Replica: non posso usare il lanciafiamme · siamo ridotti all’osso solo cercare di applicare le...

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NA 2 Mercoledì 13 Dicembre 2017 Corriere del Mezzogiorno Primo piano Sanità I medici a De Luca: «Via quei manager» Replica: non posso usare il lanciafiamme Contestazione all’incontro Cgil. Camusso: sulla salute degli altri non si dovrebbe guadagnare Protesta Negli ospedali i medici si sono fatti fotografare con il cartello: «Vorrei ma non posso Siamo ridotti all’osso» La vicenda «Da oggi in poi nessuno ci farà sconti. Ognuno sarà valutato sulla base del lavoro che fa e non per i suoi padrini politici. Stiamo procedendo al ricambio dei dirigenti. Non posso usare il lanciafiamme». È quanto ha detto il governatore Vincenzo De Luca ieri mattina nel corso del suo intervento al convegno promosso da Fp Cgil e Cgil Campania sui dieci anni dei piano di rientro in sanità. De Luca, rispondendo ad alcuni operatori del settore che lo hanno pungolato più volte sulla necessità di un ricambio dei dirigenti, ha affermato: «Siamo in una condizione difficile, che ci ha fatto coprire di disprezzo ma stiamo facendo un lavoro di rinnovamento radicale». NAPOLI «Senti fratello io sputo sangue dalla mattina alla not- te. Se c’è qualcuno che ha sba- gliato siete voi, non io. Chiaro? Perché per la prima volta ab- biamo adottato procedure tra- sparenti e pubbliche anche per assumere i lavoratori pre- cari. Questa è la verità. Io clien- ti non ne ho. Quindi fatemi il piacere». Risponde in maniera a dir poco accalorata, il governatore della Campania Vincenzo De Luca, dal palco del convegno della Cgil che si è tenuto ieri a Napoli, al Centro direzionale, quando durante il suo inter- vento sullo stato della sanità in Campania alcuni medici han- no iniziato a contestarlo dalla platea facendogli notare che in definitiva «i dirigenti delle Asl sono sempre gli stessi». «E c’è bisogno che me lo dite voi? — ha replicato De Luca — Stiamo procedendo anche al ricambio dei dirigenti. Lo so bene che ci sono aree di potere. Che ci so- no farabutti. Dopodiché non ho la possibilità di usare il lan- ciafiamme e dire: si fa piazza pulita. Ci vorrà tempo perché si deve intervenire su migliaia di situazioni e non esiste la bacchetta magica». Una rabbia, quella dei medi- ci, che tra l’altro è coincisa an- che con lo sciopero nazionale di ieri. Questo mentre al termi- ne del convegno c’è stato un breve chiarimento tra il nume- ro uno di palazzo Santa Lucia e i contestatori. «Ci credo - commenta De Luca - che i medici sono arrab- biati. Non si chiude il contrat- to nazionale e c’è una scarsità di risorse. È evidente una con- dizione di grande sofferenza e anche di grande incertezza. E la cosa ci preoccupa perché la definizione dei contratti con i dottori di medicina generale ci consente di sbloccare anche quella territoriale, ossia la rea- lizzazione di distretti che han- no un ruolo fondamentale per filtrare sui territori la doman- da di salute. È un problema de- licato: il Governo ha problemi seri di bilancio ma se c’è una priorità da rispettare è proprio questa riguarda la sanità». Intanto al convegno sui «10 dovrebbe dare rispetto al tema della salute. Quello dell’uni- versalismo. All’origine della sanità pubblica, sia italiana che europea, c’era l’idea che sulla salute degli altri non si deve guadagnare. Il welfare non è un business ma un ser- vizio. E se si devono misurare i fabbisogni della popolazione non si può fare la media del pollo. Una persona ne mangia uno, un’altra ne mangia due e un’altra nessuno. Non ne han- no mangiato uno a testa. Stia- mo assistendo a un balletto indecoroso di un Paese ina- dempiente dove da otto, nove anni non si rinnovano i con- tratti». Una sanità dunque da ripen- sare, a partire dall’occupazio- ne più che dai tagli che non garantiscono ai cittadini un servizio pubblico adeguato. Una sanità in cui finisca la sta- gione dei commissariamenti. E soprattutto una sanità che ha bisogno di essere al centro an- che della manovra finanziaria. «Ci devono essere spazi per correggerla. E a riguardo do- mani faremo un’iniziativa sot- to il Parlamento — continua la Camusso a margine del conve- gno — perché pensiamo ci debbano essere risposte so- prattutto sulla salute che è la cenerentola di questa mano- vra. Si determina una condi- zione per cui non è garantito un servizio universalistico. Ba- sta pensare a quante persone non riescono ad accedere alla sanità pubblica e rinunciano a curarsi». Paola Cacace © RIPRODUZIONE RISERVATA Contestati i tagli negli ospedali Sciopero in corsia e interventi rinviati Selfie con i cartelli: siamo ridotti all’osso solo cercare di applicare le re- gole europee sull’orario di la- voro è stato, ed è, un grosso problema. Questo per non parlare dei precari, che non ve- dono un futuro ma che sono chiamati a reggere le sorti del- l’intero sistema. Mi chiedo se sia possibile andare avanti in questo modo, con medici so- no costretti a cumulare ore di straordinario, a lavorare notte e giorno anche in età avanzata, spesso senza la possibilità di andare in ferie e di riposare. Forse è il momento di chieder- ci quale sanità vogliamo per il Paese». Poi un riferimento polemi- co a quanto avvenuto al Pasca- le: «Siamo talmente responsa- bili che ad un richiamo all’ulti- mo momento del direttore ge- nerale dell’Istituto Pascale, per non rallentare l’attività assi- stenziale per i pazienti neopla- stici, non abbiamo scioperato. Così però si lede un legittimo diritto costituzionale». Seppur nazionale, la prote- sta di ieri ha dimostrato anco- ra una volta quanto sia ecce- zionalmente preoccupante la situazione campana. Una si- tuazione che i sindacati defini- scono senza mezzi termini «catastrofica», sottolineando ancora una volta la mancanza di qualsiasi tipo di dialogo con la Regione. Raffaele Nespoli © RIPRODUZIONE RISERVATA NAPOLI Centinaia di interventi chirurgici saltati e liste d’attesa che inevitabilmente si allun- gheranno nelle prossime setti- mane. Questi gli effetti dello sciopero nazionale dei medici, che in Campania si è dovuto comunque adeguare alla stra- ordinaria precarietà del siste- ma sanitario. Uno sciopero che si è protratto in un clima avvelenato dalle polemiche. Se gli interventi di elezione sono saltati quasi ovunque, va detto che la responsabilità dei camici bianchi ha evitato il peggio. Tutte le emergenze so- no state garantite e molti me- dici hanno potuto aderire alla protesta solo in maniera sim- bolica. Dall’intersindacale, co- ordinamento che mette assie- me più di undici sigle, è nata ad esempio l’idea di un flash mob. Centinaia di medici han- no fatto sentire la propria voce postando sui profili social le proprie foto a lavoro, con un messaggio molto chiaro: «Vor- rei ma non posso, siamo ridot- ti all’osso». Tra le foto scattate ieri anche molti precari, co- stretti ad aderire alla protesta solo simbolicamente. Ed è for- se questo il paradosso dello sciopero indetto dalle segrete- rie della dirigenza medica, sa- nitaria, veterinaria e Fpta in ri- sposta ai tagli alla sanità pub- blica e al mancato rinnovo del contratto nazionale del lavoro. In Campania per molti camici bianchi non è stato possibile scioperare, almeno non come lo hanno potuto fare i colleghi delle altre regioni. Al Pascale, ad esempio, la direzione generale ha precet- tato tutti. Una misura motivata dall’esigenza di garantire le te- rapie ai pazienti oncologici. In altri ospedali, Cardarelli in te- sta, sono state garantite le emergenze, ma sono venuti meno quasi tutti gli interventi d’elezione. Lo stop, anche se solo di un giorno, avrà riper- cussioni sulle tabelle di marcia e nelle prossime settimane le liste d’attesa per gli interventi programmati inevitabilmente si allungheranno. Le stesso difficoltà hanno riguardato un po’ tutti i presidi sanitari delle Asl campane, con inevitabili proteste dei pazienti. Bruno Zuccarelli, segretario regionale dell’Anaao Asso- med, spiega che «andare avanti così non è più possibile. A livello nazionale, e ancor di più in regioni come la Campa- nia, ci sono difficoltà organiz- zative che ricadono sul lavoro di tutti i giorni. In regione le dotazioni organiche sono ri- dotte all’osso dal blocco del turnover, in Campania anche L’iniziativa Nei licei di Chiaia gare per Telethon I niziata nelle scuole di Chiaia la sesta edizione della kermesse «Una rete per Telethon - Trofeo: Percosi di solidarietà», a favore della Fondazione che opera nel campo della ricerca per combattere la distrofia muscolare e le malattie genetiche. L’iniziativa, giunta alla sesta edizione, ebbe inizio nel novembre 2012, quando il Liceo scientifico Mercalli ideò una «partita del cuore», invitando il vicino e sempre amico Liceo Umberto, per ritrovarsi intorno ai temi della solidarietà e della condivisione verso le persone che soffrono. Man mano che gli anni passavano il Mercalli ha raccolto la richiesta di altri istituti superiori di Chiaia. Prima l’Istituto Pagano ed in ultimo l’Istituto De Sanctis. Così, alla sola partita di calcio (giocata sempre sul Campo Denza) pian piano si è aggiunta la pallavolo femminile e il basket. Lo scorso anno le quattro scuole hanno raccolto diecimila euro. anni di piano di rientro in Campania», Susanna Camus- so, segretario generale della Cgil ha detto: «Oggi uno dei punti di conflitto che abbiamo con la direzione politica del nostro Paese è il continuare a parlare solo ed esclusivamen- te di conti e mai della soppor- tabilità delle condizioni di vi- ta. È fondamentale che la de- mocrazia non si riduca in ra- gione delle risorse. Questa è la mia prima critica nei confron- ti del ragionamento fatto da De Luca. Abile e combattivo, ma il suo ragionamento pre- scinde dall’obiettivo che ci si

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NA2 Mercoledì 13 Dicembre 2017 Corriere del Mezzogiorno

Primo piano Sanità

I medici a De Luca: «Via quei manager»Replica: non posso usare il lanciafiammeContestazione all’incontro Cgil. Camusso: sulla salute degli altri non si dovrebbe guadagnare

ProtestaNegli ospedali i medici si sono fatti fotografare con il cartello: «Vorrei ma non possoSiamo ridotti all’osso»

La vicenda

«Da oggi in poi nessuno ci farà sconti. Ognuno sarà valutato sulla base del lavoro

che fa e non per i suoi padrini politici. Stiamo procedendo al ricambio dei dirigenti. Non posso usare il lanciafiamme». È quanto ha detto il governatore Vincenzo De Luca ieri mattina nel corso del suo intervento al convegno promosso da Fp Cgil e Cgil Campania sui dieci anni dei piano di rientro in sanità. De Luca, rispondendo ad alcuni operatori del settore che lo hanno pungolato più volte sulla necessità di un ricambio dei dirigenti, ha affermato: «Siamo in una condizione difficile, che ci ha fatto coprire di disprezzo mastiamo facendo un lavoro di rinnovamento radicale».

NAPOLI «Senti fratello io sputosangue dalla mattina alla not-te. Se c’è qualcuno che ha sba-gliato siete voi, non io. Chiaro?Perché per la prima volta ab-biamo adottato procedure tra-sparenti e pubbliche ancheper assumere i lavoratori pre-cari. Questa è la verità. Io clien-

ti non ne ho. Quindi fatemi ilpiacere».

Risponde in maniera a dirpoco accalorata, il governatoredella Campania Vincenzo DeLuca, dal palco del convegnodella Cgil che si è tenuto ieri aNapoli, al Centro direzionale,

quando durante il suo inter-vento sullo stato della sanità inCampania alcuni medici han-no iniziato a contestarlo dallaplatea facendogli notare che indefinitiva «i dirigenti delle Aslsono sempre gli stessi». «E c’èbisogno che me lo dite voi? —ha replicato De Luca — Stiamoprocedendo anche al ricambiodei dirigenti. Lo so bene che cisono aree di potere. Che ci so-no farabutti. Dopodiché nonho la possibilità di usare il lan-ciafiamme e dire: si fa piazzapulita. Ci vorrà tempo perchési deve intervenire su migliaiadi situazioni e non esiste labacchetta magica».

Una rabbia, quella dei medi-ci, che tra l’altro è coincisa an-che con lo sciopero nazionaledi ieri. Questo mentre al termi-ne del convegno c’è stato unbreve chiarimento tra il nume-ro uno di palazzo Santa Lucia ei contestatori.

«Ci credo - commenta DeLuca - che i medici sono arrab-biati. Non si chiude il contrat-to nazionale e c’è una scarsitàdi risorse. È evidente una con-dizione di grande sofferenza eanche di grande incertezza. E la cosa ci preoccupa perché ladefinizione dei contratti con idottori di medicina generale ciconsente di sbloccare anchequella territoriale, ossia la rea-lizzazione di distretti che han-no un ruolo fondamentale perfiltrare sui territori la doman-da di salute. È un problema de-licato: il Governo ha problemiseri di bilancio ma se c’è unapriorità da rispettare è proprioquesta riguarda la sanità».

Intanto al convegno sui «10

dovrebbe dare rispetto al temadella salute. Quello dell’uni-versalismo. All’origine dellasanità pubblica, sia italianache europea, c’era l’idea chesulla salute degli altri non sideve guadagnare. Il welfarenon è un business ma un ser-vizio. E se si devono misurare ifabbisogni della popolazionenon si può fare la media delpollo. Una persona ne mangiauno, un’altra ne mangia due eun’altra nessuno. Non ne han-no mangiato uno a testa. Stia-mo assistendo a un ballettoindecoroso di un Paese ina-dempiente dove da otto, noveanni non si rinnovano i con-tratti».

Una sanità dunque da ripen-sare, a partire dall’occupazio-ne più che dai tagli che nongarantiscono ai cittadini unservizio pubblico adeguato.Una sanità in cui finisca la sta-gione dei commissariamenti.E soprattutto una sanità che habisogno di essere al centro an-che della manovra finanziaria.

«Ci devono essere spazi percorreggerla. E a riguardo do-mani faremo un’iniziativa sot-to il Parlamento — continua laCamusso a margine del conve-gno — perché pensiamo cidebbano essere risposte so-prattutto sulla salute che è lacenerentola di questa mano-vra. Si determina una condi-zione per cui non è garantitoun servizio universalistico. Ba-sta pensare a quante personenon riescono ad accedere allasanità pubblica e rinunciano acurarsi».

Paola Cacace© RIPRODUZIONE RISERVATA

Contestati i tagli negli ospedali

Sciopero in corsiae interventi rinviati Selfie con i cartelli:siamo ridotti all’osso

solo cercare di applicare le re-gole europee sull’orario di la-voro è stato, ed è, un grossoproblema. Questo per nonparlare dei precari, che non ve-dono un futuro ma che sonochiamati a reggere le sorti del-l’intero sistema. Mi chiedo sesia possibile andare avanti inquesto modo, con medici so-no costretti a cumulare ore distraordinario, a lavorare nottee giorno anche in età avanzata,spesso senza la possibilità di andare in ferie e di riposare.Forse è il momento di chieder-ci quale sanità vogliamo per ilPaese».

Poi un riferimento polemi-co a quanto avvenuto al Pasca-le: «Siamo talmente responsa-bili che ad un richiamo all’ulti-mo momento del direttore ge-nerale dell’Istituto Pascale, pernon rallentare l’attività assi-stenziale per i pazienti neopla-stici, non abbiamo scioperato.Così però si lede un legittimodiritto costituzionale».

Seppur nazionale, la prote-sta di ieri ha dimostrato anco-ra una volta quanto sia ecce-zionalmente preoccupante lasituazione campana. Una si-tuazione che i sindacati defini-scono senza mezzi termini«catastrofica», sottolineandoancora una volta la mancanzadi qualsiasi tipo di dialogo conla Regione.

Raffaele Nespoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

NAPOLI Centinaia di interventichirurgici saltati e liste d’attesache inevitabilmente si allun-gheranno nelle prossime setti-mane. Questi gli effetti dellosciopero nazionale dei medici,che in Campania si è dovuto comunque adeguare alla stra-ordinaria precarietà del siste-ma sanitario. Uno scioperoche si è protratto in un climaavvelenato dalle polemiche.

Se gli interventi di elezionesono saltati quasi ovunque, vadetto che la responsabilità deicamici bianchi ha evitato ilpeggio. Tutte le emergenze so-no state garantite e molti me-dici hanno potuto aderire allaprotesta solo in maniera sim-bolica. Dall’intersindacale, co-ordinamento che mette assie-me più di undici sigle, è nataad esempio l’idea di un flashmob. Centinaia di medici han-no fatto sentire la propria vocepostando sui profili social leproprie foto a lavoro, con unmessaggio molto chiaro: «Vor-

rei ma non posso, siamo ridot-ti all’osso». Tra le foto scattateieri anche molti precari, co-stretti ad aderire alla protestasolo simbolicamente. Ed è for-se questo il paradosso dellosciopero indetto dalle segrete-rie della dirigenza medica, sa-nitaria, veterinaria e Fpta in ri-sposta ai tagli alla sanità pub-blica e al mancato rinnovo delcontratto nazionale del lavoro.In Campania per molti camicibianchi non è stato possibilescioperare, almeno non comelo hanno potuto fare i colleghidelle altre regioni.

Al Pascale, ad esempio, ladirezione generale ha precet-tato tutti. Una misura motivatadall’esigenza di garantire le te-rapie ai pazienti oncologici. Inaltri ospedali, Cardarelli in te-sta, sono state garantite leemergenze, ma sono venutimeno quasi tutti gli interventid’elezione. Lo stop, anche sesolo di un giorno, avrà riper-cussioni sulle tabelle di marcia

e nelle prossime settimane le liste d’attesa per gli interventiprogrammati inevitabilmentesi allungheranno. Le stessodifficoltà hanno riguardato unpo’ tutti i presidi sanitari delleAsl campane, con inevitabiliproteste dei pazienti.

Bruno Zuccarelli, segretarioregionale dell’Anaao Asso-

med, spiega che «andareavanti così non è più possibile.A livello nazionale, e ancor dipiù in regioni come la Campa-nia, ci sono difficoltà organiz-zative che ricadono sul lavorodi tutti i giorni. In regione ledotazioni organiche sono ri-dotte all’osso dal blocco delturnover, in Campania anche

L’iniziativa

Nei licei di Chiaia gare per Telethon

I niziata nelle scuole di Chiaia la sesta edizione della kermesse «Una rete perTelethon - Trofeo: Percosi di

solidarietà», a favore della Fondazione che opera nel campo della ricerca per combattere la distrofia muscolare e le malattie genetiche. L’iniziativa, giunta alla sesta edizione, ebbe inizio nel novembre 2012, quando il Liceo scientifico Mercalli ideò una «partita del cuore», invitando il vicino e sempre amico Liceo Umberto, per

ritrovarsi intorno ai temi della solidarietà e della condivisione verso le persone che soffrono. Man mano che gli anni passavano il Mercalli ha raccolto la richiesta di altri istituti superiori di Chiaia. Prima l’Istituto Pagano ed in ultimo l’Istituto De Sanctis. Così, alla sola partita di calcio (giocata sempre sul Campo Denza) pian piano si è aggiunta la pallavolo femminile e il basket. Lo scorso anno le quattro scuole hanno raccolto diecimila euro.

anni di piano di rientro inCampania», Susanna Camus-so, segretario generale dellaCgil ha detto: «Oggi uno deipunti di conflitto che abbiamocon la direzione politica delnostro Paese è il continuare aparlare solo ed esclusivamen-te di conti e mai della soppor-

tabilità delle condizioni di vi-ta. È fondamentale che la de-mocrazia non si riduca in ra-gione delle risorse. Questa è lamia prima critica nei confron-ti del ragionamento fatto daDe Luca. Abile e combattivo,ma il suo ragionamento pre-scinde dall’obiettivo che ci si