REPORT DELLE ATTIVITA’ SEMINARIALI “PREPARIAMOCI...
Transcript of REPORT DELLE ATTIVITA’ SEMINARIALI “PREPARIAMOCI...
1
REGIONE BASILICATA
A N C I UPI UNCEM
L’ANIMAZIONE TERRITORIALE NELLE AREE PIT
REPORT DELLE ATTIVITA’ SEMINARIALI
“PREPARIAMOCI ALL’ATTUAZIONE DEI PIT”
2 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
PREMESSA
ANIMAZIONE TERRITORIALE NELLE AREE PIT
? ? Finalità 5 ? ? Calendario 5 ? ? Aree PIT – Sedi e date ? ? Soggetti coinvolti 6
ASPETTI ORGANIZZATIVI
? ? Staff tecnico e di supporto 9 ? ? Logistica 10 ? ? Lettera d’invito del seminario interno 12 ? ? Programma del seminario interno alla Regione 13 ? ? Lettera d’invito tipo degli incontri territoriali 14 ? ? Programma tipo degli incontri territoriali 15
ATTI DEI SEMINARI
? ? Atti del seminario del 22 giugno 2001 sede di Tricarico (MT) 17 ? ? Osservazioni dal territorio 34 ? ? Immagini delle attività seminariali 47 ? ? Materiale didattico 52
PARTECIPAZIONE
? ? Caratteristiche dei partecipanti 54 ? ? Coinvolgimento degli enti territoriali 56
3 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Profonde innovazioni sono state introdotte dalla delibera n. 1364 del
19/06/2001 sulle procedure di attuazione della progettazione integrata,
recentemente approvata dalla Giunta regionale e predisposta con il supporto
del Formez.
La Regione Basilicata, infatti, attraverso la stessa, ha inteso attivare percorsi e
progetti di sviluppo integrati del territorio, fortemente centrati sulle capacità di
governo locale, in grado di avviare e realizzare processi di coesione sociale ed
istituzionale quale nuovo modello di governance e di riferimento propositivo
delle Comunità locali. L’occasione della Progettazione Integrata Territoriale
viene vista concretamente come la possibilità di pensare e progettare un nuovo
approccio allo sviluppo locale, per innovare il processo di attuazione dello
stesso e per rendere più concrete e sostenibili le azioni di sviluppo.
Il Formez, attraverso il Programma RAP 100 Basilicata, accompagna la Regione
nell’articolato percorso di implementazione della progettazione integrata.
Questo percorso viene sicuramente condizionato dalla qualità del processo
mediante il quale viene attivato.
Il monitoraggio del suo iter implementativo può rappresentare, dunque, un
utile strumento di analisi e riflessione. Questo report vuole, a tal fine, dare
testimonianza e conservare memoria della fase di animazione territoriale,
attuata dal Formez in stretta collaborazione con la Regione realizzata
contestualmente all’approvazione della delibera sull’attuazione della
progettazione integrata da parte della Giunta regionale.
5 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Le attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT” hanno chiuso il
primo biennio del programma RAP 100 Basilicata e sono state finalizzate alla
condivisione delle modalità amministrative, organizzative e gestionali
attraverso cui si attiverà ed attuerà la progettazione integrata nelle otto aree
PIT individuate nel Complemento di Programmazione della Regione Basilicata.
Gli incontri seminariali realizzati sono stati nove.
Il primo realizzato a Potenza, presso la Sala Inguscio, è stato riservato alla
struttura Regionale coinvolta a vario titolo nel processo di attuazione della
programmazione comunitaria. L’incontro ha avuto l’obiettivo prioritario di
condividere articolazione e contenuti della delibera di attuazione della
programmazione integrata territoriale che di li a poco sarebbe stata presentata
alla Giunta Regionale per l’approvazione.
I restanti otto sono stati realizzati nell’arco di due settimane, a partire dal
giorno seguente l’approvazione della delibera.
Le pagine seguenti testimoniano le fasi salienti delle attività realizzate e danno
conto del coinvolgimento e della partecipazione registrata.
GIORNO ORARIO SEDE INDIRIZZO
12/06/01 15,00 – 19,00 POTENZA Sala Inguscio Via Anzio
20/06/01 16,00 - 20,00 AVIGLIANO Sala ex Collegio Regionale Corso Gianturco
22/06/01 9,00 - 13,00 SENISE Sala Convegno c/o Polifunzionale Reg.le Zona Ind.le
22/06/01 16,00 - 20,00 TRICARICO Centro Reg.le di Servizi Educativi e Culturali
Palazzo Ducale Via Veneto, 2 23/06/01 16,00 - 20,00 MONTESCAGLIOSO Sala Consiliare “Sandro Pertini”
c/o Municipio 25/06/01 16,00 - 20,00 RIONERO IN VULTURE Centro Sociale “P.Sacco” 28/06/01 900 – 1300 VILLA D’AGRI C.M. Alto Agri
Via Peschiera 28/06/01 16,00 - 20,00 TURSI Aula Magna Istituto Tecn.
Commerciale per geometri “Manlio Capitolo” Via Santi Quaranti
29/06/01 16,00 - 20,00 MURO LUCANO C.M. Marmo Platano Contrada San Luca
6 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
DESTINATARI
??RESPONSABILI MISURA POR BASILICATA ??RESPONSABILI FONDI STRUTTURALI
REGIONE BASILICATA
??MEMBRI COMITATO DI PILOTAGGIO:
??Autorità di gestione ??Rappresentanti Fondi Feaog e Fse ??Rappresentante ALSIA ??Rappresentante dell’APT ??Rappresentante ARPAB ??Rappresentante ELBA ??Rappresentante ASI di Matera e di Potenza ??Sovrintendente regionale del Ministero dei Beni
Culturali
??Rappresentanti delle due Province ??Autorità Ambientale ??Dirigente Ufficio Scolastico Regionale ??Rappresentante D. P. S del Ministero degli
Interni
??SINDACO/AMMINISTRATORE/
DIRIGENTE/FUNZIONARIO UFFICIO TECNICO COMUNE DI:
??ABRIOLA ??CARBONE ??ACCETTURA ??CASTELGRANDE ??ACERENZA ??CASTELLUCCIO INF. ??ALBANO DI L. ??CASTELLUCCIO SUP. ??ALIANO ??CASTELMEZZANO ??ANZI ??CASTELSARACENO ??ARMENTO ??CASTRONUOVO ??ATELLA ??CERSOSIMO ??AVIGLIANO ??CHIAROMONTE ??BALVANO ??CIRIGLIANO ??BANZI ??COLOBRARO ??BARAGIANO ??CORLETO ??BARILE ??CRACO ??BELLA ??EPISCOPIA ??BERNALDA ??FARDELLA ??BRIENZA ??FERRANDINA ??BRINDISI M. ??FILIANO ??CALCIANO ??FORENZA ??CALVELLO ??FRANCAVILLA S. SINNI ??CALVERA ??FRUMENTO NOVA ??CAMPOMAGGIORE ??GALLICCHIO ??CANCELLARA ??GARAGUSO ??GENZANO IN L. ??S. ANGELO LA FRATTE ??GINESTRA ??S. ARCANGELO ??GORGOGLIONE ??S. CHIRICO ??GRASSANO ??S. CHIRICO NUOVO ??GROTTOLE ??S. COSTANTINO ALB. ??GRUMENTO ??S. GIORGIO LUCANO ??GUARDIA PERTICARA ??S. MAURO
7 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
??IRSINA ??S. PAOLO ALB. ??LAGONEGRO ??S. SEVERINO ??LATRONICO ??S.MARTINO D’AGRI ??LAURENZANA ??SALANDRA ??LAURIA ??SANFELE ??LAVELLO ??SARCONI ??MARATEA ??SASSO ??MARSICO NUOVO ??SATRIANO ??MARSICO VETERE ??SAVOIA ??MASCHITO ??SCANZANO ??MELFI ??SENISE ??MIGLIONICO ??SPINOSO ??MISSANELLO ??STIGLIANO ??MOLITERNO ??TEANA ??MONTALBANO ??TERRANOVA ??MONTEMILONE ??TITO ??MONTEMURRO ??TOLVE ??MONTESCAGLIOSO ??TRAMUTOLA ??MURO LUCANO ??TRECCHINA ??NEMOLI ??TRICARICO ??NOEPOLI ??TRIVIGNO ??NOVA SIRI ??TURSI ??OLIVETO L. ??VAGLIO ??OLIVETO L. ??VAL SINNI ??OPPIDO LUCANO ??VENOSA ??PALAZZO ??VIETRI DI POTENZA ??PATERNO ??VIGGIANELLO ??PESCOPAGANO ??VIGGIANO ??PICERNO ??PIETRAGALLA ??PIETRAPERTOSA ??PIGNOLA ??PISTICCI ??POLICORO ??POMARICO ??RAPOLLA ??RAPONE ??RIONERO ??RIPACANDIDA ??RIVELLO ??ROCCA NOVA ??ROTONDA ??ROTONDELLA ??RUOTI ??RUVO DEL MONTE
??PRESIDENTE COMUNITA’ MONTANA:
??ALTO AGRI ??ALTO BASENTO ??ALTO BRADANO ??ALTO SINNI ??BASSO SINNI ??CAMASTRA ALTO SAURO ??COLLINA MATERANA
??LAGONEGRESE ??MARMO PLETANO ??MEDIO AGRI ??MEDIO BASENTO ??MELANDRO ??VAL SERMENTO ??VULTURE
9 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
CAMMAROTA OSVALDO ESPERTO DI SVILUPPO LOCALE - TASK FORCE
RAP 100 BASILICATA
CAPEZZUTO SALVATORE ESPERTO DI DIRITTO AMMINISTRATIVO – TASK
FORCE RAP 100 BASILICATA
CARAPELLA BRUNO ESPERTO DI ORGANIZZAZIONE - TASK FORCE
RAP 100 BASILICATA
CIPOLLETTA GERMANO ESPERTO DI ORGANIZZAZIONE- TASK FORCE
RAP 100 BASILICATA
CLAPS MICHELE UFFICIO COORDINAMENTO E GESTIONE
POLITICHE COMUNITARIE- REGIONE BASILICATA
COLELLA CATALDO TASK FORCE RAP 100 BASILICATA
COSTANZA ROBERTA SEGRETERIA TECNICA – FORMEZ
DE LUCA SALVATORE UFFICIO POLITICHE COMUNITARIE PROVINCIA
POTENZA - TASK FORCE RAP 100 BASILICATA
DI MOLA ALDO UFFICIO POLITICHE INNOVATIVE PROVINCIA
MATERA - TASK FORCE RAP 100 BASILICATA
DI STEFANO ANTONIO TASK FORCE RAP 100 BASILICATA
FRESCHI ANDREA DIPARTIMENTO PRESIDENZA GIUNTA - REGIONE
BASILICATA
GIULIANO SABRINA SEGRETERIA TECNICA – FORMEZ
LANZALONE MARIA RESPONSABILE ATTIVITA’ FORMATIVE RAP 100 -
BASILICATA – FORMEZ
MATERA FRANCESCO TASK FORCE RAP 100 BASILICATA
MENCHISE CARMELA TASK FORCE RAP 100 BASILICATA
MONTOLI GIGI ESPERTO DI SVILUPPO LOCALE - TASK FORCE
RAP 100 BASILICATA
PIGNA CONCETTA RESPONSABILE PROGRAMMA RAP 100 –
BASILICATA – FORMEZ
PUGLIESE GIANNI DIPARTIMENTO FORMAZIONE, LAVORO, CULTURA
E SPORT REGIONE BASILICATA
SPANO ENZA UFFICIO SVILUPPO ECONOMICO DEL TERRITORIO
REGIONE BASILICATA
10 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
L’iter procedurale inerente l’ottimizzazione logistica degli incontri si è
sostanziato nella puntuale verifica dell’idoneità delle sedi, nel coinvolgimento
dei destinatari, nella attivazione di un supporto assistenziale didattico. In
particolare:
La scelta delle sedi è avvenuta di concerto con le Amministrazioni
Provinciali e le Comunità Montane che hanno provveduto a definire sul
territorio un elenco di siti presso i quali, presumibilmente, avrebbero potuto
svolgersi i seminari.
Lo staff della Task force ha successivamente visionato le singole sale
verificandone lo stato, le modalità di accesso e, in generale, la presenza delle
condizioni tecniche necessarie alla conduzione dei seminari.
Si è identificato il referente amministrativo per ogni singola sede ritenuta
idonea e registrate le disponibilità di fruizione della sala.
La segreteria tecnica Rap 100 ha poi provveduto a ricevere l’autorizzazione
per l’uso delle sale sulla base della calendarizzazione delle attività seminariali
condivisa con la struttura regionale.
Per il coinvolgimento delle amministrazioni è stata predisposta una
apposita modulistica composta da:
Lettera di invito all’attività seminariale a firma del Presidente della Giunta;
Programma del seminario;
Scheda di adesione (nel paragrafo seguente si riportano tali materiali).
Tale modulistica è stata inviata a tutte le amministrazioni provinciali e
comunali, alle comunità montane delle singole aree, ai membri del Comitato
di Pilotaggio, quindi all’Autorità di gestione, ai Rappresentanti Fondi Feaog e
Fse, all’ALSIA, all’APT, all’ARPAB, alle ASI di Matera e di Potenza, al
Sovrintendente regionale del Ministero dei Beni Culturali, al dirigente
dell’Ufficio Scolastico Regionale, al Rappresentante D. P. S del Ministero degli
Interni e dell’ELBA, all’Autorità Ambientale.
11 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
L’invio è avvenuto via telematica per quelle amministrazioni collegate alla
Rete Telematica della Regione Basilicata, a mezzo fax per le altre.
Le operazioni di invio sono state calendarizzate e gestite dallo staff della task
force.
Tutte le amministrazioni invitate sono state contattate telefonicamente per
verificare la ricezione della comunicazione, approfondire la tematica delle
attività seminariali, sollecitare la partecipazione dei rappresentanti istituzionali
e dei dirigenti/funzionari coinvolti nell’attuazione delle attività inerenti la
programmazione comunitaria e, in particolare, nell’attivazione dei progetti
integrati territoriali.
La procedura si è dimostrata efficace stante l’elevato numero di schede di
adesione ricevute in via preliminare e le presenze registrate alle attività
seminariali.
In tutti i seminari il personale della task force ha effettuato un controllo
preliminare delle condizioni di idoneità nell’immediatezza dello svolgersi
dell’evento, provvedendo all’allestimento ultimo della sala, assicurando
accoglienza ai partecipanti e svolgendo il servizio di segreteria, registrazione
e distribuzione dei materiali didattici. Si è provveduto ad allegare in cartellina
tutti i riferimenti (indirizzo, telefono, fax, e-mail) della task force presso la
sede della Regione Basilicata e la sede del Formez, per assicurare un supporto
continuo ed immediato alle amministrazioni locali.
Inoltre, si è provveduto a registrare tutte le osservazioni provenienti dai
partecipanti, nonché le puntualizzazioni dei relatori. Ciò ha permesso di avere
memoria di questo primo incontro struttura regionale/territorio che
proseguirà, nell’immediato, con le convocazioni/partecipazioni ai tavoli di
concertazione locale.
12 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
R E G I O N E B A S I L I C A T A
DIPARTIMENTO PRESIDENZA GIUNTA REGIONALE UFFICIO COORDINAMENTO E GESTIONE DEI PROGRAMMI COMUNITARI
Potenza, lì 8 giugno 2001
Prot. N. 24099/71S
Dirigenti Generali
Autorità di Gestione Responsabili di Misura
Autorità Ambientale Autorità di Controllo
Autorità di Pagamento Funzionari U.C.G.P.C
Presidente della Provincia di Potenza Presidente della Provincia di Matera
Oggetto: Incontro di lavoro sulla deliberazione P.I.T. In previsione della presentazione in Giunta Regionale della deliberazione relativa alle procedure amministrative sui Progetti Integrati Territoriali, è previsto per il giorno 12 giugno 2001 alle ore 15.30 presso la Sala Inguscio, Via Anzio, un incontro di lavoro dedicato all’informazione/indirizzo inerente la stessa deliberazione. Sicuri della Sua partecipazione Le invio cordiali saluti.
IL DIRIGENTE GENERALE - Dott. Rocco Colangelo –
13 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
REGIONE BASILICATA
FORMEZ
A N C I UPI UNCEM
INCONTRO SEMINARIALE
“PREPARIAMOCI ALL’ATTUAZIONE DEI PIT” Potenza, 12 giugno 2001 Sala Inguscio, Via Anzio
Programma
Ore 15.00 Registrazione partecipanti
Apertura lavori
15.30
Interventi
16.00
17.00
Andrea Freschi
Presidenza della Giunta – Regione Basilicata
Pierpaolo Forte Formez
L’attivazione dei Progetti
Integrati Territoriali. Le disposizioni attuative in
Basilicata
La progettazione integrata: strumenti e procedure
Dibattito 17.30
Interventi
18.00
Concetta Pigna
Formez Gianni Pugliese
Dipartimento Formazione, Cultura e Sport
Le azioni di sistema e di
accompagnamento a supporto dei PIT
Conclusioni
18.30
14 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
REREGIONE BASILICATA IL PRESIDENTE
Ai Sindaci dei Comuni di:
ABRIOLA ALBANO DI LUCANIA
ANZI AVIGLIANO
Prot. N°25102/71- R BRINDISI MONTAGNA CALVELLO
CAMPOMAGGIORE CANCELLARA
CASTELMEZZANO FILIANO
LAURENZANA PIETRAGALLA
PIETRAPERTOSA PIGNOLA
TRIVIGNO VAGLIO BASILICATA
al Presidente della Comunità Montana ALTO BASENTO
e al Presidente dell’Amministrazione provinciale di Potenza
I Progetti Integrati Territoriali rappresentano una modalità innovativa di attuazione dei
programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali dell’Unione Europea anche in Basilicata.
Per assicurare una maggiore qualità dei progetti e l’efficacia nel conseguimento dei risultati
attesi, va garantito un supporto con modelli organizzativi adeguati. Il rispetto di questa
condizione va accompagnato da azioni condivise con i soggetti istituzionali ed economico-
sociali, per definire gli strumenti amministrativi da adottare ed i tempi di realizzazione.
Mi è pertanto gradito invitarLa all’incontro seminariale sulle modalità organizzative ed
operative necessarie all’attivazione della progettazione integrata che si terrà il 20 giugno
dalle ore 16.00 alle ore 20.00 presso la Sala dell’Ex Collegio Regionale, Corso
Gianturco, Avigliano, come da programma allegato.
L’invito è esteso al personale tecnico della Sua amministrazione che sarà coinvolto nel
processo di attivazione/attuazione del PIT.
Potenza, 15.06.2001 F.to FilippoBubbico
15 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
REGIONE BASILICATA
A N C I
UPI UNCEM
INCONTRO REGIONE/ENTI LOCALI
“PREPARIAMOCI ALL’ATTUAZIONE DEI PIT” …….., …….. 2001 Sede………………
Via……. – Sala ……..
Programma
Ore 9.00 Registrazione partecipanti
Apertura lavori
9.30
Sindaco del Comune……….
Presidente della Comunità Montana……
Interventi
10.00
10.30
Andrea Freschi
Presidenza della Giunta – Regione Basilicata
Concetta Pigna RAP 100 Basilicata – Formez
L’attivazione dei Progetti Integrati Territoriali.
Le disposizioni attuative in Basilicata
Le azioni del Programma RAP 100 Basilicata a supporto della Progettazione Integrata Territoriale
Pausa caffè
11.00
Dibattito 11.15
Interventi
12.00
12.30
Germano Cipolletta/ Rino
Capezzuto Consulenti – Formez
Gianni Pugliese Dipartimento Formazione, Lavoro,
Cultura e Sport
Bruno Carapella/Osvaldo Cammarota/Gigi Montoli
Consulenti – Formez
L’Ufficio Coordinamento e Gestione:
prime riflessioni sull’assetto organizzativo
L’assistenza ai tavoli di concertazione locale
Conclusioni
13.00
Filippo Bubbico
Presidente Regione Basilicata
17 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
22 giugno 2001 sede di Tricarico (MT)
Le attività seminariali realizzate sul territorio hanno avuto una modalità organizzativa
univoca. A titolo esemplificativo si riportano gli atti deregistrati del seminario
realizzato a Tricarico.
SALUTI SINDACO
SALUTI PRESIDENTI COMUNITA’ MONTANE
FRESCHI A. – REGIONE BASILICATA - UFFICIO COORDINAMENTO POLITICHE
COMUNITARIE Dopo i saluti e l’apertura del Sindaco e dei Presidenti delle Comunità Montane altro
interlocutore importante è la Provincia di Matera al cui rappresentante passiamo la
parola per un breve saluto.
ASSESSORE STASI – PROVINCIA DI MATERA – ASSESSORATO PROGRAMMAZIONE La progettazione integrata è una politica nuova per affrontare le trasformazioni
territoriali. La Provincia anche per le nuove deleghe avute è fortemente impegnata in
questo campo. Non è un caso che recentemente con il supporto del Formez si è
avviata la stesura del Piano di sviluppo socio-economico della stessa Provincia. La
scorsa settimana, è stata presentata da parte del Formez, in un seminario di
condivisione realizzatosi a Matera una prima bozza relativa alle analisi territoriali che
già è sufficiente per diversificare l’approccio nei confronti di aree territoriali omogenee.
Ci auguriamo di avviare in tempi brevi il Piano territoriale di coordinamento che è lo
strumento principe, insieme al Piano socio-economico, per una pianificazione e un
nuovo assetto territoriale cercando di evitare le dannose duplicazioni precedenti.
Assicuro una partecipanzione fattiva della provincia, alle attività di concertazione
territoriale e il rispetto del ruolo istituzionale assegnatoci dalla normativa vigente,
sicuro che con il Piano, che dovrebbe essere terminato alla fine di luglio, la
18 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
progettazione integrata territoriale potrà contare su uno strumento di orientamento in
più.
FRESCHI A. La Regione, insieme alle Province, assume un ruolo di pilotaggio del processo. La
Regione da un punto di vista programmatico, le Province in quanto detentrici di alcuni
programmi a carattere orizzontale che servono allo sviluppo del territorio nel
complesso.
Quale territorio?
Nel corso della negoziazione che ha visto produrre alcuni documenti, prima il QCS, a
livello nazionale, poi il POR, a livello regionale, il CdP che sancisce la metodologia con
cui spendere i soldi dell’UE dei prossimi anni, abbiamo individuato delle aree mediante
concertazione, in considerazione del Piano di Sviluppo Regionale validato
ulteriormente con le consultazioni sul territorio con il tramite delle Province.
Cosa ha fatto l’Amministrazione regionale?
Ha definito un percorso istituzionale, attraverso questa delibera, che permetterà di
spendere una massa di risorse ingente e ha tracciato un modo ordinario per poter
spendere queste risorse. Non moltiplicando gli strumenti che si rendono disponibili sul
territorio, ma definendo una modalità che potrebbe divenire una modalità di gestione
utilizzabile anche al di là dei Fondi Strutturali.
Cosa il territorio, con le sue Comunità Montane, deciderà sui tavoli istituzionali?
Deciderà come allocare i primi soldi assegnati alle singole aree.
Quanti sono i primi soldi?
Non si tratta di tutti i soldi disponibili, ma di una prima assegnazione, circa 40 mld. E’
una sfida enorme per il territorio che si trova a decidere su cose di notevole
importanza, non solo per le infrastrutture, ma anche per i sistemi di incentivazione. Il
territorio potrà dare delle indicazioni per definire la massa delle risorse finanziarie che
al singolo territorio dovranno essere assegnate.
Ripercorriamo questo discorso. C’è una massa di risorse, i primi 40 mld. C’è una serie
di misure del POR che potranno essere decise al livello locale. C’è il bisogno di allocare
queste risorse su tipologie di progetti da realizzare e non di quante risorse assegnare
a ciascun Comune.
Il principio della programmazione è legato ad un’idea forza, bisognerà definire i punti
di forza e di debolezza del territorio, che strategie adottare e quali operazioni
realizzare.
19 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
La Regione vorrà validare la sequenza logica, degli interventi non gli aspetti tecnici la
cui responsabilità è attribuita alle singole Amministrazioni ed è questo il motivo per cui
con questa deliberazione regionale si è definito un percorso guidato.
Cosa non si fa con il PIT, per esclusione?
Non si fanno le strade. Le Province partecipano alla definizione del Piano regionale e
saranno i soggetti che realizzeranno le strade. Hanno anche un ulteriore ruolo
importante: redigere proposte legate all’edilizia scolastica media superiore e
dell’obbligo. Non rientrano nei PIT i servizi legati ad acquedotti, fognature, depuratori,
ma c’è l’ATO che è il momento di governo delle scelte in questi settori. Queste macro
infrastrutture che devono dare pari dignità a tutti i cittadini della Basilicata sono
governate in maniera più globale, non localistica per garantire un pari livello a tutto il
territorio.
Poi ci sono gli elementi più locali che sono inerenti al territorio. Abbiamo, ad esempio,
la misura relativa alla rete ecologica che asserisce alle aree protette, abbiamo gli
investimenti di supporto al turismo, abbiamo la piccola infrastrutturazione legata alle
attività produttive che non rientrano nelle ASI. Poi ci sono i regimi di aiuto: questi
sono i soldi messi a disposizione per gli imprenditori locali a seguito di bandi.
C’è un discrimine importante. Mentre le parti infrastrutturali sono scelte in forma
negoziale dal tavolo istituzionale a confronto con la partnership economico-sociale, c’è
poi la parte lasciata all’avviso pubblico per i singoli cittadini, gli imprenditori, i regimi
di aiuto. Qui il territorio darà degli indirizzi. Queste modalità applicative di regimi di
aiuto una volta avuta l’indicazione da parte del PIT, sarà sancita dall’accordo di
programma e la Regione sarà obbligata a far sì che i bandi abbiano la quota di risorsa
definita a livello locale, le priorità definite a livello locale.
Il ruolo della Regione è strumentale, ma anche legato ad un obbligo giuridico.
L’obbligo giuridico è che le misure dell’agricoltura non possono essere gestite
localmente, ma devono avere un sistema di gestione univoco. Il motivo strumentale è
legato all’efficienza della Regione che permette di non rischiare in questo primo
periodo di programmazione per puntare alla premialità il 10% delle risorse
complessive assegnate alla Basilicata, ed eventualmente a quelle che le altre
Amministrazioni non riescono a spendere.
Questo che vi ho dato è il quadro generale dei PIT, cerchiamo di scendere più nel
dettaglio della deliberazione utilizzando delle slide che facilitano il linguaggio della
stessa.
I contenuti della delibera.
20 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Le risorse finanziarie. L’Amministrazione regionale ha raccolto l’esigenza di
determinare un riequilibrio tra le diverse aree.
Altro elemento sono le quote del FSE per le azioni di sistema e di accompagnamento.
Queste sono azioni utili perché Comuni e Comunità Montane possono utilizzare, per
dotarsi di un minimo di organizzazione, delle conoscenze necessarie per attivare i PIT.
I premi di performance previsti lanciano una competizione tra i territori della Regione.
Si definisce il cronogramma che sancisce tempi precisi per le diverse fasi processuali
dei PIT. Verso la fine dell’anno si deve iniziare a spendere i soldi.
Costituzione del Comitato di Pilotaggio e della Struttura Unica regionale di
sorveglianza dei PIT. Cosa sono?
Sono strutture che servono per governare questo processo dei PIT.
Il Comitato di Pilotaggio coinvolge le Province, le Amministrazioni dello Stato, la
Regione e le Agenzie strumentali della Regione. Il Comitato dà all’Amministrazione
regionale gli strumenti per modificare in corso d’opera eventuali problemi. La Giunta
regionale chiede una relazione mensile sullo stato dei fatti, per aver un controllo
stretto sui progetti.
La Struttura Unica regionale di sorveglianza dei PIT è un organismo tecnico, una sorta
di segreteria tecnica del Comitato.
Altri aspetti gestionali definiti nella delibera sono la Partnership locale istituzionale, la
Partnership concertativa locale, il soggetto responsabile del PIT, l’Ufficio di
Coordinamento e Gestione, il project manager, il soggetto responsabile del
collegamento PIT-POR.
Questi numerosi aspetti sembrerebbero complicare la vicenda PIT, ma a semplificare
ci saranno anche i consulenti del Formez che stanno accompagnando in maniera molto
efficace questo percorso e sapranno, anche in futuro, soddisfare le vostre curiosità.
La Partnership locale istituzionale, amministrazioni pubbliche ricadenti nelle singole
aree PIT, quindi anche Comunità Montane. Queste amministrazioni sono la parte
propulsiva e attraverso l’amministrazione responsabile firmeranno l’accordo di
programma. La Partnership locale istituzionale è il fulcro del sistema, ma non può
essere sola nelle decisioni. Ha bisogno di un ambito di accompagnamento che è la
Partnership concertativa locale, con cui si deve confrontare per condividere e validare
le decisioni da prendere. Ogni territorio avrà un suo modello concertativo, non
essendoci modelli predefiniti. La Partnership concertativa locale partecipa non solo alla
fase propulsiva, ma anche alla verifica dei risultati, degli obiettivi raggiunti (che non è
solo ratifica della spesa).
21 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
La Partnership locale istituzionale deve nominare un’Amministrazione che rappresenta
il complesso delle Amministrazioni di ogni area PIT. Questa Amministrazione avrà lo
status di Amministrazione procedente ai sensi delle Bassanini che consente alla
Partnership locale istituzionale, che funziona come conferenza di servizi, di superare i
numerosi ostacoli che hanno dovuto affrontare le società dei Patti Territoriali o i GAL
che, per esempio, non avevano i poteri per i regimi delle concessioni, dei sistemi
autorizzativi.
All’interno di questa amministrazione si costituisce un Ufficio di Coordinamento e
Gestione che è alle dipendenze di tutte le Amministrazioni dell’area PIT e che dovrà
disbrigare tutte le pratiche amministrative che i piccoli comuni hanno difficoltà ad
adempiere. All’interno dell’Ufficio di Coordinamento e Gestione si nominerà un
dirigente, project manager, secondo le norme di riferimento, che sarà il riferimento
per l’Ufficio.
Il PIT si collega con la Regione mediante il soggetto responsabile del collegamento
PIT-POR, che è un responsabile di misura. Infatti, ciascuna misura del POR ha un
responsabile dell’attuazione della stessa misura: ciò servirà ad evitare confusioni nei
rapporti regionali.
L’Ufficio sarà supportato, anche attraverso il Formez, da una task force diretta ad
attuare il processo di definizione del progetto. Questo progetto è guidato da un
formulario messo a punto per i PIT, quindi non saranno necessari consulenti esterni.
Questo percorso istituzionale ha l’obiettivo di dare capacità concreta, tecnica di
governo alle amministrazioni.
Passo la parola a Concetta Pigna, responsabile del programma RAP 100 Basilicata del
Formez, finanziato dal Dipartimento della Funzione Pubblica a supporto delle
Amministrazioni regionali e locali.
PIGNA C. – FORMEZ – RESPONSABILE PROGRAMMA RAP100 BASILICATA
RAP 100 è un acronimo di Rete di Assistenza Professionale. E’ un programma del
Dipartimento della Funzione Pubblica, realizzato dal Formez, a supporto delle
Amministrazioni regionali e locali nell’ambito del processo di attuazione della
programmazione 2000-2006. Questa, infatti, presenta delle modalità attuative del
tutto innovative ed anche per una Regione come la Basilicata che ha registrato delle
performance di spesa notevoli, nel passato ciclo di programmazione, guadagnandosi il
titolo di “buon allievo dell’Unione Europea”, (così viene, infatti, definita – la Vostra
Regione - nei documenti ufficiali dell’U.E.) il prossimo ciclo di programmazione
22 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
comunitaria rappresenta una prova non indifferente. Le modalità attuative di questo
nuovo ciclo si esplicano, infatti, essenzialmente attraverso la progettazione integrata.
Con tempestività notevole la Regione Basilicata si è già dotata di una delibera
attuativa sulla progettazione integrata e ad un giorno dalla sua approvazione in Giunta
Regionale, attraverso il supporto del Programma Rap-100, sta incontrando il territorio
per divulgarne contenuti e articolazione e per raccogliere gli input provenienti dai
partecipanti. Nel giro di due settimane tutto il territorio regionale sarà coperto.
Ma cosa ha fatto il programma RAP100 fino ad oggi?
Come Formez e, quindi come Programma Rap100, fino ad oggi abbiamo
essenzialmente lavorato sulla divulgazione dei documenti programmatici. E’ stato
realizzato un evento finalizzato alla diffusione del Complemento di programmazione, a
tale proposito, inoltre, nella cartellina trovate un Cd rom, che vi verrà illustrato a
breve sui contenuti, le regole e le opportunità del POR Basilicata e non solo. Abbiamo
supportato la Regione nella fase di messa a punto della delibera di attuazione dei PIT.
In cartellina trovate oltre al testo della delibera anche delle slide e un diagramma di
flusso che esemplificano l’attivazione della progettazione integrata sul territorio
Lucano. Abbiamo predisposto e stiamo realizzando un primo piano di azioni di
animazione territoriale.
E’ stata, infatti, costituita, attraverso il Programma Rap 100, una task force a
supporto della progettazione integrata, su cui prima si è tral’atro soffermato Freschi,
che lavora alla organizzazione di seminari, documenti divulgativi e che accompagnerà
i tavoli di concertazione e la costituzione dell’Ufficio di Coordinamento e Gestione.
La concertazione è, infatti, un momento delicatissimo del percorso di attivazione della
progettazione integrata che si vuole diventi un vero e proprio momento negoziale.
Delicata è anche l’individuazione dell’amministrazione capofila in cui incentrare l’Ufficio
di Coordinamento. L’accompagnamento in questo caso sarà finalizzato alla
condivisione delle modalità organizzative dell’ufficio stesso.
Come Formez, inoltre, abbiamo anche sottoscritto con la provincia di Matera un
Protocollo d’Intesa e una Convenzione attuativa finalizzata alla redazione del Piano di
sviluppo socio-economico. Anche nel preparare tale piano, la Provincia ha voluto una
prassi concertativa finalizzata alla presentazione, in alcune fasi topiche, delle
elaborazioni messe a punto. Sono state, infatti, recentemente presentate le analisi
settoriali al partenariato istituzionale economico e sociale. Per fine agosto è prevista la
stesura definitiva di tale piano. In questo modo la Provincia potrà fornire uno
23 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
strumento importante al suo territorio che servirà come ombrello programmatico per
mettere a coerenza la programmazione integrata.
Passo la parola a Maria Lanzalone che illustrerà i contenuti del cd rom che vi abbiamo
proposto.
LANZALONE M. FORMEZ – RESPONSABILE ATTIVITA’ FORMATIVE – RAP100 BASILICATA
Nel cd rom abbiamo raccolto i documenti che afferiscono alla programmazione 2000-
2006, quelli comunitari, come il PSM, quelli nazionali, come il QCS, quelli regionali,
come il POR Basilicata e il Complemento di Programmazione. Ogni paragrafo è lincato,
e permette una facile e veloce lettura. Ci sono anche dei regolamenti comunitari
relativi ai diversi fondi strutturali, alle informazioni e pubblicità, agli aiuti di Stato,
all’utilizzo dell’euro. Passiamo allo scaffale giuridico. In questo scaffale troviamo la
raccolta delle leggi che riguardano: l’ordinamento delle autonomie locali e, quindi, il
decreto legislativo 267/00; la modernizzazione della Pubblica Amministrazione con le
cinque Bassanini; il procedimento e la semplificazione amministrativa; il processo di
delega con le Merloni e il resto della normativa inerente i contratti pubblici; le leggi
regionali che i responsabili di misura hanno ritenuto opportuno mettere sul cd rom e
così pure le direttive Cee afferenti alle aree protette.
Nel cd rom troverete una guida utile che spiega in maniera semplice la terminologia
relativa ai fondi strutturali e all’obiettivo 1, con un glossario e un sommario.
C’è anche pagina contenente i link utili che permette cliccando di collegarsi al sito
della Regione o del Formez o delle Province, ect.
La giuda interattiva per la lettura facile del Complemento di Programmazione è stata
condivisa e validata dalla struttura regionale ed è accompagnata da una presentazione
per un facile utilizzo. La guida ha come punto di partenza il soggetto: pubblico o
privato messo in relazione con i Fondi Strutturali utilizzabili a seconda della tipologia
di investimento progettuale. Ad esempio se siamo soggetti pubblici e vogliamo
accedere al Feoga per investimenti nell’agricoltura, possiamo essere destinatari o
beneficiari. Se siamo destinatari ci troviamo una schermata in cui sono elencate tutte
le categorie di destinatari pubblici che possono accedere al Feoga. Se scegliamo la
categoria degli Enti locali immediatamente si apre la schermata della misura 4.16
relativa alle infrastrutture rurali, che indica la sola misura cui gli enti locali possono
accedere in relazione agli investimenti in agricoltura. Nella schermata troviamo, come
da Complemento di Programmazione, a sinistra le azioni e a destra gli interventi
relativi ad ogni singola azione, al centro ci sono delle clip art che descrivono
24 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
graficamente il contenuto dei singoli interventi e ne rendono immediata la percezione.
Cliccando su ogni singola azione si apre una pagina che contiene le domande
solitamente poste dall’utente.
Qual è la procedura?
Cliccando troviamo la procedura indicata nel Complemento di Programmazione e, in
questo caso, il programma di interventi, che il responsabile di misura ha inserito nel
cd rom nella fase di validazione con la struttura regionale.
Qual è la copertura geografica?
Intero territorio con delle priorità.
Qual è l’intensità di aiuto?
100%.
Qual è l’ufficio responsabile?
E’ indicato il responsabile di misura, il numero di telefono e di fax, l’e mail già lincata,
per cui basta cliccare per contattare il responsabile tramite posta elettronica.
Questo percorso mostrato a titolo d’esempio si può ripercorrere per tutti i soggetti
pubblici e privati menzionati, come destinatari o beneficiari, nel Complemento di
Programmazione della Regione Basilicata.
CIPOLLETTA G. - CONSULENTE FORMEZ
In questa fase d’avvio dei Progetti Integrati territoriali è opportuno sviluppare e
condividere una prima riflessione sugli aspetti organizzativi del PIT in generale e, in
particolare, dell’Ufficio Coordinamento e Gestione.
La progettazione di quest’ufficio dovrebbe seguire un approccio contingente nel
rispetto delle caratteristiche del PIT del territorio di riferimento e delle risorse che gli
attori di quel territorio sono in grado di condividere e mettere a disposizione del
sistema organizzativo.
Cerchiamo di ricostruire insieme quali sono le fasi che portano alla costituzione
dell’Ufficio Coordinamento e Gestione.
Il 19 giugno 2001 la Giunta della Regione Basilicata ha approvato la delibera
d’attivazione dei PIT, cui seguirà la pubblicazione sul BUR e la prima riunione delle
Partnership Locali Istituzionali, che saranno formalmente convocate dal Presidente
della Regione. Il Comitato di Pilotaggio è l’organo cui spetta il compito di attendere
alla costituzione dei tavoli della concertazione, avvalendosi dell’assistenza e del
supporto della Struttura Unica Regionale di Sorveglianza dei PIT e del FORMEZ.
25 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Perché la Partnership Locale Istituzionale possa entrare in funzione, è necessario che
gli enti territoriali del PIT, mediante delibera consiliare, deleghino i propri
rappresentanti al tavolo della concertazione, fornendo loro i poteri necessari alla
stipula dell’accordo e della convenzione per la costituzione della Partnership Locale
Istituzionale.
A questo punto, può iniziare il vero e proprio processo di negoziazione, che, nella fase
iniziale sarà incentrata sulle decisioni in merito all’assetto organizzativo del PIT.
L’intesa tra gli attori della Partnership Locale Istituzionale dovrà condurre
all’individuazione dell’amministrazione capofila nella persona del suo legale
rappresentante. Si procederà, poi alla nomina del project manager ed alla costituzione
dell’Ufficio Coordinamento e Gestione. A questo scopo occorrerà che i vari enti
territoriali procedano all’adeguamento dei propri strumenti ordinamentali e statutari,
nonché all’adeguamento delle funzioni di spesa e d’impegno per garantire adeguata
copertura economico/finanziaria al funzionamento dell’Unità di Coordinamento e
Gestione.
Il processo negoziale sarà, quindi, allargato alla Partnership Concertativa Locale e
avrà lo scopo di individuare l’idea forza attorno cui bisognerà aggregare ed integrare
le energie, le intelligenze, nonché le risorse tecniche ed economiche della
progettazione integrata.
Da questo momento partirà la concertazione tecnica con la Regione, che condurrà ad
un’intesa fra Regione e Soggetto Responsabile del PIT e alla stipula di un Accordo di
programma sulla base del quale saranno approvate le operazioni previste dal PIT.
Il sistema organizzativo del PIT ha due versanti che devono interagire costantemente:
quello della Regione e quello del territorio.
Le strutture della Regione coinvolte nel processo sono la Struttura Unica di
Sorveglianza del PIT, gli Uffici interni (responsabili di misura, unità di pagamento,
ecc.), il Nucleo Regionale di Verifica e Valutazione degli Investimenti pubblici.
Il collegamento tra le strutture regionali e quelle del territorio è assicurato attraverso
la figura del Responsabile Regionale di Collegamento PIT-POR, designato tra i
responsabili delle misure maggiormente significative rispetto all’idea forza individuata
dalla Partnership Locale Istituzionale del PIT.
Tale collegamento è anche assicurato dalla Unità Organizzativa Dedicata - Task force,
il cui compito è fornire un supporto strategico e tecnico ai tavoli della concertazione.
È evidente che quest’ultima struttura non potrà individuare le linee strategiche per
conto degli attori del territorio. Essa ha solamente il compito di fornire quegli
26 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
strumenti tecnici, d’analisi e di metodo, necessari per strutturare l’idea forza che il
territorio dovrà elaborare in modo autonomo.
Le strutture previste a livello territoriale sono costituite, in primo luogo, dalla
Partnership Locale Istituzionale, che è composta dai rappresentanti delle
amministrazioni pubbliche territoriali interessate al PIT e che lavora mediante
conferenza di servizio ai sensi dell’art.14 della L.241/90 e successive modifiche.
La Partnership Concertativa Locale, invece, è costituita dai rappresentanti degli
interessi economici e sociali del territorio ed è, in realtà, l’assemblea allargata del PIT,
che, da un lato, fornisce stimoli, proposte progettuali, idee di sviluppo e, dall’altro, ha
il compito di validare l’idea forza intorno cui ruoterà lo sviluppo progettuale dell’intero
PIT.
La Partnership Locale Istituzionale individua, fra le amministrazioni che la
compongono, un Soggetto Responsabile del PIT, titolare delle funzioni di
amministrazione procedente a norma dell’art.14 della L.241/90 e successive
modifiche, il cui compito principale è coordinare tutte le azioni che sottendono la
progettazione integrata. A questo scopo, il Soggetto Responsabile del PIT, dovrà
creare al suo interno una nuova unità organizzativa, l’Unità di Coordinamento e
Gestione con a capo un Project Manager. Quest’ufficio dovrà essere dotato di grande
flessibilità organizzativa, riferita anche alle risorse umane impiegate, che dovranno
essere riorganizzate e rimodulate in relazione alle diverse fasi di avanzamento del
progetto integrato. Questo significa che saranno necessari sistemi di monitoraggio e di
verifica costanti che consentano di rimodulare l’organizzazione in modo appropriato.
Passiamo ora ad esaminare i criteri in base ai quali è opportuno individuare
l’amministrazione che svolgerà il ruolo di Soggetto Responsabile del PIT.
Nella pratica, quest’amministrazione fornirà servizi alle altre amministrazioni del PIT.
Gli enti, che compongono la Partnership Locale Istituzionale, saranno i “clienti” e il
Soggetto Responsabile del PIT sarà il “fornitore” di tutti quei servizi utili a far
funzionare, su un territorio sovracomunale, l’intero processo finalizzato al
raggiungimento dei risultati previsti dal PIT. La scelta del Soggetto Responsabile del
PIT, pertanto, dovrà essere di carattere tecnico, non politico. L’amministrazione
prescelta, infatti, deve essere:
- Motivata a fare, ossia deve autocandidarsi e credere fortemente nel PIT;
- Dotata di dimensioni organizzative e professionali adeguate a garantire un’efficace
azione di coordinamento e gestione,
- Dimostrare di avere esperienze pregresse nella gestione di progetti complessi;
27 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
- Dotata di caratteristiche organizzative coerenti rispetto all’idea forza;
- Dotata di strutture fisiche facilmente accessibili dalle altre aree PIT.
L’Unità Coordinamento e Gestione, incardinata nell’organizzazione del Soggetto
responsabile del PIT, è un ufficio comune che opera per conto delle amministrazioni
componenti la Partnership Locale Istituzionale mediante delega di funzioni pubbliche a
norma dell’art.30 del dlv 267/00. Utilizza strumenti logistici e operativi per svolgere le
proprie funzioni, i cui costi sono condivisi dalla Partnership Locale Istituzionale sulla
base di un’apposita intesa. Si tenga presente che le spese di funzionamento dell’Unità
di Coordinamento e Gestione potranno, in parte, essere cofinanziate da alcune misure
del POR, che prevedono azioni di sistema e di accompagnamento, nonché azioni per
formazione del personale delle pubbliche amministrazioni.
Il Project Manager, cui sarà affidato un incarico dirigenziale, è il titolare dell’Unità di
Coordinamento e Gestione. Si tratta di una figura fondamentale per la riuscita
dell’intero processo, il cui profilo professionale dovrà essere caratterizzato da capacità,
competenze, abilità, esperienze pregresse relative alla:
- Gestione di programmi cofinanziati complessi
- Gestione d’iniziative per lo sviluppo nei territori del PIT.
Il project manager potrà essere una figura professionale scelta all’interno del soggetto
responsabile del PIT o proveniente da un’altra amministrazione componente la
Partnership Locale Istituzionale, oppure potrà essere un professionista esterno
assunto con contratto a tempo determinato.
Le altre risorse dell’Unità Coordinamento e Gestione possono essere interne alle
amministrazioni che compongono la Partnership Locale Istituzionale o risorse
consulenziali esterne. In ogni caso, fino all’approvazione del PIT, anche allo scopo di
contenere i costi, si consiglia l’assegnazione di una dotazione minima di personale.
Nelle fasi successive, invece, in relazione all’ampiezza della delega conferita al
Soggetto Responsabile del PIT dalla Partnership Locale Istituzionale e alla natura delle
operazioni da realizzare, occorrerà prevedere uno sviluppo modulare dell’Unità di
Coordinamento e Gestione.
La progettazione organizzativa dell’Unità di Coordinamento e Gestione deve partire da
un approccio contingente, deve essere legata alla specificità di ciascun PIT, deve
garantire elevata flessibilità organizzativa e possibilità di rimodulazione in relazione
alle diverse fasi d’attuazione dei PIT.
Consideriamo i moduli organizzativi che, in linea teorica, potrebbero costituire la
struttura organizzativa dell’Unità di Coordinamento e Gestione.
28 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Il Modulo Organizzativo 1, denominato Animazione e progettazione integrata, dovrà
essere attivato fin dall’inizio e dovrà realizzare tutte le operazioni finalizzate alla
coesione della Partnership Locale Istituzionale, nonchè all’attivazione del confronto
con la Partnership Concertativa Locale ai fini dell’individuazione dell’idea forza. Si
occuperà dell’analisi degli aspetti socioeconomici del territorio e della ricognizione
della progettazione esistente, sia quella immediatamente cantierabile, sia quella in
fase d’elaborazione. Stilerà il documento progettuale definitivo, apportando tutte le
modifiche necessarie sulla base delle indicazioni provenienti dal Comitato di Pilotaggio
e dalla Struttura Unica Regionale di Sorveglianza dei PIT.
Gli altri moduli organizzativi (2. Relazioni con l’utenza e comunicazione, 3. Attuazione,
4. Monitoraggio, valutazione interna e sorveglianza, 5. Gestione economico/finanziaria
e rendicontazione, 6. Coordinamento procedimento autorizzatori) potranno entrare in
gioco nelle fasi successive in relazione alle specifiche esigenze del PIT.
Particolare importanza riveste il modulo organizzativo 6, denominato Coordinamento
procedimento autorizzatori, cui dovrà essere affidato il compito di gestire le funzioni di
Sportello Unico per le attività produttive – e/o di coordinare quelle degli sportelli già
esistenti - relative a tutte le richieste di autorizzazione per la realizzazione,
ristrutturazione, ampliamento, cessazione, riattivazione e riconversione di attività
produttive, nonché l’esecuzione di opere interne ai fabbricati adibiti ad uso di impresa,
finalizzate all’attuazione di progetti approvati nell’ambito del P.I.T.
PUGLIESE G.- REGIONE BASILICATA – DIPARTIMENTO FORMAZIONE DIPARTIMENTO
FORMAZIONE, LAVORO, CULTURA E SPORT REGIONE BASILICATA Il FSE è stato fino a questo momento lo strumento tipico della formazione
professionale, ma per la programmazione 2000-2006 ha sviluppato nuove forme di
intervento con le azioni di sistema e di accompagnamento per rafforzare i processi di
sviluppo, i PIT.
I PIT sono una grande scommessa, ci sono tutte le condizioni di fattibilità, ma i PIT
potrebbero essere una mera operazione di investimento che non rafforzano lo
sviluppo. Ciò va evitato. I PIT devono essere una combinazione di tutte le risorse
territoriali orientata su precisi obiettivi di sviluppo scelti dagli attori locali.
Il FSE interviene sulle capacità, sulle conoscenze con interventi ben definiti. Questi
interventi sono ad esempio, rivolti a mettere a punto studi e ricerche legati ai fattori di
sviluppo territoriale. Il FSE interviene per creare una condizione per favorire i processi
decisionali degli amministratori, dei soggetti gestori dei PIT. Questi devono scegliere
29 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
tra le varie alternative di sviluppo, interventi in grado di mettere in moto macchine
nuove per incrementare l’occupazione e lo sviluppo.
Il FSE può intervenire sull’informazione diffusa su tutto il territorio, sulla
sensibilizzazione territoriale con seminari e workshop. Inoltre, può fornire una serie di
risorse tecnico-specialistiche in grado di accompagnare l’attività dei soggetti gestori,
ma anche di valutazione dell’impatto di un’idea, di un progetto.
Il FSE può aiutare l’economia di relazione, ossia quegli accordi che si sviluppano tra i
nostri imprenditori locali e gli imprenditori/investitori di aree più forti che consentono
trasferimenti di capitali, investimenti locali che possono incontrarsi con gli investimenti
dei PIT.
Il FSE interviene anche sulla formazione on the job dei funzionari, dei tecnici
impegnati nella progettazione integrata; una formazione elastica, mutevole in risposta
ai bisogni del momento.
CAMMAROTA O. - CONSULNTE FORMEZ
Il Formez, con il progetto RAP 100, svolgerà un’assistenza al processo di
programmazione che parte dal basso e che richiede nuove forme concettuali.
Quali sono le valutazioni delle condizioni e delle esigenze del contesto? Abbiamo un
contesto socio-economico di grande vitalità che non riesce, però, a fare massa critica
per competere. Ci sono difficoltà strutturali relative all’isolamento che ha condizionato
lo sviluppo di questa Regione. Per tale ragione abbiamo condiviso in pieno l’indirizzo
della struttura regionale di pensare ad una forte assistenza all’interno di un’azione che
viene coordinata e diretta dal soggetto responsabile che è la Regione e non lo Stato
nell’ottica del decentramento.
Perché fare coalizione istituzionale? Perché gli scenari di sviluppo sono fondati sulla
competizione tra sistemi territoriali. La Basilicata può competere immettendo i valori e
le risorse locali nelle reti globali. C’è bisogno che le risorse locali assumano quella
massa critica necessaria per potersi promuovere negli scenari comunitari. Massa
critica significa fare coalizione istituzionale e coesione sociale. Un PIT non può che
partire da un’analisi dei bisogni e delle vocazioni del territorio. Bisogna conoscere le
risorse per poterle integrare tra loro e le opportunità sovralocali. Per fare questo è
necessaria un’idea forza per misurare la sostenibilità sociale e ambientale. Ossia
misurare se le idee progettuali hanno gambe, se ci sono imprenditori validi, se ci sono
mercati. Questo si raggiunge facendo coesione, concentrazione dei soggetti produttori
e creando ambienti ottimali in cui l’imprenditoria privata può sostenere questo sforzo.
30 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Il partneriato serve perché non sempre i soggetti istituzionali hanno la conoscenza, la
percezione di quelli che sono gli interessi diffusi della società. La concertazione non è
assemblearismo, è un metodo per comporre i conflitti, trovare soluzioni. In Basilicata
il partneriato vuole divenire un modo per sviluppare nuove forme di governo, nuovi
sistemi locali di sviluppo.
Le istituzioni sovraordinate ai Comuni, la Regione e la Provincia, svolgono la funzione
di indirizzo e di controllo.
La task force svolgerà un ruolo di facilitatore tra le amministrazioni locali, per
costruire la coalizione istituzionale, e tra le stesse e l’amministrazione capofila, che ha
la responsabilità di condensare i contributi del sistema locale ed elaborare il PIT. La
task force avrà anche un’azione di supporto tecnico-professionale ai tavoli di
concertazione, per capire quali sono gli obiettivi, le regole condivise, per condensare i
contributi del partneriato in coerenza con gli obiettivi.
L’assunzione di potere e responsabilità alla periferia dello Stato avviene di pari passo
con la capacità organizzativa di prendere questo carico di potere e farne buon uso.
In Basilicata ci sono tutte le condizioni per fare grandi passi avanti in tempi anche
abbastanza rapidi.
BUBBICO F. – PRESIDENTE REGIONE BASILICATA
Oggi abbiamo un lavoro comune che non si esaurirà nel mese di dicembre quando le
procedure del PIT saranno completate, ma porterà a nuovi sviluppi perché un
processo che presenti un alto livello di condivisione e di responsabilità da parte di tutti
i soggetti coinvolti costituisce un importante presupposto.
Come è risultato evidente dalla relazione sui documenti che sono stati distribuiti
stasera, gli unici titolari di queste risorse sono i Comuni e le Comunità Montane. Sui
PIT si sono, nel tempo, raccontate numerose favole. I PIT sono stati presentati alle
amministrazioni in molti modi e permane ancora il tentativo di proporre ai Comuni
delle iniziative, dei progetti dei finanziamenti, che già appartengono esclusivamente
alle amministrazioni locali. Permane ancora, purtroppo, la modalità di vendere a
queste istituzioni ciò che appartiene loro.
La Regione Basilicata, nella scorsa programmazione, è stata l’unica Regione
dell’obiettivo 1 che ha ricevuto un premio di performance di oltre 250 miliardi, ma è
giunto il momento di qualificare meglio la nostra spesa, valorizzare quella capacità che
abbiamo prodotto sul campo per puntare alla qualità, cioè animare le realtà locali,
diffondere la responsabilità e il protagonismo, realizzare grandi investimenti sul
31 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
capitale sociale. Per fare questo bisogna intraprendere un orizzonte di natura diversa,
che non punti ad animare le dinamiche e le relazioni tra i diversi soggetti istituzionali e
gli attori locali con la logica di realizzare un’opera pubblica, ma assumere una
modalità diversa che faccia riferimento ad una maggiore consapevolezza e ad un più
maturo livello di scelte progettuali rispetto al passato. Ciascuna istituzione deve fare al
meglio il proprio mestiere. La Regione non deve condizionare le scelte dei comuni e i
comuni non devono costruire scenari che prescindano dalla considerazione di altri
scenari, di altri territori. Deve esserci un’attività concertativa per convergere verso
una comune idea di sviluppo, verso un’unica missione, per chiamare i soggetti locali a
promuovere se stessi, le proprie capacità, professionalità in questo contesto.
Quante opere sono state realizzate e non interessano nessuno e quante altre
interessanti non sono state realizzate?
Deve essere migliorata la qualità degli investimenti pubblici, si deve puntare a creare
ricchezza, occupazione, ad accendere processi di sviluppo. In questo scenario va
sviluppato un lavoro di concertazione istituzionale e con le forze economico-sociale.
Ma che si può fare con 40 miliardi? Si può fare nulla o qualcosa di straordinariamente
importante. La qualità della selezione degli obiettivi verso cui indirizzare l’impiego di
queste risorse mette in campo una capacità nuova, per esaminare aspetti finora
trascurati. In questo caso avremo conseguito numerosi obiettivi: innovazione della
pubblica amministrazione, di capacità di interpretare un ruolo che non è solo di odiosa
burocrazia, di controparte dei bisogni sociali, economici presenti sul territorio, ma di
parte fortemente interessata a promuovere e sostenere questo processo. Inoltre,
anche utilizzando strumenti di formazione e aggiornamento per irrobustire la capacità
di interpretare questo profilo della funzione pubblica, avremo reso il percorso spedito,
qualitativamente misurabile, verificabile, costruendo le condizioni per moltiplicare le
risorse locali, non solo come patrimonio di conoscenze e di capacità, ma anche in
termini di risorse finanziarie. Infatti, attraverso queste procedure possiamo mettere a
disposizione altre risorse, non solo quelle comunitarie, ma regionali o nazionali. Le
risorse comunitarie possono moltiplicarsi se sapremo essere bravi, se sapremo creare
un circolo virtuoso, se sapremo concorrere alla premialità che è stata definita per tutte
le regioni dell’obiettivo 1.
La premialità si misura al dicembre del 2003, quello è il momento decisivo per
l’evoluzione dei programmi operativi regionali. Noi ci auguriamo che tutte le regioni
meridionali siano capaci di spendere le risorse perché è previsto il disimpegno
automatico delle risorse non spese. In questo caso avremo la soddisfazione di
32 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
prendere quel 10% messo a disposizione per la nostra Regione dal fondo globale per
la premialità. Questo fondo è costituito attraverso una decurtazione delle risorse
finanziarie assegnate a ciascun programma operativo regionale. Il 10% relativo al POR
Basilicata esprime dei valori assoluti diversi dal 10% della Regione Sicilia.
La partita in gioco, nel caso in cui qualche Regione non sia capace di spendere, è
molto interessante, si potrebbe contare su risorse finanziarie molto più significative.
Rispetto a ciò abbiamo provato a compiere scelte di natura procedurale. Sui PIT
numerose sono state le leggende metropolitane, oggi smentite dagli atti ufficiali della
Regione, che raccontano che questa modalità procedurale avrebbe imposto scelte,
determinato indirizzi unilaterali della Regione, ignorato gli altri livelli istituzionali o
avrebbe potuto mettere in campo soggetti terzi e tecnostrutture che avrebbero
confezionato i pacchetti progettuali su carta patinata. Così non è. Noi abbiamo deciso
che il protagonismo, la responsabilità, la libertà di decidere sia totale da parte delle
amministrazioni locali. Abbiamo provato a coniugare questa decisione forte anche con
i temi dell’efficienza nella gestione del programma e per questa ragione abbiamo
pensato di valorizzare il patrimonio acquisito in questi anni da parte delle strutture
regionali.
In questi giorni, infatti, è emerso il quesito del perché gli aiuti alle imprese agricole,
commerciali, turistiche, artigianali non possono essere gestiti direttamente o da altri
organismi. La Regione quale struttura di servizio, valorizzando il rodaggio effettuato
negli anni passati con la gestione degli aiuti alle imprese, fa i bandi e attribuisce le
risorse ai soggetti beneficiari finali. Ma le scelte settoriali sono attribuite alle istituzioni
locali di concerto con il partneriato economico-sociale. Per le opere fisiche la titolarietà
è di esclusiva competenza delle amministrazioni locali, le quali decidono cosa fare,
come farlo, attraverso quali procedure sempre trasparenti, di evidenza pubblica,
affinché quelle spese possano essere rendicontate. E’ importante monitorare i
processi.
Attenzione, non si faccia l’errore di produrre un confronto tra le istituzioni per
attribuirsi la medaglietta di amministrazione responsabile del PIT. Perché si conta
nelle scelte che il PIT determinerà, non in ragione del fatto di risultare
amministrazione responsabile, ma in ragione della qualità e capacità progettuale che
verrà espressa da ciascuna delle amministrazioni, dai tavoli con le partnership
economico-sociali.
Quindi, pur essendo questa materia estremamente delicata vorrei invitarvi a
concentrare l’attenzione sui processi che mettiamo in campo, sulla capacità di
33 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
chiamare tutti ad esercitare un ruolo, partendo dai soggetti privati piuttosto che aprire
un conflitto che dura mesi su chi deve essere il soggetto responsabile del PIT. In
maniera ragionevole e responsabile si verifichino le migliori opportunità, si decida qual
è l’amministrazione che svolge questa funzione di servizio nei confronti delle altre e
che agisca sulla base delle decisioni comuni che si assumono. Così come nella
struttura di supporto per la scelta del project manager vi prego di uscire dalle logiche
di mediazione, di compensazione, ma puntare su professionalità vere, perché è un
investimento ad altissima redditività. Le strutture presenti nelle singole
amministrazioni che siano valorizzate al massimo, siano impegnate al massimo in un
processo di addestramento, di apertura di orizzonti diversi, perché le risorse
finanziarie sono disponibili. Partiamo in quest’area da 40 miliardi, ma possiamo
contare su una quantità di risorse nettamente superiore.
Attraverso questo processo abbiamo, come Giunta regionale, assunto decisioni
politiche, perché la ripartizione avremmo potuto effettuarla sulla base degli indicatori
classici, neutrali: popolazione e territorio. Invece, abbiamo voluto pesare altri fattori
che attengono allo sviluppo economico, alla struttura insediativa presente su un
territorio per cercare di introdurre elementi di riequilibrio che, prima ancora che
costituire un riequilibrio materiale di risorse in grado di risolvere i problemi delle zone
più in difficoltà, rappresentano una scelta di natura politica intorno la quale chiamare
l’intera collettività di Basilicata affinché si possa costituire una coesione territoriale
oltre che sociale.
Concludo l’intervento segnalandovi ulteriormente la necessità di concentrarci sui punti
fondamentali delle questioni future, guardando ai beneficiari finali, ai nostri cittadini,
ai nostri disoccupati, alle nostre imprese che possono evolvere anche in una logica
competitiva, se riusciamo a far convergere i vari interventi che si mettono in campo,
se riusciamo a rendere complementari gli interventi strutturali con gli interventi
finanziati dal FSE sulla formazione, sull’addestramento, sulla capacità di divenire
protagonisti del proprio futuro, con politiche sociali sempre meno assistenziali,
chiamando i soggetti ad esercitare un protagonismo, ad essere responsabili, ad
utilizzare l’aiuto non per mantenere quella condizione di subalternità, ma per
riassumere una capacità di protagonismo, di relazioni.
Per i segmenti, strade, scuole, rifiuti, etc.. abbiamo chiamato in campo la Provincia
perché dobbiamo superare la logica della frammentazione degli interventi e della
improduttività degli interventi.
34 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Per il 2006 la nostra finalità è uscire dall’obiettivo 1 per divenire una Regione
sviluppata, superando tutti i ritardi di natura infrastrutturale.
Le domande sono state rivolte ai relatori Regione Basilicata/Formez dai
rappresentanti delle Amministrazioni Locali partecipanti ai seminari informativi
PIT nelle diverse aree. Laddove è stato possibile nella fase di verbalizzazione si
è data indicazione dell’identità del richiedente.
PIT ALTO BASENTO
Avigliano, 20/06/01
AMMINISTRATORE DI CALVELLO: A proposito dell’Ufficio di Coordinamento e Gestione, se un Comune non ha le
capacità tecniche e la Comunità Montana le ha, si può creare un ufficio
competente presso la Comunità Montana. Tale opportunità rappresenta una
sfida ed un’occasione per la stessa Comunità Montana. Considerato che ormai
tali strutture sono ben dotate di attrezzature informatiche, si chiede se vi sono
risorse finanziarie per professionalizzare tale ufficio. La rappresentanza
dell’amministrazione comunale o della Comunità Montana deve essere
rigorosamente istituzionale o può essere anche esterna all’amministrazione
stessa?
FRESCHI A.: Le risorse finanziare per supportare tali professionalità sono previste con le
Azioni di Sistema e di Accompagnamento cofinanziate dal FSE. Con tali azioni
si intende fornire un supporto di sistema che consentirà di avviare le singole
amministrazioni verso una rendicontazione di spesa e una logica di
finanziamento del tutto nuovo per le amministrazioni locali. Una grande
opportunità ed una grande sfida per esse.
Rispetto alla seconda parte del quesito, si è del parere che il soggetto
rappresentante debba essere un soggetto istituzionale.
35 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
AMMINISTRATORE DI CAMPOMAGGIORE: Quali sono i tempi per la progettazione integrata?
FRESCHI A.: I tempi sono quelli previsti dal preciso cronogramma della delibera della Giunta regionale “Attivazione dei Progetti Integrati territoriali”. Chi contattare?
FRESCHI A.: Presso il Dipartimento Politiche comunitarie della Regione Basilicata è attivo l’ufficio RAP100 – Basilicata, a cui si può far riferimento telefonicamente e via e-mail. I riferimenti sono inseriti nella cartellina del materiale didattico che vi abbiamo distribuito (tel. 0971668347 – fax 0971668336 – e.mail [email protected])
Come si arriva ad una progettazione esecutiva nei Comuni dove l’ufficio tecnico è sovraccarico di compiti e le risorse sono limitate?
Come già evidenziato, tutto parte da un’idea forza per lo sviluppo dell’area PIT, quindi si passa all’individuazione delle azioni necessarie per la zona, per concludersi con il trasferimento delle risorse finanziarie. I singoli iter progettuali esecutivi per i singoli progetti sono sostenuti finanziariamente nei PIT.
PIT LAGONEGRESE – POLLINO
Senise, 22/06/01
Quale ruolo hanno i soggetti terzi?
FRESCHI A.: Nell’ambito della progettazione integrata, la Regione Basilicata ha scelto di seguire un approccio basato sulla componente istituzionale. Ai soggetti terzi è stato riconosciuto un ruolo importante nella Partnership Concertativa Locale, con la quale la Partnership Locale Istituzionale deve continuamente confrontarsi allo scopo di recepire le effettive esigenze del territorio.
Perché si è scelto di puntare sulla componente istituzionale quale soggetto propulsore dello sviluppo del territorio?
36 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
FRESCHI A.: Accanto a tale scelta, che vale come criterio generale nella fase di avvio della progettazione integrata territoriale, si è affiancata l’esperienza maturata con le procedure seguite nella programmazione negoziata dove molti ostacoli sono sorti per la mancanza dei poteri istituzionali da parte dei soggetti gestori. Per la figura del Project Manager vi sono particolari risorse finanziare da utilizzare o il costo è a totale carico del soggetto responsabile del PIT?
FRESCHI A.: Per il Project Manager non sono previsti fondi specifici, in quanto vi sono le risorse del FSE che sostengono l’attuazione dei PIT con Azioni specifiche di Sistema e di Accompagnamento. Le singole Amministrazioni dovranno rendicontare i costi dei rispettivi progettisti utilizzati nell’ambito del progetto specifico incluso nel PIT di appartenenza.
Perché non far gestire i PIT dalle società di gestione degli strumenti della programmazione negoziata già esistenti sul territorio?
FRESCHI A.: La motivazione è semplice: non hanno le competenze necessarie e le esperienze misurabili positivamente non sono molte. E’ stata fatta la scelta di puntare sulla regia regionale. Tale modalità risulta più snella e funzionale, preferibile per garantire maggiore qualità alla progettualità. Per evitare scontri tra le Amministrazioni perché non esternalizzare a società private?
CAMMAROTA O.: E’ preferibile e consigliabile non esternalizzare mai funzioni proprie delle Amministrazioni Locali.
Le società di gestione di patti territoriali hanno comunque maggiore competenza rispetto alle amministrazioni locali, e sono anche partecipate da soggetti pubblici (Province, Comuni, ecc.). Perché non puntare su tali società?
CAMMAROTA O.: Perché in realtà tali società sono società di scopo, pertanto impegnate a realizzare l’obiettivo per cui sono nate, sono già abbastanza impegnate e non potrebbero essere sovraccaricate di altro lavoro.
37 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
PIT Montagna Materana
Tricarico, 22/06/01
I Presidenti delle Comunità Montana “Collina Materana” e del “Medio Basento” hanno sottolineato le precedenti esperienze di lavoro, che hanno visto impegnate entrambe le Comunità Montane, ritenendo che tali attività abbiamo sortito risultati positivi.
Amministratore di Ferrandina: A proposito di concertazione, in presenza di Comuni molto piccoli e con ridotta estensione delle aree PIT in Basilicata, considerato che le Province sono abbastanza rappresentative sul territorio, non era preferibile ragionare per ambiti provinciali anziché per aree PIT?
FRESCHI A.: Anche i Comuni molto piccoli devono partecipare alle scelte di sviluppo e quindi la loro presenza ai tavoli è fondamentale. La scelta di definire ambiti sub-provinciali è stata assunta dai documenti programmatici approvati dal Consiglio Regionale. Le Province hanno un importante ruolo propulsivo e di coordinamento di tutti i PIT e non di uno solo.
Amministratore di Stigliano: Vorrei porre in evidenza che, al di là della programmazione, le Comunità Montane possono esprimere bene le esigenze delle aree ricadenti nel loro ambito. Sarebbe opportuno che l’Ente Regione individui le procedure e i tempi nell’eventualità che alcune Amministrazioni non siano soggetti attivi nei PIT. Pur condividendo la scelta di operare per ambiti sub-provinciali, sarebbe stato opportuno che la delibera individuasse i requisiti del soggetto responsabile della gestione del PIT, al fine di evitare, un rischio reale, e cioè la spartizione di risorse finanziarie fra i Comuni. Ci si chiede se l’assenza in questo incontro della parte privata, comporterà delle difficoltà nella concertazione con la stessa e con la componente professionale.
FRESCHI A.: A partire da questi incontri informativi con le Amministrazioni locali, alle quali viene conferito un ampio potere alla partnership locale istituzionale. Sarà questa che governerà l’intero processo dei PIT, si spiega così l’assenza delle forze economiche e sociali in questa sede.
38 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
PIT -Materano
Montescaglioso 23.06
Sindaco di Pomarico: Il Comitato di Pilotaggio è quello che prima era la Cabina di Regia? Se la ratio è il raccordo tra periferia e governo regionale rispetto alle linee programmatiche, perché non c’è rappresentanza degli Enti Locali?
FRESCHI A.: Ci sono le province. Ma non hanno funzione rappresentativa, ma tecnica. Non c’è indirizzo politico, ma garantiscono coerenza tecnica tra le opportunità previste dalla procedura PIT ed il quadro più ampio delle azioni di programma regionale.
Assessore Paolo Stasi – prov. Matera Come dare efficacia allo strumento della Conferenza di Servizio?
CAPEZZUTO S.: Con la Bassanini 5 la conferenza di servizi funziona con il criterio della maggioranza. Con questo strumento si può sostituire ogni atto amministrativo delle amministrazioni partecipi. La L. 240/00 ha introdotto questa modifica all’art. 14. In precedenza la negazione di una delle amministrazioni partecipi era ostacolante. Adesso il metodo maggioritario supera le difficoltà di questo tipo. Assessore Paolo Stasi – prov. Matera Con questo sistema l’amministrazione contraria può subire atti sul proprio territorio?
CAPEZZUTO S.: Certo Assessore Paolo Stasi – prov. Matera Scusi, facciamo un’ipotesi: prendiamo il caso della necessità di modifica di una infrastruttura interesse comune a più territori. Una amministrazione neanche partecipa: che si fa?
CAPEZZUTO S.: Per chi non partecipa vale il criterio del silenzio-assenso. Si consideri inoltre che nella conferenza di servizi, all’atto dell’istruttoria, chi si oppone deve esplicitare le proprie ragioni e proporre una modifica progettuale alternativa. Considerato ciò si può dire che la norma ha determinato un cambiamento culturale nella concertazione.
39 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Sindaco di Grottole: All’interno di quella che è stata definita come area PIT abbiamo il GAL. Si può intendere all’interno del GAL ricompressa la PLI (Partenership Locale Istituzionale)? In più nel Gal noi possiamo trovare le figure professionali adeguate.
CAPEZZUTO S.: La struttura cui si fa riferimento è quella prevista dall’art. 30 della L. 267/00. Dunque non è necessario immaginare altro. La modalità previste per l’adempimento dell’art. 30 son ampie. Non a caso si parla di aziendalizzazione dell’ente locale. Sindaco di Grottole: Quindi si ha l’impressione di dover creare comunque sistemi e strutture aggiuntive. Il GAL comunque ha funzionato, ha lavorato sul territorio, c’è già, dunque si può utilizzare l’esistente.
BUBBICO F.: Il problema è di ordine politico/istituzionale e di scelte programmatiche. Il GAL è una struttura che viene creata per l’esecuzione del Leader e con forme legate alle specifiche esigenze. Oggi abbiamo già un altro strumento, il Leader +, che va ad intervenire su quel modello e lo modifica Vi è poi una scelta di strategia: le amministrazioni locali devono assurgere a ruolo di protagoniste. Nel promuovere questo ruolo si intende fare riferimento alle azioni previste fin qui, sia sul versante delle opere fisiche che degli aiuti alle imprese. Le opere fisiche saranno di pertinenza diretta delle amministrazioni locali. Per quanto riguarda i regimi di aiuto sarà la Partnership Locale Istituzionale a definire settori e quantità di risorse e la Regione recepirà le indicazioni e procederà alla pubblicazione dei bandi specifici per singola area. Laddove possibile potrebbe anche trattarsi di un unico bando a valenza regionale con priorità per singole aree. Il nostro fine è combinare il protagonismo delle amministrazioni locali con la velocità delle erogazioni degli aiuti alle imprese, prendendo anche riferimento a quanto fatto positivamente con il ciclo di programmazione 94-99. Come Regione pensiamo di aver realizzato una sintesi soddisfacente tra protagonismo locale e contenimento dei tempi di azioni, fattore quest’ultimo importante ai fini della premialità. Amministratore: E’ possibile una ripartizione diversa dei fondi?
FRESCHI A.: La ripartizione dei fondi sul territorio delle risorse non è negoziabile. E’ possibile una riequilibratura dei fondi in futuro, in relazione a ciò che accadrà sui territori, ma ad ogni modo la somma totale dovrà tornare: questa è stata oggetto di negoziato a livello nazionale e dell’U.E.
40 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Amministratore: Esprimo giudizio positivo sulla procedura. Anche alla luce delle precedenti procedure applicate sul territorio, mi riferisco ad esempio ai patti territoriali. Lo sforzo della Regione nella definizione dei tempi e delle fasi di processo è importante. Sono importanti anche le modalità con le quali sono attribuite le risorse ed il sotteso concetto di certezza delle finanze. Questo territorio ha esperienza di concertazione per lo sviluppo, quindi c’è l’idea di progettare per comprensorio e non per campanile. Vorrei precisare però qualcosa sulle procedure che applicheremo: non dobbiamo rileggere da capo il territorio, facciamo piuttosto scelte selettive sulla base di quanto fatto. Pensiamo ad uno sviluppo che dia risalto qualitativo e quantitativo in termini occupazionali ed incremento della qualità della vita. E’ possibile nei bandi agli aiuti per le imprese inserire indice di occupazione come criterio selettivo? E’ possibile inserire indici selettivi per imprese che sappiano sviluppare collegamenti con altri sistemi produttivi avviati? E’ possibile dimensionare l’aiuto in relazione alle tipologie degli investimenti?
FRESCHI A.: All’interno delle misure del POR vi sono già delle priorità. Tali priorità saranno ampliate sulla base delle scelte definite nelle aree PIT. Vogliamo dunque affermare un concetto di sistema degli interventi. Le esperienze già maturate nell’area valorizzeranno il lavoro di progettazione del PIT. Il PIT non ha valore sostitutivo, ma anzi si propone come attuativo di un’azione progettuale già in corso sul territorio. Naturalmente il PIT risente dei vincoli del quadro comunitario rispetto ai criteri di indicazione dei beneficiari delle misure. Ma all’interno di questo quadro, nel rispetto delle regole, è possibile adeguarsi ai criteri enucleati dal territorio
BUBBICO F.: Un’ipotesi potrebbe essere che dai PIT vengano delle condizioni per definire un range di aiuti possibili, validato dalla UE. Poi il singolo PIT potrebbe scegliersi, all’interno del range, la tipologia di aiuto che ritiene più idonea. Amministratore: Vorrei che venisse specificato il rapporto tra risorse disponibili e funzionamento dell’Ufficio Coordinamento e Gestione?
FRESCHI A.: Chi paga l’Ufficio Coordinamento e Gestione? Intanto definiamo che l’Ufficio Coordinamento e Gestione non è necessariamente aggiuntivo, ma è piuttosto un modo diverso di funzionamento. Direi che è parzialmente aggiuntivo. Infatti non si parte da zero. E’ possibile che messo a regime, unendo le risorse delle diverse amministrazioni, sia possibile lavorare con risorse ordinarie. Alcune risorse come azioni di sistema e di accompagnamento, poi, sono definite nella delibera di giunta. Ad ogni modo il dato certo è che non si possa pensare ad una nuova stagione di assunzioni di manager e dirigenti. Sarà comunque possibile fare riferimento a professionalità esterne per le quali l’amministrazione procederà scegliendo i contratti da applicare ritenuti più idonei. Ma la cosa interessante è che se l’amministrazione locale usa proprio personale per l’esecuzione di specifiche operazioni potrà portare a rendiconto il valore
41 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
corrispondente. E’ un modo per avere risorse che consentono di flessibilizzare l’azione. Il tutto dovrà però avvenire su finanziamento dei progetti, ovvero i costi del personale delle amministrazioni saranno su attività di progetto.
BUBBICO F.: Le risorse che la delibera prevede sono attualmente di circa 50.000 euro per ogni area PIT. Se, per esempio, il Project Manager è tra i dipendenti di una amministrazione il suo costo potrà trovare copertura nel contesto delineato. Ma non pensiamo di creare strutture mastodontiche. Non ampliamo i costi di burocrazia, né pensiamo di aumentare l’occupazione con la creazione di nuove strutture.
PIT Vulture – Alto Bradano
Rionero in Vulture, 25/06/01
A cosa serve il responsabile di Collegamento POR –PIT?
FRESCHI A.: Il responsabile si pone quale unico interlocutore al fine di favorire il dialogo tra Regione e Amministrazioni Locali favorendo l’accesso alle informazioni PIT. Considerando che in assenza il PIT dovrebbe parlare con circa venti interlocutori diversi. Presidente C.M. Alto Bradano Il PIT visto come strumento per riequilibrare lo sviluppo del territorio, potrebbe rischiare per l’area Vulture- Alto Bradano di accentuare il divario già esistente tra le due aree non raggiungendo l’obiettivo per cui è nato. Al fine di evitare tale fallimento non sarebbe opportuno che la Regione decida di dare maggiori opportunità di sviluppo alla parte debole dell’area, vale a dire all’Alto Bradano, evitando che la zona del Vulture si sviluppi ancor più?
FRESCHI A.:
La dialettica tra aree forti e deboli se si vuole, si ripete anche a livello del singolo Comune (ad es. la scelta di favorire lo sviluppo tra zone irrigue e zone non irrigue) come a livello europeo tra Stati forti e meno. L’importante è non concepire tale logica e dialettica come un vincolo, ma come una concreta opportunità per il territorio. Ciò che conta è presentare proposte progettuali valide per la propria area. Non affidarsi alle scelte delle amministrazioni superiori, ma a se stessi, questa è l’occasione per farlo! Non concentrarsi sulle risorse, ma sui progetti, prima venga fuori la passione per riconoscersi in un intervento di sviluppo e poi si pensi alle risorse finanziarie. Non occorre solo osservare il divario, leggendo l’uscita dall’obiettivo 1 con valenza negativa, perché in effetti ciò vorrà significare un tasso di crescita del PIL superiore di tre volte quella riportata a livello nazionale. Se si esce dall’Obiettivo 1 vuol dire aver iniziato a camminare sulle proprie gambe.
42 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Per un territorio articolato come quello del Vulture - Alto Bradano, sarà forse più difficile, ma certamente una sfida per presentare progettualità entro la fine dell’anno, in modo da incominciare a spendere le risorse entro i primi mesi del 2002. Si tratta di 52 MLD per tale area PIT. Amministratore di Rionero in Vulture La delibera della giunta presenta un carattere fortemente regimentato, nel senso che se da un lato si dice che deve essere il territorio a proporre, dall’altro la Regione ha già fatto scelte finanziarie molto forti (ad es. si è scelto di dare 7 mld a Maratea anche se ha il 6% della popolazione totale regionale). Se da un lato ha aperto i tavoli alla concertazione con il mondo del lavoro, dall’altro all’iter procedurale per l’individuazione del soggetto responsabile (elemento principale e fondamentale) fa partecipare solo i soggetti istituzionali. In aggiunta, la delibera definisce le modalità su come procedere, sarebbe stato meglio lasciar fare ai soggetti del territorio.
FRESCHI A.: Comprendo le sue indicazioni, tuttavia mi viene da dirle che “Il libro PIT è un libro bianco che va ancora scritto”. Esigenze di funzionamento del sistema complessivo hanno determinato l’opportunità che il territorio fosse sì il centro delle decisioni, ma in un quadro più ampio di raccordo con le istituzioni comunitarie. Per questo occorre relazionarsi con la Regione per evitare che la concertazione si riduca a semplice informazione. La regolamentazione generale serve proprio ad evitare questo rischio. Sono necessari ancora altri interventi della Regione, anche al fine di uniformare le modalità di raccordo con le parti sociali. A motivare tale regia regionale è l’esigenza di capire bene cosa fare in un territorio (programmazione vera) Occorre guardare e pensare in un’ottica sistemica alle risorse immateriali, alle competenze ecc. Nel definire le misure cosiddette “pittabili”, non si è costruita una sorta di gabbia per le misure PIT?
FRESCHI A.: Non si tratta di una gabbia, ma di una forma di scelta perché era necessario individuare le misure del POR da far rientrare nei PIT. Cosa si può far rientrare nei PIT?
FRESCHI A.: La delibera sull’attivazione dei Progetti Integrati Territoriali elenca al comma 1, lettera B le misure ed azioni utilizzabili nel PIT.
Le Comunità Montane hanno la possibilità di convocare i Comuni in riunioni finalizzate ad un confronto preliminare per l’identificazione dell’amministrazione capofila e dell’idea forza?
FRESCHI A.: Ovviamente nulla impedisce le riunioni preliminari, anzi tali riunioni risultano auspicabili perché comportano una riduzione dei tempi di definizione dei progetti.
43 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
I PIT possono coniugarsi con iniziative già in atto?
FRESCHI A.: Si purché le iniziative già in atto siano coerenti con l’idea forza. Estremizzando il concetto ci sarebbe da chiedersi perché mai in un territorio si stiano realizzando operazioni in contrasto con quelle che è l’idea di sviluppo del territorio.
PIT Val d’Agri
Villa D’Agri, 28/06/01
Come si interfaccia la Partnership Locale Istituzionale con la Partnership Concertativa Locale?
FRESCHI A.: Tramite partecipazione allargata, nel senso che la Partnership Locale Istituzionale ascolta la Partnership Concertativa Locale al fine di raccogliere le istanze provenienti da quest’ultima.
E’ possibile definire in via preventiva gli importi relativi alla premialità?
FRESCHI A.: Non è possibile definirli a priori, in quanto occorre prima conoscere l’entità dei fondi derivanti dall’eventuale premialità e quindi verificare con i territori interessati i parametri su cui è possibile basare i criteri di premialità.
E’ possibile costituire un gruppo di lavoro con persone provenienti dalle diverse amministrazioni facenti parte della stessa area PIT?
CAPEZZUTO S. Si è possibile, nulla vieta la costituzione di gruppi di lavoro formati con persone provenienti da diverse amministrazioni. Anzi questo è in linea con lo spirito della normativa cui si fa riferimento nella delibera.
PIT Metapontino
Tursi 28.06
Amministratore: Verifico che nella definizione dell’area PIT al territorio della Comunità Montana sono stati aggiunti altri comuni della fascia costiera. Comuni di dimensioni più grandi e con i quali non c’è stata concertazione precedente. E’ possibile definire due subaree?
44 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
BUBBICO F.: Le aree sono state individuate in rapporto a quanto delineato nel Piano Regionale di Sviluppo. A questo si sommi il fatto che il PIT, in relazione a quanto definito con l’UE, devono raggiungere una certa massa critica, dunque non è possibile parlare di microaree, altrimenti decadrebbe la logica dell’impatto significativo e si avrebbero dei costi generali di funzionamento troppo elevati. Tutto questo non per eludere il problema posto. Analoghe considerazioni si sono poste in sede di definizione del Complemento di Programmazione. All’epoca si sentirono le Comunità Montane e furono organizzati degli incontri dalle due province. Le aree attuali, pertanto, sono il frutto di una concertazione. Il problema, inoltre, se può apparire una criticità, può anche essere vissuto come una opportunità. La ripartizione dei fondi non deve essere espressione delle forze che singoli comuni possono porre in campo. Bisogna invece provare a definire insieme degli scenari di sviluppo globali. Da ciò, dunque, la compresenza di realtà differenti può consentire di innescare processi di sviluppo intrecciato. Tale metodo può essere più faticoso, ma deve indurre a rapportarsi in chiave dialogica nuova. Capisco inoltre che sul territorio ci sono ferite aperte causate da altre esperienze di pianificazione regionale (penso ad esempio a quanto fatto per le politiche sociali). Tali esperienze, non positive per alcuni, devono far sì che si attivino meccanismi giuridici che evitino l’inerzia, per questo si parla di delibera di consiglio comunale, per questo si fa riferimento ad istituti per i quali non sia richiesta necessariamente l’unanimità. Questa è un valore da perseguire, ma non a costo di bloccare l’intero progetto. Gli stessi compiti affidati all’amministrazione capofila non fanno sì che questa possa influire sul processo, poiché essa agirà su base di accordo definito tra le parti. In tali accordi saranno definite anche le modalità da agire in caso di inerzie. Per concludere: le aree non sono modificabili: restano quelle previste nel Complemento di Programmazione. Che è sì modificabile, ma con speciale procedura. Questa ipotesi allungherebbe di gran lunga i tempi, con prevedibili conseguenze sull’impiego dei Fondi Strutturali. Sindaco di Montalbano: Una considerazione: la diversità dei comuni dell’area non è un deterrente, ma può essere una risorsa. Un approccio che vada a privilegiare i singoli pesi dei comuni è contrario alla emersione delle potenzialità del comprensorio quale portatore di un unico sviluppo. Quest’ultima è un’operazione culturale che è omogenea allo spirito del PIT. Suggerirei di passare dai concetti di grandezza ed importanza dei singoli a quello della mutualità. Le esperienze precedenti di concertazione non sono tranquillizzanti. Vorrei tornare sulla Conferenza di servizi. Dall’esperienza avuta, vista anche la tempistica ristretta della delibera ed il concetto di premialità, traggo che sia opportuno definire i tempi di funzionamento della conferenza. Attualmente i pareri non vengono forniti e questo allunga i tempi. Talvolta le difficoltà vengono anche dalla struttura regionale stessa.
BUBBICO F.: Le criticità e le difficoltà che sono sollevate sono legittime. Tuttavia le modifiche dello strumento operativo e la circostanza che vuole la possibilità di procedere con il criterio
45 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
della maggioranza rendono oggi la conferenza di servizi uno strumento praticabile.
CAPEZZUTO S.: La norma è chiara. Le amministrazioni interessate hanno un ruolo definito. I problemi non si porranno molto nella Partnership Locale Istituzionale, quanto piuttosto nella fase operativa, nella quale si dovrà interagire con altri attori, altre amministrazioni del territorio. La norma in sé fornisce delle soluzioni teoriche. Poi organizzativamente, sul piano operativo, bisognerà prepararsi, anche stipulando idonee intese preventive. Il modello dello sportello unico ed il tipo di semplificazione che si ottiene da quel modello può fornire indicazioni su come muoversi. E’ consigliabile procedere ad azioni consultive preliminari con altre amministrazioni. L’Ufficio Coordinamento e Gestione potrebbe anche farlo con opportune convenzioni.
PIT Marmo Platano – Melandro
Muro Lucano 29.06
Sindaco di Bella: Ultimamente noi comuni abbiamo subito un bombardamento di informazioni da parte della Regione Basilicata. Ne scaturisce una sensazione di ansia. Noi siamo preoccupati, abbiamo fatto incontri tra sindaci per prepararci alla gestione dei fondi, per quanto poi si siano rivelati prematuri. Studi professionali poi premono sui comuni, richiamandoci a prepararci nell’imminenza dei bandi. Noi siamo sprovvisti di risorse finanziarie, non possiamo lanciarci in azioni di progettazione. Vorremmo sapere come muoverci, come prepararci: ciascuno sindaco ha in mente diverse idee-forza.
FRESCHI A: Il metodo è innovativo. Ci sono solo procedure negoziali, pertanto rispetto alle spinte dei professionisti si sappia che riceveranno l’affidamento solo delle proposte che verranno finanziate. Stupisce che professionisti locali sollecitino per i bandi, poiché il POR non prevede bandi: ci saranno solo procedure negoziali. I bandi saranno previsti esclusivamente per i regimi di aiuto, quindi a favore degli imprenditori. Per gli enti locali sarà possibile completare le azioni già in corso o decidere insieme quali percorsi nuovi dovranno affrontarsi. Domenico Romaniello – CREL: Ho dato un’occhiata alla delibera: nella divisione delle risorse per unità di superficie vedo che in alcune aree la numerosità dei comuni presenti può divenire un elemento di debolezza. Questo potrebbe mettere in crisi il meccanismo.
FRESCHI A: I modi di ripartire le risorse sono potenzialmente infiniti. Il percorso fatto è partito dagli indici di popolazione ed ampiezza territoriale. Accanto a questi indici ne sono stati sviluppati altri di correzione per considerare elementi di svantaggio presenti sul territorio. Ciò considerato è opportuno precisare che la dimensione finanziaria non è in
46 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
sé elemento di criticità, poiché non solo ci saranno altre risorse ulteriori ma ad ogni modo è corretto considerare che qualunque distribuzione non sarebbe risolutiva di tutte le esigenze presenti. Anche il numero dei comuni dell’area non è necessariamente elemento di difficoltà, poiché è necessario prima verificare la coesione delle amministrazioni rispetto al progetto. Domenico Romaniello – CREL: Ad ogni modo in alcune aree vi è disomogeneità interna, prendiamo ad esempio il Lagonegrese ed il Senisese.
FRESCHI A.:
Questo dipende dal punto di osservazione. Al di là della scelta di affidarsi al concetto di complementarietà di aree nei processi di sviluppo, si consideri che è possibile sviluppare progettualità che sappia mantenere coeso un territorio con delle disomogeneità. Presidente C.M. Melandro: Vorrei fare qualche considerazione. Come amministratori dell’area abbiamo avviato procedimenti di consultazione preliminari a questo incontro. Qualche anno fa non sarebbe stato possibile. Adesso questo territorio possiede invece esperienze di concertazione, mi riferisco ad esempio al patto territoriale. Certo spaventano i tempi rapidi e perentori. Si è parlato di dicembre 2002 come termine di rendicontazione, il che significa che noi dovremo accelerare il processo. Ora abbiamo le informazioni per cominciare. Come area abbiamo già delle priorità, collegate ai Piani di Sviluppo Socio-economici delle due Comunità Montane, ed insieme, in coerenza con quanto fatto, possiamo definire un’idea forza che ci rappresenti, un’idea prioritaria per lo sviluppo.
47 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA F. BUBBICO
I PARTECIPANTI DEL SEMINARIO DI TRICARICO
48 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
I RELATORI E GLI INTERVENUTI
52 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
MATERIALE DISTRIBUITO
TIPOLOGIA
DELIBERAZIONE GIUNTA REGIONALE N.1364 – POR BASILICATA 2000-2006
ATTIVAZIONE DEI PIT
DOCUMENTO UFFICIALE
DELIBERAZIONE – POR BASILICATA 2000-2006 ATTIVAZIONE PIT
SLIDE
LE PROCEDURE PIT
DIAGRAMMA DI FLUSSO
PROGRAMMA RAP 100 – PROGRAMMA RAP 100 BASILICATA
SCHEDE DI SINTESI
ASSISTENZA UFFICIO COORDINAMENTO E GESTIONE
SLIDE
ASSISTENZA AI TAVOLI DI CONCERTAZIONE
SLIDE
AREE PIT
CARTINA AREE PIT
PRIME ANALISI TERRITORIALI
REPORT DATI STATISTICI
CONTENUTI, REGOLE ED OPPORTUNITA’ DEL POR BASILICATA 2000-2006
CD ROM
LA PROGETTAZIONE INTEGRATA TERRITORIALE
VOLUME I – A CURA DI R.COLAIZZO - FORMEZ
LA PROGETTAZIONE INTEGRATA TERRITORIALE
VOLUME II – A CURA DI P.FORTE - FORMEZ
54 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
IL SEMINARIO INTERNO ALLA REGIONE
In data 12 giugno 2001 si è svolto il primo seminario “Prepariamoci
all’attuazione dei PIT” presso la Sala Inguscio della Regione Basilicata.
L’incontro ha coinvolto i responsabili dei Fondi Strutturali, i responsabili di
misura, i rappresentanti delle due Province (V. SOGGETTI COINVOLTI) ed ha
registrato 53 presenze.
9
35
1
8
PROVINCIA R E G I O N E C O M U N I T A 'M O N T A N E
A L T R O
P A R T E C I P A N T I D I V I S I P E R E N T E D I A P P A R T E N E N Z A
P R O V I N C I A
R E G I O N E
C O M U N I T A ' M O N T A N E
A L T R O
4
17 16
5
11
AMMINISTRATORI DIRIGENTI FUNZIONARI I M P I E G A T I A L T R O
PARTECIPANTI DIV IS I PER QUALIF ICA DI APPARTENENZA AMMINISTRATORI
DIRIGENTI
F U N Z I O N A R I
IMPIEGATI
ALTRO
55 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
I SEMINARI TERRITORIALI
Le attività seminariali svolte nelle otto aree PIT hanno registrato 289
partecipanti
provenienti dalle amministrazioni provinciali, comunali e delle Comunità
Montane del territorio lucano.
In particolare, hanno presenziato, in totale, 64 Sindaci, 88 Amministratori, 65
tra dirigenti/funzionari, impiegati, e, inoltre, altri soggetti appartenenti a
diverse strutture locali, tra le quali l’ALSIA, l’APT, il CREL, i GAL, l’Istituto Nitti.
1 8 4
7 1 54 2 4 1
C O M U N I P R O V I N C I A R E G I O N E C O M U N I T A 'M O N T A N E
A L T R O
P A R T E C I P A N T I D I V I S I P E R E N T E D I A P P A R T E N E N Z AC O M U N I
P R O V I N C I A
R E G I O N E
C O M U N I T A 'M O N T A N EA L T R O
64
88
2936
26
46
SINDACI AMMINISTRATORI DIRIGENTI FUNZIONARI IMPIEGATI ALTRO
PARTECIPANTI DIVISI PER QUALIFICA DI APPARTENENZASINDACIAMMINISTRATORIDIRIGENTIFUNZIONARIIMPIEGATIALTRO
56 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Le partecipazioni degli enti territoriali, per singole aree PIT possono così
riassumersi:
1. Nell’area Alto Basento il seminario si è svolto ad Avigliano ed ha registrato
30 partecipanti.
Era presente la Comunità Montana e 11 amministrazioni comunali sulle 16
costituenti l’Area PIT.
2. Nell’area Lagonegrese-Pollino il seminario si è svolto a Senise ed ha
registrato 53 partecipanti .
Erano presenti le tre Comunità Montana e 23 amministrazioni comunali su
29 costituenti l’Area PIT.
3. Nell’area Montagna Materana il seminario si è svolto a Tricarico ed ha
registrato 48 partecipanti.
Erano presenti le due Comunità Montana e 11 amministrazioni comunali
sulle 13 costituenti l’Area PIT.
4. Nell’area del Materano il seminario si è svolto a Montescaglioso ed ha
registrato 18 partecipanti.
Erano presenti 5 amministrazioni comunali sulle 6 costituenti l’Area PIT.
5. Nell’area Vulture Bradano il seminario si è svolto a Rionero in Vulture ed ha
registrato 44 partecipanti.
Erano presenti le due Comunità Montana e 17 amministrazioni comunali
sulle 22 costituenti l’Area PIT.
6. Nell’area Val d’Agri il seminario si è svolto a Villa d’Agri ed ha registrato 41
partecipanti.
Erano presenti le tre Comunità Montana e le 19 amministrazioni comunali
costituenti l’Area PIT.
7. Nell’area del Metapontino il seminario si è svolto a Tursi ed ha registrato 29
partecipanti.
57 Report delle attività seminariali “Prepariamoci all’attuazione dei PIT”
Era presente la Comunità Montana e 10 amministrazioni comunali sulle 11
costituenti l’Area PIT.
8. Nell’area Marmo Platano Melandro il seminario si è svolto a Muro Lucano ed
ha registrato 26 partecipanti.
Erano presenti le due Comunità Montana e 13 amministrazioni comunali
sulle 15 costituenti l’Area PIT.