RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA · 20 Riferimenti per la stesura della Relazione Tecnica ... p a o l...
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1 Sommario
1 Sommario ................................................................................... 1 2 Premessa .................................................................................... 3 3 Documentazione esistente ................................................................. 5 4 Conoscenza del manufatto ................................................................. 5 5 Indagini in-situ ............................................................................. 10
5.1 Sui terreni per la caratterizzazione dei suoli ........................................ 11
5.2 Sull’edificio per l’acquisizione del livello di conoscenza, del fattore di confidenza FC
e delle proprietà dei materiali ............................................................... 11
5.3 Sui solai per l’idoneità statica ........................................................ 15
5.4 Sul mantenimento della funzionalità degli impianti ................................ 17
5.5 Valutazione critica delle risultanze delle indagini ................................... 17
6 Valutazione della sicurezza ................................................................ 18 7 Vita nominale, classi d’uso e periodo di riferimento ...................................... 19 8 Azioni sulla costruzione .................................................................... 20
8.1 Combinazione delle azioni ........................................................... 20
8.2 Analisi dei carichi ..................................................................... 21
8.3 Determinazione dell’azione sismica ................................................. 26
8.4 Determinazione dell’azione del vento ............................................... 28
8.5 Determinazione dell’azione della neve .............................................. 28
8.6 Determinazione dell’azione della temperatura ..................................... 28
8.7 Determinazione delle azioni eccezionali ............................................ 28
9 Criteri generali di valutazione della vulnerabilità per azioni sismiche .................... 29 9.1 Analisi di regolarità ................................................................... 29
9.2 Classificazione degli elementi strutturali ............................................ 30
9.3 Valutazione della vulnerabilità statica finalizzata all’analisi sismica ................ 30
9.4 Valutazione dell’idoneità statica dei solai ........................................... 35
9.5 Identificazione degli interventi urgenti .............................................. 36
10 Aspetti ulteriori per la valutazione della vulnerabilità sismica del fabbricato............ 36 10.1 Presenza di elementi strutturali “secondari” ........................................ 36
10.2 Presenza di elementi costruttivi senza funzione strutturale sismicamente rilevanti
36
10.3 Modellazione delle tamponature sismo rilevanti ................................... 37
11 Modellazione della struttura .............................................................. 38 12 L’input di calcolo ........................................................................... 39 13 Metodi di analisi e criteri di ammissibilità ................................................. 41 14 Output di calcolo ........................................................................... 42
14.1 Analisi dinamica modale ............................................................. 42
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14.2 Analisi statica non lineare (pushover) ............................................... 49
15 Verifiche di vulnerabilità edifici in muratura .............................................. 49 16 Determinazione dell’Indicatore di Rischio (IR) ............................................ 55 17 Valutazione critica dell’Indicatore di Rischio .............................................. 58 18 Verifica locali: pressoflessione fuori piano e meccanismi di danno ...................... 59 19 Valutazione della progressione del danno ................................................ 63 20 Riferimenti per la stesura della Relazione Tecnica ........................................ 68
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2 Premessa
L’edificio pubblico oggetto di Verifica di Vulnerabilità Sismica, ai sensi del Decreto del
Ministero delle Infrastrutture del 14 gennaio 2008, secondo quanto prescritto dall’O.P.C.M.
3274/2003 art.2 commi 3 e 6, è la Scuola Materna “Peter Pan”, ubicata a Falconara
Marittima (AN) in via Leopardi.
Questo edificio è stato oggetto d’interventi edilizi durante l’arco della sua storia, dei quali
l’Ufficio Tecnico Comunale ha testimonianza con documenti ed elaborati, che sono stati di
ausilio per lo studio in questione e a completa disposizione da parte dell’Amministrazione
Comunale di Falconara Marittima, per la finalità di completa Verifica di Vulnerabilità Sismica
del fabbricato ai sensi del DM2008.
Lo stabile è un edificio isolato posto a valle della collina del territorio falconarese, l’ingresso
principale è lungo via Leopardi ed avviene tramite una scalinata doppia simmetrica posta
sull’incrocio con una strada secondaria.
L’edificio risale ai primi anni del secolo scorso e geometricamente si articola in due corpi:
uno di forma rettangolare e uno con una disposizione a “L”.
Il fabbricato ha una struttura in muratura portante in mattoni pieni con inserimento di
elementi in cemento armato, come travi, pilastri e telai per poter rendere gli ambienti più
ampi e fruibili. Esso ha subito principalmente un intervento edilizio sostanziale: nel 2002
secondo il progetto redatto dall’Ing. Andrea Buccolini è stato eseguito un intervento di
miglioramento sismico con il completo rifacimento del solaio di copertura di entrambi i corpi
di fabbrica.
Il manufatto insiste sulla valle di una collina che presenta una pendenza che impone un
dislivello tra la facciata principale e quella retro del corpo longitudinale rettangolare di circa
1 m e rispetto alla facciata retro del corpo a L di circa 2 m. Il terreno si presenta
prevalentemente limoso - argilloso ed è costituito da un primo strato di deposito di terreno
di riporto dello spessore di circa 1 m, che ricopre strati di limo argilloso e argilla limosa
sabbiosa per poi arrivare ad uno strato di ghiaia e sabbia ad una profondità di circa 7 m dal
piano campagna, ed infine ripresentarsi uno stato di argilla sabbiosa limosa con buone
caratteristiche meccaniche, reperibile ad una profondità variabile tra 12 e 14 m.
L’edificio è composto da un piano seminterrato e si innalza con un piano fuori terra e un
sottotetto nella porzione rettangolare e due piani fuori terra e un piano sottotetto nella
porzione a forma a “L”.
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Secondo quanto emerso dalla documentazione cartacea reperita, al piano seminterrato, è
presente un architrave in acciaio realizzato durante i lavori del 2002, per realizzare un
apertura e mettere in contatto le aule adibite a sala mensa e cucina.
Al piano terra sono presenti aule per l’insegnamento e al piano secondo aule per la
ricreazione e l’attività fisica, collegati da un corpo scala posto ad un’estremità del corpo a
“L”.
Il piano sottotetto, situato in corrispondenza della porzione rettangolare, è accessibile
tramite un’apertura al piano primo ed è destinato a sottotetto non accessibile, se non per la
sola manutenzione, mentre il sottotetto che copre la porzione a L è accessibile tramite una
botola situata nell’aula dell’attività fisica realizzato con un solaio plafone di circa 6 cm,
anch’esso per la mera manutenzione del solaio di copertura.
I solai di piano hanno principalmente una struttura in laterocemento, con solaio gettato in
opera. La copertura è stata realizzata durante i lavori del 2002 con lamiera grecata e
sovrastante soletta di irrigidimento ricoperta da un manto di coppi in laterizio.
Durante le indagini, è stato possibile riscontrare la presenza di una struttura in muratura con
l’inserimento di cordoli, travi e pilastri in c.a., a volte annegati senza regolare continuità nello
spessore murario, organizzata in un unico complesso strutturale senza giunti tecnici tra le
due porzioni rettangolare e a “L”.
Gli architravi riscontrati sono realizzati in c.a. e sono di buona fattura e ben ammorsati,
efficaci flessionalmente e si rilevata la presenza di un telaio in acciaio realizzato durante
l’intervento del 2002 al piano seminterrato per l’apertura di un varco di ampiezza di 1,00 m.
La forma in pianta prevede una lunghezza di circa 36.00 m, compresa la porzione a forma di
“L”, ed una larghezza di 23.00 m, mentre in altezza il fabbricato raggiunge dimensione
massima di circa 11.00 m e di circa 7.70 m in corrispondenza, rispettivamente, dello sporto
di gronda nella porzione più alta della porzione a “L” e della porzione rettangolare.
Le normative di riferimento per la redazione della presente Verifica di Vulnerabilità Sismica
sono le seguenti:
- “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008 (G.U. 4
febbraio 2008 n.29, Suppl. Ordinario n.30),
- Istruzioni per l’applicazione per le “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al
D.M. 14 gennaio 2008, Circolare 2 febbraio 2009 n.617,
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- “Linee di indirizzo per la stesura della relazione tecnica per le verifiche di vulnerabilità
di edifici esistenti ai sensi del DM 14 gennaio 2008 e della circolare n. 617/2009”
approvate con Deliberazione di Giunta Regionale n. 1168 del 26/07/2010.
Gli allegati prodotti riferibili alla Verifica di Vulnerabilità Sismica in questione e consegnati
insieme al presente documento sono:
Documentazione fotografica;
Documentazione fotografica delle indagini in situ;
Relazione di calcolo con tabulati;
Tavole 1, 2, 3, 4 – Rilievo geometrico_piante e sezione, Rilievo geometrico_prospetti,
Individuazione delle indagini, Rilievo materico;
Supporto magnetico con alcuni degli elaborati di cui sopra;
Indagini diagnostiche sulle strutture;
Indagine geofisica sul sottosuolo.
3 Documentazione esistente
La ricerca della documentazione tecnica pre-esistente è stata completamente messa a
disposizione da parte dell’Amministrazione Comunale, la quale ha fornito il materiale storico
idoneo per la stesura della presente relazione, tra i quali il deposito presso la Provincia di
Ancona-Area Opere Pubbliche e Sismica n. 997/02, completo di elaborati grafici e relazione
tecnica illustrativa e di calcolo, nonché il “Libretto sanitario sullo sfondellamento dei solai”
redatto nel 2010 dalla ditta Tecnoindagini s.r.l..
Sinteticamente, attraverso la documentazione reperita, è possibile riportare le seguenti
informazioni sintetiche relative all’edificio:
Data realizzazione edificio: primi 1900.
Anno ristrutturazione del piano seminterrato e sostituzione solaio di copertura: 2002
4 Conoscenza del manufatto
Il fabbricato si trova nella zona centrale della città di Falconara Marittima e fa parte di un
contesto urbano avente origine intorno gli anni del primo 1900.
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L’edificio nel P.R.G. vigente è identificato all’interno delle “Aree individuate con perimetro
definito” all’interno del sistema delle attrezzature pubbliche specificato come Spazi e
attrezzature a livello di quartiere “I” (Istruzione dell’obbligo) nella zona denominata ZUR 1.
Individuazione nel P.R.G. vigente
Foto area dell’edificio
Si tratta di un edificio isolato e i quattro prospetti si affacciano su via Leopardi, dove
troviamo l’ingresso principale della scuola, su via della Repubblica e gli altri due prospetti su
una corte interna privata.
Allo stato attuale il fabbricato si sviluppa su tre livelli, uno posto al piano seminterrato e due
fuori terra, oltre il sottotetto non praticabile posto sulla porzione a “L”. Posta sull’angolo di
intersezione tra i prospetti che si affacciano sulle vie, vi è una scala a doppia rampa
simmetrica per l’accesso alla scuola che supera un dislivello di circa 3 m.
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Dal punto di vista morfologico l’area su cui insiste il fabbricato presenta una leggera
pendenza con un’inclinazione di circa il 6%.
Come si può vedere dalla successiva immagine, lo stato attuale dell’immobile si presenta
come all’origine, quindi non ha subito nessun intervento sostanziale di modifica del sistema
strutturale.
Foto da archivio dei primi anni ‘900
Nel 2002 ci fu un importante progetto dell’Ing. Buccolini Andrea di rifacimento della
copertura dell’intero edificio, che previde la completa demolizione e rifacimento del solaio di
copertura con la realizzazione di cordoli in cemento armato estradossati rispetto al piano del
sottotetto. I lavori compresero anche l’apertura di un nuovo varco al piano seminterrato tra i
locali mensa e la cucina per una miglior distribuzione dei pasti.
La struttura portante verticale dell’edificio è in muratura e con l’inserimento di elementi in
c.a. come cordoli, telai e pilastri annegati nei maschi murari senza una regolare continuità sia
in pianta che in elevazione. La muratura è riconoscibile nella Tab. C8A.2.1 del D.M.
14/01/2008 in una tipologia (“Muratura in mattoni semipieni e malta di cemento”) avente
caratteristiche meccaniche molto performanti sia in termini di resistenza a compressione sia
di deformazione elastica, rispetto ai valori riportati in normativa, come si evince dalle prove
effettuate, riportate nei paragrafi successivi.
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Gli orizzontamenti dei piani intermedi sono in laterocemento senza una sovrastante soletta
di irrigidimento, mentre i solai di copertura sono realizzati in lamiera grecata con sovrastante
soletta di 4 cm e finitura in tegole.
Si notano inoltre, soprattutto sulla porzione rettangolare, delle importanti e numerose
aperture nei maschi murari lungo la direzione longitudinale, carenza strutturale per scarso
contributo alla rigidezza del complesso.
La valutazione della sicurezza sismica dell’edificio viene condotta nel rispetto dei requisiti e
dei procedimenti imposti dalle Norme Tecniche per le Costruzioni – D.M. 14 gennaio 2008 e
dalla Circolare esplicativa del 2 febbraio 2009. Lo scopo principale di tale studio è quello di
stabilire se la struttura attuale dell’edificio è in grado o meno di resistere alle sollecitazioni
determinate dalle combinazioni delle azioni di progetto, ivi compresa l’azione sismica
secondo le normative suddette.
A seguire si riportano alcune fotografie relative alla parte esterna del fabbricato e ad alcune
zone interne.
Ingresso principale
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Corpo longitudinale
Corridoio del corpo longitudinale al piano terra
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Locale ingresso con telaio in c.a.
5 Indagini in-situ
L’identificazione dell’organismo strutturale è un momento essenziale e obbligatorio senza il
quale non è possibile procedere alla fase di valutazione della sicurezza dell’edificio. A partire
quindi dalla base costituita dagli elaborati grafici reperiti, si è proceduto al completo
controllo del rilievo del fabbricato, fornito dall’Amministrazione. In primo luogo è stato
effettuato il rilievo geometrico della costruzione, sia in pianta che in elevazione, attraverso il
quale si sono potuti individuare gli elementi fondamentali che compongono la struttura
portante del fabbricato. A seguito della restituzione grafica si è quindi proceduto al progetto
della campagna di sondaggi che sono stati considerati, per numero e posizione,
fondamentali per la conoscenza costruttiva dell’edificio oggetto della valutazione di
sicurezza.
In particolare si è rivolta l’attenzione alla conoscenza approfondita dell’organismo
strutturale soprattutto in elevazione e degli orizzontamenti.
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5.1 Sui terreni per la caratterizzazione dei suoli
Le informazioni relative alla tipologia di terreno di fondazione su cui è realizzato l’edificio
sono di fondamentale importanza per determinare l’effettiva capacità di resistenza del
complesso terreno-fondazione e per una corretta modellazione delle strutture in elevazione.
Sono stati effettuati sondaggi diretti la cui localizzazione è individuata nella Tav.03
PLANIMETRIA CON INDIVIDUAZIONE DELLE INDAGINI. Tutti e tre saggi (Saggio F1, F2 e F3)
sono stati eseguiti a quota del piano seminterrato, in via Leopardi, in posizioni opposte tra
loro, per la verifica dell’uniformità della fondazione in muratura. La prova penetrometrica
standard (Saggio G1), con lo scopo di indagare la tipologia fondale, è stata eseguita sul
fronte principale dove è presente la scala di accesso alla scuola, sempre al piano
seminterrato, insieme ad un’indagine geofisica con metodologia MASW per la
caratterizzazione sismica del sito in oggetto.
Il terreno di fondazione rinvenuto durante tali sondaggi è caratterizzato da un primo strato
prevalentemente limoso - argilloso, da uno strato di argilla limosa caratterizzata da discreta
consistenza, da uno strato di ghiaia e sabbia, ben addensato con buone capacità
meccaniche, e da un successivo strato di argilla sabbioso limosa di buona consistenza.
Si riportano i dati relativi alla categoria di sottosuolo ed alla categoria topografica desunti;
per i risultati più dettagliati si rimanda all’Indagine Geofisica di cui sopra, in allegato alla
presente relazione.
La categoria di sottosuolo assegnata è C.
La categoria topografica di appartenenza è T1.
Riassumendo:
Categoria di sottosuolo C
Categoria topografica T1
Si è notato che la struttura in elevazione non presenta particolari segni di cedimenti fondali,
data la mancanza di lesioni o dissesti riconducibili a tale fenomeno.
5.2 Sull’edificio per l’acquisizione del livello di conoscenza, del fattore di
confidenza FC e delle proprietà dei materiali
L’accurato rilievo geometrico e dei materiali delle strutture in elevazione e la
documentazione reperita hanno portato ad una conoscenza dettagliata delle caratteristiche
dell’edificio, fornendo anche la possibilità di eseguire una modellazione corretta
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dell’organismo resistente, un’esatta valutazione dei carichi applicati ed ottenere
informazioni legate alla definizione dei livelli di conoscenza stabiliti nelle NTC del 2008.
Le indagini sulle murature e sugli elementi in c.a. sono state condotte con saggi visivi tramite
la rimozione dell’intonaco e con saggi volti alla determinazione della loro consistenza nello
spessore, nonché con una prova magnetoscopica mezzo ferroscan per la determinazione
dell’armatura negli elementi strutturali in c.a.. Inoltre, a completamento del quadro
conoscitivo della struttura, si è proceduto all’esecuzione di due prove di carico su solaio per
conoscere al meglio lo stato degli orizzontamenti. Si riportano in allegato i risultati delle
prove effettuate.
Pertanto, grazie all’esecuzione di queste prove, si è potuto arrivare al raggiungimento del
livello di conoscenza 2 (si veda capitolo successivo), secondo quanto prescritto dalla
normativa al Cap. C8A.1.A.3.
Come detto anticipatamente, la tipologia muraria che caratterizza l’edificio è riconducibile
sostanzialmente a un tipo: “muratura in mattoni semipieni e malta cementizia”, in quanto è
tipica dei primi anni del ‘900, epoca di costruzione, e in quanto gli spessori rilevati fanno
escludere altre tipologie di muratura.
Lo spessore della muratura è variabile da circa 60 cm al piano terra a circa 50 cm per il piano
primo fino ad arrivare a circa 25 cm per i piani alti.
Dalle indagini effettuate si è inoltre potuto valutare l’efficacia dell’ammorsamento tra i muri
di spina e quelli delle facciate esterne, il quale risulta di buona qualità e la presenza di
cordoli di piano di irrigidimento della scatola muraria.
MURATURA
Per quanto riguarda le murature, si fa riferimento alle prove di laboratorio effettuate, le
quali hanno dato risultati sorprendentemente positivi, simbolo di un blocco di mattone
performante, con valori alla lunga maggiori di quelli stabiliti da normativa.
Dalla prova con martinetto piatto doppio effettuata sulla parete originaria, propriamente
sulla muratura in mattoni pieni e malta di cementizia, si è determinato il seguente valore:
Emed = 9321 N/mm2 per la muratura in mattoni pieni
Il range di valori proposti per questo tipo di muratura dalla Tabella C8A.2.1 è:
fm 0 E G w
N/cm2 N/cm
2 N/mm
2 N/mm
2 kN/m
3
min-max min-max min-max min-max
Muratura in mattoni semipieni e malta cementizia 500 24 3500 875 15
800 32 5600 1400
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Ricordando che si considera raggiunto il livello di conoscenza LC2, per tale livello la NTC08 al
p.to C8A.1.A.4 riporta la Tab. C8A.1.1, la quale indica: “LC2 – Resistenze: medie degli
intervalli riportati in Tabella C8A.2.1 per la tipologia muraria in considerazione; moduli
elastici: valori medi degli intervalli riportati nella tabella suddetta.”
Si riscontra, dalle prove effettuate, che il mattone in sito è più prestante rispetto alle
caratteristiche meccaniche estrapolabili dal range in normativa. Infatti, dalle prove, si nota
una resistenza del campione caratteristica di 58,6 N/mm2 ed è stata riscontrata la presenza
di una malta cementizia classificata M8: secondo il p.to 11.10.3.1.2 delle NTC08,
relazionando i due risultati tramite la tabella Tab. 11.10.V si deduce che il valore della
resistenza è pari a 12,0 N/mm2, che convertito è 1200 N/cm2, ben maggiore rispetto al
massimo riportato nella suddetta tabella.
Pertanto, i valori definiti in seguito a questo primo passaggio saranno quelli medi degli
intervalli della tabella, in quanto le NTC08 prevedono di verificare la vulnerabilità
dell’edificio con i valori medi riportati in tabella C8A.1.1 e sono i seguenti:
fm 0 E G W
N/cm2 N/cm
2 N/mm
2 N/mm
2 kN/m
3
Muratura in mattoni semipieni e malta cementizia 650 28 4550 1137,5 15
Tali valori sono pronti per l’applicazione dei coefficienti correttivi previsti dalla Tabella
C8A.2.2, stante le risultanze delle indagini sperimentali e visive.
Il passaggio finale per la caratterizzazione della muratura, l’applicazione del Fattore di
Confidenza FC, comporta l’abbattimento delle sole resistenze medie dei materiali per il
calcolo della capacità della costruzione. Avendo quindi raggiunto un LC2, il fattore FC da
adottare, come riportato in Tabella C8A.1.1, sarà pari ad 1,20.
ELEMENTI STRUTTURALI IN C.A.
Relativamente agli elementi in c.a. riscontrati in fase di rilievo, in particolare ai solai di piano,
alle travi, ai pilastri e ai cordoli di piano, si è ritenuto opportuno effettuare delle prove di
compressione su carote di calcestruzzo e delle prove di trazione sui tondini di armatura,
estratti dai pilastri presenti al piano terra sulla porzione a “L”, al fine di indagare la loro
resistenza poiché il loro contributo nella prestazione sismica globale del fabbricato è di
primaria importanza.
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Da un esame visivo, lo stato di conservazione e di consistenza del cls risulta in buono stato,
confermato anche dai risultati delle prove effettuate.
Si adottano, pertanto, valori medi attribuibili sulla base dei materiali normati, ai quali vanno
comunque applicati i coefficienti parzializzatori previsti dalle norme attuali.
Le caratterizzazioni meccaniche dei materiali scelti sono così riassunte.
- Calcestruzzo
Dalle prove di laboratorio su carote di cls, si è riscontrato avere le seguenti caratteristiche
meccaniche:
Numero Provino Rapporto
altezza/diametro
Resistenza
cilindrica a
compressione
fc (N/mm2)
Resistenza
cilindrica a
compressione
media
fcm (N/mm2)
Resistenza
cubica a
compressione
Rc (N/mm2)
Provino n. 1 1 14.9 17.5 17.5
Provino n. 2 0.83 16.9 19.9 24.0
fc= Resistenza cilindrica a compressione pari ad f in opera fcm= fc/0,85 = Resistenza cilindrica a compressione media Rc= fcm/d = Resistenza cubica a compressione d= coefficiente correttivo posto uguale a 1 per carote con rapporto h/d pari a 1:1, a 0,83 per rapporto 2:1
Facendo una media tra i risultati dei due provini, si può calcolare una resistenza cilindrica a
compressione pari a 18,70 N/mm2 e una cubica pari a 20,75 N/mm2, pertanto, in fase di
modellazione, si è considerata l’adozione di una classe equivalente al C16/20, ovvero un cls
di qualità medio - bassa, che risulta essere un elemento vulnerabile, pertanto deve essere
adeguatamente tenuto in conto nel comportamento globale e soprattutto nel momento in
cui ci si riferisca alla singola “prestazione locale”.
- Acciaio
Relativamente alle barre d’acciaio di armatura, si è proceduto innanzitutto ad un’indagine
magnetometrica, mezzo ferroscan, atta a definirne posizione e numero. Si è potuto inoltre
riscontrare la presenza diffusa di elementi in c.a. come travi pilastri e cordoli di piano.
Successivamente, mediante piccoli scassi effettuati sul copriferro, si è anche potuto
prendere coscienza dello stato di conservazione delle armature stesse e i relativi copriferri.
Per quel che riguarda la totalità degli elementi indagati, le barre d’armatura sono risultate
lisce e si sono misurati considerevoli valori di copriferri fino a toccare i 10 cm di spessore.
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Dalle prove di laboratorio su prelievi dal pilastro al piano terra di barre in acciaio, si è rilevata
una tensione di snervamento fy pari a 246,60 N/mm2 riconducibile ad un acciaio di barra
liscia classificabile come FeB 22K, pertanto, in fase di modellazione, si è effettuata l’adozione
di una tale classe, acciaio che rappresenta una tipologia classica utilizzata come acciaio da
carpenteria nei primi anni del ‘900.
In conformità a quanto prescritto nel paragrafo 8.5.4 e nell’appendice C8A delle Norme
Tecniche per le Costruzioni – D.M. 14 gennaio 2008 e alla Circolare esplicativa del 2 febbraio
2009, si procede alla determinazione del livello di conoscenza e degli strumenti di analisi e di
verifica da adottare per l’edificio oggetto di studio per realizzare il modello 3D su cui
effettuare le analisi.
Per le costruzioni in muratura sono previsti tre livelli di conoscenza dell’edificio: livello LC1 -
livello LC2 - livello LC3. Si è mirato a raggiungere un Livello di Conoscenza LC2.
Il livello di conoscenza LC2 si intende raggiunto quando siano stati effettuati il rilievo
geometrico, le verifiche in situ estese sui dettagli costruttivi ed indagini in situ estese sulle
proprietà dei materiali. A questo livello di conoscenza corrisponde il fattore di confidenza
FC=1.20.
5.3 Sui solai per l’idoneità statica
I solai di piano sono in laterocemento eccetto il piano di copertura ove è presente un solaio
in lamiera grecata con sovrastante soletta di 4 cm. Un’ulteriore differenziazione è data
dall’altezza che passa da uno spessore di circa 16 cm del solaio di interpiano tra seminterrato
e piano terra ad uno di spessore di circa 6 cm del solaio tra piano primo e sottotetto,
variando anche l’interasse dei travetti.
Sono stati effettuati sondaggi volti ad indagare la stratigrafia dei solai ad ogni piano,
individuando la tipologia, l’ammorsamento nelle pareti murarie e lo spessore del pacchetto
al finito, confermato anche su quanto scritto sul documento messo a disposizione
dall’Amministrazione “Libretto sanitario sullo sfondellamento dei solai” redatto dalla ditta
Tecnoindagini s.r.l., dove si è potuto venire a conoscenza dell’interasse dei travetti; per la
copertura si è fatto riferimento al progetto del 2002 dell’Ing. Andrea Buccolini.
La presenza di cordoli perimetrali in c.a. è stata riscontrata a tutti i livelli estesa a tutto
l’edificio.
La stratigrafia completa dei solai è descritta nella tabella seguente, le cui sigle fanno
riferimento all’individuazione della Tav. 4 – “Rilievo materico”:
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Sigla Piano del solaio Tipo solaio Interasse H solaio
S2.40 1° solaio
porzione a L
Latero - cemento
gettato in opera
senza soletta
40 cm 16 cm
S2.40 2° solaio
porzione a L
Latero - cemento
gettato in opera
senza soletta
40 cm 16 cm
S2.20
1° solaio
porzione
rettangolare
Latero - cemento
gettato in opera
senza soletta
20 cm 16 cm
S2.20
Sottotetto
porzione
rettangolare
Latero - cemento
gettato in opera
senza soletta
20 cm 16 cm
S1 Sottotetto
porzione a L
Latero - cemento
gettato in opera
senza soletta
30 cm 6 cm
C1 Copertura
Lamiera grecata tipo
hi-bond A55/P600
(s=12mm) con soletta
di irrigidimento
s=5.5+4cm
/ 1.2+5.5+4 cm
Come si evince dalla precedente tabella, i solai non hanno una soletta sovrastante di
irrigidimento pertanto, secondo quanto esposto dalla normativa tecnica ai fini del calcolo, gli
impalcati sono stati considerati deformabili, confermato anche dal documento “Rilevamento
della vulnerabilità sismica degli edifici in muratura” redatto dalla Direzione Generale delle
Politiche Territoriale e Ambientali Settore - Servizio Sismico Regionale della Regione
Toscana.
Ma nonostante quanto suddetto, dalla prova di carico effettuata si evince che i solai hanno
un buon comportamento fuori dal piano, riuscendo a garantire una ottima capacità
flessionale deformativa. Di fatti, dai risultati ottenuti si nota che la freccia massima relativa
al solaio con maggior luce di inflessione è di 1,18 mm sotto un carico applicato di 491 Kg/m2,
equivalente a circa il carico accidentale da normativa pari a 300 Kg/m2 incrementato del
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coefficiente parziale di sicurezza 1,5. Tale valore è da considerarsi un ottimo risultato, anche
paragonandolo ai valori ottenuti dalle verifiche analitiche effettuate considerando un vincolo
di incastro delle estremità del travetto del solaio, condizione di calcolo per la deformazione
ultima massima più restrittiva, che riporta come freccia massima 1,539 mm. Volendo
confrontarlo con un valore dettato dalla normativa, le NTC08 tralasciano un indice numerico
limite, ma facendo riferimento alla vecchia normativa DM 09/01/2006, essa fornisce per il
caso esaminato un valore pari a L/1000, e nel nostro caso fornisce un limite di 4.5 mm per il
confronto.
Pertanto, si può affermare che i solai hanno un’ottima capacità deformativa e non hanno
problemi di tipo statico deformativo.
5.4 Sul mantenimento della funzionalità degli impianti
Non sono state valutate le problematiche riguardanti il mantenimento della funzionalità
degli impianti.
5.5 Valutazione critica delle risultanze delle indagini
Si espongono di seguito, in successione, i commenti di sintesi concernenti la geometria
strutturale, i dettagli costruttivi e le proprietà dei materiali.
I. Giudizio sull’organizzazione muraria
L’organizzazione della compagine muraria, desumibile dalla lettura degli elaborati grafici,
risulta buona, soprattutto per disposizione in pianta, anche con riferimento agli spessori;
a tal proposito, non sono state rilevate elevazioni murarie con spessori inferiori a “due
teste” (25 cm), mentre con riferimento alla continuità verticale si riscontra che la
porzione con forma a “L” ha un piano in più.
II. Dettagli costruttivi
La qualità del dettaglio costruttivo riferibile alle strutture murarie è, analogamente,
mediamente buona: le pareti risultano ben erette sia in altezza e per quanto riguarda lo
spessore, ed in corrispondenza delle intersezioni è stato individuato un corretto grado di
ammorsamento.
Con riferimento gli elementi in c.a., cordoli e travi in elevazione risultano di buona
fattezza ed efficacemente collaboranti per contribuire favorevolmente alla prestazione
sismica della scatola muraria, sia con riferimento al comportamento globale (2° modo),
che al comportamento locale delle singole pareti (1° modo della muratura di esplicare un
collasso). C’è da evidenziare tuttavia che questi non hanno un adeguato quantitativo di
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armatura sia per sopportare sollecitazioni flessionali che a taglio, né un copriferro
appropriato.
Per quanto riguarda gli elementi secondari in c.a., gli architravi delle aperture esterne ed
interne risultano flessionalmente efficaci e con un discreto ammorsamento.
Per i solai, è comunque possibile osservare che non sussistono, complessivamente,
problematiche o fenomeni fessurativi tali da indicarne un cattivo funzionamento nei
confronti dei carichi verticali.
Con riferimento al contributo alla prestazione sismica dato dagli stessi, questi risultano di
discreta qualità, ma, siccome non è presente una soletta d’irrigidimento di almeno 4 cm,
ai fini della valutazione finale della vulnerabilità, essi sono stati considerati deformabili
nel proprio piano come le NTC08 impongono, supportate, come detto
antecedentemente, anche dal documento “Rilevamento della vulnerabilità sismica degli
edifici in muratura” redatto dalla Direzione Generale delle Politiche Territoriale e
Ambientali Settore - Servizio Sismico Regionale della Regione Toscana.
III. Proprietà dei materiali
Il giudizio riassuntivo relativo alle diverse tipologie murarie è di buona rispondenza con i
valori normati (e adeguatamente migliorati con i parametri adottabili), nonché superiori.
Per quel che riguarda il cls, dalle indagini effettuate, si può riscontrare un calcestruzzo di
classe C16/20, ed inoltre, attraverso diversi “scassi” effettuati su più punti, si è potuto
prendere “coscienza” della qualità e del grado di conservazione. Si è riscontrata la
presenza di copriferri eccessivi e non simmetrici sia per le travi che per i pilastri, che
arrivano addirittura a toccare i 10 cm, riducendo così notevolmente la sezione resistente.
6 Valutazione della sicurezza
Pur non ricadendo in alcuna delle condizioni espresse nelle Norme tecniche delle Costruzioni
NTC08 al § 8.3 riguardante i motivi che possano indurre la committenza a far eseguire una
valutazione di vulnerabilità sismica, questa è stata fatta in rispetto e in conformità a quanto
previsto nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/03 e s.m.i., il quale
prescrive la verifica nei confronti delle norme attuali per le costruzioni esistenti per
assicurare che in caso di evento sismico sia protetta la vita umana, siano limitati i danni e
rimangano funzionanti le strutture essenziali agli interventi di protezione civile.
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Per quanto affermato dal § 8.3 di NTC08, pur potendo eseguire la valutazione della sicurezza
esclusivamente con riferimento ai soli SLU (per la muratura o strutture miste il solo SLV -
Stato Limite di Salvaguardia della Vita), con riferimento alle verifiche globali (meccanismi
d’insieme) verranno riprodotti nel seguito risultati relativi anche agli SLE, rispettivamente
allo SLD (Stato Limite di Danno) e allo SLO (Stato Limite di Operatività). Gli Indici di Rischio
saranno comunque riferiti al solo SLV.
Analogamente, anche per le obbligatorie valutazioni di sicurezza riferibili ai meccanismi di
collasso locali, le verifiche ed i relativi Indici di Rischio saranno riferiti allo SLV.
7 Vita nominale, classi d’uso e periodo di riferimento
Per la determinazione dell’azione sismica dettata dall’ubicazione dell’edificio in esame e
dalla destinazione d’uso dell’edificio medesimo si riportano di seguito i parametri significativi
tenendo in conto quanto esposto in normativa.
Le NTC 2008 in presenza di azioni sismiche, suddividono le costruzioni in Classi d’uso.
L’edificio in oggetto ha come funzione principale quella di edificio pubblico, quindi un
ambiente suscettibile ad affollamento. In base a quanto descritto nel paragrafo 2.4.2. delle
NTC 2008 e nel paragrafo C2.4.2. della Circolare esplicativa del 2009, si assume che l’edificio
sia in Classe d’uso III, in quanto costruzioni il cui preveda affollamenti significativi.
Dalla definizione della Classe d’uso segue la scelta del coefficiente d’uso Cu, coefficiente che
verrà moltiplicato per la Vita nominale dell’edificio (espressa in anni) per ottenere il periodo
di riferimento VR della costruzione, al fine di valutare l’azione sismica.
VN >= 50 anni
Classe d’uso = III
Cu = 1.5
VR = VN ∙ Cu = 75 anni
Sono state eseguite le seguenti analisi strutturali e le relative verifiche previste dalla
normativa vigente:
analisi statica lineare non sismica;
analisi dinamica lineare modale;
analisi statica non lineare – “push – over”.
Per il fattore di struttura è stato considerato il valore calcolato in analisi statica non lineare
in modo da rendere possibile il calcolo dell’indicatore di rischio coerente con l’analisi
dinamica.
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Il valore da normativa sarebbe stato pari a q=2.80. In analisi statica non lineare è stato
calcolato un valore pari a q=3.750.
Nella modellazione strutturale tridimensionale dell’edificio, i vani scala interni non sono stati
considerati, ma sono stati schematizzati come carichi applicati a livello di piano.
Si riporta di seguito l’analisi dei carichi utilizzati nel modello strutturale.
8 Azioni sulla costruzione
Sono stati considerati solo i carichi permanenti effettivamente presenti nell’edificio all’atto
della valutazione di vulnerabilità sismica e quelli variabili previsti dalle NTC 2008, cosi come
esposto nella Circolare esplicativa al §C8.7.
Nell’analisi dell’edificio, si nota che è una struttura isolata, pertanto a tal fine è stata
individuata un’unica unità strutturale US come l’intera costruzione oggetto di studio,
considerando le azioni che su di essa possono agire.
I carichi considerati sono:
peso proprio strutturale delle murature
peso proprio strutturale degli elementi in c.a.
pesi permanenti degli elementi portati
carico variabile ai solai di piano
carico neve sulla copertura
spinta della terra
vento
azione sismica
8.1 Combinazione delle azioni
Per le verifiche è stata considerata la combinazione sismica dei carichi agenti (rif. §2.5.3. e
§3.1.4.) considerando i seguenti coefficienti della Tab. 2.5.I, che assumono valori dipendenti
dal tipo di ambiente e dal tipo di azione:
Peso proprio e permanente
-
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g1 = g2 = 1
Carico variabile 1°, 2° solaio (Cat. C1)
0j = 0,7
1j = 0,7
2j = 0,6
Carico variabile solai sottotetto e coperture (sottotetto Cat. H1)
0j = 0,0
1j = 0,0
2j = 0,0
Carico neve in copertura:
0j = 0,5
1j = 0,2
2j = 0,0
Per l'Analisi Statica non sismica, le combinazioni dei carichi utilizzano i coefficienti 0
(Combinazione SLU (2.5.1) del §2.5.3) e i coefficienti parziali di sicurezza G sono stati
impostati uguali a 1 ai sensi del §8.5.5. delle NTC08 a seguito dell’accurato rilievo geometrico
- strutturale e dei materiali effettuato mentre i Q sono adottati quelli descritti al §2.6.1,
Tab.2.6.I.
Per i carichi permanenti GK i coefficienti 0, 1 e 2 vengono tutti posti pari a 1.0.
8.2 Analisi dei carichi
Si riportano di seguito le analisi dei carichi relative alle diverse parti costituenti l’edificio.
Per quanto riguarda la definizione dell’incidenza relativa ai carichi permanenti strutturali e
non, si è proceduto attraverso l’utilizzo di valori di incidenze e pesi specifici desunti dalle
tabelle del Cap.3 delle NTC08 e relativi rimandi.
Si è tenuto in considerazione anche il peso del terreno che spinge sulle pareti contro terra
del piano seminterrato, calcolato dal peso specifico del terreno esaminato, riportato in
relazione geologica, in base all’altezza della parete, in modo da creare un carico lineare
crescente in profondità.
I carichi variabili sono stati definiti con i valori previsti dalle tabelle del Cap.3 della normativa
in funzione delle zone e degli spazi considerati. Sinteticamente:
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- copertura
oltre al peso proprio determinato sulla base delle norme specifiche suddette, ed agli ulteriori
permanenti desumibili dall’analisi dei carichi, è stata valutata l’incidenza del carico dovuto
alla neve con la procedura stabilita dal DM2008 in funzione di quelli che sono i parametri e le
caratteristiche fisico-morfologiche del sito in cui è posizionato l’edificio;
- solai e scale
i carichi permanenti strutturali e non ed i carichi variabili sono stati individuati attraverso la
normativa, in particolare i carichi variabili sono stati assimilabili alla “Cat. C1: Ambienti
suscettibili di affollamento: Scuole” della Tab. 3.1.II;
- pareti
i pesi propri delle pareti sono stati valutati in funzione del tipo di parete considerata.
Segue il dettaglio delle analisi dei carichi.
- C1_SOLAIO COPERTURA: solaio in lamiera grecata tipo hi-bond A55/P600 (s=12mm) e soletta
di completamento in cls 5,5+4 cm (stot=~10 cm)
- PESO PROPRIO
lamiera grecata 5,5 cm ___________________ 15 kg/mq
Soletta di completamento 4 cm ____________ 190 kg/mq
TOTALE ______ PP = 205 kg/mq
- PERMANENTI
guaina ardesiata s=4mm __________________ 11 kg/mq
manto di tegole marsigliesi _______________ 40 kg/mq
TOTALE ______ Perm = 51 kg/mq
- ACCIDENTALI
Acc: Neve _____________________________ 125 kg/mq
-
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- S1_SOLAIO PIANO SECONDO STRUTTURA A L (sottotetto) : solaio misto in laterocemento
con travetti gettati in opera e tavella interposta 6 cm i=30 cm (stot=7 cm) senza soletta
- PESO PROPRIO
solaio H=6 cm __________________________ 52 kg/mq
- PERMANENTI
intonaco intradossale s=1 cm ______________ 30 kg/mq
TOTALE ______ Perm = 30 kg/mq
- ACCIDENTALI
Acc: Cat. H1 Copertura accessibile per sola manutenzione ________ 50 kg/mq
- S2.20_SOLAIO PIANO PRIMO STRUTTURA RETTANGOLARE (sottotetto): solaio misto in
laterocemento con travetti gettati in opera e pignatta in laterizio 16 cm i=20 cm (stot=18 cm)
senza soletta
- PESO PROPRIO
solaio H=16 cm __________________________ 160 kg/mq
- PERMANENTI
intonaco intradossale s=1 cm ____________ 30 kg/mq
caldana s=1 cm _______________________ 25 kg/mq
TOTALE ______ Perm = 55 kg/mq
- ACCIDENTALI
Acc: Cat. H1 Copertura accessibile per sola manutenzione ________ 50 kg/mq
- S2.40_SOLAIO PIANO PRIMO STRUTTURA A L : solaio misto in laterocemento con travetti
gettati in opera e fondello e pignatta in laterizio 16 cm i=40 cm (stot=23 cm) senza soletta
- PESO PROPRIO
solaio H=16 cm ________________________ 160 kg/mq
-
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- PERMANENTI
intonaco intradossale s=1 cm ______________ 30 kg/mq
massetto s=4 cm ________________________ 75 kg/mq
pavimentazione s=2 cm ___________________ 54 kg/mq
TOTALE ______ Perm = 159 kg/mq
- ACCIDENTALI
Acc: Cat. C1 Scuole _______________________ 300 kg/mq
- S2.40_SOLAIO PIANO PRIMO STRUTTURA A L - TERRAZZA: solaio misto in laterocemento
con travetti gettati in opera e fondello e pignatta in laterizio 16 cm i=40 cm (stot=~23 cm)
senza soletta
- PESO PROPRIO
solaio H=16 cm ________________________ 160 kg/mq
- PERMANENTI
intonaco intradossale s=1 cm ____________ 30 kg/mq
massetto s=4 cm ______________________ 75 kg/mq
guaina ardesiata doppia s=8mm __________ 22 kg/mq
TOTALE ______ Perm = 127 kg/mq
- ACCIDENTALI
Acc: Cat. H2 Copertura accessibile(secondo categoria di appartenenza: C1)
________________________________________ 300 kg/mq
- S2.20_SOLAIO PIANO TERRA STRUTTURA RETTANGOLARE: solaio misto in laterocemento
con travetti gettati in opera e pignatta in laterizio 16 cm i=20 cm (stot=24 cm) senza soletta
- PESO PROPRIO
solaio H=16 cm ________________________ 160 kg/mq
-
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- PERMANENTI
intonaco intradossale s=1 cm ______________ 30 kg/mq
massetto s=5 cm ________________________ 75 kg/mq
pavimentazione s=2 cm ___________________ 54 kg/mq
TOTALE ______ Perm = 159 kg/mq
- ACCIDENTALI
Acc: Cat. C1 Scuole _______________________ 300 kg/mq
- S2.40_SOLAIO PIANO TERRA STRUTTURA A L: solaio misto in laterocemento con travetti
gettati in opera e fondello e pignatta in laterizio 16 cm i=40 cm (stot=24 cm) senza soletta
- PESO PROPRIO
solaio H=16 cm ________________________ 160 kg/mq
- PERMANENTI
intonaco intradossale s=1 cm ______________ 30 kg/mq
massetto s=5 cm ________________________ 75 kg/mq
pavimentazione s=2 cm ___________________ 54 kg/mq
TOTALE ______ Perm = 159 kg/mq
- ACCIDENTALI
Acc: Cat. C1 Scuole _______________________ 300 kg/mq
- SC1_SCALA INTERNA ED ESTERNA: soletta in laterocemento s= 14cm
- PESO PROPRIO
Soletta H=14 cm ________________________ 375 kg/mq
- PERMANENTI
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gradino _______________________________ 180 kg/mq
intonaco intradossale s=1 cm ______________ 30 kg/mq
malta allettamento _______________________ 30 kg/mq
pavimentazione s=2 cm ___________________ 54 kg/mq
TOTALE ______ Perm = 294 kg/mq
- ACCIDENTALI
Acc: Cat. C2 Scala _______________________ 400 kg/mq
8.3 Determinazione dell’azione sismica
L’edificio, situato nella zona pianeggiante del territorio falconarese, è caratterizzato dai
seguenti parametri geografici, geologici e tipologici:
- Latitudine = 43.627022°
- Longitudine = 13.400741°
- Vita Nominale = “opere ordinarie VN >= 50 anni”
- Classe d’uso = III “edifici il cui uso preveda affollamenti significativi”
- Categoria di Sottosuolo = “C”
- Categoria Topografica = “T1”
Sulla base di questi parametri di ingresso, sono determinati gli spettri di progetto per lo
Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV) e per lo Stato Limite di Danno (SLD), ai sensi di
Norme Tecniche per le Costruzioni D.M. 14.01.2008.
Noto VR si ricavano i parametri sismici:
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Parametri e spettro di pericolosità sismica
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8.4 Determinazione dell’azione del vento
Per la definizione delle analisi di tipo statico, come prevista da vigente normativa, si è
proceduto alla determinazione dell’azione del vento, intesa come azione statica equivalente
agente sotto forma di pressione esterna sui paramenti murari dell’edificio oggetto di studio.
A tal fine sono state appropriatamente utilizzate le indicazioni e le relative formulazioni così
come proposte dalle NTC 2008, calcolate grazie al programma P.C.M., ai fini delle verifiche di
tipo statico.
I parametri scelti ai fini del calcolo della pressione esercitata dal vento sono i seguenti:
- Zona “3”
- Vb0 = 27 m/s
- a0 = 500 m.s.l.m.
- ka = 0.020 1/s
- Altezza del sito as = 13 m.s.l.m.
- Vb = Vb0 = 27 m/s
- Densità dell’aria = 1,25 kg/mc
- Classe di rugosità del terreno “C”
- Categoria di esposizione del sito “IV”
p = 60 kg/m2
8.5 Determinazione dell’azione della neve
In base all’ubicazione e alla geometria della costruzione si ha:
Provincia di AN zona I Mediterranea
as < 200 m s.l.m.
qsk = 1.50 kN/m2 (carico di neve al suolo)
ce = 1.0 (coefficiente di esposizione per topografia normale)
ct = 1.0 (coefficiente termico)
µ = 0.8 (coefficiente di forma per copertura a 2 falde pendenza
-
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9 Criteri generali di valutazione della vulnerabilità per azioni
sismiche
9.1 Analisi di regolarità
Per l’analisi di regolarità dell’edificio, si rimanda alla lettura delle norme tecniche sulle
costruzioni NTC08 che affronta la problematica. Si riportano nella tabella sottostante solo i
risultati di ciascun controllo.
Reg
ola
rità
in p
ian
ta
a) configurazione in pianta compatta ed approssimativamente simmetrica
rispetto alle due direzioni ortogonali, in relazione alla distribuzione delle masse
e delle rigidezze
NO
b) rapporto tra i lati di un rettangolo in cui la costruzione risulta inscritta è
inferiore a 4 SI
c) nessuna dimensione di eventuali rientri o sporgenze supera il 25% della
dimensione totale della costruzione nella corrispondente direzione SI
d) gli orizzontamenti possono essere considerati infinitamente rigidi nel loro
piano rispetto agli elementi verticali e sufficientemente resistenti NO
Reg
ola
rità
in a
lte
zza
e) tutti i sistemi resistenti verticali (pannelli murari) si estendono per tutta
l’altezza della costruzione NO
f) massa e rigidezza rimangono costanti o variano gradualmente, senza bruschi
cambiamenti, dalla base alla sommità della costruzione (le variazioni di massa
da un orizzontamento all’altro non superano il 25%, la rigidezza non si riduce
da un orizzontamento a quello sovrastante più del 30% e non aumenta più del
10%); ai fini della rigidezza si possono considerare regolari in altezza strutture
dotate di pareti o nuclei in c.a. o pareti e nuclei in muratura di sezione costante
sull’altezza o di telai controventati in acciaio, ai quali sia affidato almeno il 50%
dell’azione sismica alla base
NO
h) eventuali restringimenti della sezione orizzontale della costruzione
avvengono in modo graduale da un orizzontamento al successivo, rispettando i
seguenti limiti: ad ogni orizzontamento il rientro non supera il 30% della
dimensione corrispondente al primo orizzontamento, né il 20% della
dimensione corrispondente all’orizzontamento immediatamente sottostante.
Fa eccezione l’ultimo orizzontamento di costruzioni di almeno 4 piani per il
quale non sono previste limitazioni di restringimento
SI
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9.2 Classificazione degli elementi strutturali
Gli elementi strutturali sono classificati in base ai probabili meccanismi di rottura a cui
potrebbero andare incontro in caso di sisma. A seconda del tipo di analisi che viene svolta,
l’interpretazione di tali caratteristiche di comportamento possono differire.
Nel caso di esecuzione di pushover gli elementi vengono classificati automaticamente dal
programma che è in grado di cogliere durante l’analisi se a determinare la crisi è un
meccanismo fragile (taglio o pressoflessione fragile) o duttile (flessione o pressoflessione). La
gerarchia dei meccanismi viene impostata mediante un confronto tra le capacità rotazionali
degli elementi e quelle resistenti a taglio (tenendo comunque conto dell’aliquota di
resistenza a taglio sottratta dai carichi statici).
9.3 Valutazione della vulnerabilità statica finalizzata all’analisi sismica
Per la scuola “Peter Pan” di Falconara, sono state condotte anche le verifiche statiche per
carichi verticali. In tal modo, è possibile fornire una valutazione ancora più completa e
globale della struttura studiata e indicarne quindi non solo il comportamento nei confronti di
un input sismico, ma anche esclusivamente nei confronti delle azioni verticali statiche legate
unicamente ai carichi permanenti e accidentali esistenti. L’obiettivo è quello di controllare
che tutti gli elementi strutturali verifichino in termini di resistenza, nella situazione di
partenza, preliminare all’ingresso delle forze sismiche.
In allegato, nella relazione di calcolo sono riportati i parametri geometrici e meccanici relativi
al modello di calcolo utilizzato sia per condurre le verifiche statiche, che ai fini delle verifiche
sismiche.
Dai risultati ottenuti dell’analisi statica non sismica, si può affermare che, ai fini dell’analisi
sismica e del giudizio di vulnerabilità globale del fabbricato, gli elementi murari sono
impegnati entro i loro limiti di resistenza, mentre gli elementi in cemento armato
riscontrano dei problemi, soprattutto le travi di collegamento presenti negli ambienti
adibiti ad aule didattiche della porzione longitudinale del complesso. Questa risposta
risulta essere prevedibile data la scarsa resistenza del calcestruzzo in essere e, oltretutto,
dell’eccessivo carico che grava su di esse, come i maschi murari in falso che sorreggono a
loro volta la copertura. Ponendo l’attenzione sullo stato tensionale dei pilastri, non si
rilevano crisi di tipo fragile, ma si suggerisce di prevedere un intervento di rinforzo in quanto
la situazione tensionale risulta essere vicina al valore di soglia di attenzione e perché
presentano copri ferri considerevoli, diminuendo così la sezione resistente, nonché un scarso
quantitativo di armatura longitudinale e trasversale.
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Per quanto riguarda le fondazioni, non sono rivenuti problemi, infatti si raggiunge un
coefficiente di sicurezza maggiore 1, riscontrabile anche dall’assenza di particolati fenomeni
fessurativi riconducibili a cedimenti fondali.
Si riportano di seguito due report che mostrano i coefficienti di sicurezza per ogni verifica
effettuata e che evidenziano come i maschi murari non riscontrino problemi mentre sono gli
elementi in c.a. che determinano un coefficiente minore all’unità, in ragione della scarsa
qualità del calcestruzzo utilizzato. A seguire, alcune schermate delle verifiche con
evidenziate le travi in c.a. non verificate.
In definitiva, le risultanze delle indagini visive eseguite in situ che non hanno evidenziato la
presenza di quadri fessurativi degni di attenzione, nonché l’analisi critica dei risultati delle
verifiche strutturali sotto la combinazione statica di riferimento, permettono di affermare
che la struttura in muratura possiede le risorse necessarie per sopportare i carichi statici di
norma presenti, mentre il sistema in cemento armato presenta già dei deficit in fase
statica che si suggerisce di colmare nel più breve possibile.
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Report - Analisi Statica Non Simica (senza verifica degli elementi in c.a.)
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Report - Analisi Statica Non Simica (con verifica degli elementi in c.a.)
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Pressoflessione Complanare - Analisi Statica Non Simica
Vista frontale
Vista retro
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Verifica a Taglio - Analisi Statica Non Simica
Vista frontale
9.4 Valutazione dell’idoneità statica dei solai
Alla luce dei rilievi e delle indagini visive svolte, è possibile osservare che non sussistono
particolari problematiche in atto e non si riscontrano particolari segni di deformabilità né
particolari fenomeni fessurativi. Ad ogni modo, sono state condotte indagini statiche sui
solai per un controllo più approfondito.
Sono state eseguite due prove di carico sugli orizzontamenti con massima luce, per misurare
contemporaneamente la freccia della struttura e l’efficacia dei sistemi di ripartizione.
Alla luce dei risultati ottenuti, si può affermare che i solai non presentano gravi carenze
statiche strutturali e deformative, riscontrando un’ottima capacità resistente e un buon
comportamento fuori dal piano, riuscendo a garantire una ottima capacità flessionale
deformativa.
Di fatti, dai risultati ottenuti, come accennato precedentemente, si nota che la freccia
massima misurata relativa all’impalcato con maggior luce di inflessione è di 1,18 mm sotto
un carico applicato di 491 Kg/m2, equivalente a circa il carico accidentale da normativa, pari
a 300 Kg/m2, incrementato del coefficiente parziale di sicurezza 1,5. Paragonato al valore
ottenuto dalla verifica statica analitica effettuata con un vincolo di incastro delle estremità
del travetto del solaio, condizione di calcolo della freccia massima più restrittiva, che riporta
un valore pari a 1,539 mm, è da considerarsi un ottimo risultato.
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Le NTC08 tralasciano un indice numerico limite per la freccia dei travetti dei solai in
laterocemento, ma facendo riferimento alla vecchia normativa DM 09/01/2006, essa
fornisce per il caso esaminato un valore pari a L/1000, cioè un limite di 4.5 mm, valore
ancora più a favore di sicurezza, a conferma del fatto che gli impalcati riescono a garantire
un buon comportamento statico ed una buona capacità deformativa, escludendo pertanto
possibili problemi di tipo statico.
D’altro canto, sulla base del rilievo e dai dati reperibili sul documento messo a disposizione
dell’Amministrazione “Libretto sanitario sullo sfondellamento dei solai”, si consiglia un
continuo controllo del solaio del sottotetto della porzione a L, che presenta uno spessore di
soli 6 cm e che copre luci fino a 6 m, prevedendo in un futuro prossimo un intervento di
rinforzo o di rifacimento completo.
9.5 Identificazione degli interventi urgenti
Come interventi urgenti da realizzare si consiglia di effettuare una messa in sicurezza delle
facciate esterne del fabbricato eliminando le zone ammalorate come intonaci e calcestruzzo
degradato, prevedendo in un futuro prossimo una manutenzione completa del fabbricato
che si presenta non in buono stato conservativo.
Inoltre si suggerisce di porre l’attenzione alle travi in c.a. della porzione longitudinale
dell’edificio e ai telai del corpo centrale di ingresso, prevedendo un lavoro di fasciatura
finalizzato al rinforzo flessionale, a taglio e a compressione con strisce in materiali di fibre
composite, per esempio in carbonio FRP e incamiciatura con aumento dell’armatura
longitudinale e staffatura.
10 Aspetti ulteriori per la valutazione della vulnerabilità sismica del
fabbricato
10.1 Presenza di elementi strutturali “secondari”
Non ci sono elementi riconducibili a tale categoria.
10.2 Presenza di elementi costruttivi senza funzione strutturale sismicamente
rilevanti
Sono stati rilevati elementi non strutturali con potenziale rilevanza sismica:
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tutti quegli elementi in cemento presenti sulle facciate esterne del fabbricato, quali
cornicioni, fregi, marcapiani che, data la loro scarsa manutenzione, si presentano in
cattive condizioni;
l’intonaco dei prospetti esterni, il quale si trova in pessimo stato di conservazione,
che ha già prodotto evidenti e avanzati fenomeni di ossidazione dei ferri d’armatura
dei pilastri, ove presenti, diminuendone il diametro.
Armatura pilastro ossidata per scarsa qualità dell’intonaco di facciata
Tali elementi si ritengono altamente vulnerabili e pertanto si consiglia una rapida e
tempestiva manutenzione, demolendo e ricostruendo le zone più ammalorate, in virtù
dell’incolumità pubblica sia su fronte strada sia sul retro per la fruizione della corte.
10.3 Modellazione delle tamponature sismo rilevanti
Non sono state rilevate tamponature sismo rilevanti.
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11 Modellazione della struttura
Per le verifiche globali viene utilizzato il software P.C.M. di Aedes Software s.n.c..
Per la modellazione dell’intera struttura in configurazione di verifica è stato adottato uno
schema a telaio equivalente tridimensionale che modella in modo geometricamente
apparentemente semplificato (ma evoluto dal punto di vista scientifico e di rispondenza alle
norme attuali) con aste verticali i maschi murari e con aste orizzontali le fasce murarie di
piano e le eventuali travi. Tali elementi finiti sono fra loro collegati tramite nodi rigidi che,
nel piano delle pareti, realizzano degli incastri con i primi. Tale schematizzazione
monodimensionale delle strutture, è poi accompagnata da una modellazione ad elementi
finiti degli orizzontamenti, capace di tenere in conto sia dell’effettiva rigidezza a piastra che
questi possono offrire, sia del grado di vincolo che istituiscono con le murature verticali.
Le indagini visive in situ hanno evidenziato il buono stato materico e di conservazione degli
elemento in muratura che sono stati inseriti nel modello di calcolo.
Nel caso di analisi statica non lineari, il programma modella i maschi murari riconducendoli
ad elementi propri di un telaio equivalente, attivando tutti i controlli previsti dalla normativa
vigente per le strutture esistenti in muratura. L’eventuale accoppiamento con gli elementi in
cemento armato, che di fatto confinano e dunque rinforzano i pannelli murari, non avviene
tenendo conto dell’eventuale interazione laterale presente nell’interfaccia di contatto
muratura/cemento armato, bensì nel rispetto dell’ipotesi di congruenza degli spostamenti
laterali nodali guidati dalle capacità deformative degli elementi in muratura. In questo modo
ogni elemento verticale contribuisce con le proprie caratteristiche di deformabilità e
resistenza fino al superamento dei limiti deformativi imposti dalle formule normative.
Il modello così approntato è quindi in grado di effettuare analisi sismiche globali di tipo
statico non lineare permesse dalla normativa (denominate anche “pushover”), che
rappresentano il livello superiore di esame praticamente effettuabile su di un edificio in
muratura, in particolar modo se irregolare e soggetto ad un intervento di miglioramento o
adeguamento sismico. Secondo i dettami di questo tipo di analisi, i pannelli murari sono
caratterizzati da comportamento elastico-perfettamente plastico, con resistenza equivalente
al limite elastico e spostamenti al limite elastico e ultimi definiti per mezzo della risposta a
taglio, indicati dalla normativa stessa. Le rigidezze degli elementi deformabili sono calcolate
tenendo in conto sia del contributo flessionale che di quello tagliante. L’impiego di rigidezze
fessurate per i moduli elastici dei materiali è stato preferito, così come suggerito dalla norma
medesima al Cap. 7.2.6..
La struttura in esame non presenta singolarità degne di particolare menzione, sennò quella
di aver escluso per scelta propria l’inserimento delle coperture dell’edificio
schematizzandole come sistema di carichi distribuiti e puntali lungo le murature e travi
sottostanti, tenendo in conto i pesi propri, permanenti e l’azione variabile della neve.
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I livelli di piano sono considerati deformabili, data la mancanza della soletta di irrigidimento,
gli elementi in c.a. sono stati armati con un quantitativo di barre longitudinali e trasversali
così come è stato riscontrato, desunto ed ipotizzato attraverso i dati ricavati dalle indagini in
situ come la prova magnetometrica ferroscan.
Le fondazioni sono state considerate come aste vincolate su suolo elastico assegnando un
coefficiente di Winkler pari a 1,20 Kg/cm3 desunto dai risultati dell’indagini geologiche
effettuate.
12 L’input di calcolo
DESCRIZIONE DEL MODELLO
Relativamente ai parametri geometrici e meccanici caratterizzanti il modello di calcolo, si
rimanda al dettaglio delle specifiche tabelle inserite all’interno dei precedenti capitoli e ai
relativi elaborati grafici. Si ribadisce, infatti, che lo stesso modello di calcolo è stato utilizzato
sia per le verifiche statiche, che per la verifica di vulnerabilità sismica.
GEOMETRIA DEL MODELLO
La modellazione dell'edificio viene realizzata mediante l'inserimento di pareti che vengono
discretizzate in macroelementi, rappresentativi di maschi murari e fasce di piano
deformabili; i nodi rigidi sono indicati nelle porzioni di muratura che tipicamente sono meno
soggette al danneggiamento sismico. Solitamente i maschi e le fasce sono contigui alle
aperture, i nodi rigidi rappresentano elementi di collegamento tra maschi e fasce.
Gli orizzontamenti sono modellati con elementi piani a tre nodi connessi ai nodi
tridimensionali e sono caricabili perpendicolarmente al loro piano dai carichi accidentali e
permanenti; le azioni sismiche caricano il solaio lungo la direzione del piano medio. Per
questo l'elemento finito solaio viene definito con una rigidezza assiale, ma nessuna rigidezza
flessionale, in quanto il comportamento meccanico principale che si intende sondare è
quello sotto carico orizzontale dovuto al sisma.
A maggior chiarimento di quanto appena descritto si riportano innanzitutto immagini
relative alla geometria del modello così come implementato nel software, che mostrano lo
schema a telaio equivalente con evidenziati in giallo i maschi murati e in rosso le fasce, e a
seguire altre immagini con lo schema filiforme.
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Modello di calcolo (avanti)
Modello di calcolo (retro)
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Modello di calcolo (filiforme)
13 Metodi di analisi e criteri di ammissibilità
Al fine di eseguire le dovute verifiche nei riguardi dell'edificio in questione, si è deciso di
procedere con l'esecuzione di un’analisi statica non lineare.
Le verifiche richieste si concretizzano nel confronto tra la curva di capacità per le diverse
condizioni previste e la domanda di spostamento prevista dalla normativa. La curva di
capacità è individuata mediante un diagramma spostamento - taglio massimo alla base.
Secondo le prescrizioni da normativa (par. 7.3.4.1. e par. C8.7.1.4 della Circolare), le
condizioni di carico che devono essere esaminate sono di due tipi:
· “GRUPPO 1 distribuzione proporzionale alle forze statiche di cui al par. 7.3.3.2,
applicabile solo se il modo di vibrare fondamentale nella direzione considerata ha una
partecipazione di massa non inferiore al 75% ed a condizione di utilizzare come seconda
distribuzione la 2 a” par. 7.3.4.1.
· “GRUPPO 2 a) distribuzione uniforme di forze, da intendersi come derivata da una
distribuzione uniforme di accelerazioni lungo l’altezza della costruzione” par. 7.3.4.1.
· “…per le costruzioni esistenti è possibile utilizzare l’analisi statica non lineare,
assegnando come distribuzioni principale e secondaria, rispettivamente, la prima
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distribuzione del Gruppo 1 e la prima del Gruppo 2, indipendentemente dalla percentuale
di massa partecipante sul primo modo.” par. C8.7.1.4.
L'analisi, eseguita in controllo di spostamento, procede al calcolo della distribuzione di forze
che genera il valore dello spostamento richiesto. L'analisi viene fatta continuare fino a che
non si verifica il decadimento del taglio del 20% dal suo valore di picco. Si calcola così il
valore dello spostamento massimo alla base dell'edificio generato da quella distribuzione di
forze. Questo valore di spostamento costituisce il valore ultimo dell'edificio.
Lo spostamento preso in esame per il tracciamento della curva di capacità è quello di un
punto dell'edificio detto nodo di controllo.
La normativa richiede il tracciamento di una curva di capacità bi-lineare di un sistema
equivalente (SDOF). Il tracciamento di tale curva deve avvenire con una retta che, passando
per l'origine interseca la curva del sistema reale in corrispondenza del 70% del valore di
picco; la seconda retta risulterà parallela all'asse degli spostamenti tale da generare
l'equivalenza delle aree tra i diagrammi del sistema reale e quello equivalente.
La determinazione della curva relativa al sistema equivalente, permette di determinare il
periodo con cui ricavare lo spostamento massimo richiesto dal sisma, secondo gli spettri
riportati sulla normativa.
La normativa definisce un’eccentricità accidentale del centro delle masse pari al 5% della
massima dimensione dell'edificio in direzione perpendicolare al sisma.
14 Output di calcolo
14.1 Analisi dinamica modale
In analisi dinamica modale, si fa riferimento alle verifiche a presso flessione ortogonale dei
setti murari e la verifica geotecnica delle tensioni sul terreno, in quanto le verifiche a
pressoflessione complanare, taglio per scorrimento e fessurazione diagonale saranno prese
in esame nell’analisi statica non lineare.
Per quanto riguarda la verifica a pressoflessione ortogonale, il programma P.C.M. prevede lo
svolgimento in due modalità, uno secondo quanto dettato in normativa al §7.2.3 delle
NTC08, ove si assume come azione sismica una forza convenzionale orizzontale Fa
determinata in base al peso dell’elemento verificato, all’accelerazione massima che subisce
l’elemento durante il sisma e il suo fattore di struttura, e l’altro considerando azioni
ortogonali con sollecitazioni di pressoflessione ortogonale derivanti dall’analisi sismica
spaziale del modello 3D dell’edificio.
Si nota che dalla verifica a pressoflessione ortogonale derivante dall’analisi del modello
tridimensionale, i maschi murari rispondono bene alle sollecitazioni ortogonali, come taglio e
momento fuori piano, conseguenza di un buon comportamento d’insieme della struttura.
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Mentre, considerando la verifica convenzionale con forze equivalenti definite al §7.2.3, si
nota che ci sono alcuni maschi murari che non riescono a sostenere l’azione sismica. In
effetti, risolvendo modelli bidimensionali, questo è l’unico modo di valutazione degli effetti
ortogonali, tuttavia, essendo il modello dell’edificio spaziale, si può far riferimento alle vere
e proprie sollecitazioni di taglio e momento fuori piano che derivano dall’analisi sismica.
Ad ogni modo, i maschi murari che non verificano nella verifica convenzionale secondo il
§7.2.3, sono paramenti d’angolo che, come riscontrato in situ, riportano un buon
ammorsamento o che presentano un cordolo in c.a. superiore di piano.
Per quanto riguarda la verifica delle fondazioni, si riporta la schermata che fa riferimento allo
Stato Limite Ultimo di Salvaguardia della Vita considerando gli effetti sismici delle due
direzioni (+) e (-) che mostrano un buon comportamento.
Si riportano di seguito delle immagini del modello con evidenziate gli elementi non verificati
e il report che riporta i coefficienti di sicurezza.
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Report – Analisi Dinamica Modale (senza verifica degli elementi in c.a.)
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Report – Analisi Dinamica Modale (con verifica degli elementi in c.a.)
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Pressoflessione Ortogonale – Analisi Dinamica Modale(§ 7.2.3.)
Coeff. Sic. 0.747
Vista frontale
Vista retro
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Distribuzione delle Tensioni sul Terreno con Verifica – Analisi Dinamica Modale
Stato Limite di tipo GEO: effetti statici + effetti sismici (-)
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Stato Limite di tipo GEO: effetti statici + effetti sismici (+)
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14.2 Analisi statica non lineare (pushover)
Con l’obiettivo di valutare le potenzialità duttili della struttura, viene eseguita un’analisi
statica non lineare attraverso la quale si vuol controllare la capacità della struttura di
deformarsi lateralmente, condizione fondamentale per l’innesco delle plasticizzazioni
strutturali. A tal proposito vengono lanciate 24 analisi non lineari, tenendo conto delle varie
eccentricità accidentali. Si ricorda che le deformazioni ultime a taglio e flessione per
murature esistenti sono rispettivamente lo 0.4 % e lo 0.6% dell’altezza del pannello.
Nel caso in esame, vengono esaminate solo 8 analisi non lineari in quanto i solai sono
considerati non rigidi pertanto non vengono considerati gli effetti dell’eccentricità
accidentale.
Si rimanda ai capitoli successivi alla valutazione dei risultati dell’analisi pushover per offrire
una risposta più completa in termini di indicatori di rischio e di verifica della vulnerabilità del
fabbricato.
15 Verifiche di vulnerabilità edifici in muratura
Spettro di normativa
Gli spettri di risposta sono definiti in funzione del reticolo di riferimento definito nella
“Tabella 1” (parametri spettrali) in allegato alle Norme Tecniche del 14 gennaio 2008.
Tale tabella fornisce, in funzione delle coordinate geografiche (latitudine, longitudine), i
parametri necessari a tracciare lo spettro. I parametri forniti dal reticolo di riferimento sono:
· ag: accelerazione orizzontale massima del terreno;
· F0: valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione
orizzontale;
· T*C: periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione
orizzontale.
La trilogia di valori qui descritta è definita per un periodo di ritorno assegnato (TR), definito in
base alla probabilità di superamento di ciascuno degli stati limite.
Tali valori saranno pertanto definiti per ciascuno degli stati limite esaminati.
Lo spettro sismico dipende anche dalla “categoria di sottosuolo” e dalla “categoria
topografica”.
Le verifiche che verranno eseguite riguardano i seguenti stati limite:
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- Stato limite di Salvaguardia della Vita (SLV):
Dmax: spostamento massimo richiesto dalla normativa individuato dallo spettro
elastico;
Du: spostamento massimo offerto dalla struttura corrispondente con il
decadimento della curva pushover di un valore pari al 20% di quello massimo;
q* < 3
q*: rapporto tra la forza di risposta elastica e la forza di snervamento del sistema
equivalente.
- Stato limite di Danno (SLD):
: spostamento massimo richiesto dalla normativa, calcolato in base allo
spettro sismico definito per lo stato limite di danno;
Dd: spostamento massimo corrispondente al valore che causa il superamento del
valore massimo di drift di piano (0.003).
- Stato limite di Operatività (SLO):
: spostamento massimo richiesto dalla normativa, calcolato in base allo
spettro sismico definito per lo stato limite di operatività.
DO: spostamento massimo corrispondente al valore che causa il superamento del
valore massimo di drift di piano (0.002).
O.P.C.M. 3362 dell' 8 luglio 2004:
Questa normativa prescrive il calcolo degli Indicatori di Rischio.
Il parametro (α)u è considerato un indicatore del rischio di collasso, il parametro (α)e un
indicatore del rischio d’inagibilità dell'opera.
Questi parametri vengono calcolati come indicato nel seguito:
PGADS : accelerazione stimata di danno severo
PGADL : accelerazione stimata di danno lieve
(α)u = PGADS/ PGA