la distribuzione ai risparmiatori di titolispazzatura. Fino a quella data erano oltre un mi-lione i consumatori coinvolti nella perdita delproprio risparmio attraverso bond argentini,Cirio, Parmalat, Giacomelli e simili per un con-trovalore di 50 miliardi di euro. Fondi perdutinon per una scelta di rischio consapevole, maperché mal consigliati da operatori in cui ave-vano piena fiducia: strumenti finanziari spacciaticome prodotti sicuri, che poi invece sono risul-tati essere a forte rischio.

La magistratura, però, era intervenuta.Sì, diverse procure hanno evidenziato ogget-

tive responsabilità delle banche, confermando ledenunce delle stesse associazioni dei consuma-tori. Tuttavia, nonostante le azioni giudiziarieavviate, gli investitori coinvolti nei crac finan-ziari, che in gran parte non hanno ricevuto alcun

297Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 297

Page 299: report - La voce Delle Voci

risarcimento per le perdite subite, non possonocerto ritenersi soddisfatti: che la colpa sia di «di-stratte» società di revisione, o di istituti di cre-dito senza scrupoli, poco importa alle famiglieitaliane, che non si sono mai riprese dalle graviperdite subite in seguito a quegli scandali finan-ziari, e tutto questo alla vigilia di una crisi cheha investito l’intero mondo occidentale.

Ma, se pure il problema è globale, va dettoche sulla questione dei bond argentini l’Italiarappresenta l’unico caso, a livello internazio-nale, in cui a rimetterci l’osso del collo sono statisolo i risparmiatori, visto che il sistema dellebanche ha perso appena 73 milioni di euro, con-tro i 50 miliardi delle famiglie. Ciò significa chesono stati collocati bond argentini quasi esclu-sivamente presso i piccoli risparmiatori: se sifosse trattato di titoli per cui valesse la pena diinvestire, siamo certi che sarebbero rimasti nelpatrimonio delle banche.

Cosa aveva fatto, finora, il Parlamento?Nella quattordicesima legislatura erano state

svolte due indagini conoscitive, una da partedella Commissione finanze del Senato e l’altrada parte delle Commissioni finanze e attivitàproduttive della Camera, nel corso delle qualivenivano indicate concordemente soluzioni eproposte omogenee. Un lavoro che testimonial’attenzione del Parlamento alla tutela dei rispar-

298 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 298

Page 300: report - La voce Delle Voci

miatori, come confermato dalle ulteriori inizia-tive sul piano legislativo, frutto di un grande la-voro di confronto. Ma nessuna di queste attivitàha mai concluso, purtroppo, il suo iter parla-mentare. Con il nostro disegno di legge inten-diamo giungere in questa legislaturaall’approvazione di una sostanziale riformadella disciplina delle autorità di controllo, inmodo da determinare le condizioni per valutareciò che non ha funzionato per quanto riguardala corporate governance, nonché il funzionamentodella borsa e le responsabilità degli investitori edei promotori. Scopo più generale è di indivi-duare rapidamente soluzioni che diano rispostaai problemi dei risparmiatori.

A che punto è oggi il suo disegno di legge?Si trova tuttora all’esame della Commissione

permanente finanze e tesoro, ci vorrà altrotempo prima che approdi in aula. Ma terremoduro: il sistema bancario non è credibile se nonoffre precise assicurazioni ai risparmiatori enon è sufficiente un fondo di garanzia, se man-cano tutti i requisiti di trasparenza e tutela nellagestione dei risparmi. Ho spiegato in Commis-sione che il nostro sistema legislativo ha biso-gno, oggi più che mai, di una riforma capace direstituire alla gente la fiducia e la credibilità nelsistema bancario e creditizio, non solo a fini ditutela, ma anche per mettere a frutto una grande

299Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 299

Page 301: report - La voce Delle Voci

risorsa per il nostro paese: sappiamo bene infattiche non ci potrà essere ripresa economica se nonsarà il volano finanziario del risparmio diffusoa sostenerla.

Cosa si prevede sotto il profilo specifico dei crac in-dustriali susseguitisi a catena?

La Commissione parlamentare d’inchiesta,oltre ad occuparsi del problema tutto italiano re-lativo al rapporto tra industrie e banche, dovràsvolgere un esame approfondito su tutto ciò cheè avvenuto, basti pensare che solo i bond argen-tini hanno portato 450 mila risparmiatori a di-ventare creditori di 28 mila miliardi di lire.Troppe cose non hanno funzionato. Troppe fa-miglie, troppi risparmiatori sono stati colpiti etra questi molti pensionati, che hanno perso i ri-sparmi di una vita intera. Credo insomma che,considerata anche la scarsa trasparenza del com-portamento di alcune banche, il Parlamentoabbia la responsabilità di prestare grande atten-zione a questo problema, non solo a parole, maprovvedendo ad adottare tutte le iniziative ne-cessarie per fare chiarezza su questa paginaoscura del nostro sistema creditizio.

E per quanto riguarda le autorità di vigilanza?Ecco, arriviamo al punto. La Commissione

parlamentare d’inchiesta avrà quale primo com-pito quello di indagare a tutto campo sull’ope-

300 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 300

Page 302: report - La voce Delle Voci

rato della Consob e della Banca d’Italia relativa-mente agli scandali e crac finanziari ed indu-striali avvenuti in Italia. Chi doveva vigilare – enon lo ha fatto – sulle truffe che venivano messein atto da banche e operatori finanziari a dannodei cittadini? Quali sono le vere ragioni dellaomessa vigilanza? Vogliamo che emergano, unodopo l’altro, nomi e cognomi degli artefici del di-sastro, per dar seguito a tutte le azioni conse-quenziali, anche al fine di costringere iresponsabili, in fasi successive, a restituire il mal-tolto. E per impedire il ripetersi di queste gravisituazioni. Scendendo in dettaglio, la Commis-sione accerterà attraverso un’attenta verifica sela Banca d’Italia ha esercitato correttamente ecompiutamente i suoi poteri di vigilanza sullatrasparenza del sistema creditizio, esaminandoanche tutti i profili di eventuale responsabilità inmerito al mancato rispetto delle leggi da partedella banche vigilate, le stesse che peraltro, comeabbiamo visto, sono azioniste di maggioranzadell’istituto di Palazzo Koch. Sarà inoltre com-pito dei commissari esaminare i rapporti esi-stenti fra le imprese industriali finite in default edil sistema finanziario, con particolare attenzioneriservata ai possibili conflitti d’interesse fra lebanche o gli istituti di vigilanza, e quei soggettiproduttivi falliti di cui si continuavano a piaz-zare fra i risparmiatori titoli di credito. Nonmeno accurata dovrà essere la modalità di accer-

301Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 301

Page 303: report - La voce Delle Voci

tamento su eventuali omissioni di Bankitalia eConsob in relazione ai dissesti finanziari di co-muni, province e regioni letteralmente appestatida prodotti derivati avariati.

Analoghe le verifiche che andranno fatte sullaCommissione nazionale per le società e la borsacon l’aggravante, in questo caso, di ipotizzabiliomissioni rispetto ai poteri sanzionatori che laConsob ha su aziende e società poi finite in dis-sesto, a tutto danno dei soliti risparmiatori. Saràil caso di verificare inoltre se esiste un coinvol-gimento di quest’organismo in talune scelteaziendali che hanno provocato i crac industrialidegli ultimi anni.

Come sarà costituita la Commissione d’inchiestasu Banca d’Italia e Consob? Quali saranno i suoi ef-fettivi poteri?

Abbiamo previsto venti senatori ed altrettantideputati, nominati dai presidenti delle due ca-mere e con una rappresentanza proporzionale aigruppi parlamentari, assicurando che tutti ab-biano in Commissione almeno un esponente. Lacosa più importante è che intendiamo garantirealla Commissione gli stessi poteri e limiti d’in-dagine dell’autorità giudiziaria, e ciò al fine dievitare che tanto lavoro si risolva – com’è acca-duto in altri casi – in montagne di documentiprivi di una concreta efficacia, tanto sul pianopenale che su quello legislativo. Intendiamo ac-

302 Le grandi cupole: Bankitalia

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 302

Page 304: report - La voce Delle Voci

quisire, per fare un esempio, copia di tutte leispezioni effettuate dall’istituto di via Nazionalesulle banche che hanno concesso linee di creditoalle società dichiarate affidabili e invece poi fal-lite. Ci si potrà avvalere, inoltre, della collabora-zione di agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria.E per i fatti oggetto d’inchiesta da parte dellaCommissione non sarà opponibile il segretod’ufficio o bancario: questo lo abbiamo scritto achiare lettere nel testo del disegno di legge.

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 303

Page 305: report - La voce Delle Voci

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 304

Page 306: report - La voce Delle Voci

Le Grandi Cupole: la Consob

La notizia è arrivata poco prima di andare instampa con questo libro: l’11 giugno scorso[2010, n.d.r.] la Corte d’Appello di Perugia (pre-sidente Sergio Matteini Chiari, estensore il giu-dice Massimo Zanetti) ha annullato la multa chela Consob aveva inflitto all’Adusbef e al suo pre-sidente Elio Lannutti per presunta manipola-zione dei mercati. Accusa che si è rivelata unautentico falso architettato per colpire l’Adusbefe lo stesso Lannutti, che negli ultimi dieci anniavevano denunciato i comportamenti fraudo-lenti dei bankster sui derivati appioppati a pienemani ad enti locali e piccole e medie imprese,con l’unica finalità di finanziare gli alti profitti, ibonus e le stock option di banche e banchieri.

Qual era stato, nello scandalo derivati – unabomba a orologeria, che deve ancora manifestaretutti i suoi nefasti effetti sull’economia della cosapubblica – il ruolo della Commissione nazionaleper le società e la borsa presieduta da LambertoCardia? Pare – sembrano dire le sconcertanti vi-

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 305

Page 307: report - La voce Delle Voci

cende qui affrontate, si sia limitato alla tentatapunizione dell’Adusbef, a quel provvedimentosanzionatorio oggi revocato e che sembrava findall’inizio essere stato studiato a tavolino in-sieme al vertice Unicredit Alessandro Profumo.

A fronte del «timore reverenziale» con cui gliesperti di economia, compresa tanta parte dellastampa di settore, affrontano questioni riguardantii potentati finanziari, troviamo qui un Lannuttiche mette a fuoco con impietoso rigore perfino gliaspetti familistici della gestione Consob, attin-gendo per questo anche alla sua professionalità digiornalista d’inchiesta, prima ancora che a quelladi parlamentare dell’Italia dei Valori.

Oggi che la gestione di Lamberto Cardiagiunge al suo epilogo (con la coda di un’enne-sima proroga, ma stavolta breve, decisa dal go-verno), più che mai opportuna è la carrellata chequi tracciamo insieme ad Elio Lannutti sui prin-cipali affaire che hanno coinvolto anche in tempirecenti l’istituto, comprese quelle vicende giudi-ziarie in cui l’Adusbef è sempre in prima fila –fra i denuncianti e le parti civili – a tutela strenuadel cittadino qualsiasi quando questo si trova alcospetto dei padroni delle leve economiche.

Una battaglia sfociata nella richiesta aperta –formulata da Lannutti al governo – di sciogli-mento della Consob.

E mentre il senatore si accinge a ripresentareun emendamento – varato dal Senato ma poi

306 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 306

Page 308: report - La voce Delle Voci

stoppato dalla Camera – per porre un tetto veroalle remunerazioni dei banchieri, a noi restaun’ultima, ma necessaria, considerazione: nellamanovra da lacrime e sangue di Tremonti, fratagli annunciati ai super-stipendi dei managerd’oro, si aggira una nutrita pattuglia di intocca-bili, tutti scampati ai rigori: il limite massimo dei311 mila euro, «che corrispondono allo stipendiodel primo presidente della Corte di cassazione»,non sarà applicato, infatti, né alla Banca d’Italiané alle altre Authority indipendenti, compresa laConsob. Draghi e Cardia, insomma, che perce-piscono retribuzioni ben più elevate dei 311 milaeuro, possono per ora dormire sonni tranquilli.Sempre che Lannutti non riesca a spuntarla.

Senatore Lannutti, dopo anni di battaglie su questofronte, a inizio giugno l’Adusbef ha ottenuto un ri-sultato rilevante sul piano giudiziario nei confrontidella Consob. Ci vuole raccontare questa vicenda?

Il 9 giugno scorso l’Associazione difesa con-sumatori e utenti bancari, da me fondata, è stataammessa come parte civile nel processo a caricodi Depfa, Deutsche, Ubs, Jp Morgan, undici lorofunzionari, l’ex direttore generale del Comunedi Milano Giorgio Porta e il consulente MauroMauri. Sono accusati di truffa aggravata in rela-zione a contratti derivati che avrebbero provo-cato a Palazzo Marino un danno da oltre 100milioni di euro. L’ammissione di Adusbef tra le

307Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 307

Page 309: report - La voce Delle Voci

parti civili, decisa dal giudice Oscar Magi, è unriconoscimento importante alle battaglie di ve-rità che l’associazione porta avanti per denun-ciare i comportamenti fraudolenti di banche ebanchieri, avallati dalle compiacenti Autorità vi-gilanti e di Borsa. Come abbiamo ricordato, sitratta di vere e proprie truffe costate ad una mi-riade di enti locali italiani la bellezza di 35 mi-liardi e mezzo di euro, ed oggi vediamo, per laprima volta, alcuni dei responsabili alla sbarra. Ilbrillante risultato, ottenuto grazie alla tenaciaprofessionale dell’avvocato di Adusbef Lombar-dia, Marisa Costelli, induce l’Associazione adipotizzare una richiesta formale di commissaria-mento o scioglimento della Consob.

Emerge già il ruolo della Consob dal provvedi-mento?

Ma è l’intera vicenda a dimostrare ancora unavolta, con impressionante chiarezza, la conti-guità delle autorità indipendenti italiane qualiIsvap, Consob e Bankitalia, con gli organismi vi-gilati. In particolare, il provvedimento del giu-dice Magi assesta un duro colpo al teoremadenigratorio della Consob di Lamberto Cardiache, invece di sanzionare banche e banchieri,con i quali va a braccetto ricavandone dorateconsulenze in famiglia, aveva multato l’associa-zione su mandato di Unicredit, con finalità pu-ramente intimidatorie.

308 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 308

Page 310: report - La voce Delle Voci

Ce la ricorda, la storia di questa «famosa» multa?Già nel 2005 una puntata di Report, la tra-

smissione di Milena Gabanelli, dall’eloquentetitolo Il Banco vince sempre, mise in luce il mec-canismo perverso dei derivati Unicredit, che ilgiorno dopo furono oggetto di una specifica de-nuncia penale presentata da Adusbef insieme aFederconsumatori. Vuol sapere quale fu, inquella circostanza, l’atteggiamento della Con-sob? Invece di indagare sui meccanismi fraudo-lenti dei banchieri, dietro mandato di Unicredit(e presumibilmente del suo amministratore de-legato Alessandro Profumo), la Consob di Car-dia il 30 novembre 2009 notificò una sanzionedi 100 mila euro per presunta turbativa di mer-cato all’Adusbef e a me, quale presidente del-l’associazione. La sanzione, peraltro, è stata danoi prontamente impugnata dinanzi alla Corted’appello, con richiesta di quantificare in sepa-rata sede i danni provocati al buon nome e allareputazione dell’Adusbef. E oggi la magistra-tura ci ha dato ragione, annullando la multa.Ecco, anche alla luce di questa vicenda, il prov-vedimento di ammissione come parti civili nelprocesso di Milano ci riempie oggi di soddisfa-zione. Abbiamo trascorso gli ultimi dieci anni adenunciare il disastro dei derivati, la creazionedel denaro dal nulla, i guadagni illeciti dei ban-chieri realizzati con l’implicito consenso diConsob e Bankitalia ed ora finalmente vediamo

309Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 309

Page 311: report - La voce Delle Voci

celebrato il primo processo nella storia a questispregiudicati bankster, che per i loro profittihanno messo a repentaglio la sovranità deglistati, la solidità economica di enti locali indebi-tati per trenta-quarant’anni, la ricchezza dellenazioni. Vuole un altro esempio?

Prego...Sempre nel 2005, durante le scalate estive dei

«Furbetti del quartierino», avevo denunciato leconsulenze da 250 mila euro che GiampieroFiorani, l’ex numero uno della Banca Popolaredi Lodi, aveva elargito a Cardia junior, Marco.Per quale ragione un banchiere d’assalto offreparcelle d’oro al figlio del presidente della Con-sob, se non per ottenere dei ritorni? La rispostapossiamo leggerla nelle recenti deposizioni diFiorani dinanzi al pubblico ministero di MilanoEugenio Fusco, che sta celebrando il processosulla scalata all’Antonveneta, bloccata dai ma-gistrati nel luglio 2005. Il pm Fusco chiede aFiorani se nel febbraio di quell’anno fosse giàa conoscenza degli esposti alla Consob. L’im-putato risponde: «Sì, il dottor Bisogni, nostroconsulente per le procedure informali con laConsob, mi disse che il presidente voleva in-contrarmi. Bisogni era socio di studio del figliodi Cardia, che era nostro consulente da dueanni, a Roma, con un contratto importante: 250mila euro all’anno [...]. Incontro Cardia padre

310 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 310

Page 312: report - La voce Delle Voci

alle 5.30 di sera, mi fa entrare dalla porta di ser-vizio alla Consob di Milano e mi fa vedereesposti della Abn Amro, dicendo di aver già in-formato il governatore, che non me l’avevadetto [...]. Cardia mi chiede di spiegare l’opera-zione. lo mi ero preparato: gli mostro i nostriaffidamenti ai clienti, non le pratiche, mal’elenco dei nominativi che avevano compratoazioni Antonveneta».

Come continua la deposizione?Fiorani sa che sta parlando dei fidi poi incri-

minati: 545 milioni girati ai clienti alleati nellascalata. «Cardia – prosegue il banchiere – midice: “prima o poi devo mandarle un’ispezione”.lo rispondo: “presidente, aspettiamo almeno chefinisca il patto, il 18 aprile. Perché poi il 18 aprile,scaduto il patto, abbiamo potuto liberare i clientie acquistare formalmente le azioni”. E quando laConsob ha eseguito l’ispezione, questi affida-menti non c’erano più». A quel punto intervienel’avvocato della Consob, costituita come partecivile, difensore di Cardia, che non é imputato:«Lei finora aveva sempre detto il contrario: di-chiarando che aveva rapporti molto formali conla Consob, e che a Cardia aveva dato solo notiziegeneriche». Ma Fiorani insiste: rapporti formalicon la Consob, ma con il presidente quei rap-porti erano anche informali. «Quando volevo in-contrarlo – aggiunge – chiedevo al figlio, che ha

311Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 311

Page 313: report - La voce Delle Voci

organizzato almeno due pranzi in via Veneto: io,lui e il padre. E per gli affidamenti, il mio è unarricchimento: allora ero agli arresti, ora ho rico-struito tutto con agende e telefonate». Di certo il10 maggio 2005 la Consob ha dichiarato illegalela scalata di Fiorani, dodici giorni dopo il primoblitz dei pm milanesi.

L’era dei Cardia

Ha subìto contraccolpi da queste rivelazioni la po-sizione di Cardia al vertice Consob?

Guardi, oltre ad avere la spudoratezza dichiedere ulteriori proroghe al suo mandato, ilpresidente Consob Lamberto Cardia, secondol’agenzia di stampa Radiocor, avrebbe indivi-duato anche la candidata per occupare il postodi commissario lasciato libero da Paolo Di Be-nedetto, dimessosi con sei mesi di anticipo esuccessivamente designato dal gruppo Caltagi-rone come consigliere di Acea. Si tratta di Giu-seppina Fusco, una manager che ha svolto tuttala sua carriera nel gruppo Eni e che da pochimesi è in pensione. Cardia, che conosce la Fuscodai tempi in cui come magistrato della Corte deiconti controllava l’Eni, punta insomma ad inse-rire una persona di sua fiducia all’interno delcollegio Consob. Giuseppina Fusco è stata se-gretaria del consiglio d’amministrazione dellacompagnia petrolifera controllata dal Tesoro. Il

312 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 312

Page 314: report - La voce Delle Voci

suo ultimo incarico era quello di presidentedella Sofid, la società di intermediazione finan-ziaria del gruppo Eni.

Perché sempre più spesso negli ultimi mesi il pre-sidente Cardia ha scelto di non partecipare al voto oal dibattito in commissione su alcuni argomenti al-l’ordine del giorno?

È una decisione irrituale, con pochi prece-denti, anzi, forse nessuno nella storia pluride-cennale dell’Authority di controllo sui mercatifinanziari. In più di un’occasione Cardia ha an-nunciato agli altri quattro commissari che prefe-riva rinunciare ad esprimere la propria opinionesul punto in discussione. Vogliamo sapere comesi spiega un simile comportamento? Si tratta diquestioni gravi, questioni di famiglia… Perchél’avvocato Marco Cardia, figlio di Lamberto, in-trattiene da tempo rapporti d’affari con societàquotate in Borsa. Società, quindi, sottoposte allasorveglianza della commissione che negli ultimisette anni è stata presieduta da suo padre.

È possibile ricostruire la mappa degli interessi diCardia junior?

Marco Cardia, classe 1963, è titolare di uno stu-dio legale che ha uffici a Milano e Roma ed è spe-cializzato nel diritto societario, con un’attenzioneparticolare alla legge 231, quella che disciplina laresponsabilità penale delle aziende. Durante le in-

313Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 313

Page 315: report - La voce Delle Voci

dagini su Gianpiero Fiorani e la sua Popolare diLodi era già emerso che il figlio del presidentedella Consob era a libro paga del banchiere finitoin manette: 220 mila euro l’anno versati da BancaEurosistemi, controllata dall’istituto lombardo. Lavicenda è tornata d’attualità di recente con la de-posizione di Fiorani in aula nel processo in corsoa Milano. Nel frattempo, però, Marco Cardia haallargato il suo parco clienti. E tra le new entry nonmancano le società presenti sul listino di Borsa,oppure che collocano al pubblico prodotti finan-ziari. Risalgono a poco tempo fa, per esempio, icontatti con il gruppo Poste italiane, che vende airisparmiatori fondi comuni, obbligazioni e altri ti-toli. Mentre è emerso di recente che l’avvocatoavrebbe avuto rapporti professionali con KrEnergy, un’azienda quotata che da tempo navigain cattive acque. Di qui la decisione del padre-pre-sidente: meglio astenersi per evitare che possaemergere il sospetto di un conflitto d’interessi trala sua posizione e l’attività del figlio. Va segnalato,inoltre, almeno un dato di fatto: ogni volta Cardiasenior si è chiamato fuori soltanto dopo che i rap-porti d’affari del figlio-avvocato erano diventati didominio pubblico grazie ad articoli di stampa.

Ci può fare qualche esempio?A febbraio del 2008 un’inchiesta dell’Espresso

rivela che il figlio del presidente Consob si oc-cupa di legge 231 per conto della Premafin, hol-

314 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 314

Page 316: report - La voce Delle Voci

ding quotata di Salvatore Ligresti, ed è uno deiprofessionisti di fiducia dell’Immobiliare Lom-barda, altra società del gruppo del finanziere-co-struttore siciliano. Quest’ultimo, tramite societàsotto il suo controllo, forniva casa (a Roma) e uf-ficio (a Milano) all’avvocato Cardia. Pochi giornidopo queste rivelazioni, arriva la risposta delnumero uno dell’Authority, affidata a una letteraal Sole 24 Ore che aveva ripreso il caso. In praticaLamberto Cardia spiega che la Commissione sisarebbe occupata «in sua assenza della vicendain discussione in quei giorni, che riguardaval’immobiliare Lombarda». Niente conflitto d’in-teressi, quindi. Solo che di lì a qualche mese l’ar-gomento torna d’attualità. E questa volta alcentro di tutto c’è la griffe Burani, marchio dimoda controllato dall’omonima famiglia emi-liana. Cardia junior si era messo in affari anchecon loro. Una decisione doppiamente sfortunata,prima Ligresti e poi Burani. Ora le Poste. Semprepiù spesso Cardia lascia le riunioni della Com-missione perché si parla di società legate al fi-glio. Il 17 marzo scorso i Burani hanno fatto crac,travolti da oltre 500 milioni di debiti. Il tribunaledi Reggio Emilia ha dichiarato lo stato d’insol-venza della Mariella Burani Fashion Group, laholding quotata in Borsa del gruppo. Ma lo stopdei giudici è arrivato dopo un’agonia durata al-meno un paio d’anni. Un’agonia scandita da ma-novre sui titoli e disperati tentativi di

315Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 315

Page 317: report - La voce Delle Voci

salvataggio messi in atto proprio in quel periodoa dir poco travagliato, prima che il dissesto fosseevidente. Intanto, a marzo 2009, sempreL’espresso aveva rivelato i rapporti tra l’avvocatoCardia e i Burani provocando la reazione delpresidente Consob, che non partecipa ai lavoridella Commissione quando entra in ballo ilgruppo emiliano.

Lei ha assunto qualche iniziativa, come parlamen-tare?

In un’interpellanza dell’8 giugno scorso, ri-volta al premier Berlusconi e ai ministri GiulioTremonti ed Angelino Alfano, chiamo l’esecutivoalle sue responsabilità. Innanzitutto chiedo per-ché il governo, a fronte di scandali finanziari edindustriali mai preventivamente scovati dallaConsob, e dopo le numerose interrogazioni pre-sentate dal sottoscritto, non abbia ancora revo-cato dalla presidenza dell’Authority LambertoCardia, lo stesso uomo che faceva entrare dalretro Fiorani favorendo la scalata ad Antonve-neta ed il materializzarsi di gravissimi reati so-cietari, poi scoperti dalla magistratura, e tuttoquesto per difendere le consulenze familiari. Do-mando inoltre che sia reso noto se in seguito alladeposizione di Fiorani al pm Fusco – che concre-tizza l’ipotesi di gravi reati, e data l’obbligatorietàdell’azione penale – risulti l’iscrizione di Cardianel registro degli indagati della procura di Mi-

316 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 316

Page 318: report - La voce Delle Voci

lano. Ancora: domando per quale ragione la Con-sob non si sia ancora dotata di un codice etico cheobblighi i propri commissari a rendere pubblicala lista delle attività e degli incarichi di congiuntie parenti. Dobbiamo inoltre sapere se sia oppor-tuno che il governo pensi di rimpiazzare nel col-legio Consob Paolo Di Benedetto con GiuseppinaFusco, la manager del gruppo Eni sponsorizzatadallo stesso Cardia, e se sia proponibile perun’autorità di Borsa indipendente scegliere l’exsegretaria del consiglio di amministrazione del-l’Eni nonché presidente della Sofid, società di in-termediazione finanziaria del gruppo, conconflitto di interessi già potenzialmente incorpo-rato, piuttosto che nominare personalità indipen-denti, attingendo dal mondo accademico e dalleuniversità esperti che possano garantire l’auto-nomia della Consob dalla politica e dagli inte-ressi delle imprese. Occorre insomma – spiego airappresentanti del governo – restituire alla Con-sob quell’autonomia, legalità ed indipendenzaviolata dalla gestione dei Cardia.

È stato chiamato a testimoniare Lamberto Cardia?E cosa ha detto al processo?

Nella deposizione resa il 26 maggio scorso[2010, n.d.r.] in qualità di testimone davanti al tri-bunale di Milano, Cardia nega di avere incon-trato Gianpiero Fiorani nella settimana che vadall’1 al 5 febbraio del 2005, come in precedenza

317Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 317

Page 319: report - La voce Delle Voci

sostenuto dall’ex numero uno della Bpi nel corsodel processo. «L’incontro – ha detto Cardia –non è avvenuto. Ho una prova documentale chesono andato a cercare attraverso le carte che te-stimoniano della mia presenza tra Milano,Roma e l’estero». Quanto a Fiorani, il presidenteConsob ha dichiarato che potrebbe «aver avutooccasione di salutarlo», ma di certo non lo ha«incontrato in modo istituzionale come è statoriportato su alcuni organi di stampa». La Con-sob il 10 maggio 2005 aveva accertato l’esistenzadi un patto parasociale occulto – ha aggiuntoCardia – dando inizio alle vicende giudiziarieche riguardano tuttora l’ex amministratore de-legato della Bpi. «Ho visto Fiorani a Roma l’8marzo 2005 – è stata la precisazione – in occa-sione della sua convocazione in Consob, e suc-cessivamente il 9 aprile 2005 in provincia diBolzano, ad un dibattito organizzato dalla ma-gistratura, alla fine della colazione di lavoro inuna circostanza sgradevolissima».

Il presidente Consob, insomma, smentisce Fiorani.Sì e nella deposizione del 3 giugno scorso

[2010, n.d.r.] Cardia, dopo il banchiere GianpieroFiorani, ha smentito anche l’ex presidente diUnipol Giovanni Consorte. Lo ha fatto, semprein veste di testimone, nell’ambito di un altroprocesso, quello per la tentata scalata a Bnl daparte della compagnia assicurativa bolognese.

318 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 318

Page 320: report - La voce Delle Voci

«Ho letto nei verbali di Consorte dichiarazionifarneticanti», ha affermato il capo della Com-missione di vigilanza sulla Borsa, durante la ri-costruzione, passo dopo passo, dell’attività diConsob in merito alla vicenda che vede al cen-tro la «conquista» della banca di via Veneto. Pa-role, quelle di Cardia, che si riferiscono a unincontro avuto il 4 luglio 2005 nel suo ufficiocon Consorte, il quale si presentò accompa-gnato dall’allora suo vice Ivano Sacchetti. «Holetto – ha proseguito Cardia – che avrebbe par-lato con me. Non ho consentito colloqui nel me-rito. Mi aveva detto solo delle difficoltà cheaveva in quanto non veniva ricevuto dagli uf-fici dai quali voleva avere spiegazioni su qualelinea seguire per difendere Unipol, per non sba-gliare». Il presidente Consob ha definito anchequesto incontro «sgradevole» e ha raccontatoche durò poco: congedò subito Consorte e Sac-chetti e rifiutò anche la proposta di parlaredella questione fuori dalla Consob. I vertici diUnipol vennero poi ricevuti dai membri dellaCommissione l’8 luglio, quattro giorni dopo.«Non ho partecipato a quella riunione – ha pro-seguito Cardia – e se vi ho partecipato è statosolo per il saluto iniziale». Quando il pm LuigiOrsi gli ha chiesto se mai in quell’occasione sifosse appartato, Cardia ha risposto: «Senta, èuna domanda che a me non si deve fare. Nonmi apparto con nessuno, in nessun modo. Sono

319Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 319

Page 321: report - La voce Delle Voci

molto cauto nel ricevere le persone». Anchequando il pm ha letto al presidente Consob l’in-tercettazione del 9 luglio di cinque anni fa traConsorte e il manager Pierluigi Stefanini, nellaquale il primo lasciava intendere di aver avutoun colloquio il giorno prima con Cardia(quando si recò in Consob per l’appuntamentofissato), il presidente dell’Authority ha smentitol’allora presidente di Unipol su tutta la linea.Ma Consorte, contattato al telefono dal suo di-fensore, l’avvocato Giovanni Maria Dedola, haconfermato la sua versione: in quella chiamatadell’estate 2005 riferendosi ai contropattistiaveva affermato: «con i poteri che ho gli bloccotutte le proprietà». Cardia ha inoltre sottoli-neato che dell’incontro dell’8 luglio «c’é il reso-conto» e che per lui «il contenuto di quellariunione è ininfluente». «Per me – ha ribadito –è influente ricordare tutta la vicenda». Come hafatto in aula sulla base degli atti e documenti ar-chiviati dagli uffici della commissione e con iquali è stato possibile anche ricostruire, accantoagli interventi e agli accertamenti di Consob, lacorrispondenza avuta con Banca d’Italia nel pe-riodo caldo del tentativo di scalata a Bnl.

Una difesa a tutto campo, insomma…Già, e possiamo dare ancora qualche detta-

glio. Cardia smentisce su tutta la linea l’ex am-ministratore delegato della Banca Popolare

320 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 320

Page 322: report - La voce Delle Voci

Italiana Fiorani, che si sarebbe inventato l’in-gresso dal retro, e lo fa ricordando tra l’altro cheper accedere all’interno degli uffici della Con-sob «non ci sono porte di servizio». Casomai,ha ammesso, «Fiorani l’ho visto a Roma l’8marzo in occasione della sua convocazione inConsob». E successivamente in quella circo-stanza non gradevolissima del 9 aprile in pro-vincia di Bolzano per il dibattito organizzatodalla magistratura. «Alla fine della colazione dilavoro – ha specificato dinanzi al presidente delcollegio Gabriella Manfrin – quando mi alzai datavola si alzò immediatamente anche lui (Fio-rani, n.d.r.) e mi disse che la Consob lo stava tar-tassando e che quindi mi voleva parlare. Lacosa sgradevole fu che, mentre mi ripeteva chemi doveva parlare, mi prese per un braccio e mifece cadere qualche pezzetto di frutta dal miopiatto. È stata una cosa davvero spiacevole.Sgradevoli gli incontri con Fiorani ed i pranziorganizzati dal figlio Marco nel ristorante di viaVeneto». Quanto all’altra vicenda, sarebbero«farneticanti» le dichiarazioni di Consorte chesi riferiscono a un incontro avuto il 4 luglio2005 nel suo ufficio insieme a Sacchetti, giudi-cato ancora più «sgradevole». Se anche tutto ciòrisultasse provato, perché Cardia non ha maismentito o giudicato altrettanto «sgradevoli» ledorate consulenze elargite da società control-late dalla Consob al figlio Marco?

321Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 321

Page 323: report - La voce Delle Voci

Cose da Pazzi

Alla luce di un simile scenario, lei cosa chiede algoverno nella sua interpellanza?

Il governo deve spiegare una serie di cose. In-tanto, per quale ragione le principali aziendeitaliane vigilate dalla Consob – come numerosigruppi bancari, finanziari, assicurativi ed indu-striali, alcuni dei quali falliti anche per omessavigilanza (come il Gruppo Burani che ha la-sciato in mezzo alla strada migliaia di lavora-tori) – tra i circa 200 mila avvocati e studi legalipresenti in Italia, abbiano concentrato le loro do-rate consulenze sull’avvocato Marco Cardia, fi-glio del presidente Consob Lamberto. Vogliamosapere se esista o meno quella porta di servizioall’Ufficio Consob di Milano dalla quale acce-deva – stando al suo racconto in aula – l’ex capodei «furbetti del quartierino» Gianpiero Fiorani,il quale ha verbalizzato con dovizia di partico-lari i suoi incontri con Lamberto Cardia, descri-vendo perfino il ritorno in auto dalla montagna;incontri peraltro testimoniati direttamenteanche da Gianfranco Boni di Bpi nelle dichiara-zioni rese davanti al pubblico ministero EugenioFusco. Più in generale, chiedo che il governo ac-certi se la Consob abbia svolto tutti i necessari edoverosi accertamenti preventivi previsti dal-l’ordinamento per evitare crac finanziari ed in-dustriali quali quello di Eutelia – il cui

322 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 322

Page 324: report - La voce Delle Voci

amministratore avrebbe distratto e trasferito de-cine di milioni di euro in un trust della periferialondinese – o i fallimenti di altre aziende quo-tate in borsa e soggette al controllo di Cardia se-nior, come il Gruppo Burani. Non sonoinsomma più procrastinabili interventi severiper restituire alla Consob quella credibilità pre-giudicata dalla gestione Cardia. Una gestioneche a mio giudizio risulta peggiore perfino ri-spetto a quella condotta da Bruno Pazzi.

E dal punto di vista processuale?A me parrebbe doveroso che i pm Eugenio

Fusco e Luigi Orsi, nei due filoni di inchiestasulla scalata a Bnl ed Antonveneta, chiamino atestimoniare l’avvocato Marco Cardia, per farsidescrivere la genesi delle generose consulenzericevute a piene mani da importanti aziende vi-gilate dal padre e delle case avute in affitto peruso ufficio dal Gruppo Ligresti. Così forse po-tremmo avere maggiori notizie anche sul risto-rante di via Veneto, con relativo indirizzo, doveavvenivano gli incontri conviviali a tre, organiz-zati da Cardia junior affinché fosse testata la bra-vura professionale dell’avvocato dalle moltepliciconsulenze, e magari potremmo risalire perfinoa chi pagava il conto. Tanti ancora, gli interroga-tivi. Risponde al vero, per esempio, che semprel’avvocato Marco Cardia, della cui valentìa nonabbiamo ragione di dubitare, di recente abbia

323Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 323

Page 325: report - La voce Delle Voci

avuto rapporti professionali con Kr Energy,azienda quotata e vigilata dalla Consob, datempo in difficoltà? E in caso affermativo, qualisono la genesi e l’ammontare delle consulenze?

In che modo la stampa ha trattato queste fasi dellavicenda?

Il Corriere della Sera domenica 9 maggio scorsoha pubblicato un’intervista a tutta pagina aLamberto Cardia, senza sentire il dovere di por-gli domande scomode sulle deposizioni diGiampiero Fiorani rese al pubblico ministeroFusco. Quanto ai quotidiani economici, neglistessi giorni riportano i desiderata del presi-dente Consob, asserendo che non è affatto dettoche Lamberto Cardia lasci tale carica. La sca-denza, lo ricordiamo, era fissata al 30 giugno diquest’anno, ma il governo gli ha concesso unaproroga di due mesi in attesa di trovare un ac-cordo sul nome del successore. Secondo lalegge, la sua presidenza non è più rinnovabile,dal momento che Cardia è presidente dellaCommissione da sette anni, dopo il rinnovobiennale del 2008. Si vedrà se la proroga con-cessa oggi preluda ad altre iniziative per aggi-rare la norma e prolungare l’incarico sine die conla motivazione – da alcune parti già avanzata –della necessità di garantire continuità alla ge-stione dell’Autorità di vigilanza in un momentodelicato per i mercati finanziari.

324 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 324

Page 326: report - La voce Delle Voci

Fin da maggio avevamo avvertito che il rinviodella scadenza del 30 giugno 2010 per Cardiastava trovando spazio nell’ambito del decreto-legge finalizzato a stanziare i fondi per la crisidella Grecia, approvato dal Consiglio dei ministridi venerdì 7 maggio e assegnato alla Commis-sione bilancio del Senato. Avevo fatto osservarecome risultasse quanto meno singolare che a se-guire tale provvedimento fosse il viceministrodell’economia e delle finanze Giuseppe Vegas,considerato – secondo il Sole 24 ore – uno dei piùaccreditati pretendenti alla successione di Cardia.Nello stesso articolo del quotidiano di Confindu-stria si affermava che «un autorevole sostegno al-l’ipotesi (di proroga, n.d.r.) verrebbe dalsottosegretario alla Presidenza del Consiglio deiministri Gianni Letta, da sempre tra i più convintisponsor di Cardia». Dopo la ferma opposizionedel gruppo dell’Italia dei Valori, quel primoemendamento era stato ritirato sul nascere. Maoggi vediamo che il provvedimento sta per rien-trare dalla finestra con un decreto ad hoc.

Ma cosa c’è di vero nell’esigenza manifestata dalgoverno di assicurare continuità al vertice Consobnella attuale fase di crisi?

Le problematiche in questo periodo all’esamedel team guidato da Cardia sono, da un lato, leagenzie di rating e, dall’altro, una ventina di ope-ratori finanziari italiani e stranieri operanti da

325Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 325

Page 327: report - La voce Delle Voci

tempo sui titoli che hanno accusato lo scivolonemaggiore in occasione delle recenti débâcles deilistini. Nel frattempo si dovrà anche nominare ilquarto commissario della Consob in sostituzionedel dimissionario Paolo di Benedetto e, come ab-biamo visto, è in rampa di lancio per l’incaricoGiuseppina Fusco, persona di massima fiduciaper Cardia, la quale con tutta probabilità si af-fiancherà nell’incarico a Vittorio Conti, MichelePezzinga e Luca Enriques.

Ricordo che in ogni caso per legge spetta alpremier la designazione del presidente Consob:la candidatura viene sottoposta al Consiglio deiministri e successivamente passa all’esame delleCommissioni parlamentari competenti. Maanche questa volta, come nel 2008, si cerca di uti-lizzare una procedura anomala. Due anni fa, in-fatti, quando Cardia stava per completare il suomandato quinquennale (non rinnovabile inquanto successivo ad un altro mandato quin-quennale come commissario), il Parlamento, conuna maggioranza bipartisan, approvò la prorogabiennale motivandola con l’esigenza di unifor-mare a sette anni la durata del mandato dei pre-sidenti delle autorità indipendenti.

Ma al di là del processo in cui come Adusbef aveteottenuto la costituzione fra le parti civili, esistonogiudizi civili o penali che chiamano in causa diretta-mente l’Authority presieduta da Cardia?

326 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 326

Page 328: report - La voce Delle Voci

Nel 2009 il tribunale civile di Roma ha giudi-cato colpevole di omessa vigilanza la Commis-sione nazionale per le società e la borsa, che perquesto dovrà restituire a 73 risparmiatori i 7,5milioni investiti nella società di pubblico rispar-mio Girardi. In sostanza la Consob aveva iscrittoall’albo delle società di intermediazione la Gi-rardi, benché si trattasse di una società sottoca-pitalizzata, si fosse appropriata di sommeingenti e avesse stipulato contratti anomali. Ecosì gli ignari risparmiatori si erano fidati dellagaranzia offerta dalla registrazione della Com-missione di vigilanza. Ma questa sentenza arrivadopo due lunghi procedimenti giudiziari, sia insede penale che civile, avviati nel 2002, quandoi commissari Consob finirono davanti al tribu-nale di Roma per abuso d’ufficio. In seguito peròil processo contro Bruno Pazzi, predecessore diCardia, Mario Bessone e Aldo Polinetti, ex com-missari, Corrado Conti, ex direttore generale,Michele Maccarone, ex capo degli affari legali, eGiuseppe Zadra, ex capo divisione mercati, fubloccato dalla prescrizione. Non la passarono li-scia, invece, gli amministratori della Sim, che nel2004 sono stati condannati in primo grado perbancarotta dal tribunale di Milano.

Cosa è successo ai dirigenti Consob implicati?Quei comportamenti avrebbero dovuto por-

tare al loro allontanamento. Invece, per quanto

327Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 327

Page 329: report - La voce Delle Voci

mi risulta, qualcuno è stato reimpiegato in ruolidi altrettanto rilievo: è avvenuto per esempioall’avvocato Michele Maccarone, divenuto re-sponsabile della divisione studi giuridici dellaConsob, poi nuovamente promosso alla reggenzadella Divisione emittenti della Consob. Ma ancorprima di queste vicende, la Consob era stata tra-scinata in giudizio da ben 1700 investitori.

Per quale situazione, stavolta? A ottobre 2008 il tribunale civile di Milano ha

condannato in solido la Consob, la banca Leo-nardo (sponsor della quotazione), i revisori diDeloitte&Touche e Virgilio Degiovanni, ex pre-sidente della società, per la falsità del prospettodi Freedomland, la società di Internet-Tv quotatanell’aprile del 2000 ai massimi della bolla dellanew economy e «crollata» vertiginosamente nelgiro di poche settimane: il valore di una azioneera infatti passato dai 105 euro del collocamentoai 32,6 euro, con una perdita di circa il 23,1 percento del valore.

La Consob è stata ritenuta responsabile dellafalsità del prospetto Freedomland per non averesercitato con la dovuta diligenza il controllosulla completezza e coerenza delle informazionidiffuse al pubblico. In pratica, per permettere laquotazione in borsa della società vennero sovra-stimati sia i suoi clienti che gli utili previsti. Mac’è di peggio: nonostante l’allarme lanciato da

328 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 328

Page 330: report - La voce Delle Voci

un ex collaboratore di Degiovanni, il quale avvi-sava la Consob di una serie di irregolarità con-tabili, compreso il dato gonfiato dei clienti,l’emissione del titolo venne autorizzata. Il risul-tato? Circa 20 mila risparmiatori coinvolti nelcrac Freedomland. Tutti avevano riposto la lorofiducia nelle banche, nella Consob e nella Borsa.

Ci sono state, nel frattempo, altre denunce a caricodell’Istituto di vigilanza?

L’Adusbef ha presentato numerosi esposti,specie a Roma e Milano. Alla procura della capi-tale pende un’indagine penale, pubblici mini-steri Giorgio Orano ed Emanuele Di Salvo,giudice per le indagini preliminari Tommaso Pi-cazio, proprio a carico di Cardia e soci. A mepare che l’iter vada però molto a rilento e le ra-gioni – ho spiegato in un’interpellanza al Senato– potrebbero essere ricondotte all’influenza cheil presidente della Consob riesce ad esercitare inmolteplici direzioni. Ricordo che Cardia è statosottosegretario alla presidenza del Consiglio condelega ai servizi segreti e segretario del Consi-glio dei ministri nel Governo Dini, dal 17 gen-naio 1995 al 17 maggio del ’96. Nello stesso attoparlamentare ho chiesto per quale ragione il go-verno, a fronte delle gravi situazioni che qui ab-biamo ricordato per sommi capi, ma anche dialtre gravi vicende, non proceda allo sciogli-mento della Consob.

329Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 329

Page 331: report - La voce Delle Voci

Quali sono le altre gravi vicende? Ci fa qualcheesempio?

Prendiamo la vicenda di It Holding, il gruppooperante nell’alta moda che gestisce griffe comeFerré, Ittierre e Malo. A marzo di quest’anno ilpubblico ministero milanese Carlo Nocerino hachiuso le indagini sul consiglio di amministra-zione del gruppo, indagini che vertevano in par-ticolare su Tonino Perna, socio, presidente eamministratore delegato della holding, finita inamministrazione straordinaria a febbraio 2009. Ilcapo d’imputazione è di aggiotaggio per averecomunicato false notizie al mercato, tali da alte-rare il prezzo delle relative azioni e delle obbli-gazioni. La vicenda prende il via il 27 agosto2008, quindi poco prima dell’insolvenza, quandola società in questione comunicava al mercato diaver finalizzato un contratto di finanziamentocon la banca francese Natixis, con scadenza 27gennaio 2010, per l’importo di 30 milioni di euro.In realtà, scrive il pubblico ministero, quel finan-ziamento era stato unilateralmente sospeso dallabanca ben prima della comunicazione – avve-nuta a inizio agosto – relativa al pignoramentodei conti correnti societari in seguito ad una sen-tenza del tribunale di Milano, che aveva condan-nato la holding al pagamento di 2,67 milioni dieuro a favore della società Romeo Gigli.

A ciò si aggiunge che Perna e i suoi collabora-tori non avrebbero successivamente informato il

330 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 330

Page 332: report - La voce Delle Voci

mercato né della sospensione del programma dicartolarizzazione (una forma alternativa di finan-ziamento) con la banca Calyon, né del mancatorimborso della rata di un finanziamento concessoda Banca Intesa. Inoltre sarebbe stata falsata laposizione finanziaria netta nella relazione trime-strale al 30 settembre 2009: come si legge nell’attodi chiusura delle indagini, venivano esposti datifalsi sulla reale situazione finanziaria.

Pochi mesi dopo il gruppo sarebbe fallito la-sciando un deficit di oltre un miliardo di euro: leazioni diventavano carta straccia e gli obbliga-zionisti potevano salutare i propri risparmi.

Ecco, questo è uno fra i tanti casi clamorosi incui, a mio giudizio, la Consob non ha fatto tuttoquanto era di sua competenza per assicurare airisparmiatori ogni informazione necessaria chepermettesse loro di gestire i propri investimentiin modo consapevole; non ha controllato l’atten-dibilità delle informazioni fornite al mercato enon ha accertato se vi fosse trasparenza e corret-tezza nei comportamenti della società poi fallita.

Anche in merito a questa vicenda, lei ne ha chiestolo scioglimento?

Certo. Ho ricordato al governo che il presi-dente del Consiglio può proporre con decretomotivato lo scioglimento della Commissione. Inrealtà però questo può avvenire solo in casiestremi. Conseguentemente l’Authority si pone

331Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 331

Page 333: report - La voce Delle Voci

in maniera inappellabile al di sopra di ogni ve-rifica operativa, tranne quella politica che,guarda caso, coincide sostanzialmente con il rin-novo periodico delle cariche al vertice.

Ma cosa scrive, nelle sue relazioni annuali, laConsob?

Questo è un altro punto delicato. Prendiamoad esempio la relazione annuale al 31 marzo2009: vengono riportati molti dati sull’attivitàispettiva, ma di fatto tale attività, come già si èverificato nei crac finanziari di grandi aziende,arriva molto tempo dopo l’intervento della ma-gistratura. A cominciare da Parmalat, una so-cietà che per anni ha falsificato i bilanci senzache alla Consob ne sapessero nulla, per finire alcaso più recente, quello di Mariella Burani. Ilpresidente Cardia nella relazione mette in luceil rafforzamento che c’è stato negli ultimi annidel numero di dipendenti, passati dai 382 del2004 ai 506 del 2008. Ma non spiega che questoincremento di addetti non è andato a rafforzarecon decisione l’attività operativa, l’unica ingrado di scovare le frodi. Cardia non specificache alla Consob ci sono pochi analisti di bilan-cio, quelle figure professionali che sarebbero ingrado di esaminare i conti delle società quotatee scoprire eventuali falsificazioni. Né ci dice chel’orientamento del management interno è quellodi indirizzare questi analisti più verso l’avvista-

332 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 332

Page 334: report - La voce Delle Voci

mento di possibili crisi aziendali che non versola scoperta delle frodi: insomma, la struttura at-tuale della Consob risulta debole, come dimo-stra il fatto che non hanno finora individuato unsolo caso eclatante di frode.

Nell’ultima relazione Cardia dedica pagine epagine alla crisi dei mercati finanziari, dimo-strando di interessarsi più alla stabilità del si-stema che non alla trasparenza, alla correttezzadei comportanti sociali e alla tutela del risparmio,il che significa soprattutto essere al fianco dei pic-coli risparmiatori e degli azionisti di minoranza.

L’economista Alessandro Penati dichiara che perCardia è importante difendere solo gli interessi del go-verno, degli azionisti di controllo e della proprietàdelle banche.

E ha ragione. Nella vicenda Alitalia, per fareun altro esempio, Cardia sostiene di aver raf-forzato la vigilanza sulla regolarità nel funzio-namento del mercato a proposito dellacompagnia di bandiera. Ma verso la fine delGoverno Prodi, in concomitanza con l’offertaAir France Klm, si sono susseguite dichiara-zioni pubbliche da parte di Berlusconi e di altriesponenti del centro-destra in grado di avereconsiderevoli effetti sul titolo. Cardia, però, èrimasto muto. Successivamente il decreto Ali-talia dell’attuale governo ha sospeso, in contra-sto con la legge comunitaria, gli obblighi di

333Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 333

Page 335: report - La voce Delle Voci

informazione al mercato durante l’offerta coor-dinata da Intesa Sanpaolo. Ebbene, la sospen-sione di quegli obblighi è passata senza cheCardia proferisse una sola parola, nonostante ledichiarazioni contrarie del presidente dell’An-titrust Antonio Catricalà.

Chi tutela, insomma, i piccoli azionisti?Sempre nella sua ultima relazione annuale Car-

dia scrive con orgoglio che le scelte regolamentari,da sottoporre a breve ad una nuova ultima fasedi consultazione, intendono salvaguardare la fles-sibilità e l’autonomia delle società. In realtà è dalgennaio 2005 che questo regolamento avrebbe do-vuto essere emanato; invece, dopo due tentativiandati a vuoto, resta sospeso. Anzi, l’ex commis-sario Salvatore Bragantini ha dichiarato che laConsob sta mancando al suo dovere e che lo stra-potere dei soci di controllo è la grande anomaliadel mercato finanziario italiano, che espone adogni sorta di angherie gli azionisti non rappresen-tati nella cosiddetta «stanza dei bottoni». L’elencodelle operazioni dubbie è lungo: una delle più re-centi riguarda Telecom Italia, che ha venduto latedesca Hansanet a Telefonica tra le proteste delsocio di minoranza Fossati, che riteneva fossestata svenduta. Una situazione, insomma, tantopiù grave se si considera che un comportamentorigoroso e tempestivo della Consob sarebbe statoindispensabile per garantire la trasparenza dei

334 Le Grandi Cupole: la Consob

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:08 Pagina 334

Page 336: report - La voce Delle Voci

mercati finanziari, mentre fino ad oggi è sempredovuta intervenire la magistratura a presidio deidiritti dei risparmiatori e dei lavoratori.

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:08 Pagina 335

Page 337: report - La voce Delle Voci

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 336

Page 338: report - La voce Delle Voci

L’Italia delle criccheL’inchiesta Revolving

Una mattina di fine ottobre del 2009 Elio Lan-nutti viene convocato dalla procura di Trani, im-pegnata su un giro di carte revolving «col trucco»smistate a centinaia di migliaia di consumatorinei centri commerciali di tutta Italia. Il supportoche offrirà il senatore, da tempo in prima fila perdenunciare questo fenomeno come presidentedell’Adusbef, si rivelerà assai utile alle sorti diun’inchiesta che, nel successivo prosieguo, mettea nudo un nuovo scenario di corruttele diffusefra istituzioni e politica, sempre a danno dellacosa pubblica, da far quasi impallidire i tempidei «furbetti».

Entra a gamba tesa nell’inchiesta, attraversointercettazioni sulle carte «truccate», il verticemassimo degli assetti politici del paese. Perché iresponsabili della società «dispensatrice» dellecard sotto accusa si adoperano per evitare che lenotizie sull’inchiesta di Trani finiscano in pastoai giornali e, a questo scopo, vengono scomodati

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 337

Page 339: report - La voce Delle Voci

alti esponenti dell’Agcom. Uno di loro, Gian-carlo Innocenzi, altro Vip di area-partito piaz-zato nelle istituzioni di «controllo», nello stessoperiodo s’intrattiene spesso al telefono con Ber-lusconi. Perché il premier sta cercando con ognimezzo di oscurare i talk show a lui maggiormentesgraditi, gli odiati Annozero e Ballarò.

Il tempo, che resta sempre un grande maestro,ci mostrerà che in realtà quelle manovre per si-lenziare l’informazione indipendente altro nonerano se non un disinvolto assaggio di quelloche si stava preparando: quella «legge bavaglio»che intralcerà per sempre il lavoro della magi-stratura con limiti angusti ai poteri d’intercetta-zione. E getterà definitivamente nel più grigioconformismo ciò che resta del giornalismo –quello vero – nel nostro paese.

Malgrado la «buona volontà» manifestata daInnocenzi di accontentare «il capo» (come lui lochiama), l’operazione non va in porto. Ma tantobasta a mettere in moto una macchina giudizia-ria e mediatica che arriva a lambire i portoni diPalazzo dei Marescialli, sede del Csm.

Qui il senatore Lannutti spiega nei dettaglicome funzionavano le card rifilate agli ignariconsumatori, sempre più indebitati da una poli-tica del credito che lui definisce «di plastica». Eche la battaglia sia dura, lo dimostra il fatto che,pur dopo il tardivo provvedimento di sospen-sione emanato dalla Banca d’Italia – come al so-

338 L’Italia delle cricche. L’inchiesta Revolving

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 338

Page 340: report - La voce Delle Voci

lito, a rimorchio della magistratura – proprioquel genere di titoli di credito sono ancora «re-golarmente» in vendita. Anche su internet...

Lannutti, lo scenario economico del paese a tinteforti, ma purtroppo reali, che lei ci ha fin qui rappre-sentato, quanta parte ha avuto nel determinare il for-marsi di fameliche «cricche», da anni al lavoro perspartirsi svariati miliardi di denaro pubblico?

Ma guardi, le clamorose inchieste che hannofatto tremare negli ultimi mesi anche i palazzidella politica e dell’informazione, dagli scandalidelle grandi opere al colossale giro di truffe sco-perto dalla procura di Trani, altro non sono senon una prima, diretta conseguenza di quei con-trolli mancati delle autorità di vigilanza che daanni andiamo denunciando, in primis Consob eBanca d’Italia. Come al solito, anche in questicasi, si assumono provvedimenti per chiudere icancelli quando i buoi sono già scappati. E conloro, vagoni di danaro pubblico.

Cominciamo dall’inchiesta di Trani, alla quale leiha collaborato.

Qui parliamo di una società, la American Ex-press, che attraverso le carte revolving facevaconcorrenza agli strozzini, applicando ai rispar-miatori un tasso annuo del 251 per cento, mentregli usurai si accontentano del 120 per cento al-l’anno, un 10 per cento al mese… ecco, queste

339Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 339

Page 341: report - La voce Delle Voci

sono le dimensioni del fenomeno messo a nudodalla procura di Trani. Ma partiamo dall’inizio.A fine ottobre dello scorso anno, a seguito dellenumerose denunce presentate «in perfetta soli-tudine» dall’Adusbef su questa vicenda, vengoconvocato a Trani dal pubblico ministero Mi-chele Ruggiero, al quale faccio presente tuttauna serie di meccanismi, connessi a clausole dicarattere tecnico, che a mio parere erano allabase degli illeciti. In particolare spiego che ve-niva applicato un anatocismo tale da far salire itassi fino al 54,21 per cento, vale a dire oltre ildoppio dei limiti, pur elevati e pari al 25,68 percento, consentiti dalla legge sull’usura per que-sto tipo di credito, finalizzato all’acquisto ra-teale. Ma tenendo conto degli importi addebitatia titolo di penale o di interessi di mora anche suuna sola, modesta rata non pagata, quei tassipotevano arrivare fino al 251,2 per cento. Unamostruosità, insomma, rispetto ai tassi pubbli-cizzati: il 20,15 per cento di Barclaycard; 17,23per cento di American Express; 17,52 per centodi Carta Viva; 16,65 per cento di Carta Tiscali;16,49 per cento di Carta Aura; il 15,50 per centodi Clarima e Credit Tim.

Da lì, poi, l’inchiesta è decollata.Sì, a novembre 2009 la procura di Trani ha

ipotizzato i reati di concorso in truffa aggravataed usura a carico dei vertici di American Ex-

340 L’Italia delle cricche. L’inchiesta Revolving

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 340

Page 342: report - La voce Delle Voci

press Italia: il direttore Massimo Quarra ed il re-sponsabile legale Francesco Fontana. Truffa age-volata dal fatto che, a differenza di quantoavviene con le altre, la revolving prevede che ildebito non sia determinato e pagato in un’unicasoluzione, bensì in rate fisse fino alla completaestinzione. E proprio dietro gli interessi di mora,secondo la procura, si nasconderebbe l’even-tuale raggiro: a fronte di un tasso d’interesse di-chiarato del 16,99 per cento, gli investigatorihanno riscontrato tassi di interesse anche del 77per cento. L’indagine era allora in fase iniziale,ma il procuratore capo a fine 2009 invitava giàtutti i possessori di quelle card a controllare lapropria situazione. Il sospetto degli inquirentiera che il sistema non fosse stato usato solodall’American Express, ma anche da altre so-cietà che emettono revolving.

Da tempo come Adusbef avevamo messo inguardia i consumatori che utilizzano pericolosistrumenti di debito come le carte revolving, in-vitandoli ad un uso accorto, proprio per gli in-teressi nascosti che si ricapitalizzano, autenticamanna per le società emittenti che, configu-rando una vera e propria istigazione al debito,fanno recapitare a casa carte con 3000-4000 europronte per essere spese, confidando nel bisognodi famiglie impoverite, costrette ad indebitarsiulteriormente e ad entrare in un tunnel spessosenza uscita. E a novembre 2009 ho presentato

341Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 341

Page 343: report - La voce Delle Voci

in Senato una specifica interpellanza per infor-mare il governo.

Si è parlato di tentativi d’interferenza sulle inda-gini del pm Ruggiero. Cosa c’è di vero?

Premetto che al sostituto procuratore di TraniMichele Ruggiero ho già espresso pubblica-mente tutta la gratitudine dovuta alle sue co-raggiose e rigorose indagini. Ciò detto, a marzoscorso hanno cominciato a circolare notizie supressioni esercitate a suo tempo dai banchieriper evitare che venissero divulgate sullastampa indagini destinate ad offrire la provaprovata della «potenza di fuoco» di bankster ed«usurai legalizzati». Un pressing con finalitàcensorie, dunque, quello rilevato dallo stessopm Ruggiero, ad ulteriore dimostrazione delfatto che certi banchieri, quando vengono presiin flagranza di reato ad esercitare tassi e condi-zioni da strozzini, forti del potere economico edegli investimenti pubblicitari si adoperano oper non far pubblicare le notizie, oppure perfarle relegare ad orari impossibili, come è acca-duto con il servizio del Tg1 andato in onda amarzo nell’edizione notturna. Ho chiesto al go-verno se ritenga normali le telefonate effettuateda questi potentati per impedire che il pubblicodei consumatori e dei cittadini potesse cono-scere i tassi usurari applicati ed i comporta-menti fraudolenti, riuscendo così a stare in

342 L’Italia delle cricche. L’inchiesta Revolving

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 342

Page 344: report - La voce Delle Voci

guardia da quotidiani abusi compiuti attra-verso l’ invio nella casella postale delle carte dicredito revolving.

Viglianza revolving

Qual è stata la reazione dei poteri di controllo?Anche qui è evidente che doveva essere la

Banca d’Italia, e non le procure, a verificare sebanche e società emittenti non rispettassero lalegge 108 sui tassi usurari, provvedendo d’uffi-cio ad effettuare controlli preventivi degli ar-chivi informatici sulle pratiche relative ai titolaridelle carte revolving. Indagini andavano eseguiteanche sui software di gestione delle carte di cre-dito e di quello relativo al calcolo dei tassi di in-teresse, delle spese e commissioni nascoste, maanche della documentazione amministrativa(estratti conto, contratti, corrispondenza) riguar-dante i clienti. Cosa fa, invece, Bankitalia? Sol-tanto ad aprile 2010 decide d’intervenire,vietando ad American Express Services EuropeLimited (in sigla, Asel) l’emissione di nuovecarte. E solo in quella occasione, all’indomani diuna dura presa di posizione pubblica dell’Adu-sbef in merito alla sconcertante vicenda, sco-priamo che l’Istituto di via Nazionale asettembre 2009 aveva già emesso analoghi prov-vedimenti restrittivi su carte Diners e Fiditalia.Una autentica beffa per i consumatori, i richiami

343Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 343

Page 345: report - La voce Delle Voci

di Mario Draghi al rispetto delle norme. Èchiaro che in assenza di controlli, i gestorihanno continuato indisturbati ad omettere in-formative chiare e semplici sulle caratteristichedel prodotto collocato e delle condizioni appli-cate, inviando alle famiglie per posta carte revol-ving non richieste, adottando clausole capestroanche per i prodotti assicurativi connessi al fi-nanziamento ed avvalendosi, per giunta, non dioperatori finanziari, ma di semplici addetti aicall center per la promozione e il collocamentodelle carte truffaldine.

Cosa prescrive esattamente Bankitalia ad Asel?La Banca d’Italia, area vigilanza bancaria e fi-

nanziaria, il 7 aprile di quest’anno comunicavaad Asel i risultati delle sue indagini, che sareb-bero state avviate – si legge nel documento – il24 settembre del 2009 e si sarebbero concluse il 7gennaio di quest’anno. Siamo venuti in possessodella missiva senza che mai, come detto, da al-lora ad oggi l’organismo di vigilanza sentisse ildovere di mettere in guardia i consumatori, checontinuavano a cadere nella rete di queste carte-trappola, pur in presenza di violazioni gravis-sime, quali quelle accertate e riportate neldocumento stesso. Riferisco solo alcuni fra i pas-saggi che destano il maggiore sconcerto. Dopoaver dedicato un intero paragrafo ai profili diusura riscontrati, l’Istituto di Draghi si occupa

344 L’Italia delle cricche. L’inchiesta Revolving

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 344

Page 346: report - La voce Delle Voci

delle norme anti-riciclaggio, indicando anchequi una serie di «diffuse e rilevanti anomalie»che riguardano, ad esempio, «l’origine dei fondinei pagamenti in contanti», ma soprattutto risul-tano «diffuse irregolarità in merito all’identifica-zione dei clienti operanti con banche insediatein paesi «non equivalenti», segnatamente la Re-pubblica di San Marino e la Città del Vaticano».Per non parlare poi dell’archivio unico informa-tico, che presenta fra l’altro «duplicazioni di no-minativi, forzature, errori e incompletezza neglielementi anagrafici, troncamenti o abbreviazionidi cognomi, nomi e denominazioni sociali, uti-lizzo di codici fiscali e partite iva fittizi comunia più soggetti, con conseguenti registrazioni acarico di soggetti estranei all’operazione». Eb-bene, in presenza di tutto questo via Nazionalesi limita ad invitare Asel a presentare un piano,di cui indica i requisiti, e ad imporre in via cau-telare il divieto di emettere nuove carte di cre-dito, ma lascia una società di questo generelibera di emettere «carte sostitutive nell’ambitodi rapporti già in essere con la clientela».

Ma questo genere di prassi diffuse sono state al-meno in parte stroncate, dopo gli avvertimenti diBankitalia ad Asel?

Tutt’altro. Contravvenendo anche alle normesulla privacy sbandierate da Draghi nel suo re-cente «monito», le carte cosiddette «Nectar», per

345Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 345

Page 347: report - La voce Delle Voci

fare un esempio, continuano ad essere sollecitateaddirittura via sms ad utenti che non hanno maiautorizzato il trattamento dei loro dati personali.Nei centri commerciali si piazzano carte di cre-dito come se fossero pomodori o patate. Né si èfatta alcuna chiarezza sui rimborsi Amex pro-messi agli utenti usurati.

Amex è infatti la sigla assicurativa di Ameri-can Express. In quanto tale, avrebbe dovuto en-trare già in azione risarcendo gli utenti truffatidalle card. Invece ad aprile il gruppo acquistasui principali quotidiani italiani una pagina dipubblicità rivolta «a tutti i titolari di Carta edEsercizi convenzionati», in cui conferma che«l’uso e l’accettazione di tutte le carte AmericanExpress continua regolarmente con il consueto,massimo impegno della nostra Società al fine digarantirvi gli elevati standard di servizio cheavete sempre apprezzato. Tutti i nostri titolari– continua il testo – possono continuare sia adutilizzare normalmente la Carta per qualsiasispesa, grazie anche a tutti gli Esercizi conven-zionati che ne assicurano l’accettazione, sia adusufruire di tutti i benefici e i servizi che ren-dono uniche le Carte American express in Italiae nel mondo». Peccato che in tale «unicità»delle revolving Amex si configurassero anchetassi da «strozzo». L’ennesima conferma, quellepagine a pagamento sui quotidiani, della pro-tervia insita nel dna di banchieri ed interme-

346 L’Italia delle cricche. L’inchiesta Revolving

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 346

Page 348: report - La voce Delle Voci

diari finanziari, che si guardano bene dal chie-dere scusa per i comportamenti fraudolenti as-sunti a danno dei clienti.

E i rimborsi? Nemmeno una parola sui paginonidi pubblicità? Che speranze ci sono?

American Express, nell’assicurare l’uso dellecarte circolanti, si guarda bene dal garantire i do-vuti risarcimenti a centinaia di migliaia di utenti.A loro abbiamo comunicato fin da aprile che peraccedere al dovuto indennizzo possono aderirealle class actions unificate promosse da Adusbef,Codacons e Federconsumatori. Quanto alla so-cietà, le abbiamo ricordato i suoi obblighi con unadiffida inviata ai sensi del Codice del consumo.In questo ennesimo scandalo a danno di centinaiadi migliaia di consumatori emergono con chia-rezza cristallina le precise responsabilità dell’Uf-ficio di vigilanza di Bankitalia che, andando abraccetto con i banchieri ed altri intermediari fi-nanziari, si è accorta dei tassi usurari praticati soloa seguito dell’intervento della procura di Trani,dopo che il pm aveva fatto periziare gli interessianatocistici vietati dalla legge. Proprio per questola distratta Bankitalia sarà chiamata, in solido congli intermediari «non vigilati», a risarcire i consu-matori nella class action avviata a tutela delle fa-miglie «strozzate». E voglio ricordare che secondorecenti stime gli utenti di carte revolving «usuraie»sono circa 7 milioni di persone.

347Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 347

Page 349: report - La voce Delle Voci

Lei ha fatto cenno al fatto che Bankitalia era già alcorrente da sei mesi di casi analoghi. Ci vuole spiegaremeglio questa circostanza?

Sì, tutto viene casualmente alla luce sempread aprile scorso, quando scopriamo sul sito diun’altra società operante nel settore dei prestitirateali e delle carte revolving, Fiditalia, che laBanca d’Italia aveva bloccato la distribuzione dialcuni misteriosi prodotti. Si leggeva testual-mente: «Vogliamo informarvi che Fiditalia ha so-speso temporaneamente la distribuzione dialcuni prodotti a partire dal 23 ottobre 2009, uni-formandosi ai provvedimenti del 13 e 29 ottobredella Banca d’Italia. Nel periodo di sospensioneFiditalia adotterà tutte le misure necessarie adadeguarsi, entro il previsto termine dell’1 gen-naio 2010, alle disposizioni della Legge sulla tra-sparenza dei servizi bancari e finanziari». Qualeomertosa cortina di silenzio aveva fino ad alloraoscurato la notizia? A chi e quando la Bancad’Italia aveva reso noto quali fossero i prodottisospesi a Fiditalia? Dopo alcune ricerche di Adu-sbef viene alla luce che il 14 settembre 2009 il ga-rante della concorrenza e del mercato avevasospeso la commercializzazione della carta dicredito co-branded Coin e Fiditalia, denominataCoincard. Si tratta di una carta revolving con unalinea di credito da 1000 a 3000 euro, modalità dipagamento a saldo o a rate, con Tan annuo a16,50 per cento e Taeg 18,07 per cento.

348 L’Italia delle cricche. L’inchiesta Revolving

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:10 Pagina 348

Page 350: report - La voce Delle Voci

Quali erano, in questo caso, le irregolarità?A motivare il provvedimento dell’Autorità

erano state alcune pratiche ritenute non con-formi alle norme sulla trasparenza della comu-nicazione legata al prodotto: Coincard è statainfatti distribuita senza fornire ai consumatoriinformative adeguate sulla natura della carta,sulle caratteristiche e sulle condizioni e moda-lità di utilizzo e sui costi. L’Antitrust è interve-nuta inoltre sulla modalità di sottoscrizionedella carta: la proposta di contratto avveniva di-rettamente presso il punto vendita Coin, rite-nuto inadeguato all’attivazione di servizifinanziari. Per questo oltre alla sospensione, alledue società è stata inflitta una multa per com-plessivi 220 mila euro: 90 mila a Coin e 130.000a Fiditalia. Con questa decisione l’Autorità hainteso proteggere i sottoscrittori di carte pressoi punti vendita da campagne promozionali in-gannevoli, e spesso dannose per i costi effettiviomessi. Ma come sempre registriamo la solitascoperta «a rate» di Bankitalia, i cui provvedi-menti non vengono divulgati per non nuocereagli interesse di banche e finanziarie. Dopo que-st’ennesimo caso l’Adusbef ha chiesto al gover-natore Draghi di licenziare in tronco gli altipapaveri dell’Ufficio di vigilanza Bankitalia, acominciare da Anna Maria Tarantola: questi di-rigenti predicano trasparenza, ma operano consegretezza ed opacità incompatibili con l’alta

349Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 349

Page 351: report - La voce Delle Voci

funzione di vigilanza di un’autorità super partes,che dovrebbe operare con correttezza, traspa-renza e buona fede per garantire anche i dirittidei consumatori e non gli interessi dei banchieri.Dov’erano, questi signori della vigilanza di viaNazionale, nei giorni in cui Fiditalia non ag-giornava neppure la comunicazione sul prov-vedimento restrittivo riguardante CartaEureka, una revolving che prometteva una ri-serva di denaro sempre a disposizione, con ratecomode e flessibili e la possibilità di effettuareprelievi di contante presso tutti gli sportellibancomat convenzionati Master Card?

Cosa può fare allora il cittadino per mettersi al ri-paro dalle trappole di queste card?

L’Adusbef, che chiederà di costituirsi partecivile nel processo di Trani, ha pubblicato unapposito volumetto, un Vademecum di consigliper il buon utilizzo del denaro di plastica, daltitolo Carte revolving: chi le conosce, le evita! Altempo stesso abbiamo inviato una richiesta ur-gente all’Antitrust chiedendo di intervenire sualtre società esercenti in Italia che abbianoemesso carte revolving analoghe a quelle bloc-cate. In merito a queste ultime è emerso, fral’altro, che nella documentazione contrattualee nella pubblicità il Taeg era indicato pari alTan, anziché essere calcolato su ipotesi più cau-telative; sull’estratto conto mancava la data va-

350 L’Italia delle cricche. L’inchiesta Revolving

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 350

Page 352: report - La voce Delle Voci

luta delle spese effettuate e del prospetto sca-lare. Attenzione inoltre alle carte di tipo charge:non è indicato il limite di affidamento, variabilein funzione delle spese sostenute, ed è carenteanche il contenuto informativo dell’estrattoconto. Per entrambe le carte, gli estratti contonon indicano i tassi di cambio, né eventualicommissioni per la conversione della valuta. Incaso di revoca, poi, il cliente non riceve la do-cumentazione necessaria per conoscere l’evolu-zione del debito.

Ecco, questi sono solo alcuni dettagli delleampie argomentazioni alla base della nostraistanza all’Antitrust, nella quale abbiamo anchesollecitato l’adozione di provvedimenti caute-lari, dal momento che ancora ad aprile, attra-verso il suo sito internet, American Expressconsentiva la stipula di nuovi contratti. Altrainiziativa urgente da noi richiesta è di inibirel’emissione di nuove carte anche ad altri istituti,perché la prassi commerciale sulle carte revol-ving è universale, quindi i rilievi – sia pur tar-divi – compiuti da Banca d’Italia nei confrontidella American Express si devono considerareestensibili anche agli altri erogatori degli stessistrumenti di debito.

Più specificamente, quali sono le raccomandazionicontenute nel Vademecum dell’Adusbef?

Il Vademecum serve in primo luogo a chi an-

351Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 351

Page 353: report - La voce Delle Voci

cora ritiene che l’utilizzo delle carte revolvingaltro non sia se non l’evoluzione del sorpassatoacquisto a rate. La differenza è invece enormee vediamo perché. Queste card non prevedono«l’acquisto di un bene a rate», ma «l’acquisto arate» di tutti i beni oggetto della nostra spesa.Nel primo caso, si è in grado di valutare l’im-pegno finanziario della rata. L’utente della re-volving, invece, non riesce assolutamente aqualificare il peso finanziario delle spese che sivanno cumulando nel tempo. Il vecchio si-stema permetteva inoltre di conoscere in ognimomento il vincolo temporale dell’impegno.Con la carta revolving questo è impossibile. An-cora: prima l’incidenza del tasso era «pesata»dalla somma delle rate, cioè dal numero dellerate per l’importo di quella singola. Con la re-volving il tasso può variare – lo decide il gestore– ma si continua a spendere (molto) ed a pa-gare (poco): finché il gestore non ci avrà inpugno. Se inadempienti, entreremo nell’elencodei «cattivi pagatori» e ci vedremo chiuderetutti i canali del credito. Altre condizioni cape-stro riguardano poi l’ipotesi di estinzione anti-cipata: con queste carte «di plastica» nonsappiamo mai con precisione quanto do-vremmo versare per chiudere la partita e lesomme che il gestore ci chiederà saranno quasisempre impossibili. Senza contare tutte le con-siderazioni che abbiamo fatto sui tassi alle

352 L’Italia delle cricche. L’inchiesta Revolving

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 352

Page 354: report - La voce Delle Voci

stelle, naturalmente, anche quando non si è inpresenza di vere e proprie truffe come quelleipotizzate dalla procura di Trani.

Da Trani a Telebavaglio

Prima abbiamo fatto cenno al pressing esercitatosulla procura di Trani da alcuni altolocati Vip per im-pedire che comparissero sulla stampa notizie lorosgradite. Da qui è nato un nuovo, clamoroso filoned’indagine. Ce lo vuole raccontare?

È da qui, dalle intercettazioni che si eranorese necessarie nell’ambito dell’inchiesta sullecarte revolving, che parte il grosso filone di «Te-lebavaglio». Dai tabulati saltano fuori stralci diconversazioni telefoniche tra il presidente delConsiglio e Giancarlo Innocenzi, commissariodell’Agcom, nelle quali si parla di una «strate-gia» da mettere a punto per fermare Annozero eMichele Santoro. Dopo il primo lancio del FattoQuotidiano, a marzo la questione letteralmenteesplode su tutti i quotidiani. Nelle intercetta-zioni i colloqui del premier sarebbero circaventi, di cui una dozzina con Innocenzi ed altricinque o sei con il direttore del Tg1 AugustoMinzolini. Al commissario Agcom e suo amicodi vecchia data Innocenzi, Berlusconi chiede di«fare qualcosa che consenta alla Rai di dire:«chiudiamo tutto». Nonostante la «buona vo-lontà» di Innocenzi, a quanto pare la sua stra-

353Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 353

Page 355: report - La voce Delle Voci

tegia non riesce a decollare, fino a quando se-gnala al Cavaliere che sarebbe «utile un espostodell’Arma» per fare scattare l’intervento del-l’Agcom. La questione, secondo quanto ripor-tato dai quotidiani, finisce col lambire perfinoil Consiglio superiore della magistratura. Se-condo il Fatto, quando Innocenzi parlava conBerlusconi citava Cosimo Ferri come il magi-strato che gli forniva una consulenza per capirein che modo oscurare i talk show invisi al pre-mier. Tanto da costringere Palazzo dei Mare-scialli a dichiarare testualmente: «Dobbiamoverificare se un magistrato fuori ruolo, copertoda un’immunità para parlamentare che ri-guarda i suoi comportamenti come compo-nente del Consiglio, può dare consigli tecniciper far sì che il Cavaliere si liberi delle trasmis-sioni scomode». E in tal caso i membri dell’or-gano di autogoverno si chiedono «se ilprocuratore generale della Cassazione debbapromuovere un’azione disciplinare».

Da Repubblica il 15 marzo si apprende che alCsm definiscono il dottor Ferri «un recidivo»perché giusto prima di essere eletto con 553 votifinì nelle intercettazioni di Calciopoli. Compo-nente della Commissione vertenze economichedella Federazione gioco calcio, era amico delpresidente della Lazio Claudio Lotito (militanteromano del Psdi e già amico del padre) e del vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini. Sapeva

354 L’Italia delle cricche. L’inchiesta Revolving

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 354

Page 356: report - La voce Delle Voci

degli intrallazzi sugli arbitri, ma se n’era statozitto. Imbarazzanti le intercettazioni. Ma il caso,al Csm, è stato archiviato, anche se ha gettatoun’ombra sulla sua attività consiliare».

E il caso Telebavaglio? Archiviato anche quello, peril dottor Ferri?

Le notizie più recenti, mentre noi stiamo quia parlare, ce lo mostrano in prima fila fra i togatidel Csm che protestano contro i rigori della ma-novra sugli stipendi dei magistrati. O qualeesponente del plenum che ha designato il nuovoprocuratore generale di Milano Edmondo BrutiLiberati. Nomina verso la quale, peraltro, loscorso 10 giugno il primo a rilasciare una dichia-razione è stato proprio Ferri, che non ha mancatodi esprimere apprezzamento a Bruti Liberati«per la grande professionalità, per il suo equili-brio, per la moderazione dimostrata anche du-rante il suo incarico come componente del Csme per l’impegno associativo che gli riconosco eche ho sempre rispettato».

Il «bavaglio» si era tentato di metterlo anche allaprocura di Trani.

Sì, pochi giorni dopo il guardasigilli AngelinoAlfano annuncia l’invio di ispettori «per accer-tamenti sulla competenza territoriale e su uneventuale «abuso» delle intercettazioni, al finedi verificare eventuali anomalie compiute dalla

355Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 355

Page 357: report - La voce Delle Voci

procura nell’indagine Rai-Agcom». Scatta la pro-testa dell’Anm di Bari, che ritiene l’iniziativa diAlfano un «rischio di intralcio all’inchiesta».Drastica la precauzione assunta dal procuratorecapo di Trani Carlo Maria Capristo, che affiancaal sostituto titolare delle indagini Michele Rug-giero altri tre suoi colleghi, i pm Fabio Buquic-chio, Ettore Cardinali e Marco D’Agostino. Eancor più rigorose le ipotesi accusatorie su cuisi procede nelle indagini: il premier è indagatoper concussione e per il reato previsto dall’arti-colo 338 del Codice penale, un capo d’imputa-zione riservato a chiunque usi «violenza ominaccia a un corpo politico, amministrativo,giudiziario, o ad una rappresentanza di esso, oad una qualsiasi pubblica autorità» per «impe-dirne in tutto o in parte, o per turbarne, l’atti-vità». Il premier, ipotizzano gli inquirenti,avrebbe commesso tali reati nei confronti di In-nocenzi attraverso richieste pressanti e paven-tando le dimissioni dell’intero staff Agcom.

Ulteriori dettagli li ha poi forniti il Corrieredella Sera: indagato per favoreggiamento ancheGiancarlo Innocenzi, che avrebbe aiutato il suo«capo» nel definire i passaggi per bloccarel’odiato Annozero. Per Minzolini l’ipotesi ri-guarda il reato di rivelazione di segreto istrutto-rio: avrebbe svelato ad una persona vicina alpremier notizie riguardanti l’inchiesta sul casoRai-Agcom. Dalle indagini è emerso inoltre che

356 L’Italia delle cricche. L’inchiesta Revolving

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 356

Page 358: report - La voce Delle Voci

nel mirino di Berlusconi era finita anche la tra-smissione di Giovanni Floris Ballarò, mentre lostesso presidente del Consiglio si era attivato perarrivare all’oscuramento delle trasmissioni poli-tiche durante la campagna elettorale. Un prov-vedimento reso operativo dalla Commissione divigilanza Rai, anche dopo che il Tar aveva boc-ciato l’analoga decisione dell’Agcom.

Una Authority, quella guidata da Corrado Calabrò,che da tutto questo non sembra uscire molto bene...

L’ho detto pubblicamente: l’Autorità per legaranzie nelle comunicazioni è un carrozzonecostoso e pletorico ideato per assecondare con il«manuale Cencelli», già con le designazionispartitorie della prima fase, gli appetiti dei par-titi e degli apparati. Non ha mai tutelato dirittied interessi dei cittadini nella delicata funzionedella difesa del pluralismo dell’informazione, négli interessi dei consumatori contro truffe, abusie frodi del settore telefonico, come dimostra daultima l’indagine Fastweb, con milioni di fami-glie truffate dalle telefonate satellitari mai effet-tuate. Siamo arrivati al punto che la procura diTrani ha dovuto chiedere l’interdizione dai pub-blici uffici di un esponente di vertice dell’Agcomcome Innocenzi. E tutto questo all’interno di unente istituito come autorità indipendente, prepo-sta ad una funzione attiva di controllo dell’interomercato delle comunicazioni, i cui attori devono

357Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 357

Page 359: report - La voce Delle Voci

conformarsi in primis ai principi dell’articolo 21della Costituzione a garanzia del pluralismo,della promozione della concorrenza, di un’infor-mazione imparziale, completa, obiettiva e diqualità, ma che oggi sembra aver perso di vistail suo ruolo a vantaggio di interessi politici edeconomici.

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 358

Page 360: report - La voce Delle Voci

L’Italia delle criccheI furbetti del 2010

Dai rampanti furbetti delle scalate bancarie diieri fino ai «gentiluomini» delle alte sfere vati-cane di oggi, capaci perfino di ghignare a bottacalda sulle macerie d’Abruzzo, preannusnadol’intenso odore degli appalti per la ricostruzione.Si può dire che non ci sia stato un passaggio, diqueste sconvolgenti vicende, che nel corso degliultimi anni – ed in particolare da maggio 2008,inizio della legislatura in corso – non sia statoanalizzato, indagato, monitorato e reso pubblicoin aula da Elio Lannutti il quale, spesso con stra-ordinaria lungimiranza, ogni volta ha cercatod’indurre il governo ad accendere i riflettori pro-prio sui fatti che si voleva far passare come affa-rucci di piccolo calibro, limitati a qualcheimprenditore troppo disinvolto e che invece,come abbiamo visto, hanno messo in pericoloperfino la tenuta delle istituzioni democratiche.

Per fare solo qualche esempio: il 5 marzo 2009veniva presentato in Senato l’atto di sindacato

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 359

Page 361: report - La voce Delle Voci

ispettivo sui lavori per i mondiali di nuoto aRoma, lo stesso caso giudiziario che esploderàsui giornali a inizio 2010 con i clamorosi arrestidi Balducci & C. Il 20 maggio Lannutti tornasull’argomento raccogliendo le ragioni del-l’esposto di Italia Nostra, quello che poi sarà ba-silare per le indagini.

Il 21 aprile 2009, nella seduta numero 190 delSenato della repubblica Elio Lannuti si rivolgedirettamente a Berlusconi, cui chiede conto delleopere faraoniche in corso sull’isola della Madda-lena. Per la prima volta parla della Triumph, laregina delle organizzazioni per tutti i grandieventi, riconducibile alla famiglia di GianniLetta. Il 30 giugno torna a interpellare il premiercon un dettagliato resoconto su sperperi escempi urbanistici sull’isola, mancata, del G8.

La stoccata sulle combriccole dei «GrandiEventi» arriva però a gennaio 2010, quando Lan-nutti è primo firmatario della radiografia a tinteforti del «sistema» protezione civile. A febbraio,senza lasciare tregua, interroga Silvio Berlusconisugli esorbitanti costi, nel frattempo lievitati allestelle, per i lavori alla Maddalena, non senza sot-tolineare il numero dei posti di lavoro che conquelle somme sarebbero stati resi possibili altrove.

A fine febbraio, rivolto al guardasigilli An-gelino Alfano, Lannutti non risparmia al mini-stro il resoconto sul sistema gelatinoso dicorruttele che ha segnato, per la procura della

360 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 360

Page 362: report - La voce Delle Voci

capitale, i «giorni della vergogna». Così ancoraa marzo, con ampie digressioni sui rapporti frail direttore del Tg1 Augusto Minzolini e il duoBalducci-Anemone.

Una corsa quasi contro il tempo, quella diLannutti, nel tentativo di ripristinare e rendereefficace quella funzione ispettiva che compete alSenato – e che risulta ormai finita nei ricordi am-muffiti dei costituzionalisti – per prevenire e re-primere gli artefici del dissanguamentoeconomico del paese.

Senatore Lannutti, prima si è accennato ad un’al-tra situazione che ha messo in crisi i risparmiatori, ilcaso Fastweb, con il quale in qualche modo apriamouna nuova pagina.

Sì, apriamo la pagina, certamente non esau-stiva ma non per questo meno allarmante, dei«Furbetti del 2010». E cominciamo proprio dalcaso Fastweb, del quale mi sono occupato in Se-nato. A febbraio la procura di Roma ricostruiscel’ascesa del fondatore di Fastweb Silvio Scaglia,al centro di una clamorosa inchiesta giudiziariaper frode fiscale e riciclaggio, e di Francesco Mi-cheli, finanziere noto per la scalata Bi-Invest aMiTo, iniziata quando entrambi, fra il ’99 e il2000, si lanciano nel business della banda largacon il Comune di Milano. Ma nel capoluogolombardo in quegli anni c’è già un’azienda chesenza tanti clamori mediatici ha cominciato a ca-

361Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 361

Page 363: report - La voce Delle Voci

blare la città. Si chiama Citytel ed è una societàpubblica, interamente controllata da Aem,l’Azienda elettrica municipale.

Sempre nel ’99 Scaglia e Micheli fondano e.Bi-scom. Proponendosi di diventare partner tecnolo-gico del comune e di cablare l’intera città,conquistano il sindaco Gabriele Albertini, il suocapo di gabinetto, Aldo Scarselli e il city managerStefano Parisi. Persuadono inoltre il presidente diAem Giuliano Zuccoli e stringono rapporti spe-ciali con un assessore, Sergio Scalpelli. Aem, che èsotto il controllo del sindaco, aveva messo a dispo-sizione di e.Biscom i cavidotti sotto le strade, ne-cessari a «tirare» la fibra ottica e portare nelle casedei cittadini l’internet veloce, allora agli albori.

Dove nasce, quella che i giornali hanno definito «lastangata»?

Grazie ad un complesso accordo tra e.Biscome il Comune di Milano vengono costituite due so-cietà miste: la prima è Metroweb, trasformazionedi Citytel, che dovrà posare i cavi; la seconda sichiamerà Fastweb e venderà i servizi sulla rete.Scaglia e Micheli sono minoranza in Metroweb(67 per cento Aem, 33 per cento e.Biscom), mamaggioranza in Fastweb (60 contro 40). Comepresidente di Metroweb si presceglie Scarselli,Zuccoli va al vertice di Fastweb, Scaglia è ammi-nistratore delegato di entrambe. Scaglia e Micheliversano poco più di 35 miliardi di vecchie lire: 17

362 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 362

Page 364: report - La voce Delle Voci

miliardi di lire in Metroweb e 18 in Fastweb. Iproblemi cominciano quando e.Biscom, che nonpossiede altri beni rilevanti se non le partecipa-zioni in Metroweb e Fastweb, cresce fino a valerela bellezza di 12 mila miliardi. «Il colpo del se-colo», scrive Massimo Mucchetti sul Corriere dellaSera. «Anche perché – viene spiegato – nella pri-mavera del 2000 i due la quotano in Borsa. Nonquotano Fastweb (la società mista), ma la lorocreatura e.Biscom». E con la vendita delle azionia 160 euro l’una, due milioni e mezzo di richiesteed un sorteggio per determinare i 114 mila asse-gnatari, «Scaglia e Micheli hanno le liquidità dainvestire nel business che hanno promesso: retea fibra ottica, per telefonia, Tv e internet ad altavelocità, direttamente a casa».

Prezzi fuori mercato, come dimostra il fattoche nello stesso periodo, a Roma, la spagnola Te-lefonica fa un accordo con Acea, la partecipataomologa di Aem. Solo che in questo caso Telefo-nica paga circa 70 miliardi per avere una quotadi minoranza (il 49 per cento) della joint ventureper la gestione della rete. La questione però, ap-pena circola la notizia, viene sollevata a Milanoin consiglio comunale.

Con quali risultati?Nessuno. La situazione, anzi, va peggiorando:

nel 2003 Fastweb viene acquistata interamente dae.Biscom e Metroweb da Aem, secondo l’immar-

363Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 363

Page 365: report - La voce Delle Voci

cescibile principio «i debiti al pubblico, i soldi alprivato». Ma non basta ancora, perché Aem perottenere il controllo di Metroweb paga 37 milionidi euro a Scaglia e Micheli, più ulteriori 240 mi-lioni, sottoscrivendo un prestito obbligazionarioconvertibile in azioni e.Biscom. I due imprendi-tori incassano i 277 milioni e li versano alla Aemper impadronirsi di Fastweb, che viene subitofusa con e.Biscom. Una débâcle ampiamente pre-vedibile: nel 2006 il nuovo sindaco Letizia Mo-ratti vende Metroweb, soffocata dai debiti. Ma lasocietà viene aggiudicata sottoprezzo ad una mi-steriosa società lussemburghese, la Stirling, chein seguito si scoprirà essere molto vicina algruppo di Scaglia e Micheli, le cui sorti economi-che continuano a dilatarsi: nel 2008 Fastweb hadichiarato ricavi per 1708 milioni di euro. Nel2007 Scaglia vendeva ancora a 47 euro l’unaazioni Fastweb che oggi ne valgono 13.

Possibile che in tutti questi anni nessuno avessecontrollato i conti?

Possibile? Sicuro, lo abbiamo già verificato incasi altrettanto clamorosi. Dov’era la Consobmentre il progetto Scaglia-Micheli sbarcava inborsa nel pieno della bolla new economy? Cosa fa-ceva l’istituto di vigilanza su Piazza Affari mentrei protagonisti dello scandalo vivevano la loro esca-lation, quando Scalpelli nel 2001 diventa direttoredelle relazioni esterne Fastweb e Parisi tre anni

364 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 364

Page 366: report - La voce Delle Voci

dopo va a sedere sulla poltrona di direttore gene-rale della società? Cardia e i suoi hanno fatto o notutto quanto era nei loro poteri per assicurare airisparmiatori le informazioni necessarie ad effet-tuare i loro investimenti in modo consapevole,per controllare l’attendibilità delle informazionifornite al mercato, per accertare se vi fosse traspa-renza e correttezza nei comportamenti delle so-cietà quotate in borsa? La verità è che in questavicenda si sono arricchiti tutti tranne l’Aem, rien-trata miseramente in possesso dell’infrastrutturaquando il progetto della fibra venne soppiantatodalla più semplice e meno costosa Adsl.

E poco dopo entra in scena Gennaro Mokbel.Mokbel, in realtà, sarebbe proprio il personag-

gio da cui ha preso le mosse l’inchiesta su Fa-stweb. Sarebbe sempre lui, stando alle ipotesifiltrate sulla stampa, l’imprenditore romano, ar-restato insieme a Scaglia e Micheli, che avrebbefatto da trait d’union tra le società di telecomuni-cazioni – accusate anche di false fatturazioni –ed esponenti della ’ndrangheta.

L’inchiesta ha travolto anche l’ex senatore Di Gi-rolamo. In che modo?

Secondo l’accusa lo stesso Mokbel avrebbe sup-portato l’elezione al Senato di Nicola Di Giro-lamo. Nel primo interrogatorio in carcere diquest’ultimo era emerso il ruolo svolto da un altro

365Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 365

Page 367: report - La voce Delle Voci

personaggio delle istituzioni, l’ambasciatore ita-liano a Bruxelles Sandro Maria Siggia, il quale sisarebbe attivato per le procedure relative alla re-sidenza necessaria alla elezione di Di Girolamo.Ma l’aspetto più sconcertante è ancora un altro:nel corso di una delle telefonate intercettate, Mok-bel si sarebbe vantato di avere «a libro paga» ot-tanta uomini delle forze dell’ordine, senza contarei tre poliziotti che «per arrotondare» gli facevanoda autista. E tra i suoi amici ci sarebbero stati, asuo dire, non solo un alto generale delle Fiammegialle, ora deceduto, ma anche il colonnello deicarabinieri Luciano Seno, in forza al Sismi e inda-gato nel processo per il rapimento di Abu Omar.In pratica, l’imprenditore riusciva ad avere notizieriservate sulle indagini in corso. E in anticipo. Gliinvestigatori scoprono che Mokbel sa dell’esi-stenza dei due tronconi d’inchiesta, quella sul ri-ciclaggio e l’altra sull’elezione illecita all’estero diNicola Di Girolamo. È informato sulle rogatorie econosce bene i nomi dei pm titolari delle indagini,Giancarlo Capaldo e Giovanni Bombardieri.

Il ritorno del quartierino

Vecchi e nuovi furbetti. A proposito, ma come mai re-centemente è tornato alle cronache Giampiero Fiorani?

Perché a febbraio scorso l’ex amministratoredelegato della Popolare di Lodi, durante un inter-rogatorio del processo in corso davanti ai giudici

366 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 366

Page 368: report - La voce Delle Voci

della seconda sezione penale del tribunale di Mi-lano sulla tentata scalata dell’istituto di credito lo-digiano ad Antonveneta, ha ribadito le accusecontro il vicepresidente di Unicredit: «ho datosoldi a Fabrizio Palenzona, circa due milioni, nontanto per la consulenza sull’Iccri ma per gratitu-dine». Secondo la ricostruzione di Fiorani, Palen-zona avrebbe favorito l’acquisizione dell’Istitutodi credito delle casse di risparmio italiano (Iccri)da parte della Banca Popolare di Lodi e si sarebbeadoperato con l’attuale ministro dell’EconomiaGiulio Tremonti per diverse pratiche.

Palenzona conosceva Fiorani da tempo e ap-prezzava i suoi sforzi per allargare la sfera d’in-fluenza della Popolare oltre i confini della bassapadana attraverso il matrimonio con l’Antonve-neta. Si schierò con Fiorani e Fazio contro Ge-ronzi, ma quando il progetto fallì per ilprovvidenziale intervento della magistratura,dovette scontarne le conseguenze. Fiorani parlòe riferì di dazioni di denaro a Palenzona, il qualepoi smentì. L’inchiesta Antonveneta procede mail caso Palenzona finisce incagliato tra una ri-chiesta di competenza territoriale e le rogatorieinternazionali che portano all’individuazione disette depositi a Montecarlo intestati a lui o a suoifamiliari, tra cui il conto Chopin. L’accusa diestorsione è archiviata, Fiorani ritratta alcune di-chiarazioni, ma nell’interrogatorio di febbraiotorna ad accusare Palenzona.

367Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 367

Page 369: report - La voce Delle Voci

Vuole tracciare un ritratto del personaggio?Fabrizio Palenzona è vicepresidente di Uni-

credit , la banca dei derivati appioppati a pienemani agli enti locali e alle imprese, alcune dellequali fatte fallire. È al tempo steso consigliere emembro dell’esecutivo di Mediobanca e pre-siede una serie di enti e società: l’Associazionedelle concessionarie autostradali (Aiscat), Ae-roporti di Roma (Adr), l’associazione di Con-findustria che riunisce i gestori degli aeroportiitaliani (Assaeroporti), oltre ad essere presi-dente nazionale della Federazione autotraspor-tatori italiani (Fai) e della Società logisticadell’arco ligure e alessandrino (Slala). In-somma, negli ultimi due anni il potere del ban-chiere-politico Palenzona si è notevolmenteaccresciuto così come la sua rete di incarichi diprestigio, frutto di relazioni mirate con ilmondo affaristico imprenditoriale legato ai tra-sporti. Allevato sotto l’ala protettiva dei re diCastelnuovo Scrivia, i fratelli Marcellino e Pie-tro Gavio, ha saputo poi entrare nelle grazie deiBenetton, primi concessionari autostradali ita-liani e concorrenti degli stessi Gavio, titolaridella tratta Milano-Genova e della Cisa. Hochiesto ai rappresentanti del governo se a lororisulti che i 2 milioni di euro, quelli che FabrizioPalenzona avrebbe ricevuto da Giampiero Fio-rani, corrispondano ai fondi depositati a Mon-tecarlo nel famigerato conto «Chopin».

368 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 368

Page 370: report - La voce Delle Voci

Per restare un attimo alle scalate di qualche annofa, lei si è occupato più recentemente anche del gip cheindagava su quelle vicende, Clementina Forleo.

È successo a dicembre 2009, quando abbiamoappreso dalla stampa che il giudice Forleo erastata coinvolta in un incidente sull’Autosole, traCasalpusterlengo e Lodi. Stava rientrando daCremona quando un’auto pirata la speronava, fa-cendole perdere il controllo della vettura e spin-gendola verso la corsia di sorpasso e poi sullabarriera di new jersey. Ricordo che il giudice perle indagini preliminari Maria Clementina Forleoha indagato sulla cosiddetta «Bancopoli», uncaso politico-finanziario estremamente com-plesso e delicato, ricevendo per questo pesanticritiche provenienti anche dalla magistratura. AMilano si è occupata di numerosi processi balzatiagli onori della cronaca, tra cui quelli Unipol-Bnle Antonveneta-Popolare di Lodi. Le inchieste re-lative a tali procedimenti coinvolgevano perso-nalità di spicco della politica e dell’economia,fino al presidente della Banca d’Italia.

A luglio 2008 fu trasferita da Milano a Cre-mona per incompatibilità ambientale ad operadel Consiglio superiore della magistratura. Ladecisione, che fu poi annullata a maggio 2009 dalTar del Lazio, seguì di poco alcune dichiarazionidella Forleo, che aveva pubblicamente parlato di«sottili pressioni» patite da «poteri forti» quandosi stava occupando del caso Unipol-Bnl.

369Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 369

Page 371: report - La voce Delle Voci

E ad aprile 2009 arriva il provvedimento direvoca della scorta al magistrato. La quale oggi,all’indomani dell’incidente sull’autostrada, rife-risce di essere preoccupata a causa delle nume-rose minacce e delle ormai troppe, stranevicende, di cui è stata vittima.

Ritengo che tali minacce, presenti ancora oggi,dimostrino la necessità del sostegno dello statoa tutela della sua incolumità, dal momento cheevidentemente l’attività del magistrato infastidi-sce ancora pericolosi sistemi di potere.

Quelli che... i grandi appalti

Le recenti inchieste hanno intanto messo in evi-denza, se le accuse saranno provate, ben altro generedi magistrati…

Già. Dalle intercettazioni telefoniche dell’inda-gine condotta dalla procura di Firenze sullo scan-dalo relativo al G8, è emerso il coinvolgimentodiretto del vice procuratore capo della procura diRoma Achille Toro, che si è dimesso dalla magi-stratura, mentre un giudice della Corte dei conti,Mario Sancetta, è accusato di aver procacciato ap-palti ad alcuni imprenditori. Un quadro inquie-tante di commistione tra economia, politica edaffari. Uno spaccato di corruttela, circolazione didenari, relazioni con escort, giri di omosessualiche hanno lambito perfino il Vaticano. Primo pro-tagonista è il presidente del Consiglio superiore

370 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 370

Page 372: report - La voce Delle Voci

dei lavori pubblici Angelo Balducci, per anni«Gentiluomo di Sua Santità», intimo delle piùalte sfere vaticane. Il secondo primattore è l’im-prenditore Diego Anemone. Entrambi intrattene-vano buoni rapporti col direttore del Tg1Augusto Minzolini, rapporti che, secondo i cara-binieri del Ros, Anemone cerca di intensificarequando cominciano a comparire sui giornali leprime notizie sull’inchiesta.

Anche perché la cricca aveva continuato adoperare, per anni, nell’ombra più assoluta, illu-minata solo dai primi articoli anticipatori del-l’Espresso. In tutto questo tempo erano all’opera«talpe» all’interno del palazzo di giustizia diRoma e nella Guardia di finanza che fornivanopasso passo informazioni sull’andamento delleindagini della procura di Firenze alla «cricca»del G8, dei grandi eventi, dei mondiali di nuotoe di altri appalti ancora, mentre andava avantiil giro vorticoso di favori, arbitrati, nomine econsulenze con l’avallo di una certa parte dellaclasse politica.

E non dimentichiamo il ruolo che, secondo le inda-gini dei pm, avrebbe avuto Guido Bertolaso.

Il capo del dipartimento della Protezione ci-vile, anche lui indagato, non aveva allentato irapporti con gli imprenditori né con i tre funzio-nari del ministero che assegnavano appalti e fi-nanziamenti e che sono poi finiti in galera.

371Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:11 Pagina 371

Page 373: report - La voce Delle Voci

Anche un mese prima degli arresti, Angelo Bal-ducci, Fabio De Santis, Mauro della Giovan-paola e Diego Anemone (quest’ultimo inun’intercettazione viene definito addirittura «ilcapo» di Bertolaso), continuavano a parlare diaffari, appalti e raccomandazioni. Tutte situa-zioni che emergono dalle migliaia di intercetta-zione telefoniche dei carabinieri del Ros chehanno svolto l’indagine.

Ma uno degli aspetti più gravi di tutta la vi-cenda riguarda secondo me proprio i magistrati,i condizionamenti diretti ed indiretti su espo-nenti della procura, della Corte dei conti e delTar, condizionamenti che avrebbero coinvoltoanche il presidente del Tar del Lazio Pasquale DeLise. Quest’ultimo – sempre stando alle ipotesisu cui s’indaga – potrebbe aver «aggiustato» lesentenze relativamente al ricorso di Italia No-stra, che aveva chiesto di bloccare le licenze rila-sciate dal Comune di Roma alle grandi opere peri mondiali di nuoto.

Non dimentichiamo che sia i magistrati am-ministrativi che quelli della Corte dei conti pos-sono essere chiamati a svolgere ruoli spessoconflittuali con la loro funzione di terzietà di giu-dizio, quali membri di commissioni di collaudoo di arbitrato anche sulle opere pubbliche. Iltutto con una previsione di compensi milionari,che potrebbero condizionarne l’oggettività digiudizio. A mio avviso sarebbe necessario perciò

372 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 372

Page 374: report - La voce Delle Voci

inibire ai magistrati dei tre organi amministrativila partecipazione ad arbitrati e collaudi o,quanto meno, dovrebbe essere esercitato in que-sti casi un attento monitoraggio delle diverse si-tuazioni, tenuto conto dei possibili collegamentitra le sentenze ed i lodi arbitrali.

Le accuse ipotizzate dagli inquirenti saranno na-turalmente tutte da provare nei dibattimenti. Ma leicrede che, in una rete tanto diffusa di connivenze, saràpossibile fare luce pienamente?

Difficile dirlo. Di sicuro le inchieste su «appal-topoli» e le deposizioni rese ai giudici di Perugiache indagano sul G8 fanno emergere fatti sem-pre più inquietanti sulla procura di Roma, chesembra confermare la sua cattiva fama di «portodelle nebbie». Al punto che l’inchiesta sul G8 sa-rebbe stata «ibernata» dal procuratore capo dellacapitale Giovanni Ferrara, oltre che dall’allorasuo aggiunto Achille Toro, per ragioni di «pru-denza» ed «opportunità politica». Lo scenariosarebbe confermato dalle testimonianze del ca-pitano Pasquale Starace e del tenente FrancescoCeccaroni del Noe, nonché dal sostituto procu-ratore di Roma Assunta Cocomello. Attraversodettagliati resoconti, in particolare quelli delFatto Quotidiano, veniamo a conoscenza dei con-torni dell’insabbiamento. Nell’estate di due annifa il Noe nell’ambito di indagini sui lavori delG8 alla Maddalena s’imbatte nella «cricca» di

373Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 373

Page 375: report - La voce Delle Voci

imprenditori in contatto con Angelo Balducci, al-l’epoca braccio destro di Bertolaso. Fra loro par-lano di appalti, di buste e perfino di un «plico diringraziamento». Le indagini vengono trasferiteper competenza da Sassari a Roma ed assegnatedal procuratore Ferrara al pm Assunta Coco-mello. Siamo ancora a luglio 2008. E qui, aquanto pare, tutto si ferma. Ferrara (che non èindagato) e Toro danno disco rosso alle richiestedi intercettazioni e stabiliscono di trasferire ladelega dal Noe alle Fiamme gialle, che avrannosolo compiti di verifiche contabili. Nello stessoperiodo Fabrizio Gatti sull’Espresso cominciavaa rendere l’impietoso spaccato di scempi e spre-chi alla Maddalena.

Il capitano Starace, come racconterà poi ai pmdi Perugia, prima ancora che la delega venissetrasferita, decide di informare dell’accaduto isuoi superiori in un appunto nel quale spiegache, pur in presenza della condivisione del pmCocomello, si incontravano le obiezioni di Fer-rara e Toro al prosieguo delle indagini. Ancorpiù eloquenti le verbalizzazioni del tenente Cec-caroni: i vertici della procura avrebbero soste-nuto che mancavano «i presupposti giuridici percontestare la corruzione» contro Balducci e i suoiamici, mentre la «dottoressa Cocomello»avrebbe spiegato che le ipotesi investigative delNoe non erano state accolte «per il nocumentoche all’immagine del paese sarebbe potuto deri-

374 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 374

Page 376: report - La voce Delle Voci

vare da un’indagine penale su un avvenimentodi tale portata, quale quello del G8». Valutazioniche, secondo il tenente, la pm non sembra con-dividere, ma alle quali comunque si adegua.Anche perché, secondo le direttive impartite daivertici, qualsiasi atto investigativo sulla vicendaG8 doveva passare al vaglio di Ferrara e di Toro.

Tra un «vaglio» e l’altro si arriva a fine 2009quando il fascicolo viene assegnato anche al so-stituto Sergio Colaiocco, che già si occupavadegli abusi edilizi legati ai lavori eseguiti dallaProtezione civile per i mondiali di nuoto. Ma aRoma in quei giorni si comincia già a sentire ilfiato sul collo della procura di Firenze, siamo apochi giorni dai clamorosi arresti di Balducci &C. Si cerca di correre ai ripari e mentre a gennaiosi combatte col nuovo diniego di Toro alle inter-cettazioni, il 10 febbraio dal capoluogo toscanopartono gli ordini di custodia cautelare. «Per ivertici della procura della Capitale – commentaIl Fatto – inizia il tempo della vergogna».

Giovanni Ferrara però prova a difendersi quere-lando i giornali, come al solito.

Il procuratore capo Giovanni Ferrara ha an-nunciato querela a Repubblica e Corriere della Sera.Il 12 marzo risponde il quotidiano di via Solfe-rino: «Sorprende l’annuncio del procuratore diRoma Giovanni Ferrara di presentare una que-rela contro il Corriere della Sera dopo la pubblica-

375Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 375

Page 377: report - La voce Delle Voci

zione di un verbale della sua sostituta AssuntaCocomello. Perché prima di prendersela con igiornali, il magistrato dovrebbe forse interro-garsi su quanto è accaduto all’interno del suo uf-ficio. Abbiamo riportato fedelmente quantoraccontato da Cocomello in un atto giudiziario,esercitando così il diritto di cronaca. Se dunqueFerrara ritiene che questo danneggi la sua imma-gine non è con il Corriere che deve prendersela.Nelle ultime settimane l’inchiesta di Firenze harivelato quali siano i sospetti di altri magistratisui comportamenti del suo «aggiunto» AchilleToro; forse è questo, più degli articoli che dannoconto dell’esito degli accertamenti, ad aver dan-neggiato non soltanto l’immagine del capo, maquella di un intero ufficio. Nel quale operano de-cine di magistrati che hanno finalmente dirittodi vedere il loro posto di lavoro liberato dallanomea di “porto delle nebbie”».

Il Corriere, peraltro, si è soffermato a lungo anchesul cosiddetto «diario» del pm Colaiocco, un altro do-cumento di notevole portata investigativa.

Risale addirittura al 20 maggio 2009 il primo ap-punto nel «diario» di Colaiocco: «Richiesta seque-stro Salaria», scritto probabilmente conriferimento alla decisione di sollecitare i sigilli alSalaria Sport Village, il circolo di Diego Anemoneinserito nel circuito dei mondiali. L’8 ottobre silegge: «esecuzione decreti circoli». Nelle settimane

376 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 376

Page 378: report - La voce Delle Voci

successive vanno avanti gli accertamenti, Cola-iocco cerca di coordinarsi con la collega Cocomelloche segue l’indagine sul G8, ma soprattutto solle-cita la Guardia di Finanza a depositare un’infor-mativa sulle indagini svolte. L’intero quadro resodal «diario» mostra il clima di tensione internoall’ufficio giudiziario e le frizioni con i colleghi diFirenze che hanno messo sotto inchiesta l’ag-giunto Achille Toro, ora indagato per corruzione,favoreggiamento e divulgazione di notizie riser-vate. In sostanza, senza il rigoroso lavoro degli in-vestigatori fiorentini non sarebbe probabilmentemai stato scoperchiato questo groviglio d’interessifra apparato istituzionale ed imprenditori privatidediti a un vasto giro di attività criminali ed il ma-laffare nei pubblici appalti, mentre rispetto allaprocura della capitale balza agli occhi quanto-meno il disinteresse ad ottemperare ai doveri d’uf-ficio e ad esercitare l’azione penale obbligatoria,che invece è stata messa «in sonno» per non di-sturbare il governo e gli organizzatori del G8. Difronte ad una così eloquente dimostrazione antelitteram della subalternità della funzione giudizia-ria al potere politico, ho chiesto al ministro Alfanodi promuovere l’azione disciplinare nei confrontidel procuratore Giovanni Ferrara, come prevedel’articolo 107 della nostra Costituzione.

Decisamente una pagina nera, per la magistraturaitaliana. Lei però, a proposito di questo stesso caso, in

377Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 377

Page 379: report - La voce Delle Voci

un atto al Senato ha tirato in ballo alcuni particolarinon meno inquietanti. Mi riferisco alle rivelazioni delgenerale Lorenzetti.

La notizia era stata data dall’Espresso: il 7 di-cembre del 2007, con almeno un paio d’anni dianticipo, il generale Erasmo Lorenzetti avevascritto e sigillato la lettera con i nomi della societàche avrebbe vinto l’appalto per l’organizzazionedel G8 del 2009 e dei dirigenti dello stato cheavrebbero gestito e controllato le grandi opere,tutti elencati sotto il titolo «Pacchetto Bertolaso».Tra questi nomi c’era quello di Angelo Balducci,che sarà poi arrestato il 10 febbraio 2010. Va dettoche Lorenzetti, ora ufficiale della riserva, ha lavo-rato fino a tutto dicembre 2008 come consulentea titolo gratuito della presidenza del Consiglio deiministri e, come ultimo incarico, si è occupato delprogetto di informatizzazione della pubblica am-ministrazione in Iraq. La «busta profetica» Loren-zetti racconta di averla fatta recapitare allasegreteria del ministro per la Pubblica ammini-strazione e l’innovazione Renato Brunetta il 16 di-cembre 2009, dopo averne consegnato copia aigiornalisti dell’Espresso. Dal ministero gli sarebbestata restituita due settimane dopo.

Ma in che modo il generale aveva potuto prevederetutto? Di quali fatti era a conoscenza nel 2007?

Lorenzetti rivela di aver intuito chi avrebbevinto e diretto gli appalti per il G8 perché a par-

378 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 378

Page 380: report - La voce Delle Voci

tire dal vertice di Genova molti grandi eventi,per la parte congressuale, sono stati appannag-gio del gruppo Triumph di Maria Criscuolo. Nevenne a conoscenza quando fu interrogato dallaGuardia di Finanza, all’indomani di quel sum-mit: le domande vertevano su chi avesse «preso»la ditta Triumph, ma in quel caso Lorenzetti nonfu in grado di dare lumi. Ribadisce, però, che inomi di chi avrebbe diretto i lavori erano preve-dibili sulla base di considerazioni logiche vistoche sin dalla fine del Giubileo (nel 2000) appari-vano quasi sempre gli stessi. Secondo quantoscritto dal Fatto Quotidiano, il gruppo Triumphfattura 20 milioni di euro ogni anno grazie ancheall’organizzazione di tutti gli eventi governativi.Parte dei servizi di catering vengono subappal-tati alla Rlj di Stefano Ottaviani, genero diGianni Letta. Triumph e Ottaviani avrebbero ri-cevuto un milione di euro a testa per il G8 del-l’Aquila. Anche nel precedente G8 di Genova,quello del 2001, tutti sapevano che avrebbe vintoMaria Criscuolo e infatti Triumph ottenne l’ap-palto per l’ospitalità delle delegazioni senzal’espletamento di una gara. Il che è accadutoanche per l’organizzazione di altri grandi eventigovernativi, con la presenza della Triumph tal-volta in veste di general contractor. Parliamo dicifre enormi. Ho perciò interrogato il governo.Non vi sembra – domando – che l’indizione digare regolari tra diversi soggetti potrebbe garan-

379Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 379

Page 381: report - La voce Delle Voci

tire una più ampia selezione delle offerte, conconseguente risparmio di spesa?

Cosa le hanno risposto?Stavolta non si sono fatti attendere, come in-

vece avviene nella gran parte dei casi. Di fronteal mio atto di sindacato ispettivo, depositato il 3marzo scorso, appena tre settimane dopo, il 29marzo, si muove il ministro per i Rapporti con ilparlamento Elio Vito. Il quale sostanzialmenteinvoca, a giustificazione delle scelte del governo,le «speciali misure di sicurezza dell’evento e gliinteressi essenziali degli stati coinvolti», specifi-cando che «l’affidamento alla Società TriumphCongressi Srl» rientrava nell’ambito di una pro-cedura connessa al «decreto del presidente delConsiglio dei ministri 1 febbraio 2008 […] che hadichiarato il servizio di cui trattasi “segreto”». Ilministro conclude sottolineando «le straordina-rie circostanze di tempo, di modo e di luogo incui le attività sono state rese» dalla Triumph.

Nella massa «gelatinosa» delle inchieste su Appal-topoli esistono profili che riguardano le banche o gliorgani di controllo?

Beh, tanto per cominciare, il nome del magi-strato Achille Toro era emerso in occasione delleindagini cosiddette «Bancopoli» sulle scalatebancarie: il nome dell’allora procuratore ag-giunto venne iscritto dalla procura di Perugia nel

380 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 380

Page 382: report - La voce Delle Voci

registro degli indagati per un’ipotesi di concorsoin violazione del segreto d’ufficio in relazione alleindagini sulle Opa Bnl e Antonveneta e sui mo-vimenti di azioni Rcs. L’accusa fu poi archiviata.

Venendo ai fatti del G8 alla Maddalena, a set-tembre 2009 le Fiamme gialle notificano alla pro-cura che la Banca d’Italia ha segnalatooperazioni sospette per 800 mila euro in contantia carico di Stefano Gazzani e dell’architetto An-gelo Zampolini, il commercialista e il progettistadel gruppo Anemone, ma bisogna aspettare ilnovembre 2009 perché qualcosa si muova: soloallora la Guardia di finanza ottiene non una de-lega di indagine in senso proprio, ma «un sup-plemento» di istruttoria a quella segnalazionedella Banca d’Italia. I primi risultati arrivano inprocura il 15 gennaio 2010 e quindi vengono in-tegrati il 26 e il 28 dello stesso mese. Quei movi-menti, documenta la Finanza, consentono ditirare un filo investigativo che porterà da Ane-mone a Balducci. Ma molto altro potrebbe emer-gere dai tanti filoni connessi al gigantescosperpero di denaro pubblico.

È possibile fare un rapido calcolo?Consideriamo solo alcune circostanze e par-

tiamo da quel 23 aprile 2009, quando il presi-dente Berlusconi annuncia che il G8 saràspostato dalla Maddalena all’Aquila, nel-l’Abruzzo colpito dal terremoto. La decisione av-

381Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 381

Page 383: report - La voce Delle Voci

veniva a cantieri già aperti sull’isola e con unprogetto che prevedeva uno stanziamento da330 milioni di euro. Il premier però promettevache l’isola non sarebbe stata abbandonata e chei soldi stanziati sarebbero andati comunque al-l’arcipelago. Oggi dobbiamo constatare – comeemerge anche nell’inchiesta condotta da PaoloBerizzi e Fabio Tonacci su Repubblica – il deso-lante stato di degrado in cui versano le strutturerimaste incompiute alla Maddalena. In partico-lare si tratta delle due mega-opere costruitenell’ex arsenale e nell’ex ospedale militare: lagrande area dove si sarebbe dovuto svolgere ilvertice dei grandi del mondo e l’hotel a cinquestelle plus, costato 75 milioni di euro, ovvero 742mila euro a stanza, per il quale il bando di garadel 23 settembre 2009 è andato deserto.

In fumo anche le speranze per l’occupazione:gli unici lavoratori che hanno avuto uno stipen-dio sono i 23 guardiani della Nautilus, una su-bappaltata per la sorveglianza dell’arsenale, oraliquidati dalla Mita Resort. Ho fatto osservare inSenato che con opere da 330 milioni, in propor-zione, si sarebbero dovuti creare almeno 500posti di lavoro.

In estrema sintesi, il mancato G8 a La Madda-lena è costato 327 milioni di euro (il conto finaleera 377, ma 50 sono stati risparmiati dopo il tra-sferimento a L’Aquila), di cui 209 milioni sonostati spesi per demolire, bonificare e ristrutturare

382 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 382

Page 384: report - La voce Delle Voci

l’arsenale. E non è ancora finita, perché un ulte-riore problema riguarda le somme stanziate perlavori non ancora eseguiti: ad esempio sugli iso-lotti di Razzoli e Santa Maria, che fanno partedell’arcipelago-parco naturale, ci sono due faridella prima metà dell’Ottocento che dovevanoessere recuperati, con una spesa di 900 mila euro.Ma i fari sono ancora nello stesso stato di prima.E sulla vicenda sta indagando la Guardia di fi-nanza di Olbia-Tempio Pausania.

Emergenza salva-tutto

Sempre tutta colpa della maledetta, «benedetta»emergenza, vero?

Già. La parola «emergenza» ha assunto neltempo significati sempre più ampi, dai «grandieventi» sportivi e politici all’emergenza trafficoin numerosi comuni, passando per il modellodelle new town imposto a L’Aquila dopo ilsisma del 6 aprile 2009. Così, tra i rifiuti, lamelma delle alluvioni, le macerie del terremoto,gli avvenimenti mondiali del G8, dei giochi delMediterraneo, le visite del Papa, il percorso ca-pitolino della Formula Uno, organizzazioni di«rappresentanze» nazionali ed internazionali,coordinamento delle partecipazioni alle monda-nità locali e comunitarie, è nato un dipartimento,qual è quello della Protezione civile, ciclopico,dai poteri politici, economici ed amministrativi

383Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 383

Page 385: report - La voce Delle Voci

indefinibili. Si era tentato perfino di far passarela trasformazione in società per azioni di questogigantesco organismo, sottraendolo così ancorpiù ai controlli pubblici.

Quando il dottor Guido Bertolaso, capo del di-partimento della Protezione civile e sottosegre-tario di stato alla Presidenza del Consiglio deiministri, è stato raggiunto da avviso di garanzianell’ambito dell’indagine per corruzione che hatravolto Balducci e Anemone, ho fatto osservarein Parlamento che il nodo politico-istituzionaledell’intera vicenda Appaltopoli va ricercato nellenorme che equiparano le emergenze post-cala-mità naturali ai cosiddetti «grandi eventi». Ed ècosì che negli ultimi dieci anni si è instaurata unalegislazione d’urgenza che ha prodotto centinaiadi dichiarazioni di stato d’emergenza: tra il 2001ed i primi cinque mesi del 2009, la Presidenzadel Consiglio ha varato 587 ordinanze emergen-ziali, di cui solo una parte fa riferimento a cala-mità naturali. Non mi sembrano calamitànaturali eventi come il campionato del mondodi ciclismo a Varese, o il congresso dell’Azionecattolica nelle Marche.

Dal punto di vista del cittadino-contribuente,tutto questo ha comportato, attraverso la legisla-zione d’urgenza con relativa gestione di enormirisorse economiche, esborsi per la collettività chesecondo alcune stime – ma il dato è parziale –ammontano a non meno di 10 miliardi di euro.

384 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 384

Page 386: report - La voce Delle Voci

Il tutto, quasi sempre in deroga alle norme sugliappalti e sulle assunzioni pubbliche, in assenzapressoché totale di trasparenza e di controlli or-dinari. Ma l’effetto più pericoloso è secondo mela progressiva affermazione di un sistema di ge-stione degli appalti pubblici basato, grazie al si-stema delle ordinanze, su trattative dirette, e inalcuni casi su favoritismi o autentici, gravi ille-citi, come mostrano le indagini in corso. Vogliosottolineare che un sistema basato sulla traspa-renza, oltre a sollevare i cittadini, già dissanguatidalla crisi, dall’esborso di denaro per spese utilimolte volte solo alle «cricche», rappresenta undovere morale nei confronti delle migliaia dipersone che prestano il loro servizio, molti davolontari, nell’ambito del sistema della Prote-zione civile nazionale.

Certo. Ma non possiamo chiudere questa ampia pa-gina sui «Furbetti 2010» senza ricordare le indaginirecenti che lambiscono uno fra i colossi produttivi delpaese. Finmeccanica.

Ho cominciato ad occuparmi dei contorni diquesta vicenda un anno fa, a luglio 2009, in unatto parlamentare rivolto al ministro Tremontiquando trapelarono le prime indiscrezioni sul-l’acquisto da parte della Libyan Investment Au-thority (Lia) di azioni Finmeccanica, con unrialzo del titolo azionario di quest’ultimadall’1,13 al 9,84 per cento. L’operazione era solo

385Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 385

Page 387: report - La voce Delle Voci

il primo passaggio di una partita più complessanon soltanto di natura finanziaria, ma soprat-tutto industriale, giocata in prima persona daigoverni italiano e libico per la costituzione diuna joint venture ad ampio raggio sui più impor-tanti settori operativi di Finmeccanica.

L’azienda era subito intervenuta con un comu-nicato smentendo categoricamente qualsiasi no-tizia in merito a presunte trattative con un fondosovrano libico e ad eventuali cessioni azionarie.L’operazione Italia-Libia è successivamente an-data in porto ma, come sappiamo, Finmeccanicaè una società quotata in borsa, soggetta alle oscil-lazioni di mercato. E azionista di maggioranza diFinmeccanica è il ministero dell’Economia che nedetiene il 30,2 per cento del pacchetto. Si pone al-lora la questione di un’eventuale speculazione sultitolo da parte di tutti coloro che erano venuti aconoscenza dell’operazione. Chiedevo insommafin da allora al governo se riusciva a fugare idubbi in merito ad un possibile caso di insider tra-ding, a tutela dei risparmiatori. Il titolo, come sap-piamo, in seguito ha continuato a volare.

Poi è arrivata l’inchiesta giudiziaria.Che però nasce da un filone delle indagini

sulla ricostruzione in Abruzzo e conduce a Na-poli, dove la procura indaga su fatti che riguar-dano Finmeccanica per l’appalto relativo allacostruzione del Cen, il Centro elaborazione dati

386 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 386

Page 388: report - La voce Delle Voci

della polizia. In Abruzzo il nome del colosso gui-dato da Pier Francesco Guarguaglini era spun-tato esaminando le elevatissime voci di bilancionel conto gestionale 2009 della Protezione civile.Era emerso, fra l’altro, che il dipartimento haquadruplicato le dimensioni della sua struttura,facendo registrare una tendenza inversa ai dra-stici tagli di tutto l’apparato pubblico centrale. Acominciare da un ufficio stampa-comunicazioneformato da un esercito di 28 persone. E tra i«partner» più fedeli della creatura di Bertolasochi c’è? C’è Finmeccanica cui, benché sia specia-lizzata nel settore militare, Bertolaso e i suoi af-fidano l’infrastruttura informatica. Sono targatiSelex, società di Finmeccanica, anche i ventinuovi meteo-radar acquistati nel 2007 per 20 mi-lioni (2,8 milioni a pezzo). Anche la flotta delleemergenze e dei grandi eventi risulta tanto for-nita quanto costosa: nel 2008 per mantenere i di-ciannove Canadair CL 415, i due aerei Piaggio C180, i tre elicotteri Agusta e i sei elicotteri Erick-son S63 in appalto, ci sono voluti 158 milioni.

Per chiudere, vuole ricordarci qualcuna delle altre«spesucce» in carico agli italiani per gestire la Prote-zione civile?

A fine marzo di quest’anno salta fuori che adappena nove giorni dal sisma che ha scossol’Abruzzo provocando la morte di 308 aquilani,ferendone altri 1600 e lesionando centinaia di

387Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 387

Page 389: report - La voce Delle Voci

edifici, l’ennesimo contributo da 300 mila eurofinisce nelle casse di una fondazione, la Eucen-tre. Questo soggetto ha come scopo la preven-zione del rischio sismico, che nel caso specificosi era già materializzato nove giorni prima. Ecosì si scopre anche che Eucentre, fondata nel2003, tra gli altri, dallo stesso dipartimento dellaProtezione civile, fa parte dell’elenco dei benefi-ciari di commesse, consulenze, convenzioni deldipartimento. A favore della fondazione ci sonotra l’altro 700 mila euro solo per la valutazionedi agibilità delle case. Prima dell’avvento di Ber-tolaso questo compito era appannaggio dei tec-nici del dipartimento, il che comportava ungrosso risparmio. A presiedere Eucentre è GianMichele Calvi, attualmente anche direttore, conil consorzio For Case di cui è a capo, del progettoCase: ricostruzione a L’Aquila di 183 edifici perun totale di 4600 appartamenti ed appalti per800 milioni. Calvi insegna meccanica strutturaleall’ateneo di Pavia ed è considerato vicino a Ber-tolaso, che dopo l’estate del 2008 lo invia a LaMaddalena come soggetto attuatore del G8 alposto di Fabio De Santis, allontanato perchéstava assegnando un appalto da 600 milioni perla realizzazione di opere che dovevano costarne300. L’ingegner Calvi, figlio d’arte, studio datrenta dipendenti, famiglia vicina all’Opus Dei,un fratello, Gian Luca, che l’anno scorso rilevaper 300 mila euro la Tecno Hospital di Gianpaolo

388 L’Italia delle cricche. I furbetti del 2010

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 388

Page 390: report - La voce Delle Voci

Tarantini, all’Aquila avrebbe «splafonato» per lacostruzione delle new town. In 11 mesi, dal-l’aprile del 2009, con la sua task force di 119 tec-nici è riuscito a far lievitare i costi del 40 percento: dai 570 milioni preventivati a 800. «Nonmale – viene commentato su alcuni quotidiani –per un’emergenza costata finora la cifra recorddi 1 miliardo e 431 milioni». Al punto tale cheTeresa Crespellani, a lungo docente di ingegne-ria geotecnica sismica all’ateneo di Firenze, ri-tiene che quello dell’Aquila sarà, alla fine, «ilterremoto più caro di sempre».

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 389

Page 391: report - La voce Delle Voci

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 390

Page 392: report - La voce Delle Voci

Assicurazioni: il Grande Cartello

23 aprile 2010: una data che resterà impressanella storia degli equilibri finanziari nel nostropaese. Un banchiere di lungo corso, Cesare Ge-ronzi, lambito nel corso della sua carriera da in-chieste della magistratura, assume il vertice delleGenerali, terzo gruppo assicurativo europeo. Sichiude così la lunga stagione di Antoine Ber-nheim, che lascia dopo una vita trascorsa all’om-bra del leone di Trieste, prima che avvenisse il«sorpasso» sul campo del potere finanziario e po-litico delle assicurazioni sulle banche. Passaggiosegnato proprio dalla nuova nomina di Geronzi.

Nel frattempo per l’economia reale del paese,quella degli italiani che devono fare tutti i giornii conti con gli effetti della crisi, i rincari alle stelledelle assicurazioni obbligatorie rappresentanoun autentico macigno addossato non solo sullegià fragili spalle di famiglie e piccole imprese,ma anche su tutti i prezzi di beni al consumo,trasportati da una parte all’altra del paese e diconseguenza anch’essi lievitati.

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 391

Page 393: report - La voce Delle Voci

A fronte di tutto questo, come vedremo, con-tinua l’opera di disinformazione e sistematicaviolazione delle norme impartite a difesa deiconsumatori, della gente comune, di tutti noi. Si-tuazioni che si calano in un contesto parlamen-tare con una maggioranza coesa nella difesastrenua di banchieri ed assicuratori, un mano-vratore continuamente «disturbato» dai disegnidi legge ed interventi di Elio Lannutti. Si segna-lano la sua proposta di una Commissione d’in-chiesta parlamentare sull’operato dell’Isvap,l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni privateche, con le sue omissioni, ha fin qui permesso,fra l’altro, i rincari esorbitanti delle polizze ob-bligatorie (le più alte d’Europa, con una Rc autodoppia rispetto a Francia e Germania), ed il re-centissimo disegno di legge che per la primavolta offre un sostegno vero alle famiglie italianegravate da debiti contratti per la semplice sussi-stenza, quella che oggi sta diventando, semprepiù spesso, un «lusso» per milioni di cittadini. Agennaio scorso il tenace «pungolo nella carne»di banche e banchieri era già riuscito a far varareun emendamento che fissa un tetto agli stipendid’oro dei supermanager.

Non ci arrenderemo mai, sembra dirci Lan-nutti, consapevoli che a tutt’oggi, e finché lamaggioranza non proverà a cambiare anche ifondamenti della democrazia, la Costituzione re-pubblicana affida al Parlamento nella sua inte-

392 Assicurazioni – il Grande Cartello

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 392

Page 394: report - La voce Delle Voci

rezza il compito di legiferare per il bene delpaese e dei suoi cittadini.

Senatore, prima di concludere il nostro viaggiodentro i vortici della crisi economica che ha arricchitooltre ogni misura i bankster, sarà il caso di vedere cosaè stato fatto in tutto questo periodo dalle compagnied’assicurazioni, quei soggetti cioè che dovrebbero es-sere preposti alla tutela del risparmio.

Cominciamo da una macroscopica disparitàche riguarda i cosiddetti conti o depositi «dor-mienti». I rapporti, siano essi conti correnti o as-sicurazioni, sono sostanzialmente consideratitali «se non sia stata effettuata – dice la legge –alcuna operazione o movimentazione ad inizia-tiva del titolare del rapporto o di terzi da questodelegati, [...] per il periodo di tempo di diecianni decorrenti dalla data di libera disponibilitàdelle somme e degli strumenti finanziari». Soloche nel caso delle assicurazioni il termine di pre-scrizione dei diritti previsti dal contratto è di ap-pena due anni; trascorsi i quali, secondo lalegge, i relativi indennizzi confluiscono automa-ticamente nello speciale fondo dei depositi«dormienti». Si è creata insomma una disparitàdi trattamento tra i titolari di conto corrente o li-bretto e coloro che possiedono una polizza vita,dato che questi ultimi hanno solamente dueanni per evitare l’estinzione del proprio con-tratto e la perdita delle relative somme di de-

393Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 393

Page 395: report - La voce Delle Voci

naro. Che, sia chiaro, in quel caso non devonorestare alle compagnie, ma essere versate daqueste ultime nel fondo speciale dello stato. Siaggiunga che prima della legge del 2008, il ter-mine era di un solo anno, ma l’entrata in vigoredella norma ha di fatto bloccato l’attribuzioneagli eredi fin dal 2005. Si sono insomma accu-mulati depositi consistenti. Ebbene, al 31 marzodi quest’anno le compagnie assicurative dove-vano comunicare al ministero dell’Economial’importo delle polizze da versare al fondo.

Pensano per caso di riuscire a trattenerli nelle lorocasse?

Al di là del fatto che non si contano le segnala-zioni di cittadini che lamentano di aver perdutoil rimborso della polizza essendo trascorsi dueanni dal decesso del parente che l’aveva contratta,con conseguente perdita di tutti i risparmi di que-st’ultimo incamerati dallo stato senza diritto di ri-scatto, cerchiamo di guardare bene alle ragioniche sono alla base di questo fenomeno. Perché, in-somma, un erede legittimo dovrebbe far passaree addirittura scadere il termine per esigere la po-lizza vita di un familiare scomparso?

Il numero maggiore delle cosiddette «polizzedormienti» riguarda Poste Vita (71,20 per cento)mentre la quota restante è suddivisa tra ben 21compagnie assicurative. La tipologia di questepolizze è al 98 per cento index e unit linked. Il pro-

394 Assicurazioni – il Grande Cartello

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 394

Page 396: report - La voce Delle Voci

blema riguarda in modo quasi omogeneo tuttaItalia, senza alcuna grossa differenza tra grandicittà e piccoli centri.

Sì, ma qual è la vera ragione di tante «dimenti-canze», soprattutto in periodi di crisi economica?

La mancata richiesta di rimborso della polizzascaduta da parte degli aventi diritto è per lamaggior parte dei casi dovuta alle informazionicompletamente sbagliate ricevute da impiegatipostali, impiegati di sportelli bancari, da agentidi assicurazione e promotori finanziari: tuttisempre pronti a rassicurare i beneficiari sullapossibilità di lasciare la polizza in essere fino allascadenza naturale del contratto, o sulla prescri-zione della polizza in dieci anni dalla scomparsadel loro congiunto. E invece come abbiamo visto,e come ben sanno i signori delle compagnie, glianni sono solo due.

Ho chiesto recentemente a Tremonti se lui sap-pia a quanto ammonti, fino ad oggi, la consi-stenza del Fondo vittime delle frodi finanziarie.Quale sia stato l’utilizzo fatto finora di questesomme e se non consideri anche lui un vero eproprio esproprio l’accaparramento delle po-lizze vita, che costituisce un danno grave per mi-gliaia di assicurati e dei loro eredi.

Occorre inoltre dar vita ad una disciplina or-ganica tra questa norma e la disciplina generaleprevista dal codice civile in tema di successione:

395Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 395

Page 397: report - La voce Delle Voci

bisogna insomma permettere ai beneficiari dellepolizze assicurative, anche se non si sono attivatientro i due anni di prescrizione, di incassarequanto loro dovuto. E si deve mettere mano adun provvedimento che elimini la discrasia tra iltermine di dieci anni previsto per considerare«dormienti» i depositi bancari e i due anni dellepolizze assicurative. Ma soprattutto bisognasmetterla con le false informazioni fuori da ognicontrollo, altrimenti continuerà la palese ingiu-stizia di mettere le mani nelle tasche di quegli as-sicurati che si sono sacrificati per accumularerisparmi. Tutti i titolari di polizze vita dovrannoessere correttamente informati della futura de-voluzione del capitale al Fondo e bisogna darloro anche la possibilità di far rinascere la po-lizza entro un certo periodo, come accade per iconti correnti e i libretti di deposito.

A marzo lei ha partecipato ad un sit in davanti aMontecitorio per sollecitare queste iniziative al go-verno.

Con Rosario Trefiletti di Federconsumatori,eravamo al fianco dei tanti cittadini venuti aRoma da ogni parte d’italia, tutti titolari o eredidi polizze vita letteralmente «scippati» o espro-priati dal Tesoro. Proprio quel giorno è stato va-rato un decreto legge che potrebbe sbloccare lemolte situazioni rimaste incagliate. Si cerca cosìdi riparare agli abusi commessi da una interpre-

396 Assicurazioni – il Grande Cartello

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 396

Page 398: report - La voce Delle Voci

tazione fraudolenta della stessa legge istitutivasui fondi dormienti, che impone di recapitare unavviso per raccomandata, con tanto di cartolinadi ritorno almeno 180 giorni prima che le sommevengano definitivamente incamerate dalle com-pagnie e poi dallo stato.

Restando in tema di trasparenza, o meno, cosa suc-cede invece oggi, dopo tutti i crac, ad un utente deiservizi assicurativi? Può farci qualche esempio?

Prendiamo Atlantic Bond 2 Index, emessa daRoma Vita e adesso di Cnp Vita del gruppo Uni-credit. Stiamo parlando di una polizza vita consottostanti obbligazioni Lehman Brothers, in sca-denza a febbraio 2009, che garantiva la restitu-zione del capitale inizialmente versato. Talegaranzia era resa esplicita dalla strutturazionestessa della proposta, che indicava in un’appo-sita casella il «Capitale minimo liquidabile allascadenza», nonché dal documento allegato cheveniva fatto firmare al cliente. In pratica, alla sca-denza la compagnia era obbligata a pagarequanto dovuto e il problema relativo al falli-mento di Lehman riguardava solo la società as-sicuratrice, non certo gli assicurati.

E invece?Teniamo presente che la maggior parte dei

sottoscrittori di queste polizze sono piccoli ri-sparmiatori, privi delle conoscenze finanziarie

397Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 397

Page 399: report - La voce Delle Voci

necessarie a comprendere la natura della indexlinked, i quali hanno creduto di sottoscrivere unanormale polizza vita, dato che l’investimento ve-niva venduto dalla compagnia senza rischio al-cuno. Sa invece cos’ha fatto la compagnia? Pocoprima della scadenza ha spedito a questi clientiuna lettera in cui offriva la possibilità di sceglieretra due alternative, denominate «Proposta Cash»e «Proposta Trasformazione». Essenzialmente, laprima ti dice che puoi recuperare il 50 per centodel premio originariamente versato, mentre laseconda consiste nel sottoscrivere una nuova po-lizza, denominata «Scudo 42», che garantirebbe,al 16 agosto 2012, la ricostituzione del premiooriginariamente versato nella polizza. È giàgrave che si debba mendicare la metà dei proprisoldi. Ma non è ancora tutto, perché in realtà lapolizza «Scudo 42» non ha scadenza, in quantoè un contratto a vita. Perciò il sottoscrittore puòpretendere la restituzione del suo denaro soloesercitando la facoltà di riscatto, che comunquenon gli permetterà di recuperare il capitale ini-ziale, ma solo quello riferibile alla nuova polizza,pari cioè al 74 per cento di quanto aveva origi-nariamente versato nell’Atlantic Bond.

Una lettera, per giunta, inviata per posta or-dinaria, con un invito a presentarsi pressol’agenzia della banca entro pochi giorni per ef-fettuare la «scelta». Senza specificare cosa accadenel caso in cui il cliente non si rechi in banca o

398 Assicurazioni – il Grande Cartello

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 398

Page 400: report - La voce Delle Voci

non decida o non si veda recapitare la lettera,magari per un semplice disguido postale...

Possibile che siano liberi di commettere similiazioni?

Guardi, è proprio sulla vicenda dei vari pro-dotti finanziari estremamente complessi, trave-stiti da polizze vita e rifilati a centinaia dimigliaia di risparmiatori italiani, che si misuraancora una volta la profonda inadeguatezzadelle nostre autorità di vigilanza. La vendita disimili prodotti è stata consentita per molti annie oggi che la bolla speculativa è scoppiata, si as-siste ad un assordante silenzio delle Authority.

Polizza pazza

Un quadro che, a quanto pare, non sembra migliorese passiamo alle assicurazioni obbligatorie per i veicoli.

E ne studiano sempre di nuove. Da numero-sissime segnalazioni ho appreso che oggi, incaso di incidente stradale con un’auto nonnuova, talune compagnie assicuratrici semprepiù frequentemente cercano di rimborsare aiclienti solo il 40-60 per cento del danno effetti-vamente subìto dall’automezzo, anziché l’interoimporto. Solo nel caso in cui l’assicurato minaccidi adire le vie legali, la compagnia si decide asborsare l’intera somma documentata. Sono ul-teriori pratiche arbitrarie e vessatorie, impune-

399Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:17 Pagina 399

Page 401: report - La voce Delle Voci

mente commesse nel clima di cui parliamo, fattodi controlli inefficienti, quando non di vere eproprie complicità.

Ma mentre accade tutto questo, in occasione dellarecente relazione annuale dell’Isvap sono emersi i rin-cari esorbitanti proprio per le polizze obbligatoriedella Rc auto.

Lo abbiamo dichiarato a margine dell’assem-blea: gli aumenti registrati dallo speciale Osser-vatorio nazionale di Federconsumatori sono statiquest’anno, nel solo periodo gennaio-maggio,dal 15 al 20 per cento. Addirittura, secondo unnostro studio, le polizze Rc auto, dal 1994 adoggi, hanno conosciuto un aumento del +173 percento. Tali rincari, non lo dimentichiamo, com-portano ricadute dirette per gli automobilistipari, solo quest’anno, a 179 euro. A tutto questosi aggiungono le inevitabili ricadute indirette suibeni di largo consumo, che determineranno unaumento dello 0,2 per cento sul tasso di infla-zione, pari a 60 euro annui. Complessivamentequindi i cittadini, a causa di questi aumenti, siritroveranno a pagare ben 239 euro annui in più.Si continua come sempre a tenere fuori i colossidelle assicurazioni dai pesanti sacrifici che sichiedono ai cittadini. Ci stiamo battendo per ot-tenere un blocco delle tariffe Rc auto, che va af-fiancato da un aumento di competitività in talesettore, identificato come un «grande cartello» e

400 Assicurazioni – il Grande Cartello

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 400

Page 402: report - La voce Delle Voci

per questo multato nel 2000 dall’Antitrust per700 miliardi di vecchie lire. Non ultimo, allecompagnie assicurative chiediamo di abolirequel vergognoso criterio di calcolo delle polizzeche si basa sulla nazionalità dell’assicurato,prendendo in considerazione il «rischio etnico».Cosa fa l’Isvap, l’Istituto di vigilanza sulle assi-curazioni private di interesse collettivo, di frontea tutto questo? Si decide solo a giugno 2010,mentre la crisi morde famiglie e imprese, a de-nunciare che i premi pagati dagli italiani per laRc auto sono doppi rispetto a quelli di francesi,tedeschi e spagnoli.

Un’altra Authority quanto meno «distratta», se-condo lei, l’Isvap?

Partiamo dalle norme fondanti, secondo cuil’Istituto «opera per garantire la stabilità delmercato e delle imprese di assicurazione, nonchéla trasparenza dei prodotti, nell’interesse degliassicurati e degli utenti». Ho già ribadito che fi-nora tale interesse è stato ben poco tutelato. E lostesso annuncio tardivo sui rincari, senza che inquesti anni sia stato fatto da parte dell’Isvap al-cunché per calmierare un mercato letteralmenteimpazzito, conferma quanto l’istituto stia dallaparte degli assicuratori piuttosto che degli assi-curati. Ciò che conta, per questa autorità di vigi-lanza, è soprattutto la stabilità delle imprese, chefanno pagare i loro tagliandi a prezzi sempre più

401Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 401

Page 403: report - La voce Delle Voci

salati anno dopo anno. E in assenza di interventida parte di una maggioranza politica, comequella che ci governa, schierata in maniera con-genita sul versante dei grandi profitti, il cittadinoitaliano onesto continuerà ad essere trattato dalleassicurazioni come un truffatore e, in quantotale, a pagare tariffe doppie o triple.

È anche grazie a simili meccanismi che le compa-gnie sono diventate colossi capaci oggi d’inghiottireanche le banche?

Il passaggio epocale è stato sancito dall’inse-diamento al vertice delle Generali di un ban-chiere come Cesare Geronzi, il banchiere diMarino giunto a Trieste per ristabilire le sortidella finanza italiana. In questo scenario unruolo di primo piano è quello dell’Ania, la siglache riunisce le compagnie d’assicurazione, i cuirappresentanti – meno di un anno fa dinanzi allaCommissione parlamentare per la verifica del-l’andamento prezzi – avevano dichiarato che letariffe praticate nel nostro paese avrebbero su-bìto una diminuzione; questo proprio mentre ilministro dell’Economia comunicava che i tassipraticati dalle banche italiane salivano ai livellipiù alti d’Europa. Ricordo che fra Ania ed Abi,l’associazione delle banche italiane, esiste unpatto federativo. E per una volta sono stato d’ac-cordo con Tremonti quando ha affermato di fi-darsi più degli artigiani di Mestre che dei dati

402 Assicurazioni – il Grande Cartello

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 402

Page 404: report - La voce Delle Voci

forniti dall’Abi. E sono proprio i rincari insoste-nibili, fuori controllo, ad alimentare il fenomeno,peraltro diffuso, delle polizze false, che lascianoi cittadini senza alcuna copertura in caso d’inci-dente. Altro che Fondo vittime della strada…Cosa si è fatto per prevenire questi abusi? Perchéesistono ancora «testimoni di professione» e nonsi riesce a far decollare un’anagrafe seria ingrado di smascherarli? E perché l’Ania non ri-sulta direttamente impegnata su questo terreno?Gli assicuratori continuano, di fatto, ad andarecontro il mercato, le liberalizzazioni e le pratichetese all’indennizzo diretto. «Noi apriamo l’om-brello per proteggere l’assicurato», dice l’Ania.Ma poi lo chiude quando ce n’è più bisogno, peresempio in caso di malattia.

Lannutti, per modificare questa situazione lei hapresentato alcuni disegni di legge. Cosa prevedono?

Siamo partiti dalle vistose omissioni dell’or-gano di controllo sui prezzi. Il disegno proponeinfatti l’istituzione di una Commissione parla-mentare d’inchiesta sull’operato dell’Isvap in re-lazione agli aumenti imposti dalle impreseassicuratrici sulle polizze obbligatorie di respon-sabilità civile per gli autoveicoli. Intendiamo dareai cittadini una risposta al dilagante rincaro di talipremi assicurativi, che definiamo una sorta di«pizzo» legalizzato a carico di milioni di automo-bilisti. Basta ricordare che prima della liberalizza-

403Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 403

Page 405: report - La voce Delle Voci

zione tariffaria del 1994, la media dei «prezzi am-ministrati» era pari a 700 mila lire, vale a dire 361euro. Dodici anni dopo, nel 2006, il costo è lievi-tato a 868 euro, senza considerare le punteestreme come la Campania. Un rincaro del 140per cento, contro la metà circa degli altri paesi eu-ropei. Un anno dopo, nel 2007, l’entrata in vigoredella norma sul risarcimento diretto aveva ridottodel 10 per cento i costi a carico delle compagnie,ma ciononostante le polizze hanno continuato alievitare. Una crescita senza freni, benché si riducaanno dopo anno il tasso d’incidentalità e, conesso, i costi delle spese legali sostenute.

A fronte di questo quadro chiediamo che laCommissione faccia luce sulle reali motivazionialla base dei rincari e sull’eventuale, mancatoesercizio dei poteri di vigilanza e sanzionatori daparte dell’Isvap. A cominciare da quelle semplicifunzioni di mera «ratifica» che finora l’Istitutopare aver esercitato su dati e statistiche fornitidalle Compagnie. Alla Commissione prevediamodi attribuire anche la possibilità d’intraprendereiniziative a carattere legislativo per procedere adun eventuale commissariamento o revoca della li-cenza alle imprese che abbiano operato in viola-zione delle norme sulle tariffe assicurative.

Ancor più recentemente ha esposto in Senato l’esi-genza di nuove misure a tutela degli assicurati. In checosa consiste il provvedimento?

404 Assicurazioni – il Grande Cartello

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 404

Page 406: report - La voce Delle Voci

Si tratta anche qui di un disegno di legge re-cente, assegnato alla Commissione permanenteIndustria, Commercio e Turismo lo scorso 21aprile e riguarda proprio l’applicazione di nuoveregole rigorose nel settore: coloro che ammini-strano, dirigono o controllano le imprese assicu-ratrici dovranno dar prova di possedere requisitidi professionalità, onorabilità ed indipendenzaprevisti per tutti gli altri intermediari finanziari,a cominciare dai banchieri. Ma non per gli assi-curatori, visto che a distanza di cinque anni daun apposito decreto in tal senso, nessuno si erapremurato di emanare i relativi regolamenti perrendere operative queste norme minime di ga-ranzia a tutela degli assicurati.

Significa che per ora, fino al varo del suo disegnodi legge, gli utenti delle assicurazioni sono in balia dipersonaggi operanti in regime di deregulation?

Dal punto di vista di questi requisiti, sostan-zialmente è così. E la situazione si fa ancor piùseria se consideriamo la rilevanza che continuaad assumere, in termini di fatturato, il settore as-sicurativo. Nel 2009 la nuova produzione di po-lizze individuali sulla vita fa registrare premi per63 miliardi di euro, con un incremento di oltre il67 per cento rispetto all’anno precedente. Se siosserva l’andamento a partire dal 2005, quandola stessa raccolta ammontava a 53,2 miliardi,l’aumento è stato in media del 2,6 per cento

405Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 405

Page 407: report - La voce Delle Voci

l’anno. Il settore, in pratica, grazie al risultato del2009 è tornato su livelli fisiologici di crescita.Gran parte di questo andamento va attribuito abanche e uffici postali, la cui raccolta ha superatoi 40 miliardi di euro, il 65,9 per cento in più ri-spetto al 2008. Positivo anche il risultato degliagenti che con premi pari a 6,6 miliardi di eurocon un aumento del 6,1 per cento. Sempre loscorso anno si è registrato un incremento rile-vante nell’attività dei promotori finanziari, afronte di premi per nuovi contratti pari ad oltre10 miliardi di euro. Un panorama, quindi, che ri-chiede l’adozione urgente di misure sulla realecredibilità di chi opera a contatto con milioni dicittadini pronti ad affidare nelle loro mani i ri-sparmi di una vita.

Anche perché nel frattempo la crisi finanziaria queirisparmi se li sta portando via, giorno dopo giorno.

Ed è proprio questo stato di cose che imprimenegli ultimi mesi una forte accelerazione ad ognitipo di iniziativa per difendere il cittadino co-mune, nella fase attuale sempre più preda di ban-kster senza scrupoli, i cui profitti continuano alievitare all’infinito. Abbiamo di fronte, lo sap-piamo, una maggioranza parlamentare allineatain trincea per proteggere i capitali degli «intocca-bili», il che significa che la battaglia sarà ancor piùdura. Ma dobbiamo restare tutti fiduciosi nel po-tere di rappresentanza del paese che la nostra Co-

406 Assicurazioni – il Grande Cartello

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 406

Page 408: report - La voce Delle Voci

stituzione, ad oggi, assegna ancora al Parlamento.E sulla base di questa convinzione stiamo lavo-rando tanto su misure di lungo periodo quantoperché si adottino provvedimenti urgenti neces-sari a fronteggiare l’indebitamento delle famigliee delle piccole imprese. Va in questa direzione ildisegno che ho presentato a fine aprile recante«Disposizioni per il superamento delle situazionida sovra indebitamento delle famiglie mediantel’istituzione della procedura di concordato dellepersone fisiche insolventi con i creditori».

La prima, vera boccata d’ossigeno. Di che si tratta?A questa procedura avranno ovviamente ac-

cesso solo i cittadini – e sono la grande maggio-ranza – che dimostreranno di essere meritevoliin base ad uno specifico regolamento di attua-zione. Le loro richieste saranno valutate da unaapposita commissione ministeriale, che pro-pongo di istituire in tempi brevi. Il nostro prov-vedimento, che non riguarda i debiti contratti inrelazione alle attività lavorative svolte, ma quelliconnessi ad esigenze primarie di sussistenza odi salute, come si riscontra in una grandissimaparte dei casi, prevede un piano di ristruttura-zione da concordare con almeno il 70 per centodei creditori, da approvare previa valutazionedei beni in possesso del debitore, ma anche diquelli facenti capo a terzi, magari esponenti dellastessa famiglia, che assumono la veste di garanti.

407Bankster

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 407

Page 409: report - La voce Delle Voci

Intendiamo offrire un sostegno concreto a mi-lioni di cittadini finiti nel baratro della povertà,masse crescenti di persone colpite da insolvenzacronica e costrette a disfarsi di beni immobili edanche mobili messi da parte nel corso delle ge-nerazioni dalle loro famiglie.

03_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 408

Page 410: report - La voce Delle Voci

Indice dei nomi

Albertini, Gabriele 362Alfano, Angelino 316, 355,

360, 377Alogoskoufis Georgios, 29Amato, Giuliano 214Anderson, Basil L. 37Anemone, Diego 361, 371,

372, 376, 381, 384Balducci, Angelo 360, 361,

371, 373, 374, 375, 378,381, 384

Barel di Sant’Albano, Carlo183

Barroso José, 97Bassi, Piergiorgio 229Bauman, Zygmunt 62Bazoli, Giovanni 273, 274,

275, 276Beatrice d’Olanda, regina

dei Paesi Bassi 96Benetton (famiglia) 368Berionne, Gabriele 293, 295Berionne, Giovanni 294,

295Berizzi, Paolo 382

Berlusconi, Silvio 41, 98,119, 133, 150, 198, 214,215, 237, 238, 239, 316,333, 338, 353, 354, 356,360, 381

Bernanke, Ben Shalom 57,110, 194

Bernheim, Antoine 391Bersani, Pierluigi 150, 231Bertolaso, Guido 371, 372,

374, 378, 384, 387, 388Bessone, Mario 327Biggeri, Luigi 214Bini Smaghi, Lorenzo 168Bishoff, Winfred 35Bisogni 310Blankfein, Lloyd 83, 84,

86Boccuzzi, Giuseppe 294,

295Bombardieri, Giovanni 366Boni, Gianfranco 322Bordon, Willer 136Bragantini, Salvatore 334Bravetti, Nicola 237

04_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 409

Page 411: report - La voce Delle Voci

Bretton-Woods, accordi 65-67, 112, 203

Brown, Gordon 89Bruno, Riccardo 135Bruti Liberati, Edmondo 355Buquicchio, Fabio 356Burani (famiglia) 315, 316,

322, 323Burani, Mariella 315, 332Bush, George Walker 35, 36,

59, 70, 72, 104Calabrò, Corrado 357Caltagirone, Roberto 142,

143, 312Calvi, Gian Luca 388Calvi, Gian Michele 388Capaldo, Giancarlo 366Capone, Al 15Capristo, Carlo Maria 355Cardia, Lamberto 278, 305-

321, 322-325, 327, 329,332, 333, 334, 365

Cardia, Marco 310, 313, 314,315, 322, 323

Cardinali, Ettore 356Caringi, Stefano 248Carlo, principe di Galles 96Castaldi, Gianni 294Catricalà, Antonio 205, 206,

254, 255, 334Cavazzuti, Filippo 262, 264Ceccaroni, Francesco 373,

374Cencelli 357

Centaro, Roberto 258, 259Cimatti, Massimo 226Clemente, Claudio 294Clinton, Bill 74, 89Coboldi Gigli, Giovanni

183Cocomello, Assunta 373,

374, 376, 377Colaiocco, Sergio 375, 376,

377Colombini, Mario 233Consorte, Giovanni 318,

319, 320, 321Conti, Corrado 327Conti, Fulvio 229Conti, Vittorio 326Cordero di Montezemolo

Luca, 182Costelli, Marisa 308Crespellani, Teresa 389Criscuolo, Maria 379D’Agostino, Marco 356Daft, Douglas N. 35Dautresme, David 36De Bortoli, Ferruccio 96De Lippe, Bernardo 96De Lise, Pasquale 372De Magistris, Luigi 222De Masi, Antonio 250De Santis, Fabio 372, 388Dedola, Giovanni Maria

320Degiovanni, Virgilio 328,

329

410 Indice dei nomi

04_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 410

, Massimiliano

Page 412: report - La voce Delle Voci

Del Bue, Paolo 237Della Giovanpaola, Mauro

372Della Peruta, Andrea 294Delors, Jacques 68Desario, Michele 248Desario, Vincenzo 248Desiderio, Luigi 294Di Benedetto, Paolo 312,

317Di Girolamo, Nicola 365,

366Di Nicola, Primo 86Di Pietro, Antonio 11, 281Di Salvo, Emanuele 329Dini, Lamberto 37, 329Draghi, Mario 30, 77-80, 86,

90, 92-95, 98, 99, 110, 111,154, 194, 195, 253, 278,285, 287, 289, 291, 307,343-345, 349

Elkann, John 183Enriques, Luca 326Farina, Alessandro 226, 227Fazio, Antonio 367Ferrara, Giovanni 373-377Ferraro, Renata 294Ferri, Cosimo 354, 355Ferro Luzzi, Paolo 248Fiorani, Giampiero 310-312,

314, 316, 317, 318, 321,322, 324, 366-368

Floris, Giovanni 356Fontana, Francesco 340

Forleo, Maria Clementina369

Frattini, Franco 40, 230Fusco, Eugenio 310, 316,

322, 323, 324Fusco, Giuseppina 312, 317,

326Gabanelli, Milena 309Gabetti, Gian Luigi 182Gatti, Fabrizio 374Gavio, Marcellino 368Gavio, Pietro 368Gazzani, Stefano 381Geithner, Timothy Franz

71, 97, 194Geronzi, Cesare 367, 391,

402Gigli, Romeo 330Girardi 327Gitti, Gregorio 226Glauber, Robert 37Goldman, Marcus 82Gorno Tempini, Giovanni

273, 274Greenspan, Alan 59, 110Guarguaglini, Pier

Francesco 387Innocenzi, Giancarlo 338,

353, 354, 356, 357Jarach, Davide 238Juan Carlos, re di Spagna

96Keynes, John Maynard 199Kissinger, Henry 96, 97

411Bankster

04_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 411

Page 413: report - La voce Delle Voci

Krugman, Paul 47, 48Ladreit de Lacharriere,

Marc 36Lafayette, Philippe 36Landi, Samuele 173, 174,

176, 178Lannutti, Elio 9, 10, 11, 17,

25, 27, 55, 58, 83, 126,150, 157, 183, 192, 204,211, 223, 249, 260, 269,277, 278, 279, 305, 306,307, 307, 338, 339, 359,360, 361, 392, 403, 409

Lay, Kenneth 36Lehman, fratelli 49, 54, 57,

72, 75, 81, 90, 106, 113-119, 133, 263-265, 283,397

Letta, Gianni 82, 98, 154,325, 360, 379

Ligresti, Salvatore 315, 323Loperfido, Aldo 248, 249Lorenzetti, Erasmo 378, 379Lotito, Claudio 354Maccarone, Michele 327,

328Madoff, Bernard 65, 133Magi, Oscar 308Manfrin, Gabriella 321Manzione, Roberto 136Marcheselli, Alessandro 239Marchi, Wanna 133Marchionne, Sergio 181,

182

Marrone, Virgilio 183Massa, Claudio Marcello

175Matteini Chiari, Sergio 305Mauri, Mauro 307Mazzini, Innocenzo 354Mc Kinnel, Henry 37McDaniel , Raymond W. Jr

37McGraw III, Harold 35Menem, Carlos 125Merkel, Angela 23Micheli, Francesco 361-365Mieli, Stefano 160Mills, David 237Minzolini, Augusto 353,

356, 361, 371Mirat, Bernard 37Mokbel, Gennaro 365, 366Monacis, Lucia 134Monti, Mario 95, 97, 98,

152, 154Moratti, Letizia 364Mucchetti, Massimo 363Newcomb, Nancy S. 37Nixon, Richard 203Nocerino, Carlo 330Obama, Barack Hussein 71-

76, 78, 79, 83, 86, 89, 195,215

Ochoa-Brillenmbourg,Hilde 36

Omar, Abu 366Orano, Giorgio 329

412 Indice dei nomi

04_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 412

Page 414: report - La voce Delle Voci

Orsi, Luigi 319, 323Ottaviani, Stefano 379Padoa Schioppa, Tommaso

94, 95, 97Palenzona, Fabrizio 226-

228, 367-368Panarelli, Paolo 294Papandreou, George 22Papi, Luca 247, 248Parisi, Stefano 362, 364Patalano, Claudio 247, 248,

294-295Paulson, Henry 59, 72, Paulson, John A. 88, 98Pazzi, Bruno 323, 327Peberan 37Penati, Alessandro 333Perna, Tonino 330Pesenti (famiglia) 232, 233,

236Pesenti, Carlo (amm. del. di

Italcementi) 234Petrini Levo, Piera 184Pezzinga, Michele 326Picazio, Tommaso 329Pierre, Bernard 37Pilato, Ponzio 132Polinetti, Aldo 327Ponzi, Carlo 61Porta, Giorgio 307Prodi, Romano 82, 95, 97,

98, 154, 170, 333Profumo, Alessandro 79,

80, 229, 306, 309

Quarra, Massimo 340Reagan, Ronald 70Riotta, Gianni 97Robledo, Alfredo 186, 208,

282Rockefeller, David 81, 82,

96, 97Rohatyn, Felix 37Roosevelt, Franklin Delano

70, 123Ross, James H. 36Rossi, Guido 199Rothschild 82Rubin, Robert 74, 89Ruggiero, Michele 287, 340,

342, 356Rust, Edward B. Jr 36Ruy Bradolini d’Adda,

Liberto 183Sacchetti, Ivano 319, 321Sachs, Samuel 82Sancetta, Mario 370Santonocito, Giuseppe 247,

248Santoro, Michele 353Scaglia, Silvio 361-365Scalpelli, Sergio 362, 364Scaroni, Paolo 97Scarselli, Aldo 362Schmidt, Helmut 112Scimia, Giuseppe 289Seno, Luciano 366Sholley 37Siggia, Sandro Maria 366

413Bankster

04_Bankster:Layout 1 24/06/10 18:41 Pagina 413

Page 415: report - La voce Delle Voci

Soros, George 55, 57Stanford, Robert Allen 64,

65Starace, Pasquale 373, 374 Stefanini, Pierluigi 320Stock, Nicola 131Summers, Larry 89Suterland, Peter 97Szijarto, Peter 147Tarantini, Gianpaolo 389Tarantola, Anna Maria 249,

294, 349Taurel, Sidney 36Taylor, Norman 97Tonacci, Fabio 382Toro, Achille 370, 373-377,

380Tourre, Fabrice 89, 93Trefiletti, Rosario 396Tremonti, Giulio 55, 97,

191-193, 198, 200, 201,

209, 227-229, 273, 291,307, 316, 367, 385, 395,402

Trichet, Jean-Claude 43, 97,110, 111, 194

Vanone, Giuseppe 185Varazzani, Massimo 274,

276Vegas, Giuseppe 325Vito, Elio 380Volker, Paul 37Winteler, Daniel John 183Wolfensohn, James 97Woodcock, John 222Wulff, John K. 37Zadra, Giuseppe 327Zaleski, Romani 275, 276Zampolini, Angelo 381Zanetti, Massimo 305Zapatero, José 192Zuccoli, Giuliano 362

04_Bankster:Layout 1 24/06/10 19:42 Pagina 414

Page 416: report - La voce Delle Voci