renato botte catalogo

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catalogo dell'artista renato botte

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RenatoBotte

l’insostenibile leggerezza dell’essere

TestiCarlo Roberto Sciascia

Giannetti FieschiMaria RadaelliAchille Pace

Luciano CarusoVirginia Amato

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Fotografie: Gagliardi Salvatore - Monaco PascqualeProgetto Grafico: Claudio Desiato per Idea in GraficaTraduzione testi: Papale LuciaCollaboratore: Pedicini GiovanniAllestimento Mostra: Carapella FernandoSi ringrazia:Il Sindaco Dott. Mastrocinque Giovanni del Comune di FoglianiseIl Dirigente Scolastico dell’iIstituto Comprensivo di Foglianise Dott.ssa Pedicini Giovanna

Tutti i diritti riservati.

È vietata la riproduzione in qualsiasi forma,senza l’autorizzazione del proprietario del Copyright© 2012 www.ideaingrafica.it.

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Indice

presentazioni 4 Carlo Roberto Sciascia - (italiano) 7 Carlo Roberto Sciascia - (inglese) 9 Giannetti Fieschi - (italiano - inglese)10 Maria Radaelli - (italiano)12 Maria Radaelli - (inglese)14 Achille Pace - (italiano)15 Achille Pace - (inglese)16 Luciano Caruso (italiano)19 Luciano Caruso (inglese)22 Virginia Amato (italiano)23 Virginia Amato (inglese)

24 opere

65 biografia

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Il mondo di Renato Botte, artista vissuto in una cittadina del beneventano ove a coniugato la piena consapevolezza dei valori tipici della tradizione rurale del Sud con le aspirazioni a proiettarsi verso le realtà urbane, ricche di vivacità e di fermenti, offre una visione del reale animata da <<turbolenze dinamiche> e da un'agitazione dall'accento inquietante. Il suo trepidante desiderio di comunicare a tutti i suoi pensieri e la sua visione della vita lo porta a sovrapporre discorsi apparentemente diversi tra loro in una ridda interminabile e gioiosa, durante la quale i suoi sottili passaggi mentali si sviluppano in un divertente rincorrersi per accaval-larsi e ampliarsi in voli pindarici. Le forme curvilinee accentuate, gli ovali, le spezzate e le mistilinee, gli spazi mentali creativi del genere primitivo avviano il discorso in ambiti ove forti sono le velature e le rarefazione utili al diffuso simbolismo dagli accenti surreali. Sono immagini in movimento continuo, delle quali il disordine ed il gioioso fluire di colori fa intuire profonde contraddizioni in bilico tra sogno dal sapore chagalliano. Nella successiva serie di opere Renato Botte propone un teatro, nel quale l'umanità si presenta scevra di tutte le <infrastrutture> che ne condizionano il comportamento; dà vita, così, ad un discorso tridi-mensionale di ascendenza futurista, ricco di personaggi pieni di vitalità e vivo in ricordi a volte autobiografici, altre onirici, in cui le geometrie dei corpi sono semplificate fino a coinvolgere la terza dimensione. I suoi lavori si avvalgono di un mosaico dal forte impatto comunicativo, ove si ricompone in un collage ricco di messaggi e di invenzioni la quotidianità frammentaria e le proiezioni mentali dell'io. La sua tecnica si evolve adesso verso un interesse per il volume e lo spazio, che viene reso mediante celle, affiancati a realizzare un largo piano composito, fino a comporre un più grande disegno ove la prospettiva viene negata. La decostruzione delle regole convenzionali della rappresentazione artistica può ritrovare così una propria autonomia pittorica con uno spazio, inteso come una serie di rapporti tra i vari elementi del mosaico, e le forme divenute spigolose. Sono gli stessi sogni dell'artista e/o le sue fantastiche visioni riferite al

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reale ad essere materializzate e a divenire oggetti da destrutturare secondo taglienti piani geometrici; essi sono espressi in figure simbolo, ripetute e ricercate, studiate con tanti spunti ben coordinati e composti, consociati multimedialmente tra linguaggi grrafici, pittorici e scultorei. Queste figure simbolo, marionette dagli arti indocili e ribelli si incontrano amorosamente in tante storie reali e/o introspettiche, sono simbolo e testimonianza del mondo di Renato Botte, delle emozioni da lui perce-pite in libera scrittura di matrice surrealistica. Tutto è teatro, finzione, messa in scena. Nel suo modo di esprimersi l'insieme di una realtà frazionata e scomposta è ricomposto mediante cromatismi e spazi, figure e oggetti lavorati e ritagliati in un telaio composto e ben equilibrato quale rappresentazione spaziale frantumata in tessere dalle varie sfaccettature prospettiche legate tra loro nel personale discorso bottiano vivo di immagini articolate nel racconto vivacizzato dalla fantasia, sempre ricco di simboli e di frammenti di energia; le figure sottili, che esprimono la parte più interiore e più profonda della sua personalità artistica, delineano una umanità dispersa, vagante, forse disperata ma pur sempre determinata. I volumi sono prima scomposti e ritagliati secondo una complessa, quasi confusa, percezione dello spazio e delle forme, quindi ricomposti e rielaborati con accostamenti tali da rendere l'insieme apparentemente caotico, ma in effetti infuso della sensazione che tutto sia conseguen-ziale. L'aspetto, che più colpisce al primo sguardo, è la presenza dei croma-tismi decisi, che impregnano le figure sottili. I personaggi, simboli e/o emblemi di una miscellanea sociale, possiedono uno <spirito> ironico e gioioso in grado di alleggerire il tragico quotidiano e la memoria storica; essi, deformati in forme schiacciate, ritagliate nello spazio, formano una composizione agitata che assorbe l'attenzione dell'osservatore e lo coinvolgono nella finzione. L'opera si differenzia in zone di luce, di ombra e di luminosità intermedia creando così un contrasto netto di , di piani, di funzioni, senza chiaroscuri e morbidezze. Le piccole figure, dipinte in modo piatto e senza rilievo,

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sono forme divertenti ed allegre a tal punto da demonizzare i fantasmi che si dibattono nelle <scene> di questo teatro; esse si avvalgono di linee decise per formare intersezioni generalmente ad angolo acuto, mentre altrove le stesse fingono da spazio prospettico della sequenza contigua di celle e settori, atti a contenere le unità elementari del dato livello logico. La sua nuova e originale percezione della realtà si avvale sempre di elementi non tanto visivi quanto mentali, volti a rappresentare quello che vi è nel profondo del reale, non solo quello che si vede; di qui, penso, nasca l'altra componente straordinariamente portata al limite del pensabile nelle opere di Renato Botte è la scelta dei materiali più disparati, usati in modi insoliti al fine di spiegare al fruitore che tutto è allegria e leggerezza, che la vita va vissuta non secondo l'oraziano "carpe diem", ma secondo un "carpe horas" in grado di ridurre considerevolmente il tempo del <vissuto>.

Carlo Roberto Sciascia6

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The exhibition shows a hundred of works painted by the Samnite artist, that run through his artistic iter developed in more than forty years of great activity. After attending the Liceo specializing in art subjects and the School of Fine Arts specializing in Painting in Naples, he started to work as a teacher. He was a headmaster at the Public Institute of Art in Pozza di Fassa (Tn) from 1979 to 1983, and at the Public Institute of Art in Mantua from 1983 to 1984. Instead, from 1983 to 2003, he was a headmaster at the Liceo specializing in art subjects of Cascano in Sessa Aurunca, Marcianise, and Castelvolturno(Ce); from 2005 to 2009 he was a headmaster at the Liceo specializing in art subjects of Naples and since 2009 he has been a headmaster at the Technical Institute “P.L.Nervi” in Santa MariaCapua Vetere (Ce). He has exhibited in a lot of towns such as: Turin, Trento, Naples, Benevento, Caserta, Termoli, Vico Equense, Fano.Renato Botte is an artist who has lived in a little town in the area of Benevento, there he has combined the full consciousness of the typical values of the southern rural tradition with the aspirations to throw himself to the urban reality, full of liveliness and turmoil. His production offers a vision of reality animated by “dynamic unruliness” as well as disturbing anxiety.His strong desire to communicate to everybody, his thoughts and his vision of life has led him to overlap painted speeches in an endless joyful confusion, in which his subtle mental processes develop and widen in Pindaric flights. The emphasized curvilinear forms, the ovals, the broken and mixtilinear, the creative mental spaces of primitive genre take the drawing theme towards fields with strong glazings and rarefactions useful to the diffuse symbolism with surrealistic marks. They are restless images whose confusion and joyful overflow of colors let us guess deep contradictions with Chagall traits. In the following series of works Renato Botte suggests a stage where humanity is free from those “infrastructures” that influence its behaviour, in this way he creates a tridimensional theme of futurist influence, full of lively figures with autobiographical as well as oneiric memories whereas the geometrical forms of the bodies are so simple to involve the third dimension. His paintings make use of a deep communicative mosaic, where the fragmentary daily life and the mental projection are a patchwork of messages and inventions.Now his technique is interested into volume and space expressed through cells, they are put side by side to create a varied surface to produce a greater drawing with no perspective. The deconstruction of the conventional rules in the artistic representation can find its own pictorial autonomy with a space considered as a series of relations among the different elements of the mosaic and the angular forms.

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The artist's dreams and/or his fantastic vision referred to reality take shape and become objects to be deconstructed according to sharp geometrical surfaces; they are expressed in symbolic figures that are repeated as well as researched, they are studied with a lot of well-organized cues, that are joined among graphic, pictorial and sculptural multimedia languages. These painted figures, these puppets with restless and rebellious limbs meet lovingly in a lot of real and /or introspective stories, they become the symbols as well as the witnesses of Renato Botte's world, of the emotions he perceives freely influenced by surrealism .Everything is theatre, fiction, staging. The painted reality is split decomposed and recomposed through chromatism, spaces, figures and objects that are worked and cut out in a well-balanced framework where the space is crushed into pieces that are linked to each other in Botte's painted narration. It appears rich of images, made lively by fantasy; the thin painted figures, that express the deepest aspect of his artistic personality, show missing as well as wondering humanity, perhaps desperate but undoubtedly resolute.The volumes are decomposed and cut following the perception of the space and forms then recomposed and modified in such a way to make the whole painting be seemingly chaotic.At first sight, the first thing we notice is the presence of a clear chromatism that permeates the thin figures. The painted characters are symbols and/or emblems of a social mixture, they have an ironic as well as joyful “spirit” that is able to lighten the tragic daily life and the historical memory as well. They are warped in crushed forms to make an upset composition that involves the observer catching his/her attention.The whole artistic production shows areas of light, of shade and intermediate luminosity, they create a strong contrast of levels and functions without light and shade effects. The small figures that are painted in a flat way and without relief, are funny and joyful forms which demonize the ghosts of our“stage”. Such painted forms are clear lines that produce acute angles in some paintings while, in others, they stimulate the perspective space.His new and original perception of the reality makes use of visible but, above all, mental elements that represent what the reality hides; for this reason, I think that Renato Botte chooses varied materials, that are employed in unusual ways to make clear that everything is joy and frivolity, that life should be lived not following the Horatian saying “carpe diem” but according to the “carpe horas”, that is able to reduce the “experienced “time.(Carlo Roberto Sciascia).

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Nei tuoi lavori, caro Botte, ci vedo una crisi diffusa e tuttavia piacente anche se protestataria: un sorriso, ma sornione, c’è sempre, in queste tue marionette dagli arti indisciplinatamente sguinzagliati, c’è sempre un vuoto estroso attorno a queste riunioni clandestine; tutto si fa a sghimbescio, da costoro improvvidi, impavidi, dai cenciosi esilaranti esserini.Ciò che altri hanno seriosamente chiamato di matrice surrealistica, è realmente, io credo, un omaggio a qualcosa di veramente inopportuno e sul quale divertirsi. Questo il fondo della tua pervicace riluttanza, ciò che tu stesso senti di essere.

Giannetti Fieschi

Dear Botte, in your paintings I can see a wide crisis that is pleasant even if protestant: there is always a sly smile in your painted puppets featured by loose limbs without discipline, always surrounded by an inspired emptiness; everything is shown slanted by such courageous, improvident, ragged as well as cheering little beings.And what other people have seriously defined as surrealistic, I believe it really is a homage to something truly awkward upon which have fun. This is the nature of your stubborn reluctance, that is what you feel you are. Giannetti Fieschi

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In un gioioso fluire di colori, pilotate in un spazio grafico, ricco di linee, di piani, di funzioni e di figure spaziano le opere di Renato Botte, e caratterizzano un’ampia produzione degli anni tra il 1982 e il 1992; sono opere piene di vitalità, di ricordi autobiografici, onirici, espressi in figure-simbolo, ripetute, ricercate, studiate a più passaggi con tanti e molteplici spunti, ben coordinati e composti, consociati multimedialmente tra linguaggi grafici, pittorici e scultorei.Sono opere a più piani e più riprese, che si avvalgono di un insieme di colori, di spazi, di figure e di oggetti lavorati, ritagliati, frazionati, scomposti e ricomposti come in un grande “puzle” a collage ricco di messaggi e di invenzioni.Sono opere che nascono da un apparente coacervo di contraddizioni, di realismo e di artificio, in sottili passaggi mentali che ben ci rappresentano la gioia e la sofferenza del costruire la struttura, l’intelaiatura del discorso artistico e lasciano intravedere lo studio, pur sempre ricercato, dei passaggi tra equilibri compositivi e scompositivi, sempre più avanzati e rarefatti di un discorso per immagini, di un racconto vivifico di fantasia creativa e a volte di fantasmagoria.Renato Botte è un artista che spazia tra tante tecniche con abilità, usa inchiostri, chine, pennarelli, carte, cartoni, tempere e smalti in un gioioso miscelare proprio delle neo-avanguardie degli anni ’80; è un artista attento alle forme, agli spazi, alle figure, è un conoscitore sottile di figure che nascono da un racconto mentale, da momenti di vita, da fatti del quotidiano, da figure di pensiero. Le figurine sottili che ci appaiono nelle sue opere esprimono la parte più interiore, più profonda della personalità artistica di Renato, sono figure-simbolo che si incontrano amorosamente in storie introspettate, scarnificate; volti, profili, personaggi, ricordi di amori, di donne, di maschere e fantasmi, di sogni; sono figure archetipe e ci rappresentano un teatro di momenti interiori dell’artista ma anche momenti di vita comune, sentimenti, incontri e scontri di una rinnovata “odissea”.Il racconto di Renato appare ancora più elaborato nelle sue opere dal contrasto che egli sa creare tra le figurine sottili, graficamente espresse

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in forme eteree, ricche di simboli e di veli cromatici e di linee-forza che contraddistinguono il maschile dal femminile quasi fossero figure “egizie” ed il forte aggettare delle cornici che incastonano l’opera mate-rializzandola, concludendola, accentuandone gli aspetti cromatici e plastici alfine di creare grandi opere d’effetto e di forte impatto comunicativo.Grandi brandelli di cordonature cromatiche a forti toni, verdi, arancioni, gialli, rossi si intervallano e contrastano gli equilibri grafici della narrativa e ci immettono in spazi più propri del linguaggio pittorico e scultoreo, contraddistinguendo altro taglio mentale e altra forza plastica propria dell’ opera di Botte che ben si abbina alla ricercata forma narrativa fortemente caratterizzante le opere di questo suo periodo. Le forme curvilinee accentuate, gli ovali, le spezzate e le mistilinee delle cornici, definiscono spazi creativi di qualche aspetto artistico di Renato che lo avvicinano alle opere di genere “primitivista” e ci comunicano per contrasto messaggi sociali più drammatici, propri del nostro contorto e sofferto periodo storico. Queste opere sono caratterizzate oltre che dal simbolismo da una accentuata attenzione al surreale e in parte alla narrativa satirica e al grottesco, ci ricordano in qualche aspetto le opere di un altro artista l’argentino, Julio Paz;Renato Botte insomma ci aiuta a comprendere, attraverso le sue originali opere, attimi, misteri e sogni svelati nel momento dell’ intuizione e della suggestione creativa e poetica.

Maria Radaelli

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Renato Botte's works range in a joyful overflow of colours kept in a graphic space rich of lines, planes, functions and figures. Renato Botte's paintings mark the production of the years between 1982 and 1992; they are works full of vitality, dreamy and autobiographical memories. They are expressed through figures like symbols, that are repeated, researched and studied at different passages with many and several hints, all well coordinate and compound, organized in a multimedia way among graphic, pictorial and sculptural languages. They are multilayer works and in successive stages that avail themselves of a wide range of colours, spaces, figures and objects all of them worked, cut out, decomposed and reassembled like a big 'puzzle', a collage rich of messages and inventions. They are works of art, rising from an apparent hip of contradictions, realism as well as artificiality, they are conceived in thin mental passages, that show very well the joy and the suffering derived from the creation of the artistic frame, but at the same time, they let us see the particular care in the use of compound and reassembled balance more and more advanced and rarefied, in a speech made up of images, vivid tales of creative imagination and sometimes phantasmagoria.Renato Botte is a skilful artist who exploits different techniques, he uses inks, colored pencils, pastels, papers, cartoons, water colors, and enamels in a lively miscellaneous typical of the neo-avantgardes of the '80s. He is careful with forms, spaces and figures. He is a sharp expert of drawings, that rise from mental tales, daily life and thoughts. The thin figures we can see in his masterpieces express the deepest inner part of Renato's artistic personality, they are figures like symbols that lovely meet in poor and introspective stories. Faces, profiles, characters, love memories, women, masks, ghosts and dreams, all of them are archetypal figures which give us a representation of inner moments combined with daily common life, feelings, meetings, and clashes of a new "odyssey". Renato's artistic production looks more elaborate thanks to the contrast he can create between his thin little figures, graphically made, in ethereal forms rich of symbols and

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chromatic veils, together with dominant lines that mark the difference between male and female elements, as they were 'Egyptian' figures.Furthermore, the strong frames projection set the painting making it complete and pointing, at the same time, the chromatic and plastic elements in order to create sensational and communicative works of art.Huge chromatic elements of strong nuances - green, orange, yellow, red - divide at intervals and are in contrast with the graphic balances of the representation conveying the pictorial and sculptural language, suggesting a personal way of thinking and plastic power typical of Botte's artistic production. The marked curvilinear oval forms, the irregular broken lines of the frames creative spaces make Botte close to the works of the 'primitive' genre. Moreover they communicate, by contrast, more dramatic social messages, belonging to our twisted suffering historical period. These artistic works are characterized by symbolism and by strong attention to surrealism, satirical narration and grotesque as well. In addition, for some aspect, they recall the works of another artist, the Argentine Julio Paz. In other words, Renato Botte helps us to understand, through his original production, moments, misteries and unveiled dreams thanks to his intuition as well as creative and poetic suggestion.

With love Maria Redaelli Milan - 1993

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C’è in Renato Botte una natura tutta napoletana di fare teatro, un teatro di ascendenza futurista, come l’avrebbe disegnato per i costumi Prampolini: un teatro-farsa dei nostri giorni. Con leggerezza e improvvisazione di gesti mette in scena una quantità di attori diversi tra loro, senza un apparente nesso; ognuno di questi personaggi recita a soggetto, liberi ed indipendenti uno dall’ altro e ognuno ha una storia da raccontare. Anche questo è un modo per esprimere la realtà del nostro tempo così frammentario ed indivi-dualistico. Sovente i personaggi che Botte rappresenta sono presi dalla memoria storica sia artistica che letteraria: Enrico VIII da Holbein o eroi romani dalla iconografia del cinema e li mescola con personaggi e simboli della nostra attualità consumistica, esistenzialista e cattolica. Insomma, una umanità dispersa, vagante e disperata che Botte si di diverte a ridise-gnare, non senza una certa vena ironica e grottesca, apparentemente frammentaria. Una folla di gente legata da fili invisibili dall’autore, come marionette. Ciò permette di mantenere una certa unità nel racconto. Una folla unita da un unico destino, quello di apparire e scomparire senza lasciare traccia della propria esistenza. Perché Botte non crede a ciò che accade fuori; il personaggio è simbolo o emblema di una miscel-lanea sociale di cui l’autore non esprime il mondo interno ma solo ciò che percepisce fuori di esso e lo denota. Il fare di Botte è un prolungamento nella realtà della folla anonima, forse con l’ intenzione di alleggerire il tragico quotidiano e dirci che tutto è teatro, messa in scena, finzione e a nulla serve la gravità o l’ assoluto perché, se nella vita gravità esiste, Botte cerca di neutralizzarla rappresentandola ironicamente, con diver-tita spontaneità e vivacità tutta partenopea, ma anche con una sua personale ed autentica capacità di distaccata e fiabesca accettazione.

Roma 15.01.1987

Achille Pace

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There is a true Neapolitan vein in Renato Botte. It is a theatrical vein with a futurist inspiration, as Prampolini would draw it for its costumes: a nowadays farcical – theatre.He puts a lot of actors on, with lightness and sudden gestures, they are all different between them, with no clear links; each character plays on the subject, they are free and independent from each other and each of them has its own story to be narrated. This is one of the ways to express the reality of our time, that is so individual and fragmentary.The figures, that Botte paints, are often taken from the historical memory both artistic and literary: Henry VIII from Holbein, or Roman heroes derived from the iconography of the cinema and he puts them together with personages and symbols of our consumerist existentialist as well as catholic society. In other words, a lost, desperate and wandering humanity which Botte enjoys drawing again, using a grotesque and ironic vein that is only apparently fragmentary.A crowd of people linked as puppets, with invisible threads by the author. In this way unity is given to the representation. A crowd linked by the same destiny that is that one of appearing and disappearing without leaving any evidence of its own existence. Since Botte doesn't believe what occurs inside figures, but rather than what occurs outside; the figure is the symbol or, better to say, the emblem of a social miscellaneous of which the author doesn't express the inner world but only what he perceives outside it, denoting it . Botte's artistic production penetrates the reality of an anonymous crowd, maybe with the intention of relieving the tragic daily life. He tells us that everything is but theatre fiction; the seriousness and the absolute are useless because, if any form of seriousness exists, Botte tries to neutralize it, showing it ironically, with spontaneity and liveliness that are typically Neapolitan, and even with a personal authentic ability of fairy detached acceptance.

Achille Pace Rome, 15th January, 1987

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Prima di considerare la specifica concezione dell’opera di Botte ci sembra necessario dare alcune notizie intorno alla sua formazione, abbastanza esemplare della condizione di un giovane che lavora a Napoli, al di fuori di ogni gruppo, e con scarsi interessi per il mercato, intento com’è a portare avanti la sua ricerca di una essenzialità che si intravede anche al di là della ridondanza, che a volte fa greppo e riempie forse in modo eccessivo la pagina. Renato Botte è venuto dalla provincia, con una voglia di fare, con un bisogno quasi fisico di rompere con la violenza silenziosa ma tanto più tenace del suo ambiente di origine, da qui la sua inquietudine, la sua trepidazione e insoddisfazione; è il periodo in cui studia disordinatamente, ma con accanimento, il sogno, accostandosi alle esperienze più disparate, da Klee a Chagall, ecc, purchè abbiano il carattere del nuovo, purchè gli permettano di scoprire un mondo ed una realtà culturale, la cui stessa ricchezza rischia soffocarle, e la precipita di fatto nell’attesa di creare e di impadronirsi dell’immagine del mondo che gli grida dentro con la sua fecondità così all’improvvisa scoperta. La sua matrice più evidente è il surrealismo, che gli offre l’impostazione generale per il suo lavoro, ma non al livello di uno studio diretto; il suo contatto con le idee e le immagini del movimento più importante del ‘900 è stato filtrato ed assimilato attraverso la figurazione fantastica della giovane pittura napoletana; in modo da arrivare ad una sua particolare concessione, come di un modello immutabile e intransitivo, più sognato che visto in modo critico, così che il suo surrealismo è piuttosto quello delle vecchie stampe reinterpretate, delle raffigurazioni di paesi lontani, sconosciuti, appare familiare insieme con i segni rigidi dei graffiti e delle pitture rupestri. L’organizzazione che Botte ne offre a volte è troppo gradevole, troppo minuta, ma non è mai prima di una sua volontà di manifestare e a volte è turgica, troppo piena, ancora memore del disordine che l’autore non è riuscito a dominare comple-tamente. Si oscilla così fra il simbolo e la testimonianza, fra il sogno umile ed essenziale ma omogeneo e il racconto per immagini, la traduzione detemporalizzata frammentaria e violenta degli avvenimenti della vita dell’autore, in una lettera visionaria (ma reale) dei minimi fatti della sua

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esistenza. Non c’è nessuna infamia, in apparenza, da condannare, da denunciare, ma solo un modo minore, da descrivere per gioco e nel gioco, se poi questo stesso gioco non fosse uno scongiuro contro la vergognosa importanza dei contemporanei di godere di un istante qualsiasi, sia l’incontro con una donna, sia una breve corsa con la moto, resa viva anch’essa, e divenuta un unico organismo con gli esseri umani che si intrecciano ad essa. Come vediamo si tratta di un modo tutto particolare di fare autobiografia, non impenetrabile ai profani, senza dramma apparente, come invece sembra prerogativa di ogni racconto autobiografico, oppure il vero metodo di decifrazione sfugge, quello che appare ha i caratteri del crudo gioco a freddo, e per questo a volte è equivoco, ambiguo come ogni operazione che cerca di coprire la delusione che il destino finisce con il riservare per chi non crede nel consumo ma molto semplicemente vuol vivere; una delusione che è il limite ed il pregio insieme di Botte pittore, che cerca di nascondere la ferita, reale e nuova da cui quella delusione nasce in modo non extravagante, ma piuttosto come desiderio, scoperto ed alimentato in relazione alle diverse caratteristiche dell’ambiente in cui si è inserito.Il compito principale che l’autore si è prefisso è stato quello impiantare il racconto; la materia gli è stata offerta dalla sua stessa persona in modo da rappresentare in situazioni visibili i minimi trasalimenti, e i più brevi sussulti, anche se nel far questo l’uomo espressivo ha finito con il dividersi dall’uomo interiore, con il dover rendere più reale l’estensione oscura dello spazio pittorico, per risolvere l’enigma della trasparenza inerte, che la vita di tutti i giorni mette in atto e disperde nello stesso tempo.Il risultato è la presenza di un rito propiziatorio, che si esaurisce nell’atto stesso della mano che traccia l’immagine con i mezzi più umili, siano essi l’inchiostro di china e una penna a cannuccia o una biro; ma per chi sa vedere e ha voglia, permane la perplessità per la riuscita di questo rito, in cui sognare e raccontare, senza ulteriori residui. Ma il piacere di raccontare appartiene di diritto all’opera di ogni uomo, anzi è il diritto che ogni uomo dovrebbe concedersi, così come non può fare a meno di

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immaginare, come una difesa del senso comune, come per trascriversi di una scrittura diversa e libera, per quanto è possibile trascrivere la probabilità e la presenza , per soddisfare il bisogno di reinvenzione del tema che la vita stessa appare all’idea che l’uomo, come un doppio, cerca di reintegrare con tutte le sue azioni. L’esistenza dunque di uno spazio, al di quà o al di là del racconto ha poca importanza, in cui il tema è l’idea, la rappresentazione, coincidono, ed è precisamente lo scatto iniziale, quello che è all’origine e dà l’avvio all’azione del raccontarsi, in cui si confonde quello che c’è e quello che avrebbe potuto e dovuto esserci, perché in quello spazio così inquieto essere e dover essere non hanno più una distinzione e si unificano.Ma nel raccontarsi si produce la frattura, perché il desiderio resta insoddisfatto, l’autobiografia è ben lontana da poter esser descritta in tutti i suoi rapporti e in tutti i suoi momenti, e risorge lo iato fra il doppio che racconta stabilisce (e ristabilisce) e gli avvenimenti, che avrebbero dovuto essere rappresentati e invece sfuggono; e siamo giunti ancora alla lacerazione che è interna al lavoro stesso di Botte, per altra strada, non più al di fuori, rivolta al contrario fra il reale e il desiderio, fra il giudizio e l’intenzione.

Luciano Caruso

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Before considering R. Botte's particular conception, it would be useful to give a look at his education and training. He was a young man who worked in Naples, with a very few interests for the economical world around him, just because he was interested in going on with a search for the " essentiality "which we can see beyond the pomposity that is sometimes exaggerated.R. Botte has come from the province, with a desire to do, with an almost physical need to break with the silent violence, but so much more tenacious than his environment of origin, that's why his restless, anxiety and dissatisfaction. This is the period he started a confused as well as tenacious study about " dream " thanks to which he experimented with different works from Klee's to Chagall's and so on, all provided with originality, that made him discover a world and a cultural reality so rich to be choked, preventing him from expressing his inner scream. Surrealism is Botte's most important source of inspiration, though not directly, it offered him the general frame to his production. As a matter of fact his contact with the ideas and images of the most important movement of the twentieth century has been filtered and learnt through the fantastic drawings of the early Neapolitan painting, that led him to get a personal and unchangeable model, more dreamt than seen in a critical way, so that Surrealism looks like that one of the old prints and pictures of far away unknown places, which seem familiar together with the rigid marks of graffiti and rock paintings.The organization that Botte offers is sometimes too pleasant and small, but it is never deprived of its own showing will, and sometimes it is too full, showing the confusion that the author hasn't been able to control completely. In this way we wave between the symbol and the proof, between the humble essential but homogeneous dream and the tale made with images. The events of the author's life are shown in a timeless, fragmentary and violent vision through a visionary reading.Apparently there is no infamy to condemn or denounce but only a different way to describe for fun, if this same play becomes an exorcism against the contemporaries' shameful importance given to a trivial

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instant, may it be the meeting with a woman or a short race by a motorbike, the same importance which has become a single body with the human beings that twist with it .As we can see it is an original way to do autobiography, that is not impenetrable to profanes, without an apparent tragedy, which instead is typical of every autobiographical narration. We can't grasp the true method of decoding, the one we can see is similar to a cold play and, for this reason it is sometimes ambiguous like every action that tries to cover the delusion that destiny keeps to those ones who don't believe the consumerism but want to live: such a delusion is both Botte's limit and good point as a painter. He tries to hide the real and new wound, from which any delusion arises not in an extravagant way, but rather like a desire that is revealed and nourished, according to the different features of the environment where it is included. The main author's task has been telling the tale, whose subject has been offered by his own self, so that he has been able to draw the slightest shakes as well as the shortest leaps, even if the expressive man must separate from the inner man, making more realistic the dark pictorial space in order to solve the enigma of the motionless transparency that everyday life carries out and vanishes as well. The result is the presence of a propitiatory rite that ends when the hand draws the image using the poorest ways both the ink or the ball pen, but for those people who can see beyond the surface remain the doubt about the rite of dreaming and telling.But the pleasure of narration together with imagination belongs to everyman, it should even be a right to men in defense of common sense and as a way to satisfy the need to invent the theme of life itself, whose idea man tries to restore with all its actions. The existence of the space, beyond the tale, where the idea, the theme and the drawing are the same, assumes little importance. It's the initial impulse that gives the start to the narration where what is drawn, what should have been or could have been gets mixed, because in that restless space "to be" and "must be " are no longer separated but unified.

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Nonetheless in the narration of drawing there is the break again, because the desire is unsatisfied and the autobiography is far away from being described in all its relations and moments, as a consequence the hiatus rises again between the double that narrates establishes and the events that should have been drawn. So once again we face suffering, that is inside Botte's work no more outside, and the contrast between real and unreal, judgment and intention.

Luciano Caruso

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L'arcobaleno dell'anima

L'opera artistica di Renato Botte è intrisa di una modernità sorprendente come lo è la sua eclettica personalità. L'espressione neofigurativa travalica la pittura tradizionale attraverso percorsi coloristici, le cui energie vorticose dipanano in pluralità segniche volutamente manifeste. L'artista e l'uomo si uniscono in un connubio di vivacità e traggono ispirazione da un rapporto città-campagna. Il maestro ha conosciuto i tempi delle armonie agresti della sua terra per poi rivisitarle in una dimensione metropolitana, dove la città di Napoli diventa “Musa” di un immaginario mitico inconscio. Il suo sogno e la sua virulenza del tratto cromatico , si trasformano in un'impronta indelebile di un pensiero positivo sul mondo. Renato Botte riprende nelle sue opere inconsapevolmente tratti, segni e tradizioni surrealistiche della Pop-Art e alcuni rilievi di E. Baj. La sua esplosione pittorica ,sempre personale, è originata da una propria libertà non assimilabile ad altre produzione precedenti. Le sue opere, oggi, considerate tra le più interessanti nel panorama dell'arte contemporanea europea, vivono di un' incessante ed incontenibile espressione del fare arte. Ricorderò sempre il maestro, non solo per il suo grande talento artistico ma per la sua dirompente allegria e per la sua capacità di vivere l'arte e la vita con leggerezza ed ironia.

Virginia Amato

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The Rainbow of the soul

Renato Botte's artistic production is surprisingly as modern as his eclectic personality. The neo-figurative expression exceeds the traditional painting through the choice of colours, whose whirling powers get into a plurality of traits clearly shown.The artist and the man merge one into the other lively, drawing inspiration from the country-town relationship.The master lived the times of the rural harmony of his land, later he reproduced it in a metropolitan dimension. In this background the city of Naples becomes the “Muse” of an imaginative mythical unconscious. Both his dream and virulence of the chromatic traits are indelible expressions of his positive thought on the world.In his paintings Renato Botte unconsciously recalls surrealistic traits, signs and traditions of the Pop- Art and some of E.Baj's elements as well.His pictorial outbreak, always personal, derives from his own independence from other previous productions. Nowadays his paintings, considered to be among the most interesting in the European contemporary art ,are endowed with an uncontrollable never-ending force that turns into art.I will always remember the master not only for his great artistic talent, but also for his involving fun together with his capacity to live art and life with frivolity and irony.

Virginia Amato

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OPERE

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Titolo: Strano raccontoTecnica: ferro, matita e inchiostro

dimensioni: 60x40cm

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Titolo: 3 gemelliTecnica: oliodimensioni: 20x30cm

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Titolo: Siamo loro Tecnica: olio

dimensioni: 20x30cm

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Titolo: Lui fra di noi - Tecnica: Olio - dimensioni: 20x30cm

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Titolo: Fragilità Tecnica: olio

dimensioni: 20x30cm

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Titolo: Giovedì Tecnica: Pastelli ad olio

Dimensioni: 40x50cm

Titolo: A casa Tecnica: Pastelli ad olio

Dimensioni: 40x60cm

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Titolo: Composizione - Tecnica: Legno colorato - dimensioni: 60x50cm

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Titolo: N 2650 - Tecnica: Pastelli ad olio - dimensioni: 45x50cm

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Titolo: Sono loro - Tecnica: China e tempera - dimensioni: 25x25cm

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Titolo: Milano - Tecnica: Acquarello - dimensioni: 70x80cm

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Titolo: Sono tante - Tecnica: Acquarello su tela - dimensioni: 60x60cm

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Titolo: Lui e Lei Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 60x50cm

Titolo: Segni e linee Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 50x70cm

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Titolo: Forme pensateTecnica: Olio

Dimensioni: 60x80cm

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Titolo: 4 giorni - Tecnica: Olio - dimensioni: 120x120cm

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Titolo: Metropoli - Tecnica: Acquarello e Olio - dimensioni: 60x70cm

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Titolo: 4File dismessiTecnica: Olio

dimensioni: 20x30cm

Titolo: PiramidiTecnica: Olio

dimensioni: 20x30cm

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Titolo: Non vedo, non parlo e non sento - Tecnica: Olio - dimensioni: 20x30cm

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Titolo: @730151234 - Tecnica mista, dimensioni 28x28cm

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Titolo: Siamo prigionieri - Tecnica mista, dimensioni 50x35cm

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Titolo: Il diavolo corretto - Tecnica: Acrilico e legno - dimensioni: 50x40cm

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Titolo: I tre Vesuvi- Tecnica: Tecnica mista - dimensioni: 140x220cm

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Titolo: Ti cavalco - Tecnica mista, dimensioni 35x50cm

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Titolo: Ti ho scritto una lettera Tecnica mista, dimensioni 30x80cm

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Titolo: Ti presento il vangelo Tecnica mista, dimensioni 40x50cm

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Titolo: Nella folla di colori -Tecnica mista, dimensioni 33x52cm

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Titolo: Io e te @ loroi - Tecnica: Tecnica mista - dimensioni: 34x57cm

Titolo: Idee tante - Tecnica: Tecnica mista - dimensioni: 38x51cm

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Titolo: Madre e figlio - Tecnica: Olio - dimensioni: 60x60cm

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Titolo: Leo e Liù non c’erano - Tecnica: Tecnica mista - dimensioni: 70x70cm

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Titolo: Gli eroi nel museo - Tecnica: Acrilico e legno colorato- dimensioni: 53x50cm

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Titolo: Lui e lei con l’albero di mele - Tecnica: Tempera e legno - dimensioni: 53x50cm

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Titolo: Sono perseguitato dalla fantasia - Tecnica: Olio - dimensioni: Ø80cm

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Titolo: Arrivano i nostri, gli indiani - Tecnica: China - dimensioni: 40x30cm

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Titolo: Gatto nero volante - Tecnica: Tecnica mista - dimensioni: 50x40cm

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Titolo: Nudo nel tempio - Tecnica: Olio - dimensioni: 40x50cm

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Titolo: Il drago e le donne - Tecnica: Olio - dimensioni: 20x30cm

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Titolo: Lacca azzurra nel ricordo - Tecnica: Matita. acquarello, carta - dimensioni: 20x30cm

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Titolo: Spiagge azzure - Tecnica: Matita, acquarello, carta - dimensioni: 20x30cm

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Titolo: @.Comm - Tecnica: mista - dimensioni: 20x30cm

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Titolo: Botte [email protected] - Tecnica: Acrilico e china - dimensioni: 27x27cm

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RENATO BOTTE

BIOGRAFIA

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Nato nel Sannio, frequenta il Liceo Artistico di Napoli e l’Accademia di Belle Arti, sezione Pittura, dove avviene la

sua formazione.È Docente, negli anni settanta, presso il Liceo Artistico di Aversa e successivamente presso l’Istituto statale d’Arte

di San Leucio di Caserta dove prende conoscenza dell’attività artistica dei Borboni.

Dal 1979 al 1983 è direttore dell’Istituto Statale d’Arte di Pozza di Fassa (TN) dove la sua formazione artistica

cresce con la conoscenza di particolare materiale (legno) che sarà parte dei suoi lavori.

Dal 1983 al 1984 è Direttore dell’Istituto statale d’Arte di Mantova dove a contatto con le opere del Mantegna e del

Pisanello accresce la conoscenza artistica.

Dal 1983 al 2003 è Dirigente scolastico presso il Liceo Artistico Statale di Campobasso, Termoli e Bari.

Dal 2003 al 2004 presta l’opera di Direttore dell’Istituto Statale d’arte di Cascano di Sessa Aurunca, Marcianise e

Castel Volturno nel Casertano.

Dal 2005 al 2009 è Dirigente scolastico del Liceo Artistico Statale di Napoli, sua scuola di formazione da studente,

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dove acquisisce le basi necessarie per la sua futura attività artistica, tanto è vero che viene invitato da

studente alla “Mostra mercato popolare degli artisti napoletani” a Napoli.

Ha esposto in diverse città italiane (Trento, Torino, Napoli, Caserta, Benevento, Termoli, ecc.)

Dal 2010 ricopre il ruolo di Dirigente Scolastico presso l’istituto Tecnico per Geometri P. L. Nervi di

Santa Maria Capua Vetere (CE).

Renato Botte - Via Nazionale Appia 129 - Casagiove (CE)

Tel. 0823.465971 Cell. 328.8940265

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RENATO BOTTE

BIOGRAPHY

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RENATO BOTTEHe was born in the Samnite area, after attending the Liceo

specializing in art subjects he went to the School of Fine Arts specializing in Painting in Naples.

During the 1970s he was a teacher first at Liceo specializing in art subjects in Aversa, then at the Public

Institute of Art of San Leucio, in Caserta, where he came into contact with the Bourbon artistic activity.

From 1979 to 1983, he was a headmaster at the Public Institute of Art in Pozza di Fassa (Tn). It was here that his artistic education developed, since he had the knowledge

of a particular type of wood, that will become part of his future works.

From 1983 to 1984 he was a headmaster at the Public Institute of Art in Mantua, where his artistic education

improved, as he developed an interest in Mantegna's and Pisanello's artistic production.

From 1984 to 2003, he was a headmaster at the Liceo specializing in art subjects in Campobasso, Termoli and

Bari.From 2003 to 2004, he was a headmaster at the Public Institute of Art of Cascano in Sessa Aurunca, Marcianise

and Castelvolturno near Caserta. From 2005 to 2009, he was a headmaster at the Liceo

specializing in art subjects of Naples, where he had already been as a student. It was here that the

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foundations of his future artistic career were laid. As a matter of fact he was invited, as a student, at the “Mostra

mercato popolare degli artisti napoletani” in Naples.He has exhibited in several Italian cities such as Trento,

Turin, Naples, Caserta, Benevento, Termoli.Since 2009 he has been a headmaster at the Vocational Technical Institute”Righi-Nervi' in S.Maria Capua Vetere,

Caserta.

Renato Botte - Via Nazionale Appia, 129 - Casagiove(CE) Phone Number: 0823.465971

Mobile Phone: 328.8940265

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dedicato a Giovanna

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