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Interventi di ottimizzazione del sistema fognario depurativo - C.l.G. 531112817A
ATOl Cosenza - adeguamento impianto di depurazione e realizzazione opere di collettamento
Conferenza di Servizi Decisoria ex art. 14 ter L.241/ 1990 e ss.mm.ii.
INTERVENTI COMUNE DI SCALEA
RELAZIONE PAESAGGISTICA
DATA
2 2 MAR. 2018
Sommario 1 Premessa .................................................................................................................. 2
2 Descrizione del contesto territoriale generale e locale ........................................... 4
2.1 Vincoli paesaggistici ......................................................................................... 6
2.2 Rapporto tra aree sottoposte a vincolo paesaggistico e zone di intervento. ..... 7
3 Analisi dello stato attuale ...................................................................................... 11
3.1 Premesse ......................................................................................................... 11
3.2 Identificazione catastale e confini dell’area ................................................... 11
3.3 Natura – Altitudine – Viabilità di accesso – Stato di fatto ............................. 11
3.4 Previsioni urbanistiche del P.R.G. .................................................................. 15
3.5 Descrizione sintetica dell’intervento .............................................................. 16
3.6 Infrastrutture ed edilizia prevista .................................................................... 22
4 Analisi delle componenti ambientali .................................................................... 22
4.1 Suolo e sottosuolo-ambiente idrico e fattori climatici .................................... 23
4.2 Fauna e Flora .................................................................................................. 24
4.3 Paesaggio ........................................................................................................ 25
4.4 Atmosfera ........................................................................................................ 27
4.5 Impatti generati da interruzioni temporanee del processo depurativo ........... 28
4.6 Impatti dovuti al rumore ................................................................................. 29
5 Conclusioni ........................................................................................................... 30
Allegato 1 - Documentazione fotografica ................................................................... 32
1
1 Premessa
La presente relazione paesaggistica, unitamente agli elaborati progettuali a corredo
degli stessi, ha lo scopo di fornire tutti gli elementi necessari, per la verifica da parte
dell’Amministrazione competente della compatibilità paesaggistica delle opere che si
intendono realizzare.
La relazione è redatta nel rispetto delle disposizioni di cui al Decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri del 12 dicembre 2005.
Il progetto in esame riguarda i lavori ricadenti nel territorio del Comune di Scalea di
cui al “Project Financing per adeguamento impianto di depurazione e realizzazione
opere di collettamento del Comune di Scalea. - Realizzazione degli interventi previsti
dalla delibera CIPE n. 60 del 30.04.2012 settore idrico (fognario-depurativo) –
Piano Nazionale per il Sud – Interventi di ottimizzazione del sistema fognario
depurativo dell’Area Omogenea di Scalea - Comuni di: Scalea, Aieta, Santa
Domenica Talao e Papasidero e la successiva gestione dell’intero sistema
fognario/depurativo afferente all’Area Omogenea di Scalea.”
Il parere che si richiede da parte della Soprintendenza archeologica, belle arti e
paesaggio per le provincie di Catanzaro, Cosenza e Crotone, riguarda l’adeguamento
dell’impianto di depurazione di Scalea e la realizzazione di alcuni collettori ad
integrazione del sistema fognario cittadino.
In particolare il progetto oggetto della relazione prevede :
- l’adeguamento tecnologico e funzionale di un impianto di depurazione
esistente a servizio del Comune di Scalea, la cui configurazione attuale è stata
conseguita dal Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale della
Regione Calabria con progetto approvato con ordinanza commissariale n°1826
del 29/04/2002.
- l’adeguamento delle stazioni di sollevamento fognario esistenti con la
sostituzione delle elettropompe guaste e quadri elettrici deteriorati
2
- il recupero nel Comune di Scalea di 3.114 m di fognatura esistenti(che
presentano problemi funzionali) tramite la sostituzione di tratti di condotta
fognaria e la riprofilatura dei pozzetti di ispezione.
- l’estensione della rete fognaria con tramite 4.122 di nuovi collettori fognari
interrati (Diametro mm 200, profondità media di scavo 1,5 m)
Figura 1 – Inquadramento impianto di depurazione di Scalea in loc.tà Lintiscita
3
Gli interventi riguardanti l’impianto di depurazione sono essenzialmente di tipo
tecnologico con fornitura di apparecchiature elettromeccaniche ed lavori inerenti i
circuiti idraulici. Il Progetto non prevede la realizzazione di nuove vasche in
calcestruzzo né interrate e né in elevazione.
L’impianto di depurazione esistente è ubicato a circa 300 metri dalla linea di costa
del Mar Tirreno a ridosso del rilevato stradale della statale SS18. L’impianto occupa
una superficie di 20.375 mq, ha una forma poligonale delimitata da recinzione e da
piantumazione ad alto fusto.
Il sito insiste sulla particella Catastale 774 Foglio14 derivata dal frazionamento della
particella 2. Tale particella di proprietà del demanio è stata data in concessione al
Comune per la realizzazione dell’impianto di depurazione [Concessione Demaniale
Marittima n.22 del 21/05/2014 foglio di mappa n.14 particelle 1-2-154 20.375,00 mq.
- canone al 2014 euro 3.067,59/mq - rinnovo ogni 6 anni.].
Gli interventi inerenti la rete fognaria, riguardando opere interrare da realizzarsi
lungo strade comunali e provinciali, non hanno impatto sulla componente paesaggio.
2 Descrizione del contesto territoriale generale e locale
Gli interventi in progetto insistono in generale su strade e siti di proprietà del
Comune di Scalea .
Il Comune confina a Nord con San Nicola Arcella e a Sud con il Comune di Santa
Maria del Cedro. Ad ovest il mar tirreno rappresenta il confine naturale del Comune
con una costa bassa lunga oltre 5 km. Ad est il Confine è rappresentato dai Comuni di
Santa Domenica Talo ed Orsomarso che presentano parte del loro territorio più
interno rientrante nei confini del Parco Nazionale del Pollino.
Il patrimonio edilizio di cui dispone il Comune di Scalea, insieme alle strutture
turistico ricettive presenti (alberghi, residence, campeggi), rendono Scalea il primo
Comune della Provincia di Cosenza per attrattività turistica.
Dal punto di vista morfologico, il territorio presenta un’ampia fascia pianeggiante
ricompresa tra il rilevato della SS.18 ed il tracciato ferroviario.
4
Figura 2 – Perimetrazione delle aree a rischio di erosione costiera –Estratto Tavola 078-138/0
Tale fascia presenta altezza sul livello del mare variabile da 1 a 20m. La profondità di
tale fascia ricompresa tra la SS.18 ed il tracciato ferroviario varia da 1 a 2,5 km. La
zona collinare del Comune di Scalea non presenta comunque altezze sul livello del
mare superiore ai 200m. Con l’eccezione del nucleo storico del paese e della località
Petrosa, il tessuto urbano di Scalea si è sviluppato negli anni essenzialmente nella
fascia pianeggiante. Un limitato sviluppo residenziale ha interessalo la località Piano
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Grande e parte del tracciato della strada provinciale SP3 immediatamente a monte
della ferrovia.
Nella zona nord di Scalea ricompresa tra la località Petrosa e la Stazione ferroviaria si
ritrova il primo nucleo residenziale di Scalea.
La grande attrattività turistica ha favorito negli anni ‘70 la creazione di un esteso
patrimonio edilizio che si è sviluppato essenzialmente lungo la direttrice nord-sud.
Successivamente lo sviluppo edilizio ha coinvolto la zona sud del Comune di Scalea,
dove i campi coltivati hanno lasciato spazio a parchi residenziali nella zona Pantano
ed Impresa. Lo sviluppo residenziale si è propagato anche verso l’interno in località
Piano Grande.
La superfice territoriale del Comune è di circa 22 kmq.
Benchè la popolazione residente sia appena pari a circa 11.000 aitanti durante i mesi
estivi si attivano servizi ed attività, che comportano presenze medie sul territorio in
media di oltre 80.000 utenti del servizio fognario e depurativo con punte, nel mese di
agosto, prossime ai 110.000 ab.eq.
2.1 Vincoli paesaggistici
Il Comune di Scalea è vincolato paesaggisticamente secondo il Decreto Ministeriale
26 marzo 1970 (GU n. 173 dell’11 luglio 1970) essendo stato riconosciuto il
“notevole interesse pubblico perché fa parte della fascia costiera, lunga circa 60 km,
limitata ad ovest dalla battigia del mar Tirreno……omissis…..”
Nel territorio di Scalea ricadono inoltre aree vincolate ai sensi del D.Lgs. n°42 del
2004.
Il territorio del Comune di Scalea ricade, nel comprensorio paesaggistico denominato
“Area costiera tirrenica da Tortora a Scalea” (AP1)1.
1 Comprensori paesaggistici, Aree Vincolate Ex art. 136 D.Lgs n. 42/2004 (Legge 29.06.1939 n.1497). Aree per le quali non sono consentiti interventi di trasformazione della morfologia dei terreni e di ogni altro elemento che concorra significativamente alla definizione del paesaggio. Le nuove costruzioni sono assoggettate al regime autorizzativo dell’art. 146 del D.Lgs. n. 42/2004, anche ai sensi dell’art. 7 della L.R. 23/90 – QUADRO TERRITORIALE REGIONALE PAESAGGISTICO
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2.2 Rapporto tra aree sottoposte a vincolo paesaggistico e zone di intervento.
Gli interventi previsti in progetto come sinteticamente descritto nei paragrafi
precedenti riguardano essenzialmente la rete fognaria esistente e di progetto, nonché
l’impianto di depurazione esistente .
Descrizione dei lavori da eseguirsi presso il depuratore comunale.
Per quanto riguarda le aree vincolate ai sensi del D. Lgs. n. 42 del 2004 art. 142,
l’impianto si trova a nord del Fiume Lao e a sud del Canale “Fosso del Mulino” in
località Lintiscita. La costruzione del depuratore è iniziata negli anni ‘70 e l’ultimo
potenziamento è stato realizzato ad opera del Commissario Delegato per l’Emergenza
Ambientale della Regione Calabria con progetto del 2002. La recinzione perimetrale
dell’impianto di depurazione si trova a circa 270,00 m dall’attuale linea di battigia.
L’evoluzione della linea di riva mostra in corrispondenza della zona su cui sorge il
depuratore un arretramento della linea superiore ai 40m [cfr. Figura 2]. Rispetto al
fiume Lao il depuratore si trova ad oltre 1.400 m di distanza.
All’epoca della sua realizzazione il depuratore non rientrava nella fascia di rispetto
dalla battigia essendo la recinzione impostata, all’epoca, ad una distanza superiore ai
300 m dal Mar Tirreno.
Le vasche esistenti, destinate al processo depurativo a fanghi attivi, si trovano
attualmente ancora ad una distanza superiore ai 300m dalla linea di Battigia.
Considerando l’attuale linea di riva l’impianto di depurazione già esistente
rientrerebbe in parte nell’area sottoposta a vincolo paesaggistico.
La zona in esame è vincolata paesaggisticamente secondo il Decreto Ministeriale 26
marzo 1970 (GU n. 173 dell’11 luglio 1970) essendo stato riconosciuto il “notevole
interesse pubblico perché fa parte della fascia costiera, lunga circa 60 km, che è
limitata ad ovest dalla battigia del mar Tirreno e si adagia sui primi rilievi collinari,
….omissis….che salgono verso la cortina dell’Appennino calabrese,”.
L’area su cui insiste il depuratore è vincolata ai sensi degli art. 136 e 157 del D.Lgs.
n°42/2004 e ss.mm. ed ii.
7
Nell’intero perimetro dell’impianto gli interventi del progetto non comportano la
realizzazione di nuove strutture in calcestruzzo in elevazione essendo gli stessi
limitati all’adeguamento tecnologico e funzionale dell’esistente con la fornitura di
apparecchiature elettromeccaniche e modifiche dei collegamenti idraulici tra le
vasche di ossidazione e denitrificazione.
Per l’adeguamento e la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro saranno integrati i
camminamenti e le scale esistenti per l’accesso alle vasche di processo. Tali strutture
in carpenteria metallica saranno realizzate in acciaio zincato.
Descrizione dei lavori sul sistema fognario
Le opere sulla sistema fognario riguardano:
- Adeguamento sollevamenti fognari esistenti con la fornitura di nuove
elettropompe sommerse, la riparazione e/o sostituzioni di quadri elettrici
deteriorati;
- Sostituzione di tratti fognari esistenti con problemi di deflusso per
deterioramento dei vecchi collettori o dei pozzetti di allaccio ed ispezione;
- Estensione della rete fognaria con la realizzazione di 4.122 m di nuovi tratti
fognari.
Trattasi in ogni caso di opere interrate che non interferiscono con il paesaggio.
Le zone di intervento per la realizzazione dei nuovi tratti fognari su strade comunali e
provinciali esistenti riguardano essenzialmente tratti periferici del territorio
Comunale. E’ prevista la posa in opera di nuove condotte interrate per estendere i
tratti fognari esistenti nelle seguenti località:
- Località Petrosa: sita a nord del comune di Scalea, la località è servita da due
collettori posti lungo Via Covello e Via S. Caterina.
Il nuovo collettore si innesta sul collettore esistente di Via Covallo in PVC250.
- Via Neghelli: lungo la strada secondaria che collega Via V. Emanuele e Via
Campanella a sud del centro storico
- Strada Provinciale Santa Domenica Talao: sita a ovest del comune di
Scalea, al confine con il Comune di Santa Domenica Talao.
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- Località Impresa: Situata ad Est del Comune di Scalea a monte del canale di
bonifica Fosso del Mulino.
- Località Fosso Varchera: nella zona ad est del Piano della Bruca.
- Località Via Caselli : nella zona ad est della località La Bruca.
Gli interventi di posa di nuovi tratti fognari in Via Dei Sibariti e Via Dei Saraceni
interessano circa 500m di condotte per convogliare i reflui verso il sollevamento
fognario S10 nelle vicinanze della SS.18.
Ogni intervento di posa della condotta interrata richiede il provvisorio disfacimento
della pavimentazione esistente per eseguire le operazioni di scavo e rinterro
necessarie al posizionamento della tubazione fognaria. Gli interventi di si concludono
con il ripristino della pavimentazione senza quindi modifiche al paesaggio.
Figura 3a: Vincoli di cui al D.Lgs n. 42/2004, artt. 136, 142 e 157.
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Figura 3b: Vincoli di cui al D.Lgs n. 42/2004, art. 136 e 157.
Figura 3c: Vincoli di cui al D.Lgs n. 42/2004, art. 142 – Aree di rispetto coste e corpi idrici
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3 Analisi dello stato attuale
3.1 Premesse
L’impianto di depurazione interessato da intervento di adeguamento tecnologico in
progetto rientra nell’Ambito Territoriale definito dal Piano Strutturale Comunale,
approvato con delibera del consiglio comunale n°6 del 17/02/2017, come ”Ambito a
servizi con intervento pubblico” Tale area è sottoposta a vincolo ambientale.
3.2 Identificazione catastale e confini dell’area
L’impianto di depurazione di Scalea insiste sulla particella Catastale 774 Foglio14
derivata dal frazionamento della particella 2. Tale particella di proprietà del demanio
venne data in concessione al Comune per la realizzazione dell’impianto di
depurazione [Concessione Demaniale Marittima n.22 del 21/05/2014 foglio di mappa
n.14 particelle 1-2-154 20.375,00 mq. - canone al 2014 euro 3.067,59/mq - rinnovo
ogni 6 anni.].
La realizzazione dell’impianto di depurazione è iniziata negli anni ’70. L’attuale
configurazione finale del depuratore è stata conseguita con gli interventi del
Commissario Straordinario per l’Emergenza Ambientale della Regione Calabria nel
2003 con progetto approvato tramite l’ordinanza commissariale n°1826 del
29/04/2002.
Le opere in progetto prevedono l’utilizzo delle strutture già esistenti. Non è prevista
la realizzazione di nuove vasche o edifici. L’intervento non richiede modifica
dell’attuale perimetrazione del depuratore.
Come previsto dal Piano Strutturale Comunale, intorno al perimetro del depuratore, è
prevista una fascia di rispetto di 100 m in cui vige il vincolo di inedificabilità.
Tale fascia, denominata “Ambito di rispetto per il depuratore (Rd)” è stata stabilita
secondo quanto disposto dalla delibera del comitato dei ministri per l’inquinamento
del 4 febbraio 1977
3.3 Natura – Altitudine – Viabilità di accesso – Stato di fatto
L’impianto di depurazione occupa una superficie di 20.375 mq, ha una forma
poligonale delimitata da recinzione e in parte da piantumazione ad alto fusto.
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Il depuratore esistente su cui saranno realizzati gli interventi di adeguamento
tecnologico dispone di due accessi. L’accesso principale è su Via Archimede. La
strada dista circa 50m dal lato nord della recinzione del depuratore e permette
l’accesso alla SS.18 e a Via Fiume Lao.
L’accesso secondario è su via Valensise. La strada dista circa 50m dal lato est della
recinzione del depuratore e collega Via Archimede con Via Po. L’accesso secondario
sarà utilizzato in fase di cantiere per l’accesso dei mezzi d’opera al depuratore.
Il rilevato della SS.18, distante circa 70m dalla recinzione ovest del depuratore
rappresenta una barriera artificiale che nasconde il depuratore alla vista dalla zona
litoranea .
Il depuratore, fin dalla sua costruzione negli anni ‘70, è stato interessato da interventi
di piantumazione di alberi. Il nucleo più antico di alberi si trova lungo i lati nord ed
ovest della recinzione dell’impianto. Questi alberi di Eucalipto di alto fusto oltre a
mimetizzare il depuratore rappresentano anche una barriera alla diffusione dei
rumori. Il lato est della recinzione presenta invece piante di pioppo attualmente di
altezza compresa tra i 3m ed i 4m. Il lato sud della recinzione è presente un canneto
di altezza media 3,0 m.
Per minimizzare ulteriormente l’impatto paesaggistico che l’impianto esistente ha sul
territorio circostante, il progetto prevede di piantare altri alberi, opportunamente
scelti fra quelli autoctoni, sul lato Sud dell’impianto, oltre a prolungare ulteriormente
la fila di alberi già presente sul lato Ovest e sul lato Est.
Quando il verde avrà raggiunto la maturità propria delle specie autoctone scelte,
l’impianto apparirà racchiuso da una cortina di alberi con funzione di quinta visiva.
L’impianto di depurazione è dotato di tre edifici posti sul lato nord che ospitano
rispettivamente il locale servizi (uffici, spogliatoi, docce, servizi igienico sanitari, il
locale soffianti, ed il locale impianti elettrici (cabina di trasformazione e quadri
elettrici).
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Lungo il lato est, procedendo da nord verso sud, si incontrano vasca in calcestruzzo
con altezza fuori terra di circa 4,5m dove si realizza la fase di
accumulo/equalizzazione delle portate in ingresso, la fase di denitrificazione, e la fase
di digestione.
Lungo il lato sud troviamo le vasche in calcestruzzo dedicate al processo di
sedimentazione con altezza fuori terra di 3m, nonché la vasca in calcestruzzo
ospitante i moduli di filtrazione finale del refluo e la vasca di disinfezione.
tini.
Nella zona centrale del depuratore si trova la struttura in calcestruzzo ospitante la fase
di ossidazione. Introno a tale blocco centrale alto 4,5m sono dislocati altri edifici
servizi e fasi di processo. Immediatamente ad est si trova la piattaforma in
calcestruzzo ospitante gli stacci per la separazione fisica dei solidi con diametro
superiore ad 1,5 mm dal refluo, tre vasche circolari in calcestruzzo destinate alla fase
di dissabbiatura del refluo. A sud del blocco ossidazione troviamo si trova l’edificio
servizi ospitante le apparecchiature elettromeccaniche necessarie alla fase di
disidratazione meccanica dei fanghi (altezza 3,5m), e la vasca circolare in
calcestruzzo (altezza superiore ai 5m) destinata a fase di ispessimento dei fanghi
generati dal processo depurativo.
A est del blocco di ossidazione troviamo tre strutture (altezza fuori terra 1m)
destinate alla fase di essiccamento naturale dei fanghi in caso di fuori servizio della
fase meccanica, edificio servizi ospitante Scomparto Cabina Media Tensione E-
Distribuzione Spa e quadri elettrici, unità di trattamento secondaria costituita da
piattaforma ospitante due stacci, vasca circolare per sedimentazione statica, e vasca
destinata a sollevamento intermedio per il rilancio dei reflui alla fase di trattamento
primaria.
Nell’impianto sono presenti altre strutture in calcestruzzo interrate destinate a
sollevamenti. Tali strutture presentano altezza fuori terra variabile tra i 70cm ed i 2m.
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Figura 4a: Inquadramento impianto di depurazione
Figura 4b: Inquadramento impianto di depurazione
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Gli interventi in progetto riguardano aspetti impiantistici del depuratore (idraulici ed
elettrici) e la fornitura di nuove apparecchiature di processo.
E’ previsto inoltre di adeguare i luoghi di lavoro al fine della sicurezza in modo da
rendere accessibili tutte le vasche con scale e passerelle in acciaio di facile accesso.
Alcune strutture in carpenteria metallica saranno realizzate per ottemperare alla
richieste della Commissione Tecnica del Ministero dell’Ambiente che durante
l’esame del progetto preliminare ha richiesto di collegare all’unità di trattamento aria
anche il comparto di stacciatura primario. Per tale comparto si prevede quindi la
realizzazione di una struttura in carpenteria metallica delimitata lateralmente con
materiale plastico trasparente (cfr. Tavola progetto definitivo Tav. PD03). Il
confinamento del luogo è necessario per poter creare con gli estrattore d’aria la
circolazione forzata di aria da inviare alla fase di deodorizzazione.
Il confronto tra lo stato attuale del depuratore e la sua configurazione di progetto può
essere desunta dal confronto tra le tavole del progetto definitivo Tav. PD.01 e Tav.
PD.02.
La documentazione fotografica e le tavole SIA01 e SIA03 allegate allo Studio di
Impatto Ambientale evidenziano le caratteristiche dello stato di fatto del depuratore e
le zone della recinzione che sono e saranno dotate di alberi per completare
l’intervento volto alla mitigazione dell’impatto paesaggistico del depuratore nella sua
già esistente configurazione. Al termine dei lavori l’impianto apparirà racchiuso da
una cortina di alberi con funzione di quinta visiva.
3.4 Previsioni urbanistiche del P.R.G.
Il Piano Strutturale Comunale ed il REU vigente del Comune di Scalea, approvato
con delibera del consiglio comunale n°6 del 17/02/2017 definisce l’area su cui sorge
il depuratore come ”Ambito a servizi con intervento pubblico” dove sono consentiti
secondo il PSC interventi di:
- manutenzione ordinaria (vedi art. 14);
- manutenzione straordinaria (vedi art. 15);
- ripristino tipologico (vedi art. 18);
15
- ristrutturazione edilizia (vedi art. 19);
- nuove costruzioni (vedi art. 20);
- ampliamenti (vedi art. 21);
- demolizione (vedi art. 23);
- recupero e risanamento delle aree libere (vedi art. 24).
Gli interventi in progetto sono compatibili con lo strumento urbanistico vigente.
Le opere risultano inoltre compatibili con i Q.T.R.P. Decreto del C.R. della Calabria
n°300 del 22.04.2013 ai sensi dell’art. 58 della Legge Regionale 19/2002 come
indicato dall’attestazione reg. 218/2017 dell’Ufficio Tecnico Servizio Urbanistica del
Comune di Scalea.
3.5 Descrizione sintetica dei lavori .
Gli interventi previsti in progetto mirano all’adeguamento tecnologico ed al
miglioramento funzionale dell’impianto di depurazione esistente della potenzialità
115.000 ab.eq. la cui configurazione attuale è dovuta agli interventi realizzati dal
Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale nel 2003, con progetto
approvato tramite l’ordinanza commissariale n°1826 del 29/04/2002, sul depuratore
costruito negli anni settanta.
A distanza di oltre 14 anni dai lavori eseguiti dal commissario delegato per
l’emergenza Ambientale l’obsolescenza tecnologica e l’usura delle apparecchiature
elettromeccaniche a servizio sia del depuratore che delle stazioni di sollevamento
fognario ha reso necessario prevedere un adeguamento tecnologico degli impianti .
Ciò comporta la necessità di modificare anche alcuni collegamenti idraulici esistenti.
Inoltre, per rendere il funzionamento del depuratore modulare in funzione delle
portate in ingresso durante i diversi periodi dell’anno, verranno modificati i circuiti
idraulici principali in modo da ottenere il doppio beneficio di ridurre l’usura delle
componenti elettromeccaniche e ridurre i consumi energetici.
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Gli interventi previsti in progetto non modificano la capacità di trattamento del
sistema ma, intervenendo su impianto elettrico, su collegamenti idraulici e sul
comparto tecnologico, lo rendono più efficiente ed adeguato alle norme più recenti.
Per quanto concerne la rete fognaria il progetto si concentra sulla manutenzione delle
stazioni di sollevamento sostituendo le apparecchiature elettromeccaniche e
revisionando o sostituendo i quadri elettrici deteriorati e sulla manutenzione
straordinaria di circa 3 km di collettori fognari esistenti.
E’ prevista infine la posa in opera di circa 4km di nuovi tratti fognari per servire tratti
periferici del Comune e le aree di futura urbanizzazione.
Sinteticamente i lavori oggetto della presente relazione paesaggistica prevedono:
- Adeguamento tecnologico impianto di depurazione esistente da 115.000 ab.eq2;
- Inserimento di unità di trattamento Bottini per garantire il corretto trattamento dei
reflui anche per le utenze dell’ambito non allacciate alla rete fognaria.
- Manutenzione straordinaria diffusori condotte di scarico sottomarina esistenti
situate ad oltre 1300 m dalla linea di battigia ed ad oltre 24m sotto il livello medio
del mare.
- Fornitura gruppo elettrogeno da 200 kVar per preservare la funzionalità del
depuratore in presenza di guasti o disservizi nella fornitura elettrica
- Fornitura di essiccatore per ridurre il tenore di acqua nei fanghi prodotti dal
processo depurativo e ridurre in valore assoluto i quantitativi di rifiuti da inviare a
discarica o centro di recupero.
- Realizzazione di unità di trattamento aria per le fase di grigliatura, equalizzazione
e disidratazione fanghi3
2 L’adeguamento tecnologico viene realizzato con interventi sull’impianto elettrico in media e bassa tensione, con sostituzione apparecchiature elettromeccaniche fuori servizio, con l’adeguamento dei collegamenti idraulici per rendere il funzionamento del depuratore modulare in funzione della portata e ridurre i consumi energetici, con inserimento di sistema di disinfezione UV, con recupero della strutture esistenti per il pretrattamento delle acque di prima pioggia prima dell’invio alla condotta di scarico sottomarina; 3L’intervento è finalizzato a ridurre l’emissione nell’atmosfera di particelle odorigene che possano arrecare fastidio benché l’intero processo di trattamento biologico sia di tipo aerobico a fanghi attivi
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- Adeguamento stazioni di sollevamento esistenti ed impianti elettrici con
sostituzione elettropompe guaste e quadri elettrici deteriorati;
- Realizzazione nel Comune di Scalea di circa 4.122 m di nuovi tratti fognari
De200 per collegare al sistema fognario tratti periferici del Comune ed aree con
terreni edificabili;
- Recupero nel Comune di Scalea di circa 3.114 m di fognatura esistenti con
problemi funzionali tramite la sostituzione della condotta fognaria per circa la
metà dei tratti e la pulizia e la riprofilatura dei pozzetti per la restante parte.
Viabilità di accesso ed area di cantiere durante l’esecuzione degli interventi.
Il depuratore esistente su cui saranno realizzati gli interventi di adeguamento
tecnologico dispone di due accessi. L’accesso principale è su Via Archimede. La
strada dista circa 50m dal lato nord della recinzione del depuratore e permette
l’accesso alla SS.18 e a Via Fiume Lao.
L’accesso secondario è su via Valensise. La strada dista circa 50m dal lato est della
recinzione del depuratore e collega Via Archimede con Via Po. L’accesso secondario
sarà utilizzato in fase di cantiere per l’accesso dei mezzi d’opera al depuratore.
In fase di esecuzione interventi parte delle aree interne al perimetro del depuratore
saranno destinate al deposito di mezzi, attrezzature e materiale di cantiere. Tale area
sarà utilizzata anche per il deposito dei mezzi e dei materiali per il cantiere
temporaneo e mobile che dovrà eseguire gli interventi sulla rete fognaria.
L’accesso all’area di cantiere avverrà dalla viabilità esistente a mezzo di cancello
carrabile presente lungo il lato est del perimetro del depuratore (vedasi fig.5).
L’area base del cantiere costituita da:
- Box Ufficio
- Box servizi
- inclusa la fase di digestione dei fanghi - e non vengono pertanto favoriti gli sviluppi di fenomeni anaerobici in grado di generare cattivi odori. Il punto di accesso dei reflui tal quali al depuratore e l’eventuale cattivo odore da questo generato è già attualmente evitato essendo il sollevamento inziale dotato di copertura.
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- Area parcheggio automezzi
- Area deposito materiali
- Area deposito ponteggi
- Area deposito rifiuti
Troverà spazio ne nella zona est del depuratore delimitata da un lato dalle vasche in
calcestruzzo del depuratore e dall’altro dalla recinzione perimetrale.
Per garantire l’accesso al personale addetto alla conduzione alle vasche in
calcestruzzo destinate ad equalizzazione, denitrificazione e digestione, sarà allestita
recinzione provvisoria di cantiere con pannelli alti 2m posta ad una distanza variabile
dai 50cm ai 2m dalle pareti delle vasche in calcestruzzo esistenti.
Tra la vasca di denitrificazione e quella di digestione verrà installato cancello
carrabile che metterà in comunicazione l’area base del cantiere con la zona di
intervento sfruttando la viabilità interna del depuratore.
La viabilità interna del depuratore verrà condivisa con gli operatori addetti alla
conduzione. Essendo la viabilità interna di tipo circolare, in funzione delle fasi di
lavorazioni attive, saranno predisposte dei percorsi dedicati per limitare le
interferenze tra chi esegui i lavori e chi si occupa della manutenzione del depuratore.
I Box Ufficio e servizi troveranno alloggiamento su basamento in calcestruzzo già
esistente. I servizi saranno allacciati all’impianto idrico del depuratore e alla rete di
scarico. Anche la fornitura elettrica verrà garantita, con linea dedicata cui collegare il
quadro di cantiere, dall’impianto elettrico del depuratore. L'illuminazione dell'area di
cantiere integrerà quella già esistente a servizio del depuratore mediante
l’apposizione di fari, posizionati su pali metallici lungo il perimetro dell’area dei
baraccamenti. L'impianto elettrico di cantiere, comprensivo di impianto di messa a
terra e di impianto di protezione dalle scariche atmosferiche, sarà realizzato con cavo
in parte ancorato alla recinzione ed in parte interrato, e protetto da apposito cavidotto.
Per gli impianti sarà rilasciata dichiarazione di conformità.
La gestione dei rifiuti sarà effettuata in rispetto del D.Lvo 152/06. In particolare i
rifiuti, classificati come speciali saranno stoccati in quantità non eccedente i 30 mc,
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suddivisi secondo la loro natura, e avviati allo smaltimento almeno ogni tre mesi. Il
deposito temporaneo sarà fatto per tipi omogenei nel rispetto delle relative norme
tecniche. Per i terreni di scavo da inviare a rifiuto (circa 10mc), in caso di presenza di
materiale sospetto, o di incerta identificazione, si dovrà provvedere all’analisi delle
terre, prelevando dei campioni di terra, necessari alla identificazione e alla successiva
classificazione; fino all’accertamento in ordine alla natura del materiale indagato, le
lavorazioni saranno temporaneamente sospese.
Figura 5: Schema depuratore con inquadramento area di cantiere
Lo smaltimento sarà effettuato in modo tale da non superare le quantità indicate dalla
normativa e con una delle seguenti modalità:
- autosmaltimento dei rifiuti;
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- conferimento dei rifiuti a terzi autorizzati ( ai sensi del D.Lvo 152/06);
- conferimento dei rifiuti ai soggetti che gestiscono il servizio pubblico
stipulando apposita convenzione;
Al termine dei lavori, la cui durante prevista è di circa 10mesi, le strutture provvisorie
di cantiere saranno rimosse ripristinando lo stato dei luoghi.
Materiali usati nel progetto
Per opere inerenti il sistema fognario le tubazioni previste per l’estensione e la
manutenzione della rete sono in materiale plastico. I pozzetti di ispezione ed allaccio
della rete fognaria saranno dotati di chiusini in ghisa carrabile. Al termine dei lavori
di posa della condotta e dei pozzetti sarà ripristinata l’originaria pavimentazione.
Per le opere inerenti il depuratore il progetto prevede essenzialmente:
- apparecchiature elettromeccaniche per lo più sommerse.
- unità trattamento bottini da posizionare in edificio esistente.
- gruppo elettrogeno da 200 kVa con cabina di insonorizzazione per installazione
all’aperto in adiacenza al locale cabina sul basamento attualmente occupato da
soffiante a lobi.
- passerelle e scale realizzate in carpenteria metallica leggera (profilati UPN, HE
ed IPE, angolari, scatolari, ..) costituita essenzialmente da elementi zincati in
continuità con le strutture esistenti.
- Profilati in acciaio verniciato e zincato per realizzare confinamento fase di
stacciatura per ottemperare alla richiesta della Commissione Tecnica del
Ministero dell’Ambiente che ha esaminato il progetto preliminare richiedendo
l’inserimento di sistema di trattamento aria anche per il comparto di grigliatura
esistente. La copertura dell’ambiente sarà realizzata con pannelli grecati. La
chiusura laterale sarà realizzata con materiale plastico trasparente.
- Profilato in acciaio verniciato e zincato per realizzare confinamento macchina
essicamento fanghi da collegare all’unità di trattamento aria. La copertura
dell’ambiente sarà realizzata con pannelli grecati. La chiusura laterale sarà
21
realizzata con materiale plastico trasparente. La struttura sarà posizionata in
adiacenza al Bacino di Ossidazione ed al locale esistente di disidratazione.
L’altezza non supererà quella dell’edificio esistente ospitante la disidratazione.
Le piante attualmente presenti lungo il perimetro dell’impianto, e quelle previste da
posizionare essenzialmente sul perimetro sud dell’impianto, consentiranno di
completare l’opera per rendere il depuratore racchiuso da una cortina di alberi con
funzione di quinta visiva.
3.6 Infrastrutture ed edilizia prevista
Per l’esecuzione delle opere in progetto sulla rete fognaria e depurativa non è prevista
la realizzazione di nuove infrastrutture: le opere sul sistema fognario insistono su
strade e percorsi esistenti e le stesse opere previste per il depuratore vengono ad
essere realizzate all’interno del perimetro del depuratore.
All’interno del perimetro del depuratore non è prevista la realizzazione di nuove
strutture in calcestruzzo in elevazione.
4 Analisi delle componenti ambientali
Per una valutazione completa degli gli effetti che le opere hanno sull’ambiente è
possibile far riferimento allo studio di impatto ambientale predisposto per la
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale delle opere in progetto.
Nel seguito vengono individuate ed analizzate le Componenti ambientali di possibile
impatto. Data la natura degli interventi previsti in progetto gli impatti riguardano
essenzialmente l’impianto di depurazione esistente nel suo complesso. Le opere in
progetto sul sistema depurativo non comportano nuove strutture in calcestruzzo in
elevazione e non modificano la capacità depurativa potenzialmente detenuta
dall’impianto. Le lavorazioni sono infatti finalizzate a preservare nel tempo la
funzionalità dell’impianto interessato attualmente da grave obsolescenza ed usura
delle sue componenti impiantistiche. Alcune delle opere in progetto consentiranno di
mitigare gli impatti dell’attuale depuratore sull’ambiente.
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Tra le principali lavorazione che contribuiscono a minimizzare l’impatto attuale del
depuratore troviamo l’installazione di filtri a carboni attivi per il trattamento dell’aria
in affiancamento alle coperture delle vasche già esistenti; l’inserimento di
essiccamento dei fanghi per ridurre la produzione di rifiuti del depuratore; l’utilizzo
di apparecchiature a minor consumo energetico in accoppiata con utilizzo modulare
delle strutture di processo; l’installazione di nuovo gruppo elettrogeno in sostituzione
di quello guasto per garantire il trattamento depurativo in presenza di disservizi nella
fornitura elettrica da parte della E-distribuzione Spa o in caso di guasto della Cabina
do Trasformazione.
L’intervento di cui trattasi, già descritto nelle sue linee generali si considera che
possa “impattare”, per quanto riguarda l’impianto di depurazione, essenzialmente
sulle seguenti “componenti Ambientali”:
- Suolo e sottosuolo; ambiente idrico e fattori climatici
- Fauna e flora
- Elementi di valenza paesaggistica
In merito agli interventi sulla rete fognaria, sia per quanto riguarda l’estensione che la
manutenzione straordinaria dell’esistente, non si ravvisano significativi impatti sulla
matrici ambientali. Trattandosi di opere interrate non si prevede utilizzo di suoli
privati né impatti sul paesaggio. Essendo interventi da realizzarsi in aree
essenzialmente urbanizzate e su strade asfaltate non si rilevano impatti su flora e
fauna.
L’ambiente viene qui inteso nella sua complessità di ambiente naturale ed
antropizzato, quindi come insieme di componenti con cui l’uomo interagisce.
4.1 Suolo e sottosuolo-ambiente idrico e fattori climatici
L’impianto di depurazione è localizzato su zona morfologicamente pianeggiante e dal
punto di vista geologico non si ravvisano problemi di stabilità.
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I lavori previsti per l’intervento non modificano la situazione dello stato ambientale
attuale rispetto alla componente suolo infatti non è previsto utilizzazione di suolo
oltre quello già impegnato dall’impianto esistente.
Non sono previsti scavi profondi per costruzione di nuove vasche ma solo apertura di
tracce per installazione di nuove tubazioni.
Tutte le vasche esistenti sono a tenuta idraulica) pertanto la eventualità di fuoriuscita
dei reflui è remota. Non si rilevano micro-fessure del calcestruzzo delle vasche
esistenti che possano far trasudare refluo non depurato.
La realizzazione dei collegamenti idraulici per utilizzo modulare delle vasche di
processo consentirà l’esecuzione, tra l’autunno e la primavera, degli interventi di
manutenzione sulle strutture senza pregiudizi per l’efficacia e l’efficienza del sistema
depurativo
Per la specifica componente ambientale “suolo e sottosuolo” non si ravvisano impatti
significativi.
Il funzionamento del depuratore non incide sui fattori climatici.
L’elevato carico antropico nei mesi estivi rende necessario l’ammodernamento del
depuratore per preservare l’ambiente nonché l’igiene e la salute pubblica.
L’efficienza del sistema depurativo consente di preservare la risorsa idrica mar
tirreno esiziale per l’economia dell’intera area.
4.2 Fauna e Flora
Intorno al depuratore è presente una fascia di rispetto di 100 m. Oltre tale fascia
l’area omogena individuata dal PSC è destinata ad ospitare strutture e servizi standard
per il Comune. Il Fiume Lao dista dal depuratore circa 1,5 km. Nei pressi del fiume
Lao è presente la zona industriale comunale. Procedendo verso est si incontra una
zona destinata a verde urbano e periurbano. Procedendo verso Sud est si incontra il
canale Fosso del Mulino ed una zona omogenea individuata dal PSC con la seguente
destinazione d’uso: destinata ad uso “E1 – area caratterizzata da produzioni agricole e
forestali tipiche, vocazionali e specializzate”. Tale zona dista oltre 1 km dal
depuratore.
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Non sono presenti nelle vicinanze del depuratore aree sensibili dal punto di vista
faunistico o floristico-vegetale. Lo scarico del depuratore si trova ad oltre 1.300 dalla
linea di costa e ad una profondità superiore ai 24m. I terminali delle due condotte
sottomarine sono aree che tendono a favorire lo sviluppo della fauna ittica essendo
zone di attenzione segnalate dalla capitaneria di porto ed evitate dalle imbarcazione
di pesca.
Essendo gli interventi previsti in progetto eseguiti all’interno dell’attuale perimetro
del depuratore non si hanno impatti sulla componente flora e fauna.
Per la valutazione degli impatti sulla fauna e la flora degli interventi si è fatto
riferimento alla relazione tecnico - agronomica dal Dott. Forestale Giuseppe
Raimondi per “adeguamento impianto di depurazione e realizzazione opere di
collettamento dei comuni di Scalea - Papasidero - Santa Domenica Talao - Aieta. -
Realizzazione degli interventi previsti dalla delibera CIPE n. 60 del 30.04.2012
settore idrico (fognario-depurativo) – Piano Nazionale per il Sud – C.U.P.:
G23J12000310004 C.I.G. 531112817A” in cui rientra il progetto in esame.
4.3 Paesaggio
L’intera fascia costiera di Scalea rientra nella zona vincolata paesaggisticamente
secondo il Decreto Ministeriale 26 marzo 1970 (GU n. 173 dell’11 luglio 1970) e
secondo il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni Culturali e del
Paesaggio (il quale all’art. 2, apportando una innovazione rispetto alle precedenti
normative, ha ricompreso il paesaggio nel “Patrimonio culturale” nazionale),
modificato dal D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 157.
Le modifiche sul paesaggio vengono studiate principalmente in riferimento agli
aspetti di percezione visiva e relativamente alla presenza di monumenti o edifici di
carattere storico o di rilevanza culturale. Indipendentemente dal vincolo paesaggistico
nei dintorni dell’impianto di depurazione non si rilevano elementi di particolare
pregio. La linea di costa nella zona antistante il depuratore è alterata dal rilevato della
SS.18 che rappresenta lungo quasi l’intera linea di costa di Scalea la primaria
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sorgente di alterazione della linea del paesaggio. Nel centro abitato, ma distanti dal
centro storico, si trovano a ridosso della SS.18 palazzi ospitanti quasi esclusivamente
seconde case alte 4 piani. Spostandosi verso Sud e quindi verso il depuratore l’altezza
media degli edifici diminuisce. Nei pressi del depuratore non sono presenti edifici. Le
strutture all’interno del depuratore presentano una altezza non superiore a quella del
rilevato della SS.18. Procedendo ancora verso sud si incontrano case sparse e la zona
industriale di Scalea in località La Bruca. Nella zona Sudest del territorio è presente
la struttura dell’aeroporto. L’analisi dell’area in esame, per quanto concerne gli
elementi o le valenze paesaggistiche, rileva che l’area su cui sorge il depuratone non
presenta caratteri peculiari e distintivi sia naturali e antropici che storico-culturali; né
presenta particolari qualità sceniche e panoramiche, elementi caratteristici o rari.
Dal punto di vista dell’inserimento nel territorio, data le lavorazioni previste in
progetto all’interno dell’area dell’impianto esistente, non si introducono di fatto
variazioni alla situazione ante operam.
Due lati del depuratore, quello Nord e quello Ovest [lato strada statale SS18] sono
dotati di alberi di Eucalipto ad alto fusto che contribuiscono a mimetizzare il
depuratore. Il lato est presenta invece piante di pioppo attualmente di altezza media
3-4m. Per minimizzare ulteriormente l’impatto paesaggistico, che l’attuale impianto
di depurazione ha sul territorio circostante, si prevede di impiantare alberi,
opportunamente scelti fra quelli autoctoni, sul lato Sud dell’impianto stesso, oltre a
prolungare ulteriormente la fila di alberi già presente sul lato Ovest e sul lato Est.
Quando il verde avrà raggiunto la maturità propria delle specie autoctone scelte,
l’impianto apparirà racchiuso da una cortina di alberi con funzione di quinta visiva. Il
progetto ha l’obiettivo di migliorare l’inserimento dell’impianto di depurazione nel
paesaggio circostante riprendendone elementi propri, riproponendoli e utilizzandoli
per mitigare l’impatto percettivo. Per le essenze arbustive si propone la messa a
dimora di piante arboree disposte in un filare.
Impatti potenziali individuati per la specifica componente ambientale “paesaggio”
risultano non significativi con un miglioramento dell’impatto visivo dell’impianto di
26
depurazione grazie agli alberi che si prevede di piantare per completare la cintura
arborea presente lungo il perimetro del depuratore .
4.4 Atmosfera
Nel territorio del Comune di Scalea non sono presenti attività diffuse che hanno
impatto sulla qualità dell’aria. L’immissione di polveri, areosol ed altri inquinanti
sono riconducibili alla viabilità urbana ed extraurbana, all’attività dell’impianto di
frantumazione per la lavorazione degli inerti ed il centro di betonaggio presenti
nell’area industriale di Scalea.
Sparsi sul territorio urbano sono presenti tre isole ecologiche per la raccolta
differenziata dei rifiuti. Una delle isole ecologiche è sita tra l’impianto di depurazione
e la SS.18. Altra isola ecologica è sita nei pressi dell’ex discarica di Piana
dell’Acqua. La terza isola ecologica si trova nei pressi dell’autoparco dei veicoli del
comune sito a nord del depuratore.
La realizzazione del progetto non produrrà emissioni di sostanze nocive o tossiche,
anzi è volta al miglioramento delle attuali emissioni essendo gli interventi mirati
all’adeguamento tecnologico dell’esistente.
In generale, durante il funzionamento di un impianto di depurazione potrebbero
verificarsi impatti sull’atmosfera e sulla qualità dell’aria derivanti dalla produzione di
odori molesti, aerosol originati da:
- condizioni di anossia del refluo influente;
- azioni di agitazione e turbolenza dei liquami;
- stoccaggio del materiale grigliato.
Il depuratore è già dotato di coperture delle principali fasi di processo in cui possono
innescarsi condizioni di anossia come le vasche di arrivo e pompaggio del refluo e la
fase di ispessimento fanghi.
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Pe limitare l’impatto dovuto all’eventuale propagazione di odori molesti il progetto
prevede, su richiesta della Commissione Tecnica del Ministero dell’Ambiente che ha
espresso il parere positivo sul progetto preliminare quanto segue :
- di installare un addensatore dinamico a monte della fase di digestione
aumentando il tempo medio dei fanghi nella fase di stabilizzazione biologica in
modo da ottenere un fango ben stabilizzato;
- di installare unità di trattamento aria per i locali destinati alla
disidratazione/essiccamento fanghi;
- di realizzare la copertura della zona stacciatura e del relativo cassone contenente
il materiale grigliato con l’invio dell’aria ad un filtro a carboni attivi prima del
rilascio in atmosfera;
- di sottoporre al trattamento con carboni attivi l’aria proveniente dalla
equalizzazione.
Tutto ciò permetterà di conseguire una riduzione delle emissioni odorigene rispetto
alla situazione attuale.
Va infine sottolineato che :
la realizzazione dell’opera non determinerà aumento di traffico (la componente
di lavoro edilizio è minima) per cui le emissioni in atmosfera ed il disturbo
sonoro rimarranno invariati rispetto alla situazione ante-operam.
a lavori ultimati, il traffico sarà quello normale legato dal transito dei mezzi di
servizio .
nella fase di gestione dell’impianto, non si prevede la produzione di polveri né
di areosol.
Gli impatti potenziali degli interventi sulla specifica componente "atmosfera"
risultano quindi positivi.
4.5 Impatti generati da interruzioni temporanee del processo depurativo
L’interruzione del processo depurativo ha ripercussioni su tutte le componenti
ambientali, in primis sulla componente acque costiere.
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Per prevenire impatti sulle componenti ambientali per interruzioni temporanee del
processo il depuratore viene dotato di gruppo elettrogeno essendo la mancata
fornitura di energia elettrica da parte della società di distribuzione la primaria fonte di
interruzione improvvisa del processo.
La presenza di più linee di processo e la necessità di un loro utilizzo congiunto solo
nei due mesi estivi permette di eseguire durante l’anno tutte le attività di
manutenzione ed ispezione per evitare interruzioni di processo durante il periodo
estivo.
La stessa attività di verifica e manutenzione può esser eseguita su qualsiasi elemento
e struttura del depuratore grazie all’articolazione dell’impianto in più linee di
processo, e alla disponibilità di vasca di accumulo/equalizzazione della capacità di
4000 mc.
Per eseguire gli interventi di manutenzione della cabina di trasformazione
consentendo all’impianto di continuare a funzionare, è prevista in progetto la
fornitura e posa in opera di secondo trasformatore e di gruppo elettrogeno da 200 Kva
in sostituzione di quello esistente
4.6 Impatti dovuti al rumore
Il depuratore di Scalea si trova fuori da aree urbane interessate da alta densità di
popolazione o con presenza di attività commerciali e/o uffici.
Si evidenzia che le principali attrezzature di processo presenti nell’impianto
(elettropompe sommerse e miscelatori sono di tipo sommerso per cui non producono
alcun rumore percettibile: altri macchinari presenti quali carriponte, sgrigliatori e
dosatori non producono significative propagazioni di onde sonore trattandosi di
macchinari alimentati da motori elettrici di modesta potenza.
Gli unici macchinari fonte di rumore sono le soffianti a lobi esistenti che però sono
dotate dotate di cabine di insonorizzazione con soglia del rumore a 3m di distanza
inferiore ai 73 db.
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Tali macchinari sono installati in un edificio chiuso che rappresenta barriera alla
propagazione acustica. Ulteriore barriera naturale è rappresentata dagli alberi
attualmente presenti lungo il perimetro dell’impianto. La fascia di rispetto stabilita
dal PSC con vincolo di inedificabilità entro i 100m dal depuratore consente l’ulteriore
attenuazione dei suoni durante la loro propagazione nell’aria, prima che questi
possano raggiungere un recettore sensibile.
Gli impatti dovuti al rumore resteranno ,a seguito dell’intervento, invariati e non
significativi.
5 Conclusioni
Le opere previste in progetto sono state impostate in un ottica di pieno recupero
funzionale di strutture esistenti all’interno del perimetro dell’impianto di depurazione
evitando la costruzione di nuove strutture murarie.
Le opere in progetto consentono di migliorare l’impatto del depuratore esistente sulle
principali componenti ambientali: atmosfera, suolo, ambiente idrico.
In merito alla componente paesaggio le opere impiantistiche e tecnologiche in
progetto non alterano l’attuale configurazione dell’impianto e non ne modificano
l’impatto sul paesaggio.
L’intervento previsto di piantare alberi, opportunamente scelti fra quelli autoctoni, sul
lato Sud dell’impianto stesso, oltre a prolungare ulteriormente la fila di alberi già
presente sul lato Ovest e sul lato Est consentirà di minimizzare ulteriormente
l’impatto paesaggistico dell’impianto esistente. Quando il verde avrà raggiunto la
maturità propria delle specie autoctone scelte, l’impianto apparirà infatti racchiuso da
una cortina di alberi che ne nasconderanno la vista da ogni lato..
In sostanza, considerata l’attuale area di sedime dell’impianto, si può affermare chei
lavori non miglioreranno le condizioni ambientali dell’area senza modificarne
l’attuale assetto morfologico e paesaggistico.
A lavori ultimati, il contesto rimarrà inalterato e la conformazione orografica sarà
rispettata nella sua totalità essendo, l’intervento, non invasivo oltre che non
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contrastante, nelle parti interessate, con le prescrizioni dello strumento urban i ti c.;o
vigente (P.R.G.).
Il rispetto dell 'ambiente rappresenta, m conclusione, il principale requisito dcl
presente progetto.
ILPROGET
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Allegato 1 - Documentazione fotografica
Si riporta nel seguito documentazione fotografica illustrante le zone di intervento.
Depuratore di Scalea
Vista del depuratore dall’esterno
Foto 1. Vista cancello ingresso depuratore lato Nord da Via Archimede.
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Foto 2. Vista recinzione depuratore lato Nord da Via Archimede. Tra la SS.18 ed il depuratore si trova isola ecologica ed alberi di alto fusto.
Foto 3. Vista recinzione depuratore lato Nord da Via Archimede. Tra la SS.18 ed il depuratore si trova isola ecologica ed alberi di alto fusto.
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Foto 4. Vista recinzione depuratore lato Ovest da SS.18. Tra la SS.18 ed il depuratore si trova isola ecologica ed alberi di alto fusto.
Foto 5. Vista recinzione depuratore lato Ovest da SS.18. Sulla destra si intravedono le vasche di sedimentazione. Si prevede il posizionamento di alberi lungo il lato ovest della recinzione
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Foto 6. Vista recinzione depuratore lato Est da Via Valensise. Sullo sfondo di cedono le vasche di equalizzazione, di denitrificazione e di digestione. Sull’estrema sinistra si nota il vasto canneto che costeggia tutto il lato sud della recinzione. Arrivo refluo al depuratore e sollevamento inziale
Foto 7-8. Vista vasca confluenza condotte convoglianti reflui al depuratore dotata di copertura rigida in materiale plastico – Lato nord perimetro depuratore - Sullo sfondo si notano gli alberi che celano il depuratore alla vista da Via Archimede
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Stazione di Stacciatura del refluo in ingresso al depuratore
La fase di stacciatura riceve i reflui dal sollevamento inziale. La fase di stacciatura e la zona di raccolta dei residui del processo di vagliatura saranno confinati, per conformarsi alla prescrizione della Commissione Tecnica Ministeriale che ha esaminato il progetto in fase preliminare, tramite struttura in carpenteria metallica leggere e chiusura realizzata con tessuto in materiale plastico trasparente. L’ambiente confinato così realizzato sarà tenuto in leggera depressione con l’aria estratta inviata a sistema di deodorizzazione basato su filtri a carboni attivi
Foto 9. – Vista della piattaforma alloggio stacci – La piattaforma sarà integrata con confinamento da realizzare in carpenteria metallica leggera, copertura in pannello grecato e chiusura laterale in materiale plastico trasparente. .
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Equalizzazione
La fase di equalizzazione è costituita da tre vasche ognuna dotata di elettropompa per l’invio del refluo equalizzato. L’intervento in progetto prevede la riparazione/sostituzione dei miscelatori guasti. In progetto si prevede inoltre la realizzazione di un sistema di copertura della vasca con condotti per l’estrazione dell’aria da inviare a sistema di filtrazione a carboni attivi.
Foto 10. Vista tre vasche di equalizzazione. La foto è presa dalla piattaforma ospitante gli Stacci che è la struttura più alta del depuratore. Le vasche di equalizzazione si trovano lungo il lato est del perimetro del depuratore. Sullo sfondo si notano gli alberi presenti lungo il perimetro.
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Denitrificazione
La fase di denitrificazione è costituita da tre bacini attualmente comunicanti. Il progetto prevede di disconnetterli idraulicamente in modo da poterli utilizzare in maniera modulare.
Foto 11. Vista delle tre vasche di denitrificazione - La foto è presa dalla piattaforma ospitante gli Stacci che è la struttura più alta del depuratore. Le vasche di denitrificazione si trovano lungo il lato est del perimetro del depuratore. Sullo sfondo si notano gli alberi presenti lungo il perimetro.
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Ossidazione
L’effluente in uscita dalla denitrificazione viene inviato alla fase di ossidazione costituita da due bacini in calcestruzzo.
Foto 12 .Vista vasca di ossidazione – La foto è presa dalla piattaforma ospitante gli Stacci che è la struttura più alta del depuratore. La vasca si trova al centro del depuratore. Le passerelle esistenti verranno prolungate per consentire all’operatore l’accesso in sicurezza alle paratoie per la ripartizione delle portate tra i moduli di ossidazione. La scala a gabbia sarà sostituita da scala con alzata e pedata. Le strutture in carpenteria metallica saranno realizzate con disegno e materiale equivalente a quello esistente. Sullo è possibile individuare gli alberi presenti lungo il perimetro ovest del depuratore che cela la vista dell’impianto a chi percorre la SS18 in direzione sud.
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Sedimentazione
L’effluente in uscita dai due bacini di ossidazione viene convogliato a due coppie di sedimentatori a flusso longitudinale.
Foto 13 Vista sedimentatori a flusso longitudinale con carroponte va e vieni lato sud del perimetro dell’impianto. Il progetto prevede di posizionare sulla passerella in calcestruzzo che divide i sedimentatori elementi in carpenteria metallica leggera per realizzare parapetti e fermapiedi in modo da consentire l’ispezione in sicurezza dei sedimentatori da parte degli operatori. Sarà anche realizzata una scala di accesso con alzata e pedata per superare dislivello di circa 3m necessario per accedere alla vasca. Sulla destra della foto si individuano gli ultimi alberi ad alto fusto presenti lungo il perimetro ovest dell’impianto. Si prevede il posizionamento di nuovi alberi per completare la chiusura con piante ad alto fusto del perimetro del depuratore per mitigarne l’attuale impatto paesaggistico.
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Filtrazione
L’effluente chiarificato in uscita dalla sedimentazione viene inviato alla fase di filtrazione costituita da una coppia di filtri a disco.
Foto 14 Vista vasca ospitante i due filtri a disco
Sullo sfondo si vede il lato sud del perimetro del depuratore dove si prevede di posizionare alberi. Al di la della recinzione è possibile individuare il vasto canneto confinante con il depuratore.
Disinfezione
L’effluente filtrato viene inviato alla fase di disinfezione costituita da vasca in calcestruzzo con altezza fuori terra di circa 2m
Foto 15 Vista stazione dosaggio ipoclorito di sodio al 15% La vasca sarà internamente divisa per destinare parte del volume ad ospitare il sistema di
disinfezione con lampade UV 41
Digestione
I fanghi estratti in supero dai sedimentatori vengono inviati attualmente alla fase di digestione costituita da due vasche in calcestruzzo priva di adeguata scala e passerella per l’accesso e l’ispezione della fase.
Foto 16 Vista fase di digestione con scala a gabbia appoggiata e non fissata alla parete della vasca.
Il progetto prevede il posizionamento di scala di accesso e passerella per consentire l’accesso in sicurezza alla fase di processo da parte degli operatori
La commissione tecnica ministeriale ha richiesto di inserire a monte della digestione una fase di preispessimento fanghi. E’ stato pertanto previsto di posizionare sulla vasca di digestione, in corrispondenza del setto centrale che divide i due bacini, piattaforma in carpenteria metallica atta ad ospitare l’apparecchiatura elettromeccanica “addensatore dinamico dei fanghi” che ha il compito di ridurre il tenore d’acqua del fango inviato al digestore in modo da aumentarne la capacità di detenzione.
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Disidratazione-essiccamneto fanghi
I fanghi in uscita dalla fase di ispessimento vengono inviati alla fase di disidratazione meccanica dotata di una sola nastropressa funzionante.
Foto 17 Vista superficie libera alle spalle della nastropressa dove troverà alloggiamento l’unità per l’essiccamento dei fanghi.
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Ex impianto chimico fisico da trasformare in linea pretrattamento acque di
pioggia scolmate
Il depuratore è dotato delle strutture di un vecchio impianto chimico fisico dismesso che possono essere recuperate e destinate al pretrattamento delle acque di pioggia in ingresso al depuratore eccedenti tre volte la massima portata media nera trattabile dall’impianto. L’ex comparto è costituito da un altana con due stacci per la vagliatura dell’effluente scolmato, un canale per il convogliamento del refluo ad un sedimentatore statico circolare dove l’effluente verrà sottoposto a dissabbiatura prima dell’invio alla disinfezione finale.
Foto 18-19-20 Vista altana ex comparto chimico fisico con stacci Vista canale convogliante effluente vagliato al sedimentatore circolare statico. Il progetto prevede la sostituzione delle vecchine carpenterie deteriorate con nuovi elementi per stile e materiali equivalente alle scale e passerelle zincate presenti sulle altre vasche.
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Ex locale da trasformare in alloggiamento confinato per unità di trattamento
bottini
Nelle vicinanza dell’ex comparto chimico fisico è presente edificio che sarà destinato ad ospitare al suo interno ad ospitare al suo interno l’unità di trattamento bottini. Nelle vicinanza è inoltre già presente vasca interrata completo di gruppo pompe e condotta premente atte a ricevere l’effluente in uscita dall’unità Bottini ed inviarlo alla fase di dissabbiatura ed equalizzazione del comparto di trattamento biologico esistente.
Foto 21-22 Vista locale destinato ad ospitare unità di trattamento bottini e Vista vasca esistente da destinare a vasca di accumulo refluo in uscita dal bottini. La vasca è dotata di copertura che impedirà il rilascio in atmosfera di cattivi odori.
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