REPORT 2013 Prestazioni CPI Centri Impiego e competenze operatori Regione Veneto - GLOSSARIO
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Le prestazioni dei CPI e le competenze degli operatori nella Regione Veneto
Analisi e proposte
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INDICE
Premessa .................................................................................................................. 3
PARTE 1 - Il percorso metodologico per l’individuazione delle prestazioni 1.1 Quadro di riferimento normativo ............................................................................. 6
1.2 Prestazioni essenziali: metodologia e strumenti di rilevazione ..................................... 9
PARTE 2 - Le prestazioni garantite dai SPI 2.1 Struttura ed Organizzazione dei SPI nella Regione Veneto ........................................20
2.2 Informazione e accesso ai servizi ...........................................................................22
2.3 Orientamento al lavoro e alla formazione ................................................................28
2.4 Misure di accompagnamento al lavoro ....................................................................33
2.5 Incontro domanda e offerta di lavoro .....................................................................37
2.6 Identificazione, validazione e certificazione delle competenze ....................................43
PARTE 3 - Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli operatori dei SPI 3.1 Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli operatori dei SPI ......................46
PARTE 4 - Ipotesi di accesso e componibilità delle prestazioni 4.1 Accesso alle prestazioni e traiettorie.......................................................................65
4.2 La stima dei costi delle prestazioni .........................................................................73
CONCLUSIONI ..........................................................................................................78
Appendici Tabelle e grafici ........................................................................................................83
Report provinciali .................................................................................................. ..92
GLOSSARIO ............................................................................................................ 165
ALLEGATO 1 INTERVISTA …………………………………………………………………………172
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Premessa
Questo rapporto è l’esito di un lavoro di indagine che si inquadra nell’Azione di Sistema Welfare
to Work nella Regione del Veneto.
La restituzione contenuta in questo report fornisce una panoramica dello stato dei servizi per il
lavoro in una fase storica in cui la crisi economica e occupazionale da un lato e l’aggiornamento
normativo dall’altro sottopongono i Centri per l’Impiego ad un vero e proprio stress-test.
Gli obiettivi che hanno mosso verso la realizzazione della ricerca sono tre:
1. rilevare le condizioni e le risorse attraverso cui il sistema dei CPI fornisce risposte
differenziate e adeguate ai bisogni dei cittadini, in una logica di cooperazione con i
Servizi per il lavoro accreditati;
2. individuare percorsi integrati di prestazioni e servizi finalizzati all’integrazione
tra politiche attive e politiche passive - forme di sostegno al reddito;
3. rilevare eventuali fabbisogni formativi relativi all’adeguamento delle competenze
professionali degli operatori, per favorire standard omogenei e condivisi di
servizio e promuovere l’adozione dell’approccio per competenze all’incrocio
domanda-offerta di lavoro.
La rilevazione dei fabbisogni degli operatori dei servizi per l’impiego e la necessità del loro
coinvolgimento diretto, sono risultate assolutamente prioritarie in una fase di forte
ripensamento politico-organizzativo della struttura e delle funzioni delle amministrazioni
provinciali. Se per un verso infatti, permane l’incertezza sul destino delle Province, dall’altro
non si può non considerare che queste gestiscono servizi per i cittadini e per le imprese di
fondamentale importanza. Tra questi servizi i CPI assumono un ruolo centrale nel garantire ai
cittadini e alle imprese servizi qualificati di prossimità.
La crisi occupazionale in corso comporta una crescente pressione sui servizi pubblici per
l’impiego. Come si evidenzierà più avanti, l'incremento dell'utenza, la contrazione delle
assunzioni e la riduzione degli addetti ai servizi si stanno riflettendo sulla capacità dei CPI di
dare piena soddisfazione ai bisogni dei cittadini.
Inoltre, la riforma del mercato del lavoro definita nella Legge n. 92/2012, tratteggia scenari
nuovi sia per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi nel territorio, sia per ciò che concerne
il sistema delle prestazioni da erogare ai cittadini. Tutto ciò implica anche l’adeguamento delle
competenze degli operatori dei Centri per l’impiego.
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Per il conseguimento dei tre obiettivi del presente lavoro si è provveduto a costruire una
intervista strutturata a partire dalla definizione del sistema delle prestazioni essenziali e dei
servizi realizzati dai CPI della Regione del Veneto, alla luce del nuovo quadro normativo e sulla
base degli interventi realizzati in riferimento all’accordo Stato-Regioni del febbraio 20091. Il
percorso metodologico per l’individuazione delle prestazioni è delineato nella Parte 1 di questo
rapporto.
Le interviste sono state condotte tra i mesi di febbraio e maggio 2013. Sono stati coinvolti tutti
i Responsabili dei 42 Centri per l’Impiego del Veneto e 76 Operatori.
Gli esiti dell’intervista sono descritti nella parte 2 “Prestazioni garantite dai Servizi Pubblici per
l’Impiego (SPI)” e nella parte 3 “Competenze professionali degli operatori dei SPI”.
Infine nella Parte 4 viene tracciata una prima “Definizione di percorsi standardizzati di
prestazione”.
1 Accordo tra Stato, Regioni e Province Autonome sugli ammortizzatori sociali in deroga e le politiche attive, sottoscritto il 12 febbraio 2009 e successivi rinnovi.
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PARTE 1
Il percorso metodologico per l’individuazione delle
prestazioni
In questa prima parte è descritto l’impianto metodologico della ricerca i cui punti maggiormente qualificanti
sono:
• definizione di cinque aree di prestazione e delle dodici prestazioni essenziali correlate così come
desunte dalla legge 92/2012;
• individuazione dei requisiti di struttura, processo e relazione necessari a garantire le prestazioni
essenziali, così come definiti nella prassi e/o nella regolazione regionale;
• presentazione della struttura dell’intervista utilizzata per la ricerca.
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1.1 Quadro di riferimento normativo
In materia di servizi per l’impiego e di procedure di collocamento si è assistito negli ultimi venti
anni a numerosi interventi normativi che hanno prodotto modifiche radicali nella disciplina
precedente, sia in termini di assetto istituzionale e organizzativo, sia nell’impianto regolativo e
procedurale, sia nel rapporto organico con le politiche del lavoro attive e passive.
Dopo una serie di interventi legislativi (L. 863/84, L. 56/87, L. 223/91, L. 236/93) finalizzati a
introdurre una sempre più ampia facoltà di scelta nelle assunzioni, si è assistito, a partire dalla
seconda metà degli anni ’90, a una produzione normativa volta a modificare i principi di base
della disciplina previgente.
Il D.Lgs 510/96, convertito nella L. 608/1996, ha modificato le regole di assunzione,
introducendo in via generalizzata il principio dell’assunzione diretta con obbligo di
comunicazione successiva che sostituisce il “vecchio” nulla-osta di avviamento. La L. 196/97
ha invece attenuato il divieto assoluto di intermediazione, introducendo il contratto di fornitura
di lavoro temporaneo.
Il D.Lgs 469/97 ha concretizzato i principi del “federalismo amministrativo” in materia di
mercato del lavoro, conferendo agli enti territoriali le funzioni di gestione in questo ambito. In
particolare sono state attribuite alle Regioni a statuto ordinario e agli altri Enti Locali le funzioni
relative al collocamento e alle politiche attive del lavoro. Lo Stato esercita un ruolo di indirizzo,
promozione e coordinamento oltre ad alcune competenze specifiche, quali ad esempio la
vigilanza in materia di lavoro e dei flussi di entrata dei lavoratori non appartenenti all’Unione
Europea. Riassumendo, il sistema delle deleghe a livello locale ha previsto l’attribuzione alle
Regioni della funzione di regolazione, di organizzazione amministrativa, di progettazione, di
valutazione e controllo dei servizi all’impiego, mentre le Province svolgono il ruolo di raccordo
con gli altri Enti locali ed erogano i servizi per l’impiego sul territorio.
Sempre in considerazione del decentramento amministrativo, va ricordato anche il D.Lgs
112/98 che, attuando le leggi di riforma della P.A., ha implementato le competenze regionali
nell’ambito dell’istruzione e della formazione professionale, integrandole con le politiche del
lavoro, così come previsto dal citato D.Lgs 469/97.
Di rilievo inoltre la Legge 68/99 – “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” – che non solo
attribuisce alle Regioni e alle Province importanti funzioni in materia, ma riforma le procedure
del collocamento obbligatorio, secondo il principio del “collocamento mirato”.
Il DPR 442/2000 istituisce l’elenco anagrafico dei lavoratori al posto delle liste di collocamento.
Parallelamente con il D.Lgs 181/2000, di seguito modificato dal D.lgs. 297/2002, si è avviato il
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disegno di revisione del modello organizzativo e funzionale della disciplina del mercato del
lavoro. Infine il D.Lgs 276/2003 interviene con ulteriori modifiche sull’organizzazione e
disciplina del mercato del lavoro, introducendo nuovi soggetti autorizzati e definendo un
adeguato regime sanzionatorio.
La legge 92 del 28 giugno 2012 modifica e ridefinisce gli interventi che devono essere garantiti
ai cittadini. Essa all’articolo 4 comma 33 modifica il decreto 181/2000, nello specifico:
a) colloquio di orientamento entro tre mesi dall'inizio dello stato di disoccupazione;
b) azioni di orientamento collettive fra i tre e i sei mesi dall'inizio dello stato di disoccupazione,
con formazione sulle modalità più efficaci di ricerca di lavoro;
c) formazione della durata complessiva non inferiore a due settimane tra i sei e i dodici mesi
dall'inizio dello stato di disoccupazione; tale formazione deve essere adeguata alle competenze
professionali del disoccupato e alla domanda di lavoro dell'area territoriale di domicilio;
d) proposta di adesione a iniziative di inserimento lavorativo entro la scadenza del periodo di
percezione del trattamento di sostegno al reddito.
È prevista inoltre l'offerta di formazione professionale, della durata complessiva non inferiore a
due settimane, nei confronti dei beneficiari di trattamento di integrazione salariale che
comporti la sospensione dall'attività lavorativa per un periodo superiore ai sei mesi.
Inoltre la stessa Legge 92/2012 ai commi 51-61 e 64-68 richiama la necessità di garantire ai
cittadini il diritto di vedersi riconosciute le competenze acquisite anche al di fuori dei percorsi
formali, attraverso il riconoscimento, la validazione e la certificazione delle competenze
comunque acquisite. Le norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione
e validazione degli apprendimenti non formali e informali e gli standard minimi di servizio del
sistema nazionale di certificazione delle competenze, sono state oggetto del recente decreto
legislativo n. 13 del 16 gennaio 2013.
Alla luce di quanto sopra richiamato, si possono configurare cinque aree di prestazione che i
servizi per il lavoro, pubblici e privati accreditati, sono chiamati a garantire:
1. informazione e accesso ai servizi di politica attiva;
2. orientamento al lavoro e alla formazione;
3. misure di accompagnamento al lavoro;
4. incontro domanda e offerta di lavoro;
5. identificazione, validazione e certificazione delle competenze;
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A ciascuna delle cinque aree di prestazione sono correlabili le prestazioni essenziali che sono
state enucleate in riferimento a quanto tratteggiato nella legge 92/2012 e alle pratiche
adottate in Regione del Veneto a seguito delle politiche di contrasto alla crisi, realizzate a
partire dall’Accordo Stato Regioni.
Al fine di garantire le prestazioni essenziali collegate a ciascuna delle cinque aree di cui sopra,
è necessario garantire i requisiti di struttura, di processo e soprattutto di relazione; questi
ultimi permettono di affermare che le competenze professionali fondamentali2, necessarie
nell’ambito di un servizio per l’impiego possono essere le seguenti:
1. gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini
interessati a modificare la propria situazione lavorativa;
2. gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente
del servizio, spendibili nel mercato del lavoro;
3. elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità;
4. gestire l’incrocio domanda-offerta di lavoro;
5. accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento
lavorativo;
6. monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio,
intervenendo con eventuali azioni correttive.
2 DGR 2238 del 20.12.2011 consultabile al seguente link: http://www.regione.veneto.it/web/lavoro/accreditamento-servizi-lavoro
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1.2 Prestazioni essenziali: metodologia e strumenti di rilevazione
L’indagine ha posto l’accento su:
- l’organizzazione e le prestazioni offerte dai Servizi Pubblici per l’Impiego (SPI)
- le competenze professionali degli operatori dei SPI.
L’intervista utilizzata ai fini dell’indagine è descritta in maniera analitica in questo paragrafo,
ma per rendere maggiormente leggibile la struttura dell’intervista stessa si propone qui di
seguito uno schema riassuntivo:
STRUTTURA DELL’INTERVISTA
I° SEZIONE
Rivolta ai Responsabili dei CPI (42)
ORGANIZZAZIONE E PRESTAZIONI OFFERTE DAI
SERVIZI PUBBLICI PER L’IMPIEGO (SPI)
PARTE 1-A
- QUADRO ORGANIZZATIVO DEI CPI
PARTE 1-B
- AREE DI PRESTAZIONE
- PRESTAZIONI ESSENZIALI
- REQUISITI DI STRUTTURA E DI PROCESSO
II° SEZIONE
Rivolta agli operatori dei CPI (76)
COMPETENZE PROFESSIONALI DEGLI OPERATORI DEI SPI
PARTE A
- AUTOVALUTAZIONE DELLE COMPETENZE PROFESSIONALI DEGLI OPERATORI
PARTE B
- AUTOVALUTAZIONE DELLE CONOSCENZE
- AUTOVALUTAZIONE DELLE ABILITÀ
L’intervista3 è strutturata in due sezioni; la prima sezione è stata somministrata
esclusivamente ai responsabili dei CPI.
Le aree di prestazione individuate sono le seguenti:
1. Informazione e accesso ai servizi;
2. Orientamento al lavoro e alla formazione;
3Per il testo integrale dell’intervista si veda l’allegato 1.
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3. Misure di accompagnamento al lavoro;
4. Incontro domanda e offerta di lavoro;
5. Identificazione, validazione e certificazione delle competenze.
Tali aree sono sostanziate da 12 prestazioni essenziali auto-consistenti, utili a supportare un
percorso di ingresso o re-ingresso nel mondo del lavoro. Questi percorsi si possono articolare
secondo il bisogno, l’appartenenza a specifici target e le caratteristiche socio-professionali dei
cittadini ai quali la norma riconosce benefici o tutele giuridiche ed economiche.
Nello schema che segue è fornita una sintetica descrizione di ciascuna prestazione essenziale.
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Area Prestazione essenziale Descrizione
1. Informazione e accesso ai servizi
1.1 Fornire informazioni Informazioni circa le opportunità occupazionali e formative, le caratteristiche del MdL e gli strumenti di politica attiva disponibili nella rete dei Servizi per il lavoro e della formazione professionale.
1.2 Aggiornamento del profilo socio-professionale
Rilascio della DID, accertamento dei requisiti soggettivi e iscrizione/aggiornamento del profilo socio-professionale del lavoratore nel SIL.
1.3 Stipula del Patto di Servizio Condivisione e firma del Patto di Servizio (PdS) che descrive e sostanzia gli impegni reciproci tra le parti.
2. Orientamento al lavoro e alla formazione
2.1 Colloquio di orientamento Colloquio di orientamento e di valutazione del caso individuale, al fine di supportare la persona nella scelta di opportunità lavorative e di servizi coerenti al suo profilo professionale.
2.2 Azioni collettive di orientamento Incontri informativi/formativi sulle modalità efficaci di ricerca di occupazione, adeguate al contesto produttivo territoriale.
3. Misure di accompagnamento
al lavoro
3.1 Proposta di percorsi di validazione/certificazione delle competenze
Colloquio di orientamento individuale per indirizzare la persona a percorsi di identificazione delle competenze.
3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione
Formazione della durata complessiva non inferiore a due settimane tra i 6 e i 12 mesi dall’inizio dello stato di disoccupazione. Organizzazione e proposta di tirocini formativi.
3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo
Valutazione del caso individuale, elaborazione di proposta di indirizzo per la persona verso iniziative di inserimento lavorativo o riqualificazione professionale anche mediante stage e tirocini.
4. Incontro domanda e offerta
di lavoro
4.1 Colloquio di attivazione Colloquio finalizzato alla individuazione di opportunità lavorative coerenti con il profilo professionale del cittadino.
4.2 Promozione del profilo professionale Selezione e pubblicazione delle vacancies e azioni di promozione del profilo presso le imprese.
5. Identificazione, validazione e
certificazione delle competenze
5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze
Colloquio specialistico per l’identificazione e l’accertamento delle competenze finalizzato alla costruzione del «dossier delle evidenze».
5.2 Validazione / certificazione delle competenze
Analisi del dossier delle evidenze e colloquio specialistico per la validazione delle competenze da parte di una commissione composta da minimo 2, massimo 3 esperti (esperto di metodo, esperto della professione, esperto della formazione)
Schema 1 – Descrizione delle 12 prestazioni essenziali collegate alle 5 aree di prestazione
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Ai responsabili dei Centri per l’Impiego coinvolti nell’intervista è stato chiesto se ciascuna
prestazione essenziale fosse:
A - garantita
B - parzialmente garantita
C - non garantita
Inoltre, per ogni area di prestazione sono stati rilevati i requisiti di struttura e di processo
essenziali ai fini di poter garantire le prestazioni stesse. E’ stato richiesto se ciascun requisito
di struttura e di processo fosse:
A - garantito
B - attivabile al bisogno
C - non garantito
Nel caso di risposta B o C, sia in riferimento alle prestazioni sia in riferimento ai requisiti è
stato chiesto, inoltre, di esplicitare sinteticamente i motivi della parziale o della mancata
garanzia.
Nello schema che segue, è fornito il quadro dei requisiti di struttura e di processo relativi a
ciascuna area di prestazione.
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Area Prestazione essenziale Requisiti di struttura Requisiti di processo
1. Informazione e accesso ai servizi
1.1 Fornire informazioni
1. Sito internet aggiornato 1. Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa
2. Punto di accoglienza per utenza con operatore dedicato
2. Servizio di promozione e marketing dei servizi del SPI verso i cittadini
1.2 Aggiornamento del profilo socio-professionale
3. Spazio attrezzato per auto-consultazione di materiali informativi
3. Servizio informativo specifico dedicato alle imprese
4. Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
4. Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti
1.3 Stipula del Patto di Servizio 5. Servizio di attivazione degli AA.SS. in raccordo con INPS
2. Orientamento al lavoro e alla formazione
2.1 Colloquio di orientamento
1. Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
1. Realizzazione di un colloquio individuale di orientamento entro 3 mesi dal rilascio della DID
2. Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo
2. Scouting continuo delle opportunità e aggiornamento dei sistemi informativi
2.2 Azioni collettive di orientamento
3. Disponibilità di dossier di analisi del contesto e degli scenari occupazionali del territorio
3. Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della DID
4. Disponibilità di un catalogo delle opportunità formative e relativi requisiti di accesso
3. Misure di accompagnamento
al lavoro
3.1 Proposta di percorsi di validazione/certificazione delle competenze
1. Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio e interventi con eventuali azioni correttive
1. Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità
2. Supporto all’utente del servizio nel percorso di inserimento o reinserimento lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta
3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo
2. Sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni)
3. Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo formativo
3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione
3. Raccordo e invio ai servizi formativi per accesso a percorsi di PAL
4. Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del reinserimento
4. Incontro domanda e offerta
di lavoro
4.1 Colloquio di attivazione 1. Report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale
1. Realizzazione colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID
2. Verifica delle segnalazioni /presentazioni delle candidature
4.2 Promozione del profilo professionale
2. Collegamento con ClicLavoro 3. Attività di promozione e marketing verso le imprese
3. Gestione informatizzata del processo di incrocio D/O
4. Aggiornamento costante delle informazioni su SIL
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5. Identificazione, validazione e
certificazione delle competenze
5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze
1. Registro operatori di supporto alla costruzione del dossier delle evidenze
1. Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl
2. Registro esperti di validazione 2. Selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave
3. Disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio
5.2 Validazione / certificazione delle competenze
4. Aula/sala attrezzata per incontri individuali
5. Repertorio professioni indicato/adottato dalla regione
6. Format dossier
Schema 2 – Elenco dei requisiti di struttura e di processo per le 5 aree di prestazione
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La seconda sezione dell’intervista è articolata per quesiti che fanno fulcro su sei
competenze professionali fondamentali (“competenze chiave”). I quesiti di questa
sezione dell’intervista sono stati rivolti a 76 operatori4 che intervengono in 42 CPI presenti
nella Regione.
Il gruppo di operatori cui è stata rivolta l’intervista è stato individuato chiedendo ai
Responsabili dei centri per l’impiego di indicare due nominativi5 che nell’ambito dell’attività
potessero agire le sei competenze ritenute fondamentali che sono di seguito elencate:
1) Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini
interessati a modificare la propria situazione lavorativa.
2) Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino,
utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro.
3) Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità.
4) Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro.
5) Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento
lavorativo.
6) Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio,
intervenendo con eventuali azioni correttive.
Questa sezione dell’intervista è stata costruita e proposta agli operatori intervistati con due
obiettivi.
Il primo, verificare con gli operatori il reale esercizio di tali competenze chiave nella
gestione ordinaria delle attività necessarie a soddisfare l’offerta dei servizi che fanno capo
alle cinque prestazioni essenziali richieste ai servizi per il lavoro.
Il secondo obiettivo, stabilire se l’esercizio di tali competenze è sufficiente a
garantire l’offerta dei medesimi servizi o se invece sono necessarie anche altre
competenze oltre alle sei competenze chiave sopra richiamate.
4 I dati relativi al numero di operatori intervistati e ai Servizi per l’impiego di riferimento sono riportati nella tabella 1 dell’Appendice “tabelle e grafici”. 5 Si precisa che alcuni operatori intervistati intervengono in più di un centro per l’impiego nell’ambito della stessa provincia. È il caso ad esempio degli SPI di Arzignano e Valdagno che hanno operatori in comune e di Vicenza il cui personale interviene anche nel centro di Lonigo. E’ anche il caso di Pieve di Soligo e Conegliano. Essendo il primo ormai una “succursale” del CPI di Conegliano, alcuni operatori di questo CPI in vari giorni e in vari orari, sono presenti a Pieve per garantire il servizio agli utenti dei comuni afferenti.
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Al primo obiettivo d’indagine è legata la prima parte dell’intervista denominata “Intervista -
parte A” che comprende un set di domande che l’intervistatore ha posto in presenza e in
modo individuale agli Operatori dei Centro per l’impiego (d’ora in avanti Operatore del CPI).
L’intervistatore ha illustrato all’Operatore del CPI le 6 competenze fondamentali per un
Operatore che agisca nell’ambito dei servizi per il lavoro.
Come noto, la letteratura ha offerto numerose definizioni del termine “competenza” e dei
suoi elementi: le conoscenze e le abilità. L’intervista è strutturata sulla base di una scelta
precisa in merito all’utilizzo delle definizioni di competenza, conoscenza e abilità adottate in
ambito europeo6. Tale scelta è stata esplicitata nel testo dell’intervista e condivisa con gli
operatori intervistati.
All’Operatore del CPI è stato quindi richiesto di esprimere il grado di possesso di ciascuna
delle 6 competenze in base all’esercizio di ciascuna competenza nello svolgimento del lavoro
cui normalmente si dedica.
Per esprimere il grado di possesso della competenza è stato proposto l’utilizzo di una scala di
valutazione da 1 a 4 punti, di seguito riportata, al fine di esprimere una valutazione.
Punteggio: 1 Non ha mai affrontato situazioni che potessero fargli agire la competenza oggetto di analisi
Punteggio: 2 Ha gestito solo occasionalmente situazioni poco complesse che potessero fargli agire la competenza oggetto di analisi
Punteggio: 3 Agisce abitualmente (con buoni risultati) comportamenti per affrontare situazioni abbastanza complesse che richiedono per loro natura la competenza oggetto di analisi
Punteggio: 4 Agisce sempre (con ottimi risultati) comportamenti per affrontare situazioni molto complesse che richiedono per loro natura la competenza oggetto di analisi
6Fonte: Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle
qualifiche per l'apprendimento permanente (EQF). Per competenza si intende la comprovata capacità di utilizzare conoscenze,
abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e
personale. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e
autonomia.
Per conoscenza si intende il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un
insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio. Nel contesto dell'European Qualifications
Framework (EQF) le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.
Per abilità si intende la capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere
problemi. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l'uso del
pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l'abilità manuale e l'uso di metodi, materiali, strumenti).
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Successivamente è stato chiesto di elencare le conoscenze e le abilità ritenute necessarie
all’esercizio delle competenze rispetto alle quali l’operatore si era attribuito un punteggio
elevato (3 o 4). Inoltre per le competenze rispetto alle quali l’operatore si era attribuito un
punteggio pari a 2, intendendo che ha agito solo occasionalmente la competenza, è stato
chiesto di elencare le conoscenze e le abilità a suo parere mancanti.
Conoscenze e abilità sono elementi costitutivi e portanti delle competenze. Altri elementi
concorrono a strutturare le competenze (atteggiamenti, motivazioni, percezione di sé, valori,
etc) ma sono questi i due elementi fondamentali sui quali più efficacemente è possibile agire
con interventi a carattere formativo laddove si evidenzino criticità nell’esercizio della
competenza.
Al secondo obiettivo dell’indagine è legata la seconda parte dell’intervista denominata
“Intervista - Parte B” che comprende un set di domande alle quali gli Operatori dei centri
per l’impiego hanno risposto in modo individuale senza la presenza dell’intervistatore.
Questa parte dell’intervista è suddivisa in due sezioni denominate Sezione 1- Conoscenze
e Sezione 2 - Abilità. Nella prima sezione è presentato un elenco di conoscenze, nella
seconda è presentato un elenco di abilità. Tali conoscenze e abilità sono quelle che
potrebbero servire a un Operatore che agisca nell’ambito dei servizi per il lavoro. Per ciascun
elenco, presente nelle due sezioni, è stato chiesto di esprimere una valutazione
relativamente al possesso di ogni singola conoscenza e di ogni singola abilità segnalate nei
rispettivi elenchi.
In particolare, per quanto riguarda le abilità, è stato proposto di utilizzare una scala di
valutazione da 1 a 4 punti, di seguito riportata, al fine di esprimere una valutazione in
merito a ciascuna abilità.
Punteggio: 1 Non applico questa abilità nel lavoro che svolgo
Punteggio: 2 Utilizzo raramente questa abilità nel lavoro che svolgo
Punteggio: 3 Applico abitualmente questa abilità nel lavoro che svolgo
Punteggio: 4 Applico abitualmente questa abilità per affrontare situazioni lavorative anche molto complesse
Infine è stato chiesto di fare degli esempi in merito all’esercizio di alcune specifiche abilità
solo nel caso in cui a queste fosse stato attribuito dall’Operatore un punteggio elevato (3 o
4). Si fa presente che le abilità cui è stato richiesto di fare specifico riferimento erano 7 su
37.
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Si tratta delle abilità rilevanti per poter erogare le prestazioni essenziali legate all’area di
prestazione 5 “Identificazione, validazione e certificazione delle competenze” in merito alle
quali si è ritenuto utile fare uno specifico approfondimento.
La modalità dell’autovalutazione offre senza dubbio una lettura di parte. Tuttavia la
correlazione tra gli esiti di questa parte dell’intervista con la prima parte dell’intervista che
ha indagato quantitativamente le performance regionali dei servizi per il lavoro a partire
dalle performance dei singoli CPI consente di fornire un quadro di riferimento completo e
oggettivo.
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PARTE 2
Le prestazioni garantite dai SPI
Questa seconda parte riporta gli esiti riguardanti l’indagine sulle prestazioni garantite dai CPI del Veneto.
Vengono presentate le caratteristiche organizzative dei SPI veneti (operatori, bacino di utenti potenziali)
e si descrive il livello di garanzia delle prestazioni oggetto dell’indagine. Il quadro che emerge è di un
elevato livello di garanzia, reso possibile sia dall’utilizzo degli strumenti codificati in ambito regionale per
la gestione degli interventi (DID, Patto di Servizio, PAI) che dal supporto di un efficace Sistema
Informativo Lavoro.
Dall’analisi emergono possibili aree di miglioramento delle prestazioni erogate ai cittadini, con
particolare riferimento alle prestazioni di Area 3 “Misure di accompagnamento al lavoro” e di Area 5
“Identificazione, validazione e certificazione delle competenze”.
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2.1 Struttura ed Organizzazione dei SPI nella Regione Veneto
L’assetto attuale del sistema dei SPI del Veneto è costruito sulla base della seguente
dicotomia: da un lato spetta alla Regione l’ambito funzionale di indirizzo, programmazione e
governo, mentre alle Province spetta la gestione dei CPI.
I soggetti istituzionali responsabili dell’erogazione dei servizi sono la Regione e le Province,
che operano attraverso apposite strutture operative che sono la Direzione Lavoro e l’Ente
strumentale Veneto Lavoro. Quest’ultimo svolge la funzione di osservatorio regionale del
mercato del lavoro, e presta assistenza tecnica al sistema dei CPI soprattutto per la gestione
del sistema informativo regionale del lavoro. In generale le strutture regionali operano come
strutture di secondo livello, con un ruolo nei confronti delle strutture provinciali di
coordinamento, indirizzo e assistenza tecnica.
Per l’erogazione diretta dei servizi ai cittadini le Province si avvalgono dei Centri per
l’Impiego, che sono strutture territoriali i cui bacini di competenza sono rimasti formalmente
i medesimi di quelli delle ex Sezioni circoscrizionali per l’impiego, così come ridefinite dal
decreto legislativo 469/97. In alcuni casi le Province hanno modificato sul piano operativo
questa suddivisione territoriale o accorpando la gestione di due CPI (è il caso dei CPI di
Schio e Thiene), o suddividendo in due unità operative un unico CPI (è il caso, ad esempio,
del CPI di San Donà di Piave dove è stata creata anche l’unità operativa di Jesolo). Inoltre,
anche per la Provincia di Treviso si segnala che da gennaio 2010 è avvenuto l’accorpamento
tra il CPI di Motta di Livenza e quello di Oderzo.
Sul piano della suddivisione territoriale, la regione Veneto conta 40 CPI e 3 uffici territoriali,
questi ultimi presenti nella sola della provincia di Venezia. L’oggetto dell’indagine sono stati i
40 CPI e i due uffici distaccati di Mestre e Jesolo, mentre l’ufficio di Cavarzere non è stato
oggetto di rilevazione in quanto la sua struttura organizzativa non è riconducibile ad un CPI
organizzato. Le tabelle e i grafici che seguono si riferiscono, pertanto, a 42 strutture
organizzate che da qui in avanti saranno chiamate CPI.
Nei CPI della Regione sono impegnati complessivamente 397 operatori di cui, 379 assunti a
tempo indeterminato, 6 assunti tempo determinato e 12 tra esperti e collaboratori. Il
personale impegnato in attività di front office è di 323 unità (Tab. 1).
21
Si segnala la progressiva diminuzione del personale dei CPI, passato nel periodo 2005/2011
da 569 a 422 operatori7, per arrivare ai 397 operatori del 2012, con una riduzione
complessiva dal 2005 del 33%.
Tab. 1 – Personale dei Centri per l’Impiego del Veneto
Personale CPI per tipologia assunzione
N. dipendenti a tempo indeterminato
N. dipendenti a tempo determinato
N. eventuali esperti, consulenti e collaboratori
TOTALE PERSONALE CPI
DI CUI FRONT OFFICE
PROVINCIA DI BELLUNO 26 0 0 26 24
PROVINCIA DI PADOVA 52 1 1 54 45
PROVINCIA DI ROVIGO 35 0 0 35 35
PROVINCIA DI TREVISO 72 4 11 87 65
PROVINCIA DI VENEZIA 59 1 0 60 57
PROVINCIA DI VERONA 75 0 0 75 51
PROVINCIA DI VICENZA 60 0 0 60 46 TOTALE REGIONE VENETO 379 6 12 397 323
In riferimento alla popolazione attiva (Tab. 2), la maggior parte dei CPI serve mediamente
un bacino territoriale superiore alle 100 mila unità, passando da 46 mila dei CPI della
provincia di Belluno, fino ad arrivare ai 131 mila della provincia di Verona.
Complessivamente tutti i CPI dei comuni capoluogo di provincia servono bacini molto
consistenti, eccetto Belluno e Rovigo dove ci si attesta su bacini inferiori alle 50 mila unità.
Tab. 2 - Popolazione di 15 anni e oltre per sesso, classe di età, regione e provincia - Anno 2012 (dati in migliaia)
REGIONI E PROVINCE
Maschi Femmine Maschi e femmine
15-24 25-54 55 e oltre Totale 15-24 25-54 55 e oltre Totale 15-24 25-54 55 e oltre
Totale
VENETO 235 1.096 718 2.050 223 1.071 871 2.166 459 2.168 1.589 4.216 Verona 49 205 128 382 47 197 157 401 96 402 285 783 Vicenza 47 192 123 361 44 185 143 373 91 377 266 733 Belluno 10 45 33 88 10 43 43 96 19 88 77 184 Treviso 40 203 124 367 42 193 149 384 82 396 272 750 Venezia 37 187 135 359 34 189 166 388 71 375 301 747 Padova 42 212 134 388 37 213 164 413 78 425 297 800 Rovigo 11 52 42 105 11 52 49 112 22 104 91 217
Fonte: ISTAT
7 Fonte Veneto Lavoro, Rapporto MdL 2012. 422 è dato dalla somma di: n. 379 operatori con contratto a tempo indeterminato,
7 a tempo determinato e 36 Co.co.pro.
22
2.2 Informazione e accesso ai servizi
Il cittadino si rivolge ad un CPI per dichiarare la sua immediata disponibilità al lavoro, e
quindi richiede informazioni sulle opportunità e sui servizi a lui dedicati e sulle modalità di
erogazione degli stessi.
Alla prima area di prestazione Informazione e accesso ai servizi sono correlate le seguenti
prestazioni essenziali:
1.1 fornire informazioni;
1.2 aggiornamento del profilo socio-professionale del cittadino;
1.3 stipula del Patto di Servizio.
Queste prestazioni sono garantite al 100% da tutti i CPI della Regione come si evince dal
seguente grafico:
Graf.1- Le prestazioni di area 1 (Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013)
I requisiti di struttura sono garantiti dalla quasi totalità dei CPI regionali come si evince dalla
seguente tabella:
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Area Informazione e accesso ai servizi A - garantita
B - attivabile al bisogno
C - non garantita
A + B Requisiti di struttura
1 Sito internet aggiornato 42 0 0 100%
2 Punto di accoglienza per utenza con operatore dedicato 36 3 3 93%
3 Spazio attrezzato per auto-consultazione di materiali informativi
40 2 0 100%
4 Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente 38 3 1 98%
Tab.3 –Area 1 requisiti di struttura
Sostanzialmente la percentuale di soddisfazione dei requisiti è molto alta, mentre si rilevano
criticità con riferimento al requisito 2, poiché non è garantito in 3 CPI (Dolo, Jesolo,
Portogruaro) e con riferimento al requisito 4, poiché non è garantito in 1 CPI (Oderzo).
I requisiti di processo sono garantiti dalla quasi totalità dei CPI regionali.
Area Informazione e accesso ai servizi A - garantita
B- attivabile al bisogno
C - non garantita
A + B Requisiti di processo
1 Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa
13 23 6 86%
2 Servizio di promozione e marketing dei servizi del SPI verso i cittadini
30 7 5 88%
3 Servizio informativo specifico dedicato alle imprese
33 8 1 98%
4 Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti
13 18 11 74%
5 Servizio di attivazione degli AA.SS. in raccordo con INPS
41 1 0 100%
Tab.4 –Area 1 requisiti di processo
Il requisito 1 non è garantito nei CPI di Venezia, Chioggia, Mirano, Piove di Sacco, Cittadella
e Schio/Thiene.
Il requisito 2 non è garantito in 5 CPI della Provincia di Venezia (Mestre, Venezia, Dolo,
Jesolo, San Donà di Piave) come il requisito 3 (CPI Venezia).
Il requisito 4 non è garantito in tutti i CPI della Provincia di Vicenza, a Venezia e Dolo, a
Pieve di Cadore, a Padova e Abano Terme.
Nel corso dell’intervista è stato chiesto se il CPI avesse rapporti formali con altri soggetti del
territorio (CCIAA, servizi sociali dei comuni, ULSS etc.). I responsabili dei CPI hanno risposto
24
che i rapporti sono codificati e gestiti a livello provinciale, attraverso la stipula di apposite
convenzioni. Infatti risultano codificati rapporti con associazioni di categoria, camere di
commercio e le ULSS. Tali convenzioni permettono al sistema dei servizi di rinviare i cittadini
anche agli sportelli specialistici esterni al CPI; ad esempio il servizio di prima informazione
per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa (autoimpiego), non è generalmente
previsto nei CPI, ma gli operatori, decodificato il bisogno del cittadino, lo supportano nella
gestione dell’appuntamento con lo sportello deputato dell’associazione di categoria e/o
camera di commercio. Lo stesso avviene con i servizi di inserimento lavorativo delle ULSS
(SIL) e le cooperative sociali. Per quanto concerne gli ammortizzatori sociali, i rapporti con
INPS non sono formalizzati, ma è garantito il supporto al cittadino per l’accesso agli stessi
(disoccupazione ordinaria, ASPI/miniASPI, mobilità 223 e in deroga).
Le dichiarazioni dei responsabili dei CPI sulla garanzia delle prestazioni sono suffragate dal
dato oggettivo, poiché nell’anno 2012 risultano registrate sul Sistema informativo lavoro
Veneto 139.890 DID, pari a una media di 3.497 DID per CPI (Tab. 5).
Si è rilevato che al momento della sottoscrizione della DID l’operatore verifica la posizione
del cittadino, aggiorna il suo profilo socio-professionale e registra le informazioni e la DID nel
SILV; lo informa circa le opportunità occupazionali, l’accesso agli ammortizzatori sociali o
altre agevolazioni.
Nel corso del 2012, inoltre sono stati registrati su SILV 127.363 Patti di Servizio (Tab. 6)
pari al 91% delle DID rilasciate; si sottolinea che nella maggioranza dei casi il Patto di
Servizio viene sottoscritto contestualmente alla sottoscrizione della DID e comunque entro e
non oltre 3 settimane.
La tabella che segue riporta i valori assoluti delle DID e dei PdS trattati dai CPI delle
province del Veneto.
25
tabella 5 - Rapporto DID / Operatori
Provincia Flusso DID
% N. CPI media per CPI
n. operatori
media operatore
BELLUNO 7.048 5,04% 4
1.762 26 271
PADOVA 25.486 18,22% 9
2.832 52 490
ROVIGO 8.291 5,93% 3
2.764 35 237
TREVISO 26.045 18,62% 6
4.341 72 362
VENEZIA 26.533 18,97% 6
4.422 59 450
VERONA 25.109 17,95% 6
4.185 75 335
VICENZA 21.378 15,28% 6
3.563 60 356
totale 139.890 100,00 40 3.497 379 369
Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013
Tab. 6 – Le prestazioni relative all’Area 1 “Informazione e accesso ai servizi”
1.1 DID rilasciate ai CPI
Area 1 – Informazione e accesso ai
servizi
Veneto BL PD RO TV VE VR VI Valori assoluti
139.890 7.048 25.486 8.291 26.045 26.533 25.109 21.378
1.2 PDS sottoscritti ai CPI
Veneto BL PD RO TV VE VR VI Valori assoluti
127.363 3.897 25.486 9.094 26.541 13.626 27.724 20.995
Fonte Rapporto Veneto Lavoro 2013 su dati SILV
Sulla base del numero totale delle DID rilasciate nel corso del 2012 si evince che in media
ogni operatore8 dei CPI veneti dovrebbe prendere in carico circa 369 cittadini, con 237
cittadini per la Provincia di Rovigo e 490 cittadini per la Provincia di Padova.
8 Il calcolo è stato fatto utilizzando solo il personale assunto a tempo indeterminato
26
Focus on
Il Patto di Servizio e il Piano di Azione Individuale
Il concetto di “patto di servizio” è presente nella normativa nazionale, specificatamente nella legge n. 247 del 2007. Nello stabilire la delega al Governo per il riordino della normativa in materia di servizi per l’impiego la legge individuava, al comma 31 dell’articolo 1, tra i principi e i criteri direttivi della delega, la promozione del patto di servizio come strumento di gestione adottato dai servizi per l’impiego per interventi di politica attiva del lavoro. Con riferimento alle più recenti novità normative, l’articolo 19, comma 10 della L. 2/2009 subordina l’erogazione dei trattamenti degli ammortizzatori sociali in deroga alla sottoscrizione da parte dei lavoratori interessati di un apposito “patto di servizio” presso i competenti centri per l’impiego.
Il patto di servizio era stato già introdotto in Veneto con la DGR n. 1837 del 18 giugno 2004 quale strumento per gestire il riconoscimento, la conservazione, la perdita dello “stato di disoccupazione”.
Nella prassi amministrativa il Patto di Servizio definisce le condizioni generali dell’erogazione dei servizi da parte del CPI e della fruizione dei medesimi da parte del lavoratore e rappresenta un vero e proprio standard di servizio. Ha la forma di accordo tra il Centro per l’Impiego e il disoccupato e deve essere sottoscritto dalle due parti.
Il Patto di Servizio, si configura dunque come “condizione per l’esercizio di diritti riconosciuti dall’ordinamento” e rappresenta lo strumento attraverso il quale il lavoratore in cerca di occupazione e i CPI sanciscono i rispettivi impegni e ruoli nello svolgimento del percorso personalizzato di orientamento, riqualificazione ed accompagnamento al lavoro. Nello specifico, il Patto di Servizio è il contratto che assicura ai soggetti disoccupati/inoccupati, l’erogazione dei servizi per la riqualificazione e la promozione dell’inserimento lavorativo. Il Patto, oltre ai dati anagrafici e ai riferimenti alla situazione occupazionale, prevede esplicitamente che l’individuazione delle specifiche azioni da realizzare per promuovere l’occupabilità e l’inserimento lavorativo del cittadino debba avvenire attraverso la successiva definizione di un Piano d’Azione Individuale (PAI).
Il PAI è lo strumento attraverso il quale il soggetto, con il concorso di un operatore del sistema dei servizi per il lavoro pubblici o privati accreditati/autorizzati, definisce un programma di attività funzionali al raggiungimento dell’obiettivo occupazionale individuato e condiviso fra l’operatore unico e il lavoratore in cerca di occupazione.
Il patto di servizio e il piano di azione individuale sono strumenti standardizzati in ambito regionale e utilizzati anche dai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro.
27
Focus on
I rapporti con il territorio
Per quanto riguarda i rapporti con il territorio, l'organizzazione dei CPI prevede che accordi, collaborazioni e partenariati siano stipulati a livello provinciale. Ad esempio, i CPI della provincia di Venezia, hanno rapporti di collaborazione formalizzati e in atto con: • l'INAIL per la gestione dei lavoratori disabili coinvolti in cause di lavoro; • le ULSS per la gestione dei lavoratori disabili; • la cooperativa COGES per la gestione dei lavoratori disabili di difficile collocazione nel mercato del lavoro. Vanno segnalati gli accordi dei CPI di Mestre, Venezia e Jesolo con i servizi sociali dei rispettivi Comuni per la gestione di tirocini finalizzati alla collocazione di soggetti in situazione di disagio socio-economico.
Il complesso degli accordi di collaborazione formalizzata con soggetti pubblici o privati indica una sostanziale attenzione verso i soggetti deboli, svantaggiati o a rischio di esclusione sociale.
In riferimento all’item n. 10 presenza di accordi/reti di collaborazione, è emerso come i rapporti di partenariato/collaborazione siano definiti per lo più a livello provinciale e non dal singolo CPI. La provincia di Padova ha un accordo con i comuni di Albignasego, Cadoneghe, Carmignano di Brenta, Casalserugo, Correzzola, Limena, Rubano, Selvazzano Dentro, Vigonza, Villafranca Padovana per l’apertura di 10 sportelli InformaLavoro che insieme ai nove CPI potenziano la rete provinciale dei SPI. Tale rete si completa con servizi allestiti ad hoc da soggetti pubblici e privati in riferimento a specifici progetti di inclusione sociale. In particolare, nel 2012, segnaliamo il Progetto Sociale promosso dalla Fondazione Cariparo, Diocesi di Padova, Fondazione Antonveneta, Camera di Commercio, ULSS 16, e, per le province di Belluno e Verona, il progetto promosso dalla Fondazione CARIVERONA. La gestione dei rapporti con i servizi sociali dei comuni non è regolata da un provvedimento specifico, tant’è che non è possibile definire il numero dei soggetti inviati ai servizi sociali dei comuni o giunti al CPI su segnalazione degli stessi.
28
2.3 Orientamento al lavoro e alla formazione
Alla seconda area di prestazione Orientamento al lavoro e alla formazione sono correlate le
seguenti prestazioni essenziali:
2.1 colloquio di orientamento
2.2 azioni collettive di orientamento.
Il colloquio prevede la valutazione del caso individuale al fine di indirizzare la persona verso le
opportunità lavorative e i servizi più coerenti ai suoi bisogni, al suo profilo professionale, anche
con il supporto di sessioni orientative di gruppo.
Il colloquio di orientamento risulta garantito dalla quasi totalità dei CPI, mentre le azioni di
orientamento collettivo risultano sempre garantite dal 64% dei CPI, mentre il 18% le
garantisce parzialmente o al bisogno e un altro 18% non le garantisce affatto.
97%
64%
3%
18%
0%
18%
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
2.1 Colloquio di orientamento
2.2 Azioni di orientamento collettive
garantita
parzialmente garantita
non garantita
Graf. 2 - Le prestazioni di Area 2 (Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013)
I requisiti di struttura relativi a questa area di prestazione sono garantiti nella quasi la totalità
dei CPI. Dalla tabella riportata di seguito si evince la piena garanzia del requisito della
postazione attrezzata e riservata per la conduzione di colloqui. Inoltre, nel 90% dei CPI, è
garantita pienamente o al bisogno la disponibilità di un catalogo delle opportunità formative
(solo nei CPI di Bassano del Grappa, Dolo, Mirano, Portogruaro il requisito non è presente).
Aspetti di maggiore criticità si riscontrano per il requisito della sala attrezzata per le sessioni di
orientamento di gruppo; infatti è disponibile in 27 CPI e al bisogno in altri 8, mentre non è
29
garantito nei CPI di Abano Terme, Portogruaro, San Donà di Piave, Jesolo, Venezia, Vicenza,
Lonigo. Altro aspetto critico è rappresentato dalla parziale disponibilità di analisi di contesto e
scenari occupazionali del territorio. Tale disponibilità è garantita pienamente in 19 CPI, in altri
17 è garantita al bisogno, mentre non risulta garantita nei CPI di Legnago, Chioggia, Dolo,
Mirano, Jesolo, Portogruaro.
Area Orientamento al lavoro e alla formazione A -
garantita B - attivabile
al bisogno C - non
garantita A + B Requisiti di struttura
1 Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
41 1 0 100%
2 Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo 27 8 7 83%
3 Disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio 19 17 6 86%
4 Disponibilità di un catalogo delle opportunità formative e relativi requisiti di accesso
30 8 4 90%
Tab.7 –Area 2 requisiti di struttura
I requisiti di processo sono garantiti dalla totalità dei CPI regionali, ad eccezione del terzo
requisito realizzazione di incontri informativi/formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della
DID, che non è garantito nei CPI di Schio/Thiene, Mestre, Venezia, San Donà di Piave9.
Area Orientamento al lavoro e alla formazione A -
garantita B - attivabile
al bisogno C - non
garantita A + B
Requisiti di processo
1 Realizzazione di un colloquio individuale di orientamento entro 3 mesi dal rilascio della DID
36 6 0 100%
2 Scouting continuo delle opportunità e aggiornamento dei sistemi informativi
36 6 0 100%
3 Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della DID
26 12 4 90%
Tab.8 –Area 2 requisiti di processo
Nel 2012 sono stati registrati su SILV 113.321 colloqui di primo orientamento, pari all’89%
dei PdS sottoscritti (TAB.9).
9 Requisito previsto e definito dalla Legge 92/2012.
30
In riferimento alla prestazione di azioni di orientamento collettive, nel 2012 risultano registrati
sul SILV 583 incontri di gruppo, con il coinvolgimento di 7.384 cittadini, con una media di
12,66 partecipanti per incontro.
Non tutti i CPI riescono a garantire questa prestazione, perché il più delle volte si tratta di
iniziative erogate per specifiche progettualità o da servizi di staff provinciale.
Gli intervistati, inoltre, hanno segnalato la presenza di servizi rivolti ai giovani in obbligo
formativo.
La tabella che segue riporta le quantità di prestazioni riferite all’area Orientamento al lavoro e
alla formazione erogate dai CPI.
2. Orientamento al lavoro
e alla formazione
2.1 Colloqui di orientamento
Veneto BL PD RO TV VE VR VI
n. colloqui 113.321
4.204
22.117
13.288
23.552
11.164
28.157
10.839
2.2 Azioni di orientamento collettive
Veneto BL PD RO TV VE VR VI
n. incontri
583 nd
104
144
335
nd nd nd
n. partecipanti a incontri
7.384
nd
856
1.138
5.141 nd nd
249
Tab. 9 – Le prestazioni di orientamento al lavoro e alla formazione
Fonte Italia Lavoro su dati forniti dalle province del Veneto e da Veneto Lavoro su dati SILV
31
Focus on
Il colloquio di orientamento e valutazione del caso individuale
La fruizione da parte dei cittadini delle prestazioni disponibili nei CPI, è mediata da una fase relazionale, nella quale gli operatori dei servizi per il lavoro e i cittadini stessi concordano le modalità di fruizione in relazione ai bisogni, alle opportunità e alle disponibilità individuali.
Questa fase è rappresentata dai colloqui di orientamento e valutazione del caso individuale e può verificarsi in più momenti del percorso individualizzato, poiché è funzionale al conseguimento dei seguenti obiettivi:
A) sostenere la chiarificazione della domanda orientativa individuale;
B) fornire informazioni circa le opportunità di percorsi al reimpiego;
C) sottoscrizione Patto di Servizio;
D) rilevare il profilo professionale e formativo del lavoratore, i possibili fattori di criticità per l’inserimento lavorativo, gli ambiti di disponibilità e le preferenze relativamente sia ai percorsi formativi sia all’attività lavorativa;
E) migliorare la conoscenza di sé, delle proprie capacità e delle proprie competenze spendibili nel mercato del lavoro locale; migliorare la conoscenza delle proprie risorse per potenziare la capacità di scelta e di progettualità personale.
La valutazione determina il grado di aiuto che i servizi per il lavoro sono chiamati a prestare alle persone, che si traduce poi in un percorso individuale di accompagnamento al lavoro (PAI). Inoltre, la valutazione del caso comporta la valutazione dell’occupabilità del soggetto e la valutazione sulla capacità del cittadino di autopromuoversi nel mercato del lavoro. Appare evidente che la valutazione del caso individuale è uno dei momenti fondanti della relazione tra i CPI e il cittadino, nella quale assume un ruolo di assoluto rilievo l’operatore e le sue specifiche competenze professionali.
32
Focus on
Obbligo di istruzione e obbligo formativo L'istruzione obbligatoria è impartita per almeno 10 anni e si realizza secondo le disposizioni indicate all'articolo 1, comma 622 della legge 27 dicembre 2006 n. 296. L’obbligo di istruzione non ha carattere di terminalità, in quanto si inserisce nel quadro normativo sul “diritto dovere all’istruzione e alla formazione” di cui al D.lgs n.76 del 15 aprile 2005. L'adempimento dell'obbligo di istruzione è finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età, con il conseguimento dei quali si assolve il diritto/dovere di cui al decreto sopra citato. La disciplina relativa al diritto dovere di istruzione e formazione ribadisce quanto già previsto dalla legge 144 del 17 maggio 1999 con l’art. 68 che prevedeva l’obbligo formativo fino al compimento del diciottesimo anno di età. L’insieme dei provvedimenti in tema di obbligo formativo definiscono i percorsi nei quali tale obbligo (o diritto-dovere) potrà essere assolto. Si profilano quindi tre possibili percorsi di assolvimento dell’obbligo formativo: • nel sistema di istruzione scolastica; • nel sistema di istruzione e formazione professionale di competenza regionale per il raggiungimento della qualifica; •nel percorso di apprendistato per la qualifica secondo quanto previsto nel Testo unico dell'apprendistato D.lgs n. 167/2011 art 3.
33
2.4 Misure di accompagnamento al lavoro
Le prestazioni essenziali relative all’area Misure di accompagnamento al lavoro comprendono le
proposte che un CPI può rivolgere al cittadino e sono relative alla proposta di:
• percorsi per l’accertamento e la validazione delle competenze;
• percorsi di formazione;
• iniziative di inserimento lavorativo.
Come si può notare dal grafico, i livelli di garanzia delle prestazioni di quest’area risultano
differenziati. La garanzia maggiore (98%) riguarda la proposta di percorsi di adesione ad
iniziative di inserimento lavorativo, il più delle volte riferiti a tirocini. Per quanto riguarda la
proposta e la realizzazione di attività di formazione, questa è pienamente garantita nel 44%
dei casi e nel 41% è garantita al bisogno, con particolare riferimento alle opportunità formative
presenti nel territorio e finanziate con risorse pubbliche (FSE in particolare). Mentre la proposta
di percorsi di validazione delle competenze è garantita dal 31% dei CPI, parzialmente garantita
nel 26% e nel 44% dei casi non è garantita.
Graf. 3 - Le prestazioni di Area 3 (Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013)
Il possesso dei requisiti di struttura rispecchia la differenza di garanzia delle prestazioni. I tre
requisiti risultano garantiti mediamente nell’86% dei casi, e si evidenzia una criticità maggiore
sulla assenza di un sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni), in 7 CPI
(Bassano del Grappa, Chioggia, Mirano, Camposampiero, Este, Montagnana, Piove di Sacco).
Risulta peraltro significativa l’incidenza dei numero dei CPI che garantiscono il requisito al
bisogno. Il requisito 1 non è garantito nei CPI di Mestre, Venezia, Chioggia, Dolo, Mirano,
Jesolo; mentre il requisito 3 non è garantito nei CPI di Piove di Sacco, Portogruaro, Jesolo,
Mirano e Dolo.
34
Area Misure di accompagnamento al lavoro A - garantita
B - attivabile al
bisogno
C - non garantita
A + B Requisiti di struttura
1 Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio e interventi con eventuali azioni correttive
20 16 6 86%
2 Sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni)
23 12 7 83%
3 Raccordo e invio ai servizi formativi per accesso a percorsi di PAL
23 14 5 88%
Tab.10 –Area 3 requisiti di struttura
Per quanto riguarda i requisiti di processo, si evidenzia che il colloquio per l’elaborazione di un
PAI e la sua verifica preventiva è complessivamente garantito, così come risulta molto alto il
livello di garanzia del requisito relativo al supporto ai giovani che abbandonano la scuola
durante il periodo dell’obbligo. L’aspetto di maggiore criticità si riscontra in riferimento al
supporto all’utente attraverso azioni di valutazione congiunta. Tale requisito non è garantito in
7 CPI (Mestre, Venezia, Jesolo, San Donà di Piave, Conselve, Monselice, Piove di Sacco)
mentre in altri undici è attivabile al bisogno. Il requisito 3 non è garantito nei CPI di Venezia,
Chioggia e Abano Terme; mentre il requisito 4 non è garantito nel CPI di Piove di Sacco.
Area Misure di accompagnamento al lavoro A - garantita
B - attivabile al
bisogno
C - non garantita
A + B Requisiti di processo
1 Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità 32 10 0 100%
2 Supporto all’utente del servizio nel percorso di inserimento o reinserimento lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta
24 11 7 83%
3 Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo formativo
23 16 3 93%
4 Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del reinserimento
35 6 1 98%
Tab.11 –Area 3 requisiti di processo
35
La tabella che segue riporta i valori numerici delle prestazioni riferite all’area 3, Misure di
accompagnamento al lavoro, erogate dai CPI nel 2012.
3. Misure di accompagnamento
al lavoro
3.1 Proposta di percorsi di validazione / certificazione di competenze
Veneto BL PD RO TV VE VR VI
Proposte di percorsi nd nd nd nd nd nd nd
3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione
Veneto BL PD RO TV VE VR VI
Utenti avviati a corsi di formazione
5.143 - 343 - 543 2.007 2.140 107
3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo
Veneto BL PD RO TV VE VR VI
Tirocini 11.747 493 2.169 1.252 3.503 948
1.082 2.300
Tab. 12 Le prestazioni di accompagnamento al lavoro
Fonte Italia Lavoro su dati forniti dalle province del Veneto e da Veneto Lavoro su dati SILV
La proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo è quella maggiormente garantita
dai CPI del Veneto e riguarda in particolar modo la realizzazione di tirocini: nel 2012 i tirocini
avviati dai CPI sono stati 11.747.
Per quanto riguarda la prestazione relativa alla Proposta di percorsi di validazione e
certificazione di competenze, non sono disponibili dati complessivi ne disaggregati per
provincia.
La proposta e realizzazione di attività di formazione è garantita dalla metà dei centri per
l’impiego e parzialmente dall’altra metà. Nel 2012 sono stati abbinati a corsi di formazione e
registrati su SILV 5.143 utenti pari al circa il 4,5% degli utenti che hanno partecipato alle
azioni di orientamento individuale.
36
Focus on
Il supporto all’utente nel percorso di inserimento
Per quanto riguarda i servizi Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima
della fine dell’obbligo formativo, i CPI non erogano direttamente il servizio, ma garantiscono un colloquio preliminare per poi inviare gli utenti all’ufficio formativo provinciale; anche il Servizio
di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del
reinserimento spesso è demandato a servizi di staff della Provincia. Nel corso delle interviste è stato reso evidente che le politiche attive per l’occupabilità coinvolgono non un singolo CPI, ma un sistema reticolare che coinvolge i CPI, i Servizi di inserimento lavorativo (ULSS), la cooperazione sociale e gli enti accreditati ai servizi al lavoro e alla formazione.
37
2.5 Incontro domanda e offerta di lavoro Le prestazioni dell’area Incontro domanda e offerta di lavoro sono:
1.1 colloquio di attivazione
1.2 promozione del profilo professionale
Entrambe le prestazioni risultano pienamente garantite in tutti i CPI, ad eccezione di quei
centri che per motivi organizzativi delegano tali funzioni a servizi di staff provinciali o ad altro
centro per l’impiego limitrofo.
Graf. 4 - Le prestazioni di Area 4 (Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013)
Le prestazioni del colloquio di attivazione e la promozione del profilo professionale sono
finalizzati a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e a segnalare alle imprese i
candidati maggiormente rispondenti ai profili professionali richiesti. Di norma, il servizio
prevede per le persone:
• l’erogazione di colloqui di preselezione: per accertare le competenze, ricostruire le
esperienze formative e professionali del candidato e verificare la sua effettiva
disponibilità e propensione ad una determinata attività lavorativa;
• l’inserimento in banca dati delle informazioni raccolte durante il colloquio di preselezione
per poter effettuare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e inviare i curricula alle
imprese che ne fanno richiesta;
• la segnalazione dei nominativi alle imprese;
• la possibilità di autocandidarsi sulle richieste di lavoro pubblicate sul sito della Provincia.
38
L’analisi dei requisiti di struttura evidenzia che solo in 26 CPI (62%) è garantito o attivabile al
bisogno il requisito report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio
provinciale, mentre in 16 CPI non è garantito (CPI di Legnago, S. Bonifacio, Verona, Valdagno,
Arzignano, Conegliano, Oderzo, Mestre, Venezia, Chioggia, Dolo, Mirano, Jesolo, San Donà di
Piave, Portogruaro e Cittadella). Il requisito collegamento con Cliclavoro risulta garantito o
attivabile al bisogno nella maggior parte dei CPI, mentre in 4 CPI non è garantito (Conegliano,
Castelfranco, Pieve di Cadore, Mirano). Il requisito 3 gestione informatizzata del processo di
incrocio d/o è garantito in tutti i CPI.
Area incrocio Domanda e offerta A - garantita
B - attivabile al
bisogno
C - non garantita A + B
Requisiti di struttura
1 Report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale
15 11 16 62%
2 Collegamento con ClicLavoro 20 18 4 90%
3 Gestione informatizzata del processo di incrocio D/O
42 0 0 100%
Tab.13 –Area 4 requisiti di struttura
I requisiti di processo per l’area incrocio domanda e offerta evidenziano la piena garanzia del
colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID.
La criticità maggiore riguarda il requisito promozione e marketing verso le imprese non
garantito in 6 CPI (Mestre, Venezia, Dolo, Jesolo, San Donà di Piave, Camposampiero).
Il requisito 2 non è garantito nel CPI di Venezia mentre il requisito 4 non è garantito nel CPI di
Portogruaro.
Area incrocio Domanda e offerta A - garantita
B - attivabile al bisogno
C - non garantita
A + B Requisiti di processo
1 Realizzazione colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID 35 7 0 100%
2 Verifica delle segnalazioni /presentazioni delle candidature
39 2 1 98%
3 Attività di promozione e marketing verso le imprese
26 10 6 86%
4 Aggiornamento costante delle informazioni su SIL
41 0 1 98%
Tab.14 –Area 4 requisiti di processo
39
La tabella che segue riporta la quantità di prestazioni erogate nel 2012.
4. Incrocio domanda e
offerta
4.1 Colloqui di attivazione
Veneto BL PD RO TV VE VR VI
Colloqui di attivazione
nd nd nd nd nd nd nd
4.2 Promozione del profilo professionale
Veneto BL PD RO TV VE VR VI
Curricula pubblicati
123.702 4.069 21.925 10.261 21.407 14.998 25.020 26.022
Auto candidature gestite
111.471 11.319 77.766 989 1.271 8.587 11.026 513
Preselezioni 75.418 4.377 7.916 1.758 24.646 12.065 9.780 14.876
4.3 Gestione delle richieste delle imprese
Veneto BL PD RO TV VE VR VI
n. imprese rivolte ai CPI per personale
9.513 907 2.122 348 2.076 1.031 784 2.245
Vacancies 14.857 1.711 2.895 954 2.972 2.055 1.656 2.614
Tab. 15 – Le prestazioni di incrocio domanda e offerta
Fonte Italia Lavoro su dati forniti dalle province del Veneto e da Veneto Lavoro su dati SILV
I curricula dei lavoratori pubblicati nella banca dati IDO10 nel 2012 sono stati 123.702.
Sul lato della domanda di lavoro, le imprese che hanno avanzato almeno una richiesta di
personale nel 2012 ai CPI sono state 9.513 per un numero di vacancies pari a 14.857. Nel
2012 le pre-selezioni realizzate sono state 75.418.
Il servizio di promozione del profilo professionale per favorire l’incontro tra domanda e offerta
di lavoro avviene anche mediante visite dirette in impresa e può essere integrato o sostituito
con l’invio alle imprese di elenchi nominativi e con le autocandidature.
Per quanto riguarda l’invio di elenchi nominativi su esplicita richiesta delle imprese, i CPI
forniscono gli elenchi di lavoratori non occupati, disponibili al lavoro estratti dalle proprie
banche dati.
Per quanto riguarda l’autocandidatura, questa è una candidatura spontanea dell’utente,
proposta direttamente al CPI (via mail, fax, telefono o tramite presentazione diretta), in
relazione ad una determinata richiesta di personale proveniente dall’impresa, pubblicizzata in
10
IDO, acronimo di Incrocio Domanda Offerta, è il sistema informativo condiviso a livello regionale dai CPI e dai soggetti accreditati per i servizi al lavoro per favorire le attività di preselezione dei lavoratori e il matching tra domanda e offerta.
40
forma anonima sul sito del CPI/provincia, ossia in modo tale da non consentire il contatto
diretto del cittadino con l’impresa richiedente.
Le autocandidature sono segnalate dai CPI alle imprese, unitamente ai nominativi dei
potenziali lavoratori preselezionati e presenti nella banca dati del CPI, sempre previa verifica
del possesso dei requisiti richiesti dall’impresa. Le autocandidature nel corso del 2012 sono
state 111.471.
Il Colloquio di attivazione si esplica in un’azione di orientamento e valutazione del caso
individuale e si propone di indirizzare la persona verso le opportunità lavorative e i servizi più
coerenti al suo profilo professionale. I colloqui di attivazione e la promozione del profilo
professionale prevedono la realizzazione di un servizio alle imprese che comprende:
• la raccolta e l’analisi delle richieste di personale;
• l’individuazione e la segnalazione dei candidati più idonei al profilo professionale
richiesto;
• la pubblicizzazione della richiesta di lavoratori nella bacheca dedicata del CPI e sul sito
Internet.
Sul sistema informativo lavoro regionale non risultano registrati specificatamente colloqui di
attivazione ma gli invii all’incrocio domanda-offerta di lavoro.
Le prestazioni e, nel loro complesso, le attività di incontro domanda e offerta di lavoro
rappresentano il core business dei CPI; infatti 123.702 curricula pubblicati rendono l’idea di
quale sia il bacino reale dei cittadini che si rivolgono al sistema regionale dei CPI. Va ricordato
che per oltre il 60% di costoro è stata svolta anche una attività di preselezione.
Rispetto all’area di prestazione di incrocio domanda e offerta risulta importante fornire una
rappresentazione esaustiva del lavoro compiuto dai CPI regionali e soprattutto sulla loro
capacità di attrattiva verso le imprese.
Il ragionamento che segue tiene conto del rapporto tra vacancies intercettate dal sistema dei
CPI e il totale degli avviamenti al lavoro a tempo indeterminato e determinato registrati sul
sistema COVeneto11. La fonte che consente di computare le vacancies esistenti in un territorio
sono gli avviamenti al lavoro comunicati dalle imprese, con la consapevolezza che tra
vacancies e avviamenti non vi è nessuna corrispondenza automatica; pertanto vale la pena
evidenziare i seguenti punti:
• le imprese comunicano obbligatoriamente ogni tipologia di assunzione (per i contratti a
termine, durata uno, due giornate, più assunzioni della stessa persona nel corso
dell’anno, contratti a termine settore pubblico, etc);
• le vacancies lavorate dai CPI possono altresì trasformarsi in assunzioni con rapporti di
lavoro differenti da quelli definiti in fase di raccolta del fabbisogno.
11
Non sono stati considerati gli avviamenti in regime di somministrazione
41
Consapevoli dei limiti della lettura incrociata tra avviamenti e vacancies intercettate, preme
sottolineare che la durata dei contratti di lavoro stipulati in seguito all’intermediazione dei CPI
è comunque superiore alla durata media dei contratti di lavoro attivati sul territorio e registrati
dalle C.O, in quanto il servizio pubblico per l’impiego opera, di prassi, per assicurare una
duratura e stabile occupazione del cittadino.
Nella tabella 16 è stato confrontato il numero di aziende che hanno comunicato avviamenti al
lavoro a tempo determinato e indeterminato nel corso del 2012, con il numero di imprese che
si sono rivolte ai CPI; si deduce che il tasso di attrattiva dei CPI veneti verso le imprese è pari
al 7,88% (9.513 su 120.720).
Tab.16– Capacità di attrattiva verso le imprese
Indicatori Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Veneto Imprese Regione Veneto che nel corso del 2012
hanno comunicato avviamenti al lavoro
(dati CO Veneto)
5.468 22.127 6.622 19.852 22.460 24.515 19.676 120.720
imprese che si sono rivolte ai CPI per richieste di personale nel 2012
(dato SILV)
907 2.122 348 2.076 1.031 784 2.245 9.513
% imprese che si sono rivolte ai CPI rispetto alle
imprese che hanno assunto nel 2012
16,59% 9,59% 5,25% 10,45% 4,59% 3,19% 11,41% 7,88%
Elaborazione Italia Lavoro su dati SILV e COVeneto
Nella tabella 17, è stato confrontato il numero delle vacancies trattate dai CPI del Veneto con il
totale delle vacancies esistenti in un territorio, vale a dire gli avviamenti al lavoro comunicati
dalle imprese nel corso del 2012. Si deduce che la capacità di intercettare le vacancies è pari al
2,98% (14.857 su 498.533).
Il lavoro di mediazione dei CPI non si esaurisce con la gestione delle vacancies, ma comprende
anche la gestione dei tirocini di inserimento lavorativo. I CPI regionali hanno promosso nel
corso del 2012 11.747 tirocini di inserimento lavorativo (vedi TAB.12); tale attività può essere
parificata alla raccolta di vacancies poiché comporta la codifica di rapporti con le imprese in
termini di convenzioni, progetti di tirocinio, e soprattutto, rilevazione dei fabbisogni aziendali.
42
Tab.17– Capacità di intercettazione delle vacancies
Indicatori Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Veneto Richieste unità di
personale espresse da imprese ai CPI nel 2012
(dato SILV)
1.711 2.895 954 2.972 2.055 1.656 2.614 14.857
Avviamenti al lavoro flusso 2012
(dato COVeneto) 23.460 80.990 28.246 70.376 107.761 121.003 66.697 498.533
% vacancies intercettate dai CPI 2012 7,29% 3,57% 3.37% 4,22% 1,90% 1,36% 3,91% 2,98%
Elaborazione Italia Lavoro su dati SILV e COVeneto
43
2.6 Identificazione, validazione e certificazione delle competenze
L’area Identificazione, validazione e certificazione delle competenze prevede 2 prestazioni
essenziali:
5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze
5.2 Validazione/certificazione delle competenze
Sulla scorta delle prestazioni disegnate dalla L.92/2012 e dal modello operativo declinato dalla
Regione Veneto in merito alla identificazione validazione e certificazione delle competenze
acquisite in contesti non formali e informali12, è stato chiesto ai Responsabili dei CPI se e in
che misura la prestazione di “identificazione delle competenze, raccolta, verifica e selezione
delle evidenze” fosse garantita al cittadino.
Si precisa che questa area di prestazione prevede un processo che si sviluppa in tre fasi13:
- identificazione
- validazione
- certificazione
Si precisa anche che al momento della stesura di questo rapporto, in Regione Veneto, è
assicurata la prima fase – identificazione – mentre le fasi relative alla validazione e alla
certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali ancora non sono
implementate. Richiedono infatti ulteriori passaggi operativi. Per questo motivo, la prestazione
essenziale 5.2 Validazione/certificazione delle competenze” non è stata oggetto di indagine14.
È stata indagata la prestazione 5.1 identificazione delle competenze, raccolta, analisi e
selezione delle evidenze. Tale prestazione, come evidenziato nel grafico che segue, è attivata
al bisogno, su richiesta del cittadino.
12
DGR 2895 del 28 dicembre 2012“Linee guida per la validazione di competenze acquisite in contesti non formali e informali”. 13
Le tre fasi elencate corrispondono a quelle previste dal DLgs 13 del 16 gennaio 2013 art.5. 14
I requisiti di struttura necessari a garantire tale prestazione sono indicati nello schema 2 – Elenco dei requisiti di struttura e di processo per le 5 aree di prestazione.
44
8% 36% 56%
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
5.1 Identificazione dellecompetenze, raccolta, analisi e
selezione delle evidenze
garantita
parzialmente garantita
non garantita
Graf. 5 - La prestazione dell’Area 5 (Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013)
La prestazione risulta garantita pienamente dall’8% dei CPI e dal 36% è attivata al bisogno. Il
56% dei CPI non garantisce la prestazione.
A conferma di ciò se si considerano i requisiti di processo, si nota che la “selezione delle
evidenze correlate alle competenze-chiave” risulta non essere garantita nel 73% dei CPI. Gli
operatori dei CPI svolgono colloqui di identificazione ma non di accertamento delle
competenze, pertanto non è prevista l’attività di selezione delle evidenze.
Area Identificazione, validazione e certificazione delle competenze A -
garantita
B - attivabile al bisogno
C - non garantita
A + B Requisiti di processo
1 Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel MdL
14 9 19 55%
2 Selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave
10 4 28 27%
Tab. 18 Area 5 requisiti di processo Fonte Italia Lavoro SpA su dati forniti dalle province del Veneto
Dalla lettura delle motivazioni fornite in merito alla mancata o parziale garanzia della
prestazione, i Responsabili dei CPI hanno evidenziato la necessità di un adeguamento e
rafforzamento delle competenze degli operatori. È stato inoltre sottolineato che, a causa della
situazione di emergenza legata alla crisi occupazionale, è stato possibile dedicare poco spazio
ad attività innovative e alla necessaria formazione specialistica.
45
PARTE 3
Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli
operatori dei SPI Dalla elaborazione delle interviste rivolte agli operatori dei Centri per l’Impiego risulta che le
competenze chiave ritenute indispensabili per operare nell’ambito dei Servizi per il Lavoro
soddisfano in modo parziale alla necessità di garantire le prestazioni essenziali declinate sulla
base di quanto richiesto dalla Riforma del mercato del lavoro (L. 92/2012). Emerge inoltre che
le competenze chiave ritenute fondamentali per gli operatori che agiscono nell’ambito dei
Servizi per il lavoro presentano delle criticità riconducibili, in modo particolare, a due
competenze professionali: “gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali
del cittadino spendibili nel mercato del lavoro” e “elaborare con il cittadino un piano
professionale verificandone la fattibilità”. Tali competenze sono indispensabili per garantire le
prestazioni riferite all’area di prestazione 5 “Identificazione, validazione e certificazione delle
competenze”. Un’altra competenza “Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a
favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive” che per sua natura
è trasversale a tutte e cinque le aree di prestazione, presenta delle criticità.
46
3.1 Esiti dell’intervista: le competenze professionali degli
operatori dei SPI
Gli esiti dell’intervista della sezione che riguarda le competenze professionali degli operatori
consentono di rispondere ai seguenti tre quesiti:
1. Le competenze chiave individuate soddisfano la necessità di garantire le prestazioni
essenziali che fanno capo a ciascuna delle 5 aree di prestazione delineate a partire dalla
recente Riforma del mercato del lavoro?
2. Le competenze chiave ritenute fondamentali per gli operatori che agiscono nell’ambito dei
Servizi per il lavoro sono pienamente agite e possedute o vi sono delle criticità?
3. Quali sono le conoscenze e le abilità ritenute mancanti o da migliorare?
Le analisi dei dati e le considerazioni che ne derivano sono di seguito descritte.
1. Le competenze chiave individuate soddisfano in modo parziale alla necessità di garantire le
prestazioni essenziali che fanno capo a ciascuna delle 5 aree di prestazione.
Per chiarire questa affermazione è necessario riprendere alcuni passaggi normativi nazionali e
considerare la regolamentazione regionale in tema di accreditamento dei servizi al lavoro
privati. Le cinque aree di prestazione prese a riferimento nell’intervista sono l’esito della lettura
della Riforma del mercato del lavoro (L. 92/2012) che, come ricordato nel paragrafo dedicato al
quadro di riferimento normativo, all’art. 4 comma 33 e ai commi 51-61 e 64-68 consente di
delineare le aree di prestazione che i servizi per il lavoro, pubblici e privati accreditati, sono
chiamati a garantire. Quanto alle sei competenze professionali fondamentali per garantire i
servizi ovvero le prestazioni essenziali che fanno capo a ciascuna area di prestazione, si è scelto
di prendere a riferimento le competenze professionali che la Regione Veneto chiede
nell’ambito dell’accreditamento dei Servizi per il Lavoro privati. Tra i requisiti necessari
per ottenere tale accreditamento15, oltre ai requisiti giuridici e finanziari e ai requisiti strutturali,
sono richiesti specifici requisiti professionali che riguardano il personale16 che opera all’interno
dei Servizi per il lavoro ovvero il possesso di determinati titoli di studio e di determinate
competenze professionali testimoniate da specifiche esperienze professionali.
In particolare, il sistema di accreditamento della Regione Veneto prevede i seguenti requisiti
professionali:
15 DGR 2238 del 20.12.2011 consultabile al seguente link: http://www.regione.veneto.it/web/lavoro/accreditamento-servizi-lavoro 16
Si tratta degli Operatori del Mercato del Lavoro.
47
a) laurea in discipline coerenti17 con il profilo professionale, con almeno 1 anno di esperienza
lavorativa in attività analoghe, per le quali sia documentata la funzione specifica ricoperta,
l’utenza supportata, la metodologia utilizzata e il contesto in cui si è operato;
b) altra laurea o diploma secondario superiore, con almeno 3 anni di esperienza lavorativa in
attività analoghe per le quali sia documentata la funzione specifica ricoperta, l’utenza
supportata, la metodologia utilizzata e il contesto in cui si è operato;
c) adeguate competenze professionali specifiche del profilo18.
I requisiti professionali individuati nel sistema di accreditamento della Regione Veneto sono
volti a garantire le seguenti 3 aree di prestazione:
1- Informazione e accesso al sistema dei servizi al lavoro della Regione Veneto
2- Mediazione per l’incontro domanda/offerta di lavoro
3- Progetto individuale e misure di accompagnamento al lavoro
Il sistema di accreditamento della Regione Veneto apparentemente non avrebbe previsto due
aree di prestazione, ovvero l’ “orientamento al lavoro e alla formazione” e la “validazione e
certificazione delle competenze”.
In effetti, per l’ “orientamento” è previsto uno specifico accreditamento. Si precisa in ogni caso
che una prima forma di orientamento alla formazione e al lavoro è prevista trasversalmente alle
tre aree di prestazione proposte. Si può ritenere quindi che, pur non essendo esplicitato,
l’orientamento come area di prestazione sia previsto come servizio erogato al cittadino,
nell’ambito dei servizi accreditati per il lavoro, in forma prevalente di informazione anche
approfondita sia rispetto alla offerta formativa sia rispetto alle opportunità lavorative disponibili
sul territorio di riferimento.
Quanto alla “validazione e certificazione delle competenze” la Regione Veneto ha stabilito un
modello operativo19, ha individuato il processo di riferimento, gli strumenti e i dispositivi volti a
garantire al cittadino, su sua esplicita richiesta, la validazione e certificazione delle competenze
acquisite in contesti non formali e informali. A partire dal 201120, i servizi accreditati per il
lavoro sono stati chiamati ad offrire il servizio di identificazione delle competenze rivolto a
17
Nella “Guida per la compilazione della domanda di accreditamento dei servizi per il lavoro” DDR n° 863 del 25 luglio 2012 sono specificati i titoli di studio coerenti. Sono ritenuti titoli coerenti lauree in giurisprudenza, psicologia, economia e scienze politiche, scienze della formazione e scienze dell’educazione. 18
Si tratta delle sei competenze chiave richiamate al paragrafo 2. 19
DGR 2895 del 28 dicembre 2012 “Linee guida per la validazione di competenze acquisite in contesti non formali e informali”. 20
Si fa riferimento alle Deliberazioni della Giunta Regionale del Veneto n. 650/2011 e n. 1198/2012 in merito a “Interventi di politica attiva per il reinserimento, la riqualificazione, il reimpiego dei lavoratori del sistema produttivo colpiti dalla crisi economica” P.O.R. Veneto F.S.E. 2007/2013 - “Obiettivo Competitività regionale ed Occupazione”.
48
cittadini beneficiari di indennità di sostegno al reddito, disoccupati o a rischio di perdita del
posto di lavoro21.
Gli enti accreditati ai Servizi Lavoro e in particolare gli operatori accreditati sono stati quindi
impegnati a utilizzare i dispositivi e gli strumenti che introducono alla validazione di competenze
acquisite in contesti non formali e informali utilizzando il modello operativo definito dalla
Regione Veneto e erogando servizi al cittadino che ricadono nella area di prestazione
“validazione e certificazione delle competenze”. La descrizione delle competenze professionali
richieste agli operatori dei Servizi per il lavoro privati nell’ambito della procedura di
accreditamento ha tenuto conto di questa esperienza22 così come ha tenuto conto del processo
avviato dalla Regione Veneto a partire dal 200923 finalizzato a declinare il proprio modello
operativo in tema di identificazione, validazione e certificazione delle competenze acquisite in
contesti non formali e informali. Si sottolinea però che, al momento in cui si sta redigendo
questo rapporto, la Regione Veneto non ha ancora fattivamente avviato, pur avendoli previsti e
stabiliti, i servizi di validazione e certificazione delle competenze. Questo principalmente per
due motivi:
- attualmente non è ancora disponibile un repertorio nazionale di standard professionali;24
- la messa a sistema del servizio di validazione di parte terza richiede l’attivazione di
Commissioni di esperti che attualmente in Regione Veneto non sono ancora state
istituite così come non è stato istituito il registro degli operatori per il supporto alla
costruzione del dossier e di esperti per la validazione delle competenze25.
In conclusione le sei competenze chiave proposte nell’intervista e attualmente previste dal
sistema di accreditamento della Regione Veneto sono quelle necessarie a garantire quattro delle
cinque aree di prestazione26 e solo in parte l’area di prestazione relativa alla “validazione e
21
Il servizio era diversamente denominato ma in ogni caso conduceva alla costruzione del dossier delle evidenze. 22
Si tenga presente che gli operatori accreditati ai servizi lavoro in Regione Veneto hanno rilasciato, tra giugno 2011 e marzo 2013, circa 8.000 dossier delle evidenze. Si tratta del dispositivo utilizzato per il riconoscimento delle competenze acquisite in contesti non formali e informali, adottato in Regione Veneto con la DGR. 2895/2012. 23
DGR. 1758 del 17 giugno 2009. 24
A tal proposito nelle Linee guida per la validazione e certificazione delle competenze non formali e informali (DGR 2895 del 28
dicembre 2012) si legge “appare opportuno procedere alla stipula di un protocollo di intesa con una delle regioni che in Italia ha già
a disposizione un repertorio professionale regionale in assenza del quale non è sostenibile l’attivazione di un servizio di validazione
delle competenze acquisite dalla persona in contesti non formali e informali. Si ritiene che l’adozione di un repertorio esistente che
pur richiederà adattamenti, sia la via da preferire al fine di garantire un più rapido avvio dell’implementazione del modello operativo
proposto” 25
A tal proposito nelle Linee guida per la validazione e certificazione delle competenze non formali e informali (DGR 2895 del 28 dicembre 2012) si legge “L’efficacia dell’intero processo che conduce alla validazione e, in prospettiva, alla certificazione di competenze acquisite in contesti non formali e informali, è fortemente connessa al grado di professionalità degli operatori che sono coinvolti nell’erogazione dei servizi. (…) La selezione e la preparazione degli operatori coinvolti è determinante per il corretto e rigoroso svolgimento del processo stesso. È quindi necessario prevedere azioni formative di sistema dedicate sia agli operatori che intervengono nel servizio di supporto alla costruzione del dossier individuale sia agli esperti chiamati ad intervenire nelle Commissioni di validazione anche con percorsi di perfezionamento differenziati”. 26
Si fa riferimento alle aree di prestazione “Informazione e accesso ai servizi”, “Orientamento al lavoro e alla formazione”, “Misure di accompagnamento al lavoro” e “Incontro domanda e offerta di lavoro”.
49
certificazione delle competenze”. Questo è coerente con lo stato dell’arte in Italia 27 e con lo
stato di avanzamento della Regione Veneto rispetto alla fattiva implementazione dei servizi che
assicurano la identificazione, la validazione e la certificazione delle competenze comunque
acquisite dalla persona.
Con la finalità di illustrare le ragioni della risposta individuata al quesito 1, si evidenziano le
connessioni tra aree di prestazione e competenze chiave (schema 3). Ad esclusione dell’area di
prestazione 1 “Informazione e accesso ai servizi” che è connessa in modo biunivoco alla
competenza 1 “Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di
cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa”, emerge che ciascuna area di
prestazione implica più competenze e che ciascuna competenza ricorre in più aree di
prestazione.
AREA DI PRESTAZIONE COMPETENZE CORRELATE
1 Informazione e accesso ai servizi
competenza 1 Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa
2 Orientamento al lavoro e alla formazione
competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro competenza 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo
3 Misure di accompagnamento al lavoro
competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro competenza 3 Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro competenza 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive
4 Incontro domanda e offerta di lavoro
competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive
5 Identificazione, validazione e certificazione delle competenze
competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro competenza 3 Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità
Schema 3 – Competenze chiave e aree di prestazione: connessioni.
27
Il Dlgs 13 del 16 gennaio 2013 indica la scadenza di settembre 2014 per la definizione di un repertorio nazionale di standard professionali di riferimento.
50
Risulta anche evidente che la competenza chiave 2 “Gestire colloqui per individuare le
risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel
mercato del lavoro” è fondamentale in quanto necessaria a garantire le prestazioni essenziali
collegate a quattro delle cinque aree di prestazione.
Va detto che la competenza 6 “Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore
degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive” è per sua natura
trasversale a tutte le aree di prestazione. Nello schema risulta ricondotta a due aree di
prestazione (3 e la 4) poiché sono quelle in cui diventa fondamentale per assicurare l’efficacia
degli stessi interventi posti in essere.
Si ribadisce che, ad eccezione della competenza chiave 1 che è necessaria ad erogare un’unica
area di prestazione peraltro “coprendola” completamente, tutte le altre competenze chiave sono
variamente ricorsive in due aree di prestazione.
Inoltre l’area di prestazione 3 “Misure di accompagnamento al lavoro” e l’area di
prestazione 4 “Incontro domanda e offerta di lavoro” sono le più complesse in quanto per
l’erogazione delle prestazioni essenziali ad esse connesse, è necessario esercitare un più
elevato numero di competenze rispetto alle altre aree di prestazione. Infatti, nel caso dell’area
di prestazione “Misure di accompagnamento al lavoro” sono necessarie cinque delle sei
competenze chiave; nel caso dell’area di prestazione 4 “Incontro domanda offerta di lavoro”
sono necessarie tre delle sei competenze chiave.
Nella prospettiva di erogare le prestazioni connesse all’area di prestazione “identificazione,
validazione e certificazione delle competenze”, sarà quindi necessario prevedere oltre alla
competenza 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino,
utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” e alla competenza 3 “Elaborare con il
cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità”, altre competenze e un ulteriore
rafforzamento delle conoscenze e delle abilità necessarie a garantire la validazione e
la certificazione delle competenze comunque acquisite dalla persona.
Tale rafforzamento, al di là della previsione formale di ulteriori conoscenze e abilità
specialistiche necessarie alla erogazione delle prestazioni in oggetto, richiederà l’avvio di azioni
informative e formative dedicate agli operatori dei servizi competenti anche tenendo conto della
necessità di raccordo tra servizi per il lavoro pubblici e privati.
2. Per rispondere al secondo quesito ovvero verificare se le competenze chiave ritenute
fondamentali per gli operatori che agiscono nell’ambito dei Servizi per il lavoro siano
pienamente agite e possedute o se vi siano delle criticità, sono di seguito illustrati i risultati
emersi dall’autovalutazione che gli operatori intervistati si sono attribuiti sulle competenze
chiave. Rispetto a tali esiti si riportano anche i dati emergenti dalle interviste in merito
51
all’anzianità di esperienza dichiarata dagli operatori rispetto a ciascuna delle competenze chiave
e ai titoli di studio posseduti. La lettura comparata degli esiti di autovalutazione e dei dati
relativi alla anzianità di esperienza dichiarata ha consentito una prima verifica in merito alla
attendibilità dei giudizi in autovalutazione.
È possibile affermare che le competenza 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e
professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” e la
competenza 6 “Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del
servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive” siano tra le più critiche.
Si precisa fin da ora che le criticità assumono caratteristiche e motivazioni molto diverse.
Ancor prima di analizzare i risultati emersi, deve essere considerato che, se da un lato l'assenza
o lo scarso possesso di una competenza compromette l'erogazione dei servizi correlati a una
certa prestazione, dall’altro qualora i servizi correlati a una prestazione non siano erogati o
siano raramente erogati, è difficile che un operatore dichiari di esercitare le relative
competenze.
Gli esiti dell’intervista relativamente alla autovalutazione da parte degli operatori sul possesso
pieno, parziale o nullo delle competenze chiave, sono riportati nel grafico 6.
AUTOVALUTAZIONE - competenze
1
1
8
4
6
7
1
1
13
11
18
14
24
31
32
23
33
39
50
43
23
38
19
16
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenzeinformative di cittadini interessati a modificare la propria situazione
lavorativa
Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali delcittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro
Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone lafattibilità
Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro
Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/oreinserimento lavorativo
Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utentidel servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive
per nulla
poco
abbastanza
molto
Grafico 6 – Autovalutazione competenze
Da una prima lettura del grafico 6 emerge una “buona copertura” delle sei competenze chiave,
in particolare delle competenze 1 e 2 che il 98% degli operatori intervistati dichiara di agire
52
abitualmente per affrontare situazione abbastanza o molto complesse (punteggio pari a 3 o a
4).
Dai risultati relativi all’autovalutazione della competenza chiave 1 “Gestire colloqui di prima
accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria
situazione lavorativa” risulta che è agita sempre per affrontare situazione complesse (punteggio
4) dal 66% degli operatori (50 su 76). Dalla lettura delle autovalutazioni che gli operatori si
sono attribuiti rispetto alle conoscenze e alle abilità che “sostengono” questa competenza si
ottiene un risultato analogo28 anche se sistematicamente più basso.
La competenza chiave 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali
del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” è agita sempre (con ottimi
risultati) per affrontare situazioni molto complesse da 43 operatori su 76 (57%) e agita
abitualmente (con buoni risultati) per affrontare situazioni abbastanza complesse da 31
operatori su 76 (41%).
In effetti, la lettura cambia se si analizzano le autovalutazioni che i medesimi operatori si sono
attribuiti relativamente alle conoscenze e alle abilità che supportano tale competenza29. Risulta
infatti una differenza rilevante tra l’attribuzione di punteggio pari a 4 rispetto a tale competenza
(57%) e l’attribuzione di punteggio pari a 4 nelle conoscenze e nelle abilità che “sostengono” la
medesima competenza. Il numero di operatori che si attribuiscono un punteggio pari a 4 nelle
conoscenze e nelle abilità relative alla competenza 2 variano dal 14% al 45%. Questo significa
che quando gli operatori autovalutano la competenza 2 “Gestire colloqui per individuare le
risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del
lavoro” tendono ad attribuirsi un giudizio più elevato rispetto alle singole valutazioni che si
attribuiscono relativamente alle specifiche conoscenze e abilità. Si tratta di una “sovrastima”
che si manifesta anche relativamente ad altre competenze chiave, come sarà più analiticamente
esposto successivamente.
In particolare ci si riferisce a tre conoscenze e a tre abilità di cui si riportano i risultati acquisiti
in dettaglio.
Le tre conoscenze sono:
- Criteri per l’individuazione delle competenze strategiche: il 25% degli operatori dichiara
di non applicare questa conoscenza o di applicarla raramente nel lavoro che svolge e il 25%
dichiara di applicare abitualmente questa conoscenza anche in situazioni molto complesse nel
lavoro che svolge attribuendosi un punteggio pari a 4;
28
Per i risultati di dettaglio relativi alle abilità e conoscenze riferite a ciascuna delle 6 competenze chiave si vedano i grafici in Allegato 1. 29
Rif. Nota 19.
53
- Caratteristiche della domanda di competenze del mercato del lavoro: il 17% degli
operatori dichiara di non applicare questa conoscenza o di applicarla raramente nel lavoro che
svolge e il 17% dichiara di applicare abitualmente questa conoscenza anche in situazioni molto
complesse nel lavoro che svolge attribuendosi un punteggio pari a 4;
- Modalità di descrizione delle competenze: il 12% degli operatori dichiara di non applicare
questa conoscenza o di applicarla raramente nel lavoro che svolge e il 29% dichiara di
applicare abitualmente questa conoscenza in situazioni molto complesse nel lavoro che svolge
attribuendosi un punteggio pari a 4.
Le tre abilità sono:
- Identificare le competenze strategiche utili all’occupabilità dell’utente: il 29% degli
operatori dichiara di non applicare questa abilità o di applicarla raramente nel lavoro che svolge
e solo il 18% dichiara di applicare abitualmente questa abilità anche in situazioni molto
complesse nel lavoro che svolge attribuendosi un punteggio pari a 4;
- Correlare le competenze individuate con le competenze richieste dal mercato del
lavoro: il 27% degli operatori dichiara di non applicare questa abilità o di applicarla raramente
nel lavoro che svolge e il 21% dichiara di applicare abitualmente questa abilità anche in
situazioni molto complesse nel lavoro che svolge attribuendosi un punteggio pari a 4.
- Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle professioni nazionali e
internazionali in vigore: il 44% degli operatori dichiara di non applicare questa abilità o di
applicarla raramente nel lavoro che svolge e solo il 20% dichiara di applicare abitualmente
questa abilità anche in situazioni molto complesse nel lavoro che svolge attribuendosi un
punteggio pari a 4.
Lo stesso meccanismo di sovrastima sistematica della competenza rispetto alle autovalutazioni
delle conoscenze e delle abilità che la supportano che è stata rilevata e descritta per la
competenza 2 si manifesta per la competenza 4 “gestire l’incrocio domanda e offerta di
lavoro”. Tale competenza risulta agita sempre (con ottimi risultati) per affrontare situazioni
molto complesse da 38 operatori su 76 (50%) e agita abitualmente (con buoni risultati) per
affrontare situazioni abbastanza complesse da 23 operatori su 76 (30%). Quindi l’80% degli
operatori intervistati dichiara di possedere questa competenza attribuendosi un punteggio pari a
3 o a 4.
In effetti, anche in questo caso la lettura cambia se si analizzano le autovalutazioni che i
medesimi operatori si sono attribuiti relativamente alle conoscenze e alle abilità che supportano
tale competenza.
54
In particolare ci si riferisce in questo caso a tre conoscenze e a due abilità di cui si riportano i
risultati acquisiti in dettaglio.
Le tre conoscenze sono:
- Metodi di analisi per competenze di profili professionali: il 30% degli operatori dichiara
di non applicare questa conoscenza o di applicarla raramente nel lavoro che svolge e il 14%
dichiara di applicare abitualmente questa conoscenza anche in situazioni molto complesse nel
lavoro che svolge attribuendosi un punteggio pari a 4;
- Tipologie e caratteristiche distintivi dei contratti di lavoro previsti dalla normativa
vigente: il 27% degli operatori dichiara di non applicare questa conoscenza o di applicarla
raramente nel lavoro che svolge e il 18% dichiara di applicare abitualmente questa conoscenza
anche in situazioni molto complesse nel lavoro che svolge attribuendosi un punteggio pari a 4;
- Modalità di accesso e interrogazione a banche dati rilevanti per l’incrocio
domanda/offerta di lavoro: il 21% degli operatori dichiara di non applicare questa
conoscenza o di applicarla raramente nel lavoro che svolge e il 28% dichiara di applicare
abitualmente questa conoscenza anche in situazioni molto complesse nel lavoro che svolge
attribuendosi un punteggio pari a 4.
Le due abilità sono:
- Ricondurre le competenze della persona a concrete opportunità lavorative: l’8% degli
operatori dichiara di non applicare questa abilità o di applicarla raramente nel lavoro che svolge
e il 31% dichiara di applicare abitualmente questa abilità anche in situazioni molto complesse
nel lavoro che svolge attribuendosi un punteggio pari a 4;
- Rilevare i fabbisogni professionali delle aziende: il 37% degli operatori dichiara di non
applicare questa abilità o di applicarla raramente nel lavoro che svolge e il 19% dichiara di
applicare abitualmente questa abilità anche in situazioni molto complesse nel lavoro che svolge
attribuendosi un punteggio pari a 4;
Le competenze chiave 3, 5 e 6 presentano anch’esse delle criticità. Nel caso delle
competenze 3 e 6, il 28% degli operatori intervistati dichiara di aver gestito solo
occasionalmente situazioni poco complesse o di non aver mai affrontato situazioni che
potessero fargli agire la competenza oggetto di analisi; nel caso della competenza 5 tale
risultato si ottiene per il 32% degli intervistati. In queste tre competenze si osserva che i giudizi
in autovalutazione rispetto alle competenze sono più coerenti con le autovalutazioni date
relativamente alle rispettive conoscenze e abilità.
Quanto ai titoli di studio posseduti dagli operatori 46 dei 76 operatori (61%) dichiarano il
diploma come titolo di studio; 4 la qualifica professionale (5%); 25 operatori (33%) dichiarano
55
di essere in possesso di diploma di laurea (di cui 2 anche con master). Oltre il 22% degli
operatori intervistati possiede un titolo di studio ritenuto coerente30 con il profilo professionale;
il 68% ha una laurea ritenuta non coerente o un diploma quinquennale e il 9% non possiede un
titolo di studio idoneo. In ogni caso il 62% degli operatori intervistati rispetta i previsti requisiti
(titolo di studio e anni di esperienza) il 25% rispetta i requisiti in modo parziale in quanto non
possiede sempre gli anni di esperienza richieste nelle 6 competenze chiave. Il 13% non risulta
rispettare nessuno dei due requisiti.
1% 5%
61%
30%
3%
Licenza media
Qualifica professionale
Diploma
Laurea
Laurea + master
Grafico 7 – Tipologia di titoli di studio posseduti dagli operatori dei CPI intervistati
Infine per quanto riguarda gli anni di esperienza dichiarati dagli operatori in relazione a
ciascuna delle competenze, come si vede dal grafico di seguito riportato, esiste una grande
variabilità nel numero di anni di esperienza lavorativa dichiarati in relazione all’esercizio di
ciascuna delle sei competenze chiave. Si va da una media di 9.6 anni di esperienza nelle attività
in cui è implicata la competenza 3 a una media di esperienza nelle attività in cui è implicata la
competenza 1 pari a 16 anni.
30
Nella “Guida per la compilazione della domanda di accreditamento dei servizi per il lavoro” DDR n° 863 del 25 luglio 2012 sono specificati i titoli di studio coerenti. Sono ritenuti titoli coerenti lauree in giurisprudenza, psicologia, economia e scienze politiche, scienze della formazione e scienze dell’educazione
56
16
13
1011
10 10
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
Gestire colloqui di primaaccoglienza per
soddisfare esigenzeinformative di cittadini
interessati a modificarela propria situazione
lavorativa
Gestire colloqui perindividuare le risorse
personali e professionalidel cittadino, utente delservizio, spendibili nel
mercato del lavoro
Elaborare con il cittadinoun piano professionale
verificandone la fattibilità
Gestire l’incrociodomanda offerta di
lavoro
Accompagnare l’utentedel servizio nel percorso
di inserimento e/oreinserimento lavorativo
Monitorare l’andamentodelle azioni poste inessere a favore degli
utenti del servizio,intervenendo coneventuali azioni
correttive
1 2 3 4 5 6
Grafico 8 – Numero anni di esperienza professionale degli operatori dei CPI intervistati
In realtà guardando al numero di anni di esperienza dichiarata rispetto all’agire di ciascuna delle
sei competenze si va da un minimo di zero anni ad un massimo di 35 anni. Se quest’ultimo dato
è verosimile per quanto riguarda la competenza 1 “Gestire colloqui di prima accoglienza per
soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione
lavorativa” risulta meno comprensibile per le altre cinque competenze chiave. Questa
affermazione è legata ai cambiamenti normativi intervenuti in materia di servizi per il lavoro
negli ultimi 15 anni.
L’“Ufficio di Collocamento” ha lasciato il posto al “Centro per l’Impiego” a partire dalla fine
degli anni 90. Con il nome sono cambiati gli obiettivi cui mira e le funzioni che svolge
fattivamente a partire dal 2000. Si è passati dall’ “Ufficio”, dove avveniva la collocazione di
lavoratori attraverso l’espletamento di pratiche per lo più amministrative, al “Centro”, in cui si
svolgono azioni tendenti a promuovere l’Incontro tra Domanda e Offerta di lavoro31. Il senso del
passaggio dai vecchi Uffici di Collocamento ai nuovi Centri per l’Impiego sta anche o proprio in
31
Tra le più significative innovazioni si ricorda la sostituzione delle liste di collocamento (a cui si doveva attingere obbligatoriamente, con chiamata numerica o nominativa, per le assunzioni nel settore privato) con gli elenchi anagrafici, contenenti tutti i dati personali, scolastici, professionali e relativi allo stato di disoccupazione degli utenti. Altro aspetto importante è rappresentato dal fatto che l’iscrizione al servizio per l’impiego è l’unico atto che attesta lo stato di disoccupazione e disponibilità al lavoro; costituisce quindi il passaggio necessario per usufruire delle prestazioni erogabili dai servizi per il lavoro. Inoltre solo chi è iscritto può usufruire degli strumenti di politica attiva oltre che dei benefici previsti dalla normativa. Questi ultimi sono legati prevalentemente all’anzianità di iscrizione, requisito indispensabile, ad esempio, per frequentare corsi di formazione professionale e per le assunzioni da parte delle aziende che intendono usufruire di sgravi fiscali (previsti dalla L. 407/90). L’atto di iscrizione, dunque, da semplice espletamento di una pratica burocratica diviene il primo passo per intraprendere un percorso di “ricerca attiva del lavoro”. Tale ricerca comprende l’insieme di azioni da compiere per migliorare la propria occupabilità.
57
questo: da un ruolo meramente notarile e circoscritto nelle funzioni, ad uno attivo e
protagonista nel mercato del lavoro locale.
In conclusione la competenza 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e
professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” risulta critica in
quanto nonostante risulti molto esercitata anche in situazioni complesse dal 57% degli
operatori, presenta elementi di debolezza ravvisabili in un mancato e generale possesso di
alcune conoscenze e abilità da parte degli operatori. A questo si aggiungono ulteriori elementi di
debolezza ravvisabili in titoli di studio non sempre coerenti e in una anzianità di esperienza
professionale che non può essere sempre ritenuta sufficiente.
Quanto alla competenza 6 “Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli
utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive”, risulta critica in quanto solo il
21% degli operatori ne dichiara un possesso pieno.
3. Come già espresso precedentemente, le conoscenze e le abilità sono gli elementi che
“sostengono” la competenza. Per questo motivo nel corso della intervista sono stati proposti
due quesiti volti a evidenziare eventuali debolezze o mancanze rispetto a questi due elementi.
Ci sono tre modalità attraverso le quali l’intervista ha inteso rilevare le conoscenze e le abilità
che necessitano di essere migliorate o che mancano.
1) Il primo riferimento utile sono le autovalutazioni degli operatori rispetto alle conoscenze e
alle abilità essenziali correlate alle 6 competenze oggetto della presente analisi.
Il risultato complessivo di tale rilevazione è rappresentato nei grafici 9 e 10. Tale evidenza può
inoltre essere integrata da alcune considerazioni in merito alla attendibilità delle risposte che
utilizza il giudizio di pertinenza dato in merito agli esempi riportati.
2) È stato chiesto agli operatori, in riferimento alle competenze che nelle autovalutazioni
avevano dichiarato di esercitare solo occasionalmente e in situazioni poco complesse (risposta
2), quali fossero, secondo la loro esperienza, le conoscenze e le abilità fondamentali da loro non
possedute per l’esercizio di quella competenza.
3) Inoltre al termine dell’intervista è stato specificatamente chiesto agli operatori dei C.p.I se,
oltre alle conoscenze e alle abilità elencate all’interno dell’intervista, potevano individuarne altre
utili per agire nell’ambito dei servizi per il lavoro.
Di seguito si analizzano gli esiti ricavati da questi tre punti di osservazione sulle abilità e sulle
conoscenze offerti dall’intervista. Saranno presi in considerazione, dove possibile,
contestualmente i tre punti di vista al fine di favorire una lettura globale e riferita, di volta in
volta, alle competenze cui le conoscenze e le abilità sono riconducibili.
58
Il grafico 9 relativo alla autovalutazione delle conoscenze e il grafico 10 relativo alla
autovalutazione delle abilità riportano i dati di frequenza relativi alle risposte date dagli
operatori; le barre di colore rosso e arancione evidenziano le criticità esplicitate direttamente
dagli operatori.
59
Grafico 9 – Autovalutazione conoscenze
2
0
3
0
1
3
3
0
0
0
0
5
3
7
7
3
3
4
3
5
1
5
11
4
1
7
8
1
3
22
9
9
20
10
15
16
12
14
16
9
9
17
13
10
8
24
32
8
41
44
43
36
44
41
41
44
36
43
47
43
49
44
42
35
32
41
39
37
41
38
25
38
32
25
22
39
28
9
23
23
20
23
14
12
11
11
11
28
32
14
21
24
26
9
8
26
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Tecniche per la conduzione di colloqui con l’utente
Misure e programmi di sostegno all’occupazione e normativa di riferimento
Contenuti della “Carta dei servizi e prestazioni” del servizio presso cui lavora
Procedure di utilizzo degli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e regionali
Caratteristiche delle opportunità lavorative del mercato locale
Caratteristiche dell’offerta del sistema regionale d’istruzione e formazione
Modalità di interrogazione e ricerca su portali informativi
Metodi di identificazione delle competenze possedute dall’utente
Criteri per l’individuazione delle competenze strategiche possedute dall’utente
Modalità di descrizione delle competenze possedute dall’utente
Caratteristiche della domanda di competenze del mercato del lavoro
Classificazioni delle professioni nazionali e internazionali
Tecniche di problem solving
Tecniche per la definizione di un piano professionale
Metodi di analisi per competenze dei profili professionali
Tipologie di competenze richieste dal mercato del lavoro locale
Procedure di funzionamento degli applicativi per la gestione dell’incrocio d/o di lavoro
Tipologie e caratteristiche distintive dei contratti di lavoro previsti dalla normativa vigente
Modalità di accesso e interrogazione a banche dati rilevanti per l’incrocio domanda/offerta di lavoro
Normativa di riferimento in materia di tirocini
Tecniche di ricerca attiva del lavoro
Caratteristiche e modalità delle attività di orientamento professionale
Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di monitoraggio
Procedure di funzionamento degli applicativi a sostegno della gestione dell’’incrocio domanda/offerta di lavoro e dei tirocini compresi quelli previsti dalle disposizioni nazionali e regionali.
per nulla poco
abbastanza molto
AUTOVALUTAZIONE conoscenze (TOT)
60
Grafico 10 – Autovalutazione abilità
111
61
6210122
634465
13
10789
466
37
1313
2121
95
10
312
95
114
28
218
1827
2417
131617
53
185
815
820
1311
2015
127
3230
1415
21
373431
4031
4240
3933
4041
3927
3639
443737
4637
3333
3132
3340
4335
3333
3945
1620
3644
35
3540
4221
3917
293435
1425
1615
121514
1616
2332
143129
2031
1014
271615
2421
64
1712
9
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Adottare tecniche di conduzione di colloqui
Identificare il fabbisogno informativo del cittadino
Descrivere i servizi disponibili rispondenti ai bisogni rilevati
Predisporre materiali di tipo informativo
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal mercato del lavoro locale
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal sistema di istruzione e formazione
Supportare il cittadino nell’utilizzo di strumenti informativi per promuoverne l’utilizzo, anche in autonomia
Utilizzare strumenti per la registrazione di dati compresi gli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e…
Analizzare la storia professionale e formativa della persona
Identificare le competenze strategiche utili all’occupabilità dell’utente (*)
Identificare tipologie di lavoro coerenti con le risorse professionali e personali della persona
Correlare le competenze individuate con le competenze richieste dal mercato del lavoro (*)
Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle professioni nazionali e internazionali in vigore (*)
Tradurre competenze, caratteristiche e aspirazioni personali in obiettivi professionali (*)
Supportare l’utente nella costruzione del piano professionale
Individuare aree di criticità e possibili soluzioni
Tradurre le scelte effettuate dall’utente in un piano professionale fattibile
Identificare le aree di competenza che richiedono di essere rafforzate in relazione al progetto professionale…
Ricondurre le competenze della persona a concrete opportunità lavorative
Proporre all’’utente opportunità occupazionali
Rilevare i fabbisogni professionali delle aziende (*)
Selezionare profili di lavoratori sulla base di specifiche richieste di personale
Proporre alle aziende profili di candidati coerenti ai fabbisogni
Proporre a lavoratore e azienda soluzioni contrattuali in linea con le rispettive esigenze
Utilizzare gli applicativi per la gestione dell’incrocio domanda offerta
Individuare ambiti di competenza da sviluppare coerentemente con il piano professionale definito
Identificare opportunità orientative e/o formative coerenti al piano professionale definito
Assistere l’utente nell’utilizzo di banche dati e nella selezione di annunci di lavoro
Sostenere la motivazione del lavoratore nel raggiungimento degli obiettivi
Gestire le relazioni con le imprese, nella fase di inserimento degli utenti del servizio
Utilizzare gli strumenti e gli applicativi informatici per la gestione delle politiche attive del lavoro (*)
Raccogliere dati e informazioni utili al miglioramento del servizio
Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi (*)
Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri definiti
Monitorare l’inserimento lavorativo e/o formativo dell’utente del servizio
Valutare i risultati conseguiti a favore dell’utente del servizio
Adottare azioni volte a migliorare quali-quantitativamente i servizi erogati
per nullapocoabbastanzamolto
AUTOVALUTAZIONE ABILITÀ (TOT)
61
Come già posto all’attenzione, gli stessi operatori dichiarano come maggiormente critica la
competenza 6 “Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del
servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive”.
Infatti tra le conoscenze la più critica, ossia quella rispetto alla quale il minor numero di
operatori dichiara un buon o ottimo livello di possesso, è la seguente: “Metodi di definizione
e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di monitoraggio” (56% di risposte
“poco” o “per nulla”)32.
Si tratta di una conoscenza fondamentale per l’esercizio di questa competenza. La debolezza
della competenza relativa al monitoraggio si manifesta anche analizzando le autovalutazioni
degli operatori relative al possesso delle abilità.
Tra tutte le abilità, le 3 più critiche a cui sono quindi stati attribuiti punteggi bassi sono
anch’esse elementi che “sostengono” questa competenza33.
Inoltre, se si analizzano le altre abilità che attengono a questa competenza, si ritrovano
elementi di incertezza o comunque elementi che testimoniano che il pieno possesso di
queste abilità e conoscenze non è patrimonio comune di tutto il campione di operatori
intervistati34.
Solo una tra le abilità connesse alla competenza 6 pare non presentare significative criticità
(Raccogliere dati e informazioni utili al miglioramento del servizio). È evidente tuttavia che
questa abilità da sola non può consentire l’esercizio della competenza legata all’azione di
monitoraggio dei risultati.
Queste considerazioni basate sull’analisi dei grafici 9 e 10 sono totalmente confermate dalla
osservazione dei dati relativi alla pertinenza degli esempi forniti dagli operatori e anzi ne
risultano rafforzate.
Quando agli operatori che hanno risposto di agire la competenza 6 abitualmente o sempre
per affrontare situazioni anche molto complesse (risposte 3 o 4) è stato chiesto di portare
esempi di abilità collegate, gli stessi operatori hanno risposto con una certa difficoltà: gli
esempi mancano quasi totalmente o non sono pertinenti. Questo fa supporre che anche chi
dichiara di possedere la competenza in realtà non la eserciti con piena padronanza.
32
In tutto questo paragrafo la % riportata tra parentesi si riferisce alla % di risposte di operatori che dichiarano di non possedere l’abilità o conoscenza o di possederla poco. 33
Si fa riferimento alle seguenti tre abilità: - Definire indicatori atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi e relativi criteri (71%) - Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri definiti (68%) - Adottare azioni volte a migliorare quali-quantitativamente i servizi erogati (41%) 34
Si fa riferimento a due abilità: - Monitorare l’inserimento lavorativo e/o formativo dell’utente del servizio (30%) - Valutare i risultati conseguiti a favore dell’utente del servizio (27%)
62
Interessante è che gli operatori che si sono attribuiti un punteggio basso a questa
competenza hanno segnalato come aree di miglioramento le seguenti:
- l’intera competenza relativa al monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a
favore degli utenti del servizio;
- una difficoltà nell’organizzare e pianificare le proprie azioni con una certa metodicità e
sistematicità (difficoltà nella gestione delle urgenze);
- difficoltà nell’instaurare un rapporto di fiducia con l’utente per conoscere il risultato
dell’azione attivata;
Altri segnali di criticità emergono dalla lettura dei dati relativi alle autovalutazioni delle
conoscenze e delle abilità. Tuttavia non si riscontra una sistematicità di collegamento tra
conoscenze e abilità critiche e le relative competenze di riferimento.
Le abilità35 su cui si segnalano criticità sono riferite alla competenza 2 e alla competenza 3.
Le conoscenze36 più critiche fanno riferimento alle competenze 5 e 3; la competenza 1 è
coinvolta solo in misura minore.
In conclusione, i dati complessivi riportati nei grafici, la lettura comparata delle
autovalutazioni che gli operatori si sono attribuite e la qualità degli esempi riportati
forniscono un quadro generale che presenta alcune contraddizioni ma che fornisce anche
alcune indicazioni utili.
Gli operatori tendono in generale ad attribuirsi un punteggio elevato nella autovalutazione
delle competenze. La medesima tendenza si manifesta anche rispetto all’autovalutazione
delle conoscenze e delle abilità ma in modo più contenuto. Inoltre se si confrontano i giudizi
di autovalutazione con la capacità di fornire esempi pertinenti, tale autovalutazione pare
soffrire ancor di più di una sistematica sovrastima.
Qualche indicazione utile viene anche dal quesito aperto posto agli operatori. È stato chiesto
agli operatori dei CPI se, oltre alle conoscenze e alle abilità elencate all’interno
dell’intervista, potevano individuare altre conoscenze e/o abilità utili per agire nell’ambito dei
servizi per il lavoro. Le risposte fornite sono in parte riconducibili ad abilità e conoscenze già
presenti nell’elenco presente nell’intervista; talvolta questo spazio è stato utilizzato per
35
Le criticità più ricorrenti sono riferite alle seguenti due abilità:
- Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle professioni nazionali e internazionali in vigore (44%) - Tradurre competenze, caratteristiche e aspirazioni personali in obiettivi professionali (36%). 36
Le criticità più ricorrenti riferite alle conoscenze :
- Caratteristiche e modalità delle attività di orientamento professionale (39%) - Caratteristiche dell’offerta del sistema regionale d’istruzione e formazione (33%) - Metodi di analisi per competenze dei profili professionali (30%).
63
segnalare la difficoltà a soddisfare bisogni sempre più complessi e diversificati, a fronte di un
notevole aumento dell’utenza.
Hanno risposto a questa domanda aperta e facoltativa solo il 29% degli operatori.
Le risposte evidenziano in particolare la necessità di:
- aggiornamento in merito alla normativa in materia di lavoro con specifico riferimento alle
novità introdotte in tema di validazione e certificazione delle competenze;
- rafforzamento delle conoscenze e abilità connesse alla gestione dei colloqui con l’utenza
anche straniera;
- acquisizione di conoscenze e abilità che consentano modalità di lavoro centrate sulla
interazione e creazione di sinergie con soggetti pubblici e privati che operano nei servizi al
lavoro.
64
PARTE 4
Ipotesi di accesso e componibilità delle prestazioni
Con riferimento alla legge 92 del 28 giugno 2012 e agli esiti della ricerca presentati nelle pagine
precedenti, in questa sezione si è cercato di:
• comporre percorsi di prestazioni standardizzati per target di destinatari ;
• valutare, sulla stima dei bacini potenziali di utenza (giovani, disoccupati percettori di AASS,
disoccupati, lavoratori sospesi), l’impatto economico delle prestazioni, utilizzando come
parametro le U.C.S della Regione del Veneto.
65
4.1 Accesso alle prestazioni e traiettorie
Le 12 prestazioni essenziali individuate sono articolabili sulla base dei bisogni espressi dal
cittadino, determinando diverse traiettorie finalizzate a centrare gli obiettivi occupazionali
definiti con il CPI. Il quadro qui riportato illustra le traiettorie che si dipanano a partire
dall’Area 1 Prestazioni di Informazione e accesso ai servizi.
Quadro generale delle prestazioni
66
Ogni traiettoria è finalizzata al raggiungimento di una opportunità di lavoro (linea degli
esiti).
Ai sensi dell’art. 3 del D.lgs. 181/2000, così come riformulato nella L. 92/2012, sono
garantite prestazioni essenziali alle seguenti categorie di soggetti:
1. disoccupati beneficiari di ammortizzatori sociali;
2. disoccupati e inoccupati;
3. sospesi beneficiari di ammortizzatori sociali.
I beneficiari delle prestazioni sono definiti anche sulla base delle seguenti variabili:
a) genere;
b) età;
c) anzianità di disoccupazione;
d) tipologia di svantaggio.
Di seguito sono descritti i possibili beneficiari delle prestazioni garantite dai CPI al fine di
costruire delle ipotesi standardizzate di accesso alle prestazioni37.
A - Giovani
• adolescenti, ossia i minori di età compresa fra i sedici e diciotto anni, che non siano
più soggetti all'obbligo di istruzione;
• giovani, ossia i soggetti di età superiore a diciotto anni e fino a venticinque anni
compiuti o, se in possesso di laurea, fino a ventinove anni compiuti.
B - Disoccupati
• disoccupati di breve durata, ossia coloro che dopo aver perso un posto di lavoro o
cessato un'attività di lavoro autonomo, siano alla ricerca di una nuova occupazione da
meno di dodici mesi o da meno di sei mesi se giovani;
• disoccupati di lunga durata, ossia coloro che, dopo aver perso un posto di lavoro o
cessato un'attività di lavoro autonomo, siano alla ricerca di una nuova occupazione da
più di dodici mesi o da più di sei mesi se giovani;
• Lavoratore percettore di ammortizzatore sociale (mobilità L.223/1991, mobilità in
deroga, ASPI, mini ASPI)38.
37
L’individuazione dei target e delle possibili traiettorie ad essi collegate non comporta necessariamente automatismi nell’attivazione delle prestazioni, in quanto resta prioritaria la scelta individuale del cittadino sulla base dei bisogni specifici. 38
A decorrere dal 2013 e fino al 2016, anno di entrata a regime dei nuovi ammortizzatori sociali, per la mobilità ordinaria è
previsto un periodo di applicazione della norma transitoria, al fine di arrivare al 2017 all’abrogazione definitiva della mobilità ordinaria così come prevista dagli articoli da 6 a 9 della legge 23 luglio 1991 n. 223 che disciplinano rispettivamente: la lista di mobilità, l’indennità di mobilità, il collocamento dei lavoratori in mobilità e la cancellazione del lavoratore dalle liste di mobilità. Pertanto, i lavoratori licenziati a partire dal 31 dicembre 2016 non potranno più essere collocati in mobilità ordinaria ma beneficeranno in base alla sussistenza di specifici requisiti, esclusivamente dell’indennità di disoccupazione (ASPI) o della mini ASPI, anche se provenienti da una procedura di licenziamento collettivo.
67
C - Inoccupati
• inoccupati, ossia coloro che, senza aver precedentemente svolto un'attività
lavorativa, siano alla ricerca di un'occupazione da meno di dodici mesi o da meno di
sei mesi se giovani;
• inoccupati di lunga durata, ossia coloro che, senza aver precedentemente svolto
un'attività lavorativa, siano alla ricerca di un'occupazione da più di dodici mesi o da
più di sei mesi se giovani;
D - Sospesi
• Lavoratori percettori di ammortizzatore sociale in costanza di rapporto di lavoro
(CIGS e CIG in deroga);
La tabella che segue riporta, in forma grafica, le prestazioni essenziali codificate in traiettorie
in relazione ai target e ne fornisce una sintetica descrizione.
68
TAB.19 –Componibilità delle prestazioni
Target Componibilità delle prestazioni Descrizione
Giovani
1.1 Fornire informazioni
1.2 Aggiornamento del profilo socio-professionale
1.3 Stipula del Patto di servizio
2.1 Colloquio di orientamento
3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo
4.1 Colloquio di attivazione
4.2 Promozione del profilo professionale
In via ipotetica la componibilità delle prestazioni per un giovane, richiede oltre alle tre prestazioni dell’Area 1 Informazione e accesso ai servizi e al colloquio di orientamento, comprende la definizione di un Piano individuale in raccordo con i servizi del territorio, finalizzato alla partecipazione a un corso di formazione, oppure a iniziative di inserimento lavorativo cui è necessario che segua la promozione del suo profilo professionale (Area 4 Incontro domanda e offerta).
Disoccupati
1.1 Fornire informazioni
1.2 Aggiornamento del profilo socio-professionale
1.3 Stipula del Patto di servizio
2.1 Colloquio di orientamento
2.2 Azioni collettive di orientamento
3.1 Proposta di percorsi di validazione/certificazione delle competenze
3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo
5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze
4.1 Colloquio di attivazione
4.2 Promozione del profilo professionale
La composizione delle prestazioni è più articolata.
Ad esempio, potrebbe capitare che il cittadino presenti un profilo socio-professionale immediatamente spendibile per una posizione lavorativa e questo porterebbe direttamente all’Incontro domanda offerta. Oppure potrebbe essere necessario che il cittadino acceda alle prestazioni relative all’area “orientamento” (individuali e anche collettive). La definizione del PAI può prevedere la costruzione del dossier delle evidenze e la proposta di iniziative di inserimento lavorativo.
2.1 3.3 1.1 1.2 1.3 4.1
4.2
5.1 4.1 3.1
3.3 2.1 2.2
4.2 1.1 1.2 1.3
69
Disoccupati percettori di
AA.SS
1.1 Fornire informazioni
1.2 Aggiornamento del profilo socio-professionale
1.3 Stipula del Patto di servizio
2.1 Colloquio di orientamento
2.2 Azioni collettive di orientamento
3.1 Proposta di percorsi di validazione/certificazione delle competenze
3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione
3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo
5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze
4.1 Colloquio di attivazione
4.2 Promozione del profilo professionale
Trattasi di cittadini disoccupati da più di sei mesi. Accedono alle prestazioni relative all’area orientamento individuale e collettivo. La definizione del PAI può prevedere la costruzione del dossier delle evidenze, la proposta di attivazione di iniziative di inserimento lavorativo (tirocini) e la partecipazione ad un corso di formazione (almeno 2 settimane).
Rispetto a questo target, il colloquio di orientamento va fatto entro 3 mesi dall’inizio dello stato di disoccupazione, mentre tra i 3 e i 6 mesi va garantita almeno una sessione di orientamento collettivo e dopo il sesto mese, deve essere garantito l’avvio di percorsi formativi. La promozione del profilo e l’incontro tra domanda e offerta di lavoro va garantito nell’intero arco temporale coperto dall’ammortizzatore sociale (12 mesi).
Sospesi
1.1 Fornire informazioni
1.2 Aggiornamento del profilo socio-professionale
1.3 Stipula del Patto di servizio
3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione
Secondo la L.92/2012, i lavoratori sospesi percettori di AA.SS. sono tenuti a frequentare un corso di formazione della durata minima di due settimane qualora la sospensione superi i 6 mesi.
La ratio della disposizione è quella per cui anche il lavoratore sospeso è tenuto ad attivarsi per aggiornare le proprie competenze in vista o di un rientro effettivo al lavoro o nella prospettiva della ricollocazione.
3.2 1.1 1.2 1.3
5.1 4.1
3.1
3.3
3.2 2.1 2.2 4.2
1.1 1.2 1.3
70
La possibilità di garantire l’accesso alle prestazioni necessita della definizione, oltre che di
adeguati strumenti organizzativi e standard verificabili, anche di adeguati strumenti di
programmazione e di semplificazione finanziaria attraverso l’individuazione di Unità di Costi
Standard (UCS). Per la definizione delle UCS relative alle prestazioni descritte si è fatto
riferimento agli interventi di contrasto alla crisi realizzati nella Regione Veneto nel periodo
2009-2012.
Le opzioni di semplificazione dei costi trovano la loro motivazione già nel regolamento CE n.
1081/2006 che prevede la possibilità di dichiarare i costi indiretti su base forfettaria. A
questo regolamento si aggiunge il Piano europeo per la ripresa economica (novembre 2008)
che propone di prevedere per tutti i Fondi la possibilità di dichiarare i costi indiretti su base
forfettaria, le unità di costo standardizzate e le somme forfettarie.
Con l’adozione del regolamento (CE) 396/2009 è stata recepita questa indicazione, motivata
anche dalla necessità di semplificare ulteriormente le norme, al fine di facilitare l’accesso alle
sovvenzioni cofinanziate dal FSE in riferimento alla crisi finanziaria.
Nella prospettiva comunitaria, le opzioni di semplificazione dei costi riguardano, dunque,
soltanto operazioni e progetti per i quali si applicava usualmente il principio del costo reale,
ovvero la spesa dichiarata è giustificata da fatture quietanzate e da altri documenti contabili
di equivalente valore probatorio, sia in riferimento ai costi diretti, sia a quelli indiretti.
Ai sensi dell’art. 1 del Reg. (CE) n. 396/2009, la definizione del costo standard deve
attenersi ai seguenti principi:
• stabilito in anticipo: la possibilità del loro utilizzo deve essere prevista ax ante;
• giusto: il calcolo deve essere basato su dati storici e oggettivi, non eccessivo o
estremo;
• equo: il criterio di calcolo adottato dovrà assicurare la parità di trattamento dei
beneficiari e/o delle operazioni;
• verificabile: dovrà essere dimostrabile per mezzo di prove documentali la base di
calcolo adottata.
La Regione del Veneto, al fine di determinare il costo standard, ha condotto un’indagine
campionaria sulla spesa storica relativa agli interventi formativi e di sistema realizzati
nell’ambito della programmazione FSE 2000-2006.
L’indagine ha permesso di quantificare le seguenti UCS:
1. attività individuale il costo orario è di 38 euro pro-capite;
2. attività di gruppo il costo orario è di 15 euro pro-capite;
3. attività formativa di gruppo 15 destinatari è di 10,32 euro pro capite.39
39 Tale UCS deriva dal seguente calcolo: costo h/formazione = 93.30€ + costo h/allievo=4.10 moltiplicato per 15 allievi ci dà un costo orario totale di € 154.80 che diviso per 15 allevi ci dà un costo orario di € 10.32 pro capite.
71
E’ sulla base di tali UCS che nel periodo 2009-2012 sono stati realizzati oltre 80.000 percorsi
di politica attiva del lavoro. Anche grazie a queste azioni si è radicato l’utilizzo delle UCS sia
nella prassi di programmazione che nella prassi gestionale e organizzativa dei servizi.
Il costo standard, essendo comprensivo sia dei costi diretti che di quelli indiretti, permette
un più agevole controllo di gestione sia dei CPI pubblici, sia dei servizi per il lavoro privati
accreditati, determinando una diretta corrispondenza tra attività realizzata e costo
riconosciuto.
Il vantaggio che ne consegue è che la focalizzazione delle attività di controllo si sposta dagli aspetti strettamente rendicontali-amministrativi alla verifica della effettiva realizzazione delle attività e della loro efficacia.
Infine, la definizione di costi standard apre la possibilità di realizzare interventi di programmazione sussidiaria dei costi necessari alla sostenibilità delle policy; vale a dire che le singole attività possono essere finanziate con più fondi (FSE, FESR, Fondi interprofessionali, Fondi privati, etc) e con centri di costo afferenti a diversi Enti (Regione, Province, Fondazioni, INPS, sistemi di welfare locale, terzo settore, etc).
Se si adottano le UCS definite dalla Regione del Veneto e si rapportano da un lato ai servizi
erogati di prassi dai CPI e dall’altro alle prestazioni disegnate dalla L. 92/2012, possiamo
avanzare una stima dei tempi e dei costi delle prestazioni.
72
TAB.20 –Costi delle prestazioni
Area di prestazione Prestazione essenziale Tempi e costi Ore
complessive (area)
Costo max
€
1. Informazione e accesso ai servizi
1.1 Informazioni circa le opportunità occupazionali 30min: 19€
2 76 1.2 Profilo socio-professionale
1h: 38€
1.3 Patto di servizio 30min: 19€
2. Orientamento al lavoro e alla formazione
2.1 Colloquio di orientamento
1h x 38€ 1 38
2.2 Azioni di orientamento collettive
Max 8 ore per € 15h destinatario max 15 per gruppo
8 120
3. Misure di accompagnamento al lavoro
3.1 Proposta di percorsi di validazione /certificazione delle competenze
1h x 38€ 1 38
3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione
€ 154,80 ora per gruppi di 15 beneficiari (costo della formazione + indennità oraria)40
40 412,8
3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo
1h x 38€ 1 38
4. Incontro domanda e offerta di lavoro
4.1 Colloquio di attivazione
1h x 38€
6 228 4.2 Promozione del profilo professionale
Max 5h x 38€
5. Identificazione, validazione e certificazione delle competenze
5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, verifica e selezione delle evidenze
Min 7 x 38€ 7 266
5.2 Validazione /certificazione delle competenze
3hx3 x 62€ 9 558
40
Tale UCS deriva dal seguente calcolo: costo h/formazione = 93.30€ + costo h/allievo=4.10 moltiplicato per 15 allievi ci dà un costo orario totale di € 154.80 che diviso per 15 allevi ci dà un costo orario di € 10.32 pro capite.
73
4.2 La stima dei costi delle prestazioni
La stima di un costo avviene sulla base di un raffronto di alcuni indicatori che ne
determinano la maggiore attendibilità possibile. Da questo punto di vista, l’applicazione delle
UCS alle prestazioni descritte nelle pagine precedenti, fornisce una stima che può essere un
utile riferimento per la programmazione a garanzia delle prestazioni da parte dei servizi per
il lavoro del territorio.
La tabella che segue, individua per ogni area di prestazione un indicatore di risultato reale
rappresentativo che moltiplicato per l’UCS fornisce la relativa stima di costo.
L’indicatore di risultato è stato individuato tra quelli oggetto della rilevazione di cui alla parte
2 del presente rapporto, eccetto per le prestazioni 3.1 Proposta di percorsi di
validazione/certificazione delle competenze e 5.1 Identificazione delle competenze, raccolta,
verifica e selezione delle evidenze, il cui indicatore è stato tarato sul numero dei Dossier
delle evidenze realizzati nel corso del 2012 dai soggetti accreditati per i servizi al lavoro,
nell’ambito degli interventi regionali anticrisi. Nello specifico:
Area prestazione 1
• l’indicatore considerato è il numero dei PdS poiché rappresenta il numero dei
cittadini realmente interessati ad intraprendere un percorso di politica attiva.
Area di prestazione 2
• indicatore 1 n° beneficiari di colloqui di orientamento individuali;
• indicatore 2 n° partecipanti ad azioni di orientamento collettivo.
Area di prestazione 3
• indicatore 1 n° di proposte di costruzione del dossier delle evidenze;
• indicatore 2 n° avviati a corsi di formazione nel 2012 dai CPI;
• indicatore 3 n° proposte di tirocinio.
Area di prestazione 4
• indicatore 1 n° vacancies intercettate dai CPI nel 2012;
• indicatore 2 n° vacancies intercettate e n° tirocini avviati.
Area di prestazione 5
• indicatore 1 n° dossier delle evidenze costruiti.
In base a questi indicatori, la stima dei costi per garantire le prestazioni essenziali nella
regione Veneto ammonta circa 24,8 milioni di euro.
74
TAB.21 – Stima dei costi delle prestazioni sui dati rilevati annualità 2012
Area di prestazione
Prestazione Indicatore Numero Tempi
(in ore)
Valore unitario
€
Costo totale
1. Informazione e accesso ai servizi
1.1 Informazioni circa le opportunità occupazionali
Patti di servizio sottoscritti annualità 2012
127.363 2 76 9.679.588 1.2 Profilo socio-professionale
1.3 Patto di servizio
2. Orientamento al lavoro e alla formazione
2.1 Colloquio di orientamento
Beneficiari di colloqui individuali effettuati annualità 2012
113.321 1 38 4.306.198
2.2 Azioni di orientamento collettive
Beneficiari di azioni di orientamento collettivo effettuate nel 2012
7.384 8 120 886.080
3. Misure di accompagnamento al lavoro
3.1 Proposta di percorsi di validazione/certificazione delle competenze
6000 proposte costruzione dossier delle evidenze
6.000 1 38 228.000
3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione
Beneficiari avviati a corsi di formazione dai CPI nel 2012
5.143 40 10.32 2.123.030
3.3 Proposta di adesione a iniziative di inserimento lavorativo
Proposta di tirocinio
11747 1 38 446.386
4. Incontro domanda e offerta di lavoro
4.1 Colloquio di attivazione Vacancies intercettate dai CPI
14.857 1 38 564.566
4.2 Promozione del profilo professionale
Vacancies intercettate dai CPI e Tirocini di inserimento lavorativo
14.857+ 11.747 = 26.604
5 38 5.054.760
5. Identificazione, validazione e certificazione delle competenze
5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, verifica e selezione delle evidenze
Dossier delle evidenze rilasciati
6.000 7 38 1.596.000
5.2 Validazione/certificazione delle competenze
TOTALE 24.884.608
75
Una seconda stima può essere basata sull’intero bacino potenziale di beneficiari delle
prestazioni. In questa ipotesi il bacino è costituito dai seguenti target:
• Giovani/inoccupati;
• Disoccupati;
• Disoccupati percettori di AA.SS;
• Lavoratori sospesi.
Il Rapporto 2013 sul mercato del lavoro regionale curato dall’ente Veneto Lavoro ci dice che
le persone in cerca di lavoro sono 150.00041. Di questi 86.000 sono disoccupati e percettori
di AA.SS42. Altri 64.000 sono disoccupati senza alcuna forma di sostegno al reddito. I non
percettori disoccupati possono essere disaggregati in 36.00043 giovani, di età compresa tra i
15 e i 24 e 28.000 disoccupati con almeno una esperienza di lavoro. Degli 86.000
percettori di AA.SS, si stima in 38.098 coloro che accederanno ai corsi formazione per
almeno due settimane dopo il sesto mese di disoccupazione, così come previsto dalla L. 92
del 2012.44 Infine, è stato stimato in 19.000 il numero dei lavoratori sospesi che
accederanno alle due settimane di formazione come previsto dalla L. 92 del 2012.45
La tabella che segue riporta la componibilità delle prestazioni per ciascun target e la relativa
stima della spesa. Per quanto riguarda i giovani si stima una composizione di prestazioni di
10 ore pro capite per una spesa di 380 euro, che moltiplicata per il bacino potenziale di
36.000 giovani dà una spesa di circa 13,6 milioni.
Il bacino potenziale dei disoccupati si compone dei 28.000 disoccupati con almeno
un’esperienza di lavoro e di 47.902 disoccupati percettori di AA.SS. (non di lunga durata)
per complessive 75.902 unità; si stima una composizione di prestazioni di 26 ore pro capite
per una spesa di 804 euro per un importo complessivo di circa 61 milioni.
Il bacino potenziale dei disoccupati percettori di AA.SS (più di sei mesi) si compone di
38.098 per i quali si stima una composizione di prestazioni di 66 ore pro capite (di cui 40
ore di sola formazione) per una spesa di 1.216 euro, per un importo complessivo di circa
46,3 milioni.
Il bacino potenziale dei lavoratori sospesi si stima in circa 19.000 unità per i quali si
compongono prestazioni di 42 ore pro capite (di cui 40 ore di sola formazione per almeno
due settimane) per una spesa di 488 euro, per un importo complessivo di circa 9,2 milioni.
41 Rapporto 2013 Ente VL, p. 109 tab 14.1 42 Fonte Osservatorio Veneto lavoro, La Bussola, giugno 2013 43 Rapporto 2013 Ente VL, p. 109 tab 14.1 44 Il calcolo è effettuato applicando il tasso ISTAT di disoccupazione di lunga durata per la regione Veneto, pari al 44,3% al numero dei disoccupati percettori di AA.SS nel 2012 pari a 86.000 unità. ISTAT pubblicazione Occupati e disoccupati marzo 2013. 45 La stima è stata effettuata sommando tutte le ore autorizzate per CIGS e Cig in deroga nel 2012 ( Totale 74.468.073 ore di cui 35.102.295 di CIGS e 39.665.778 di Cig/deroga) alle quali è stato applicato un tiraggio effettivo del 53% (Report crisi aziendali ente VL giugno 2013). Il tiraggio effettivo ci dice che le ore di sospensione sono state 39.627.078 che ci permette di definire un numero di lavoratori equivalenti pari a circa 19.000 [39.627.078 / 2080 (40 ore x 52 settimane)].
76
Il bacino potenziale complessivo, a cui si dovrebbero garantire le prestazioni ammonta a
169.000 unità, per una spesa relativa alla componibilità delle prestazioni pari circa 130,3
milioni di euro, corrispondente ad un totale di ore di politiche attive del lavoro superiori a 5,6
milioni.
77
TAB.22 – Bacino potenziale componibilità delle prestazioni - Stima dei costi
Target Componibilità delle prestazioni
a)
Stima costo prestazioni
b)
Stima ore prestazioni
c)
Bacino Valori assoluti
b) x c)
Stima ore complessive
a) x c)
Stima costo complessivo
Giovani / Inoccupati
380 (€38x10h)
10 36.000 360.000 13.680.000
Disoccupati
804 (€38x18h+
€15x8h) 26 75.902 1.973.452 61.025.208
Disoccupati Percettori di AASS
1216 (€38x18h+€15x8h+€10,32x40h)
66 38.098 2.514.468 46.327.168
Sospesi
488 (€38x2h+€10,32x40h)
42 19.000 798.000 9.272.000
Totale 169.000 5.645.920 130.304.376
3.2 1.1 1.2 1.3
5.1
4.1
3.1
3.3
3.2 2.1 2.2
4.2 1.1 1.2 1.3
2.1 3.3 1.1 1.2 1.3
4.1
4.2
5.1 4.1
3.1
3.3
2.1 2.2 4.2
1.1 1.2 1.3
78
CONCLUSIONI
In sintesi, dall’analisi degli esiti dell’intervista è possibile affermare che:
- se si prendono in considerazione i requisiti di struttura e di processo per
l’erogazione delle prestazioni, emerge una rilevante capacità operativa dei CPI che si
associa, pur in presenza di alcune differenze territoriali, ad un elevato livello qualitativo
delle prestazioni rese;
- le prestazioni della prima area “Informazione e accesso ai servizi” sono garantite al
100% e con volumi di utenza molto sostenuti da parte dei CPI;
- le prestazioni dell’area “Orientamento al lavoro e alla formazione” mostrano elevati
volumi di attività pur con alcune criticità provinciali;
- per le “Misure di accompagnamento al lavoro”, i livelli di garanzia delle prestazioni
risultano differenziati. La garanzia maggiore (85%) riguarda la proposta di percorsi di
adesione ad iniziative di inserimento lavorativo, il più delle volte riferiti a tirocini. Per
quanto riguarda la proposta e la realizzazione di attività di formazione, questa è
pienamente garantita nel 44% dei casi e nel 41% è garantita al bisogno, con particolare
riferimento alle opportunità formative presenti sul territorio finanziate con risorse
pubbliche (in particolare FSE). La proposta di percorsi di validazione delle competenze è
garantita dal 31% dei CPI e nel 44% dei casi non è garantita;
- con riferimento alle prestazioni di “Incontro domanda e offerta di lavoro”, le
prestazioni risultano pienamente garantite da tutti i CPI, ad eccezione di quei centri che
per motivi organizzativi delegano tali funzioni a servizi di staff provinciali o ad altro
centro per l’impiego limitrofo;
- l’area di prestazione “Identificazione, validazione e certificazione delle
competenze” prevede due prestazioni essenziali; di queste ne è stata indagata solo
una,46 ovvero l’“Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle
evidenze”, la quale risulta garantita solo dall’8% dei Centri per l’Impiego e non garantita
dal 56%. Ne consegue che, come prevedibile, quest’area di prestazione è la più critica
tra le cinque individuate;
- a fronte delle cinque aree di prestazione47 e delle dodici prestazioni essenziali48 declinate
coerentemente a quanto stabilito dalla Riforma del lavoro49, gli operatori dei Servizi per
46
Le due prestazioni essenziali legate all’area di prestazione “validazione e certificazione delle competenze” rappresentano una recente introduzione che per essere pienamente implementata necessita ancora di diversi passaggi operativi; per questo motivo, nella prima parte della intervista è stata oggetto di indagine solo la prima delle due prestazioni essenziali che riferiscono a quest’area. 47
Si fa riferimento alle aree di prestazione: 1. “Informazione e accesso ai servizi”, 2. “Orientamento al lavoro e alla formazione”, 3.“Misure di accompagnamento al lavoro”, 4. “Incontro domanda e offerta di lavoro” e 5 “Identificazione, validazione e certificazione delle competenze”. 48
1.1 Fornire informazioni, 1.2 Aggiornamento del profilo socio-professionale, 1.3 Stipula del Patto di servizio, 2.1 Colloquio di orientamento, 2.2 Azioni collettive di orientamento, 3.1 Proposta di percorsi di validazione/certificazione delle competenze, 3.2
79
l’impiego hanno dichiarato di possedere le competenze professionali per poter
erogare le prestazioni richieste;
- emerge una tendenza alla sovrastima nel giudizio in autovalutazione da parte degli
operatori in merito alle competenze professionali rispetto al possesso delle conoscenze e
delle abilità che sostengono le medesime competenze;
- rispetto alla competenza 2 “Gestire colloqui per individuare le risorse personali e
professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro” e alla
competenza 3 “Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la
fattibilità” che sono quelle fondamentali per garantire le prestazioni riferite all’area di
prestazione 5 “Validazione e certificazione delle competenze”, sono state rilevate delle
criticità descritte analiticamente nella parte 3 di questo rapporto. In estrema sintesi per
quanto riguarda la competenza 2, pur a fronte di una dichiarazione da parte del 98%
degli operatori di agire questa competenza abitualmente o sempre in situazioni anche
molto complesse, si è rilevata una sovrastima di tale risultato nel momento in cui
l’indagine si è focalizzata sulle conoscenze e sulle abilità ad essa collegate chiedendo
anche dei concreti esempi. Per quanto riguarda la competenza 3, il 28% degli operatori
intervistati ha dichiarato di aver gestito solo occasionalmente situazioni poco complesse
o di non aver mai affrontato situazioni che potessero fargli agire tale competenza;
- tra le restanti competenze, la competenza 6 “Monitorare l’andamento delle azioni poste
in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive”,
che per sua natura è trasversale a tutte e cinque le aree di prestazione, presenta delle
criticità.
A fronte di tali risultati, emersi dall’indagine, è possibile individuare cinque piste di lavoro
che sono di seguito sinteticamente tratteggiate.
Vi è la necessità di :
1) individuare modalità organizzative che rendano possibile l’erogazione delle prestazioni
afferenti a tutte le aree previste. Una situazione di crisi necessita per sua natura della
realizzazione di più tipologie di servizio, in relazione alle diverse e maggiori difficoltà che
l’utenza si trova ad affrontare, ma la stessa crisi occupazionale ha accentuato la necessità di
rispondere a situazioni di emergenza dando quasi esclusivamente spazio ai servizi di primo
livello. Tale contraddizione deve essere superata con nuove modalità organizzative anche
con l’obiettivo di evitare il depauperamento delle competenze degli operatori50;
Proposta e realizzazione di attività di formazione, 3.3 Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo, 4.1 Colloquio di attivazione, 4.2 Promozione del profilo professionale, 5.1 Identificazione delle competenze, raccolta, analisi e selezione delle evidenze, 5.2 Validazione / certificazione delle competenze. 49
Legge 92/12 art. 4 comma 3, commi 51-61 e 64-68. 50
Se da un lato l'assenza o lo scarso possesso di una competenza compromette l'erogazione dei servizi correlati a una certa prestazione, dall’altro qualora i servizi correlati a una prestazione non siano erogati o siano raramente erogati, è difficile che un operatore dichiari di esercitare le relative competenze.
80
2) introdurre una più chiara definizione delle prestazioni che devono essere garantite da
parte dei CPI, indicando tempi congrui in relazione al tipo di prestazione da erogare, definendo
in modo più stringente il rapporto tra status di disoccupazione e rispetto del patto di servizio
anche nel caso di beneficiari di ammortizzatori sociali e agendo sulla definizione della congruità
dell’offerta di lavoro e formativa;
3) promuovere la qualità delle prestazioni erogate attraverso azioni formative di sistema
dedicate agli operatori dei Servizi competenti, per rafforzarne e arricchirne le competenze
professionali;
4) raccordare i servizi per il lavoro privati accreditati con i servizi per il lavoro pubblici, al fine
di costruire un sistema unitario delle prestazioni consentendo di offrire prestazioni
qualitativamente omogenee;
5) avviare un sistema di monitoraggio e valutazione, finalizzato a valutare quanto e come
le prestazioni siano erogate, al fine di allocare in modo efficiente ed efficace le risorse. Gli esiti
dell’indagine evidenziano una rilevante capacità operativa dei CPI che si associa ad un elevato
livello qualitativo delle prestazioni rese al cittadino tuttavia occorre che la mancata erogazione
da parte dei CPI delle prestazioni indicate nel patto di servizio sia misurata. È essenziale, a
questo proposito, che siano definiti in modo preciso i livelli essenziali delle prestazioni dei
servizi per il lavoro attraverso la descrizione univoca e misurabile degli obiettivi che si vogliono
raggiungere per assicurare ai cittadini maggiori standard di prestazione dei servizi.
81
Appendici
82
Tabelle e grafici …………………………………………………………………………………………………………………………… pag. 83
Report Provincia di
Belluno ……………………………………………………………………………………………………………………………… pag. 92
Report Provincia di
Padova ……………………………………………………………………………………………………………………………… pag. 101
Report Provincia di
Rovigo ……………………………………………………………………………………………………………………………… pag. 112
Report Provincia di
Treviso ……………………………………………………………………………………………………………………………… pag. 122
Report Provincia di
Venezia ……………………………………………………………………………………………………………………………… pag. 131
Report Provincia di
Verona ……………………………………………………………………………………………………………………………… pag. 144
Report Provincia di
Vicenza ………………………………………………………………………………………………………………………………
pag. 155
83
TABELLE E GRAFICI
Tabella n. 1 Numero di Operatori intervistati per Provincia e per Servizio per l’Impiego
Provincia N interviste SPI51
N interviste (dettaglio per ciascun SPI)
BL 7
Agordo 2 Belluno 2 Feltre 2 Pieve di Cadore 1
PD 19
Abano Terme 2 Camposampiero 2 Cittadella 2 Conselve 4 Este 2 Monselice 2 Montagnana 1 Padova 2 Piove di Sacco 2
RO 6 Adria 2 Badia P. 2 Rovigo 2
TV 7
Castelfranco 1 Conegliano 1 Montebelluna 1 Oderzo 1 Treviso 2 Vittorio V.to 1
VE 16
Chioggia 2 Dolo 2 Jesolo 2 Mestre 2 Mirano 2 Portogruaro 2 San Donà 2 Venezia 2
VI 10
Arzignano/Valdagno 3 Bassano 2 Schio-Thiene 2 Vicenza/Lonigo 3
VR 11
Affi 1 Bovolone 2 Legnago 2 San Bonifacio 2 Verona 2 Villafranca 2
Totale complessivo
76
51
Si precisa che alcuni operatori intervistati intervengono in più di un centro per l’impiego nell’ambito della stessa provincia. È il caso ad esempio degli SPI di Arzignano e Valdagno che hanno operatori in comune e di Vicenza il cui personale interviene anche nel centro di Lonigo.
84
Tabella n. 2 Numero di anni di esperienza professionale dichiarata dagli operatori
intervistati.
COMPETENZE media DS52 Min Max
1
Gestire colloqui di prima accoglienza per
soddisfare esigenze informative di cittadini
interessati a modificare la propria situazione
lavorativa 16,1 9,8 0 35
2
Gestire colloqui per individuare le risorse
personali e professionali del cittadino, utente
del servizio, spendibili nel mercato del lavoro 13,2 8,1 0 35
3 Elaborare con il cittadino un piano professionale
verificandone la fattibilità 9,6 7,6 0 35
4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro 11,1 8,5 0 35
5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso
di inserimento e/o reinserimento lavorativo 10,0 8,0 0 35
6
Monitorare l’andamento delle azioni poste in
essere a favore degli utenti del servizio,
intervenendo con eventuali azioni correttive 10,1 8,4 0 35
Tabella n. 3 titoli di studio posseduti dagli operatori intervistati: dati suddivisi per
Provincia
titolo di studio BL PD RO TV VE VI VR Totale complessivo
Licenza media 1 1
Qualifica professionale 1 2 1 4
Diploma 5 10 5 2 8 6 10 46
Laurea 1 8 1 3 5 4 1 23
Laurea + master 1 1 2
Totale complessivo 7 19 6 7 16 10 11 76
52
DS: Deviazione Standard è un indice di dispersione dalla media
85
AUTOVALUTAZIONE DELLE ABILITÀ (abilità cruciali)
86
AUTOVALUTAZIONI - COMPETENZA 1 e RELATIVE ABILITÀ E CONOSCENZE ESSENZIALI
87
AUTOVALUTAZIONI - COMPETENZA 2 e RELATIVE ABILITÀ E CONOSCENZE ESSENZIALI
88
AUTOVALUTAZIONI - COMPETENZA 3 e RELATIVE ABILITÀ E CONOSCENZE ESSENZIALI
89
AUTOVALUTAZIONI - COMPETENZA 4 e RELATIVE ABILITÀ E CONOSCENZE ESSENZIALI
90
AUTOVALUTAZIONI - COMPETENZA 5 e RELATIVE ABILITÀ E CONOSCENZE ESSENZIALI
91
AUTOVALUTAZIONI - COMPETENZA 6 e RELATIVE ABILITÀ E CONOSCENZE ESSENZIALI
92
Provincia di Belluno
1. I SPI della Provincia di Belluno Nella provincia di Belluno sono presenti 4 Centri per l’Impiego: Agordo, Belluno, Feltre e Pieve di Cadore. In essi sono impegnati complessivamente 26 operatori, pari al 7,16% degli operatori regionali dedicati ai CPI. I CPI contano 26 operatori assunti a tempo indeterminato e non sono presenti dipendenti a tempo determinato, consulenti o collaboratori. Nella tabella che segue sono indicati gli operatori per tipologia di assunzione e CPI di appartenenza.
Tab. 1 – Personale dei CPI di Belluno
CPI PROVINCIA DI BELLUNO
N. dipendenti a tempo
indeterminato
di cui front office
N. dipendenti
a tempo determinato
di cui front office
N. eventuali esperti,
consulenti e collaboratori
di cui front office
TOTALE PERSONALE
CPI
CPI Agordo 4 3 0 0 0 0 4 CPI Belluno 10 9 0 0 0 0 10 CPI Feltre 7 7 0 0 0 0 7 CPI Pieve 5 5 0 0 0 0 5
Totale PROVINCIA DI BELLUNO 26 24 0 0 0 0 26 Ai Servizi per il Lavoro della Provincia di Belluno afferiscono 69 comuni con una popolazione attiva pari a 184 mila persone. Ogni CPI ha un bacino potenziale di 46 mila utenti pari ad un rapporto di circa 7.077 cittadini per operatore53. Tab. 2 – Popolazione Regione e Provincia di Belluno – anno 2012 (dati in migliaia)
Fonte ISTAT
53 il calcolo è stato fatto utilizzando solo il personale assunto a tempo indeterminato
Maschi Femmine Maschi e femmine
15-24 25-54 55 e oltre
Totale 15-24 25-54 55 e oltre
Totale 15-24 25-54 55 e oltre
Totale
Belluno 10 45 33 88 10 43 43 96 19 88 77 184
VENETO 235 1.096 718 2.050 223 1.071 871 2.166 459 2.168 1.589 4.216
% su Regione 4,3% 4,1% 4,6% 4,3% 4,5% 4,0% 4,9% 4,4% 4,1% 4,1% 4,8% 4,4%
93
Nel corso del 2012 nella Provincia di Belluno sono state sottoscritte 7.048 DID pari al 3,8% della popolazione attiva provinciale e al 5,04% delle DID rilasciate in tutta la regione. La media di DID per operatore è pari a 271.
Tab. 3 – Rapporto DID/operatori
Provincia Flusso DID
% N. CPI media per CPI
n. operatori
media operatore
BELLUNO 7.048 5,04% 4 1.762 26 271
VENETO 139.890 100,00 40 3.497 379 369 Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013
94
2. Le prestazioni garantite dai SPI
Dall’indagine condotta emerge che gli SPI della Provincia di Belluno garantiscono le prestazioni essenziali così come rappresentato nel grafico che segue:
Grafico 1 – Prestazioni essenziali
Il grafico evidenzia un elevato livello di garanzia delle prestazioni con particolare riferimento alle aree di prestazione: 1. Informazione e accesso ai servizi, 2. Orientamento al lavoro e alla
formazione, 4. Incontro domanda e offerta di lavoro, mentre emergono alcune criticità per quanto riguarda le aree di prestazione 3. Misure di accompagnamento al lavoro. L’area 5.
Validazione e certificazione delle competenze, risulta non garantita.
Nel dettaglio, le prestazioni dell’area 1 e 2 sono garantite in tutti i CPI della Provincia.
Si evidenzia che nell’anno 2012 presso i CPI della Provincia di Belluno sono stati svolti 4.204 colloqui individuali di primo orientamento.
In riferimento all’area di prestazione 3, si sottolinea che le prestazioni 3.1 Proposta di percorsi
di validazione/certificazione delle competenze e 3.2 Proposta e realizzazione di attività di
formazione sono quasi sempre garantite o attivabili (anche ricorrendo a specifici progetti finanziati con risorse pubbliche). È inoltre garantita in tutti i CPI la prestazione essenziale 3.3
Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo. Si segnala a questo proposito che
nel 2012 nella Provincia di Belluno sono stati avviati 493 tirocini.
Nell’area di prestazione 4 entrambe le prestazioni essenziali (4.1 Colloquio di attivazione e 4.2
Promozione del profilo professionale) sono garantite dalla totalità dei CPI. Nel corso del 2012, presso i CPI sono stati pubblicati in banca dati IDO 4.069 curricula, e 907 imprese hanno richiesto personale per un totale di 1.711 vacancies e 11.319 candidature autogestite e sono stati effettuati 4.377 abbinamenti al fine di preselezione.
95
L’area di prestazione 5 Validazione e certificazione delle competenze non è garantita; risulta infatti che gli operatori di tutti i CPI non effettuano l’identificazione delle competenze possedute. La validazione e certificazione delle competenze, non essendo ancora implementata a livello regionale, non può conseguentemente essere garantita.
Il fatto che quest’ultima area di prestazione non sia assolutamente garantita, potrebbe sembrare incongruente con quanto appena affermato a proposito della prestazione 3.1
Proposta di percorsi di validazione/certificazione delle competenze e 3.2 Proposta e
realizzazione di attività di formazione, che sono quasi sempre garantite o attivabili al bisogno. A questo proposito gli operatori intervistati hanno chiarito che, su richiesta degli interessati o per particolari tipologie di utenza (es. nel caso dei beneficiari della mobilità in deroga), è previsto il rinvio agli enti accreditati per la realizzazione delle politiche attive del lavoro.
96
3. I requisiti di struttura e di processo per aree di prestazione
I rilevatori hanno chiesto nel corso delle interviste ai responsabili dei quattro CPI se i requisiti di struttura fossero garantiti (risposta A), attivabili al bisogno (risposta B) oppure non garantiti (risposta C). Nella tabella sottostante sono riportati i dati rilevati nei CPI provinciali.54
Tab. 4 – Requisiti di struttura
REQUISITI DI STRUTTURA A –
garantita
B – attivabile al bisogno
C – non
garantita A + B
Are
a 1
Sito internet aggiornato 4 0 0 100%
Punto di accoglienza per utenza con operatore dedicato
4 0 0 100%
Spazio attrezzato per auto-consultazione di materiali informativi
4 0 0 100%
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
4 0 0 100%
Are
a 2
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
4 0 0 100%
Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo 4 0 0 100%
Disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio
3 1 0 100%
Disponibilità di un catalogo delle opportunità formative e relativi requisiti di accesso
4 0 0 100%
Are
a 3
Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio e interventi con eventuali azioni correttive
4 0 0 100%
Sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni)
4 0 0 100%
Raccordo e invio ai servizi formativi per accesso a percorsi di PAL
3 1 0 100%
Are
a 4
Report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale
2 2 0 100%
Collegamento con ClicLavoro 3 0 1 75%
Gestione informatizzata del processo di incrocio D/O 4 0 0 100%
I requisiti di struttura delle aree 1, 2 e 3 risultano garantiti.
Per quanto riguarda i requisiti di struttura dell'area 4 sono garantiti o attivabili al bisogno, tranne nel caso del CPI di Pieve di Cadore, che non garantisce il requisito Collegamento con
Cliclavoro.
Per quanto riguarda i requisiti di processo, la tabella che segue indica in quanti CPI della Provincia di Belluno sono presenti tali requisiti.
54
La tabella riporta soltanto le prime quattro aree di prestazione in quanto nella rilevazione non erano richiesti requisiti di struttura relativi alla quinta area Validazione e certificazione delle competenze.
97
Tab. 5 – Requisiti di processo
REQUISITI DI PROCESSO A -
garantita
B - attivabile al bisogno
C - non
garantita A + B
Are
a 1
Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa
4 0 0 100%
Servizio di promozione e marketing dei servizi del SPI verso i cittadini
4 0 0 100%
Servizio informativo specifico dedicato alle imprese 4 0 0 100%
Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti
2 1 1 75%
Servizio di attivazione dell’AA.SS. in raccordo con INPS 4 0 0 100%
Are
a 2
Realizzazione di un colloquio individuale di orientamento entro 3 mesi dal rilascio della DID
4 0 0 100%
Scouting continuo delle opportunità e aggiornamento dei sistemi informativi
4 0 0 100%
Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della DID
2 2 0 100%
Are
a 3
Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità
4 0 0 100%
Supporto all’utente nell’inserimento o reins. lavorativo con az. di valutazione congiunta
3 1 0 100%
Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo formativo
4 0 0 100%
Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione dei lav. in stato di mobilità a sostegno del reinser
4 0 0 100%
Are
a 4
Realizzazione colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID
4 0 0 100%
Verifica delle segnalazioni /presentazioni delle candidature
4 0 0 100%
Attività di promozione e marketing verso le imprese 3 1 0 100% Aggiornamento costante delle informazioni su SIL 4 0 0 100%
Are
a 5
Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl
0 0 4 0%
Selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave
0 0 4 0%
I requisiti di processo dell’area 1 sono sempre garantiti o attivabili al bisogno, tranne che per i Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti, non garantito nel CPI di Pieve di Cadore.
I requisiti di processo dell’area 2, 3 e 4 sono sempre garantiti o attivabili su richiesta dell’utente.
In merito ai requisiti di processo della quinta area, si rileva che il servizio Individuazione delle
competenze-chiave spendibili nel mdl e il servizio Selezione delle evidenze correlate alle
competenze chiave risultano essere non garantiti. Gli operatori dei CPI non svolgono colloqui di individuazione e/o di accertamento delle competenze, pertanto non è prevista l’attività di selezione delle evidenze. Lo strumento del dossier delle evidenze non è, infatti, utilizzato dai CPI.
98
4. Le competenze professionali degli operatori
L’analisi dei servizi erogati dai CPI procede mettendo in relazione le 5 aree di prestazione di cui si è detto nei precedenti paragrafi con le competenze dichiarate dagli operatori nell’ambito della rilevazione.
Grafico 2 – Autovalutazione delle competenze
0
0
0
0
0
0
0
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0
0
0
0
3
2
2
4
3
4
4
5
5
3
4
3
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informativedi cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa
Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali delcittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro
Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone lafattibilità
Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro
Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo
Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive
AUTOVALUTAZIONE - competenze (BELLUNO)
per nulla
poco
abbastanza
molto
Per tutte le aree di prestazione, circa le competenze chiave, emerge la percezione da parte degli Operatori di tutti i CPI che esse siano pienamente agite e possedute.
Le competenze professionali sono supportate da conoscenze e abilità che sono state rilevate nell’intervista somministrata agli operatori dei CPI. I grafici seguenti rappresentano i risultati dell’autovalutazione degli operatori sul grado di possesso di conoscenze e abilità.
99
Grafico 3 – Autovalutazione conoscenze
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0
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1
0
2
1
1
2
0
1
1
0
1
1
4
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0
3
3
0
4
5
4
3
3
5
4
7
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4
4
4
7
6
6
3
5
6
2
4
6
4
2
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3
2
3
4
4
1
2
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0
2
2
1
0
0
0
4
1
0
1
2
1
0
1
1
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Tecniche per la conduzione di colloqui con l’utente
Misure e programmi di sostegno all’occupazione e normativa di riferimento
Contenuti della “Carta dei servizi e prestazioni” del servizio presso cui lavora
Procedure di utilizzo degli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e regionali
Caratteristiche delle opportunità lavorative del mercato locale
Caratteristiche dell’offerta del sistema regionale d’istruzione e formazione
Modalità di interrogazione e ricerca su portali informativi
Metodi di identificazione delle competenze possedute dall’utente
Criteri per l’individuazione delle competenze strategiche possedute dall’utente
Modalità di descrizione delle competenze possedute dall’utente
Caratteristiche della domanda di competenze del mercato del lavoro
Classificazioni delle professioni nazionali e internazionali
Tecniche di problem solving
Tecniche per la definizione di un piano professionale
Metodi di analisi per competenze dei profili professionali
Tipologie di competenze richieste dal mercato del lavoro locale
Procedure di funzionamento degli applicativi per la gestione dell’incrocio d/o di lavoro
Tipologie e caratteristiche distintive dei contratti di lavoro previsti dalla normativa vigente
Modalità di accesso e interrogazione a banche dati rilevanti per l’incrocio domanda/offerta di lavoro
Normativa di riferimento in materia di tirocini
Tecniche di ricerca attiva del lavoro
Caratteristiche e modalità delle attività di orientamento professionale
Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di monitoraggio
Procedure di funzionamento degli applicativi a sostegno della gestione dell’’incrocio domanda/offerta di lavoro e deitirocini compresi quelli previsti dalle disposizioni nazionali e regionali.
per nulla
poco
abbastanza
molto
Le conoscenze meno diffuse tra gli operatori della Provincia di Belluno, secondo quanto da loro stessi dichiarato, sono:
• Modalità di accesso e interrogazione a banche dati rilevanti per l’incrocio domanda/offerta di lavoro (57,1% di risposte “poco”) afferente alla competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro;
• Caratteristiche e modalità delle attività di orientamento professionale (42,9% di risposte “poco”) afferente alla competenza 5 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro;
• Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di monitoraggio (57,1% di risposte “poco” o “per nulla”) afferente alla competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive.
La conoscenza Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di
monitoraggio risulta particolarmente carente.
100
Grafico 4 – Autovalutazione abilità
000
2000000000
11
0000
11
0000000
111
233
011
000
000000
11
02
21
11
01
01
11
022
12
11
00
33
00
6
444
43
66
54
65
6535
66
744
555
64
56
555
64
11
65
0
333
14
11
23
011
01
0000
22
01111
000000
100
11
0
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Adottare tecniche di conduzione di colloqui
Identificare il fabbisogno informativo del cittadino
Descrivere i servizi disponibili rispondenti ai bisogni rilevati
Predisporre materiali di tipo informativo
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal mercato del lavoro locale
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal sistema di istruzione e formazione
Supportare il cittadino nell’utilizzo di strumenti informativi per promuoverne l’utilizzo, anche in autonomia
Utilizzare strumenti per la registrazione di dati compresi gli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e regionali
Analizzare la storia professionale e formativa della persona
Identificare le competenze strategiche utili all’occupabilità dell’utente (*)
Identificare tipologie di lavoro coerenti con le risorse professionali e personali della persona
Correlare le competenze individuate con le competenze richieste dal mercato del lavoro (*)
Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle professioni nazionali e internazionali in vigore (*)
Tradurre competenze, caratteristiche e aspirazioni personali in obiettivi professionali (*)
Supportare l’utente nella costruzione del piano professionale
Individuare aree di criticità e possibili soluzioni
Tradurre le scelte effettuate dall’utente in un piano professionale fattibile
Identificare le aree di competenza che richiedono di essere rafforzate in relazione al progetto professionale individuato
Ricondurre le competenze della persona a concrete opportunità lavorative
Proporre all’’utente opportunità occupazionali
Rilevare i fabbisogni professionali delle aziende (*)
Selezionare profili di lavoratori sulla base di specifiche richieste di personale
Proporre alle aziende profili di candidati coerenti ai fabbisogni
Proporre a lavoratore e azienda soluzioni contrattuali in linea con le rispettive esigenze
Utilizzare gli applicativi per la gestione dell’incrocio domanda offerta
Individuare ambiti di competenza da sviluppare coerentemente con il piano professionale definito
Identificare opportunità orientative e/o formative coerenti al piano professionale definito
Assistere l’utente nell’utilizzo di banche dati e nella selezione di annunci di lavoro
Sostenere la motivazione del lavoratore nel raggiungimento degli obiettivi
Gestire le relazioni con le imprese, nella fase di inserimento degli utenti del servizio
Utilizzare gli strumenti e gli applicativi informatici per la gestione delle politiche attive del lavoro (*)
Raccogliere dati e informazioni utili al miglioramento del servizio
Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi (*)
Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri definiti
Monitorare l’inserimento lavorativo e/o formativo dell’utente del servizio
Valutare i risultati conseguiti a favore dell’utente del servizio
Adottare azioni volte a migliorare quali-quantitativamente i servizi erogati
per nulla
poco
abbastanza
molto
Per quanto riguarda le abilità quelle che gli operatori della Provincia di Belluno dichiarano come meno agite sono:
• Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi: 85,7% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 6);
• Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri definiti: 85,7% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 6);
• Tradurre competenze, caratteristiche e aspirazioni personali in obiettivi professionali: 42,6% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 3);
• Adottare azioni volte a migliorare quali-quantitativamente i servizi erogati: 100% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 6).
Come per le conoscenze, anche per le abilità si possono riscontrare alcune incoerenze rispetto all’autovalutazione delle competenze agite dagli operatori, con particolare riferimento alla competenza 6. Da un’analisi comparata dei grafici su competenze, abilità e conoscenze, si deduce che anche nelle competenze agite dagli operatori con buoni o ottimi risultati, vi sarebbero alcune conoscenze e abilità da sviluppare e perfezionare.
101
Provincia di Padova
1. I SPI della Provincia di Padova Nella provincia di Padova sono presenti 9 Centri per l’Impiego: Camposampiero, Conselve, Este, Monselice, Montagnana, Padova, Piove di Sacco, Cittadella e Abano, nei quali sono impegnati complessivamente 54 operatori. Di questi, 52 sono assunti a tempo indeterminato, 1 assunto a tempo determinato e 1 con contratto da esperto / consulente. Nella tabella che segue sono indicati gli operatori per tipologia di assunzione e CPI di appartenenza.
Tab. 1 – Personale dei CPI di Padova
CPI PROVINCIA DI PADOVA
N. dipendenti a
tempo indeterminat
o
di cui front office
N. dipendenti a tempo
determinato
di cui front office
N. eventuali esperti,
consulenti e collaboratori
di cui front office
TOTALE PERSONALE
CPI
CPI Cittadella 5 4 0 0 0 0 5
CPI Camposampiero 4 4 0 0 0 0 4
CPI Padova 20 17 0 0 1 0 21
CPI Abano 3 2 1 0 0 0 4
CPI Monselice 4 4 0 0 0 0 4
CPI Piove di Sacco 4 4 0 0 0 0 4
CPI Este 5 4 0 0 0 0 5
CPI Montagnana 4 3 0 0 0 0 4
CPI Conselve 3 3 0 0 0 0 3 Totale PROVINCIA DI PADOVA 52 45 1 0 1 0 54
Ai Servizi per il lavoro della Provincia di Padova afferiscono 104 comuni con un bacino di 800 mila potenziali utenti. Ogni CPI ha un bacino potenziale di 90 mila utenti pari ad un rapporto di circa 15.385 cittadini per operatore55. Tab. 2 – Popolazione Regione e Provincia di Padova – anno 2012 (dati in migliaia)
55
il calcolo è stato fatto utilizzando solo il personale assunto a tempo indeterminato
102
Nel corso del 2012 nella Provincia di Padova sono state sottoscritte 25.486 DID pari al 3,2 % della popolazione attiva provinciale e al 18,22% delle DID rilasciate in tutta la regione. La media di DID per operatore è pari a 490.
Tab. 3 – Rapporto DID/operatori
Provincia Flusso DID % N. CPI media per CPI
n. operatori
media operatore
PADOVA 25.486 18,22% 9
2.832 52 490
VENETO 139.890 100,00 40 3.497 379 369 Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013 Si evidenzia che dal mese di agosto 2010 nella Provincia di Padova è attivo il servizio di “DID
on line” al quale i cittadini possono accedere iscrivendosi al portale provinciale dei servizi al lavoro e formazione. Nel 2012 hanno usufruito di questo servizio circa 2000 utenti.
Se scorporiamo dal totale il numero delle DID rilasciate tramite il Portale, la media di DID per operatore scende a 452, anche se è necessario considerare l’attività di back office a carico degli operatori per la gestione di tale servizio.
103
2. Le prestazioni garantite dai SPI Dall’indagine condotta emerge che gli SPI della Provincia di Padova garantiscono le prestazioni essenziali così come rappresentato nel grafico che segue:
100%
100%
100%
100%
89%
67%
89%
100%
100%
33%
22%
11%
89%
11%
67%
11%
11%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
1.1 Informazioni
1.2 Profilo socio-professionale
1.3 Patto di servizio
2.1 Colloquio di orientamento
2.2 Azioni di orientamento collettive
3.1 Proposta di percorsi divalidazione/certificazione delle competenze
3.2 Proposta e realizzazione di attività diformazione
3.3 Proposta di adesione ad iniziative diinserimento lavorativo
4.1 Colloquio di attivazione
4.2 Promozione del profilo professionale
5.1 Identificazione delle competenze,raccolta, analisi e selezione delle evidenze
garantita
parzialmente garantita
non garantita
Grafico 1 – Prestazioni essenziali
Il grafico evidenzia un elevato livello di garanzia delle prestazioni con particolare riferimento alle aree di prestazione: 1. Informazione e accesso ai servizi, 2. Orientamento al lavoro e alla
formazione, 4. Incontro domanda e offerta di lavoro, mentre emergono alcune criticità per quanto riguarda le aree di prestazione 3. Misure di accompagnamento al lavoro e 5. Validazione
e certificazione delle competenze.
Nel dettaglio, le prestazioni dell’area 1 sono garantite in tutti i CPI della Provincia. Per quanto riguarda l’area 2 la prestazione essenziale 2.1 Colloquio di orientamento (colloqui individuali) è sempre garantita, mentre la seconda prestazione essenziale 2.2 Azioni di orientamento
collettive è assicurata da tutti i CPI ad eccezione di quello di Abano Terme. Si evidenzia che nell’anno 2012 presso i CPI della Provincia di Padova sono stati svolti 22.117 colloqui individuali di primo orientamento e 104 incontri di orientamento di gruppo; questi ultimi hanno coinvolto 856 utenti.
In riferimento all’area di prestazione 3, si sottolinea che le prestazioni 3.2 Proposta e
realizzazione di attività di formazione (eccetto il CPI di Cittadella) e 3.3 Proposta di adesione a
iniziative di inserimento lavorativo sono quasi sempre garantite o attivabili da parte dei CPI, anche ricorrendo a specifici progetti finanziati con risorse pubbliche o private. È invece particolarmente carente la prestazione essenziale 3.1 Proposta di percorsi di
validazione/certificazione delle competenze che non risulta garantita in 6 CPI: Camposampiero, Conselve, Monselice, Padova, Piove di Sacco, Abano Terme.
Inoltre, nel 2012 nella Provincia di Padova sono stati avviati 2.169 tirocini, 343 lavoratori sono stati indirizzati a corsi di formazione/riqualificazione.
Nell’area di prestazione 4 entrambe le prestazioni essenziali (4.1 Colloquio di attivazione e 4.2
Promozione del profilo professionale) sono garantite dalla totalità dei CPI. Nel corso del 2012,
104
presso i CPI e gli sportelli Informalavoro sono stati pubblicati 21.925 curricula; le aziende che si sono rivolte ai CPI sono state 2.122, le richieste di personale presentate sono state 2.895. Le autocandidature sono state 77.766 e sono stati effettuati 7.916 abbinamenti al fine di preselezione.
L’area di prestazione 5 Validazione e certificazione delle competenze non è completamente garantita. Risulta infatti che gli operatori dei CPI accompagnano l’utente fino alla identificazione delle competenze possedute. La prestazione non risulta garantita dal CPI di Cittadella. La validazione e certificazione delle competenze non essendo ancora implementata a livello regionale non può conseguentemente essere garantita.
105
3. I requisiti di struttura e di processo per aree di prestazione
I rilevatori hanno chiesto nel corso delle interviste ai responsabili dei nove CPI se i requisiti di struttura fossero garantiti (risposta A), attivabili al bisogno (risposta B) oppure non garantiti (risposta C). Nella tabella sottostante sono riportati i dati rilevati nei CPI provinciali.56
Tab. 4 – Requisiti di struttura
I requisiti di struttura dell’area 1 informazione e accesso ai servizi e dell’area 2 orientamento al
lavoro e alla formazione sono generalmente garantiti. Nel caso del CPI di Abano Terme il requisito Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo non è garantito o attivabile.
Per quanto riguarda i requisiti di struttura dell'area 3 misure di accompagnamento al lavoro sono generalmente garantiti o attivabili al bisogno. Il requisito Sistema di monitoraggio del PAI nei CPI di Camposampiero, Este, Montagnana e Piove di Sacco risulta non garantito in quanto lo strumento del PAI non è utilizzato sistematicamente e non è presente un sistema di monitoraggio che preveda la tracciabilità delle azioni. Il Raccordo e invio ai servizi formativi per
accesso a percorsi di PAL è gestito per lo più tramite il portale della Provincia e i CPI non sempre svolgono direttamente quest’attività.
56
La tabella riporta soltanto le prime quattro aree di prestazione in quanto nella rilevazione non erano richiesti requisiti di struttura relativi alla quinta area Validazione e certificazione delle competenze.
106
I requisiti di struttura dell’area 4 incontro domanda e offerta di lavoro sono generalmente garantiti.
Per quanto riguarda i requisiti di processo, la tabella che segue indica in quanti CPI della Provincia di Padova sono presenti tali requisiti.
Tab. 5 – Requisiti di processo
I requisiti di processo dell’area 1 informazione e accesso ai servizi sono sempre garantiti o attivabili al bisogno. In particolare si evidenzia che per il requisito di processo Servizio di prima
informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa non è generalmente previsto uno sportello ad hoc, anche se il servizio quasi sempre risulta attivabile al bisogno e solo in due casi (CPI di Piove di Sacco e Cittadella) non è garantito. Di norma per richieste di questo tipo da parte dell’utenza, i CPI erogano un colloquio conoscitivo e poi rinviano ad associazioni di categoria e camere di commercio, in base al tipo di attività oggetto della richiesta. Dall’analisi appare che i CPI sono deboli nei Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti poiché
non sono previsti sportelli ad hoc. Tuttavia, si segnala come nota positiva la collaborazione di alcuni CPI della provincia con CPI stranieri.
I requisiti di processo dell’area 2 orientamento al lavoro e alla formazione sono quasi sempre garantiti, altrimenti attivabili su richiesta dell’utente.
Circa i requisiti di processo dell’area 3 misure di accompagnamento al lavoro si segnala in particolare che, in seguito al colloquio di attivazione del PAI e alla verifica della sua fattibilità, in un terzo dei CPI non è svolta l’attività di Supporto all’utente del servizio nel percorso di
inserimento o reinserimento lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta. Si riscontrano inoltre le seguenti criticità:
107
• il servizio Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità in molti CPI è sistematicamente garantito solo per alcune categorie di lavoratori (es. lavoratori in mobilità), mentre agli altri lavoratori è erogato solo se interessati ad essere inseriti in progetti formativi/di reinserimento;
• il servizio Supporto all’utente del servizio nel percorso di inserimento o reinserimento lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta è poco utilizzato: risulta attivato talvolta su richiesta delle aziende, che però, in generale, a causa della piccola dimensione, non si dimostrano molto interessate a questo.
Infine i requisiti di processo dell’area 4 incontro domanda e offerta di lavoro sono presenti in tutti i CPI. L’attività di promozione e marketing verso le imprese è garantita nella maggior parte dei Centri, mentre in alcuni è svolta solo in presenza di progetti specifici che prevedano inserimento lavorativo o stage. Solo nel CPI di Camposampiero non è svolta per mancanza di personale.
In merito ai requisiti di processo dell’area 5 validazione e certificazione delle competenze, si rileva che il servizio Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl è garantito o attivabile al bisogno in tutti i CPI, mentre il servizio Selezione delle evidenze correlate alle
competenze chiave risulta essere quasi sempre non garantito. Gli operatori dei CPI svolgono colloqui di individuazione ma non di accertamento delle competenze, pertanto non è prevista l’attività di selezione delle evidenze. Lo strumento del dossier delle evidenze non è, infatti, utilizzato dai CPI.
108
4. Le competenze professionali degli operatori
L’analisi dei servizi erogati dai CPI prosegue mettendo in relazione le 5 aree di prestazione di cui si è detto nei precedenti paragrafi con le competenze dichiarate dagli operatori nell’ambito della rilevazione.
Grafico 2 – Autovalutazione delle competenze
La prima area di prestazione Informazione e accesso ai servizi è pienamente garantita dalle competenze possedute dagli operatori. La competenza correlata a quest’area Gestire colloqui di
prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la
propria situazione lavorativa è infatti sempre agita con ottimi o buoni risultati sulla base di quanto dichiarato dagli operatori nelle interviste.
Le aree di prestazione 2 Orientamento al lavoro e alla formazione, 3 Misure di
accompagnamento al lavoro, 4 Incontro domanda e offerta di lavoro e 5 Validazione e
certificazione delle competenze non sono pienamente coperte dalle competenze agite dagli operatori.
Si riscontra dall'autovalutazione sul possesso delle competenze degli operatori che la competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino,
utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro (richiesta per le aree di prestazione 2, 3, 4 e 5), è agita con ottimi o buoni risultati. Risulta inoltre che le competenze 3 Elaborare con il
cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità (richiesta nelle aree di prestazione 3 e 5), 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento
lavorativo (richiesta nelle aree di prestazione 2 e 3) e 6 Monitorare l’andamento delle azioni
poste in essere a favore degli utenti del servizio (richiesta nelle aree di prestazione 3 e 4) non sono pienamente possedute dagli operatori.
109
La competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro è posseduta e utilizzata con ottimi o buoni risultati da due terzi degli operatori intervistati.
La competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del
servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive risulta secondo quanto dichiarato dagli operatori utilizzata abitualmente con buoni risultati o occasionalmente. Nessun operatore dichiara di utilizzarla sempre con ottimi risultati o mai.
Le competenze che dal grafico appaiono come elementi di maggiore criticità sono la 3 Elaborare
con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità e la 5 Accompagnare l’utente
del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo. Si riscontra, infatti, che più della metà degli operatori dichiara di agirle occasionalmente o mai.
Inoltre si osserva dal grafico che le competenze più diffusamente agite nei CPI della provincia di Padova sono la competenza 1 Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze
informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa e la competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del
servizio, spendibili nel mercato del lavoro: la totalità degli operatori infatti dichiara di agire “sempre (con ottimi risultati)” o “abitualmente (con buoni risultati)” in situazioni che richiedano per loro natura le citate competenze. Le competenze professionali sono supportate da conoscenze e abilità che sono state rilevate nell’intervista somministrata agli operatori dei CPI. I grafici seguenti rappresentano i risultati dell’autovalutazione degli operatori sul grado di possesso di conoscenze e abilità.
Grafico 3 – Autovalutazione conoscenze
1
0
3
0
1
0
1
0
0
0
0
1
0
4
2
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0
0
0
1
0
2
3
0
0
3
0
0
0
8
2
3
9
5
6
5
4
5
5
5
1
6
2
4
3
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11
2
9
8
8
10
10
10
13
11
5
11
12
12
14
9
9
6
10
10
14
9
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11
5
12
9
8
8
9
8
1
3
5
5
3
1
1
1
1
3
7
8
3
3
5
5
1
0
5
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Tecniche per la conduzione di colloqui con l’utente
M isure e programmi di sostegno all’occupazione e normativa di riferimento
Contenuti della “ Carta dei servizi e prestazioni” del servizio presso cui lavora
Procedure di utilizzo degli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e regionali
Caratteristiche delle opportunità lavorative del mercato locale
Caratteristiche dell’o fferta del sistema regionale d’ istruzione e fo rmazione
M odalità di interrogazione e ricerca su portali informativi
M etodi di identificazione delle competenze possedute dall’utente
Criteri per l’ individuazione delle competenze strategiche possedute dall’utente
M odalità di descrizione delle competenze possedute dall’utente
Caratteristiche della domanda di competenze del mercato del lavoro
Classificazioni delle pro fessioni nazionali e internazionali
Tecniche di problem solving
Tecniche per la definizione di un piano pro fessionale
M etodi di analisi per competenze dei pro fili professionali
Tipologie di competenze richieste dal mercato del lavoro locale
Procedure di funzionamento degli applicativi per la gestione dell’ incrocio d/o di lavoro
Tipologie e caratteristiche distintive dei contratti di lavo ro previsti dalla normativa vigente
M odalità di accesso e interrogazione a banche dati rilevanti per l’ incrocio domanda/offerta di lavoro
Normativa di riferimento in materia di tirocini
Tecniche di ricerca attiva del lavoro
Caratteristiche e modalità delle attività di orientamento pro fessionale
M etodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di monitoraggio
Procedure di funzionamento degli applicativi a sostegno della gestione dell’ ’ incrocio domanda/offerta di lavoro e deitirocini compresi quelli previsti dalle disposizioni nazionali e regionali.
per nulla
poco
abbastanza
molto
Le conoscenze meno diffuse tra gli operatori della Provincia di Padova, secondo quanto da loro stessi dichiarato, sono:
110
• Caratteristiche dell’offerta del sistema regionale di istruzione e formazione (42,1% di risposte “poco” o “per nulla”) afferente alla competenza 1 Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa;
• Criteri per l’individuazione delle competenze strategiche possedute dall’utente (47,4 % di risposte “poco” o “per nulla”) afferente alla competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro;
• Tecniche per la definizione di un piano professionale (47,4 % di risposte “poco” o “per nulla”) afferente alla competenza 3 Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità;
• Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di monitoraggio (73,7% di risposte “poco” o “per nulla”) afferente alla competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive.
L’assenza o la scarsa diffusione di tali conoscenze è coerente soltanto in parte con l’autovalutazione degli operatori sulle competenze agite: se infatti la competenza 3 risulta, come descritto nel precedente paragrafo, poco o per nulla posseduta dagli operatori, lo stesso non vale per le altre competenze (1, 2 e 6). La conoscenza Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di
monitoraggio risulta particolarmente carente. Grafico 4 – Autovalutazione abilità
000
20
10
100
11
322
155
11
43
22
155
13
500
77
21
2
00
14
14
21
28
48
95
64
56
12
30
03
16
32
42
52
88
56
6
1211
713
1012
99
89
98
5119
126
615
99
68
88
810
87
89
1444
1212
11
78
110
82
88
92
522
122
322
73
109
69
01
85
45
300000
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Adottare tecniche di conduzione di co lloqui
Identificare il fabbisogno informativo del cittadino
Descrivere i servizi disponibili rispondenti ai bisogni rilevati
Predisporre materiali di tipo info rmativo
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal mercato del lavoro locale
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal sistema di istruzione e fo rmazione
Supportare il cittadino nell’utilizzo di strumenti informativi per promuoverne l’utilizzo , anche in autonomia
Utilizzare strumenti per la registrazione di dati compresi gli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e regionali
Analizzare la sto ria professionale e formativa della persona
Identificare le competenze strategiche utili all’occupabilità dell’utente (*)
Identificare tipologie di lavoro coerenti con le risorse pro fessionali e personali della persona
Correlare le competenze individuate con le competenze richieste dal mercato del lavoro (*)
Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle pro fessioni nazionali e internazionali in vigore (*)
Tradurre competenze, caratteristiche e aspirazioni personali in obiettivi pro fessionali (*)
Supportare l’utente nella costruzione del piano pro fessionale
Individuare aree di criticità e possibili soluzioni
Tradurre le scelte effettuate dall’utente in un piano pro fessionale fattibileIdentificare le aree di competenza che richiedono di essere rafforzate in relazione al progetto pro fessionale
individuatoRicondurre le competenze della persona a concrete opportunità lavorative
Proporre all’ ’utente opportunità occupazionali
Rilevare i fabbisogni pro fessionali delle aziende (*)
Selezionare pro fili di lavoratori sulla base di specifiche richieste di personale
Proporre alle aziende pro fili di candidati coerenti ai fabbisogni
Proporre a lavoratore e azienda soluzioni contrattuali in linea con le rispettive esigenze
Utilizzare gli applicativi per la gestione dell’ incrocio domanda o fferta
Individuare ambiti di competenza da sviluppare coerentemente con il piano pro fessionale definito
Identificare opportunità o rientative e/o fo rmative coerenti al piano pro fessionale definito
Assistere l’utente nell’utilizzo di banche dati e nella selezione di annunci di lavoro
Sostenere la motivazione del lavorato re nel raggiungimento degli obiettivi
Gestire le relazioni con le imprese, nella fase di inserimento degli utenti del servizio
Utilizzare gli strumenti e gli applicativi info rmatici per la gestione delle po litiche attive del lavoro (*)
Raccogliere dati e informazioni utili al miglio ramento del servizio
Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi (*)
Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri definiti
M onitorare l’ inserimento lavorativo e/o fo rmativo dell’utente del servizio
Valutare i risultati conseguiti a favore dell’utente del servizio
Adottare azioni vo lte a miglio rare quali-quantitativamente i servizi erogati
per nulla
poco
abbastanza
molto
Per quanto riguarda le abilità, quelle che gli operatori della Provincia di Padova dichiarano come meno agite sono:
• Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi: 78,9% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 6);
111
• Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri definiti: 78,9% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 6);
• Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle professioni nazionali e internazionali in vigore: 63,2% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 2);
• Identificare le aree di competenza che richiedono di essere rafforzate in relazione al progetto professionale individuato: 57,9% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 3);
• Individuare ambiti di competenza da sviluppare coerentemente con il piano professionale definito: 57,9% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 5)
• Tradurre le scelte effettuate dall’utente in un piano professionale fattibile: 52,6% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 3).
Come per le conoscenze, anche per le abilità si possono riscontrare alcune incoerenze rispetto all’autovalutazione delle competenze agite dagli operatori, con particolare riferimento alle competenze 2 e 6. Da un’analisi comparata dei grafici su competenze, abilità e conoscenze, si deduce che anche nelle competenze agite dagli operatori con buoni o ottimi risultati vi sarebbero alcune conoscenze e abilità da sviluppare e perfezionare.
112
Provincia di Rovigo
1. I SPI della Provincia di Rovigo
Nella provincia di Rovigo sono presenti 3 centri per l’impiego: alto polesine CPI di Badia Polesine, medio polesine CPI di Rovigo e basso polesine CPI di Adria per un totale di 35 operatori, tutti a tempo indeterminato.
Nella tabella che segue sono indicati gli operatori per tipologia di assunzione e CPI di appartenenza.
Tab. 1 – Personale dei CPI di Rovigo
CPI PROVINCIA DI ROVIGO
N. dipendenti a tempo
indeterminato
di cui front office
N. dipendenti
a tempo determinato
di cui front office
N. eventuali esperti,
consulenti e collaboratori
di cui front office
TOTALE PERSONALE
CPI
CPI Rovigo 13 13 0 0 0 0 13
CPI Adria 12 12 0 0 0 0 12
CPI Badia Polesine 10 10 0 0 0 0 10
Totale PROVINCIA DI ROVIGO 35 35 0 0 0 0 35
Ai servizi per il lavoro della provincia di Rovigo afferiscono 50 comuni con una popolazione attiva pari a 217.000 unità. Ogni CPI ha un bacino di 72.333 utenti pari a un rapporto di 6.200 cittadini per operatore.
Tab. 2 – Popolazione Regione e Provincia di Rovigo – anno 2012 (dati in migliaia) Maschi Femmine Maschi e femmine
15-24 25-54 55 e oltre
Totale 15-24 25-54 55 e oltre
Totale 15-24 25-54 55 e oltre
Totale
Rovigo 11 52 42 105 11 52 49 112 22 104 91 217
VENETO 235 1.096 718 2.050 223 1.071 871 2.166 459 2.168 1.589 4.216
% su Regione 4,7% 4,7% 5,8% 5,1% 4,9% 4,9% 5,6% 5,2% 4,8% 4,8% 5,7% 5,1%
Fonte: ISTAT
113
Tab. 3 – Rapporto DID/operatori
Provincia Flusso DID
% N. CPI media per CPI
n. operatori
media operatore
ROVIGO 8.291 5,93% 3 2.764 35 237
VENETO 139.890 100,00 40 3.497 379 369
Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013
Nel corso del 2012 nella Provincia di Rovigo sono state sottoscritte 8.291 DID pari al 3,8% della popolazione attiva provinciale e al 5,93% delle DID rilasciate in tutta la regione. La media di DID per operatore è pari a 237.
114
2. Le prestazioni garantite dai SPI Dall’indagine condotta emerge che gli SPI della Provincia di Rovigo garantiscono le prestazioni essenziali così come rappresentato nel grafico che segue:
Grafico 1 – Prestazioni essenziali
Il grafico evidenzia un elevato livello di garanzia delle prestazioni con particolare riferimento alle aree di prestazione: 1. Informazione e accesso ai servizi, 2. Orientamento al lavoro e alla
formazione, 4. Incontro domanda e offerta di lavoro, mentre emergono alcune criticità per quanto riguarda le aree di prestazione 3. Misure di accompagnamento al lavoro e 5. Validazione
e certificazione delle competenze.
In riferimento all’area di prestazione 3, si sottolinea che le prestazioni 3.1 Proposta di percorsi
di validazione/certificazione delle competenze non è garantita nei tre CPI mentre le prestazioni 3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione e 3.3 Proposta di adesione a iniziative di
inserimento lavorativo sono sempre garantite anche ricorrendo a specifici progetti finanziati con risorse pubbliche o private. Nel 2012 nella Provincia di Rovigo sono stati avviati 1.252 tirocini.
Nell’area di prestazione 4 entrambe le prestazioni essenziali (4.1 Colloquio di attivazione e 4.2
Promozione del profilo professionale) sono garantite dalla totalità dei CPI. Nel corso del 2012, presso i CPI sono stati pubblicati 10.261 curriculum, 348 imprese si sono rivolte ai CPI per le richieste di personale, sono state gestite 954 vacancies, sono state gestite 989 candidature e sono stati effettuati 1.758 abbinamenti al fine di preselezione.
L’area di prestazione 5 Validazione e certificazione delle competenze risulta parzialmente garantita. La validazione e certificazione delle competenze non essendo ancora implementata a livello regionale non può conseguentemente essere garantita.
115
3. I requisiti di struttura e di processo per aree di prestazione
I rilevatori hanno chiesto nel corso delle interviste ai responsabili dei tre CPI se i requisiti di struttura fossero garantiti (risposta A), attivabili al bisogno (risposta B) oppure non garantiti (risposta C). Nella tabella sottostante sono riportati i dati rilevati nei CPI provinciali.57
Tab. 4 – Requisiti di struttura
REQUISITI DI STRUTTURA A -
garantita
B - attivabile al bisogno
C - non garantita A + B
Are
a 1
Sito internet aggiornato 3 0 0 100%
Punto di accoglienza per utenza con operatore dedicato 3 0 0 100%
Spazio attrezzato per auto-consultazione di materiali informativi 3 0 0 100%
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente 3 0 0 100%
Are
a 2
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
3 0 0 100%
Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo 3 0 0 100%
Disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio 0 3 0 100%
Disponibilità di un catalogo delle opportunità formative e relativi requisiti di accesso 3 0 0 100%
Are
a 3
Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio e interventi con eventuali azioni correttive
0 3 0 100%
Sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni)
0 3 0 100%
Raccordo e invio ai servizi formativi per accesso a percorsi di PAL
3 0 0 100%
Are
a 4
Report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale
0 3 0 100%
Collegamento con ClicLavoro 0 3 0 100%
Gestione informatizzata del processo di incrocio D/O
3 0 0 100%
I requisiti di struttura dell’area 1 informazione e accesso ai servizi e dell’area 2 orientamento al
lavoro e alla formazione sono generalmente garantiti. In particolare nell’area 2 il requisito Disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio, risulta gestito dall’osservatorio provinciale che fornisce i dati aggiornati ai singoli CPI.
57
La tabella riporta soltanto le prime quattro aree di prestazione in quanto nella rilevazione non erano richiesti requisiti di struttura relativi alla quinta area Validazione e certificazione delle competenze.
116
Per quanto riguarda i requisiti di struttura dell'area 3 misure di accompagnamento al lavoro sono generalmente garantiti o attivabili al bisogno.
I requisiti di struttura dell’area 4 incontro domanda e offerta di lavoro sono garantiti a livello provinciale dall’osservatorio che fornisce i dati ai CPI.
Per quanto riguarda i requisiti di processo, la tabella che segue indica in quanti CPI della Provincia di Rovigo sono presenti i requisiti di processo.
Tab. 5 – Requisiti di processo
REQUISITI DI PROCESSO A -
garantita
B - attivabile al bisogno
C - non garantita A + B
Are
a 1
Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa 0 3 0 100%
Servizio di promozione e marketing dei servizi del SPI verso i cittadini
3 0 0 100%
Servizio informativo specifico dedicato alle imprese
3 0 0 100%
Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti
0 3 0 100%
Servizio di attivazione dell’AA.SS. in raccordo con INPS 3 0 0 100%
Are
a 2
Realizzazione di un colloquio individuale di orientamento entro 3 mesi dal rilascio della DID
3 0 0 100%
Scouting continuo delle opportunità e aggiornamento dei sistemi informativi
3 0 0 100%
Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della DID
3 0 0 100%
Are
a 3
Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità
3 0 0 100%
Supporto all’utente del servizio nel percorso di inserimento o reinserimento lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta
3 0 0 100%
Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo formativo
0 3 0 100%
Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del reinserimento
3 0 0 100%
Are
a 4
Realizzazione colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID
3 0 0 100%
Verifica delle segnalazioni /presentazioni delle candidature 3 0 0 100%
Attività di promozione e marketing verso le imprese 3 0 0 100%
Aggiornamento costante delle informazioni su SIL
3 0 0 100%
Are
a 5
Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl
3 0 0 100%
Selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave
0 0 3 0%
117
I requisiti di processo dell’area 1 sono sempre garantiti o attivabili al bisogno. In particolare si evidenzia come il requisito di processo Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un
lavoro autonomo d'impresa non è generalmente previsto uno sportello ad hoc anche se il servizio quasi sempre risulta attivabile al bisogno. Di norma per richieste di questo tipo da parte dell’utenza, i CPI erogano un colloquio conoscitivo e poi rinviano ad associazioni di categoria e camere di commercio, in base al tipo di attività oggetto della richiesta. Dall’analisi appare che nei CPI non esiste uno sportello ad hoc per i migranti che vengono seguiti al pari degli altri utenti.
I requisiti di processo dell’area 2 orientamento al lavoro e alla formazione sono sempre garantiti.
Circa i requisiti di processo dell’area 3 misure di accompagnamento al lavoro si segnala in particolare che, il servizio Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della
fine dell’obbligo formativo, è garantito da uno sportello che si occupa dei giovani con colloqui specifici di orientamento.
I requisiti di processo dell’area 4 incontro domanda e offerta di lavoro sono presenti in tutti i CPI. L’attività di promozione e marketing verso le imprese è garantita in tutti e tre i Centri della provincia di Rovigo, con specifiche visite aziendali da parte degli operatori.
In merito ai requisiti di processo dell’area 5 validazione e certificazione delle competenze, si rileva che il servizio Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl è garantito in tutti i CPI della provincia, mentre il servizio Selezione delle evidenze correlate alle competenze
chiave risulta non garantito. Gli operatori dei CPI svolgono colloqui di individuazione ma non di accertamento delle competenze, pertanto non è prevista l’attività di selezione delle evidenze. Lo strumento del dossier delle evidenze non è infatti, utilizzato dai CPI.
118
4. Le competenze professionali degli operatori
L’analisi dei servizi erogati dai CPI procede mettendo in relazione le 5 aree di prestazione di cui si è detto nei precedenti paragrafi con le competenze dichiarate dagli operatori nell’ambito della rilevazione.
Grafico 2 – Autovalutazione delle competenze
0
0
0
0
0
0
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0
0
2
0
1
2
2
4
3
5
3
4
4
2
1
1
2
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informativedi cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa
Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali delcittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro
Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone lafattibilità
Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro
Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo
Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive
AUTOVALUTAZIONE - competenze (ROVIGO)
per nulla
poco
abbastanza
molto
La prima area di prestazione Informazione e accesso ai servizi è pienamente garantita dalle competenze possedute dagli operatori. La competenza Gestire colloqui di prima accoglienza per
soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione
lavorativa correlata a quest’area è infatti sempre agita con ottimi o buoni risultati sulla base di quanto dichiarato dagli operatori nelle interviste.
Si riscontra dall'autovalutazione sul possesso delle competenze degli operatori che la competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino,
utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro (richiesta per le aree di prestazione 2, 3, 4 e 5), la competenza 3 Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la
fattibilità (richiesta nelle aree di prestazione 3 e 5) e la competenza 5 Accompagnare l’utente
del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo (richiesta nelle aree di prestazione 2 e 3) sono agite con buoni o ottimi risultati.
Le competenze 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro e 6 Monitorare l’andamento delle
azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni
correttive (richieste nelle aree di prestazione 3 e 4), non sono invece pienamente possedute dagli operatori che sostengono di utilizzarle solo occasionalmente.
119
Le competenze professionali sono supportate da conoscenze e abilità che sono state rilevate nell’intervista somministrata agli operatori dei CPI.
I grafici seguenti rappresentano i risultati dell’autovalutazione degli operatori sul grado di possesso di conoscenze e abilità.
Grafico 3 – Autovalutazione conoscenze
0
0
0
0
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1
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5
4
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2
3
3
1
2
1
3
5
5
3
3
3
2
5
2
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2
4
3
2
6
1
2
5
4
1
2
5
4
5
3
1
0
2
2
3
2
1
3
3
4
2
0
1
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Tecniche per la conduzione di colloqui con l’utente
Misure e programmi di sostegno all’occupazione e normativa di riferimento
Contenuti della “Carta dei servizi e prestazioni” del servizio presso cui lavora
Procedure di utilizzo degli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e regionali
Caratteristiche delle opportunità lavorative del mercato locale
Caratteristiche dell’offerta del sistema regionale d’istruzione e formazione
Modalità di interrogazione e ricerca su portali informativi
Metodi di identificazione delle competenze possedute dall’utente
Criteri per l’individuazione delle competenze strategiche possedute dall’utente
Modalità di descrizione delle competenze possedute dall’utente
Caratteristiche della domanda di competenze del mercato del lavoro
Classificazioni delle professioni nazionali e internazionali
Tecniche di problem solving
Tecniche per la definizione di un piano professionale
Metodi di analisi per competenze dei profili professionali
Tipologie di competenze richieste dal mercato del lavoro locale
Procedure di funzionamento degli applicativi per la gestione dell’incrocio d/o di lavoro
Tipologie e caratteristiche distintive dei contratti di lavoro previsti dalla normativa vigente
Modalità di accesso e interrogazione a banche dati rilevanti per l’incrocio domanda/offerta di lavoro
Normativa di riferimento in materia di tirocini
Tecniche di ricerca attiva del lavoro
Caratteristiche e modalità delle attività di orientamento professionale
Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di monitoraggio
Procedure di funzionamento degli applicativi a sostegno della gestione dell’’incrocio domanda/offerta di lavoro e dei tirocini compresi quelli previsti dalle disposizioni nazionali e regionali.
per nulla
poco
abbastanza
molto
Dal grafico 3 Autovalutazione conoscenze si può notare quanti dichiarano di non applicare o applicare poco le conoscenze:
• Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di
monitoraggio (il 50% di risposte “poco” o “per nulla”);
• Procedure di funzionamento degli applicativi a sostegno della gestione dell’incrocio
domanda/offerta di lavoro e dei tirocini compresi quelli previsti dalle disposizioni
nazionali e regionali (il 50% di risposte “poco” o “per nulla”);
• Metodi di analisi per competenze dei profili professionali (il 16,66% di risposte “poco” o “per nulla”);
120
Grafico 4 – Autovalutazione abilità
000000000000000000000
12
11
0000
100
111
00
0000000
1000000000
100
10
100
1111
00
1111
11
111
52
33
233
24
34
344
33
544
24
533
23
44
32
42
33
555
14
33333
42
32
3222
311111
022
32
1222
0222
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Adottare tecniche di conduzione di colloqui
Identificare il fabbisogno informativo del cittadino
Descrivere i servizi disponibili rispondenti ai bisogni rilevati
Predisporre materiali di tipo informativo
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal mercato del lavoro locale
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal sistema di istruzione e formazione
Supportare il cittadino nell’utilizzo di strumenti informativi per promuoverne l’utilizzo, anche in autonomia
Utilizzare strumenti per la registrazione di dati compresi gli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e…
Analizzare la storia professionale e formativa della persona
Identificare le competenze strategiche utili all’occupabilità dell’utente (*)
Identificare tipologie di lavoro coerenti con le risorse professionali e personali della persona
Correlare le competenze individuate con le competenze richieste dal mercato del lavoro (*)
Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle professioni nazionali e internazionali in vigore (*)
Tradurre competenze, caratteristiche e aspirazioni personali in obiettivi professionali (*)
Supportare l’utente nella costruzione del piano professionale
Individuare aree di criticità e possibili soluzioni
Tradurre le scelte effettuate dall’utente in un piano professionale fattibile
Identificare le aree di competenza che richiedono di essere rafforzate in relazione al progetto professionale…
Ricondurre le competenze della persona a concrete opportunità lavorative
Proporre all’’utente opportunità occupazionali
Rilevare i fabbisogni professionali delle aziende (*)
Selezionare profili di lavoratori sulla base di specifiche richieste di personale
Proporre alle aziende profili di candidati coerenti ai fabbisogni
Proporre a lavoratore e azienda soluzioni contrattuali in linea con le rispettive esigenze
Utilizzare gli applicativi per la gestione dell’incrocio domanda offerta
Individuare ambiti di competenza da sviluppare coerentemente con il piano professionale definito
Identificare opportunità orientative e/o formative coerenti al piano professionale definito
Assistere l’utente nell’utilizzo di banche dati e nella selezione di annunci di lavoro
Sostenere la motivazione del lavoratore nel raggiungimento degli obiettivi
Gestire le relazioni con le imprese, nella fase di inserimento degli utenti del servizio
Utilizzare gli strumenti e gli applicativi informatici per la gestione delle politiche attive del lavoro (*)
Raccogliere dati e informazioni utili al miglioramento del servizio
Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi (*)
Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri definiti
Monitorare l’inserimento lavorativo e/o formativo dell’utente del servizio
Valutare i risultati conseguiti a favore dell’utente del servizio
Adottare azioni volte a migliorare quali-quantitativamente i servizi erogati
per nulla
poco
abbastanza
molto
Per quanto riguarda le abilità quelle che gli operatori della Provincia di Rovigo dichiarano di non applicare o applicare occasionalmente sono:
• Selezionare profili di lavoratori sulla base di specifiche richieste di personale (il 16,66% di risposte “poco” o “per nulla”);
• Proporre alle aziende profili di candidati coerenti ai fabbisogni (il 50% di risposte “poco” o “per nulla”);
• Proporre a lavoratore e azienda soluzioni contrattuali in linea con le rispettive esigenze
(il 16,66% di risposte “poco” o “per nulla”);
• Utilizzare gli applicativi per la gestione dell’incrocio domanda offerta (il 16,66% di risposte “poco” o “per nulla”);
• Gestire le relazioni con le imprese, nella fase di inserimento degli utenti del servizio (il 16,66% di risposte “poco” o “per nulla”);
• Definire indicatori atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi e relativi criteri
(il 33,33% di risposte “poco” o “per nulla”);
• Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri
definiti (il 33,33% di risposte “poco” o “per nulla”);
• Monitorare l’inserimento lavorativo e/o formativo dell’utente del servizio (il 33,33% di risposte “poco” o “per nulla”);
Queste conoscenze e abilità sono legate alle competenze 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di
lavoro e 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio
intervenendo con eventuali azioni correttive, a confermare le criticità sopra descritte nel quadro generale.
121
Da un’analisi comparata dei grafici su competenze, abilità e conoscenze, si deduce che anche nelle competenze agite dagli operatori con buoni o ottimi risultati vi sarebbero alcune conoscenze e abilità da acquisire o perfezionare.
122
Provincia di Treviso
1. I SPI della Provincia di Treviso
Nella provincia di Treviso sono presenti 6 Centri per l’Impiego: Conegliano, Vittorio Veneto, Montebelluna, Oderzo, Treviso, Castelfranco, nei quali sono impegnati complessivamente 87 operatori. Di questi, 72 sono assunti a tempo indeterminato, 4 sono assunti con contratto a termine e 11 sono esperti, consulenti e collaboratori. Nella tabella che segue sono indicati gli operatori per tipologia di assunzione e CPI di appartenenza.
Tab. 1 – Personale dei CPI di Treviso
CPI PROVINCIA DI TREVISO
N. dipendenti a tempo
indeterminato
di cui front office
N. dipendenti
a tempo determinato
di cui front office
N. eventuali esperti,
consulenti e collaboratori
di cui front office
TOTALE PERSONALE
CPI
CPI Treviso 38 24 3 3 4 4 45
CPI Vittorio Veneto 4 2 0 0 1 1 5
CPI Castelfranco 7 6 0 0 2 1 9
CPI Oderzo 4 3 0 0 2 1 6
CPI Montebelluna 9 8 0 0 1 1 10
CPI Conegliano 10 9 1 1 1 1 12
Totale PROVINCIA DI TREVISO 72 52 4 4 11 9 87
Ai Servizi per il lavoro della Provincia di Treviso afferiscono 95 comuni con una popolazione attiva di 750 mila persone. Ogni CPI ha un bacino potenziale di 107 mila utenti pari ad un rapporto di circa 10.417 cittadini per operatore58. Tab. 2 – Popolazione Regione e Provincia di Treviso – anno 2012 (dati in migliaia) Maschi Femmine Maschi e Femmine
15-24 25-54 55 e oltre
Totale 15-24 25-54 55 e oltre
Totale 15-24 25-54 55 e oltre
Totale
Treviso 40 203 124 367 42 193 149 384 82 396 272 750
VENETO 235 1.096 718 2.050 223 1.071 871 2.166 459 2.168 1.589 4.216
% su Regione 17,0% 18,5% 17,3% 17,9% 18,8% 18,0% 17,1% 17,7% 17,9% 18,3% 17,1% 17,8%
Fonte: ISTAT
58
Il calcolo è stato fatto utilizzando solo il personale assunto a tempo indeterminato.
123
Nel corso del 2012 nella Provincia di Treviso sono state sottoscritte 26.045 DID pari al 3,5 % della popolazione attiva provinciale e al 18,6% delle DID rilasciate in tutta la regione. La media di DID per operatore è pari a 362.
Tab. 3 – Rapporto DID/operatori
Provincia Flusso DID % N. CPI media per CPI
n. operatori
media operatore
TREVISO 26.045 18,62% 6 4.341 72
362
VENETO 139.890 100,00 40 3.497 379 369 Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013
124
2. Le prestazioni garantite dai SPI Dall’indagine condotta emerge che i SPI della Provincia di Treviso garantiscono le prestazioni essenziali così come rappresentato nel grafico che segue:
Grafico 1 – Prestazioni essenziali
Il grafico evidenzia un elevato livello di garanzia delle prestazioni con particolare riferimento alle aree: 1. Informazione e accesso ai servizi, 2. Orientamento al lavoro e alla formazione, 4.
Incontro domanda e offerta di lavoro, mentre emergono alcune criticità per quanto riguarda le aree di prestazione 3. Misure di accompagnamento al lavoro e 5. Validazione e certificazione
delle competenze.
Nel dettaglio, le prestazioni delle aree 1 e 2 sono generalmente garantite in tutti i CPI della Provincia. Si evidenzia che nell’anno 2012 presso i CPI della Provincia di Treviso sono stati svolti 23.552 colloqui individuali di primo orientamento e 335 incontri di orientamento di gruppo; questi ultimi hanno coinvolto 5.141 utenti.
In riferimento all’area di prestazione 3, si sottolinea che la prestazione 3.2 Proposta e
realizzazione di attività di formazione risulta garantita o attivabile al bisogno mentre la 3.1
Proposta di percorsi di validazione/certificazione delle competenze non è garantita dal CPI di
Conegliano.
Inoltre, nel 2012 nella Provincia di Treviso sono stati avviati 3.503 tirocini, 546 lavoratori sono stati indirizzati a corsi di formazione/riqualificazione.
Nell’area di prestazione 4 la prestazione essenziale 4.1 Colloquio di attivazione è garantita dalla totalità dei CPI mentre la prestazione essenziale 4.2 Promozione del profilo professionale risulta
125
garantita nella quasi totalità dei CPI ma non in quello di Conegliano. Nel corso del 2012, presso i CPI sono stati pubblicati 21.407 curricula; le aziende che si sono rivolte ai CPI sono state 2.076, le richieste di personale presentate sono state 2.972. Le autocandidature sono state 1.271 e sono stati effettuati 24.646 abbinamenti al fine di preselezione.
L’area di prestazione 5 Validazione e certificazione delle competenze è parzialmente garantita dal CPI di Treviso, mentre non è garantita dagli altri Centri. Risulta infatti che gli operatori dei CPI accompagnano l’utente fino alla identificazione delle competenze possedute. La validazione e certificazione delle competenze non essendo ancora implementata a livello regionale non può conseguentemente essere garantita.
126
3. I requisiti di struttura e di processo per aree di prestazione
I rilevatori hanno chiesto nel corso delle interviste ai responsabili dei nove CPI se i requisiti di struttura fossero garantiti (risposta A), attivabili al bisogno (risposta B) oppure non garantiti (risposta C). Nella tabella sottostante sono riportati i dati rilevati nei CPI provinciali.59
Tab. 4 – Requisiti di struttura
REQUISITI DI STRUTTURA A –
garantita
B - attivabile
al bisogno
C - non garantita
A + B
Are
a 1
Sito internet aggiornato 6 0 0 100%
Punto di accoglienza per utenza con operatore dedicato 6 0 0 100%
Spazio attrezzato per auto-consultazione di materiali informativi 6 0 0 100%
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente 5 0 1 83%
Are
a 2
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente 6 0 0 100%
Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo 6 0 0 100%
Disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio 2 4 0 100%
Disponibilità di un catalogo delle opportunità formative e relativi requisiti di accesso 6 0 0 100%
Are
a 3
Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio e interventi con eventuali azioni correttive
4 2 0 100%
Sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni) 4 2 0 100%
Raccordo e invio ai servizi formativi per accesso a percorsi di PAL 5 1 0 100%
Are
a 4
Report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale 2 2 2 67%
Collegamento con ClicLavoro 2 2 2 67%
Gestione informatizzata del processo di incrocio D/O 6 0 0 100%
I requisiti di struttura delle aree 1, 2 e 3 sono generalmente garantiti. Nel caso del CPI di Oderzo il requisito Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente non è garantito o attivabile.
Per quanto riguarda i requisiti di struttura dell’area 4, Report di analisi del fabbisogno
occupazionale delle imprese del territorio provinciale non è garantito nei CPI di Conegliano e Oderzo e Collegamento con Clic Lavoro non è garantito nei CPI di Conegliano e Castelfranco.
Per quanto riguarda i requisiti di processo, la tabella che segue indica in quanti CPI della Provincia di Treviso sono presenti tali requisiti.
59
La tabella riporta soltanto le prime quattro aree di prestazione in quanto nella rilevazione non erano richiesti requisiti di struttura relativi alla quinta area Validazione e certificazione delle competenze.
127
Tab. 5 – Requisiti di processo
REQUISITI DI PROCESSO A -
garantita
B - attivabile
al bisogno
C - non garantita
A + B
Are
a 1
Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa
6 0 0 100%
Servizio di promozione e marketing dei servizi del SPI verso i cittadini 6 0 0 100%
Servizio informativo specifico dedicato alle imprese 6 0 0 100%
Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti 5 1 0 100%
Servizio di attivazione dell’AA.SS. in raccordo con INPS 6 0 0 100%
Are
a 2
Realizzazione di un colloquio individuale di orientamento entro 3 mesi dal rilascio della DID
6 0 0 100%
Scouting continuo delle opportunità e aggiornamento dei sistemi informativi 6 0 0 100%
Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della DID
6 0 0 100%
Are
a 3
Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità 4 2 0 100%
Supporto all’utente del servizio nel percorso di inserimento o reinserimento lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta
4 2 0 100%
Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo formativo
6 0 0 100%
Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del reinserimento
5 1 0 100%
Are
a 4
Realizzazione colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID 6 0 0 100%
Verifica delle segnalazioni /presentazioni delle candidature 6 0 0 100%
Attività di promozione e marketing verso le imprese 5 1 0 100%
Aggiornamento costante delle informazioni su SIL 6 0 0 100%
Are
a 5
Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl 0 2 4 33%
Selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave 0 1 5 17%
I requisiti di processo dell’area 2 sono sempre garantiti.
I requisiti di processo delle aree 1, 3, 4 sono sempre garantiti o attivabili al bisogno.
In merito ai requisiti di processo dell’area 5, si rileva che il servizio Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl è parzialmente garantito nei CPI di Treviso e Montebelluna, mentre nei restanti CPI non è garantito.
Il servizio Selezione delle evidenze correlate alle competenze chiave risulta essere quasi sempre non garantito; l’unico CPI in cui è parzialmente garantito è quello di Treviso. Gli operatori dei CPI svolgono colloqui di individuazione ma non di accertamento delle competenze, pertanto non è prevista l’attività di selezione delle evidenze. Lo strumento del dossier delle evidenze non è, infatti, utilizzato dai CPI.
128
4. Le competenze professionali degli operatori
L’analisi dei servizi erogati dai CPI procede mettendo in relazione le 5 aree di prestazione di cui si è detto nei precedenti paragrafi con le competenze dichiarate dagli operatori nell’ambito della rilevazione.
Grafico 2 – Autovalutazione delle competenze
AUTOVALUTAZIONE - competenze (TREVISO)
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
5
5
7
3
6
5
2
2
0
4
1
1
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenzeinformative di cittadini interessati a modificare la propria situazione
lavorativa
Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali delcittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro
Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone lafattibilità
Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro
Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/oreinserimento lavorativo
Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utentidel servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive
per nulla
poco
abbastanza
molto
Tutte le aree di prestazione sono pienamente garantite dalle competenze possedute dagli operatori. L’unica competenza che dal grafico risulta, in un solo caso, poco posseduta è la 6
Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio,
intervenendo con eventuali azioni correttive (relativa alle aree di prestazione 3 e 4).
Le competenze professionali sono supportate da conoscenze e abilità che sono state rilevate nell’intervista somministrata agli operatori dei CPI. I grafici seguenti rappresentano i risultati dell’autovalutazione degli operatori sul grado di possesso di tali conoscenze e abilità.
129
Grafico 3 – Autovalutazione conoscenze
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
1
1
1
1
0
0
1
0
0
1
1
0
1
1
1
0
1
3
1
1
0
1
0
0
0
0
0
0
2
1
0
1
1
1
0
5
3
4
1
5
3
1
3
5
5
5
5
3
4
4
3
2
3
2
3
2
4
1
2
2
3
2
5
2
3
3
3
1
2
1
1
3
2
2
3
4
2
4
3
4
2
4
4
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Tecniche per la conduzione di colloqui con l’utente
Misure e programmi di sostegno all’occupazione e normativa di riferimento
Contenuti della “Carta dei servizi e prestazioni” del servizio presso cui lavora
Procedure di utilizzo degli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e regionali
Caratteristiche delle opportunità lavorative del mercato locale
Caratteristiche dell’offerta del sistema regionale d’istruzione e formazione
Modalità di interrogazione e ricerca su portali informativi
Metodi di identificazione delle competenze possedute dall’utente
Criteri per l’individuazione delle competenze strategiche possedute dall’utente
Modalità di descrizione delle competenze possedute dall’utente
Caratteristiche della domanda di competenze del mercato del lavoro
Classificazioni delle professioni nazionali e internazionali
Tecniche di problem solving
Tecniche per la definizione di un piano professionale
Metodi di analisi per competenze dei profili professionali
Tipologie di competenze richieste dal mercato del lavoro locale
Procedure di funzionamento degli applicativi per la gestione dell’incrocio d/o di lavoro
Tipologie e caratteristiche distintive dei contratti di lavoro previsti dalla normativa vigente
Modalità di accesso e interrogazione a banche dati rilevanti per l’incrocio domanda/offerta di lavoro
Normativa di riferimento in materia di tirocini
Tecniche di ricerca attiva del lavoro
Caratteristiche e modalità delle attività di orientamento professionale
Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di monitoraggio
Procedure di funzionamento degli applicativi a sostegno della gestione dell’’incrocio domanda/offerta di lavoro e deitirocini compresi quelli previsti dalle disposizioni nazionali e regionali.
per nulla
poco
abbastanza
molto
Per quanto riguarda l’autovalutazione delle conoscenze, gli operatori intervistati in media esprimono valutazioni abbastanza o molto buone. L’unica conoscenza che risulta essere poco diffusa tra gli operatori della Provincia di Treviso, secondo quanto da loro stessi dichiarato, è Modalità di interrogazione e ricerca su portali
informativi (42% di risposte “poco”), relativa alla competenza 1.
130
Grafico 4 – Autovalutazione abilità
0000000000000000000000000000000000000
000
10
2000
1111111111
01
00
20
10
111
21
33
11
3
4553
43
54
25
4333
22
333
33
33
22
54
55
34
533
44
2
322
33
2
35
12
222
33
222
32
44
35
13
11
311
00
22
1
2
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Adottare tecniche di conduzione di colloqui
Identificare il fabbisogno informativo del cittadino
Descrivere i servizi disponibili rispondenti ai bisogni rilevati
Predisporre materiali di tipo informativo
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal mercato del lavoro locale
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal sistema di istruzione e formazione
Supportare il cittadino nell’utilizzo di strumenti informativi per promuoverne l’utilizzo, anche in autonomia
Utilizzare strumenti per la registrazione di dati compresi gli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e regionali
Analizzare la storia professionale e formativa della persona
Identificare le competenze strategiche utili all’occupabilità dell’utente (*)
Identificare tipologie di lavoro coerenti con le risorse professionali e personali della persona
Correlare le competenze individuate con le competenze richieste dal mercato del lavoro (*)
Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle professioni nazionali e internazionali in vigore (*)
Tradurre competenze, caratteristiche e aspirazioni personali in obiettivi professionali (*)
Supportare l’utente nella costruzione del piano professionale
Individuare aree di criticità e possibili soluzioni
Tradurre le scelte effettuate dall’utente in un piano professionale fattibileIdentificare le aree di competenza che richiedono di essere rafforzate in relazione al progetto professionale
individuatoRicondurre le competenze della persona a concrete opportunità lavorative
Proporre all’’utente opportunità occupazionali
Rilevare i fabbisogni professionali delle aziende (*)
Selezionare profili di lavoratori sulla base di specifiche richieste di personale
Proporre alle aziende profili di candidati coerenti ai fabbisogni
Proporre a lavoratore e azienda soluzioni contrattuali in linea con le rispettive esigenze
Utilizzare gli applicativi per la gestione dell’incrocio domanda offerta
Individuare ambiti di competenza da sviluppare coerentemente con il piano professionale definito
Identificare opportunità orientative e/o formative coerenti al piano professionale definito
Assistere l’utente nell’utilizzo di banche dati e nella selezione di annunci di lavoro
Sostenere la motivazione del lavoratore nel raggiungimento degli obiettivi
Gestire le relazioni con le imprese, nella fase di inserimento degli utenti del servizio
Utilizzare gli strumenti e gli applicativi informatici per la gestione delle politiche attive del lavoro (*)
Raccogliere dati e informazioni utili al miglioramento del servizio
Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi (*)
Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri definiti
Monitorare l’inserimento lavorativo e/o formativo dell’utente del servizio
Valutare i risultati conseguiti a favore dell’utente del servizio
Adottare azioni volte a migliorare quali-quantitativamente i servizi erogati
per nulla
poco
abbastanza
molto
Per quanto riguarda le abilità, quelle che gli operatori della Provincia di Treviso dichiarano come meno agite sono:
• Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi: 50% di risposte “poco” (riferita alla competenza 6);
• Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri
definiti: 50% di risposte “poco” (riferita alla competenza 6); • Azioni volte a migliorare quali-quantitativamente i servizi erogati: 50% di risposte
“poco” (riferita alla competenza 6). Sulla base di quanto dichiarato dagli operatori circa il possesso di competenze, conoscenze e abilità, emerge una sovrastima rispetto alle informazioni fornite dai responsabili dei CPI in merito alle aree di prestazione, in particolare per quanto riguarda le aree 3. Misure di
accompagnamento al lavoro e 5. Validazione e certificazione delle competenze.
131
Provincia di Venezia
1. I SPI della Provincia di Venezia La rilevazione effettuata ha coinvolto 8 CPI della Provincia di Venezia: Mestre, Venezia, Chioggia, Mirano, Dolo, Portogruaro, Jesolo, San Donà60.
I CPI contano 59 operatori assunti a tempo indeterminato, 1 operatore assunto a tempo determinato e nessun esperto / collaboratore. Nella tabella che segue sono indicati gli operatori per tipologia di assunzione e CPI di appartenenza (tabella 1)61.
Tab. 1 – Personale dei CPI di Venezia
CPI PROVINCIA DI VENEZIA N. dipendenti
a tempo indeterminato
di cui front office
N. dipendenti
a tempo determinato
di cui front office
N. eventuali esperti,
consulenti e collaboratori
di cui front office
TOTALE PERSONALE
CPI
CPI Chioggia 7 7 0 0 0 0 7
CPI Dolo 6 6 1 1 0 0 7
CPI Mirano 8 7 0 0 0 0 8
CPI Portogruaro 6 5 0 0 0 0 6
CPI San Donà di 13 12 0 0 0 0 13
CPI Venezia 19 19 0 0 0 0 19 Totale PROVINCIA DI VENEZIA 59 56 1 1 0 0 60
Ai Servizi per il Lavoro della Provincia di Venezia afferiscono 44 comuni con una popolazione attiva pari a 747 mila persone, corrispondente al 17,7% della forza lavoro nella Regione. Se consideriamo che in media ogni CPI della Provincia serve un bacino territoriale attorno alle 124.500 unità, ogni operatore dovrebbe rapportarsi con un bacino potenziale di 12.661 utenti.
Tab. 2 – Popolazione Regione e Provincia di Venezia – anno 2012 (dati in migliaia)
15-24 25-5455 e oltre
Totale 15-24 25-5455 e oltre
Totale 15-24 25-5455 e oltre
Totale
Venezia 37 187 135 359 34 189 166 389 71 375 301 747VENETO 235 1.096 718 2.050 223 1.071 871 2.166 459 2.168 1.589 4.216% su Regione 15,7% 17,1% 18,8% 17,5% 15,2% 17,6% 19,1% 18,0% 15,5% 17,3% 18,9% 17,7%
Fonte: ISTAT
Maschi Femmine Maschi e femmine
60 Le circoscrizioni per l’impiego censite dall’ente Veneto Lavoro sono 6, in quanto il CPI di Venezia è accorpato a quello di Mestre, il CPI di Jesolo a quello di San Donà di Piave e il CPI di Cavarzere a quello di Chioggia.. 61 Si segnala che lo sportello territoriale di Mestre conta 15 dipendenti a tempo indeterminato, lo sportello di Jesolo conta 5 dipendenti a tempo indeterminato e lo sportello territoriale di Cavarzere conta 1 dipendente a tempo indeterminato
132
Nella Provincia di Venezia nel 2012 sono state rilasciate 26.533 DID pari al 19% del dato regionale. La crisi economico-occupazionale ha coinvolto in maniera importante il territorio provinciale ed ha incrementato fortemente l'utenza dei CPI, modificandone in maniera significativa i bisogni e le aspettative62.
Il rapporto tra il totale delle DID rilasciate nel 2012 ed il numero degli operatori dei CPI nella Provincia, indica che in media ogni operatore ha gestito 450 utenti.
Tab. 3 – Rapporto DID/operatori
Provincia Flusso DID % N. CPI media per
CPI n.
operatori media
operatore
VENEZIA 26.533 18,97% 6
4.422 59
450
VENETO 139.890 100,00 40 3.497 379 369
Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013
I patti di servizio stipulati corrispondono a circa il 51% delle DID rilasciate; il dato si discosta abbastanza dalla media regionale (91% di PdS rispetto alle DID rilasciate).
62 Il tasso di disoccupazione della Provincia di Venezia nel 2012 ha raggiunto l'8,8%, a fronte di una media regionale del 6,6%; si tratta del secondo nella regione (la Provincia di Rovigo ha raggiunto il 9,3%), il primo se rapportato alle provincie più popolose Verona, Vicenza, Padova, Treviso; la media di queste quattro province è pari al 5,9%. (Fonte: ISTAT)
133
2. Le prestazioni garantite dai SPI
Le aree di prestazione analizzate sono le seguenti: 1. Informazione e accesso ai servizi, 2.
Orientamento al lavoro e alla formazione, 3. Misure di accompagnamento al lavoro, 4. Incontro
domanda e offerta di lavoro e 5. Validazione e certificazione delle competenze. Queste si articolano in 12 prestazioni essenziali andando a delineare differenti percorsi di politica attiva, destinati a diversi target di utenza (grafico 1).
Di seguito sono illustrati gli esiti dell'indagine relativa ai livelli di garanzia delle prestazioni essenziali - strutturate nelle 5 aree - negli 8 CPI della Provincia di Venezia.
Grafico 1 – Prestazioni essenziali
Le prestazioni essenziali relative all’area 1 Informazione e accesso ai servizi sono garantite in maniera piena e omogenea in tutto il territorio provinciale. In tutti i CPI, in seguito alla sottoscrizione del Patto di servizio, viene definito e sottoscritto il Piano di azione individuale (PAI) in cui si pianificano le attività utili a raggiungere gli obiettivi occupazionali del lavoratore.
Le prestazioni essenziali relative all’area 2 Orientamento al lavoro e alla formazione risultano garantite in maniera differente nel territorio provinciale.
In tutti i CPI sono garantiti i colloqui di orientamento individuali per rilevare i bisogni dell'utente e definire un percorso di ricollocazione. Nell’anno 2012 presso i CPI della Provincia di Venezia si sono svolti 11.164 colloqui individuali.
Le azioni di orientamento collettive sono garantite dal 37% dei CPI; non vengono garantite nei CPI di Mestre, Venezia, Chioggia, Jesolo e San Donà di Piave. Nei CPI di Mirano e Portogruaro vengono fatti degli incontri collettivi, a carattere più informativo che formativo, rivolti in prevalenza ai lavoratori in mobilità. La maggior parte dei CPI eroga questo tipo di prestazione
100%
100%
100%
88%
13%
63%
50%
63%
13%
25%
13%
63%
38%
38%
25%
63%
88%
38%
13%
13%
100%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
1.1 Informazioni
1.2 Profilo socio-professionale
1.3 Patto di servizio
2.1 Colloquio di orientamento
2.2 Azioni di orientamento collettive
3.1 Proposta di percorsi divalidazione/certificazione delle competenze
3.2 Proposta e realizzazione di attività diformazione
3.3 Proposta di adesione ad iniziative diinserimento lavorativo
4.1 Colloquio di attivazione
4.2 Promozione del profilo professionale
5.1 Identificazione delle competenze,raccolta, analisi e selezione delle evidenze
garantita
parzialmente garantita
non garantita
134
nel colloquio individuale per ragioni di carattere organizzativo e logistico (scarsità di risorse umane e di spazio a disposizione).
Le prestazioni essenziali dell’area 3 Misure di accompagnamento al lavoro sono garantite in maniera parziale e disomogenea nel territorio. La Proposta di percorsi di
validazione/certificazione delle competenze è garantita in modo parziale solo nel 13% dei casi (CPI di Jesolo). Per quanto riguarda la Proposta e realizzazione di attività di formazione, la prestazione risulta parzialmente garantita nel 63% dei CPI, mentre non è garantita nei CPI di Mestre, Venezia e Mirano. A questo proposito, i Responsabili dei CPI segnalano un mancato raccordo con il mondo della formazione e la necessità di ridefinire ruoli e competenze in un sistema di coesistenza tra servizio pubblico e privati accreditati dalla Regione. Rispetto alla Proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo, tutti i CPI garantiscono un colloquio di orientamento per indirizzare la persona verso un percorso di qualificazione/inserimento anche attraverso il tirocinio.
Le prestazioni relative all’area 4 Incontro domanda e offerta di lavoro sono garantite dalla quasi totalità dei CPI (7 CPI su 8). La mancata garanzia delle prestazioni dell'area 4 va riferito al CPI di Venezia, in quanto si appoggia al CPI di Mestre.
Le prestazioni riferite all’area 5 Identificazione, validazione e certificazione delle competenze non sono garantite dai CPI. Il colloquio mirato all’identificazione ed all’accertamento delle competenze spendibili nel mercato del lavoro non viene effettuato.
135
3. I requisiti di struttura e di processo per aree di prestazione
Ogni area di prestazione si compone di determinati requisiti di struttura e di processo, come condizioni necessarie per l'erogazione delle prestazioni essenziali secondo gli standard di qualità previsti. Nella rilevazione effettuata nella Provincia, è stato chiesto ai responsabili degli 8 CPI se tali requisiti fossero garantiti (risposta A), attivabili al bisogno (risposta B) oppure non garantiti (risposta C).
Di seguito sono illustrati i livelli di garanzia dei requisiti di struttura nei CPI della Provincia di Venezia.
Tab. 4 – Requisiti di struttura
A - garantitaB - attivabile al
bisognoC - non
garantitaA + B
Sito internet aggiornato 8 0 0 100%
Punto di accoglienza per utenza con operatore dedicato 3 2 3 63%
Spazio attrezzato per auto-consultazione di materiali informativi
6 2 0 100%
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
7 1 0 100%
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
8 0 0 100%
Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo 2 2 4 50%
Disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio
2 1 5 38%
Disponibilità di un catalogo delle opportunità formative e relativi requisiti di accesso
0 5 3 63%
Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio e interventi con eventuali azioni correttive
0 2 6 25%
Sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni) 5 1 2 75%
Raccordo e invio ai servizi formativi per accesso a percorsi di PAL
0 4 4 50%
Report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale
0 0 8 0%
Collegamento con ClicLavoro 1 6 1 88%
Gestione informatizzata del processo di incrocio D/O 8 0 0 100%
REQUISITI DI STRUTTURA
Are
a 1
Are
a 2
Are
a 3
Are
a 4
I requisiti di struttura necessari all'erogazione dell’area di prestazione 1 risultano generalmente garantiti o attivabili al bisogno.
Il requisito punto di accoglienza per utenza con operatore dedicato è garantito nel 693% dei CPI; non è garantito nei CPI di Dolo, Jesolo e Portogruaro; tra le motivazioni della mancata garanzia i responsabili dei CPI segnalano l’assenza di uno spazio adeguato e la scarsità di risorse a disposizione.
Rispetto ai requisiti di struttura dell’area di prestazione 2, l’unico requisito garantito dalla totalità dei CPI è postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore- utente.
Il requisito Aula / sala attrezzata per incontri di gruppo è garantito nel 50% dei CPI; non è garantito nei CPI di Venezia, Jesolo, San Donà e Portogruaro. Il requisito disponibilità di analisi
di contesto e scenari occupazionali del territorio è garantito o attivabile al bisogno nel 38% dei
136
CPI, mentre non è garantito nei CPI di Chioggia, Dolo, Mirano e Portogruaro. Il Settore Lavoro della Provincia opera una rielaborazione dei dati interni sulla quantità di prestazioni erogate in un determinato periodo (DID, patti di servizio, tipologia di azioni del PAI, segnalazioni in IDO, vacancies ecc). Alcuni responsabili affermano di cercare altrove questo tipo di informazioni, ad esempio nelle analisi svolte da Veneto Lavoro Il requisito Disponibilità di un catalogo delle
opportunità formative e relativi requisiti di accesso è attivabile al bisogno nel 63% dei CPI mentre non è garantito nei CPI di Dolo, Mirano e Portogruaro.
I requisiti di struttura dell’area prestazione 3 Misure di accompagnamento al lavoro sono garantiti in maniera difforme nel territorio.
Il requisito Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del
servizio e interventi con eventuali azioni correttive è attivabile al bisogno nel 25% dei CPI (i CPI di Jesolo e San Donà garantiscono il servizio a particolari categorie: soggetti che versano in una particolare situazione di disagio socio-economico, giovani, disabili, lavoratori in mobilità); non è garantito nei CPI di Chioggia, Dolo, Mirano, Jesolo, Mestre e Venezia. Il requisito sistema di
monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni) è garantito o attivabile al bisogno nel 75% dei casi, mentre non è garantito nei CPI di Chioggia e Mirano. Il requisito raccordo e invio ai servizi
formativi per accesso a percorsi di PAL è attivabile al bisogno nel 50% dei CPI e non è garantito nei CPI di Dolo, Mirano, Jesolo e Portogruaro.
Tutti i CPI promuovono tirocini di carattere formativo (finalizzati all'acquisizione ed allo sviluppo di competenze professionali), di tipo orientativo rispetto alla scelte professionali, e di inserimento nel mondo del lavoro. Nella Provincia di Venezia, nel 2012, sono stati organizzati 948 tirocini; il dato acquisito è complessivo, senza distinzione tra tirocini formativi, orientativi e di inserimento.
I requisiti di struttura dell’area di prestazione 4 Incontro domanda e offerta di lavoro risultano garantiti in modo parziale. Il requisito Gestione informatizzata del processo di incrocio D/O è garantito in tutti i CPI. Il requisito Collegamento con Cliclavoro è garantito o attivabile al bisogno nel 88% dei CPI mentre non è garantito nel CPI di Mirano.
Nessun CPI della Provincia dispone di un report che analizzi il fabbisogno occupazionale del territorio. Per reperire le informazioni necessarie sono pertanto utilizzati altri strumenti. Tutti i CPI utilizzano l'applicativo IDO per questa area di prestazione. Talvolta, per rispondere in maniera veloce ed efficace all'utenza, si procede all'incrocio domanda/offerta utilizzando banche dati interne costruite appositamente, specie riguardo profili generici o con un contenuto professionale non troppo complesso.
137
Rispetto ai requisiti di processo, la tabella che segue indica il livello della loro garanzia nei CPI della Provincia.
Tab. 5 – Requisiti di processo
A - garantita B - attivabile al bisogno
C - non garantita
A + B
Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa
0 5 3 63%
Servizio di promozione e marketing dei servizi del SPI verso i cittadini
1 2 5 38%
Servizio informativo specifico dedicato alle imprese 3 4 1 88%
Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti 0 6 2 75%
Servizio di attivazione dell’AA.SS. in raccordo con INPS 8 0 0 100%
Realizzazione di un colloquio individuale di orientamento entro 3 mesi dal rilascio della DID
5 3 0 100%
Scouting continuo delle opportunità e aggiornamento dei sistemi informativi
7 1 0 100%
Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della DID
2 3 3 63%
Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità
5 3 0 100%
Supporto all’utente del servizio nel percorso di inserimento o reinserimento lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta
1 3 4 50%
Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo formativo
2 4 2 75%
Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del reinserimento
6 2 0 100%
Realizzazione colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID 4 4 0 100%
Verifica delle segnalazioni /presentazioni delle candidature 7 0 1 88%
Attività di promozione e marketing verso le imprese 1 2 5 38%
Aggiornamento costante delle informazioni su SIL 7 0 1 88%
Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl 0 0 8 0%
Selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave 0 0 8 0%
REQUISITI DI PROCESSO
Are
a 1
Are
a 2
Are
a 3
Are
a 4
Are
a 5
I requisiti di processo legati all’area di prestazione 1 sono garantiti in maniera differente. Il requisito servizio di attivazione dell’AA.SS. in raccordo con INPS è garantito in tutti i CPI.
Il requisito Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d’impresa è attivabile la bisogno nel 63% dei CPI; non è garantito nei CPI di Venezia, Chioggia e Mirano. Agli utenti che richiedono tale servizio vengono date delle informazioni di massima, per poi essere inviati alla Camera di Commercio o ad associazioni di categoria. Il requisito servizio di
promozione e marketing dei servizi del SPI verso i cittadini è garantito o attivabile al bisogno nel 38% dei CPI mentre non è garantito nei CPI di Mestre, Venezia, Dolo, Jesolo e San Donà di Piave.
Il requisito servizio informativo specifico dedicato alle imprese è garantito o attivabile al bisogno nel 88% dei casi e non è garantito nel CPI di Venezia. In caso di bisogno vengono date le informazioni fondamentali legate ad agevolazioni, incentivi, obblighi di legge, variazioni nella normativa, tirocini, procedura di mobilità e AA.SS. Il requisito servizi informativi
specificatamente dedicati ai migranti è attivabile la bisogno nel 75% dei CPI mentre non è garantito nei CPI di Venezia e Dolo.
138
I requisiti di processo relativi all’area di prestazione 2 risultano garantiti o attivabili al bisogno ad eccezione del requisito Realizzazione incontri informativi/formativi tra i 3 e i 6 mesi dal
rilascio della DID, che è garantito o attivabile al bisogno nel 63% dei CPI, mentre non è garantito nei CPI di Mestre, Venezia e San Donà di Piave.
I requisiti di processo dell’area 3 confermano la differente garanzia delle relative prestazioni. Il requisito colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità è garantito o attivabile al bisogno nella totalità dei CPI così come il requisito servizio di indirizzo e
supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del reinserimento.
Il requisito supporto all’utente del servizio nel percorso di inserimento o reinserimento
lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta è garantito o attivabile al bisogno nel 50% dei CPI mentre non è garantito nei CPI di Mestre, Venezia, Jesolo e San Donà di Piave. Il requisito supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo
formativo è garantito o attivabile al bisogno nel 75% dei CPI mentre non è garantito nei CPI di Venezia e Chioggia.
I requisiti di processo dell’area di prestazione 4 risultano garantiti in modo difforme nei CPI della Provincia. Tutti i CPI garantiscono o attivano al bisogno il requisito realizzazione colloquio
entro 3 mesi dal rilascio della DID. Il requisito verifica delle segnalazioni /presentazioni delle
candidature è garantito nel 88% dei CPI mentre non è garantito nel solo CPI di Venezia. Il requisito aggiornamento costante delle informazioni su SIL è garantito nel 88% dei CPI mentre non è garantito nel CPI di Portogruaro.
Nel corso del 2012, presso i CPI della Provincia sono stati pubblicati 14.998 curricula, avanzate richieste di personale da parte di 1.031 imprese (per un totale di 2.055 vacancies), gestite 8.587 candidature ed effettuati 12.065 abbinamenti al fine di preselezione.
In merito ai requisiti di processo dell’area di prestazione 5, nessun CPI garantisce i requisiti previsti.
139
4. Le competenze professionali degli operatori
L’analisi dei servizi erogati dai CPI procede ponendo in relazione il livello di garanzia delle cinque aree di prestazione al grado di possesso dichiarato dagli operatori sulle 6 competenze-chiave.
Grafico 2 – Autovalutazione delle competenze
L’area di prestazione 1 Informazione e accesso ai servizi è assicurata in maniera piena e omogenea sul territorio provinciale; la competenza 1 Gestire colloqui di prima accoglienza per
soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione
lavorativa, legata alle prestazioni di quest'area, è posseduta infatti da tutti gli operatori dei CPI.
Le prestazioni riferibili all'area 2 Orientamento al lavoro e alla formazione risultano garantite in modo differente. La competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e
professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro e la 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo sono riconducibili alle prestazioni di quest'area. La competenza 2 risulta nella sostanza posseduta dagli operatori.
La competenza 5 è esercitata abitualmente dal 56% degli operatori; la restante parte degli operatori sostiene di esercitarla solo occasionalmente o di non averla mai esercitata.
140
L'area di prestazione 3 Misure di accompagnamento al lavoro è garantita in maniera differente nella Provincia. Alcune prestazioni di quest'area sono garantite, altre lo sono in maniera parziale, altre ancora non risultano garantite.
Le prestazioni di quest'area richiedono l’esercizio di diverse competenze: se la competenza 2 e la 4 sono possedute dalla maggior parte degli operatori, la competenza 3 Elaborare con il
cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità risulta posseduta poco o per nulla dal 31% degli operatori, e le competenze 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di
inserimento e/o reinserimento lavorativo e 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in
essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive non sono mai agite o lo sono solo occasionalmente dal 44% degli operatori
Le prestazioni relative all’area 4 Incontro domanda e offerta di lavoro risultano garantite, anche se i relativi requisiti di processo e struttura sono garantiti in maniera differente nel territorio. Le principali competenze riferibili a questa area di prestazione sono la 2 Gestire colloqui per
individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel
mercato del lavoro e la 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro che risultano possedute pienamente o abbastanza dagli operatori mentre la competenza 6 è poco o per nulla esercitata dal 44% degli operatori.
L'area di prestazione 5 Identificazione, validazione e certificazione delle competenze non risulta garantita dai CPI della Provincia.
Sulla base di quanto dichiarato dagli operatori intervistati, è emerso che la competenza 1, la competenza 2 e la 4 sono nella sostanza possedute ed esercitate abitualmente; le maggiori difficoltà emergono con riferimento alla competenza 3, posseduta poco o per nulla dal 31% degli operatori, e alle competenze 5 e 6, esercitate poco o per niente dal 44% degli operatori.
Nell'insieme, possiamo affermare che il grado di possesso dichiarato dagli operatori in merito alle 6 competenze-chiave permette l'erogazione delle prestazioni correlate ad almeno quattro delle cinque aree individuate, nonostante siano emersi diversi elementi di criticità e di possibile miglioramento.
Un'analisi comparata tra gli esiti della rilevazione sul grado di possesso delle 6 competenze-chiave e quanto emerso nell'autovalutazione sul possesso delle singole conoscenze e abilità correlate, ci ha permesso di valutare con maggiore precisione il reale possesso delle 6 competenze e di individuare aree di criticità nelle conoscenze e nelle abilità.
I grafici che seguono rappresentano i risultati dell’autovalutazione degli operatori sul grado di possesso di conoscenze e abilità.
141
Grafico 3 – Autovalutazione conoscenze
Le conoscenze che presentano maggiori criticità sono le seguenti:
• Caratteristiche dell'offerta del sistema regionale di istruzione e formazione (correlata alla competenza 1 Gestire colloqui di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione lavorativa, ed alla competenza 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo): il 31% degli operatori dichiara di utilizzarla raramente nel lavoro che svolge;
• Metodi di analisi per competenze professionali (correlata alla competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro): il 31% dichiara di non applicare questa conoscenza o di applicarla raramente nel lavoro che svolge;
• Tipologie e caratteristiche distintive dei contratti di lavoro previsti dalla normativa vigente (correlata alla competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro): il 31% degli operatori sostiene di non applicare questa conoscenza o di applicarla raramente nel lavoro che svolge;
• Caratteristiche e modalità delle attività di orientamento professionale (correlata alla competenza 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo): il 44% degli operatori dichiara di non applicarla o di applicarla
142
raramente nel lavoro che svolge;
• Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi (correlata alla competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive): il 37,5% degli operatori dichiara di non applicarla o di applicarla raramente nel lavoro che svolge.
Grafico 4 – Autovalutazione abilità
Rispetto alle abilità, quelle che presentano maggiori aspetti critici sono le seguenti:
• Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle professioni nazionali e internazionali in vigore (correlata alla competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro): il 44% degli operatori dichiara di non applicare questa abilità o di applicarla raramente nel lavoro;
• Tradurre competenze, caratteristiche e aspirazioni personali in obiettivi professionali (correlata alla competenza 3 Elaborare con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità): il 44% degli operatori dichiara di applicare raramente questa abilità nel lavoro che svolge;
143
• Proporre a lavoratore e azienda soluzioni contrattuali in linea con le rispettive esigenze (correlata alla competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro): il 50% degli operatori sostiene di non applicare questa abilità o di applicarla raramente nel lavoro;
• Gestire le relazioni con le imprese, nella fase di inserimento degli utenti del servizio (correlata alla competenza 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo): il 56% degli operatori dichiara di non applicarla o di applicarla raramente nel lavoro che svolge
• Definire indicatori atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi e relativi criteri (correlata alla competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive): l'87,5% degli operatori dichiara di non applicarla o di applicarla raramente nel lavoro che svolge.
• Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri definiti (correlata alla competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive): il 69% degli operatori dichiara di non applicarla o di applicarla raramente nel lavoro che svolge.
L’analisi delle conoscenza e delle abilità relative alla 6 competenze-chiave ha dato i seguenti esiti: le competenze 2 e 4 sono essenzialmente possedute, ma non con la padronanza dichiarata in sede di autovalutazione. La competenza 3 e la 5 presentano alcuni fattori di criticità; in merito alla competenza 6, diverse conoscenze ed abilità ad essa correlate presentano elementi di criticità.
Molte delle conoscenze e delle abilità risultano critiche seguendo l’andamento riferito nel rapporto regionale.
Va osservato che 5 delle 7 abilità utili all'erogazione delle prestazioni essenziali legate all’area 5 (Identificazione, validazione e certificazione delle competenze) risultano poco o per nulla applicate da una percentuale di operatori che oscilla tra il 37,5% e l'87,5%63.
Esistono quindi diverse aree di criticità e di possibile miglioramento, riferite a conoscenze e abilità che supportano quasi tutte le 6 competenze-chiave.
63 Rispetto a queste 7 abilità, è stato chiesto agli operatori di fornire degli esempi nel caso si fossero attribuiti una valutazione elevata (punteggio pari a 3 o 4); la qualità degli esempi forniti è risultata spesso non pertinente, confermando quanto già emerso in sede di analisi.
144
Provincia di Verona
1. I SPI della Provincia di Verona
Nella Provincia di Verona sono presenti 6 Centri per l’impiego: Affi, Bovolone, Legnago, San Bonifacio, Villafranca, Verona nei quali lavorano complessivamente 75 operatori, tutti assunti a tempo indeterminato. Nella tabella che segue sono indicati gli operatori per tipologia di assunzione e CPI di appartenenza (tabella 1).
Tab. 1 – Personale dei CPI di Verona
CPI PROVINCIA DI VERONA
N. dipendenti a tempo
indeterminato
di cui front office
N. dipendenti
a tempo determinato
di cui front office
N. eventuali esperti,
consulenti e collaboratori
di cui front office
TOTALE PERSONALE
CPI
CPI Verona 30 14 0 0 0 0 30
CPI Affi 9 6 0 0 0 0 9
CPI S. Bonifacio 8 7 0 0 0 0 8
CPI Villafranca 7 5 0 0 0 0 7
CPI Bovolone 9 8 0 0 0 0 9
CPI Legnago 12 11 0 0 0 0 12
Totale PROVINCIA DI VERONA 75 51 0 0 0 0 75
Ai servizi per il lavoro della provincia di Verona afferiscono 98 comuni con una popolazione attiva di 783.000 unità pari al 18,6% della popolazione attiva della Regione con una media di 131 mila unità per CPI della provincia pari ad un rapporto medio di 10.440 utenti per operatore. Tab. 2 – Popolazione Regione e Provincia di Verona - Anno 2012 (dati in migliaia)
15-24 25-5455 e oltre
Totale 15-24 25-5455 e oltre
Totale 15-24 25-5455 e oltre
Totale
Verona 49 205 128 382 47 197 157 401 96 402 285 783
VENETO 235 1.096 718 2.050 223 1.071 871 2.166 459 2.168 1.589 4.216
% su Regione 20,9% 18,7% 17,8% 18,6% 21,1% 18,4% 18,0% 18,5% 20,9% 18,5% 17,9% 18,6%
Maschi Femmine Maschi e femmine
Fonte: ISTAT
145
Nel corso del 2012 nella provincia di Verona sono state sottoscritte 25.109 DID pari al 17,95% delle DID rilasciate in tutta la regione. La media di DID per operatore è pari a 335). Tab. 3 – Rapporto DID/operatori
Provincia Flusso DID % N. CPI media
per CPI n.
operatori media
operatore
VERONA
25.109 17,95% 6 4.185 75 335
VENETO 139.890 100,00 40 3.497 379 369
Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013
146
2. Le prestazioni garantite dai SPI
Dall’indagine condotta emerge che gli SPI della provincia di Verona garantiscono le prestazioni essenziali così come rappresentato nel grafico che segue.
Relativamente alle 5 aree di prestazioni analizzate, nella provincia di Verona risultano garantite l’area di prestazione 1 Informazione e accesso ai servizi e l’area di prestazione 4 Incontro
Domanda e Offerta di lavoro. Relativamente all’area 2 Orientamento al lavoro ed alla
formazione, all’area 3 Misure di accompagnamento e all’area 5 Identificazione, la validazione e
la certificazione delle competenze si rilevano invece delle criticità.
Graf. 1 – Prestazioni essenziali
Nel dettaglio, per quanto attiene all’area 2, la prestazione essenziale 2.1 Colloquio di
orientamento (colloqui individuali) è sempre garantita, mentre la prestazione essenziale 2.2
Azioni di orientamento collettive non è garantita nel 17% dei CPI (CPI di Affi). Nell’area di prestazione 3 risultano pienamente garantite le prestazioni 3.2 Proposta e
realizzazione di attività di formazione e 3.3 Proposta di adesione a iniziative di inserimento
lavorativo. In merito alla prestazione 3.2 Proposta di realizzazione di attività di formazione questa viene attivata anche per la realizzazione di percorsi organizzati dalla stessa Provincia con il ricorso a risorse pubbliche o private. Risulta invece critica la prestazione 3.1 Proposta di
percorsi di validazione/certificazione delle competenze che non è garantita nel 33% dei CPI (CPI di Verona e San Bonifacio) mentre è parzialmente garantita nel 17% dei CPI (CPI di Legnago).
100%
100%
100%
100%
50%
50%
50%
100%
100%
100%
17%
33%
17%
50%
50%
17%
33%
33%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
1.1 Informazioni
1.2 Profilo socio-professionale
1.3 Patto di servizio
2.1 Colloquio di orientamento
2.2 Azioni di orientamento collettive
3.1 Proposta di percorsi divalidazione/certificazione delle competenze
3.2 Proposta e realizzazione di attività diformazione
3.3 Proposta di adesione ad iniziative diinserimento lavorativo
4.1 Colloquio di attivazione
4.2 Promozione del profilo professionale
5.1 Identificazione delle competenze,raccolta, analisi e selezione delle evidenze
garantita
parzialmente garantita
non garantita
147
Per quanto attiene all’area 4, Incontro domanda e offerta di lavoro, tutti i CPI effettuano colloqui di attivazione dell’utente e garantiscono il servizio di promozione del profilo
professionale verso il sistema delle imprese (rispettivamente le prestazioni essenziali 4.1 e 4.2). Nel corso del 2012, presso i CPI sono stati pubblicati 25.020 curricula, 784 imprese si sono rivolte ai CPI per la richieste di personale (1.656 vacancies), 11.026 sono risultate le auto-candidature gestite e sono stati effettuati 9.780 abbinamenti di preselezione. L’area di prestazione 5 Identificazione, validazione e certificazione delle competenze non essendo ancora implementata a livello regionale non può conseguentemente essere garantita.
148
3. I requisiti di struttura e di processo per aree di prestazione
I rilevatori hanno chiesto nel corso delle interviste ai responsabili dei nove CPI se i requisiti di struttura fossero garantiti (risposta A), attivabili al bisogno (risposta B) oppure non garantiti (risposta C). Nella tabella sottostante sono riportati i dati rilevati nei CPI provinciali.64
Tab. 4 – Requisiti di struttura
A - garantita
B - attivabile al bisogno
C - non garantita
A + B
Sito internet aggiornato 6 0 0 100%
Punto di accoglienza per utenza con operatore dedicato
5 1 0 100%
Spazio attrezzato per auto-consultazione di materiali informativi
6 0 0 100%
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
5 1 0 100%
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
6 0 0 100%
Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo 5 1 0 100%
Disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio
4 1 1 83%
Disponibilità di un catalogo delle opportunità formative e relativi requisiti di accesso
6 0 0 100%
Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio e interventi con eventuali azioni correttive
6 0 0 100%
Sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni)
6 0 0 100%
Raccordo e invio ai servizi formativi per accesso a percorsi di PAL
6 0 0 100%
Report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale
2 1 3 50%
Collegamento con ClicLavoro 5 1 0 100%
Gestione informatizzata del processo di incrocio D/O 6 0 0 100%
Are
a 4
REQUISITI DI STRUTTURA
Are
a 1
Are
a 2
Are
a 3
In merito all’area 1, i requisiti di struttura risultano sempre garantiti. Per quanto riguarda l’area di prestazione 2 orientamento al lavoro e alla formazione, si rileva una sostanziale garanzia in merito alla esistenza dei requisiti di struttura necessari per la sua erogazione. In tutti i CPI è garantita la piena disponibilità di un catalogo delle opportunità formative; per contro, non è sempre disponibile una aggiornata analisi di contesto e degli scenari occupazionali del territorio (il requisito risulta attivabile al bisogno o non garantito, rispettivamente nel CPI di Affi e di Verona). In tutti i CPI, ad eccezione di Villafranca nel cui ambito il requisito è attivabile al bisogno, si riscontra la disponibilità continuativa di un’aula/sala attrezzata per il caso in cui venga ravvisata la necessità di incontri di orientamento collettivo. Relativamente all’area di prestazione 3 misure di accompagnamento al lavoro questa risulta pienamente garantita.
64 La tabella riporta soltanto le prime quattro aree di prestazione in quanto nella rilevazione non erano richiesti requisiti di struttura relativi alla quinta area Validazione e certificazione delle competenze.
149
Nell’area 4 incontro e domanda e offerta di lavoro risulta particolarmente critico il requisito report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale. Un solo CPI dichiara di utilizzare al bisogno il collegamento con Cliclavoro a fronte dei restanti 5 che ne fanno uso regolare. Appare però critica la situazione relativamente all’utilizzo di report relativi ai fabbisogni occupazionali delle imprese che solo i CPI di Affi e Villafranca dichiarano di avere in piena disponibilità. A Legnago, San Bonifacio e Verona il requisito non viene garantito e il CPI di Bovolone è in grado di attivarlo a bisogno. Tab. 5 – Requisiti di processo
A - garantita
B - attivabile al bisogno
C - non garantita
A + B
Servizio di prima informazione per chi vuole avviareun lavoro autonomo d'impresa
2 4 0 100%
Servizio di promozione e marketing dei servizi delSPI verso i cittadini
6 0 0 100%
Servizio informativo specifico dedicato alle imprese 6 0 0 100%
Servizi informativi specificatamente dedicati aimigranti
5 1 0 100%
Servizio di attivazione dell’AA.SS. in raccordo conINPS
6 0 0 100%
Realizzazione di un colloquio individuale diorientamento entro 3 mesi dal rilascio della DID
6 0 0 100%
Scouting continuo delle opportunità e aggiornamentodei sistemi informativi
6 0 0 100%
Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tree i sei mesi dal rilascio della DID
4 2 0 100%
Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verificapreventiva della sua fattibilità
6 0 0 100%
Supporto all’utente del servizio nel percorso diinserimento o reinserimento lavorativo attraversoazioni di valutazione congiunta
6 0 0 100%
Supporto ai giovani che abbandonano il cicloscolastico prima della fine dell’obbligo formativo
1 5 0 100%
Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione deilavoratori in stato di mobilità a sostegno delreinserimento
6 0 0 100%
Realizzazione colloquio entro tre mesi dal rilasciodella DID
6 0 0 100%
Verifica delle segnalazioni /presentazioni dellecandidature
6 0 0 100%
Attività di promozione e marketing verso le imprese 5 1 0 100%
Aggiornamento costante delle informazioni su SIL 6 0 0 100%
Individuazione delle competenze-chiave spendibilinel mdl
5 1 0 100%
Selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave
4 2 0 100%
Are
a 4
Are
a 5
REQUISITI DI PROCESSO
Are
a 1
Are
a 2
Are
a 3
Sul piano dei Requisiti di Processo, la tab. 5 offre un quadro di garanzia di attivazione per tutte le aree di prestazione. Tuttavia, relativamente all’area 1 Informazione e accesso ai servizi si osserva che le informazioni al cittadino che intenda avviare un’attività autonoma, sono prevalentemente gestite a livello centrale o limitate ad una prima e sommaria informazione per poi essere demandate ai servizi informativi specifici della Camera di Commercio o di associazioni di categoria.
150
Risulta invece efficacemente coperta l’esigenza di informazione dei migranti che viene fornita da 5 CPI e attivabile al bisogno da 1 CPI (CPI Bovolone). Anche i requisiti di processo dell’area 2 Orientamento al lavoro e alla formazione sono garantiti, ivi compresa la realizzazione di incontri informativi/formativi tra i 3 e i 6 mesi dal rilascio della DID che ha trovato piena attuazione in tutti i CPI a partire dal 2013. Relativamente all’area di prestazione 3 Misure di accompagnamento al lavoro si evidenzia la piena garanzia dei requisiti con la sola eccezione del supporto ai giovani in obbligo formativo che abbandonano il ciclo scolastico che risulta fornito regolarmente dal CPI di Villafranca, mentre negli altri CPI risulta attivabile al bisogno. Per quanto attiene all’area 4 Incontro domanda e offerta di lavoro, laddove si riscontra la regolare effettuazione delle attività legate alle singole prestazioni essenziali non sempre il personale del CPI di Villafranca può essere impiegato in servizi esterni per l’attività di promozione e marketing verso le imprese; l’attività viene invece regolarmente svolta negli altri CPI. Infine un solo CPI dichiara di utilizzare al bisogno il collegamento con Cliclavoro a fronte dei restanti 5 che ne fanno uso regolare. Appare però critica la situazione relativamente all’utilizzo di report relativi ai fabbisogni occupazionali delle imprese che non tutti i CPI dichiarano di avere a disposizione. L’area 5 Validazione e certificazione delle competenze risulta garantita o attivabile al bisogno da tutti i CPI. Tuttavia si sottolinea che il servizio di validazione e certificazione delle competenze non è ancora implementato a livello regionale
151
4. Le competenze professionali degli operatori
L’analisi dei servizi erogati dai CPI prosegue mettendo in relazione le 5 aree di prestazione di cui si è detto nei precedenti paragrafi con le competenze dichiarate dagli operatori nell’ambito della rilevazione. L’esito di questa parte dell’intervista mostra che la maggioranza degli Operatori dichiara di possedere ed agire le competenze individuate per poter erogare le prestazioni richieste. Pur tuttavia, tranne che nella competenza 1. Gestire colloqui di prima accoglienza per
soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione
lavorativa, che risulta complessivamente la più agita con ottimi o buoni risultati, le rimanenti 5 competenze presentano spunti di analisi per la presenza di uno o più operatori che dichiarano di agire le stesse solo occasionalmente o di non agirle affatto (Graf. 2). Grafico 2 – Autovalutazione delle competenze
In particolare, l’area di prestazione 1. Informazione e accesso ai servizi risulta pienamente garantita con il possesso della competenza 1. Gestire colloqui di prima accoglienza per
soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la propria situazione
lavorativa, ad essa correlata, dichiarando di agirla sempre o abitualmente (con buoni risultati). Anche le competenze legate all’area di prestazione 2. Orientamento al lavoro e alla formazione risultano complessivamente agite. In particolare la competenza 2. Gestire colloqui per
individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente del servizio, spendibili nel
mercato del lavoro, con 9 operatori (82%) che dichiarano di agirla con buoni risultati e 2 (18%) che dichiarano di agirla solo occasionalmente. Nella competenza 5. Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o
reinserimento lavorativo si registra 1 operatore che dichiara di avere gestito solo occasionalmente situazioni poco complesse che potessero fargli agire la competenza oggetto di
152
analisi mentre 10 (91%) dichiarano di agire la competenza sempre (con ottimi risultati) o abitualmente (con buoni risultati). Alle prestazioni dell’area 3. Misure di accompagnamento al lavoro sono legate tutte le competenze oggetto di analisi (ad eccezione della n. 1) e l’analisi si presenta più articolata. L’esito della rilevazione mostra un generale pieno possesso, da parte degli operatori, delle relative competenze che per lo più vengono agite con ottimi o buoni risultati. In questo quadro, tuttavia, si rilevano alcune criticità sulla competenza 4. Gestire l’incrocio domanda/offerta di
lavoro e sulla competenza 6. Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli
utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive, dove per entrambe risulta un operatore che dichiara di non avere mai affrontato situazioni che potessero fargli agire la
competenza oggetto di analisi e 2 operatori che dichiarano di agire la competenza 4 solo occasionalmente. In merito alle prestazioni dell’area 4. Incontro domanda e offerta di lavoro valgono le considerazioni già espresse sulle competenze 2, 4 e 6 e che ad essa risultano correlate. Infine relativamente all’area di prestazione 5. Identificazione, validazione e certificazione delle
competenze, alla quale sono collegate le competenze 2 e 3, emerge che non è pienamente garantita. Le competenze professionali sono supportate da conoscenze e abilità che sono state rilevate nell’intervista somministrata agli operatori dei CPI. I grafici seguenti rappresentano i risultati dell’autovalutazione degli operatori sul grado di possesso di tali conoscenze e abilità. Emerge come in alcune competenze non sia del tutto coerente il rapporto tra queste e le relative conoscenze (Graf. n. 3) e abilità (Graf. 4) che ne sostengono il corretto esercizio.
Grafico 3 – Autovalutazione delle conoscenze
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
1
1
1
1
1
1
1
2
1
0
0
2
1
0
1
1
0
1
1
0
1
1
2
2
3
2
1
2
1
1
0
0
2
1
6
4
1
7
6
5
7
5
8
7
8
7
6
5
4
7
6
6
6
7
7
8
4
7
4
4
5
4
4
5
4
5
1
4
2
3
3
4
3
1
3
2
3
2
3
1
4
3
1
1
4
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Tecniche per la conduzione di colloqui con l’utente
Misure e programmi di sostegno all’occupazione e normativa di riferimento
Contenuti della “Carta dei servizi e prestazioni” del servizio presso cui lavora
Procedure di utilizzo degli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e regionali
Caratteristiche delle opportunità lavorative del mercato locale
Caratteristiche dell’offerta del sistema regionale d’istruzione e formazione
Modalità di interrogazione e ricerca su portali informativi
Metodi di identificazione delle competenze possedute dall’utente
Criteri per l’individuazione delle competenze strategiche possedute dall’utente
Modalità di descrizione delle competenze possedute dall’utente
Caratteristiche della domanda di competenze del mercato del lavoro
Classificazioni delle professioni nazionali e internazionali
Tecniche di problem solving
Tecniche per la definizione di un piano professionale
Metodi di analisi per competenze dei profili professionali
Tipologie di competenze richieste dal mercato del lavoro locale
Procedure di funzionamento degli applicativi per la gestione dell’incrocio d/o di lavoro
Tipologie e caratteristiche distintive dei contratti di lavoro previsti dalla normativa vigente
Modalità di accesso e interrogazione a banche dati rilevanti per l’incrocio domanda/offerta di lavoro
Normativa di riferimento in materia di tirocini
Tecniche di ricerca attiva del lavoro
Caratteristiche e modalità delle attività di orientamento professionale
Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di monitoraggio
Procedure di funzionamento degli applicativi a sostegno della gestione dell’’incrocio domanda/offerta di lavoro e dei tirocini compresi quelli previsti dalle disposizioni nazionali e regionali.
per nulla
poco
abbastanza
molto
Nello specifico della analisi, le conoscenze meno diffuse tra gli operatori dei CPI della Provincia di Verona risultano essere nell’ordine:
153
• Modalità di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di
monitoraggio che supporta la competenza 6. Monitorare l’andamento delle azioni poste
in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive dove gli operatori dichiarano di possedere “poco” (36,4%) o “per nulla” (18,2 %) la conoscenza;
• Caratteristiche e modalità delle attività di orientamento professionale relativa alla competenza 5. Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o
reinserimento lavorativo, con il 54,5% delle risposte “poco”; • Classificazione delle professioni nazionali e internazionali afferente alla competenza 2.
Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino, utente
del servizio, spendibili nel mercato del lavoro per la quale gli operatori dichiarano di possedere “per nulla” (9,1% delle risposte) e “poco” (27,3% delle risposte) la conoscenza
• Altrettanto si può dire con riferimento alla competenza 3. Elaborare con il cittadino un
piano professionale verificandone la fattibilità dove risulta “poco” o “per nulla” posseduta la conoscenza delle Tecniche di problem solving, rispettivamente per il 18,2% e il 9,1% degli operatori che, insieme al dato relativo alla conoscenza delle Tecniche per la
definizione di un piano professionale (con il 18,2% di risposte “poco” o “per nulla”), segna una incoerenza con le dichiarazioni degli stessi operatori sul possesso della competenza.
• Da ultimo, le conoscenze dei Metodi di analisi per competenze dei profili professionali e della Normative di riferimento in materia di tirocini poste a supporto rispettivamente della competenza 4. Gestire l’incrocio domanda/offerta di lavoro e della competenza 5.
Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento
lavorativo risultano anch’esse critiche con il 27,30% degli operatori che dichiarano di possederle “poco” (18,2%) e “per nulla” (9,1%).
Grafico 4 – Autovalutazione delle abilità
00000
1000000000
100000
111111
000000
1000
1000
10
10
13
03
75
11
2111
50
23
111
044
10
65
200
42
36
37
46
55
55
24
77
666
33
53
46
75
43
44
53
448
7
69
85
73
655
36
322
32
344
73
55
33
24
74
366
21
53
4
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Adottare tecniche di conduzione di colloqui
Identificare il fabbisogno informativo del cittadino
Descrivere i servizi disponibili rispondenti ai bisogni rilevati
Predisporre materiali di tipo informativo
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal mercato del lavoro locale
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal sistema di istruzione e formazione
Supportare il cittadino nell’utilizzo di strumenti informativi per promuoverne l’utilizzo, anche in autonomia
Utilizzare strumenti per la registrazione di dati compresi gli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e…
Analizzare la storia professionale e formativa della persona
Identificare le competenze strategiche utili all’occupabilità dell’utente (*)
Identificare tipologie di lavoro coerenti con le risorse professionali e personali della persona
Correlare le competenze individuate con le competenze richieste dal mercato del lavoro (*)
Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle professioni nazionali e internazionali in vigore (*)
Tradurre competenze, caratteristiche e aspirazioni personali in obiettivi professionali (*)
Supportare l’utente nella costruzione del piano professionale
Individuare aree di criticità e possibili soluzioni
Tradurre le scelte effettuate dall’utente in un piano professionale fattibile
Identificare le aree di competenza che richiedono di essere rafforzate in relazione al progetto professionale…
Ricondurre le competenze della persona a concrete opportunità lavorative
Proporre all’’utente opportunità occupazionali
Rilevare i fabbisogni professionali delle aziende (*)
Selezionare profili di lavoratori sulla base di specifiche richieste di personale
Proporre alle aziende profili di candidati coerenti ai fabbisogni
Proporre a lavoratore e azienda soluzioni contrattuali in linea con le rispettive esigenze
Utilizzare gli applicativi per la gestione dell’incrocio domanda offerta
Individuare ambiti di competenza da sviluppare coerentemente con il piano professionale definito
Identificare opportunità orientative e/o formative coerenti al piano professionale definito
Assistere l’utente nell’utilizzo di banche dati e nella selezione di annunci di lavoro
Sostenere la motivazione del lavoratore nel raggiungimento degli obiettivi
Gestire le relazioni con le imprese, nella fase di inserimento degli utenti del servizio
Utilizzare gli strumenti e gli applicativi informatici per la gestione delle politiche attive del lavoro (*)
Raccogliere dati e informazioni utili al miglioramento del servizio
Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi (*)
Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri definiti
Monitorare l’inserimento lavorativo e/o formativo dell’utente del servizio
Valutare i risultati conseguiti a favore dell’utente del servizio
Adottare azioni volte a migliorare quali-quantitativamente i servizi erogati
per nulla
poco
abbastanza
molto
154
Per quanto riguarda le abilità quelle che gli operatori della provincia a di Verona dichiarano
meno agite sono:
• Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle professioni nazionali e
internazionali in vigore: 63,6% di risposte “poco” (riferita alla competenza 2); • Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri
definiti, riferita alla competenza 6 e che offre il 45,4% di risposte “poco” e il 9,1% di risposte “per nulla”;
• Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi, anch’essa posta a supporto della competenza 6, con il 54,5% di risposte “poco”;
• Tradurre competenze, caratteristiche e aspirazioni personali in obiettivi professionali, legata alla competenza 3, che il 45% degli operatori dichiara di agire “poco”.
• Rilevare i fabbisogni professionali delle aziende, correlata alla competenza 4, (4,5% di risposte “poco”).
155
Provincia di Vicenza
1. I SPI della Provincia di Vicenza Nella provincia di Vicenza sono presenti 6 Centri per l’Impiego: Vicenza, Lonigo, Bassano del Grappa, Schio/Thiene, Valdagno e Arzignano. Sono impegnati complessivamente 60 operatori tutti a tempo indeterminato, non sono presenti dipendenti a tempo determinato nè consulenti o collaboratori. Nella tabella che segue sono indicati gli operatori per tipologia di assunzione e CPI di appartenenza. Tab.1- Personale dei CPI di Vicenza
CPI PROVINCIA DI VICENZA
N. dipendenti a tempo
indeterminato
di cui front office
N. dipendenti a
tempo determinato
di cui front office
N. eventuali esperti,
consulenti e collaboratori
di cui front office
TOTALE PERSONALE
CPI
CPI Bassano del Grappa 14 4 0 0 0 0 14
CPI Schio /Thiene 14 13 0 0 0 0 14
CPI Lonigo 5 5 0 0 0 0 5
CPI Arzignano 6 5 0 0 0 0 6
CPI Valdagno 5 5 0 0 0 0 5
CPI Vicenza 16 14 0 0 0 0 16 Totale PROVINCIA DI VICENZA 60 46 0 0 0 0 60
Ai Servizi per il lavoro della Provincia di Vicenza afferiscono 121 comuni, con una popolazione attiva di 734 mila persone. Ogni CPI ha un bacino potenziale di 122 mila utenti pari ad un rapporto di circa 12.233 cittadini per operatore65.
Tab. 2 – Popolazione Regione e Provincia di Vicenza – anno 2012 (dati in migliaia) Maschi Femmine Maschi e femmine
15-24 25-54 55 e oltre
Totale 15-24 25-54 55 e oltre
Totale 15-24 25-54 55 e oltre
Totale
Vicenza 47 192 123 362 44 185 143 372 91 377 266 734
VENETO 235 1.096 718 2.050 223 1.071 871 2.166 459 2.168 1.589 4.216 % su Regione 20,0% 17,5% 17,1% 17,7% 19,7% 17,3% 16,4% 17,2% 19,8% 17,4% 16,7% 17,4%
Fonte: ISTAT
65 Il calcolo è stato fatto utilizzando solo il personale assunto a tempo indeterminato.
156
Nel corso del 2012 nella Provincia di Vicenza sono state sottoscritte 21.378 DID pari al 2,9 % della popolazione attiva provinciale e al 15,28% delle DID rilasciate in tutta la regione. La media di DID per operatore è pari a 356.
Tab. 3 – Rapporto DID/operatori
Provincia Flusso DID % N. CPI media
per CPI n. operatori
media operatore
VICENZA 21.378 15,28% 6 3.563 60 356
VENETO 139.890 100,00 40 3.497 379 369
Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013
157
2. Le prestazioni garantite dai SPI
Dall’indagine condotta emerge che i SPI della Provincia di Vicenza garantiscono le prestazioni essenziali così come rappresentato nel grafico che segue.
Grafico 1 – Prestazioni essenziali
100%
100%
100%
100%
50%
33%
50%
67%
100%
100%
33%
50%
50%
17%
17%
33%
17%
33%
17%
33%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
1.1 Informazioni
1.2 Profilo socio-professionale
1.3 Patto di servizio
2.1 Colloquio di orientamento
2.2 Azioni di orientamentocollettive
3.1 Proposta di percorsi divalidazione/certificazione delle
competenze3.2 Proposta e realizzazione di
attività di formazione3.3 Proposta di adesione ad
iniziative di inserimentolavorativo
4.1 Colloquio di attivazione
4.2 Promozione del profiloprofessionale
5.1 Identificazione dellecompetenze, raccolta, analisi e
selezione delle evidenze
garantita
parzialmentegarantita
non garantita
Elaborazione Italia Lavoro Spa su Dati CPI Regione Veneto, 2013
Il grafico evidenzia un elevato livello di garanzia delle prestazioni con riferimento alle aree 1. Informazione e accesso ai servizi, 2. Orientamento al lavoro e alla formazione e 4. Incontro
domanda e offerta di lavoro, mentre emergono alcune criticità per quanto riguarda le aree di prestazione 3. Misure di accompagnamento al lavoro e 5. Validazione e certificazione delle
competenze.
Nel dettaglio, le prestazioni dell’area 1 sono garantite in tutti i CPI della Provincia. Per quanto riguarda l’area 2, la prestazione essenziale 2.1 Colloquio di orientamento (colloqui individuali) è sempre garantita, mentre la seconda prestazione essenziale 2.2 Azioni di orientamento
collettive è pienamente garantita nella metà dei CPI, attivabile al bisogno nell'altra metà.
Si evidenzia che nell’anno 2012, presso i CPI della Provincia di Vicenza, si sono svolti 10.839 colloqui individuali di primo orientamento e sono stati coinvolti 249 utenti in azioni di orientamento collettive.
L’area di prestazione 3 risulta garantita in maniera differente nei CPI della Provincia. La prestazione essenziale 3.1 Proposta di percorsi di validazione/certificazione delle competenze è
158
garantita nell'83% CPI; nei CPI di Schio/Thiene, Valdagno e Arzignano è attivabile al bisogno verso determinate categorie di utenti: soggetti disabili, giovani, apprendisti, tirocinanti; non risulta garantita nel CPI di Bassano del Grappa per la mancanza di risorse adeguate all'erogazione del servizio. La prestazione 3.2 Proposta e realizzazione di attività di formazione è garantita o attivabile al bisogno nel 67% dei CPI; non viene garantita nei CPI di Valdagno e Arzignano per mancanza di personale. La prestazione 3.3 Proposta di adesione a iniziative di
inserimento lavorativo è quasi sempre garantita o attivabile al bisogno, anche ricorrendo a specifici progetti finanziati con risorse pubbliche o private; non risulta garantita nel CPI di Bassano del Grappa.
Inoltre, nel 2012 nella Provincia di Vicenza sono stati avviati 2.300 tirocini66 e 107 lavoratori sono stati indirizzati a corsi di formazione/riqualificazione.
Nell’area di prestazione 4 entrambe le prestazioni essenziali 4.1 Colloquio di attivazione e 4.2 Promozione del profilo professionale sono garantite dalla totalità dei CPI.
Nel corso del 2012 i CPI della provincia di Vicenza hanno pubblicato 26.022 curriculum, gestito 513 autocandidature ed effettuato 14.876 abbinamenti al fine di preselezione. Per quanto riguarda le richieste di personale gestite, 2.245 imprese si sono rivolte ai CPI per un totale di 2.614 vacancies.
L’area di prestazione 5 Validazione e certificazione delle competenze risulta garantita o attivabile al bisogno nel 66,66% dei CPI; non viene garantita nei CPI di Schio/Thiene e Bassano del Grappa; gli operatori dei CPI accompagnano l’utente fino alla identificazione delle competenze possedute attraverso la realizzazione di un curriculum vitae, ma non utilizzano i metodi e gli strumenti per la validazione e certificazione delle competenze.
66 La Provincia di Vicenza è stata promotrice del progetto “Il patto sociale per il lavoro”, grazie al finanziamento della Fondazione Cariverona, che ha permesso la realizzazione di percorsi di inserimento occupazionale rivolti ai disoccupati, attraverso vari strumenti messi in campo sia dai Comuni sia delle aziende (vaucher, tirocini, incontri di formazione ecc.). Il progetto, in fase sperimentale, si è realizzato a partire dal 2011 ed è ancora in corso.
159
3. I requisiti di struttura e di processo per aree di prestazione
I rilevatori hanno chiesto nel corso delle interviste ai responsabili dei CPI se i requisiti di struttura e processo fossero garantiti (risposta A), attivabili al bisogno (risposta B) oppure non garantiti (risposta C). Nella tabella che segue sono riportati i dati relativi ai 6 CPI della Provincia67.
Tab. 4 – Requisiti di struttura
REQUISITI DI STRUTTURA A -
garantita B - attivabile
al bisogno C - non
garantita A + B
Area 1
Sito internet aggiornato 6 0 0 100% Punto di accoglienza per utenza con operatore dedicato
6 0 0 100%
Spazio attrezzato per auto-consultazione di materiali informativi 6 0 0 100%
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
6 0 0 100%
Area 2
Postazione attrezzata e riservata per colloqui operatore-utente
6 0 0 100%
Aula/sala attrezzata per incontri di gruppo 3 1 2 67% Disponibilità di analisi di contesto e scenari occupazionali del territorio
2 4 0 100%
Disponibilità di un catalogo delle opportunità formative e relativi requisiti di accesso 2 3 1 83%
Area 3
Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio e interventi con eventuali azioni correttive
0 6 0 100%
Sistema di monitoraggio del PAI (tracciabilità delle azioni)
2 3 1 83%
Raccordo e invio ai servizi formativi per accesso a percorsi di PAL 3 3 0 100%
Area 4
Report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale
3 1 2 67%
Collegamento con ClicLavoro 4 2 0 100% Gestione informatizzata del processo di incrocio D/O 6 0 0 100%
I requisiti di struttura dell’area 1 Informazione e accesso ai servizi e dell’area 2 Orientamento al
lavoro e alla formazione sono generalmente garantiti, salvo il requisito Aula/sala attrezzata per
incontri di gruppo che non risulta garantito nei CPI di Vicenza e Lonigo; a Bassano del Grappa un pomeriggio a settimana vengono ospitate alcune agenzie del lavoro, a turno ed in base alle richieste di personale, per organizzare ed effettuare preselezioni di gruppo. Il requisito Disponibilità di un catalogo delle opportunità formative e relativi requisiti di accesso non è garantito nel CPI di Bassano del Grappa.
I requisiti di struttura dell'area 3 Misure di accompagnamento al lavoro, sono generalmente garantiti o attivabili al bisogno. Il requisito Monitoraggio dell’andamento delle azioni poste in
essere a favore degli utenti del servizio e interventi con eventuali azioni correttive, per il grande flusso di utenza, è attivabile al bisogno in tutti i CPI nei confronti di determinate categorie come gli utenti iscritti alla Legge 68/'99, i giovani, gli apprendisti, gli utenti in stage o inseriti in percorsi/progetti finanziati di reinserimento e riqualificazione.
67 La tabella riporta soltanto le prime quattro aree di prestazione in quanto nella rilevazione non erano richiesti requisiti di struttura relativi alla quinta area Validazione e certificazione delle competenze.
160
Il requisito Sistema di monitoraggio del PAI è garantito o attivabile al bisogno in tutti i CPI, tranne nel CPI di Bassano del Grappa.
I requisiti di struttura dell’area 4 Incontro domanda e offerta di lavoro sono generalmente garantiti; il requisito Report di analisi del fabbisogno occupazionale delle imprese del territorio provinciale non risulta garantito nei CPI di Valdagno e Arzignano.
Rispetto ai requisiti di processo, la tabella che segue indica il livello della loro garanzia nei CPI della Provincia di Vicenza.
Tab. 5 – Requisiti di processo
REQUISITI DI PROCESSO A - garantita B -
attivabile al bisogno
C - non garantita
A + B
Area 1
Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa
1 4 1 83%
Servizio di promozione e marketing dei servizi del SPI verso i cittadini 3 3 0 100%
Servizio informativo specifico dedicato alle imprese 3 3 0 100% Servizi informativi specificatamente dedicati ai migranti
0 0 6 0%
Servizio di attivazione dell’AA.SS. in raccordo con INPS 5 1 0 100%
Area 2
Realizzazione di un colloquio individuale di orientamento entro 3 mesi dal rilascio della DID
5 1 0 100%
Scouting continuo delle opportunità e aggiornamento dei sistemi informativi
2 4 0 100%
Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della DID 2 3 1 83%
Area 3
Colloquio per l’elaborazione di un PAI e verifica preventiva della sua fattibilità
6 0 0 100%
Supporto all’utente del servizio nel percorso di inserimento o reinserimento lavorativo attraverso azioni di valutazione congiunta
4 2 0 100%
Supporto ai giovani che abbandonano il ciclo scolastico prima della fine dell’obbligo formativo 5 1 0 100%
Servizio di indirizzo e supporto all’attivazione dei lavoratori in stato di mobilità a sostegno del reinserimento
6 0 0 100%
Area 4
Realizzazione colloquio entro tre mesi dal rilascio della DID 4 2 0 100%
Verifica delle segnalazioni /presentazioni delle candidature
6 0 0 100%
Attività di promozione e marketing verso le imprese 3 3 0 100% Aggiornamento costante delle informazioni su SIL 6 0 0 100%
Area 5
Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl
2 3 1 83%
Selezione delle evidenze correlate alle competenze-chiave 2 1 3 50%
I requisiti di processo dell’area 1 Informazione e accesso ai servizi sono generalmente garantiti o attivabili al bisogno. Il requisito di processo Servizi informativi dedicati ai migranti non risulta garantito in nessun CPI.
Il requisito Servizio di prima informazione per chi vuole avviare un lavoro autonomo d'impresa
è generalmente attivabile al bisogno; i CPI danno le informazioni di massima per poi inviare l’utente ad associazioni di categoria o camere di commercio. Tale requisito non è garantito nel CPI di Schio / Thiene
I requisiti di processo dell’area 2 Orientamento al lavoro e alla formazione sono quasi sempre garantiti in fase di prima iscrizione allo sportello o attivabili su richiesta dell’utente nel
161
momento in cui questo si ripresenta per un aggiornamento a distanza di tempo. Il requisito di processo Realizzazione incontri informativi/ formativi tra i tre e i sei mesi dal rilascio della DID non è garantito nel CPi di Schio / Thiene
I requisiti dell’area 3 Misure di accompagnamento al lavoro risultano totalmente garantiti o attivabili al bisogno.
I requisiti di processo dell’area 4 Incontro domanda e offerta di lavoro, sono generalmente garantiti in tutti i CPI; l’attività di promozione e marketing verso le imprese risulta garantita in maniera piena o parziale, anche attraverso progetti specifici finanziati che prevedono questa attività al fine di incentivare l’inserimento lavorativo attraverso stage (ad es. progetto “Patto sociale per il lavoro Vicentino”).
Riguardo i requisiti di processo dell’area 5 Identificazione, validazione e certificazione delle
competenze, si rileva che il servizio Individuazione delle competenze-chiave spendibili nel mdl è garantito o attivabile al bisogno nell’83% dei CPI e non è garantito nel CPI di Bassano del Grappa. Il servizio Selezione delle evidenze correlate alle competenze chiave risulta garantito nei CPI di Vicenza e Lonigo, è attivabile al bisogno nel CPI Schio/Thiene, non viene garantito nei CPI di Bassano del Grappa, Valdagno, Arzignano.
162
4. Le competenze professionali degli operatori
L’analisi dei servizi erogati dai CPI procede mettendo in relazione le 5 aree di prestazione di cui si è detto nei precedenti paragrafi con le competenze dichiarate dagli operatori nell’ambito della rilevazione.
Grafico 2 – Autovalutazione delle competenze
L'area di prestazione 1 Informazione e accesso ai servizi risulta nell'insieme garantita dalle competenze possedute dagli operatori. La competenza 1 correlata a quest’area (Gestire colloqui
di prima accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la
propria situazione lavorativa) è infatti agita con ottimi o buoni risultati dalla quasi totalità degli operatori.
Le aree di prestazione 2 Orientamento al lavoro e alla formazione, 3 Misure di
accompagnamento al lavoro, 4 Incontro domanda e offerta di lavoro e 5 Identificazione, validazione e certificazione delle competenze non sono pienamente coperte dalle competenze agite dagli operatori.
Nell'autovalutazione sul grado di possesso delle competenze degli operatori, riscontriamo che la competenza 2 Gestire colloqui per individuare le risorse personali e professionali del cittadino,
utente del servizio, spendibili nel mercato del lavoro (richiesta per le aree di prestazione 2, 3, 4 e 5) è quasi sempre agita con ottimi o buoni risultati. Le competenze 3 Elaborare con il
cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità (richiesta nelle aree 3 e 5), 5 Accompagnare l’utente del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo (richiesta nelle aree 2 e 3) e 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore
degli utenti del servizio (richiesta nelle aree 3 e 4), al contrario, non risultano pienamente possedute dagli operatori.
163
La competenza 4 Gestire l’incrocio domanda offerta di lavoro (richiesta nell'area di prestazione 4) è posseduta e utilizzata con ottimi o buoni risultati dal 60% degli operatori; il restante 40% afferma di agirla solo occasionalmente o di non agirla nel lavoro che svolge.
La competenza 6 Monitorare l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del
servizio, intervenendo con eventuali azioni correttive, secondo quanto dichiarato dagli operatori, risulta utilizzata abitualmente con buoni o ottimi risultati dal 60% degli operatori; il restante 40% afferma utilizzarla solo occasionalmente nel lavoro che svolge.
Le competenze che dal grafico appaiono come elementi di maggiore criticità sono la 3 Elaborare
con il cittadino un piano professionale verificandone la fattibilità e la 5 Accompagnare l’utente
del servizio nel percorso di inserimento e/o reinserimento lavorativo. Circa la metà degli operatori, infatti, dichiara di agirle occasionalmente o mai.
Le competenze professionali sono supportate da conoscenze e abilità, oggetto dell’intervista somministrata agli operatori dei CPI. I grafici seguenti rappresentano i risultati dell’autovalutazione degli operatori sul grado di possesso di conoscenze (grafico 3) e abilità (grafico 4). Grafico 3 – Autovalutazione conoscenze
10000
22
0000
11
000
111
011
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11
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41
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82
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24
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73
45
55
22
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04
10
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32
03
11
03
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33
41
05
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%100%
Tecniche per la conduzione di colloqui con l’utente
Misure e programmi di sostegno all’occupazione e normativa di …
Contenuti della “Carta dei servizi e prestazioni” del servizio presso cui …
Procedure di utilizzo degli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali…
Caratteristiche delle opportunità lavorative del mercato locale
Caratteristiche dell’offerta del sistema regionale d’istruzione e formazione
Modalità di interrogazione e ricerca su portali informativi
Metodi di identificazione delle competenze possedute dall’utente
Criteri per l’individuazione delle competenze strategiche possedute …
Modalità di descrizione delle competenze possedute dall’utente
Caratteristiche della domanda di competenze del mercato del lavoro
Classificazioni delle professioni nazionali e internazionali
Tecniche di problem solving
Tecniche per la definizione di un piano professionale
Metodi di analisi per competenze dei profili professionali
Tipologie di competenze richieste dal mercato del lavoro locale
Procedure di funzionamento degli applicativi per la gestione …
Tipologie e caratteristiche distintive dei contratti di lavoro previsti dalla…
Modalità di accesso e interrogazione a banche dati rilevanti per …
Normativa di riferimento in materia di tirocini
Tecniche di ricerca attiva del lavoro
Caratteristiche e modalità delle attività di orientamento professionale
Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per…
Procedure di funzionamento degli applicativi a sostegno della gestione …
per nulla
poco
abbastanza
molto
Le conoscenze meno diffuse tra gli operatori della Provincia di Vicenza, secondo quanto da loro stessi dichiarato, sono:
• Caratteristiche dell’offerta del sistema regionale di istruzione e formazione (60% di risposte “poco” o “per nulla”) afferente alla competenza 1 Gestire colloqui di prima
accoglienza per soddisfare esigenze informative di cittadini interessati a modificare la
164
propria situazione lavorativa ed alla 5 Accompagnare l'utente del servizio nel percorso di
inserimento e/o reinserimento lavorativo; • Metodi di definizione e di utilizzo di indicatori quali-quantitativi per azioni di
monitoraggio (80% di risposte “poco”) afferente alla competenza 6 Monitorare
l’andamento delle azioni poste in essere a favore degli utenti del servizio, intervenendo
con eventuali azioni correttive. • Tipologie e caratteristiche distintive dei contratti di lavoro previsti dalla normativa
vigente (60% di risposte “poco” o “per nulla”) afferente alla competenza 4 Gestire
incrocio domanda e offerta di lavoro. Grafico 4 – Autovalutazione abilità
11111
42
00
111
20
111
00
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22
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23
11
02
31
32
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25
00
42
22
333
34
11
25
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32
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65
65
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55
54
54
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23
266
32
46
52
22
66
544
54
12
42
12
13
211
21
55
05
43
411
222
33
10
300
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Adottare tecniche di conduzione di colloqui
Identificare il fabbisogno informativo del cittadino
Descrivere i servizi disponibili rispondenti ai bisogni rilevati
Predisporre materiali di tipo informativo
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal mercato del lavoro locale
Illustrare al cittadino le opportunità offerte dal sistema di istruzione e formazione
Supportare il cittadino nell’utilizzo di strumenti informativi per promuoverne l’utilizzo, anche in autonomia
Utilizzare strumenti per la registrazione di dati compresi gli applicativi previsti dalle disposizioni nazionali e…
Analizzare la storia professionale e formativa della persona
Identificare le competenze strategiche utili all’occupabilità dell’utente (*)
Identificare tipologie di lavoro coerenti con le risorse professionali e personali della persona
Correlare le competenze individuate con le competenze richieste dal mercato del lavoro (*)
Correlare le competenze descritte con le classificazioni delle professioni nazionali e internazionali in vigore (*)
Tradurre competenze, caratteristiche e aspirazioni personali in obiettivi professionali (*)
Supportare l’utente nella costruzione del piano professionale
Individuare aree di criticità e possibili soluzioni
Tradurre le scelte effettuate dall’utente in un piano professionale fattibile
Identificare le aree di competenza che richiedono di essere rafforzate in relazione al progetto professionale…
Ricondurre le competenze della persona a concrete opportunità lavorative
Proporre all’’utente opportunità occupazionali
Rilevare i fabbisogni professionali delle aziende (*)
Selezionare profili di lavoratori sulla base di specifiche richieste di personale
Proporre alle aziende profili di candidati coerenti ai fabbisogni
Proporre a lavoratore e azienda soluzioni contrattuali in linea con le rispettive esigenze
Utilizzare gli applicativi per la gestione dell’incrocio domanda offerta
Individuare ambiti di competenza da sviluppare coerentemente con il piano professionale definito
Identificare opportunità orientative e/o formative coerenti al piano professionale definito
Assistere l’utente nell’utilizzo di banche dati e nella selezione di annunci di lavoro
Sostenere la motivazione del lavoratore nel raggiungimento degli obiettivi
Gestire le relazioni con le imprese, nella fase di inserimento degli utenti del servizio
Utilizzare gli strumenti e gli applicativi informatici per la gestione delle politiche attive del lavoro (*)
Raccogliere dati e informazioni utili al miglioramento del servizio
Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi (*)
Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri definiti
Monitorare l’inserimento lavorativo e/o formativo dell’utente del servizio
Valutare i risultati conseguiti a favore dell’utente del servizio
Adottare azioni volte a migliorare quali-quantitativamente i servizi erogati
per nulla
poco
abbastanza
molto
Per quanto riguarda le abilità, quelle che gli operatori della Provincia di Vicenza dichiarano come meno agite sono:
• Definire indicatori e criteri atti a rilevare il grado di raggiungimento degli obiettivi: 70% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 6);
• Elaborare dati di sintesi sul raggiungimento degli obiettivi applicando indicatori e criteri
definiti: 80% di risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 6); • Rilevare i fabbisogni professionali delle aziende: 60% di risposte “poco” o “per nulla”
(riferita competenza 4); • Sostenere la motivazione del lavoratore nel raggiungimento degli obiettivi: 60% di
risposte “poco” o “per nulla” (riferita alla competenza 5). L’analisi sul grado di possesso delle conoscenze e delle abilità correlate alle 6 competenze chiave ha confermato delle aree di criticità con riferimento alle competenze 4, 5 e 6; inoltre, anche nelle competenze agite dagli operatori con buoni o ottimi risultati vi sarebbero alcune conoscenze e abilità da sviluppare e perfezionare.
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Glossario
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ABILITÀ Indicano le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l'uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche (comprendenti l'abilità manuale e l'uso di metodi, materiali, strumenti). Fonte: Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente (EQF).
APPRENDIMENTO FORMALE Apprendimento erogato in un contesto organizzato e strutturato (per esempio, in un istituto d’istruzione o di formazione o sul lavoro), appositamente progettato come tale (in termini di obiettivi di apprendimento e tempi o risorse per l’apprendimento). L’apprendimento formale è intenzionale dal punto di vista del discente. Di norma sfocia in una convalida e in una certificazione. Fonte: Cedefop 2008.
Per apprendimento formale si intende quello che si attua nel sistema di istruzione e formazione e nelle università e istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, e che si conclude con il conseguimento di un titolo di studio o di una qualifica o diploma professionale, conseguiti anche in apprendistato a norma del testo unico di cui al decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 167, o di una certificazione riconosciuta. Fonte: Legge 92/2012 Art. 4 comma 52.
Apprendimento che si attua nel sistema di istruzione e formazione e nelle università e istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, e che si conclude con il conseguimento di un titolo di studio o di una qualifica o diploma professionale, conseguiti anche in apprendistato, o di una certificazione riconosciuta, nel rispetto della legislazione vigente in materia di ordinamenti scolastici e universitari. Fonte: Decreto Legislativo n. 13 del 16 gennaio 2013.
APPRENDIMENTO NON FORMALE Apprendimento erogato nell’ambito di attività pianificate non specificamente concepite come apprendimento (in termini di obiettivi, di tempi o di sostegno all’apprendimento). L’apprendimento non formale è intenzionale dal punto di vista del discente. I risultati dell’apprendimento non formale possono essere convalidati e sfociare in una certificazione; talvolta l’apprendimento non formale è denominato «apprendimento semi-strutturato». Fonte: Cedefop 2008.
Per apprendimento non formale si intende quello caratterizzato da una scelta intenzionale della persona, che si realizza al di fuori dei sistemi indicati al comma 52, in ogni organismo che persegua scopi educativi e formativi, anche del volontariato, del servizio civile nazionale e del privato sociale e nelle imprese. Fonte: Legge 92/2012 Art. 4 comma 53.
Apprendimento caratterizzato da una scelta intenzionale della persona, che si realizza al di fuori dei sistemi indicati alla lettera b), in ogni organismo che persegua scopi educativi e formativi, anche del volontariato, del servizio civile nazionale e del privato sociale e nelle imprese. Fonte: Decreto Legislativo n. 13 del 16 gennaio 2013.
APPRENDIMENTO INFORMALE Apprendimento risultante dalle attività della vita quotidiana legate al lavoro, alla famiglia o al tempo libero. Non è strutturato in termini di obiettivi di apprendimento, di tempi o di risorse dell’apprendimento. Nella maggior parte dei casi l’apprendimento informale non è intenzionale dal punto di vista del discente. I risultati dell’apprendimento informale in genere non sfociano in una certificazione, ma possono essere convalidati e certificati nel quadro del riconoscimento dei programmi di apprendimento precedenti. L’apprendimento informale è detto anche apprendimento «esperienziale» o «fortuito» o «casuale». Fonte: Cedefop 2008.
167
Per apprendimento informale si intende quello che, anche a prescindere da una scelta intenzionale, si realizza nello svolgimento, da parte di ogni persona, di attività nelle situazioni di vita quotidiana e nelle interazioni che in essa hanno luogo, nell'ambito del contesto di lavoro, familiare e del tempo libero. Fonte: Legge 92/2012 Art. 4 comma 54.
Apprendimento che, anche a prescindere da una scelta intenzionale, si realizza nello svolgimento, da parte di ogni persona, di attività nelle situazioni di vita quotidiana e nelle interazioni che in essa hanno luogo, nell'ambito del contesto di lavoro, familiare e del tempo libero. Fonte: Decreto Legislativo n. 13 del 16 gennaio 2013.
AREE DI PRESTAZIONE Raggruppamento di prestazioni essenziali omogenee articolate secondo una loro sequenzialità e contenuto, rispetto ai bisogni riferiti a specifici target di cittadini e necessarie al soddisfacimento degli stessi, nonché al conseguimento dell’obiettivo/standard così come definito dalle norme vigenti.
ASPI (ASSICURAZIONE SOCIALE PER L’IMPIEGO) Prestazione economica istituita dal 1° gennaio 2013 e che sostituisce l’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola a requisiti normali (1 anno di contribuzione contro la disoccupazione nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione). E’ una prestazione a domanda, erogata a favore dei lavoratori dipendenti che abbiano perso involontariamente l’occupazione dal 1° gennaio 2013.
(MINI)ASPI Prestazione economica istituita dal 1° gennaio 2013 e che sostituisce l’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola a requisiti ridotti (13 settimane di contribuzione versata o dovuta da attività lavorativa nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione). E’ una prestazione a domanda, erogata a favore dei lavoratori dipendenti che abbiano perso involontariamente l’occupazione dal 1° gennaio 2013.
CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE Rilascio di un certificato, un diploma o un titolo che attesta formalmente che un ente competente ha accertato e convalidato un insieme di risultati dell’apprendimento (conoscenze, know-how, abilità e/o competenze) conseguiti da un individuo rispetto a uno standard prestabilito. La certificazione può convalidare i risultati dell’apprendimento conseguiti in contesti formali, non formali o informali. Fonte: Cedefop 2008.
Procedura di formale riconoscimento, da parte di un ente titolato, in base alle norme generali, ai livelli essenziali delle prestazioni e agli standard minimi delle competenze acquisite dalla persona in contesti formali, anche in caso di interruzione del percorso formativo o di quelle validate acquisite in contesti non formali e informali. La procedura di certificazione delle competenze si conclude con il rilascio di un certificato conforme agli standard minimi. Fonte: Decreto Legislativo n. 13 del 16 gennaio 2013.
CIGO la cassa integrazione guadagni ordinaria interessa i dipendenti (esclusi apprendisti e dirigenti, mentre dal 1991 comprende gli impiegati e i quadri) di imprese industriali non artigiane di qualsiasi dimensione nei casi di riduzione o sospensione di attività per eventi transitori non imputabili all’impresa o ai lavoratori, o per situazione temporanea di mercato. La CIGO prevede un ammontare dell’integrazione pari all’80% della retribuzione e può essere concessa per 12 mesi in un biennio.
CIGS la cassa integrazione guadagni straordinaria riguarda i dipendenti delle imprese industriali non artigiane con più di 15 dipendenti (imprese commerciali con più di 200 dipendenti; giornali, agenzie di stampa, emittenti radio televisive senza limite di dimensione;
168
agenzie di viaggio e imprese di spedizione con più di 50 dipendenti). Le causali di concessione sono: 1) ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione; 2) crisi aziendale; 3) procedure concorsuali. La CIGS prevede un ammontare dell’integrazione pari all’80% della retribuzione e può essere concessa per un massimo di 36 mesi in un quinquennio.
CIG IN DEROGA È un intervento di integrazione salariale a sostegno dei lavoratori e delle imprese che prevalentemente non accedono ai benefici della CIGO e/o della CIGS.
COMPETENZA Comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Nel contesto dell'European Qualifications Framework (EQF) le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. Fonte: Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente (EQF).
Comprovata capacità di utilizzare, in situazioni di lavoro, di studio o nello sviluppo professionale e personale, un insieme strutturato di conoscenze e di abilità acquisite nei contesti di apprendimento formale, non formale o informale. Fonte: Decreto Legislativo n. 13 del 16 gennaio 2013.
CONOSCENZE Risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio. Nel contesto dell'European Qualifications Framework (EQF) le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche. Fonte: Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente (EQF).
DID La Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro sottoscritta dal cittadino disoccupato/inoccupato attesta lo stato di disoccupazione/inoccupazione e la volontà dello stesso a ricercare una attività lavorativa, secondo le modalità concordate con il servizio competente (D.Lgs. 297/2002).
DISOCCUPAZIONE DI LUNGA DURATA Condizione in cui si trovano soggetti che dopo aver perso il lavoro o cessato un'attività di lavoro autonomo, siano alla ricerca di una nuova occupazione da più di dodici mesi o da più di sei mesi se giovani, beneficiari o meno di prestazioni di sostegno al reddito a qualsiasi titolo.
ENTI ACCREDITATI AI SERVIZI AL LAVORO Operatori pubblici o privati ai quali le Regioni riconoscono l’idoneità a erogare servizi al lavoro in ambito regionale, anche mediante l’utilizzo di risorse pubbliche, nonché la partecipazione attiva alla rete dei servizi per il lavoro. Gli operatori accreditati in Regione Veneto garantiscono le prestazioni e i servizi nelle seguenti aree di prestazione: a) informazione e accesso al sistema dei servizi al lavoro della Regione Veneto; b) mediazione per l’incontro domanda e offerta di lavoro e formazione professionale; c) progetto individuale e misure di accompagnamento al lavoro (DGR del Veneto n. 2238 del 20/12/2011). GIOVANI IN OBBLIGO FORMATIVO Soggetti ai quali la Repubblica Italiana assicura il diritto/dovere all'istruzione e alla formazione, che si protrae per almeno dodici anni o comunque fino al conseguimento di una qualifica di durata almeno triennale entro l'età di 18 anni. Fonte: Decreto Legislativo. n. 76 del 15/04/2005).
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LAVORATORI EQUIVALENTI Dato statistico che si ottiene dividendo il monte ore di Cassa Integrazione Guadagni (sia ordinaria, sia straordinaria che in deroga) per il monte ore lavorabile di un lavoratore teorico in un anno. Fonte: INPS.
LAVORATORI SOSPESI Prestatori di lavoro, con contratto di tipo subordinato, la cui attività è temporaneamente interrotta, seppur in continuità di rapporto lavorativo. Si distinguono due ipotesi: sospensioni per motivi inerenti alla sfera del lavoratore (ad es. malattia e infortunio - art. 2110 c.c.) e sospensioni dipendenti dall’impresa (nei casi di Cassa integrazioni guadagni ordinaria, straordinaria e in deroga).
MOBILITA IN DEROGA Per fare fronte alla crescente crisi economico-occupazionale è stata prevista una estensione dei trattamenti di integrazione salariale in deroga a tutti i lavoratori subordinati, compresi gli apprendisti e i lavoratori con contratti di somministrazione. La mobilità in deroga è una indennità destinata ai lavoratori che non beneficiano dell’indennità di mobilità, o hanno esaurito l'indennità di disoccupazione o la mobilità ordinaria (sulla base di accordi regionali). Per ottenere il beneficio, i lavoratori devono iscriversi alle liste del Centro per l’Impiego ed impegnarsi a partecipare a percorsi di politica attiva per la riqualificazione ed il reinserimento. Le regioni e le parti sociali decidono di anno in anno le modalità di impiego degli ammortizzatori sociali in deroga - cassa integrazione e mobilità -, attraverso l'emanazione di accordi o linee guida (DL 185/2008 art. 19, convertito con modificazioni nella L. 2/2009, e L. 33/2009 art. 7ter; Accordo Stato Regioni del 12/02/2009, Intesa Stato Regioni 2011-2012 sugli ammortizzatori sociali in deroga e su politiche attive del 20/04/2011, Intesa Stato Regioni 2013 sugli ammortizzatori sociali in deroga e su politiche attive del 22/11/2012).
MOBILITÀ Ammortizzatore sociale che garantisce i lavoratori espulsi dai cicli produttivi attraverso la previsione di agevolazioni che si collocano su due versanti, quello del sostegno al reddito alla persona licenziata e quello degli sgravi fiscali per l’azienda che l’assume, anche con interventi che rientrano tra le misure di PAL. Tale misura è prevista per i lavoratori coinvolti in licenziamenti collettivi per riduzione del personale, trasformazione o cessazione dell’attività di impresa, dipendenti da imprese industriali non artigiane con più di 15 dipendenti (Legge 223/1991).
MONITORAGGIO Raccolta sistematica e periodica di dati e informazioni per supportare il controllo dell’attuazione di un intervento e la sua rimodulazione in corso d’opera. Il monitoraggio è la verifica continua dell’implementazione di una politica mediante un processo di raccolta di dati e informazioni sul suo stato di avanzamento, con riferimento alle risorse assorbite, ai processi avviati, ai prodotti forniti, ai risultati ottenuti. In linea generale si possono distinguere almeno tre tipi di monitoraggio: finanziario, procedurale, fisico/realizzativo.
PAI Il Piano di Azione Individuale è lo strumento attraverso il quale il cittadino disoccupato/inoccupato, con il concorso di un operatore del sistema dei servizi competenti, definisce un programma di attività funzionali al raggiungimento dell’obiettivo occupazionale e/o formativo, individuato e condiviso fra il servizio competente e il cittadino stesso.
PATTO DI SERVIZIO “Condizione per l’esercizio di diritti riconosciuti dall’ordinamento”; esso si configura come lo strumento attraverso il quale il cittadino in cerca di occupazione/riqualificazione e il servizio per il lavoro competente, sanciscono i rispettivi impegni e ruoli nello svolgimento del percorso personalizzato di orientamento, riqualificazione ed accompagnamento al lavoro.
170
PRESTAZIONI ESSENZIALI Si intendono tutte quelle attività esercitate dai Servizi Competenti con cui si punta a soddisfare l’interesse e/o il bisogno di un soggetto titolare di un diritto.
REQUISITI DI PROCESSO Si riferiscono agli elementi di processo che consentono la traduzione della prestazione sul piano operativo e/o costituiscono vincoli da rispettare (modalità e condizioni di svolgimento delle attività).
REQUISITI DI RELAZIONE Si riferiscono alle capacità professionali specifiche che si richiedono nel momento della fruizione e della relazione fra operatore e utente (una o più competenze ritenute necessarie per una adeguata prestazione).
REQUISITI DI STRUTTURA Si riferiscono agli aspetti strutturali che consentono la produzione-erogazione della prestazione (risorse strumentali, aspetti logistici, attrezzature informatiche, etc.).
SCOUTING Attività di supporto della persona alla ricerca di occupazione, che si colloca al termine di un percorso individualizzato e proietta il candidato all’azione operativa di ricerca di opportunità di lavoro; il candidato è introdotto agli strumenti on-line ed off-line e viene reso protagonista della sua azione.
TIRAGGIO EFFETTIVO Percentuale dell’effettivo utilizzo delle ore CIG (sia essa ordinaria, straordinaria o in deroga) da parte delle imprese richiedenti rispetto al montante complessivo delle ore autorizzate.
TIROCINIO Esperienza formativa e lavorativa temporanea, non costituente rapporto di lavoro, finalizzata a consentire ai soggetti coinvolti di conoscere e di sperimentare in modo concreto la realtà lavorativa, attraverso una formazione professionale e affiancamento direttamente sul luogo di lavoro, al fine di favorire l’inserimento lavorativo e l’occupabilità del soggetto.
UNITÀ DI COSTO STANDARD (UCS) Indica un costo predeterminato ricavato attraverso un metodo giusto, equo e verificabile (Reg. (CE) 1081/2006, art. 11.3 (b) come modificato dal Reg. (CE) n. 396/2009). Il costo può essere riconosciuto sulla base di attività quantificate, output o risultati.
VALIDAZIONE (convalida) Processo di conferma, da parte dell'autorità competente, dell'acquisizione di un risultato di apprendimento misurato in rapporto a uno standard appropriato e articolata nelle seguenti quattro fasi distinte:
1) IDENTIFICAZIONE mediante un colloquio delle esperienze specifiche dell'interessato;
2) DOCUMENTAZIONE per rendere visibili le esperienze dell'interessato;
3) VALUTAZIONE formale di tali esperienze;
4) CERTIFICAZIONE dei risultati della valutazione che può portare a una qualifica parziale o completa. Fonte: Raccomandazione del Consiglio del 20 dicembre 2012 sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale.
171
Allegato 1
Intervista