RELAZIONI E BILANCIO al 31 Dicembre 2009prima di affrontare i consueti temi relativi all’andamento...
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RELAZIONI E BILANCIOal 31 Dicembre 2009
103° esercizio
RELAZIONI E BILANCIOal 31 Dicembre 2009103° esercizio
PresentazioneLe illustrazioni del fascicolo sono dedicate al nuovo palazzo di Via Carcanonel quale, da inizio 2010, sono stati trasferiti gli uffici direzionali.
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MILANO
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SVIZZERA
SVIZZERA
VARESE
MILANO
VARESE
FaloppioAlbiolo
Solbiate
Binago
Malnate
Cagno
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Cantù – Corso Unità d’Italia 11 / Via G. Carcano 14/aTel. 031.719.111 Fax 031.711.550 - 031.7377.800
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CASSA RURALE ED ARTIGIANA DI CANTU’BANCA DI CREDITO COOPERATIVO Soc. Coop.
Fondata nel 1907
Aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativoed al Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti del Credito Cooperativo
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Sondrio – Via Mazzini 37Tel. 0342.210.122 Fax 031.7377.822
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Cantù loc. Vighizzolo – Via S. Giuseppe 22Tel. 031.7378.111 Fax 031.7377.875/876/879
CENTRO SERVIZI
SEDE E DIREZIONE GENERALE
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BRENNAVia Trieste 7Tel. 031.797652Fax 031.7377.819
Le filialidella Cassa Rurale di Cantù
FIGINO SERENZAVia San Materno 5Tel. 031.726123Fax 031.7377.810
BULGAROGRASSOVia R. Guffanti 2/sTel. 031.891859Fax 031.7377.827
CAPIAGO INTIMIANOOLMEDAVia Canturina 2/bTel. 031.460500Fax 031.7377.805
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LOMAZZOMANERAPiazza Trento 13Tel. 02.9674.9068Fax 031.7377.821
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CARUGOVia Enrico Toti 1Tel. 031.758188Fax 031.7377.811
MARIANO COMENSEViale Lombardia 59Tel. 031.744175Fax 031.7377.803
CERMENATEASNAGOVia Risorgimento 30Tel. 031.722515Fax 031.7377.823
LURATE CACCIVIOVia Garibaldi 46Tel. 031.390055Fax 031.7377.829
MARIANO COMENSEPERTICATOVia S. Alessandro 24/dTel. 031.3551.629Fax 031.7377.825
CERMENATECENTROVia Ronzoni 8Tel. 031.772259Fax 031.7377.828
CANTÙCASCINA AMATAVia Tonale 3/aTel. 031.734082Fax 031.7377.813
CERNOBBIOViale Matteotti 18/nTel. 031.3347.052Fax 031.7377.820
NOVEDRATEVia Cesare Cantù 28Tel. 031.792213Fax 031.7377.816
CANTÙMIRABELLOVia Lombardia 10Tel. 031.734044Fax 031.7377.807
COMOPiazza Grimoldi 8Tel. 031.308336Fax 031.7377.826
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SONDRIOVia Mazzini 37Tel. 0342.210122Fax 031.7377.822
CANTÙPIANELLAVia Ettore Brambilla 16Tel. 031.7073.518Fax 031.7377.812
COMOALBATEVia Canturina 190Tel. 031.524611Fax 031.7377.809
VERTEMATECON MINOPRIOViale Raimondi 2Tel. 031.901346Fax 031.7377.808
CANTÙVIGHIZZOLOVia S.Giuseppe 22Tel. 031.7378.111Fax 031.7377.801
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CAPIAGO INTIMIANOINTIMIANOC.so A. da Intimiano 7Tel. 031.560370Fax 031.7377.814
CANTÙ Corso Unità d’Italia 11Tel. 031.719111Fax 031.7377.804
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Presidente Volpe rag. GaetanoVice Presidente vicario Porro rag. AngeloVice Presidente Cattaneo CarloConsiglieri Cappelletti ing. Alberto
Della Moretta RenatoGiudici geom. AmbrogioMarelli dott. MarioPallavicini Franco EzioPellizzoni GiorgioZampese dott. CarloZanfrini Ernesto
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Presidente Di Bona rag. RiccardoSindaci effettivi Cairoli rag. Enrico
Marelli rag. Serafino
COLLEGIO SINDACALE
Direttore Generale Lanzi rag. GianbattistaVice Direttore Generale Meroni rag. Bruna
DIREZIONE GENERALE
1 - 1 - 2009 Soci 6.663Soci entrati 410Soci usciti 169
31 - 12 - 2009 Soci 6.904
COMPAGINE SOCIALE
PricewaterhouseCoopers SpA
SOCIETA’ DI REVISIONE
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Signori Soci,
prima di affrontare i consueti temi relativi all’andamento del 2009 e al bilancio, è doveroso illustra-re i cambiamenti avvenuti al vertice della nostra banca all’inizio del nuovo anno.
Salutiamo quindi con un sincero ringraziamento il rag. Angelo Porro che, conclusi quarant’anni di la-voro tutti trascorsi nella nostra banca, al 31 dicembre 2009 ha lasciato la Direzione generale dellaCassa, assunta nell’ottobre del 1998 dopo la dolorosa scomparsa del rag. Ezio Tettamanti.
Al suo posto il Consiglio di Amministrazione ha chiamato il rag. Gianbattista Lanzi, vicedirettore ge-nerale dal 2001, che conosce a fondo tanto la banca quanto il territorio e l’economia locale, e haconfermato nella carica di Vicedirettore generale vicario la signora Bruna Meroni.
Al rag. Porro per il suo futuro “differente” e al rag. Lanzi per il suo nuovo ed impegnativo incaricoformuliamo i migliori auguri.
Ma ad Angelo Porro dobbiamo anche dare il benvenuto in qualità di amministratore, essendo statochiamato nel Consiglio di Amministrazione al posto del rag. Massimo Montorfano che, al terminedel 2009, ha deciso di lasciare l’incarico per sopravvenuti maggiori impegni personali e al quale de-sideriamo, in questa sede, esprimere viva gratitudine per il valido contributo offerto in ogni occasio-ne allo sviluppo della nostra banca.
Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre nominato Angelo Porro alla carica di Vicepresidente vica-rio, al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenze ed esperienze maturato nella nostra bancae con i numerosi incarichi ricoperti nel Credito Cooperativo regionale e nazionale.
Signori Soci,
il 2009 ha rappresentato il secondo anno di una crisi senza precedenti, sicuramente la più grave deldopoguerra. Per certi aspetti l’anno è stato anche più difficile del previsto, però ha fatto emergerele straordinarie capacità di adattamento di tanti nostri imprenditori che hanno reagito alla crisi conintelligenza, caparbietà e ancora maggiore impegno.
La crisi economica ha anche messo in luce il modello differente di fare banca rappresentato dal si-stema del Credito Cooperativo, che ha svolto un rilevante ruolo di sostegno all’economia, grazie aun modello costruito sul rapporto con la clientela e sul radicamento territoriale, sulla percezione di-retta delle esigenze dei territori e delle comunità locali.
Il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ha sottolineato come “il forte radicamento nel ter-ritorio e la fiducia accordata loro dai risparmiatori hanno consentito alle BCC di esercitare un ruolostabilizzatore delle fonti di finanziamento delle piccole imprese, di estendere il sostegno anche aquelle di medie dimensioni che incontrano difficoltà a trovare finanziamenti presso le banche piùgrandi”.
Per quanto ci riguarda, possiamo dire che le previsioni formulate in chiusura della relazione delloscorso anno si sono rivelate sostanzialmente corrette.
Un anno fa scrivevamo: “Ci attendono mesi difficili, sia per la qualità del credito che inevitabilmen-te risentirà dell’andamento negativo dell’economia mondiale, sia per la riduzione dei tassi di merca-to e il conseguente restringimento degli spread. Il risultato economico dell’anno è atteso in sensibi-le diminuzione rispetto agli scorsi esercizi”.
Oggi, ripercorrendo le vicende del 2009, riteniamo di poter consapevolmente affermare che, pur coni limiti imposti dalla pesante congiuntura economica, abbiamo cercato in ogni circostanza di rispon-dere adeguatamente alle esigenze manifestate dal sistema produttivo e dalle famiglie.
Relazione del Consiglio di Amministrazione sulla gestione relativaall’esercizio chiuso al 31 dicembre 2009
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Sono proseguite infatti le nostre iniziative attivate alla fine del 2008 per il sostegno agli investimen-ti produttivi, alle costruzioni di immobili con caratteristiche di risparmio energetico, alla partecipazio-ne a fiere e mostre nazionali ed internazionali.
Ma nel corso del 2009 la nostra Cassa ha allargato il campo d’azione ad altri ambiti operativi. In par-ticolare vogliamo ricordare l’adesione al “Protocollo d’intesa per il sostegno ai lavoratori ed alle im-prese nelle situazioni di crisi”, la sospensione delle rate mutuo ai privati, la moratoria sui mutui alleimprese, l’operatività con i Consorzi di Garanzia Fidi.
Un dato certamente rilevante è l’aumento degli impieghi, cresciuti dell’ 8,5% in un anno nel qualeda più parti si è lamentata la resistenza del sistema bancario a concedere credito.
In un contesto come quello sinteticamente descritto, si è puntualmente verificata anche la previsio-ne riferita alla sensibile diminuzione del risultato economico, ridottosi a poco meno del 50% del2008 sia in ragione del minor spread tra tassi attivi e passivi, sia per le citate iniziative a sostegno del-l’economia locale e delle famiglie, sia per i prudenziali accantonamenti effettuati.
La solidità patrimoniale della nostra banca, i buoni indici di liquidità e di frazionamento del credito,l’equilibrata copertura del territorio, la dedizione e la preparazione dei nostri dirigenti e collaborato-ri, ci consentono di mantenere gli indirizzi gestionali volti al costante sostegno dell’economia reale edegli imprenditori seri e capaci.
Come premessa all’elencazione dei dati di bilancio, vogliamo sottolineare che anche il 2009 è statoper la nostra Banca un anno “differente” e speciale, nel quale spiccano quattro eventi in particola-re: l’entrata in funzione della Risonanza Magnetica donata nel 2008 all’Ospedale Sant’Antonio Aba-te di Cantù, la richiesta di due nuove filiali nei comuni di Villa Guardia e Solbiate, l’esordio della rivi-sta per i Soci CONCORDIA parvae res crescunt, il trasferimento degli uffici di direzione nel palazzodi via Carcano.
Prima di iniziare la specifica trattazione dei singoli argomenti della relazione, diamo il benvenuto ai410 nuovi Soci entrati nel 2009 e rinnoviamo il nostro sentito cordoglio ai familiari dei Soci che nelcorso dell’anno ci hanno lasciato.
Vogliamo ricordare con particolare affetto il signor Angelo Terraneo, presidente dal 1998 al 2007,che tanto ha dato alla nostra Cassa Rurale con dedizione e spirito di servizio. Il suo ricordo e il suoesempio di uomo retto, disinteressato e determinato sono ancora vivi in tutti noi.
1. CENNI SULLO SCENARIO MACROECONOMICO, SUL SISTEMA CREDITIZIOITALIANO, SULL’ANDAMENTO DEL SISTEMA BCC E SULL’ECONOMIA DELLEAREE TERRITORIALI IN CUI OPERA LA BCC
Economia internazionale
L’andamento dell’economia nel 2009 è stato profondamente segnato dagli effetti della crisi scoppia-ta nell’ultimo trimestre del 2008. Dopo la recessione che si è protratta fino ai mesi estivi, gli andamen-ti congiunturali hanno segnato un’inversione di tendenza dovuta anche all’efficacia delle politiche eco-nomiche poste in essere. Il motore della crescita è stato rappresentato dalle economie emergenti. NeiPaesi avanzati si è verificata una forte ricomposizione della domanda, dalla componente privata aquella pubblica. D’altra parte permangono incertezze sull’andamento del mercato del lavoro, che ti-picamente risente con ritardo delle fasi negative del ciclo, e sulla tempistica del percorso di rientro del-le politiche fiscali e monetarie espansive.
Nel terzo trimestre 2009 l’economia mondiale si è rafforzata, pur con andamenti diversi tra paesi earee. Nei Paesi avanzati il prodotto ha ripreso ad espandersi anche se ad un ritmo complessivamentemoderato, mentre ha accelerato in quelli emergenti, in particolare asiatici. Il PIL è tornato a crescerenegli Stati Uniti e nell’area Euro, ha continuato ad espandersi in Giappone ed ha accelerato nelle eco-nomie emergenti dell’Asia e dell’America Latina.
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Nel quarto trimestre è proseguito il recupero della produzione industriale dai minimi toccati nella pri-ma metà del 2009 ed è ulteriormente migliorato il clima di fiducia. Negli Stati Uniti e in Giappone siè attenuata la caduta dell’occupazione. Le tensioni sui mercati finanziari si sono allentate e la restri-zione del credito bancario si è fatta meno intensa.
Negli Stati Uniti, il PIL nel terzo trimestre è cresciuto del 2,2% su base annua, sostenuto principalmen-te dai consumi privati. Le esportazioni sono aumentate per la prima volta da oltre un anno di circa il18% ma ancora maggiore è stato l’incremento delle importazioni (+21%). Nell’insieme l’attività eco-nomica statunitense ha tratto un sostegno fondamentale dall’attuazione del programma di stimolo fi-scale approvato dal governo in febbraio che prevedeva investimenti pubblici, riduzione delle impostealle famiglie e incentivi fiscali alle imprese.
Vari elementi sembrano indicare che l’espansione dell’economia possa continuare anche se perman-gono rilevanti fattori di rischio. Un freno ai consumi potrà derivare dal desiderio delle famiglie di risa-nare i propri bilanci; la situazione del mercato del lavoro rimane debole e gli investimenti continuanoa risentire della restrizione del credito bancario.
In Giappone nel terzo trimestre del 2009 il PIL è aumentato dell’1,3% in ragione d’anno. Vi hannocontribuito principalmente i consumi privati, e le esportazioni soprattutto verso i paesi dell’Asia; è in-vece proseguita la contrazione degli investimenti privati. Per il quarto trimestre gli indicatori appaionoinvece contrastanti: sembra in costante crescita l’espansione delle esportazioni, si registra un miglio-ramento del clima di fiducia delle imprese, ma è tornato ad aumentare il tasso di disoccupazione e siregistra un calo dei prezzi dell’1,9% rispetto all’anno precedente.
Nel Regno Unito la caduta del PIL è proseguita anche nel terzo trimestre 2009 pur attenuandosi ad un-0,6% in base annua. La contrazione ha riflesso soprattutto l’ampio contributo negativo delle scortee delle esportazioni nette. Al contrario i consumi privati si sono stabilizzati, si è arrestato il calo del-l’occupazione e l’inflazione al consumo è risalita.
Nei Paesi emergenti l’attività economica si è ulteriormente rafforzata; l’andamento della produzioneindustriale e le previsioni segnalano che l’espansione dovrebbe proseguire nel quarto trimestre del2009 e nel 2010 contribuendo alla crescita del PIL nei paesi industriali. In Cina il PIL è aumentatodell’8,9% su base annua sostenuto da una forte dinamica dei consumi privati e degli investimenti fis-si. In India l’aumento è stato del 7,9% grazie soprattutto alle misure di stimolo fiscale; in Brasile del5,1% grazie agli investimenti privati e ai consumi.
Nel terzo trimestre del 2009 il PIL dell’area euro è aumentato dello 0,4% interrompendo una sequen-za di cinque cali consecutivi. Fra i principali paesi la crescita in Germania (+0,7%) e in Francia (+0,3%)hanno fatto seguito a quelle già registrate nel secondo trimestre, mentre in Italia per la prima voltadalla primavera 2008 è stato registrato un incremento dello 0,6 per cento. Segno negativo invece an-cora per la Spagna (-0,3%). La dinamica positiva è quasi completamente attribuibile all’aumento delvalore aggiunto del settore industriale, a fronte del ristagno sia nel terziario che nell’agricoltura e del-la flessione del settore delle costruzioni. Dal lato della domanda la crescita è stata determinata dall’in-cremento delle esportazioni mentre la domanda interna è rimasta debole.
Sulla base degli indicatori congiunturali disponibili, la crescita del PIL dell’area euro sarebbe prosegui-ta nel quarto trimestre; dopo una lieve contrazione nel mese di ottobre, la produzione industriale haripreso in novembre la tendenza positiva iniziata nei mesi precedenti.
Sulla ripresa, favorita dalla vivacità degli scambi internazionali, rimane il freno della marcata debolez-za delle componenti interne della domanda: nei mesi autunnali del 2009 il trend delle vendite al det-taglio ha continuato a declinare, riflettendo la prudenza dei comportamenti di spesa a fronte di unpeggioramento della situazione del mercato del lavoro.
Sulla base delle informazioni disponibili, nel complesso del 2009 l’inflazione dell’area si è attestataall’1 per cento. Nel mese di novembre l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è tornato a cresce-re sostenuto soprattutto dalla componente energetica. Le previsioni per il 2010 attestano un livellodell’inflazione nell’area euro pari all’1,2%.
Per tutto il 2009 il Consiglio direttivo della BCE ha mantenuto il tasso ufficiale all’1% ma nella riunio-
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ne di dicembre si è stabilito di procedere gradualmente alla rimozione delle operazioni di rifinanzia-mento di carattere eccezionale ritenute non più indispensabili.
Economia Italiana
Nel quarto trimestre 2009 il PIL è diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e del 3%nei confronti del quarto trimestre 2008, facendo segnare una media annua del -5,1%. Negli altripaesi industrializzati nel quarto trimestre il PIL è aumentato dell’1,4% negli Stati Uniti, dell’1,1% inGiappone, dello 0,6% in Francia e dello 0,3% nel Regno Unito.
Al continuo miglioramento della fase ciclica desumibile dai sondaggi congiunturali non è corrispostoil rafforzamento degli indicatori di natura quantitativa. Il recupero delle esportazioni, determinantinel sostenere l’espansione a fronte della debolezza dei mercati interni, prosegue ma stenta ad inten-sificarsi. I consumi delle famiglie continuano a subire il freno della forte riduzione del potere d’acqui-sto. Perdura anche la crisi sul mercato del lavoro: nel terzo trimestre del 2009 l’occupazione è risul-tata inferiore di 508.000 persone rispetto ad un anno prima e il tasso di disoccupazione è salito al7,8% con un ulteriore aumento all’ 8,3% nello scorso mese di novembre.
Sulla base dei dati disponibili nella media del 2009 l’inflazione al consumo, misurata dall’indice perl’intera collettività nazionale, è scesa allo 0,8% dal 3,3% del 2008.
L’attività industriale, dopo aver segnato un forte rimbalzo nel terzo trimestre del 2009 soprattuttograzie al contributo delle manifatture di beni intermedi, strumentali e di consumo durevole, è torna-ta a diminuire in chiusura d’anno rimanendo su livelli ancora molto bassi.
Nel terzo trimestre 2009 i consumi delle famiglie sono aumentati dello 0,4% in termini congiuntu-rali, aumento sostenuto in larga parte dagli acquisti dei beni durevoli, favoriti dagli incentivi fiscali alsettore automobilistico, nonché da quelli dei prodotti semidurevoli. Nel corso dei complessivi novemesi del 2009 gli acquisti delle famiglie sono diminuiti del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2008frenati dalla diminuzione del reddito disponibile. Il debito delle famiglie in rapporto al reddito dispo-nibile è rimasto stabile attorno al 58%, un valore ancora molto inferiore a quello dell’area euro (cir-ca 94%). Gli oneri sostenuti dalle famiglie per il rimborso dei prestiti (interesse più capitale) hannocontinuato a diminuire scendendo al 9,4% del reddito disponibile, grazie anche all’ulteriore riduzio-ne dei tassi di interesse sui mutui per l’acquisto di abitazioni. I tassi del credito al consumo sono in-vece lievemente aumentati.
Nel terzo trimestre del 2009 l’occupazione si è ridotta per la quinta volta consecutiva, con un calodello 0,5%. La diminuzione ha interessato tutto il Paese e tutti i settori produttivi. Maggiormente in-teressati i giovani con età compresa tra i 15 e i 24 anni. Il calo, come nei periodi precedenti, è statoparticolarmente marcato per i lavoratori a tempo determinato, ma, per la prima volta dal 1999, il nu-mero degli occupati con contratto a tempo indeterminato ha subito una consistente riduzione, so-prattutto nelle imprese di piccola dimensione.
Nel 2009 le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni sono state 918 milioni, il valore più ele-vato in assoluto e con un forte aumento anche della Cassa Integrazione Straordinaria, riservata alleimprese in maggiori difficoltà.
Economia locale
La situazione in Lombardia
Nel quarto trimestre 2009 la variazione congiunturale della produzione è stata positiva, dopo ben 6trimestri caratterizzati dal segno negativo. Anche la variazione annua conferma un’inversione di ten-denza e l’avvio di una lenta ripresa dal punto di minima toccato nel 2009. L’insieme dei vari indica-tori mostra segni di una ripresa seppur contenuta e in un contesto ancora ricco di criticità.
Il quarto trimestre 2009 registra un incremento positivo (+0,4%) del dato congiunturale e un arre-
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tramento del calo tendenziale dei livelli produttivi dell’industria (-5,7% dopo tre trimestri consecuti-vi con valori oltre il -10%) portando la variazione del PIL regionale a -4,7% rispetto all’anno prece-dente. Alla luce delle previsioni più recenti si stima che per il 2010 il PIL possa tornare positivo conun incremento del +1,1% dovuto soprattutto al positivo contributo del commercio estero. Le azien-de artigiane manifatturiere registrano maggiori difficoltà rispetto alle industrie, ma si è stabilizzatasia la riduzione tendenziale della produzione (-10% su base annua) che il calo congiunturale (-2,8%rispetto al trimestre precedente).
Le variazioni tendenziali positive non sono state omogenee in tutti i settori industriali: se l’alimenta-re e il chimico hanno registrato segnali di crescita, permangono sul versante negativo, seppur convalori meno critici, la meccanica, i minerali non ferrosi e le manifatture varie. Nel settore dell’artigia-nato le variazioni sono comprese tra un -11,8% della meccanica e un -4% dell’alimentare.
I dati sulla produzione per classi dimensionali presentano un’intensificazione del divario tra i risulta-ti delle piccole imprese (da 10 a 49 addetti) ancora molto sofferenti, e le performance delle medie(da 50 a 99 addetti) e grandi aziende (oltre i 200) che vedono rallentare sensibilmente la loro disce-sa. Anche nell’artigianato i migliori risultati sono appannaggio delle imprese maggiori (oltre 10 ad-detti), ma si tratta solo di un rallentamento della caduta e non di una inversione di tendenza, men-tre le medie (da 6 a 9 addetti) e le micro (da 3 a 5) evidenziano ancora difficoltà.
All’interno dell’ultimo trimestre 2009 l’occupazione risulta ancora in flessione per l’industria con unsaldo di -1,5%. In leggera diminuzione la quota di aziende che fanno ricorso alla Cassa Integrazio-ne Guadagni (34,5%).
Nel biennio 2008-2009 il numero delle imprese lombarde iscritte ai Registri delle Camere di Com-mercio è lievemente diminuito. Al termine del 2009 si contano 954.314 imprese registrate e 268.878imprese artigiane (-1,4% rispetto al 2008).
La Provincia di Como
Nella provincia di Como, l’anno 2009 si è chiuso ancora nell’area della negatività, con un costantedecremento di tutti gli indicatori economici. Solo negli ultimi mesi dell’anno, e per alcuni settori, siè registrato una attenuazione del ritmo di caduta.
L’87% delle aziende comasche è sotto i 100 dipendenti e il 75% sotto i 50. Si tratta in prevalenzadi aziende familiari, con diffusi problemi di sottocapitalizzazione.
Il ridimensionamento ha interessato tutti i settori ed i comparti: da quello produttivo, sia industrialeche manifatturiero artigiano, a quello commerciale compreso l’interscambio con l’estero. Solo il set-tore del turismo ha chiuso il 2009 con valori in crescita.
Il difficile momento dell’economia lariana è testimoniato anche dal consistente aumento del nume-ro dei fallimenti dichiarati dal tribunale: 60,2% in più rispetto al 2008 per un totale di 266 imprese.
Settore manifatturiero industriale
Si è attenuata nei mesi finali dell’anno la caduta produttiva che si era manifestata assai ampia nei tri-mestri precedenti. Il quarto trimestre si è chiuso con una diminuzione dell’indice di produzione indu-striale del 9,2%, diminuzione meno marcata rispetto ai trimestri precedenti ma comunque preoccu-pante. Il consuntivo annuo della produzione industriale indica una flessione dell’11,5% rispetto al2008. Come nei periodi precedenti, le aziende che hanno fatto registrare performances peggiori so-no state quelle di piccole e medie dimensioni.
L’andamento occupazionale delle aziende ha mostrato un saldo negativo dell’1,18 per cento.
Dalle rilevazioni del quarto trimestre emergono anche segnali di ottimismo: il tasso di utilizzo degliimpianti è migliorato passando dal 55,8% al 58,6%; si è attenuata la negatività dell’andamento del
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fatturato che ha recuperato, pur restando di segno negativo, circa 7 punti percentuali sia sul merca-to interno che su quello estero; l’indice di riassortimento degli ordini è cresciuto, rispetto al trimestreprecedente, del 3% per il mercato interno e del 4,3% per quello estero.
Nel quarto trimestre le ore autorizzate dalla Cassa Integrazione Guadagni, per la gestione ordinaria,sono state ancora elevate, oltre 4,5 milioni, ma in flessione di circa 700 mila ore rispetto al trimestreprecedente. La maggior parte sono state assorbite dal settore meccanico (31,2%) da quello tessile(29,2%) e del legno (16,2%). La gestione straordinaria ha autorizzato nell’ultimo trimestre dell’an-no 2,2 milioni di ore, quasi tutte a favore del settore tessile.
Settore manifatturiero artigiano
Anche per il settore manifatturiero artigiano è rallentato il ritmo di discesa della produzione; il con-suntivo annuo indica un calo del 10% rispetto al 2008 contro un 11% della media della regioneLombardia.
Il calo produttivo ha riguardato soprattutto le aziende di piccole dimensioni (quelle di medie dimen-sioni hanno mostrato una flessione produttiva più contenuta) e i settori del tessile e della carta-edi-toria. Le uniche indicazioni positive vengono dal riassortimento degli ordinativi, cresciuti del 4% pergli ordini interni e del 2,3% per quelli esteri.
Sul fronte occupazionale si registra una diminuzione degli addetti pari all’1,6%.
Commercio
Nel settore commerciale il volume d’affari del quarto trimestre ha subito un calo del 3% rispettoall’analogo periodo del 2008, pur rallentato rispetto ai trimestri precedenti. L’andamento miglio-re è stato registrato negli esercizi con oltre 50 addetti e in quelli del commercio non specializza-to. La dinamica occupazionale ha fatto registrare un calo degli addetti dell’1,8% nell’ultimo tri-mestre.
Servizi
Il settore dei servizi, comprendente tutte le attività del terziario, ha registrato nel quarto trimestre del2009 una flessione del volume d’affari del 5,6% con una punta negativa per il comparto delle co-struzioni (-8%).
Turismo
Gli indici relativi al settore turistico della provincia di Como sono, per il 2009, in controtendenza ri-spetto a quelli di tutti gli altri settori occupazionali: infatti si sono registrati aumenti sia nel numero(+5,6%) che nelle giornate di presenza (+ 3,2%) dei turisti, sia italiani che stranieri. Di questi incre-menti hanno beneficiato anche le strutture extra alberghiere.
Quasi il 22% dei turisti stranieri provengono dalla Germania (+ 12% rispetto al 2008) seguono Sviz-zera, Regno Unito, Francia e Paesi Bassi, tutti con quote comprese tra il 10 e il 12% e tutti con for-ti aumenti ad eccezione dei paesi britannici. In calo invece i turisti americani che rappresentano il 9%degli arrivi.
Demografia Imprese
Nel corso dell’ultimo trimestre del 2009 il saldo tra iscrizioni e cancellazioni dal Registro delle Impre-se è stato positivo di 15 unità (809 contro 794). A fine anno le imprese iscritte erano 50.119 controle 50.442 al 31/12/2008.
All’albo delle imprese Artigiane nel quarto trimestre 2009 si sono registrate 278 iscrizioni (-24% ri-spetto allo stesso periodo del 2008) contro 296 cancellazioni (+7%). A fine anno il numero delle im-prese artigiane era di 17.927 contro le 18.060 di fine 2008.
R E L A Z I O N I16
Mercato del lavoro
Nel corso del 2009 le persone che si sono rivolte ai Centri per l’impiego della provincia di Como perla ricerca di un’occupazione sono sensibilmente aumentate, arrivando a quota 18.537 con un au-mento del 150% rispetto all’anno precedente. L’80% è rappresentato da italiani, il 19% da extraco-munitari e l’1% da cittadini della Comunità Europea.
Cassa Integrazione
Nel 2009 il numero di ore di Cassa Integrazione Guadagni richieste è risultato di 16.819.205 con unaumento percentuale del 674% rispetto all’anno precedente.
Il settore che ha registrato il maggior ricorso è quello del tessile che, con un totale di 6.037.519 ore,rappresenta il 35% del totale. Il maggior incremento percentuale (1722%) ha interessato invece ilsettore metalmeccanico per un totale complessivo di 5.536.831 ore. Importanti aumenti anche nelsettore chimico (780%), legno (1227%), cartotecnico (597%).
Con specifico riferimento al settore del legno si evidenzia come l’andamento produttivo degli ultimimesi abbia fatto registrare per molte realtà del settore un pesante calo rispetto allo stesso periododel 2008, con contrazioni medie intorno al 30%. Tutti gli indicatori sono risultati negativi: netta di-minuzione dell’interscambio commerciale (sia dell’import che dell’export), stazionarietà delle scortedi magazzino, progressiva contrazione dell’orario di lavoro settimanale e massiccio ricorso alla Cas-sa Integrazione sia ordinaria che straordinaria e alla mobilità.
Il sistema bancario
Nel corso del 2009 il Consiglio direttivo della BCE ha ridotto ripetutamente il tasso di interesse sulleoperazioni di rifinanziamento principali (di 150 punti base), i tassi di interesse sulle operazioni di rifi-nanziamento marginale (di 125 punti base) e sui depositi presso la banca centrale (di 75 punti base),i cui valori di fine anno sono rispettivamente dell’1,00, dell’1,75 e dello 0,25 per cento.
Le prime stime mostrano a dicembre 2009 una lieve accelerazione della dinamica della raccolta in eu-ro delle banche italiane rappresentata dai depositi a clientela residenti e dalle obbligazioni: il tasso dicrescita tendenziale è risultato pari all’8,9%. Più in particolare la raccolta bancaria è risultata pari a1.974,5 miliardi di euro con un incremento di circa 161 miliardi. I depositi da clientela residente han-no segnato un ritmo di crescita tendenziale del 7,6% mentre le obbligazioni delle banche sono risul-tate in crescita del 10,8% su base annua. In contrazione la dinamica delle operazioni pronti controtermine con la clientela, diminuite a novembre del 30,5%. In calo del 12,8% anche i depositi sul-l’estero.
Le statistiche armonizzate del sistema europeo di banche centrali rilevano come il tasso sui depositi ineuro applicato alle famiglie e alle società non finanziarie abbia manifestato una flessione che recepi-sce sia i segnali della BCE ed il trend delle condizioni del mercato interbancario: a dicembre 2009 èrisultato pari allo 0,69%, ben al di sotto dell’1,99% di dicembre 2008. Il tasso medio della raccoltabancaria da clientela (che comprende il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti con-tro termine) si è collocato a fine anno all’1,56%, un punto e mezzo in meno rispetto a dicembre 2008.
In Italia la dinamica dei finanziamenti alle imprese, dopo aver raggiunto il valore minimo di -1,6% adottobre 2009 (dal +6,8% di fine 2008) ha lievemente recuperato a novembre (+0,5%) ed ha interes-sato tutti i settori produttivi. Il dato risulta in controtendenza rispetto alla media dell’area Euro (-2,6%)e rispetto agli altri principali paesi europei.
Una maggiore accelerazione è stata riscontrata nei finanziamenti alle famiglie. A novembre il tasso dicrescita tendenziale è cresciuto di quasi il 6% tornando ai livelli di inizio 2008 e segnando il migliorrisultato fra i principali Paesi dell’Area Euro, la cui media ha segnato un +0,5%. Il traino principale èvenuto dai mutui per l’acquisto di abitazioni (+6%). La sensibile riduzione dei tassi di interesse degliultimi mesi e la propensione delle famiglie italiane “al mattone” hanno rappresentato un fattore distimolo verso questo tipo di investimento.
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Sui valori di minimo storico i tassi sui finanziamenti: il tasso medio ponderato sul totale dei prestiti afamiglie e a società non finanziarie è diminuito, in coerenza con quanto previsto dalla BCE e con l’an-damento delle condizioni di mercato, fino al 3,77% (il valore più basso mai raggiunto) contro il 6,09%di dicembre 2008.
Lo spread fra tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta è risultato a dicembre 2009 pari a226 punti base, 80 in meno rispetto allo stesso mese del 2008. In contrazione anche il differenzialetra tasso medio dell’attivo fruttifero e tasso medio sulla raccolta a clientela ordinaria, che è risultatoin media pari a 2,32 punti percentuali (63 punti base al di sotto della media 2008).
A novembre 2009 le sofferenze lorde ammontavano a 58 miliardi di euro, 1,4 miliardi in più rispettoad ottobre 2008 (+46,5%). In rapporto agli impieghi risultano pari al 3,25% (dal 2,27% di novem-bre 2008). Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si è collocato all’1,97% (1,24% nel 2008). Ilrapporto sofferenze nette/patrimonio di vigilanza è risultato pari all’11,9% a novembre 2009 (era il7,84% a fine 2008).
Il portafoglio titoli del totale delle banche, collocatosi a 452,8 miliardi di euro, si raffronta ai 339,3miliardi di dicembre 2008 con una crescita del 33,5 per cento.
Il mercato finanziario
Dopo gli ampi rialzi registrati tra marzo e settembre, nell’ultimo trimestre del 2009 l’indice generaledella Borsa Italiana è rimasto pressoché stabile, analogamente alle altre borse europee. Nel comples-so l’indice è salito del 20,7% (23,4% nell’Area Euro) ma resta comunque ben al di sotto dei livelliprecedenti al dissesto della banca d’investimento Lehman Brothers. A fine dicembre erano quotatepresso la Borsa Italiana 291 società.
Le Casse Rurali ed Artigiane - Banche di Credito Cooperativo (BCC)
L’andamento delle BCC nel contesto del sistema bancario
Nel corso del 2009 le BCC hanno continuato a sostenere l’economia reale con significativi flussi difinanziamento e favorevoli condizioni di accesso al credito.
In parallelo, si è incrementato sensibilmente il numero dei dipendenti e dei soci.
Gli assetti strutturali
Alla fine del III trimestre 2009 si registrano 426 banche (pari al 53,4% del totale delle banche ope-ranti in Italia), con 4.192 sportelli (12,3% del sistema bancario). Gli sportelli sono diffusi in 98 pro-vince e 2.647 comuni.
Gli sportelli sono aumentati del 3,7%, a fronte della sostanziale stazionarietà registrata per il restodel sistema bancario (+0,3%).
A settembre 2009 le BCC rappresentavano ancora l’unica presenza bancaria in 549 comuni italiani,mentre in altri 516 comuni avevano un solo concorrente.
Il numero dei soci delle BCC era pari a dicembre 2009 a 1.010.805 unità, con un incremento annuodel 5,1%. Il numero complessivo dei clienti superava, a settembre, i 5.600.000, con un incrementoannuo del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
E’ proseguita, infine, la crescita dei dipendenti all’interno della categoria: il numero dei collaborato-ri del Credito Cooperativo (includendo le Federazioni Locali, le società del Gruppo Bancario Iccrea, leCasse Centrali e gli organismi consortili) approssimava a dicembre le 35.400 unità, di cui 31.000 del-le BCC.
R E L A Z I O N I18
Lo sviluppo dell’intermediazione
Nel corso del 2009 si è assistito ad uno sviluppo significativo dell’attività di impiego delle BCC e aduna crescita della raccolta in linea con la media del sistema bancario.
Con particolare riguardo all’attività di finanziamento, in un periodo in cui l’inasprirsi della crisi finan-ziaria e il sostanziale blocco del mercato interbancario hanno determinato un forte rallentamento deifinanziamenti al tessuto economico del paese, le BCC hanno continuato ad erogare credito quandole altre banche lo restringevano ed hanno promosso una serie di interventi originali a favore dell’eco-nomia dei territori di insediamento per venire incontro alle esigenze dei loro soci e clienti in un mo-mento di difficoltà generalizzata.
Gli impieghi economici sono cresciuti del 6,3%, tasso di sviluppo superiore di quasi tre volte a quel-lo registrato per il sistema bancario complessivo (+2,2%), arrivando a superare a dicembre 2009 i125,6 miliardi di euro, dei quali 77,5 miliardi di mutui (+13%).
Il positivo differenziale di crescita degli impieghi delle BCC rispetto alle altre banche, soprattuttoquelle di maggiori dimensioni, testimonia la peculiare propensione delle banche della categoria acontinuare ad erogare credito anche nelle fasi congiunturali avverse, svolgendo, di fatto, una funzio-ne anticiclica riconosciuta anche dall’Organo di Vigilanza.
Con riguardo ai settori di destinazione del credito, particolarmente significativa è stata la crescita deifinanziamenti erogati alle famiglie consumatrici (+8,9%), alle imprese artigiane e alle altre impreseminori con più di 20 dipendenti (rispettivamente +6,7 e +11,7%) ed alle istituzioni senza scopo dilucro (+12,9%).
A fronte dell’intensa attività di finanziamento descritta, l’analisi della rischiosità del credito delle ban-che della categoria nel corso degli ultimi dodici mesi ha evidenziato l’acuirsi del deterioramento giàevidenziato nel corso del precedente esercizio: i crediti in sofferenza sono cresciuti notevolmente intutte le aree del Paese e le partite incagliate hanno segnato un ulteriore significativo incremento.
Nel dettaglio, i crediti in sofferenza delle BCC risultano incrementati ad un ritmo superiore di cinquevolte a quello degli impieghi economici (+36,4%); per il sistema bancario complessivo il tasso di cre-scita dei crediti in sofferenza è stato superiore di oltre 19 volte a quello degli impieghi (+42,8%).
A dicembre 2009 il rapporto sofferenze/impieghi era pari per le BCC al 3,6% rispetto al 2,8% del-lo stesso periodo del 2008. Nel sistema bancario complessivo, nonostante le ingenti operazioni dicessione/cartolarizzazione di crediti, il rapporto sofferenze/impieghi è cresciuto di un intero puntopercentuale, raggiungendo a dicembre quota 3,3 per cento.
La crescita dei crediti in sofferenza delle BCC è stata particolarmente rilevante con riguardo ai pren-ditori di maggiore dimensione: per le imprese non finanziarie è stata del 56,9%, per le imprese mi-nori con più di 20 addetti del 46,4%. La crescita risulta più contenuta con riferimento alle famiglieproduttrici e consumatrici (rispettivamente 18,3% e 21,5%). Il rapporto sofferenze/impieghi è risul-tato particolarmente elevato per le imprese artigiane e le altre imprese minori con più di 20 addetti,per le quali superava a fine 2009 rispettivamente l’ 8,4 ed il 6,4 per cento.
Con specifico riguardo alla clientela imprese, il rapporto sofferenze/impieghi è cresciuto di 1 puntopercentuale, dal 3,1 al 4,1%. L’indice di rischio a fine 2009 risulta particolarmente elevato nel com-parto dei macchinari (6,5%, in crescita di 2,5 punti percentuali rispetto a fine 2008), della manifattu-ra tradizionale e dell’edilizia (rispettivamente 5,7 e 4,7%, con un aumento di 1,2 punti percentuali).
La raccolta complessiva delle BCC ha raggiunto a dicembre i 147,4 miliardi di euro, con un tasso dicrescita del 9,7%, superiore alla media dell’ 8% rilevata nel sistema bancario.
Le obbligazioni emesse dalle banche della categoria ammontavano alla fine del 2009 a quasi 59 mi-liardi di euro, pari al 40% della raccolta complessiva (41% nella media del sistema bancario).
Per quanto concerne la dotazione patrimoniale, a dicembre 2009 l’aggregato “capitale e riserve”ammontava a 18,6 miliardi di euro.
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Il tier 1 ratio e il coefficiente di solvibilità, in crescita rispetto alla fine del 2008, erano pari per le BCCrispettivamente al 14,2 ed al 14,9% (13,8 e 14,6% a fine 2008). Alla fine del III trimestre 2009 iltier 1 ratio e il coefficiente di solvibilità dei cinque principali gruppi bancari erano pari rispettivamen-te al 7,9 ed all’11,5 per cento.
Con riguardo, infine, agli aspetti reddituali, le informazioni preliminari indicano una flessione dell’uti-le di esercizio non inferiore al 40% rispetto al 2008.
L’andamento delle Casse Rurali ed Artigiane - Banche di Credito Cooperativodella Lombardia
I dati raccolti a dicembre 2009 mostrano, per il Credito Cooperativo Lombardo, dinamiche di inter-mediazione positive, con volumi in crescita sia per la raccolta che per gli impieghi.
Gli impieghi, attestatesi a quota 25,4 miliardi di euro, sono aumentati rispetto al 2008 del 6,4% (+1,6miliardi), percentuale di crescita nettamente inferiore a quella dell’esercizio precedente (+12,4% ri-spetto al 2007). La crescita totale è stata sostenuta dal comparto mutui (+14,4% per 15,6 miliardi dieuro) mentre sono nettamente in calo i conti correnti attivi (-6,5%).
La raccolta diretta ha registrato nel 2009 una crescita dell’ 8,2% raggiungendo i 29,1 miliardi di eu-ro. L’aumento si è registrato sia sul fronte delle obbligazioni emesse (+7,6% per un totale di 13,1 mi-liardi) ma soprattutto grazie ai conti correnti passivi che sono aumentati del 21,1% rispetto all’annoprecedente, raggiungendo i 13,2 miliardi di euro.
Il patrimonio contabile delle BCC lombarde sfiora alla fine del 2009 i 4 miliardi di euro.
Le sofferenze hanno registrato un forte aumento, con un tasso di crescita annuo pari al 46,6% perun totale di 766 milioni al 31/12/2009. Considerato anche il parallelo incremento dei crediti a clien-tela, l’indicatore sofferenze/impieghi passa dal 2,19% di fine 2008 al 3,02% di dicembre 2009.
La branca di attività economica rispetto alla quale di registra la maggior esposizione creditizia è quel-la riferita agli “Altri Servizi destinabili alla Vendita” (23,7% degli impieghi e 18,9% delle sofferenze)seguita da “Edilizia e Opere Pubbliche” (12,3% degli impieghi, 15,9% delle sofferenze).
Dall’analisi dei dati di Conto Economico, le BCC Lombarde hanno mostrato delle performance reddi-tuali in netto calo rispetto all’esercizio 2008, soprattutto a causa della politica monetaria sostenutadalla BCE che contiene il livello dei tassi di mercato ai minimi storici.
Nonostante la crescita dei volumi intermediati, il margine di interesse evidenzia una diminuzione del23,2% rispetto al 2008 (pari a una contrazione di 223 milioni). Tale diminuzione deriva da una ridu-zione degli interessi attivi (-500 milioni di euro) quasi doppia rispetto a quella degli interessi passivi(-277 milioni).
Anche il margine di intermediazione è diminuito, ma in modo più contenuto (-12,9%) grazie al con-tributo positivo delle commissioni nette (+10,5%) e degli utili da cessione/riacquisto di attività e pas-sività finanziarie (+598% secondo il metodo di riclassificazione IAS). I costi operativi sono aumentatidel 4,7% raggiungendo i 669 milioni di euro; il costo del personale è aumentato dell’1,2%, le altrespese amministrative del 2,7%, gli ammortamenti del 7,6%. Il risultato lordo di gestione si è fissatoa circa 330 milioni di euro, con una diminuzione del 35% rispetto all’esercizio precedente.
Dall’analisi dei tassi medi di impiego e raccolta a dicembre 2009 emerge come le BCC lombarde ab-biano registrato un netto calo nel livello delle condizioni attive e passive applicate rispetto all’eserci-zio 2008. Il tasso medio lordo degli impieghi è diminuito di 3,10 punti percentuali passando dal 6,8%al 3,7%. Più contenuta la diminuzione del tasso medio di raccolta, pari all’1,46% a dicembre 2009con una diminuzione di 1,77 punti percentuali (3,23% a fine 2008). Tale riduzione, in linea con la po-litica di contenimento dei tassi adottata dalla BCE, ha comportato una riduzione dello spread medioche è passato dai 3,57 punti di fine 2008 ai 2,24 di fine 2009.
R E L A Z I O N I20
Gli obiettivi e le frontiere del Credito Cooperativo
Sono numerose le sfide che in questo periodo le BCC sono chiamate a gestire. Alcune sono costan-ti, e attengono alla qualificazione della gestione, al controllo e al presidio dei rischi, alla ricerca del-l’efficienza con particolare riferimento ai costi, alla costante traduzione in pratiche operative dellapropria originale identità. Altre sfide sono in parte strutturali, in parte congiunturali e vengono reseancora più evidenti dalle situazioni di contesto. Nevralgici appaiono oggi alcuni temi. In particolare:
• il rafforzamento della cultura e dei presidi della mutualità;
• l’individuazione di nuovi strumenti di governance della rete;
• la definizione in chiave strategica dei processi di rafforzamento patrimoniale.
Il rafforzamento della cultura e dei presidi della mutualità
Il rafforzamento della mutualità per le BCC non è mera questione di principi, ma di posizionamentostrategico nel mercato.
La costante crescita della compagine sociale richiede di ricercare modalità operative capaci di “ani-mare” la partecipazione e il coinvolgimento, ponendosi obiettivi di valorizzazione e applicazione del-la mutualità nell’ambito dello sviluppo futuro della nostra banca.
Nuovi strumenti di “governance” della rete
Le BCC hanno dimostrato più volte, soprattutto negli ultimi trent’anni, la capacità di individuare ef-ficaci strumenti di auto-governo e di auto-tutela. Per tale ragione sarà determinante l’avvio operati-vo del FGI, che potrà utilizzare, insieme con le Federazioni Locali e Federcasse, nuove e maggiori le-ve, con l’obiettivo di garantire la stabilità e solvibilità del sistema, anche con il supporto operativo del-le Banche di secondo livello, che potrebbero svolgere a questo scopo un prezioso ruolo funzionale.
Il Fondo di Garanzia Istituzionale potrebbe essere lo strumento per riconoscere la rete delle BCC an-che ai fini regolamentari e senza alcuna implicazione sul piano dell’autonomia formale e sostanzia-le delle singole banche partecipanti.
Il FGI configura uno scenario innovativo che, in un’ottica di una vera e propria “finanza di sistema”,potrà favorire un migliore orientamento delle BCC al mercato e alle esigenze della clientela e dellecomunità locali di riferimento.
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Dati strutturali di sintesi
BCC LOMBARDIA
Descrizione Dicembre 2009 Dicembre 2008 ∆%
Dipendenti 5.853 5.690 2,86Soci 154.293 146.157 5,57Sportelli 767 728 5,36Banche 46 47 -2,13N° Conti Correnti 826.888 766.832 7,83Raccolta diretta * 29.142.813 26.930.928 8,21Impieghi * 25.372.516 23.847.275 6,40
Fonte: Matrice dei Conti; * dati in migliaia di euro
La definizione in chiave strategica dei processi di rafforzamento patrimoniale
L’operatività delle BCC ha privilegiato, negli anni passati, il finanziamento delle esigenze dell’econo-mia locale rispetto al mantenimento di elevati ratios patrimoniali: questo approccio era pienamentegiustificato dall’eccesso di capitale accumulato che è stato così impiegato a vantaggio della comuni-tà. In prospettiva, però, l’assottigliarsi di questo capitale in eccesso rende opportuno affrontare pertempo il tema di come finanziare l’ulteriore crescita delle BCC.
Le prime analisi portano a considerare che la risposta a questa situazione non va ricercata in un’uni-ca direzione. Non esiste “una” soluzione o un “unico” strumento cui ricorrere. L’obiettivo pare piut-tosto quello di trovare una composizione del patrimonio equilibrata, coerente con la situazione tec-nica aziendale, con i requisiti patrimoniali richiesti dalla Vigilanza, con i vincoli statutari e, al tempostesso, con gli obiettivi economici, patrimoniali e finanziari.
La necessità di rendere compatibili tutti questi profili richiede quindi anche alla nostra Banca, che pu-re si trova in una condizione privilegiata in quanto a dotazione patrimoniale, di riflettere sulla gestio-ne del capitale non solo sotto il profilo tecnico, ma in una prospettiva strategica.
La finanza di domani: finanza di relazione
La finanza del futuro sarà certamente una finanza con meno debito, più regole e più patrimonio, co-me afferma da tempo il Governatore della Banca d’Italia, che anche nel suo intervento, il 13 febbra-io scorso, al Congresso degli operatori finanziari ha ribadito: “Rinsaldare la stabilità delle banche,contenere il rischio di liquidità sono gli obiettivi del pacchetto di proposte regolamentari recentemen-te messo a punto dal Comitato di Basilea. Il patrimonio degli intermediari dovrà essere composto dastrumenti di qualità elevata, veramente capaci di assorbire le perdite; la leva finanziaria verrà limita-ta; si attenueranno gli aspetti pro-ciclici della regolamentazione, prevedendo riserve e accantona-menti da accumulare nei periodi di forte crescita, da utilizzare quando si materializzino perdite”.
Ma la finanza di domani sarà più “personale” di quella di ieri, in grado di valorizzare la conoscenzae la relazione.
Questa personalizzazione è interpretata soprattutto dalle banche del territorio e delle comunità.
La teoria economica sottolinea il ruolo delle banche del territorio all’interno del quale l’intermedia-rio ottiene e gestisce le informazioni sull’impresa attraverso un rapporto di clientela privilegiato eprolungato nel tempo, con positivi effetti in termini di maggiore disponibilità di credito a miglioricondizioni.
E’ nella consapevolezza del ruolo degli intermediari “del territorio e delle comunità locali” che le BCCrichiamano l’esigenza che il processo di elaborazione ed applicazione normativa sia costantementeimprontato a logiche di effettiva proporzionalità, evitando il rischio che la nuova regolamentazione,pensata per evitare in futuro situazioni di crisi, finisca per imporre pesanti ed onerosi adempimenti aquegli operatori che non sono stati all’origine dei problemi, ma anzi si sono rivelati efficaci nel com-batterne gli effetti.
Per tale ragione le Banche di Credito Cooperativo hanno più volte richiesto che il tema della tutela epromozione della “biodiversità imprenditoriale” sia un tema trasversale e di tutti, non di una catego-ria, e che le ragioni delle piccole imprese, anche in ambito bancario, trovino spazio nelle sedi istitu-zionali e consentano declinazioni delle nuove normative improntate a quattro principi di base:
1. l’affermazione del valore economico e sociale della piccola impresa in tutti i settori;
2. la semplificazione;
3. l’applicazione costante di un principio di proporzionalità, sia nella fase di scrittura sia nella fase direcepimento e applicazione delle nuove norme;
4. la valorizzazione dell’auto-regolamentazione, che accelera l’efficienza e responsabilizza i soggetti.
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R E L A Z I O N I
Conclusioni
Il 2010 è l’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Potrebbe sembrare un non-senso in Europa, una delle regioni più ricche al mondo, parlare di povertà. Ma anche in Europa il17% dei cittadini dispone di risorse limitate e non riesce a soddisfare le proprie necessità primarie.Che magari non sono il cibo o l’accesso all’acqua, ma l’inclusione e la partecipazione.
Per combattere queste povertà occorrono strutture e strumenti di mediazione ed intermediazione,palestre dove si possa esercitare il coinvolgimento, educare alla responsabilità e mettere in circolazio-ne la fiducia. Di questi elementi hanno bisogno, però, anche le comunità ricche. Perché è su questabase – mediazione, intermediazione, coinvolgimento, responsabilità, fiducia – che si costruisce lo svi-luppo. Su queste parole le Banche di Credito Cooperativo potranno continuare a dire la propria pa-rola. Anzi, a dare concretezza alla propria parola. Stimolando le migliori energie delle comunità, pre-parandole all’esercizio della responsabilità e alla partecipazione. Vivendo la sussidiarietà, applicandola mutualità e valorizzando le identità. Sono metodi che hanno consentito di ampliare le opportuni-tà e che possono essere valorizzati per costruire un nuovo sviluppo del nostro Paese.
2. ANDAMENTO DELLA GESTIONE E DINAMICHE DEI PRINCIPALI AGGREGATIDI STATO PATRIMONIALE E DI CONTO ECONOMICO
GLI AGGREGATI PATRIMONIALI
Operazioni di raccolta con clientela ordinaria
La raccolta totale aziendale è di 2.401 milioni di euro, con una crescita di 150 milioni rispetto al pre-cedente esercizio, pari al 6,66 per cento.
Raccolta diretta
La raccolta diretta complessiva è iscritta in Bilancio nelle voci 20 - Debiti verso clientela (comprenden-te come sottovoci: conti correnti, depositi a risparmio, pronti contro termine, debiti per mutui carto-larizzati, creditori diversi, ratei e risconti passivi) e 30 - Titoli in circolazione (comprendente come sot-tovoci: obbligazioni, certificati di deposito, assegni propri, creditori diversi, ratei e risconti passivi). Nelseguito la raccolta viene esaminata seguendo lo schema già adottato nei precedenti esercizi.
La raccolta diretta (voce 20 + voce 30) ammonta a 1.611 milioni con un incremento dell’ 8,97% ri-spetto al 2008. L’analisi delle forme tecniche di raccolta evidenzia, in termini assoluti, un maggior in-cremento della raccolta a vista rispetto a quella a termine.
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Dati in migliaia di euro
2009 2008 ∆ ∆%
Raccolta diretta 1.611.410 1.478.766 132.644 8,97Raccolta indiretta 789.630 772.377 17.253 2,23Raccolta complessiva 2.401.040 2.251.143 149.897 6,66
La crescita della raccolta è da ascrivere soprattutto all’incremento dei conti correnti (+ 121 milioni) edei certificati di deposito (+ 16 milioni).
Per quanto concerne il grado di concentrazione della raccolta, il 41,60% della clientela detiene il2,99% delle giacenze (sino a 5 mila euro) mentre lo 0,68% della clientela, avente somme in giacen-za superiori ai 250 mila euro, detiene il 17,69% della raccolta totale.
La seguente tabella evidenzia la raccolta diretta per classi di importo.
R E L A Z I O N I24
Dati in migliaia di euro
2009 2008 ∆ ∆%
Conti correnti 900.050 778.734 121.316 15,58Depositi a risparmio 45.440 40.490 4.950 12,23Certificati di deposito 56.582 40.072 16.510 41,20Obbligazioni 552.530 545.688 6.842 1,25Pronti contro termine 41.571 54.736 -13.165 -24,05Debiti per mutui cartolarizzati 14.997 18.841 -3.844 -20,40Altro 240 204 36 17,65Totale raccolta diretta 1.611.410 1.478.765 132.645 8,97
2009 2008% % % %
su posizioni su giacenze su posizioni su giacenze
Fino a 5 mila € 41,60 2,99 42,31 3,72Da 5 a 25 mila € 38,40 23,61 39,79 26,60Da 25 a 50 mila € 11,37 19,56 10,51 19,60Da 50 a 150 mila € 7,02 27,41 6,11 25,64Da 150 a 250 mila € 0,93 8,74 0,74 7,72Oltre 250 mila € 0,68 17,69 0,54 16,72
Raccolta indiretta
Il forte calo di fine 2008 per le note vicende finanziarie a livello mondiale è stato gradualmente rias-sorbito nel corso del 2009. Tutti i comparti (amministrato, gestioni patrimoniali, fondi) hanno chiu-so l’anno con un segno positivo, particolarmente marcato nel settore dei fondi cresciuti di oltre il10%. Nel complesso la raccolta indiretta è aumentata del 2,23% sfiorando i 790 milioni di euro.
Operazioni di impiego con clientela ordinaria
Ai sensi della vigente normativa i crediti verso clientela sono iscritti in bilancio al costo ammortizza-to e inseriti alla voce 70. Tale valore, al netto delle svalutazioni, ammonta a 1.470 milioni di euro ecomprende anche il valore dei mutui cartolarizzati nel 2006. I crediti al lordo delle svalutazioni sonopari a 1.492 milioni di euro con un incremento nell’anno dell’8,73 per cento.
La componente a medio-lungo termine risulta essere il principale fattore di crescita degli impieghi aclientela. Il comparto mutui, con un aumento di oltre 130 milioni, evidenzia un incremento percen-tuale del 14,64 per cento.
25R E L A Z I O N I
Dati in migliaia di euro
2009 2008 ∆ ∆%
Amministrato 578.330 573.590 4.740 0,83Gestioni Patrimoniali 110.519 107.811 2.708 2,51Fondi 100.781 90.977 9.804 10,78Totale 789.630 772.378 17.252 2,23
R E L A Z I O N I26
Agricoltura, silvicoltura e pesca 0,63Prodotti energetici -Minerali e metalli ferrosi e non 0,13Minerali non metalliferi 1,05Prodotti chimici 0,17Prodotti in metallo (escluse macchine) 3,10Macchine agricole e industriali 1,48Macchine ufficio e strumenti precisione 0,11Materiale e forniture elettriche 0,81Mezzi di trasporto 0,09Prodotti alimentari 1,14Tessili, cuoio, abbigliamento, calzature 2,76Carta, stampa, editoria 1,38Gomma e plastica 0,72Legno-mobili 7,69Altri prodotti industriali 0,24Edilizia e opere pubbliche 7,93Commercio all’ingrosso 6,01Commercio al minuto 3,98Alberghi e pubblici esercizi 2,03Autotrasporto merci 0,75Trasporti, comunicazioni, servizi connessi 0,70Altri servizi destinabili alla vendita 28,52Famiglie 27.47Amministrazioni pubbliche 0,47Istituzioni senza scopo di lucro 0,64
Le famiglie e le micro imprese (famiglie produttrici) continuano ad essere le categorie di riferimento dell’at-tività della Banca. Ciò si riscontra nella composizione degli impieghi per tipologia di clientela. La suddivisio-ne per settore di attività economica degli impieghi a clientela ordinaria è illustrata nella seguente tabella.
Settori di attività economica Settore/totale(Classificazione Banca d’Italia) impieghi %
Dati in migliaia di euro
2009 2008 ∆ ∆%
Conti correnti 312.603 308.478 4.125 1,34Finanziamenti per anticipi sbf 70.679 84.810 -14.131 -16,66Mutui ipotecari 890.581 782.602 107.979 13,80Mutui chirografari 138.924 115.438 23.486 20,35Altre sovvenzioni 29.122 32.798 -3.676 -11,21Finanziamenti in valuta 10.457 10.780 -323 -3,00Portafoglio commerciale e finanziario 2.563 1.755 808 46,04Crediti in sofferenza 20.888 13.475 7.413 55,01Altri impieghi 456 2.294 -1.838 -80,12Mutui cartolarizzati 15.585 19.630 -4.045 -20,61Totale crediti lordi 1.491.858 1.372.060 119.798 8,73Fondo svalutazione analitico 16.687 14.244 2.443 17,15Fondo svalutazione per attualizzazione 2.209 2.115 94 4,44Fondo svalutazione collettivo 3.186 1.485 1.701 114,55Totale crediti netti 1.469.776 1.354.216 115.560 8,53
27R E L A Z I O N I
La destinazione dei finanziamenti a medio-lungo termine erogati nell’anno è in percentuale laseguente:
Si conferma anche per l’esercizio 2009 il frazionamento dimensionale che caratterizza gli affidamen-ti: il 65,03% della clientela rientra nella fascia di utilizzo fino a 50 mila euro (cui fanno capo l’11,13%degli impieghi totali). Solo lo 0,96% della clientela presenta utilizzi superiori ad un milione, anche seassorbe il 23,50% dei finanziamenti, come evidenziato nella seguente tabella.
L’incidenza degli impieghi lordi a clientela ordinaria in rapporto alla raccolta diretta risulta pari al92,58%, in diminuzione rispetto al 92,78% dell’anno precedente.
2009 2008Classe di importo %posizioni %importi %posizioni %importi
Fino a 50 mila € 65,03 11,13 64,60 11,35da 50 mila a 125 mila € 20,43 20,87 20,98 21,95da 125 mila a 250 mila € 9,10 19,13 9,11 19,64da 250 mila a 500 mila € 3,08 13,29 3,04 13,32da 500 mila a 1 milione € 1,40 12,08 1,40 12,57oltre 1 milione € 0,96 23,50 0,87 21,17
Amministrazioni pubbliche 0,47%Società non finanziarie 49,90%Famiglie consumatrici 28,18%PMI 20,61%
di cui artigiani 10,62%Istituzioni senza scopo di lucro 0,65%Società finanziarie 0,19%
Crediti deteriorati
I principi contabili IAS dispongono che i crediti, in base al loro grado di deterioramento (impair-ment), vengano così ripartiti:• crediti in bonis (performing)• crediti deteriorati (non performing).
Questi ultimi vengono ulteriormente distinti in crediti a sofferenza, ad incaglio, ristrutturati, scadu-ti e/o sconfinanti da oltre 180 giorni (past due).
A dicembre 2009 il comparto crediti deteriorati al netto delle svalutazioni risulta pari a 94 milioni.
Le sofferenze nette ammontano a 12 milioni, gli incagli a 67,1 milioni, i ristrutturati a 9 milioni e ipast due a 5,9 milioni di euro.
Nella Nota Integrativa, sezione E, è riportato il dettaglio dei crediti deteriorati e i criteri di valutazione.
Attività finanziarie
I titoli del portafoglio di proprietà della Banca, che ammontano a complessivi 306,7 milioni, vengo-no classificati come segue:
• strumenti finanziari detenuti per la negoziazione “Held for trading” dove sono classificati i titoli didebito e i titoli di capitale, detenuti per esigenze di tesoreria e per essere successivamente rivendu-ti nel breve termine allo scopo di ricavarne un profitto. L’iscrizione iniziale e le misurazioni succes-sive vengono effettuate al fair value. Il valore complessivo della categoria è di 5 milioni di euro;
• strumenti finanziari valutati al fair value con impatto a conto economico in cui vengono ricompresii titoli che, al momento dell’acquisto, la Banca ha deciso di designare come titoli valutati al “valoreequo” con contropartita al conto economico, pur non essendo stati acquistati per essere venduti nelbreve periodo o per far parte di portafogli di trading. A fine 2009 la Cassa non deteneva titoli diquesta categoria;
• strumenti finanziari disponibili per la vendita “Available for sale”, rappresentati dai titoli che la Cas-sa non intende movimentare nel breve periodo e che, in considerazione della natura e delle carat-teristiche soggettive degli stessi, non possono essere classificati nelle altre categorie. Nella catego-ria, inoltre, vengono iscritte tutte le partecipazioni detenute dalla Banca che non possano esseredefinite di controllo oppure di collegamento. Gli strumenti finanziari disponibili per la vendita insede di rilevazione iniziale sono iscritti in bilancio al “valore equo”. Le rilevazioni successive sonoeffettuate applicando il fair value con impatto a patrimonio netto. Il comparto ammonta a 300,7milioni di euro;
• attività finanziarie detenute sino a scadenza “Held to maturity” rappresentati dai titoli dotati di pa-gamenti fissi o determinabili, di scadenza definita, acquistati senza intento speculativo, per i qualivi sia l’intento e la capacità di mantenerli fino a scadenza. Nel 2009 la Cassa non aveva in porta-foglio titoli di questa categoria;
• finanziamenti e crediti commerciali “Loans and Receivables”, dove vengono classificati i titoli nonquotati in mercati attivi e per i quali manca l’intento predeterminato di successiva vendita. La va-lutazione viene effettuata utilizzando il metodo del costo ammortizzato. Nel 2009 la Cassa dete-neva in portafoglio titoli di questa categoria per un valore di un milione di euro.
Il dettaglio della composizione dei singoli portafogli è ampiamente illustrato nelle sezioni 2, 3, 4 e 6della Nota Integrativa, parte B - attivo.
La duration, che rappresenta la durata media di un titolo obbligazionario ponderando ogni rimborsoin base al momento in cui verrà effettuato, indica quanto la variazione dei tassi di interesse potrà in-fluenzare i prezzi del portafoglio titoli. Tale valore a fine anno è pari a 0,29 invariato rispetto al 2008e mette in evidenza il carattere prudenziale della politica di gestione del comparto titoli.
R E L A Z I O N I28
La disponibilità presso ICCREA Banca Spa e presso le altre aziende di credito ammonta a 91 milioni dieuro, compresa la Riserva Obbligatoria.
29R E L A Z I O N I
Partecipazioni
Nell’attivo dello Stato Patrimoniale risultano iscritte solo le partecipazioni in imprese controllate. Talipartecipazioni sono iscritte al costo ed ammontano a 100.928 euro relative alla Società “Autosilo delCorso S.r.l. – Società a Socio Unico”.
I derivati di copertura
La nostra banca non ha posto in essere operazioni in strumenti derivati di copertura.
Immobilizzazioni materiali e immateriali
Le attività materiali ed immateriali risultano iscritte in bilancio al costo.
Le attività materiali ammontano a 27,2 milioni di euro con un aumento di 1 milione rispetto alloscorso esercizio.
Le attività immateriali ammontano a 196 mila euro rispetto ai 197 mila del 2008.
Il patrimonio netto e di Vigilanza
Per la nostra banca il patrimonio rappresenta una risorsa indispensabile e fondamentale non solo co-me fattore competitivo ma anche per prescrizione normativa, in quanto costituisce il principale sup-porto per la formulazione dei parametri di operatività dettati dall’Organo di Vigilanza.
Il Patrimonio di Vigilanza, calcolato con le metodologie previste dalle disposizioni della Banca d’Ita-lia per la determinazione di tale grandezza, ammonta a 253.776.026,08 euro, in crescita del 3,59%rispetto a fine 2008.
La consistenza delle poste patrimoniali consente il pieno rispetto delle regole di vigilanza relative al-l’operatività della Cassa nei vari settori e comparti.
Quanto ai requisiti prudenziali di vigilanza, il coefficiente di capitale complessivo (total capital ratio)si attesta al 18,10%, mentre il rapporto tra patrimonio di vigilanza di base e totale delle attività dirischio ponderate (tier 1 capital ratio) risulta pari al 17,76% ampiamente superiore a quanto richie-sto dalla normativa.
Le dinamiche del patrimonio, nonché la complessiva esposizione ai rischi di credito e di mercato, so-no più diffusamente trattate nelle parti E ed F della nota integrativa.
Dati in migliaia di euro
2009 2008 ∆ ∆%
Attività finanziariedetenute per la negoziazione 5.005 104.207 -99.202 -95,2Attività finanziarie valutate al fair value 0 1 -1 -100,0 Attività finanziariedisponibili per la vendita 300.664 136.506 164.158 120,3Attività finanziariedetenute sino alla scadenza - - - - Finanziamenti e crediti commerciali 1.001 1.006 -5 -0,5Totale 306.670 241.720 64.950 26,9
Margine di interesse
Il margine di interesse, pari a 39,989 milioni, ha mostrato una diminuzione di 12,46 milioni, pari al23,75% in meno, per effetto del calo dei tassi di interesse.
Gli interessi attivi complessivi sulle attività fruttifere sono pari a 64,840 milioni, in diminuzione di32,185 milioni, con una variazione negativa del 33,17 per cento.
Il costo complessivo per interessi sulle passività onerose è di 24,852 milioni, in diminuzione del44,25% rispetto allo scorso esercizio.
Margine di intermediazione
L’attuale disciplina considera le commissioni attive, i dividendi e i proventi delle attività/passività fi-nanziarie come elementi del margine di intermediazione oltre al margine di interesse.
Le commissioni nette ammontano a circa 13,4 milioni di euro (+3,63%).
L’attività di negoziazione del portafoglio titoli di proprietà ha apportato un risultato positivo di 464mila euro, come illustrato nella parte C sezione 4 della nota integrativa.
L’attività in titoli si manifesta in ulteriori voci di conto economico, nella fattispecie la voce 100, rela-tiva agli utili derivanti da cessione o riacquisto di attività e passività finanziarie disponibili per la ven-dita. Il risultato complessivo di tali componenti è pari a 249.138 euro.
Il margine di intermediazione è di 54,5 milioni, in diminuzione di 13 milioni (-19,37%).
Le nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche disciplinano gli aspetti cui la banca de-ve attenersi; in particolare:
• il primo pilastro definisce un nuovo sistema di requisiti patrimoniali minimi per i rischi dicredito/controparte, per i rischi di mercato e per i rischi operativi;
• il secondo pilastro prevede un processo di supervisione da parte delle Autorità di Vigilanza, fina-lizzato ad assicurare che le banche si dotino di adeguati sistemi di monitoraggio e misurazione deirischi e che sviluppino altresì strategie e procedure di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale;
• il terzo pilastro concerne l’informazione al pubblico e la disciplina per la diffusione di informazio-ni trasparenti e standardizzate al mercato sull’adeguatezza patrimoniale e sui rischi.
Per quanto riguarda gli adempimenti previsti dalla disciplina del terzo pilastro, il documento di infor-mativa al pubblico è pubblicato sul sito Internet della banca all’indirizzo www.cracantu.it. La primapubblicazione è avvenuta con riferimento all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2008.
I RISULTATI ECONOMICI DEL PERIODO
L’esercizio 2009 si è chiuso con un utile netto di 8.256.487,97 euro, in diminuzione di 9.574.553,77euro, pari al 53,70 per cento.
È il risultato di un anno che ha visto la persistente continua diminuzione del tasso Euribor al qualesono parametrati gran parte dei tassi di interesse applicati dalla nostra banca, e la correlata diminu-zione dello spread tra tassi attivi e passivi. È anche il risultato di prudenziali accantonamenti, dettatida una valutazione dei crediti coerente con l’andamento dell’economia.
Si segnala che i dati 2008 delle voci 150 a) e 150 b) sono stati resi omogenei con quelli dell’esercizio 2009.
R E L A Z I O N I30
31/12/2009 31/12/2008 ∆ ∆%
Interessi attivi e proventi assimilati 64.840.909 97.026.346 -32.185.437 -33,17Interessi passivi e oneri assimilati -24.851.902 -44.581.303 19.729.401 -44,25Margine di Interesse 39.989.007 52.445.043 -12.456.036 -23,75
Il risultato netto della gestione finanziaria
Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento dei crediti, in presenza di un ragguardevoleincremento degli stessi verso clientela e di una prudenziale valutazione delle posizioni affidate, tan-to più opportuna nell’attuale periodo di congiuntura economica sfavorevole, presentano un saldonegativo di 6,60 milioni di euro, in diminuzione rispetto al 2008 di 1,2 milioni. Le rettifiche su credi-ti iscritte nel 2009 ammontano a 13,1 milioni, mentre le riprese risultano pari a 6,5 milioni.
I costi operativi
Il costo del personale, che comprende anche i compensi agli Amministratori e Sindaci, si è attestatoa 20,89 milioni (+0,5%), con un aumento di 104 mila euro.
Per una completa disamina delle singole componenti si rinvia alla parte C - sezione 9 della NotaIntegrativa.
Le altre spese amministrative ammontano a 16,70 milioni di euro e risultano in diminuzione di 864mila euro (-4,92%) rispetto a quanto registrato lo scorso esercizio.
Le imposte indirette e le tasse, inserite tra le spese amministrative, ammontano a 3,6 milioni dieuro, in aumento rispetto all’anno precedente di 212.000 euro.
Gli accantonamenti per rischi e oneri sono pari a 1,55 milioni, in diminuzione di 476.000 euro.
Gli ammortamenti operativi ammontano a 1,456 milioni, pressochè invariati rispetto al 2008, di cui1,367 milioni per immobilizzazioni materiali e 90.000 euro per immobilizzazioni immateriali.
Gli altri oneri e proventi di gestione sono quantificati in 3,7 milioni di euro, in aumento dell’1,42%.
L’utile di periodo
L’utile dell’operatività corrente, al lordo delle imposte, risulta pertanto pari a 10,942 milioni di euro,con una diminuzione di 10,69 milioni rispetto allo scorso esercizio (-49,43%).
Il risultato netto di fine esercizio è di 8.256.487,97 euro, con una diminuzione assoluta di9.574.553,77 pari al 53,70% rispetto al 2008. Le imposte sul reddito ammontano a 2,685 milioni.
Le minori imposte rispetto al 2008 sono dovute anche al riallineamento dei valori fiscali ai valori ci-vilistici del Fondo TFR operato a luglio 2009 e al credito d’imposta IRES generatosi a seguito dellapresentazione dell’istanza di rimborso delle imposte dirette per la deduzione del 10% dell’IRAP.
La redditività complessiva, individuata dal ROE, risulta pari al 3,34%, a fronte del 7,81% del 2008.La redditività operativa calcolata attraverso il rapporto “utile dell’operatività corrente/attivo di bilan-cio” (ROA) passa dall’1,21 allo 0,57 per cento.
Di seguito vengono riassunti gli indicatori più significativi riferiti al conto economico.
31R E L A Z I O N I
2009 2008 ∆
ROE 3,34 % 7,81 % -4,47Utile della Operatività Corrente/Patrimonio 4,43 % 9,48 % -5,05Margine d’Interesse/ Margine d’Intermediazione 73,42 % 77,63 % -4,21Cost income ratio* 65,08 % 53,82 % 11,26Utile dell’Operatività Corrente /Attivo di Bilancio (ROA) 0,57 % 1,21 % -0,64
* calcolato come rapporto tra le spese amministrative, al netto delle imposte indirette, aumentato dellerettifiche/riprese di valore su attività materiali ed immateriali e il margine di intermediazione.
3. STRUTTURA OPERATIVA
LA RETE TERRITORIALE
La nostra banca conta ad oggi 29 filiali distribuite su 21 comuni. Dispone inoltre di un servizio di ban-ca telefonica (“Cassa in Linea”), a disposizione della clientela per fini informativi (saldi, movimenti,ecc.) e per operazioni dispositive (bonifici, acquisti e vendita titoli, ecc.).
È proseguito il miglioramento della banca elettronica (Relax Banking), che conta 13.754 utenti, conl’introduzione del dispositivo “OTP - One Time Password” che permette di massimizzare la sicurez-za delle operazioni mediante un codice di sicurezza di 6 cifre da utilizzare quale ulteriore password.Il codice generato dal dispositivo OTP cambia ogni 30 secondi e deve essere inserito in aggiunta al-la propria password. Questa modalità di utilizzo consente di effettuare l’autenticazione certa delcliente e di operare con la massima sicurezza.
Le funzionalità disponibili tramite Relax Banking (interrogazioni saldi, movimenti e condizioni dei rap-porti in tempo reale; disposizioni di bonifico; inserimento Riba, solo per citarne alcune), Portale Do-cumentale (accesso a documenti, estratti conto e quietanze relative ai conti associati al Relax; maildi notifica degli accessi effettuati e di nuovi documenti pubblicati nel portale), Fast Bank (ricarica te-lefono cellulare e pagamento canone TV), sono apprezzati da un numero sempre maggiore di clien-ti, sia aziende che privati.
La nostra banca dispone di un proprio sito www.cracantu.it su cui vengono pubblicati, oltre ai pro-dotti e servizi disponibili, anche tutte le informative previste dalla legge (MiFID, Depositi dormienti,Trasparenza, PSD, ecc.).
Nel 2009 è continuata la gestione dei servizi di tesoreria per i comuni di Brenna, Cabiate, Cadorago,Cantù, Cermenate, Cucciago, Figino Serenza, Lomazzo, Novedrate, Vertemate con Minoprio, oltreche per il Consorzio Impegno Sociale, mentre è iniziato il servizio per il Comune di Carimate.
LE RISORSE UMANE
Alla fine del 2009 la nostra banca contava 340 collaboratori, di cui 5 dirigenti, 86 quadri direttivi e249 impiegati appartenenti alle altre aree professionali.
I contratti a tempo parziale in essere erano 27 (7,9% del totale) e 7 quelli a tempo determinato.
Nel corso del 2009 sono stati assunti 6 nuovi collaboratori a fronte di 2 dimissioni. Inoltre 12 colla-boratori assunti a tempo determinato sono stati confermati a tempo indeterminato.
Nella consapevolezza che la valorizzazione delle persone e la crescita professionale dei collaboratoridebbano essere le linee guida per la gestione delle Risorse Umane, anche nel 2009 la nostra bancaha investito in attività di formazione con lo scopo di aumentare lo sviluppo delle competenze, dellacapacità di operare in gruppo, della responsabilità e della professionalità.
Oltre ai corsi di formazione, sia di base che specialistici, sono stati messi a disposizione dei collabo-ratori una serie di corsi di autoformazione sulle normative di particolare rilievo (Antiriciclaggio, Priva-cy, Trasparenza, Sicurezza del Lavoro, IAS, Formazione assicurativa, Risparmio energetico, CentraleAllarmi Interbancaria, Continuità operativa). Un nostro collaboratore è stato iscritto ad un Master disecondo livello denominato MIBAMS (Banca, Mutualità e Sviluppo) promosso dalla Facoltà di Scien-ze Bancarie, Finanziarie e Assicurative dell’Università Cattolica di Milano in collaborazione con la Fe-derazione Lombarda delle BCC.
L’attività di formazione dell’anno 2009 può essere così riassunta:
R E L A Z I O N I32
Persone Ore effettive
E_Learning 121 1.808Formazione 329 9.902Incontri 201 2.520Affiancamento 24 413Totale 675 14.643
Particolare attenzione viene riservata alla comunicazione e alla diffusione delle informazioni all’inter-no del nostro istituto. La rete intranet viene utilizzata per trasmettere a tutti i collaboratori in modoveloce e puntuale le notizie relative al Sistema del Credito Cooperativo (notiziario “Flash” di Feder-casse) e quelle interne: Comunicazioni, Ordini di Servizio, Notiziario settimanale dell’Area Finanza.
Tutti i collaboratori ricevono la rivista trimestrale “Vicini di banca” della Federazione Lombarda del-le BCC e il mensile “Credito Cooperativo” pubblicato da Federcasse, oltre alla nuova rivista trime-strale CONCORDIA.
Sono previsti inoltre specifici momenti di incontro sia con tutti i collaboratori che con i responsabilidi filiale e degli uffici interni.
In ottemperanza a quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008 sono state predisposte tutte le misure atte amigliorare le condizioni di sicurezza del lavoro. In particolare, per la sede e per ognuna delle filiali,sono stati individuati i lavoratori incaricati di far parte delle squadre di prevenzione e lotta agli incen-di e gli addetti al primo soccorso. Tutti gli addetti hanno partecipato ad appositi corsi di formazione.
Anche gli amministratori e i sindaci hanno preso parte durante l’anno ad incontri di formazione eaggiornamento, tra cui il Convegno di studi della Federazione Lombarda a Salonicco.
Ulteriori informazioni sulle Risorse Umane sono disponibili nell’apposita sezione del “Bilancio Sociale”.
4. ATTIVITA’ ORGANIZZATIVE
Profili Organizzativi
La nostra banca, nel corso del 2009, ha prontamente recepito tutte le normative e le disposizioniemanate ed ha adeguato le proprie procedure in base ai nuovi regolamenti.
Il 1° novembre 2009 sono entrate in vigore le disposizioni previste dalla legge n. 102/2009 in mate-ria di valuta e disponibilità relative alle operazioni di versamento degli assegni bancari e circolari equelle di accredito dei bonifici in arrivo.
È stata applicata la nuova normativa sul calcolo delle commissioni di massimo scoperto che interes-sa conti correnti, anticipi salvo buon fine e anticipi fatture.
È continuata la distribuzione e la sostituzione delle Carte Bancomat con tecnologia microchip checonsentono una maggior sicurezza nelle transazioni e una migliore operatività (possibilità di interro-gazione della movimentazione del conto).
E’ continuato lo sforzo organizzativo per l’aggiornamento dei contratti relativi all’operatività in stru-menti finanziari secondo quanto previsto dalla normativa “MiFID” entrata in vigore nel 2007. Nellaseconda parte dell’anno è iniziata la diffusione della piattaforma informatica CRIS per rispondere inmodo più efficiente alle esigenze dei clienti e all’evoluzione della normativa, che richiede una valu-tazione complessiva e personalizzata dei portafogli titoli.
Nel corso del 2009 si è provveduto ad aggiornare il piano di continuità operativa da adottare in ca-so di calamità e/o sospensione del servizio di elaborazione dati al fine di ridurre al minimo i rischi e idisagi di tali eventi. Il piano rientra nel più ampio programma di business continuity per il quale laCassa ha predisposto gli interventi in ottemperanza a quanto stabilito dalla normativa della Bancad’Italia e ha effettuato prove di simulazione.
Il 21 Aprile 2009 la Cassa ha redatto il primo resoconto ICAAP annuale al 31/12/2008. L’attività hacomportato l’affinamento dei regolamenti interni in vigore e la formulazione di quelli necessari alcompletamento del processo ICAAP.
Per quanto riguarda gli obblighi introdotti dal “terzo pilastro” di Basilea II, la Cassa ha reso disponi-bile, sul proprio sito internet, il documento di “Informativa al Pubblico”.
Non ci stanchiamo infine di ricordare l’utilità dell’Autosilo di Corso Unità d’Italia, che mette a dispo-sizione un ampio parcheggio per i clienti della Cassa e degli uffici situati nei palazzi circostanti. An-che i clienti degli esercizi commerciali del centro possono agevolmente usufruirne. Ricordiamo cheper espressa volontà della nostra banca i primi 45 minuti di sosta sono gratuiti.
33R E L A Z I O N I
I settori operativi
I settori operativi della nostra banca hanno dedicato la consueta cura alle esigenze dei Soci e deiclienti ed hanno adempiuto a tutti gli obblighi amministrativi e statutari.
R E L A Z I O N I34
2009 2008 ∆ ∆% 2009 2008 ∆ ∆%
UFFICIO FIDIMutui 356.771 309.965 46.806 15,10 2.959 2.615 344 13,15Fideiussioni rilasciate 39.525 39.474 51 0,13 487 529 -42 -7,94Pratiche leasing 24.254 40.986 -16.732 -40,82 179 332 -153 -46,08
UFFICIO ESTEROPratiche trattate 38.215 36.562 1.653 4,52Messaggi swift inviati 17.684 18.221 -537 -2,95Messaggi swift ricevuti 38.418 49.346 -10.928 -22,15
UFFICIO PORTAFOGLIOTitoli trattati 1.343.170 1.350.563 -7.393 -0,55Assegni da corrispondenti 561.502 617.640 -56.138 -9,09 302.296 316.762 -14.466 -4,57Assegni a corrispondenti 895.509 995.831 -100.322 -10,07 337.090 358.202 -21.112 -5,89
UFFICIO INCASSI E PAGAMENTIContributi e tributi 398.564 427.588 -29.024 -6,79 182.869 178.269 4.600 2,58Utenze, RID e MAV 347.866 342.525 5.341 1,56 724.408 687.622 36.786 5,35Rate pensione accreditate 140.250 128.952 11.298 8,76 140.189 134.143 6046 4,51Bonifici rete interbancaria 2.948.676 2.926.303 22.373 0,76 732.999 667.293 65.706 9,85
Carte di credito Utilizzi 98.011 95.626 2.385 2,49 170.264 161.484 8.780 5,44
Carte Bancomat 28.619 28.080 539 1,92Operazioni P.O.S. 72.845 56.750 16.095 28,36 868.479 843.787 24.692 2,93
DATI VARIOperazioni su conti correnti 6.852.515 6.626.864 225.651 3,41P.O.S. installati 956 915 41 4,48Utenti Internet Banking 13.754 12.064 1.690 14,01
Importi (migliaia di euro) Numeri
La tabella che segue riassume i dati più significativi dell’operatività svolta.
I numeri mettono in evidenza rilevanti volumi di lavoro ed esprimono l’impegno messo in campo ognigiorno dai collaboratori, sia in filiale che negli uffici centrali. Gli stessi numeri danno anche la misura del-la fiducia accordataci dalla clientela e soprattutto dai Soci, che sono il vero “motore” della nostra banca.
5. ATTIVITA’ DI RICERCA E SVILUPPO
Si è concluso nel corso del 2009 il processo di affinamento della piattaforma informatica CRIS(Customer Relationship Information System), ideata, progettata e realizzata nel 2008 dall’Area Finan-za della nostra banca in collaborazione con la società Infincon AG, al fine di applicare in modo ade-guato la “consulenza specialistica” prevista dalla normativa MiFID.
Il software CRIS permette di valutare il portafoglio del cliente nel suo complesso, incluse le attivitàeventualmente detenute presso altri intermediari, in modo da poter vagliare le migliori opportunitàdi mercato e monitorare eventuali scostamenti dal profilo di rischio determinato.
6. SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI E GESTIONE DEI RISCHI
Il sistema dei controlli interni
Nel corso dell’anno la Banca ha proseguito nello sviluppo e nell’implementazione del Sistema deiControlli Interni sulla base dei tre livelli identificati dalle normative di vigilanza, assicurando la sepa-razione delle funzioni di controllo da quelle produttive.
I livello - controlli di linea, effettuati dalle stesse unità organizzative che hanno posto in essere le ope-razioni o incorporati nelle procedure e diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni.
II livello - controlli sulla gestione dei rischi e di conformità normativa. In questo ambito la Banca hada tempo istituito l’Ufficio Ispettorato Interno che ha lo scopo di “identificare e valutare le eventua-li aree di rischio e le debolezze procedurali in qualsiasi fase o settore di attività dell’azienda, sia nel-l’organizzazione centrale che periferica, effettuando altresì controlli sulla corretta applicazione delleleggi e dei regolamenti relativi ai servizi di investimento in strumenti finanziari, all’antiriciclaggio e al-la trasparenza”. L’Ufficio si occupa altresì dei “controlli a distanza”, svolti mediante l’utilizzo di ap-positi strumenti informatici.
La Funzione di conformità normativa, che ha il compito specifico di promuovere il rispetto delle leg-gi, delle norme e dei codici interni di comportamento, è stata attivata relativamente alla normativaMiFID e per la valutazione del processo ICAAP.
III livello - attività di revisione interna (Internal Auditing), volta a valutare l’adeguatezza e la funzio-nalità del complessivo Sistema dei Controlli Interni e ad individuare andamenti anomali delle proce-dure e della regolamentazione. Questa funzione è stata esternalizzata alla Federazione Lombardadelle BCC, che svolge l’attività di controllo sulla base delle metodologie sviluppate nell’ambito delProgetto di Categoria sul Sistema dei Controlli Interni.
Gli interventi di Audit sono incentrati sull’analisi dei principali processi operativi (credito, finanza,risparmio, incassi e pagamenti, estero, risorse umane) oltre che sul Sistema Informativo (InformationSystem Auditing). L’attività prevede anche momenti di follow-up al fine di verificare l’implementazio-ne e l’efficacia degli interventi proposti.
I vertici della Banca hanno preso visione dei report prodotti per ogni verifica di processo e del rap-porto consuntivo che sintetizza la valutazione dell’Internal Audit sul complessivo sistema dei control-li della Banca.
Si evidenzia che i controlli sulla gestione dei rischi rappresentano una materia in costante evoluzio-ne ed affinamento, sulla base dell’esperienza maturata all’interno della banca e delle indicazioni for-nite dalla Federazione Lombarda delle BCC.
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La gestione dei rischi
Le principali categorie di rischi alle quali la banca si trova ad essere esposta sono riconducibili al ri-schio di credito, al rischio di mercato, al rischio di tasso, al rischio di liquidità e al rischio operativo.Al riguardo, specifiche informazioni di carattere qualitativo e quantitativo sono fornite nell’ambitodella “Parte E” della Nota integrativa, dedicata alle “informazioni sui rischi e sulle relative politichedi copertura” alla quale si rimanda.
La nostra banca ha dato attuazione alla disciplina sul Processo interno di determinazione dell’ade-guatezza patrimoniale (ICAAP). Tale processo persegue la finalità di determinare, sia in ottica attua-le che prospettica, il capitale complessivo necessario a fronteggiare tutti i rischi rilevanti. La banca,inoltre, in caso di rischi difficilmente quantificabili, ne valuta l’esposizione e predispone sistemi dicontrollo e di attenuazione adeguati.
Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la nostra banca, se-condo le indicazioni contenute nella circolare di Banca d’Italia n. 263/06 (titolo III), utilizza le meto-dologie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi compresi nel I Pilastro (di credi-to, di controparte, di mercato e operativo) e gli algoritmi semplificati indicati dalla cennata norma-tiva per i rischi quantificabili rilevanti diversi dai precedenti (concentrazione e tasso di interesse sulportafoglio bancario). Più in dettaglio, vengono utilizzati:
• il metodo standardizzato per il rischio di credito e di controparte;
• il metodo standardizzato per il rischio di mercato;
• il metodo base per il rischio operativo;
• l’algoritmo del Granularity Adjustment per il rischio di concentrazione;
• l’algoritmo semplificato “regolamentare” per il rischio di tasso di interesse.
Per quanto riguarda i rischi non quantificabili, coerentemente con le indicazioni fornite dalla Bancad’Italia nella citata normativa, la Banca ha predisposto adeguati presidi interni di controllo e atte-nuazione. Nell’ambito delle attività di misurazione, sono altresì definite ed eseguite prove di stressin termini di analisi semplificate di sensibilità riguardo ai principali rischi assunti. La Banca effettuaanalisi semplificate di sensibilità relativamente al rischio di credito, al rischio di concentrazione sulportafoglio crediti ed al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, sulla base delle indica-zioni fornite nella stessa normativa e mediante l’utilizzo delle suddette metodologie semplificate dimisurazione. I risultati, opportunamente analizzati, conducono ad una miglior valutazione dell’espo-sizione ai rischi stessi e del grado di vulnerabilità dell’azienda al verificarsi di eventi eccezionali maplausibili. Nel caso in cui l’analisi dei risultati degli stress test evidenzi l’inadeguatezza dei presidi in-terni posti in essere, viene valutata l’opportunità di adottare appropriati interventi migliorativi.
Adeguata attenzione è stata inoltre riservata al VaR (Value at Risk) e all’ALM (Asset & Liability Ma-nagement).
Sono stati rispettati i parametri richiesti dalla vigente normativa in merito all’adeguatezza patrimo-niale, alla normativa grandi fidi, all’operatività con i soci e ai rischi fuori zona.
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7. INFORMAZIONI SUGLI ASPETTI AMBIENTALI
L’attività bancaria, che consiste in prestazioni di servizi “dematerializzati”, non produce impattiambientali degni di rilievo. Tuttavia, consapevole della responsabilità sociale che hanno le imprese,la nostra Cassa persegue una politica di attenzione ai risvolti ambientali dell’attività svolta. Si avvalepertanto del servizio di imprese specializzate per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, costituiti esclu-sivamente da toner di stampanti e fotocopiatrici, e provvede al riciclo della carta usata tramite socie-tà di recupero.
In collaborazione con Aureo Gestioni viene proposto il Fondo “Aureo Finanza Etica” che investe inimprese che si distinguono per la responsabilità sociale ed ambientale e per lo sviluppo sostenibile.Inoltre la nostra banca ha da tempo attivato due linee di credito agevolato per l’installazione diimpianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Ulteriori informazioni sugli aspetti ambientali sono riportate nel “Bilancio Sociale”.
8. ALTRE INFORMAZIONI
Criteri seguiti nella gestione per il conseguimento dello scopo mutualistico della societàcooperativa ai sensi dell’art. 2 L. 59/92 e dell’art. 2545 C.C.
Collegamento con la base sociale e con i membri delle comunità locali
La compagine sociale ha visto l’ingresso di 410 nuovi soci e l’uscita di 169, raggiungendo a fine an-no il numero di 6.904, con un incremento netto di 241 soci. Abbiamo informato i Soci sull’anda-mento e lo sviluppo dell’attività nel corso dell’annuale assemblea di bilancio, con la pubblicazionedel Bilancio Sociale e con l’inserimento nel sito internet di tutti i documenti relativi al bilancio. Inol-tre la stampa locale ha dato più volte risalto alle iniziative in campo sociale e culturale e in occasio-ne di quelle promosse a sostegno dell’economia.
Il mese di dicembre 2009 ha visto la nascita della rivista trimestrale CONCORDIA parve res crescunt,destinata in particolare ai nostri soci, non finalizzata alla pura comunicazione bancaria ma con la vo-lontà di mettere in luce le “cose belle” che ancora ci circondano e le tante iniziative, sia della bancache delle associazioni locali, che promuovono la solidarietà e la coesione sociale, la cultura, il benecomune.
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La Consulta dei Soci ha svolto la proficua funzione di collegamento tra la base sociale e le comunitàlocali, consentendoci di raccogliere, nel corso delle periodiche riunioni, le esigenze delle comunità edei territori in cui opera.
A favore dei soci sono state mantenute le agevolazioni nell’attività di raccolta del risparmio e di esple-tamento dei servizi bancari mediante il “Conto Socio” e, nei servizi di pagamento, con la Carta diCredito Cooperativo Socio.
Sono state rinnovate le convenzioni con il Teatro Sociale di Como, con il Teatro Fumagalli di Vighiz-zolo e con la Struttura di Fisioterapia e Idrokinesiterapia de “Il Gabbiano - Cooperativa socialeOnlus” di Cantù.
Collegamento con l’economia locale e impegno per il suo sviluppo
Tenuto conto dell'attuale contesto economico-sociale, la nostra banca (insieme alle altre BCC dellaprovincia di Como e a due istituti di credito), l’Amministrazione Provinciale, la Camera di Commer-cio di Como e i rappresentanti delle associazioni di categoria hanno sottoscritto il 27 marzo 2009 un"Protocollo di intesa per il sostegno ai lavoratori e alle imprese nelle situazioni di crisi".
In particolare sono state previste due forme di sostegno per i lavoratori coinvolti in interventi di CIGstraordinaria e "in deroga":
• 1) anticipazione della Cassa Integrazione Straordinaria e “in deroga”: i lavoratori coinvolti posso-no richiedere alle banche l’anticipazione dell’ammortizzatore sociale, a tasso zero e senza costi ag-giuntivi;
• 2) sospensione delle rate per i mutui "prima casa": i lavoratori cassa-integrati possono chiederela sospensione del pagamento delle rate per i mutui "prima casa", per massimo un anno, senzacommissioni ed oneri aggiuntivi.
1) Anticipazione Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria e “In deroga”
A fine 2009 erano stati concessi, a dipendenti di 81 imprese, numero 454 anticipi, di cui 162 relati-vi a CIG in deroga e 292 a CIG Straordinaria, per un complesso di fidi accordati pari a 1,9 milioni dieuro e un totale erogato di 957.465 euro.
Nel primo anno di applicazione del “Protocollo” (da marzo 2009 a marzo 2010) il numero degli an-ticipi effettuati è salito a 647 e l’importo erogato a 1.569.440 euro.
L’esame dei dati evidenzia che la nostra banca, da sola, ha effettuato il 64% degli anticipi concessiin provincia di Como.
2) Sospensione rate mutuo
Un lavoratore in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria o "in deroga", con un mutuo "prima ca-sa" in essere presso la Cassa e che presenti oggettive difficoltà nel pagamento di capitale e interes-si, può chiedere la sospensione del pagamento delle rate.
La sospensione implica lo slittamento dei pagamenti, senza costi ed oneri aggiuntivi a carico del mu-tuatario, per una durata commisurata a quella della CIG Straordinaria o "in deroga", fino ad un mas-simo di 12 mesi. A fine 2009 le “sospensioni” accordate hanno riguardato trenta lavoratori.
Una delle misure previste dal Decreto Anticrisi (poi legge 2/2009) a sostegno delle famiglie che han-no in essere un mutuo a tasso variabile, prevedeva la riduzione, per il 2009, dell’importo della rataa carico del mutuatario e l’assunzione, in capo allo Stato, della differenza rispetto a quanto il clien-te avrebbe dovuto pagare prendendo come riferimento il tasso maggiore tra il 4% (al netto del-lo spread e di altre maggiorazioni) e il tasso contrattuale alla data di sottoscrizione del contratto.
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La nostra banca ha predisposto un’adeguata informativa ai clienti potenzialmente interessati, segna-lando le incombenze a loro carico per poter accedere all’agevolazione statale.
Inoltre hanno trovato piena attuazione nel corso dell’anno i finanziamenti agevolati promossi alla fi-ne del 2008 per sostenere, in un momento di forte rallentamento dell’economia, tutti i settori eco-nomici:
- incentivazione degli investimenti produttivi;
- mutui per immobili residenziali con caratteristiche di risparmio energetico;
- riduzione all’1% della commissione sul transato carte di credito presso i nostri POS.
È stato mantenuto il tasso fisso dell’1% sui finanziamenti di 30.000 euro per le aziende che parte-cipano al Salone Internazionale del Mobile di Milano; sono stati confermati i finanziamenti per tut-te le tipologie di manifestazioni fieristiche al tasso di interesse del 3%, con la possibilità di ulterioreriduzione al 2% per le “aggregazioni di aziende”.
Oltre a questi interventi straordinari, il sostegno all’economia locale è promosso in diverse forme.
Attraverso la partecipazione al CLAC - Centro Legno Arredo Cantù - la nostra Cassa ha inteso e in-tende promuovere il proprio impegno nei confronti del distretto. In tale ambito, ha trovato piena at-tuazione nel corso dell’anno la convenzione siglata nel 2008 che permette ai nostri clienti di usufrui-re dei servizi del CLAC con uno sconto del 20% a carico della Banca. Crediamo, da parte nostra, diavere ben speso impegno e sostegno, anche se purtroppo dobbiamo rilevare come non tutti i socidel CLAC appaiano altrettanto convinti della valenza della società per il distretto del legno-arredo.
La nostra banca, insieme alle BCC della provincia di Como e Iccrea Holding, è socia di “SVILUPPOCOMO”, agenzia di sviluppo per il territorio promossa dalla CCIAA di Como allo scopo di:
• promuovere e sostenere la nascita di nuova imprenditorialità, incoraggiare settori strategici (nuo-vi o tradizionali) in grado di sviluppare una rinnovata e duratura crescita attraverso un approccioinnovativo e tecnologicamente avanzato;
• promuovere e sostenere lo sviluppo di progettualità orientate ad attrarre nel territorio imprese conelevato contenuto tecnologico e soggetti di elevata professionalità.
La prima iniziativa avviata da Sviluppo Como, attraverso la creazione della società Como NExT (acro-nimo di Nuove Energie per il Territorio), è stata l’acquisizione di una parte dell’ex Cotonificio Somai-ni a Lomazzo e l’avvio dei lavori, avvenuto il 12 marzo 2009, per la creazione del “Parco Scientificoe Tecnologico”. A novembre è stata inoltre costituita “Como venture”, società di venture capital par-tecipata da Sviluppo Como, allo scopo di finanziare nuove attività imprenditoriali che usufruirannodelle strutture di Como Next. Il “Parco Scientifico e Tecnologico” di Lomazzo verrà inaugurato neiprimi mesi del 2010.
La Cassa, allo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio anche dal punto di vista am-bientale, incentiva l’uso delle fonti di energia rinnovabili mediante due linee di finanziamento a tas-so agevolato, usufruibili dai privati, dalle aziende e dagli enti pubblici, destinati agli studi di fattibili-tà e alla realizzazione di impianti solari, fotovoltaici, mini-eolici e a biomasse.
E’ stata riproposta l’iniziativa “io clikko”, destinata in particolare agli studenti, per l’acquisto di per-sonal computer con finanziamenti a tasso zero.
A sostegno dei giovani che devono affrontare le spese di istruzione post-universitaria è stato confer-mato il finanziamento agevolato “Master” con durata flessibile in funzione dei corsi di specializza-zione post-laurea. La nostra banca, su proposta di Federcasse, ha inoltre aderito al progetto Gover-no-ABI “Diamogli credito”.
Nell’ambito di un’iniziativa proposta dalla Federazione Lombarda delle BCC, è stato mantenuto ilmutuo agevolato “ad8”, destinato alle famiglie che intraprendono il difficile cammino dell’adozioneinternazionale.
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Per le spese derivanti dalle cure specifiche di ortodonzia dei ragazzi è stato riproposto il finanziamen-to a tasso agevolato “Io sorrido”.
Le iniziative avviate alla fine del 2008 e i finanziamenti a tasso speciale elencati nei precedenti para-grafi rappresentano un contributo indiretto al sostegno e allo sviluppo dell’economia locale, in par-ticolare delle aziende manifatturiere che rappresentano tuttora un “valore” imprescindibile del no-stro tessuto economico.
Tale “contributo” non è indicato in nessuna voce di bilancio ma è quantificabile per l’anno 2009 in146.000 euro, distribuito su 756 finanziamenti di cui 330 erogati nel 2009 a cui vanno aggiunti cir-ca 179.000 euro per i commercianti che utilizzano i nostri Pos e 20.000 euro per le anticipazioni del-la Cassa Integrazione a tasso zero ed esenti da spese. La “gestione” delle operazioni di anticipo del-la CIG comporta inoltre un consistente impegno di personale, quantificabile in un costo aziendalenon inferiore a 60.000 euro.
E’ continuata l’erogazione di finanziamenti a tasso speciale tramite i Consorzi di Garanzia Fidi. Gliaccordi in corso sono stati ulteriormente migliorati ed ampliati, destinando specifiche linee di credi-to agli investimenti produttivi e per le iniziative imprenditoriali dei giovani.
Abbiamo rinnovato la sponsorizzazione del progetto di promozione delle professioni nel settore le-gno arredo per gli anni 2009-2010 realizzato dall’Associazione asPROlegno. Sono stati inoltre ero-gati contributi ad associazioni di categoria ed enti di promozione, a sostegno delle iniziative di ag-giornamento normativo e tecnologico.
Nostri Amministratori fanno parte del Consiglio Direttivo di UniverComo, della Società SviluppoComo e del Comitato “Galliano 2007”, la cui attività è peraltro terminata alla fine del 2009.
Sviluppo dell’idea cooperativa e collegamento con le altre componenti delMovimento
La Cassa, su iniziativa della Federazione Lombarda, ha aderito ad un accordo quadro con la Confcoo-perative regionale finalizzato a migliorare i rapporti tra le BCC e il mondo cooperativo.
Insieme alla BCC Alta Brianza di Alzate Brianza è proseguito il rapporto di collaborazione con la Con-fartigianato Imprese di Como che, al di là del logo del Credito Cooperativo sulla comunicazione isti-tuzionale e sul sito della Confartigianato, rappresenta un tangibile segno di vicinanza alle impreseartigiane associate.
Collaboriamo costantemente con le società del Sistema del Credito Cooperativo, sia per gli aspettifinanziari-operativi (ICCREA Banca, Banca Agrileasing, Aureo Gestioni, BCC Vita, Consorzio Agecas-se, ISIDE, UPF, SOAR e Coopersystem) che per quelli associativi e di formazione (Federcasse, Feder-lombarda, SEF Consulting).
I nostri esponenti aziendali sono presenti a vari livelli nelle istituzioni regionali e nazionali: il Presiden-te Gaetano Volpe è membro dei Consigli di Amministrazione della Federazione Lombarda e di ICCREAHolding; l’ex direttore generale Angelo Porro è stato, fino alla fine del 2009, segretario del ComitatoRegionale dei Direttori e membro del Comitato Tecnico di ICCREA Banca ed è tuttora componente delConsiglio di Amministrazione della società ISIDE, che gestisce il servizio informatico per 170 Banchedi Credito Cooperativo. Numerosi nostri esperti collaboratori partecipano inoltre ai gruppi di lavoropresso l’ABI, la Federazione Lombarda delle BCC e ISIDE per l’analisi di specifiche tematiche.
Sviluppo dell’impresa cooperativa e principi mutualistici
La Cassa svolge la propria attività avendo presente i principi cooperativi della mutualità senza fini dispeculazione privata, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economichedelle comunità locali nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorioin cui opera.
In tale ambito nel corso dell’anno sono stati realizzati, in tutta la zona operativa della Banca, inter-venti ed iniziative dei quali riportiamo quelli più significativi suddivisi per settori d’intervento:
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• cultura e conservazione del patrimonio storico e artistico:
- le borse di studio “Giovanni Zampese” consegnate a 210 studenti meritevoli per un importocomplessivo di 109.300 euro;
- il contributo per la realizzazione della IX Mostra Biennale Internazionale del Merletto di Cantù;
- il contributo per la promozione dell’attività della Scuola di Floro Orto Frutticoltura di Minoprio;
- il rinnovo dell’adesione a Univercomo;
- il sostegno alla rivista trimestrale “Canturium” curata dall’Associazione Paolo Borghi;
- il sostegno alla Stagione Teatrale del Teatro Fumagalli;
- il sostegno alla Nuova Scuola di Musica per il “19° Concorso internazionale per pianoforte eorchestra”;
• salute, assistenza, sport e tempo libero:
- realizzazione di un bando comune con la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca fi-nalizzato ad interventi in campo socio-sanitaro, del disagio giovanile e dell’assistenza anziani;
- Fondazione Paola Giancola per l’acquisto di attrezzature sanitarie per il reparto di riabilitazionecardio respiratoria dell’Ospedale Felice Villa di Mariano Comense;
- i contributi per l’acquisto di ambulanze a numerose associazioni di volontariato;
- Auser Canturium per l’acquisto di un mezzo di trasporto per anziani e disabili;
- la partecipazione alle iniziative di enti pubblici e associazioni che hanno chiesto di dotarsi dimezzi di trasporto in comodato d’uso per persone svantaggiate;
- il sostegno alla “Fondazione Tertio Millennio” promossa da Federcasse e da Mons. FrancescoRosso con finalità ad elevato contenuto sociale, con particolare attenzione all’inserimento deigiovani nel mondo del lavoro;
- il sostegno a numerose società sportive delle più diverse discipline che coinvolgono migliaia diragazzi nella pratica dello sport preferito;
- il contributo a soci e clienti ultrasettantenni per il soggiorno marino;
- i contributi a numerose scuole dell’infanzia, spesso in difficoltà per l’adeguamento alle strin-genti normative sulla sicurezza;
- i contributi a numerose parrocchie, tra cui spiccano i contributi per il “raddoppio” delle offer-te dei parrocchiani finalizzate a specifici interventi di natura straordinaria.
A causa del violento terremoto che ha colpito l’Abruzzo nella notte del 6 aprile, il sistema del Credi-to Cooperativo Italiano ha promosso una raccolta fondi denominata “Il Credito Cooperativo perl’Abruzzo” con lo scopo di rispondere alle immediate esigenze della popolazione. La Cassa Rurale diCantù ha aderito all’iniziativa, oltre che con una propria donazione di 55.000 euro, anche portandoa conoscenza dei propri clienti la possibilità di effettuare versamenti su un apposito conto correntee mettendo a disposizione del quotidiano La Provincia un’ulteriore somma di 5.000 euro per il pro-getto da loro individuato.
Inoltre i collaboratori della Cassa hanno aderito all’iniziativa promossa da Federcasse di “donare”una o più ore di retribuzione.
Da sottolineare che la Risonanza Magnetica donata dalla nostra banca all’Ospedale Sant’AntonioAbate di Cantù è entrata in funzione nel mese di maggio 2009, rispondendo in tal modo ad un“bisogno” espresso dalla Comunità. Vogliamo qui rinnovare il ringraziamento a quanti hanno colla-borato alla realizzazione del progetto con impegno, professionalità e passione per il proprio lavoro.I 616 esami effettuati nel 2009 e i 315 nei primi tre mesi del 2010 evidenziano più di tante parole il“valore” della donazione.
La nostra banca ha ospitato “Telefisco 2009”, organizzato in teleconferenza con Il Sole 24 Ore sul te-ma “La Finanziaria 2009 e le altre novità per imprese e professionisti” che ha visto la partecipazionedi circa 400 professionisti divisi nelle due sedi che sono state attivate: presso l’ormai consueta salaZampese nella sede di Cantù e nella città di Como presso la prestigiosa sala conferenze SpazioComo.
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La sala convegni Giovanni Zampese ha accolto 25 eventi ed incontri di Enti ed Associazioni, tra cui:Confartigianato Imprese Como, Confcooperative Como, A.S.L. provinciale, Avis Cantù, Istituti scola-stici ed altre associazioni non profit e sportive che hanno presentato le loro attività.
Le elargizioni e i contributi erogati nel 2009 ammontano a 2.735.923,41 euro, importo superiore dicirca 15.000 euro a quello del 2008. Una testimonianza concreta e tangibile del ruolo che la nostrabanca riveste anche in un anno oggettivamente difficile per le tante motivazioni già espresse.
Nel mese di novembre 2009 ha preso avvio la nuova campagna di comunicazione del Credito Coo-perativo, con lo slogan “Una mano per la ripresa” e con l’obiettivo di sottolineare l’aiuto che il no-stro Sistema sta dando alle piccole e medie imprese e alle famiglie.
Il dettaglio degli interventi e delle iniziative che hanno goduto del sostegno della Cassa è disponibi-le all’interno del “Bilancio Sociale”.
Informazioni sulle ragioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione deinuovi soci ai sensi dell’art. 2528 del codice civile
Il Consiglio di Amministrazione, in ossequio alle previsioni recate dall’articolo 2528 c.c., recepito dal-l’art. 8, comma quarto, dello Statuto Sociale, è chiamato ad illustrare nella relazione al bilancio le ra-gioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione di nuovi soci.
In particolare il Consiglio, premesso che:
• il principio della “porta aperta” rappresenta uno dei cardini della cooperazione, come riconosciu-to anche dalla recente riforma societaria;
• l’art. 35 del Testo Unico Bancario stabilisce che le BCC esercitano il credito prevalentemente a fa-vore dei soci;
• le Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia stabiliscono che le Banche di Credito Cooperativo“possono prevedere nel proprio statuto limitazioni o riserve a favore di particolari categorie di sog-getti tra i quali esse intendono acquisire i propri soci. In ogni caso le banche adottano politicheaziendali tali da favorire l’ampliamento della compagine sociale; di ciò tengono conto nella deter-minazione della somma che il socio deve versare oltre all’importo dell’azione”;
• gli articoli 6 e 7 dello Statuto Sociale, sulla base delle disposizioni dettate dal Testo Unico Banca-rio e dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia, determinano i requisiti di ammissibilità a so-cio e le limitazioni all’acquisto della qualità di socio;
• il Consiglio di Amministrazione ha definito, nel piano strategico triennale, la politica di ammissio-ne dei nuovi soci con l’obiettivo di accrescere il radicamento territoriale della banca nella propriazona di competenza ed in particolare nei comuni di presidio diretto nonché di privilegiare l’acqui-sizione di soci appartenenti a determinate categorie;
comunica che:
a) alla data del 31 dicembre 2009 la compagine sociale era composta da 6.904 soci, con un capita-le sociale di 1.137.457,50 euro;
b) rispetto alla stessa data dell’anno precedente la compagine sociale è aumentata di 241 unità, pa-ri ad una variazione percentuale del 3,62 per cento;
c) la misura del sovrapprezzo attualmente richiesto ai nuovi soci è di 7 euro per ogni azione sotto-scritta;
d) nel corso dell’esercizio 2009 sono state accolte 410 nuove domande di ammissione a socio;
e) nessuna domanda di ammissione è stata rigettata;
f) in coerenza con gli obiettivi enunciati nel piano strategico ed in relazione al doveroso rispetto delprincipio di prevalenza di cui all’art. 35 del Testo Unico Bancario, i soci ammessi nel corso dell’eser-cizio 2009 risultano così ripartiti per provenienza geografica: 94 di Cantù, 48 di Mariano Comen-se, 20 di Como, 16 da Cadorago, 15 di Olgiate Comasco, 15 di Cabiate, 14 di Cermenate, 12 diCapiago Intimiano; i rimanenti 176 da altri 58 comuni.
43R E L A Z I O N I
Informazioni sulla avvenuta compilazione o aggiornamento del documento programmati-co sulla sicurezza ai sensi del d.lgs n. 196 del 30/6/2003, all. b, punto 19
La Banca, in ossequio a quanto previsto dal D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, Codice per la protezio-ne dei dati personali, ha provveduto, nel corso dell'esercizio 2009 all’aggiornamento del documen-to programmatico sulla sicurezza entro i termini di legge. Tale documento, in ossequio alla regola 19dell’allegato B del citato decreto legislativo n. 196/2003 contiene:
• l’elenco dei trattamenti di dati personali;
• la distribuzione dei compiti e delle responsabilità nell’ambito delle strutture preposte al trattamen-to dei dati;
• la nomina degli amministratori di sistema;
• l’analisi dei rischi che incombono sui dati;
• le misure da adottare per garantire l’integrità e la disponibilità dei dati, nonché la protezione del-le aree e dei locali, rilevanti ai fini della loro custodia ed accessibilità;
• la descrizione dei criteri e delle modalità per il ripristino delle disponibilità dei dati in seguito a di-struzione o danneggiamento dei medesimi o degli strumenti elettronici;
• la previsione di interventi formativi degli incaricati del trattamento per renderli edotti dei rischi cheincombono sui dati, delle misure disponibili per prevenire eventi dannosi, dei profili della discipli-na sulla protezione dei dati personali più rilevanti in rapporto alle relative attività, delle responsa-bilità che ne derivano e delle modalità per aggiornarsi sulle misure minime adottate dal titolare;
• la descrizione dei criteri da adottare per garantire l’adozione delle misure minime di sicurezza incaso di trattamenti di dati personali affidati, in conformità al codice, all’esterno della struttura deltitolare.
Inoltre, per quanto riguarda l’esercizio in corso, la Cassa Rurale di Cantù ha provveduto in data 16marzo 2010 all’aggiornamento del predetto documento nei termini previsti dal menzionato Codice.
9. FATTI DI RILIEVO INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO
Nei primi giorni del nuovo anno è diventato pienamente operativo il trasferimento della Sala Consi-liare, della Presidenza, della direzione e della segreteria generale, di altri uffici (organizzazione, per-sonale, controllo di gestione, marketing) e dell’Area Finanza nel palazzo di via Carcano. Sarà cosìpossibile riorganizzare gli spazi della sede storica a beneficio della filiale e degli altri uffici interni.
Con il nuovo anno si è concluso il piano di suddivisione territoriale delle filiali in tre zone commer-ciali, affidate a “capi zona”, finalizzato alla migliore gestione dei rapporti con la clientela.
La nostra banca è stata sottoposta alla Revisione Cooperativa, conclusasi il 22 febbraio 2010 con laconsegna dell’attestato di piena conformità alle norme in materia.
A partire dall’ 1 marzo è entrata in vigore la normativa PSD (Payment Services Directive – Direttiva suiServizi di Pagamento) che la nostra banca adotterà, come la maggior parte del sistema bancario, inmodo graduale attuando tempo per tempo l’introduzione delle maggiori novità.
Il 21 marzo scorso è maturato il periodo di “silenzio-assenso” relativo alla richiesta di apertura di duenuove filiali, inoltrata alla Banca d’Italia il 21 dicembre 2009. I comuni interessati sono quelli di VillaGuardia e di Solbiate. Quest’ultimo comune, in particolare, non è al momento servito da sportellibancari. Riteniamo quindi di poter offrire un servizio indispensabile ai suoi 2.500 abitanti.
Il 25 marzo è stato rinnovato il “Protocollo d’intesa” promosso dall’Amministrazione provinciale diComo, finalizzato all’anticipo della CIG straordinaria e “in deroga”, del quale abbiamo già illustratola portata e l’importanza.
L’ultima notizia riguarda l’approvazione della procedura d’appalto per la realizzazione del nuovocomparto operatorio dell’Ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù, per il quale la nostra Cassa avevastanziato un milione di euro in occasione del centenario di fondazione.
R E L A Z I O N I44
Secondo quanto previsto dall’articolo 50 dello Statuto, la misura del dividendo non può esseresuperiore all’interesse massimo dei buoni postali fruttiferi aumentato di due punti e mezzo. Tenutoconto del rendimento medio di tali titoli si è determinata una percentuale di remunerazione delcapitale pari al 5,00 per cento.
Dopo l’approvazione del presente progetto, l’importo di 7.451.662,37 euro, destinato alla riservalegale, incrementerà le riserve patrimoniali indivisibili. Il patrimonio della Cassa ammonterà pertanto a254.690.209,46 euro, con un aumento rispetto all’anno precedente del 3,88% e sarà così composto:
Capitale sociale € 1.137.457,50Riserva legale e statutaria € 246.422.467,75Sovrapprezzi di emissione € 1.769.428,57Altre riserve consentite dalla legge € 5.360.855,64
alla riserva legale indivisibile ai sensi della Legge 904/77 € 7.451.662,37ai fondi mutualistici di cui all’art. 11, Legge 59/92 € 247.694,64ai soci quale dividendo € 57.130,96ai fini di beneficenza o mutualità € 500.000,00Totale € 8.256.487,97
10. PREVEDIBILE EVOLUZIONE DELLA GESTIONE
Il 2010 non si prospetta meno impegnativo del 2009, sia per una ripresa economica il cui inizio vie-ne spostato sempre più in avanti (ma intanto i segnali positivi, seppur deboli, si intensificano), sia peril persistere di tassi d’interesse estremamente bassi che continuano a pregiudicare l’andamento deglispread.
La qualità del credito risentirà ancora in modo significativo della difficile congiuntura economica per-ché l’esperienza insegna che le criticità emergono con ritardo rispetto alla fase recessiva e proseguo-no anche oltre l’avvio della ripresa.
La combinazione di questi fattori renderà probabilmente difficile mantenere un risultato economicoin linea con quello del trascorso anno.
Grazie alla solidità patrimoniale della nostra banca potremo continuare a mettere in atto le iniziativenecessarie a sostenere concretamente il sistema produttivo e le famiglie.
Sul piano dei volumi intermediati attendiamo una ulteriore crescita della raccolta e degli impieghi, inparticolare dalle nuove zone di espansione territoriale e dalle filiali di più recente apertura.
Contiamo nel corso dell’anno di trasferire nella nuova sede di proprietà la filiale di Cermenate centro,ubicata in locali divenuti insufficienti ad accogliere una clientela in costante aumento.
11. PROPOSTA DI DESTINAZIONE DELL’UTILE
Signori Soci,
questo bilancio è assoggettato a revisione contabile dalla società PricewaterhouseCoopers S.p.A. cheeffettua anche il controllo contabile, segno di chiarezza e trasparenza nei Vostri confronti, versol’Organo di Vigilanza e verso le molteplici controparti con le quali intratteniamo rapporti d’affari.
Sulla base delle norme vigenti e dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione Vi invita ad approva-re il Bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2009, come esposto nella documentazione di Sta-to Patrimoniale e di Conto Economico, nonché nella Nota Integrativa e propone la seguente desti-nazione dell’utile netto dell’esercizio:
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12. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
In chiusura della relazione ringraziamo i Direttori della Banca d’Italia di Como dott. Giuseppe Gullo,che ha lasciato l’incarico lo scorso anno, e dott.ssa Daniela Palumbo e i loro Collaboratori per la co-stante e cortese assistenza fornitaci.
Dal 2009 la competenza della funzione di Vigilanza è passata alla Banca d’Italia di Milano. Estendia-mo pertanto il nostro ringraziamento al Direttore avv. Salvatore Messina e ai suoi Collaboratori, inparticolare al dott. Luca Bianchi.
Ringraziamo le Società del Gruppo Bancario Iccrea, gli organismi Federali nazionali e regionali, il Pre-sidente nazionale avv. Alessandro Azzi e il Direttore della Federazione Lombarda dott. Filippo Spina.
Ai signori Sindaci, ai Componenti della Consulta dei Soci, al Direttore Generale, ai Vicedirettori, aiDirigenti, ai Responsabili delle filiali e degli uffici interni e a tutti i Collaboratori, vada il più cordialeapprezzamento per l’intelligente e fattivo contributo all’attività svolta. Il loro impegno e la loro dedi-zione garantiscono la qualità del servizio e la soddisfazione del cliente e valorizzano il nostro mododi essere “differenti per scelta”: non solo “banca” ma anche - e soprattutto - “banca cooperativa ebanca locale”.
Ai Signori Sergio Pavesi, Rosa Paola Molteni e Luisella Brambilla, colleghi della Cassa che hanno rag-giunto a fine 2009 l’età pensionabile, gli auguri di lunga vita in salute e serenità.
Ai nuovi Soci rivolgiamo un cordiale benvenuto, con la certezza che contribuiranno a mantenere vi-vo il valore della cooperazione.
Signori Soci,
siamo giunti alla scadenza del nostro mandato triennale, nel corso del quale abbiamo posto il mas-simo e costante impegno a servizio della nostra Banca e delle Comunità in cui operiamo.
Siete ora chiamati a nominare i componenti degli Organi Sociali. A tale proposito Vi informiamo chehanno scelto di non ricandidarsi i consiglieri signori Renato Della Moretta e Giorgio Pellizzoni; a lo-ro desideriamo rivolgere un caloroso ringraziamento per l’opera svolta con dedizione, competenza efattiva collaborazione.
Desideriamo anche ringraziare sentitamente il rag. Riccardo Di Bona, sindaco dal 1989 e Presidentedel Collegio Sindacale dal 2004 per la costante presenza, l’appassionata partecipazione alle vicendedella nostra banca, l’alta professionalità nello svolgimento dei suoi compiti.
Al loro posto, il Consiglio uscente propone, tra gli amministratori, i signori Daniele Tagliabue, attua-le presidente della delegazione canturina della Confartigianato, e Gerardo Baietti, imprenditore diLurate Caccivio e consigliere dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili di Como, e nel Collegio Sin-dacale la signora Annalisa Monti di Cermenate. Le scelte sono state operate nell’ottica di migliorareulteriormente la rappresentatività delle categorie economiche e delle nuove zone di espansione ter-ritoriale della nostra banca.
Ai nuovi Amministratori il compito, non facile ma proprio per questo affascinante e meraviglioso, diprogettare il futuro, di custodire e rafforzare la nostra Cassa Rurale, di renderla sempre più respon-sabilmente partecipe dello sviluppo economico, culturale e sociale del nostro territorio.
A Voi tutti un grazie per la fiducia accordataci, con l’esortazione ad essere sempre fedeli sostenitoridella Vostra banca, a promuoverne la crescita, ad accompagnarla nelle iniziative finalizzate alla crea-zione di valore per le Comunità locali.
Cantù, 30 marzo 2010
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Signori Soci della Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù,
il Consiglio di Amministrazione ha messo a nostra disposizione il bilancio dell’esercizio chiuso al 31dicembre 2009, unitamente alla “Relazione sulla gestione”, approvato nella riunione del 30 marzo2010, nel rispetto dei termini fissati dalla legge.
Vi segnaliamo, innanzitutto, che in adesione al disposto del D.Lgs. 28 febbraio 2005 n. 38, il bilanciodell’esercizio è stato redatto in applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, emanati dal-lo IASB, applicati nel rispetto dei principi di interpretazione emanati dal SIC/IFRIC, omologati dallaCommissione Europea ai sensi dei regolamenti comunitari attualmente in vigore.
Nella predisposizione del bilancio di esercizio sono stati osservati gli schemi e le regole di compila-zione contenuti nella circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005, 1° aggiornamentodel 18 novembre 2009.
Tutti i riferimenti normativi ed i criteri di valutazione adottati sono stati dettagliatamente riportati nel-la parte introduttiva della “Nota integrativa”.
In conformità alla normativa vigente, il progetto di bilancio che è composto da sei distinti documen-ti: lo Stato patrimoniale, il Conto economico, il Prospetto delle variazioni di patrimonio netto, il Pro-spetto della redditività complessiva, il Rendiconto finanziario e la Nota integrativa, è stato sottopo-sto alla revisione contabile da parte della società PricewaterhouseCoopers S.p.A., e può essere rias-sunto nelle seguenti risultanze:
Nell’esercizio in esame sono stati registrati concreti incrementi nei volumi operativi (raccolta ed im-pieghi). Di contro, per effetto della significativa discesa dei tassi di interesse, si è notevolmente ridi-mensionato il risultato economico, che è stato salvaguardato grazie ad un’oculata e prudente gestio-ne, che ha sempre riservato la massima attenzione all’efficienza, nonché al controllo ed al conteni-mento dei costi.
Tra i contributi all’incremento dei volumi operativi deve essere conteggiato anche l’effetto dell’espan-sione territoriale, attuata nel rispetto del piano strategico della Cassa, anche se non può non esseresottolineato l’ottimo livello dell’attività della struttura organizzativa, che ha valorizzato le proprie ca-pacità commerciali ed operative, nell’ambito di un costante miglioramento del grado di efficienzacomplessivo.
Relazione del Collegio Sindacale sul bilancio al 31 dicembre 2009ai sensi dell’articolo 2429 Codice Civile
STATO PATRIMONIALE
CONTO ECONOMICO
Attivo € 1.915.043.157
Passivo € 1.659.548.122
Patrimonio Netto € 247.238.547
Utile d’esercizio € 8.256.488
Utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte € 10.941.741
Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente € 2.685.253
Utile d’esercizio € 8.256.488
R E L A Z I O N I46
Il risultato del bilancio ha subito delle influenze dirette ed indirette dalla difficile situazione economi-ca generale, in quanto sia per le variazioni significative dei tassi che per l’aumento del rischio di cre-dito, sono stati effettuati accantonamenti di carattere estremamente prudenziale, anche in accogli-mento delle richieste di questo Collegio, così da limitare l’effetto di eventuali default sui conti eco-nomici delle future gestioni.
I criteri seguiti nell’attività sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico, così come prescrit-to dalle disposizioni di legge e dal nostro Statuto, emergono dai diversi aspetti dell’operatività dellaCassa e sono attestati dalla continua crescita della compagine sociale costituita, alla data di chiusu-ra dell’esercizio, da 6.904 soci.
La crescita della compagine sociale rappresenta la migliore attestazione della validità dei rapporti in-trattenuti con il socio-cliente, principale beneficiario dei servizi offerti dalla Cassa, finalizzati al soste-gno delle necessità delle famiglie e degli operatori economici locali.
La Nota integrativa contiene, nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni di legge, oltre all’indicazio-ne dei riferimenti normativi relativi ai criteri di valutazione adottati, informazioni dettagliate sulle vo-ci dello stato patrimoniale e del conto economico nonché le altre informazioni richieste, al fine diesporre in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca.
I dati del bilancio 2009 sono confrontati con quelli patrimoniali e di conto economico al 31 dicem-bre 2008, determinati applicando i medesimi criteri di valutazione ispirati ai principi contabili inter-nazionali.
Sul bilancio nel suo complesso, situazione patrimoniale e conto economico, è stato emesso un giu-dizio senza rilievi e senza riserve da parte della società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A.,che ha rilasciato, ai sensi dell’art. 2409 - ter codice civile, la propria relazione, in data 13 aprile 2010,relativa alla funzione di controllo contabile dalla stessa esercitata.
A tale riguardo, nel corso dell’esercizio, il Collegio Sindacale ha incontrato i responsabili della socie-tà di revisione con i quali ha avuto scambi di informazioni relativamente alla tenuta della contabilitàsociale ed alla formazione del bilancio d’esercizio, nonché sulle altre verifiche dalla stessa effettuate,senza ricevere segnalazioni di alcun genere.
Nel corso dell’esercizio il Collegio Sindacale ha partecipato a tutte le riunioni del Consiglio di Ammi-nistrazione e del Comitato Esecutivo.
In tali interventi il Collegio ha potuto verificare come l’attività dei suddetti organi sia improntata alrispetto della corretta amministrazione ed alla tutela del patrimonio della Banca.
Nel corso dell’anno 2009 il Collegio Sindacale si è riunito per n. 35 verifiche collegiali.
Nei riscontri e nelle verifiche effettuate il Collegio Sindacale si é avvalso, ove necessario, della colla-borazione della struttura dei controlli interni, dell’ufficio ragioneria, dell’ufficio controllo del creditoe del servizio legale della Banca.
Dall’attività di controllo e verifica esercitata dal Collegio Sindacale non sono emersi fatti significativi,tali da richiedere la necessità di segnalazione alla Banca d’Italia.
In ossequio al disposto dell’art. 2403 del Codice Civile il Collegio Sindacale ha:
• ottenuto dagli Amministratori le informazioni sul generale andamento della gestione e sulla suaprevedibile evoluzione nonché sulle operazioni di maggior rilievo economico, finanziario e patri-moniale;
• in base alle informazioni ottenute il Collegio ha potuto verificare che le azioni deliberate e postein essere sono risultate conformi alle Leggi ed allo Statuto sociale e che non appaiono manifesta-mente imprudenti, azzardate, in potenziale conflitto di interessi o in contrasto con le deliberazio-ni assunte dall’Assemblea o tali da compromettere l’integrità del patrimonio;
47R E L A Z I O N I
• vigilato sull’osservanza della Legge e dello Statuto, nonché sul rispetto dei principi di corretta am-ministrazione;
• acquisito conoscenza e vigilato, per quanto di propria competenza, sull’adeguatezza dell’assettoorganizzativo della Banca anche tramite la raccolta di informazioni dai responsabili delle diversefunzioni ed a tale riguardo non ha osservazioni particolari da riferire all’Assemblea;
• rilevato l’adeguatezza sostanziale del sistema dei controlli interni della Banca anche attraverso in-formazioni acquisite dalla funzione di internal auditing che è stata esternalizzata alla FederazioneLombarda delle B.C.C.;
• valutato e vigilato sull’adeguatezza del sistema amministrativo e contabile nonché sull’affidabilitàin concreto di quest’ultimo a rappresentare correttamente i fatti, gli atti e le operazioni di gestio-ne, anche a seguito delle specifiche informazioni ricevute dai responsabili delle rispettive funzioni.
Vi evidenziamo infine che non sono pervenute denunce ex art. 2408 del Codice Civile o esposti dialtra natura.
Il Collegio Sindacale, in ottemperanza alle disposizioni di cui all’art. 2 Legge n. 59/1992 e all’art.2545 Codice Civile, attesta di condividere i criteri seguiti dal Consiglio di Amministrazione nella ge-stione sociale per il conseguimento degli scopi mutualistici in conformità col carattere cooperativodella Cassa e dettagliati nella relazione sulla gestione presentata dagli stessi Amministratori.
In considerazione di tutto quanto sopra esposto, il Collegio Sindacale esprime il proprio parere favo-revole all’approvazione del bilancio dell’esercizio 2009 così come presentatoVi, nonché alla propostadi destinazione del risultato di esercizio formulata dal Consiglio di Amministrazione.
Il Collegio Sindacale desidera anche manifestare il proprio commosso ricordo del signor Angelo Ter-raneo, che ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione, del quale ha apprez-zato le doti umane e professionali.
In conclusione del proprio rapporto il Collegio Sindacale ritiene doveroso ringraziare il personale, iPreposti alle filiali e tutto lo staff della Direzione Generale per la preziosa e fattiva collaborazione chegli è sempre stata assicurata, consentendogli di adempiere ai compiti del proprio ufficio con la mas-sima puntualità e precisione.
Essendosi concluso il nostro mandato triennale sarete chiamati a rinnovare il Collegio Sindacale.
Ringraziamo per la fiducia che ci è stata accordata.
Cantù, 13 aprile 2010 IL COLLEGIO SINDACALE
R E L A Z I O N I48
B I L A N C I O
STATO PATRIMONIALECONTO ECONOMICOPROSPETTO DELLA REDDITIVITA' COMPLESSIVAPROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTORENDICONTO FINANZIARIONOTA INTEGRATIVA
49B I L A N C I O
Stato Patrimoniale al 31 Dicembre 2009
B I L A N C I O50
(in unità di euro)
Voci del passivo e del patrimonio netto 2009 2008
10. Debiti verso banche 24.634.637 34.087.449
20. Debiti verso clientela 1.002.297.620 893.005.398
30. Titoli in circolazione 609.111.991 585.760.091
40. Passività finanziarie di negoziazione 12.822 18.146
80. Passività fiscali 1.182.534 929.951a) correnti - 364.887b) differite 1.182.534 565.064
100. Altre passività 11.010.484 20.724.525
110. Trattamento di fine rapporto del personale 8.848.510 9.357.312
120. Fondi per rischi e oneri 2.449.524 2.977.163b) altri fondi 2.449.524 2.977.163
130. Riserve da valutazione 5.360.856 3.407.760
160. Riserve 238.970.805 222.030.402
170. Sovrapprezzi di emissione 1.769.429 1.654.824
180. Capitale 1.137.457 1.140.842
200. Utile d'esercizio (+/-) 8.256.488 17.831.042
TOTALE DEL PASSIVOE DEL PATRIMONIO NETTO 1.915.043.157 1.792.924.905
IL PRESIDENTE IL COLLEGIO SINDACALEDEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Riccardo Di Bona
Gaetano Volpe Enrico CairoliSerafino Marelli
IL DIRETTORE GENERALEGianbattista Lanzi
(in unità di euro)
Voci dell'attivo 2009 2008
10. Cassa e disponibilità liquide 5.912.862 5.960.648
20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 5.017.989 104.227.399
30. Attività finanziarie valutate al fair value - 1.000
40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 300.663.938 136.506.328
60. Crediti verso banche 92.714.450 154.358.980
70. Crediti verso clientela 1.469.775.752 1.354.216.318
100. Partecipazioni 100.928 100.928
110. Attività materiali 27.160.244 26.258.493
120. Attività immateriali 196.252 197.440
130. Attività fiscali 4.543.660 2.699.335a) correnti 2.056.642 399.300b) anticipate 2.487.018 2.300.035
150. Altre attività 8.957.082 8.398.036
TOTALE DELL'ATTIVO 1.915.043.157 1.792.924.905
51B I L A N C I O
Conto Economico al 31 Dicembre 2009(in unità di euro)
Voci 2009 2008
10. Interessi attivi e proventi assimilati 64.840.909 97.026.34620. Interessi passivi e oneri assimilati (24.851.902) (44.581.303)30. Margine di interesse 39.989.007 52.445.04340. Commissioni attive 15.095.143 14.615.73050. Commissioni passive (1.730.364) (1.719.654)60. Commissioni nette 13.364.779 12.896.07670. Dividendi e proventi simili 399.541 517.17280. Risultato netto dell'attività
di negoziazione 464.380 1.296.256100. Utili (perdite) da cessione
o riacquisto di: 249.139 400.386b) attività finanziarie disponibili
per la vendita 281.466 257.130d) passività finanziarie (32.327) 143.256
110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value 13 (3)
120. Margine di intermediazione 54.466.859 67.554.930130. Rettifiche/riprese di valore nette
per deterioramento di: (6.596.761) (7.762.153)a) crediti (6.507.428) (7.656.107)b) attività finanziarie disponibili
per la vendita (158.050) -d) passività finanziarie 68.717 (106.046)
140. Risultato netto della gestione finanziaria 47.870.098 59.792.777
150. Spese amministrative: (37.593.692) (38.352.658)a) spese per il personale (20.894.303) (20.789.751)b) altre spese amministrative (16.699.389) (17.562.907)
160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (1.554.000) (2.030.000)
170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (1.366.983) (1.327.571)
180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (89.815) (70.445)
190. Altri oneri/proventi di gestione 3.676.133 3.624.566200. Costi operativi (36.928.357) (38.156.108)250. Utile della operatività
corrente al lordo delle imposte 10.941.741 21.636.669260. Imposte sul reddito dell'esercizio
dell'operatività corrente (2.685.253) (3.805.627)270. Utile della operatività
corrente al netto delle imposte 8.256.488 17.831.042
290. UTILE D'ESERCIZIO 8.256.488 17.831.042
IL PRESIDENTE IL COLLEGIO SINDACALEDEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Riccardo Di Bona
Gaetano Volpe Enrico CairoliSerafino Marelli
IL DIRETTORE GENERALEGianbattista Lanzi
B I L A N C I O52
Prospetto della Redditività Complessiva al 31 Dicembre 2009(in unità di euro)
Voci 2009 2008
10. Utile (Perdita) d’esercizio 8.256.488 17.831.042Altre componenti reddituali al netto delle imposte
20. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.953.096 (538.083)110. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte 1.953.096 (538.083)
120. REDDITIVITA' COMPLESSIVA (VOCE 10+110) 10.209.584 17.292.959
53B I L A N C I O
Deriv
ati
Mod
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2008
Rendiconto Finanziario (metodo indiretto) al 31 Dicembre 2009
B I L A N C I O54
(in unità di euro)
2009 2008
A. ATTIVITA' OPERATIVA
1. Gestione 20.903.693 32.163.135- risultato d'esercizio (+/-) 8.256.488 17.831.042- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione
e su attività/passività finanziarie valutate al fair value (-/+) 3.084 -942.299- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) - -- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) 7.845.086 8.395.375- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 1.456.799 1.398.016- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 1.798.061 2.912.273- imposte e tasse non liquidate (+) - 364.887- rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione
al netto dell'effetto fiscale (+/-) - -- altri aggiustamenti (+/-) 1.544.175 2.203.841
2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie -127.458.773 -251.414.988- attività finanziarie detenute per la negoziazione 97.707.131 -18.108.820- attività finanziarie valutate al fair value 966 11- attività finanziarie disponibili per la vendita -161.971.472 1.352.694- crediti verso banche: a vista 29.224.824 -26.879.926- crediti verso banche: altri crediti 32.089.855 -39.712.377- crediti verso clientela -120.899.656 -167.812.719- altre attività -3.610.421 -253.851
3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie 108.374.082 220.809.152- debiti verso banche: a vista 12.539.737 867.917- debiti verso banche: altri debiti -21.992.549 -10.013.246- debiti verso clientela 109.292.222 102.262.153- titoli in circolazione 21.022.830 128.674.534- passività finanziarie di negoziazione - -- passività finanziarie valutate al fair value - -- altre passività -12.488.158 -982.206
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa 1.819.002 1.557.299
Rendiconto Finanziario (metodo indiretto) al 31 Dicembre 2009
Riconciliazione
55B I L A N C I O
(in unità di euro)
2009 2008
B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO
1. Liquidità generata da 329.851 463.338- vendite di partecipazioni - -- dividendi incassati su partecipazioni 329.851 463.338- vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza - -- vendite di attività materiali - -- vendite di attività immateriali - -- vendite di rami d'azienda - -
2. Liquidità assorbita da -1.716.724 -2.649.580- acquisti di partecipazioni - -- acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza - -- acquisti di attività materiali -1.628.097 -2.597.325- acquisti di attività immateriali -88.627 -52.255- acquisti di rami d'azienda - -
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento -1.386.873 -2.186.242
C. ATTIVITA' DI PROVVISTA- emissioni/acquisti di azioni proprie 111.220 167.233- emissioni/acquisti di strumenti di capitale - -- distribuzione dividendi e altre finalità -591.135 -591.426
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista -479.915 -424.193
LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO -47.786 -1.053.136
Legenda:(+) generata (-) assorbita
(in unità di euro)
Voci di bilancio 2009 2008
Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 5.960.648 7.013.784
Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio -47.786 -1.053.136
Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi - -
Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 5.912.862 5.960.648
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Nota Integrativa al 31 Dicembre 2009
PARTE A – POLITICHE CONTABILI
A.1 - PARTE GENERALE Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali Sezione 2 - Principi generali di redazione Sezione 3 - Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio Sezione 4 - Altri aspetti
A.2 – PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO 1 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2 - Attività finanziarie disponibili per la vendita 3 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4 - Crediti 5 - Attività finanziarie valutate al fair value 6 - Operazioni di copertura 7 - Partecipazioni 8 - Attività materiali 9 - Attività immateriali 10 - Attività non correnti in via di dismissione 11 - Fiscalità corrente e differita 12 - Fondi per rischi e oneri 13 - Debiti e titoli in circolazione 14 - Passività finanziarie di negoziazione 15 - Passività finanziarie valutate al fair value 16 - Operazioni in valuta 17 - Altre informazioni
A.3 – INFORMATIVA SUL FAIR VALUE A.3.1 Trasferimenti tra portafogli A.3.2 Gerarchia del fair value A.3.3 Informativa sul cd. "day one profit/loss"
PARTE B – INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE
ATTIVO Sezione 1 - Cassa e disponibilità liquide Sezione 2 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione Sezione 3 - Attività finanziarie valutate al fair value Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita Sezione 5 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Sezione 6 - Crediti verso banche Sezione 7 - Crediti verso clientela Sezione 8 - Derivati di copertura Sezione 9 - Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica Sezione 10 - Le partecipazioni Sezione 11 - Attività materiali Sezione 12 - Attività immateriali Sezione 13 - Le attività fiscali e le passività fiscali Sezione 14 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate Sezione 15 - Altre attività
PASSIVO Sezione 1 - Debiti verso banche Sezione 2 - Debiti verso clientela Sezione 3 - Titoli in circolazione Sezione 4 - Passività finanziarie di negoziazione Sezione 5 - Passività finanziarie valutate al fair value Sezione 6 - Derivati di copertura Sezione 7 - Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica Sezione 8 - Passività fiscali Sezione 9 - Passività associate ad attività in via di dismissione Sezione 10 - Altre passività Sezione 11 - Trattamento di fine rapporto del personale Sezione 12 - Fondi per rischi e oneri Sezione 13 - Azioni rimborsabili Sezione 14 - Patrimonio dell’impresa
ALTRE INFORMAZIONI 1 - Garanzie rilasciate e impegni 2 - Attività costituite a garanzie di proprie passività e impegni
57
3 - Informazioni sul leasing operativo 4 - Gestione e intermediazione per conto terzi 5 - Incasso di crediti per conto terzi: rettifiche dare e avere
PARTE C – INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO Sezione 1 - Gli interessi Sezione 2 - Le commissioni Sezione 3 - Dividendi e proventi simili Sezione 4 - Risultato netto dell'attività di negoziazione Sezione 5 - Risultato netto dell'attività di copertura Sezione 6 - Utili (perdite) da cessione/riacquisto Sezione 7 - Risultato netto delle attività e delle passività finanziarie valutate al fair value Sezione 8 - Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento Sezione 9 - Le spese amministrative Sezione 10 - Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri Sezione 11 - Rettifiche di valore nette su attività materiali Sezione 12 - Rettifiche di valore nette su attività immateriali Sezione 13 - Gli altri oneri e proventi di gestione Sezione 14 - Utili (perdite) delle partecipazioni Sezione 15 - Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali ed immateriali Sezione 16 - Rettifiche di valore dell’avviamento Sezione 17 - Utili (perdite) da cessione di investimenti Sezione 18 - Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente Sezione 19 - Utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte Sezione 20 - Altre informazioni Sezione 21 - Utile per azione
PARTE D – REDDITIVITA' COMPLESSIVA
PARTE E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA
SEZIONE 1 - RISCHIO DI CREDITO Informazioni di natura qualitativa 1. Aspetti generali 2. Politiche di gestione del rischio di credito Informazioni di natura quantitativa A. Qualità del credito B. Distribuzione e concentrazione delle esposizioni creditizie C. Operazioni di cartolarizzazione e di cessione delle attività D. Modelli per la misurazione del rischio di credito
SEZIONE 2 – RISCHI DI MERCATO 2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza 2.2 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – Portafoglio bancario 2.3 Rischio di cambio 2.4 Gli strumenti derivati
SEZIONE 3 – RISCHIO DI LIQUIDITÀ
SEZIONE 4 – RISCHI OPERATIVI
PARTE F – INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO Sezione 1 - Il patrimonio dell’impresa Sezione 2 - Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza 2.1 Patrimonio di vigilanza 2.2 Adeguatezza patrimoniale
PARTE G – OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE O RAMI D’AZIENDA Sezione 1 - Operazioni realizzate durante l’esercizio Sezione 2 - Operazioni realizzate dopo la chiusura dell’esercizio Sezione 3 - Rettifiche retrospettive
PARTE H – OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE 1. Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategiche 2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate
PARTE I – ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU PROPRI STRUMENTI PATRIMONIALI
PARTE L – INFORMATIVA DI SETTORE
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PARTE A - POLITICHE CONTABILI A.1 - PARTE GENERALE
Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali
Il Bilancio dell’esercizio 2009 è redatto in applicazione dei principi contabili internazionali - International Accounting Standards (IAS) e International Financial Reporting Standards (IFRS) - emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) e delle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC), omologati dalla Commissione Europea e in vigore alla data di riferimento del bilancio.
L’applicazione degli IFRS è stata effettuata facendo anche riferimento al “quadro sistematico per la preparazione e presentazione del bilancio” (c.d. framework), con particolare riguardo al principio fondamentale della prevalenza della sostanza sulla forma, nonché al concetto della rilevanza e significatività dell’informazione.
Oltre alle istruzioni contenute nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione” 1° aggiornamento d el 18 novembre 2009, si è tenuto conto, sul piano interpretativo, dei documenti sull’applicazione degli IFRS in Italia predisposti dall’Organismo Italiano di Contabilità (O.I.C.).
Sezione 2 - Principi generali di redazione
Il bilancio è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva, dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalla presente nota integrativa ed è corredato dalla relazione degli amministratori sull’andamento della gestione e sulla situazione della Cassa. I conti in bilancio trovano corrispondenza nella contabilità aziendale.
Il bilancio di esercizio è redatto nella prospettiva della continuità aziendale e facendo riferimento ai principi generali di redazione di seguito elencati: - competenza economica; - continuità aziendale; - comprensibilità dell’informazione; - significatività dell’informazione (rilevanza); - attendibilità dell’informazione (fedeltà della rappresentazione; prevalenza della sostanza economica sulla
forma giuridica; neutralità dell’informazione; completezza dell’informazione; prudenza nelle stime per non sovrastimare ricavi/attività o sottostimare costi/passività);
- comparabilità nel tempo.
Nella predisposizione del bilancio di esercizio sono stati osservati gli schemi e le regole di compilazione di cui alla circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22/12/2005, 1° aggiornamento del 18 novembre 2009.
Inoltre sono state fornite le informazioni complementari ritenute opportune a integrare la rappresentazione dei dati di bilancio, ancorché non specificatamente prescritte dalla normativa.
Gli schemi di stato patrimoniale e conto economico, il rendiconto finanziario, il prospetto della redditività complessiva e il prospetto delle variazioni del patrimonio netto sono redatti in unità di euro, mentre la presente nota integrativa, quando non diversamente indicato, è espressa in migliaia di euro. A fini comparativi gli schemi di bilancio e, ove richiesto, le tabelle della nota integrativa riportano anche i dati relativi all’esercizio precedente.
Con l’emanazione della citata Circolare 262/2005 sono stati introdotti obblighi informativi ai fini della redazione del bilancio del corrente esercizio.
Nel più ampio contesto degli interventi di razionalizzazione e di semplificazione, rilevano quelli che introducono nella nota integrativa nuove tabelle e/o modifiche a quelle esistenti per assolvere gli obblighi informativi inerenti la cd. gerarchia del fair value e i trasferimenti degli strumenti finanziari tra i diversi portafogli contabili, con indicazione dei relativi effetti economici e patrimoniali.
E’ stato inoltre introdotto, ai sensi della revisione dello IAS 1, il prospetto della redditività complessiva nel quale vanno presentate, oltre all’utile d’esercizio, tutte le componenti che contribuiscono alla performance aziendale (sostanzialmente attinenti le variazioni di valore delle attività imputate direttamente alle riserve di patrimonio netto).
I criteri adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio sono rimasti invariati rispetto a quelli utilizzati per il bilancio dell'esercizio precedente.
A seguito di consultazioni a livello internazionale tra Regulators, Governi e Organismi preposti alla predisposizione ed all’interpretazione delle regole contabili, nel corso del mese di marzo 2009 lo IASB ha approvato un emendamento all’IFRS 7 al fine di migliorare l’informativa in materia di fair value measurement e rinforzare i precedenti requisiti di informativa in materia di rischio di liquidità associato agli strumenti finanziari.
Tale emendamento trova applicazione a partire dal corrente bilancio d’esercizio (IFRS 7 44G).
59
In estrema sintesi, con riferimento: - ai criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari, le modifiche introducono obblighi di
informativa, sulla base di quanto già previsto nello SFAS 157, in termini di gerarchia dei fair value su tre livelli determinati in base alla significatività degli input alle valutazioni;
- al rischio di liquidità, è introdotta una nuova definizione dello stesso (come “rischio che un’entità abbia difficoltà ad adempiere alle obbligazioni associate a passività finanziarie che sono regolate attraverso la consegna di contante o di altre attività finanziarie”) nonché prevista una maggiore informativa anche di tipo quantitativo sulla modalità di gestione della liquidità di strumenti derivati.
La principale innovazione di cui all’emendamento all’IFRS 7 è l’introduzione del concetto di gerarchia dei fair value (Fair Value Hierarchy, nel seguito anche “FVH”) articolata su tre differenti livelli (Livello 1, Livello 2 e Livello 3) in ordine decrescente di osservabilità degli input utilizzati per la stima del fair value.
La FVH prevede che vengano assegnati alternativamente i seguenti livelli: - Livello 1: quotazioni (senza aggiustamenti) rilevate su un mercato attivo – secondo la definizione data dallo
IAS 39 - per le attività e le passività finanziarie oggetto di valutazione; - Livello 2: input diversi dai prezzi quotati di cui al punto precedente, che sono osservabili direttamente (prezzi)
o indirettamente (derivati dai prezzi) sul mercato; - Livello 3: input che non sono basati su dati di mercato osservabili.
I principi adottati, esposti di seguito nel presente documento, sono stati concordati con il Collegio Sindacale ove previsto dalla normativa.
Sezione 3 - Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio
Nel periodo di tempo intercorrente tra la data di riferimento del presente bilancio e la sua approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione avvenuta il 30/03/2010 non sono intervenuti fatti che comportino una modifica dei dati approvati in tale sede né si sono verificati fatti di rilevanza tale da richiedere una integrazione all’informativa fornita.
Sezione 4 - Altri aspetti
Il bilancio è sottoposto alla revisione contabile della società PriceWaterhouseCoopers Spa alla quale è stato conferito l’incarico per il triennio 2009/2010/2011 dall’assemblea dei soci dell'8/05/2009.
Alla stessa è stato affidato anche il controllo contabile ai sensi dell’art. 2409-ter del Codice Civile, lettera a) (controlli periodici).
La redazione del bilancio d’esercizio richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio.
L’elaborazione di tali stime implica l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione.
Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di periodo in periodo; non può quindi escludersi che negli esercizi successivi gli attuali valori iscritti in bilancio potranno differire anche in maniera significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate.
Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte del Consiglio di Amministrazione sono: - la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre attività finanziarie - la determinazione del fair value degli strumenti finanziari da utilizzare ai fini dell’informativa di bilancio - l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati
attivi - la valutazione della congruità del valore degli avviamenti e delle altre attività immateriali - la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri - le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva.
La descrizione delle politiche contabili applicate sui principali aggregati di bilancio fornisce i dettagli informativi necessari all’individuazione delle principali assunzioni e valutazioni soggettive utilizzate nella redazione del bilancio d’esercizio.
Per le ulteriori informazioni di dettaglio inerenti la composizione e i relativi valori di iscrizione delle poste interessate dalle stime in argomento si fa, invece, rinvio alle specifiche sezioni di nota integrativa.
La Cassa inoltre non ha redatto il bilancio consolidato. Tale scelta non inficia la rappresentazione veritiera e corretta del bilancio della Cassa in quanto la partecipazione nella società “Autosilo del Corso srl Società a socio unico” non influenza in alcun modo gli aggregati di stato patrimoniale e di conto economico della Cassa stessa, e
60
risulta del tutto irrilevante tenuto conto della sua dimensione patrimoniale ed economica, poco significativa ai fini del miglioramento dell’informativa.
A.2 – PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO
Le modifiche della normativa contabile
Con la pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. 275 del 16 ottobre 2008, del Regolamento CE n. 1004/2008, sono entrate in vigore le modifiche allo IAS 39 “Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione“.
Tali previsioni sono sostanzialmente volte a concedere alcune limitate possibilità di riclassifica, in determinate condizioni, di strumenti finanziari classificati tra le “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” (ovvero attività valutate al fair value con impatto delle variazioni a conto economico) in altre categorie IAS, al fine di non applicare la valutazione al fair value.
Più in dettaglio, l’amendment allo IAS 39 consente: a) in rare circostanze, di riclassificare una qualsiasi attività finanziaria – diversa dagli strumenti derivati – dalle
“Attività finanziarie detenute per la negoziazione” (voce 20 dell’attivo patrimoniale) ad altre categorie di strumenti finanziari;
b) di riclassificare attività finanziarie, che hanno le caratteristiche oggettive per essere classificate nella categoria “Finanziamenti e crediti” (Loans e receivebles) e per le quali si ha l’intenzione di detenerle per un prevedibile futuro ovvero sino alla scadenza, dalla categoria “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” e dalle “Attività finanziarie disponibili per la vendita” verso la categoria dei “Finanziamenti e crediti” (leggasi “Crediti verso banche” o “Crediti verso clientela” – rispettivamente voce 60 e 70 dell’attivo patrimoniale).
Sono rimaste inalterate le previsioni dello IAS 39 che consentivano riclassifiche dalla categoria delle “Attività finanziarie detenute sino a scadenza” alla categoria delle “Attività finanziarie disponibili per la vendita” e viceversa.
La Cassa, in sede di redazione del bilancio di esercizio, non ha tuttavia proceduto ad alcuna riclassificazione degli strumenti finanziari posseduti.
In calce alle Politiche Contabili è riportato l'elenco dei regolamenti di attuazione dei principi contabili internazionali in vigore, adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio. L’esposizione dei principi adottati è effettuata con riferimento alle fasi di iscrizione, classificazione, valutazione, cancellazione delle poste dell’attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e dei costi.
1 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione
Criteri di iscrizione
L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento (settlement date) per i titoli di debito, di capitale e le quote di OICR.
All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, senza considerare i costi o proventi ad essa riferiti ed attribuibili allo strumento stesso, che vengono rilevati direttamente nel conto economico.
Criteri di classificazione
Si classificano tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione gli strumenti finanziari che sono detenuti con l’intento di generare profitti nel breve termine derivanti dalle variazioni dei prezzi degli stessi.
La Cassa ha iscritto tra le “attività finanziarie detenute per la negoziazione”, laddove presenti, titoli obbligazionari quotati, titoli di capitale quotati, quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento o SICAV).
Rientrano nella presente categoria anche i contratti derivati connessi con la fair value option (definita dal principio contabile IAS n. 39 § 9) gestionalmente collegati con attività e passività valutate al fair value, che presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value positivo, ad eccezione dei contratti derivati designati come efficaci strumenti di copertura il cui impatto confluisce nella voce 80 dell’attivo: se il fair value di un contratto derivato diventa successivamente negativo, lo stesso è contabilizzato tra le passività finanziarie di negoziazione.
La Cassa non detiene strumenti finanziari derivati sottoscritti con finalità di negoziazione.
Criteri di valutazione
Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair value con rilevazione delle variazioni in contropartita a conto economico. Se il fair value di un’attività finanziaria diventa negativo, tale posta è contabilizzata come una passività finanziaria di negoziazione.
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Criteri di cancellazione
Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.
I titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente ne prevede il riacquisto non vengono stornati dal bilancio.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi sui titoli e relativi proventi assimilati, nonché dai differenziali e dai margini maturati sino alla data di riferimento del bilancio relativi ai contratti derivati classificati come attività finanziarie detenute per la negoziazione, ma gestionalmente collegati ad attività o passività finanziarie valutate al fair value (cosiddetta fair value option), sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.
Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione sono classificati nel “Risultato netto dell’attività di negoziazione”, ad eccezione dei profitti e delle perdite relativi ai contratti derivati gestionalmente collegati con attività o passività valutate al fair value, rilevati nel “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”.
2 - Attività finanziarie disponibili per la vendita
Criteri di iscrizione
L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie disponibili per la vendita avviene alla data di regolamento (settlement date).
All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Se l’iscrizione avviene a seguito di riclassificazione di “Attività finanziarie detenute sino a scadenza”, il valore di iscrizione è rappresentato dal fair value dell’attività al momento del trasferimento.
Criteri di classificazione
Sono classificate nella presente voce le attività finanziarie non derivate che non sono classificate tra le “attività detenute per la negoziazione” o “valutate al fair value”, tra le attività finanziarie “detenute fino a scadenza” o tra i “crediti e finanziamenti”. Si tratta, pertanto, di una categoria residuale di attività finanziarie che si intende mantenere per un periodo di tempo indefinito e che possono essere vendute per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi d’interesse, nei tassi di cambio e nei prezzi di mercato. Essa accoglie: - i titoli di debito quotati e non quotati; - i titoli azionari quotati e non quotati; - le quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento e SICAV); - le partecipazioni azionarie non qualificabili di controllo, di collegamento o di controllo congiunto (c.d.
partecipazioni di minoranza).
Criteri di valutazione
Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value.
Gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli.
Per i criteri di determinazione del fair value si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”.
Le quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento, sono state valutate al costo e non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni previste dal par. AG80 dell’Appendice A allo IAS39.
In sede di chiusura di bilancio le attività vengono sottoposte a verifica dell'esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore non temporanea (impairment test).
Se una attività finanziaria disponibile per la vendita subisce una diminuzione durevole di valore, la perdita cumulata non realizzata e precedentemente iscritta nel patrimonio netto è stornata dal patrimonio netto e contabilizzata nella voce di conto economico ”rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento delle attività finanziarie disponibili per la vendita”.
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Qualora i motivi della perdita durevole vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla sua rilevazione, vengono iscritte riprese di valore imputate al conto economico se si tratta di titoli di debito o al patrimonio netto se si tratta di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.
La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione durevole di valore viene effettuata a ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale.
Criteri di cancellazione
Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Per le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevati: - a conto economico gli interessi calcolati con il metodo del tasso di interesse effettivo, che tiene conto sia
dell’ammortamento dei costi di transazione sia del differenziale tra il costo e il valore di rimborso; - a patrimonio netto in una specifica riserva, al netto dell’imposizione fiscale, i proventi e gli oneri derivanti dalla
variazione del relativo fair value, sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita durevole di valore.
Al momento della dismissione gli effetti derivanti dall’utile o dalla perdita cumulati nella riserva relativa alle attività finanziarie disponibili per la vendita vengono riversati a conto economico nella voce “utili (perdite) da cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita”.
3 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
Gli investimenti posseduti sino alla scadenza sono attività non derivate con pagamenti fissi o determinabili e scadenza fissa, quotati su un mercato attivo (Livello 1), che la Cassa ha oggettiva intenzione e capacità di possedere sino alla scadenza.
Alla data del bilancio la Cassa non detiene “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza”.
4 - Crediti
Criteri di iscrizione
La prima iscrizione di un credito avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione, sulla base del fair value dello strumento finanziario. Esso è pari all’ammontare erogato, comprensivo dei proventi e degli oneri direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo.
Nel caso di titoli di debito l’iscrizione iniziale avviene alla data di regolamento.
Per le operazioni creditizie eventualmente concluse a condizioni non di mercato, la rilevazione iniziale è effettuata per un importo pari ai futuri flussi di cassa scontati ad un tasso di mercato. L’eventuale differenza tra la rilevazione iniziale e l’ammontare erogato è rilevata nel conto economico al momento dell’iscrizione iniziale.
Criteri di classificazione
I crediti rientrano nella più ampia categoria delle attività finanziarie non derivate e non quotate in un mercato attivo che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili. Essi includono gli impieghi con clientela e con banche, erogati direttamente e che non sono stati classificati all’origine tra le "Attività finanziarie valutate al fair value".
Nella voce crediti rientrano i crediti commerciali, le operazioni di pronti contro termine ed i titoli di debito acquistati in sottoscrizione o collocamento privato, con pagamenti determinati o determinabili, non quotati in mercati attivi.
Criteri di valutazione
Successivamente alla rilevazione iniziale, i crediti sono rilevati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo e della differenza tra l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito.
Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interessi all’ammontare erogato comprensivo dei costi/proventi ricondotti al credito. L’effetto economico dei costi e dei proventi viene così distribuito lungo la vita residua attesa del credito.
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Nella determinazione del tasso di rendimento effettivo si procede alla stima dei flussi di cassa considerando tutti i termini contrattuali dello strumento finanziario che possono influire sugli importi e sulle scadenze, ma non le future perdite su crediti.
Il calcolo include tutti i pagamenti effettuati tra le parti e che costituiscono una parte integrante degli interessi, anche se denominati diversamente (commissioni, spese, ecc.), i costi dell’operazione e tutti gli altri premi o sconti.
Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti la cui breve durata fa ritenere trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti vengono valorizzati al valore nominale erogato. I proventi e gli oneri agli stessi riferibili sono attribuiti direttamente a conto economico.
Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.
Ad ogni data di bilancio i crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Tale circostanza ricorre quando è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie ossia, ad esempio, in presenza: - di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore; - di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del capitale; - del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del beneficiario,
estenda al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione; - della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria; - della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finanziarie; - di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi finanziari stimati per un
gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento della rilevazione iniziale di quelle attività, sebbene la diminuzione non possa essere ancora identificata con le singole attività finanziarie nel gruppo.
Dapprima si valuta la necessità di rettificare individualmente le esposizioni deteriorate (crediti non performing), classificate nelle diverse categorie di rischio in base alla normativa emanata dalla Banca d’Italia meglio riportata nel punto 17 – Altre Informazioni ed alle disposizioni interne che fissano le regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle seguenti categorie di rischio: - sofferenze; - esposizioni incagliate; - esposizioni ristrutturate; - esposizioni scadute.
Detti crediti deteriorati (non performing) sono oggetto di un processo di valutazione analitica e l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.
I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia.
Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto, che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali.
Qualora il credito abbia un tasso d’interesse variabile, il tasso di sconto al fine di determinare la perdita è pari al tasso di rendimento effettivo corrente determinato in accordo con il contratto.
I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve termine non vengono attualizzati.
La rettifica di valore è iscritta a conto economico. La componente della rettifica riconducibile all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”.
Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.
I crediti non performing che sono stati valutati individualmente e per i quali non sono state riscontrate evidenze oggettive di perdite di valore sono inseriti in gruppi di attività finanziarie con caratteristiche analoghe procedendo a una svalutazione analitica determinata in base alla stima dei flussi nominali futuri corretti per le perdite attese utilizzando i parametri di “probabilità di insolvenza” (PD probabilità di default) e di “perdita in caso di insolvenza “ (LGD – loss given default).
I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita e cioè, di norma, i crediti in bonis, sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di
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serie storiche, fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti.
La determinazione delle svalutazioni collettive sui crediti è effettuata identificando anche alcune parziali sinergie (per quanto consentito dalle diverse normative) con l’approccio previsto ai fini di vigilanza dalle disposizioni del “Nuovo accordo sul capitale” denominato Basilea II. In particolare, i parametri del modello di calcolo utilizzati ai fini delle valutazioni di bilancio sono rappresentati dalla PD (Probability of Default - la probabilità che, su un determinato orizzonte temporale, il debitore vada in default) e dalla LGD (Loss Given Default - rappresenta il tasso di perdita stimato in caso di default del debitore).
I citati parametri riconducono il modello valutativo alla nozione di incurred loss, cioè di un deterioramento dei crediti che si ha ragione di ritenere sia effettivamente intervenuto alla data di riferimento, ma del quale non è ancora nota l’entità al momento della valutazione, così come previsto dai principi contabili internazionali.
Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel conto economico.
Alla data di riferimento del bilancio le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono determinate in modo differenziale.
Criteri di cancellazione
I crediti vengono cancellati dalle attività in bilancio allorché il diritto a ricevere i flussi di cassa è estinto, quando la cessione ha comportato il trasferimento in maniera sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi o nel caso in cui il credito è considerato definitivamente irrecuperabile dopo che tutte le necessarie procedure di recupero sono state completate.
Qualora invece siano stati mantenuti i rischi e i benefici relativi ai crediti ceduti, questi continuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita, registrando una passività a fronte del corrispettivo ricevuto dall’acquirente.
Con riferimento alle operazioni di cartolarizzazione ex Legge n. 130/1999, poste in essere prima della data del 01 gennaio 2004, l’IFRS 1 ha previsto una specifica deroga all’applicazione delle regole sulla cancellazione delle attività finanziarie.
In relazione a tali operazioni, la Cassa ha deciso di continuare ad applicare le previgenti regole contabili.
Le operazioni di cartolarizzazione ex Legge n. 130/1999, poste in essere dopo la data del 01 gennaio 2004, non danno luogo alla cancellazione dei crediti oggetto del trasferimento.
Per esse, anche in presenza del formale trasferimento della titolarità giuridica dei crediti, la Cassa mantiene il controllo sui flussi finanziari derivanti dai medesimi e non trasferisce sostanzialmente i rischi e benefici.
Pertanto, i crediti ceduti sono iscritti nell’Attivo dello Stato Patrimoniale, con evidenza di un debito nei confronti della società veicolo al Passivo, al netto dei titoli emessi dalla società stessa e riacquistati dalla Cassa cedente. Il Conto Economico riflette gli stessi criteri di contabilizzazione.
Le operazioni hanno per oggetto crediti performing costituiti da mutui ipotecari concessi a clientela.
La Cassa si è avvalsa di una Società veicolo appositamente costituita e omologata come previsto dalla Legge citata, denominata Credico Finance 6 Srl, nella quale non detiene interessenze.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Gli interessi derivanti da “Crediti verso banche e clientela” sono iscritti tra gli “Interessi attivi e proventi assimilati” del conto economico in base al principio della competenza temporale sulla base del tasso di interesse effettivo.
Le perdite di valore riscontrate sono iscritte a conto economico nella voce 130 “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte sia a fronte di una migliorata qualità del credito tale da far insorgere la ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale, secondo i termini contrattuali originari del credito, sia a fronte del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore. Nel caso di valutazione collettiva le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento all’intero portafoglio dei crediti.
Gli utili e le perdite risultanti dalla cessione di crediti sono iscritti alla voce 100 a) del conto economico “Utile (perdite) da cessione o riacquisto di crediti”.
5 - Attività finanziarie valutate al fair value
Alla data del bilancio la Cassa non detiene “Attività finanziarie valutate al fair value”.
Criteri di iscrizione
L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie rappresentate da titoli di debito e di capitale avviene alla data di regolamento.
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L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie rappresentate da finanziamenti avviene alla data di erogazione.
All’atto della rilevazione iniziale, le attività finanziarie vengono rilevate al fair value che corrisponde generalmente al corrispettivo pagato o all’ammontare erogato per l’esecuzione della transazione, senza considerare i costi o proventi ad essa riferiti ed attribuibili allo strumento stesso, che vengono rilevati direttamente nel conto economico.
Criteri di classificazione
Sono classificate nella presente voce quelle attività che sono designate al fair value con i risultati valutativi iscritti nel conto economico, sulla base della fair value option prevista dal principio IAS 39 § 9.
In particolare, la fair value option è utilizzata allorquando consenta di eliminare o di ridurre significativamente lo sbilancio contabile derivante dalla contabilizzazione non coerente di strumenti finanziari correlati tra loro (natural hedge) ovvero coperti da contratti derivati per i quali l’applicazione dell’ hedge accounting risulta complessa.
La fair value option è inoltre impiegata in presenza di uno strumento contenente un derivato implicito che soddisfa determinate condizioni, al fine di non procedere allo scorporo dello stesso dallo strumento ospite, valutando al fair value lo strumento finanziario nel suo complesso.
Criteri di valutazione
Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie sono valorizzate al fair value.
Per i criteri di determinazione del fair value si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”.
Criteri di cancellazione
Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di conto economico relative agli interessi.
Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio sono classificati nel “Risultato netto delle attività finanziarie valutate al fair value” di conto economico.
6 - Operazioni di copertura
La Cassa a fine esercizio non ha in corso operazioni con derivati classificabili fra i derivati di copertura.
7 - Partecipazioni
Criteri di iscrizione
Le partecipazioni sono iscritte inizialmente al costo, comprensivo degli oneri accessori direttamente attribuibili.
Criteri di classificazione
Con il termine partecipazioni si intendono gli investimenti nel capitale di altre imprese, generalmente rappresentati da azioni o da quote e classificati in partecipazioni di controllo, partecipazioni di collegamento (influenza notevole) e a controllo congiunto.
In particolare si definiscono: a) Impresa controllata: impresa sulla quale la controllante esercita il “controllo dominante”, cioè il potere di
determinare le scelte amministrative e gestionali e di ottenere i benefici relativi; b) Impresa collegata: impresa nella quale la partecipante ha influenza notevole e che non è né una controllata né
una impresa a controllo congiunto per la partecipante. Costituisce influenza notevole il possesso, diretto o indiretto tramite società controllate, del 20% o quota maggiore dei voti esercitabili nell’assemblea della partecipata;
c) Impresa a controllo congiunto: impresa nella quale la partecipante in base a un accordo contrattuale divide con altri il controllo congiunto di un’attività economica.
La nozione di controllo secondo i principi contabili internazionali deve essere esaminata tenendo conto del generale postulato della prevalenza della sostanza economica sulla qualificazione giuridica delle operazioni.
Criteri di valutazione
Le partecipazioni in imprese controllate sono esposte nel bilancio utilizzando come criterio di valutazione il metodo del costo, al netto delle perdite di valore.
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Le partecipazioni in società collegate sono valutate con il metodo del patrimonio netto.
Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la medesima potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento.
Criteri di cancellazione
Le partecipazioni sono cancellate quando il diritto a ricevere i flussi di cassa dall’attività è scaduto, o laddove la partecipazione viene ceduta trasferendo in maniera sostanziale tutti i rischi ed i benefici ad essa connessi.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
I dividendi delle partecipate, escluse quelle di collegamento, sono contabilizzati nell’esercizio in cui sono deliberati nella voce “Dividendi e proventi simili”.
Eventuali rettifiche/riprese di valore connesse con il deterioramento delle partecipazioni nonché utili o perdite derivanti dalla cessione di partecipazioni sono imputate alla voce “utili/perdite delle partecipazioni”.
8 - Attività materiali
Criteri d’iscrizione
Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo di acquisto o di costruzione, comprensivo di tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla messa in funzione del bene.
Le spese di manutenzione straordinaria ed i costi aventi natura incrementativa, che comportano un incremento dei benefici futuri generati dal bene, sono attribuiti ai cespiti cui si riferiscono ed ammortizzati in relazione alle residue possibilità di utilizzo degli stessi.
Le spese per riparazioni, manutenzioni o altri interventi per garantire l’ordinario funzionamento dei beni sono invece imputate al conto economico dell’esercizio in cui sono sostenute.
Criteri di classificazione
La voce include principalmente i terreni, gli immobili ad uso funzionale e quelli detenuti a scopo di investimento, gli impianti, i veicoli, i mobili, gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo.
Si definiscono “immobili ad uso funzionale” quelli posseduti per essere impiegati nella fornitura di servizi oppure per scopi amministrativi. Rientrano invece tra gli immobili da investimento le proprietà possedute al fine di percepire canoni di locazione e/o per l’apprezzamento del capitale investito.
Sono compresi tra le attività materiali i beni utilizzati nell’ambito di contratti di leasing finanziario, ancorché la titolarità giuridica dei medesimi permanga in capo alla società locatrice.
Tra le attività materiali sono inclusi anche i costi per migliorie su beni di terzi, purché relative ad attività materiali identificabili e separabili (es. ATM). Qualora i suddetti costi non presentano autonoma funzionalità ed utilizzabilità, ma dagli stessi si attendono benefici futuri, sono iscritti tra le “altre attività” e vengono ammortizzati nel più breve periodo tra quello di prevedibile utilizzabilità delle migliorie stesse e quello di durata residua della locazione.
Al valore delle immobilizzazioni materiali concorrono anche gli acconti versati per l’acquisizione e la ristrutturazione di beni non ancora entrati nel processo produttivo, e quindi non ancora oggetto di ammortamento.
Se una proprietà include una parte ad uso funzionale e una a scopo di investimento, la classificazione si basa sulla possibilità o meno di alienare tali parti separatamente.
Se possono essere vendute separatamente, esse sono contabilizzate, ciascuna al proprio valore, come proprietà ad uso funzionale e proprietà d’investimento.
In caso contrario, l’intera proprietà è classificata ad uso funzionale, salvo che la parte utilizzata sia minoritaria.
Criteri di valutazione
Dopo la rilevazione iniziale, le attività materiali, inclusi gli immobili non strumentali, salvo quanto di seguito precisato, sono iscritte in bilancio al costo al netto degli ammortamenti cumulati e di eventuali perdite di valore accumulate.
Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio sulla base della loro vita utile, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti.
Non sono soggetti ad ammortamento: - i terreni, siano essi stati acquisiti singolarmente o incorporati nel valore dei fabbricati, in quanto considerati a
vita utile indefinita. Nel caso in cui il loro valore sia incorporato nel valore del fabbricato, sono considerati beni separabili dall’edificio, la suddivisione tra il valore del terreno e il valore del fabbricato avviene sulla base di perizia di periti indipendenti per i soli immobili detenuti “cielo-terra”;
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- i beni di interesse storico e culturale, la cui vita utile non può essere stimata essendo il relativo valore normalmente destinato ad aumentare nel tempo;
- gli investimenti immobiliari che sono valutati al fair value in conformità al principio contabile IAS 40.
Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso.
Le attività soggette ad ammortamento sono rettificate per possibili perdite di valore ogniqualvolta eventi o cambiamenti di situazioni indicano che il valore contabile potrebbe non essere recuperabile.
Una svalutazione per perdita di valore è rilevata per un ammontare corrispondente all’eccedenza del valore contabile rispetto al valore recuperabile. Il valore recuperabile di un’attività è pari al maggiore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso del bene, inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali rettifiche sono imputate a conto economico alla voce "rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.
Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, viene rilevata una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore.
Criteri di cancellazione
Le attività materiali sono eliminate dallo Stato Patrimoniale al momento della dismissione o quando sono ritirate permanentemente dall’uso e, di conseguenza, non sono attesi benefici economici futuri che derivino dalla loro cessione o dal loro utilizzo.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
L’ammortamento sistematico è contabilizzato al conto economico alla voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.
Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettivo utilizzo del bene. Per i beni ceduti e/o dismessi nel corso dell’esercizio l’ammortamento è conteggiato su base giornaliera fino alla data di cessione o dismissione.
Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione delle attività materiali sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene; esse sono rilevate nel conto economico alla stessa data in cui sono eliminate dalla contabilità.
Nella voce di conto economico “Utili (Perdite) da cessione di investimenti” sono oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti materiali.
9 - Attività immateriali
Criteri di iscrizione
Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, sostenuti per predisporre l’utilizzo dell’attività, solo se è probabile che i benefici economici futuri attribuibili all’attività si realizzino e se il costo dell’attività stessa può essere determinato attendibilmente.
In caso contrario il costo dell’attività immateriale è rilevato a conto economico nell’esercizio in cui è stato sostenuto.
Criteri di classificazione
La voce accoglie quelle attività non monetarie, prive di consistenza fisica, possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale o indefinito che soddisfano le seguenti caratteristiche: - identificabilità; - l’azienda ne detiene il controllo; - è probabile che i benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività affluiranno all’azienda; - il costo dell’attività può essere valutato attendibilmente.
In assenza di una delle suddette caratteristiche, la spesa per acquisire o generare la stessa internamente è rilevata come costo nell’esercizio in cui è stata sostenuta.
Le attività immateriali includono, in particolare, il software applicativo ad utilizzazione pluriennale.
Criteri di valutazione
Dopo la rilevazione iniziale, le attività immateriali a vita “definita” sono iscritte al costo, al netto dell’ammontare complessivo degli ammortamenti e delle perdite di valore accumulate.
Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso, ovvero quando si trova nel luogo e nelle condizioni adatte per poter operare nel modo stabilito e cessa nel momento in cui l’attività è eliminata contabilmente.
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L’ammortamento è effettuato a quote costanti, di modo da riflettere l’utilizzo pluriennale dei beni in base alla vita utile stimata.
Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettivo utilizzo del bene.
Ad ogni chiusura di bilancio o situazione infrannuale, alla presenza di evidenze di perdite di valore, si procede alla stima del valore di recupero dell’attività.
L’ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività ed il suo valore recuperabile.
Criteri di cancellazione
Le attività immateriali sono eliminate dallo stato patrimoniale dal momento della dismissione o qualora non siano attesi benefici economici futuri.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Sia gli ammortamenti che eventuali rettifiche/riprese di valore per deterioramento di attività immateriali diversi dagli avviamenti, vengono rilevati a conto economico nella voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali”.
Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione di un’attività immateriale sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene ed iscritte al conto economico.
Nella voce “Utili (Perdite) da cessione di investimenti”, formano oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti .
10 - Attività non correnti in via di dismissione
In tale voce sono classificate le attività non correnti destinate alla vendita ed i gruppi di attività e le passività associate in via di dismissione, secondo quanto previsto dall'IFRS 5.
La Cassa, alla data di redazione del bilancio, non presenta attività che rientrano in tale categoria.
11 - Fiscalità corrente e differita
Criteri di iscrizione e classificazione
Le relative voci di Stato Patrimoniale includono rispettivamente le attività/passività fiscali correnti e quelle anticipate/differite.
Le attività e passività fiscali per le imposte correnti dell’esercizio sono rilevate applicando le aliquote e la normativa fiscale vigenti, e corrispondono al risultato stimato della dichiarazione.
Le attività fiscali correnti accolgono i crediti d’imposta recuperabili (compresi gli acconti versati), le passività fiscali correnti le imposte correnti non ancora pagate alla data del bilancio.
Le imposte anticipate e quelle differite sono determinate sulla base del criterio del balance sheet liability method, tenendo conto delle differenze temporanee (deducibili o imponibili) tra il valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali.
L’iscrizione di “attività per imposte anticipate” è effettuata quando il loro recupero è ritenuto probabile. Le “passività per imposte differite” vengono rilevate in tutti i casi in cui è probabile che insorga il relativo debito.
Le “attività per imposte anticipate” indicano una futura riduzione dell’imponibile fiscale, a fronte di un’anticipazione della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica, mentre le “passività per imposte differite” indicano un futuro incremento dell’imponibile fiscale, determinando un differimento della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica.
Le imposte sul reddito dell’esercizio sono costituite dal saldo della fiscalità corrente e di quella differita.
L’accantonamento per imposte sul reddito è determinato in base ad una prudenziale previsione dell’onere fiscale corrente, di quello anticipato e di quello differito.
Criteri di valutazione
Sono rilevati gli effetti relativi alle imposte correnti e differite calcolate nel rispetto della legislazione fiscale in base al criterio della competenza economica, coerentemente con le modalità di rilevazione in bilancio dei costi e ricavi che le hanno generate, applicando le aliquote di imposta vigenti.
Le attività per imposte anticipate e le passività per imposte differite sono calcolate utilizzando le aliquote fiscali applicabili, in ragione della legge vigente, nell’esercizio in cui l’attività fiscale anticipata sarà realizzata o la passività fiscale differita sarà estinta. Tali poste sono sistematicamente valutate per tener conto di eventuali modifiche intervenute nelle norme o nelle aliquote.
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Le imposte anticipate e quelle differite sono contabilizzate a livello patrimoniale a saldi aperti e senza compensazioni, nella voce “Attività fiscali b) anticipate” e nella voce “Passività fiscali b) differite” e non vengono attualizzate.
Criteri di rilevazione delle componenti economiche
Qualora le attività e le passività fiscali differite si riferiscano a componenti che hanno interessato il conto economico, la contropartita è rappresenta dalle imposte sul reddito.
Nei casi in cui le imposte anticipate o differite riguardano transazioni che hanno interessato direttamente il patrimonio netto senza influenzare il conto economico, quali ad esempio le valutazioni degli strumenti finanziari disponibili per la vendita, le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando la specifica riserva.
12 - Fondi per rischi ed oneri
Criteri di iscrizione
Nella sottovoce “altri fondi” del Passivo dello Stato Patrimoniale figurano i fondi per rischi e oneri costituiti in ossequio a quanto previsto dai principi contabili internazionali, ad eccezione delle svalutazioni dovute al deterioramento delle garanzie rilasciate, da ricondurre alle "altre passività".
Criteri di classificazione
I fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti relativi ad obbligazioni attuali originate da un evento passato, per le quali sia probabile l’esborso di risorse economiche per l’adempimento dell’obbligazione stessa, sempreché possa essere effettuata una stima attendibile del relativo ammontare.
Criteri di valutazione
L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio.
Laddove l’elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi correnti di mercato.
I fondi accantonati sono periodicamente riesaminati ed eventualmente rettificati per riflettere la miglior stima corrente. Quando, a seguito del riesame, il sostenimento dell’onere diviene improbabile, l’accantonamento viene stornato. Per quanto attiene i fondi relativi ai benefici ai dipendenti si rimanda al successivo punto 17.
Criteri di cancellazione
Se non è più probabile che sarà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere all’obbligazione, l’accantonamento deve essere stornato. Un accantonamento deve essere usato solo per quelle spese per le quali esso è stato iscritto.
Criteri di rilevazione delle componenti economiche
L’accantonamento è rilevato a conto economico alla voce “accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri”. Nella voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti.
Gli accantonamenti netti includono anche i decrementi dei fondi per l’effetto attualizzazione nonché i corrispondenti incrementi dovuti al trascorrere del tempo (maturazione degli interessi impliciti nell'attualizzazione).
13 - Debiti e titoli in circolazione
Criteri di iscrizione
La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all’atto della ricezione delle somme raccolte o dell’emissione dei titoli di debito. Il valore a cui sono iscritte corrisponde al relativo fair value, normalmente pari all’ammontare incassato od al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono riconducibili a costi di carattere amministrativo.
Il fair value delle passività finanziarie, eventualmente emesse a condizioni diverse da quelle di mercato è oggetto di apposita stima e la differenza rispetto al corrispettivo incassato è imputata direttamente a conto economico.
Il ricollocamento di titoli propri riacquistati, oggetto di precedente annullamento contabile, è considerato come nuova emissione con iscrizione del nuovo prezzo di collocamento, senza effetti a conto economico.
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Criteri di classificazione
I debiti rientrano nella più ampia categoria degli strumenti finanziari e sono costituiti da quei rapporti per i quali si ha l’obbligo di pagare a terzi determinati ammontari a determinate scadenze.
Le voci del Passivo dello stato Patrimoniale “10. Debiti verso banche”, “20. Debiti verso clientela” e “30. Titoli in circolazione” comprendono le varie forme di provvista interbancaria e con clientela e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito e titoli obbligazionari in circolazione, al netto dell’eventuale ammontare riacquistato non classificate tra le “passività finanziarie valutate al fair value”. Sono inclusi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati.
Nella voce “20: Debiti verso clientela” sono ricomprese le passività a fronte di attività cedute non cancellate dal bilancio, che rappresentano il debito connesso nell’ambito delle operazione di cartolarizzazione che non rispettano i requisiti posti dal principio IAS 39 per la loro integrale cancellazione dal bilancio.
Criteri di valutazione
Dopo la rilevazione iniziale le passività finanziarie sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo.
Fanno eccezione le passività a breve termine, ove il fattore temporale risulti trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato, e i cui costi e proventi direttamente attribuibili all’operazione sono iscritti a conto economico nelle pertinenti voci.
Criteri di cancellazione
Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute, ovvero quando la Cassa procede al riacquisto di titoli di propria emissione con conseguente ridefinizione del debito iscritto per titoli in circolazione.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Le componenti negative di reddito rappresentate dagli interessi passivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di conto economico relative agli interessi.
L’eventuale differenza tra il valore di riacquisto dei titoli di propria emissione ed il corrispondente valore contabile della passività viene iscritto a conto economico nella voce “Utili/perdite da cessione o riacquisto di: d) passività finanziarie”.
L’eventuale successivo ricollocamento dei titoli propri oggetto di precedente annullamento contabile costituisce contabilmente una nuova emissione con conseguente iscrizione al nuovo prezzo di collocamento senza alcun effetto a conto economico.
14 - Passività finanziarie di negoziazione
Alla data del bilancio la Cassa non ha operazioni in derivati rientranti nell’ambito di applicazione della fair value option con valore negativo.
Criteri di iscrizione
Gli strumenti finanziari sono iscritti alla data di sottoscrizione per i contratti derivati e sono valutati al fair value.
Criteri di classificazione
La voce include il valore negativo dei contratti derivati a copertura di attività o passività di bilancio, nel caso in cui si è optato per la fair value option a norma del principio contabile IAS 39 § 9 nella versione prevista dal Regolamento della Commissione Europea n. 1864/2005 del 15 novembre 2005.
Criteri di valutazione
Successivamente alla rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valorizzate al fair value. Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato per le attività finanziarie detenute per la negoziazione e nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”.
Criteri di cancellazione
Le passività finanziarie sono cancellate contabilmente dal bilancio quando risultano scadute o estinte.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi, nonché dai differenziali e dai margini maturati sino alla data di riferimento del bilancio relativi ai contratti derivati classificati come passività finanziarie detenute per la negoziazione, sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.
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15 - Passività finanziarie valutate al fair value
La Cassa alla data del bilancio non ha in essere passività classificate in questa voce.
16 - Operazioni in valuta
Criteri di iscrizione
Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in divisa di conto, applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione.
Criteri di classificazione
Tra le attività e le passività in valuta figurano, oltre a quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa dall’euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finanziaria collegate al tasso di cambio dell’euro con una determinata valuta o con un determinato paniere di valute.
Ai fini delle modalità di conversione da utilizzare, le attività e passività in valuta sono suddivise tra poste monetarie (classificate tra le poste correnti) e non monetarie (classificate tra le poste non correnti).
Gli elementi monetari consistono nel denaro posseduto e nelle attività e passività da ricevere o pagare, in ammontari di denaro fisso o determinabili.
Gli elementi non monetari si caratterizzano per l’assenza di un diritto a ricevere o di un’obbligazione a consegnare un ammontare di denaro fisso o determinabile.
Criteri di valutazione
Ad ogni chiusura del bilancio, gli elementi originariamente denominati in valuta estera sono valorizzati come segue: - le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura del periodo; - le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in essere alla data della
operazione; - le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura del
periodo.
Criteri di rilevazione delle componenti reddituali
Le differenze di cambio che si generano tra la data dell’operazione e la data del relativo pagamento, su elementi di natura monetaria, sono contabilizzate nel conto economico dell’esercizio in cui sorgono, alla stregua di quelle che derivano dalla conversione di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione alla data di chiusura del bilancio precedente.
Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, la differenza cambio relativa a tale elemento è rilevata anch’essa a patrimonio netto.
Quando un utile o una perdita sono rilevati a conto economico, è parimenti rilevata a conto economico anche la relativa differenza cambio.
17 - Altre informazioni
Dividendi
I dividendi distribuiti ai soci sono contabilizzati a riduzione del patrimonio netto nell’esercizio in cui l’assemblea ne ha deliberato la distribuzione.
Stato patrimoniale
Costi per migliorie e spese incrementative su beni di terzi
I costi della specie sono stati allocati alla voce “Altre attività”, laddove non ricorrano i presupposti per essere iscritti tra le “attività materiali”, come previsto dalla normativa di Banca d’Italia (circ. n. 262/2005).
I relativi ammortamenti sono stati ricondotti alla voce “altri oneri/proventi di gestione”. Essi sono ammortizzati secondo il periodo più breve tra quello in cui le migliorie e le spese possono essere utilizzate e quello di durata residua della locazione.
Ratei e Risconti
I ratei e i risconti, che riguardano oneri e proventi di competenza dell’esercizio maturati su attività e passività, vengono ricondotti a rettifica delle attività e passività a cui si riferiscono. In assenza di rapporti cui ricondurli, saranno rappresentati tra le "Altre attività" o "Altre passività".
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Contratti di vendita e riacquisto (pronti contro termine)
I titoli venduti e soggetti ad accordo di riacquisto sono classificati come strumenti finanziari impegnati, quando l’acquirente ha per contratto o convenzione il diritto a rivendere o a reimpegnare il sottostante; la passività della controparte è inclusa nelle passività verso banche, altri depositi o depositi della clientela.
I titoli acquistati in relazione ad un contratto di rivendita sono contabilizzati come finanziamenti o anticipi ad altre banche o a clientela.
La differenza tra il prezzo di vendita ed il prezzo d’acquisto è contabilizzata come interesse e registrata per competenza lungo la vita dell’operazione sulla base del tasso effettivo di rendimento.
Trattamento di fine rapporto del personale
Il T.F.R. è assimilabile ad un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” (post employment benefit) del tipo “Prestazioni Definite” (defined benefit plan) per il quale è previsto, in base allo IAS 19, che il suo valore venga determinato mediante metodologie di tipo attuariale.
Conseguentemente, la valutazione di fine esercizio della posta in esame è effettuata in base al metodo dei benefici maturati utilizzando il criterio del credito unitario previsto (Projected Unit Credit Method).
Tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche, statistiche e probabilistiche, nonché in virtù dell’adozione di opportune basi tecniche demografiche.
Esso consente di calcolare il T.F.R. maturato ad una certa data in senso attuariale, distribuendo l’onere per tutti gli anni di stimata permanenza residua dei lavoratori in essere e non più come onere da liquidare nel caso in cui l’azienda cessi la propria attività alla data di bilancio.
La valutazione del T.F.R. del personale dipendente è stata effettuata da un attuario indipendente in conformità alla metodologia sopra indicata.
A seguito dell’entrata in vigore della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote di trattamento di fine rapporto maturate fino al 31.12.2006 rimangono in azienda, mentre le quote che maturano a partire dal 1° gennaio 2007 sono state, a scelta de l dipendente, destinate a forme di previdenza complementare ovvero al fondo di Tesoreria dell’INPS.
Queste ultime sono quindi rilevate a conto economico sulla base dei contributi dovuti in ogni esercizio; la Cassa non ha proceduto all’attualizzazione finanziaria dell’obbligazione verso il fondo previdenziale o l’INPS, in ragione della scadenza inferiore a 12 mesi.
In base allo IAS 19 il T.F.R. versato al fondo di Tesoreria INPS si configura, al pari della quota versata al fondo di previdenza complementare, come un piano a contribuzione definita.
Le quote maturate e riversate ai fondi integrativi di previdenza complementare sono contabilizzate alla sottovoce di conto economico 150a), come specificato nella Sezione 9 della Parte C della Nota.
Tali quote si configurano come un piano a contribuzione definita poiché l’obbligazione dell’impresa nei confronti del dipendente cessa con il versamento delle quote maturate. Per tale fattispecie, pertanto, nel passivo della BCC potrà aversi iscritto solo la quota di debito (tra le “altre passività”) per i versamenti ancora da effettuare all’INPS ovvero ai fondi di previdenza complementare.
Premio di fedeltà
Fra gli altri ”benefici a lungo termine” descritti dallo IAS 19, rientrano nell’operatività della BCC anche i premi di fedeltà ai dipendenti.
Tali benefici devono essere valutati, in conformità allo IAS 19, con la stessa metodologia utilizzata per la determinazione del TFR, in quanto compatibile.
La passività per il premio di fedeltà viene rilevata tra i “fondi rischi e oneri” del Passivo.
L’accantonamento, come la riattribuzione a conto economico di eventuali eccedenze dello specifico fondo (dovute ad esempio a modifiche di ipotesi attuariali), sono imputati a conto economico fra gli “accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri”.
Le obbligazioni nei confronti dei dipendenti sono valutate da un attuario indipendente.
Valutazione garanzie rilasciate
Gli accantonamenti su base analitica e collettiva relativi alla stima dei possibili esborsi connessi all’assunzione del rischio di credito insito nelle garanzie rilasciate e negli impegni assunti sono determinati in applicazione dei medesimi criteri esposti con riferimento ai crediti.
Tali accantonamenti sono rilevati nella voce “Altre passività” in contropartita alla voce di conto economico “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: d) altre operazioni finanziarie”.
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Conto economico
I ricavi sono riconosciuti quando sono percepiti o comunque quando è probabile che saranno ricevuti i benefici futuri e tali benefici possono essere quantificabili in modo attendibile.
I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti.
I costi ed i ricavi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo.
Gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al momento del loro effettivo incasso.
I dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione.
Le commissioni sono generalmente contabilizzate per competenza sulla base dell’erogazione del servizio (al netto di sconti e abbuoni).
Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.
Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari
Il fair value è definito dal principio IAS 39 come “il corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere scambiata o una passività estinta in una libera transazione fra parti consapevoli e indipendenti”.
Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio.
Nel caso di strumenti finanziari quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value è basata sulle quotazioni del mercato attivo di riferimento (ossia quello su cui si verifica il maggior volume delle contrattazioni) desumibili anche da provider internazionali e rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. Qualora il medesimo strumento finanziario risulti quotato su più mercati, la quotazione da considerare è quella presente nel mercato più vantaggioso a cui l’impresa ha accesso.
Nel caso di strumenti finanziari non quotati il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto sul mercato alla data di valutazione in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La determinazione del fair value è ottenuta attraverso le seguenti tecniche: utilizzo di recenti transazioni di mercato; riferimento al prezzo di strumenti finanziari aventi le medesime caratteristiche di quello oggetto di valutazione; metodi quantitativi (modelli di pricing delle opzioni; tecniche di calcolo del valore attuale - discounted cash flow analysis; modelli di pricing generalmente accettati dal mercato). In particolare, per le obbligazioni non quotate si applicano modelli di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi – utilizzando strutture di tassi di interesse che tengono opportunamente in considerazione il settore di attività di appartenenza dell’emittente e della classe di rating, ove disponibile.
In presenza di fondi comuni di investimento, non negoziati in mercati attivi, il fair value è determinato in ragione del Net Asset Value pubblicato, eventualmente corretto per tenere conto di possibili variazioni di valore intercorrenti fra la data di richiesta di rimborso e la data di rimborso effettiva.
I titoli di capitale non scambiati in un mercato attivo, per i quali il fair value non sia determinabile in misura attendibile - secondo le metodologie più diffuse (in primo luogo la discounted cash flow analysis), sono valutati al costo, rettificato per tener conto delle eventuali diminuzioni significative di valore.
Per gli impieghi e la raccolta a vista / a revoca si è assunta una scadenza immediata delle obbligazioni contrattuali e coincidente con la data di bilancio e pertanto il loro fair value è approssimato al valore contabile. Analogamente per gli impieghi a breve si è assunto il valore contabile.
Per gli impieghi a clientela a medio-lungo termine, il fair value è ottenuto attraverso tecniche di valutazione attualizzando i residui flussi contrattuali ai tassi di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto del merito creditizio dei singoli prenditori (rappresentato dalla probabilità di default e dalla perdita stimata in caso di default).
Per le attività deteriorate il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.
Per il debito a medio-lungo termine rappresentato da titoli valutati al costo ammortizzato ed oggetto di copertura per il rischio di tasso, il valore di bilancio è adeguato per effetto della copertura al fair value attribuibile al rischio coperto attualizzandone i relativi flussi.
Per i contratti derivati negoziati su mercati regolamentati si assume quale fair value il prezzo di mercato dell’ultimo giorno di quotazione dell’esercizio.
Per i contratti derivati over the counter si assume quale fair value il market value alla data di riferimento determinato secondo le seguenti modalità in relazione alla tipologia di contratto:
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- per i contratti su tassi di interesse il market value è rappresentato dal cosiddetto “costo di sostituzione”, determinato mediante l’attualizzazione delle differenze, alle date di regolamento previste, fra flussi calcolati ai tassi di contratto e flussi attesi calcolati ai tassi di mercato, oggettivamente determinati, correnti a fine esercizio per pari scadenza residua;
- per i contratti di opzione su titoli e altri valori il market value è determinato facendo riferimento a modelli di pricing riconosciuti (p.es.: formula di Black & Scholes).
Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari, sulla base dei criteri sopra descritti, si articola sui seguenti livelli in funzione delle caratteristiche e della significatività degli input utilizzati nel processo di valutazione: - Livello 1: quotazioni (senza aggiustamenti) rilevate su un mercato attivo – secondo la definizione data dallo
IAS39 - per le attività e le passività finanziarie oggetto di valutazione; - Livello 2: input diversi dai prezzi quotati di cui al precedente alinea, che sono osservabili direttamente (prezzi)
o indirettamente (derivati dai prezzi) sul mercato; - Livello 3: input che non sono basati su dati osservabili sul mercato.
I suddetti approcci valutativi devono essere applicati in ordine gerarchico. Le tecniche valutative adottate devono massimizzare l’utilizzo di fattori osservabili sul mercato e, di conseguenza, affidarsi il meno possibile a parametri di tipo soggettivo.
Nel caso di strumenti finanziari non quotati in mercati attivi, la collocazione all’interno della FVH deve essere definita considerando tra gli input significativi utilizzati per la determinazione del fair value quello che assume il livello più basso nella gerarchia.
Si rileva altresì come la FVH sia stata introdotta nell’IFRS 7 esclusivamente ai fini di informativa e non anche per le valutazioni di bilancio. Queste ultime, quindi, risultano effettuate sulla base di quanto previsto dai contenuti dello IAS 39.
Esposizioni deteriorate
Si riportano di seguito le definizioni di esposizioni deteriorate per le attività finanziarie classificate nelle diverse categorie di rischio in base alla normativa emanata dalla Banca d’Italia: - sofferenze: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di un
soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla Cassa;
- incagliate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di soggetti in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo;
- ristrutturate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) per le quali una banca (o un pool di banche), a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, acconsente a modifiche delle originarie condizioni contrattuali (ad esempio, riscadenzamento dei termini, riduzione del debito e/o degli interessi) che diano luogo a una perdita;
- scadute: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.), diverse da quelle classificate a sofferenza, incaglio o fra le esposizioni ristrutturate, che, alla data di chiusura del periodo, sono scadute o sconfinanti da oltre 90/180 giorni. Dette esposizioni possono essere determinate facendo riferimento alternativamente al singolo debitore o alla singola transazione.
Modalità di determinazione del costo ammortizzato
Il costo ammortizzato di una attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata all'iscrizione iniziale, al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dell’ammortamento complessivo, determinato in applicazione del metodo dell’interesse effettivo, delle differenze tra valore iniziale e quello a scadenza ed al netto di qualsiasi perdita di valore.
Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale di una attività o passività finanziaria al flusso contrattuale dei pagamenti futuri o ricevuti sino alla scadenza o alla successiva data di rideterminazione del tasso.
Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per periodi temporali, i flussi di cassa futuri vengono determinati in base al tasso di interesse noto durante la vita dello strumento.
Per le attività o passività finanziarie a tasso variabile, la determinazione dei flussi di cassa futuri è effettuata sulla base dell’ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del prezzo si procede al ricalcolo del piano di ammortamento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento finanziario, vale a dire sino alla data di scadenza.
Il costo ammortizzato è applicato per i crediti, le attività finanziarie detenute sino a scadenza, quelle disponibili per la vendita, per i debiti ed i titoli in circolazione.
Le attività e passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente rilevate al loro fair value, che normalmente corrisponde all’ammontare pagato od erogato comprensivo dei costi di transazione e delle commissioni direttamente imputabili.
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Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni attribuibili al momento di rilevazione iniziale dello strumento e non recuperabili sulla clientela.
Tali componenti accessorie, che devono essere riconducibili alla singola attività o passività, incidono sul rendimento effettivo e rendono il tasso di interesse effettivo diverso dal tasso di interesse contrattuale.
Sono esclusi pertanto i costi ed i proventi riferibili indistintamente a più operazioni e le componenti correlate che possono essere oggetto di rilevazione durante la vita dello strumento finanziario.
Inoltre, non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che la Cassa dovrebbe sostenere indipendentemente dall'operazione, quali i costi amministrativi, di cancelleria, di comunicazione.
Allegato
Reg. n. 1725/2003 del 29/09/2003, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 261 del 13.10.2003;
Reg. n. 707/2004 del 06/04/2004, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 111 del 17.04.2004;
Reg. n. 2086/2004 del 19/11/2004, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 363 del 09.12.2004;
Reg. n. 2236/2004 del 29/12/2004, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 392 del 31.12.2004;
Reg. n. 2237/2004 del 29/12/2004, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 393 del 31.12.2004;
Reg. n. 2238/2004 del 29/12/2004, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 394 del 31.12.2004;
Reg. n. 211/2005 del 04/02/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 041 del 11.02.2005;
Reg. n. 1073/2005 del 07/07/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 175 del 08.07.2005;
Reg. n. 1751/2005 del 25/10/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 282 del 26.10.2005;
Reg. n. 1864/2005 del 15/11/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 299 del 16.11.2005;
Reg. n. 1910/2005 del 08/11/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 305 del 24.11.2005;
Reg. n. 2106/2005 del 21/12/2005, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 337 del 22.12.2005;
Reg. n. 108/2006 del 11/01/2006, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 024 del 27.01.2006;
Reg. n. 708/2006 del 08/05/2006, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 122 del 09.05.2006;
Reg. n. 1329/2006 del 08/09/2006, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 247 del 09.09.2006;
Reg. n. 610/2007 del 01/06/2007, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 141 del 02.06.2007;
Reg. n. 611/2007 del 01/06/2007, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 141 del 02.06.2007;
Reg. n. 1358/2007 del 21/11/2007, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 304 del 22.11.2007;
Reg. n. 1004/2008 del 15/10/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 275 del 16.10.2008;
Reg. n. 1126/2008 del 03/11/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 320 del 29.11.2008;
Reg. n. 1260/2008 del 10/12/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 338 del 17.12.2008;
Reg. n. 1261/2008 del 16/12/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 338 del 17.12.2008;
Reg. n. 1262/2008 del 16/12/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 338 del 17.12.2008;
Reg. n. 1263/2008 del 16/12/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 338 del 17.12.2008;
Reg. n. 1274/2008 del 17/12/2008, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 339 del 18.12.2008;
Reg. n. 53/2009 del 21/01/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 017 del 22.01.2009;
Reg. n. 69/2009 del 23/01/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 021 del 24.01.2009;
Reg. n. 70/2009 del 23/01/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 021 del 24.01.2009;
Reg. n. 254/2009 del 25/03/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 080 del 26.03.2009;
Reg. n. 460/2009 del 04/06/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 139 del 05.06.2009;
Reg. n. 494/2009 del 03/06/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 149 del 12.06.2009;
Reg. n. 495/2009 del 03/06/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 149 del 12.06.2009;
Reg. n. 636/2009 del 22/07/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 191 del 23.07.2009;
Reg. n. 824/2009 del 09/09/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 239 del 10.09.2009;
Reg. n. 839/2009 del 15/09/2009, pubblicato sulla G.U. dell’Unione europea L 244 del 16.09.2009.
76
A.3 – INFORMATIVA SUL FAIR VALUE
A.3.1 – Trasferimenti tra portafogli
La Cassa non ha operato nell'esercizio in corso e in quelli precedenti alcun trasferimento tra i portafogli degli strumenti finanziari. Si omette pertanto la compilazione delle Tabelle previste.
A.3.2 – Gerarchia del fair value
A.3.2.1 Portafogli contabili: ripartizione per livelli del fair value 2009 2008 Attività/Passività finanziarie
misurate al fair value Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 5.018 104.227 2. Attività finanziarie valutate al fair value 1 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 281.902 873 17.889 122.120 712 13.674 4. Derivati di copertura Totale 286.920 873 17.889 226.348 712 13.674 1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 13 18 2. Passività finanziarie valutate al fair value 3. Derivati di copertura Totale B 13 18
A.3.2.2 Variazioni annue delle attività finanziarie valutate al fair value (livello 3) ATTIVITA' FINANZIARIE
detenute per la negoziazione
valutate al fair value
disponibili per la vendita
derivati di copertura
1. Esistenze iniziali 13.674 2. Aumenti 4.711 2.1. Acquisti 4.711 2.2. Profitti imputati a: 2.2.1. Conto Economico - di cui plusvalenze 2.2.2. Patrimonio netto 2.3. Trasferimenti da altri livelli 2.4. Altre variazioni in aumento 3. Diminuzioni 496 3.1. Vendite 338 3.2. Rimborsi 3.3. Perdite imputate a: 158 3.3.1. Conto Economico 158 - di cui minusvalenze 158 3.3.2. Patrimonio netto 3.4. Trasferimenti ad altri livelli 3.5. Altre variazioni in diminuzione 4. Rimanenze finali 17.889
Le attività finanziarie disponibili per la vendita si riferiscono ai titoli di capitale "valutati al costo", classificati convenzionalmente nel livello 3, relativi ad interessenze azionarie in società promosse dal movimento del credito cooperativo o strumentali, per le quali il fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile.
A.3.3 – Informativa sul cd. "day one profit/loss"
La Cassa non ha in essere operatività tali da generare componenti di reddito significative inquadrabili nel cosiddetto "day one profit/loss".
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PARTE B - INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE
ATTIVO
Sezione 1 - Cassa e disponibilità liquide - voce 10
1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione 2009 2008
a) Cassa 5.913 5.961 b) Depositi liberi presso Banche Centrali Totale 5.913 5.961
Sezione 2 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione - voce 20
2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica 2009 2008 Voci/Valori
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3 A. Attività per cassa 1. Titoli di debito 5.005 104.207 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 5.005 104.207 2. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti 4.1 Pronti contro termine 4.2 Altri Totale A 5.005 104.207 B. Strumenti derivati 1. Derivati finanziari 13 20 1.1 di negoziazione 13 20 1.2 connessi con la fair value option 1.3 altri 2. Derivati creditizi 2.1 di negoziazione 2.2 connessi con la fair value option 2.3 altri Totale B 13 20 Totale (A+B) 5.018 104.227
L’importo di cui alla lettera B punto 1.1 si riferisce al “differenziale prezzi” dei contratti relativi alle operazioni a termine in valuta e dei titoli da ricevere.
78
2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti Voci/Valori 2009 2008 A. ATTIVITA' PER CASSA 1. Titoli di debito 5.005 104.207 a) Governi e Banche Centrali 5.005 104.207 b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri emittenti 2. Titoli di capitale a) Banche b) Altri emittenti: - imprese di assicurazione - società finanziarie - imprese non finanziarie - altri 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale A 5.005 104.207 B. STRUMENTI DERIVATI a) Banche 4 13 - fair value 4 13 - b) Clientela 9 7 - fair value 9 7 - Totale B 13 20 Totale (A+B) 5.018 104.227
2.3 Attività finanziarie per cassa detenute per la negoziazione: variazioni annue Titoli di debito
Titoli di capitale
Quote di O.I.C.R.
Finanzia menti Totale
A. Esistenze iniziali 104.207 104.207 B. Aumenti 25.810 25.810 B1. Acquisti 25.257 25.257 B2. Variazioni positive di fair value B3. Altre variazioni 553 553 C. Diminuzioni 125.012 125.012 C1. Vendite 101.545 101.545 C2. Rimborsi 21.823 21.823 C3. Variazioni negative di fair value 3 3 C4. Trasferimenti ad altri portafogli C5. Altre variazioni 1.641 1.641 D. Rimanenze finali 5.005 5.005
79
Sezione 3 - Attività finanziarie valutate al fair value - voce 30
3.1 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica 2009 2008 Voci/Valori
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 31. Titoli di debito 1,00 1.1 Titoli strutturati 0,67 1.2 Altri titoli di debito 0,332. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti 4.1 Strutturati 4.2 Altri Totale 1,00Costo 1,00
3.2 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione per debitori/emittenti Voci/Valori 2009 2008 1. Titoli di debito 1 a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche 1 d) Altri emittenti 2. Titoli di capitale a) Banche b) Altri emittenti: - imprese di assicurazione - società finanziarie - imprese non finanziarie - altri 3. Quote di O.I.C.R. 4. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale 1
3.3 Attività finanziarie valutate al fair value: variazioni annue Titoli di debito
Titoli di capitale
Quote di O.I.C.R.
Finanzia menti Totale
A. Esistenze iniziali 1,00 1,00 B. Aumenti 0,02 0,02 B1. Acquisti B2. Variazioni positive di fair value B3. Altre variazioni 0,02 0,02 C. Diminuzioni 1,02 1,02 C1. Vendite 0,98 0,98 C2. Rimborsi C3. Variazioni negative di fair value C4. Altre variazioni 0,04 0,04 D. Rimanenze finali
80
Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita - voce 40
4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica 2009 2008 Voci/Valori
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 31. Titoli di debito 279.783 873 120.108 712 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 279.783 873 120.108 7122. Titoli di capitale 17.889 13.674 2.1 Valutati al fair value 2.2 Valutati al costo 17.889 13.6743. Quote di O.I.C.R. 2.119 2.0124. Finanziamenti Totale 281.902 873 17.889 122.120 712 13.674
Il portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita accoglie: - la quota parte di portafoglio obbligazionario (banking book) non destinata a finalità di negoziazione; - le partecipazioni le cui quote di interessenza detenute non risultano riferibili a partecipazioni di controllo,
collegamento o controllo congiunto di cui agli IAS27 e IAS28.
Tra i titoli di capitale di cui al punto 2.2 sono pertanto comprese le partecipazioni detenute nel capitale di società promosse dal movimento del Credito Cooperativo e di società o enti comunque strumentali allo sviluppo dell'attività della Cassa.
4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti Voci/Valori 2009 2008 1. Titoli di debito 280.656 120.820 a) Governi e Banche Centrali 273.741 113.626 b) Altri enti pubblici c) Banche 6.345 6.621 d) Altri emittenti 570 573 2. Titoli di capitale 17.889 13.674 a) Banche 1.770 1.770 b) Altri emittenti: 16.119 11.904 - imprese di assicurazione - società finanziarie 15.642 11.269 - imprese non finanziarie 477 635 - altri 3. Quote di O.I.C.R. 2.119 2.012 4. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale 300.664 136.506
81
4.4 Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue Titoli di debito
Titoli di capitale
Quote di O.I.C.R.
Finanzia menti Totale
A. Esistenze iniziali 120.820 13.674 2.012 136.506 B. Aumenti 490.489 4.711 182 495.382 B1. Acquisti 486.256 4.711 180 491.147 B2. Variazioni positive di FV 3.011 2 3.013 B3. Riprese di valore - imputate al conto economico X - imputate al patrimonio netto B4. Trasferimenti da altri portafogli B5. Altre variazioni 1.222 1.222 C. Diminuzioni 330.653 496 75 331.224 C1. Vendite 67.284 338 67.622 C2. Rimborsi 261.835 261.835 C3. Variazioni negative di FV 23 75 98 C4. Svalutazioni da deterioramento 158 158 - imputate al conto economico 158 158 - imputate al patrimonio netto C5. Trasferimenti ad altri portafogli C6. Altre variazioni 1.511 1.511 D. Rimanenze finali 280.656 17.889 2.119 300.664
Sezione 5 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - voce 50
La Cassa non detiene attività finanziarie classificate in questa categoria.
Sezione 6 - Crediti verso banche - voce 60
6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica Tipologia operazioni / Valori 2009 2008 A. Crediti verso Banche Centrali 34.961 65.178 1. Depositi vincolati 2. Riserva obbligatoria 34.961 18.175 3. Pronti contro termine 4. Altri 47.003 B. Crediti verso banche 57.753 89.181 1. Conti correnti e depositi liberi 53.515 85.605 2. Depositi vincolati 2.878 2.570 3. Altri finanziamenti: 358 3.1 Pronti contro termine attivi 3.2 Leasing finanziario 3.3 Altri 358 4. Titoli di debito 1.002 1.006 4.1 Titoli strutturati 4.2 Altri titoli di debito 1.002 1.006 Totale (valore di bilancio) 92.714 154.359 Totale (fair value) 92.714 154.359
I crediti verso banche non sono stati svalutati in quanto ritenuti interamente recuperabili.
82
Sezione 7 - Crediti verso clientela - Voce 70
7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica 2009 2008
Tipologia operazioni / Valori Bonis Deteriorate Bonis Deteriorate
1. Conti correnti 289.040 22.804 295.224 15.276 2. Pronti contro termine attivi 3. Mutui 988.299 58.175 876.631 38.812 4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto 4.266 152 5.100 211 5. Leasing finanziario 6. Factoring 7. Altre operazioni 94.135 12.905 111.357 11.605 8. Titoli di debito 8.1 Titoli strutturati 8.2 Altri titoli di debito Totale (valore di bilancio) 1.375.740 94.036 1.288.312 65.904 Totale (fair value) 1.446.360 90.458 1.442.753 66.529
I crediti verso clientela sono esposti al netto delle rettifiche di valore per svalutazioni.
L’ammontare e la ripartizione delle rettifiche di valore sono esposti nella parte E della presente Nota Integrativa.
La colonna "deteriorate" comprende le sofferenze, gli incagli, i crediti ristrutturati e le esposizioni scadute, secondo le definizioni di Banca d'Italia. Il dettaglio di tali esposizioni viene evidenziato nella Parte E della Nota integrativa - qualità del credito.
I crediti "ceduti e non cancellati" deteriorati sono stati inseriti nelle colonne "deteriorate".
7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti 2009 2008
Tipologia operazioni / Valori Bonis Deteriorate Bonis Deteriorate
1. Titoli di debito: a) Governi b) Altri Enti pubblici c) Altri emittenti - imprese non finanziarie - imprese finanziarie - assicurazioni - altri 2. Finanziamenti verso: 1.375.740 94.036 1.288.312 65.904 a) Governi 2.270 b) Altri Enti pubblici 6.572 2.446 c) Altri soggetti 1.369.168 94.036 1.283.596 65.904 - imprese non finanziarie 896.105 69.201 829.010 47.530 - imprese finanziarie 2.000 57 2.753 67 - assicurazioni - altri 471.063 24.778 451.833 18.307Totale 1.375.740 94.036 1.288.312 65.904
Sezione 8 - Derivati di copertura - voce 80
La Cassa non ha derivati di copertura.
Sezione 9 - Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 90
Alla data di riferimento del bilancio non vi sono attività oggetto di copertura generica.
83
Sezione 10 - Le partecipazioni - voce 100
10.1 Partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole: informazioni sui rapporti partecipativi
Denominazioni Sede Quota di
partecipazione %Disponibilità voti
%A. Imprese controllate in via esclusiva 1. Autosilo del Corso Srl Società a Socio Unico Cantù 100%B. Imprese controllate in modo congiunto C. Imprese sottoposte ad influenza notevole
10.2 Partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole: informazioni contabili
Denominazioni Totale attivo
Ricavi totali
Utile (Perdita)
Patrimonio netto
Valore di bilancio
Fair value
A. Imprese controllate in via esclusiva 1. Autosilo del Corso Srl Società a Socio Unico 3.661 92 -103 -3 101 X B. Imprese controllate in modo congiunto C. Imprese sottoposte ad influenza notevole Totale 3.661 92 -103 -3 101
10.3 Partecipazioni: variazioni annue 2009 2008
A. Esistenze iniziali 101 101 B. Aumenti B.1 Acquisti B.2 Riprese di valore B.3 Rivalutazioni B.4 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Vendite C.2 Rettifiche di valore C.3 Altre variazioni D. Rimanenze finali 101 101 E. Rivalutazioni totali F. Rettifiche totali
10.4 Impegni riferiti a partecipazioni in società controllate
Alla data di riferimento del bilancio non sono in essere impegni riferibili a partecipazioni in società controllate.
84
Sezione 11 - Attività materiali - voce 110
Nella presente voce figurano le attivita materiali (immobili, impianti, macchinari e altre attività materiali ad uso funzionale) disciplinate dallo IAS 16 e gli investimenti immobiliari (terreni e fabbricati) disciplinati dallo IAS 40, non quelle oggetto di locazione finanziaria.
11.1 Attività materiali: composizione delle attività valutate al costo Attività / Valori 2009 2008 A. Attività ad uso funzionale 1.1 di proprietà 26.968 26.061 a) terreni 4.541 4.541 b) fabbricati 18.472 17.992 c) mobili 2.508 2.241 d) impianti elettronici 489 582 e) altre 958 705 1.2 acquisite in leasing finanziario a) terreni b) fabbricati c) mobili d) impianti elettronici e) altre Totale A 26.968 26.061 B. Attività detenute a scopo di investimento 2.1 di proprietà 192 197 a) terreni 99 99 b) fabbricati 93 98 2.2 acquisite in leasing finanziario a) terreni b) fabbricati Totale B 192 197 Totale (A+B) 27.160 26.258
Le immobilizzazioni materiali sono valutate al costo. Non sono presenti attività materiali valutate al fair value o rivalutate; pertanto si omette la compilazione della relativa tabella.
85
11.3 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue
Terreni Fabbricati Mobili Impianti
elettronici Altre Totale A. Esistenze iniziali lorde 4.541 26.184 7.443 5.761 5.850 49.779 A.1 Riduzioni di valore totali nette 8.192 5.202 5.179 5.145 23.718 A.2 Esistenze iniziali nette 4.541 17.992 2.241 582 705 26.061 B. Aumenti: 1.101 567 304 427 2.399 B.1 Acquisti 567 304 297 1.168 B.2 Spese per migliorie capitalizzate 330 330 B.3 Riprese di valore B.4 Variazioni positive di fair value imputate a a) patrimonio netto b) conto economico B.5 Differenze positive di cambio B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento B.7 Altre variazioni 771 130 901 C. Diminuzioni: 621 300 397 174 1.492 C.1 Vendite C.2 Ammortamenti 621 170 397 174 1.362 C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a a) patrimonio netto b) conto economico C.4 Variazioni negative di fair value imputate a a) patrimonio netto b) conto economico C.5 Differenze negative di cambio C.6 Trasferimenti a: a) attività materiali detenute a scopo di investimento b) attività in via di dismissione C.7 Altre variazioni 130 130 D. Rimanenze finali nette 4.541 18.472 2.508 489 958 26.968 D.1 Riduzioni di valore totali nette 8.813 5.370 5.487 5.301 24.971 D.2 Rimanenze finali lorde 4.541 27.285 7.878 5.976 6.259 51.939 E. Valutazione al costo
Ai righi A.1 e D.1 - Riduzione di valore totali nette - è riportato il totale del fondo ammortamento.
Le variazioni più significative intervenute nell'esercizio hanno riguardato l’allestimento e l’acquisto di mobili e arredi per gli uffici di Via Carcano e gli acconti per l'acquisto della nuova filiale di Cermenate (€ 771 mila).
E' inoltre continuato il rinnovamento delle apparecchiature elettroniche centrali e periferiche (Bancomat e apparecchiature di rete) e della rete in fibra ottica.
La sottovoce D "Rimanenze finali nette" comprende anche i beni di interesse storico e culturale per € 490 mila.
La sottovoce E - Valutazioni al costo - non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività materiali valutate in bilancio al fair value, non in possesso della Cassa.
86
In ottemperanza alle disposizioni contenute nell'art.10 della Legge del 19 marzo 1983 n. 72, di seguito vengono fornite le indicazioni per le attività materiali tuttora in patrimonio e per i quali sono state eseguite in passato rivalutazioni monetarie. Denominazione ImportoImmobile in Cantù - Corso Unità d'Italia n. 11 Legge 02/12/75 n. 576 21Legge 19/03/83 n. 72 1.431Legge 30/12/91 n. 413 2.043per complessive 3.495 Immobile in Cantù - Frazione Vighizzolo Legge 30/12/91 n. 413 891 Immobile in Carimate - Piazza Castello n. 4 Legge 19/03/83 n. 72 57Legge 30/12/91 n. 413 172per complessive 229 Mobili Legge 02/12/75 n. 576 3 Casseforti Legge 02/12/75 n. 576 1 Macchine per ufficio Legge 02/12/75 n. 576 1
11.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue Totale
Terreni Fabbricati A. Esistenze iniziali lorde 99 188 A.1 Riduzioni di valore totali nette 90 A.2 Esistenze iniziali nette 99 98 B. Aumenti B.1 Acquisti B.2 Spese per migliorie capitalizzate B.3 Variazioni positive di fair value B.4 Riprese di valore B.5 Differenze di cambio positive B.6 Trasferimenti da immobili ad uso funzionale B.7 Altre variazioni C. Diminuzioni 5 C.1 Vendite C.2 Ammortamenti 5 C.3 Variazioni negative di fair value C.4 Rettifiche di valore da deterioramento C.5 Differenze di cambio negative C.6 Trasferimenti ad altri portafogli di attività a) immobili ad uso funzionale b) attività non correnti in via di dismissione C.7 Altre variazioni D. Rimanenze finali nette 99 93 D.1 Riduzioni di valore totali nette 95 D.2 Rimanenze finali lorde 99 188 E. Valutazione al fair value
Le attività materiali detenute a scopo di investimento sono valutate con il criterio del costo.
11.5 Impegni per acquisto di attività materiali
Gli impegni contrattuali per l'acquisto di immobili assommano a € 179 mila (iva esclusa) e riguardano la nuova filiale di Cermenate.
87
Sezione 12 - Attività immateriali - Voce 120
12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività 2009 2008
Attività/Valori Durata definita
Durata indefinita
Durata definita
Durata indefinita
A.1 Avviamento X X A.2 Altre attività immateriali 196 197 A.2.1 Attività valutate al costo: 196 197 a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività 196 197 A.2.2 Attività valutate al fair value: a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività Totale 196 197
Le altre attività immateriali a durata definita sono costituite dal software aziendale ammortizzato con il metodo delle quote costanti in ragione della vita utile, stimata in 3 anni, e dalla Concessione in uso del parcheggio di Cernobbio ammortizzata con il metodo delle quote costanti in ragione della vita utile, stimata in 17 anni.
Non sono iscritte attività immateriali generate internamente.
12.2 Attività immateriali: variazioni annue Altre attività immateriali:
generate internamente
Altre attività immateriali: altre
Avvia mento DEF INDEF DEF INDEF Totale
A. Esistenze iniziali 330 330 A.1 Riduzioni di valore totali nette 132 132 A.2 Esistenze iniziali nette 198 198 B. Aumenti 88 88 B.1 Acquisti 88 88 B.2 Incrementi di attività immateriali interne X B.3 Riprese di valore X B.4 Variazioni positive di fair value - a patrimonio netto X - a conto economico X B.5 Differenze di cambio positive B.6 Altre variazioni C. Diminuzioni 90 90 C.1 Vendite C.2 Rettifiche di valore 90 90 - Ammortamenti X 90 90 - Svalutazioni + patrimonio netto X + conto economico C.3 Variazioni negative di fair value - a patrimonio netto X - a conto economico X C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione C.5 Differenze di cambio negative C.6 Altre variazioni D. Rimanenze finali nette 196 196 D.1 Rettifiche di valore totali nette 217 217 E. Rimanenze finali lorde 413 413 F. Valutazione al costo
Legenda DEF: a durata definita INDEF: a durata indefinita
Le attività immateriali oggetto di descrizione sono state interamente acquistate all'esterno e sono valutate al costo.
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Sezione 13 - Le attività fiscali e le passività fiscali - Voce 130 dell'attivo e Voce 80 del passivo
Nella presente voce figurano le attività fiscali (correnti ed anticipate) e le passività fiscali (correnti e differite) rilevate, rispettivamente, nelle voci 130 dell'attivo e 80 del passivo.
13.1 Attività per imposte anticipate: composizione
Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all'iscrizione di "Attività per imposte anticipate" riguardano:
In contropartita del conto economico IRES IRAP TOTALE
2009 Accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri 615 17 632Rettifiche di valore su crediti 1.493 1.493Spese di rappresentanza 27 5 32Rettifiche di valore su immobili di proprietà 14 14Ammortamenti indeducibili 166 6 172Spese amministrative 7 1 8Altre voci 21 8 29Totale 2.343 37 2.380
In contropartita dello stato patrimoniale IRES IRAP TOTALE
2009 Minusvalenze su attività finanziarie disponibili per la vendita 91 16 107Totale 91 16 107
13.2 Passività per imposte differite: composizione
Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all'iscrizione di "passività per imposte differite" riguardano:
In contropartita del conto economico IRES IRAP TOTALE
2009 Ammortamento terreni 362 63 425Storno fondo ammortamento beni considerati opere d'arte 40 7 47Totale 402 70 472
In contropartita dello stato patrimoniale IRES IRAP TOTALE
2009 Plusvalenze su attività finanziarie disponibili per la vendita 605 106 711Totale 605 106 711
13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico) 2009 2008
1. Importo iniziale 1.953 1.290 2. Aumenti 1.211 1.663 2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 1.211 1.663 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) riprese di valore d) altre 1.211 1.663 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 784 1.000 3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 784 1.000 a) rigiri 784 1.000 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) mutamento di criteri contabili d) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 2.380 1.953
Le imposte anticipate vengono rilevate sulla base della probabilità di sufficienti imponibili fiscali futuri. Tale rilevazione è stata effettuata in base alla legislazione fiscale vigente. Le aliquote utilizzate per la valorizzazione delle imposte anticipate ai fini IRES ed IRAP sono rispettivamente pari al 27,50% e al 4,82%.
Lo sbilancio delle imposte anticipate rilevate/annullate nell'esercizio è stato iscritto a carico del conto economico alla voce 260 "imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente" per € 427 mila.
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13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico) 2009 2008
1. Importo iniziale 547 2.075 2. Aumenti 2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 75 1.528 3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 75 1.528 a) rigiri 75 1.528 b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 472 547
Le imposte differite sono rilevate a fronte delle differenze temporanee tra valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore fiscale. Tale rilevazione è stata effettuata in base alla legislazione fiscale vigente, ivi incluse le disposizioni del D. Lgs. n. 38/2005. Le aliquote utilizzate per la rilevazione delle imposte differite ai fini IRES ed IRAP sono rispettivamente pari al 27,50% e al 4,82%.
Lo sbilancio delle imposte differite rilevate/annullate nell'esercizio è stato iscritto a conto economico alla voce 260 "imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente" per € 75 mila.
La sottovoce 3.1 a) “rigiri” comprende lo scarico delle passività differite stanziate nei precedenti esercizi per effetto dei riallineamenti di valori civilistici operati ai sensi dell'art. 15 D.L. 185 del 29/11/2008.
13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto) 2009 2008
1. Importo iniziale 347 30 2. Aumenti 107 347 2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 107 347 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 107 347 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 347 30 3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 347 30 a) rigiri 347 30 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) dovute al mutamento di criteri contabili d) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 107 347
L'importo si riferisce alla fiscalità connessa alle minusvalenze contabilizzate a patrimonio netto afferenti i titoli disponibili per la vendita.
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13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto) 2009 2008
1. Importo iniziale 18 6 2. Aumenti 711 18 2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 711 18 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 711 18 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 18 6 3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 18 6 a) rigiri 18 6 b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 711 18
L'importo si riferisce alla fiscalità connessa alle plusvalenze contabilizzate a patrimonio netto afferenti i titoli disponibili per la vendita.
13.7 Altre informazioni Composizione della fiscalità corrente IRES IRAP ILOR TOTALEPassività fiscali correnti -1.960 -1.756 -3.716Acconti versati 3.143 2.292 5.435Ritenute d'acconto subite 56 56Saldo a debito della voce 80 a) del passivo Saldo a credito 1.239 536 1.775Crediti di imposta non compensabili: quota capitale 264 264Crediti di imposta non compensabili: interessi 18 18Saldo dei crediti di imposta non compensabili 282 282Saldo a credito della voce 130 a) dell'attivo 1.521 536 2.057
Sezione 14 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - voce 140 dell'attivo e voce 90 del passivo
Non sono presenti attività non correnti o gruppi di attività in via di dismissione e relative passività associate.
Sezione 15 - Altre attività - voce 150
15.1 Altre attività: composizione 2009 2008- acconti ritenute erariali su interessi e imposte indirette varie 4.724 1.561- credito d'imposta 125 196- partite varie 1.255 3.526- effetti, assegni e altri documenti insoluti e al protesto 144 186- rettifiche di valore per effetti al s.b.f./al d.i. e per rischio di portafoglio 41- spese adattamento uffici non di proprietà 665 877- ratei e risconti attivi 2.003 2.052Totale 8.957 8.398
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PASSIVO
Sezione 1 - Debiti verso banche - voce 10
1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori 2009 2008 1. Debiti verso banche centrali 2. Debiti verso banche 24.635 34.087 2.1 Conti correnti e depositi liberi 13.700 1.160 2.2 Depositi vincolati 10.144 32.232 2.3 Finanziamenti 2.3.1 Pronti contro termine passivi 2.3.2 Altri 2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 2.5 Altri debiti 791 695 Totale 24.635 34.087 Fair value 24.635 34.087
Sezione 2 - Debiti verso clientela - voce 20
2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori 2009 2008 1. Conti correnti e depositi liberi 943.101 818.387 2. Depositi vincolati 2.389 837 3. Finanziamenti 41.571 54.736 3.1 Pronti contro termine passivi 41.571 54.736 3.2 Altri 4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 5. Altri debiti 15.237 19.045 Totale 1.002.298 893.005 Fair value 1.002.298 893.005
Sezione 3 - Titoli in circolazione - voce 30
3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica 2009 2008
Fair value Fair value Tipologia titoli/Valori
Valore bilancio Livello 1 Livello 2 Livello 3
Valore bilancio Livello 1 Livello 2 Livello 3
A. Titoli 609.112 555.973 56.676 585.760 547.816 40.329 1. Obbligazioni 552.530 555.973 545.688 547.816 1.1 strutturate 1.2 altre 552.530 555.973 545.688 547.816 2. Altri titoli 56.582 56.676 40.072 40.329 2.1 strutturati 2.2 altri 56.582 56.676 40.072 40.329 Totale 609.112 555.973 56.676 585.760 547.816 40.329
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Sezione 4 - Passività finanziarie di negoziazione - voce 40
4.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica 2009 2008
FV FV Tipologia operazioni/Valori VN L1 L2 L3 FV* VN L1 L2 L3 FV* A. Passività per cassa 1. Debiti verso banche 2. Debiti verso clientela 3. Titoli di debito 3.1 Obbligazioni 3.1.1 Strutturate X X 3.1.2 Altre obbligazioni X X 3.2 Altri titoli 3.2.1 Strutturati X X 3.2.2 Altri X X Totale A B. Strumenti derivati 1. Derivati finanziari 13 18 1.1 Di negoziazione X 13 X X 18 X 1.2 Connessi con la fair value option X X X X 1.3 Altri X X X X 2. Derivati creditizi 2.1 Di negoziazione X X X X 2.2 Connessi con la fair value option X X X X 2.3 Altri X X X X Totale B X 13 X X 18 X Totale (A+B) X 13 X X 18 X
Legenda FV = fair value FV* = fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione VN = valore nominale o nozionale L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3
L’importo di cui alla lettera B punto 1.1 si riferisce al "differenziale prezzi" dei contratti relativi alle operazioni a termine in valuta e dei titoli da ricevere.
Sezione 5 - Passività finanziarie valutate al fair value - voce 50
La Cassa non detiene passività finanziarie classificate in questa categoria.
Sezione 6 - Derivati di copertura - voce 60
La Cassa non ha derivati di copertura.
Sezione 7 - Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 70
La Cassa non ha posto in essere passività oggetto di copertura generica (macrohedging) dal rischio di tasso di interesse.
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Sezione 8 - Passività fiscali - voce 80
Per quanto riguarda le informazioni relative alle passività fiscali, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 13 dell'Attivo.
Sezione 9 - Passività associate ad attività in via di dismissione - voce 90
Non sono presenti passività classificate in questa categoria.
Sezione 10 - Altre passività - voce 100
10.1 Altre passività: composizione 2009 2008
- somme da erogare a fornitori 2.053 3.114 - ritenute erariali 971 2.146 - somme da erogare a dipendenti, Irpef e contributi previdenziali dipendenti 2.433 1.692 - azioni da rimborsare e dividendi da pagare ai soci 84 39 - imposte da versare al fisco 288 578 - bonifici in attesa di pagamento 755 1.594 - svalutazione analitica crediti di firma 37 106 - rettifiche di valore per effetti al s.b.f./al d.i. e per rischio di portafoglio 2.456 - partite diverse 3.788 8.452 - ratei e risconti passivi 601 548 Totale 11.010 20.725
Sezione 11 - Trattamento di fine rapporto del personale - voce 110
11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue 2009 2008
A. Esistenze iniziali 9.357 9.329 B. Aumenti 228 863 B.1 Accantonamento dell'esercizio 228 863 B.2 Altre variazioni C. Diminuzioni 736 835 C.1 Liquidazioni effettuate 421 801 C.2 Altre variazioni 315 34 D. Rimanenze finali 8.849 9.357
Alla data di bilancio, la Cassa si è avvalsa della facoltà di rilevare a Conto Economico gli Utili o le Perdite Attuariali che si sono manifestati nell'esercizio, pertanto la Voce D. "Rimanenze finali" del fondo inscritto coincide con il suo Valore Attuariale (Defined Benefit Obligation - DBO).
11.2 Altre informazioni
Il Fondo trattamento di fine rapporto, calcolato ai sensi dell'art. 2120 del Codice Civile, copre l'ammontare dei diritti maturati, alla data di riferimento del bilancio, del personale dipendente, in conformità alla legislazione vigente e ai contratti collettivi di lavoro e integrativi.
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Sezione 12 - Fondi per rischi e oneri - voce 120
12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione Voci/Valori 2009 2008 1. Fondi di quiescenza aziendali 2. Altri fondi per rischi ed oneri 2.450 2.977 2.1 controversie legali 130 173 2.2 oneri per il personale 1.794 2.276 2.3 altri 526 528 Totale 2.450 2.977
12.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue Fondi di
quiescenza Altri fondi Totale
A. Esistenze iniziali 2.977 2.977 B. Aumenti 2.378 2.378 B.1 Accantonamento dell'esercizio 1.890 1.890 B.2 Variazioni dovute al passare del tempo 12 12 B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto 176 176 B.4 Altre variazioni 300 300 C. Diminuzioni 2.905 2.905 C.1 Utilizzo nell'esercizio 2.098 2.098 C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto C.3 Altre variazioni 807 807 D. Rimanenze finali 2.450 2.450
La sottovoce B.1 “Accantonamento dell'esercizio” accoglie l'incremento del debito futuro stimato, relativo sia a fondi già esistenti che costituiti nell'esercizio.
La sottovoce B.2 “Variazioni dovute al passare del tempo” accoglie i ripristini di valore connessi con il trascorrere del tempo corrispondenti ai ratei maturati, calcolati sulla base dei tassi di sconto utilizzati nell'esercizio precedente per l'attualizzazione dei fondi.
La sottovoce B.3 “Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto” accoglie gli incrementi di valore dei fondi determinati dall’applicazione di tassi di sconto inferiori rispetto a quelli utilizzati nell’esercizio precedente.
La sottovoce B.4 “Altre variazioni in aumento” accoglie la quota parte dell’utile del precedente esercizio destinata ad accantonamento al fondo per beneficenza e mutualità.
La sottovoce C.1 “Utilizzo nell'esercizio” si riferisce ai pagamenti effettuati.
La sottovoce C.3 “Altre variazioni in diminuzione” accoglie sia il decremento dovuto ad una minore stima del debito futuro relativo a fondi già esistenti che i decrementi del fondo per beneficenza e mutualità a seguito dell’utilizzo a fronte delle specifiche destinazioni.
12.4 Fondi per rischi e oneri - altri fondi
La voce "Altri fondi per rischi e oneri" è costituita da: Voci/Valori 2009 2008 Fondo rischi e oneri 2.006 2.701 - controversie legali e revocatorie 130 173 - oneri per il personale 1.350 2.000 - perdite presunte 178 367 - altri: a) stime costi amministrativi 312 141 b) fondo di beneficenza e mutualità 36 20 Fondo per premio fedeltà dipendenti 444 276 Totale 2.450 2.977
Il Fondo per premio fedeltà dipendenti evidenzia l'onere finanziario che si dovrà sostenere, negli anni futuri, a favore del personale dipendente in relazione all'anzianità di servizio.
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Sezione 13 - Azioni rimborsabili - voce 140
La Cassa non ha emesso azioni rimborsabili.
Sezione 14 - Patrimonio dell'impresa - voci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200
14.1 "Capitale" e "Azioni proprie": composizione
Il capitale è interamente sottoscritto e versato ed è costituito da n. 440.875 azioni ordinarie di nominali € 2,58 cadauna per complessivi € 1,138 milioni.
Alla data di chiusura dell'esercizio la Cassa non aveva in portafoglio azioni di propria emissione.
14.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue Voci/Tipologie Ordinarie Altre A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 442.187 - interamente liberate 442.187 - non interamente liberate A.1 Azioni proprie (-) A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 442.187 B. Aumenti 19.730 B.1 Nuove emissioni 19.730 - a pagamento: 19.730 - operazioni di aggregazioni di imprese - conversione di obbligazioni - esercizio di warrant - altre 19.730 - a titolo gratuito: - a favore dei dipendenti - a favore degli amministratori - altre B.2 Vendita di azioni proprie B.3 Altre variazioni C. Diminuzioni 21.042 C.1 Annullamento C.2 Acquisto di azioni proprie C.3 Operazioni di cessione di imprese C.4 Altre variazioni 21.042 D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 440.875 D.1 Azioni proprie (+) D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 440.875 - interamente liberate 440.875 - non interamente liberate
14.3 Capitale: altre informazioni Composizione e variazione della voce 180 "capitale" n. soci n. azioni controvalore consistenza 01/01 6.663 442.187 1.141 aumenti 410 19.730 51 diminuzioni 169 21.042 54 consistenza 31/12 6.904 440.875 1.138
14.4 Riserve di utili: altre informazioni Composizione Totale riserva legale indivisibile L. 904/77 238.745 riserva statutaria art. 50 lettera D 181 riserva FTA 2004 481 riserva NTA 2005 -436 Totale 238.971
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Prospetto delle informazioni delle voci del patrimonio netto al 31/12/2009 di cui al n. 7-bis dell'art. 2427 del codice civile
Utilizzazioni effettuate nel 2009 e nei tre periodi precedenti (**)Descrizione
Possibilità di utilizzazione (*)
per copertura perdite
per altre ragioni
Importo Importo Capitale sociale 1.137 A - B 142Riserve di capitale: 1.769 31Riserva da sovrapprezzo azioni 1.769 A - C 31Altre riserve: 244.332 2.391Riserva legale 238.745 A E Riserva di rivalutazione monetaria 4.097 A E Altre riserve 181 A E Riserva FTA/utili a nuovo 2005 45 A non ammessa Riserva AFS 1.264 D non ammessa 2.391Totale 247.238 2.564
* possibilità di utilizzazione: A - per copertura perdite B - per rimborso del valore nominale delle azioni ai soci C - per rimborso sovrapprezzo ai soci (importo riferito soltanto ai sovrapprezzi azioni versati dopo le modifiche statutarie intervenute a seguito degli adeguamenti introdotti dall'art. 9 L. 59/92) D - per quanto previsto dallo IAS 39 ** importo riferito ai rimborsi effettuati negli esercizi 2009, 2008, 2007 e 2006 E - non ammessa in quanto indivisibile
14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue
Non sussistono strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.
14.6 Altre informazioni
Non sussistono altre informazioni su strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.
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Altre informazioni
1. Garanzie rilasciate e impegni Operazioni 2009 2008 1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria 11.642 8.865 a) Banche 11.417 8.640 b) Clientela 225 225 2) Garanzie rilasciate di natura commerciale 84.273 78.215 a) Banche b) Clientela 84.273 78.215 3) Impegni irrevocabili a erogare fondi 215.905 196.395 a) Banche 1.552 5.237 i) a utilizzo certo 1.552 5.237 ii) a utilizzo incerto b) Clientela 214.353 191.158 i) a utilizzo certo 5.939 8.318 ii) a utilizzo incerto 208.414 182.840 4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione 5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi 1.095 1.095 6) Altri impegni Totale 312.915 284.570
Tra le garanzie rilasciate di natura commerciale sono compresi i crediti di firma per garanzie personali che assistono specifiche transazioni commerciali o la buona esecuzione di contratti.
Tra quelle di natura finanziaria sono comprese le garanzie personali che assistono il regolare assolvimento del servizio del debito da parte del soggetto ordinante.
Il punto 1 a) "Garanzie rilasciate di natura finanziaria – Banche" comprende: - impegni verso il Fondo di garanzia dei depositanti del credito cooperativo per € 7,958 milioni; - impegni verso il Fondo di garanzia degli obbligazionisti del credito cooperativo per € 3,459 milioni;
Il punto 3 "Impegni irrevocabili a erogare fondi" comprende: a) banche - a utilizzo certo: - depositi da effettuare a una data futura predeterminata, per € 70 mila; - acquisti a pronti di titoli non ancora regolati, per € 585 mila; - acquisti/vendite a pronti di valute non ancora regolati, per € 152 mila; - acquisti/vendite a termine di valute non ancora regolati, per € 745 mila;
b) clientela - a utilizzo certo: - depositi e finanziamenti da erogare a una data futura predeterminata, per € 5,073 milioni; - acquisti/vendite a pronti di valute non ancora regolati, per € 122 mila; - acquisti/vendite a termine di valute non ancora regolati, per € 745 mila;
b) clientela - a utilizzo incerto: margini utilizzabili su linee di credito irrevocabili concesse per € 208,414 milioni.
2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni Portafogli 2009 2008 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 61.207 74.913 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 5. Crediti verso banche 6. Crediti verso clientela 7. Attività materiali
di cui titoli di stato a fronte di operazioni di pronti contro termine passive con clientela ordinaria per € 41,606 milioni.
3. Informazioni sul leasing operativo
La Cassa non ha in corso contratti di leasing.
98
4. Gestione e intermediazione per conto terzi Tipologia servizi Importo 1. Esecuzione di ordini per conto della clientela a) acquisti 1. regolati 2. non regolati b) vendite 1. regolate 2. non regolate 2. Gestioni di portafogli a) individuali 110.519 b) collettive 3. Custodia e amministrazione di titoli a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2. altri titoli b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 1.089.277 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 540.345 2. altri titoli 548.932 c) titoli di terzi depositati presso terzi 1.066.927 d) titoli di proprietà depositati presso terzi 309.522 4. Altre operazioni a) Attività di collocamento e di offerta di servizi di terzi 108.811 1. prodotti assicurativi a contenuto finanziario 8.031 2. quote di organismi di investimento collettivo del risparmio 100.780 b) Attività di ricezione e trasmissione di ordini 1. acquisti 540.790 2. vendite 285.182
Gli importi delle gestioni patrimoniali (2.) si riferiscono al valore di mercato della sola componente costituita dai titoli (strumenti finanziari) e non a quella riferita alla liquidità.
Gli importi della custodia e amministrazione titoli (3.) si riferiscono al valore nominale; le sottovoci b) e c) comprendono anche i titoli in deposito a garanzia.
5. Incasso di crediti per conto di terzi: rettifiche dare e avere 2009 2008
a) rettifiche “dare” 374.134 410.860 1. conti correnti 63.877 77.850 2. portafoglio centrale 309.075 332.658 3. cassa 631 4. altri conti 551 352 b) rettifiche “avere” 374.093 413.316 1. conti correnti 68.510 79.468 2. cedenti effetti e documenti 302.883 331.992 3. altri conti 2.700 1.856
La differenza di € 41 mila tra le rettifiche “dare” e le rettifiche “avere” trova evidenza tra le altre attività iscritte alla voce 150 dell'attivo.
99
C - INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO
Sezione 1 - Gli interessi - voci 10 e 20
1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione
Voci/Forme tecniche Titoli di
debito Finanzia
menti Altre
operazioni 2009 2008 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 384 384 3.254 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 4.463 4.463 5.115 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 21 1.437 1.458 4.481 5. Crediti verso clientela 58.519 58.519 84.170 6. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Derivati di copertura X X 8. Altre attività X X 17 17 6 Totale 4.868 59.956 17 64.841 97.026
Nella colonna "finanziamenti" in corrispondenza della sottovoce 5 "Crediti verso clientela" sono stati ricondotti gli interessi attivi e proventi assimilati maturati nell'esercizio riferiti alle esposizioni deteriorate alla data di riferimento del bilancio per € 4,664 milioni.
1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni
1.3.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta 2009 2008
Interessi attivi su attività finanziarie in valuta 248 520
1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione
Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre
operazioni 2009 2008 1. Debiti verso banche centrali X2. Debiti verso banche (316) X (316) (1.353)3. Debiti verso clientela (9.449) X (9.449) (21.401)4. Titoli in circolazione X (15.079) (15.079) (21.821)5. Passività finanziarie di negoziazione 6. Passività finanziarie valutate al fair value 7. Altre passività e fondi X X (8) (8) (6)8. Derivati di copertura X X Totale (9.765) (15.079) (8) (24.852) (44.581)
1.6 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni
1.6.1 Interessi passivi su passività in valuta 2009 2008
Interessi passivi su passività in valuta (120) (370)
100
Sezione 2 - Le commissioni - voci 40 e 50
2.1 Commissioni attive: composizione Tipologia servizi/Valori 2009 2008 a) garanzie rilasciate 658 627 b) derivati su crediti c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 3.830 3.966 1. negoziazione di strumenti finanziari 4 9 2. negoziazione di valute 166 160 3. gestioni di portafogli 398 350 3.1. individuali 398 350 3.2. collettive 4. custodia e amministrazione di titoli 189 220 5. banca depositaria 6. collocamento di titoli 780 945 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 1.430 1.374 8. attività di consulenza 8.1. in materia di investimenti 8.2. in materia di struttura finanziaria 9. distribuzione di servizi di terzi 863 908 9.1. gestioni di portafogli 9.1.1. individuali 9.1.2. collettive 9.2. prodotti assicurativi 80 158 9.3. altri prodotti 783 750 d) servizi di incasso e pagamento 4.568 4.658 e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione 77 94 f) servizi per operazioni di factoring 20 12 g) esercizio di esattorie e ricevitorie h) attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione i) tenuta e gestione dei conti correnti 4.290 3.957 j) altri servizi 1.652 1.302 Totale 15.095 14.616
2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi Canali/Valori 2009 2008 a) presso propri sportelli: 2.041 2.203 1. gestioni di portafogli 398 350 2. collocamento di titoli 780 945 3. servizi e prodotti di terzi 863 908 b) offerta fuori sede: 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi c) altri canali distributivi: 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi
101
2.3 Commissioni passive: composizione Servizi/Valori 2009 2008 a) garanzie ricevute b) derivati su crediti c) servizi di gestione e intermediazione: (97) (90) 1. negoziazione di strumenti finanziari (13) (9) 2. negoziazione di valute (6) (5) 3. gestioni di portafogli: 3.1 proprie 3.2 delegate da terzi 4. custodia e amministrazione di titoli (78) (76) 5. collocamento di strumenti finanziari 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi d) servizi di incasso e pagamento (1.446) (1.445) e) altri servizi (187) (185) Totale (1.730) (1.720)
Sezione 3 - Dividendi e proventi simili - voce 70
3.1 Dividendi e proventi simili: composizione 2009 2008
Voci/Proventi Dividendi
Proventi da quote di O.I.C.R. Dividendi
Proventi da quote di O.I.C.R.
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 330 70 463 54C. Attività finanziarie valutate al fair value D. Partecipazioni X X Totale 330 70 463 54
Sezione 4 - Il risultato netto dell'attività di negoziazione - voce 80
4.1 Risultato netto dell'attività di negoziazione: composizione
Operazioni/Componenti reddituali
Plus valenze
(A)
Utili da nego-ziazione
(B)
Minus valenze
(C)
Perdite da nego-
ziazione (D)
Risultato netto[(A+B) - (C+D)]
1. Attività finanziarie di negoziazione 467 (3) 464 1.1 Titoli di debito 403 (3) 400 1.2 Titoli di capitale 1.3 Quote di O.I.C.R. 1.4 Finanziamenti 1.5 Altre 64 642. Passività finanziarie di negoziazione 2.1 Titoli di debito 2.2 Debiti 2.3 Altre 3. Altre attività e passività finanziarie: differenze di cambio X X X X4. Strumenti derivati 4.1 Derivati finanziari: - Su titoli di debito e tassi di interesse - Su titoli di capitale e indici azionari - Su valute e oro X X X X - Altri 4.2 Derivati su crediti Totale 467 (3) 464
102
Sezione 5 - Il risultato netto dell'attività di copertura - voce 90
Sezione non di competenza della Cassa.
Sezione 6 - Utili (Perdite) da cessione/riacquisto - voce 100
6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione 2009 2008
Voci/Componenti reddituali Utili Perdite Risultato
netto Utili Perdite Risultato
netto Attività finanziarie 1. Crediti verso banche 2. Crediti verso clientela 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 352 (71) 281 307 (50) 257 3.1 Titoli di debito 352 (71) 281 307 (50) 257 3.2 Titoli di capitale 3.3 Quote di O.I.C.R. 3.4 Finanziamenti 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Totale attività 352 (71) 281 307 (50) 257 Passività finanziarie 1. Debiti verso banche 2. Debiti verso clientela 3. Titoli in circolazione 105 (137) (32) 144 (1) 143 Totale passività 105 (137) (32) 144 (1) 143
Sezione 7 - Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value - voce 110
7.1 Variazione netta di valore delle attività/passività finanziarie valutate al fair value: composizione
Operazioni/Componenti reddituali
Plus valenze
(A) Utili da
realizzo (B)
Minus valenze
(C)
Perdite da realizzo
(D) Risultato netto[(A+B) - (C+D)]
1. Attività finanziarie 0,02 (0,01) 0,01 1.1 Titoli di debito 0,02 (0,01) 0,01 1.2 Titoli di capitale 1.3 Quote di O.I.C.R. 1.4 Finanziamenti 2. Passività finanziarie 2.1 Titoli di debito 2.2 Debito verso banche 2.3 Debito verso clientela 3. Attività e passività finanziarie in valuta: differenze di cambio X X X X4. Derivati creditizi e finanziari Totale 0,02 (0,01) 0,01
103
Sezione 8 - Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento - voce 130
8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2) Specifiche Specifiche Di portafoglio
Operazioni/ Componenti reddituali C
ance
llazi
on
i
Alt
re
Di p
ort
afo
glio
A B A B (1)–(2)
2009 2008 A. Crediti verso banche - Finanziamenti - Titoli di debito B. Crediti verso clientela (1.256) (9.747) (2.070) 993 5.204 81 287 (6.508) (7.656) - Finanziamenti (1.256) (9.747) (2.070) 993 5.204 81 287 (6.508) (7.656) - Titoli di debito C. Totale (1.256) (9.747) (2.070) 993 5.204 81 287 (6.508) (7.656)
Legenda A= Da interessi B= Altre riprese
8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione
Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2) Specifiche Specifiche
Operazioni/ Componenti reddituali C
ance
llazi
on
i
Alt
re
A B (1)–(2)
2009 2008 A. Titoli di debito B. Titoli di capitale (158) X X (158) C. Quote OICR X D. FInanziamenti a banche E. Finanziamenti a clientela F. Totale (158) (158)
Legenda A= Da interessi B= Altre riprese
8.4 Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2) Specifiche Specifiche Di portafoglio
Operazioni/ Componenti reddituali C
ance
llazi
on
i
Alt
re
Di p
ort
afo
glio
A B A B (1)–(2)
2009 2008 A. Garanzie rilasciate (14) 83 69 (106) B. Derivati su crediti C. Impegni ad erogare fondi D. Altre operazioni C. Totale (14) 83 69 (106)
Legenda A= Da interessi B= Altre riprese
104
Sezione 9 - Le spese amministrative - voce 150
9.1 Spese per il personale: composizione Tipologia di spese/Valori 2009 2008 1) Personale dipendente (20.489) (20.379) a) salari e stipendi (14.861) (14.069) b) oneri sociali (3.770) (3.572) c) indennità di fine rapporto (1.103) (1.085) d) spese previdenziali e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale 62 (863) f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - a contribuzione definita - a benefici definiti g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (673) (634) - a contribuzione definita (673) (634) - a benefici definiti h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali i) altri benefici a favore dei dipendenti (144) (156) 2) Altro personale in attività 3) Amministratori e sindaci (405) (411) 4) Personale collocato a riposo 5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società Totale (20.894) (20.790)
Nel rispetto dei chiarimenti forniti da Banca d’Italia in materia di bilanci bancari e finanziari sono state apportate delle modifiche nella classificazione delle voci relative alle spese del personale.
Nello specifico: - la sottovoce c) “Indennità di fine rapporto” comprende anche:
o le quote relative al trattamento di fine rapporto maturato nell'esercizio e destinate al Fondo Pensione di categoria per € 505 mila;
o le quote del fondo di trattamento di fine rapporto versate direttamente alla Tesoreria dell'Inps per € 516 mila in ottemperanza delle disposizioni introdotte dalla Riforma Previdenziale di cui al D.Lgs 252/2005 alla Legge 296/2006;
- la sottovoce e) "accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale" è influenzata positivamente dall'andamento degli utili attuariali rilevati nell'esercizio per € 290 mila.
Inoltre, adeguandoci a quanto segnalato da Federazione Italiana e Lombarda, le spese per beni e servizi sostenute a favore del personale e non aventi natura retributiva sono state riclassificate, sia per l'anno 2009 che 2008, alla voce 150 b) "altre spese amministrative" in quanto sono da considerarsi acquisto di beni e servizi professionali.
9.2 Numero medio dei dipendenti per categoria Personale dipendente 325 a) dirigenti 5 b) quadri direttivi 85 c) restante personale dipendente 235 Altro personale
9.4 Altri benefici a favore dei dipendenti Tipologia Spesa 2009 Rimborsi chilometrici (95) Altri benefici (49) Totale (144)
105
9.5 Altre spese amministrative: composizione Tipologia di spese/Valori 2009 2008 Spese amministrative (13.097) (14.173) Compensi a Professionisti Esterni (784) (750) Assicurazioni (285) (512) Pubblicità e Rappresentanza (2.345) (3.264) Locazioni macchine e canoni telematici (643) (649) Affitti per immobili (612) (600) Manut., Riparaz., Trasform.beni mobili e immobili (496) (459) Energia Elettrica, Riscald., Pulizia Locali, Acqua e Gas (1.072) (1.121) Telefoniche e Postali (1.079) (1.047) Costi per Elaborazione Dati (2.104) (2.316) Stampati e Cancelleria (213) (246) Viaggi e Trasporti Vari (198) (211) Contributi associativi (531) (516) Servizio di Vigilanza (906) (819) Visure ed Informazioni (222) (169) Giornali, Riviste, Pubblicazioni e Banche Dati (292) (302) Oneri di Utilità Sociale (465) (421) Intervento a fav. F.do garanzia dei Dep. del Cred. Coop. (1) (1) Altri (849) (770) Imposte indirette e tasse (3.602) (3.390) Imposta di bollo (2.471) (2.390) Imposta comunale sugli immobili (137) (137) Imposta sostitutiva DPR 601/73 (856) (750) Altre imposte (138) (113) Totale (16.699) (17.563)
Sezione 10 - Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - voce 160
10.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione
Accantonamenti Riattribuzione di
eccedenze Totali Controversie legali e revocatorie (24) 30 6 Perdite presunte (178) 214 36 Oneri del personale (1.350) 247 (1.103) Stime costi amministrativi (312) 33 (279) Premio fedeltà dipendenti (214) (214) Totale (2.078) 524 (1.554)
Sezione 11 - Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali - voce 170
11.1 Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione
Attività/Componente reddituale
Ammorta mento
(a)
Rettifiche di valore per deterioramento
(b)
Riprese di valore
(c) Risultato netto
(a + b - c) A. Attività materiali A.1 Di proprietà (1.367) (1.367) - Ad uso funzionale (1.362) (1.362) - Per investimento (5) (5) A.2 Acquisite in leasing finanziario - Ad uso funzionale - Per investimento Totale (1.367) (1.367)
106
Sezione 12 - Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali - voce 180
12.1 Rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione
Attività/Componente reddituale
Ammorta mento
(a)
Rettifiche di valore per deterioramento
(b)
Riprese di valore
(c) Risultato netto
(a + b - c) A. Attività immateriali A.1 Di proprietà (90) (90) - Generate internamente dall'azienda - Altre (90) (90) A.2 Acquisite in leasing finanziario Totale (90) (90)
Sezione 13 - Gli altri oneri e proventi di gestione - voce 190
13.1 Altri oneri di gestione: composizione 2009 2008
Ammortamenti per ristrutturazione beni di terzi (212) (156) Refusioni interessi (72) (321) Intervento a favore Fondo Garanzia dei Depositanti (34) (7) Sopravvenienze passive ed insussistenze dell'attivo (23) (22) Totale (341) (506)
13.2 Altri proventi di gestione: composizione 2009 2008
Recuperi imposte 3.226 3.052 Recuperi spese su depositi, conti correnti passivi e certificati di deposito 100 72 Rivalutazione anticipo sul TFR 3 6 Sopravvenienze attive e insussistenze del passivo 25 11 Altri 663 990 Totale 4.017 4.131
La voce contiene i recuperi che rappresentano effettivamente dei meri recuperi di spesa.
Sezione 14 - Utili (Perdite) delle partecipazioni - voce 210
Sezione 15 - Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali - voce 220
Sezione 16 - Rettifiche di valore dell'avviamento - voce 230
Sezione 17 - Utili (Perdite) da cessione di investimenti - voce 240
Queste sezioni non sono di competenza della Cassa.
107
Sezione 18 - Le imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente – voce 260
18.1 Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente: composizione Componenti reddituali/Valori 2009 2008 1. Imposte correnti (-) (3.753) (6.492) 2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 566 495 3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) 4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) 427 663 5. Variazione delle imposte differite (+/-) 75 1.528 6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+/-4+/-5) (2.685) (3.806)
La predetta voce di C.E. è influenzata dal riallineamento dei valori fiscali ai valori civilistici operato a luglio 2009 e dal credito d’imposta IRES generatosi a seguito della presentazione dell’istanza di rimborso delle imposte dirette per la deduzione del 10% dell’IRAP.
Per ciò che concerne il primo aspetto, l’art. 15 del D.L. del 29 novembre 2008 n. 185 ha infatti introdotto la possibilità, per i soggetti IAS adopter, di riallineare le divergenze fra valori fiscali e valori civilistici esistenti a inizio 2009 e sorte in sede di prima applicazione degli IAS (FTA). La Cassa, dopo aver valutato attentamente l’opzione in termini di convenienza economica, semplificazione e trasparenza, ha deciso di operare il riallineamento limitatamente alla differenza relativa al Fondo TFR. Tale operazione ha generato un costo dovuto all’imposta sostitutiva di 36.616,66 euro e un ricavo derivante dall’annullamento di passività per imposte differite pari a 71.925,58 euro.
Il credito sull’imposta dei redditi, invece, scaturisce a seguito dell’entrata in vigore del già citato D.L. 185/2008 che all’art. 6 ha introdotto la deducibilità forfetaria del 10% dell’IRAP dall’imponibile IRES e la possibilità, previa presentazione di apposita istanza all’Agenzia delle Entrate, di ottenere il rimborso per le maggiori imposte assolte per effetto dell’indeducibilità dell’IRAP relativamente al quadriennio 2004-2007. Contestualmente all’invio dell’istanza effettuato l’11 dicembre 2009 nel rispetto dei termini e delle modalità stabiliti dall’Agenzia dell’Entrate, la Cassa ha provveduto ad iscrivere un ricavo pari a 224.684,00 euro.
18.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio
Le imposte sono calcolate nella misura del 27,50% per l'IRES e del 4,82% per l'IRAP.
Il totale del carico fiscale dell'anno può essere riconciliato all'utile d'esercizio come segue: IRES Utile dell'operatività corrente al lordo delle imposte (voce 250 del conto economico) 10.942 Imposta calcolata in base all'aliquota nazionale 3.009 Effetto fiscale di costi/ricavi non deducibili/ non imponibili (1.769) Imposte sul reddito d'esercizio 1.240 Aliquota effettiva 11,33%
Ai fini IRAP l'imponibile ammonta a € 36,423 milioni pertanto l'imposta è pari a € 1,756 milioni.
Sezione 19 - Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte - voce 280
Non si registrano utili o perdite dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte.
Sezione 20 - Altre informazioni
Mutualità prevalente
Per quanto previsto dall'art. 5, comma 2 del DM 23 giugno 2004, si attesta che sussistono e permangono le condizioni di mutualità prevalente. A tal fine, ai sensi del disposto dell'art. 2512 Codice Civile e dell'art. 35 del D.Lgs. 385/93 e delle correlate Istruzioni di Vigilanza, nel corso dell'esercizio la Cassa ha rispettato i requisiti previsti in tema di operatività prevalente con i Soci e di operatività nella zona di competenza territoriale. In particolare, per quanto richiesto dall'art. 35 citato, e così come risultante dalle segnalazioni periodiche inviate all'Organo di Vigilanza, si documenta che le attività di rischio destinate ai Soci o ad attività a ponderazione zero sono state superiori al 50% del totale delle stesse nel corso dell'anno; alla data del 31.12.2009, a fronte di attività di rischio complessive per 2.081 milioni di euro, 1.187 milioni di euro, pari al 57,03% del totale, erano destinate a Soci o ad attività a ponderazione zero.
Sezione 21 - Utile per azione
La Cassa è una società cooperativa a mutualità prevalente. Si ritengono di conseguenza non significative dette informazioni, tenuto conto della natura della Società.
108
PARTE D – REDDITIVITA' COMPLESSIVA
PROSPETTO ANALITICO DELLA REDDITIVITA' COMPLESSIVA Voci Importo
LordoImposta sul
redditoImporto
Netto10. Utile (Perdita) d’esercizio X X 8.256 Altre componenti reddituali 20. Attività finanziarie disponibili per la vendita: 2.886 (932) 1.954 a) variazioni di fair value 2.913 (941) 1.972 b) rigiro a conto economico (27) 9 (18) - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo (27) 9 (18) c) altre variazioni 30. Attività materiali 40. Attività immateriali 50. Copertura di investimenti esteri: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 60. Copertura dei flussi finanziari: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 70. Differenze di cambio: a) variazioni di valore b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 80. Attività non correnti in via di dismissione: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 90. Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti 100. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo c) altre variazioni 110. Totale altre componenti reddituali 2.886 (932) 1.954120. Redditività complessiva (voce 10+110) X X 10.210
109
PARTE E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA
SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI
Il sistema dei controlli interni si contraddistingue per la suddivisione tra controlli di linea (primo livello), diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni, effettuati dalle stesse strutture produttive; controlli sulla gestione dei rischi (secondo livello), assegnati a strutture diverse da quelle produttive, attività di revisione interna (terzo livello - Internal Auditing), volta a individuare andamenti anomali delle procedure e della regolamentazione nonché a valutare la funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni.
I controlli cosiddetti di secondo livello hanno interessato i rischi aziendali nel loro complesso.
La funzione preposta allo sviluppo dei controlli di secondo livello – controllo sulla gestione dei rischi – è interna alla struttura aziendale e contraddistinta da una netta separatezza dalle funzioni operative.
La funzione di Internal Audit, che presidia il terzo livello di controllo, svolge la “verifica degli altri sistemi di controllo”, attivando periodiche sessioni finalizzate al monitoraggio delle variabili di rischio.
Per quanto concerne quest’ultimo livello di controlli, la normativa secondaria prevede che tale attività debba essere svolta da una struttura indipendente da quelle produttive con caratteristiche qualitative e quantitative adeguate alla complessità aziendale e che tale funzione possa essere affidata a soggetti terzi, come ad esempio le Federazioni Regionali.
Su tali premesse la Federazione Lombarda delle BCC ha predisposto uno specifico progetto per lo svolgimento dell’attività di Internal audit sulla base di un più articolato ed ampio progetto nazionale di categoria alla cui definizione hanno partecipato strutture centrali e Federazioni locali.
Tale progetto è stato esaminato dal Consiglio di Amministrazione della Cassa con delibera del 28 gennaio 2004; lo stesso ha ufficializzato l’esternalizzazione alla Federazione Lombarda delle Bcc della funzione di Internal Audit ed in data 22/4/2004 ha interessato l’Organo di Vigilanza.
L’analisi dei processi è stata guidata dalle metodologie e dagli strumenti operativi elaborati nell’ambito del progetto di categoria “Sistema dei controlli interni del credito cooperativo”.
Le fasi che hanno caratterizzato l’analisi dei processi sono state: - l’individuazione dei “Rischi potenziali” all’interno delle singole fasi del processo; - “la valutazione dei Rischi potenziali”, il cosiddetto indice di rischiosità potenziale; - l’individuazione e la valutazione delle ”Tecniche di controllo” riscontrate in banca; - “la valutazione dei Rischi residui” come differenziale tra i rischi potenziali e le tecniche di controllo riscontrate
(scoring); - “la redazione di una proposta di master plan degli interventi” di miglioramento delle tecniche di controllo
esistenti, al fine di consentire alla banca di riportare i rischi residui entro un livello accettabile.
Nell’esercizio in esame il Servizio Internal Audit ha sviluppato il piano dei controlli tenendo conto di quanto previsto dal progetto nazionale sul sistema dei controlli interni del Credito Cooperativo e sulla base del piano di Audit deliberato dal Consiglio di Amministrazione.
Gli interventi di Audit si sono incentrati sull’analisi dei principali processi di lavoro (credito, finanza, estero e filiale) per rafforzare i controlli di linea (controlli di primo livello).
I vertici della Cassa hanno preso visione dei report di processo e del master plan degli interventi di miglioramento delle tecniche di controllo con l’intento di consentire all’azienda di riportare i rischi residui entro un livello accettabile.
SEZIONE 1 – RISCHIO DI CREDITO
INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA
1. Aspetti generali
Il rischio di credito rappresenta la componente di rischio più rilevante per la Cassa.
Gli obiettivi e le strategie dell’attività creditizia della Cassa riflettono in primis le specificità normative che l’ordinamento bancario riserva alle Banche di Credito Cooperativo – Casse Rurali (“mutualità” e “localismo”) e sono indirizzati: - ad un’efficiente selezione delle singole controparti, attraverso una completa ed accurata analisi della capacità
delle stesse di onorare gli impegni contrattualmente assunti, finalizzata a contenere il rischio di credito; - alla diversificazione del rischio stesso, individuando nei crediti di importo limitato (l’85% della clientela ha
un’esposizione inferiore a 125 mila euro) il naturale bacino operativo della Cassa, e circoscrivendo la
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concentrazione delle esposizioni su gruppi di clienti connessi/gruppi di imprese o su singoli rami di attività economica;
- al controllo andamentale delle singole posizioni effettuato sia con procedura informatica, sia con un’attività di monitoraggio sistematica sui rapporti che presentano delle irregolarità.
La politica commerciale che contraddistingue l’attività creditizia della Cassa è quindi orientata al sostegno finanziario della propria economia locale e si caratterizza per un’elevata propensione ad intrattenere rapporti di natura fiduciaria e personale con tutte le componenti (famiglie, micro e piccole imprese, artigiani) del proprio territorio di riferimento, e per una particolare vocazione operativa a favore dei clienti-soci anche mediante scambi non prevalentemente di natura patrimoniale. Peraltro, non meno rilevante è la funzione etica svolta dalla Cassa a favore di determinate categorie di operatori economici (ad esempio giovani e pensionati), anche tramite l’applicazione di condizioni economiche più vantaggiose.
In tale contesto, i settori delle famiglie, delle micro e piccole imprese e degli artigiani rappresentano i segmenti di clientela tradizionalmente di elevato interesse per la Cassa.
L’importante quota degli impieghi rappresentata dai mutui per l’acquisto di abitazioni, offerti secondo diverse tipologie di prodotti, testimonia l’attenzione particolare della Cassa nei confronti del comparto delle famiglie.
Nell’ambito del segmento delle micro e piccole imprese e degli artigiani, le strategie della Cassa sono volte a instaurare relazioni creditizie e di servizio di medio-lungo periodo attraverso l’offerta di prodotti e servizi mirati a rapporti personali e collaborativi con la stessa clientela. In questa ottica si collocano anche le convenzioni ovvero gli accordi di partnership raggiunti con diversi confidi e varie associazioni di categoria.
Sotto il profilo merceologico, la concessione del credito è prevalentemente indirizzata verso i rami di attività economica rappresentati dall’edilizia, dal legno-mobili, dai servizi e dal commercio.
La Cassa è altresì uno dei partner finanziari di riferimento di enti territoriali, nonché di altri enti locali e di strutture alle stesse riconducibili. L’attività creditizia verso tali enti si sostanzia nell’offerta di forme particolari di finanziamento finalizzate alla realizzazione di specifici progetti o al soddisfacimento di fabbisogni finanziari temporanei anche attraverso l’anticipazione di tesoreria.
Oltre all’attività creditizia tradizionale, la Cassa è esposta ai rischi di posizione e di controparte con riferimento all’operatività in titoli che comporta una limitata esposizione della Cassa al rischio di posizione in quanto gli investimenti in strumenti finanziari sono orientati verso emittenti (governi centrali, intermediari finanziari e imprese non finanziarie) di elevato standing creditizio.
L’esposizione al rischio di controparte dell’operatività in derivati OTC è assente.
2. Politiche di gestione del rischio di credito
2.1 Aspetti organizzativi
Nello svolgimento della sua attività la Cassa é esposta al rischio che i crediti, a qualsiasi titolo vantati, non siano onorati dai terzi debitori alla scadenza e, pertanto, debbano essere registrate delle perdite dalla loro cancellazione, in tutto o in parte, in bilancio. Tale rischio è riscontrabile eminentemente nell’attività tradizionale di erogazione di crediti, garantiti o non garantiti, iscritti a bilancio, nonché in attività analoghe non iscritte in bilancio (ad esempio crediti di firma).
Le potenziali cause di inadempienza risiedono in larga parte nella mancanza di disponibilità economica della controparte (mancanza di liquidità, insolvenza, etc.) e in misura marginale o minore in ragioni indipendenti dalla condizione finanziaria della controparte, quali il rischio Paese o i rischi operativi.
Le attività diverse da quella tradizionale di prestito espongono ulteriormente la Cassa al rischio di credito. In questo caso il rischio di credito può, per esempio, derivare da: - compravendite di titoli; - sottoscrizione di contratti derivati OTC non speculativi.
Le controparti di tali transazioni potrebbero risultare inadempienti a causa di insolvenza, mancanza di liquidità, deficienza operativa, eventi politici ed economici o per altre ragioni.
Alla luce delle disposizioni previste nel Titolo IV, capitolo 11 delle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia in materia di controlli interni, e del rilievo attribuito all’efficienza ed efficacia del processo del credito e del relativo sistema dei controlli, la Cassa si è dotata di una struttura organizzativa funzionale al raggiungimento degli obiettivi di gestione e controllo dei rischi creditizi indicati dalla citata normativa prudenziale.
Il processo organizzativo di gestione del rischio di credito è ispirato al principio di separatezza tra le attività proprie del processo istruttorio rispetto a quelle di sviluppo e gestione dei crediti. Tale principio è stato attuato attraverso la costituzione di strutture organizzative separate.
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In aggiunta ai controlli di linea, quali attività di primo livello, le funzioni di controllo di secondo livello si occupano del monitoraggio dell’andamento delle posizioni creditizie e della correttezza/adeguatezza dei processi amministrativi svolti dalle strutture deputate alla gestione dei crediti.
I soggetti principalmente coinvolti nel processo del credito sono: - il Consiglio di Amministrazione. Sovraintende e sorveglia la corretta allocazione delle risorse finanziarie ed in
particolare provvede a: o definire gli orientamenti strategici e le politiche creditizie; o fissare i criteri per la rilevazione, gestione e valutazione del rischio; o approvare la struttura delle deleghe deliberative e controllare che le stesse siano esercitate correttamente; o definire, in coerenza con i rischi assunti, un assetto organizzativo che stabilisca in modo chiaro e appropriato
compiti e responsabilità; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia;
- la Direzione Generale. Attua le strategie e le politiche stabilite dal Consiglio di Amministrazione ed in particolare provvede a: o predisporre regole, attività, procedure atte ad assicurare l’adozione ed il mantenimento di un efficiente
processo del credito e di un solido sistema di controllo dei rischi insiti nello stesso; o verificare l’adeguatezza e le funzionalità delle diverse componenti del processo; o assumere gli interventi necessari ad eliminare le carenze e le disfunzioni eventualmente rilevate; o comunicare alle funzioni organizzative gli obiettivi e le politiche che la Cassa intende perseguire; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia;
- i Capi Zona Commerciale. Affiancano la Direzione Generale al fine di coordinare le attività delle filiali e in particolare provvedono a: o coordinare le filiali della propria zona commerciale nella gestione della clientela, delle condizioni economiche
e delle azioni di sviluppo; o collaborare con il responsabile dell’Area Commerciale, con i Preposti alle Filiali e con l’ufficio Marketing per
una migliore valutazione delle necessità della clientela; o svolgere compiti specifici, assegnati dalla Direzione Generale anche senza appositi ordini di servizio; o collaborare con il Responsabile dell’Area Commerciale e con l’ufficio Controllo di Gestione per la
predisposizione dei budget e dei piani operativi annuali; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia;
- le Filiali. Hanno il compito di sviluppare le relazioni di lavoro e in particolare provvedono a: o gestire la relazione con il cliente acquisendo tutta la documentazione necessaria per la valutazione del
merito creditizio; o operare una preventiva selezione delle richieste; o predisporre la relativa domanda di affidamento; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia; o concorrere al monitoraggio delle posizioni affidate al fine di individuare con tempestività quelle che
presentano eventuali segnali di degrado; o provvedere, con scadenze prefissate, alla revisione/rinnovo degli affidamenti; o predisporre, in caso di anomalia ed in concerto con le strutture centrali, gli opportuni interventi nei confronti
delle controparti; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia;
- l’Ufficio Fidi. Ha i seguenti compiti: o supportare gli organi deliberanti centrali, attraverso la ricezione dalle filiali delle pratiche di affidamento, la
verifica della loro correttezza e completezza formale ed il perfezionamento dell’istruttoria; o provvedere alla gestione amministrativa delle pratiche, inserendo nell’archivio elettronico gli affidamenti e le
relative garanzie, previa verifica di conformità di quest’ultime alla delibera di concessione; o curare il perfezionamento delle operazioni di mutuo, leasing, factoring, credito artigiano e agrario, prestiti
convenzionati e personali; o deliberare gli affidamenti nell’ambito della propria autonomia;
- l’Ufficio Controllo del Credito. E’ posizionato all’interno dell’Area Staff, al fine di garantire la separatezza tra le funzioni di gestione e quelle di controllo. Effettua il monitoraggio delle posizioni affidate, individua quelle che presentano segnali di anomalie e, in funzione della gravità degli stessi, le pone in osservazione oppure ne propone la ristrutturazione o l’assegnazione tra gli incagli o le sofferenze. Fornisce supporto alle filiali per la gestione delle partite incagliate e ristrutturate;
- l’Ufficio Legale. Garantisce la tutela della Cassa in sede di contenzioso. Per le posizioni a sofferenza svolge le azioni necessarie al recupero dei crediti stessi;
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- l’Ufficio Ispettorato. Verifica, con riferimento a tutte le fasi del processo, il rispetto della normativa interna ed esterna.
L’intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato da uno specifico Regolamento interno che in particolare: - individua le deleghe ed i poteri di firma in materia di erogazione del credito; - definisce i criteri per la valutazione del merito creditizio; - definisce le metodologie per il rinnovo degli affidamenti; - definisce le metodologie di controllo andamentale e di misurazione del rischio di credito, nonché le tipologie di
interventi da adottare in caso di rilevazione di anomalie.
2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo
A supporto delle attività di governo del processo del credito, la Cassa ha attivato procedure specifiche per le fasi di istruttoria/delibera, di rinnovo delle linee di credito e di monitoraggio del rischio di credito. In tutte le citate fasi la Cassa utilizza metodologie quali-quantitative di valutazione del merito creditizio della controparte, basate o supportate da procedure informatiche sottoposte a periodica verifica e manutenzione.
I momenti di istruttoria/delibera e di revisione delle linee di credito sono regolamentati da un iter deliberativo in cui intervengono i diversi organi competenti, appartenenti sia alle strutture centrali che alla rete, in ossequio ai livelli di deleghe previsti. Tali fasi sono supportate, anche al fine di utilizzare i dati rivenienti da banche dati esterne, dalle procedure Profilo Cliente e Sarweb che consentono la verifica (da parte di tutte le funzioni preposte alla gestione del credito) della situazione di ogni posizione già affidata o in fase di affidamento.
In sede di istruttoria, per le richieste di affidamenti di rilevante entità, la valutazione, anche prospettica, si struttura su più livelli e si basa prevalentemente su dati tecnici, oltre che - come abitualmente avviene - sulla conoscenza personale e sull’approfondimento della specifica situazione economico-patrimoniale della controparte e dei suoi garanti. Analogamente, per dare snellezza alle procedure, sono stati previsti due livelli di revisione: uno, di tipo semplificato e con formalità ridotte all’essenziale, riservato al rinnovo dei fidi di importo limitato riferiti a soggetti che hanno un andamento regolare; l’altro, di tipo ordinario, per la restante tipologia di pratiche.
La definizione delle metodologie per il controllo andamentale del rischio di credito ha come obiettivo l’attivazione di una sistematica attività di controllo delle posizioni affidate da parte dell’Ufficio Controllo del Credito e dei referenti di rete (responsabili dei controlli di primo livello), in stretta collaborazione con la struttura commerciale (Filiali, Area Commerciale, Capo Zona, Direzione Generale).
In particolare, gli addetti delegati alla fase di controllo andamentale hanno a disposizione una molteplicità di elementi informativi che permettono di verificare le movimentazioni dalle quali emergono situazioni di tensione o di immobilizzo dei conti affidati.
La procedura informatica Sarweb, adottata dalla Cassa, consente di estrapolare periodicamente tutti i rapporti che possono presentare sintomi di anomalia andamentale sia interni che esterni (Centrali Rischi). Il costante monitoraggio delle segnalazioni fornite dalla procedura consente, quindi, di intervenire tempestivamente all’insorgere di posizioni anomale e di prendere gli opportuni provvedimenti nei casi di crediti problematici.
Tutte le posizioni fiduciarie sono inoltre oggetto di riesame periodico, svolto per ogni singola controparte/gruppo economico di appartenenza dalle strutture competenti per limite di fido.
La normativa interna sul processo di gestione e controllo del credito è oggetto di aggiornamento costante.
Negli ultimi anni, la revisione della regolamentazione prudenziale internazionale (cd. Basilea 2) che, come noto, impone alle banche di dotarsi di una efficiente struttura di risk management in grado di misurare e monitorare tutte le fattispecie di rischio e di produrre delle autovalutazioni periodiche sull’adeguatezza del capitale interno rispetto alla propria posizione di rischio, attuale e prospettica, nonché l’evoluzione nell’operatività della Cassa hanno determinato la necessità di sviluppare metodi e sistemi di controllo del rischio di credito. In tale ottica, nell’ambito di un progetto di Categoria, un forte impegno è stato dedicato allo sviluppo di uno strumento per il presidio del rischio di credito che ha portato alla realizzazione di un sistema gestionale di classificazione “ordinale” del merito creditizio delle imprese (Sistema CRC).
Coerentemente con le specificità operative e di governance del processo del credito della Cassa, il Sistema CRC è stato disegnato nell’ottica di realizzare un’adeguata integrazione tra le informazioni quantitative (Bilancio; Centrale dei Rischi; Andamento Rapporto e Settore merceologico) e quelle qualitative accumulate in virtù del peculiare rapporto di clientela e del radicamento sul territorio. Tale sistema, quindi, consente di attribuire una classe di merito all’impresa cliente, tra le dieci previste dalla scala di valutazione, mediante il calcolo di un punteggio sintetico (scoring) sulla base di informazioni (quantitative e qualitative) e valutazioni (oggettive e soggettive) di natura diversa. Pertanto, risponde all’esigenza di conferire maggiore efficacia ed efficienza al processo di gestione del credito, soprattutto attraverso una più oggettiva selezione della clientela e un più strutturato processo di monitoraggio delle posizioni.
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Per il calcolo dello scoring dell’impresa, come già detto, oltre ai dati quantitativi, il Sistema CRC prevede l’utilizzo da parte dell’analista di un questionario qualitativo standardizzato, strutturato in quattro profili di analisi dell’impresa (governance, rischi, posizionamento strategico e gestionale). Il processo di sintesi delle informazioni qualitative elementari è essenzialmente di tipo judgmental. Peraltro, in relazione ad alcuni profili di valutazione non incorporabili nella determinazione del rating di controparte in quanto a maggiore contenuto di soggettività, il sistema CRC attribuisce all’analista, entro un margine predeterminato corrispondente ad un livello di notch, la possibilità di modificare il rating di controparte prodotto dal sistema stesso. A fronte di tale significativo spazio concesso alla soggettività dell’analista, è prevista la rilevazione e l’archiviazione delle valutazioni svolte dagli stessi analisti del credito.
L’utilizzo del CRC come strumento di valutazione e controllo dei clienti affidati e da affidare ha notevoli implicazioni di tipo organizzativo che devono essere attentamente esaminate e affrontate, nel quadro di un complessivo riesame del sistema dei controlli interni della banca e dei relativi assetti organizzativi e regolamentari. A tale riguardo, quindi, proseguirà l’impegno a favore di un corretto inserimento del CRC nel processo del credito e nelle attività di controllo, così come assumerà carattere permanente l’attività di sensibilizzazione, di formazione e di addestramento sia per il personale che per la Direzione della Cassa.
Nel contempo, sempre a livello di Categoria, sono proseguite le opportune attività di analisi finalizzate a specializzare il Sistema CRC per la valutazione di particolari tipologie di imprese clienti (ad es. Imprese agricole, Ditte individuali, Imprese pubbliche, Cooperative sociali/Onlus e Gruppi di imprese) attualmente non ricomprese. Inoltre, è opportuno sottolineare che nell’ultimo anno è stato sviluppato il modello metodologico per la valutazione della clientela privata. Nella sua prima release anche il modello CRC Privati si basa su un approccio di tipo judgemental. Una volta implementato il modello sarà quindi possibile raccogliere i dati necessari al fine di validare le ipotesi effettuate in modalità judgemental e di eventualmente ritarare il modello stesso al fine di aumentarne il potenziale “predittivo” e la significatività statistica. Un’ulteriore evoluzione del Sistema CRC è stato l’introduzione di un modulo opzionale per la valutazione delle eventuali garanzie prestate al fine di valutare l'operazione nel suo complesso.
A seguito dell’entrata in vigore della nuova disciplina prudenziale, nonché degli approfondimenti e delle considerazioni sviluppate nell’ambito delle iniziative promosse dalla Categoria (a livello sia nazionale da parte di Federcasse con il Progetto “Basilea 2”, sia regionale da parte della Federazione Lombarda) a cui la banca ha partecipato (acquisendo la documentazione via via prodotta in relazione all'evoluzione dei lavori), il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha adottato le relative scelte metodologiche e operative aventi rilevanza strategica.
In particolare, il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha - tra l’altro - deliberato di: - adottare la metodologia standardizzata per il calcolo dei requisiti patrimoniali per il rischio di credito (I Pilastro); - utilizzare, con riferimento al calcolo di cui al precedente alinea, le valutazioni del merito creditizio fornite
dall’ECAI denominata Moody’s Investors Service per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nei portafogli: o “Amministrazioni centrali e banche centrali” nonché – indirettamente – di quelle ricomprese nei portafogli
“Intermediari vigilati”, “Enti del settore pubblico” ed “Enti territoriali” o Banche multilaterali di sviluppo o Imprese ed altri soggetti o O.I.C.R. o Esposizioni a breve termine verso imprese o Cartolarizzazioni.
Inoltre, con riferimento al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) previsto dal II Pilastro della nuova regolamentazione prudenziale, il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha adottato il regolamento che definisce i principi guida, i ruoli e le responsabilità delle funzioni organizzative coinvolte nell’ICAAP, allo scopo di assicurare la regolare ed efficace esecuzione delle attività di valutazione del capitale complessivo relativamente alla sua adeguatezza, attuale e prospettica, in relazione ai rischi assunti e alle strategie aziendali. Il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha dato incarico alla Direzione generale di attuare il processo, curando che lo stesso sia rispondente agli indirizzi strategici e alle politiche in materia di gestione dei rischi definiti dal Consiglio di Amministrazione stesso.
In particolare il Consiglio di Amministrazione della Cassa ha deliberato di utilizzare l’algoritmo semplificato cd. Granularity Adjustment (Cfr. allegato B, Titolo III, Capitolo 1 Circ. 263/06) per la quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi.
Inoltre, per quanto concerne le prove di stress, ha individuato le relative metodologie di conduzione - e dato incarico alla Direzione Generale della loro esecuzione: - sul rischio di credito attraverso la determinazione del capitale interno necessario a fronte del nuovo livello di
rischiosità individuato ridefinendo il portafoglio bancario sulla base del valore del rapporto tra l’ammontare delle esposizioni deteriorate e gli impieghi aziendali verificatosi nella peggiore congiuntura creditizia sperimentata dalla Cassa nel corso degli ultimi 10 anni;
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- sul rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi maggiorando i valori del coefficiente di Herfindahl ed ipotizzando il peggior tasso degli ultimi 10 anni di ingresso a sofferenza rettificata caratteristico della Cassa.
Con riferimento all’operatività sui mercati mobiliari, sono attive presso l’Area Finanza della Cassa momenti di valutazione e controllo sia in fase di acquisto degli strumenti finanziari, sia in momenti successivi nei quali periodicamente viene analizzata la composizione del comparto per asset class/portafoglio Ias/Ifrs, identificato e determinato il livello di rischio specifico oppure di controparte, nonchè verificato il rispetto dei limiti e delle deleghe assegnate.
2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito
Conformemente agli obiettivi ed alle politiche creditizie definite dal Consiglio d’Amministrazione, la tecnica di mitigazione del rischio di credito maggiormente utilizzata dalla Cassa è l’acquisizione di garanzie di natura reale su immobili e strumenti finanziari e di natura personale.
Tali forme di garanzia sono, ovviamente, richieste in funzione dei risultati della valutazione del merito di credito della clientela e della tipologia di affidamento domandata dalla stessa.
La quasi totalità delle esposizioni a medio e lungo termine della Cassa è assistita da garanzia ipotecaria (normalmente di primo grado).
Una parte significativa delle esposizioni è assistita da garanzie personali, normalmente fideiussioni, principalmente rilasciate, a seconda dei casi, dai soci delle società o dai congiunti degli affidandi.
A dicembre 2009 le esposizioni assistite da garanzie, reali e personali, rappresentano l'80,95% del totale dei crediti verso la clientela, di cui l'1,59% è coperto da garanzie reali e il 79,02% è coperto da garanzia ipotecaria.
Con riferimento all’attività sui mercati mobiliari, considerato che la composizione del portafoglio é orientata verso primari emittenti con elevato merito creditizio, non sono richieste al momento particolari forme di mitigazione del rischio di credito.
La principale concentrazione di garanzie reali (principalmente ipotecarie) è legata a finanziamenti a clientela retail/corporate (a medio e lungo termine). Tuttavia, allo stato attuale, la Cassa non valuta e gestisce il rischio di concentrazione con riferimento alle garanzie.
Anche nel 2009 è stato dato un decisivo impulso, coerentemente agli approfondimenti condotti nell’ambito del Progetto di Categoria “Basilea 2”, alla realizzazione di configurazioni strutturali e di processo idonee ad assicurare la piena conformità ai requisiti organizzativi, economici, legali e informativi richiesti dalla nuova regolamentazione prudenziale in materia di tecniche di attenuazione del rischio di credito (CRM).
Garanzie reali
Per quanto concerne le forme di garanzia reale, la Cassa accetta diversi strumenti a protezione del credito costituiti dalle seguenti categorie:
Garanzie ipotecarie - ipoteca su beni immobili residenziali; - ipoteca su immobili commerciali; - ipoteca su immobili artigianali/industriali.
Garanzie finanziarie - pegno di titoli di debito di propria emissione o emessi da soggetti sovrani; - pegno di denaro depositato presso la Banca; - pegno su altri strumenti finanziari quotati.
La Cassa non ricorre a forme di protezione del rischio di credito e di controparte costituite da accordi di compensazione.
Le casistiche sopradescritte soddisfano tutti i requisiti richiesti dalla citata nuova regolamentazione prudenziale per il riconoscimento delle tecniche di attenuazione dei rischi di credito.
Tutte le tipologie di garanzia acquisibili dalla Cassa sono inserite nel processo strutturato di gestione delle garanzie reali condividendone quindi tutte le fasi in cui è composto.
Con riferimento all’acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia reale, la Cassa ha definito specifiche politiche e procedure, anche al fine di assicurare il soddisfacimento dei requisiti previsti dalla normativa per il loro riconoscimento ai fini prudenziali al momento della costituzione della protezione e per tutta la durata della stessa.
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In particolare: - sono state predisposte politiche e procedure documentate con riferimento alle tipologie di strumenti di CRM
utilizzati a fini prudenziali, al loro importo, all’interazione con la gestione del profilo di rischio complessivo; - sono state adottate tecniche e procedure volte al realizzo tempestivo delle attività poste a protezione del
credito; - sono stati sviluppati e posti in uso standard della contrattualistica utilizzata; - le diverse tipologie di garanzie accettate e le connesse politiche creditizie sono state chiaramente documentate
e divulgate.
E’ stata inoltre assicurata la presenza di un sistema informativo a supporto delle fasi del ciclo di vita della garanzia (acquisizione, valutazione, gestione, rivalutazione, realizzo).
Le misure di controllo cui è soggetta la concessione del credito con acquisizione di garanzie reali sono differenziate per tipologia di garanzia.
Relativamente alle garanzie ipotecarie su immobili, le politiche e le procedure aziendali assicurano che siano sempre acquisite e gestite con modalità atte a garantirne l’opponibilità in tutte le giurisdizioni pertinenti e l’escutibilità in tempi ragionevoli.
In tale ambito, la Cassa ha definito specifiche politiche e procedure interne con riguardo: - alla non dipendenza del valore dell’immobile in misura rilevante dal merito di credito del debitore; - alla indipendenza del soggetto incaricato dell’esecuzione della stima dell’immobile ad un valore non superiore al
valore di mercato; - alla presenza di un’assicurazione contro il rischio danni sul bene oggetto di garanzia; - alla messa in opera di un’adeguata sorveglianza sul valore dell’immobile, al fine di verificare la sussistenza nel
tempo dei requisiti che permettono di beneficiare di un minor assorbimento patrimoniale sulle esposizioni garantite;
- al rispetto del rapporto massimo tra fido richiesto e valore della garanzia (loan-to-value): 80% per gli immobili residenziali. Qualora venga superato tale limite deve essere valutata l’opportunità di richiedere un’idonea garanzia integrativa;
- alla destinazione d’uso dell’immobile e alla capacità di rimborso del debitore.
Il processo di sorveglianza sul valore dell’immobile oggetto di garanzia è svolto attraverso l’utilizzo di metodi statistici. Al riguardo, l’attività di valutazione è effettuata: - almeno ogni 3 anni per gli immobili residenziali; - annualmente per gli immobili di natura non residenziale.
Per le esposizioni rilevanti (ossia di importo superiore a 3 milioni di euro o al 5 per cento del patrimonio di vigilanza della Cassa) la valutazione è in ogni caso rivista da un perito indipendente almeno ogni 3 anni.
Con riguardo alle garanzie reali finanziarie la Cassa, sulla base delle politiche e processi per la gestione del rischio di credito e dei limiti e deleghe operative definite, indirizza l’acquisizione delle stesse esclusivamente a quelle aventi ad oggetto attività finanziarie delle quali l’azienda è in grado di calcolare il fair value con cadenza almeno semestrale (ovvero ogni qualvolta esistano elementi che presuppongano che si sia verificata una diminuzione significativa del fair value stesso).
La Cassa ha, inoltre, posto in essere specifici presidi e procedure atte a garantire i seguenti aspetti rilevanti per l’ammissibilità a fini prudenziali delle garanzie in argomento: - assenza di una rilevante correlazione positiva tra il valore della garanzia finanziaria e il merito creditizio del
debitore; - specifici presidi a garanzia della separatezza esterna (tra patrimonio del depositario e bene oggetto di garanzia)
e della separatezza interna (tra i beni appartenenti a soggetti diversi e depositati presso i terzi); qualora l’attività oggetto di garanzia sia detenuta presso terzi;
- durata residua della garanzia non inferiore a quella dell’esposizione.
Nei casi in cui il valore del bene in garanzia sia soggetto a rischi di mercato o di cambio, la Cassa utilizza il concetto di scarto di garanzia, misura espressa in percentuale sul valore della garanzia offerta, determinata in funzione della volatilità del valore del titolo. In fase di delibera viene considerata come garantita la sola parte del finanziamento coperta dal valore del bene al netto dello scarto.
La sorveglianza delle garanzie reali finanziarie, nel caso di pegno su titoli, avviene attraverso il monitoraggio del rating dell’emittente e la valutazione del fair value dello strumento finanziario a garanzia. Viene richiesto l’adeguamento delle garanzie per le quali il valore di mercato risulta inferiore al valore di delibera al netto dello scarto.
Garanzie personali
Con riferimento alle garanzie personali, le principali tipologie di garanti sono rappresentate da imprenditori e partner societari correlati al debitore nonché, nel caso di finanziamenti concessi a favore di imprese individuali e/o
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persone fisiche (consumatori e non), anche da congiunti del debitore stesso. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è coperto da garanzie personali fornite da altre società (generalmente società appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative.
Nel caso di finanziamenti a soggetti appartenenti a determinate categorie economiche (artigiani, commercianti, etc.) la Cassa acquisisce specifiche garanzie prestate da parte dei consorzi fidi di appartenenza.
Le suddette forme di garanzia, nella generalità dei casi, non consentono un’attenuazione del rischio di credito in quanto prestate da soggetti “non ammessi” ai fini della nuova normativa prudenziale.
Nel caso in cui una proposta di finanziamento preveda garanzie personali di terzi l’istruttoria si estende anche a questi ultimi. In particolare, in relazione alla tipologia di fido garantito ed all’importo, si sottopone a verifica e analisi: - la situazione patrimoniale e reddituale del garante, anche tramite la consultazione delle apposite banche dati; - l’esposizione verso il sistema bancario; - le informazioni presenti nel sistema informativo della banca; - l’eventuale appartenenza ad un gruppo e la relativa esposizione complessiva.
Eventualmente l’indagine è estesa alle centrali rischi.
Se il garante è rappresentato da una società, e comunque quando ritenuto necessario in considerazione del rischio e dell’importo del finanziamento, oltre al riscontro delle informazioni prodotte dalla rete nell’apposito modulo riservato al garante, si procede allo sviluppo del merito creditizio del soggetto garante, con le stesse modalità previste per il richiedente.
La Cassa non ha posto in essere operazioni su derivati creditizi.
2.4 Attività finanziarie deteriorate
La Cassa è organizzata con strutture e procedure normativo/informatiche per la gestione, la classificazione e il controllo dei crediti.
Coerentemente con quanto dettato dalla normativa IAS/IFRS, ad ogni data di bilancio viene verificata la presenza di elementi oggettivi di perdita di valore (impairment) su ogni strumento o gruppo di strumenti finanziari.
Le posizioni che presentano andamento anomalo sono classificate in differenti categorie di rischio: - Sofferenze: le esposizioni nei confronti di soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente
equiparabili; - Partite incagliate: le posizioni in una situazione di temporanea difficoltà che si prevede possa essere rimossa in
un congruo periodo di tempo; - Crediti ristrutturati: le posizioni per le quali la Cassa acconsente, a causa del deterioramento delle condizioni
economico-finanziarie del debitore, ad una modifica delle condizioni contrattuali originarie.
In seguito alla modifica delle disposizioni di vigilanza prudenziale sono state incluse tra le esposizioni deteriorate anche le posizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90/180 giorni. Questa modifica ha comportato l’introduzione di una nuova categoria contabile nella quale vengono classificate le posizioni con tali caratteristiche e l’inclusione dello sconfinamento continuativo tra gli elementi da considerare ai fini del monitoraggio e della rilevazione dei crediti problematici per favorire la sistemazione dell’anomalia anteriormente al raggiungimento dei giorni di sconfinamento previsti per la classificazione del nuovo stato.
La responsabilità e la gestione complessiva dei crediti deteriorati, non classificati a “sofferenza”, è affidata alle Filiali con il supporto dell’Ufficio Controllo del Credito. Detta attività si estrinseca principalmente: - nel monitoraggio delle citate posizioni; - nella definizione degli interventi volti a ripristinare la regolarità andamentale o il rientro delle esposizioni oppure
piani di ristrutturazione; - nel proporre agli organi superiori competenti il passaggio a “sofferenza” di quelle posizioni che a causa di
sopraggiunte difficoltà non lasciano prevedere alcuna possibilità di normalizzazione.
La metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico commisurato all’intensità degli approfondimenti ed alle risultanze che emergono dal continuo processo di monitoraggio.
La attività di recupero relative alle posizioni classificate a sofferenza sono gestite esclusivamente dall’Ufficio Legale (posizionato all’interno dell’Area Amministrativa).
Anche in questo caso la metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico. Dati in migliaia di euro 2009 2008 ∆% Sofferenze 12.041 6.696 79,82% Incagli 67.100 46.579 44,06% Esposizioni ristrutturate 9.030 5.984 50,90% Esposizioni scadute/sconfinanti 5.865 6.645 -11,74% Attività deteriorate nette 94.036 65.904 42,69%
117
INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA
A. QUALITA' DEL CREDITO
A.1 ESPOSIZIONI CREDITIZIE DETERIORATE E IN BONIS: CONSISTENZE, RETTIFICHE DI VALORE, DINAMICA, DISTRIBUZIONE ECONOMICA E TERRITORIALE
A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)
Portafogli/qualità So
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1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 5.018 5.0182. Attività finanziarie disponibili per la vendita 280.656 280.6563. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 92.714 92.7145. Crediti verso clientela 12.041 67.100 9.030 5.865 1.375.740 1.469.7766. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Attività finanziarie in corso di dismissione 8. Derivati di copertura Totale 2009 12.041 67.100 9.030 5.865 1.754.128 1.848.164Totale 2008 6.696 46.579 5.984 6.645 1.667.719 1.733.623
Il termine "esposizioni creditizie" comprende le attività finanziarie ad esclusione dei titoli di capitale e delle quote di OICR. I dati 2008 sono resi omogenei per raffrontarli con l'esercizio in esame.
A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)
Attività deteriorate In bonis
Portafogli/qualità Esp
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(
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1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione X X 5.018 5.0182. Attività finanziarie disponibili per la vendita 280.656 280.656 280.6563. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 4. Crediti verso banche 92.714 92.714 92.7145. Crediti verso clientela 112.933 18.897 94.036 1.378.926 3.186 1.375.740 1.469.7766. Attività finanziarie valutate al fair value X X7. Attività finanziarie in corso di dismissione 8. Derivati di copertura X X Totale 2009 112.933 18.897 94.036 1.752.296 3.186 1.754.128 1.848.164Totale 2008 82.263 16.359 65.904 1.564.976 1.485 1.667.719 1.733.623
I dati 2008 sono resi omogenei per raffrontarli con l'esercizio in esame.
118
A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori Esposizione
lorda
Rettifiche di valore
specifiche
Rettifiche di valore di portafoglio
Esposizione netta
A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze Xb) Incagli Xc) Esposizioni ristrutturate Xd) Esposizioni scadute Xe) Altre attività 99.059 X 99.059TOTALE A 99.059 99.059B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate Xb) Altre 12.969 X 12.969TOTALE B 12.969 12.969TOTALE A + B 112.028 112.028
Le esposizioni per cassa comprendono le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile: di negoziazione, disponibile per la vendita, detenuto sino a scadenza, crediti, attività valutate al fair value, attività in via di dismissione diverse dai titoli di capitale e dalle quote di OICR.
Le esposizioni “fuori bilancio” includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati ecc.) che comportano l’assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.).
A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti
Tipologie esposizioni/valori Esposizione
lorda
Rettifiche di valore
specifiche
Rettifiche di valore di portafoglio
Esposizione netta
A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze 20.888 8.847 X 12.041b) Incagli 76.216 9.116 X 67.100c) Esposizioni ristrutturate 9.690 660 X 9.030d) Esposizioni scadute 6.139 274 X 5.865e) Altre attività 1.658.241 X 3.186 1.655.055TOTALE A 1.771.174 18.897 3.186 1.749.091B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate 3.201 37 X 3.164b) Altre 296.783 X 296.783TOTALE B 299.984 37 299.947TOTALE A + B 2.071.158 18.934 3.186 2.049.038
Le esposizioni per cassa comprendono le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile: di negoziazione, disponibile per la vendita, detenuto sino a scadenza, crediti, attività valutate al fair value, attività in via di dismissione diverse dai titoli di capitale e dalle quote di OICR.
Le esposizioni “fuori bilancio” includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati ecc.) che comportano l’assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc.).
119
A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde
Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate
Esposizioni scadute
A. Esposizione lorda iniziale 13.475 55.435 6.461 6.892 - di cui: esposizioni cedute non cancellate 640B. Variazioni in aumento 15.162 63.434 7.095 9.227 B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis 3.553 45.682 2.416 8.621 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 10.884 5.945 2.739 B.3 altre variazioni in aumento 725 11.807 1.940 606C. Variazioni in diminuzione 7.749 42.653 3.866 9.980 C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis 9.541 127 5.289 C.2 cancellazioni 3.044 C.3 incassi 4.054 9.247 1.658 737 C.4 realizzi per cessioni C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 651 13.274 2.046 3.597 C.6 altre variazioni in diminuzione 10.591 35 357D. Esposizione lorda finale 20.888 76.216 9.690 6.139 - di cui: esposizioni cedute non cancellate 95
A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive
Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate
Esposizioni scadute
A. Rettifiche complessive iniziali 6.779 8.856 477 247 - di cui: esposizioni cedute non cancellate 47B. Variazioni in aumento 6.966 5.563 388 250 B.1 rettifiche di valore 5.146 5.543 388 250 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 1.820 20 B.3 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione 4.898 5.303 205 223 C.1 riprese di valore da valutazione 742 1.559 54 C.2 riprese di valore da incasso 1.092 404 C.3 cancellazioni 3.044 C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 20 1.820 C.5 altre variazioni in diminuzione 1.520 151 223D. Rettifiche complessive finali 8.847 9.116 660 274 - di cui: esposizioni cedute non cancellate 6
A.2 CLASSIFICAZIONE DELLE ESPOSIZIONI IN BASE AI RATING ESTERNI E INTERNI
Le esposizioni per cassa e "fuori bilancio" non sono state classificate in base ai rating.
120
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122
B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela (valore di bilancio)
Italia Altri Paesi
europei America Asia Resto del
mondo
Esposizioni/Aree geografiche Esposizione
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Rettifiche di valore
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compl.Esp. netta
Rett. val.
compl.A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 12.041 8.847A.2 Incagli 67.100 9.116A.3 Esposizioni ristrutturate 9.030 660A.4 Esposizioni scadute 5.865 274A.5 Altre esposizioni 1.654.905 3.186 150Totale 1.748.941 22.083 150B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze 51B.2 Incagli 3.086 35B.3 Altre attività deteriorate 26 2B.4 Altre esposizioni 296.783Totale 299.946 37Totale 2009 2.048.887 22.120 150Totale 2008 1.843.477 17.950 298
I dati 2008 sono resi omogenei per raffrontarli con l'esercizio 2009.
Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud e Isole
Esposizioni/Aree geografiche Esposizione
netta
Rettifiche di valore
complessive Esp. netta Rett. val.
compl. Esp. netta Rett. val.
compl. Esp. netta Rett. val.
compl.A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 12.041 8.847A.2 Incagli 66.475 9.048 369 27 256 41A.3 Esposizioni ristrutturate 8.989 657 41 3A.4 Esposizioni scadute 5.863 274 1 1A.5 Altre esposizioni 1.373.109 3.180 1.353 3 280.327 2 116 1Totale 1.466.477 22.006 1.354 3 280.697 29 413 45B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze 51B.2 Incagli 3.086 35B.3 Altre attività deteriorate 26 2B.4 Altre esposizioni 294.390 9 2.112 272Totale 297.553 37 9 2.112 272Totale 2009 1.764.030 22.043 1.363 3 282.809 29 685 45Totale 2008 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.
123
B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche (valore di bilancio)
Italia Altri Paesi
europei America Asia Resto del
mondo
Esposizioni/Aree geografiche Esposizione
netta
Rettifiche di valore
complessiveEsp. netta
Rett. val.
compl.Esp. netta
Rett. val.
compl.Esp. netta
Rett. val.
compl.Esp. netta
Rett. val.
compl.A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni 98.652 295 108 4Totale 98.652 295 108 4B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 12.969Totale 12.969Totale 2009 111.621 295 108 4Totale 2008 174.693 428 392 15
I dati 2008 sono resi omogenei per raffrontarli con l'esercizio 2009.
Italia Nord Ovest Italia Nord Est Italia Centro Italia Sud e Isole
Esposizioni/Aree geografiche Esposizione
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Rettifiche di valore
complessive Esp. netta Rett. val.
compl. Esp. netta Rett. val.
compl. Esp. netta Rett. val.
compl.A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni 1.717 395 96.540Totale 1.717 395 96.540B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 12.969Totale 12.969Totale 2009 1.717 395 109.509Totale 2008 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.
B.4 Grandi rischi
La Cassa non detiene posizioni rilevanti.
124
C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE E DI CESSIONE DELLE ATTIVITA'
C.1 Operazioni di cartolarizzazione
INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA
Nella presente Sezione è riportata l’informativa riguardante le caratteristiche delle operazioni di cartolarizzazione poste in essere dalla Cassa ai sensi della L. 130/1999. La normativa richiamata regola la cessione “in blocco” di crediti da parte di una società (originator) ad un’altra società appositamente costituita (Special Purpose Vehicle – SPV), la quale a sua volta emette titoli collocabili sul mercato (Asset Backed Securities - ABS) al fine di finanziare l’acquisto dei crediti stessi.
Di seguito sono specificate le caratteristiche delle operazioni della specie, ivi inclusa quella ancora in essere effettuata negli esercizi passati ed ampiamente illustrata nella nota integrativa dei precedenti bilanci.
A – CARTOLARIZZAZIONE CREDITI IN SOFFERENZA PERFEZIONATA NELL’ESERCIZIO 2002
Nell'anno 2002 la Cassa, unitamente ad altre ventitre Bcc, ha partecipato ad una prima operazione di cartolarizzazione di propri crediti a sofferenza, ipotecari e chirografari, ai sensi della Legge n. 130 del 30 aprile 1999.
Struttura finanziaria dell’operazione
In data 19 luglio 2002 la Cassa (originator) ha stipulato con BCC Securis Srl (società veicolo) un contratto di cessione in virtù del quale la Cassa stessa ha ceduto pro soluto, senza l'effettiva piena traslazione del rischio, ai sensi e per gli effetti degli articoli 1 e 4 della Legge sulla Cartolarizzazione e con effetto tra le parti a far tempo dal 31 maggio 2002, un portafoglio di crediti pecuniari individuabili in blocco rivenienti da contratti di mutui ipotecari e chirografari, conti correnti e portafoglio finanziario, qualificabili quali crediti "in sofferenza" (non performing) ai sensi delle Istruzioni di Vigilanza.
L'operazione è stata strutturata congiuntamente da Iccrea Holding Spa (advisor) e da Société Générale (arranger) con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, di Standard and Poor's.
La società veicolo, costituita ai sensi dell'articolo 3 della Legge 130/99, è interamente controllata da Iccrea Holding Spa tramite Iccrea Banca Spa. La Cassa non detiene quindi alcuna interessenza nella stessa.
Tipologia degli strumenti finanziari emessi e detenuti
La società veicolo ha finanziato l'acquisto dei crediti mediante l'emissione di titoli obbligazionari "asset backed" per un valore nominale complessivo pari al prezzo di acquisto dei portafogli delle ventiquattro Bcc cedenti. Come consueto per questo tipo di operazioni, tali titoli sono stati ripartiti come segue: - € 80 milioni di titoli classe A dotati di rating AA, con scadenza 2009, collocati da Société Générale sul mercato
internazionale il 12 dicembre 2002, quotati alla Borsa del Lussemburgo e destinati al mercato dei capitali (titoli senior con priorità nel rimborso);
- € 68,076 milioni di titoli classe C, con scadenza 2013, subordinati nel rimborso rispetto ai titoli senior, suddivisi in 24 tranche determinate singolarmente e sottoscritte ciascuna da ognuna delle banche cedenti, non dotate di rating, né quotate su alcun mercato regolamentato (titoli junior).
E' altresì prevista la facoltà di rimborso anticipato, a favore di BCC Securis Srl, nel caso in cui il valore in linea capitale dei titoli "asset backed" risulti pari o inferiore al 10% del loro importo iniziale.
La Cassa, in particolare, ha sottoscritto "alla pari" la sua quota di titoli junior del valore nominale corrispondente al 24% circa dell'ammontare del proprio portafoglio netto ceduto e quindi pari a € 1,064 milioni; nel corso del 2009 BCC Securis Srl ha provveduto al rimborso parziale dei titoli per € 5 mila; la restante quota, pari a € 697 mila di valore nominale, risulta iscritta in bilancio alla voce 40 dell'attivo patrimoniale, tra le attività finanziarie disponibili per la vendita, per € 569 mila.
Rischi residui
Il rischio residuo gravante sulla Cassa a fronte di un'eventuale insolvenza totale dei crediti cartolarizzati è rappresentato dall’ammontare dei titoli di classe C per un totale di € 569 mila.
I titoli di classe C hanno un rendimento pari allo 0,10% e il loro recupero integrale potrà avvenire solo nella misura in cui le attività oggetto della cessione riescano a produrre nel tempo incassi superiori al prezzo di cessione, tali da consentire, oltre alla copertura dei costi dell'operazione, l'integrale rimborso dei titoli emessi e dei relativi interessi; in caso contrario si produrranno perdite di valore nei titoli junior che verranno quindi aggiornati di anno in anno.
Alla data del 31 dicembre 2009 i titoli junior sottoscritti dalla Cassa non sono stati oggetto di rettifiche di valore in quanto, sulla base delle informazioni attualmente disponibili e dei recuperi attesi, non sussistono elementi tali da
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poter presumere il mancato rimborso del valore nominale dei titoli stessi e degli interessi maturati alla data di chiusura dell’esercizio.
Attività di "servicer"
Ai sensi di un contratto di servicing concluso tra BCC Securis Srl e la Cassa in qualità di "servicer" in data 19 luglio 2002, poi modificato in data 6 dicembre 2002, la Cassa si è impegnata a svolgere le attività di amministrazione, gestione, incasso ed eventuale recupero dei crediti ceduti.
Alla data di chiusura dell’esercizio la Cassa ha incassato, per conto della società veicolo, crediti in linea capitale per € 4,020 milioni. Nessun credito in linea interessi è stato invece incassato al 31/12/2009. La Cassa provvede sistematicamente ad accreditare i relativi incassi sul conto della società veicolo, esistente presso Iccrea Banca Spa.
Attività cartolarizzate sottostanti i titoli "junior"
A fine anno le attività nette sottostanti, rappresentate da crediti ipotecari e chirografari a sofferenza, ammontano a € 811 mila.
Distribuzione per tipologia di attività al 31/12/2009
Tipologia di attività credito netto
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Per quanto riguarda le performance del portafoglio ceduto, i crediti ritenuti con andamento anomalo sono in linea con le previsioni effettuate in sede di analisi del portafoglio stesso e sono costantemente monitorati con particolare attenzione.
B – CARTOLARIZZAZIONE CREDITI PERFORMING PERFEZIONATA NELL'ESERCIZIO 2006
Finalità
Operazione di cartolarizzazione di crediti performing
La cartolarizzazione dei crediti permette l’approvvigionamento di rilevanti masse finanziarie in alternativa all’indebitamento diretto, con possibilità di riduzione delle attività di rischio ai fini del coefficiente di solvibilità, senza estromettere l’originator dalla gestione del rapporto con il cliente.
L’ operazione, pertanto, si connota come il ricorso ad uno strumento innovativo di raccolta sui mercati internazionali per finanziare l’economia locale e si inquadra nell’ambito delle aspettative di una ulteriore espansione dei volumi inerenti al comparto dei crediti o più in generale degli impieghi coerentemente con le linee strategiche aziendali, che hanno tra i propri obiettivi il finanziamento a tassi competitivi e per importi significativi dello sviluppo di portafoglio di prestiti vivi a medio lungo termine.
L’operazione è stata effettuata oltre che nell’ottica di diversificazione delle fonti di finanziamento, anche per permettere una maggiore correlazione delle scadenze tra raccolta ed impieghi e il miglioramento dei coefficienti prudenziali di vigilanza.
In tale ambito, i principali vantaggi conseguiti sono sintetizzabili in: - miglioramento del matching delle scadenze patrimoniali - diversificazione delle fonti di finanziamento - liberazione di capitale regolamentare ai sensi del quadro normativo attuale - allargamento della base degli investitori e conseguente ottimizzazione del costo della raccolta - miglioramento dei “ratios” di Vigilanza.
Informazioni generali
Nel corso del 2006 la Cassa ha partecipato ad un’operazione di cartolarizzazione di crediti ai sensi della L. 130/99, avente per oggetto crediti performing costituiti da mutui ipotecari concessi a clientela residente in Italia. Il progetto, realizzato con l’assistenza di Iccrea Banca Spa, ha visto la cessione pro-soluto di portafogli di crediti nascenti da mutui ipotecari “in bonis” assistiti da ipoteca economicamente di 1° grado, erogati dalla banca e da a ltre 24 consorelle a clienti residenti nel territorio nazionale, per un valore nominale complessivo lordo di € 599,87 milioni di cui € 24,234 milioni relativi alla Cassa.
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Soggetto organizzatore (arranger) sono stati Société Generale Corporate & Investment Banking e Iccrea Banca Spa con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, delle Agenzie Moody's Investors Service e Standard & Poor's.
Per l’operazione ci si è avvalsi di una Società veicolo appositamente costituita e omologata come previsto dalla L.130/99 denominata Credico Finance 6 Srl nella quale la Cassa non detiene interessenze né suoi dipendenti rivestono ruoli societari.
L’operazione si è concretizzata per mezzo di più contratti tra loro collegati, il cui schema è di seguito rappresentato: - cessione pro-soluto, da parte degli originator, di un portafoglio di crediti individuati in “blocco”; - acquisizione pro-soluto dei crediti, da parte del cessionario/emittente, società veicolo, ed emissione da parte di
quest’ultimo di “notes” caratterizzate da un diverso grado di rimborsabilità al fine di reperire mezzi finanziari; - sottoscrizione delle “notes” Senior e Mezzanine, da parte di intermediari collocatori; - sottoscrizione da parte dei singoli originator delle notes Serie C – Junior.
I mutui ceduti sono stati selezionati ed identificati dal cedente sulla base dei seguenti criteri oggettivi: - sono garantiti da almeno un'ipoteca su un immobile a destinazione residenziale o commerciale; - sono denominati in euro al momento dell'erogazione; - la relativa rata viene addebitata direttamente in conto corrente; - sono in regolare ammortamento riportando in alcuni casi un ritardo massimo di 15 giorni alla data di efficacia; - sono interamente liquidati; - non sono stati erogati nella forma tecnica di "mutui agevolati"; - non sono stati erogati "in pool" con altri istituti di credito.
I debitori ceduti sono tutti operanti nel territorio nazionale.
Ripartizione per settore di attività economica dei debitori ceduti, al valore netto di bilancio Settore di attività economica Numero mutui Importo Distribuzione %430 - Imprese produttive 10 1.631 10,49%482 - Soc. artigiane con meno di 20 addetti 1 221 1,42%492 – Soc. altre con meno di 20 addetti 4 727 4,67%600 - Famiglie consumatrici 101 12.853 82,64%615 - Famiglie produttrici: altre 1 121 0,78%Totale 117 15.553 100,00%
La differenza fra il valore netto di bilancio di € 15,553 milioni e il debito verso la società veicolo di € 14,997 milioni evidenziato alla tabella C.2.2 è pari ad € 556 mila che trova evidenza nelle tabelle C.1.1 e C.1.2.
Il prezzo di acquisto del portafoglio dei crediti ceduti dalla Cassa è stato definito in € 24,234 milioni e corrisponde al valore contabile dei crediti alla data del 2/05/2006, maggiorato di interessi maturati ma non ancora esigibili alla data dell’operazione. Non c’è overcollateralisation: l’outstanding value dei crediti é uguale all’ammontare dell’emissione, l’operazione di cessione non ha comportato conseguentemente la rilevazione né di utili né di perdite.
Come cennato, la Società veicolo ha finanziato l’acquisto di crediti mediante emissione di titoli obbligazionari suddivisi in tre classi.
Le caratteristiche delle tre tipologie di titoli emessi sono le seguenti: - Titoli di classe A (titoli senior): obbligazioni a tasso variabile (Euribor 3 mesi ACT/360) maggiorato di 16 punti
base per un valore complessivo di € 563,985 milioni a cui è stato attribuito rating AAA. - Titoli di classe B (titoli mezzanine): obbligazioni a tasso variabile (Euribor 3 mesi ACT/360) maggiorato di 46
punti base per un valore complessivo € 24 milioni a cui è stato attribuito rating A. - Titoli di classe C (titoli junior): obbligazioni a tasso variabile per un valore complessivo di € 11,885 milioni.
I titoli di classe A e B, quotati presso la Borsa Valori di Lussemburgo, sono stati interamente collocati presso primari investitori istituzionali. I titoli di classe C sono stati suddivisi in 25 serie ciascuna di importo proporzionale all’ammontare dei crediti rispettivamente ceduti dalle singole banche. Le banche cedenti hanno sottoscritto interamente i titoli di classe C. Ognuna di queste ha sottoscritto esclusivamente la serie di titoli subordinati di pertinenza, con pagamento del relativo prezzo alla “pari”.
Le “notes” senior e mezzanine godono di una valutazione o rating attribuito da Agenzie specializzate e sono così riassunte: Serie Notes Rating Importo Scadenza1 A Senior AAA 563.985.000 10/03/20381 B Mezzanine A 24.000.000 10/03/20381 C Junior NO 11.884.837 10/03/2038
Alle diverse tipologie di titoli è stato attribuito un diverso grado di subordinazione nella definizione delle priorità nei pagamenti sia per il capitale che per gli interessi.
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Il rimborso dei titoli avverrà decorsi almeno diciotto mesi dalla data di emissione e le somme ricevute dagli attivi, dopo il pagamento delle spese e delle cedole sui titoli di classe A e B, vengono integralmente destinate al rimborso dei titoli prioritari. In particolare i titoli di classe A hanno priorità nel pagamento rispetto ai titoli di classe B. La terza tranche di titoli (cosiddetta emissione Junior o tranche C) è subordinata nel rimborso alle precedenti. Questa tipologia di titoli non ha una cedola predeterminata ed è remunerata solo in presenza di fondi residuali, dopo aver coperto tutte le spese di periodo (Senior cost, Interessi Classe A, Interessi Classe B, etc.).
Il rimborso del capitale dei titoli di classe C è ultimo nella gerarchia dei pagamenti sia in caso di rimborso anticipato che in caso di estinzione naturale dei titoli.
Descrizione delle politiche di copertura adottate per mitigare i rischi connessi
A copertura del rischio di interesse, il Veicolo ha sottoscritto con una controparte appositi contratti Swap a copertura del portafoglio a tasso indicizzato.
Ciascun Cedente ha fornito al Veicolo una linea di liquidità proporzionale all’ammontare ceduto, da attivarsi nel caso in cui ad una data di pagamento i fondi disponibili rivenienti dagli incassi non siano sufficienti per remunerare i portafogli dei titoli secondo l’ordine di priorità della cascata dei pagamenti. Per la Cassa tale linea ammonta a € 995 mila.
I Cedenti inoltre hanno assunto il ruolo di Limited Recourse Loan providers: ciascun Cedente ha messo a disposizione del Veicolo titoli di stato con la funzione di fornire una forma di supporto di liquidità, sostitutiva al supporto già fornito con la Linea di Liquidità (quindi escutibile solo nell’impossibilità di utilizzare la linea di liquidità medesima ed attivabile solo fino al completo utilizzo della linea di liquidità stessa), per consentire alla Società Veicolo di far fronte tempestivamente al pagamento delle somme dovute ai Portatori dei Titoli Senior a titolo di interessi e capitale ai sensi del Regolamento delle Notes, nonché di far fronte ai costi dell’Operazione di Cartolarizzazione.
Stante la struttura finanziaria dell’operazione, il rischio che rimane in capo alla Cassa è determinato dalla somma tra l’ammontare dei titoli C sottoscritti pari ad € 504.809 ed il valore della linea di credito concessa alla società veicolo di € 995.000. Per quanto concerne le procedure per il monitoraggio dei relativi rischi la Cassa continua ad utilizzare gli strumenti di controllo già esistenti per i crediti in portafoglio.
Informativa sui risultati economici connessi con le posizioni in bilancio e fuori bilancio
L’economicità complessiva dell’operazione dipende sia dai differenziali economici strettamente connessi alle operazioni medesime (costo della provvista, rendimento della nuova liquidità ottenuta, costi operativi) sia dai mutamenti indotti nel profilo tecnico della Banca (miglioramento dei “ratios” di Vigilanza, riequilibrio del portafoglio impieghi, allineamento delle scadenze delle poste dello stato patrimoniale, ecc.) che incidono sul suo standing.
In particolare, dall’operazione di cartolarizzazione la Cassa ha ottenuto (contestualmente alla cessione) il regolamento del prezzo dei mutui ceduti in misura pari alla somma algebrica tra il corrispettivo per i mutui cartolarizzati e la sottoscrizione della tranche del titolo C di propria competenza. Beneficerà inoltre delle commissioni percepite per l’attività di servicing svolta per conto dell’emittente, del rendimento sotto forma di excess spread del titolo junior sottoscritto (funzione della performance dei crediti ceduti) nonché di un risultato connesso con il reimpiego della liquidità generata dall’operazione.
Descrizione dei sistemi interni di misurazione e controllo dei rischi connessi con l’operatività in cartolarizzazioni.
Il processo di gestione delle cartolarizzazioni è assistito da specifica procedura interna che assegna compiti e responsabilità alle strutture organizzative coinvolte nelle diverse fasi del processo stesso.
Ciascuna delle banche cedenti esercita le attività di servicing in relazione allo specifico portafoglio dalla stessa ceduto, curando la gestione, l'amministrazione e l'incasso dei crediti nonché la gestione dei procedimenti, in conformità ai criteri individuati nel contratto di servicing. Per tale attività, disciplinata da una procedura che permette il coordinamento di tutte le attività inerenti avvalendosi delle competenti strutture aziendali, la Cassa riceve una commissione pari allo 0,40% annuo sull’outstanding e al 6% annuo sugli incassi relativi a posizioni in default.
In adempimento a quanto disposto dalle Istruzioni di Vigilanza emanate dalla Banca d’Italia in materia, la Cassa verifica inoltre che l’operazione nel suo complesso sia gestita in conformità alla legge e al prospetto informativo (Offering Circular). Il portafoglio di ciascuna cartolarizzazione è sottoposto a monitoraggio continuo sulla base del quale sono predisposti report mensili e trimestrali verso la società veicolo e le controparti dell’operazione, così come previsti dalla documentazione contrattuale, con evidenze dello status dei crediti e dell’andamento degli incassi. Tale informativa costituisce anche la rendicontazione periodica sull’andamento dell’operazione effettuata all’Alta direzione e al Consiglio di Amministrazione.
L’attività del servicer è soggetta a certificazione annuale da parte di società di revisione esterna.
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C.1.4 Esposizioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione ripartite per portafoglio e per tipologia
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C.1.5 Ammontare complessivo delle attività cartolarizzate sottostanti ai titoli junior o ad altre forme di sostegno creditizio
Attività/Valori Cartolarizzazioni
tradizionali Cartolarizzazioni
sintetiche A. Attività sottostanti proprie: 16.364 A.1 Oggetto di integrale cancellazione 811 1. Sofferenze 811 X 2. Incagli X 3. Esposizioni ristrutturate X 4. Esposizioni scadute X 5. Altre attività X A.2 Oggetto di parziale cancellazione 1. Sofferenze X 2. Incagli X 3. Esposizioni ristrutturate X 4. Esposizioni scadute X 5. Altre attività X A.3 Non cancellate 15.553 1. Sofferenze 2. Incagli 89 3. Esposizioni ristrutturate 4. Esposizioni scadute 5. Altre attività 15.464B. Attività sottostanti di terzi: B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Esposizioni ristrutturate B.4 Esposizioni scadute B.5 Altre attività
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C.2.2 Passività finanziarie a fronte di attività finanziarie cedute non cancellate
Passività/Portafoglio attività Att
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à fi
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nan
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tale
1. Debiti verso clientela 41.571 14.997 56.568 a) a fronte di attività rilevate per intero 41.571 14.997 56.568 b) a fronte di attività rilevate parzialmente 2. Debiti verso banche a) a fronte di attività rilevate per intero b) a fronte di attività rilevate parzialmente Totale 2009 41.571 14.997 56.568 Totale 2008 54.736 18.841 73.577
D. MODELLI PER LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO
La Cassa non ha utilizzato modelli interni di portafoglio per la misurazione dell'esposizione al rischio di credito.
132
SEZIONE 2 – RISCHI DI MERCATO
Ai fini della compilazione della presente Sezione, le informazioni quali-quantitative sono riportate con riferimento al “portafoglio di negoziazione” e al “portafoglio bancario” come definiti nella disciplina relativa alle segnalazioni di vigilanza. In particolare, il portafoglio di negoziazione è dato dall’insieme degli strumenti finanziari soggetto ai requisiti patrimoniali per i rischi di mercato.
Da esso sono quindi esclusi gli strumenti finanziari allocati in bilancio nel portafoglio di negoziazione (ad esempio, crediti o derivati scorporati da attività o passività valutate al costo ammortizzato, titoli emessi), non rientranti nell’anzidetta definizione di vigilanza. Queste operazioni sono comprese nell’informativa relativa al portafoglio bancario, che pertanto, in modo residuale, viene definito come il complesso delle posizioni diverse da quelle comprese nel portafoglio di negoziazione.
La dimensione del portafoglio di proprietà è strettamente legata alla posizione di liquidità e di tesoreria.
2.1 – RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E RISCHIO DI PREZZO – PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE DI VIGILANZA
INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA
A. Aspetti generali
La Cassa svolge, in modo primario, attività di negoziazione in proprio di strumenti finanziari esposti al rischio di tasso di interesse ed al rischio prezzo.
La strategia sottostante alla negoziazione in proprio risponde sia ad una esigenza di tesoreria che all’obiettivo di massimizzare il profilo di rischio/rendimento degli investimenti di portafoglio in termini di rischio di tasso, rischio di credito della controparte e rischio di prezzo.
In particolare, gli strumenti finanziari detenuti ai fini del “trading” sono quelli che la banca ha intenzionalmente destinato ad una successiva cessione sul mercato a breve termine al fine di beneficiare delle differenze tra i prezzi di acquisto e i prezzi di vendita, anche attraverso una diversificazione degli investimenti.
La Cassa non assume posizioni speculative in strumenti derivati come previsto dalla Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia e dallo statuto della Cassa stessa.
Rispetto all’anno precedente la Cassa ha ridotto l’esposizione al rischio tasso di interesse del portafoglio di negoziazione di vigilanza per effetto di vendite di titoli obbligazionari; tali vendite hanno in parte finanziato l’incremento delle erogazioni in mutui alla clientela e in parte alimentato la crescita del portafoglio delle attività disponibili per la vendita.
B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo
Rischio di tasso di interesse – Portafoglio di negoziazione di viglianza
La gestione del rischio di tasso del portafoglio di negoziazione è effettuata dall’Area Finanza in base a limiti e deleghe definiti direttamente dal Consiglio d’Amministrazione, mentre le attività di misurazione, controllo e verifica del rischio di tasso sono demandate all’Ufficio Controllo di Gestione.
La gestione e la misurazione del rischio di tasso di interesse del portafoglio di negoziazione viene supportata dal modello interno di Asset & Liability Management (ALM), strategico, che viene meglio illustrato nel paragrafo relativo al portafoglio bancario e dal modello interno per il calcolo giornaliero del Valore a Rischio (VaR) che consente di determinare, con frequenza giornaliera, gli impatti prodotti dalle variazioni della struttura dei tassi di interesse sul valore del portafoglio di negoziazione.
In particolare, il limite di Massima Perdita Accettabile (MPA) è ottenuto considerando la somma del dato di Value at Risk (metodo varianza/covarianza, intervallo di confidenza 99%, holding period 10 giorni lavorativi), dell’ammontare delle minusvalenze e del valore delle perdite realizzate. Da evidenziare che il VaR considerato per la determinazione dei limiti è calcolato non in base al solo rischio di tasso ma in relazione a tutti i fattori di rischio considerati, e quindi anche equity e cambio, nonché dell’effetto diversificazione.
Tale modello genera in output reports consultabili da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e misurazione del rischio di tasso.
I risultati di tali analisi sono periodicamente riportati al Consiglio d’Amministrazione.
I modelli di misurazione del rischio di tasso, che rappresentano strumenti interni a supporto della gestione e del controllo interno del rischio, non sono utilizzati per la determinazione dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato. A tale fine si adotta la metodologia standard.
133
Rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di viglianza
Il rischio prezzo del portafoglio di negoziazione è monitorato sia tramite analisi delle esposizioni quotate e non quotate sia attraverso la determinazione dell’esposizione per singolo mercato, ovvero dell’esposizione complessiva per ciascun paese.
Inoltre, la Cassa monitora costantemente gli investimenti in strumenti di capitale onde prendere tempestivamente le decisioni più opportune in merito alla tempistica di realizzo.
Gli investimenti riguardano prevalentemente titoli obbligazionari quotati.
Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è gestito dall’Area Finanza sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposizione in termini di nozionale, di mercati di quotazione, di paesi di residenza degli enti emittenti.
Come riportato anche nella sezione rischio di tasso, esiste anche un limite in termini di VaR, sebbene non specifico per tale fattore di rischio, ma riferito al portafoglio nel suo complesso. Il monitoraggio del rischio consente comunque la scomposizione del dato di rischio per singolo fattore. Tale monitoraggio viene effettuato in due momenti sia da parte dell’Area Finanza che dall'Ufficio Controllo di Gestione.
I modelli a supporto delle analisi di rischio generano in output report consultabili da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e misurazione del rischio di tasso.
I risultati di tali analisi sono riportati periodicamente al Consiglio d'Amministrazione.
Il modello di misurazione del rischio di prezzo non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del controllo interno.
INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA
1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari
Valuta di denominazione euro
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1. Attività per cassa 4.990 1.1 Titoli di debito 4.990 - con opzione di rimborso anticipato - altri 4.990 1.2 Altre attività 2. Passività per cassa 2.1 P.C.T. passivi 2.2 Altre passività 3. Derivati finanziari 610 239 300 20 3.1 Con titolo sottostante 610 239 300 20 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 610 239 300 20 + posizioni lunghe 25 239 300 20 + posizioni corte 585 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte
134
Di seguito vengono riportati gli effetti di una variazione dei tassi d’interesse di +/- 100 punti su alcune grandezze: Shock -1% Shock +1%
Margine d’interesse -0,105% 0,105% Margine d’intermediazione -0,077% 0,077% Risultato d’esercizio -0,509% 0,509% Valore patrimonio netto -0,017% 0,017%
L’analisi di scenario elaborata su tassi forward è sviluppata sul portafoglio di negoziazione e bancario nel suo complesso e viene riportata in calce alle tabelle sul portafoglio bancario.
2.2 – RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E DI PREZZO – PORTAFOGLIO BANCARIO
INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo
Rischio di tasso di interesse – Portafoglio bancario
Le principali fonti di rischio di tasso di interesse sono costituite dalle poste a tasso fisso, per quanto riguarda il rischio da “fair value”, mentre sono da individuarsi nelle poste a tasso variabile relativamente al rischio da “flussi finanziari”.
Una considerazione a parte va dedicata alle poste a vista che risultano avere comportamenti asimmetrici a seconda che si considerino le voci del passivo o quelle dell’attivo: mentre le prime sono molto vischiose e quindi, di fatto, afferenti al rischio da “fair value”, le seconde si adeguano velocemente ai mutamenti del mercato, per cui possono essere ricondotte al rischio da “flussi finanziari”.
Il portafoglio bancario è costituito prevalentemente da crediti e dalle varie forme di raccolta dalla clientela.
Il rischio tasso di interesse insito nel portafoglio bancario è monitorato dalla Cassa su base mensile, mediante l’utilizzo del modello interno di Asset & Liability Management (ALM).
La misurazione del rischio di tasso di interesse, con riferimento al rischio da “flussi finanziari”, viene effettuata secondo il metodo di “Maturity Gap Analisys”.
Tale approccio analizza congiuntamente i tempi di riprezzamento delle attività e delle passività di bilancio sensibili ai tassi e determina la variazione del margine di interesse atteso a seguito di una oscillazione dei tassi di mercato.
Il modello viene gestito in modo accentrato e le risultanze delle elaborazioni vengono divulgate ai singoli utenti attraverso specifici report d’analisi. La versione in uso è di tipo statico, con gapping period pari a 12 mesi e copre tutte le poste dell’attivo e del passivo di bilancio. Il metodo prevede la stima personalizzata di un sistema di parametri che tengano conto della effettiva relazione tra tassi di mercato e tassi bancari delle poste a vista (correlazione, tempi medi di adeguamento, asimmetria). Gli scenari di stress considerati sono quelli classici di +/- 100 punti base e quello dei tassi forward.
La misurazione del rischio di tasso di interesse, con riferimento al rischio da “fair value”, viene effettuata secondo il metodo di “Duration Gap Analisys”.
Tale approccio analizza congiuntamente il present value delle attività e delle passività di bilancio e determina la variazione del valore del patrimonio netto a seguito di una oscillazione dei tassi di mercato.
Il modello viene gestito sempre centralmente, è anch’esso di tipo statico, ma con orizzonte temporale 30 anni e copre tutte le poste dell’attivo e del passivo. I parametri sono costituiti dalle duration e convessità delle varie voci di bilancio, comprese quelle delle poste a vista. Gli scenari sono sempre +/- 100 punti base e tassi forward.
Le analisi di ALM, prodotte mensilmente, vengono periodicamente portate all’esame del Consiglio d’Amministrazione.
Rischio di prezzo – Portafoglio bancario
Il portafoglio bancario accoglie investimenti in titoli di capitale aventi la finalità di perseguire determinati obiettivi strategici di medio/lungo periodo. Nel portafoglio bancario sono presenti partecipazioni che afferiscono a cointeressenze in società promosse dal movimento del Credito Cooperativo o in Società o Enti strumentali allo sviluppo dell’attività della Cassa.
Ad oggi, vista l’attuale operatività, non sono poste in essere operazioni di copertura del rischio di prezzo.
135
B. Attività di copertura del fair value
La Cassa non pone in essere operazioni di copertura né contabile né gestionale da variazioni del fair value.
C. Attività di copertura dei flussi finanziari
La Cassa non pone in essere operazioni di copertura di cash flow.
D. Attività di copertura di investimenti esteri
La Cassa non svolge attività di copertura di investimenti esteri.
INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA
1a. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie
Valuta di denominazione euro
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1. Attività per cassa 355.128 1.060.833 151.566 21.791 132.024 46.313 46.1281.1 Titoli di debito 130.122 135.754 10.268 5.512 2 - con opzione di rimborso anticipato - altri 130.122 135.754 10.268 5.512 21.2 Finanziamenti a banche 53.308 34.9611.3 Finanziamenti a clientela 301.820 895.750 15.812 11.523 126.512 46.313 46.126 - c/c 288.918 815 18.399 - altri finanziamenti 12.902 895.750 15.812 10.708 108.113 46.313 46.126 - con opz.di rimborso anticipato - altri 12.902 895.750 15.812 10.708 108.113 46.313 46.1262. Passività per cassa 957.244 326.627 305.465 16.798 22 5872.1 Debiti verso clientela 942.374 35.589 5.982 - c/c 899.189 - altri debiti 43.185 35.589 5.982 - con opz.di rimborso anticipato - altri 43.185 35.589 5.9822.2 Debiti verso banche 13.700 - c/c 13.700 - altri debiti 2.3 Titoli di debito 1.170 291.038 299.483 16.798 22 587 - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.170 291.038 299.483 16.798 22 587 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 881 8823.1 Con titolo sottostante 881 882 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 881 882 + posizioni lunghe 446 441 + posizioni corte 435 4413.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte
136
1b. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie
Valuta di denominazione dollaro USA
Tipologia/Durata residua a vi
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1. Attività per cassa 113 2.561 8871.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 112 1.914 8121.3 Finanziamenti a clientela 1 647 75 - c/c 1 - altri finanziamenti 647 75 - con opz.di rimborso anticipato - altri 647 752. Passività per cassa 819 1.187 1.1532.1 Debiti verso clientela 819 1.086 1.153 - c/c 819 - altri debiti 1.086 1.153 - con opz.di rimborso anticipato - altri 1.086 1.1532.2 Debiti verso banche 101 - c/c - altri debiti 1012.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 905 8943.1 Con titolo sottostante 905 894 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 905 894 + posizioni lunghe 456 447 + posizioni corte 449 4473.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte
137
1c. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie
Valuta di denominazione sterlina gran bretagna
Tipologia/Durata residua a vi
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1. Attività per cassa 18 281.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 18 281.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 802.1 Debiti verso clientela 40 - c/c - altri debiti 40 - con opz.di rimborso anticipato - altri 402.2 Debiti verso banche 40 - c/c - altri debiti 402.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 363.1 Con titolo sottostante 36 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 36 + posizioni lunghe 20 + posizioni corte 163.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte
138
1d. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie
Valuta di denominazione yen giappone
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1. Attività per cassa 4 2.9371.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 4 971.3 Finanziamenti a clientela 2.840 - c/c - altri finanziamenti 2.840 - con opz.di rimborso anticipato - altri 2.8402. Passività per cassa 2.9512.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche 2.951 - c/c - altri debiti 2.9512.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 493.1 Con titolo sottostante 49 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 49 + posizioni lunghe 25 + posizioni corte 243.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte
139
1e. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie
Valuta di denominazione dollaro canada
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1. Attività per cassa 41.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 41.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte
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1f. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie
Valuta di denominazione franco svizzera
Tipologia/Durata residua a vi
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1. Attività per cassa 18 6.181 75 5751.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 18 271.3 Finanziamenti a clientela 6.154 75 575 - c/c - altri finanziamenti 6.154 75 575 - con opz.di rimborso anticipato - altri 6.154 75 5752. Passività per cassa 4 7.022 302.1 Debiti verso clientela 4 - c/c 4 - altri debiti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche 7.022 30 - c/c - altri debiti 7.022 302.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 268 783.1 Con titolo sottostante 268 78 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 268 78 + posizioni lunghe 161 + posizioni corte 107 783.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte
141
1g. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie
Valuta di denominazione altre valute
Tipologia/Durata residua a vi
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1. Attività per cassa 511.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 511.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 382.1 Debiti verso clientela 38 - c/c 38 - altri debiti - con opz.di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 23.1 Con titolo sottostante 2 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 2 + posizioni lunghe 1 + posizioni corte 13.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte
Di seguito vengono riportati gli effetti di una variazione dei tassi d’interesse di +/- 100 punti su alcune grandezze: Shock -1% Shock +1%
Margine d’interesse -15,208% 15,208% Margine d’intermediazione -11,166% 11,166% Risultato d’esercizio -73,659% 73,659% Valore patrimonio netto -2,396% 2,396%
L’analisi di scenario elaborata su tassi forward è sviluppata sul portafoglio di negoziazione e bancario nel suo complesso e viene riportata di seguito.
Scenario tassi forward Margine d’interesse 18,692% Margine d’intermediazione 13,723% Risultato d’esercizio 90,530% Valore patrimonio netto 2,945%
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2.3 – RISCHIO DI CAMBIO
Il rischio di cambio rappresenta il rischio di subire perdite sulle operazioni in valuta per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere.
Nell'esercizio dell'attività in cambi la Cassa non assume posizioni speculative.
INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio
La Cassa, che ha un limite della posizione netta in cambi pari al 2% del patrimonio di vigilanza, è marginalmente esposta al rischio di cambio per effetto dell’attività di servizio alla clientela.
L’esposizione al rischio di cambio si fonda sul calcolo della “posizione netta in cambi”, in base a quanto previsto dalla normativa di Vigilanza in materia, cioè del saldo di tutte le attività e le passività (in bilancio e “fuori bilancio”) relative a ciascuna valuta, ivi incluse le operazioni in euro indicizzate all’andamento dei tassi di cambio di valute ed è determinata anche attraverso la metodologia Forex Value at Risk (Fx VaR).
La misurazione del rischio di cambio viene effettuata in termini di Forex Value at Risk (Fx VaR), secondo l’approccio parametrico varianza/covarianza, con holding period 1 giorno e livello di confidenza 99%. Tale metodo determina l’impatto che mutamenti avversi nelle condizioni di mercato possono avere sulle posizioni della Cassa e fornisce una misura probabilistica del valore massimo di perdita che si potrebbe realizzare nell’orizzonte temporale preso in esame.
Il modello viene gestito in modo accentrato e le risultanze delle elaborazioni giornaliere vengono divulgate ai singoli utenti.
Tale modello interno non viene utilizzato nel calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato. La struttura organizzativa vede la gestione del rischio di cambio demandata all’Ufficio Estero e la misurazione dell’esposizione attribuita all’Ufficio Controllo di Gestione.
B. Attività di copertura del rischio di cambio
L’attività di copertura del rischio cambio avviene attraverso un’attenta politica di sostanziale pareggiamento delle posizioni in valuta rilevate.
INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA
1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati Valute
Voci Dollari
USA Sterline YenDollari
canadesiFranchi svizzeri
Altre valute
A. Attività finanziarie 3.561 46 2.941 3 6.849 51A.1 Titoli di debito A.2 Titoli di capitale A.3 Finanziamenti a banche 2.838 46 101 3 45 51A.4 Finanziamenti a clientela 723 2.840 6.804A.5 Altre attività finanziarie B. Altre attività 58 28 1 4 172 1C. Passività finanziarie 3.159 79 2.951 7.056 38C.1 Debiti verso banche 101 39 2.951 7.053C.2 Debiti verso clientela 3.058 40 3 38C.3 Titoli di debito C.4 Altre passività finanziarie D. Altre passività 479 1E. Derivati finanziari 1.660 36 69 2 - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati 1.660 36 69 2 + posizioni lunghe 833 20 23 1 + posizioni corte 827 16 46 1Totale attività 4.452 94 2.942 7 7.044 53Totale passività 4.465 95 2.951 7.102 40Sbilancio (+/-) -13 -1 -9 7 -58 13
143
2.4 GLI STRUMENTI DERIVATI
A. DERIVATI FINANZIARI
A.2 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi
A.2.1 Di copertura 2009 2008
Attività sottostanti/Tipologie derivati Over the counter
Controparti centrali
Over the counter
Controparti centrali
1. Titoli di debito e tassi d'interesse a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 2. Titoli di capitale e indici azionari a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 3. Valute e oro 1.494 828 a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 1.494 8284. Merci 5. Altri sottostanti Totale 1.494 828Valori medi 1.159 1.003
I dati 2008 sono resi omogenei in quanto l'Organo di Vigilanza con l'aggiornamento della circolare 262/05 prevede che non vengano più incluse nelle tabelle di questa sezione le compravendite di titoli, merci o valute con regolamento entro una data prevista dalla prassi di mercato per le transazioni della medesima specie ovvero entro i cinque giorni lavorativi successivi alla data di stipula dell'operazione.
144
A.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo – ripartizione per prodotti Fair value positivo
2009 2008
Portafogli/Tipologie derivati Over the counter
Controparti centrali
Over the counter
Controparti centrali
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri B. Portafoglio bancario – di copertura 13 18 a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri 13 18C. Portafoglio bancario – altri derivati a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri Totale 13 18
A.4 Derivati finanziari: fair value lordo negativo – ripartizione per prodotti Fair value negativo
2009 2008
Portafogli/Tipologie derivati Over the counter
Controparti centrali
Over the counter
Controparti centrali
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri B. Portafoglio bancario – di copertura 13 18 a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri 13 18C. Portafoglio bancario – altri derivati a) Opzioni b) Interest rate swap c) Cross currency swap d) Equità swap e) Forward f) Futures g) Altri Totale 13 18
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A.7 Derivati finanziari OTC – portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione
Contratti non rientranti in accordi di compensazione G
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1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 2) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura 3) Valute e oro - valore nozionale 747 678 69 - fair value positivo 3 9 1 - fair value negativo 10 3 - esposizione futura 7 7 14) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura
A.9 Vita residua dei derivati finanziari OTC: valori nozionali
Sottostanti/Vita residua Fino a
1 anno
Oltre 1 anno e
fino a 5 anniOltre
5 anni TotaleA. Portafoglio di negoziazione di vigilanza A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro A.4 Derivati finanziari su altri valori B. Portafoglio bancario 1.494 1.494B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro 1.494 1.494B.4 Derivati finanziari su altri valori Totale 1.494 1.494Totale 2008 828 828
B. DERIVATI CREDITIZI
La Cassa non ha in essere contratti derivati su crediti.
C. DERIVATI FINANZIARI E CREDITIZI
La Cassa non ha in essere contratti derivati finanziari rientranti in accordi di compensazione.
146
SEZIONE 3 – RISCHIO DI LIQUIDITÀ
INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità
Si definisce rischio di liquidità la possibilità che la Cassa non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi (funding liquidity risk), dell’incapacità di vendere attività sul mercato (asset liquidity risk) per far fronte allo sbilancio da finanziare ovvero del fatto di essere costretta a sostenere costi molto alti per far fronte ai propri impegni.
Le fonti del rischio di liquidità a cui è esposta la Cassa sono individuabili principalmente nei processi della Finanza/Tesoreria, della Raccolta e del Credito.
A partire dalla seconda metà del 2008 la Cassa misura, monitora e controlla la propria posizione di liquidità di breve periodo (fino a 12 mesi) sulla base del calcolo degli sbilanci (gap) periodali e cumulati della maturity ladderelaborata nell’ambito del già richiamato Progetto di Categoria “Basilea 2”.
Il controllo sul rischio di liquidità viene attualmente effettuato con cadenza trimestrale, assumendo a riferimento le ex-regole sulla trasformazione delle scadenze della Banca d’Italia.
La maturity ladder utilizzata dalla Cassa impiega la base informativa A2 della Matrice dei Conti quale principale fonte alimentante. In particolare, essa è stata costruita sulla base del cd. “metodo ibrido”, intermedio tra l’”approccio degli stock” e quello dei “flussi di cassa”; tale metodo, oltre ad allocare i flussi di cassa delle poste attive e passive sulla base della loro vita residua, prevede la categoria rappresentata dallo stock di attività finanziarie prontamente monetizzabili (APM), ossia le disponibilità di base monetaria e le attività rapidamente convertibili in base monetaria attraverso la liquidazione delle relative posizioni e/o l’ottenimento di linee di credito concedendole in garanzia. L’allocazione nelle varie fasce temporali dei flussi di cassa generati dalle diverse tipologie di poste attive (diverse da quelle ricomprese nelle APM) e passive è effettuata sulla base dei seguenti criteri: - collocazione in base alle rispettive date di regolamento e/o esigibilità dei flussi certi originati da poste
patrimoniali con scadenze contrattualmente determinate. Le poste attive relative ad operazioni creditizie nei confronti della clientela ordinaria sono considerate al netto di uno scarto determinato in funzione delle rettifiche di valore mediamente operate dalla Cassa e del roll-over degli impieghi in scadenza e delle linee di credito/aperture di credito in rinnovo;
- posizionamento nella fascia “a vista” dei flussi relativi alle poste patrimoniali ad utilizzo incerto (poste a vista, linee di credito, garanzie) per una quota parte determinata mediante l’applicazione di coefficienti di tiraggio delle poste stesse definiti sulla base di valutazioni judgement-based e/o di quanto previsto nel “modello di valutazione MID” e delle prassi in materia seguite dai principali gruppi bancari italiani e sulla base di una metodologia di stima che utilizza i dati storici della Cassa;
- posizionamento dei flussi stimati relativi ad operazioni future nelle presumibili date di scadenza/realizzazione degli eventi che li genera (imposte, dividendi, ecc.).
I flussi di cassa immediatamente realizzabili dall’utilizzo dei titoli rientranti tra le APM sono, invece, determinati tenendo conto delle diverse caratteristiche di negoziabilità e rifinanziamento degli stessi.
Tale ripartizione dei flussi di cassa delle poste attive e passive sulle fasce temporali della maturity ladder è volta a riflettere le aspettative della Cassa ed è, quindi, relativa ad un quadro di operatività ordinaria o moderatamente teso sotto il profilo della liquidità.
L’obiettivo di tale controllo è di garantire il mantenimento di riserve di liquidità sufficienti ad assicurare la solvibilità nel breve termine ed, al tempo stesso, il mantenimento di un sostanziale equilibrio fra le scadenze medie di impieghi e raccolta.
La gestione della liquidità è affidata, per specifiche competenze, all’area amministrativa, che si avvale delle previsioni di impegno e, in particolare, dei flussi di cassa in scadenza, rilevati tramite la procedura C.R.G. di Iccrea Banca (conto di regolamento giornaliero). Per il monitoraggio dei flussi finanziari un ulteriore strumento di supporto è la gestione dello scadenzario dei flussi in entrata e in uscita affidata all’Area Finanza.
Sono in corso da parte della Cassa degli approfondimenti per la definizione - e conseguente adozione - di una regolamentazione interna sulla gestione e controllo della liquidità sulla base dello standard di liquidity policy elaborato, alla luce delle linee guida in materia fornite dalla Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia, nell’ambito del citato progetto di Categoria “Basilea 2”.
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154
SEZIONE 4 – RISCHI OPERATIVI
INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo
Il rischio operativo, così come definito dalla nuova regolamentazione prudenziale, è “il rischio di subire perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni”. Tale definizione include il rischio legale, ma non considera quello reputazionale e strategico.
Il rischio operativo, in quanto tale, è un rischio puro, essendo ad esso connesse solo manifestazioni negative dell’evento. Tali manifestazioni sono direttamente riconducibili all’attività della Cassa e riguardano tutta la struttura della stessa (governo, business e supporto).
Con riferimento alla misurazione regolamentare del requisito prudenziale a fronte dei rischi operativi, la Cassa, non raggiungendo le specifiche soglie di accesso alle metodologie avanzate individuate dalla Vigilanza e in considerazione dei propri profili organizzativi, operativi e dimensionali, ha deliberato l’applicazione del metodo base (Basic Indicator Approach – BIA).
Sulla base di tale metodologia, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi viene misurato applicando il coefficiente regolamentare del 15% alla media delle ultime tre osservazioni su base annuale di un indicatore del volume di operatività aziendale, individuato nel margine di intermediazione.
Il requisito è calcolato utilizzando esclusivamente i valori dell’indicatore rilevante determinato in base ai principi contabili IAS e si basa sulle osservazioni disponibili aventi valore positivo.
Nel corso dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2009 anche il rischio operativo è risultato oggetto di specifiche e mirate verifiche. In particolare, sono stati oggetto di verifica i profili abilitativi al sistema informativo aziendale, nell’ottica di migliorare la segregazione funzionale.
Peraltro si evidenzia come la Cassa, nell’ambito di un progetto di Categoria, ha già definito il cd. “Piano di Continuità Operativa”, volto a cautelare la Cassa stessa a fronte di eventi di crisi che ne possano inficiare la piena operatività, formalizzando le procedure operative da adottare negli scenari di crisi considerati ed esplicitando ruoli e responsabilità dei diversi attori coinvolti.
Il rischio legale connesso ai procedimenti giudiziari pendenti nei confronti della Cassa rappresenta un usuale e fisiologico contenzioso che è stato debitamente analizzato al fine di effettuare, ove ritenuto opportuno, adeguati accantonamenti in bilancio conformemente ai nuovi principi contabili.
Con specifico riguardo al rischio legale (il rischio di subire perdite derivanti da violazioni di leggi o regolamenti, da responsabilità contrattuale o extra-contrattuale ovvero da altre controversie) si rende necessario, anche alla luce dell’importante evoluzione del quadro normativo e regolamentare di riferimento, continuare nell’impegno sinora profuso per mantenere una cultura aziendale improntata a principi di onestà, correttezza e rispetto delle norme interne ed esterne all’azienda, approntando specifici presidi organizzativi volti ad assicurare il rigoroso rispetto delle prescrizioni normative e di autoregolamentazione.
I requisiti organizzativi per la gestione del rischio di non conformità normativa fissati dalle Istruzioni di Vigilanza in materia (che prevedono la creazione all’interno della banca di una funzione ad hoc, la funzione di compliance, deputata al presidio e controllo del rispetto delle norme) assumono, in tal senso, un ruolo rilevante. Tale funzione, inserendosi nel complessivo ambito del sistema dei controlli interni, costituisce infatti un ulteriore contributo oltre che all’efficienza ed efficacia delle operazioni aziendali, all’affidabilità dell’informazione finanziaria e al rispetto della legge. Come noto, relativamente all’adeguamento alle disposizioni in materia di conformità normativa, è in corso un progetto di Categoria, coordinato da Federcasse e al quale partecipa anche la Federazione locale, nel cui ambito è stato già definito il quadro metodologico di riferimento. Le istruzioni di vigilanza definiscono i principi di carattere generale, volti ad individuare le finalità ed i principali compiti della funzione, riconoscendo nel contempo alle banche piena discrezionalità nella scelta delle soluzioni organizzative più idonee ed efficaci per realizzarli e rimettendo la responsabilità dell’attuazione e della supervisione complessiva del sistema di gestione del rischio agli organi di governo societario. Rileva a tal fine la definizione dei ruoli e delle responsabilità di processo in coerenza con le peculiarità dimensionali ed operative e l’assetto organizzativo e strategico della gestione dei rischi della Cassa. In proposito sono attualmente in corso le riflessioni, di concerto con la Federazione locale e tenendo debitamente conto delle specificità organizzative e operative della banca per l’individuazione del modello organizzativo di riferimento anche alla luce della possibilità, prevista dalle disposizioni normative, di esternalizzazione della funzione o di supporto, da parte delle strutture associative, nell’esecuzione delle attività di competenza. Nelle more dell’attivazione della Funzione, il Consiglio di Amministrazione ha provveduto a individuare il referente responsabile dell’esecuzione dei contenuti di controllo previsti dalla MiFID, (cfr. Regolamento congiunto Consob/Banca d’Italia del 30/10/2007). In via di continuità e coerentemente con quanto previsto dal regolamento congiunto, tale referente è stato identificato nel responsabile dell’Ufficio Ispettorato come
155
disciplinato nel Regolamento Intermediari n. 11522, art. 57, il cui precedente mandato è stato esteso per richiamare le ulteriori responsabilità introdotte dalle nuove norme sulla gestione dei servizi di investimento.
INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA
Le principali fonti di manifestazione del rischio operativo sono rappresentate dalle frodi, rapine, clonazioni di carte di credito e contraffazione di assegni.
Concorrono pure al totale delle perdite operative i danni ai beni materiali, in prevalenza sinistri e guasti alle strutture, e gli errori nelle transazioni utilizzate nella gestione quotidiana dell'operatività, principalmente riconducibili alla gestione degli strumenti di pagamento; questi eventi comportano perdite singole di piccola entità.
Tali fenomeni, considerata l'elevata rischiosità, di norma sono mitigati dalla stipula di polizze assicurative o da convenzioni interbancarie.
La Cassa cerca comunque di contenere al minimo o di trasferire i danni della specie.
Con riferimento ai dati relativi al 31 dicembre 2009, si precisa che la sopra indicata misurazione, pari al 15% del margine di intermediazione medio degli ultimi tre esercizi, esprime un requisito patrimoniale pari ad euro 9.247.084.
Pubblicazione dell’informativa al pubblico
La Cassa ha avviato al proprio interno le necessarie attività per l’adeguamento ai requisiti normativi della “Informativa al Pubblico” introdotti dal c.d. “Pillar III” di Basilea 2; le previste tavole informative (risk report), ed i relativi aggiornamenti, sono pubblicate sul sito internet della Cassa "www.cracantu.it".
156
PARTE F – INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO
SEZIONE 1 – IL PATRIMONIO DELL’IMPRESA
A. INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA
Una delle consolidate priorità strategiche della Cassa è rappresentata dalla consistenza e dalla dinamica dei mezzi patrimoniali. L'evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita dimensionale, ma rappresenta un elemento decisivo nelle fasi di sviluppo. Per assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, la Cassa ricorre soprattutto al rafforzamento delle riserve attraverso la destinazione degli utili netti.
La Cassa destina infatti alla riserva legale la quasi totalità degli utili netti di esercizio.
Il patrimonio netto della Cassa è determinato dalla somma del capitale sociale e delle riserve di capitale e di utili, così come indicato nella Parte B - Sezione 14 Passivo della presente Nota integrativa.
La nozione di patrimonio che la Cassa utilizza nelle sue valutazioni è sostanzialmente riconducibile al Patrimonio di Vigilanza, nelle due componenti “di base” (Tier 1) e “supplementare” (Tier 2). Il patrimonio così definito rappresenta infatti, a giudizio della Cassa, il miglior riferimento per una efficace gestione in chiave sia strategica che di corrente operatività. Esso costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di Vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall'esposizione della Cassa ai rischi tipici della propria attività, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti di depositanti e creditori.
Le dinamiche patrimoniali sono costantemente monitorate dal management. Gli aspetti oggetto di verifica sono principalmente i ratios rispetto alla struttura finanziaria della banca (impieghi, crediti anomali, immobilizzazioni, totale attivo) e il grado di copertura dei rischi.
Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle Istruzioni di Vigilanza, in base alle quali il patrimonio della banca deve rappresentare almeno l'8% del totale delle attività ponderate (total capital ratio) in relazione al profilo di rischio creditizio, valutato in base alla categoria delle controparti debitrici, alla durata ed alle garanzie ricevute. Le banche sono inoltre tenute a rispettare i requisiti patrimoniali connessi all'attività di intermediazione, oltre a quelli a fronte del c.d. “rischio operativo”.
Le banche sono inoltre tenute a rispettare i requisiti patrimoniali connessi all'attività di intermediazione.
Per le banche di Credito Cooperativo sono inoltre previste differenti forme di limitazione all'operatività aziendale quali: - il vincolo dell'attività prevalente nei confronti dei soci, secondo il quale più del 50% delle attività di rischio deve
essere destinato a soci o ad attività prive di rischio; - il vincolo del localismo, secondo il quale non è possibile destinare più del 5% delle proprie attività al di fuori
della zona di competenza territoriale, identificata generalmente nei comuni ove la banca ha le proprie succursali ed in quelli limitrofi.
L'attuale consistenza patrimoniale consente il rispetto delle regole di vigilanza prudenziale previste per tutte le banche, nonché quelle specifiche dettate per le banche di credito cooperativo.
Obiettivo della Cassa è comunque quello di mantenere un’adeguata copertura patrimoniale a fronte dei requisiti richiesti dalle norme di Vigilanza; la loro evoluzione viene pertanto stimata in sede di attività di pianificazione sulla base degli obiettivi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione. Egualmente attenta è la fase di verifica ex-post.
157
B. INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA
Per quanto riguarda le informazioni di natura quantitativa e, in particolare, la composizione del patrimonio netto della Cassa, si fa rimando alla Parte B - Sezione 14 Passivo della presente Nota integrativa.
B.1 Patrimonio dell'impresa: composizione Voci/Valori 2009 2008 1. Capitale 1.137 1.141 2. Sovrapprezzi di emissione 1.769 1.655 3. Riserve 238.971 222.030 - di utili 238.971 222.030 a) legale 238.745 221.804 b) statutaria 181 181 c) azioni proprie d) altre 45 45 - altre 4. Strumenti di capitale 5. (Azioni proprie) 6. Riserve da valutazione: 5.361 3.408 - Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.264 -689 - Attività materiali - Attività immateriali - Copertura di investimenti esteri - Copertura dei flussi finanziari - Differenze di cambio - Attività non correnti in via di dismissione - Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti - Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - Leggi speciali di rivalutazione 4.097 4.097 - rivalutazione ex L. 72/83 1.487 1.487 - rivalutazione ex L. 413/91 2.610 2.610 7. Utile (perdita) d'esercizio 8.257 17.831 Totale 255.495 246.065
B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione 2009 2008
Attività/Valori Riserva positiva
Riserva negativa
Riserva positiva
Riserva negativa
1. Titoli di debito 1.487 51 38 6052. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. 1 173 1224. Finanziamenti Totale 1.488 224 38 727
B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue Titoli di
debito Titoli di capitale
Quote di O.I.C.R.
Finanzia menti
1. Esistenze iniziali -567 -1222. Variazioni positive 3.079 842.1 Incrementi di fair value 3.011 12.2 Rigiro a conto economico di riserve negative 26 - da deterioramento - da realizzo 262.3 Altre variazioni 42 833. Variazioni negative 1.076 1343.1 Riduzioni di fair value 23 753.2 Rettifiche da deterioramento 3.3 Rigiro a conto economico da riserve positive: da realizzo 533.4 Altre variazioni 1.000 594. Rimanenze finali 1.436 -172
Le sottovoci 2.3 e 3.4 “Altre variazioni” comprendono anche la movimentazione della fiscalità IRES e IRAP, anticipata e differita.
158
SEZIONE 2 – IL PATRIMONIO E I COEFFICIENTI DI VIGILANZA
2.1 – PATRIMONIO DI VIGILANZA
A. INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA
Il patrimonio di vigilanza ed i coefficienti patrimoniali sono stati calcolati sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico determinati con l'applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS e tenendo conto dei principi generali che informano la nuova disciplina del patrimonio di vigilanza e dei coefficienti prudenziali.
Il patrimonio di vigilanza viene calcolato come somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le componenti positive devono essere nella piena disponibilità della Cassa, al fine di poterle utilizzare nel calcolo degli assorbimenti patrimoniali.
Esso, che costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, è costituito dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare al netto di alcune deduzioni; in particolare:
1. Patrimonio di base (Tier 1)
Il capitale sociale, i sovrapprezzi di emissione, le riserve di utili e di capitale, costituiscono gli elementi patrimoniali di primaria qualità. Il totale dei suddetti elementi, previa deduzione delle azioni o quote proprie, delle attività immateriali, nonché delle eventuali perdite registrate negli esercizi precedenti ed in quello in corso costituisce il patrimonio di base.
2. Patrimonio supplementare (Tier 2)
Le riserve di valutazione, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le passività subordinate costituiscono gli elementi positivi del patrimonio supplementare, ammesso nel calcolo del patrimonio di vigilanza entro un ammontare massimo pari al patrimonio di base; le passività subordinate non possono superare il 50% del Tier 1.
Da tali aggregati vanno dedotte le partecipazioni, gli strumenti innovativi di capitale, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le attività subordinate detenuti in altre banche e società finanziarie.
3. Patrimonio di terzo livello
La Cassa non fa ricorso a strumenti computabili in tale tipologia di patrimonio.
B.– INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA
2009 2008A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 249.133 241.568B. Filtri prudenziali del patrimonio di base: -172 -689 B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) -172 -689C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A + B) 248.961 240.879D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. Totale patrimonio di base (TIER 1) (C – D) 248.961 240.879F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 5.533 4.097G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare: -718 G.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) G.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) -718H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) 4.815 4.097I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H – I) 4.815 4.097M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare N. Patrimonio di vigilanza (E + L – M) 253.776 244.976O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N + O) 253.776 244.976
159
2.2 – ADEGUATEZZA PATRIMONIALE
A. INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA
La Banca d’Italia con l’emanazione della Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 (“Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”) e successivi aggiornamenti, ha ridisegnato la normativa prudenziale delle banche e dei gruppi bancari recependo le direttive comunitarie in materia di adeguatezza patrimoniale degli intermediari finanziari: Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale (cd. ”Basilea 2”).
La nuova struttura della regolamentazione prudenziale si basa su tre Pilastri: - il Primo attribuisce rilevanza alla misurazione dei rischi e del patrimonio, prevedendo il rispetto di requisiti
patrimoniali per fronteggiare alcune principali tipologie di rischi dell’attività bancaria e finanziaria (di credito, di controparte, di mercato e operativi); a tal fine sono previste metodologie alternative di calcolo dei requisiti patrimoniali caratterizzate da diversi livelli di complessità nella misurazione dei rischi e nei requisiti organizzativi di controllo;
- il Secondo richiede agli intermediari finanziari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, evidenziando l’importanza della governance quale elemento di fondamentale significatività anche nell’ottica dell’Organo di Vigilanza, a cui è rimessa la verifica dell’attendibilità e della correttezza di questa valutazione interna;
- il Terzo introduce specifici obblighi di informativa al pubblico riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo.
I coefficienti prudenziali al 31 dicembre 2009 sono determinati secondo la metodologia prevista dall’Accordo sul Capitale – Basilea 2, adottando il metodo Standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito e controparte e quello Base per il calcolo dei rischi operativi.
In base alle istruzioni di Vigilanza, le banche devono mantenere costantemente, quale requisito patrimoniale in relazione ai rischi di perdita per inadempimento dei debitori (rischio di credito), un ammontare del patrimonio di vigilanza pari ad almeno l’8 per cento delle esposizioni ponderate per il rischio (total capital ratio).
Le banche sono tenute inoltre a rispettare in via continuativa i requisiti patrimoniali per i rischi generati dalla operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci. Con riferimento ai rischi di mercato calcolati sull’intero portafoglio di negoziazione la normativa identifica e disciplina il trattamento dei diversi tipi di rischio: rischio di posizione su titoli di debito e di capitale, rischio di regolamento e rischio di concentrazione. Con riferimento all’intero bilancio occorre inoltre determinare il rischio di cambio.
Per la valutazione della solidità patrimoniale assume notevole rilevanza anche il c.d. Tier 1 capital ratio, rappresentato dal rapporto tra patrimonio di base e le complessive attività di rischio ponderate.
Come già indicato nella Sezione 1, la Cassa ritiene che l’adeguatezza patrimoniale rappresenti uno dei principali obiettivi strategici. Conseguentemente, il mantenimento di un’adeguata eccedenza patrimoniale rispetto ai requisiti minimi costituisce oggetto di costanti analisi e verifiche, in termini sia consuntivi che prospettici. Le risultanze delle analisi consentono di individuare gli interventi più appropriati per salvaguardare i livelli di patrimonializzazione.
Al netto della quota assorbita dai rischi di credito, dai rischi di mercato e dai rischi operativi, l’eccedenza patrimoniale si attesta ad euro 141.617.973.
160
B. INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA
Importi non ponderati Importi ponderati
/requisiti Categorie/Valori 2009 2008 2009 2008 A. ATTIVITA' DI RISCHIO A.1 Rischio di credito e di controparte 2.843.749 2.533.277 1.292.565 1.451.054 1. Metodologia standardizzata 2.843.157 2.530.600 1.285.170 1.417.599 2. Metodologia basata sui rating interni 2.1 Base 2.2 Avanzata 3. Cartolarizzazioni 592 2.677 7.395 33.455B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA B.1 Rischio di credito e di controparte 102.911 114.755B.2 Rischi di mercato 426 1. Metodologia standard 426 2. Modelli interni 3. Rischio di concentrazione B.3 Rischio operativo 9.247 9.034 1. Metodo base 9.247 9.034 2. Metodo standardizzato 3. Metodo avanzato B.4 Altri requisiti prudenziali B.5 Altri elementi del calcolo B.6 Totale requisiti prudenziali 112.158 124.215C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C.1 Attività di rischio ponderate 1.401.975 1.552.689C.2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 17,76% 15,51%C.3 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 18,10% 15,78%
161
PARTE G – OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE O RAMI D'AZIENDA
SEZIONE 1 – OPERAZIONI REALIZZATE DURANTE L’ESERCIZIO
Nel corso dell’esercizio 2009 la Cassa non ha effettuato operazioni di aggregazione di imprese o rami d’azienda.
SEZIONE 2 – OPERAZIONI REALIZZATE DOPO LA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO
Dopo la chiusura dell’esercizio e fino alla data di approvazione del progetto di bilancio da parte del Consiglio di Amministrazione la Cassa non ha perfezionato operazioni di aggregazione di imprese o rami d’azienda.
SEZIONE 3 – RETTIFICHE RETROSPETTIVE
La sezione risulta priva di valore in quanto la Cassa non ha effettuato operazioni di aggregazione nell'anno.
162
PARTE H - OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE
1. Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica
Compensi ai dirigenti con responsabilità strategiche
Si indicano di seguito i dati richiesti dallo IAS 24 par. 16 sui dirigenti con responsabilità strategiche, intendendosi come tali coloro che hanno il potere e la responsabilità della pianificazione, della direzione e controllo.
Importi- Stipendi e altri benefici a breve termine 1.362- Benefici successivi al rapporto di lavoro 103- Indennità per la cessazione del rapporto di lavoro - Altri benefici a lungo termine
Compensi ad amministratori Importi
- Benefici a breve termine 229- Benefits 2
Compensi ai sindaci Importi
- Benefici a breve termine 174- Benefits 1
I compensi agli amministratori ed ai sindaci sono stati determinati con delibera dell'Assemblea del 04/05/2007.
Tali compensi comprendono i gettoni di presenza e le indennità di carica loro spettanti.
2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate
Rapporti con parti correlate Attivo PassivoGaranzie rilasciate Ricavi Costi
Controllate 2.126 83 33Collegate Amministratori 4.729 4.653 4 197 74Sindaci 269 4Dirigenti 960 15Altre parti correlate 314 391 13 6Totale 7.169 6.273 87 243 99
Le altre parti correlate sono rappresentate da entità soggette al controllo o all'influenza notevole di Amministratori o Dirigenti, ovvero dai soggetti che possono avere influenza notevole sui medesimi.
I rapporti e le operazioni intercorse con parti correlate non presentano elementi di criticità, sono riconducibili all'ordinaria attività di credito e di servizio.
Durante l'esercizio non sono state poste in essere operazioni di natura atipica o inusuale con parti correlate che, per significatività o rilevanza di importo, possano aver dato luogo a dubbi in ordine alla salvaguardia del patrimonio aziendale.
L'iter istruttorio relativo alle richieste di affidamento avanzate dalle parti correlate segue il medesimo processo di concessione creditizia riservato ad altre controparti non correlate con analogo merito creditizio. Per quanto riguarda le operazioni con i soggetti che esercitano funzioni di amministrazione, direzione e controllo della Cassa trova applicazione l'art. 136 del D.Lgs. 385/1993 e l'art. 2391 del codice civile.
Le operazioni con parti correlate sono regolarmente poste in essere a condizioni di mercato e comunque sulla base di valutazioni di convenienza economica e sempre nel rispetto della normativa vigente.
In particolare: - ai dirigenti con responsabilità strategiche vengono applicate le condizioni riservate a tutto il personale o previste
dal contratto di lavoro; - agli amministratori e sindaci vengono praticate le medesime condizioni dei soci.
Nel bilancio non risultano accantonamenti o perdite per crediti dubbi verso parti correlate.
Sugli stessi viene pertanto applicata solo la svalutazione collettiva.
163
PARTE I – ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU PROPRI STRUMENTI PATRIMONIALI
Nel presente bilancio la parte "accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali" risulta priva di valore.
PARTE L – INFORMATIVA DI SETTORE La Cassa non è tenuta a compilare la parte in quanto intermediario non quotato.
Cantù, 30 marzo 2010
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
164
165
RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE
DATI STATISTICI
R E L A Z I O N E D E L L A S O C I E T À D I R E V I S I O N E166
167R E L A Z I O N E D E L L A S O C I E T À D I R E V I S I O N E
Soci - Andamento statistico
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009ANNO
4.01
8
4.34
7
4.65
2
4.98
2
5.20
2
5.53
8
5.93
5
6.32
1
6.66
3
6.90
4
D A T I S T A T I S T I C I168
ANNO NUMERO
1907 691917 1181927 1211937 521947 371957 411967 3741977 1.0221987 1.6491997 2.283
DAL 1907 AL 1997
Patrimonio - Andamento statistico(importi in euro)
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009ANNO
159.
408.
067,
03
169.
179.
953,
11
176.
045.
869,
69
183.
641.
752,
58
191.
305.
694,
39
200.
005.
968,
57
211.
810.
088,
97
228.
604.
047,
73
245.
173.
734,
23
254.
690.
209,
46
ANNO EURO
1907 0,041917 0,061927 0,061937 19,651947 206,921957 5.008,391967 18.886,831977 1.324.727,971987 34.277.184,521997 133.739.287,82
DAL 1907 AL 1997
169D A T I S T A T I S T I C I
Raccolta - Andamento statistico(importi in euro)
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009ANNO
583.
274.
844,
81
683.
866.
385,
50
777.
200.
854,
42
862.
113.
967,
56
921.
501.
795,
80
1.01
0.33
4.83
0,56
1.11
7.67
9.90
0,88
1.24
1.34
9.35
3,43
1.47
8.76
5.48
9,07
1.61
1.40
9.61
0,30
ANNO EURO
1907 17,541917 21,531927 302,891937 464,531947 9.391,871957 62.312,611967 1.006.857,451977 26.687.610,641987 226.545.992,701997 527.729.125,84
DAL 1907 AL 1997
dal 1997 sono comprese anche le operazioni“pronti contro termine” non considerate neglianni precedenti.
D A T I S T A T I S T I C I170
Crediti verso Clientela - Andamento statistico(importi in euro)
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009ANNO
527.
707.
000,
37
543.
835.
484,
96
608.
575.
380,
50
707.
762.
689,
60
806.
848.
154,
39
920.
209.
682,
56
1.03
9.76
9.39
9,85
1.19
0.71
7.88
7,97
1.35
4.21
6.31
8,41
1.46
9.77
5.75
1,81
ANNO EURO
1907 9,231917 6,471927 214,281937 141,731947 74,631957 12.160,001967 766.044,941977 12.802.554,061987 87.752.130,951997 373.194.894,19
DAL 1907 AL 1997
171D A T I S T A T I S T I C I
la g
rafic
ac
an
tù
- s
tud
io g
rafic
o
ma
relli
rug
ger
o-c
ant
ù
Suddivisione crediti a medio/lungo termine verso Clientelaper settori di attività economica
SOCIETA' NON FINANZIARIE 49,90%FAMIGLIE CONSUMATRICI 28,18%PMI 20,61%di cui artigiani 10,62%ISTITUZIONI SENZA SCOPO DI LUCRO 0,65%AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE 0,47%SOCIETA' FINANZIARIE 0,19%
D A T I S T A T I S T I C I172