Report Agricoltura Gennaio 2015 - mazzieroresearch.com · Cargill 60.000 241,50 208,19 13,75 11,85...

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Mazziero Research di Maurizio Mazziero Via Arsiero, 13 20010 Vanzago (MI), Italia Tel. 02.9342002 1 Report Agricoltura Gennaio 2015 (Utilizzo consentito per il notiziario della Società) Aggiornato al 19/01/2015 In questo numero Petrolio, dollaro e franco svizzero: i possibili impatti I limiti di esportazione russi e ucraini favoriscono la Francia Outlook 2015: le previsioni di operatori e banche L’acqua è uno dei rischi globali a maggior impatto El Nino: resta la condizione di allerta Mais, grano e soia: analisi di dettaglio Finestra sull’Ucraina: situazione economica, produzione e prezzi Strategia di copertura Petrolio, dollaro e franco svizzero: i possibili impatti Come è abbastanza noto, il petrolio dal luglio scorso ha intrapreso un percorso di quotazioni discendenti che hanno portato i prezzi a più che dimezzarsi. L’impatto è di dif ficile valutazione, in quanto differente da paese a paese, ma indubbiamente ha dei risvolti benefici sui costi di produzione agricola, sia per la diminuzione dei costi di carburante che per il minor costo dei fertilizzanti chimici. Diverso invece l’impatto del rafforzamento del dollaro, che ha guadagnato contro euro oltre il 20% dal maggio scorso; poiché le materie prime sono generalmente quotate in dollari, queste subiscono un incremento di prezzo. Infine la decisione della Banca centrale svizzera di rimuovere il “pavimento” di cambio minimo a 1,2 franchi contro euro; una manovra maldestra e attuata con modalità dilettantistiche che ha portato a un vero sconquasso nei mercati finanziari durante le giornate di giovedì 15 e venerdì 16 gennaio. Gli impatti nel settore agricolo dovrebbero restare contenuti, salvo per coloro che avevano acceso finanziamenti nella valuta svizzera che saranno soggetti a un rincaro delle rate di rimborso di circa un 20%.

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Report Agricoltura Gennaio 2015 (Utilizzo consentito per il notiziario della Società)

Aggiornato al 19/01/2015

In questo numero Petrolio, dollaro e franco svizzero: i possibili impatti

I limiti di esportazione russi e ucraini favoriscono la Francia

Outlook 2015: le previsioni di operatori e banche

L’acqua è uno dei rischi globali a maggior impatto

El Nino: resta la condizione di allerta

Mais, grano e soia: analisi di dettaglio

Finestra sull’Ucraina: situazione economica, produzione e prezzi

Strategia di copertura

Petrolio, dollaro e franco svizzero: i possibili impatti Come è abbastanza noto, il petrolio dal luglio scorso ha intrapreso un percorso di quotazioni discendenti che hanno portato i prezzi a più che dimezzarsi. L’impatto è di difficile valutazione, in quanto differente da paese a paese, ma indubbiamente ha dei risvolti benefici sui costi di produzione agricola, sia per la diminuzione dei costi di carburante che per il minor costo dei fertilizzanti chimici. Diverso invece l’impatto del rafforzamento del dollaro, che ha guadagnato contro euro oltre il 20% dal maggio scorso; poiché le materie prime sono generalmente quotate in dollari, queste subiscono un incremento di prezzo. Infine la decisione della Banca centrale svizzera di rimuovere il “pavimento” di cambio minimo a 1,2 franchi contro euro; una manovra maldestra e attuata con modalità dilettantistiche che ha portato a un vero sconquasso nei mercati finanziari durante le giornate di giovedì 15 e venerdì 16 gennaio. Gli impatti nel settore agricolo dovrebbero restare contenuti, salvo per coloro che avevano acceso finanziamenti nella valuta svizzera che saranno soggetti a un rincaro delle rate di rimborso di circa un 20%.

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I limiti di esportazione russi e ucraini favoriscono la Francia Fermento nel mercato del grano a causa del blocco all’esportazione da parte della Russia e alla limitazione imposta dalle autorità ucraine pari a 200.000 tonnellate di grano al mese nel periodo di gennaio-febbraio. Questi limiti si inseriscono in un periodo in cui l’autorità egiziana Gasc ha in programma di procedere a un acquisto di oltre 3,3 milioni di tonnellate di grano, e ne ha già acquistato per un milione e mezzo di tonnellate. Ad uscirne vincitore è la Francia che sta abbassando in modo aggressivo i propri prezzi al fine di scalzare i concorrenti; a solo titolo di esempio gli ultimi prezzi sono intorno a 241,5 dollari per tonnellata, contro i precedenti di 284,94. In questo caso la forza del dollaro contro euro consente di abbassare i prezzi espressi in dollari mantenendo il medesimo ricavo in euro. L’Argentina resta invece penalizzata per il momento con un prezzo di 249,25 dollari per tonnellata e con costi di spedizione superiori dovuti alla traversata dell’Atlantico. A solo titolo di esempio la Tabella 1 riporta i costi degli acquisti egiziani di grano nella giornata di giovedì 15 gennaio (Fonte: Agrimoney); il cambio euro/dollaro utilizzato è di 1,16.

Tabella 1 – Valori di compravendita di grano tra Francia e Egitto il 15 gennaio

Outlook 2015: le previsioni di operatori e banche Come di consueto diamo un’occhiata alle stime di inizio anno rilasciate da operatori, banche e studi di ricerca.

Tabella 2 – Prospettive 2015 per il mais

Tabella 3 – Prospettive 2015 per il grano

Azienda Quantità (tonn.) Grano $/tonn. Grano €/tonn. Carico $/tonn. Carico €/tonn.

Cargill 60.000 241,50 208,19 13,75 11,85

Soufflet 60.000 242,25 208,84 13,43 11,58

Granit 60.000 242,99 209,47 13,75 11,85

Lecureur 60.000 242,99 209,47 13,75 11,85

Ufficio studi I trimestre $/bush II trimestre $/bush III trimestre $/bush IV trimestre $/bush

Commerzbank 3,70 3,80 4,00 4,20

Morgan Stanley

Rabobank 3,60 3,70 3,80 3,70

Societe Generale 4,03 3,93 4,00 4,15

Univ. Illinois

4,25

4,00

Ufficio studi I trimestre $/bush II trimestre $/bush III trimestre $/bush IV trimestre $/bush

Commerzbank 5,80 5,90 6,00 6,10

Morgan Stanley

Rabobank 5,20 5,30 5,50 5,60

Societe Generale 5,14 5,40 5,65 5,63

Univ. Illinois

5,50

5,50

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Tabella 4 – Prospettive 2015 per la soia

L’acqua è uno dei rischi globali a maggior impatto Il World Economic Forum, organizzatore anche del Meeting annuale di Davos, ha stilato la mappa 2015 dei rischi globali; fra questi figura l’acqua, risorsa sempre più preziosa anche a causa degli effetti del cambiamento climatico. Sebbene l’acqua sia all’ottavo posto in termini di probabilità di un eventuale shock, figura al primo posto come la causa di shock tra gli impatti più gravi; impatti che, prima ancora di essere di natura economica, provocano notevoli disagi sociali. Le regioni che potrebbero esserne maggiormente colpite sono il Medio Oriente e il Nord Africa; zone non troppo distante dal nostro Paese. Già oggi l’agricoltura utilizza il 70% dell’acqua a livello globale, al tempo stesso la quantità di cibo necessaria al pianeta dovrebbe aumentare del 50% entro il 2030. Chiaramente una crisi di acqua si accompagnerebbe a una crisi di cibo e ciò potrebbe acuire ancor di più i flussi migratori, che ancora una volta coinvolgono il nostro Paese per la sua posizione al centro del Mediterraneo. La penuria di acqua tenderà ad acuirsi sempre di più – non ci si deve domandare se, ma quando – quindi sia le politiche comunitarie in tema di agricoltura, sia le associazioni di categoria dovrebbero porre questo tema in cima alle priorità dell’agenda, al fine di individuare quei provvedimenti che possano perlomeno mitigare l’impatto sociale. El Nino: resta la condizione di allerta

Ormai è un appuntamento fisso di queste nostre pagine: controllare lo stato del surriscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico per individuare i segnali di formazione de El Nino. La fonte primaria di informazione è l’Australian Bureau of Meteorology, che pubblica una serie di rilevazioni fornendo poi un’indicazione sintetica. La situazione resta in stato di allerta, sebbene dobbiamo osservare

che il Southern Oscillation Index (SOI) si trovi ormai ad un valore ampiamente neutrale (-3,7 dove valori inferiori a −8 possono indicare un evento El Nino, mentre valori compresi tra -8 e +8 sono neutrali), si veda a tal proposito la Figura 1. Si riportano inoltre una serie di figure (tratte da un report di ETF Securities) che indicano gli impatti nelle varie zone del pianeta e sulle singole colture. Possiamo notare come gli impatti siano insignificanti per il mais, ma fortemente negativi per il grano in Australia; relativamente alla soia sarebbero fortemente positivi in Argentina, Brasile e fortemente negativi in India.

Ufficio studi I trimestre $/bush II trimestre $/bush III trimestre $/bush IV trimestre $/bush

Commerzbank 9,75 9,50 9,50 9,50

Morgan Stanley

Rabobank 9,70 9,30 9,10 9,00

Societe Generale

Univ. Illinois

9,50

9,00

Non disponibile

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Figura 1 – Southern Oscillation Index

Figura 2 – Impatti de El Nino nel periodo dicembre-febbraio

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Figura 3 – Impatti de El Nino sul mais nel periodo dicembre-marzo

Figura 4 – Impatti de El Nino sul grano nel periodo dicembre-marzo

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Figura 5 – Impatti de El Nino sulla soia nel periodo dicembre-marzo

Mais Calano le stime di produzione e consumo mondiali, il che si ripercuote sulle scorte anch’esse in calo dell’1,5% rispetto al mese di dicembre; l’autonomia delle scorte è ora pari a 2,3 mesi.

Tabella 5 – Mais: produzione e consumo mondiali

Le stime dei prezzi franco azienda agricola negli Stati Uniti vengono aumentate di 15 centesimi in un range tra 3,35 e 3,95 dollari per bushel.

(mil. Tonn.) 2011/12 2012/13 2013/14 2014/15 (Dic) 2014/15 (Gen) Incr.% Gen-Dic

Produzione 885,90 863,42 973,90 991,58 988,08 -0,4%

Consumo 882,53 861,50 950,30 972,21 971,16 -0,1%

Scorte finali 132,75 134,67 158,00 192,20 189,15 -1,6%

Scorte/consumo 15,0% 15,6% 16,6% 19,8% 19,5% -1,5%

Mesi scorte 1,8 1,9 2,0 2,4 2,3 -1,5%

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Figura 6 – Quotazioni del mais a Chicago

Vediamo come avevamo commentato l’andamento delle quotazioni nello scorso report: Il livello da tenere sotto osservazione ora potrebbe essere i 3,7-3,8 dollari, in quanto è probabile che dopo lo scatto di venerdì 12 dicembre si assista a un breve ripiegamento; i 4 dollari dovrebbero essere un argine capace di contenere delle vendite non troppo pesanti, in alternativa il sostegno principale verrebbe proprio svolto dai 3,7-3,8 dollari. Un cedimento di questo livello riporterebbe le quotazioni verso 3,5 dollari, mentre gli obiettivi al rialzo sono ora posti a 4,3 dollari prima e 4,5 dollari poi. E in effetti dopo il superamento dei 4 dollari le quotazioni hanno invertito il trend di salita che durava da ottobre; attualmente si trovano poco sopra i 3,8 dollari livello che potrebbe fornire il sostegno necessario per tornare ad agganciare i 4 dollari; in alternativa le quotazioni potrebbero tornare ad appoggiarsi sui 3,5 dollari.

Figura 7 – Andamento del prezzo del mais al Matif di Parigi

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Anche per il Matif di Parigi può essere utile tornare a leggere quanto scritto nel precedente report: Ci troviamo proprio a 155, da qui le quotazioni potrebbero proseguire sino a 160 euro per tonnellata, e poi tentare un allungo verso 170 che però resta un traguardo troppo ambizioso per il momento. Al tempo stesso le quotazioni potrebbero nel breve cercare un appoggio verso 150, livello a cui sarebbe importante monitorare un eventuale ritorno delle forze di vendita. L’analisi si è mostrata corretta, 170 euro per tonnellata ha funzionato da barriera respingendo le velleità dei compratori ed ora siamo nuovamente poco sotto i 160 euro; pur non escludendo un breve appoggio a 150 euro, le quotazioni hanno buone possibilità di mantenersi in un’area di oscillazione tra 155 e 170 euro per tonnellata. Eventuali superamenti di 170 muterebbero lo scenario di fondo fornendo una chiara impostazione rialzista con livelli di equilibrio posti nella fascia tra 170 e 190 euro per tonnellata. La curva forward più recente dei future di Chicago, linea azzurra, accentua l’inclinazione rispetto alla precedente in colore arancio; lo scenario appare leggermente peggiorato, ma resta congruente con l’analisi dei prezzi riportata poco sopra. Per quanto riguarda le curve forward, ricordiamo che nell’ultima pagina di ogni report è possibile trovare il link a un articolo di spiegazione della curva forward pubblicato sul sito Mazziero Research.

Figura 8 – Curva forward del mais al CME di Chicago

Diversa la situazione per la curva di Parigi, dove le linee di colorazione azzurra e arancione sono quasi perfettamente sovrapponibili; quindi le quotazioni di Parigi restano più toniche rispetto a quelle di Chicago, favorendo un’intonazione maggiormente rialzista.

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Figura 9 – Curva forward del mais al Matif di Parigi

Grano Aumentano le stime di produzione e di consumi mondiali e nel contempo si alzano anche le scorte di circa uno 0,6%.

Tabella 6 – Grano: produzione e consumo mondiali

Le stime dei prezzi franco azienda agricola negli Stati Uniti sono aumentate di 10 centesimi per bushel in un range tra 5,90 e 6,30 dollari per bushel. Secondo le prime previsioni l’area seminata negli USA quest’anno sarebbe in calo del 5% rispetto alla passata stagione, ma anche rispetto alle precedenti; verrebbero infatti seminati 16,4 milioni di ettari, contro i 17,2 del 2014, i 17,5 del 2013 e i 16,7 milioni del 2012. Nello scorso Report avevamo così commentato le ipotesi di sviluppo dei prezzi: Il superamento stabile di 6,1 dollari per almeno 3-5 sedute potrebbe spingere i prezzi ad avvicinarsi a 6,4-6,5 dollari. Riteniamo al momento che le quotazioni del grano abbiano corso troppo (+26% dai minimi), in particolar modo rispetto al mais (si veda la sezione sullo spread grano-mais) e quindi l’attuale zona fra 5,7 e 6,1 dollari potrebbe essere una zona di consolidamento che potrebbe durare per un po’ di tempo (20-30 giorni).

(mil. Tonn.) 2011/12 2012/13 2013/14 2014/15 (Dic) 2014/15 (Gen) Incr.% Gen-Dic

Produzione 697,27 656,17 712,52 722,18 723,38 0,2%

Consumo 697,31 679,28 702,44 712,58 713,19 0,1%

Scorte finali 198,94 175,83 186,68 194,90 196,00 0,6%

Scorte/consumo 28,5% 25,9% 26,6% 27,4% 27,5% 0,5%

Mesi scorte 3,4 3,1 3,2 3,3 3,3 0,5%

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Figura 10 – Quotazioni del grano a Chicago

Le quotazioni hanno effettivamente proseguito il loro cammino al rialzo sino a 6,5 dollari, per poi invertire bruscamente, l’eccesso di euforia ha portato a un eccesso di negatività delineato in un altro passaggio dello scorso report: In questo caso diventa importante osservare la tenuta dei 5,7 dollari, in quanto una violazione aprirebbe la strada per un ribasso sino a 5,35-5,20 dollari. Ed è proprio il livello dove ci troviamo ora; a questo punto come potranno svilupparsi le quotazioni? La nostra sensazione è che il ribasso sia ormai agli sgoccioli e da questi livelli si potrebbe sviluppare un tentativo di stabilizzazione tra 5,3 e 5,7-6 dollari; non possiamo però del tutto escludere, dopo un breve rimbalzo nella prossima settimana (19-25 gennaio) un ulteriore allungo al ribasso verso i 5 dollari che però a questo punto farebbe scattare i prezzi come una molla per ritornare verso i 5,5 dollari.

Figura 11 – Andamento del prezzo del grano al Matif di Parigi

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Il ribasso occorso al grano di Chicago non si è nemmeno percepito a Parigi dove le quotazioni dopo aver raggiunto i 200 euro per tonnellata hanno intrapreso una marcia di consolidamento oscillando tra 200 e 190 euro. Ancora una volta riprendiamo il report dello scorso mese: È probabile a questo punto che eventuali ripiegamenti vengano mantenuti al di sopra dei 180-170 dollari e che le quotazioni tentino un aggancio di quota 200, oltre quel livello le cose potrebbero iniziare a complicarsi. Esattamente come avevamo previsto. La situazione ora appare delicata in quanto le quotazioni hanno tutta l’intenzione di superare i 200 euro, ma i tempi potrebbero non essere del tutto maturi e quindi potrebbero poi scontrarsi sul muro dei 210-215 euro. Meglio sarebbe un rafforzamento in zona 190-200. Fortemente negativa invece la caduta sotto i 180 euro che aprirebbe la strada per ulteriori ribassi.

Figura 12 – Curva forward del grano al CME di Chicago

La curva forward del grano di Chicago, la linea azzurra è quella più recente, pur restando quasi orizzontale accenna lo sviluppo di una lieve inclinazione in contango (si veda il link Curva Forward in ultima pagina), ciò fornisce un quadro leggermente negativo per le quotazioni.

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Figura 13 – Curva forward del grano al Matif di Parigi

Resta invece quasi piatta la curva di Parigi; a questo punto nei prossimi report sarà importante cogliere in tempo la maturazione di backwardation (si veda il link Curva Forward in ultima pagina) che confermerebbe un nuovo periodo di intonazione rialzista.

Spread grano e mais di Chicago Lo spread fra grano e mais dopo essersi portato nelle scorso mese a oltre 200 è ritornato nella zona neutrale di 150 confermando la conclusione, almeno per il momento, delle velleità rialziste del grano quotato a Chicago. Per maggiori informazioni su questo spread si rimanda alla spiegazione nell’ultima pagina di questo Report.

Figura 14 – Spread grano-mais quotati al CME di Chicago

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Soia Aumentano le stime di produzione e di consumi mondiali e nel contempo si alzano anche le scorte dell’1%.

Tabella 7 – Soia: produzione e consumo mondiali

Le stime dei prezzi franco azienda agricola vengono aumentate in un range compreso tra 9,45 e 10,95 dollari per bushel per la soia e restano invariate per la farina di soia tra 340 e 380 dollari per short tonnellata.

Figura 15 – Quotazioni della soia a Chicago

I prezzi della soia si trovano ora nella parte inferiore della zona di oscillazione compresa tra 9,8 e 10,7 dollari; l’analisi resta inalterata rispetto allo scorso report: Questi livelli sono quindi da tenere in osservazione per comprendere il futuro movimento dei prezzi:

1. Una violazione al ribasso di 9,8 potrebbe aprire la strada verso 9,5 ed eventualmente sino a 9,2.

2. Il superamento di 10,9 potrebbe spingere le quotazioni verso 11,2 ed eventualmente verso 11,7.

Ciò che cambia rispetto al mese precedente è che l’ipotesi 1 diventa più probabile con un grado del 60%, mentre la 2 resta minoritaria con una probabilità del 40%.

(mil. Tonn.) 2011/12 2012/13 2013/14 2014/15 (Dic) 2014/15 (Gen) Incr.% Gen-Dic

Produzione 239,57 267,47 284,05 312,81 314,37 0,5%

Consumo 257,58 258,77 269,00 286,07 286,25 0,1%

Scorte finali 53,51 57,79 69,42 89,87 90,78 1,0%

Scorte/consumo 20,8% 22,3% 25,8% 31,4% 31,7% 0,9%

Mesi scorte 2,5 2,7 3,1 3,8 3,8 0,9%

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Figura 16 – Curva forward della soia al CME di Chicago

La curva forward più recente, linea azzurra, non fornisce particolari spunti e resta in

condizione neutrale.

Figura 17 – Quotazioni della farina di soia a Chicago

Panorama fortemente deteriorato per la farina di soia che ricalca quanto già riportato nel precedente report: Eventuali rialzi dovrebbero essere arginati dai 380 dollari; poco probabile un allungo verso 400 dollari; forti ribassi potrebbero interessare invece il cedimento di 340 dollari con i prezzi che potrebbero dirigersi in una zona compresa tra 320 e 300 dollari per short tonnellata. Appare probabile quindi che le quotazioni continuino la loro discesa sino a 300 dollari, da dove potrebbero ritrovare la forza per nuovi spunti rialzisti; nel frattempo restano contenute eventuali spinte verso l’alto dato che 350 dollari costituiscono ora una barriera difficilmente oltrepassabile.

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Figura 18 – Curva forward della farina di soia al CME di Chicago

La curva della farina di soia ha ormai annullato ogni cenno di backwardation, portandosi in

una configurazione neutrale che quindi conferma l’impostazione discendente dei prezzi.

Finestra sull’Ucraina: situazione economica, produzione e prezzi Abbiamo già accennato nell’articolo in seconda pagina sulle limitazioni alle esportazioni da Russia e Ucraina per quanto riguarda il grano; non vi sono altre notizie di carattere rilevante. Nella Tabella 8 vengono riportati i prezzi spot rilevati in Ucraina.

Tabella 8 – Prezzi in $/tonnellata agricoli di provenienza Ucraina

Nota 1: trattandosi di fonte non ufficiale, la Mazziero Research non può assumersi alcuna responsabilità sulla veridicità dei prezzi e sulla qualità della merce. Nota 2: per il significato delle sigle FOB e DAF si veda il Glossario in ultima pagina.

Materia Prima Prezzo ($/ton.) Franco

Mais 185,00 FOB Ucraina

Grano 230,00 FOB Ucraina

Soia 385,00 DAF Ucraina

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Confronto prezzi Chicago, Parigi e Milano La Tabella 9 riporta i prezzi di mais, grano, soia e farina di soia rilevate a Chicago, Parigi, Rouen e Milano (Parigi non è presente per la soia e la farina in quanto non vengono contrattate al Matif). Le rilevazioni sono state fatte sui prezzi di chiusura di venerdì 16 gennaio, e di martedì 13 gennaio per Milano, con un cambio €/$ pari a 1,157.

Tabella 9 – Confronto prezzi con cambio €/$ a 1,157

Conclusioni Nel corso dell’ultimo mese abbiamo notato una forte volatilità dei prezzi questo conferma quanto già riportato nel precedente report che riportiamo di seguito. La situazione è fortemente in evoluzione e quindi risulta cruciale essere tempestivi per:

Assicurare dei prezzi favorevoli per chi acquista.

Smontare gradatamente le coperture precedenti per chi vende.

La Tabella 10 riporta delle percentuali di copertura indicative ed è suddivisa per due tipologie:

Per chi acquista: allevatori, grossisti, industrie di trasformazione, industrie alimentari.

Per chi vende: agricoltori, grossisti, industrie di trasformazione, industrie alimentari. Per quanto riguarda agricoltori e allevatori, visto che sono due tipologie in parte sovrapponibili si dovrà tenere conto della vocazione prevalente; per i grossisti e le industrie l’esposizione andrà valutata caso per caso, individuando le posizioni soggette a maggior rischio. Si ricorda, come già più volte abbiamo fatto in passato, che la costruzione di posizioni va fatta nel momento di quotazioni favorevoli alla propria attività, impostando così una strategia che tenga conto dello sviluppo a medio lungo termine dei prezzi. La strategia inoltre andrà attuata tenendo conto delle varie possibilità offerte dal mercato:

Definizione di contratti fisici con consegna a termine.

Apertura di contratti future sui mercati di Chicago e/o Parigi.

Apertura di contratti di opzioni, con preferenza per le strutture collar a costo zero. Le ultime due strategie hanno il vantaggio di lasciar decidere sino all’ultimo momento la controparte della transazione della merce fisica, aspetto che costituisce invece un legame nella prima strategia; per contro la prima strategia consente di programmare i contratti a termine su scadenze più ampie di quelle realisticamente attuabili nei mercati finanziari (si veda a tal proposito la Tabella 11).

(€/Tonn.) Chicago Parigi Rouen Milano

Mais 131,68 159,50 153,00 173,00

Grano 168,63 197,50 190,00 207,00

Soia 314,72 362,00

Farina di Soia 310,59 421,00

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Nella predisposizione della strategia di copertura, occorre considerare che ogni realtà è differente; la Mazziero Research è in grado di svolgere valutazioni su richiesta e di accompagnare nella predisposizione personalizzata della strategia di copertura.

Tabella 10 – Percentuali di copertura

Le percentuali della Tabella 10 rispetto al precedente Report sono:

Per chi acquista: invariate

Per chi vende: invariate La Tabella 11 mostra, come di consueto, sino a quali scadenze è possibile impostare strategie di copertura con Future od Opzioni in funzione alla liquidità di ciascun singolo mercato.

Tabella 11 – Scadenze idonee a copertura

Non vi sono variazioni rispetto al precedente report.

Strategie di copertura – Corsi di formazione e consulenza La Mazziero Research è in grado di svolgere corsi di formazione sui mercati finanziari delle materie prime, fornendo tutti i concetti base per le strategie di copertura. La Mazziero Research può altresì affiancare le aziende nello studio di fattibilità, nella predisposizione e attuazione di una corretta strategia di copertura.

Percentuali di copertura Mais Grano Soia

Per chi acquista (utilizzatori) 80% 80% 70%

Per chi vende (produttori) 5% 5% 5%

Materia Prima Future Opzioni

Mais Parigi nov-15 nov-15

Mais Chicago dic-16 mar-16

Grano Parigi mag-16 mag-16

Grano Chicago mar-16 dic-15

Soia Chicago nov-16 nov-15

Farina di soia Chicago gen-16 dic-15

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Conversione unità di misura: Acro: 0,405 ettari Bushel: Per il Mais: 25,40Kg.; Per Soia e Frumento: 27,22 Kg. Libbra: 0,454 Kg. Short Tonn.: 0,91 Tonn., misura precisa = 907,18474 kg.

Glossario DAF: Delivered At Frontier, Reso frontiera FOB: Free on Board, Franco a bordo Ipervenduto Condizione tecnica momentanea di eccesso di vendite Ipercomprato Condizione tecnica momentanea di eccesso di acquisti

Approfondimenti La curva forward dal sito Mazziero Research

Spread grano e mais di Chicago Riportiamo di seguito per comodità alcuni dettagli sulla relazione fra il prezzo del grano e del mais; le componenti del grafico sono: • La linea azzurra mostra i prezzi del grano di Chicago degli ultimi anni. • La linea arancione mostra i prezzi del mais di Chicago degli ultimi anni. • La linea grigia mostra la differenza (spread) fra i prezzi del grano e del mais di

Chicago negli ultimi 10 anni. • La linea gialla è un riferimento posizionato a 150. Osservando il grafico possiamo notare che: • L’andamento dei prezzi di grano e mais è generalmente stabile quando lo spread

(linea grigia) si trova in prossimità o al di sotto del riferimento di 150. • Quando la linea grigia sale con decisione al di sopra della linea gialla di 150, i prezzi

del grano, o sia del mais che del grano, tendono a muoversi al rialzo. La linea di 150 è così rilevante in quanto storicamente, perlomeno per il mercato americano, 150 rappresenta il differenziale di equilibrio fra grano e mais; i differenziali tra i valori tendono a sviluppare un utilizzo di sostituzione. Il superamento di 150 generalmente indica una maggiore domanda di grano, con conseguente aumento di prezzo; la domanda quindi tende a spostarsi parzialmente sul mais, portando in alcuni casi prezzi maggiori anche per questo cereale.

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