reperti, molta er La medicina racconta la sua storia - muSME · storia della medicina in Padova,...

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, ,u reperti, molta er ® ® ® La medicina racconta la sua storia med ici na come non l'hai mai vi- sta": basterebbe uno slogan così per dare l'immagine di ciò che vuol'essere il Musme, museo di storia della medicina in Padova, appena inaugurato. Vuole porge- re a chiunque, con "leggerezza" giocosa, una materia che ha sempre suscitato in- teresse, ma anche timore reverenziale. Il giovane museo, sorto nel palazzo quattro- centesco sede del primo vero ospedale padovano, ha le carte in regola per piace- re, soprattutto ai giovani: guide virtuali che vengono dal passato ma guardano al futuro, congegni interattivi, giochi didattici semplici ma ricchi di contenuti. E poi tre- cento reperti storico-scientifici che rendo- no bene l'idea di quanta storia sia passa- ta sotto i ponti dell'ateneo padovano e della sua scuola di medicina e chirurgia. Una storia coronata di allori, specialmente in quel "secolo d'oro", tra Cinque e Sei- cento, in cui proprio qui a Padova fu "in- ventata" la medicina moderna. Il Musme è appena partito, ma già pensa a crescere, con l'apertura della se- zione dedicata ad arte e medicina e con l'aula didattica, in cui proseguire il discor- so dell'imparare-giocando. Il viaggio con- tinua... alle pagine 28-29 ,mal dullore scriamcnlc _ a

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• • •La medicina racconta la sua storiamedicina come non l'hai mai vi-

sta": basterebbe uno slogan così perdare l'immagine di ciò che vuol'essere ilMusme, museo di storia della medicina inPadova, appena inaugurato. Vuole porge-re a chiunque, con "leggerezza" giocosa,una materia che ha sempre suscitato in-teresse, ma anche timore reverenziale. Ilgiovane museo, sorto nel palazzo quattro-centesco sede del primo vero ospedale

padovano, ha le carte in regola per piace-re, soprattutto ai giovani: guide virtualiche vengono dal passato ma guardano alfuturo, congegni interattivi, giochi didatticisemplici ma ricchi di contenuti. E poi tre-cento reperti storico-scientifici che rendo-no bene l'idea di quanta storia sia passa-ta sotto i ponti dell'ateneo padovano edella sua scuola di medicina e chirurgia.Una storia coronata di allori, specialmentein quel "secolo d'oro", tra Cinque e Sei-cento, in cui proprio qui a Padova fu "in-ventata" la medicina moderna.

Il Musme è appena partito, ma giàpensa a crescere, con l'apertura della se-zione dedicata ad arte e medicina e conl'aula didattica, in cui proseguire il discor-so dell'imparare-giocando. Il viaggio con-tinua...

alle pagine 28-29

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Ir E no a qualche tempo fa si poteva> sostenere che il boom di iscritti a

medicina fosse merito (o colpa?) diserie tv di successo tipo Dr House e Grey'sAnatomy, da oggi si potrà dire che è anchemerito (o colpa?) del Musme, il museo distoria della medicina in Padova, una rasse-gna di 300 reperti storici in cui le parole fa-tica e noia, sinonimo di museo e di studio,sono state cancellate e sostitui-te con divertimento ed emozio-ne. Un obiettivo questo perse-guito non da un'équipe di ma-ghi dell'entertainment, ma daun prestigioso comitato scienti-fico guidato da un ex rettorenonché docente di storia dellafilosofia, Vincenzo Milanesi.

«Questo museo - si giusti-fica il "colpevole" che già pre-ventiva qualche giudizio un po' sferzante -non è stato pensato per un'élite di esperti,ma per tutti. Un teatro in cui presentare erappresentare eventi e concetti storicizzati,morti, ma che vorremmo far rivivere. Nonun museo tradizionale, ma un'esposizioneche, accanto alla visione di alcuni pezzi,non molti, di particolare valore storico, sim-bolico e rievocativo punti, grazie alle tecno-logie di cui oggi possiamo disporre, sullainterattività».

L'obiettivo che il comitato si è prefisso,in altre parole, è stato quello di coniugarerigore storico-scientifico e correttezza filo-logica con modalità di comunicazione at-tuali per raggiungere un pubblico più vastodi quello che va a visitare i musei scientificie per divulgare il sapere scientifico con unocchio di riguardo alle giovani generazioni,con una esplicita, dichiarata valenza peda-gogico-educativa. Inediti ciceroni di questaesposizione nel passato-futuro della medici-na sono delle guide virtuali, evocate dall'ar-caicheggiante rumore di un batacchio daportone, che accompagnano i visitatori consintetiche presentazioni di ciò che si trovain ogni stanza. Personaggi chiave della sto-ria della medicina e della storia dell'univer-sità di Padova come Giovanni Battista daMonte, colui che introdusse la medicina cli-nica nel curriculum degli studenti, o Gali-

leo Galilei; Andrea Vesalio, il fondatore del-la moderna anatomia, e Giovanni BattistaMorgagni, padre dell'anatomia patologica;Santorio Santorio, pioniere delle misurazio-ni fisiche in medicina, e Prospero Alpini,celebre prefetto dell' Orto botanico. «Her-bert Butterfield - ricorda Milanesi - ebbe adire nel suo storico volume Le origini dellascienza moderna che se avesse senso indi-viduare una sede in cui la rivoluzione scien-tifica ha avuto luogo, quella sede dovrebbeessere Padova. Negli anni in cui sono statorettore ho avuto il privilegio di accompa-gnare Stephen Hawking in visita a Padovaspingendo la carrozzina in cui è condannatodalla sua malattia. Ho osato chiedergli cosapensasse di questa frase e, con stile tuttobritannico, mi ha risposto "C'è del vero"».

Il museo quindi vuole essere un omag-gio alla scuola medica patavina e all'univer-sità di cui è stata per secoli la punta di dia-mante. Per questo le due sale al piano terraillustrano anzitutto l'importanza dell'ospe-dale di San Francesco e la sua storia, natonon come "ospizio" per mendicanti o lazza-reto per malati da emarginare, ma comeluogo di cura nel cuore della città. Un luogocollegato da subito con l'università, in cui ilsapere medico pratico si è coniugato con laricerca teorica. La sala successiva ricordache l'università di Padova è stata centro diirradiazione della rivoluzione metodologicaed epistemologica della scienza moderna,grazie a Galileo, ma non solo a lui. Anche

grazie alla scuola degli anato-misti, grazie alla scuola filoso-fica di quegli aristotelici che,nonostante rifiutassero il meto-do scientifico, hanno dato stru-menti metodologici fondamen-tali per aprire questa nuova sta-gione di ricerca sulla natura.

Ma soprattutto il Musmevuole rispondere, in modocomprensibile per chiunque, a

quattro domande, che corrispondono ad al-trettante sezioni espositive, due per piano:Com'è fatto il corpo umano? Come funzio-na? Come si ammala? Come si cura? Nellaprima sala, dedicata all'anatomia, la guida

virtuale è ovviamente affidata ad AndreaVesalio, che ha ribadito per primo la neces-sità del medico di entrare con le mani e congli occhi nel corpo umano. Prima di lui ladissezione dei cadaveri prevedeva un bar-biere o cerusico che tagliava il corpo, unostensor che faceva vedere gli organi e unlector che, sulla base dei testi antichi, co-municava quello che Galeno aveva scritto.Di Uesalio è in mostra il suo magnifico vo-lume, il De humani corporis fabrica, manella sala c'è anche lo scheletro di un ragaz-zo di 14 anni proveniente dal museo di an-tropologia e vari strumenti interattivi checonsentono di guardare come siamo fatti alnostro interno. C'è anche una digressionesui metodi di conservazione dei corpi e laricostruzione di un tavolo dissettorio.

La seconda sala, sotto la guida di Santo-rio Santorio, esplora come funziona il corpoumano, quali sono le funzioni interne, comesi adatta all'ambiente: c'è l'oscillometrocon cui il pioniere della fisiologia misuravale pulsazioni e la stadera che misura i cam-biamenti di peso del malato, ma ci sono an-che gli strumenti moderni e una delle primemacchine per l'ecografia.

A raccontare come si ammala il corpoumano, la patologia, arriva Giovan BattistaMorgagni, che verificò a suon di autopsiecome i sintomi corrispondessero a variazio-ni dei diversi organi. In questa sala si rac-conta la storia delle epidemie e dei modicon cui si cercava di scongiurarle, dallaquarantena alla moderna profilassi. Questasezione ha un angolo "horror", dedicato adalcuni reperti del museo di anatomia patolo-gica dell'università con feti malformati, te-ste di malati di lebbra o avvelenati dall'ar-gento. E perfino la gola di un uomo soffoca-to da una moneta...

La stanza della cura, aperta da ProsperoAlpini, dà spazio da un lato alla farmacolo-gia botanica, dall'altro alla chirurgia, al pol-mone d'acciaio anni Sessanta e alla stam-pante 3d che crea protesi su misura.

Infine si entra nel pezzo forte del museo,il teatro anatomico vesaliano con un uomovirtuale, ma non troppo, di otto metri d' al-t-za...

In sale imbottite i strumenti interattivi, giochistimolanti , fantas d i personagg i illustri,repert i e documenti d'epoca , con perf inoqualche rivi i raccapriccio, viene spiegataa tutti, con il fermo p roposito i non annoiare,«la med icina come non l 'hai mai vista»

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Occhi sgranati su sei secoli di storia`C-n un fine se4''-ana farcito di

°ito sportivo, terapy, acro-t :le e spettacol, - cientifico-solidale, è sl lo a nel primoweek e r1 ' i e, "museodella stoi a a n Padova",costituito do[ Ev ®L: so restauro edaltrettanto laborioso allestimento nellasede dell'ospedale vecchio di SanFrancesco. Sotto e arcate gotiche delportico contiguo a g r a della chiesadi San F ;1 ho ha ap-pena finiFn i r® . _-sto cente-nario s 3, - il primo del ri-torno del .,etti, allontanati dalle sop-pressioni napoleoniche, si apre un am-pio portone che dà su un chiostro me-tallico piuttosto ardito. "palazzo del-la salute" non fa spazio soltanto allastoria: a destra leale didattiche pro-ro-

gr" ' -3r la formazione p.4 M14 #a 1:gr-1-1- '1-ti ti ' i eratori del mo rr o ' -ut e (,entrr for experiential E rning:

Celi); a sinistra l'ingresso del museoche, su l tre piani dello storico edificiodi proprietà della provincia di Padova,ntendo mostrare ai non addetti ai a-

vori, meglio se giovanetti, n formamoderna e interattiva « l a medicina ce-me non l ' hai t il vista» (e... toccata,verrebbe d_ ao ore).

museo, ri 12 , — ')ndazio-ne s e di c— : il e ,a regio-ne, la provincia , il c io, l'università,azienda ospedaliera e ' ss 16 (consostegno della Cariparo) è aperto da

martedì a venerdì dalle 14.30 alle 19,sabato , a domenica e giorni festivi

dalle 9.30 alle 19.servizio di Lorenzo runazzo

i Fifornia

Strumenti d'avanguardia al servizio di oggetti antichiSembra facile , quando lo si vede mes-so in pratica, ma richiede una com-

plessa analisi dei dati la proiezione animatadei diversi apparati del corpo umano su un"manichino" tridimensionale alto otto metri.Ce lo assicura Luca Quareni, presidente diQBgroup, l'impresa padovana di formazionesanitaria che cogestisce il "palazzo della sa-lute" e che ha realizzato le meraviglie tecno-logiche del Musme utilizzando sistemi chegià applica da anni in campo medico forma-tivo. «Abbiamo impiegato tecniche innovati-ve, alcune delle quali non erano mai stateusate a livello museale, come la possibilità di"sfogliare " un libro antico. Fi-no ad oggi si erano visti i solititouch screen , invece qui sem-bra proprio di toccare fisica-mente il volume , il che lasciaallo spettatore una sensazionetattile emozionante . Oltre adoffrire un ' ampia disponibilitàdi consultazione di preziosivolumi medici dell'istituto su-periore di sanità difficilmentevisualizzabili dal vero».

CI. ®

cild

Ma veniamo all'uomo vesaliano: «Perquello abbiamo usato una tecnologia pche aPadova era già stata vista con le proiezionimappate sulla torre dell ' Orologio. Lo stessoprocedimento è usato oggi in chiave scienti-

fica proiettando su un uomo di polistirololungo otto metri steso al centro del moderno"teatro anatomico " del museo delle anima-zioni 3d della circolazione del sangue, dellarespirazione ... E questo è solo l'inizio, perchésvilupperemo nelle prossime settimane altricontenuti a livello didattico - formativo. Sonotecniche complesse perché va mappata lasuperficie non piana e studiata la deforma-zione da dare all'immagine in modo che ap-paia corretta . Ma ora abbiamo la deformazio-ne del modello 3d possiamo provvedere fa-cilmente alle altre proiezioni similari. La stes-sa tecnica è stata usata per il plastico di le-

gno del complesso di SanFrancesco, su cui i graficipossono ora sviluppare conte-

J nuti automaticamente adattatialla sua superficie».

Grande successo ha avu-to, nei giorni di apertura, laparte del museo dedicata a

° "imparare giocando ". Molteinterazioni sembrano semplicigiochi , ma in realtà servono

ad apprendere i rudimenti della medicina. «Inparticolare nella sala dell ' anatomia - esem-plifica Quareni - il gioco che ti fa collocaregli organi nella corretta posizione all'internodel corpo umano è importante per prendereconfidenza con la nostra costituzione. I ra-

gazzi si sono messi più volte alla prova perbattere il record del museo. Noi crediamomolto in queste formule ludico-didattiche».

Sono giochi che utilizzano tecnologiecomplesse , ma in modo semplice, intuitivo.Come nel memory sulle malattie che abbinal'agente patogeno alla patologia che causa.Una tecnologia accurata è stata messa apunto anche per i personaggi guida, checompaiono in retroproiezione in modo che glispettatori non facciano ombra allo schermo,e sono attivati da un oggetto arcaico. Si èquindi cercato di dare maggiore rilievo ancheai reperti antichi, che in molti casi possonosolo essere esposti aldilà del vetro: i cranifrenologici sono stati "motorizzati" con unmix di elettronica e meccanica , in modo daleggere tutte le scritte ; alcuni reperti sonostati poi ologrammati in modo da poterciscrivere virtualmente sopra.

Un ultimo sguardo agli sviluppi futuri, sucui insistono sia Quareni che Milanesi : un'ul-tima sala è in allestimento con alcuni esempidi opere d'arte chiaramente basate su studiseri di anatomia e opere nate come tavoleanatomiche che sono vere opere d'arte, inprimis i disegni del De humani corporis fa-brica. A settembre dovrebbe essere in fun-zione l ' aula didattica per offrire alle scolare-sche un laboratorio in cui effettuare esperi-menti ludico -formativi.

Un incontro internazionale ha ricordato i 500 anni della sua nascita

C 'è un 'iniziativa scientifica prestigio-sa che ha, in qualche modo, "tirato la

volata" all'inaugurazione del Musme: l'incon-tro internazionale dell'European society ofpatology dedicato alla storia della medicina edella patologia che si è svolto da giovedì 4 asabato 6 giugno nell'archivio antico del Bo. Ilmeeting, dedicato ad Andrea Vesalio, a cuihanno partecipato studiosi da tutti i conti-nenti, è stato un evento importante per l'in-ternazionalizzazione della scuola medica pa-dovana, che ha avuto un ruolo fondamentalenella nascita e nello sviluppo della medicinascientifica moderna.

«Lo scorso anno - spiega Gaetano Thie-ne, delegato del rettore alla promozione dellatradizione storica e dell'immagine internazio-nale della scuola medica padovana - è statacostituita una commissione per la celebra-zione dell'anno vesaliano: Vesalio è nato il 31dicembre del 1514, quindi l'anno accademi-co di festeggiamento viene a essere il 2014-15. Essendo poi morto nel 1564 è anche il450° della sua scomparsa. Abbiamo orga-nizzato questo simposio nell'ambito di unmeeting internazionale di storia della medici-na e della patologia e, durante l'anno, sonostate organizzate letture vesaliane, invitandorelatori che hanno approfondito vari temi nonsolo dal punto di vista storico, ma anche diavanzamento del pensiero e di scoperte incampo anatomico».l Quale aspetto dell 'opera di Vesalio è

stato messo in luce in particolare?«I temi trattati sono stati molteplici, dalla

"natura" del pensiero, svolta dal neurofisiolo-go di Pisa Pietro Pietrini, all'importanza delDe humani corporis fabrica del Vesalio, il pri-mo vero libro illustrato di anatomia, che hacambiato completamente il corso della medi-cina. Nella mia lettura ho affrontato un temaspecifico, il concetto vesaliano di sistemacardiovascolare che superava le teorie gale-niche antiche ed era preludio alle scopertesuccessive. A quell'epoca si pensava ancorache lo spirito naturale, il sangue venoso dellaparte destra del cuore, passasse attraversodei pori interventricolari sul ventricolo sini-stro, mescolandosi con l'aria che provenivadai polmoni e dando origine allo spirito vitale,cioè al sangue rosso perché arricchito d'os-sigeno. Vesalio ha messo in dubbio l'esisten-za di questi pori, preparando la scoperta delsuo allievo, Realdo Colombo, e poi di Fabricid'Acquapendente e di William Harvey. I treanni in cui Harvey è stato a Padova, dal1599 al 1602, sono anche gli anni centralidella presenza di Galileo a Padova come pro-fessore di matematica proprio nella scuola dimedicina».

Che ruolo ha, per lei, la storia nellaformazione attuale dei medici?

«Proprio nel recente convegno padovanoabbiamo fatto venire 16 giovani under 35 datutta l'Europa con l'impegno che portasseroun contributo sulla storia della medicina: è

stato commovente notare come questi giova-ni si siano appassionati nel mettere in rilievovari aspetti e personaggi. Sono convinto chela storia della medicina sia fondamentale permotivare i giovani. La medicina come assi-stenza ai malati è una missione, ma la moti-vazione nel produrre nuovo sapere, nell'inve-stigare la trovi nell'esempio di questi grandipersonaggi del passato che hanno contribui-to all'avanzamento della scienza medica;quindi la storia della medicina deve essereintrinseca nel curricolo di studi per la profon-da motivazione nell'impegno di ricerca».

11 Musme che ha appena aperto èun solco in questa direzione?

«II Musme è adatto soprattutto ai ragaz-zi. Il museo della medicina come centro distudi, delle collezioni e delle biblioteche uni-versitarie nascerà nel Giustinianeo quandosarà creato il nuovo ospedale e la sede set-tecentesca potrà diventare "il Louvre" dellastoria della medicina dell'università di Pado-va. Sono stato 15 giorni fa a Filadelfia a par-lare dell'origine della medicina moderna nelrinascimento italiano a Padova. Festeggiava-no i 250 anni dalla prima scuola di medicinadegli Usa e hanno voluto onorare il legamecreato nel 1764 tra Giovanni Battista Morga-gni e il loro fondatore, che si chiamava JohnMorgan. Egli venne a Padova, allora ai verticimondiali, e si ispirò al modello padovano perla sua scuola... Questa è la memoria chedobbiamo saper coltivare».