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IT Comitato economico e sociale europeo RELAZIONE PMI – Sviluppo commerciale e contesto degli investimenti Opportunità fra l'UE e la Turchia Relatore: Panagiotis GKOFAS (EL-III) EESC-2019-01367-00-01-TCD-TRA (EN) 1/17

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IT

Comitato economico e sociale europeo

RELAZIONE

PMI – Sviluppo commerciale e contesto degli investimenti

Opportunità fra l'UE e la Turchia

Relatore: Panagiotis GKOFAS (EL-III)

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1. Osservazioni generali

1.1 Le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano la spina dorsale dell'economia europea. La maggior parte delle PMI è concentrata negli Stati membri più grandi (Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito), dove è presente oltre il 60 % del numero complessivo di PMI e della percentuale totale di occupati. Le PMI costituiscono il 99 % di tutte le imprese e rappresentano il 67 % di tutti i posti di lavoro, oltre a quasi il 60 % del valore aggiunto nell'UE1. Nell'Unione europea le PMI sono circa 24 530 000 (micro: 22 830 900, piccole: 1 420 700, medie: 231 900)2. È chiaro che la maggior parte delle PMI nell'Unione europea è costituita da micro imprese che danno lavoro a meno di dieci persone. Le PMI, d'altro canto, rappresentano la maggior parte dell'economia turca. Esse costituiscono fino al 91,9 % di tutte le imprese in Turchia e rappresentano il 78 % di tutti i posti di lavoro nonché il 55 % del PIL e il 50 % degli investimenti totali3. In Turchia, le PMI sono 2 672 458 (micro: 2 587 406, piccole: 58 926 e medie: 26 126)4; cfr. figura 1 per maggiori dettagli.

1.2 Nel periodo compreso tra il 2008 e il 2017, il valore aggiunto lordo generato dalle PMI dell'UE-28 è aumentato complessivamente del 14,3 % e i posti di lavoro nelle PMI sono cresciuti del 2,5 %. L'internazionalizzazione delle PMI, inoltre, ha contribuito alla crescita e le esportazioni di beni prodotti dalle PMI dell'UE-28 sono aumentate del 20 % dal 20125. L'occupazione nelle PMI e il valore aggiunto sono cresciuti rapidamente in Turchia nel periodo 2009-2014; nel medesimo periodo, i posti di lavoro nelle PMI dell'UE hanno subito una lieve flessione. Il valore aggiunto delle PMI, inoltre, è cresciuto lievemente o è rimasto invariato nello stesso periodo (ma in termini di tasso di crescita è ancora notevolmente inferiore rispetto alla Turchia) – cfr. figura 2 per maggiori dettagli – anche se nel 2016 la registrazione di nuove imprese in Turchia è diminuita del 7 % rispetto al 20156. In materia di imprenditoria, le prestazioni della Turchia sono superiori alla media dell'UE, mentre sono paragonabili alla media dell'Unione per quanto riguarda le competenze e l'innovazione, l'ambiente, la "reattività dell'amministrazione" e l'internazionalizzazione. La Turchia, tuttavia, è ancora notevolmente al di sotto della media dell'UE nell'accesso ai finanziamenti e alle "seconde possibilità" – cfr. figura 3 per maggiori dettagli. La concessione di una seconda possibilità agli imprenditori non è una pratica consolidata in Turchia. L'accesso ai finanziamenti, inoltre, rappresenta una sfida rilevante per molte PMI.

1 SPON: Inspire Policy Making by Territorial Evidence: https://www.espon.eu/sites/default/files/attachments/Small%20and%20Medium-sized%20Enterprises%20in%20European%20Regions%20and%20Cities.pdf

2 Statista - https://www.statista.com/statistics/878412/number-of-smes-in-europe-by-size/3 Sıdıka Başçı and Ayşegül Durucan: A Review of Small and Medium Sized Enterprises (SMEs) in Turkey;

https://www.researchgate.net/publication/322437518_A_Review_of_Small_and_Medium_Sized_Enterprises_SMEs_in_Turkey

4 Nota tematica SBA 2017 sulla Turchia - Commissione europea:https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/turkey_sba_fs_2017.pdf

5 DIW ECON, febbraio 2018: https://diw-econ.de/en/publications/studies/annual-report-on-european-smes-2017-2018/

6 Nota tematica SBA 2017 sulla Turchia - Commissione europea:https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/turkey_sba_fs_2017.pdf

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1.3 Le PMI turche sono maggiormente incentrate sulla vendita all'ingrosso e al dettaglio e sul settore manifatturiero. Il loro contributo all'occupazione e al valore aggiunto è notevolmente superiore rispetto a quanto avviene nell'UE (da 5 a 10 volte superiore)7. Le PMI turche che operano nei settori della ristorazione e alberghiero hanno registrato una crescita rilevante tra il 2010 e il 2014, anche se negli ultimi anni la crescita di tali settori e del turismo è diminuita a causa delle tensioni geopolitiche, degli attentati terroristici e dello stato di emergenza seguito al tentato golpe. Tuttavia, l'internazionalizzazione delle PMI turche sembra essere meno pronunciata rispetto all'UE, pur essendo vicina alla media dell'Unione. Invece, le prestazioni delle PMI nella vendita di prodotti online sono molto scarse in Turchia (2 %) rispetto a una media dell'UE del 17 %8. La ricerca e sviluppo (R&S) e le capacità di innovazione delle PMI turche sono ancora inferiori rispetto all'UE e tale ambito andrebbe pertanto promosso. Molte PMI in Europa offrono beni o servizi specifici della loro zona, pertanto l'internazionalizzazione non è agevole. Infatti, secondo il 27 % delle PMI che non esportano, il fatto che i prodotti o servizi di cui si occupano siano troppo legati al mercato nazionale rappresenta un ostacolo rilevante all'esportazione9. Le PMI con esperienza nelle esportazioni sono in grado di ridurre le difficoltà insite in molte sfide che affrontano (figura 4). Pertanto, il modo migliore per far fronte alla sfida dell'internazionalizzazione è promuovere le capacità commerciali delle PMI. Ovviamente le tariffe e i dazi non sono presenti dove vige l'unione doganale, ma possono continuare a rappresentare un grave problema tra i membri dell'UE e i paesi terzi in settori chiave, in particolare per una serie di prodotti agricoli, le automobili e la ceramica. Garantire la libera o facile circolazione dei beni, dei servizi e dei capitali potrebbe pertanto costituire un'opportunità per promuovere la capacità delle PMI di esportare e internazionalizzarsi. La mancanza di personale specializzato e la diversità linguistica sono anch'esse ostacoli all'internazionalizzazione. La carenza di capitale circolante e il difficile accesso al capitale esterno sono considerati ostacoli fondamentali all'internazionalizzazione delle PMI. L'esecuzione degli ordini e la riscossione dei pagamenti all'estero, inoltre, richiedono più tempo10. Spesso in Turchia, le incertezze, i conflitti in una rete, un mercato nazionale remunerativo, la mancanza di coinvolgimento di dirigenti esperti, l'assenza di titolarità dei prodotti commercializzati, la scarsa conoscenza delle reti di commercializzazione e promozione sulla scena internazionale sono anch'esse sfide fondamentali per l'internazionalizzazione11.

7 Nota tematica SBA 2017 sulla Turchia - Commissione europea:https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/turkey_sba_fs_2017.pdf

8 Nota tematica SBA 2017 sulla Turchia - Commissione europea:https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/turkey_sba_fs_2017.pdf ; Quest'ambito può essere migliorato dalle imprese dell'UE, dato che hanno maggiore esperienza in tale settore.

9 Internationalisation of European SMEs – Taking Stock and Moving Ahead: https://www.kfw.de/PDF/Download-Center/Konzernthemen/Research/PDF-Dokumente-Studien-und-Materialien/Internationalisation-of-European-SMEs.pdf

10 Internationalisation of European SMEs – Taking Stock and Moving Ahead: https://www.kfw.de/PDF/Download-Center/Konzernthemen/Research/PDF-Dokumente-Studien-und-Materialien/Internationalisation-of-European-SMEs.pdf

11 Müjdelen Yenera, Barış Doğruoğlub and Sinem Ergunb: Challenges of Internationalization for SMEs and Overcoming these Challenges: A case study from Turkey: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1877042814050514

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2. Scambi

2.1 L'Unione europea è il più grande spazio economico e blocco commerciale al mondo e si colloca al primo posto negli investimenti internazionali sia in ingresso che in uscita. Nel 2014, i 28 Stati membri dell'UE generavano il 16 % delle importazioni ed esportazioni mondiali12. L'UE, pertanto, è un pilastro fondamentale dell'economia mondiale. L'UE ha sfruttato le sue capacità per definire e dare attuazione ad accordi commerciali e sta ancora negoziando la conclusione di accordi di libero scambio con diversi partner in tutto il mondo. La Turchia ha aderito al GATT (Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio) nel 1951, subito dopo il suo avvio, ed è diventata quindi membro fondatore dell'OMC nel 1995. I reciproci interessi commerciali tra l'UE e la Turchia sono fondamentali sin dall'istituzione della Comunità economica europea (CEE) nel 1958. Nel 1963 hanno firmato l'accordo di Ankara, che intendeva accelerare i reciproci progressi economici, allargare le relazioni commerciali e ridurre la disparità tra la Turchia e la CEE. Successivamente, le loro relazioni commerciali sono state favorite dall'accordo di unione doganale del 1995 che si applica a tutti i settori, con l'eccezione dell'agricoltura, dei servizi e degli appalti pubblici13. Inoltre, le concessioni commerciali bilaterali applicate tra l'UE e la Turchia riguardano i prodotti agricoli e i prodotti del carbone e dell'acciaio (accordo preferenziale sull'agricoltura, 1996, e accordo preferenziale sul carbone e l'acciaio, 1998). Ciononostante, nel dicembre 2016, la Commissione europea ha proposto di aggiornare l'unione doganale per estendere le relazioni commerciali bilaterali a settori quali i servizi, gli appalti pubblici e lo sviluppo sostenibile. Da aggiungere a quanto detto sopra il fatto che la Turchia è membro del Partenariato euromediterraneo (Euromed), il cui scopo è istituire un'area di libero scambio euromediterranea.

2.2 Secondo le informazioni generali di TURKONFED utilizzate durante i nostri lavori preparatori, l'UE e la Turchia affrontano le sfide reciproche e multiformi del XXI secolo: una tendenza crescente al protezionismo, tensioni transatlantiche, minacce per la sicurezza e instabilità politica nel nostro vicinato comune. In queste circostanze, l'approfondimento dell'integrazione economica della Turchia nell'UE tramite la modernizzazione e il rafforzamento dell'unione doganale dovrebbe essere considerato un obiettivo strategico invece di una visione a breve termine. L'espansione dell'influenza dell'UE attraverso un'unione doganale al passo coi tempi avrà implicazioni significative per il "potere di persuasione" dell'UE in un periodo turbolento per gli scambi internazionali e creerà opportunità per le PMI dell'Unione europea. Nel XXI secolo non è possibile far prosperare PMI solide e innovative in un'Europa chiusa, frammentata e scollegata. L'unione doganale tra l'UE e la Turchia deve essere messa al passo coi tempi, al fine di includere i servizi attualmente mancanti, l'agricoltura e gli appalti pubblici e prevedere un meccanismo simmetrico di risoluzione delle controversie. Le imprese europee potranno beneficiare di un migliore accesso al mercato in questi settori, in particolare nell'ambito dei servizi, dove, secondo lo studio della Commissione europea, esistono opportunità non sfruttate per le PMI dell'UE. Oltre ai vantaggi diretti reciproci e alle possibilità di promuovere la competitività, la crescita, migliori relazioni commerciali e l'internazionalizzazione delle PMI, la promozione delle norme ambientali e delle altre norme europee nonché gli effetti di ricaduta della tecnologia e del know-how saranno reciprocamente

12 The EU as an Essential Economic Partner for Turkey: https://www.avrupa.info.tr/en/eu-essential-economic-partner-turkey-47

13 I prodotti agricoli trasformati, tuttavia, rientrano nell'ambito dell'unione doganale tra l'UE e la Turchia.

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vantaggiosi. La digitalizzazione offre un'importante opportunità alle PMI, che possono promuovere l'integrazione della Turchia nel mercato unico digitale dell'UE.

2.3 L'UE è, di fatto, il primo partner commerciale della Turchia (due merci su cinque scambiate dalla Turchia sono destinate all'UE o provengono da essa)14 e la Turchia è il quinto partner commerciale dell'Unione europea. La Turchia è il quarto mercato di esportazione dell'UE e il quinto mercato di importazione. Circa il 44,5 % delle esportazioni della Turchia è destinato all'UE e i suoi altri principali mercati di esportazione sono l'Iraq, gli Stati Uniti, la Svizzera, gli Emirati Arabi Uniti e l'Iran. Le sue importazioni provengono principalmente dall'UE (38 %) e dai seguenti mercati chiave: Cina, Russia, USA, Corea del Sud e Iran15. L'UE esporta in Turchia soprattutto macchinari, materiali di trasporto, prodotti chimici e prodotti finiti, mentre la Turchia esporta nell'UE soprattutto macchinari e attrezzature di trasporto, seguiti dai prodotti finiti; cfr. figura 5 per maggiori dettagli sulle esportazioni e importazioni di beni tra l'UE e la Turchia. Per quanto riguarda le merci, l'UE esporta in Turchia più di quanto importi da essa, ma quando si tratta di servizi, la Turchia esporta verso l'UE più di quanto importi da essa16. Ciò potrebbe dipendere dal fatto che la Turchia ha realizzato buoni investimenti nell'IT e nella tecnologia (per quel che riguarda i call centre), nonché nei centri di raccolta dati e nei servizi di consulenza e finanziari. Complessivamente, l'UE esporta verso la Turchia più di quanto importi17. I principali partner della Turchia nell'UE per quanto riguarda esportazioni e importazioni sono la Danimarca, l'Italia, il Regno Unito e la Francia (figura 6).

3. Investimenti e aspetti finanziari

3.1 L'UE è la principale fonte di investimenti diretti esteri (IDE) della Turchia (oltre il 70 % degli IDE della Turchia proviene dall'Unione europea)18. In un periodo di instabilità finanziaria globale, l'UE è rimasta il principale partner della Turchia per gli investimenti, generando circa due terzi dei flussi di IDE verso la Turchia tra il 2008 e il 2015. Alla fine del 2015, le imprese attive in Turchia con capitale dell'UE erano 20 585 (il 43,6 % di tutte imprese create con capitale straniero nel paese). Gli stock di IDE in entrata nell'UE dalla Turchia sono notevolmente inferiori rispetto a quelli in uscita dall'UE verso la Turchia. Tuttavia, gli IDE che entrano in Turchia dall'UE sono scesi notevolmente da un massimo storico di 11,9 miliardi di EUR nel 2015 fino a 0,3 miliardi di EUR nel 2016, a causa delle tensioni geopolitiche, degli attentati terroristici e dello stato di emergenza seguito al tentato golpe19.

14 Commissione europea, 2018; https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/20180417-turkey-report.pdf

15 Commissione europea; http://ec.europa.eu/trade/policy/countries-and-regions/countries/turkey/ 16 Commissione europea; http://ec.europa.eu/trade/policy/countries-and-regions/countries/turkey/17 European Union, Trade with Turkey - Total goods: EU Trade flows and balance, annual data 2007 - 2017;

https://webgate.ec.europa.eu/isdb_results/factsheets/country/details_turkey_en.pdf18 Commissione europea, 2018; https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/20180417-

turkey-report.pdf19 Commissione europea, 2018;

https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/20180417-turkey-report.pdf

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3.2 L'UE svolge un ruolo essenziale nello stimolare l'economia turca in quanto concentra l'attenzione sulla sua ossatura economica (le PMI). L'UE ha sostenuto numerosi progetti che hanno agevolato l'accesso ai finanziamenti da parte delle PMI in ambiti quali la moda e il settore tessile e apporta il proprio sostegno alle camere di commercio e alle zone industriali, in particolare nelle aree meno sviluppate. Sono inoltre state attuate misure per sostenere l'attività commerciale attraverso il rafforzamento dei diritti di proprietà intellettuale e industriale, oltre che il potenziamento della qualità delle infrastrutture. La riduzione degli ostacoli al commercio, il miglioramento dei collegamenti di trasporto, le tecnologie informatiche e l'emergere delle catene globali del valore hanno aiutato molte PMI ad acquisire le potenzialità per diventare operatori commerciali di successo a livello mondiale20. È ancora presente un divario marcato nell'attività di esportazione delle PMI che operano nel settore industriale21. Inoltre le PMI, malgrado il notevole contributo da esse apportato alle rispettive economie nazionali, sono ancora sottorappresentate nel commercio mondiale (figura 7). Ciononostante, le PMI concorrono a una quota maggiore del valore aggiunto nel commercio internazionale quando si tiene conto delle esportazioni indirette. La partecipazione delle PMI al commercio svolge un ruolo importante nell'aiutarle a crescere e a essere più produttive. Nel settembre 2016, la Turchia ha varato la legge sugli incentivi agli investimenti in progetti, che prevede esenzioni fiscali, esenzioni dal pagamento di dazi doganali, assegnazione di terreni a titolo gratuito, sostegni per i contributi previdenziali, una compensazione fino al 50 % delle spese per l'energia e abbuoni di interessi22. Per poter beneficiare di tali incentivi, un investimento deve soddisfare almeno uno dei seguenti criteri: conformità al piano di sviluppo nazionale della Turchia, incentrato sulla R&S (ricerca e sviluppo), innovativo, orientato alla tecnologia, di elevato valore aggiunto e finalizzato a ridurre la dipendenza esterna della Turchia. Le PMI europee, tuttavia, si sentono ancora un po' discriminate da tale legge.

3.3 Sono stati compiuti progressi nell'ambito del commercio e degli investimenti nel settore energetico, in particolare nel mercato del gas, e riguardo all'aumento della spesa per la ricerca e sviluppo. L'integrazione commerciale ed economica della Turchia con l'UE è elevata ed è aumentata ulteriormente nel 2016 e 2017. Persistono, però, notevoli problemi riguardo alla qualità dell'istruzione e della formazione professionale, che andrebbe migliorata, anche per quanto concerne le qualifiche dei lavoratori poco qualificati, tramite la formazione e una maggiore capacità in termini di R&S. Esistono alcuni ostacoli tecnici al commercio che impediscono la libera circolazione dei beni, mentre i piani di localizzazione e i requisiti nazionali sono discriminatori nei confronti dei prodotti dell'UE, violando in tal modo gli obblighi della Turchia nel quadro dell'unione doganale. La libera circolazione dei capitali in Turchia è ancora inferiore rispetto all'UE e la Turchia dovrebbe contrastare in modo più deciso il riciclaggio dei proventi di attività illecite e il finanziamento del terrorismo. Ciononostante, la Turchia è discretamente preparata nel settore della riforma della pubblica amministrazione e si è

20 Cfr., inoltre, studio di Montalbano, Nenci e Pietrobelli, 2017: le loro conclusioni mostrano che esiste una correlazione positiva tra la partecipazione alle attività internazionali e i risultati delle imprese; contano sia la partecipazione alle catene globali del valore che la posizione al loro interno. I responsabili politici, pertanto, dovrebbero cercare di rafforzare il legame tra integrazione nelle catene globali del lavoro e produttività delle imprese; https://link.springer.com/article/10.1007/s11187-017-9902-6

21 OCSE: SME Ministerial Conference, Fostering greater SME participation in a globally integrated economy; https://www.oecd.org/cfe/smes/ministerial/documents/2018-SME-Ministerial-Conference-Plenary-Session-3.pdf

22 Nota tematica SBA 2017 sulla Turchia - Commissione europea:https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/turkey_sba_fs_2017.pdf

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assunta il fermo impegno di avere un'amministrazione più aperta e di ricorrere maggiormente all'e-government. La Turchia ha un buon livello di preparazione riguardo alla libera circolazione dei beni e ha compiuti alcuni progressi nell'allineamento all'acquis dell'UE nell'ambito del "nuovo approccio" e dell'"approccio globale", oltre che in rapporto alla vigilanza del mercato. Sono state promosse piattaforme UE-Turchia dei rappresentanti degli intermediari delle PMI mediante reti accademiche e non accademiche per far fronte a complessi problemi commerciali nonché in nuovi ambiti di collaborazione, come le piattaforme per l'attenuazione dei rischi di catastrofi naturali (programmi pilota, progetti di sviluppo delle capacità e osservatori).

3.4 Nel 2017 la Turkish Exporters' Assembly ha siglato un accordo con le piattaforme commerciali Alibaba e Kompass che dovrebbe promuovere la partecipazione delle PMI ai mercati globali dell'e-commerce e creare opportunità per i nuovi operatori. Al fine di intensificare gli scambi commerciali e gli investimenti tra l'UE e la Turchia, importanti opportunità bilaterali per le PMI sono offerte dagli investimenti nei seguenti settori: qualità dell'istruzione, R&S, IT e tecnologia, call center e centri di raccolta dati, infrastrutture di telecomunicazione a fibre ottiche, cosmetica, assistenza sanitaria, chirurgia plastica e trapianti di capelli, energie rinnovabili, investimenti ambientali, nonché servizi come la consulenza, l'e-commerce, il marketing e l'erogazione di credito. Un altro settore è quello manifatturiero, compresi gli investimenti in ambito manifatturiero e dell'edilizia, che non sono stati portati a termine a causa della mancanza di capitale circolante. L'UE e la Turchia dovrebbero pertanto definire approcci in grado di far fronte ai vincoli che le PMI devono affrontare quando si internazionalizzano, tra cui l'accesso alle informazioni, alle competenze, alla tecnologia e ai finanziamenti, anche per quel che riguarda la facilitazione degli scambi e la connettività.

4. Raccomandazioni

4.1 Un accordo che includa questi aspetti essenziali per gli accordi commerciali del XXI secolo andrà anche a sostenere il più vasto processo di integrazione della Turchia nell'UE, rafforzando la governance economica democratica nel paese e favorendo una convergenza economica positiva. Per raggiungere l'obiettivo di massimizzare i vantaggi di questo processo per i cittadini dell'UE e della Turchia, occorre eliminare le principali strozzature nel commercio delle PMI, vale a dire:

Tenere conto delle esigenze specifiche delle PMI in un capitolo dedicato a tali imprese, con armonizzazione e acquisizione periodiche di dati sulle PMI per quel che riguarda il commercio e il contesto degli investimenti nelle relazioni bilaterali tra l'UE e la Turchia.

Sviluppare un accesso specifico per le PMI agli strumenti di finanziamento, per far fronte alle sfide derivanti da un accordo di unione doganale al passo coi tempi.

Applicare il principio "Pensare anzitutto in piccolo" e condurre analisi di impatto sulle politiche e i programmi rivolti alle PMI.

Per garantire il successo di questo accordo occorre affrontare la questione dei visti, che crea un importante ostacolo non tariffario al commercio, in particolare per le PMI. 

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NB: segue allegato.

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AllegatoFigura 1.

Fonte: https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/turkey_sba_fs_2017.pdf

Figura 2.

Fonte: https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/turkey_sba_fs_2017.pdf

Figura 3.

Fonte: https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/turkey_sba_fs_2017.pdf

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Figura 4.

Fonte: https://www.kfw.de/PDF/Download-Center/Konzernthemen/Research/PDF-Dokumente-Studien-und-Materialien/Internationalisation-of-European-SMEs.pdf

Figura 5.

Fonte: http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/ATAG/2017/603912/EPRS_ATA(2017)603912_EN.pdf

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Figura 6.

Fonte: http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/ATAG/2017/603912/EPRS_ATA(2017)603912_EN.pdf

Figura 7. Rispetto al loro apporto alle rispettive economie nazionali, le PMI sono sottorappresentate nel commercio mondiale

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Fonte: https://www.oecd.org/cfe/smes/ministerial/documents/2018-SME-Ministerial-Conference-Plenary-Session-3.pdf

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